GIOVANNI GENTILE GIORDANO BRUNO NELLA STORIA DELLA CULTURA EEMO SA:N"DE0N Editore - Libraio della R. Casa MILANO-PALEKMO-NAPOLI v '^^' ."' Proprietà letteraria dell'Editare REMO SANDRON Offic. TiroGB. Sandron. — 37 — I — 270407. ALLA CARA MEMORIA DI MIA SORELLA EOSI^^TA MORTA A XXV ANNI IL XX APRILE MOMVI. Palermo, SO aprile 1907. ayvebt:enza Questo scritto non vuol essere ne una ì)io- g rafia, né un'esposizione del pensiero di Gior- dano Bruno; gnificato quindi della ma solo un saggio intorno ai si- di lui nella storia della cultura: e una illustrazione delle ragioni peculiari sua condanna e della sua morte mercè lo studio delle sue idee intorno al rapporto della filosofia con la religione mento verso Per la Riforma e del , e giustificare la speciale dell'argomento e la forma che questo nacque per in Palermo il determinazione dello dirò scritto, una conferenza, tenuta 20 marzo di quest' invito della Sezione locale della — suo atteggia- verso l'Inquisizione. 7 — anno , per Federazione A rrerteiiio 8 La nazionule dvgVlnsecjnanii medi. quale modo riparare alV omissione {non in questo di certo apirrovabUe, quale ne sia stato tivo) onde, sette anni fa , nostre scuole; dove pure ogni i vise, anno a , maestri, da un capo l'altro d'Italia, sono invitati corso delle lezioni per mo- Bruno parve opmodo ricordata portuno non fosse in alcun giorno fisso , tutti il la gloriosa ricor renza centenaria del rogo di nelle voile al- a interrompere il commemorasioni improv- prive spesso d'ogni valore didattico ed edu- cativo, di eroi ria civile grandi e piccoli della e letteraria. gno dei tempi, — da E a me nostra parve ottimo gVinsegnanti dei nostri ginnasi — che e licei si dassero essi del Bruno, come di loro, un paio ricor nome che ap- cioè alla scuola italiana, fo- colare della cultura nazionale; e non del ora da se- non lasciar passare senza richiamarvi sopra V attenzione del paese, partenga a sto- Bruno di decennii noto alle moltitu- dini come vittima dell'intolleranza religiosa segnacolo in vessillo clericali; ma del ìiostra rivendicazioni anti- Bruno, che conoscere nella storia: tire della di il e essi appresero a grande filosofo Rinascenza. e mar- Avverteitza Tra tanto schiamazzo, prò e contro Bruno, fatto neììo scorso fehbraio da rossi e neri cVItaìia quali avranno forse tutte le loro buone ragioni di schiamazzare, ma tutti i politicastri non ne hanno certo nessuna di non dover risparmiare pur ne ; i mente la pace dello sventurato scrittore a tre secoli dalla sua morte titolo ; è vera- d'onore pei professori di Palermo questa loro idea di stringersi a difesa intorno alla memoria segno del filosofo, D'iuestiuguibil odio E (Viiidomato amor: di restituire al di filosofo e il Bruno martire sua dignità storica la della filosofia ; di sottrarre suo nonw alla mischia profanatrice dei par- titi politici, che r esaltano e lo esaltando o combattendo 2)assioni , a cui per risollevarlo il i combattono, loro fini e Bruno fu le loro ed è estraneo : negli spiriti colti in queìVaer sereno, a cui egli sì elevò con la vigoria del suo pensiero, della sua stessa poetica fantasia e in con V ideale virilità del suo grande quelVaer sereno, dove tutte le animo passioni : tac- 10 mono, Arrerten^ii i fiìti pratici e i contrasti, da essi ge- ntrati, sono superati, e sopravvive solo quello spirito di eterna verità, a cui tutti i partiti umani, perchè umani, s'inchinano. Ho ristampato in appendice, una breve no- una tizia d' sola che Bruno a chi recente potrebbe e della , monografia offrire sua filosofia genuina volesse d' inglese un' immagine e la del completa ora innanzi parlare di lui senza spropositi. G. G. 1. Il misticismo del Bruno. Giordano Bruno non fu uomo né anche per propagare ebbe il tavano attorno; e tra i academia demico di nulla definirsi, detto in hilaritate il fastidito : , i cattolici come egli : acu- seppe in tristitia hilaris, come tutti i grandi spi- contemplativi; e però fu realmente estra- neo a tutte le non giudicare loro potè pa- Sentì profondamente la tristis. propria solitudine, riti gli si agi- riformati rere riformato, cattolico tra Non sue idee. le uomini che x>ensiero agli pratico, chiese (benché il dommi) per hanno di non potesse contenuto speculativo dei che anche ciò mondano , pratico , organismi di volontà, rette da una — 13 — chiese le storico , come discipli- Giordano Bruno 14 na, ordinate alla propagazione di certi doni- mi, sollecite del trionfo sociale di certi principia Il Bruno ebbe amori. altri preoccupazioni, altre suo spirito mirava più Il alto, a un segno che è fuori di tutti gli umani consorzii; e che « altri sdegnò quindi anche la gloria, attende dalle moltitudini Perchè il numero : de' stolti e perversi è incomparabilmente più grande, che pienti e giusti, aviene mirare alla gloria, o debba sperar se altri frutti moltitudine de voci risce la ch'io che, lieto voglio re- che partu- tanto , de' sa- successo manca del mio studio e lavoro, che più tosto ho da aspettar materia de discontentezza molto meglior , e da stimar silenzio, ch'il parlare. il Ma, se fo conto de l'occhio de l'eterna veritade, cose son a cui le lustri, quanto tanto più preciose ed talvolta, pochi conosciute , non il- solo son da più cercate e possedute ; ma, e oltre, tenute a vile, biasimate, perseguitate, accade ch'io tanto più mi forze a fen- dere il corso de l'impetuoso torrente, quanto lì mistieisììio dei Ennio 15 veggio maggior vigore aggionto dal gii bido, profondo e clivoso varco » tiir- (1). Altrove, accennando alla guerra, che le sue dottrine logiche e cosmologiche vano in Inghilterra, dove egli dimorò dal 158o all' « onde 85 : « Se volete intendere sia questo, vi dico l'universitade che dio, la mi » , dice, che la caggione è dispiace, il volgo ch'o- moltitudine che non mi contenta, una che m'innamora in incontra- quella per cui son libero : suggezione, contento in pena, ricco ne la necessitade, e vivo ne la morte. Indi ac- cade che non ritrao, come lasso, il piede da non amor de la vittoria per se stesi)er ma per amor della vera sapienza e stu- l'arduo camino.... Parlando e scrivendo, disputo sa...; (1) Lo spaccio (iella hc^t'ui irionjdnti-, in Opcrv italiane di G. Bruni» ristampate da P. dp: LaGari>k, Gottinga, 1888, p. 405. Delle opere italiane edizione, critica i con note, curata da C'UiHHieì si citerà qui appresso questa contrassegnandola con (Iella filo-so/ia me la sigla i.;o l'edizione (Bari, Laterza, moderua). di cni è uscitf) ])rimo volume, indicandola con la sigla U. 1907, Ira fijior;, il Giordano Bruno 1() dio della vera contemplazione m'atf'atieo, mi mi tormento » (1). Il suo vero amore è l'amore dell'eterno del divino, 1' amor Dei iìitellevtuaUs, onde crucio, e precorse quel grande mistico della tìlosotìa intellettualistica, che fu nel secolo succes- sivo Benedetto Spinoza. ]S[novo misticismo, male clie fa raccostare il nostro filosofo ai neoplatonici, benché sia innegabile, anzi notevolissimo, l'intìusso della loro filosofia su La conoscenza del divino Bruno non è estasi, o unio- quella del Bruno. propugnata dal ne immediata, benché abbia per termine suo appunto l'unione, per cui ce, « do viene un tuale di quel nume dio dal lo spirito, egli di- contatto oggetto » (2) ; intellet- ma é un processo razionale, un discorso dell'intellet- una vera to, e propria bene a distinguere sopramondano (1) G. 1, (2) Jk ì'tìifiiiito , Egli bada filosofia. l'eroico furore, o processo dello spirito universo e — « certa mondi, iu Opere 262. Eroici furori, iu Opere italiane, L. ]>. 641. divina italiane, Il misticismo del astrazione, per cui 17 dovegnoDo alcuni megliori uomini ordinari in fatto che cie Bruno » — in due ben diverse: una, per cui « altri, de dei o spiriti serno fatti stanza spe- per es- divini, dicono e operano cose mirabili, senza clie di quelle essi o altri intendano la raggione; e per l'ordinario sono promossi a questo tali da prima indisciplinati e igno- l'esser stati come voti di proi)rio spicome in una stanza purgata, ranti; nelli quali, rito e senso s'intrude , divino senso e spirito insomma, feti, i il ». gl'ispirati, gl'in vasati mistici veri e i^roprii , che si I pro- da Dio, annichilano Dio con l'impeto dell'amore. L'altra in cie è quella, per cui i filosofi si spe- sollevano razionalmente alla cognizione del divino onde « altri, avezzi o abili zione, e per aver innato intellettuale, alla un contempla- spirito lucido e da uno interno stimolo e ver naturale, suscitato da 1' : amor fer- della di- vinitate, della giustizia, della veritade, della gloria, dal fuoco del desio e soffio dell' in- tenzione, acuiscono gli sensi; e nel della cogitativa me razionale G. Gentile. , solfro facultade accendono con cui veggono più — Giordano Bruno. lu- il che 2 Giordano Bruno 18 E ov(Uuariamei>te. come parlar e operar line a Dienti, uia cieuti ». detto, i come Tra prÌDcipali ed sono effì- come ho , veri e proprii mistici, passivi verso la divinità che albergano e , corre dire per chi parteggi 1' cavallo pegaseo e Ccibaìa dsl lenico satire amare , che non oc- secondi i realizzano in sé lo spirito divino , al vasi e istru- artefici che primi, i non veguono questi , autore dell' della Asino cil- della santa ignoranza: « Gli primi sou degni come l'asino, che por- ta sacramenti li sacra. Nelli ; secondi gli primi si effetto la divinità, e quella ra e come una cosa considera e vede in s'admira, ado- obedisce. Itegli secondi si considera e vede l'eccellenza della propria umanitade ». Bruno non è, dunque, dice, un « oblio, ma una L'eroico furore di com'egli stesso memoria ». ci Anche camente neìV Oratio valedictoria, letta all'U- niversità di Wittenberg vedere Minerva est ^'(Mli l'8 caecum pere est stultum esse (1) vero, dirà enfati- lui, in (1) : marzo fieri, ma 1588, che per liane sa- questa cecità e Oliera latine coiiscripta, (ed. naziouak'), I, 1, 7. Bruno Il misticismo del questa stoltezza è tutti filosotì i la cecità e i : è la e stoltezza a cui devono andare incontro vo- sinceramente alla tìlo- lenterosi, se aspirano vsofla 11> cecità e stoltezza per valori empirici , realtà la che non possono esse- re la stessa realtà e gli stessi valori tìlosofla. Pure, con questa cecità e stoltezza è troppo evidente che più operare nel lori empirici, mondo della è, in mondo a cui egli il tilosofo della realtà e dei vasi è sottratto. Il suo un certo senso, sto, in cui gli non può fuori di (pie- uomini ordinariamente agi- non i)uò scono. In altri termini, il tilosofo avere, se è tilosofo, interessi pratici. Questo fu il pensiero vivo di Bruno. II. Il valore pratico delle religioni. Soltanto teiieudo presente questo concetto (Iella sopramondanità della intendere la 1' , in cui la Chiesa romana; atteg- concentrano si del suo filosofare e grandezza jmò atteggiamento del Bruno verso Eiforma e verso giamento lìlosofia, si si i risultati configura tutta la sua storica. Xei dialoghi De Vlnfinito, universo e dopo aver dimostrato la necessità dell'effetto potenza infinito dell'infinita mondi, di Dio, e negata quindi la possibilità dell'arbitrio del volere, perchè tale è la « (luale è potenza 1' », atto , tale è la volontà, soggiunge: lodo, che alcuni degni teologi « Tutta volta non admettano questi sillogismi; perchè, prò vidamente consi- — 23 — , Bruno Giorddììo 24 derando, sanno che concipere come popoli e ignoranti gli rozzi con questa necessità vegnono a non posser i»ossa star la elezione e di- gnità e meriti di ginstieia; onde, contìdati sono necessa- o disperati sotto certo fato, riamente sceleratissimi ». E ancora : « Quel che è vero, è pernicioso alla civile conversazione, e con trario al line delle leggi; ro, ma che malignamente che quei il trattano, di costumi ». verità della tìlosotìa, la tìlosotìa. quanto per non son capaci de intenderlo senza iattura La non per esser ve- per esser male inteso, tanto per quei La insomma, è solo per verità della vita pratica, e della stessa religione, in quanto istituto sociale e chiesa institutrice dei popoli, può e talvolta, secondo il Bruno, deve essere una verità metralmente oi)posta Bruno, dunque, alla verità della diatìlo- il fastidito, potete voi immaginarvelo montato sul proscenio d'un sotìa. teatro per esporre la nolana tìlosotìa, ad un'accolta di sodalizi popolari ? Certo, egli per suo gusto non sarebbe mai entrato in contrasto con i degni teologi, che insegnavano dottrine contrarie alle sue. E quelli, che oggi del nome 25 Il valore pratico delle relighiii Bruno di si servono per combattere essi i de- gni teologi del tempo nostro, e per combat- non nel giudizio terli deitìlosotì, — j)ei quali le dottrine di questi teologi appartengono a un passato lontano, che forse non occorre più — anzi nel giudizio degli onesti operai delle città e delle campagne, Bruno De V infinito criticare li ; avrebbe bollati bollò De i luterani servo , arbitrio , come nel propagatori della dottrina chiamandoli , di leggi, fede e religione», i « corrottori quali, « volen- do parer sa vii, hanno infettato tanti popoli, facendoli dovenir più barbari e scelerati, che non eran prima, dispreggiatori del ben fare, e assicuratissimi darla , per le ad ogni vizio e conclusioni mili premisse » ribal- che tirano da si- (1). Le vere proposizioni », protesta il Bruno, non son proposte da noi al volgo, ma ai « « sapienti soli , che possono l'intelligenza di nostri principio (1) depende , In Opere italiane, G. che l, aver accesso discorsi. gli 293-4. Da al- questo non men dotti Giordano Bntno sanno, cl.e '•\*''"« , esser popob che de .tUnzione di voz.> ^e' 8 e la demonsn-a.,one tri , governati, Uati^i,c.esannog— -«-^^^^ ^««"«''' '*•'''."'"' ii: si brun.ana, che non della tìlosotìa ^ quando si ta -^PP^»^ dimenticare, non e e dovrebbe «a ^^^^^^ o, s c'è legge, pel Bruno non ogg> s. or Quell'assurdità, che velioione. senso spe vuota d'ogni in frase , ""ITd. Sto ateo e si >>, ap. per Bruno era sostanza etica. qualche cosa, una è sempre sostanzialità, che Itrà la Ou. di la realta as è per l'appunto tutte lereah Dio r irl^àcheèprincipiodi nerchè rSa il fondamento d'ogni 'poS dico, (1) Ivi, P«g- sostanzialità: quest. concepire diversamente -^^- Il valore prritk'o delle relii/ioui sostanzialità; e oggi come nn lontà, lontà dì deve concepire non rispetto là ma come stessa; ma si 27 umana alla l'intima essenza vo- della vo- negarla, è negare la realtà dello Stato, scalzare la legge e distruggere quel valore, che all'uomo s' è vaso veduto l' , di Dio, sacro vuol rivendicare. Bruno Dio contrappone di uomo per sta negazione, si la non ed artetìce come , eflftciente sua stessa umanità. Quedel divino, ma solo della trascendenza del divino, importa, se mai, nità della legge e dello non gione, clama , Stato la separazione, e quindi con che oggi l'u la relisi pro- V eliminazione del divino E dalla legge e dallo Stato. forse gli stessi propugnatori dell'ateismo dello Stato inten- dono negare piuttosto il Dio trascendente che ogni Dio. Ma, anche in tale supposto, Bruno non può dirsi che sia con loro. Perchè sittatta immanenza basterà, pel Bru- il no, alla demonstrazione iW sanilo governar se ed altri, zione dei rozzi popoli, vernati. Cioè come il : il che concetto contemplativi^ che non alla institii- denno essere dell' go- immanenza, concetto dell'identità della libertà Giordano Bruno 28 „la sua "'"" "li rwd '"''^^Tlil necessità razionale non , velo spirito Dio soltanto per o"el«iosofo,chenonhaia legge già la «tessa se, anzi è di se fuori legge negazione d. *°"'^-^°^T;Ieiuol, spinto è per lo ancor lontano Dio r:;r::r .ut -''" tgedev. la culla per cu ^^^^ liesto spi. posiesser legge e ^.^.^^^ ^^. cui .1 per tiva, ^^"".^,,„,,,, è ancora "^^ la ''^«Seattivo, per cui ^^„. diverso da volere qualche cosa di rito, .ordinato, or^ senso . . niente ~ >'i— en-^ ciagn In le,g fatta la ìeo-ae lo »** °di divmo; ^^ ^^^^^„o e appausce menfaltro che umano, razionalismo è il Questo e "'onesto seinqnestiternain. „^„ ,, ^.^^,^ente bruniano: clericale ad^ , «tesso terreno, il tri i t.ri. SI f-«7 ^ clericali Questi e i sono ^J^^ti Uberi cosidueti partiti di tutti è al di sopra pon- .^^^.^ si ^-"'^"*\\r:„ote Bruno non simnov su cui e , P--^^^^ partiti, studio ^ ^1- pensa, /;^, 39 Il valore pratico delle religioni hanno una ragione l'eterDa verità. I partiti Bruno, in quanto storica, e della storia. E questa verità , satori pensiero consentire : non assoluta, e che c'è una losofi, a sé il afferma storia tìlosofare Nolano del della in cui clericali e liberi pen- vogliono se , fuori tilosofo, è fuori sia quindi religione; ora, religione dei contemplativi che è la filosofia, suo Dio; e il legge che non sia legge c'è non e seguire devono certamente , c'è dei , fi- per cui l'uomo crea una religione dei po- poli, che è la religione propriamente detta, del Dio ignoto che crea l'uomo , buona volontà legge, e la sua sua stessa conoscenza di , quindi, la e, Dio. e la sua Una legge senza nessuna di queste religioni non è legge: uno Stato non ha valore sofo non è lo è lo Stato del fuori di Stato. Lo Stato del filo- Stato del popolo; e se lo Stato popolo o da essere anche può tutte le religioni, di , per lo meno Stato del popolo lo , , ha non separarsi dalla religione del popolo, sen- za restare per esso destituito d'ogni valore. Certo, la storia, lo sviluppo graduale della pubblica cultura , elevando a poco a poco Giordano Bruno 'A(\ popolare e la coscieuza divino, genera via il via suo concetto del il contenuto sempre nuovo e contrasto tra il forma sempre la vecchia delle pubbliche iustituzioni. Quindi l'attrito de' partiti, e to, il i^rogressivo, ma di cui ci ha parlato il Bruno, che è per se stessa sacra. Quindi, diciamolo pure, ; ; ; len- lentissimo realizzarsi di quella umanità, popoli civili verso gresso dello spirito dei la filosofia quindi la ferma ; pro- il , quanto per spesso oscura, certezza che l'avvenire non è de' teologi, j ma de' filosofi, per dirla con mini del Brano; non è dei oggi si dice dello Stato. , sì Ma dei clericali difensori , della i ter- come laicità questa certezza, nella scienza consapevole della natura dello spirito umano, non i^romette una ce, catastrofica, sitive vittoria, per cui tutte cederanno per sem^jre filosofico, intimamente nità dell'uomo; il come si di- le religioni i)0- luogo al senso religioso, della divi- ma una infinita evoluzione dello spirito religioso verso la filosofia; co- me a dire, un infinito progresso nell'orien- tazione filosofica della vita pratica. Progresso, Il valore quanto che, iu pralko intiiiito 31 delle religioni , non avrà mai ter- mÌDe; onde una qualche sorta di clericali sarà sempre, diversa dalle passate, ma ci viva, invincibile, insuperabile. Perchè, secondo il detto profondo del Leopardi, nessun maggior segno d' esser sotb, ta. poco savio e poco che voler savia e La spirito tìlosotìa , il ftlo- tìlosolica tutta la vi- ^ un momento detìnitivo; e perciò ideale dello non j)uò esser mai una realtà empiricamente determinata, una condizione storica dello spirito in ge- nerale. Qu( sta variabilità storica delle forme con ligiose, quali le il J^runo gl'in stitutori de' popoli, o, come oggi rebbe, le classi dirigenti devono fare è da lui Ugioni, e Ma, re- sostiene che si di- i conti, accennata già quando parla di rc- ùon nello di religione. Spaccio della hestia trionfante, della religione di Cristo, raffigurato in Ohi- rone, vi dirà : « Perchè l'altare, il fano, l'ora- torio è necessariissimo, e questo sarrebe va- no-senza l'administrante; però qua viva, qua ri magna, qua perse vere eterno , se non di- , Giordano Bruno 32 spone altrimente re: Fato il » non valore del cristianesimo il Yale a (1). di- consiste propriamente nell'essere quella speciale ligione che E come in il è, ma una nell'essere cristianesimo , re- religione. tutte le religioni quanto adorazione del divino, lianno pel Bruno un assoluto valore a prescindere , dalle loro determinazioni particolari. Onde, della religione naturalistica degli Egizi nello stesso Spaccio, dice clie « que' ceremoni ma erano vane fantasie, cavano perchè certo le , « proprie sicome orecchie la degli modo per quanto che s' Dei comunica si » ; descende in divinità natura, così alla divinità non vive voci che toc- alla ascende per la natura, cossi per la vita rilucente nelle cose naturali si monta a quelle ». « alla vita che Conoscevano que' sere nelle cose; e la divinità , soprasiede savii Dio es- latente nella natura , mente in diversi suggetti e per diverse for- (1) oprandosi e scintillando Opere, L. p. 555. diversa- Il valon' pratico me con tisiche, tecipi di sé » E (ielle certi oidiui relù/ioni IVS venir a far ]>ai- (1). del politeismo greco interpetrato, per altro cristianesimo il dare nomi ai in realtà come si deve ba- non adoravano Giove « ma adoravano la Ini fusse la divinità, divinità evemeri- posticci della divinità; giacché, Greci i , , stesso sticamente, ammonisce, che non come come tiisse in Giove. Di maniera che di questo e quell'uomo lebrato altro che nome il non viene ce- e representazion della divinità, che con la natività di quelli era venuta a comunicarsi agii uomini, e con morte loro la s' intendeva aver compito corso de V opra sua o ritornata in cielo , Le forme un valore contingente diverse della sta vicissitudine delle e religione storico eterni (senza ». hanno e que- forme non pregiudica l'essenza della loro divina sostanza. numi ; il « Cossi li ponere inconveniente alcuno contra quel che è vero della sustanza (1) rj. In Opere Gentilk. italiane, — Giordano L. pp. 529-:ì0. Bnnio. Bruno (TìordaHo .'U divina) lunuio nonii temporali altri in altri tempi e altre vedere })er nazioni manifeste istorie seuse fu nomato Mercurio nomato Giove lileo fu ; , trovò in ora all' , Paulo Tar- clie e Barnaba Ga- non perchè fussero ma perchè che quella virtù divina, che ]Vrercurio e presente Giove in altri si tempi, trovasse in questi si , come possete : creduti essere que' medesimi dei, stimavano e altri per , relocpienza e persuasione ch'era nell'uno e per tro gli utili effetti che procedevano da l'al- ». « dunque Ecco, me mai furono adorati l)olle e rape, crocodilli conchiude Bruno, », , ma galli gli e crocodilli, galli, Dei, e altri « co- ; la la divinità quale , ci- in in certi tempi e tempi, luoghi e luoghi, successivamente, e insieme insieme, e si siano mortali (1) si trovò, trovarti in diversi suggetti, Opere itdi.. » (1). L. ÒHI. si trova quantunque IIJ. Bruno e la Riforma. Data questa convinzione, clie il Bruno ave- va, dell'equivalenza pratica, e però contin gente, di tutte le religioni, qual meraviglia che no il Bruno, giunto nella Ginevra nel 1579, religione di Calvi- dopo esser dovuto uscire dalla domenicana per l>rocessi attiratigli dalla ett'etto dei primi sua indifferenza ver so gii amminicoli delculto cattolico; avendo quivi appreso dagl'italiani, che vi erano fugiati, po, se che non « si gione di essa (I) non poteva star lì longo tem- risolveva de accettar la città » Documeuti veneti in (1) P>khti 2* edizione, p. 394. — : 37 — qual , rit(( ri- reli- meraviglia. di (.'. Jìikho. 38 (ìiordiiiio llniiio momento abbia creduto di il calviui.smo ? Non sap1579 il suo giudizio sui dommi per im elle egli potere abbracciare piamo se nel della protesta fosse formato (quello che si abbiamo accennato, appartiene come se, è probabile, vorevolmente il strettamente connessi , : Bruno giudicava d'allora fin al 1585) due i ma sfa- principii, della Eiforma, della negazione del libero arbitrio e dell'assoluta giustiticazione Ginevra che in ogni religione. schiettamente che veduto , coscienza è Bruno di già, s'intende, ma religiosi, paion di certo ; calvinismo all'assenza di Non tivi s'è la , il tivi soli fede la dove sola religione era , quella di Calvino doveva preferire per degni al per quei mo- Bruno valere a difesa gione, in quanto istituto per mo- ogni d' sociale , : i come reli- motivi pratici. Per Bruno, come pel Campanella (1) « Tvii" ])t>poli ]ii iiiiiiiiciziii sità di religione separante gli la ; onde « quante tìate i si la re- luantieue per la diver- animi Principi (1), » dice daran il Campanel- libertà di os- servare (inaisi voglia sorta di religione, subito diventano Uruno 39 Ixifuimn in e insomma, come la costituzione politica e la leg^e positiva di un un paese ligioiie di poi)olo to, : le quali ma devono come dotate versie « si è, possono criticare in astrat- essere osservate in concreto, di valore assoluto. — come chiama sprezBruno — che in tempi nostri il li grassano per l'Europa dannate massime per i danni sociali taute. opiuioui, contro- le suscitate dai Riformatori, religiose, questi grammatici zantemente E sono dal Bruno con- » guerre, le discordie, le che venivano a produrre. <|uaute souo teste scouo diseordie e gare, alle quali ili i uoiuiiii onde ; uè Iteue possono rimediare, perchè restano sempre discordanti, donde le guerre de' corpi e le liti i cuori de' Inni nascono». E, «se Ginevra, Sassonia con Inghilterra questa setta tenuta , han però escluse unite dentro, e ciascuuo di questi suo modo; e le loro in vìnitffi e altri (licata dal Campanella see. poletano, orig. e della ]!. le 1875 eretici, , I , 78-80. canne della 1' domiuii ha la sua a ma dalla politico contro Luterani, Cal- Fiorkxtixo. La un liau altre per star osservanze non dalla setta, dependouo». Dialogo politica iia- principi uè seiniìre, Ms Vedi Riforma Acc. Lincei (classe se. inedito, pure ri/, reiiy. ()iti- ni4 Giorn. Xa- G. S. Fklici, Le secondo T. mor), voi. ('., nei llend. VI. 1897. « \>(la /Spaccio , togliere Giudizio) (il « » , dice Giove nello se apportano altri frutti conversazioni le dissolvere ('or<lie, tì<ili Bruno (TÌorditiio 4(1 da' padri unioni l' di far ribellar , servi da' gli , che dissipar le con- , i)adroni gli gli , sudditi da' superiori, mettere scisma tra popoli e po])oli,.., fratelli e fratelli... portano clusione..., coltello prossimo togliendo al in con- ovunque entrano , divisione e della spersione, E fuoco della di il tìglio il il , al j>adre prossimo, l'inquilino a la , il i)atria, e facendo altri divorzii oriendi e contra ogni natura e legge » (1). Sciolta da Lutero l'unità degli animi ce- mentata dal r unità delle credenze religiose, nostri tìlosotì vedevano prevalere certe denze individualistiche dissolvitrici degli , che sono organismi le sociali. i ten- forze E il Gami>auella, fiero avversario della Eiforma, notava piacevolmente che farsi (1) (loU'o (it(iiie Spaccio, II «l«'<>ii « ciascuno pare nuova o[»inione (Icdicn Mll'inip. R<>- Arficuli ceiituvt et sexdf/iiitd adr. ìnotheiiiaticofi grande, (piando uiui I.. }>hil(»<o]ilio>< 165 e ili 1:66. Opera, I, Cfv. in, lii 4. Bruno trova : intanto e che lo ci Riforma 41 un Polacco fu , che voleva credere ad una religione a cui nessun altro credesse; e quando vedeva, che alcun altro riscontrassesi con grandemente lui, si lagnava ciò onde non la comunicava, non avesse compagnia nella credenza, me che Cristo per : lui solo fosse morto acco- » (1). L'interesse pratico sta, dunque, al di sopra propriamente spe- dell'interesse religioso, e culativo, siccome noi l'intenderemmo, delle singole confessioni religiose teresse pratico a Ginevra il : e per quell'in- Bruno non avreb- be potuto onestamente non abbracciare il calvinismo. E così ninna meraviglia, se nel citato di- scorso d'addio recitato nel 1588 a Vittem- berga, dove la nuova religione era nata: in quell'Università tutta jjiena delle rie di Lutero, che in essa, insegnando, ave- va intrapresa la critica della tradizione pe- lagiana della scolastica sità, che Magonza (1) memo- lui : quella in Univer- ramingo, venuto da Parigi per e Marburgo, accolse ospitale e sot- D'kiUxjì) cit.. FlOi?KNTlX<». 1. e. ji. SO. (riordino linttio 4L* trasse alle ingiurie della i)o verta, pel favore appunto luterani, clie allora vi prevale- (lei vano, e gli permisero pubblici corsi di senza chiedergli conto della sua sotia, gione in {ìieque... prohatum reli- vestrae reUif/ionis dogmate ninna mera- vel interrogatinn) (1); dopo due anni viglia che, sdebitandosi studi tranquilli jSlo- di mercè quei luterani potuti per compiere forse talune delle proseguire opere maggiori, cui egli intendeva raccomandare il suo nome, onorato pubblicamente come mai era stato in ragione della sua alta intelli- genza e della sua vasta dottrina; sciogliesse un inno berga, alla maggiore nuovo Alcide, « al gloria di Wittemsu (pielle sorto rive dell'Elba, a trascinar fuori dall'orco te- nebroso alla luce del sole il nuovo Cerbero insigne per la sua triplice tiara e costrin- , gerlo a vomitare l'aconito, trionfando delle porte adamantine dell'inferno, di quella città chiusa da (1) liaita, Vedi lii triplice muro prt'lii/iom- al in Oliera ]>t , e per Lampadf latine conuciipta. II, ii. nove giri coiiihinatoria Lii- 231. Bruno lUfariìKi In e 4-") Stretta rtall'ouda stigia che vi scorre per en- tro » (1) (1). Quest'elogio di Lutero, purameute Optra, 1,1. 20-1^1: « Cuiii fortis vibus et euse, fiaudibus illc astubus et vi, t't pocrisi et feiocitate, vulpis et leo viearius . sub titulu diviuae sapieutiae et tviauiii plusquani fernalis. superstiti oso cultn et iguoiantia tali, aimatiis cLi- violenti;», liy- Deo simplicitatis gratae. iulìceret universum: et roracissimae bestiae esset qui auderet adversari et obsistere centra sponendo indigno t'elieioreni et et non prò di- , perditissimo seeùb> ad nielioreni et tormani at<|ue statum mundi pars iuVtvii- , potuit protulisse tanto ipso Hercule praestantiorem ([uae reliiiua nobis , gocio et instrumento maiora perfecit perfecisse dieaiu euni, est adoisiis Euiopae Abideni, (juanto faeiliore ue? An non enim tam strenue atque ([ui negoeium tam egregium illuni ? .Si etiam frugaliter quippe niaius et longe peruieiosius inf)nstriim omnibus, quae tot ante seculi extitere, De l'nde peremptum vides. clava noli <iuaerere, penna fuit. ille f Unde ex ubertate fontis tricipitem illum ? Ex Germania, ex istius. Hlc Cerberum vidistis vos, et ille solem. est ex ripis istius Albis, triplici illa tliiara tenebroso- Hic stigius aconitum evomere. Hic vester eductum orco ille et vetras adamantinis inferni portis, de civitate insignem canis coactus Hercules de illa ti'iplici circum- 44 (ìiordtiiio ii^ttoiico e r>nni<) privo d'ogni allusione conte- al nuto particolare della sua Riforma, che tro può essere se non al- l'espressione del vivo senso di gratitudine e di ammirazione, che l'animo del Bruno doveva naturalmente pro- vare verso questi dai (piali per la prima volta ciato d'Italia, era ogni parte d' generosi seguaci , di lui, dacché cac- , andato peregrinando per Europa in cerca di pace pro- pizia al suo fervido culto della tìlosotìa, era stato reso di d:it;i liberale omaggio umano universale amore muro, iiovies (|u;iiii , ]>itiiti illi ol>edÌ8ti divinuui , , suo al luoem, audisti luirreudo principibus , iitipK' ti- tiinm- cdi'icet, yiflisti ispiritum spirito colisi- piaeci- vegibus inermi occuiristi, verbo oppugnasti, vepuguasti, obstitìsti, restitisti. atiiuc tropliaeum (1) (1) Styx iutcìfusa luceiu, Liitliere, , fxcitauteiu devasti iiiiiuico et Vidisti 7)1i:ivit. suo al « Vos me strae relligionis et liostis superbissimi spolia suscepistix... liostili, ». hiuiiiiiem.. dogmate j^robatum tantum »|uod non lauthro]»ia vicisti, ad superos evexisti .. nciiue iu Ae- Tel iuteiiogatum, seti sed tram[UÌllo general icpie plii- praeditiim sjìiritum. pliilosopbieaeiiu'^ ])rofes- si(mis tituluin (quo. vortioso, luinìuieque tamquam minime teuqioribiis . seliismatico et di- locis occasionibus(|ue Bruno tolo e i>rofe8sioTie (li 1(1 45 liiforìtut tilosotìca a (jiiesto ; ti- tolo, onde, nella prefazione d'un libro dedi- cato proprio al rettore demico dell'Università voglio » , siasi altro me Bruno dice di acca- Witténberg — godere e vantarmi, tamquam mini- schismatieo minimeque tem- et divortioso, poribus, locis occasioìiihusque suMectof Atene tedesca quella aveva visto per anche il lì , » In con ammirazione egli prima volta, non una la scuola privata, e quasi un servato, « io più che di qual- « , senato e al conventicolo ri- ma una università vera: perchè, se spinto, — egli confessa, — secondo costume della sua indole, da amore troppo acceso delle proprie idee , Bruno aveva il proclamata nelle sue pubbliche lezioni dottrine, snbiecto che spiantavano , iiiaxiine gnndcif et osteudi » Pief. al ]>e II, 230-31). gli spiriti È da la tilosotìa .irlt»i;iii(iii(' Lampade non volo) pi;ie soh> in»- tuli combiiialoria, in Operali, noture. qìwatii pliilaiifropliia, ])io]ìri a di- cho sono al di là di tutte le forme religiose, in contrapposto alla luisiintropia dei promotori della Ki- forma, generatori di scismi: »ug(/e.sfio)n- mÌHanthropon rituum miìiisierioque Ery7Uiiiini infernaUiiiii: Opera I, sjii- iii, 4. (riordaiio Jiiìino Uì (la ([liei coli e professori approvata, ma quasi per tutta ricevuta da più quei profes- ; sori, tutt'altio elle amici per di dottrine siffatte, non arricciarono non acuirono enliaron le strepitarono come già a Tolone, a non s'accese il furore dice il Bruno a quei l>arola gloriosa hertò filosofica, : Parigi, ad istituto il naso, di lui si i pulpiti, Oxford (1); scolastico. « Illibata professori « illibata il », con nuova voi serbaste la ne macchiaste vosti-a os])italità » loro né contro zanne; gote, ne le se- li- candore della (2). Al Lutero maestro di <iuesta Univ^^rsità vera, in cui la religione tollerava la lììosofia, riconoscendole libertà, a il diritto questo Lutero, che il le è proprio della Bruno rende qui un elogio meritato secondo la sua coscienza di pensatore; che al di sopra di tutte le religioni colloca la religione , razione del divino; e (1) Circii il siid Opero, II. il, intuizione e adodel rapporto iuseyiiamciito nd OxIVìid. vodi In nota in Opere ilalinnc, (2) come al di soi)ra (ì., 282-3. I. 97. niiii Bruno e Elfonud la 47 mistico (lell'iioino con Dio, proprio della re- un misticismo superiore, a Dio si eleva per gradi intel- ligione, riconosce onde l'iKnno mercè lettuali e razionale discorso, della iilosotia (1). — notò « liiMic ])(>tcv;iii() (1) (li cIoijìo ([Ut^stn torin — nostri i Ijiitero, [jutcìo chr (li del i>t'iis;it(iii Fklici il , proposito il O ratio valedic- ammirare h'iiiascimtnito iu l'eroe dell'emaucipazioiio del ix'iisiero e della co- nizioiic d'ima il massime dov<'va, occhi del cruccio, <iii della eor- tlagello tempo che chiesa che, forse giusto nel Ivit'oi'ma, hi i\]V ric(irv(i scienza religiosa dal giogo papale, gni furore il rimirasse la se- cogli che mai dare imagine delle stalle i)ifi d'Augia reclamanti un Ercole che tevano anche arrestarsi spazzasse le ma ; po- imro lato negativo del- ([uesto a l'opera sua»: Marcello Paliiigeino Stellato a propoHÌto delle axserite une relazioni con la Riforma, iu Rìik Hai. 1S97, 1,362. L'osser\azione è ingegnosa, non mi scmltra un na; se certo punto, ma si ([uello meno il esatta.. il lato significato considera E vero che nel il negativo del passo cotesta osservazione riforma dell' 0)7//(() contesto non può , sulla fine del a iiuello che di lih. X filon., io ci coirisponde Lutero dice (hdlo Zodiacus vHae. il fino a lutera- rah'dictoria, essere se non vedo. Tanto alla di altri nostri pensatori del ln'inascimeiito; e uè particolare di storicamente Bruno ammira, della, molto speciale e personale che poi ma mente anche iu Palin(ìeni() 4<S Né auehe Giordano Brutto questo elogio giudizi che della nei dialoghi De Kiforma contrasta egli aveva con i recati rinflnito e dello Spaccio. IV. La genuflessione G. Gentile. — Gierdanv Bnino. di Venezia. Se si tieu conto delle idee valore delle religioni positive può pensare che le <lel , Bruno sul uè anche si sue dichiarazioni e la sua sottomissione di Venezia al S. Uffizio, detrag- gano nulla alla eroica fermezza del martire di La genuflessione di Bruno otto anni appresso. del oO luglio 1592 è la genuflessione, tìh>solo, ma e doveva del del povero Filippo Bruno, che già spontaneamente meglio per non lui; aveva pensato — non che aveva che 44 anni, sentirsi nel vigor maggiore della sua intelligenza e nel bisogno più stretto fermarsi nigno una cielo, volta; possibilmente sotto dov'era nato, in quella gradita dal cielo , il « il di be regione e i)0sta insieme insieme — 51 — Giordano Bruito 52 talvolta capo e destra di (iiiesto globo, go- vernatrice e domitrice dell'altre generazio- sempre da noi ed e ni, disci})line, di, sie » (1); altri stata madre maestra, nutrice e stimata di tutte le virtù- umanitadi, modestie e corte- — che il meglio era per lui cercare d'ottenere V assoluzione de' suoi eccessi pase la (grazia di poter vivere in abito sati, ricale fuori della religione cle- (2). Se n'era aperto col Padre reggente fra Do- menico da Nocera; S. Uffìzio, to il il depose appunto d'aver incontra- Bruno quando da pochissimi giunto a Venezia ossia sette , prima del processo ^< quale, interrogato dal : giorni era o otto mesi e questi avergli detto, che teneva pensiero risoluto quetarsi opera dar neva in a comi)orre un mente , e libro quello poi , , che : e te- con mezzi importanti di favore accompagnato, appre- sentarlo a sua Beatitudine; e da quella octiner grazia.... e vedere al fine di posserse ri- (1) Opere italiane, G. (2) Docc. veueti, in Berti, p. 396. I, 152. La aW exercizio stare in Roma; ferale, mostrare la sua virtù, e e ivi 53 Veuecia [lèuuflessione di darse e lic- di accapare forsi alcuna lectura » (1). E terminato infatti quel libro Delle arti liherali, la fretta sette d'andarlo a stampare a Francoforte, fu, co- m'è noto, uomo di motivo che spinse quel il messer Zuane Mocenigo Marcoantonio clarissimo messer ziare il il a denun- doveva gli inghiottire. proprio con questo ani- libro, prei>arato mo, che la tìglio del maestro all'Inquisizione, per preci- pitarlo nel baratro che lo E , tristo impetrasse perdono papale e il riammissione nel clero secolare (non nel- l'ordine suo lari, nella « ritornando acciò, mia Provincia, non mi faciato che io fosse manoscritti tuttavia al (2) ») — che diritto Sicché, anche a e così era stato, con altri S. il degli gnato all'Inquisitore Kegu- fosse rin- apostata, stato disprezzato da tutti suoi tra' Uffizio studiosi nega — conse- di Venezia. non tener conto della sua dichiarazione di pratiche fatte, già varii anni (1) Docmnenti veueti, iu Bekti, (2) Vfdi Docc. iu Berti, citati, Vita, \t. 397-X, 427. (lionlano Jlmiiu ~i4 prima, in Fiancia, certamente Bruno per tornare in del passi i grembo alla Cliie- sa cattolica erano cominciati parecchi mesi prima che egli in cospetto del trovasse si Tribunale veneto; e la sua genuflessione S. bisogna dire l'avesse deliberata quando era ancor lontano pur dal sospetto del i)rocesso; e che da un pezzo mandare, come poi mente perdono tutti li domandare fece, a Sùjnore al Dìo e alle rappresentanti illustrissime rie disposto a do- fosse ei errori commessi (1). di umil- Signolui L'aveva, , de quella genuflessione, deliberata e fatta nell'animo suo senza pressure di minacce, senza immi- nenza di i)ene : l'aveva in animo già men- tre insegna \ a tuttavia all'indegno che « non v'era (nel mondo) se Mocenigo non igno- ranza e ninna religione, che fosse buona; che la cattolica gli piaceva più delle altre, che questa ancora aveva bisogno regole, e che (1) Dticc. (2) 0. e., non stava bene veneti, in p. 3.S2. Beuti p. 42^ì. così » di (2); ma gran e la- La Venezia (jenufessioìte di sciava (liftondere anche a Venezia, .")5 come già altrove, che egli iiou avesse alcuna religio- ne (1). Quella genuflessione una debolezza come , che per le sue idee la vita, quando Venezia 1' ciò pur sembrata a è animosamente divenne necessario. il non aveva dovuto nostro filosofo, per quel- far per aderire coscienza Eoma, cattedra, e A era sonata, motivo pel quale a Ginevra stesso vere a diede ora del martirio non secondo pensava una non tu , ammiratori del carattere del Bruno, tanti lo adunque , coni' egli forza al propria alla calvinismo. desiderava egli ; Vi- avervi negli ultimi anni della tra- vagliatissima sua vita potervi attendere tranquillo alla sistemazione detìnitiva di quel pensiero filosofico, che tumultuosamente gli era pullulato nella mente nel breve periodo di un decennio partengono (1) Vedi Bkkti, iip. le le (1582-1592), al quale tutte ap- sue oi)ere a noi giunte, deposizioui del (Motto e 387 e 388. del for- Hertaiut, in Giordano Bruno 50 manti ben dieci grossi volumi, era forse pos-_ sibile senza rientrare in quella Chiesa, per la cui persecuzione egli era andato ramingo per ogni parte di Europa in cerca di pace a' suoi studi E ì rientrare in quella Chiesa era forse possibile senza dichiarare che egli ne accettava dommi ì E i accettare mi della Chiesa imperante nel si jiaese in cui vuol vivere, non era per la sua un obbligo morale d'anche questi zione con le aveva i trine ! , filosofia E , non reli- fllosotìche terreno sociale, pra- il prevalere sulle dot- Noi potremo avere una filosofia che non era la sua. Egli nei tuti del 2 e 3 giugno di diversa ma non potremo tendere che egli tenesse fede a una alle quan- che nel terreno dommi dovevano da quella del Bruno; ? fossero in contraddi- sue dottrine egli sostenuto gioso, che per lui è tico, strettissimo dommi dom- i pre- filosofia lunghi costi- non muta un ette sue dottrine filosofiche, mentre dichiara non essersi teologia per mai occupato avere di proposito di sempre atteso I)ro fessi one di filosofo; e alla sua riconosce l'eterodos- La sia S. Uffizio, te, dottrine 57 insosteni- Anche dal punto di vista del cattolico. bili al alcune delle sue (li Veuesia geìiuHessioue di che nimo adunque, egli dice apertamen- della fede, diverge dai dommi la sua fìlosotìa, egli è a Venezia, tìzio, ciale autorità; filosofica e non esorbitò cristia- che Uf- S. il i dalla sua spe- ed esso non era un'università neppur teologica, bensì un nale religioso, un istituto — dommi l'a- non difende contro e se al S. Uffizio ni; a giudicarla con la tìlosofìa sua, tribu- i)ratico. Bruno, dicono, s'infìnge e mentisce Il accettando come verità ciò che è errore per la sua coscienza filosofica. —Ai così sdottoreggiano su questa lenne non del mai tragedia so- umano, probabilmente pensiero è accaduto pedanti, che di riflettere su nessuno dei grandi eroismi della storia della civiltà. Bruno, che me s' inchina al cattolicesimo co- , legge morale e civile del suo paese, del paese, in cui lo stesso filosofia lo richiamava, — amore delle leggi che sofia , della sua è forse da Socrate, che, potendo sottrarsi condannavano — diverso al potere in lui la filo- anch'essa contrastante alla religione 5S (rionhtno Bruno dello Stato, e fuggire dal carcere alla vigi- morte, preferisce restare lia della la condanna e subire ingiusta, pel rispetto daluii)i'a- ticaniente dovuto alle leggi, 'piali sero, vile ? fondamento () leggi, e quindi a Atene, che di i)ur inteso a trasformare, anche lui filosofia, che ì la ffeddando le ora membra, con la reli-- aveva egli forse quella sua serpeggerà pel sangue e l'ultima ci- mentisce s'infinge e O abbandona che è stata da quella tìlosofo che an- vita, e che sul lettuccio di morte, mentre gli fos- viver del forse che Socrate, inchinandosi re- verente alle gione e garenzia il veleno verrà gli raf- resterà a consolargli promessa del premio oltremondano nei ragionamenti sereni prodotti coi scolari più fidi' () non è piutto- sto quella stessa filosofia, superiore a quelle leggi e a quella religione, che jjure inculca al cittadino ateniese il leggi e della religione la stessa filosofia di ricamente tutte rispetto pratico delle d'Atene ? Non Bruno, che negava era teo- le religioni particolari, ma afierniava nell'interesse pratico il soluto di tutte le confessioni, e condannava valore as- La guerre gli scismi e le civili, genze dommaticlie; non era gava il smentire la religione del la nate da diver- sua coscienza che obbli- essa, ad accettare filosofo contenuto 59 Venesia (jenujìesslone di in tutto paese ? il con- filosofica, il tegno del Bruno a Yene/ia è la suo Anzi che più coe- rente manifestazione pratica di essa. A competere in materia doinmatica con gl'inquisitori, a lui, per esser logico, dove^a parere d'imbrancarsi egli stesso tra quei ti del mondo», come gli ceremoni, la legge, la fede, la la religione, regola di vita; maggiori asini del mondo... che grazia del cielo corrotta fede, gata religione, riformano , medicano gli , per temerata e la le ferite togliendo e, « stol- chiama sarcasticamente han formata nella Cabala « eh' gli li de l'impia- abusi de le superstizioni, risaldano le scissure de la sua veste ; giamai solleciti crete de le cose »; né « circa le cause perdonano a se- dissipa- zion qualunque de regni, dispersion de po- mine ed esterminii »; curano che perisca il mondo tutto per poli, incendii, sangui, ne « povera anima essi loro; purché purché faccia l'edificio in cielo, si la sia salva, purché si Giordano Bruno 60 ripona il tesoro in quella beata patria, nien- te curando della fama e comodità e gloria di questa frale e incerta vita, per quell'al- tra certissima ed eterna » (1). Questi gusti da riformatore non erano dell'indole né della lìlosotìa di (1) Opere italiane, L., pj). 568-9. Bruno. V. La resistenza al S. Uffizio in Roma. I Ma, si dirà come : danna romana ! si spiega allora la con- Roma Perchè a non egli credette più di tenere lo stesso contegno che a Venezia, e genntlettersi e sottrarsi morte? Quando atti del se sarà dato di conoscere gli ci processo romano, vi troveremo ben chiara la risposta Intanto, ben chiaro cesso alla non è, a queste domande. che a Venezia fu conchiuso, ma rinviato al S. Tribunale di non il pro- interrotto dalle pratiche del Pontetìce, perchè a Venezia for- il Bruno fosse Roma. Sentenza se n'ebbe; e nulla pertanto ci prova che a quegi'Inquisitori dichiarazioni che il Bruno — 63 — fece bastassero le ad essi. Onde Giordano I>iu»o (>4 è lecito pensare col Tocco il tìlósofo le ripetesse, medesimi termini; Roma che a (1), presso a poco e che, se la , nei condanna avV'Cnne, fu perchè, dopo averci ben riflettuto, e avere studiati i suoi libri e dovette pretendere da andavano ritrattazioni, cioè, sua le lui ritrattazioni, di che quale il potersi spingere : che coli)ivano addirittura tìlosotìa. badi che, quando nel febbraio si come par probabile noti Eoma di dal segno, lino al di là Bruno aveva creduto E suoi costi- congregazione dei cardinali tuti, la la i (2), otto si dai documenti cominciò a intimare proposizioni eretiche al che , 1591), a noi filosofo il Bel- larmino e un certo P. Commissario, aguz- zando l'occhio inquisitoriale, avevano messe insieme dall'esame delle dichiarazioni processuali del (1) Bruno e de' suoi libri (3), il Nolano G. Bruno, conferenza, Firenze, Le Monnier, 1886. In questo scritto la questione bruniaua fu messa prima (2) A^olta nei suoi veri Berti, (3) Il Vita, p. i»er la termini storici. 442. 14 gennaio 1599 furono lette « octo propositiones La resistenza al S. Roma Uffizio in 65 era da sei auni chiuso, lui eosì sdeguoso e impaziente e impetuoso, nel carcere romano di Torre Nona. di nel Allora, anche 1595, CampaneUa., il l'altro dioscuro della fllosotìa della Rinascen- non pensava za, tu in quella Torre; e forse a sé solo cantando Ooiue va al : centro oj^ni cosa pisaiite Dalla circonferenza, e come ancora In bocca al rospo, che poi la divora, Donnola incorre timida e scherzante; Così di gran scienza ognnn amante, Che, audace, passa dalla morta gora Al mar del vero, di cui s'innamora. In questo ospizio al tin ferma piante. le Ch'altri appella antro di Polifemo, Palazzo, Il d'Atlante, e altri. Che qni non vai Io clii di Creta laberinto, e chi l'inferno estremo. so dir ti Che è : saper, favor né pietà, del resto tutto tremo, rocca sacr.i a tirannia secreta haereticae collectae ex tiun p. 441). Cfr. il libris et (1). processu doc. del 20 gennaio 1600 : » (Beimi. « Propositiones haereticas in «uis »en/)hs et constitutis prolatas » (p. 447j. (1) Questo sonetto G. Gkn'tile. — , stampato nella scelta Giordano Bruno. dall' Adami 5 Ma pensava certo, «e a tutte ai lilosoti e comune alla sorte vittime le dell'Inquisi- non esprimeva anche l'animo zione, no Bruno (riordino 6() di Bru- uno quest' altro sonetto scritto per in Roma che morì nel S. Ut'tizio in AniiUii. Di ([iiesto c'h'oi' Del Santo Vattene liisciasti mondo, eiel, al ciircer tt'tro il Koiiia. mortai soma. e della che noi di e (l"Ita]i;i. Otitizio : verrem dietro. ti metro Ivi esporrai con lamentevol L'aspra severitatc clic ne doma Sin dalla liionda alla cannta chioma. me Tal che. pensando (v. le l'ocfiie Jiloxuficlu' Lnyano. Rnggia f|nesta da me . riferito SUO' processi r /(( e. intr. ed. e haliile ]ier doce.. la notevoli T. del sia S. E la città testo » ]>. e. —è del nis. di ««« cony., del Sole originale i III, di cou XXI) molto pro- stato scritto Ittizio. carcere, chiaro Morano, 1882, (L'i nel .Modena. Kossi. 1904, «carcere» ('. ediz. Orelli, // \-arianti Fra Solmi eoi prima volta che (|nesto sonetto nella nel , pazzìa, Nai)oli. 574-5). Credo aneli" in T. le (Amahilk sini tit(do <()1 Camiianella): « (del secondo 'nipetro. e Campanella, di T. 1834. p. 117) sola jiostilla Pietro Ponzio ira n'accoro dal Campa- resistenza <d S. Ij(( Dilli elle, mandar si ìxoma Uffizio in tosto il i'ù socrorso Dell'aspettata nova redenzione Xon da se dolente morso in piacer, l'è Teglia lienigno a sé nostre persone: () ei ed armi ricrei Ciriia destinato Il la fatai al eorso "eterna raggione (1). Bruno per fermo va da Dio iiou piegava né implora- nova redenzione né di torlo a sé lì 1 : il la benignità Bruno, se i)oetò anche dentro, non ricorse a lamentevol lui metro; ma la avrà inneggiato anche una volta a quelmente, ispiratrice del suo petto, coutemueif mortein l'iidc et f'ortunam Ma quella fortuna malvagia dovette bene lieet vX (2). I inasprirlo nei tristi giorni lunghissimi della prigione. Altro che lì a ponteticato (1) <li (piel Qnesto sonetto dall'AMAUll.K. fatto sopra (2) la cattedra vagheggiata Koma come porto <). e. Clemente, che pnbldieato fu Ili. I. 1 : per e reca hTì~ , nn che morse nel Ik hinnnisn. sicuro, all'ombra del S. Ojind. il la i. 201. aveva- ]>rima titolo: Offizio in I. gli volta «Sonetto Koma ». — Giordano Bruno <)8 amasse IH) (letto dubbio, che il virtuosi li tempo confermarsi '|uel del primo p. es., v' ha pieno conto di nella speranza e nella Venezia, a espressa fiducia, Non (1), nostro filosofo non potè in tutto principio, al dando costituto, di potere, riammesso nella essere se, chiesa cattolica. Di anche va ciò per tenuto conto in- tendere ]>ienameute l'atteggiamento assunto dal il e Bruno quando prima Bellarmino , Generale il recarono noscere al poi carcere come Procuratore generale il dell' persuaderlo i)er eretiche ed constntire , qufim (2) (1) Docc. (2) « noìuit vt'iK'ti, in Bekti, 0. s))ico:iisi » — <4iiede filoK.-reìhiiofie di T. Cuinpii nella, (£inO ttiOKiiiuiìi •diaccile, (l(ti)i> secondo il 1( , ampie Felici, il a rico- abiurare le otto il ver- Quod, dice asserena nini- se e... il p. 8^»K. Felici, Le Lanciano, 1895, confetssioni di p. dottrine 215 n. Venezia?»: BiMuio «nei costituti veneti riconosce esplicitamente d'essere stato tntt' altro che ne da eresie ed errori (cfr. si haeretivas protuìisse'^ propositiones Come domenicano ordine ])roi)osizioni imputategli. bale Commissario e il immu- Berti, pp. 420. 428)». Eia nmsten:a L<t al S. Roìtui Uftizio in (>1> sed male exceptan fiiisse a ministris S. Offivii Nou uè volle sapere attVmaudo che uè , che nelle dichiarazioni fatte in processo, e sjiit'gazioiif cui egli piopeiideieblic, è che « processo di Roma, giudici e pili d'I applicata incalzato presso dal pericolo, abbia alla sua volta verità senza della doitpia la teoria sioni fatte innanzi ai più illesa tiche o analoghe dottrine, ]>rofessate in gli erano di fare emer- modo che da iden- da ; che casi i la sua ortodossia, a quel n()n era rimasta, abbia veneti mezzo presentati, e abliia cercato con tal conces- le 1' miti giudi<M aj)plicata, dico, recisamente, in tutti gere Bruno. n«l il rigorosamente dai suoi piii pensatori, altri del ripiego in parola, i)rfgiii- \'irtìi dicata la costoni posizione di faccia alla clii'sa; v l'abItia in potuta affermare, hi sua ortodossia, mentre riteneva intlessibilniente, le sue dottrine tutta la sua intt^grìtà, K chian» che tìlosoriche e scientitiche ». potrei)lie spiegare il (Huitegno di sioue accademica e senza conseguenze; Bruno. Con la dava incontro dottrina della doj^pia alla morte ; e se a questo Bruno in nou dannata nel M. E., quando se ne facevano il la si accendessero i roglii. si discns- morte del non questa dottrina roisti latini sillogizzatori d'fHrirfiysy ven, che per essa la verità modo una si an- fu con- forti gli aver- non a<-cadde mai Per quella dottrina filosofo èra pronto, di fronte alla Chiesa, a sacrificare sua verità scientifica. E Bruno a Honia muore proprio 70 egli mai aveva inteso danna nella sua egli Unuio (iior<ì(itio né nelle opere mai aveva profferite saynn- saciitìcjire (luesta verità superato le nnto eoràggiosauieute iuuanzi eoucetto era aveva sempre realmente ]>ensato; (jne] alle lo stesso l'uno può menar Felici, col]>i all'altro nulla ». Proiìrio così è il : seuza-un riguardo contenuto della religione; solve, non può giudicare Se a Venezia il I^a e la dice ar- dei quali di due, al mon- uon accorgersi (piesto è quello suo merito. come tìlosotia, « è quella do e quest'altro deve far le viste di Bruno, ed di che lìlosoti;i in sé uon lo e, ammenda, non dichiarava false : e sperò di aver errato la Venezia sua tilosotia. egli si rifa il ri- e d' es- non religiosanwnte. dichiarò di vo- disse ])erò che non s' insistesse egli Questo è il punto. filonofo le uè allora uè poi nel chiedergli in ((ual conto egli, intìne, tenere il della, tilosofia. sere incorso, nei suoi libri, in jiroposizioni e dottrine lerne fare di attermava risolve teologia, che Bruno ammise strettamente ortodosse, il che quello concetto, per cui la posizio- ne della teologia di rimpctto alla gutamente morte iiiiiiacce di sostanza la maute- aver e , aver per ossia , ambagi della doppia verità sue, cioè con- eresie, per uoti clic con- im])licasser<> la fllosotìa, intendesse — Ne anche a propriamente dal ])rincipio della du- plice verità; o meglio, crede di potervisi riferire; ma sostanza anche con le li la, sua verità, se lo mettessero in La resistenza ai S. dommi frapposti h'oiini che ; 71 mini- i non intendeva- del 8. Uffizio piuttosto stri no domini a in ly^fìzio sue dottrine. le Quali fossero queste proposizioni, di Bruno al chiese l'abiura, finora si Fu riusciti a sapere. nel di romano contenente , ma l'editore e quindi pubblicarla punto dove questo spalle al iimro, (loinini (1) fiera elenco die elenco di mutilata ap- cominciava (1). è la tilosotia e ; l'iii^ i liaimo solo un valore pratico. ma giusta osservazitnie un doenmeuto. È a artisti poletano tali non potè averla non se direlthe e<;li l' Intorno a (jnesta mutilazione mi piace Svanenbureh , ed uno ]>p. <li Luitìi : (riaii Marco Aurelio Severino e XXIV Bologna nel Aev. delle come va- se. >'. (f/fizio mor. : Jaconio , e poi. nadi piibblielierò <[nalclie doeiimento dal l'abito prelatizio, prossimo mutarsi in porjxtra prelatizia. senza fede, una elia : «Forse un giorno (piale apparirà U. ril'erire Amabilk. 468-9 n. della sua memoria sciimiafo in Atti (Iella Napoli, voi. te s'è , proposizioni; Due non bensì messa a stampa la sentenza 188tì da chi potè averla condanna, tratta dall'Archivio del 8. Uf- fizio le cui eaiiaee di (•o])ra azioni anche a talvolta ])ertìuo gen- molto basse. Per ora Brillio (TÌoid<ni(> Tli Pure (la (lel)l>() (lire abbiamo appreso cotesto docuinento chf Im attatto al riuiiiiciiito (IlsìcUmìu di .stu- diare nell'Archivio del S. Oftìcio romauo. dopo di aver veduto che l'impostura qiumdo ché. i)ur cenza di studiarvi, regola in tale ramo è di giunga ad ottenere dal si le giac- : Papa la li- copie dei docuuieuti debbono sem- pre scriversi dagl'impiegati dell'Archivio dipendenti dal Coniiuissario del 8anto Oftìcio, e per lo me ciò che si dall'asserire il « ma la persuadermene, do^'uto leg- cita ({uesto altri con libro copia, che io ne posseggo, reca la data 1886]. L'autore, eh' è del vi si soppri- Giordano Bruno per Ratfaele De Mar- Napoli 1889. [Anche questa data: il Ho falso. gendo l'opuscolo tinis » meno vuole sopprimere, senza neanche astenersi suo opuscolo nella coltissimo « Biblioteca di e pone sacerdote Francesco S. di Sales per la dittusione gi'atiiita de' buoni libri», ha ot- tenuto manifestauu-ute dal Papà studiare e la pubblicare e sentenza la ta sul tipo di ([ue' tali A p. buoni 12 egli registra che colpì liltri di Bruno; il da diffondersi gratuita- un quarto processo in Vercelli dalla Inquisizione della dojx» i due fatti in «la conoscenza di Napoli ed CO] li a della sentenza do\-e il fatto al Bru- Kepnbldica genovese, terzo fatto in Roma; e dice: questo quarto jirocesso l'.ibbiamo dalla sentenza romana che e là permesso almeno publdica con una narrazione della vita del filosofo scrit- mente no il lo ricorda». Poi a pag. 208 nella romana dovrebbe stare si tale ricordo non legge (questa sola si trova, proposi- Ln prima la zioue cuu al S. resisteitzd le (ielle suddette paride segueuti ch'era Iiiasteiiiia grande che carue etc. del Mese et infra. Questa Hota non : come sorto, « noticina dice : a « : Che tu paue si luivevi detto fu alli dieee ti pretìsso terraiue il una noticina ha la , trausupstaiitii iu propo.sitioui si 13 h'oiii(( i>i'0]K)sizioui MDXCIX a peutirti»...; e qui gina dice ])ifi il Le quali di Setteuibre IL giorni Ufficio in di a pie di pa- in archivio. G. C. S. »: proposito del processo, un'altra analoga «Non esiste oggi iu archivio. G. B. S. ». Il lieve scauihio tipografico di lettere, ovvero anche la sempli- due volte ripetute non im- ce variante, in siffatte iniziali pedisce di leggervi « Gio. Battista Storti » o « Giambattista Canonico e capo degli Storti ». dal quale Otìicio, d<dla sentenza e è. appunto .stata il certamente sono state aggiunte addetti al Santo riliisciata la copia le due noticine. Ora canone notissimo della Pratica del Sauto sentenza era che « conviene tamente la cau.sa della Olìtìcio in essa esprimere condannatione del reo Dublino circa la articola- » (Masiui, e tutte le sentenze Sacro Arsenale, Koma, 1639, p. 311); conoscono sommista Canonico impiegati ossia otHciali uè possono vedere che si teri volumi, oltre di che talune di esse sono state pure (in se in- pubblicate) recano nel testo, non iu note staccate, tutte le V proposizioni eretiche ascritte al reo, precedenti della sua vita. Scioppio, che fu ])resente come ancora Appunto poi pel alla lettura della ne diede notizia a Corrado Rittershausen , tutti Bruno , sentenza scrisse: « lo e Ea (riordano Bntiio 74 negazione cioè della transustanziazione Proposizione che suona mia (fra mie dire che il così: c/iVr« feiaste- pane il (1). si traìisustan- come incominciava la « dinunzio prima denunzia del Mocenigo aver sentito a dire a Giordano Bruno nolano alcune volte che ha ragionato meco in carne zii in proprio : : casa mia, che è biastemia grande quella de' cattolici stauzii punto, « in dire, il carne ». che il pane Bruno a Venezia avevn il transus- si questo Interrogato su risposto. Io non ho mai parlato di questa transub auteiii modi. Naiiata huiiLs f'uit dofimata et qiialeiii Inqni.sitio ilio et fraterne iiioneudo copia (Iella studii, del tizia sentenza , la fiiit eins <liligeiitiiiin ntudm vita, et iu couverteiido adliibnerit », etc. Dov'è, uella narrazione della vita e degli Brnno, che recava naturalmente pure la no- del processo di ^^ercelli Maiiifestamente ? la copia della sentenza fu rilasciata con nintilaziimi, dissimulate anche iu bruttissiiuo modo. Ammetto volentieri che non Storti superiori ; si sia comportato iu ma con ciò la cosa riesce e la triste conclusione è, Oflìcio (1) non si può guisa tal che a ([ue' j^restare alcuna Vedi l'Appendice in fondo senza ancora Signori piìi dei lo ordini brutta, Santo fede. a (|uesto volumetto. rcxisfeHZd L<i (lì non stanziazioiie, se 7~ì liomn rffi:io in 'V. modo, che tiene nel la Santa Chiesa; e ho sempre tenuto e creduto come tengo e credo che stanziazione sangue Chiesa pane niente più per bestemmia gramle nel in corpo come e tiene la probabile eh' egli Mocenigo, tilosofando col avesse, lo e vino transub- (1). In verità, do da taccia Cristo, realmente, di » del si (piel delinito d')iiiina, p.ii'lan- appunto come aveva parlato filosofo De immenso, (juando aveva scritto che splendore, fusione e comunicazione della divinità va ricercata nella reggia augusta dell'onnipotente, nell'immenso spazio dell'etere, nell'infinita potenza della gemina na tura, che tutto diviene e tutto fa; « non, col secolo degli bevanda o materia : sciocchi, in un'altra anche in invenzioni da Cerere e Bacco (1) come Docc. ci ! E, attestano VelM'ti. ili cibo, i'.KKTI, si i 1». in una più ignobile fantastiche credenze, aveva detto nel libri, un e sogni »; liigillus sigilìorum^ noti, proprio documenti, 406. il ne' Bel Giordano 7**» lìrniio lanuiuo con l'innomiuato P. Commissario, a (litfeieuza dei giudici di Venezia, era an- dato a cercare le eresie denunzia del Mocenigo veniva ad lui la <iuistare la conferma degli E non Bruno. contro di libri, il lui; filosotia, elle egli « Diviuitutis (1) commuiiicationeio mano Nolano testis^ niillus te- c'erano ; uatnraeque spleudoreni l'usioutiin 205. « Doctores, (pii conversatiouis iuteritini) tasiis, et non Aegyptio, 8yio, Graeco vel Ro- tuui coutìngimiis et soraniamus » non timere, sua c'era essa stessa la individuo, non in cibo, ])otu et ignohiliore I, suoi i doveva, dunque, disdire. niatfiia ciuu attonitorum secnlo I, ac- del scritti stessi era più nnus ad accusare stis Onde per del Bruno. perqnirinins, : De Imm. I, 1, passim in Immanae doceiit homines pio qnadam et iuveu- iu Opera, et civilis malelaeti.s et nescio (luibus soididissimis contìdere ad qnas magis et certas (inxta tam varia phauet dis- septa eorum dograata) de Cerere et Bacclio credulitates, quaiu ad benefacta, Dii retributores respiciant, ut inte- rim in antiqiiam Itarbariem pnlos... » Sig. xigill. furon già HchaimHq Tocco in citati itnd dal retrudant in Opera, II, ii, Brunnuofer Ferhàngnss, Leipzig, G. B., conferenza, p. 52. , perniciosos po- 181-2. Questi passi G. BriDios 1882, i>. 241 Weltane dal La resistenza al 8. Quod consentire sua posizione proposizioni vostri libri ? Bruno mantiene ; avrà replicato gli parlavo da filosofo ai falsa di libri non e filosofi l'ere- libri Ma nei messer Giovanni Mocenigo. i Bellarmino il perchè movete dalla denunzia sia —E Mocenigo. il Bruno: Voi vedete nei il la non ha mai profterite proprio come aveva egli : eretiche a Venezia contro (letto —E noluit. 77 lìoina in Uffizio io defini- vo dommi, né potevo quindi combattere dommi. Rifiuterei le mie dottrine trastassero, nella mia intenzione, se esse al con- conte- Ma nuto degl'insegnamenti soprannaturali. per me la verità razionale surabile con la verità rivelata. io vedo, —e è commen- Il Dio che non che voi male intendete, reggia angusta dell'onnipotente, infinito, nell'eterna vostro, in cui stri, il quanto che il filosofo, è Dio il il vino. Lasciate mio Dio; e sia il me a , in consento io vi vostro! par possibile intendere altrimenti magnanima fice non nell' etere transustanzia, agli occhi voil Dio della fede Non mi la si pane e natura, — nella risposta, che bastò al Ponte- Clemente Vili per ordinare che fosse Giordano Urlino 78 proli imziata la sentenza, e frate Giordano con- segnato alla curia secolare —A giugno 2 il '92 egli materia de' suoi sofica lume tenuto » principii e li scienza articoli di la via de' principii naturali, do secondo alla verità modo nel qual gnare princi- li si lume il « secondo non preiudicandella fede; possono buggere ed inse d'Aristotele e di Platone, che libri medesimo modo indirettamente sono nel trarii alla fede, da articuli dilfesi » (2). ad esporre si dif- i)arendogli generalmente consen- : trattare tito tà, sempre ho non avendo riguardo naturale, la tìlo- a quel che secondo la fede deve essere l)al li sempre era stata filosoficamente secondo tiiiito Venezia aveva pur detto che libri quali tutti io « nelli : (1). il anzi molto più contrari che me filosoficamente proposti e E infatti non aveva esitato compendio, con in contenuto della sua suoi dubbii filosofici domini determinati vi) A'cdi il (2) r.KKTi. (loc. pii. con- ilei filosofia e gli stes- intorno ad alcuni cattolicismo. del 20 gfinmio IHOO, in 899-400. tuf-ta liber- i!i:i;Ti. p. 447, La A resisten:(t Venezia, to a disdire di fede, al S. (luii(]iie, Foìitn Ufficio i» 7!l pur dichiarandosi pron- da cattolico i suoi errori in materia aveva mantenuto fermamente quel principio die agli moderna parve della scienza iniziatori vera base razionale della la libertà del pensiero scientifico; principio il dell'assoluta incommensurabilità della religiosa con la verità delUi scienza cipio a cui si glio (lalileo teologizzanti; nuano ad contro stesso i il (1), prin- Came me- suoi avversari principio a cui il il : appellerà imù tardi (UJIO) panella iìG\yA2)ologia prò Galiìaeo venta appellarsi, pel solito |)ur conti- anacronismo dei ritardatari, gli odierni conciliatori della scienza con la tradizione doinmatica. « Se ceneri la gli Dei (2), « si dice », Bruno nella Cena delle fossero deguati d' insegnarci teorica delle cose della natura, lian fatto favore di proporci come ne la pratica di cose morali, io j)in tosto mi accostarci alla (1) 1>. Fklui, Ta' (ìoltr. flìoxofwo-rd'ìiiioKe 217 u. (2) Open- itanniic, (i. I. Sii. <ìì T. ('((iiipanella, so (riorddììo de tede le Bruno loro rivelazioni ehe muovermi , punto della certezza de mie ragioni e pro- Ma, come chiarissimamente ognuno può vedere, nelli divini libri in ser- prii sentimenti. del nostro vizio le non si trattano demostrazioni e speculazioni circa come naturali, se fusse tìlosotìa zia de la nostra si intelletto ordina mente scopo avanti di parlar il sto piativi secondo lare, cose e parla il suo al morali. non secondo quella verità, per pensiero lascia , ma, in gra- divino legislatore questo volgari per i male e appigiiarse il le gli occhi, nel resto non protìttarebbono dal cose e affetto, per le leggi la prattica circa Avendo, dunque, ; le al bene; agli ma si la quale ritrarse di que- uomini contem volgo di maniera modo de cura , che, intendere e di par- venghi a capire quel ch'è principale ». VI. La religione G. Gentile. — Giordano Bruno di Bruno Ma rapijorto della religione cou la il secoudo sotìa il peusiero del Bruno lilo- è più precisamente determinato in un luogo dei dialoghi filo De dice individui la causa, principio e Dato che sieno innumerabili « : ogni cosa è uno , questa unità è le tìlosotìe sciando quale nulla... e il sui termini la naturali più che ascende sopra , conoscere scopo e termine di tutte il a chi non crede è alta non , quelli , naturale. ; la- con- la natura, impossibile perchè se vi monta per lume pranaturale hanno ; contemplazioni e ne' templazione la uno dove Teo- Questo e so- non che stimano ogni cosa esser corpo, o semplice come — 83 — l'etere, o composto Gionlano Bruno 84 come astri e cose astrali li fuor de l'infinito la divinità finite cose ma , mi par differente losofo » : mondo e le in- il quel- B. — fedéle teologo dal vero fi- solo — concbiude cioè, si badi bene, termina la fede, dal il il teologo cbe de- cbe determina filosofo Per conto suo, la verità. vcercaiio dentro questo e in In questo le » (1). « nou e , egli protesterà non aver professato mai Venezia di filosofia; e in questi dialogbi , a non se cbe sono il suo capolavoro, fa dire da Teofilo, cbe espone le dottrine di lui, al Dicson, cbe fu uno tore inglese di logica, seguace del « scrit- Bruno (2): Credo che abbiate compreso quel che voglio dire ! » Cbe aveva voluto dire f Cè una con- templazione superiore a quella della sofia; percbè c'è una divinità fuori del do, oggetto della filosofia: c'è filo- mon- una mens super omnia, Deus, oltre una mens insita omnibus. (1) Ojìere italiane, (2) Vpflt 1903, PI». Me G., 1, 232. Intyre, G. Bruno, Luuclon, Macmillan, 35-6, 324. Cfr. l'Appendice. La Natura (1); riore, a ehi è fede , So ma quella coutemplazione supe- non creda, è impossibile e nulla non atto dell' lume soprannaturale (lice, Unnio religione di sero costoro ma il , anzi , E dentro a questa. chi fos- Dicson doveva saperlo, per- Londra : circoli italianiz- abbiamo dottrina l^oi « rimossa da noi la divinità delie che tanto ceneri pubblicata l'anno innanzi, e rumore aveva sollevato nei non cercar egli la divinità fuor chè Bruno l'aveva pur detto nella Cena zanti di : Dio; di che non hanno non cercano quelli che della natura, , uomo , di se l'abbiamo appresso, anzi di dentro, più che noi medesimi siamo dentro a noi (1) De minimo, (2) Opere italiane, G,, iuarum {Opera, di 1, III, 1; Opera, I, ili, 1, 24. Nella 41) pare al rlella si (2). Ioli. Lampas Tocco G. B., Napoli, 1891 p. 47) che » (Le friginUi sta- opere restriuga il inedite residuo tiasceudeuza, perchè quel principio che è la mens vien detto « luagis iutriusecuni rerum suhstantiae et iu- timius iu omnibus ac singulis esse possuut iu se ipsis». La , ([uam omnia ac singnla divinità, dice è nelle cose nelle opere italiane è qui questa mens è la stessa che è 1' anima anche il Tocco, ohe del nnpra mondo; omnia. . Giordano Bruno 86 Duuque: la fede può di una è la verità clie super omnia, ma la limatura, vero e vivo ^e- il Dio è stigio dell'intìnito vigore. Il suo del verità che ma non far conoscere, non ha il lume soprannaturale; suo lume naturale vede, non la mens Bruno, e col sarà, anzi c'è, ci natura filosofo, la stesso definita di Deus : zione dei due lumi , lui La distin- natura umana rebus. in da Spinoza, della Dio il superinfusa, della ragione e e della grazia della fede, della filosofia e della teologia era può antica; e Se fosse così a , Ma me pare denza uou solo sarebbe Ma credo che 1' comuni dei luoghi in Bruno, che scalza la clie il ristretto, immanenza lo stesso siguiiìcato (jui uno dirsi della Scolastica. residuo ma pel trascen- della eliminato del tutto. Bruno e lo stesso limite. sempre abbia Di qiresta Menu dice: «est supra omnia, infra omnia, in omnibus». Dun<|ue l'essere in emiiìhus pra omnia. E è si sempre non alla toglie allatto l'essere su- Mens del De minimo; una mens, che è in primo luogo mens innominab'dis scriptihill'^ (p. 37), iinitaa ah-sohtta, un et contrarietate et oppositione universalifer ahsolutiim neoplatonismo, che il superare intera mente Bruno nel fatto incircum- ab })riucii)io non : riuscì oinni ossia al mai a La trascendenza, su cui medievale sofia Bruno religione di fondava quella si lilo- che poteva servire la teo- , logia; in Galileo 87 che distrugge , trismo così congruo con il geocen- imperfette idee le teistiche e teleologiclie, che il Cristianesimo aveva ereditate dal Vecchio Testamento e dalla filosofia aristotelica, la distinzione acqui- un valore profondamente diverso sta cui, delle due verità, l'una della ragione e Bruno l'altra della fede. conosce più che i una, la afterma dice, del cielo, filosofo di si secondo ! e filosofia la distinguono dalla fede, non per mettere questa attribuire il nuova altri termini, la nuova scienza ri- non dover legge- per la scienza, se non In non ne prima; Galileo tra Vaperto libro, com' egli libri sacri, oscuri, e re, i)er : ad essa al di il sopra di loro ed privilegio della verità a loro irraggiungibile, e a cui pur loro mirano; anzi per negarle ogni valore rispetto ai fini a cui esse , in quanto quanto scienza, s'indirizzano. dievale diceva : credo vi dice chiaro e netto gam. E altrettanto, filosofia e Il filosofo ut intcUigam : ; non credo ut a modo in me- Bruno intelli- suo, ripeterà Ga- Giordano Bruno ss lileo nella Madre per celebre Lettera alla Granduchessa (1()15). altri tini, Crederanno o non crederanno non iinjjorta certo è : clie, per intendere, l'uno e l'altro ritengono indisi>ensabile affidarsi non a una rivela- alla fede, zione che è atto altrui e non nostro; bensì alla nostra intelligenza agli esperimenti e : contemplazione al discorso dirà Galileo; alla dell'unità della natura ha detto Bruno. , Questa, è la nuova coscienza che si accinge a guardare il scientifica, reale con occhio non sorpreso da nebbie. Questo è l' inizio dell'età moderna dello spirito umano. Questa nuova coscienza scientifica è con- sacrata nel martirio di Bruno; è uno quale non il dei tanti martirii, che l'uomo è stato sempre disposto a soi^portare per onde viene recando in atto tà. Il martirio di Giordano gnificato speciale nella ra , perchè non fu individuali diverse storia conflitto ; ma impersonò al sua umani- Bruno ha un della di spirito cadere si- cultu- coscienze necessaria guenza del progresso dello che Bruno la gli ideali, conse- umano, del '500, chiudendosi col Rinascimento tutta la vec- La Bruno religione di chia storia della civiltà d' 89 Europa del pro- : gresso dello spirito, che giunse in lui ad avvertire per la passare evo prima volta e quindi a medesimo tra professa di non inten- lo dilaniava, tra sé e sé che crede, e spirito sor- contraddizione, che lìn dal medio- la : dere, e spirito che intende, e professa di in- tendere, cioè farsi da sé la verità sua. Tale é la situazione pronto a tutte della fede il ; Bruno. Egli è del le ritrattazioni quale si voglia e contenuto di questa fede Non rente. è per lui. Egli sul si gli terreno determini, è indiffe- mira più su, come il suo Dicson a Londra comprese, e come gli studiosi della sua filosofia devono comprendere. La sua verità non è quella che si definisce nei Ooncilii ecumenici, dai Pontefici in cathedra o dai santi Tribunali; sibbene la verità che è nella natura, e che la ragione, cioè, finisce volte : la verità per lui, entusiasticamente ne' filosofo. Ma, come talvolta non contrapporre di coloro che si ragione sua de- la che egli ha celebrata tante filosofo , la suoi scritti di non ha potuto sua alla verità sforzano invano di conse- Giordano Bruno 90 guire la sapienza cercandola affannosamente con lunghi viaggi, per tutte terra spendendovi , tempo della vita; o le i)arti della averi gli e producendo miglior il le notti in- sonni nelle sollecite cure, studiando numenti degli antichi i mo- per vedere di acco- , gliere nel proprio spirito ansioso il furore dei vati ed esser fatti celebri dal riverbero lu- minoso dei saggi (1) I versi De immenso gnificato autobiografico , dalla Fritii London, 1887, fraintendere illustri (1) qui riassuuti, cou cui , del lib. Vili del pp. 251-2 ed certi apre , Oppenheim) (I. Brunxhofer, modo il testo o. o. c.,p. 88. bisogna !<> si- il c. Bruno G. Life of non cap. il affatto loro attribuito dal Bekti, p. 218-9 e dal a questo .si non hanno ; Per fermarsi nella lettura di esso al v. 40 tronco, com'è alla fine di qiiesta parte del capitolo {Opera, I, ii, 286). Perchè il Xe- quiequam, con cui è ripreso quel verso nella seconda parte, basterebbe già ad attestare che Bruno non intende schierarsi tra coloro che .solviint pim (non per volontà sua poli e d'Italia Opera, di I, i p. G. B. esp. pagg. 301-2. !). Vedi XXXVII e prò egli stndlis patrio de lifore piips' era allontanato da Na- in proposito e sgg. e confrontate con Fiorentino, Tocco, Le le ital., pref. a opere latine Firenze , 1889, La Bruno religione di ha potuto non contrapporre la 91 sua alla ve- rità di quell'infermi di spirito e stolti, eli e pur suf- si credono sani e savii solo p«^r non vedono fragio del volgo: ciechi, che la luce di Dio, benché splenda in tutte le cose; che non odono sordi, la voce pur parla da tutto batte alle porte da Dio indegni d' di la tutti invita, e , ognuno e certo giudicati ; vedere e di udire, poiché indegnamente cercano do sua sapienza, la cui la luce del vero, cpian- vogliono ministra di vile fortuna e procacciatrice di sostanze, da regolare e tin approvare o riprovare secondo l'uomo. Onde al solennemente parato, a cui prostrano; e di cui si roce dipintura (1) tro il Ecco qui Papa » i sensi del- i luogo di Dio sottentra l'uomo il Bruno fa una farnesi versi della « violenta sortita con- — come elice il Tocco (o. e. veri lucis) ergo loco, p. et blando vesauia geumiis asininum circinat migiiem. Brutmn veste 302) : Aiirienlas coutecta veiiit fronde atque tiara Et mitra fe- (1). cui pare che in essi « si ecceda la misura » Illius (se. uomini gli altri tegit bustuni talare, patrnnuiue vnltii. —a Giordano Bruno 92 Ma « a me, egli dice, non è mestieri scorrere ai confini della terra fondi mente nella vamente divina sommo col Circmnstat laudata tra- basta mi pro- basta sopra a tutto ; medesima, desideri, per se e , : la luce mio ingegno mi del atque fides, bullae vi- sigilla. Parte omni nutans, quanivis se sustineat vix, tamen Insignis graditur Et liaec, Quare titulis Celebris. proprioque colore illam, jioplite flexo, Exorant. {JJe immenso Vili, non ce 1' 1 ha tanto : Opera col zioso e idolatra clic adora cando veri lucem, derandam. Quindi l, li, 289). Papa, quanto come ha il — Ora, qui Bruno il col volgo supersti- Papa invece detto, prò di Dio , cer- hominum sensu mo- insiste tanto sull' apparato estrinseco di questa luce del vero o vestigio di Dio, tanto diverso da quello che egli adora nella Natura (Mando de, tiara, si (lilla , parte omni nutans, insignis, proprio colore, e che tien luogo ai ciechi di quella luce la <[uale, a lui pata lare, vulfn, fron- mitra, gemmis, veste talare, fides patrum, ìmììae, veggente apparisce, nuda, titulis) genuina di Dio; nullis circumque sti- manijìlis. ìion è satira perciò del cattolicismo in partico- ma di ogni divino. Cfr. il forma di adorazione superstiziosa snperstitioso cultu et hrutali dell' Ora/io raledict, iu Opera,. I, tioso insanissimoque cultui dell'Or, del ignorantia plusquam i, 20 cons., I, l, e il supersti- 32-33. La Bruno di reliffioiie l>o maestà sforzi di pervenire al cospetto della sua, bramando nel di lei e sperando di potermi beare volto. E mirabile a ella sia dappresso, mirabile s' Nuda appresenti. ella quanto dirsi, come ben pronta è e , {nulUs sola circumque stipata mamplis); e nuda irraggia luce da tutto il corpo il ; ingiuria grave sarebbe velare. Essa fede, e vuole clie lungi stieno rugosa, il che santo cori)o, il si fa da sé naso, la fronte sopracciglio e la ben pettinata bar- ba e quante vesti e testimonianze e titoli e insegne e parti assume per diritto suo l'ignoranza. Desiosa ella aspetta cbi viene a e generosa (quasi attendesse un amante) lei, gli corre incontro, e l'accoglie con lieto aspetto, confortando il timido; e col sorriso del suo volto sereno fa divampare accese ben lentamente (i) At mihi non opus Sufficit ut Diam est » tìamme che le (1). terrarum exciurere fiues, mentem subeam, per seque peroptem prae cunctis lucem, summoque reposcam Ingenio, propria prò maiestate petendam Illius cupiens vultu speransque beari. Mirum qnam praesto est, niirnm qnam ]iroinptius adstat. Giordano Bruno 94 A questa verità, che sola l'innamora, egli non potrà rinunziare. E per questa già non verità Eoma attese, le intimazioni di per sentirsi disposto a fare olocausto della vita. l!^el 1591 diceva nella , dedica del solennemente già De monade, sé di : « Ma io, benché agitato da iniquo destino, avendo na con il una da fanciullo intrapreso la fortuna, invitto lotta diutur- serbo tuttavia proposito e gli ardimenti, onde, o per av- ventura io ho toccata la salute, Dio può essere testimone, Nuda illa est, Nudaque de Magna niillis — di che solo — o non sono pur circumqne stipata maniplia, toto iaculatur corpoie liiceui; est velari sauctiim hoc iniuria corpus. Ipsa fldem facit ipsa sibi, prociil esse iubetur Nasus, frous rugosa, superciliuiu, propexaque barba, Et quaecumque suo ignorantia iure reposeit ludumenta, fides, titulos, iusignia. Adveutantem avide Tamquam exsiiectat, geuerosaque, amanteui deperiens, occuirit, et excipit ore, Coufìrmans trepidum, ac vnltu blandita sereno Concipit intense ([uos lentius intulit ignes. Opera, I, II, 289-90. La semin'e o domino il senso mia, e lo disprezzo affatto, temo me mi arrendo E morte. della stessa mortale, da e 95 infermo e sonnolento a un modo, certo (li Brniw reIi(jione di della infermità a nessun jierò e con le forze del » punto non sì clie E mio animo, (1). in quello stesso libro, nei versi messi in bocca al gallo vinto e morente (2), si quasi, per dirla col Briinnliofer epigrafe: « Ho , scrisse la propria lottato, è molto: credetti poter vincere, e la sorte e la natura repressero lo studio e gli sforzi. l'essere stato in Opera (2) Pugnavi, multuin Et studium ii, et qualche cosa è già campo; giacche vincere vedo (1) I, Ma 325. est; me viiicere posse pntavi, uixns sors et natura repressit. • Est ali<[uid piodisse teuus; quia vincere fati In mauibus video esse situm. Fuit hoc tanien in Quod Seda Non potuit, (fuod et esse meum non suum qnod Victor futura, lìotuit timuisse mori, simili cessisse nec liabere ulli Constanti forma, praelatam morteni animosam Imbelli vitae. Df monade, cap. 7; in Opera, I, ii, me ulla negaluint 425. : 9(i elle è nelle <rtord<tno JJnoìO mani del fato. Ma fu in me quel che poteva, e che nessuna delle generazioni venture mi negherà; quel che un vincitore poteva metterci di suo : non aver temuto morte, non aver ceduto con fermo viso nessun simile, aver preposta una morte mosa a una imbelle vita ». la , a ani- VII. Il significato della G. Gentile. — Oiordano Bruno. morte di Bruno. Imbelle sarebl)e parsa egli avesse al eeduto iiiDauzi non contento Bruno la vita, se al BellariiiÌDo,cbe, delle dicbiarazioni del processo, era andato studiosamente ricercando le dottrine dei suoi libri forse per tutti quegli anni, per cui produsse questo misterioso si pro- cesso romano, cbe gli arcbivarii del 8. UtW zio non si sa quale interesse abbiano di tener celato giudizio della storia. Egli alle ultime intimazioni rispose, riale al il Papa notaio del non tametì (1) : che noti si idiiKtiii, in , fuit apertum, Questo memoriale (1). — con un memo- , 20 gennaio KiOO, attesta 8. Triljunale lectum Documenti il IJkkti, il!) — ]>. 447, ci Giordano Bruno KMI direbbe tutto direbbe ci : nou ne dubito, , che dal Bellarmino, inquisitore non che della religione, in cui il Bruno accettava i responsi degli oracoli sofìa, in cui e teneva ma , e della stessa Brano aveva sempre tenuto non poter cercare altro Dio il di che quello che era nelle cose, ra; filo- la divina Natu- dal Bellarmino, negatore intollerante della distinzione tra la verità della fede, di cui i possono e debbono non curarsi, e filosofi della ragione libera; della distin- la verità zione da cui il Bruno rifaceva ancora a si Venezia per dimostrare la possibilità sua coscienza cattolica, quale accanto alla sua deva volgere al Bruno il d'una era chiesta a cui non inten- filosofia, le spalle; gli si appellò giudice supremo, al Pontefice, per otte- nere da lui quello che dal Bellarmino e dagli non altri Inquisitori tenere, quello gli riusciva che solo più di ot- poteva rendere gli accettabile la vita, consentitagli dalla Chiesa cattolica, secondo le sue antiche speranze ossia la distinzione tra la la vera filosofia ; quindi filosofia, di cui la teologia fedele teologia il diritto d' : e una non avesse a in- Il sùjnijìcato della quindi una Inquisizione gerirsi; quisisse stessa oltre la fede , site quello solo mia , tìlosofi non quanto volete, che è materia (U fede al cui filosofo il : Non toccate che voi in quanto teologi de|)utati. non potete intendere. Rispettate, come terani di Vittemberga, la sofica Ma questa richiesta, i e i lufilo- Bruno, che un mondo nuovo, poteva e inizia- doveva mantenitori deirautico non potevano accettare. letto. mia coscienza i ! tore di fare, loro la , in- inqui- siete filosofia clie 101 ma una volta mantenimento dei — Inquisite filosotia. dice ancora la morte di Unaio Il La memoriale fu aperto richiesta di suoi colleghi assurda; essi Bruno e per , ma non pel Bellarmino Clemente Vili era non vedevano questa filosofia, che Bruno affermava, non fondata sulla fede; non potevano ammettere una fica , che non teologica , a questa e quindi Non intendevano verità filoso- un grado della verità fosse in che subordinata. modo Bruno po- tesse riconoscere la verità della transustan- zione ne' costituti sofia del , senza smentire De immenso e del Sigillus. la filo lOU E, siamo sinceri, do i avevano ragione secondi Bruno. Quel memo- s]:eriamo possa essere anche princii)ii stessi riale era, e per Bruno (liordaiio noi un documento, prezioso , la jìer sua immediatezza, degli sforzi supremi, che contro leggi le Bruno il ferrate o meglio , logica della tilosolia della la fece Rina- scenza, i)er disviluppare di tra le fasce del medievale pensiero umano, quale Ijensiero \ivente realtà la moderna doveva l'età intenderlo; e per far succedere al vecchio Platone e di di Aristotile rende impossibile il quindi del i)ensiero, escogita cieli, , Ma re che il fastigio, mondo cui quello pure di cui non e si solo le glo- della si di vista, arrestava, e a cui tutta la Einascenza il si arrestò , tilo- avesse cardinal Bellarmino e con Clemente Vili. La i umano, narrano davvero Bruno, dal particolare punto ragione contro tro , del quel memariale non poteva dimostra- a cui egli sotìa i)er Dio cui concetto il anzi la natura tutta e lo spirito che ne è rie. , concetto Dio nuovo il del i)osizione speculativa del Bruno, rap // sif/nificato delia morte di Bruno lOo suo l^resentante geiiniiio della tìlosotìa del tempo, era intriusecameute coutradditoria. Giordano Bruno è di tutto la concili usione logica Einascimento, benché abbia do- il vuto attendere più di due se secoli, perchè fos- il suo valore. È la concluRinascimento che giustifica, in apprezzato sione teoria del l' , arte contro le diffidenze e le ac- cuse platonizzanti del medio evo, e rinnova in fatto il culto antico della forma, nella in- dipendenza assoluta da ogni i)reoccupazione estranea mento ai fini propri dell'arte; che, accogliendo la — del Rinasci- nuova dottrina co- pernicana, sconvolge l'intuizione cosmologica, che cieli di finiti; la terra Dio in dell'uomo contrapponeva un sistema chiuso ai di rapi)orti e solleva anche la terra e l'uomo alla dignità dei cieli interminabili; — del Rinasci- mento, che dai comuni, si)ontaneaniente sorti dal seno dell'Impero, alle Signorie, creazioni anche più evidenti di interessi volontà autonome e immediatamente umani la terra sotto al trastato di Sacro Romano , scava Impetro, con- apertamente dal Cristianissimo; e Giordano Bruno H)i mette capo al Machiavelli, che spietatamente umana teorizza l'origine ramente ne proclama trinseco degli stati, e libe- assoluto le reli- Rinascimen- cose naturali e in fondo l'animo dell'uomo il nazzi cipio divino nell'anima , che Aristotile aveva additato filosotia antica al pio della natura forma , legata , il princi- e della vita e dell'anima; dell' essere nascimento dalla pensiero individuale, on- nel Campanella posizione rale ed , insomma al per negare quello che era della intuizione antica Ri- che distrugge tutto , ; , l'op- pensiero. Del modo di considerare la realtà umana — e pure non ha la negare e poi natura quell'op- sequestrava dalla natura e tìnirà dei Pompo- come la sua parte immortale; j)osizione di materia e l'antico piacere col l'antica trascendenza del prin- col Telesio a toglier via dalla si il prosegue arditamente negando al- vestigio di Dio, e coi nuovi epicurei a riabilitare sensi; e di della in- che coi neoplatonizzanti comincia a ve- dere in tutte de valore pregio il subordinato; — del gione vien to, anche cui , 1' : il natuforza fondamento un Dio che è fuori // sùjuìficato della morte di moutlo del ragione ; quindi uua ma sopra come politico realista, è due coscienze : uno : si)irito la come in ogni e la coscienza del senza fede, e una fede muore appunto in Da poi rinascer davvero. , coscienza del poeta, --r Questa spirito. rinascente, che quindi lo Stato; in ogni filosofo natu- del politico, del filosofo senza non fede che in ogni poeta paganizzante credente 105 quindi una chiesa istituto sociale, ; che non è Stato, ralista, Bruno Italia la Bruno per poter quegli s])iriti sen- za fede, la corruzione del poeta, che è poeta e non sa esser altro rale , , ha fede che spegnendo in nell' arte sé come così l'amore del divino, pili e non ha vita perchè non ha vera religione , in cui si gì' interessi che è e ; mo- non chiude, pratici, la pi ti alta e la vera aspirazione umana; spegnendo quin- di in sé Donde l'uomo stesso, e però anche la letteratura fatta professione, tra Ugnante nella tutto il rettorica e nell'accademia, e in falso della cultura italiana della de- cadenza lungo cento. l'arte. Da i secoli accidiosi del sei e sette- quegli spiriti senza fede la degene- razione della grande politica del Machiavelli (ìiorditìio 1(H) linaio nel macliiavellismo, nell'arte per l'arte del vernare, senz'anima, senz'ideali, senza ;li;o- tini i del vero iL>overno, senza la fede entusiastica pagina del Principe, dell'ultima E letta. quindi anche quella di seminàri gesui- professione, la filosofia dei tici non più lìlosofia e delle università peripatetiche, che di- menticheranno Bruno e Campanella Vico s'accorgeranno di sempre : la e non dotta, filosofia corrente delle mode, volta a volta al cartesiana, lockiana, newtoniana, leibuiziana, ma semjjre legata alla buona, alla sana tra- dizione scolastica; la filosofia che spadroneggiò nelle nostre università nei secoli e XVIII fare un (e che non è ancor morta), senza filosofo, cioè senza riempire un^ani- ma, senza dare una fede ora XYII nemmeno : onde nel mondo se ne pispiglia. Questo mondo falso era stato scrollato dal Bruno nel XVII primo anno del secolo : perchè, se era vissuto anche lui nella con- traddizione e la sua filosofia c'era di con 1' nuovo nell' , equivoco , morendo per o meglio, per ciuello che nella sua filosofia, egli provò esempio che dall' equivoco bisognava Il sif/ìiijìcato die Tiscire; il morte di Uruiio della non ha tìlosotb 107 vita e altra [ altra anima che quello è incompatibile del tìlosotb, la ciuale con certe istituzioni, e con certa tede che sarebbe un'altra Anche la tìlosotìa del e svolgeva concetto il dell' immanenza ; del e intanto speculativo xjrincipio il tìlosotìa. Bruno presupponeva divino nella natura e nell'uomo non negava però della teologia cristiana, della trascendenza di Dio. Non negava, non già in quanto coscienza lo religiosa, quale si atteggiò per esigenze pra- tiche innanzi agl'inquisitori; quanto quella coscienza ma proprio in filosofica, Bruno afferma ripetutamente essere ma : nega già il nella di filosofìa il la for- L'abbiamo speciale della sua coscienza. già visto che Bruno non si concetto di una verità superiore, termine della tede; ma si nega soltanto la conoscibilità razionale della medesima. Questo è un punto fuor tica bruniana. Il suiìer ma Dio di questione nella dei cattolici, la cri- mem omnia, Bruno non solo non la nega; ne fa il principio di omnibus che è filosofìa : la Natura, (i nella il mens insita Dio della sua soltanto che egli, filosofo, non co- | Giordano Bruno 108 nosce il primo, e lo esclude dal campo della sua speciale investigazione. Cotesto Dio, che è al di là di quello, che egli adora sofo, come filo- contemplandolo nella viva, eterna, in- come il noumeno kantiano un concetto limite; un caput mortimm è vero, nella sua dottrina, essennatura finita , è qualche cosa : , zialmente naturalistica : ma uno quei di ea- pita mortua, che, in certe contingenze storiche dei sistemi bastano a paralizzare , le energie di verità che essi posseggono. Quando Bruno innanzi nezia, dichiara : « al S. Uffizio, a Ve- In questo universo metto una providenza universale, in quale ogni cosa vive, vegeta e virtù si della move, e sta nella sua perfezione; e la intendo in maniere: l'una nel modo con due cui presente è l'anima nel corpo tutta in tutto, e tutta in qualsivoglia parte; e questa chiamo natura, ombra modo e vestigio della divinità; inett'abile l'altra nel col quale Iddio per essenzia, presenzia e potenzia è in tutto e sopra tutto, non come parte modo (1) , non come anima inesplicabile » Docunu^uti v(!ueti, (1); , ma in — egli non fa che rap- iu Berti, p. 400. lì significato della morte di Bruìio presentare con tutta sincerità fondamentale del suo Si è detto a ragione, quale aspira e si principio il tìlosofare. che « l'ideale non (quell'ideale, verso cui egli te, al 101> di Bruno è indiiferen- sforza di arrivare con tutta la energia del suo spirito, e col quale vorrebbe immedesimarsi e pure sente potere; che, mentre non dimostra inacces- gli si sibile e così lo fa certo di della imx)erfezione della conoscenza, pure lo eccita a sempre nuova ricerca) non è il Dio astratto puramente estramondano de' teologi che egli ha abbandonato, ma il Dio yì\o e essenzialmente creatore o l'intìnito Spirito, a cui la , mente non può che mediante la con- salire templazione della intìnita JS^atura » (1). Ma è incontestabile che egli, iier quanto lo abbia abbandonato, non riesce, non può riuscire a dimenticare quel Dio, che, come assoìuto, dice nello Spaccio Dico non può (1) p. Spaventa , (2), ha che far con noi. perchè nella sua lìlo- ìion riuscire, Saggi di critica , 227. (2) Opere italiane, L., pag. 533. Napoli , Ghio , 1867, Ilo (rio)-(h(no Jlruìio solìa che e' era clie concetto vero di Dio il il Dio Natura può rendere tura: il , quel Dio di , potess?^ succedere all'antico ma non , mancava intelligibile lo stesso : quello era e' Dio-Ka- Onde questa Natura non De Umbris al De Minimo (1), Dio-Spirito. può per lui, — essere dal della stessa Natura lilosofo; sicché oggetto della estrinseco che altro , , Dio il tìlosofia, nn Dio che è che pure è Dio il del del tìlosofo, la verità, suppone un principio come suo fondamento come V oggetto fuori della scienza vera : proprio secondo Kant. ammessa questa verità oltremondana, non raggiungibile se noh per contemplazioue Ora, soprannaturale, e quindi oggetto lu'oprio ed esclusivo della fede, è agevole vedere quanta sia l'importanza della religione, secondo la stessa filosotia l)runiana, che \'uole ax)partar- sene e costruirsi con gione (1) ; Pel e quali Uinhrì>>, V. qui sopia PI». v. i le sole fondamenti Opera, II, S2-3. forze della ra- i, 21-2. tilosotìci Pel De di miiiiiiio, Il queir della sii/ìiijic<if(ì da pratico uiticio La quanto magi legittimità in ogni religione consiste appunto margine, che le lascia la noscenza della verità; 111 asseguato alla lui religione, (juale che fosse, in stero sociale. Bruno di iitorfe generale di questo in lilosotia, nella co- almeno la sui^eriorità, morale, della religione rispetto alla tilosofia consiste pure in ciò rità, che è che , la stessa presuppone una più della tilosotìa la verità della religione. religione, secondo lo Bruno stesso non come una realizza se verità alta ve- , E se la non si religione determi- nata; se anzi, com'egli stesso dichiarava al Mocenigo e aveva già tra le forme di religione che sopravanzasse il lo , con per , cattolicesimo; se che era scritto nello Spaccio, il la nessuna ve ne era le finalità pratiche, cattolicesimo era quel- sua Santa Inquisizione, destinata a provare l'assolutezza della legge religiosa con <iuello stesso rigore pratico che il diritto nale per legge umano assegna la al magistrato pe- prova reale dell'assolutezza della umana positiva legge religiosa terminati, che si la ; se qxiesta assoluta specificava in donimi defilosofia di Bruno veniva Bruno Gioìihiuo 112 a negare; si può chiedere onorano a quanti memoria dell'infortunato Nolano: la sua condanna non era la conseguenza logica di la quelle dottrine , cbe delle sue intuizioni , con , novità la Bruno non aveva tuto se non confermare La tutta po- ? questione, a tempo del Bruno, era ap- punto in quei termini : se ci ha da essere una legge, il cui vigore si realizzi con la condanna di chi l'infrange; se una legge non può esserci se non è garentita da una religione; se questa religione è praticamente combattuta dalla divulgazione soiìa, che ne fìi una di comparire assurdi i tìlo- dommi; com'è possibile non condannare l'autore questa tìlosotìa, che, minando i fondamenti della religione, infrange la legge? messe generali di Le di cpiesto diritto della pre- Chiesa erano tutte accettate e rincalzate dallo stesso Bruno. vili. L'eroismo e l'eredità morale di Bruno. G. Gentile. — Giordano Bruno. nuovo Bruno, nel suo eroico furore pel Dio, che mosso, non mondo pur innanzi allo brilla gli s' gli accorge che tutto grava è di , negazione. la cui Egli e l'inchio- la tilosotìa non ha scienza della contraddizione tra sunto d'una tìlosofìa, reale della natura, e ente realissimo l)re distrugge la coas- l'infinità concetto di un Dio, fuori della natura , avvede che questa sa, suo il che afferma il com- vecchio il spalle, le da a quelle istituzioni nuova .spirito filosofia, : non si che egli profes- vecchia fede. Egli fu sem- persuaso di quel che disse ai giudici di Venezia, e aveva detto otto anni prima nella Cena delle ceneri : « Dalla censura — 11.-1 — di onorati , Giordano Bruno 116 spiriti, veri religiosi , e anco uomini da bene, amici della sazione e buone dottrine, non naturalmente civile conversi de' temere; quando bene avran considerato, perchè, varanno, che questa ma tiene la verità, filosofia non tro- solo con- ancora favorisce la reli- gione più che qualsivoglia altra sorte de Pure a quando a quando un segreto presentimento del suo destino filosofia » (1). , lo assale; e allora si raccoglie tutto nel pen- nuovo che siero la morte E l'esalta, e : clii mi impenna, e chi mi scalda Chi non mi fa temer fortuna o morte Chi le Onde sprezzare gli fa il core ? catene ruppe e quelle porte, rari son ed escon fore? sciolti L'etadi, gli anni, i mesi, i giorni e l'ore, Figlie ed armi del tempo, e quella corte, A cui né feiTo, né diamante é forte, Assicurato m'han dal suo furore. Quindi l'ale sicure a l'aria Né temo intoppo Ma (1) fendo i porgo, di cristallo o vetro; cieli e Opere italiane, G., a l'infinito m'ergo. I, 91. ? L^eroismo E mentre E Veredità morale di e Bruno 117 dal mio globo agli altri sorgo, per l'eterio campo oltre penetro, Quel ch'altri lungi vede, lascio Ecco l'anima al tergo (1). Bruno: l'anima di che dirà no con tutta la estrema quel Dio, che egli ai ministri di sua forza ribelle, era infatti lasciato al tergo : nell' ora si l'anima nuova, che vorremo sempre onorare, perchè quan- do quel Dio , che ella aveva lasciato accanto jiravvivere e oltre Intìnito, le si rizzò contro gia della logica , e le doveva più se stesso il , che il suo nuovo con tutta intimò addirittura la sua tìlosofla crollabile alle idee al , so- di la ener- abiurare tenne fede pensiero in- umano tardi svolgere per instaurare in regno del Dio nuovo. Nello stesso verbale dei buoni padri della Confraternita di 8. Giovanni Decollato, che assisterono Giordano nelle ultime ore, accompagnandolo dal carcere al rogo, trema l'inconscia com- mozione (1) De De Vinfintto, ìmmeììHo, eroica fer- di quello spettacolo di I, 1. in Opere italiane, G., I, 277-8. Cfr. il Giordano 11(S con cui luezza, una la tìlosofia ore di notte sei Nona recarono a Torre si confortatori e cappellano, e fu loro consegnato l'impenitente il : « quale il », dice verbale, « esortato da' nostri fratelli con ogni carità, e S. s'accampò contro giustizia destinata a tramontare. A di Jiriiiio chiamare due padri fatti Domenico, due del Nuova uno e Girolamo di S. di due della Chiesa Gesìi, i , quali con ogni affetto e con molta dottrina mostrandoli l'error suo, — finalmente stette sempre nella sua maledetta ostinazione, aggirandosi il cervello e l'intelletto con mille vanità; e tanto perseverò nella sua zione, che da' ministri di dotto in nudo Campo e legato a errori e ostina- giustizia fu con- di Fiori; e quivi, spogliato un palo, fu brusciato vivo, acconpagniato sempre dalla nostra gnia, cantando le letanie, e li Compa- confortatori sino a l'ultimo punto confortandolo a lassar la sua ostinazione; con finì (1) (le la la quale finalmente sua misera e infelice vita Bruno, Martinis, Opera, III, p. XII: o. e, e poi ma ri]nili1)li(ata » (1), già pnbbl. da R. da parecchi altri. L'' eroismo e Veredità morale di Bruno IV.) Senza questa maledetta ostinazione uè' suoi errori e nelle sue vanità, la quale era cominciata, come s'è veduto, da quando P. Bellarmino e il il P. Commissario gli chie- sero l'abiura delle proposizioni raccolte dai e dai costituti, e che rinnovò nel car- libri cere di Tor di del Bruno, ^ona, nell' estrema giornata una disputa tìlosolìca molto so- migliante a quella che terminò estrema l' giornata di Socrate: senza questa, ostinazio- Bruno non avrebbe ne, la tìgura di ha nella signitìcato che Senza il di essa non sarebbe cominciava a scorgere la medesimo compiuto stato divinità in attorno quell' universo infinito ed uno le cose, considerate nella loro verità, o dirà Spinoza, che non tino sostanza identica sul) specie aetemitatis. al i xml E di tutte sec. Roma, 1904, i^recedenti editori. briiciuti in 88-9; dove come se è vero ha mai da essere fede a D. Orano, Liberi pensatori XVI dati ci , il nuova dell'uomo, che martirio della fede e dentro a se tutto storia della cultura. senza Roma dal sono ricor- Giordano Bnino 120 martirio, perchè nessuna fede la strada tra le può aprire si maglie della realtà storica, sempre organicamente consolidata e pronta a resistere alle forze nuove ed innovatrici; senza questa ostinazione, cioè senza questa immedesimazione della fede nuova con spirito umano, non sarebbe mai avviata verso si ad investire nuovi storico e concreto, questa fede noi questo significato la vita, ad orientarla secondo la realtà, Bruno ha per ideali. Il martirio di : esso è la conchiusio- ue e correzione inveratrice della sua sofia; è lo una dimostrazione filoso- reale dell'esigen- za radicale del pensiero moderno, che non può più consentire ,come Bruno illudendosi aveva sperato con 1' antica intuizione del , mondo. Se Bruno non fosse stato bruciato, poteva parere possibile una conciliazione; come volle che sembrasse possibile Galileo, quando abiurò, non un'eresia, ma la sua fede scientifica. Bruno fu saldo invece a sostenere la li- bertà suprema della scienza, e a protestare che una e filosofia non potesse non potesse essere eretica, esser giudicata dalla Chiesa. Ueroismo e Bruno quindi provò che zione antica del la vita mondo che ha Dio, cioè la verità , morte della nuova sibile la scienza, Bruno 121 Veredità morale di dell' intui- fuori di sé e però la scienza, è la che rende pos- filosofia, come la virtù, come l'arte, facendo realmente scendere Dio in terra e nell'animo nostro, come verità, come bellezza e bontà, vera umanità, in generale, per tutto ciò che di divino appunto essa viene realizzando nel mondo. Questa filosofia, con Bruno divinizza e la natura, dopo Bru- no divinizzerà l'uomo in ciò che l'una e tro hanno sofia dopo che l'al- d'infinito e di eterno, questa filo- 17 febbraio 1600 sappiamo, per il converso, che non i)uò vivere se non per la morte di quella vecchia intuizione. Morte, che per noi non sarà, se è davvero giudici me di la nostra filosofia nuova filosofia, la morte Bruno i quali giudicarono la ; voleva la loro coscienza ; ma la dei co- morte del loro spirito nel nostro, e la fine di tutte le intolleranze. Il quei giudici fu di non vero errore di aver veduto filosofia , che sarebbe , morto Bruno stata piìi viva , di la sua prima. Giordano Bruno 122 E Bruno noi, pei- riveodicare quell'errore, uou possiamo non ravvivare Bruno, raccogliendo in noi lo spirito di timo ammonimento da lui sue gloriose lìedate errori » spenti da giudicare, all' quali i « : seguire le irregiudici e gli (1). suo rogo e Il fuggire e l'ul- dato a un disce- testimone della sua morte ])olo ta se e correggere tutti sono ormai roghi i un pezzo la Chiesa continua a ma non ha curia secolare pron: esecuzione ora sono sue della quelle Le sentenze. che devono essere: sentenze di autorità religiosa per quest'autorità riconoscono. La che spiriti del libertà pensiero, proclamata dal Bruno, è un fatto storico; e la storia Ma non indietreggia. altro trionfo egli aspetta: quello che stri liberi delle nuove dinanzi e nel mae- libere generazioni de- vono celebrare, insegnando con un Dio da riconoscere i un nel mondo che lui, che mondo che noi c'è sta ci facciamo , in tutto ciò che è reale o dev'essere reale per (1) Bkrti. ]). 326, u. L^eroismo Veredità morale di e noi, verità della nostra scienza e nostra volontà gna : norma un Dio, dunque, della clie biso- realizzare con salda fede nella legge del- la coscienza e a cui non si legge nella voltano rire la verità del re, Bruno 123 dello Stato spalle, le ; e senza smar- sapere e la bontà del vole- pubblico e privato. Insegnando, clie, quan- do questo Deus gibile, in rebus non è altrui raggiun- un Dio qualunque, che valga since- ramente come fondamento della legge violabile della vita, in- un Dio davvero ricono scinto ed amato, è meglio, molto meglio di nessun Dio; e che tutte onorate, le fedi, però, non per galateo o per perchè ognuna, a clii la vanno politica, ma possegga, è un va- lore assoluto e la ragione di tutti i valori- APPENDICE Una nuova monografia su Giordano Bruno (1) Kecensione del volume Giordano Bruno, London XVI-365, in-8°; pubblicata bre 1905; a. Ili, pp. , di J. inglese (1). Lewis Macmillan a. Me Intyre, Co., 1903 , pp. ne Lm Critica del 20 novem- 52.S-530. Dopo monografia ancora utile di la Oppenheim) (Isabella ma (1887), chita testé , di la letteratura inglese un Bruuo uno sul quei di Fritli Carrière s' la vi- è arric- lavoro del prof. eccellente Intyre dell'Università di Aberdeen; scritto 1. dal direttamente concernente solo Bruno ta del riveduta , il libri quale ha ordinati, semplici, eleganti di cui gl'inglesi par che pos- seggano dello little il segreto scrittore si ; in cui la critica e mostrano meno il as possible) e sono abilmente dair arte di narrare e di esporre tore adopera , di un'apparenza genua, senza euun(;iazione di , 1' anima i)ossibile {as dissimulate che lo scrit- quanto mai tesi in- da dimostra- re, senza professione di metodi da seguire, sen- za discussioni o polemiche precedenti. E la stessa — 127 con altri preparazione — scrittori erudita 128 Appendice dell'autore te in si contenta di apparire discretamen- una semplice o in fondo al quale rende possibile la , che nel corso del libro l'apparato pesante nei zioni, spesso così deschi e italiani, di, si cita- libri di storia te- che non distraggono l'attenzione di chi legge. cennare se non i una dedicata È sui che ricorrono nelle , piena. Soltanto manca al biografo documenti del e d' altri e sugli accenni au- ma sofo, è succinta e rapida; indagini divisa in due par- alla vita, e l'altra alla filosofia Dufour tobiografici ac- pochi tratti che presentino un La prima, fondata del Bruno. Berti, del non intendo qui io certo interesse di novità. in opere del filo- molto accurata e qualche punto secondario l'opportuna conoscenza delle piìi recenti, spesso pubblicate in rivi- od opuscoli non sempre in verità facilmente ste uno studioso accessibili a famiglia Bruno del Brunnhofer e domen. inglese. Così, per la rimanda ancora, egli col Sigwart dal Fiorentino nei d. delle restringa a brevissimi riman- Di questa monografia ti: capo bibliografica a lista volume , jFi^oc/ti di 29 gennaio 1882) Bruno modesti ma e notizie attinte alle Nola {Giorn. napol. ; stato messo in chiaro dal prof. (1) col le quali , com' è Spampanato (1), Nola, Castr..YÌllari, 1899, p, 10. Gli studi diligenti dello Spampanato han recato e con- ['iifi Fiorentino sul attribuì dei fuochi del 15(>3 (cfr. Berti, Il giudizio sulla , , il Vita-, 36.7-872). poesia del Tansillo the taste of the age per cui una numerazione l~)i5 al 120 Flruiio stnmo abbaglio su uno poirgiauo ìHf/li'sc ))ioiio(iraJi(( was not {following non tao refineà) è niente esatto per insufficiente cognizione e della poesia del Tansillo e del gusto di quell'età. — Per seconda dimora del Bruno a Parigi la Heunequiu uel Colle- gio di Oambray,.e per altri casi e idee del Bruno (1585-6), per la disputa dell' non poco dalle preziose tinuano a recare teressauti avrebbe profitto note mm jioca luce su molti della vita e degli Dojio A. potuto ricavare Cotin ])ubblicate del del scritti terebbero altra considerazione tengano. 1' l'importante nel particolari lìrinu); iu- e meri- che geueralmeute non ot- opuscoletto sopra menzio- nato egli è venuto pubblicando altri quattro lavori: Antipetrarchismo di G. B., Milano, Trevisini, litOO; ciò della bestia trionfante con alcuni Stab. tip. Vesuviano no, ivi, laio, 1!)02 , 1004; Alcuni antec. antecedenti, G. B. ; e imitaz. e la letter. Lo impac- Portici, delV Asi- francesi del Cande- Portici, Della Torre, 1905. Quest'ultimo è dei più concludenti della ricca letteratura auì Candelaio. [Da ag- giungere ora il nuovo mediografi napoletani, scritto: Somi{jlianze (Bruno tra- due com- e Della Porta), Napoli, Jo- venc, 1906]. G. Cìentile. — Giordano Bnino. 9 Appendice l.'iO 11)01 dall' Auvray (1). Per veneto e romano l'autore za del prof. Tocco {G. la storia dei processi attiene alla conferen- si Firenze J5., to rischiarò assai questa materia anche babile lui che , corrispondenza tra le gennaio 15!)9 e le versi debbasi escludere ogni in Inquisizione del 14 accuse del Mocenigo imputazioni nel 188(5 un suo dell' , e cre- risultati del processo siano stati di- i dalle quando e stima pro- otto proposizioni eretiche accennate nel decreto dere che che cer- 188(5), ; il del Ma denunziante. signor Raffaele De Martinis libercolo, del resto assai infelice {G. B., Napoli, tip. degli Accattoncelli, pp. 207-12), ebbe pubblicata dall'Archivio del tila, la chiuse il processo romano, lo mu- S. Ufficio, minuta della sentenza con cui stesso si con- Tocco dovette confessare che questo documento veniva a scuotere le sue argomentazioni. L' elenco in- fatti delle proposizioni addebitate al Bruno in cotesta sentenza appunto dalla negazio- si rifa ne della transustanziazioùe (1) rain , G. B. a Paris d'aprè-s in Mémoires Piale de France, su G. B., in iV. t. le (già esclusa dal témoignage d'un contempo- de la Sociéfé de l'hist. XXVII; AiifoL, l cfr. Toc- de Paris Tocco, IH un nuovo st'ttenil)re et de doc. 1902, pp. 86 sgg. Una, monografia higlese sul Bruno co ora dall' Intyre) e comincia anzi con 1.">L le stes- se parole del Mocenigo: ch'era hiastemia grande il dire che pane il Luce nuova, (;ome annunzia r Intyre ha prociirato Bruno in carne transustanzii si sugli anni del gettare di (1). nella prefazione, Gran Brettagna, passati (1583-85) nella sui suoi rapporti col Castelnau, e sulla parte avu- ta in alcuni niovimeuti letterari del teuii>o. neanche a mento relativo a questo periodo della diretto, biografia bruniana noi noto e ]>iù oscura Ma nessun docu- lui è riuscito di scoprire ; i)iìi , chiaro d' Xolano vita del del i)eriodo grazie , rimanente ogni altro , a nella alla coi)iosa e vivace rapi»resentazione che egli stesso ne fece ne' dialoghi italiani. Con molta stessi diligenza l'autore il non e più felicemente degli posteriori biografi quegli anni , già , aveva illustrati Bartholmèss, del quale forse qui tiene conto abbastanza. Secondo le sue nuove osservazioni, da Fulke Greville casa del quale disputa della Cena stessa (1) Vedi le nuove Gesch. d. Phìlos., Ani., pp. 88-9. l\ Ceneri delle — Francesco Ce^irt, , .348-50, e del la almeno nella Bacone i^otrebbe o.sst^rviizioiii , — in dà come avvenuta liruno il Tocco nell'art, esse- lìvlì'Areh. f. cit. della N. 13'_' A2)_pen(liee re stato intiodotto alla couoscenza degli scritti del Bruno ; mezzo anche deve e per suo averli conoscinti lo Spenser, che secondo la congettu^ ra del Whittaker {Essàys notices a. ; 1895. p. , sarebbe 94), accettata dall' Intyre, dallo Spaccio stato ispirato Spenser resto del , sempre in Irlanda nel Bruno ; Cantos oh suoi ne' , , dal 1580 al 1587 non può vissuto essersi incontrato che invece potè conoscere Bacone, suo giungere in Inghilterra al MutahiJity. critico di Aristotile. È ne dibattutasi molto in Germania e più ghilterra, anche recentemente probabili tra Bruno « l' .in In- dei rapporti (1), Ma e Shakespeare. ne l'Intyre ritiene che come già noto , nota la oscura questio- idea che il a ragio- B. abbia conosciuto Shakespeare e abbia esercitata un'influenza su di lui è interamente fantastica Curiosa 1' osservazione, che quel maestro ». — Guin (Mattew Gwinne), dal Bruno presentato casual- mente accanto al Florio (2) si , trova intatti traduzione a cui questi attese, dopo la partenza del Bruno, de- aver aiutato Florio nella Ussais Montaigne (pubbl. gli (1) l)re il G. Brniìit in F.iujlidul, in nel ir)(».'>). Rerh-w, otto- Quartelji 1902. (2) Vedi la Cena in Opere ifaHaiie, G., — Lo I, 38. riia neppure Smitlio, interlocutore della Cena, potuto x^recisare ha tyre che potrebbe essere il discepolo di Spenser Shepherd despised chi sia ma ; poeta William Smith, un autore del poema (1). — Altro messo) della Causa, principio re lion ne dice nulla. del Uieson invece amorevole , anìico Alessandro quanto glio gli pasto- personag"gio in- glese, certamente storico, è r Annesso onesto l'In- crede the compìaint qf the passionate Chioris or rale , 133 sul JBritììO iiKjìesc iiìoiiO(/r<(Jì(i occhi e ma uno-, — Notizie Har- (o Pinto- preziose ci dà della Causa « quel dotto : ben creato e tanto , Uieson suoi ». , che Ora il , lidele Nolano ama me- intendiamo perchè lo amasse tanto. Egli pubblicò nel un 15S3 sire de mente memoriae ispirato, E. (1) Il prof. jn-efaz. De umbra libro e note , rationis nota Tlntyre SiCAKUl Milano , {Il (j». evidente- De um- 30). al Candelaio .Sonzoguo, iudicii, et virtute prosopopeia: G. B. di 1889 iij». , 39) con ha espresso l'opinione che lo Sniitho della Cena « con molta probabilità » potrei »bt^ essere quel Joseph Britisch Consul at Venice, a cui appartenne l'esemplare del Candelaio che si conserva nella Palatina di Firenze. sognerebbe cercare in che tempo console Joseph Smith. [V vài oiiì a Venezia ci Opere italiane. Ma bi- fu questo (!., 1.88]. Appendice 134 idearum del Bruno, e t'ondato sugli stessi bris principii neoplatonici. « L'opera, ai)pena abbozzata [extremely slcetchy), Ma diffusa in alcuni punti, è di piccolo valore. da una critica che essa i)rovocò, pare clie abl)ia avuto una certa voga, e sia stata sostenuta una scuola vigorosa sere appartenuto anche 1584 uscì P. O. , , Moufet, da cui si di sc(^»lare ». un autorevole Thomas Molfat o L' autore è moria, che consiste in locis « vani (self-parading) gli scogli e i il un seguace come si a et umbris stata i suoi ^letro- sono pienamente distrutta, se fosse attaccata alla fede nei una c(>l(mna 1' e e Dicson; questi di rifugio ». lemica, nota a ragione l'Intyre, spiegarci , memori ogratì, come Xolano di della me- gorghi, in cui la pura scienza della memoria sarebbe essa non di dedicato a e mette in canzonatura l'arte doro, Rosselli, nel Infatti uno sperava un rincalzo contro la Dicson « scuola di si Bruno. medicina, filosofo e dottore di Ramo, il un Anti-dicsomis Cambridge da. e aggressiva, a cui dev'es- antii)atia Rame- Questa po- può giovare a che nella Causa il Bruno dimostra contro Pietro Ramo, eh' è stata sempre difiRcile a intendere , considerando che in fine il Bruno doveva pur vedere nel Ramo un riformatore della filosofia come lui, e come lui zelante Una avversario cordare monotj rafia Aristotile. <li elle r amico e E Bruno sul lìu/lese l.'}.") gioverebbe pur Bruno ])rotettore di ri, il Castelnau, era un veceliio amiuiratore del Ramo, aveva recato cui di 1581) il in francese 2* ed., (l")")!), Liber de moribus veterum Gallorum L'assegnamento, soggiunge l'Intyre, che (1). (r. B. fa sull'aiuto del ^Nlottat ])er respingere «gli at- tacchi di Scepsius [nome sotto <*e- lato nel De Umbra i\ me violenza contro di son » mostrano che della sua dottrina Dicson l' di tutta la scuola di insegnamento mnemonica non un terreno interamente A questo proposito anche 325) ma il il 1' sterile » quale ([». Compendium memoriae pubblicò (MV Aminta satira dell'età di deW iJli.")). il 15S1 dato nella , in , Cena (2) (1) Bartuolmkss, I, (2) Ojyere italiane, G. , ])ubsua. o()i-~ì). Il Walsingham in Pa(ricor- naturalmente può aver- e 106. I, d., esametri con la oro » {Spaccio, L. dove conobbe (s. seguente alla Watson, nota ancora T Intyre, era stato rigi Mi e (p. localis una traduzicme « nell'anno liruno e Thomas Watson, Spaccio del Bruno blicazione dello <li Dic- era caduto su Intyre ricorda uscito nel 15S5 o SO) latini sarebbe <'ui si istesso], e Tira e la 48-9. Appendice 1,)() conosciuto \\ poeta (lotto aiielic , cgii : un èva che alla poesia originale; gli «(littori stranieri, ma Uruuo il più portato a tradurre e imitare suo tempo era allineato come eguale con al S]»encer e Sidney. Compendio « Il di memoria locale è in latino chiaro, semplice, classico contrasto con forte Dicson e [Pietro da] ma Bruno; di i sono quelli tratta egli principii dell'arte che Bruno, o Ravenna di qualche fonte comune o di , in , corrispondenti oi)ere di le piti , abilmente ordinati e più acconciamente esposti». È dedicato a Henry gina Elisabetta. meae) », con i dice Xoel,, cortigiano Se « è , Umbra all' Osservazioni nuove un paragcme Sigilli del dotti sia per ])rodnrrc più autore che vantaggio al lettore probabili attinenze di i»asso pare che del nostro al artificiosa di Dicson, io temo moltissimo essa non infamia messa profondamente 1' della Re- mia operetta {nugae la V autore mistici e Nolano, o con « tìlosofo il : 1' ». autore fa anche circa Bacone eoi primo abbia nell' le Bruno. Solo in fatto introduzione menzione all' Rist. naturali^ et experimentalis (ed. EUis e Spedding-, II, !.'>) dove, ricordati parecchi hlosolì greci che foggiarono, secondo lui, arbitrariamente fantastiche teorie intorno al mondo , le quasi più fa- vole che quindi rai)presentarono e pubblicarono. Uua s(»<igiunge nioiìO(/raiì(i che nei ìiif/lese Bruno sul tempi moderni l' un delle scuole e dei collegi imi)one I.'h istruzione certo freno agr ingegni. «Xeque propterea omiiino cessatum Brunus, Severinns Da- est. Patricins, Telesius, nus Anglus Gilbertus , Campanella , scenam teutarunt et novas tabulas egerunt nec plausii celebres nec argumènto eleg*antes casmo, di certo un del iJruno in implica che ma : tale contesto, le oi)ere di lui te d' alto valore dagli Inoltre : non eran lette e ritenu- amatori della leggere proprio i no all' il li to sulle ceneri dei sacrifizi e quelle avrebbe anno dopo, tor- segno della perpetua calma proi)ria di ; alte vette p. 51; cfr. N'ov. I, {Ilist. Org., Il, 12); e a p. 4-45), che quanto alla ventar um , il ed. cit., II, pensiero ca- Bruno, ripetuto da Bacone è in linea spirale anzi E 1' del- scrit- avrebbe ritrovato ceneri e scritto ratteristico del Org., (casuali letti j)aio- ricordo che entrambi gli scrit- l'01im]>o, sulle cui cinìe la gente , Due avesse leggenda del monte Athos e tori ftinno della intatti la letteratura dialoghi bruniani. significanti i^rove che egli nata lassù filosofìa. è verosimile che trascurasse di ma Intyre sar- secondo l'Intyre, Bacone aveva familiare italiana, e Amaro ». questa semplice menzione ]>redetta il moto dei cori)i celesti che in perfetto leggenda {2fov. la cirinilo. fonte pel Appendice 138 monte Athos sono certo Prohìemata (XXVI, 82); quale il seo; ma non se 3!)); probabilmente Bruno più o lino, pseudo-aristotelici i ma- per l'Olimpo o So- ad a|)pella si {Cena nel costui Cinnnient-.wìo iù Metereologica ne trova nulla. L^Intyre insiste sui punti di contatto tra due siero dei ma^ia naturale {N. ammira lui augm., il libro di compendio misterioso I, Miir, i>. il Come Bruno, Bacone tìlosolì. nella purgata come Cena, 111); i , un quasi , naturale {De come lui allega detti sapienti di Salo- mone. Lo stesso argomento usano contro il pen- crede Org., II, 9); Giobbe di tìlosoiìa spesso con convinzione torità G. , Alessandro Atrodi- consenso generale, 1' au- 1' antichità d' una credenza, come principio di prova. Per entrambi non han che vedere con V fede e religione vestigazione che non vi naturali trambi « facesse ricorso solo ai principii si per spiegare condannano come , altri ci sia; e e fenomeni della natura, Aristotile. En- innovatori del tempo » risal- Leucipiw e Democrito, Empedocle ed Eraclito. Uno degli ùlola tribus è la un ordine i le oi)ere tìsiche di gono ad Anassagora Parmenide in- scientifica. Per la stessa ragione, , tendenza a supporre nelle cose una similarità maggiore benché , che non in natura molte cose siano mìo- Una monoyrafid inglese sul Bruno loO nodica {monadica, uuiche) e ricche di differenze, pure mente la tinge paralleli relazioni inesistenti notava (iV. Org, corrispondenze, , I, 45). E lo stesso Bruno, che andava per altro il ]»iù in- nanzi e insisteva sulla unicità di ogni esistenza nelF universo. individuale servava divina Anche Bacone la distinzione scolastica tra o angelica , intuitiva , e la stinzione è disegnata dal Bruno, dentro la pari mente conoscenza conoscenza frammentaria, umana. La stessa acquisita, del con- ma di- introdotta conoscenza intuitiva della eroica della stessa specie della conoscenza delle più da alte intelligenze, e solo difterente quella di Dio, in quanto quella non crea ciò che intuisce. Riapparisce in Bacone l'altra distinzione scolastica di natura nattirans distinzione natura naturata^ e superata in Bruno dalla identifica- zione dell'una con F altra, come due un' unità superiore. In Bacone, « l'animismo universale » è asi)etti di Bruno, in combinato con una teoria atomistica della natura a credenza come meccanica che nessun fenomeno e con tìsico sia in- teso fi^nchè iiossa essere espresso in termini matematici. Xè Bruno né Bacone giunsero all'atomo della fisica epicurea, ossia a stanza un'immutabile ondeggiante nello spazio vuoto ; ma sole Appendice 140 parUcuìae verae di l>;u'0]ie sono concepite molto più in contuso della teoria biuniana di nna materia sottile eterea diffusa per l'universo, e di atomi pili densi che sono dietro di essa in co- stante moto. Per entrambi materia lo stesso tuttavia, c'è nella , flusso e riflusso. Del resto, atomi e vuoto, come la materia prima, sono per Bacone astrazioni mentali anticipazioni Circa nulla. con la la infeconde, aftatto , che non giovano a natura della relazione dell' intelletto natura sono tutti umano due convinti del potere del primo, se diretto dalle leggi dell'esperienza e limitato ai dati della sensazione, di dere compren- seconda; ma, nientre Bruno vedeva nei la dell' intelligenza un indizio poun reale al di là, Bacone più i)rudente vedeva un argomento di i)iù per indietreg- limiti negativi sitivo di ci giare dalla ragione alla fede. In altri due casi Bacone si oppone l'arte lulliana che al Briino egli : chiama nel concetto delil metodo dell'im- me- postura {De augm., VI, 2), e dell'arte «Iella moria (V, gava, ma 5) che il cancelliere inglese non ne- credeva doversi riformare radicalmente (per poterne ricavare nonnulla mirabilia et por- tentosa). Insomma, nobbe gii è quasi indubitabile che scritti bruniani; ma le Bacone co- attineuxe addi- fiin monofirajìa iitijlese limito ><ul 1-41 non attestano, e l'autore stesso tate dall' Intyie ne pare persuaso, una speciale azione diretta esercitata dal Bruno sul filosofo inglese , trat- tandosi spesso di idee che fermentavano nella contemporanea. filosofìa Nello stesso capitolo, l'ultimo del libro, rinty- continua a raccogliere con molta diligenza, le riassumendo gendo posteriori tes, : Bruno tracce del di suo, tutte le scrittori e qualcosa aggiun- gli studi altrui negli da Kepler, Vanini, Descar- Gassendi, Spinoza (per cui l'autore si attie- Leibniz (attenendosi allo Stein) ne- al Sigwart), Bayle, Toland fino a Jacobi, Goetlie, Sclielling Anche qui qualche e Hegel. merita choliae del è citato Burton i mondi infiniti in nuovo Anatomia melan- Bruno, con Copernico, (1(521) come autore di « parecchie prodigiose credenze e paradossi e particolare d' esser rilevato. Xell' (àrea il moto uno spazio della terra, infinito ». Ivi nella Digressione sull' aria è ricordata la a proposito delle mare; delle stelle variazioni fisse come torno- dell'aria dei cieli della terra etere. ; L' hifelix inglese un Brunus —Xel con pianeti at- come identica a quella degl' infiniti scrittori ateisti. soli, Gena terra e del della mondi v' è in un infinito annoverato tra ballo in maschera gli rappresentato in KI31 fu , il Coelum Bri- , Appeìidìce 142 tannicnm Tlioinas di ( -arew, è fondato clie in parte, sullo Spaccio, col re Carlo almeno al i)osto della Verità —È (1). nota la I parte del Toland nella riabilitazione del nome del Bru- no e del come tra i suoi mss. De V infinito con si trovasse l'argomento traduzione la È proemiale (pubbl. nel 1720). dell' epistola^ pur noto che nel 1713 uscì anonima in Londra una versione inSpaccio, clie glese dello Museum catalogo del Britisli il un W. Morehead attibuisce a Ora scrittore della Quarterly Revieu- ha sugge- uno rintyre consente, che questo Morehead rito, e possa essere stato uno dei Tornando del (2). Bruno come Toland. i casi in Inghilterra servendosi sopratutto precedenti biografi i Bruno. fratelli del alla biografia, l'autore illustra Ma uè anche lità patite dal lui, , dei dialoghi accennando del alle osti- nostro filosofo colà, ha badato a un'importante notizia che risulta dalla epistola proemiale e dal primo dialogo Causa: ossia «Iella della prigionia dovuta soffrire dal Bruno in sè- guito alla pubblicazione della Cena che suscitò (1) Cfr. l'art, cit. 80U sul Carew (2) Cfr. della (Juart. iwW Eiifydopedia Frith, Life of. Eev. e l'art, di Britannica. G. B., p. 321. Adam- Una m Oli Off rafia tante iiitjlese L' interlocutore inglese ire. 14o sul Jìnino Armesso nel dialogo, scritto evidentemente dopo gli altri l" ouattro, ai quali fa d'introduzione, mentre serve dolano per scolparsi al delle acerbe accuse che erano scatenate contro di s' Filoteo « simili a per esserno essi hanno forzato vi casa » (1). inesso il sière , lui laccomanda a , stesso Bruno), che questi altri dia- non siano loghi fa, (lo Ma quelli, che poco temi)o usciti in camino a sx^asso, starvi rinchiusi e ritirati in eli prima di suo signore, ritirarsi in casa , cioè Castelnau de Mauvis- parrebbe che fosse stato carcerato. Infatti dopo aver ac(;ennato nella epistola al Castelnau, a <xVingiusti oltraggi <'he egli aveva patito, al ra- pido torrente di criminali imposture^ che s'era rovesciato contro di lui cato un minile, di cui le potenti che quanto presentato il , e in cui pazzo discortese, e false lacrime si non era man- malizioso sdegno fesoglion suo potente amico come un « saldo, fermo e costante scoglio che risorge capo fuor di gonfio mare » (dopo, il che per un ed momento è s<-omi)arso), (1) Cfr. esser piìi voglia tumide onde etc; e ra])- — si e mostra s'intende, è stato ricoperto dai flutti dice Opere italiane, G. 1, <la lui n(m solo 144 e 129. ricet- ApjXIKÌirc 144- ma tato e nodritOj vo, uTi scoj;li() iiiomento tempestOvSe, e l' il : dello ri;ìi)i)iirire il sotto seoini>ars(> onde le liberato priiiia (leìVessex ritenuto Bruno prima incarcerato, e ambasciatore francese chiuso dove mi sembra ohe accertino essere stato in salvo il difeso, liberato, ritenuto in sal- mantenuto in porto in sua casa, ; e i^oi liberato dal- da questo quindi per sottrarlo alle ire del popolo che era stato anch'esso sobillato. Di un curioso Bruno ma fatto relativo alla partenza del dall'Inghilterra c'informa ora i)er la volta l'Intyre. Xon v'ha dubbio che lasciò l'Inghilterra col Castelnau mo , il il sulta da 1585 era ancora a Londra, una sua Ma come il ri- lettera con questa data all'am- basciatore scozzese Douglas. del 3 Bruno cui richia- in Francia era stato deciso nel 1584. 2 ottobre i)ri- La lettera, seguente novembre 1585 allo stesso Douglas (pubbli- cata con la prima in Salisbury' Paper, III, 112) è scritta da Parigi. Sicché il Bruno dovette giungere a Parigi nelP ottobre 1585. In quésta lettera il Castelnau racconta all'amico che nel suo viaggio egli era stato to aveva nobili « derubato di quancamicia, dei e della sua era rimasto niente uè a lui, in Inghilterra, tino alla regali datigli argenteria: non gli né alla moglie, ne dalla Regina ai tigli, sicché somigliavano moitofpftjìa I^iia a quegli sul iiu/lese Irlandesi che esiliati Bruno 14.1 chiedono in In- ghilterra Teleniosina coi loro ragazzi a fianco Aveva né ciali di lei non Bruno in- come andò V Intyre, dice soldo, Sarebbe di restituzione ». sa])ere, gli uffi- un tesoriere possedevano il i)arlava si teressante nel derubaraento delle cose del Mauvis- sière. « Almeno può supporsi che Bruno il rivasse in Parigi con assai poca roba ìvordlt/ little ». prestato del denaro alla Kegina di Scozia, ed era in gran turbamento «])erch(' né e • scritto di immenso goods) ma , una grande Un ». con. parte del oi)era sull'universo: ar- very {loith manoil De dunque, da aggiun- altro guaio, gersi molto probabilmente alla travagliosa vita del Nolano. Della filosofia bruniana il i)rof. avere brevemente enumerate chapt. I), Intyre, do])o le fonti (part II, servendosi principalmente delle ricer- che del Tocco, consacra un capitolo alla Causa {The foundatioHS of loiowledge), uno al finito {The infinite universe uno e al JDe uno al Atoms immenso {Nature De minimo {The a. — The a. Dell'in' mirror of God), the living ^Yorld.s) last a. the least Tings: soul-Monads). In due distinti cai)itoli studia pure lo Spaccio {The practical philosophy of B.) e gli Eroici furori {The fine, <;. raccoglie in (iENTtLE. una — Giordano In- higlier hife). sintesi ordinata e pers]>i- Bnino. 10 Appeudìve 14(» ciia le idee bruniiine sulle Religioni positive e sulla religione della filosofia: appropriato iiamento esposizione d' una dell' profondamente religiosa come Tutta dotta l'es]»osizione, ])er lo ]»iù se sorvola con tìlosotia oorocosì è quella del l>runo. con metodo eccellente, conle i)arole sulle difticoltà stesse del Bruno, che in taluni punti potrebbero dar Iuoììo a discussione, offre in com- penso un compendio chiaro e corrente del siero del liruno, quale numca a noi ])en- italiani, e che sarebbe desiderabile i)otésse lar<iamente ser noto tyre per anche tra non è tanto noi. ])ei le ])ersone colte. Giacche il es- libro dell'In- dotti di mestiere, quanto N D e I E. ....... ...... — Dedica l'aj Avvertenza Il misticismo di Brnno 11 II. — Il valore ])ratico delle leligioiii 21 III. — Bruno IV. — La I. V. VI. VII. VIII. V la Riforma j^eimflessioiie di . Venezia — La resistenza al S. Utììzio in Roni; — La religione di Bruno — siguilìeato della morte di Bruno Il — L'eroismo e l'eredità morale di Bruno — Una nuora monografìa inglese Appkndick. su G. Bruno ..... 35 411 tìl X\ 97 Estratto del Catalogo della Casa Editrice G enerale Beino Sandron L'INDHGINE M0DERNH Questa raccolta comprenderà pubblicazioni rigiiarquanto di più recente abbia prodotto l' inteletto limano nel campo della conoscenza. Js^on lanti opere speciali utili soltanto ai professionisti della scienza lon ricerche analitiche superflue pei profani, ma l'espoiizione di queste, fatta da autori di fama mondialeale il programma de L'INDAGINE Essa A. si presenta Ft. al MODERNA pubblico coi seguenti nomi : ^^allace Hugo De Vries A. H. Haddon Jacques Loeb Felice Tocco MV. 'Windelband Ernesto Lugaro MT. e. n. L'INDAGINE )n è soltanto limitata agli MODERNA argomenti puramente selen- pensiero umano può rivelarsi sotto altri meno importanti che dallo stretto carattereaspetti ici: Il >n Whetham scien- . REMO SANDRON — Editore tifico, sembrano in apparenza allontanarsi. La filosofia lìura troverà quindi il suo posto naturale in questa raccolta; la critica., sia storica., sia letteraria., sia filoso- contribuirà ad arriccliirla di opere pregevoli fica., ita- liane e straniere, che dilìbnderanno il pensiero contemporaneo nelle sue varie manifestazioni intellet tuali, morali, estetiche, scientitìche, in questa nostra epoca che febbrilmente moltiplica le sue ricerche, tanto per il proprio maggior benessere materiale, quanto, e forse più, per un bisogno ideale di conoscere e di sapere. L'INDAGINE N. 1. — WALLACE l' Uomo MODERNA (Alfred Eussel).— neir Universo. Il Studi posto del- sui risuìtati scientifiche sulla unità o pluralità delie ricerche Traduzione dall'inglese riveduta e preceduta da uno studio critico di Giacomo Lo Forte. dei mondi. Uu voi. iu-S", pag. XXXVI-436, cou illustrazioni , 3 ta- vole a colori riprodiiceuti l'Uuiverso stellare, e ritratto dell'Autore L. 7,50 Alfred Kussel AVallace e la sua ipotesi. — Prefazione dell' Aixtore. — L'Uomo e — L'Uomo e l' Universo (Idee moderne). — La nuova astrononna. — Distribuzione delle stelle. — Distanza delle stelle. — Moto del sole attraverso l'Universo (Idee antiche) — Unità ed evoluzione del sistema stellare. Il mimerò delle stelle è in— I nostri ra))porti con la Via Lattea. — L'uniformità della materia e delle leggi nell'Universo stellale. — I caratteri essenziali dell' organi-smo vivente. — lo -spazio. Knito sue Jie ì condizioni indispensabili alla vita organica. luppo e con la conservazione della vita. zioni atmosferiche. — La teira è — La solo il — La terra X. ? 2. — LOEB (Jncciues), rapporto con pianeta abitabile del .sistema posseggono -sistemi planetari — .Sono esse utili a noi stellare. - Imiìortanza della nostra posizione centrale. stelle in — lo svi- — Condisolare. — Le terra in relazione con la vita. ? — Stabilità Fisiologia del sistema comparata del cervello e psicologia comparata. Con Traduzione aii'ji'iunte oriiiinali dell'Autore. — del Prof. Federico Raffaele, Ordinario di L Anatomia 'i n (la (li II e in odt rv a e Fisiologia comparate nella E. Uni- versità di Palermo. Un XX-400, con 39 figure nel voi. in-8», pag. Prefazione all'edizioue italiana, del Prof. Federico Raffaele testo L. 7,50 — Prefazione all'edi- — Di alcuni fatti e concetti fondamentali concernenti la fisiologia comparata — Il sistema nervoso centrale delle Meduse — sistema nervoso centrale delle Ascidie e suo signiticato nel meccanismo dei riflessi — Esperimenti sulle Attinie — Esperimenti sugli Echinodermi. — Esperimenti sui Vermi — Esperimenti sugli Aitropodi — Esperimenti sui Molluschi — La teoria segmentale nei Vertebrati — Decussazione parziale delle fibre e dei movimenti coatti — Rapporti fra l'orieBtazione e la funzione di certi elementi dei gangli segmentali — Esperimenti cervelletto — Sulla teoria degli istinti animali. — Il sistema nervoso centrale e l'eredità. — Distribuzione della memoria associativa nel regno animale — Gli emisferi cerebrali e la jnemoria associativa — Eocalizzazioni anatomiche e i)sichiche — Disturbi della memoria associativa — Su alcuni punti di partenza per una futura analisi del meccanismo della memoria associativa — Aggiunte dell'Autore all'edizione italiana. zione inglese. del sistema nervoso centrale. Il il sili In lyì'eiKtrazìone : DE VRIES (Hugo). Specie e varietà mediante del Prof. HADDON e loro oru/ine mutazione. Traduzione autorizzata la Federico Raffaele. (A. H.). Lo studio dell' Uomo. Introdu- zione agl'etnologia. Traduzione autorizzata del Prof. Andkea Giaudixa, tomia e Ordinario di Ana- Fisiologia comparate nella E. Uni- versità di Pavia. C-on numerose illustrazioni e tavole. LUGARO (Eruesto). I problemi odierni della psi- chiatria. TOCCO (Felice). Studi Kantiani. WHETHAM (W. C. D). Lo stato attuale della fisica. Traduzione <lel Prof Ignazio Caldakeka. Con numerose WINDELBAND illustrazioni. (Guglielmo). Manuale di storia Traduzione autorizzata Prof Ei'OENio Zaniboxi. della filosofia. del — REMO SANDRON — Editoke BIBLIOTECA "SANDRON» DI SCIENZE E LETTERE AUGIAS (Carlo). no. — lìicchezze. voL — — niali del Secolo BACCI — —H Premessa Secolo e la Società — l>edica — trocento — Un voi. iu-lO, Prosa e prosatori mnemonico trattatello — Per prosa viva la ]iroblenia dello stile dello scrivere Appendice in Italia Vita ». >>. — : — L' « Contro I. la (« — pag. — Oneri patrimo- Paccouti II. Sullo studio di III. Sul libro di G. Lisio — ? 3 50 — valdelsaue d'Edmondo De Aniicis — Per Ancora del problema della jn-osa. » (Giacomo). 25). — Il l'art* Cellini's Stil in seiner Dante Rinascimento Dal Un ») « Delle teorie ortogratìche : « L'arte del periodo nelle opere volgari di Risorgimento. — (X. Quat- — Le lettere del Gabriele D'Annunzio pro- K. Vossler: «Benvenuto : XVI-400 pistoiesi » e « fonogratìe Idioma gentile Stilistica storici e prosa volgai'e del di Michele del Giogante Sullo studio di Francesco Zambaldi BARZELLOTTI Il Secolo e la Fisica Scritti Della sua prosa e lingua Giusti e alcuni caratteri della satore Uu 14). riass-untivi) tinaie. 32). Prefazione Un — Politica e le Nazionalità Secolo, la Prosa e prosatori. (Orazio). teorici. — (X. 3 50 Concetto generale del Secolo Sguardo — (N. Secolo decimono- del Frobìemi. Speranze. 443 in-16, pag. Dedica Il L'eredità ». al Seconda nuovi saggi, voi. in-16. edizione riveduta con l'aggiunta di (in lavoro). Italia mistica e Italia pagana Cristianesimo italiano — La — basilica di Italia S. mìstica Pietro e il — I caratteri Papato dopo — — il storici del concilio di Per tJNO STUL'idea religiosa negli uomini di Stato del Risorgimento Trento DeOa sincerità nell' art« DIO storico-psicologico della nostra letteratura Il problema storico della prosa nella letteratura e nello stile dei nostri scrittori italiana La letteratura e la rivoluzione in Italia avanti e dopo il 1848 e il 49. — — — La nostra letteratura e l'anima nazionale. — — Biblioteca « Sandron » di Scitnzt BERNHEIM (Eruesto). storia. in-ltì, 5. Prefazione del traduttore Concetto e svolgimento della — voi. 34). Vili 432 tiva) storiografia e la filoso d'I metodo storico e della — Traduzione autorizzata del Barbati. — (X. Un pag. — delia Paolo Di'. Lettere Manuale fia della storia. filosofia La e — Concetto ed essere della scienza storica — scienza storica (storia narrativa— istruttiva — evolu- Limitazione e divisionn Relazioni tra la scienza storica e (tematica — cronologica) del materiale scienze (con la filologia le altre storico — con — la poli- — con la sociologia — con la filosofia — con V antropo— con scienze naturali) — Relazione della storia della scienza storica — Filosofia della storia — compiti — Appendice bibliograttca. tica e la scienza di stato V etnologia Essenza e compito logia, l'etnografia e — S\"iluppo — Concetto con l'arte CALÒ e (Giovanni). le della problerPia Il — (X. pensiero contemporaneo. nel libertà Un 31). voi. in-16, pag. XII-22.S 3 50 Genesi e sviluppo del contingentismo luzione prammatistica del ])roblema della — — La contingenza e la libertà La solibertà — Conclusione — La libertà del volere. CASELLI rie ed (Carlo). La lettura del pensiero. appunti di un esperimentatore. (X. — 93 voi. in-16, pag. — — L' affettività in-10, pag. gni Un — 1 — Ragione del lavoro Lettera di dedica del pensiero Il mio metodo Le guide — Memo12). degli 157 — Chi sono — Come divenni lettore — Gli esperimenti — Osservazioni. animali. Prefazione — Animali delle classi — Insetti — A]>i e Formiche — inferiori Pesci — — (X. — — ilollusclii Batraci Un IG). — Crostacei Rettili — voi. 1 — — Ra- Uccelli — Mammiferi. CROCE (Benedetto). Estetica come scienza delVespres- sione e linguistica — Teoria generale. conda edizione riveduta dall' Autore. e Storia. Se- — (X. voi. in-8, pag. 537 Un 19). 5 Estetica come scienza dell'espressione e linguistica I a XV III. Storia dell'Estetica. Cai>itoli I a XVITI. — — generale. Capitoli Appendice biblio- — grafica. Questo rohniie rica, ossia di due — L'autore è e di una parte stoad aiutarsi a vicenda composto di inia parte teorica libri indipendenti si è esteso, ma destinati specie nella parte teorica, su questioni, che son ge'ìerali e laterali rispetto al teina da lui trattato. Ma ciò non sembrerà — REMO SANDRON divagazione a chi rammenti rigorosamente parlando, che, da scienze filosofiche particolari, che stiano quando tratta di estetica o di logica o si tutta la filosofia, Editore sé. di La etica pur lumeggiandosi più vivamente convenienza didascalica) un fi,losofia ci ha tratta sempre di minutamente (per si , non e unità, e, e determinato di quell'unità inscindibile. lato appunto per questa strettissima connessione di tutte le parti della filosofia, l' incertezza e l'eqtàvoco, che regnano intorno all'atE, viceversa , tività estetica, intorno alla fantasia rappresentatrice torno a questa primigenia delle attività dello gno delle altre, spirito e produttrice e domestico soste- ingenera equivoci, incertezze ed errori in nella psicologia come nella logica, nella teorica della filosofia pratica. e se la forma Se linguaggio il esletica è il è la tutto storia prima manifestazione , in- resto il : come nella spirituale, linguaggio stesso in tutta la sua vera scien- e può sperar d'intender bene le fasi posteriori e più complicate della vita dello spirito, quando di essa il primo e più semplice momento resta mal noto, mutilato, sfigurato. JE dal chiarimento tifica estensione, si primissimo dato deve aspettarsi la rettificazione di molte consesoluzione di alcuni problemi filosofici, che appaiono di solito di quel guenze non e la quasi disperati. —È sente lavoro. E, se il questo per l'appunto tentativo teorico qtii il pensiero animatore delpre- esposto e V illustrazione sto- rica con la quale è accompagnato, gioveranno ad acquistare amici u tali studii, spianando ostacoli ed indicando rie da percorrere , se ciò accadrà come più particolarmente in questa Italia, le cui tradizioni estetiche .sono assai nobili, l'autore stimerà di avere a suo luogo vien mostrato, raggiunto il suo scopo, e uno dei suoi più vivi desiderii sarà stato sod- — — disfatto. Xon ancora compiuto l'anno della pubblicazione della prima edizione pone mano alla seconda di questo libro, del quale anche son prossime a veder la luce le traduzioni francese e tedesca. Questa favorevole accoglienza e le discussioni alle quali il libro ha dato e dà luogo, paiono si buon segno che il voto espresso tenza avrà adempimento. nelle ultime linee della L'autore ha, in questa seconda edizione, riveduto precedente avver- il sito lavoro, in- troducendovi qitalche correzione ed alcuni piccoli chiarimenti ed aggiunte. (AixW Avvertenza che precede l'opera). DERADA (Carlo Modesto). Gli uomini e le riforme pedagogico-sociali della Rivoluzione francese. —Dall' Un « ancien regime voi. iu-K), pag. Dedica franceise — — Prefazione — » aììa Convenzione. — (N. Introduzione 23). 2 50 2G2 — Le origini positive delLa Rivoluzione L'istruzione pubblica innanzi la Rivoluzione francese — La lotta Biblioteca « Sandioti » di Scienze e Lettere il — passato e ra^Teuiie La rivoluzione della pedagGjiia —H forme pedagogico-sociali dei Girondini e morale la — Le ri radicalismo scienti fico-jiedagogico dei Giacobini. DE ROBERTO (Federico). (N. 10). Un voi. iu-lG, pag. n josofo vinti — secolo agonizzante — — La Il FAZZARI ca — genio e l'ingegno — — superuomo — — La La uu poesia di lì- — Vincitori e timidezza — La volontà. Due civUtà Breve storia della MatematiMedio Evo. mitichi al voi. in-16, pag. Il feminismo Il Critica e creazione (Gaettmo). tempi dai — tolstoismo Il un poeta filosofia di — — colore del tempo. 274 3 Il — (X. Un 35). 268 — 4 Numerazione decimale — Gli Egiziani — I Babilonesi — Logistica presso Gre— La matematica presso Greci — Periodo pre-euclideo Valete e la scuola jonica — La inateinatica nel secolo Y a. C. — Pitagora la scv ola italiana — L'Accademia— Periodo aureo della geometria greca — I matematici greci II secolo a. 0. — Periodo di decadenza — I Romani — Gl'Indiani — Gli Arabi — La scuola bizantina — Medio Tivo — Dal VII al X secolo — Secolo XI — Secolo XII — Se cola XIII — Secolo XIT — Secolo VI'. i ci i : e «lei FORNELLI — lìi (N. Un 6). Dopo la decisamente L'opera (Nicola). occasione del di Augusto Comte. Centenario della sua morte. I. voi. in-16, pag. 231 morte del Corate — Littré — — — Fondamento obbiettivo o — Posizione del sistema del Comte contemporaneo — Della libertà e dei tre e realistit'o della si)eranKa del rispetto alle altre correnti dello spiiito 3 i comtisti Comte — Fine sociologico e tutto pratico della classificazione comtiana — Metodo .storico del Comte e sua specialità nell'investigazione dei fenomeni sociali — L'Umanità come termine della dinamica sociale — L'Umanità come sintesi valore della concezione religiosa del Comte — U metodo subbiettivo riabilitato come metodo sociologico — Concetto dinamico della religione dell'Ustati coratiani delle scienze manità. PULCI (Lodovico). Deputato al Parlamento. na di manzo {La Resurrezione Tolstoi. setta « »). — dei (E. La Douìihobors 24). Un dottri- e in-16, pag. 102 1 GENTILE licei. voi. in-16, pag. — L'insegnamento della (Giovanni). sofia nei Dedica ro- il voi. Prefazione di filosofia in Italia — Il — Saggio pedagogico. — — II L'esperimento di nuove riforme E.semp.i e confronti — processo all'insegnamento della passato e il pre.sente della filosofia nel liceali — La Proposto e conclusione filosofia — nella Appendice. filo- Un (N. 13). 235 tìlo-sotìa liceo scuola — — 3 — I testi italiano secondaria — — — REMO SANDPON — GENTILE della Giordano Bruno (Giovanui). cultura— (S. Editoke Un 36). nelìa storia \o\.m-l(y^ ivdg. 150. . 2 — — Il valore pratico delle religioni — Avvertenza Il misticismo del Hiuiio la Riforma La genutiessioue di Venezia La resistenza al S. Uffizio in Koma La religione di Bruno Il .significato della morte di Bruno L'eroismo Appendice Una monografia inglese su G. Bruno. e l'eredità morale di Bruno — Bruno e — — — — — — : LABERTHONNIÈRE Unica religiosa. Saggi (Lii(3Ìauo). filosofia di traduzione autorizzata. (N. 33). Un 3 50 voi. in-lO, pag. XII-37(3 dogmatismo morale — L'i— L'affermazione de Tio — L'affermazione di Dio — L'affermazione degli altri esseri — Carattere morale delnostre affermazioni — Dilucidazioni sul dogmatismo morale — Il dogmatismo morale considerato quale metodo — La libertà nelle affermazioni de l'essere — Funzione de la volontà nella conoscenza de l'essere — Solidarietà nelle nostre affermazione de l'essere. — Il problema religioso — Il doppio aspetto del problema religioso — Il metodo d'immanenza — Teoria dell'educazione — Rapporto tra l'autorità e Filosofia e religione dealismo — Lo — scetticismo La — filosofia è Il un'arte dogmatismo — Il illusorio le — Individualismo — — Il problema dell'educazione L'autosua funzione — Il cattolicesiino e V educazione L'insegnamento della dottrina rivelata Accordo della pratica e della teoria nel cattolicesimo L' apologetica ed il metodo di Pascal Un mistico al secolo XIX la libertà rità ediicatrice : e suo carattere positivismo — e — — — Appendici. — LOMBROSO (Cesare). Genio e degenerazione. — Seconda Nuovi studi riveduta e nuove battaglie. ed aumentata. (N. 1). Un — edizione voi. iu-16. {in lavoro). Teobie generali sulla psicologia geniale — 1. I fenomeni 2. L'evoluzione parziale — 3. Fenomeni evolutiv della degenerazione Teorie d'altri psicologi sul genio — 1. Isteria e genio secondo Myers 2. Paranoia e genio secondo Roncoroni 3. Genio e degenerazione secondo Arndt 4. Genio follia secondo Del Greco Nuovi genii alienati 1. Beccaiia Leopardi 2. 3. Alfieri 4. Tasso — 5. Byron — 6. Dante Gabriele Rossetti — 7. Zola — 8. Edgardo AUan Poe 9. Quiucey — 1(>. Altri genii pazzi XuovE prove dell' anomalia del genio L' impronta della pazzia nelle OPERE DEI GENII — Altri pittori alienati riconosciuti dalle loro opere — La pazzia nei letterati — Colombo — E. Poe - Un pazzo divenuto poeta Polemiche scientifiche — 1. Xordau — 2. Mario Pilo 3. C. Segré— 4. Renier 5. lanzi — 6. Mantegazza — 7. TouloH.se 9. Flech8. Morselli sig 10. Reforgiato Appendice Anatomia patologica di L. Byhon Manifestazioni ARTISTICHE ACCESSUALI IN UNA BAMBINA (D.R FERRARA DI REGGIO) — Nuove prove della pazzia di Comte. Prefazione regre.ssivi dell' — evoluzione — — — — — — — — — — — — — — — — — — — : — — — — Biblioteca « Saudron » di Scituze e — Lettere LOMBROSO (Cesare). Nuovi studi sul genio.— I. Da Colombo a Manzoni, con 4 taxoìe e incisioni interca- testo— (N. Prefazione — La pazzia late nel vola — Caratteri Senso morale — 17). — 267 voi. in-16, pag. — 3 genio di Cristoforo Colombo (con una taStile pazzesco Ignoranza — Tav. I. Autografi eli CoMenzogne Delirio ed autroiiolo;y;iei Crudeltà Un il — Grafologia — — — — — ^Manzoni — L"uomo — Esame somatico e biologico — Doi)pia persona— Scrittura — Balbuzie — Assenze epilettoidi — Esame psicologico — Amnesie — Panie — Paradossi — Abulia — Senso pratico — Att'ettività — Precocità — Contraddizione — Bigottismo — Eredità morbosa — Manzoni — Giulia — Apdi Manzoni — plicazioni letterarie — Bisticci — Tav. II, III e IT. Autografi SwEDENBORG — Genialità — Cardano — Eredità morbosa — Cardano — Pazzia morale — Paranoia persecutiva ed ambiziosa. — Genialità — Petrarca — Melanconia — Epilessia ambulatoria — Bugia — Contraddizione — Erotismo eccessivo — Influenza meteorica. — Vanità — Poca affettività — Epilessia psichica — genialità — Pascal — Eredità — Kami collaterali — Pascal — Frasc. Domedebolezza nico Guerrazzi — Eredità — F. D. Guerrazzi — Precocità — Cause congenita, malattie, dolori mortali, soverchio lavoro intellettuale — Esaurimento Delirio melanconico — Misticismo — Allucinazioni — Delirio di grandezza e di persecuzione — Bizzanie — Impulsività e contraddizioni — Delirio — Nevrosi — Epilessia — Riflessi del carattere nello stile e nelle opere — Terlaixe — Schopenhauer E Goethe — Schopenhauer — Goethe — Tolstoi— Appendice Alessandro Magno — Cambise — Gaetana Agnesi — Strindberg — Riccardo Wagner — Goldoni — Maisonneuve — Rousseau. lombo lità : : — Nuovi studi sul genio. geni con voi. in-16, pag. Sull'unità del genio miseria giatezza e della Influenza dell'amore lità (con luia tavola) sioni tardive. — Origine natura dei e (N. 18). 278 — — 3 Cause note della varietà Vantaggi della libertà — Influenza della — La pubertà nei Ancora —//. figure nel testo. taY(»le e '4 dei genii — — Vantaggi degenerati — dell'a- Influenza della pubertà pubertà sulle conversioni e delle imjnessioni tardive Un — sulla crimina- — Psicopatie sessuali — Impres— I .sogni e l'in- ed altre cause — Dell'idea fissa nel genio — Clas.sificazione delle degenera— I fenomeni contradittoii nel genio — Anatomia patologica dei genii (con 3 figure ed tavola) — La paszìa del genio secondo pensatori antichi — La del genio nell'opinione dei ])opoli primiti^i e .selvaggi — Genii creati artificialmente dai primitivi — Ayiiiendici. coscient* nel genio zioni ed genio il 1 i p.sico.si ])0])oli MALVERT. torizzata, Scienza e religione. Tiadnzione aucon i)refazione di Giuseppe SePvGI, con 156 figure intercalate nel testo. 16, pag TJII.-224 Prefazione di Giuseppe Sergi Il Sole ed il Fuoco — L'opera (X. 29). Un voi. in- 2 50 — Bibliografia delle religioni — Origine delle religioni — — Il Sole — L'antico culto — — REMO SANDRON 10 — — Editore — — Ultime trast'onnazioni Le iiuagiui del Sole Il Fuoco Il culto della Cro— Ultima trasformazione L'Agnello sulla Croce Il Vangelo Il Messia La Morale Il Culto Natale Pasqua La Messa Riti Costumi Preghiere Litanie Processioni Canti Ceri Iraagini — I Santi Origini e filiazioni Culto medico Le acque Le pietre I passi II phallus Le relique — La Scienza. — ce. — — — — — — — — — — P. — H l'etica metodo — I. — ritto — L' etica e — dell'utile vile e diritto il diritto punitivo il — — (X. P. II. La — vita. 9). 3 — — L'e- — La libertà etica — concetto — La responsabilità — Il concetto del di— La vita fisica — La vita psichica — La — La vita civile e delitto — La vita Il ci- il vita civile ed problema economico speciale. il MORELLO — — I tre pi-incipii fondamentali del- L'energia etica diritto della sovranità il — Genesi e natura fondamentale del fatto etico L'utilismo razionale del dovere, ossia della necessità etica vita civile e dell'utile. applicazioni. e 232 voi. in-16, pag\ Introduzione — — La teoria (Giovamii). tica e l'utile razionale — — Priìicijni etici fondamentali Un — — — — — MARCHESINI — — — (Vincenzo) {Eastignac). Nell'arte e nella (N. 11). Un voi. in-16, pag. 307 4 . — . A Gabriele D'Annunzio — Leopardi e la critica psico-autropologica — Catullo e De Musset poeti d'amore — Il romanzo italiano — Reazione di razza (Bourget, D'Annunzio. Barrès) — Ibseu — Germinai — Clinica e critica — La tragedia simbolica — Attrici Sarah Bernhardt. Eleonora Duse. Tina di Lorenzo —Due : stazioni : SuU'Akropoli. Trinità della Cava PATRIZI — L'educazione nazionale. scienza.— (L.M.). Nell'estetica e nella Conferenze e — polemiche. {^. Un 5). voi. in-16, pag. 302, con ligure nel testo 4 — — — — estetico 1. Crimine Dedica Passioni criminali d'estetica e di scienza Primi esperimenti intorno all'iutluenza della musica sulla Crimine scientifico L'antropologia criminale e la p.siciicolazione del sangue nel cervello umano — 1. — Come i leopardiana — — La polemica scientifico-letteraria sopra — 2. sime e remote della polemica 3. L'eredità psicopatica di Leopardi e l'arte del di — — Psicologia della curiosità intellettuale romanzo dei De Goncourt Fisiologia dell' arte muscoli tremano e come obbediscono alla volontà chiatria nel Leopardi G. Leopardi PETRONE — 8. — G. ('ritica — 4. Leopardi Alcune anomalie a spizzico — — 1. Origini pros- profano della degenerazione concetto Il 7. del Leopardi — .5. — I sensi e morali I sentimenti affettivi Le radici somatiche del pessimismo. (Igino). Problemi del meditati da un, idealista. — (X, mondo morale Un voi. in-16, 26). 3 50 pag. 335 La filosofia del diritto al lume dell'idealismo una psicogenesi della morale Le nuove forme — critico dello — Il valore ed i limiti di scetticismo morale e del — — 11 Biblioteca « Saiidroti » di Scienze e Lettere — La visione della vita di Fed. Xietzsclie e gl'ideali della L'umano contro il snperumano — Critica di Fed. Nietzsche — Il problema della morale — H valore della vita — L'etica come tìlosotia dell' azione e come intuizione del mondo. materialismo giuiidico — morale PIAZZI Dedica — — artistici — La Dinamica L'arte e la folla — La foUa siva nell' arte — percezione nell'arte SAVJ LOPEZ Urica — Dolce — La morte — Lirica spagnuola in SERGI — stil d" (X. 3). — aete nell'arte : 1 sentimenti progres- ì Un 30). Segue L" evoluzione poeti. Studi 246 voi. in 10, pag. — L' ultimo Xote — Uccelli in nvjovo. Xote trovatore. Xote. di — 3 — Mistica poesia e in leggenda. Xote Italia. Xote. lume della scienza. volume in-12, pag. 195 3 — ... Un — — — L'evoluzione regi'essiva uell' aite — — L'arte immediata — I disturbi della (Giuseppe). Leopardi al Prefazione Discu-ssioni delle condizioni fìsio-psicologiclie del Leopardi e delle origini psicologiche del suo pessimismo produzione letteraria di Leopardi Il opera L' nell' arte di Laura. — I sentimenti estetici (Paolo). Trovatori e Avvertenza profana. Xote — — Finale. Catabasi antica. — (N. Un 8). 4 Il senso estetico sentimenti I — (X. pag. 421 voi. in-16, estetici L'arte nella folla. (Giovanili). dolore nei canti di Leopardi tono della lirica leopardiana — — — — La degenerazione — Leopardi in La Analisi obbiettiva della composizione lirica I canti secondo la cronologia psicologica Leopardi come poeta di genio — — Il Genio e degene- razione in Leopardi. — Problemi Un di scienza contemporanea. (X. 21). voi. in-16, pag. 287. Attorno al Genio 2 50 — — — Gli uomini di Genio Pensare senza coscienza Nuovi osservazioni e critiche intomo al Genio — ATTORNO ALL' EREDITÀ BIOLOGICA L'eredità biologica nell'evoluzione organica e p.sichica Indijzioni an- — — tropologiche — Intorno agli abitanti primitivi di terranea e la sua ditfusione in Europa — SIGHELE (Scipio). Mentre Roma il contemporanea. di psicologia Eru-opa — La cultura medi- primitiva. secolo muore. — (X. 4). Un Seconda edizione riveduta ed aumentata, — Saggi voi. in-16, (in lavoro). — Fisiologia del successo — La suggestione nell'arte — La storia è credibile — La guarigione per mezzo della fede L'opinione pubblica — Bambini martiri — Bambini .selvaggi — delitto politico — I Francesi a teatro — « Parigi » di Emilio Zola — Max Xordau e suoi ultimi libri — La politica dei letterati — La coltura degli uomini politici — Vi^tìi antiPsicologia del silenzio (conferenza) .' Il i che e viitii moderne. — REMO SANDKON 12 STOPPOLONI — Editokk Leone Tolstoi educatore. (Aurelio). Un (X. 20). — .... 230 voi. iii-lG, pag. — — Lettera-Prefazione di Lino Ferriaui Dedica a Giovanni Bovio — Leone Tolstoi, istitutore Seguaci e critica. STRATICÒ menti. Dell'educazione dei senti- (Alberto). — La scuola — Ya.snaja Poliana «li — 2 (N — Uu 22). Del valore voi. iu-l(j, pag. 133. 2 50 . — sentimenti Stadi sulla psicologia del Il sentiManifestazioni del seutimento nelle funzioni psichiche sentimento Il sentimento e le funzioni psichiche mento e le funzioni psichiche intellettuali lutroduzioue dei — — — volitive — vita Uftìcio dei sentimenti nella — sociale I sentimenti in rapporto e le riforme sociali — — Del dolore e del piacere — Della paura e della collera — Del sentimento di sé — Delle emozioni Sessuali — Della simpatia — Dei sentimenti sociali o morali — Dei sentimenti religiosi — Dei sentimenti estetici Dei sentimenti intellettuali — L'educazione dei sentimenti e la quiatione sociale. agli altri fattori dell' evoluzione sociale — I sentimenti Educazione dei sentimenti — collettiva.— (X La psicologia Un 27). voi. in 16, 2 50 pag. 158 Importanza sociale della — psichiche stazioni collettività umana psicologia Sociologia, e dello studio sociale Bon — Pasquale Rossi). Altri — Gabriel — nizzazione scientitica. metodo e utilità della psicologia collettiva TAORMINA Un e ricerche con documenti inediti. voi. in-16, pag. TAROZZI (Giuseppe). — La legge costante eoscienza scientifica del tempo nostro nii-e — — L'unità del fatto 1 La varietà — (X". 28). — Il positivismo e VENTURI — (X. (Silvio). 15). Un morale — La — 1' fatto. La dei secondo Il scienza Dedica — 50 del dive- termine come previsione e Le pazzie dell'uomo sociale.— con ritratto voi. in-16, pag. 263, del- 2 50 Prefazione : Ragione e limiti — Le vittime namici della attività sociale — Le pazzie ])azzia sociale — I delinquenti politici — zie pa- libertà e la legge. l'Autore me 50 fenomeni sulla obbiettività — 2). fatti in-16, voi. infinita e la variabilità Finalità, contingenza e e la libertà infinita dei Un 1 dell'ordine causale nella natura e nella coscienza come esperimento Orga- — (X. 116 e la libertà morale. gine 144 Avvertenza — Bibliogratìa. Leopardi.— Co» (Giuseppe). Ranieri e siderazioni Tarde collettiva psicologia scrittori di — Gli — Gu- psicologia collettiva e scrittori principali di psicologia collettiva. (Scipio Sighele stavo Le manife- loro delle della sensibilità sociale dell'uomo sociale. d'una Psichiatria sociale dell'attività sociale sociali acute — — Forme Gli — Le vitti- elementi di- costituzionali di Criterii di cura artificiosa contro le paz- — Biblioti'ca VIAZZI (Pio). La « Saiidron » di — 13 Sciense e Lettere — (X. lotta di sesso. 7). Un voi. pag. 400 iii-lt;, 3 50 — — Piccola antologia dell'amore 1. L'importanza dei fatti ilaraore 2 .11 doiiiinio d'amore — 3. Amore è pazzia 4. Gli stati amorosi sono stati patologici 5. Il misoginismo 6. Conclusione La « lotta DI SESSO » 1. Amore e dolore 2. Le i-iforme embrionali 3. Il lato psicologico 4. H lato sociologico j. Gli adattamenti 6. Prostituzione e matrimonio 7. La solidarietà 8. Gli Pietazione — — — — — — — — — — l'pisodii pudore — — limiti del pudore Il — 9. La Che — — letteratura femminile — 10. I voti Il pudore — 1. Il — concetto del — 2. cosa è il pudore 3. Significato psicologico del pudore 4. I pudore nell'uomo e nella donna 5. La difesa sociale ed individu:ile del Appendici Prossenetismo disinteressato Atavismo e degenerazione — — : tipo 'riminale nella doiiu? deliiKiurute. lìi preparazione : CESCA (Giovanni). Filosofia dell'azione. DE SARLO (Francesco) e CALÒ (Giovanni). pii di scienza DRIESCH Vitalismo. Traduzione aii introduzione Carazzi. (Dr. Hans). Il Mario Stenta, con torizzata del Dr. Davide del Prof. Princl- etica. GNOLI (Domenico). Saggi e studi critici. MENASCI (Guido). La letteratura tedesca contemporanea. ORANO (Paolo). PASCAL (Calle»)- La sisi e h' re^ni d'oltretomba nell'antichità. j PORTIGLIOTTI patria italiana. ((iiuseppe). epidemie San Francesco d'As- mistiche dei Medio Evo — Studio psiehiatrico. RIBOT (Teodulo). La logica zione della Sig-.ra Sofia dei sentimenti. Tradu- Behr. SIGHELE (Scipio). La donna nella società odierna. STRATICÒ (Alberto). Pedagogia sociale. REMO 14 — SANDROls Editore BIBLIOTECA DEI POPOLI diretta poemi I tali Il ai e gli altri raccoglierli e II sopravvivono immor- iiiouiimeuti letterari che loro tempi, sono le vestigia che i popoli lasciano nella storia. divulgarli presso altri popoli, è quasi il umano storia del pensiero il da GIOVANNI PASCOLI La antiche o straniere. rifare la Giovaxxi Pascoli, compito non agevole è stato assunto da quale è coadiuvato dai un nelle sue piìi alte manifestazioni. piìi cultori italiani delle letterature illustri Bihliofeca del Popoli traduzioni più scrupolosamente curate delle si arricchisce così delle manifestazioni piìi alte da note storiche ha dinanzi a se l'opera che lo diche ad essa ed all'epoca si riferi- letterarie dei popoli Orientali e dei Greci, corredate modo che e critiche, di nonché letta, tutte il lettore uotizie le scono. I. Mah ab h arata. —Episodi col racconto dell' luterò scelti, poema. tradotti e collegati — Traduzione con — — introduzione e note di Paolo Emilio Payolixi. Un voi. in-16, pag. XXXII-315, con 18 illustrazioni, riprodotte dalla edizione bomba vana 3 ... Introduzione — Versione e compendio — Kote — Indice di nomi — — Spiega- — Albero genealogico dei Kuruidi e Pàndifidi Elenco dei luoghi tradotti per intero Errata corrige Carta geogratica dell'India con alcuni nomi rammentati nel Maliàbhàrata. zione delle tìgnre — — datone // miglior elogio dell'opera del Pavolini è quello compelentissimo, — egli scrive — il Keubaker dell' Ateneo di possono leggere di qìieslo Napoli : poema ima « Ora da giudice gì' Italiani bella riduzione in prosa nel « Mahdbhdrata » tradotto e abbreviato dal Prof. Pauolini; libro importante e da gran tempo e da molli desiderato e che raggiunge perfettamente le il fine propostosi dal valente sanscritista, di partecipare a tutte persone che ne abbiano raglwz-a, la conoscenza della grande epopea indiana. I — Biblioteca dei Fopoh 15 — ARISTOFANE. Gli Acarnesi. Versione poetica, con introdnzione e note di Ettore Eomagnoli. II. Un XXV-124 voi. in-16, \mg. 1 — — Ci alTvettiamo ad affermare subito che questa fatica del classico jìoeta Ettore celli », Romagnoli, che già fece la versione poetica degli « Uc- presentata al pubblico nientemeno che da Augusto Franchetti, è ben degna della collezione pascoliana comprendo che l'originale aristofanese è cosi possentemente una traduzione pur mediocre ci può comunicare un non suggestivo, che ma indifferente diletto spirituale, questa felicemente viva e è così svelta, che sembra uìi'opera d'invenzione. (Da III. la Rivista bibliografica, ESCHILO. 1 Aprile, 1904). Prometeo incatenato « Il menti del «Prometeo ìiherato e note di Mario Fuochi. LXXV-147, con lo monumenti tìgurati Prometeo .... (Da — Un voi. illustrazioni in-lH, antichi pertinenti 2 50 nel Proemio diffuso e nelle note preliminari ad .... la Rassegna Bibliografica della letteratura Fuochi ha avuto la mano felice non meno scegliere jier la * Biblioteca dei jmpoli », Prometeo, che tragico e italiana). è certo quello che il può fra dei suoi tragedie le .... La 1903). colleghi nello di Eschilo, dei drammi del iìileressar di piìt ìtn lettore moderno .... piìt popolare, dirò così , (Dal Bollettino di filologia classica, Settemlue. ci di diligenza abbiamo constatato con piacere non solo e ma di miti ai (Xovembie, // pag-. (ri])rodnzioni e di Io) Dottrina nella traduzione, ogni scena Fram- ». — Versione, proemio ». il grande 1903). prosa di Mario Fuochi, nervosa o pacata, agile o solenne, pare singolarmente tempi ata a rendere tragedia eschilea i lampeggiamenti dell' aspra .... (Da La Cultura, s.tri-inlni-, Vmkì) — DramNagananda o giubilo dei Serpenti. ma ììuddìstìeo. Traduzione, prefazione e note di Francesco Cimmixo. Un voi. in-10, pag. LXIIT IV. il — — 167 2 — L'opera d'arte serve, pih di qualunque esposizione teorica, a far comprendere una dottrina, e questo poema drammatico buddistico ci ìnostra nella sua realtà storica e psichica l'ambiente in l'immortale pensiero di Siddarta S'akia. cui germogliò e si svolse REMO SANDRON 16 V. Canti popolari greci Introduzione — Caronte 200 voi. in-10, pag. — Canti elettici Ballate e Konianze L'anima — — da illustrati copiose aggiunte ed una Paolo Emilio Pavolixi. introduzione per cura di — Un ed tradotti , Tommaseo, con IS^iccoLÒ — Editore 2 50 — Canti storici Canti d'amore — Cauti familiari — per ("auti Distici. greca, in questi canti che oggi non sono conosciuti che dagli eruditi, si rivela con nuova permette di luce, e intravedere tutto il pro- eesso estetico e inorale che nella espressione dell'arte popolare degli Elleni permetteva la manifestazione del pensiero della razza immortale, che doveva sopravvivere al suo tempo, nelle sue opere letterarie. La forma il 159 canti popolari Tommaseo (Venezia 1841) presente raccolta offre in traduzione italiana di vario genere e il nucleo, tavolini, con 188 La distici. raccolta del una serie di altri canti, tratti da opere un indice comparativo che facilita il recenti, aggiunse confronto , degli originali greci (Passow ed altre edizioni). Tommaseo fan Alle annotazioni illustrative del intendimenti estetici ed i soggetti dei canti, Pavolini sulla recente letteratura La zio del quali le , seguito le chiariseon gli osservazioìii del sulla filologia greca. e breve introduzione del Pavolini. rallegandosi all'eccellente giudi- Fauriel offre uno studio fine e ben esposto delia moderna poesia popolare greca. L'accurata scelta raggiunge scopo di render noto ai lettori italiani lo popolare greco. Interesseranno in spe- la bellezza e l'originalità del canto modo lo studioso i distici, tradotti da una raccolta inedita posseduta da Domenico Comparetti e tradotti da Samos, Ikaros e Kalymnos. cial (Dalla VI. Deutsche Literaturzeitung di Lijisia. ii. 4J. Ottobre 1905). canto divino (Bhagavad-gità), tradotto e commentato da Oreste ISTazari. Un voi. in-1^, il — pag. VIII-140 // poema 1 vera Bibbia dell'India del quale religioso, filosofico una è soltanto espressiva menti ariane si , la la 50 versione, è la appena fu cono- eletti. ma riassume sua ingenua sem- creazione pienamente estetica, sotto gli allettamenti di quell'arte plicità è così diamo sua sublimità conquise, e colla sciuto in Occidente, gli spiriti piìi Usso non qui indiana concezione , del che nella mondo e della vita , formarono, per soddisfare la loro primitiva sede pere. Per questo il * Canto divino » ha un incalcolabile valore per che le di sala sto- ria dello sviluppo del pensiero. VII. di WHITMAN (AValt). Luigi Gamberale. Foglie di erba. Traduzione (in corso di stampa). SEP 1 8 1972 PLEASE CARDS OR SLIPS UNIVERSITY B 783 Z7G4.2 DO NOI REMOVE FROM THIS OF TORONTO POCKET LIBRARY Gentile, Giovanni Giordano Eruno nella storia della cultura