Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Aprile 2008 - numero 4 Editoriale Il parlamento è stato anticipatamente sciolto dopo nemmeno due anni dalla sua elezione. La ragione della breve durata della legislazione va ricercata nella stringata maggioranza numerica e politica del governo Prodi al Senato. A nostro avviso la colpa di questo esito non va tanto ricercato nella legge elettorale vigente, quanto nel fatto che il paese era diviso in due parti uguali. Infatti, se l’Ulivo alla Camera aveva vinto per 24.000 voti, al Senato la Casa della Libertà aveva invece vinto per 300.000 voti. La dimostrazione chela legge elettorale era sostanzialmente neutra è data dagli schieramenti politici che oggi si apprestano a chiedere il voto degli italiani. È stato sufficiente che Veltroni e Berlusconi decidessero di correre da soli, rinunciando alle ammucchiate precedenti, che il panorama politico nazionale si semplificasse da solo. Da una lato abbiamo il partito democratico che si è sottratto all’accordo con la sinistra arcobaleno, imbarcando i radicali, dall’altro abbiamo il popolo della libertà che, rompendo lo schema del recente passato, non ha inglobato l’udc di Casini e la destra di Storace.Le esclusioni dai due maggiori partiti sono state più che una scelta un’imposizione. Questo vale anche le altre formazioni politiche che corrono da sole: una per tutte il rinato partito socialista, finalmente riunito dopo la diaspora degli anni post tangentopoli. Il quadro delineato offre per tanto un insieme di novità che sottolineiamo con favore. Non vogliamo allinearci però a chi divide il voto degli italiani in voto utile e in voto inutile. Riteniamo che tutti i voti siano utili anche a quelli dati a formazioni che, magari, hanno poche o nessuna chanche per superare le quote di sbarramento richieste. Un partito per esistere, non necessariamente, deve avere dei propri esponenti eletti in Parlamento. I partiti traggono invece la propria ragion d’essere nel fatto che rappresentano interessi vitali della società e che sono una delle tante articolazioni di una società democratica. Il nostro invito ai lettori è comunque quello di andare a votare consapevoli che ogni voto, validamente espresso, è un piccolo mattone posto per la costruzione di una società sempre più aperta e democratica. Sommario Lettere. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 2 Territorio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 3 San Gervasio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4 Verola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5 Territorio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 6 Arte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7 Calendario bresciano. . . . . . . . . . . . . . . . . » 8 Manerbio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10 Sport . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 12 Ambiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13 Spigolature. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 14 Le recensioni. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15 Le classifiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16 Musica e letteratura a Manerbio 17 Aprile 2008 ore 21:00 TEATRO CIVICO CONCERTO PER PIANOFORTE Il maestro Enrico Pompili al pianoforte esegue alcune composizioni di Albert Bonera durante la presentazione del libro di Gian Battista Muzzi “Tipi bresciani”. Alberto Bonera è un artista ecclettico che alterna alla musica la pittura. Segue a pag 7. Direzione: Vania Boglioli Edizioni “La Pianura” - Via Carducci, 2 - San Paolo (Bs) Stampa: La Compagnia della Stampa - Roccafranca (Bs) Pubblicazione mensile E-mail: [email protected] Autorizzazione N° 50 del Tribunale di Brescia del 06/12/2007 Dialogando Il sindaco di Manerbio durante l’ultimo consiglio comunale ha dichiarato che non ci legge. Poco male. Noi, in compenso, leggiamo quanto scrive il sindaco, anche per una forma di rispetto nei confronti della carica istituzionale. Nel numero del febbraio 2008 di Manerbio Notizie, giornale, come è noto, di esclusivo appannaggio del sindaco ma pagato con i soldi dei contribuenti, leggiamo che “per un centro storico più grande, vivibile e animato” sarebbe necessario approvare un maxi centro commerciale. Alcune chiose. Non s’è mai visto ingrandire un centro storico. È infatti una contraddizione di termini. Il centro storico è, per l’appunto, storicamente definito. La cultura dei centri commerciali è sempre stata estranea al tessuto urbano del centro storico. Si è sempre gridato allo scandalo per le invasioni dei vari Mac Donald e similari nelle nostre città. Oggi scopriamo che invece tutto questo rende vivibile e animata la nostra città. Sempre in qualità di attenti lettori, leggiamo un’intervista del sindaco rilasciata al Giornale di Brescia e pubblicata il giorno di Pasqua. Ebbene, ci fa piacere leggere che il sindaco non ha infranto alcuna norma. Sarebbe infatti sconveniente apprendere dal TAR che il comune non ha rispettato la legislazione vigente. Per la verità è già capitato che una delibera dell’amministrazione Trebeschi sia stata annullata dal TAR e se anche questa volta dovesse succedere cosa dovremmo concludere? Per farla breve vorremmo ricordare al sindaco che le superfici commerciali vengono definite in urbanistica come terziarie e che per tanto sommando gli spazi commerciali (metri quadri 10.530) alle attività terziarie (metri quadri 11.400) alle attività terziarie generiche ( metri quadri 9.375) si ottiene la somma di metri quadri 31.305. Per carità di patria, a detta somma non aggiungiamo la superficie destinata alla ristorazione che è di metri quadri 3.150. La ristorazione è una componente fissa in ogni centro commerciale. Se il sindaco ci leggesse qualche volta, magari di nascosto e senza farlo sapere, non sarebbe un male. Da “Avvenire” 4 marzo 2008 LA FESTA DELLA DONNA Caro Direttore, l’8 marzo è da anni dedicato alla riflessione sulla condizione della donna e sull’evoluzione dei suoi diritti. Di passi avanti se ne sono fatti tanti, ma occorre sfatare un punto. Mi riferisco al fatto che questa data da anni è anche indiretto mezzo per diffondere la ‘leggenda’ sulle origini di questa festa, a cui non vorrei che sul nostro giornale si desse credito, essendo totalmente privo di fondamento. Si legge alle pagine 107 e 108 del libro di Vittorio Messori ‘Pensare la storia’ del 1992: “Nessun epico sciopero femminile, nessun incendio si sono verificati un 8 marzo 1908, a New York. Qui nel 1911 (quando già la ‘Giornata della donna’ era stata istituita) se proprio si vogliono spulciar giornali, bruciò, per cause accidentali, una fabbrica; ci furono dei morti, ma erano di entrambi i sessi. Il sindacalismo e gli scioperi non c’entravano. E neanche il mese di Marzo. […] Il mitico 8 marzo si basa su un falso che, a quanto pare, fu elaborato dalla stampa comunista ai tempi della guerra fredda, inventando persino il numero preciso di donne morte: per l’appunto 129”. Questa scoperta non l’ha fatta Messori, ma è di alcune insospettabili, deluse femministe. Come deluso e triste, allora, forse si sentirà chi si sarà reso conto che quel padrone cattivo di nome Cotton (‘nomen est omen’), quelle povere 129 donne in sciopero, quella fabbrica mandata al rogo, quel sacrificio disumano, tutto questo non è che una favola. Tale rivelazione, tuttavia, può aiutarci a capire quale sia il nostro atteggiamento fondamentale di fronte alla vita: se siamo attirati maggiormente dall’avere ragione, dal ricevere conferme alle nostre idee, oppure se ci ispira di più scoprire la vita, sorprenderci di quanto la realtà superi la nostra fantasia. Approfitto per fare gli auguri a tutte le donne. Non sappia- Aprile 2008 Lettere Pag. 2 mo come saranno gli anni a venire, ma sono sicuro che i tratti salienti del genio femminile (la tenerezza, la sensibilità, l’attenzione …) saranno più che necessari per la crescita della persona e della società. don Alberto Tomasini - Cadignano di Verolanuova (Bs) Elezioni NON SIAMO AMERICANI Noi e l’America: la destra cosiddetta religiosa in America non ha un partito. Esistono dei movimenti politico-culturali certo vicini alla politica, ma alle elezioni i cristiani americani votano o Repubblicano o Democratico. Perché, pur non avendo un loro partito, sono però così potenti e determinanti? Perché riescono letteralmente a influenzare, determinare, ‘invadere’ i programmi elettorali, le affermazioni dei candidati, i comportamenti degli eletti? A differenza dei cattolici italiani, non fanno una politica di testimonianza; non si accontentano di una misera rappresentanza parlamentare, ma restano in campo e combattono perché prevalga la loro visione. Non contaminandosi, riescono a contaminare... I cattolici italiani, invece, magari per comprensibili ragioni di ‘purezza’ non vogliono sciogliersi, non vogliono contaminarsi, ma nemmeno riescono a contaminare. Certo, sembrerebbe che finora abbiano avuto la meglio su molte questioni, ma c’è il rischio che prima o poi il vento cambi. Un esempio: i Pacs-Dico non sono passati non perché la gente sia generalmente concorde nel riconoscere che essi non costituiscano risposta adeguata alle questioni che pongono, ma perché grazie ad una esigua maggioranza in Senato, sono bastati pochi coraggiosi boni vires di centrosinistra a bloccare il ddl Bindi-Pollastrini. Ma il problema è risolto? No! Cosa sarebbe successo se avessimo avuto una diversa legge elettorale? Cosa succederà quando avremo una maggioranza diversa, più ampia e coesa, di centrosinistra? Forse non ad aprile, forse non nei prossimi anni, ma se fra dieci anni le cose cambiassero? Lorenzo Trabalza ORFANA DELLA MARGHERITA, E PIÙ CHE MAI INDECISA L’affermazione del bipolarismo in questi quindici anni ha costretto di fatto i cristiani più consapevoli ad optare o per il centrosinistra o per il centrodestra. Io sono tra quelli che hanno optato per il centrosinistra. Ritenevo in questo modo di contribuire a salvaguardare l’esperienza storica del cattolicesimo democratico. Questa mia convinzione ha retto sino a quando c’è stata la Margherita, dove bene o male la componente cattolica aveva un peso. Ora, con la nascita del Pd, mi sento a disagio. Vedo una escalation di posizioni fortemente laiciste che tendono a demolire i valori portanti della nostra società quali la famiglia, il rispetto della persona e della vita umana, una dimensione dell’esistenza non basata solo sull’efficientismo e sull’immagine. In questo momento, bipolarismo o no, c’è bisogno di un soggetto politico che possa far partire un processo di recupero di una convivenza, tipica della tradizione italiana, fondata sulla democrazia partecipata e ancorata non alle distorsioni dell’individualismo, ma ad una idea di popolo solidale. Maria Martinoli bettegno, addio a un amico Il paese ha partecipato con commozione ed intensità all’estremo saluto a Pietro Zani, morto a 77 anni, circondato dalla moglie Piera, dai figli Gianfranco e Fausta e dai nipoti Francesca, Paolo ed Alberto. P ietro Z ani era nato ad Incassano, località rurale di Alfianello. A Bettegno aveva scelto di formare la sua famiglia e lavorare come coltivatore diretto fino al raggiungimento delle pensione . Celeb- rando il rito funebre, nella piccola Maria Assunta in Bettegno, l’ abate mons . Antonio Tomasoni ha elogiato le sue virtù di cristiano, genchiesa di eroso ed altruista che sono state un esempio per la piccola comunità nella quale in ogni famiglia contava amici che lo ricordano gli hanno voluto dimostrare affetto e riconoscenza nel giorno del commiato. Scuola e agricoltura piangono Piero Maffezzoni Commozione rimpianto nella Bassa per la scomparsa di Piero Maffezzoni, amico di molti, stimato per aver ricoperto rilevanti incarichi pubblici, politico attento alla società ma prima ancora padre di famiglia esemplare. Maffezzoni, 76 anni, lascia la moglie Vittoria ed i figli Giuseppe e Yuri. Esponente socialista, Piero Maffezzoni è stato sindaco di Alfianello e assessore provinciale ai Trasporti, consigliere comunale al suo paese, Verolavecchia. D ocente di lettere è diventa to preside dell ’ istituto superiore «Don Mazzolari» di Verolanuova, incarico che ha lasciato raggiun ta l ’ età della pensione , nel 1992. H a comunque proseguito nel suo impegno sociale tanto da assolve re all’incarico di presidente delle Iar, istituzioni agrarie raggruppate, fino all’anno scorso. È stato fra i fondatori dell’associazione Amici Fondazione Civiltà Bresciana della B assa e del P arco dell ’O glio contribuendo a varie iniziative fi nalizzate a valorizzare e far co noscere la pianura , terra d ’ agri coltura . D urante il suo mandato di presidente I ar ha promosso la pubblicazione su «Giuseppe Pastori, patriota e benefattore» per rievocare «un passato non molto lontano ma quasi dimenticato », di uomini e vicende che « hanno valorizzato l’ammodernamento dell’economia, soprattutto agricola, della nostra provincia». Un messaggio che Maffezzoni ha sempre avuto presente tanto da scrivere che « sembrano maturi i tempi per dotare l’agricoltura bresciana , ai primi posto per qualità e reddito , di una facoltà universitaria di Agraria e, se questi sono gli intenti di chi deve istituzionalmente intervenire , di corsi post laurea mirati e di più agevole attuazione». Non era un sogno , ma un auspicio a sostegno dell ’ agricoltura mai valorizzata. Aprile 2008 Pag. 3 BAGNOLO Statale 45 bis problema irrisolto Il 20 dicembre 2006 la Provincia e il Comune sottoscrissero un accordo di programma per la costruzione della circonvallazione che dovrebbe collegare la 45 bis BresciaCremona e la Provinciale VII in direzione Leno/Seniga. Su questo accordo sta tornando ora l’Amministrazione comunale di Bagnolo Mella visto che nulla s’è visto nel 2007. La vicenda è riemersa durante l’incontro organizzati dall’Udc provinciale, una serata al Comune di Bagnolo Mella che ha spiegato tante cose sulla viabilità in pianura ma non ha dato risposte su quanto interessa maggiormente i bagnolesi: cioè quando avrà il paese una circonvallazione che liberi il centro dal transito ininterrotto di veicoli di ogni dimensione e cilindrata. L’intervento viario concordato con la Provincia resta fondamentale nel quadro della viabilità locale, come rimarcano gli amministratori locali che però non sembrano dialogare con la Provincia. La viabilità definita nell’accordo del 2006 lasciava aperta la possibilità di costruire un casello “veloce”, cioè senza personale, che avrebbe permesso l’ingresso in autostrada in direzione di Brescia e l’uscita provenendo dalla città. Riguardo all’intervento del casello “veloce”, a gennaio 2007 si è avuta anche la disponibilità della Società Autostrade Centro Padane, e per nulla compromettendo l’accordo sottoscritto tra Comune e Provincia ci si attendeva la soluzione di gran parte del problema dell’attraversamento del centro abitato da parte dei mezzi pesanti. Intanto a Bagnolo Mella si discute del piano di governo del territorio con un calendario d’incontri che ha messo a fuoco l’idea di attuare una politica di coinvolgimento della popolazione che non si limiti solo ai cittadini, ma che interessi anche diversi settori delal vita locale. Il bilancio della prima serie d’incontri è positivo, “con un briciolo di rammarico solo rispetto alla partecipazione che, considerata l’importanza dell’argomento, si sperava più numerosa” commentano gli amministratori. “Quello della viabilità interna, soprattutto del centro storico, è un aspetto assai sensibile - precisa il sindaco Giuseppe Panzini che riferisce d’aver riscontrato un grande interesse per le questioni ambientali; in particolare c’è molta preoccupazione per la qualità dell’aria sulla quale pesa l’incidenza della ferriera e del traffico. manerbio Fuori uso il depuratore Associazione industriali Tra congiuntura e promesse Quasi ferma la produzione industriale in febbraio, secondo rilevamenti del Centro Studi dell’Aib, l’associazione degli industriali bresciani condotta su 250 imprese associate. Le prospettive a breve indicano un sostanziale mantenimento dei livelli produttivi attuali, ma preoccupano i segnali provenienti dal mercato interno che, al contrario di quello estero, sembra maggiormente subire la congiuntura sfavorevole a livello mondiale. La produzione è aumentata nei settori: “abbigliamento”, “carta e stampa”, “chimico, gomma e plastica”, “materiali da costruzione ed estrattive”, “meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche” e “meccanica tradizionale e mezzi di trasporto”. Invariata, invece nel “calzaturiero”, “legno e mobili in legno”; è diminuita nell’”agroalimentare e caseario”, “maglie e calze”, “metallurgico e siderurgico”, “tessile”. La produzione in febbraio è aumentata per 26 imprese su 100 (40 nella rilevazione di gennaio), non è variata per 61 (47) e diminuita per 13 (13). Le imprese soddisfatte dei propri livelli di attività, in rapporto alla potenzialità aziendale, sono il 10% e quelle insoddisfatte il 24%. L’utilizzo degli impianti riflette sostanzialmente l’andamento dell’attività produttiva, con una percentuale del 24% di imprese che dichiara di averlo aumentato, del 67% di quelle che non lo ha variato e del 9% di quelle che lo ha diminuito. Il livello di utilizzo della capacità produttiva, rispetto al potenziale, è giudicato alto dal 12% delle aziende, basso dal 24% e normale dal 64%. Le vendite sul mercato nazionale sono cresciute per il 28% delle imprese, non sono variate per il 47% e diminuite per il 25%. Mentre divampa la campagna elettorale, il politici si affannano in promesse e ad esporre progetti e programmi d’espansione, al commerciante, all’artigiano ed al cittadino, quello che lavora in fabbrica, ognuno dei quali ha famiglia cui provvedere non rimane che sperare nel miglioramento di una situazione sempre meno ottimista nella previsione per il futuro. Miasmi, aria irrespirabile. Per cui: finestre sigillate e mascherina per filtrare fin dove possibile l’aria che si respira. La situazione di degrado ambientale è lamentata dagli abitanti della parte Sud-Est della città di Manerbio dove il depuratore è guasto ed è in costruzione la pista ciclabile che attraverserà quello che con molta enfasi, ma poco realismo, è definito il “parco del Mella”. Che non è realizzazione dell’amministrazione comunale dei tempi nostri, ma si deve ad un gruppo di cacciatori i quali, in anni nemmeno remoti, stanchi di sentirsi nel mirino dei cosiddetti animalisti che a parole tutelano la natura ma appena possono mettono mano a sradicamento di vegetazione per dar fondo a teorie che non stanno né in cielo e tanto meno in terra. Vedasi la passerella in legno costruita sul Mella per scavalcare il fiume ed attraversa il “bosco” che non c’è. Giusto per non divagare ed andare fuori tema, restiamo al depurato affidato alle cure della Bbs (società creata dal Comune della Città) ma che non funziona. Eppure fu costruito secondo i crismi d’un tempo che avrebbero garantito alla città (ma allora era solo paese) acque opportunamente trattate da restituire alla vita del fiume. Che invece riceve ben altro, poiché l’impianto non funziona. Tapparsi il naso è l’unica precauzione per non finire asfissiati quando ci si trovano a passare da quelle parti o si dimenticano di chiudere ben bene le finestre, compresi i finestrini delle automobili che fanno vivere a chi guida ed agli occupanti l’abitacolo clima a dir poco imbarazzante. È situazione che non risparmia nemmeno l’ospedale poco distante. Così la Pasqua a Manerbio non ha regalato profumate essenze di viole e fragranze primaverili, ma soltanto mefitici miasmi. Sicuramente troppi per le narici esasperate di tanti che hanno avuto fin troppa pazienza in attesa dei lavori per riparare i guasti iniziati a fine marzo sul digestore di acque nere, secondo la versione dei dirigenti della Bassa Bresciana Servizi, la società che gestisce in economia per conto del Comune la depurazione. “È da quaranta giorni che nelle ore serali sentiamo odori insopportabili nell’aria – commentano i residenti di San Faustino, gli studenti del Polivalente e quanti transitano sul Lungomella Valsecchi -. Sono davvero troppi. Il Comune aveva gli strumenti per intervenire in tempi brevi, invece, chissà perchè, non s’è provveduto come si doveva”. Pochi anni fa il depuratore è stato potenziato dall’Amministrazione civica che all’epoca aveva giustificato il costoso intervento con l’imminente sviluppo della Marzotto e la nascita di un nuovo polo produttivo. Il lanificio di via Verdi però ha nel frattempo chiuso i battenti e la nuova zona artigianale-industriale è ferma al palo. Previsioni sbagliate come accade da quando il palazzo comunale è presidiato da chi è aperto al dialogo solo a parole. Pag. 4 Pianura S. Gervasio La Aprile 2008 san gervasio Il comune cancella l’ICI e non penalizza la crescita Intervista col Sindaco Giampaolo Mantelli Che San Gervasio sia un territorio in espansione è constabile a vista d’occhio. In paese è un fermento di cantieri grazie al lavoro dell’Amministrazione che opera con trasparenza e con attenzione al contesto sociale. Sindaco Giampaolo Mantelli il Consiglio Comunale ha esaminato ed approvato i conti del 2007, quali i risultati? “Il bilancio dell’anno scorso ha chiuso con 4,5 milioni e mezzo di euro di movimenti, ben al di sopra della media dei Comuni di pari dimensioni alla nostra. Ma quel che mi preme mettere in risalto è l’avanzo di amministrazione superiore a 80 mila euro”. Un residuo non indifferente alla luce della consistente attività amministrativa in termini di opere pubbliche. “Un segnale forte di buon governo che ha permesso all’Amministrazione di abolire l’Ici sulla prima casa per il 2008, tassa tanto odiosa seppur importante per i bilanci dei comuni in quanto si tratta della principale voce delle entrate” Allora come rimediate all’introito cui rinunciate? “Dal punto di vista procedurale l’abolizione dell’Ici è stata un’importante conquista a cui l’Amministrazione è giunta, proprio grazie alla solidità del bilancio, abbassando al minimo le aliquote e aumentando le detrazioni. Il risultato è che il 99% di noi sangervasini non pagherà più l’Ici. Solo i proprietari di un paio d’abitazioni, forse tre, di dimensioni ragguardevoli, dovranno ancora corrispondere questa tassa al Comune. Comunque anche in questi casi l’aliquota è stata ridotta al minimo, nell’ordine di pochi euro”. Quindi un beneficio per molti ed un onere per pochi. “Sull’Ici per la prima casa a San Gervasio non è stata mai applicata alcuna addizionale Irpef, tassa subdola che molti Comuni hanno istituito perché troppo indebitati, trattenendo direttamente una quota sulla basta paga dei cittadini lavoratori”. Quali opere pubbliche hanno impegnato il bilancio del comune in questi periodi recenti? “Premesso che siamo stati attenti al quadro economico, abbiamo di volta in volta coinvolto nei nostri progetti i privati, che in aggiunta agli oneri dovuti per legge, hanno contribuito in larga parte a rendere possibili realizzazioni a costo zero per l’Amministrazione. Mi riferisco all’ampliamento, alla ristrutturazione e riqualificazione del cimitero dove applicando un’architettu- ra adeguata è stato allargato il parcheggio e migliorata la viabilità d’accesso, con nuovi impianti di illuminazione e nuove piantumazioni. Ma anche al consistente investimento per il Nuovo Polo Scolastico, progetto reso possibile dall’accordo sottoscritto con l’Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero che ha ceduto gratuitamente al Comune l’area su cui è stata costruita la struttura. Particolarmente vantaggiosa è stata la convenzione con il piano del di Borgo Giardino che ha permesso alle casse comunali di reperire 870 mila euro coi quali è stata finanziata buona parte del costo relativo al Nuovo Polo Scolastico. Medesimo criterio abbiamo adottato per il parcheggio alle Casacce, pressoché ultimato, mentre abbiamo messo mano alla messa in opera della prima tratta della pista pedociclabile che fiancheggia il corso del Lusignolo da Casacce fino alla cascina Olmicello. Infine un accordo con la ditta Fin Marc ed il Parco Acquatico Le Vele ha consentito di avviare l’allargamento e la messa in sicurezza della strada di collegamento fra Casacce ed il Parco Le Vele”. Cos’altro sindaco Mantelli? “È da registrare l’incremento del patrimonio comunale ed è stato importante, e continua ad esserlo, l’impegno del Comune sul fronte dei servizi migliorati anno dopo anno grazie al cospicuo investimento di risorse a favore della scuola e del sociale”. Scuola quando il trasporto fa qualità Provincia, scuole e sindaci a confronto per ampliare il servizio L’abbandono scolastico lo si combatte anche con l’incremento dei servizi di trasporto e migliorando la mobilità. È una direttiva ben precisa quella dell’assessore provinciale alla Pubblica Istruzione, Formazione Professionale ed Edilizia Scolastica della Provincia di Brescia Giampaolo Mantelli. Una direttiva tesa al miglioramento della “qualità” dell’offerta dell’istruzione e della Formazione in Provincia di Brescia ( obiettivo principe del lavoro di Mantelli) che per gli studenti della Bassa si è già tradotta in una bella novità. Dal mese scorso è attivo il servizio di trasporto da Dello – Frontignano – BarbarigaScarpizzolo per gli studenti che frequentano gli istituti Mazzolari di Verolanuova e Pascal di Manerbio. L’iniziativa è stata possibile grazie all’accordo siglato il 14 gennaio scorso fra la Provincia di Brescia e le Amministrazioni comunali di Manerbio e Verolanuova con il quale si stabilisce che i costi saranno ripar- titi appunto fra la Provincia (per 15.000,00 euro) e i due Comuni ( per 5.000,00 euro ciascuno). A carico delle famiglie è previsto un costo mensile di 40 euro da corrispondere per 4 mensilità. Per studenti e i loro genitori una bella risoluzione agli annosi e dispendiosi problemi di trasporto. Con questa soluzione i ragazzi non solo usufruiscono del collegamento diretto con la scuola ma soprattutto risparmiano tempo prezioso, primo loro sottratto proprio dalle oggettive difficoltà di trasporto. Ma questo nuovo servizio è di fatto solo una prima conquista. Nei giorni scorsi Mantelli con il collega - assessore ai trasporti- Prignachi ha incontrato i dirigenti degli istituti superiori della Bassa e i sindaci dei Comuni interessati per confrontarsi sulle maggiori problematicità e cercare una soluzione a costi, tragitti, incongruenze nei trasporti che ostacolano gli studenti e contrastano seriamente la crescita culturale del territorio. Un segnale preciso della volontà di migliorare l’organizzazione dei trasporti, risolvere le criticità sempre con l’obiettivo dell’innalzamento della “Qualità” dell’offerta di istruzione e formazione, a tutto vantaggio dei ragazzi e delle loro famiglie. “L’incremento dei servizi di collegamento fra le scuole e i comuni è un obiettivo strategico da perseguire - spiega l’assessore Giampaolo Mantelli – sia nell’ottica di facilitare gli spostamenti degli studenti sia in quella di evitare la dispersione. Nella Bassa Bresciana il 25% degli studenti si appoggia a strutture di Cremona, un altro 20% sceglie scuole cittadine, paralizzando e congestionando le stesse strutture scolastiche della città, il rimanente 55% frequenta scuole locali. Durante il periodo dell’orientamento – continua - molti genitori dimostrano interesse ai diversi indirizzi proposti dalle scuole presenti nella Bassa ed esprimono il desiderio di iscrivere i propri figli in una realtà scolastica, poco distante dalle proprie Guidare sicuri I consigli di Alex Caffi Gestire la macchina anche quando le condizioni di aderenza sono vicine al limite. Situazioni che una comune autoscuola non può verificare: ma che, sempre più spesso, sono gli ostacoli che gli automobilisti si devono affrontare. E considerato il tributo di giovani vite che le strade bresciane chiedono sempre alla nostra provincia, abbiamo tenuto in evidenza il corso di guida sicura nell’autodromo di Castrezzato tenuto dall’ex pilota di Formula 1 Alex Caffi. “Il nostro obiettivio - assicura Giampaolo Mantelli, assessore all’Istruzione nella giunta provinciale in palazzo Broletto - è di sensibilizzarre i giovani alla sicurezza al volante anche con finalizzate allo scopo. Attenzione perciò alle serate in discoteca. Il consiglio è di individuare in un gruppo di amici persona che per quella sera farà a meno di bere alcolici”. “Non sempre la velocità è la causa degli incidenti - sostiene l’ex pilota, ora istruttore, Caffi -: nella maggior parte dei casi si tratta di errori commessi durante la guida”. E poi consiglia: “Ragazzi, anche sulla sicurezza stradale bisogna studiare” abitazioni o dai propri paesi, che tra l’altro risulta non dispersiva e particolarmente attenta al percorso formativo di ciascun alunno. L’interesse di molti dei genitori nei confronti delle scuole della Bassa tuttavia viene meno, nel momento in cui valutano la situazione del trasporto. Ecco perché un intervento mirato in tal senso è doveroso oltre che indispensabile”. 0IANURA -ANERBIO ,A Aprile 2008 Pag. 5 Verola Due comunità per un’unica Verola Sessant’anni dopo la separazione i Comuni di Verolavecchia e Verolanuova gettano le basi per una parziale fusione amministrativa. Se il progetto andrà in porto, come in molti auspicano, si ritornerà al marzo 1948 quando per effetto del decreto del capo del governo del tempo Alcide De Gasperi Verolanuova e Verolavecchia tornarono ad essere comuni autonomi. La fusione avvenne nel 1929, quando il regio decreto accorpava in un’unica entità municipale le popolazioni dei paesi: Verolanuova, Verolavecchia e Cadignano. Al tramonto del fascimo sulla Bassa tornarono a spirare venti di autonomia. Da Verolavecchia si affrettarono a recuperare documenti d’anagrafe caricando quanto era di loro pertinenza su un carro trainato da una coppia di splendidi buoi e trasferirono il tutto nella vecchia sede municipale rimessa in ordine. A Cadignano invece nessuno si mosse ed il paese è rimasto frazione di Verolanuova. Sessant’anni dopo non si parla di unificazione ma della ricostituzione dell’autonomia con iniziative che ripercorreranno gli eventi. Si avanzano discorsi di possibile collaborazione per un’area nella quale risiedono 12 mila persone: 8 mila a Verolanuova, 4 mila a Verolavecchia. “Non parliamo di fusione ma d’unificazione di alcuni servizi “ avverte il sindaco di Verolavecchia, Sergio Zanetti, promotore della riunione congiunta dei due consigli comunali aperta al pubblico. Da Verolanuova erano presenti il sindaco Stefano Dotti, gli assessori ed alcuni consiglieri di maggioranza e minoranza questi guidati da Domenico Preti. S’è parlato degli strumenti legislativi che favoriscono la pianificazione di azioni di miglioramento, delle modalità di esecuzione dei servizi per aumentare la soddisfazione dei cittadini, dai quali sono in crescita la domanda di servizi e prestazioni. Con altre considerazioni è stata esaminata la necessità d’intervenire nei processi di gestione dei servizi per aumentarne l’efficienza e l’efficacia anche individuando nuove forme gestionali e di mettere più opportunamente in rete risorse locali. Insomma cose concrete per avvicinare la pubblica amministrazione ai cittadini e alle imprese, adottando iniziative utili a semplificare i loro rapporti con il Comune, per migliorare la qualità della vita e rendere più competitivo il territorio. Cioè cogliere i vantaggi della collaborazione. Discorsi futuribili, ma possibili. Per il momento s’è costituito un coordinamento tra le due amministrazioni comunali per individuare le aree di collaborazione. E se i discorsi proseguono, com’è nei propositi manifestati da più parti, nei programmi elettorali della primavera 2009 partiti e movimenti d’opinioni che aspirano alla gestione del Comune dovranno dire la loro. Concretamente senza utopie sul futuro delle due comunità. La TAV contesa fra città e provincia La Tav è un bel problema che forse non interessa direttamente il nostro territorio ma in qualche modo vi verrà coinvolto. Per la Provincia è fondamentale che la Tav passi da Montichiari. Per gli esponenti dell’amministrazione in Loggia, il Comune di Brescia, l’Alta Velocità deve passare da Brescia. Secondo il progetto del Trasporto Alta Capacità, la tratta Treviglio-Brescia, già progettata e finanziata per una quota di due miliardi di euro, deve entrare nel territorio cittadino fino alla Stazione: il corridoio 5 Lisbona-Kiev passerà per Brescia ponendola al centro di un percorso europeo. Che bello! Pensate al via vai di treni che fanno capo alla stazione centrale della città nel bel mezzo del contesto urbano. Sarà una guduria per i residenti ed in particolare per il traffico già congestionato da par suo che sarà ancor più caotico per il transito di auto e bus diretti alla stazione. Per non parlare dei veicoli pesanti che faranno la spola a caricare o scaricare merci. C’è solo da pensare che si tratti di un tira e molla tra amministrazioni pubbliche di diverso orientamento politico in vista delle elezioni di metà aprile e che poi il prevalga il buonsenso. Il Comune cittadino al partito democratico (ammesso che le confluenze siano concrete), la Provincia al Pdl, nel quale confluiscono alcuni, mentre altri restano fuori. Intanto in palazzo Loggia attorno alla Tav c’è agitazione, in palazzo Broletto idem per sostenere ipotesi contrastanti sulla Tav che, secondo gli uni non può scavalcare la città, mentre gli altri fanno osservare che la Tav a Montichiari avrà un senso perché in quel territorio c’è già l’aeroporto, in quella direzione confluiscono nodi stradali importanti. I problemi non sono secondari se dal palazzo Loggia c’è chi ipotizza che “bisognerebbe pensare all’interramento della ferrovia per 10 km, superando la cesura della città, recuperando la continuità del territorio, eliminando il rischio inquinamento acustico e atmosferico e inoltre ripristinando un nuovo spazio della città”. Dunque i problemi sranno molti. Ed i costi? Quale sarà l’impegno economico per un progetto del genere che imporrebbe in città la straordinaria sistemazione della zona della stazione per dare il via a nuovi progetti urbanistici. Insomma altri scombussolamenti, ribaltamenti del territorio quasi non bastassero i disagi che la città già sopporta con i lavori per la metropolitana ed altri interventi in periferia per dar fluidità (ma quando?) al traffico. Solo il futuro dirà, se idee e progetti di oggi hanno risolto una serie di problemi ai quali altri se ne sono certamente sommati. Chi viaggia se n’è già reso conto. Per chi invece sta fermo alla scrivania e pretende di dettar legge, va tutto bene. E se ascoltassero, una volta tanto, i nostri politici, il parere della gente alla quale vanno a sollecitare il voto con promesse mirabolanti? Pag. 6 0IANURA 4ERRITORIO ,A Aprile 2008 gottolengo La costituzione spiegata ai ragazzi Un incontro dei giovani con il Prefetto di Brescia, Francesco Paolo Tronca, per spiegare la Costituzione Italiana nel 60° anniversario della promulgazione, il 1 gennaio 1948. “Momento importante per il rappresentante del governo nazionale in dialogo con gli studenti che sono i cittadini di domani” nella definizione del Prefetto in cattedra nel teatro Zanardelli di Gottolengo. L’incontro è stato preceduto dal dono degli alpini del paese il cui capogruppo, Battista Boldrini ha consegnato due bandiere tricolori ad altrettante realtà locali: alla scuola media Gottolengo-Gambara, rappresentata dal preside Palmiro Carrara, ed al direttore delle scuole elementari, Vittorino Treccani. Il tricolore simbolo dell’Unità d’Italia “un drappo nel quale sono condensati duecento anni di storia ha commentato il predetto Tronca ripercorrendo gli eventi che fin dal 1861 portavano la Penisola a fondere in unica rappresentanza arte, cultura, letteratura. Si parlava allora la stessa lingua, emergeva la volontà di generare un’unica realtà geografica, si formava l’idea della Patria unita portata avanti da filosofi, politi e letterati. Era il risultato dei moti del 1848 che registravano le Cinque giornate di Milano mentre l’anno dopo, il 1849 Brescia faceva sentire il proprio anelito di libertà con le Dieci giornate che meritarono alla città l’appellativo di Leonessa d’Italia. Seguirono: la seconda guerra d’Indipendenza, con le battaglie di san Martino e Solferino, mentre nel 1860 Giuseppe Garibaldi, mitico eroe di due mondi fu protagonista dello sbarco del Mille in Sicilia che avviarono il processo di unificazione del Meridione all’Italia libera. Due guerre nel Novecento furono pagine dolorose di devastazioni, violenze, massacri. Ma quando un terreno è bruciato rinasce la natura, sbocciano i fiori. Ed è nata così la Costituzione nella quale in dodici articoli sono indicate le regole per l’espansione, lo sviluppo e la crescita della nostra comunità. Una Repubblica, l’Italia, fondata sul lavoro che è un diritto ma anche un dovere, nella quale la sovranità appartiene al Popolo. “Fate veramente in modo d’essere orgogliosi di appartenere a questo stato” ha esortato il prefetto Tronca. In sala in prima fila i rappresentanti dei comuni dai quali provenivano i ragazzi delle scuole elementari e medie: Natale Azzini di Fiesse, Domenico Piovani di Pralboino, il vicesindaco di Seniga Giuseppe Boldori, Ancilla Franzoni assessore di Gambara ed esponenti del comune di Milzano. L’incontro ha messo in risalto l’interesse dei ragazzi a conoscere la storia della Nazione con domande formulate al termine della lezione e s’è concluso con il dono di un busto in creta di Garibaldi, modellato dagli allievi delle classi terze della Scuola Media di Gottolengo-Gambara. Un omaggio che il Prefetto inserirà nella sua collezione che comprende la spada di Giovanni Foresti, pralboinese, uno dei mille al seguito dell’”eroe di due Mondi”, cimelio che come ha informato il sindaco Domenico Piovani - sarà in mostra a Pralboino l’11 maggio prossimo in occasione del raduno lombardo cremisi. QUINZANO Primo impianto in Italia che ricaverà energia pulita dalla pollina Entro l’anno Quinzano d’Oglio si riscalderà con gli scarti avicoli che consentono potenza termica e azzeramento delle emissioni. Scriviamo del progetto dell’impianto di pirogassificazione della pollina di Quinzano, il primo in Italia, per il quale sono avviati i lavori alla cascina Cantarutti. La società Enerbio prevede di attivare la prima linea da 1,1 Mw in tempi stretti, poi gradualmente, il pirogassificatore andrà a regime garantendo 3,3 Mw termici e 6 Mw termici che andranno a riscaldare immobili pubblici e due quartieri. L’investimento richiede quasi 20 milioni di euro, coinvolge un consorzio 80 aziende avicole, per lo più bresciane, che conferiscono la pollina all’impianto che mancando la combustione non produce polveri sottili e ultrafini. L’attività sarà monitorata in modo permanente da sistemi di sicurez- za per cui a Quinzano d’Oglio si costituisce una miniera inesauribile di energia “pulita”, prodotta - quasi per un contrapasso biologico - con la parte più sporca della filiera zootecnica. Da rifiuto speciale a petrolio verde è la pollina prodotta dalle aziende avicole bresciane, fonte alternativa tra le più studiate dalla Regione Lombardia. Nella pianura bresciana nasce un impianto che diventa pilota per altre zona ad alta densità di allevamento: da Isorella a Borgo San Giacomo da Ghedi a Leno, Offlaga e Manerbio, da Chiari a Cazzago San Martino, da Rovato a Paderno Franciacorta, senza dimenticare le zone a vocazione avicola del Garda Polpenazze e Soiano. Servono, comunque, norme chiare in tema di biomasse, poichè nel limbo normativo, nessun imprenditore rischierà capitali. MANERBIO L’ospedale amplia l’emodialisi Il 31 marzo scorso ha cessato l’attività nell’Ospedale di Manerbio il dott. Mario Usberti, dal 1986 dirigente responsabile della struttura complessa di Nefrologia ed Emodialisi. “Nel ringraziare il dott. Usberti per l’apporto professionale che ha garantito all’Azienda, confermo che nomineremo un nuovo dirigente di struttura complessa, per garantire un futuro stabile al reparto di Nefrologia di Manerbio” ha affermato il direttore generale Mara Azzi che assicura: “Ritengo qualsiasi ipotesi di chiusura non più attuale considerando l’importanza dell’apporto clinico fornito da una qualificata struttura nefrologica, e per l’insieme dei pazienti ricoverati oggi in ospedale. Infine – conclude -, ritengo anzi che si dovrà valutare quanto prima un possibile coordinamento delle strutture nefrologiche e dialitiche dell’intera Azienda, promovendo forme di integrazione e di collaborazione, a beneficio di un’utenza in costante crescita”. L’introduzione della dialisi peritoneale (oltre 900 trattamenti nell’ultimo anno), lo sviluppo della dialisi domiciliare (4000 trattamenti nel 2007), l’attivazione di un ambulatorio per i pazienti trapiantati e lo sviluppo di un fecondo rapporto con i reparti ospedalieri, nei quali si svolgono ogni anno 200 trattamenti extracorporei in continuo, sono alcuni dei traguardi raggiunti da un servizio a forte impatto sociale per il territorio di riferimento, che accoglie anche 70 pazienti nei locali del Servizio di Emodialisi. Anche per il futuro sono in programma interventi significativi. In particolare è previsto nei prossimi mesi l’ampliamento del Servizio di Emodialisi, che permetterà di eliminare il terzo turno di dialisi, con indubbie ripercussioni positive per l’organizzazione e un miglioramento nel comfort dei pazienti. Inoltre l’aumento dei posti letto consentirà di assorbire l’incremento dell’utenza, previsto nei prossimi anni. 0IANURA 4ERRITORIO ,A Aprile 2008 MANERBIO Alberto Bonera musicista e pittore Mi è grato il compito di analizzare il profilo di un artista, per quanto non giunto ai fasti della gloria; è come giocare con il piacere della parola, giacchè questi è valore in sè, è colui che forgia, colui che vale nel tempo, che affida il valore alle cose. Nato nel 1950, licenziato con maturità classica, si laurea nel 1975 in filosofia. Dopo alcuni anni dedicati all’insegnamento della filosofia, viene trascinato appassionatamente dall’empatia musicale, ne segue le lezioni e nel contempo si abilita a pigliare con dovizia i tasti del pianoforte diplomandosi con giudizio. Ciò che si evince è la sua capacità di tramutare la sua forza mentale in una forma, a darle forma, ove la potenza in atto trattenuta è pronta al balzo. Se vi è un torto che posso muovergli è questo: non desidera cambiare le cose del corpo con la forza del corpo, ma le cose del corpo con la forza dell’anima, essendo privo della disciplina del corpo. Se si trascura quella parte del corpo, che è il corpo stesso, esso si ribella e si sublima in quel mistero che si chiama mente. Lui l’artista, rimane con sguardo estatico, appresso a ciò che anche dopo il dis-velamento, rimane come ultimo velo, che non lascia vedere, ma intra-vedere la natura di quella sua forza, destinata a rimanere in parte coperta. Volle e vuole ancora disabituarsi alla mediocrità comune, deciso sino in fondo a vivere nella tonalità, nella pienezza, nella bellezza. E come ci riesce? Sublimando la rabbia che lo pervade, che lo affatica, lo trascina al sapere, ma il sapere si sa, porta con sè dolore, perchè spezza l’ingenuità del mondo, l’apatia quotidiana, e allora soffre, non dimentico che anche la sofferenza lo porta al dolore. E la sua ebbrezza lo accompagna nella voluttà del suono; compone e ricompone dolci e suadenti melodie che sanno spiegare e piegare la sua indole ribelle. E il suo bel lavoro degli anni’90 “Presagi” è la parabola del pensiero, che si anima alla ricerca di se stesso, con i presagi del nostro comune destino, avvolti nel torpore dell’esistenza. È l’esistenza con il suo dolore, che dimentica l’estasi, evoca l’indistinto, ciò che cresce all’ombra del dubbio, che rimarca l’indole del nostro timido agire, che di tanto in tanto affiora, sciogliendo solo in parte il dubbio stesso, cioè l’ombra mostra di pittura di alberto bonera autoritratti in galleria il teatro dello sguardo Brescia via San Faustino, 70 Sala Piamarta dal 14 Marzo al 29 Marzo 2008 Pag. 7 POMPIANO Una mostra del pittore manerbiese Tiziano Masini BIANCONERO VISIONI RILEVATE Comune di Pompiano spazio espositivo la “Peschiera” Piazza S.Andrea la mostra sarà aperta dal 22 marzo al 6 aprile 2008 orario: venerdì 15-19 sabato e domenica 10-12 / 15-19 Profilo autobiografico dell’artista manerbiese di qualcosa che fatica a svelarsi. Non si può attraversare i confini dell’anima, tanto è profondo il suo logos (Eraclito). Tutto questo si percepisce nelle sue composizioni, ove la musica è gesto, è rito, non ancora consumato, mito insomma, ancora da noi abitato. E dopo tutto lui ci prova sempre, perchè sente la necessità di disperdere ciò che oggi trionfa: la perdita di ogni gerarchia, il senso della qualità, il rispetto per quello che è superiore, la stima per l’uomo che vale. “Ci vuole un caos dentro di sè, per partorire una stella che danzi”(Nietzsche). E lui ha dimostrato di possedere questo caos, sia nella musica, sia nella pittura, (anche qui il giudizio è positivo) sia nel pensiero che lui definisce “forte”, in contrapposizione al pensiero debole operante oggi. Accanto a lui porrei, come suo mèntore il grande poeta Quasimodo e dentro la cornice i suoi versi molto belli, tratti dalla poesia “Alle fronde dei salici”: “Alle fronde dei salici, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento.” È melodia, suono un pò melanconico, quasi un....presagio. Ma lui il nostro artista, non è ancora dell’idea di appendere la sua cetra alla fronda del salice. Anzi, seguiamolo, ha molte cose da dirci, è conveniente e piacevole ascoltarlo, dinnanzi all’apatia e frivolezza di questo nostro mondo. Figlio d’arte perché dal padre pittore soprannominato Batistù, ho appreso la passione per il disegno e la pittura sin da piccolo, iniziando cosi il mio cammino di formazione attraverso lo studio sui linguaggi non verbali. Ciò che mi spinge a pitturare è soprattutto il principio di piacere, legato alla magia dell’universo della pittura. All’inizio, la pittura era sola una diversione, in seguito diventa parte integrante della mia vita, oggetto di meditazione. Ho concentrato la mia ricerca sulla forza espressiva ed evocativa alle forme, colori, segni che si fanno di volta in volta interpreti delle più diverse sensazioni e riflessioni. È solo grazie nell’ideazione e realizzazione delle opere che io evado dal mondo attuale, dove il fluire istintivo del disegno e della luce provo a fare il vuoto intorno, instaurare un legame diretto con il mio inconscio, le paure, ossessioni, desideri, in modo di rielaborare la realtà creando un universo inedito a mio modo sconvolgente. Il quadro può essere ancora un avvenimento straordinario che rompe la monotonia delle cose, ma deve avere un carattere imprevedibile e destabilizzante. Deve seguire altre regole di gioco, lavorando alla frontiera di ciò che appare scompare, opponendosi ad un sistema che è regolato sulla produzione e consumo alla simulazione che domina tutta la società delle immagini. Il mondo della realtà virtuale è la forma ultima della simulazione che blocca la dimensione del sogno, del mito, rende l’uomo statico insensibile. Le rappresentazioni mentali che ci fanno esseri umani diventano evocazione di sentimenti attraverso le mie opere. In questa prospettiva la pittura, le mie opere diventano il mezzo per prendere in contropiede la realtà e la sua ipertrofia di segni. LENO In mostra pittori bresciani Con “Terre d’acqua”, rassegna allestita a Villa Badia in Leno sul paesaggio lombardo che si completa con la ricchezza d’acqua che caratterizza l’intera pianura padana, il Dominato di Cassa Padana ha avviato un percorso nell’arte destinato a proseguire. Maurizio Bernardelli Curuz, critico d’arte e giornalista, ideatore della rassegna sottolinea “che la collaborazione con la Fondazione Dominato Leonense è stata proficua, rispetto all’idea di mostra come luogo in cui muoversi e capire, in cui accumulare emozioni, in cui i silenzi e i suoni, le luci e le oscurità sono studiate pittoricamente e teatralmente. Ora - prosegue Bernardelli Curuz - ho in testa una grande mostra cittadina, in sinergia con “Stile mostre” e il “Dominato” che possa contare su grandi spazi: vorrei che fosse moltiplicato per cento l’effetto della mostra lenese”. È un progetto da realizzare quest’anno, un’iniziativa culturale che riesca a valorizzare, come a Leno, la pittura bresciana, italiana, ma con materiale espositivo e critico di gran lunga più ampio e vario, che sia d’impatto, in grado di suscitare emozioni e riesca a destare le capacità cognitive ed intellettuali fra coloro che visiteranno la mostra. “Nella Bassa - interveniene ancora il critica d’arte - ho voluto proporre una “camera delle meraviglie”, come una piccola stanza magica che riuscisse, come poi ha confermato il pubblico, a procurare sentimenti intensi; a Brescia vorrei riuscire a cambiare registro, vorrei perseguire risultati interdisciplinari dove intorno agli attori, i quadri, si muova tutto quell’apparato scenografico, scenotecnico e letterario, in grado di dare vigore alla “voce recitante”, al “primi attore”che è l’Icona! Questa la filosofia che guiderà gli organizzatori della futura mostra”. 0IANURA -ANERBIO ,A Pag. 8 Aprile 2008 CALENDARIO BRESCIANO a cura di 1 MARTEDÌ S. Ugo v. A somna da mars a zong sa sbaglia miga (seminare da marzo a giugno non si sbaglia) 1579 - Ercole Tengatini da Capriolo viene nominato arciprete di Manerbio. 1806 - Dopo essere stato promulgato in Francia il 21 marzo 1804, con degli adattamenti, entra in vigore nelle provincie del Regno italico il codice di Napoleone. 1849 - Per tutta la notte ha tuonato il cannone dal Castello di Brescia. Gli austriaci sfondano a porta Torrelunga. Padre Maurizio Malvestiti sale in Castello a chiedere che si risparmi la città che si arrende dopo dieci giorni di lotta contro l’invasore. 1978 - Sono in corso i 155 giorni di prigionia di Aldo Moro, esponente della Dc sequestrato dalle Brigate Rosse in via Fani a Roma, uccidendo i cinque componenti della scorta. riceve un privilegio dal vescovo di Brescia Raimondo. 4VENERDÌ S. Isidoro v. El mes d’avril el gà ‘l cò bus El fa vent, sul e po’ piuus (Il mese di aprile ha la testa buca, fa vento, sole e pioggia) 1498 - Atto divisionario delle tre prebende del beneficio parrocchiale di Manerbio di Papa Innocenzo VIII. En cà gh’è semper piaghe, se l’om ‘l ga ‘l bigarol e la fomna le braghe (in casa sono sempre guai, se l’uomo veste il grembiule e la donna i pantaloni) 1483 - Nella primavera Venezia provvede a rinforzare alcuni castelli, tra i quali quello di Manerbio, in ragione del conflitto che venne poi denominato guerra di Ferrara. 1978 - Le Brigate Rosse fanno recapitare una lettera di Aldo Moro al segretario della Dc, Benigno Zaccagnini. 5 SABATO S. Vincenzo Ferrer Col temp e co la paia se madura i nespoi (col tempo e con la paglia si maturano le nespole) Primavera 1484 - I provveditori veneti concentrano a Manerbio un numeroso esercito. A seguito di un tentativo di tradimento da parte dei manerbiesi nei confronti dei veneziani, il castello di Manerbio fu fatto sfollare dagli abitanti per permettere la demolizione spianando la fossa settentrionale. 2 MERCOLEDÌ S. Francesco da Paola 1478 - La peste del Mazucco - Per sottrarsi al contagio, il nobile Corradino Palazzo lascia la città, rifugiandosi a Manerbio, dove s’è fatto costruire la cascina Remondina 1990 - Manerbio - La serata è dedicata alla mostra del francese Michel Ciry sul tema: “Il volto della Santa Terra”, 24 acqueforti presentate dal docente della Cattolica, Viotto. La mostra è curata dal critico d’arte Alberto Zaina ed è stata allestita al Centro Civico di palazzo Luzzago, con contributi di varie realtà locali e provinciali 1590 - Il podestà di Brescia Lorenzo Priuli interviene contro l’emarginazione dei forestieri: “per levar così fatta inequalità ingiusta e scandalosa, con la presente termatione si dichiara che tutti quelli, che al presente habitano nelli comuni (…) pagando per una volta tantum il valore di quanto capitale toccarla a un originario d’essi comuni, che fosse nel medemo estimo et teste, s’occorresse dividere tra loro gli originarii essi beni, siano admessi agli utili et siano atti ad haver carichi et governo del comune (ex – veneto B. 202, mazzo 107/3). 6 DOMENICA S. Celestino I papa - luna piena 1849 - La sera del 2 aprile in Castello a Brescia sono fucilati un centinaio di bresciani. Il bilancio delle dieci giornate è pesante. Alla città è imposta una multa di sei milioni ridotta poi a 259 mila lire. Tra i bresciani si contano almeno 200 morti e 300 case distrutte da incendi. 7LUNEDÌ S. Giovanni Battista de La Salle 3 GIOVEDÌ S. Riccardo v. La carestia la ve ‘n barca (troppa acqua rovina i raccolti) 1154 - Obizone, arciprete di Manerbio, Franco Piovani An de erba, an de merda (anno d’erba, anno di merda) 1496 - Il comune di Manerbio con un compromesso con l’arciprete, Girolamo Cucco e Annibale Luzzago, aqcuista nuovi diritti d’acqua per animare un mulino posto in contrada del Bel Vidì. 1932 - Pietro Bianchi da Provaglio d’Iseo viene nominato arciprete di Manerbio. La minestra l’è la biada de l’om (la minestra è la biada dell’uomo) 1498 - A Manerbio una mostra di 4420 cavalli. Il conte Gio. Francesco Gambara, feudatario di Verola, ne porta 420. 8 MARTEDÌ S. Dionigi v Le fomne le pians d’on oc e le rid con l’oter (le donne piangono da un occhio e ridono con l’altro) 13DOMENICA S.Martino I papa 1918 - Nasce a Brescia Bruno Boni, sindaco dal 1948 per ben sei tornate fin al giugno 1975 A taias el nas sanguana la boca (a tagliarsi il naso sanguina la bocca) 1576-1577 – La peste di San Carlo Nella contrada delle Selva – tra Manerbio e Bagnolo – fa testamento la nobile Cecilia Luzzago, colpita dal contagio. 1807 - Inizia la redazione del nuovo catasto napoleonico che terminerà nel 1811. 9 MERCOLEDÌ S. Tancredi monaco Le fomne le se mala quand che le ol (le donne s’ammalano quando e come vogliono) 1509 - I Gambara si impadroniscono arbitrariamente di Manerbio e sono costretti a restituirla a causa del mancato appoggio di Luigi XII. 14LUNEDÌ S. Tiburzio m. 10GIOVEDÌ S. Terenzio m. Bisogna legà l’asen ‘n dol vol el padru (Legare l’asino dove vuole il padrone) 1156 - Il vescovo Raimondo compone una lite tra Obizone e Lanfranco, abate benedettino del monastero di S. Eufemia, circa la giurisdizione dei chierici di Cigole. Dulur de moer morta el dura fino a la porta (Il dolore per la morte della donna dura fino alla porta) 11VENERDÌ S. Stanislao v. che colpa gala la gata se la moer l’è mata (che colpa ha la gatta se la moglie è matta) Parte da Brescia il giro di Lombardia per auto e moto d’epoca. 12SABATO San Zeno - primo quarto Chi ol bela galeta, per San Ze ‘l la meta (Chi vuole bozzoli belli metta il seme nell’incubatoio) 1567 - Dopo la deposizione di Giulio Luzzago, viene investito del beneficio di S. Giorgio, il giovane Giovanni Maria Luzzago. 15MARTEDÌ S. Annibale m. La fomna a la finestra, la gata a la minestra (la donna alla finestra, la gatta alla minestra) 1526 - Inizia il mercato settimanale a Verola. Quello di Pontevico seguirà nel 1559. 16MERCOLEDÌ S. Lamberto m. La galina che sta ‘n ca se non l’a becat, la becarà (La gallina che sta in casa se non becca beccherà) 1543- Donato Savallo vicario del vescovo, su istanza di Galeazzo Luzzago erigeva la cappellania di S. Giorgio con patronato della famiglia Luzzago. Il 0IANURA -ANERBIO ,A Aprile 2008 Astori fu Antonio, in data 20 aprile, si legge: Et clausum fuit hac die vetus Coemeterium. Sequentibus vero ab hinc diebus corpora fidelium, qui in ista Parroccia, deciaent, quioescent un novo Coemeterio iam diu aedificato in aedibus S.te Catharinae via Saidarum, quod fuit benedictum a R.mo Archipresbitero Laurentio Ghirardi, comitante Clero omnique populo, decimo secundo calendas Mai, et Dominicia secunda post Pascha currentis anni primo cappellano fu il manerbiese Antonio del No 17GIOVEDÌ S. Anacleto I papa En avril bota ach el manec del badil (in aprile germoglia anche il manico del badile) 1578 - Il capitano di Brescia Francesco Duodo fissa in 28 il numero dei tezzoni del salnitro nel territorio. Il coperto era a tettoia che proteggeva dalla pioggia la terra impregnata degli escrementi degli ovini, il cui numero non poteva eccedere i 200 campi. Compito dei sanitari era quello di rimescolare continuamente il terreno, per favorire la coltivazione del salnitro. Gio. Francesco Baldini, massaro della fabrica di salnitro fatta intorno la tezza del salnitro di Manerbio, dichiara che l’opera ha comportato una spesa complessiva di lire planet 13.931 e 5 soldi, di cui un quarto nelcondor le terre et altre robbe. In questa Terra (Manerbio) vi è il coperto fatto, e se egli condura la terra da Offlaga, Cignano, Milzanello, Bassano e San Gervasio. Gli stessi comuni (1578) faciano finir li alogiamenti alli saltrinati per lavorar le terre, et chi permettimo che li saltrinari possano tener 200 pecore per coperto, et che possano pascolar per il territorio. 18VENERDÌ S. Calogero - S. Galdino v. Quand che se ria soi setanta gran coio chi che se anta (quando si arriva a settant’annigran coglioni quelli che si vantano) 19SABATO S. Emma di Gurk Quand che sa ga fam le bu ‘l pa sensa salam (quando si ha fame è buono anche il pane senza salame) 1589 - È consentito al salnitro di Manerbio di tener delli homini nelle case del salnitro, per voltar le terre, et far il tetto per le pecore. In seguito San Gervasio si limita solo al trasporto della terra. Così Bassano, che nel 1671 conduce alla tezza del salnitro di Manerbio 27 carra. In un inventario del 1728, il tezzone del salnitro di Manerbio, in base alla perizia del capomastro Lorenzo Pozzi e del marengone Lorenzo Zambelli, oltre alla casa del custode, ha una copertura di 30 trecciere d’albara, 33 trecciere (travi) di rovere, 24 travi armati di rovere, 15 sparadossi. Oltre che a Manerbio, si trovano strutture a Pontevico, Pavone, Pralboino, Verolavecchia. 1979 - Esce il primo numero di Bresciaggi, nuovo quotidiano bresciano. 20DOMENICA Tutti i Santi della chiesa bresciana luna piena quand che s’è cioc, s’è dei poer arteciocc (quando si è ubriachi si è dei poveri carciofi) 1817 - Cimitero nuovo, l’attuale edificato nel fondo delle Saide, del beneficio curaziale di S. Caterina. In fine, all’atto di morte di Domenica Quand che la barba la ciapa el grisì lasso le fomne e tachet a vi (quando la barba diventa grigia lascia le donne e attaccati al vino) 1799 - Le truppe austro – russe occupano Brescia e saccheggiano le case dei giacobini. 1938 - Lo scultore Angelo Zanelli vince il premio Mussolini 22 MARTEDÌ ss. Sotero e Calo Quand che sa ol be l’è semper serè (quando ci si vuol bene è sempre sereno) 1960 - Arturo Benedetti Michelangeli vince il premio internazionale Viotti d’oro per pianoforte. 1978 - Messaggio di Paolo VI agli “uomini delle Brigate Rosse” per la liberazione di Aldo Moro. Messaggio inascoltato. 23MERCOLEDÌ S. Giorgio m. L’invernel de san Zors, o prima o dopo el fa ‘l so cors (L’inverno di San Giorgio, o prima o dopo fa il suo corso) 1607 - Benedicano Tibi angeli omnesque creaturae, Omnipotentes Deus, quia visitasti plebem tuam. Hodie nuntium nobis allatum est, non modo de interdico sublato a Serenissimo Dominio Veneto, cui jam superiori anno die 17 Aprilis ai SS. Paulo V suppositum fuerat, sed etiam Serenissimo ipsi Principi et toti Reipublicae,, ab III.mo Cardinali Gallo de Gioiosa Legato impartita est benedictio. 1962 -Brescia: allo stadio Mompiano l’incontro di rugby Italia-Francia concluso con la vittaria dei transalpini per 6 a 3. 24GIOVEDÌ S. Fedele da Sigmaringa Sant’Onorio vescovo di Brescia A San Fedel tocc i asegn i cambia ‘l pel (A San Fedele tutti i somari cambiano il pelo) 1921 - È assegnato il premio Automobilistico “Città di Brescia”. 25VENERDÌ S. Marco (Voglia o meno per San Marco ci vuole la foglia) 1470 - Viene realizzato il crocifisso ligneo della parrocchiale. 1945 - Finalmente finiscono le battaglie della Guerra iniziata nel 1940. L’Italia è in festa per la riconquistata democrazia. Le truppe tedesche in ritirata fanno ancora morti. A Cigole Paolo Farina, giovane agricoltore, è colpito da una raffica di mitra. Morirà tre giorni dopo all’Ospedale di Manerbio ricoverato per ferite. 1982 - Il Rugby Calvisano Vigasio si quelifica per il campionato di serie A. 1975 - Il Concordia Rugby Brescia vince il campionato italiano 21LUNEDÌ S. Cipriano vescovo Oia o no oia, per San Marc ghe vol la foia ad uno dei pochi notai rimasti le sue ultime volontà, in strada pubblica apresso il rastrello di Manerbio (primo ottobre 1630). In rapida successione, muoiono di peste ben tre arcipreti d Manerbio: don Tebaldo Foresti, don Antonio di Rada e don Pietro – Maria Morbio. L’undici agosto 1631, la vicinia dello stesso comune è convocata nella parrocchiale, per essere occupata la casa solita dei consiglida un appestato. I 58 presenti chiedono all’unanimità che sia immediatamente liberato il console del paese Pietro Pansera, fatto arrestare dai nobili Luzzago, per non aver impedito la fuga di certa Lucia de Molador, rifugiatasi in chiesa. Il contagio non risparmia neanche chi si isola negli angoli più sperduti della campagna. È il caso di Lorenzo Agnello, agonizzante nel castello posto sopra li arzeni della Ruzza. Sempre a Manerbio, nel 1631, troviamo nel lazzaretto di S. Rocco: Bernardino Grazioli, giacendo in terra; Camilla Fredi, in terra sotto un portico del lazzaretto,Francesca Bontempi, giacendo sopra un letto in un baitone del lazzaretto; certa Caterina, sedendo in terra nella era del lazzaretto; Graziolo Graziali, giacendo in terra sopra una piumazza nella ’era del lazzaretto; Gio. Maria Negri, in letto in una casina teranea del lazzaretto. Oltre ai confini del lazzaretto, ci sono quelli sequestrati in casa: Battista Boninsegna, che fa testamento, sedendo sopra uno scagno nell’era della sua casa, essendo sequestrato dal mal di contagioso; Vincenzo Boninsegna, sequestrato per il contagio, essendo in piedi per il suo orto; Lucia Mosca, a letto, sopra un fenile della sua abitazione; Giulio Tenchini, infermo di mal di contagio, in letto sotto la portella di casa, Stefano Alberti,sedendo in terra sopra un poco di paglia, in certo staletto, in contrada Breda; Lucrezia Lini, inferma di mal di contagio, in letto sotto la portella di sua habitatione, Paolo Loda, a letto sotto il suo portico; così Clementina Gandini; Federico Loda; Battista Fredi; Agostino Oldofredi, sotto una baita nell’era del fenile chiamato la Campagna; Francesco Goioni, ferito di peste, giacendo sopra un carro, sotto il portico di sua habitatione;Laura Leoni, contagiosa, sopra ua scagna, avanti alla sua bottega, in piazza; Giuseppe Loda, al fenile chiamato le Castello; Angela, moglie del magistrato Domenico Vidali, appoggiato a una finestra che guarda sopra la strada e ciò per sequestrata per il mal contagio. 26SABATO San Giovanni Piamarta Quand che i nas iè toic bei quand che i sa spusa iè tocc sciori quand che i mor iè tocc sancc (quando nascono son tutti belli quando si sposano son tutti ricchi quando muiono son tutti santi) 1945 - Guglielmo Ghislandi è nominato sindaco di Brescia, Pietro Bulloni prefetto della città. 27DOMENICA S. Zita Zoc de ma, zoc de vilanc (gioco di mani, gioco di villani) 1916 - A Brescia è fondata l’associazione mandolinistica che negli anni Venti sarà intitolata a Costantino Quaranta. 28LUNEDÌ S.Vitale Festa al Campazzo quarto di luna Caas la set de carne salada (togliersi la sete con carne salata) 1630-1631 - La peste manzoniana - Il 28 aprile 1630, a Verola, sono confinati nel lazzaretto – a titolo precauzionale – quanti giungono dal cremonese, già flagellato dalla peste. Bassano realizza un lazzaretto nel campo vocato il Trifoglio di Sotto. A Pralboino il lazzaretto è in contrada della Rovere; a Manerbio si trova al dosso di S. Rocco. 1799 - Le truppe austriache e russe entrano a Milano dopo aver sconfitto i francesi. 1925 - Brescia: Nasce la casa editrice Morcelliana 29MARTEDÌ S. Caterina Avril ‘l n’a trenta, se ‘l no pies trenta, nol fares mal a nissu (aprile ha trenta giorni, se ne piovesse trenta non farebbe male ad alcuno) 1631 - Peste a Manerbio: viene assunto come chirurgo Gio. Antonio Punzoni di Dello, col compito di medicare, salazare et far altre fatture alli infetti di contaggio, per un compenso di 15 scudi al mese, più regalie e alloggio. Il Punzoni dovrà prontamente servire dove sarà comandato dalli signori deputati alla sanità e dal fisico Gilberti Girolamo. Per la fuga o la morte dei notai, diventa problematico far testamento. Don Biagio Poletti, cappellano a Bassano, detta Pag. 9 30MERCOLEDÌ S. Pio V ‘n temp de meder no se dis ne Pater ne Ave Maria (Nel tempo della mietiturano si dice né Pater e né Ave Maria) cioè: sotto col lavoro!!! 1904 - Brescia: festa in Castello dopo le elezioni 1978 - Aldo Moro ancora sequestrato dalle Brigate Rosse. 1980 - Il presidente della Repubblica Francesco Cossiga visita la città di Brescia. Pag. 10 0IANURA -ANERBIO ,A Aprile 2008 MANERBIO 1845 - 1851 La storia d’amore tra Fortunata Gallina e Tito Speri Vogliamo ora aprire uno squarcio di vita manerbiese, raccontando per sommi capi, la storia di Fortunata Gallina. Ercole Gallina, capo comico milanese, nel 1830 abbandonò Milano e le scene teatrali e si stabilì a Manerbio, dopo una breve parentesi a Brescia, alla morte del padre Carlo. Ereditò la Cascina Chizzoletta con circa 125 piò e la casa d’angolo tra Via Dante e Via Roma e che oggi si trova suddivisa tra vari proprietari (Bertoli, Zenucchini, Tenchini e Mosca). Non visse a lungo a Manerbio e morì prematuramente, lasciando la moglie Clementina Lenzi e tre figli: Filippo, Fortunata e Faustina. Ercole Gallina fù figlio d’arte in quanto la madre , Maddalena , nata a Cremona nel 1770, fù una celebre attrice, sia in lingua che in dialetto , che calcò le scene teatrali sin da giovanissima. Quando decise di seguire le orme materne, dovette lottare contro l’opposizione dei genitori, probabilmente a causa del suo aspetto. Il Giornaletto Ragionato Teatrale, edito a Venezia, nel 1821 così lo descriveva: “Benchè poco favorito dalla natura per essere di aspetto alquanto svantaggioso”. Fortunata o Fortunina, a seconda dei documenti, ebbe un ruolo nella personale vicenda di Tito Speri, l’eroe del Risorgimento Bresciano. Fu infatti legata sentimentalmente allo Speri sin dall’età di 16 anni, allor quando ebbe l’avventura di conoscerlo mentre frequentava il circolo dei patrioti manerbiesi: in primis il farmacista Giacomo Bontardelli nella cui casa si era fondato un sottocomitato insurrezionale con l’aiuto di don G.B. Mor. Giacomo Bontardelli era un’inquilino dei Gallina e occupava la porzione di casa confinante con la chiesa della Disciplina ed era legato da profonda amicizia con Tito Speri. Tutto ciò scontrandosi con una feroce opposizione materna. Fortunata Gallina non visse, ahinoi, a lungo e morì a Brescia il 10 novembre 1851 di tisi, alla verde età di 22 anni. Delle sua vicenda sentimentale restano le lettere inviate allo Speri il quale dedicò, con ogni probabilità, a Fortunata il romanzo “Fortunata di Pontevico”. La morte di Fortunata Gallina sconvolse Tito Speri e Tarquinia Vasselli Calzoni, che fù discreta testimone dell’amore fra i due, riporta che corruppe il sacrestano della Chiesa di S.Alessandro, dove la salma era custodita in attesa delle esequie, così da poterla salutare, per l’ultima volta, da solo e senza testimoni, aprendo la bara e baciandola in fronte. Presso la biblioteca Queriniana si trovano una ventina di lettera di Fortunata a Tito. Michelangelo Tiefenthaler Qui di seguito pubblichiamo alcune lettere di Fortunata Gallina Mio Tito, ti reco una notizia che forse tu non aspettavi. Mia Madre ha saputo che la mattina in cui partisti da Manerbio, io mi recai allo stesso luogo per parlarti e si lusinga, anzi vive nella certezza, che io, in poche parole, ti abbia dato l’ultimo addio, e che così si sia troncato ogni cosa vi fossa stata tra noi, i Bontardelli, ai quali raccontò la sua immensa passione, l’hanno confortata, e le hanno detto che sarà così senza dubbio, massime la Giulia alla quale non manca loquela. Ah! Mio Tito, lasciamola in questa opinione, per la nostra tranquillità: credilo io non temo i suoi rimproveri, e tu ne hai avuto una prova quella sera che essa ha gridato tanto, e io con tutta quiete venni a salutarti, ma temo le sue irragionevoli risoluzioni, accertati, io la conosco, essa sarebbe capace di non lasciarmi neppure tanto di libertà di scriverti due righe; approvo però tutti i tuoi consigli e li metterò in pratica, qualora ve ne sarà bisogno; ma per ora lasciami usar prudenza, che in una ragazza è sempre cosa lodevole: e anche tu fa questo piacere alla tua Fortunina, dissimula più che sia possibile, perché se lo venisse all’orecchio che tu affermi di aver una corrispondenza con me sarebbe lo stesso che io palesassi ogni cosa. Spero intanto ch’io resto a Manerbio tu non verrai più a casa Bontardelli, perché noi si (sic) vedremo secondo la nostra intelligenza, senza che nessuno lo sappia e se ti vedessero dai B… tornerebbero dei sospetti, le grida, le minacce e se si procureressimo (sic) un nuovo dispiacere. Ma sono annojata, e forse avrò annojato anche te con queste mie malinconie. Tu mi dici di amare il bel Cielo d’Itaglia si! Mio Tito io amo il Cielo, amo il suolo, amo tutto quello che contiene questa cara Patria e Iddio mi concedesse di coronare questo amore, scegliendo per compagno uno de’ più Prodi, de’ più Valorosi difensori di essa, se non conoscessi che non è per merito mio ma suo dono io ne sarei troppo superba; addio mio Tito è inutile che io ti faccia le scuse del mio scriver male perché sai già che io scrivo, e in tre o quattro riprese tu sei buono e ti contenti de’ miei scrabocchi. Quando fui a Brescia non ho potuto prendere il calamajo piccolo, e adesso non ti scrivo più fino che tu non me lo hai mandato. Ah! Quanto volentieri mi tratterei con te ancora un poco, ma ci vuol pazienza, io possa sfogarmi con te quanto voglio; ma sai già cosa potrei dire, addio dunque in fretta secondo il solito. Sono la tua Fortunina *** Tito! Un giorno mentre io ti diceva che quando sarò unita a te, desterò invidia in tante donne, che avrebbero ambito la gloria di possederti; che tu, hai tutto quello che si formare l’idea, d’un animo Grande le gesta sublimi del quale, resero superba Italia d’esserti Patria, che io conosceva benissimo di non meritarti, tu mi troncasti e dicesti: no mia Fortunina, io non voglio sentire ciò: ora non e più tempo, che noi ci aduliamo l’un l’altro: la Fortunina è degna di Tito; Tito è degno di Fortunina; dunque perché vuoi ora infrangere una legge che avevi fatta tu stesso? Perché dirmi che non puoi offrirmi quello che altri potrebbero, e che non puoi mettere a mia disposizione, che una mente ed un cuore!. Ma questi non sono il Tesoro della mia Fortunina? E non ti disse che possedendoli, essa è pienamente felice? Vi è qualche cosa in più al mondo della felicità? Avresti forse desiderato ricchezza?. Ah! Mio Tito, e se queste che per lo più corrompono, ti avessero reso amante degli altri delle mollezze, forse tu non avresti coltivato il tuo raro talento, e non saresti stimato da tutti, come lo sei nel presente; e se Dio ti avesse messo nel numero di coloro che vantano Nascita Nobile, ed hanno il cuor vile, crederesti tu che la tua Fortunina ti amasse?. No perché essa apprezza la Nobiltà del cuore, non dei Natali, essa ama in te, quei nobili sentimenti, che hai nell’anima, e che ti si leggono scolpiti nel Volto, non più un cenno su ciò, e se non vuoi ch’io dica che fece una scelta maggiore a miei meriti, dirò che non siamo nati l’uno per l’altra, ch’entrambi fummo concepiti da un pensier solo del Creatore. Ma ora non è il tempo di trattenersi in simili ragionamenti; tu mi parlasti di Patria: essa dunque si troverà e forse presto nello stato di ricacciare lo Straniero, confesso che io sperava questo momento, ma non lo credeva si vicino come tu me lo dipingesti, e piena di meraviglia e, stupore rilessi quelle righe [la carta è strappata] Ecco venuto il tempo [la carta è strappata] che questo tempo doveva arrivare, ma non osavi dirmelo apertamente: temevi forse ch’io mi sarei lagnata? T’inganni: non sarei degna di te se mi facessi rincrescere che tu mi abbandonassi un momento, per una causa si bella. Attendi pure alle tue incombenze, il cielo mi guardi dall’interromperle, nemmeno un istante, mi basta che tu mi faccia sapere di quando in quando qualche cosa, io non esigo di più; a nessuno meglio di me potrà premere di tener sepolto ciò che tu dici. Ama pure la Patria, io non ne sono gelosa, ma nello svolgere le tante lettera di politica, un’occhiata anche a quelle della tua Fortunina *** Mio Tito! L’istessa smania, l’istesso bisogno che tu senti, lo provo purtroppo anch’io e colla medesima ardenza; ma: mio Tito! Lo sai, questo è il nostro fatale destino; noi abbiamo sempre qualche cosa di nuovo che ci tormenta, e più che si aumentano questi tormenti, più è in noi ardente la brama di abbracciarsi e di giurarsi un amore eterno: però non andranno sempre fallite le nostre lusinghe. Abbia pazienza, Tito, giacché ne hai portata tanta per me: mia Sorella Lunedì va a Scuola, e spero Martedì, o Mercoledì, di trovarmi sola in casa, così tu potrai venire, che ci abbracceremo con tutto il trasporto delle nostre fervide Anime. Io ti saprò dire l’ora opportuna onde tu possa aspettare meno che sia possibile perché il vederti passeggiare mi dà pena, e Se alle volte non potessimo proprio riuscire in questi due giorni… allora… ah! Mio Tito se tu sapessi che cosa odiosa è per me… ma penserò che Iddio è giusto, che egli vede i nostri cuori, che sarà testimone de’ nostri colloqui (sic) e che ci udrà senza sdegnarsi… e allora… si! Accetterò la tua proposta… Tu brami l’ora sapere l’ora che ci potiamo vedere? Ma; le più opportune sarebbero: il mezzogiorno perché sono tutte le griglie serrate e mia madre non è alla finestra, e le 5, perché abbiamo appena pranzato, ed essi si trattengono giù un pezzo mentre io per consueto vengo di sopra, però mi rincresce per te, perché queste ore sono un po’ calde e ti potrebbero far male, guarda bene dunque di avvertirmi se soffri a sortire di casa fa tanto caldo, che già è tanto lungo il giorno che e potremo scegliere altre ore. Scusa se questa mattina non mi sono lasciata vedere, fu perché ebbi qualche faccende domestiche da sbrigare, e poi sortii di casa alle 11 e torno adesso che sono le 1. Anzi: i miei sono già a tavola e io che starei tanto qui a trattenermi con te, bisogna che vada perché non li posso più fare aspettare, altrimenti verrebbero a vedere cosa faccio, e allora: Dio sa cosa succede. Addio, addio, Mio Tito vivi dell’immenso amore della tua Fortunina 0IANURA -ANERBIO ,A Aprile 2008 Mio Tito, Io sono nel vero Purgatorio. Questa è la terza lettera che scrivo, senza mai poterla consegnare: immagina quanto io soffro! Ora hanno messo in opera un’altra maniera di tormentarmi: si cerca sempre o con una scusa o con coll’altra, di condurmi via, il giorno dopo pranzo, ma con bel garbo, fingendo farmi una gentilezza, aspettando forse che stancata la mia sofferenza, dica assolutamente di non volere andare, e allora forzarmi a dire il motivo di questa mia permanenza; io dunque perché non succeda questo convien che beva a sorsi a sorsi il veleno che mi si porge. Si! Io lo bevo tutti i giorni mescolato con le mie lacrime. Ma per ora non c’è altro rimedio; mia madre non ha una certezza sulla nostra corrispondenza, e per noi è cosa buonissima, anzi converrebbe che non ne dubitasse nemmeno; perché vedi non sarà una buona settimana, mi disse che lei mi accorda volentieri il suo consenso per farmi dichiarar maggiore insieme con Filippo, ed è contentissima perché si troverà alleggerita dal pensiero dell’amministrazione. disapprovavi; io mi sono consolata nel sentir questo, ma mi è rincresciuto di non capir bene cosa intendevi; bramerei saperlo più spiegato; me lo dirai?… Addio, adio vivi sicuro del immenso amore della tua Fortunina Ma se lei sapesse il vero motivo che mi sprona a far questo, son certissima che essa ritirerebbe la sua parola. Ti lascio dunque giudicare a te se sia bene o no l’accattarglielo. D’ora in avanti per non dare sospetto, noi si (sic) vedremo alle 3, alla medesima ora di questa mattina; quando mi scrivi fa pure il cenno con il fazzoletto bianco e alla sera getta la lettera in cantina, prima delle dieci perché sono tutti immersi nella conversazione, e io sono sicurissima di non essere vista da nessuno. Le mie te le recherò alla solita maniera, come ho fatto finora e ti farò anch’io il medesimo cenno onde tu non passi inutilmente quando io no ti posso né vedere, né scrivere. Addio mio Tito tu sai che se potessi ti scriverei tanto più volentieri di più scrivimi, che questa è l’ultima consolazione che possa avere al mondo la tua Fortunina s’incontrano: come fu lungo e penoso questo tempo; non saprei come descriverti l’angustia del mio cuore e il tristi pensieri che agitavano la mia mente. Ma eppure noi bisogna che ci aveziamo pur troppo a stare [la carta è strappata] intervali senza vederci, e che per chi sa quante volte, prima che Imene unisca le nostre destre: ma allora Oh noi prima saremo ricompensati di tutti questi affanni, noi saremo uniti per non separarci Mai! Si i miei Parenti dovranno vederti tua; a loro dispetto, e io orgogliosa di possederti, ti mostrerò loro e le dirò: questo è quel Tito che voi mi avete vietato di amare, desso è mio, voi non potrete strapparmi dalle sue braccia. Ah! Tu dici che questo tempo non è lontano come io lo credeva; lo voglia il Cielo, questo è il voto solenne della tua Fortunina *** P.S. Questa sera noi ci parleremo al luogo medesimo dove ci salutammo l’ultima volta. Addio mio Tito la tua Fortunina Tito! Tu preghi per me… tu mi dicesti che hai compito certi atti di devozione che prima [Sul verso] Al Signor Tito Speri Contrada S. Alessandro Brescia *** Mio Tito! Manerbio, 26 [28?] Sett.mbre 1850 Finalmente questa sera spero di vederti; tu senza dubbio ti porterai a Manerbio sapendo che la tua Fortunina ti aspetta con impazienza: Ah! Non mi sento più il coraggio di passare anche questa notte senza vederti, non potrei più tenere celato il mio dolore, egli superando le mie forze, si farebbe palese. Sono 17 Giorni!. Che i nostri sguardi non Manerbio 8 novembre 1850 Tito! Arrivo dalle Vallate e trovo una tua lettera che mi fa piangere: ma che? La povera Fortunina dovrà sempre essere bersagliata da tutti? Sono io dunque nata per il dolore, che perfino chi mi ama, pare cerchi ogni volta di flagellarmi? – Tormentata, da miei parenti, io non mi lagno, purché essi non mi separino da te, soffro con tutta rassegnazione: un Astro benigno le suggerisce di diminuire le mie pene, ed io credendo di avere destata in me compassione col mio soffrire, credo bene di renderti a parte il mio sollievo; ma tu, male interpretando il mio dire, tu mi dai un Veleno che mi scende nel profondo del Cuore; e questa non è la prima volta che la poca opinione che hai di me, ti fa essere ingiusto; si! Tito permetti che lo dica perché parlo con ragione: che io Donna di scarsi talenti, non sia stata capace di spiegarmi abbastanza, non è da farsi meraviglia. Ma tu che mi chiami tuo Idolo, non dovevi precipitare così sinistro giudizio, se non avesse prevalsa in te la poca fiducia. Tu, dunque, mi crederesti vil a tal segno da lasciarmi vincere dal timore, e rinunciare la spada non appena cominciata la pugna? Tu mi credesti capace di chiamar fallo l’amarti, e dichiarare ch’io ti aveva abbandonato! Eppure tu mi vedesti combattere coraggiosa, quale ardito Nocchiero nella procella, combatte combatte cogl’ostinati flutti. – ma se questo non ti bastava dovevi riflettere, che con tale dichiarazione partiva più il mio onore che il tuo; io sarei stata mostrata a dito delle persone di senno, come ragazza volubile, due volte spergiura, ed a chi? A un Eroe; a l’oggetto dell’ammirazione di ogni buon cittadino: nessuno avrebbe trovato ragioni da potermi scusare. Non sarebbe stata peggiore la mia condizione della tua? Ma tolto anche tutto questo accertati che non sarebbe uscita né uscirà mai dai miei labbri la parola: io l’ho abbandonato, non potrei assolutamente forzare il mio labbro a dir ciò mi parrebbe di commettere un delitto al quale non dovessi mai essere assolta, alle importune interpretazioni de’ miei parenti ho sempre risposto che credino ciò che piace ma che io non so niente e che non voglio; si parli altro di queste cose, perché sono stanca: il più delle volte faccendo sembianze di aver a fare qualche cosa di premura me ne vado senza rispondere. Tito tu eri disposto ad amare ancora, quella che aveva contaminata la bella costanza, e che non era più ai tuoi occhi, come per lo passato; un pensiero di poesia. Ah! Ricova per pietà queste parole, esse mi feriscono la parte più delicata dell’animo: dimmi che sono per te, ancora l’istessa come il primo giorno del nostro amore; e io ti perdono. Parti da Manerbio più presto che puoi. se vuoi tornare una sera senza essere veduto abboccarti con me: io sceglierei lunedì alle 8, fami sapere se tu vuoi differire ricordati però Giovedì parto per stabilirmi in città. Addio, tre volte cattivo, ma quantunque tale non può cessare d’amarti, e tanto, Fortunina *** Tito! Manerbio, 11 novembre 1850 La qui inclusa ti farà conoscere che io non trascuro momento per scriverti, e che venerdì avresti ricevuto riscontro all’ultima tua, se Pag. 11 non mi avessero fatto credere che tu saresti stato a Manerbio senza dubbio. Io ti diceva che lunedì ti aspettava, ma non avendo potuto farti pervenire la mia. tu verrai Domani Sera almeno lo spero. Si! Fa che il Corriere nel portarmi una cara tua, mi dia con questa la felice novella di poterti dopo poche ore abbracciare, addio la tua Fortunata [Sul verso, scritto da mano diversa] Al Signor Tito Speri Brescia *** Tito, Manerbio, 27 maggio 1851 Lo sai, io non sono solita a mentire, ne ora voglio farti credere che veramente per mancanza di tempo; io non t’abbia scritto, no, anzi io ne aveva tutto il tempo il tempo lo confesso, e anche la volontà, anzi somìno tanto felice lo sai a dimenticarmi le offese ricevute da chi amo, che non mi ricordava più delle nostre contese, e andava dicendo fra me: questa sera scriverò al mio Tito: ma, mentre io mi accingevo all’opra, la tua ultima lettera che non aveva ancora abbruciata, mi venne tra le mani, e rileggendola persi assolutamente la lena di scrivere, tu mi dicevi di temperare la mia penna, ma non vi stava il mio amor proprio di farlo se non aveva prima sentito temperata la tua, erano troppe le adulazioni, io non ti cercava di queste; lo so, che mi ami anche più de’ miei meriti, ne io intesi intaccare l’esistenza di quest’amore domandandoti se si èra diminuito come lo dimostravano le apparenze; credilo però perché te lo dico con tutta la sincerità del cuore, ch’io era intimamente persuasa che tu eri lo stesso, che mi amavi ancora come il primo giorno del nostro amore, ma e ché per ciò? Non ti amo anch’io immensamente? Eppure mi lasceresti tu fare,cosa che a te non aggradisca, quando fosse in mio arbitrio di tralasciare: tu mi scrideresti non è vero? E se io non ascoltassi i tuoi rimproveri mi domenderesti se io non t’amo? Ebbene io dapprima mi sono adirata un po’ troppo, ma ti racconterò poi, quando potrò abboccarmi teco: da qual sorgente ne derivò; quindi sentendo la tua lettera nella quale mi dicevi che io ti rimproverava a torto, mi vendicai facendoti quella domanda che a te tanto dispiacque, ma io lo ripeto era intimamente persuasa che il tuo amore non si era diminuito, se lo avessi creduto non te lo avrei domandato io sapeva che ti offendeva nel chiedertelo. Ma ora non pensiamo più a queste cose, perdoniamoci reciprocamente. Non dirmi più che sei infelice tu mi hai fatto troppo male, dimmi cosa brami per essere contento! Vuoi ch’io ti dica che Son tua, si! Tito tutta tua e sempre; Quest’oggi sperava di venire a Brescia ma invece non posso; sarà facile un giorno della settimana ventura: e se non potessi venire… verrai tu o mio Tito? Io sento che non posso più stare lungo senza vederti… Tito scrivimi questa sera, due parole mi bastano; dimmi che sei lieto e il mio cuore sarà pieno di goja. Si! Questo cuore che ti ama tanto. Addio mio Tito, ricevi un abbraccio dalla tua Fortunina Pag. 12 0IANURA 3PORT ,A Aprile 2008 CIGOLE “De sa e de là del Mela” Gran successo della “De sa e de là del Mela”, la podistica di Pasquetta con la quale il paese di Cigole è diventato, per una mattina, popolato oltre l’inverosimile. Il gruppo più numeroso è stato quello della Felter di Puegnano al quale è stato consegnato Comune di Cigole, da Patrizia Cherubini, sindaco; secondo posto per Atl Vighenzi di Padenghe, terzo Vespa Club di Manerbio. Il premio per gruppi scolastici, un computer, è andato al circolo didattico di Manerbio per il contributo della scuola primaria del plesso di Cigole. Nelle classifiche individuali Mauro Cattaneo, del Maraton Cremona, si è aggiudicato il trofeo Angelo Zani, alla memoria; tra le donne la superiorità è stata per Barbara Castellaneta del Felter Carpenedolo. Sul percorso di quattro chilometri, per giovanissimi dai 16 ai 19 anni: premio a Daniele Gualeni, a Stefania Coppolino la migliore della donne. Per i ragazzi dai 12 ai 15 anni primato a Isacco Aderenti fra i maschi, a Alessia Cusumano fra le femmine. Tra i bambini dai 9 ai 10 anni primato di Stefano Goffi e di Francesca Bertoni. Nella categoria pulcini, fino ad otto anni, Enrico Franceschetti il più lesto a concludere la prova, Giovanna Paletti, fra le femmine. L’organizzazione è stata curata dai volontari dell’Oratorio, coordinati da Amedeo Bonazza e Angelo Tosoni, ai quali hanno dato man forte carabinieri della stazione di Manerbio e agenti del consorzio di polizia municipale della sede di Manerbio. Gianni Poli, vincitore delal maratona di New York d’alcuni anni fa, è stato mossiere delle diverse partenze ai partecipanti divisi in diverse categorie. Per quanto riguarda l’oratorio tra le prossime scadenze: il torneo notturno di calcio; iscrizioni aperte fino al 20 aprile, sorteggio il 25 aprile. Info: Angelo Tosoni: 030.959126 - 030. 9959002. MANERBIO Il sogno: un campo da calcio in erba sintetica Giocare a calcio, sport diffuso e praticato soprattutto dai giovani. A Manerbio per questo - eredità del periodo laniero - è stato costruito lo stadio e ci si prepara a realizzare un altro campo di gioco nell’ambito dell’Oratorio San Filippo Neri. Ci vorrà tempo poiché la società che ha acquistato il vecchio stabilimento dovrà realizzare i progetti che ha proposto al Comune che per quel che compete all’Amministrazione locale ha già messo mano ad alcuni rifacimenti nell’area del campo sportivo realizzando un rettangolo che non è verde ma è in terra battuta. Eppure non mancano esempi di tappeto sintetico al posto dell’erba che, per l’usura, fatica a crescere. Un esempio razionale e funzionale lo abbiamo individuato a Brescia, al Villaggio Sereno dove per l’Oratorio è stato costruito un funzionale campo in erba sintetica sul quale si svolgono gare e tornei. È il nono campo in sintetico oratoriano realizzato in città, costruito grazie a un contributo dell’amministrazione comunale. “Senza gli oratori la città sarebbe meno città - ha commentato il responsabile della Diocesi, don Marco Mori - : l’oratorio non deve avere un ruolo privilegiato, semmai deve essere responsabile del bene comune e questo rientra anche nei suoi compiti. L’oratorio deve essere aperto nei confronti del quartiere: essere vicini alle esigenze della gente è meraviglioso, e io soffro quando vedo oratori chiusi. Per fortuna, ultimamente abbiamo inaugurato molti campi da calcio, la speranza è che ne vengano molti in futuro. Il gioco del calcio non dev’essere inteso solo come momento agonistico, ma anche e soprattutto come un frangente di crescita educativa. Abbiamo sposato senza esitazioni la causa degli oratori trasformando campi in terra battuta con campi in sintetico e sono certo di aver fatto la scelta giusta”. Al Villaggio Sereno il vecchio campo in terra battuta sarà stato pure romantico, ma alzava polvere e sbucciava le ginocchia. Adesso non più. Domanda: perché a Manerbio un campo in erba sintetica non è possibile? Il bilancio comunale deve solo provvedere alle strutture utili solo agli amici degli amici? Un manerbiese dimenticato ERMINIO (NINO) BORTOLOZZI Era Nino per gli amici e per tutto il paese quando Manerbio non era ancora, pretestuosamente, città. Era nato a Mathi Canavese nel 1907 e la sua famiglia si era trasferito l’anno dopo (1908) a Manerbio. Il suo papà Domenico (confidenzialmente Memi) era stato assunto dai Dujardin tra i promotori dell’industria tessile “Lanificio di Manerbio” con mansioni di capo magazziniere cui venne assegnato un appartamento nell’edificio sede della Cooperativa in via Dante. Il giovane Nino, completato il ciclo elementare, fu inviato a studiare ragioneria a Bergamo e si fece notare come calciatore tanto d’essere incluso nella rosa dei titolari dell’Alpe della città orobica, presente nel campionato nazionale della serie C. Prometteva bene il giovane che in seguito passò al Brescia Calcio. Ma fu carriera presto stroncata da un infortunio di gioco. In una amichevole col Brescia, giocata a Manerbio, al vecchio campo sportivo, Nino riportò una lesione che lo immobilizzò per ben sette anni e gli offese una gamba. Ma non si spense in lui la passione sportiva. Seguiva dalle pagine dei giornali le vicende del calcio, le imprese dei ciclisti e l’impegno dei pugili che conquistavano primati nel mondo ma erano protagonisti anche in Patria. Come Piero Tomasoni, per stare ad un manerbiese, che ha incrociato i guanti con campioni del suo calibro. Seguiva con passione anche il ciclismo che ai suoi tempi aveva esponenti di punta in Saldini, Carlotti e Nervi di Cignano. Di Nino Borolozzi si può ben scrivere che dov’era sport egli c’era. Anche nel calcio, come organizzatore di tornei notturni e fra i dirigenti del Calcio Marzotto della serie C. Negli anni Cinquanta fu tra i fondatori, con i fratelli Saldi, Francesco e Gianmaria, della società del calcio dell’oratorio Virtus Manerbio nelle cui formazioni hanno dato contributo i suoi figli Memo e Giacomo. Era un generoso Nino Bortolozzi, serio e professionale. Era soprattutto onesto e consapevole del ruolo e delle responsabilità di un lavoratore dipendente, di un dirigente sportivo, di un padre di famiglia che ai suoi figli insegnava la comprensione e la disponibilità al servizio nella comunità. Per questo meritò la stima. È morto nel 1977 Nino Bortolozzi e furono amici di appartenenza politica opposte a tributargli l’omaggio che si deve ad una persona che nella sua vita ha dato una mano comunque e ovunque egli stesso ne riscontrasse la necessità. Era stato educato così in famiglia ed il riscontro lo troviamo nella sorella Rosetta, per lungo periodo infermiera negli ambulatori della Marzotto a fianco del medico Giuseppe Volpi, e animatrice, nel tempo libero, di associazioni cattoliche meritorie per come hanno fatto crescere intere generazioni di manerbiesi. SCI NAUTICO WATER SKI SAN GERVASIO La Federazione Italiana Sci Nautico organizza gratuitamente per la prossima primavera corsi teorici e pratici di sci nautico. I corsi si svolgono presso la sede di San Gervasio Bresciano. Per informazioni contattare il Presidente Luzzeri Fedele ai numeri 3486707006 – 035928686 Email [email protected]. Sito internet: www.jollyski.it. 0IANURA 4ERRITORIO ,A Aprile 2008 Pag. 13 Divagazioni ambientali L’annunciata piantumazione in riva sinistra del Mella sta prendendo configurazione e l’aspetto al momento, nonostante la progettualità e la quantità di specie arboree profuse, è più quello di un cimitero di guerra con tutte quelle bianche intubature allineate, poste a dimora con accostamenti discutibili e non ultimo, viste le dimensioni, l’ombra delle loro fronde sarà godibile fra molti anni. Trattasi dunque di un parco con aree picnic e prevedibile conseguente ecatombe di rifiuti, sicuramente dotato di illuminazione artificiale sparsa: un parco quindi programmato e pianificato per una fruizione che ben poco si inquadra in un autentico recupero naturalistico di un’area golenale. Bastava guardare la sponda destra fatta gratuitamente da volontari (noti e invisi all’amministrazione) anni fa su cui tra l’altro insisterà ora una pista ciclo-pedonale. Esattamente venti anni fa, veniva edito dal comune di Manerbio, a conclusione di alcuni giorni di lavoro, un opuscolo “Dossier Mella” dove anche lo scrivente aveva contribuito con un capitolo di cui s’impone riportarne ora la conclusione: … al contrario posso dichiarare che la situazione è al lumicino e che si rendono necessarie interventi di protezione e recupero: non come accaduto per altri fiumi e come pare cominci con il Mella: mi riferisco alla cementificazione delle rive ed alla raddrizatura di percorsi con prismate, eliminando la vegetazione spontanea e ponendo a dimora pioppeti per l’industria, portando al lembo delle acque le coltivazioni, impoverendo o eliminando così l’ecosistema. Non interventismo degenere, ma assecondamento intelligente e razionale della natura, concessione di spazio vitale e una certa inaccessibilità: la natura ha anche bisogno di silenzio e solitudine. L’uomo deve essere sintonico con la natura, convincersi che esso stesso ne è una parte, ne è una manifestazione e per la quota che se ne distingue “la ragione” è “condannato” ad essere più responsabile, cioè ad una conoscenza più approfondita ed etologica del mondo naturale in cui vive e di conseguenza a regolare il suo comportamento, che deve per tanto essere equilibrato, non disturbatore della stabilità evolutiva, inserito nel contesto biologico eticamente naturale. Da queste basi deriva la possibilità di rivolgersi alla natura per attingere risorse, per approvvigionarsene anche, per prelevarne (a seconda delle necessità e dell’esercizio) parti e ad usufruirne: ma questo va fatto in modo modulato, rispettoso e coerente con i concetti esposti; tenendo presente il concetto di limite: la natura non è un supermarket da svaligiare, per reintegrarla occorrono tempi non facilmente valutabili: i suoi orologi sono delicati e multipli ed essa “… non facit saltus”. Tutti apparteniamo al partito della natura: la sola cosa importante da capire è che non dobbiamo dettare leggi ad essa, ma dobbiamo imparare a leggere le sue, affinché i nostri comportamenti non la danneggino, solo a queste condizioni potremo tornare a chiedere e lei potrà tornare ad essere generosa. Posto che la natura è l’ordine più disordinato che esista e chi non lo sa leggere corre solo il rischio di devastarlo con il razionalismo antropico generalmente disinformato o approciando superficialmente i suoi problemi, o meglio quelli che l’uomo gli ha creato. Da anni non c’è giornale nuovo o di antica nascita che non perpetui i lamenti, gli allarmismi sul degrado ambientale e che non proponga interventi di salvaguardia, spesso semplicistici. In numero non certo inferiore esistono anche varie leggi nazionali, regionali, provinciali e comunali che si accavallano e sovrappongono, condite in salsa poi da regolamenti e normative dei consorzi irrigui agrari, dal Magistrato del Po, dall’Unità di bacino e chi più ne ha più ne metta. Anche di recente mi pare sia in fieri una nuove legge regionale di tutela… ma i risultati sono visibili intorno a noi. Anche accordi intercomunali a lunga gestazione (Terre Basse) quando finalmente pare decollino, trovano sempre un paese che fa da solo (per caso Manerbio)e così le progettualità unitarie si frammentano in mille rivoli e si crea discontinuità. Vedasi a conferma delle cose sopraddette il Giornale di Brescia del 8 marzo ’08 dove il Mella viene definito “pattumiera a cielo aperto” e gli intenti dichiarati sullo stesso Giornale di Brescia del 16 giugno 1995 per il convegno sugli alvei fluviali che si sarebbe tenuto a Parma il 25 giugno 1995. Di fronte a queste orrende vicende mi è impossibile rinunciare a pensare a quella “Pianura” degli anni senza rumori e senza luci artificiali ovunque ore diffuse, ma l’ovvia nostalgia mi induce a leggere e percepire ancor meglio gli stupri che sono stati perpetrati e si (per)seguita a fare, travisando le vere necessità, con progetti di recuperi, ripristini, restauri, riattribuzioni di funzioni ed aspetti che sono artificiosi e come tali semplici medicazioni palliative: essendo il contesto in cui vengono calati già sconvolto, discontinuo e contraddittorio nello stesso luogo e nelle stesse aree. Occorre un atto di sincerità e di autocritica, occorre accettare che la penetrazione antropica in tutte le sue attuali sfaccettature (e non è prevista inversione di tendenza) è la peste che ha coriandolizzato il territorio, dove i campi sono sghembi riquadri, incorniciati da nastri d’asfalto, bretelle, ecc. e non più da fossi, corsi d’acqua, anch’essi ora cementificati e all’occorrenza dragati nei modi più traumatici, dove gli alberi e gli arbusti delle loro sponde vengono sbriciolati e frantumati dalle sfibre e trincie o più spesso dealberati o per comodità ed economia di manutenzione, coperti. E questo avviene nella attuale residua pianura, quelle non ancora aggredita dalle aree espansive di vario tipo, cioè quella superstite ritagliata che, come ogni cosa in tali condizioni, necessita di essere salvata e in modo definitivo e non con camuffamenti. Non è accettabile una natura giardinizzata dove esiste il più caotico assembramento di essenze arboree esotiche (dai nomi storpiati), ma anche autoctone assemblate con i più disparati prati inglesi dove unitamente all’immancabile piscina si scialacquano milioni di litri del liquido più prezioso… Poi cambia il clima e le stagioni non sono più quelle di una volta… Poiché la pianura per l’acqua dipende dalle montagne, anch’essa merita un riferimento (anche se le loro popolazioni sono più consapevoli e attente delle bassaiole), richiamando anche qui l’attenzione sulla penetrazione antropica, sciistica, alpinistica, hobbistica e loro degenerazioni, affinché venga contenuta la carica di inquinamento acustico e luminoso, di rifiuti solidi e liquidi chimicamente intesi nonché la sovrastruttura urbanistica e di riscaldamento esogeno indotta … e poi i ghiacciai si ritirano… Altro punto drammatico è la diffusione dell’informazione ambientalista poco o nulla documentata, schierata, presuntuosa e qualunquista. Spesso mi è capitato di scrivere a riviste e giornali quotidiani importanti per correggere e smentire alcune affermazioni o identificazioni naturalistiche, ma ho perso solo tempo. Tuttavia provo un’ultima volta da queste pagine riferendomi ad un’immagine del cielo di Milano apparsa sul Corriere della Sera del 6 novembre 2007 per il commento della quale si scomoda Giosuè Carducci e la poesia San Martino. Voglio solo significare che quello sciame d’uccelli è rappresentato da banalissimi e sgradevoli storni che dormono in città, insudiciando monumenti, e distruggono colture in campagna durante le ore diurne per alimentarsi. Essi sono da definirsi stanziali/erratici, non sono comunque i migratori esuli della poesia carducciana. Anacronistico forse, controcorrente, mi consola però rispondere attraverso le rime di una poesia delle stesso poeta per spiegare la natura: “… e Pan l’eterno che su l’erme alture a quell’ora e nei pian solingo va, il dissidio, o mortal, delle tue cure, ne la diva armonia sommergerà…”. Ecco si, la natura è diva armonia e come tale l’uomo deve cercarla, capirla e obbedirla. Allora un bosco e un fosso potranno ancora chiamarsi Lussignolo solo perché in primavera saranno tornati ad emozionarci con il loro canto gli usignoli da cui il bosco ed il fosso stesso derivano il nome. Dott. Giovan Battista Bisetti Pag. 14 0IANURA 4ERRITORIO ,A Far West INCUBO - Notte drammatica per un pensionato di 68 anni di casa nel centro storico di Bagnolo Mella. In tarda serata, mentre dormiva è stato svegliato di soprassalto dal suono insistente del campanello. Alzatosi in tutta fretta, non senza una certa apprensione, una volta giunto all’uscio, udiva come un rantolo. Ma appena aperta la porta si è trovato davanti una sorpresa a dir poco sgradita: un uomo, che con coltello da cucina in mano ed il volto coperto da un passamontagna. Sotto minaccia, ed atterrito, il pensionato si è visto costretto a consegnare al delinquente un centinaio di euro in contanti e alcuni monili di valore. Il malvivente si è dileguato nella notte e alla vittima non è rimasta che la denuncia ai carabinieri. TRAPPOLA - Skali Abdkdar, 32 anni e Oukii Makhoukhi Khalid di 33, marocchini che abitano a Seniga sono stati arrestati dai carabinieri di Cremona. Il primo è stato visto consegnare cocaina ad un 30enne di Vescovato a Gabbioneta Binanuova. Sequestrate 20 dosi di cocaina, otto telefoni cellulari usati per i contatti con i clienti e 6.165 euro. Bloccato anche un marocchino clandestino di 39 anni. FALLIMENTO - Colpo a vuoto tentato ai danni del negozio di abbigliamento “Cristina”, in via Marconi, a Offlaga. Un uomo ha chiesto il denaro dell’incasso, ma di fronte alla reazione della vittima non ha insistito oltre. È stato così costretto a fuggire a mani completamente vuote. Senza esito le ricerche del mancato rapinatore. SORPRESA - Presa di mira la tabaccheria di via Gramsci a Bagnolo Mella mentre la titolare, Nadia Toso, era intenta all’apertura del mattino. Due uomini, scambiati per clienti con improvvisa mossa hanno caricato su un’auto tre scatoloni di sigarette. La sorpresa ha consentito agli autori del furto di irretire la donna che non è riuscita a reagire. I due, naturalmente, sono fuggiti appena completato il carico. Aprile 2008 SPIGOLATURE PUSHER - Due marocchini sono finiti nella rete dei controlli antidroga dei carabinieri di Ghedi. Uno dei due, un 22enne, nascondeva 7 grammi di cocaina distribuite in 17 dosi e 2.500 euro, il ricavo della vendita di droga. Era già stato arrestato per spaccio. Eppure era ancora a piede a libero. VIDEOPOKER - A Cigole malviventi hanno sfondato, con una jeep, la serranda che copriva la vetrina d’ingresso della pizzeria “S. Andrea” in via Paolo Farina a Cigole e di proprietà di Roberto Polito. I banditi hanno scassinato in tutta fretta il cambiamonete, che conteneva 1.500 euro e uno dei 4 video poker, caricandoli sul fuoristrada e dandosi alla fuga. La jeep, risultata rubata a Milzano, è stata ritrovata a Gambara. La pizzeria “S. Andrea” è stata presa d’assalto in tre mesi un’altra volta. COCAINA - Spacciatori ricevevano i giovani clienti in pieno giorno, vicino al cimitero di Cigole. I carabinieri della compagnia di Verolanuova, dopo alcuni appostamenti hanno arrestato due marocchini che dopo aver abbandonato l’autovettura hanno cercato di scappare a piedi. Uno dei due, che abita a Pavone Mella, ha ben pensato di liberarsi di 5 dosi di cocaina ingerendole. Quando i carabinieri hanno constatato il gesto, hanno portato lo spacciatore in ospedale a Manerbio per sottoporlo ai controlli sanitari. I medici ritenevano opportuno sottoporlo ad intervento chirurgico. Ma al solo sentir parlare di operazione il marocchino si è spaventato ed ha firmato per non essere ricoverato. Così, una volta dimesso dall’ospedale, è stato direttamente portato in carcere. ASSALTO - Rapina ai danni della farmacia Ingardi di Bagnolo Mella, in via Gramsci. Due delinquenti a volto coperto e pistola in pugno hanno fatto irruzione nel locale all’orario di chiusura ed hanno svuotato la cassa di alcune centinaio di eruo. Poi la fuga verso Brescia con un furgonato, pare un Fiorino o un Ranch, lasciato parcheggiato nel piazzale interno della farmacia. Al volo 2001: Odissea nel cemento Anno 2000: i Comuni possono spendere i soldi delle licenze edilizie SOLO a fronte di investimenti. Anno 2001, ottobre: i Comuni sono autorizzati a spendere i soldi delle licenze edilizie per fare quello che gli pare, grazie al nuovo Testo Unico sull’edilizia. Arriva il boom edilizio. Anno 2000: 159.000 abitazioni costruite. Anno 2007: 298.000 abitazioni costruite e 38.000 ampliamenti di abitazioni. Le licenze raddoppiano in 7 anni, il territorio italiano viene cementificato da palazzine, nano grattacieli, hangar, seconde, terze, quarte ville, parcheggi, garage. I Comuni raddoppiano gli incassi senza alcun obbligo di destinazione d’uso. Hanno la licenza di uccidere il territorio. Il territorio comunale, lo dice la parola stessa, è patrimonio “comune” dei cittadini che lo abitano. Appartiene a loro. Il bosco, il prato, la vista panoramica, un posto per passeggiare o far giocare i propri figli, il parco, i giardini o, anche, un semplice spazio vuoto per vedere l’orizzonte. Chiarito che il territorio è dei cittadini e non del sindaco fasciato a festa e dei suoi assessori che sono SOLO dipendenti comunali facciamoci qualche domanda. Dove sono finiti i soldi delle licenze edilizie concesse senza più l’obbligo di investimento? Nuovi servizi, asili, piste ciclabili, trasporti pubblici non si sono visti. Farei un’indagine, Comune per Comune. Quanto ancora si può cementificare il paesaggio italiano? Si può solo tornare indietro, decementificare. Il turismo sta morendo di cemento. Quali sono le maggiori imprese edili che hanno ottenuto le licenze? I costruttori comandano ormai più del sindaco Moratti e del sindaco Topo Gigio, devono uscire dai consigli comunali. Sono lì, anche se non sono stati eletti. Il processo infernale messo in moto dal Testo Unico del 2001 va fermato. Bisogna riportare le lancette al 2000. Meno cemento, meno soldi per i partiti, i veri padroni dei Comuni. I cittadini devono presentarsi in consiglio comunale per chiedere i motivi dello scempio edilizio e documentare l’incontro con una telecamera. Il Bel Paese è nostro, riprendiamocelo. Dal blog di Grillo (20 marzo 2008) Quali differenze, rispetto a questo articolo, trovate nel comune nel quale vivete? Settembre 2006. Romano Prodi è a New York per intervenire all’Onu. È il 19 settembre e un giornalista gli domanda che cosa ne pensi dell’allarme lanciato da Ali Agca, che ha parlato di pericoli per il viaggio in Turchia del Papa. “Che cosa vuole che sappia, io, della sicurezza del Papa in Turchia? Non so nulla, in proposito, vedranno le sue guardie...” è la sconcertante risposta del premier. Cantonate. Prodi lascia la politica in Italia dopo trent’anni di indiscussi fallimento. Un giorno disse:”Io amo anche i miei errori, da loro imparo moltissimo”. E siccome non si finisce mai di imparare, Prodi non ha mai smesso di prendere cantonate. Sanzioni. Grane per Silvio Berlusconi: in arrivo una multa salata per non aver usato nel comizio al Palalido i contenitori per la raccolta differenziata della ‘carta straccia’. Lecchini. Un gran numero di giornali, appena accennano a Emma Bonino, aggiungono subito: ‘splendido ministro’ (o frasi equivalenti). Sarà un tic? Uno stereotipo, un salamelecco dovuto, uno strascico, un dispetto a Marco Pannella... Chissà. Parmalat. Iniziato e subito rinviato il maxi-processo per la vicenda Parmalat, un crac da oltre 14 miliardi di euro, il piu’ grande degli ultimi decenni che vede imputate 56 persone, tra le quali l’allora patron della Parmalat Calisto Tanzi, beneficiario dell’espansione del debito nazionale. Cacciatori. Secondo i dati di Federcaccia: dall’anno scorso c’è stato una diminuzione del 5%, da 1.100 a 1.044 associati. Leggi restrittive di Stato e Regione Lombardia sull’abbattimento delle specie in deroga (storno, peppola e fringuello) ed il contrasto “storico” tra naturalisti e cacciatori sono le motivazioni principali senza troppo badare alle incertezze normative, visto che i tribunali sospendono le delibere della Provincia di Brescia che autorizza preaperture della stagione venatoria. Insomma tante gabelle richieste ai seguaci di San’Uberto senza alcuna prospettiva nemmeno dai politici che promettono tanto e mantengono mai. Discariche. Dopo la scoperta di un sito a Capriano, e di un’altra zona a Corticelle di Dello, gli agenti del Nita hanno trovato un deposito illegale sempre a Corticelle Pieve. Sotto un campo coltivato a foraggio sono stati trovati sacchetti di plastica, copertoni d’automobili, lastre d’amianto, detriti inerti, teloni di cellophane utilizzati in agricoltura, batterie d’auto, terra nera impastata probabilmente da idrocarburi e altre scorie di origine industriale. 0IANURA ,IBRI ,A Aprile 2008 Pag. 15 Le recensioni Brescia innamorata Storie, lettere, canzoni… e abitudini amorose dei bresciani Costanzo Gatta Disegni di: Lella Viola Prefazione di: Eugenio Massetti Zanardelli grande bresciano, grande italiano. La Biografia Costanzo Gatta, giornalista e teatrante lontano mille miglia da intrighi e da palazzi, un tranquillo e sereno bresciano, che pur amando svisceratamente la sua terra, riesce anche a vederne i difetti e a sottolinearli con garbo, e soprattutto senza spocchia, nei suoi scritti. Pubblicando “Brescia innamorata” La Compagnia della Stampa accoglie l’idea di aprire una nuova collana che si ispira a una figura tipica del teatro: “Il trovarobe”. Qui il trovarobe-scrittore frugherà negli archivi a cercare pagine autentiche, per parlare di una “Brescia sparita” (i monumenti scomparsi, le opere spostate quando non trafugate) oppure una “Brescia assassina” (i grandi gialli della nostra storia). Per cucire la sua “Brescia innamorata” l’autore ha gettato l’amo in ogni acqua. Ha così recuperato storie lieti e tristi, pagine scritte, leggende, poesie e canzoni. Non mancano i modi di dire e i proverbi legati al sentimento: gli usi e i costumi di casa nella primavera dei cuori. “Brescia innamorata” vuole essere una escursione nel pianeta amore. Lasciamoci guidare, anche grazie all’aiuto di Lella Viola che torna con noi a proporre tavole per libri. Questa volta la disegnatrice ci fa vedere gli innamorati – figure velate, in silhouette, che non hanno epoca – attraverso le trame di una rete. Non potevano che essere trame amorose. Roberto Chiarini Prefazione di: Giuliano Urbani Contributi di: Alberto Cavalli Zanardelli protagonista del risorgimento, poi più volte Ministro, Presidente della camera in tre legislature e alla fine Presidente del Consiglio della “svolta liberale”. La presente, agile ma ben documentata biografia, è corredata di un ampio repertorio documentario e fotografico in larga parte inedito. La fama e la stima, che sin dai primi anni dopo l’unità nazionale avevano accompagnato il suo nome, erano salite visibilmente allorché egli era assurto ai vertici dello stato, dando vita al governo della cossiddetta «svolta liberale» (1901-1903). Di Zanardelli, che pure era stato indubitabilmente coraggioso patriota, prestigioso leader liberale, legislatore insigne, statista capace di imprimere una forte modernizzazione materiale e morale al paese, destinata a chiudere l’infausto capitolo di repressione antipopolare e di avventurismo coloniale che aveva contrassegnato l’ultimo decennio del secolo; la biografia è la conclusione ideale perché rimette in luce l’intera sua esistenza. Tipi Bresciani Estro e passione Gian Battista Muzzi Indagare alcuni “Tipi bresciani” come fa Gian Battista Muzzi – già autore di pregevoli volumi dedicati a storie e vicende della nostra terra – in queste belle, non di rado ironiche, sempre misurate pagine, significa innanzitutto evocare la poliedricità di una città e di un territorio, intrecciando geografie umane e panorami sociali, scavando in indoli caratteriali e recuperando saggezze popolari, nell’adozione, dunque, di paradigmi plurimi e plurali ad un tempo. Brescia – la città, le sue valli, la sua pianura – alimenta in quest’opera la conoscenza degli individui che la abitano e attribuisce linfa al proprio futuro, fissando la presenza di “storie di vita”, di volti e testimonianze che costituiscono continuo rimando fra la sfera personale-soggettiva e la comunità pubblica, riconoscendo in alcune biografie lo “stenogramma” – per recuperare un vocabolo stendhaliano da tempo entrato nel lessico biografico – di una intera società e di una temperie culturale. Biografie di volontari, di musicisti, di cultori di vicende locali, di uomini impegnati nella cooperazione. E, ancora, veggenti e collezionisti, poeti, uomini di spettacolo e di sport, che radicano e rafforzano i propri tratti costitutivi in una sempre elevata tensione morale, in un’identità condivisa, in un distinguibile ethos comunitario, nella tenace ricerca – appunto – del bene comune, dell’interesse generale. Nomi che rimandano immediatamente ad una comunità bresciana viva, disponibile al dialogo, aperta ed inclusiva, propensa a raccontarsi, ma pure ad interrogarsi, biografie che possono tranquillamente ambire ad una costruzione tipologica delle molteplici virtù della cittadinanza. Storie individuali che si uniscono a delineare una storia collettiva. Storie di vita che certificano appartenenze e differenze, quasi a potervi riconoscere la quotidianità proiettata nella memoria o nella consapevolezza comunitaria. Pag. 16 0IANURA ,IBRI ,A Aprile 2008 Le classifiche CD DVD 1. Safari Jovanotti 2. Super Sanremo 2008 3. Back to black Amy Winehouse 4. Beat ReGeneration Pooh 6.Cantautore piccolino Sergio Cammariere Studentessi Elio e le storie tese 10. Giglio Tricarico 4.The Bourne Ultimatum. Il ritorno dello sciacallo (1 DVD) Paul Greengrass Universal Pictures 7. Quel treno per Yuma James Mangold Medusa Home Entertainment 11. All the Best Zucchero fonte www.ibs.it 12. Adrenalina 2 Finley incontri con l’autore a manerbio 13.Into the wild Eddie Vedder 27 Marzo ore 20:30 ex-sala consiliare 14.It is Time for a love Revolution Lenny Kravitz “Lo sguardo sul reale” Prof. Mauro Corradini 15. Angoli diversi Neri per caso 03 Aprile ore 20:30 ex-sala consiliare “Brescia Innamorata” 16. Spirit Leona Lewis Dott. Costanzo Gatta 17.Live. I love you more Mario Biondi, Duke Orchestra 20. Bertilation Loredana Bertè 2. Winx club. Il segreto del regno perduto (1 DVD) Igino Straffi 01 Distribution 6. Die Hard. Vivere o morire (1 DVD) Len Wiseman - 20th Century Fox Home Entertainment 9.Liberi da sempre Sonohra 19. Primo tempo Ligabue 1. Diario di scuola Pennac Daniel, Feltrinelli 5. Elizabeth. The Golden Age Shekar Kapur Universal Picture 8. Sanremo 18. Amen Baustelle 1.Ratatouille Brad Bird 20th Century Fox 3.Natale in crociera Neri Parenti DNC Home Entertainment 5. Gianna Best Gianna Nannini 7. Libri 10 Aprile ore 20:30 ex-sala consiliare “Zanardelli. La biografia” Prof. Roberto Chiarini 17 Marzo ore 20:30 Piccolo Teatro “Tipi bresciani” Dott. Gian Battista Muzzi la presentazione del libro sarà accompagnata da un concerto per pianoforte del maestro 2. Il tailleur grigio Camilleri Andrea, Mondadori 3.Ti ricordi di me? Kinsella Sophie, Mondadori 4.L’ eleganza del riccio Barbery Muriel, E/O 5.Necropoli Pahor Boris, Fazi 6. Fuoco amico Yehoshua Abraham, Einaudi 7. La solitudine dei numeri primi Giordano Paolo, Mondadori 8. Il cacciatore di aquiloni Hosseini Khaled, Piemme 9.Il giorno in più Volo Fabio, Mondadori 10La modista. Un romanzo con guardia e ladri Vitali Andrea, Garzanti Libri 11.Nelle terre estreme Krakauer Jon, Corbaccio 12. Luisito. Una storia d’amore Tamaro Susanna, Rizzoli 13.Il Sessantotto al futuro Capanna Mario, Garzanti Libri 14. Mille splendidi soli Hosseini Khaled, Piemme 15. La paura e la speranza. Europa: la crisi globale che si avvicina e la via per superarla Tremonti Giulio, Mondadori 16. L’ anima e il suo destino Mancuso Vito, Cortina Raffaello 17. Gomorra. Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra Saviano Roberto, Mondadori 18. È facile smettere di fumare se sai come farlo Carr Allen, EWI Enrico Pompili Pagine curate dalla Libreria Quarto Stato dal 1979 la libreria dei Manerbiesi e del territorio