19 ECM33 FORMAZIONE A DISTANZA Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica indice Presentazione del corso Modulo 1 pag. 3 PRINCIPI DI AEROSOLTERAPIA Modulo 2 Responsabile scientifico Giuseppe Di Maria Direttore dell'U.O.C. di Pneumologia e della Scuola di Specializzazione in Malattie Respiratorie, Università di Catania pag. 7 DISPOSITIVI PER AEROSOLTERAPIA Modulo 3 pag. 12 PROPRIETÀ FARMACODINAMICHE E FARMACOCINETICHE DEI FARMACI IMPIEGATI NELL’AEROSOLTERAPIA Modulo 4 pag. 17 VANTAGGI E SVANTAGGI DELLA TERAPIA AEROSOLICA RISPETTO AD ALTRE VIE DI SOMMINISTRAZIONE Modulo 5 pag. 21 Destinatari Professione: Medico chirurgo Disciplina: Medicina generale (medico di famiglia); Pediatria; Pediatria (pediatri di libera scelta); Malattie dell’apparato respiratorio; Otorinolaringoiatria Professione: Farmacista Disciplina: Farmacia territoriale Razionale del corso L’aerosolterapia è una delle forme di cura più utilizzate nei pazienti con malattie delle vie aeree superiori e inferiori di ogni età. Essa rappresenta una comoda via di somministrazione per numerosi farmaci attivi sul tratto respiratorio. La sua efficacia terapeutica dipende da una serie di fattori che includono la corretta diagnosi, la scelta dei farmaci, l’efficienza del nebulizzatore e le modalità di inalazione. A parte le informazioni generali sul corretto uso dei dispositivi di aerosolizzazione di cui devono essere a conoscenza i pazienti adulti, nei bambini frequente è il riscontro di problemi relativi alla corretta tecnica di inalazione e di aderenza alla terapia. In questi casi l’educazione dei pazienti più piccoli e dei loro genitori è di fondamentale importanza. Questo corso intende informare e formare i medici clinici riguardo alla corretta prescrizione e utilizzazione dell’aerosolterapia nei pazienti affetti da patologie respiratorie acute e croniche. ECM FAD Il superamento del test finale consentirà di ottenere 10 crediti formativi. (ID. ECM: 155-41721) Durata del corso Il tempo necessario per completare il percorso formativo è di 10 ore. Il corso sarà attivo dal 08 ottobre 2012 al 08 ottobre 2013. Come iscriversi e partecipare al corso Dopo aver letto il materiale didattico contenuto nella presente rivista, collegarsi all’indirizzo internet: http://fad-aerosolterapia.ecm33.it Registrarsi alla comunità Medikey o digitare le proprie credenziali Medikey; si accederà ai contenuti online da visionare prima della compilazione del questionario finale utile al fine di ottenere i crediti ECM. L’AEROSOLTERAPIA IN ETÀ ADULTA Modulo 6 Titolo Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica pag. 26 L’AEROSOLTERAPIA IN ETÀ NEONATALE E PEDIATRICA ECM33 numero 19 - anno V - settembre 2012 suppl. Autorizzazione Tribunale di Milano N° 70 del 29 gennaio 2008 © Elsevier Srl 2012 Modulo 7 pag. 30 EDUCAZIONE DEI PAZIENTI E DEI CAREGIVER Pubblicazione protetta a norma di legge dall’Ufficio proprietà letteraria, artistica e scientifica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dedicata all’aggiornamento professionale. La pubblicazione o ristampa di articoli o immagini della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’editore. Editore Elsevier Srl Via Paleocapa, 7 20121 Milano - Italia Telefono +39 02 88184.1 Telefax +39 02 88184.301 www.elsevier.it Direttore Responsabile Emile Blomme Progetto grafico Giorgio Gandolfo Stampa Arti Grafiche Migliorini Melzo (Mi) Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Principi di aerosolterapia modulo 1 Obiettivi del modulo: illustrare alcuni cenni storici sul progresso tecnologico e descrivere le principali caratteristiche dell’aerosolterapia che verranno approfondite nei moduli successivi. parole chiave Introduzione La terapia inalatoria è uno dei più antichi approcci terapeutici per la cura delle malattie delle vie aeree, in quanto consente al farmaco impiegato di agire direttamente sull’organo bersaglio, evitando il ricorso alla somministrazione per via sistemica e offrendo l’opportunità di ottenere lo stesso effetto con un dosaggio minore di quello richiesto da una terapia orale o parenterale.1 L’introduzione dell’inalatore predosato pressurizzato (pMDI) è avvenuta circa cinquant’anni fa. Viviamo un’epoca caratterizzata da una rapida evoluzione dei dispositivi per aerosolterapia e delle loro applicazioni. Notevole è anche l’interesse relativamente alla personalizzazione delle dimensioni delle particelle di farmaco e del loro trasporto ai fini del trattamento mirato di specifiche aree dell’albero respiratorio.1 Negli ultimi cinquant’anni le formulazioni di farmaci da somministrare per via inalatoria e la tecnologia dei dispositivi hanno registrato un progresso notevole, che è stato influenzato dagli sviluppi scientifici in alcune aree, tra cui: • elaborazione di modelli teorici e misure indirette della deposizione polmonare; • messa a punto di tecniche per calibrare le particelle; • studi di deposizione in vitro; • studi di deposizione mediante scintigrafia, farmacocinetica e farmacodinamica. Idrofluoroalcani Deposizione dell’aerosol Mediana della distribuzione delle masse delle particelle di aerosol tenuto conto del loro diametro aerodinamico (MMAD) Flusso inspiratorio Va infine ricordato che il protocollo di Montreal nel 1987 e successivamente quello di Kyoto hanno bandito i propellenti a base di clorofluorocarburi.1 Nella Tabella 2 sono elencati i principali acronimi (con relativa espressione e traduzione in italiano) che vengono utilizzati nell’ambito dell’aerosolterapia allo scopo di descriverne i principi e le metodiche.2 L’aerosolterapia: definizione Modelli teorici I metodi per generare aerosol medicali (sospensioni di farmaco liquido o solido in un gas propellente), formulare e veicolare farmaci mirati nei siti bersaglio dell’apparato respiratorio costituiscono il razionale di impiego e gestione dell’aerosol.2 Cenni storici dell’aerosolterapia Le terapie inalatorie sono state impiegate sin dall’antichità, la loro origine potrebbe risalire all’impiego del fumo ottenuto da preparati di Datura (pianta appartenente alla famiglia delle Solanacee) in India, 4000 anni fa. A metà dell’800, in Francia, grazie allo sviluppo dell’industria dei profumi e in base alla consuetudine delle cure termali,1 sono stati sviluppati atomizzatori e nebulizzatori. Nei secoli sono stati usati vari termini per descrivere le sostanze inalatorie, il termine “aerosol” è stato coniato intorno al 1920 e nella Tabella 1 sono riportati i termini e le definizioni più ricorrenti.1 Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo polvere di combustibile e sigarette contenenti stramonio erano rimedi popolari per l’asma e altre malattie polmonari. In seguito furono sviluppati atomizzatori e nebulizzatori e, nel 1956, comparve il primo inalatore predosato pressurizzato.1 Il modello del Task Group on Lung Dynamics (Figura 1), in base alle dimensioni delle particelle (da 0,01 μm a 100 μm) e all’assetto respiratorio, suddivide la deposizione di un aerosol nelle vie aeree in tre aree: nasofaringea, tracheobronchiale e polmonare. Sebbene fosse nato per scopi legati alla protezione da radiazioni, questo modello è stato utilizzato anche in altri contesti. Per tutti i modelli formulati è stato assunto che le particelle siano sferiche e l’unità di densità è stata stabilita in 1 g/cm3; inoltre, fu stabilito il concetto di diametro delle particelle aerodinamiche. Oggi sono disponibili modelli molto più sofisticati che utilizzano un’anatomia del polmone più accurata e simulazioni tridimensionali e prendono in considerazione fattori quali il calibro delle vie respiratorie e la grandezza igroscopica delle particelle. Gli aerosol terapeutici presentano un maggior numero di aspetti critici per i modelli che possono assumere le loro varie forme fisiche e possono essere generati con diverse modalità tecniche.1 La forma fisica comprende gocce liquide, soluzioni, farmaci micronizzati in sospensione o particelle secche. Alcuni aerosol sono fisicamente in pillole ÂModelli teorici, misure indirette e scintigrafiche della deposizione polmonare, studi di farmacocinetica/ farmacodinamica hanno influenzato il progresso tecnologico dei dispositivi inalatori. ÂI vantaggi principali della somministrazione di farmaci per aerosol sono: (1) trasporto di alte concentrazioni locali di farmaco direttamente al sito d’azione minimizzando il rischio di effetti sistemici, (2) rapidità dell’azione dopo l’inalazione del farmaco. ÂLa frazione di farmaco trasportata al sito d’azione dipende anche dalle proprietà fisiche dell’aerosol e da fattori dell’ospite: livello di ventilazione, stato delle vie aeree e meccanica respiratoria. 3 ■ modulo 1 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Tabella 1. Definizione dei comuni termini applicati alle terapie inalatorie Aerosol Particelle solide o liquide sospese in un gas Atomizzatore Dispositivo utilizzato per generare un vapore di goccioline fini da un liquido. Un getto d’aria ad alta pressione passa su un flusso di liquido che viene attratto in superficie per effetto Bernoulli. Il liquido viene poi sospinto sotto forma di strato sottile, dal quale si separa in goccioline per aumento dello scambio termico dovuto all’aumento della superficie Nebulizzatore Atomizzatore modificato con un diaframma posto di fronte al getto per rimuovere le particelle di aerosol più grandi Vapore Stato gassoso di sostanze che sono normalmente allo stato liquido o solido (a una temperatura e pressione normali) Fumo Aerosol visibile risultante da combustione incompleta; le particelle possono essere solide o liquide Pulviscolo Aerosol di particelle solide costituito dalla disgregazione meccanica di un materiale di provenienza atmosferica Polvere Sostanza solida nella forma di piccole particelle libere Sospensione Miscela in cui le particelle sono sospese in un fluido e sono sufficientemente grandi per cui la gravità le stabilizza Soluzione Miscela omogenea di due o più sostanze; frequentemente è una soluzione liquida Gas Stato della materia che si distingue da quello solido o liquido per (1) densità e viscosità basse; (2) espansione e contrazione relativamente grandi con variazione di pressione e temperatura; (3) capacità di diffondere rapidamente; e (4) tendenza spontanea a distribuirsi uniformemente attraverso qualunque contenitore Nebbia Aerosol di particelle liquide formato per condensazione o atomizzazione Modificata da riferimento bibliografico 1. Nel 1970 si è scoperto che la scintigrafia poteva essere usata per valutare il trasporto dei farmaci a vari organi, compresi i polmoni. La deposizione totale o locale e la clearance degli aerosol terapeutici possono essere misurate in modo non invasivo mediante l’impiego di particelle radiomarcate e con tecniche di scansione scintigrafica.1 Recentemente il trasporto polmonare nei polmoni è stato valutato con metodi di imaging tridimensionali mediante tomografia computerizzata a emissione di fotone singolo e con tomografia a emissione di positroni. Le informazioni riguardanti il sito e il grado di deposizione di particelle negli spazi delle vie aeree sono difficili da ottenere con qualunque altra metodica. Gli studi scintigrafici hanno aggiunto importanti informazioni sugli effetti di variabili come il quadro respiratorio, la tipologia dei dispositivi applicati e la presenza di stati patologici polmonari sulla quantità e distribuzione della deposizione delle particelle. Questi studi possono stabilire anche correlazioni con l’efficacia e il profilo di tossicità dei farmaci.1 Un altro approccio per valutare il trasporto di farmaci nell’apparato respiratorio è il dosaggio della relativa concentrazione plasmatica dopo assorbimento – ossia la determinazione del profilo farmacocinetico – e la correlazione con i livelli di efficacia clinica e tossicità (profilo farmacodinamico).3 La determinazione dei profili farmacocinetici per i farmaci inalatori è difficile in quanto i ridotti livelli plasmatici richiedono metodiche molto sensibili e possono essere alterati dall’assorbimento dello stesso principio attivo a livello gastrointestinale. In molti casi è importante differenziare il contributo del polmone dall’assorbimento gastrointestinale, in considerazione del fatto che la quota assorbita a livello polmonare può essere impiegata come parametro surrogato della deposizione.1 Espressione completa Traduzione in italiano CFC chlorofluorocarbon clorofluorocarburi DPI dry-powder inhaler inalatori di polvere secca FPF fine-particle fraction frazione di particelle fini HFA hydrofluoroalkane idrofluoroalcani MMAD mass median aerodynamic diameter diametro aerodinamico mediano di massa MMD mass median diameter mediana del diametro di massa pMDI pressurized metered-dose inhaler inalatore predosato pressurizzato SPAG small particle aerosol generator generatore di aerosol di piccole particelle SVN small-volume nebulizer nebulizzatore di piccolo volume Protocollo di Montréal 1987 VHC valved holding chamber distanziatore con valvole Gli inalatori predosati (MDI) sono stati inizialmente sviluppati con sistemi propellenti basati su clorofluorocarburi (CFC). Alla luce degli effetti deleteri Modificata da riferimento bibliografico 2. ■ 4 Scintigrafia Farmacocinetica e farmacodinamica Tabella 2. Acronimi Acronimo in inglese instabili e possono essere soggetti a evaporazione, aumento, aggregazione o repulsione quando passano attraverso il dispositivo di trasporto e nel tratto respiratorio umido. Gli attuali modelli si stanno evolvendo tenendo conto di tali variabili.1 modulo 1 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Figura 1 Modello teorico del Task Group on Lung Dynamics. A Frazione di deposizione Modificata da riferimento bibliografico 1. 1,0 0,8 B nasofaringea polmonare tracheobronchiale 1,0 750 ml 2150 ml 0,8 0,6 0,6 0,4 0,4 0,2 0,2 0 0,01 0,05 0,1 0,5 1 5 10 tratto respiratorio nasofaringea polmonare tracheobronchiale 0 0,01 50 0,1 Mediana del diametro di massa (micrometri) dei CFC sullo strato di ozono, nel 1987 le Nazioni Unite hanno formulato il protocollo di Montréal, che ha bandito le sostanze che deteriorano lo strato di ozono. Il protocollo di Montréal prevedeva l’eliminazione graduale dei CFC dal 1996, con esenzione delle società farmaceutiche. Il contributo dei propellenti CFC inalatori ha un impatto ambientale minimo, ma questo bando ha sortito un effetto importante sullo sviluppo della tecnologia inalatoria. I propellenti idrofluoroalcani (HFA) sono risultati sostituti efficaci e, in particolare, l’HFA134a è stato sviluppato come alternativa ai CFC. La sostituzione con HFA ha modificato le proprietà degli aerosol prodotti mediante gli inalatori predosati pressurizzati (pMDI), e gli aerosol con propellente HFA sono, in genere, spray più soffici e con minor velocità. Va inoltre ricordato che la temperatura dello spray prodotta da pMDI con propellente HFA è superiore alla temperatura di congelamento, ed è quindi superiore a quella ottenuta con pMDI con propellente CFC.1 1 10 100 Mediana del diametro di massa (micrometri) tatori e antinfiammatori impiegati per le malattie ostruttive delle vie respiratorie quali asma e broncopneumopatia cronica, ma il loro impiego può risultare utile anche in altre malattie come la fibrosi cistica e le bronchiectasie. La loro efficacia deriva dagli effetti locali nelle vie aeree. L’elevata concentrazione locale di questi agenti nei polmoni massimizza gli effetti terapeutici e minimizza l’assorbimento sistemico e le potenziali reazioni avverse. Un altro vantaggio dei farmaci aerosolizzati è la rapidità dell’azione dopo l’inalazione.4 La deposizione polmonare dell’aerosol viene ottenuta per mezzo di tre meccanismi chiave: impatto inerziale, sedimentazione e diffusione.4 Questi tre meccanismi operano in differente reciproca sinergia per i diversi farmaci inalatori nei diversi settori dell’albero respiratorio. La frazione di farmaco trasportata al sito d’azione desiderato dipende anche dalle proprietà fisiche dell’aerosol e da fattori dell’ospite che comprendono il quadro di ventilazione, lo stato delle vie aeree e la meccanica polmonare (Tabella 3).4,6 Figura 2 Vantaggi della via inalatoria per la somministrazione di farmaci. Modificata da riferimento bibliografico 5. Aerosol anche per dosi ridotte di farmaco Elevata concentrazione locale Ridotta concentrazione sistemica Efficacia e rapida insorgenza d’azione Sicurezza Principi dell’aerosolterapia Il vantaggio fondamentale dell’aerosolterapia consiste nel trasporto di elevate concentrazioni locali di farmaco direttamente al sito d’azione, minimizzando i rischi di possibili effetti avversi sistemici. Tale obiettivo viene raggiunto con una dose di molto inferiore a quella che può essere richiesta con la somministrazione sistemica per l’equivalente risposta terapeutica (Figura 2).4,5 I farmaci inalatori più comuni sono broncodila- Aderenza alla terapia 5 ■ modulo 1 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Tabella 3. Fattori che influenzano il trasporto di farmaci inalatori ai polmoni Caratteristiche fisiche delle particelle dell’aerosol dimensioni (mediana del diametro di massa) densità carica elettrica igroscopia forma velocità delle particelle dell’aerosol Fattori dell’ospite volume inspirato tempo d’inspirazione flusso inspiratorio durata dell’apnea post-inalazione tempo di trasporto dell’aerosol durante l’inspirazione (con inalatore predosato pressurizzato) morfologia delle vie aeree patologie in corso età, etnia, sesso all’interno dei polmoni; per tale ragione si invitano i pazienti a inspirare profondamente con il dispositivo dell’aerosol e a compiere un’espirazione prolungata prima dell’inspirazione successiva. È stata documentata l’importanza di trattenere il respiro dopo l’inalazione perché aumenta la penetrazione tanto quanto il numero di particelle depositate nei polmoni, anche se è stato dimostrato indirettamente che, quando si trattiene il respiro, la sedimentazione gravitazionale rappresenta il meccanismo principale di deposizione e dispersione dell’aerosol. Infine, nell’impiego di un MDI, è importante coordinare l’inspirazione e l’attivazione dell’inalatore. Un’attivazione non coordinata può portare alla perdita della maggior parte di farmaco, effetto che invece è trascurabile o assente quando si utilizza un aerosol generato da un altro sistema come il nebulizzatore.4 Tra i fattori legati alle vie aeree, il loro stato e la patologia polmonare non influenzano la quantità di farmaco trasportata lungo l’albero respiratorio ma giocano un ruolo fondamentale nel determinare la frazione di dose che deve raggiungere il sito desiderato.4 Modificata da riferimenti bibliografici 3, 4. Caratteristiche fisiche dell’aerosol Le caratteristiche fisiche delle particelle dell’aerosol indicate nella Tabella 3 dipendono da alcuni fattori: tipo di farmaco impiegato, formulazione e dispositivo di aerosol. Per esempio, una formulazione basata su una soluzione di un aerosol genera particelle di dimensioni molto più ridotte (circa 2 μm) rispetto a formulazioni basate su una sospensione con particelle di dimensioni di circa 4 μm. Tali caratteristiche diventano rilevanti dal momento che, tra le varie prerogative fisiche, la dimensione delle goccioline dell’aerosol è il fattore più importante nel trasporto del farmaco ai polmoni. Tra le proprietà chimico-fisiche del farmaco importanti per la penetrazione dell’aerosol, le proprietà igroscopiche influenzano l’aumento della dimensione in condizioni di umidità con un impatto negativo sul trasporto del farmaco. Anche la forma farmaceutica dell’aerosol può modificare il trasporto del farmaco per cui una gocciolina di forma aerodinamica ha più probabilità di essere associata a una maggior penetrazione. ■ 6 Infine, anche la velocità a cui l’aerosol è generato può influire sulla frazione trasportata alle vie respiratorie inferiori. Gli aerosol generati a una velocità molto alta tendono a depositarsi prevalentemente nelle vie aeree superiori piuttosto che in quelle inferiori. Un MDI è il classico esempio di un generatore che produce aerosol ad alta velocità, cioè in un intervallo di 10-100 m/s. D’altra parte, la polvere secca e i nebulizzatori producono aerosol con velocità relativamente bassa. Il flusso più lento minimizza la deposizione orofaringea e sulle vie respiratorie superiori e aumenta il trasporto e la deposizione distali.4 PER APPROFONDIRE 1. Anderson PJ. Hystory of aerosol therapy: liquid nebulization to MDIs to PDPIs. Respir Care 2005;50:1139-49. 2. Ari A, Hess D, Myers RT, et al. Guida ai dispositivi per l’aerosolterapia per i terapisti respiratori. American Association for Respiratory Care, 2009. 3. Bettoncelli G. Criteri per l’utilizzo della terapia inalatoria nelle patologie ostruttive delle vie aeree. Rivista SIMG 2007;5:10-4. 4. Khilnami GC, Banga A. Aerosol therapy. The Indian Journal of Chest Diseases & Allied Sciences Fattori dell’ospite 2008;50:209-19. 5. Vincken W, Dekhuijzen R, Barnes P, et al. The I fattori dell’ospite sono quelli correlati al quadro respiratorio e all’assetto delle vie aeree del paziente. I fattori della ventilazione che si sono dimostrati importanti sono indicati in Tabella 3. Il volume inspiratorio ha un ruolo critico nel trasporto del farmaco inalato. Aumentando il volume d’inalazione, infatti, le particelle hanno maggior probabilità di essere trasportate più ADMIT series – Issues in inhalation therapy. 4. How to choose inhaler devices for the treatment of COPD. Prim Care Respir J 2010;19:10-20. 6. Carro LM, Struwing CW. Benefits of nebulized therapy: basic concepts. Archivos de Broncopneumologia 2011;47:2-7. modulo 2 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Dispositivi per aerosolterapia Obiettivi del modulo: descrivere i tre tipi di dispositivi per aerosolterapia, confrontandone le caratteristiche tecniche e pratiche e illustrandone i criteri di scelta. parole chiave Nebulizzatori Introduzione Gli erogatori per aerosolterapia di tipo tradizionale sono disponibili da molti anni e rappresentano il mezzo più efficiente per assumere farmaci inalatori. Molte persone, infatti, li possiedono e ne fanno un uso domestico per svariate malattie delle alte e basse vie respiratorie. In generale questi apparecchi hanno un rendimento migliore con farmaci preparati in soluzione rispetto a quelli in sospensione. Esistono, tuttavia, anche altri tipi di dispositivi in modo da poter personalizzare l’aerosolterapia.3 Erogatori di aerosol L’evoluzione tecnica degli ultimi anni ha permesso di sviluppare nuovi dispositivi per la somministrazione della terapia inalatoria, che possono essere distinti in tre categorie principali:3,4 • nebulizzatori; • erogatori predosati pressurizzati (pressurized metered-dose inhalers o pMDI); • inalatori a polvere secca (DPI). Gli inalatori e i nebulizzatori hanno caratteristiche pratiche diverse (Tabella 4).7 I nebulizzatori per aerosol (Figura 3) sono di due tipi: tipo jet e a ultrasuoni, si basano su due principi diversi di funzionamento ma hanno molte caratteristiche in comune. Non richiedono la presenza del propellente, né la coordinazione del paziente e possono essere impiegati per erogare alte dosi di farmaco in un tempo breve come è necessario, per esempio, durante le esacerbazioni delle malattie ostruttive respiratorie.4 I nebulizzatori jet o meccanici rappresentano il 90% dei nebulizzatori in uso; generano aerosol di farmaci in soluzione o in sospensione mediante un getto di aria compressa (od ossigeno) prodotto da un compressore azionato da energia elettrica. L’aerosol così prodotto si divide in piccole particelle che colpiscono la superficie interna della camera del nebulizzatore; le particelle più piccole arrivano al paziente mentre quelle più grandi sono trattenute nella camera del nebulizzatore jet per essere ri-aerosolizzate.2,4 I nebulizzatori meccanici comprendono, oltre al compressore, un’ampolla di nebulizzazione, un’interfaccia col paziente, ossia un boccaglio o una maschera facciale o nasale, e i tubi di connessione.7 I nebulizzatori a ultrasuoni funzionano con una fonte d’energia a ultrasuoni; l’aerosol viene generato per mezzo di un cristallo piezoelettrico Tabella 4. Principali caratteristiche pratiche degli inalatori e nebulizzatori Caratteristiche Inalatori Nebulizzatori Trasporto accurato del farmaco con un uso ottimale Buono Leggero Tempo di aerosolizzazione Breve (pochi secondi) Lungo (alcuni minuti) Necessità di manutenzione No Dopo ogni uso Peso Leggero (pochi grammi) Vario, ma sempre significativo Dimensioni Tascabile Varie, ma non tascabile Per l’uso ottimale è richiesta la collaborazione attiva dell’utilizzatore Sì Si Metodo operativo Autonomo Richiede fonte esterna di energia Disponibilità Con alcuni farmaci Con qualsiasi farmaco pMDI Breath hold Spaziatore in pillole ÂI nebulizzatori jet o meccanici generano aerosol di farmaci in soluzione o in sospensione mediante un getto di aria compressa (od ossigeno). L’aerosol così prodotto è fatto di piccole particelle che colpiscono la superficie interna della camera del nebulizzatore. ÂGli erogatori pMDI sono tascabili, funzionano autonomamente, erogano accuratamente singole dosi di aerosol in breve tempo, ma richiedono un’adeguata tecnica d’inalazione e, quindi, l’addestramento del paziente. ÂGli inalatori a polvere secca consistono in polvere farmacologicamente attiva, mischiata come aggregato di particelle micronizzate a una polvere inerte(eccipiente). Il miscuglio farmaco/ eccipiente viene convertito in aerosol con il flusso inspiratorio generato dal paziente. ÂQuando si sceglie un dispositivo per erogazione di broncodilatatori e corticosteroidi inalatori per i pazienti con asma o BPCO nella “real life” occorre considerare i fattori correlati al paziente, al farmaco e al dispositivo per la sua erogazione. Modificata da riferimento bibliografico 7. 7 ■ modulo 2 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Figura 3 Schema del funzionamento di un nebulizzatore jet. Modificata da riferimento bibliografico 2. interfaccia col paziente ambiente interno deflettore tubo capillare/orifizio spazio morto liquido nel serbatoio sorgente di gas compresso che converte la corrente elettrica in vibrazioni ad alta frequenza. Le intense vibrazioni trasformano il farmaco in goccioline, aerosolizzandolo. Le ragioni della popolarità dei nebulizzatori tra i pazienti probabilmente risiedono nel fatto che essi producono una nuvola visibile di farmaco aerosolizzato e che l’inalazione in sé stessa non è complicata, richiedendo solo una normale respirazione attraverso la bocca o il naso a seconda dei casi.9 Erogatori predosati pressurizzati (pMDI) Gli erogatori predosati pressurizzati (pMDI) (Figura 4), detti anche spray dosati, possono contenere farmaci in sospensione e in soluzione, in genere con una pressione di 3 atmosfere. L’erogazione rilascia ogni volta una dose definita che il paziente deve inalare.3 L’erogatore pMDI utilizza il farmaco sotto forma micronizzata all’interno del propellente, sotto pressione con surfattanti per evitare l’aggregazione dei cristalli di farmaco; altri costituenti sono lubrificanti per il meccanismo della valvola e solventi. Quando il dispositivo è attivato, il propellente aerosolizza il farmaco nell’atmosfera. Il farmaco aerosolizzato attraversa le vie aeree e si riscalda facendo evaporare il propellente, riducendo cosi la dimensione delle particelle nell’intervallo di diametro desiderato. La frazione di farmaco che raggiunge le vie aeree è compresa tra il 5% e il 15% della dose erogata.4 Gli erogatori pMDI sono tascabili, non risentono molto delle influenze ambientali, funzionano autonomamente, contengono e trasportano accuratamente molte dosi di aerosol in breve tempo.8 Tuttavia richiedono un’adeguata tecnica d’inalazione e, quindi, l’addestramento e la partecipazione attiva del paziente per evitare che la ■ 8 maggior parte del principio attivo si depositi nel primo tratto delle vie aeree, con conseguente riduzione della sua efficacia terapeutica.3 Per semplificare l’uso dei pMDI esistono dei dispositivi chiamati “spaziatori” o “distanziatori” che riducono la necessità di una perfetta coordinazione tra erogazione e inalazione (Figura 5),3 molto utili soprattutto per i pazienti anziani e per chi ha difficoltà a trattenere il respiro.4 Lo spaziatore è costituito da un tubo che s’interpone tra la bocca del paziente e l’erogatore e che consente al farmaco emesso di non disperdersi nell’ambiente mentre il paziente effettua l’erogazione/inalazione. Gli spaziatori o “camere ad alto volume” o “holding chamber” sono sistemi più efficienti dei distanziatori perché consentono una maggior persistenza della dispersione del farmaco. Il limite di questi strumenti è rappresentato dal loro ingombro.3 L’aggiunta di uno spaziatore aumenta la deposizione nei polmoni mediante la riduzione della velocità delle particelle dovuta alla resistenza dell’aria che incontrano, e alla riduzione del diametro delle particelle dovuta all’evaporazione. L’uso di uno spaziatore in associazione a un pMDI riduce il rischio di effetti collaterali, soprattutto in relazione all’impiego di corticosteroidi, dovuti alla deposizione orofaringea e all’assorbimento intestinale.8,9 In base alle linee guida della Global Initiative on Asthma (GINA) e della Global Initiative on Chronic Obstructive Lung Disease (GOLD)8 la terapia con broncodilatatori in aerosol o con pMDI associato a uno spaziatore è raccomandata per la gestione delle riacutizzazioni di asma e BPCO. Gli inalatori predosati attivati dal respiro hanno al loro interno un “grilletto” che viene automaticamente attivato dall’inspirazione. In teoria, questo sistema riduce la necessità di coordinare l’erogazione del farmaco con l’inalazione. Questo tipo di pMDI ha dimostrato di migliorare la deposizione dell’aerosol nei polmoni; tuttavia, il paziente deve essere in grado di generare una sufficiente forza inspiratoria per innescare il trasporto dell’aerosol.9 Inalatori a polvere secca (DPI) Gli inalatori a polvere secca (DPI) consistono in polvere farmacologicamente attiva come aggregato di particelle micronizzate fini in una camera d’inalazione (Figura 6). L’aggregato Figura 4 Inalatore predosato pressurizzato. contenitore supporto di plastica propellente con la sospensione del farmaco valvola di predosaggio boccaglio aerosol modulo 2 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Figura 5 Esempio di spaziatore (con valvola a una via per assicurare che il contenuto interno venga inalato, mentre l’aria esalata è diretta all’esterno, come indicato dalla direzione delle frecce). Figura 6 Inalatore a polvere secca. Modificata da riferimento bibliografico 7. fuoriuscita dell’aria boccaglio griglia capsula apertura per l’aria viene convertito in aerosol con il flusso inspiratorio generato dal paziente, senza necessità di propellente. Questo principio di base elimina il problema della coordinazione tra il trasporto del farmaco e l’inizio dell’inspirazione ma, allo stesso tempo, rende inadatto questo tipo d’inalatore ai pazienti che non sono in grado di generare un elevato flusso inspiratorio. La frazione di farmaco trasportato al sito d’azione mediante i DPI varia dal 9% al 30%. Nei DPI l’aerosol è formato dalla formulazione in polvere generata dallo sforzo del paziente; quindi occorre un’elevata turbolenza per dividere i grossi agglomerati del farmaco in particelle più piccole, più fini e inalabili. La turbolenza è generata creando resistenza al flusso d’aria e lo sforzo necessario per generare un flusso adeguato è dipendente dal grado di resistenza (Figura 7). Il livello di flusso d’aria richiesto varia tra i vari DPI ma, generalmente, è di 60-90 L/min; questo rende inadatto l’impiego dei DPI in pazienti anziani o pediatrici e in quelli con grave broncospasmo.4,8 I vari DPI possono avere morfologia e metodo d’utilizzo diversi. Alcuni sono sistemi a dose singola in cui il farmaco è contenuto in una capsula che deve essere inserita in apposito apertura per l’aria alloggiamento del dispenser ogni volta prima dell’inalazione. Altri, noti come dispenser multidose, contengono una quantità di farmaco sufficiente per molte inalazioni e ogni dose è pronta per l’uso o deve essere spostata dal serbatoio durante il caricamento.7 Alcuni fattori ambientali possono influenzare il grado a cui il farmaco è trasportato con i dispositivi DPI: l’elevata umidità e i bruschi cambiamenti di temperatura possono influenzare la de-aggregazione delle particelle di farmaco e ridurre la frazione di farmaco che deve essere inalato.4 Figura 7 Meccanismo di formazione dell’aerosol mediante un DPI (schema). Carrier/polvere statica di farmaco Carrier/polvere dilatata di farmaco Carrier/aerosol di farmaco Carrier e dispersione di aerosol di farmaco 9 ■ modulo 2 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Caratteristiche degli erogatori di aerosol a confronto Le principali caratteristiche tecniche dei vari tipi di erogatori di aerosol sono riassunte in Tabella 5.4 Criteri di scelta dell’inalatore In base agli studi clinici controllati non sono emerse differenze significative tra i diversi tipi di dispositivo per quanto riguarda l’efficacia e la tollerabilità. È dunque ipotizzabile che un paziente ideale istruito approfonditamente al corretto uso del dispositivo possa essere trattato con successo con la terapia inalatoria. È stato tuttavia dimostrato che solo pochi pazienti asmatici soddisfano i criteri di selezione per gli studi clinici controllati; pertanto la decisione riguardo un particolare dispositivo non può essere basata su poche caratteristiche predefinite del paziente ma dovrebbe tener conto della situazione individuale e delle preferenze dei pazienti.11,12 Inoltre, dal momento che la tecnica inalatoria richiesta per i diversi tipi di dispositivo è molto differente, è sensato personalizzare il tipo di dispositivo per ogni singolo paziente.8 In generale, nelle situazioni in cui il paziente ha una coordinazione accettabile tra respiro e manualità, e quando la deposizione orofaringea costituisce un problema, è preferibile utilizzare un MDI. Il nebulizzatore è preferibile se deve essere impiegato un farmaco ad alta dose in un volume ridotto o se il farmaco è disponibile solo in soluzione o quando gli MDI/DPI non sono efficaci.4 La Tabella 6 fornisce alcune indicazioni dell’European Respiratory Society per la scelta del corretto dispositivo di aerosol per pazienti con Tabella 5. Caratteristiche dei diversi tipi di erogatori di aerosol Tecnica di generazione di aerosol MDI DPI Nebulizzatori Basato su propellente Flusso guidato dal paziente Principio di Bernoulli/ cristallo piezoelettrico Dimensione delle particelle 1-10 μm 1-10 μm Variabile Deposizione del farmaco 5-10% 9-30% 2-10% Deposizione orofaringea significativa variabile non significativa Coordinazione del paziente richiesta non applicabile non richiesta Breath hold richiesto non richiesto non richiesto non richiesta richiesta non richiesta solo piccole dosi solo piccole dosi possibili dosi elevate Contaminazione no no possibile Impiego per terapie croniche sì sì raramente Impiego per situazioni d’emergenza no no sì preferito no seconda scelta conveniente conveniente costoso Generazione del flusso del paziente Quantità di farmaco Impiego per pazienti incubati Costo Modificata da riferimento bibliografico 4. Tabella 6. Come scegliere il corretto dispositivo di aerosol per pazienti con buona o ridotta coordinazione attivazione-inalazione Buona coordinazione attivazione-inalazione Ridotta coordinazione attivazione-inalazione Flusso inspiratorio ≥ 30 L/min# Flusso inspiratorio < 30 L/min# Flusso inspiratorio ≥ 30 L/min# Flusso inspiratorio < 30 L/min# Nebulizzatore Nebulizzatore Nebulizzatore Nebulizzatore pMDI pMDI pMDI+spaziatore pMDI+spaziatore BA-pMDI BA-pMDI DPI DPI Modificata da riferimento bibliografico 13. pMDI: inalatore predosato pressurizzato; BA-pMDI: pMDI attivato dal respiro; DPI: inalatore a polvere secca. # Il flusso inspiratorio può essere determinato dalla curva volume-flusso generata durante la misurazione di spirometria, o usando dispositivi come IN-Check. ■ 10 modulo 2 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Figura 8 Flow chart per la scelta del dispositivo per aerosol. Modificata da riferimenti bibliografici 11, 12. Respirazione spontanea NO SÌ t pMDI con spaziatore t nebulizzatore (es.: paziente intubato) Buona coordinazione SÌ NO Flusso inspiratorio <30 L/min Flusso inspiratorio >30 L/min NO SÌ NO SÌ t pMDI t MDI attivato dal respiro t DPI t Nebulizzatore t pMDI t Nebulizzatore t pMDI con spaziatore t MDI attivato dal respiro t DPI t Nebulizzatore t pMDI con spaziatore t Nebulizzatore (es.: paziente molto anziano) (es.: paziente con ostruzione grave) (es.: pazienti geriatrici, bambini) (es.: bambini) buona rispetto a ridotta coordinazione attivazione-inalazione e sufficiente flusso inspiratorio. Quando è possibile, i pazienti dovrebbero usare un solo tipo di dispositivo.13 Riassumendo, nella scelta di un dispositivo per erogazione di broncodilatatori e corticosteroidi inalatori per i pazienti con asma o BPCO nella “real life”, si devono considerare diversi tipi di Tabella 7. Fattori influenzanti la scelta del dispositivo inalatorio Correlati al paziente 2,5,7,8,13 Correlati al farmaco 2,5,7,8,13 quadro clinico età del paziente capacità di usare il dispositivo scelto vantaggio per pazienti ospedalizzati e domiciliari preferenza del paziente efficacia e sicurezza disponibilità del farmaco associazione tra farmaci inalatori costo e rimborso tempo di somministrazione del farmaco fattori (Tabella 7). La flow chart di Figura 8 si riferisce al percorso decisionale di base per la scelta del dispositivo per aerosol. PER APPROFONDIRE 7. Melani AS. Inhalatory therapy training: a priority challange for the physician. Acta Biomed 2007;78:233-45. 8. Broeders MEAC, Sanchis J, Levy ML, et al. The ADMIT series-Issues in inhalation therapy. 2. Improving technique and clinical effectiveness. Prim Care Respir J 2009;18:76-82. 9. Capstick TGB, Clifton IJ. Inhaler technique and training in people with chronic obstructive pulmonary disease and asthma. Expert Rev Respir Med 2012;6:91-101. 10. Chrystyn H, Price D. Not all asthma inhalers are the same: factors to consider when prescribing an inhaler. Prim Care Respir J 2009;18:243-9. 11. Dolovich MB, Ahrens RC, Hess RD, et al. Device selection and outcomes of aerosol therapy: evidence-based guidelines. Chest 2005;127:335-71. Correlati al dispositivo 2,5,7,8,13 disponibilità del dispositivo e del farmaco facilità d’utilizzo tempo di somministrazione del farmaco manutenzione costo e rimborso 12. Herland K, Akselen JP, Skjonsberg OH, Bjermer L. How representative are clinical study patients with asthma or COPD for a larger “real life” population of patients with obstructive lung disease? Respir Med 2005;99:11-9. 13. Laube BL, Janssens HM, de Jongh FHC, et al. What the pulmonary specialist should know about the new inhalation therapies. Eur Respir J 2011;37:1308-31. 11 ■ modulo 3 parole chiave MMAD Biodisponibilità polmonare Relazione dose-risposta Clearance mucociliare in pillole ÂLa deposizione polmonare di un farmaco inalato dipende da: dimensione delle particelle che compongono l’aerosol, tecnica inalatoria, tipo di dispositivo di aerosol. ÂDal momento che la proporzione di corticosteroidi assorbita oralmente fornisce un limitato beneficio clinico, ma può aumentare potenzialmente gli effetti collaterali sistemici, è più vantaggioso l’impiego di corticosteroidi con una biodisponibilità orale relativamente bassa. ÂIn base alla curva dose-risposta dei corticosteroidi, superare una determinata dose non aumenta l’efficacia bensì il rischio di effetti collaterali. ÂLa percentuale di farmaco assorbito ed eliminato dal tratto respiratorio dipende dall’interazione dinamica di alcuni fattori come: clearance mucociliare, sito di deposizione lungo le vie aeree, fattori biofarmaceutici, percentuale di dissociazione del farmaco, proprietà chimico-fisiche del farmaco. ■ 12 Proprietà farmacodinamiche e farmacocinetiche dei farmaci impiegati nell’aerosolterapia plessa interazione di queste proprietà, l’anatomia e la fisiologia polmonare hanno significative implicazioni per il trasporto del farmaco.16 Introduzione L’obiettivo terapeutico dell’aerosolterapia consiste nell’ottimizzare l’effetto dei farmaci a livello dell’apparato respiratorio minimizzandone la concentrazione sistemica. Le proprietà farmacocinetiche di un farmaco inalatorio che comportano un più elevato indice terapeutico sono una ridotta biodisponibilità sistemica e una rapida clearance sistemica.14 Gli studi di farmacocinetica indicano che l’assorbimento attraverso la rete vascolare polmonare è determinante per la biodisponibilità sistemica e per gli eventi avversi, in particolare, dei corticosteroidi per i quali esiste un esteso metabolismo epatico di primo passaggio ma non nel polmone.15 Le caratteristiche chimico-fisiche del farmaco in aerosol influenzano la sua deposizione nelle vie aeree e la sua clearance polmonare. La com- Deposizione di un farmaco inalatorio Con gli attuali sistemi d’inalazione la deposizione polmonare oscilla tra l’1% e il 50%:2 questa grande variabilità è dovuta ai numerosi e vari fattori che la influenzano. Per esempio, dei 200 μg (dose nominale) di albuterolo inalati con due attivazioni da un pMDI (con tecnica eseguita correttamente) solo 20-40 μg giungono ai polmoni. Le perdite in orofaringe, nel dispositivo e nell’ambiente che avvengono durante l’espirazione, e le dosi depositate nei polmoni sono diverse secondo il tipo di dispositivo impiegato. Inoltre, i diversi tipi di dispositivo per aerosol, quali il nebulizzatore e il pMDI, non hanno la stessa dose nominale di farmaco. Per esempio, la dose Figura 9 Effetto della dimensione delle particelle dell’aerosol sull’efficacia terapeutica. Miglioramento percentuale del volume espiratorio forzato di 1 secondo (FEV1) a seguito dell’inalazione di due aerosol con due diverse dimensioni di salbutamolo (3,3 e 7,7 μm). Le curve dose-risposta mostrano che, per questo beta-agonista, l’aerosol con le particelle di dimensioni minori determina una maggior risposta broncodilatatrice a tutte le dosi, rispetto all’aerosol con le particelle di dimensioni maggiori. Modificata da riferimento bibliografico 17. % Obiettivi del modulo: evidenziare le principali caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche dei farmaci inalatori che influenzano l’efficacia clinica dell’aerosolterapia. Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica 70 60 3,3 50 7,7 40 30 20 10 p < 0,01 p < 0,05 p < 0,02 p < 0,02 250 500 1000 2000 0 0 Dose cumulativa di salbutamolo (mg) modulo 3 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Figura 10 Visione semplificata dell’effetto della dimensione delle particelle dell’aerosol sul sito di deposizione preferenziale lungo le vie aeree. Modificata da riferimento bibliografico 2. Naso: >10 μm rimosse Bocca: >15 μm rimosse 5-10 μm 1-5 μm nominale di albuterolo è di 200 μg per un pDMI ma è di 2,5 mg per un nebulizzatore, cioè una dose di farmaco 12 volte maggiore.2 In generale, la deposizione polmonare di un farmaco inalatorio dipende da: • dimensione delle particelle che compongono l’aerosol; • tecnica inalatoria; • tipo di dispositivo di aerosol. Esiste un’interazione complessa tra questi tre fattori che comporta la necessità di differenti tecniche per i diversi dispositivi d’inalazione.9 Dimensione delle particelle che compongono l’aerosol La dimensione delle particelle influenza la deposizione di un aerosol e, a sua volta, l’efficacia clinica del farmaco. Per esempio, è stato dimostrato che la risposta di broncodilatazione è maggiore con particelle di salbutamolo di dimensioni di 3,3 μm rispetto a 7,7 μm (Figura 9), suggerendo che il bersaglio del farmaco in aerosol per la localizzazione dei recettori nel polmone influenza notevolmente la sua efficacia.17 In base alla dimensione delle particelle i farmaci inalatori si depositeranno in diverse aree del tratto respiratorio. Le particelle di dimensioni < 1 μm hanno più probabilità di raggiungere le vie aeree periferiche e gli alveoli o di essere espirate; le particelle di dimensioni 1-5 μm si depositeranno nelle vie aeree di grosso calibro, mentre le particelle di dimensioni > 5 μm si depositeranno soprattutto nell’orofaringe (Figura 10).9 Come descritto nel Modulo 1, la dimensione delle particelle di aerosol è generalmente indicata con il valore mediano del diametro aerodinamico di massa (MMAD) (il diametro aerodinamico di una particella sferica è il prodotto tra il suo diametro geometrico e la sua densità). Il MMAD è un valore statistico derivato da un campione di particelle: per esempio, un MMAD di 5 μm signi- fica che il 50% della massa totale del campione è presente sottoforma di particelle con diametri aerodinamici inferiori a 5 μm, e il rimanente 50% è presente sottoforma di particelle con diametri aerodinamici superiori a 5 μm.18 Ogni gocciolina con MMAD maggiore di 5 μm avrà probabilità di essere trattenuta nelle vie respiratorie superiori e non potrà raggiungere le vie respiratorie più grandi, mentre le particelle di aerosol di dimensione minori di 5 μm raggiungeranno rapidamente le aree distali del tratto respiratorio (Figura 10).2 Questa relazione si mantiene fino alla dimensione delle goccioline di 0,6 μ, al di sotto della quale le particelle tendono a essere espirate. Una particella di dimensioni minori di 2 μm è l’ideale ed è in grado d’infiltrarsi fino alle vie aree più periferiche. Per tale ragione la maggior parte dei nebulizzatori in commercio produce aerosol con particelle di questa dimensione.4 Questo è importante dal momento che i recettori beta2 predominano soprattutto nelle vie aeree di piccolo calibro e negli alveoli; di conseguenza, la dimensione ideale delle particelle dei beta2-agonisti sarà all’estremità inferiore dell’intervallo 1-5 μm in modo da consentire una loro deposizione nella regione delle vie aeree in cui sono presenti muscolatura liscia e recettori beta2. Particelle di beta2-agonista più grandi, con dimensioni comprese tra 3 e 6 μm, hanno una deposizione maggiore nelle vie aeree centrali e intermedie rispetto alle particelle più piccole (1,5 μm) e, di conseguenza, produrranno una broncodilatazione maggiore. Al contrario, l’infiammazione delle vie aeree s’instaura in tutto l’albero respiratorio ma con maggior gravità nelle vie aeree periferiche rispetto a quelle centrali; quindi, la distribuzione delle particelle con dimensione da < 1 μm fino a 5 μm potrebbe essere più opportuna per i farmaci antinfiammatori inalatori come i corticosteroidi.9 Il meccanismo di deposizione degli aerosol inalati e la dimensione delle loro particelle hanno importanti implicazioni pratiche (Tabella 8).9 Tabella 8. Aspetti del meccanismo di deposizione delle particelle di aerosol e loro dimensione  La dimensione delle particelle è importante: quelle troppo piccole sono espirate, quelle troppo grandi hanno un impatto inerziale nell’orofaringe e nelle vie aeree più grandi  L’aumento della velocità delle particelle aumenta la deposizione per impatto nell’orofaringe e nelle vie aeree grandi; diminuire la velocità delle particelle permette a più particelle di penetrare nell’albero respiratorio periferico  Aumentare il volume d’inalazione permette all’aerosol di penetrare nei bronchioli periferici  Il breath-holding aumenta la sedimentazione gravitazionale Modificata da riferimento bibliografico 9. 13 ■ modulo 3 Tecnica inalatoria (effetto del flusso inspiratorio sulla deposizione polmonare) La deposizione polmonare totale di un farmaco inalatorio è fortemente influenzata dalla velocità d’inalazione. Per esempio, i DPI richiedono un’inalazione più rapida e profonda per generare una turbolenza interna al dispositivo necessaria per suddividere la formulazione predosata in particelle di dimensioni tali da penetrare all’interno delle vie aeree periferiche. Se questa forza interna non si forma, aumenta la probabilità che il farmaco si depositi nella cavità orale e orofaringea. Al contrario, gli inalatori MDI richiedono un’inspirazione lenta e profonda, con un tasso di flusso inspiratorio inferiore a 60 L/min, affinché il dispositivo generi il suo stesso aerosol. È necessario quindi avere una inspirazione lenta in modo tale da assicurare che il farmaco si depositi nelle regioni periferiche dell’albero respiratorio, al contrario una inspirazione veloce potrebbe causare una maggior probabilità di impatto delle particelle nella orofaringe.9 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Figura 11 La concentrazione sistemica dei corticosteroidi inalatori è determinata dalla biodisponibilità orale della frazione inghiottita e dall’assorbimento polmonare (frazione inalata). Modificata da riferimento bibliografico 16. Bocca e faringe Deposito nel polmone Polmone Assorbimento dal polmone Tratto G.I. Assorbimento intestinale (A) Fegato Tipo di dispositivo aerosol Anche la resistenza al flusso d’aria influisce sul flusso inspiratorio. L’inalazione con un dispositivo MDI a bassa resistenza è facilitata perché il paziente deve applicare meno sforzo all’inalazione per generare il flusso inspiratorio appropriato e una deposizione ottimale del farmaco. Con un dispositivo a bassa resistenza come un MDI si può generare un flusso inspiratorio troppo grande, ossia inalare troppo rapidamente. I dispositivi DPI hanno un’alta resistenza al flusso d’aria che limita il tasso di flusso inspiratorio e, di conseguenza, i pazienti che usano i DPI devono applicare uno sforzo maggiore per avere il flusso inspiratorio adeguato al trasporto ottimale del farmaco.9 La capacità di generare un tasso di flusso inspiratorio appropriato è di particolare importanza per i pazienti con ostruzione delle vie respiratorie gravi, nei bambini più piccoli e negli anziani.9 Non tutti i dispositivi per aerosolterapia garantiscono le caratteristiche delle particelle e di flusso adatte a rendere efficace la terapia. I nebulizzatori hanno un rendimento migliore con i farmaci preparati in soluzione rispetto a quelli in sospensione e i modelli a ultrasuoni tendono a generare particelle troppo piccole per un trasporto efficace del farmaco,3 e non devono essere utilizzati con sospensioni di corticosteroidi.2 Farmacocinetica e farmacodinamica dei corticosteroidi inalatori L’efficacia e la sicurezza dei corticosteroidi inalatori sono influenzate da caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche. Le caratteristiche ■ 14 Circolazione sistemica Farmaco attivo (A + B) (B) Metaboliti inattivi farmacocinetiche principali per l’efficacia, oltre alla dimensione delle particelle, sono: • affinità di legame corticosteroide-recettore; • tempo di permanenza polmonare; • coniugazione lipidica. attraverso la vascolarizzazione polmonare ed esercitare potenziali effetti collaterali sistemici.19 Le caratteristiche farmacocinetiche importanti per garantire la sicurezza comprendono: • attivazione al sito polmonare; • bassa esposizione orofaringea; • biodisponibilità per via orale trascurabile; • rapida clearance sistemica.19 La biodisponibilità di un corticosteroide inalatorio è il grado a cui il farmaco raggiunge il sito d’azione (biodisponibilità polmonare) e il flusso sanguigno (biodisponibilità orale).20 Sebbene i corticosteroidi siano finalizzati alla terapia localizzata ai polmoni, una certa quota (40-90%) della dose somministrata è assorbita per via sistemica dal tratto gastrointestinale (Figura 11).16,20 Quindi, la concentrazione ematica dei corticosteroidi è funzione della somma delle frazioni assorbite a livello polmonare e orale,19,20 e la componente di assorbimento polmonare è la più importante per la biodisponibilità sistemica complessiva, almeno per budesonide e fluticasone propionato per i quali vi è un estensivo metabolismo epatico di primo passaggio, ma nessun metabolismo polmonare di primo passaggio (Figura 12).21 La proporzione di corticosteroidi assorbita per via orale fornisce un limitato beneficio clinico e potrebbe aumentare l’incidenza di effetti collaterali sistemici.19,20 In particolare, una quota significativa di corticosteroide inalato si deposita nell’orofaringe, dove può esercitare potenzialmente effetti collaterali locali; questa proporzione di dose, se non è eliminata con il risciacquo, può essere inghiottita e in seguito assorbita dal tratto gastrointestinale. I farmaci assorbiti dal tratto gastrointestinale, e che sfuggono all’inattivazione del metabolismo epatico di primo passaggio, entrano nel sistema circolatorio immodificati, causando potenzialmente effetti collaterali extrapolmonari. La quota di dose di corticosteroidi trasportata ai polmoni esercita gli effetti farmacologici desiderati; tuttavia, una quota significativa della dose che raggiunge le vie aeree può successivamente essere assorbita nella circolazione generale Biodisponibilità modulo 3 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Figura 12 Rappresentazione schematica delle componenti polmonari e intestinali della biodisponibilità sistemica per budesonide inalatoria (BUD) e fluticasone propionato (FP), somministrati entrambi con dispositivo di aerosol. Modificata da riferimento bibliografico 17. La biodisponibilità della componente assorbita per via orale dipende dalle caratteristiche di assorbimento del farmaco dal tratto gastrointestinale e dal grado di metabolismo epatico di primo passaggio. La biodisponibilità polmonare dipende più dal dispositivo inalatorio e dalla quantità di farmaco inalato che dalle proprietà intrinseche del farmaco stesso. Biodisponibilità sistemica Attivazione “on-site” del farmaco 1000 mg Intestino 50% Polmone 20% 500 mg 200 mg Deposizione 90% 99% primo passaggio 50 mg 5 mg BUD FP nessun primo passaggio 200 mg Circolazione sistemica Molti corticosteroidi inalatori vengono utilizzati nella loro forma attiva (fluticasone propionato, budesonide), mentre alcuni vengono utilizzati nella loro forma non attiva (beclometasone dipropionato, ciclesonide) e poi convertiti da alcune esterasi localizzate nell’epitelio polmonare nel loro metabolita attivo (beclometasone 17-monopropionato, des-ciclesonide). Una volta raggiunto il circolo sistemico, il metabolita attivo viene rapidamente trasformato nella sua forma inattiva (il 21-beclometasone monopropionato). Queste forme meno farmacologicamente attive riducono i possibili effetti collaterali sistemici del farmaco utilizzato per via inalatoria. Relazione dose-risposta Figura 13 Risposta terapeutica, risposta sistemica e indice terapeutico dei corticosteroidi inalati. Si noti che l’aumento della dose di corticosteroide inalato oltre un certo limite non è associato a un ulteriore aumento della risposta terapeutica. Quello che aumenta è invece l’effetto sistemico, e il rischio di effetti collaterali, conseguente alla maggiore biodisponibilità del farmaco. La curva del rapporto terapeutico assume la forma di una U capovolta: cioè il rapporto tra effetti terapeutici ed effetti sistemici del corticosteroide inalato è massimo al punto a; superata una certa dose di farmaco, il rapporto diminuisce progressivamente. Risposta (unità arbitrarie) Modificata da riferimento bibliografico 22. 40 effetto clinico effetto sistemico rapporto terapeutico (clinico/sistemico) 30 20 a b 10 c d 0 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 Dose di farmaco (unità arbitrarie) La sensibilità recettoriale ai corticosteroidi varia notevolmente tra i pazienti e questo, a sua volta, determina la relazione dose-risposta a livello delle vie aeree e a livello sistemico. Per la maggior parte dei pazienti adulti con asma da lieve a moderato la parte ripida della curva doserisposta per l’efficacia generalmente avviene a dosi inferiori a 800 μg/giorno (400 μg/giorno nei bambini) per beclometasone dipropionato, budesonide e triamcinolone acetonide; tuttavia, per gli eventi avversi sistemici la curva tende a diventare molto più ripida a dosi al di sopra degli 800 μg/giorno. Anche nei pazienti con asma più grave, la curva dose-risposta per efficacia può essere relativamente profonda al di sopra degli 800 μg/giorno (Figura 13).22,23,24 La dissociazione tra la relazione dose-risposta a livello delle vie aeree e a livello sistemico comporta una curva a U invertita per il rapporto rischio-beneficio, ossia la curva relativa all’indice terapeutico per i farmaci inalatori. Questo indice comincia a variare oltre un valore di circa 800 μg/ giorno (400 μg/giorno per i bambini), anche se il punto esatto dipende dalla gravità della malattia e dalla sensibilità individuale.23,24 Pertanto, aumentare la dose di corticosteroidi oltre un certo limite non aumenta l’efficacia terapeutica ma aumenta il rischio di effetti collaterali a causa dell’aumentata biodisponibilità. 15 ■ modulo 3 Assorbimento e clearance polmonare Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Figura 14 Interazione dinamica dei fattori che influenzano l’assorbimento e la clearance polmonare di farmaci inalatori. Modificata da riferimento bibliografico 14. Il grado d’assorbimento dalla periferia del polmone è due volte più elevato di quello delle parti centrali a causa del variabile spessore dello strato di cellule epiteliali bronchiali rispetto a quello delle cellule alveolari; quindi, per ottenere la massima biodisponibilità dei farmaci per l’assorbimento sistemico occorre trasportare il farmaco alla periferia dei polmoni. Il tempo di resistenza del farmaco e, di conseguenza, la durata del suo effetto nel sito d’azione sono funzione dei tassi di assorbimento e di clearance polmonare che, a loro volta, sono determinati da alcuni fattori che comprendono proprietà chimico-fisiche del farmaco come peso molecolare, solubilità, coefficiente di ripartizione e carica elettrica. Un farmaco per aerosol ideale per il trasporto locale ha tassi d’assorbimento e di clearance polmonare relativamente ridotti. Un’aumentata lipofilicità, una dimensione delle particelle (MMD) < 5 μm e un tasso di dissociazione ottimale hanno dimostrato di poter aumentare il tempo di permanenza polmonare del farmaco.14 Il livello a cui un farmaco è assorbito ed eliminato dal tratto respiratorio dipende dall’interazione dinamica di alcuni fattori (Figura 14).14 Tra questi, i principali sono:14 • tasso di clearance mucociliare; • sito di deposizione lungo le vie aeree; • fattori biofarmaceutici (soprattutto per farmaci in soluzione); Clearance polmonare Clearance mucociliare Quadro respiratorio Assorbimento polmonare Sito di deposizione (vie aeree conducenti vs vie aeree respiratorie) Stato della malattia Anatomia delle vie aeree Tasso di rilascio Dimensione delle particelle Proprietà chimico-fisiche (peso molecolare, coefficiente di ripartizione, carica elettrica) • tasso di dissociazione del farmaco; • proprietà chimico-fisiche del farmaco (peso molecolare, coefficiente di partizione, carica elettrica). PER APPROFONDIRE 14. Suarez S, Hockey AJ. Drug proprieties affecting aerosol behaviour. Respir Care 2000;45:652-66. 15. Lipworth BJ. New perspectives on inhaled drug delivery and systemic bioactivity. Thorax 1995;50:105-10. 16. Witek TJ. The fate of inhaled drugs: the 18. European Commission. Guidance document on the determination of particle size distribution, fibre length and diameter distribution of cemical substances. EUR 20268 (2002). 19. Derendorf H, Nave R, Drolimann A. Relevance of pharmacokinetics and pharmacodynamics of drugs pharmacokinetics and pharmacodynamics of inhaled administered by aerosol. Respir Care 2000;45: 826-30. corticosteroids to asthma. Eur Respir J 2006; 17. Labiris NR, Dolovich MB. Pulmonary drug delivery. Part I: Physiological factors affecting therapeutic effectiveness 28:1042-50. 20. Winkler J, Hochhaus G, Derendorf H. How the of aerosolized medications. Br J Clin Pharmacol lung handles drugs. Proc Am Thorac Soc 2004; 2003;56:588-99. 1(4):356-63. ■ 16 21. Lipworth BJ. Pharmacokinetics of inhaled drugs. Br J Clin Pharmacol 1996;42:697-705. 22. Lipworth BJ. Airway and systemic effects of inhaled corticosteroidi in asthma: dose response relationship. Pulm Pharmacol 1996;9:19-27. 23. Lipworth BJ. Modern drug treatment of chronic asthma. BMJ 1999;318:380-84. 24. Lipworth BJ, Seckl JR. Measures for detecting systemic bioactivity with inhaled and intranasal corticosteroidi. Thorax 1997;52:476-82. Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Vantaggi e svantaggi della terapia aerosolica rispetto ad altre vie di somministrazione Introduzione Fino a tempi relativamente recenti la terapia inalatoria si è focalizzata sul trattamento dell’asma e della broncopneumopatia cronica ostruttiva mentre l’inalatore predosato pressurizzato era il dispositivo di prima scelta. Al di là di queste patologie, però, il ruolo dell’aerosolterapia è in costante espansione, sotto la guida del protocollo di Montréal, con l’obiettivo di eliminare i clorofluorocarburi (CFC) dagli inalatori predosati tradizionali e mettere a punto dispositivi di trasporto di proteine e peptidi nonché formulazioni in grado di raggiungere in maniera efficiente e riproducibile la circolazione sistemica. Inoltre, gli sviluppi in Medicina hanno reso più concreta la possibilità di curare malattie come la fibrosi cistica attraverso la terapia genica mediante particelle di vettori virali somministrate per aerosol e di prevenire l’influenza con vaccini in formulazione spray. Per oltre un decennio, ognuno di questi fattori ha contribuito a una sperimentazione senza precedenti, a un’innovazione che ha ampliato lo scenario applicativo dell’aerosol.25 Trasporto dei farmaci attraverso i polmoni Sia che i polmoni costituiscano l’organo bersaglio o la via di somministrazione, per ottenere l’efficacia terapeutica la quantità appropriata di farmaco deve essere depositata a valle della regione orofaringea. Il sito di deposizione, che può essere nella parte centrale o periferica dell’albero respiratorio, e la distribuzione del farmaco, inalato in maniera uniforme o no, sono fattori determinanti ai fini dell’efficacia della terapia.17 I vari dispositivi hanno profili di deposizione diversi che possono influenzare l’efficacia clinica; per esempio diversi nebulizzatori (i dispositivi per aerosol più utilizzati in Italia) rilasciano quantità diverse di corticosteroidi inalatori a livello polmonare il che determina conseguenze importanti in termini di efficacia e di possibili effetti collaterali.26 Sito ottimale di deposizione per il trattamento delle malattie polmonari I vantaggi del trasporto sistemico di farmaci inalatori per malattie respiratorie localizzate come asma, bronchite cronica ostruttiva, fibrosi cistica, broncopneumopatia cronica e malattie sistemiche sono elencati nella Tabella 9.17 L’effetto terapeutico delle terapie inalatorie dipende dalla dose di farmaco depositata e dalla sua distribuzione all’interno dei polmoni. Se un aerosol è veicolato a dosaggio subottimale o in un’area del polmone non patologica o priva dei recettori che costituiscono il target del principio attivo, l’efficacia di quest’ultimo può risultare compromessa.17 Il target ottimale all’interno dei polmoni per il trasporto dei farmaci al sistema circolatorio è la regione alveolare per le seguenti ragioni: • ha un’ampia superficie di assorbimento, pari a circa 75 m2; • la clearance mucociliare è minima; • la barriera cellulare all’assorbimento (epitelio alveolare) è estremamente sottile (0,1-0,5 μm) e quindi permette un rapido assorbimento e una notevole capacità di scambio di soluti. Queste prerogative consentono un trasporto sistemico facilitato attraverso la via di somministrazione polmonare, grazie a un tempo di permanenza superiore del farmaco e una maggior superficie di assorbimento. Elementi che, nel loro insieme, determinano una maggior efficienza di assorbimento rispetto al trasporto del principio attivo alle aree polmonari più prossimali.25 Deposizione di un farmaco inalatorio durante la malattia polmonare La broncocostrizione, l’infiammazione e il restringimento delle vie aeree alterano la deposizione polmonare. Le malattie respiratorie modificano l’architettura del polmone a causa di alterazioni degli angoli di biforcazione e dell’ostruzione delle vie aeree dovute all’accumulo di muco, modificando in tal modo la deposizione degli aerosol. Una diminuzione dell’area trasversale delle vie aeree a un dato livello dell’albero respi- modulo 4 Obiettivi del modulo: esaminare il trasporto dei farmaci inalatori in condizioni patologiche, confrontare le caratteristiche della via aerosolica e i diversi dispositivi inalatori con le altre principali vie di somministrazione. parole chiave Clearance mucociliare Volume polmonare Coordinazione attivazione-inspirazione in pillole ÂI principali vantaggi della via inalatoria sono dosi di aerosol inferiori a quelle sistemiche, rapida insorgenza dell’effetto, minima esposizione sistemica, eventi avversi sistemici meno gravi e meno frequenti, terapia indolore e relativamente più confortevole. ÂTra i principali svantaggi della via inalatoria vanno menzionati: deposito polmonare di una frazione bassa della dose totale somministrata; quadro respiratorio, utilizzo del dispositivo e altre variabili possono influire sulla deposizione polmonare; necessità di coordinazione tra attivazione e inspirazione (pMDI). ÂI rischi associati all’aerosolterapia sono legati al tipo di farmaco inalato ed eventuali reazioni avverse, al tipo di dispositivo impiegato, a una tecnica di somministrazione non corretta e al contesto ambientale. 17 ■ modulo 4 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Tabella 9. Vantaggi del trasporto polmonare di farmaci per il trattamento delle malattie respiratorie localizzate e sistemiche Trattamento delle malattie respiratorie Trattamento delle malattie sistemiche  Trasporto di alte concentrazioni di farmaco al sito della malattia  Sistema di somministrazione non invasivo  Riduzione del rischio di effetti collaterali  Disponibile per un’ampia varietà di sostanze, da piccole molecole a proteine di grandi dimensioni  Rapida risposta clinica  Evita le barriere all’efficacia terapeutica come uno scarso assorbimento gastrointestinale e metabolismo epatico di primo passaggio  Raggiunge un effetto simile o superiore a una frazione della dose sistemica: per esempio, la dose orale di 2-4 mg di salbutamolo è terapeuticamente equivalente a 100-200 μm mediante pMDI  Enorme superficie di assorbimento (75 m2) e una membrana altamente permeabile (0,2-0,4 μm di spessore) nella regione alveolare  Molecole di grandi dimensioni con ridotto tasso di assorbimento in quantità significative; la ridotta clearance mucociliare nella periferia polmonare porta a una prolungata permanenza nei polmoni  Ambiente con minor contenuto enzimatico, senza il metabolismo epatico di primo passaggio  Cinetica di assorbimento riproducibile; il trasporto polmonare è indipendente da complicanze dietetiche, enzimi extracellulari e differenze metaboliche interpaziente che influenzano l’assorbimento gastrointestinale Modificata da riferimento bibliografico 17. ratorio secondaria all’ostruzione fa aumentare le velocità dell’aria e la turbolenza nelle regioni dove il flusso è normalmente laminare. L’aria inspirata non raggiunge le pareti delle vie ostruite, che sono il bersaglio della terapia. In un paziente che presenta un quadro clinico caratterizzato da ostruzione, il farmaco in aerosol sarà depositato nei polmoni per impatto inerziale rispetto a una Figura 15 Differenze nella distribuzione polmonare dello stesso aerosol radioattivo tra soggetti normali, fumatori e con BPCO. La zona interna rappresenta l’aerosol depositato centralmente (colonne verdi) e la zona esterna rappresenta l’aerosol depositato perifericamente (colonne gialle). Il rapporto interno/ esterno è espresso dalle colonne viola. La deposizione alla periferia dei polmoni è diminuita notevolmente nei pazienti con BPCO e in minor misura nei pazienti fumatori rispetto ai soggetti normali. Il contrario si osserva nelle vie aeree centrali, con una quantità maggiore di aerosol depositato in questa regione nei soggetti con BPCO e fumatori. Il rapporto interno/ esterno illustra il diverso quadro di deposizione nei tre gruppi. Deposizione corretta per il volume polmonare Modificata da riferimento bibliografico 17. 3,0 interno esterno interno/esterno 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0 normali ■ 18 fumatori BPCO distribuzione più uniforme ottenuta in un polmone normale. È stato per esempio osservato che la profondità di deposizione era positivamente correlata al FEV1 dei pazienti; inoltre, i pazienti con BPCO hanno una pressione di aerosol significativamente inferiore rispetto ai volontari sani (Figura 15).17 Vantaggi e svantaggi dei farmaci somministrati per aerosol In sintesi, rispetto ad altre vie di somministrazione, i vantaggi dei farmaci per aerosol nel trattamento di malattie respiratorie quali asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) sono molteplici: • i dosaggi dell’aerosol sono generalmente inferiori a quelli per via sistemica; per esempio la dose orale di albuterolo è di 2-4 mg, mentre la dose inalata varia da 0,2 mg (con MDI) a 2,5 mg (con nebulizzatori di piccolo volume);2,27,28 • rapida biodisponibilità di farmaco somministrato per aerosol nella circolazione sistemica (rispetto alla via orale) dovuta alla maggior accessibilità della superficie di scambio delle vie aeree, alla loro elevata capacità di assorbimento e alla loro minima distanza dal sistema circolatorio. Tutti elementi, questi, che evitano il metabolismo epatico di prima fase;25 • l’insorgenza dell’effetto di un farmaco inalato è più rapida rispetto a quella dopo assunzione orale; per esempio l’insorgenza dell’effetto dell’albuterolo orale è di circa 30 minuti dopo somministrazione, mentre l’effetto dell’albuterolo inalatorio avviene entro 5 minuti dalla somministrazione;2,27,28 modulo 4 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica • il farmaco viene rilasciato direttamente nell’or- • rispetto alla via di somministrazione iniettabile, gano bersaglio (polmoni), con una minima esposizione sistemica;2,27,28 • gli eventuali effetti collaterali sono di frequenza ed entità inferiore con il ricorso alla via inalatoria rispetto a quella sistemica (orale o iniettabile): si osservano, per esempio, minor incidenza di tremore muscolare e tachicardia con i beta2-agonisti e minore soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene con i corticosteroidi; la terapia inalatoria è indolore e dovrebbe migliorare il comfort e la compliance del paziente, determinando un miglioramento del risultato globale del trattamento;25 • alcuni farmaci sono terapeuticamente attivi soltanto quando vengono inalati come, per esempio, la maggior parte dei corticosteroidi topici inalatori, il cromoglicato sodico, il salmeterolo.27 Accanto a questi notevoli vantaggi, occorre ricordare i possibili svantaggi della terapia aerosolica: • il deposito nei polmoni è una frazione relativamente bassa della dose totale dell’aerosol somministrata;2,27,28 • alcune variabili, tra cui le modalità respiratorie e il modo di utilizzo del dispositivo, possono influire sul deposito nei polmoni e sulla riproducibilità della dose;2,27,28 Tabella 10. Vantaggi e svantaggi dei nebulizzatori, pMDI e DPI Tipo Vantaggi Svantaggi Nebulizzatore Non richiede coordinazione del paziente Efficace a volume respiratorio corrente Adatto a tutte le età (compresi i bambini < 4 anni) Adatto a situazioni d’emergenza Possibile supplemento di ossigeno Possibile combinazione di differenti sostanze Ingombro Lentezza tempi di erogazione Necessità di pulizia e manutenzione Possibile degradazione del farmaco (ultrasuoni) Imprecisione della dose assunta Costoso pMDI (inalatore predosato pressurizzato) Tascabile e compatto Non necessita di preparazione Difficile da contaminare Meno costoso di altri inalatori Dose trasportata e dimensione delle particelle indipendenti dalla manovra inalatoria Alta riproducibilità tra dosi Adatto alle situazioni d’emergenza Breve tempo di trattamento Disponibile per la maggior parte delle formulazioni di farmaci inalatori Richiede coordinazione attivazione-inspirazione Elevata deposizione orofaringea (senza spaziatore) Inefficiente deposizione polmonare Non adatto per bambini < 6 anni (senza spaziatore) Nessun contatore di dose per valutare le dosi rimanenti Richiesto il propellente Sensibile alla temperatura ambientale bassa MDI che eroga particelle ultrafini Elevata deposizione polmonare Ridotta deposizione orofaringea Minor importanza di una tecnica inalatoria ottimale Ridotta necessità di ricorrere a spaziatore Ridotta necessità di MDI attivato col respiro Disponibile con pochi farmaci Nessun contatore di dose Necessità di spaziatore in caso di effetti collaterali pMDI+spaziatore Adatto per bambini piccoli e adulti con deterioramento funzionale Riduzione della deposizione orofaringea Adatto per le situazioni d’emergenza Ritardo, puff multipli e la carica statica riduce la disponibilità polmonare Ingombrante, molto meno tascabile, più costoso rispetto al pMDI da solo Più spaziatori sono specificamente disegnati per un dato pMDI Istruzioni di lavaggio speciali pMDI attivato dal respiro Supera i problemi di coordinazione Breve tempo di trattamento Induce interruzione dell’inalazione in alcuni pazienti (effetto freon freddo) Più ingombrante e rumoroso dei convenzionali pMDI Richiede un flusso inspiratorio più alto per essere attivato DPI (inalatori a polvere secca) Piccoli e tascabili Attivati dal respiro Minor richiesta di coordinazione del paziente Breve tempo di trattamento La maggior parte possiede il contatore di dosi Non necessita di propellente Disponibile per molte sostanze Richiesto un flusso inspiratorio moderato Non adatto per bambini d’età < 4 anni Può non essere adatto per le situazioni d’emergenza Possibile sensibilità all’umidità Non adatto per trasportare elevate dosi di broncodilatatori Qualche dispositivo è a dose singola Erogazione della dose dipendente dal flusso Erogazione della dose incerta durante le esacerbazioni acute Possibile deposizione orofaringea Più costoso degli MDI Impone conservazione in luogo fresco e asciutto Modificata dai riferimenti bibliografici 3, 8, 10. 19 ■ modulo 4 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica • la difficoltà di coordinare il movimento della • broncospasmo: può essere indotto dalla som- mano e l’inspirazione con pMDI; • la mancanza di conoscenza dell’uso ottimale e corretto dei dispositivi per aerosol dei pazienti e degli operatori sanitari;2,27,28 • il numero e la variabilità dei modelli dei dispositivi confondono i pazienti e i clinici;2,27,28 • la mancanza di un’informazione tecnica standardizzata sugli inalatori per i clinici.2,27,28 ministrazione di aerosol freddo e ad alta intensità in pazienti asmatici o con altre patologie respiratorie; • concentrazione del farmaco: può aumentare durante la terapia con i nebulizzatori jet (o a ultrasuoni); può essere causata dall’evaporazione, dal riscaldamento o dall’incapacità del dispositivo di nebulizzare in modo efficiente le sospensioni; di conseguenza, vi è una quantità superiore di farmaco nel nebulizzatore e il paziente è esposto a maggiori concentrazioni di farmaco inalato; • infezioni: i dispositivi per aerosol sono contaminati da batteri e questo aumenta il rischio d’infezioni nei pazienti affetti da malattie respiratorie; il rischio di trasmissione di un’infezione dipende dal tempo di esposizione dei farmaci ai patogeni; • irritazione degli occhi: i farmaci aerosolizzati attraverso una maschera facciale possono depositarsi inavvertitamente sugli occhi e causare irritazione oculare; l’attenzione all’interfaccia maschera facciale/paziente può eliminare questo problema e aumentare la quantità di farmaco che riesce a giungere fino alle vie aeree distali. Vantaggi e svantaggi degli erogatori per aerosol I principali vantaggi e svantaggi degli erogatori per aerosol, trattati in modo dettagliato nel Modulo 2, sono riassunti nella Tabella 10.3 Rischi della terapia inalatoria I rischi associati alla terapia farmacologica assunta tramite aerosol possono verificarsi a causa del tipo di farmaco inalato e delle eventuali reazioni avverse, del tipo di dispositivo impiegato, della tecnica di somministrazione non corretta e dell’ambiente. I rischi della terapia aerosolica possono coinvolgere i pazienti così come i caregiver e gli astanti.2,27,28 I rischi per i pazienti comprendono:2,27,28 • reazioni avverse ai principi attivi impiegati come cefalea, insonnia e irrequietezza con farmaci adrenergici, effetti locali topici con gli anticolinergici, ed effetti sistemici/locali con i corticosteroidi; ■ 20 rischio di sintomi asma-simili e indurre asma occupazionale; • infezioni: i caregiver, gli astanti e anche i pazienti corrono il rischio di inalare microrganismi patogeni durante le sedute di aerosolterapia; tale rischio può essere ridotto al minimo con lo sviluppo e l’implementazione di un sistema di gestione del controllo delle infezioni che comprende l’uso di maschere, filtri e sistemi di aerazione. PER APPROFONDIRE 25. Olsson B, Bondesson E, Borgstrom L, et al. Polmonary drug metabolism, clearance, and absorption. In: Smith HDC and Hickey AJ (eds.), Controlled pulmonary drug delivery. Springer: New York, 2011. 26. Terzano C, Petroianni A, Parola D, et al. Compressor/nebulizer differences in the nebulization of corticosteroids. The CODE study (Corticosteroidi and Devices Efficiency). I rischi per i caregiver e gli astanti, benché minimi, comprendono:2,27,28 • esposizione indiretta ai farmaci aerosolizzati durante i controlli di routine e le cure dei pazienti; l’esposizione all’aerosol sul posto di lavoro può essere rilevabile attraverso l’analisi del plasma e può anche aumentare il Eur Rev Med Pharmacol Sci 2007;11:225-37. 27. Hess DR. Aerosol delivery devices in the treatment of asthma. Respir Care 2008;53:699-72. 28. Rau JF. The inhalation of drugs: advantages and problema. Respir Care 2005;50:367-82. Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica L’aerosolterapia in età adulta modulo 5 Obiettivi del modulo: definire le indicazioni terapeutiche per l’aerosolterapia e le caratteristiche dei pazienti che possono influenzarne i benefici; descrivere le linee guida che orientano la scelta dei dispositivi inalatori nei pazienti adulti. parole chiave Introduzione Oltre alle proprietà farmacocinetiche e farmacodinamiche, l’efficacia di un principio attivo è determinata anche da caratteristiche dell’aerosol come diametro e densità delle particelle, igroscopicità, carica elettrica. Inoltre, concorrono a influenzare in modo significativo l’ottimizzazione dell’aerosolterapia anche fattori quali età, sesso, stadio della malattia polmonare del paziente (influenzati dal quadro respiratorio individuale e dalla morfologia delle basse vie aeree), controllo del volume inspiratorio e flusso d’aria, come pure la somministrazione di un bolo di aerosol definito.29,30,31 Indicazioni terapeutiche dell’aerosolterapia in età adulta La terapia inalatoria trova indicazione in tutte le patologie caratterizzate da flogosi (acute, croniche, riacutizzate e ricorrenti) (Tabella 11).32 L’apparato respiratorio costituisce un sistema integrato e proprio su questa base è stata formulata l’ipotesi unitaria, che considera le dinamiche fisio-patogenetiche dell’asma e della rinite allergica strettamente correlate. Il fenomeno infiammatorio congestizio determina un’alterazione della normale clearance mucociliare che facilita la colonizzazione batterica.32 Nei pazienti in età adulta le diagnosi cliniche più frequenti per la prescrizione della terapia inalatoria sono: • broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO); • asma; • • • • • bronchite cronica; bronchiectasie; fibrosi cistica; insufficienza respiratoria; broncospasmo. I farmaci prescritti più frequentemente sono gli anticolinergici, seguiti dai corticosteroidi in monoterapia o in associazione con gli agonisti beta-adrenergici.33 Dispositivi inalatori ed età L’età è associata a importanti cambiamenti anatomici, fisiologici e psico-comportamentali che hanno un impatto sulla gestione delle malattie ostruttive delle vie aeree e della loro terapia ottimale. Le modificazioni correlate all’età possono essere responsabili della diversa efficacia dei broncodilatatori nei pazienti anziani rispetto ai soggetti più giovani. Inoltre, l’involuzione fisiologica degli organi e la frequente comorbilità spesso interferiscono con la farmacocinetica dei farmaci broncodilatatori prescritti per la BPCO o l’asma.34 Il beneficio terapeutico della terapia inalatoria, come già affermato in precedenza, dipende da un’adeguata deposizione del farmaco nelle vie aeree; la tecnica inalatoria è cruciale ma è applicata in modo subottimale, in particolare, dai pazienti anziani. Artrite, debolezza, destrezza manuale ridotta e limitazioni visive sono potenziali problemi che influenzano l’impiego degli inalatori.35 Numerosi studi di confronto tra i diversi inalatori non includevano pazienti anziani e i risultati si basano su una casistica di pazienti adulti o di pazienti con asma.35 Tabella 11. Indicazioni della terapia inalatoria  Infezioni acute delle vie aeree superiori (faringite, tonsillite, laringite ecc.)  Altre infezioni delle vie aeree superiori (rinite, sinusite, laringite cronica)  Malattie croniche delle vie aeree inferiori (asma, bronchite cronica)  Infezioni acute delle vie aeree inferiori (bronchite acuta, bronchiolite)  Tosse Patogenesi rinogena Picco di flusso inspiratorio (PIF) FEV1 in pillole ÂLa terapia inalatoria è indicata per tutte le flogosi (acute, croniche, riacutizzate e ricorrenti) delle vie respiratorie. ÂEtà, sesso e grado di malattia respiratoria hanno un’influenza significativa nel determinare il livello di picco di flusso inspiratorio. ÂLe modificazioni correlate all’età possono essere responsabili della diversa efficacia dei broncodilatatori. ÂL’involuzione fisiologica degli organi e le frequenti comorbilità spesso interferiscono con la farmacocinetica dei farmaci broncodilatatori prescritti per la BPCO o l’asma. ÂNella popolazione anziana esistono problemi circa il grado di soddisfazione e l’uso pratico dei dispositivi per aerosolterapia.  Influenza/polmonite 21 ■ modulo 5 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Figura 16 Picco di flusso inspiratorio (PIF) in pazienti anziani con diversi gradi di BPCO. Flusso inspiratorio (L/min) Modificata da riferimento bibliografico 35. 120 80 40 0 BPCO lieve BPCO moderata In generale, i DPI richiedono un picco di flusso inspiratorio (PIF) maggiore rispetto agli MDI per un trasporto efficace del farmaco dato che è richiesto un flusso inspiratorio minimo per disaggregare e disperdere la polvere di farmaco nel flusso d’aria inalato. Lo studio di Jarvis S et al.,35 basato su questionari rivolti a 53 pazienti di età media di 73,5 anni, ha rilevato che il 46% dei pazienti che usavano un pMDI e il 17% di quelli che usavano un DPI hanno evidenziato difficoltà nell’uso per due volte su tre. I principali problemi affrontati dai pazienti BPCO grave che usavano i pMDI comprendevano la gestione manuale del dispositivo e la coordinazione mano-bocca. Si è osservato un progressivo declino dei livelli di PIF con il grado di gravità della malattia (Figura 16).35 Al contrario, tutti i pazienti hanno raggiunto valori inferiori di PIF con il setting di un dispositivo DPI a maggior resistenza che richiede un PIF minimo di 60 L/min in base alle linee guida del NICE (National Institute of Clinical Excellence).35 L’età e la gravità della malattia (BPCO) sono Figura 17 Picco di flusso inspiratorio (PIF) per età e gravità della malattia. PIF (L/min) Modificata da riferimento bibliografico 35. 100 BPCO lieve BPCO moderata BPCO grave 90 80 70 60 50 risultate variabili indipendenti che influenzano il PIF. La diminuzione del PIF stimata tra il gruppo di pazienti con malattia da lieve a grave è stata di circa 21 L/min, più di quella osservata tra i gruppi con malattia da lieve a moderata (circa 13 L/min) per individui della stessa età (p < 0,0001). L’età era correlata significativamente con il livello di PIF ottenuto quando era valutato usando un setting di dispositivo ad alta resistenza (R=0,84, p < 0,0001) (Figura 17).35 Questo studio dimostra che la popolazione anziana non ha un adeguato grado di soddisfazione e uso pratico ottimale di alcuni inalatori prescritti. Tale risultanza è importante alla luce del fatto che la BPCO è una malattia a maggior prevalenza in età avanzata e l’aderenza ottimale al trattamento inalatorio può contribuire alla prevenzione delle riacutizzazioni. Questo studio è stato condotto nel setting di “real world” della pratica generale, con varie tipologie di pazienti e con un ampio intervallo di gravità di malattia e di età. In questa coorte di pazienti anziani con BPCO, solo il 25% ha generato il PIF minimo raccomandato per il dispositivo a più alta resistenza. Il 60% dei pazienti con BPCO lieve e tutti i pazienti con BPCO moderata, rispettivamente, hanno fallito nel raggiungere un PIF adeguato per il dispositivo a maggior resistenza (PIF medio complessivo <45 L/min) e quelli che potevano ottenere un PIF accettabile per un DPI a minor resistenza o con pMDI migliorato, lo hanno ottenuto solo con un piccolo margine.35 L’incapacità di produrre un PIF adeguato nella popolazione anziana di questo studio può essere attribuibile alla malattia; infatti, la BPCO riduce la funzione muscolare respiratoria a causa dell’iperinflazione polmonare. La massa muscolare, la dimensione e la qualità strutturale delle fibre sono alterate. Il PIF è altresì ridotto nell’insufficienza cardiaca cronica che spesso è presente come comorbilità. Inoltre, vi è una riduzione del 25% della forza sviluppata dal diaframma in individui anziani sani rispetto agli adulti giovani. Altre variazioni fisiologiche correlate all’età, come la cifoscoliosi e l’artrite delle giunture costovertebrali, possono influenzare la capacità dei pazienti anziani di effettuare le manovre inspiratorie richieste per ottenere un uso efficace da alcuni dispositivi DPI.35 40 30 PIF a diversi livelli di resistenza in pazienti con BPCO 20 R = 0,84 (p < 0,0001) 10 0 65 70 75 80 85 90 Età (anni) ■ 22 Analogamente a quanto sin qui illustrato, nello studio di Janssens et al.,36 condotto su 40 pazienti di età di 70-87 anni, il PIF è stato misurato a diversi livelli di resistenza e rispetto a soggetti di controllo. È stato anche valutato se i pazienti modulo 5 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Dispositivi inalatori e sesso al peso, sebbene i coefficienti di correlazione fossero ridotti. Dal momento che tutte le variabili della funzione polmonare hanno dimostrato una notevole colinearità con il loro rapporto con il PIF, è stato scelto il FEV1 (come percentuale prevista) per rappresentare il livello di deterioramento polmonare in un modello di regressione lineare. L’età e il sesso sono risultati parametri predittivi significativi del PIF attraverso l’inalatore. Le altre variabili introdotte nel modello, come FEV1, altezza e peso, non hanno prodotto effetti significativi.37 Questi risultati si spiegano principalmente in base ai determinanti fisiologici generali dei flussi inspiratori. I flussi inspiratori massimi dipendono dalla pressione inspiratoria generata dai muscoli inspiratori. Dal momento che, durante l’inspirazione, la pressione pleurica è sempre al di sotto di quella atmosferica o minore della pressione bronchiale, non c’è limitazione del flusso d’aria, sebbene l’aumento di resistenza delle vie aeree nei pazienti con malattie ostruttive polmonari possa avere un Figura 18 Correlazione tra un dispositivo con PIF ed età (r=0,5) nel gruppo complessivo di pazienti. Età (anni) Modificata da riferimento bibliografico 36. 95 90 85 80 75 70 65 50 0 100 150 200 250 PIF attraverso dispositivo (L/min) Figura 19 Relazione tra PIF attraverso un DPI ed età in pazienti con BPCO a vari gradi di gravità. Modificata da riferimento bibliografico 37. PIF (L/min) anziani con BPCO fossero in grado di generare il PIF richiesto per superare la resistenza interna dei DPI attualmente disponibili. La Figura 18 mostra la correlazione negativa, statisticamente e clinicamente significativa, tra PIF attraverso dispositivo ed età (r=0,5) nel gruppo complessivo di pazienti.36 Come atteso, nei pazienti con BPCO, così come nei pazienti anziani del gruppo di controllo, le percentuali di PIF misurate con metodo in-check sono state significativamente minori all’aumentare delle resistenze (p < 0,01).36 Anche secondo questi autori, quando si prescrivono i DPI per la BPCO stabile nella popolazione anziana, deve essere considerata l’età più che la gravità della BPCO.36 In conclusione, nei pazienti anziani la capacità di generare un PIF sufficiente attraverso un DPI è compromessa, indipendentemente dalla presenza di BPCO. Idealmente, la scelta del DPI più appropriato nei pazienti anziani dovrebbe dipendere dalla misura oggettiva del PIF contro una certa resistenza. In alternativa, la scelta diretta di un DPI a bassa resistenza, relativamente insensibile alle variazioni di PIF a livelli di flusso inferiori, può essere di beneficio in situazioni di esacerbazione caratterizzate da un’ulteriore riduzione del flusso inspiratorio.36 Tra i dispositivi inalatori disponibili, i nebulizzatori sono frequentemente usati dalla popolazione di pazienti anziani. Questa preferenza è probabilmente dovuta alla “sensazione di terapia”, legata alla vista diretta del farmaco. Inoltre, è possibile che i pazienti anziani siano maggiormente in grado di inalare i farmaci da questi dispositivi rispetto agli MDI o DPI.34 Secondo il rapporto nazionale OsMed del 2008, in Italia l’82% dei corticosteroidi inalatori è stato prescritto mediante nebulizzazione elettrica, in misura minore mediante aerosol predosato (MDI) e inalatore a polvere secca (DPI).32 I nebulizzatori possono rappresentare l’opzione più appropriata, soprattutto per pazienti anziani con astenia e ostruzione grave che non sono in grado di usare un MDI con spaziatore in modo adeguato.34 100 uomini donne 90 80 70 60 I risultati dello studio di Malmberg et al.,37 condotto su 93 pazienti (44 donne e 49 uomini), età 47-84 anni, hanno dimostrato una correlazione tra PIF ed età dei pazienti, con la distinzione tra i due sessi (Figura 19).37 Anche in questo studio la correlazione tra PIF ed età (p=0,004) è risultata significativa; le donne hanno avuto un PIF significativamente inferiore (p=0,004) rispetto agli uomini. Inoltre, il PIF era correlato significativamente anche all’altezza e 50 40 28 L/min 30 20 r = – 0,30; p = 0,004 10 45 50 55 60 65 70 75 80 85 Età (anni) 23 ■ modulo 5 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Tabella 12. Raccomandazioni della SIGO (Società Italiana Geriatri Ospedalieri) riferite ai sistemi erogatori per pazienti con BPCO Inalatori Raccomandazioni originali Grado R45 La terapia con broncodilatatori è gestita meglio utilizzando inalatori in spray con distanziatore, o in polvere. Se usati correttamente, i tre device (aerosol predosati, erogatori di polvere secca, nebulizzazione “aerosol”) hanno la stessa efficacia clinica. D R46 Se il paziente non è capace di usare in modo soddisfacente un inalatore, dovrebbe essere trovata un’alternativa. D R47 Gli inalatori dovrebbero essere prescritti solo dopo un adeguato addestramento all’uso e dopo che i pazienti abbiano dimostrato un soddisfacente apprendimento della tecnica. D R48 Personale sanitario competente dovrebbe regolarmente valutare la correttezza nell’uso degli inalatori e, se necessario, dovrebbe re-istruire il paziente circa la corretta tecnica di inalazione. D Distanziatori Raccomandazioni originali Grado R50 I distanziatori dovrebbero essere compatibili con l’inalatore a dose controllata del paziente. D R51 Si raccomanda di usare i distanziatori nel modo seguente: la dose va somministrata con ripetute singole insufflazioni dell’inalatore a dose controllata all’interno dello spaziatore, ognuna delle quali seguita da inspirazione; dovrebbe intercorrere un minimo intervallo di tempo tra insufflazione con l’inalatore e inspirazione; ci si può servire di una respirazione ritmica se presente o efficace, ovvero di singoli atti respiratori. D R52 Il distanziatore dovrebbe essere pulito ogni mese e non frequentemente per non comprometterne la funzionalità (imputabile alla formazione di energia statica). Dovrebbe essere pulito con acqua e asciugato con aria. L’imboccatura dovrebbe essere pulita con detergente e asciugata prima dell’uso. D Nebulizzatori Raccomandazioni originali Grado R53 I pazienti che usano inalatori, angosciati o invalidati dalla dispnea nonostante la massima terapia, dovrebbero essere presi in considerazione per la terapia con nebulizzatore. D R54 La terapia con nebulizzatori non dovrebbe continuare a essere prescritta senza la valutazione e la conferma di uno o più dei seguenti fattori: riduzione dei sintomi; aumento dell’abilità di intraprendere le attività della vita quotidiana; aumento della capacità di esercizio fisico; miglioramento della funzionalità polmonare. D R55 La terapia nebulizzata dovrebbe essere prescritta previo accertamento della capacità del paziente a usarla. D R56 Dovrebbe essere usato un sistema di nebulizzazione la cui efficienza è già provata. Se disponibili, dovrebbero essere usati i dati per stimare l’efficienza secondo il Comité Européen de Normalisation (Comitato europeo per la standardizzazione, CEN). D R57 Ai pazienti dovrebbe essere offerta una possibilità di scelta tra l’uso di una maschera facciale o di un boccaglio per inalare la terapia, a meno che il farmaco non richieda specificamente un boccaglio (per esempio: anticolinergici). D R58 Al paziente (al quale è prescritta la terapia con nebulizzatore) dovrebbero essere assicurati un’adeguata informazione e i presidi necessari. D Modificata da riferimento bibliografico 38. minor effetto sui tassi di flusso. Sulla base di queste evidenze, i flussi inspiratori massimi nei pazienti con BPCO sono influenzati in modo significativamente inferiore rispetto ai flussi espiratori. La differenza tra i sessi nei flussi inspiratori massimi è stata attribuita alla miglior forza complessiva dei muscoli scheletrici maschili in base alle differenze genetiche e ormonali. 37 ■ 24 Linee guida Il management della BPCO si basa sulle raccomandazioni della SIGO (Società Italiana Geriatri Ospedalieri), a sua volta riprese dal NICE,38 riferite ai sistemi erogatori per pazienti con BPCO, riportate nella Tabella 12. La maggior parte dei pazienti di qualunque età è in grado di apprendere dopo istruzione ade- guata l’uso corretto degli inalatori. L’eccezione è rappresentata dai pazienti con significativo deterioramento cognitivo e dell’orientamento (test Hodkinson Abbreviated Mental inferiore a 4) che non sono capaci di usare alcune forme di apparecchiatura inalatoria. In molti pazienti, nella scelta del device è necessario un approccio basato su una valutazione globale. L’ampia varietà di dispositivi inalatori disponibili da un lato consente di personalizzare la farma- modulo 5 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Figura 20 Linee guida GINA (Global Initiative for Asthma), elaborate da ADMIT. Controllato Parzialmente controllato Non controllato AUMENTO LIVELLO DI CONTROLLO RIDUZIONE Modificata da riferimenti bibliografici 39, 40. TRATTAMENTO D’AZIONE Trovare e mantenere il più basso step di controllo Considerare lo step raggiunto per ottenere il controllo Mantenere lo step fino al controllo t Controllo della tecnica inalatoria t Valutazione della compliance, fattori aggravanti t Considerare il cambio dell’inalatore Trattare come riacutizzazione Riacutizzazione Per bambini di età >5 anni, adolescenti e adulti coterapia inalatoria, dall’altro rende più difficile la scelta corretta per i singoli pazienti. Sia la conoscenza dei dispositivi sia le preferenze dei pazienti influenzano la prescrizione del dispositivo. Per quanto riguarda il trattamento dell’asma, ADMIT insieme a GINA ha sottolineato l’importanza della scelta appropriata e della tecnica corretta del dispositivo come raccomandazione (Figura 20). Il controllo della tecnica inalatoria è essenziale per tutti i pazienti che non traggono beneficio dalla terapia prima di aumentare la dose, aggiungere altri trattamenti o cambiare dispositivo.39,40 Se una tecnica inalatoria continua a non essere eseguita correttamente nonostante l’addestramento ripetuto, si deve prendere in conside- razione la possibilità di cambiare il dispositivo: una tecnica inalatoria scorretta può portare a un’insufficiente trasporto e deposizione di farmaco, riducendo così l’efficacia clinica. Inoltre, una tecnica d’inalazione scorretta può aumentare il rischio di effetti collaterali locali e sistemici e, quindi, ridurre la sicurezza e la tollerabilità dei farmaci inalati.41 PER APPROFONDIRE 29. Fischer A, Stagemann J, Scheuch G, et al. Novel devices for individualized controlled inhalation can optimize aerosol therapy in efficacy, patient care and power of clinical trials. Eur J Med Res 2009;14:71-7. 30. Mehuys E, Boussery K, Adriaens E, et al. COPD management in primary care: an observational, in association with geriatric assessment scores. ostruttiva (BPCO) nei pazienti anziani. NICE, May 2004. Arch Broncopneumol 2008;44:519-24. National Clinical Guideline Centre.(2010) Chronic 34. Bellia V, Battaglia S, Matera MG, et al. The use of obstructive pulmonary disease in adults in primary and elderly patients. Pulm Pharmacol Ther 2006;19:311-9. secondary care. London: National Clinical Guideline 35. Jarvis S, Ind PW, Shiner RJ. Inhaled therapy in elderly community pharmacy-based study. COPD patients; time for re-evaluation? Age Ageing Ann Pharmacother 2010;44:257-66. 2007;36:213-8. 31. Melani AS, Canessa P, Coloretti I, et al. Inhaler mishandling is very common in patients with chronic airflow obstruction and long-term home nebuliser use. Respir Med 2012;106:668-76. 32. Bettoncelli G, Varricchio A. Nebulizzazione e tratto obstructive pulmonary disease: management of chronic bronchodilators in the treatment of airway obstruction in 36. Janssens W, VandenBrande P, Hardeman E, et al. Inspiratory flow rates at different levels of resistance in elderly COPD patients. Eur Respir J 2008;31:78-83. 37. Malmberg LP, Rytila P, Happonen P, et al. Inspiratory flows through dry powder inhaler in chronic Centre: http://guidance.nice.org.uk/CG101/Guidance/ pdf/English 39. www.admit-online.info/en/admit-advice/guidelines-andrecommendations/gina-guidelines/ 40. Global Initiative For Asthma. Global strategy for asthma management and prevention Updated 2011. www.ginasthma.org 41. Broeders MEAC, Vincken W, Corbetta L. The ADMIT respiratorio integrato: razionale d’impiego. Rivista SIMG obstructive pulmonary disease: age and gender rather series-Issues in inhalation therapy. 7. Ways to improve 2010;3:23-8. than severity matters. Int J Chron Obstruct Pulmon Dis phramacological management of COPD: the importance 2010;5:257-62. of inhaler choice and inhalation technique. Prim Care 33. Rabell-Santacana V, Pastor-Ramon E, Pujol-Ribò J et al. Inhaled drug use in elderly patients and limitations 38. GIMBE. Management della broncopneumopatia cronica Respir J 2011;20:338-43. 25 ■ modulo 6 Obiettivi del modulo: evidenziare le indicazioni terapeutiche dell’aerosolterapia in età neonatale e pediatrica; presentare le linee guida sulla scelta dei dispositivi inalatori più idonei in base alle fasce di età. Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica L’aerosolterapia in età neonatale e pediatrica parole chiave Broncodisplasia Spazio morto anatomico Efficienza della dose polmonare Introduzione Attualmente la terapia inalatoria è lo strumento più utilizzato per il trattamento delle malattie polmonari nei bambini, dato che lo scopo principale è ottenere elevate concentrazioni locali del principio attivo. La broncocostrizione e l’infiammazione acuta e cronica delle vie aeree che si instaurano in pazienti affetti da asma sono normalmente trattate con broncodilatatori e corticosteroidi che possono essere somministrati attraverso vari tipi di dispositivo. La fibrosi cistica è una patologia genetica che presenta una spiccata sintomatologia polmonare che richiede un trattamento aerosol regolare e in cui una terapia inalatoria precoce ed efficiente è cruciale per allungare e migliorare la qualità della vita.42 in pillole ÂLa terapia inalatoria in età neonatale e pediatrica è indicata in tutte le patologie che presentano quadri clinici caratterizzati da ostruzioni delle vie aeree e respiro sibilante (wheezing). ÂLa scelta della formulazione del farmaco inalatorio e del tipo di dispositivo è condizionata dalla ridotta dimensione delle vie respiratorie: nel bambino piccolo, in particolare, per le problematiche legate al pianto, alla variabilità dei parametri respiratori e all’incapacità di coordinare gli atti respiratori, sono preferibilmente impiegati i nebulizzatori. ÂDiversi fattori anatomici e fisiologici influenzano la deposizione di un aerosol nei bambini o nei neonati. ÂLe linee guida per la scelta del dispositivo inalatorio variano a seconda della fascia d’età neonatale e pediatrica. ■ 26 Indicazioni terapeutiche dell’aerosolterapia in età pediatrica La terapia inalatoria è indicata in tutte quelle patologie che, a qualsiasi età, presentano quadri clinici caratterizzati da ostruzioni delle vie aeree e respiro sibilante (wheezing). I quadri clinici più significativi in età pediatrica sono:43 • broncodisplasia o pneumopatia cronica del prematuro; • bronchiolite; • laringite acuta; • fibrosi cistica; • broncospasmo ricorrente in corso d’infezioni, soprattutto virali (bronchite asmatica o asmatiforme); • asma bronchiale. Tra questi merita di essere evidenziato l’asma bronchiale, malattia infiammatoria cronica caratterizzata da iper-reattività bronchiale, ostruzione reversibile al flusso aereo e rimodellamento delle vie aeree. Si tratta della patologia cronica più comune in età pediatrica, la cui prevalenza è in aumento in tutto il mondo e i cui sintomi spesso compaiono nei primi anni di vita. Si ritiene che nel 40% dei casi il respiro sibilante, quando presente nei primi tre anni di vita, persista fino all’età scolare e possa essere predittivo di un successivo sviluppo di asma. L’introduzione di farmaci inalatori per il trattamento dell’asma acuto e per la terapia di fondo ha contribuito enormemente al miglioramento della sintomatologia e della gestione di questa malattia. A fronte del maggiore interessamento delle vie aeree periferiche rispetto a quelle centrali, è necessario che il farmaco inalato abbia particelle di dimensioni inferiori a 5 μm per ottenere una deposizione sufficiente ed efficace.43 I farmaci per la terapia dell’asma si suddividono in due gruppi: • farmaci per il controllo della malattia che devono essere assunti quotidianamente o per periodi più o meno lunghi; • farmaci sintomatici da assumere al bisogno. Quando si utilizzano farmaci per via inalatoria è opportuno definire un piano terapeutico in considerazione dell’età, della compliance del paziente e del suo nucleo familiare; inoltre, al momento della prescrizione di beta2-agonisti e steroidi – le due principali categorie di farmaci somministrati per via inalatoria in caso di asma – è importante individuare quale dispositivo di erogazione sia più adatto a ogni singolo caso, ossia nebulizzatori pneumatici o aerosol predosati pressurizzati con spaziatore. Nel bambino piccolo, per le problematiche legate al pianto, alla variabilità dei parametri respiratori e all’incapacità di coordinare gli atti respiratori, vengono impiegati preferibilmente i nebulizzatori. Nel bambino più grande sono necessari un sistema di somministrazione portatile (pMDI) con distanziatore e gli erogatori a polvere secca (DPI).42 Inalazione nasale rispetto all’inalazione orale Il naso è un filtro più efficace della bocca: ecco perché l’inalazione attraverso il naso è preferibile per il trasporto dell’aerosol ai polmoni. Questo rappresenta un aspetto fondamentale quando si devono trattare i bambini, per i quali si impiegano nebulizzatori o pMDI con spaziatori mediante maschera facciale. Va osservato che la dose totale inalata per chilogrammo di peso corporeo è relativamente maggiore con la respirazione dal naso rispetto alla respirazione dalla bocca: per tale ragione si può affermare che la dose che raggiunge i polmoni per chilogrammo di peso Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Figura 21 Effetto del pianto sulla deposizione polmonare. Quando il bambino è stressato, il farmaco si deposita nella bocca e viene inghiottito, delineando la faringe orale, l’esofago e lo stomaco. Quando lo stesso bambino respira tranquillamente, con lo stesso aerosol vi è un’eccellente deposizione polmonare. Modificata da riferimento bibliografico 44. senza pianto corporeo nei neonati che respirano dal naso è simile a quella ottenuta negli adulti che respirano dalla bocca.27 Deposizione dell’aerosol in età pediatrica Il pianto del bambino prolunga l’espirazione e implica un’inspirazione più breve e rapida. La dinamica respiratoria associata al pianto è pertanto in contrasto con un’efficace manovra inspiratoria: molti studi hanno infatti dimostrato che il pianto riduce drasticamente la quantità di farmaco inalato dal bambino o dal neonato (Figura 21).44,45 con pianto Gli altri principali fattori che diminuiscono la deposizione di un aerosol nei bambini e nei neonati sono elencati in Tabella 13.44 La distribuzione ottimale delle dimensioni delle particelle di un aerosol per una deposizione polmonare e terapia efficace nei bambini non è nota, ma è stato suggerito che una minore dimensione delle particelle può essere ancor più importante nei bambini rispetto agli adulti per le ridotte dimensioni delle loro vie aeree, e la maggior percentuale di farmaco inalato depositato in regione orofaringea. Questo può essere clinicamente importante se si somministrano corticosteroidi inalatori con elevato assorbimento sistemico di farmaco depositato proprio in regione orofaringea. In un bambino modulo 6 di 7 anni, un quadro di deposizione tipico di 200 μg di beclometasone trasportato mediante un pMDI o DPI sarà in misura di 160 μg in orofaringe e in misura di circa 10 μg nelle vie intrapolmonari. In questo caso la disponibilità sistemica del farmaco sarà del 50% dei 160 μg depositati in orofaringe oltre ai 10 μg depositati nei polmoni. Se viene usato un pMDI con un distanziatore saranno depositati nei polmoni circa 20 μg e altri 20 μg in orofaringe, con un’esposizione sistemica totale di 30 μg sebbene la deposizione polmonare sia maggiore. Queste considerazioni acquistano un’importanza ancora maggiore nei bambini più piccoli perché la deposizione polmonare diminuisce e la deposizione in orofaringe aumenta al diminuire dell’età. Tipicamente la deposizione polmonare con la stessa associazione pMDIdistanziatore potrebbe essere del 1-2% nei neonati, 4-6% nei bambini di 2-6 anni e del 12% in un bambino di 10 anni. Questa è la ragione per cui i bambini di età inferiore hanno bisogno di una dose inalata molto simile a quella dei bambini di età superiore per ottenere l’effetto clinico desiderato.46 La deposizione polmonare aumenta significativamente nei bambini più grandicelli e negli adulti ma, poiché la dose polmonare totale aumenta con l’età, la deposizione in rapporto alla superficie delle vie aeree (approssimativamente correlata alla massa corporea) è sovrapponibile in tutte le fasce d’età (Figura 22). 44 Non è quindi necessario aumentare la dose per i bambini molto piccoli a causa di un quadro respiratorio relativamente compromesso e un flusso inspiratorio maggiore, né si impone la necessità di aumentare la dose perché le dimensioni sono minori.44 Dispositivi aerosol per l’asma dei bambini Tabella 13. Fattori che riducono la deposizione di un aerosol nei bambini o nei neonati  Lingua larga in proporzione alle vie aeree  Respirazione preferenziale dal naso  Diametro delle vie aeree ristretto  Alveoli in minor numero e più larghi e minore arborizzazione delle vie aeree  Tasso respiratorio più elevato, con spazio morto anatomico relativamente maggiore  Volume di flusso ridotto  Incapacità a trattenere il respiro e coordinare l’inspirazione  Elevato flusso inspiratorio durante lo stress respiratorio e il pianto Modificata da riferimento bibliografico 44. I sistemi d’inalazione principali per l’aerosolterapia nell’asma dei bambini sono: • pMDI convenzionali o con distanziatore; • DPI; • nebulizzatori. Questi tre sistemi differiscono per costruzione, generazione della nuvola di aerosol, tecnica inalatoria ottimale e facilità d’uso. Inoltre, con opportuni istruzione e addestramento, virtualmente tutti i pazienti pediatrici – compresi i bambini di età inferiore a un anno – possono apprendere l’uso efficace di uno di questi tre sistemi, a condizione che sia acquisita un’accurata conoscenza della natura e della dimensione dei problemi che i bambini delle varie fasce d’età devono affrontare con l’utilizzo di questi dispositivi.46 27 ■ modulo 6 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Figura 22 Deposizione polmonare corretta per il peso corporeo. Sebbene la deposizione aumenti con l’età del bambino, la deposizione per peso corporeo ideale (buon surrogato della deposizione aerea relativa) rimane costante. Perciò non è necessario alcun aggiustamento di dose per età o peso corporeo. Strategia inalatoria per l’età pediatrica Modificata da riferimento bibliografico 44. Deposizione polmonare (%) Sebbene l’uso di un pMDI sembri semplice, alcuni studi hanno riportato che una larga percentuale di adulti e di bambini in età scolare non usa i dispositivi in maniera corretta. La maggior parte dei problemi è legata alla coordinazione attivazione-inalazione (Tabella 14).46 Inoltre, è frequente la cessazione dell’inalazione quando le particelle di aerosol raggiungono il palato soffice (effetto freon freddo) o l’attivazione dell’aerosol nella bocca seguita dall’inalazione attraverso il naso.46 È stato stimato che circa il 50% dei bambini asmatici in età scolare che ricevono una terapia inalatoria con pMDI trae un beneficio ridotto o nullo dal farmaco prescritto a causa dell’uso scorretto dell’inalatore. Date la scarsa coordinazione dei bambini di minor età e la ridotta forza e abilità delle loro dita per attivare l’aerosol, i pMDI non dovrebbero essere, generalmente, prescritti ai bambini di età inferiore a 7 anni (Figura 23).46 In base alle attuali conoscenze, una strategia d’inalazione razionale per i bambini asmatici può essere riassunta come segue: • Bambini £ 5 anni: i pMDI o i DPI potrebbero essere impiegati nei bambini appartenenti a questa fascia di età, a condizione che l’uso sia associato a ripetuti addestramenti, dimo- 45 40 35 deposizione polmonare deposizione polmonare corretta per il peso corporeo media 30 25 20 15 10 5 0 1-4 strazioni e verifiche. La grande maggioranza di questi bambini può inoltre essere addestrata all’uso efficace di pMDI e distanziatore con un sistema di valvole e una maschera facciale 5-6 7-12 Intervalli di età (anni) per la terapia di mantenimento e per il trattamento acuto con beta2-agonisti. I distanziatori sono efficaci quanto i nebulizzatori per il trattamento quotidiano e per il trattamento del Tabella 14. Strategia inalatoria, tecnica inalatoria ottimale e problemi frequenti per il corretto uso degli inalatori nei bambini Età Tecnica ottimale I più frequenti problemi pMDI Bambini > 8 anni Espirazione seguita da attivazione dell’inalatore precoce durante un’inalazione profonda lenta (30 L/min), seguita da un respiro trattenuto per 10 secondi Coordinazione tra attivazione e inalazione Blocco dell’inalazione all’attivazione Inalazione attraverso il naso e attivazione nella bocca La lenta inalazione è difficile pMDI attivato da respiro Bambini > 7 anni Espirazione seguita da un’inalazione profonda lenta (30 L/min), seguita da un respiro trattenuto per 10 secondi La lenta inalazione è difficile Blocco dell’inalazione quando la dose è rilasciata DPI Bambini > 5 anni Espirazione seguita da un’inalazione profonda, forzata (il flusso minimo efficace varia da un tipo all’altro d’inalatore) La dose viene perduta se il bambino espira attraverso l’inalatore Tasso di flusso d’inalazione insufficiente Problemi di carico di dose* Distanziatore con sistema a valvola Bambini £ 3 anni (usare la maschera facciale) Bambini > 3 anni (non usare la maschera facciale) Inalazione profonda lenta (30 L/min) seguita da 10 secondi di respiro trattenuto o respirazione lenta che inizia immediatamente dopo l’attivazione. Attivazione di un’unica dose per inalazione L’elettricità statica riduce l’output* (output ridotto dopo la pulizia) Perdita d’aria durante l’inalazione dovuta alla maschera facciale allentata Attivazioni multiple nel distanziatore Pianto durante la somministrazione Modificata da riferimento bibliografico 46. * dipendente dal dispositivo ■ 28 modulo 6 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Figura 23 Percentuale di bambini che, dopo addestramento individuale, istruzioni personali, pratica domiciliare, hanno applicato una tecnica inalatoria corretta per almeno 3 su 4 dimostrazioni. Le istruzioni sono state fornite da personale sanitario specializzato. Negli anni, 1682 bambini sono stati istruiti in base al medesimo piano. Il numero di istruzioni e addestramenti è variato da due a otto (media: 3,2). Età e capacità psicomotorie dei bambini erano influenzate dal numero di sessioni di addestramento. % di pazienti Modificata da riferimento bibliografico 46. 100 nebulizzatore 80 distanziatore + maschera facciale pMDI attivato dal respiro 60 DPI 40 pMDI con CFC 20 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Età (anni) wheezing. Dal momento che sono più economici e richiedono una minore manutenzione, i distanziatori possono risultare utili in alcuni pazienti di questa classe di età. Il distanziatore può trovare impiego nei bambini asmatici se sono in grado di utilizzarlo efficacemente senza la maschera facciale.46 • Bambini >5 anni: in questo gruppo di pazienti l’uso corretto dei pMDI può essere più difficile rispetto ai DPI e ai pMDI attivati dal respiro ma il loro impiego viene facilitato dall’aggiunta di un distanziatore. I dispositivi pMDI con spaziatore, DPI, o pMDI attivato dal respiro possono essere utilizzati tutti efficacemente in caso di comparsa di respiro sibilante.46 Inoltre, uno studio osservazionale ha permesso di concludere che la somministrazione di corticosteroidi tramite nebulizzatore nei bambini asmatici di età inferiore a 8 anni riduce il rischio di ospedalizzazione del 53% rispetto ai pazienti trattati con corticosteroidi somministrati tramite altri dispositivi, in quanto la compliance del pa- ziente che utilizza il nebulizzatore è maggiore.47 In ogni caso vale l’annotazione di prescrivere i dispositivi solo dopo aver adeguatamente educato bambini e genitori e verificare la tecnica d’inalazione con regolarità.48 Con questo approccio si possono istruire i bambini a un uso efficace degli inalatori con un tempo minimo di addestramento. Infine, si dovrebbero sempre tenere in considerazione le preferenze dei bambini: la prescrizione di un inalatore che non è accettato dal bambino riduce le probabilità di aderenza al trattamento.46 PER APPROFONDIRE 42. Wildhaber J. Nebulizer therapy in children. Business Briefing: Global Healthcare Respiratory Medicine 2003. 43. Carboni G. Aerosolterapia: le indicazioni cliniche. Pneumologia pediatrica 2003;3:57-62. 44. Rubin BK. Air and soul: the science and application of aerosol therapy. Respir Care 2010;55:911-21. 45. Amirav I. Aerosol therapy. Ital J Pediatr 2004; 30:147-56. 46. Pedersen S, Dubus JC, Crompton G. The ADMIT series-Issues in inhalation therapy. 5. Inhaler selection in children with asthma. Prim Care Respir J 47. Nicolini G, Cremonesi G, Melani AS. Inhaled corticosteroid therapy with nebulized beclometasone dipropionate. Pulm Pharmacol Ther 2010;23:145-55. 48. Progetto Mondiale Asma-Linee-Guida Italiane – Progetto Libra www.ginasma.it Aggiornamento 2011. 2010;19(3):209-216. 29 ■ modulo 7 Obiettivi del modulo: evidenziare l’importanza dell’addestramento da parte del personale sanitario dei pazienti a un uso appropriato dei dispositivi inalatori; ricordare i più comuni errori in cui incorrono i pazienti nell’uso dei tipi diversi di inalatore. Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Educazione dei pazienti e dei caregiver parole chiave Aderenza intenzionale e non intenzionale Dispositivo “real life” Contatore di dosi erogate in pillole ÂGli inalatori sono dispositivi che, pur usufruendo di una tecnologia avanzata, sono considerati così semplici che molti pazienti e clinici non ricevono un adeguato addestramento al loro uso. ÂIl monitoraggio dell’aderenza del paziente alla terapia prescritta può avvalersi di intervista, compilazione di un diario scritto dal paziente stesso, conta-dosi meccanici e dispositivi elettronici di monitoraggio collegati all’inalatore. Introduzione L’educazione dei pazienti a un uso appropriato della terapia inalatoria è fondamentale, come emerge da studi che evidenziano una ridotta adesione tra i pazienti affetti da patologie delle vie respiratorie. I pazienti asmatici hanno di solito una scarsa aderenza alla terapia: la prevalenza della mancata compliance, che rappresenta un reale problema clinico, oscilla tra il 16% e il 50%: si può dunque affermare che un terzo dei pazienti asmatici riporta di non assumere il farmaco prescritto. Alcuni studi ne hanno evidenziato un sottodosaggio e hanno documentato una scarsa o assente aderenza alla terapia fino al 50% dei pazienti. Stime conservative indicano che la scarsa compliance contribuisce in misura importante alla morbilità, mortalità e spesa sanitaria associate all’asma.10,49 Gli inalatori sono dispositivi la cui tecnologia, per quanto avanzata, è spesso considerata semplice, cosicché numerosi medici con i relativi pazienti non ricevono un adeguato addestramento sulle modalità di utilizzo.50 Il NICE, la Global Initiative for Chronic Obstruc- tive Lung Disease, la British Thoracic Society e la Global Initiative for Asthma (GINA) raccomandano di sottoporre i pazienti con asma a un’adeguata formazione prima della prescrizione della terapia inalatoria e a controlli regolari relativamente all’aderenza alla terapia stessa.9,51 Infatti, il requisito più importante in base al quale scegliere l’inalatore è il suo corretto utilizzo. Questo suggerimento, basato sull’evidenza di errori nell’uso e nel mantenimento osservati con tutti i tipi di inalatori, richiede che tutto il personale medico ponga maggior attenzione agli aspetti educazionali della terapia inalatoria.8 Aderenza del paziente I risultati ottenuti dagli studi clinici spesso non riflettono la situazione reale e falliscono nella scelta di un particolare dispositivo per uno specifico paziente e per una specifica situazione clinica. Queste considerazioni comprendono, per esempio, la capacità di usare un dispositivo, la preferenza del paziente, la disponibilità di una certa apparecchiatura e i costi. La gestione ottimale dell’asma e della BPCO impone che il paziente sia aderente ai tratta- Figura 24 Criteri che definiscono un dispositivo inalatorio “real life” che il paziente potrà usare e che userà. Modificata da riferimento bibliografico 52. Prestazione del dispositivo Ben tollerato ed efficace ÂSono stati identificati gli errori più frequenti specifici per ogni tipo di dispositivo inalatorio. ÂL’istruzione e valutazione della tecnica aerosolica dei pazienti si basa sulla conoscenza aggiornata del professionista sanitario, sulla scelta appropriata dell’inalatore, su indicazioni verbali e pratiche e sulla ripetizione regolare delle istruzioni. ■ 30 Costo sanitario totale Facile e semplice da usare Preferenze dei pazienti modulo 7 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Figura 25 Frequenza di distribuzione del numero di errori od omissioni della tecnica inalatoria e relazione tra questo numero e AIS (Asthma Instability Score). Correlazione tra numero di errori e AIA (analisi della regressione lineare). 30 6 25 5 20 4 15 3 10 2 5 1 0 0 1 2 3 4 5 6 Frequenza distribuzione del numero di errori della tecnica inalatoria Rapporto* tra numero di errori e AIA ≥7 Numero di errori Unità AIS Frequenza (%) Modificata da riferimenti bibliografici 11, 53. 0 * analisi della regressione lineare: r = 0,3, p <0,0001 menti farmacologici inalatori e che mantenga una buona compliance con il dispositivo aerosol selezionato. A tale scopo è opportuno considerare importanti aspetti come la prestazione dell’inalatore, la tollerabilità e l’efficacia, la facilità d’uso, i costi e la preferenza del paziente, orientandosi quindi verso un dispositivo tale da soddisfare i requisiti prioritari e le prerogative del singolo paziente (Figura 24).52 Un importante studio clinico, con una casistica di oltre 3900 pazienti asmatici che utilizzavano pMDI senza spaziatore, ha chiaramente dimo- strato che il controllo dell’asma è significativamente correlato all’uso corretto del dispositivo inalatorio. Sono stati osservati punteggi d’instabilità dell’asma significativamente maggiori nei pazienti classificati come “cattivi utilizzatori” e simili risultati sono prevedibili anche con altri dispositivi. Altri studi che hanno confrontato diversi tipi di dispositivi rispetto al loro corretto uso hanno rilevato che, in generale, un maggior numero di pazienti che usano pMDI commette errori rispetto ai pazienti che usano DPI (Figura 25).11,53 Le modalità con cui monitorare l’aderenza del paziente alla terapia aerosolica prescritta possono essere riassunte in: • Intervista; • compilazione di un diario scritto dal paziente stesso; • conta-dosi meccanici e dispositivi elettronici di monitoraggio collegati all’inalatore. I conta-dosi meccanici sono considerati i più accurati e obiettivi: occorre infatti tenere presente che i pazienti tendono a sovrastimare l’uso dei Tabella 15. Esempi frequenti di non aderenza alla terapia aerosolica prescritta e potenziali fattori che possono predisporre a ognuno di essi Fattori non intenzionali: Non corretta comprensione della terapia Fattori intenzionali: Comprensione della terapia ma non adeguata aderenza  Incomprensione riguardo alla terapia prescritta:  Le convinzioni del paziente: – scarsa comunicazione medico-paziente – scarsa comunicazione paziente-terapista  Barriere linguistiche – – – – – – non è necessaria un’assunzione regolare del farmaco non sono davvero malato posso avere maggiore attenzione dei genitori e mi lasciano a casa (bambini) i farmaci sono troppo costosi preoccupazioni per gli effetti collaterali percezione di mancanza di efficacia dei farmaci  D imenticanza  S tress e stile di vita indaffarato  R egime, relativo all’aerosol, complesso ed impegnativo  F attori psicologici (depressione) Modificata da riferimento bibliografico 2. 31 ■ modulo 7 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Tabella 16. Problemi frequenti, svantaggi ed errori con ogni tipo d’inalatore Inalatori predosati – pMDI Errori nella tecnica: – Mancanza di coordinazione tra l’attivazione del pMDI e l’inalazione – Periodo di apnea dopo l’inalazione troppo breve – Flusso inspiratorio troppo rapido – Scuotimento/attivazione/mixing inadeguato prima dell’uso – Brusca interruzione dell’inspirazione quando l’aerosol raggiunge la gola – Attivazione del pMDI a capacità polmonare totale – Attivazione del pMDI prima dell’inalazione – Attivazione multipla del pMDI durante una singola inalazione – Dirigere il flusso del pMDI verso la bocca, ma inspirare attraverso il naso – Espirare durante l’attivazione – Mettere in bocca l’estremità sbagliata dell’inalatore – Tenere in mano la bomboletta in una posizione errata – Non rimuovere il cappuccio prima dell’uso – Uso del pMDI oltre il numero di dosi previste (perdita del conteggio delle dosi) – Mancata pulizia dell’attivatore – Spreco delle dosi rimanenti Mancanza di un adeguato addestramento del paziente all’uso dei pMDI Disabilità cognitiva degli utenti Mancanza di forza e/o articolarità della mano, necessarie per l’attivazione dell’MDI Disprassia ideomotoria Holding Chamber (VHC)/ Distanziatori farmaci per inalazione rispetto a quanto risulta dai dati ottenuti con dispositivi di monitoraggio.2,54 La mancata aderenza alla terapia aerosolica prescritta può essere identificata come “non intenzionale” e “intenzionale”. La Tabella 15 illustra entrambi questi tipi di non aderenza con definizioni ed esempi.2 Un esempio di mancata aderenza non intenzionale alla terapia aerosolica è l’utilizzo sbagliato del dispositivo per incomprensione della prescrizione farmacologica: una problematica, questa, che può essere affrontata con l’educazione del paziente.2,54 Non esiste al momento un inalatore perfetto: per i pazienti il pMDI è un inalatore difficile da usare senza un adeguato addestramento; anche le camere spaziatrici e i distanziatori introdotti per la gestione di queste criticità presentano problemi aggiuntivi. Anche i DPI furono in parte introdotti con l’idea che il loro utilizzo sarebbe stato più semplice rispetto ai pMDI. I nebulizzatori sono probabilmente il tipo di strumento per inalazione più semplice, posto che l’assemblaggio, la corretta pulizia e la manutenzione non costituiscano un problema. La Tabella 16 elenca gli errori e disattenzioni più frequenti nell’utilizzo di ogni tipo di dispositivo.2,54 Scorretto assemblaggio del dispositivo accessorio Mancata riduzione della carica elettrostatica che può far diminuire la dose emessa in molti distanziatori/holding chamber, soprattutto se nuovi Ritardo rilevante tra l’attivazione del pMDI e l’inalazione dal distanziatore/holding chamber Inspirazione troppo rapida Erogazione di più puff nel distanziatore/holding chamber prima dell’inalazione Mancanza di istruzione al paziente sull’assemblaggio o sull’uso Inalatori di polvere secca Errori nella tecnica: – Non tenere il dispositivo correttamente mentre si carica la dose – Mancata foratura o apertura della confezione – Utilizzo dell’inalatore nel verso sbagliato – Mancata attivazione – Espirare nel boccaglio – Non espirare fino a Volume Residuo prima di inalare – Non inalare con forza – Apnea inadeguata o inesistente – Espirare nel boccaglio dopo l’inspirazione – Uso di modelli con reservoir multi-dose in ambienti con elevata umidità che possono ridurre la quantità delle particelle fini – Insufficienti istruzioni ai pazienti sull’assemblaggio o sull’utilizzo Nebulizzatori Assemblaggio scorretto del dispositivo Errori frequenti nell’utilizzo dei pMDI La coordinazione mano-respiro con i pMDI è uno dei principali problemi noti da tempo, ma ci sono altri potenziali errori che un paziente può commettere: • il mancato scuotimento del pMDI può influire sulla corretta somministrazione del farmaco; • l’assenza di un contatore di dosi integrato che indichi quando un pMDI è vuoto (i conta-dosi sono reperibili in commercio ma il loro utilizzo implica l’acquisto di un ulteriore dispositivo). Un pMDI può continuare a produrre uno spray composto da propellente e una quantità minima o nulla di farmaco se attivato dopo la capacità prevista, che è di 120 o 200 puff.55 I pazienti dovrebbero essere istruiti in merito all’importanza di conteggiare il numero delle dosi rimanenti nel pMDI.2,51 Una serie di studi condotti da Crompton e collaboratori ha dimostrato che la percentuale di pazienti in grado di usare i pMDI correttamente dopo aver letto il relativo foglietto illustrativo era scesa dal 46% del 1982 al 21% nel 2000, mentre oltre la metà dei pazienti (52%) utilizzava i pMDI correttamente dopo aver ricevuto istruzioni dal medico (Figura 26).55 Perdita del farmaco inclinando alcuni nebulizzatori Non tenere il boccaglio in bocca durante la nebulizzazione Non respirare con la bocca Modificata da riferimento bibliografico 2. ■ 32 Errori frequenti nell’utilizzo delle camere spaziatrici/distanziatori Con l’impiego di camere spaziatrici/distanziatori una criticità può essere rappresentata dall’assemblaggio scorretto del dispositivo. Inoltre, modulo 7 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Figura 26 Percentuale di pazienti che usano un pMDI correttamente dopo aver letto il foglietto illustrativo e dopo aver ricevuto istruzioni dal medico. Percentuale Modificata da riferimento bibliografico 55. 70 63% 60 54% Foglietto illustrativo Istruzioni del medico 62% Addestramento per i bambini 50 52% 47% 40 39% 30 20 21% 10 1982 ropei, circa le decisioni prese dai medici per selezionare i dispositivi inalatori; • la tecnica inalatoria non viene sempre verificata nei pazienti non controllati; • non tutti i medici controllano la tecnica prima della prescrizione; • c’è una scarsa percezione per cui i pMDI sono difficili da usare. 1987 1989 molti pazienti erroneamente credono che fare una pausa prima di inspirare da una camera spaziatrice/distanziatore non abbia effetto sulla dose somministrata; questa modalità invece può causare una riduzione della disponibilità del farmaco. La tecnica ideale consiste nel posizionare il boccaglio tra le labbra e iniziare a inspirare lentamente e profondamente nel momento in cui si attiva il pMDI. La dose disponibile può inoltre essere ridotta se vengono spruzzati più puff contemporaneamente nella camera spaziatrice/ distanziatore seguiti da un’inspirazione unica. 2,54 Sulle pareti di una camera nuova di plastica sono presenti cariche elettrostatiche che possono essere ridotte pretrattandola con un detergente ionico o spruzzando con il pMDI 10-20 puff nella camera. Un’alternativa potrebbe essere quella di utilizzare una camera spaziatrice/distanziatore antistatica/o.2,54 2000 Anno Errori frequenti nell’utilizzo dei nebulizzatori I problemi più comuni riportati per i nebulizzatori non riguardano soltanto la manualità dei pazienti, ma sono legati soprattutto agli svantaggi complessivi di questi dispositivi, che sono principalmente: • dimensioni dell’attrezzatura; • necessità di una fonte d’energia esterna (gas compresso o elettricità); • tempi di trattamento più lunghi. Tra tutti i dispositivi inalatori, tuttavia, i nebulizzatori sono i più semplici da utilizzare. Inoltre, la tecnologia più moderna nei nebulizzatori è mirata a ridurre l’ingombro dei dispositivi, evitare la necessità di una fonte d’energia esterna, ridurre i tempi di trattamento ed eliminare la dispersione di farmaco durante l’espirazione.2,54 Errori frequenti nell’utilizzo dei DPI Il tasso di errore (definito come mancata esecuzione di un passaggio fondamentale) si è dimostrato simile per i pMDI e i DPI. Uno degli aspetti negativi dei DPI è che tra i dispositivi attualmente disponibili negli Stati Uniti, ogni modello si differenzia per qualche caratteristica, per la presentazione e per il metodo di ricarica e somministrazione. Uno degli errori più frequenti è quello di non tenere il dispositivo nella giusta posizione: aspetto, quest’ultimo, fondamentale per la ricarica del dispositivo appena prima dell’utilizzo.2,54 Criticità nella scelta del dispositivo inalatorio È stata condotta un’indagine in Europa da parte dell’ADMIT con metodo Delphi su un campione di 450 medici (prevalentemente di Medicina Generale)56 per comprendere il processo decisionale e le modalità di scelta e prescrizione del dispositivo inalatorio per pazienti asmatici. Le conclusioni del panel di esperti sono state le seguenti: • sussistono poche differenze, tra i Paesi eu- L’istruzione e l’addestramento iniziale, così come i ripetuti follow-up, sono cruciali per un corretto uso degli inalatori in ambito pediatrico. La prescrizione della terapia inalatoria ai bambini dovrebbe essere sempre accompagnata da un’accurata istruzione dell’uso corretto degli inalatori scelti, seguita da una ripetuta dimostrazione della tecnica inalatoria. Opuscoli e video sono utili ma non sufficienti: sono necessarie l’istruzione individuale e la dimostrazione ripetuta della tecnica inalatoria da parte del bambino. Il numero di dimostrazioni e correzioni dipende dall’età e dalle capacità psicomotorie del bambino. Dopo tre istruzioni e dimostrazioni il 92-98% dei bambini di 6-11 anni ha dimostrato di usare la tecnica correttamente utilizzando un pMDI con distanziatore o un DPI. Dopo due ripetizioni, i corrispondenti dati sono diventati 90% (distanziatore) e 76% (DPI).46 I bambini che hanno inizialmente ricevuto istruzioni complete con ripetuti controlli di una tecnica inalatoria appropriata in farmacia o in qualunque altro setting clinico hanno anche maggior probabilità di mantenere la tecnica inalatoria corretta rispetto ai bambini che hanno ricevuto solo una singola istruzione.46 Il follow-up dei pazienti asmatici e la ripetuta istruzione della tecnica inalatoria richiedono tempo, tuttavia i risultati clinici sono migliori e uno studio clinico ha suggerito che i miglioramenti sono ottenuti con una dose minore di corticosteroidi inalatori. La principale ragione di questo sembra risiedere nel fatto che la frequenza di una tecnica inalatoria corretta era aumentata dal 64% al 95% durante l’anno di studio.46 Come indicato anche nel Modulo 6, la Tabella 17 mostra, in sintesi, le età raccomandate per introdurre i vari dispositivi per aerosol nei bambini. I nebulizzatori di piccolo volume e i pMDI con sistema a valvole sono raccomandati nei lattanti e nei bambini fino a 5 anni. Poiché fino a 3 anni i bambini non sono in grado di utilizzare il boccaglio, sia i nebulizzatori sia i pMDI con holding chamber dovrebbero essere utilizzati con una maschera. Indipendentemente dall’età, la maschera dovrebbe essere utilizzata fino a quando il bambino non riesce a utilizzare correttamente il boccaglio. I bambini di età inferiore a 33 ■ modulo 7 Gestione dell’aerosolterapia in età adulta e in età pediatrica Tabella 17. Linee guida di utilizzo dei vari dispositivi per aerosol in età pediatrica Generatore di aerosol Età Nebulizzatore con maschera ≤3 anni Nebulizzatore con boccaglio ≥3 anni pMDI con holding chamber/distanziatore e maschera <4 anni pMDI con holding chamber/distanziatore ≥4 anni Inalatore di polvere secca ≥4 anni pMDI (da solo) ≥5 anni MDI respiro-attivato ≥5 anni Nebulizzatori respiro-attivati ≥5 anni Modificata da riferimento bibliografico 2. 5 anni possono non essere in grado di eseguire correttamente le tecniche inalatorie.2 È generalmente accettato che le capacità cognitive per controllare il respiro e per la coordinazione mano-respiro si sviluppano a partire dall’età di 5 o 6 anni. All’età di 4 anni i bambini possono iniziare a comprendere come utilizzare il pMDI o un DPI con esito positivo.2 Come possono i professionisti della salute aiutare i pazienti a usare correttamente gli inalatori? 49  Assicurarsi che la propria conoscenza della tecnica corretta sia aggiornata. Non dare per scontato di avere una conoscenza aggiornata della tecnica. Una percentuale elevata (31-85%) di professionisti della salute (medici, infermieri, farmacisti) ha dimostrato di non conoscere la tecnica corretta quando viene testata obiettivamente. È bene imparare a usare correttamente ogni tipo di inalatore in modo da poterne insegnare agevolmente l’impiego ai propri pazienti, come pure è opportuno conoscere il razionale di ogni passaggio delle istruzioni in modo da poterne spiegare l’importanza ai pazienti, nella consapevolezza degli errori più frequentemente commessi con le varie tipologie di inalatore.  Assicurarsi che l’inalatore scelto sia appropriato per il paziente. È fondamentale essere consapevoli degli errori più comuni di ogni gruppo particolare di pazienti. Nei pazienti con asma e BPCO che mostrano una ridotta conoscenza della tecnica inalatoria con un pMDI, l’aggiunta di un distanziatore e l’addestramento da parte di personale sanitario (piuttosto che cam■ 34 biare semplicemente il dispositivo) possono essere la miglior strategia iniziale per migliorare la tecnica, alternativamente utilizzando un nebulizzatore. Quando possibile, evitare di prescrivere più tipologie di inalatori. L’uso di molti tipi di dispositivi può comportare confusione ed errori e può essere identificato come una causa di scarsa applicazione della tecnica.  Chiedere ai pazienti di mostrare come utilizzano l’inalatore. Controllare attivamente la tecnica del paziente rispetto alla checklist appropriata per lo specifico dispositivo. Non fidarsi dell’assicurazione del paziente su come impiega l’inalatore. La probabilità che i pazienti chiedano spontaneamente indicazioni sull’inalatore è scarsa in quanto sono meno consapevoli di commettere eventuali errori tecnici.  Fornire al paziente istruzioni verbali, non solo il foglietto illustrativo. Le istruzioni del produttore, da sole, sono insufficienti per ottenere l’applicazione corretta della tecnica inalatoria. I pazienti con asma o BPCO che usano l’inalatore per la prima volta hanno maggiori probabilità di mostrare una tecnica corretta dopo aver ricevuto istruzioni verbali rispetto a quando hanno letto solo le istruzioni del produttore. Anche le istruzioni fornite nei gruppi di pazienti o attraverso video possono essere efficaci quanto le istruzioni personali per migliorare la tecnica. I pazienti con asma scarsamente controllato possono ottenere i migliori benefici clinici da interventi educativi finalizzati alla gestione dell’asma stesso.  Fornire una dimostrazione pratica. Istruzioni verbali e dimostrazioni pratiche da parte di addestratori qualificati sono l’addestramento migliore alla tecnica inalatoria. Dimostrare i passaggi può anche richiedere di superare le barriere linguistiche. Controllare che la persona sia in grado di comprendere le istruzioni e applicarle correttamente.  Ripetere le istruzioni regolarmente. La tecnica inalatoria deve essere ricontrollata a distanza di tempo e l’addestramento deve essere rinforzato regolarmente per mantenere una tecnica corretta, dal momento che l’insegnamento e l’applicazione si deteriorano dopo il primo addestramento. I pazienti più anziani possono essere più facilmente inclini a perdere la capacità tecnica col tempo. PER APPROFONDIRE 49. National Asthma Council Australia (NAC). Inhaler technique in adults with asthma or COPD. 2008. 50. Fink JB, Rubin BK. Problems with inhaler use: a call for improved clinician and patient education. Respir Care 2005;50:1360-75. 51. Takemura M, Mitsui K, Itotani R et al. Relationships between repeated instruction on inhalation therapy, medication adherence, and health status in chronic obstructive pulmonary disease. Int J Chron Obstruct Pulmon Dis 2011;6:97-104. 52. Chrystyn H, Haahtela T. Real-life inhalation 53. Giraud V, Roche N. Misuse of corticosteroid metered-dose inhaler is associated with decreased asthma stability. Eur Respir J 2002;19:246-51. 54. Lavorini F, Levy ML, Corrigan C, et al. The ADMIT series-Issues in inhalation therapy. 6. Training tools for inhalation devices. Prim Care Respir J 2010;19:335-41. 55. Lavorini F, Corbetta L. Achieving asthma control: the key role of inhalers. Breathe 2008;5:121-31 56. Levy M. Barnes PJ, Broeders M, et al. Selection of inhaler devices in primary care: terapy-inhaler performance and patient education an international survey. European Respiratory matter. Inhalation Therapy. Eur Respir Dis 2012;8:11-8. Society, 2011 Poster. Come ottenere i 10 crediti formativi Dopo aver letto il materiale didattico contenuto nella presente rivista: • collegarsi all’indirizzo internet: http://fad-aerosolterapia.ecm33.it • registrarsi alla comunità Medikey o digitare le proprie credenziali Medikey; si accederà ai contenuti online da visionare prima della compilazione del questionario finale utile al fine di ottenere i crediti ECM. Per eventuali richieste di assistenza/problemi di connessione scrivere a: [email protected] Elsevier Srl ha conseguito accreditamento ECM FAD provvisorio (N. Rif. 155) presso la Commissione Nazionale per la Formazione Continua. Elsevier Srl è accreditato dalla Commissione Nazionale ECM a fornire programmi di formazione continua per tutte le professioni. Elsevier Srl si assume la responsabilità per i contenuti, la qualità e la correttezza etica di questa attività ECM. Con un unrestricted grant di