La stampa della Resistenza in Val Trebbia
Scritto da Marco Gallione
Mercoledì 28 Gennaio 2009 12:14 -
Il 1°agosto 1944 uscì a Bobbio
(Piacenza) il primo numero del «Partigiano.
Volontario
della libertà», sottotitolato «Organo
della 3a divisione
garibaldina Cichero». L'idea di
dar vita ad un giornale dei partigiani della Cichero
nacque nel giugno 1944, quando Anton Ukmar ("Miro")
era giunto da
Genova per inquadrare i partigiani della
zona in una divisione garibaldina. Fu però
impossibile
creare subito una sezione stampa poiché Giovanni
Serbandini ("Bini"), scelto dal Comando come
responsabile, non voleva lasciare il
proprio incarico
di commissario politico e soprattutto di combattente,
nonostante fosse consapevole della necessità di
stampare un giornale per
divulgare gli ideali e i valori
della guerra di liberazione e, allo stesso tempo, per
gettare
le basi della futura Italia democratica. L'occasione
per
concretizzare questa esigenza si manifestò circa
due mesi dopo, quando
l'offensiva partigiana portò alla
liberazione della val Trebbia dai nazifascisti. Bini si
spostò a Bobbio intenzionato a creare una vera e
propria sezione
stampa e cultura. Si unirono a lui Giorgio
Gimelli ("Gregory"), Mauro Orunesu
("Luciano"),
Spartaco Franzosi ("Spartaco"), Kino Marzullo
("Kim"),
Stefano Porcù ("Nino"),
il partigiano Genny e i pittori Nicola Neonato ("Pollaiolo"),
Renato Cenni ("Acido") e Vittorio Magnani ("Marcello").
Gli ultimi tre
si occuparono di impaginare il giornale
ed illustrare la vita partigiana con i loro
disegni. La
tipografia aveva un'unica macchina da stampa del 1890 e
i testi erano composti a mano; la carta, di vari colori,
giungeva grazie ai contadini
di ritorno dal mercato di
Piacenza.
A Bobbio nacquero i primi tre numeri del «Partigiano»,
rispettivamente del 1°, del 12 e del 19 agosto 1944.
In un'altra tipografia della
cittadina venne alla luce,
il 15 agosto 1944, il giornale partigiano «Il grido
del popolo. Organo della divisione volontari Giustizia
e Libertà», la cui
redazione fu affidata ad
Angelo Rocca ("Arcangelo") e a Marco Roda
("Edo"). Dopo i primi due numeri, il servizio
stampa di «Giustizia e Libertà» fu
costretto a trasferirsi altrove e solo nel marzo 1945
rientrò a Bobbio.
Neanche la redazione del «Partigiano» ebbe
vita facile; dopo il rastrellamento
nazifascista di agosto
la tipografia di Bobbio fu abbandonata e il n. 4 del giornale
rimase in bozza in unica copia. Poco dopo la redazione
del
«Partigiano» si spostò anch'essa
nei pressi di Bettola, dove si stamparono i
numeri dal
5 al 10. Dalla stessa tipografia uscì anche «Guerriglia»,
foglio destinato ai partigiani del piacentino. Importante
nella storia del
«Partigiano» fu il n. 7 del
27 settembre 1944, sottotitolato «Organo della Sesta
Zona Operativa». Con tale edizione la sezione
stampa fu infatti
trasferita alle dipendenze del Comando
Zona e Giovanni Serbandini nominato dal
Comando responsabile
della stampa. Sempre a Bettola, ad ottobre, Bini mise
in piedi Radio Piacenza Libertà che trasmetteva
alcune ore tutti i giorni.
Con l'inno garibaldino in apertura,
la radio diramava notizie di guerra nonché
storie,
canzoni partigiane e discussioni politiche.
Terminato il rastrellamento, la sezione stampa potè tornare
a
Bobbio e pubblicare i numeri 11 e 12 del «Partigiano»:
nel dicembre 1944 la
nuova offensiva dei nazifascisti costrinse
ad un nuovo spostamento. Gli addetti
alla stampa ripresero
in mano le armi e si stabilirono sui monti della val Trebbia,
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La stampa della Resistenza in Val Trebbia
Scritto da Marco Gallione
Mercoledì 28 Gennaio 2009 12:14 -
vicino al paese di Scorticata. Restò comunque
ferma la volontà di non
sospendere la stesura del «Partigiano» e
si decise di utilizzare un vecchio
ciclostile, trovato
in una caserma fascista, per produrre alcune copie del
giornale. Si stampò anche un piccolo opuscolo che
raccoglieva dieci canti
della montagna. Nel marzo 1945
i partigiani riuscirono a liberare nuovamente la
val
Trebbia e la sezione stampa tornò definitivamente
a Bobbio.
Una seconda tipografia fu impiantata a Foppiano,
sopra Rovegno, ove si
stamparono «Noi Donne»,
giornale dei Gruppi di difesa della donna, e «Stampa
Libera», supplemento del «Partigiano» con
articoli delle testate
dell'Italia meridionale. Con la
Liberazione ormai vicina, l'attività della sezione
fu intensificata. Gli Alleati lanciarono alcuni filmati
sui paesi democratici
che Bini si impegnò a diffondere
tra la popolazione, proiettandoli a Fontanigorda,
Bobbio
e in altre località controllate dai partigiani.
Organizzò anche
una mostra itinerante di disegni
con i particolari della vita partigiana. «Il
Partigiano»,
appuntamento caro e atteso da combattenti e popolazione,
continuò le pubblicazioni anche dopo il 25
aprile e divenne l'organo
dell'Associazione nazionale
dei partigiani della Liguria.
Elisa Scapolla
(Articolo tratto da "Pratiche di governo popolare in Val
edito da Sagep per la Comunità Montana
Alta Val Trebbia)
Trebbia"
Bibliografia
Archivio ILSREC, Fondo AM, b. 6, f.1 "Comando operativo
VI zona.
Stampa e propaganda".
«Il Partigiano», 15 numeri stampati in montagna dall'agosto '44 alla liberazione, Edizioni
Quaderni de «Il Novese» n.2, nuova serie, Novi Ligure 1979.
M.TOSI, "La Repubblica di Bobbio, Storia della Resistenza in val Trebbia e val d'Aveto", Bob
bio 1977.
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