Fraternità Lettera periodica agli amici del Convento (Dicembre 2010, n. 7) Frati Cappuccini - Chiesa di S. Maria degli Angeli - 12042 BRA Riconoscere il Signore! La Bibbia, in numerosi brani, ci descrive l’esperienza di Dio, l’incontro con Lui, vissuto dagli uomini e dalle donne che lo cercano con sincerità di cuore. In quei momenti profondi e trasformanti una costante è quella della meraviglia, dello stupore, ma anche della ‘distanza’ tra le vie del Signore e le vie dell’uomo. Un episodio, in particolare, desidero però rileggere con voi nell’imminenza di questo Natale: “In quei giorni, Elia, (essendo giunto al monte di Dio, l’Oreb), entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Esci e fèrmati sul monte alla presenza del Signore». Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna” (1 libro dei Re cap. 19, versetti dal 9 al 13). Nell’affannosa corsa quotidiana, corriamo il rischio di non riconoscere la presenza del Signore. Egli, anche oggi, si fa ‘carne’ nel quotidiano della storia, degli impegni, degli incontri, della vita concreta. La sua presenza è nel volto del proprio figlio che attende la pappa come Gesù bambino, oppure è presenza e carne nel genitore anziano e malato; altre volte è presenza di Dio la richiesta di ascolto di un amico o di una coppia in crisi, o il bussare alla nostra porta di un povero, di un immigrato infreddolito. Chissà… L’augurio che desidero rivolgervi è quello di vivere il Natale aperti alla dimensione interiore e profonda della vita, per cogliere la sorprendente presenza del Signore nel fragile segno della brezza leggera, nel fragile segno della nostra umanità, spezzando con tutti il pane dell’Amore. Auguri! Meditazioni davanti al presepe san Francesco "regista" di Dio? C aro Francesco, scusa se mi permetto di scriverti una lettera ma è da anni che mi tormenta una domanda sulla tua vita: perché hai inventato il presepe? Lo sai che hai lanciato una moda che dura ancora oggi, dopo quasi ottocento anni? Se vedessi, in questo periodo ci sono presepi ovunque: nelle nostre case, nelle chiese, sulle piazze, perfino nelle vetrine dei negozi! Che cosa ti è passato per la testa quel Natale, quando ti trovavi a Greccio, per realizzare una così fortunata scenografia? Molte volte mi immagino il tuo mondo medioevale, già popolato da così tante sacre rappresentazioni che mi risulta difficile capire perché hai desiderato diventare il regista della Natività. Aspetta, provo a leggere la tua biografia. Scrivono di te che desideravi vedere i disagi in cui Gesù si è trovato al momento della nascita, adagiato sul fieno tra il bue e l'asinello. Qui proprio non ti capisco: le sacre rappresen- Pag. 1 tazioni cui tu hai assistito fin da bambino erano impressionanti, portavano in scena il dolore di Cristo o le pene dell'inferno per spaventare la gente e tu invece che cosa fai? Metti in mostra il lato umano, innocuo, addirittura tenero di Dio; invece di un giudice severo presenti a tutti un bambino che dipende totalmente dai genitori. Volevi per caso sfidare la censura della Chiesa con questa tua trovata? O forse avevi visto lontano e desideravi superare l'immagine di un Dio troppo distaccato dalle cose umane? Se fosse così, mi spiego allora perché la tua idea del presepe piaccia tanto anche se in modo inconscio - all'uomo del Duemila, così tecnologico eppure così bisognoso di umanità e di amore. Amore! Ecco che cos'è stata la tua improvvisazione di Greccio: una rappresentazione dell'Amore, ma certo! Perché non ci ho pensato prima? Il presepe non è nato nella tua testa ma nel tuo cuore lacerato per il fatto che "l'Amore non è amato", come urlavi per le strade di Assisi, e allora hai voluto regalare ai fratelli uno sguardo diverso su quel Dio che si è donato tutto agli uomini fino a morire in croce per loro. Contemplando quel neonato che tende le braccia verso l'uomo, ognuno avrebbe potuto vedere l'umiltà e la misericordia di Dio e non ne avrebbe più avuto paura ma l'avrebbe amato come l'hai amato tu, in modo totale. Che genio sei stato! Non smetterò mai di ringraziarti perché mi hai fatto capire che, in fondo, sei tu quello che a Natale ci fa il regalo più bello mettendo fra le nostre mani - e nel nostro cuore - un piccolo sorridente Gesù bambino. Buon Natale! Fabrizio (da Letizia francescana - Spolina) Il Cantico di frate sole (3) Laudato sie, mi’ Signore, spezialmente messor lo frate Sole L a prima delle creature cantate da Francesco nel Cantico è “messor lo frate sole”; potremmo quasi dire che tutto il cantico è posto sotto il suo segno. Esso è cantato in una visuale completa e poetica e quindi non può essere ridotto a una descrizione empirica. Francesco è il poeta dell’Altissimo... ma è un poeta che sa anche mirare nel profondo di ogni realtà creata. “Il sole è il più bello di tutte le creature”, è la cosa splendida, la prima che s’incontra dopo che ci si è rivolti dall’Altissimo verso le creature. Non possiamo comprendere il cantico, se non vi scorgiamo l’espressione di una gioia innocente e profonda, sentita nella realtà delle cose. Questa gioia fu per Francesco soprattutto la gioia della luce. Egli amò la luce come pochi uomini l’hanno amata e ringrazia l’Altissimo per quel meraviglioso dono. Nello Specchio di perfezione (Fonti Francescane 1819), leggiamo: “Al di sopra di tutte le creature non dotate di ragione, Francesco amava particolarmente il sole e il fuoco: Diceva: “Al mattino, quando sorge il sole, ogni uomo dovrebbe lodare Dio che ha creato il sole per nostra utilità, poiché è per suo mezzo che i nostri occhi sono illuminati durante il giorno; la sera, quando scende la notte, ogni uomo dovrebbe lodare Dio per fratello fuoco, a mezzo del quale i nostri occhi sono illuminati nella notte”... Giudicava e diceva che il sole è il più bello di tutte le creature e più rassomiglia al Signore, tanto che nella Scrittura il Signore stesso è chiamato Sole di giustizia”. Francesco amò la luce e il sole anche se, nella sua vita, a causa di una malattia contratta in Oriente e che lo rese quasi cieco, ne poté godere poco. Nonostante i suoi occhi non potessero più sopportare la luce del giorno, Francesco mantenne intatto il suo entusiasmo per lo splendore della luce: sgorgano dal suo cuore meraviglia, stupore, riconoscenza. Questo sole che Francesco canta non è soltanto un oggetto, ma è un’immagine che sorge dalle profondità della sua anima e devia lo sguardo verso qualcosa di diverso, di più intimo. Laudato sie, mi’ Signore, cum tutte le Tue creature, spezialmente messor lo frate Sole, lo quale è iorno et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significazione. (Fonti francescane n. 263) In primo luogo il sole è salutato come datore di luce... perciò “è bellu e radiante cum grande splendore”. Frate sole è il simbolo della generosità: egli dà con gioia a tutti la sua luce (Mt 5, 44-45 “amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti”). Per questo il sole è chiamato da Francesco “messer”. Se “fratello sole– signor sole” dona la luce è perché è compreso ed è cantato come la sorgente fondamentale della vita... è il simbolo del Padre (Siracide). Il sole, simbolo del Padre, è il fecondatore, è il generatore universale di vita. Ma al “signor sole” Francesco aggiunge un’altra immagine: egli è “frate” e “de te Altissimo porta significatione”. Comunicando con questa immagine di luce, di vita, di immagine paterna, Pag. 2 l’animo di Francesco riceve il beneficio di una rivelazione trascendente, scorge la manifestazione e la cifra dell’Altissimo. Qui Francesco riassume aspetti pre-cristiani e cosmici importanti: la sua fede non distrugge e nemmeno attenua questi antichi significati ma li rinforza, sovrapponendovi nuovo valore. er Francesco Gesù Cristo è il senso vero di tutte le cose, perché in lui tutto fu creato: Cristo ci consente di intendere la creazione nel suo senso più profondo e mentre ci svela il senso della Scrittura, ci svela anche il senso della creazione. Ecco abbinato il senso cosmico del sacro, al senso nuovo che Cristo ha dato alle cose con la sua incarnazione e “ricapitolazione in lui di tutte le cose”. Un ulteriore aspetto che colpisce è il senso di fraternità che Francesco instaura con “frate sole”: vi riconosce una parentela profonda... L’immagine del sole con la sua luce, il suo fuoco, con la sua generosità luminosa nel dare, esprime ciò che Francesco nel suo profondo aspira ad essere, ciò che egli è in procinto di diventare: una creatura solare. Possiamo perciò dire che Francesco, mentre celebra il sole come un fratello e come il simbolo dell’Altissimo, intravede segretamente il suo più alto destino, la sua più vera vocazione: divenire luce, unire in sé tutte le forze più profonde, per trasfigurarle in vocazione solare. E’ una vocazione altissima alla quale Francesco giunge proprio mentre i suoi occhi esteriori non vedono più la luce, ma il suo intimo lavora per renderlo sempre più luminoso. Il nostro santo vive nella certezza del Regno dal momento che, componendo il Cantico, il Signore lo solleva dalla sua sofferenza dicendogli di vivere in pace. Cantando fratello sole, Francesco canta quel che il Signore ha operato in lui, facendolo passare dalla tribolazione alla certezza del Regno. Nel fratello sole vede quel tesoro di gloria che gli è stato promesso e che non è altro che la sua stessa anima salvata nella sua pienezza e nell’atto di portare, con tratti di fuoco e di luce, il marchio dell’Altissimo. fra’ Oreste Fabbrone P CHIAMATI A SERVIRE I l 7 dicembre scorso nella Chiesa del nostro convento di Ceva ho ricevuto l’Ordinazione diaconale insieme al mio compagno di studi fra' Gilson Frede, dal Vescovo di Mondovì, il caro mons. Luciano Pacomio. È stata una celebrazione viva e sentita, con la partecipazione di tanti fedeli e l’animazione liturgica dei nostri studenti di teologia. In quella stessa celebrazione il Vescovo ha istituito Accoliti altri 3 seminaristi e un candidato al diaconato permanente, tutti della Diocesi di Mondovì. Il diaconato è un ministero che ci rimanda in modo particolare al servizio nella Chiesa. Siamo stati ‘eletti’, scelti come diaconi per servire ancora di più il Signore e la sua sposa, la Chiesa, la comunità cristiana. Uno dei momenti molto sentito della celebrazione è stato quella della preghiera dell'ordinazione e dell'imposizione delle mani. Lo stesso Vescovo mentre pronunciava le parole della preghiera era molto emozionato. Lo si percepiva dalla sua voce e questo ci ha aiutati tutti a vivere con intensità di preghiera quel momento. Su di noi, in quel momento, era invocata la presenza e la forza dello Spirito di Dio, senza il quale nessuno può esercitare fedelmente qualsiasi ministero nella Chiesa: “Ti supplichiamo, o Signore, effondi in loro lo Spirito Santo, che li fortifichi con i sette doni della tua grazia, perché compiano fedelmente il ministero. Siano di esempio in ogni virtù: sinceri nella carità, premurosi verso i poveri e i deboli, umili nel loro servizio, retti e puri di cuore, vigilanti e fedeli nello spirito”. Mi fermerò ancora qualche mese a Bra, perché, insieme a f. Gilson, prevedo di concludere gli ultimi esami di Teologia a gennaio. Poi il ritorno a Capo Verde dove in luglio (i nostri superiori hanno già previsto la data!) saremo ordinati sacerdoti. Contiamo davvero sul vostro affetto e sulla vostra preghiera! fra’ Claudino Pag. 3 CRONACA (IN BREVE) DEL CONVENTO 29 settembre 2010 : F. Michele riinizia, nella nostra Chiesa, il corso “I 10 comandamenti”. Buona la partecipazione all'incontro iniziale con circa 120 presenti. 2 ottobre 2010: Pranzo di san Francesco. Siamo onorati dalla presenza dei sacerdoti della zona, del Sindaco e della Giunta e dei nostri amici e collaboratori. Alle 21 celebrazione del ‘Transito di S. Francesco’. Partecipazione non numerosa, ma celebrazione apprezzata e sentita. 3 ottobre 2010: Nel pomeriggio al Monte dei Cappuccini a Torino professione solenne di f. Salvatore Galluzzo e di f. Luca Brescia. Auguri! 4 ottobre 2010: Dopo la S. Messa solenne di S. Francesco, presieduta da p. Felice, rinfresco in refettorio, in amicizia e fraternità. 5 ottobre 2010: F. Claudino inizia il corso di portoghese. E' un'iniziativa che si colloca nella linea di apertura del convento e di accoglienza. 15 ottobre 2010: In occasione della Festa della famiglia organizzata dall'Unità pastorale, nella nostra Chiesa, si è tenuta la Veglia di preghiera, presieduta da don Gigi. La preghiera è proseguita per tutta la notte. Al mattino Lodi e Eucaristia. 19 ottobre 2010: Visita fraterna del Vicario generale p. Felice Cangelosi ed economica di p. G. Piccolotto. Momento serio di verifica e soprattutto di dialogo fraterno. 14 novembre 2010: Capitolo elettivo della fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Bra. Il nuovo responsabile è Giancarlo Fissore. 27 novembre 2010: a Fossano, professione solenne di fra’ Franco Busato. Auguri di cuore di buon cammino! Dicembre 2010: P. Felice anima la Novena dell'Immacolata a Racconigi. 7 dicembre 2010: A Ceva ordinazione diaconale di f. Gilson e del nostro f. Claudino. 14 dicembre 2010: La ditta incaricata rimuove la campana pericolante per il cedimento di un perno di sostegno. I lavori saranno eseguiti nei prossimi mesi. Avremo bisogno dell’aiuto e della generosità dei nostri fedeli. IN DIALOGO CON P. ANGELICO P. Angelico, nato a None nel 1875, è dapprima seminarista diocesano, poi frate cappuccino, sacerdote, professore e provinciale dei Cappuccini. Nel 1914 parte missionario e lavora in Eritrea e in Etiopia per trent’anni. Vive come la popolazione del luogo, cura le vocazioni locali, per le sue innumerevoli attività lo chiamano “frate tuttofare”. Espulso dall’Etiopia a causa della guerra nel 1943, torna in Italia e si ritira a Bra dedicandosi alla preghiera, al confessionale, alla predicazione. Muore il 15 gennaio 1953 ed è dichiarato Venerabile il 7 marzo 1992 da papa Giovanni Paolo II. Presso la sua tomba, nella nostra Chiesa, i fedeli lo invocano ogni giorno. (dal quaderno in Chiesa) • Padre Angelico tu che puoi farti ascoltare da Gesù, ti prego di chiedere il miracolo: liberami da questa angoscia che mi distrugge, fa’ che la mia cara nipote possa guarire presto e bene e prega per lei. • Caro Padre, prega ancora per me. Ti supplico aiutami nel lavoro e parla al cuore di R. Aiutami per pietà. Continuo a pregare e ad avere fede. Non abbandonarmi. • Caro Venerabile padre Angelico, tu sai chi sono e conosci da lassù l’opera che con mio marito ho intrapreso per i tuoi amati fratelli dell’Eritrea. Aiutami a continuare per questa strada pregando il buon Gesù. Grazie di cuore. • Padre Angelico, aiutami. Grazie. Benedici e guida la mia famiglia. • Caro Padre Angelico, ti ringrazio per l’aiuto che mi hai dato, per tutto l’amore che sto ricevendo, aiutami a mantenere questo sincero rapporto con M. perché è diventato la cosa più importante della mia vita. Ancora grazie. • Grazie Padre, aiutami per la grazia che conosci. Con te amo l’Eritrea e ORARIO DELLE CELEBRAZIONI SANTE MESSE Giorni feriali: .................................... ore 7.00 e ore 7.30 Giorni festivi:.................................... ore 7.00; 8.00; 9.00; 20.00 LITURGIA DELLE ORE Giorni feriali: .................................... ore 6,40 (Lodi) .......................................................... ore 18,40 (Vespri) CONFESSIONI E ASCOLTO Siamo disponibili durante l’orario di apertura della Chiesa. Vicino alla sacrestia vi è l’indicazione della nostra presenza in Convento, suonare il campanello. Padre Felice è disponibile per l’ascolto. E’ bene contattarlo direttamente per fissare l’appuntamento (cell. 333 4674174). Anche fra’ Michele (cell. 333 8715883) e fra’ Luca (cell. 348 0557383) offrono la loro disponibilità per l’ascolto e il dialogo. I DIECI COMANDAMENTI Prosegue il corso su I Dieci comandamenti. Sono incontri per giovani che hanno luogo nella nostra Chiesa il mercoledì sera. Per informazioni rivolgersi a fra’ Michele (cell. 333 8715883). Chi desidera ricevere questo foglio in formato PDF ce lo comunichi via e-mail: [email protected]. Causa un recente disguido con il pc vi chiediamo di inviarci nuovamente il vostro indirizzo e-mail. Pag. 4 l’Etiopia e lì c’è il nostro cuore. • Padre Angelico, intercedi presso il Signore e fa’ che la visita dallo specialista vada bene. Confido in te. • Caro Padre, tu che sei vicino a Dio prega e intercedi per noi. • Padre Angelico, io e mio marito desideriamo tanto avere un figlio; aiutaci a lasciare da parte i nostri egoismi per aprirci completamente alla vita. • Padre Angelico, io non ti conosco molto, ma nella misericordia di Dio, ti chiedo di intercedere la pac e la salute per me , per le mie figlie e le loro famiglie. • Padre Angelico, aiuta mio figlio. • Mi chiamo A. Ho tanto sofferto nella vita, mi hanno trovato il cuore molto stanco. Ho bisogno di cure. Pregate tanto tanto. Grazie. • Caro padre Angelico, spero che mi aiuti in questo cammino per me e la mia creatura che ho in grembo. Aiutami, grazie per tutto. Prega per noi. Per informazioni, richieste di preghiera , opuscoli e immagini del Venerabile p. Angelico, scrivere al Convento, anche via email. I NOSTRI RECAPITI Convento Frati Cappuccini Piazza XX Settembre, 42 12042 BRA (Cn) Telefono 0172 062 032 E-mail [email protected]