CENTRO EUROPEO DI RICERCA E PROMOZIONE DELL 'A CCESSIBILITÀ EUROPEAN CENTRE OF RESEARCH AND ACCESSIBILITY PROMOTION Associazione O.n.l.u.s. C.E.R.P.A. ITALIA via Palermo, 23B 38100 TRENTO (I) Tel. (39) 0461 915 564 Fax. (39) 0461 935 787 e-mail: [email protected] [email protected] www.cerpa.org 1 Progettare la normalità Dal cucchiaio alla città Progettare nel rispetto delle esigenze degli utenti più “deboli” LA SICUREZZA NELL'AMBIENTE PRIVATO E NELL'AMBIENTE URBANO PER LE CATEGORIE DI CITTADINI RITENUTE PIU' DEBOLI. Cesena Giovedì 9 ottobre 2003 Leris Fantini C.E.R.P.A. - ITALIA Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità 2 LA SICUREZZA AMBIENTALE Le nostre città diventano sempre più "scomode" per chiunque e addirittura invivibili ed alienanti per coloro che fanno parte delle cosiddette "categorie svantaggiate" (anziani, incidentati, cardiopatici, artrosici, obesi, bambini piccoli, motulesi, ecc.). A queste persone in difficoltà, che già rappresentano circa il 20 per cento della popolazione e a cui dobbiamo associare anche l'intorno relazionale che ruota, vive e modifica le proprie esigenze in funzione della persona svantaggiata, l'attuale situazione degli spazi urbani ed edilizi non consente di utilizzare al meglio le loro specifiche potenzialità per la presenza dei continui ostacoli fisici ed organizzativi che vengono generalmente denominati "barriere architettoniche". Per barriere architettoniche si intendono: gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità, che limitano o impediscono la comoda e sicura utilizzazione di attrezzature o componenti, la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea, per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi. Per questi motivi è ormai diffusa la convinzione che occorra, nel tempo, intervenire in modo da elevare le qualità del territorio costruito, rendendolo "accessibile" e fruibile dalla popolazione nel suo insieme tutta la città. Pertanto è necessario che l'amministrazione comunale assuma e faccia proprio, attraverso le proprie competenze, il concetto di "ACCESSIBILITA' TOTALE" come condizione necessaria al raggiungimento del requisito di "CITTA' VIVIBILE". Tale obiettivo non si presenta attualmente né semplice né perseguibile in tempi brevi; occorre l'utilizzo di programmi graduali di intervento da effettuare sul territorio, individuando le priorità e le relative fonti di finanziamento. 3 Perché ciò avvenga deve essere ben chiaro che occorre procedere parallelamente su quattro settori ben precisi: - la programmazione urbanistica ed edilizia, - il recupero e il riadattamento del territorio costruito, - i trasporti quale filo di cucitura del tessuto urbano ed extraurbano, - la prevenzione come condizione essenziale per l'incolumità del cittadino. LA PROGRAMMAZIONE URBANISTICA ED EDILIZIA Oggi si ha bisogno di definire nuove linee di approccio al tema “barriere architettoniche” e la prima cosa da farsi è di definire la consistenza e la prestazionalità dell’"ACCESSIBILITÀ" e "FRUIBILITÀ" indifferentemente sia dal contesto architettonico ed urbanistico, che dalla tipologia della menomazione o dell’handicap presente nel disabile. Il concetto di accessibilità deve riassumere un coacervo di requisiti che non siano solo espressione di quelli tecnico-architettonici, ma debbano includere requisiti confacenti ad aspetti altrettanto importanti come quelli psicologici, fisico-sensoriali, del comfort ambientale, della privacy individuale ecc.... Partendo da queste premesse si può definire un edificio accessibile, quando trattasi di un organismo edilizio che risponda a requisiti definibili ed interpretabili come ACCESSIBILITÀ TOTALE, sia esso pubblico o privato, oppure FRUIBILITÀ TOTALE DEL SERVIZIO DI CARATTERE PUBBLICO in esso svolto. Il territorio urbano si ritiene fruibile (condizione di accessibilità parziale) quando esiste almeno la possibilità di raggiungere e di stazionare in quelle porzioni o aree del territorio costruito nelle quali la piena accessibilità è preclusa da cause imputabili solo alla conformazione morfologica del luogo. Gli strumenti oggi disponibili nel settore della progettazione e riprogettazione edilizia ed urbanistica sono essenzialmente due: - Il primo di tipo culturale inerente la preparazione professionale dei progettisti con un rimando particolare all’aggiornamento dei professionisti e dei tecnici preposti al progetto e al controllo che operano nel settore sia urbanistico che edilizio. - Il secondo si riferisce alla metodologia da applicarsi nella formulazione del progetto sia esso di nuova urbanizzazione, edificazione che di ristrutturazione. 4 La metodologia da adottarsi è quella dell’approntamento delle griglie degli obiettivi da raggiungere e quelle, successive alla progettazione, costituenti le griglie di controllo sia nella progettazione urbanistica che edilizia. Nella progettazione urbanistica è necessario, quando si agisce su larga scala, creare porzioni di territorio attrezzate con servizi di pubblica utilità. L'anziano e la persona con difficoltà hanno più che mai l'esigenza di vivere per quanto possibile nelle zone di origine, mantenere rapporti sociali e vivere il quartiere attraverso una partecipazione attiva. Partecipazione attiva significa creare occasioni di vita associativa, occasioni di scambio e dialogo attraverso una migliore fruibilità delle attrezzature sanitarie, sociali, sportive, culturali e commerciali. Le attrezzature dovranno essere per quanto possibile raggruppate, nel raggio di poche centinaia di metri, ove chiunque possa ritrovare soddisfatte le proprie necessità. Il collegamento fra l'edificio di residenza e la struttura pubblica o aperta al pubblico deve avvenire nelle condizioni di massima sicurezza eliminando le condizioni barrieranti e l'attività di micro-criminalità. Le condizioni barrieranti dovranno essere eliminate attraverso piani d'intervento che saranno descritti successivamente in modo più dettagliato. L'attività di micro-criminalità può essere ridotta non solo con una presenza maggiore della forza pubblica ma, individuando le zone a rischio, attraverso l'incentivazione di servizi di carattere pubblico, come chioschi, zone di ristoro, di riposo, attrazioni, fermate del servizio pubblico, ecc. Occorre dunque, ricreare un processo opposto rispetto alla cultura urbanistica attuale che tende a creare grosse periferie-dormitorio, frammentando con razionalità le occasioni di vita collettiva. Edilizia pubblica. Nell'edilizia pubblica, una norma ormai datata e in corso di revisione, (D.P.R. 384/78) stabilisce i requisiti tecnico-architettonici che un edificio di carattere pubblico deve avere. Tali requisiti che hanno prodotto spesso sul lato pratico realizzazioni molto criticabili dal punto di vista estetico-funzionali, non tengono conto di alcuni requisiti di sicurezza e di comfort necessari. Requisiti particolarmente importanti a cui occorre prestare attenzione solo: - la sicurezza in situazioni di pericolo e di evacuazione forzata di un edificio, - la fruibilità del servizio, dell'arredo, dei servizi ausiliari, - il comfort ambientale, benessere psico-fisico in situazioni d'attesa, 5 - l'informazione per favorire l'orientamento e l'autonomia, - la prevenzione di infortuni che possono provocare cadute, abrasioni, contusioni. Edilizia privata. I problemi connessi con la perdita di autosufficienza, da parte di chiunque che per ragioni di salute si ritrova disabile, toccano in particolare l’ambiente domestico ove si svolge la vita di relazione, la cura, la riabilitazione e l’assistenza. Anche se le problematiche dell’alloggio non investono direttamente la componente sanitaria e riabilitativa, tuttavia spesso possono compromettere o ostacolare la realizzazione di adeguati interventi sia di carattere sanitario svolti a domicilio che di ricerca di una propria autonomia. Infatti l’adeguamento dell’ambiente in cui l’anziano vive è indispensabile non solo per il soggetto in esame ma per i familiari, i conviventi o le persone che se ne prendono cura. Sebbene nell’anziano molte disabilità e limitazioni funzionali derivino da malattie croniche e degenerative, tuttavia spesso, compaiono una diminuzione dell’efficienza fisica ed un aumento della vulnerabilità psichica pur in assenza di conclamata patologia: per questo motivo è necessario intervenire sull’habitat domestico. Quindi è importante ribadire che una errata progettazione condiziona la vita di queste persone in ambienti errati o le obbliga a ricercare soluzioni abitative diverse e al di fuori del loro “habitat”, del loro quartiere e, tale disagio può trasformarsi anche in evento traumatico da parte dell’assistito che sicuramente non concorre a migliorare forme di assistenza e ospedalizzazione domiciliare. Per realizzare la “personalizzazione” dell’alloggio in base alle nuove necessità dell’anziano si può ricorrere all’adattamento dell’alloggio, ad una nuova ridistribuzione degli spazi funzionali, ad una scelta più ponderata e razionale degli arredi e degli ausili più idonei alla specifica disabilità del paziente. Per la progettazione nel campo dell'edilizia privata è bene ricordare che la recente legge 13/1989 impone i seguenti requisiti prestazionali: L'accessibilità che esprime il più alto livello in quanto ne consente la totale fruizione nell'immediato. Per accessibilità si intende la possibilità, anche per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere l'edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia. La visitabilità che rappresenta un livello di accessibilità limitato ad una parte più o meno estesa dell'edificio o delle unità immobiliari, che consente comunque ogni tipo di relazione 6 fondamentale anche alla persona con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale. Per visitabilità si intende la possibilità, anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di accedere agli spazi di relazione e ad almeno un servizio igienico di ogni unità immobiliare. Sono spazi di relazione gli spazi di soggiorno o pranzo dell'alloggio e quelli dei luoghi di lavoro, servizio ed incontro, nei quali il cittadino entra in rapporto con la funzione ivi svolta. La adattabilità che rappresenta un livello ridotto di qualità, potenzialmente suscettibile, per originaria previsione progettuale, di trasformazione in livello di accessibilità; l'adattabilità è, pertanto, un'accessibilità differita. Per adattabilità si intende la possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito a costi limitati, allo scopo di renderlo completamente ed agevolmente fruibile anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale. Importante è sottolineare che la citata norma non solo contribuisce al miglioramento della fruibilità degli edifici, ma attraverso i criteri progettuali intende prevenire anche le fonti di incidenti e aumentare il comfort domestico. Nell'alloggio, soprattutto se destinato ad ospitare persone anziani o disabili dovrebbero essere garantite le seguenti caratteristiche: - uno spazio proporzionale alle esigenze del singolo anziano o della coppia; - un corretto dimensionamento della zona notte e della zona giorno; - adeguati servizi provvisti di ausili; - corridoi e passaggi sufficientemente larghi; - adeguata illuminazione; - assenza di dislivelli; - facile controllo dei terminali d'impianto; - arredo privo di elementi contundenti. 7 IL RECUPERO E IL RIADATTAMENTO DEL TERRITORIO COSTRUITO, L'accessibilità urbana deve essere intesa come la fruizione agevole, in condizioni di adeguata sicurezza ed autonomia, dei luoghi, dei servizi e delle attrezzature della città, anche se in condizioni di svantaggio, dovute a ridotte o impedite capacità motorie o sensoriali. Diventa estremamente negativo intervenire sul territorio, come avviene attualmente, se le azioni sono sporadiche e non organizzate con un piano di interventi. Gli obiettivi prioritari che occorre evidenziare nell'accessibilità urbana sono i seguenti: - elevare il comfort dello spazio urbano per tutti i cittadini eliminando o riducendo gli ostacoli, le barriere architettoniche, le fonti di pericolo e le situazioni di affaticamento o di disagio; - aumentare la qualità della vita degli spazi urbani; - rendere più concreto il concetto di uguaglianza; - potenziare l'autonomia personale; Per ottenere tali requisiti, a fronte di numerevoli complessità progettuali, casistiche barrieranti e fonti economiche incerte, occorre impostare un PIANO DI MOBILITÀ URBANA che può fornire i necessari indirizzi nella predisposizione dei Piani urbani del traffico (PUT) e delle sistemazioni di arredo urbano, dell'organizzazione dei sistemi di trasporto collettivo e delle attrezzature connesse, nella prevenzione degli infortuni e delle condizioni emarginanti. Il piano di circolazione urbana è definibile come strumento di programmazione degli interventi per l’ottenimento e la progettazione dell’accessibilità e della visitabilità del patrimonio urbanistico. Per una possibile applicazione di tale strumento su una città di grosse dimensioni si rende indispensabile la sperimentazione su una limitata porzione del territorio come ad esempio un quartiere scelto per le sue peculiarità, per la presenza di servizi, per la particolare rete veicolare, per la struttura delle linee pubbliche, per le attrazioni presenti, ecc. Tale sperimentazione, apportando i dovuti correttivi, potrà essere utilizzata su altre porzioni del territorio urbano. Nell'edilizia pubblica, dato per scontato che sulle nuove realizzazioni si applica la normativa vigente, in realtà per gli interventi di ristrutturazione e di adeguamento di edifici esistenti la metodologia da adottarsi è quella della stesura del PIANO PER L'ACCESSIBILITÀ EDILIZIOARCHITETTONICA. Il piano si rivela estremamente utile nella programmazione e gestione degli 8 interventi già su un campione di circa 30 edifici i quali possono comportare nella loro totalità circa un migliaio di interventi fra piccoli accorgimenti e modifiche di una certa complessità. Gli edifici di carattere pubblico di proprietà o in uso da parte di un comune di medie dimensioni sono molteplici ed tipologicamente e strutturalmente molto diversi fra loro. Qualora si rendesse necessaria una scelta parziale dei possibili contenitori di servizi da prendere in esame, esistono tre possibili scelte: - intervenire su una sola tipologia di servizi offerti (sanitario, amministrativo, culturale, turistico, ecc.); - intervenire su una tipologia di edifici composita ma con caratteristiche di estrema priorità; - intervenire solo su edifici di proprietà comunale. Nella stesura del piano occorre prestare particolare attenzione alle condizioni di sicurezza, alla fruibilità del servizio, al comfort ambientale, all'informazione per favorire l'orientamento e l'autonomia, all'eliminazione delle barriere architettoniche. I TRASPORTI QUALE FILO DI CUCITURA DEL TESSUTO URBANO ED EXTRAURBANO. Si parla frequentemente della necessità di elevare i livelli qualitativi della città e delle costruzioni ed quindi anche dei servizi e sistemi di trasporto collettivo, mediante l'eliminazione delle "barriere architettoniche" . Tuttavia ciò che viene concretamente attuato sul territorio, e più specificamente nello spazio urbano, è ancora oggi appena visibile e spesso non viene nemmeno eseguito con una sufficiente intelligenza tecnica. L'azione progettuale che riguarda gli spazi urbani collettivi (strade, piazze, aree verdi, ecc.) ed i sistemi di trasporto pubblico (tram, metropolitane, autobus, ecc.) quasi sempre risulta inadeguata e scoordinata a scapito del rispetto delle reali esigenze dei cittadini. Troppo spesso si affronta la problematica della mobilità introducendo in modo semplicistico un mezzo attrezzato espressamente destinato alle persone la cui mobilità è gravemente preclusa, troppo spesso ci si dimentica che la categoria di utenti a cui è destinato il servizio riguarda un numero ben più maggiore di utenti con problemi motori. Il servizio sin qui proposto dalla maggior parte delle amministrazioni è di fatto un servizio esclusivo. A mio parere, nel settore dei trasporti, ritengo che non esista attualmente un solo sistema in grado di risolvere pienamente ogni esigenza; credo piuttosto che alcuni provvedimenti differenziati possono creare una pluralità di soluzioni fra loro alternative e allo stesso tempo complementari. 9 Senza affrontare per il momento gli aspetti relativi alla possibilità di variare l'offerta in relazione alla qualità della domanda, con particolare riferimento alla relazione itinerariotempo, sul versante delle cosidette barriere mobili dovremo anche in questo caso vedere "IL TRASPORTO" come un insieme complesso composto da tanti sottoinsiemi (trasporto aereo, marittimo, ferroviario, urbano, extraurbano, taxi, noleggi, ecc...), ognuno dei quali dovrà essere "colpito in modo specifico e mirato per espandere l'offerta di mobilità alla popolazione disabile. Sotto questo aspetto, fra le altre cose, non partiamo proprio da zero, perché in questo saremmo parzialmente supportati dalla normativa di questi ultimi anni, è chiaro a tutti però che se il ventaglio legislativo non viene sorretto da una chiara volontà politicoamministrativa, capace di destinare le necessarie risorse umane e finanziarie, rischieremo ancora una volta di eliminare solo le barriere della fantasia. Dunque, la problematica difficilmente può trovare una soluzione in queste poche righe ma è importante per esempio, recuperare le ricerche già effettuate per verificare il modo e i criteri con cui la Commissione interdisciplinare, che opera già da diverso tempo, sviluppa la ricerca. Non credo che tutti gli autobus di linea debbano essere accessibili, un'ipotesi di tale portata si scontrerebbe immediatamente con aspetti economici e commerciali ben più forti, portando ad un nulla di fatto; credo invece che sia venuto il momento di impostare la città a due velocità, quella produttiva e quella consumistica. La velocità destinata alle cosiddette persone normali, dinamiche e presenti nelle fascie di punta trova già una sua applicazione nel sistema attuale, manca invece la seconda velocità, quella più ridotta, dedicata alle persone che consumano, che vivono il territorio in modo più partecipe, meno stressante e più ricco di relazionalità. Per incidere meglio sul concetto potremmo immaginare il già esistente coloro arancione per gli autobus di velocità superiore e, autobus verdi per la velocità inferiore a quella commerciale. L'autobus cosiddetto "verde" avrà una serie di ausili e di tecnologie ottico-acustiche che faciliteranno l'incarrozzamento e l'orientamento delle persone anziane, con problemi motori e chiunque intenda vivere e non sopravvivere nella città. La frequenza alle fermate sarà minore, il percorso sarà più lungo, ma le fermate saranno accessibili e l'utente sarà seguito e assistito con tutte le informazioni necessarie durante il trasporto. Inutile precisare che comunque tutti i mezzi pubblici su rotaia o su gomma dovranno avere utili corrimani di facile prensilità, avvisatori ottici e acustici di fermata, una buona luminosità un dislivello minimo da terra, numeri facilmente identificabili, una buona grafica sulle paline di sosta, fermate per quanto possibile protette dagli agenti atmosferici con sedute, ecc... 10 LA PREVENZIONE COME CONDIZIONE ESSENZIALE PER L'INCOLUMITÀ DEL CITTADINO. Nell'ambiente privato va per quanto evitato il fenomeno preoccupante degli incidenti domestici che possono procurare ferimenti, invalidità temporanee o croniche e mortalità; basti pensare che solo in Italia si hanno circa 2.800.000 casi all’anno di infortuni di cui 6.000 mortali (dati ISTAT) ed una delle categorie più colpite sono gli anziani, i bambini e le donne. Sugli anziani, in particolare, gli incidenti domestici esercitano una doppia azione negativa. La prima, comune con le altre categorie a rischio, consiste nel danno oggettivo dell’incidente; la seconda, specifica dell’anziano, consiste nella paura che l’evento possa accadere o ripetersi. Sicché sono molte le persone che giunte alla terza o alla quarta età hanno il terrore di vivere da sole. Si tratta di una paura che, a volte, esercita ripercursioni negative ancora più gravi dell’incidente stesso sia per le angosce che provoca, sia perché spinge gli anziani ancora autonomi a fare scelte di dipendenza - l’ospizio, la casa di riposo - che sarebbero comprensibili solo in casi di grave autosufficienza. E' necessario quindi esercitare una azione preventiva utilizzando il servizio di assistenza domiciliare, i cui operatori adeguatamente preparati svolgeranno una azione di rilievo ed una di controllo degli elementi che possono essere causa di incidenti domestici. L'indagine non punterà solo alla prevenzione degli incidenti ma al controllo ambientale da parte della persona assistita. Per controllo ambientale si intende la possibilità di intervenire sui comandi generali dell'impiantistica in caso di emergenza, svolgere elementari azioni quali: alzare le tapparelle, accendere la luce, aprire il comando del gas, chiudere un miscelatore per l'acqua, verificare la presenza di estranei alla porta, attivare collegamenti telefonici in caso di emergenza. In questo ultimo caso è importante combattere la solitudine l'ansia e la paura attraverso sofisticate tecnologie per la comunicazione. Bisogna infatti evitare di considerare il problema degli anziani come una mera questione di "acciacchi" da curare; in parecchi casi il sapere che esiste uno strumento che agevola il contatto umano può essere molto più efficace di una medicina. Questi strumenti vanno dal semplice apparecchi telefonico, alla teleassistenza, al videotel, ecc. Ultimo progetto importante su cui è necessario riflettere è la creazione di una banca dati sulle problematiche degli anziani che, concettualmente analoga alla banca nel settore dell'handicap, intende raccogliere più informazioni possibili nel settore, ed in particolare: - BIBLIOGRAFIA composta da: atti di convegno, articoli, relazioni, libri, incisioni; - INIZIATIVE composta da: esperienze, corsi, convegni, seminari, fiere; 11 - ORGANISMI composta da: nominativi ed indirizzi di persone con esperienze di settore, associazioni, sindacati, ecc.; - PRODOTTI composta da: nominativi ed indirizzi di ditte che producono materiali di interesse specifico. La banca, che può essere implementata anche con informazioni sulle problematiche dell'handicap, troverà una utile applicazione sia per l'ufficio handicap che per l'ufficio anziani. Esperienza similare esiste già presso il C.E.R.P.A. CENTRO EUROPEO DI RICERCA E PROMOZIONE DELL'ACCESSIBILITÀ di Trento. I benefici e le ricadute positive Le azioni per il perseguimento degli obiettivi sopraccennati porteranno benefici sensibili, in modo particolare, nei confronti delle cosiddette categorie svantaggiate, ma si otterranno anche evidenti ricadute positive per la generalità dei cittadini. L'eliminazione delle barriere architettoniche e delle fonti di pericolo provocherà anche un sensibile calo degli infortuni e degli incidenti che sono sempre da considerarsi un danno economico e sociale oltre che, ovviamente un grosso problema personale. A livello più generale perciò, oltre che ridurre le condizioni di emarginazione delle categorie deboli, si renderà possibile elevare il numero delle persone in grado di relazionarsi, esprimersi, riabilitarsi di produrre, trasformandosi da soggetti "assistiti" a soggetti "attivi", con indubbi vantaggi per tutta la collettività. 12 SPUNTI PER LA REALIZZAZIONE DEL PIANO PER L'ACCESSIBILITÀ EDILIZIOARCHITETTONICA IL PIANO PER L'ACCESSIBILITÀ EDILIZIO-ARCHITETTONICA si compone di tre principali elaborazioni conseguenti una all’altra e sono: - il piano di rilevamento delle barriere architettoniche esistenti; - l’analisi delle modalità d’uso degli spazi in rapporto sia all’utenza esterna, che agli operatori interni all’edificio; - il piano delle priorità degli interventi, rendendo con ciò elastica e programmabile la spesa finanziaria da parte della pubblica amministrazione. Per la stesura del piano delle priorità dovranno essere impostati quattro strumenti di classificazione, a mezzo di schede, così definiti : - scheda relativa alla tipologia degli interventi proposti; - al numero degli interventi in ciascun edificio; - agli interventi preposti per ciascun edificio, suddivisi secondo un modello teorico di costi e tempi; - ad una scala dei valori di intervento su tutti gli edifici esaminati, elaborata in rapporto a: tempi burocratici, tempi di realizzazione, difficoltà tecniche ed impiego economico richiesto. In relazione a quanto sopra indicato, le singole scelte operative dovranno essere formulate mediante la correlazione di tre nuovi parametri: - destinazione d’uso - la tipologia d’intervento (dal più semplice al più complesso) - il rapporto costi/tempi/benefici. Infine, i criteri indicati devono essere assoggettati a correttivi quando si verifichino situazioni particolari quali ad esempio: - la presenza in atto o presunta di portatori di handicap - il completamento di interventi già finalizzati o programmati - l’incongruenza degli investimenti con il bilancio poliennale di finanziamento. 13 In sintesi, associando tutte le tipologie di barriere rilevate, con le possibili varianti indicate, ad un punteggio definito inizialmente, avremo che ogni edificio, avrà un valore numerico che interpretiamo come valore d’intervento. Quindi all’edificio con il massimo del valore d’intervento sarà dedicata l’immediata e la maggiore attenzione in quanto, la sommatoria delle variabili ne giustifica la priorità. SPUNTI PER LA REALIZZAZIONE DI UN PIANO DI MOBILITÀ URBANA. Quando si affronta il Piano di mobilità urbana, diventa assolutamente indispensabile conoscere la realtà sociale, produttiva e progettuale del territorio in esame. Occorre conoscere l’utenza interessata, le principali direttrici della mobilità, i luoghi di interesse pubblico per definire e scomporre successivamente il problema. E’ necessario, ove definito, analizzare il territorio in modo particolareggiato e puntiglioso ciascuna barriera perché, successivamente, ciascuna barriera dovrà prevedere un’intervento per il suo abbattimento rispetto a precisi costi economici e tempi di realizzazione. Gli interventi possono essere di ordine amministrativo, di manutenzione ordinaria, di manutenzione straordinaria e stralci di interventi programmati nell'arco di anni stabiliti sulla base delle esigenze dell'Amministrazione. E’ molto importante porre l’attenzione anche sul nuovo concetto di visitabilità urbana che, come specificato precedentemente, intende la possibilità di raggiungere e di stazionare in quelle porzioni o aree del territorio costruito nelle quali la piena accessibilità è preclusa da cause imputabili alla conformazione morfologica del luogo. Una possibile metodologia, da applicarsi su di un territorio campione dalle dimensioni di quartiere e da svilupparsi successivamente per altre zone della città, può essere la seguente: A) Analisi della realtà. Una analisi di tipo anagrafico delle persone con gravi problemi motori, i loro possibili itinerari preferenziali sulla base delle condizioni barrieranti del territorio, la localizzazione delle attività aperte al pubblico. Analisi del piano regolatore generale, del piano urbano del traffico, del piano di abbattimento delle barriere architettoniche all'interno degli edifici, ecc... B) Analisi dei percorsi. 14 Sulle vie individuate si interverrà con una fase di rilievo della viabilità pedonale mediante un minuzioso censimento delle barriere architettoniche localizzate sul territorio (dislivelli costituiti da gradini, cordoli, passi carrai, pendenze eccessive, ecc. pavimentazioni sconnesse, deformate, sdrucciolevoli, dissesti di elementi prefabbricati, assenza di marciapiedi, ecc. passaggi insufficienti dovuti a soste di veicoli, supporti di segnalazione, dissuasori, fioriere, contenitori dei rifiuti, espositori, ecc. attraversamenti pedonali non protetti, avvisatori ottici e acustici, parcheggi, assenza di attrezzature di servizio, ecc.) . C) Proposte in luogo. Durante la fase di rilievo delle barriere architettoniche dovrà essere possibile la formulazione contemporanea delle proposta di abbattimento. D) Elaborazione dati. Successivamente dovrà essere elaborato il piano degli interventi sulla viabilità pedonale che si compone di elaborati grafici nei quali sono stati individuati in modo puntiforme e perfettamente localizzati gli ostacoli che, attraverso un codice numerico, richiamano sul computer la relativa proposta di adeguamento o eliminazione. E) Progettazione del programma. Il programma informatico dovrà proporre in una videata principale con il luogo, il tipo di intervento, la descrizione grafica e i costi con le relative priorità attraverso la correlazione di diversi imput desunti dall’analisi sull’utenza, la localizzazione degli edifici pubblici, i tipi di servizio effettuati, il traffico pedonale, il traffico veicolare con l’individuazione delle vie di accesso alla città, i parcheggi, i “terminal” di confluenza degli autobus pubblici il tipo di urbanizzazione attuale e quella futura, ecc... F) Verifica. Dopo la scomposizione degli interventi fra i vari stralci, ipotizzati nell'arco di diversi anni e desunti dall'analisi realizzata a monte, dovranno essere apportati i dovuti correttivi tesi a creare una maggiore razionalità delle direttrici di percorso, nonché il maggior soddisfacimento dei bisogni a fronte dell'investimento presunto per ogni stralcio. 15 SPUNTI PER LA REALIZZAZIONE DI UNA AZIONE CONGIUNTA TESA ALLA PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI E AL CONTROLLO AMBIENTALE. Per procedere ad una azione tesa alla prevenzione degli incidenti e alla sicurezza ambientale da parte dell'inquilino assistito occorre individuare due tipi di azioni: la prima è una azione di tipo informativo, la seconda azione è di controllo e verifica da applicarsi su un territorio campione. Tali azioni possono essere svolte utilizzando un gruppo di lavoro composto da quattro o cinque persone che svolgono un ruolo tecnico di coordinamento e di indirizzo ed un gruppo ben più numeroso di assistenti domiciliari operanti su quella realtà prescelta e che rappresentano il filo di cucitura con l'assistito. Infatti l'addetto preposto all'assistenza domiciliare ha un ruolo estremamente importante e privilegiato nella individuazione delle esigenze e degli elementi che possono essere fonte di pericolo all'interno dell'ambiente domestico. Occorre quindi svolgere prioritariamente un'azione di aggiornamento verso questi operatori attraverso un corso di aggiornamento che affronta in particolare i seguenti argomenti: - normativa sulle barriere architettoniche, aspetti amministrativi; - ausili tesi al miglioramento dell'autonomia; - tecnologie per il controllo ambientale; - prevenzione degli incidenti domestici; - elementi di primo soccorso. Successivamente gli operatori, mediante un apposito questionario, potranno svolgere un'azione di ricerca mirata all'individuazione degli elementi negativi presenti all'interno dell'alloggio. Le informazioni acquisite consentiranno al un gruppo di lavoro sopra citato di formulare le successive proposte di modifica e adeguamento dell'alloggio. In questa fase di ricerca e controllo è possibile inserire e gestire l'informazione attraverso una banca dati la quale, potrà fornire le più diversificate informazioni fa le quali: - nome e indirizzo anagrafico dell'assistito; - tipo di patologia; - tipo di assistenza; - condizioni familiari; - condizioni ambientali; - suggerimenti proposti; 16 - stato di sicurezza raggiunta; - periodicità della verifica. Le stesse informazioni possono essere di valido aiuto per redigere una serie di opuscoli informativi che, periodicamente, attraverso gli organi di stampa, i centri sociali, i sindacati e le AA. DD. possono trovare una diffusione mirata su tutto il territorio comunale. Terza ma non ultima iniziativa che occorre sviluppare è un sistema di teleassistenza collegato alla banca dati sopra citata. Il sistema al quale ogni persona non autosufficiente può collegarsi è stato sviluppato già da alcuni anni in alcune realtà italiane e può essere descritto sommariamente in questo modo: l'assistito riceve un apparecchio telefonico e una piccola trasmittente da portare sempre con sé. Su di essa è sistemato un pulsante che invia un segnale ad un apparato rice-trasmittente collegato alla rete telefonica la quale trasmette ad una centrale operativa funzionante 24 ore su 24; un decodificatore fa apparire su il monitor di un computer la scheda riguardante l'assistito, sulla quale sono riportati i dati necessari per un'immediata individuazione e conoscenza del soggetto. L'operatore del centro ha così la possibilità di mettersi in contatto con l'utente per accertare il motivo della chiamata e prendere i provvedimenti necessari o semplicemente tranquillizzare la persona. A questo proposito vale la pena di sottolineare che l'operatore naturalmente deve possedere non solo una qualificata professionalità, ma anche sensibilità, equilibrio e tutte quelle doti che possono aiutarlo a stabilire con l'assistito un rapporto dialogico più intenso. Leris Fantini 17