- Spedizione in abbonamento postale Gruppo I11 N. 10 15 Novembre 1955 - 4iP BOLLETTINO DELL'ASSOCIAZIONE ITALIANA P E R IL C O N S I G L I O D E I C O M U N I D'EUROPA reddito pro-capite e dei costi di produzione bassi, possa definirsi moderna. A noi non sembra che una simile definizione sia del tutto esatta, perché pensiamo che alto reddito pro-capite e bassi costi si possano raggiungere anche in un'agricoltura allo stato primitivo. Infatti, in un paese con notevole disponibilità di terra, è possibile raggiungere le finalità di cui sopra con dei semplici allevanlenti di bestiame allo stato brado. Nessuno, crediamo, penserebbe di classificare l'econonlia agricola di un tale paese t r a quelle più moderne e progredite del mondo. Così come noi non ci sentiremmo di classificare moderna quella agricoltura (caratteristica di alcune economie agricole autentiche), che pur avendo meccaiiizzato ed intensificato al massimo no11 avesse raggiunto le finalità di cui sopra. ii Sindaco di Cossnno Belbo (Cuneo) dott. Giovanni Cerruti, il Sindaco di Lequio Berrio (Cuneo) maci-!ru Feliee Gavarino, il sindacalista Aride Rossi e il segretario generale dellYAICCE prof. Serafini Una tale ipotesi può sembrare un assurdo, una contraddizione perchi! si CONVEGNO AD ALBA (Cuneo) presuppone generalmente che l'intensificazione delle colture e la meccanizzazione debbano portare inevitabilmente all'aumento del reddito pro-capite ed alla riduzioiie dei costi di produzione. I1 29 ottobre ad Alba, in provincia di mentre alcune industrie protette e moè invece sempre così. Una errata Ma non Cuneo, si è tenuto - indetto clall'AICCE, ilopolistiche vi si oppongono, il1 forme scelta delle colture (conseguente ad indi- . dalla Unione italiana lavoratori della talvolta aperte, talvolta indirette, e cioè terra e dal Movimento rurale italiano prospettando agli agricoltori immagi- rizzi di politica autarchica) o una mecnari pericoli. Viceversa un Governo canizzazione forzata possono portare ad - un convegno su « l'agricoltura e la integrazione europea ». Sono interve- europeo e un comune mercato europeo un aumento della produzione e non della nuti amministratori di Comuni rurali porterebbero nelle campagne del nostro produttività. Nel qual caso il problema e agricoltori delle provincie di Cuneo, continente una prosperità conosciuta della riduzione dei costi resta un pio Asti ed Alessandria. Hanno parlato - oggi solo negli Stati Uniti d'America. desiderio. Pensiamo pertanto sia più esatto afsotto la presidenza del Sindaco di Lequio fermare che una economia agricola può Berria (Cuneo), maestro Felice Gava- Piiò una moderna economia agricola dirsi veramente moderna quando al sviliipi~arsi riell'aiiitiilo nazionale ? rino - il Sindaco di Cossano Belbo maggior investimento di fattori produt(Cuneo), dott. Giovanni Cerruti, il sinRiportiamo dall'opuscolo, edito dalla tivi economici commerciali si ottengono dacalista Aride Rossi e il segretario segreteria italiana d e l l a C a m p r ~ g n a bassi costi di produzione. E u ~ o p e adella Gioventù, « Cooperazione generale dell'AICCE prof. Serafini. Ciò premesso, vediamo se le finalità E r a probabilmente una delle prime ed integrazione agricola europea : elc- di cui sopra si possono raggiungere volte che il federalismo europeo veniva vazione u m a n a e civile nel m o n d o con- nella nostra ecoilonlia agricola, nel riprospettato, in questa zona, al mondo tadino », In pavte essenziale della rela- stretto ambito nazionale o se non occorra zione t e n u t a d a A?-ide R o s s i al I Concontadino e, in particolare, ad amminiL1egno per i giovani ayq-icoltori ( P i a - invece porsi problemi di integrazione stratori di Comuni contadini. Diversi economica europea, per arrivarci. cenxa, 8-9-10 maggio 1955) : Sindaci hanno, sin dal termine della Come è noto le caratteristiche fon« La domanda richiede, per meglio riunione, promesso l'adesione del loro comprendersi, una precisazione prelimi- damentali della nostra agricoltura sono Comune all'AICCE, rendendosi conto nare su ciò che s'intende esattamente le seguenti : che occorre costituire un largo fronte per economia agricola moderna. 1) Scarsa disponibilità di terra. rurale - nazionale e internazionale Alcuni, infatti, pensano che quando Dopo l'India, l'Egitto e il Giappone, in favore degli Stati Uniti d'Europa, una economia agricola assicura un alto siamo il paese che ha meno terra per I Comuni rurali e l'Europa COMUNI D'EUROPA , ogni unità lavorativa addetta all'agricoltura. Di fronte ai quattro ettari e cinquanta della Francia, ai 5,60 della Danimarca, ai 15,30 della Gran Breta-, gna, ai 23,60 degli Stati Uniti, sta l'ettaro e settanta, per unità lavorativa, dell'Italia. 2) I n s u f f i c i e n z a di investimenti pubblici e privati. In agricoltura si investe annualmente meno del 10% del reddito lordo ricavato dalla terra. Mentre invece nell'industria viene investito annualmente il 18-20% della produzione lorda di tale settore, quando è noto che esistono maggiori necessità di trasformazione nella agricoltura che nell'industria. 3) Acuti fenomeni di disoccupazione e sottoccupazione derivanti principalmente dalla scarsa disponibilità di terra e da particolari sistemi colturali e di conduzione esistenti in alcune zone agrarie del nostro Paese, quali la prevalenza delle cosidette coltivazioni attive ed estensive su quelle intensive. In altre parole ciò che si ricava nella maggior parte dei termini del nostro Paese, è in massima parte frutto del lavoro impiegato più che del capitale investito. 4) Esistenza di alcune situazioni di monopolio terriero commerciale e industriale che ne soffocano un libero e sano sviluppo tecnico, economico e sociale. Ilntendiamo alludere alle tipiche situazioni di monopolio terriero dell'Italia centro-meridionale nelle quali il grosso proprietario, per ragioni di convenienza economica e sociale del tutto personali, preferisce spesso lasciare notevoli estensioni di terreno allo stato di incoltura e affittarlo, ad alti canoni, ai pastori piuttosto che eseguire su di esso delle opere di bonifica e di trasformazione che ne consentirebbero una proficua coltivazione. Alludiamo inoltre alla situazione di monopolio industriale e commerciale nella quule i nostri produttori sono costretti ad acquistare i concimi chimici, le macchine, gli anticrittogamici ecc. 5) Necessità assoluta di esportazione di alcuni prodotti tipici, quali la frutta, gli ortaggi, l'uva, il vino, gli agrumi, il riso, la canapa, ecc., allo scopo di evitare una caduta sotto costo dei prezzi degli stessi con conseguente abbandono di tali coltivazioni da parte dei produttori. La coiiclusione clie ricaviamo esaminando le caratteristiche di cui sopra è che la nostra economia agricola non potrà incamminarsi seriamente sulla strada di una effettiva modernizzazione, se non verranno risolti i seguenti problemi di fondo : a) trasferimento di una parte dei lavoratori agricoli ad altri settori di attività od all'estero, onde poter assicurare una maggior porzione di terra a coloro che vi rimangono, incrementare la meccanizzazione, affrontare in altre parole, in condizioni possibili, uno dei più importanti aspetti del problema dei costi ; b) r a d d o p p i a r e gli investimenti pubblici e privati allo scopo di poter completare la bonifica e la colonizzazione, incrementare il patrimonio zootecnico, fare miglioramenti e trasformazioni, sviluppare le attrezzature per la lavorazione e conservazione dei prodotti agricoli ; c ) mettere i produttori in condizioni di poter comprare i concimi chimici, le macchine, gli attrezzi, ecc. ad un prezzo di concorrenza internazionale ; d ) esistenza di un mercato europeo ampio e sicuro nel quale poter collocare costantemente la nostra produzione ortofrutticola, agrumaria, vinicola, risicola, ecc. E' chiaro che fino .a quando esisteranno restrizioni doganali e quan- l 5 Novembre l 9 5 5 trollata non risolve che in minima parte il problema; 2) perché la insufficienza di capitali nazionali non consente un adeguato investimento di capitali pubblici e privati nell'agricoltura. Perché infine quelli privati tendono sempre più ad orientarsi verso l'industria ed il commercio per evidenti ragioni di convenienza; 3) perché in un regime di protezionismo doganale, di restrizione quantitativa non si potrà mai disporre di macchinari, attrezzi, concimi chimici, ecc. ad un prezzo internazionale per la contraddizione che non consente; 4) perché un mercato europeo ampio e sicuro nel quale poter collocare costantemente senza preoccupazioni di sorta - all'infuori di quella dei costi - i nostri prodotti agricoli di esportazione, non esisterà fino a quando non si avrà una autorità politica europea munita dei necessari poteri per eliminare gradualmente le restrizioni quantitative, i vincoli, le protezioni che i singoli Stati europei frappongono alla libera circolazione delle merci, per difendere prodotti nazionali che non reggono alla concorrenza internazionale ; 5) perché infine i singoli Stati europei, costruendo le loro economie agricole su basi strettamente nazionali, fanno un tale spreco di capitali di terra e di lavoro - per gli inevitabili indirizzi culturali anti-economici che finiscono col prevalere - che altro non fanno che aggravare i mali cronici e le insufficienze di ogni singola economia nazionale. Dopo quanto abbiamo detto, è chiaro che, a parer nostro, non vi è che una via per risolvere i gravi problemi della nostra agricoltura e di quella europea in generale : quella della integrazione economica europea ». l e inizialive agriciile e la regirine Nella terza decade di ottobre si è svolta a Roma la I1 Assemblea generale L'on. EMILIO COLOMBO del Consiglio Superiore della AgricolMinistro deii'Agricoltura tura : erano presenti, f r a gli altri, il titative, l'oscillare delle quali mette in ministro Colombo e il presidente del crisi di tanto in tanto questa o quella Consiglio Superiore, prof. Montanari. coltura, nessun p r o d u t t o r e agricolo Nel suo discorso l'on. Colombo ha, f r a vorrà correre i rischi conseguenti ad l'altro, detto : una estensione delle stesse. Mai come in questo momento è sentita l'esigenza, per l'agricoltura italiana, Ma tali problemi, a parer nostro, non di inquadrare i singoli aspetti tecnici è possibile risolverli nel ristretto ambito nazionale per le seguenti considerazioni : ed economici in una organica e com1) perché l'assorbimento di una pleta visione che abbia tre punti di rifeparte dei lavoratori agricoli nelle atti- rimento : l'influenza del progresso tevità industriali e commerciali è limi- cnico nei vari settori della produzione; tato, per non dire impedito, dalla disoc- la situazione del mercato interno e la cupazione esistente in tali settori : e possibilità di espansione dei consumi; tutto f a credere che lo sarà ancora per gli scambi con l'estero in rapporto a (Continua a pag. 7) qualche anno : perché l'emigrazione con- , 1 5 Novembre 1955 COMUNI D'EUROPA 3 E U R O P E A (a due luci) I1 Torio per l'Europa Nel quadro murale di una sezione del P.C.I. - nella primavera del 1954 - leggemmo questa frase: La CED è inefficiente perché non p r e v e d e l'armamento atomico v . A questa critica, mossa al trattato anche da altri gruppi politici, i federalisti risposero che - intanto - si unificassero le difese esistenti, in tal modo potenziandole e permettendo così uno sviluppo tecnico sostanziale che i ristretti bilanci degli Stati nazionali non avrebbero mai potuto sopportare. Oggi nel clima di ottimismo ufficiale 11 (e diciamo così perché se i capi delle grandi potenze si scambiano sorrisi l'uomo della strada non ha per questo acquistato una qualche ragione di tranquillità per l'esistenza) Jean Monnet, l'ex presidente dell'Alta Autorità della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, si rivolge di nuovo ai rappresentanti ufficiali dei vari ambienti politici europei per creare un comitato di iniziativa per gli Stati Uniti d'Europa e propone come prima realizzazione la costituzione di un Centro europeo di energia nucleare. Tutto auanto è stato detto dalla s t a m ~ afederalistaAa proposito del nuovo impegno di Monnet si può riassumere nella intelligente e chiara osservazione: gli Stati nazionali europei presi ognuno per sé possono modernizzare le loro industrie, possono attrezzare le loro forze armate con armi atomiche (naturalmente impiegando grossissime cifre per realizzare tutto ciò) ma non possono sostenere singolarmente l'onere degli impianti per la separazione della materia fissionabile ossia dell'elemento primo per l'applicazione pacifica o militare dell'energia nucleare. Perciò, propone sorridendo Monnet, si crei un Centro europeo dell'energia nucleare per far sì che i vari Stati europei attingano non dagli Stati Uniti d'America ma da questa fonte unificata europea l'elemento base per le loro industrie nuovissime. Eppure Monnet dovrebbe ricordare le lunghe discussioni che si sollevarono quando si parlò di unificare l'industria orologifera europea. In particolare il delegato inglese alla conferenza europea pose preoccupatissimo la questione: visto che dalle stesse industrie che producono i pacifici strumenti della misurazionedel tempo escono anche i pericolosi congegni per le bombe ad orologeria, è mai possibile che gli Stati nazionali permettano una minaccia così grave alla loro sovrana sicurezza? E lo stesso, quando si parlava di p001 agricolo e di unificazione della produzione delle macchine agricole, ad impedire il passaggio all'azione fu proprio la considerazione del fatto che dalle stesse fabbriche dalle quali escono i pacifici trattori ve_ngono a c a r i armati-ai uso militare, ~ k prodotti o ~ ossern a i vatye che coloro che accettano un$ così importante iniziativa senza vedere ssebito che un Centro di energia nucleare senza una direzione politica europea comune sarà come il cratere di un vulcano aperto nel cuore dell'Europa 6 pronto ad ogni momento a gettare su di lei qualcosa di ancora più distruttivo della lava infuocata, hanno totalmente perduto il contatto con l'opinione pubblica comune. Eppure figurano tra gli aderenti alla i n i z i a t i v a di . Monnet - anche se vogliamo restare solamente all'elenco degli aderenti italiani - rappresentanti di partiti di larghe masse o di organizzazioni sindacali. Non abbiamo dunque torto quando sosteniamo che solo chi è a capo, per elezione diretta, di una comunità locale, e in special modo di una comunità locale di tale misura che non escluda il contatto costante tra amministratori cd amministrati, è a buon diritto il rappresentante di questa opinione pubblica, senza la quale si vuole fare 11 P 1 ancora una volta - i conti. Mettiamo che un Centro europeo di energia nucleare permetta effettivamente all'Europa di produrre il torio in quantità sufficiente per soddisfare le esigenze della grossa, media e piccola industria europea, per modo che tutta la vita ne venga a subire una rivoluzione economica profonda. Ma ci si è domandati quale sarà il destino complicatissimo di questa sostanza elementare al suo ingresso nei vari paesi, ci si è domandati quali garanzie chiederanno le industrie delle attuali energie-base (dall'energia elettrica agli idrocarburi) per far sì che questa manna di nuovissimo tipo filtri a oncia a oncia nel sistema circolatorio dei popoli europei? Pare al cittadino comune europeo p o s s i b i l e che gli Stati nazionali abbiano forza sufficiente per operare una così pro-onda, sia pure soltanto economica, rivoluzione? Noi crediamo di no. A parte le dirette preoccupazioni che possono derivare dalla strettissima relazione esistente tra la produzione di energia nucleare a scopi industriali e quella per uso militare, è effettivamente impossibile che lo sviluppo e l'attività di un centro così essenziale alla P Y - futura vita economica europea non abBia ben saldo sopra di sé un governo unico europeo che elabori quella politica legislativa, fiscale o no, che ogni iniziativa del genere richiederebbe. Qualcuno obbietterà: e allora la CECA? Appunto, la CECA. Ed è strano che proprio Monnet, dimissionario al momento in cui la via delle autorità specializzate apparve interrotta dal rifiuto della CED da parte dell'Assemblea francese, voglia affrontare questa nuova, quasi impossibile, esperienza. A meno che Monnet non voglia (attenzione, signori rappresentanti delle poliufficiali .) mettere davanti all'evitiche denza coloro che avessero pensato di poter costituire un Centro europeo di energia nucleare a sé stante e definito in se stesso. Qualche volta i politici ad alto livello hanno bisogno di ritornare a scuola davanti a una lavagna sulla quale una mano maestra scriva (( 2+2=4. Mulini a vento I signori borgomastri olandesi che si recarono nella Saar per fare da s u p e r v i s o r i durante le scorse votazioni avranno a questa ora fatto ritorno alle loro sedi in Olanda. Chiunque abbia mai messo piede in quel magnifico Paese ricorderà l'altissimo livello di civiltà dei suoi cittadini e se per caso vi si sarà recato in occasione di qualche manifestazione federalista avrà certo avuto modo di notare quanto sia diffuso in tutti i diversi strati della società olandese la volontà di federarsi con gli altri Paesi d'Europa. Nessun fatto clamoroso di Governo o di pubblica opinione ha mai seriamente posto in periocolo questa idea sostenuta da tutti. Ma forse è scritto che senza fatica nessuna idea passi dalla mente degli uomini alla realizzazione completa. Ed è per questo che oggi i federalisti olandesi in seno alla grande concentrazione europea, 1'Union européenne des fédéralistes (della quale 1'AICCE è membro aderente) - i federalisti olandesi che pure probabilmente meglio dei federalisti italiani si rendono conto della necessità di un più rigoroso me$odo di lavoro - nella polemica apertasi a proposito della proposth di Altiero Spinelli di arrivare ad un corgresso del popolo europeo che impegni u!; fronte se necessario contro gli stessi governi, si guardano intorno scandalizzati e c i t ~ n oal loro attivo il fatto che in Olanda il Governo il Governo e le amministrazioni territoriali pubbliche a tutti i livelli - K non abbandona la partita federalista (1). Dobbiamo effettivamente dare atto che il Governo olandese da un certo momento in poi ha operato una continua, costante politica europeista. Ma quando gli amici federalisti olandesi citano le amministrazioni 1, vorremmo che fossero un po' più precisi. Intendono le delibere dei consigli municipali (eletti direttamente per 4 anni dai cittadini residenti nel comune, che 11 Magda 'da Passano (Continua o pag. 5 ) COMUNI D'EUROPA A PROPOSITO DI RIFORMA DEL SENATO ONR PROPOSTA EAE INTERESSI LE EOMUNITA' LOCALI I lettori di Comuni d'Europa non si meraviglieranno che anche da queste pagine si parli di Riforma del Senato 11 appena sapranno che lo scritto di Adriano Olivetti che riportiamo qui di seguito interessa assai direttamente le Comunità locali, giacché si propone il discorso di una rappresentanza negli organi superiori dello Stato. Molti ricorderanno il resoconto (v. 11 Comuni d'Europa del 30 aprile 1955) sulla riunione del Comitato Costituzionale del CCE, nel quale resoconto (a proposito del Consiglio economico e sociale previsto da alcuni progetti di Comunità Politica Europea) si parlò del ridimensionamento della comunità locale e della sua possibile rappresentanza - attraverso gli organi regionali - in una Camera alta (Senato) integrabile anche con una rappresentanza funzionale. E si aggiungeva - riportando l'intervento di Serafini, rappresentante Der l'Italia. al Comitato Costituzionale del CCE -: qualora il criticato principio di un Consiglio economico e sociale consultivo e a se stante finisca per prevalere, il CCE non se ne dovrà disinteressare: i Comuni sono enti territoriali e possono fungere, tutto sommato, da tutori ottimi del cittadino consumatore I > . Pubblichiamo oggi questo estratto dell'articolo Di una proposta anfibia intorno al Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro di Adriano Olivetti, comparso su Mondo Economico I) del 5 febbraio 1955, mentre il discorso sulla necessità di una riforma del Senato si è riacceso, sia pure con criteri assai limitati e affatto risolutivi del problema di fondo del rinnovamento funzionale della seconda Camera. Lo scritto che riportiamo in estratto illustra - con le precedenti pagine L'Ordine politico di Adriano Olivetti ne delle Comunità e gli articoli (I Riforma del Senato o della Camera? e K Proposta di un Senato organico e funzionale 1) (rispettivamente apparsi nella rivista 'Comunità, numeri 12,1951, e 15, 1952) -uno schema che risponda alle esigenze qualitative proprie di un alto istituto legislativo. Centrale in questo schema la preoccupazione di mantenere anche per il Senato il legame coll'ente territoriale locale pur rispettando le leggi della competenza specializzata (1). n. d. R. 11 avrebbe dovuto costituirsi nel modo seguente: a) 156 Senatori nominati dalla Camera, per divisione funzionale, con l'identico metodo che l'attuale regolamento della Camera stessa prescrive per la formazione delle Commissioni permanenti da parte dei Gruppi Parlamentari; b ) 45 Senatori designali col metodo della cooptazione da parte di ciascuno dei gruppi precedenti, entro speciali elenchi di professori universitari; C ) 80 Senatori eletti dai Consigli Provinciali (solo per talune Commissioni); d ) 80 Senatori eletti dalle Università (solo per talune Commissioni); e) 24 Senatori designati dal Capo dello Stato per la Commissione Affari Esteri, entro categorie definite (ambasciatori, ecc., esperti federalisti, ecc.); 1 5 Novembre 1955 f ) 14 Senatori, due per ogni Commissione Parlamentare, avrebbero dovuto infine essere nominati dal Presidente della Repubblica per 4 legislature non rinnovabili, in luogo dei 5 a vita attualmente previsti dalla Costituzione. Gli attuali Senatori a vita, scelti entro le categorie arti. scienze, lettere che nulla hanno a che fare con la plolitica, non dovrebbero, alla loro scomparsa, essere sostituiti. I1 relativo art. 59 della Costituzione, comma secondo, dovrebbe essere di conseguenza abrogato rimanendo in vita il solo primo comma che stabilisce l'appartenenza al Senato, a vita, degli ex-presidenti della Repubblica. L'attuale Senato, eletto il 7 giugno 1953, è composto di 222 membri, tra cui un ex Presidente della Repubblica'e cinque Senatori a vita. Esso dovrebbe scadere, a norma della Costituzione, che ne precisava la durata normale di sei anni, nel 1959. L'idea di c~ompleturlo anziché dissolverlo prima della sua fine naturale, appare giustificata. Scopo del presente scritto è di proporre una solu- 11 11 11 8 1, 11 (I La Costituzione della Repubblica Italiana, entrata in vigore il lo gennaio 1948, aveva previsto un regime regionale, felice compromesso tra uno Stato Federale classico e il precedente regime unitario dettato dallo Statuto albertino (a). La Costituzione non poté attuarsi 'nei riguardi dell'ordinamento regio-, nale ardinatd dall'articolo 57: esso venqe prdvvisoriamente surrogato dalla Legge 6 febbraio 1948, n. 29, sull'elezione del Senatu. Sebbene tale Legge, mitigando alquanto la anonimità ,> quasi operante nella Rappresentanza Prop.irzionale in atto nell'altro ramo del Parlamento, abbia dato all'attuale Senato una riconoq:iuta maggiore autorità e dignità fondate su.una migliore scelta degli uomini, non ha rotto l'assurdo di due Camere aventi gli stessi poteri e rappresentanti lo stesso principio (il suffragio universale). Fondamento di un efficiente sistema bicamerale e sua vera ragione d'essere sembra, anche storicamente, la presenza di un'antitesi creativa o, almeno, di una integrazione di valori. Nel numero d'ottobre 1952 (151, (1 Clanzunità pubblicava una proposta per un SeSecondo nato oraanico e funzionale (2). , . il complesso procedimento escogitato, esso )l Una città degli Stati Uniti. d'Europa: STRASBURGO 15 Novembre 1955 zione parziale della sua trasformazione, nel quadro delle proposte generali già formulate. Una tale parziale soluzione potrebbe, inoltre, dar vita a uno degli organi ausiliari previsti dalla Costituzione e non ancora attuali: il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (b). Le obiezioni contro la creazione di u n Consiglio del Lavoro e dell'Economia, desunte dalle recenti esperienze, possono riassumersi nei seguenti punti: 1. Difficoltà di perfezionare una legge costitutiva che rispetti l'orientamento politico reale del Paese e non introduca elementi corporativistici o di guild socialism (C). 2. Rivalità con il Parlamento e con le sue Commissioni specializzate. 3. Dubbio valore dei suoi compiti consultivi, per il rischio di dar vita ad una pura accademia, soltanto capace di produrre gran copia di utili documenti, man non progetti di legge concreti e comunque inadatta a portare sulla ribalta nazionale Ministri competenti. Attuata in tal modo l'integrazione nel Senato delle Università - almeno per quanto riguarda l'Economia e il Lavoro - appare utile procedere a u n secondo complemento d i natura pratica, costituito da parsone attive, nei vari campi della vita nazionale, attuando .quell'auspicato nesso t r a Parlamento e Paese, difficilmente raggiunto dal suffragio universale. Questo conserva tutta la sua validità democratica e la sua prevalenza, ma subisce u n correttivo qualitativo. E' da prevenire l'obiezione di corporativo zhe si potrebbe muovere a un organismo così composto. L'accusa sarebbe unicamente polemica. Qui non si tratta di designazioni professionali o da parte d i ristrette categorie economiche (d) quale e r a la prassi corporativa, ma di designazioni politiche effettuate entro gruppi competenti, e organizzate secondo schemi che si preoccupano di non alterare la volontà nazionale. I1 Senato meriterebbe certo più ampia riforma, applicando ad altri settori concetti analoghi. Ma in tal caso è dubbia la convenienza di procedere alla grande riforma, con mezzi, sebbene idonei, di natura certamente provvisoria. Potrebbe tuttavia considerarsi opportuno un rafforzamento della Commissione Affari Esteri. All'uopo io stesso organo presieduto dal Presidente della Repubblica, dianzi delineato, potrebbe nominare altri 12 Senatori traendoli dalle seguenti categorie: a ) e x Presidenti del Consiglio; b ) Ambasciatori, e x Ambasciatori; C) esperti di commercio internazionale di chiara fama; d) professori ordinari (o incaricati) di diritto internazionale e di storia dei trattati; e) esponenti di movimenti federalisti. Questi Senatori, a differenza di quelli chiamati a far parte del CNEL (che dovrebbe decadere insieme coi Senatori elettivi) per la delicatezza delle loro funzioni e per la necessaria continuità dovrebbero essere invece nominati per un lungo periodo (ad esempio 18 anni) e non essere rieleggibili. Il nostro Paese deve affrontare oggi problemi economici e sociali complessi e di massicce dimenioni. La lotta contro la disoccupazione e l a miseria non si improvvisa: i rapporti e l e commissioni in inchiesta sono stimoli utilissimi, 5 COMUNI D'EUROPA ma non aiutano a risolvere i problemi. I1 più perfetto piano economico urterebbe nella sua relazione contro ostacoli inaorinontabili quando l'amministrazione dello Stato, non controllata da u n Parlamento adeguato, non fosse in grado di tradurlo in una realtà operante. L a risoluzione piena dei nostri problemi di fondo può essere affidata solo a uomini in cui cultura, vabore ed esperienza raggiungano una autentica unità. La saggezza del nostro Parlamento si rivelerà nell'accettare soluzioni coraggiose come quella proposta. Non rendendosi conto dell'urgenza di riforme e di uniadeguata azione, il Parlamento sarebbe destinato a declinare e, con esso, la libertà democratica e il progresso civile ad esso indissolubilmente legati 11. Adriano Olivetti (1) Avvertiamo il lettore che le note segnate con lettera sono dell'Autore, le altre della Redazione. (a) Ne demmo un'idea generale nell'ordine Politico delle Comunità al capitolo IX: Considerazioni sulla natura e sul v a l o ~ edi un sistenaa bicanaerale e ci ripromettiamo di tornare sull'argomento. La soluzione corretta, a nostro parere, esiste ma non è applicabile senza una revisione organica delle strutture politiche fondamentali (provincie, comuni, regioni). Ed è troppo naturale che sia così perché niuna fonte seria e duratura di potere politjco potrebbe fondarsi senza una pluralità di radici ben distribuite nel territorio a garantire una diretta circolazione di linfa vitale che è poi per la società politica il passaggio delle esperienze amministrative dai gradi inferiori a quelli superiori della struttura gerarchica dello Stato. Oggi questa struttura gerarchica non esiste perché comuni, provincie, regioni, non sono mai state in Italia il regolare strumento clella preparazione, della specializzazione, della selezione degli uomini verso il Parlamento nazionale ed il Governo. ( 2 ) Riportiamo da detto articolo: ... c) 80 Senatori siano nominati in ragione di 20 per le categorie 1, 2, 3, 4 (affari generali, giustizia, lavoro, igiene e protezione sociale) dai Consigli provinciali. In attesa di orocedere ad un riordino dell'Ente Provincia- secondo dei principi che già enunciammo (" Comunità" n. 12) - aumento importante del numero delle provincie, unificazione e identificazione delle funzioni delle deputazioni provinciali secondo le categorie politiche identificate - in guisa di assicurare nel futuro elezioni nell'ambito delle deputazioni provinciali aumentate di competenza ed organizzate in vista del loro carattere di corpi elettorali di secondo grado, si dovrebbe procedere partendo dalla situazione attuale e nel modo qui appresso indicato: Ogni consiglio provinciale con popolazione inferiore ai 700.000 abitanti procede a nominare 7 delegati appartenenti al Consiglio stesso e con mandato relativo ad ognuna delle 4 categorie prestabilite. Ogni consi~lio provinciale con popolazione superiore ai 700.000 abitanti procederà alla nomina di 14 delegati esperti in ciascuna delle dette categorie e dei quali 7 dal proprio seno e 7 fuori dal proprio seno. Le provincie aventi più di 700.000 abitanti sono 9 (Torino, Milano, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Catania, Palermo). Essendo le provincie in numero di 90 ci troviamo in presenza di 4 gruppi di 99 delegati ciascuno. I 4 gruppi si riuniranno in Roma dando luogo a 4 capitoli che, entro il proprio seno, in un periodo congruo di tempo (una settimana ad esempio) in una serie di riunioni procederanno alla nomina di detti 4 gruppi di 20 Senatori, col metodo della rappresentanza proporzionale. La legge 6 febbraio 1948 che prevede l'ineleggibilità alla carica di Senatore dei Presidenti delle Deputazioni Provinciali andrebbe opportunamente modificata E ancora: a I1 secondo pregio di un tale sistema consisterebbe in una perfetta omogeneità politica tra la Camera e il settore del Senato eletto con tale procedimento. I1 gruppo dei Senatori nominati dalle Deputazioni Provinciali sarebbe caratterizzato da una assai grande aderenza (il perduto enracinenzent) all'effettiva vita del paese. I gruppi di Senatori nominati dalle Università apporterebbero al Senato una indiscussa competenza scientifica :>. (b) Vedi ADRIANO OLIVETTI, Ordine Politico delle Comunità, cap. XIII. ( C ) L'art. 99 most.rava, a dire il vero, la preoccupazione dei nostri Costituenti. (d) Per rifiutare le categorie contemplate dall'art. 59 della Costituzione, ricordianio che il Senato è, di ragione, un corpo politico e non una Accademia di Scienze, Arti e Lettere; ci riferiamo qui all'autorità di un filosnfo moderno, il Croce , (da Comunità :,, n. 15, articolo citato). S. C FI-NESTRA EUROPEA (continuazione da pag. 3) abbiano compiuto i 23 anni) o le adesioni dei borgomastri di nomina regia? Nella battaglia per la federazione europea più o meno tutti i paesi del continente hanno qualcosa che entro le loro stesse frontiere va profondamente mutato. Se federarsi vuol dire rinunciare ad una porzione di sovranità nazionale, ciò non vuol dire esclusivamente che questa sovranità nazionale sia solo una sovranità in potenza, da esercitare eventualmente sugli altri paesi, ma è assai spesso un esercizio prepotente di sovranità, nello spazio stesso dei confini nazionali. Mentre riuniti a Ginevra i Ministri degli Esteri delle quattro Potenze discorrevano (senza tuttavia decidere nulla) della sorte della Germania, senza ascoltare la voce dello stesso Paese in questione, quando - come si ì. visto - a l popolo della Saar veniva chiesto di approvare u n accordo nella compilazione del quale non aveva avuto parte alcuna, abbiamo voluto richiamare l'attenzione dei nostri lettori sulla posizione assai grave e u n tantino dogmatica di quelli che potrebbero essere a buon diritto i più sicuri federaiisti europei dell'Europa d'oggi. Magda da Passano (1) V. Bisogna saper scegliere Z , a firma H. Brugmans - Th. Keulemans - A. 1Viozer in e Europa Federata del 1-15 ottobre 1955. (( Dalla Costituzione del Regno dei Paesi Bassi, Capitolo IV, Sezione IIZ (da «Le Cosliruiio~i Europee» di B. Mirkine Guetzévitch. Ed. di Comunità, Milano 1954). - LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI ART. 144. - La composizione, l'organizzazione e le attribuzioni delle amministrazioni comunali sono regolate dalla legge, tenendo conto delle disposizioni contenute negli articoli seguenti della presente sezione. AKT. 145. - A capo del comune è un consiglio, i cui membri sono eletti, per un numero d'anni stabilito, direttamente dagli abitanti dei comuni, olandesi o riconosciuti come tali dalla legge, che abbiano raggiunto l'età fissata dalla legge, che non potrà essere inferiore a 23 anni. L'elezione ha luogo secondo il principio ciella rappresentanza proporzionale nei limiti da fissarsi dalla legge. Si applicano a queste elezioni l'ultima frase del comma 1 e i commi 2 e 3 dell'art. 83. Per poter essere membro del consiglio, occorre essere olandese o riconosciuto come tale dalla legge, abitare nel comune, avere 23 anni compiuti, non essere stato privato dell'eleggibilità né escluso dall'elettorato, per effetto delle disposizioni dell'articolo 83, comma 3, fatta riserva per la privazione giudiziaria della libertà e per la condanna ad una pena privativa della libertà per ragioni diverse dalla mendicità, dal vagabondaggio a notoria. o ~ a l l ' u b ~ i a c h e z zpubblica L'elezione del consiglio ha luogo con modalità da stabilirsi dalla legge. I l prt.sicie)zte è d'esignato dal re, anche fuori ed è da lui revocato. del con~igli~o, ART. 146. - L'organizzazione e l'amministrazione degli affari comunali sono attribuiti al consiglio; in casi da determinarsi, tenendo conto delle regole che saranno stabilite, questo può delegare in tutto o in parte ad altri organi, sotto la sua sorveglianza, la gestione di talune branche da determinarsi dell'amministrazione del comune. I1 consiglio emana i regolamenti che reputa utili nell'iriterecse del comune. Quando le leggi, i regolamenti di pubblica amministrazione o i regolamenti provinciali lo stabiliscano, le amministrazioni comunali concorrono nella loro esecuzione. Quando l'organizzazione e l'amministrazione degli affari del comune sono gravemente trascurati, una legge può stabilire le mcdalità con cui sarà provveduto all'amministrazione del comune in deroga ai commi l e 2 del presente articolo. La legge stabilisce l'autorità che sostituisce l'amministrazione comunale, quando questa ' (continuo n pag. 7) ' 6 15 Novembre 1955 C O M U N I D'EUROPA Riunione del Eonsiglio di Presidenza del C. G, E. a Einevra - 21.22 ollohre 1955 I1 21 ottobre U.S. si è riunito a Ginevra il Consiglio di Presidenza ristretto del CCE, con la partecipazione dei membri di diritto Hamilius (presidente), Cravatte, Merlot, Lugger, del segretario generale Bareth e del delegato generale per i rapporti coi movimenti federalisti europei Serafini, oltre l'osservatore Hammer. S i è anzitutto passata in rassegna la situazione finanziaria del CCE, che non desta preoccupazioni: tuttavia sono state sollecitate alcune Sezioni nazionali, che non hanno ancora pagato intieramente le loro quote sociali annue, a farlo al più presto. La Sezione tedesca si è dichiarata pronta a pagare la sua quota non appena, in ottemperanza alle decisioni prese durante i'ultima riunione del bureau a Lussemburgo, sarà troncato ogni legame col signor Bodi, che già rivestiva l a carica di segretario aggiunto del CCE: il Consiglio di Presidenza ha osservato che ciò è ormai avvenuto. I1 Consiglio di Presidenza h a poi preso atto delle osservazioni sulla natura e le funzioni del Consiglio stesso, pervenute dalle Sezioni saarrese, italiana e tedesca: queste Sezioni si sono dimostrate preoccupate di un eccesso di potere, che lentamente potrebbe attribuirsi il Consiglio, rispetto all'organo statutario regolarmente previsto, cioè il bureau (che a sua volta deve attenersi alle decisioni dell'esecutivo). Le Sezioni anzidette hanno anche criticato l'istituzione di un Consiglio di Presidenza allargato (formato dal Consiglio d i Presidenza ristretto più i presidenti delle Commissioni, e comunque almeno un rappresentante per ogni Sezione nazionale), perché non funzionale e di convocazione certamente non più spedita del bureau: pertanto esse hanno osservato che, in luogo del Consiglio di Presidenza allargato, occorre senz'altro prevedere più frequenti convocazioni del bureau. I1 Consiglio di Presidenza ha preso atto delle dimissioni del signor Niffeler dalla carica di presidente-delegato del CCE. Sono state successivamente affrontate alcune questioni interne della Sezione tedesca. In relazione al settore della stampa si è constatato che ormai due Sezioni, l'italiana ( < Comuni d'Europa a ) e la tedesca ( a Rat der Gemeinden Europas D) hanno un periodico, cosa che si spera possa verificarsi fra non troppo tempo per l e altre principali Sezioni. Fra questi periodici è stato auspicato uno strettissimo collegamento, con scambio di collaborazione. Frattanto la Segreteria del CCE riprenderà la pubblicazione regolare di un bollettino interno, che sarà bilingue (francese e tedesco), assumendosi l'incarico della sua riestensione in olandese la Sezione belga e in italiano (le notizie di interesse generale confluiranno in a Comuni d'Europa =)- l a Sezione italiana. I1 Presidente Hamilius ha riferito di un suo cordiale incontro col signor René Mayer, Presidente dell'Alta Autorità della CECA: il Consiglio di Presidenza ha auspicato rapporti sempre più stretti e fraterni con questa unica istituzione sopra nazionale europea esistente. Si è quindi trattato di una annuale conferenza europea dei Poteri locali n, annunciata dal Consiglio d'Europa: i candidati dovranno essere designati dalle associazioni nazionali e ratificati dc quelle Pertanto, caso dell'Italia, candidature dovrebbero essere presentate dall'AICCE e dall'ANCI (Sezione italiana dell'UIV). S i è raccomandato un accordo per candidature comuni fra l e diverse associazioni nazionali, con l'intento - che non c'è bisogno di nascondere - di far riuscire comunque candidati sicuramente europeisti. 11 segretario generale della Sezione italiana 6 stato poi incaricato di Pregare il sig. D'Angelo, assessore della Regione siciliana - così benemerita verso il CCE nella sua fase iniziale di voler chiarire se i suoi gravosi impegni amministrativi gli permettono di reggere ancora la presidenza della ~ ~ del CCE per ~ il turismo. che ha bisogno di una riorganizzazione. Di un'altra C ~ ~ m i s s i o nsie è occupato il Consiglio di Presidenza: di quella per il personale comunale. Di auesta Commissione f u animatore ai I I Stati generali di Venezia l'italiano Ardy, già segretario generale del Comune di Genova, il quale fu nominato Presidente provvisorio. I1 signor Ardy è anche l'encomiabile autore di una inchiesta sul personale e i Servizi amministrativi nei Comuni di diversi Paesi d'Europa. Non perfette condizioni di salute impediscono tuttavia al signor Ardy d i assumersi l'oneroso incarico di organizzare definitivamente la Commissione: e pertanto il Consiglio di Presidenza si è dichiarato favorevole ad affidare al francese Binet, segretario provvisorio della Commissione, il compito di accordarsi col signor Ardy per venire incontro alle esigenze pratiche della Commissione. I1 C,onsiglio di Presidenza ha quindi avuto la visita del signor Raymond Silva, in rappresen- . tanza del C e n t ~ eeuropéen de la Culture e della Fondazione europea della cultura. I1 signor Silva ha lungamente esposto i piani di lavoro del C e n t ~ ee della Fondazione proponendo alcune forme di collaborazione col CCE. Qualora il CCE costituisse, come divisato, una Commissione culturale, il Centre collaborerebbe per il personale ed i servizi di segreteria. I1 Centre si adopererà affinché il bureau européen de culture populaire inviti a partecipare ai suoi lavori un delegato del CCE. La Fondazione europea della cultura svolge, direttamente ed indirettamente, numerose attività, e fra queste h a intenzione di inserire una serie di esperimenti educativi locali, in alcuni Comuni europei piloti. La Fondazione ha richiesto almeno un rappresentante del CCE nel Comitato che sopraintenderà a questo piano di esperimenti locali europei: e il Comitato di Presidenza h a per ora designato all'unanimità - malgrado le riserve dell'interessato, oberato di incarichi nazionali e internazionali - il prof. Serafini a rappresentare il CCE presso l a Fondazione europea della cultura. I1 Presidente della Commissione di collegamento CCE-UIV, signor Cottier, ha informato il CCE della riunione di questa Commissione per la prima metà del gennaio prossimo. I1 Consiglio di Presidenza è stato poi informato di un convegno su .: le libertà locali e l'Europa 2 , organizzato dalla sezione Reno e Nord-Westfalia dell'Europa Union, sezione - a sua volta - di lingua tedesca dell'Union européenne des fédéralistes. Serafini h a esposto l'attuale assai criticabile atteggiamento di molti dirigenti dell'Europa Union nei riguardi della linea politica democraticamente deliberata dagli organi centrali dell'UEF: il Consiglio di Ptesidenza del CCE ha convenuto che, in questa situazione, occorre tenere un atteggiamento cauto verso tutte l e manifestazioni dell'Europa Union. Infine il Consiglio di Presidenza h a affrontato il problema delle sue prossime riunioni, e quello della convocazione del bureau e dell'esecutivo del CCE. In linea di massima è stato deciso di tenere una riunione del Consiglio di Presidenza, a Liegi o a Bruxelles. i1 10 dicembre p. v., e una sessione del bureau il giorno successivo, ovvero nel gennaio del nuovo anno. La sessione dell'esecutivo si dovrà tenere non molto dopo e dovrà affrontare l'importantissimo tema dei prossimi Stati generali: che. con ogni probabilità, saranno ospitati dalla Germania nell'ottobre 1956. I L CONSIGLIO S I ALLARGA I1 22 ottobre si è tornato a riunire il Consiglio di Presidenza, questa volta allargato: ai partecipanti del giorno precedente si sono aggiunti il signor Berrurier, presidente della Commissione per l'equilibrio città-campagna (urbani- stica), il dott. Scipione, segretario permanente della Commissione per le finanze comunali - e delegato del presidente della Commissione, senatore Schiavi -, i signori Burky e Boissard. Si è esaminata la situazione della Sezione svizzera del CCE, che non lascia soddisfatti. Poi il dott. Scipione ha fatto il punto sulla Comunità di Credito Comunale e ha risposto ai numerosi quesiti propostigli. La segreteria di detta Comunità, in Svizzera, per esplicita dichiarazione del suo titolare, signor Freiburghaus, si è trovata praticamente nella impossibilità di funzionare, perché la Sezione svizzera del CCE non è assolutamente in grado di sostenerla, e d'altra parte sarebbe antieconomico costituire tutta una nuova struttura burocratica, distlnta intieramente sia dal CCE che dalle sue varie Sezioni nazionali. La Presidenza della Comunità invece, nelle persone del sen. Schiavi e del dott. Scipione, esperto finanziario, validamente appoggiata dalla Sezione italiana, ha potuto sviluppare tutta una vasta, complessa ed efficace azione, contemporaneamente su vari piani. Resta ora da risolvere il problema del finanziamento della segreteria della Comunità Europea di Credito Comunale e della stessa presidenza, per ciò che riguarda l a direzione effettiva dell'Ente (traduzioni, viaggi, ecc.), dovendosi fra l'altro sviluppare e ulteriormente ampliare l'azione della presidenza su tutta l'area europea. La presidenza confida d i poter prossimamente fare in merito comunicazioni conclusive, in modo che l'impulso già constatato in Italia possa essere impresso anche negli altri Paesi aderenti al CCE. I1 signor Berrurier, Presidente della Commissione per l'equilibrio città-campagna (urbanistica), ha quindi brevemente esposto alcune prospettive d i lavoro che si presentano alla Commissione. Serafini è intervenuto raccomandando che gli organi direttivi del CCE chiedano, così per la Commissione Urbanistica come per tutte le altre, che ad ogni Commissione internazionale corrisponda una Sottocommissiorie nazionale per ciascuna Sezione del CCE: in tal modo tutte l e Sezioni daranno un apporto largo e continuativo alle Commissioni internazionali. Berrurier si è associato alla raccomandazione di Serafini. I1 Consiglio di Presidenza si è infine occupato del Centro comunale e d'urbanistica, di cui è responsabile lo svizzero signor Burky, e dei jumelages. Per questi ultimi il segretario generale Bareth ha affermato, e tutti sono stati d'accordo, che le singole Sezioni nazionali del CCE debbono avere un addetto ai jumelages in grado di funzionare attivamente e di collaborare senza soluzione di continuità con la segreteria internazionale, curando anche che i frutti dei jumelages non vadano perduti. IL CONSIGLIO DI RETTIVO DELLpAICCE H A DELIBERATO LA PARZIALE MODIFICAZIONE DELLE QUOTE ASSOCIATIVE Per assoluta mancanza di spazio, conseguente anche alle ampie notizie relative ai lavori del Comitato di Presidenza del Consiglio dei c o m u n i d'Europa, che pubblichiamo in questo numero, siamo costrett i a rinviare a queilo successivo il resoconto sulla riunione del Consiglio Direttivo dell'AICCE, svoltosi a Frascati il 26 dello stesso mese di ottobre, sotto la presidenza dell'avv. Peyron, Sindaco di Torino. Riteniamo però necessario informare sin da ora gli associati che, in virtù dei poteri conferitigli dall ' a r t . 21 dello Statuto dell'Associazione, paragrafo a), il Consiglio Direttivo ha riesaminato l'entità delle quote~ sociali, ed ha i deciso di aumentare ~ solo ~ quelle relative i a i Comuni ~ aventi popolazione ~ superiore ~ ai 20.000 abitanti. La nuova quota, per questi ultimi, è stata fissata nella misura di L. 0,60 per abitante. Pertanto le quote associative annue, in vigore dal 1956, sono le seguenti: ~ COMUNE Abitanti Fino da » >> » » Lire a 2.000 3.000 6.000 10.000 15.000 >> >> >> >> >> 2.000 3.000 6.000 10.000 15.000 20.000 oltre i 20.000: L. 0,60 per abitante l 1 .O00 1.500 3.000 4.500 6.000 8.000 Abitanti PROvlNCIA per ogni REGIONE Abitanti per ogni I Lire Lire 10.000 1 O0 ENTI Li re 3.000 Q U O T A INDIVIDUALE Lire 1 O00 . N. B. - Tutti i versamenti a favore dell'AICCE, effettuati a qualsiasi titolo, vanno fatti SUI conto corrente postale Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni n. 1127135 intestato come segue: « Banca Nazionale del Lavoro. Roma I d'Europa » avendo cura di precisare la causale del versamento. - 15 Novembre 1955 7 COMUNI D'EUROPA P Le iniziative agricole e la regione (roniinuazioiie da pag. 2 ) tutti gli aspetti dell'economia italiana. Appare, dunque, di vitale importanza il coordinamento clell'azione di tutti gli organismi su queste t r e direttrici, donde la necessità del contributo dei tecnici e degli esperti del mondo agricolo, attraverso il Consiglio Superiore, per il rinvigorimento della azione ministeriale. Tali esigenze appaiono tanto più vive, prop'Y-io in quanto il nostro Paese dovrebbe avviarsi verso una politica di sviluppo per la sua economia, in cui la agricoltura ha una gran parte. La passione per i singoli settori tecnici, che rischia di f a r perdere il necessario quadro di insieme, nonché la molteplicità degli enti e degli organismi che agiscono nel settore agricolo in genere ed in quello delle trasformazioni fondiarie in specie consigliano, quale base per l'auspicato coordinamento delle iniziative, la Regione, intesa come unità geografica, nell'ambito della quale i problemi di sviluppo produttivo della nostra agricoltura possono trovare una sufficiente dimensione. Perciò è opportuno che il Ministero, attraverso il Consiglio Superiore e le Direzioni Generali, si ponga come obiettivo l'articolazione di piani regionali di coordinamento e di sviluppo nei quali sia dato rilievo ai problemi della bonifica e della trasformazione, a quelli della produzione, della riforma agraria e della industrializzazione collegata con l'agricoltura ». EOSTIUZ O INE DEL REENO DEl!PAESI BASSI [(rontinuaiione da pag. 5 ) omette di provvedere all'esecuzione di legge, di regolamenti d'amministrazione pubblica o di regolamenti provinciali. ART. 147. - I1 potere del re di sospendere e di annullare le decisioni di amministrazioni comunali contrarie alle leggi o all'interesse pubblico è regolato dalla legge. ART. 148. - Le deliberazioni delle amministrazioni comunali contenenti atti di disposizione delle proprietà comunali e tutti gli altri atti d i diritto civile stabiliti dalla legge, e così pure i bilanci delle entrate e delle spese, sono sottoposte alla approvazione delle deputazioni provinciali. La formazione dei bilanci e l'impianto dei conti sono regolati dalla legge. ART. 149. - Le cleliberazioni delle amministrazioni comunali che importano Z'introduzione, la modificazione o l'abolizione di una imposta locale devono essere a p p r o v a t e dal re. La legge fissa regole generali relative alle imposte locali. Queste imposte non possono porre ostacoli al transito, all'importazione o alla esportazione tra il comune e gli altri comuni. ART. 150. - L e amministrazioni comunali possono difendere gli interessi dei loro comuni e dei loro abitanti di fronte al re, agli Stati Generali e agli Stati provinciali dai quali dipendono. ART. 151. - La legge regola le modalità con cui sarà provveduto alle questioni, agli interessi, alle istituzioni o ai lavori in cui siano interessati due o più comuni. DIZIONARIO ENCICLOPEDICO MODERNO Quattro volumi ed un atlante geografico formato 20x29 -pp. 3972 - tav. 302 legatura in marocchino L. 28.500 RASSEGNA LBOR - 1935 1955 formato 20x28,5 pp. 1198 - tav. 106 legatura in tutta tela L. 9.500 un DIZIONARIO ENCiCLOPEDICO L ~ o R Due volumi 17,5x25 pp. 1900 tav. 200 legatura in mezza pelle L. 12.700 - ENCICLOPEDIA DEL RAGAZZO ITALIANO Sei volumi ed un atlante geografico formato 2 0 ~ 2 7 pp. 3126 - tav. 198 legatura in tutta tela L. 25.000 - ANIMALIICOME SONO DOVE VIVONO COME VIVONO Cinque volumi formato 20,5x26,5 4400 pagine - 3000 illustrazioni 60 quadricromie - legatura in tela buckram con impressioni in oro L. 38.500 ENCICLOPEDIA DELLE 3 B D'ORO Un volume formato 17x24 -pp. 822 tav. 46 - legatura in tutta tela L. 4000 ** L a S.p.A. Edizioni Labor venne fondata nel 1934 da Daniele Ercoli, con l'intento di pubblicare e diffondere i l ((Dizionario Enciclopedico Moderno», opera moderna per la concezione e per il contenuto, di facile e immediata comultaziorze, rispondente alle esigenze del grande pubblico. Confortata e spronata dal successo che coronò - e tutt'ora corona - la sua prima impresa editoriale, sulla scorta delle esperienze via via acquisite i n vent'anni di continua, fervida ascesa, avvicinando con la propria capillare organizzazione di vendita clienti di ogni ceto e di ogni cultura, la Casa Editrice ha indirizzato la propria attività prevalentemente alla pubblicazione di opere a carattere enciclopedico e di seria volgarizzazione. 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I primi tre molto documentati e il terzo addirittura sotto forma di risultato di un'inchiesta tna gli assistenti universitari - riguardano il problema del lavoro scientifico e di ricerca (soprattutto svolto dalle categorie dei giovani D ) come lavoro professionale. La conclusione piuttosto negativa dei tre saggi è che in Italia la selezione di coloro che possono K permettersi il lusso di dedicarsi alla carriera scientifica (viste ie bassissime ed aleatorie retribuzioni) non segue assolutamente i criteri che dovrebbero eiserle propri: e cioè non i migliori ma solo quelli che hanno privilegi di famiglia o inimmaginabile virtù di sacrificio possono 11 rischiare la carriera scientifica. Le documentazioni che l'Autore riporta sono dati ufficiali che possono essere alla portata di tutti: il merito è appunto quello di averli raccolti ed inseriti in una opera critica. I1 quarto saggio tocca un altro argomento spinoso delle Università: quello del loro aw'biente slociabe; ed a proposito di questo, Caiani si sofferma a trattare la questione del costo della frequenza ai corsi universitari e della continua, crescente preoccupazione da parte dei ceti meno a b b i e n t i verso gli aumenti minacciati o già attuati di tasse universitarie. Tale argomento viene ripreso nel quinto saggio in relazione al sovraffollamento delle Università e affrontato con proposte che si possono considerare tutte volte a rendere sempre maggiormente organizzato il lavoro di ricerca nelle Università (il che si poneva anche per gli Assistenti) e d'altra parte ottenendo una maggior selezione degli studenti e un'effettivo aiuto ai più meritevoli e meno abbienti, mediante non solo borse d i studio, ma posti gratuiti alla Casa dello Studente 11, ecc. Ma il più importante - anche se disgraziatamente troppo poco diffuso - dei capitoli del volume è l ' u l t i m o , che tocca il problema, lasciato finora insoluto, dell'insegnamento delle scienze politiche e sociali in Italia. I motivi dello scarso rilievo e della N j) ridotta attività che si dà a queste facoltà dice Caiani -sono indubbiamente molti e di varia natura; ma non si crede d i sbagliare di molto nel cercarne le radici più profonde e determinanti non in questioni, indubbiamente importanti, d'indole tecnica e finanziaria, ma essenzialmente in un vasto atteggiamento della nostra cultura filosofica ed umanistica, per il quale si continua a guardare con diffidenza, se non proprio con insofferenza, a un certo modo d i trattare l'esperienza storica, in cui si esprimono valori e non accadono soltanto fatti, come se si trattasse di una contaminazione non si sa se più sterile o irriverente delle cosiddette discipline morali, che ne hanno da noi tradizionalmente la competenza n. 11 * - 11 LUIGI CAIANI,Problemi dell'Università italiana (Edizioni di Comunità, Milano, 1955). COMUNI D ' E U R O P A Bollettino dell'A.1.C.C.E. Anno I11 - n. 10 15 Novembre 1955 Direttore responsabile: UMBERTO SERAFINI Condirettore: TITO SCIPIONE REDAZIONE E AMM~NISTRAZIONE: Via di Porta Pinciana, 6 Roma tel. 461.530 Roma Indirizzo telegrafico: Comuneuropa - - - P - Un numero L. l00 - Abbonamento annuo ordinario L. 1.000 Ahbonamento Sostenitore L. 5.000 per Privati e Enti Locali L. 100.OW per Enti vari. - - 1 versamenti debbono essere effettuati sul postale n. 1127135 intestato a: c/c - " Banca Nazionale del Lavoro Roma, Via Bissolati Associazione Italiana per il ConVia di Porla siglio dei Comuni di Europa Pineiana, 6 Romn " - - - - Autorizzez. del Tribunale di Roma n 4696 dell'll-6-1955 - - TIPOCAIIT* W T U RaU !W - - - C_ schedari __=<