GIOVANNI GENTILE
GIORDANO BRUNO
NELLA
STORIA DELLA CULTURA
EEMO
SA:N"DE0N Editore
-
Libraio della R. Casa
MILANO-PALEKMO-NAPOLI
v
'^^'
."'
Proprietà letteraria dell'Editare
REMO SANDRON
Offic. TiroGB.
Sandron.
— 37 — I — 270407.
ALLA CARA MEMORIA
DI
MIA SORELLA EOSI^^TA
MORTA A XXV ANNI
IL
XX APRILE MOMVI.
Palermo,
SO
aprile
1907.
ayvebt:enza
Questo scritto non
vuol essere ne
una
ì)io-
g rafia, né un'esposizione del pensiero di Gior-
dano Bruno;
gnificato
quindi
della
ma
solo
un saggio intorno
ai si-
di lui nella storia della cultura: e
una
illustrazione delle ragioni peculiari
sua condanna
e della
sua morte mercè
lo
studio delle sue idee intorno al rapporto della
filosofia
con la religione
mento verso
Per
la
Riforma
e del
,
e
giustificare la speciale
dell'argomento
e la
forma
che questo nacque per
in Palermo
il
determinazione
dello
dirò
scritto,
una conferenza, tenuta
20 marzo
di quest'
invito della Sezione locale della
—
suo atteggia-
verso l'Inquisizione.
7
—
anno
,
per
Federazione
A rrerteiiio
8
La
nazionule dvgVlnsecjnanii medi.
quale
modo riparare alV omissione {non
in questo
di certo apirrovabUe, quale ne sia stato
tivo) onde,
sette
anni fa
,
nostre scuole; dove pure ogni
i
vise,
anno
a
,
maestri, da un capo
l'altro d'Italia, sono invitati
corso delle lezioni per
mo-
Bruno parve opmodo ricordata
portuno non fosse in alcun
giorno fisso , tutti
il
la gloriosa ricor
renza centenaria del rogo di
nelle
voile
al-
a interrompere
il
commemorasioni improv-
prive spesso d'ogni valore didattico ed edu-
cativo, di eroi
ria civile
grandi
e piccoli della
e letteraria.
gno dei tempi,
— da
E a me
nostra
parve ottimo
gVinsegnanti dei nostri ginnasi
— che
e licei si
dassero essi del Bruno, come di
loro,
un paio
ricor
nome che
ap-
cioè alla scuola italiana, fo-
colare della cultura nazionale; e non del
ora da
se-
non lasciar passare senza
richiamarvi sopra V attenzione del paese,
partenga a
sto-
Bruno
di decennii noto alle moltitu-
dini come vittima dell'intolleranza religiosa
segnacolo in vessillo
clericali;
ma
del
ìiostra
rivendicazioni anti-
Bruno, che
conoscere nella storia:
tire della
di
il
e
essi
appresero a
grande filosofo
Rinascenza.
e
mar-
Avverteitza
Tra tanto schiamazzo, prò
e
contro Bruno,
fatto neììo scorso fehbraio
da
rossi e neri
cVItaìia
quali avranno forse
tutte le loro
buone ragioni di schiamazzare,
ma
tutti
i
politicastri
non ne hanno certo nessuna di non dover
risparmiare
pur
ne
;
i
mente
la
pace
dello
sventurato scrittore
a tre secoli dalla sua morte
titolo
;
è vera-
d'onore pei professori di Palermo
questa loro idea di stringersi a difesa intorno
alla
memoria
segno
del filosofo,
D'iuestiuguibil odio
E
(Viiidomato amor:
di restituire al
di filosofo e
il
Bruno
martire
sua dignità storica
la
della filosofia
;
di sottrarre
suo nonw alla mischia profanatrice dei par-
titi
politici,
che
r
esaltano e lo
esaltando o combattendo
2)assioni
,
a
cui
per risollevarlo
il
i
combattono,
loro fini e
Bruno fu
le
loro
ed è estraneo
:
negli spiriti colti in queìVaer
sereno, a cui egli sì elevò
con la vigoria del
suo pensiero, della sua stessa poetica fantasia
e
in
con V ideale virilità del suo grande
quelVaer sereno, dove tutte
le
animo
passioni
:
tac-
10
mono,
Arrerten^ii
i
fiìti
pratici
e i
contrasti,
da
essi ge-
ntrati, sono superati, e sopravvive solo quello
spirito di eterna verità,
a cui
tutti
i
partiti
umani, perchè umani, s'inchinano.
Ho
ristampato in appendice, una breve no-
una
tizia d'
sola che
Bruno
a chi
recente
potrebbe
e della
,
monografia
offrire
sua filosofia genuina
volesse d'
inglese
un' immagine
e
la
del
completa
ora innanzi parlare di lui
senza spropositi.
G. G.
1.
Il misticismo del Bruno.
Giordano
Bruno non fu uomo
né anche per propagare
ebbe
il
tavano attorno; e tra
i
academia
demico di nulla
definirsi, detto
in hilaritate
il
fastidito
:
,
i
cattolici
come
egli
:
acu-
seppe
in tristitia hilaris,
come
tutti
i
grandi
spi-
contemplativi; e però fu realmente estra-
neo a tutte
le
non giudicare
loro
potè pa-
Sentì profondamente la
tristis.
propria solitudine,
riti
gli si agi-
riformati
rere riformato, cattolico tra
Non
sue idee.
le
uomini che
x>ensiero agli
pratico,
chiese (benché
il
dommi) per
hanno
di
non potesse
contenuto speculativo dei
che anche
ciò
mondano
,
pratico
,
organismi di volontà, rette da una
—
13
—
chiese
le
storico
,
come
discipli-
Giordano Bruno
14
na, ordinate alla propagazione di certi doni-
mi, sollecite del trionfo sociale di certi principia Il
Bruno ebbe
amori.
altri
preoccupazioni,
altre
suo spirito mirava più
Il
alto,
a un segno che è fuori di tutti gli umani
consorzii; e
che
«
altri
sdegnò quindi anche
la gloria,
attende dalle moltitudini
Perchè
il
numero
:
de' stolti e perversi è
incomparabilmente più grande, che
pienti e giusti, aviene
mirare alla gloria, o
debba sperar
se
altri frutti
moltitudine de voci
risce la
ch'io
che,
lieto
voglio
re-
che partu-
tanto
,
de' sa-
successo
manca
del
mio
studio e lavoro, che più tosto ho da aspettar materia de discontentezza
molto meglior
,
e da stimar
silenzio, ch'il parlare.
il
Ma,
se fo conto de l'occhio de l'eterna veritade,
cose son
a cui
le
lustri,
quanto
tanto più preciose ed
talvolta,
pochi conosciute
,
non
il-
solo son da più
cercate e possedute
;
ma,
e oltre, tenute a vile, biasimate, perseguitate,
accade ch'io tanto più mi forze a fen-
dere
il
corso de l'impetuoso torrente, quanto
lì mistieisììio dei
Ennio
15
veggio maggior vigore aggionto dal
gii
bido, profondo e clivoso varco »
tiir-
(1).
Altrove, accennando alla guerra, che
le
sue
dottrine
logiche e cosmologiche
vano
in
Inghilterra, dove egli dimorò dal
158o
all'
«
onde
85
:
«
Se volete intendere
sia questo, vi dico
l'universitade che
dio, la
mi
»
,
dice,
che la caggione è
dispiace,
il
volgo ch'o-
moltitudine che non mi contenta, una
che m'innamora
in
incontra-
quella per cui son libero
:
suggezione, contento in pena, ricco ne
la necessitade, e
vivo ne la morte. Indi ac-
cade che non ritrao, come lasso,
il
piede da
non
amor
de
la
vittoria
per
se
stesi)er
ma per amor della vera sapienza e stu-
l'arduo camino.... Parlando e scrivendo,
disputo
sa...;
(1)
Lo
spaccio
(iella
hc^t'ui irionjdnti-,
in
Opcrv italiane di
G. Bruni» ristampate da P. dp: LaGari>k, Gottinga, 1888,
p.
405. Delle opere italiane
edizione,
critica
i
con note, curata da
C'UiHHieì
si
citerà qui appresso questa
contrassegnandola con
(Iella
filo-so/ia
me
la sigla
i.;o l'edizione
(Bari, Laterza,
moderua). di cni è uscitf)
])rimo volume, indicandola con la sigla U.
1907, Ira
fijior;,
il
Giordano Bruno
1()
dio della vera contemplazione m'atf'atieo,
mi
mi tormento » (1).
Il suo vero amore è l'amore dell'eterno
del divino, 1' amor Dei iìitellevtuaUs, onde
crucio,
e
precorse quel grande mistico della tìlosotìa
intellettualistica,
che fu nel secolo
succes-
sivo Benedetto Spinoza. ]S[novo misticismo,
male
clie
fa raccostare
il
nostro filosofo
ai
neoplatonici, benché sia innegabile, anzi notevolissimo, l'intìusso della loro filosofia su
La conoscenza del divino
Bruno non è estasi, o unio-
quella del Bruno.
propugnata dal
ne immediata, benché abbia per termine suo
appunto l'unione, per cui
ce, « do viene
un
tuale di quel
nume
dio dal
lo spirito, egli di-
contatto
oggetto
»
(2)
;
intellet-
ma
é
un
processo razionale, un discorso dell'intellet-
una vera
to,
e propria
bene a distinguere
sopramondano
(1)
G.
1,
(2)
Jk
ì'tìifiiiito
,
Egli bada
filosofia.
l'eroico furore, o processo
dello spirito
universo
e
—
« certa
mondi, iu
Opere
262.
Eroici furori, iu
Opere italiane, L.
]>.
641.
divina
italiane,
Il misticismo del
astrazione, per cui
17
dovegnoDo alcuni megliori
uomini ordinari
in fatto che
cie
Bruno
»
— in
due
ben diverse: una, per cui
« altri,
de dei o
spiriti
serno
fatti
stanza
spe-
per
es-
divini,
dicono e operano cose mirabili, senza
clie di
quelle essi o altri intendano la raggione; e
per l'ordinario sono promossi a questo
tali
da
prima indisciplinati e igno-
l'esser stati
come voti di proi)rio spicome in una stanza purgata,
ranti; nelli quali,
rito e
senso
s'intrude
,
divino
senso e spirito
insomma,
feti,
i
il
».
gl'ispirati, gl'in vasati
mistici veri e i^roprii
,
che
si
I pro-
da Dio,
annichilano
Dio con l'impeto dell'amore. L'altra
in
cie è quella, per
cui
i
filosofi
si
spe-
sollevano
razionalmente alla cognizione del divino
onde
« altri,
avezzi o abili
zione, e per aver innato
intellettuale,
alla
un
contempla-
spirito lucido e
da uno interno stimolo e
ver naturale, suscitato da
1'
:
amor
fer-
della di-
vinitate, della giustizia, della veritade, della
gloria, dal fuoco
del desio e soffio dell' in-
tenzione, acuiscono gli sensi; e nel
della cogitativa
me
razionale
G. Gentile.
,
solfro
facultade accendono
con cui veggono più
— Giordano
Bruno.
lu-
il
che
2
Giordano Bruno
18
E
ov(Uuariamei>te.
come
parlar e operar
line a
Dienti, uia
cieuti
».
detto,
i
come
Tra
prÌDcipali
ed
sono
effì-
come ho
,
veri e proprii mistici, passivi verso
la divinità che albergano
e
,
corre dire per chi parteggi
1'
cavallo pegaseo e
Ccibaìa
dsl
lenico
satire
amare
,
che
non
oc-
secondi
i
realizzano in sé lo spirito divino
,
al
vasi e istru-
artefici
che
primi,
i
non veguono
questi
,
autore
dell'
della
Asino
cil-
della santa ignoranza:
« Gli
primi sou degni come l'asino, che por-
ta
sacramenti
li
sacra.
Nelli
;
secondi
gli
primi
si
effetto la divinità, e quella
ra
e
come una cosa
considera e vede
in
s'admira, ado-
obedisce. Itegli secondi
si
considera e
vede l'eccellenza della propria umanitade
».
Bruno non è, dunque,
dice, un « oblio, ma una
L'eroico furore di
com'egli stesso
memoria
».
ci
Anche
camente neìV Oratio
valedictoria, letta all'U-
niversità di Wittenberg
vedere Minerva
est
^'(Mli
l'8
caecum
pere est stultum esse
(1)
vero, dirà enfati-
lui, in
(1)
:
marzo
fieri,
ma
1588, che
per liane
sa-
questa cecità e
Oliera latine coiiscripta, (ed. naziouak'),
I, 1, 7.
Bruno
Il misticismo del
questa stoltezza è
tutti
filosotì
i
la cecità
e
i
:
è la
e stoltezza a cui
devono andare incontro
vo-
sinceramente alla
tìlo-
lenterosi, se aspirano
vsofla
11>
cecità e stoltezza per
valori empirici
,
realtà
la
che non possono esse-
re la stessa realtà e gli stessi valori
tìlosofla.
Pure, con questa cecità e stoltezza
è troppo evidente che
più operare nel
lori empirici,
mondo
della
è,
in
mondo
a cui egli
il
tilosofo
della realtà e dei vasi
è sottratto. Il suo
un certo senso,
sto, in cui gli
non può
fuori
di
(pie-
uomini ordinariamente
agi-
non
i)uò
scono. In altri termini,
il
tilosofo
avere, se è tilosofo, interessi pratici. Questo
fu
il
pensiero vivo di Bruno.
II.
Il
valore pratico delle religioni.
Soltanto teiieudo presente questo concetto
(Iella
sopramondanità della
intendere
la
1'
,
in cui
la
Chiesa romana; atteg-
concentrano
si
del suo filosofare e
grandezza
jmò
atteggiamento del Bruno verso
Eiforma e verso
giamento
lìlosofia, si
si
i
risultati
configura tutta la sua
storica.
Xei dialoghi De
Vlnfinito, universo e
dopo aver dimostrato
la necessità dell'effetto
potenza
infinito dell'infinita
mondi,
di Dio, e
negata
quindi la possibilità dell'arbitrio del volere,
perchè
tale è la
« (luale è
potenza
1'
»,
atto
,
tale è la volontà,
soggiunge:
lodo, che alcuni degni teologi
«
Tutta volta
non admettano
questi sillogismi; perchè, prò vidamente consi-
—
23
—
,
Bruno
Giorddììo
24
derando, sanno che
concipere
come
popoli e ignoranti
gli rozzi
con questa necessità
vegnono a non posser
i»ossa star la elezione e di-
gnità e meriti di ginstieia; onde, contìdati
sono necessa-
o disperati sotto certo
fato,
riamente sceleratissimi ».
E ancora
:
«
Quel che
è vero, è pernicioso alla civile conversazione,
e con trario al line delle leggi;
ro,
ma
che malignamente
che
quei
il
trattano,
di
costumi
».
verità della tìlosotìa,
la tìlosotìa.
quanto per
non son capaci de intenderlo
senza iattura
La
non per esser ve-
per esser male inteso, tanto per quei
La
insomma, è solo per
verità della vita pratica, e della
stessa religione, in quanto istituto sociale e
chiesa institutrice dei popoli, può e talvolta,
secondo
il
Bruno, deve essere una verità
metralmente oi)posta
Bruno, dunque,
alla
verità
della
diatìlo-
il
fastidito, potete voi
immaginarvelo montato
sul proscenio d'un
sotìa.
teatro per esporre la nolana tìlosotìa, ad un'accolta di sodalizi popolari
?
Certo, egli per suo
gusto non sarebbe mai entrato in contrasto
con
i
degni teologi, che insegnavano dottrine
contrarie alle sue.
E
quelli,
che oggi del
nome
25
Il valore pratico delle relighiii
Bruno
di
si
servono per combattere
essi
i
de-
gni teologi del tempo nostro, e per combat-
non nel giudizio
terli
deitìlosotì,
—
j)ei
quali le
dottrine di questi teologi appartengono a
un
passato lontano, che forse non occorre più
— anzi
nel giudizio degli
onesti
operai delle città e delle campagne,
Bruno
De V
infinito
criticare
li
;
avrebbe bollati
bollò
De
i
luterani
servo
,
arbitrio
,
come
nel
propagatori della dottrina
chiamandoli
,
di leggi, fede e religione»,
i
«
corrottori
quali, « volen-
do parer sa vii, hanno infettato tanti popoli,
facendoli dovenir
più barbari
e
scelerati,
che non eran prima, dispreggiatori del ben
fare, e assicuratissimi
darla
,
per
le
ad ogni vizio e
conclusioni
mili premisse »
ribal-
che tirano da
si-
(1).
Le vere proposizioni », protesta il Bruno,
non son proposte da noi al volgo, ma ai
«
«
sapienti soli
,
che possono
l'intelligenza di nostri
principio
(1)
depende
,
In Opere italiane, G.
che
l,
aver accesso
discorsi.
gli
293-4.
Da
al-
questo
non men
dotti
Giordano Bntno
sanno,
cl.e '•\*''"«
, esser
popob che de
.tUnzione di voz.>
^e' 8
e la demonsn-a.,one
tri
,
governati,
Uati^i,c.esannog— -«-^^^^
^««"«'''
'*•'''."'"'
ii:
si
brun.ana, che non
della tìlosotìa
^
quando si ta -^PP^»^
dimenticare,
non e e
dovrebbe
«a
^^^^^^
o, s
c'è legge,
pel Bruno non
ogg> s. or
Quell'assurdità, che
velioione.
senso spe
vuota d'ogni
in frase
,
""ITd. Sto ateo
e
si
>>,
ap.
per Bruno era
sostanza etica.
qualche cosa, una
è sempre
sostanzialità, che
Itrà
la
Ou.
di
la realta as
è per l'appunto
tutte lereah
Dio
r
irl^àcheèprincipiodi
nerchè
rSa
il
fondamento d'ogni
'poS dico,
(1) Ivi,
P«g-
sostanzialità:
quest.
concepire diversamente
-^^-
Il valore prritk'o delle relii/ioui
sostanzialità; e oggi
come nn
lontà,
lontà
dì
deve concepire non
rispetto
là
ma come
stessa; ma
si
27
umana
alla
l'intima essenza
vo-
della vo-
negarla, è negare la realtà
dello Stato, scalzare la legge e distruggere
quel valore, che
all'uomo
s'
è
vaso
veduto
l'
,
di Dio, sacro
vuol rivendicare. Bruno
Dio contrappone
di
uomo
per
sta negazione,
si
la
non
ed
artetìce
come
,
eflftciente
sua stessa umanità. Quedel divino,
ma
solo della
trascendenza del divino, importa, se mai,
nità della legge e dello
non
gione,
clama
,
Stato
la separazione,
e quindi
con
che oggi
l'u
la relisi
pro-
V eliminazione del divino
E
dalla legge e dallo Stato.
forse gli stessi
propugnatori dell'ateismo dello Stato inten-
dono negare piuttosto
il
Dio trascendente
che ogni Dio. Ma, anche in tale supposto,
Bruno non può dirsi che sia con loro.
Perchè sittatta immanenza basterà, pel Bru-
il
no, alla demonstrazione
iW
sanilo governar se ed altri,
zione dei rozzi popoli,
vernati. Cioè
come
il
:
il
che
concetto
contemplativi^ che
non
alla institii-
denno essere
dell'
go-
immanenza,
concetto dell'identità della libertà
Giordano Bruno
28
„la sua
"'""
"li
rwd
'"''^^Tlil
necessità razionale
non
,
velo spirito
Dio soltanto per
o"el«iosofo,chenonhaia
legge
già la «tessa
se, anzi è
di se
fuori
legge
negazione d.
*°"'^-^°^T;Ieiuol,
spinto
è per lo
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Dio
r:;r::r .ut
-''"
tgedev.
la
culla
per cu
^^^^
liesto
spi.
posiesser legge
e
^.^.^^^ ^^.
cui
.1
per
tiva,
^^"".^,,„,,,,
è ancora
"^^
la ''^«Seattivo, per cui
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diverso da volere
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rito,
.ordinato,
or^
senso
.
.
niente
~
>'i— en-^
ciagn
In
le,g fatta
la ìeo-ae
lo »** °di divmo;
^^ ^^^^^„o e
appausce
menfaltro che umano,
razionalismo
è il
Questo e
"'onesto
seinqnestiternain.
„^„ ,,
^.^^,^ente
bruniano:
clericale
ad^
,
«tesso terreno,
il
tri
i
t.ri.
SI
f-«7 ^
clericali
Questi
e
i
sono
^J^^ti Uberi
cosidueti
partiti
di tutti
è al di sopra
pon-
.^^^.^
si
^-"'^"*\\r:„ote
Bruno non simnov
su cui
e
,
P--^^^^
partiti, studio
^
^1-
pensa,
/;^,
39
Il valore pratico delle religioni
hanno una ragione
l'eterDa verità. I partiti
Bruno, in quanto
storica, e
della storia.
E
questa verità
,
satori
pensiero
consentire
:
non
assoluta, e che
c'è
una
losofi,
a sé
il
afferma
storia
tìlosofare
Nolano
del
della
in cui clericali e liberi pen-
vogliono
se
,
fuori
tilosofo, è fuori
sia
quindi religione; ora,
religione dei contemplativi
che è
la filosofia,
suo Dio; e
il
legge che non sia legge
c'è
non
e seguire
devono certamente
,
c'è
dei
,
fi-
per cui l'uomo crea
una religione
dei po-
poli, che è la religione propriamente detta,
del
Dio ignoto
che crea l'uomo
,
buona volontà
legge, e la sua
sua stessa conoscenza di
,
quindi, la
e,
Dio.
e la sua
Una legge
senza nessuna di queste religioni non è legge:
uno Stato
non ha valore
sofo
non
è lo
è lo Stato del
fuori
di Stato.
Lo
Stato
del
filo-
Stato del popolo; e se lo Stato
popolo o
da essere anche
può
tutte le religioni,
di
,
per lo
meno
Stato del popolo
lo
,
,
ha
non
separarsi dalla religione del popolo, sen-
za restare per esso destituito d'ogni valore.
Certo, la storia, lo sviluppo graduale della
pubblica cultura
,
elevando a poco a poco
Giordano Bruno
'A(\
popolare e
la coscieuza
divino, genera
via
il
via
suo concetto del
il
contenuto sempre nuovo e
contrasto
tra
il
forma sempre
la
vecchia delle pubbliche iustituzioni. Quindi
l'attrito de' partiti, e
to,
il
i^rogressivo,
ma
di cui ci
ha parlato
il
Bruno, che è per se
stessa sacra. Quindi, diciamolo pure,
;
;
;
len-
lentissimo realizzarsi di quella umanità,
popoli civili verso
gresso dello spirito dei
la filosofia
quindi la ferma
;
pro-
il
,
quanto
per
spesso oscura, certezza che l'avvenire non è
de' teologi,
j
ma
de' filosofi, per dirla con
mini del Brano; non è dei
oggi
si
dice
dello Stato.
,
sì
Ma
dei
clericali
difensori
,
della
i
ter-
come
laicità
questa certezza, nella scienza
consapevole della natura dello spirito umano,
non i^romette una
ce, catastrofica,
sitive
vittoria,
per cui tutte
cederanno per sem^jre
filosofico,
intimamente
nità dell'uomo;
il
come
si
di-
le religioni i)0-
luogo
al
senso
religioso, della divi-
ma una
infinita evoluzione
dello spirito religioso verso la filosofia; co-
me
a dire,
un
infinito progresso nell'orien-
tazione filosofica della vita pratica. Progresso,
Il valore
quanto
che, iu
pralko
intiiiito
31
delle religioni
,
non avrà mai
ter-
mÌDe; onde una qualche sorta di clericali
sarà sempre, diversa dalle passate,
ma
ci
viva,
invincibile, insuperabile. Perchè, secondo
il
detto profondo del Leopardi, nessun maggior segno d' esser
sotb,
ta.
poco savio e poco
che voler savia e
La
spirito
tìlosotìa
,
il
ftlo-
tìlosolica tutta la vi-
^ un momento
detìnitivo; e perciò
ideale dello
non
j)uò esser
mai una realtà empiricamente determinata,
una condizione
storica
dello
spirito in ge-
nerale.
Qu( sta variabilità storica delle forme
con
ligiose,
quali
le
il
J^runo
gl'in stitutori de' popoli, o,
come oggi
rebbe, le classi dirigenti devono fare
è
da
lui
Ugioni, e
Ma,
re-
sostiene che
si
di-
i
conti,
accennata già quando parla
di rc-
ùon
nello
di religione.
Spaccio della hestia
trionfante,
della religione di Cristo, raffigurato in Ohi-
rone, vi dirà
:
«
Perchè
l'altare,
il
fano, l'ora-
torio è necessariissimo, e questo sarrebe va-
no-senza l'administrante; però qua viva, qua
ri
magna, qua perse vere eterno
,
se non
di-
,
Giordano Bruno
32
spone altrimente
re:
Fato
il
»
non
valore del cristianesimo
il
Yale a
(1).
di-
consiste
propriamente nell'essere quella speciale
ligione che
E come
in
il
è,
ma
una
nell'essere
cristianesimo
,
re-
religione.
tutte le religioni
quanto adorazione del divino, lianno pel
Bruno un assoluto valore
a prescindere
,
dalle loro determinazioni particolari.
Onde,
della religione naturalistica degli Egizi nello
stesso Spaccio, dice clie « que' ceremoni
ma
erano vane fantasie,
cavano
perchè
certo
le
,
«
proprie
sicome
orecchie
la
degli
modo per quanto che
s'
Dei
comunica
si
»
;
descende in
divinità
natura, così alla divinità
non
vive voci che toc-
alla
ascende per la
natura, cossi per la vita rilucente nelle cose
naturali
si
monta
a quelle
».
«
alla
vita che
Conoscevano que'
sere nelle cose; e la divinità
,
soprasiede
savii
Dio
es-
latente nella
natura
,
mente
in diversi suggetti e per diverse for-
(1)
oprandosi e scintillando
Opere, L. p. 555.
diversa-
Il valon' pratico
me
con
tisiche,
tecipi di sé »
E
(ielle
certi oidiui
relù/ioni
IVS
venir a far
]>ai-
(1).
del politeismo greco interpetrato,
per altro
cristianesimo
il
dare
nomi
ai
in realtà
come
si
deve ba-
non adoravano Giove
«
ma adoravano la
Ini fusse la divinità,
divinità
evemeri-
posticci della divinità; giacché,
Greci
i
,
,
stesso
sticamente, ammonisce, che non
come
come
tiisse in
Giove. Di maniera
che di questo e quell'uomo
lebrato altro che
nome
il
non viene
ce-
e representazion
della divinità, che con la natività di quelli
era venuta a comunicarsi agii uomini, e con
morte loro
la
s'
intendeva aver compito
corso de V opra sua
o ritornata in cielo
,
Le
forme
un
valore contingente
diverse
della
sta vicissitudine delle
e
religione
storico
eterni
(senza
».
hanno
e
que-
forme non pregiudica
l'essenza della loro divina sostanza.
numi
;
il
«
Cossi
li
ponere inconveniente
alcuno contra quel che è vero della sustanza
(1)
rj.
In Opere
Gentilk.
italiane,
— Giordano
L. pp. 529-:ì0.
Bnnio.
Bruno
(TìordaHo
.'U
divina) lunuio nonii temporali altri
in altri tempi e altre
vedere
})er
nazioni
manifeste istorie
seuse fu nomato Mercurio
nomato Giove
lileo fu
;
,
trovò in
ora
all'
,
Paulo Tar-
clie
e Barnaba Ga-
non perchè fussero
ma
perchè
che quella virtù divina, che
]Vrercurio e
presente
Giove
in
altri
si
tempi,
trovasse in questi
si
,
come possete
:
creduti essere que' medesimi dei,
stimavano
e altri
per
,
relocpienza e persuasione ch'era nell'uno e
per
tro
gli utili effetti
che procedevano da
l'al-
».
«
dunque
Ecco,
me mai
furono adorati
l)olle e rape,
crocodilli
conchiude Bruno,
»,
,
ma
galli
gli
e
crocodilli, galli,
Dei, e
altri
« co-
;
la
la
divinità
quale
,
ci-
in
in certi
tempi e tempi, luoghi e luoghi, successivamente, e insieme insieme,
e
si
siano mortali
(1)
si
trovò,
trovarti in diversi suggetti,
Opere
itdi..
»
(1).
L.
ÒHI.
si
trova
quantunque
IIJ.
Bruno
e la Riforma.
Data questa convinzione, clie
il
Bruno
ave-
va, dell'equivalenza pratica, e però contin
gente, di tutte le religioni, qual meraviglia
che
no
il
Bruno, giunto nella Ginevra
nel 1579,
religione
di Calvi-
dopo esser dovuto uscire dalla
domenicana per
l>rocessi attiratigli dalla
ett'etto
dei
primi
sua indifferenza ver
so gii amminicoli delculto cattolico;
avendo
quivi appreso dagl'italiani, che vi erano
fugiati,
po, se
che
non
«
si
gione di essa
(I)
non poteva
star
lì
longo tem-
risolveva de accettar la
città »
Documeuti veneti
in
(1)
P>khti
2* edizione, p. 394.
—
:
37
—
qual
,
rit((
ri-
reli-
meraviglia.
di
(.'.
Jìikho.
38
(ìiordiiiio
llniiio
momento abbia creduto di
il calviui.smo ? Non sap1579 il suo giudizio sui dommi
per im
elle egli
potere abbracciare
piamo
se nel
della protesta
fosse formato (quello che
si
abbiamo accennato, appartiene
come
se,
è probabile,
vorevolmente
il
strettamente connessi
,
:
Bruno giudicava
d'allora
fin
al 1585)
due
i
ma
sfa-
principii,
della Eiforma, della
negazione del libero arbitrio e dell'assoluta
giustiticazione
Ginevra
che in
ogni religione.
schiettamente
che
veduto
,
coscienza
è
Bruno
di
già, s'intende,
ma
religiosi,
paion
di
certo
;
calvinismo all'assenza di
Non
tivi
s'è
la
,
il
tivi
soli
fede
la
dove sola religione era
,
quella di Calvino
doveva preferire
per
degni
al
per quei mo-
Bruno
valere a difesa
gione, in quanto istituto
per mo-
ogni
d'
sociale
,
:
i
come
reli-
motivi
pratici.
Per Bruno, come pel Campanella
(1)
« Tvii" ])t>poli
]ii
iiiiiiiiciziii
sità di religione separante gli
la
;
onde
«
quante
tìate
i
si
la re-
luantieue per la diver-
animi
Principi
(1),
»
dice
daran
il
Campanel-
libertà di os-
servare (inaisi voglia sorta di religione, subito diventano
Uruno
39
Ixifuimn
in
e
insomma, come
la
costituzione politica e la leg^e positiva di
un
un paese
ligioiie di
poi)olo
to,
:
le quali
ma devono
come dotate
versie
«
si
è,
possono criticare in astrat-
essere osservate in concreto,
di valore assoluto.
— come chiama sprezBruno — che in tempi nostri
il
li
grassano per l'Europa
dannate massime per
i
danni
sociali
taute. opiuioui,
contro-
le
suscitate dai Riformatori,
religiose,
questi grammatici
zantemente
E
sono dal Bruno con-
»
guerre,
le discordie, le
che venivano a produrre.
<|uaute
souo
teste
scouo diseordie e gare, alle quali
ili
i
uoiuiiii
onde
;
uè Iteue possono rimediare, perchè restano sempre
discordanti, donde le guerre de' corpi e le
liti
i
cuori
de'
Inni
nascono». E, «se Ginevra, Sassonia con Inghilterra
questa setta tenuta
,
han però escluse
unite dentro, e ciascuuo di questi
suo modo; e
le loro
in
vìnitffi
e altri
(licata
dal Campanella see.
poletano,
orig.
e
della
]!.
le
1875
eretici,
,
I
,
78-80.
canne della
1'
domiuii ha
la
sua a
ma
dalla
politico contro Luterani, Cal-
Fiorkxtixo. La
un
liau
altre per star
osservanze non dalla setta,
dependouo». Dialogo
politica
iia-
principi uè seiniìre,
Ms
Vedi
Riforma
Acc. Lincei (classe se.
inedito,
pure
ri/,
reiiy.
()iti-
ni4 Giorn.
Xa-
G. S. Fklici, Le
secondo
T.
mor),
voi.
('.,
nei
llend.
VI. 1897.
«
\>(la
/Spaccio
,
togliere
Giudizio)
(il
«
»
,
dice
Giove nello
se apportano altri frutti
conversazioni
le
dissolvere
('or<lie,
tì<ili
Bruno
(TÌorditiio
4(1
da' padri
unioni
l'
di
far ribellar
,
servi da'
gli
,
che
dissipar le con-
,
i)adroni
gli
gli
,
sudditi da' superiori, mettere scisma tra popoli e po])oli,.., fratelli e fratelli...
portano
clusione...,
coltello
prossimo
togliendo
al
in con-
ovunque entrano
,
divisione e
della
spersione,
E
fuoco della di
il
tìglio
il
il
,
al
j>adre
prossimo, l'inquilino a la
,
il
i)atria,
e facendo altri divorzii oriendi e contra ogni
natura e legge »
(1).
Sciolta da Lutero l'unità degli animi ce-
mentata
dal r unità delle credenze religiose,
nostri tìlosotì
vedevano prevalere certe
denze individualistiche
dissolvitrici
degli
,
che sono
organismi
le
sociali.
i
ten-
forze
E
il
Gami>auella, fiero avversario della Eiforma,
notava piacevolmente che
farsi
(1)
(loU'o
(it(iiie
Spaccio,
II
«l«'<>ii
«
ciascuno
pare
nuova
o[»inione
(Icdicn
Mll'inip. R<>-
Arficuli ceiituvt et sexdf/iiitd adr.
ìnotheiiiaticofi
grande, (piando uiui
I..
}>hil(»<o]ilio><
165 e
ili
1:66.
Opera,
I,
Cfv.
in,
lii
4.
Bruno
trova
:
intanto
e
che
lo
ci
Riforma
41
un Polacco
fu
,
che
voleva credere ad una religione a cui nessun altro credesse; e quando vedeva, che
alcun altro riscontrassesi con
grandemente
lui, si
lagnava
ciò
onde non la comunicava,
non avesse compagnia nella credenza,
me
che Cristo per
:
lui solo fosse
morto
acco-
» (1).
L'interesse pratico sta, dunque, al di sopra
propriamente spe-
dell'interesse religioso, e
culativo, siccome noi l'intenderemmo, delle
singole confessioni religiose
teresse pratico a Ginevra
il
:
e per quell'in-
Bruno non avreb-
be potuto onestamente non abbracciare
il
calvinismo.
E
così
ninna meraviglia, se nel citato
di-
scorso d'addio recitato nel 1588 a Vittem-
berga, dove la
nuova religione era nata:
in quell'Università tutta jjiena delle
rie di
Lutero, che in essa, insegnando, ave-
va intrapresa
la critica della tradizione pe-
lagiana della scolastica
sità,
che
Magonza
(1)
memo-
lui
:
quella
in
Univer-
ramingo, venuto da Parigi per
e Marburgo, accolse ospitale e sot-
D'kiUxjì) cit..
FlOi?KNTlX<».
1.
e.
ji.
SO.
(riordino linttio
4L*
trasse alle ingiurie della i)o verta, pel favore
appunto
luterani, clie allora vi prevale-
(lei
vano, e gli permisero pubblici corsi di
senza chiedergli conto della sua
sotia,
gione
in
{ìieque...
prohatum
reli-
vestrae reUif/ionis dogmate
ninna mera-
vel interrogatinn) (1);
dopo due anni
viglia che, sdebitandosi
studi tranquilli
jSlo-
di
mercè quei luterani potuti
per compiere forse talune delle
proseguire
opere maggiori, cui egli intendeva raccomandare il suo nome, onorato pubblicamente come
mai era stato in ragione
della sua alta intelli-
genza e della sua vasta dottrina; sciogliesse
un inno
berga,
alla
maggiore
nuovo Alcide,
«
al
gloria
di
Wittemsu (pielle
sorto
rive dell'Elba, a trascinar fuori dall'orco te-
nebroso
alla luce del sole
il
nuovo Cerbero
insigne per la sua triplice tiara
e costrin-
,
gerlo a vomitare l'aconito, trionfando delle
porte adamantine dell'inferno, di quella città
chiusa da
(1)
liaita,
Vedi
lii
triplice
muro
prt'lii/iom- al
in Oliera
]>t
,
e per
Lampadf
latine conuciipta.
II,
ii.
nove
giri
coiiihinatoria Lii-
231.
Bruno
lUfariìKi
In
e
4-")
Stretta rtall'ouda stigia che vi scorre per en-
tro
»
(1)
(1).
Quest'elogio di Lutero, purameute
Optra, 1,1. 20-1^1: « Cuiii fortis
vibus et euse, fiaudibus
illc
astubus et
vi,
t't
pocrisi et feiocitate, vulpis et leo
viearius
.
sub titulu diviuae sapieutiae
et
tviauiii
plusquani
fernalis. superstiti oso cultn et iguoiantia
tali,
aimatiis cLi-
violenti;», liy-
Deo
simplicitatis
gratae. iulìceret universum: et roracissimae bestiae
esset qui auderet adversari et obsistere centra
sponendo indigno
t'elieioreni
et
et
non
prò di-
,
perditissimo seeùb> ad nielioreni et
tormani at<|ue statum
mundi pars
iuVtvii-
,
potuit
protulisse
tanto ipso Hercule praestantiorem
([uae reliiiua
nobis
,
gocio et instrumento maiora perfecit
perfecisse dieaiu euni,
est
adoisiis
Euiopae
Abideni,
(juanto faeiliore ue?
An non enim
tam strenue atque
([ui
negoeium tam egregium
illuni
?
.Si
etiam
frugaliter
quippe niaius
et
longe peruieiosius inf)nstriim omnibus, quae tot ante seculi extitere,
De
l'nde
peremptum
vides.
clava noli <iuaerere, penna fuit.
ille f
Unde
ex ubertate fontis
tricipitem illum
?
Ex Germania, ex
istius.
Hlc
Cerberum
vidistis vos, et ille solem.
est
ex
ripis istius Albis,
triplici illa tliiara
tenebroso-
Hic stigius
aconitum evomere. Hic vester
eductum orco
ille
et vetras
adamantinis inferni portis, de civitate
insignem
canis coactus
Hercules de
illa ti'iplici
circum-
44
(ìiordtiiio
ii^ttoiico e
r>nni<)
privo d'ogni allusione
conte-
al
nuto particolare della sua Riforma, che
tro
può essere
se
non
al-
l'espressione del vivo
senso di gratitudine e di ammirazione, che
l'animo del Bruno doveva naturalmente pro-
vare verso questi
dai (piali per la
prima volta
ciato d'Italia, era
ogni parte
d'
generosi
seguaci
,
di lui,
dacché
cac-
,
andato peregrinando per
Europa
in cerca di pace pro-
pizia al suo fervido culto della tìlosotìa, era
stato reso
di
d:it;i
liberale
omaggio
umano
universale amore
muro,
iiovies
(|u;iiii
,
]>itiiti
illi
ol>edÌ8ti
divinuui
,
,
suo
al
luoem,
audisti
luirreudo principibus
,
iitipK'
ti-
tiinm-
cdi'icet,
yiflisti
ispiritum
spirito
colisi-
piaeci-
vegibus
inermi occuiristi, verbo oppugnasti, vepuguasti,
obstitìsti, restitisti.
atiiuc tropliaeum
(1)
(1)
Styx iutcìfusa
luceiu,
Liitliere,
,
fxcitauteiu
devasti
iiiiiuico
et
Vidisti
7)1i:ivit.
suo
al
«
Vos me
strae relligionis
et liostis superbissimi spolia
suscepistix...
liostili,
».
hiuiiiiiem..
dogmate j^robatum
tantum »|uod non
lauthro]»ia
vicisti,
ad superos evexisti
..
nciiue iu Ae-
Tel iuteiiogatum, seti
sed tram[UÌllo general icpie
plii-
praeditiim sjìiritum. pliilosopbieaeiiu'^ ])rofes-
si(mis tituluin (quo.
vortioso, luinìuieque
tamquam minime
teuqioribiis
.
seliismatico et di-
locis
occasionibus(|ue
Bruno
tolo
e
i>rofe8sioTie
(li
1(1
45
liiforìtut
tilosotìca
a (jiiesto
;
ti-
tolo,
onde, nella prefazione d'un libro dedi-
cato
proprio
al rettore
demico dell'Università
voglio
»
,
siasi altro
me
Bruno
dice
di
acca-
Witténberg —
godere e vantarmi, tamquam mini-
schismatieo
minimeque tem-
et divortioso,
poribus, locis occasioìiihusque suMectof
Atene tedesca
quella
aveva visto per
anche
il
lì
,
»
In
con ammirazione
egli
prima volta, non una
la
scuola privata, e quasi un
servato,
« io
più che di qual-
«
,
senato
e al
conventicolo
ri-
ma una
università vera: perchè, se
spinto,
— egli confessa, — secondo
costume della sua indole, da amore troppo
acceso delle proprie
idee
,
Bruno aveva
il
proclamata nelle sue pubbliche lezioni dottrine,
snbiecto
che spiantavano
,
iiiaxiine
gnndcif
et osteudi » Pief. al ]>e
II,
230-31).
gli
spiriti
È da
la tilosotìa
.irlt»i;iii(iii('
Lampade
non
volo) pi;ie
soh>
in»-
tuli
combiiialoria, in Operali,
noture. qìwatii pliilaiifropliia, ])io]ìri a di-
cho sono
al di
là di tutte le
forme religiose,
in contrapposto alla luisiintropia dei promotori della Ki-
forma, generatori di scismi:
»ug(/e.sfio)n-
mÌHanthropon
rituum miìiisierioque Ery7Uiiiini infernaUiiiii: Opera
I,
sjii-
iii, 4.
(riordaiio Jiiìino
Uì
(la
([liei
coli e
professori approvata,
ma
quasi per tutta ricevuta
da più
quei profes-
;
sori, tutt'altio elle
amici per
di dottrine siffatte,
non arricciarono
non acuirono
enliaron
le
strepitarono
come già a Tolone, a
non s'accese il furore
dice il Bruno a quei
l>arola gloriosa
hertò filosofica,
:
Parigi, ad
istituto
il
naso,
di lui si
i
pulpiti,
Oxford
(1);
scolastico. « Illibata
professori
« illibata
il
»,
con nuova
voi serbaste la
ne macchiaste
vosti-a os])italità »
loro
né contro
zanne;
gote, ne
le
se-
li-
candore della
(2).
Al Lutero maestro
di
<iuesta
Univ^^rsità
vera, in cui la religione tollerava la lììosofia,
riconoscendole
libertà, a
il
diritto
questo Lutero,
che
il
le è
proprio della
Bruno rende qui un
elogio meritato secondo la sua coscienza di
pensatore; che al di sopra di tutte le religioni
colloca la religione
,
razione del divino; e
(1)
Circii
il
siid
Opero, II.
il,
intuizione e adodel rapporto
iuseyiiamciito nd OxIVìid. vodi In
nota in Opere ilalinnc,
(2)
come
al di soi)ra
(ì.,
282-3.
I.
97.
niiii
Bruno
e
Elfonud
la
47
mistico (lell'iioino con Dio, proprio della
re-
un misticismo superiore,
a Dio si eleva per gradi intel-
ligione, riconosce
onde l'iKnno
mercè
lettuali e razionale discorso,
della iilosotia
(1).
— notò
« liiMic ])(>tcv;iii()
(1)
(li
cIoijìo
([Ut^stn
torin —
nostri
i
Ijiitero,
[jutcìo chr
(li
del
i>t'iis;it(iii
Fklici
il
,
proposito
il
O ratio
valedic-
ammirare
h'iiiascimtnito
iu
l'eroe dell'emaucipazioiio del ix'iisiero e della co-
nizioiic d'ima
il
massime
dov<'va,
occhi del cruccio,
<iii
della eor-
tlagello
tempo che
chiesa che, forse giusto nel
Ivit'oi'ma,
hi
i\]V
ric(irv(i
scienza religiosa dal giogo papale,
gni
furore
il
rimirasse
la
se-
cogli
che mai dare imagine delle stalle
i)ifi
d'Augia reclamanti un Ercole che
tevano anche arrestarsi
spazzasse
le
ma
;
po-
imro lato negativo del-
([uesto
a
l'opera sua»: Marcello Paliiigeino Stellato a propoHÌto delle
axserite une relazioni con
la
Riforma, iu Rìik Hai.
1S97, 1,362. L'osser\azione è ingegnosa,
non mi scmltra
un
na;
se
certo punto,
ma
si
([uello
meno
il
esatta..
il
lato
significato
considera
E vero che
nel
il
negativo
del
passo
cotesta
osservazione
riforma
dell' 0)7//(()
contesto non
può
,
sulla fine del
a iiuello che di
lih.
X
filon.,
io
ci
coirisponde
Lutero dice
(hdlo Zodiacus vHae.
il
fino a
lutera-
rah'dictoria,
essere
se
non
vedo. Tanto
alla
di altri nostri pensatori del ln'inascimeiito; e uè
particolare
di
storicamente
Bruno ammira,
della,
molto speciale e personale che
poi
ma
mente
anche iu
Palin(ìeni()
4<S
Né auehe
Giordano Brutto
questo elogio
giudizi che della
nei dialoghi
De
Kiforma
contrasta
egli
aveva
con
i
recati
rinflnito e dello Spaccio.
IV.
La genuflessione
G. Gentile.
— Gierdanv
Bnino.
di Venezia.
Se
si
tieu conto delle idee
valore delle religioni positive
può pensare che
le
<lel
,
Bruno
sul
uè anche
si
sue dichiarazioni e la sua
sottomissione di Venezia
al S. Uffizio, detrag-
gano nulla alla eroica fermezza del martire di
La genuflessione di Bruno
otto anni appresso.
del oO luglio 1592 è la genuflessione,
tìh>solo,
ma
e
doveva
del
del povero Filippo Bruno, che
già spontaneamente
meglio per
non
lui;
aveva pensato
— non
che
aveva che 44 anni,
sentirsi nel vigor
maggiore della
sua intelligenza e nel bisogno più stretto
fermarsi
nigno
una
cielo,
volta; possibilmente sotto
dov'era nato, in quella
gradita dal cielo
,
il
«
il
di
be
regione
e i)0sta insieme insieme
—
51
—
Giordano Bruito
52
talvolta capo e destra di (iiiesto globo, go-
vernatrice e domitrice dell'altre generazio-
sempre da noi ed
e
ni,
disci})line,
di,
sie »
(1);
altri stata
madre
maestra, nutrice e
stimata
di tutte le virtù-
umanitadi, modestie e corte-
— che
il
meglio era per
lui cercare
d'ottenere V assoluzione de' suoi eccessi pase la (grazia di poter vivere in abito
sati,
ricale fuori
della religione
cle-
(2).
Se n'era aperto col Padre reggente fra Do-
menico da Nocera;
S.
Uffìzio,
to
il
il
depose appunto d'aver incontra-
Bruno quando da pochissimi
giunto a Venezia
ossia sette
,
prima del processo
^<
quale, interrogato dal
:
giorni era
o otto mesi
e questi avergli detto,
che teneva pensiero risoluto quetarsi
opera
dar
neva
in
a comi)orre un
mente
,
e
libro
quello poi
,
,
che
:
e
te-
con mezzi
importanti di favore accompagnato,
appre-
sentarlo a sua Beatitudine; e da quella octiner grazia.... e vedere al fine di posserse ri-
(1)
Opere italiane, G.
(2)
Docc. veueti, in Berti, p. 396.
I,
152.
La
aW exercizio
stare in
Roma;
ferale,
mostrare la sua virtù,
e
e
ivi
53
Veuecia
[lèuuflessione di
darse
e
lic-
di accapare
forsi alcuna lectura »
(1).
E terminato
infatti
quel libro Delle
arti liherali, la
fretta
sette
d'andarlo a stampare a Francoforte, fu, co-
m'è noto,
uomo
di
motivo che spinse quel
il
messer Zuane Mocenigo
Marcoantonio
clarissimo messer
ziare
il
il
a denun-
doveva
gli
inghiottire.
proprio con questo ani-
libro, prei>arato
mo, che
la
tìglio del
maestro all'Inquisizione, per preci-
pitarlo nel baratro che lo
E
,
tristo
impetrasse
perdono papale e
il
riammissione nel clero secolare (non nel-
l'ordine suo
lari,
nella
«
ritornando
acciò,
mia Provincia, non mi
faciato che io fosse
manoscritti
tuttavia al
(2) »)
— che
diritto
Sicché, anche a
e
così
era stato, con altri
S.
il
degli
gnato all'Inquisitore
Kegu-
fosse rin-
apostata,
stato
disprezzato da tutti
suoi
tra'
Uffizio
studiosi
nega
— conse-
di Venezia.
non tener conto
della sua
dichiarazione di pratiche fatte, già varii anni
(1)
Docmnenti veueti,
iu
Bekti,
(2)
Vfdi Docc.
iu
Berti,
citati,
Vita,
\t.
397-X,
427.
(lionlano Jlmiiu
~i4
prima, in Fiancia, certamente
Bruno per tornare
in
del
passi
i
grembo
alla
Cliie-
sa cattolica erano cominciati parecchi mesi
prima che
egli
in cospetto del
trovasse
si
Tribunale veneto; e la sua genuflessione
S.
bisogna dire l'avesse deliberata quando era
ancor lontano pur dal sospetto del i)rocesso;
e che
da un pezzo
mandare, come poi
mente perdono
tutti
li
domandare
fece, a
Sùjnore
al
Dìo
e
alle
rappresentanti
illustrissime
rie
disposto a do-
fosse
ei
errori commessi
(1).
di
umil-
Signolui
L'aveva,
,
de
quella
genuflessione, deliberata e fatta nell'animo
suo senza pressure di minacce, senza immi-
nenza
di
i)ene
:
l'aveva in animo già men-
tre insegna \ a tuttavia all'indegno
che
«
non v'era
(nel
mondo)
se
Mocenigo
non igno-
ranza e ninna religione, che fosse buona; che
la
cattolica gli piaceva più delle altre,
che questa ancora aveva bisogno
regole, e che
(1) Dticc.
(2)
0.
e.,
non stava bene
veneti, in
p.
3.S2.
Beuti
p. 42^ì.
così »
di
(2);
ma
gran
e
la-
La
Venezia
(jenufessioìte di
sciava (liftondere anche a Venezia,
.")5
come già
altrove, che egli iiou avesse alcuna religio-
ne
(1).
Quella genuflessione
una debolezza
come
,
che per
le
sue idee
la vita,
quando
Venezia
1'
ciò
pur sembrata a
è
animosamente
divenne necessario.
il
non aveva dovuto
nostro filosofo, per quel-
far
per aderire
coscienza
Eoma,
cattedra, e
A
era sonata,
motivo pel quale a Ginevra
stesso
vere a
diede
ora del martirio non
secondo pensava
una
non tu
,
ammiratori del carattere del Bruno,
tanti
lo
adunque
,
coni' egli
forza
al
propria
alla
calvinismo.
desiderava
egli
;
Vi-
avervi
negli ultimi anni della tra-
vagliatissima sua vita potervi attendere tranquillo alla
sistemazione
detìnitiva di
quel
pensiero filosofico, che tumultuosamente gli
era pullulato nella mente nel breve periodo
di
un decennio
partengono
(1)
Vedi
Bkkti,
iip.
le
le
(1582-1592), al quale tutte ap-
sue oi)ere a noi giunte,
deposizioui del (Motto e
387 e 388.
del
for-
Hertaiut, in
Giordano Bruno
50
manti ben dieci grossi volumi, era forse
pos-_
sibile
senza rientrare in quella Chiesa, per
la cui
persecuzione egli era andato ramingo
per ogni parte di Europa in cerca di pace
a'
suoi studi
E
ì
rientrare in quella Chiesa
era forse possibile senza dichiarare che egli
ne accettava
dommi ì E
i
accettare
mi della Chiesa imperante nel
si
jiaese in cui
vuol vivere, non era per la sua
un obbligo morale
d'anche questi
zione con le
aveva
i
trine
!
,
filosofia
E
,
non
reli-
fllosotìche
terreno sociale, pra-
il
prevalere sulle dot-
Noi potremo avere una
filosofia
che non era
la sua. Egli nei
tuti del 2 e
3 giugno
di
diversa
ma non potremo
tendere che egli tenesse fede a una
alle
quan-
che nel terreno
dommi dovevano
da quella del Bruno;
?
fossero in contraddi-
sue dottrine
egli sostenuto
gioso, che per lui è
tico,
strettissimo
dommi
dom-
i
pre-
filosofia
lunghi
costi-
non muta un
ette
sue dottrine filosofiche, mentre dichiara
non
essersi
teologia per
mai occupato
avere
di proposito di
sempre atteso
I)ro fessi one di filosofo; e
alla
sua
riconosce l'eterodos-
La
sia
S. Uffizio,
te,
dottrine
57
insosteni-
Anche
dal punto di vista del cattolico.
bili
al
alcune delle sue
(li
Veuesia
geìiuHessioue di
che
nimo
adunque, egli dice apertamen-
della fede, diverge dai
dommi
la
sua
fìlosotìa, egli è
a Venezia,
tìzio,
ciale autorità;
filosofica e
non esorbitò
cristia-
che
Uf-
S.
il
i
dalla sua spe-
ed esso non era un'università
neppur teologica, bensì un
nale religioso, un istituto
—
dommi
l'a-
non difende contro
e se al S. Uffizio
ni;
a giudicarla con
la tìlosofìa sua,
tribu-
i)ratico.
Bruno, dicono, s'infìnge e mentisce
Il
accettando come verità ciò che è errore per
la
sua coscienza
filosofica.
—Ai
così sdottoreggiano su questa
lenne
non
del
mai
tragedia so-
umano, probabilmente
pensiero
è accaduto
pedanti, che
di riflettere su
nessuno
dei grandi eroismi della storia della civiltà.
Bruno, che
me
s'
inchina
al
cattolicesimo
co-
,
legge morale e civile del suo paese,
del paese, in cui lo stesso
filosofia
lo
richiamava,
—
amore
delle leggi che
sofia
,
della sua
è forse
da Socrate, che, potendo sottrarsi
condannavano
—
diverso
al
potere
in lui la
filo-
anch'essa contrastante alla religione
5S
(rionhtno
Bruno
dello Stato, e fuggire dal carcere alla vigi-
morte, preferisce restare
lia della
la
condanna
e subire
ingiusta, pel rispetto daluii)i'a-
ticaniente dovuto alle leggi, 'piali
sero,
vile
?
fondamento
()
leggi, e quindi a
Atene, che
di
i)ur
inteso a trasformare,
anche
lui
filosofia,
che
ì
la
ffeddando
le
ora
membra,
con
la
reli--
aveva
egli forse quella
sua
serpeggerà pel sangue e
l'ultima
ci-
mentisce
s'infinge e
O abbandona
che è stata
da
quella
tìlosofo
che an-
vita, e
che sul lettuccio di morte, mentre
gli
fos-
viver
del
forse che Socrate, inchinandosi re-
verente alle
gione
e garenzia
il
veleno
verrà
gli
raf-
resterà a consolargli
promessa del premio
oltremondano nei ragionamenti sereni prodotti coi scolari più fidi' ()
non
è
piutto-
sto quella stessa filosofia, superiore a quelle
leggi e a quella religione, che jjure inculca
al cittadino ateniese
il
leggi e della religione
la stessa filosofia di
ricamente tutte
rispetto pratico delle
d'Atene
?
Non
Bruno, che negava
era
teo-
le religioni particolari,
ma
afierniava nell'interesse pratico
il
soluto di tutte le confessioni, e
condannava
valore
as-
La
guerre
gli scismi e le
civili,
genze dommaticlie; non era
gava
il
smentire
la religione del
la
nate da diver-
sua coscienza
che obbli-
essa,
ad accettare
filosofo
contenuto
59
Venesia
(jenujìesslone di
in tutto
paese
?
il
con-
filosofica, il
tegno del Bruno a Yene/ia è
la
suo
Anzi che
più
coe-
rente manifestazione pratica di essa.
A
competere in materia doinmatica con
gl'inquisitori, a lui, per esser logico,
dove^a
parere d'imbrancarsi egli stesso tra quei
ti
del
mondo», come
gli
ceremoni, la legge, la fede,
la
la religione,
regola di vita;
maggiori asini del mondo... che
grazia del cielo
corrotta fede,
gata religione,
riformano
,
medicano
gli
,
per
temerata e
la
le ferite
togliendo
e,
« stol-
chiama sarcasticamente
han formata
nella Cabala « eh'
gli
li
de l'impia-
abusi de
le
superstizioni, risaldano le scissure de la sua
veste
;
giamai
solleciti
crete de le cose
»;
né
«
circa
le
cause
perdonano a
se-
dissipa-
zion qualunque de regni, dispersion de po-
mine ed esterminii »;
curano che perisca il mondo tutto per
poli, incendii, sangui,
ne
«
povera anima
essi loro;
purché
purché
faccia l'edificio in cielo,
si
la
sia salva,
purché
si
Giordano Bruno
60
ripona
il
tesoro in quella beata patria, nien-
te
curando della fama e comodità e gloria
di
questa frale e incerta vita, per quell'al-
tra certissima ed eterna »
(1).
Questi gusti da riformatore non erano dell'indole né della lìlosotìa di
(1)
Opere italiane, L.,
pj).
568-9.
Bruno.
V.
La resistenza
al S. Uffizio in
Roma.
I
Ma,
si
dirà
come
:
danna romana
!
si
spiega allora la con-
Roma
Perchè a
non
egli
credette più di tenere lo stesso contegno che
a Venezia, e genntlettersi e sottrarsi
morte? Quando
atti del
se
sarà dato di conoscere gli
ci
processo romano, vi troveremo
ben chiara
la risposta
Intanto, ben chiaro
cesso
alla
non
è,
a queste domande.
che a Venezia
fu conchiuso,
ma
rinviato al S. Tribunale di
non
il
pro-
interrotto dalle
pratiche del Pontetìce, perchè
a Venezia
for-
il
Bruno
fosse
Roma. Sentenza
se n'ebbe; e nulla pertanto ci
prova che a quegi'Inquisitori
dichiarazioni che
il
Bruno
—
63
—
fece
bastassero le
ad
essi.
Onde
Giordano I>iu»o
(>4
è lecito pensare col Tocco
il
tìlósofo le
ripetesse,
medesimi termini;
Roma
che a
(1),
presso a poco
e che,
se
la
,
nei
condanna
avV'Cnne, fu perchè, dopo averci ben riflettuto,
e avere studiati
i
suoi libri e
dovette pretendere da
andavano
ritrattazioni, cioè,
sua
le
lui ritrattazioni,
di
che
quale
il
potersi spingere
:
che coli)ivano addirittura
tìlosotìa.
badi che, quando nel febbraio
si
come par probabile
noti
Eoma
di
dal segno, lino al
di là
Bruno aveva creduto
E
suoi costi-
congregazione dei cardinali
tuti, la
la
i
(2),
otto
si
dai documenti
cominciò a intimare
proposizioni
eretiche
al
che
,
1591),
a
noi
filosofo
il
Bel-
larmino e un certo P. Commissario, aguz-
zando l'occhio inquisitoriale, avevano messe
insieme dall'esame delle dichiarazioni processuali del
(1)
Bruno
e de' suoi libri
(3), il
Nolano
G. Bruno, conferenza, Firenze, Le Monnier, 1886.
In questo scritto la questione bruniaua fu messa
prima
(2)
A^olta nei suoi veri
Berti,
(3) Il
Vita, p.
i»er la
termini storici.
442.
14 gennaio 1599 furono lette « octo propositiones
La
resistenza al S.
Roma
Uffizio in
65
era da sei auni chiuso, lui eosì sdeguoso e
impaziente e impetuoso, nel carcere romano
di
Torre
Nona.
di
nel
Allora,
anche
1595,
CampaneUa.,
il
l'altro dioscuro della fllosotìa della Rinascen-
non pensava
za, tu in quella Torre; e forse
a sé solo cantando
Ooiue va
al
:
centro oj^ni cosa pisaiite
Dalla circonferenza,
e
come ancora
In bocca al rospo, che poi la divora,
Donnola incorre timida
e
scherzante;
Così di gran scienza ognnn amante,
Che, audace, passa dalla morta gora
Al
mar
del vero, di cui s'innamora.
In questo ospizio
al
tin
ferma
piante.
le
Ch'altri appella antro di Polifemo,
Palazzo,
Il
d'Atlante, e
altri.
Che qni non vai
Io
clii
di Creta
laberinto, e chi l'inferno estremo.
so dir
ti
Che
è
:
saper, favor né pietà,
del resto tutto tremo,
rocca sacr.i a tirannia secreta
haereticae collectae ex tiun
p. 441). Cfr.
il
libris
et
(1).
processu
doc. del 20 gennaio 1600
:
»
(Beimi.
« Propositiones
haereticas in «uis »en/)hs et constitutis prolatas » (p. 447j.
(1)
Questo sonetto
G. Gkn'tile.
—
,
stampato nella scelta
Giordano Bruno.
dall'
Adami
5
Ma
pensava
certo, «e
a tutte
ai lilosoti e
comune
alla sorte
vittime
le
dell'Inquisi-
non esprimeva anche l'animo
zione,
no
Bruno
(riordino
6()
di Bru-
uno
quest' altro sonetto scritto per
in
Roma
che morì nel S. Ut'tizio in
AniiUii.
Di
([iiesto
c'h'oi'
Del Santo
Vattene
liisciasti
mondo,
eiel,
al
ciircer tt'tro
il
Koiiia.
mortai soma.
e della
che noi
di
e
(l"Ita]i;i.
Otitizio
:
verrem dietro.
ti
metro
Ivi esporrai con lamentevol
L'aspra severitatc clic ne
doma
Sin dalla liionda alla cannta chioma.
me
Tal che. pensando
(v. le
l'ocfiie Jiloxuficlu'
Lnyano. Rnggia
f|nesta
da
me
.
riferito
SUO' processi r
/((
e.
intr.
ed.
e
haliile
]ier
doce..
la
notevoli
T.
del
sia
S.
E
la
città
testo
»
]>.
e.
—è
del nis. di
««« cony.,
del
Sole
originale
i
III,
di
cou
XXI) molto pro-
stato scritto
Ittizio.
carcere,
chiaro
Morano, 1882,
(L'i
nel
.Modena. Kossi. 1904,
«carcere»
('.
ediz. Orelli,
//
\-arianti
Fra
Solmi
eoi
prima volta
che (|nesto sonetto
nella nel
,
pazzìa, Nai)oli.
574-5). Credo aneli" in
T.
le
(Amahilk
sini
tit(do
<()1
Camiianella): «
(del
secondo
'nipetro.
e
Campanella,
di T.
1834. p. 117)
sola jiostilla
Pietro Ponzio
ira
n'accoro
dal
Campa-
resistenza <d S.
Ij((
Dilli
elle,
mandar
si
ìxoma
Uffizio in
tosto
il
i'ù
socrorso
Dell'aspettata nova redenzione
Xon
da se dolente morso
in piacer,
l'è
Teglia lienigno a sé nostre persone:
()
ei
ed armi
ricrei
Ciriia destinato
Il
la
fatai
al
eorso
"eterna raggione (1).
Bruno per fermo
va da Dio
iiou
piegava né implora-
nova redenzione né
di torlo a sé
lì
1
:
il
la
benignità
Bruno, se i)oetò anche
dentro, non ricorse a lamentevol
lui
metro;
ma
la
avrà inneggiato anche una volta a quelmente, ispiratrice del suo petto,
coutemueif mortein
l'iidc
et f'ortunam
Ma
quella fortuna malvagia dovette bene
lieet
vX
(2).
I
inasprirlo nei tristi giorni lunghissimi della
prigione. Altro che
lì
a
ponteticato
(1)
<li
(piel
Qnesto sonetto
dall'AMAUll.K.
fatto sopra
(2)
la
cattedra vagheggiata
Koma come porto
<).
e.
Clemente, che
pnbldieato
fu
Ili.
I.
1
:
per
e reca
hTì~ ,
nn che morse nel
Ik hinnnisn.
sicuro, all'ombra del
S.
Ojind.
il
la
i.
201.
aveva-
]>rima
titolo:
Offizio in
I.
gli
volta
«Sonetto
Koma
».
—
Giordano Bruno
<)8
amasse
IH) (letto
dubbio, che
il
virtuosi
li
tempo confermarsi
'|uel
del primo
p. es.,
v'
ha
pieno conto di
nella speranza e nella
Venezia,
a
espressa
fiducia,
Non
(1),
nostro filosofo non potè in tutto
principio,
al
dando
costituto, di potere,
riammesso nella
essere
se,
chiesa cattolica.
Di
anche va
ciò
per
tenuto conto
in-
tendere ]>ienameute l'atteggiamento assunto
dal
il
e
Bruno quando prima
Bellarmino
,
Generale
il
recarono
noscere
al
poi
carcere
come
Procuratore generale
il
dell'
persuaderlo
i)er
eretiche ed
constntire
,
qufim
(2)
(1)
Docc.
(2)
«
noìuit
vt'iK'ti,
in
Bekti, 0.
s))ico:iisi »
— <4iiede
filoK.-reìhiiofie di T. Cuinpii nella,
(£inO
ttiOKiiiuiìi
•diaccile,
(l(ti)i>
secondo
il
1(
,
ampie
Felici,
il
a rico-
abiurare
le
otto
il
ver-
Quod, dice
asserena
nini-
se
e...
il
p.
8^»K.
Felici, Le
Lanciano, 1895,
confetssioni
di
p.
dottrine
215 n.
Venezia?»:
BiMuio «nei costituti veneti
riconosce esplicitamente d'essere stato tntt' altro che
ne da eresie ed errori
(cfr.
si
haeretivas protuìisse'^
propositiones
Come
domenicano
ordine
])roi)osizioni imputategli.
bale
Commissario e
il
immu-
Berti, pp. 420. 428)». Eia
nmsten:a
L<t
al S.
Roìtui
Uftizio in
(>1>
sed male exceptan fiiisse a ministris S. Offivii
Nou uè
volle sapere
attVmaudo che uè
,
che
nelle dichiarazioni fatte in processo, e
sjiit'gazioiif
cui egli piopeiideieblic, è che «
processo di
Roma,
giudici e
pili d'I
applicata
incalzato
presso dal pericolo, abbia alla sua volta
verità senza
della doitpia
la teoria
sioni fatte innanzi
ai
più
illesa
tiche o analoghe dottrine, ]>rofessate
in
gli
erano
di fare
emer-
modo che da
iden-
da
;
che
casi
i
la sua ortodossia, a quel
n()n era rimasta,
abbia
veneti
mezzo
presentati, e abliia cercato con tal
conces-
le
1'
miti giudi<M
aj)plicata, dico, recisamente, in tutti
gere
Bruno. n«l
il
rigorosamente dai suoi
piii
pensatori,
altri
del ripiego in parola, i)rfgiii-
\'irtìi
dicata la costoni posizione di faccia alla clii'sa; v l'abItia
in
potuta affermare,
hi
sua ortodossia, mentre riteneva
intlessibilniente, le sue dottrine
tutta la sua intt^grìtà,
K chian» che
tìlosoriche e scientitiche ».
potrei)lie spiegare
il
(Huitegno
di
sioue accademica e senza conseguenze;
Bruno. Con
la
dava incontro
dottrina della doj^pia
alla
morte
;
e se
a questo
Bruno
in
nou
dannata nel M. E., quando se ne facevano
il
la
si
accendessero
i
roglii.
si
discns-
morte del
non
questa dottrina
roisti latini sillogizzatori d'fHrirfiysy ven,
che per essa
la
verità
modo
una
si
an-
fu con-
forti gli
aver-
non a<-cadde mai
Per quella dottrina
filosofo èra pronto, di fronte alla Chiesa, a sacrificare
sua verità scientifica.
E Bruno
a
Honia muore proprio
70
egli
mai aveva inteso
danna nella sua
egli
Unuio
(iior<ì(itio
né nelle opere
mai aveva profferite
saynn- saciitìcjire (luesta verità
superato
le
nnto eoràggiosauieute iuuanzi
eoucetto
era
aveva sempre
realmente
]>ensato; (jne]
alle
lo stesso
l'uno può menar
Felici,
col]>i all'altro
nulla ». Proiìrio così
è
il
:
seuza-un riguardo
contenuto della religione;
solve,
non può giudicare
Se a Venezia
il
I^a
e la
dice ar-
dei quali
di due,
al
mon-
uon accorgersi
(piesto è quello
suo merito.
come
tìlosotia,
« è quella
do e quest'altro deve far le viste di
Bruno, ed
di
che
lìlosoti;i
in sé
uon
lo
e,
ammenda, non
dichiarava false
:
e sperò
di aver errato
la
Venezia
sua
tilosotia.
egli si rifa
il
ri-
e d' es-
non
religiosanwnte. dichiarò di vo-
disse ])erò che
non
s'
insistesse
egli
Questo
è
il
punto.
filonofo
le
uè allora uè
poi nel chiedergli in ((ual conto egli, intìne,
tenere
il
della, tilosofia.
sere incorso, nei suoi libri, in jiroposizioni e dottrine
lerne fare
di
attermava
risolve
teologia, che
Bruno ammise
strettamente ortodosse,
il
che
quello
concetto, per cui la posizio-
ne della teologia di rimpctto alla
gutamente
morte
iiiiiiacce di
sostanza
la
maute-
aver
e
,
aver
per
ossia
,
ambagi della doppia verità
sue,
cioè con-
eresie,
per uoti
clic
con-
im])licasser<> la
fllosotìa,
intendesse
— Ne
anche a
propriamente dal ])rincipio della du-
plice verità; o meglio, crede di potervisi riferire;
ma
sostanza anche
con le
li
la,
sua verità, se lo mettessero
in
La
resistenza ai S.
dommi
frapposti
h'oiini
che
;
71
mini-
i
non intendeva-
del 8. Uffizio piuttosto
stri
no
domini
a
in
ly^fìzio
sue dottrine.
le
Quali fossero queste proposizioni, di
Bruno
al
chiese l'abiura, finora
si
Fu
riusciti a sapere.
nel
di
romano
contenente
,
ma
l'editore
e quindi pubblicarla
punto dove questo
spalle al iimro,
(loinini
(1)
fiera
elenco
die
elenco di
mutilata
ap-
cominciava
(1).
è la tilosotia
e
;
l'iii^
i
liaimo solo un valore pratico.
ma
giusta osservazitnie
un doenmeuto. È a
artisti
poletano
tali
non potè averla
non
se
direlthe
e<;li
l'
Intorno a (jnesta mutilazione mi piace
Svanenbureh
,
ed
uno
]>p.
<li
Luitìi
:
(riaii
Marco Aurelio Severino
e
XXIV
Bologna
nel
Aev. delle
come
va-
se.
>'.
(f/fizio
mor.
:
Jaconio
,
e
poi.
nadi
piibblielierò <[nalclie doeiimento dal
l'abito prelatizio, prossimo
mutarsi in porjxtra prelatizia.
senza fede,
una
elia
:
«Forse un giorno
(piale apparirà
U.
ril'erire
Amabilk.
468-9 n. della sua memoria
sciimiafo
in Atti (Iella
Napoli, voi.
te
s'è
,
proposizioni;
Due
non
bensì messa a stampa
la sentenza
188tì da chi potè averla
condanna, tratta dall'Archivio del 8. Uf-
fizio
le
cui
eaiiaee di
(•o])ra
azioni
anche a
talvolta ])ertìuo gen-
molto basse.
Per
ora
Brillio
(TÌoid<ni(>
Tli
Pure
(la
(lel)l>()
(lire
abbiamo appreso
cotesto docuinento
chf Im
attatto al
riuiiiiciiito
(IlsìcUmìu di .stu-
diare nell'Archivio del S. Oftìcio romauo. dopo di aver
veduto che l'impostura
qiumdo
ché. i)ur
cenza di studiarvi,
regola in tale ramo
è di
giunga ad ottenere dal
si
le
giac-
:
Papa
la
li-
copie dei docuuieuti debbono sem-
pre scriversi dagl'impiegati dell'Archivio dipendenti dal
Coniiuissario del 8anto Oftìcio, e per lo
me
ciò che
si
dall'asserire
il
«
ma
la
persuadermene,
do^'uto
leg-
cita ({uesto
altri
con
libro
copia, che io ne posseggo, reca la data
1886]. L'autore, eh' è
del
vi si soppri-
Giordano Bruno per Ratfaele De Mar-
Napoli 1889. [Anche
questa data:
il
Ho
falso.
gendo l'opuscolo
tinis »
meno
vuole sopprimere, senza neanche astenersi
suo opuscolo nella
coltissimo
« Biblioteca
di
e pone
sacerdote
Francesco
S.
di
Sales per la dittusione gi'atiiita de' buoni libri», ha ot-
tenuto manifestauu-ute dal Papà
studiare
e la
pubblicare
e
sentenza
la
ta sul tipo di ([ue' tali
A p.
buoni
12 egli registra
che colpì
liltri
di
Bruno;
il
da diffondersi gratuita-
un quarto processo
in Vercelli dalla Inquisizione della
dojx»
i
due
fatti in
«la conoscenza
di
Napoli ed
CO] li a
della sentenza
do\-e
il
fatto al
Bru-
Kepnbldica genovese,
terzo fatto in
Roma;
e dice:
questo quarto jirocesso l'.ibbiamo dalla
sentenza romana che
e là
permesso almeno
publdica con una narrazione della vita del filosofo scrit-
mente
no
il
lo
ricorda». Poi a pag. 208 nella
romana
dovrebbe stare
si
tale ricordo
non
legge (questa sola
si
trova,
proposi-
Ln
prima
la
zioue cuu
al S.
resisteitzd
le
(ielle
suddette
paride
segueuti
ch'era Iiiasteiiiia grande che
carue etc.
del
Mese
et
infra.
Questa Hota non
:
come
sorto,
«
noticina dice
:
a
«
:
Che tu
paue
si
luivevi
detto
fu alli dieee
ti
pretìsso
terraiue
il
una noticina
ha
la
,
trausupstaiitii iu
propo.sitioui
si
13
h'oiii((
i>i'0]K)sizioui
MDXCIX
a peutirti»...; e qui
gina dice
])ifi
il
Le quali
di Setteuibre
IL giorni
Ufficio in
di
a pie di pa-
in archivio.
G. C. S. »:
proposito del processo, un'altra analoga
«Non
esiste oggi iu archivio. G. B. S. ». Il
lieve scauihio tipografico di lettere, ovvero
anche
la sempli-
due volte ripetute non im-
ce variante, in siffatte iniziali
pedisce di leggervi « Gio. Battista Storti » o « Giambattista
Canonico
e capo degli
Storti ».
dal quale
Otìicio,
d<dla sentenza e
è.
appunto
.stata
il
certamente
sono state aggiunte
addetti
al
Santo
riliisciata
la
copia
le
due noticine. Ora
canone notissimo della Pratica del Sauto
sentenza era che « conviene
tamente
la cau.sa della
Olìtìcio
in essa esprimere
condannatione del reo
Dublino
circa la
articola-
»
(Masiui,
e tutte le
sentenze
Sacro Arsenale, Koma, 1639, p. 311);
conoscono
sommista
Canonico
impiegati
ossia
otHciali
uè possono vedere
che
si
teri
volumi, oltre di che talune di esse sono state pure
(in
se
in-
pubblicate) recano nel testo, non iu note staccate, tutte
le
V
proposizioni eretiche ascritte al reo,
precedenti della sua vita.
Scioppio, che fu ])resente
come ancora
Appunto poi
pel
alla lettura della
ne diede notizia a Corrado Rittershausen
,
tutti
Bruno
,
sentenza
scrisse:
«
lo
e
Ea
(riordano Bntiio
74
negazione cioè della transustanziazione
Proposizione che suona
mia
(fra mie
dire che
il
così: c/iVr« feiaste-
pane
il
(1).
si traìisustan-
come incominciava la
« dinunzio
prima denunzia del Mocenigo
aver sentito a dire a Giordano Bruno nolano alcune volte che ha ragionato meco in
carne
zii in
proprio
:
:
casa mia,
che è biastemia grande quella
de' cattolici
stauzii
punto,
«
in
dire,
il
carne
».
che
il
pane
Bruno a Venezia avevn
il
transus-
si
questo
Interrogato su
risposto.
Io non ho mai parlato di questa transub
auteiii
modi. Naiiata
huiiLs
f'uit
dofimata et qiialeiii Inqni.sitio
ilio
et fraterne iiioneudo
copia
(Iella
studii, del
tizia
sentenza
,
la
fiiit
eins
<liligeiitiiiin
ntudm
vita,
et
iu couverteiido
adliibnerit », etc. Dov'è, uella
narrazione
della vita
e
degli
Brnno, che recava naturalmente pure la no-
del processo
di
^^ercelli
Maiiifestamente
?
la
copia
della sentenza fu rilasciata con nintilaziimi, dissimulate
anche iu bruttissiiuo modo. Ammetto volentieri che
non
Storti
superiori
;
si
sia
comportato iu
ma con
ciò la cosa riesce
e la triste conclusione è,
Oflìcio
(1)
non
si
può
guisa
tal
che
a
([ue'
j^restare alcuna
Vedi l'Appendice in fondo
senza
ancora
Signori
piìi
dei
lo
ordini
brutta,
Santo
fede.
a (|uesto volumetto.
rcxisfeHZd
L<i
(lì
non
stanziazioiie, se
7~ì
liomn
rffi:io in
'V.
modo, che tiene
nel
la
Santa Chiesa; e ho sempre tenuto e creduto
come tengo
e credo che
stanziazione
sangue
Chiesa
pane
niente
più
per bestemmia gramle
nel
in
corpo
come
e
tiene la
probabile eh' egli
Mocenigo,
tilosofando col
avesse,
lo
e vino
transub-
(1).
In verità,
do da
taccia
Cristo, realmente,
di
»
del
si
(piel
delinito
d')iiiina,
p.ii'lan-
appunto come aveva parlato
filosofo
De immenso,
(juando aveva scritto che
splendore, fusione e comunicazione della
divinità va ricercata
nella
reggia
augusta
dell'onnipotente, nell'immenso spazio dell'etere, nell'infinita
potenza della gemina na
tura, che tutto diviene e tutto fa; « non, col
secolo degli
bevanda o
materia
:
sciocchi,
in
un'altra anche
in
invenzioni
da Cerere e Bacco
(1)
come
Docc.
ci
!
E,
attestano
VelM'ti.
ili
cibo,
i'.KKTI,
si
i
1».
in
una
più ignobile
fantastiche
credenze, aveva detto nel
libri,
un
e
sogni
»;
liigillus sigilìorum^
noti, proprio
documenti,
406.
il
ne'
Bel
Giordano
7**»
lìrniio
lanuiuo con l'innomiuato P.
Commissario,
a (litfeieuza dei giudici di Venezia, era an-
dato a cercare
le eresie
denunzia del Mocenigo veniva ad
lui la
<iuistare la
conferma degli
E non
Bruno.
contro di
libri,
il
lui;
filosotia, elle egli
« Diviuitutis
(1)
commuiiicationeio
mano
Nolano
testis^ niillus te-
c'erano
;
uatnraeque
spleudoreni
l'usioutiin
205. « Doctores,
(pii
conversatiouis iuteritini)
tasiis,
et
non Aegyptio, 8yio, Graeco vel Ro-
tuui coutìngimiis et soraniamus »
non timere,
sua
c'era essa stessa la
individuo, non in cibo, ])otu et ignohiliore
I,
suoi
i
doveva, dunque, disdire.
niatfiia ciuu attonitorum secnlo
I,
ac-
del
scritti stessi
era più nnus
ad accusare
stis
Onde per
del Bruno.
perqnirinins,
:
De Imm.
I, 1,
passim in Immanae
doceiit
homines pio
qnadam
et
iuveu-
iu
Opera,
et civilis
malelaeti.s
et nescio (luibus soididissimis contìdere
ad qnas magis et certas (inxta tam varia
phauet dis-
septa eorum dograata) de Cerere et Bacclio credulitates,
quaiu ad benefacta, Dii retributores respiciant, ut inte-
rim
in antiqiiam
Itarbariem
pnlos... » Sig. xigill.
furon
già
HchaimHq
Tocco
in
citati
itnd
dal
retrudant
in Opera, II,
ii,
Brunnuofer
Ferhàngnss,
Leipzig,
G. B., conferenza, p. 52.
,
perniciosos
po-
181-2. Questi passi
G. BriDios
1882,
i>.
241
Weltane
dal
La
resistenza al 8.
Quod consentire
sua posizione
proposizioni
vostri libri
?
Bruno mantiene
;
avrà replicato
gli
parlavo da filosofo
ai
falsa
di
libri
non
e
filosofi
l'ere-
libri
Ma nei
messer Giovanni Mocenigo.
i
Bellarmino
il
perchè movete dalla denunzia
sia
—E
Mocenigo.
il
Bruno: Voi vedete nei
il
la
non ha mai profterite
proprio come aveva
egli
:
eretiche
a Venezia contro
(letto
—E
noluit.
77
lìoina
in
Uffizio
io
defini-
vo dommi, né potevo quindi combattere dommi. Rifiuterei le
mie dottrine
trastassero, nella
mia intenzione,
se
esse
al
con-
conte-
Ma
nuto degl'insegnamenti soprannaturali.
per
me
la verità
razionale
surabile con la verità rivelata.
io
vedo,
—e
è
commen-
Il
Dio che
non
che voi male intendete,
reggia angusta dell'onnipotente,
infinito,
nell'eterna
vostro, in cui
stri,
il
quanto
che
il
filosofo,
è
Dio
il
il
vino.
Lasciate
mio Dio; e
sia
il
me
a
,
in
consento
io vi
vostro!
par possibile intendere altrimenti
magnanima
fice
non
nell' etere
transustanzia, agli occhi voil
Dio della fede
Non mi
la
si
pane e
natura,
— nella
risposta,
che bastò
al
Ponte-
Clemente Vili per ordinare che fosse
Giordano Urlino
78
proli imziata la sentenza, e frate
Giordano con-
segnato alla curia secolare
—A
giugno
2
il
'92 egli
materia de' suoi
sofica
lume
tenuto
»
principii e
li
scienza
articoli di
la via de' principii naturali,
do
secondo
alla verità
modo
nel qual
gnare
princi-
li
si
lume
il
«
secondo
non preiudicandella
fede;
possono buggere ed inse
d'Aristotele e di Platone, che
libri
medesimo modo indirettamente sono
nel
trarii alla fede,
da
articuli
dilfesi »
(2).
ad esporre
si
dif-
i)arendogli generalmente consen-
:
trattare
tito
tà,
sempre ho
non avendo riguardo
naturale,
la
tìlo-
a quel che secondo la fede deve essere
l)al
li
sempre
era stata
filosoficamente secondo
tiiiito
Venezia
aveva pur detto che
libri
quali tutti io
« nelli
:
(1).
il
anzi molto più contrari che
me filosoficamente proposti e
E infatti non aveva esitato
compendio, con
in
contenuto della sua
suoi
dubbii
filosofici
domini determinati
vi)
A'cdi
il
(2) r.KKTi.
(loc.
pii.
con-
ilei
filosofia e gli stes-
intorno
ad alcuni
cattolicismo.
del 20 gfinmio IHOO, in
899-400.
tuf-ta liber-
i!i:i;Ti.
p. 447,
La
A
resisten:(t
Venezia,
to a disdire
di fede,
al S.
(luii(]iie,
Foìitn
Ufficio i»
7!l
pur dichiarandosi pron-
da cattolico i suoi errori in materia
aveva mantenuto fermamente quel
principio
die agli
moderna parve
della scienza
iniziatori
vera base razionale della
la
libertà del pensiero scientifico;
principio
il
dell'assoluta incommensurabilità della
religiosa con la verità delUi scienza
cipio a cui
si
glio (lalileo
teologizzanti;
nuano ad
contro
stesso
i
il
(1),
prin-
Came me-
suoi avversari
principio a cui
il
il
:
appellerà imù tardi (UJIO)
panella iìG\yA2)ologia prò Galiìaeo
venta
appellarsi, pel solito
|)ur
conti-
anacronismo
dei ritardatari, gli odierni conciliatori della
scienza con la tradizione doinmatica.
«
Se
ceneri
la
gli
Dei
(2), « si
dice
»,
Bruno
nella Cena delle
fossero deguati
d'
insegnarci
teorica delle cose della natura,
lian fatto favore
di proporci
come ne
la pratica
di
cose morali, io j)in tosto mi accostarci alla
(1)
1>.
Fklui,
Ta' (ìoltr.
flìoxofwo-rd'ìiiioKe
217 u.
(2)
Open- itanniic,
(i.
I.
Sii.
<ìì
T. ('((iiipanella,
so
(riorddììo
de
tede
le
Bruno
loro rivelazioni
ehe muovermi
,
punto della certezza de mie ragioni e pro-
Ma, come chiarissimamente
ognuno può vedere, nelli divini libri in ser-
prii sentimenti.
del nostro
vizio
le
non
si
trattano
demostrazioni e speculazioni circa
come
naturali,
se fusse tìlosotìa
zia de la nostra
si
intelletto
ordina
mente
scopo avanti
di parlar
il
sto
piativi
secondo
lare,
cose
e parla
il
suo
al
morali.
non
secondo quella verità, per
pensiero lascia
,
ma, in gra-
divino legislatore questo
volgari per
i
male e appigiiarse
il
le
gli occhi, nel resto
non protìttarebbono
dal
cose
e affetto, per le leggi
la prattica circa
Avendo, dunque,
;
le
al bene;
agli
ma
si
la
quale
ritrarse
di que-
uomini contem
volgo di maniera
modo de
cura
,
che,
intendere e di par-
venghi a capire quel ch'è principale
».
VI.
La religione
G. Gentile.
— Giordano
Bruno
di
Bruno
Ma
rapijorto della religione cou la
il
secoudo
sotìa
il
peusiero del Bruno
lilo-
è più
precisamente determinato in un luogo dei dialoghi
filo
De
dice
individui
la causa, principio e
Dato che sieno innumerabili
«
:
ogni cosa è uno
,
questa unità è
le
tìlosotìe
sciando
quale
nulla...
e
il
sui
termini
la
naturali
più
che ascende sopra
,
conoscere
scopo e termine di tutte
il
a chi non crede
è
alta
non
,
quelli
,
naturale.
;
la-
con-
la natura,
impossibile
perchè se vi monta per lume
pranaturale
hanno
;
contemplazioni
e
ne'
templazione
la
uno dove Teo-
Questo
e
so-
non
che stimano ogni cosa esser
corpo, o semplice
come
—
83
—
l'etere,
o composto
Gionlano Bruno
84
come
astri e cose astrali
li
fuor de l'infinito
la divinità
finite cose
ma
,
mi par differente
losofo »
:
mondo
e le in-
il
quel-
B.
—
fedéle teologo dal vero
fi-
solo
— concbiude
cioè, si badi bene,
termina la fede, dal
il
il
teologo cbe de-
cbe determina
filosofo
Per conto suo,
la verità.
vcercaiio
dentro questo e in
In questo
le » (1). «
nou
e
,
egli protesterà
non aver professato mai
Venezia
di
filosofia;
e in questi dialogbi
,
a
non
se
cbe sono
il
suo capolavoro, fa dire da Teofilo, cbe espone
le dottrine di lui, al
Dicson, cbe fu uno
tore inglese di logica, seguace del
«
scrit-
Bruno
(2):
Credo che abbiate compreso quel che voglio
dire
!
»
Cbe aveva voluto
dire
f
Cè
una con-
templazione superiore a quella della
sofia;
percbè
c'è
una
divinità fuori del
do, oggetto della filosofia: c'è
filo-
mon-
una mens super
omnia, Deus, oltre una mens insita omnibus.
(1)
Ojìere italiane,
(2) Vpflt
1903,
PI».
Me
G.,
1,
232.
Intyre, G. Bruno, Luuclon, Macmillan,
35-6, 324. Cfr. l'Appendice.
La
Natura
(1);
riore, a ehi
è fede
,
So
ma
quella coutemplazione supe-
non
creda, è impossibile e nulla
non
atto
dell'
lume soprannaturale
(lice,
Unnio
religione di
sero costoro
ma
il
,
anzi
,
E
dentro a questa.
chi fos-
Dicson doveva saperlo, per-
Londra
:
circoli italianiz-
abbiamo dottrina
l^oi «
rimossa da noi
la divinità
delie
che tanto
ceneri pubblicata l'anno innanzi, e
rumore aveva sollevato nei
non cercar
egli
la divinità fuor
chè Bruno l'aveva pur detto nella Cena
zanti di
:
Dio;
di
che non hanno
non cercano
quelli che
della natura,
,
uomo
,
di
se
l'abbiamo appresso, anzi di dentro, più che
noi medesimi siamo dentro a noi
(1)
De minimo,
(2)
Opere italiane, G,,
iuarum {Opera,
di
1,
III,
1;
Opera,
I,
ili,
1,
24. Nella
41) pare al
rlella
si
(2).
Ioli.
Lampas
Tocco
G. B., Napoli, 1891 p. 47) che
»
(Le
friginUi sta-
opere
restriuga
il
inedite
residuo
tiasceudeuza, perchè quel principio che è la mens
vien detto « luagis iutriusecuni rerum suhstantiae et iu-
timius iu omnibus
ac singulis
esse possuut iu se ipsis».
La
,
([uam omnia ac singnla
divinità, dice
è nelle cose nelle opere italiane è
qui questa mens è la stessa che
è
1'
anima
anche
il
Tocco, ohe
del
nnpra
mondo;
omnia.
.
Giordano Bruno
86
Duuque:
la fede può
di
una
è la verità
clie
super omnia,
ma
la limatura,
vero e vivo ^e-
il
Dio è
stigio dell'intìnito vigore. Il suo
del
verità che
ma non
far conoscere,
non ha il lume soprannaturale;
suo lume naturale vede, non la mens
Bruno,
e col
sarà, anzi c'è,
ci
natura
filosofo, la
stesso
definita
di
Deus
:
zione dei due lumi
,
lui
La
distin-
natura
umana
rebus.
in
da
Spinoza,
della
Dio
il
superinfusa, della ragione e
e della grazia
della fede, della filosofia e della teologia era
può
antica; e
Se fosse così
a
,
Ma
me
pare
denza uou solo sarebbe
Ma
credo
che
1'
comuni
dei luoghi
in Bruno, che scalza la
clie
il
ristretto,
immanenza
lo stesso siguiiìcato
(jui
uno
dirsi
della Scolastica.
residuo
ma
pel
trascen-
della
eliminato del tutto.
Bruno
e lo stesso limite.
sempre
abbia
Di qiresta Menu
dice: «est supra omnia, infra omnia, in omnibus».
Dun<|ue l'essere
in emiiìhus
pra omnia. E
è
si
sempre
non
alla
toglie allatto l'essere su-
Mens
del
De minimo; una
mens, che è in primo luogo mens innominab'dis
scriptihill'^
(p.
37),
iinitaa
ah-sohtta,
un
et
contrarietate et oppositione universalifer ahsolutiim
neoplatonismo, che
il
superare intera mente
Bruno nel
fatto
incircum-
ab
})riucii)io
non
:
riuscì
oinni
ossia al
mai a
La
trascendenza, su cui
medievale
sofia
Bruno
religione di
fondava quella
si
lilo-
che poteva servire la teo-
,
logia; in Galileo
87
che distrugge
,
trismo così congruo con
il
geocen-
imperfette idee
le
teistiche e teleologiclie, che
il
Cristianesimo
aveva ereditate dal Vecchio Testamento e
dalla filosofia aristotelica, la distinzione acqui-
un valore profondamente diverso
sta
cui, delle
due
verità, l'una della ragione e
Bruno
l'altra della fede.
conosce più che
i
una, la
afterma
dice, del cielo,
filosofo
di
si
secondo
!
e
filosofia
la
distinguono dalla fede, non
per mettere questa
attribuire
il
nuova
altri termini, la
nuova scienza
ri-
non dover legge-
per la scienza, se non
In
non ne
prima; Galileo tra
Vaperto libro, com' egli
libri sacri, oscuri, e
re,
i)er
:
ad essa
al di
il
sopra di loro ed
privilegio della verità
a loro irraggiungibile, e a cui pur loro mirano; anzi per negarle ogni valore rispetto
ai fini
a cui esse
,
in
quanto
quanto scienza, s'indirizzano.
dievale diceva
:
credo
vi dice chiaro e netto
gam.
E
altrettanto,
filosofia e
Il
filosofo
ut intcUigam
:
;
non credo ut
a modo
in
me-
Bruno
intelli-
suo, ripeterà Ga-
Giordano Bruno
ss
lileo nella
Madre
per
celebre Lettera alla Granduchessa
(1()15).
altri tini,
Crederanno o non crederanno
non
iinjjorta
certo è
:
clie,
per
intendere, l'uno e l'altro ritengono indisi>ensabile affidarsi
non
a una rivela-
alla fede,
zione che è atto altrui e non nostro; bensì
alla nostra intelligenza
agli esperimenti e
:
contemplazione
al discorso dirà Galileo; alla
dell'unità della
natura
ha detto Bruno.
,
Questa, è la nuova coscienza
che
si
accinge a guardare
il
scientifica,
reale con occhio
non sorpreso da nebbie. Questo è l' inizio
dell'età moderna dello spirito umano.
Questa nuova coscienza
scientifica è con-
sacrata nel martirio di Bruno;
è
uno
quale non
il
dei tanti martirii, che l'uomo è stato
sempre disposto a soi^portare per
onde viene recando in atto
tà.
Il
martirio di Giordano
gnificato speciale nella
ra
,
perchè non fu
individuali
diverse
storia
conflitto
;
ma
impersonò
al
sua umani-
Bruno ha un
della
di
spirito
cadere
si-
cultu-
coscienze
necessaria
guenza del progresso dello
che Bruno
la
gli ideali,
conse-
umano,
del '500,
chiudendosi col Rinascimento tutta la vec-
La
Bruno
religione di
chia storia della civiltà d'
89
Europa
del pro-
:
gresso dello spirito, che giunse in lui ad avvertire per la
passare
evo
prima volta e quindi a
medesimo tra
professa di non inten-
lo dilaniava, tra sé e sé
che crede, e
spirito
sor-
contraddizione, che lìn dal medio-
la
:
dere, e spirito che intende, e professa di in-
tendere, cioè farsi da sé la verità sua.
Tale é
la situazione
pronto a tutte
della fede
il
;
Bruno. Egli è
del
le ritrattazioni
quale
si
voglia e
contenuto di questa fede
Non
rente.
è
per
lui.
Egli
sul
si
gli
terreno
determini,
è
indiffe-
mira più
su,
come il suo Dicson a Londra comprese,
e come gli studiosi della sua filosofia devono comprendere. La sua verità non è quella
che
si
definisce nei Ooncilii ecumenici, dai
Pontefici in cathedra o dai santi Tribunali;
sibbene la verità che è nella natura, e che
la ragione, cioè,
finisce
volte
:
la verità
per
lui,
entusiasticamente
ne'
filosofo.
Ma, come
talvolta
non contrapporre
di coloro
che
si
ragione sua de-
la
che egli ha celebrata tante
filosofo
,
la
suoi scritti di
non ha potuto
sua alla verità
sforzano invano
di conse-
Giordano Bruno
90
guire la sapienza cercandola affannosamente
con lunghi viaggi, per tutte
terra
spendendovi
,
tempo
della vita; o
le i)arti della
averi
gli
e
producendo
miglior
il
le notti in-
sonni nelle sollecite cure, studiando
numenti degli antichi
i
mo-
per vedere di acco-
,
gliere nel proprio spirito ansioso
il
furore dei
vati ed esser fatti celebri dal riverbero lu-
minoso dei saggi
(1) I versi
De immenso
gnificato autobiografico
,
dalla Fritii
London, 1887,
fraintendere
illustri (1)
qui riassuuti, cou cui
,
del lib. Vili del
pp. 251-2
ed
certi
apre
,
Oppenheim)
(I.
Brunxhofer,
modo
il
testo
o.
o. c.,p. 88.
bisogna
!<>
si-
il
c.
Bruno
G.
Life of
non
cap.
il
affatto
loro attribuito dal Bekti,
p. 218-9 e dal
a questo
.si
non hanno
;
Per
fermarsi
nella lettura di esso al v. 40 tronco, com'è alla fine di
qiiesta parte del capitolo {Opera, I, ii, 286).
Perchè
il
Xe-
quiequam, con cui è ripreso quel verso nella seconda parte,
basterebbe già ad attestare che Bruno non intende schierarsi tra coloro che .solviint
pim (non per volontà sua
poli e d'Italia
Opera,
di
I,
i
p.
G. B. esp.
pagg. 301-2.
!).
Vedi
XXXVII
e
prò
egli
stndlis patrio de lifore piips'
era allontanato da Na-
in proposito
e sgg. e
confrontate con
Fiorentino,
Tocco, Le
le
ital.,
pref. a
opere latine
Firenze
,
1889,
La
Bruno
religione di
ha potuto non contrapporre
la
91
sua alla ve-
rità di quell'infermi di spirito e stolti,
eli e
pur
suf-
si
credono sani e savii
solo
p«^r
non vedono
fragio del volgo: ciechi, che
la
luce di Dio, benché splenda in tutte le cose;
che non odono
sordi,
la
voce pur parla da tutto
batte alle porte
da Dio indegni
d'
di
la
tutti invita,
e
,
ognuno
e
certo giudicati
;
vedere e di udire, poiché
indegnamente cercano
do
sua sapienza, la cui
la luce del vero, cpian-
vogliono ministra
di vile fortuna
e
procacciatrice di sostanze, da regolare e tin
approvare o riprovare secondo
l'uomo.
Onde
al
solennemente parato, a cui
prostrano; e di cui
si
roce dipintura
(1)
tro
il
Ecco qui
Papa
»
i
sensi del-
i
luogo di Dio sottentra l'uomo
il
Bruno
fa
una
farnesi versi della « violenta sortita con-
— come
elice
il
Tocco
(o.
e.
veri lucis) ergo loco,
p.
et
blando vesauia
geumiis asininum circinat migiiem.
Brutmn veste
302)
:
Aiirienlas coutecta veiiit fronde atque tiara
Et mitra
fe-
(1).
cui pare che in essi « si ecceda la misura »
Illius (se.
uomini
gli altri
tegit bustuni talare, patrnnuiue
vnltii.
—a
Giordano Bruno
92
Ma
«
a me, egli dice, non è mestieri
scorrere ai confini della terra
fondi
mente
nella
vamente
divina
sommo
col
Circmnstat laudata
tra-
basta mi pro-
basta sopra a tutto
;
medesima,
desideri, per se
e
,
:
la luce
mio ingegno mi
del
atque
fides, bullae
vi-
sigilla.
Parte omni nutans, quanivis se sustineat vix,
tamen
Insignis graditur
Et
liaec,
Quare
titulis Celebris.
proprioque colore
illam, jioplite flexo,
Exorant.
{JJe
immenso Vili,
non
ce
1'
1
ha tanto
:
Opera
col
zioso e idolatra clic adora
cando
veri lucem,
derandam. Quindi
l, li,
289).
Papa, quanto
come ha
il
— Ora,
qui
Bruno
il
col volgo supersti-
Papa invece
detto, prò
di
Dio
,
cer-
hominum sensu mo-
insiste tanto sull' apparato
estrinseco
di questa luce del vero o vestigio di Dio, tanto diverso
da quello che egli adora nella Natura (Mando
de,
tiara,
si (lilla
,
parte omni nutans, insignis, proprio colore,
e che tien luogo ai ciechi di quella luce
la <[uale, a lui
pata
lare,
vulfn, fron-
mitra, gemmis, veste talare, fides patrum, ìmììae,
veggente apparisce, nuda,
titulis)
genuina di Dio;
nullis
circumque
sti-
manijìlis. ìion è satira perciò del cattolicismo in partico-
ma
di ogni
divino. Cfr.
il
forma
di adorazione superstiziosa
snperstitioso
cultu
et
hrutali dell' Ora/io raledict, iu Opera,. I,
tioso insanissimoque cultui dell'Or,
del
ignorantia plusquam
i,
20
cons., I,
l,
e
il
supersti-
32-33.
La
Bruno
di
reliffioiie
l>o
maestà
sforzi di pervenire al cospetto della
sua,
bramando
nel di
lei
e sperando di potermi beare
volto.
E
mirabile a
ella sia dappresso, mirabile
s'
Nuda
appresenti.
ella
quanto
dirsi,
come ben pronta
è
e
,
{nulUs
sola
circumque stipata mamplis); e nuda irraggia
luce da tutto
il
corpo
il
;
ingiuria grave sarebbe velare. Essa
fede, e vuole clie lungi stieno
rugosa,
il
che
santo cori)o,
il
si
fa
da sé
naso, la fronte
sopracciglio e la ben pettinata bar-
ba e quante
vesti e
testimonianze e
titoli
e
insegne e parti assume per diritto suo l'ignoranza. Desiosa ella aspetta cbi viene a
e generosa (quasi attendesse
un amante)
lei,
gli
corre incontro, e l'accoglie con lieto aspetto,
confortando
il
timido; e col sorriso del suo
volto sereno fa divampare
accese ben lentamente
(i)
At mihi non opus
Sufficit ut
Diam
est
»
tìamme che
le
(1).
terrarum exciurere
fiues,
mentem subeam, per seque peroptem
prae cunctis lucem,
summoque reposcam
Ingenio, propria prò maiestate petendam
Illius
cupiens vultu speransque beari.
Mirum qnam
praesto est, niirnm
qnam
]iroinptius adstat.
Giordano Bruno
94
A
questa verità, che sola l'innamora, egli
non potrà rinunziare. E per questa
già
non
verità
Eoma
attese, le intimazioni di
per
sentirsi disposto a fare olocausto della vita.
l!^el
1591
diceva
nella
,
dedica
del
solennemente
già
De monade,
sé
di
:
«
Ma
io,
benché agitato da iniquo destino, avendo
na con
il
una
da fanciullo
intrapreso
la fortuna,
invitto
lotta
diutur-
serbo tuttavia
proposito e gli ardimenti, onde, o per av-
ventura
io
ho toccata la
salute,
Dio può essere testimone,
Nuda
illa est,
Nudaque de
Magna
niillis
— di che solo
— o non
sono pur
circumqne stipata maniplia,
toto iaculatur corpoie liiceui;
est velari sauctiim
hoc iniuria corpus.
Ipsa fldem facit ipsa sibi, prociil esse iubetur
Nasus, frous rugosa, superciliuiu, propexaque barba,
Et quaecumque suo ignorantia iure reposeit
ludumenta,
fides,
titulos, iusignia.
Adveutantem avide
Tamquam
exsiiectat,
geuerosaque, amanteui
deperiens, occuirit, et excipit ore,
Coufìrmans trepidum, ac vnltu blandita sereno
Concipit intense ([uos lentius intulit ignes.
Opera,
I,
II,
289-90.
La
semin'e
o
domino
il
senso
mia, e lo disprezzo affatto,
temo
me
mi arrendo
E
morte.
della stessa
mortale, da
e
95
infermo e sonnolento a un modo,
certo
(li
Brniw
reIi(jione di
della infermità
a nessun
jierò
e con le forze del
»
punto non
sì clie
E
mio animo,
(1).
in quello stesso libro, nei versi messi in
bocca
al gallo
vinto e morente
(2), si
quasi, per dirla col Briinnliofer
epigrafe: «
Ho
,
scrisse
la propria
lottato, è molto: credetti poter
vincere, e la sorte e la natura repressero lo
studio e gli sforzi.
l'essere stato in
Opera
(2)
Pugnavi, multuin
Et studium
ii,
et
qualche cosa è già
campo; giacche vincere vedo
(1)
I,
Ma
325.
est;
me
viiicere posse pntavi,
uixns sors et natura repressit.
•
Est ali<[uid piodisse teuus; quia vincere
fati
In mauibus video esse situm. Fuit hoc tanien in
Quod
Seda
Non
potuit, (fuod et esse
meum non
suum
qnod Victor
futura,
lìotuit
timuisse mori, simili cessisse nec
liabere
ulli
Constanti forma, praelatam morteni animosam
Imbelli vitae.
Df monade, cap.
7;
in
Opera,
I,
ii,
me
ulla negaluint
425.
:
9(i
elle è nelle
<rtord<tno JJnoìO
mani
del fato.
Ma
fu in
me
quel
che poteva, e che nessuna delle generazioni
venture mi negherà; quel che un vincitore
poteva metterci
di
suo
:
non aver temuto
morte, non aver ceduto con fermo viso
nessun simile, aver preposta una morte
mosa a una imbelle
vita ».
la
,
a
ani-
VII.
Il significato della
G. Gentile.
—
Oiordano Bruno.
morte
di Bruno.
Imbelle sarebl)e parsa
egli avesse
al
eeduto iiiDauzi
non contento
Bruno
la vita,
se
al BellariiiÌDo,cbe,
delle dicbiarazioni del processo,
era andato studiosamente ricercando le dottrine dei suoi libri forse per tutti quegli anni,
per cui
produsse questo misterioso
si
pro-
cesso romano, cbe gli arcbivarii del 8. UtW
zio
non
si
sa quale interesse abbiano di tener
celato giudizio della storia. Egli alle ultime
intimazioni rispose,
riale al
il
Papa
notaio del
non tametì
(1)
:
che
noti
si
idiiKtiii, in
,
fuit
apertum,
Questo memoriale
(1).
—
con un memo-
,
20 gennaio KiOO, attesta
8. Triljunale
lectum
Documenti
il
IJkkti,
il!)
—
]>.
447,
ci
Giordano Bruno
KMI
direbbe tutto
direbbe
ci
:
nou ne dubito,
,
che dal Bellarmino, inquisitore non che della
religione, in cui il Bruno accettava i responsi degli oracoli
sofìa, in cui
e teneva
ma
,
e della stessa
Brano aveva sempre tenuto
non poter cercare altro Dio
il
di
che quello che era nelle cose,
ra;
filo-
la
divina Natu-
dal Bellarmino, negatore intollerante della
distinzione tra la verità della fede, di cui
i
possono e debbono non curarsi, e
filosofi
della ragione libera; della distin-
la verità
zione da cui
il
Bruno
rifaceva ancora a
si
Venezia per dimostrare
la possibilità
sua coscienza cattolica, quale
accanto alla sua
deva volgere
al
Bruno
il
d'una
era chiesta
a cui non inten-
filosofia,
le spalle;
gli
si
appellò
giudice supremo, al Pontefice, per
otte-
nere da lui quello che dal Bellarmino e dagli
non
altri Inquisitori
tenere,
quello
gli riusciva
che solo
più di
ot-
poteva rendere
gli
accettabile la vita, consentitagli dalla Chiesa
cattolica,
secondo
le
sue antiche speranze
ossia la distinzione tra la
la
vera
filosofia
;
quindi
filosofia, di cui la teologia
fedele teologia
il
diritto
d'
:
e
una
non avesse a
in-
Il sùjnijìcato della
quindi una Inquisizione
gerirsi;
quisisse
stessa
oltre la fede
,
site quello solo
mia
,
tìlosofi
non
quanto volete,
che è materia (U fede
al cui
filosofo
il
:
Non
toccate
che voi in quanto
teologi
de|)utati.
non potete intendere. Rispettate, come
terani di Vittemberga, la
sofica
Ma
questa richiesta,
i
e
i
lufilo-
Bruno,
che
un mondo nuovo, poteva
e
inizia-
doveva
mantenitori deirautico non potevano
accettare.
letto.
mia coscienza
i
!
tore di
fare,
loro
la
,
in-
inqui-
siete
filosofia
clie
101
ma
una volta
mantenimento
dei
— Inquisite
filosotia.
dice ancora
la
morte di Unaio
Il
La
memoriale fu aperto
richiesta di
suoi colleghi
assurda; essi
Bruno
e per
,
ma non
pel Bellarmino
Clemente Vili era
non vedevano questa
filosofia,
che Bruno affermava, non fondata sulla fede;
non potevano ammettere una
fica
,
che non
teologica
,
a questa
e quindi
Non intendevano
verità filoso-
un grado della verità
fosse
in
che
subordinata.
modo Bruno
po-
tesse riconoscere la verità della transustan-
zione ne' costituti
sofia del
,
senza smentire
De immenso
e del Sigillus.
la
filo
lOU
E, siamo sinceri,
do
i
avevano ragione secondi
Bruno. Quel memo-
s]:eriamo
possa essere anche
princii)ii stessi
riale era, e
per
Bruno
(liordaiio
noi
un documento, prezioso
,
la
jìer
sua immediatezza, degli sforzi supremi, che
contro
leggi
le
Bruno
il
ferrate
o meglio
,
logica
della
tilosolia della
la
fece
Rina-
scenza, i)er disviluppare di tra le fasce del
medievale
pensiero
umano, quale
Ijensiero
\ivente
realtà
la
moderna doveva
l'età
intenderlo; e per far succedere al vecchio
Platone e
di
di Aristotile
rende impossibile
il
quindi del i)ensiero,
escogita
cieli,
,
Ma
re che
il
fastigio,
mondo
cui quello pure
di cui
non
e
si
solo
le glo-
della
si
di vista,
arrestava, e a cui tutta la
Einascenza
il
si
arrestò
,
tilo-
avesse
cardinal Bellarmino e con
Clemente Vili.
La
i
umano,
narrano davvero
Bruno, dal particolare punto
ragione contro
tro
,
del
quel memariale non poteva dimostra-
a cui egli
sotìa
i)er
Dio
cui concetto
il
anzi la natura tutta e lo spirito
che ne è
rie.
,
concetto
Dio nuovo
il
del
i)osizione speculativa del
Bruno, rap
// sif/nificato delia morte di
Bruno
lOo
suo
l^resentante geiiniiio della tìlosotìa del
tempo, era intriusecameute coutradditoria.
Giordano Bruno è
di tutto
la concili usione logica
Einascimento, benché abbia do-
il
vuto attendere più di due
se
secoli,
perchè
fos-
il
suo valore. È la concluRinascimento che giustifica, in
apprezzato
sione
teoria
del
l'
,
arte contro le
diffidenze e le ac-
cuse platonizzanti del medio evo, e rinnova
in fatto
il
culto antico della forma, nella in-
dipendenza assoluta da ogni i)reoccupazione
estranea
mento
ai fini
propri dell'arte;
che, accogliendo la
— del Rinasci-
nuova dottrina
co-
pernicana, sconvolge l'intuizione cosmologica,
che
cieli di
finiti;
la terra
Dio
in
dell'uomo contrapponeva
un sistema chiuso
ai
di rapi)orti
e solleva anche la terra e l'uomo alla
dignità dei
cieli
interminabili;
— del
Rinasci-
mento, che dai comuni, si)ontaneaniente
sorti
dal seno dell'Impero, alle Signorie, creazioni
anche più evidenti
di interessi
volontà autonome e
immediatamente umani
la terra sotto al
trastato
di
Sacro
Romano
,
scava
Impetro, con-
apertamente dal Cristianissimo; e
Giordano Bruno
H)i
mette capo
al
Machiavelli, che spietatamente
umana
teorizza l'origine
ramente ne proclama
trinseco
degli stati, e libe-
assoluto
le
reli-
Rinascimen-
cose naturali e in fondo
l'animo dell'uomo
il
nazzi
cipio divino
nell'anima
,
che Aristotile aveva additato
filosotia antica al
pio della natura
forma
,
legata
,
il
princi-
e della vita e dell'anima;
dell' essere
nascimento
dalla
pensiero individuale, on-
nel Campanella
posizione
rale ed
,
insomma
al
per negare
quello
che era
della intuizione antica
Ri-
che distrugge tutto
,
;
,
l'op-
pensiero. Del
modo di considerare la realtà
umana — e pure non ha la
negare
e poi
natura quell'op-
sequestrava dalla natura
e tìnirà
dei
Pompo-
come la sua parte immortale;
j)osizione di materia e
l'antico
piacere
col
l'antica trascendenza del prin-
col Telesio a toglier via dalla
si
il
prosegue arditamente
negando
al-
vestigio di Dio, e coi
nuovi epicurei a riabilitare
sensi; e
di
della
in-
che coi neoplatonizzanti comincia a ve-
dere in tutte
de
valore
pregio
il
subordinato; — del
gione vien
to,
anche
cui
,
1'
:
il
natuforza
fondamento
un Dio che
è fuori
// sùjuìficato della morte di
moutlo
del
ragione
;
quindi uua
ma
sopra
come
politico realista,
è
due coscienze
:
uno
:
si)irito
la
come
in ogni
e la coscienza del
senza fede, e una fede
muore
appunto
in
Da
poi rinascer davvero.
,
coscienza del poeta,
--r
Questa
spirito.
rinascente, che
quindi
lo Stato;
in ogni filosofo natu-
del politico, del filosofo
senza
non
fede che
in ogni poeta paganizzante
credente
105
quindi una chiesa istituto sociale,
;
che non è Stato,
ralista,
Bruno
Italia
la
Bruno per poter
quegli
s])iriti
sen-
za fede, la corruzione del poeta, che è poeta
e non sa esser altro
rale
,
,
ha fede che
spegnendo
in
nell' arte
sé
come
così l'amore del divino,
pili
e
non ha
vita
perchè non ha vera religione
,
in
cui
si
gì' interessi
che è
e
;
mo-
non
chiude,
pratici,
la pi ti alta e la
vera aspirazione umana; spegnendo quin-
di in sé
Donde
l'uomo stesso, e però anche
la letteratura fatta professione, tra
Ugnante nella
tutto
il
rettorica e nell'accademia, e in
falso della cultura italiana della de-
cadenza lungo
cento.
l'arte.
Da
i
secoli accidiosi del sei e sette-
quegli spiriti senza fede la degene-
razione della grande politica del Machiavelli
(ìiorditìio
1(H)
linaio
nel macliiavellismo, nell'arte per l'arte del
vernare, senz'anima, senz'ideali, senza
;li;o-
tini
i
del vero iL>overno, senza la fede entusiastica
pagina del Principe,
dell'ultima
E
letta.
quindi
anche quella
di
seminàri gesui-
professione, la filosofia dei
tici
non più
lìlosofia
e delle università peripatetiche, che di-
menticheranno Bruno e Campanella
Vico
s'accorgeranno di
sempre
:
la
e
non
dotta,
filosofia
corrente delle mode, volta a volta
al
cartesiana, lockiana, newtoniana, leibuiziana,
ma
semjjre legata alla buona, alla sana tra-
dizione scolastica; la filosofia che spadroneggiò nelle nostre università nei secoli
e
XVIII
fare
un
(e
che non è ancor morta), senza
filosofo, cioè
senza riempire un^ani-
ma, senza dare una fede
ora
XYII
nemmeno
:
onde nel mondo
se ne pispiglia.
Questo mondo falso era stato scrollato dal
Bruno
nel
XVII
primo anno del
secolo
:
perchè, se era vissuto anche lui nella con-
traddizione e
la
sua
filosofia
c'era di
con
1'
nuovo
nell'
,
equivoco
,
morendo per
o meglio, per ciuello che
nella sua filosofia, egli provò
esempio che
dall'
equivoco bisognava
Il
sif/ìiijìcato
die
Tiscire;
il
morte di Uruiio
della
non ha
tìlosotb
107
vita e
altra
[
altra
anima che quello
è incompatibile
del tìlosotb, la ciuale
con certe
istituzioni, e
con certa tede che sarebbe un'altra
Anche
la tìlosotìa del
e svolgeva
concetto
il
dell'
immanenza
;
del
e intanto
speculativo
xjrincipio
il
tìlosotìa.
Bruno presupponeva
divino nella natura e nell'uomo
non negava
però
della
teologia cristiana, della trascendenza di Dio.
Non
negava, non già in quanto coscienza
lo
religiosa, quale
si
atteggiò per esigenze pra-
tiche innanzi agl'inquisitori;
quanto quella coscienza
ma
proprio in
filosofica,
Bruno afferma ripetutamente essere
ma
:
nega già
il
nella
di
filosofìa
il
la for-
L'abbiamo
speciale della sua coscienza.
già visto
che
Bruno non
si
concetto di una verità superiore,
termine della tede;
ma
si
nega soltanto
la
conoscibilità razionale della medesima. Questo è
un punto fuor
tica bruniana. Il
suiìer
ma
Dio
di
questione nella
dei cattolici, la
cri-
mem
omnia, Bruno non solo non la nega;
ne
fa
il
principio di
omnibus che è
filosofìa
:
la
Natura,
(i
nella
il
mens insita
Dio
della sua
soltanto che egli, filosofo,
non
co-
|
Giordano Bruno
108
nosce
il
primo, e lo esclude dal
campo
della
sua speciale investigazione. Cotesto Dio, che
è al di là di quello, che egli adora
sofo,
come
filo-
contemplandolo nella viva, eterna,
in-
come il noumeno kantiano un concetto limite; un caput
mortimm è vero, nella sua dottrina, essennatura
finita
,
è qualche cosa
:
,
zialmente naturalistica
:
ma uno
quei
di
ea-
pita mortua, che, in certe contingenze storiche dei sistemi
bastano a paralizzare
,
le
energie di verità che essi posseggono.
Quando Bruno innanzi
nezia, dichiara
:
«
al S. Uffizio,
a Ve-
In questo universo metto
una providenza universale,
in
quale ogni cosa vive, vegeta e
virtù
si
della
move, e
sta nella sua perfezione; e la intendo in
maniere: l'una nel
modo con
due
cui presente è
l'anima nel corpo tutta in tutto, e tutta in
qualsivoglia parte; e questa chiamo natura,
ombra
modo
e vestigio della divinità;
inett'abile
l'altra nel
col quale Iddio per essenzia,
presenzia e potenzia è in tutto e sopra tutto,
non come parte
modo
(1)
,
non come anima
inesplicabile »
Docunu^uti
v(!ueti,
(1);
,
ma
in
— egli non fa che rap-
iu Berti, p. 400.
lì significato della morte di Bruìio
presentare
con tutta sincerità
fondamentale del suo
Si è detto a ragione,
quale aspira e
si
principio
il
tìlosofare.
che
« l'ideale
non
(quell'ideale, verso cui egli
te, al
101>
di
Bruno
è indiiferen-
sforza di arrivare con
tutta la energia del suo spirito, e col quale
vorrebbe immedesimarsi e pure sente
potere; che,
mentre
non
dimostra inacces-
gli si
sibile e così lo fa certo
di
della imx)erfezione
della conoscenza, pure lo eccita a
sempre
nuova ricerca) non è il Dio astratto puramente estramondano de' teologi che egli
ha abbandonato, ma il Dio yì\o e essenzialmente creatore o l'intìnito Spirito, a cui la
,
mente non può
che mediante la con-
salire
templazione della intìnita JS^atura
» (1).
Ma
è
incontestabile che egli, iier quanto lo abbia
abbandonato, non riesce, non può riuscire
a dimenticare quel Dio, che, come assoìuto,
dice nello Spaccio
Dico non può
(1)
p.
Spaventa
,
(2),
ha che far con
noi.
perchè nella sua
lìlo-
ìion
riuscire,
Saggi di critica
,
227.
(2)
Opere italiane, L., pag. 533.
Napoli
,
Ghio
,
1867,
Ilo
(rio)-(h(no Jlruìio
solìa
che
e'
era
clie
concetto vero di Dio
il
il
Dio Natura
può rendere
tura:
il
,
quel Dio
di
,
potess?^ succedere all'antico
ma non
,
mancava
intelligibile lo stesso
:
quello
era
e'
Dio-Ka-
Onde questa Natura non
De Umbris al De Minimo (1),
Dio-Spirito.
può per
lui,
— essere
dal
della stessa
Natura
lilosofo; sicché
oggetto della
estrinseco
che
altro
,
,
Dio
il
tìlosofia,
nn Dio che
è
che pure è
Dio
il
del
del tìlosofo, la verità,
suppone un principio
come suo fondamento
come V oggetto
fuori
della scienza vera
:
proprio
secondo
Kant.
ammessa questa verità oltremondana,
non raggiungibile se noh per contemplazioue
Ora,
soprannaturale, e quindi oggetto lu'oprio ed
esclusivo della fede, è agevole vedere quanta
sia l'importanza della religione,
secondo
la
stessa filosotia l)runiana, che \'uole ax)partar-
sene e costruirsi con
gione
(1)
;
Pel
e
quali
Uinhrì>>,
V. qui sopia PI».
v.
i
le sole
fondamenti
Opera, II,
S2-3.
forze della ra-
i,
21-2.
tilosotìci
Pel
De
di
miiiiiiio,
Il
queir
della
sii/ìiijic<if(ì
da
pratico
uiticio
La
quanto magi
legittimità in
ogni religione consiste appunto
margine, che
le lascia la
noscenza della verità;
111
asseguato alla
lui
religione, (juale che fosse, in
stero sociale.
Bruno
di
iitorfe
generale di
questo
in
lilosotia,
nella co-
almeno
la sui^eriorità,
morale, della religione rispetto alla tilosofia
consiste pure in ciò
rità,
che è
che
,
la
stessa
presuppone una più
della tilosotìa
la verità della religione.
religione, secondo lo
Bruno
stesso
non come una
realizza se
verità
alta ve-
,
E
se la
non
si
religione determi-
nata; se anzi, com'egli stesso dichiarava al
Mocenigo e aveva già
tra le
forme
di religione
che sopravanzasse
il
lo
,
con
per
,
cattolicesimo; se
che era
scritto nello Spaccio,
il
la
nessuna ve ne era
le finalità pratiche,
cattolicesimo era quel-
sua Santa Inquisizione,
destinata a provare l'assolutezza della legge
religiosa con <iuello stesso rigore pratico che
il
diritto
nale per
legge
umano assegna
la
al
magistrato pe-
prova reale dell'assolutezza della
umana
positiva
legge religiosa
terminati, che
si
la
;
se
qxiesta
assoluta
specificava in donimi defilosofia
di
Bruno veniva
Bruno
Gioìihiuo
112
a negare;
si
può chiedere
onorano
a quanti
memoria dell'infortunato Nolano: la sua
condanna non era la conseguenza logica di
la
quelle dottrine
,
cbe
delle sue intuizioni
,
con
,
novità
la
Bruno non aveva
tuto se non confermare
La
tutta
po-
?
questione, a tempo del Bruno, era ap-
punto in quei termini
:
se
ci
ha da essere
una legge, il cui vigore si realizzi con la
condanna di chi l'infrange; se una legge non
può esserci se non è garentita da una religione; se questa religione è praticamente
combattuta dalla divulgazione
soiìa,
che ne
fìi
una
di
comparire assurdi
i
tìlo-
dommi;
com'è possibile non condannare l'autore
questa
tìlosotìa, che,
minando
i
fondamenti
della religione, infrange la legge?
messe generali
di
Le
di cpiesto diritto della
pre-
Chiesa
erano tutte accettate e rincalzate dallo stesso
Bruno.
vili.
L'eroismo e l'eredità morale di Bruno.
G. Gentile.
—
Giordano Bruno.
nuovo
Bruno, nel suo eroico furore pel
Dio, che
mosso,
non
mondo pur
innanzi allo
brilla
gli
s'
gli
accorge che tutto
grava
è
di
,
negazione.
la
cui
Egli
e
l'inchio-
la
tilosotìa
non ha
scienza della contraddizione tra
sunto d'una
tìlosofìa,
reale della natura, e
ente realissimo
l)re
distrugge
la
coas-
l'infinità
concetto di un Dio,
fuori della natura
,
avvede che questa
sa,
suo
il
che afferma
il
com-
vecchio
il
spalle,
le
da a quelle istituzioni
nuova
.spirito
filosofia,
:
non
si
che egli profes-
vecchia fede. Egli fu sem-
persuaso di quel che disse
ai
giudici di
Venezia, e aveva detto otto anni prima nella
Cena
delle ceneri
:
«
Dalla censura
—
11.-1
—
di
onorati
,
Giordano Bruno
116
spiriti, veri religiosi
,
e anco
uomini da bene, amici della
sazione e buone dottrine,
non
naturalmente
civile conversi
de' temere;
quando bene avran considerato,
perchè,
varanno, che questa
ma
tiene la verità,
filosofia
non
tro-
solo con-
ancora favorisce la
reli-
gione più che qualsivoglia altra sorte de
Pure a quando a quando
un segreto presentimento del suo destino
filosofia » (1).
,
lo assale; e allora si raccoglie tutto nel pen-
nuovo che
siero
la
morte
E
l'esalta,
e
:
clii
mi impenna,
e chi
mi scalda
Chi non mi fa temer fortuna o morte
Chi
le
Onde
sprezzare
gli fa
il
core
?
catene ruppe e quelle porte,
rari
son
ed escon fore?
sciolti
L'etadi, gli anni,
i
mesi,
i
giorni e l'ore,
Figlie ed armi del tempo, e quella corte,
A
cui né feiTo, né diamante é forte,
Assicurato m'han dal suo furore.
Quindi
l'ale sicure a l'aria
Né temo intoppo
Ma
(1)
fendo
i
porgo,
di cristallo o vetro;
cieli e
Opere italiane, G.,
a l'infinito m'ergo.
I,
91.
?
L^eroismo
E mentre
E
Veredità morale di
e
Bruno 117
dal mio globo agli altri sorgo,
per l'eterio campo oltre penetro,
Quel ch'altri lungi vede, lascio
Ecco l'anima
al tergo (1).
Bruno: l'anima
di
che dirà no con tutta
la
estrema
quel Dio, che egli
ai ministri di
sua forza
ribelle,
era infatti lasciato al tergo
:
nell'
ora
si
l'anima nuova,
che vorremo sempre onorare, perchè quan-
do quel Dio
,
che ella aveva lasciato
accanto
jiravvivere
e oltre
Intìnito, le si rizzò contro
gia della logica
,
e le
doveva più
se stesso
il
,
che
il
suo nuovo
con tutta
intimò
addirittura la sua tìlosofla
crollabile alle idee
al
,
so-
di
la ener-
abiurare
tenne fede
pensiero
in-
umano
tardi svolgere per instaurare in
regno del Dio nuovo. Nello stesso
verbale dei buoni padri della Confraternita
di 8.
Giovanni Decollato, che assisterono
Giordano nelle ultime
ore,
accompagnandolo
dal carcere al rogo, trema l'inconscia com-
mozione
(1)
De
De
Vinfintto,
ìmmeììHo,
eroica fer-
di quello spettacolo di
I,
1.
in
Opere italiane, G.,
I,
277-8. Cfr.
il
Giordano
11(S
con cui
luezza,
una
la tìlosofia
ore di notte
sei
Nona
recarono a Torre
si
confortatori e cappellano, e fu loro
consegnato l'impenitente
il
:
«
quale
il
»,
dice
verbale, « esortato da' nostri fratelli con
ogni carità, e
S.
s'accampò contro
giustizia destinata a tramontare.
A
di
Jiriiiio
chiamare due padri
fatti
Domenico, due del
Nuova
uno
e
Girolamo
di S.
di
due della Chiesa
Gesìi,
i
,
quali con
ogni affetto e con molta dottrina mostrandoli l'error suo,
— finalmente
stette
sempre
nella sua maledetta ostinazione, aggirandosi
il
cervello e l'intelletto con
mille
vanità; e tanto perseverò nella sua
zione, che da' ministri di
dotto in
nudo
Campo
e legato a
errori e
ostina-
giustizia fu con-
di Fiori; e quivi, spogliato
un
palo, fu brusciato vivo,
acconpagniato sempre dalla nostra
gnia, cantando le
letanie, e
li
Compa-
confortatori
sino a l'ultimo punto confortandolo a lassar
la
sua ostinazione; con
finì
(1)
(le
la
la
quale finalmente
sua misera e infelice vita
Bruno,
Martinis,
Opera, III, p. XII:
o.
e, e poi
ma
ri]nili1)li(ata
»
(1),
già pnbbl. da R.
da parecchi
altri.
L'' eroismo
e
Veredità morale di
Bruno
IV.)
Senza questa maledetta ostinazione uè'
suoi errori e nelle sue vanità, la quale
era
cominciata, come s'è veduto, da quando
P. Bellarmino e
il
il
P. Commissario gli chie-
sero l'abiura delle proposizioni raccolte dai
e dai costituti, e che rinnovò nel car-
libri
cere di Tor di
del Bruno,
^ona, nell' estrema giornata
una disputa tìlosolìca molto so-
migliante a quella che terminò
estrema
l'
giornata di Socrate: senza questa, ostinazio-
Bruno non avrebbe
ne, la tìgura di
ha nella
signitìcato che
Senza
il
di essa
non sarebbe
cominciava a scorgere
la
medesimo
compiuto
stato
divinità
in
attorno
quell' universo
infinito
ed uno
le cose,
considerate nella loro verità, o
dirà Spinoza,
che non
tino
sostanza identica
sul) specie
aetemitatis.
al
i
xml
E
di tutte
sec.
Roma, 1904,
i^recedenti editori.
briiciuti
in
88-9; dove
come
se è vero
ha mai da essere fede
a D. Orano, Liberi pensatori
XVI
dati
ci
,
il
nuova dell'uomo, che
martirio della fede
e dentro a se
tutto
storia della cultura.
senza
Roma
dal
sono ricor-
Giordano Bnino
120
martirio, perchè nessuna fede
la strada
tra le
può aprire
si
maglie della realtà storica,
sempre organicamente consolidata e pronta
a resistere alle forze
nuove ed
innovatrici;
senza questa ostinazione, cioè senza questa
immedesimazione della fede nuova con
spirito
umano,
non
sarebbe mai avviata verso
si
ad investire
nuovi
storico e concreto, questa fede
noi questo significato
la
vita,
ad orientarla secondo
la realtà,
Bruno ha per
ideali. Il martirio di
:
esso è la conchiusio-
ue e correzione inveratrice della sua
sofia; è
lo
una dimostrazione
filoso-
reale dell'esigen-
za radicale del pensiero moderno, che non
può più consentire ,come Bruno illudendosi
aveva sperato con 1' antica intuizione del
,
mondo. Se Bruno non fosse
stato bruciato,
poteva parere possibile una conciliazione;
come volle che sembrasse possibile Galileo,
quando abiurò, non un'eresia, ma la sua fede
scientifica.
Bruno
fu saldo invece a sostenere
la
li-
bertà suprema della scienza, e a protestare
che una
e
filosofia
non potesse
non potesse essere
eretica,
esser giudicata dalla Chiesa.
Ueroismo
e
Bruno quindi provò che
zione antica del
la vita
mondo che ha
Dio, cioè la verità
,
morte della nuova
sibile la scienza,
Bruno 121
Veredità morale di
dell' intui-
fuori di sé
e però la scienza, è la
che rende pos-
filosofia,
come
la virtù,
come
l'arte,
facendo realmente scendere Dio in terra e
nell'animo nostro, come verità, come bellezza e bontà, vera umanità, in generale, per
tutto ciò che di divino appunto essa viene
realizzando nel mondo. Questa
filosofia,
con Bruno divinizza
e
la natura,
dopo Bru-
no divinizzerà l'uomo in ciò che l'una e
tro
hanno
sofia
dopo
che
l'al-
d'infinito e di eterno, questa filo-
17 febbraio 1600 sappiamo, per
il
converso, che non i)uò vivere se non per la
morte
di quella
vecchia intuizione. Morte,
che per noi non sarà, se
è
davvero
giudici
me
di
la nostra filosofia
nuova filosofia, la morte
Bruno i quali giudicarono
la
;
voleva la loro coscienza
;
ma
la
dei
co-
morte
del loro spirito nel nostro, e la fine di tutte
le intolleranze.
Il
quei giudici fu di non
vero errore di
aver veduto
filosofia
,
che
sarebbe
,
morto Bruno
stata
piìi
viva
,
di
la
sua
prima.
Giordano Bruno
122
E
Bruno
noi, pei- riveodicare
quell'errore,
uou possiamo
non ravvivare
Bruno, raccogliendo
in noi lo spirito di
timo ammonimento da
lui
sue gloriose lìedate
errori
»
spenti da
giudicare,
all'
quali
i
«
:
seguire
le
irregiudici e gli
(1).
suo rogo e
Il
fuggire
e
l'ul-
dato a un disce-
testimone della sua morte
])olo
ta
se
e correggere
tutti
sono
ormai
roghi
i
un pezzo la Chiesa continua a
ma non ha curia secolare pron:
esecuzione
ora sono
sue
della
quelle
Le
sentenze.
che devono essere:
sentenze di autorità religiosa per
quest'autorità riconoscono.
La
che
spiriti
del
libertà
pensiero, proclamata dal Bruno, è un fatto
storico; e la storia
Ma
non indietreggia.
altro trionfo egli aspetta: quello che
stri liberi delle
nuove
dinanzi e nel
mae-
libere generazioni de-
vono celebrare, insegnando con
un Dio da riconoscere
i
un
nel
mondo che
lui,
che
mondo che
noi
c'è
sta
ci
facciamo
,
in
tutto ciò che è reale o dev'essere reale per
(1)
Bkrti.
]).
326, u.
L^eroismo
Veredità morale di
e
noi, verità della nostra scienza e
nostra volontà
gna
:
norma
un Dio, dunque,
della
clie biso-
realizzare con salda fede nella legge del-
la coscienza e
a cui
non
si
legge
nella
voltano
rire la verità del
re,
Bruno 123
dello Stato
spalle,
le
;
e
senza smar-
sapere e la bontà del vole-
pubblico e privato. Insegnando, clie, quan-
do questo Deus
gibile,
in rebus
non
è altrui raggiun-
un Dio qualunque, che valga
since-
ramente come fondamento della legge
violabile della vita,
in-
un Dio davvero ricono
scinto ed amato, è meglio, molto meglio di
nessun Dio; e che tutte
onorate,
le fedi, però,
non per galateo o per
perchè ognuna, a
clii
la
vanno
politica,
ma
possegga, è un va-
lore assoluto e la ragione di tutti
i
valori-
APPENDICE
Una nuova monografia
su Giordano Bruno
(1)
Kecensione
del
volume
Giordano
Bruno, London
XVI-365,
in-8°; pubblicata
bre 1905;
a.
Ili, pp.
,
di J.
inglese
(1).
Lewis
Macmillan
a.
Me
Intyre,
Co., 1903
,
pp.
ne Lm Critica del 20 novem-
52.S-530.
Dopo
monografia ancora utile di
la
Oppenheim)
(Isabella
ma
(1887),
chita
testé
,
di
la letteratura inglese
un
Bruuo uno
sul
quei
di
Fritli
Carrière
s'
la vi-
è arric-
lavoro del prof.
eccellente
Intyre dell'Università di Aberdeen;
scritto
1.
dal
direttamente concernente solo
Bruno
ta del
riveduta
,
il
libri
quale ha
ordinati,
semplici, eleganti di cui gl'inglesi par che pos-
seggano
dello
little
il
segreto
scrittore si
;
in cui la critica e
mostrano
meno
il
as possible) e sono abilmente
dair arte di narrare e di esporre
tore adopera
,
di
un'apparenza
genua, senza euun(;iazione di
,
1'
anima
i)ossibile {as
dissimulate
che
lo scrit-
quanto mai
tesi
in-
da dimostra-
re,
senza professione di metodi da seguire, sen-
za
discussioni o polemiche
precedenti.
E
la
stessa
—
127
con
altri
preparazione
—
scrittori
erudita
128
Appendice
dell'autore
te in
si
contenta di apparire discretamen-
una semplice
o in fondo al
quale rende possibile
la
,
che nel corso del libro l'apparato
pesante nei
zioni, spesso così
deschi e italiani,
di,
si
cita-
libri di storia te-
che non distraggono l'attenzione di chi legge.
cennare se non
i
una dedicata
È
sui
che ricorrono nelle
,
piena.
Soltanto
manca
al biografo
documenti del
e d' altri e sugli accenni au-
ma
sofo, è succinta e rapida;
indagini
divisa in due par-
alla vita, e l'altra alla filosofia
Dufour
tobiografici
ac-
pochi tratti che presentino un
La prima, fondata
del Bruno.
Berti, del
non intendo qui
io
certo interesse di novità.
in
opere del
filo-
molto accurata e
qualche punto
secondario
l'opportuna conoscenza delle
piìi recenti,
spesso pubblicate in rivi-
od opuscoli non sempre in verità facilmente
ste
uno studioso
accessibili a
famiglia
Bruno
del
Brunnhofer e
domen.
inglese. Così, per la
rimanda ancora,
egli
col Sigwart
dal Fiorentino nei
d.
delle
restringa a brevissimi riman-
Di questa monografia
ti:
capo
bibliografica a
lista
volume
,
jFi^oc/ti di
29 gennaio
1882)
Bruno
modesti
ma
e
notizie attinte
alle
Nola {Giorn. napol.
;
stato messo in chiaro dal prof.
(1)
col
le
quali
,
com' è
Spampanato
(1),
Nola, Castr..YÌllari, 1899, p, 10. Gli studi
diligenti dello
Spampanato han recato
e con-
['iifi
Fiorentino
sul
attribuì
dei fuochi del 15(>3 (cfr. Berti,
Il
giudizio sulla
,
,
il
Vita-, 36.7-872).
poesia del Tansillo
the taste of the age
per cui
una numerazione
l~)i5
al
120
Flruiio
stnmo abbaglio
su uno
poirgiauo
ìHf/li'sc
))ioiio(iraJi((
was not
{following
non
tao refineà)
è
niente esatto per insufficiente cognizione e della
poesia del Tansillo e del gusto di quell'età.
— Per
seconda dimora del Bruno a Parigi
la
Heunequiu uel
Colle-
gio di Oambray,.e per altri casi e idee del
Bruno
(1585-6), per la disputa dell'
non poco
dalle
preziose
tinuano a recare
teressauti
avrebbe
profitto
note
mm
jioca luce su molti
della vita e degli
Dojio
A. potuto ricavare
Cotin ])ubblicate
del
del
scritti
terebbero altra considerazione
tengano.
1'
l'importante
nel
particolari
lìrinu);
iu-
e meri-
che geueralmeute non
ot-
opuscoletto sopra menzio-
nato egli è venuto pubblicando altri quattro lavori: Antipetrarchismo di G. B., Milano, Trevisini, litOO;
ciò della
bestia
trionfante con alcuni
Stab. tip. Vesuviano
no, ivi,
laio,
1!)02
,
1004; Alcuni antec.
antecedenti,
G. B.
;
e imitaz.
e
la letter.
Lo
impac-
Portici,
delV Asi-
francesi del Cande-
Portici, Della Torre, 1905. Quest'ultimo è dei
più
concludenti della ricca letteratura auì Candelaio. [Da ag-
giungere ora
il
nuovo
mediografi napoletani,
scritto: Somi{jlianze
(Bruno
tra-
due com-
e Della Porta), Napoli, Jo-
venc, 1906].
G. Cìentile.
— Giordano
Bnino.
9
Appendice
l.'iO
11)01 dall' Auvray (1).
Per
veneto e romano l'autore
za del prof. Tocco {G.
la storia dei processi
attiene alla conferen-
si
Firenze
J5.,
to rischiarò assai questa materia
anche
babile
lui
che
,
corrispondenza tra
le
gennaio
15!)9 e le
versi
debbasi escludere ogni
in
Inquisizione del 14
accuse del Mocenigo
imputazioni
nel 188(5
un suo
dell'
,
e cre-
risultati del processo siano stati di-
i
dalle
quando
e stima pro-
otto proposizioni eretiche
accennate nel decreto
dere che
che cer-
188(5),
;
il
del
Ma
denunziante.
signor Raffaele
De
Martinis
libercolo, del resto assai infelice {G.
B., Napoli, tip. degli Accattoncelli, pp. 207-12),
ebbe pubblicata dall'Archivio del
tila,
la
chiuse
il
processo
romano,
lo
mu-
S. Ufficio,
minuta della sentenza con cui
stesso
si
con-
Tocco
dovette confessare che questo documento veniva
a scuotere
le
sue argomentazioni. L' elenco
in-
fatti delle proposizioni
addebitate al Bruno in
cotesta sentenza
appunto dalla negazio-
si
rifa
ne della transustanziazioùe
(1)
rain
,
G. B. a Paris d'aprè-s
in Mémoires
Piale de France,
su
G. B., in
iV.
t.
le
(già esclusa dal
témoignage d'un contempo-
de la Sociéfé de l'hist.
XXVII;
AiifoL,
l
cfr.
Toc-
de
Paris
Tocco, IH un nuovo
st'ttenil)re
et de
doc.
1902, pp. 86 sgg.
Una, monografia higlese sul Bruno
co ora dall' Intyre) e comincia anzi con
1.">L
le stes-
se parole del Mocenigo: ch'era hiastemia grande
il
dire che
pane
il
Luce nuova, (;ome annunzia
r Intyre ha prociirato
Bruno
in carne
transustanzii
si
sugli anni del
gettare
di
(1).
nella prefazione,
Gran Brettagna,
passati (1583-85) nella
sui suoi rapporti col Castelnau, e sulla parte avu-
ta in alcuni niovimeuti letterari del teuii>o.
neanche a
mento
relativo a questo periodo della
diretto,
biografia bruniana
noi
noto e
]>iù
oscura
Ma
nessun docu-
lui è riuscito di scoprire
;
i)iìi
,
chiaro
d'
Xolano
vita del
del
i)eriodo
grazie
,
rimanente
ogni
altro
,
a
nella
alla coi)iosa e
vivace rapi»resentazione che egli stesso ne fece
ne' dialoghi italiani.
Con molta
stessi
diligenza
l'autore
il
non
e più felicemente degli
posteriori
biografi
quegli anni
,
già
,
aveva
illustrati
Bartholmèss, del quale forse qui
tiene conto abbastanza. Secondo le
sue nuove osservazioni, da Fulke Greville
casa del quale
disputa della Cena
stessa
(1)
Vedi
le
nuove
Gesch. d. Phìlos.,
Ani., pp. 88-9.
l\
Ceneri
delle
— Francesco
Ce^irt,
,
.348-50,
e
del
la
almeno nella
Bacone i^otrebbe
o.sst^rviizioiii
,
— in
dà come avvenuta
liruno
il
Tocco
nell'art,
esse-
lìvlì'Areh. f.
cit.
della N.
13'_'
A2)_pen(liee
re stato intiodotto alla couoscenza degli scritti
del
Bruno
;
mezzo anche deve
e per suo
averli
conoscinti lo Spenser, che secondo la congettu^
ra del Whittaker {Essàys
notices
a.
;
1895. p.
,
sarebbe
94), accettata dall' Intyre, dallo Spaccio
stato ispirato
Spenser
resto
del
,
sempre in Irlanda
nel
Bruno
;
Cantos oh
suoi
ne'
,
,
dal 1580 al 1587
non può
vissuto
essersi incontrato
che invece potè conoscere Bacone,
suo giungere in Inghilterra
al
MutahiJity.
critico di Aristotile.
È
ne dibattutasi molto in Germania e più
ghilterra,
anche recentemente
probabili tra
Bruno
«
l'
.in In-
dei rapporti
(1),
Ma
e Shakespeare.
ne l'Intyre ritiene che
come
già noto
,
nota la oscura questio-
idea che
il
a ragio-
B. abbia
conosciuto Shakespeare e abbia esercitata un'influenza su di lui è interamente fantastica
Curiosa
1'
osservazione, che quel maestro
».
—
Guin
(Mattew Gwinne), dal Bruno presentato casual-
mente accanto
al
Florio
(2)
si
,
trova
intatti
traduzione a
cui
questi attese, dopo la partenza del Bruno,
de-
aver aiutato
Florio
nella
Ussais Montaigne (pubbl.
gli
(1)
l)re
il
G. Brniìit
in
F.iujlidul,
in
nel
ir)(».'>).
Rerh-w, otto-
Quartelji
1902.
(2)
Vedi
la
Cena in Opere
ifaHaiie,
G.,
— Lo
I,
38.
riia
neppure
Smitlio, interlocutore della Cena,
potuto x^recisare
ha
tyre
che potrebbe essere
il
discepolo di Spenser
Shepherd
despised
chi
sia
ma
;
poeta William Smith, un
autore del
poema
(1).
— Altro
messo) della Causa, principio
re lion ne dice
nulla.
del Uieson
invece
amorevole
,
anìico Alessandro
quanto
glio
gli
pasto-
personag"gio in-
glese, certamente storico, è r Annesso
onesto
l'In-
crede
the compìaint qf the passionate
Chioris or
rale
,
133
sul JBritììO
iiKjìesc
iiìoiiO(/r<(Jì(i
occhi
e
ma
uno-,
— Notizie
Har-
(o
Pinto-
preziose ci dà
della Causa
« quel dotto
:
ben creato e tanto
,
Uieson
suoi
».
,
che
Ora
il
,
lidele
Nolano ama
me-
intendiamo
perchè lo amasse tanto. Egli pubblicò nel
un
15S3
sire de
mente
memoriae
ispirato,
E.
(1) Il prof.
jn-efaz.
De umbra
libro
e note
,
rationis
nota Tlntyre
SiCAKUl
Milano
,
{Il
(j».
evidente-
De um-
30). al
Candelaio
.Sonzoguo,
iudicii,
et
virtute prosopopeia:
G. B.
di
1889
iij».
,
39)
con
ha
espresso l'opinione che lo Sniitho della Cena « con molta
probabilità »
potrei »bt^
essere
quel
Joseph
Britisch
Consul at Venice, a cui appartenne l'esemplare del Candelaio
che
si
conserva nella Palatina di Firenze.
sognerebbe cercare in che tempo
console Joseph Smith. [V vài
oiiì
a
Venezia
ci
Opere italiane.
Ma
bi-
fu questo
(!.,
1.88].
Appendice
134
idearum del Bruno, e t'ondato sugli stessi
bris
principii neoplatonici.
«
L'opera, ai)pena abbozzata [extremely
slcetchy),
Ma
diffusa in alcuni punti, è di piccolo valore.
da una critica che essa i)rovocò, pare
clie abl)ia
avuto una certa voga, e sia stata sostenuta
una scuola vigorosa
sere
appartenuto anche
1584
uscì
P.
O.
,
,
Moufet, da cui
si
di
sc(^»lare
».
un autorevole
Thomas Molfat o
L' autore è
moria, che consiste in locis
« vani (self-parading)
gli scogli e
i
il
un seguace
come
si
a
et
umbris
stata
i
suoi
^letro-
sono
pienamente distrutta, se
fosse attaccata alla fede nei
una c(>l(mna
1'
e
e Dicson; questi
di rifugio ».
lemica, nota a ragione l'Intyre,
spiegarci
,
memori ogratì, come
Xolano
di
della me-
gorghi, in cui la pura scienza della
memoria sarebbe
essa non
di
dedicato a
e mette in canzonatura l'arte
doro, Rosselli,
nel
Infatti
uno
sperava un rincalzo contro la
Dicson
« scuola di
si
Bruno.
medicina,
filosofo e dottore di
Ramo,
il
un Anti-dicsomis
Cambridge
da.
e aggressiva, a cui dev'es-
antii)atia
Rame-
Questa po-
può giovare a
che nella Causa
il
Bruno
dimostra contro Pietro Ramo, eh' è stata sempre
difiRcile
a intendere
,
considerando che in
fine
il
Bruno doveva pur vedere nel Ramo un riformatore della filosofia come lui, e come lui zelante
Una
avversario
cordare
monotj rafia
Aristotile.
<li
elle
r amico e
E
Bruno
sul
lìu/lese
l.'}.")
gioverebbe pur
Bruno
])rotettore di
ri,
il
Castelnau, era un veceliio amiuiratore del Ramo,
aveva recato
cui
di
1581)
il
in francese
2* ed.,
(l")")!),
Liber de moribus veterum Gallorum
L'assegnamento, soggiunge l'Intyre, che
(1).
(r.
B.
fa sull'aiuto del ^Nlottat ])er respingere «gli
at-
tacchi di Scepsius [nome sotto
<*e-
lato nel
De Umbra
i\
me
violenza contro di
son » mostrano che
della sua dottrina
Dicson
l'
di tutta la scuola di
insegnamento
mnemonica non
un terreno interamente
A
questo proposito
anche
325)
ma
il
il
1'
sterile »
quale
([».
Compendium memoriae
pubblicò
(MV Aminta
satira dell'età
di
deW
iJli.")).
il
15S1
dato nella
,
in
,
Cena
(2)
(1)
Bartuolmkss,
I,
(2)
Ojyere italiane,
G.
,
])ubsua.
o()i-~ì). Il
Walsingham
in Pa(ricor-
naturalmente può aver-
e
106.
I,
d.,
esametri
con la
oro » {Spaccio, L.
dove conobbe
(s.
seguente alla
Watson, nota ancora T Intyre, era stato
rigi
Mi e
(p.
localis
una traduzicme
« nell'anno
liruno e
Thomas Watson,
Spaccio del Bruno
blicazione dello
<li
Dic-
era caduto su
Intyre ricorda
uscito nel 15S5 o SO)
latini
sarebbe
<'ui si
istesso], e Tira e la
48-9.
Appendice
1,)()
conosciuto
\\
poeta
(lotto
aiielic
,
cgii
:
un
èva
che alla poesia originale;
gli «(littori stranieri,
ma
Uruuo
il
più portato a tradurre e imitare
suo tempo era allineato come eguale con
al
S]»encer e Sidney.
Compendio
« Il
di
memoria
locale è in latino chiaro, semplice, classico
contrasto con
forte
Dicson e
[Pietro
da]
ma
Bruno;
di
i
sono quelli
tratta
egli
principii dell'arte che
Bruno, o Ravenna
di
qualche fonte comune
o di
,
in
,
corrispondenti oi)ere di
le
piti
,
abilmente ordinati e più acconciamente esposti».
È
dedicato a
Henry
gina
Elisabetta.
meae)
»,
con
i
dice
Xoel,, cortigiano
Se
« è
,
Umbra
all'
Osservazioni nuove
un
paragcme
Sigilli del
dotti
sia per ])rodnrrc più
autore che vantaggio al lettore
probabili attinenze di
i»asso pare che
del nostro
al
artificiosa di Dicson, io
temo moltissimo essa non
infamia
messa
profondamente
1'
della Re-
mia operetta {nugae
la
V autore
mistici e
Nolano, o con
«
tìlosofo
il
:
1'
».
autore fa anche circa
Bacone
eoi
primo abbia
nell'
le
Bruno. Solo in
fatto
introduzione
menzione
all'
Rist.
naturali^ et experimentalis (ed. EUis e Spedding-,
II,
!.'>)
dove, ricordati parecchi hlosolì greci che
foggiarono, secondo lui, arbitrariamente
fantastiche
teorie intorno al
mondo
,
le
quasi
più
fa-
vole che quindi rai)presentarono e pubblicarono.
Uua
s(»<igiunge
nioiìO(/raiì(i
che
nei
ìiif/lese
Bruno
sul
tempi moderni
l'
un
delle scuole e dei collegi imi)one
I.'h
istruzione
certo freno
agr ingegni. «Xeque propterea omiiino cessatum
Brunus, Severinns Da-
est. Patricins, Telesius,
nus
Anglus
Gilbertus
,
Campanella
,
scenam
teutarunt et novas tabulas egerunt nec plausii
celebres nec argumènto eleg*antes
casmo, di certo
un
del iJruno in
implica che
ma
:
tale contesto,
le oi)ere di lui
te d' alto valore dagli
Inoltre
:
non
eran lette e ritenu-
amatori della
leggere proprio
i
no
all'
il
li
to sulle ceneri dei sacrifizi e
quelle
avrebbe
anno dopo,
tor-
segno della perpetua calma proi)ria di
;
alte vette
p. 51; cfr. N'ov.
I,
{Ilist.
Org., Il, 12); e
a p. 4-45), che
quanto
alla
ventar um
,
il
ed. cit., II,
pensiero ca-
Bruno, ripetuto da Bacone
è in linea spirale anzi
E
1'
del-
scrit-
avrebbe ritrovato ceneri e scritto
ratteristico del
Org.,
(casuali
letti j)aio-
ricordo che entrambi gli scrit-
l'01im]>o, sulle cui cinìe la gente
,
Due
avesse
leggenda del monte Athos e
tori ftinno della
intatti
la letteratura
dialoghi bruniani.
significanti i^rove che egli
nata lassù
filosofìa.
è verosimile che trascurasse di
ma
Intyre
sar-
secondo l'Intyre,
Bacone aveva familiare
italiana, e
Amaro
».
questa semplice menzione
]>redetta
il
moto dei
cori)i celesti
che in perfetto
leggenda
{2fov.
la
cirinilo.
fonte pel
Appendice
138
monte Athos
sono certo
Prohìemata (XXVI,
82);
quale
il
seo;
ma
non
se
3!));
probabilmente Bruno
più
o
lino,
pseudo-aristotelici
i
ma- per l'Olimpo o So-
ad
a|)pella
si
{Cena
nel costui Cinnnient-.wìo
iù
Metereologica
ne trova nulla.
L^Intyre insiste sui punti di contatto tra
due
siero dei
ma^ia naturale {N.
ammira
lui
augm.,
il
libro di
compendio
misterioso
I,
Miir,
i>.
il
Come Bruno, Bacone
tìlosolì.
nella purgata
come
Cena, 111);
i
,
un
quasi
,
naturale {De
come
lui
allega
detti sapienti di Salo-
mone. Lo stesso argomento usano contro
il
pen-
crede
Org., II, 9);
Giobbe
di tìlosoiìa
spesso con convinzione
torità
G.
,
Alessandro Atrodi-
consenso generale,
1'
au-
1'
antichità d' una
credenza, come principio di prova. Per entrambi
non han che vedere con V
fede e religione
vestigazione
che non vi
naturali
trambi
«
facesse ricorso solo ai principii
si
per spiegare
condannano
come
,
altri
ci sia; e
e
fenomeni della natura,
Aristotile.
En-
innovatori del tempo » risal-
Leucipiw e Democrito,
Empedocle ed Eraclito. Uno degli
ùlola tribus è la
un ordine
i
le oi)ere tìsiche di
gono ad Anassagora
Parmenide
in-
scientifica. Per la stessa ragione,
,
tendenza a supporre nelle cose
una similarità maggiore
benché
,
che non
in natura molte cose siano mìo-
Una monoyrafid
inglese sul
Bruno
loO
nodica {monadica, uuiche) e ricche di differenze,
pure
mente
la
tinge paralleli
relazioni inesistenti
notava
(iV.
Org,
corrispondenze,
,
I, 45).
E
lo stesso
Bruno, che andava per altro
il
]»iù in-
nanzi e insisteva sulla unicità di ogni esistenza
nelF universo.
individuale
servava
divina
Anche Bacone
la distinzione scolastica tra
o angelica
,
intuitiva
,
e
la
stinzione è disegnata dal Bruno,
dentro la
pari
mente
conoscenza
conoscenza
frammentaria, umana. La stessa
acquisita,
del
con-
ma
di-
introdotta
conoscenza intuitiva della
eroica della stessa specie della conoscenza
delle più
da
alte intelligenze, e solo difterente
quella di Dio,
in
quanto quella non crea
ciò
che intuisce.
Riapparisce in Bacone l'altra distinzione scolastica
di
natura nattirans
distinzione
natura naturata^
e
superata in Bruno dalla identifica-
zione dell'una con F altra,
come due
un' unità superiore. In Bacone,
«
l'animismo universale
» è
asi)etti di
Bruno,
in
combinato con una
teoria atomistica della natura
a credenza
come
meccanica
che nessun fenomeno
e
con
tìsico sia in-
teso fi^nchè iiossa essere espresso in termini matematici.
Xè Bruno né Bacone giunsero all'atomo
della fisica epicurea, ossia a
stanza
un'immutabile
ondeggiante nello spazio vuoto
;
ma
sole
Appendice
140
parUcuìae verae
di l>;u'0]ie
sono concepite molto
più in contuso della teoria biuniana di nna materia sottile eterea diffusa per l'universo, e di
atomi
pili
densi che sono dietro di essa in co-
stante moto. Per entrambi
materia
lo stesso
tuttavia, c'è nella
,
flusso e
riflusso.
Del
resto,
atomi e vuoto, come la materia prima, sono per
Bacone astrazioni mentali
anticipazioni
Circa
nulla.
con
la
la
infeconde,
aftatto
,
che non giovano a
natura
della
relazione dell' intelletto
natura sono
tutti
umano
due convinti del potere
del primo, se diretto dalle leggi dell'esperienza
e limitato ai dati della sensazione, di
dere
compren-
seconda; ma, nientre Bruno vedeva nei
la
dell' intelligenza un indizio poun reale al di là, Bacone più i)rudente
vedeva un argomento di i)iù per indietreg-
limiti
negativi
sitivo di
ci
giare dalla ragione alla fede. In altri due casi
Bacone
si
oppone
l'arte lulliana
che
al Briino
egli
:
chiama
nel concetto delil
metodo
dell'im-
me-
postura {De augm., VI, 2), e dell'arte «Iella
moria (V,
gava,
ma
5)
che
il
cancelliere inglese
non ne-
credeva doversi riformare radicalmente
(per poterne ricavare nonnulla mirabilia
et
por-
tentosa).
Insomma,
nobbe
gii
è quasi indubitabile che
scritti bruniani;
ma
le
Bacone
co-
attineuxe addi-
fiin monofirajìa
iitijlese
limito
><ul
1-41
non attestano, e l'autore stesso
tate dall' Intyie
ne pare persuaso, una speciale azione diretta
esercitata dal
Bruno
sul filosofo inglese
,
trat-
tandosi spesso di idee che fermentavano nella
contemporanea.
filosofìa
Nello stesso capitolo, l'ultimo del libro, rinty-
continua a raccogliere con molta diligenza,
le
riassumendo
gendo
posteriori
tes,
:
Bruno
tracce del
di suo, tutte le
scrittori
e qualcosa aggiun-
gli studi altrui
negli
da Kepler, Vanini, Descar-
Gassendi, Spinoza (per cui l'autore
si attie-
Leibniz (attenendosi allo Stein)
ne- al Sigwart),
Bayle, Toland fino a Jacobi, Goetlie, Sclielling
Anche qui qualche
e Hegel.
merita
choliae del
è citato
Burton
i
mondi
infiniti in
nuovo
Anatomia melan-
Bruno, con Copernico,
(1(521)
come autore
di « parecchie prodigiose
credenze e paradossi
e
particolare
d' esser rilevato. Xell'
(àrea
il
moto
uno spazio
della terra,
infinito ». Ivi
nella Digressione sull' aria è ricordata la
a proposito
delle
mare; delle stelle
variazioni
fisse
come
torno- dell'aria dei cieli
della
terra
etere.
;
L' hifelix
inglese
un
Brunus
—Xel
con pianeti
at-
come identica a quella
degl' infiniti
scrittori ateisti.
soli,
Gena
terra e del
della
mondi
v' è
in
un
infinito
annoverato tra
ballo in maschera
gli
rappresentato in
KI31 fu
,
il
Coelum Bri-
,
Appeìidìce
142
tannicnm
Tlioinas
di
(
-arew,
è fondato
clie
in parte, sullo Spaccio, col re Carlo
almeno
al i)osto
della
Verità
—È
(1).
nota
la
I
parte
del
Toland nella riabilitazione del nome del Bru-
no
e
del
come
tra
i
suoi mss.
De V infinito con
si
trovasse l'argomento
traduzione
la
È
proemiale (pubbl. nel 1720).
dell' epistola^
pur noto che nel
1713 uscì anonima in Londra una versione inSpaccio, clie
glese dello
Museum
catalogo del Britisli
il
un W. Morehead
attibuisce a
Ora
scrittore della Quarterly Revieu- ha sugge-
uno
rintyre consente, che questo Morehead
rito, e
possa essere stato uno dei
Tornando
del
(2).
Bruno
come
Toland.
i
casi
in Inghilterra servendosi sopratutto
precedenti biografi
i
Bruno.
fratelli del
alla biografia, l'autore illustra
Ma
uè anche
lità patite dal
lui,
,
dei
dialoghi
accennando
del
alle osti-
nostro filosofo colà, ha badato a
un'importante notizia che risulta dalla epistola
proemiale e dal primo dialogo
Causa: ossia
«Iella
della prigionia dovuta soffrire dal
Bruno
in sè-
guito alla pubblicazione della Cena che suscitò
(1)
Cfr. l'art, cit.
80U sul Carew
(2)
Cfr.
della
(Juart.
iwW Eiifydopedia
Frith, Life
of.
Eev. e l'art, di
Britannica.
G. B., p. 321.
Adam-
Una m Oli Off rafia
tante
iiitjlese
L' interlocutore inglese
ire.
14o
sul Jìnino
Armesso
nel
dialogo, scritto evidentemente dopo gli altri
l"
ouattro, ai quali fa d'introduzione, mentre serve
dolano per scolparsi
al
delle acerbe accuse che
erano scatenate contro di
s'
Filoteo
« simili a
per esserno essi
hanno forzato
vi
casa »
(1).
inesso
il
sière
,
lui
laccomanda a
,
stesso Bruno), che questi altri dia-
non siano
loghi
fa,
(lo
Ma
quelli,
che poco temi)o
usciti in camino a sx^asso,
starvi rinchiusi e ritirati in
eli
prima di
suo signore,
ritirarsi
in casa
,
cioè
Castelnau de Mauvis-
parrebbe che fosse stato carcerato. Infatti
dopo aver ac(;ennato
nella epistola al Castelnau,
a <xVingiusti oltraggi <'he egli aveva patito, al ra-
pido torrente di criminali imposture^ che s'era rovesciato contro di lui
cato
un
minile, di cui
le
potenti che quanto
presentato
il
,
e in cui
pazzo
discortese,
e
false lacrime
si
non era man-
malizioso sdegno fesoglion
suo potente amico come un « saldo,
fermo e costante
scoglio
che risorge
capo fuor di gonfio mare » (dopo,
il
che per un
ed
momento
è s<-omi)arso),
(1)
Cfr.
esser piìi
voglia tumide onde etc; e ra])-
—
si
e
mostra
s'intende,
è stato ricoperto dai flutti
dice
Opere italiane, G.
1,
<la
lui
n(m solo
144 e 129.
ricet-
ApjXIKÌirc
144-
ma
tato e nodritOj
vo,
uTi
scoj;li()
iiiomento
tempestOvSe, e
l'
il
:
dello
ri;ìi)i)iirire
il
sotto
seoini>ars(>
onde
le
liberato priiiia (leìVessex ritenuto
Bruno prima
incarcerato, e
ambasciatore francese
chiuso
dove
mi sembra ohe accertino essere stato
in salvo
il
difeso, liberato, ritenuto in sal-
mantenuto in porto
in sua
casa,
;
e
i^oi
liberato dal-
da questo quindi
per sottrarlo alle ire del
popolo che era stato anch'esso sobillato.
Di un curioso
Bruno
ma
fatto relativo alla partenza del
dall'Inghilterra c'informa ora i)er la
volta l'Intyre.
Xon
v'ha dubbio che
lasciò l'Inghilterra col Castelnau
mo
,
il
il
sulta da
1585 era ancora a Londra,
una sua
Ma
come
il
ri-
lettera con questa data all'am-
basciatore scozzese Douglas.
del 3
Bruno
cui richia-
in Francia era stato deciso nel 1584.
2 ottobre
i)ri-
La
lettera,
seguente
novembre 1585 allo stesso Douglas (pubbli-
cata con la prima in Salisbury' Paper, III, 112)
è scritta
da
Parigi.
Sicché
il
Bruno dovette
giungere a Parigi nelP ottobre 1585. In quésta
lettera
il
Castelnau racconta all'amico che nel
suo viaggio egli era stato
to
aveva
nobili
«
derubato di quancamicia,
dei
e della
sua
era rimasto niente uè a
lui,
in Inghilterra, tino alla
regali datigli
argenteria:
non
gli
né alla moglie, ne
dalla
Regina
ai tigli, sicché
somigliavano
moitofpftjìa
I^iia
a quegli
sul
iiu/lese
Irlandesi che
esiliati
Bruno
14.1
chiedono in In-
ghilterra Teleniosina coi loro ragazzi a fianco
Aveva
né
ciali di lei
non
Bruno
in-
come andò
V Intyre,
dice
soldo,
Sarebbe
di restituzione ».
sa])ere,
gli uffi-
un
tesoriere possedevano
il
i)arlava
si
teressante
nel derubaraento delle cose del Mauvis-
sière. «
Almeno può supporsi che
Bruno
il
rivasse in Parigi con assai poca roba
ìvordlt/
little
».
prestato del denaro alla Kegina di Scozia,
ed era in gran turbamento «])erch(' né
e
•
scritto di
immenso
goods)
ma
,
una grande
Un
».
con. parte
del
oi)era sull'universo:
ar-
very
{loith
manoil
De
dunque, da aggiun-
altro guaio,
gersi molto probabilmente alla travagliosa vita
del Nolano.
Della
filosofia
bruniana
il
i)rof.
avere brevemente enumerate
chapt.
I),
Intyre, do])o
le fonti
(part II,
servendosi principalmente delle ricer-
che del Tocco, consacra un capitolo alla Causa
{The foundatioHS of loiowledge), uno al
finito {The infinite universe
uno
e
al JDe
uno
al
Atoms
immenso {Nature
De minimo {The
a.
— The
a.
Dell'in'
mirror of God),
the living
^Yorld.s)
last a. the least
Tings:
soul-Monads). In due distinti cai)itoli
studia pure lo Spaccio {The practical philosophy
of B.) e gli Eroici furori {The
fine,
<;.
raccoglie in
(iENTtLE.
una
— Giordano
In-
higlier hife).
sintesi ordinata e pers]>i-
Bnino.
10
Appeudìve
14(»
ciia
le idee
bruniiine
sulle Religioni positive e
sulla religione
della filosofia: appropriato
iiamento
esposizione d' una
dell'
profondamente religiosa come
Tutta
dotta
l'es]»osizione,
])er lo ]»iù
se sorvola
con
tìlosotia
oorocosì
è quella del l>runo.
con metodo eccellente, conle i)arole
sulle difticoltà
stesse del Bruno,
che in taluni punti
potrebbero dar Iuoììo a discussione, offre in com-
penso un compendio chiaro e corrente del
siero del liruno, quale
numca
a noi
])en-
italiani, e
che sarebbe desiderabile i)otésse lar<iamente
ser noto
tyre
per
anche tra
non è tanto
noi.
])ei
le ])ersone colte.
Giacche
il
es-
libro dell'In-
dotti di mestiere,
quanto
N D
e
I
E.
.......
......
—
Dedica
l'aj
Avvertenza
Il
misticismo di Brnno
11
II.
—
Il
valore ])ratico delle leligioiii
21
III.
—
Bruno
IV.
— La
I.
V.
VI.
VII.
VIII.
V la
Riforma
j^eimflessioiie di
.
Venezia
— La resistenza al S. Utììzio in Roni;
— La religione di Bruno
— siguilìeato della morte di Bruno
Il
— L'eroismo e l'eredità morale di Bruno
— Una nuora monografìa inglese
Appkndick.
su G. Bruno
.....
35
411
tìl
X\
97
Estratto del Catalogo
della
Casa
Editrice
G enerale
Beino Sandron
L'INDHGINE
M0DERNH
Questa raccolta comprenderà pubblicazioni
rigiiarquanto di più recente abbia prodotto
l' inteletto limano nel campo della
conoscenza. Js^on
lanti
opere
speciali utili soltanto ai
professionisti della scienza
lon ricerche analitiche superflue pei
profani, ma l'espoiizione di queste, fatta da autori
di fama mondialeale il programma de
L'INDAGINE
Essa
A.
si
presenta
Ft.
al
MODERNA
pubblico coi seguenti nomi
:
^^allace
Hugo De Vries
A. H. Haddon
Jacques Loeb
Felice Tocco
MV. 'Windelband
Ernesto Lugaro
MT. e. n.
L'INDAGINE
)n è soltanto limitata agli
MODERNA
argomenti puramente selen-
pensiero umano può rivelarsi sotto altri
meno importanti che dallo stretto carattereaspetti
ici: Il
>n
Whetham
scien-
.
REMO SANDRON
—
Editore
tifico, sembrano in apparenza allontanarsi. La filosofia
lìura troverà quindi il suo posto naturale in questa
raccolta; la critica., sia storica., sia letteraria., sia filoso-
contribuirà ad arriccliirla di opere pregevoli
fica.,
ita-
liane e straniere, che dilìbnderanno il pensiero contemporaneo nelle sue varie manifestazioni intellet
tuali, morali, estetiche, scientitìche, in questa nostra
epoca che febbrilmente moltiplica le sue ricerche,
tanto per il proprio maggior benessere materiale,
quanto, e forse più, per un bisogno ideale di conoscere e di sapere.
L'INDAGINE
N.
1.
— WALLACE
l'
Uomo
MODERNA
(Alfred Eussel).—
neir Universo.
Il
Studi
posto del-
sui
risuìtati
scientifiche sulla unità o pluralità
delie ricerche
Traduzione dall'inglese riveduta e
preceduta da uno studio critico di Giacomo
Lo Forte.
dei mondi.
Uu
voi.
iu-S", pag.
XXXVI-436, cou
illustrazioni
,
3 ta-
vole a colori riprodiiceuti l'Uuiverso stellare, e ritratto
dell'Autore
L.
7,50
Alfred Kussel AVallace e la sua ipotesi. — Prefazione dell' Aixtore. — L'Uomo e
— L'Uomo e l' Universo (Idee moderne). — La nuova astrononna. — Distribuzione delle stelle. — Distanza delle stelle. — Moto del sole attraverso
l'Universo (Idee antiche)
— Unità ed evoluzione del sistema stellare. Il mimerò delle stelle è in— I nostri ra))porti con la Via Lattea. — L'uniformità della materia e delle
leggi nell'Universo stellale. — I caratteri essenziali dell' organi-smo vivente. —
lo -spazio.
Knito
sue
Jie
ì
condizioni indispensabili alla vita organica.
luppo e con
la
conservazione della vita.
zioni atmosferiche.
— La
teira è
— La
solo
il
— La
terra
X.
?
2.
— LOEB
(Jncciues),
rapporto con
pianeta abitabile del .sistema
posseggono -sistemi planetari — .Sono esse utili a noi
stellare. - Imiìortanza della nostra posizione centrale.
stelle
in
—
lo
svi-
— Condisolare. — Le
terra in relazione con la vita.
?
— Stabilità
Fisiologia
del
sistema
comparata
del cervello e psicologia comparata. Con
Traduzione
aii'ji'iunte oriiiinali dell'Autore.
—
del Prof.
Federico Raffaele, Ordinario
di
L
Anatomia
'i
n (la (li II e in odt rv a
e Fisiologia
comparate nella E. Uni-
versità di Palermo.
Un
XX-400, con 39 figure nel
voi. in-8», pag.
Prefazione all'edizioue italiana, del Prof. Federico
Raffaele
testo L.
7,50
— Prefazione all'edi-
— Di alcuni fatti e concetti fondamentali concernenti la fisiologia comparata
— Il sistema nervoso centrale delle Meduse — sistema
nervoso centrale delle Ascidie e
suo signiticato nel meccanismo dei riflessi — Esperimenti sulle Attinie — Esperimenti sugli Echinodermi. — Esperimenti sui Vermi — Esperimenti sugli Aitropodi — Esperimenti sui Molluschi — La teoria segmentale nei
Vertebrati — Decussazione parziale delle fibre e dei movimenti coatti — Rapporti fra
l'orieBtazione e la funzione di certi elementi dei gangli segmentali — Esperimenti
cervelletto — Sulla teoria degli istinti animali. — Il sistema nervoso centrale e
l'eredità. — Distribuzione della memoria associativa nel regno animale — Gli emisferi
cerebrali e la jnemoria associativa — Eocalizzazioni anatomiche e i)sichiche — Disturbi della memoria associativa — Su alcuni punti di partenza per una futura analisi
del meccanismo della memoria associativa — Aggiunte dell'Autore all'edizione italiana.
zione inglese.
del sistema nervoso centrale.
Il
il
sili
In
lyì'eiKtrazìone :
DE VRIES
(Hugo). Specie e varietà
mediante
del Prof.
HADDON
e
loro
oru/ine
mutazione. Traduzione autorizzata
la
Federico Raffaele.
(A. H.).
Lo studio
dell'
Uomo.
Introdu-
zione agl'etnologia. Traduzione autorizzata del
Prof.
Andkea Giaudixa,
tomia
e
Ordinario di Ana-
Fisiologia comparate nella E. Uni-
versità di Pavia. C-on
numerose
illustrazioni e
tavole.
LUGARO
(Eruesto).
I
problemi odierni della psi-
chiatria.
TOCCO
(Felice).
Studi
Kantiani.
WHETHAM
(W. C. D). Lo stato attuale della fisica.
Traduzione <lel Prof Ignazio Caldakeka.
Con numerose
WINDELBAND
illustrazioni.
(Guglielmo).
Manuale
di
storia
Traduzione autorizzata
Prof Ei'OENio Zaniboxi.
della filosofia.
del
—
REMO SANDRON
— Editoke
BIBLIOTECA "SANDRON»
DI SCIENZE E LETTERE
AUGIAS
(Carlo).
no. — lìicchezze.
voL
—
—
niali del Secolo
BACCI
—
—H
Premessa
Secolo e la Società
—
l>edica
—
trocento
—
Un
voi. iu-lO,
Prosa
e prosatori
mnemonico
trattatello
—
Per
prosa viva
la
]iroblenia dello stile
dello scrivere
Appendice
in Italia
Vita
».
>>.
—
:
—
L' «
Contro
I.
la
(«
—
pag.
—
Oneri patrimo-
Paccouti
II. Sullo studio di
III. Sul libro di G. Lisio
—
?
3 50
—
valdelsaue
d'Edmondo De Aniicis — Per
Ancora del problema della jn-osa.
»
(Giacomo).
25).
— Il
l'art*
Cellini's
Stil
in
seiner
Dante
Rinascimento
Dal
Un
»)
« Delle teorie ortogratìche
:
« L'arte del periodo nelle opere volgari di
Risorgimento. — (X.
Quat-
—
Le lettere del
Gabriele D'Annunzio pro-
K. Vossler: «Benvenuto
:
XVI-400
pistoiesi » e « fonogratìe
Idioma gentile
Stilistica
storici e
prosa volgai'e del
di Michele del Giogante
Sullo studio di Francesco Zambaldi
BARZELLOTTI
Il Secolo e la Fisica
Scritti
Della
sua prosa e lingua
Giusti e alcuni caratteri della
satore
Uu
14).
riass-untivi) tinaie.
32).
Prefazione
Un
—
Politica e le Nazionalità
Secolo, la
Prosa e prosatori.
(Orazio).
teorici.
— (X.
3 50
Concetto generale del Secolo
Sguardo
— (N.
Secolo decimono-
del
Frobìemi. Speranze.
443
in-16, pag.
Dedica
Il
L'eredità
».
al
Seconda
nuovi saggi,
voi. in-16.
edizione riveduta con l'aggiunta
di
(in lavoro).
Italia mistica e Italia pagana
Cristianesimo italiano
—
La
—
basilica di
Italia
S.
mìstica
Pietro e
il
—
I
caratteri
Papato dopo
—
—
il
storici
del
concilio di
Per tJNO STUL'idea religiosa negli uomini di Stato del Risorgimento
Trento
DeOa sincerità nell' art«
DIO storico-psicologico della nostra letteratura
Il problema storico della prosa nella letteratura
e nello stile dei nostri scrittori
italiana
La letteratura e la rivoluzione in Italia avanti e dopo il 1848 e il 49.
—
—
—
La nostra
letteratura e l'anima nazionale.
—
—
Biblioteca « Sandron » di Scitnzt
BERNHEIM
(Eruesto).
storia.
in-ltì,
5.
Prefazione del traduttore
Concetto e svolgimento della
—
voi.
34).
Vili 432
tiva)
storiografia e la filoso
d'I metodo storico e della
— Traduzione autorizzata del
Barbati. — (X.
Un
pag.
—
delia
Paolo
Di'.
Lettere
Manuale
fia della storia.
filosofia
La
e
—
Concetto ed essere della scienza storica —
scienza storica (storia narrativa— istruttiva — evolu-
Limitazione e divisionn
Relazioni tra la scienza storica e
(tematica
— cronologica)
del materiale
scienze (con la filologia
le altre
storico
— con
—
la poli-
— con la sociologia — con la filosofia — con V antropo— con scienze naturali) — Relazione della storia
della scienza storica — Filosofia della storia —
compiti — Appendice bibliograttca.
tica e la scienza di stato
V etnologia
Essenza e compito
logia, l'etnografia e
—
S\"iluppo — Concetto
con
l'arte
CALÒ
e
(Giovanni).
le
della
problerPia
Il
— (X.
pensiero contemporaneo.
nel
libertà
Un
31).
voi. in-16,
pag. XII-22.S
3 50
Genesi e sviluppo del contingentismo
luzione prammatistica del ])roblema della
—
—
La contingenza e la libertà
La solibertà — Conclusione — La libertà del
volere.
CASELLI
rie ed
(Carlo). La lettura del pensiero.
appunti di un esperimentatore.
(X.
—
93
voi. in-16, pag.
—
—
L' affettività
in-10, pag.
gni
Un
—
1
—
Ragione del lavoro
Lettera di dedica
del pensiero
Il mio metodo
Le guide
—
Memo12).
degli
157
— Chi sono — Come divenni lettore
— Gli esperimenti — Osservazioni.
animali.
Prefazione — Animali delle classi
— Insetti — A]>i e Formiche —
inferiori
Pesci
—
— (X.
—
—
ilollusclii
Batraci
Un
IG).
—
Crostacei
Rettili
—
voi.
1
—
—
Ra-
Uccelli
—
Mammiferi.
CROCE
(Benedetto). Estetica come scienza delVespres-
sione e linguistica
— Teoria
generale.
conda edizione riveduta
dall'
Autore.
e
Storia. Se-
— (X.
voi. in-8, pag. 537
Un
19).
5
Estetica come scienza dell'espressione e linguistica
I a XV III.
Storia dell'Estetica. Cai>itoli I a XVITI.
—
—
generale. Capitoli
Appendice biblio-
—
grafica.
Questo rohniie
rica, ossia di
due
— L'autore
è
e di una parte stoad aiutarsi a vicenda
composto di inia parte teorica
libri
indipendenti
si è esteso,
ma
destinati
specie nella parte teorica, su questioni, che son
ge'ìerali e laterali rispetto al teina
da
lui trattato.
Ma
ciò
non sembrerà
—
REMO SANDRON
divagazione a
chi
rammenti
rigorosamente parlando,
che,
da
scienze filosofiche particolari, che stiano
quando
tratta di estetica o di logica o
si
tutta la filosofia,
Editore
sé.
di
La
etica
pur lumeggiandosi più vivamente
convenienza didascalica)
un
fi,losofia
ci
ha
tratta sempre di
minutamente (per
si
,
non
e unità, e,
e
determinato di quell'unità inscindibile.
lato
appunto per questa strettissima connessione di tutte le
parti della filosofia, l' incertezza e l'eqtàvoco, che regnano intorno all'atE,
viceversa
,
tività estetica,
intorno alla fantasia
rappresentatrice
torno a questa primigenia delle attività dello
gno
delle altre,
spirito
e
produttrice
e
domestico soste-
ingenera equivoci, incertezze ed errori in
nella psicologia come nella logica, nella teorica della
filosofia pratica.
e se la
forma
Se
linguaggio
il
esletica è
il
è
la
tutto
storia
prima manifestazione
,
in-
resto
il
:
come nella
spirituale,
linguaggio stesso in tutta la sua vera
scien-
e
può sperar d'intender bene le fasi posteriori e
più complicate della vita dello spirito, quando di essa il primo e più
semplice momento resta mal noto, mutilato, sfigurato. JE dal chiarimento
tifica estensione,
si
primissimo dato deve aspettarsi la rettificazione di molte consesoluzione di alcuni problemi filosofici, che appaiono di solito
di quel
guenze
non
e la
quasi disperati.
—È
sente lavoro. E, se
il
questo per l'appunto
tentativo teorico
qtii
il
pensiero animatore delpre-
esposto
e
V illustrazione
sto-
rica con la quale è accompagnato, gioveranno ad acquistare amici u tali
studii, spianando ostacoli ed indicando rie da percorrere , se ciò accadrà
come
più particolarmente in questa Italia, le cui tradizioni estetiche
.sono assai nobili, l'autore stimerà di avere
a suo luogo vien mostrato,
raggiunto il suo scopo, e uno dei suoi più vivi desiderii sarà stato sod-
—
—
disfatto.
Xon ancora compiuto l'anno della pubblicazione della prima edizione
pone mano alla seconda di questo libro, del quale anche son prossime
a veder la luce le traduzioni francese e tedesca. Questa favorevole accoglienza e le discussioni alle quali il libro ha dato e dà luogo, paiono
si
buon segno che il voto espresso
tenza avrà adempimento.
nelle ultime linee della
L'autore ha, in questa seconda edizione, riveduto
precedente avver-
il
sito
lavoro, in-
troducendovi qitalche correzione ed alcuni piccoli chiarimenti ed aggiunte.
(AixW Avvertenza che precede l'opera).
DERADA
(Carlo Modesto). Gli uomini e le riforme
pedagogico-sociali della Rivoluzione francese.
—Dall'
Un
«
ancien regime
voi. iu-K), pag.
Dedica
franceise
—
—
Prefazione
—
»
aììa Convenzione.
— (N.
Introduzione
23).
2 50
2G2
—
Le
origini positive delLa Rivoluzione
L'istruzione pubblica innanzi la Rivoluzione
francese
—
La
lotta
Biblioteca « Sandioti » di Scienze e Lettere
il
—
passato e ra^Teuiie
La rivoluzione
della pedagGjiia
—H
forme pedagogico-sociali dei Girondini
e
morale
la
—
Le
ri
radicalismo scienti fico-jiedagogico dei
Giacobini.
DE ROBERTO (Federico).
(N. 10). Un voi. iu-lG, pag.
n
josofo
vinti
—
secolo agonizzante
—
—
La
Il
FAZZARI
ca
—
genio e l'ingegno
—
—
superuomo
—
—
La
La
uu
poesia di
lì-
— Vincitori e
timidezza — La volontà.
Due
civUtà
Breve storia della MatematiMedio Evo.
mitichi al
voi. in-16, pag.
Il
feminismo
Il
Critica e creazione
(Gaettmo).
tempi
dai
—
tolstoismo
Il
un poeta
filosofia di
—
—
colore del tempo.
274
3
Il
— (X.
Un
35).
268
—
4
Numerazione decimale — Gli Egiziani — I Babilonesi — Logistica presso Gre— La matematica presso Greci — Periodo pre-euclideo Valete e la scuola
jonica — La inateinatica nel secolo Y a. C. — Pitagora
la scv ola italiana — L'Accademia— Periodo aureo della geometria greca — I matematici greci
II secolo
a. 0. — Periodo di decadenza — I Romani — Gl'Indiani — Gli Arabi — La scuola
bizantina — Medio Tivo — Dal VII al X secolo — Secolo XI — Secolo XII — Se
cola XIII — Secolo XIT — Secolo VI'.
i
ci
i
:
e
«lei
FORNELLI
—
lìi
(N.
Un
6).
Dopo
la
decisamente
L'opera
(Nicola).
occasione del
di
Augusto Comte.
Centenario della sua morte.
I.
voi. in-16, pag. 231
morte del Corate
—
Littré
—
—
— Fondamento obbiettivo o
— Posizione del sistema del Comte
contemporaneo — Della libertà e dei tre
e
realistit'o della si)eranKa del
rispetto alle altre correnti dello spiiito
3
i
comtisti
Comte
— Fine sociologico e tutto pratico della classificazione comtiana
— Metodo .storico del Comte e sua specialità nell'investigazione dei
fenomeni sociali — L'Umanità come termine della dinamica sociale — L'Umanità
come sintesi valore della concezione religiosa del Comte — U metodo subbiettivo
riabilitato come metodo sociologico — Concetto dinamico della religione dell'Ustati coratiani
delle scienze
manità.
PULCI
(Lodovico). Deputato al Parlamento.
na di
manzo
{La
Resurrezione
Tolstoi.
setta
«
»).
—
dei
(E.
La
Douìihobors
24).
Un
dottri-
e
in-16,
pag. 102
1
GENTILE
licei.
voi. in-16, pag.
—
L'insegnamento della
(Giovanni).
sofia nei
Dedica
ro-
il
voi.
Prefazione
di filosofia in Italia
—
Il
— Saggio pedagogico. —
—
II
L'esperimento di nuove riforme
E.semp.i e confronti
—
processo all'insegnamento della
passato e
il
pre.sente della filosofia nel
liceali
—
La
Proposto e conclusione
filosofia
—
nella
Appendice.
filo-
Un
(N. 13).
235
tìlo-sotìa
liceo
scuola
—
—
3
—
I
testi
italiano
secondaria
—
—
—
REMO SANDPON —
GENTILE
della
Giordano Bruno
(Giovanui).
cultura— (S.
Editoke
Un
36).
nelìa storia
\o\.m-l(y^ ivdg. 150.
.
2
—
—
Il valore pratico delle religioni —
Avvertenza
Il misticismo
del Hiuiio
la Riforma
La genutiessioue di Venezia
La resistenza al S. Uffizio
in Koma
La religione di Bruno Il .significato della morte di Bruno L'eroismo
Appendice Una monografia inglese su G. Bruno.
e l'eredità morale di Bruno
—
Bruno e
—
—
—
—
—
—
:
LABERTHONNIÈRE
Unica
religiosa.
Saggi
(Lii(3Ìauo).
filosofia
di
traduzione autorizzata.
(N. 33). Un
3 50
voi. in-lO, pag. XII-37(3
dogmatismo morale — L'i— L'affermazione de Tio —
L'affermazione di Dio — L'affermazione degli altri esseri — Carattere morale delnostre affermazioni — Dilucidazioni sul dogmatismo morale — Il dogmatismo
morale considerato quale metodo — La libertà nelle affermazioni de l'essere — Funzione de la volontà nella conoscenza de l'essere — Solidarietà nelle nostre affermazione de l'essere. — Il problema religioso — Il doppio aspetto del problema religioso — Il metodo d'immanenza — Teoria dell'educazione — Rapporto tra l'autorità e
Filosofia e religione
dealismo
—
Lo
—
scetticismo
La
—
filosofia è
Il
un'arte
dogmatismo
—
Il
illusorio
le
— Individualismo
—
— Il problema dell'educazione L'autosua funzione — Il cattolicesiino e V educazione
L'insegnamento della dottrina rivelata
Accordo della pratica e della teoria nel
cattolicesimo
L' apologetica ed il metodo di Pascal
Un mistico al secolo XIX
la libertà
rità ediicatrice
:
e
suo carattere
positivismo
—
e
—
—
— Appendici.
—
LOMBROSO
(Cesare).
Genio e degenerazione.
— Seconda
Nuovi studi
riveduta
e
nuove battaglie.
ed aumentata. (N. 1).
Un
—
edizione
voi. iu-16. {in
lavoro).
Teobie generali sulla psicologia geniale — 1. I fenomeni
2. L'evoluzione parziale —
3. Fenomeni evolutiv
della degenerazione
Teorie d'altri psicologi sul genio — 1. Isteria e genio secondo Myers
2. Paranoia e genio secondo Roncoroni
3. Genio e degenerazione secondo Arndt
4. Genio
follia secondo Del Greco
Nuovi genii
alienati
1. Beccaiia
Leopardi
2.
3.
Alfieri
4.
Tasso — 5. Byron —
6. Dante Gabriele Rossetti — 7. Zola — 8. Edgardo AUan Poe
9. Quiucey —
1(>. Altri genii pazzi
XuovE prove dell' anomalia del genio
L' impronta
della pazzia nelle OPERE DEI GENII — Altri pittori alienati riconosciuti dalle
loro opere — La pazzia nei letterati — Colombo — E. Poe - Un pazzo divenuto
poeta
Polemiche scientifiche — 1. Xordau — 2. Mario Pilo
3. C. Segré—
4. Renier
5. lanzi — 6. Mantegazza — 7. TouloH.se
9. Flech8. Morselli
sig
10. Reforgiato
Appendice Anatomia patologica di L. Byhon
Manifestazioni ARTISTICHE ACCESSUALI IN UNA BAMBINA (D.R FERRARA DI REGGIO) —
Nuove prove della pazzia di Comte.
Prefazione
regre.ssivi
dell'
—
evoluzione
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
:
—
—
—
—
Biblioteca
«
Saudron
»
di
Scituze
e
—
Lettere
LOMBROSO (Cesare). Nuovi studi sul genio.— I. Da
Colombo a Manzoni, con 4 taxoìe e incisioni interca-
testo— (N.
Prefazione — La pazzia
late nel
vola
—
Caratteri
Senso morale
—
17).
—
267
voi. in-16, pag.
—
3
genio di Cristoforo Colombo (con una taStile pazzesco
Ignoranza —
Tav. I. Autografi eli CoMenzogne
Delirio
ed
autroiiolo;y;iei
Crudeltà
Un
il
—
Grafologia
—
—
—
—
— ^Manzoni — L"uomo — Esame somatico e biologico — Doi)pia persona— Scrittura — Balbuzie — Assenze epilettoidi — Esame psicologico — Amnesie — Panie — Paradossi — Abulia — Senso pratico — Att'ettività — Precocità
— Contraddizione — Bigottismo — Eredità morbosa — Manzoni — Giulia — Apdi Manzoni —
plicazioni letterarie — Bisticci — Tav. II, III e IT. Autografi
SwEDENBORG — Genialità — Cardano — Eredità morbosa — Cardano — Pazzia
morale — Paranoia persecutiva ed ambiziosa. — Genialità — Petrarca — Melanconia — Epilessia ambulatoria — Bugia — Contraddizione — Erotismo eccessivo — Influenza meteorica. — Vanità — Poca affettività — Epilessia psichica —
genialità — Pascal — Eredità — Kami collaterali — Pascal — Frasc. Domedebolezza
nico Guerrazzi — Eredità — F. D. Guerrazzi — Precocità — Cause
congenita, malattie, dolori mortali, soverchio lavoro intellettuale — Esaurimento
Delirio melanconico — Misticismo — Allucinazioni — Delirio di grandezza e di
persecuzione — Bizzanie — Impulsività e contraddizioni — Delirio — Nevrosi —
Epilessia — Riflessi del carattere nello stile e nelle opere — Terlaixe — Schopenhauer E Goethe — Schopenhauer — Goethe — Tolstoi— Appendice Alessandro Magno — Cambise — Gaetana Agnesi — Strindberg — Riccardo Wagner — Goldoni — Maisonneuve — Rousseau.
lombo
lità
:
:
— Nuovi
studi sul genio.
geni con
voi. in-16, pag.
Sull'unità del genio
miseria
giatezza e della
Influenza dell'amore
lità
(con luia tavola)
sioni tardive.
—
Origine
natura dei
e
(N. 18).
278
—
—
3
Cause note della varietà
Vantaggi della libertà
— Influenza della
— La pubertà nei
Ancora
—//.
figure nel testo.
taY(»le e
'4
dei genii
—
—
Vantaggi
degenerati
—
dell'a-
Influenza della pubertà
pubertà sulle conversioni e
delle imjnessioni tardive
Un
—
sulla crimina-
— Psicopatie sessuali — Impres— I .sogni e l'in-
ed altre cause
— Dell'idea fissa nel genio — Clas.sificazione delle degenera— I fenomeni contradittoii nel genio — Anatomia patologica dei
genii (con 3 figure ed
tavola) — La paszìa del genio secondo
pensatori antichi — La
del genio nell'opinione dei ])opoli primiti^i e .selvaggi — Genii
creati artificialmente dai
primitivi — Ayiiiendici.
coscient* nel genio
zioni ed
genio
il
1
i
p.sico.si
])0])oli
MALVERT.
torizzata,
Scienza e religione. Tiadnzione aucon i)refazione di Giuseppe SePvGI, con
156 figure intercalate nel testo.
16,
pag
TJII.-224
Prefazione di Giuseppe Sergi
Il
Sole
ed
il
Fuoco
—
L'opera
(X. 29).
Un
voi. in-
2 50
—
Bibliografia
delle
religioni
— Origine delle religioni —
— Il Sole — L'antico culto —
—
REMO SANDRON
10
—
—
Editore
—
—
Ultime trast'onnazioni
Le iiuagiui del Sole
Il Fuoco
Il culto della Cro— Ultima trasformazione
L'Agnello sulla Croce
Il Vangelo
Il Messia
La Morale
Il Culto
Natale
Pasqua
La Messa
Riti
Costumi
Preghiere
Litanie
Processioni
Canti
Ceri
Iraagini
—
I Santi
Origini e filiazioni
Culto medico Le acque
Le pietre
I passi
II phallus
Le relique — La Scienza.
—
ce.
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
P.
— H
l'etica
metodo
—
I.
—
ritto
—
L' etica e
—
dell'utile
vile e
diritto
il
diritto punitivo
il
—
—
(X.
P. II.
La
—
vita.
9).
3
—
—
L'e-
— La libertà etica — concetto
— La responsabilità — Il concetto del di— La vita fisica — La vita psichica — La
— La vita civile e delitto — La vita
Il
ci-
il
vita civile ed
problema economico speciale.
il
MORELLO
—
—
I tre pi-incipii fondamentali del-
L'energia etica
diritto della sovranità
il
—
Genesi e natura fondamentale del fatto etico
L'utilismo razionale
del dovere, ossia della necessità etica
vita civile e
dell'utile.
applicazioni.
e
232
voi. in-16, pag\
Introduzione
—
—
La teoria
(Giovamii).
tica e l'utile razionale
—
—
Priìicijni etici fondamentali
Un
—
—
—
—
—
MARCHESINI
—
—
—
(Vincenzo) {Eastignac). Nell'arte e nella
(N. 11). Un voi. in-16, pag. 307
4
.
—
.
A Gabriele D'Annunzio — Leopardi e la critica psico-autropologica — Catullo
e De Musset poeti d'amore — Il romanzo italiano — Reazione di razza (Bourget,
D'Annunzio. Barrès) — Ibseu — Germinai — Clinica e critica — La tragedia
simbolica — Attrici
Sarah Bernhardt. Eleonora Duse. Tina di Lorenzo —Due
:
stazioni
:
SuU'Akropoli. Trinità della Cava
PATRIZI
—
L'educazione nazionale.
scienza.—
(L.M.). Nell'estetica e nella
Conferenze
e
—
polemiche.
{^.
Un
5).
voi.
in-16,
pag. 302, con ligure nel testo
4
—
—
—
—
estetico
1. Crimine
Dedica
Passioni criminali d'estetica e di scienza
Primi esperimenti intorno all'iutluenza della musica sulla
Crimine scientifico
L'antropologia criminale e la p.siciicolazione del sangue nel cervello umano
—
1.
—
Come
i
leopardiana
—
—
La polemica
scientifico-letteraria sopra
—
2.
sime e remote della polemica
3. L'eredità psicopatica di Leopardi
e l'arte del
di
—
—
Psicologia della curiosità intellettuale
romanzo dei De Goncourt
Fisiologia dell' arte
muscoli tremano e come obbediscono alla volontà
chiatria nel
Leopardi
G. Leopardi
PETRONE
—
8.
—
G.
('ritica
—
4.
Leopardi
Alcune anomalie
a spizzico
—
—
1.
Origini pros-
profano della degenerazione
concetto
Il
7.
del Leopardi
—
.5.
—
I sensi
e morali
I sentimenti affettivi
Le radici somatiche del pessimismo.
(Igino).
Problemi del
meditati da un, idealista.
—
(X,
mondo morale
Un voi. in-16,
26).
3 50
pag. 335
La filosofia del diritto al lume dell'idealismo
una psicogenesi della morale
Le nuove forme
—
critico
dello
—
Il
valore ed
i
limiti di
scetticismo morale e del
—
—
11
Biblioteca « Saiidroti » di Scienze e Lettere
— La visione della vita di Fed. Xietzsclie e gl'ideali della
L'umano contro il snperumano — Critica di Fed. Nietzsche — Il problema della morale — H valore della vita — L'etica come tìlosotia dell' azione e
come intuizione del mondo.
materialismo giuiidico
—
morale
PIAZZI
Dedica
—
—
artistici
—
La Dinamica
L'arte e la folla — La foUa
siva
nell' arte
—
percezione nell'arte
SAVJ LOPEZ
Urica
— Dolce
— La morte
— Lirica
spagnuola in
SERGI
—
stil
d"
(X.
3).
—
aete
nell'arte
:
1 sentimenti
progres-
ì
Un
30).
Segue
L" evoluzione
poeti. Studi
246
voi. in 10, pag.
— L' ultimo
Xote — Uccelli in
nvjovo. Xote
trovatore. Xote.
di
—
3
— Mistica
poesia e in leggenda. Xote
Italia. Xote.
lume
della scienza.
volume in-12, pag. 195
3
—
...
Un
—
—
— L'evoluzione regi'essiva uell' aite —
— L'arte immediata — I disturbi della
(Giuseppe). Leopardi al
Prefazione
Discu-ssioni delle condizioni fìsio-psicologiclie del Leopardi e delle
origini psicologiche
del
suo pessimismo
produzione letteraria di Leopardi
Il
opera
L'
nell' arte
di Laura.
—
I sentimenti estetici
(Paolo). Trovatori e
Avvertenza
profana. Xote
—
—
Finale. Catabasi
antica. — (N.
Un
8).
4
Il senso estetico
sentimenti
I
— (X.
pag. 421
voi. in-16,
estetici
L'arte nella folla.
(Giovanili).
dolore nei canti di Leopardi
tono della lirica leopardiana
—
—
—
—
La degenerazione
—
Leopardi
in
La
Analisi obbiettiva della composizione lirica
I canti secondo la
cronologia psicologica
Leopardi come poeta di genio
—
—
Il
Genio e degene-
razione in Leopardi.
—
Problemi
Un
di
scienza contemporanea.
(X. 21).
voi. in-16, pag. 287.
Attorno al Genio
2 50
—
—
—
Gli uomini di Genio
Pensare senza coscienza
Nuovi osservazioni e critiche intomo al Genio — ATTORNO ALL' EREDITÀ BIOLOGICA
L'eredità biologica nell'evoluzione organica e p.sichica
Indijzioni an-
—
—
tropologiche
—
Intorno agli abitanti primitivi di
terranea e la sua ditfusione in Europa
—
SIGHELE (Scipio). Mentre
Roma
il
contemporanea.
di psicologia
Eru-opa
—
La cultura medi-
primitiva.
secolo muore.
— (X.
4).
Un
Seconda edizione riveduta ed aumentata,
— Saggi
voi. in-16,
(in lavoro).
— Fisiologia del successo — La suggestione nell'arte — La storia è credibile — La guarigione per mezzo della fede
L'opinione pubblica — Bambini martiri — Bambini .selvaggi —
delitto politico
— I Francesi a teatro — « Parigi » di Emilio Zola — Max Xordau e suoi ultimi
libri — La politica dei letterati — La coltura degli uomini politici — Vi^tìi antiPsicologia del
silenzio
(conferenza)
.'
Il
i
che e
viitii
moderne.
—
REMO SANDKON
12
STOPPOLONI
—
Editokk
Leone Tolstoi educatore.
(Aurelio).
Un
(X. 20).
—
....
230
voi. iii-lG, pag.
—
—
Lettera-Prefazione di Lino Ferriaui
Dedica a Giovanni Bovio
— Leone Tolstoi, istitutore Seguaci e critica.
STRATICÒ
menti.
Dell'educazione dei senti-
(Alberto).
—
La scuola
—
Ya.snaja Poliana
«li
—
2
(N
—
Uu
22).
Del valore
voi. iu-l(j, pag. 133.
2 50
.
—
sentimenti
Stadi sulla psicologia del
Il sentiManifestazioni del seutimento nelle funzioni psichiche
sentimento
Il sentimento e le funzioni psichiche
mento e le funzioni psichiche intellettuali
lutroduzioue
dei
—
—
—
volitive
—
vita
Uftìcio dei sentimenti nella
—
sociale
I sentimenti in rapporto
e le riforme sociali —
— Del dolore e del piacere — Della paura e della collera — Del sentimento di sé — Delle emozioni Sessuali — Della simpatia — Dei
sentimenti sociali o morali — Dei sentimenti religiosi — Dei sentimenti estetici
Dei sentimenti intellettuali — L'educazione dei sentimenti e la quiatione sociale.
agli altri fattori dell' evoluzione
sociale
—
I
sentimenti
Educazione dei sentimenti
—
collettiva.— (X
La psicologia
Un
27).
voi. in 16,
2 50
pag. 158
Importanza sociale della
—
psichiche
stazioni
collettività
umana
psicologia
Sociologia,
e dello studio
sociale
Bon
—
Pasquale Rossi). Altri
— Gabriel
—
nizzazione scientitica. metodo e utilità della psicologia collettiva
TAORMINA
Un
e
ricerche con documenti inediti.
voi. in-16, pag.
TAROZZI
(Giuseppe).
—
La legge costante
eoscienza scientifica del tempo nostro
nii-e
—
—
L'unità del fatto
1
La varietà
—
(X".
28).
—
Il
positivismo e
VENTURI
— (X.
(Silvio).
15).
Un
morale
—
La
—
1'
fatto.
La
dei
secondo
Il
scienza
Dedica
—
50
del
dive-
termine
come previsione
e
Le pazzie dell'uomo sociale.—
con ritratto
voi. in-16, pag. 263,
del-
2 50
Prefazione
:
Ragione e
limiti
— Le vittime
namici della attività sociale — Le pazzie
])azzia sociale — I delinquenti politici —
zie
pa-
libertà e la legge.
l'Autore
me
50
fenomeni sulla
obbiettività
—
2).
fatti
in-16,
voi.
infinita
e la variabilità
Finalità, contingenza e
e la libertà
infinita dei
Un
1
dell'ordine causale nella natura e nella coscienza
come esperimento
Orga-
— (X.
116
e la libertà morale.
gine 144
Avvertenza
—
Bibliogratìa.
Leopardi.— Co»
(Giuseppe). Ranieri e
siderazioni
Tarde
collettiva
psicologia
scrittori di
— Gli
— Gu-
psicologia collettiva
e
scrittori principali di psicologia collettiva. (Scipio Sighele
stavo Le
manife-
loro
delle
della sensibilità sociale
dell'uomo sociale.
d'una Psichiatria sociale
dell'attività
sociale
sociali acute
—
—
Forme
Gli
—
Le
vitti-
elementi di-
costituzionali di
Criterii di cura artificiosa contro le paz-
—
Biblioti'ca
VIAZZI
(Pio).
La
« Saiidron »
di
—
13
Sciense e Lettere
— (X.
lotta di sesso.
7).
Un
voi.
pag. 400
iii-lt;,
3 50
—
—
Piccola antologia dell'amore
1.
L'importanza dei fatti
ilaraore 2 .11 doiiiinio d'amore — 3. Amore è pazzia 4. Gli stati amorosi sono stati
patologici
5. Il misoginismo
6. Conclusione
La « lotta DI SESSO » 1. Amore
e dolore
2. Le i-iforme embrionali
3. Il lato psicologico
4. H lato sociologico
j. Gli adattamenti
6. Prostituzione e matrimonio
7. La solidarietà
8. Gli
Pietazione
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
l'pisodii
pudore
—
—
limiti del
pudore
Il
—
9.
La
Che
—
—
letteratura femminile
— 10.
I voti
Il pudore
—
1. Il
—
concetto del
—
2.
cosa è il pudore
3. Significato psicologico del pudore
4. I
pudore nell'uomo e nella donna
5. La difesa sociale ed individu:ile del
Appendici Prossenetismo disinteressato
Atavismo e degenerazione
—
—
:
tipo 'riminale nella doiiu? deliiKiurute.
lìi
preparazione
:
CESCA (Giovanni). Filosofia dell'azione.
DE SARLO (Francesco) e CALÒ (Giovanni).
pii
di
scienza
DRIESCH
Vitalismo. Traduzione aii
introduzione
Carazzi.
(Dr. Hans).
Il
Mario Stenta, con
torizzata del Dr.
Davide
del Prof.
Princl-
etica.
GNOLI (Domenico). Saggi e studi critici.
MENASCI (Guido). La letteratura tedesca contemporanea.
ORANO
(Paolo).
PASCAL
(Calle»)-
La
sisi
e
h'
re^ni d'oltretomba nell'antichità.
j
PORTIGLIOTTI
patria italiana.
((iiuseppe).
epidemie
San Francesco d'As-
mistiche dei
Medio Evo
— Studio
psiehiatrico.
RIBOT
(Teodulo).
La logica
zione della Sig-.ra Sofia
dei sentimenti. Tradu-
Behr.
SIGHELE (Scipio). La donna nella società odierna.
STRATICÒ (Alberto). Pedagogia sociale.
REMO
14
—
SANDROls
Editore
BIBLIOTECA DEI POPOLI
diretta
poemi
I
tali
Il
ai
e gli altri
raccoglierli e
II
sopravvivono immor-
iiiouiimeuti letterari che
loro tempi, sono le vestigia che
i
popoli lasciano nella storia.
divulgarli presso altri popoli, è quasi
il
umano
storia del pensiero
il
da GIOVANNI PASCOLI
La
antiche o straniere.
rifare la
Giovaxxi Pascoli,
compito non agevole è stato assunto da
quale è coadiuvato dai
un
nelle sue piìi alte manifestazioni.
piìi
cultori italiani delle letterature
illustri
Bihliofeca del Popoli
traduzioni più scrupolosamente curate
delle
si
arricchisce
così delle
manifestazioni
piìi alte
da note storiche
ha dinanzi a se l'opera che lo diche ad essa ed all'epoca si riferi-
letterarie dei popoli Orientali e dei Greci, corredate
modo che
e critiche, di
nonché
letta,
tutte
il
lettore
uotizie
le
scono.
I.
Mah ab h arata. —Episodi
col racconto dell' luterò
scelti,
poema.
tradotti e collegati
— Traduzione
con
—
—
introduzione e note di Paolo Emilio Payolixi.
Un voi. in-16, pag. XXXII-315, con 18 illustrazioni,
riprodotte dalla edizione bomba vana
3
...
Introduzione
—
Versione e compendio
—
Kote
—
Indice di
nomi
—
—
Spiega-
—
Albero genealogico dei Kuruidi e Pàndifidi
Elenco dei
luoghi tradotti per intero
Errata corrige
Carta geogratica dell'India con alcuni nomi rammentati nel Maliàbhàrata.
zione delle tìgnre
—
—
datone
// miglior elogio dell'opera del Pavolini è quello
compelentissimo,
—
egli scrive
—
il
Keubaker
dell' Ateneo di
possono leggere di
qìieslo
Napoli
:
poema ima
«
Ora
da giudice
gì'
Italiani
bella riduzione in
prosa nel « Mahdbhdrata » tradotto e abbreviato dal Prof. Pauolini; libro
importante e da gran tempo e da molli desiderato e che raggiunge perfettamente
le
il
fine propostosi dal valente sanscritista, di partecipare a tutte
persone che ne abbiano raglwz-a,
la
conoscenza
della
grande epopea
indiana.
I
—
Biblioteca dei
Fopoh
15
—
ARISTOFANE. Gli Acarnesi. Versione poetica,
con introdnzione e note di Ettore Eomagnoli.
II.
Un
XXV-124
voi. in-16, \mg.
1
—
—
Ci alTvettiamo ad affermare subito che questa fatica del classico jìoeta Ettore
celli »,
Romagnoli, che già fece
la versione poetica degli « Uc-
presentata al pubblico nientemeno che da
Augusto Franchetti,
è
ben degna della collezione pascoliana
comprendo che l'originale aristofanese è cosi possentemente
una traduzione pur mediocre ci può comunicare un non
suggestivo, che
ma
indifferente diletto spirituale,
questa
felicemente viva e
è così
svelta,
che sembra uìi'opera d'invenzione.
(Da
III.
la
Rivista bibliografica,
ESCHILO.
1
Aprile, 1904).
Prometeo incatenato
«
Il
menti del «Prometeo ìiherato
e note di
Mario Fuochi.
LXXV-147, con lo
monumenti tìgurati
Prometeo
....
(Da
—
Un
voi.
illustrazioni
in-lH,
antichi pertinenti
2 50
nel
Proemio
diffuso
e
nelle
note
preliminari ad
....
la
Rassegna Bibliografica della letteratura
Fuochi ha avuto
la
mano
felice
non meno
scegliere jier la * Biblioteca dei jmpoli »,
Prometeo, che
tragico
e
italiana).
è certo
quello che
il
può
fra
dei suoi
tragedie
le
.... La
1903).
colleghi nello
di
Eschilo,
dei
drammi
del
iìileressar di piìt ìtn lettore
moderno
....
piìt
popolare, dirò così
,
(Dal Bollettino di filologia classica, Settemlue.
ci
di
diligenza abbiamo constatato con piacere non solo
e
ma
di
miti
ai
(Xovembie,
//
pag-.
(ri])rodnzioni
e di Io)
Dottrina
nella traduzione,
ogni scena
Fram-
».
— Versione, proemio
».
il
grande
1903).
prosa di Mario Fuochi, nervosa o pacata, agile o solenne,
pare singolarmente tempi ata a rendere
tragedia eschilea
i
lampeggiamenti
dell'
aspra
....
(Da La Cultura,
s.tri-inlni-,
Vmkì)
—
DramNagananda o
giubilo dei Serpenti.
ma ììuddìstìeo.
Traduzione, prefazione e note di
Francesco Cimmixo.
Un voi. in-10, pag. LXIIT
IV.
il
—
—
167
2
—
L'opera d'arte serve, pih di qualunque esposizione teorica, a far comprendere una dottrina, e questo poema drammatico buddistico ci ìnostra
nella
sua realtà storica
e psichica l'ambiente in
l'immortale pensiero di Siddarta S'akia.
cui germogliò e si svolse
REMO SANDRON
16
V. Canti popolari
greci
Introduzione
—
Caronte
200
voi. in-10, pag.
—
Canti
elettici
Ballate e Konianze
L'anima
—
—
da
illustrati
copiose aggiunte ed una
Paolo Emilio Pavolixi.
introduzione per cura di
— Un
ed
tradotti
,
Tommaseo, con
IS^iccoLÒ
— Editore
2 50
—
Canti storici
Canti d'amore
—
Cauti
familiari
—
per
("auti
Distici.
greca, in questi canti che oggi non sono conosciuti che dagli
eruditi, si rivela con
nuova
permette di
luce, e
intravedere
tutto
il
pro-
eesso estetico e inorale che nella espressione dell'arte popolare degli Elleni
permetteva la manifestazione del pensiero della razza immortale, che doveva sopravvivere al suo tempo, nelle sue opere letterarie.
La
forma
il
159 canti popolari
Tommaseo (Venezia 1841)
presente raccolta offre in traduzione italiana
di vario genere e
il
nucleo,
tavolini, con
188
La
distici.
raccolta del
una serie di altri canti, tratti da opere
un indice comparativo che facilita il
recenti,
aggiunse
confronto
,
degli
originali greci (Passow ed altre edizioni).
Tommaseo
fan
Alle annotazioni illustrative del
intendimenti
estetici
ed
i
soggetti dei canti,
Pavolini sulla recente letteratura
La
zio del
quali
le
,
seguito
le
chiariseon gli
osservazioìii del
sulla filologia greca.
e
breve introduzione del Pavolini. rallegandosi all'eccellente giudi-
Fauriel offre uno studio fine
e
ben esposto delia
moderna poesia
popolare greca.
L'accurata scelta raggiunge
scopo di render noto ai lettori italiani
lo
popolare greco. Interesseranno in spe-
la bellezza e l'originalità del canto
modo lo studioso i distici, tradotti da una raccolta inedita posseduta
da Domenico Comparetti e tradotti da Samos, Ikaros e Kalymnos.
cial
(Dalla
VI.
Deutsche Literaturzeitung
di Lijisia.
ii.
4J.
Ottobre 1905).
canto divino (Bhagavad-gità), tradotto e
commentato da Oreste ISTazari.
Un voi. in-1^,
il
—
pag. VIII-140
//
poema
1
vera Bibbia dell'India
del quale
religioso,
filosofico
una
è soltanto
espressiva
menti ariane
si
,
la
la
50
versione, è la
appena fu cono-
eletti.
ma riassume
sua ingenua sem-
creazione pienamente estetica,
sotto gli allettamenti di quell'arte
plicità è così
diamo
sua sublimità conquise,
e colla
sciuto in Occidente, gli spiriti piìi
Usso non
qui
indiana
concezione
,
del
che nella
mondo
e
della
vita
,
formarono, per soddisfare la loro primitiva sede
pere. Per questo il * Canto divino » ha un incalcolabile valore per
che
le
di sala sto-
ria dello sviluppo del pensiero.
VII.
di
WHITMAN
(AValt).
Luigi Gamberale.
Foglie di erba. Traduzione
(in
corso di stampa).
SEP
1
8 1972
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Giordano Eruno nella
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