RICONOSCIMENTO OTIA - ANNO 2002
1.
INTRODUZIONE
Il Riconoscimento OTIA intende promuovere e valorizzare contributi e attività intellettuali meritevoli
(progetti, idee, ecc.), legate ai campi di applicazione delle discipline contemplate dall’Ordine,
sviluppate da giovani membri dell’OTIA. Entrano in considerazione proposte, iniziative di ampio respiro
a libera scelta, ma comunque legate alle professioni dell’Ordine.
Il presente riconoscimento non costituisce un concorso ai sensi delle normative professionali, bensì
viene conferito liberamente, secondo le disposizioni che seguono sulla base di una raccolta periodica
di proposte formulate da giovani membri dell’OTIA.
In occasione dell’Assemblea Generale Ordinaria OTIA del 21.05.2003 viene assegnata la prima
edizione del Riconoscimento OTIA.
È così che quali primi lavori, riconosciuti meritevoli di attenzione, sono stati esaminati e considerati
quelli presentati da:
- ingg. Cristina Zanini-Barzaghi e Giovanna Colombo
sul tema legato ad incentivare i giovani ad intraprendere l'attività nel campo della costruzione;
- ing. Giovanni Pedrozzi
con un approfondimento relativo all'analisi delle catastrofi naturali in Ticino.
Gli esperti, prof. Giuseppe Curonici, di Breganzona -per il lavoro degli ingg. Zanini Barzaghi e
Colombo-, e dr. Giorgio Beatrizotti, di Bellinzona -per il lavoro dell’ing. Pedrozzi-, che hanno
collaborato a questa prima disamina hanno rilevato sia l'interesse scientifico dei lavori consegnati
che, in senso lato, quello legato a questa nuova iniziativa.
L'auspicio è che sempre più, vengano presentati lavori, senza reticenze o remore di sorta; in
particolare nei settori più noti dell'urbanistica e dell'architettura nonché nell'ingegneria civile, ambiti
nei quali in Ticino trova occupazione un rilevante numero dei nostri membri.
Invitiamo pertanto i giovani (con età fino a 40 anni) membri OTIA, a non esitare nel proporre i propri
lavori, studi, ecc. così da contribuire alla crescita di questa iniziativa, di cui tutti potranno beneficiare.
2. "PROGETTARE E COSTRUIRE IL
Gruppo Professionale: “Ingegneria”
Autori:
PROPRIO FUTURO"
- ing. Cristina Zanini Barzaghi (Pambio Noranco)
- ing. Giovanna Colombo (Bosco Luganese)
2.1 Sintesi del lavoro
RITRATTI DI PROFESSIONISTI CHE HANNO STUDIATO ARCHITETTURA O INGEGNERIA CIVILE ALLA STS
(DCT SUPSI) E ALLA SAMT/SPAI.
UN INCENTIVO PER INVOGLIARE LE GIOVANI E I GIOVANI AD INTRAPRENDERE LA FORMAZIONE NEL
CAMPO DELLA COSTRUZIONE
Secondo numerose fonti, vi è allarme a livello svizzero per la penuria di personale tecnico nella
costruzione (in particolare nell’ingegneria civile), il numero di studenti nelle scuole universitarie
professionali e nei politecnici è infatti sensibilmente calato negli ultimi anni nonostante la buona
congiuntura del mercato. Ciò è dovuto al fatto che le professioni della costruzione sono oggi
meno conosciute di un tempo e considerate come poco attrattive dai giovani.
Il progetto “Progettare e costruire il proprio futuro” consiste nell’elaborazione di 5 - 7 ritratti di
professionisti e/o studenti attivi nella progettazione delle costruzioni (ingegneria civile, architettura
e campi affini), da raccogliere in un opuscolo da pubblicare su giornali o riviste e da distribuire in
modo diffuso nelle scuole.
L’intento principale è quello di proporre modelli in cui le giovani e i giovani possano identificarsi,
trasmettendo messaggi positivi e illustrando le possibilità di formazione.
Non da ultimo, portando una nuova immagine professionale che valorizza le doti di creatività e
comunicazione, oltre a quelle tecniche, si intende incentivare la presenza femminile nel settore.
2.2 commento dell'esperto (prof. Giuseppe Curonici - Lugano)
La proposta “Progettare e costruire il proprio futuro” è stata inoltrata per il Riconoscimento OTIA
congiuntamente da Cristina Zanini Barzaghi, ing. civile dipl. ETH SIA e Giovanna Colombo, ing.
civile dipl. ETH SIA.
Il progetto reca il sottotitolo: un incentivo per invogliare le giovani e i giovani ad intraprendere la
formazione nel campo della costruzione. Nella sua essenza, consiste in un testo integrato da
illustrazioni fotografiche, apparati grafici e altri annessi informativi, il cui oggetto consiste nel
mostrare in che cosa consistono realmente le attività professionali della progettazione di
costruzioni: ingegneria civile, architettura e campi affini.
Tale studio dovrà portare alla redazione ed edizione di un opuscolo, che tra l’altro potrà essere
distribuito nelle scuole, o di una serie di articoli di giornale o di riviste. Lo scopo è di entrare in
comunicazione con l’opinione pubblica, far conoscere queste professioni, metterne in evidenza i
molteplici aspetti positivi, dai punti di vista sia pubblico sia personale, attirare verso di esse nuove
forze giovani, per consentire il ricambio generazionale. Le due proponenti ricordano pure che in
Svizzera esiste una penuria di personale tecnico, prevedibilmente anche nel prossimo futuro.
L’interesse del programma di ricerca di Giovanno Colombo e Cristina Zanini Barzaghi è data dal
fatto che partecipa a un panorama di ricerche socioculturali attuali, concrete e ad ampio raggio,
in cui si intrecciano la tecnica, la scuola, lo sfondo socioeconomico delle professioni, e il rapporto
tra cultura e attività produttiva.
In particolare viene affrontato il problema delle professioni tecniche dal punti di vista del genere
dei soggetti interessati, ossia maschile e femminile. Le autrici intendono far vedere che è
pregiudizio puramente tradizionale e irrazionale, non frutto di riflessione critica e realistica, ritenere
le professioni tecniche non siano adatte a persone di sesso femminile. Questo aspetto
dell’indagine, psicologico oltre che sociologico, investe direttamente alcuni dei più ragguardevoli
problemi dell’odierna cultura di massa, sia nei fatti, sia nella conoscenza e consapevolezza dei
fatti, particolarmente in una prospettiva dinamica ed evolutiva.
Quanto al metodo di lavoro, tracciare ritratti di professioni, osserviamo che offre almeno due
vantaggi: raccogliere una quantità di esperienze vissute, in modo che non vadano perse ma
vengano messe a disposizione di molti; e rendere agevole e gradevole la comunicazione con il
destinatario attraverso la vivezza delle testimonianze personali.
Alle autrici suggeriamo di mettere maggiormente a fuoco due questioni. Dapprima, chiarire se
intendono intervistare professionisti oppure studenti sia pure di livello avanzato. Le due cose non
possono essere mescolate o anche soltanto equiparate. Infatti, per far conoscere una professione
ci si possono aspettare conclusioni ben diverse se si esaminano le speranze dei giovani, oppure le
esperienze vissute e i dati acquisiti dei professionisti nel pieno del lavoro effettivo. In secondo
luogo, è opportuno chiarire i criteri con i quali saranno scelti i professionisti di cui si intende parlare.
Per tale operazione socioculturale e psicologica ci si può attendere che un medito uniforme e
coerente sia applicato alla massima varietà di casi differenziati.
In bae a quanto sopra, il progetto di ricerca di Giovanna Colombo Cristina Zanini Barzaghi risulta
meritevole di positivo riconoscimento.
"INNESCO DI FRANE IN CANTON Ticino, PREDIZIONE COL METODO DELL’INTENSITA’ E
DURATA DELLE PRECIPITAZIONI"
Gruppo Professionale: “Acqua/Aria/Suolo”
Autore: ing. Giovanni Pedrozzi (Pregassona)
3.1
Sintesi del lavoro
Il progetto consiste in una ricerca scientifica nel
campo dei pericoli naturali partendo da
Cerchio rosso = franamento
misurazioni ricavate durante le alluvioni negli
Croce blu = pioggia senza franamento
anni 2000 e 2001. Un articolo con il titolo Innesco
di frane nel Canton Ticino (Svizzera), predizione
col metodo dell’intensità e durata delle
precipitazioni
è
stato
presentato
alla
conferenza mondiale annuale degli specialisti
dei franamenti avvenuta quest’anno a Sorrento
– Italia, maggio 2003 (titolo conferenza Fast
Slope Movements-Predictions and Prevention for
Risk Mitigation). Il metodo studiato si basa sulla
correlazione fra le precipitazioni e l’innesco di frane utilizzando come parametri la durata della
precipitazione e la sua intensità oraria, i risultati sotto forma grafica vengono rappresentati con
due scale logaritmiche. Lo studio si è concentrato sulla regione del Luganese.
Innesco di frane a Lugano (273 m.s.m.) nel periodi 2000 - 2001
e la linea della soglia per il Canton Ticino con PMA di Lugano
1'000.0
100.0
Intensità Precipitazione [mm/h]
3
10.0
1.0
0.1
0.10
1.00
10.00
100.00
1'000.00
10'000.00
Durata [h]
L’uso della misurazione delle precipitazioni e delle curve dei periodi di ritorno delle precipitazioni
deve essere fatto in modo scrupoloso in quanto la meteorologia e la statistica sono delle scienze
complesse. Esse devono essere sempre accompagnate dalla modalità della loro misurazione,
dall’analisi statistica, dalla loro rappresentatività (bacino di validità) e dal campo di validità.
La predizione dell’innesco di frane su un territorio esteso col metodo dell’intensità e durata delle
precipitazioni non è possibile, in quanto ci sono diverse incertezze sulle previsioni e ubicazione
delle precipitazioni (incertezze meteorologiche) e eterogeneità del territorio a causa di diversi
fattori esterni (umano, geografico, climatologico, geologico, geotecnico, idrogeologico ecc.).
È possibile determinare la soglia d’innesco per una determinata frana o di un territorio con una
estensione limitata e con caratteristiche del territorio omogenee.
Il metodo si è rilevato ottimo per la verifica a posteriori della efficacia di un intervento di
risanamento di una frana.
Confrontando il comportamento di una frana con la soglia d’innesco della regione si può
determinale la sua “sensibilità” alle precipitazioni e dunque evidenziare eventuali comportamenti
anomali. Questa informazione permette l’individuazione di cause dovute a fattori esterni come
l’attività dell’uomo, il carsismo ecc. Per i crolli di roccia il metodo non è applicabile.
Attualmente nel Canton Ticino le squadre di soccorso e la protezione civile vengono messe in
preallarme grazie alle previsioni meteorologiche. Con il metodo presentato non è possibile
prevedere con precisione ed in anticipi lo sviluppo di nuovi franamenti e dunque questo
impedisce la messa in atto di accorgimenti preventivi. Comunque, conoscendo la sensibilità alle
precipitazioni di una determinata frana esistente, si può in quel caso intervenire (aumentare la
sorveglianza, evacuazione di persone, ecc.).
3.2 Commento dell'esperto (dott. Giorgio Beatrizzotti - Bellinzona)
Il lavoro dell’ing. Pedrozzi affronta il problema dell’attivazione di catastrofi naturali ad opera degli
eventi meteorologici. Eventi che in questi ultimi anni, a seguito dei cambiamenti climatici, indotti
o meno dall’uomo, hanno un’intensità sempre maggiore.
Più in particolare vengono esaminate le condizioni di innesco di: scivolamenti superficiali, crolli di
roccia e scivolamenti profondi.
Il metodo seguito è quello statistico - probabilistico proposto da Ceriani per la Regione Lombardia
e ripreso da Agustoni per il Cantone Ticino. Metodo che si basa sul rapporto di ogni evento
piovoso con la pioggia media annua, ponendo quindi in rilievo gli eventi estremi, ed associando
agli stessi il numero di frane e scivolamenti verificatisi. Con questo sistema sia Ceriani che Agustoni
sono arrivati a stabilire delle soglie oltre le quali possono verificarsi dei franamenti.
Le conclusioni a cui giunge Pedrozzi, sulla scorta degli ultimi eventi verificatisi nel Sottoceneri, è
che questo metodo confrontato con la variabilità spaziale delle precipitazioni oltre che con delle
caratteristiche geologiche, geotecniche e morfologiche assai disparate non si presta ad essere
utilizzato a scopo previsionale.
Egli suggerisce invece di applicare lo stesso, nelle zone dove si è proceduto ad un risanamento,
per verificare la bontà degli interventi fatti.
Data l’eterogeneità del territorio ticinese le perplessità espresse dall’Autore sono senz’altro
condivisibili anche se gli obiettivi perseguiti dall’analisi descritta più sopra sono soltanto quelli di
indicare, nel corso di eventi meteorologici intensi, le zone, ed in particolare, le strade più esposte
al rischio di franamenti.
Ritengo invece degno di particolare interesse il suggerimento di utilizzare il metodo per verificare a
posteriori il comportamento delle opere di risanamento eseguite: muri, drenaggi, reti. Infatti solo
un paziente lavoro di verifica delle opere di premunizione e risanamento è in grado di portare al
miglioramento di quegli interventi che sono sempre confrontati con delle conoscenze imperfette
sia del terreno che delle condizioni idrogeologiche. In quanto solo delle verifiche a posteriori
possono portare ad un perfezionamento.
Prima di chiudere queste note voglio in ogni caso esprimere una lode all’ing. Pedrozzi per
l’impegno messo nell’approfondimento di uno degli aspetti più rilevanti - le cause degli
scivolamenti - della sua attività professionale, con una ricerca “originale”, tanto più lodevole
poiché svolta al di fuori delle strutture di ricerca istituzionali.
Canobbio, 21 maggio 2003
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