dolore persista per lungo tempo (6-12 mesi) nonostante la
terapia medica e fisica.
Il trattamento chirurgico può essere eseguito a cielo aperto e
consiste nel semplice distacco dei muscoli epicondiloidei associato a volte ad una artrotomia attraverso la quale eseguire
l'asportazione del menisco omero-radiale se presente.
L'intervento può essere eseguito anche artroscopicamente cioé
penetrando nell'articolazione con piccoli strumenti chirurgici in
grado sia di rimuovere il menisco omero-radiale che di disinserire dall'interno dell'articolazione i muscoli epicondilodei.
Il trattamento riabilitativo postoperatorio consiste in un breve
periodo di riposo seguito da esercizi di potenziamento muscolare. Il recupero completo di solito richiede 2-3 mesi.
EPICONDILITE
O GOMITO
DEL TENNISTA
Dr. Borelli Pier Paolo ©
DR. PIER PAOLO BORELLI
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Specialista in Chirurgia della Mano
Il presente opuscolo riveste carattere informativo per i pazienti.
Non è di carattere divulgativo o pubblicitario ed il suo utilizzo
è consentito solo all’interno del Poliambulatorio.
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L'epicondilite é una tendinopatia inserzionale, ovvero un'infiammazione delle fibre tendinee di alcuni muscoli dell'avambraccio che s'inseriscono sull'epicondilo, prominenza ossea
situata sul versante laterale del gomito (Fig. 1). L'inserzione
muscolare sull'epicondilo rappresenta senza dubbio l'origine
più frequente dell'epicondilite ma anche altre strutture anatomiche circostanti ( muscolo supinatore breve, nervo interosseo
posteriore, legamento anulare e menico omero-radiale ) possono essere l'origine del dolore sul versante laterale del gomito.
Fig. 1
Chi colpisce. Questa malattia é conosciuta più come "gomito
del tennista" poiché spesso i giocatori di tennis sviluppano
questo problema a causa di una non corretta esecuzione del
gesto sportivo o per l'utilizzo di una racchetta con impugnatura
impropria. Non è tuttavia prerogativa unica dei giocatori di
tennis, essendo frequente in altri sportivi (golf e scherma).
L'epicondilite tuttavia non colpisce solo gli sportivi.
Generalmente le persone colpite dalla malattia svolgono attività
lavorative che impongono l'uso frequente e prolungato di strumenti come il martello o il cacciavite, strumenti che implicano
continui movimenti del polso e del gomito.
Il sollevamento ripetitivo di oggetti, non necessariamente
pesanti, con la superficie palmare della mano rivolta verso il
basso, può scatenare la malattia. Anche una lesione diretta di
questa regione anatomica può determinare un danno a livello
dell'inserzione muscolare e dare il via ai sintomi dell'epicondilite. La fascia di età più colpita risulta essere quella tra i 30 e i
50 anni.
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Sintomi. La malattia provoca un dolore localizzato sul versante laterale del gomito, dolore che a volte s'irradia distalmente
lungo l'avambraccio. Il dolore di solito si accentua durante o
subito dopo attività lavorative che comportano sforzi eccessivi
e ripetuti con l'arto superiore. Nei casi più gravi anche la semplice presa o il sollevamento di oggetti leggeri, come ad esempio una bottiglia, può risultare doloroso. L'area in cui viene
riferito il dolore corrisponde al profilo osseo che si palpa sul
versante laterale del gomito e che viene denominato epicondilo
laterale. Quest'area risulta dolente alla palpazione diretta. Il
dolore solitamente si accentua quando il paziente estende il
polso o le dita contro la resistenza dell'esaminatore. Nei casi
gravi il dolore è presente anche a riposo limitando ogni movimento del gomito. Spesso l'esame clinico non consente una
diagnosi facile, in particolare nelle forme cronicizzate. Ai fini
diagnostici può risultare utile una infiltrazione di anestetico
intraarticolare per individuare le forme di epicondilalagia sostenute dalle strutture anatomiche articolari. In questi casi oltre
agli esami tradizionali (Rx, Eco, EMG) può risultare utile la RMN,
o meglio ancora una artroRMN per evidenziare sia le strutture
periarticolari che endoarticolari, mettendo in particolare evidenza una eventuale frangia particolarmente ispessita (menisco
omero-radiale) che può risultare compressa dalle strutture
articolari adiacenti.
Trattamento. Il primo approccio terapeutico deve consistere
nel riposo articolare, ovvero nell'astensione completa o nella
drastica riduzione delle attività che provocano il dolore in associazione a una terapia medica antiinfiammatoria oppure a un
ciclo di fisioterapia. Un rimedio che spesso riduce ma non elimina completamente il dolore consiste nell'utilizzo delle fascette antibrachiali applicate, durante l'attività lavorativa o sportiva, distalmente all'area dolorosa. Un altro semplice rimedio
consiste nell'utilizzo notturno di un tutore di posizione per il
gomito e il polso che ha la funzione di ridurre la tensione
muscolare sull'epicondilo. Nei casi gravi, quando il dolore limita
l'attività lavorativa, un'infiltrazione locale di cortisone può
risolvere completamente il dolore. In questo caso alcuni semplici esercizi di allungamento o stretching muscolare ed esercizi di
potenziamento dei muscoli estensori risultano importanti per
prevenire la recidiva della malattia. Il paziente deve però essere
avvertito della possibilità, piuttosto comune, di una recidiva
della malattia nell'arco di alcune settimane o mesi.
Il trattamento chirurgico risulta necessario solo nel caso il
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