LUIGI ^Pirandello' ^5^ 1/ v\ L' UMORISMO SAGGIO LANCIANO R. CARABBA, 1908 EDITORE (olLfl P5 LETTERARIA PROPRIETÀ Le copie non firmate Lanciano, dall' autore tip. dello sono Stabilimento dichiarate R. Carabba. contraffatte. BUOK'AKIMA ALLA DI PASCAL MATTIA BIBLIOTECARIO PRIMA PARTE parola La Angiolieri Cecco burlesco di sia vi osserva : : deir in questo parola la biam : È « una nota però Sclióne gli Inglesi, sé néammoins il lingua nostra 2 pag. i il ed Studi 179. di italiano in perchè ab- non qu' D'Ancona ha Critica : e e Storia gli de « fantasia, per umore umori Letteraria Theor. Eiedel, dell' (Bologna, bene seb- che humourist viennent ; tra- dichino riven- particolare, e riprende antiquités, sostenga humour nel pMlosophiey il in Gongreve ils les la Laune, di inserita concernant et giunge sog- francese Humour, citando artic. pagina,^ pie' di traduttore suU' vocaboli fantastico per In I. certain quindi il viso pure che cosa, a il che langues, Kunsten, per la helles-lettres les differéntes de duites ^ in intéressantes, heaux-artes, E dir tedesca piéces de Recueil les non un umorista. un dire XIII, sec. soltanto faccian ci di a curioso dissertazione una è non propriamente, favella quanto del poeta su ». accortamente, E, notato aver nostro pretendano rassegnarsi studio notissimo suo dopo più e della non » l'Angiolieri noi anche, ma arme, bisogna d. Siena/ per bensì quel da camarlinghi i qui Ma « burlesco E in D'Ancona, Alessandro umorismo « il « l' italien Del ». poi, resto, capriccio, animo Zanichelli e est e del ed., la rista umo- cer- 1880). 10 vello che sa Ognun PRIMA stanno in relazione stretta l'Italia ebbe E umorista, poesia PARTE ai suoi ed a Bologna degli Umorosi in Eoma/ Umoristi e speriamo che nel dell' arte regno La parola col e mai le facciano non l)olitica venir hegliumori derivò noi a che materiale dal naturalmente essa di aveva fluido,liquore, umidità o vapore, e col senso fantasia,capinccioo vigore. Aliquantum haheo cor cium por e, ncque exarui corpo di humoris rebus amoenis ex tino la- anche « iìi della umori i meno degli e ». umore senso i mali cademie Ac- le tempi Cortona a la con volwp- et senso (Plauto).Qui humor non ha evidentemente materiale, perchè sappiamo che, fin dai tempi più ritenuto nel corpo era o antichi, ogni umore segno cagione di malattia. tariis ' Li « uomini, si — hanno — : « collera nello spino di Plinio. e » è ed nera, che generano malinconia E il Lasca delle perchè disse opere « (Lett. a burlesche, che in un accendono anche Mes. per 2 che Cecco ed. Scala, Giunta Bern. stil gli vuol f compagno Angiolieri in male, dopo il e se sedio suo ci sermone coUora, i cavoli Umidi avere di di mi Firenze al premessa 1548) : « la di cui libro primo quale (Accademia tutte persone dentro burlesco,giocondo, lieto, amorevole e, » dei uno stessi molto Brunetto di Cicerone suoi sonetti, parlando alcuni enumerato cibi gli consiglia,dice: E sono chiamano suo la quella degli Lorenzo allegre e spensierate,dello così, buon ha latino nel degli Umidì) principalmente fa professione,essendovi dir in molti ed la sangue, E ». secca, scalcia, ma- ».^ citare non lo di questi umori e umore, è Insomma porri x cioè uomini Sant'Agostino poi fa sapere * un fredda, e com' — degli libro vecchio malinconia: è Malinconia un umori: quattro e la collera,la flemma cagione delle infermità Latini in legge questo non quasimente loda porri avessi su con la voglia colla la foglia. della dannosi madre eh' ella PAROLA LA UMORISMO « 11 » presente bene, trattando dell' umorismo, tener della parola anche quest'altro significatodi malattia che malinconia^ prima di significarequella e umore, che intendiamo noi, delicata afi'ezione o passion d'animo Sarà abbia gli antichi l)arola.Vedremo stata della materiale significato role pa- assumendo loro tra avranno le due che spirituale. senso un fielee sia o la relazione appresso malincoìiia e umore di Mie senso nel umore un per il origine in avuto che intanto Diciamo relazione, se tal mancò non vi lingua, certo non Da chiaramente. noi, infatti,la parola umore apparve che un il significatomateriale,tanto serba proverbio o ha sapore (allunon toscano dendo può dire: « Chi ha umore un alle frutta acquose); o, se assume significato spirituale,esprime sì inclinazione,natura, disposizione d' animo stato o anche fantasia,pensiero, o passeggero spirito della afflitto nello capriccio, ma huono cattivo o In la somma, dire tristo umor helF umore, gajo, o dice contempera malumore. tetro, o è la non umore il Tommaseo, le nostre espressioniheir umore, C entrano un po', dunque, come tanto ecc. italiana parola Questa, humour. e o qualità determinata; una senza dobbiamo che vero nostra inglese racchiude e buonumore di i cavoli Sant'Agostino. Discutiamo bene a adesso avvertirlo,perchè manchi noi parola nostra Vedremo sé ciò che che più hello o chiara huono diverso dall' che e la varia riuscì non parola, non cosa è cosa: si credesse il solo per idealmente già la su vorremmo non la veramente in di la su a fatto serbare che che e a la temperare con- includeva. materialmente bisogno tutto, in fondo, si riduce a distinzione noi, i)erchè,o o tetro inglese naturalmente natura o che sentiamo è sempre, gajo, umore nell' essenza, vi ma imprimono degli scrittori. un nelle la e non zioni modifica- lingua diversa è 12 Del il e si creda resto,non più dare S' io dovessi davvero tardi prensione. com- l'Angio- su ritornare, confessa: Ed ». facile saggio suo definizione una così di dovremo impacciato molto parola inglesehumour siano stesso, in quel cui lieri,su che la umorismo derivato suo Il D'Ancona « PRIMA PAliTE sarei dell' umorismo ha cono di- ragione. Tutti così. Piuttosto L'Addison V humour che è, che dire più facile ciò che definirlo per te '1 dica. che comprendo, stimava fatte son '1 stesso non si no ciò dire è. Tutte ricordan che fatiche le tropi)o pur XVII quelle speciosissime che si fecero nel secolo V ingegno (oh, il Cannocchiale aristotelico l^er definir di Emmanuele Tesauro!) e il gusto ì)uon o gusto e veva: scriso che, per- cui il Bouhours queir ineffabile non « Les Italiens,qui font mystére de tout, emleur non che: so on ne ploient en toutes rencontres volt de rien plus mystére qui font « ai Francesi che di cosa una Gian Musset la Paolo, e non è di vena egual a e mandare do- esprit. per seguita il è facile,perchè dello cona, D'Anrismo l'umo- nazioni, i tempi, di Merlin Coccajo non Sterne, dello Swift o le umoristica sapore. andate — non coli' umorismo Ma liani Gl'Ita- ». è, certo di Rabelais ». poetes intendano varietà,secondo gl'ingegni,e quel è « leur tout cosa la definizione infinite ha de che all' umorismo, Quanto — dans commun Xon dello vi Heine ha e del i)oi forse esser più quale sia, o dovrebbe dalla forma sotti 1 differenza i^rosaicaalla poetica, per dai lettori,e avvertito quanto ciò non sempre venga di ciò, e delle neanche dagli scrittori. Ma ragioni di e la satira queste differenze,e delle varietà fra Vumore la facezia e la parodia e il comico 1' epigramma e e alcun d' altro genere ogni foggia e nel qualità,e se, come vuole il Eichter, PAROLA LA alcuni il qui di discutere. luogo è in tutti vi comune voce la i vorremmo pubblica ! parola romanticismo, dire Italia (in Italia Se fossero realmente invidiare alla quella di Gian a uscir di casa Cervantes incontrar senza e una noi di Heine. e dozzina mezza fa ridere: il il triviale: calembour la — è più arcadico Si visconte d'Arlincourt fece ;Non molto può si dir oggi, per il gran le Il grottesco volgo altrove con Kock che da come ciò che tutto più di con un falso e Dickens, e più ven- il Victor Hugo ». or sono ^N^encioni, articolo un di tologia An- la Muova su L^ Umorismo veramente che di si Ma non sottili finezze anche in tempo, numero, fa ridere. tutto! è lo scrittore gli Umoristi, e rumore. questo lasso per Per romantico de appunto tutto che con 1884, intitolato che Paul Enrico notava nel fusione con- umorismo. sentimentale, e confonde t' anni, cioè Vogliamo babilonica umorismo: per di chiamare barocco. Questo tre o il grottesco, burlesco,il satirico, caricatura, la farsa, l'epigramma, il si battezzano di due di Dickens... umoristico potrebbe il comico, si costuma I)ezzo vi scrittore numero, rismo. umo- Tliackeray si I^on principio cbe vi è una nell'interpretazionedella voce il gran di e fin da solo notare di avremmo non la strada per gliata sba- e i libri, gli scrittori, patria di Sterne Paolo Dopo « i)arolapiù abusata soltanto f) è quella questo nome, con la i)ianocon — al D'Ancona. umoristi coglie rac- ». la in da nulla di umoristi giusta; ma — giornalibattezzati o è in fondo L'osservazione fondo un pubblica voce denominazione la stessa sotto clie la è lunatici^ non è questo, che Certo coloro 13 » semplicemente sieno umoristi UMORISMO « la scrittore la sia ricreduta. \nero umorismo. caricatura,la l'umorismo; si confondono Anche soltanto? i in è lo scrittore umoristico perchè in Italia può intendere del 'pubblica voce Da trasti, segreti con- dono Si confon- farsa bislacca,il anche là dove 14 PRIMA PARTE Nenciòni al di rismo stesse Mark Twain, definizione (e non sembrava casa: i cni racconti divertenti, che stessa sua samente prodigiodai anche il riso » Il giornalismo si è impadronito e, sforzandosi di far ridere parola, 1' ha adottata meno sguajatamente della più la secondo strappano Pnmo- d' nmorista nome di eccellenti cose, più ingrugniti? giornalismo,un certo volti sono, collezione una « forse ha non soltanto)che Ini a o questo falso in ogni costo, a l'ha gata divul- senso. Cosicché umorista oggi ritegno, ogni vero prova Umorista, sì,ma sdegno a qualificarsiper tale. il bisogno d' avversi sente tire: non confondiamo, anzi — ma... — umorista — Come nel E più d' buttar voluto volgo, e Come Ma ridere buffone, umoristi cendo fa- da per non strapazzo, ha parola sciupata, abbandonarla un' altra da umorismo; un al ironismo, ironista. : 1 senso e' è da passar la ironia,in che da ironia, ironismo. che Bisognerà distinguere,an- modo retorico e altro un sofico filo- l' ironia. figura retorica, racchiude ironia, come è assolutamente che contrario in sé un alla natura rica, Implica sì,questa figura retotra quel che si dice contradizione,ma fittizia, schietto una quel che raorismo dal numero per la umorismo. si vuole non vedremo, Quando „,Orfu non via umore, farvi parole. adottarne infingimento e le centomila d' intendere dello parola. di propongo coi qui. Perchè L' mi per uno, confuso esser della senso dire: Badate, io non sgambettar — vero e sia inteso. La contradizione é mai, invece, fittizia di ben altra Dante brigata la ripresi Chi dei giammai essenziale,come riprensione eccettuando é più riprensibile,come prodighi matti, | Gente u- natura. aggrava dei ma dell' sì vana f e allor un che dannato esclama: rispon- « UMORISMO lo Stricca.., E tranne PAROLA LA de: Tranne — Ogni quando lucchese v' è uom male, Bonduro ; esacerbare per fanno come che i diavoli il sentimento barattier al : Qui ... quando usarli elle il Santo luogo altrimenti parla fa chi a nelF ha non si nuota Qui queir anima da i fa come Francesco presa Serchio nel che aspramente, toglie a S. Volto rammentare teologicamente che fuor barattier il bene rammenta del o brigata; oppure la dice: là dove o 15 » la taggi proprii van- d' un penitenza, dire lui si sente volo dia- queir altro 1'anima su ; reo, per gomentando ar- modo : Forse Tu o eh' io pensavi non fossi ; loico esclama: quando Godi, Firenze, poiché sei sì grande j oppure: Fiorenza dà Or ti fa Tu ricca,tu Un alla lieta,che qui, né altro senso, ironia Schlegel e Lodovico soggettivo del movimento L' in é traccia non ondej con senno... retorico senso punto, del della resto, della d' umorismo. e in Germania. Tieck Fichte; sola ben nel altro dicevamo, idealistico Io, tu ironie ti tocca non hai pace, di bellissime né parola con tu contenta esser questa digréssion che ma Comedia, puoi Di esempii parola: ben mia, ma e realtà fu dato questo filosofico, Lo dedussero direttamente deriva romantico vera, in Federico dall' idealismo fondo tedesco spiegava V da tutto il tiano. post -Kan- Hegel, può 16 PARTE della sorridere può pone, vana anche secondo — annullarla il Tieck essa secondo — parodia, a più essa che alla la contradizione a può o col l' ironia veder del e Ma cosa. bue. L' se : umorismo di questa puntura quel ad dell' idealismo più qua le assumere di vidiate in- infingimento,quella tal tata divenl' del- consistesse tutto tata, abbot- svescia quella rana sarebbero press'a 1' umorismo, Qui, favola, della mondo 1'umorismo spillo che cui, sul serio abbottandosi riuscita più derivare. rana macchinoso fosse un prender sul sarebbe, rispetto retorica e in umorismo, retorica, da vero quella famosa nel menti. altri- essere almeno avere, sta que- riamo conside- resto, se viene, poteva L' ironia ecco di puntura ironia stessa del noi, di cui parla la retorica,è fittizia, furia di gonfiarsi,la vana parvenza Ora universo. nella né, : non tedesco proporzioni per perpetua una bisogna prender romantica, si può non lì,nella d' acqua, che riduce si a retorica,non metafisico in ha, quale, trasportata qua, nar poeta di domi- che — forza quella po', osserveremo ci che quel che si fa. romantica, come vento al tira,si potrebbe tira si dice ; serio permette qualche parentela certamente nel!' ironia cioè un dell' ironia Tuttavia fondo, P ironia: Schlegel d' donde senso, sul serio prender non la come : trascendentale. i)er poco stretta può tratta; materia farsa una concezione in che Federico Trascendentale certo ; Onde — che la materia dell' universo parvenza proprie creazioni. le PRIMA vedremo, come non poco la è tutto spillo. ^ Al solito,Federico idee esagerare del dallo Il Fichte Kantiana teorie Fichte, Schiller Erziehung e des aveva nelle fece Schlegel non altrui la famosa 27 oltre : teoria lettere altro qui che all' idealismo del gettivo sog- gioco esposta TJéber die aesthetische Menschen, voluto, in fondo, compire del dovere : dicendo che 1' universo la dottrina è creato PAROLA LA « UMORISMO 17 » è anche dall' Io », che divinità,F anima sxjirito, tutto ed è impersodel mondo, che genera dell' essenza nale, la quale racchiude in che è volontà infaticabile, dimostrare voluto sé ragione, libertà, moralità; aveva al volere di sottomettersi dei singoli uomini il dovere dallo « totalità della e di tendere dell' armonia culmine al morale. Ora, quest' il « Io piccolo Schlegel, che con « diventò del Fichte io strambo » un » del cannellino e 1' io « signor po' d' un viduale, indi- » Federico sa- acqua allegramente a gonfiar bolle di sapone : d' universo, mondi E vane parvenze ; e a soffiarci su. Schiller ! ^on ser questo era il giuoco. Povero poteva esfalsato in modo Ma Spieltrieb, x"iii indegno il suo il signor Federico Schlegel prese alla lettera le parole: j)onata si mise « der soli Mensch soli mit mit nur aiifeinmal in roller nur da der der Sclioneit Schoneit sinelen.Demi, der lierauszusagen, Bedeutung des Worts ganz Mensch, il poeta l' ironia consiste wo sjnelen,und nur er nel Mensch um ist, und disse spielt»,^ e fondersi non endlich es spieltnur, Mensch mai er ivo er che er ist per del tutto 1' opera nel momento propria, nel non perdere, neppure del patetico, la coscienza della irrealità delle lo zimbello dei fantasmi essere sue creazioni,nel non da lui stesso evocati, nel sorridere del lettore che si lascerà prendere al giuoco e anche di sé stesso che la propria vita consacra a giocare.^ l' ironia,ognun Intesa in questo senso vede come a torto attribuita certi scrittori, ad essa a come venga esempio, al nostro Manzoni, che della realtà oggettiva, della verità storica si fece una zione, vera e propria fissacon fino d' altra condannare il Lettera 2 Vedi stesso suo parte si può attribuire i 2 a capolavoro. Ne al Manzoni quell'altra XV. Victor Bascli,La poetique dì F. Schiller (Paris,Alcan, 1902). 18 PRIMA 1»AKTE la ironia, si sia forma indulgere le il : che, umorista sarebbe non sia quando V beffardi idea e usata di mordaci di già È pur accordo in però in adesso antico. E si è sarebbe in fondo significare un' altra a in già un senza parola. si Ora, dubbiamente in- sisterà con- non parola può Tante avevano equivoco se il la — cosa che senso, per altro ci non determinare, venisse — noi abbiamo come alterato comune un umorismo, male per parole ne senso, di gere disgiun- scrittori umorismo parola una veramente nulla sa che an- mordace. anche loro rismo. umo- ironia, si di suo mordace. significato. alla se veduto, per che il alterare adoperiamo beffa questa vero il ma e umorismo, Dall' e essere delP a non heffardo possono umoristici, bene, del e proprio ironista di là e qua minutamente, legittima. fin a che un è ironismo, quindi contrasto transigere suo vedremo, di in volta 11 sdegno. transige del come di che quel e realtà della ogni ragioni sostituzione La mai rappresentando viva, dice frutto compassione per indulge, die quel tra sdegna ideale: spesso lui tizia fit- contradizione nessuna contradizione si non suo in in inteso, Manzoni col mai trova vuole giacché retorica, perata ado- 20 PRIMA PARTE in moderna, l'arte poeta istintivo contrapposto tica; ingenuo, rappresentante dell' arte anl'ideale e il reale; la serenità tra o il contrasto bellezza l'equilibriodignitoso,la marmorea, antica dell'arte l'esaltazione contro dei esteriore sentimenti, il aspirazioni, le delle l'infinito,l'indeterminato melanconie, la nostalgia,la bellezza interiore vago, moderna; e da poesia ingenua, e il capogiro le bassure canto un dall'altro e le moderna dell'arte dell'arte della verismo nebbie dell'astrazione poesia sentimentale della intellettuale del cristianesimo; l'elemento del l'azione del l'obiettivismo con ^ ; coerenza filosofico;l'inall'armonia opposta della poesia greca; le particolaritàsingole di fronte alle tipificazioniclassiche; la ragione che s'interessa del filosofico del contenuto valore inìi che della vaghezza di disunione, ecc. qualche in il Nencioni Umoristi, nel doppia ima di quel cui da di vita e del è Vedi (Milano, Società la e sensi la Ed. Note per Libr., 1906). di il all'uomo sistemi,di con e il moderno a l'effìmero e nostro storica della tempo organismo sovreccitato;e poetica e stati armonia Ma presente. Il una sana dottrina,nessuna a l'infinito, paragonarlo Muoni, tragiche era serena umano. e menti, senti- intelligenzaerano penosa eccitato chità, «L'anti- nelle e gli e dei e umana insegnato vita scriveva parola: anche L'anima alterato sofiìo della G. fatto statuaria Nessuna aveva continuamente * derno, mo- Umorismo secoli di precetti trenta hanno contemplare doloroso L^ equilibrio dei temperamento cristianesimo ciò che su già abbiamo dubbi. crisi interiore studio suo felice suo tormentati e di un' interna dell'uomo natura citeremo prova, guardò con calma profondità del destino. giovine allora,né il cuore dolori profondo ecc. darne Per ; il sentimento esteriore della forma del secolari romanticismo dolori il nostro umanizzato hanno nelP anima Koi cuore. natura nella e umana 21 PRELIMINARI QUESTIONI guardiamo simpatia una con relazioni delle arcane più penetrante, e vi troviamo tista un'intima poesia ignote alP antichità... Il riso d'are fantasia di Aristofane, alcuni dialoghi e la comica eccezioni. L'antichità non ebbe, né di Luciano, sono poteva crepuscolare esser più acconci sembrano e azzurro ha « unico, maraviglioso ». del Cervantes, e anche di » Carlo di » Manzoni Più Bini, nella reciso «realista quello dice e « delicato il Don e si conosce si forma Socrate della tristezza: che il per socco intelletto lo esprimerlo: dice che la e greco la sua : nei « il coturno », pensava: ma dei e manchi gami di le- quell'insegnamento è l'origine dell' allegria della un'idea l'Arte « Questo non rimaneva la vita. La di L' Umorismo nell'arte Napoli, (Napoli, Detken moderna. Due ed., 1885). conferenze non materia stessa soggiunge: contrasti era il dell'umorismo, potea nel Teogonia i fatti nel mito; l'Epopea avvolgeva l'anima nella leggenda; la Politica le forze individuali costrinse legge dello Stato. L'Antichità suprema ^ lato desodel Abbondio contrapposti astratto,perchè diversa campo Una contraria: percezione vente vi- e di che la nota ammettendo quale, pur moderna, non speciale della letteratura col mondo antico, e pur citando di e prim' ordine. è Giorgio Arcoleo,^ umoristica negazione modo in Eabelais del dell'umorismo di rismo l'umo- » volte tre o il cielo sotto latine razze infatti parla e creazione una E Porta Carlo due fiorito,e talora anche « delle facile vita nella e che il Nencioni però Concede la delicata nutrire a del suolo dell'umorismo». pianta strana l'umido e che maniche. anglo-ger- letterature cielo Il Nord delle caratteristica la questa sia direbbe Si umoristica... letteratura avere, al Circolo umani nella sere- filologico 22 PARTE la letteratura sfera dalla Ma fece il se tramutò e dubbii e nei ebbe sogni finiva La della nei le obliato la del l'idea animi antico infinito baronale potenza : come neppure grande Impero dell'impotenza. culato ino- aveva A rovescio forme il Medio stiche pla- Evo dallo compreso e, chiostri. nei questo rimpiccolìnelle : triste, spirito.Fu bellezza energie soprannaturali; neir si tormentò Evo seduceva non allora e magnificenza nella il Medio conventi, romana negli la degli Dei. Luciano sofisti, era natura, la dissoluzione mondo fantasma, dello angosce agitati da spettri: la corruttela del si in nelle spesso ricordo: dei la satira Paganesimo delle forme Come jjassònell'altra dell'intelletto dell'immaginazione, si Aristofane Parche. le o il Ciclope o ebbe il contrasto Grazie le vide finito: del servi,onnipotenti o imi)otenti,così sorrisi o pianto: Eraclito o Democrito; Tntt' al più ebbe tragedie o commedie. liberi avea la scienza e Gnomo, lo o vita nell'armonia le forme namente PIUMA le spazio largò aldal e si annullò braminica con spirito uinano depressione soffocò ogni si)irito rassegnazione. Tale lo tempo, d'iniziativa il nella dogma, nel di e la costume di decadenza scienza la Nelle credenze avea romana dello sensualità nel stoico: ne V estasi con : i Medio donde copia, periodo della cercato avea la suo i dolori sostenuto dell'epicureo: nel sottrarsi alla vita sovraneggiò l'erudizione,nell'arte disciplina.L'umanità coli'indifferenza con ricerca. piaceri Evo una vita volle tologia mi- nuova cristiana,popolata di rimorsi, di ijaure, preghiere. Il pensiero seguiva la fede: il manuale logica era un'appendice dominava Finalmente nella nuovo mondo. stesso di due il È mestizia tendenze del catechismo. In terrore, si aspettava materia periodo un e di nello come di spiccate,l'una presso tali condizioni spiritosorge ma le di il finimondo... esultanza riflessione: di e si razze al un tempo rivela con germani- l'altra che, bellezza della il culto qui Eiforma: lì il libero latine: le presso 23 PRELIMINARI QUESTIONI forza, la istituzioni, della e Jiinascenza. I contrasti si moltiplicano nelle privata, nei costumi, nelle leggi, nella è antitesi i^ercepitadall'intelletto Non vita nella stride del il trionfo situazione prime, le presso riuscì e in quasi innanzi si dovrebbe Ora, come collettiva o discordanti tutte le noi la a certi un a o colori come e noi ci quanto ci Seguendo dendo pren- ammissibili. sono i d'un ideale data tratti, dato tener avviciniamo: avesse le teorie del la tanti singole espressioni. voci alle nella loro che stano protenanza, lonta- Nella accesi, sparsi intera di conto soverchiante. si fondono mente inevitabil- epoca, grigia, del i^aesaggio. Perchè risaltino,riassumendo che ». zione leggenda l'immagina- non coro attenuano, si smorzano, azzurra che, natura d'una indotti siamo si sa, intendere gli elementi, tutti con la sintesi mezzo tanto le seconde non particolariin contradizione, delle Non possiamo i^restare orecchio in spiega sviluppo invece e personaggio ed evoca ciare immagini convenienti; così,nel trac- dato breve in d'una rigetta d'un combina che e storiche formazione nella i caratteri tutto nelle speciosissima espressione l'umoristica,queste rapide sintesi, queste ideali ricostruzioni Come fluenza in- presso nullo un' eccezionale esame d'arte fatto ebbe parte, perchè l'umorismo in gran dei risultati differenza latine: nelle e In ha dell'altra o la differenza notata Qui appunto va razze germaniche vecchie. sulla scienza,sull' arte. istituzioni, sulle decisiva dell'uno è dell'azione: e le forme e o cbe dissonanza pensiero teratura. let- la natura contro è mezzo; spiritonuovo lo tra di sfere le tutte in il dissidio tale nell'età come umana, è lotta fantasia; non dalla intravista la o esame qua e là, si tinta generale, questi colori bisogna individualità, riconosceremo allora ingannato la lontananza. i fenoTaine, considerando 24 PARTE meni al morali della fenomeni la fisici, storia naturale, l'opera d'arte fattori de anch'essi soggetti come dei pari PRIMA dipendenze le regole che facoltà di e derivano ne del carattere : dalla dominante, il prima; terminat i)rodotto di de- essenziale forze delle dalla seconda; ambiente, momento, nelle esclusivamente espressioni artistiche di forze nell'intimità mai loro le altre e le ha sommaria, infinitamente raccolte varia di mutabili sguardo in essi. sole, Dopo piange e circonda, l'uomo, non neppur accetta sotto ciò che i e tinuamente con- e rato conside- aver società,i costumi, la forse lo appuntar domandarci che cosa questi elementi, secondo ginaria, oripsichico,la combinazione s'abbandona, l'altro piange, l'altro ride; e ci può ride la realtà ciascuno si uno che già infinitamente dobbiamo e nostra mutabile, speciale organamento unica, che costituisce questo Dove se o prodotte; non singoli individui divenuti siano lo sui idea anch' il cessiti ne- la varii cielo,il clima, pregiudizii, ecc., non ciascuna lità qua- essa, il solidali rispecchino quelle continuamente e i"er forza come che concetto e effetti gli penetreremo tempo modo per il nostro singoli sentimenti i dato insieme tutte secondo che, d'un complementari, e sociali;non e vedendo e ci rappresenteremo dell'arte, le manifestazioni tutte tra naturali della o primordiali, razza, necessarii parte come leggi, e cioè di quella le condizioni, con le de quella determinismo umana come di der minate e al a un quell'individuo! rivolta; dove l'uno o esser temi)o. Del in questo lo interessa: in o qualcuno sempre mondo quel tempo, fin che non lo vede senza dall'infanzia, scelta d'elementi li sospettarlo,egli fa una e e accoglie in sé ; e questi elementi più tardi, l'azione del sentimento, s'agiteranno per binarsi comnei modi «L'Antichità del più svariati. costrinse finito». Ecco serenamente una le forme sintesi. Tutta l'armonia nel- Fanti- chità? Grazie le donna, metà e qualche ». la faceva fatto vita qualche libero che E » percepire l'intelletto che bisogna C'era concreto. abbia il contrasto vita il dunque V intelletto diversa? riso? E tutta come Ogni contrasto? in radice pianto e se PArte e era forza per nella che dire vuol cogliereil a cita Non d'Alessandro, grandezza sole ? sèi servo il mondo chiude « liberi o sentirsi di entro che Sirena, metà che aveva libero Gnomo, lo o la non la poteva allora astrazione del anclie non Diogene vista Ciclope Il « esprimerlo perchè la vita? O tutta pianto o poteva Com'era La accetta greco non « sentirsi servo botte, e non gii toglie la E ». poteva non Arcoleo lo stesso ! pesce E servi Parche le o o escluso? antico Nessun 25 prblimi:n^ari QUESTIONI un riso, non cogliere il il riso; e se l'intelletto poteva avrebbe potuto esprimerlo l'arte? contrasto, perchè non dalla l'Arcoleo il contrasto dice Tutt'al più sfera dell'intelletto passò nell'altra dell'immaginazione, il pianto il 0 « — — si tramutò fantasma, in e e Luciano degli Dei ». Che sofisti, dalla sfera quel tuW al ink ì Se il contrasto passò in quella de l'immaginazione e satira andare Lasciamo ha da nulla soltanto dire vuol fare divenne con che, come l'umorismo; ma dialoghi degli letto dell' intelsi tramutò allora? E arte. Aristofane dei autore che vedremo, Luciano Dei. E la dire vuol dei fantasma, in fece Aristofane allora non non è andiamo avanti. Il « le mondo antico rimpiccolì energie soprannaturali il mondo anche nei antico il fato ? E suoi gusti intimità ? » e tutta pagana, Vedremo. espressioni artistiche tutte ». forme un'altra Ecco le nelle sintesi. Tutto energie soprannaturali? l' Italia del rinascimento serena; Parliamo di esso, plastiche non ebbe rimase « curiosità,non d' umorismo e delle espressioni eccezionali un speciosissime,ripeto: ci basterebbe troveremo ne parecchi, in ogni temi)o, umorista in e solo; ogni luogo; 26 e PRIMA PARTE diremo debba la ragione che parere non i nostri cui per siano segnatamente ci tali. arbitrarie. Poco dopo la partizioni sono pubblicazione del saggio del Nencioni, che negava Tutte le abbiamo come — veduto all' antichità — tura lettera- una di anche la possibilità solo, ma studio da noi prima il Fraccaroli,con uno averla,sorsero Fer intitolato appunto deW Antichità/ poi gli Umoristi il Bonghi,- poi altri ancora nelle letterature a rilevare umoristica, non classiche specialmente e che saputo avesse non rismo, greca, assai più umoil IS^encioni. vedere nella e l' anima Quel feliceequilibrio, quella calma statuaria del della vita armonia e e sana giovine e la serena la natura temperamento degli antichi,come tata rappresenda questi con lanconia meprecisione e con fedeltà,senza né della vecchi nostalgia, sono critica romantica. Già lo cavalli di battaglia Schiller,autore stesso della riconoscere pide, che Euripartizione, dovette si erano fatti un Orazio, Properzio, Virgilionon concetto e ingenuo della natura quindi concludere primo che vi anime erano sentimentali presso gli antichi e anime greche i)resso i moderni, e cancellare così,come impossibile a mantenere, la linea divisoria tra ispirazione antica e ispirazione moderna. del Biese, che Su le tracce scrisse su l'evoluzione del sentimento della natura presso i greci,^il Basch dimostrò vi fosse agevolmente quanto di sentimentale nella poesia e nel pensiero dei Greci, nella mitologia primitiva, nelle metamorfosi grottesche delle spesso divinità,nell'utopia nostalgica dell'età dell'oro,nella raffinata melanconia dei lirici e degli elegiaciin ispecie, 1885. 2 La coltura, 3 A. Biese, Die 15 (Kiel.1882). Abbiamo gennaio 1886. Entwicklung su des l'argomento Naturgefiihls bei lavori più recenti. don Griechen, 28 PARTE Ma questo fin dal lo già detto, se aveva dei tempo accrescimento ragione, fin Accrescimento dolore. E le in un « dei e e di cioè della alle d'essere ma si fa sempre ISTo: perchè questo dell' intensità. E che acutamente disperato, come nei della genti campagna, la dolce ben il dolore suol poi^oli barbari senza sensibilità, oggi occhi gli a infelici,il d'universale e che essere selvaggi semi- e il senza forto con- rassegnazione sventure. Facilmente lo notava ancora nelle o con » più? scapito a dolor un natura, com'è in ci veramente era si lore più invadente, sicché in un dopiù dolori,tutti i dolori,soffì-iamo sempre accrescimento, se mai, è per questo il Leopardi antico a Tajuto della inoltriamo, come dicono, se d' universalizzazione questo per noi di sentire ci par noi sensi processo più rapido proprio aveva dei tempo aftìnano,tanto e di compenetrazione scambievole; fantasia di Sta tempi, Salomone? e passioni, quanto più si afforzano inìiacquistano una specie d'attrazione dal Se di c'inganniamo, non tempi, Salomone. scienza, vedere. PRIMA mondo si infelicità? Vuol nostri, se in converte crediamo teatro un 'che,invece di sprofondarci nel nostro proprio dolore, noi lo allarghiamo, nell'universo. dift'ondiamo Ci strappiamo la spina, ci in avvolgiamo si spunta tal tedio e nuvola una si attenua della vita dire Cresce nera. il dolore. Però, la ecco, e noja, quel e contemporanei di Lucrezio? quella tal tristezza misantropica di Timone? Oh via! è proprio inutile sfoggiare esempii e citazioni. Sono questioni, disquisizioni,argomentazioni L'umanità c'è bisogno di accademiche. passata non è sempre cercarla lontano: in noi, tal quale. Possiamo tutt' al più ammettere che oggi,per questa se vuoisi dei — cresciuta sensibilità civiltà,siano quelle jnù condizioni e per comuni di vita il progresso — (ahimè) della quelle disposizionidi spirito, più favorevoli al fenomeno dell' umorismo, esistessero conto, Diogene, buon A lanterna, e più di è di non Nencioni serio. nel serio Eccezioni, e Swift eccezioni,allora,anche umoristica, ripetiamo, è stata il Luciano ? è ed sempre dice / tuttavia ' d'eccezione. arte il Diverso pianto, satira alcuna classico e degli di de' volgare, derisione commiserazione o Gian passato Iella e nei che Richter Paolo tra facezia : vizii grossolana, difetti,senza dei e pietà,quello; umore, questo, di dolore, perchè nato dalla misto filosofico, comparazione del piccolo mondo infinita,riso pieno di tolleranza ebbe noi il Leopardi, che Da cioè riso diverso antichi. romantico comico critica,e questa la distinzione Notissima, comico secondo il riso anche naturalmente 1 V arte Tutta Sterne. e sua ridicolo come • la e nel ripete V Arcoleo, Aristofane e Ma del botte sua più di nulla jeri;e ridicolo la con antico. in potessero esistere non o è umorismo; ma clie tali disposizioni certo im il negare arbitrario assolutamente non meglio^,di o 29 PRELIMINARI QUESTIONI Pensieri finito di e idea la simpatia. la sempre di con varia nostalgia filosofiae di . far volle letteratura modo notare che egli sentiva il dei modo a romantici, ma degli antichi, cioè il dolore disperato, difese pure il comico il moderno, il comico antico contro antico che era veramente metteva e sostanzioso, esprimeva sempre dolore non a « sotto gli occhi, il moderno dir per così,un corpo di ridicolo », un' ombra, uno spirito,un vento, fumo. di riso, questo un Quello empieva soffio,un lo fa gustare; quello era solido,questo fugace; appena in immagini;, similitudini,i)aragoni, quello consisteva mentre racconti,insomma « ridicole;questo in parole, generalment sommariamente da e parlando, e nasce quella tal composizione di voci, da quello equivoco, da di parole, da quella tale allusione quel giocolino di di maniera parole, da quella tal parola appunto che, cose — 30 PIUMA PARTE togliete quelle allusioni, scomponete ordinate e samente diver- quelle parole, levate quelP equivoco, sostituite d'un' altra,svanisce il ridicolo ». una parola in cambio E cita l'esempio di Luciano clie paragona gli Dei sospesi al fuso della Parca ai pesciolinisospesi alla del canna pescatore. Poi forse,presentemente, avverte massime e : Ma « ai forse e senza francesi,par solano gros- voltii si chiamava sale attico,e quel che una piacque ai greci, popolo il inìi civile dell'antichità e ai latini. simile e in può E che essere disse opinione, quando fatti le di così Satire solido le e ridicolo né anche Orazio de' sali di male Epistole Orazio di l'antico come avesse una Plauto; non comico sono e greco il lunga così sottile come moderno. Ora, a forza di motti, si è renduto spirituale il ridicolo,assottigliatotanto è che ormai anche non un e questo più uè pur liquore, ma etere, un vapore; latino,ma solo bel e di e antiche operazioni di Maffei: il ridicolo da civile che commedia Orazio alle antico e tono, la finestra porte. Un'altra il moderno a era antico e a delle i personaggi piccola non nelle gran è che fare fine Cerimonie ridicolo, di evitare differenza quello del ridicolo molto introdotti erano per Il anche nasceva buon degno e conversazione. quivi ancora azione; come pura piena di vero sale,ma di persone e scena, quel salire di i complimenti hiion vero commedie stesse sulla sorgente della delle degno di spirito e mondo delle di gran ridicolo 3i stima gusto del anche era tra preso almeno della più o non popolari e domestiche fina conversazione, la quale poi non esisteva ancora così raffinata;ma il moderno, massime per lo meno il francese,versa principalmente intorno al più squisito dei nobili più raffinati, alle vicende mondo, alle cose delle famigliepiù moderne, ecc. domestiche ecc. (come anche il ridicolo proporzionatamente era d'Orazio): sicché quello era ridicolo che avea un corpo, e, come cose che il filo (li un'arma dove lungo tempo; più così in anche sia non questo, lia come i lissima, sotti- punta una si durò aguzzo, temjji d'occhio batter un troppo secondo meno o 31 PRELIMINAm QUESTIONI le e logora nazioni, si e suma, con- il taglio del si sente, come volgo poi non rasojo a prima giunta ». cese franIl Leopardi, evidentemente, parla qui deW es2)rit in contrapposizione del ridicolo classico,senza però che questo « esprit de conversation, le pensare talent de /aire des mots, le goùt des petites phrases dal e vives, flnes,imprévues, ingénieuses,dardées avec gaieté ou malLce antichissimo e »,^ è classico anch'esso in Francia: Diias Gallorum, mano e diviene V humour si raffina anch' moderno, tanto e come — nell' l' esser sotto jyaroìe o, se senso, a mano a è fatto come il Joubert idee molte di provvisto inutili nozioni di appunto di buon l' esprit — il buon e più cose aspetto, fatto certo un certamente quello inglese che il meno pensava aver esso i^eriodiletterarii,non gli contrappone, di che 2)ersequitur gens argute loqui. Questo esprit cratico, po' convenzionale, elegante, aristo- un certi et che Francia, in Taine militarem rem in nativo industriosissime res necessarie. siste con- nel- senso diamo confon- Non dunque. Nel 1899 che la tra avrebbe (louzieme ^ per la Humour H. Taine, Notes édition, 1903) Vedi Il e soffriva in su (Roma, Cantoni lui il W. mio Modes chiama contaminazione — classico De Vili, saggio Un rista,^ umo- interno poter non lui la natura una novella sua moderno,^ e l'Angleterre(Paris, sur eh. di in prepotentemente come intitolata Vedi scienza il sentimento e voluto, ripresel'argomento critica ^ Cantoni, argutissimo nostro il dissidio profondamente sentiva ragione ingenuo essere ^ Alberto Hacliette l'espritanglais, pag. critico nella fantastico nel et Cie, 339. voi. Arte e ed., 1908). propriamente dell' elemento questo suo fantastico lavoro con grottesco, forse la critica. 32 PAETE die quale immagina che smilzo un mettono Gaetano classico,e faccia una Donizzetti disputare a rubicondo un viale, gio- e ometto un nata sdolci- poco motteggiatrice,che rappresenta VIIus' incontrino a numento Bergamo innanzi al mo- poco a veccliio V Humour circospetto, con moderno, mour bel un rappresenta e e PIUMA loro tra là e e senz' , poi altro, si lanciano si una lì cioè d' andare in campagna sfida, si propongono si tiene una a elusone, dove fiera, presso, ognuno per conto si fossero mai se non proprio, come visti, e di ritornare al monumento poi la sera, lì daccapo, innanzi di Donizzetti, recando ciascuno le fugaci e particolari Invece a impressioni della gita per metterle paragone. di discorrere del criticamente della dell'umorismo sapore natura, delle intenzioni, antico del e moderno, il novella, riferisce vivacemente, in un dialogo brioso, le impressioni del veccliio gioviale dell' ometto e circospettoraccolte alla fiera di Clusone. potuto essere Quelle del primo avrebbero argomento d' una del Boccaccio, del Firenzuola, del Baiinovella variazioni sentimentali dell' altro eie dello; i comenti in Cantoni hanno questa invece timental il sapore Journey o prediligendo nella fosse non di del la quelle Heine nei a Sterne Reisehilder, ingenua natura disputa dalla parte costretto dello e del vecchio riconoscere eh' nel Sen- Il toni, Can- rebbe schietta,terrubicondo, se esso ha voluto lo comportassero quale assai più che non gli anni e che è volgaruccio e sjiesso vergognosamente in sé il dissidio che anche sensuale; ma poi, sentendo tiene di quell'altro, delscissa e sdoppiata l'anima l' ometto dal vecchio con smilzo, lo fa mordere aspre parole : A che tu semforza di ripetere continuamente « bri rimanere tal — sorriso non che si cosa sa e che più né veramente sei dolore... n' è venuto che tu cosa veramente sia... Se tu che tu ti oramai sembri, né potessi vedere, capiresti,come non Perchè — fermato via. della vita niente rialzare le dopo, cioè felice al che cosa peggio, finché stati così della gioja gran altro che fra di le e due loro, altre e per seconde, o viceversa; molto la critica tempo a non pere sa- fosse il meglio, né che cosa principiarono ad apparire, dopo essere temi)o quasi nascosti, i lati dolorosi fosse il del dolore che sostenere del era non serio niente erano gioje dalle une siete almeno o dissimili le voi vi mio, è sopravvenuta tempo la cessazione esaminato, forme delle danno a solevano sul ne gere pian- no, moder- le tempo due i lati risibili e antichi ben vostro ; s' è brancolato notte né gli Al avevano prime che solamente penso più semplici e molto più facile che sceverare parvenze ma di VHumour gli risponde — adesso mezza a angustie e è vero, Adesso poi più voglia abbia tu se me, di sorridere. o — 33 PRELIMINARI QUESTIONI dolore il punto queste belle penetrati; e il piacere che il dolore male; cose adesso era non stesso, vano le sostene- ma dire come : Anche umano. che non è venuto invece pur ripete, aimè, quasi ridendo, la più profonda persuasione, che cioè con i due detti sudda in qua alla gioja elementi, attaccati poco al dolore, hanno assunto e aspetti così incerti e così troppo il tempo trascolorati che mio e si non si possono distinguere. ì^e nemmeno temijoranei né bastate non sanno bene dei primi dei secondi. per e è venuto né Ci fare far a a che più ora malcontenti più né più, non.chè mai, essere e fermentare divergere che le sofìstiche mescolo svanire parte quanto una ingannevoli miraggi e per più trovo superflue asperità.Yivo vita ! — esclama il vecchio. non sollazzo tremerelle mente, sciente- tutto di tenti, con- solo più dall' altra cuscinetti,io... Bella voi con- ben il misurato limare — né voglio io, che da separare, i miei posso quante espedienti e di 34 PARTE seguita: smilzo V ometto E PRIMA arrivare medio stato interpossibilmente ad uno che rappresenti come la sostanza grigia dell' usensibilità. Si sente mana troppo adesso, come tropi)o in altri tempi : urge ed a credenza s' è riso ad ufo posta però che il pensiero regga le briglie alla più incomdel sentimento... manifestazione pre Eimpiango semdi non le vostre aver illusioni, potuto ereditare per — ... mi e nello rallegro fosso, bene dal Penso, anime la famosa assumere che far P occhietto dire che non Come nel in Perchè ci mi e viva. che — fai una, qua affisate bene a invece che d'un le a non « morato, inna- destra a piangere parti, come i due vedevano: Ootonet e vuoi insieme, da tutte due si capisce più nulla ». romantico prio pro- quel vedovo la morta Tu vuoi se molto di piangeva alla dramma Dupuis vecchio, guardatura sinistra a V occhietto faceva il risponde — due aver e di insidie delle alle contro avete? che trovarmi modo! codesto — O di tempo agguerrito stesse! illusioni stesso bravi vétu de ghesi bor- blanc oeil et pleurant de l' autre ». anche Ma toni confusione abbiamo qui. In fondo, il Canche viene a dire sott' altra forma quello stesso il Leopardi. Se non detto il Eichter e avevano che, anche humour quello che gli altri due egli chiama de et noir, riant Eichter tedesco — romantico o volgare il Leopardi come riconoscendo che classico moderno, da buon ~ la moderno Via, che non ho è altro idea, — gli si sia fatto sempre di Ma una dice in senza vitupera lo — vergognosa anche per sofisticazione fatti V Humour di antico. 1' elogio del italiano taccia che e ridicolo e classico ; mentre il comico sia affatto immeritata. non però tesse — humour e « comico chiamato avevano te, ovvero Il comico come solano gros- il Cantoni, difende,pur sensualità lui 1' humour dell' antico. classico, — che tu non Ili sommarie Distinzioni è com' del Vili Oap. Nel inglese. qnello « abbiano non uno di po' amaro, serba un' scritti negli di capolavori. più indigena con la lais e quelli in buffonesca, stridenti, gli con abiti della talvolta che questi in i È un' ne tre nei abiti follia. della Arrigo ultimi col in più sottrarre dell' quest' a- Flymley qualità confina ora tato medie prende immaginazione Si nei piace impreveduti. ragione o Heine, un ckens, Di- sarcasmo concentrata. larga di della s' affonda o opera fuori abbonda Peter Essa travestimenti Montesquieu, hanno di molto, ora zando, chi, scher- sotto ; Carlyle. nervi, dell'indignazione o follia anche mano chia- Sterne, Lettere le di di un Lo facezia Sidney-Smith e anche e facezia la Fielding, asj)ra, memoria. è fatto af- ma nazionali. Questa trova ne rudemente nella contrasti di di più e scuote stramba gli Se caricatura stanza la grave. degli Snohs Libro son ; aria Thackeray, il spetto, generale, Swift, di bevande lor in e, ; pungente e hanno ne — la Para ragione Aristofane, dell' dose. e Inglesi) (gV gradevole, poco forte essi Taine, Taine, francese esprit che il verità in le humour dirsi — sapor come V scrisse il VAngleterre sur comparare deve Non loro, originale, Notes a spirito, conto per i^rovò si noto, libro con Kabe- Inghilterra, Ma elemento pur si son deve straniero, 38 PARTE PRIMA la estrosità francese, la gioja,la gajezza, quella specie vino che non si vendemmia nei i)aesi se non di buon del in sole. !N^ello §tato insulare fine,un lieto,sente così è di vita. E non irrita. Per studiar fondo in gode; ne nella del chiarir Il Taine il diverso nei è indigeno che nel lunga; opportuna ma co'se^ di distinzione sommaria. di certi son hanno esempio, la smessa bocca? possiamo notar solido d' arte sommario fisionomici tratti distinguiamo Tedesco cialissima spe- da un tamento accer- comuni Inglese Italiano,ecc. che tutti quanti gì' Inglesi, gli stessi occhi, lo stesso naso, un » bene quapto sia sommario distinguere, chiudiamoci del nostro dal quale «all' ingrosso, per di il uno conseguenza intender espressione Ma, al bisogna la nostra. SpagniM)lo,un la d' un' trattare diremmo cui, così Per rente cor- a caratteri' chL. vi traesse ratura, lette- coglier bene la differenza generale la plaisanterieinglese e la francese,. o meglio, dei due umore popoli. Ogni popolo ha il .come uno tori, scrit- si trova ordinaria,nella politiche,ed è la moneta po' troppo un parecchie fondamento da per saggi grandi solito,non tropp' oltre, non bisogna andare cioè prender questa distinzione sommaria come per ne un I conversazione riesce con Che se e Punch», citazione tra della avere di collera. cercare talmente discussioni nelle suo, è il genere ogni giorno per si devono mai grottesco, ironia, bisogna e è non soffre ne un di tristezza "perfettidel genere La un' continuo ma anzi e dissonanze le minuziosamente l)rolungar freddamente sentimento benevolo raro fortemente tradisce e lascia sempre essa puro, di aceto. sapor scherza Chi e paese. Noi facilmente per momento un- tutti,d' come e questo modo una data nei fini con- nazione, quanto la fisionomia d' da sia diversa uno 39 SOMMARIE DISTINZIONI quella d' altro. Ma un ovvia, facilissima per noi, riesce uno a straniero,per il quale noi stesso aspetto generale. uno Pensiamo a invece tutti fossero dove bosco gran un questa vazione, osser- lissima difficiavremo parecchie pini ecc. querci,aceri,faggi,x)latani, a Sommariamente, prima vista, noi distingueremo le del fusto,dalla diversa varie famiglie dall' altezza dazione gradalla configurazione gedel verde, in somma nerale di famiglie piante : Ma di ciascuna. di ognuna dobbiamo altro, un una fronda dalP tronco dall' altra,ma moltitudine pensare un albero solo quelle famiglie non dair poi altro, in è diverso dall' ramo un cbe altro, mensurabile che, fra tutta quella incomdi foglie,non ve ne sono due, tra loro. sole, identiche di giudicare di un'opera maginazione d'imOra, se si trattasse sarebbe appunto un' ecollettiva,come genuina, sorta viva e» possente dalle leggende popea tradizionali in primitive d' un x)opolo, ci potremmo di quella sommaria distinzione. certa guisa contentare Non più invece nel giudicar possiamo contentarcene creazioni di opere che siano individuali,segnatamente due poi umoristiche. se Colto il astrattamente Taine Sterne Dickens e vi lyle, e in prima mette e accozza un dell' fascio inglese, il umore Swift é Fielding e Thackeray e Sidney -Smith e Oarpoi Heine, Aristofane^ Eabelais e fascio ! Dall' umorismo Bel Montesquieu. tipo più largo, come inteso nel tipico modo di ridere di questo o di quel popolo, saltiamo a i:"iè le singole e specialissime esprespari a considerar sioni d' un è più possibile iptenumorismo, che non senso dere in quel senso carattere comune, largo, se non a critica: dico a patto di rinunziare assolutamente alla indaga stiche caratterisingole differenze 1' espressione, e dunque l'arte, il modo e scopre per cui tutte le quella critica che 40 PARTE d' essere, lo stile d' dell' altro Fielding,il e dal e dallo Le Sterne questi loro, e non importanza. alcuna di che Quel scrittori sì a e nel quale quel Egli i avviene affatto. e il veri le In stofane Ari- contrasto, ma è mai ragioni antichi dell' educazione come risposta a quelle le bestie. tenuto tra ed sue, è tanto solil sì e il per e dello Gli consacrati, rimuove la tragedia Stato, contro i caratteri di le favole che e e e Socrate, che non Alcune atei, ecc. che scriverebbe hanno uomini i corromi)e la imo sue volpe, scritto in lunniando cagli uomini esse ragionano e nelle favole logica delle bestie,mentre la logica degliuobestie ragionano e agiscono con mini. agiscono le il non d'Euripide, che snerva la filosofìa costumi, contro produrre che spiritiindocili in l'espressione umoristica. la ogni novità, cioè contro demagoghi, contro la musica nuova, che, cangiando i modi son veramente, e veramente vede che egli non testardamente, contro commedie tutti quello specialeprocesso non processo crea scuno cia- d'ogni nazione possono quelli.Non però Aristofane, il no; le basi questi umoristi, sono cui risulta con abbiamo retorica,che estetica nazionale umore umoristi d'ogni tempo 1' opposizione. no, possono loro tra qualitàdelF ma da schiera a non essi condarie se- per scrittori umoristici andare che questo, non Arrigo Heine tutti i e Montesquieu basta, ma il e affatto son aver quali avviene soltanto inglesi la valutazione per fatto eh' essi caratteristico E Eabelais dalla modo, scrittori cioè nei intimo Fielding umoristici quelle possono solo suo dal Swift , comune dal inglese,ma dallo e nazionale hanno deriva non Swift scrittori Tumore con fra aver dallo come superficiali, e distingue da quello Fielding,lo Sterne Dickens che avere possono dal si così via. e relazioni scrittore uno lo Swift : PRIMA Sono con la allegoriein un dramma nel quale fantastico, DISTINZIONI è la burla uno fantasia a cose e realtà dalla ad come, Lipps : se a ^ ride e vere : assiste una « è non Teodoro rappresentazione derisione den versteht tinuo con- fane, Aristo- osserva altri della che di iperbolicamente realtà fantastica, Umorista alla glianza verosimi- si riferisce astrae crea non della acutamente gli poeta, Socrate e come con perchè Swift. lo che studio cura contingente Socrate Nuvole ne persone esempio, Socrate, ma Nessuno pura. egli non : il ha iperbolica,spietata/ Aristofane è mai dunque il mondo morale, e il'suo non satira scopo della 41 SOMMARIE delle fa di lui che des Standpunkt sich AristophaYolksbewusstseins, zu dessen Yertreter relativ Gutes nes gemacht hat, und sieht darin etwas und eben damit das relar Verniinftiges. Er anerkennt tive Recht das Yolksbederer, die seinen Kampf gegen wusstsein verlachen. Mitlachen. thut Er und Damit Andererseits und es kann dieses und lasst seiner in Bewusstsein es mai, può iiber die Lacher. Lachen Thorheit Rechtes contrario gewiss durch sein chen, La- logisch berechtigt, sittlich erhaben del zum erscheinen crate So- ». ; Aristofane ha solo, unilaterale,e Aristofane, dunque, considerato esser r umorismo la doch leuchtet in seiner il sentimento sentimento er sein thun, weil er des hòheren Sieges seiner Anschauungen Nichtigkeit ha e lacht wird es notwendigen ist. Eben erst umorista nell' altro soltanto un se diamo inten- se molto più largo, compresi la burla, per noi improprio, in cui siano baja, la facezia,la satira,la caricatura,tutto il comico senso • insomma anche senso ^ Vedi Hacliette gnoli alla nelle tanti Jacques et Cie. e sue e comédie La la bella impareggiabile sua espressioni. Ma tant' altri scrittori Denis, 1886, varie e greque, dotta traduzione voi. questo faceti,burleschi, I, chap. prefazione delle in commedie di VI, Ettore di Paris, Koma- A. (Torino, Bocca, 1908). ^ Teodor Lipps, Komik Untersuchuug (Hamburg und u. Rumor, Leipzig, cine Voss psycliologisch iistlietische - 1898). 42 PRIMA PARTE comici grotteschi,satirici, dovrebbero L' Sono è e quello: de via è V ; V umore quando errore in Inglesi chiamarono mentre e dire di degli umoristi V che già gruppo poi veduto o discutere tanti ironici essi tal sapore ragione in chiaro ^ of the Vedi altrimenti, che avuto Goldsmith. vero o umidi e in questo scrittori satirici o che noi comici ecc. e sul alla cosa, è da intorno quel si chiamasse discutere si vuol se che prima con essi le sei che noi nei nostri molto sentiamo rosi umo- nome. osservare largo senso chiamiamo sarebbero del in scrittori quella particolarissima per accorgimento è ultimamente. letture nei loro « Thackeray, 0' è, The — stata dice messa il Pa- cnglish Huniourists eighteenth century (Leipzig, Tauckuitz, 1853) Sono: Addison, il dagli Inglesi, i quali sentirebbero dal Pascoli su gli nale, nazio- umore XYIIT sec. avevamo tanti più sentiamo molto intendendo e umoristi non loro nei e che gì'Inglesi hanno che, Questo, chiamati e fatto lo chiamarono inglesi del che, umorismo, quel antichi negli questo popoli f^ in Italia tutto burleschi condo se- sommarie e il solo fine, per soltanto scrittori umoristi. innanzi altri esteriori diverso humour gli Abbiamo Se si vuol manifestazioni sue umorismo. proprio e nelle considerazioni per quando a razze, che sostanzialmente si viene varie e il comunemente e sommaria. gli ambienti, è considerato, come volgo suol fare,quale umorismo pure ; op- i momenti moderni; la distinzione ogni popolo ha un suo comincia quando quest'umore, mutabile naturalmente si afferma umoristi. la dicendo; innegabile proprio zione na- è V inglese francese non lìlaisanterie italiana,la spagnuola, la tedesca, la russa, innegabile che non d'ogni e qualità delle le diverse innegabili come ogni tempo considerai esser è sempre errore d' Swift, Congreve Steele, Prior, Gay, Pope, Hogartb, Smollett, Fielding, Sterne, 44 PARTE riguardare ^ umane semplicitàe di apparenza la iìidulgensa... gli erì'ori e le malvagità sottile ironia che egli adopera con tanta con la ; PRIMA singolare schiettezza uomini inteso strazio sentiva nel hajoni lo stesso connazionali E cui Gian Carlo il desideroso negli sare scu- è tutto che momento sentiva di ; che certo nostri il j)oeti scrittori suoi di humour, forse il il Byron primo nel nostro del canto sentiva lo non Passeroni buon parte III E nostro mava lo chia- come che ci fa Cicerone suo nel nizzardo prete del , Pulci, di Morgantef finanche (Passeroni clabhen^ Parini), quel XVII, canto che finanche Sterne lo stesso alP acerbezza ogni modo, è e negli altri A ». sapore dotati tradusse stesso Berni lo sentiva non che pare con nello opere farne a Eoscoe e d' avversione nel sapere (str.122^"*): E Inglese, 11 E pien di da questa mia più tomi e duce suo e risente non stampita àvea modello gratitudine chiamava canto, cliiaro letterato un in scrivere Mi d' altro che disegno, il Di E, disse già.mi cavato la sua d' amore vita"^ precettore? proprio per da grand siede e anche di non appartengono a questo quel gruppo fatto parola? or ora inglesi di cui abbiamo Il Voltaire, parlando dello Swift nelle sue les Anglais, dice : « Mr. Swift est Rabelais sur scrittori bon et sens del vivant verité,la gaité la la francesi en du raison,la clioix,le ^ cuore Il Nencioni e e 2 definisce della mente le assurdità della alla e Allude Vita a V bonne compagnie. Il premier, mais il a tout umorismo osservare con vita opinioni « una naturale di Tristram Shandy. che umoristi Lettres dans la a son à pas, finesse, à notre disposizione simpatica indulgenza ». altri n' goùt qui manquent bon degli nulla le del dizioni contra- cure de Meiidon.^ et vers en il faut taire Bans son en prose di metterà chi E Boileau dans far un pure de Cyrano dubbio in il Gottsched nelle che meglio dice V azione delP Ma una sarebbe nessuno che, mentre occupati di umorismo e, lo veduto hanno di di per in soltanto alla luna Voltaire e del sando Lessing, accu- letteratura la su al gusto e kespeare, degli Inglesi,di Shae Fletcher, anzi che può si quelli che da dal cavar noi si sono pregiudiziosnobistico, un Inghilterra,si è umorista chiamare dire chi vuol convenuta Jonson, di Beaumont infranciosatoAddison. anche più chiara prova fatto ». il Lettere sue di quella pays del che tale par- entendre, piccolo viaggio Bergerac. l' imitazione tedesco al costume son son bien e' è anche ma ; le pour Pope ! E ricorderemo sul moderna, ; mais bene va pays, compagnia plaisanterieest petit voyage un bisognerebbe in bonne goùt siugulier et d'un sont vers inimitable; la presque che Ses 45 SOMMARIE DISTINZIONI il Boccaccio mai gnato so- quelle novelle molte che ridono, umorista il primo sue e anzi è ritenuto invece in Inghilterrape' suoi degli umoristi Canterbury Tales il Ohaucer. per - Han voluto A^edere nel poeta inglese,non — com'era il quid speciale della diversa lingua, un altro strar stile; ma, nello stile,una maggiore intimità,e dimotutto nell' ingegnoso questa maggiore intimità innanzi pretesto de le novelle (il pellegrinaggio a gnatamente Canterbury), nei ritratti dei pellegrini novellatori,sedi quella indimenticabile, graziosissima Eglantina, e di sir Thopas e della Prioressa, Suor donna di Bath, poi nella rispondenza de le novelle ai caratteri di chi le racconta, o meglio, nel modo con giusto ^ Come con su V — suonano uno curiose scrittore esprit francese e queste lodi francese, dopo su l' inglese! a aver uno scrittore letto nel tato ingleseraffron- Taine la pagina 46 PAllTE cui le varie novelle, che colore Ma PRIMA e il Oliaucer qualità dai pellegrini. questa clie vuol un' osservazione parere perchè è, invece, superficialissima, alla cornice stil e del quadro. La la boccaccesco, copia forse da si possono novelle, i le sotto umano, e vedremo l' arte di render strane, non Si è gli che troi)po abusato d' ; e ciò che Ora abbiano studiato le relazioni abbia dagli tolto scrittori nostri più invece scheletrico abbia diventato cioè mai, può valere da cui qualche sommo questo o per ne nulla le novelle niosa armo- tutto profondo. e certi scrittori scrittore niero stra- quell'argomento: può novellieri nostri, da cui suoi e drammi per considerare, in questo caso, fabliau francese (ammesso che preso che maggior una intimo esempio per certi Shakespeare cavò la favola per alcuni Non può valere per il Boccaccio non le letterar tra tutto ciò a sempr^ così detta maggior una carattere ad uno chio sover- linea più comjìosta e più esteriore,una che gli stranieri,invece, abbiano dato a tolto solito al con osservazione dato stranieri nel- il Ohaucer. han la cuore troppo osservazione, una altrui interiore,un Bisogna lissima sotti- una avventure lunga nostra: dagli questo, se mediocri, nostri la nostri han bellezza sottintende certe che coloro cose e tolto bellezza da delle scrittori han verosimili gran straniere ture ad aspetto, ad una singoli personaggi, lo dipintura minuta, spiccata, dei di amore logica? psico- profonda del Boccaccio, segnatamente il se fatta esteriori come conoscenza supera sommaria, forma questo realtà,che analisi, una dello d' intimità scarsezza passioni, la della evidente soltanto arresta considerare caratteri delle svolgimento e dall' altro Esaminiamo, si profonda magnifica opulenza V appariscenza della canto un implicano forse una inventa, prendono non direttamente dell' uno dal e lere va- lo senti. pos- il Chaucer. che cosa il Ohaucer Boccaccio) sia dell' altro. IV L'umorismo Giacomo del Risorgimento^^ Taine nostra a di istinti concepire Il di prima tutto, la mentre essenziale può sé, da movendo altra dell' idea dallo profonda di e è tutto, cosa non che dal studio, della giunge di dentro, dalla stile, bensì si non e si o un'opera immediatamente cioè parte, solo studio il cui a quello « sia, forma una cui a parola, elaborazione e jjrenda cosa una dalla non si dire a è nostri di diare stu- a Letteratura nella avanti mente, abitudini sue scrivere stile, sono vale se un' lo e scrivere, bene in fine dalla stessa pensiero, ottener un e forma della passando prosa esterno della dipendenza le e Bonghi etologia abiti bello, dello lavoro il sistema mutua pregiudizii l' arte un allo di intima dei uno che presupporre il della storico che dice la popolo nostro esprimere proUema italiana, di del e dal di sociali, gli e mento Rinasci- concetti saggio un Bai espressa ricercare a morali ad e i idea da e inteso razza volume suo qualche disposizioni retorica seguendo critiche, coltura, le tra gV anclie e Lettere nelle nel Barzellotti, al la e come se non dal siero, pen- meditazione materia, del getto sog- » . Ora ^ pregiudizio, questo Palermo, R. Sandron ed. come 1904. si sa, fu quello de la 48 PARTE Eetorica,eh' fondata appunto era cioè tutta PRIMA poetica intellettualistica, una astrazioni,in su base a un dimento proce- logico/ L' arte essa per E principii. stabiliva d'un così si deve tanti modelli stessa E fare Diceva: ». da Eetorica si è in se un al fatto; museo, imponeva la in fondo la ogni tempo alla immutabile, imitazione e vesse do- ne sono cosa. che sono Fondata cagionò essa dubbio, senza sul ad insegnava è che come ciò che imitare né dev'essere in così propria intendeva ^N^on antica detta che moderna, ma ogni singola opera ne d' l)uò esser altra né di altre opere, e che in arte. può né deve esistere tradizione Eegolata com' era dalla ragione, vedeva categorie e casella,un ogni genere la letteratura cartellino. lo stile,il ogni forma unica, quella d' arte e non perciò da casellario un Tante la aveva come tradizione, si imita: non teratura let- labili. sa, incalco- ognun pregiudizio della carattere, la forma. tutto per : non per ogni categorie,tanti generi; forma sua prestabilita:quella e e altra. non È che vero vinta per tante modo suo dietro per riusciva * « La ad volte, poi, s' accomodava voleva non una un forma pezzo: imporsi, retorica {Bet. lib. I, mai. calcio bene ai)pioppava un a certi costruire Così « — Eaccolti, come — di bellezza i danni cioè conclusione una ragionamento. imitazione. secondo operare secondo fosse d' arte pari di quali principiiV arte princix)iiuniversali,assoluti, come operare: V opera abito era e. ma essi corrispónde 1). Quando scolpitoal nuova, alla la ma poeta casellario e darsi ribelle creava i retori poi, alla se un ; gli abbajavano fine,se quella forma prendevano, logica » — aveva la smonta- già detto tile Aristo- L^ UMORISMO 49 RETORICA LA E scioglievano in un rapporto logico,la catalogavano, magari aggiungendo una ad esempio, casella al casellario. Così avvenne, come vano nuova macchinetta, una di storico il dramma per la quel barbaro gran dello Shakespeare. Si diede per vinta la Retorica ! No avere abbajato per un pezzo, prescrisse le norme il dramma storico,accolto nel casellario. Ma è che questicani,quando s'abbattevano a un vero indebolito poeta di mente, dopo per anche povero strazio facevano ne : lo e la propria opera dotta connon costringevano a tartassar a imposto alla imitazione puntino sul modello forzata. Esempio: la Conquistata del Tasso. La èra la preparazione coltura, per la Eetorica, non V aratro, il sarchio, il concime, del terreno, la vanga, fecondo, il pollinevitale,che un' aura perchè il germe propizia, in quel terreno abbondante solido felice,doveva momento un vi nutrimento e del sole. I^o si e : radici la cadere vi e in trovasse sviluppasse vigoroso stento, alto coltura,per senza sorgesse desiderio salde mettesse far possente e la e nel sisteva Retorica, con- piantar pali e nel vestirli di frasche. Gli alberi antichi, custoditi nella sua serra, perdevano il loro verde, appassivano; e con le frondi morte, con le foglie ingiallite, coi fiori secchi essa insegnava a nel parar Per certi tronchi la Retorica prima pensiero cioè forma. Il armata dal cervello ed essa I lo Il vestito La di idee radici senza il nasceva non di Giove: nasceva nudo nella vita. pensiero, poi come nasceva, la Minerva poveretto; vestiva. era la' forma. era come un guardaroba : il Retorica, in somma, vano guardaroba dell' eloquenza, dove i pensieri nudi andavestirsi. E gli abiti,in quel guardaroba, eran a già belli e pronti, tagliatitutti su i modelli antichi, gnifica, mao più o meno adorni, di stoffa umile o mezzana divisi in tante e scansie, appesi alle grucce 50 PARTE custoditi dalla guardarobiera clie Questa pettinato?Su, Oh, bravo. Hai e Bione? letto acconci nienza. Conve- ai ^ E tu proprio a Teocrito? una traeva ne pensieri hai Seneca? scorre ferma, uccidere vuoi uccidere Clitennestra come vieni mia. veli ! i ? la tiranno un Eccita di pastorello. Devi In sere es- ventigo, luodimmi vene? E Anche madre geva: leg- proprio Ma hai il buon Medea? figlicome il Oreste come Bruto; come si Sceglitiun le per hai ammaestrato. sai ? Brava. reale sangue Vuoi Brava. marito 8ì? targa in cima grazioso abituccio Eschilo, Sofocle, Euripide? studiato Mosco? letto lesta, cara e grave lasso! cui un finito. E tutto ti po': sospiri:Ahi come lì. Unità,unità, unità. Lo e leggiadro Tragedia vorresti essere? Ma Tragedia? È cosa ardua, bada! tempo un la scansia, su una quattr'ore, un letto Idillietto di Idillii,e — sentire un Virgilio le Bucoliche? Sei un pappagallino bene la Apriva fammi e su, da bravo. Vieni qua. ho ? capito; qua. Così pensieri facevan i vestiario. come abiti presentavano ignudi. tu ? Vuoi essere un Idillio, — ma gli assegnava si chiamava si che Tu PRIMA Cioè la forma da non era manichini alla forma- propriamente forma, condo faceva. E si faceva se- si formazione : non nasceva, esteriormente, norme : si componeva prestabilite non un dunque arte; artifìcio, oggetto. Era creazione. copia, non Ora si deve ad essa, dello stile che della nostra può notare letteratura alla scrittori si nostri senza dubbio, in genere ; si deve nostra, indagine che avrebbero la ad in tante essa se speciale — avuto intimità scarsa e — non anzi opere per stringerci re- pochi ebbero testimonianze tante si può indubbiamente, come per spiccatissima disposizione alP umorismo, arguire, una 52 PARTE di Cicerone nel latino dal quella significare nimo che la Becchina a vecchissimo e e il poeta inutile che per ultimo faccia per fatto che padre ! sano chiama singhiozzante ogni sforzo che della malinconia liberarsi il sicco strazio concludere a malinconia gran- che somma che gli riesce e' è qui due dando ad essi anzi in fatti malinconia m' a allegrerò del mi' suo due versi una spiega l'apparente contrasto, ma Cecco non prenderà malinconia, anzi tormento, perchè il resto e hanno: tormento. solo affatto. cita prenderaggio non questi Cecco provarlo, il D'Ancona A da tutto versi, staccandoli valore un espressivo che non Però Segue mai. è dolore, in ed sorriso 'par istò, sempre compendioso, né il valore attribuire. Il gli vuole il D'Ancona non anche del mio per sarà mar il D'Ancona contrasto, quel che non il affatto il carattere ha espressivo in o : con non passion d' anoi : malinconia fica signiper Cecco denari da scialacquare,non tener quando dio verso cita che affezione posta, aspettare invano ricco si muoja si 11' à certo lontanissima pur sua e' morrà ed Un delicata aver non Plinio, è di e intendiamo sempre PRIMA ha udito dire terzina, che lo distrugge s' allegrerà a un uomo saggio : che E il dì sarà di ven quello de far dì che un la morte gavazze, Sed più di. colui volte vivar che mi un fa di per più del padre, allude come i' credesse assa' di vai in dì vivar un cento. che metterà per- altro sonetto solo tristo, ringrazere'Cristo... gli : l'umorismo da Questo giorno ha pur con pazienza, perchè: 1' uom far uè di e che far a eh' i' d' che 'n dì di vita da nascer del veramente mai forma arguta per sua natura tardi mi n' avveggio prenda conforto, non due sarebbe peggio. buon porto, giorno veggio, m' (mia) non isconforto. ed paesana, Cecco volte la tuta ripe- Ancona W ^''allegra non sì lo tormento, suo burlesca intenzione che sollazzare. illusione. vivace, e buon parola malinconia, tante il è possibilefarsi,come Cecco, non voluto farsi,alcuna ha follia la mia per ciascun cose della fare potrò allegro e aspetto ta' valore '1 danno un i' mi Ond' Sul assai troppo lascerò non che dir perduto Anche e' s' io accolga più malinconia, eh' i' posso i' ò sia j lavorare la natura m' non proluugare questa via tener guardarmi, che bisognerà aspettarlo d' ordinato credo di lasciar : ventura sua brieve più i' mi ond' venire può Don 53 retorica la e d'una riveste quale per me, spesso, o satirica,proviene è aftatto popolare più dalla senese. si vanta popolo toscano, che meritamente volendo anche le il più arguto d'Italia, oggidì narrare sventure e le sue afflizioni, esprimere gli odii suoi sue lo sdegno o il rimprovero o e i suoi amori, manifestar il Tutto desiderio,non un forma una la frase comicamente colorir diversa. è virtù nel In genere, popolo tanea, spon- vuol tradurre Belli,per esempio, non romanesco Luigi Luciano Bonaparte il vangelo per San Matteo, perchè la lingua della plebe è huffona nativa. in di e usa riuscirebbe appena « verso ^ Il i sacri volumi Vedi Morandi, Castello,Lapi, voi. ».* Prefaz. I, 1889). ad altro che Qui abbiamo, ai sonetti ad una irriverenza in somma, romaneschi del Belli l'ironia, (Cittàdi 54 PARTE PRIMA cioè quella tal contradizioiie fittizia tra quel che si dice e quel che si vuole sia inteso. Il contrasto non è nel sentimento, è solo verbale. di canto tener conto Dobbiamo, dunque, da un del popolo, di questa lingua questo generale umore intender l'umorismo bulfona della plebe, e dall'altro in quel senso largo e improprio, se vogliamo includere Cecco umoristi gli tra Angiolieri,e Cecco non An- di poeti quel gruppo di popolo, pieni di naturalezza ben nell'arte loro non ancora sicura, nel cui di dolce o voglia o per petto per prima si ridesta di casi reali, per canto sentimenti veri, un'anima tra le insulse sconsolanti scimierie dei poeti e umano, tutto giolierisoltanto,allora,ma di scuola, ma toscani, non distrazione per tra o per sollazzo i bisticci pur o che moda per o della siano dirla col che Son l'annunzio le nostre assumeranno toscani,questi poeti, e troveremo in Bartoli, è senso queste largo: nostra in pro- cui versi, dialettale. noi ostacolata in Toscana Perchè? dalla stico reali- carattere lettere. espressioni così Toscana, e nella sopratutto bisogno d'intimità da del lanteria ga- scuola venzaleggiante: di quei x"oeti in fine, ne' per per segnatamente dette non Perchè umoristiche scarsa tura lettera- l'umorismo ha di la quale fu sempre stile, ]3reoccupazione della forma, da che si fecero sempre quelle questioni retoriche noi intorno alla lingua. L'umorismo ha bisogno mento movipiù vivace, libero, spontaneo e immediato che della lingua, movimento si può avere sol tutte da del volta a votta si crea. Ora la retorica a quando la forma la forma, ma ad imitarla, a crear insegnava, non la lingua a comporla esteriormente ; insegnava a cercar sciva riuun nessuno fuori,come oggetto, e naturalmente nei libri,in quei libri che trovarla non se a testi. Ma che aveva essa imposti come modelli, come si poteva imprimere a questa lingua estemovimento l'umoeivSmo 55 retorica la e creata riore,fissata,mummificata, a questa forma non volta a volta, ma imitata, studiata, composta? a clie è nella lingua viva e nella forma Il movimento E si crea. può farne a meno, l'umorismo, che non proprio senso) lo largo, sia nel suo nella nelle espressionidialettali, troveremo ripeto e negli scrittori ribelli alla retorica. poesia maccaronica (sia nel senso — — C'è d'intendersi bisogno forma, cioè le relazioni su lo stile ? Avvertiva nelle sue Yorles. che di lor adopera strumenti versale: l'unifatti per l'individuale,ma son non per tale il linguaggio. L'artista, il poeta, deve lo stile. dalla lingua l'individuale,cioè appunto natura cavar lingua è di è creazione senso noi in sentimento dunque questa di forma: investita e oggettivazione; lo stile è oggettivazione. In questo è conoscenza, subietti varsi [N^on e l'artista ili). Aestli. che il lingua lo Schleiermaclier acutamente La la tra della creazione questa su animata e da mossa è, cioè,la creazione nostra una ex dal nihilo. della larva rola pa- nostro particolar particolarvolontà. fantasia La non crea produce cioè rigoroso della parola, non forme genuinamente nuove. Se, in fatti,esaminiamo anche i rabeschi i grotteschi più strani, più capricciosi, i centauri, le sfingi,i mostri pre, semalati,vi troveremo alterate le loro combinazioni, o più o meno per reali. immagini risi^ondentia sensazioni Ebbene, una forma, press'a poco, o meglio, in un certo senso corrispondente al grottesco nelle arti figurative nel senso troviamo lo stil nell'arte maccaronico: creazione di mOvStruosa della diversi parola, ed è appunto zione arbitraria,contamina- elementi del materiale conoscitivo. E avvertiamo e a esso derisione,e come compagni sprezzato che — altri che sorse non appunto fu come solo, che ebbe linguaggi burleschi,fittizii. notava « Giovanni Zanoni, lione ribel- cioè Il dialetto illustrando I ^re- 56 PARTE cursori latino nel dotti satira volle era insinuarsi volle — malignamente togata lingua dei sfregiare la per quello che popolare e e ^ Cacai Merlin di PEIMA stato parziale della elemento un goliardica divenne elemento simo; mas- propria flessibilità, quando il accademico, grave, impacciato non teva potutte le esigenze dell'umorismo, e ad la mostrare volgare ancora piegarsi a formò sogghigno. In guaggio tal modo, da due contrarie ebbe cause origine il linmaccaronico che fu la più grossa e fragorosa risata del risorgimento, la beffa più atroce cismo al classitratto un una di maniera nuova involontariamente, giovò tanto al definitivo trionfo del volgare ». Ma quanti furono questi scrittori ribelli! pochi o è molti ? pochi ahimè, perchè il maggior numero che, e pure de' mediocri: sempre che primo un « servum di moto e. originalità si era spontaneità creatrice nella vita degli Italiani durante fatto » e decimoquarto milanisti »; interrotto avere degli antichi Ora questa molto poi dice ma sembra sommarie, su, considerazione che « i secoli « tutti o moto un'altra che di con mente e decimoterzo quasi e tutti gli zione ripeti- la d'originalità». abbiamo s'accorda nosce rico- di feconda nella l'imitazione con quel primo noi a Il Barzellotti pecus. razioni quelle considedeplorato più altre simili su la serenità, indifferenza,ad esempio, su la pagana la mortificazionedelle energie individuali, su la su mancanza d'aspirazioni, sul riposo nelle forme e nel del. nostro senso ecc. ecc. se grande rinascimento,come scettica il culto dell'antichità un'idealità grande, non tanto fosse grande che già illuminò di i)er tutto se il tare riacquisto d'un patrimonio che si fece frutsapientemente e produsse opere immortali, e come fosse venuto anzi a tempo esso non a riempire il mondo, se 1 Città il stato di Castello,Lapi ed., 1888. L' UMORISMO d'idealità vuoto quattro con fossero cui lingua italiana; di lus unicus aure nuove del trattato ^ se così intero fresco e vacui non della libel- spirassero non soltanto linguae; il sentimento in tutte energie tanti ne ce d'ardire, nel e fosse in e insieme al Facetiarum latinae poi, componendo se esempio, il Valla Poliziano nel le per se come vita entro per EleganUarum e Poliziano come e di vibrano e come aridi pieni Poggio, ; Fontano dotti tant' altri palpitano cadenti; o cinque o stati latino cadute 57 RETORICA LA E autore come altri se nel fosse non realtà,che della volgare, potè aver il tutte le grazie ingenue d' un poeta popolare. E sotto questo mondo dei dotti,così sommariamente considerato,non c'era forse il popolo! E si può dire, d'altro canto, che i nostri solamente esempio, esteriore,una maggior bellezza alla più composta, più armoniosa da se una che fondo a capo Altro bellezza Si è troppo nell'indole più della nostra il sentimento più che ^ esteriore ricordare differir la che, in » ; la gola di morte quel cardinal fame di patto di ai di che soldati che uomo tanto spirito,donde dello ecc. tere il carat- che ecc. del mentale, senti- col lo per in addolorava; la Sede: goccia tornata Poggio cantastorie di ! Basterà piazza per la risposta di «Ancora di si nella aberrazione, è umorismo dimento proce- spirito,che fondamentale era della. Santa quel bandito quaresima, tiva parte obiet- nell'ignoranza proprio buon' Ettore,, Spagna la e quel disperazione durante vero la interiore. strana una per che l'intelletto intellettualistica fondato ignoranza di spunti il dello che leggerezza, volontà,cioè quell'attivitàcreatrice e Quanti la più nostra fantasia:. fantasia! la predomini gente e L'equivoco qui è di romanzesca, con troppa con la subiettiva più Eetorica ricrearono la ripetuto, e dell'arte materia linea esteriore! che chiama diedero poeti cavallereschi,ad latte non ho venutagli 58 testé raffermarsi a PARTE PRIMA nella teoria Croce, il quale pure messa a nudo combattendo estetica Benedetto chiarezza tanta con di la la teorica aveva dei generi letterarii. è, né può essere semplice conoscenza. Ilo dimostrato sia pur Come altrove/ la conoscenza, intuitiva soltanto ci può dar e non non intellettuale, altro che un'oggettivazione, la quale può esser soltanto L'arte non psichico e contenuto forma, non che contenuto l'arte subietti vamen te. Ora formerà investendolo questa suè creazione, che è cioè sentimento che e bìettività, la volontà,può essere atteggiata in due modi, secondo menti altripersonalitàdello scrittore. I^on si può intendere il così detto soggettivismo e il così detto oggettivismo nell'arte, di cui tanto si disputò durante critica romantica. Lo il periodo della scrittore può, coscienza mostrarla. e può non creando, mostrarne Non si diverso d'altro, in fondo, che d'un atteggiamento dello spirito nell'atto della creazione. La volontà tratta L'artista sente deve volontà E l'arte dentro. un pregio dimostrare la propria si essa rinascimento Vuota volontà ebbe non e che e non fu in gli appunto Vedi a primo saggio, al voi., Per schiavi della le mio volume alla teoria si fine un e dall'arte. a IS^el sé stessa? se falsa, cioè arte l' artifìcio, la nel Avere senso? difetto. O un com'essa opera ripetere che fu splendida di fuori e che fini oltre esteriori. essere vuole. questo ? Sì,certamente, dimostrar ^ del nostra vuota fa com' debbono non esteriori,vuol dire uscire difatti quanti s'ostinano escono ne però sentire volerla e una il fine e no, Ma questo bisognerebbe artifìcio. se che senso può Si prendiamo i diocri, me- retorica, la quale insegnava i^erché dobbiamo coi)ia! Ma già estetica citato' Arte del Croce ragioni estetiche della parola. Scienza, e e V la critica,nel appendice, in fondo 60 PARTE Pulci del e osso un e' è dentro Ma tantino è da e' è,perchè Se l'ironia e' Mieulx facetiesde les hanno Che ce haute più graisse di quelle però des è avviene larmes le propre viene av- come di diverso in Rabelais: exripre : de condamné graisse qui o se comica quasi sempre facezia,burla, caricatura più rire est que riesce non comicamente, ris que Nasier di l'ironia. e' è l'indifferenza, questa ironia stesso de est Alcofibras E spontanea resta dunque e grottesca.Lo Pour che umoristi: dramma, nulla parlato. dirsi veri hanno neppur innegabile,non drammatizzarsi a prescindere a creazione esser ci sarebbe non è è, ed deve di rado men dev' all' arte, in fondo, non quelP indifferenza, pure — s' è tanto fine del e estranei — altrimenti Piuttosto o criterii con l'arte,che indipendente senza volontà della superficialmente; ma della vita,per sé stessi, non con nei da le opere e non midollo questo d' arte gì'ideali di cui Bada, — Questo maggiore assorbimento indifferenza verso gli ideali della vita consideri vedere dire: che butta si artistica. di parere le opere che far o — l' assorbimento creazione chi a volta ogni qual deve dunque qualche parte fuori dell' osso ? d' arte, quanto più pregevole è un' opera un maggiore rischia ! il midollo tanto nella Ma critico,si un a si mostri e Folengo?* PRIMA en 1' homrne. Sorbonne caracterisent son pour livre. queste facetiesde haute Folengo e del Berni ì il Morgante Rileggiamo con questo intento Maggiore il Baldus e e poi La vie de Gargantua e Les faits et ^ riso Vedi di L. adesso P. Pulci sul (Rocca del S. parte io dissento, come il De suo Sanctis nella Cinquecento e gli e il libro del di Attilio Momigliano Casciano, Cappelli, 1907), dirò sua Pulci appresso Storia studii dello di ; e quel che leti. ital. cap. Zurabini e dello da cui però dicono XIV, L'indole del in il gran Folengo il Canello Zanoni. e nel l'umorismo héro'ìquesdu les dits e e roi Pantagruel don 61 retorica la Dipsodes, des agli occhi ad ogni i^ie'sospinto la j)aspiritualeinnegabile, le innegabili derivazioni. ci salteranno rentela da parte le anche rileggiamo il Berni. Lasciando XX del Rifacimento 18 stanze a principio del canto V opuscolo del Innamorato dell' Orlando e Yergerio E del Berni protestantismo sul sociali filosofiche, stesso; lasciando cimento VI Adriano che mangiare, Il papa non fa altro che dormire che da Per consumarmi Con questo (che « Berni. il Valerio Ecco le mie vere ragion strazio nuovo da ni' è pur midolle le abati,e anche non possa, 1' ossa e e vietato non usato * ; parte il capitolo in Buftetto quei capitoliche del e affettail favellar toscano) non Pietro lettere voi, signor, dir anche A i dedicato a spigoliamo proprio in più frivoli e spigoliamo nelle cuoco pajono stotile d'Ari- lode Messer mi ; Latino riprende, queste baje e e scrive: Juvenale dice eh' io farei bene rivolgere i miei pensieri sia egli, e chi a miglior parte; che maledetto sente Ohe talmente seco. penitenza è la mia, a dare ad intendere al mondo che questo si debbe piuttosto imputare alla mia disgrazia che ad alcuna elezione ! Io a lasciare ho non ^ Si andar chisti, petrar- j preti a dei comincia: Che lasciando contro i contro VII: fa altro sonetti Bifa- fu fatto papa Clemente non gli altri Messer che Il papa Poiché e derisione tempo contro là nel Dialogo il in Nel e qua parte Petrarca i sonetti e sonetto quel da famosa l'invettiva e' tutti del parodie le poeti e e politiche sparse e riflessioni le altre tutte e comprato legga libro Attraverso a a contanti a questo questo proposito quel che il Cinquecento su le condizioni dice tormento, il Graf del letterato nel nel né suo sec. me aureo XVI. 62 lo andato sono cercando del fatto mio; scempi». E natura parole in servitù dalla In di volte del dolore, cervello, e azioni. altro che Giovan a stoico sono di di là per da Francesco eh' è anche che io luogo a da cosa stoico uno peste, ne vinse il terrore sentimento che cioè capitoliin lode di però va Nel non ma con La Ella fu natura mai malattia 1' ha imbratta fatte le cose, grazia tener mi dite pauroso, conto; rario teme- alla mezzo acquistarne quel : V dell' rismo, umo- ironia,nei drammatizzarsi ben come altre vedrà ricetta, senza tutt' e due, ella le netta. poi riflessioni sofìche. Non come due micamente, co- oltre alla burla, tiicezia;, flagellovede, scopa, e ne fondamentale oltre alla e qua tanta fu in riuscì ad qua l'ac- stesso chiamato esser a di uomo, anche del.contrario 'ngiù peste, allo non della peste riesce al comico. Abbondio,, la ho so esser il sentimento e oltre vedremo » io ancora alla veramente e f dì contentarsi son Sicché uomo. le tutte finalmente fuggendo ben tempo e scrive: faccia e della poesia, a Divizio alla vita, come ». Se piuttosto degno sono E della conto una correre andava « in Nondimeno mezzo che scrive: paura, tengo Dio, che In ». Io, spinto fantasia. : « lascio intrigato cervello suo una Bini voi, e padrone, suo d' tutti « la asciutto rimedio cercare il : mondo questo secondo siam questo fiume Divizio uomo faccia come dice almeno o che al Agnolo di cava '1 contentarsi non confessa come Ma « gli non ristoro per ricorso sono se tale,dico, giornata io operi si Che Ciascun E fatto Messer a alla Che scrive: lettera si governa, conciossiachè mie ha mi però ridon ne Oornaro un' altra . Egli ». se cerimonioso, e poco » non fortuna e furia poesia che posta i)er far rider la gente a Monsignor a la e di « PIUMA PARTE don fllo- l'umorismo la E e dopo natura, fatto aver orecchi gli la Trovò le e le e candele campane, bisognava perchè peste bujo il trovato aver 63 retorica la e perchè: bisognava, mondo del corpaccio questo a ... Che Bisogna piglia Ma sa la anche di Michelangelo, Ad ogni è modo disonesto i fate poi coni' asini Basta che vivon le I sorbi, le E mille voi Abbiate Però Che legni questi più lasciamli noi siam son dice: mammalucchi vivi, sassi i morire. a querci e cervi gli e olivi, i cani, cattivi. vani, ragionamenti andar, dire, a e i cornacchie, animalacci Ma Piombo, amico, comune che Che In del che non o sì e » amari contrasti i Sebastiano pittore al versi buftbne del rappresentandoli. riderne, e moria. forte « tutti avvertirne bene dissonanze in anche ha piena sente di medicina una natura si che natura mena, fondo. il risciacquare spesso la E feccia più maggior esser per dica luterani. e una il le Berni aspre lettera parlando L' ironia Quando de Brnnetière, il prima,^ nel poi difender a questa molti Certo, difesa riuscita da ogni si di dalP anche le Storia sua della le i al ^ 2 3 1879, Paris, Trad. (Valore non 620 eroe, e difensori i se rebbe sa- ripicco a dire estetica, e non per critica difendere troppo con medievale, poesia si non epica difesa argomenti. che « poiché non tutto è la per fatto rozzi sono agiscono Si nella Nyrop, E.^^ M, nel francese vi Or. di e provero rim- un ruvidi sforzo loro e dere preten- possono il genua in- non segg. 1880. del delV di p, la dicendo che nome III, e Francia. degli personaggi a della altre, poemi la provati Ejiìopea speciosità che dignati, in- contemporanea andare contro bellezze delV ai medio nel romanisti, efficace, lasciati altro, fra Bicordo, più villanie cavalleresca, e zione erudi- fieramente sorsero, dell'erudizione canto fossero, zelo quella Mstoire F contro francese segnatamente molto un sorta V Francia. la fossero Mondes sur scagliò letteratura e critici, della soltanto la e Deux des critiques si fraìigaise,^ cavalleresca Revue la Études contemporanea evo, poesia su volume litterature la nella comica Gorra Epopea). (Torino, Loescher, 1888). Vedi Lib. Ili cap. Ili 66 PIUMA PARTE tende ad elie ad altro ? Non egli i poemi concederà si cantano poemi dal — di punto che e inumano in di mo' loro differente;P ha Troja la alcuni di nel il cadavere di fedeltà con dal moti animo mai per « trascinare dirlo neppure — storia ». tiva all' estima- i)iù atroce, e come si crudelissimo alle attorno di mura che bisognava dimostrare francesi, è rappresentata, non (ilche in fondo imi^orterebbe Ettore: storica e — i loro momenti interiori, sono qualche cosa di parola...Analizzare possibile e può civiltà conosce più tutti esistono di cui soltanto avanzato. questi soltanto lui a' suoi uditori o dubbio, le i poeti non Il delicati lotte del loro fanno quasi è un'anima notomizzare e in interessare un riodo pe- poeta del medio gradi lamente so- evo del sentimento : più spiccati segni esteriori, lieti o afflitti, x"rodio vigliacchi, i sono gli uomini credenti o eretici,e quello che ed egli non spende per era non crudeltà — lato lui d' arte ; a poteva, questo il Nyrop non conviene considerati egli stesso gli eroi, figure poco complesse, i loro psicologico sono di non Evo fronte la crudeltà artisticamente: poco),ma perchè storica,di argomento Achille quindi, si è certamente non simili molte deltà, cru- nuti ve- esagerazione,poiché la anche essere marsi chia- sono e tempo francese poema osservate ira in modo esempii il Medio Si « molti bestiali ventura nostro in : possono e mala ma « del occhi crudeltà,nei poemi solo : nessuna estetica ! Ma dimostra Cita la fedeltà scusa, tutto, può per memoria conservato Bella ». antico coli^evoledi reso non la loro sfogano che soggiunge cogli osservato — potere scusa, tempo, eroi spesso coloro sopra — crudeltà,abominevoli gli affatto che anzi, le quali, cose del nostro vista che altro dice celebrano e Ebbene, da questa fendeva dicrudeltà, come — li difendeva egli volentieri, ». tà, di di ruvidi di rozzezza, accusa uccidere a' suoi essi sono, mai lettori molte ». lo sono pletamente com- parole per 08 PARTE che questo gli ecclesiastici, specialmente di ràdo sono messi essi lodarsi;se a in poeti, devono, spada a fianco ».* voluto troppo se luce una di cui i monaci, abbiano vogliono poter pretendere dei Ho PRIMA molto al favore Turpino, presentarsi come la con ricordar che siano con ne questo, perchè mi sembra dimenticati quanti, discorrendo in cognizione dell' epopea francese,notano serietà e profondità di sentimento religioso e non quali e quanti fieri e nobili ideali, per venir poi a scarsa che sentimento questi ideali non nei nostri poeti cavallereschi di pagana di scettica indifferenza, quel eco tempo di un serenità,privo e' entrano non poeti cavallereschi va per la materia, la satira V ironia var tro- fioriti in del riso dei nostri Già dire ecc. queste frasi fatte Tutte so potevano e aspirazioni,ecc. essa la troviamo in la e ragione altrove. cercata della vita valleresca, ca- fin nei Francia poemi, come l' Imperatore, gli esempio, nell'^ioZ; l'irrisione per indizii della degradazione graduale di lui si trovano antico come VOgier le Danois, dove già in un poema ha più la jjrudenza tranquilla e si lascia Carlo non dall' ira, e ingiuria e poi ha paura vincer facilmente della vendetta diamo degli ingiuriati.A poco a poco, lo vedivenire imbecille,«assotez», bersaglio delle beffe corrotto. Nel Garin de Montglane, com' è moralmente e ad finanche noto, arriva ^ I cavalieri della una loro un ai e mostrer di » il del sole. implora acqua non elmo la Francia. questo accade e forbito Quando Così negli stessi poemi nelP^niioc^e benedetta, P ma eia sono del de (vedi Pigeonneau, Cycle : de « Anqui la fa escono Saint-Poi sta splendente corazza città,si fermano cielo sopra Enguerrant elmo sua accade francesi i cavalieri usciti dalla la benedizione macchiargli scacchi Kerboga. Enguerrant contro lucido suo raggi arcivescovo lo prega 91118 combattere alla testa aspergerli con e anche, quando piacevole è caratteristica, città per scintillano e si permettono crociata, di farsi beflfe dei cerimonieri. scena dalla giocarsia a di loro qualche le vaurrai bel e vuole obiezione a Croisade,p. 90-91). Saira- l'ironia ragione La cui nei poemi provinciale, ispecie glorificarequalche vuol si è in facilmente: sione questa irri- di degradamento, questo troviamo la in di 69 cavalleresca poesia nella comica eroe vassalli,se non poemi composti da troveri che servi van al tutto quasi indipendenti, ai quali piaceva di ribelli, ridere a le spalle dell'autorità imperiale. cavalleresca vita della r irrisione Come cavalieri,esaltati prima nei poemi non troverà più dei vilain, si nei Siége de nel leggere V Neuville spalle dei le a dazione degra- cantati corte a Tassoni avesse impresa di o i)otuto quei bravi Banin, non capitanati da Simone comico. eroidel poema vantato più inventore fiamminghi tessitori forse si sarebbe finanche Troviamo et buon il nostro castelli. Se la e in questo Francia, jmrus putus, E allora! che la propagazione Rajna avverte della materia dalla regione transalpina alla cisalpina lentata; seguita soprattutto di buon' ora ed essersi poi ralpar l' Italia che altrimenti si capirebbe come poco abbia sons de forme da che romanzi tipo più nell'età strati introdussero d'avventura del comune franco testi mancano ad oppure francesi o Il fatto furon un e in tempo franco è che tradotti i)rosa in del - italiane quando forma il viglioso mera- in brevi valso pre- risponde Pulci. è da Ma le la letteratura in tare no- zesca roman- di rima, ha età precedenti...Non fabbricati queste cui a di prosa colle su affatto cavalleresco -italiana,tipo immediati alterati e traccia romanzo « conti rac- genere E ». distinzione senza rapporti diretti nel chan- conservare poi quasi invece grandissima parte il Morgante altresì col Rajna stesso die toscana, da dimenticati ignorare delle arcaici successivi,tanto racconto e ibride dei i di Francia, il meglio gli geste che creazioni linee « conosciuto e nella Il e e versioni sulle sulle forme rimate anteriori, ». in Francia di romanzi i più e antichi scesero poemi tra il 70 PARTE l' epica popolo, — se rimate, o prosa che l'ottava; e o rimase quaP Ohe ci tempo, V anzi la in in Toscana han poeti a a mano a si sollevò lo d' ogni ideale,se tendono nobilitar invece così,poi zare rial- a la materia, a quegli ideali,lavando rendendoli ijìù umani a del scetticismo essi riescono non gheggiar rivadel più e bene sul di essi che (tranne qualche non anche taminò con- è già perchè li vedano nanzi inserio,non loro spogli di quegli ideali e non a più animati antico sentimento ma perchè la rapprereligioso, sentazione prenderli dell' vedere cavallereschi se, anche la materia parola)e mancanza quasi in sogno troppo sangue gli eroi e gentili!Ohe metro, si ringentilirsi per della da mano, il suo seriamente. la indifferenza, i nostri liana franco-ita- movimento questo dunque versioni e vi trovò e Italia il poema — produzione francese classico in possibile quando, con degradata,o era, all' opposto era drammatizzarsi a che e nascere tutto (nel senso fino a entrò veneta o ; non cominciò cavalleresco in morta era 1' epica, che non PKIMA li rarissima in poteva prendere sul e ammirare sanno pezzo, A i foggiatitutti per Eppure forza il la poesia né per alcun poeti colti e maturi, classici,quegli eroi su medievale eccezione),ruvida modo alcun serio. fatto aveva lo stesso stampo, che e rozza lato far leggono tutti dovevano d' un parir ap- fantocci. popolo ancora e anche i signori vano prendegesta inverosimili ? delle loro gusto al racconto Il popolo si capisce: se ne diletta vivamente tuttora, si modifica, s' aca Napoli, a Palermo cresce, ; e la materia e qualità dai sentimenti, dai prende nutrimento costumi, dalle aspirazioni della gente innanzi a cui si rappresenta, assumendo quella si contenta. una rozza Il forma, di cui mente facil- popolo crede; in ispecie il poi)olo meridionale, inculto, appassionato e ancor quasiprimitivo,serba anche oggidìtutti quegli elementi l' 71 cavalleresca poesia nella comica ironia ingenua meraviglia e di credulità superstiziosa e possibilila nascita e lo sviluppo fanatica,che rendon della leggenda: e se Garibaldi, vestito di fiamma, passa in mezzo ad ^esso, è investito mente, senz'altro, spontaneaattributi leggendarii: è creduto dei più antichi d' spada un capello di lando OrSanta Rosalia,patrona di Palermo, proprio come in Durendala un capello della Vergine. E aveva tutti noi, del resto, anche privi della beata ignoranza forse di Garibaldi, la cui vita abbiamo popolare, non fu e volle abbia che invulnerabile, e creazione vera una essere nella tutto, fin nel in d' le conoscenze vestirsi,fuori e sopra abbiamo realtà contingente, noi tutti,dico,non sentimento un leggendario, epico, che di modo minimamente se in metter punto di diminuircelo vera e tutti oggi d'una primitivi attributi dei contentiamo però leggendarii; potremmo garibaldina altro per epico -lirici comi)onimenti fende of- quegli ingenui con come si voglia qualche in non epopea cioè dal popolo propria, sorta e f/Noi contentarci pili affatto tenti storico documento luce, un ribaldi di Ga- si discordante tratto un ogni non ci questo su Eroe, comi"onimenti in cui il poeta tenta di sostituire la tasia immaginazione collettiva del popolo con la propria fanci riesce, perchè queir Eroe individuale, e non creò di per sé epicala volontà col sentimento con e mente propria vita, cosicché la se d'un ])oeta, come della volerla rappresentare; deir America Per la esso la il crea, alle sue la popolo ignora e in di o non modo e è di per se che aspirazioni. non ne Pasca è r i^opolo la : eli a. scritta;o, cura; risponda derebbero ren- parodia d' epopea perta esempio. La Sco- ridicola qual' è, ad Cesare storia del collettiva diminuita noi storia sua potrebbe aggiungervi la fantasia genui gl'ingrandimenti meravigliosi e in- immaginazione a a nulla e epopea, la la sua a' suoi se è storia scritta, esso sentimenti se e 72 PARTE A sola una materia credere, in dello storia,se PRIMA mai, il cavalleresca: la pseudo-Turpino, popolo potuto Oronaca famosa alla quale, alP avrebbe uopo, per un pio, esem- i)otutoconfermargli clie il gigante di nome Ferraù Ferracutus o Goliat, poiché la fmt de genere statura sua era quasi cuMtis XX, facies erat longa quasi illius unius et et nasus iinius cuMti palmi mensurati hrachia et crura ejus quatuor cuhitum erant et digitiejus avrebbe n' era punto bisogno! Perchè ce palmis. Ma non anzi il bisogno del popolo è sempre altro: un quello minimamente di ciò che di credere, non di dubitare trihus di credere. ama raffazzonanei tardi Questo dubbio poteva nascere tori pseudo letterati dell' epica francese,quando, alterate - Turpino Dal stati volta modo lor a le antiche le cronache o Et qui Se voist che mo' di voiidrai S. a lire V estoire che si vede originalii a ice di nostri scusa in ballo leggende, tiravano Dionigi: tenir man^ogne en neanche Praiice,a in Paris. questo . sarebbero poeti cavallereschi,ogni qual Turpin lo dice » aggiungevano: « , cavalleresca,dalle piazze ove è caduta, risale,per capriccio o per curiosità o ormai se ne abbia, ai palagi, alle corti dei per vaghezza che tire signori,che avviene ? Ma bisogna innanzi tutto avverall' indole, ài gusti,ai costumi di queste corti, a cui sale! Quale fosse la corte di Lorenzo de' Medici, di lui, è quali le abitudini, i piaceri,gì'intendimenti ben dare tutto senza quel noto; e basterebbe, anche Quando peso questa materia che si deve alla diversa indole alla diversa cazione edu- i^oeti,a spiegarci in gran parte perchè il del Maggiore sia così diverso deWInnamorato dei Morgante Bojardo e e del Furioso dell'Ariosto. l'ikonia il il da popolo Beoni: coi che vero mostra gusto della parodia, e lo diparodia dantesca, letteraria, affetti che campagnuoli: ultimi anni Nencia. nella — l)refazionealle poesie di Lorenzo parodiò imi presto che e degli i di fece contraf- — ritraesse la espressione favellare de' nostri non Eispetti più volte ai)erto avere il mostrano ^ de' Medici il modo e e Nencia nella come espressione popolare, nella notò il Carducci il Medici, dell' qui ; parodia è lia il Egli espressione popolare parodiando, compone, Barberino, Ben della quale si piace anche « di Lorenzo, alla corte gante risponde perfettaraeiite Il Mor per 73 cavalleresca poesia nella comica stampati negli popolo di Toscana più gentilezza d' affetto,più squisitezzadi fantasia,più di favella,che non forbitezza a piacesse i)restargliene il magnifico e a Luigi Pulci detto dei Medici Lorenzo suo cortegiano. Il quale, coni' è de' cortegiani, volle dar a eh' e' facea dividere per superarlo grottesco dove il comunica ». Ma voglia imitare un caratteri più spiccati e La di presenza Tornabuoni suo potrebbe di vedere, Basta tutto come di trattare plebe, perchè Eicorderò si abbia qui, a Firenze, Barbèra, è tatori, imi- degli s' era l' intenzione che e nuto te- dica paro- la la caricatura. che fu Lucrezia altro,a mio in dare modo il resto. la lingua buffona della l' irriverenza. proposito, ancora rispondere a Luigi questo 1859. parodia spiegarci, almeno poi anche religiosache il Pulci volle religionecon quel che il Belli faceva ^ nella parodia anch'essa, per poema; com' e quella pia donna parte, la mascheratura al tandolo poeta potènte imi- ché, caricatura,giacaltro,bisogna che ne colga stenza su questi insista: tale insi- inevitabilmente genera ; alla forma chi i pur è chiaro forza per del 1' esagerò, sfoggiando lo strano il Medici delicato al Dicomano da Beca nella conto una Luciano volta Bo- 74 PARTE che naparte del dalla punto per di Matteo. San lingua che Ma in Sicilia d' dialettale,notissimo continente, Domenico nel? poeta nel esortato a invece r su dal giorno un al di più cantare durante popolo esemi3Ìo di contrizione la passione e morte volentieri che dentissimo lì per e subito di passar contrizione la settimana Tutte da e cose oscene anzi offrire grande altro paternamente e santa a dare bel- un cantico sacro egli dargliene versi d' estrosa cre- saggio un visazione improv- così sconci, che fecero Monsignore del belP esempio Pilato voglia a anche ignoto affatto quale chiamato Catania due Ponzio la il denota non essendo soddisfatto, lì,scagliandosi con contro e che Cristo,rispose a Monsignore volle e un sciogliendoun di romanesco ricorderò la settimana lo avrebbe divoto; isola Tempio, vescovo non plebe E irreligiosità. si racconta in questa irriverenza della buffona stessa se r aneddoto la traduzione gli proponeva vangelo nasce PRIMA al poi)olo catanese durante santa. verenza alla irrifatte intorno disi)uteche si son all' empietà, all' ateismo la religione, anzi verso veramente non apparir vane Pulci,non possono dovere lo spirito del poema, si intendano la a le del quando ragione della sua ironia e del suo riso. è possibile,o è ingiustissimo, giudicare in sé qualità e Xon la itev sé esclusivamente il Mor Maggiore, come fece ad esempio il De Santis,^il quale credette e volle il suo dimostrare die il Pulci, nel comporre non poema, avesse vera e profonda coscienza del suo scopo ; e però insuflìcienze del i)oeta la puerilitàdelle condannò come e gante psicologicadei personaggi, situazioni,la rudimentalità Il Pulci, invece, è le ripetizioninell' ordito, ecc. ecc. coscientissimo ^ Vedi Morano del Scritti varii e figlio,1898. suo inediti scopo, o rari, a e tra cura di i due B. casi che Croce, pone voi. I, Napoli, 76 zioiie comica o prima tahtp: di chi racconta, ma o immagini improx"rie e stonate per false deduzioni per o incongrue per frasi. Ciaiipeusa,e Chi cannocchiale. er scopre si sognerebbe di dire che qui in dileggio Galileo? metter serbando aftatto d' racconto poi)olano e te forma quasi un' aria a del le sciocchezze ritrae poeta si non di può di sé pur di quel gloria di della questo di e quel Colombo merica scoperta dell'Asuo riso segreto mente poeta, nel riferire oggettivasi appaquel popolano, non lesa dire capolino. Questo, del Pulci. il Pulci Mentre contraffa spesso mente, vera- il Pascarella perchè imputare a lui tutte volgarità,le puerilitàdei cantastorie come le E fa mai non semplicemente, Ma può, resistib ilare,un' atmosfera di comicità irquella rappresentazione oggettiva. comica il la anche e narrata. attorno L' intenzione egli non entro tal modo Italiani tal modo mai; ridere in narra d' altri sommi in Ma voglia oggettiva la rappresentazione osteria,non che il Pascarella e per rodia. pa- le sciocchezze, della o letteratura di Francia venuta o epica e romanzesca dall' Italia settentrionale,se egli anzi, contraffacendo e come parodiando, se ne beffa apertamente! Sarebbe fatta x)er giuoco; o come cosa prendere sul serio una d' aver deriso la gloria di Colombo, incolpare il Pascarella ritraendo Il Pulci cavalleria o di la che il racconto non si sogna religione; faceva ne polano. po- lui di deridere neppur si spassa quel a contraffare i la tastorie can- la loro modi, con la loro psicologia lingua, con infantile,coi loro mezzi inventivi stereotipati,la materia epica e cavalleresca ; di tratto in tratto ed interpreta il sentimento segue popolare per qualche scena patetica,per qualche azione che suscita l' ira o il compianto o lo sdegno, ecc. Naturalment piazza,a tutto coi cantar questo, se loro rappresenta per lui uno L^IROXIA spasso, giuoco, un anche r arte sua preso sul immedesima di non nel può non esser non si rado, dunque, egli racconto, ma col sempre timento, sen- la psicologia del popolo, logica, con che poi, tutt' espressioni eiììcacissime. È vero trova la tratto, rompe è non anche qui E burlesca, i)opolare: il sentimento spesso anche è Morgante è la naturale, incoercibile nella il — che mondo è io veduto Gano io — credo, sia 1' autore « nel traddice con- il riso sor- senso, del egli anzi — epici più poemi gettivi, sogil definito: esser mento tempera- un discussioni sul suo Morgante, chi Orlando, mina 1' unico personaggio, che do- vuole sia che 1' azione, attorno tutta svolge, chi che senso, tante e dell' indole attraverso giocondo. Anzi, dopo — Momigliano i)otrebbe conosca; cavalleresco protagonista il afferma- dei scita l'u- popolo. irruzione uno a interpreta e soggettivo: soggettivo Morgante e Ma satirica: segue epica. In questo materia aggiunge, me, sé stesso, quando a risata. una del secondo del Pulci con intenzione per me, sbaglia, dunque, che serietà questa secondo mai, è spesso chi piega poi eh' egli v' im- tempo, e serio; e davvero con un studio e fatto il solo per 77 CAVALLERESCA POESIA NELLA COMICA stesso al : 1' azione tutta quale all' infuori di lui si e' è non l)rotagonista». Poche 1' età detto : pagine innanzi,^ egli aveva riso spensierato più che satirico,il di Morgante la non è che alla materia superfìcie ». prima parte del volume 1' uomo mentre forza il come 1 2 In « la vernice durar Morgante, col cuore Pag. 120 voi. cit. Paff. 113. - 121 del a poeta rideva. scrivere si deformandone un straziato Non i^oema da sempre vrappone so- tanto sol- E, indagando e studiando l' indole di Luigi Pulci : il del riso che tempo, tradizionale piangeva, d'animo del quel- nella « Certo, fu piccola giocondo nuove 78 PARTE ferite,fra PRIMA fame della le minacce debiti. Non ridono dei propriitravagli,ma poeta sventurato, che in di è rarissimo la impiega attività artistica sua si vela mai di quale il riso non miracolo, nel quale probabilmente ebbe un della l'intlusso qualche parte Confesso prigione per poeti, che si quello di un nella un' opera, pianto. È i casi infrequenti sono della e di passata eh' io Einascenza ». riesco non giocondo lo spirito del nostro Einascimento, altri lo vede. tanti con Momigliano insieme degli inviti a godere, specialmente quando insistenti vogliono e di chi diffido di Bacco ne iìnem JB può giocondità quella dirsi ! Potrebbe gioconditàdi giovani. d' Orazio : tibi E di chi si stordisce filosofia di quante carnascialeschi star questo, che questione oziosa, tanto dall' più a per saggi, tristi cose chi non sappia leggervi sentimento il Pulci me per aspetto caratteristico dell' indole del sarebbe il momento per che è la lingua bufibna sua Trionfo addentro! lasciamo la Il costo. cliem mai, se esser, canti i famosi ben e così son dederint... Di non tutto Diftìdo scire neftis, qiiaesieris, qiieni luihi, quem pensare Ma il come spensierati; essere è il carpe f Ma non dicono d' gajo ad ogni esser cV Arianna e Tu vuol 1' aria aver così veder a popolo, e ritrae fiorentina le idee il e del epica e popolo, rispetto alla materia cavalleresca,nelle espressionid'un cantastorie,eglivuol Mor gante il quale per contraffare e parodiare nel suo è poi tutto di giocondità ripeto, non quel monumento me, che il Momigliano ci vorrebbe far credere. , Per spiegarci basta che il Pulci vita del Io vo' por s' è il miracolo, di mente a proposto, parla questo, cioè più che se poeta è tristissima, dire una cui alla sua egli nel frottola confessa: « P gliano, il Momiallo indole. scopo Se componimento ho mal quand' la i' l' rido A » comica ironia e Io « nascita questa della « ed — raro modi due rassegnarcisi di era riderci o — e Frottola egli aveva da consolazione x)iacquimai non « ... egli è inclinato fin dalla il Momigliano alla malinconia, come jjer altre testimonianze, oltre a comi)osta negli anni tardi, se mitigare i i)roi)ridolori : per il rimedio al quale ricorreva più dimostra stesso lieto », piaccio», alla mestizia 79 cavalleresca poesia sarò mai non stesso, né me nella se modo al su disperato », e umoristi degli : triste quest'umorismo « vera manca quasi soggettivo nel Pulci, non oggettivo affatto nel Morgante », come diventa jjoi soggettivo, zione invece, il riso del Morgante, naturale, incoercihile irrunella materia delV indole del Pulci epicaf Come il Pulci il vero può esser protagonista del suo x)oemal — — lettere a nel « vive Frottola il Pulci, riesce due vite,rna doloroso, Dualismo che Ma se ridere à in parte dei suoi riesce mai degli umoristi, non la disposizione naturale poema suo Egli nella e modo stato! fosse Magari non esclama — condanna le fa vivere il Pulci il qua dolori oggettivare a all'umorismo. nel suo poema. Momigliano, nel rappresentare a nelle — Morgante allegra, mentre, quando s' è la sua raifreddata i facili versi sono fantasia, onde fluiti come una brigata perennemente gaja dalle porte d' un di palazzo fatato,il dolore della vita tormentata ogni giorno lo deve, pel contrasto,riassalire più acuto che mai! O dunque? Se è una è l'indole maschera, non la parte d' una maschera » che materia Ma naturalmente « incoercibilmente è neanche nel poema non la materia dice il una non cavalleresca maschera. « Di c'è quasi nulla infusa Cesareo, il quale battaglioe in Margutte vede mira allo specchio del suo rozzo Il primo è ignorante,vorace, come irrompe nella epica ! soggettivo è e : il d' un' anima nel il veramente gigante popolo e sincero manesco, Morgante plebea » di armato stesso si che naturalismo. burlone, ma 80 rillMA PARTE ha non del cenno compie le imprese più ardue a un sol padrone; è la forza ignara e subitanea perfìdia; suo e diretta da un sentimento che popolo acconciamente ne svilupi)ile qualità oscure, V onestà, la giustizia, l' indulgenza, la devozione, V amorevolezza. Margutte del è il invece canaglia abietta fede sentimento, la impudente, motteggiatrice ed obspavalda». E il vero protagonista popolo senza e e e bliqua, criminosa è dunque del poema Morgante, segue, ammirato, le strampalate di Francia vi partecipa a suo e voluto indugiarmi posso che il il buon modo. Momigliano convinzione ha non j"arodia. false le tutte dalla trae Il Pulci sua rilevare a popolo, che dei paladini avventure altro,nella rappresentare Non senza secondo — seguenze con- me — Morgante sia soggettivo. anche il compagnia: Egli è in buona per in certi Eajna le novità del Morgante consistono l'Autore introduce curiosi episodi, dove personaggi erronea che il riso del « di fattura sua quanto fronte suo all' opera Momigliano Morgante. Se allegra!Per al ».^ Ora sua ripeto vi me poeta non — rappresenta è ciò che che dimostra la parte d' torto : « del oserei Pulci, quando mistero ^ Non Vedi il Momigliano però sostenere Ulivieri della Trinità Introduzione alle (Firenze,Sansoni, 1900). con Fonti stesso nel mente diretta- sentimento, della buffona certo punto serva os- a un la perfetta innocenza mi vien fuori quel certo esempio dell' Ori. Pulci, maschera una al logica, alla psicologia, alla lingua plebe, nella parodia eh' egli ne fa. esempio, lo attribuire alla Così ad il » affatto attribuito va io fa ne di prende « lo gravissimo zione dimostra- nella suo vero all' indagine che stare — il fantasia colla tanto ragione; soprattutto poi io e nel? atteggiamento dobbiamo se scapriccia la con del si e a Far., seconda spiegare il della ed. can- pag. 20 l' ironia spiega un bel nulla ». Come dela, che non spiegano nulla non spiegazioni che non tutta la letteratura i)opolare! E poi, se già trova Pulci? Più sotto, e — e il fervore sempre ». queste fosse piena malizia del conversione di Ma e la per neotìti dei si il paragone conversioni rai)iditàe troppo insospettiscono meno della queste la loro per i)er Già « di se la e' entra proposito a Fuligatto, osserva: battesimi che Orlando, nelP 81 cavalleresca poesia kella comica se questi loro più ^— questo quenza fre- è o uno che dimostra lità appunto la puericaratteristici, della concezione religiosanella epopèa francese ! città,i vincitori impongono Appena conquistata una chi si rifiuta,tagliato a agl'infedeli la conversione: d' un stiani critratto diventano fìl di spada ; e i battezzati il Pulci ! A e' entra Ohe zelantissimi. proposito dai dell' episodio d' Orlando motteggiato nel e. XXI Vesu ragazzacci della città,che il paladino attraversa si regge in piedi, gliantino così mal ridotto,che non la maestà il Momigliano dice che il Pulci non sente Pel nostro e poi nota : poeta il riso è una cavalleresca, il proprio delle grandi leggi, a cui tutti devono pagare tributo. Il Pulci, quindi, accenna ne' suoi personaggi i lati seri quanto tanto i lati ridicoli, li riduce e a quando a quando ai limiti dell'umano. Così, in quest' episodio pare che egli i)renda in giro Orlando, ma è vero : un non paladino invitto,col palafreno cascante anche Yegliantino qui scade dalla dignitàsolita nei dei tratti « — cavalli degli eroi s' avvicina capitis,non figura? E questo fate Ma e un qualche cosa G può accadere gli s' avvicini che egli non è autentico vicini non alla : molto beffa,ma un paladino? a beffeggiarlo Quijote, ma qual modo Orlando, subito simile non petulante dalla trista Don un in ecco momento, di un ad diminutio una po' al Cavaliere un che vedrete per è sottoposto ad non — si rialza. Nella un sato abbas- fonte c^è (Ori.L. 30-37). Siam 1' abbiamo ladino pa- raggiunta ancora già : 82 PARTE si avrà la beffa della meditata è attribuito al Pulci nella fonte, e del che V raziocinio». già, i)rima che quel sarà il riso solo, quando ribellione trova PRIMA si trova in poi esplosione Anche qui di tutto, si altri poemi, Octavien, et esempio nelVAlol e nel Florent che hanno i Così,quella certa facilità di commozione molto non turale napaladini, e che al Momigliano sembra in guerrieri di quella tempra, si trova già,come ad come è si nelP noto, versi leggono francese,dove centinaja di volte stereotiquesti (formuleepiche pate) epopea come : Trois Quando fois il concetto umorismo, più finemente e, anche avvezzo com' che cioè sia tuttavia trovare s' è formato il riso « che l' del- penetra nel s'intende cose», buona volontà anche delle molta con terre. proprio oggetto, di alla contemplazione indizio di uno spirito il nocciolo egli possa cuutre Momigliano si eleva non cercare l'umorismo il • esercito: pasment en destrier. coiant più profondamente o generale, è a s' questo quando fatto un che intero un frane milie le sor pasme viene non Cent Dato se prima egli stesso abbia il genere di riso del Slargante detto che scaturisce da una non psicologiaprofonda » e che questo del Pulci procede « da due. ragioni,dall'inettitudine nel Morgante, che ostante non « e dalla materia,.che inconsistenti ridicolo il fisico, delle « un e » riso umorismo, che solito ridicolo d' » un « caratteri specialmente il menti, forme, degli atteggiavede corpo che di appaga » nella il e sia di suo quasi sua lito so- costante dello per ecc., il « delle superficiale ora si il Pulci movenze leggerezza ritrae tempi». Ma simpatia, ecc. di dei spirito e della letteratura lui: «il pianto, l'indulgenza, la sono tutti quale, in somma, elementi è — accessori come ha » l' del- detto il 84 PARTE Mi intrattenuto sono fra i tre PRIMA così Morgante perchè è quello cavallereschi lungo a nostri sul maggiori poemi cui certamente ha piìi campo F ironia : P ironia che secondo V espressione dello Schlegel riduce la materia a una perpetua parodia e consiste nel non perdere, in — — nel neppure del momento irrealità della è più riosto, dei due serio. Ma serietà. Il Pulci che solleva tratta, anzi borghese corte una tiene la ho della poeti,il Bqjardo intendersi è poeta dal nulla per ve altri bisogna bene maggior non coscienza creazione. propria L' intendimento patetico, la nel di senso la materia popolo quella come questa su popolare^ riderne per V A- e che parodiandola, in Lorenzo, che della gusto. Il Bojardo è poeta che ha, per usare le parole stesse cortegiano,nel senso del Eajna « una i e profonda simpatia per i costumi sentimenti cavallereschi,cioè per l'amore, la gentilezza, il valore, la cortesia ha zare e se non ritegno a scherparodia, come detto, ha il » « di esporre alla derisione soggetto, né ha rimorso i suoi personaggi, gli è che egliintende a celebrare non e prodezza, la cortesia e F amore, già Orlando col la Ferraguto per dar in ozii Ginevra di erranti,non di Erancia, amore cortegiano, dunque, nel tempo e gradito sollazzo ; buon vivendo casi » potuto questi vita, rispettoalla prende Abbiamo tempo a il mondo che epico ogni serietà. Come trattar esser seriamente venuti ai paladini innanzi e tutto poeta cV nella stessa Erancia cavalleresco ciò che comica potuto senso già da tempo era inevitabile. — arte. già da perduto poeti era di materia aveva i senza condizioni per sopra avrebbero serio ! L' ironia viso — trattare,è veduto corte una in un altro Este, è lui; risi)ettoperò alla d' casa a buon L'Ariosto, se poeta cortegiano anche che far le fossero cortesia. senza e scrive che, agiati ed eleganti,ajipassionandosi ai dei cavalieri e di Isotta,alle avventure avrebbe se che senso italiani cessato Ma « di chi fa l' comica ironia comico lavoro un è esentato non — condizioni dalle Sanctis il De giustamente osserva — 85 cavalleresca poesia nella dell'arte». serie serie dell' arte rispettapiù Ebbene, queste condizioni di tutti il Pulci, ma di tutti l'Ariosto, meno non per far credere il De Sanctis, ci vorrebbe difetto d'arte,come eli' egli si prefisse. bensì ripetiamo per lo scopo è certamente caricatura Olii fa una parodia o una lesco satirico o semplicemente burda un intento animato o — — satira la : ridicola o la burla modello, del non e in un' alterazione consistono i)erciòcommisurabili sono qualità di questo e segnatamente con quelle che spiccano di più e che già stesso una rappresentano nel modello esagerazione.Ohi insiste su queste qualità fa una caricatura parodia o una se in non relazione spiccate; dà maggior rilievo;esagera loro far le con è inevitabile Per mezzi espressivi,si alteri stranamente, grottescamente la linea, la voce anche l'espressione; si faccia in alle condizioni essa. su difetto un nell' serie d'arte alcuna esce e per di o natura, un sé,non mostro può ; alcuna avere quel vizio della campo di vizio o deve sistere con- risulta Ne verità,né, dunque, la verità relazione fantasia quel difetto e un rida. ne all'arte qualcosa che, a considerarla bellezza; i)er intenderne in bisogna esaminarla così dal se su il lavoro e o o, comunque, Si lavora esagerarlo, perchè inevitabilmente in sé di goffamente violenza somma i si sforzino che zione. questo un' esagerar e col però modello. Per pura. lezza, la bel- ridere Si di deriderli,dobbiamo lo strumento anche scherzare con scienti codell'arte;esser del nostro gioco, che può esser crudele, che può anche intenzioni di anche non aver maligne o averne le aveva ad esempio Aristofane nelle sue serie,come o o per caricature. Se alle dunque il Pulci condizioni ripeto.Lo stesso serie non nel suo lavoro dell'arte,non si può dire comico é per per vien meno insufficienza, il Bojardo. La 86 serietà maggior neir intenzion dell' di.piacere alla il e piacer del suo noto che questo deve dire che a nel — libro suo Le su noi consistere starebbe Certo fumo se l'edificio il del per il Conte che vero, un sorriso Bojardo, canta suo predecessore non ne manca e toni, e da uomini il Bojardo canta e di se Einaldo, Non tra il e' è un tono Bojardo sua colla] un materia. del secolo XV erano si è che l'edifici quel- fantasmagoria non crede ci crede fa ne tasmi fan- in giuoco meno c'è nel ». giormente magil Furioso, E, alcune gine pa- e quella con ci vuol celebrava Palestina molto mi ad da lui i)reso soltanto a un e secolo l'acquisto par superflua accorgersi che e rappresentare, per grado e i^er Pulci d'immedesimarsi di Italiano colto quei terribili colpidi lancia impediva al Che agli occhi ridicoli serietà medesima di cui errore, il mondo quello che ariostescaì che giudiziosissimi, d'Albraccà, e le avventure contrasto, dissimile vero da ed La si Innamorato le guerre la confutazione... « pretende, incredulo,sciolto ironia se autorevolissimi È costo rismo, parlare di burlesco e umoInnamorato, deve far meraviglia, avvezzi tutti i a sentir ripetere su deW Gerusalemme! Fur, a trasformato e — distinzione come giuoco, non convinzione, colla quale il Tasso dopo le imprese dei Cristiani in di mente, seria- il sentir Si è tanto poca. della Se Lodovico non neW Certo : « fa ne Bojardo già una maestro; e proposito d' Orlando se nemmeno innanzi non gusto suo delVOrl. Il male di Scandiano. all'occasione e e quella tratta ironia fosse quei personaggi,erano a in Furioso, domanda: i personaggi deìV Innamorato. al mondo già non Kajna, che Fonti cosiddetta con avesse, il o nella bene, l'Ariosto anche 11 continuatore», a proposito faremo in Bojardo di rialzare proposto farsi tra V Innamorato che il la cavalleria. poema, si sia «suo da considerarsi bensì arte,che gli difetta, corte seguendo anche il finanche nel par sua PRIMA suo. Si arrivò com'è di PARTE ogni li'IRONIA e senza ore, O tutta avesse prova, questo mondo in e mezzo facezie ; e che cole, coscienza; ridi- dei romanzi imbevuto uomo un di mai in prorompere lereschi. cavalfino buon un senso rappresentare e scoppio uno di si studia di far ridere ; alle narrazioni più serie esce crea scene, più d' volta una egli eroi torto così il gli è e — in frizzi che si beffare per ». di difendere Eajna crede Il suo ingiustizia. Il Cervantes dal trovate i suoi ed di ore per Bojardo ride,e I)otrebbero credere la cavalleria l'anima tutta classica,e dotato a contemplare senza infatti il fatto ogni ombra esagerazioni si vuole come di coltura al midollo anche le tutte insomma, riso ! E assorbivano che sopprimevano e avrebbero al paragone amorose, a 87 CAVALLERESCA ciulli apparir fanmature gli eroi di Omero; ridicolo quel frapparsi le arle carni le ragioni più futili,od anche e per ridicole le i)rofonde meditazioni al mondo; motivo un spada, che di ed POESIA KELLA COMICA ^ da Bojardo stampa alla ri- rilevato stato una è quello di trattare la senza questione dei rapporti tra il Bojardo e l' Ariosto una adeguata preparazione estetica. Eppure, già il in un De della poesia cavalleresca Sanctis, trattando del libro dal Cesareo di lezioni all' Università corso maravigliosamente: è la fantasia: il ma La « i sensi potente avere la fantasia virtù errori della i poesia. Ma facoltà,che Vedi in fantasia deW Critica Ariosto se ha un un militante (pubbL esser nel difetti il disegno ed povero alto una (Messina, Trimarchi, prima su la Nuova coltà le fa- poeta non l'intelletto poeta può o toccano non eccellenza fantasma, disegno poeta che ha in bel il : avvertito con inerti. Un ed estetica geografici: questi e forma rimangono non commettere storici solo lavora non le facoltà cooperano è solo poeta ; mentre e di Zurigo, aveva facoltà poetica per poeta estetiche,tutte alte — ginazione, d'imma- spropositi l'essenza grado queste perfetta ese- 1907) lo studio Antologia). La 88 PARTE cuzione vivente poeta. Ecco la distinzione formativa è stato vasto il vario e condizione del superiore poeta; e qui il solo tità quan- è per più già una prima Bojardo è Dumas meno. la tiva: inven- riguardo il che basti, è poca non è il nell'arte abbia raccolto non inventiva come grande una tal per Ma, — qual punto clie ha poesia; qualità.L' al Pulci. l'invenzione di a Ha italiano poeta i)er farsi. Fin ad esaminarlo fino del fantasma. materiale anche ma venire vedere poeta, bisogna dunque potenza da in altre facoltà. Per da è la di fantasia mancanza quistione V ingegno poetico clie abbiamo pendono difetti, enumerato, di- i Bojardo; der saprà ren- fantasia,non la : diritto di mettere avete del debole vede quanto del morte non ha meccanica, PRIMA lascia cosa: ai suoi di segretariil'incarico raccoglierei materiali,ne' quali si riserba d' infonder il materiale, poi la vita. Eaccolto lavorare! il Bojardo lo sa Ecco la quistione. Non lo ed arido lascia nudo il Pulci; ha la facoltà del come minazioni concepimento, dà ad ogni fatto e personaggio le deternecessarie perchè acquistiuna fisionomia propria. un gli basta l'abbozzare personaggio; e anzi, dei principalidisegnatori della j)oesiaitaliana. Non egliè uno Pochi dar sanno Che carattere... far vivere. Anche da resta personaggio. Gli deve più con i ha dato Bisogna mettere bisogna sceglieretali y manifestarsi è situazione Ma situazione Il il su tal forma che i lineamenti tal e non in opera sono le sa mutar il carattere,lo zione. situa- sempre passiona ap- determinazioni, che, mediante d' un vivo diventi la concesione di esse, personaggio. personaggio è posto un quando il favorevoli, perchè non ad poeta ! Mostrar le forze interne più Bojardo la possa larsi. rive- concezione in ». Cesareo, studio al circostanze estetica condizioni nelle fare più appassionati Volendo possano sicurezza La che svolge ampiamente e precisa nel fantasia deW Ariosto questa stupenda suo in- l' del tuizione verità « poeta, ella quando si poeta circostanti. il il sospinge la ei si nella scena è è lui. Su là dove una il basterà già più nella tutto farci ». sei primi al è estetica Bojardo del carattere altro egli dice ». manca che Bojardo seriamente Codeste in tere Il carat- versi co' già tutto don bondio Ab- vista de' accresce qualunque per ; ed io io dissento fare voluto scere cono- zione situa- ». punto il di situazioni carattere;ma situazione al passeggiata delle successione la evidenza ridicolo sua riori. inte- dipresso ciò favorevoli ne' tutto a un a saleremo « ciascuna personaggio Dante; quello d'Amleto dell'udienza a Corte; quello completa ha il a Cesareo, un noi e in sceglie determinazioni sue situazione ; è volge Certo, ed le le che curare drammatica, meno situazioni in già intensità soltanto sola sé, non da caratteri coi contrasto vengon tutte con Farinata quali visione la una ella farà Per dee creatura quella bravi. d'un circostanza qualunque in carattere quale allora di fantasia nella da situazioni situazione,anche apparisca tutto, che in intera ha non suo Le il poeta; E vive in che, punto scegliernulla,perchè quella è libera,autonoma, fuori del poeta medesimo, in quelle situazioni non a cui se può trovare creatura non questo a creatura una si rivelerà si trovi. Il e Sanctis, nota De 89 cavalleresca poesia nella comica ironia « son l'appunto d' accordo la con Sanctis,cioè intenzioni tesche, pedan- dal De per quanto intenzioni è sostanzialmente pedantesche nel vedere non so non so vederle, come Bojardo veramente voluto serio e che soltanto eh' egli abbia la esser « per forza dei tempi sia riuscito ridicolo. Se, come dice lo invenzioni stesso De Sanctis,egli ride delle sue », non serio. Secondo ha voluto esser anzi, il torto del me, Bojardo è proprio là dove il Rajna crede di difenderlo da una mato ingiustizia:che egli,cioè,nobile cavaliere,anida una schi, cavallereprofonda simpatia per i costumi la gentilezza,il valore,la cortesia. cioè per l'amore, » « 90 PRIMA PARTE ha non voluto poteva come e serio, come esser il per E,'non saputo ridere, perchè ad molto accorgersi lui preso a l'inferiorità del è appunto non intese materia parodia,come sollazzare sé dal farne vuol da materia». Pulci tono sollevar più tutto sopra sua nel e mai or- riosto all'A- e del riso. suo gli altri,e e quella popolo deliberatamente la tare rispetPulci, si dovevano l'Ariosto le dell'arte,come fatto il aveva serie condizioni le a volendo volendo non e colla Bojardo rispetto al soltanto che, da tono per qui, nel grado badar volle riso un simile contrasto, dispediva quello che im- un»vero d'immedesimarsi al Pulci Egli il e ha ci Eajna che « non Bojardo ed il mondo il tra grado per serie del- quella materia solo la forma, e la forma che suo serio,egli non esser rappresentare, c'è a soltanto Ma volendo conveniva, quello de al Bojardo. Dice bene manca condizioni rispetto alle doveva. r arte il sentimento per rispettò. è affatto Non il fumo sciolga in incredulo poeta del Furioso l'edificio del con sorriso Bojardo personaggi deW Innamorato. Egli dà anzi a quell'edificioe a quei fantasmi in contrario! ciò che di verità loro consistenza mancava: e sformi tra- Al che canta naggi perso- fondamento e estetica. coerenza intendersi bene e i fantastica Bisogna al mondo che vero sul del credere non poeta che, comunque, rappresenta. Certo, artista crede alla verità oggettiva, cioè reale in nessun che. rappresenta. Ma si potrebbe dire che sé,del mondo solo per l'artista, ma non questa verità oggettiva, non esiste come un per reale giacché nessuno, in sé procedimento di sé stesso o ; e se non per crede considerata esser astrazione una logico: l'uomo fatalmente può non non può in base uscire verità fuori di sé a fuori quella egli si finge coi propri sensi, la propria illusione. verità oggettiva Si potrebbe dire altresì che l'unica eh' per l'uomo sia quella eh' egli stesso riesce a creare og- 92 PARTE più ispirata da sembri PRIMA che ma esso, invece esso spiri rappresentazione. In altre parole, l'artista vorrà si vuole, quand'egli la sua rappresentazione com'essa si sente. Avviene, invece, il i)iùdelle com' essa la sente riesca a purificarsi lizzarsi, volte che il sentimento non e a ideadalla altera,guasta o fa comunque impeto nella rappresentazione. scomposto Il tono cui si ripete la frase : Ho lavorato 'per con ci spiega la ragione per cui la magdelV arte amore gioranza degli uomini, che lavorano per fini di pratica e allora — — utilità che e matti chiamare suol sé medesima, in sente, tale e del viaggio Il di Astolfo Non sì E, Che i donati questi senza poeta potè che un si può vedere sentimento macchiar l'opera Fortunatamente del che questo la ove più anteporre che e narra in : ville fatto porre onori scrittori... in parte non grandissimo un disinteressato mortificarla.* avvenne per tanto parte sol- una il sentimento muova quale allora x"erdel'azione organico si qualche altro i^unto si può In poema. la riflessione d'essere e corderò ri- mille e anche come almeno ha sublimi degli man Non Ettorre; le gran lor, gli fin si essa Achille mille verità palazzi e Dall'onorate Dal si fiero con discendenti Dai forte uè [millee e si puou lor Ma In stati son ne né fama, fine Luna: alla pietoso Enea, com'è Fu, la Ippolito a Mesrisposta,avrebbe quale però, per tutta potuto rileggergliquell'ottava del canto Lodovico. ser cui com' si vuole. essa del cardinale la domanda qui in senz' altro essi la sentono tale e sé stessa per vogliono, quale la disinteressati, poeti veri, quelli cioè i si vuole rappresentazione che i sentimenti intendono non vivente, e acquista un notare la rappresentazi spontanea, movimento jJ IRONIA rigido e proposto freddo a dell' arte, là cioè serie ma esempio le tivamente, rispetta più istin- le preconcetta. Citerò Melissa di e l'ironia! dell'arte,cessa s'immedesima la egli con Questo è il punto da cliiarire e più sottile. È qui il segreto dello le riesce irrealità della della per Logistilla. poeta rispetta istintivamente il la coscienza come poeta dimostra il rispetto delle condizioni non personificazionidi serie perder dove dove intenzione per là dove Ma il 93 CAVALLERESCA POESIxl È là quasi ii:|eccanico. d'essersi e NELLA COMICA il dizioni con- poeta a creazione! sua materia! sua che richiede l'analisi stile dell'Ariosto. * * Nella vede lontananza innanzi han in costruito l' Imperatore che eserciti vendette che il lo già dei Saracini Bojardo, Carlone sala mastra o, Paladini il Carlo quella la per naso e a come per dei mena tempo attorno non passeggia dello spazio, il poeta sé un mondo meraviglioso che in parte dei cantori parte le capriccioseinvenzioni a leggenda, la del ¥: a Magno. cosa del scura impaurito più i tradimenti per posta: né sua rimbambito, che dei delle spesso, vede Egli Pulci, dabili formiciate minac- di Gano, lo vede s' indugia come parlar con Angelica, aftbcato in volto e con gli occhi lustri, poiché si sente toccar l'ugola anche lui. Egli comprende che é da farsa o da teatrino di marionette un tore imperacosì fatto. Elda il volgo, ridano i fanciulli dei fantocci. Il riso é facile quando con burlesca grossolanità si sconci ridicola viouna lenza figura o si faccia comunque alla realtà. Questo non può voler l' Ariosto ; e questo lo pone non egli poi alla in sua già di gran solo, ma tanto si sforzi o altezza lunga ai suoi forse,che alto di dissennarsi quella materia sé di irriducibile sopra — o in — cessori, prede- que quantun- di tirar essa, per ormai, gli resta a su ciò che fino ha parte di troppo 94 PARTE PRIMA inferiore. da assoluto Egli la domina padrone e secondo l'imprevedibile capricciodella sua meravigliosa fantasia creatrice combina elementi ch'essa maraviglia riesce a separa, associa e dissocia tutti gli gli fornisce. Con questo giuoco, che e incanta e sé salvar la per la materia. e quel che han di eterno i illusioni,egli s'immedesima può, non sentimenti della realtà alla consistenza dove prodigiosaagilità, egli Dov'egli può, cioè in sua agli occhi umani e le umane tutto,fino a dar la stessa sua rappresentazione; dove suoi stessi si scopre lità le irrea- irreparabile di quel mondo, egli dà invece alla rappresentazi una leggerezza, quasi di sogno, che si ilara tutta sottilissima ironia diffusa,che d'una non quasi mai l'incanto ne di questa o di quell'opera rompe magia rappresentata, né quello assai più meraviglioso che opera la magia del suo stile. Ecco, ho detto la parola : la magia dello stile. Il poeta di ha estetica la che compreso a verità e ha magia un solo i)attosi i)oteva dar fantastica tanta a mago un parte: sua quel mondo, a a patto che volta, e il appunto ove il coerenza tasse diven- poeta stile dalla suo magia prendesse qualità e virtù. E c'è l'illusione che il poeta sé stesso, immedesicrea a a mandosi noi, e talvolta anche nel si tutto. giuoco tino ad abbandonarvi Ah, quel giuoco tanto gli par bello, che amerebbe di crederlo realtà: non che, di é, pur troppo! Tanto in tratto lo e verso tratto,il velo sottilissimo si squarcia; attrapre, squarcio la realtà vera, del presente, si sco- allora l'ironia diffusa subito raccoglie d'un si improvviso scoppio s'appalesa. Questo scopilo urta mai però non stride, non troppo : si presenta e con sempre. a E oltre sé stesso, ci alle illusioni son quelle che che i il poeta personaggi i maghi e le quelle che a loro creano giuoco d' illusioni, fantasmagorico.Ma non è tanto nel mondo crea fate. la si È a noi e creano tutto e un fantasmagoria rappresentato, che ha sovente. l' ironia ripeto, la stile e consistenza nella meraviglioso accorgimento ha rivaleggiando cioè con irriducibili salvar gli elementi il resto tutto con ha il poeta^ la stessa magia, poteva materia e innalzato renderli prova? vogliamo una magia d'Atlante,nel i un castello,ove la con così soltanto, che compreso, della quale I^e coerenti. poeta rivaleggia con il mago del rappresentazione nello realtà;quanto della stessa 95 cavalleresca poesia nella comica Il XII canto cavalieri : si vi ch'essi le loro donne cercar a travagliano invano credono rapite; tre, Orlando, Ferrali e Sacripante, vi d' Angelica, che essi credon la fìnta immagine cercano vera. d'Atlante, fa che Ebbene, il x^oeta,jnù mago viva in entri Angelica che può rendersi vana come da Atlante per magia. creata e vera Quivi entra, che E cerca il E trova Orlando Di lei Vede usa Chi tor debba Nel suo È di un una lui a di e né sol Nessun incantamento Perchè l' anel che innanzi alla avvenne sopravvenne. donna,, quando gì'impediva; ogni disegno vano. niano in un' altra. Il fa anzi a quello. il velo. in entra lo le a faccia sua eh' ella si pose d'Atlante magia di dimostrarsi,e Ferrali e risolve. ne Sacripante a ostello. rivolve se e -, vago questo a ben Mago; immago sua molto bocca, tutti par quest'elemento, momento di lor occhi dagli Ch'Orlando Fece la il può anello suo quello fraude di trasse Corser per gran pensier, Credette dal immagine vana la non Sacripante e fingendo Atlante Levò veder invan come L' anel quella tutto, ascosa cercar quel castello.Angelica gli poeta siffattamente occhi nostri s' avvale suo, che in illusi la realtà y() TAIITE diventa magia scopre, la la e realtà PRIMA d'un subito sparisce mercè ; d' Atlante realtà: magia Angelica appena avventa crolla e l' anello, ed il ecco si canto l'in- castello reale innanzi quasi consistenza noi. Che in a stupenda finezza questo giuoco! È la magia vera è quella de lo giuoco di magia; ma assumer stile ariostesco. Che ne più volete Volgon pel di quei poveri cavalieri! bosco Quelli scherniti Chi anche li fa andare quinci or quindi or la faccia. stupida incontro in fretta questi scherni a e a guai peggiori! Ma l'amore, signori miei, che se non è proprio proprio una pazzia, tante pur ne fa fare,jeri come e oggi, e tante ne_farà far domani sempre! Chi il mette Cerchi Che è in A giudizio E sebben E mostra altri Vari gli effetti tutt' Gli è una come Conviene questi due immagine su del quest' amore incantati! Ma furono fece far son ; però, che ultimi suo che come versi jeri,là, in quel vi piace; ma pensate che con oggi e creerà domani la via ove fallire. va, poeta dà poggia una per perfetta tanta parte Fontane, giardini,castelli oggi realtà pazzia vi il che sono stesso? li fa uscire. chi dissenna. segnale. espresso, sé selva, gran poema, sì! Se la ma forza, a a più segno smania, non ognun voler, perder una insania non qualch' altro a pazzia per se l'ale; universale: Orlando è di quale v'inveschi Amor savi Che, È In de' pania, amorosa non somma come furor P su e ritrarlo, non Suo pie per per noi larve stenti, inconsi- le mondo altre l'eterna pazzie che l'Amore lontano; ridetene, se fallaci magia immagini delle sue crea illu- jj sioni Se l'Amore, e Frate, L' altrui elle a mostrando, tantino un gravare la « amor per D' die sì colei che uom 8e da Che 'l poco Me ne Che tal però basti tanto m' ora ha lo e matto e stimato era ad qua giusto grado principio s'era messo: prima ; fatto, ad mi or lima, concesso finir quanto a forte, e però subito al furore quasi ingegno sarà mi saggio ha non la favola è fantasia da in poeta perchè richiama venne di voi. fallo. il : mano, la fin cui giusto tono, in Dirò d'Orlando, die ridere il tuo la tentazione gli si muti in allegoria.E là egli difatti vi casca; e risolleva,per fortuna, e lo al vedi non e uomini. vai tu è la verità. Vedete la favola Sotto degli tormento a quelli,potreste ugualmente di voi ridete scherno a 97 CAVALLERESCA POESIA NELLA COMICA IRONIA promesso. virtù magica. Tutto il è, nella rappresentazione,fantasmagorico, primo canto da lampi, d'apparizioni fugaci. E corso questi lampi i lettori, anche ma non per abbagliar soltanto sprazzano Ecco : ad Angelica balza innanzi gli attori della scena. naldo, l'elmo, l'Argalia; a RiRinaldo; a Ferraù, che cerca Bajardo; a Sacriimnte, Angelica; a tutt'e due, e poi Bajardo di nuovo Bradamante, e poi il messaggero, Rinaldo. E questi lampi, dopo il rapie poi di nuovo dissimo guizzo, si estinguono comicamente, con la frode dell'illusione improvvisa. Il poeta esercita,cosciente, dà mai questa sua tempo ; lascia questo e magia ; non dello sbalordimento prende quello; sbalordisce e sorride E fin da altrui e stile ha ho principio lo de' suoi Non va stessi molto personaggi. Rinaldo Saltare innanzi Ferma, Bajardo mio, Che 1' esser senza il suo te che si vede destrier deh ferma troppo mi feroce il : piede nuoce. ! 98 PARTE Per PIUMA questo il destriev Anzi più se ne va sordo Figurarsi se Bajardo innamorato, dunque è il che senno poeta a sì,ma ^el eh' ha qui poeta è del padrone suo meraviglia, può capire. Ecco non d' non giurerei jjroprioche L'ironia a intelletto — ! Il : è dato dal gli uomini (s.19) dice, a mo' d'aggiunta, a II e. avea intendiamoci di satira. ingegno avea toglie bestia, fugge. E padrone suo il destrier — Non il l'Amore una « che che distrugge, clie è matto. Quel destrier,eh' capisce quel si fermarsi voleva riede, non veloce. sempre Segue Rinaldo, e d' ira Ma seguitiamo Angelica lui a umano ». Umano, ! innamorato uomo ci sia non punta una sottilissima una sega, tanti denti, e anche quello della satira,che morde un po' tutti,fino fino, sotto sotto, a cominciar dal cardinale Ippolito, suo padrone. Oh Yi che par che Ferraù modo che bontà gran e de' cavalieri antiqui ! come se sapete,cavalchino insieuie, stato! Il Eajna dice che i romanzi francesi buona fede molti esempii di siffatte magnanime e tre ne dal reca la cortesia Ma che Ferraù Io alla riuscito proposta combatto non una a dei che donna così. Ma avrebbe di Einaldo che non difenderla, cavaliere di cavalleria. cosa per una fosse in recano m'invoca ho Einaldo intenderlo, Per potuto rispondere il duello di smettere preda, io combatto io son invano ». Un e nobile, avrebbe quanto Ferraù non : per se ajuto; combattuto antico, veramente tanto nulla « ombra a pensare difendere buon già dimostrano non bisogna « Tristan non quel cortesie, concludere: Questa è per cavalieri di Brettagna ». Benissimo! due cavalieri dell'Ariosto, la lealtà dei e fatto nel soltanto qui l'ironia consista Einaldo, dopo essersi picchiati a sposto ri- vedono 100 di ha Angelica non ironia,attribuendo corsa e ; fine con caduta al cavallo, che da quél messaggero su un O'è da dèi che saper valor morirne! Ma d' ti levò di donzella. gentil una sella basta: non Einaldo; ecco il povero di Sacripante, re e a piedi. scornato, bastonato alla fin fine può consolarsi,che non resta Ma della cioè,al solito,la colpa gli fa dare il calcio delP asino che sopravviene afflitto e stanco L' alto fugge; soltanto anche lui simili a di e anche i balia n' è per la frode che maghi dell' amore, volete! disgrazie.Ad peggiori.Ce rappresentar E delle della Ferraù, ritrova « staccatosi onde donna, le si tolse », si rimette a poeta si spassa e e mondo un della date in ; che ne ganni, magia gl'in- la mutabilità. non di ritrovar spera ricevute,la l'elmo che gli era cercar frodar a Binaldo, gira gira, si da le botte occorrono fortuna della poiché e ne È fortuna della Oircassia, illusioni pazzie al bivio si scorda e differita, varie magia, dell'amore come tutti ! Il gelica An- avvengono altri le frodi ordiscono. egli rappresenta la finito di confortarlo ancor ronzino: Tn a PIUMA PARTE e tenzone caduto nell' acqua. Or fortuna se Far tu) Non ti (quel che ad pone effetto turbar, dalle onde Ferraù giusto dove tiito caduto a risparmiarsi il Rajna all'episodio di sostanziale. Prasildo L' Ariosto ma glielo corregge Che Ecco tutto. Bojardo. prende così sfoggio di tanto nel Che mio. il voler gligridal'Argaliaemerso l'elmo volesti non avria un spezzato un il cadavere erudizione differenza La al verso l'elmo con sasso Bojardo di e di pietà spezzato un dell'Ar- senz'altro però rimane : pietade; : avrebbe venir in mano, sasso. sempre l' ironia stato galia era comicamente, che nella comica gittate.Un tratto che forse poteva ma Bojardo, è nei versi dell'ombra all'apparir dipingono d'Argalia: Ora Tutto Gli si ricciuto e comico suona a coloro personaggi del e i V orrore di Ferraìi il viso. dal Bojardo, raffigurato stato era non arricciosse scolorosse al Saracino Ferraguto noi a sonar che Ogni pelo E che col poema dimestichezza avevan 101 cavalleresca poesia ner carbone. come poteva arricciare il pelo e scolorir il viso? giuoca forse anche qui, dunque, il poeta! L'altro contendente, Einaldo, spedito da Carlo in cercando Bretagna per ajuti e distolto così d'andar Angelica Xon Che arrivato a il gli avea Calesse,lo stesso la volontà Contro Pel di cor Entrò nel ogni nocchiero, di eh' mar era tornare avea, turbato e spinto dal vento ma, sissignori, di Angelica, si scorda di Carlo di e ritornare, ledonia,facendo or avea Dove E capitatoa all'abbate per più s'affonda strane aver si possano valente. E dimostrarsi Ma ritrovare i non se luoghi,i n' ha L l' opre Acciò dietro Segua la tue al fama, non in Selva Ca- quelliboschi, fati son ancor le dove restino periglio il debito l'Abbate e e e e queste avventure avventure notizia Cerca, diceano, andar Che fretta che pensa. i monachi « potria strane come Che della gran e avventure Risposongli,ch'errando Trovar Scozia,si scorda nella badia,prima mangia, poi domanda una come fiero ; solo nella gran un'altra via ora una, petto tolto, giorno. d' desir che gran il mezzo più molte foschi ; volte. conoschi sepolte. alla fatica ne dica. : »: 102 PIUMA PARTE Il Eajna del barone ma », Carlo può naai « un così convertito Errante in come che le « lo come sia ormai romanzesca fu Magno conoscere a che notare avvertire non tuttavia ospiti danno nel Cavaliere in non cavalleria di ciclo espressamente caso compiace si qua svanito questo parole degli spiritodella poiché sempre » è uno dei principalitra gli Erranti la modestia quanto primissimi doveri,tal che nulla è tanto difficile, confessarsi autori di qualche opera indurli a gloriosa, l)er i e anche di celarsi spettatori, procurano quasi cari allora? Kon E con di spesso anche volte molte dobbiamo satirica,e così forte nel gliaja di valcano ignote divise; ca- gliamici a fidi. più e mi a sconosciuti,mutando sempre insegne, e nascondendosi più dinanzi essi si provano quando che arguire anzi qui ci sia un'intenzione questa intenzione farlo poeta, da che venir meno sia stata volta una arte, che pure eglipiù L' incoerenza di tutti suol rispettare? estetica,di fatti, è lampantissima e inescudi Einaldo nella condotta apparisce libero,ma soggetto sabile,il personaggio non alle condizioni tanto dell' autore. all' intenzione voluto Ho si tenda, questo perchè mi sembra notar da qualche tempo dell' immedesimazione termini. poco non chiaro coni' è nega poca l'altra — li vede il lume giusto mondo, dà Ma — del in vederli o l' immedesimazione raggiunto, non sempre d' entrambe che troppo sforzare i termini con netti la sua teria. ma- precisi,questi e affatto,secondo me, o ha discorso, chi, riconoscendo in gran del e parte la esclude l' ironia l'una — perfetto quasi queste cose sta, ripeto, il segreto dello del poeta col L'immedesimazione a — suo o cosa poiché sempre prima ben col poeta riconoscere, importanza. Bisogna se poeta l' immedesimazione l'ironia a qua, del è difficilissimo Certo delP serie vista gli e l'accordo nel- però trarie, con- stile ariostesco. suo mondo consiste l' in comica ironia questo, che nella egli finito l)ido,ordinato poesia anzi fantasia la con in grossato vede, di- potente preciso, lim- ogni contorno, mondo vivo, quel e 103 cavalleresca che altri aveva insieme popolato di grossolanamente e aveva esseri,che, o per la loro goffaggine o per la loro sciocchezza la puerile loro o incoerenza, ecc. per in alcun modo esser non potevano presi sul serio dai loro stessi autori ; e poi di maghi e di fate neppure messo e di mostri la irrealità che, naturalmente, ne accrescevano la inverosimiglianza. Il poeta toglie questi loro di fantocci di fantasmi, dà loro stato o e esseri dal consistenza e vita, e coerenza, Obbedisce carattere. alla Poi propria fantasia,istintivamente. elemento speculazione. C è, ho detto, un qui la in riesce della quel modo, renderlo in egli s' coerente ajuta la con spontaneo, È Il sforzo. uno la irrealità irriducibile, per morale. il solo di dar fatto dà né diventa non a veder di favola Sforzo senso morale. C vita la di mezzo una allegoria. sistenza con- cui sente dirò così — E perde certa un fantastiche,di — malinteso, perchè allegorico a una tazione rappresen- non effettiva,ed è verità di dare vano e chiaramente che : Ma lo assiste. macchina, poeta intende impalcatura conto speculazione quelle costruzioni a una poeta il resto. tutto con questo giuoco la fantasia il movimento in bile irriduci- mostrar coscienza oggettivar seriamente, senza irrealità di esso. Con quel meraviglioso accorgimento, di cui ho fatto parola più su, egli però s' industria sempre allora il subentra a di non cioè che elemento un fin fatta è da affatto la dimostrazione che ha già si la giurare questa verità né fantastica alcuna per tien dimostrazione che d' alcuna al di poeta non verità morale, e quelle allegorie siano nel poema suggerite dalla rimedio. ilj mondo; riflessione, Quello era per quelli, offriva. L' elemento della magia, gli elementi, eh' esso prema che del meraviglioso cavalleresco non si poteva in alcun 104 PARTE modo E eliminare allora z' altro il lo snaturare senza poeta PKIMA o di ridurlo cerca accoglie,ma al tutto simbolo, o a naturalmente — quel mondo. con — sen- mento senti- un ironico. poeta può, Un credendo non creazione, rappresentarla affatto mostrare rappresentar come coscienza come vero alla realtà della ci se propria credesse,cioè non della irrealità di essa; un mondo suo affatto può fantastico, di sogno, regolato da leggi sue proprie, e, secondo queste leggi,perfettamente logico o coerente. Quando poeta si mette un deve più è poiché vedere vero il Ora un lanuto, abbiamo come anche mondo dà valore Il poeta dove morale e vuol non o in allorché la realtà ragioni quel esse mondo vi trovano fantastica la e è vuole vede, non leggendario divenute si realtà, In più mostra mente aperta- quel mondo suo di uomini stesse elementi irriducibilità ma stessa rità ve- anche preoccupato che come della soltanto vivi passioni; il di quel passato fantastica nella presente, trasportate lontano. tastica. fan- logica,non condizioni salva; d'un rappresentare nostre realtà del di sua ma fantocci, le realtà una effettiva. consistenza agitati dalle e vero; creazione, la meraviglioso di quel creare di è sogno dell'Ariosto. mondo, suo non nanzi posto in- apparenza è preoccupato di larve le avesse caso non effettiva; visione, ma come rappresentare all' elemento non sogno; fantastica del popolato e veri, mossi poeta insomma se poeta gli ha già notato, egli un sia il della irrealità della mostra della realtà condizioni,il critico non fantastica, è il non coscienza vero che sogno di sogno, questo die è sogno, ma ha voluto non poeta s' intende codeste quel se o ma eff'ettiva, in sua e vestite in- Ora naturalmente, capaci di accoglierle, allorché di non li trovano, quegli elementi, l'ironia scoppia,inevitabile, e quella realtà si frange. Quali sono queste ragioni del irresentefSono le raper l' nella comica ironia gioni del buon le ragioni della limiti di senso, vita in che cui il 105 cavalleresca poesia è poeta entro i limiti della parte la dotato; sono turale: possibilitàna- leggenda, in gran e volgari cantatori parte aveva capriccioso arbitrio di rozzi balordamente, goffamente o grottescamente violati; le ragioni del tempo, in fine,in cui il poeta vive. sono il ho com' guidati — e Ferrafi veduto Abbiamo detto Rinaldo e da — criterio un pochissimo cavalleresco; abbiamo dell'abbate Einaldo a in d' cerca realtà levandosi poi a fantastica,tutt' lui stesso chi l'ascolta tan- senz'altro l' ippogrifo.Anche stile riesce dar a meraviglioso, alto tratto, quasi un siglio con- avventure; quell' elemento troppo il in questa d' temesse realtà averne il capoijiro,precipita a posarsi la realtà su effettiva,rompendo così l' incanto fantastica. l'ippogrifo; su Ruggero vola sublime della o le in terra sublimità dalla anche ma volo un a a molto basterà esempii potremmo recare; ma di Ruggiero su quello de la volata la magia dello quando il x)oeta con di insieme, positivo ascoltato t'altri consistenza cavallo a di il quel volo ragioni del presente, che poeta avvista gli gridano: — Cala! cala! Non Per crediate, Signor, sì Ogni all' sera Schivando E a albergo poter suo il poeta dell' irrealità di castello dice — sì ? Lo esso d'Atlante che senza — se d' i^ropriovero! vede la Lo affatto mostrare prima il castello,come di magia ; che l'ale: alloggiar male. Pirenei, con animali stia già sui era Sono su ne fìnto, opera l' ippogrifo era naturale. vero e naturale! Ma sì,generato da un vero, però sempre qu est' ippogrifo è vero! cioè e caniniin lungo che in senta rappre- coscienza volta groppa calar dal il mago, era castello,non 1' ix)pogrifono, ma Proprio vero ! proprio grifo e da una menta. giu- vengono nei monti Rifei. 106 PAETE SÌ ? Ah — proprio proprio ? ? mai vedono PRIMA Oh — st' attenuazione, Dio ; e come ne che va non rari.,. ma vengono, se ne Que- a ironica, mi fa pensare quella farsa napoletana,ove un impostore si lagna delle sue sciagure e, tra le altre,di quella del padre, che, prima di morire, penò tanto, ridotto a vivere, poveretto, vazione so senza non fegato: all'osserper quanti mesi che senza si i)uò vivere, concede fegato non che sì,ne ma aveva, vuol non Ha passare. d' E Ma che ! Una Alcun dal dice E Ed A me poema; di crederci. altezza sua cima a eh' ella è alchimia ; forse par Tmeglio poiché oro, lo deve a : Signori — bisogna meno; che bisogna Ecco — il la qua di aggiuDga terra. di tal si parer impostore, e ciel s' a muraglia mio farne mio qui anco da la città d'Alcina: sia dall' alta oro come Come la ne gl'ippogrifi; l'aria di dirvi posso io, fin dove i)osso, mostri gran muraglia che cinge Par Così Proprio proprio miei, di codeste fole io non che c'entrino, nel pure ... ecco! poco, rari! ma vengono; poeta prettamente fatta,tutta oro ? dilunga e forse eh' erra, intende me d' : sì ri splende. dir voi meglio il poeta? Sa come è tutt'oro,quel che luce »; ma che deve non a lui oro Per intonarsi ». poiché sì risplende... quanto parere, rato più può con quel mondo, fin da principio s'è dichiave « « matto continui e la il come suo accomodamenti va Cose Che E j)er e le lontan da quel narrandole stimato ragioni dalla che tutto stabilir le condizioni materia, tra leggendario Chi È eroe. sua i)OÌ, bugiardo ne 1' accordo inverosimili del di patria, vede se rimane tra quel presente. Dice: già credea, non giuoco un lontane j gli crede, j di sé sato pas- 108 PAKTE tazioiie che cui è riuscito stessa,in così si senta essa e in salvarlo,ha corso Pinabello; maganzese lettori mostrare suoi sale il dalla sentirsi fa Di si riduce lotta con fumo (e qui predire in monte monte del vedersi tutti gV illustri inaccessibili, monti al mare, trova ella vi se l'albergo mangia) ; d' e altro in uno bosco, mago; le resta eh' ella e, sissignori,doi)o affannata tanto aver travagliata, dall' ippogrifoil suo rato. Ruggiero libeche di ricevere le congratulazioni di portar via Xon coloro insieme di e del Pirenei; s'impadronisce de l'anello; Atlante; riesce a romper l'incanto; scioglie il castello si vede mano fin sui tanto, dopo essersi corso dice non Ruggiero: suo softrire Melissa maga tamente aper- essa, i)erireper le poeta tazione rappresen- la via riprende in di modo sentimento mostra non del discendenti; e poi va, va per balze, traversa torrenti,arriva ov' è Brunello e il supplizio di dito a poeta cerca rischio per coi il irrealità di della Bradamante qua per si là dove anche coscienza ^cco così trasfondersi a voglia. Il oggettivato, spira dalla ironico, in somma, stessa PRIMA s' era non e di liberare curata ! Ma neanche queste, perchè: Le donne Delle E Che L'Ariosto e i cavalieri superbe fuvon di molte tal franchezza fuora alla campagna stanze lor si trovrir un a cui gran ne dolse; piacer lor tolse. umorista vero aggiunge altro. Un si sarebbe lasciata sfuggire la stupenda occasione non di descrivere l' dele nei cavalieri gli effetti nelle donne improvviso sciogliersidell' incanto, del ritrovarsi alla del perduto bene della schiavitù e il dolore campagna, per nella una non libertà che realtà nuda e dal cruda. bel La sogno li faceva descrizione manca jjiombare affatto. L^ IRONIA Il NELLA COMICA descrizione, invece, un' altra in poeta si compiace 100 CAVALLERESCA POESIA lieri compiaceva di scherzare coi cavazione che venivano a sfidarlo;voglio dire nella descrivorrebbero di tutti quei liberati, che comica la per impadronirsi dell' ippogrifo^ il quale li mena già come campagna si Atlante : fa la cornacchia Come Glie il seco cane or iu là si or qua arena secca lìieua. quell'altradescrizione? Ma perchè il teria, poeta si è i)osto fin da principio,rispettoalla sua madel tutto in condizioni opposte a quelle in cui umorista. si sarebbe messo un Egli schiva il contrasto 1' accordo tra le ragioni del presente e le condizioni cerca e Perchè manca favolose di quel mondo ironicamente, perchè, com' ironica passato: detto, è ho d' accordo quell'intenzione ottiene sé per si, stessa 1' eifetto[è che ma ; lo realtà nella si aftermano come non quelle condizioni rappresentazione, si sciolgono, jjer dirla col De Sanctis, nelP ironia, la quale, distruggendo il contrasto, non può più drammatizzarsi comicamente, ma resta comica, dramma. senza Si affermano invece le del ragioni presente trasportate investite di quel mondo lontano negli elementi il capaci d' accoglierle,e allora possiamo anche avere seriamente finanche e dramma, ma tragicamente rappresentato I Ginevra, Olimpia, la pazzia d'Orlando. due elementi comico mai. si fondono non e tragico e — Si fonderanno lungi dal mostrar fantastico che ; ben di necessità palesata in tanti ben — in un' opera, coscienza lungi non modi dal quale il ijoeta,ben nella della irrealità di cercar è possibile con se la coscienza lungi dal trasportare in quel ragioni del presente per investirne d' accoglierle ; darà a questo mondo esso quel mondo l' accordo, non ironicamente, di quella irrealità ; mondo fantastico gli elementi fantastico le capaci del pas- Ilo l'ARTE sato consistenza Don Quijote,e gli porrà continuo e soffrirà chi A e con due parole Cervantes messo come ha in ha gli darà e dei contrasti in lìn cui sua tura crea- degli urti. e somiglianze semplicemente por le condizioni questa se e il ma i)er ani- in di entro essa Cervantes, basterà in mente porrà vera contatti cerca in lo chiamerà e contrasto, in urto presente. Doloroso, perchè il col viva viva, corpo, lo e doloroso poeta sentirà e di persona quelle fole tutte PIUMA tra l'Ariosto bene da in il e chiaro principio il quelle in cui s' è l'Ariosto. Don Quijote non finge di credere, l'Ariosto,a quel mondo meraviglioso delle leggende ci crede sul serio; lo porta, lo cavalleresche: sé quel mondo, che è la sua gion rarealtà,la sua d' messo é l'Ariosto eroe realtà La essere. suo che e porta e sé in sente altra; e con questa realtà in sé, egli é come sperduto nella leggenda. Don Quijote,invece, che ha in sé la leggenda, é come sperduto nella realtà. é vero Tanto che, per non vaneggiar del- tutto, per ritrovarsi in qualche modo, così sperduti come sono, l'uno si mette la realtà nella leggenda; l'altro, a cercar la leggenda nella realtà. Come si ben vede, Sì: vi dice a vento, ma ho i sono condizioni al tutto oi)poste. Quijote,i molini a vento son anche io. Don giganti: non scambiato il mago ma Don due son per Freston ha giganti i molini cangiato in molini molini jote, Quivento; a a vento giganti. Ecco Sì : il mago la vi leggenda nella realtà dice l'Ariosto,Ruggiero Freston, cioè la stramba evidente. vola su l' ippogrifo: immaginazione dei miei a antecessori,ha cacciato dentro questo mondo anche bestie siffatte, e bisogna eh' io ci faccia volar su il mio Euggiero: però vi dico che ogni sera egli se ne va all'albergoe schiva Ecco nella leggenda a suo potere d'alloggiar male. evidente la realtà. l' ironia comica 111 cavalleresca poesia nella dere intanto, altro è fìngere di credere, altro è crestessa sul serio. Quella finzione,per se ironica, accordo la leggenda, la quale, con a un può condurre abbiamo si sciogliefacilmente nelP ironia, come duto, veo stico, un a o con jìrocedimento inverso quello fanta- Ma cioè a una di parvenza si lascia momento lascia a a un maniaco, si lascia non viene ma dalla altro atterrare rompe di templarla con- darvi a fìnto,che castello un a e più si contenta scioglierein fumo, che vero, resiste un per inverosimili lontano, è abbattersi tratto un vento forme non da modo suo Altro cozzo. d' in questo maniaco se a di alterare fantastica contemplazione il naso, ridurre impalcatura logica,si lascia realtà. La realtà vera, invece, se con a si molino un come gante gi- un immaginario. 3Iire — aquellos que de molinos las merced, grida San elio al vuestra aspaSj que allì viento, y se lo que elìos en del viento volteadas que no parecen padrone, suo gigantes, son sino hrazos parecen luicen andar la son piedra del molino. Ma al Don Quijote volge uno sguardo compassionevole panciuto scudiero, e grida ai molini: suo Pues — Briareo, La che lo haòeis me hrazos mas lui, oliimè. E noi scoppia per quest'urto qua poeta di quello che cerca ironia,che nega è il riso uno ridiamo. con là per nasce quel mondo con los del que gigante de pagar. paga diverso L' movais aunque dell' ironia comica, il realtà è l' accordo fantastico la realtà appunto la Ma di per riso ben che mezzo il l' del- quel mondo. l'altro il riso dell' umorismo. Allorché smarrisce Kessuno Orlando del tutto urta anche il senno, lui contro la realtà e schera, armi, si smasi spoglia d' ogni apparato leggendario, e precipita, uomo nudo, nella realtà. Scoppia la tragedia. può ridere del suo aspetto e de' suoi atti; getta via le 112 PARTE può vi quanto si non di comico esser tragico del suo Don Quijote l'Kl.MA in è sux)erato dal essi furore. è matto anche è lui; ma che matto un anzi che si veste, si maschera spoglia; è un matto di queir apparato leggendario e, così mascherato, muove serietà la massima con le verso ridicole sue avventure. sono Quella nudità e questa mascheratura più manifesti della loro follia. Quella, nella ha del comicità. ridiamo però non Noi delle sentiamo che così che qui ridendo, o de neir e 1547. anno di Applico qui « pag. Erliabenheit 243). Ma come il comico accettabile estetica. sua Vedi Estetica,pag. in che doveva, gico, tra- commiseriamo stesse la questo in Alcalà che lugar un la famosa che gegnoso V in- Henàres de taglia bat- magnanime tante come effetto! strepitosamente ai)parecchiate, del Lipps Komik clie definisce und durcli spiega questo La questa ottenere a capacitarmi so der si 434. i)eròdal non stesso.^ Noi piuttosto formula quelle su Don Non stesso? per è del non proprio capacitarmi Quijote sia nato en so cavalleria la pur mascheratura, sua superato, poeta non Lepanto, imprese della ^ il mio, non gentiluomo Mancha, lui ma ; commiserando. conto la in tragico della il comico è riuscito Come è di sua nudo quel questo mascherato, è anche ridiamo nella dal quella nudità è annientato insomma passione. Sentiamo furibonda il comico di segni cità, tragi- sua tragico dei furori comico di attraverso ma Per dal il comico come di vi quanto v/ ; tragico della del ridiamo prodezze annientato tutto ha comico; questa i che spiegazione ragioni critica che del dieselbe superamento dà il infirmano Croce nella V appunto » smo: umori- (vedi Ojj. cit., del comico Lijips non tutta seconda la mi sua verso attrasembra teoria parte della l' cader nel potè dire nella comica ironia vuoto, così che ai cristiani : V cavalleresca arguto Gran 113 di Selim Visir vi abbiamo Koi « — poesia tagliatoun cbe ci voi prendendovi V isola di Cipro ; ma avete fatto,distruggendocitante navi subito ricostruite t il giorno dopo ! La barba, che ci è rinata so non battaglia di Lepanto^ capacitarmi,dicevo, che la famosa braccio » i confederati di cui cristiani non seppero — trarre alcun la espantabley jamas sia qualcosa come non I)rofìtto, de los molinos de viento. imaginada aventura dice Don Quijote al suo fido scudiero, Questa è, servizio e a questa è, Sancho, buona guerra, gran — — — toglier tanto mal vedeva I^on dunque Dio in molini a Forse vento erano, di L' isola una fiero la per ancor caldo Gran Visir! turco Don al buon terra! Quijote Sancho. parevano Spagna. Cipro poteva premere i Turchi nelle domenicano, papa della ? contro guerra faccia il turbante quei giganti, che a cai)o dalla seme poteva signoriveneziani, Pio Y, a premere cui vecchie vene fremeva giovinezza. Ma a que' bei dì di primavera, quando il Torres giunse in Ispagna, inviato dal Papa a patrocinar la causa de' Veneziani, i festeggiamenti sontuosi di verso Filippo II moveva Cordova di Siviglia: molini del e a vento, le navi Non il sangue ai della Don Quijote,però: dico per il Don Quijote, della Mancha, ma di Alcalà. Eran non giganti veri per che cuore di gigante mosse incontro lui, e con a loro. Gli avvenne ad male, ahimè ! Ma all' evidenza, come alcun alla sorte volle nemico, come ingrata, egli non per arrendersi mai ! E disse allora che le cose della guerra mutamenti: soggette più delle altre a continui la verità,che il tristo incantatore pensò, e gli parve tolto suo nemico, il mago Freston, colui che gli aveva van i libri per e la casa, aveva toglierglianche cangiato il vanto della i giganti vittoria. in molini 114 I»ARTE Questo soltanto I Una mago. Molti lian Cervantes di alla come Terceira, piuttosto clie eroica natura sua finanche la stessa Tassoni vero, si è il nel sta del in costante della realtà. Ma questa la ragione cui per fu Bouterwek, tutti,o più volume: d' arrestare hanno nel che mondo e e il desiderio quello nel dell'autore altro stesso avessero noi ci autore; a del condo se- stato che le degli uomini pite cavalleria,le quali,colDon vero Quijote,non all' esecrazione del più tanto in e hanno biamente indub- tutto. guarderemo quei dì è non stravaganti storie della morte da quella del suo a camminano traballando più se non Ora della altro tìne che ha non a che distruggere V importanza presso il volgo i libri di cavalleria, e cadere prologo chiusa nella e attenuti sono di di abbandonare a del Sismondi si meno, cioè il libro che quello o capolavoro suo le e che, se mai, del libro,non le vedute dichiara Cervantes lo stesso natura, composto. iiaammissibili come le tendenze dell' eroismo spiegazione astratta una suo il nostro nostra esperienze essere il fra noi, quelle prosaiche della e prima |3arte del false vera e ciò che e la luto vo- Qualcuno, è ragione del Culagna. che è si tardi generosità Scartate e di dire più cui per Figura creasse della vorrebbe ci dà Quijote.E il Cervantes Conte a dalla Trista illusioni le dure Carlo il Don che tino panto Le- epicamente, meglio convenuto il Cavaliere contrasto, poetiche fra la come suo di Y, o la stessa spedizione delle Azzorre, i)otè ragione spinto di Miguel cantare sarebbe trionfi supporre buon lavoro libro un comporre per la ragione per cui Saavedra, prode soldato, reduce gesta del Cid o i giornata di Lepanto o concepire un tipo come eroe gli tolse,il triste mano la libertà. cercar le e una poi voluto de e Anche e mano, PIUMA bene che è noto Ispagna contraddire dal a i libri tutti di allo qual'potere cavalleria e 116 ad PAKTE tutte esso che quelle cure valessero meglio conferito fecondarlo. a scoprivano non evo latini. Era greci e e quegli Di elementi razione questa conside- potuto farsi forti tutti coloro che nel avrebbero medio PRIMA anche so che questo un allegorienei poeti modo di sciogliere rapporti logici le creazioni della fantasia. Certo, dar vita a una a quando un poeta riesce veramente sua creatura,questa vive indipendentemente dal suo autore, tanto che noi possiamo immaginarla in altre situazioni in cui V autore non pensò di collocarla,e le intime vederla agire secondo leggi della sua propria che neanche autore avrebbe 1' vita,leggi potuto in cui il poeta riuscì violare;certo,questa .creatura, far a e a instintivamente,ad assommare raccogliere vivere tanti iiarticolari caratteristici e tanti elementi sparsi qua e là,può divenir poi quel che suol dirsi nelF intenzione dell'autore era un tipo,ciò che non in della creazione. neir atto Ma si può Cervantes! dir può Si veramente questo dire e e del Quijot del Don sul serio che sostenere tenzione F in- del mente il suo libro era solapoeta mei comporre del ridicolo ogni quella di togliercon 1' arma il autorità e prestigioche avevan nel mondo e presso a fine di distruggernei mali volgo i libri di cavalleria, e che effetti, quel Chi suo il si non capolavoro tutto è Don Egli in poeta sognò quello che Quijote,e perchè è fondo non ha — e in porre noi I ci vediamo mai ritenuto di ? pazzo tutti lo riconoscono — che Yuol aspirazione:la giustizia. teggere promedio rii deboli atterrare i prepotenti, recar e a gli oltraggi della sorte, far vendetta delle violenze della malvagità.Quanto più bella e più nobile sarebbe la vita,più giusto il mondo, se i propositi dell' ingegnoso gentiluomo potessero sortire il loro effetto! Don sentimenti, Quijoteè mite, di squisiti una sola prodigo e e santa non curante di sé,tutto per glialtri.E come l'ikonia ! parla bene nella Quanta franchezza ciò die tutto dovere, un comica e dice! Egli tutti i suoi E cavaliere virtuoso le e ; ridere,dall' altro fanno ! l!^oi tutti ci amiamo da disgrazie se sue come far questo ci canto un profondamente. commuovono voleva il Cervantes Se sacrificio il nelle intenzioni, atti,almeno di gratitudine. e /lov'è satira la allora quanta generositàin e considera d' encomio meritevoli son 117 cavalleresca poesia dei strazio dunque libri cavalleria,per i mali effetti che essi producevano negli animi de' suoi contemporanei, 1' esempio eh' egli Don è calzante. L'effetto"che quei reca con Quijote non è disastroso libri producono in Don se Quijote non non lui,i)er il povero Hidalgo. Ed è così disastroso per solo perchè l' idealità cavalleresca cordarsi non poteva più acdi la realtà con dei nuovi tempi. imparato Orbene, questo appunto, a sue spese, aveva de Saavedra. 'stato don Com' era Miguel Cervantes del suo eroismo, delle due archibugiate egli rimeritato della perdita della mano nella battaglia di Lepanto, e schiavitù della sofferta dimostrato valore dell' modestia illusioni s' era e lo a d' nutrito qual tratto avevan S'era ogni compenso ne la sorta delle vita Ma a in sui campi che sorte cavaliere armato per cause più alte giuste e nobili Dopo aver impieghi indegni commissario il come affrontando avuto! aveva I^rima scomunicato, da forse combattere a combattuto, aveva sempre stentato in di in pagine immortali? scrivere luminose! rischi e nell' assalto Quijote, Don suo Algeri, del biltà Terceira, della nodell' ingegno, della Javuto i sogni, anni cinque animo, della grandezza paziente! che sorte avevano generosi, che di battaglia e le per di mici ne- sante, e idealità, mente miseradi lui; proviande litari mi- Andalusia; poi, da esattore, truffato,non va finire in prigione ! E dov' è questa prigione ! lì,proprio carcere lì nella della Mancha! Mancha, nasce In un' il Don oscura e nosa rovi- Quijote. 118 Ma già era nato in Alcalà nato de PARTE PRIMA i^rima il Henares di combattere Quijote: nel 1547. Non veduto s' era riconosciuto,non Don vero i contro s' era ancor bene giganti e d' : era ancora aveva duto cre- in capo avere della carcere Lì, nelF oscura Manclia, eglisi riconosce,egli si vede finalmente; si che i giganti eran molini V elmo a vento e accorge di r elmo Mambrino. di Mambrino di sé stesso. folle! vii un piatto da barbiere. tutti i suoi dolori. Bidono Si ride vede, e Ah, folle! folle! rogo, tutti i libri di cavalleria ! che plusvalenzafutura! Leggete nello Via, al Altro l)rologoalla ijrima parte ciò ozioso lettore ordine naturale Io : « ho non che vuole il Cervantes che stesso dice all' potuto contravvenire che ogni l' al- generi ciò cosa somiglia.E così,che cosa jjoteva mai generare lo sterile e mal coltivato ingegno mio, se non la storia d' un e capriccioso,pieno figliorinsecchito,ingiallito di pensierivarii non mai finora da alcun altro immaginati ogni ; generato com' ei fu in una carcere, dove 1 angustia siede ed ha stanza ogni tristo umore si spiegherebbe altrimenti la profonda amaMa come rezza l'ombra che è come seguace d' ogni passo, d' ogni d' ogni folle impresa di quel i)overo genatto ridicolo, tiluomo che le » della È il sentimento Mancha? isi)ira l'immagine stessa coni' è del dolore di nell' autore,quando, lui,si vuole frutto così,perchè la riflessione, il ha suggerito all'autore Perchè chi sa se Cervantes non nell' oscura e cantò sentimento carcere e come, Don non Quijote,che nel già nel loro,ma rienza, espedel vuol trario, con- punirsi di lui. Campèador? l'immagine quest'eroe non gli s' affacciò veramente, un'angosciosa invidia! Tra si vuole d'amarissima il Cid rovinosa che pena materiata ridicola. E torto il suo per cui riconosce la derisione che gli altri faranno con di a Ma di destargli tempo volle vivere fuori del tempo e fuori suo l'iroì^tia del vissuto erranti, il potè tempo, storia, del i)oeta, Presso creato a le altre sé stesso nelP di sé che solo non uomo ideali anche il Ma Don che è follia eh' mal fatto che sogna nelle terra, di bastonate volgari ; quella egli fede fiamma si ostina di quali che lanciarsi vede in gli spuntoni, che ne e tutti fanno riempir a non al avvenne tutta ci vuole è riesce a mostri, le intanto va gli sterpi strazio, pigliar vento, con e e paccio stoppallone jjovero acceso, gli d' animo misero un peador. Oam- non nobiltà quella ma animo coraggio quel fede Cid prova, combattere a giganti incespicando di tenere a rappezzato, e ; lettiva col- straordinaria, a ma ; rate smisu- le leggendarie, Ooraggio più non riesca d' animo cende vificoltà dif- maggiori immaginazione i)oeta, ajuti. Questo fiamma frutta una che dall' mune, co- quelle modello a maschere grandezza Quijote! nohilissimo, i)renda fai realtà tutte le manzo ro- /^i era che personaggio un su che dalla da jl meglio, leggenda astrae vita, d'un grandiose tempo la appunto messe fantasia una senza pre- aveva leggenda Ora creano che queste alla carcere, dalla della un dalla della cavalleresco idealizza, Perchè immagini che, leggenda flttizii,o cavalieri. ai esistenza. fittizio, ma far romanzo sorto era ordinarie, o il materialità dalla avevano Oampeador quella personaggi trasforma, Accresce, poeti dialogo! genti intorno Old il e in un cavalleresco formata dei sogno facilmente avvenne non nel o cavalieri i ajutando sua leggenda nella mondo, 119 cavalleresca poesia nella comica gli miseramente. nuvole, terra stecchi e VI italiani Umoristi è mia Kon la capi dell'umorismo storia Italia. in segnatamente prima del parte mio moderno divisioni le e sommarie, il alquanto trattenendomi nostra dall' trattato ho sottile girato attorno, da meglio A qualcuno contradizione recati di tra scrittori la nota Ijarlato in che del mi ha tuttavia ma circuirlo per vuol resto ticolari par- disviato ha essere analisi. minuta e più storia nella mi del dare ritar- certi presso non penetrazione fatto proposto ero da principale,che argomento con che mi particolari condizioni letteratura; certe a arbitrarie divisioni forse se genti sommarie le une, queste osservar a delle dimostrato. aver cammino, aspetti, certe mai a han vamente esclusi- preconcetti, arbitrarie e questa fenomeno certi di in quanti a prerogativa a intorno considerazioni della base latine genti soltanto, un una sembra mi discussione spedito, sia considerazioni, e altre, come La voluto quasi in anglo-germaniche, Ho esso e le presso sommi per neppure lavoro, oppormi che sostenere voluto tracciare intenzione più sempre e Vi netrarlo pe- ogni parte. forse il mio avrà assunto italiani,nei principio di due trovare gli esempii e quali umorismo, vero di creduto ho non ricorderò maniere d' che una finora sciuto riconoio ho intenderlo, e 122 PARTE ho (letto che il qui : cioè,se largo nodo vero V umorismo cui con PRIMA questione è appunto della debba inteso essere si suole comunemente più stretto soltanto;o in un senso peculiari caratteri ben definiti,che giusto ho — modo detto se — così letteratura inteso d'intenderlo. in Inteso può ne antica trovare stretto è i)er quel in gran non particolare, e in moderna come senso intendere, e in Italia con nel il me largo senso nella cojna d'ogni paese; proprio, se ne troverà parimenti, ma minor in molto copia, anzi in pochissime espressionieccezionali,così presso gli antichi i moderni d' ogni paese, non essendo come presso rogativa predi questa o di quella razza, di questo o di quel temilo, ma frutto d' una si)ecialissima disposizione intimo naturale, d'un psicologico,che può processo avvenire in un tanto dell'antica savio Grecia, come Socrate, quanto in poeta dell'Italia moderna', come questo è lecito modo per sta a concludere che di casa.\ ì^on della saremo a essa ha non è lecito sentir a volta non dello nei lo una che soltanto stesso nostri,ma avvertono. riconoscer quel o letteratura, umorismo, e applicar a dimostrare per più lor i soli l'uno vi l'umorismo negli stranieri, lingua diversa, quel particolar si avverte stranieri me per capriccioquesto a applicar la familiarità per non assumere e un'altra a causa che però d'intendere l'altro e Manzoni. Alessandro ^on senso sapore, espressivo nei quali intanto gli Così facendo, noi strumento traccia d'umorismo nella pio, gl'Inglesi,ad esemdella loro un a umorista, il Chaucer, porre capo il quale, se mai, può esser si considerato per tale,ove l'umoiismo sul senso assuma più largo, in quel senso cioè per cui può esser anche considerato quale umorista nostra mentre letteratura, il Boccaccio Nessuna contradizione e con tanti vedremo altri scrittori nostri con tradizione,dunque, da parte è in coloro che, dopo invece lui. nostra. aver La affer- 124 PARTE aftatto ha averlo: dello d' bisogno dipende questo scrittore;ma, la meno o o satira,o r ideale del i)iùo tragico o burla, ecc. verso e la o non o dal d'effetto, i)ende asj)ro, il comico, di non o verso contrasto tra dice clie si ha l'invettiva, l'ideale del offeso resta poeta realtà;la commedia, dalla sdegnato meno giuoco un realtà,e l'ironia,la satira, se e averlo personalità,dall'indole amaro, sia tutto poeta acerbamente dalla il la che etico,può naturalmente, dall' esserci prende qualità e muta verso verso Olii crede fondo un esserci,l'umorismo riesce cioè più o meno più PlIIISrxV la se farsa,la beffa,la caricatura, il grottesco, se poco della realtà in contrasto ne sdegna e delle apparenze sé è piuttosto indotto ridere più o meno mente; fortecon a che e poeta infine resta non bonariamente, d'avere e con si ha l'umorismo, se l'ideale del offeso e non si sdegna, ma transige indulgenza un po' dolente, mostra dell'umorismo anche Certo po' superficiale. un disposizione d' animo in contrasto ma d'esser E ideale un molto ? No. ma del la realtà con può La che o in limitazione si chiama certo dipende l'ideale sdegnarsio di questa dell' ideale di ridere dalla questo o sigere; tran- in verità radicato. limitazione deale dell'i- sarà,se mai, quel particolarprocesso non cologic psi- umorismo. buona dunque una aspirazioni e via dicendo: star fede, le tolleranza,il molto unilaterale dimostra transige non di sé e profondamente l'umorismo conseguenza Lasciamo poeta; troppo che sicuro consisterà causa, veduta una volta lo la gl'ideali, scetticismo, la che le nostre lettere realistico, fin quasi dal loro inizio,furon bene assunsero zioni disposicondizioni favorevoli e all'umorismo; l'ostacolo maggiore fu la retorica imperante, che impose leggi e astratte di comi^osizione,una di testa, letteratura norme quasi meccanicamente costruita, in cui gli elementi il giogo. soffocati. Infranto soggetti\d dello spiritoeran carattere UMORISTI detto, di questa poetica intellettualistica dalla rito, soggettivi dello spiappunto degli elementi il movimento rismo caratterizza romantico, l'umoaffermò in Lombardia, liberamente, massime abbiamo ribellione elle si che del così detto in della storia ci furon il sempre Fra del e Ma solitarie scuola e anime alP intelletto momenti di tali ribelli,e nei varii dialetti si espresse regole levata ribelli sentimento sempre questo clamorosa periodi, in tanti altri d' ogni nazione avvennero popolo che imjDarare a senza e altri letteraria e ribellioni, ci fu volontà tanti il campo. fu V ultima romanticismo della fu italiano romanticismo di scudi 125 ITALIANI leggi. questi scrittori solitarii ribelli alla retorica,fra i dialettali bisogna confusione nostra gli umoristi e, in senso largo, troveremo in gran copia,tìn dagliinizii della nostra ne in Toscana; nel senso vero letteratura,segnatamente trovano e non se ne proprio pochi ne troveremo, ma di pilicerto nelle letterature degli altri paesi,ne questi da meno dei pochi stranieri,che a pochi nostri son son noi una rilievo Solo mano. lo non ci quelli,se sempre dita d' cercar abbiamo son messi ben di s'avverte, da che il valore saputo pregiare, né innanzi mai avvertire e contarli il sapor né continuo, le su dei nostri, bene metter e in distinguere a dovere, perché alle loro singole e specialissimeindividualità la critica,guidata nella maggior parte delle nostre storie letterarie da pregiudiziiche non hanno nulla che vedere e l'estetica da e ha generali, non saputo a volta a volta adattarsi e piegarsi,e ha dicato giucome errori, eccessi o difetti quelli che eran con caratteri giudizio libro peculiari. Dico troveremmo come scritto in capolavoro o I o, comunque, la Vita italiano,da d'umorismo capricci di questo nelle e Giusto criterii nostre opinioni di soltanto: Ohi sa storie letterarie Tristram che d' un Shandy^ se scrittore italiano,chi sa che uno sarebbero, ad esempio, la Circe Bottajo, se scritti in inglese, da 126 PARTE scrittore uno di Gian PRIMA inglese,o magari Carlo Vita di Cicerone la stessa Passeroni! Discorrevo, qualche anno fa, appunto eultissimo un signore inglese,conoscitore con della letteratura Neanche — Machiavelli? nel riconoscono umorismo nella Ed mi — novella io pensavo di ; a cui la sintesi ogni domandava Machiavelli? nel alla grandezza nuda mai di vestirsi a nel la forza discorso distrusse col intimità maggiore contro smontò coi ; che ogni riso; di delle più arguta T analisi strumenti forma guardaroba dai fatti ; che logicavenne sempre confusa reagì con ideale ebbe che nean- questo Sommo pochi comprese ogni macchina dell' esperienza e del nessuno non Belfpgor? più sottile;che di egli critici I vostri — neanche andò nostro, che non della retorica;che come cose questo, profondo italiana. meraviglia (Juasiincredula. con di due gerazione esa- che pensavo stile di lui e e più acuto furono spiritod'osservazione;che poche anime la sua come disposte all' apprensione dei contrasti,a ricevere gruenze più profondamente l'impressione delle incon* della una — co^e e dice il D' Ancona che questi pidocchi,'traggo calpesti per questa anche: vergognassi »; ma pensavo che FaccioI perchè Via sfogare anche cioè: alcuna « da a : il cervello mi se talvolta scrisse questa malignità di questa mia Però volgarità», e moltitudine volgarità,tanto alla via non il mi' un' acuta il Machiavelli di se Così involto muffa, vedere io rido ho « o non anche si mescolò sorte, scudo per volta tamente giudicarlaastrat- a « — prima vista,trivialità a egli,il Machiavelli,alla fino che, parendo a molti un delle minuzie quella certa cura pensavo dell'umorismo carattere e vita; se e tra sfogo contento la se ne canto quest'una angoscioso pianto; osservazione adopera del De la Sanctis, tolleranza che UMORISTI 127 ITALIANI già la tolleranza comprende e assolse : non dello scettico, delP ebete, dello sciocco;ma indifferente la tolleranza sente odio contro la materia scienziato,che non l'uomo e studia, e la tratta coli' ironia delch'egli analizza ti tollero, non superiore alle passioni e dice: perchè ti approvi, ma perchè ti comprendo pensavo dello — » — tiamo che, a farlo apposta, se li metquesti elementi in tìla, son x)roprioquelli che gì'intenditori delle letterature riconoscono straniere proprii dei veri e più celebrati umoristi Dio e intende,inglesio tedeschi), (s' lo perdoni me non più se i)iangere o ridere sapevo a tutti — — di tutte le detto... che meraviglie so! delle che questi intenditori Lettere cV han drappiere un sempre degli e altri scritti ci Gionata Swift! politicidel decano A straniere questi intenditori,che delle letterature i soliti cinque o sei scrittori umoinnanzi risti, pongono basta dare della letteratura nostra un giudizio così fatto : « è riso non L' opera dalle ne assume un' nomi; basti geniale destato di dalle tasia, fan- gini, imma- di ricordi, gajezza accademica il sentimento profondo della lo Swi/t, di/atti!), della natanto tura, patria; o meglio altra,acre Sivift!),che nello scherzo cose, ilarità;manca famiglia (e ne aveva e è fugace d'impressione erudita della d' arte accennare d' ricorda che e in manca quella forma che violenta/ie Persio e gaja miele, difatti, Giovenale., Non le tradizioni fo rito classiche,lo spinel vocabolario, imitazione, la lingua ristretta del popolo, impedirono nell' arte schiva la libertà di mour: atteggiamenti, di forma, di stile indispensabile 2i\Vhualtri ostacoli,il Papato, la dominazione straniera,le discordie intestine,la boria regionale e le accademie e le scuole impedirono la libertà politica, religiosa,scientifica. Xe affliggeantico male; in scienza pedanti, in arte retori,nella vita attori,solenni sempre o gravi, insofferenti di analisi,corrivi alle grandi idee, lente esperienze,cercatori di e sdegnosi delle modeste come 128 PARTE tesi di e antitesi,vaporosi manierati o le forme il La letterarie empirici, atei o lo straniero hanno è coltura nostra o mistici, strati,e a persiste dentro tipifìssi ; testo, altre parecchie fanno non noi; generazione fa una ; così le note a si pensa e o riflesso, per reminiscenza per fantasia;così reale della vita, si ottunde sfugge il senso quella sente ne per libertà di e si ; non e barbari. nazionale; sempre PRIMA percezione e di attitudini riproduce il circolo vizioso perchè mancano mutano perchè non : le sorgono queste che mancano crea smo l'umori- risti gli scrittori umocondizioni adatte, gli scrittori. Il difetto è alla radice ; poco sviluppato lo spiritodi curiosità intima. L' humour vuole V uno e ; fioca la nota r altra; vuole scienza Ho citato altro di noi presso P j)ensatore e divise son artista;ma loro tra e l'arte divise e la dalla ».^ vita un il il Machiavelli. piccolo Citerò,a questo proposito, che nostro atteggiamenti,di forma, Vhumour cui non di quella « libertà stile,indispensabile alebbe il e le scuole Papato...le accademie impedirono la libej?tà politica, religiosae scientifica », insofiferente d'analisi, un pedante in iscienza e retore in arte,uno che ebbe poco sviluppato lo spiritodi curiosità, Giordano ecc.: Bruno, se permettete, academico », di nulla a « academia, autore, tra l'altro,dello Spacciode la Bestia trionfante,della Cabala del Cavallo Pegaseq, delV Asino Cillenico e del Candelaio; colui che ebbe per tutti sanno: In tristitia hilaris,in hilarimotto, come tristis,che tate E la candela alquanto certe le « — di bestie», chi va, s' intende, come come ^ Vedi ArcoleO; — op. stesso umorismo. candelaio « potrà chiarir dell'idee,le quali invero spaventano dice egli stesso; e dice anche: chi viene, che si fa,che si dice, quel ombre Considerate dello il motto pare si cit.,pag. suo può intendere 94-95. ; che certo,con- 129: ITALIANI UMORISTI temi)laiidoquest'azionie discorsi umani occasion di Democrito, avrete o o piangere ». Per conto di Eraclito Giordano Qua « dona proprio il proprio ; non nome dice non copre di molto ridere o i .. col senso tempo. volgare, per clito, d'Era- senso contemplate un a i)arla essere; la natura il pane di Democrito e ha le l'autore suo, col mente, libera- nomina dona clii la natura a quel clie fa degno vergognoso quel eli'ella il aperto,chiama mostra vino, il inede jnede, et altre parti di proprio nome ; dice il mangiare mangiare, il dormire dormire, il bere bere, e così gli altri atti naturali significacon proprio titolo ». JEpistola esjMcatoria che precede lo Questo, neHa Spaccio della Bestia trionfante. Apriamo un po' questa che cosa Mercurio dice di Giove. Spaccio e sentiamo Ecco pane, qua: meloni il vino «Ha ordinato che oggi melonajo a mezzogiorno doi Fronzino, sieno di gli altri,nel che non sieno colti se non perfettamente maturi; ma tre giorni a presso, saran quando non giudicatibuoni che al medesimo a mangiare. Vuole tempo de la iviuma che sta a le radici del monte di Cicala, in casa di Gioan Bruno, trenta iviomi sieno perfetticolti,e diece sette cadano scalmati in terra, quindici siano rosi da' si vuole vermi; che ^NTasta, moglie d'Albenzio, mentre increspar li capegli de le temine, vegna, i)er aver troppa il ferro, a brugiarsene cinquantasette,ma scaldato che tra si scotte non quando la sentirà testa, e per il puzzo, ma questa volta blasfemi non pazienza la passe; che dal sterco del suo bove nascano dugento cinquanta doi scarafoni, de' quali quattordici sieno calpestatié uccisi i^er il pie' di Albenzio, vinti sei muojano di rin versato, vinti in peregrinaggio a vivere isvoltando doi vivano per il con in caverna, cortile,quaranta quel cepi)o vicino le pallotte per dove sotto a la ottanta doi vadano si retirino porta, sedici vadano meglio li vien comodo, 130 PARTE il resto corra la fortuna... a duodecima e il negozio con la questa volta,ma si convertisce con e sapa E ai V altra ne Ohe tesima cen- spaccio et ispedito che non la ingravide per e in cui volta,con quel seme che al mangia dimostrare celesti sieno non che Sofìa a presente s'inganna così cura a più grandi. Come si chiama questo? nelP Antiprologo Dice di sé Giordano «L'autore, se voi lo conoscete, direste minime, la ne abbia cotto porro Ambrogio miglio ». per che pensa spinta mogliera, quel pane questo PRIMA le se cose le come del Candélajo: eh' bave una fisionomia sia in contemplazione smarrita; par che sempre de le pene de l'inferno;par sia stato a la pressa, fan le barrette; un che come ride, sol per far come restio e bizzarro : glialtri. Per il più lo vedrete fastidito, non si contenta tant' anni, fantastico « circa al di gli abiti nulla,ritroso come come cane un dell' intelletto » ». nella — Tre su proemiale epistola come Momo, dio infinitoUniverso e Mondi, e nello Spaccio, riso, s' introduce Lo stile del Bruno, nel suo osserva « commedie stile del Ad muove. e è Bruno di schemi di vitale fervore di esso esso né spartimenti retorici, simmetrici mirabile ^ nel un'amplissima varietà processi,s'accoppia in Pien studio Cinquecentoil Graf l'immagine viva della mente italiane si devolve d' ot- si chiama E Dedalo DelV del vecchio un forme, onde di zioni figura- un'efficacia non si lo — pareggiab im- adagia ne' secondo si compone effluente,organica funzione. Di natura proteiforme,con pari agevolezza mente della al arduo siti disquipiù pensiero s'adegua di un'anima abjetta. va, e al più volgar sentimento Le ma architettonici, parole vi si affrontano ^ Vedi sono in Studii La drammatici Calandna, La per in riscontri (Torino, Loescher, Mandragola, il impensati,e 1878). Candélajo. Le tre dal medie com- 132 Del la PARTE resto, il Graf PIUMA «Può soggiunge: contraddizione tragga la origineda stesso darsi mità disfor- certa una che preesistentefra V intelletto e V indole da una parte, da un' altra ». e fra la virtù apprensiva e la raziocinativa io non indugiarmi a discorrere su ogni ^Ma posso scrittore che mi Debbo corsa. di nominare avvenga limitarmi in fuggevoli accenni,rimandando a studio compiuto miglior tempo uno italiani,che qui, dato degli umoristi a fuor di sarebbe nomi; di luogo. Basterà disse come egli stesso la forbice con da strumenti e le e eh' elle fussino tutto l'ago con donne, « muse : il mio compito, pochi di fu di scrittore,che un'antologia e in vista alcuni porre già citati abbiamo ne modesto più uso, due e questa rapida sommi, e un terzo popolo e artigiano, il giorno a combattere che cose donne, son bene se sono si non legge tista adoperate da loro »: GiambatGelli,voglio dire, che nei giardini del Euccellai si pascolò di filosofia e diede fuori quella Circe e quei chi sa che Capricci di Giusto Bottajo, che ripeto glese, capolavori d'umorismo sembrerebbero, se scritti in in- però mai — da Ma scrittore il noi quel inglese. sul serio,se Congreve, nella lo mediocrissimo Thackeray cubicolo di Pompei, dell' antico banchetto scomparso, e a considerati son quei umoristi Steele,il Prior, il Gay, letteratura dirla col — da nostra commediografo, fa l'effetto d' — dove o tre non restino i detriti del altri buoni terra Inghilremo trove- non contrapporre il cui un in teatro triclinio più se mondo non o a a — d' un i cocci muliebre compagnoni, non troveremo, dicevo da contrapporre altri nomi di scrittori, che noi, per conto ci siamo jnai sognati nostro, non di chiamare di del settecento,e anche umoristi, anche due di tre secoli innanzi! Ma e quanti bizzarri e gaj ingegni tra quei hajoni nostri del Cinquecento! E il Cellini? Sul serio, se ci vediamo The innanzi porre da prendere a piene Duìiciade del Pope, non abbiamo 133 ITALIANI UMOKISTI letteratura, di una seppellirla,tutta sogliamo vergognarci, a cominciar mani, per Caro? Mancassero nostri d' Mattaccini d'inchiostro guerre giù giù ogni tempo, dai dai sonetti di Cecco Dante, silVAtlantide di Mario questo, sicuro, gajezza mala, anche fiele,collera fredda Latini, o malinconia malinconia la Lodovico più più e, vedendo qual E priega ? anche di delle che, terra col il cose ad io solo così barca uno che ho Alessandro lui! voluto Kelle penna, veder Io, cenni nominati, Tassoni stoffa per a e di luoghi tu dì ti lascerei a terra di e ma ; ai tuoi Doni, prima Lesbo, a dopo di te, non vorrei quando vedo dalla starvi,incontestabile, invitar quell'ultimo dei montarvi. ? si deve feste me, nell'isola il Passeroni il diritto Tenca; tario Commen- del di dare col tanti con e Carlo di , terra proconsolo diritto d'altri e rigoroso,massime recenti disse riamente volonta- pur aver per coraggio Aristotile. far se Paradossi gli altri,a ha Sterne, Bruto il altro,avesti essere E Ma accenna Laudo, d'Italia Dotti, a terra Caporali e il Lippi e che lontano lasci nella dei col nostri noi mostruose tutti con Lorenzo di e come autore tu, Boccalini, Tacito terra signor mon- riguardi, come libertà, i)arlarecon foss' non eh' io eh' io tu, Ortensio dell' animalaccio a a iV forza grida pazzeggi anche monta mi Il non e quel terribile questi soltanto ? a larghezza gii altri imbarchino Ma sì, questo NarrenscMff dell'umorismo! in no vivere al quanta con perchè : d'uno è scrittori Brunetto SAvift libellista. Penso qua, Sergardi. cioè umore, originariodella parola senso dello appunto An- Eapisardi ! la chiama come secca, nel air Aretino Franco, ben e del i letterati tra gioliericontro Kiso cui in d'umorista suo lasciare onore, vero in a terra anche parecchi questo han acuto 134 PARTE PRIMA acerbo e derisore,anzi disprezzatore del inglese o tedesco,sarebbe già da anche lui e degno di starvi fosse barca giudiziode' a Siamo lì: in che sempre savi un nella pezzo universale. si deve senso tempo. Se suo intendere l'umorismo ? L'Arcoleo, dichiara di la fine della su seconda sua incline conferenza, quella critica che, niche scomurispetto a forme letterarie, dispensa facilmente molto e ostracismi; e dice che sono comx)lessele ragioni per le quali in Italia ebbe poca vita la forma vuol umoristica, e che egli non profanare quest'argomento non che merita studio dalFArcoleo abbiamo a speciale.Quali sieno queste complesse, che al lume degli stessi esempli ragionimolto recati essere già appajono veduto: da noi qua là e contraddittorie, c'è zione spiritod'osservané intimità di stile,siamo pedanti e accademici, siamo scettici e indifferenti,non aspiriamo a nulla. Contro citato parecchi nomi, queste accuse, noi abbiamo che in un sorti in mente mai, neppure lampo, sono Una in fin sola volta,parlando del Heine all'Arcoleo. di vita,che ride del suo dolore,pensa, per combinazione, al Leopardi che si sentiva tronco anche lui che un Io sto qui deriso, e vive e al Brighenti scriveva : pena non « » « tutti,di fa raccapricciare.Tuttavia sputacchiato,preso vi penso mi ridere ci « e riesco l'educazione » ! Ma e Il suo questo un Sì, certe altre certi la modo restò « non mi di dialoghi,se almeno di che maniera umorista a niamo, ingan- anche la tendenza aspira rista umo- e' non a osserva, essere lirico essere se avvezzo lirico », Eestò i^rosette... i^erinesso al Manzoni e « gli permise classica... Ma Abbondio da ma non scrisse anche don il dovere ». classica L'educazione avrà calci a lì! tica roman- ! ? Ohe nulla,"litigatra senz'altro Non è ridicolo ». paura; abbastanza spicciodi giudicaree man- è ? Ma dare modo, questo 135 ITALIANI UMORISTI V Arcoleo tiene veramente, l'argomento principioalla fine delle due conferenze: è trattato inappellabili. così, a sprazzi, per sentenze d' artifizio di scoppiettantidefinizioni ; Umorismo : fuoco dal fase poi, prima propriopensiero dubbio : » scetticismo e ; seconda Amleto — ridere « — fase,lotta e del tamento adat- Giovanni. Don proprio dolore cesi, citati due frandella prima fase son E tra gii umoristi Eabelais e Montaigne, e due inglesi,Swift e Sterne ; della seconda, due tedeschi,Eichter tra gii umoristi e « — Heine, ridere del inglesi,Carlyle,Dickens, Thackeray Come si vede, nessun Twain. italiano. fino arriviamo invece saggi,l' ironia perchè sembri io fra noi avrei Cervantes Questo che spiritocomico commedia rimase dell'arte o affatto ogni forma al io ma : umoristica e mio, so l'Ariosto tra paragone non all'uopo a che confondere l'umorismo: come fatto noi, e con quello ch'egli avrebbe il paragone. andare confondere un l' abbiamo opposto crediamo Lasciamo queste con giudizio opposto esca di e fare a Eabelais, come confondere letteratura una paragone fatto avesse con Lo e ». non non dire E esagerato e ingiusto. Non intendo facilmente o abbozzi; si trovano artistica storia ogni vedere — « della i)erchèn' parlare di tentativi non : la satira. Basta e l' humour, forme in poi... i)oesiadialettale;e molto e ricco sviluppo ebbero in poemi, novelle,romanzi e in poesia e in prosa, nella o così nell'embrione avviluppato e Twain! Marco a conclude L' Arcoleo e — tre e Marco che » Tra giudizio dato, se un parentesi però, Cervantes Montaigne — è la Eiforma propriamente tutt' altro! Ma latino ; un e in Spagna... ! Veniamo in Italia» Noi non vogliamo lo spirito comico, l'ironia,la satira l'umorismo vero e non si deve proprio inglese, cioè con quel tipico modo tutti gii altri popoli,hanno che, come neanche Vhumour con di ridere anche o umore gì'Inglesi. 13G PARTE pretenderà,che gV si Non inglese; V humour gì'Inglesi ridano a ma un' Italiani come modo nostro i Francesi abbiano pnò pretendere si non o facciano o dello die spirito L'avranno i Francesi. come PRIMA magari fatto,qualche volta; dire. L'umorismo vuol ciò non vero e proprio è altra cosa, ed è anche per gi'Inglesi un' eccentricità confondere di stile. Basta noi anche volta nostra a altro. Ma a un a questo solo patto, cioè ogni popolo opere in cui avrà di a diciamo — umoristica si far questa si negarla a può avere confusione assommando umore scere ricono- a venga tutte ; e le esprime nei più cominciar nostra, ad ciano come gì'Inglesila cominesempio, con Cecco Angiolieri, direi che la comincino col Ohaucer, e non bene, di non perchè egli mostra per il valore del poeta, ma nazionale mescolato alla bevanda aver un po' del vino nel i)aese del sole. Altrimenti, una che si vendemmia è possibile, umoristica letteratura vera e propria non bizzarri nessun presso pochi modi; e avviene rari e noi l'altra pojjoloe un la sua, tipico questo e i^erchèsi — letteratura una allora cosa umoristica letteratura una l'una i)otremmo si possono popolo: in scrittori quel complicato che si chiama cui per la umoristi,cioè avere naturai disposizione speciosissimoprocesso psicologico umorismo. Quanti ne cita l'Arcoleo? e da uno nasce Certamente, l'umorismo specialestato diffondersi. Quando d'animo, che può, più o meno, un' espressione d' arte riesce a conquistare l'attenzione del pubblico, quésto si dà subito a pensare e a parlare scrivere impressioni che ne ha ricevuto; di modo che quella espressione, sorta dapprima dalla particolareintuizione d' uno penetrata rapidamente scrittore, mata trasfornel pubblico, è poi da questo variamente diretta. Così avvenne e per il romanticismo, così le idee del tempo, quasi : diventarono per il naturalismo e a un'atmosfera o i secondo le ideale; e come naturalisti, molti fecero molti j)er moda per moda fecero i tici roman- gliumo- umidi XVIII, e molti furon degli nel in Italia,e degli arcadi Cinquecento in noi e stato d'animo si può creare Uno nel Ingliilterra risti in 137 ITALIANI UMORISTI nel settecento. sec. secondo che risponda fittizio, alla speciale fisionomia o no dell'organismo psichico. Ma poi le idee del tempo mutano, cangia la moda, i ad altre navi. Ohi pòmx)ili seguaci si mettono appresso le dita, quei resta? Eestano su quei pochi, da contar straordinaria,o pochi che ebbero, primi, l'intuizione divenir coerente cui in poteron tempo Sul rente, coe- organica,resistente un' opera creare così divenne d' animo quello speciale stato che al rimaner o alla moda. e serio crede poi che l'Arcoleo nostra nella ratura lette- spirito comico? ha letto il Meli, e sa Egli è siciliano,e certamente quanto sia ingiusto il giudizio di arcadia superiore dato della poesia di lui, che fu sonata soltanto non dialettale la su c'è della vero umorismo ! Ma basterebbe Tic non c'è e tanti tanti figure gami) del sonetti Travet Gallina? E del mai simo, ce di sono or ^ Vedi le I^on i)arte della tanta citar soltanto La cutu- del e Belli? si del proprio E due Il circa Giovanni Calabria: dieci anni, Giovanni in una Yidal abbiamo, ignoto, grandissimo: farlo apposta a fu, e Eeggio di imperituri, Nohilomo dialettale — delle rismo? capolavori d'umo- parla di tipi rimasti Bersezio, in il Marcliionn tutto ne umorismo, parlare senza Bongè, son non altro scrittore un Cuiuliata. fu^ vero Porta E, poiché se le forme. tutte in il Giovannin di Carlo il Moìish tic... chi umorismo, Maggi, averi quasi in tutte anche dimostrarlo! per E ebbe si espresse e proprio del Meli poesia Hata lira e che pastorale, ma zami)ogna corde ci sia altro non umorista del finora vero, meridionalis- — Merlino, conferenza ^ Merlino, umorista, Napoli, Pierre, 1898. rivelato da Giu- 138 Mantica, seppe lui PIUMA TAKTE forte un conterraneo, che sarebbe suo umorista scrittore se, nel breve esistenza,la politica non sua distratto dalle lo il Merlino Scrisse lettere. della corso troppo avesse anche stato presto i suoi libri divide in uno e lettori,che nomina per uno quattro categorie,imi)onendo a ciascuna di esse alcuni specialiobblighi in ricompensa del piacere loro procurato. tutti inediti,è detto: de' suoi volumi, ancora Uno per 55 Miscellanea acconcio più Memorie sono Giovanni utili ed Merlino composta di il del Merlino due tra il Merlino. serio altro il Mantica ironia scrittori italiani ? Io d'un certo chierico del Baretti; penso infuso di del abbate ai che volumi, rimando ha fatto di questi Non Promessi Sposi negli Socrate volate del poi scopre l'Arcoleo certo alcune fronte. a del settecento; penso ad gli eredi la traduzione un vanni Gio- e i satira e a penso Foscolo: dimostrare per dialettale. la letteratura che Dio Nell'attesa impareggiabili Dialoghi, con per Dio pubblicando che 1850, Domine Domine con al poter citare per disteso calabrese il Conto pubblicazione Questo, sul proseguita fino e Vorrei tutti noto a « ai 1789 alla fosse umorista lo rendano alla o e posteri,ossia la vita di di Reggio, prinquondam Antonino cipiata volumi. sette lungo Dialogo che inutili decemhre 27 a sconnesse cose che, avendo coloro modo piacevoli^ fatta per poco cervello,vogliono istruirsi sul per perderlo interamente »; gli altri di varie nario immagi- al Didimo in del prosa Manzoni, tutto ^ al Sani' Ambrogio genuino umorismo ; penso Giusti, vera poesia umoristica, unica forse le tante satiriche Vedi seconda sentimentali quei certi dialoghi e a quelle certe prosette del Leopardi ; penso aW Asino del Guerrazzi; penso al Buco al nel muro e Carlo Bini; penso a a Fanfulla del D'Azeglio; penso tra 1 Abbondio, nella che all'Arcoleo o parte sembra la dimostrazione una ; penso a dell' nniorismo figura ridicola o comica di don senz'altro. PARTE SECONDA caratteri Essenza, Che volessimo Se date son autori confusi ad tanti tra che altro pareri ripetere a Abbiamo proposito sola si dire che 0 già detto per incidenza, varietà sia in tutti in Ma, — fine, alla riusciremmo non somma, dichiarare si generale, rischia è che perchè veramente, quali, parlato, in han ne i coloro, caratteristiche tante e che nel accordano, cosa : recchie pa- ! cos' è V umorismo che la domanda che riempire probabilmente e si che definizioni potremmo dispareri, e risposte le tutte tentato, parecchie pagine, e le tutte di domanda, han critici di conto tener questa a e ? è V umorismo cosa dell'umorismo materia e a ha infinite volerlo vere descri- di sempre cosa una difficilissimo esso che, di o dimenticarne qualcuna. Questo ormai è vero; avrebbe dovuto caratteristiche intendere avviene quella che o a modo dell' vera che si tante umorismo, scrittori se ne sono a con si vengono le da pezzo queste arrivare per per comune un partire umorismo, assuma studiati definizioni quante che da che migliore dell' è riscontrata parecchi che via la essenza una altresì vero capirsi è non la è ma poiché a pre sem- fondamentale, parecchie opere predilezione infine caratteristiche ad ; di avere riscon- 144 PARTE tutte trate, e e parte di vero, una vera. Certamente, e dalla somma delle conseguenti di tutte varie queste definizioni umorismo; sommaria ma ed se avrà ne perchè esteriore,appunto sommarie ed esteriori una sempre ratteristic ca- può si comprendere, così,in generale, che a r hanno naturalmente è la nessuna SECONDA rivare ar- sia cosa conoscenza fondata su ste que- determinazioni incomplete. quella tale i)eculiar La ad esempio, di caratteristica, bonarietà benevola alcuni o indulgenza che scoprono neir umorismo, malinconia già definito dal Eichter d' un animo superiore che giunge a divertirsi finanche di ciò che lo rattrista »,* quel tranquillo,giocondo e modo riflesso sguardo su le cose d'accogliere », quel razione, modegli spettacolidivertenti,che sembra, nella sua « « « soddisfare il di ciò che v' è di perdono interno all' esterno contraria di cui parla ^ Del Richter anche P umorismo il d' il si « L' sublime mondo è misto finito di tolleranza della nostra natura, », che applicata in schliesslich desselben ein sich di ecc. ha un e e è con. dolore cioè a V ecc. ». sowohl seiner Er sein. Eechtes, 2 aU Erhahenheit » Paris, Alcan, 1904, ne un presso pag. ist 276. quella der auch nato accen- il compari : colo pic- filosofico che riso i certa critici Rumor ein condo se- di che, partecipando della coloro di un già universale, pieno comico als auch _ heiouast ist. risulta migliore, dal riso moderno chi di grave », chiama Egli abbiamo riso antico filosofico. Der meno des : parla fortuna definizioni. cui rente cor- rire,^ non le descrizione a del tutti per Altrove molta avuto senso quella infinita simpatia piacimento com- pensosa sur La ». atteggiamento vollbeicusster punktes, soivohl rovescio grandezza. È di benevolenza parecchie diversità V idea tal dalla ritardata e Ussai suo citare possono romantico umore nel in l' espansione degli spiritidal- « specie di una domandar e delicato poco d' intenderlo, è modo suo ridicolo incontrata Sully altrove, parlando « tale quella », del senso « tedeschi, kann, dice solcher, icenn Beachranktheit seiner che idea relativen il der seines nienta an- anche Lipps, Trciger Stand- Nichtigkeit CARATTERI E 145 DELL'UMORISMO MATERIA gli umoristi. Alcuni di questi tratti, lui soltanto, pajono che al critico francese, e non a in alcuni, in principali dell' umorismo, si troveranno altri no ; e in certuni anzi si troverà il contrario,come nel ad esempio nello senso Swift, che è malinconico originariodella parola, cioè pieno di fiele;e del resto noi vedremo un po' più innanzi, parlando del don si riduca del Manzoni, a che cosa in fondo Abbondio o quella peculiar bonarietà simpatica indulgenza. Al disposizionea scoprire ed contrario,quella acre in tutti si trovano « il ridicolo esprimere del serio del il serio e ridicolo Bonghi, calzerà allo Swift e ad calzerà ad umoristi al pari di lui beffardi e mordaci; non il Lipps, opponendosi altri ; né del resto, come osserva », di cui umano rismo l'umoLazzarus, che considera anch'esso come una disposizioned' animo, questo del alla teoria soltanto modo il parla è di considerarlo lo dice (luello del Hegel che posto delle tutta quel solo d' 1' aria cui il sentimento reale e la tal Dalla e porsi bene a che, a non cui l'Hegel lo guarda, però più generalmente e meditazione e 10 fondamentale, » o fra le nostre miserie, e il e che aspirazioni anche somma, in negherà il riso ; j^oilo ticismo, scet- tura ogni osservazione, ogni pitsamente fine il suo procedere minuzioanalitico. maliziosamente ripeto,di che e principale elfetto per pianto a fra la vita o scoprono queste caratteristiche tutte conseguenti definizioni si può così,in generale, che cosa nessuno al si colora umoristica, e e telletto in- lui stesso principale il disaccordo causa perplessitàtra di cui sarà specialed' si pone contradizione umano debolezze le nostre « per l' ideale e quella la dare si suol da più comuni, sono attitudine 1' artista lato comicieto rebus. un /^ Caratteristiche osservate, « », definizione cose da guardare ha onde di animo e Xè completo. non ne arrivare sia risulti a dere, compren- 1' umorismo, una conoscenza ma 146 PARTE Ohe sommaria. troppo affatto altre ve ne né esse Journal dichiarò noi V di vederla a opinione of comparative indefinibile nel e psicologici, dei affatto T intima sione preci- con concetti di Benedetto V umorismo libro àéW dell' estetica precisione e con Literature Croce tutti gli — V evitar L' « il grazioso.Ma come sentimenti e di considerarli del sé stesso per chiarire in non che dar può senso alcuni il bisogna speciali, il sentimento luogo a organico classi; e bisogna dirsi fatti misti. Essi possano su- così delle distinzioni sentimento, ammettendo classi di sentimenti, laddove note i indagine torno lungo travagliata in- — errore stati tra si è a egli dice ad a questi fatti,e specialmente intorno essi,come, in prima linea, il comico^ e poi filosofi che lo annoverò simpatico I del garla, spie- a (fase.Ili, 1903) come Estetica hlime, il tragico,V umoristico e veduto, più comuni, veduta poi minazioni deter- spiegata. accettando tanti è alcune abbiamo incomplete, come non Einunzieremo nel ad accanto se indubbiamente sono di ragione SECONDA dan complessi,ossia di complessi di fatti, sentimenti spiacere orgailicidi piacere e die date spirituali (o anche sentimenti -organici), esterne che forniscono circostanze a quei sentimenti meramente nato determiorganici o spiritualiorganici un luogo a concetti nei quali entrano - contenuto. è a, Questo hlime di un di l' organismo genetico: Posto ì),si sopravvenendo la circostanza e simili processi contatto: essi,in quanto fatti di definizione il nessun possono Il modo salvo costituiscono hanno non questi nella ha col quello generale la materia o cetti con- zione situa- il fatto e. fatto tico este- che tutti la realtà, dentale, rappresentatidalP arte ; e 1' altro, accitalvolta dei che in questi processi entrino delP impressione di siinel caso estetici,come artista che può produrre l'opera di un titano, Dante di uno o Shakespeare, o di quella comica essere 148 PARTE rappresentazionisentimentali, così d' alcune d^ un' di SECONDA di opera poesia è risulta che umoristica la di ?» r . da r.^-J^.«»g"«r--»T ? , I i, n ig i i derivano: che considerare hi materia appunto .1.111 da che si teri questa ha peculiaricarat- se ; distinguono, e particolar modo - il i)rocesso quella particolar rappresentazione chiamare suol psicologic fondamento il necessario estetica ». qualsiasi valutazione Vediamo dunque, senz' altro,quaP è cui V analisi il la e vi è se tuisce costi- che mondo, un ragione delP umorismo. ? I II Ordinariamente, forza ripetere della le in vita interiore altrove,^e qui è creata che inattiva: certamente assiste al nascere vimento mo- idee le organa dell' opera V esecuzione m' è dal libero forma una durante come d'arte P opera — detto già armoniosa, di cui han corrispondenza tra loro e con coordina. La durante riflessione, imagini che ho — tutti le e gli menti ele- V idea-madre la concezione, d' arte, non e al resta l'opera, del- crescere le fasi i progressive e ne gode, raccosta varii elementi, li coordina, li compara. La coscienza non rischiara lo spirito;segnatamente tutto l'artista, per ne essa segue è non volontà un lume distinto dal pensiero,che permetta in un d' immagini tesoro attingere in lei come è una d'idee. La coscienza, in somma, e non in cui il lo specchio interiore potenza creatrice; ma pensiero si rimira; si può dire anzi ch'essa sia il pensiero alla che fa di vede sé stesso, assistendo spontaneamente. della momento resta, per così forma del una ^ Vedi nel fantastico. mio E, d' quello che esso ordinario, nell' artista*_nel a riflessione^i concezióné7ja invisibile: è, dire^ sentimento. volume già Man citato Arte quasi, nasconde^ per T artista manocheJLlxiperar-si e Scienza il saggio Un tico cri- CARATTERI 149 DELL'UMORISMO MATERIA E l freddamente, critica,non giudice spassionato, analizzandola; mercè l'impressione che ne riceve. fa, essa la Questo, ordinariamente. naturai disposizione d' chiamano umoristi hanno di intuire questo stesso delle loro parte che abbiamo particolar gli cioè modo umoristica, opera la vi vi la assuma nella zione conce- si non cioè resta invisibile,non sentimento, quasi uno resta vita, tenga riflessione la essi concezione ora or la che e nella riflessione la tratto, se, per uomini avviene un scrittori clie si descritto,o non speciale attività. Ebbene, non quasi specchio in cui si rimira; ma innanzi, da gli si pone analizza, spassionandosene; ne scompone forma del il sentimento lo l' imagine ; altro però, analisi da_questa un che adesso quegli considerar se opere; nasconde, giudice; di e il per procedimento piuttosto una di ogni una e di d'un ma Vediamo animo farebbe come sentimento potrebbe chiamarsi, questa o sorge posizione, scom- spira: quello io difatti chiamo che e da il sen- del contrario. timeìito subito Ecco lampante esemiùo, che per la sua chiarezza, si potrebbe dir tipico.Un poeta, il Giusti, lano, Mientra un a giorno nella chiesa di Sant'Ambrogio vi e un trova Di Il SUO ispidi ecco e Come sarebbe Messi qui duri è nel tedesco settentrionali, boemi nella a un a un suono e pare tratto croati. e vigna è a far d'odio: da pali... quei ricordarglila patria tempio lento preghiera determina lì son D' che que' soldati i)riniosentimento levarsi cantico pieno di soldati. un il suono solda tacci schiava. dell' organo : Ma poi quel lento, grave, flebile,solenne lamento. una Ebbene, questo suono disposizione insolita nel 150 SECONDA PARTE poeta, avvezzo a determina civile: il usare in flagellodella lui satira politicae disposizione proi^riamente la sione cioè, lo dispone a quella particolar riflesl' che, spassionandosi del i)rimo sentimento, deldalla vista di quei soldati,genera suscitato punto ap- umoristica: odio il sentimento nelP del contrario. inno la dolcezza Dei canti Che da Ce li Un ripete i il : del dolore. madre e pace cara, d' amore, di lontano esilio... quei soldati,strappati ai dura vita, dura a Strumeiiti Che In poeta è costretto su' Duro e io riflessione, i ìion di fuggir fuggo, brava mazza piantato li come e che esco non intendo Io non una aftatto psicologica.L' il necessario essa. da nasce analisi fondamento posso il i)rocesso prima: suoi male... dalla abbraccio di sanno. non di vuol le questo, avvertendo del contrario tica che a non Colla Notando poesia è se forse da' lontana qui paese Qui, che e . rapina dell'odio gente! un d' occhiuta tocca non il contrario ecco 'estetica ciechi lor Povera . tetti da disciplina Muti, derisi, solitari stanno, Il loro pauroso, A Ed core gi'impara, della mesto di amara fanciullo giorni sgomento riflette che re da domestica voce desiderio Uno E uditi pensier Un un poeta ha sentito Il chiesa perchè caporale. un nocciuolo un pinolo. cioè questo sentimento speciale attività dal della campo della critica psicologica di questa della valutazione intenderne psicologico da la cui este- bellezza, se risulta la 151 DELL'UMORISMO MATERIA E CARATTERI che d' animo di quello stato perfetta rii^rodiizioiie suscitare,nella quale consiste appunto poeta voleva Vediamo a esempio più complesso, un ora speciale attività della prima giunta discorso: ; il Don lettura la e prendiamo un libro di Quijote del Cervantes. cui abbiamo ha ? Noi d' animo di comico alienato altri ci e che le cose; tutte qualcosa lo ce della turba e commiserazione, di pena le eroiche perchè se hidalgo nella egli abbiamo questa rappresentazione sentimento iturba il riso della noi già perchè veduto le s' è destato — frutto esperienza che nel di lui, su della poeta sentimento oscura ha si — era già carcere e d' a questo v' ha dubbio che eroico. Noi spira di ridere lo ce L' autore lo aveva ponen della contro, da Mancha, ed ci rende abbiamo si scopre perchè della disposizione sul o destato Ma esperienza da anche V ha riflessione? esercitata di povero ma vita, stica umori- sentimento armato Lepanto. Spassionandosi dovisi che ammirazione, sì, veramente la che non senso un in determinato gli e stesso, abbiamo tristissima quel sentimento fede è : lui, e noi ne ragioni. Ebbene, perchè non della e' è povero il riso rappresentata; della stato quanto questo comica, impedisce del contrario. qui la speciale attività essa non il comico qui il sentimento in ci comicità Attraverso amaro. che di di avventure ridicolaggine è sua una un anche e d' animo facile;sentiamo e ridicolissime, pur sono tutto 1' ostacola ce vuto, rice- stato ridere, ma schietto i)rima follia sé stesso sua vorremmo labbra alle di rappresentazione maschera la dicarne giu- QuaP è questo ridere vorremmo già avremo ne dello qui suscitare. voluto nella viene anche ? Dopo che impressione così Vogliamo faremo Che estetico. conto V autore quale si scopra prima terremo riflessione nel non il valore che la estetica. bellezza la il di liere cava- questo giudice, analizzandolo nella con 152 PARTE freddezza,la amara SECONDA riflessione poeta il sentimento del QidJQle: è questo oggettivato. Il poeta non del processo causa soltanto nB'Tia'rapprèsentato del contrario V di sentimento ha è esso del trario con- la prresta sua effetto,e ^^ il pero la comicità spira attraverso rappresentazione; questa comicità nel rappresentato il (i insti nella come — destato contrario, e frutto il Don appunto già aveva è frutto della del del contrario generato nel poeta dalla attività della riflessione sul x"rimo sentimento timento sen- mento senti- speciale tenuto nascosto^ Ora, che bisogno etico Theodor questo a Lipps Cioè canto, un così del Croce io d' assegnare sentimento del libro Komik suo intendiamoci — si affaccia mai da nel ho vede non che Estetica sua gazione accettabile V organismo nella Lipps *di : come siffatti situazione Humorf veramente specie umore cita und non del contrario. una dell' come al — sentimento questo comico nella bene lore qualsiasivafa contrario, come un di meccanismo che quello stesso un esempio concetti « Egli, » : di « — il spie Posto stanza sopravvenendo la circopaccia h, si ha il fatto e. E, dall' altro canto, s' imdi continuo di valori etici,poiché per lui ogni godimento artistico ed estetico in genere è godimento di qualcosa che ha valore etico : non elemento già come » di complesso, un E ma — oggetto come tira continuamente personalità umana, di die a, esso. in ballo parla e Egli dice: di « dell' il valore positivo Dass intuizione durch etico della umano die tica. este- e di gazione ne- Negation, positivMenschlichen geschieht,dies positivMenschliche uns nàher geòracht, in seinen Wert offenharerund filhlharergemacht wird, darin hesteht, ivie tvir salien, das der hesteht allgemeinste Wesen Tragik, Ehendarin am auGÌi das die allgemeinste Wesen Negation Negation. Idi anderer sagte Art vom des Humors. ist als Nur dass komische dort, nàmlich Naivliomischen, dass liier es auf dem CARATTERI der Komik Wege liege von die Komik naive Komik DELL' MATERIA E Humor. zum ist Humor. 153 UMORISMO heisst nicht: Dies Yieìmehr ist auch die hier Die naive Gegenteildes Hiimors. indem das Komik vom Standpunkte der naiven entstelitf Persdnlichkeit aus BerechtigteyGute, Klugej von unserem solclie das als gegenteiligenLiclite erscheint. Der Humor entsteht umgekehrt, indem jenes relativ BerechYerdem Prozess der komischen tigtey Gute, Kluge aus rechi in erst niehtung iviederum emportaucht, und nun Standinmkte Werte seinem einleuchtet più oltre ist liberal und : Der « das nunftige, im aus auch sich da negiert erscheint». in gewisser Weise, in Glauben TJher werden. der Humor. dieses derjenige,den schehens der hat, eigenen Selhst henen in » . « nicht vi ha Ma valore « contrario, o Esso bleit,oder diese a eben darin riconoscere hòchste sich ivir ange- ho io, ripeto, di importa a o me, V per oggetto critico un e » in alcun che qualsiasi del modo! volta,secondo della che Humor». il sentimento priori sé, volta da poeta a erreicht dare quello che ho chiamato eigenen Geltung zur entziveiten des Erha- egli stesso Stufe versòhnten,einen si determinerà Ohe den und Vernilnftigen,Guten und hei alter oì)jektiven des di determinarlo personalità del erheht » Ge- Humor a nichte zu « Trdger des heivusst humoristischen der der Geivissheit Geistesfreiheit, bisogno etico Regeln wie nel)en dem che Humor, der è poi costretto jeder w. wir unserem den eigene Zunichteiverden Welt, die Ma auch hahen, hesteht schliesslich Nichtigkeitbestehen kommt s. u. nicht ehenso und der in Denkens Humor, sichts des Komischen Komik Grosse, oder Ver- unserem zergeht, sondern unserer Erwartung, unseres Dieser Sellò ne, ja geflissentUch der «in poco des Humors nichts mit Gewohnheiten oder anche: E ». nach es vorhanden, Erhabenheit cine an flndet,avo nicht Dice Komische das ivird genossen Grund und Kern eigentliche jederzeit das relativ Gute, gewdnlichen Begriffen nur und la zione. rappresenta- estetico,di sapere in 154 PARTE chi Io dove o non stia la SECONDA relativa ragion voglio né debbo uscire Io pongo dinanzi pura. mi il e dal giusto della campo qualunque soltanto artistica,^e~mrpfopongo il valore estetico. di sapere tutto lo artistica ])ressioneche ogni qua! ho ne volta mi sento è turbato mi lo giudicarne nanzi bisogno inquella rappresenta saprò dall' d' Qiiesto stato innanzi tra due: tenuto come ricevuto. trovo che suscitare: vuol a umoristica, è veramente di d' animo stnto di vorrei tasia fan- tazione rappresen- questo giudizio, ho Per il bene? e im- animo, zione rappresenta- una mi perplessità:io il riso ridere,rido,ma qualcosa che spira dalla la ragione. Per trovarla, rappresentazione stessa. Ne cerco ho atfatto bisogno di sciogliereV espressione non fantastica valore e in etico Trovo sentimento soglio chiamare la ad in (Tppure al disaccordo esempio, fra scoprono o fra le nostre altre Perchè anche che che accertare che e na^scej^ nasce concezione il sentimento la vita da mente etica- limitarne astrattamente, attribuendola, reale e la da come noi ditazione me- umano debolezze priori. A a e l' ideale le nostre questo, indeterminabili cause nella tutte aspirazioni e Nascerà dicendo. contrario, qualunque dalla rappresentazione le rappresentazioni che modi umoristiche. causa, via e il ballo del tanti costantemente in tirare personalitàumana della questo stessa, etico, di rapporto un sia, che spira in esso da ostacolato e serie? mi- tantissime preme tanto sol- del contrario questo sentimento da una specialeattività^cEe'àssume di siffatte oj^ere d' arte la riflessione. Ili Teniamoci della ad una possono ad a q^uesto;seguiamo vediamo e riflessione, una tutte riscontrare le in varie ogni questa attività ci ciale spe- spiega caratteristiche,che si opera se essa non umoristica. 156 r PARTE SECONDA autobiografo si proponga i)unto, per cominci e pendola che il di dalP alvo ab ovo, tutto narrar di madre sua signor Sliandy padre punto dalla e soleva mente puntual- caricare. Ma questa caratteristica è se vedute son chiaramente le stata notata, ragioni. Questa queste digressioni,queste variazioni yano già_dal bizzarro ma sono scrittori^ del consegìienza movimento arbitrio o turbamento delle e delle contrarii: inovvlabile e per umorista — si badi fantastico: senso della o un — dico e di bizzarro estetico non di della opera le Ogni vero critico,ma del interruzioni le tra deri- non imagini cioè,anziché associate lazione in o per contiguità,si presentano d' immagini ogni immagine, ogni gruppo . stezza, scompo- un'associazione contrarie, che naturalmente il quale, irrequieto, s' ostina a loro le relazioni più impensate. ne se capriccio degli immagini \riflessione attiva, la quale suscita I dal necessaria appunto organatore non per simi- per contrasto: desta lo"spirito, dividono trovare o a chiama ri- e stabilir è soltanto poeta, è anche critico sui {/ciuris,mi tico cri- solamente nel fantastico lìon capriccioso,ma parola, quantunque anche possa nel senso sembrare a è in termini. Ma contraddizione prima giunta una proprio così ; e però ho sempre parlato di una speciale attività della riflessione. Questo appariràchiaro . dubbiame pensi che se, ininnata ereditata una o malinconia, le tristi vicende, un' amara esperienza della vita,o anche scetticismo un pessimismo o uno acquisito con lo studio la considerazione le sorti dell' umana e con su esistenza, sul destino determinare degli uomini, ecc. possono mare che si suol chiaquella particolardisposizioned' animo umoristica, questa disposizione poi, da sola,non basta a il terreno creare un' opera preparato : quando d' arte. 1' opera si Essa d' arte non è è altro il germe che che CARATTERI cadrà 157 DELL'UMORISMO MATERIA E trendosi e si svilupperànuquesto terreno, e sorgerà, in di esso, togliendocioè da esso condizione Ma la nascita e lo sviluppo^di qualità. questa dell' umore e spontanei. Apposta il germe nel terreno cade se non ove non preparato a riceverlo, meglio cioè può germogliare.La creazione dell' arte è per addizione spontanea : non è composizione esteriore, pianta debbono Un' combinando. ingenua sioue La si compone non sparse « studiati i di cui si siano d' elementi è essere » può vivo,innestando, è,in quanto^ somma, il risultato essere della rifles- cosciente. —-.^ di cui io dunque, riflessione, del cosciente verso lo stesso «ingenuità» o parlo, spontaneo; è il sentimento Ben trebbe per questo ho dirsi un della concezione. è fenomeno La altro,in fondo, che di concezione una nasce fatti da forma che l' dal i caratteri germe ciò che essa del contrario. soggiunto specie una è nel spontanea; creazione,e spira in della chiamato ho natività è un? opposizione non "dTprojezione della stessa attività fantastica: 1' ómbra dal corpo; ha tutti fantasma, come della bra mem- corpo d' arte, in opera ; non un rapporti: di -..^ urrtarisma-^ nell' atto s(l()])i)iament() dell'operad' arte dell' organamento non delle è un'idea immagini. L'idea dell'artista non astratta; è un sentimento,che divien centro della vita interiore, l'agitae, agitandolo, si impadroniscedello spirito, tende sentimento a crearsi un corpo d' immagini. Quando un lo spirito, scuote violentemente d' ordinario,si svegliano tutte le idee,tutte le immagini che son con esso in accordo: qui, invece,per la riflessione inserta nel del sentimento, come vischio maligno, si un germe dizione, sveglian le idee e le immagini in contrasto. È la conè la qualitàche prende il germe, cadendo nel che abbiamo terreno più su descritto : gli s' inserisce il vischio della riflessione; e la pianta sorge e si veste d' r un verde estraneo e pur con essa connaturato. 158 PARTE"ECONDA IV spiegarci la ragione del il sentimento, dobbiamo e iL^erme cade, voglio Per in- chì sola se per Ohe nmorista. scrittore Lo dire Lipps stesso nello ci vuole si poi germe il germe della dell'umore nutre vede che terreno sijiritodello disposizione nmoristica la se sione rifles- la tra penetrai' nel basta, perchè non creazione, questo trova. contrasto modi tre che d'essere cioè: dell' umore, a) V umore, modo come disposizione,o come rappresentazione ; di considerar le cose; h) V umore, e) V poi che conclude lo ha: che è soltanto 1' umore oggettivismo e non chi in altro sono atteggiamento dello spirito nell' atto more, rappresentazione. La rapi)resentazionecioè dell'u- due è sempre modi Quei egli verità in diverso che in ; soggettivismo un della obiettivo umore tre modi morismo, elevazione che e il chi lo ha, può subiettivamente : limita in d' si essere determina obiettivamente. presentano eticamente quale è per nel od comico atteggiata essere la Lipps perchè al ragione il comico attraverso u- già veduto, abbiamo lui,come dell' stesso. piamo Sap- egli intenda per elevazione. Io, secondo der Erliabene, lui, ho umore, quando: «idi selbst Mn der sich Behaujyttende,der Trdger des Yernilnftigenoder cosa Sittlichen. Als dieser Erliahene henen sches hetrachte und ich die geliehetrachtend (iher schliesslich mieli Welt, Idi finde in die Komick selbst,oder das erhdht, hefestigt, gesteigertivieder Ora Lichte dieses Erlia- oder im in ein. Ich Erliahene alla formula getvinne in mir, ». considerazione questa per noi è una estranea, prima di tutto, e poi anche Togliendo ilir Komi- il valore etico, mente assolutaunilaterale. l' umorismo CARATTERI poi con nella non nella il comico tanto che che che ad a cui esser pensiero un di cesso pro- che nascere, può un uomo chiave, d'un contrabbasso; e nel d' quasi fuori può non insiti la condizione sempre violino tempo un ed sono anormalità, non sua comica amaramente si trova essere effetto, suo contrario suo stessa Nella risulta. ne il quanto d' animo disposizione esser nel mai considerato,se 159 causa. noi Per a riman essa DELL'UMORISMO MATERIA E ad uomo subito non altro oi)posto, contrario; a cui per un gliene nasca una e ragione ch'egli abbia di dir si^subito un'altra due e tre non che lo costringono a dir no ; ne sorgano e il sì tra il e lo no tengan perplesso, sospeso, per che non può abbandonarsi a vita; d'un uomo subito avvertir un qualcosa dentro sentimento, senza lo turba lo sconcerta smorfia che gli fa una lo e e e indispettisce. nimo, Questo stesso contrasto, che è nella disposizione d'ala tutta nelle si scorge È arbitrario frutto esser ali più permette non di levarsi e nel eh' di degli uomini vita, ai mali di sanno che la un fine o vita,non brancolar chiaro nel illusorio,per sopportare; possono avendo fatalmente induce deve essa la per induce trillo coda nel- riflettere alla e a le un a piena e canto, metter spesso è vita un ingenuo di perchè lanci altro si cui tamente assolu- della se, da trattenga si)iccareil volo; dall' della tutti la è cui amara che un' allodola tristizia la che esperienza al sentimento essa zione. rappresenta- causadeterniinante; una esperienza come sole, senza 1' atto una d'una degli uomini, psichica,a attribuire d' nella passa e speciale fisionomia una può cose che stezza trinon riflettere la ragione umana e determinato, bisogna che, per non vuoto, ne abbia uno particolare,fittizio, ciascun giacché non uomo, è, né può o per basso essere o alto il fine ; poco vero, porta, imche 160 PARTE tutti aftannosamente cercano perchè tanza qualche un'altra cosa, stimata pur che troppo "perchS ssima nel : la la facoltà estinguerà mai trova, forse nessuno in imporquanto varrà fondo ne Puna né è vero che rerà du- tanto di sete di si dia che vana: pur sodisfazione ardenti sempre sia e sena, daranno l'altra e Quel che importa è esiste. non a SECONDA desiderare, e progresso consista dell' anima, tutte si non sapere, è detto non la felicità degli uomini. f y Tutte le finzioni sentimento vedremo cioè che dell' ftivpntiìr 1a_J-ìtlPftftif)]2A il smonta messo dal su sfritiene,convulso. oninA che vedono e' è da umorismo, dremo ve- rlATYìnni"^ftó irn smontarlo sentimento; la Può molla, darsi e che soltanto fidarsene, perchè la se il congegno questo di cui umorismo un veder per tutto quella simpatica indulgenza con del tasma conge^nod' ogni immagine^jPognifan- conp-èTatto ; scaricarne non materia esser creazioni le faccia volta tal- parlan bonario. loro co- Ma disposizione ristica umo- particolare,cioè questa indulgenza, queste/ comi)atimento o anche questa pietà, \i\ che frutto della riflessione esse son bisogna pensare ha talvolta di questo * che si è esercitata sentimento casi, su del sul sentimento contrario quei sentimenti, nello stesso su lo tempo dalla nato opposto; riflessione quegli uomini, sdegno, il un sono quei su che cano provo- dispetto, V sione irri- dell' umorista, il quale è tanto sincero in questo dispetto, in questa irrisione,in questo sdegno, quanto in quelP indulgenza, in quel compatimento, in quella Se così non non l)ietà. x"iù 1' umorismo fosse, si avrebbe vero abbiamo J proprio, veduto da alla e un natura — da ma una l'ironia,che con tradizione dello schietto si sdoppia come — male, for- soltanto infingimento retorico, aftatto contrario umorismo. Ogni sentimento, ogni pensiero,ogni aneli' umorista deriva subito nel suo moto che contrario sorga : ogni CABATTERI SÌ in valore di viene nOjjche iiu sì. del DELL^ MATERIA E line in ad lo assumere può iìngere Magari 161 UMORISMO stesso V umorista talvolta toi£]:^soltanto'~^a7ncrria~parter~deB^^~4»t^^ sentiménto 1' altro parla di rivelarsi ora in il calore del primo riflessione che ne avviene che noi a vere muo- che attenuante, sentimento, guta un'ar- ora la serietà smonta il coraggio comincia e un' ora scusa, abbia non pare prima; gli parla timida una smorzano che induce e a ridere. Così indignazione e stimar e Don finanche alla infinita e le così alto Dove sta il sentimento un compatimento ideale indotti e la poeta? del Borromeo. Ma incarna e soltanto astratto può incarnarsi,e Se il Manzoni tante. di queir ideale in lui la che missione questo ideale odio e ha gliel' piare in spirito,per determinata, il germe sacerdotale: e del e E si e Manzoni due di un certo voce bondio Abper la naturale può sizione dispo- vita, non che sdop- quelF idealità religiosa, fiamme punto di Fra accese Federigo vede, mogia, allungarsi 1' ombra a la di sé anche entro non Cardinal compiace pur provar 1' esperienza della la concezione tra Te sono dovuto Per umane. sposizio di- questo rappresentato don egli ascolta dello rigo Fede- eccezione umane tutti avrebbero debolezze cerdote sa- della ascoltato solamente disprezzo, ma delle voce debolezze avesse che in che poeta o ha del rarissima astratto, avrebbe modo al una per le Il Manzoni frutto riflessione, la ecco disprezzo della umoristica, suggerire ideale compatimento, Nel Abbondio? don per terra, al legare puro. astratto, nobilissimo su da matto un esempio, per per ideale nel Abbondio, sprezzo di- provar con quello, e ad ammirare ridicolagginidi questo, nobilitate simpatia un da tutti spesso siamo eppure tenerezza don per ridicolissimo Quijote; dovremmo terra di terra, guardinga don di porre foro Cristo- Abbondio. a fronte, in 162 PARTE SECONDA contrasto, il sen timeiito atti vo, positivo,e la riflessione del sentimento negativa; la fiaccola accesa e- l'acqua la predicazione alata,astratta, diaccia della riflessione; deir veder altruismo, per pedestri e concrete siete codesto vita? liberi O domanda presentato detto che da v'ha che voi e' ciò che la dottrina la vita? salva annessi dove al E v' ha i colo? ogni peri- cui samente espresche Non vi sapevate potrebbe dispiacere da Quello imitazione Cui di Cui pastori,venendo forse il pericolo, avvertito lupi? della ministero v' ha non abbiam ci lasciam in terra condizione per salvarla, per per da E « — sarvi addos- cominciasse ? O comandato? 1' ufìzio,mise esercitarne sicurtà ? Non ci nominiamo e fatto il dovere 1' esempio, ad e nominare essa ha agnello tra de' violenti,a vi sarebbe : per un eran Abbondio Chiesa che il contrario come ragioni alla i doveri forse ivi cesserebbe mandava don a ogni ostacolo, immuni detto detto nelle egoismo. ministero, v' V'ha fossero delP Borromeo Federigo vi quando si smorzi come d' a aver conservarla, dico, qualche giorno dì più su la terra, a spese della carità del dovere, e' era e bisogno dell' unzione santa, della imposizion delle mani, della grazia del sacerdozio f dar questa virtù,a insegnar questa Basta il mondo a dico? Che dottrina. rifiuta: esso, che si dica che trasgredirne ! E Che di vangelo un sarebbe bene; della i comandamenti. la figlie Chiesa leggi, che il suo vangelo d'odio; e non e vita sia Non codesto della quello di tutti i vostri fratelli? Dove fosse comparsa Don nel Abbondio a capo basso. mondo ascolta con codeste questa lunga Il Manzoni dice che ed vuol è per bidito ub! promessa dottrine? e ch' an- linguaggio sarebbe, se vostro fosse scrivono pre- ragione una lo vuole annunziatori se la stesso sue ha superbia 1' amore noi ! noi le esso il come il mondo vergogna! fa anch' il mondo il male oh animosa lo » dica pre- spirito di 164 che — PARTE anche quando avessero prescritto, di proibirvelo». Anche questi santi son curiosi, pensa v' in — gli amori cuore a sostanza, a spremerne di due il sugo, giovani,che è rimasto coraggio,uno non se lo bondio Ab- glistanno la vita d'un in atto di chi risposta,risponde: Torno a dire,monsignore, che avrò — don — sacerdote. povero E poiché il cardinale una la temerità era : più SECONDA aspetti io... Il torto dare. può ragionando significaappunto : Sissignore, astrattamente, la ragione è dalla parte di Vossignoria Però lustrissima il torto sarà mio. Vossignoria IlIllustrissima; quelle facce le ho viste io, parla bene, ma le ho sentite io quelle parole. dinale, in fine il CarMa gli domanda perchè dunque, ministero che vi siete voi impegnato in un le passionidel secolo? v' impone di stare in guerra con stesso Oh, il perchè noi lo sappiamo bene : il Manzoni dire e V ha detto fin da principio ce ; ce 1'ha voluto Don bile noAbbondio, non poteva anche farhe a meno: s' era ricco corto, acmeno non coraggioso ancor , , prima quasi di toccar gii anni della discrezione, Il che ? — — — — , come quella società, d' essere, in costretto a ferro. Aveva e urti di scansar ai di che quale si dedicava : procacciarsi classe vilegiata priqualche agio e mettersi in una due sembrate ragioni più forte,gli eran sufficienti per In lotta dunque s' è di al che egli cotta prete. Per dir la verità,non fatto pensato agliobblighie ai nobili fini gran con di terra lo vollero del ministero vivere vaso viaggiare in compagnia di molti vasi quindi,assai di buon grado, ubbidito parenti,che aveva un fatto una tale scelta. con le passionidel secolo! prete per quelle passioni e col tutti i contrasti! sistema se dagli di particolare guardarsi appunto suo Ma CARATTERI Bisogna bestie le tutte di delle mondo nel in comporre han forse alla tana motivo lucertole e che non forse io che il farmi bestie esse le altre tra coniglio chiamano lo a testare proe pauroso, Eenardo, che topi io,Messer grillie tant' altre bestiole ho e voi domandaste di me, che chi io sia che sa prendere Messer Eenardo, alcuna differenza e che tra eroismo Io e Oh al loro movessi gli uomini per derebbero, rispon- paurosa. che uccidere? loro vi cosa bestia una pretenderebbero gli uomini mi rizzassi su due piedi e per correre veniva fuga, le quali,se certo E di morabile imme- tempo cui calunniate. sparsa dir so abbiano concetto che vi uccelli in messo sempre uomini da una animo in da e ad s' era avesse quelle che tutte Eenardo gli e volpe chiamare una loro tra della tana si suol ad che di sentirsi ben Ma la alla essa compongono, di Messer « a uomini contro : che risposta gli diceva la notizia per controfavole certe che volta nna Eenardo, com' favole, accorressero di Messer o 165 UMORISMO ascoltare, signori miei, le ragioni del pure coniglio!Io immaginai volpe, DELL' MATERIA E loro credo spetto co- contro in- mente, vera- debba non imbecillità! » don Abbondio è un coniglio.Ma Ora, io non nego, nacciava minoi sappiamo che Don Eodrigo, se minacciava, non invano, sappiamo che pur di spuntare Vimpegno che tempi di tutto; sappiamo egli era veramente capace eran quelli,e possiamo benissimo immaginare che a don e Abbondio, se avesse sposato Eenzo Lucia, una di certo levata nessuno, schioppettata non gliePavrebbe e che forse Lucia, sposa soltanto di nome, sarebbe stata dalla chiesa,e Eenzo anch' egli ucciso. rapita,uscendo A che giovano l'intervento, il suggerimento di Fra Cristoforo ? Non è rapita Lucia dal monastero I di Monza 0' è la quella di un lega dei hirhoni, matassa dire, la povero ci mano prete! vuol di Dio dice come la di Eenzo. Per scioglier Dio; non per modo propriamente. Ohe poteva fare mano 166 PARTE SECONDA don Pauroso, sissignori, dettato nel paura curato; povero di questo, perbacco è comico, quando si crea narii: ma quando un pauroso tenuto conto gioìiecV aver terribile sistema vuole lievi,e che i ma ha eroe un come il nemico nel ha è ridicolo, veramente ra- imjjigliato preso, natura per terribile e più dovere è non basta ad jjer i suo per più che nean- aftrontare Abbondio palazzotto! Don stesso suo ha non contrasti, anche contrasto timento sen- magi pericoli im- e starci,questo pauroso Per quella situazione non Fra Cristoforo,che va soltanto. il il pauroso rischi ha Sanctis dovrebbe sacrosanto comico quel in che che uno tutti scansar : vediamo quando paura, contrasto un il De e ; pagine meravigliose esaminando alcune della in Abbondio vere, coraggio del proprio dovere; ma questo dodalla nequizia altrui,è reso e i)erò difficilissimo, non il quel coraggio è ci vorrebbe Don Abbondio. Noi il ministero non pericolo e Ma che non è T che non solo voleva; uno non adempiuto possiamo non ma che eroe ha uqu non lo se conto può il riamo conside- certamente posto di don al della minaccia compatire don voluto grandissimo uè mente, astratta- astratto del né punto troviamo non il dovere ci sarebbe ha ne non compierlo eroe Avremmo che, eroe tenuto avesse un in se del sacerdote. avesse d' i)ossiamo, se lui, cioè sacerdote un facile ; per posto non di sdegnarci ammirato Al eroe. un che tutt' altro al e e del stero. mini- suo Abbondio, suo Sposto, coraggio poco; bondio, Ab- il che ci coraggio, dare! del riso che superficialeterrà conto dalla comicità esteriore degli atti,dei gesti,delle nasce frasi reticenti di don ecc. Abbondio, e lo chiamerà ridicolo senz' altro,o una figura semplicemente comica. Un Ma veder ben osservatore chi si non più a altro,e fondo, non di contenta sente che è soltanto e sa queste superficialità il riso qui scaturisce quello della comicità. da CARATTERI Abbondio Don è luogo di voluto. Ma il poeta non si sdegna trova, perchè, pur avendo, come detto, sacerdote gli suggerisce rarissima per ideale un quest' ideale eccezione, e però quest' ideale, ha contrario. lo riflessione suggerito don E si incarna non al è cqmifìO-Solfcaiito, ma se non il De Sanctis. fetto cos' è ? è 1' ef- esercitandosi su sentimento del ^ppunto^ questo senti- che, il mentcujdeLl^ìon tra.v4^- oggettivatoje, non che limitare che poeta è Abbondio del a obbliga dell' ideale della appunto missione sé la riflessione giustamente osserva limitazione questa in trova della in pure che queir ideale, come Ma si altissimo terra, ha la su che quel questa realtà che abbiamo 167 MATERIA quello che ci sarebbe di DELL'UMORISMO E vlx§JSÌgl_3-P^J^ schiettamente profonda- e umoristico. mente Bonarietà lasciamo fondo f Simpatica indulgenza? adagio: codeste star estranee e considerazioni, che e superficiali, che, a volerle e' è il rischio il contrario. che ci facciano questo pover' per anche vederlo! Vogliamo il Manzoni è Andiamo Sì, ha in sono fondire, approprire qui scomento compati- di don uomo bondio; Ab- compatimento, signori miei, che nello stesso fa strazio, necessariamente. ne tempo Infatti, solo a patto di riderne di far rider di lui,egli può e e farlo commiserare. compatirlo e farlo compatire, commiserarlo ma un ridendo Ma, stesso di di lui tempo, il poeta viene questa povera e quanto natura più anche lui in proteggere il povero s' allarga il discredito somma, ci induce curato, facendoci curato, che mano la coscienza. se, per su sua costui stessa ad sente E amaramente di tanto che e che è pur prova, a più bolezze; de- attorno Il umano. compatimento aver tante gono pietose si strin- del valore riconoscere noi, quel ridere le considerazioni a a a inferma umana nello compatendolo e poeta, del povero umano, di tutti passarci bene ì Ne la segue che virtù, questo particolare divien gè- ne segue 168 PARTE SECONDA misto nerale, se questo sentimento quanto più si stringe e determina più ne infinita, si da lato tanto allarga quasi e in che o don in vapora dicevamo, segue, di riso pianto, Abbondio, tristezza una voler a di considerare niano, manzorappresentazione del curato noi non sappiamo più riderne. Quella pietà,in è così fondo, è spietata: la simpatica indulgenza non questo bonaria cosa in creando — — ridurre dalla Quijote! Il Don al curato accanto il Cardinal Borromeo; s' è incarnato. alcun Don che Quijote vero la creatura cui sua della carcere egli stesso Cristoforo che, essendo più viva è può non dice del trario con- consolarsi Mancha, con qualcuno genera — bondio Ab- consola, ne il sentimento Il Cervantes come — se è pur don in villaggioFra ma perchè, nella modo riflessione Manzoni di egli sopra tutto umorista, queir altra,quella cioè in in prima. ideale un vede, avere religioso, il Cervantes cavalleresco, come Manzoni; vederselo poi e tutta a si come il per e sembra come Gran cóme la gli somiglia. r V È considerar un lato un colar solo V superficialmente,abbiamo umorismo^ il contrasto tra F ideale vedere e come d' un è per è, ecco, dalla del i)ersonalità vedersi mitato, decomposto, limodo. Certamente, rappresentato a questo tutti gli altri elementi dello costitutivi si"irito ; ma se poeta, le dà ma che e' esso la realtà. Un esserci,rii)etiamo;questo dipende poeta in detto,e da un i)artiideale può anzi che un non è esso entra e si fa sentire nelP opera stica, umori- pore; particolarcarattere, lyi particolar saè condizione imprescindibile:tutt'altro! vità umorista, per In speciale attiil senin lui la riflessione, assume timento geiieraiido del contrario, il non più da qual parte saper proprio del? lo stato irresoluto tenere, la perplessità, della coscienza. CARATTERI E distingue qiiest'appunto 169 DELL'UMORISMO MATERIA E dal V umorista nettainente in questi ironico, dal satirico. I^on nasce altri il sentimentodel contrario; se nascesse, sarebbe cioè non reso più comico, il riso provocato nel amaro, d'una primo dall' av^vertimento qualsiasi anormalità; dall' comico, la contraddizione che è soltanto secondo nel verbale, tra quel die si dice e quel che si vuole sia inteso,diventereb eftettiva,sostanziale, e dunque non più lo sdegno o, comunque, l'avverironica ; e cesserebbe sione della realtà che è ragione d'ogni satira. Kon che all' umorista rebbe però piaccia la realtà ! Bastequesto soltanto,che esercitandosi ogni e tutto poco la riflessione glielo guastasse. Questa riflessione tuTfo per su s' insinua gli piacesse,-perchè, questo suo piacere, acuta del scomj)one^ogni imagine finzione ideale,ogni sottile e per sentimento, realtà,ogni della apparenza da illusione. Il « tourne Tutti ci dell' uomo, pensiero i comme che mondo Vogliamo anch' assistere da essa la riflessione noi, dalla dell' illusione nostra vera atfatto stessi di essi ragione alla quel di nostra valore noscenza co- tivo obiet- È attribuirle. alla lotta tra l' illusione, che per ». tutto che e costruisce a ad scompone s' insinua modo; suo ad una una ! da quella che si fa di^sè schietta piuttosto quali vorremmo artificio interiore,frutto imitazione, non l' illusione'" fa cioè che costruzione e bouteille continua. umoristica Cominciamo la presumiamo illusoria queste costruzioni di di noi comunemente costruzione una e Maupassant, une o illusorii, sono sfugge, inesplicabile.Manca del e o de Guy dans monche une fenomeni, diceva stesso. ciascuno Ci vediamo ciascuno a per noi realtà, quali siamo, essere! di Per uno segrete tendenze ci crediamo noi opera o nella non spontaneo o sciente d'inco- in buona fede 170 PARTE diversi da che quel al satirico secondo di all' umorista quanto il comico Ma svesciar 1' umorista, no: il lato serio ideale,ma di di se i)er riderne non messa sdegnerà; ne questa scoperta doloroso; smonterà e soria^ illu- stessi noi il satirico il ridicolo attraverso e dosi solamente, contentan- metafora spontanea; al comico questa costruzione riderà ne questa dall' illusione di pensiamo, tizia questa interpretazione fit- sìncera^dinoi stessi. tanto l^i rimessione,sì,})uò sc()i)rir(^ ^^^"^ vedrà E i)ui' e su siamo? sostanzialmente viviamo operiamo, seco:n^da zione costru- questa solamente; e in luogo sdegnarsene, magari, ridendo, compatirà. Il comico bava dalla tragga vita della riflessione dalla sanno sociale la ragna comporre per il satirico e il ragno mentalità dell' in quanta esperienza questo e in resti spesso in questa ragna queir individuo, e come morale. il senso Ohe avviluppato ciò che si chiama cosa sono, in fondo, i rapporti sociali della così detta di calcolo,nelle quali la convenienza! Considerazioni moralità è addentro, quasi e ride ingenuamente, d' in E va spontanea, sé, ciò noi riguardo, vero coinè la che o sentimento anche più in indotti siamo come a anche opera pretar inter- sentimento vero più va sdegnarsiscoprendo come, buona massima fede, per senza con finzione una sacrificata. L' umorista sempre rale, mo- è non di là, e guardo rialtro, in realtà,se non convenienza, cioè di calcolo. che può diventar venzionale conscopre apparir peggiori di aggregati a un quello che si è realmente, se 1' essere lità ideasociale importi che si manifestino qualsiasigruppo sentimenti che e e sono proprii a quel gruppo, che tuttavia chi vi partecipa appariscono contrarli a finanche e inferiori al ^ di Mi proprio aA'valgo qui Giovanni Figli, 1905). il di Marchesini, intimo alcune Le bisogno acute finzioni d' sentimento.^ considerazioni delV anima contenute (Bari, Gius. nel Laterza libro e 172 PARTE SECONDA specie, potendo riguardare di ciò che autori che promesse evidente si fa d' somma, queste varie di il più_è e giore mag- non degli associati. Eppure si mentisce stessi,vivendo sociale. è così! — qual'essa L'anima ma solitaria; è mai non i3en etrino che nella tanta E le le il cologic psitire men- la superficie efi'etto del la solitudine coscienza intimo solo riflette sé stessa gì'infingimenti e con un renze appa- si mentisce socialmente. psichico, è essere armato essere coscientemente verte di- vita^si della dall' un subito coglie la vita sociale Jiverse sima mas- adattamento, n'indigna: se virtù della esterne, l' umorista dimostra, rivelaT^comeTe nostro comune, vita osservazioni coscienza noi d' la lotta per sociologo descrive come non mezzo accaparrarsi L' umorista arguto intuito siano profondamente del come la per forma una lotta. smascherarle; dalle a caso, ad e ogni virtù,e simulazioni mentre della nelP altro reciproco inganno. La della della simi)atia, forza,dell'onestà, strumento suo ci facciamo È convenienza, benevolenza veracità,è della del e sendone es- potendo e — o mantenere. non uno difficile è la lotta della in prudenza, risulta ; quando di nelP facemmo, poi il bisogno del siiinila/ione E essere non si dichiara questa lotta la propria debolezza, tanto in a di ci ». Quanto più abile non animo rai)porti della soccorso sentita in V altrui l'altrui realtà la menzogna, conservar passato, onde avviene come ha si che dai sorge a futuro, il in dichiariamo autori riguardare il tire men- è un'anima che interiore suggestioni della vita arti trasfigurativeche la caratterizzano. Yive nell'anima nostra collettività di cui siamo modo di operare, dominano giudicare, è risentita nel mondo parte ; dell' altrui da della l'anima e razza la pressione modo di noi inconsciamente: sociale la simulazione o della dell'altrui sentire e e e di come^ la dij^si- DELL^ MATERIA E CARATTERI 173 UMORISMO avvertite nute divequanto più sono mnlazione, tanto meno dissimuliamo noi e con abituali,così simuliamo medesimi, sdoppiandoci e s[)(\ss() aiiclie moltiplicandoci. ciò clie si da sociale; è, è forma che il vanità, ecciterebbe V noi per fronte noi umorista, che smascherare fa come E il appunto sa supera spesso mentale quand' anche di dar che la ci umifa l' ufficio rappresentar anche la società, Yanity una di Fair.^ gicità pretesa della lo- la di gran renza lunga in noi la reale coeci fingiamo logiciteoreticamente, può smentire quella del pensiero, finzione una il credere a concorrono alla poi svelando e pure alla sua cerità sin- incosciente,la abitudine, l' imitazione L' assoluta. pigrizia è che dimostrando può si vita quest'analisi la Thackeray, quale logica,e che se logica dell' azione la nella coscienza stessi. Ma bene V umorista della diversi parer quell'analisiche, vanità,e le tutte di consustanziata morso a di lierebbe da rifuggiamo e quella vanità stessi noi M^entiamo l' equivoco. crear E ragione rigorosamente logica si minati deterverso aderisca,poniamo, col rispetto e 1' amore il riferimento sincero che facciamo ideali,è sempre di essi alla ragione ? È sempre nella ragione pura, unica della scelta e disinteressata,la sorgente vera nel coltivarli ! O invece degli ideali e della perseveranza è i3iù conforme alla realtà il sospettare che essi non siano talora giudicati non già con un criterio obiettivo di specialiimpulsi e i)iuttostoa seconda razionale,ma afiettivi Le e di barriere, i apparire della ^ in Lo stesso quella dell' autore « che essi ufficio senza poniamo le sono illusioni, esistono non si dà noi individualità nostra limiti Novella ». limiti anch' sono realtà,quei tendenze? oscure il eroi, Thackefay o vanità alla nostra condizioni relativa Non punto. anche illuminate nel con Libro ; ma, scienza, co- l' delnella soltanto degli Snobs le candele e stesse 174 PARTE noi, quali noi, quali sentiamo siamo, ora in altro tempo, ragioniamo e noi viviamo in fummo SECONDA viviamo pensieri ed con coscienza presente, nello improvviso vivo non in della limiti a urto, un spirito,possono vita, mostrando I che ma altro assoluti. Ciò vi memorie, sono parte, forse siamo.^ E una tante noi noi e quella linea ragionamenti. tuttavia, se nel credenze cui efficacia che nuove normale noi zionali, ecce- nel azione oltre e sciente. co- in tramontati ormai nostro siero, pen- stono atti, forse persiforma intellettuale, i nostri nella pratica e liberati, in di riteniamo reali di azione motivi ci crediamo tive affet- tendenze dalle essere possono da Foiiposto per esistenza loro, costituito sostrato* tendenze certe veramente d' alcuna una elie momenti son crediamo atfetti,su non più pratiche. E e nostra clie gionamenti, stessi,percezioni,ra- noi in ideali che i nostri su e certi in sciente co- e là da Di coscienza,che più capaci non pura, di della relativi Certi tato. insospet- noi cose, sorprendiamo stati i limiti tante e di prova è stessi,non piccolissima parte di quello di conosciamo elle noi nostra personale percezioni sono da tumulto dar 1 vi nella essere memoria e già un a ancora un nostra limiti sono noi tuttora aifetti lungo oblìo oscurati,cancellati,spenti un anche stessi,ma non aver illusoria, noi, se non possedere veramente, intimamente. E le varie appunto personalitàfanno si domanda istinto * Vedi il G. e Negri sul serio Come Marchesini, nel tant' nel libro di altre libro di Alfredo se — e Binet meravigliosi esperimenti considerazioni Segni dei che si possono tempi. sia non una difatti, passione e ragione, una, — costituiscono idealità, Les la contrassegnano affermarla volontà, tendenze e quella rassegna queste che pensare individuale. V anima tendenze altératioìis de psico - trarre, la 'personalité fisiologici,da come in notava cui già CARATTERI modo certo DELL'UMORISMO MATERIA distinti sistemi altrettanti sì che fanno E l' individuo, vivendo mobili, e V ora 175 uno clie l'altro ora fra due tamenti o più orienessi,ora qualche comi^romesso in lui psichici,appariscaJ^come se veramente fossero diverse e più anime perfino opx)oste,più e opposte personalità? ^^^^^ e' è uomo, il Pascal, che osservò Non differisca più di da da sé stesso altro che un semplicità dell' La dell' anima è La umana. un contraddi la speranza come il e fluttuare un ttorii,e è la paura, il di incessante fra oscillare un vero e rico sto- bile; equilibrio mo- assopirsi continuo un tempo. al concetto vita sua del successione contradice anima risorgere e tendenze, di idee; di nella aifetti, fra mini ter- poli opposti, il falso,il bello il brutto, Se giusto e l' ingiusto e via dicendo. si disegna nell' imagine oscura d' un tratto dell' avvenire luminoso un disegno d' azione, o vagamente brilla il fiore del godimento, non tarda ad apparire,vindice dei diritti dell' esperienza, il pensiero del passato, non di rado la briosa e triste; o interviene a infrenare cupo e fantasia il ricordi,di riottoso senso del presente. Questa lotta di di presentimenti, di percezioni, d' idealità, fra lotta d' anime può raffigurarsicome una il dominio definitivo e loro, che si contrastino pieno della personalità. Ecco funzionario,che verità,un in Ma la bestia noi, alto un morale. speranze, spara galantuomo. si crede, ed è, poveretto, in lui l'anima Domina bel che è come giorno, l'anima istintiva, originaria acquattata in fondo a ciascuno un un calcio all' anima morale, e di quel galantuomo ruba. Oh, egli stesso, poveretto, egli per il primo, poco dopo, ne prova stupore, piange, domanda sé stesso, disperato: mai ho potuto far a Come, come — questo f Uomo Ma, sissignori,ha rubato. dabbene, anzi dabbenissimo E — L' idealità morale costituiva 4well'altro là? ciso. sissignori,ha ucnella i)ersonalitàdi : 176 PARTE che lui iiu' anima in pure parte contrastava quale, lasciata d' improvviso la è riuscita vita è fìssa l'e restare,"!!! y fuori e che forme si po' libera a furto, al delitto. al in forme noi, perchè di ivStintiva un per e stabili noi in muovono stessa, se d'ar- che noi cerchiamo flusso continuo un P anima con tuiva quella affettiva o passionale; costiditaria, ereacquisita che lottava con 1'anima con un' anima La SECONDA già siamo ad mezzo dentro detenninate, e forme altre immobili, e vita, fino a il movimento, tanto già che, irrigidendosi man mano, cessi. Le forme, in a a rallentato,non poco poco che però cui cerchiamo seguire possono il flusso fissate, della arrestare, di fissare in noi questo i concetti, sono gli ideali a cui continuo, sono serbarci coerenti, tutte le finzioni che ci flusso vorremmo condizioni, lo le creiamo, d' di dentro Ma noi in cui tendiamo stato a stessi,in ciò che noi vita in noi, ij flusso bilirci. sta- miamo chia- nua, contianima, e che è la indistinto,sotto gli argini, oltre i limiti che noi coscienza,costruendoci imponiamo, compónendoci una stite tempestosi, inveuna personalità.In certi momenti dal miseramente gli argini e e che nei affetti, raripa e sono ione oltre abbiamo noi una o in per siamo sdegnano imposti, certi di nei nostri incanalato momenti in uno dini abitu- nelle di stato piena di fu- rapprendersi, d'irri- Ma quella forma di personalità. adagiate in quelle più quiete, che si sono è sempre un' altra forma, la fusione bile: possi- il flusso E ci cura tracciate,in che idirsi in questa per con sconvolge tutto. anime irrequiete,quasi continua, nche che doveri ci siamo che Vi fittizie crollano torme quelle nostre sotto scorre quello che non ; e anche stinto noi diche si scopre i limiti,ma a flusso,tutte tutti o della in vita però può tortura, rispetto all' anima è in tutti. rappresentare che si muove talvolta e si una fonde, CARATTERI il nostro stesso immutabili. noi! fissato corpo cj^(lomanfliamo — per perchè proprio Oli qiiestuiaccia,con dobbiamo nllo I corpo così, essere specchio, Alziamo — fattezze iu sempre talvolta questo 177 DELL'UMORISMO MATERIA E cotL — una mano, nenMjicosci^nza4_e^ ji^^^ÌiO_cLl^^ quel gesto a quella vede fatto cheJ,abbiamo strano cF antico Con a oratore, sobrio un i tutti dinanzi mano, d' gente che del V altra e aftìitto pare si rinale. Quimano e vigliato mera- lì, di rimasto esser in mento, queir atteggiaè salita,che sale e secoli, sospeso tanta a in come antico oratore queir pietra, per gesto, statua; una scalinata la Con vivere. esempio, per per di carta rotolo un vediamo assomigliarcia nicchia, salendo una protesa possiamo sospeso statua in noi. Ci pare che salirà per In nostra occhi quella scalinata! certi momenti di siJejuzig^interiQxe^ in iìuil!.a»ima le finzioni si spoglia di tutte abituali, e gli nostri diventano più acuti e più penetranti, noi in quasi vita, e in sé stessa la vita, nudità arida, inquietante; ci sentiamo strana una impressione, come se, in un noi vediamo una da assaltare baleno, stessi ci si chiarisse normalmente finzione fuori dei colorata forme allora la diversa impassibile fittizie relazioni si interno si vuoto arresto del di di e intorno interiore si orrida a noi, vuoto umana, quotidiana, di sua le dezza cru- nostre d' immagini e Il essa. nostro e scopo; nella tutte riore, inte- vuoto corpo, strano, come venta diun il nostro lenzio sise vita, come profondasse negli abissi del mistero. e della un del in la mente Lucidissima- sentimenti i limiti allarga,varca vista priva disgregate oltre silenzio nostro senso, ci appare consuete tempo sensi,oltre la ragione. quel quella che vivente misteriosa, poiché e scisse sono di priva da dell' esistenza compagine appare quella realtà umana vuoto realtà una nostri dell' nel sospesa ci realtà diversa una percepiamo, delle quasi nella 178 PARTE SECONDA QQQ-LmtL-St'orzosupremo esse la coscienza normale TjTconsuete relazioni,di risentirci vivi a cerchiamo come delle di normale, star riacqui- cose, di riallacciar riconnetter le l' innanzi, al modo per questa coscienza allora con di idee, solito. Ma queste idee riconnesse,a a solito (Iella vita non questo'sciitiiiKMito ormai prestar fede,!perclir sappiamo ])ossiamo i)iù clie sono un uQstro inganno per \ ìvcmc (» clic sotto e' e (pialcos'altro, di costo non non se luiò atì'acciaisj, a ^ cui 1*uomo morire o d'impazzire. È stato un dura a attimo; ma \ in lungo la con noi V ambiziose cose: che così vana, La apparenze. vita, allora, Oggi siamo, domani la rappresentar Ohe doversi pena portare bel naso ; e a che, ne allora Un lungo a ci accorgono arrivati hanno altro ; i quali coraggio il hanno Un Quel la con brutto naso andare, non gli altri,è a credere occhio e di come — e' è V altra,che fuori. E niente per dar è? d' a un vero, avere Ciascuno spesso vero! non Vero ! Consoliamoci labbra e Maschere, ad posto Correre alla s' accorda il mare, altre. morte piede a di legno, si racconcia esteriore. schere... ma- il altro... Gamba la maschera è ce nemmeno schiaccia vita, qua, vetro, e avanti! può noi. là... Chi occhio un di ridere passano, zoppetto là n' accorgono se non di per sappiamo più spiegarciperchè non stampella...La cava uno; di soflìo povero portanza? im- naso? gli altri ridano, guardandoci. Sono tanti sciocchi guardando che orecchi ha quello e che queir sia dato brutto un spasso finanche siamo noi darle come faccia parte del vivo? accorgiamo x"iù.Se quando Che no. la vita... Fortuna tutta E ci portarle rispetto? come per meccanica. fantasmagoria una poi delle piccola, solita,fra queste apparenze sia più per quasi che non davvero, che come un vertigine, s' aggira sembra n' misere o di come stabilità, pur la contrasta quale di esso, impressione Perchè con la schera ma- dentro quella sì, vera la 180 SECOKDA PARTE quella macchinetta, diviene di mezzo l)er generale ; che e ne ! Ne segue quella contingenza di credono è il mondo filtrano,finche e di pezzo un sughero portano in e croce farmacia L' bensì tempi, i vita casi,la fortuna. Ora logica,astraendo la idee, tende appunto è mobile, mutabile, flùido; tende assoluto già a male per f I è lui la Perchè stesso. che cose sono E aggrava la prima vive esso realtà una che il sentimento dono farne per noi che abbiamo di fuori sperduti noi cerchio un quale è V ombra se su la più terra; o nera, la favilla non del che noi si sente AÌV : la vento, uomo, a gli risulta: sé questo della vita di suo vario. rapì uomini. favoleggiata.Essa questa favilla prometèa radice ne e al sole male un sia. non che valore un il \/|interno sentimento della vita, mutabile I 11 Gli antichi favoleggiarono che Prometeo favilla quel non luce, illusione la bella vivere, con prendere cioè come e dai questo triste privilegiodi è toccato j sentirsi dare a terra, il sole, V aria, la pioggia, non fissare a questo sentimento in L' albero vita. /invece,nascendo f relativo. appunto della abbiamo è che se per grave nostro ciò stinchi nozione soluta, asidea, una mutabile e vario, secondo le sentimenti fra due che un' sentimento un come barattolini teschio un sia non quei come Veleno. della ha non uomo nera di i mali arido resti di sgraziat di- molti tutti cervello pieno blimato su- filtrano, pompano non il loro leggenda: la di e cuore e V etichetta su logica.E pompano e il loro stipetto di uno i pieno, col concentrato, così guarire anche dobbiamo deduzione della corrosivo cui V estratto con biamo dob- non particolare,di caso ma passeggera; hi vita attossicarci quel astratta noi che segue di soltanto affliggerci idea una Orbene, è appunto ci fa dere ve- projetta tutt' intorno a ampio di luce, di là dal essa meno V ombra fosse paurosa accesa in che non noi ; ombra rebbe, esisteche CARATTEEI però noi quella ci dobbiamo creder purtroppo si mantiene in viva 181 DELL'UMORISMO MATERIA E che fintanto vera, petto. Spenta alla fine dal tizia, quell'ombra fitmoso ci accoglieràla notte i)erpetua dopo il giorno funoi piutdella nostra rimarremo illusione,o non tosto morte, ci accoglieràdavvero soffio della alla mercè forme vane 1' enorme Essere, che avrà dell' ! Tutta della ragione umana mistero, che tanti e le soltanto rotto quell' ombra, filosofi hanno tanti vano in- l' alspeculato e che ora la scienza,pur rinunziando sarà forse in fondo indagine di esso, non esclude, non un un inganno come altro. Un inganno della nostra mente, fantasia una che non si colora! esistesse non mistero,in somma, in noi, e necessariamente, per sentimento fosse che soltanto noi abbiamo penoso, questo cerchio fuori di il famoso Se noi in spegne tutto questo noi,ma soltanto del i)rivilegio vita! della il soffio che Se la morte questo timento sen- da perchè limitato,definito pauroso, d' ombra fittizia oltre àmbito breve il projettiamo attorno, e in cui la vita nostra rimane esclusa come imprigionata, come alcun temjjo dalla vita universale, eterna, nella per che dovremo un quale ci sembra giorno rientrare, mentre vi rimarremo, ma senza già ci siamo e sempre di esilio che ci angoscia! Non più questo sentimento dello lume scarso è anche qui illusorio nostro, della questa forma il vivremo ; i)erchè purtroppo domani E la la ci fa non lo quella favilla vedere soltanto ; anche quel lo non che ora, festazioni le mani- tutte sappiamo, pre sem- diamo, ve- Prometeo poco a cui arriva. essa sul donare 1' universo a lume abbiamo Forse nostra, partecipiamo dell' universo ci volle con al poco relativo limite, e individualità! nostra vissuto,sempre in ci che Caucaso sua causa un in fiaccola fatale umorista atto accesa del di e suo potrebbe raffigurarPrometeo considerare malinconicamente di in scorgere supplizio essa infinito. alla Egli fine s' è 182 finalmente che aeeorto stesso suo corpo A mano. solo un' che Prometeo spegnesse Ma egli sa, rimane, non Così rapida visione i limiti varcare ov' ha radice, ed Tusoria fìnta o sottile vede suo nn del la fiaccola. sua quell'ombra e gli fatale uomini che inganno. bile, inovviabile,inscindiP abbiamo Noi veduto, umoristica, allargarsi man nostro essere individuale, del in tutto scoperto costruzione una sentimento analisi la smonta ha Lo intorno. fittizia del o minuta e tutti per corpo. estendersi che riflessione, la die ci si dimostra dal mano, può; non conto V Ombra questa candela, cioè tiranna, rendersi a il contrasto come in e la vuole, non paurosa riescono non è altro non miserevole nn appunto causa (jiove del inganno, V ombra die si projetta gigantesca nel cielo, in della fiaccola di' egli tiene accesa potrebbe sparire,a patto patto Giove fantasima, vano a SECONDA PARTE e e il- o arguta, con la scompone. saperlo, fu Oopili grandi umoristi,senza non propriamente la macchina ernico, che smontò n' eraV orgogliosa iiiiniagineche ce eir univèrso, ma smQj^tt'd,Si legga quel dialogo del Leoi)ardi che dal canonico 'è'intitola appunto polacco. Ci diede il colpo di grazia la scoperta del telescopio: del Uno infernale,che macchinetta altra quella che volle regalarcila inventata che farci terra e di 1' uomo che Fortuna come meno. pajo con questa l'abbiamo l'occhio Mentre più piccola,e vede grande terribile un e è tutte strumento, le nostre proprio della che glorie riflessione e subissa la grandezze. umoristica il contrario;il quale, in questo così piccolo 1' uomo, dice : è poi veramente Ma Se egli lo fa vedere? il telescopio rivoltato ce provocare caso, da il natura diventa allora esser Ma fare voluto provvidenzialmente aveva nostra, che fa! salta a piccolo, l'anima sopra, dalla lente più grande, e il telescopio la veder guardar non sotto, dalla lente di guarda ciò noi, per natura. può il sentimento — del CARATTERI può V intendere dire uol egli intende eh' E dell' universo. r V infinita concepire e 183 DELL'UMORISMO MATERIA E piccolezza, sua concepisce l' infinita grandezza si può dir piccolo dunque e come ? uomo è anche Ma che vero poi egli si se grande sente saperlo, gli può capitare come tra le mani Gulliver, gigante a Lilliput e balocco giganti di Brobdignac. viene umorista un e a a dei VI Da abbiamo quanto attività della che mente riflessione diverso dell' arte umorista, forza x)er deve chiara- appare mento procedi- il essere umorista rispetto speciale alla qugUodeU^ a arte genere. Anch' 1' Arte, essa tende illusorie, o in o fissar la vita: a varii Ma, ! e la fusione continua JJajdtij. ffl genere, L' arte così astrae degli individui caratteristica. ragionevole che delle questa o cause, povera assolutamente quel le conto cause, tutto fini che cause tenda coerente che vere umana a gli imprevedibili,1' arte che nella ordinate, come cui e troppo delle anima secondo cioè e rappresenta sono nostre mai comuni a in tutto rendere scrittore s' è ciò troppo la vita. Gli muovono pare spesso più inconsulti, genere]non tenga Per 1' umorista logiche, così d'arte, in opere così è, in fondo, combinato, congegnato, lo f si trovano che atti lui dovrebbe. vita, non nelle mutabile. im- decompone. all' umorista pare la natura almeno in statua delle cose, l' idealità essenziale come semplifichi troppo mento mo- un cessivi degli aspetti suc- P umorismo compone; Ora la in cui le anime concentra, coglie e in aspetto temporaneo, un perpetua mobilità la e fissa la determinati: momenti ideali costruzioni le tutte come gesto, il paesaggio in un ai nell' intorno ' in e finora detto ordinato proposto. L'.ordine? la eoe- 184 PAKTE renza? Ma anime in abbiamo noi se SECONDA fra loro: lotta dentro P anima einiiue quattro, V istintiva, anima rale, mo- P anima sociale? E secondo che affettiva,V anima domina questa o quella,s' atteggia la nostra coscienza ; noi riteniamo valida e e sincera quella interpretazione fittizia di noi medesimi, del nostro interiore che essere ignoriamo, perchè ma in ora casi della modo, un in ora mai manifesta si non un' intero, volgano i tutt' altro,come vita. Sì, un poeta può rappresentare si mostrino in lotta elementi suo un opposti in eroe, e cui repugnanti; egli di questi elementi carattere, e comporrà un vorrà atto. in ogui suo Ebbene, coglierlo coerente r umorista fa proprio V inverso di : egli non compone il carattere un quegli elementi carattere; ma sconìponc nei suoi elementi; e mentre di coglierlo quegli ciiia coerente in ogni^atto, questi si diverte a rai)i)resentarl(" nelle sue incongruenze. non" rico^^^ L' uj^rist^a. eroi; o meglio, lascia che li rappresentino gli altri, gli eroi ; egli,per conto suo, ma , . sa che è la storia o è la cosa leggenda mostran a né scomporre; bella impressione d' trono pompa che forma, cosa forma: si come e e con a nelle perchè egli è camere capace dir che propriamente vederlo ; e e non ardenti di non sia nudo, corona e componete su vede, vi fa così maestà il manto rispettar nepjjure capace di tropi)a con catafalchi composizione, tutto questo apparato; è alla X)rendere, per esempio, in mezzo lì, freddo degli astanti, in quel morto lo nella comi)osto la timento diver- un il re, che in camicia lo scettro d' ermellino può si piacevole. Il mondo, lui,.se non pei" così dire,in camicia: porpora si come composizioni tutte, più i)iù ideali forse, quanto più ideali,e tanto verte pretesa di realtà : composizioni eh' egli si di- meno un e i morti, questa di sor- compunzione e duro, ma CARATTERI decorato nel in e ventre, DELL'UMORISMO MATERIA E marsina, qntìlclieborboglìo lugubre un (i)oichècerte d' esclamare e 185 si dicono cose meglio in latino): Digestio post mortem. — Anche soldatacci quei di cui ci siamo dal poeta tanti come di i)oeta vede L' nel essi camicia: sono uniformi odiose, nelle quali schiavitù della patria. della animo nelF di torma una E vita rente, irta del poeta una sione ; la rifles- schiava gliati x"overettiaddo- il vestiario la — società ha anch' 1' umorismo a ideale congegno artistiche,in cui vicenda realtà Nella — compone che cose dice vestito, il per tutti e vera a delle Carlyle base il esso, compone non i)uò soffrire. almeno senz' ordine nuda, la natura di contraddizioni, pare all' umorista dal tengono Resartus, due nasconde: animale un Sartor suo La in è uomo vestiario». e fine derisi. e « in questa rappresentazione, spoglia quei vede e veduti in ideale, della patria scompone soldati loro compongono rappresentazione poesia del Giusti, son princii)io, simbolo un della ijoveri uomini quelle uniformi Quelle in occupati spogliaticioè il austriaci comuni api^a- nissima lonta- concezioni gli elementi, visibilmente, vicenda le azioni si* cooperano. che mettono in rilievo di vicende dinarie, orstagliano su un fondo in di particolaricomuni. Ebbene, gli scrittori, n' avvalgono, o poco non se se ne come curano, genere, alcun abbiano se queste vicende, questi particolari non un valore e siano l'umorista. alla terra? via si carattere la terra inutili e trascurabili. Ne fa tesoro si trova L'oro, in natura, non Ebbene, gli scrittca^Lordinariamente e presentano 1' oro in zecchini invece frammisto buttano nuovi, ben il la loro marca e fuso, ben pesato e con loro stemma bene che le sa imi^ressi.Ma 1' umorista vicende ordinarie, i particolari comuni, la materialità della vita insomma, così varia e complessa, contraddi- colato, ben 186 PARTE SECONDA poi iispraiiieiitetutte quelle seniplitìcazioui ideali, costringono ad azioni,ispirano pensieri e sentimenti contrarii dei fatti e dei tutta quella logica armoniosa a caratteri concepitidagli scrittori ordinarli. Pj Pimprevecono duto I^on che è nella vita? E l'abisso che è nelle anime? ci sentiamo guizzar dentro, spesso, pensieristrani, sabili quasi lampi di follia,pensieri inconseguenti, inconfesda finanche sorti davvero noi stessi,come a ci riconosciamo! un'anima diversa da quella che normalmente Di qui, nell'umorismo, tutta quella ricerca anche dei particolaripiù intimi e minuti, che possono le sintesi con volgari e triviali se si raffrontano parer idealizzatrici dell' arte in genere, e quella ricerca dei si contrasti delle contraddizioni,su cai 1' opera e sua cercata fonda, in opposizione alla coerenza dagli altri ; di qui quel che di scomj)osto,di slegato,di capriccioso, ristica, quelle digressioniche si notano nell' opera umojfutte in ()i)posizione al congegno ordinato, alla comdell'opera d'arte in genere. .posizioìiv Se il I'"^no il frutto della riflessione die scompone. « naso di altre vicende Cleopatra avrebbe questa minuscola come un fosse cuneo stato avuto il mondo che i^articella in tutte chi più lungo, le ». Ah sa quali questo se, può appuntare, vicende, quante e quali quanta scomposizione rire inse- si disgregazionipuò i)rodurre,di ad d' un umorista in mano può esser come, causa, piccolo vede esempio, lo Sterne, che dall' infinitamente regolato tutto il mondo! Eiassiupaendo : l'umorismo consiste nel sentimento del contrario,provocato dalla speciale attività si cela, che riflessione che non non diventa, come I della dinariamente or- del scMitiiiiento, forma nia nell'arte,una il suo contrario,pur seguendo passo i)asso il sentimento bada al^ l'onibia segue il corpo. J/artistaordinario come bada al eoijx) e all'ombra, l'umorista solamente: corpo tutti gli nota elie al corpo; talvolta più all' ombra e