DIOCESI DI CASSANO ALL’IONIO MINISTRI DELLA MEMORIA Insieme per celebrare Orientamenti e norme circa il comportamento degli operatori fotografici nelle celebrazioni liturgiche A cura dell’Ufficio Liturgico Diocesano Mons. Domenico Graziani Vescovo di Cassano Allo Ionio Cassano allo Ionio, 24 maggio 2001 Carissimi, per un’adeguata celebrazione dei sacramenti, l’Ufficio Liturgico Diocesano ha già prodotto, qualche tempo fa, alcuni orientamenti per i comportamento dei fotografi. Sento mio dovere che tali norme vengano fedelmente rispettate per cui, facendo mio il contenuto dell’opuscolo “Ministri della Memoria”, ne garantisco la promozione e l’osservanza. Fiducioso nella Vostra accoglienza a questo mio invito, incoraggio e benedico voi e il vostro lavoro. PRESENTAZIONE Nella nota pastorale della Conferenza Episcopale Italiana “Rinnovamento liturgico in Italia a cent’anni della Costituzione Conciliare «Sacrosantum Concilium»” del 23 settembre 1983, i vescovi fanno notare come la partecipazione liturgica sia ancora uno degli aspetti della riforma liturgica che richiede un’attenta riflessione e un particolare ed effettivo impegno da parte di tutti coloro che, sacerdoti e laici, sono coinvolti nelle celebrazioni liturgico-sacramentali. Si comprende bene che la riforma conciliare sollecita il paziente cammino di rinnovamento della mentalità culturale e della vita liturgica di ogni comunità cristiana. Il presente documento si inserisce nel vasto orizzonte della pastorale liturgica, settore prioritario e impegno permanente nell’organizzazione della vita cristiana nella diocesi e nasce dall’esigenza di rendere sempre più evangelizzanti e vitali le nostre celebrazioni liturgiche, secondo lo spirito conciliare, in vista di un’autentica crescita del popolo di Dio attraverso la partecipazione. Destinatari di questo documento sono i sacerdoti, i fedeli e i fotografi. Molto spesso, durante le celebrazioni questi ultimi ostacolano lo svolgimento del rito liturgico e distraggono l’attenzione e la partecipazione dell’assemblea. Per rendere utile il loro servizio l’Ufficio Liturgico Diocesano ha pensato di produrre questo documento per regolare gli interventi fotografici nelle celebrazioni. Nella prima parte del documento vengono riassunti gli elementi e i principi che regolano le diverse celebrazioni liturgico sacramentali, da questi principi scaturiscono e in essi si collocano gli orientamenti e le norme che devono regolare il comportamento degli operatori fotografici nelle azioni liturgiche, in vista di una loro maggiore sensibilità professionale. Gli obiettivi sono: anzitutto favorire sempre di più nelle nostre celebrazioni un clima di fede, di raccoglimento e di partecipazione piena, consapevole ed attiva (SC 14) che sono richieste dalla stessa natura della liturgia; evitare che le chiese e le celebrazioni diventino luoghi di “attrito” tra fotografi e sacerdoti; qualificare il lavoro dei fotografi inteso come servizio che essi prestano alla “memoria” dei principali eventi liturgici e delle tappe fondamentali della vita cristiana e come ministero che essi svolgono a favore del popolo di Dio. Ci auguriamo che, nel rispetto delle norme di seguito riportate, le nostre celebrazioni ritornino ad essere significative e rinnovatrici per la nostra vita. D. Nicola Arcuri Direttore Ufficio Liturgico Diocesano 1. LA FIGURA E IL RUOLO DELL’OPERATORE FOTOGRAFICO NELLE CELEBRAZIONI Le celebrazioni liturgiche sono azioni sacre che hanno il compito di significare e di proporre ciò che in esse Dio opera continuamente a favore del suo popolo. Ogni luogo, gesto, parola deve favorire un clima di fede, di raccoglimento e di preghiera unitamente alla partecipazione dei fedeli, sia singola che comunitaria. Tali azioni, pertanto, interessano non solo una parte di persone presenti alla celebrazione, ma tutti nella diversità di ministeri e compiti che ognuno svolge. Il fotografo è anche lui un membro dell’assemblea liturgica. Egli è coinvolto in prima persona nelle diverse celebrazioni, non solo per ciò che concerne la sua specifica attività lavorativa, ma anche perché persona battezzata e figlio di Dio.(1) All’interno della celebrazione egli è chiamato a svolgere un “ministero” nell’assemblea diretta dal presidente celebrante e quindi ad adeguare il servizio a determinare norme che regolano la celebrazione liturgica. L’operatore fotografico raggiungerà la piena, completa e autentica professionalità quando, oltre a progredire tecnicamente nel suo settore lavorativo, aggiunge a questo la cura e la formazione per ciò che riguarda l’ambito liturgicocelebrativo necessarie per svolgere nel migliore dei modi il suo servizio. Pertanto, l’operatore fotografico, consapevole di questa importanza, avrà cura di partecipare ai corsi formativi e di aggiornamento promossi dall’Ufficio Liturgico Diocesano e a consultarlo ogni qualvolta se ne presenta l’occasione per farlo. 2. NORME DI COMPORTAMENTO PER L’OPERATORE FOTOGRAFICO 2.1. Norme di carattere generale a) Prima di ogni celebrazione il fotografo, arrivando in tempo in chiesa prenda subito contatto con il sacerdote celebrante per eventuali comunicazioni riguardo alla svolgimento della celebrazione, cercando di attenersi a fotografare solo nei momenti previsti e che verranno evidenziati appresso. b) Il fotografo avrà cura di prendere conoscenza del luogo sacro e della potenzialità elettrica disponibile al fine di predisporre l’illuminazione più adeguata. Infatti per salvaguardare il clima di preghiera e di raccoglimento occorre limitare allo stretto necessario l’installazione di fari o lampade speciali, tenendo presente che la chiesa non è un «set cinematografico» (è necessario consultare il parroco sulla opportunità o meno di installare); capita spesso di posizionare le lampade solo ed esclusivamente sulle persone, lasciando oscurato l’altare che è il centro di ogni celebrazione. Questo modo di illuminare oltre che “abbagliare” le persone va a discapito della partecipazione _____________ (1) Coloro i quali non professano la religione cattolica sono ugualmente tenuti al rispetto del luogo sacro e a favorire la partecipazione dei fedeli. dell’assemblea alla liturgia; l’uso smoderato del flash e l’uso continuo di lampade ad alto potenziale elettrico ingenerano infatti non poco disagio e confusione nei fedeli e riducono la celebrazione a un vero e proprio “spettacolo”. c) Il rispetto per la celebrazione e per le persone che vi partecipano esige che, fotografando “alcuni” momenti celebrativi, quale memoria della tappa sacramentale che il cristiano sta vivendo all’interno della comunità ecclesiale, non venga distolta l’assemblea dalla partecipazione piena ed attiva e da un’adesione interiore al mistero che viene celebrato. d) Il fotografo sistemi tutto fuori dal presbiterio e rimanga in un luogo fisso per non impedire lo svolgimento della celebrazione. Non è permesso usare l’altare, l’ambone, il presbiterio come pedane o postazioni per meglio fotografare: non sono luoghi qualsiasi. e) Pertanto durante la celebrazione il fotografo agisca nel massimo rispetto e discrezione: si evitino gli spostamenti da una parte all’altra della chiesa, come anche il riprendere tutti i familiari, parenti e amici ad uno ad uno (ciò sarà fatto in altri momenti e luoghi) in quanto spesso creano disagio specialmente se sono fatti di corsa passando ripetutamente davanti all’altare, al sacerdote celebrante e in mezzo all’assemblea. Quando poi vi sia un motivo ragionevole, ci si sposti passando lungo le pareti laterali e alla fine dei posti riservati ai fedeli. f) A prestare il servizio sono ammessi un fotografo (due nelle celebrazioni comunitarie dei sacramenti) e un cineoperatore. Parenti, amici e altri privati si asterranno dal fotografare o riprendere. g) Il cineoperatore può riprendere anche gli altri momenti della celebrazione non indicati, ma sempre e solamente al suo posto. h) Il fotografo eviti i commenti inutili o il parlare con gli altri fotografi o aiutanti durante la celebrazione per non creare disturbi e confusioni, ricordando invece che egli è chiamato insieme agli altri a prendere parte al rito liturgico con un comportamento corretto e adeguato al luogo in cui si trova. Se bisogna cambiare il rullino alla macchina fotografica, sarà bene appartarsi in sacrestia: molto spesso tale “operazione” produce un rumore fastidioso che distrae. i) Il rispetto per il luogo in cui ci si trova durante la celebrazione viene espresso anche da un abbigliamento conveniente e dal rispetto per gli spazi: l’altare, l’ambone, la sede del celebrante, il fonte battesimale, il presbiterio, sono spazi sacri, perciò su di essi non ci si appoggia o si lasciano carte, involucri per rullini, zaini, obiettivi, filtri ... 2.2 Norme particolari circa i vari momenti della celebrazione Tenendo conto che generalmente i sacramenti vengono celebrati durante la S. Messa, in quanto ogni sacramento proviene dall’Eucarestia e porta all’Eucarestia, prendiamo in esame i diversi momenti delle celebrazione eucaristica, cogliendone la struttura, lo scopo e il valore per poi valutare in ognuno di essi la necessità o meno degli interventi fotografici. Per quanto attiene il servizio fotografico vale per tutti e in linea di principio quanto ribadisce l’istruzione sul culto del Mistero eucaristico della Sacra Congregazione dei Riti (Eucharisticum mysterium) al n. 23: «bisogna evitare con ogni cura che le celebrazioni liturgiche, e particolarmente la S. Messa, siano turbate dalla ripresa di fotografie. Quando poi vi sia un motivo ragionevole, si faccia tutto con discrezione». a) Riti di introduzione I riti di introduzione, che comprendono l’ingresso dei ministri, il saluto, l’atto penitenziale, il «Gloria» e la preghiera del sacerdote detta «colletta», hanno come scopo quello di far prendere coscienza ai fedeli riuniti insieme di formare una comunità, disposta ad ascoltare con fede la parola di Dio e a celebrare degnamente l’Eucarestia. E’ un momento importante per tutti che richiede raccoglimento, attenzione e partecipazione, convinti che dal buon avvio di questi riti iniziali dipende il fruttuoso svolgimento dell’intera celebrazione. • Per il servizio fotografico: è consentito riprendere per il battesimo i riti che si svolgono alla porta della chiesa; per la cresima e l’eucarestia la processione d’ingresso; per il matrimonio l’ingresso degli sposi e il reciproco saluto. Dopo questi momenti il fotografo si metta al suo posto evitando di fotografare o riprendere durante l’atto penitenziale. b) Liturgia della Parola Essa è costituita dalle letture scelte dalla Sacra Scrittura, dall’omelia, dalla professione di fede e dalla preghiera dei fedeli: è un momento di assoluto e religioso silenzio in cui l’assemblea si pone in atteggiamento di ascolto, infatti “nelle letture, che vengono poi spiegate nell’omelia, Dio parla al suo popolo, gli manifesta il mistero della redenzione e della salvezza e offre loro un nutrimento spirituale” (PNMR 33). Dalla Parola di Dio deriva anche il significato di ogni sacramento, per cui è necessario far si che il popolo ascolti, senza essere disturbato da altro, la Parola di Dio per poter comprendere ed accogliere il sacramento che viene celebrato. • Per il servizio fotografico: non è assolutamente permesso fotografare, in modo da consentire un ascolto attento e religioso del messaggio che viene proclamato. c) Celebrazione del sacramento • Per il servizio fotografico: è consentito fotografare, sempre nella massima delicatezza, discrezione e sobrietà i seguenti momenti: Battesimo: unzione con l’olio dei catecumeni, battesimo, unzione con il sacro crisma, consegna della veste bianca e del cero acceso, rito dell’«effatà». Cresima: presentazione dei cresimandi, rinnovazione delle promesse battesimali, imposizione delle mani, unzione del sacro crisma. Matrimonio: domande, scambio di consenso, consegna degli anelli, firma dell’atto di matrimonio. d) Riti di offertorio Comprendono: la processione offertoriale, la presentazione dei doni da parte del sacerdote, l’incensazione e la preghiera che conclude questo rito. E’ il momento in cui vengono portati all’altare i doni che servono per la celebrazione eucaristica unitamente a quelli che verranno poi donati ai poveri. • Per il servizio fotografico: è consentito fotografare la processione offertoriale. e) Preghiera eucaristica Essa inizia con le parole del sacerdote «Il Signore sia con voi ... In alto i nostri cuori...» e si conclude con l’acclamazione «Per Cristo, con Cristo e in Cristo ...». La preghiera eucaristica, cioè la preghiera di rendimento di grazie e di santificazione, è il momento centrale e culminante dell’intera celebrazione, attraverso la quale il pane e il vino diventano corpo e sangue di Cristo. • Per il servizio fotografico: questo momento così importante richiede il massimo raccoglimento e la piena partecipazione di tutti. Pertanto è assolutamente vietato fotografare o riprendere in questo momento della celebrazione. f) Riti di comunione Essi comprendono: la preghiera del «Padre nostro», lo scambio della pace, la comunione sacramentale, la preghiera dopo la comunione. • Per il servizio fotografico: è consentito riprendere o fotografare lo scambio della pace e il momento della comunione, solo per il sacramento del matrimonio e per quello dell’Eucarestia. Si eviti di indicare continuamente pose e intervenire con fotografie durante il periodo di silenzio dopo la comunione lasciando che gli interessati si raccolgano in preghiera senza essere distolti da altre preoccupazioni o indotti a sterili apprensioni. g) Riti di conclusione I riti di conclusione comprendono: il saluto e la benedizione del sacerdote. E’ un invito affinché il cristiano, rinforzato dalla grazia di Dio, ritorni alle sue occupazioni quotidiane lodando e benedicendo il Signore con la sua vita. • Per il servizio fotografico: è possibile fare qualche fotografia evitando però facili confusioni, tenendo presente che la chiesa rimane pur sempre un luogo sacro da rispettare.