Casi di discriminazione di genere nel lavoro
Gennaio 2006 – Luglio 2007 nella Provincia di Torino
Settembre 2007
A cura di:
Ricerca, elaborazione dati e rappresentazione grafica:
Tiziana Vincis con la collaborazione di Letizia Amedei
Testi: Laura Cima, Ivana Melli, Tiziana Vincis
Stampa: Ufficio stampa Provincia di Torino
PRESENTAZIONE
Le Consigliere di parità della Provincia di Torino hanno raccolto in questo
Rapporto i risultati della ricerca sui casi di discriminazione di genere nel
lavoro che si sono rivolti al loro ufficio nel 2006 e primi 7 mesi del 2007.
Le Consigliere di Parità, nell’ambito della loro attività definita dal dlgs
196/2000, art. 3, si occupano della promozione e tutela del principio di non
discriminazione e della promozione delle pari opportunità per lavoratori e
lavoratrici “in forma subordinata, autonoma o in qualsiasi altra forma”,
anche attraverso l’attività di accoglienza delle discriminazioni, di mediazione
per la risoluzione del problema, di intervento in giudizio nei casi che lo
necessitino.
L’analisi dei dati evidenzia una variegata tipologia delle discriminazioni di
genere che sono state trattate: mobbing, violazione maternità/paternità,
molestie sessuali, problemi sindacali, conciliazione dei tempi.
Anche nell’ultimo biennio è confermato il profilo dell’utente della
Consigliera di parità: donna, di nazionalità italiana, con età compresa tra i
30 e 40 anni, diploma di scuola superiore, coniugata con un figlio/a, con
contratto a tempo indeterminato e a tempo pieno, lavora prevalentemente nel
settore dei servizi, con qualifica di impiegata, in azienda privata di piccole
dimensioni.
Le problematiche che questa utenza incontra, i diritti violati e le richieste di
aiuto che ne derivano sono oggetto dell’analisi sviluppata nel presente
rapporto.
La maternità, cui sono legate le esigenze di conciliazione tra vita lavorativa e
vita famigliare, è il momento più delicato per la vita lavorativa di una donna.
Nei primi 7 mesi del 2007 i casi di discriminazioni legati alla maternità
interessano il 50% della totalità dei casi, cui seguono quelli di natura
sindacale per il 27,6%.
La necessità di conciliazione dei tempi ricade ancora oggi in prevalenza sulla
donna, fortemente penalizzata da un insieme di fattori: la maternità, non
concepita come valore sociale, continua ad essere considerata “un fatto
privato” cui le famiglie, e in particolare le donne, devono far fronte “in
proprio” nella ricerca di soluzioni. Alla carenza di servizi per l’assistenza a
bambini e anziani (genitori, famigliari di lei o di lui) si aggiunge la difficoltà
nell’ambiente di lavoro. La richiesta di formule di conciliazione come il parttime o l’orario flessibile innestano spesso meccanismi di ostilità che ricadono
sulle scelte obbligate della lavoratrice o comunque creano un clima
conflittuale nell’ambito del lavoro.
La lavoratrice è quindi solo un tassello del mosaico a cui concorrono altri
soggetti per la gestione della conciliazione quali: il mercato del lavoro,
l’organizzazione aziendale, la divisione dei ruoli all’interno della famiglia,
sindacati, politiche sociali, organizzazione dei servizi di cura ecc.
Allo scopo di prevenire le discriminazioni relative alla conciliazione, la
Consigliera di parità ha avviato un’azione comunicativa rivolta a lavoratrici e
lavoratori attraverso l’opuscolo “I nostri auguri tra opportunità e diritti” e
proseguita, in un secondo tempo, con un’azione mirata alle imprese.
L’opuscolo “L’azienda amica delle mamme e dei papà” è dedicato alle
aziende capaci di affrontare il cambiamento organizzativo, gestire le
differenze ed investire sulle persone. Invita le aziende ad affrontare le
difficoltà di conciliazione come “problemi risolvibili” sull’esempio di buone
esperienze condotte da molte aziende in questi anni.
In considerazione del fatto che il 27,6% delle persone che si rivolgono alla
Consigliera presenta problemi di natura sindacale, le Consigliere di parità
hanno firmato un Protocollo d’Intesa con le Organizzazioni sindacali
provinciali Cgil, Cisl, Uil, che tradizionalmente intervengono su situazioni
antidiscriminatorie di genere, unitamente alla Direzione provinciale del
lavoro, al fine di creare una collaborazione volta alla corretta applicazione
della normativa antidiscriminatoria.
Consapevoli del fatto che per molte donne è più “difficile” chiedere aiuto, ad
esempio per le immigrate o le lavoratrici atipiche, le Consigliere di parità
stanno continuando la loro azione “a tutto campo” rafforzando gli strumenti
di lavoro e le collaborazioni che permettano di informare le donne
sull’opportunità di trovare un supporto al loro problema. La collaborazione
con il progetto “Vicino a te” del “Telefono Rosa” e la recente creazione di
nuove reti come quelle delle mediatrici culturali e dei CPO nella Sanità
vanno in questa direzione. Sono, invece, in fase di consolidamento le reti già
sperimentate sul territorio, come quelle delle Referenti di Parità dei Centri
per l’Impiego e delle agenzie della formazione professionale.
Ringraziamo
tutti
i
soggetti
che
contribuiscono
alla
tutela
antidiscriminatoria: la Direzione Provinciale del Lavoro e le O.O.S.S. che
hanno firmato con noi il protocollo, le Organizzazioni Datoriali le componenti
delle reti che collaborano con noi, gli Assessorati dei Comuni della Provincia
e tutte le altre Organizzazioni e Associazioni che abbiamo elencati nel
Vademecum di recente pubblicazione.
Le Consigliere di parità
Laura Cima
Ivana Melli
Casi di discriminazione di genere nel lavoro
Gennaio 2006 – Luglio 2007 nella Provincia di Torino
PREMESSA
La presente relazione analizza dal punto di vista qualitativo e quantitativo l’utilizzo
dei servizi offerti dall’Ufficio della Consigliera di Pari Opportunità della Provincia di
Torino.
La prima parte del documento riassume la metodologia di intervento e traccia il
profilo delle persone e il percorso “tipo” a seguito del contatto con l’ufficio della
Consigliera, al fine di classificare le richieste più frequenti e tracciare di
conseguenza le modalità di risposta del servizio.
La seconda parte del documento riporta l’analisi dei dati socio-anagrafici, delle
tipologie dei contratti di lavoro, della varietà e frequenza dei casi riferita al periodo
2006-2007.
Il confronto dei dati pregressi con quelli disponibili per l’anno in corso permette di
estrapolare una linea di tendenza in costante aumento. Il totale di 72 casi trattati
nell’anno 2006 a fronte dei 58 per il periodo Gennaio-Luglio 2007 si traduce in un
incremento del 38 % nel ricorso al servizio da parte dell’utenza. Il dato conferma il
crescente apprezzamento per il servizio e conforta l’impegno posto dalle Consigliere
nel presidio e nella pubblicizzazione dell’Ufficio.
1
METODOLOGIA DI INTERVENTO
Lo strumento di rilevazione dei dati si basa su una scheda “standard” che mette in
evidenza:
-
la tipologia di contatto (attraverso quale segnalazione si è giunti in contatto
con la Consigliera: Centri per l’Impiego, Enti istituzionali, sito Internet,
Agenzie Formative ecc. ...)
-
dati socio anagrafici (nazionalità, sesso, età, titolo di studio, situazione
famigliare)
-
lavoro (tipologia di impresa, tipologia contrattuale, ruolo, settore di attività,
dimensione aziendale)
-
discriminazione (mobbing, molestie, problemi sindacali, conciliazione lavorofamiglia...)
-
eventuale documentazione a supporto.
La scheda è volutamente molto sintetica, per ridurre al minimo gli aspetti formali di
rilevazione statistica. E’ generalmente l’ultimo atto di un colloquio, della durata
media di circa un’ora, in cui la Consigliera mira a capitalizzare la storia della
persona, acquisire gli eventuali documenti a supporto, analizzare il problema,
classificare la tipologia di discriminazione.
Questa raccolta di informazioni permette di delineare, al di là delle situazioni
personali, un quadro statistico delle tipologie aziendali, degli atti discriminatori, del
profilo personale e professionale delle lavoratrici, delle strategie di intervento della
Consigliera.
2
ANALISI DEI DATI RELATIVI AI CASI DI DISCRIMINAZIONE TRATTATI
Il totale dei casi seguiti dalla Consigliera fino a Dicembre 2006 compreso è di 223.
Nei primi 7 mesi del 2007 si sono aggiunti altri 58 nuovi casi per un totale di 281.
ANNO
N° CASI
%
2001
2
1
2002
14
5
2003
29
10
2004
49
17
2005
57
20
2006
72
26
2007
58
21
TOTALE
281
100%
n °casi
120
100
80
60
40
20
0
1
2001
2
2002
3
2003
4
2004
5
2005
6
2006
7
2007
(N.B. il dato 2007 è estrapolato in base alla tendenza dei primi 7 mesi)
L’incremento pressoché costante dei casi, come si può riscontrare dal diagramma,
può essere attribuito alla qualità e quantità di informazione resa disponibile presso
3
l’ufficio della Consigliera, alla chiarezza e completezza del sito Internet, alla sinergia
con i 13 Centri per l’Impiego di Torino e provincia, ai numerosi progetti, convegni,
seminari e attività proposti nel territorio, occasione preziosa per la distribuzione di
materiali informativi che mettono in evidenza il ruolo di tutela delle Consigliere e la
loro disponibilità.
La tabella sovrastante in realtà si può definire “incompleta” perché nei dati raccolti
non sono conteggiate le innumerevoli telefonate e le e-mail che ogni giorno si
ricevono presso l’ufficio e tramite i Centri per l’impiego. Sono conteggiate solo le
persone che hanno avuto un colloquio con la Consigliera. L’effetto moltiplicatore dei
contatti intercorsi risulta in una crescente fiducia nel servizio; si riscontra inoltre
un aumento di persone che, ricevuta adeguata informazione sulla normativa,
mostrano un buon livello di autonomia nel gestire un proprio percorso di tutela
senza ulteriori richieste alla Consigliera.
CONTATTI ATTRAVERSO I QUALI SI E’ PERVENUTI ALLA CONSIGLIERA
La tabella seguente evidenzia i canali attraverso i quali le persone giungono in
contatto con la Consigliera.
Tipologie di contatto
2005
%
2006
%
2007
%
Enti Istituzionali
3
5
7
9,8
1
2
CPI
19
33
29
40,2
15
26
Pubblicità (volantini,
opuscoli)
20
36
8
11,1
26
45
Mezzi di comunicazione
(Internet, giornali,
telegiornali)
4
7
8
11,1
2
3
Passa parola
0
0
9
12,5
10
17
Punti informativi (Telefono
Rosa, Punto Info Donna,
Centro Donna, ecc..)
3
5
7
9,8
0
0
Dato non rilevato
8
14
4
5,5
4
7
72 casi
100%
58 casi
100%
TOTALE
57 casi
100%
4
CONTATTI PERVENUTI 2006
Dnp*
Passa parola
6%
10%
10% Punti Informativi
Enti Istituzionali
13%
39%
Cpi
11%
Pubblicità
11%
Mezzi di Comunicazione
(*) dato non pervenuto
CONTATTI PERVENUTI NEL 2007 (Gennaio-
Punti Informativi
Dnp
0% 7%
Luglio)
Enti Istituzionali
2%
26%
17%
Cpi
Passa parola
3%
Mezzi di
Comunicazione
45%
Pubblicità
Dai dati emerge una buona percentuale di persone giunte al servizio attraverso la
presa visione di opuscoli, volantini o un semplice “passa parola”. La Consigliera
pone un particolare impegno nel promuovere il servizio e diffondere l’informazione
in tutto il territorio provinciale, anche ad esempio con l’iniziativa “Vicino a Te”
promossa dal Telefono Rosa. Questo progetto consiste nel diffondere in luoghi
densamente
frequentati,
quali
scuole,
piazze,
mercati,
ecc…l’informazione
sull’esistenza del servizio e sulla normativa a tutela della maternità
5
Dai Centri per l’Impiego, attraverso le Referenti, pervengono contatti relativi a
situazioni complesse che richiedono uno specifico intervento della Consigliera. Per
l’anno 2006, dai centri di Susa, Rivoli, Pinerolo, Orbassano, Ivrea, Cuorgnè,
Chivasso, Ciriè , Moncalieri, Torino, Settimo, Venaria e Chieri perviene un totale di
28 casi; per il 2007 (gennaio-luglio) 15 casi.
TIPOLOGIA DI DISCRIMINAZIONE
Secondo, il Decreto legislativo 11 Aprile 2006, n. 198 - Codice delle pari opportunità
tra uomo e donna, a norma dell’art. 6 legge 28 novembre 2005, n. 246 - le
discriminazioni vengono definite come:
-
discriminazione diretta - art.25 ..”qualsiasi atto, patto o comportamento
che produca un effetto pregiudizievole discriminando le lavoratrici o i
lavoratori in ragione del loro sesso e, comunque, il trattamento meno
favorevole rispetto a quello di un’altra lavoratrice o di un altro lavoratore in
situazione analoga.”
-
discriminazione indiretta - art. 25 ...”quando una disposizione, un criterio,
una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri
mettono e possono mettere i lavoratori di un determinato sesso in una
posizione di particolare svantaggio rispetto a lavoratori dell’altro sesso, salvo
che riguardino requisiti essenziali allo svolgimento dell’attività lavorativa,
purché l’obiettivo sia legittimo e i mezzi impiegati per il suo conseguimento
siano appropriati e necessari
-
molestie - art. 26 “Sono considerate discriminazioni anche le molestie,
ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per ragioni connesse
al sesso, aventi lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una lavoratrice o di
un lavoratore e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante
o offensivo.”
-
molestie sessuali - art. 26 “Sono, altresì, considerate come discriminazioni
le molestie sessuali, ovvero quei comportamenti indesiderati a connotazione
sessuale, espressi in forma fisica, verbale o non verbale, aventi lo scopo o
l’effetto di violare la dignità di una lavoratrice o di un lavoratore e di creare
un clima intimidatorio, ostile, degradante,, umiliante o offensivo.”
6
La tabella seguente riporta le tipologie, il numero dei casi e le relative percentuali
per evidenziare le variazioni registrate negli ultimi anni.
2005
%
2006
%
2007
%
Mobbing
2
3,6
12
17
6
10,3
v.maternità/paternità
17
31
18
25
4
7
Molestie
2
3,6
4
6
3
5,1
Discr.sex
4
7,2
4
6
0
0
Prob sindacali
10
18
15
21
16
27,6
Inform. conciliazione e
maternità
20
36
19
25
29
50
TOTALE
55
100%
72
100%
58
100%
Discriminazione
E’ possibile osservare una crescita di problematiche di natura prettamente
sindacale ed una decrescita di casi di violazione dei diritti sulla maternità e
paternità e le discriminazioni sessuali.
A questo proposito, la firma di un protocollo d’intesa tra Consigliere di Parità
provinciali, Organizzazioni Sindacali e Direzione provinciale del lavoro - Servizi
ispettivi, intende promuovere una strategia d’azione comune e coordinata di
prevenzione e tutela contro le discriminazioni.
I casi di mobbing, 3,6% nel 2005, raggiungono un 17% nel 2006 per ridursi ad un
10.3% nei primi 7 mesi del 2007.
7
E’
importante
sottolineare
che
i
casi
di
Mobbing
non
corrispondono
necessariamente a discriminazioni di genere, per cui possono risultare non
pertinenti con le mansioni della Consigliera. Se non risulta una discriminazione di
genere l’utenza viene indirizzata ad altri servizi, generalmente il Sindacato.
Percentuali considerevoli riguardano le richieste di informazioni sulla conciliazione
dei tempi e la maternità raggiungendo, nella prima parte del 2007, il 50% di casi.
La Legge 53 introduce, infatti, il concetto di maternità e paternità nella logica della
condivisione delle responsabilità famigliari, si preoccupa inoltre di creare le
condizioni per una flessibilità del lavoro che tiene conto dei tempi di vita delle
persone e non solo delle imprese.
Offre la possibilità di prendersi un tempo, all’interno della carriera professionale,
dedicato allo sviluppo formativo, alla cura dei figli, alla cura di anziani e persone
malate.
La legge intende raggiungere questi obiettivi attraverso i congedi parentali e
formativi; invita le amministrazioni, aziende pubbliche e private a pensare e
realizzare “azioni positive” a sostegno della flessibilità d’orario.
I dati della tabella precedente, trasposti in forma grafica, permettono un immediato
confronto tra il 2006 e la prima parte dell’anno in corso.
Tipologia di Discriminazione 2006-2007
29
Inform.Conciliazione e
6
Maternità
19
16
15
Problemi Sindacali 5
Discriminaz.Sex
Molesti
V.maternità/paternità
Mobbing
0
4
4
3
3
2
Serie2
2007
4
4
18
Serie1
2006
6
1
12
0
5
10
15
20
25
30
Il dato saliente che emerge dal confronto 2006-primi 7 mesi 2007 è il notevole
incremento delle richieste di informazione per l'esercizio dei diritti parentali, a cui fa
riscontro il dato simmetrico della diminuzione dei casi di violazione. Questa
8
tendenza sembra corrispondere ad una maggiore consapevolezza nelle persone e
nelle imprese riguardo all’esistenza di tali diritti, alla possibilità di usufruirne, al
dovere di rispettarli. E questo conforta lo sforzo delle Consigliere che hanno
fortemente investito nella diffusione di questi temi attraverso le loro pubblicazioni e
gli interventi di sensibilizzazione promossi.
TIPOLOGIA DEL SOGGETTO DISCRIMINATO
Dall’analisi dei casi presi in esame è possibile delineare una sorta di utente “tipo”
che si rivolge all’ufficio della Consigliera alla ricerca di un possibile aiuto.
Prevalentemente è:
•
donna;
•
nazionalità italiana;
•
età compresa tra i 30 e 40 anni;
•
diploma di scuola superiore;
•
coniugata con un figlio;
•
contratto di lavoro a tempo indeterminato e a tempo pieno;
•
prevalentemente nel settore dei servizi;
•
ruolo di impiegata;
•
in azienda privata di piccola dimensione.
La richiesta prevalente riguarda informazioni relative alla tutela durante il periodo
di maternità.
Per una trattazione di dettaglio della tipologia di utenti, si rimanda alla seconda
parte della relazione: “Dati socio anagrafici, Lavoro, Tipologia di Impresa,
Dimensione Aziendale, Tipologia Contrattuale, Ruolo occupato, Settore di attività”.
MODALITÀ DI INTERVENTO DELLA CONSIGLIERA
L’iter dell’Ufficio al primo contatto con l’utente
9
L’Ufficio della Consigliera risponde ai quesiti che vengono posti attraverso il sito
Internet, per e-mail o con contatto telefonico. Le domande poste da lavoratrici e
lavoratori incontrano un primo filtro che seleziona i quesiti a cui il personale può
dare risposta immediata e rimanda alla Consigliera i casi complessi che richiedono
approfondimento, fissando pertanto un appuntamento per un colloquio.
Molte domande fanno riferimento alla maternità e ai diritti di congedo parentale. Un
buon numero di richieste perviene dai padri, non solo per informazione riguardo ai
diritti della moglie ma in prima persona, per le modalità di utilizzo del congedo
parentale.
Si è registrato un sensibile aumento di contatti a seguito della diffusione di opuscoli
mirati specificamente ai neo papà, per rendere disponibile una informazione che
troppo spesso è parziale e frammentata.
Come già accennato, le risposte immediate fornite via telefono non sono conteggiate
nelle statistiche dell’Ufficio; saranno oggetto di commento e indicazioni operative
attraverso le FAQ (Frequently Asked Questions, le domande più frequenti) previste
nel sito Internet della Consigliera.
Interventi di tutela a livello individuale (Casi)
L’intervento della Consigliera avviene dunque solo in seguito alla analisi della
domanda posta dall’utente e secondo criteri di urgenza.
Il colloquio, generalmente nel giro di pochi giorni, avviene in forma privata in un
locale destinato a tale scopo. Le domande della Consigliera mirano in primo luogo a
determinare se il caso è di pertinenza dell’Ufficio o se deve essere rinviato ad altri
servizi (Sindacato, Servizi sociali, Centri per l’impiego...).
Ove il caso lo richieda, e con esplicito consenso della lavoratrice e del lavoratore, la
Consigliera convoca il datore di lavoro al fine di confrontare i punti di vista e
ricercare le vie di conciliazione amichevoli. Se ciò non risulta fattibile e se ci sono gli
estremi per una azione legale, la Consigliera ha la facoltà di promuovere una azione
legale.
Gli ultimi due casi portati in giudizio dalla Consigliera attraverso l’avvocato Mirella
Caffaratti sono stati pubblicati nella Newsletter di Marzo, n.7 e Giugno 2007, n 8.
Il primo caso è quello di una lavoratrice licenziata a causa della maternità.
10
L’alta professionalità della lavoratrice, licenziatasi dall’occupazione precedente per
rispondere alla specifica offerta di assunzione dell’azienda in questione, non ha
impedito che la comunicazione della gravidanza, avvenuta in scadenza del periodo
di prova, provocasse l’immediato licenziamento, motivato per mancato superamento
del periodo prova.
Dopo un’ampia e proficua discussione presso la sezione lavoro del Tribunale di
Torino, le parti hanno raggiunto un accordo che oltre ad un risarcimento a favore
della lavoratrice, prevede l’impegno da parte della società a diffondere il Codice delle
pari opportunità.
Un altro caso riguarda una dipendente di un Comune del circondario di Torino a
cui non era stato conteggiato il periodo di astensione obbligatoria per maternità, da
parte dell’Amministrazione pubblica, ai fini della progressione di carriera, con
conseguenti danni anche retributivi. Il risultato negativo dei tentativi di transazione
avviati hanno portato la signora a chiamare in giudizio il proprio datore di lavoro in
una causa sostenuta dalla Consigliera di parità della provincia di Torino. Il 30
Maggio 2007, il Tribunale di Pinerolo ha ritenuto valide le ragioni della signora
condannando la Pubblica Amministrazione a riposizionare la lavoratrice al livello di
categoria e retribuzione che avrebbe avuto se si fosse tenuto conto del periodo di
astensione obbligatorio per maternità.
La causa ha permesso di dare applicazione integrale e concreta non solo alle norme
a tutela della maternità, ma anche alle norme antidiscriminatorie.
Creazione e consolidamento di reti nel territorio
Il lavoro della Consigliera, al di là degli interventi sui casi specifici, comprende la
promozione di sinergie con diversi soggetti coinvolti a vario titolo nella tutela
antidiscriminatoria.
‰
Con la Direzione provinciale del lavoro e le organizzazioni sindacali CGIL,
CISL, UIL della Provincia di Torino, la rete che la Consigliera ha creato con i
responsabili degli uffici vertenze dei 3 Sindacati e l’Ispettorato del lavoro, è
sfociata con la firma di un Protocollo d’Intesa che ha l’obiettivo di creare
una completa collaborazione volta alla corretta applicazione della normativa
antidiscriminatoria. Ci si impegna a porre in essere ogni azione utile per
11
combattere le azioni antidiscriminatorie in tutte le tipologie di lavoro,
compresi
quelli
atipici
e
a
lottare
contro
ogni
tipo
di
azione
antidiscriminatoria legata alla maternità e paternità.
‰
Con le Agenzie formative , la rete delle Referenti di parità nasce dalla
predisposizione e firma di un Protocollo d’Intesa, tra la Consigliera di parità
e le Agenzie formative, per migliorare l’integrazione delle pari opportunità nei
corsi di formazione. La rete ha una funzione importante anche per lo scambio
di informazioni, l’avvio di analisi comuni sulle nuove leggi e la raccolta di dati
qualitativi e quantitativi relativi alla presenza di donne e uomini nei corsi di
formazione.
‰
Con ASL e ASO della Provincia di Torino, su proposta della Consigliera di
parità, è stata avviata il 27 Novembre 2006 la costituzione della Rete dei
Comitati di pari Opportunità, con l’obiettivo di promuovere le buone prassi
già avviate in alcune aziende ospedaliere e di garantire una miglior sinergia
per la promozione di azioni comuni.
‰
Con i Centri per l’Impiego, la rete è costituita ufficialmente dal Novembre
2004, nasce come opportuna conseguenza al percorso formativo avviato
responsabili, operatori, operatrici dei Centri per l’impiego della Provincia di
Torino, nell’ambito del progetto “Parità nell’Impiego”. Il progetto attraverso lo
sviluppo di competenze sui temi di genere, si proponeva di realizzare nel
Servizio Lavoro, una Rete di referenti in grado di operare in sinergia con la
Consigliera di parità. I CPI sono una realtà importante e significativa in cui il
personale si rapporta con un pubblico potenzialmente esposto a problemi di
discriminazione.
Azioni di promozione, comunicazione, informazione
12
La Consigliera promuove regolarmente eventi comunicativi: conferenze stampa,
convegni, seminari. Interviene inoltre su richiesta in convegni, dibattiti, attività
formative, testimonianze.
Tra le pubblicazioni realizzate nel periodo 2006/luglio2007 si possono annoverare:
“I nostri auguri tra opportunità e diritti” rivolto alle neo mamme e neo papà;
“L’azienda amica delle mamme e dei papà”, rivolta alle aziende; “Vademecum dei
servizi per la donna, dove rivolgersi e come ottenerli” rivolta alle donne;
“Innovazione e Conciliazione” riguardante le azioni e gli sviluppi ottenuti grazie ai
progetti Donne e Innovazione.
13
Il sito Internet recentemente aggiornato comprende le seguenti aree informative:
•
Donne e mercato del lavoro: caratteristiche delle lavoratrici in Provincia di
Torino, attività e settori in cui operano, come si rapportano al Mercato del
Lavoro.
•
Vita e Lavoro: conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, aspetti
problematici della gestione del “tempo”.
•
Azioni positive: riduzione del divario di genere nel mondo del lavoro,
introduzione
di
misure
per
le
donne,
rimozione
degli
ostacoli
che
impediscono la realizzazione delle pari opportunità.
•
Sviluppo locale: concertazione per lo sviluppo economico e sociale di un
determinato territorio.
•
Centri per l’impiego: punto di riferimento per chi è alla ricerca di prima
occupazione, rientro o ricollocazione nel mercato del lavoro.
•
Attività formative: promuovere le pari opportunità nell’educazione e nella
formazione professionale.
•
Imprenditoria femminile: incentivare le capacità di fare impresa promuovendo
strumenti e valorizzando idee e progetti di successo.
•
Progetti: mirati alla promozione delle pari opportunità nel contesto della
Provincia di Torino.
•
Attività in rete: compiti istituzionali della Consigliera di Parità, contatti,
modalità operative e di comunicazione, realizzazione di progetti ed iniziative a
favore delle pari opportunità nel mondo del lavoro.
•
Pubblicazioni, ad esempio:
-
I nostri auguri tra opportunità e diritti
-
L’azienda amica delle mamme e dei papà
-
Managerialità e innovazione al femminile
-
Esercizi di parità nelle scuole elementari”
-
Progetto Donne e Innovazione
-
Newsletter trimestrale
14
SVILUPPI FUTURI
Attività che si intende sviluppare nel periodo Settembre 2007 - Settembre 2008:
Principio di non discriminazione
Informazione: Aggiornamento sito Web, Newsletter trimestrale, Stampa e diffusione
“Vademecum dei servizi per la donna”, Stampa e diffusione opuscolo “Azienda
amica della mamme e dei papà”, Ristampa e diffusione opuscoli “I nostri auguri tra
opportunità e diritti”, “Insieme a te” con Telefono Rosa.
Politiche attive del lavoro
Progetto tavolo di conciliazione con le parti sociali, Creazione/Consolidamento reti
con Ag. formative, Comitati pari opportunità, Sanità, Centri per l’impiego,
l’Imprenditoria, Promozione ed attivazione di corsi sulle politiche attive del lavoro e
normativa sulla tutela della maternità/paternità da attuarsi tramite sindacati.
Progetto “Managerialità e innovazione al femminile”
Promozione di progetti di azioni positive
Promozione normativa a tutela della maternità/paternità e flessibilità attraverso
pubblicazione per aziende, Promozione nei vari comuni della provincia di Torino dei
piani di azioni positive, Progetto “Approdi” di Villa 5, Progetto Engim “pari
opportunità nella scuola media Sangone di Nichelino”, Diffusione buone prassi
attraverso testimonianze in convegni, seminari e pubblicazioni.
Contrasto alle violazioni alle norme sulle pari opportunità
Applicazione del Protocollo Sindacati, Ispettorato del lavoro e Consigliere di parità
per
lavoro
di
discriminazione,
rete,
Colloqui
Informazione
casi
sui
discriminazione,
diritti
Vertenze
su
casi
di
maternità/paternità/congedi
parentali/molestie e molestie sessuali/mobbing sul luogo di lavoro, Corsi di
formazione diretti a Centri per l’impiego, Comitati pari opportunità, Organizzazioni
sindacali, Scuole, ecc.
15
SECONDA PARTE
DATI SOCIO ANAGRAFICI
Nazionalità
Come si può notare dai grafici sottostanti le persone che si rivolgono al servizio sono
per la maggior parte di nazionalità italiana, 95% nel 2006 e 91% nel 2007. Nel 2007
si è rilevato un incremento del 4% di utenza di altra nazionalità. Gli utenti stranieri
sono per lo più rumeni, peruviani e marocchini.
NAZIONALITA' 2006-2007
68; 95%
70
53; 91%
60
50
40
Serie1
2006
30
Serie2
2007
20
4;5%
10
5;9%
0
Straniera
Italiana
Sesso
La quasi totalità dell’utenza è femminile, sopratutto per consulenze e informazioni
relative alla tutela della maternità.
Sesso
2005
2006
2007
Donne
54
65
56
Uomini
3
3
2
TOTALE
57
72
58
16
Età
I casi pervenuti all’ ufficio della Consigliera nell’anno 2006 e nei primi 7 mesi del
2007 sono costituiti prevalentemente da donne con età media compresa tra i 30 e
40 anni.
Confrontando i dati del 2006 con quelli del 2007 emerge nel 2006 una prevalenza di
donne con età compresa tra i 30 e i 35 anni (31%), contro un 12% nel 2007. Nei
primi mesi del 2007 l’utenza prevalente è formata da donne con età compresa tra i
35 e i 40, circa il 36%contro il 25% dell’anno precedente. Nei primi mesi del 2007 si
nota un aumento nella classe di età che va dai 25 ai 30 con un 12% a fronte del 7%
dell’anno precedente. Si rileva, inoltre, un 16% nella classe di età compresa tra i 40
e i 45 che nel 2006 costituiva solo il 11%.
La persona che maggiormente usufruisce del servizio ha già maturato qualche
esperienza lavorativa e per scelta o per motivi di lavoro ha rinviato la formazione di
un nucleo famigliare, come rilevano anche altre ricerche sull’aumento dell’indice di
tarda natalità.
ETA DELL'UTENTE 2006-2007
DNP
0; 0%
> 55
4; 6%
2; 3%
2; 3%
50 - 55
8; 14%
4; 6%
3; 5%
5; 7%
45 - 50
40 - 45
9; 16%
8; 11%
35 - 40
2007
18; 25%
7; 12%
30 - 35
Serie2
21; 36%
23; 31%
25 - 30
7; 12%
< 20
0
2006
5; 7%
1; 2%
2; 3%
0; 0%
1; 1%
20 - 25
Serie1
5
10
15
20
25
(Nel grafico sono inseriti i valori assoluti e le rispettive percentuali).
17
Titolo di studio
Le donne che si sono rivolte all’ufficio possiedono in prevalenza un titolo di studio
medio-alto: nel 2006 il 55% dei casi ha un diploma di scuola media superiore
mentre nel 2007 si registra il 44%.
Nel grafico emerge nel 2006 un 14% di soggetti laureati/e; nella sola prima parte
del 2007 si osserva un 12%.
TITOLO DI STUDIO 2006 - 2007
Laurea
7; 12%
10; 14%
Diploma Laurea
4;7%
3; 4%
Qalifica
8; 14%
2; 3%
26; 44%
Diploma
40; 55%
12; 21%
15; 21%
Licenza Media
Elementare
0; 0%
2; 3%
DNP
1; 2%
0; 0%
0
5
Serie2
2007
Serie1
2006
10
15
20
25
30
35
40
Situazione famigliare
Per dare più completezza all’analisi, nella scheda che viene utilizzata per la
rilevazione dei casi si distinguono 2 categorie di situazioni famigliari:
•
Monoparentale
•
Parentale
con indicato il n ° dei componenti della famiglia e l’età dei figli/e.
Comparando i dati del 2006 con quelli del 2007 si rileva sul territorio della
provincia di Torino una prevalenza di soggetti in situazione parentale.
La tabella sottostante mostra che tra il 2006 e il 2007 i nuclei famigliari in
situazione parentale sono in diminuzione (9% in meno) mentre la percentuale degli
individui in situazione monoparentale nel 2007 risulta in netto aumento (16 % in
più). Il dato sembra riflettere il generale incremento delle separazioni.
E’ importante ricordare che i dati del 2007 riguardano solo i primi 7 mesi dell’anno,
ciò permette di prevedere un probabile aumento della forbice tra gli individui con
situazione monoparentale del 2006 e quelli del 2007.
18
ANNO
Parentale
Monoparentale
Dato non pervenuto
TOTALE
2005
%
2006
%
2007
%
31
9
17
57
54
16
30
100
48
17
7
72
69
24
7
100
35
23
/
58
60
40
/
100
LAVORO
Tra i casi che si sono presentati nel 2006 si nota una prevalenza di persone che
esercitano la propria attività lavorativa presso imprese private, l’80%. Nella prima
parte del 2007 emerge un calo di 6 punti percentuali ed un incremento di utenti
che operano nell’imprese pubbliche di 9 punti percentuali.
Come si rileva sia dal grafico che dalla tabella sottostanti sono presenti, anche se in
piccola percentuale, utenti che non hanno espresso la tipologia dell’impresa in cui
operano ed individui che svolgevano la propria attività lavorativa presso consorzi,
associazioni, cooperative, ecc. Quest’ultime sono comprese nella categoria “Dnp”
(dato non pervenuto) e nella categoria “Altro”.
TIPOLOGIA D'IMPRESA 2006-2007
58
60
50
42
40
2006
2007
Pubblica
13
22
Privata
80
74
Altro
1
2
Dnp
6
2
100%
100%
%
Serie1
2006
30
Totale
Serie2
2007
20
9
14
10
1
1
4
1
0
Pubblica
Privata
Altro
DNP
( Totale valore assoluti 2006: 72; Totale valore assoluti 2007: 58 )
19
Dimensione dell’azienda
Dai grafici sotto riportati si nota che sia nel 2006 che nella prima parte del 2007
l’utente che si rivolge al servizio opera prevalentemente presso imprese con un
numero inferiore ai 20 dipendenti.
Un notevole divario riguarda le aziende con oltre 100 dipendenti: nel 2006 sono 23
su 72 gli utenti che si sono rivolti alla Consigliera mentre nei primi mesi del 2007
sono 6 utenti su 58.
Per contro, aumentano i casi da aziende di dimensione inferiore (20-100 dipendenti)
DIMENSIONE DELL'AZIENDA 2006-2007
> 100
6
5
23
13
50 - 100 4
9
< 20
Dnp
Serie2
13
20 - 50 3
2006
2007
DNP
15
17
<20
31
29
20 – 50
10
22
50 – 100
13
22
> 100
31
10
2007
7
Serie1
16
2
%
22
2006
10
11
1
0
5
10
15
20
25
( Totale valore assoluti 2006: 72; Totale valore assoluti 2007: 58 )
Nei grafici seguenti si può rilevare come le attività nel settore dei servizi
(ristorazione, trasporti, poste, agenzie formative, sanità, scuole, comuni, ecc.)
passano dal 49% del 2006 al 28% del 2007 con una decremento di 21 punti.
Analoga situazione per l’industria che perde 15 punti percentuali passando dal 25
al 9% tra il 2006 e il 2007. In crescita invece il settore del commercio con un
incremento di 8 punti percentuali, dall’11 al 19%.
La categoria “altro” che disaggregata comprende: lavoratrici domestiche, studi di
progettazione e legali, imprese di pulizie, associazioni culturali senza scopo di lucro,
ecc, rappresenta nei 7 mesi del 2007 il 38% degli utenti a fronte del 6% dell’anno
precedente. Il calo dei servizi può essere non così significativo, in quanto nella
categoria “altro” vengono ricomprese attività che in seconda analisi potranno essere
ricondotte alla categoria dei servizi.
20
SETTORE ATTIVITÀ 2006
Altro
Dnp
6%
6%
Commercio
11%
3%
Artigianato
49%
Servizi
25%
Industria
SETTORE ATTIVITÀ 2007
SETTORE ATTIVITA' 2007
Dnp
Artigianato
3%
3%
Industria
9%
38% Altro
19%
Commercio
28%
Servizi
21
Tipologia contrattuale
Come negli anni precedenti si nota una netta prevalenza di contratti a tempo
indeterminato, che a fronte di una migliore garanzia occupazionale non sembrano
agevolare la conciliazione dei tempi e il rispetto dei diritti legati alla maternità.
Nella tabella sottostante il confronto dei valori assoluti tra il 2006 e il 2007 mostra
nei primi 7 mesi del 2007 un decremento rispetto al 2006.
Dalla tabella successiva, percentuali delle tipologie contrattuali, si rileva come il
contratto a tempo indeterminato, nei soli primi 7 mesi del 2007 raggiunge il 72%,
percentuale analoga a quella dell’intero 2006.
Si sottolinea inoltre come la categoria “altro” nel 2007 seppur in piccola percentuale
(12%) include quei soggetti con i contratti di lavoro atipici.
TIPOLOGIA
CONTRATTUALE
N° CASI N° CASI N° CASI
2005
2006
2007
TEMPO INDETERMINATO
TEMPO DETERMINATO
42
9
1
4
1
57
APPRENDISTATO
DNP (dato non pervenuto)
ALTRO
TOTALE
52
10
0
6
4
72
42
4
1
4
7
58
TIPOLOGIA CONTRATTUALE 2006
DATO NON
PERVENUTO
APPRENDISTATO
0%
8%
ALTRO
6%
14%
TEMPO
DETERMINATO
72%
TEMPO INDETERMINATO
22
TIPOLOGIA CONTRATTUALE 2007
TEMPO DETERMINATO
12% ALTRO
7%
APPRENDISTATO
2%
7%
DATO NON
PERVENUTO
72%
TEMPO INDETERMINATO
Qualifica/ruolo
Nella tabella riguardante i tipi di qualifica sotto riportata, si evidenzia come
l’impiegato/a e l’operaio/a siano il tipo di occupazione maggiormente svolto dai
soggetti che si rivolgono all’ufficio della Consigliera.
Le percentuali subiscono leggere variazioni tra l’anno 2006 e l’anno 2007 sia per la
qualifica impiegatizia che per quella operaia. Sensibile l’incremento nella categoria
“altro” che include soggetti che effettuano lavori presso luoghi di cura, nel settore
sanitario come ad esempio fisioterapisti e infermieri e nel settore degli studi o che
lavorano nel settore del commercio (commesse e cassiere) che passa dal 6% al 12%.
RUOLO OCCUPATO 2006 - 2007*
43
45
40
35
31
30
25
20
16
Serie1
14
15
2006
10
4
5
2 1
7
12
0 1
%
Responsabile
Quadro
Impiegato
Sanità
Operaio
Altro
Dnp
TOTALE
2006
3
0
60
1
22
6
8
2007
2
2
54
3
24
12
3
100%
100%
Serie2
6
2
2007
Dato non
pervenuto
Altro
Operaio
Sanità
Impiegato
Quadro
Responsabile
0
( Totale valore assoluti 2006: 72; Totale valore assoluti 2007: 58 )
(*) primi 7 mesi del 2007
23
Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia di Torino
Via Maria Vittoria ,12 – 10123 Torino
Tel. 011 86.12.771 - Fax 011 86.12.889
www.provincia.torino.it
www.consiglieraparitatorino.it
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ANALISI DEI DATI RELATIVI AI CASI DI DISCRIMINAZIONE