LUIGI
^Pirandello'
^5^
1/
v\
L' UMORISMO
SAGGIO
LANCIANO
R.
CARABBA,
1908
EDITORE
(olLfl
P5
LETTERARIA
PROPRIETÀ
Le
copie
non
firmate
Lanciano,
dall' autore
tip.
dello
sono
Stabilimento
dichiarate
R.
Carabba.
contraffatte.
BUOK'AKIMA
ALLA
DI
PASCAL
MATTIA
BIBLIOTECARIO
PRIMA
PARTE
parola
La
Angiolieri
Cecco
burlesco
di
sia
vi
osserva
:
:
deir
in
questo
parola
la
biam
:
È
«
una
nota
però
Sclióne
gli Inglesi,
sé
néammoins
il
lingua
nostra
2
pag.
i
il
ed
Studi
179.
di
italiano
in
perchè
ab-
non
qu'
D'Ancona
ha
Critica
:
e
e
Storia
gli
de
«
fantasia,
per
umore
umori
Letteraria
Theor.
Eiedel,
dell'
(Bologna,
bene
seb-
che
humourist
viennent
;
tra-
dichino
riven-
particolare,
e
riprende
antiquités,
sostenga
humour
nel
pMlosophiey
il
in
Gongreve
ils
les
la
Laune,
di
inserita
concernant
et
giunge
sog-
francese
Humour,
citando
artic.
pagina,^
pie' di
traduttore
suU'
vocaboli
fantastico
per
In
I.
certain
quindi
il viso
pure
che
cosa,
a
il
che
langues,
Kunsten,
per
la
helles-lettres
les
differéntes
de
duites
^
in
intéressantes,
heaux-artes,
E
dir
tedesca
piéces
de
Recueil
les
non
un
umorista.
un
dire
XIII,
sec.
soltanto
faccian
ci
di
a
curioso
dissertazione
una
è
non
propriamente,
favella
quanto
del
poeta
su
».
accortamente,
E,
notato
aver
nostro
pretendano
rassegnarsi
studio
notissimo
suo
dopo
più
e
della
non
»
l'Angiolieri
noi
anche,
ma
arme,
bisogna
d.
Siena/
per
bensì
quel
da
camarlinghi
i
qui
Ma
«
burlesco
E
in
D'Ancona,
Alessandro
umorismo
«
il
«
l' italien
Del
».
poi,
resto,
capriccio,
animo
Zanichelli
e
est
e
del
ed.,
la
rista
umo-
cer-
1880).
10
vello
che
sa
Ognun
PRIMA
stanno
in
relazione
stretta
l'Italia ebbe
E
umorista,
poesia
PARTE
ai suoi
ed
a Bologna
degli Umorosi
in Eoma/
Umoristi
e
speriamo che
nel
dell' arte
regno
La
parola
col
e
mai
le facciano
non
l)olitica
venir
hegliumori
derivò
noi
a
che
materiale
dal
naturalmente
essa
di
aveva
fluido,liquore, umidità o vapore, e col senso
fantasia,capinccioo vigore. Aliquantum haheo
cor
cium
por e, ncque
exarui
corpo
di
humoris
rebus
amoenis
ex
tino
la-
anche
«
iìi
della
umori
i
meno
degli
e
».
umore
senso
i mali
cademie
Ac-
le
tempi
Cortona
a
la
con
volwp-
et
senso
(Plauto).Qui humor non ha evidentemente
materiale, perchè sappiamo che, fin dai tempi più
ritenuto
nel corpo
era
o
antichi, ogni umore
segno
cagione di malattia.
tariis
'
Li
«
uomini,
si
—
hanno
—
:
«
collera
nello
spino
di
Plinio.
e
»
è
ed
nera,
che
generano
malinconia
E
il Lasca
delle
perchè
disse
opere
«
(Lett. a
burlesche,
che
in
un
accendono
anche
Mes.
per
2
che
Cecco
ed.
Scala,
Giunta
Bern.
stil
gli
vuol
f
compagno
Angiolieri in
male, dopo
il
e
se
sedio
suo
ci
sermone
coUora,
i cavoli
Umidi
avere
di
di
mi
Firenze
al
premessa
1548) :
«
la
di
cui
libro
primo
quale (Accademia
tutte
persone
dentro
burlesco,giocondo, lieto, amorevole
e,
»
dei
uno
stessi
molto
Brunetto
di Cicerone
suoi
sonetti, parlando
alcuni
enumerato
cibi
gli consiglia,dice:
E
sono
chiamano
suo
la
quella degli
Lorenzo
allegre e spensierate,dello
così, buon
ha
latino
nel
degli Umidì) principalmente fa professione,essendovi
dir
in
molti
ed
la
sangue,
E
».
secca,
scalcia,
ma-
».^
citare
non
lo
di
questi umori
e
umore,
è Insomma
porri
x
cioè
uomini
Sant'Agostino poi
fa sapere
*
un
fredda, e
com'
—
degli
libro
vecchio
malinconia:
è
Malinconia
un
umori:
quattro
e la
collera,la flemma
cagione delle infermità
Latini
in
legge
questo
non
quasimente
loda
porri
avessi
su
con
la
voglia
colla
la
foglia.
della
dannosi
madre
eh' ella
PAROLA
LA
UMORISMO
«
11
»
presente
bene, trattando dell' umorismo, tener
della parola
anche
quest'altro significatodi malattia
che
malinconia^ prima di significarequella
e
umore,
che intendiamo
noi,
delicata afi'ezione o passion d'animo
Sarà
abbia
gli antichi
l)arola.Vedremo
stata
della
materiale
significato
role
pa-
assumendo
loro
tra
avranno
le due
che
spirituale.
senso
un
fielee sia
o
la relazione
appresso
malincoìiia
e
umore
di Mie
senso
nel
umore
un
per
il
origine
in
avuto
che
intanto
Diciamo
relazione, se
tal
mancò
non
vi
lingua, certo non
Da
chiaramente.
noi, infatti,la parola umore
apparve
che un
il significatomateriale,tanto
serba
proverbio
o
ha sapore (allunon
toscano
dendo
può dire: « Chi ha umore
un
alle frutta acquose); o, se assume
significato
spirituale,esprime sì inclinazione,natura, disposizione
d' animo
stato
o anche
fantasia,pensiero,
o
passeggero
spirito della
afflitto nello
capriccio, ma
huono
cattivo
o
In
la
somma,
dire
tristo
umor
helF umore,
gajo,
o
dice
contempera
malumore.
tetro,
o
è la
non
umore
il
Tommaseo,
le nostre
espressioniheir umore,
C entrano
un
po', dunque,
come
tanto
ecc.
italiana
parola
Questa,
humour.
e
o
qualità determinata;
una
senza
dobbiamo
che
vero
nostra
inglese
racchiude
e
buonumore
di
i cavoli
Sant'Agostino.
Discutiamo
bene
a
adesso
avvertirlo,perchè
manchi
noi
parola
nostra
Vedremo
sé ciò che
che
più
hello
o
chiara
huono
diverso
dall'
che
e
la varia
riuscì
non
parola, non
cosa
è
cosa:
si credesse
il solo
per
idealmente
già
la
su
vorremmo
non
la
veramente
in
di
la
su
a
fatto
serbare
che
che
e
a
la
temperare
con-
includeva.
materialmente
bisogno
tutto, in fondo, si riduce
a
distinzione
noi, i)erchè,o
o
tetro
inglese
naturalmente
natura
o
che
sentiamo
è sempre,
gajo, umore
nell' essenza,
vi
ma
imprimono
degli scrittori.
un
nelle
la
e
non
zioni
modifica-
lingua
diversa
è
12
Del
il
e
si creda
resto,non
più
dare
S' io dovessi
davvero
tardi
prensione.
com-
l'Angio-
su
ritornare, confessa:
Ed
».
facile
saggio
suo
definizione
una
così
di
dovremo
impacciato
molto
parola inglesehumour
siano
stesso, in quel
cui
lieri,su
che la
umorismo
derivato
suo
Il D'Ancona
«
PRIMA
PAliTE
sarei
dell' umorismo
ha
cono
di-
ragione. Tutti
così.
Piuttosto
L'Addison
V humour
che
è, che
dire
più
facile
ciò che
definirlo
per
te '1 dica.
che
comprendo,
stimava
fatte
son
'1
stesso
non
si
no
ciò
dire
è. Tutte
ricordan
che
fatiche
le
tropi)o
pur
XVII
quelle speciosissime che si fecero nel secolo
V ingegno (oh, il Cannocchiale
aristotelico
l^er definir
di
Emmanuele
Tesauro!)
e
il gusto
ì)uon
o
gusto
e
veva:
scriso
che, per- cui il Bouhours
queir ineffabile non
« Les
Italiens,qui font mystére de tout, emleur non
che:
so
on
ne
ploient en toutes rencontres
volt
de
rien
plus
mystére
qui font
«
ai Francesi
che
di
cosa
una
Gian
Musset
la
Paolo, e
non
è di
vena
egual
a
e
mandare
do-
esprit.
per
seguita il
è facile,perchè
dello
cona,
D'Anrismo
l'umo-
nazioni, i tempi,
di Merlin
Coccajo non
Sterne, dello Swift o
le
umoristica
sapore.
andate
—
non
coli' umorismo
Ma
liani
Gl'Ita-
».
è,
certo
di Rabelais
».
poetes
intendano
varietà,secondo
gl'ingegni,e quel
è
«
leur
tout
cosa
la definizione
infinite
ha
de
che
all' umorismo,
Quanto
—
dans
commun
Xon
dello
vi
Heine
ha
e
del
i)oi forse
esser
più
quale sia, o dovrebbe
dalla forma
sotti 1 differenza
i^rosaicaalla poetica, per
dai lettori,e
avvertito
quanto ciò non
sempre
venga
di ciò, e delle
neanche
dagli scrittori. Ma
ragioni di
e la satira
queste differenze,e delle varietà fra Vumore
la facezia e la parodia e il comico
1' epigramma
e
e
alcun
d'
altro
genere
ogni foggia
e
nel
qualità,e
se,
come
vuole
il
Eichter,
PAROLA
LA
alcuni
il
qui
di discutere.
luogo
è in tutti
vi
comune
voce
la
i
vorremmo
pubblica !
parola romanticismo,
dire
Italia
(in Italia
Se
fossero
realmente
invidiare
alla
quella di Gian
a
uscir
di
casa
Cervantes
incontrar
senza
e
una
noi
di Heine.
e
dozzina
mezza
fa ridere:
il
il triviale:
calembour
la
—
è
più
arcadico
Si
visconte
d'Arlincourt
fece
;Non
molto
può
si
dir
oggi,
per
il gran
le
Il
grottesco
volgo
altrove
con
Kock
che
da
come
ciò che
tutto
più
di
con
un
falso
e
Dickens,
e
più
ven-
il
Victor
Hugo ».
or
sono
^N^encioni,
articolo
un
di
tologia
An-
la Muova
su
L^ Umorismo
veramente
che
di
si
Ma
non
sottili finezze
anche
in
tempo,
numero,
fa ridere.
tutto!
è lo scrittore
gli Umoristi,
e
rumore.
questo lasso
per
Per
romantico
de
appunto
tutto
che
con
1884,
intitolato
che
Paul
Enrico
notava
nel
fusione
con-
umorismo.
sentimentale,
e
confonde
t' anni, cioè
Vogliamo
babilonica
umorismo:
per
di chiamare
barocco.
Questo
tre
o
il grottesco,
burlesco,il satirico,
caricatura, la farsa, l'epigramma, il
si battezzano
di
due
di Dickens...
umoristico
potrebbe
il
comico,
si costuma
I)ezzo
vi
scrittore
numero,
rismo.
umo-
Tliackeray
si
I^on
principio cbe vi è una
nell'interpretazionedella voce
il gran
di
e
fin da
solo notare
di
avremmo
non
la strada
per
gliata
sba-
e
i libri,
gli scrittori,
patria di Sterne
Paolo
Dopo
«
i)arolapiù abusata
soltanto f) è quella
questo nome,
con
la
i)ianocon
—
al D'Ancona.
umoristi
coglie
rac-
».
la
in
da
nulla
di umoristi
giusta; ma
—
giornalibattezzati
o
è
in fondo
L'osservazione
fondo
un
pubblica
voce
denominazione
la stessa
sotto
clie la
è
lunatici^ non
è questo, che
Certo
coloro
13
»
semplicemente
sieno
umoristi
UMORISMO
«
la
scrittore
la
sia
ricreduta.
\nero
umorismo.
caricatura,la
l'umorismo;
si confondono
Anche
soltanto?
i
in
è lo scrittore
umoristico
perchè in Italia
può intendere
del
'pubblica
voce
Da
trasti,
segreti con-
dono
Si confon-
farsa
bislacca,il
anche
là dove
14
PRIMA
PARTE
Nenciòni
al
di
rismo
stesse
Mark
Twain,
definizione
(e non
sembrava
casa:
i cni
racconti
divertenti, che
stessa
sua
samente
prodigiodai
anche
il riso
»
Il
giornalismo si
è impadronito
e, sforzandosi
di far ridere
parola, 1' ha adottata
meno
sguajatamente
della
più
la
secondo
strappano
Pnmo-
d' nmorista
nome
di eccellenti cose,
più ingrugniti?
giornalismo,un certo
volti
sono,
collezione
una
«
forse
ha
non
soltanto)che
Ini
a
o
questo falso
in
ogni costo,
a
l'ha
gata
divul-
senso.
Cosicché
umorista
oggi ritegno,
ogni vero
prova
Umorista, sì,ma
sdegno a qualificarsiper tale.
il bisogno d' avversi sente
tire:
non
confondiamo,
anzi
—
ma...
—
umorista
—
Come
nel
E
più d'
buttar
voluto
volgo,
e
Come
Ma
ridere
buffone,
umoristi
cendo
fa-
da
per
non
strapazzo, ha
parola sciupata, abbandonarla
un' altra
da
umorismo;
un
al
ironismo, ironista.
:
1
senso
e' è
da
passar
la
ironia,in che
da
ironia, ironismo.
che
Bisognerà distinguere,an-
modo
retorico
e
altro
un
sofico
filo-
l' ironia.
figura retorica, racchiude
ironia, come
è assolutamente
che
contrario
in
sé
un
alla natura
rica,
Implica sì,questa figura retotra quel che si dice
contradizione,ma fittizia,
schietto
una
quel che
raorismo
dal
numero
per
la
umorismo.
si vuole
non
vedremo,
Quando
„,Orfu
non
via
umore,
farvi
parole.
adottarne
infingimento
e
le
centomila
d' intendere
dello
parola.
di
propongo
coi
qui. Perchè
L'
mi
per
uno,
confuso
esser
della
senso
dire:
Badate, io non
sgambettar
—
vero
e
sia inteso.
La
contradizione
é mai, invece, fittizia
di ben
altra
Dante
brigata
la
ripresi Chi
dei
giammai
essenziale,come
riprensione eccettuando
é più riprensibile,come
prodighi matti,
| Gente
u-
natura.
aggrava
dei
ma
dell'
sì
vana
f
e
allor
un
che
dannato
esclama:
rispon-
«
UMORISMO
lo Stricca.., E
tranne
PAROLA
LA
de:
Tranne
—
Ogni
quando
lucchese
v' è
uom
male,
Bonduro
;
esacerbare
per
fanno
come
che
i diavoli
il sentimento
barattier
al
:
Qui
...
quando
usarli
elle
il Santo
luogo
altrimenti
parla fa
chi
a
nelF
ha
non
si nuota
Qui
queir anima
da
i
fa
come
Francesco
presa
Serchio
nel
che
aspramente,
toglie a S.
Volto
rammentare
teologicamente
che
fuor
barattier
il bene
rammenta
del
o
brigata; oppure
la
dice:
là dove
o
15
»
la
taggi
proprii van-
d'
un
penitenza,
dire
lui si sente
volo
dia-
queir altro
1'anima
su
;
reo,
per
gomentando
ar-
modo
:
Forse
Tu
o
eh' io
pensavi
non
fossi ;
loico
esclama:
quando
Godi, Firenze, poiché
sei sì
grande
j
oppure:
Fiorenza
dà
Or
ti fa
Tu
ricca,tu
Un
alla
lieta,che
qui, né
altro senso,
ironia
Schlegel e
Lodovico
soggettivo
del
movimento
L'
in
é traccia
non
ondej
con
senno...
retorico
senso
punto,
del
della
resto, della
d' umorismo.
e
in Germania.
Tieck
Fichte;
sola
ben
nel
altro
dicevamo,
idealistico
Io,
tu
ironie
ti tocca
non
hai
pace,
di bellissime
né
parola
con
tu
contenta
esser
questa digréssion che
ma
Comedia,
puoi
Di
esempii
parola:
ben
mia,
ma
e
realtà
fu dato
questo filosofico,
Lo
dedussero
direttamente
deriva
romantico
vera,
in
Federico
dall' idealismo
fondo
tedesco
spiegava
V
da
tutto
il
tiano.
post -Kan-
Hegel, può
16
PARTE
della
sorridere
può
pone,
vana
anche
secondo
—
annullarla
il Tieck
essa
secondo
—
parodia, a
più
essa
che
alla
la
contradizione
a
può
o
col
l' ironia
veder
del
e
Ma
cosa.
bue.
L'
se
:
umorismo
di
questa puntura
quel
ad
dell' idealismo
più
qua
le
assumere
di
vidiate
in-
infingimento,quella tal
tata
divenl'
del-
consistesse
tutto
tata,
abbot-
svescia
quella rana
sarebbero
press'a
1' umorismo,
Qui,
favola,
della
mondo
1'umorismo
spillo che
cui,
sul serio
abbottandosi
riuscita
più
derivare.
rana
macchinoso
fosse
un
prender sul
sarebbe, rispetto
retorica
e
in
umorismo,
retorica, da
vero
quella famosa
nel
menti.
altri-
essere
almeno
avere,
sta
que-
riamo
conside-
resto, se
viene, poteva
L' ironia
ecco
di
puntura
ironia
stessa
del
noi,
di cui parla la retorica,è
fittizia,
furia di gonfiarsi,la vana
parvenza
Ora
universo.
nella
né,
:
non
tedesco
proporzioni
per
perpetua
una
bisogna prender
romantica, si può non
lì,nella
d' acqua,
che
riduce
si
a
retorica,non
metafisico
in
ha,
quale, trasportata
qua,
nar
poeta di domi-
che
—
forza
quella
po', osserveremo
ci
che
quel che si fa.
romantica, come
vento
al
tira,si potrebbe
tira
si dice ;
serio
permette
qualche parentela
certamente
nel!' ironia
cioè
un
dell' ironia
Tuttavia
fondo,
P ironia:
Schlegel
d'
donde
senso,
sul serio
prender
non
la
come
:
trascendentale.
i)er poco
stretta
può
tratta; materia
farsa
una
concezione
in
che
Federico
Trascendentale
certo
;
Onde
—
che
la materia
dell' universo
parvenza
proprie creazioni.
le
PRIMA
vedremo,
come
non
poco
la
è tutto
spillo.
^
Al
solito,Federico
idee
esagerare
del
dallo
Il Fichte
Kantiana
teorie
Fichte,
Schiller
Erziehung
e
des
aveva
nelle
fece
Schlegel non
altrui
la famosa
27
oltre
:
teoria
lettere
altro
qui che
all' idealismo
del
gettivo
sog-
gioco esposta
TJéber die
aesthetische
Menschen,
voluto, in fondo, compire
del dovere
:
dicendo
che
1' universo
la dottrina
è creato
PAROLA
LA
«
UMORISMO
17
»
è anche
dall' Io », che
divinità,F anima
sxjirito,
tutto ed è impersodel mondo, che genera
dell' essenza
nale,
la quale racchiude
in
che è volontà
infaticabile,
dimostrare
voluto
sé ragione, libertà,
moralità; aveva
al volere
di sottomettersi
dei singoli uomini
il dovere
dallo
«
totalità
della
e
di
tendere
dell' armonia
culmine
al
morale.
Ora, quest'
il
«
Io
piccolo
Schlegel, che
con
«
diventò
del
Fichte
io
strambo
»
un
»
del
cannellino
e
1'
io
«
signor
po' d'
un
viduale,
indi-
»
Federico
sa-
acqua
allegramente a gonfiar bolle di sapone :
d' universo, mondi
E
vane
parvenze
; e a soffiarci su.
Schiller ! ^on
ser
questo era il giuoco. Povero
poteva esfalsato in modo
Ma
Spieltrieb,
x"iii
indegno il suo
il signor Federico
Schlegel prese alla lettera le parole:
j)onata si mise
«
der
soli
Mensch
soli mit
mit
nur
aiifeinmal
in
roller
nur
da
der
der
Sclioneit
Schoneit
sinelen.Demi,
der
lierauszusagen,
Bedeutung des Worts
ganz
Mensch,
il poeta l' ironia
consiste
wo
sjnelen,und
nur
er
nel
Mensch
um
ist, und
disse
spielt»,^ e
fondersi
non
endlich
es
spieltnur,
Mensch
mai
er
ivo
er
che
er
ist
per
del tutto
1' opera
nel momento
propria, nel non perdere, neppure
del patetico, la coscienza
della irrealità delle
lo zimbello
dei fantasmi
essere
sue
creazioni,nel non
da lui stesso
evocati, nel sorridere del lettore che si
lascerà prendere al giuoco e anche
di sé stesso
che
la propria vita consacra
a
giocare.^
l' ironia,ognun
Intesa
in questo senso
vede
come
a
torto
attribuita
certi scrittori,
ad
essa
a
come
venga
esempio, al nostro Manzoni, che della realtà oggettiva,
della verità storica si fece una
zione,
vera
e
propria fissacon
fino
d' altra
condannare
il
Lettera
2
Vedi
stesso
suo
parte si può attribuire
i
2
a
capolavoro. Ne
al Manzoni
quell'altra
XV.
Victor
Bascli,La poetique
dì F.
Schiller
(Paris,Alcan, 1902).
18
PRIMA
1»AKTE
la
ironia,
si
sia
forma
indulgere
le
il
:
che,
umorista
sarebbe
non
sia
quando
V
beffardi
idea
e
usata
di
mordaci
di
già
È
pur
accordo
in
però
in
adesso
antico.
E
si
è
sarebbe
in
fondo
significare
un'
altra
a
in
già
un
senza
parola.
si
Ora,
dubbiamente
in-
sisterà
con-
non
parola
può
Tante
avevano
equivoco
se
il
la
—
cosa
che
senso,
per
altro
ci
non
determinare,
venisse
—
noi
abbiamo
come
alterato
comune
un
umorismo,
male
per
parole
ne
senso,
di
gere
disgiun-
scrittori
umorismo
parola
una
veramente
nulla
sa
che
an-
mordace.
anche
loro
rismo.
umo-
ironia,
si
di
suo
mordace.
significato.
alla
se
veduto,
per
che
il
alterare
adoperiamo
beffa
questa
vero
il
ma
e
umorismo,
Dall'
e
essere
delP
a
non
heffardo
possono
umoristici,
bene,
del
e
proprio
ironista
di
là
e
qua
minutamente,
legittima.
fin
a
che
un
è
ironismo,
quindi
contrasto
transigere
suo
vedremo,
di
in
volta
11
sdegno.
transige
del
come
di
che
quel
e
realtà
della
ogni
ragioni
sostituzione
La
mai
rappresentando
viva,
dice
frutto
compassione
per
indulge,
die
quel
tra
sdegna
ideale:
spesso
lui
tizia
fit-
contradizione
nessuna
contradizione
si
non
suo
in
in
inteso,
Manzoni
col
mai
trova
vuole
giacché
retorica,
perata
ado-
20
PRIMA
PARTE
in
moderna,
l'arte
poeta istintivo
contrapposto
tica;
ingenuo, rappresentante dell' arte anl'ideale e il reale; la serenità
tra
o
il contrasto
bellezza
l'equilibriodignitoso,la
marmorea,
antica
dell'arte
l'esaltazione
contro
dei
esteriore
sentimenti, il
aspirazioni, le
delle
l'infinito,l'indeterminato
melanconie, la nostalgia,la bellezza interiore
vago,
moderna; e da
poesia ingenua,
e
il
capogiro
le bassure
canto
un
dall'altro
e
le
moderna
dell'arte
dell'arte
della
verismo
nebbie
dell'astrazione
poesia
sentimentale
della
intellettuale
del
cristianesimo; l'elemento
del
l'azione
del
l'obiettivismo
con
^
;
coerenza
filosofico;l'inall'armonia
opposta
della
poesia greca; le particolaritàsingole di fronte alle
tipificazioniclassiche; la ragione che s'interessa del
filosofico del contenuto
valore
inìi che della vaghezza
di
disunione,
ecc.
qualche
in
il Nencioni
Umoristi,
nel
doppia
ima
di
quel
cui
da
di
vita
e
del
è
Vedi
(Milano, Società
la
e
sensi
la
Ed.
Note
per
Libr., 1906).
di
il
all'uomo
sistemi,di
con
e
il
moderno
a
l'effìmero
e
nostro
storica
della
tempo
organismo
sovreccitato;e
poetica
e
stati
armonia
Ma
presente. Il
una
sana
dottrina,nessuna
a
l'infinito,
paragonarlo
Muoni,
tragiche
era
serena
umano.
e
menti,
senti-
intelligenzaerano
penosa
eccitato
chità,
«L'anti-
nelle
e
gli
e
dei
e
umana
insegnato
vita
scriveva
parola:
anche
L'anima
alterato
sofiìo della
G.
fatto
statuaria
Nessuna
aveva
continuamente
*
derno,
mo-
Umorismo
secoli di precetti
trenta
hanno
contemplare
doloroso
L^
equilibrio dei
temperamento
cristianesimo
ciò che
su
già
abbiamo
dubbi.
crisi interiore
studio
suo
felice
suo
tormentati
e
di un' interna
dell'uomo
natura
citeremo
prova,
guardò con calma
profondità del destino.
giovine allora,né il cuore
dolori
profondo
ecc.
darne
Per
; il sentimento
esteriore
della forma
del
secolari
romanticismo
dolori
il nostro
umanizzato
hanno
nelP anima
Koi
cuore.
natura
nella
e
umana
21
PRELIMINARI
QUESTIONI
guardiamo
simpatia
una
con
relazioni
delle arcane
più penetrante, e vi troviamo
tista
un'intima
poesia ignote alP antichità... Il riso d'are
fantasia di Aristofane, alcuni dialoghi
e la comica
eccezioni. L'antichità
non
ebbe, né
di Luciano, sono
poteva
crepuscolare
esser
più acconci
sembrano
e
azzurro
ha
«
unico, maraviglioso ».
del Cervantes, e anche
di
»
Carlo
di
»
Manzoni
Più
Bini,
nella
reciso
«realista
quello
dice
e
«
delicato
il Don
e
si
conosce
si forma
Socrate
della
tristezza:
che
il
per
socco
intelletto
lo
esprimerlo:
dice
che
la
e
greco
la
sua
:
nei
«
il coturno
»,
pensava:
ma
dei
e
manchi
gami
di le-
quell'insegnamento
è l'origine dell' allegria
della
un'idea
l'Arte
«
Questo
non
rimaneva
la vita. La
di
L'
Umorismo
nell'arte
Napoli, (Napoli,
Detken
moderna.
Due
ed., 1885).
conferenze
non
materia
stessa
soggiunge:
contrasti
era
il
dell'umorismo,
potea
nel
Teogonia
i fatti
nel mito; l'Epopea
avvolgeva l'anima
nella
leggenda; la Politica le forze individuali
costrinse
legge dello Stato. L'Antichità
suprema
^
lato
desodel
Abbondio
contrapposti
astratto,perchè diversa
campo
Una
contraria:
percezione
vente
vi-
e
di
che
la nota
ammettendo
quale, pur
moderna, non
speciale della letteratura
col mondo
antico, e pur citando
di
e
prim' ordine.
è Giorgio Arcoleo,^
umoristica
negazione
modo
in
Eabelais
del
dell'umorismo
di
rismo
l'umo-
»
volte
tre
o
il cielo
sotto
latine
razze
infatti
parla
e
creazione
una
E
Porta
Carlo
due
fiorito,e
talora
anche
«
delle
facile
vita
nella
e
che
il Nencioni
però
Concede
la delicata
nutrire
a
del
suolo
dell'umorismo».
pianta
strana
l'umido
e
che
maniche.
anglo-ger-
letterature
cielo
Il
Nord
delle
caratteristica
la
questa sia
direbbe
Si
umoristica...
letteratura
avere,
al Circolo
umani
nella
sere-
filologico
22
PARTE
la letteratura
sfera
dalla
Ma
fece
il
se
tramutò
e
dubbii
e
nei
ebbe
sogni
finiva
La
della
nei
le
obliato
la
del
l'idea
animi
antico
infinito
baronale
potenza
:
come
neppure
grande Impero
dell'impotenza.
culato
ino-
aveva
A
rovescio
forme
il Medio
stiche
pla-
Evo
dallo
compreso
e,
chiostri.
nei
questo rimpiccolìnelle
:
triste,
spirito.Fu
bellezza
energie soprannaturali;
neir
si tormentò
Evo
seduceva
non
allora
e
magnificenza
nella
il Medio
conventi,
romana
negli
la
degli Dei.
Luciano
sofisti,
era
natura,
la dissoluzione
mondo
fantasma,
dello
angosce
agitati da spettri: la
corruttela
del
si
in
nelle
spesso
ricordo:
dei
la satira
Paganesimo
delle forme
Come
jjassònell'altra
dell'intelletto
dell'immaginazione, si
Aristofane
Parche.
le
o
il Ciclope
o
ebbe
il contrasto
Grazie
le
vide
finito:
del
servi,onnipotenti o imi)otenti,così
sorrisi o pianto: Eraclito
o Democrito;
Tntt' al più
ebbe tragedie o commedie.
liberi
avea
la scienza
e
Gnomo,
lo
o
vita
nell'armonia
le forme
namente
PIUMA
le
spazio
largò
aldal
e
si annullò
braminica
con
spirito uinano
depressione soffocò ogni si)irito
rassegnazione. Tale
lo
tempo,
d'iniziativa
il
nella
dogma,
nel
di
e
la
costume
di decadenza
scienza
la
Nelle
credenze
avea
romana
dello
sensualità
nel
stoico:
ne
V estasi
con
:
i
Medio
donde
copia,
periodo
della
cercato
avea
la
suo
i dolori
sostenuto
dell'epicureo: nel
sottrarsi alla vita
sovraneggiò
l'erudizione,nell'arte
disciplina.L'umanità
coli'indifferenza
con
ricerca.
piaceri
Evo
una
vita
volle
tologia
mi-
nuova
cristiana,popolata di rimorsi, di ijaure,
preghiere. Il pensiero seguiva la fede: il manuale
logica
era
un'appendice
dominava
Finalmente
nella
nuovo
mondo.
stesso
di
due
il
È
mestizia
tendenze
del
catechismo.
In
terrore, si aspettava
materia
periodo
un
e
di
nello
come
di
spiccate,l'una
presso
tali condizioni
spiritosorge
ma
le
di
il finimondo...
esultanza
riflessione:
di
e
si
razze
al
un
tempo
rivela
con
germani-
l'altra
che,
bellezza
della
il culto
qui
Eiforma:
lì il libero
latine:
le
presso
23
PRELIMINARI
QUESTIONI
forza, la
istituzioni,
della
e
Jiinascenza. I contrasti si moltiplicano nelle
privata, nei costumi, nelle leggi, nella
è antitesi i^ercepitadall'intelletto
Non
vita
nella
stride
del
il trionfo
situazione
prime,
le
presso
riuscì
e
in
quasi
innanzi
si dovrebbe
Ora,
come
collettiva
o
discordanti
tutte
le
noi
la
a
certi
un
a
o
colori
come
e
noi
ci
quanto
ci
Seguendo
dendo
pren-
ammissibili.
sono
i
d'un
ideale
data
tratti,
dato
tener
avviciniamo:
avesse
le teorie
del
la
tanti
singole espressioni.
voci
alle
nella
loro
che
stano
protenanza,
lonta-
Nella
accesi, sparsi
intera
di
conto
soverchiante.
si fondono
mente
inevitabil-
epoca,
grigia, del i^aesaggio. Perchè
risaltino,riassumendo
che
».
zione
leggenda l'immagina-
non
coro
attenuano, si smorzano,
azzurra
che,
natura
d'una
indotti
siamo
si sa,
intendere
gli elementi,
tutti
con
la sintesi
mezzo
tanto
le seconde
non
particolariin contradizione, delle
Non
possiamo i^restare orecchio
in
spiega
sviluppo
invece
e
personaggio ed evoca
ciare
immagini convenienti; così,nel trac-
dato
breve
in
d'una
rigetta
d'un
combina
che
e
storiche
formazione
nella
i caratteri
tutto
nelle
speciosissima espressione
l'umoristica,queste rapide sintesi,
queste ideali ricostruzioni
Come
fluenza
in-
presso
nullo
un' eccezionale
esame
d'arte
fatto
ebbe
parte, perchè l'umorismo
in gran
dei risultati
differenza
latine:
nelle
e
In
ha
dell'altra
o
la differenza
notata
Qui appunto va
razze
germaniche
vecchie.
sulla scienza,sull' arte.
istituzioni,
sulle
decisiva
dell'uno
è
dell'azione:
e
le forme
e
o
cbe
dissonanza
pensiero
teratura.
let-
la natura
contro
è
mezzo;
spiritonuovo
lo
tra
di
sfere
le
tutte
in
il dissidio
tale
nell'età
come
umana,
è lotta
fantasia; non
dalla
intravista
la
o
esame
qua
e
là,
si
tinta
generale,
questi colori
bisogna
individualità,
riconosceremo
allora
ingannato la lontananza.
i fenoTaine, considerando
24
PARTE
meni
al
morali
della
fenomeni
la
fisici,
storia
naturale, l'opera d'arte
fattori
de
anch'essi
soggetti
come
dei
pari
PRIMA
dipendenze
le
regole
che
facoltà
di
e
derivano
ne
del carattere
:
dalla
dominante,
il
prima;
terminat
i)rodotto di de-
essenziale
forze
delle
dalla seconda;
ambiente, momento,
nelle
esclusivamente
espressioni artistiche
di forze
nell'intimità
mai
loro
le altre
e
le ha
sommaria,
infinitamente
raccolte
varia
di
mutabili
sguardo
in
essi.
sole,
Dopo
piange
e
circonda, l'uomo,
non
neppur
accetta
sotto
ciò
che
i
e
tinuamente
con-
e
rato
conside-
aver
società,i costumi,
la
forse
lo
appuntar
domandarci
che
cosa
questi elementi, secondo
ginaria,
oripsichico,la combinazione
s'abbandona, l'altro
piange, l'altro ride; e ci può
ride
la realtà
ciascuno
si
uno
che
già
infinitamente
dobbiamo
e
nostra
mutabile,
speciale organamento
unica, che costituisce questo
Dove
se
o
prodotte; non
singoli individui
divenuti
siano
lo
sui
idea
anch'
il
cessiti
ne-
la
varii
cielo,il clima,
pregiudizii, ecc., non
ciascuna
lità
qua-
essa,
il
solidali
rispecchino quelle
continuamente
e
i"er forza
come
che
concetto
e
effetti
gli
penetreremo
tempo
modo
per
il nostro
singoli sentimenti
i
dato
insieme
tutte
secondo
che,
d'un
complementari,
e
sociali;non
e
vedendo
e
ci rappresenteremo
dell'arte,
le manifestazioni
tutte
tra
naturali
della
o
primordiali,
razza,
necessarii
parte
come
leggi, e cioè di quella
le condizioni, con
le
de
quella
determinismo
umana
come
di der minate
e
al
a
un
quell'individuo!
rivolta; dove l'uno
o
esser
temi)o. Del
in
questo
lo
interessa:
in
o
qualcuno
sempre
mondo
quel tempo,
fin
che
non
lo
vede
senza
dall'infanzia,
scelta d'elementi
li
sospettarlo,egli fa una
e
e
accoglie in sé ; e questi elementi
più tardi,
l'azione del sentimento, s'agiteranno per
binarsi
comnei
modi
«L'Antichità
del
più
svariati.
costrinse
finito».
Ecco
serenamente
una
le
forme
sintesi. Tutta
l'armonia
nel-
Fanti-
chità?
Grazie
le
donna, metà
e
qualche
».
la
faceva
fatto
vita
qualche
libero
che
E
»
percepire
l'intelletto
che
bisogna
C'era
concreto.
abbia
il contrasto
vita
il
dunque
V intelletto
diversa?
riso? E
tutta
come
Ogni
contrasto?
in
radice
pianto
e
se
PArte
e
era
forza
per
nella
che
dire
vuol
cogliereil
a
cita
Non
d'Alessandro,
grandezza
sole ?
sèi
servo
il mondo
chiude
«
liberi
o
sentirsi
di
entro
che
Sirena, metà
che
aveva
libero
Gnomo,
lo
o
la
non
la
poteva
allora
astrazione
del
anclie
non
Diogene
vista
Ciclope
Il
«
esprimerlo perchè la
vita? O tutta pianto o
poteva
Com'era
La
accetta
greco
non
«
sentirsi
servo
botte, e non
gii toglie la
E
».
poteva
non
Arcoleo
lo stesso
!
pesce
E
servi
Parche
le
o
o
escluso?
antico
Nessun
25
prblimi:n^ari
QUESTIONI
un
riso, non
cogliere il
il
riso; e se l'intelletto poteva
avrebbe
potuto esprimerlo l'arte?
contrasto, perchè non
dalla
l'Arcoleo
il contrasto
dice
Tutt'al
più
sfera dell'intelletto passò nell'altra dell'immaginazione,
il
pianto
il
0
«
—
—
si tramutò
fantasma,
in
e
e Luciano
degli Dei ». Che
sofisti,
dalla sfera
quel tuW al ink ì Se il contrasto
passò in quella de l'immaginazione e
satira
andare
Lasciamo
ha
da
nulla
soltanto
dire
vuol
fare
divenne
con
che, come
l'umorismo; ma
dialoghi degli
letto
dell' intelsi tramutò
allora?
E
arte.
Aristofane
dei
autore
che
vedremo,
Luciano
Dei.
E
la
dire
vuol
dei
fantasma,
in
fece
Aristofane
allora
non
non
è
andiamo
avanti.
Il
«
le
mondo
antico
rimpiccolì
energie soprannaturali
il
mondo
anche
nei
antico
il fato ? E
suoi
gusti
intimità ?
»
e
tutta
pagana,
Vedremo.
espressioni artistiche
tutte
».
forme
un'altra
Ecco
le
nelle
sintesi. Tutto
energie soprannaturali?
l' Italia del rinascimento
serena;
Parliamo
di
esso,
plastiche
non
ebbe
rimase
«
curiosità,non
d' umorismo
e
delle
espressioni eccezionali
un
speciosissime,ripeto: ci basterebbe
troveremo
ne
parecchi, in ogni temi)o,
umorista
in
e
solo;
ogni luogo;
26
e
PRIMA
PARTE
diremo
debba
la
ragione
che
parere
non
i nostri
cui
per
siano
segnatamente
ci
tali.
arbitrarie. Poco
dopo la
partizioni sono
pubblicazione del saggio del Nencioni, che negava
Tutte
le
abbiamo
come
—
veduto
all' antichità
—
tura
lettera-
una
di
anche
la possibilità
solo, ma
studio
da noi prima il Fraccaroli,con
uno
averla,sorsero
Fer
intitolato appunto
deW Antichità/ poi
gli Umoristi
il Bonghi,- poi altri ancora
nelle letterature
a rilevare
umoristica, non
classiche
specialmente
e
che
saputo
avesse
non
rismo,
greca, assai più umoil IS^encioni.
vedere
nella
e l' anima
Quel feliceequilibrio,
quella calma statuaria
del
della
vita
armonia
e
e
sana
giovine e la serena
la natura
temperamento
degli antichi,come
tata
rappresenda questi con
lanconia
meprecisione e con fedeltà,senza
né
della
vecchi
nostalgia, sono
critica
romantica.
Già
lo
cavalli
di
battaglia
Schiller,autore
stesso
della
riconoscere
pide,
che Euripartizione, dovette
si erano
fatti un
Orazio, Properzio, Virgilionon
concetto
e
ingenuo della natura
quindi concludere
primo
che
vi
anime
erano
sentimentali
presso
gli
antichi
e
anime
greche i)resso i moderni, e cancellare così,come
impossibile a mantenere, la linea divisoria tra ispirazione
antica
e
ispirazione moderna.
del Biese, che
Su le tracce
scrisse su
l'evoluzione
del
sentimento
della
natura
presso
i
greci,^il
Basch
dimostrò
vi fosse
agevolmente quanto di sentimentale
nella poesia e nel pensiero dei Greci, nella mitologia
primitiva, nelle metamorfosi
grottesche delle
spesso
divinità,nell'utopia nostalgica dell'età dell'oro,nella
raffinata melanconia
dei lirici e degli elegiaciin ispecie,
1885.
2
La
coltura,
3
A.
Biese, Die
15
(Kiel.1882). Abbiamo
gennaio
1886.
Entwicklung
su
des
l'argomento
Naturgefiihls bei
lavori
più
recenti.
don
Griechen,
28
PARTE
Ma
questo
fin dal
lo
già detto, se
aveva
dei
tempo
accrescimento
ragione,
fin
Accrescimento
dolore.
E
le
in
un
«
dei
e
e
di
cioè della
alle
d'essere
ma
si fa sempre
ISTo:
perchè questo
dell' intensità. E
che
acutamente
disperato, come
nei
della
genti
campagna,
la dolce
ben
il dolore
suol
poi^oli barbari
senza
sensibilità,
oggi
occhi
gli
a
infelici,il
d'universale
e
che
essere
selvaggi
semi-
e
il
senza
forto
con-
rassegnazione
sventure.
Facilmente
lo
notava
ancora
nelle
o
con
»
più?
scapito
a
dolor
un
natura, com'è
in
ci
veramente
era
si
lore
più invadente, sicché in un dopiù dolori,tutti i dolori,soffì-iamo
sempre
accrescimento, se mai, è
per questo il Leopardi
antico
a
Tajuto della
inoltriamo, come
dicono,
se
d' universalizzazione
questo
per
noi
di sentire
ci par
noi
sensi
processo
più rapido
proprio
aveva
dei
tempo
aftìnano,tanto
e di compenetrazione
scambievole;
fantasia
di
Sta
tempi, Salomone?
e
passioni, quanto più si afforzano
inìiacquistano una
specie d'attrazione
dal
Se
di
c'inganniamo,
non
tempi, Salomone.
scienza,
vedere.
PRIMA
mondo
si
infelicità? Vuol
nostri,
se
in
converte
crediamo
teatro
un
'che,invece di sprofondarci
nel nostro
proprio dolore, noi lo allarghiamo,
nell'universo.
dift'ondiamo
Ci strappiamo la spina,
ci
in
avvolgiamo
si
spunta
tal tedio
e
nuvola
una
si attenua
della vita
dire
Cresce
nera.
il dolore.
Però,
la
ecco,
e
noja,
quel
e
contemporanei di Lucrezio?
quella tal tristezza misantropica di Timone?
Oh
via! è proprio inutile sfoggiare esempii e citazioni.
Sono
questioni, disquisizioni,argomentazioni
L'umanità
c'è bisogno di
accademiche.
passata non
è sempre
cercarla
lontano:
in noi, tal quale. Possiamo
tutt' al più ammettere
che oggi,per questa
se vuoisi
dei
—
cresciuta
sensibilità
civiltà,siano
quelle
jnù
condizioni
e
per
comuni
di
vita
il progresso
—
(ahimè)
della
quelle disposizionidi spirito,
più
favorevoli
al
fenomeno
dell' umorismo,
esistessero
conto, Diogene,
buon
A
lanterna,
e
più
di
è di
non
Nencioni
serio.
nel
serio
Eccezioni,
e
Swift
eccezioni,allora,anche
umoristica, ripetiamo, è
stata
il
Luciano
?
è
ed
sempre
dice
/
tuttavia
'
d'eccezione.
arte
il
Diverso
pianto,
satira
alcuna
classico
e
degli
di
de'
volgare, derisione
commiserazione
o
Gian
passato
Iella
e
nei
che
Richter
Paolo
tra
facezia
:
vizii
grossolana,
difetti,senza
dei
e
pietà,quello; umore,
questo,
di dolore, perchè nato
dalla
misto
filosofico,
comparazione del piccolo mondo
infinita,riso pieno di tolleranza
ebbe
noi il Leopardi, che
Da
cioè riso
diverso
antichi.
romantico
comico
critica,e
questa
la distinzione
Notissima,
comico
secondo
il riso
anche
naturalmente
1
V arte
Tutta
Sterne.
e
sua
ridicolo
come
•
la
e
nel
ripete V Arcoleo, Aristofane
e
Ma
del
botte
sua
più
di
nulla
jeri;e
ridicolo
la
con
antico.
in
potessero esistere
non
o
è
umorismo; ma
clie tali disposizioni
certo
im
il negare
arbitrario
assolutamente
non
meglio^,di
o
29
PRELIMINARI
QUESTIONI
Pensieri
finito
di
e
idea
la
simpatia.
la
sempre
di
con
varia
nostalgia
filosofiae di
.
far
volle
letteratura
modo
notare
che
egli
sentiva
il
dei
modo
a
romantici, ma
degli
antichi, cioè il dolore disperato, difese pure il comico
il moderno, il comico
antico
contro
antico
che
era
veramente
metteva
e
sostanzioso, esprimeva sempre
dolore
non
a
«
sotto
gli occhi,
il moderno
dir
per
così,un
corpo
di
ridicolo
»,
un'
ombra, uno
spirito,un vento,
fumo.
di riso, questo
un
Quello empieva
soffio,un
lo fa gustare; quello era
solido,questo fugace;
appena
in immagini;, similitudini,i)aragoni,
quello consisteva
mentre
racconti,insomma
«
ridicole;questo in parole, generalment
sommariamente
da
e
parlando, e nasce
quella tal composizione di voci, da quello equivoco, da
di parole, da
quella tale allusione
quel giocolino di
di maniera
parole, da quella tal parola appunto
che,
cose
—
30
PIUMA
PARTE
togliete quelle allusioni,
scomponete
ordinate
e
samente
diver-
quelle parole, levate quelP equivoco, sostituite
d'un' altra,svanisce
il ridicolo ».
una
parola in cambio
E cita l'esempio di Luciano
clie paragona
gli Dei
sospesi al fuso della Parca ai pesciolinisospesi alla
del
canna
pescatore. Poi
forse,presentemente,
avverte
massime
e
:
Ma
«
ai
forse
e
senza
francesi,par
solano
gros-
voltii si chiamava
sale attico,e
quel che una
piacque ai greci, popolo il inìi civile dell'antichità e
ai latini.
simile
e
in
può
E
che
essere
disse
opinione, quando
fatti le
di così
Satire
solido
le
e
ridicolo
né
anche
Orazio
de' sali di
male
Epistole
Orazio
di
l'antico
come
avesse
una
Plauto;
non
comico
sono
e
greco
il
lunga così sottile come
moderno.
Ora, a forza di motti, si è renduto
spirituale
il ridicolo,assottigliatotanto
è
che
ormai
anche
non
un
e questo
più uè pur liquore, ma
etere, un vapore;
latino,ma
solo
bel
e
di
e
antiche
operazioni
di
Maffei:
il ridicolo
da
civile
che
commedia
Orazio
alle
antico
e
tono,
la finestra
porte. Un'altra
il moderno
a
era
antico
e
a
delle
i personaggi
piccola
non
nelle
gran
è che
fare
fine
Cerimonie
ridicolo,
di evitare
differenza
quello
del
ridicolo
molto
introdotti
erano
per
Il
anche
nasceva
buon
degno
e
conversazione.
quivi ancora
azione; come
pura
piena di vero
sale,ma
di
persone
e
scena,
quel salire di
i complimenti
hiion
vero
commedie
stesse
sulla
sorgente
della
delle
degno
di
spirito e
mondo
delle
di gran
ridicolo
3i stima
gusto
del
anche
era
tra
preso
almeno
della più
o
non
popolari e domestiche
fina conversazione, la quale poi non
esisteva
ancora
così raffinata;ma
il moderno,
massime
per lo meno
il francese,versa
principalmente intorno al più squisito
dei nobili più raffinati,
alle vicende
mondo, alle cose
delle famigliepiù moderne, ecc.
domestiche
ecc.
(come
anche
il ridicolo
proporzionatamente era
d'Orazio):
sicché quello era
ridicolo che avea
un
corpo,
e, come
cose
che
il filo (li un'arma
dove
lungo tempo;
più
così
in
anche
sia
non
questo,
lia
come
i
lissima,
sotti-
punta
una
si
durò
aguzzo,
temjji
d'occhio
batter
un
troppo
secondo
meno
o
31
PRELIMINAm
QUESTIONI
le
e
logora
nazioni,
si
e
suma,
con-
il taglio del
si sente, come
volgo poi non
rasojo a prima giunta ».
cese
franIl Leopardi, evidentemente, parla qui deW
es2)rit
in contrapposizione del ridicolo
classico,senza
però che questo « esprit de conversation, le
pensare
talent de /aire des mots, le goùt des petites phrases
dal
e
vives, flnes,imprévues, ingénieuses,dardées avec
gaieté ou
malLce
antichissimo
e
»,^ è classico anch'esso
in
Francia:
Diias
Gallorum,
mano
e
diviene
V humour
si raffina anch'
moderno,
tanto
e
come
—
nell'
l' esser
sotto
jyaroìe o,
se
senso,
a
mano
a
è
fatto
come
il Joubert
idee
molte
di
provvisto
inutili
nozioni
di
appunto
di buon
l' esprit
—
il buon
e
più
cose
aspetto, fatto
certo
un
certamente
quello inglese che il
meno
pensava
aver
esso
i^eriodiletterarii,non
gli contrappone,
di
che
2)ersequitur gens
argute loqui. Questo esprit
cratico,
po' convenzionale, elegante, aristo-
un
certi
et
che
Francia,
in
Taine
militarem
rem
in
nativo
industriosissime
res
necessarie.
siste
con-
nel-
senso
diamo
confon-
Non
dunque.
Nel
1899
che
la
tra
avrebbe
(louzieme
^
per
la
Humour
H.
Taine,
Notes
édition, 1903)
Vedi
Il
e
soffriva
in
su
(Roma,
Cantoni
lui
il
W.
mio
Modes
chiama
contaminazione
—
classico
De
Vili,
saggio
Un
rista,^
umo-
interno
poter
non
lui la natura
una
novella
sua
moderno,^
e
l'Angleterre(Paris,
sur
eh.
di
in
prepotentemente
come
intitolata
Vedi
scienza
il sentimento
e
voluto, ripresel'argomento
critica
^
Cantoni, argutissimo nostro
il dissidio
profondamente
sentiva
ragione
ingenuo
essere
^
Alberto
Hacliette
l'espritanglais, pag.
critico
nella
fantastico
nel
et
Cie,
339.
voi.
Arte
e
ed., 1908).
propriamente
dell' elemento
questo
suo
fantastico
lavoro
con
grottesco, forse
la critica.
32
PAETE
die
quale immagina
che
smilzo
un
mettono
Gaetano
classico,e
faccia
una
Donizzetti
disputare
a
rubicondo
un
viale,
gio-
e
ometto
un
nata
sdolci-
poco
motteggiatrice,che rappresenta VIIus' incontrino
a
numento
Bergamo innanzi al mo-
poco
a
veccliio
V Humour
circospetto, con
moderno,
mour
bel
un
rappresenta
e
e
PIUMA
loro
tra
là
e
e
senz'
,
poi
altro,
si lanciano
si
una
lì
cioè d' andare
in campagna
sfida, si propongono
si tiene una
a elusone, dove
fiera,
presso,
ognuno
per
conto
si fossero mai
se
non
proprio, come
visti, e di
ritornare
al monumento
poi la sera, lì daccapo, innanzi
di Donizzetti, recando
ciascuno
le fugaci e particolari
Invece
a
impressioni della gita per metterle
paragone.
di discorrere
del
criticamente
della
dell'umorismo
sapore
natura, delle intenzioni,
antico
del
e
moderno,
il
novella, riferisce vivacemente, in
un
dialogo brioso, le impressioni del veccliio gioviale
dell' ometto
e
circospettoraccolte alla fiera di Clusone.
potuto essere
Quelle del primo avrebbero
argomento
d' una
del Boccaccio, del Firenzuola, del Baiinovella
variazioni
sentimentali
dell' altro
eie
dello; i comenti
in
Cantoni
hanno
questa
invece
timental
il sapore
Journey
o
prediligendo
nella
fosse
non
di
del
la
quelle
Heine
nei
a
Sterne
Reisehilder,
ingenua
natura
disputa dalla parte
costretto
dello
e
del vecchio
riconoscere
eh'
nel
Sen-
Il
toni,
Can-
rebbe
schietta,terrubicondo, se
esso
ha
voluto
lo comportassero
quale assai più che non
gli anni e che è volgaruccio e sjiesso vergognosamente
in sé il dissidio che
anche
sensuale; ma
poi, sentendo
tiene
di quell'altro, delscissa e sdoppiata l'anima
l'
ometto
dal vecchio
con
smilzo, lo fa mordere
aspre
parole :
A
che tu semforza di ripetere continuamente
«
bri
rimanere
tal
—
sorriso
non
che
si
cosa
sa
e
che
più
né
veramente
sei dolore... n' è venuto
che
tu
cosa
veramente
sia... Se
tu
che
tu
ti
oramai
sembri, né
potessi vedere,
capiresti,come
non
Perchè
—
fermato
via.
della
vita
niente
rialzare
le
dopo, cioè
felice
al
che
cosa
peggio, finché
stati
così
della
gioja
gran
altro che
fra
di
le
e
due
loro,
altre
e
per
seconde, o viceversa;
molto
la critica
tempo
a
non
pere
sa-
fosse il
meglio, né che cosa
principiarono ad apparire, dopo essere
temi)o quasi nascosti, i lati dolorosi
fosse
il
del
dolore
che
sostenere
del
era
non
serio
niente
erano
gioje
dalle
une
siete
almeno
o
dissimili
le
voi vi
mio, è sopravvenuta
tempo
la cessazione
esaminato,
forme
delle
danno
a
solevano
sul
ne
gere
pian-
no,
moder-
le
tempo
due
i lati risibili
e
antichi
ben
vostro
; s' è brancolato
notte
né
gli
Al
avevano
prime
che
solamente
penso
più semplici e molto
più facile che sceverare
parvenze
ma
di
VHumour
gli risponde
—
adesso
mezza
a
angustie
e
è vero,
Adesso
poi
più voglia
abbia
tu
se
me,
di sorridere.
o
—
33
PRELIMINARI
QUESTIONI
dolore
il
punto
queste belle
penetrati;
e
il
piacere
che
il dolore
male;
cose
adesso
era
non
stesso,
vano
le sostene-
ma
dire
come
:
Anche
umano.
che
non
è venuto
invece
pur
ripete, aimè, quasi ridendo,
la più profonda persuasione, che
cioè con
i due
detti
sudda
in qua
alla gioja
elementi, attaccati
poco
al dolore, hanno
assunto
e
aspetti così incerti e così
troppo
il
tempo
trascolorati
che
mio
e
si
non
si possono
distinguere. ì^e
nemmeno
temijoranei
né
bastate
non
sanno
bene
dei
primi
dei
secondi.
per
e
è venuto
né
Ci
fare
far
a
a
che
più
ora
malcontenti
più né
più, non.chè
mai,
essere
e
fermentare
divergere
che
le
sofìstiche
mescolo
svanire
parte quanto
una
ingannevoli miraggi e per
più trovo
superflue asperità.Yivo
vita !
—
esclama
il vecchio.
non
sollazzo
tremerelle
mente,
sciente-
tutto
di
tenti,
con-
solo
più
dall' altra
cuscinetti,io...
Bella
voi
con-
ben
il misurato
limare
—
né
voglio io, che
da
separare,
i miei
posso
quante
espedienti
e
di
34
PARTE
seguita:
smilzo
V ometto
E
PRIMA
arrivare
medio
stato interpossibilmente ad uno
che rappresenti come
la sostanza
grigia dell' usensibilità. Si sente
mana
troppo adesso, come
tropi)o
in altri tempi : urge
ed a credenza
s' è riso ad ufo
posta
però che il pensiero regga le briglie alla più incomdel sentimento...
manifestazione
pre
Eimpiango semdi non
le vostre
aver
illusioni,
potuto ereditare
per
—
...
mi
e
nello
rallegro
fosso, bene
dal
Penso,
anime
la famosa
assumere
che
far P occhietto
dire che
non
Come
nel
in
Perchè
ci
mi
e
viva.
che
—
fai
una,
qua
affisate
bene
a
invece
che
d'un
le
a
non
«
morato,
inna-
destra
a
piangere
parti, come
i due
vedevano:
Ootonet
e
vuoi
insieme, da tutte due
si capisce più nulla ».
romantico
prio
pro-
quel vedovo
la morta
Tu
vuoi
se
molto
di
piangeva
alla
dramma
Dupuis
vecchio,
guardatura
sinistra
a
V occhietto
faceva
il
risponde
—
due
aver
e
di
insidie delle
alle
contro
avete?
che
trovarmi
modo!
codesto
—
O
di
tempo
agguerrito
stesse!
illusioni
stesso
bravi
vétu
de
ghesi
bor-
blanc
oeil et
pleurant de l' autre ».
anche
Ma
toni
confusione
abbiamo
qui. In fondo, il Canche
viene a dire sott' altra forma
quello stesso
il Leopardi. Se non
detto il Eichter
e
avevano
che,
anche
humour
quello che gli altri due
egli chiama
de
et
noir, riant
Eichter
tedesco
—
romantico
o
volgare
il Leopardi
come
riconoscendo
che
classico
moderno,
da buon
~
la
moderno
Via,
che
non
ho
è altro
idea,
—
gli
si sia fatto sempre
di
Ma
una
dice in
senza
vitupera
lo
—
vergognosa
anche
per
sofisticazione
fatti V Humour
di
antico.
1' elogio del
italiano
taccia
che
e
ridicolo
e
classico ; mentre
il comico
sia affatto immeritata.
non
però
tesse
—
humour
e
«
comico
chiamato
avevano
te, ovvero
Il
comico
come
solano
gros-
il
Cantoni,
difende,pur
sensualità
lui 1' humour
dell' antico.
classico,
—
che
tu
non
Ili
sommarie
Distinzioni
è
com'
del
Vili
Oap.
Nel
inglese.
qnello
«
abbiano
non
uno
di
po'
amaro,
serba
un'
scritti
negli
di
capolavori.
più
indigena
con
la
lais
e
quelli
in
buffonesca,
stridenti,
gli
con
abiti
della
talvolta
che
questi
in
i
È
un'
ne
tre
nei
abiti
follia.
della
Arrigo
ultimi
col
in
più
sottrarre
dell'
quest'
a-
Flymley
qualità
confina
ora
tato
medie
prende
immaginazione
Si
nei
piace
impreveduti.
ragione
o
Heine,
un
ckens,
Di-
sarcasmo
concentrata.
larga
di
della
s' affonda
o
opera
fuori
abbonda
Peter
Essa
travestimenti
Montesquieu,
hanno
di
molto,
ora
zando,
chi, scher-
sotto
;
Carlyle.
nervi,
dell'indignazione
o
follia
anche
mano
chia-
Sterne,
Lettere
le
di
di
un
Lo
facezia
Sidney-Smith
e
anche
e
facezia
la
Fielding,
asj)ra,
memoria.
è
fatto
af-
ma
nazionali.
Questa
trova
ne
rudemente
nella
contrasti
di
di
più
e
scuote
stramba
gli
Se
caricatura
stanza
la
grave.
degli Snohs
Libro
son
;
aria
Thackeray,
il
spetto,
generale,
Swift,
di
bevande
lor
in
e,
;
pungente
e
hanno
ne
—
la
Para
ragione
Aristofane,
dell'
dose.
e
Inglesi)
(gV
gradevole,
poco
forte
essi
Taine,
Taine,
francese
esprit
che
il
verità
in
le
humour
dirsi
—
sapor
come
V
scrisse
il
VAngleterre
sur
comparare
deve
Non
loro,
originale,
Notes
a
spirito,
conto
per
i^rovò
si
noto,
libro
con
Kabe-
Inghilterra,
Ma
elemento
pur
si
son
deve
straniero,
38
PARTE
PRIMA
la estrosità
francese, la gioja,la gajezza, quella specie
vino
che non
si vendemmia
nei i)aesi
se
non
di buon
del
in
sole. !N^ello §tato insulare
fine,un
lieto,sente
così è di
vita. E
non
irrita. Per
studiar
fondo
in
gode;
ne
nella
del
chiarir
Il Taine
il diverso
nei
è
indigeno che
nel
lunga;
opportuna
ma
co'se^
di
distinzione
sommaria.
di
certi
son
hanno
esempio,
la
smessa bocca?
possiamo notar
solido
d' arte
sommario
fisionomici
tratti
distinguiamo
Tedesco
cialissima
spe-
da
un
tamento
accer-
comuni
Inglese
Italiano,ecc.
che
tutti quanti
gì' Inglesi,
gli stessi occhi, lo stesso naso,
un
»
bene
quapto sia sommario
distinguere, chiudiamoci
del nostro
dal
quale
«all' ingrosso,
per
di
il
uno
conseguenza
intender
espressione
Ma, al
bisogna
la nostra.
SpagniM)lo,un
la
d' un'
trattare
diremmo
cui, così
Per
rente
cor-
a
caratteri'
chL. vi
traesse
ratura,
lette-
coglier bene la differenza generale
la plaisanterieinglese e la francese,.
o
meglio,
dei due
umore
popoli. Ogni popolo ha il
.come
uno
tori,
scrit-
si trova
ordinaria,nella
politiche,ed è la moneta
po' troppo
un
parecchie
fondamento
da
per
saggi
grandi
solito,non
tropp' oltre, non
bisogna andare
cioè prender questa distinzione
sommaria
come
per
ne
un
I
conversazione
riesce
con
Che
se
e
Punch»,
citazione
tra
della
avere
di collera.
cercare
talmente
discussioni
nelle
suo,
è
il genere
ogni giorno
per
si devono
mai
grottesco,
ironia, bisogna
e
è
non
soffre
ne
un
di tristezza
"perfettidel genere
La
un'
continuo
ma
anzi
e
dissonanze
le
minuziosamente
l)rolungar freddamente
sentimento
benevolo
raro
fortemente
tradisce
e
lascia sempre
essa
puro,
di aceto.
sapor
scherza
Chi
e
paese.
Noi
facilmente
per
momento
un-
tutti,d'
come
e
questo modo
una
data
nei
fini
con-
nazione,
quanto la fisionomia
d'
da
sia diversa
uno
39
SOMMARIE
DISTINZIONI
quella
d'
altro. Ma
un
ovvia, facilissima per noi, riesce
uno
a
straniero,per il quale noi
stesso
aspetto generale.
uno
Pensiamo
a
invece
tutti
fossero
dove
bosco
gran
un
questa
vazione,
osser-
lissima
difficiavremo
parecchie
pini ecc.
querci,aceri,faggi,x)latani,
a
Sommariamente,
prima vista, noi distingueremo le
del fusto,dalla diversa
varie famiglie dall' altezza
dazione
gradalla configurazione gedel verde, in somma
nerale
di
famiglie
piante
:
Ma
di ciascuna.
di
ognuna
dobbiamo
altro, un
una
fronda
dalP
tronco
dall'
altra,ma
moltitudine
pensare
un
albero
solo
quelle famiglie non
dair
poi
altro,
in
è diverso
dall'
ramo
un
cbe
altro,
mensurabile
che, fra tutta quella incomdi foglie,non
ve
ne
sono
due,
tra loro.
sole, identiche
di giudicare di un'opera
maginazione
d'imOra, se si trattasse
sarebbe
appunto un' ecollettiva,come
genuina, sorta viva e» possente dalle leggende
popea
tradizionali
in
primitive d' un
x)opolo, ci potremmo
di quella sommaria
distinzione.
certa
guisa contentare
Non
più invece nel giudicar
possiamo contentarcene
creazioni
di opere che siano
individuali,segnatamente
due
poi
umoristiche.
se
Colto
il
astrattamente
Taine
Sterne
Dickens
e
vi
lyle, e
in
prima
mette
e
accozza
un
dell'
fascio
inglese, il
umore
Swift
é
Fielding
e
Thackeray e Sidney -Smith e Oarpoi Heine, Aristofane^ Eabelais
e
fascio ! Dall' umorismo
Bel
Montesquieu.
tipo
più largo, come
inteso
nel
tipico modo
di ridere
di questo o di quel popolo, saltiamo
a
i:"iè
le singole e specialissime esprespari a considerar
sioni
d' un
è più possibile iptenumorismo, che non
senso
dere
in
quel
senso
carattere
comune,
largo, se
non
a
critica:
dico
a
patto di rinunziare
assolutamente
alla
indaga
stiche
caratterisingole differenze
1' espressione, e dunque
l'arte, il modo
e
scopre
per
cui
tutte
le
quella critica
che
40
PARTE
d' essere, lo stile d'
dell' altro
Fielding,il
e
dal
e
dallo
Le
Sterne
questi
loro, e non
importanza.
alcuna
di
che
Quel
scrittori
sì
a
e
nel
quale quel
Egli
i
avviene
affatto.
e
il
veri
le
In
stofane
Ari-
contrasto, ma
è mai
ragioni
antichi
dell' educazione
come
risposta a quelle
le bestie.
tenuto
tra
ed
sue,
è
tanto
solil sì
e
il
per
e
dello
Gli
consacrati, rimuove
la tragedia
Stato, contro
i caratteri
di
le favole
che
e
e
e
Socrate, che non
Alcune
atei, ecc.
che scriverebbe
hanno
uomini
i
corromi)e
la
imo
sue
volpe,
scritto
in
lunniando
cagli uomini
esse
ragionano e
nelle favole
logica delle bestie,mentre
la logica degliuobestie ragionano e agiscono con
mini.
agiscono
le
il
non
d'Euripide, che snerva
la filosofìa
costumi, contro
produrre che spiritiindocili
in
l'espressione umoristica.
la
ogni novità, cioè contro
demagoghi, contro la musica nuova,
che, cangiando i modi
son
veramente,
e
veramente
vede
che
egli non
testardamente, contro
commedie
tutti
quello specialeprocesso
non
processo
crea
scuno
cia-
d'ogni nazione possono
quelli.Non però Aristofane,
il no;
le basi
questi
umoristi,
sono
cui risulta
con
abbiamo
retorica,che
estetica
nazionale
umore
umoristi
d'ogni tempo
1' opposizione.
no,
possono
loro
tra
qualitàdelF
ma
da
schiera
a
non
essi
condarie
se-
per
scrittori umoristici
andare
che
questo, non
Arrigo Heine
tutti i
e
Montesquieu
basta, ma
il
e
affatto
son
aver
quali avviene
soltanto
inglesi
la valutazione
per
fatto eh' essi
caratteristico
E
Eabelais
dalla
modo,
scrittori cioè nei
intimo
Fielding
umoristici
quelle
possono
solo
suo
dal
Swift
,
comune
dal
inglese,ma
dallo
e
nazionale
hanno
deriva
non
Swift
scrittori
Tumore
con
fra
aver
dallo
come
superficiali,
e
distingue da quello
Fielding,lo Sterne
Dickens
che
avere
possono
dal
si
così via.
e
relazioni
scrittore
uno
lo Swift
:
PRIMA
Sono
con
la
allegoriein
un
dramma
nel quale
fantastico,
DISTINZIONI
è
la burla
uno
fantasia
a
cose
e
realtà
dalla
ad
come,
Lipps
:
se
a
^
ride
e
vere
:
assiste
una
«
è
non
Teodoro
rappresentazione
derisione
den
versteht
tinuo
con-
fane,
Aristo-
osserva
altri della
che
di
iperbolicamente
realtà fantastica,
Umorista
alla
glianza
verosimi-
si riferisce
astrae
crea
non
della
acutamente
gli
poeta, Socrate
e
come
con
perchè
Swift.
lo
che
studio
cura
contingente
Socrate
Nuvole
ne
persone
esempio,
Socrate,
ma
Nessuno
pura.
egli non
:
il
ha
iperbolica,spietata/ Aristofane
è mai dunque il mondo
morale, e il'suo non
satira
scopo
della
41
SOMMARIE
delle
fa di lui
che
des
Standpunkt
sich AristophaYolksbewusstseins, zu dessen Yertreter
relativ Gutes
nes
gemacht hat, und sieht darin etwas
und
eben
damit
das relar
Verniinftiges. Er anerkennt
tive Recht
das Yolksbederer, die seinen Kampf gegen
wusstsein
verlachen.
Mitlachen.
thut
Er
und
Damit
Andererseits
und
es
kann
dieses
und
lasst
seiner
in
Bewusstsein
es
mai, può
iiber die Lacher.
Lachen
Thorheit
Rechtes
contrario
gewiss
durch
sein
chen,
La-
logisch berechtigt,
sittlich erhaben
del
zum
erscheinen
crate
So-
».
; Aristofane
ha
solo, unilaterale,e Aristofane, dunque,
considerato
esser
r umorismo
la
doch
leuchtet
in seiner
il sentimento
sentimento
er
sein
thun, weil er des hòheren
Sieges seiner Anschauungen
Nichtigkeit
ha
e
lacht
wird
es
notwendigen
ist. Eben
erst
umorista
nell' altro
soltanto
un
se
diamo
inten-
se
molto
più largo,
compresi la burla,
per noi improprio, in cui siano
baja, la facezia,la satira,la caricatura,tutto il comico
senso
•
insomma
anche
senso
^
Vedi
Hacliette
gnoli
alla
nelle
tanti
Jacques
et
Cie.
e
sue
e
comédie
La
la
bella
impareggiabile
sua
espressioni. Ma
tant' altri scrittori
Denis,
1886,
varie
e
greque,
dotta
traduzione
voi.
questo
faceti,burleschi,
I, chap.
prefazione
delle
in
commedie
di
VI,
Ettore
di
Paris,
Koma-
A. (Torino,
Bocca, 1908).
^
Teodor
Lipps,
Komik
Untersuchuug (Hamburg
und
u.
Rumor,
Leipzig,
cine
Voss
psycliologisch iistlietische
-
1898).
42
PRIMA
PARTE
comici
grotteschi,satirici,
dovrebbero
L'
Sono
è
e
quello: de
via
è V
; V
umore
quando
errore
in
Inglesi chiamarono
mentre
e
dire
di
degli
umoristi
V
che
già
gruppo
poi
veduto
o
discutere
tanti
ironici
essi
tal sapore
ragione
in chiaro
^
of
the
Vedi
altrimenti,
che
avuto
Goldsmith.
vero
o
umidi
e
in
questo
scrittori
satirici
o
che
noi
comici
ecc.
e
sul
alla cosa, è da
intorno
quel
si chiamasse
discutere
si vuol
se
che
prima
con
essi le sei
che
noi
nei
nostri
molto
sentiamo
rosi
umo-
nome.
osservare
largo
senso
chiamiamo
sarebbero
del
in
scrittori
quella particolarissima
per
accorgimento è
ultimamente.
letture
nei loro
«
Thackeray,
0'
è,
The
—
stata
dice
messa
il Pa-
cnglish Huniourists
eighteenth century (Leipzig, Tauckuitz, 1853) Sono:
Addison,
il
dagli Inglesi, i quali sentirebbero
dal Pascoli
su
gli
nale,
nazio-
umore
XYIIT
sec.
avevamo
tanti
più
sentiamo
molto
intendendo
e
umoristi
non
loro
nei
e
che
gì'Inglesi hanno
che,
Questo,
chiamati
e
fatto
lo chiamarono
inglesi del
che,
umorismo,
quel
antichi
negli
questo
popoli
f^ in Italia
tutto
burleschi
condo
se-
sommarie
e
il solo
fine, per
soltanto
scrittori
umoristi.
innanzi
altri
esteriori
diverso
humour
gli
Abbiamo
Se si vuol
manifestazioni
sue
umorismo.
proprio
e
nelle
considerazioni
per
quando
a
razze,
che
sostanzialmente
si viene
varie
e
il
comunemente
e
sommaria.
gli ambienti, è considerato, come
volgo suol fare,quale umorismo
pure
; op-
i momenti
moderni;
la distinzione
ogni popolo ha un suo
comincia
quando quest'umore,
mutabile
naturalmente
si afferma
umoristi.
la
dicendo; innegabile
proprio
zione
na-
è V inglese
francese non
lìlaisanterie
italiana,la spagnuola, la tedesca, la russa,
innegabile che
non
d'ogni
e
qualità delle
le diverse
innegabili
come
ogni tempo
considerai
esser
è sempre
errore
d'
Swift, Congreve
Steele, Prior, Gay, Pope, Hogartb, Smollett, Fielding, Sterne,
44
PARTE
riguardare
^
umane
semplicitàe
di
apparenza
la
iìidulgensa...
gli erì'ori e le malvagità
sottile ironia che egli adopera con
tanta
con
la
;
PRIMA
singolare schiettezza
uomini
inteso
strazio
sentiva
nel
hajoni lo
stesso
connazionali
E
cui
Gian
Carlo
il
desideroso
negli
sare
scu-
è tutto
che
momento
sentiva
di
;
che
certo
nostri
il
j)oeti
scrittori
suoi
di humour,
forse
il
il
Byron
primo
nel nostro
del
canto
sentiva
lo
non
Passeroni
buon
parte III
E
nostro
mava
lo chia-
come
che
ci fa
Cicerone
suo
nel
nizzardo
prete
del
,
Pulci, di
Morgantef
finanche
(Passeroni clabhen^
Parini), quel
XVII,
canto
che
finanche
Sterne
lo stesso
alP acerbezza
ogni modo, è
e
negli altri
A
».
sapore
dotati
tradusse
stesso
Berni
lo sentiva
non
che pare
con
nello
opere
farne
a
Eoscoe
e
d' avversione
nel
sapere
(str.122^"*):
E
Inglese,
11
E
pien
di
da
questa mia
più
tomi
e
duce
suo
e
risente
non
stampita
àvea
modello
gratitudine
chiamava
canto,
cliiaro letterato
un
in
scrivere
Mi
d' altro
che
disegno, il
Di
E,
disse
già.mi
cavato
la
sua
d'
amore
vita"^
precettore?
proprio
per
da
grand siede e anche
di
non
appartengono a questo quel gruppo
fatto parola?
or
ora
inglesi di cui abbiamo
Il Voltaire, parlando dello
Swift
nelle
sue
les Anglais, dice : « Mr. Swift est Rabelais
sur
scrittori
bon
et
sens
del
vivant
verité,la gaité
la
la
francesi
en
du
raison,la clioix,le
^
cuore
Il Nencioni
e
e
2
definisce
della
mente
le
assurdità
della
alla
e
Allude
Vita
a
V
bonne
compagnie. Il
premier, mais il a tout
umorismo
osservare
con
vita
opinioni
«
una
naturale
di
Tristram
Shandy.
che
umoristi
Lettres
dans
la
a
son
à
pas,
finesse,
à notre
disposizione
simpatica indulgenza
».
altri
n'
goùt qui manquent
bon
degli
nulla
le
del
dizioni
contra-
cure de
Meiidon.^
et
vers
en
il faut
taire
Bans
son
en
prose
di
metterà
chi
E
Boileau
dans
far
un
pure
de
Cyrano
dubbio
in
il Gottsched
nelle
che
meglio
dice
V azione
delP
Ma
una
sarebbe
nessuno
che, mentre
occupati di umorismo
e,
lo
veduto
hanno
di
di
per
in
soltanto
alla luna
Voltaire
e
del
sando
Lessing, accu-
letteratura
la
su
al
gusto
e
kespeare,
degli Inglesi,di Shae Fletcher, anzi che
può
si
quelli che
da
dal
cavar
noi
si
sono
pregiudiziosnobistico,
un
Inghilterra,si è
umorista
chiamare
dire
chi vuol
convenuta
Jonson, di Beaumont
infranciosatoAddison.
anche
più chiara
prova
fatto
».
il
Lettere
sue
di
quella
pays
del
che
tale
par-
entendre,
piccolo viaggio
Bergerac.
l' imitazione
tedesco
al costume
son
son
bien
e' è anche
ma
;
le
pour
Pope ! E ricorderemo
sul
moderna,
; mais
bene
va
pays,
compagnia
plaisanterieest
petit voyage
un
bisognerebbe
in
bonne
goùt siugulier et
d'un
sont
vers
inimitable; la
presque
che
Ses
45
SOMMARIE
DISTINZIONI
il Boccaccio
mai
gnato
so-
quelle
novelle
molte
che ridono, umorista
il primo
sue
e anzi
è ritenuto
invece
in Inghilterrape' suoi
degli umoristi
Canterbury Tales il Ohaucer.
per
-
Han
voluto
A^edere
nel
poeta inglese,non
—
com'era
il
quid speciale della diversa lingua, un altro
strar
stile; ma, nello stile,una
maggiore intimità,e dimotutto
nell' ingegnoso
questa maggiore intimità innanzi
pretesto de le novelle
(il pellegrinaggio a
gnatamente
Canterbury), nei ritratti dei pellegrini novellatori,sedi quella indimenticabile, graziosissima
Eglantina, e di sir Thopas e della
Prioressa, Suor
donna
di Bath, poi nella rispondenza de le novelle
ai
caratteri
di chi le racconta, o meglio, nel modo
con
giusto
^
Come
con
su
V
—
suonano
uno
curiose
scrittore
esprit francese
e
queste lodi
francese, dopo
su
l' inglese!
a
aver
uno
scrittore
letto
nel
tato
ingleseraffron-
Taine
la
pagina
46
PAllTE
cui
le varie
novelle, che
colore
Ma
PRIMA
e
il Oliaucer
qualità dai pellegrini.
questa clie vuol
un' osservazione
parere
perchè
è, invece, superficialissima,
alla cornice
stil
e
del quadro. La
la
boccaccesco,
copia
forse da
si possono
novelle, i
le
sotto
umano,
e
vedremo
l' arte
di
render
strane,
non
Si è
gli
che
troi)po abusato
d'
;
e
ciò che
Ora
abbiano
studiato
le relazioni
abbia
dagli
tolto
scrittori
nostri
più
invece
scheletrico
abbia
diventato
cioè
mai, può valere
da cui qualche sommo
questo
o
per
ne
nulla
le novelle
niosa
armo-
tutto
profondo.
e
certi
scrittori
scrittore
niero
stra-
quell'argomento: può
novellieri
nostri, da cui
suoi
e
drammi
per
considerare, in questo caso,
fabliau francese (ammesso che
preso
che
maggior
una
intimo
esempio per certi
Shakespeare cavò la favola per alcuni
Non
può valere per il Boccaccio
non
le letterar
tra
tutto
ciò
a
sempr^
così detta
maggior
una
carattere
ad
uno
chio
sover-
linea più comjìosta e più
esteriore,una
che gli stranieri,invece, abbiano
dato a
tolto
solito
al
con
osservazione
dato
stranieri
nel-
il Ohaucer.
han
la
cuore
troppo
osservazione,
una
altrui
interiore,un
Bisogna
lissima
sotti-
una
avventure
lunga
nostra:
dagli
questo, se
mediocri,
nostri
la
nostri
han
bellezza
sottintende
certe
che
coloro
cose
e
tolto
bellezza
da
delle
scrittori
han
verosimili
gran
straniere
ture
ad
aspetto, ad una
singoli personaggi, lo
dipintura minuta, spiccata,
dei
di
amore
logica?
psico-
profonda del
Boccaccio, segnatamente
il
se
fatta
esteriori
come
conoscenza
supera
sommaria,
forma
questo
realtà,che
analisi, una
dello
d' intimità
scarsezza
passioni, la
della
evidente
soltanto
arresta
considerare
caratteri
delle
svolgimento
e
dall' altro
Esaminiamo,
si
profonda
magnifica opulenza
V appariscenza della
canto
un
implicano forse
una
inventa, prendono
non
direttamente
dell'
uno
dal
e
lere
va-
lo
senti.
pos-
il Chaucer.
che
cosa
il Ohaucer
Boccaccio) sia
dell' altro.
IV
L'umorismo
Giacomo
del
Risorgimento^^
Taine
nostra
a
di
istinti
concepire
Il
di
prima
tutto,
la
mentre
essenziale
può
sé,
da
movendo
altra
dell'
idea
dallo
profonda
di
e
è
tutto,
cosa
non
che
dal
studio,
della
giunge
di
dentro,
dalla
stile,
bensì
si
non
e
si
o
un'opera
immediatamente
cioè
parte,
solo
studio
il cui
a
quello
«
sia,
forma
una
cui
a
parola,
elaborazione
e
jjrenda
cosa
una
dalla
non
si
dire
a
è
nostri
di
diare
stu-
a
Letteratura
nella
avanti
mente,
abitudini
sue
scrivere
stile,
sono
vale
se
un'
lo
e
scrivere,
bene
in
fine
dalla
stessa
pensiero,
ottener
un
e
forma
della
passando
prosa
esterno
della
dipendenza
le
e
Bonghi
etologia
abiti
bello,
dello
lavoro
il sistema
mutua
pregiudizii
l' arte
un
allo
di
intima
dei
uno
che
presupporre
il
della
storico
che
dice
la
popolo
nostro
esprimere
proUema
italiana,
di
del
e
dal
di
sociali, gli
e
mento
Rinasci-
concetti
saggio
un
Bai
espressa
ricercare
a
morali
ad
e
i
idea
da
e
inteso
razza
volume
suo
qualche
disposizioni
retorica
seguendo
critiche,
coltura,
le
tra
gV
anclie
e
Lettere
nelle
nel
Barzellotti,
al
la
e
come
se
non
dal
siero,
pen-
meditazione
materia,
del
getto
sog-
»
.
Ora
^
pregiudizio,
questo
Palermo,
R.
Sandron
ed.
come
1904.
si
sa,
fu
quello
de
la
48
PARTE
Eetorica,eh'
fondata
appunto
era
cioè
tutta
PRIMA
poetica intellettualistica,
una
astrazioni,in
su
base
a
un
dimento
proce-
logico/
L' arte
essa
per
E
principii.
stabiliva
d'un
così
si deve
tanti
modelli
stessa
E
fare
Diceva:
».
da
Eetorica
si è
in
se
un
al
fatto;
museo,
imponeva
la
in
fondo
la
ogni tempo
alla
immutabile,
imitazione
e
vesse
do-
ne
sono
cosa.
che
sono
Fondata
cagionò
essa
dubbio,
senza
sul
ad
insegnava
è
che
come
ciò che
imitare
né
dev'essere
in
così
propria
intendeva
^N^on
antica
detta
che
moderna, ma
ogni singola opera
ne
d'
l)uò esser altra né di altre opere, e che
in arte.
può né deve esistere tradizione
Eegolata com' era dalla ragione, vedeva
categorie e
casella,un
ogni genere
la letteratura
cartellino.
lo
stile,il
ogni
forma
unica, quella
d' arte
e
non
perciò
da
casellario
un
Tante
la
aveva
come
tradizione,
si imita:
non
teratura
let-
labili.
sa, incalco-
ognun
pregiudizio della
carattere, la forma.
tutto
per
:
non
per
ogni
categorie,tanti generi;
forma
sua
prestabilita:quella
e
e
altra.
non
È
che
vero
vinta
per
tante
modo
suo
dietro
per
riusciva
*
«
La
ad
volte, poi, s' accomodava
voleva
non
una
un
forma
pezzo:
imporsi,
retorica
{Bet. lib. I,
mai.
calcio bene
ai)pioppava un
a
certi
costruire
Così
«
—
Eaccolti, come
—
di bellezza
i danni
cioè
conclusione
una
ragionamento.
imitazione.
secondo
operare
secondo
fosse
d' arte
pari
di
quali principiiV arte
princix)iiuniversali,assoluti, come
operare:
V opera
abito
era
e.
ma
essi
corrispónde
1).
Quando
scolpitoal
nuova,
alla
la
ma
poeta
casellario
e
darsi
ribelle
creava
i retori
poi, alla
se
un
;
gli abbajavano
fine,se quella forma
prendevano,
logica »
—
aveva
la smonta-
già
detto
tile
Aristo-
L^
UMORISMO
49
RETORICA
LA
E
scioglievano in un rapporto
logico,la catalogavano, magari aggiungendo una
ad esempio,
casella al casellario. Così avvenne,
come
vano
nuova
macchinetta,
una
di
storico
il dramma
per
la
quel
barbaro
gran
dello
Shakespeare. Si diede per vinta la Retorica ! No
avere
abbajato per un pezzo, prescrisse le norme
il dramma
storico,accolto nel casellario. Ma è
che questicani,quando s'abbattevano
a un
vero
indebolito
poeta
di
mente,
dopo
per
anche
povero
strazio
facevano
ne
:
lo
e
la propria opera
dotta
connon
costringevano a tartassar
a
imposto alla imitazione
puntino sul modello
forzata. Esempio: la Conquistata del Tasso.
La
èra la preparazione
coltura, per la Eetorica, non
V aratro, il sarchio, il concime,
del terreno, la vanga,
fecondo, il pollinevitale,che un' aura
perchè il germe
propizia, in
quel
terreno
abbondante
solido
felice,doveva
momento
un
vi
nutrimento
e
del sole. I^o
si
e
:
radici
la
cadere
vi
e
in
trovasse
sviluppasse vigoroso
stento, alto
coltura,per
senza
sorgesse
desiderio
salde
mettesse
far
possente
e
la
e
nel
sisteva
Retorica, con-
piantar pali e nel vestirli di frasche. Gli
alberi antichi, custoditi
nella sua
serra, perdevano il
loro verde, appassivano; e con
le frondi
morte, con
le foglie ingiallite,
coi fiori secchi
essa
insegnava a
nel
parar
Per
certi
tronchi
la Retorica
prima
pensiero cioè
forma.
Il
armata
dal cervello
ed
essa
I
lo
Il vestito
La
di idee
radici
senza
il
nasceva
non
di Giove:
nasceva
nudo
nella
vita.
pensiero, poi
come
nasceva,
la
Minerva
poveretto;
vestiva.
era
la' forma.
era
come
un
guardaroba : il
Retorica, in somma,
vano
guardaroba dell' eloquenza, dove i pensieri nudi andavestirsi. E gli abiti,in quel guardaroba, eran
a
già belli e pronti, tagliatitutti su i modelli
antichi,
gnifica,
mao
più o meno
adorni, di stoffa umile o mezzana
divisi in tante
e
scansie, appesi alle grucce
50
PARTE
custoditi
dalla
guardarobiera clie
Questa
pettinato?Su,
Oh, bravo. Hai
e
Bione?
letto
acconci
nienza.
Conve-
ai
^
E
tu
proprio
a
Teocrito?
una
traeva
ne
pensieri
hai
Seneca?
scorre
ferma,
uccidere
vuoi
uccidere
Clitennestra
come
vieni
mia.
veli !
i
? la
tiranno
un
Eccita
di pastorello.
Devi
In
sere
es-
ventigo,
luodimmi
vene?
E
Anche
madre
geva:
leg-
proprio
Ma
hai
il buon
Medea?
figlicome
il
Oreste
come
Bruto;
come
si
Sceglitiun
le
per
hai
ammaestrato.
sai ? Brava.
reale
sangue
Vuoi
Brava.
marito
8ì?
targa in cima
grazioso abituccio
Eschilo, Sofocle, Euripide?
studiato
Mosco?
letto
lesta, cara
e
grave
lasso!
cui
un
finito. E
tutto
ti
po':
sospiri:Ahi
come
lì. Unità,unità, unità. Lo
e
leggiadro
Tragedia vorresti essere? Ma
Tragedia? È cosa
ardua, bada!
tempo
un
la
scansia, su
una
quattr'ore,
un
letto
Idillietto
di
Idillii,e
—
sentire
un
Virgilio le Bucoliche?
Sei un
pappagallino bene
la
Apriva
fammi
e
su, da bravo.
Vieni qua.
ho
?
capito;
qua.
Così
pensieri facevan
i
vestiario.
come
abiti
presentavano ignudi.
tu ?
Vuoi
essere
un
Idillio,
—
ma
gli
assegnava
si chiamava
si
che
Tu
PRIMA
Cioè
la forma
da
non
era
manichini
alla forma-
propriamente forma,
condo
faceva. E si faceva se-
si
formazione : non
nasceva,
esteriormente,
norme
: si componeva
prestabilite
non
un
dunque
arte;
artifìcio,
oggetto. Era
creazione.
copia, non
Ora
si deve
ad essa,
dello stile che
della
nostra
può
notare
letteratura
alla
scrittori
si
nostri
senza
dubbio,
in genere
; si deve
nostra, indagine
che
avrebbero
la
ad
in tante
essa
se
speciale
—
avuto
intimità
scarsa
e
—
non
anzi
opere
per
stringerci
re-
pochi
ebbero
testimonianze
tante
si può
indubbiamente, come
per
spiccatissima disposizione alP umorismo,
arguire, una
52
PARTE
di Cicerone
nel
latino
dal
quella
significare
nimo
che
la Becchina
a
vecchissimo
e
e
il
poeta
inutile
che
per
ultimo
faccia
per
fatto
che
padre
!
sano
chiama
singhiozzante
ogni sforzo
che
della malinconia
liberarsi
il
sicco
strazio
concludere
a
malinconia
gran-
che
somma
che
gli riesce
e' è
qui due
dando
ad
essi
anzi
in
fatti
malinconia
m'
a
allegrerò del
mi'
suo
due
versi
una
spiega l'apparente contrasto, ma
Cecco non
prenderà malinconia, anzi
tormento, perchè
il resto
e
hanno:
tormento.
solo
affatto.
cita
prenderaggio
non
questi
Cecco
provarlo, il D'Ancona
A
da tutto
versi, staccandoli
valore
un
espressivo che non
Però
Segue
mai.
è dolore, in
ed
sorriso
'par
istò,
sempre
compendioso, né il valore
attribuire.
Il
gli vuole
il D'Ancona
non
anche
del
mio
per
sarà
mar
il D'Ancona
contrasto, quel che
non
il
affatto il carattere
ha
espressivo
in
o
:
con
non
passion d' anoi : malinconia
fica
signiper Cecco
denari da scialacquare,non
tener
quando
dio
verso
cita
che
affezione
posta, aspettare invano
ricco si muoja
si 11' à
certo
lontanissima
pur
sua
e' morrà
ed
Un
delicata
aver
non
Plinio, è
di
e
intendiamo
sempre
PRIMA
ha
udito
dire
terzina, che
lo distrugge
s' allegrerà
a
un
uomo
saggio :
che
E
il dì sarà
di
ven
quello de
far
dì che
un
la morte
gavazze,
Sed
più di. colui
volte
vivar
che
mi
un
fa
di
per
più
del
padre,
allude
come
i' credesse
assa' di
vai
in
dì
vivar
un
cento.
che
metterà
per-
altro sonetto
solo
tristo,
ringrazere'Cristo...
gli
:
l'umorismo
da
Questo giorno ha pur
con
pazienza, perchè:
1'
uom
far
uè
di
e
che
far
a
eh' i'
d'
che
'n dì di vita
da
nascer
del
veramente
mai
forma
arguta
per
sua
natura
tardi
mi
n'
avveggio
prenda conforto,
non
due
sarebbe
peggio.
buon
porto,
giorno veggio,
m'
(mia) non
isconforto.
ed
paesana,
Cecco
volte
la
tuta
ripe-
Ancona
W
^''allegra
non
sì lo
tormento,
suo
burlesca
intenzione
che
sollazzare.
illusione.
vivace,
e
buon
parola malinconia, tante
il
è possibilefarsi,come
Cecco, non
voluto
farsi,alcuna
ha
follia
la mia
per
ciascun
cose
della
fare
potrò
allegro e aspetto
ta'
valore
'1
danno
un
i' mi
Ond'
Sul
assai
troppo
lascerò
non
che
dir
perduto
Anche
e'
s' io
accolga più malinconia,
eh' i' posso
i' ò
sia j
lavorare
la natura
m'
non
proluugare
questa via
tener
guardarmi,
che
bisognerà aspettarlo
d' ordinato
credo
di lasciar
:
ventura
sua
brieve
più
i' mi
ond'
venire
può
Don
53
retorica
la
e
d'una
riveste
quale per me, spesso,
o
satirica,proviene
è aftatto
popolare
più
dalla
senese.
si vanta
popolo toscano, che meritamente
volendo
anche
le
il più arguto d'Italia,
oggidì narrare
sventure
e le sue
afflizioni,
esprimere gli odii suoi
sue
lo sdegno o il rimprovero o
e i suoi
amori, manifestar
il
Tutto
desiderio,non
un
forma
una
la frase
comicamente
colorir
diversa.
è virtù
nel
In
genere,
popolo
tanea,
spon-
vuol tradurre
Belli,per esempio, non
romanesco
Luigi Luciano
Bonaparte il vangelo
per
San Matteo, perchè la lingua della plebe è huffona
nativa.
in
di
e
usa
riuscirebbe
appena
«
verso
^
Il
i sacri volumi
Vedi
Morandi,
Castello,Lapi,
voi.
».*
Prefaz.
I, 1889).
ad
altro
che
Qui abbiamo,
ai
sonetti
ad
una
irriverenza
in somma,
romaneschi
del
Belli
l'ironia,
(Cittàdi
54
PARTE
PRIMA
cioè
quella tal contradizioiie fittizia tra quel che si
dice e quel che si vuole
sia inteso. Il contrasto
non
è nel sentimento, è solo verbale.
di
canto
tener
conto
Dobbiamo, dunque, da un
del popolo, di questa lingua
questo generale umore
intender
l'umorismo
bulfona
della plebe, e dall'altro
in quel senso
largo e improprio, se vogliamo includere
Cecco
umoristi
gli
tra
Angiolieri,e
Cecco
non
An-
di poeti
quel gruppo
di popolo, pieni di naturalezza
ben
nell'arte
loro
non
ancora
sicura, nel cui
di dolce
o
voglia o per
petto per prima si ridesta
di
casi reali, per
canto
sentimenti
veri, un'anima
tra le insulse
sconsolanti
scimierie dei poeti
e
umano,
tutto
giolierisoltanto,allora,ma
di scuola, ma
toscani, non
distrazione
per
tra
o
per
sollazzo
i bisticci pur
o
che
moda
per
o
della
siano
dirla
col
che
Son
l'annunzio
le nostre
assumeranno
toscani,questi poeti, e
troveremo
in
Bartoli, è
senso
queste
largo:
nostra
in
pro-
cui
versi,
dialettale.
noi
ostacolata
in Toscana
Perchè?
dalla
stico
reali-
carattere
lettere.
espressioni così
Toscana, e nella
sopratutto bisogno d'intimità
da
del
lanteria
ga-
scuola
venzaleggiante: di quei x"oeti in fine, ne'
per
per
segnatamente
dette
non
Perchè
umoristiche
scarsa
tura
lettera-
l'umorismo
ha
di
la quale fu sempre
stile,
]3reoccupazione della forma, da
che si fecero sempre
quelle questioni retoriche
noi
intorno
alla lingua. L'umorismo
ha
bisogno
mento
movipiù vivace, libero, spontaneo e immediato
che
della lingua, movimento
si può avere
sol
tutte
da
del
volta a votta si crea.
Ora la retorica
a
quando la forma
la forma, ma
ad imitarla,
a
crear
insegnava, non
la lingua
a
comporla esteriormente
; insegnava a cercar
sciva
riuun
nessuno
fuori,come
oggetto, e naturalmente
nei libri,in quei libri che
trovarla
non
se
a
testi. Ma
che
aveva
essa
imposti come
modelli, come
si poteva imprimere a questa lingua estemovimento
l'umoeivSmo
55
retorica
la
e
creata
riore,fissata,mummificata, a questa forma non
volta a volta, ma
imitata, studiata, composta?
a
clie
è nella lingua viva e nella forma
Il movimento
E
si crea.
può farne a meno,
l'umorismo, che non
proprio senso) lo
largo, sia nel suo
nella
nelle espressionidialettali,
troveremo
ripeto
e negli scrittori ribelli alla retorica.
poesia maccaronica
(sia nel
senso
—
—
C'è
d'intendersi
bisogno
forma, cioè
le relazioni
su
lo stile ? Avvertiva
nelle
sue
Yorles.
che
di lor
adopera strumenti
versale:
l'unifatti per l'individuale,ma
son
non
per
tale il linguaggio. L'artista, il poeta, deve
lo stile.
dalla lingua l'individuale,cioè appunto
natura
cavar
lingua è
di
è creazione
senso
noi
in
sentimento
dunque
questa
di forma:
investita
e
oggettivazione; lo stile è
oggettivazione. In questo
è
conoscenza,
subietti varsi
[N^on
e
l'artista
ili). Aestli. che
il
lingua
lo Schleiermaclier
acutamente
La
la
tra
della
creazione
questa
su
animata
e
da
mossa
è, cioè,la
creazione
nostra
una
ex
dal
nihilo.
della
larva
rola
pa-
nostro
particolar
particolarvolontà.
fantasia
La
non
crea
produce cioè
rigoroso della parola, non
forme
genuinamente nuove.
Se, in fatti,esaminiamo
anche
i rabeschi
i grotteschi più strani,
più capricciosi,
i centauri, le sfingi,i mostri
pre,
semalati,vi troveremo
alterate
le loro combinazioni,
o
più o meno
per
reali.
immagini risi^ondentia sensazioni
Ebbene, una
forma, press'a poco, o meglio, in un
certo
senso
corrispondente al grottesco nelle arti figurative
nel
senso
troviamo
lo
stil
nell'arte
maccaronico:
creazione
di
mOvStruosa
della
diversi
parola, ed è appunto
zione
arbitraria,contamina-
elementi
del
materiale
conoscitivo.
E
avvertiamo
e
a
esso
derisione,e
come
compagni
sprezzato
che
—
altri
che
sorse
non
appunto
fu
come
solo, che
ebbe
linguaggi burleschi,fittizii.
notava
«
Giovanni
Zanoni,
lione
ribel-
cioè
Il dialetto
illustrando
I ^re-
56
PARTE
cursori
latino
nel
dotti
satira
volle
era
insinuarsi
volle
—
malignamente
togata lingua dei
sfregiare la
per
quello che
popolare e
e
^
Cacai
Merlin
di
PEIMA
stato
parziale della
elemento
un
goliardica divenne
elemento
simo;
mas-
propria flessibilità,
quando il
accademico, grave, impacciato non
teva
potutte
le esigenze dell'umorismo, e ad
la
mostrare
volgare ancora
piegarsi a
formò
sogghigno. In
guaggio
tal modo, da due
contrarie
ebbe
cause
origine il linmaccaronico
che fu la più grossa e fragorosa
risata del risorgimento, la beffa più atroce
cismo
al classitratto
un
una
di
maniera
nuova
involontariamente, giovò tanto al
definitivo trionfo del volgare ».
Ma
quanti furono questi scrittori ribelli! pochi o
è
molti ? pochi ahimè, perchè il maggior
numero
che,
e
pure
de' mediocri:
sempre
che
primo
un
«
servum
di
moto
e.
originalità
si era
spontaneità creatrice
nella vita degli Italiani durante
fatto
»
e
decimoquarto
milanisti
»;
interrotto
avere
degli antichi
Ora
questa
molto
poi dice
ma
sembra
sommarie,
su, considerazione
che
«
i secoli
«
tutti
o
moto
un'altra
che
di
con
mente
e
decimoterzo
quasi
e
tutti
gli
zione
ripeti-
la
d'originalità».
abbiamo
s'accorda
nosce
rico-
di feconda
nella
l'imitazione
con
quel primo
noi
a
Il Barzellotti
pecus.
razioni
quelle considedeplorato più
altre
simili
su
la
serenità,
indifferenza,ad esempio, su la pagana
la mortificazionedelle energie individuali, su
la
su
mancanza
d'aspirazioni, sul riposo nelle forme e nel
del. nostro
senso
ecc.
ecc.
se
grande rinascimento,come
scettica
il culto
dell'antichità
un'idealità
grande,
non
tanto
fosse
grande
che
già
illuminò
di
i)er
tutto
se
il
tare
riacquisto d'un patrimonio che si fece frutsapientemente e produsse opere immortali, e come
fosse venuto
anzi a tempo
esso
non
a
riempire il
mondo,
se
1
Città
il
stato
di
Castello,Lapi ed.,
1888.
L'
UMORISMO
d'idealità
vuoto
quattro
con
fossero
cui
lingua italiana;
di
lus
unicus
aure
nuove
del
trattato
^
se
così intero
fresco
e
vacui
non
della
libel-
spirassero
non
soltanto
linguae;
il sentimento
in
tutte
energie
tanti
ne
ce
d'ardire, nel
e
fosse
in
e
insieme
al Facetiarum
latinae
poi, componendo
se
esempio,
il Valla
Poliziano
nel
le
per
se
come
vita
entro
per
EleganUarum
e
Poliziano
come
e
di
vibrano
e
come
aridi
pieni
Poggio,
;
Fontano
dotti
tant' altri
palpitano
cadenti;
o
cinque
o
stati
latino
cadute
57
RETORICA
LA
E
autore
come
altri
se
nel
fosse
non
realtà,che
della
volgare, potè
aver
il
tutte
le
grazie ingenue d' un poeta popolare. E sotto questo
mondo
dei dotti,così sommariamente
considerato,non
c'era
forse il popolo! E
si può dire, d'altro
canto,
che
i nostri
solamente
esempio,
esteriore,una
maggior bellezza
alla
più composta, più armoniosa
da
se
una
che
fondo
a
capo
Altro
bellezza
Si è troppo
nell'indole
più
della
nostra
il sentimento
più
che
^
esteriore
ricordare
differir
la
che,
in
»
; la
gola
di
morte
quel cardinal
fame
di
patto
di
ai
di
che
soldati
che
uomo
tanto
spirito,donde
dello
ecc.
tere
il carat-
che
ecc.
del
mentale,
senti-
col
lo
per
in
addolorava;
la
Sede:
goccia
tornata
Poggio
cantastorie
di
! Basterà
piazza
per
la risposta di
«Ancora
di
si
nella
aberrazione, è
umorismo
dimento
proce-
spirito,che
fondamentale
era
della. Santa
quel bandito
quaresima,
tiva
parte obiet-
nell'ignoranza
proprio
buon'
Ettore,,
Spagna
la
e
quel
disperazione
durante
vero
la
interiore.
strana
una
per
che
l'intelletto
intellettualistica
fondato
ignoranza
di
spunti
il
dello
che
leggerezza,
volontà,cioè
quell'attivitàcreatrice
e
Quanti
la
più
nostra
fantasia:.
fantasia!
la
predomini
gente
e
L'equivoco qui è
di
romanzesca,
con
troppa
con
la subiettiva
più
Eetorica
ricrearono
la
ripetuto, e
dell'arte
materia
linea
esteriore!
che
chiama
diedero
poeti cavallereschi,ad
latte
non
ho
venutagli
58
testé
raffermarsi
a
PARTE
PRIMA
nella
teoria
Croce,
il
quale
pure
messa
a
nudo
combattendo
estetica
Benedetto
chiarezza
tanta
con
di
la
la
teorica
aveva
dei
generi
letterarii.
è, né
può essere
semplice conoscenza.
Ilo dimostrato
sia pur
Come
altrove/ la conoscenza,
intuitiva
soltanto
ci può dar
e
non
non
intellettuale,
altro che un'oggettivazione,
la quale può esser
soltanto
L'arte
non
psichico e
contenuto
forma,
non
che
contenuto
l'arte
subietti vamen
te. Ora
formerà investendolo
questa suè creazione, che
è cioè sentimento
che
e
bìettività,
la
volontà,può essere
atteggiata in due modi, secondo
menti
altripersonalitàdello scrittore. I^on si può intendere
il così detto
soggettivismo e il così detto oggettivismo
nell'arte, di cui tanto si disputò durante
critica romantica.
Lo
il periodo della
scrittore può,
coscienza
mostrarla.
e
può non
creando, mostrarne
Non
si
diverso
d'altro, in fondo, che d'un
atteggiamento dello spirito nell'atto della creazione.
La
volontà
tratta
L'artista
sente
deve
volontà
E
l'arte
dentro.
un
pregio
dimostrare
la
propria
si
essa
rinascimento
Vuota
volontà
ebbe
non
e
che
e
non
fu
in
gli
appunto
Vedi
a
primo saggio,
al voi., Per
schiavi
della
le
mio
volume
alla teoria
si
fine
un
e
dall'arte.
a
IS^el
sé stessa?
se
falsa, cioè
arte
l' artifìcio,
la
nel
Avere
senso?
difetto. O
un
com'essa
opera
ripetere che
fu splendida di fuori e
che
fini oltre
esteriori.
essere
vuole.
questo ? Sì,certamente,
dimostrar
^
del
nostra
vuota
fa
com'
debbono
non
esteriori,vuol dire uscire
difatti quanti s'ostinano
escono
ne
però
sentire
volerla
e
una
il fine
e
no,
Ma
questo
bisognerebbe
artifìcio.
se
che
senso
può
Si
prendiamo
i
diocri,
me-
retorica, la quale insegnava
i^erché dobbiamo
coi)ia! Ma
già
estetica
citato' Arte
del
Croce
ragioni estetiche della parola.
Scienza,
e
e
V
la
critica,nel
appendice,
in
fondo
60
PARTE
Pulci
del
e
osso
un
e' è
dentro
Ma
tantino
è
da
e'
è,perchè
Se
l'ironia
e'
Mieulx
facetiesde
les
hanno
Che
ce
haute
più
graisse di quelle
però
des
è
avviene
larmes
le propre
viene
av-
come
di diverso
in
Rabelais:
exripre :
de
condamné
graisse qui
o
se
comica
quasi sempre
facezia,burla, caricatura più
rire est
que
riesce
non
comicamente,
ris que
Nasier
di
l'ironia.
e' è l'indifferenza,
questa ironia
stesso
de
est
Alcofibras
E
spontanea
resta
dunque
e
grottesca.Lo
Pour
che
umoristi:
dramma,
nulla
parlato.
dirsi
veri
hanno
neppur
innegabile,non
drammatizzarsi
a
prescindere
a
creazione
esser
ci sarebbe
non
è
è, ed
deve
di rado
men
dev'
all' arte,
in fondo, non
quelP indifferenza,
pure
—
s' è
tanto
fine
del
e
estranei
—
altrimenti
Piuttosto
o
criterii
con
l'arte,che
indipendente
senza
volontà
della
superficialmente; ma
della vita,per sé stessi,
non
con
nei
da
le opere
e
non
midollo
questo
d' arte
gì'ideali
di cui
Bada,
—
Questo maggiore assorbimento
indifferenza verso
gli ideali della vita
consideri
vedere
dire:
che
butta
si
artistica.
di parere
le opere
che
far
o
—
l' assorbimento
creazione
chi
a
volta
ogni qual
deve
dunque
qualche parte fuori dell' osso ?
d' arte, quanto
più pregevole è un' opera
un
maggiore
rischia
!
il midollo
tanto
nella
Ma
critico,si
un
a
si mostri
e
Folengo?*
PRIMA
en
1' homrne.
Sorbonne
caracterisent
son
pour
livre.
queste facetiesde haute
Folengo e del Berni ì
il Morgante
Rileggiamo con questo intento
Maggiore
il Baldus
e
e
poi La vie de Gargantua e Les faits et
^
riso
Vedi
di
L.
adesso
P.
Pulci
sul
(Rocca
del
S.
parte io dissento, come
il De
suo
Sanctis
nella
Cinquecento e gli
e
il libro
del
di
Attilio
Momigliano
Casciano, Cappelli, 1907),
dirò
sua
Pulci
appresso
Storia
studii
dello
di
;
e
quel
che
leti. ital. cap.
Zurabini
e
dello
da
cui
però
dicono
XIV,
L'indole
del
in
il
gran
Folengo
il Canello
Zanoni.
e
nel
l'umorismo
héro'ìquesdu
les dits
e
e
roi
Pantagruel
don
61
retorica
la
Dipsodes,
des
agli occhi ad ogni i^ie'sospinto la j)aspiritualeinnegabile, le innegabili derivazioni.
ci salteranno
rentela
da parte le
anche
rileggiamo il Berni. Lasciando
XX
del Rifacimento
18
stanze
a
principio del canto
V opuscolo del
Innamorato
dell' Orlando
e
Yergerio
E
del Berni
protestantismo
sul
sociali
filosofiche,
stesso; lasciando
cimento
VI
Adriano
che
mangiare,
Il papa
non
fa altro
che
dormire
che
da
Per
consumarmi
Con
questo
(che
«
Berni.
il Valerio
Ecco
le
mie
vere
ragion
strazio
nuovo
da
ni' è pur
midolle
le
abati,e anche
non
possa,
1' ossa
e
e
vietato
non
usato
*
;
parte il capitolo in
Buftetto
quei capitoliche
del
e
affettail favellar toscano)
non
Pietro
lettere
voi, signor,
dir
anche
A
i
dedicato
a
spigoliamo proprio in
più frivoli e spigoliamo nelle
cuoco
pajono
stotile
d'Ari-
lode
Messer
mi
;
Latino
riprende,
queste baje e
e
scrive:
Juvenale
dice
eh' io farei bene
rivolgere i miei pensieri
sia egli, e chi
a
miglior parte; che maledetto
sente
Ohe
talmente
seco.
penitenza è la mia, a dare
ad intendere
al mondo
che questo si debbe
piuttosto
imputare alla mia disgrazia che ad alcuna elezione ! Io
a
lasciare
ho
non
^
Si
andar
chisti,
petrar-
j
preti
a
dei
comincia:
Che
lasciando
contro
i
contro
VII:
fa altro
sonetti
Bifa-
fu fatto papa
Clemente
non
gli altri
Messer
che
Il papa
Poiché
e
derisione
tempo
contro
là nel
Dialogo
il
in
Nel
e
qua
parte
Petrarca
i sonetti
e
sonetto
quel
da
famosa
l'invettiva
e'
tutti
del
parodie
le
poeti e
e
politiche sparse
e
riflessioni
le altre
tutte
e
comprato
legga
libro Attraverso
a
a
contanti
a
questo
questo proposito quel che
il
Cinquecento
su
le condizioni
dice
tormento,
il Graf
del letterato
nel
nel
né
suo
sec.
me
aureo
XVI.
62
lo
andato
sono
cercando
del fatto
mio;
scempi».
E
natura
parole
in
servitù
dalla
In
di
volte
del
dolore,
cervello, e
azioni.
altro che
Giovan
a
stoico
sono
di
di là per
da
Francesco
eh' è anche
che
io
luogo
a
da
cosa
stoico
uno
peste, ne
vinse
il terrore
sentimento
che
cioè
capitoliin
lode
di
però
va
Nel
non
ma
con
La
Ella
fu
natura
mai
malattia
1' ha
imbratta
fatte
le cose,
grazia
tener
mi
dite pauroso,
conto;
rario
teme-
alla
mezzo
acquistarne quel
:
V
dell'
rismo,
umo-
ironia,nei
drammatizzarsi
ben
come
altre
vedrà
ricetta,
senza
tutt'
e
due,
ella le netta.
poi
riflessioni
sofìche.
Non
come
due
micamente,
co-
oltre alla burla,
tiicezia;,
flagellovede,
scopa,
e
ne
fondamentale
oltre alla
e
qua
tanta
fu in
riuscì ad
qua
l'ac-
stesso
chiamato
esser
a
di
uomo,
anche
del.contrario
'ngiù
peste, allo
non
della peste riesce
al comico.
Abbondio,, la
ho
so
esser
il sentimento
e
oltre
vedremo
»
io
ancora
alla
veramente
e
f
dì contentarsi
son
Sicché
uomo.
le
tutte
finalmente
fuggendo
ben
tempo
e
scrive:
faccia
e
della
poesia, a
Divizio
alla
vita,
come
».
Se
piuttosto degno
sono
E
della
conto
una
correre
andava
«
in
Nondimeno
mezzo
che
scrive:
paura,
tengo
Dio, che
In
».
Io, spinto
fantasia.
: «
lascio
intrigato
cervello
suo
una
Bini
voi, e
padrone,
suo
d'
tutti
«
la
asciutto
rimedio
cercare
il
:
mondo
questo
secondo
siam
questo fiume
Divizio
uomo
faccia
come
dice
almeno
o
che
al
Agnolo
di
cava
'1 contentarsi
non
confessa
come
Ma
«
gli
non
ristoro
per
ricorso
sono
se
tale,dico,
giornata io operi
si
Che
Ciascun
E
fatto
Messer
a
alla
Che
scrive:
lettera
si governa,
conciossiachè
mie
ha
mi
però
ridon
ne
Oornaro
un' altra
.
Egli
».
se
cerimonioso, e
poco
»
non
fortuna
e
furia
poesia
che
posta i)er far rider la gente
a
Monsignor
a
la
e
di
«
PIUMA
PARTE
don
fllo-
l'umorismo
la
E
e
dopo
natura,
fatto
aver
orecchi
gli
la
Trovò
le
e
le
e
candele
campane,
bisognava
perchè
peste
bujo
il
trovato
aver
63
retorica
la
e
perchè:
bisognava,
mondo
del
corpaccio
questo
a
...
Che
Bisogna
piglia
Ma
sa
la
anche
di
Michelangelo,
Ad
ogni
è
modo
disonesto
i
fate
poi
coni'
asini
Basta
che
vivon
le
I
sorbi,
le
E
mille
voi
Abbiate
Però
Che
legni
questi
più
lasciamli
noi
siam
son
dice:
mammalucchi
vivi,
sassi
i
morire.
a
querci
e
cervi
gli
e
olivi,
i
cani,
cattivi.
vani,
ragionamenti
andar,
dire,
a
e
i
cornacchie,
animalacci
Ma
Piombo,
amico,
comune
che
Che
In
del
che
non
o
sì
e
»
amari
contrasti
i
Sebastiano
pittore
al
versi
buftbne
del
rappresentandoli.
riderne,
e
moria.
forte
«
tutti
avvertirne
bene
dissonanze
in
anche
ha
piena
sente
di
medicina
una
natura
si
che
natura
mena,
fondo.
il
risciacquare
spesso
la
E
feccia
più
maggior
esser
per
dica
luterani.
e
una
il
le
Berni
aspre
lettera
parlando
L'
ironia
Quando
de
Brnnetière,
il
prima,^
nel
poi
difender
a
questa
molti
Certo,
difesa
riuscita
da
ogni
si
di
dalP
anche
le
Storia
sua
della
le
i
al
^
2
3
1879,
Paris,
Trad.
(Valore
non
620
eroe,
e
difensori
i
se
rebbe
sa-
ripicco
a
dire
estetica,
e
non
per
critica
difendere
troppo
con
medievale,
poesia
si
non
epica
difesa
argomenti.
che
«
poiché
non
tutto
è
la
per
fatto
rozzi
sono
agiscono
Si
nella
Nyrop,
E.^^
M,
nel
francese
vi
Or.
di
e
provero
rim-
un
ruvidi
sforzo
loro
e
dere
preten-
possono
il
genua
in-
non
segg.
1880.
del
delV
di
p,
la
dicendo
che
nome
III,
e
Francia.
degli
personaggi
a
della
altre,
poemi
la
provati
Ejiìopea
speciosità
che
dignati,
in-
contemporanea
andare
contro
bellezze
delV
ai
medio
nel
romanisti,
efficace,
lasciati
altro,
fra
Bicordo,
più
villanie
cavalleresca,
e
zione
erudi-
fieramente
sorsero,
dell'erudizione
canto
fossero,
zelo
quella
Mstoire
F
contro
francese
segnatamente
molto
un
sorta
V
Francia.
la
fossero
Mondes
sur
scagliò
letteratura
e
critici,
della
soltanto
la
e
Deux
des
critiques
si
fraìigaise,^
cavalleresca
Revue
la
Études
contemporanea
evo,
poesia
su
volume
litterature
la
nella
comica
Gorra
Epopea).
(Torino,
Loescher,
1888).
Vedi
Lib.
Ili
cap.
Ili
66
PIUMA
PARTE
tende
ad
elie ad
altro
? Non
egli i poemi
concederà
si cantano
poemi
dal
—
di
punto
che
e
inumano
in
di
mo'
loro
differente;P
ha
Troja
la
alcuni
di
nel
il cadavere
di
fedeltà
con
dal
moti
animo
mai
per
«
trascinare
dirlo
neppure
—
storia
».
tiva
all' estima-
i)iù atroce,
e
come
si
crudelissimo
alle
attorno
di
mura
che
bisognava dimostrare
francesi, è rappresentata, non
(ilche in fondo imi^orterebbe
Ettore:
storica
e
—
i loro momenti
interiori,
sono
qualche cosa di
parola...Analizzare
possibile e può
civiltà
conosce
più
tutti
esistono
di
cui
soltanto
avanzato.
questi
soltanto
lui
a' suoi
uditori
o
dubbio, le
i poeti non
Il
delicati
lotte del loro
fanno
quasi
è
un'anima
notomizzare
e
in
interessare
un
riodo
pe-
poeta del medio
gradi
lamente
so-
evo
del sentimento
:
più spiccati segni esteriori,
lieti o afflitti,
x"rodio vigliacchi,
i
sono
gli uomini
credenti
o
eretici,e quello che
ed egli non
spende
per
era
non
crudeltà
—
lato
lui
d' arte ;
a
poteva,
questo il Nyrop non
conviene
considerati
egli stesso
gli eroi,
figure poco complesse, i loro
psicologico sono
di
non
Evo
fronte
la crudeltà
artisticamente:
poco),ma
perchè
storica,di
argomento
Achille
quindi,
si è certamente
non
simili
molte
deltà,
cru-
nuti
ve-
esagerazione,poiché la
anche
essere
marsi
chia-
sono
e
tempo
francese
poema
osservate
ira in modo
esempii
il Medio
Si
«
molti
bestiali
ventura
nostro
in
:
possono
e
mala
ma
«
del
occhi
crudeltà,nei poemi
solo
:
nessuna
estetica ! Ma
dimostra
Cita
la fedeltà
scusa,
tutto, può
per
memoria
conservato
Bella
».
antico
coli^evoledi
reso
non
la loro
sfogano
che
soggiunge
cogli
osservato
—
potere
scusa,
tempo,
eroi spesso
coloro
sopra
—
crudeltà,abominevoli
gli
affatto
che
anzi,
le quali,
cose
del nostro
vista
che
altro
dice
celebrano
e
Ebbene, da questa
fendeva
dicrudeltà, come
—
li difendeva
egli
volentieri,
».
tà, di
di ruvidi
di rozzezza,
accusa
uccidere
a' suoi
essi sono,
mai
lettori
molte
».
lo
sono
pletamente
com-
parole
per
08
PARTE
che
questo
gli ecclesiastici,
specialmente
di ràdo
sono
messi
essi
lodarsi;se
a
in
poeti, devono,
spada a fianco ».*
voluto
troppo
se
luce
una
di cui
i
monaci,
abbiano
vogliono poter pretendere
dei
Ho
PRIMA
molto
al favore
Turpino, presentarsi
come
la
con
ricordar
che
siano
con
ne
questo, perchè mi sembra
dimenticati
quanti, discorrendo
in
cognizione dell' epopea
francese,notano
serietà e profondità di sentimento
religioso e non
quali e quanti fieri e nobili ideali,
per venir poi a
scarsa
che
sentimento
questi ideali non
nei nostri
poeti cavallereschi
di pagana
di scettica indifferenza,
quel
eco
tempo
di
un
serenità,privo
e' entrano
non
poeti cavallereschi va
per la materia, la satira
V ironia
var
tro-
fioriti in
del riso dei nostri
Già
dire
ecc.
queste frasi fatte
Tutte
so
potevano
e
aspirazioni,ecc.
essa
la troviamo
in
la
e
ragione
altrove.
cercata
della
vita
valleresca,
ca-
fin nei
Francia
poemi, come
l' Imperatore, gli
esempio, nell'^ioZ; l'irrisione per
indizii della degradazione graduale di lui si trovano
antico
come
VOgier le Danois, dove
già in un poema
ha più la jjrudenza tranquilla e si lascia
Carlo non
dall' ira, e ingiuria e poi ha paura
vincer
facilmente
della vendetta
diamo
degli ingiuriati.A poco a poco, lo vedivenire imbecille,«assotez», bersaglio delle beffe
corrotto.
Nel Garin
de Montglane, com' è
moralmente
e
ad
finanche
noto, arriva
^
I cavalieri
della
una
loro
un
ai
e
mostrer
di
»
il
del
sole.
implora
acqua
non
elmo
la Francia.
questo accade
e
forbito
Quando
Così
negli stessi poemi
nelP^niioc^e
benedetta,
P
ma
eia
sono
del
de
(vedi Pigeonneau, Cycle
:
de
«
Anqui
la
fa
escono
Saint-Poi
sta
splendente
corazza
città,si fermano
cielo sopra
Enguerrant
elmo
sua
accade
francesi
i cavalieri
usciti dalla
la benedizione
macchiargli
scacchi
Kerboga. Enguerrant
contro
lucido
suo
raggi
arcivescovo
lo prega
91118
combattere
alla testa
aspergerli con
e
anche,
quando
piacevole è caratteristica,
città per
scintillano
e
si permettono
crociata, di farsi beflfe dei cerimonieri.
scena
dalla
giocarsia
a
di loro
qualche
le vaurrai
bel
e
vuole
obiezione
a
Croisade,p. 90-91).
Saira-
l'ironia
ragione
La
cui
nei
poemi
provinciale,
ispecie
glorificarequalche
vuol
si
è in
facilmente:
sione
questa irri-
di
degradamento,
questo
troviamo
la
in
di
69
cavalleresca
poesia
nella
comica
eroe
vassalli,se non
poemi composti da troveri che servi van
al tutto
quasi indipendenti, ai quali piaceva di
ribelli,
ridere a le spalle dell'autorità
imperiale.
cavalleresca
vita
della
r irrisione
Come
cavalieri,esaltati prima
nei poemi non
troverà
più
dei
vilain, si
nei
Siége de
nel
leggere
V
Neuville
spalle dei
le
a
dazione
degra-
cantati
corte
a
Tassoni
avesse
impresa
di
o
i)otuto
quei
bravi
Banin, non
capitanati da Simone
comico.
eroidel poema
vantato
più inventore
fiamminghi
tessitori
forse
si sarebbe
finanche
Troviamo
et
buon
il nostro
castelli. Se
la
e
in
questo
Francia,
jmrus
putus,
E
allora!
che
la propagazione
Rajna avverte
della materia
dalla regione transalpina alla cisalpina
lentata;
seguita soprattutto di buon' ora ed essersi poi ralpar
l' Italia
che altrimenti
si capirebbe come
poco
abbia
sons
de
forme
da
che
romanzi
tipo più
nell'età
strati
introdussero
d'avventura
del
comune
franco
testi
mancano
ad
oppure
francesi
o
Il fatto
furon
un
e
in
tempo
franco
è che
tradotti
i)rosa
in
del
-
italiane
quando
forma
il
viglioso
mera-
in
brevi
valso
pre-
risponde
Pulci.
è da
Ma
le
la letteratura
in
tare
no-
zesca
roman-
di
rima, ha
età precedenti...Non
fabbricati
queste
cui
a
di prosa
colle
su
affatto
cavalleresco
-italiana,tipo
immediati
alterati
e
traccia
romanzo
«
conti
rac-
genere
E
».
distinzione
senza
rapporti diretti
nel
chan-
conservare
poi
quasi
invece
grandissima parte il Morgante
altresì col Rajna stesso die
toscana,
da
dimenticati
ignorare
delle
arcaici
successivi,tanto
racconto
e
ibride
dei
i
di
Francia,
il
meglio gli
geste che
creazioni
linee
«
conosciuto
e
nella
Il
e
e
versioni
sulle
sulle forme
rimate
anteriori,
».
in Francia
di
romanzi
i
più
e
antichi
scesero
poemi
tra
il
70
PARTE
l' epica
popolo,
—
se
rimate,
o
prosa
che
l'ottava; e
o
rimase
quaP
Ohe
ci
tempo,
V
anzi
la
in
in Toscana
han
poeti
a
a
mano
a
si sollevò
lo
d'
ogni ideale,se
tendono
nobilitar
invece
così,poi
zare
rial-
a
la
materia, a
quegli ideali,lavando
rendendoli
ijìù umani
a
del
scetticismo
essi
riescono
non
gheggiar
rivadel
più
e
bene
sul
di essi
che
(tranne qualche
non
anche
taminò
con-
è già perchè li vedano
nanzi
inserio,non
loro spogli di quegli ideali e non
a
più animati
antico
sentimento
ma
perchè la rapprereligioso,
sentazione
prenderli
dell'
vedere
cavallereschi
se, anche
la materia
parola)e
mancanza
quasi in sogno
troppo sangue
gli eroi e
gentili!Ohe
metro,
si
ringentilirsi
per
della
da
mano,
il suo
seriamente.
la
indifferenza,
i nostri
liana
franco-ita-
movimento
questo
dunque
versioni
e
vi trovò
e
Italia
il poema
—
produzione francese
classico
in
possibile
quando, con
degradata,o
era,
all' opposto
era
drammatizzarsi
a
che
e
nascere
tutto
(nel senso
fino
a
entrò
veneta
o
;
non
cominciò
cavalleresco
in
morta
era
1' epica, che
non
PKIMA
li
rarissima
in
poteva
prendere
sul
e
ammirare
sanno
pezzo,
A
i
foggiatitutti
per
Eppure
forza
il
la
poesia
né
per
alcun
poeti colti e maturi,
classici,quegli eroi
su
medievale
eccezione),ruvida
modo
alcun
serio.
fatto
aveva
lo stesso
stampo,
che
e
rozza
lato
far
leggono
tutti
dovevano
d'
un
parir
ap-
fantocci.
popolo
ancora
e
anche
i
signori vano
prendegesta inverosimili ?
delle loro
gusto al racconto
Il popolo si capisce: se ne diletta vivamente
tuttora,
si modifica, s' aca
Napoli, a Palermo
cresce,
; e la materia
e qualità dai sentimenti, dai
prende nutrimento
costumi, dalle aspirazioni della gente innanzi a cui si
rappresenta, assumendo
quella si
contenta.
una
rozza
Il
forma,
di cui
mente
facil-
popolo crede; in ispecie
il poi)olo meridionale, inculto, appassionato e ancor
quasiprimitivo,serba anche oggidìtutti quegli elementi
l'
71
cavalleresca
poesia
nella
comica
ironia
ingenua meraviglia e di credulità superstiziosa e
possibilila nascita e lo sviluppo
fanatica,che rendon
della leggenda: e se Garibaldi, vestito di fiamma, passa
in mezzo
ad ^esso, è investito
mente,
senz'altro, spontaneaattributi leggendarii: è creduto
dei più antichi
d'
spada un
capello di
lando
OrSanta
Rosalia,patrona di Palermo, proprio come
in Durendala
un
capello della Vergine. E
aveva
tutti noi, del resto, anche
privi della beata ignoranza
forse di Garibaldi, la cui vita
abbiamo
popolare, non
fu
e
volle
abbia
che
invulnerabile, e
creazione
vera
una
essere
nella
tutto, fin nel
in
d'
le conoscenze
vestirsi,fuori e sopra
abbiamo
realtà contingente, noi tutti,dico,non
sentimento
un
leggendario, epico, che
di
modo
minimamente
se
in
metter
punto di diminuircelo
vera
e
tutti
oggi
d'una
primitivi attributi
dei
contentiamo
però
leggendarii;
potremmo
garibaldina
altro
per
epico -lirici
comi)onimenti
fende
of-
quegli ingenui
con
come
si
voglia
qualche
in
non
epopea
cioè dal popolo
propria, sorta
e
f/Noi
contentarci
pili affatto
tenti
storico
documento
luce, un
ribaldi
di Ga-
si
discordante
tratto
un
ogni
non
ci
questo
su
Eroe, comi"onimenti in cui il poeta tenta di sostituire la
tasia
immaginazione collettiva del popolo con la propria fanci riesce, perchè queir Eroe
individuale, e non
creò di per sé epicala volontà
col sentimento
con
e
mente
propria vita, cosicché
la
se
d'un
])oeta, come
della
volerla
rappresentare;
deir America
Per
la
esso
la
il
crea,
alle
sue
la
popolo
ignora
e
in
di
o
non
modo
e
è di per
se
che
aspirazioni.
non
ne
Pasca
è
r
i^opolo la
:
eli a.
scritta;o,
cura;
risponda
derebbero
ren-
parodia d' epopea
perta
esempio. La Sco-
ridicola
qual' è, ad
Cesare
storia
del
collettiva
diminuita
noi
storia
sua
potrebbe aggiungervi la fantasia
genui
gl'ingrandimenti meravigliosi e in-
immaginazione
a
a
nulla
e
epopea,
la
la
sua
a' suoi
se
è
storia
scritta,
esso
sentimenti
se
e
72
PARTE
A
sola
una
materia
credere, in
dello
storia,se
PRIMA
mai,
il
cavalleresca:
la
pseudo-Turpino,
popolo
potuto
Oronaca
famosa
alla
quale, alP
avrebbe
uopo,
per
un
pio,
esem-
i)otutoconfermargli clie il gigante di nome
Ferraù
Ferracutus
o
Goliat, poiché la
fmt de genere
statura
sua
era
quasi cuMtis XX, facies erat longa quasi
illius unius
et
et nasus
iinius cuMti
palmi mensurati
hrachia
et crura
ejus quatuor cuhitum erant et digitiejus
avrebbe
n' era punto bisogno! Perchè
ce
palmis. Ma non
anzi il bisogno del popolo è sempre
altro:
un
quello
minimamente
di ciò che
di credere, non
di dubitare
trihus
di credere.
ama
raffazzonanei tardi
Questo dubbio
poteva nascere
tori pseudo letterati dell' epica francese,quando, alterate
-
Turpino
Dal
stati
volta
modo
lor
a
le antiche
le cronache
o
Et
qui
Se
voist
che
mo'
di
voiidrai
S.
a
lire V estoire
che
si vede
originalii
a
ice
di
nostri
scusa
in ballo
leggende, tiravano
Dionigi:
tenir
man^ogne
en
neanche
Praiice,a
in
Paris.
questo
.
sarebbero
poeti cavallereschi,ogni qual
Turpin lo dice »
aggiungevano:
«
,
cavalleresca,dalle piazze ove
è caduta, risale,per capriccio o per curiosità o
ormai
se
ne
abbia, ai palagi, alle corti dei
per vaghezza che
tire
signori,che avviene ? Ma bisogna innanzi tutto avverall' indole, ài gusti,ai costumi
di queste corti, a
cui sale! Quale fosse la corte
di Lorenzo
de' Medici,
di lui, è
quali le abitudini, i piaceri,gì'intendimenti
ben
dare
tutto
senza
quel
noto; e basterebbe, anche
Quando
peso
questa materia
che
si deve
alla diversa
indole
alla diversa
cazione
edu-
i^oeti,a spiegarci in gran parte perchè il
del
Maggiore sia così diverso deWInnamorato
dei
Morgante
Bojardo
e
e
del Furioso
dell'Ariosto.
l'ikonia
il
il
da
popolo
Beoni:
coi
che
vero
mostra
gusto della parodia, e lo diparodia dantesca, letteraria,
affetti
che
campagnuoli:
ultimi
anni
Nencia.
nella
—
l)refazionealle poesie di Lorenzo
parodiò imi presto che
e
degli
i
di
fece
contraf-
—
ritraesse
la espressione
favellare
de' nostri
non
Eispetti più
volte
ai)erto avere
il
mostrano
^
de' Medici
il modo
e
e
Nencia
nella
come
espressione popolare, nella
notò
il Carducci
il Medici,
dell'
qui ; parodia
è
lia il
Egli
espressione popolare
parodiando,
compone,
Barberino,
Ben
della
quale si piace
anche
«
di Lorenzo,
alla corte
gante risponde perfettaraeiite
Il Mor
per
73
cavalleresca
poesia
nella
comica
stampati negli
popolo di
Toscana
più gentilezza d' affetto,più squisitezzadi fantasia,più
di favella,che non
forbitezza
a
piacesse i)restargliene
il magnifico e a Luigi Pulci
detto
dei Medici
Lorenzo
suo
cortegiano. Il quale, coni' è de' cortegiani, volle
dar
a
eh' e' facea
dividere
per
superarlo
grottesco dove
il
comunica
».
Ma
voglia imitare un
caratteri
più spiccati e
La
di
presenza
Tornabuoni
suo
potrebbe
di
vedere,
Basta
tutto
come
di
trattare
plebe, perchè
Eicorderò
si abbia
qui,
a
Firenze,
Barbèra,
è
tatori,
imi-
degli
s' era
l' intenzione
che
e
nuto
te-
dica
paro-
la
la caricatura.
che
fu
Lucrezia
altro,a mio
in
dare
modo
il resto.
la
lingua
buffona
della
l' irriverenza.
proposito, ancora
rispondere a Luigi
questo
1859.
parodia
spiegarci, almeno
poi anche
religiosache il Pulci volle
religionecon
quel che il Belli faceva
^
nella
parodia anch'essa, per
poema;
com'
e
quella pia donna
parte, la mascheratura
al
tandolo
poeta potènte imi-
ché,
caricatura,giacaltro,bisogna che ne colga
stenza
su
questi insista: tale insi-
inevitabilmente
genera
;
alla forma
chi
i
pur
è chiaro
forza
per
del
1' esagerò, sfoggiando lo strano
il Medici
delicato
al
Dicomano
da
Beca
nella
conto
una
Luciano
volta
Bo-
74
PARTE
che
naparte
del
dalla
punto
per
di
Matteo.
San
lingua
che
Ma
in Sicilia d'
dialettale,notissimo
continente, Domenico
nel?
poeta
nel
esortato
a
invece
r
su
dal
giorno
un
al
di
più
cantare
durante
popolo
esemi3Ìo di contrizione
la passione e morte
volentieri
che
dentissimo
lì per
e
subito
di
passar
contrizione
la settimana
Tutte
da
e
cose
oscene
anzi
offrire
grande
altro
paternamente
e
santa
a
dare
bel-
un
cantico
sacro
egli
dargliene
versi
d' estrosa
cre-
saggio
un
visazione
improv-
così
sconci, che fecero
Monsignore del belP esempio
Pilato
voglia a
anche
ignoto affatto
quale chiamato
Catania
due
Ponzio
la
il
denota
non
essendo
soddisfatto,
lì,scagliandosi con
contro
e
che
Cristo,rispose a Monsignore
volle
e
un
sciogliendoun
di
romanesco
ricorderò
la settimana
lo avrebbe
divoto;
isola
Tempio,
vescovo
non
plebe
E
irreligiosità.
si racconta
in
questa irriverenza
della
buffona
stessa
se
r aneddoto
la traduzione
gli proponeva
vangelo
nasce
PRIMA
al
poi)olo
catanese
durante
santa.
verenza
alla irrifatte intorno
disi)uteche si son
all' empietà, all' ateismo
la religione, anzi
verso
veramente
non
apparir vane
Pulci,non
possono
dovere
lo spirito del poema,
si intendano
la
a
le
del
quando
ragione della sua ironia e del suo riso.
è possibile,o è ingiustissimo, giudicare in sé
qualità e
Xon
la
itev sé esclusivamente
il Mor
Maggiore, come
fece ad esempio il De
Santis,^il quale credette e volle
il suo
dimostrare
die il Pulci, nel comporre
non
poema,
avesse
vera
e
profonda coscienza del suo scopo ; e però
insuflìcienze
del i)oeta la puerilitàdelle
condannò
come
e
gante
psicologicadei personaggi,
situazioni,la rudimentalità
Il Pulci, invece, è
le ripetizioninell' ordito, ecc.
ecc.
coscientissimo
^
Vedi
Morano
del
Scritti varii
e
figlio,1898.
suo
inediti
scopo,
o
rari,
a
e
tra
cura
di
i due
B.
casi che
Croce,
pone
voi. I, Napoli,
76
zioiie comica
o
prima
tahtp:
di chi
racconta, ma o
immagini improx"rie e stonate
per
false deduzioni
per
o
incongrue
per
frasi.
Ciaiipeusa,e
Chi
cannocchiale.
er
scopre
si
sognerebbe di dire che
qui in dileggio Galileo?
metter
serbando
aftatto
d'
racconto
poi)olano
e
te
forma
quasi
un' aria
a
del
le sciocchezze
ritrae
poeta
si
non
di
può
di
sé
pur
di
quel
gloria di
della
questo
di
e
quel
Colombo
merica
scoperta dell'Asuo
riso
segreto
mente
poeta, nel riferire oggettivasi appaquel popolano, non
lesa
dire
capolino. Questo,
del Pulci.
il Pulci
Mentre
contraffa
spesso
mente,
vera-
il Pascarella
perchè imputare a lui tutte
volgarità,le puerilitàdei cantastorie
come
le
E
fa mai
non
semplicemente,
Ma
può,
resistib
ilare,un' atmosfera di comicità irquella rappresentazione oggettiva.
comica
il
la
anche
e
narrata.
attorno
L' intenzione
egli non
entro
tal modo
Italiani
tal modo
mai;
ridere
in
narra
d' altri sommi
in
Ma
voglia
oggettiva la rappresentazione
osteria,non
che
il Pascarella
e
per
rodia.
pa-
le sciocchezze,
della
o
letteratura
di Francia
venuta
o
epica e romanzesca
dall' Italia settentrionale,se egli anzi, contraffacendo
e
come
parodiando, se ne beffa apertamente! Sarebbe
fatta x)er giuoco; o come
cosa
prendere sul serio una
d' aver
deriso
la gloria di Colombo,
incolpare il Pascarella
ritraendo
Il Pulci
cavalleria
o
di
la
che
il racconto
non
si sogna
religione;
faceva
ne
polano.
po-
lui di deridere
neppur
si spassa
quel
a
contraffare
i
la
tastorie
can-
la loro
modi, con
la loro psicologia
lingua, con
infantile,coi loro mezzi
inventivi
stereotipati,la materia
epica e cavalleresca ;
di tratto
in tratto
ed
interpreta il sentimento
segue
popolare per qualche scena
patetica,per qualche azione
che suscita l' ira o il compianto o lo sdegno, ecc. Naturalment
piazza,a
tutto
coi
cantar
questo,
se
loro
rappresenta
per
lui
uno
L^IROXIA
spasso,
giuoco,
un
anche
r arte
sua
preso
sul
immedesima
di
non
nel
può
non
esser
non
si
rado, dunque, egli
racconto,
ma
col
sempre
timento,
sen-
la psicologia del popolo,
logica, con
che poi, tutt'
espressioni eiììcacissime. È vero
trova
la
tratto, rompe
è
non
anche
qui
E
burlesca, i)opolare:
il sentimento
spesso
anche
è
Morgante
è la
naturale, incoercibile
nella
il
—
che
mondo
è
io
veduto
Gano
io
—
credo,
sia 1' autore
«
nel
traddice
con-
il
riso
sor-
senso,
del
egli
anzi
—
epici più
poemi
gettivi,
sogil
definito:
esser
mento
tempera-
un
discussioni
sul
suo
Morgante, chi Orlando,
mina
1' unico
personaggio, che do-
vuole
sia
che
1' azione, attorno
tutta
svolge,
chi
che
senso,
tante
e
dell' indole
attraverso
giocondo. Anzi, dopo
—
Momigliano
i)otrebbe
conosca;
cavalleresco
protagonista
il
afferma-
dei
scita
l'u-
popolo.
irruzione
uno
a
interpreta
e
soggettivo: soggettivo
Morgante
e
Ma
satirica:
segue
epica. In questo
materia
aggiunge,
me,
sé stesso, quando
a
risata.
una
del
secondo
del
Pulci
con
intenzione
per
me,
sbaglia, dunque,
che
serietà
questa
secondo
mai,
è spesso
chi
piega
poi eh' egli v' im-
tempo,
e
serio; e
davvero
con
un
studio
e
fatto
il solo
per
77
CAVALLERESCA
POESIA
NELLA
COMICA
stesso
al
:
1' azione
tutta
quale
all' infuori
di lui
si
e' è
non
l)rotagonista».
Poche
1' età
detto :
pagine innanzi,^ egli aveva
riso spensierato più che
satirico,il
di
Morgante
la
non
è che
alla
materia
superfìcie
».
prima parte del volume
1' uomo
mentre
forza
il
come
1
2
In
«
la vernice
durar
Morgante,
col
cuore
Pag.
120
voi.
cit.
Paff.
113.
-
121
del
a
poeta rideva.
scrivere
si
deformandone
un
straziato
Non
i^oema
da
sempre
vrappone
so-
tanto
sol-
E, indagando e studiando
l' indole
di Luigi Pulci :
il
del
riso
che
tempo,
tradizionale
piangeva,
d'animo
del
quel-
nella
«
Certo,
fu piccola
giocondo
nuove
78
PARTE
ferite,fra
PRIMA
fame
della
le minacce
debiti.
Non
ridono
dei propriitravagli,ma
poeta sventurato, che
in
di
è rarissimo
la
impiega
attività artistica
sua
si vela
mai
di
quale il riso non
miracolo, nel quale probabilmente ebbe
un
della
l'intlusso
qualche parte
Confesso
prigione per
poeti, che si
quello di un
nella
un' opera,
pianto. È
i casi
infrequenti
sono
della
e
di
passata eh' io
Einascenza
».
riesco
non
giocondo lo spirito del nostro Einascimento,
altri lo vede.
tanti
con
Momigliano insieme
degli inviti a godere, specialmente quando
insistenti
vogliono
e
di chi
diffido
di Bacco
ne
iìnem
JB può
giocondità quella
dirsi
! Potrebbe
gioconditàdi giovani.
d' Orazio
:
tibi
E
di chi si stordisce
filosofia di
quante
carnascialeschi
star
questo, che
questione oziosa, tanto
dall'
più
a
per
saggi,
tristi
cose
chi
non
sappia leggervi
sentimento
il Pulci
me
per
aspetto caratteristico
dell' indole
del
sarebbe
il momento
per
che
è la lingua bufibna
sua
Trionfo
addentro!
lasciamo
la
Il
costo.
cliem
mai,
se
esser,
canti
i famosi
ben
e
così
son
dederint...
Di
non
tutto
Diftìdo
scire neftis,
qiiaesieris,
qiieni luihi,
quem
pensare
Ma
il
come
spensierati;
essere
è il carpe
f Ma
non
dicono
d'
gajo ad ogni
esser
cV Arianna
e
Tu
vuol
1' aria
aver
così
veder
a
popolo,
e
ritrae
fiorentina
le idee
il
e
del
epica e
popolo, rispetto alla materia
cavalleresca,nelle espressionid'un cantastorie,eglivuol
Mor gante
il quale per
contraffare e parodiare nel suo
è poi tutto
di giocondità
ripeto, non
quel monumento
me,
che il Momigliano
ci vorrebbe
far credere.
,
Per
spiegarci
basta
che
il Pulci
vita
del
Io
vo'
por
s' è
il
miracolo, di
mente
a
proposto,
parla
questo, cioè più
che
se
poeta è tristissima,
dire
una
cui
alla
sua
egli
nel
frottola confessa:
«
P
gliano,
il Momiallo
indole.
scopo
Se
componimento
ho mal
quand'
la
i'
l'
rido
A
»
comica
ironia
e
Io
«
nascita
questa della
«
ed
—
raro
modi
due
rassegnarcisi
di
era
riderci
o
—
e
Frottola
egli aveva
da
consolazione
x)iacquimai
non
«
...
egli è inclinato fin dalla
il Momigliano
alla malinconia, come
jjer altre testimonianze, oltre a
comi)osta negli anni
tardi, se
mitigare i i)roi)ridolori :
per
il rimedio
al quale ricorreva
più
dimostra
stesso
lieto »,
piaccio»,
alla mestizia
79
cavalleresca
poesia
sarò mai
non
stesso, né
me
nella
se
modo
al
su
disperato »,
e
umoristi
degli
:
triste
quest'umorismo
«
vera
manca
quasi
soggettivo nel Pulci, non
oggettivo
affatto nel Morgante », come
diventa
jjoi soggettivo,
zione
invece, il riso del Morgante, naturale, incoercihile irrunella
materia
delV indole del Pulci
epicaf Come
il Pulci
il vero
può esser
protagonista del suo x)oemal
—
—
lettere
a
nel
«
vive
Frottola
il
Pulci,
riesce
due
vite,rna
doloroso,
Dualismo
che
Ma
se
ridere
à
in
parte
dei
suoi
riesce mai
degli umoristi, non
la disposizione naturale
poema
suo
Egli
nella
e
modo
stato!
fosse
Magari
non
esclama
—
condanna
le fa vivere
il Pulci
il
qua
dolori
oggettivare
a
all'umorismo.
nel
suo
poema.
Momigliano,
nel
rappresentare
a
nelle
—
Morgante
allegra, mentre, quando s' è
la sua
raifreddata
i facili versi
sono
fantasia, onde
fluiti come
una
brigata perennemente
gaja dalle porte
d' un
di
palazzo fatato,il dolore della vita tormentata
ogni giorno lo deve, pel contrasto,riassalire più acuto
che mai!
O dunque?
Se è una
è l'indole
maschera, non
la
parte d' una
maschera
»
che
materia
Ma
naturalmente
«
incoercibilmente
è
neanche
nel
poema
non
la materia
dice
il
una
non
cavalleresca
maschera.
«
Di
c'è quasi nulla
infusa
Cesareo, il quale
battaglioe in Margutte vede
mira
allo specchio del suo
rozzo
Il primo è
ignorante,vorace,
come
irrompe
nella
epica !
soggettivo
è
e
:
il
d' un' anima
nel
il
veramente
gigante
popolo
e
sincero
manesco,
Morgante
plebea
»
di
armato
stesso
si
che
naturalismo.
burlone,
ma
80
rillMA
PARTE
ha
non
del
cenno
compie le imprese più ardue a un sol
padrone; è la forza ignara e subitanea
perfìdia;
suo
e
diretta da un
sentimento
che
popolo acconciamente
ne
svilupi)ile qualità oscure, V onestà, la giustizia,
l' indulgenza, la devozione, V amorevolezza.
Margutte
del
è il
invece
canaglia
abietta
fede
sentimento, la
impudente, motteggiatrice ed obspavalda». E il vero
protagonista
popolo
senza
e
e
e
bliqua, criminosa
è dunque
del poema
Morgante,
segue, ammirato, le strampalate
di Francia
vi partecipa a suo
e
voluto
indugiarmi
posso
che il
il buon
modo.
Momigliano
convinzione
ha
non
j"arodia.
false
le
tutte
dalla
trae
Il Pulci
sua
rilevare
a
popolo, che
dei paladini
avventure
altro,nella
rappresentare
Non
senza
secondo
—
seguenze
con-
me
—
Morgante sia soggettivo.
anche
il
compagnia:
Egli è in buona
per
in certi
Eajna le novità del Morgante consistono
l'Autore
introduce
curiosi
episodi, dove
personaggi
erronea
che
il riso
del
«
di
fattura
sua
quanto
fronte
suo
all' opera
Momigliano
Morgante. Se
allegra!Per
al
».^ Ora
sua
ripeto
vi
me
poeta
non
—
rappresenta
è
ciò
che
che
dimostra
la
parte d'
torto
: «
del
oserei
Pulci, quando
mistero
^
Non
Vedi
il
Momigliano
però sostenere
Ulivieri
della Trinità
Introduzione
alle
(Firenze,Sansoni, 1900).
con
Fonti
stesso
nel
mente
diretta-
sentimento,
della
buffona
certo
punto
serva
os-
a
un
la
perfetta innocenza
mi
vien
fuori
quel
certo
esempio
dell' Ori.
Pulci,
maschera
una
al
logica, alla psicologia, alla lingua
plebe, nella parodia eh' egli ne fa.
esempio,
lo
attribuire
alla
Così ad
il
»
affatto
attribuito
va
io
fa
ne
di
prende
«
lo
gravissimo
zione
dimostra-
nella
suo
vero
all' indagine che
stare
—
il
fantasia
colla
tanto
ragione; soprattutto poi
io e nel? atteggiamento
dobbiamo
se
scapriccia
la
con
del
si
e
a
Far., seconda
spiegare il
della
ed.
can-
pag.
20
l' ironia
spiega un bel nulla ». Come
dela, che non
spiegano nulla non
spiegazioni che non
tutta
la letteratura
i)opolare! E poi, se
già
trova
Pulci?
Più
sotto,
e
—
e
il
fervore
sempre
».
queste
fosse
piena
malizia
del
conversione
di
Ma
e
la
per
neotìti
dei
si
il paragone
conversioni
rai)iditàe
troppo
insospettiscono
meno
della
queste
la loro
per
i)er
Già
«
di
se
la
e' entra
proposito
a
Fuligatto, osserva:
battesimi
che
Orlando,
nelP
81
cavalleresca
poesia
kella
comica
se
questi
loro
più
^—
questo
quenza
fre-
è
o
uno
che dimostra
lità
appunto la puericaratteristici,
della concezione
religiosanella epopèa francese !
città,i vincitori impongono
Appena conquistata una
chi si rifiuta,tagliato a
agl'infedeli la conversione:
d' un
stiani
critratto
diventano
fìl di spada ; e i battezzati
il Pulci ! A
e' entra
Ohe
zelantissimi.
proposito
dai
dell' episodio d' Orlando
motteggiato nel e. XXI
Vesu
ragazzacci della città,che il paladino attraversa
si regge
in piedi,
gliantino così mal ridotto,che non
la maestà
il Momigliano
dice che il Pulci non
sente
Pel nostro
e poi nota
:
poeta il riso è una
cavalleresca,
il proprio
delle grandi leggi, a cui tutti devono
pagare
tributo. Il Pulci, quindi, accenna
ne' suoi personaggi
i lati seri quanto
tanto
i lati ridicoli,
li riduce
e
a
quando a quando ai limiti dell'umano.
Così, in quest' episodio pare
che egli i)renda in giro Orlando, ma
è vero
: un
non
paladino invitto,col palafreno cascante
anche
Yegliantino qui scade dalla dignitàsolita nei
dei tratti
«
—
cavalli
degli eroi
s' avvicina
capitis,non
figura? E questo
fate
Ma
e
un
qualche cosa
G
può
accadere
gli s' avvicini
che egli non
è
autentico
vicini
non
alla
:
molto
beffa,ma
un
paladino?
a
beffeggiarlo
Quijote, ma
qual modo
Orlando,
subito
simile
non
petulante
dalla trista
Don
un
in
ecco
momento,
di
un
ad
diminutio
una
po' al Cavaliere
un
che
vedrete
per
è sottoposto ad
non
—
si rialza. Nella
un
sato
abbas-
fonte c^è
(Ori.L. 30-37). Siam
1' abbiamo
ladino
pa-
raggiunta
ancora
già
:
82
PARTE
si avrà
la beffa
della
meditata
è attribuito
al Pulci
nella
fonte, e
del
che
V
raziocinio».
già, i)rima
che
quel
sarà
il riso
solo, quando
ribellione
trova
PRIMA
si trova
in
poi
esplosione
Anche
qui
di
tutto, si
altri poemi,
Octavien,
et
esempio nelVAlol e nel Florent
che hanno
i
Così,quella certa facilità di commozione
molto
non
turale
napaladini, e che al Momigliano sembra
in guerrieri di quella tempra, si trova
già,come
ad
come
è
si
nelP
noto,
versi
leggono
francese,dove
centinaja di volte
stereotiquesti (formuleepiche pate)
epopea
come
:
Trois
Quando
fois
il concetto
umorismo,
più finemente
e, anche
avvezzo
com'
che
cioè sia
tuttavia
trovare
s' è formato
il riso
«
che
l'
del-
penetra
nel
s'intende
cose»,
buona
volontà anche
delle
molta
con
terre.
proprio oggetto,
di
alla contemplazione
indizio di uno
spirito
il nocciolo
egli possa
cuutre
Momigliano
si eleva
non
cercare
l'umorismo
il
•
esercito:
pasment
en
destrier.
coiant
più profondamente
o
generale, è
a
s'
questo
quando
fatto
un
che
intero
un
frane
milie
le
sor
pasme
viene
non
Cent
Dato
se
prima egli
stesso
abbia
il genere
di riso del Slargante
detto che
scaturisce
da una
non
psicologiaprofonda » e che questo
del Pulci
procede « da due. ragioni,dall'inettitudine
nel
Morgante,
che
ostante
non
«
e
dalla
materia,.che
inconsistenti
ridicolo
il
fisico,
delle
«
un
e
»
riso
umorismo,
che
solito
ridicolo
d'
»
un
«
caratteri
specialmente il
menti,
forme, degli atteggiavede
corpo
che
di
appaga
»
nella
il
e
sia di
suo
quasi
sua
lito
so-
costante
dello
per
ecc.,
il
«
delle
superficiale
ora
si
il Pulci
movenze
leggerezza ritrae
tempi». Ma
simpatia, ecc.
di
dei
spirito e della letteratura
lui: «il pianto, l'indulgenza, la
sono
tutti
quale, in somma,
elementi
è
—
accessori
come
ha
»
l'
del-
detto
il
84
PARTE
Mi
intrattenuto
sono
fra i tre
PRIMA
così
Morgante perchè
è quello
cavallereschi
lungo
a
nostri
sul
maggiori poemi
cui certamente
ha piìi campo
F ironia : P ironia che
secondo
V espressione dello Schlegel
riduce la materia
a una
perpetua parodia e consiste nel non
perdere,
in
—
—
nel
neppure
del
momento
irrealità della
è più
riosto,
dei
due
serio. Ma
serietà. Il Pulci
che
solleva
tratta, anzi
borghese
corte
una
tiene
la
ho
della
poeti,il Bqjardo
intendersi
è poeta
dal
nulla
per
ve
altri
bisogna bene
maggior
non
coscienza
creazione.
propria
L' intendimento
patetico, la
nel
di
senso
la materia
popolo
quella
come
questa
su
popolare^
riderne
per
V A-
e
che
parodiandola, in
Lorenzo, che della
gusto. Il Bojardo è poeta
che ha, per usare
le parole stesse
cortegiano,nel senso
del Eajna « una
i
e
profonda simpatia per i costumi
sentimenti
cavallereschi,cioè per l'amore, la gentilezza,
il valore, la cortesia
ha
zare
e
se
non
ritegno a scherparodia,
come
detto, ha
il
»
«
di esporre
alla derisione
soggetto, né ha rimorso
i suoi personaggi, gli è che egliintende a celebrare
non
e
prodezza, la cortesia e F amore,
già Orlando
col
la
Ferraguto
per
dar
in
ozii
Ginevra
di
erranti,non
di Erancia,
amore
cortegiano, dunque, nel
tempo e gradito sollazzo
;
buon
vivendo
casi
»
potuto
questi
vita, rispettoalla
prende
Abbiamo
tempo
a
il mondo
che
epico
ogni serietà. Come
trattar
esser
seriamente
venuti
ai
paladini
innanzi
e
tutto
poeta cV
nella
stessa
Erancia
cavalleresco
ciò che
comica
potuto
senso
già da tempo
era
inevitabile.
—
arte.
già
da
perduto
poeti
era
di
materia
aveva
i
senza
condizioni
per
sopra
avrebbero
serio ! L' ironia
viso
—
trattare,è
veduto
corte
una
in un altro
Este, è
lui; risi)ettoperò alla
d'
casa
a
buon
L'Ariosto, se
poeta cortegiano anche
che
far
le fossero
cortesia.
senza
e
scrive
che,
agiati ed eleganti,ajipassionandosi ai
dei cavalieri
e di Isotta,alle avventure
avrebbe
se
che
senso
italiani
cessato
Ma
«
di
chi fa
l'
comica
ironia
comico
lavoro
un
è esentato
non
—
condizioni
dalle
Sanctis
il De
giustamente
osserva
—
85
cavalleresca
poesia
nella
dell'arte».
serie
serie dell' arte rispettapiù
Ebbene, queste condizioni
di tutti il Pulci, ma
di tutti l'Ariosto, meno
non
per
far credere il De Sanctis,
ci vorrebbe
difetto d'arte,come
eli' egli si prefisse.
bensì
ripetiamo
per lo scopo
è certamente
caricatura
Olii fa una
parodia o una
lesco
satirico o semplicemente burda un
intento
animato
o
—
—
satira
la
:
ridicola
o
la burla
modello,
del
non
e
in un' alterazione
consistono
i)erciòcommisurabili
sono
qualità di questo e segnatamente
con
quelle che spiccano di più e che già
stesso
una
rappresentano nel modello
esagerazione.Ohi
insiste su queste qualità
fa una
caricatura
parodia o una
se
in
non
relazione
spiccate; dà
maggior rilievo;esagera
loro
far
le
con
è
inevitabile
Per
mezzi
espressivi,si alteri stranamente,
grottescamente la linea, la voce
anche
l'espressione; si faccia
in
alle condizioni
essa.
su
difetto
un
nell'
serie
d'arte
alcuna
esce
e
per
di
o
natura,
un
sé,non
mostro
può
;
alcuna
avere
quel vizio
della
campo
di
vizio
o
deve
sistere
con-
risulta
Ne
verità,né, dunque,
la verità
relazione
fantasia
quel difetto
e
un
rida.
ne
all'arte
qualcosa che, a considerarla
bellezza; i)er intenderne
in
bisogna esaminarla
così dal
se
su
il lavoro
e
o
o, comunque,
Si lavora
esagerarlo, perchè
inevitabilmente
in sé
di
goffamente
violenza
somma
i
si sforzino
che
zione.
questo
un' esagerar
e
col
però
modello.
Per
pura.
lezza,
la bel-
ridere
Si
di
deriderli,dobbiamo
lo strumento
anche
scherzare
con
scienti
codell'arte;esser
del nostro
gioco, che può esser
crudele, che può
anche
intenzioni
di
anche
non
aver
maligne o averne
le aveva
ad esempio Aristofane
nelle sue
serie,come
o
o
per
caricature.
Se
alle
dunque
il Pulci
condizioni
ripeto.Lo
stesso
serie
non
nel
suo
lavoro
dell'arte,non
si può dire
comico
é per
per
vien
meno
insufficienza,
il Bojardo. La
86
serietà
maggior
neir intenzion
dell'
di.piacere alla
il
e
piacer
del
suo
noto
che
questo
deve
dire che
a
nel
—
libro
suo
Le
su
noi
consistere
starebbe
Certo
fumo
se
l'edificio
il
del
per il Conte
che
vero,
un
sorriso
Bojardo,
canta
suo
predecessore
non
ne
manca
e
toni, e da uomini
il Bojardo canta
e
di
se
Einaldo,
Non
tra
il
e' è
un
tono
Bojardo
sua
colla]
un
materia.
del secolo XV
erano
si è che
l'edifici
quel-
fantasmagoria
non
crede
ci crede
fa
ne
tasmi
fan-
in
giuoco
meno
c'è nel
».
giormente
magil
Furioso,
E, alcune
gine
pa-
e
quella
con
ci vuol
celebrava
Palestina
molto
mi
ad
da lui i)reso
soltanto
a
un
e
secolo
l'acquisto
par superflua
accorgersi che
e
rappresentare,
per grado e i^er
Pulci
d'immedesimarsi
di
Italiano
colto
quei terribili colpidi
lancia
impediva al
Che agli occhi
ridicoli
serietà
medesima
di cui
errore,
il mondo
quello che
ariostescaì
che
giudiziosissimi,
d'Albraccà, e le avventure
contrasto, dissimile
vero
da
ed
La
si
Innamorato
le guerre
la confutazione...
«
pretende,
incredulo,sciolto
ironia
se
autorevolissimi
È
costo
rismo,
parlare di burlesco e umoInnamorato, deve far meraviglia,
avvezzi
tutti i
a sentir ripetere su
deW
Gerusalemme!
Fur,
a
trasformato
e
—
distinzione
come
giuoco, non
convinzione, colla quale il Tasso
dopo le imprese dei Cristiani in
di
mente,
seria-
il sentir
Si è tanto
poca.
della
Se Lodovico
non
neW
Certo
: «
fa
ne
Bojardo
già una
maestro;
e
proposito
d' Orlando
se
nemmeno
innanzi
non
gusto
suo
delVOrl.
Il male
di Scandiano.
all'occasione
e
e
quella
tratta
ironia
fosse
quei personaggi,erano
a
in
Furioso, domanda:
i personaggi deìV Innamorato.
al mondo
già
non
Kajna, che
Fonti
cosiddetta
con
avesse,
il
o
nella
bene,
l'Ariosto
anche
11
continuatore», a proposito
faremo
in
Bojardo
di rialzare
proposto
farsi tra V Innamorato
che
il
la cavalleria.
poema,
si sia
«suo
da
considerarsi
bensì
arte,che gli difetta,
corte seguendo anche
il
finanche
nel
par
sua
PRIMA
suo.
Si arrivò
com'è
di
PARTE
ogni
li'IRONIA
e
senza
ore,
O
tutta
avesse
prova,
questo mondo
in
e
mezzo
facezie ;
e
che
cole,
coscienza; ridi-
dei
romanzi
imbevuto
uomo
un
di
mai
in
prorompere
lereschi.
cavalfino
buon
un
senso
rappresentare
e
scoppio
uno
di
si studia
di far ridere ;
alle narrazioni
più
serie
esce
crea
scene,
più
d'
volta
una
egli
eroi
torto
così il
gli è
e
—
in frizzi
che
si
beffare
per
».
di difendere
Eajna crede
Il suo
ingiustizia.
Il
Cervantes
dal
trovate
i suoi
ed
di
ore
per
Bojardo ride,e
I)otrebbero credere
la cavalleria
l'anima
tutta
classica,e dotato
a
contemplare
senza
infatti il
fatto
ogni ombra
esagerazioni
si vuole
come
di coltura
al midollo
anche
le
tutte
insomma,
riso ! E
assorbivano
che
sopprimevano
e
avrebbero
al paragone
amorose,
a
87
CAVALLERESCA
ciulli
apparir fanmature
gli eroi di Omero; ridicolo quel frapparsi le arle carni
le ragioni più futili,od anche
e
per
ridicole le i)rofonde meditazioni
al mondo;
motivo
un
spada, che
di
ed
POESIA
KELLA
COMICA
^
da
Bojardo
stampa
alla ri-
rilevato
stato
una
è
quello di trattare la
senza
questione dei rapporti tra il Bojardo e l' Ariosto
una
adeguata preparazione estetica. Eppure, già il
in un
De
della poesia cavalleresca
Sanctis, trattando
del libro
dal Cesareo
di lezioni all' Università
corso
maravigliosamente:
è la fantasia:
il
ma
La
«
i sensi
potente
avere
la fantasia
virtù
errori
della
i
poesia. Ma
facoltà,che
Vedi
in
fantasia deW
Critica
Ariosto
se
ha
un
un
militante
(pubbL
esser
nel
difetti
il
disegno
ed
povero
alto
una
(Messina, Trimarchi,
prima
su
la
Nuova
coltà
le fa-
poeta
non
l'intelletto
poeta può
o
toccano
non
eccellenza
fantasma,
disegno
poeta che ha in
bel
il
:
avvertito
con
inerti. Un
ed
estetica
geografici: questi
e
forma
rimangono
non
commettere
storici
solo
lavora
non
le facoltà cooperano
è solo poeta ; mentre
e
di
Zurigo, aveva
facoltà poetica per
poeta
estetiche,tutte
alte
—
ginazione,
d'imma-
spropositi
l'essenza
grado queste
perfetta ese-
1907)
lo studio
Antologia).
La
88
PARTE
cuzione
vivente
poeta. Ecco
la distinzione
formativa
è stato
vasto
il
vario
e
condizione
del
superiore
poeta;
e
qui
il
solo
tità
quan-
è
per
più
già una
prima
Bojardo è
Dumas
meno.
la
tiva:
inven-
riguardo il
che basti, è poca
non
è il
nell'arte
abbia
raccolto
non
inventiva
come
grande
una
tal
per
Ma,
—
qual punto
clie ha
poesia;
qualità.L'
al Pulci.
l'invenzione
di
a
Ha
italiano
poeta
i)er
farsi. Fin
ad esaminarlo
fino
del fantasma.
materiale
anche
ma
venire
vedere
poeta, bisogna dunque
potenza
da
in
altre facoltà. Per
da
è la
di fantasia
mancanza
quistione V ingegno poetico
clie abbiamo
pendono
difetti,
enumerato, di-
i
Bojardo;
der
saprà ren-
fantasia,non
la
:
diritto di mettere
avete
del
debole
vede
quanto
del
morte
non
ha
meccanica,
PRIMA
lascia
cosa:
ai suoi
di
segretariil'incarico
raccoglierei materiali,ne' quali
si riserba
d' infonder
il materiale,
poi la vita. Eaccolto
lavorare!
il Bojardo lo sa
Ecco
la quistione. Non
lo
ed arido
lascia nudo
il Pulci; ha la facoltà del
come
minazioni
concepimento, dà ad ogni fatto e personaggio le deternecessarie
perchè acquistiuna fisionomia propria.
un
gli basta l'abbozzare
personaggio; e anzi,
dei principalidisegnatori della j)oesiaitaliana.
Non
egliè
uno
Pochi
dar
sanno
Che
carattere...
far vivere.
Anche
da
resta
personaggio. Gli
deve
più
con
i
ha
dato
Bisogna
mettere
bisogna sceglieretali
y
manifestarsi
è situazione
Ma
situazione
Il
il
su
tal forma
che
i lineamenti
tal
e
non
in opera
sono
le
sa
mutar
il
carattere,lo
zione.
situa-
sempre
passiona
ap-
determinazioni,
che, mediante
d'
un
vivo
diventi
la concesione
di esse,
personaggio.
personaggio è posto
un
quando il
favorevoli, perchè
non
ad
poeta ! Mostrar
le forze interne
più
Bojardo
la
possa
larsi.
rive-
concezione
in
».
Cesareo,
studio
al
circostanze
estetica
condizioni
nelle
fare
più appassionati
Volendo
possano
sicurezza
La
che
svolge ampiamente e precisa nel
fantasia deW Ariosto questa stupenda
suo
in-
l'
del
tuizione
verità
«
poeta,
ella
quando
si
poeta
circostanti.
il
il
sospinge
la
ei si
nella
scena
è
è
lui.
Su
là dove
una
il
basterà
già
più
nella
tutto
farci
».
sei
primi
al
è
estetica
Bojardo
del carattere
altro
egli dice
».
manca
che
Bojardo
seriamente
Codeste
in
tere
Il carat-
versi
co'
già tutto
don
bondio
Ab-
vista
de'
accresce
qualunque
per
; ed io
io dissento
fare
voluto
scere
cono-
zione
situa-
».
punto
il
di
situazioni
carattere;ma
situazione
al
passeggiata
delle
successione
la
evidenza
ridicolo
sua
riori.
inte-
dipresso ciò
favorevoli
ne'
tutto
a
un
a
saleremo
«
ciascuna
personaggio
Dante; quello d'Amleto
dell'udienza
a
Corte; quello
completa
ha
il
a
Cesareo,
un
noi
e
in
sceglie
determinazioni
sue
situazione
;
è
volge
Certo,
ed
le
le
che
curare
drammatica,
meno
situazioni
in
già
intensità
soltanto
sola
sé, non
da
caratteri
coi
contrasto
vengon
tutte
con
Farinata
quali
visione
la
una
ella farà
Per
dee
creatura
quella
bravi.
d'un
circostanza
qualunque
in
carattere
quale
allora
di
fantasia
nella
da
situazioni
situazione,anche
apparisca tutto,
che
in
intera
ha
non
suo
Le
il
poeta;
E
vive
in
che,
punto
scegliernulla,perchè quella
è libera,autonoma, fuori del poeta medesimo,
in quelle situazioni
non
a cui
se
può trovare
creatura
non
questo
a
creatura
una
si rivelerà
si trovi. Il
e
Sanctis, nota
De
89
cavalleresca
poesia
nella
comica
ironia
«
son
l'appunto
d' accordo
la
con
Sanctis,cioè
intenzioni
tesche,
pedan-
dal De
per
quanto
intenzioni
è sostanzialmente
pedantesche
nel
vedere
non
so
non
so
vederle, come
Bojardo veramente
voluto
serio e che soltanto
eh' egli abbia
la
esser
« per
forza dei tempi
sia riuscito ridicolo. Se, come
dice lo
invenzioni
stesso De Sanctis,egli ride delle sue
», non
serio. Secondo
ha voluto
esser
anzi, il torto del
me,
Bojardo è proprio là dove il Rajna crede di difenderlo
da una
mato
ingiustizia:che egli,cioè,nobile cavaliere,anida una
schi,
cavallereprofonda simpatia per i costumi
la gentilezza,il valore,la cortesia.
cioè per l'amore,
»
«
90
PRIMA
PARTE
ha
non
voluto
poteva
come
e
serio, come
esser
il
per
E,'non
saputo ridere, perchè
ad
molto
accorgersi
lui preso
a
l'inferiorità del
è appunto
non
intese
materia
parodia,come
sollazzare
sé
dal
farne
vuol
da
materia».
Pulci
tono
sollevar
più
tutto
sopra
sua
nel
e
mai
or-
riosto
all'A-
e
del
riso.
suo
gli altri,e
e
quella
popolo
deliberatamente
la
tare
rispetPulci, si dovevano
l'Ariosto
le
dell'arte,come
fatto il
aveva
serie
condizioni
le
a
volendo
volendo
non
e
colla
Bojardo rispetto al
soltanto
che,
da
tono
per
qui, nel grado
badar
volle
riso
un
simile
contrasto, dispediva
quello che im-
un»vero
d'immedesimarsi
al Pulci
Egli
il
e
ha
ci
Eajna che « non
Bojardo ed il mondo
il
tra
grado
per
serie del-
quella materia solo
la forma, e la forma
che
suo
serio,egli non
esser
rappresentare, c'è
a
soltanto
Ma
volendo
conveniva, quello de
al Bojardo. Dice bene
manca
condizioni
rispetto alle
doveva.
r arte
il sentimento
per
rispettò.
è affatto
Non
il
fumo
sciolga in
incredulo
poeta del Furioso
l'edificio
del
con
sorriso
Bojardo
personaggi deW Innamorato.
Egli dà anzi a quell'edificioe a quei
fantasmi
in
contrario!
ciò che
di verità
loro
consistenza
mancava:
e
sformi
tra-
Al
che canta
naggi
perso-
fondamento
e
estetica.
coerenza
intendersi
bene
e
i
fantastica
Bisogna
al mondo
che
vero
sul
del
credere
non
poeta
che, comunque,
rappresenta. Certo,
artista crede alla verità oggettiva, cioè reale in
nessun
che. rappresenta. Ma
si potrebbe dire che
sé,del mondo
solo per l'artista,
ma
non
questa verità oggettiva, non
esiste
come
un
per
reale
giacché
nessuno,
in
sé
procedimento
di sé stesso
o
;
e
se
non
per
crede
considerata
esser
astrazione
una
logico: l'uomo
fatalmente
può
non
non
può
in base
uscire
verità fuori di sé
a
fuori
quella
egli si finge coi propri sensi, la propria illusione.
verità oggettiva
Si potrebbe dire altresì che l'unica
eh'
per
l'uomo
sia
quella
eh'
egli stesso
riesce
a
creare
og-
92
PARTE
più ispirata da
sembri
PRIMA
che
ma
esso,
invece
esso
spiri
rappresentazione. In altre parole, l'artista vorrà
si vuole, quand'egli
la sua
rappresentazione com'essa
si sente. Avviene, invece, il i)iùdelle
com' essa
la sente
riesca a purificarsi
lizzarsi,
volte che il sentimento
non
e a ideadalla
altera,guasta o fa comunque
impeto
nella rappresentazione.
scomposto
Il tono
cui si ripete la frase :
Ho lavorato 'per
con
ci spiega la ragione per cui la magdelV arte
amore
gioranza
degli uomini, che lavorano
per fini di pratica
e
allora
—
—
utilità
che
e
matti
chiamare
suol
sé medesima,
in
sente,
tale
e
del
viaggio
Il
di Astolfo
Non
sì
E,
Che
i donati
questi
senza
poeta
potè
che
un
si
può
vedere
sentimento
macchiar
l'opera
Fortunatamente
del
che
questo
la
ove
più
anteporre
che
e
narra
in
:
ville
fatto
porre
onori
scrittori...
in
parte
non
grandissimo
un
disinteressato
mortificarla.*
avvenne
per
tanto
parte sol-
una
il sentimento
muova
quale allora x"erdel'azione
organico
si
qualche altro i^unto si può
In
poema.
la riflessione
d'essere
e
corderò
ri-
mille
e
anche
come
almeno
ha
sublimi
degli
man
Non
Ettorre;
le gran
lor, gli
fin
si
essa
Achille
mille
verità
palazzi e
Dall'onorate
Dal
si fiero
con
discendenti
Dai
forte
uè
[millee
e
si puou
lor
Ma
In
stati
son
ne
né
fama,
fine
Luna:
alla
pietoso Enea,
com'è
Fu,
la
Ippolito a Mesrisposta,avrebbe
quale però, per tutta
potuto rileggergliquell'ottava del canto
Lodovico.
ser
cui
com'
si vuole.
essa
del cardinale
la domanda
qui
in
senz' altro
essi la sentono
tale
e
sé stessa
per
vogliono, quale
la
disinteressati,
poeti veri, quelli cioè
i
si vuole
rappresentazione
che
i sentimenti
intendono
non
vivente,
e
acquista un
notare
la rappresentazi
spontanea,
movimento
jJ IRONIA
rigido
e
proposto
freddo
a
dell' arte, là cioè
serie
ma
esempio
le
tivamente,
rispetta più istin-
le
preconcetta. Citerò
Melissa
di
e
l'ironia!
dell'arte,cessa
s'immedesima
la
egli con
Questo è il punto da cliiarire e
più sottile. È qui il segreto dello
le
riesce
irrealità della
della
per
Logistilla.
poeta rispetta istintivamente
il
la coscienza
come
poeta dimostra
il
rispetto delle condizioni
non
personificazionidi
serie
perder
dove
dove
intenzione
per
là dove
Ma
il
93
CAVALLERESCA
POESIxl
È là
quasi ii:|eccanico.
d'essersi
e
NELLA
COMICA
il
dizioni
con-
poeta
a
creazione!
sua
materia!
sua
che
richiede
l'analisi
stile dell'Ariosto.
*
*
Nella
vede
lontananza
innanzi
han
in
costruito
l' Imperatore
che
eserciti
vendette
che
il
lo
già
dei
Saracini
Bojardo,
Carlone
sala
mastra
o,
Paladini
il
Carlo
quella
la
per
naso
e
a
come
per
dei
mena
tempo
attorno
non
passeggia
dello
spazio, il poeta
sé un
mondo
meraviglioso che in parte
dei cantori
parte le capriccioseinvenzioni
a
leggenda,
la
del
¥:
a
Magno.
cosa
del
scura
impaurito
più
i tradimenti
per
posta: né
sua
rimbambito,
che
dei
delle
spesso,
vede
Egli
Pulci,
dabili
formiciate
minac-
di
Gano,
lo vede
s' indugia
come
parlar
con
Angelica, aftbcato in volto e con gli occhi lustri,
poiché si sente toccar l'ugola anche lui. Egli comprende
che é da farsa o da teatrino
di marionette
un
tore
imperacosì fatto. Elda il volgo, ridano i fanciulli dei fantocci.
Il riso é facile quando con
burlesca
grossolanità
si sconci
ridicola viouna
lenza
figura o si faccia comunque
alla realtà. Questo non
può voler l' Ariosto ; e
questo lo
pone
non
egli poi
alla
in
sua
già
di gran
solo, ma
tanto
si sforzi
o
altezza
lunga
ai suoi
forse,che
alto
di dissennarsi
quella materia
sé di irriducibile
sopra
—
o
in
—
cessori,
prede-
que
quantun-
di tirar
essa, per
ormai, gli resta
a
su
ciò che
fino
ha
parte di troppo
94
PARTE
PRIMA
inferiore.
da assoluto
Egli la domina
padrone e secondo
l'imprevedibile capricciodella sua
meravigliosa fantasia
creatrice
combina
elementi
ch'essa
maraviglia
riesce
a
separa, associa e dissocia tutti gli
gli fornisce. Con questo giuoco, che
e
incanta
e
sé
salvar
la
per
la materia.
e
quel che han di eterno i
illusioni,egli s'immedesima
può,
non
sentimenti
della realtà alla
consistenza
dove
prodigiosaagilità,
egli
Dov'egli può, cioè in
sua
agli occhi
umani
e
le
umane
tutto,fino a dar la stessa
sua
rappresentazione; dove
suoi
stessi si scopre
lità
le irrea-
irreparabile di quel mondo, egli dà invece alla rappresentazi
una
leggerezza, quasi di sogno, che si
ilara tutta
sottilissima
ironia diffusa,che
d'una
non
quasi mai l'incanto ne di questa o di quell'opera
rompe
magia rappresentata, né quello assai più meraviglioso
che opera
la magia del suo
stile.
Ecco, ho detto la parola : la magia dello stile. Il poeta
di
ha
estetica
la
che
compreso
a
verità
e
ha
magia
un
solo
i)attosi i)oteva dar
fantastica
tanta
a
mago
un
parte:
sua
quel mondo,
a
a
patto che
volta, e
il
appunto
ove
il
coerenza
tasse
diven-
poeta
stile dalla
suo
magia
prendesse qualità e virtù. E c'è l'illusione che il poeta
sé stesso, immedesicrea
a
a
mandosi
noi, e talvolta anche
nel
si tutto.
giuoco tino ad abbandonarvi
Ah, quel giuoco tanto
gli par bello, che amerebbe
di crederlo
realtà: non
che, di
é, pur troppo! Tanto
in
tratto
lo
e
verso
tratto,il velo sottilissimo si squarcia; attrapre,
squarcio la realtà vera, del presente, si sco-
allora
l'ironia
diffusa
subito
raccoglie d'un
si
improvviso scoppio s'appalesa. Questo scopilo
urta
mai
però non
stride, non
troppo : si presenta
e
con
sempre.
a
E
oltre
sé stesso, ci
alle illusioni
son
quelle
che
che
i
il
poeta
personaggi
i maghi e le
quelle che a loro creano
giuoco d' illusioni,
fantasmagorico.Ma
non
è tanto
nel
mondo
crea
fate.
la
si
È
a
noi
e
creano
tutto
e
un
fantasmagoria
rappresentato, che
ha
sovente.
l' ironia
ripeto, la
stile
e
consistenza
nella
meraviglioso accorgimento ha
rivaleggiando cioè con
irriducibili
salvar gli elementi
il resto
tutto
con
ha
il
poeta^
la stessa
magia, poteva
materia
e
innalzato
renderli
prova?
vogliamo una
magia d'Atlante,nel
i
un
castello,ove
la
con
così soltanto,
che
compreso,
della
quale
I^e
coerenti.
poeta rivaleggia con
il mago
del
rappresentazione
nello
realtà;quanto
della
stessa
95
cavalleresca
poesia
nella
comica
Il
XII
canto
cavalieri
:
si
vi
ch'essi
le loro donne
cercar
a
travagliano invano
credono
rapite; tre, Orlando, Ferrali e Sacripante, vi
d' Angelica, che essi credon
la fìnta immagine
cercano
vera.
d'Atlante, fa che
Ebbene, il x^oeta,jnù mago
viva
in
entri
Angelica
che
può
rendersi
vana
come
da
Atlante
per
magia.
creata
e
vera
Quivi entra, che
E
cerca
il
E
trova
Orlando
Di
lei
Vede
usa
Chi
tor
debba
Nel
suo
È
di
un
una
lui
a
di
e
né
sol
Nessun
incantamento
Perchè
l' anel
che
innanzi
alla
avvenne
sopravvenne.
donna,, quando
gì'impediva;
ogni disegno
vano.
niano
in un' altra. Il
fa anzi
a
quello.
il velo.
in
entra
lo
le
a
faccia
sua
eh' ella si pose
d'Atlante
magia
di
dimostrarsi,e
Ferrali
e
risolve.
ne
Sacripante
a
ostello.
rivolve
se
e
-,
vago
questo
a
ben
Mago;
immago
sua
molto
bocca,
tutti
par
quest'elemento,
momento
di
lor
occhi
dagli
Ch'Orlando
Fece
la
il
può
anello
suo
quello
fraude
di
trasse
Corser
per
gran
pensier,
Credette
dal
immagine
vana
la
non
Sacripante
e
fingendo
Atlante
Levò
veder
invan
come
L' anel
quella
tutto, ascosa
cercar
quel castello.Angelica
gli
poeta
siffattamente
occhi
nostri
s' avvale
suo,
che
in
illusi la realtà
y()
TAIITE
diventa
magia
scopre,
la
la
e
realtà
PRIMA
d'un
subito
sparisce mercè
;
d' Atlante
realtà:
magia
Angelica
appena
avventa
crolla
e
l' anello, ed
il
ecco
si
canto
l'in-
castello
reale
innanzi
quasi consistenza
noi.
Che
in
a
stupenda finezza
questo giuoco! È
la magia vera
è quella de lo
giuoco di magia; ma
assumer
stile ariostesco.
Che
ne
più
volete
Volgon pel
di
quei poveri cavalieri!
bosco
Quelli scherniti
Chi
anche
li fa andare
quinci or quindi
or
la
faccia.
stupida
incontro
in fretta
questi scherni
a
e
a
guai
peggiori! Ma
l'amore, signori miei, che se non
è proprio proprio una
pazzia, tante pur ne fa fare,jeri
come
e
oggi, e tante ne_farà far domani
sempre!
Chi
il
mette
Cerchi
Che
è in
A
giudizio
E
sebben
E
mostra
altri
Vari
gli
effetti
tutt'
Gli
è
una
come
Conviene
questi due
immagine
su
del
quest' amore
incantati!
Ma
furono
fece
far
son
;
però,
che
ultimi
suo
che
come
versi
jeri,là, in quel
vi piace; ma
pensate che
con
oggi e creerà domani
la via
ove
fallire.
va,
poeta dà
poggia
una
per
perfetta
tanta
parte
Fontane, giardini,castelli
oggi
realtà
pazzia
vi
il
che
sono
stesso?
li fa uscire.
chi
dissenna.
segnale.
espresso,
sé
selva,
gran
poema,
sì! Se
la
ma
forza, a
a
più
segno
smania,
non
ognun
voler, perder
una
insania
non
qualch' altro
a
pazzia
per
se
l'ale;
universale:
Orlando
è di
quale
v'inveschi
Amor
savi
Che,
È
In
de'
pania,
amorosa
non
somma
come
furor
P
su
e
ritrarlo,
non
Suo
pie
per
per
noi
larve
stenti,
inconsi-
le
mondo
altre
l'eterna
pazzie che l'Amore
lontano; ridetene, se
fallaci
magia
immagini
delle
sue
crea
illu-
jj
sioni
Se
l'Amore,
e
Frate,
L' altrui
elle
a
mostrando,
tantino
un
gravare
la
«
amor
per
D'
die
sì
colei
che
uom
8e
da
Che
'l poco
Me
ne
Che
tal
però
basti
tanto
m'
ora
ha
lo
e
matto
e
stimato
era
ad
qua
giusto grado
principio s'era messo:
prima
;
fatto,
ad
mi
or
lima,
concesso
finir quanto
a
forte, e
però subito
al
furore
quasi
ingegno
sarà
mi
saggio
ha
non
la favola
è
fantasia
da
in
poeta
perchè
richiama
venne
di voi.
fallo.
il
:
mano,
la
fin
cui
giusto tono, in
Dirò d'Orlando,
die
ridere
il tuo
la tentazione
gli si muti in allegoria.E
là egli difatti vi casca;
e
risolleva,per fortuna, e lo
al
vedi
non
e
uomini.
vai
tu
è la verità. Vedete
la favola
Sotto
degli
tormento
a
quelli,potreste ugualmente
di
voi ridete
scherno
a
97
CAVALLERESCA
POESIA
NELLA
COMICA
IRONIA
promesso.
virtù
magica. Tutto il
è, nella rappresentazione,fantasmagorico,
primo canto
da lampi, d'apparizioni fugaci. E
corso
questi lampi
i lettori,
anche
ma
non
per abbagliar soltanto
sprazzano
Ecco : ad Angelica balza innanzi
gli attori della scena.
naldo,
l'elmo, l'Argalia; a RiRinaldo; a Ferraù, che cerca
Bajardo; a Sacriimnte, Angelica; a tutt'e due,
e poi Bajardo di nuovo
Bradamante, e poi il messaggero,
Rinaldo.
E questi lampi, dopo il rapie
poi di nuovo
dissimo
guizzo, si estinguono comicamente, con la frode
dell'illusione
improvvisa. Il poeta esercita,cosciente,
dà mai
questa sua
tempo ; lascia questo e
magia ; non
dello sbalordimento
prende quello; sbalordisce
e sorride
E
fin da
altrui
e
stile ha
ho
principio lo
de' suoi
Non
va
stessi
molto
personaggi.
Rinaldo
Saltare
innanzi
Ferma,
Bajardo mio,
Che
1' esser
senza
il
suo
te
che
si vede
destrier
deh
ferma
troppo
mi
feroce
il
:
piede
nuoce.
!
98
PARTE
Per
PIUMA
questo il destriev
Anzi
più
se
ne
va
sordo
Figurarsi se Bajardo
innamorato, dunque
è
il
che
senno
poeta
a
sì,ma
^el
eh'
ha
qui
poeta è
del
padrone
suo
meraviglia,
può capire. Ecco
non
d'
non
giurerei jjroprioche
L'ironia
a
intelletto
—
! Il
:
è dato dal
gli uomini
(s.19) dice, a mo' d'aggiunta,
a
II
e.
avea
intendiamoci
di satira.
ingegno
avea
toglie
bestia,
fugge.
E
padrone
suo
il destrier
—
Non
il
l'Amore
una
«
che
che
distrugge,
clie
è matto.
Quel destrier,eh'
capisce quel
si
fermarsi
voleva
riede,
non
veloce.
sempre
Segue Rinaldo, e d' ira
Ma
seguitiamo Angelica
lui
a
umano
».
Umano,
!
innamorato
uomo
ci sia
non
punta
una
sottilissima
una
sega,
tanti
denti, e anche
quello della satira,che
morde
un
po' tutti,fino fino, sotto sotto, a cominciar
dal cardinale
Ippolito, suo
padrone.
Oh
Yi
che
par
che
Ferraù
modo
che
bontà
gran
e
de' cavalieri
antiqui !
come
se
sapete,cavalchino insieuie,
stato! Il Eajna dice che i romanzi
francesi
buona
fede molti esempii di siffatte magnanime
e
tre
ne
dal
reca
la cortesia
Ma
che
Ferraù
Io
alla
riuscito
proposta
combatto
non
una
a
dei
che
donna
così. Ma
avrebbe
di Einaldo
che
non
difenderla,
cavaliere
di cavalleria.
cosa
per
una
fosse
in
recano
m'invoca
ho
Einaldo
intenderlo,
Per
potuto rispondere
il duello
di smettere
preda,
io
combatto
io
son
invano
».
Un
e
nobile, avrebbe
quanto Ferraù
non
:
per
se
ajuto;
combattuto
antico, veramente
tanto
nulla
«
ombra
a
pensare
difendere
buon
già
dimostrano
non
bisogna
«
Tristan
non
quel
cortesie,
concludere:
Questa è
per
cavalieri di Brettagna ». Benissimo!
due
cavalieri
dell'Ariosto,
la lealtà dei
e
fatto
nel
soltanto
qui l'ironia consista
Einaldo, dopo essersi picchiati a
sposto
ri-
vedono
100
di
ha
Angelica non
ironia,attribuendo
corsa
e
;
fine
con
caduta
al
cavallo, che
da
quél messaggero
su
un
O'è
da
dèi
che
saper
valor
morirne!
Ma
d'
ti levò
di
donzella.
gentil
una
sella
basta:
non
Einaldo;
ecco
il povero
di
Sacripante, re
e
a
piedi.
scornato, bastonato
alla fin fine può consolarsi,che non
resta
Ma
della
cioè,al solito,la colpa
gli fa dare il calcio delP asino
che
sopravviene afflitto e stanco
L' alto
fugge;
soltanto
anche
lui simili
a
di
e
anche
i
balia
n' è per
la frode
che
maghi
dell' amore,
volete!
disgrazie.Ad
peggiori.Ce
rappresentar
E
delle
della
Ferraù,
ritrova
«
staccatosi
onde
donna,
le
si tolse
»,
si rimette
a
poeta si spassa
e
e
mondo
un
della
date
in
; che
ne
ganni,
magia gl'in-
la mutabilità.
non
di ritrovar
spera
ricevute,la
l'elmo
che gli era
cercar
frodar
a
Binaldo, gira gira, si
da
le botte
occorrono
fortuna
della
poiché
e
ne
È
fortuna
della
Oircassia,
illusioni
pazzie
al bivio
si scorda
e
differita,
varie
magia,
dell'amore
come
tutti ! Il
gelica
An-
avvengono
altri
le frodi ordiscono.
egli rappresenta
la
finito di confortarlo
ancor
ronzino:
Tn
a
PIUMA
PARTE
e
tenzone
caduto
nell' acqua.
Or
fortuna
se
Far
tu)
Non
ti
(quel che
ad
pone
effetto
turbar,
dalle onde
Ferraù
giusto dove
tiito
caduto
a
risparmiarsi il Rajna
all'episodio di
sostanziale.
Prasildo
L' Ariosto
ma
glielo corregge
Che
Ecco
tutto.
Bojardo.
prende
così
sfoggio di
tanto
nel
Che
mio.
il voler
gligridal'Argaliaemerso
l'elmo
volesti
non
avria
un
spezzato
un
il cadavere
erudizione
differenza
La
al
verso
l'elmo
con
sasso
Bojardo
di
e
di
pietà spezzato
un
dell'Ar-
senz'altro
però rimane
:
pietade;
:
avrebbe
venir
in mano,
sasso.
sempre
l' ironia
stato
galia era
comicamente,
che
nella
comica
gittate.Un
tratto
che forse
poteva
ma
Bojardo, è nei versi
dell'ombra
all'apparir
dipingono
d'Argalia:
Ora
Tutto
Gli
si
ricciuto
e
comico
suona
a
coloro
personaggi del
e
i
V
orrore
di Ferraìi
il viso.
dal Bojardo,
raffigurato
stato
era
non
arricciosse
scolorosse al Saracino
Ferraguto
noi
a
sonar
che
Ogni pelo
E
che
col poema
dimestichezza
avevan
101
cavalleresca
poesia
ner
carbone.
come
poteva arricciare il pelo
e
scolorir il viso?
giuoca forse anche qui, dunque, il poeta!
L'altro
contendente, Einaldo, spedito da Carlo in
cercando
Bretagna per ajuti e distolto così d'andar
Angelica
Xon
Che
arrivato
a
il
gli avea
Calesse,lo
stesso
la volontà
Contro
Pel
di
cor
Entrò
nel
ogni nocchiero,
di
eh'
mar
era
tornare
avea,
turbato
e
spinto dal vento
ma, sissignori,
di Angelica, si scorda di Carlo
di
e
ritornare,
ledonia,facendo or
avea
Dove
E
capitatoa
all'abbate
per
più
s'affonda
strane
aver
si possano
valente. E
dimostrarsi
Ma
ritrovare
i
non
se
luoghi,i
n' ha
L
l' opre
Acciò
dietro
Segua
la
tue
al
fama,
non
in
Selva Ca-
quelliboschi,
fati
son
ancor
le
dove
restino
periglio
il debito
l'Abbate
e
e
e
e
queste avventure
avventure
notizia
Cerca, diceano, andar
Che
fretta che
pensa.
i monachi
«
potria strane
come
Che
della gran
e
avventure
Risposongli,ch'errando
Trovar
Scozia,si scorda
nella
badia,prima mangia, poi domanda
una
come
fiero ;
solo nella gran
un'altra via
ora
una,
petto tolto,
giorno.
d'
desir che
gran
il
mezzo
più
molte
foschi ;
volte.
conoschi
sepolte.
alla fatica
ne
dica.
:
»:
102
PIUMA
PARTE
Il
Eajna
del
barone
ma
»,
Carlo
può
naai
«
un
così
convertito
Errante
in
come
che
le
«
lo
come
sia ormai
romanzesca
fu
Magno
conoscere
a
che
notare
avvertire
non
tuttavia
ospiti danno
nel
Cavaliere
in
non
cavalleria
di
ciclo
espressamente
caso
compiace
si
qua
svanito
questo
parole degli
spiritodella
poiché sempre
»
è uno
dei
principalitra gli Erranti la modestia
quanto
primissimi doveri,tal che nulla è tanto difficile,
confessarsi autori di qualche opera
indurli
a
gloriosa,
l)er i
e
anche
di celarsi
spettatori,
procurano
quasi
cari
allora? Kon
E
con
di
spesso
anche
volte
molte
dobbiamo
satirica,e
così forte nel
gliaja di
valcano
ignote divise; ca-
gliamici
a
fidi.
più
e
mi
a
sconosciuti,mutando
sempre
insegne, e nascondendosi
più
dinanzi
essi si provano
quando
che
arguire
anzi
qui
ci sia un'intenzione
questa intenzione
farlo
poeta, da
che
venir
meno
sia stata
volta
una
arte, che pure eglipiù
L' incoerenza
di tutti suol rispettare?
estetica,di fatti,
è lampantissima e inescudi Einaldo
nella condotta
apparisce libero,ma soggetto
sabile,il personaggio non
alle condizioni
tanto
dell' autore.
all' intenzione
voluto
Ho
si
tenda,
questo perchè mi sembra
notar
da
qualche tempo
dell' immedesimazione
termini.
poco
non
chiaro
coni' è
nega
poca
l'altra
—
li vede
il lume
giusto
mondo,
dà
Ma
—
del
in
vederli
o
l' immedesimazione
raggiunto,
non
sempre
d' entrambe
che
troppo
sforzare
i termini
con
netti
la
sua
teria.
ma-
precisi,questi
e
affatto,secondo
me, o ha
discorso, chi, riconoscendo
in
gran
del
e
parte la esclude
l' ironia
l'una
—
perfetto quasi
queste
cose
sta, ripeto, il segreto dello
del poeta col
L'immedesimazione
a
—
suo
o
cosa
poiché
sempre
prima
ben
col
poeta
riconoscere,
importanza. Bisogna
se
poeta
l' immedesimazione
l'ironia
a
qua,
del
è difficilissimo
Certo
delP
serie
vista
gli
e
l'accordo
nel-
però
trarie,
con-
stile ariostesco.
suo
mondo
consiste
l'
in
comica
ironia
questo,
che
nella
egli
finito
l)ido,ordinato
poesia
anzi
fantasia
la
con
in
grossato
vede, di-
potente
preciso, lim-
ogni contorno,
mondo
vivo, quel
e
103
cavalleresca
che
altri
aveva
insieme
popolato di
grossolanamente e aveva
esseri,che, o per la loro goffaggine o per la loro
sciocchezza
la puerile loro
o
incoerenza, ecc.
per
in alcun
modo
esser
non
potevano
presi sul serio
dai loro stessi autori ; e poi di maghi e di fate
neppure
messo
e
di mostri
la irrealità
che, naturalmente, ne accrescevano
la inverosimiglianza. Il poeta
toglie questi
loro
di fantocci
di fantasmi, dà loro
stato
o
e
esseri
dal
consistenza
e
vita, e
coerenza,
Obbedisce
carattere.
alla
Poi
propria fantasia,istintivamente.
elemento
speculazione. C è, ho detto, un
qui
la
in
riesce
della
quel modo,
renderlo
in
egli
s'
coerente
ajuta
la
con
spontaneo,
È
Il
sforzo.
uno
la irrealità
irriducibile,
per
morale.
il solo
di dar
fatto
dà
né
diventa
non
a
veder
di favola
Sforzo
senso
morale.
C
vita
la
di
mezzo
una
allegoria.
sistenza
con-
cui
sente
dirò così
—
E
perde
certa
un
fantastiche,di
—
malinteso, perchè
allegorico a una
tazione
rappresen-
non
effettiva,ed è
verità
di dare
vano
e
chiaramente
che
:
Ma
lo assiste.
macchina,
poeta intende
impalcatura
conto
speculazione
quelle costruzioni
a
una
poeta
il resto.
tutto
con
questo giuoco la fantasia
il movimento
in
bile
irriduci-
mostrar
coscienza
oggettivar seriamente, senza
irrealità di esso.
Con
quel meraviglioso accorgimento,
di cui ho fatto parola più su, egli però s' industria
sempre
allora
il
subentra
a
di
non
cioè che
elemento
un
fin
fatta
è da
affatto la dimostrazione
che
ha
già si
la
giurare
questa
verità né fantastica
alcuna
per
tien
dimostrazione
che
d' alcuna
al
di
poeta
non
verità
morale,
e
quelle allegorie siano nel poema
suggerite dalla
rimedio.
ilj mondo;
riflessione,
Quello era
per
quelli,
offriva. L' elemento
della magia,
gli elementi, eh' esso
prema
che
del
meraviglioso cavalleresco
non
si
poteva
in
alcun
104
PARTE
modo
E
eliminare
allora
z' altro
il
lo
snaturare
senza
poeta
PKIMA
o
di ridurlo
cerca
accoglie,ma
al tutto
simbolo, o
a
naturalmente
—
quel mondo.
con
—
sen-
mento
senti-
un
ironico.
poeta può,
Un
credendo
non
creazione, rappresentarla
affatto
mostrare
rappresentar
come
coscienza
come
vero
alla realtà della
ci
se
propria
credesse,cioè
non
della irrealità di essa;
un
mondo
suo
affatto
può
fantastico,
di sogno,
regolato da leggi sue
proprie, e, secondo
queste leggi,perfettamente logico o coerente.
Quando
poeta si mette
un
deve
più
è
poiché
vedere
vero
il
Ora
un
lanuto,
abbiamo
come
anche
mondo
dà
valore
Il
poeta
dove
morale
e
vuol
non
o
in
allorché
la
realtà
ragioni
quel
esse
mondo
vi trovano
fantastica
la
e
è
vuole
vede, non
leggendario divenute
si
realtà,
In
più
mostra
mente
aperta-
quel
mondo
suo
di uomini
stesse
elementi
irriducibilità
ma
stessa
rità
ve-
anche
preoccupato
che
come
della
soltanto
vivi
passioni; il
di quel passato
fantastica
nella
presente, trasportate
lontano.
tastica.
fan-
logica,non
condizioni
salva;
d'un
rappresentare
nostre
realtà
del
di
sua
ma
fantocci,
le
realtà
una
effettiva.
consistenza
agitati dalle
e
vero;
creazione, la
meraviglioso di quel
creare
di
è
sogno
dell'Ariosto.
mondo,
suo
non
nanzi
posto in-
apparenza
è preoccupato
di larve
le
avesse
caso
non
effettiva;
visione, ma
come
rappresentare
all' elemento
non
sogno;
fantastica
del
popolato
e
veri, mossi
poeta insomma
se
poeta gli ha
già notato, egli
un
sia
il
della irrealità della
mostra
della realtà
condizioni,il critico
non
fantastica,
è il
non
coscienza
vero
che
sogno
di sogno,
questo
die
è sogno, ma
ha voluto
non
poeta
s' intende
codeste
quel
se
o
ma
eff'ettiva,
in
sua
e
vestite
in-
Ora
naturalmente,
capaci di accoglierle,
allorché
di
non
li trovano,
quegli elementi,
l'ironia scoppia,inevitabile,
e quella realtà si frange.
Quali sono
queste ragioni del irresentefSono le raper
l'
nella
comica
ironia
gioni del buon
le ragioni della
limiti
di
senso,
vita
in
che
cui
il
105
cavalleresca
poesia
è
poeta
entro
i limiti della
parte
la
dotato; sono
turale:
possibilitàna-
leggenda, in gran
e volgari cantatori
parte
aveva
capriccioso arbitrio di rozzi
balordamente, goffamente o grottescamente violati;
le ragioni del tempo, in fine,in cui il poeta vive.
sono
il
ho
com'
guidati
—
e
Ferrafi
veduto
Abbiamo
detto
Rinaldo
e
da
—
criterio
un
pochissimo cavalleresco; abbiamo
dell'abbate
Einaldo
a
in
d'
cerca
realtà
levandosi
poi a
fantastica,tutt'
lui
stesso
chi
l'ascolta
tan-
senz'altro
l' ippogrifo.Anche
stile riesce
dar
a
meraviglioso,
alto
tratto, quasi
un
siglio
con-
avventure;
quell' elemento
troppo
il
in
questa
d'
temesse
realtà
averne
il
capoijiro,precipita a posarsi
la realtà
su
effettiva,rompendo così l' incanto
fantastica.
l'ippogrifo;
su
Ruggero vola sublime
della
o
le
in terra
sublimità
dalla
anche
ma
volo
un
a
a
molto
basterà
esempii potremmo
recare; ma
di Ruggiero su
quello de la volata
la magia dello
quando il x)oeta con
di
insieme,
positivo
ascoltato
t'altri
consistenza
cavallo
a
di
il
quel volo
ragioni del presente,
che
poeta avvista
gli gridano:
—
Cala!
cala!
Non
Per
crediate, Signor,
sì
Ogni
all'
sera
Schivando
E
a
albergo
poter
suo
il poeta
dell' irrealità di
castello
dice
—
sì
? Lo
esso
d'Atlante
che
senza
—
se
d'
i^ropriovero!
vede
la
Lo
affatto
mostrare
prima
il
castello,come
di
magia ;
che
l'ale:
alloggiar male.
Pirenei, con
animali
stia
già
sui
era
Sono
su
ne
fìnto, opera
l' ippogrifo era
naturale.
vero
e
naturale!
Ma
sì,generato da un
vero,
però
sempre
qu est' ippogrifo è vero!
cioè
e
caniniin
lungo
che
in
senta
rappre-
coscienza
volta
groppa
calar
dal
il mago,
era
castello,non
1' ix)pogrifono,
ma
Proprio vero ! proprio
grifo e da una
menta.
giu-
vengono
nei
monti
Rifei.
106
PAETE
SÌ ?
Ah
—
proprio proprio ?
?
mai
vedono
PRIMA
Oh
—
st' attenuazione,
Dio
;
e
come
ne
che
va
non
rari.,.
ma
vengono,
se
ne
Que-
a
ironica, mi fa pensare
quella farsa napoletana,ove un impostore si lagna delle
sue
sciagure e, tra le altre,di quella del padre, che,
prima di morire, penò tanto, ridotto a vivere, poveretto,
vazione
so
senza
non
fegato: all'osserper quanti mesi
che senza
si i)uò vivere, concede
fegato non
che
sì,ne
ma
aveva,
vuol
non
Ha
passare.
d'
E
Ma
che
! Una
Alcun
dal
dice
E
Ed
A
me
poema;
di
crederci.
altezza
sua
cima
a
eh' ella è alchimia
;
forse
par
Tmeglio
poiché
oro,
lo deve
a
:
Signori
—
bisogna
meno;
che
bisogna
Ecco
—
il
la
qua
di
aggiuDga
terra.
di tal
si
parer
impostore,
e
ciel s'
a
muraglia
mio
farne
mio
qui
anco
da
la città d'Alcina:
sia dall' alta
oro
come
Come
la
ne
gl'ippogrifi;
l'aria di dirvi
posso
io, fin dove i)osso, mostri
gran muraglia che cinge
Par
Così
Proprio proprio
miei, di codeste fole io non
che c'entrino, nel
pure
...
ecco!
poco,
rari!
ma
vengono;
poeta
prettamente
fatta,tutta
oro
?
dilunga
e
forse
eh' erra,
intende
me
d'
:
sì ri splende.
dir
voi
meglio il poeta? Sa come
è tutt'oro,quel che luce »; ma
che
deve
non
a lui oro
Per
intonarsi
».
poiché sì risplende...
quanto
parere,
rato
più può con quel mondo, fin da principio s'è dichiave
«
«
matto
continui
e
la
il
come
suo
accomodamenti
va
Cose
Che
E
j)er
e
le
lontan
da
quel
narrandole
stimato
ragioni
dalla
che
tutto
stabilir
le condizioni
materia, tra
leggendario
Chi
È
eroe.
sua
i)OÌ,
bugiardo
ne
1' accordo
inverosimili
del
di
patria, vede
se
rimane
tra
quel
presente. Dice:
già credea,
non
giuoco
un
lontane
j
gli crede,
j
di
sé
sato
pas-
108
PAKTE
tazioiie
che
cui è riuscito
stessa,in
così si senta
essa
e
in
salvarlo,ha corso
Pinabello;
maganzese
lettori
mostrare
suoi
sale
il
dalla
sentirsi
fa
Di
si riduce
lotta
con
fumo
(e qui
predire
in
monte
monte
del
vedersi
tutti
gV illustri
inaccessibili,
monti
al mare,
trova
ella vi
se
l'albergo
mangia) ;
d'
e
altro
in
uno
bosco,
mago;
le resta
eh' ella
e,
sissignori,doi)o
affannata
tanto
aver
travagliata,
dall' ippogrifoil suo
rato.
Ruggiero libeche di ricevere
le congratulazioni di
portar via
Xon
coloro
insieme
di
e
del
Pirenei; s'impadronisce de l'anello;
Atlante; riesce a romper
l'incanto; scioglie
il castello
si vede
mano
fin sui
tanto, dopo essersi
corso
dice
non
Ruggiero:
suo
softrire
Melissa
maga
tamente
aper-
essa,
i)erireper
le
poeta
tazione
rappresen-
la via
riprende
in
di
modo
sentimento
mostra
non
del
discendenti; e poi va, va per
balze, traversa
torrenti,arriva
ov' è Brunello
e
il
supplizio di
dito
a
poeta
cerca
rischio
per
coi
il
irrealità di
della
Bradamante
qua
per
si
là dove
anche
coscienza
^cco
così
trasfondersi
a
voglia. Il
oggettivato, spira dalla
ironico, in somma,
stessa
PRIMA
s' era
non
e
di liberare
curata
! Ma
neanche
queste, perchè:
Le
donne
Delle
E
Che
L'Ariosto
e
i cavalieri
superbe
fuvon
di
molte
tal franchezza
fuora
alla campagna
stanze
lor
si trovrir
un
a
cui
gran
ne
dolse;
piacer
lor
tolse.
umorista
vero
aggiunge altro. Un
si sarebbe
lasciata sfuggire la stupenda occasione
non
di descrivere
l'
dele nei cavalieri
gli effetti nelle donne
improvviso sciogliersidell' incanto, del ritrovarsi alla
del perduto bene
della schiavitù
e il dolore
campagna,
per
nella
una
non
libertà che
realtà nuda
e
dal
cruda.
bel
La
sogno
li faceva
descrizione
manca
jjiombare
affatto.
L^ IRONIA
Il
NELLA
COMICA
descrizione, invece,
un' altra
in
poeta si compiace
100
CAVALLERESCA
POESIA
lieri
compiaceva di scherzare coi cavazione
che venivano
a
sfidarlo;voglio dire nella descrivorrebbero
di tutti quei liberati, che
comica
la
per
impadronirsi dell' ippogrifo^ il quale li mena
già
come
campagna
si
Atlante
:
fa la cornacchia
Come
Glie
il
seco
cane
or
iu
là si
or
qua
arena
secca
lìieua.
quell'altradescrizione? Ma perchè il
teria,
poeta si è i)osto fin da principio,rispettoalla sua madel tutto
in condizioni
opposte a quelle in cui
umorista.
si sarebbe
messo
un
Egli schiva il contrasto
1' accordo
tra le ragioni del presente e le condizioni
cerca
e
Perchè
manca
favolose
di
quel mondo
ironicamente, perchè, com'
ironica
passato:
detto, è
ho
d' accordo
quell'intenzione
ottiene
sé
per
si,
stessa
1' eifetto[è
che
ma
;
lo
realtà nella
si aftermano
come
non
quelle condizioni
rappresentazione, si sciolgono, jjer dirla col De Sanctis,
nelP ironia, la quale, distruggendo il contrasto, non
può più drammatizzarsi
comicamente, ma resta comica,
dramma.
senza
Si affermano
invece
le
del
ragioni
presente trasportate
investite
di quel mondo
lontano
negli elementi
il
capaci d' accoglierle,e allora possiamo anche
avere
seriamente
finanche
e
dramma, ma
tragicamente rappresentato
I
Ginevra, Olimpia, la pazzia d'Orlando.
due elementi
comico
mai.
si fondono
non
e tragico
e
—
Si fonderanno
lungi
dal mostrar
fantastico
che
; ben
di necessità
palesata in tanti
ben
—
in
un'
opera,
coscienza
lungi
non
modi
dal
quale il ijoeta,ben
nella
della irrealità di
cercar
è possibile
con
se
la coscienza
lungi dal trasportare in quel
ragioni del presente per investirne
d' accoglierle
; darà a questo mondo
esso
quel mondo
l' accordo,
non
ironicamente,
di
quella irrealità ;
mondo
fantastico
gli elementi
fantastico
le
capaci
del pas-
Ilo
l'ARTE
sato
consistenza
Don
Quijote,e gli porrà
continuo
e
soffrirà
chi
A
e
con
due
parole
Cervantes
messo
come
ha
in
ha
gli darà
e
dei
contrasti
in
lìn
cui
sua
tura
crea-
degli urti.
e
somiglianze
semplicemente por
le condizioni
questa
se
e
il
ma
i)er ani-
in
di
entro
essa
Cervantes, basterà
in
mente
porrà
vera
contatti
cerca
in
lo chiamerà
e
contrasto, in urto
presente. Doloroso, perchè il
col
viva
viva, corpo,
lo
e
doloroso
poeta sentirà
e
di persona
quelle fole
tutte
PIUMA
tra
l'Ariosto
bene
da
in
il
e
chiaro
principio
il
quelle in cui s' è
l'Ariosto.
Don
Quijote non
finge di credere,
l'Ariosto,a quel mondo
meraviglioso delle leggende
ci crede
sul serio; lo porta, lo
cavalleresche:
sé quel mondo, che è la sua
gion
rarealtà,la sua
d'
messo
é
l'Ariosto
eroe
realtà
La
essere.
suo
che
e
porta
e
sé
in
sente
altra; e con
questa realtà in sé, egli
é come
sperduto nella leggenda. Don
Quijote,invece,
che ha in sé la leggenda, é come
sperduto nella realtà.
é vero
Tanto
che, per non
vaneggiar del- tutto, per
ritrovarsi in qualche modo, così sperduti come
sono,
l'uno si mette
la realtà nella leggenda; l'altro,
a cercar
la leggenda nella realtà.
Come
si
ben
vede,
Sì: vi dice
a
vento,
ma
ho
i
sono
condizioni
al tutto
oi)poste.
Quijote,i molini a vento son
anche
io. Don
giganti: non
scambiato
il mago
ma
Don
due
son
per
Freston
ha
giganti i molini
cangiato in molini
molini
jote,
Quivento;
a
a
vento
giganti.
Ecco
Sì
:
il mago
la
vi
leggenda nella realtà
dice l'Ariosto,Ruggiero
Freston, cioè
la
stramba
evidente.
vola
su
l' ippogrifo:
immaginazione
dei
miei
a
antecessori,ha cacciato dentro
questo mondo
anche
bestie siffatte,
e
bisogna eh' io ci faccia volar su
il mio
Euggiero: però vi dico che ogni sera egli se ne
va
all'albergoe schiva
Ecco
nella leggenda
a
suo
potere d'alloggiar male.
evidente
la realtà.
l'
ironia
comica
111
cavalleresca
poesia
nella
dere
intanto, altro è fìngere di credere, altro è crestessa
sul serio. Quella finzione,per
se
ironica,
accordo
la leggenda, la quale,
con
a
un
può condurre
abbiamo
si sciogliefacilmente
nelP ironia, come
duto,
veo
stico,
un
a
o
con
jìrocedimento inverso
quello fanta-
Ma
cioè
a
una
di
parvenza
si lascia
momento
lascia
a
a
un
maniaco,
si lascia
non
viene
ma
dalla
altro
atterrare
rompe
di
templarla
con-
darvi
a
fìnto,che
castello
un
a
e
più
si contenta
scioglierein fumo,
che
vero,
resiste
un
per
inverosimili
lontano,
è abbattersi
tratto
un
vento
forme
non
da
modo
suo
Altro
cozzo.
d'
in
questo maniaco
se
a
di
alterare
fantastica
contemplazione
il naso,
ridurre
impalcatura logica,si lascia
realtà. La realtà vera, invece, se
con
a
si
molino
un
come
gante
gi-
un
immaginario.
3Iire
—
aquellos
que
de
molinos
las
merced, grida San elio al
vuestra
aspaSj
que
allì
viento, y
se
lo que
elìos
en
del viento
volteadas
que
no
parecen
padrone,
suo
gigantes,
son
sino
hrazos
parecen
luicen andar
la
son
piedra
del molino.
Ma
al
Don
Quijote volge uno
sguardo compassionevole
panciuto scudiero, e grida ai molini:
suo
Pues
—
Briareo,
La
che
lo haòeis
me
hrazos
mas
lui, oliimè. E noi
scoppia per quest'urto
qua
poeta
di
quello che
cerca
ironia,che
nega
è il riso
uno
ridiamo.
con
là per
nasce
quel mondo
con
los del
que
gigante
de pagar.
paga
diverso
L'
movais
aunque
dell' ironia
comica,
il
realtà
è
l' accordo
fantastico
la realtà
appunto
la
Ma
di
per
riso
ben
che
mezzo
il
l'
del-
quel mondo.
l'altro
il riso dell'
umorismo.
Allorché
smarrisce
Kessuno
Orlando
del
tutto
urta
anche
il senno,
lui contro
la realtà
e
schera,
armi, si smasi spoglia d' ogni apparato leggendario, e precipita,
uomo
nudo, nella realtà. Scoppia la tragedia.
può ridere del suo
aspetto e de' suoi atti;
getta via
le
112
PARTE
può
vi
quanto
si
non
di comico
esser
tragico del suo
Don
Quijote
l'Kl.MA
in
è sux)erato dal
essi
furore.
è matto
anche
è
lui; ma
che
matto
un
anzi che si veste, si maschera
spoglia; è un matto
di queir apparato leggendario e, così mascherato,
muove
serietà
la massima
con
le
verso
ridicole
sue
avventure.
sono
Quella nudità e questa mascheratura
più manifesti della loro follia. Quella, nella
ha
del
comicità.
ridiamo
però non
Noi
delle
sentiamo
che
così
che
qui
ridendo, o
de
neir
e
1547.
anno
di
Applico qui
«
pag.
Erliabenheit
243).
Ma
come
il comico
accettabile
estetica.
sua
Vedi
Estetica,pag.
in
che
doveva,
gico,
tra-
commiseriamo
stesse
la
questo
in
Alcalà
che
lugar
un
la famosa
che
gegnoso
V in-
Henàres
de
taglia
bat-
magnanime
tante
come
effetto!
strepitosamente ai)parecchiate,
del
Lipps
Komik
clie definisce
und
durcli
spiega questo
La
questa
ottenere
a
capacitarmi
so
der
si
434.
i)eròdal
non
stesso.^ Noi
piuttosto
formula
quelle
su
Don
Non
stesso?
per
è del
non
proprio capacitarmi
Quijote sia nato en
so
cavalleria
la
pur
mascheratura,
sua
superato,
poeta
non
Lepanto,
imprese della
^
il
mio, non
gentiluomo
Mancha,
lui
ma
;
commiserando.
conto
la
in
tragico
della
il comico
è riuscito
Come
è di
sua
nudo
quel
questo mascherato,
è anche
ridiamo
nella
dal
quella nudità è annientato
insomma
passione. Sentiamo
furibonda
il comico
di
segni
cità,
tragi-
sua
tragico
dei furori
comico
di
attraverso
ma
Per
dal
il comico
come
di
vi
quanto
v/
; tragico della
del
ridiamo
prodezze
annientato
tutto
ha
comico; questa
i
che
spiegazione
ragioni
critica
che
del
dieselbe
superamento
dà
il
infirmano
Croce
nella
V
appunto
»
smo:
umori-
(vedi Ojj. cit.,
del
comico
Lijips non
tutta
seconda
la
mi
sua
verso
attrasembra
teoria
parte della
l'
cader
nel
potè
dire
nella
comica
ironia
vuoto, così che
ai cristiani
:
V
cavalleresca
arguto
Gran
113
di Selim
Visir
vi abbiamo
Koi
«
—
poesia
tagliatoun
cbe
ci
voi
prendendovi V isola di Cipro ; ma
avete
fatto,distruggendocitante navi subito ricostruite t
il giorno dopo !
La barba, che ci è rinata
so
non
battaglia di Lepanto^
capacitarmi,dicevo, che la famosa
braccio
»
i confederati
di cui
cristiani
non
seppero
—
trarre
alcun
la espantabley jamas
sia qualcosa come
non
I)rofìtto,
de los molinos
de viento.
imaginada aventura
dice Don
Quijote al suo fido scudiero,
Questa è,
servizio
e
a
questa è, Sancho, buona
guerra,
gran
—
—
—
toglier tanto mal
vedeva
I^on
dunque
Dio
in
molini
a
Forse
vento
erano,
di
L' isola
una
fiero
la
per
ancor
caldo
Gran
Visir!
turco
Don
al buon
terra!
Quijote
Sancho. parevano
Spagna.
Cipro poteva
premere
i Turchi
nelle
domenicano,
papa
della
?
contro
guerra
faccia
il turbante
quei giganti, che
a
cai)o
dalla
seme
poteva
signoriveneziani,
Pio Y,
a
premere
cui vecchie
vene
fremeva
giovinezza. Ma a que' bei
dì di primavera, quando il Torres
giunse in Ispagna,
inviato
dal Papa a patrocinar la causa
de' Veneziani,
i festeggiamenti sontuosi
di
verso
Filippo II moveva
Cordova
di Siviglia: molini
del
e
a
vento, le navi
Non
il sangue
ai
della
Don
Quijote,però: dico per il Don Quijote,
della Mancha, ma
di Alcalà. Eran
non
giganti veri per
che cuore
di gigante mosse
incontro
lui, e con
a loro.
Gli avvenne
ad
male, ahimè ! Ma all' evidenza, come
alcun
alla sorte
volle
nemico, come
ingrata, egli non
per
arrendersi
mai
! E
disse
allora
che
le
cose
della guerra
mutamenti:
soggette più delle altre a continui
la verità,che il tristo incantatore
pensò, e gli parve
tolto
suo
nemico, il mago
Freston, colui che gli aveva
van
i libri
per
e
la
casa,
aveva
toglierglianche
cangiato
il vanto
della
i
giganti
vittoria.
in
molini
114
I»ARTE
Questo soltanto I
Una
mago.
Molti
lian
Cervantes
di
alla
come
Terceira, piuttosto clie
eroica
natura
sua
finanche
la stessa
Tassoni
vero,
si è
il
nel
sta
del
in
costante
della
realtà. Ma
questa
la
ragione
cui
per
fu
Bouterwek, tutti,o più
volume:
d' arrestare
hanno
nel
che
mondo
e
e
il desiderio
quello
nel
dell'autore
altro
stesso
avessero
noi
ci
autore;
a
del
condo
se-
stato
che
le
degli uomini
pite
cavalleria,le quali,colDon
vero
Quijote,non
all' esecrazione
del
più
tanto
in
e
hanno
biamente
indub-
tutto.
guarderemo
quei dì
è
non
stravaganti storie della
morte
da quella del suo
a
camminano
traballando
più se non
Ora
della
altro tìne che
ha
non
a
che
distruggere V importanza
presso il volgo i libri di cavalleria,
e
cadere
prologo
chiusa
nella
e
attenuti
sono
di
di abbandonare
a
del Sismondi
si
meno,
cioè
il libro
che
quello
o
capolavoro
suo
le
e
che, se mai,
del libro,non
le vedute
dichiara
Cervantes
lo stesso
natura,
composto.
iiaammissibili
come
le tendenze
dell' eroismo
spiegazione astratta
una
suo
il nostro
nostra
esperienze
essere
il
fra
noi,
quelle prosaiche della
e
prima |3arte del
false
vera
e
ciò che
e
la
luto
vo-
Qualcuno, è
ragione del
Culagna.
che
è
si
tardi
generosità
Scartate
e
di
dire
più
cui
per
Figura
creasse
della
vorrebbe
ci dà
Quijote.E
il Cervantes
Conte
a
dalla Trista
illusioni
le
dure
Carlo
il Don
che
tino
panto
Le-
epicamente,
meglio convenuto
il Cavaliere
contrasto,
poetiche
fra
la
come
suo
di
Y, o la stessa
spedizione delle Azzorre, i)otè
ragione
spinto
di
Miguel
cantare
sarebbe
trionfi
supporre
buon
lavoro
libro
un
comporre
per
la
ragione per cui
Saavedra, prode soldato, reduce
gesta del Cid o i
giornata di Lepanto o
concepire un tipo come
eroe
gli tolse,il triste
mano
la libertà.
cercar
le
e
una
poi
voluto
de
e
Anche
e
mano,
PIUMA
bene
che
è noto
Ispagna
contraddire
dal
a
i libri
tutti
di
allo
qual'potere
cavalleria
e
116
ad
PAKTE
tutte
esso
che
quelle cure
valessero
meglio
conferito
fecondarlo.
a
scoprivano non
evo
latini. Era
greci e
e
quegli
Di
elementi
razione
questa conside-
potuto farsi forti tutti coloro che nel
avrebbero
medio
PRIMA
anche
so
che
questo
un
allegorienei poeti
modo
di sciogliere
rapporti logici le creazioni della fantasia. Certo,
dar vita a una
a
quando un poeta riesce veramente
sua
creatura,questa vive indipendentemente dal suo
autore, tanto che noi possiamo immaginarla in altre
situazioni in cui V autore
non
pensò di collocarla,e
le intime
vederla agire secondo
leggi della sua propria
che
neanche
autore
avrebbe
1'
vita,leggi
potuto
in cui il poeta riuscì
violare;certo,questa .creatura,
far
a
e
a
instintivamente,ad assommare
raccogliere
vivere tanti iiarticolari
caratteristici e tanti elementi
sparsi qua e là,può divenir poi quel che suol dirsi
nelF intenzione
dell'autore
era
un
tipo,ciò che non
in
della creazione.
neir atto
Ma
si
può
Cervantes!
dir
può
Si
veramente
questo
dire
e
e del
Quijot
del Don
sul serio che
sostenere
tenzione
F in-
del
mente
il suo
libro era solapoeta mei comporre
del ridicolo ogni
quella di togliercon 1' arma
il
autorità e prestigioche avevan
nel mondo
e presso
a fine di distruggernei mali
volgo i libri di cavalleria,
e che
effetti,
quel
Chi
suo
il
si
non
capolavoro tutto
è Don
Egli in
poeta
sognò
quello che
Quijote,e perchè è
fondo
non
ha
—
e
in
porre
noi I
ci vediamo
mai
ritenuto
di
?
pazzo
tutti lo riconoscono
—
che
Yuol
aspirazione:la giustizia.
teggere
promedio
rii deboli
atterrare
i prepotenti, recar
e
a
gli oltraggi della sorte, far vendetta delle
violenze
della malvagità.Quanto più bella e più nobile
sarebbe
la vita,più giusto il mondo, se i propositi
dell' ingegnoso gentiluomo potessero sortire il
loro effetto! Don
sentimenti,
Quijoteè mite, di squisiti
una
sola
prodigo e
e
santa
non
curante
di
sé,tutto
per
glialtri.E
come
l'ikonia
!
parla bene
nella
Quanta
franchezza
ciò die
tutto
dovere,
un
comica
e
dice!
Egli
tutti
i suoi
E
cavaliere
virtuoso
le
e
;
ridere,dall' altro
fanno
! l!^oi tutti
ci
amiamo
da
disgrazie se
sue
come
far
questo
ci
canto
un
profondamente.
commuovono
voleva
il Cervantes
Se
sacrificio
il
nelle intenzioni,
atti,almeno
di gratitudine.
e
/lov'è
satira
la
allora
quanta generositàin
e
considera
d' encomio
meritevoli
son
117
cavalleresca
poesia
dei
strazio
dunque
libri
cavalleria,per i mali effetti che essi producevano
negli animi de' suoi contemporanei, 1' esempio eh' egli
Don
è calzante. L'effetto"che quei
reca
con
Quijote non
è disastroso
libri producono in Don
se
Quijote non
non
lui,i)er il povero Hidalgo. Ed è così disastroso
per
solo perchè l' idealità cavalleresca
cordarsi
non
poteva più acdi
la realtà
con
dei
nuovi
tempi.
imparato
Orbene, questo appunto, a sue spese, aveva
de
Saavedra.
'stato
don
Com' era
Miguel Cervantes
del suo
eroismo, delle due archibugiate
egli rimeritato
della perdita della mano
nella battaglia di Lepanto,
e
schiavitù
della
sofferta
dimostrato
valore
dell'
modestia
illusioni
s' era
e
lo
a
d'
nutrito
qual
tratto
avevan
S'era
ogni
compenso
ne
la
sorta
delle
vita
Ma
a
in
sui
campi
che
sorte
cavaliere
armato
per
cause
più
alte
giuste
e
nobili
Dopo aver
impieghi indegni
commissario
il
come
affrontando
avuto!
aveva
I^rima scomunicato, da
forse
combattere
a
combattuto,
aveva
sempre
stentato
in
di
in
pagine immortali?
scrivere
luminose!
rischi
e
nell' assalto
Quijote,
Don
suo
Algeri, del
biltà
Terceira, della nodell' ingegno, della
Javuto i sogni,
anni
cinque
animo, della grandezza
paziente! che sorte avevano
generosi, che
di battaglia e
le
per
di
mici
ne-
sante,
e
idealità,
mente
miseradi
lui;
proviande
litari
mi-
Andalusia; poi, da esattore, truffato,non
va
finire in prigione ! E
dov' è questa prigione !
lì,proprio
carcere
lì nella
della
Mancha!
Mancha,
nasce
In
un'
il Don
oscura
e
nosa
rovi-
Quijote.
118
Ma
già
era
nato
in Alcalà
nato
de
PARTE
PRIMA
i^rima
il
Henares
di combattere
Quijote:
nel 1547. Non
veduto
s' era
riconosciuto,non
Don
vero
i
contro
s' era
ancor
bene
giganti e
d'
:
era
ancora
aveva
duto
cre-
in capo
avere
della
carcere
Lì, nelF oscura
Manclia, eglisi riconosce,egli si vede finalmente; si
che i giganti eran
molini
V elmo
a vento
e
accorge
di
r elmo
Mambrino.
di Mambrino
di sé stesso.
folle!
vii
un
piatto da
barbiere.
tutti i suoi dolori.
Bidono
Si
ride
vede, e
Ah, folle! folle!
rogo, tutti i libri di cavalleria !
che plusvalenzafutura! Leggete nello
Via, al
Altro
l)rologoalla ijrima parte ciò
ozioso
lettore
ordine
naturale
Io
: «
ho
non
che
vuole
il Cervantes
che
stesso
dice all'
potuto contravvenire
che
ogni
l'
al-
generi ciò
cosa
somiglia.E così,che cosa jjoteva mai generare
lo sterile e mal coltivato ingegno mio, se non
la storia
d' un
e
capriccioso,pieno
figliorinsecchito,ingiallito
di pensierivarii non
mai finora da alcun altro immaginati
ogni
; generato com' ei fu in una
carcere, dove
1
angustia siede ed ha stanza ogni tristo umore
si spiegherebbe altrimenti la profonda amaMa come
rezza
l'ombra
che è come
seguace d' ogni passo, d' ogni
d' ogni folle impresa di quel i)overo genatto ridicolo,
tiluomo
che le
»
della
È il sentimento
Mancha?
isi)ira
l'immagine
stessa
coni' è del dolore
di
nell' autore,quando,
lui,si vuole
frutto
così,perchè la riflessione,
il
ha suggerito all'autore
Perchè
chi
sa
se
Cervantes
non
nell' oscura
e
cantò
sentimento
carcere
e
come,
Don
non
Quijote,che
nel
già nel loro,ma
rienza,
espedel
vuol
trario,
con-
punirsi
di lui.
Campèador?
l'immagine
quest'eroe non
gli s' affacciò veramente,
un'angosciosa invidia!
Tra
si vuole
d'amarissima
il Cid
rovinosa
che
pena
materiata
ridicola. E
torto
il suo
per cui riconosce
la derisione
che gli altri faranno
con
di
a
Ma
di
destargli
tempo volle vivere
fuori del tempo e fuori
suo
l'iroì^tia
del
vissuto
erranti,
il
potè
tempo,
storia,
del
i)oeta,
Presso
creato
a
le
altre
sé
stesso
nelP
di
sé
che
solo
non
uomo
ideali
anche
il
Ma
Don
che
è
follia
eh'
mal
fatto
che
sogna
nelle
terra,
di
bastonate
volgari
;
quella
egli
fede
fiamma
si ostina
di
quali
che
lanciarsi
vede
in
gli spuntoni,
che
ne
e
tutti
fanno
riempir
a
non
al
avvenne
tutta
ci vuole
è
riesce
a
mostri,
le
intanto
va
gli sterpi
strazio,
pigliar vento,
con
e
e
paccio
stoppallone
jjovero
acceso,
gli
d' animo
misero
un
peador.
Oam-
non
nobiltà
quella
ma
animo
coraggio
quel
fede
Cid
prova,
combattere
a
giganti
incespicando
di
tenere
a
rappezzato,
e
;
lettiva
col-
straordinaria,
a
ma
;
rate
smisu-
le
leggendarie,
Ooraggio
più
non
riesca
d' animo
cende
vificoltà
dif-
maggiori
immaginazione
i)oeta,
ajuti. Questo
fiamma
frutta
una
che
dall'
mune,
co-
quelle
modello
a
maschere
grandezza
Quijote!
nohilissimo,
i)renda
fai
realtà
tutte
le
manzo
ro-
/^i era
che
personaggio
un
su
che
dalla
da
jl
meglio,
leggenda
astrae
vita,
d'un
grandiose
tempo
la
appunto
messe
fantasia
una
senza
pre-
aveva
leggenda
Ora
creano
che
queste
alla
carcere,
dalla
della
un
dalla
della
cavalleresco
idealizza,
Perchè
immagini
che,
leggenda
flttizii,o
cavalieri.
ai
esistenza.
fittizio, ma
far
romanzo
sorto
era
ordinarie,
o
il
materialità
dalla
avevano
Oampeador
quella
personaggi
trasforma,
Accresce,
poeti
dialogo!
genti
intorno
Old
il
e
in
un
cavalleresco
formata
dei
sogno
facilmente
avvenne
non
nel
o
cavalieri
i
ajutando
sua
leggenda
nella
mondo,
119
cavalleresca
poesia
nella
comica
gli
miseramente.
nuvole,
terra
stecchi
e
VI
italiani
Umoristi
è mia
Kon
la
capi
dell'umorismo
storia
Italia.
in
segnatamente
prima
del
parte
mio
moderno
divisioni
le
e
sommarie,
il
alquanto
trattenendomi
nostra
dall'
trattato
ho
sottile
girato attorno,
da
meglio
A
qualcuno
contradizione
recati
di
tra
scrittori
la nota
Ijarlato in
che
del
mi
ha
tuttavia
ma
circuirlo
per
vuol
resto
ticolari
par-
disviato
ha
essere
analisi.
minuta
e
più
storia
nella
mi
del
dare
ritar-
certi
presso
non
penetrazione
fatto
proposto
ero
da
principale,che
argomento
con
che
mi
particolari condizioni
letteratura;
certe
a
arbitrarie
divisioni
forse
se
genti
sommarie
le une,
queste
osservar
a
delle
dimostrato.
aver
cammino,
aspetti, certe
mai
a
han
vamente
esclusi-
preconcetti,
arbitrarie
e
questa
fenomeno
certi
di
in
quanti
a
prerogativa
a
intorno
considerazioni
della
base
latine
genti
soltanto,
un
una
sembra
mi
discussione
spedito,
sia
considerazioni,
e
altre, come
La
voluto
quasi
in
anglo-germaniche,
Ho
esso
e
le
presso
sommi
per
neppure
lavoro, oppormi
che
sostenere
voluto
tracciare
intenzione
più
sempre
e
Vi
netrarlo
pe-
ogni parte.
forse
il mio
avrà
assunto
italiani,nei
principio
di
due
trovare
gli esempii
e
quali
umorismo,
vero
di
creduto
ho
non
ricorderò
maniere
d'
che
una
finora
sciuto
riconoio
ho
intenderlo,
e
122
PARTE
ho
(letto
che
il
qui : cioè,se
largo
nodo
vero
V umorismo
cui
con
PRIMA
questione è appunto
della
debba
inteso
essere
si suole
comunemente
più stretto
soltanto;o in un senso
peculiari caratteri ben definiti,che
giusto
ho
—
modo
detto
se
—
così
letteratura
inteso
d'intenderlo.
in
Inteso
può
ne
antica
trovare
stretto
è i)er
quel
in
gran
non
particolare,
e
in
moderna
come
senso
intendere, e
in Italia
con
nel
il
me
largo
senso
nella
cojna
d'ogni
paese;
proprio, se ne
troverà parimenti, ma
minor
in molto
copia, anzi in
pochissime espressionieccezionali,così presso gli antichi
i moderni
d' ogni paese, non
essendo
come
presso
rogativa
predi questa o di quella razza, di questo o di
quel temilo, ma frutto d' una
si)ecialissima
disposizione
intimo
naturale, d'un
psicologico,che può
processo
avvenire
in un
tanto
dell'antica
savio
Grecia, come
Socrate, quanto in poeta dell'Italia moderna', come
questo
è lecito
modo
per
sta
a
concludere
che
di casa.\ ì^on
della
saremo
a
essa
ha
non
è lecito sentir
a
volta
non
dello
nei
lo
una
che
soltanto
stesso
nostri,ma
avvertono.
riconoscer
quel
o
letteratura,
umorismo, e applicar
a
dimostrare
per
più
lor
i soli
l'uno
vi
l'umorismo
negli stranieri,
lingua diversa, quel particolar
si avverte
stranieri
me
per
capriccioquesto
a
applicar
la familiarità
per
non
assumere
e
un'altra
a
causa
che
però
d'intendere
l'altro
e
Manzoni.
Alessandro
^on
senso
sapore,
espressivo
nei quali intanto
gli
Così facendo, noi
strumento
traccia
d'umorismo
nella
pio,
gl'Inglesi,ad esemdella loro un
a
umorista, il Chaucer,
porre
capo
il quale, se mai, può esser
si
considerato
per tale,ove
l'umoiismo
sul senso
assuma
più largo, in quel senso
cioè per cui può esser
anche
considerato
quale umorista
nostra
mentre
letteratura,
il Boccaccio
Nessuna
contradizione
e
con
tanti
vedremo
altri scrittori
nostri
con
tradizione,dunque, da parte
è in coloro che, dopo
invece
lui.
nostra.
aver
La
affer-
124
PARTE
aftatto
ha
averlo:
dello
d'
bisogno
dipende
questo
scrittore;ma,
la
meno
o
o
satira,o
r ideale del
i)iùo
tragico o
burla, ecc.
verso
e
la
o
non
o
dal
d'effetto,
i)ende
asj)ro,
il comico,
di
non
o
verso
contrasto
tra
dice clie si ha l'invettiva,
l'ideale
del
offeso
resta
poeta
realtà;la commedia,
dalla
sdegnato
meno
giuoco
un
realtà,e
l'ironia,la satira, se
e
averlo
personalità,dall'indole
amaro,
sia tutto
poeta
acerbamente
dalla
il
la
che
etico,può
naturalmente, dall' esserci
prende qualità e muta
verso
verso
Olii crede
fondo
un
esserci,l'umorismo
riesce cioè più o meno
più
PlIIISrxV
la
se
farsa,la beffa,la caricatura, il grottesco, se poco
della realtà in contrasto
ne
sdegna e delle apparenze
sé è piuttosto indotto
ridere più o meno
mente;
fortecon
a
che
e
poeta
infine
resta
non
bonariamente,
d'avere
e
con
si ha
l'umorismo, se l'ideale del
offeso e non
si sdegna, ma
transige
indulgenza un po' dolente, mostra
dell'umorismo
anche
Certo
po' superficiale.
un
disposizione d' animo
in contrasto
ma
d'esser
E
ideale
un
molto
? No.
ma
del
la realtà
con
può
La
che
o
in
limitazione
si chiama
certo
dipende
l'ideale
sdegnarsio
di
questa
dell' ideale
di
ridere
dalla
questo
o
sigere;
tran-
in verità
radicato.
limitazione
deale
dell'i-
sarà,se mai,
quel particolarprocesso
non
cologic
psi-
umorismo.
buona
dunque una
aspirazioni e via dicendo:
star
fede, le
tolleranza,il
molto
unilaterale
dimostra
transige non
di sé e profondamente
l'umorismo
conseguenza
Lasciamo
poeta;
troppo
che
sicuro
consisterà
causa,
veduta
una
volta
lo
la
gl'ideali,
scetticismo, la
che le nostre
lettere
realistico,
fin quasi dal loro inizio,furon
bene
assunsero
zioni
disposicondizioni
favorevoli
e
all'umorismo; l'ostacolo
maggiore fu la retorica imperante, che impose leggi e
astratte
di comi^osizione,una
di testa,
letteratura
norme
quasi meccanicamente
costruita, in cui gli elementi
il giogo.
soffocati. Infranto
soggetti\d dello spiritoeran
carattere
UMORISTI
detto, di questa poetica intellettualistica dalla
rito,
soggettivi dello spiappunto degli elementi
il movimento
rismo
caratterizza
romantico, l'umoaffermò
in Lombardia,
liberamente, massime
abbiamo
ribellione
elle
si
che
del
così detto
in
della
storia
ci furon
il
sempre
Fra
del
e
Ma
solitarie
scuola
e
anime
alP intelletto
momenti
di tali
ribelli,e
nei varii dialetti
si espresse
regole
levata
ribelli
sentimento
sempre
questo
clamorosa
periodi, in tanti altri
d' ogni nazione
avvennero
popolo che
imjDarare a
senza
e
altri
letteraria
e
ribellioni,
ci fu
volontà
tanti
il campo.
fu V ultima
romanticismo
della
fu
italiano
romanticismo
di scudi
125
ITALIANI
leggi.
questi scrittori solitarii ribelli alla retorica,fra
i dialettali
bisogna
confusione
nostra
gli umoristi e, in senso
largo,
troveremo
in gran copia,tìn dagliinizii della nostra
ne
in Toscana; nel senso
vero
letteratura,segnatamente
trovano
e
non
se
ne
proprio pochi ne troveremo, ma
di pilicerto nelle letterature
degli altri paesi,ne questi
da meno
dei pochi stranieri,che
a
pochi nostri son
son
noi
una
rilievo
Solo
mano.
lo
non
ci
quelli,se
sempre
dita d'
cercar
abbiamo
son
messi
ben
di
s'avverte, da
che
il valore
saputo
pregiare, né
innanzi
mai
avvertire
e
contarli
il sapor
né
continuo,
le
su
dei
nostri,
bene
metter
e
in
distinguere a dovere,
perché alle loro singole e specialissimeindividualità la
critica,guidata nella maggior parte delle nostre storie
letterarie da pregiudiziiche non
hanno
nulla che vedere
e
l'estetica
da
e
ha
generali, non
saputo a volta a volta adattarsi e piegarsi,e ha dicato
giucome
errori, eccessi o difetti quelli che eran
con
caratteri
giudizio
libro
peculiari. Dico
troveremmo
come
scritto
in
capolavoro
o
I
o, comunque,
la
Vita
italiano,da
d'umorismo
capricci di
questo
nelle
e
Giusto
criterii
nostre
opinioni di
soltanto:
Ohi
sa
storie letterarie
Tristram
che
d'
un
Shandy^ se
scrittore italiano,chi sa che
uno
sarebbero, ad esempio, la Circe
Bottajo, se scritti in inglese, da
126
PARTE
scrittore
uno
di Gian
PRIMA
inglese,o magari
Carlo
Vita di Cicerone
la stessa
Passeroni!
Discorrevo, qualche anno
fa, appunto
eultissimo
un
signore inglese,conoscitore
con
della
letteratura
Neanche
—
Machiavelli?
nel
riconoscono
umorismo
nella
Ed
mi
—
novella
io pensavo
di
;
a
cui
la
sintesi
ogni
domandava
Machiavelli?
nel
alla
grandezza nuda
mai
di
vestirsi
a
nel
la forza
discorso
distrusse
col
intimità
maggiore
contro
smontò
coi
; che
ogni
riso;
di
delle
più arguta
T analisi
strumenti
forma
guardaroba
dai fatti ; che
logicavenne
sempre
confusa
reagì con
ideale
ebbe
che
nean-
questo Sommo
pochi comprese
ogni macchina
dell' esperienza e del
nessuno
non
Belfpgor?
più sottile;che
di
egli
critici
I vostri
—
neanche
andò
nostro, che non
della retorica;che come
cose
questo,
profondo
italiana.
meraviglia (Juasiincredula.
con
di
due
gerazione
esa-
che
pensavo
stile di lui
e
e
più
acuto
furono
spiritod'osservazione;che poche anime
la sua
come
disposte all' apprensione dei contrasti,a
ricevere
gruenze
più profondamente l'impressione delle incon*
della
una
—
co^e
e
dice il D' Ancona
che
questi pidocchi,'traggo
calpesti per questa
anche:
vergognassi »; ma
pensavo
che
FaccioI
perchè
Via
sfogare
anche
cioè:
alcuna
«
da
a
:
il cervello
mi
se
talvolta
scrisse
questa malignità di questa mia
Però
volgarità»,
e
moltitudine
volgarità,tanto
alla
via
non
il mi'
un' acuta
il Machiavelli
di
se
Così involto
muffa,
vedere
io rido
ho
«
o
non
anche
si mescolò
sorte, scudo
per
volta
tamente
giudicarlaastrat-
a
«
—
prima vista,trivialità
a
egli,il Machiavelli,alla
fino
che, parendo a molti un
delle minuzie
quella certa cura
pensavo
dell'umorismo
carattere
e
vita;
se
e
tra
sfogo
contento
la
se
ne
canto
quest'una
angoscioso pianto;
osservazione
adopera
del De
la
Sanctis,
tolleranza
che
UMORISTI
127
ITALIANI
già la tolleranza
comprende e assolse : non
dello scettico,
delP ebete, dello sciocco;ma
indifferente
la tolleranza
sente
odio contro
la materia
scienziato,che non
l'uomo
e
studia, e la tratta coli' ironia delch'egli analizza
ti tollero,
non
superiore alle passioni e dice:
perchè ti approvi, ma perchè ti comprendo
pensavo
dello
—
»
—
tiamo
che, a farlo apposta, se li metquesti elementi
in tìla,
son
x)roprioquelli che gì'intenditori delle
letterature
riconoscono
straniere
proprii dei veri e più
celebrati umoristi
Dio
e
intende,inglesio tedeschi),
(s'
lo perdoni
me
non
più se i)iangere o ridere
sapevo
a
tutti
—
—
di tutte
le
detto...
che
meraviglie
so!
delle
che
questi intenditori
Lettere
cV
han
drappiere
un
sempre
degli
e
altri scritti
ci
Gionata
Swift!
politicidel decano
A
straniere
questi intenditori,che delle letterature
i soliti cinque o sei scrittori umoinnanzi
risti,
pongono
basta
dare
della letteratura
nostra
un
giudizio
così
fatto
:
«
è riso
non
L' opera
dalle
ne
assume
un'
nomi;
basti
geniale
destato
di
dalle
tasia,
fan-
gini,
imma-
di ricordi,
gajezza accademica
il sentimento
profondo della
lo Swi/t, di/atti!),
della natanto
tura,
patria; o meglio
altra,acre
Sivift!),che
nello
scherzo
cose,
ilarità;manca
famiglia (e ne aveva
e
è
fugace d'impressione
erudita
della
d' arte
accennare
d'
ricorda
che
e
in
manca
quella forma
che
violenta/ie
Persio
e
gaja
miele, difatti,
Giovenale., Non
le tradizioni
fo
rito
classiche,lo spinel
vocabolario,
imitazione, la lingua ristretta
del popolo, impedirono nell' arte
schiva
la libertà di
mour:
atteggiamenti, di forma, di stile indispensabile 2i\Vhualtri
ostacoli,il Papato, la dominazione
straniera,le discordie intestine,la boria regionale e le
accademie
e le scuole
impedirono la libertà politica,
religiosa,scientifica. Xe affliggeantico male; in scienza
pedanti, in arte retori,nella vita attori,solenni sempre
o
gravi, insofferenti di analisi,corrivi alle grandi idee,
lente esperienze,cercatori di
e
sdegnosi delle modeste
come
128
PARTE
tesi
di
e
antitesi,vaporosi
manierati
o
le forme
il
La
letterarie
empirici, atei
o
lo straniero
hanno
è
coltura
nostra
o
mistici,
strati,e
a
persiste dentro
tipifìssi ;
testo, altre parecchie fanno
non
noi;
generazione fa
una
; così
le note
a
si pensa
e
o
riflesso,
per reminiscenza
per fantasia;così
reale della vita, si ottunde
sfugge il senso
quella
sente
ne
per
libertà
di
e
si
;
non
e
barbari.
nazionale;
sempre
PRIMA
percezione e di attitudini
riproduce il circolo vizioso
perchè mancano
mutano
perchè
non
:
le
sorgono
queste
che
mancano
crea
smo
l'umori-
risti
gli scrittori umocondizioni adatte,
gli scrittori. Il
difetto è alla radice ; poco sviluppato lo spiritodi curiosità
intima.
L' humour
vuole
V uno
e
; fioca la nota
r
altra; vuole
scienza
Ho
citato
altro
di
noi
presso
P
j)ensatore e
divise
son
artista;ma
loro
tra
e
l'arte
divise
e
la
dalla
».^
vita
un
il
il Machiavelli.
piccolo
Citerò,a questo proposito,
che
nostro
atteggiamenti,di forma,
Vhumour
cui
non
di
quella « libertà
stile,indispensabile alebbe
il
e le scuole
Papato...le accademie
impedirono la libej?tà politica,
religiosae scientifica »,
insofiferente d'analisi,
un
pedante in iscienza e retore
in arte,uno
che ebbe poco sviluppato lo spiritodi curiosità,
Giordano
ecc.:
Bruno, se permettete, academico
»,
di nulla
a
«
academia,
autore, tra l'altro,dello Spacciode
la Bestia
trionfante,della Cabala del Cavallo Pegaseq,
delV Asino
Cillenico e del Candelaio; colui che ebbe per
tutti sanno:
In tristitia hilaris,in hilarimotto, come
tristis,che
tate
E
la
candela
alquanto
certe
le
«
—
di
bestie»,
chi va,
s' intende, come
come
^
Vedi
ArcoleO;
—
op.
stesso
umorismo.
candelaio « potrà chiarir
dell'idee,le quali invero spaventano
dice egli stesso; e dice anche:
chi viene, che si fa,che si dice,
quel
ombre
Considerate
dello
il motto
pare
si
cit.,pag.
suo
può
intendere
94-95.
; che
certo,con-
129:
ITALIANI
UMORISTI
temi)laiidoquest'azionie discorsi umani
occasion
di Democrito, avrete
o
o
piangere ».
Per
conto
di Eraclito
Giordano
Qua
«
dona
proprio
il
proprio
; non
nome
dice
non
copre
di molto
ridere
o
i
..
col
senso
tempo.
volgare,
per
clito,
d'Era-
senso
contemplate
un
a
i)arla
essere;
la natura
il pane
di Democrito
e
ha
le
l'autore
suo,
col
mente,
libera-
nomina
dona
clii la natura
a
quel clie fa degno
vergognoso
quel eli'ella
il
aperto,chiama
mostra
vino, il inede jnede, et altre parti
di proprio nome
; dice il mangiare mangiare, il dormire
dormire, il bere bere, e così gli altri atti naturali
significacon
proprio titolo ».
JEpistola esjMcatoria che precede lo
Questo, neHa
Spaccio della Bestia trionfante. Apriamo un po' questa
che cosa
Mercurio
dice di Giove.
Spaccio e sentiamo
Ecco
pane,
qua:
meloni
il vino
«Ha
ordinato
che
oggi
melonajo
a
mezzogiorno doi
Fronzino, sieno
di
gli altri,nel
che non
sieno colti se non
perfettamente maturi; ma
tre giorni a presso,
saran
quando non
giudicatibuoni
che al medesimo
a mangiare. Vuole
tempo de la iviuma
che
sta a
le radici
del monte
di Cicala, in casa
di
Gioan
Bruno, trenta iviomi sieno perfetticolti,e diece
sette
cadano
scalmati
in terra, quindici siano rosi da'
si vuole
vermi; che ^NTasta,
moglie d'Albenzio, mentre
increspar li capegli de le temine, vegna, i)er aver
troppa
il ferro, a brugiarsene cinquantasette,ma
scaldato
che
tra
si scotte
non
quando
la
sentirà
testa,
e
per
il puzzo,
ma
questa volta
blasfemi
non
pazienza la passe;
che dal sterco del suo
bove
nascano
dugento cinquanta
doi scarafoni, de' quali quattordici sieno
calpestatié
uccisi i^er il pie' di Albenzio, vinti
sei muojano
di
rin
versato, vinti
in
peregrinaggio
a
vivere
isvoltando
doi vivano
per
il
con
in caverna,
cortile,quaranta
quel cepi)o vicino
le pallotte per dove
sotto
a
la
ottanta
doi
vadano
si retirino
porta, sedici vadano
meglio
li vien
comodo,
130
PARTE
il resto
corra
la fortuna...
a
duodecima
e
il
negozio con la
questa volta,ma
si convertisce
con
e
sapa
E
ai
V altra
ne
Ohe
tesima
cen-
spaccio et ispedito
che non
la ingravide per
e
in cui
volta,con quel seme
che
al
mangia
dimostrare
celesti
sieno
non
che
Sofìa
a
presente
s'inganna
così
cura
a
più grandi.
Come
si chiama
questo?
nelP Antiprologo
Dice di sé Giordano
«L'autore, se voi lo conoscete, direste
minime,
la
ne
abbia
cotto
porro
Ambrogio
miglio ».
per
che
pensa
spinta
mogliera,
quel
pane
questo
PRIMA
le
se
cose
le
come
del
Candélajo:
eh' bave
una
fisionomia
sia in contemplazione
smarrita; par che sempre
de le pene
de l'inferno;par sia stato a la pressa,
fan
le barrette; un
che
come
ride, sol per far come
restio e bizzarro :
glialtri. Per il più lo vedrete fastidito,
non
si contenta
tant'
anni, fantastico
«
circa
al
di
gli abiti
nulla,ritroso
come
come
cane
un
dell' intelletto
»
».
nella
—
Tre
su
proemiale epistola
come
Momo, dio
infinitoUniverso e Mondi, e
nello Spaccio,
riso, s' introduce
Lo stile del Bruno,
nel suo
osserva
«
commedie
stile del
Ad
muove.
e
è
Bruno
di
schemi
di vitale fervore
di
esso
esso
né
spartimenti retorici,
simmetrici
mirabile
^
nel
un'amplissima varietà
processi,s'accoppia in
Pien
studio
Cinquecentoil Graf
l'immagine viva della mente
italiane
si devolve
d' ot-
si chiama
E Dedalo
DelV
del
vecchio
un
forme,
onde
di
zioni
figura-
un'efficacia
non
si
lo
—
pareggiab
im-
adagia ne'
secondo
si compone
effluente,organica
funzione.
Di natura
proteiforme,con pari agevolezza
mente
della
al
arduo
siti
disquipiù
pensiero
s'adegua
di un'anima
abjetta.
va, e al più volgar sentimento
Le
ma
architettonici,
parole vi si affrontano
^
Vedi
sono
in Studii
La
drammatici
Calandna,
La
per
in riscontri
(Torino, Loescher,
Mandragola,
il
impensati,e
1878).
Candélajo.
Le
tre
dal
medie
com-
132
Del
la
PARTE
resto, il Graf
PIUMA
«Può
soggiunge:
contraddizione tragga la origineda
stesso
darsi
mità
disfor-
certa
una
che
preesistentefra V intelletto e V indole da una parte,
da un' altra ».
e fra la virtù apprensiva e la raziocinativa
io non
indugiarmi a discorrere su ogni
^Ma
posso
scrittore che
mi
Debbo
corsa.
di nominare
avvenga
limitarmi
in
fuggevoli accenni,rimandando
a
studio
compiuto
miglior tempo uno
italiani,che qui, dato
degli umoristi
a
fuor di
sarebbe
nomi;
di
luogo. Basterà
disse
come
egli stesso
la forbice
con
da
strumenti
e
le
e
eh' elle fussino
tutto
l'ago
con
donne,
«
muse
:
il mio
compito,
pochi
di
fu di
scrittore,che
un'antologia
e
in vista alcuni
porre
già citati
abbiamo
ne
modesto
più
uso,
due
e
questa rapida
sommi, e un terzo
popolo e artigiano,
il giorno a combattere
che
cose
donne,
son
bene
se
sono
si
non
legge
tista
adoperate da loro »: GiambatGelli,voglio dire, che nei giardini del Euccellai
si pascolò di filosofia e diede
fuori quella Circe e quei
chi sa che
Capricci di Giusto Bottajo, che
ripeto
glese,
capolavori d'umorismo
sembrerebbero, se scritti in in-
però
mai
—
da
Ma
scrittore
il
noi
quel
inglese.
sul
serio,se
Congreve,
nella
lo
mediocrissimo
Thackeray
cubicolo
di
Pompei,
dell' antico
banchetto
scomparso,
e
a
considerati
son
quei
umoristi
Steele,il Prior, il Gay,
letteratura
dirla col
—
da
nostra
commediografo,
fa l'effetto d'
—
dove
o
tre
non
restino
i detriti
del
altri buoni
terra
Inghilremo
trove-
non
contrapporre
il cui
un
in
teatro
triclinio
più
se
mondo
non
o
a
a
—
d'
un
i cocci
muliebre
compagnoni,
non
troveremo, dicevo da contrapporre altri nomi di scrittori,
che noi, per conto
ci siamo
jnai sognati
nostro, non
di chiamare
di
del settecento,e anche
umoristi, anche
due
di tre secoli innanzi!
Ma
e
quanti bizzarri e gaj
ingegni tra quei hajoni nostri del Cinquecento! E il
Cellini? Sul serio, se ci vediamo
The
innanzi
porre
da prendere a piene
Duìiciade del Pope, non
abbiamo
133
ITALIANI
UMOKISTI
letteratura, di
una
seppellirla,tutta
sogliamo vergognarci, a cominciar
mani,
per
Caro?
Mancassero
nostri
d'
Mattaccini
d'inchiostro
guerre
giù giù
ogni tempo,
dai
dai
sonetti
di Cecco
Dante, silVAtlantide di Mario
questo, sicuro, gajezza mala,
anche
fiele,collera fredda
Latini, o malinconia
malinconia
la
Lodovico
più
più
e,
vedendo
qual
E
priega
? anche
di
delle
che,
terra
col
il
cose
ad
io solo così
barca
uno
che
ho
Alessandro
lui!
voluto
Kelle
penna,
veder
Io,
cenni
nominati,
Tassoni
stoffa
per
a
e
di
luoghi
tu
dì
ti lascerei
a
terra
di
e
ma
;
ai tuoi
Doni,
prima
Lesbo, a
dopo di te,
non
vorrei
quando vedo dalla
starvi,incontestabile,
invitar
quell'ultimo dei
montarvi.
? si deve
feste
me,
nell'isola
il Passeroni
il diritto
Tenca;
tario
Commen-
del
di dare
col
tanti
con
e
Carlo
di
,
terra
proconsolo
diritto
d'altri
e
rigoroso,massime
recenti
disse
riamente
volonta-
pur
aver
per
coraggio
Aristotile.
far
se
Paradossi
gli altri,a
ha
Sterne,
Bruto
il
altro,avesti
essere
E
Ma
accenna
Laudo,
d'Italia
Dotti, a terra
Caporali e il Lippi e
che
lontano
lasci nella
dei
col
nostri
noi
mostruose
tutti
con
Lorenzo
di
e
come
autore
tu,
Boccalini, Tacito
terra
signor
mon-
riguardi,
come
libertà,
i)arlarecon
foss'
non
eh' io
eh' io
tu, Ortensio
dell' animalaccio
a
a
iV
forza
grida
pazzeggi
anche
monta
mi
Il
non
e
quel terribile
questi soltanto ?
a
larghezza gii altri imbarchino
Ma
sì,
questo NarrenscMff dell'umorismo!
in
no
vivere
al
quanta
con
perchè
:
d'uno
è
scrittori
Brunetto
SAvift libellista. Penso
qua,
Sergardi.
cioè
umore,
originariodella parola
senso
dello
appunto
An-
Eapisardi !
la chiama
come
secca,
nel
air Aretino
Franco,
ben
e
del
i letterati
tra
gioliericontro
Kiso
cui
in
d'umorista
suo
lasciare
onore,
vero
in
a
terra
anche
parecchi
questo
han
acuto
134
PARTE
PRIMA
acerbo
e
derisore,anzi disprezzatore del
inglese o tedesco,sarebbe
già da
anche
lui e degno di starvi
fosse
barca
giudiziode'
a
Siamo
lì: in che
sempre
savi
un
nella
pezzo
universale.
si deve
senso
tempo. Se
suo
intendere
l'umorismo
?
L'Arcoleo,
dichiara
di
la fine della
su
seconda
sua
incline
conferenza,
quella critica che,
niche
scomurispetto a forme letterarie,
dispensa facilmente
molto
e
ostracismi; e dice che sono
comx)lessele
ragioni per le quali in Italia ebbe poca vita la forma
vuol
umoristica, e che egli non
profanare quest'argomento
non
che
merita
studio
dalFArcoleo
abbiamo
a
speciale.Quali sieno queste
complesse, che al lume degli stessi esempli
ragionimolto
recati
essere
già
appajono
veduto:
da
noi
qua
là
e
contraddittorie,
c'è
zione
spiritod'osservané intimità di stile,siamo
pedanti e accademici,
siamo
scettici e indifferenti,non
aspiriamo a nulla.
Contro
citato parecchi nomi,
queste accuse, noi abbiamo
che
in un
sorti in mente
mai, neppure
lampo, sono
Una
in fin
sola volta,parlando del Heine
all'Arcoleo.
di vita,che ride del suo
dolore,pensa, per combinazione,
al Leopardi che si sentiva
tronco
anche
lui
che
un
Io sto qui deriso,
e vive
e al Brighenti scriveva
:
pena
non
«
»
«
tutti,di
fa raccapricciare.Tuttavia
sputacchiato,preso
vi penso
mi
ridere
ci
«
e
riesco
l'educazione
»
! Ma
e
Il
suo
questo
un
Sì,
certe
altre
certi
la
modo
restò
«
non
mi
di
dialoghi,se
almeno
di
che
maniera
umorista
a
niamo,
ingan-
anche
la tendenza
aspira
rista
umo-
e'
non
a
osserva,
essere
lirico
essere
se
avvezzo
lirico »,
Eestò
i^rosette...
i^erinesso al Manzoni
e
«
gli permise
classica... Ma
Abbondio
da
ma
non
scrisse anche
don
il dovere
».
classica
L'educazione
avrà
calci
a
lì!
tica
roman-
!
? Ohe
nulla,"litigatra
senz'altro
Non
è ridicolo
».
paura;
abbastanza
spicciodi giudicaree man-
è
? Ma
dare
modo,
questo
135
ITALIANI
UMORISTI
V Arcoleo
tiene
veramente,
l'argomento
principioalla fine delle due conferenze:
è trattato
inappellabili.
così, a sprazzi, per sentenze
d' artifizio di scoppiettantidefinizioni ;
Umorismo
: fuoco
dal
fase
poi, prima
propriopensiero
dubbio
:
»
scetticismo
e
; seconda
Amleto
—
ridere
«
—
fase,lotta
e
del
tamento
adat-
Giovanni.
Don
proprio dolore
cesi,
citati due frandella prima fase son
E
tra
gii umoristi
Eabelais
e Montaigne, e due
inglesi,Swift e Sterne ;
della seconda, due tedeschi,Eichter
tra gii umoristi
e
«
—
Heine,
ridere del
inglesi,Carlyle,Dickens, Thackeray
Come
si vede, nessun
Twain.
italiano.
fino
arriviamo
invece
saggi,l' ironia
perchè
sembri
io
fra
noi
avrei
Cervantes
Questo
che
spiritocomico
commedia
rimase
dell'arte
o
affatto
ogni
forma
al
io
ma
:
umoristica
e
mio,
so
l'Ariosto
tra
paragone
non
all'uopo
a
che
confondere
l'umorismo:
come
fatto
noi, e con
quello ch'egli avrebbe
il paragone.
andare
confondere
un
l' abbiamo
opposto
crediamo
Lasciamo
queste
con
giudizio opposto
esca
di
e
fare
a
Eabelais,
come
confondere
letteratura
una
paragone
fatto
avesse
con
Lo
e
».
non
non
dire
E
esagerato e ingiusto. Non intendo
facilmente
o
abbozzi; si trovano
artistica
storia
ogni
vedere
—
«
della
i)erchèn'
parlare di tentativi
non
:
la satira. Basta
e
l' humour,
forme
in
poi...
i)oesiadialettale;e molto e ricco sviluppo ebbero
in poemi, novelle,romanzi
e in poesia e in prosa,
nella
o
così
nell'embrione
avviluppato
e
Twain!
Marco
a
conclude
L' Arcoleo
e
—
tre
e
Marco
che
»
Tra
giudizio
dato, se
un
parentesi però, Cervantes
Montaigne
—
è
la Eiforma
propriamente
tutt' altro!
Ma
latino ;
un
e
in
Spagna...
! Veniamo
in Italia» Noi
non
vogliamo
lo spirito comico, l'ironia,la satira
l'umorismo
vero
e
non
si deve
proprio
inglese, cioè con
quel tipico modo
tutti gii altri popoli,hanno
che, come
neanche
Vhumour
con
di ridere
anche
o
umore
gì'Inglesi.
13G
PARTE
pretenderà,che gV
si
Non
inglese;
V humour
gì'Inglesi ridano
a
ma
un'
Italiani
come
modo
nostro
i Francesi
abbiano
pnò pretendere
si
non
o
facciano
o
dello
die
spirito
L'avranno
i Francesi.
come
PRIMA
magari fatto,qualche volta;
dire. L'umorismo
vuol
ciò non
vero
e
proprio è
altra cosa, ed è anche
per gi'Inglesi un' eccentricità
confondere
di stile. Basta
noi
anche
volta
nostra
a
altro.
Ma
a
un
a
questo solo
patto, cioè
ogni popolo
opere
in
cui
avrà
di
a
diciamo
—
umoristica
si
far questa
si
negarla
a
può
avere
confusione
assommando
umore
scere
ricono-
a
venga
tutte
;
e
le
esprime nei più
cominciar
nostra, ad
ciano
come
gì'Inglesila cominesempio, con Cecco Angiolieri,
direi che la comincino
col Ohaucer, e non
bene,
di
non
perchè egli mostra
per il valore del poeta, ma
nazionale
mescolato
alla bevanda
aver
un
po' del vino
nel i)aese del sole. Altrimenti, una
che si vendemmia
è possibile,
umoristica
letteratura
vera
e
propria non
bizzarri
nessun
presso
pochi
modi;
e
avviene
rari
e
noi
l'altra
pojjoloe
un
la sua,
tipico
questo
e
i^erchèsi
—
letteratura
una
allora
cosa
umoristica
letteratura
una
l'una
i)otremmo
si possono
popolo:
in
scrittori
quel complicato
che si chiama
cui
per
la
umoristi,cioè
avere
naturai
disposizione
speciosissimoprocesso psicologico
umorismo.
Quanti ne cita l'Arcoleo?
e
da uno
nasce
Certamente, l'umorismo
specialestato
diffondersi. Quando
d'animo, che può, più o meno,
un' espressione d' arte riesce a conquistare l'attenzione
del pubblico, quésto si dà subito a pensare
e a parlare
scrivere
impressioni che ne ha ricevuto;
di modo
che quella espressione, sorta
dapprima dalla
particolareintuizione d' uno
penetrata rapidamente
scrittore,
mata
trasfornel pubblico, è poi da questo variamente
diretta. Così avvenne
e
per il romanticismo, così
le idee del tempo, quasi
: diventarono
per il naturalismo
e
a
un'atmosfera
o
i
secondo
le
ideale; e
come
naturalisti,
molti
fecero
molti
j)er moda
per
moda
fecero
i
tici
roman-
gliumo-
umidi
XVIII, e molti furon degli
nel
in Italia,e degli arcadi
Cinquecento
in noi e
stato
d'animo
si può creare
Uno
nel
Ingliilterra
risti in
137
ITALIANI
UMORISTI
nel
settecento.
sec.
secondo
che risponda
fittizio,
alla speciale fisionomia
o
no
dell'organismo psichico.
Ma
poi le idee del tempo mutano, cangia la moda, i
ad altre navi. Ohi
pòmx)ili seguaci si mettono
appresso
le dita, quei
resta? Eestano
su
quei pochi, da contar
straordinaria,o
pochi che ebbero, primi, l'intuizione
divenir
coerente
cui
in
poteron
tempo
Sul
rente,
coe-
organica,resistente
un' opera
creare
così
divenne
d' animo
quello speciale stato
che
al
rimaner
o
alla moda.
e
serio
crede
poi
che
l'Arcoleo
nostra
nella
ratura
lette-
spirito comico?
ha
letto il Meli, e sa
Egli è siciliano,e certamente
quanto sia ingiusto il giudizio di arcadia
superiore
dato
della poesia di lui, che
fu sonata
soltanto
non
dialettale
la
su
c'è
della
vero
umorismo
! Ma
basterebbe
Tic
non
c'è
e
tanti
tanti
figure
gami)
del
sonetti
Travet
Gallina?
E
del
mai
simo,
ce
di
sono
or
^
Vedi
le
I^on
i)arte della
tanta
citar
soltanto
La
cutu-
del
e
Belli?
si
del
proprio
E
due
Il
circa
Giovanni
Calabria:
dieci
anni,
Giovanni
in
una
Yidal
abbiamo,
ignoto, grandissimo:
farlo apposta
a
fu, e
Eeggio
di
imperituri,
Nohilomo
dialettale
—
delle
rismo?
capolavori d'umo-
parla di tipi rimasti
Bersezio,
in
il Marcliionn
tutto
ne
umorismo,
parlare
senza
Bongè,
son
non
altro scrittore
un
Cuiuliata.
fu^
vero
Porta
E, poiché
se
le forme.
tutte
in
il Giovannin
di Carlo
il Moìish
tic... chi
umorismo,
Maggi,
averi
quasi
in
tutte
anche
dimostrarlo!
per
E
ebbe
si espresse
e
proprio
del Meli
poesia
Hata
lira
e
che
pastorale, ma
zami)ogna
corde
ci sia altro
non
umorista
del
finora
vero,
meridionalis-
—
Merlino,
conferenza
^
Merlino, umorista, Napoli, Pierre, 1898.
rivelato
da
Giu-
138
Mantica,
seppe
lui
PIUMA
TAKTE
forte
un
conterraneo, che sarebbe
suo
umorista
scrittore
se, nel breve
esistenza,la politica non
sua
distratto
dalle
lo
il Merlino
Scrisse
lettere.
della
corso
troppo
avesse
anche
stato
presto
i suoi
libri
divide
in
uno
e
lettori,che nomina
per uno
quattro categorie,imi)onendo a ciascuna di esse alcuni
specialiobblighi in ricompensa del piacere loro procurato.
tutti inediti,è detto:
de' suoi volumi, ancora
Uno
per
55
Miscellanea
acconcio
più
Memorie
sono
Giovanni
utili ed
Merlino
composta di
il
del
Merlino
due
tra
il Merlino.
serio
altro
il Mantica
ironia
scrittori italiani ? Io
d'un
certo
chierico
del
Baretti;
penso
infuso
di
del
abbate
ai
che
volumi, rimando
ha
fatto di questi
Non
Promessi
Sposi
negli
Socrate
volate
del
poi
scopre
l'Arcoleo
certo
alcune
fronte.
a
del settecento; penso
ad
gli eredi
la traduzione
un
vanni
Gio-
e
i
satira
e
a
penso
Foscolo:
dimostrare
per
dialettale.
la letteratura
che
Dio
Nell'attesa
impareggiabili
Dialoghi, con
per
Dio
pubblicando
che
1850,
Domine
Domine
con
al
poter citare per disteso
calabrese
il Conto
pubblicazione
Questo,
sul
proseguita fino
e
Vorrei
tutti noto
a
«
ai
1789
alla
fosse
umorista
lo rendano
alla
o
e
posteri,ossia la vita di
di Reggio, prinquondam Antonino
cipiata
volumi.
sette
lungo Dialogo
che
inutili
decemhre
27
a
sconnesse
cose
che, avendo
coloro
modo
piacevoli^ fatta per
poco cervello,vogliono istruirsi sul
per perderlo interamente
»; gli altri
di varie
nario
immagi-
al Didimo
in
del
prosa
Manzoni,
tutto
^
al Sani' Ambrogio
genuino umorismo
;
penso
Giusti, vera
poesia umoristica, unica forse
le tante
satiriche
Vedi
seconda
sentimentali
quei certi
dialoghi e a quelle certe prosette del Leopardi ; penso
aW Asino
del Guerrazzi; penso
al Buco
al
nel muro
e
Carlo Bini; penso
a
a
Fanfulla del D'Azeglio; penso
tra
1
Abbondio,
nella
che
all'Arcoleo
o
parte
sembra
la
dimostrazione
una
; penso
a
dell' nniorismo
figura ridicola
o
comica
di
don
senz'altro.
PARTE
SECONDA
caratteri
Essenza,
Che
volessimo
Se
date
son
autori
confusi
ad
tanti
tra
che
altro
pareri
ripetere
a
Abbiamo
proposito
sola
si
dire
che
0
già
detto
per
incidenza,
varietà
sia
in
tutti
in
Ma,
—
fine,
alla
riusciremmo
non
somma,
dichiarare
si
generale,
rischia
è
che
perchè
veramente,
quali,
parlato, in
han
ne
i
coloro,
caratteristiche
tante
e
che
nel
accordano,
cosa
:
recchie
pa-
!
cos' è V umorismo
che
la domanda
che
riempire
probabilmente
e
si
che
definizioni
potremmo
dispareri,
e
risposte
le
tutte
tentato,
parecchie pagine,
e
le
tutte
di
domanda,
han
critici
di
conto
tener
questa
a
e
?
è V umorismo
cosa
dell'umorismo
materia
e
a
ha
infinite
volerlo
vere
descri-
di
sempre
cosa
una
difficilissimo
esso
che,
di
o
dimenticarne
qualcuna.
Questo
ormai
è vero;
avrebbe
dovuto
caratteristiche
intendere
avviene
quella che
o
a
modo
dell'
vera
che
si
tante
umorismo,
scrittori
se
ne
sono
a
con
si vengono
le
da
pezzo
queste
arrivare
per
per
comune
un
partire
umorismo,
assuma
studiati
definizioni
quante
che
da
che
migliore
dell'
è riscontrata
parecchi
che
via
la
essenza
una
altresì
vero
capirsi
è
non
la
è
ma
poiché
a
pre
sem-
fondamentale,
parecchie
opere
predilezione
infine
caratteristiche
ad
;
di
avere
riscon-
144
PARTE
tutte
trate, e
e
parte di vero,
una
vera.
Certamente,
e
dalla
somma
delle
conseguenti
di tutte
varie
queste
definizioni
umorismo;
sommaria
ma
ed
se
avrà
ne
perchè
esteriore,appunto
sommarie
ed
esteriori
una
sempre
ratteristic
ca-
può
si
comprendere, così,in generale, che
a
r
hanno
naturalmente
è la
nessuna
SECONDA
rivare
ar-
sia
cosa
conoscenza
fondata
su
ste
que-
determinazioni
incomplete.
quella tale i)eculiar
La
ad esempio, di
caratteristica,
bonarietà
benevola
alcuni
o
indulgenza che scoprono
neir umorismo,
malinconia
già definito dal Eichter
d' un
animo
superiore che giunge a divertirsi finanche
di ciò che lo rattrista »,* quel
tranquillo,giocondo e
modo
riflesso sguardo su le cose
d'accogliere
», quel
razione,
modegli spettacolidivertenti,che sembra, nella sua
«
«
«
soddisfare
il
di ciò che
v' è di
perdono
interno
all' esterno
contraria
di cui
parla
^
Del
Richter
anche
P
umorismo
il
d'
il
si
«
L'
sublime
mondo
è
misto
finito
di
tolleranza
della
nostra
natura,
», che
applicata
in
schliesslich
desselben
ein
sich
di
ecc.
ha
un
e
e
è
con.
dolore
cioè
a
V
ecc.
».
sowohl
seiner
Er
sein.
Eechtes,
2
aU
Erhahenheit
»
Paris, Alcan, 1904,
ne
un
presso
pag.
ist
276.
quella
der
auch
nato
accen-
il
compari
:
colo
pic-
filosofico che
riso
i
certa
critici
Rumor
ein
condo
se-
di
che, partecipando della
coloro
di
un
già
universale, pieno
comico
als auch
_
heiouast ist.
risulta
migliore,
dal riso moderno
chi
di
grave
»,
chiama
Egli
abbiamo
riso antico
filosofico. Der
meno
des
:
parla
fortuna
definizioni.
cui
rente
cor-
rire,^ non
le
descrizione
a
del
tutti
per
Altrove
molta
avuto
senso
quella
infinita
simpatia
piacimento
com-
pensosa
sur
La
».
atteggiamento
vollbeicusster
punktes, soivohl
rovescio
grandezza. È
di
benevolenza
parecchie
diversità
V idea
tal
dalla
ritardata
e
Ussai
suo
citare
possono
romantico
umore
nel
in
l'
espansione degli spiritidal-
«
specie di
una
domandar
e
delicato
poco
d' intenderlo, è
modo
suo
ridicolo
incontrata
Sully
altrove, parlando
«
tale
quella
»,
del
senso
«
tedeschi,
kann, dice
solcher,
icenn
Beachranktheit
seiner
che
idea
relativen
il
der
seines
nienta
an-
anche
Lipps,
Trciger
Stand-
Nichtigkeit
CARATTERI
E
145
DELL'UMORISMO
MATERIA
gli umoristi. Alcuni di questi tratti,
lui soltanto, pajono
che al critico francese, e non
a
in alcuni, in
principali dell' umorismo, si troveranno
altri no ; e in certuni anzi si troverà il contrario,come
nel
ad esempio nello
senso
Swift, che è malinconico
originariodella parola, cioè pieno di fiele;e del resto
noi
vedremo
un
po' più innanzi, parlando del don
si riduca
del Manzoni, a che cosa
in fondo
Abbondio
o
quella peculiar bonarietà
simpatica indulgenza.
Al
disposizionea scoprire ed
contrario,quella acre
in tutti
si trovano
«
il ridicolo
esprimere
del
serio
del
il serio
e
ridicolo
Bonghi, calzerà allo Swift e ad
calzerà ad
umoristi al pari di lui beffardi e mordaci; non
il Lipps, opponendosi
altri ; né del resto, come
osserva
», di cui
umano
rismo
l'umoLazzarus, che considera anch'esso
come
una
disposizioned' animo, questo
del
alla teoria
soltanto
modo
il
parla
è
di considerarlo
lo dice
(luello del Hegel che
posto delle
tutta
quel solo
d'
1' aria
cui
il sentimento
reale
e
la
tal
Dalla
e
porsi bene a
che, a non
cui l'Hegel lo guarda,
però più generalmente
e
meditazione
e
10
fondamentale,
»
o
fra le nostre
miserie, e
il
e
che
aspirazioni
anche
somma,
in
negherà
il riso ;
j^oilo
ticismo,
scet-
tura
ogni osservazione, ogni pitsamente
fine il suo
procedere minuzioanalitico.
maliziosamente
ripeto,di
che
e
principale elfetto
per
pianto
a
fra la vita
o
scoprono
queste caratteristiche
tutte
conseguenti definizioni si può
così,in generale, che cosa
nessuno
al
si colora
umoristica, e
e
telletto
in-
lui stesso
principale il disaccordo
causa
perplessitàtra
di cui
sarà
specialed'
si pone
contradizione
umano
debolezze
le nostre
«
per
l' ideale
e
quella
la
dare
si suol
da
più comuni,
sono
attitudine
1' artista
lato
comicieto
rebus.
un
/^ Caratteristiche
osservate,
«
», definizione
cose
da
guardare
ha
onde
di animo
e
Xè
completo.
non
ne
arrivare
sia
risulti
a
dere,
compren-
1' umorismo,
una
conoscenza
ma
146
PARTE
Ohe
sommaria.
troppo
affatto
altre
ve
ne
né
esse
Journal
dichiarò
noi
V
di
vederla
a
opinione
of comparative
indefinibile
nel
e
psicologici,
dei
affatto
T intima
sione
preci-
con
concetti
di
Benedetto
V umorismo
libro
àéW
dell' estetica
precisione e
con
Literature
Croce
tutti
gli
—
V
evitar
L'
«
il
grazioso.Ma
come
sentimenti
e
di considerarli
del
sé stesso
per
chiarire
in
non
che
dar
può
senso
alcuni
il
bisogna
speciali,
il sentimento
luogo
a
organico
classi; e
bisogna
dirsi fatti misti. Essi
possano
su-
così delle distinzioni
sentimento, ammettendo
classi di sentimenti, laddove
note
i
indagine
torno
lungo travagliata in-
—
errore
stati
tra
si è a
egli dice
ad
a
questi fatti,e specialmente intorno
essi,come, in prima linea, il comico^ e poi
filosofi
che
lo annoverò
simpatico I
del
garla,
spie-
a
(fase.Ili, 1903)
come
Estetica
hlime, il tragico,V umoristico
e
veduto,
più comuni,
veduta
poi
minazioni
deter-
spiegata.
accettando
tanti
è
alcune
abbiamo
incomplete, come
non
Einunzieremo
nel
ad
accanto
se
indubbiamente
sono
di
ragione
SECONDA
dan
complessi,ossia di complessi di fatti,
sentimenti
spiacere
orgailicidi piacere e die date
spirituali
(o anche sentimenti
-organici),
esterne
che forniscono
circostanze
a
quei sentimenti
meramente
nato
determiorganici o spiritualiorganici un
luogo a concetti
nei quali entrano
-
contenuto.
è
a,
Questo
hlime
di
un
di
l' organismo
genetico: Posto
ì),si
sopravvenendo la circostanza
e
simili
processi
contatto:
essi,in quanto
fatti
di definizione
il
nessun
possono
Il modo
salvo
costituiscono
hanno
non
questi
nella
ha
col
quello generale
la
materia
o
cetti
con-
zione
situa-
il fatto
e.
fatto
tico
este-
che
tutti
la
realtà,
dentale,
rappresentatidalP arte ; e 1' altro, accitalvolta
dei
che
in questi processi entrino
delP impressione di siinel caso
estetici,come
artista
che può produrre l'opera di un
titano,
Dante
di uno
o
Shakespeare, o di quella comica
essere
148
PARTE
rappresentazionisentimentali, così
d' alcune
d^ un'
di
SECONDA
di
opera
poesia è
risulta
che
umoristica
la
di
?»
r
.
da
r.^-J^.«»g"«r--»T
?
,
I
i,
n
ig
i
i
derivano:
che
considerare
hi materia
appunto
.1.111
da
che
si
teri
questa ha peculiaricarat-
se
;
distinguono, e
particolar modo
-
il i)rocesso
quella particolar rappresentazione
chiamare
suol
psicologic
fondamento
il necessario
estetica ».
qualsiasi valutazione
Vediamo
dunque, senz' altro,quaP è
cui
V analisi
il
la
e
vi è
se
tuisce
costi-
che
mondo,
un
ragione delP umorismo.
?
I
II
Ordinariamente,
forza
ripetere
della
le
in
vita
interiore
altrove,^e qui
è creata
che
inattiva:
certamente
assiste al
nascere
vimento
mo-
idee
le
organa
dell' opera
V esecuzione
m' è
dal libero
forma
una
durante
come
d'arte
P opera
—
detto
già
armoniosa, di cui
han
corrispondenza tra loro e con
coordina.
La
durante
riflessione,
imagini
che
ho
—
tutti
le
e
gli
menti
ele-
V idea-madre
la
concezione,
d'
arte, non
e
al
resta
l'opera,
del-
crescere
le fasi
i
progressive e ne gode, raccosta
varii elementi, li coordina, li compara.
La coscienza
non
rischiara
lo spirito;segnatamente
tutto
l'artista,
per
ne
essa
segue
è
non
volontà
un
lume
distinto
dal
pensiero,che permetta
in un
d' immagini
tesoro
attingere in lei come
è una
d'idee. La coscienza, in somma,
e
non
in cui il
lo specchio interiore
potenza creatrice; ma
pensiero si rimira; si può dire anzi ch'essa sia il pensiero
alla
che
fa
di
vede
sé stesso, assistendo
spontaneamente.
della
momento
resta, per
così
forma
del
una
^
Vedi
nel
fantastico.
mio
E,
d'
quello che esso
ordinario, nell' artista*_nel
a
riflessione^i
concezióné7ja
invisibile: è,
dire^
sentimento.
volume
già
Man
citato
Arte
quasi,
nasconde^
per
T artista
manocheJLlxiperar-si
e
Scienza
il
saggio
Un
tico
cri-
CARATTERI
149
DELL'UMORISMO
MATERIA
E
l
freddamente,
critica,non
giudice spassionato, analizzandola;
mercè
l'impressione che ne riceve.
fa, essa
la
Questo, ordinariamente.
naturai
disposizione d'
chiamano
umoristi
hanno
di intuire
questo
stesso
delle
loro
parte che
abbiamo
particolar
gli
cioè
modo
umoristica,
opera
la
vi
vi
la
assuma
nella
zione
conce-
si
non
cioè
resta
invisibile,non
sentimento, quasi uno
resta
vita,
tenga
riflessione
la
essi
concezione
ora
or
la
che
e
nella
riflessione
la
tratto,
se, per
uomini
avviene
un
scrittori clie si
descritto,o non
speciale attività. Ebbene,
non
quasi
specchio in cui
si rimira; ma
innanzi, da
gli si pone
analizza, spassionandosene; ne
scompone
forma
del
il sentimento
lo
l' imagine ;
altro
però,
analisi
da_questa
un
che
adesso
quegli
considerar
se
opere;
nasconde,
giudice;
di
e
il
per
procedimento
piuttosto una
di ogni
una
e
di
d'un
ma
Vediamo
animo
farebbe
come
sentimento
potrebbe chiamarsi,
questa
o
sorge
posizione,
scom-
spira: quello
io difatti chiamo
che
e
da
il
sen-
del contrario.
timeìito
subito
Ecco
lampante
esemiùo, che per la sua
chiarezza, si potrebbe dir tipico.Un poeta, il Giusti,
lano,
Mientra
un
a
giorno nella chiesa di Sant'Ambrogio
vi
e
un
trova
Di
Il
SUO
ispidi
ecco
e
Come
sarebbe
Messi
qui
duri
è
nel
tedesco
settentrionali,
boemi
nella
a
un
a
un
suono
e
pare
tratto
croati.
e
vigna
è
a
far
d'odio:
da
pali...
quei
ricordarglila patria
tempio
lento
preghiera
determina
lì
son
D'
che
que' soldati
i)riniosentimento
levarsi
cantico
pieno di soldati.
un
il
suono
solda tacci
schiava.
dell' organo
:
Ma
poi quel
lento,
grave,
flebile,solenne
lamento.
una
Ebbene, questo suono
disposizione insolita nel
150
SECONDA
PARTE
poeta,
avvezzo
a
determina
civile:
il
usare
in
flagellodella
lui
satira
politicae
disposizione proi^riamente
la
sione
cioè, lo dispone a quella particolar riflesl'
che, spassionandosi del i)rimo sentimento, deldalla vista di quei soldati,genera
suscitato
punto
ap-
umoristica:
odio
il sentimento
nelP
del
contrario.
inno
la dolcezza
Dei
canti
Che
da
Ce
li
Un
ripete
i
il
:
del
dolore.
madre
e
pace
cara,
d' amore,
di lontano
esilio...
quei soldati,strappati ai
dura
vita,
dura
a
Strumeiiti
Che
In
poeta è
costretto
su'
Duro
e
io
riflessione,
i ìion
di
fuggir
fuggo,
brava
mazza
piantato
li
come
e
che
esco
non
intendo
Io
non
una
aftatto
psicologica.L'
il necessario
essa.
da
nasce
analisi
fondamento
posso
il i)rocesso
prima:
suoi
male...
dalla
abbraccio
di
sanno.
non
di
vuol
le
questo, avvertendo
del contrario
tica
che
a
non
Colla
Notando
poesia è
se
forse
da'
lontana
qui
paese
Qui,
che
e
.
rapina
dell'odio
gente!
un
d' occhiuta
tocca
non
il contrario
ecco
'estetica
ciechi
lor
Povera
.
tetti da
disciplina
Muti, derisi, solitari stanno,
Il
loro
pauroso,
A
Ed
core
gi'impara,
della
mesto
di
amara
fanciullo
giorni
sgomento
riflette che
re
da
domestica
voce
desiderio
Uno
E
uditi
pensier
Un
un
poeta ha sentito
Il
chiesa
perchè
caporale.
un
nocciuolo
un
pinolo.
cioè questo sentimento
speciale attività
dal
della
campo
della
critica
psicologica di questa
della
valutazione
intenderne
psicologico da
la
cui
este-
bellezza, se
risulta
la
151
DELL'UMORISMO
MATERIA
E
CARATTERI
che
d' animo
di quello stato
perfetta rii^rodiizioiie
suscitare,nella quale consiste appunto
poeta voleva
Vediamo
a
esempio più complesso,
un
ora
speciale attività della
prima giunta
discorso:
;
il Don
lettura
la
e
prendiamo un libro di
Quijote del Cervantes.
cui abbiamo
ha
? Noi
d' animo
di
comico
alienato
altri
ci
e
che
le cose;
tutte
qualcosa
lo
ce
della
turba
e
commiserazione, di pena
le eroiche
perchè se
hidalgo
nella
egli
abbiamo
questa
rappresentazione
sentimento
iturba il riso della
noi
già
perchè
veduto
le
s' è
destato
—
frutto
esperienza che
nel
di
lui, su
della
poeta
sentimento
oscura
ha
si
—
era
già
carcere
e
d'
a
questo
v' ha
dubbio
che
eroico.
Noi
spira
di ridere
lo
ce
L' autore
lo
aveva
ponen
della
contro, da
Mancha,
ed
ci
rende
abbiamo
si scopre
perchè
della
disposizione
sul
o
destato
Ma
esperienza
da
anche
V ha
riflessione?
esercitata
di
povero
ma
vita,
stica
umori-
sentimento
armato
Lepanto. Spassionandosi
dovisi
che
ammirazione, sì,
veramente
la
che
non
senso
un
in
determinato
gli
e
stesso, abbiamo
tristissima
quel sentimento
fede
è
:
lui, e noi ne
ragioni. Ebbene, perchè non
della
e' è
povero
il riso
rappresentata;
della
stato
quanto
questo
comica,
impedisce
del contrario.
qui la speciale attività
essa
non
il comico
qui il sentimento
in
ci
comicità
Attraverso
amaro.
che
di
di
avventure
ridicolaggine è
sua
una
un
anche
e
d' animo
facile;sentiamo
e
ridicolissime,
pur
sono
tutto
1' ostacola
ce
vuto,
rice-
stato
ridere, ma
schietto
i)rima
follia sé stesso
sua
vorremmo
labbra
alle
di
rappresentazione
maschera
la
dicarne
giu-
QuaP è questo
ridere
vorremmo
già
avremo
ne
dello
qui
suscitare.
voluto
nella
viene
anche
? Dopo
che
impressione
così
Vogliamo
faremo
Che
estetico.
conto
V autore
quale
si scopra
prima
terremo
riflessione
nel
non
il valore
che
la
estetica.
bellezza
la
il
di
liere
cava-
questo
giudice,
analizzandolo
nella
con
152
PARTE
freddezza,la
amara
SECONDA
riflessione
poeta il sentimento
del
QidJQle: è questo
oggettivato. Il poeta non
del processo
causa
soltanto
nB'Tia'rapprèsentato
del
contrario
V
di
sentimento
ha
è
esso
del
trario
con-
la
prresta
sua
effetto,e
^^
il
pero
la comicità
spira attraverso
rappresentazione; questa comicità
nel
rappresentato
il (i insti nella
come
—
destato
contrario, e frutto
il Don
appunto
già
aveva
è
frutto
della
del
del contrario
generato nel poeta dalla
attività della riflessione sul x"rimo sentimento
timento
sen-
mento
senti-
speciale
tenuto
nascosto^
Ora,
che
bisogno
etico
Theodor
questo
a
Lipps
Cioè
canto,
un
così del
Croce
io d' assegnare
sentimento
del
libro
Komik
suo
intendiamoci
—
si affaccia mai
da
nel
ho
vede
non
che
Estetica
sua
gazione accettabile
V organismo nella
Lipps
*di
:
come
siffatti
situazione
Humorf
veramente
specie
umore
cita
und
non
del contrario.
una
dell'
come
al
—
sentimento
questo
comico
nella
bene
lore
qualsiasivafa
contrario, come
un
di meccanismo
che
quello stesso
un
esempio
concetti
«
Egli,
»
:
di
«
—
il
spie
Posto
stanza
sopravvenendo la circopaccia
h, si ha il fatto e.
E, dall' altro canto, s' imdi continuo
di valori etici,poiché per lui ogni
godimento artistico ed estetico in genere è godimento
di qualcosa che ha valore etico : non
elemento
già come
»
di
complesso,
un
E
ma
—
oggetto
come
tira continuamente
personalità umana,
di
die
a,
esso.
in ballo
parla
e
Egli
dice:
di
«
dell'
il valore
positivo
Dass
intuizione
durch
etico della
umano
die
tica.
este-
e
di
gazione
ne-
Negation,
positivMenschlichen
geschieht,dies positivMenschliche uns
nàher
geòracht, in seinen Wert offenharerund
filhlharergemacht wird, darin hesteht, ivie tvir salien,
das
der
hesteht
allgemeinste Wesen
Tragik, Ehendarin
am
auGÌi das
die
allgemeinste Wesen
Negation
Negation. Idi
anderer
sagte
Art
vom
des Humors.
ist als
Nur
dass
komische
dort, nàmlich
Naivliomischen, dass
liier
es
auf
dem
CARATTERI
der Komik
Wege liege von
die
Komik
naive
Komik
DELL'
MATERIA
E
Humor.
zum
ist Humor.
153
UMORISMO
heisst nicht:
Dies
Yieìmehr
ist auch
die
hier
Die
naive
Gegenteildes Hiimors.
indem
das
Komik
vom
Standpunkte der naiven
entstelitf
Persdnlichkeit
aus
BerechtigteyGute, Klugej von unserem
solclie das
als
gegenteiligenLiclite erscheint. Der
Humor
entsteht umgekehrt, indem
jenes relativ BerechYerdem
Prozess
der komischen
tigtey Gute, Kluge aus
rechi in
erst
niehtung iviederum
emportaucht, und nun
Standinmkte
Werte
seinem
einleuchtet
più
oltre
ist
liberal und
:
Der
«
das
nunftige,
im
aus
auch
sich
da
negiert erscheint».
in
gewisser Weise,
in
Glauben
TJher
werden.
der
Humor.
dieses
derjenige,den
schehens
der
hat,
eigenen Selhst
henen
in
»
.
«
nicht
vi ha
Ma
valore
«
contrario, o
Esso
bleit,oder
diese
a
eben
darin
riconoscere
hòchste
sich
ivir ange-
ho
io, ripeto, di
importa
a
o
me,
V
per
oggetto
critico
un
e
»
in
alcun
che
qualsiasi
del
modo!
volta,secondo
della
che
Humor».
il sentimento
priori
sé, volta
da
poeta
a
erreicht
dare
quello che ho chiamato
eigenen
Geltung
zur
entziveiten
des
Erha-
egli stesso
Stufe
versòhnten,einen
si determinerà
Ohe
den
und
Vernilnftigen,Guten
und
hei alter oì)jektiven
des
di determinarlo
personalità del
erheht
»
Ge-
Humor
a
nichte
zu
«
Trdger des heivusst humoristischen
der
der
Geivissheit
Geistesfreiheit,
bisogno
etico
Regeln
wie
nel)en dem
che
Humor,
der
è poi costretto
jeder
w.
wir
unserem
den
eigene Zunichteiverden
Welt, die
Ma
auch
hahen, hesteht schliesslich
Nichtigkeitbestehen
kommt
s.
u.
nicht
ehenso
und
der
in
Denkens
Humor,
sichts des Komischen
Komik
Grosse,
oder
Ver-
unserem
zergeht, sondern
unserer
Erwartung,
unseres
Dieser
Sellò ne,
ja geflissentUch
der
«in
poco
des Humors
nichts
mit
Gewohnheiten
oder
anche:
E
».
nach
es
vorhanden,
Erhabenheit
cine
an
flndet,avo
nicht
Dice
Komische
das
ivird
genossen
Grund
und Kern
eigentliche
jederzeit das relativ Gute,
gewdnlichen Begriffen
nur
und
la
zione.
rappresenta-
estetico,di
sapere
in
154
PARTE
chi
Io
dove
o
non
stia la
SECONDA
relativa
ragion
voglio né
debbo
uscire
Io
pongo
dinanzi
pura.
mi
il
e
dal
giusto
della
campo
qualunque
soltanto
artistica,^e~mrpfopongo
il valore
estetico.
di sapere
tutto
lo
artistica
])ressioneche
ogni qua!
ho
ne
volta
mi
sento
è turbato
mi
lo
giudicarne
nanzi
bisogno inquella rappresenta
saprò dall'
d'
Qiiesto stato
innanzi
tra due:
tenuto
come
ricevuto.
trovo
che
suscitare:
vuol
a
umoristica, è
veramente
di
d' animo
stnto
di
vorrei
tasia
fan-
tazione
rappresen-
questo giudizio, ho
Per
il bene?
e
im-
animo,
zione
rappresenta-
una
mi
perplessità:io
il riso
ridere,rido,ma
qualcosa che spira dalla
la ragione. Per trovarla,
rappresentazione stessa. Ne cerco
ho atfatto bisogno di sciogliereV espressione
non
fantastica
valore
e
in
etico
Trovo
sentimento
soglio chiamare
la
ad
in
(Tppure
al disaccordo
esempio,
fra
scoprono
o
fra le nostre
altre
Perchè
anche
che
che
accertare
che
e
na^scej^
nasce
concezione
il sentimento
la vita
da
mente
etica-
limitarne
astrattamente, attribuendola,
reale
e
la
da
come
noi
ditazione
me-
umano
debolezze
priori. A
a
e
l' ideale
le nostre
questo,
indeterminabili
cause
nella
tutte
aspirazioni e
Nascerà
dicendo.
contrario, qualunque
dalla rappresentazione
le rappresentazioni che
modi
umoristiche.
causa,
via
e
il
ballo
del
tanti
costantemente
in
tirare
personalitàumana
della
questo
stessa,
etico, di
rapporto
un
sia, che spira in
esso
da
ostacolato
e
serie?
mi-
tantissime
preme
tanto
sol-
del contrario
questo sentimento
da una
specialeattività^cEe'àssume
di siffatte oj^ere
d' arte
la riflessione.
Ili
Teniamoci
della
ad
una
possono
ad
a
q^uesto;seguiamo
vediamo
e
riflessione,
una
tutte
riscontrare
le
in
varie
ogni
questa
attività
ci
ciale
spe-
spiega
caratteristiche,che si
opera
se
essa
non
umoristica.
156
r
PARTE
SECONDA
autobiografo si proponga
i)unto,
per
cominci
e
pendola che
il
di
dalP
alvo
ab ovo,
tutto
narrar
di
madre
sua
signor Sliandy padre
punto
dalla
e
soleva
mente
puntual-
caricare.
Ma
questa caratteristica è
se
vedute
son
chiaramente
le
stata
notata,
ragioni. Questa
queste digressioni,queste variazioni
yano
già_dal
bizzarro
ma
sono
scrittori^
del
consegìienza
movimento
arbitrio
o
turbamento
delle
e
delle
contrarii:
inovvlabile
e
per
umorista
—
si badi
fantastico:
senso
della
o
un
—
dico
e
di bizzarro
estetico
non
di
della
opera
le
Ogni vero
critico,ma
del
interruzioni
le
tra
deri-
non
imagini cioè,anziché associate
lazione
in
o
per contiguità,si presentano
d' immagini
ogni immagine, ogni gruppo
.
stezza,
scompo-
un'associazione
contrarie, che naturalmente
il quale, irrequieto, s' ostina a
loro le relazioni
più impensate.
ne
se
capriccio degli
immagini
\riflessione attiva, la quale suscita
I
dal
necessaria
appunto
organatore
non
per
simi-
per
contrasto:
desta
lo"spirito,
dividono
trovare
o
a
chiama
ri-
e
stabilir
è soltanto
poeta, è anche
critico sui
{/ciuris,mi
tico
cri-
solamente
nel
fantastico lìon
capriccioso,ma
parola, quantunque
anche
possa
nel
senso
sembrare
a
è
in termini.
Ma
contraddizione
prima giunta una
proprio così ; e però ho sempre
parlato di una
speciale
attività della riflessione.
Questo appariràchiaro
.
dubbiame
pensi che se, ininnata
ereditata
una
o
malinconia, le
tristi vicende, un' amara
esperienza della vita,o anche
scetticismo
un
pessimismo o uno
acquisito con lo studio
la considerazione
le sorti dell' umana
e con
su
esistenza,
sul destino
determinare
degli uomini, ecc.
possono
mare
che si suol chiaquella particolardisposizioned' animo
umoristica, questa disposizione poi, da sola,non
basta
a
il terreno
creare
un' opera
preparato
:
quando
d' arte.
1' opera
si
Essa
d' arte
non
è
è altro
il germe
che
che
CARATTERI
cadrà
157
DELL'UMORISMO
MATERIA
E
trendosi
e si svilupperànuquesto terreno, e sorgerà,
in
di esso, togliendocioè da esso condizione
Ma la nascita e lo sviluppo^di
qualità.
questa
dell' umore
e
spontanei. Apposta il germe
nel terreno
cade se non
ove
non
preparato a riceverlo,
meglio cioè può germogliare.La creazione dell' arte è
per addizione
spontanea : non è composizione esteriore,
pianta
debbono
Un'
combinando.
ingenua
sioue
La
si compone
non
sparse
«
studiati i
di cui si siano
d' elementi
è
essere
»
può
vivo,innestando,
è,in quanto^
somma,
il risultato
essere
della rifles-
cosciente.
—-.^
di cui io
dunque,
riflessione,
del cosciente
verso
lo
stesso
«ingenuità» o
parlo,
spontaneo; è
il sentimento
Ben
trebbe
per
questo ho
dirsi
un
della concezione.
è
fenomeno
La
altro,in fondo, che
di
concezione
una
nasce
fatti da
forma
che
l'
dal
i caratteri
germe
ciò che
essa
del contrario.
soggiunto
specie
una
è nel
spontanea;
creazione,e spira in
della
chiamato
ho
natività
è un? opposizione
non
"dTprojezione della stessa attività fantastica:
1' ómbra
dal corpo; ha tutti
fantasma, come
della
bra
mem-
corpo
d' arte, in
opera
; non
un
rapporti: di
-..^
urrtarisma-^
nell' atto
s(l()])i)iament()
dell'operad'
arte
dell' organamento
non
delle
è un'idea
immagini. L'idea dell'artista non
astratta;
è un
sentimento,che divien centro della vita interiore,
l'agitae, agitandolo,
si impadroniscedello spirito,
tende
sentimento
a crearsi un
corpo d' immagini. Quando un
lo spirito,
scuote
violentemente
d' ordinario,si svegliano
tutte le idee,tutte le immagini che son
con
esso
in accordo:
qui, invece,per la riflessione inserta nel
del sentimento, come
vischio maligno, si
un
germe
dizione,
sveglian le idee e le immagini in contrasto. È la conè la qualitàche prende il germe, cadendo
nel
che abbiamo
terreno
più su descritto : gli s' inserisce
il vischio della riflessione;
e la pianta sorge
e si veste
d'
r
un
verde
estraneo
e
pur
con
essa
connaturato.
158
PARTE"ECONDA
IV
spiegarci la ragione del
il sentimento, dobbiamo
e
iL^erme cade, voglio
Per
in- chì
sola
se
per
Ohe
nmorista.
scrittore
Lo
dire
Lipps
stesso
nello
ci vuole
si
poi
germe
il germe
della
dell'umore
nutre
vede
che
terreno
sijiritodello
disposizione nmoristica
la
se
sione
rifles-
la
tra
penetrai' nel
basta, perchè
non
creazione, questo
trova.
contrasto
modi
tre
che
d'essere
cioè:
dell' umore,
a) V umore,
modo
come
disposizione,o
come
rappresentazione ;
di considerar
le cose;
h)
V umore,
e) V
poi che
conclude
lo ha:
che
è soltanto
1' umore
oggettivismo
e
non
chi
in
altro
sono
atteggiamento dello spirito nell' atto
more,
rappresentazione. La rapi)resentazionecioè dell'u-
due
è sempre
modi
Quei
egli
verità
in
diverso
che
in
;
soggettivismo
un
della
obiettivo
umore
tre modi
morismo,
elevazione
che
e
il
chi lo
ha, può
subiettivamente
:
limita
in
d'
si
essere
determina
obiettivamente.
presentano
eticamente
quale è per
nel
od
comico
atteggiata
essere
la
Lipps perchè
al
ragione
il comico
attraverso
u-
già veduto,
abbiamo
lui,come
dell'
stesso.
piamo
Sap-
egli intenda per elevazione.
Io, secondo
der
Erliabene,
lui, ho umore,
quando: «idi selbst Mn
der sich Behaujyttende,der Trdger des Yernilnftigenoder
cosa
Sittlichen. Als dieser Erliahene
henen
sches
hetrachte
und
ich
die
geliehetrachtend
(iher schliesslich
mieli
Welt,
Idi
finde
in die Komick
selbst,oder das
erhdht, hefestigt,
gesteigertivieder
Ora
Lichte dieses Erlia-
oder im
in
ein. Ich
Erliahene
alla
formula
getvinne
in
mir,
».
considerazione
questa per noi è una
estranea, prima di tutto, e poi anche
Togliendo
ilir Komi-
il valore
etico,
mente
assolutaunilaterale.
l' umorismo
CARATTERI
poi
con
nella
non
nella
il comico
tanto
che
che
che
ad
a
cui
esser
pensiero
un
di
cesso
pro-
che
nascere,
può
un
uomo
chiave,
d'un
contrabbasso;
e
nel
d'
quasi fuori
può
non
insiti
la condizione
sempre
violino
tempo
un
ed
sono
anormalità, non
sua
comica
amaramente
si trova
essere
effetto,
suo
contrario
suo
stessa
Nella
risulta.
ne
il
quanto
d' animo
disposizione
esser
nel
mai
considerato,se
159
causa.
noi
Per
a
riman
essa
DELL'UMORISMO
MATERIA
E
ad
uomo
subito
non
altro oi)posto, contrario; a cui per
un
gliene nasca
una
e
ragione ch'egli abbia di dir si^subito un'altra
due e tre non
che lo costringono a dir no ;
ne
sorgano
e
il sì
tra
il
e
lo
no
tengan
perplesso,
sospeso,
per
che non
può abbandonarsi
a
vita; d'un uomo
subito
avvertir
un
qualcosa dentro
sentimento, senza
lo turba
lo sconcerta
smorfia
che gli fa una
lo
e
e
e
indispettisce.
nimo,
Questo stesso contrasto, che è nella disposizione d'ala
tutta
nelle
si scorge
È
arbitrario
frutto
esser
ali
più
permette
non
di levarsi
e
nel
eh'
di
degli uomini
vita, ai mali di
sanno
che
la
un
fine
o
vita,non
brancolar
chiaro
nel
illusorio,per
sopportare;
possono
avendo
fatalmente
induce
deve
essa
la
per
induce
trillo
coda
nel-
riflettere
alla
e
a
le
un
a
piena
e
canto,
metter
spesso
è
vita
un
ingenuo di
perchè lanci
altro
si
cui
tamente
assolu-
della
se, da
trattenga
si)iccareil volo; dall'
della
tutti
la
è
cui
amara
che
un' allodola
tristizia
la
che
esperienza
al sentimento
essa
zione.
rappresenta-
causadeterniinante;
una
esperienza
come
sole, senza
1' atto
una
d'una
degli uomini,
psichica,a
attribuire
d'
nella
passa
e
speciale fisionomia
una
può
cose
che
stezza
trinon
riflettere
la
ragione umana
e
determinato, bisogna che, per non
vuoto, ne abbia uno
particolare,fittizio,
ciascun
giacché
non
uomo,
è, né può
o
per
basso
essere
o
alto
il fine
; poco
vero,
porta,
imche
160
PARTE
tutti
aftannosamente
cercano
perchè
tanza
qualche
un'altra
cosa,
stimata
pur
che
troppo
"perchS
ssima
nel
:
la
la facoltà
estinguerà mai
trova, forse
nessuno
in
imporquanto
varrà
fondo
ne
Puna
né
è
vero
che
rerà
du-
tanto
di
sete
di
si dia
che
vana:
pur
sodisfazione
ardenti
sempre
sia
e
sena,
daranno
l'altra
e
Quel che importa è
esiste.
non
a
SECONDA
desiderare, e
progresso
consista
dell' anima,
tutte
si
non
sapere,
è detto
non
la felicità
degli
uomini.
f y
Tutte
le finzioni
sentimento
vedremo
cioè
che
dell'
ftivpntiìr
1a_J-ìtlPftftif)]2A
il
smonta
messo
dal
su
sfritiene,convulso.
oninA
che
vedono
e' è da
umorismo,
dremo
ve-
rlATYìnni"^ftó
irn
smontarlo
sentimento;
la
Può
molla,
darsi
e
che
soltanto
fidarsene, perchè
la
se
il congegno
questo
di cui
umorismo
un
veder
per
tutto
quella simpatica indulgenza
con
del
tasma
conge^nod' ogni immagine^jPognifan-
conp-èTatto ; scaricarne
non
materia
esser
creazioni
le
faccia
volta
tal-
parlan
bonario.
loro
co-
Ma
disposizione
ristica
umo-
particolare,cioè questa
indulgenza, queste/ comi)atimento o anche questa pietà,
\i\
che
frutto
della
riflessione
esse
son
bisogna pensare
ha
talvolta
di
questo
*
che
si è esercitata
sentimento
casi, su
del
sul
sentimento
contrario
quei sentimenti,
nello
stesso
su
lo
tempo
dalla
nato
opposto;
riflessione
quegli uomini,
sdegno,
il
un
sono
quei
su
che
cano
provo-
dispetto, V
sione
irri-
dell'
umorista, il quale è tanto sincero in questo
dispetto, in questa irrisione,in questo sdegno, quanto
in quelP indulgenza, in quel compatimento,
in quella
Se così non
non
l)ietà.
x"iù 1' umorismo
fosse, si avrebbe
vero
abbiamo
J
proprio,
veduto
da
alla
e
un
natura
—
da
ma
una
l'ironia,che
con
tradizione
dello
schietto
si
sdoppia
come
—
male,
for-
soltanto
infingimento retorico, aftatto
contrario
umorismo.
Ogni sentimento, ogni pensiero,ogni
aneli' umorista
deriva
subito
nel
suo
moto
che
contrario
sorga
:
ogni
CABATTERI
SÌ in
valore
di
viene
nOjjche
iiu
sì.
del
DELL^
MATERIA
E
line
in
ad
lo
assumere
può iìngere
Magari
161
UMORISMO
stesso
V umorista
talvolta
toi£]:^soltanto'~^a7ncrria~parter~deB^^~4»t^^
sentiménto
1' altro
parla
di
rivelarsi
ora
in
il calore
del
primo
riflessione
che
ne
avviene
che
noi
a
vere
muo-
che
attenuante,
sentimento,
guta
un'ar-
ora
la serietà
smonta
il coraggio
comincia
e
un'
ora
scusa,
abbia
non
pare
prima; gli parla
timida
una
smorzano
che
induce
e
a
ridere.
Così
indignazione
e
stimar
e
Don
finanche
alla
infinita
e
le
così alto
Dove
sta
il sentimento
un
compatimento
ideale
indotti
e
la
poeta?
del
Borromeo.
Ma
incarna
e
soltanto
astratto
può incarnarsi,e
Se il Manzoni
tante.
di
queir
ideale
in
lui
la
che
missione
questo
ideale
odio
e
ha
gliel'
piare in
spirito,per
determinata, il
germe
sacerdotale:
e
del
e
E
si
e
Manzoni
due
di
un
certo
voce
bondio
Abper
la naturale
può
sizione
dispo-
vita,
non
che
sdop-
quelF idealità religiosa,
fiamme
punto
di Fra
accese
Federigo vede,
mogia, allungarsi 1' ombra
a
la
di sé anche
entro
non
Cardinal
compiace
pur
provar
1' esperienza della
la concezione
tra Te
sono
dovuto
Per
umane.
sposizio
di-
questo
rappresentato don
egli ascolta
dello
rigo
Fede-
eccezione
umane
tutti avrebbero
debolezze
cerdote
sa-
della
ascoltato solamente
disprezzo, ma
delle
voce
debolezze
avesse
che
in
che
poeta
o
ha
del
rarissima
astratto, avrebbe
modo
al
una
per
le
Il Manzoni
frutto
riflessione,
la
ecco
disprezzo
della
umoristica, suggerire
ideale
compatimento,
Nel
Abbondio?
don
per
terra,
al
legare
puro.
astratto, nobilissimo
su
da
matto
un
esempio,
per
per
ideale
nel
Abbondio,
sprezzo
di-
provar
con
quello, e ad ammirare
ridicolagginidi questo, nobilitate
simpatia
un
da
tutti
spesso
siamo
eppure
tenerezza
don
per
ridicolissimo
Quijote;
dovremmo
terra
di
terra, guardinga
don
di porre
foro
Cristo-
Abbondio.
a
fronte, in
162
PARTE
SECONDA
contrasto, il sen timeiito atti vo, positivo,e la riflessione
del sentimento
negativa; la fiaccola accesa
e- l'acqua
la predicazione alata,astratta,
diaccia della riflessione;
deir
veder
altruismo, per
pedestri e concrete
siete
codesto
vita?
liberi
O
domanda
presentato
detto
che
da
v'ha
che
voi
e'
ciò che
la dottrina
la vita?
salva
annessi
dove
al
E
v' ha
i
colo?
ogni peri-
cui
samente
espresche
Non
vi
sapevate
potrebbe dispiacere
da
Quello
imitazione
Cui
di Cui
pastori,venendo
forse
il pericolo,
avvertito
lupi?
della
ministero
v' ha
non
abbiam
ci lasciam
in
terra
condizione
per
salvarla, per
per
da
E
«
—
sarvi
addos-
cominciasse
? O
comandato?
1' ufìzio,mise
esercitarne
sicurtà
? Non
ci nominiamo
e
fatto
il dovere
1' esempio, ad
e
nominare
essa
ha
agnello tra
de' violenti,a
vi sarebbe
:
per
un
eran
Abbondio
Chiesa
che
il contrario
come
ragioni
alla
i doveri
forse
ivi cesserebbe
mandava
don
a
ogni ostacolo, immuni
detto
detto
nelle
egoismo.
ministero, v'
V'ha
fossero
delP
Borromeo
Federigo
vi
quando
si smorzi
come
d'
a
aver
conservarla, dico,
qualche giorno dì più su la terra, a spese della carità
del dovere, e' era
e
bisogno dell' unzione
santa, della
imposizion delle mani, della grazia del sacerdozio f
dar questa virtù,a insegnar questa
Basta
il mondo
a
dico?
Che
dottrina.
rifiuta:
esso,
che
si dica
che
trasgredirne
! E
Che
di
vangelo
un
sarebbe
bene;
della
i comandamenti.
la
figlie
Chiesa
leggi, che
il suo
vangelo
d'odio; e non
e
vita sia
Non
codesto
della
quello di tutti i vostri fratelli? Dove
fosse
comparsa
Don
nel
Abbondio
a
capo
basso.
mondo
ascolta
con
codeste
questa lunga
Il Manzoni
dice
che
ed
vuol
è
per
bidito
ub!
promessa
dottrine?
e
ch'
an-
linguaggio
sarebbe, se
vostro
fosse
scrivono
pre-
ragione
una
lo vuole
annunziatori
se
la
stesso
sue
ha
superbia
1' amore
noi ! noi
le
esso
il
come
il mondo
vergogna!
fa anch'
il mondo
il male
oh
animosa
lo
»
dica
pre-
spirito di
164
che
—
PARTE
anche quando avessero
prescritto,
di proibirvelo».
Anche
questi santi son curiosi, pensa
v'
in
—
gli amori
cuore
a
sostanza, a spremerne
di due
il sugo,
giovani,che
è rimasto
coraggio,uno
non
se
lo
bondio
Ab-
glistanno
la vita d'un
in atto di chi
risposta,risponde:
Torno
a
dire,monsignore, che avrò
—
don
—
sacerdote.
povero
E poiché il cardinale
una
la temerità
era
:
più
SECONDA
aspetti
io... Il
torto
dare.
può
ragionando
significaappunto :
Sissignore,
astrattamente, la ragione è dalla parte di Vossignoria
Però
lustrissima
il torto sarà mio.
Vossignoria IlIllustrissima;
quelle facce le ho viste io,
parla bene, ma
le ho sentite io quelle parole.
dinale,
in fine il CarMa
gli domanda
perchè dunque,
ministero
che
vi siete voi impegnato in un
le passionidel secolo?
v' impone di stare in guerra con
stesso
Oh, il perchè noi lo sappiamo bene : il Manzoni
dire e
V ha detto fin da principio
ce
; ce 1'ha voluto
Don
bile
noAbbondio, non
poteva anche farhe a meno:
s' era
ricco
corto,
acmeno
non
coraggioso ancor
,
,
prima quasi di toccar gii anni della discrezione,
Il che
? —
—
—
—
,
come
quella società,
d' essere, in
costretto
a
ferro. Aveva
e
urti di
scansar
ai
di che
quale si dedicava : procacciarsi
classe vilegiata
priqualche agio e mettersi in una
due
sembrate
ragioni più
forte,gli eran
sufficienti per
In lotta dunque
s' è
di
al
che
egli
cotta
prete. Per dir la verità,non
fatto pensato agliobblighie ai nobili fini
gran
con
di terra
lo vollero
del ministero
vivere
vaso
viaggiare in compagnia di molti vasi
quindi,assai di buon grado, ubbidito
parenti,che
aveva
un
fatto
una
tale scelta.
con
le
passionidel secolo!
prete per
quelle passioni e col
tutti i contrasti!
sistema
se
dagli
di
particolare
guardarsi appunto
suo
Ma
CARATTERI
Bisogna
bestie
le
tutte
di
delle
mondo
nel
in
comporre
han
forse
alla
tana
motivo
lucertole
e
che
non
forse
io
che
il
farmi
bestie
esse
le altre
tra
coniglio
chiamano
lo
a
testare
proe
pauroso,
Eenardo, che topi
io,Messer
grillie tant' altre bestiole ho
e
voi domandaste
di me,
che
chi
io sia
che
sa
prendere
Messer
Eenardo,
alcuna
differenza
e
che
tra
eroismo
Io
e
Oh
al loro
movessi
gli uomini
per
derebbero,
rispon-
paurosa.
che
uccidere?
loro
vi
cosa
bestia
una
pretenderebbero gli uomini
mi rizzassi su
due
piedi e
per
correre
veniva
fuga, le quali,se
certo
E
di
morabile
imme-
tempo
cui
calunniate.
sparsa
dir
so
abbiano
concetto
che
vi
uccelli
in
messo
sempre
uomini
da
una
animo
in
da
e
ad
s' era
avesse
quelle che
tutte
Eenardo
gli
e
volpe
chiamare
una
loro
tra
della
tana
si suol
ad
che
di sentirsi
ben
Ma
la
alla
essa
compongono,
di Messer
«
a
uomini
contro
:
che
risposta
gli
diceva
la notizia
per
controfavole
certe
che
volta
nna
Eenardo, com'
favole, accorressero
di Messer
o
165
UMORISMO
ascoltare, signori miei, le ragioni del
pure
coniglio!Io immaginai
volpe,
DELL'
MATERIA
E
loro
credo
spetto
co-
contro
in-
mente,
vera-
debba
non
imbecillità!
»
don
Abbondio
è un coniglio.Ma
Ora, io non
nego,
nacciava
minoi sappiamo che Don
Eodrigo, se minacciava, non
invano, sappiamo che pur di spuntare Vimpegno
che tempi
di tutto; sappiamo
egli era veramente
capace
eran
quelli,e possiamo benissimo
immaginare che a
don
e
Abbondio, se avesse
sposato Eenzo
Lucia, una
di certo levata nessuno,
schioppettata non
gliePavrebbe
e
che
forse
Lucia,
sposa
soltanto
di nome,
sarebbe
stata
dalla chiesa,e Eenzo
anch' egli ucciso.
rapita,uscendo
A che giovano l'intervento,
il suggerimento di Fra Cristoforo
? Non
è rapita Lucia
dal monastero
I
di Monza
0' è la
quella
di
un
lega dei hirhoni,
matassa
dire, la
povero
ci
mano
prete!
vuol
di Dio
dice
come
la
di
Eenzo.
Per
scioglier
Dio; non
per modo
propriamente. Ohe poteva fare
mano
166
PARTE
SECONDA
don
Pauroso, sissignori,
dettato
nel
paura
curato;
povero
di
questo, perbacco
è comico, quando si crea
narii: ma
quando un
pauroso
tenuto
conto
gioìiecV
aver
terribile
sistema
vuole
lievi,e
che
i
ma
ha
eroe
un
come
il nemico
nel
ha
è ridicolo,
veramente
ra-
imjjigliato
preso,
natura
per
terribile
e
più
dovere
è
non
basta
ad
jjer
i
suo
per
più
che
nean-
aftrontare
Abbondio
palazzotto! Don
stesso
suo
ha
non
contrasti, anche
contrasto
timento
sen-
magi
pericoli im-
e
starci,questo pauroso
Per
quella situazione non
Fra
Cristoforo,che va
soltanto.
il
il pauroso
rischi
ha
Sanctis
dovrebbe
sacrosanto
comico
quel
in
che
che
uno
tutti
scansar
:
vediamo
quando
paura,
contrasto
un
il De
e
;
pagine meravigliose esaminando
alcune
della
in
Abbondio
vere,
coraggio del proprio dovere; ma questo dodalla nequizia altrui,è reso
e i)erò
difficilissimo,
non
il
quel coraggio è
ci vorrebbe
Don
Abbondio.
Noi
il ministero
non
pericolo e
Ma
che
non
è T
che
non
solo
voleva;
uno
non
adempiuto
possiamo
non
ma
che
eroe
ha
uqu
non
lo
se
conto
può
il
riamo
conside-
certamente
posto di don
al
della
minaccia
compatire
don
voluto
grandissimo
uè
mente,
astratta-
astratto
del
né punto
troviamo
non
il dovere
ci sarebbe
ha
ne
non
compierlo
eroe
Avremmo
che,
eroe
tenuto
avesse
un
in
se
del sacerdote.
avesse
d'
i)ossiamo, se
lui, cioè
sacerdote
un
facile ; per
posto
non
di
sdegnarci
ammirato
Al
eroe.
un
che
tutt' altro
al
e
e
del
stero.
mini-
suo
Abbondio,
suo
Sposto,
coraggio
poco;
bondio,
Ab-
il
che
ci
coraggio,
dare!
del riso che
superficialeterrà conto
dalla comicità esteriore degli atti,dei gesti,delle
nasce
frasi reticenti
di don
ecc.
Abbondio, e lo chiamerà
ridicolo senz' altro,o una
figura semplicemente comica.
Un
Ma
veder
ben
osservatore
chi
si
non
più
a
altro,e
fondo,
non
di
contenta
sente
che
è soltanto
e
sa
queste superficialità
il riso
qui
scaturisce
quello della comicità.
da
CARATTERI
Abbondio
Don
è
luogo di
voluto.
Ma
il poeta non
si sdegna
trova, perchè, pur avendo, come
detto,
sacerdote
gli suggerisce
rarissima
per
ideale
un
quest' ideale
eccezione, e però
quest' ideale, ha
contrario.
lo
riflessione
suggerito
don
E
si incarna
non
al
è cqmifìO-Solfcaiito,
ma
se
non
il De
Sanctis.
fetto
cos' è ? è 1' ef-
esercitandosi
su
sentimento
del
^ppunto^ questo
senti-
che,
il
mentcujdeLl^ìon tra.v4^- oggettivatoje,
non
che
limitare
che
poeta
è
Abbondio
del
a
obbliga
dell' ideale
della
appunto
missione
sé la riflessione
giustamente
osserva
limitazione
questa
in
trova
della
in
pure
che
queir ideale, come
Ma
si
altissimo
terra, ha
la
su
che
quel
questa realtà che
abbiamo
167
MATERIA
quello che ci sarebbe
di
DELL'UMORISMO
E
vlx§JSÌgl_3-P^J^
schiettamente
profonda-
e
umoristico.
mente
Bonarietà
lasciamo
fondo
f
Simpatica indulgenza?
adagio:
codeste
star
estranee
e
considerazioni, che
e
superficiali,
che, a volerle
e' è il rischio
il contrario.
che
ci facciano
questo pover'
per
anche
vederlo!
Vogliamo
il Manzoni
è
Andiamo
Sì,
ha
in
sono
fondire,
approprire
qui scomento
compati-
di don
uomo
bondio;
Ab-
compatimento, signori miei, che nello
stesso
fa strazio, necessariamente.
ne
tempo
Infatti,
solo a patto di riderne
di far rider di lui,egli può
e
e farlo commiserare.
compatirlo e farlo compatire, commiserarlo
ma
un
ridendo
Ma,
stesso
di
di
lui
tempo, il poeta viene
questa
povera
e
quanto
natura
più
anche
lui
in
proteggere il povero
s' allarga il discredito
somma,
ci induce
curato, facendoci
curato,
che
mano
la coscienza.
se, per
su
sua
costui
stessa
ad
sente
E
amaramente
di
tanto
che
e
che
è pur
prova,
a
più
bolezze;
de-
attorno
Il
umano.
compatimento
aver
tante
gono
pietose si strin-
del valore
riconoscere
noi, quel
ridere
le considerazioni
a
a
a
inferma
umana
nello
compatendolo
e
poeta,
del povero
umano,
di tutti
passarci bene
ì Ne
la
segue
che
virtù, questo particolare divien
gè-
ne
segue
168
PARTE
SECONDA
misto
nerale, se questo sentimento
quanto più si stringe e determina
più
ne
infinita,
si
da
lato
tanto
allarga
quasi
e
in
che
o
don
in
vapora
dicevamo,
segue,
di riso
pianto,
Abbondio,
tristezza
una
voler
a
di
considerare
niano,
manzorappresentazione del curato
noi non
sappiamo più riderne. Quella pietà,in
è così
fondo, è spietata: la simpatica indulgenza non
questo
bonaria
cosa
in
creando
—
—
ridurre
dalla
Quijote! Il
Don
al curato
accanto
il Cardinal
Borromeo;
s' è incarnato.
alcun
Don
che
Quijote
vero
la creatura
cui
sua
della
carcere
egli stesso
Cristoforo
che, essendo
più viva è
può
non
dice
del
trario
con-
consolarsi
Mancha,
con
qualcuno
genera
—
bondio
Ab-
consola,
ne
il sentimento
Il Cervantes
come
—
se
è pur
don
in
villaggioFra
ma
perchè, nella
modo
riflessione
Manzoni
di
egli sopra tutto umorista,
queir altra,quella cioè in
in
prima.
ideale
un
vede, avere
religioso,
il Cervantes
cavalleresco, come
Manzoni;
vederselo
poi
e
tutta
a
si
come
il
per
e
sembra
come
Gran
cóme
la
gli somiglia.
r
V
È
considerar
un
lato
un
colar
solo
V
superficialmente,abbiamo
umorismo^ il
contrasto
tra
F
ideale
vedere
e
come
d'
un
è per
è, ecco,
dalla
del
i)ersonalità
vedersi
mitato,
decomposto, limodo.
Certamente,
rappresentato a questo
tutti gli altri elementi
dello
costitutivi
si"irito
;
ma
se
poeta,
le dà
ma
che
e'
esso
la realtà. Un
esserci,rii)etiamo;questo dipende
poeta
in
detto,e da
un
i)artiideale può
anzi
che
un
non
è
esso
entra
e
si fa sentire
nelP
opera
stica,
umori-
pore;
particolarcarattere, lyi particolar saè condizione
imprescindibile:tutt'altro!
vità
umorista, per In speciale attiil senin lui la riflessione,
assume
timento
geiieraiido
del contrario, il non
più da qual parte
saper
proprio
del?
lo stato irresoluto
tenere, la perplessità,
della coscienza.
CARATTERI
E
distingue
qiiest'appunto
169
DELL'UMORISMO
MATERIA
E
dal
V umorista
nettainente
in questi
ironico, dal satirico. I^on nasce
altri il sentimentodel
contrario; se nascesse, sarebbe
cioè non
reso
più comico, il riso provocato nel
amaro,
d'una
primo dall' av^vertimento
qualsiasi anormalità;
dall'
comico,
la
contraddizione
che
è soltanto
secondo
nel
verbale,
tra quel die
si dice e quel che si vuole sia inteso,diventereb
eftettiva,sostanziale, e dunque non
più
lo sdegno o, comunque,
l'avverironica ; e cesserebbe
sione
della realtà che è ragione d'ogni satira.
Kon
che all' umorista
rebbe
però piaccia la realtà ! Bastequesto soltanto,che
esercitandosi
ogni
e
tutto
poco
la riflessione
glielo guastasse.
Questa riflessione
tuTfo
per
su
s' insinua
gli piacesse,-perchè,
questo suo piacere,
acuta
del
scomj)one^ogni imagine
finzione
ideale,ogni
sottile
e
per
sentimento,
realtà,ogni
della
apparenza
da
illusione.
Il
«
tourne
Tutti
ci
dell' uomo,
pensiero
i
comme
che
mondo
Vogliamo
anch'
assistere
da
essa
la riflessione
noi, dalla
dell' illusione
nostra
vera
atfatto
stessi
di essi
ragione
alla
quel
di
nostra
valore
noscenza
co-
tivo
obiet-
È
attribuirle.
alla lotta tra l' illusione,
che
per
».
tutto
che
e
costruisce
a
ad
scompone
s' insinua
modo;
suo
ad
una
una
!
da
quella che
si fa
di^sè
schietta
piuttosto quali vorremmo
artificio interiore,frutto
imitazione, non
l' illusione'"
fa
cioè che
costruzione
e
bouteille
continua.
umoristica
Cominciamo
la
presumiamo
illusoria
queste costruzioni
di
di noi
comunemente
costruzione
una
e
Maupassant,
une
o
illusorii,
sono
sfugge, inesplicabile.Manca
del
e
o
de
Guy
dans
monche
une
fenomeni,
diceva
stesso.
ciascuno
Ci
vediamo
ciascuno
a
per
noi
realtà, quali siamo,
essere!
di
Per
uno
segrete tendenze
ci crediamo
noi
opera
o
nella
non
spontaneo
o
sciente
d'inco-
in buona
fede
170
PARTE
diversi da
che
quel
al satirico
secondo
di
all' umorista
quanto
il comico
Ma
svesciar
1' umorista, no:
il lato
serio
ideale,ma
di
di
se
i)er riderne
non
messa
sdegnerà;
ne
questa scoperta
doloroso; smonterà
e
soria^
illu-
stessi
noi
il satirico
il ridicolo
attraverso
e
dosi
solamente, contentan-
metafora
spontanea;
al comico
questa costruzione
riderà
ne
questa
dall' illusione
di
pensiamo,
tizia
questa interpretazione fit-
sìncera^dinoi stessi.
tanto
l^i rimessione,sì,})uò sc()i)rir(^
^^^"^
vedrà
E
i)ui'
e
su
siamo?
sostanzialmente
viviamo
operiamo,
seco:n^da
zione
costru-
questa
solamente;
e
in
luogo
sdegnarsene, magari, ridendo, compatirà.
Il comico
bava
dalla
tragga
vita
della
riflessione
dalla
sanno
sociale
la ragna
comporre
per
il satirico
e
il ragno
mentalità
dell'
in
quanta
esperienza
questo
e
in
resti spesso
in questa ragna
queir individuo, e come
morale.
il senso
Ohe
avviluppato ciò che si chiama
cosa
sono, in fondo, i rapporti sociali della così detta
di calcolo,nelle quali la
convenienza!
Considerazioni
moralità
è
addentro,
quasi
e
ride
ingenuamente,
d'
in
E
va
spontanea,
sé, ciò
noi
riguardo,
vero
coinè
la
che
o
sentimento
anche
più
in
indotti
siamo
come
a
anche
opera
pretar
inter-
sentimento
vero
più
va
sdegnarsiscoprendo come,
buona
massima
fede, per
senza
con
finzione
una
sacrificata. L' umorista
sempre
rale,
mo-
è
non
di
là, e
guardo
rialtro, in realtà,se non
convenienza, cioè di calcolo.
che può diventar
venzionale
conscopre
apparir peggiori di
aggregati a un
quello che si è realmente, se 1' essere
lità
ideasociale importi che si manifestino
qualsiasigruppo
sentimenti
che
e
e
sono
proprii a quel gruppo,
che tuttavia
chi vi partecipa appariscono contrarli
a
finanche
e
inferiori al
^
di
Mi
proprio
aA'valgo qui
Giovanni
Figli, 1905).
il
di
Marchesini,
intimo
alcune
Le
bisogno
acute
finzioni
d'
sentimento.^
considerazioni
delV
anima
contenute
(Bari, Gius.
nel
Laterza
libro
e
172
PARTE
SECONDA
specie, potendo riguardare
di ciò che
autori
che
promesse
evidente
si fa
d'
somma,
queste varie
di
il
più_è
e
giore
mag-
non
degli associati. Eppure
si mentisce
stessi,vivendo
sociale.
è così!
—
qual'essa
L'anima
ma
solitaria;
è mai
non
i3en etrino
che
nella
tanta
E
le
le
il
cologic
psitire
men-
la superficie
efi'etto del
la solitudine
coscienza
intimo
solo
riflette sé stessa
gì'infingimenti e
con
un
renze
appa-
si mentisce
socialmente.
psichico, è
essere
armato
essere
coscientemente
verte
di-
vita^si
della
dall'
un
subito
coglie
la vita sociale
Jiverse
sima
mas-
adattamento,
n'indigna:
se
virtù
della
esterne, l' umorista
dimostra, rivelaT^comeTe
nostro
comune,
vita
osservazioni
coscienza
noi
d'
la lotta
per
sociologo descrive
come
non
mezzo
accaparrarsi
L' umorista
arguto intuito
siano profondamente
del
come
la
per
forma
una
lotta.
smascherarle;
dalle
a
caso,
ad
e
ogni virtù,e
simulazioni
mentre
della
nelP altro
reciproco inganno. La
della
della simi)atia,
forza,dell'onestà,
strumento
suo
ci facciamo
È
convenienza,
benevolenza
veracità,è
della
del
e
sendone
es-
potendo
e
—
o
mantenere.
non
uno
difficile è la lotta
della
in
prudenza,
risulta
;
quando
di
nelP
facemmo,
poi il bisogno del
siiinila/ione
E
essere
non
si dichiara
questa lotta la propria debolezza, tanto
in
a
di
ci
».
Quanto più
abile
non
animo
rai)porti della
soccorso
sentita
in
V altrui
l'altrui
realtà
la menzogna,
conservar
passato, onde
avviene
come
ha
si
che
dai
sorge
a
futuro,
il
in
dichiariamo
autori
riguardare
il
tire
men-
è un'anima
che
interiore
suggestioni della vita
arti trasfigurativeche
la caratterizzano.
Yive
nell'anima
nostra
collettività di cui siamo
modo
di
operare,
dominano
giudicare,
è
risentita
nel
mondo
parte
;
dell' altrui
da
della
l'anima
e
razza
la
pressione
modo
di
noi
inconsciamente:
sociale
la simulazione
o
della
dell'altrui
sentire
e
e
e
di
come^
la dij^si-
DELL^
MATERIA
E
CARATTERI
173
UMORISMO
avvertite
nute
divequanto più sono
mnlazione, tanto meno
dissimuliamo
noi
e
con
abituali,così simuliamo
medesimi, sdoppiandoci e s[)(\ss() aiiclie moltiplicandoci.
ciò clie si
da
sociale;
è,
è forma
che
il
vanità, ecciterebbe
V
noi
per
fronte
noi
umorista,
che
smascherare
fa
come
E
il
appunto
sa
supera
spesso
mentale
quand' anche
di
dar
che
la
ci umifa
l' ufficio
rappresentar
anche
la
società,
Yanity
una
di
Fair.^
gicità
pretesa della lo-
la
di gran
renza
lunga in noi la reale coeci fingiamo logiciteoreticamente,
può smentire
quella del pensiero,
finzione
una
il credere
a
concorrono
alla
poi
svelando
e
pure
alla
sua
cerità
sin-
incosciente,la
abitudine, l' imitazione
L'
assoluta.
pigrizia
è
che
dimostrando
può
si
vita
quest'analisi la
Thackeray, quale
logica,e che se
logica dell' azione
la
nella
coscienza
stessi. Ma
bene
V umorista
della
diversi
parer
quell'analisiche,
vanità,e
le
tutte
di
consustanziata
morso
a
di
lierebbe
da
rifuggiamo
e
quella vanità
stessi
noi
M^entiamo
l' equivoco.
crear
E
ragione rigorosamente logica
si
minati
deterverso
aderisca,poniamo, col rispetto e 1' amore
il riferimento
sincero
che facciamo
ideali,è sempre
di essi alla ragione ? È sempre
nella ragione pura,
unica
della scelta
e
disinteressata,la sorgente vera
nel coltivarli ! O invece
degli ideali e della perseveranza
è i3iù conforme
alla realtà il sospettare che essi
non
siano
talora
giudicati non
già con un criterio obiettivo
di specialiimpulsi
e
i)iuttostoa seconda
razionale,ma
afiettivi
Le
e
di
barriere, i
apparire della
^
in
Lo
stesso
quella
dell' autore
«
che
essi
ufficio
senza
poniamo
le
sono
illusioni,
esistono
non
si dà
noi
individualità
nostra
limiti
Novella
».
limiti
anch'
sono
realtà,quei
tendenze?
oscure
il
eroi,
Thackefay
o
vanità
alla nostra
condizioni
relativa
Non
punto.
anche
illuminate
nel
con
Libro
; ma,
scienza,
co-
l'
delnella
soltanto
degli Snobs
le candele
e
stesse
174
PARTE
noi, quali
noi, quali
sentiamo
siamo,
ora
in
altro
tempo,
ragioniamo
e
noi
viviamo
in
fummo
SECONDA
viviamo
pensieri ed
con
coscienza
presente,
nello
improvviso
vivo
non
in
della
limiti
a
urto,
un
spirito,possono
vita, mostrando
I
che
ma
altro
assoluti.
Ciò
vi
memorie,
sono
parte, forse
siamo.^
E
una
tante
noi
noi
e
quella linea
ragionamenti.
tuttavia, se
nel
credenze
cui
efficacia
che
nuove
normale
noi
zionali,
ecce-
nel
azione
oltre
e
sciente.
co-
in
tramontati
ormai
nostro
siero,
pen-
stono
atti, forse persiforma
intellettuale,
i nostri
nella
pratica
e
liberati,
in
di
riteniamo
reali di azione
motivi
ci crediamo
tive
affet-
tendenze
dalle
essere
possono
da
Foiiposto
per
esistenza
loro, costituito
sostrato*
tendenze
certe
veramente
d' alcuna
una
elie
momenti
son
crediamo
atfetti,su
non
più
pratiche. E
e
nostra
clie
gionamenti,
stessi,percezioni,ra-
noi
in
ideali che
i nostri
su
e
certi
in
sciente
co-
e
là da
Di
coscienza,che
più capaci
non
pura,
di
della
relativi
Certi
tato.
insospet-
noi
cose,
sorprendiamo
stati
i limiti
tante
e
di
prova
è
stessi,non
piccolissima parte di quello
di
conosciamo
elle noi
nostra
personale
percezioni
sono
da
tumulto
dar
1
vi
nella
essere
memoria
e
già
un
a
ancora
un
nostra
limiti
sono
noi
tuttora
aifetti
lungo oblìo oscurati,cancellati,spenti
un
anche
stessi,ma
non
aver
illusoria,
noi, se non
possedere veramente,
intimamente.
E
le varie
appunto
personalitàfanno
si domanda
istinto
*
Vedi
il
G.
e
Negri
sul
serio
Come
Marchesini,
nel
tant'
nel
libro
di
altre
libro
di
Alfredo
se
—
e
Binet
meravigliosi esperimenti
considerazioni
Segni
dei
che
si possono
tempi.
sia
non
una
difatti,
passione e ragione,
una,
—
costituiscono
idealità,
Les
la
contrassegnano
affermarla
volontà, tendenze
e
quella rassegna
queste
che
pensare
individuale.
V anima
tendenze
altératioìis de
psico
-
trarre,
la
'personalité
fisiologici,da
come
in
notava
cui
già
CARATTERI
modo
certo
DELL'UMORISMO
MATERIA
distinti
sistemi
altrettanti
sì che
fanno
E
l' individuo, vivendo
mobili,
e
V
ora
175
uno
clie
l'altro
ora
fra due
tamenti
o più orienessi,ora qualche comi^romesso
in lui
psichici,appariscaJ^come se veramente
fossero
diverse
e
più anime
perfino opx)oste,più e opposte
personalità?
^^^^^
e' è uomo,
il Pascal, che
osservò
Non
differisca più
di
da
da sé stesso
altro che
un
semplicità dell'
La
dell' anima
è
La
umana.
un
contraddi
la speranza
come
il
e
fluttuare
un
ttorii,e
è
la paura,
il
di
incessante
fra
oscillare
un
vero
e
rico
sto-
bile;
equilibrio mo-
assopirsi continuo
un
tempo.
al concetto
vita
sua
del
successione
contradice
anima
risorgere e
tendenze, di idee;
di
nella
aifetti,
fra
mini
ter-
poli opposti,
il
falso,il
bello
il
brutto,
Se
giusto e l' ingiusto e via dicendo.
si disegna nell' imagine oscura
d' un
tratto
dell' avvenire
luminoso
un
disegno d' azione, o vagamente brilla
il fiore del godimento, non
tarda
ad apparire,vindice
dei diritti dell' esperienza, il pensiero del passato, non
di rado
la briosa
e triste;
o interviene
a infrenare
cupo
e
fantasia
il
ricordi,di
riottoso
senso
del
presente. Questa lotta di
di
presentimenti, di percezioni,
d' idealità,
fra
lotta d' anime
può raffigurarsicome
una
il dominio
definitivo
e
loro, che si contrastino
pieno
della personalità.
Ecco
funzionario,che
verità,un
in
Ma
la bestia
noi,
alto
un
morale.
speranze,
spara
galantuomo.
si
crede,
ed
è, poveretto,
in lui l'anima
Domina
bel
che è come
giorno, l'anima
istintiva,
originaria acquattata in fondo a ciascuno
un
un
calcio
all' anima
morale,
e
di
quel galantuomo
ruba.
Oh, egli stesso, poveretto, egli per il
primo, poco dopo, ne prova
stupore, piange, domanda
sé stesso, disperato:
mai
ho potuto far
a
Come, come
—
questo f
Uomo
Ma, sissignori,ha rubato.
dabbene, anzi dabbenissimo
E
—
L' idealità
morale
costituiva
4well'altro
là?
ciso.
sissignori,ha ucnella i)ersonalitàdi
:
176
PARTE
che
lui iiu' anima
in
pure
parte
contrastava
quale, lasciata
d' improvviso
la
è riuscita
vita è
fìssa l'e
restare,"!!!
y
fuori
e
che
forme
si
po' libera a
furto, al delitto.
al
in forme
noi, perchè
di
ivStintiva
un
per
e
stabili
noi
in
muovono
stessa,
se
d'ar-
che noi cerchiamo
flusso continuo
un
P anima
con
tuiva
quella affettiva o passionale; costiditaria,
ereacquisita che lottava con 1'anima
con
un' anima
La
SECONDA
già
siamo
ad
mezzo
dentro
detenninate,
e
forme
altre
immobili,
e
vita, fino a
il movimento,
tanto
già
che, irrigidendosi man
mano,
cessi. Le
forme, in
a
a
rallentato,non
poco
poco
che
però
cui
cerchiamo
seguire
possono
il flusso
fissate,
della
arrestare, di fissare in noi questo
i concetti, sono
gli ideali a cui
continuo, sono
serbarci
coerenti, tutte le finzioni che ci
flusso
vorremmo
condizioni, lo
le
creiamo,
d'
di
dentro
Ma
noi
in cui tendiamo
stato
a
stessi,in ciò che noi
vita in noi, ij flusso
bilirci.
sta-
miamo
chia-
nua,
contianima, e che è la
indistinto,sotto gli argini, oltre i limiti che noi
coscienza,costruendoci
imponiamo, compónendoci una
stite
tempestosi, inveuna
personalità.In certi momenti
dal
miseramente
gli argini e
e
che
nei
affetti,
raripa
e
sono
ione
oltre
abbiamo
noi
una
o
in
per
siamo
sdegnano
imposti,
certi
di
nei nostri
incanalato
momenti
in
uno
dini
abitu-
nelle
di
stato
piena
di fu-
rapprendersi, d'irri-
Ma
quella forma di personalità.
adagiate in
quelle più quiete, che si sono
è sempre
un' altra forma, la fusione
bile:
possi-
il flusso
E
ci
cura
tracciate,in
che
idirsi in questa
per
con
sconvolge tutto.
anime
irrequiete,quasi
continua,
nche
che
doveri
ci siamo
che
Vi
fittizie crollano
torme
quelle nostre
sotto
scorre
quello che non
; e anche
stinto
noi diche si scopre
i limiti,ma
a
flusso,tutte
tutti
o
della
in
vita
però può
tortura, rispetto all' anima
è in tutti.
rappresentare
che
si
muove
talvolta
e
si
una
fonde,
CARATTERI
il nostro
stesso
immutabili.
noi!
fissato
corpo
cj^(lomanfliamo
—
per
perchè proprio
Oli
qiiestuiaccia,con
dobbiamo
nllo
I
corpo
così,
essere
specchio,
Alziamo
—
fattezze
iu
sempre
talvolta
questo
177
DELL'UMORISMO
MATERIA
E
cotL
—
una
mano,
nenMjicosci^nza4_e^ ji^^^ÌiO_cLl^^
quel gesto
a
quella
vede
fatto
cheJ,abbiamo
strano
cF antico
Con
a
oratore,
sobrio
un
i
tutti
dinanzi
mano,
d'
gente
che
del
V altra
e
aftìitto
pare
si
rinale.
Quimano
e
vigliato
mera-
lì, di
rimasto
esser
in
mento,
queir atteggiaè salita,che sale e
secoli, sospeso
tanta
a
in
come
antico
oratore
queir
pietra, per
gesto,
statua;
una
scalinata
la
Con
vivere.
esempio,
per
per
di carta
rotolo
un
vediamo
assomigliarcia
nicchia, salendo
una
protesa
possiamo
sospeso
statua
in
noi. Ci
pare
che
salirà per
In
nostra
occhi
quella scalinata!
certi momenti
di siJejuzig^interiQxe^
in iìuil!.a»ima
le finzioni
si spoglia di tutte
abituali, e gli
nostri diventano
più acuti e più penetranti, noi
in
quasi
vita, e in sé stessa la vita,
nudità
arida, inquietante; ci sentiamo
strana
una
impressione, come
se, in un
noi
vediamo
una
da
assaltare
baleno,
stessi
ci si chiarisse
normalmente
finzione
fuori
dei
colorata
forme
allora
la
diversa
impassibile
fittizie
relazioni
si
interno
si
vuoto
arresto
del
di
di
e
intorno
interiore
si
orrida
a
noi,
vuoto
umana,
quotidiana,
di
sua
le
dezza
cru-
nostre
d' immagini
e
Il
essa.
nostro
e
scopo;
nella
tutte
riore,
inte-
vuoto
corpo,
strano,
come
venta
diun
il nostro
lenzio
sise
vita, come
profondasse negli abissi del mistero.
e
della
un
del
in
la
mente
Lucidissima-
sentimenti
i limiti
allarga,varca
vista
priva
disgregate
oltre
silenzio
nostro
senso,
ci appare
consuete
tempo
sensi,oltre la
ragione.
quel
quella che
vivente
misteriosa, poiché
e
scisse
sono
di
priva
da
dell' esistenza
compagine
appare
quella realtà
umana
vuoto
realtà
una
nostri
dell'
nel
sospesa
ci
realtà diversa
una
percepiamo,
delle
quasi
nella
178
PARTE
SECONDA
QQQ-LmtL-St'orzosupremo
esse
la coscienza
normale
TjTconsuete
relazioni,di
risentirci vivi
a
cerchiamo
come
delle
di
normale,
star
riacqui-
cose, di riallacciar
riconnetter
le
l' innanzi, al modo
per
questa coscienza
allora
con
di
idee,
solito. Ma
queste idee riconnesse,a
a
solito
(Iella vita non
questo'sciitiiiKMito
ormai
prestar fede,!perclir sappiamo
])ossiamo i)iù
clie
sono
un
uQstro inganno per \ ìvcmc (» clic sotto e' e (pialcos'altro,
di
costo
non
non
se
luiò atì'acciaisj,
a
^ cui 1*uomo
morire o d'impazzire. È stato un
dura
a
attimo; ma
\
in
lungo
la
con
noi
V
ambiziose
cose:
che
così vana,
La
apparenze.
vita, allora,
Oggi siamo,
domani
la
rappresentar
Ohe
doversi
pena
portare
bel
naso
;
e
a
che,
ne
allora
Un
lungo
a
ci
accorgono
arrivati
hanno
altro ; i
quali
coraggio
il
hanno
Un
Quel
la
con
brutto
naso
andare, non
gli altri,è
a
credere
occhio
e
di
come
—
e' è V
altra,che
fuori. E
niente
per
dar
è?
d'
a
un
vero,
avere
Ciascuno
spesso
vero!
non
Vero
! Consoliamoci
labbra
e
Maschere,
ad
posto
Correre
alla
s' accorda
il mare,
altre.
morte
piede a
di legno,
si racconcia
esteriore.
schere...
ma-
il
altro... Gamba
la maschera
è
ce
nemmeno
schiaccia
vita, qua,
vetro, e avanti!
può
noi.
là... Chi
occhio
un
di
ridere
passano,
zoppetto
là
n' accorgono
se
non
di
per
sappiamo più spiegarciperchè
non
stampella...La
cava
uno;
di
soflìo
povero
portanza?
im-
naso?
gli altri ridano, guardandoci. Sono tanti sciocchi
guardando che orecchi ha quello e che
queir
sia
dato
brutto
un
spasso
finanche
siamo
noi
darle
come
faccia
parte del vivo?
accorgiamo x"iù.Se
quando
Che
no.
la vita... Fortuna
tutta
E
ci
portarle rispetto?
come
per
meccanica.
fantasmagoria
una
poi
delle
piccola, solita,fra queste apparenze
sia più per
quasi che non
davvero, che
come
un
vertigine,
s' aggira
sembra
n'
misere
o
di
come
stabilità,
pur
la
contrasta
quale
di esso,
impressione
Perchè
con
la
schera
ma-
dentro
quella
sì, vera
la
180
SECOKDA
PARTE
quella macchinetta, diviene
di
mezzo
l)er
generale ;
che
e
ne
! Ne
segue
quella contingenza
di
credono
è
il mondo
filtrano,finche
e
di
pezzo
un
sughero
portano
in
e
croce
farmacia
L'
bensì
tempi,
i
vita
casi,la fortuna. Ora
logica,astraendo
la
idee, tende appunto
è mobile, mutabile, flùido; tende
assoluto
già
a
male
per
f
I
è
lui la
Perchè
stesso.
che
cose
sono
E
aggrava
la
prima
vive
esso
realtà
una
che
il sentimento
dono
farne
per
noi
che
abbiamo
di
fuori
sperduti
noi
cerchio
un
quale è
V ombra
se
su
la
più
terra;
o
nera,
la favilla
non
del
che
noi
si
sente
AÌV
:
la
vento,
uomo,
a
gli
risulta:
sé questo
della
vita
di
suo
vario.
rapì
uomini.
favoleggiata.Essa
questa favilla prometèa
radice
ne
e
al sole
male
un
sia.
non
che
valore
un
il
\/|interno sentimento della vita, mutabile
I 11 Gli antichi favoleggiarono che Prometeo
favilla
quel
non
luce,
illusione
la bella
vivere, con
prendere cioè come
e
dai
questo triste privilegiodi
è toccato
j sentirsi
dare
a
terra, il sole, V aria, la
pioggia, non
fissare
a
questo sentimento
in
L' albero
vita.
/invece,nascendo
f
relativo.
appunto
della
abbiamo
è
che
se
per
grave
nostro
ciò
stinchi
nozione
soluta,
asidea, una
mutabile
e vario, secondo
le
sentimenti
fra due
che
un'
sentimento
un
come
barattolini
teschio
un
sia
non
quei
come
Veleno.
della
ha
non
uomo
nera
di
i mali
arido
resti
di
sgraziat
di-
molti
tutti
cervello
pieno
blimato
su-
filtrano,
pompano
non
il loro
leggenda:
la
di
e
cuore
e
V etichetta
su
logica.E
pompano
e
il loro
stipetto di
uno
i
pieno,
col
concentrato,
così
guarire
anche
dobbiamo
deduzione
della
corrosivo
cui
V estratto
con
biamo
dob-
non
particolare,di
caso
ma
passeggera;
hi vita
attossicarci
quel
astratta
noi
che
segue
di
soltanto
affliggerci
idea
una
Orbene,
è
appunto
ci
fa
dere
ve-
projetta tutt' intorno a
ampio di luce, di là dal
essa
meno
V ombra
fosse
paurosa
accesa
in
che
non
noi ; ombra
rebbe,
esisteche
CARATTEEI
però
noi
quella ci
dobbiamo
creder
purtroppo
si mantiene
in
viva
181
DELL'UMORISMO
MATERIA
E
che
fintanto
vera,
petto. Spenta alla fine dal
tizia,
quell'ombra fitmoso
ci accoglieràla notte
i)erpetua dopo il giorno funoi piutdella nostra
rimarremo
illusione,o non
tosto
morte, ci accoglieràdavvero
soffio della
alla mercè
forme
vane
1' enorme
Essere, che avrà
dell'
! Tutta
della
ragione umana
mistero, che tanti e
le
soltanto
rotto
quell' ombra,
filosofi hanno
tanti
vano
in-
l'
alspeculato e che ora la scienza,pur rinunziando
sarà forse in fondo
indagine di esso, non
esclude, non
un
un
inganno come
altro. Un
inganno della nostra
mente,
fantasia
una
che
non
si colora!
esistesse
non
mistero,in somma,
in noi, e necessariamente, per
sentimento
fosse
che
soltanto
noi
abbiamo
penoso,
questo cerchio
fuori di
il famoso
Se
noi
in
spegne
tutto
questo
noi,ma soltanto
del
i)rivilegio
vita!
della
il soffio che
Se
la
morte
questo
timento
sen-
da
perchè limitato,definito
pauroso,
d' ombra
fittizia oltre
àmbito
breve
il
projettiamo attorno, e in cui
la vita nostra
rimane
esclusa
come
imprigionata, come
alcun
temjjo dalla vita universale, eterna, nella
per
che
dovremo
un
quale ci sembra
giorno rientrare,
mentre
vi rimarremo, ma
senza
già ci siamo e sempre
di esilio che ci angoscia! Non
più questo sentimento
dello
lume
scarso
è anche
qui illusorio
nostro, della
questa forma
il
vivremo
;
i)erchè purtroppo
domani
E
la
la
ci fa
non
lo
quella favilla
vedere
soltanto
; anche
quel
lo
non
che
ora,
festazioni
le mani-
tutte
sappiamo,
pre
sem-
diamo,
ve-
Prometeo
poco
a
cui
arriva.
essa
sul
donare
1' universo
a
lume
abbiamo
Forse
nostra, partecipiamo
dell' universo
ci volle
con
al poco
relativo
limite, e
individualità!
nostra
vissuto,sempre
in
ci
che
Caucaso
sua
causa
un
in
fiaccola
fatale
umorista
atto
accesa
del
di
e
suo
potrebbe raffigurarPrometeo
considerare
malinconicamente
di
in
scorgere
supplizio
essa
infinito.
alla
Egli
fine
s' è
182
finalmente
che
aeeorto
stesso
suo
corpo
A
mano.
solo
un'
che
Prometeo
spegnesse
Ma
egli
sa,
rimane,
non
Così
rapida
visione
i limiti
varcare
ov' ha
radice, ed
Tusoria
fìnta
o
sottile
vede
suo
nn
del
la
fiaccola.
sua
quell'ombra
e
gli
fatale
uomini
che
inganno.
bile,
inovviabile,inscindiP abbiamo
Noi
veduto,
umoristica, allargarsi man
nostro
essere
individuale,
del
in
tutto
scoperto
costruzione
una
sentimento
analisi la smonta
ha
Lo
intorno.
fittizia del
o
minuta
e
tutti
per
corpo.
estendersi
che
riflessione,
la
die
ci si dimostra
dal
mano,
può;
non
conto
V Ombra
questa
candela, cioè
tiranna,
rendersi
a
il contrasto
come
in
e
la
vuole,
non
paurosa
riescono
non
è altro
non
miserevole
nn
appunto
causa
(jiove
del
inganno, V ombra
die si projetta gigantesca nel cielo,
in
della fiaccola di' egli tiene accesa
potrebbe sparire,a patto
patto Giove
fantasima,
vano
a
SECONDA
PARTE
e
e
il-
o
arguta,
con
la scompone.
saperlo, fu Oopili grandi umoristi,senza
non
propriamente la macchina
ernico, che smontò
n' eraV orgogliosa iiiiniagineche ce
eir univèrso,
ma
smQj^tt'd,Si legga quel dialogo del Leoi)ardi che
dal canonico
'è'intitola appunto
polacco.
Ci diede il colpo di grazia la scoperta del telescopio:
del
Uno
infernale,che
macchinetta
altra
quella che volle regalarcila
inventata
che
farci
terra
e
di
1' uomo
che
Fortuna
come
meno.
pajo
con
questa l'abbiamo
l'occhio
Mentre
più piccola,e
vede
grande
terribile
un
e
è
tutte
strumento,
le nostre
proprio
della
che
glorie
riflessione
e
subissa
la
grandezze.
umoristica
il
contrario;il quale, in questo
così piccolo 1' uomo,
dice :
è poi veramente
Ma
Se egli
lo fa vedere?
il telescopio rivoltato
ce
provocare
caso,
da
il
natura
diventa
allora
esser
Ma
fare
voluto
provvidenzialmente aveva
nostra, che fa! salta a
piccolo, l'anima
sopra, dalla lente più grande, e il telescopio
la
veder
guardar
non
sotto, dalla lente
di
guarda
ciò
noi, per
natura.
può
il sentimento
—
del
CARATTERI
può
V
intendere
dire
uol
egli intende
eh'
E
dell' universo.
r
V infinita
concepire
e
183
DELL'UMORISMO
MATERIA
E
piccolezza,
sua
concepisce l' infinita grandezza
si può dir piccolo dunque
e
come
?
uomo
è anche
Ma
che
vero
poi egli si
se
grande
sente
saperlo, gli può capitare come
tra le mani
Gulliver, gigante a Lilliput e balocco
giganti di Brobdignac.
viene
umorista
un
e
a
a
dei
VI
Da
abbiamo
quanto
attività della
che
mente
riflessione
diverso
dell' arte
umorista,
forza
x)er
deve
chiara-
appare
mento
procedi-
il
essere
umorista rispetto
speciale
alla
qugUodeU^
a
arte
genere.
Anch'
1' Arte,
essa
tende
illusorie,
o
in
o
fissar la vita:
a
varii
Ma,
!
e
la fusione
continua
JJajdtij.
ffl genere,
L' arte
così
astrae
degli individui
caratteristica.
ragionevole
che
delle
questa
o
cause,
povera
assolutamente
quel
le
conto
cause,
tutto
fini che
cause
tenda
coerente
che
vere
umana
a
gli
imprevedibili,1' arte
che
nella
ordinate, come
cui
e
troppo
delle
anima
secondo
cioè
e
rappresenta
sono
nostre
mai
comuni
a
in
tutto
rendere
scrittore
s' è
ciò
troppo
la vita. Gli
muovono
pare
spesso
più inconsulti,
genere]non tenga
Per
1' umorista
logiche, così
d'arte, in
opere
così
è, in fondo, combinato, congegnato,
lo
f
si trovano
che
atti
lui dovrebbe.
vita, non
nelle
mutabile.
im-
decompone.
all' umorista
pare
la natura
almeno
in
statua
delle cose, l' idealità essenziale
come
semplifichi troppo
mento
mo-
un
cessivi
degli aspetti suc-
P umorismo
compone;
Ora
la
in cui le anime
concentra, coglie
e
in
aspetto temporaneo,
un
perpetua mobilità
la
e
fissa
la
determinati:
momenti
ideali
costruzioni
le
tutte
come
gesto, il paesaggio in
un
ai
nell'
intorno
'
in
e
finora
detto
ordinato
proposto. L'.ordine?
la
eoe-
184
PAKTE
renza?
Ma
anime
in
abbiamo
noi
se
SECONDA
fra loro:
lotta
dentro
P anima
einiiue
quattro,
V
istintiva,
anima
rale,
mo-
P anima
sociale? E secondo
che
affettiva,V anima
domina
questa o quella,s' atteggia la nostra coscienza ;
noi riteniamo
valida
e
e sincera
quella interpretazione
fittizia di noi medesimi, del nostro
interiore che
essere
ignoriamo, perchè
ma
in
ora
casi
della
modo,
un
in
ora
mai
manifesta
si
non
un'
intero,
volgano i
tutt'
altro,come
vita.
Sì, un
poeta può rappresentare
si mostrino
in
lotta
elementi
suo
un
opposti
in
eroe,
e
cui
repugnanti;
egli di questi elementi
carattere, e
comporrà un
vorrà
atto.
in ogui suo
Ebbene,
coglierlo coerente
r umorista fa proprio V inverso
di
:
egli non
compone
il carattere
un
quegli elementi
carattere; ma
sconìponc
nei suoi elementi; e mentre
di coglierlo
quegli ciiia
coerente
in ogni^atto,
questi si diverte a rai)i)resentarl("
nelle sue
incongruenze.
non" rico^^^
L' uj^rist^a.
eroi; o meglio, lascia che
li rappresentino gli altri,
gli eroi ; egli,per conto
suo,
ma
,
.
sa
che
è la storia
o
è la
cosa
leggenda
mostran
a
né
scomporre;
bella
impressione
d'
trono
pompa
che
forma,
cosa
forma:
si
come
e
e
con
a
nelle
perchè egli è
camere
capace
dir
che
propriamente
vederlo
;
e
e
non
ardenti
di
non
sia
nudo,
corona
e
componete
su
vede,
vi fa così
maestà
il manto
rispettar nepjjure
capace
di
tropi)a
con
catafalchi
composizione, tutto questo apparato; è
alla
X)rendere, per esempio, in mezzo
lì, freddo
degli astanti, in quel morto
lo
nella
comi)osto
la
timento
diver-
un
il re, che
in camicia
lo scettro
d' ermellino
può
si
piacevole.
Il mondo,
lui,.se non
pei" così dire,in camicia:
porpora
si
come
composizioni tutte, più
i)iù ideali forse, quanto più
ideali,e tanto
verte
pretesa di realtà : composizioni eh' egli si di-
meno
un
e
i
morti,
questa
di
sor-
compunzione
e
duro, ma
CARATTERI
decorato
nel
in
e
ventre,
DELL'UMORISMO
MATERIA
E
marsina,
qntìlclieborboglìo lugubre
un
(i)oichècerte
d' esclamare
e
185
si dicono
cose
meglio in latino):
Digestio post mortem.
—
Anche
soldatacci
quei
di cui ci siamo
dal
poeta
tanti
come
di
i)oeta vede
L'
nel
essi
camicia:
sono
uniformi
odiose, nelle quali
schiavitù
della patria.
della
animo
nelF
di
torma
una
E
vita
rente, irta
del
poeta
una
sione
; la rifles-
schiava
gliati
x"overettiaddo-
il vestiario
la
—
società
ha
anch'
1' umorismo
a
ideale
congegno
artistiche,in
cui
vicenda
realtà
Nella
—
compone
che
cose
dice
vestito,
il
per
tutti
e
vera
a
delle
Carlyle
base
il
esso, compone
non
i)uò soffrire.
almeno
senz' ordine
nuda, la natura
di contraddizioni, pare
all' umorista
dal
tengono
Resartus,
due
nasconde:
animale
un
Sartor
suo
La
in
è
uomo
vestiario».
e
fine
derisi.
e
«
in
questa rappresentazione, spoglia quei
vede
e
veduti
in
ideale, della patria
scompone
soldati
loro
compongono
rappresentazione
poesia del Giusti,
son
princii)io,
simbolo
un
della
ijoveri uomini
quelle
uniformi
Quelle
in
occupati
spogliaticioè
il
austriaci
comuni
api^a-
nissima
lonta-
concezioni
gli elementi, visibilmente,
vicenda
le azioni
si*
cooperano.
che
mettono
in
rilievo
di vicende
dinarie,
orstagliano su un fondo
in
di particolaricomuni.
Ebbene, gli scrittori,
n' avvalgono, o poco
non
se
se
ne
come
curano,
genere,
alcun
abbiano
se
queste vicende, questi particolari non
un
valore
e
siano
l'umorista.
alla terra?
via
si
carattere
la terra
inutili
e
trascurabili.
Ne
fa tesoro
si trova
L'oro, in natura, non
Ebbene, gli scrittca^Lordinariamente
e
presentano
1' oro
in
zecchini
invece
frammisto
buttano
nuovi,
ben
il
la loro marca
e
fuso, ben pesato e con
loro
stemma
bene
che
le
sa
imi^ressi.Ma 1' umorista
vicende
ordinarie, i particolari comuni, la materialità
della vita insomma, così varia e complessa, contraddi-
colato, ben
186
PARTE
SECONDA
poi iispraiiieiitetutte quelle seniplitìcazioui
ideali,
costringono ad azioni,ispirano pensieri e sentimenti
contrarii
dei fatti e dei
tutta quella logica armoniosa
a
caratteri concepitidagli scrittori ordinarli. Pj Pimprevecono
duto
I^on
che
è nella
vita?
E
l'abisso
che
è nelle
anime?
ci sentiamo
guizzar dentro, spesso, pensieristrani,
sabili
quasi lampi di follia,pensieri inconseguenti, inconfesda
finanche
sorti davvero
noi stessi,come
a
ci riconosciamo!
un'anima
diversa da quella che normalmente
Di qui, nell'umorismo, tutta quella ricerca
anche
dei particolaripiù intimi e minuti, che possono
le sintesi
con
volgari e triviali se si raffrontano
parer
idealizzatrici dell' arte in genere,
e
quella ricerca dei
si
contrasti
delle contraddizioni,su cai 1' opera
e
sua
cercata
fonda, in opposizione alla coerenza
dagli altri ;
di qui quel che di scomj)osto,di slegato,di capriccioso,
ristica,
quelle digressioniche si notano nell' opera umojfutte
in ()i)posizione
al congegno
ordinato, alla comdell'opera d'arte in genere.
.posizioìiv
Se il
I'"^no il frutto della riflessione die scompone.
«
naso
di
altre
vicende
Cleopatra
avrebbe
questa minuscola
come
un
fosse
cuneo
stato
avuto
il mondo
che
i^articella
in
tutte
chi
più lungo,
le
».
Ah
sa
quali
questo
se,
può appuntare,
vicende, quante e quali
quanta scomposizione
rire
inse-
si
disgregazionipuò i)rodurre,di
ad
d' un
umorista
in mano
può esser
come,
causa,
piccolo vede
esempio, lo Sterne, che dall' infinitamente
regolato tutto il mondo!
Eiassiupaendo : l'umorismo
consiste
nel
sentimento
del contrario,provocato dalla speciale attività
si cela, che
riflessione che non
non
diventa, come
I
della
dinariamente
or-
del scMitiiiiento,
forma
nia
nell'arte,una
il suo
contrario,pur seguendo passo i)asso il sentimento
bada al^
l'onibia segue
il corpo. J/artistaordinario
come
bada
al eoijx) e all'ombra,
l'umorista
solamente:
corpo
tutti gli
nota
elie al corpo;
talvolta più all' ombra
e
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L`Umorismo, Saggio