bilancio di missione 2009
coordinamento
William Revello, responsabile dell’Area Progetti dell’Ufficio Pio
consulenza
Pares – Milano (www.pares.it)
contributi
Marianna Amré Banfo, Lina Caglioti, Arianna Canistro, Fabrizio
Davelli, Stefano Gallarato, Marco Gandino, Luciano Ghio,
Barbara Giardiello, Angela Marinelli, Simona Narducci, William Revello,
Marco Rosellini, Lodovico Solera, Giovanni (Ivan) Tamietti, Egidio Testa
Ufficio Pio
09
della Compagnia di San Paolo
onlus
bilancio di missione 2009
riferito ai dati d’esercizio 2008
«... In questi tempi non facili,
dove tutto pare ripiegato sull’individuo e sulle
sue utilità, scoprire che oltre duecento donne
e uomini dedicano tempo, mezzi e capacità a
Sede legale
10128 Torino
Corso Vittorio Emanuele II, 75
chi ha bisogno, regala a questa Città un
respiro di speranza che ci conforta quando
pensiamo, sbagliando, che nessuno mai fa
Sede operativa
10125 Torino
Via S. Anselmo, 18
tel. 011 654.61.11
fax 011 650.23.00
niente per niente ...»
«… Questa adesso è casa mia,
non ci posso ancora credere…»
«… Torino presenta anche delle luci e non solo
[email protected]
delle ombre, perché a fronte di una situazione
ringraziamo Anna Cantaluppi e Marco Demarie dell’Archivio Storico
della Compagnia di San Paolo
sociale difficile, noi siamo in presenza non
di un vuoto di iniziative ma al contrario
ringraziamo Marco Revelli dell’Università del Piemonte Orientale e
Presidente della Commissione d’Indagine sull’Esclusione Sociale – CIES
di un pieno...»
«… Adesso spero di poterci portare mio figlio,
ringraziamo Massimo Casero, Giuseppe Fierro, Dorel Postica,
Monica Procacciante, Ibrahim Raha, Genita Vatamanu
ho il desiderio di tornare a casa …»
«… Penso che sia bello fare qualcosa per
contributi fotografici
a cura di Stefano Videtta e dell’archivio fotografico dell’Ufficio Pio
ricompensare, tocca a me adesso.
Non pensavo che si potesse cambiare vita
completamente, ma ora lo so ...»
progetto grafico e impaginazione
l’Uovodicolombo – Torino
«… Nella mia vita a volte ho perso e a volte
stampa
Ages Arti Grafiche
ho guadagnato. Adesso voglio lavorare per
finito di stampare nel mese di novembre 2009
l'uovodicolombo • torino
la mia compagna, i suoi figli e per avere una
casa, piccola, con tanti fiori e con un gattino
o un cagnolino per quando sarò
in pensione ...»
bilancio di missione 2009
riferito ai dati d’esercizio 2008
Lettera
del
Presidente
L’Ufficio Pio e la grande crisi
La grande crisi, vista da quell’osservatorio privilegiato
che è l’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo, ha il
volto del cinquantenne che, dopo una vita di lavoro,
si trova improvvisamente a non sapere come farà a
mantenere i suoi figli. Oggi per lui chiedere aiuto non
è soltanto introdursi in un mondo, quello dell’assistenza, di cui fino a ieri nulla sapeva, ma soprattutto
è scendere a patti con la propria dignità.
Questo, tra i molti che troverete nelle pagine che
seguono, è il dato primo che rimarca la differenza tra
il passato ed il presente: l’incremento quantitativo
dei nuclei seguiti dall’Ufficio Pio e l’avvento qualitativo dei nuovi poveri.
Stefano Gallarato
Presidente
dell’Ufficio Pio
Tra novità e tradizione
A tutti, le donne e gli uomini che costituiscono la nostra struttura, tentano di dare una
risposta. Una risposta che è prima di tutto una relazione, un ponte da costruire sul fiume in
piena della rabbia e della frustrazione che i nostri assistiti riversano ogni giorno su operatori
e volontari. Non un assegno anonimo da staccare per assolvere a un dovere sociale, ma la
messa in campo di risorse, capacità e idee per accompagnare la persona oltre quel ponte,
a recuperare la speranza per non arrendersi.
Del resto, i “poveri vergognosi” - che l’Ufficio Pio aiuta sin dalla sua fondazione nel 1595 non sono forse gli stessi che oggi bussano intimiditi ai nostri sportelli? La tradizione che
ci vede pronti al soccorso sociale attraversa i secoli senza soluzione di continuità, con
obiettivi immutati, ma con metodi diversi. L’epoca post moderna ci induce ad utilizzare
nuovi approcci, a tentare strategie inusitate per non radicalizzare la povertà e per offrire
ogni sostegno, non solo economico, alla persona che quotidianamente incontriamo.
3
Un nuovo Consiglio, un nuovo Statuto
Proprio per meglio affrontare l’oggi, il nuovo Consiglio Direttivo, insediatosi il 3 novembre 2008, ha
deliberato la modifica dello Statuto. Con il brivido di chi pone mano alla Carta che rappresenta, non
solo giuridicamente, le fondamenta di una delle più antiche istituzioni di Torino, il Consiglio ha innovato sulle finalità dell’Ufficio Pio, riconoscendo che la centralità del suo operato non è più il mero
“sussidio”, ma è la “persona” da accompagnare nel suo cammino di affrancazione dalla povertà.
Leggo tra le finalità indicate dal nuovo art. 2: “Sostenere le persone e i nuclei familiari in situazione di disagio sociale ed economico, attuando interventi di prevenzione, assistenza, sostegno
e promozione volti a rimuovere i fattori di esclusione sociale, ad accompagnare i percorsi di
autonomia e di superamento delle difficoltà e a favorire la reintegrazione nel contesto socioeconomico, anche in collaborazione con gli enti pubblici e con il privato sociale”.
Due colonne: lo staff e i delegati
Ma da sole le modifiche statutarie non cambiano la realtà. Per applicarle alla concreta realtà
di ogni giorno l’Ufficio Pio può contare su due risorse: lo staff composto dai dipendenti e collaboratori e i “delegati”, riuniti nell’Associazione Volontari Ufficio Pio San Paolo. Gli uni e gli
altri sono indispensabili per il raggiungimento delle nostre finalità: il lavoro allo sportello e ai
progetti si compendia alla presenza sul territorio per fornire il miglior servizio alla persona.
In questi tempi non facili, dove tutto pare ripiegato sull’individuo e sulle sue utilità, scoprire
che oltre duecento donne e uomini dedicano tempo, mezzi e capacità a chi ha bisogno, regala a questa Città un respiro di speranza che ci conforta quando pensiamo, sbagliando, che
nessuno mai fa niente per niente. Grazie, a tutti.
Un po’ di Bilancio e un po’ di Missione
Per raccontare questa avventura abbiamo scelto il Bilancio di Missione, basato sui dati
raccolti nel 2008. Un biglietto da visita polifonico, dove trovano voce le moltissime aree di
intervento dell’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo, oltre ai dati di bilancio.
Chi vorrà potrà trovare all’interno dello stesso, pensato e voluto con una struttura modulare, le informazioni relative al generoso sforzo che l’Ufficio Pio ha compiuto anche nel
2008 per garantire la coesione sociale dell’area metropolitana torinese.
Buona lettura!
4
bilancio di missione 2009
Stefano Gallarato
indice
Nota di metodo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 7
Gruppo di lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 9
Fasi di realizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 9
Criteri guida . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 12
Considerazioni di sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 13
l’identità e il progetto istituzionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 15
La nostra storia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 17
La missione e il progetto istituzionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 20
Gli organi statutari e la governance . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 25
Le linee di azione per il 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 31
Gli interlocutori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 33
le risorse organizzative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 37
Le risorse professionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 39
Le risorse economiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 53
L’informazione e la comunicazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 64
Le attività e i progetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 65
Le coordinate per uno sguardo di sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 67
Le attività e i progetti gestiti direttamente dall’Ufficio Pio . . . . . . . . . . . . . p. 76
Le attività e i progetti gestiti dall’Ufficio Pio in partnership
con la Compagnia di San Paolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 103
Le attività e i progetti gestiti dall’Ufficio Pio in rete
e in collaborazione con altri soggetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p.108
Per continuare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 121
nota di metodo
gruppo di lavoro
fasi di realizzazione
criteri guida
considerazioni di sintesi
Gruppo di lavoro
La realizzazione del Bilancio di Missione è stata progettata e accompagnata da un gruppo di
lavoro composto da Stefano Gallarato Presidente del Consiglio Direttivo, Giovanni (Ivan) Tamietti
Direttore, William Revello responsabile dell’Area Progetti, Marco Rosellini responsabile amministrativo, con la consulenza di Graziano Maino e Laura Papetti di Pares, cooperativa di ricerca e
consulenza di Milano.
Fasi di realizzazione
Il Bilancio di Missione è stato costruito tra luglio e novembre 2009. Ne ripercorriamo brevemente lo sviluppo per dare conto di come si è lavorato e per consentire una valutazione non solo
dei contenuti ma di questi in relazione alle modalità di produzione del rendiconto di missione.
Riprogettazione
Un primo passaggio è stato dedicato all’esame dei due Bilanci di Missione precedenti, alla
ridefinizione dell’impianto, a formulare un’ipotesi sui possibili contenuti del documento di
rendiconto e alla riprogettazione delle modalità di lavoro (luglio 2009).
Il lavoro
di back office
Raccolta dati
La struttura del documento, le sue articolazioni, una
prima prefigurazione dei possibili dati e delle informazioni da introdurre ha consentito di avviare il reperimento dei dati indispensabili (agosto – settembre
2009).
Interviste
Abbiamo confermato una soluzione efficace: il Bilancio
di Missione è uno spazio non solo per raccontare della
capacità di raggiungere gli obiettivi identificati. È l’occasione per dare voce a chi lavora
con l’Ufficio Pio, a chi dà la sua disponibilità a collaborare, a chi trova ascolto e riceve
aiuto attraverso il sostegno o i progetti che vengono messi in campo. Anche quest’anno
9
nota di metodo
abbiamo confermato le interviste: sguardi che ci restituiscono una pluralità di punti di vista (settembre – ottobre 2009).
Elaborazione
Identificata la struttura di massima abbiamo proceduto, in parallelo con la raccolta delle interviste,
a sviluppare le nuove parti introdotte, a riprendere spunti e sollecitazioni dalle sezioni esistenti, a
produrre i testi e ad assemblare i dati via via raccolti (settembre – ottobre 2009).
Stesure
La prima stesura del documento è stata rivista dal gruppo di lavoro per verificare l’impostazione
e articolazione del documento e contenuti.
Una seconda lettura ha consentito di consegnare allo studio grafico un testo rivisto e messo a
punto.
L’impaginato è stato successivamente riconsiderato per verificare che le scelte grafiche facilitassero la lettura del documento e contribuissero ad esprimere le intenzioni comunicative.
La versione definitiva è stata ulteriormente riletta alla ricerca di imprecisioni, imperfezioni e
sviste (ottobre –novembre 2009).
Contenuti e struttura del documento
La realizzazione del Bilancio di Missione relativo all’esercizio 2008, giunge quest’anno in
ritardo. I diversi cambiamenti organizzativi e la mole di lavoro che ha impegnato l’Ufficio
Pio ne hanno ritardato la realizzazione. Per compensare lo slittamento della pubblicazione
si è ritenuto di inserire, dove reperibili e affidabili, anche dati relativi al primo semestre del
2009 o proiettabili sull’intero anno.
La struttura del documento – lo si potrà vedere considerando l’indice – focalizza l’attenzione su tre dimensioni che caratterizzano i resoconti di missione. Primo: l’identità
organizzativa e il progetto (missione) istituzionale affidato. Secondo: le risorse a disposizione e il loro impiego in relazione al mandato organizzativo e alle linee di azione riferite
all’esercizio considerato. Terzo: le attività, cioè i servizi, i progetti e gli interventi che
vengono realizzati con l’obiettivo sia di presentarne l’ampiezza sia di coglierne i nessi
con la missione e le sue articolazioni strategiche nel periodo in esame.
10
bilancio di missione 2009
“
Ho sempre fatto il mag-
giordomo, ho lavorato anche
per i “grandi” d’Italia,
poi la vita mi ha portato qui…
la prima volta che mi hanno
assegnato la casa non la
volevo, sono andato via.
Poi dopo ho accettato di
entrarci anche perché è proprio una bella casa,
l’ho aspettata per dieci anni.
E’ qui che ho conosciuto il
Delegato Cesare,
che adesso non c’è più.
Mi è dispiaciuto tanto.
Una volta ero malato,
veramente, non avevo
niente in casa e lui è venuto
per vedere come stavo, con
una borsa piena di roba da
mangiare… mi diceva sempre
“stai tranquillo”… Cesare,
„
che simpatico uomo, bravo,
era come me!
IBRAHIM
Criteri guida
Tre gli aspetti che hanno orientato la riprogettazione e che in sintesi riassumono l’impostazione
del Bilancio di Missione relativo all’esercizio 2008: continuità, evoluzioni, innovazioni.
Continuità
Se per un verso si sono introdotti diversi cambiamenti, si è anche ritenuto di mantenere il
formato e l’impostazione grafica dei documenti precedenti. E ciò sia perché il progetto grafico
e le soluzioni adottate sono risultate efficaci, in grado di restituire lo stile dell’Ufficio Pio, sia
perché la linea istituzionale venisse confermata e si consolidasse il processo di riconoscibilità dell’immagine dell’ente.
Un secondo aspetto che è stato confermato ha riguardato la pluralità di voci chiamate ad
esprimersi nel documento. Si può affermare che lo sforzo sia stato quello di redigere un bilancio a più voci. Questa intuizione, questo lavoro di ricerca non è diffuso e neppure sempre
efficace. Nel caso del Bilancio di Missione dell’Ufficio Pio è risultato rispondente: in effetti
gli interlocutori, anno dopo anno trovano spazio e possibilità di rappresentare il loro punto
di vista, i loro apporti, le loro riflessioni. Su questa linea anche quest’anno si è continuato a
lavorare. Abbiamo spostato l’attenzione maggiormente verso l’interno e realizzato tre interviste di gruppo per dare spazio allo staff professionale, alle esperienze dei volontari, alle
considerazioni dei dirigenti. Contemporaneamente abbiamo però cercato il confronto con
punti di vista esterni: sull’evoluzione dei fenomeni di povertà e di vulnerabilità che ogni
giorno impegnano le persone che lavorano o danno il loro tempo volontariamente, con
l’esperienza di chi è stato accompagnato e sostenuto in un processo di uscita dal disagio.
Evoluzioni
Quali i principali elementi di evoluzione introdotte?
Ci siamo mossi verso una maggiore partecipazione nella realizzazione del rendiconto: attraverso il confronto nella progettazione dell’impianto del Bilancio di Missione,
coinvolgendo il personale e i volontari nella raccolta di informazioni e dati, ricercando
il supporto del Consiglio Direttivo in fase di verifica dell’impostazione e dei contenuti
del rendiconto.
Abbiamo poi modificato la struttura del documento suddividendolo in quattro parti.
12
bilancio di missione 2009
La maggior parte dei contenuti erano presenti anche nelle precedenti edizioni del Bilancio di
Missione, abbiamo però riarticolato la dislocazione delle informazioni e avviato la ricerca di dati
più puntuali. Maggiori dati, in particolare riferiti ai risultati e non solo alle attività, potranno
essere raccolti in edizioni successive del Bilancio di Missione, facilitati dalla impostazione di
un sistema informativo ad hoc.
Innovazioni
Quali innovazioni il gruppo di lavoro sta prefigurando? Quali dispositivi per poterle introdurre?
Si sta pensando a un Bilancio di Missione frutto del coinvolgimento degli amministratori,
delle persone che lavorano o operano in qualità di volontari.
Non si tratta solo di raccogliere dati, ma di coinvolgerli nella progettazione del documento
e nello sviluppo del processo rendicontativo, secondo le più recenti disposizioni delle linee
guida di rendicontazione (per tutte www.gri.org).
In una fase successiva, che deve però essere preparata per tempo per non correre il
L’accoglienza
rischio di realizzare un lavoro poco produttivo, si potrà pensare ad un bilancio che coinvolga gli interlocutori esterni sia nelle definizione delle
informazioni da presentare sia nella discussione del
quadro di insieme fornito, con l’obiettivo di fare dei
momenti di divulgazione del Bilancio di Missione
altrettante occasioni di conoscenza, di approfondimento, di raccolta di spunti e idee per mantenere
l’azione dell’Ufficio Pio efficace e rispondente alle
sfide di una società che cambia e che produce sempre nuove situazioni di povertà, di esclusione, di
vulnerabilità e fragilità sociale.
Considerazioni di sintesi
Alcune considerazioni conclusive sul processo di lavoro e sulle coordinate di metodo
adottate nella produzione del Bilancio di Missione 2008. Questa edizione si presenta
come un lavoro di transizione: consolida un’esperienza (siamo infatti alla terza edizione) e apre a future evoluzioni.
13
nota di metodo
Dare conto è un processo strategico
Il Bilancio di Missione 2008 segna il passaggio – graduale ma deciso – verso la progressiva
riassunzione interna del processo di lettura ed esposizione di indirizzi, attività e risultati.
Leggere e valutare la missione e i compiti assegnati
Bilancio di Missione è un’espressione che indica una forma specifica di rendiconto fra le tante
possibili. Attraverso il Bilancio di Missione si restituiscono dati, informazioni e considerazioni
sul perseguimento dei compiti affidati perché sia possibile esprimere valutazioni su performance e risultati del lavoro svolto. Più sono chiari e definiti le articolazioni della missione,
gli impegni di mandato, maggiore è la capacità di rendere conto di quanto ci si avvicina ai
traguardi posti.
Coinvolgere e dialogare è possibile
Un delegato si
confronta con lo staff
dell’Ufficio Pio
Questo è un bilancio realizzato avendo in mente uno sviluppo possibile: un bilancio partecipato all’interno, frutto del dialogo con i sistemi e le reti di relazioni.
Partecipato all’interno: frutto del confronto con interlocutori significativi per la vita dell’Ufficio Pio, esito cioè del confronto con operatori e volontari nelle fasi di ideazione, costruzione e divulgazione.
Coinvolgente all’esterno: in grado di farci dialogare in modo ancora più puntuale con la
pluralità di partner e reti che ci vedono impegnati nell’operatività. Dialogare in due modi
almeno: in fase di costruzione del documento identificando le domande e le attese informative degli interlocutori, in fase di divulgazione, usando il Bilancio di Missione come
strumento per aprire un dibattito su temi e questioni concrete, a partire da cifre, numeri,
dati. Un documento ed un processo che consenta di intensificare il processo di scambio
e restituzione con la Compagnia di San Paolo di cui l’Ufficio Pio è parte integrante.
Dentro un disegno di comunicazione
Da ultimo il Bilancio di Missione si colloca nel disegno di comunicazione in costruzione. L’Ufficio Pio sta ripensando le sue strategie comunicative, per renderle più rispondenti alle complesse domande informative che riceve, all’esigenza di presentarsi, farsi
conoscere, consolidare rapporti, promuovere visibilità di azioni e risultati di valore. Il
Bilancio di Missione è un passo, una porzione di lavoro, un laboratorio che vogliamo
generativo di idee e di nuove energie.
14
bilancio di missione 2009
l’identità e il progetto istituzionale
la nostra storia
la missione e il progetto istituzionale
gli organi statutari e la governance
le linee di azione per il 2008
gli interlocutori
La nostra storia
Anno 1563: un gruppo di cittadini torinesi fonda la Compagnia di San Paolo. Nel Cinquecento
la situazione sociale ed economica del Piemonte risentiva pesantemente del periodo di guerre
e di occupazione straniera conclusosi con il rientro nel ducato di Emanuele Filiberto di Savoia.
Alla sua nascita la Compagnia di San Paolo si proponeva, tra gli scopi principali, il soccorso ai
bisognosi e la difesa del culto cattolico minacciato dalla riforma. La beneficenza si esplicava
in particolare attraverso l’assistenza domiciliare ai poveri, ai nobili o ai ricchi borghesi che,
caduti in miseria, non potevano chiedere pubblicamente l’elemosina.
Le situazioni di bisogno erano individuate dalla stessa Compagnia, attraverso la raccolta di
informazioni e la verifica diretta presso le abitazioni dei poveri.
Nel 1579 la Compagnia riaprì sotto la sua egida il Monte di Pietà, dando l’avvio al prestito
gratuito su pegno per sottrarre all’usura i ceti più deboli.
Anno 1595: fondazione dell’Ufficio Pio finalizzato principalmente alla distribuzione di doti
matrimoniali a favore di fanciulle povere. L’erogazione doveva basarsi sui redditi di un
capitale appositamente costituito e opportunamente investito. Alla formazione del capitale dell’Ufficio Pio concorsero tutti i confratelli, con donazioni di varia entità, dalla cospicua cifra di 200 scudi d’oro del conte Bernardino Parpaglia della Bastia fino alle piccole
somme in fiorini di alcuni artigiani.
Il 27 agosto 1595 la Compagnia estese il proprio intervento nel campo dell’assistenza
femminile con l’apertura della Casa del Soccorso delle vergini, dove giovani orfane
di padre, in stato di pericolo, potevano trovare temporaneo rifugio, in attesa di una
sistemazione sicura, anche attraverso l’assegnazione di una dote. Nel corso del tempo
la Casa del Soccorso si trasformò in un istituto educativo, come un’altra opera della
Compagnia, la Casa del Deposito, fondata nel 1683 per accogliere donne di qualsiasi
condizione desiderose di uscire da una situazione di “disonestà”.
Ben presto l’Ufficio Pio accentrò la gestione di tutta l’attività assistenziale della
Compagnia, attraverso i sussidi ai poveri vergognosi, l’assistenza a mendicanti e infermi, i servizi religiosi, la distribuzione di doti e il pagamento delle rette del Soccorso.
17
l’identità
e il progetto
istituzionale
Dalla seconda metà del XVII secolo: grazie a donazioni ed eredità di privati, tra i quali si annoverano illustri famiglie, quali i Turinetti, gli Orsini, i San Martino d’Agliè, aumenta la disponibilità
finanziaria dell’Ufficio Pio.
Oltre alle doti l’Ufficio Pio distribuiva anche periodicamente vesti per fanciulle povere e provvedeva ai servizi religiosi a favore dei confratelli defunti e di legatari, tra i quali figura Maria
Cristina, duchessa di Savoia.
A fine Settecento: la Compagnia di San Paolo perdeva progressivamente il possesso del patrimonio e la gestione delle Opere sotto il Governo repubblicano francese, fino alla soppressione
nel 1802. Gli organi che la sostituirono ne assorbirono non soltanto l’esperienza operativa,
ma anche una consistente parte di personale.
Durante la Restaurazione: la Compagnia di San Paolo fu reintegrata nelle sue funzioni,
assumendo anche la gestione del Monte di pietà ad interessi, accanto al Monte gratuito.
Ripresero anche le attività dell’Ufficio Pio, che era l’opera con il patrimonio più elevato, e
venne affidata alla Compagnia la gestione del servizio sanitario per i poveri nella città di
Torino.
Negli anni 1852-53: Vittorio Emanuele II restringeva l’attività della Compagnia alle pratiche religiose e affidava il patrimonio e la gestione delle attività assistenziali e creditizie a
un consiglio di nomina pubblica, denominato Opere Pie di San Paolo, successivamente
Istituto di San Paolo.
Pur dando maggiore impulso al settore creditizio, il nuovo ente proseguiva e rinnovava
le attività dell’Ufficio Pio e dell’Educatorio Duchessa Isabella (nome assunto dalle Case
del soccorso e del deposito nel 1883) che impartiva alle giovani un’educazione completa,
dalle elementari alle magistrali. Il San Paolo, inoltre, interveniva a sostegno di iniziative
esterne, ad esempio nel campo dell’istruzione operaia e tecnica, dell’edilizia popolare e
della sanità; ebbe un ruolo importante nella costruzione della nuova sede dell’Ospedale
Maggiore alle Molinette, ultimata nel 1935.
Anno 1931: il San Paolo fu in grado di rilevare una parte cospicua dei depositi della
Banca Agricola Italiana, estendendo la propria struttura al Piemonte e alla Liguria.
18
bilancio di missione 2009
Anno 1932: il Governo riconobbe la rilevanza del San Paolo nell’economia del Paese e le finalità
di pubblico interesse, conferendogli lo statuto di Istituto di credito di diritto pubblico.
A partire dal secondo dopoguerra, l’Istituto Bancario San Paolo di Torino ha conosciuto una
grande espansione nazionale e internazionale fino a diventare uno dei più importanti gruppi a
livello europeo. Di pari passo sono proseguite le attività di promozione sociale, cui il San Paolo
destinava una quota consistente degli utili di esercizio.
Anno 1991: nel nuovo quadro normativo introdotto dalla Legge “Amato-Carli”, l’Istituto si trasformava, generando una società per azioni bancaria mentre le attività di pubblico interesse
e utilità sociale furono assunte da una fondazione, proprietaria della Banca, che riprendeva,
a testimonianza della continuità storica del proprio impegno, l’antico nome di Compagnia di
San Paolo. Oggi la Compagnia possiede il 10% circa del Gruppo Intesa San Paolo.
Sempre nel 1991 l’Ufficio Pio è divenuto una fondazione di diritto privato.
Anno 2002: grazie ad una nuova modifica statutaria l’Ufficio Pio ha assunto la condizione
giuridica di onlus. Tra le più importanti innovazioni
degli ultimi anni si segnala anche l’estensione dell’attività dell’Ufficio Pio sia rispetto ai destinatari, con
l’apertura ai cittadini stranieri, sia rispetto al territorio,
ampliato al Piemonte.
Anno 2008: nuova modifica dello Statuto dell’Ufficio
XVII secolo Requisiti necessari
per l’assegnazione
alle ragazze delle
doti ordinarie
dell’Ufficio Pio.
Pio che sposta l’intervento da azioni di tipo beneficoassistenziale ad azioni e progetti di prevenzione e
promozione dell’autonomia della persona.
Fonte: Archivio
Storico della
Compagnia
di San Paolo.
19
l’identità
e il progetto
istituzionale
La missione e il progetto
istituzionale
L’identità di una istituzione è rappresentata dall’immagine condivisa che essa presenta agli occhi
di tutti gli interlocutori con i quali interagisce. La missione e i principi ispiratori dell’Ufficio Pio
sono contenuti nello Statuto.
Nel corso del 2008 il Consiglio Direttivo ha avviato il processo di modifica dello Statuto, arrivando
a definire con maggiore precisione lo scopo principale dell’Ufficio Pio, contenuto nell’art. 2, “l’intervento a favore di persone singole e/o nuclei familiari in situazione di difficoltà attraverso l’erogazione,
diretta o indiretta, sia di sussidi economici sia di servizi socio – sanitari e assistenziali”.
In particolare, vengono specificate le seguenti attività:
sostenere le persone e i nuclei familiari in situazione di disagio sociale ed economico,
attuando interventi di prevenzione, assistenza, sostegno e promozione volti a rimuovere
i fattori di esclusione sociale, ad accompagnare i percorsi di autonomia e di superamento delle difficoltà e a favorire la reintegrazione nel contesto socio-economico, anche in
collaborazione con gli enti pubblici e con il privato sociale;
concedere direttamente o indirettamente contributi economici o altre forme di sussidio
e servizi a favore di persone e/o nuclei familiari indigenti o in condizioni di disagio
sociale;
realizzare direttamente o indirettamente progetti e iniziative che possano contribuire
a migliorare le condizioni di vita di persone e/o di nuclei familiari in stato di vulnerabilità sociale;
svolgere attività non profit collegate a lasciti e donazioni;
realizzare interventi in grado di affrontare disagi di natura abitativa, attraverso azioni
volte all’accoglienza delle persone e dei nuclei familiari in difficoltà, anche a mezzo
della predisposizione e della gestione, diretta o indiretta, di apposite strutture;
svolgere ogni altra attività sociale o assistenziale complementare a quella realizzata
dalla Compagnia di San Paolo nello specifico settore.
20
bilancio di missione 2009
Questa identità trae le proprie radici da una tradizione plurisecolare. L’attività originaria di
garantire doti matrimoniali a fanciulle povere e pericolanti, di fornire assistenza ai poveri vergognosi e di elargire sussidi ai decaduti e ai mendicanti, nel corso dei secoli si è arricchita di interventi rivolti a dare sussidi educativi ai giovani, a riscattare e rinnovare polizze di pegno relative a
vestiario, oggetti e suppellettili di prima necessità, a distribuire buoni utilizzabili per l’acquisto
di medicinali e generi alimentari. Negli anni più recenti l’attenzione si è rivolta sempre di più
verso il mercato del lavoro (attività di tirocinio, reinserimento sociale e lavorativo di ex carcerati) e l’attivazione di percorsi di autonomia (corsi di formazione e abilità sociale, il Trapezio…).
Il seminario
“La comunicazione
difficile e le emozioni”
21
l’identità
e il progetto
istituzionale
Alcune domande al gruppo dirigente dell’Ufficio Pio
Giovanni Tamietti
Direttore dell’Ufficio Pio,
dell’Area Amministrativa, William
Marco Rosellini
vicario responsabile
Revello responsabile dell’Area Progetti.
Guardando al 2008, quali gli elementi di valore e quali i risultati raggiunti?
Nel 2008 si è insediato il nuovo Consiglio Direttivo. Rinnovare la composizione dell’organo di governo è
stato un cambiamento rilevante. Nel 2009 vi sono stati due passi consequenziali: è giunta a conclusione
la riformulazione dello Statuto e un nuovo Direttore ha assunto la responsabilità di coordinamento
generale. Sono stati così rispettati due impegni assunti in avvio di mandato dai consiglieri entranti.
Lo Statuto, la carta che orienta l’azione dell’Ufficio Pio, è stata aggiornato con l’obiettivo di chiarire le
finalità dell’organizzazione: scompare il termine “beneficenza” e si passa da azioni prevalentemente
assistenziali ad azioni di prevenzione e di promozione.
Nel 2008 abbiamo incontrato alcune difficoltà di bilancio. Le risorse non sono mai state illimitate,
ma per la prima volta l’Ufficio Pio ha dovuto fare i conti con risorse insufficienti rispetto a richieste
crescenti. E gli effetti sono percepibili anche sul 2009. Abbiamo reimpostato il budget, considerando
sia la ristrutturazione operativa interna, sia le trasformazioni che leggiamo nella società. I primi
segnali della crisi economica ai nostri sportelli sono arrivati dalle persone straniere, la parte debole
della società. Molti con lavori precari e anche le famiglie che presentavano una maggiore stabilità,
che avevano acceso un mutuo…
Ripensando al 2008 vale la pena sottolineare l’introduzione dei nuovi criteri di valutazione delle
richieste di aiuto, inizio di una riflessione che ha portato successivamente anche alle innovazioni
dello Statuto, cui abbiamo accennato. La situazione di chi si rivolge all’Ufficio Pio non viene valutata solo considerando il reddito e la stato economico. Puntiamo la nostra attenzione alle condizioni complessive della persona, alla sua situazione, considerando la possibilità di un intervento
che miri a costruire un progetto. C’è una prima fase di immediato sostegno. Può seguire una
seconda, ma solamente in presenza di un percorso volto alla promozione dell’autonomia della
persona e del nucleo familiare, per esempio con l’attivazione di un tirocinio con un progetto di
vita sostenuto dai Servizi. Naturalmente ci sono situazioni particolari. Le persone anziane o le
22
bilancio di missione 2009
persone con forte disabilità. In questi casi l’intervento assicurato, ripetuto anche nel tempo, mira principalmente al sostegno economico.
Un altro importante lavoro realizzato nel 2008 riguarda la cura dei rapporti di rete. Abbiamo incontrato
le Circoscrizioni, i Consorzi Sociali, diversi attori del privato sociale, per una conoscenza più stretta e per
immaginare maggiori collaborazioni. Volevamo esplorare la possibilità di realizzare concrete forme di
sussidiarietà e di interventi sinergici, complessivi e sulle singole storie.
Anche nel campo della formazione possiamo segnalare continuità e cambiamenti. Abbiamo continuato la formazione in piccoli gruppi, accanto all’introduzione di incontri seminariali allargati, condotti da
relatori esterni. Abbiamo favorito momenti comuni rivolti ai delegati e allo staff.
Nel 2008 abbiamo anche riorganizzato le aree di attività. Per tutto il primo semestre l’Ufficio Pio ha
ancora proseguito l’amministrazione della Fondazione per la Scuola e della Fondazione Bersezio. Ma
già dal marzo 2008 il Consiglio Direttivo dell’Ufficio Pio aveva avviato il passaggio consegne. Ciò ha
determinato per l’Area Amministrativa uno spostamento di energie verso la gestione del personale
interno che, come abbiamo ricordato, nel 2008 è cresciuto di diverse unità.
L’Ufficio Pio è un’organizzazione con uno staff professionale e un grande numero di volontari. Quali gli indirizzi per moltiplicare la collaborazione?
Abbiamo potenziato lo staff professionale. Nella selezione vengono valutati il titolo di studio, le
esperienze, le capacità, le propensioni. Diverse le figure oggi presenti: educatori, assistenti sociali,
counsellor, psicologi, persone con formazione giuridica ed economica. Ma nel lavoro ricerchiamo
un’operatività che non si fondi sulle divisioni. Non c’è separazione di ruoli e compiti in base alla
provenienza professionale. Amalgamiamo le professionalità in progetti che valorizzino competenze, esperienza e abilità acquisite, sul campo o in aula.
Accanto allo staff entrano in gioco i volontari. Arrivano dai più vari percorsi. In maggioranza
sono persone in pensione, operativi nei diversi territori. Sono loro che incontrano nella quotidianità le persone che chiedono aiuto.
In passato il ruolo dei volontari era prevalente e la struttura forniva principalmente un supporto
amministrativo. A partire dal 2002 è stato avviato un percorso di superamento dei meri sussidi
23
l’identità
e il progetto
istituzionale
di stampo assistenziale, attraverso la promozione di interventi progettuali e l’inserimento di nuove figure
professionali.
Nella collaborazione tra staff e volontari si gioca la grossa sfida dell’Ufficio Pio che ricerca professionalità e
immediatezza. Rendere armonica la collaborazione è un obiettivo impegnativo. A volte le visioni e i punti
di vista sono diversi. In ogni caso vogliamo moltiplicare le sinergie senza perdere la ricchezza delle diverse
prospettive che possono competere e collaborare.
Abbiamo avviato un percorso e la formazione è lo spazio per riflettere e fare incontrare i diversi punti di
vista, in coerenza con l’evoluzione che l’Ufficio Pio sta promuovendo.
Lo scorso anno è stato anche il culmine di un lavoro avviato negli ultimi anni su altri due versanti:
chiarire le forme di intervento dell’Ufficio Pio e ripensare l’accoglienza delle persone che si rivolgono a
noi. Da questa riflessione è scaturita la riorganizzazione dello sportello nelle tre fasi dell’accoglienza,
dell’orientamento e del sostegno, da cui deriva l’attuale denominazione “A.O.S.”. In questa nuova
prospettiva era chiaro che anche il ruolo del delegato andava cambiato, modificato, aggiornato.
Il volontario riceve una delega ad agire da parte dell’Ufficio Pio, ma l’ufficio deve garantire supporto
e formazione. Il delegato ha, così, progressivamente sviluppato un ruolo di sostegno non solo economico ma è diventato la figura che “accompagna” sul territorio. Il sussidio economico si è pertanto
tradotto in uno strumento per raggiungere obiettivi più complessi.
Il Comitato di Direzione
In questa prospettiva nel 2008 è stata introdotta una scheda di supporto alla visita domiciliare. I volontari non valutano la sola sfera reddituale, ma hanno il compito di fare
una ricognizione della situazione della famiglia incontrata. Dal prevalere dell’attenzione economica ad uno sguardo più ampio, attento alle condizioni sociali, relazionali,
abitative, di autonomia…
24
bilancio di missione 2009
Gli organi statutari
e la governance
Quando un’organizzazione utilizza le risorse affidategli a vantaggio di soggetti in condizione di
debolezza e vulnerabilità sociale, cresce l’esigenza di assumere decisioni rispondenti alla delicatezza delle situazioni, decisioni che siano ad un tempo efficaci, giuste, strategiche.
L’Ufficio Pio si trova proprio in questa situazione: la prontezza decisionale deve armonizzarsi con
il confronto delle diverse opinioni e opzioni, l’innovazione nel promuovere autonomia e aiuto
con il rispetto di vincoli e adeguate forme di controllo.
E all’Ufficio Pio sono richieste scelte sagge e trasparenti. Gli vengono conferite risorse affinché
ne faccia un uso attento, produttivo e lungimirante, nel rispetto delle regole che indirizzano la
sua azione.
Qual è dunque l’assetto istituzionale che consente ad un tempo discrezione e rispetto dei
vincoli?
Il termine governance nell’ambito delle organizzazioni si riferisce proprio alle norme e alle
prassi che determinano il modo di governare e di assumere le decisioni.
Il tema della governance è un tema delicato. La governance di un’organizzazione definisce
infatti come viene esercitato il potere, con quali vincoli e con quali responsabilità, e come i
diversi attori o interlocutori interessati vengono o meno coinvolti nel determinare gli obietIl Consiglio Direttivo
dell’Ufficio Pio
tivi societari e nel valutare i risultati conseguiti.
Presentiamo per sommi capi la forma
di governance adottata dall’Ufficio Pio
per decidere con saggezza (governance interna) e le dimensioni sovra
organizzative nelle quali l’Ufficio Pio
partecipa e contribuisce a determinare
scelte non trascurabili (governance di
sistema).
25
l’identità
e il progetto
istituzionale
La governance interna: gli organi che hanno responsabilità
In questo breve paragrafo proviamo a dare conto di come sono praticati i principi che regolano
l’esercizio del potere: rispetto del mandato, autonomia, confronto, dialogo e collaborazione.
Come indicato nello Statuto gli organi dell’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo sono quattro.
Premettiamo i dati della presenza di uomini e donne nelle posizioni di vertice dell’organizzazione.
Organo Totale
Consiglio Direttivo
Presidente
Direttore
Collegio dei revisori
Totale
8
1
1
4
14
Uomini Donne
6 2 (1 Vice Presidente)
1
1
2 2 (1 Presidente)
10 (71%) 4 (29%)
Consiglio Direttivo
Il Consiglio Direttivo individua gli indirizzi generali e redige il regolamento per le diverse tipologie di interventi indicando anche le metodologie di lavoro da seguire. Il Consiglio Direttivo è
composto da un numero dispari di componenti, tra sette e undici, nominati dalla Compagnia
di San Paolo, scelti tra le persone che hanno competenze, conoscenze ed esperienze riguardo
alle problematiche sociali e assistenziali. Il Consiglio Direttivo dura in carica tre anni e scade
con l’approvazione del bilancio consuntivo dell’ultimo esercizio del triennio. I suoi membri
possono essere riconfermati per due volte (articolo 6 dello Statuto dell’Ufficio Pio).
Carica
26
bilancio di missione 2009
Presidente
Vice Presidente
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Nome
Stefano GALLARATO
Maria Pia Brunato
Pierluigi Dovis
Giovanni Ghibaudi
Luciano Ghio
Luigi Morello
Cristiana Poggio
Franco Prina
Padre Lucian ROSU
Compiti del Consiglio Direttivo
Al Consiglio Direttivo spettano diversi compiti:
• individuare gli indirizzi generali dell’Ufficio Pio;
• redigere e approvare il bilancio preventivo e consuntivo;
• nominare il Direttore;
• deliberare in merito alla gestione organizzativa, amministrativa e finanziaria;
• deliberare sulla costituzione e composizione di eventuali Commissioni;
• conferire deleghe su materie particolari;
• deliberare su eventuali modifiche dello Statuto.
Il lavoro del Consiglio Direttivo
Il Consiglio Direttivo si riunisce di norma ogni mese o ogni qualvolta il Presidente lo ritenga
necessario. Per affrontare questioni rilevanti le sedute del Consiglio Direttivo possono essere
aperte alla partecipazione di persone che lavorano all’Ufficio Pio o che per le loro competenze
possono portare conoscenze, esperienze o valutazioni utili a prendere decisioni nel merito dei
problemi.
Nel 2008 il Consiglio Direttivo si è riunito 8 volte. L’intensità di partecipazione è pari in media
all’81%.
Presidente del Consiglio Direttivo
Il Presidente del Consiglio Direttivo viene nominato dalla Compagnia di San Paolo fra i componenti del Consiglio, è legale rappresentante dell’Ufficio Pio di fronte a terzi e in giudizio.
Come il Consiglio, ha un mandato di tre anni.
Direttore
Il Direttore dell’Ufficio Pio è nominato dal Consiglio Direttivo, su proposta del Presidente e
dopo aver sentito il parere della Compagnia di San Paolo (articolo 9 dello Statuto dell’Ufficio Pio).
Il Direttore ha la responsabilità dell’organizzazione e del funzionamento dell’Ufficio Pio;
nello specifico:
• si occupa della gestione delle risorse umane;
• monitora le attività e i flussi economici;
27
l’identità
e il progetto
istituzionale
• attua le deliberazioni del Consiglio Direttivo;
• predispone gli schemi del bilancio preventivo e consuntivo;
• cura la tenuta dei registri e della contabilità dell’Ufficio Pio e conserva la relativa documentazione.
L’attuale Direttore dell’Ufficio Pio è Giovanni (Ivan) Tamietti e opera su tre linee di sviluppo:
1. raccordare l’intera struttura operativa (responsabilità di coordinamento);
2. connettere l’operatività e l’attività di governo del Consiglio Direttivo (responsabilità di collegamento);
3. tenere i rapporti con i partner e le organizzazioni con le quali l’Ufficio Pio collabora nella
realizzazione dei progetti (responsabilità di gestione).
Collegio dei revisori
Il Collegio dei revisori è composto da tre membri effettivi e da un supplente nominati dalla
Compagnia di San Paolo. La Compagnia, all’atto della nomina, indica quale membro assume la
funzioni di Presidente del Collegio.
Il Collegio dei Revisori dura in carica tre anni e scade con l’approvazione del bilancio consuntivo dell’ultimo esercizio del triennio; i suoi membri possono essere riconfermati per due volte
(articolo 10 dello Statuto dell’Ufficio Pio).
Esercita i poteri e le funzioni di controllo previsti dall’art. 2403 del Codice Civile.
Nel 2008 il Collegio dei revisori ha partecipato a tutte le otto sedute del Consiglio Direttivo
con una intensità pari all’88%.
Carica
28
Presidente
Revisore effettivo
Revisore effettivo
Revisore supplente
bilancio di missione 2009
Nome
Margherita Spaini
Piera BRAJA
Massimo BROCCIO
Bruno BARILE
La governance di sistema: le partnership strategiche
L’Ufficio Pio nel “sistema” Compagnia di San Paolo
Per illustrare le relazioni fra l’Ufficio Pio e la Compagnia di San Paolo riprendiamo alcune considerazioni espresse dal Presidente Stefano Gallarato:
“L’Ufficio Pio fa parte del sistema degli enti strumentali della Compagnia di San Paolo.
L’Ufficio Pio è un’organizzazione indipendente dotata di autonomia operativa nell’ambito degli indirizzi
generali stabiliti dalla Compagnia di San Paolo, con la quale opera in stretto raccordo mettendo a
disposizione la struttura e le competenze per realizzare interventi sociali.
Ogni anno la Compagnia stanzia una somma consistente per le attività che l’Ufficio Pio realizza.
Nel 2008 la Compagnia di San Paolo, come altre fondazioni, ha risentito della crisi economica, ma
proprio per l’analisi delle condizioni di contesto ha incrementato lo stanziamento di risorse rispetto al
2007, con l’obiettivo di investire nella coesione sociale in modo significativo.
Il Consiglio Direttivo è formato da persone che rappresentano varie anime del volontariato e dell’intervento sociale. Sono persone che provengono dai molteplici fronti di contatto e di intervento contro
la povertà.
La caratteristica del nostro Consiglio Direttivo è proprio questa: non è fatto da amministratori ma
da persone che hanno un contatto con le varie realtà povere del torinese. E quindi il Consiglio ha
un’effettiva capacità di cogliere le nuove esigenze del territorio.
Inoltre, il Presidente dell’associazione dei volontari è membro del Consiglio Direttivo, per raccordare
al meglio strategie e operatività.
Nello stesso modo il responsabile dell’Area Politiche Sociali della Compagnia di San Paolo è membro del Consiglio Direttivo.
Abbiamo così un rapporto diretto con le linee della Compagnia di San Paolo, anche al fine di
evitare sovrapposizioni di ruoli. Con il rinnovo dei vertici della Compagnia di San Paolo, nel 2008
è stato dato nuovo impulso all’attività dell’Ufficio Pio, assegnandogli compiti aggiuntivi sotto la
guida di un Consiglio Direttivo rinnovato in alcuni dei suoi componenti.
è stato avviato un processo riorganizzativo dell’Ufficio Pio con un Direttore proveniente dal
mondo della cooperazione sociale e sono state progettate nuove azioni a favore di nuclei familiari fragili anche a causa della crisi occupazionale.
Abbiamo, tra l’altro, proposto alla Compagnia di San Paolo un intervento a vasto raggio e la
creazione di un fondo per lo sviluppo personale di giovani che provengono da famiglie in diffi-
29
l’identità
e il progetto
istituzionale
coltà, o da casi di vulnerabilità sociale.
Il fondo si costruisce con l’intervento della persona o della famiglia e viene moltiplicato dalle risorse che
l’Ufficio Pio mette a disposizione tramite la Compagnia di San Paolo.
Ecco questo è uno degli esempi di come l’Ufficio Pio sia chiamato ad essere sempre più un ente strumentale propositivo, in linea con le strategie operative della Compagnia.
La Compagnia di San Paolo si aspetta da noi idee e azioni.
In questo spazio la governance è dialogo, proposta, sinergia, confronto, rendiconto trasparente e connessione costante”.
L’Associazione Volontari Ufficio Pio San Paolo
Sottolineiamo anche, nelle parole del Presidente, il ruolo dell’associazione dei Delegati:
“Due elementi chiariscono l’intrinseca strategia di collaborazione che orienta il lavoro dell’associazione
dei volontari dell’Ufficio Pio.
In primo luogo il nome: Associazione Volontari Ufficio Pio San Paolo ad indicare la partecipazione di
questa associazione al sistema di organizzazioni che operano con la regia della Compagnia di San
Paolo.
In secondo luogo la costituzione: l’Associazione è stata costituita nel 2000, e nel 2008 lo Statuto
è stato aggiornato per conferire autonomia e maggiori responsabilità (aggregando, strutturando e
potenziando) all’ampio gruppo di volontari che collaborano nel realizzare le attività che l’Ufficio
Pio cura e promuove.
Il Presidente dell’Associazione Volontari Ufficio Pio San Paolo, che in tale mandato è un componente del Consiglio Direttivo dell’Ufficio Pio, qualora non fosse nominato tra i consiglieri verrebbe
invitato in via permanente alle adunanze (Statuto, art. 6)”.
30
bilancio di missione 2009
Le linee di azione
per il 2008
L’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo persegue una missione di sviluppo sociale e di sostegno
rivolta a persone e famiglie in difficoltà che attraversano condizioni di fragilità e di disagio.
L’Ufficio Pio opera nell’area metropolitana torinese, nei comuni riportati sulla cartina.
Borgaro
Venaria
Collegno
Bassa
Val Susa
Rivoli
Grugliasco
Settimo T.se
S.Mauro
Torino
Pino T.se
Beinasco
Orbassano
Nichelino
Moncalieri
Pecetto
Piossasco
Volvera
A partire dal 2006 è stata introdotta la programmazione annuale per identificare indirizzi
gestionali e linee di azione annuali. Anche nel 2008 sono state definite dal Consiglio
Direttivo le linee strategiche con l’obiettivo di avviare cambiamenti strutturali e di adeguare le attività ai rapidi mutamenti di scenario e delle forme di povertà, fragilità e disagio sociale.
31
l’identità
e il progetto
istituzionale
Per il 2008 il Consiglio Direttivo dell’Ufficio Pio ha identificato cinque obiettivi generali.
1. Realizzare percorsi di inclusione sociale
Integrare la tradizionale attività di contrasto della povertà, realizzata mediante l’erogazione di sussidi economici, con percorsi progettuali di inclusione sociale, e contenere la “dipendenza dall’assistenza”. Tre gli interventi principali:
Corsi di formazione e di abilità sociale e tirocini per l’avvicinamento al mondo del lavoro,
Progetto Logos per persone ex detenute a fine pena,
Progetto il Trapezio, volto a fronteggiare il rischio di esclusione sociale di persone e famiglie
in condizione di vulnerabilità sociale.
2. Investire sulla formazione del personale e dei volontari
Qualificare l’attività dei delegati e dello staff attraverso l’organizzazione di momenti di formazione strutturati, al fine di accompagnare il processo riorganizzativo, accrescere la continua
riflessione sullo specifico professionale del lavoro sociale di tutti i soggetti coinvolti, pervenire
a inserire l’erogazione dei sussidi nella più vasta azione di “accompagnamento” alle persone,
finalizzata all’elaborazione di uno specifico progetto, in rete con gli altri attori del servizio
sociale.
3. Concordare nuove modalità di collaborazione con i delegati
Arricchire l’attività dello staff dell’Ufficio Pio con l’apporto relazionale dei volontari.
Modificare la distribuzione dei delegati sul territorio e l’organizzazione del lavoro.
4. Promuovere rapporti di collaborazione con attori sociali del territorio
Confrontarsi con attori pubblici e del terzo settore, per leggere le esigenze nelle aree di
intervento, coordinare le diverse competenze in azioni unitarie e incrementare progetti
complessi.
5. Individuare una nuova sede
Pensare ad un ambiente più accessibile e spazioso, strutturato e arredato per migliorare
l’accoglienza, i servizi di informazione e la presa in carico delle persone che si rivolgono
all’Ufficio Pio.
32
bilancio di missione 2009
Gli interlocutori
Il Bilancio di Missione presenta gli interlocutori (stakeholder) con i quali l’Ufficio Pio sviluppa
molteplici collaborazioni. Differenti per durata, intensità, suddivisione dei compiti.
Naturalmente l’intero documento e la mappa delle relazioni costituiscono per gli interlocutori una
guida per valutare i risultati e verificare qualità e coerenza delle azioni svolte.
Volendo schematizzare possiamo raccogliere gli stakeholder in categorie:
finanziatori: in primo luogo la Compagnia di San Paolo, ma anche gli altri donatori di fondi e
di strutture che permettono all’Ufficio Pio di operare e di sviluppare i propri interventi;
collaboratori: amministratori, manager, dipendenti, volontari e consulenti che condividendo
la missione, con il loro lavoro professionale o volontario, investendo energie, tempo, sensibilità, garantiscono la realizzazione degli obiettivi che declinano concretamente le finalità
statutarie;
beneficiari: destinatari diretti degli interventi, persone che chiedono all’Ufficio Pio ascolto,
comprensione, aiuto, supporto, rispetto, nuove opportunità;
partner: si tratta di un vasto e differenziato insieme di organizzazioni pubbliche, non profit, religiose, con le quali vengono promossi o realizzati i servizi, gli interventi, i progetti che
l’Ufficio Pio segue.
È a beneficio della platea degli interlocutori che viene presentato il Bilancio di Missione,
affinché possano formarsi un giudizio complessivo sulle attività svolte dall’Ufficio Pio e
sulle prospettive nei prossimi anni.
L’Ufficio Pio assume l’impegno a mettere in atto comportamenti responsabili nelle attività che realizza e nella ricerca di forme di comunicazione che diano trasparenza alla sua
azione, assicurino rendiconti e mostrino obiettivi, comportamenti e risultati conseguiti.
33
l’identità
e il progetto
istituzionale
ilità
b
a
r
e
n
l
vu
sociale
sal
ut
e
• Associazione Hänsel & Gretel
• Per Micro • Fondazione antiusura CRT
• Fondazione San Matteo • Centro Trapianti Molinette
• Fondazione Paideia • Casa OZ • Unione Genitori Italiani
• Ass. il Mondo di Joele • Telefono Rosa • La RIP • CEPSI
reti e coll
a b or
• Servizi Sociali e sanitari terr
• Servizi sociali e sanitari territoriali
• Acmos • Parella • Kairos • Osservatorio
dell’Economia Civile della CCIAA
• Circolo del lavoro Eta Beta
• Assessorato al Lavoro del Comune
• Microcredito – Progetto Diecitalenti
di Torino • Provincia di Torino
• YEPP • Progetto il Bandolo
– Fragili orizzonti
• Progetto Nomis • Programma Housing
• IPAB Casa Benefica • Associazione
Volontarie del Telefono Rosa Onlus
• Università degli Studi di Torino
– Dipartimento di Scienze Sociali
• Associazione Arcobaleno
• Servizi Sociali e sanitari territoriali
• Associazione A.G.A.P.E
• Associazione Down
• CPD – Consulta per le Persone
in Difficoltà Onlus
• U.N.I.T.A.L.S.I.
• Associazione il Bandolo
• Evoluzione Self Help
adulti in
difficoltà
anz
• Telefono Rosa
• Casa Benefica
• Programma Housing
• Cooperativa S.O.S.
Famiglia • Opera Anzia
S. Girolamo • Consor
Kursana scarl • ASL TO
• Cisa di Rivoli, Rost
e Villarbasse
• Accor Services
accoglien
orientamen
sostegno
• Cooperativa sociale Parella
• Circolo del
• Servizio Adulti in Difficoltà del Comune
• Gruppi di Volontariato
lavoro Eta Beta
di Torino • Circoscrizioni 2,5 e 9
Vincenziano • Servizi Vincenziani
• Casa Circond
•
Cooperativa sociale Piergiorgio Frassati
per senza fissa dimora •
Lorusso e Cutu
• Cooperativa sociale Progetto la Tenda
Parrocchia Sant’Alfonso –
• Ufficio Esecuz
• Cooperativa sociale Codess
Distributorio Carlo Maccagno –
Penale Esterna
• Cooperativa Sociale Valdocco
Mensa del povero • Provincia
• Università di Torin
• Associazione BArtolomeo e C.
dei Frati Minori di San Tommaso Apo• Provveditorato Region
• Associazione Opportunanda
stolo – Convento S. Antonio da Padova –
Amministrazione Penite
• Servizi Sociali e sanitari
Mensa dei Poveri • Nuova Aurora
• Cooperativa sociale Eta B
territoriali
• Associazione "Amici del Sabato" –
• Associazione Hänsel & Gret
Parrocchia San Giulio D’Orta
• Associazione Mastropietro
• Associazione Opera Messa del Povero
• Case Circondariali e di R
• “Centro Andrea” • Mensa Parrocchiale
del Piemonte e Valle
Sacro Cuore di Gesù • Associazione SERMIG
• Associazione Opportunanda
• Bartolomeo e C.
• Casa Circondariale Lo russo e Cutugno
• Servizi Sociali e sanitari territoriali
• Circolo del lavoro Eta Beta
ca
rc
er
e
scuola
pa
rtn
er
nella ge
• Microcredito – Progetto Diecitalen
• Progetto Nomis • Programma Hou
car
• Casa Circondariale Lo russo e Cutugno • Ufficio
• Servizi Sociali e sanitari territoriali • Associazione Apo
• Case Circondariali e di Reclusione del Piemonte e Vall
• ASL TO2 • USSM • G.O.L. Provincia di Torino
• Enti Ausiliari Regione Piemonte • Gar
cer
e
es iniz
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ziani
razioni
ritoriali
mappa delle collaborazioni
• Centro per l’Impiego
Provincia di Torino
• Ufficio Medicina
Legale ASL TO2
• Casa di carità
Arti e Mestieri
• Ass. il Mondo di Joele
• Ass. Ewivere • Ass. Progetto
al Femminile • Ass. Nahual
• Cooperativa Parella
o
ta
• Circolo del lavoro Eta Beta
• Microcredito – Progetto
Diecitalenti • Progetto il Bandolo
• Programma Housing
or
• Associazione
Nicolle & Yves
rzio
TO3 Husson
ani
lav
• Parrocchie e oratori • Cooperativa Azimut
• Polisport Auxilium • Suore di S. Anna
• Circolo Acli Associazione Agrituristica
“Le Terrazze” • Villaggio del Ragazzo
– S.Salvatore di Cogorno (GE)
• Casa Circondariale
Lo russo e Cutugno
• Ufficio Esecuzione Penale Esterna
• Comune di Torino – Divisione Lavoro
• Casa di carità Arti e Mestieri
• Fondazione Don Mario Operti
• Servizi Sociali e sanitari
territoriali
Reclusione
e D’Aosta
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C
• Servizi
Sociali e sanitari
territoriali • USP • USR
• Comune di Torino – Servizi
one
educativi e servizi sociali
• Scuole (Elementari-Medie-CTPScuola Media Turoldo)
• Associazioni di volontariato
territoriali, Parrocchie e Oratori
• Agenzie di Formazione professionale
(CIOFS-CNOS FAP - Immaginazione e Lavoro)
• Comune di Torino, Settore Gioventù
• Laboratori del Comune di Torino
• Vigili di prossimità • Cooperative
sociali • Associazione Italiana
Dislessia
on
c
p
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e
n
part
Esecuzione Penale Esterna
orti Aperte
le D’Aosta • Overland Casa
o • SPIN
rante dei diritti dei Detenuti
d
ma
zi
tel
e sanitari territoriali
• Fondazione Piazza dei Mestieri
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Beta
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• Accor Services
enziaria
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• CFPP
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• Fondazione Don Mario
Operti • Servizi Sociali
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35
a
scuol
l’identità
e il progetto
istituzionale
La mappa delle collaborazioni riprodotta nelle pagine precedenti non fotografa l’intera articolazione
degli interlocutori sopra richiamata. Mette piuttosto in relazione le aree di attività con finanziatori,
co-promotori, partner. La prima impressione è che l’azione dell’Ufficio Pio si sviluppi in campi
densamente popolati e che quindi per essere efficaci siano richieste azioni coordinate.
Per l’Ufficio Pio è essenziale poter presentare e rendere visibili i propri campi di intervento per
governarne interazioni e sinergie. Ritorneremo sulla mappa nella sezione in cui presentiamo le
attività e i progetti, la sua struttura ci permetterà di collocare le diverse attività in una cornice
sinottica (pag. 67 e seguenti).
36
bilancio di missione 2009
le risorse organizzative
le risorse professionali
le risorse economiche
l’informazione e la comunicazione
Le risorse professionali
Lo staff dell’Ufficio Pio
Nel 2008 lo staff dell’Ufficio Pio risulta composto da 21 persone: 8 uomini e 13 donne.
11 sono laureate, 2 hanno frequentato corsi professionali post-diploma e 8 hanno un diploma di
maturità.
Nel 2008 lo staff era composto da:
1 persona che lavora all’Ufficio Pio da 19 anni;
1 persona da 15 anni;
1 persona da 7 anni
1 persona da 6 anni;
3 persone da 5 anni;
2 persone da 4 anni;
5 persone da 2 anni;
5 persone da 1 anno
2 persone da pochi mesi.
Venti componenti dello staff risiedono in provincia di Torino; solo una persona risiede in
un’altra provincia piemontese (Provincia di Cuneo).
Lo staff
Ufficio Pio
39
le risorse
organizzative
Alcune domande a...
Lina Caglioti, Arianna Canistro, Marco Gandino, Barbara Giardiello,
Angela Marinelli, Simona Narducci referenti dello staff professionale
dell’Ufficio Pio.
Uno sguardo alla storia dell’Ufficio Pio e ai cambiamenti del 2008
Nel 2008 sono aumentate le persone che si rivolgono a noi. Un incremento direttamente legato al crescere delle difficoltà e delle necessità delle persone. Siamo sollecitati a diversificare i progetti, ad affinare
le idee. L’Ufficio Pio non è semplicemente un ente che eroga contributi economici. Dobbiamo innovare, essere propositivi e sostenere le persone in difficoltà che vogliono sviluppare capacità e autonomia.
Pensiamo ai soggiorni per anziani al mare o in montagna… Le persone anziane vedono i soggiorni
come un’opportunità per stare con altre persone, come un’occasione per socializzare. Gli anziani ci
vedono come un appiglio per uscire dalla solitudine e dall’abbandono, dal limbo nel quale si trovano.
Pensiamo ai minori… Le esigenze maggiori riguardano problematiche educative. Per esempio negli
ultimi due anni abbiamo riscontrato sempre maggiori difficoltà nel riuscire a integrare gli adolescenti in comunità e far capire loro qual è il sistema delle regole.
Un aspetto critico, per quel che riguarda i minori, è che non abbiamo ancora valutato la possibilità
di dare continuità a iniziative che sostengono le famiglie che per problemi economici e sociali non
riescono a dare risposte adeguate ai bisogni dei figli. Mi piacerebbe che questo aspetto venisse
approfondito.
Per quel che riguarda i cambiamenti, confermo la nuova attenzione alla progettualità. Il cambiamento radicale del 2008 è stato proprio dal passaggio dalla semplice erogazione di denaro alla
proposta di alternative progettuali di tipo formativo.
Anche per me il cambiamento più significativo è stato il passaggio dal sistema assistenzialistico
alla valutazione puntuale delle situazioni. Il mio ingresso nello staff professionale coincide proprio con la sperimentazione di questo nuovo metodo di accoglienza allo sportello. Agli operatori
è chiesto di attivare relazioni che consentano di indagare e valutare le situazioni in modo più
40
bilancio di missione 2009
approfondito.
Un altro esempio… Il progetto Logos è stato ristrutturato sul versante della progettualità. Si è cercato
innanzitutto di capire qual era il senso, se poteva essere importante oppure no. Si sviluppata così l’idea di
creare sinergie, di collaborare… si tratta di una modalità di lavoro nuova.
Quali apprendimenti e quali competenze sviluppate dallo staff dell’Ufficio Pio?
Lo sportello Accoglienza, Orientamento e Sostegno (A.O.S.) è gestito da un gruppo di operatori. Siamo
in sei e ci alterniamo due alla volta. Svolgiamo tutti le stesse mansioni: incontriamo le persone, raccogliamo e valutiamo la documentazione, discutiamo le pratiche con i delegati, curiamo l’applicazione
del regolamento. Come gruppo lavoriamo cercando un confronto continuo tra colleghi. Uno scambio
che serve anche per applicare i criteri in modo corretto.
L’esperienza significativa è questa commistione di lavoro tra operatori e volontari. I volontari sono
l’anima di questo ufficio.
Si tratta di un rapporto delicato. Ma questa caratteristica rende l’Ufficio Pio diverso da tutti gli altri
enti: per quanto riguarda gli apprendimenti ritrovo lo scambio continuo all’interno dell’Area Progetti. La formazione è costante e continua, ci sono molte possibilità formative per il personale. Anche
il lavoro in équipe, di confronto anche con le figure amministrative, è importante. Poi ci sono gli
apprendimenti che vengono conseguiti nel contatto con gli utenti. Gli utenti non sono più soltanto
persone a cui viene dato, offerto qualcosa, ma a loro volta partecipano alle attività che si vanno
facendo.
Anche per me l’esperienza significativa è stato il lavoro di équipe dove si realizza un forte scambio
e confronto tra colleghi. Nel progetto che seguo abbiamo trovato un buon equilibrio e un buon
livello di collaborazione tra operatori.
Il progetto il Trapezio è gestito da una équipe multi-professionale e multi-disciplinare. È un
aspetto interessante perché lo scambio dei punti di vista e delle professionalità è un valore
aggiunto che abbiamo saputo mettere a frutto. Poi c’è la collaborazione con i dodici delegati
del Trapezio. All’interno dell’Area Progetti dell’Ufficio Pio c’è una forte interazione interna e
con la rete. In questo progetto abbiamo introdotto un modo nuovo di lavorare con i delegati.
41
le risorse
organizzative
Sono loro che ci aiutano a far emergere la vulnerabilità sociale. I delegati attivano dei sensori territoriali:
il medico di base, il direttore della banca locale, la direttrice didattica... con il loro apporto individuano le
situazioni di vulnerabilità che possono richiedere il nostro intervento.
Un’altro aspetto innovativo sta nell’oggetto di lavoro, nella modulazione e nella gestione di tutto il processo, dalla selezione e l’attivazione, fino al patto.
Certo l’arrivo di professionisti del sociale, con esperienza e formazione specifiche, ha cambiato l’approccio al lavoro. Un altro cambiamento che ha avuto un forte impatto è stato l’avere chiarito il metodo di
lavoro per progetti. E la cosa che mi colpisce di più è trovare un’organizzazione capace di innovare e di
adattarsi al contesto.
Quali richieste e quali sollecitazioni emergono dal contatto, dal dialogo con le
persone che si rivolgono a voi?
La relazione operatore-utente è sicuramente molto forte. La pressione è data dai numerosi colloqui.
Non sempre è facile capire la situazione e far fronte al numero di richieste. Il contatto con l’utente
richiede energia e attenzione. Si mettono in gioco anche caratteristiche personali. Sollecitazioni e
richieste diventano un binomio nella relazione con l’utente…
Nell’Area Progetti ci sono utenti diversi… persone alla ricerca di un lavoro, la più parte disoccupate da molto tempo. Sta crescendo la richiesta di persone che hanno lavorato fino a qualche
mese fa, anche con contratti di lunga durata, con esperienze di lavoro e che si trovano, magari
a cinquant’anni, senza lavoro. La sollecitazione è forte: il desiderio di queste persone è di trovare
un lavoro con le caratteristiche di quello che hanno perso. Un lavoro duraturo, un “lavoro vero”
come dicono i nostri utenti. Una richiesta che avvertiamo come pressione, perché il “lavoro vero”
in realtà non c’è più. La nostra difficoltà è lavorare con le persone su un equilibrio che oggi c’è, ma
che forse domani non ci sarà più. La difficoltà che sperimentiamo durante i colloqui è la capacità
di riprogettarsi.
Per quanto riguarda le persone senza dimora la situazione è diversa. Gli utenti che si rivolgono
a noi sono persone che hanno perso tutto, completamente. Sono persone per le quali una borsa
lavoro, un tirocinio formativo o un alloggio è un punto d’arrivo. Con loro si progetta e si lavora
per risolvere le difficoltà immediate, senza fare percorsi più ampi.
42
bilancio di missione 2009
Il servizio Logos per ex-detenuti lavora invece sulla progettualità. L’impostazione di fondo guarda al futuro.
Le persone arrivano perché ricercano un lavoro, poi nel tempo, se si instaura una buona relazione e se la
persona si mette in gioco, il nostro servizio diventa un punto di riferimento. C’è una richiesta di confronto,
di quotidianità… e la persona finisce per affidarsi quasi totalmente. Richieste e sollecitazioni sono molteplici. Sono persone che, a seguito di carcerazioni, hanno accumulato debiti non indifferenti, hanno multe
e oneri da pagare. Oltre alle richieste materiali ed economiche cercano una seconda opportunità, magari
attraverso l’attivazione di un tirocinio.
Le richieste e le sollecitazioni sono tante e diverse. Volendo sintetizzare diciamo che arrivano persone destabilizzate e il nostro intervento è cercare di trasformare i bisogni in problemi trattabili. Diamo ascolto
e proponiamo strumenti perché le persone si sentano di nuovo in grado di progettare.
Cosa è qualità e che difficoltà ritrovate nel lavoro sul campo?
Alcuni volontari ripropongono il vecchio sistema della beneficenza. Un conto è la beneficenza, un
altro il percorso progettuale, un cambiamento radicale rispetto al passato. Non è facile assumere la
nuova prospettiva… Alcuni delegati tendono a intervenire sul piano economico. A volte è difficile concordare che la maggior risorsa dell’Ufficio Pio non sono i soldi ma gli strumenti messi a disposizione: accompagnamento e sostegno (non solo economico). Non ricorrere immediatamente all’aiuto
economico è anche un modo per sollecitare le persone ad affrontare le proprie difficoltà. Non solo
sostegno ma soprattutto accompagnamento perché alcune persone hanno la necessità di essere
affiancate nelle difficoltà. Senza sostituirsi.
La relazione fra lo staff dei professionisti e il gruppo dei delegati volontari è la grande sfida dell’Ufficio
Pio. Dobbiamo costruire reti non solo all’esterno ma anche all’interno dell’Ufficio Pio. Con i delegati
impegnati nei progetti si è aperto un dialogo che ci porta a condividere competenze e capacità. Con
i delegati che lavorano sul territorio stiamo lavorando perché il collegamento sia continuo, costante.
Per quanto riguarda l’area lavoro e gli interventi per le persone senza dimora le criticità sono diverse. La crisi economica ostacola l’inserimento lavorativo: aumentano i disoccupati, cambiano
le caratteristiche e le domande degli utenti. Le persone hanno bisogno di un accompagnamento
che non si concluda nei sei mesi, ma non si può pensare ad interventi che durino per tutta la
vita. Le persone in difficoltà sono davvero tante.
43
le risorse
organizzative
L’innovazione e la valutazione sono certo due elementi di qualità. Nel progetto sperimentale il Trapezio
non è sempre facile individuare i soggetti vulnerabili. In un contesto segnato dalla crisi corriamo il rischio
che prevalga l’attenzione all’emergenza rispetto alla cultura della prevenzione. C’è il rischio di semplificare
gli interventi e abbiamo un problema di visibilità, per via della scelta di non pubblicizzarci. Come équipe
dobbiamo essere flessibili e lavorare sulla capacità di collaborare.
La crisi ha tagliato i fondi. Siamo rimasti uno dei pochi enti con disponibilità economiche per interventi
progettuali. Questo incide sull’importanza del lavoro in rete con altri enti. Dobbiamo lavorare in rete
perché le persone portano problemi complessi, e i servizi coinvolti devono interagire e spesso questo non
avviene.
Nel progetto Logos sentiamo l’esigenza di introdurre forme di valutazione come nel progetto il Trapezio. Manca la valutazione a posteriori sui progetti. Manca una supervisione interna sul lavoro e
sui casi. Sarebbe anche utile una formazione specifica degli operatori sul contesto carcerario. Ma un
elemento di qualità è certamente la voglia di fare, di fare bene, di condividere energie ed esperienze.
Una riunione di staff
44
bilancio di missione 2009
I volontari dell’Ufficio Pio
Con l’Ufficio Pio collabora un consistente numero di volontari, una fitta rete di delegati diffusa sul
territorio. I delegati svolgono un ruolo fondamentale di accompagnamento e di tramite tra le persone e le strutture dell’Ufficio Pio.
I delegati rappresentano un’importante risorsa operativa:
operano come sistema di relazioni operative dell’Ufficio Pio;
programmano e svolgono le visite domiciliari;
gestiscono i contributi economici erogati;
realizzano percorsi di accompagnamento leggero verso l’autonomia;
verificano il buon esito degli interventi;
forniscono alla struttura utili indicazioni per interpretare i fenomeni sociali.
I delegati sono riuniti nell’Associazione Volontari Ufficio Pio San Paolo. Nel 2008 i volontari
iscritti all’associazione erano 188, di cui 104 donne e 84 uomini, con un’età compresa tra i 28
e i 92 anni. Tutti i volontari risiedono a Torino o nella provincia. Tra i 188 volontari ci sono: 157
pensionati, 14 casalinghe, 9 imprenditori o liberi professionisti, 8 lavoratori dipendenti.
le professioni dei volontari
pensionati > 157
imprenditori
o liberi professionisti > 9
lavoratori dipendenti > 8
casalinghe > 14
45
le risorse
organizzative
I membri del Consiglio dell’Associazione Ufficio Pio San Paolo
Carica
Nome
Presidente Luciano GHIO
Consigliere Marianna AMRE’ BANFO
Consigliere Fabrizio DAVELLI
Consigliere Bruna MORIONDO
Consigliere Lodovico SOLERA
ConsigliereEgidio TESTA
Revisore Presidente Carlo LO CASCIO
Revisore Franco BOZZELLO VEROLE
Revisore Pietro POLSINELLI
Revisore supplente Luigi FERRERO
Il Segretario-Tesoriere del Consiglio Direttivo è, da statuto dell’Associazione, il Direttore protempore dell’Ufficio Pio, al fine di garantire una continuità di azione e di intenti con l’Ufficio Pio
medesimo.
I delegati operano in 115 distretti territoriali collocati sul territorio cittadino e nei comuni limitrofi
(104 distretti a Torino città e 11 distretti nell’area metropolitana torinese) a cui si aggiungono 3
distretti sperimentali (Volvera, Piossasco e Bassa Val di Susa) attivi solo per alcuni interventi
specifici.
Inoltre i volontari si riuniscono in distretti speciali, cioè in gruppi di lavoro formati da volontari
con competenze e interessi specifici su particolari tipologie di disagio. Nel 2008 erano presenti
i seguenti Distretti Speciali: Carcere, Stranieri, Ospedali, Senza Dimora, Tirocini e Formazione,
il Trapezio.
Una delegata consulta
l’archivio
46
bilancio di missione 2009
“
La prima volta che ho visto
questa casa avevo quattro
“guardie del corpo”, tra
educatori e funzionari
delle case popolari.
sono venuta qua
e sinceramente ero un po’ in
imbarazzo… perché prima
fai uno stile di vita e poi ne fai
un altro…
Pensi alla casa, dici “che
bella!” ma poi quando arriva è
difficile, stai chiuso in un dormitorio, stai 12 ore fuori per
strada, poi di colpo
hai la casa…
„
Questa adesso è casa mia, non
ci posso ancora credere.
MONICA
Percorsi formativi a favore dei delegati volontari
Nel 2008 l’Ufficio Pio ha attivato e promosso spazi di formazione e di aggiornamento sul ruolo
e sull’attività del delegato volontario. Il percorso formativo è stato strutturato in 3 moduli da 10
incontri (ciascun modulo ha avuto la durata di 25 ore per un totale di 75 ore formazione). La formazione si è svolta con cadenza quindicinale.
Il corso aveva come principale obiettivo l’analisi e la definizione del ruolo e dei compiti del delegato volontario dell’Ufficio Pio nell’attuale contesto sociale, anche in rapporto con la nuova mission
approvata dal Consiglio Direttivo.
Durante il percorso formativo i delegati hanno potuto affrontare i seguenti temi:
- l’esperienza dei volontari: che ruolo, quali compiti e quali significati (1 incontro)
- la relazione di aiuto (2 incontri)
- la visita domiciliare (2 incontri)
- la comunicazione e la comunicazione in contesti difficili (2 incontri)
- i servizi sociali e sanitari sul territorio: mappatura e modalità di interazione (2 incontri)
- un sguardo d’insieme e verifica dell’esito formativo (1 incontro).
Alla proposta formativa hanno partecipato 32 delegati.
Gruppo discussione casi
Il gruppo discussione casi è uno spazio di confronto che affronta situazioni presentate dai
singoli delegati con l’obiettivo di riflettere sulle modalità di intervento, relazionali e di gestione
delle situazioni, sia per mettere a punto indicazioni operative concrete e utili ad affrontare la
complessità del disagio sia per costruire nel tempo linee di intervento comuni e condivise. Il
gruppo si riunisce in media una volta al mese,
gli incontri durano circa 3 ore.
Un delegato completa
la sua relazione
48
bilancio di missione 2009
Seminari
I seminari sono incontri su temi definiti, rivolti a tutti i delegati. Gli argomenti trattati sono di particolare interesse per l’attività di volontariato, individuati a partire dalle richieste dei delegati. Ai
seminari sono invitati anche gli operatori dell’Ufficio Pio.
Un momento
di formazione
per i volontari
Nel periodo 2008/2009 sono stati attivati 5 seminari in cui si è registrata una presenza complessiva di 121 partecipanti su 172 persone iscritte, con una media di 35 volontari per seminario.
Questi i temi affrontati:
• la comunicazione difficile e le emozioni;
• la salute mentale e i disturbi psichici;
• le differenze culturali e la modalità di approccio
multiculturale;
• la privacy, il trattamento dei dati e la deontologia;
• il sistema integrato dei servizi sul territorio.
Corso per i nuovi delegati
Il corso è indirizzato agli aspiranti delegati al fine
di informarli e formarli al ruolo e ai compiti del delegato
dell’Ufficio Pio. Nell’anno 2008 hanno partecipato al corso 6 persone, a seguito di un colloquio individuale di conoscenza. Il corso, strutturato in 4 incontri, si è svolto nel periodo
marzo-aprile 2008 per un totale di 10 ore.
Durante il corso i partecipanti hanno affrontato le seguenti tematiche:
• l’Ufficio Pio, la sua mission, le aree territoriali di attività;
• il significato dell’essere volontario, ruolo e compiti;
• le caratteristiche della comunicazione e stili di comunicazione;
• la relazione interpersonale e la relazione di aiuto;
• la visita domiciliare;
• la relazione con la rete del territorio.
A conclusione del percorso formativo, i partecipanti hanno dato il proprio rimando
sull’esperienza e manifestato il personale interesse all’attività di delegato e alla proposta
di associazione.
In relazione all’interesse espresso e alle esigenze dell’Ufficio, si è svolto un colloquio
individuale per la proposta di ‘incarico’ e l’avvio del periodo di affiancamento con delegati esperti.
49
le risorse
organizzative
Alcune domande al Presidente e ai Consiglieri
dell’associazione dei volontari dell’Ufficio Pio
Luciano Ghio, Presidente, Marianna Amré Banfo, Fabrizio Davelli,
Lodovico Solera, Egidio Testa, Consiglieri dell’associazione.
Qual è la vostra esperienza di volontari all’interno dell’Ufficio Pio?
L’esperienza di volontario dell’Ufficio Pio mi ha fatto entrare in contatto con persone e famiglie in situazioni di povertà diverse: donne sole, persone con problemi di salute, anche mentale, invalidità... Oltre
ai casi segnalati direttamente dall’Ufficio Pio ci sono anche le situazioni presentate dalle Parrocchie,
dai Servizi Sociali, dai Sert o dai Centri di Salute Mentale. Le visite domiciliari mi danno la possibilità
di conoscere quali sono i bisogni reali delle persone. Inoltre, lavorando in rete con i Servizi e le varie realtà presenti sul territorio possiamo dare un aiuto concreto. Per me sono momenti essenziali l’ascolto,
l’accoglienza e l’accompagnamento.
Ciascun delegato dà il suo contributo a partire dalla propria preparazione, dalle proprie esperienze e
dalla propria sensibilità.
Il nostro contributo al Pronto Soccorso Sociale [l’attuale A.O.S.] ci porta a incontrare situazioni di
difficoltà non solo economica e richiede una preparazione ad ascoltare. Nei progetti più complessi,
come il Trapezio, che richiedono un maggiore lavoro di ideazione, i volontari contribuiscono con le
proprie conoscenze, esperienze di vita e competenze professionali.
Lo sforzo che sta facendo l’Ufficio Pio, con il coinvolgimento diretto anche del Consiglio Direttivo
dell’associazione dei volontari, è di coinvolgere i delegati nella formulazione delle linee di sviluppo,
domandando loro un contributo progettuale e non solo esecutivo. L’obiettivo dell’attuale Consiglio Direttivo dell’associazione è di raccogliere e rappresentare le istanze e i suggerimenti dei
delegati, in linea con quanto l’Ufficio Pio si aspetta dalla nostra Associazione.
Quali richieste ricevete e quali sollecitazioni raccogliete dal contatto e dal
dialogo con gli utenti e con i beneficiari?
Le richieste più pressanti sono per i sussidi economici per le utenze, il riscaldamento, per il trasloco, le spese scolastiche, i farmaci... Chiedono aiuto donne sole con figli piccoli, con una famiglia
50
bilancio di missione 2009
disgregata, che sono state abbandonate e che non riescono a lavorare o che non trovano un lavoro stabile.
Chiedono aiuto anche uomini con più di cinquant’anni, espulsi dal mercato del lavoro, che faticano a reinserirsi e che vengono respinti. Si rivolgono all’Ufficio Pio le nuove forme di povertà: dipendenti di aziende
che non pagano più gli stipendi, disoccupati che non ricevono sussidi, cassaintegrati…
Queste sono le persone che noi riusciamo ad aiutare.
C’è una grande sfiducia nell’assistenza sociale pubblica. È difficile da contattare, si deve aspettare troppo
tempo. Ha regole complesse da interpretare e diverse nei vari comuni. Il Pubblico, in una situazione di
fondi limitati, deve fare una scelta sui casi: “a chi dare il sussidio?”. Spesso le situazioni di fragilità e
vulnerabilità non possono neanche essere prese in considerazione.
Forse, noi delegati, oggi seguiamo meno gli anziani, quelli che una volta erano un po’ la rappresentazione della miseria. Si parla principalmente di povertà dei giovani e delle famiglie con minori.
Come volontari/delegati abbiamo una funzione da implementare: intercettare le nuove povertà e agire
come “antenne sul territorio”. Dobbiamo essere attori, non solo esecutori. Questo lavoro ci consentirà
di dare un contributo efficace e attuale alla formulazione delle politiche di intervento dell’Ufficio Pio.
L’associazione dei volontari è stata creata per meglio collegare l’Ufficio Pio e la rete dei delegati/soci.
Siamo circa 200. Essere una rete di trasmissione significa non solo collaborare come ricettori di indicazioni, ma anche come portatori di nuove istanze, utili alla definizione delle proposte operative
e delle linee strategiche. Questo ruolo dell’Associazione comincia ad essere sempre più compreso,
vissuto e partecipato.
Quali sono gli aspetti di qualità presenti nel vostro lavoro di volontari? Quali
invece le difficoltà e le criticità che incontrate nei vostri interventi?
Due gli elementi di qualità che portiamo come volontari: il tempo e l’energia che ci mettiamo.
La struttura diventa un elemento che ci aiuta a fare bene. Ad alcune difficoltà abbiamo già accennato: dobbiamo lavorare perché crescano sinergie e lavoro in rete.
Forse le maggiori criticità sono, a volte, una conoscenza debole del territorio e la difficoltà di sapere
quali siano le reti da attivare e come farlo.
Sento che manca ancora qualcosa… deve consolidarsi il rapporto fra delegati e lo staff dell’Ufficio
Pio. Abbiamo rapidi momenti di incontro per discutere il caso sociale che stiamo per accompagna-
51
le risorse
organizzative
re. Esponiamo quanto colto nella visita domiciliare; concordiamo quali sussidi erogare e la loro entità per formalizzare l’intervento. E questo è tutto. A volte sarebbe davvero utile un incontro meno “rapido” per dedicare più
tempo alla discussione di pratiche magari complesse. In generale crediamo sia utile lo scambio ed il confronto di
punti di vista diversi, derivanti dal nostro e dal loro differente ruolo, per il raggiungimento dell’obiettivo comune.
Il servizio che facciamo come volontari non può essere comparato a quello dei servizi sociali. I servizi sociali guardano da un’ottica evidentemente diversa dalla nostra che, a norma di legge, dovrebbe garantire
la sopravvivenza dei bisognosi.
Certo gestire alcune situazioni è difficile. I delegati chiedono più fiducia e considerazione perchè vedono
le situazioni da vicino, in tutta la loro drammatica realtà. Sovente essa non traspare all’operatore dello
sportello, che pone domande, richiede informazioni, raccoglie la documentazione, senza entrare nelle
case e avvicinare certe fragilità sul campo. A volte, in situazioni particolari, avvertiamo l’esigenza di
una maggiore flessibilità decisionale: dire “no” per noi volontari non è semplice.
Guardando al futuro, in un contesto in evoluzione quali cambiamenti pensate siano necessari per rispondere alle esigenza delle persone che si rivolgono
all’Ufficio Pio?
Un sistema integrato di intervento deve passare attraverso una maggiore professionalità del delegato. Non dobbiamo fare gli assistenti sociali e non siamo però neanche le “dame di beneficenza” di
una volta. Solo con un deciso passo avanti potremo fare questo “lavoro” con serietà ed entusiasmo.
Essere più professionali significa anche verificare i risultati. Dobbiamo rileggere le azioni che intraprendiamo. Dobbiamo lavorare di più insieme, confrontarci, per diventare tutti più professionali.
Solo in questo modo potremo dire se operiamo in qualità.
Ed è anche necessaria una maggiore attenzione verso i nuovi delegati. C’è bisogno di curare la
formazione che rivolgiamo ai nuovi volontari.
Per il futuro l’inserimento dei nuovi volontari sarà completamente diverso rispetto al passato.
Prima, i nuovi delegati partecipavano inizialmente a un certo periodo di formazione seguito dal
tirocinio pratico. Ora, in via sperimentale, dopo un breve incontro informativo, saranno inseriti
subito in campo affiancati a delegati esperti per un periodo di tirocinio e riflessione, che culminerà nella scelta del distretto operativo e nella definizione di necessità formative.
52
bilancio di missione 2009
Le risorse economiche
Come nei precedenti Bilanci di Missione presentiamo lo stato patrimoniale e il conto economico.
I dati sono relativi all’esercizio 2008 e vengono comparati con i risultati del 2007.
Dati economici
Un elemento di novità nell’esame dei dati economici del 2008 e del 2007 consiste nell’avere
introdotto alcune note esplicative per rendere più intelligibile il quadro delle perfomance per
favorire una lettura comparativa fra annualità diverse.
Accanto alle spiegazioni delle voci di bilancio presentate (si tratta ovviamente di un quadro pun-
Lo staff
dell’Amministrazione
tuale ma sintetico) abbiamo introdotto alcuni commenti e alcune valutazioni. In questo ultimo
caso abbiamo voluto attribuire un significato ai numeri introducendo note esplicative.
Tre le domande considerate:
• quante sono le risorse disponibili?
• da dove provengono?
• come vengono utilizzate?
Bilancio d’esercizio
Il bilancio d’esercizio è l’insieme dei documenti (stato patrimoniale, conto economico e
nota integrativa) che ogni anno anche le fondazioni devono produrre, per rappresentare con
correttezza, chiarezza e trasparenza le risorse che utilizzano e i risultati che raggiungono.
Il bilancio d’esercizio è un obbligo previsto dal codice civile e ha l’obiettivo di mettere
a disposizione dei principali interlocutori interni ed esterni informazioni sulle scelte e
sull’andamento dell’organizzazione a cui si riferisce. Il bilancio è dunque allo stesso
tempo uno strumento informativo e di controllo. La rilevanza del bilancio è tale che la
predisposizione è una responsabilità che la legge affida agli amministratori e per le sue
finalità informative esso è pubblico.
53
le risorse
organizzative
In questa sezione del Bilancio di Missione presentiamo un confronto commentato dello stato patrimoniale e del conto economico. Si tratta naturalmente di una sintesi dei due documenti, illustrati
attingendo alle informazioni più significative della nota integrativa e della relazione degli amministratori.
Nota integrativa
La nota integrativa completa i dati contabili con informazioni e commenti, chiarisce valutazioni e criteri di costruzione dello stato patrimoniale e del conto economico, motiva le
eventuali deroghe alle disposizioni normative in tema di rendicontazione, illustra impegni
e scelte gestionali effettuate.
Dalla nota integrativa abbiamo tratto molte delle informazioni che presentiamo a commento della situazione patrimoniale e dei risultati economici.
Relazione degli amministratori
La relazione degli amministratori consente di comprendere i dati forniti dai documenti
di bilancio (stato patrimoniale, conto economico e nota integrativa) alla luce del contesto in cui opera l’organizzazione e degli scenari che si prospettano.
Nella relazione sulla gestione gli amministratori, sulla base dei risultati di bilancio
raggiunti, illustrano i rapporti con altre organizzazioni, gli investimenti e i potenziali
rischi, motivando inoltre le linee di sviluppo a breve, a medio e a lungo termine.
tive in tema di
54
bilancio di missione 2009
Stato patrimoniale
Attivo
Il prospetto dell’attivo dello stato patrimoniale fotografa gli impieghi delle risorse immobilizzate e
circolanti, ordinate secondo la possibilità di trasformare tali risorse in liquidità. Le attività immobilizzate rappresentano investimenti pluriennali. Le attività circolanti rappresentano investimenti
della durata non superiore all’anno.
ATTIVO
Anno 2008
%
Anno 2007
%
(1) Al netto delle quote
di ammortamento
Disponibilità Liquide
2.384.705 23,7%
3.782.157 33,0%
di cui Villa Mater
32.924 0,3%
161.958 1,4%
Crediti
739.878 7,4%
691.112 6,0%
di cui Villa Mater
702.846 7,0%
622.242 5,4%
Clienti - Villa Mater
103.635 1,0%
96.126 0,8%
Titoli e Fondi
5.586.342 55,6%
5.623.420 49,1%
Ratei e Risconti Attivi
1.286 0,0%
1.312 0,0%
Immobili
1.147.509 11,4%
1.189.838 10,4%
di cui Villa Mater (1)
902.151 9,0%
944.480 8,2%
Mobili 77.701 0,8%
70.492 0,6%
di cui Villa Mater (1)
43.851 0,4%
19.402 0,2%
Totale Attività
10.041.056 100,0%
11.454.458 100,0%
Disponibilità liquide
Indica il saldo dei conti correnti bancari che l’ente ha presso la Banca Intesa San Paolo.
La diminuzione rispetto all’anno 2007 è determinata dall’utilizzo di risorse accantonate
negli anni precedenti.
Crediti
I crediti sono quasi interamente riferiti alla attività commerciale (gestione della casa di
riposo). L’Ufficio Pio ha assunto l’impegno all’erogazione con la finalità di ripianare i
disavanzi di gestione di tale attività.
55
le risorse
organizzative
Clienti
La voce indica le rette della casa di riposo ancora da incassare dalla ASL.
Titoli e fondi
Si tratta di risorse conferite all’Ufficio Pio dalla Compagnia di San Paolo per effettuare le erogazioni
relative alle attività statutarie. Al fine di garantirne e incrementarne il valore, in attesa di essere
utilizzate vengono collocati in fondi e titoli. Si tratta di fondi di investimento obbligazionari gestiti
da Fondaco Sgr e da Intesa San Paolo SpA.
Ratei e risconti
Sono iscritte in tali voci quote di proventi ed oneri comuni a due o più esercizi, al fine di realizzare il principio di competenza temporale.
Il valore si riferisce ad una quota della cedola relativa ai fondi, cedola maturata, ma non ancora
incassata al 31 dicembre 2008.
Immobili
La voce accoglie il valore degli immobili di proprietà dell’Ufficio Pio, al netto degli ammortamenti. L’Ufficio Pio ha acquistato nel 1995, in occasione del quadricentenario della fondazione,
un immobile a Torino che ha poi concesso in comodato alla associazione Bartolomeo e C.
Un particolare
di Villa Mater
onlus per l’accoglienza dei senza fissa dimora. L’Ufficio Pio è inoltre
proprietario di quattro alloggi in Genova, uno in Torino e della struttura adibita a casa di riposo pervenuti sotto forma di donazioni.
Mobili
La voce comprende beni mobili (attrezzature, arredi) della sede operativa e della casa di riposo, al netto degli ammortamenti effettuati.
56
bilancio di missione 2009
Passivo
Nel prospetto del passivo sono presentate le fonti di finanziamento ordinate secondo i vincoli che
le caratterizzano.
passivo
Anno 2008
%
Anno 2007
%
Fornitori
152.977 1,5%
315.370 2,8%
di cui Villa Mater
70.462 0,7%
127.170 1,1%
Debiti verso Erario
50.739 0,5%
37.461 0,3%
di cui Villa Mater
1.138 0,0%
726 0,0%
Debiti Diversi
1.060.492 10,6%
1.012.253 8,8%
di cui Villa Mater
5.385 0,1%
7.827 0,1%
Ratei e Risconti Passivi
51.389 0,5%
33.710 0,3%
Erogazioni Deliberate
743.781 7,4%
925.044 8,1%
Fondo Erogazioni
3.987.384 39,7%
5.299.685 46,3%
Fondo Imposte
42.803 0,4%
40.730 0,4%
di cui Villa Mater
2.136 0,0%
2.201 0,0%
Fondo T.F.R.
75.655 0,8%
49.629 0,4%
Fondo Rischi ed Oneri
138.809 1,4%
25.511 0,2%
Patrimonio
3.737.029 37,2%
3.715.066 32,4%
di cui Villa Mater
1.706.286 17,0%
1.706.286 14,9%
Totale Passività
10.041.056 100,0%
11.454.458 100,0%
Fornitori
Il valore è riferito alle fatture di competenza dell’esercizio ancora da liquidare al 31 dicembre
2008. L’Ufficio Pio di norma attua una politica di pagamento tempestivo dei suoi fornitori.
Nella fattispecie la voce si riferisce parcelle e fatture pervenute dopo la chiusura dell’esercizio.
Debiti verso erario
Si tratta di imposte da versare nel mese successivo a quello di riferimento.
57
le risorse
organizzative
Debiti diversi
L’ammontare può essere scomposto in due macro voci: 700.000 euro circa sono l’importo che l’Ufficio
Pio deve ancora riconosce alla gestione della casa di riposo Villa Mater per il funzionamento e il ripianamento delle perdite. Mentre 300.000 euro circa riguardano erogazioni riferite all’attività istituzionale deliberate ma non ancora erogate (la voce è composta principalmente da sussidi da liquidare). La residua
somma di circa 5.000 euro, relativa a Villa Mater, riguarda fatture ancora da ricevere da parte di fornitori.
Ratei e risconti passivi
Trattasi di ratei passivi per competenze maturate e non fruite dai dipendenti.
Erogazioni deliberate
Si tratta di somme da erogare per progetti (anche pluriennali). La voce è stata costituita per
evidenziare il valore assegnato ad attività progettuali e non utilizzato nell’anno.
Fondo erogazioni
Rappresenta il residuo delle risorse messe a disposizione dalla Compagnia di San Paolo e non
ancora assegnate da erogarsi negli esercizi successivi. Questa cifra è composta in larga parte
dal fondo per il progetto il Trapezio, che in origine ammontava a 4.000.000 di euro.
Fondo Imposte
La voce comprende gli accantonamenti stimati per poter far fronte al pagamento delle imposte IRES e IRAP di competenza dell’anno.
Fondo TFR
Riflette l’indennità maturata a fine esercizio dai dipendenti dell’Ufficio Pio. L’accantonamento
aumenta per effetto di nuove assunzioni ed anche per una continuità di presenza nello staff
professionale dell’Ufficio.
Fondo rischi e oneri
Costituito per la prima volta nell’esercizio 2007 (su indicazione del Collegio dei revisori)
con l’obiettivo di far fronte ad eventuali rischi connessi all’andamento dei mercati finanziari. Il fondo costituisce una riserva prudenziale.
Patrimonio
Nel 2008 il patrimonio era così composto:
Patrimonio netto
Fondo di riserva
Patrimoni da donazioni vincolate nell’utilizzo
Avanzo di gestione
58
bilancio di missione 2009
Conto economico
Il conto economico è quella parte del bilancio che illustra i ricavi e i costi dell’esercizio considerato. Il conto economico consente di identificare i fattori economici che influenzano la gestione e
i risultati parziali delle diverse fasi di gestione. La differenza tra ricavi e costi esprime il risultato
economico raggiunto. Un risultato positivo determina un utile, un risultato negativo determina
una perdita.
Proventi di gestione
PROVENTI DI GESTIONE
Anno 2008
%
Anno 2007
%
Contributo dalla Compagnia
di San Paolo
6.200.000 71,2%
9.700.200 85,7%
- di cui per Oneri di Gestione
1.350.000 15,5%
500.000 4,4%
- di cui per Attività Istituzionale
4.850.000 55,7%
9.200.200 81,3%
Utilizzo di Accantonamenti
1.343.967 15,4%
403.403 3,6%
- da Fondo Erogazioni
1.343.967 15,4%
23.403 0,2%
- da Fondo di Riserva
- 380.000 3,4%
Rette Ospiti Casa di Riposo Villa Mater
747.055 8,6%
674.709 6,0%
Interessi attivi e Proventi su Titoli
133.843 1,5%
245.001 2,2%
di cui attività commerciale
1.351 0,0%
2.026 0,0%
Fitti Attivi
15.460 0,2%
15.034 0,1%
Proventi Diversi
154.427 1,8%
230.306 2,0%
di cui attività commerciale
140.604 1,6%
219.049 1,9%
Plusvalenze e Sopravvenienze
113.378 1,3%
51.030 0,5%
di cui attività commerciale
52 0,0%
- 0,0%
Totale Proventi di Gestione
8.708.130 100,0%
11.319.682 100,0%
Contributo dalla Compagnia di San Paolo
Si tratta di risorse erogate dalla Compagnia di San Paolo destinate al funzionamento e alle
attività statutarie dell’Ufficio Pio. La ripartizione evidenzia:
• alla voce oneri di gestione risorse per il funzionamento dell’ente e spese per il personale,
• alla voce attività istituzionali le risorse per erogazioni di sussidi e interventi progettuali.
L’incremento degli oneri di gestione relativo all’anno 2008 era in origine destinato al trasferimento degli uffici presso la nuova sede.
Inoltre nel 2008 è stato necessario utilizzare parte degli oneri di gestione per far fronte alla
59
le risorse
organizzative
crisi dei mercati in quanto non si è verificata l’entrata finanziaria attesa.
La differenza tra il contributo ricevuto dalla Compagnia di San Paolo nel 2008 rispetto al 2007 è giustificata dall’erogazione straordinaria nel 2007 di 4.000.000 di euro per il progetto sperimentale il
Trapezio. Nel 2008 il residuo di tale contributo è stato accantonato nel Fondo erogazioni.
Utilizzo di accantonamenti
Gli accantonamenti di residui degli anni precedenti costituiscono una riserva a cui attingere nelle
situazioni di emergenza. Nel 2008 la situazione di crisi ha determinato la necessità di utilizzare le
riserve accantonate.
Rette ospiti casa di Riposo Villa Mater
La voce evidenzia l’ammontare delle rette incassate per i servizi socio-assistenziali residenziali
offerti dalla Casa di Riposo.
Interessi attivi e proventi su titoli
Se, come abbiamo detto, nel 2008 sono stati avvertiti gli effetti della crisi finanziaria mondiale, la
gestione finanziaria delle risorse erogate in corso d’anno dalla Compagnia di San Paolo ha consentito tuttavia di ricavare utili destinati al funzionamento dell’ente.
Fitti attivi
La voce si riferisce agli affitti degli immobili pervenuti all’Ufficio Pio in donazione. Il ricavato
degli affitti viene destinato alla realizzazione del vincolo modale (cioè alle attività imposte dalla
donazione stessa).
Proventi diversi
La voce identifica l’importo che l’Ufficio Pio ha riconosciuto alla casa di riposo Villa Mater per
il funzionamento e il ripianamento delle perdite. Rispetto al 2007 si nota un contenimento
delle perdite determinato da una maggiore richiesta di inserimenti in struttura.
Nell’esercizio 2008 è stata inoltre incassata la quota del 5 x mille relativa all’anno 2006 pari a
32.861 euro. Tale somma è stata devoluta all’Associazione Volontari Ufficio Pio San Paolo per
essere erogata interamente in forma di sussidi.
Plusvalenze e sopravvenienze
Le risorse investite in fondi comuni hanno determinato l’incremento del valore qui riportato.
60
bilancio di missione 2009
Passivo
ONERI DI GESTIONE
Anno 2008
%
Anno 2007
Erogazioni di Beneficenza
6.193.967 71,1%
6.051.656 Spese per il Personale
485.290 5,6%
359.537 Compensi a Professionisti
102.721 1,2%
79.724 di cui Attività Commerciale
21.363 0,2%
19.256 Minusvalenze e Sopravvenienze 276.383 3,2%
22.311 di cui Attività Commerciale
2.327 0,0%
Fitti Passivi 69.575 0,8%
68.428 Utenze e Spese Diverse - Gestione ordinaria 1.334.100 15,3%
1.302.959 di cui Attività Commerciale
806.706 9,3%
819.318 Oneri Modali
53.401 0,6%
62.573 Accantonamento a Fondo Erogazioni
- 0,0%
3.171.747 Accantonamento a Fondo Rischi ed Oneri
- 0,0%
2.010 Imposte e Tasse
67.347 0,8%
59.617 di cui Attività Commerciale
799 0,0%
921 Organi Sociali
40.823 0,5%
54.659 Ammortamenti
76.669 0,9%
78.593 di cui Attività Commerciale
56.660 0,7%
54.533 Oneri diversi (bancari e assicurazioni)
2.572 0,0%
3.255 di cui Attività Commerciale
1.207 0,0%
1.549 Totale Oneri di Gestione
8.705.900 100,0% 11.320.522 Avanzo di Gestione
2.230 0,0%
-840 8.708.130 100,0% 11.319.682 %
53,5%
3,2%
0,7%
0,2%
0,2%
0,0%
0,6%
11,5%
7,2%
0,6%
28,0%
0,0%
0,5%
0,0%
0,5%
0,7%
0,5%
0,0%
0,0%
100,0%
0,0%
100,0%
Erogazioni di beneficenza
La voce accoglie l’insieme delle risorse per attività di erogazione realizzate con differenti modalità: di carattere progettuale, di accompagnamento, di orientamento e di sostegno a persone e
famiglie in difficoltà.
61
le risorse
organizzative
Spese per il personale
La voce evidenzia i costi del personale di direzione ed amministrativo dipendente diretto dell’Ufficio Pio.
Compensi a professionisti
La voce comprende le spese per consulenze legali, professionali, per assistenza fiscale e per lo
studio di fattibilità dell’ampliamento della casa di riposo Villa Mater.
Minusvalenze e sopravvenienze
Si tratta di una perdita dovuta all’andamento negativo sui mercati finanziari di uno specifico
fondo di investimento per il quale sono in corso azioni di recupero.
Fitti passivi
Canone di locazione della attuale sede operativa dell’Ufficio Pio (via Sant’Anselmo 18).
Utenze e spese diverse
Parte della voce si riferisce alle spese di funzionamento della sede operativa dell’Ufficio Pio
(527.000 euro nel 2008) e comprende ad esempio utenze, vigilanza, consulenza per la sicurezza nei luoghi di lavoro, canoni software e così via.
Le spese riferite all’attività della casa di riposo Villa Mater sono da ricondursi principalmente
ai pagamenti per la gestione globale della struttura affidata al consorzio Kursana a seguito di
gara espletata secondo la normativa europea.
Oneri modali
Il valore indica sia le risorse soggette a vincolo modale di destinazione sia oneri diversi per
la celebrazione di funzioni religiose e cura della tomba del donatore.
Accantonamento fondo erogazioni
Nel 2008 non sono state accantonate risorse in quanto totalmente utilizzate per le attività
istituzionali.
Imposte e tasse
La voce comprende ICI, IRAP e IRES relative all’esercizio 2008.
Organi sociali
Si tratta dei gettoni di presenza che vengono erogati ai componenti del Consiglio Direttivo
e dei componenti del Collegio dei revisori.
62
bilancio di missione 2009
L’uso delle risorse: due livelli di valutazione
e due livelli di controllo
Le risorse economiche sono preziose, vitali. È essenziale che vengano utilizzate bene e con oculatezza. È necessario che vi sia la massima garanzia nella loro gestione e un controllo puntuale.
Di seguito presentiamo i punti di verifica e di controllo attivati dall’Ufficio Pio della Compagnia
di San Paolo.
Direzione
L’Area Amministrazione nell’ambito delle funzioni gestionali esamina periodicamente il budget
verificandone il rispetto e l’evoluzione.
Dal 2009 è attivo il Comitato di Direzione composto dal Direttore, dal responsabile amministrativo e dal responsabile dell’Area Progetti. In questa sede vengono controllati il budget generale
e i budget delle attività e dei progetti.
Consiglio Direttivo
La composizione del Consiglio Direttivo e la frequenza degli incontri consentono un esame
puntuale dei budget periodici e del bilancio di previsione e consuntivo. Nel corso del 2008 il
Consiglio Direttivo ad ogni seduta ha esaminato l’evoluzione del bilancio.
Collegio dei revisori
Il Collegio dei revisori ha partecipato a tutte le sedute del Consiglio Direttivo, svolgendo il
suo mandato di controllo, verificando la rispondenza degli atti amministrativi con le normative e le linee di indirizzo strategiche dell’organizzazione. Il Collegio dei revisori ha inoltre
provveduto alla verifica trimestrale dei dati contabili come da disposizione di legge. L’indice
di presenza ai Consigli Direttivi del 2008 dei membri dei Collegio dei revisori è del 88% (la
percentuale indica le presenze effettive sul totale delle presenze teoriche possibili).
Società esterna di revisione
Nel 2008 il bilancio economico è stato certificato dalla società di revisione Deloitte &
Touche SpA con l’obiettivo di verificare la conformità alle norme che disciplinano i criteri
di redazione e i contenuti così da attestarne la chiarezza e la veridicità dei contenuti. La
certificazione consente alla Compagnia di San Paolo di costruire il bilancio aggregato
comprensivo dei bilanci dei suoi enti strumentali.
63
le risorse
organizzative
L’informazione
e la comunicazione
Criteri di erogazione 2008
dei sussidi
per i
Le attività di comunicazione dell’Ufficio Pio riguardano diversi ambiti: dalla promozione delle
Delegati
attività svolte alla diffusione di informazioni relative ad eventi, iniziative e progetti.
Uno strumento di informazione e comunicazione importante per l’Ufficio Pio è il sito internet
(www.ufficiopio.torino.it) che verrà totalmente rivisitato entro la fine dell’anno 2009, per renderlo più friendly e di facile consultazione.
Come negli anni precedenti, anche nel 2008, l’Ufficio Pio ha pubblicato i due fascicoletti con i
Criteri di erogazione dei sussidi, uno destinato ai delegati, con maggiori dettagli anche operativi,
e uno rivolto alle associazioni e agli enti esterni.
La pubblicazione di questi fascicoli ha l’obiettivo
di assicurare una maggiore trasparenza e favorire una più agevole individuazione degli utenti
che possono accedere ai servizi, ai progetti e
alle erogazioni dell’Ufficio Pio.
Inoltre nel 2008 l’Ufficio Pio ha pubblicato e
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64
L’Ufficio Pio, in quanto fondazione, ha aderito all’iniziativa 5 per mille.
Dal 2006 per far conoscere ai lavoratori e agli interessati l’opportunità di destinare, con
la dichiarazione dei redditi, il 5 per mille all’Ufficio Pio è stata promossa una campagna
il 5 per 1000 da te destinato è un aiuto concreto
a tutte le persone seguite dalla nostra rete di volontariato,
e non rappresenta un’alternativa all’8 per 1000,
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diffuso il suo secondo Bilancio di Missione.
di informazione e comunicazione attraverso cartoline di colore diverso ogni anno.
Nel 2006, primo anno della campagna informativa, ci sono state 458 scelte di destinazione del 5 per mille all’Ufficio Pio per un totale di 32.860,99 euro. Nel 2007 le scelte sono
state 328 per un totale di 24.326,93 euro.
bilancio di missione 2009
le attività e i progetti
le coordinate per uno sguardo di sintesi
le attività e i progetti gestiti direttamente dall’Ufficio Pio
le attività e i progetti gestiti dall’Ufficio Pio in partnership
con la Compagnia di San Paolo
le attività e i progetti gestiti dall’Ufficio Pio in rete
e in collaborazione con altri soggetti
Le coordinate per uno
sguardo di sintesi
La varietà di azioni e di interventi che ogni
giorno impegnano l’Ufficio Pio
Nella prima parte del Bilancio di Missione abbiamo presentato il profilo istituzionale dell’Ufficio
Pio, la sua storia, il mandato di cui risponde cioè la missione che gli è stata affidata, il sistema
delle responsabilità di governo, gli interlocutori e la complessità del sistema di relazioni che
richiedono molteplici accordi, attenzioni e sensibilità, gli obiettivi concreti che nel 2008 hanno
indicato la via all’azione dell’Ufficio Pio.
Nella seconda parte del Bilancio di Missione abbiamo rivolto l’attenzione alle risorse che l’Ufficio Pio utilizza: risorse professionali e di volontariato (competenze e disponibilità); risorse
economiche messe a disposizione dalla Compagnia di San Paolo; risorse organizzative e strumentali, beni e mezzi preziosi che consentono di operare e raggiungere risultati significativi.
In questa terza parte del Bilancio di Missione presentiamo i cantieri in cui è impegnato
l’Ufficio Pio. L’Ufficio Pio – lo si vede dalla mappa delle attività – è impegnato su molteplici
fronti. Non è agevole restituire la complessità del lavoro che viene svolto. Inevitabilmente
ogni rappresentazione è parziale: mettere ordine e fissare l’intreccio di azioni e di interventi
ci fa correre il rischio di non restituire la ricchezza del lavoro svolto. Tuttavia è un rischio
che dobbiamo correre se vogliamo rendere intelligibile i molteplici processi in corso.
La mappa ordina introducendo aree di attività e sfere di intervento. Ma lo sappiamo e
cercheremo di raccontarlo: i processi, i fronti sono molto più interconnessi di quanto a
prima vista non appaia, le azioni e le collaborazioni si intersecano molto di più di quanto
non possa sembrare abbracciando con un sguardo le molteplici direzioni di sviluppo del
lavoro dell’Ufficio Pio.
67
le attività
e i progetti
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69
le attività
e i progetti
Diverse le aree di attività. Come si vede dalla mappa delle attività e dalla precedente mappa delle
collaborazioni (pagg. 34-35), l’Ufficio Pio opera in diversi campi: a favore delle persone anziane, con
iniziative estive per ragazzi e ragazze, nell’ambito del lavoro e della formazione, nella scuola e a
favore di persone che transitano nel circuito penale, rivolgendosi più in generale ad adulti in difficoltà, a persone che incontrano problemi di salute e di disagio psichico, a persone in condizione o
a rischio di vulnerabilità sociale. Queste le attività a 360 gradi, questi i cantieri aperti.
Diverse le sfere di azione. Naturalmente le modalità di realizzazione di interventi, servizi, progetti
variano. Nella rappresentazione che proponiamo abbiamo scelto di evidenziare come in uno
stesso ambito mutano le azioni e cambiano le forme di collaborazione.
Vi sono attività – e lo spiegheremo nelle diverse schede che seguono – che vengono svolte
dalla struttura e dalle équipe interne dell’Ufficio Pio: ci riferiamo al lavoro realizzato attraverso
progetti e servizi direttamente gestiti – gestione progettuale diretta – e all’attività di accoglienza, orientamento e sostegno indirizzata a tutte le persone che quotidianamente si rivolgono
all’Ufficio Pio.
Vi sono poi attività che l’Ufficio Pio realizza in partnership con la Compagnia di San Paolo,
nell’ambito di interventi direttamente condotti dalla Compagnia. Si tratta di progetti innovativi
che, attraverso l’integrazione delle competenze tra i partner e la forma della progettazione
partecipata, rispondono a obiettivi di sperimentazioni volte a costruire modelli replicabili in
altri contesti. In questo sfera specifica si fa più intensa la collaborazione operativa.
Una terza e più ampia sfera identifica invece l’insieme delle reti e collaborazioni che coinvolgono l’Ufficio Pio con ruoli di grant-making (co-promotore e co-finanziatore di progetti)
o con ruoli di partner che coopera mettendo a disposizione competenze e contatti: il suo
capitale di esperienze e di relazioni per moltiplicare gli effetti delle azioni congiunte e legittimare azioni rilevanti nel campo del disagio, della fragilità e della vulnerabilità sociale.
E con le attività e gli interventi vogliamo presentare i risultati, così da consentire una lettura
e del lavoro e degli esiti che la pluralità dei progetti e dei servizi realizzati dall’Ufficio Pio
ogni giorno determina.
70
bilancio di missione 2009
Alcune domande a...
Marco Revelli, professore ordinario di Scienza della politica all’Università del Piemonte Orientale A. Avogadro, Presidente della Commissione d’indagine sull’esclusione sociale (CIES) e del
Centro interdipartimentale per il volontariato e l’impresa sociale (CIVIS) di Alessandria.
Alla luce delle ricerche da lei condotte, dei contatti e degli scambi avviati, delle
esperienze e delle riflessioni sviluppate, quali sono i problemi sociali emergenti
nella città, nella cintura torinese (e nella provincia) anche in relazione alla crisi
che sta caratterizzando il periodo attuale?
Possiamo premettere che le informazioni e i dati che vi riferirò sono legati in buona misura all’esperienza della Commissione di indagine sull’esclusione sociale (CIES) che presiedo e che, proprio quest’anno, innovando i metodi di lavoro, ha deciso di realizzare, oltre alla consueta sintesi della situazione
nazionale per quanto riguarda la misura dell’incidenza di povertà relativa, anche delle audizioni con
uno sguardo ravvicinato ai territori, tenendo conto della situazione di crisi e nella consapevolezza di
quanto sia importante monitorare in tempo reale le dinamiche sociali.
Una delle realtà geografiche analizzate in questo ciclo di audizioni è proprio quella torinese. Abbiamo avuto modo nello stesso contesto di mettere a confronto la situazione torinese con quella di altre
metropoli come Napoli e Roma.
Il dato che abbiamo raccolto è per certi aspetti ambivalente perché emerge una situazione di grave
trauma prodotto dalla crisi pur in un contesto socio-economico di elevato sviluppo e di capacità di
risposta forte da parte del “sociale”.
Può apparire paradossale ma nel confronto tra Torino e Napoli la città che ha sentito di più l’urto
della crisi è proprio Torino. Questo non perché Torino stia socialmente peggio di Napoli ma perché
Napoli sta così male ed è in una situazione di povertà costante e cronica che è meno sensibile alle
variazioni congiunturali.
Torino invece è tipicamente un’area che ha vissuto con pienezza il ciclo fordista. è forse l’unica
città italiana in cui il fordismo si è realizzato nella sua forma più pura e propria. è dunque una
città con una ben strutturata anima industriale manifatturiera la quale continua, seppur con
tutte le trasformazioni che il superamento del fordismo e la crisi hanno indotto, a ruotare intorno all’asse del lavoro organizzato, non più esclusivamente industriale, legato anche alla fitta
71
le attività
e i progetti
rete dei servizi e ai servizi alle imprese, ma comunque fortemente incentrato sul lavoro dipendente altamente organizzato. Torino quindi ha un reddito strutturato che proviene da un lavoro organizzato di medie
e grandi dimensioni. Data questa sua struttura ha subìto con violenza l’impatto con la crisi.
I dati sulla cassa integrazione ci dicono che si è moltiplicata per sei volte nel passaggio dal 2008 al 2009,
gli indicatori sui mancati rinnovi di contratti temporanei, i dati sulla diminuzione del reddito di un numero molto consistente di famiglie ci dicono che a Torino il passaggio tra il biennio precedente alla crisi
e il primo periodo di impatto della crisi è stato un passaggio traumatico, tenendo conto anche del fatto
che Torino usciva da una precedente crisi (quella legata alle difficoltà della FIAT) e da un periodo molto
lungo di recessione. La città si era appena ripresa.
Quindi la situazione attuale è sotto molti profili preoccupante, e sotto altri anomala: più complessa
da affrontare rispetto a quelle precedenti. Questo tipo di crisi, infatti, non sembra incidere in modo
particolare su quelle che erano le aree tradizionali di povertà le quali tendono a continuare a vivere il
proprio disagio come lo vivevano in precedenza, senza significativi dislivelli. Ciò che emerge è invece
un’area crescente di disagio in settori sociali prima non coinvolti da un rischio o da una situazione
di povertà. Potremmo dire che quello che si sta profilando è un esercito di “nuovi poveri”, peraltro
difficili da intercettare dai consolidati meccanismi di assistenza e di fornitura di servizi, sia quelli di
rilievo nazionale sia quelli locali.
Le politiche di contrasto alla povertà erano misurate infatti su figure di poveri tradizionali e quindi
la certificazione e le precondizioni di reddito non corrispondono con il profilo dei nuovi poveri. Molte
famiglie cadono nella povertà, è sufficiente che il breadwinner entri in cassa integrazione; famiglie
che spesso hanno contratto un mutuo, altre che stanno usufruendo di forme di credito al consumo,
di rateizzazione, famiglie quindi che in una condizione di normalità stavano al di sopra della linea
di galleggiamento, finiscono per scendere al di sotto di essa ed entrare nel circuito a spirale della
caduta sociale fino all’estremo ingresso nel circuito maledetto dell’usura.
Questa è la mia impressione: un quadro di disagio non omogeneo. Un disagio difficile da intercettare con gli strumenti tradizionali di contrasto alla povertà e difficile da vedere ad occhio nudo
perché non colpisce indiscriminatamente tutta la popolazione o categorie aggregate di popolazione ma colpisce in modo selettivo, a macchia di leopardo. E può colpire davvero qualsiasi
categoria di famiglia. Tutto questo ci dice l’estrema difficoltà ad avere una rappresentazione
realistica e affidabile del fenomeno.
Di fronte a questo quadro piuttosto a tinte scure devo dire che Torino presenta anche delle luci e
72
bilancio di missione 2009
non solo delle ombre, perché a fronte di una situazione sociale difficile, noi siamo in presenza non di un
vuoto di iniziative ma al contrario di un pieno. L’elenco delle buone pratiche e delle iniziative di contrasto
è un elenco lungo, che vede un’ ampia ed efficace cooperazione tra società e attori (pubblici e privati). In particolare, quello che è emerso dalla nostra indagine riguarda l’Amministrazione Comunale, che ha
un relativamente cospicuo (soprattutto se confrontato con altre realtà italiane) stanziamento di risorse
per le politiche sociali in quanto una parte non marginale del bilancio comunale è destinata a politiche
sociali; la Provincia, che si è dotata di piani, di progetti e di iniziative; le fondazioni bancarie (nel cui
campo l’Ufficio Pio ha un ruolo di primo piano anche come luogo di coordinamento e cabina di regia)
e la rete del non profit che funziona sia come “informatore” sul territorio sia come struttura di accompagnamento.
Cosa pensa dell’azione del terzo settore, del volontariato e dell’associazionismo
e delle organizzazioni religiose in relazione alle trasformazioni del disagio sociale e della povertà
La Commissione è rimasta colpita dalla ricchezza e dall’articolazione delle iniziative, in particolare
per quanto riguarda gli interventi di anticipazione delle risorse monetarie nel caso del sussidio di cassa integrazione (che altrimenti sarebbe erogato solo dopo qualche mese), l’accompagnamento delle
famiglie in stato di particolare difficoltà, l’accelerazione delle pratiche per la riduzione di specifici
contributi (mense scolastiche, asili, ecc.)...
Molto importanti sono anche i progetti dell’Ufficio Pio (come il Trapezio che è piuttosto rilevante).
È da sottolineare la capacità di istituzioni di questo tipo di sfuggire alle inevitabili logiche burocratiche che invece condizionano i servizi sociali pubblici.
La capacità quindi di calibrare gli interventi sui bisogni specifici è una caratteristica molto importante in situazioni come questa, in cui la crisi non colpisce intere categorie ma è legata a situazioni disomogenee e a condizioni di relativa casualità.
Tutto questo fa da contrappunto ad una situazione come quella napoletana dove mancano una
serie di punti di forza che invece caratterizzano la situazione torinese. A Napoli, paradossalmente, la percezione della crisi è avvertita in modo meno traumatico. La crisi qui si abbatte su una
società in cui la composizione media del reddito è di origine multipla: esattamente l’opposto
di una città “fordista” dove le componenti del reddito sono invece molto semplificate. In una
realtà come quella napoletana esse sono al contrario infinitamente complessificate. La com-
73
le attività
e i progetti
posizione del reddito medio di buona parte delle famiglie, e soprattutto di quelle povere, è un frattale composto da una molteplicità di voci facenti capo a una molteplicità di persone. In una situazione di questo
tipo i meccanismi di compensazione interna sono molto alti, si vive regolarmente al di sotto della soglia di
povertà, senza percepire gli “scossoni di superficie”, per così dire. È una situazione a cui fa riscontro un deficit di iniziativa, con un Comune in dissesto profondo a cui non è stato posto nessun rimedio e quindi con
politiche di assistenza ridotte al minimo (il comune di Napoli destina poco più del 3,5 % del suo bilancio
alle politiche sociali). Inoltre a Napoli non ci sono fondazioni bancarie; gli enti e gli istituti di beneficenza
da mesi non ricevono quanto previsto contrattualmente e i loro stessi operatori rischiano di finire in condizione di povertà; manca un’iniziativa forte di governance e di raccordo tra i diversi attori sul territorio.
A Napoli non esiste una cabina di regia nella quale vengano coordinati gli interventi. è chiaro quindi
che ci troviamo in una situazione opposta a quella di Torino. Altro discorso vale per le aree non metropolitane, per la grande provincia italiana la quale segue una logica molto differenziata. Abbiamo
anche qui raccolto informazioni, anche se in modo un po’ più impressionistico perché era impossibile
una ricostruzione sistematica. Per quanto riguarda l’area di Rovigo, l’area marchigiana (Macerata e
Ascoli Piceno), l’area di Prato, l’area pugliese quello che emerge è un pieno di iniziative. Una società
che reagisce mettendo in campo, anche in modo creativo iniziative di contrasto molto differenziate
tra di loro, la cui efficacia dipende regolarmente dalla capacità di coordinamento plurimo, in cui cioè
l’amministrazione comunale non agisca da sola bensì in coordinamento con la rete del privato sociale, con gli operatori sul territorio, le banche…, diventando cosi una società articolata che si muove.
Il tutto avviene , tuttavia – e qui sta il vero punto di debolezza della situazione italiana – al di fuori
di un quadro normativo di indirizzo, di supporto e di fornitura di servizi nazionale. C’è un deficit di
governance da parte del governo centrale assai grave.
E in tutto questo ventaglio di soggetti che fanno fronte con iniziative diverse
a questo periodo di crisi le organizzazioni religiose sono presenti e in che
misura?
Assolutamente sì. Ovunque noi abbiamo voluto avere una rappresentazione delle problematiche
di territorio abbiamo dovuto rivolgerci alla Caritas che funziona come rete nazionale per l’osservazione del territorio. La Caritas non è L’ISTAT, fornisce dei dati, anche quantitativi, i quali
non hanno la totale affidabilità statistica ma che hanno il grande vantaggio della disponibilità
immediata. Offrono il polso costante della situazione sociale sul territorio. È proprio la Caritas
74
bilancio di missione 2009
che in questo periodo di crisi ha cominciato a segnalarci l’emergere di figure inedite di poveri. I cittadini
chiedono alla Caritas qualsiasi cosa di cui abbiano bisogno (bollette, affitti, vestiario..). Questo ci dice
quale sia l’importanza e la funzione di supplenza della Caritas in quanto sostituisce i mancati servizi
pubblici. È un tipo di intervento capace di aderire alla specificità dei diversi bisogni e dei diversi soggetti.
Solo il volontariato sociale è in grado di svolgere questo, ma l’operazione riesce quando è raccordata con
le altre strutture, pubbliche e private, in un rapporto non di subalternità o di dipendenza, ma di cooperazione paritaria.
Alla luce delle considerazioni sin qui fatte come valuta l’intervento dell’Ufficio
Pio? Intravede possibili linee di azione che potrebbero venire sviluppate?
Credo che i progetti su cui sta lavorando l’Ufficio Pio siano molto opportunamente ed efficacemente
calati nelle caratteristiche del territorio in cui operano. Credo anche che il grado di coordinamento con
le politiche pubbliche sia alto. Se dovessi dare un suggerimento è proprio quello di curare in modo
particolare questo coordinamento perché entrambi i contraenti del patto possano guadagnare da
una sinergia forte. Soprattutto la capacità di intervenire laddove si avverte l’emergere di un disagio,
di un bisogno e si riscontra la difficoltà istituzionale a mobilitare risorse per carenze normative o per
vincoli burocratici.
Marco Revelli
La possibilità di intervenire in quelle aree che si sa che esprimono un bisogno, a volte anche drammatico, ma in cui il
pubblico non ha gli strumenti adeguati è particolarmente
preziosa nel contesto della crisi attuale. Qui si apre un fertile
terreno di intervento. L’Ufficio Pio ha degli efficaci strumenti
di esplorazione del territorio che assumono valore strategico
nell’attuale congiuntura.
75
le attività
e i progetti
Le attività e i progetti
gestiti direttamente
dall’Ufficio Pio
Sportello A.O.S.: accoglienza, orientamento e sostegno
Lo sportello A.O.S. (accoglienza, orientamento e sostegno) ha lo scopo di fornire alle persone e
ai nuclei familiari che si rivolgono all’Ufficio Pio informazioni utili in merito ai servizi e ai progetti promossi sul territorio e messi in campo sia da enti pubblici, sia da organizzazioni private.
Lo sportello A.O.S. si occupa inoltre di attività di orientamento all’uso delle risorse interne ed
esterne all’Ufficio Pio.
Lo sportello A.O.S. accoglie, filtra e valuta le richieste, mettendo in collegamento le persone e
i nuclei familiari con il delegato, inoltre si occupa di attivare la rete di intervento e di erogare
le prestazioni economiche. Nel 2008 lavoravano presso lo sportello A.O.S. 5 operatori.
I destinatari dello sportello sono i nuclei familiari in condizione di povertà statica, a seguito
di un evento definito “spiazzante” o per difficoltà persistenti.
L’ATTIVITÀ DI SPORTELLO DELL’UFFICIO PIO > colloqui effettuati
76
bilancio di missione 2009
Colloqui effettuati
2004
6.931
2005
7.042
2006
6.982
2007
6.730
2008
7.983
di cui italiani
di cui stranieri
6.804
127
6.639
403
6.310
672
5.577
1.153
5.961
2.022
2.022
127
403
6.804
6.639
672
1.153
6.310
5.577
5.961
colloqui con stranieri
colloqui con italiani
2004
2005
2006
2007
2008
Per quanto riguarda gli stranieri si sottolinea che il 48% degli assistiti proviene dal Marocco,
l’11% dalla Romania e il 7% dall’Egitto (si sono riportate le prime tre nazionalità).
Colloqui effettuati
2004
6.931
2005
7.042
2006
6.982
2007
6.730
2008
7.983
di cui nuovi
1.561
1.809
1.950
2.371
2.352
7.983
7.042
6.931
6.982
6.730
colloqui effettuati
di cui nuovi
1.561
2004
1.809
2005
1.950
2006
2.371
2007
2.352
2008
77
le attività
e i progetti
L’ATTIVITÀ DI SPORTELLO DELL’UFFICIO PIO > nuclei incontrati
1.063
769
Nuclei incontrati
2007
3.895
2008
4.358
di cui italiani
di cui stranieri
3.126
769
3.295
1.063
3.126
3.295
nuclei stranieri
nuclei italiani
2007
2008
4.358
3.825
Nuclei incontrati
2007
3.895
2008
4.358
di cui nuovi
1.554
1.553
1.554
1.553
nuclei
di cui nuovi
2007
78
bilancio di missione 2009
2008
Si riportano di seguito le tabelle con il numero di nuclei familiari che hanno beneficiato di una erogazione e gli importi medi ricevuti per nucleo.
LE EROGAZIONI DIRETTE
Anno 2007
Ordinari italiani
Ordinari stranieri
Specialistici italiani
e stranieri
Anno 2008
Ordinari italiani
Ordinari stranieri
Specialistici italiani
e stranieri
N. interventi
Nuclei
2.650
2.593
424
Importo
totale
Importo medio
per nucleo
€ 2.350.083 € 906
416
€ 352.600 € 848
1.957
1.563
€ 784.942 € 502
N. interventi
Nuclei
Importo
totale
2.553
2.475
536
2.490
Importo medio
per nucleo
€ 2.650.966 € 1.071
510
€ 566.370 € 1.111
1.944
€ 939.153 € 483
Gli ordinari italiani e gli ordinari stranieri si propongono di supportare le famiglie, che affrontano un momento temporaneo o più strutturale di difficoltà, a coprire i debiti che hanno maturato sulle voci che riguardano la gestione ordinaria della propria vita, in particolare le spese
per affitto, utenze e riscaldamento. Particolarmente importante è anche la voce che riguarda
i sussidi sanitari per fronteggiare spese impreviste o ricorrenti per la propria salute ma non
compatibili con il personale vincolo di bilancio. Negli ordinari italiani rientrano principalmente sussidi per riscaldamento (57,3% del totale), utenze (19,3%), affitti (13,7%), seguiti da
sussidi per la prima infanzia, sussidi economici diretti, sussidi sanitari e terapeutici, borse
vedovili. Tra gli ordinari stranieri, invece, compaiono: sussidi economici diretti connessi al
mantenimento del nucleo (61,7%), prima infanzia (33,4%), seguiti da borse vedovili, sussidi sanitari e sussidi per rifugiati politici.
79
le attività
e i progetti
Gli interventi specialistici si differenziano dagli ordinari perché non hanno una cadenza annuale ma
intervengono all’occorrenza. Riguardano principalmente:
– l’inserimento presso una nuova abitazione (sussidio per trasloco), per fronteggiare le spese
connesse al trasferimento, come trasloco vero e proprio ma anche tinteggiatura, allacciamenti,
acquisto piccoli elettrodomestici o arredo;
– i ticket scuola per la parziale copertura delle spese attinenti la regolare frequenza della scuola
primaria e/o secondaria di primo e secondo grado;
– l’accompagnamento alla formazione professionale per favorire la frequenza di corsi di formazione per l’acquisizione di abilità professionali spendibili sul mercato del lavoro, con la copertura
di voci di spesa connesse, come materiale didattico, divise, equipaggiamento per lo stage, assicurazioni, trasporti, e così via;
– i ticket sanitario per l’acquisto di farmaci;
– le iniziative estive per ragazzi/e. Per quanto concerne questo aspetto si precisa che nel computo riportato in tabella rientra solamente la quota di “corredo” data direttamente ai partecipanti
e non la quota di soggiorno e trasporto, spesa comunque coperta e sostenuta dall’Ufficio Pio.
Di seguito si riportano alcuni dati generali relativi a tutti gli assistiti sostenuti dall’Ufficio Pio.
SUDDIVISIONE ASSISTITI DELL’UFFICIO PIO PER AMPIEZZA NUCLEO FAMILIARE
80
Anno 2006
Anno 2007
Anno 2008
1 componente
2 componenti
3 componenti
4 componenti
5 componenti
6 o più componenti
45,0%
19,8%
15,8%
11,6%
5,1%
2,7%
45,5%
19,0%
16,4%
11,1%
5,2%
2,9%
41,7%
16,7%
16,9%
12,9%
7,0%
4,7%
TOTALE
100,0%
100%
100 %
bilancio di missione 2009
4,7%
ANNO 2008
7,0%
1 componente
2 componente
12,9%
41,7%
3 componente
4 componente
5 componente
6 o più componenti
16,9%
16,7%
Per quanto riguarda l’ampiezza del nucleo familiare la maggior parte degli assistiti fa riferimento a famiglie mononucleari.
Se analizziamo la serie storica si legge che sono in diminuzione le persone sole e le famiglie
con 2 componenti, mentre sono in aumento quelle con 3 o più componenti.
SUDDIVISIONE ASSISTITI DELL’UFFICIO PIO PER CLASSE D’ETÀ
Anno 2006
Anno 2007
Anno 2008
fino a 17 anni
tra 18 e 34 anni
tra 35 e 44 anni
tra 45 e 54 anni
tra 55 e 64 anni
oltre 65 anni
32,3%
17,9%
17,0%
10,8%
10,8%
11,3%
32,1%
16,8%
17,2%
11,5%
9,6%
12,8%
35,8%
16,6%
17,8%
10,7%
7,9%
11,2%
TOTALE
100,0%
100%
100 %
81
le attività
e i progetti
ANNO 2008
11,2%
35,8%
7,9%
fino a 17 anni
tra 18 e 34 anni
tra 35 e 44 anni
tra 45 e 54 anni
10,7%
tra 55 e 64 anni
oltre 65 anni
17,8%
16,6%
La maggior parte degli assistiti dell’Ufficio Pio nell’anno 2008 è minorenne (il 35,8%), seguiti
dagli assistiti di età compresa tra i 35 e i 44 anni (il 17,8%).
Sussidi continuativi ai decaduti
Nella mappa dei progetti sotto la voce “anziani” troviamo due attività gestite direttamente
dall’Ufficio Pio: i sussidi continuativi ai decaduti e la casa di riposo Villa Mater.
I sussidi ai decaduti costituiscono una delle tradizionali linee di intervento dell’Ufficio Pio.
In base ai criteri in vigore, i sussidi vengono erogati a persone di civile condizione con età
superiore ai 65 anni (o 60 anni in presenza di invalidità superiore al 70%) che vivono in
condizioni economiche disagiate. Con “civile condizione” si intendono persone in precedenza nobili, artisti, liberi professionisti iscritti ad albi e imprenditori che abbiano svolto
la loro attività per oltre quindici anni in via continuativa e che abbiano esercitato una forte
azione di coordinamento e di gestione di risorse umane, con autonoma responsabilità e
con una significativa crescita economica.
I sussidi continuativi ai decaduti vengono erogati trimestralmente.
82
bilancio di missione 2009
80
70
60
50
40
30
20
10
0
nuclei familiari
2006
2007
2008
Come si può leggere dal grafico il numero di nuclei familiari sostenuti con il sussidio ai decaduti è andato diminuendo di anno in anno nel corso dell’ultimo triennio, dai 75 nuclei del 2006
ai 60 del 2008.
L’importo totale investito dall’Ufficio Pio per il sussidio ai decaduti nel 2008 è di euro 193.579;
l’importo medio per nucleo risulta pari a euro 3.226.
Casa di Riposo Villa Mater
In piazza San Bartolomeo a Rivoli si trova Villa Mater, una villa ottocentesca che fu donata, a
cavallo tra le due guerre mondiali, alla Cooperativa Pro Milite Italico con lo scopo di assistere orfani e vedove dei caduti in guerra. Nel 1977, a seguito dello scioglimento della società
cooperativa, è stata ripetuta la donazione modale a favore dell’Ufficio Pio della Compagnia
di San Paolo.
L’Ufficio Pio ha mantenuto l’impegno di continuarne l’attività statutaria perseguita dalla
società donante a favore di “persone anziane bisognose e meritevoli di aiuto e soccorso”.
Dopo un periodo di inattività per ristrutturazione, il 5 settembre 1994 la Casa di Riposo
Villa Mater è stata inaugurata nella sua nuova veste; situata in un parco di circa 7.000
mq, si presenta come una accogliente abitazione.
83
le attività
e i progetti
Villa Mater,
particolari
“Villa Mater” è una Residenza Assistenziale per persone anziane. La struttura ha una capacità
ricettiva di 39 posti letto. Nello specifico:
29 posti letto in regime di Residenza Assistenziale, destinati ad anziani parzialmente autosufficienti a cui sono rivolte prestazioni di tipo alberghiero, servizi specifici di carattere assistenziale, prestazioni di tipo culturale-ricreativo e prestazioni volte al miglioramento del livello di
autosufficienza;
10 posti letto autorizzati di media intensità assistenziale, destinati ad anziani non autosufficienti.
84
bilancio di missione 2009
Villa Mater dispone dei seguenti locali:
8 camere singole con relativi servizi e disimpegni;
10 camere doppie con relativi servizi e disimpegni;
1 camera doppia con servizio adiacente;
3 camere triple con servizi e disimpegni;
1 infermeria;
2 sale soggiorno e TV (1 al piano terra e 1 al primo piano);
1 salone polifunzionale;
1 sala da pranzo;
1 cappella;
1 parco giardino.
Per maggiori informazioni sulla struttura è possibile consultare La Carta dei Servizi
di Villa Mater-Rivoli.
Possono far domanda di ammissione alla Casa di Riposo “Villa Mater” persone ultrasessantacinquenni in condizioni di autosufficienza o di parziale non autosufficienza, non affette da
malattie o infermità che possano creare pregiudizio ad una convivenza con gli altri ospiti.
Per l’inserimento in struttura viene data preferenza ai genitori, vedove e figli di caduti di guerra
e a persone anziane residenti nella provincia di Torino da almeno cinque anni.
La gestione della Casa di Riposo “Villa Mater” è affidata al Consorzio Kursana Scarl.
Progetto il Trapezio
Nella mappa dei progetti sotto la voce “vulnerabilità sociale” troviamo il Trapezio, progetto
gestito direttamente dall’Ufficio Pio.
L’esperienza dell’Ufficio Pio di questi ultimi anni evidenzia la presenza di situazioni appartenenti all’area della cosiddetta “normalità” che, in seguito a uno o più eventi critici, precipitano verso condizioni di disagio e di povertà. In queste situazioni, spesso momentanee
e improvvise, di grave difficoltà, le persone diventano più vulnerabili e sembrano perdere
la speranza nelle possibilità di interrompere questa spirale, apparendo come sfiduciate
verso la propria capacità di dare una svolta positiva alla propria vita.
85
le attività
e i progetti
A partire da questa analisi del contesto e del periodo storico, è stato avviato il Trapezio, un progetto
sperimentale a carattere triennale, gestito dall’Ufficio Pio con fondi straordinari della Compagnia
di San Paolo.
Il progetto il Trapezio ha l’obiettivo di contrastare il rischio di esclusione sociale di singoli e di
famiglie che si trovano in situazione di vulnerabilità sociale, attraverso la promozione delle capacità individuali e dell’autonomia economica delle famiglie. L’intento è di garantire alle persone la
possibilità di:
elaborare dei progetti;
essere riconosciute per quanto stanno progettando;
avere la libertà di poter realizzare i propri progetti.
L’impegno del Trapezio è quello di:
– evitare che eventi critici provochino il precipitare di situazioni personali e familiari verso condizioni di disagio progressivamente più ampio e multifattoriale;
– agevolare percorsi di uscita da situazioni di difficoltà;
– promuovere le capacità della persona, la sua responsabilità e la sua mobilitazione nell’essere protagonista attiva del proprio percorso di vita.
Il Trapezio si rivolge a persone e famiglie in condizione di “vulnerabilità sociale”, che il progetto valuta di sostenere ai fini della prevenzione e del recupero precoce dello spiazzamento.
Il carattere sperimentale del progetto ha richiesto l’impostazione di un lavoro di intercettazione della vulnerabilità attraverso la costruzione di una rete di enti, associazioni e servizi
che recepiscono la domanda e accompagnano il proponente nell’iter della progettazione,
diventando parte della rete di sostegno.
Il progetto personalizzato viene elaborato con la partecipazione del protagonista, dell’Ufficio Pio e della rete di sostegno; il progetto viene poi valutato da una Commissione di
Valutazione che ne verifica la coerenza, la reale efficacia e fattibilità, stabilendo l’eventuale
finanziamento.
La Commissione di Valutazione, nominata dal Consiglio Direttivo dell’Ufficio Pio, nel 2008
risultava composta da 9 membri e comprendeva alcuni esperti di progettazione educativa,
del lavoro sociale, di sociologia e alcuni rappresentanti della Compagnia di San Paolo e
dell’Ufficio Pio.
86
bilancio di missione 2009
“
Il primo pensiero quando
ho visto l’alloggio è stato
“che schifo”.
poi ho immediatamente notato
la finestra, i serramenti
rifatti e la vista, mi sono
fatto le mie idee e l’ho rifatta
dalla testa ai piedi.
è stato un incubo durato sei
mesi, i muratori che non
venivano, io che non avevo più
sabati e domeniche e che
lavorando potevo occuparmi
dei lavori solo la sera tardi.
avevo la casa, ma non ci vivevo.
Penso che una casa
accogliente faccia parte
della persona, ho visto
delle case da cui non
vedevo l’ora di scappare,
invece adesso spero di
poterci portare mio figlio,
ho il desiderio
„
di tornare a casa.
giuseppe
> La voce di un operatore del progetto:
“Il Trapezio è un progetto sperimentale che ha una durata triennale (alla fine del 2010 si valuterà se la
sperimentazione è andata bene oppure no), un progetto innovativo che vive con finanziamenti autonomi
della Compagnia di San Paolo, per cui non pesa sui costi della normale amministrazione dell’Ufficio Pio.
Questo progetto lavora sulla vulnerabilità sociale; per cui a differenza di tutto l’Ufficio Pio, non opera
sul disagio conclamato.
L’obiettivo del progetto è quello di lavorare sul rischio di impoverimento. La finalità principale è quella
di costruire con le persone un progetto che li aiuti ad uscire dalla situazione di vulnerabilità e a ricostruire l’equilibrio. Il progetto viene poi portato davanti a una commissione di valutazione che definisce
se funziona o meno e se può essere finanziato.
Il progetto, approvato dalla Commissione e finanziato, viene poi attivato e il ruolo degli operatori è
quello di monitorarne il proseguimento e la buona riuscita. Una volta che il progetto viene approvato
si firma con la persona un patto che definisce gli obiettivi e le azioni che vengono messe in campo e
in cui si definiscono i rispettivi impegni. Questo patto ha all’interno una clausola di restituzione. Le
persone che ricevono aiuto stabilizzata la loro situazione, si impegnano a restituire parte della cifra,
con una donazione, con volontariato, con il proprio impegno in una attività concordata.
“Con il Progetto Trapezio abbiamo in qualche modo anticipato l’evoluzione dell’articolo 2 dello
Statuto.
Le nostre aspettative sono alte: ci siamo rivolti ad una nuova utenza, cambiando la metodologia
di lavoro, la modulistica e le modalità di accompagnamento. L’elemento chiave è stato accorgersi
che potevano essere avviati percorsi in cui era importante la fase di accompagnamento e progettazione, per i quali non era sempre indispensabile il sostegno economico.
Per la prima volta abbiamo scelto di sottoscrivere accordi a più firme. Patti attraverso i quali fissiamo per iscritto gli impegni delle persone interessate, delle agenzie coinvolte e dell’Ufficio Pio.
Più attori si impegnano, assumono il rischio della collaborazione, stabiliscono obiettivi comuni.
In questo modo costruiamo un progetto che richiede una personale attivazione, un progetto che
cammina se le persone decidono davvero di investire. Noi accompagniamo le persone in difficoltà nel definire un progetto perseguibile. Questo in sintesi il metodo: la persona è protagonista.
Il Progetto Trapezio ha coinvolto una équipe di lavoro composta da operatori e da volontari.
I volontari, scelti dopo un percorso di formazione, agiscono da sensori sul territorio, segna-
88
bilancio di missione 2009
lano le persone che possono prendere parte al Progetto il Trapezio, affrontando così una delle criticità:
identificare candidati in grado di reggere la sfida e di cogliere l’opportunità messa in campo con questa
sperimentazione.”
(estratto dall’intervista ai referenti dello staff dell’Ufficio Pio).
Progetti personalizzati avviati da il Trapezio al 31/12/2008
Fase
Selezione
Accoglienza
Consulenza Patto
N. situazioni incontrate
121
60
34
12
Nel corso dell’anno sono pervenute al Progetto il Trapezio 121 segnalazioni, a fronte delle quali
sono state realizzate 60 accoglienze, 34 consulenze e progettazioni, con la stipula di 12 Patti.
89
le attività
e i progetti
Alcune domande a...
Genita Vatamanu
Vi racconto la mia storia, anche se a volte mi sveglio ancora tremando di notte, è una storia passata, che
sarà con me sempre, ma è nel passato.
Ho conosciuto l’Ufficio Pio tramite casa Oz, che è un centro diurno per bambini ricoverati per tumori o
disabilità. Ho conosciuto Casa Oz grazie all’Unione Genitori Italiani (UGI), l’associazione di volontariato che segue i bambini dell’Ospedale Regina Margherita malati di tumore. Io sono venuta in Italia
dalla Romania principalmente per curare mio figlio, a cui a tre anni e mezzo gli è stata diagnosticata
una leucemia. Inizialmente abbiamo iniziato per due anni le cure in Romania, ma poiché gli esiti
della terapia erano scarsi ho deciso di cercare in internet una soluzione per salvare la vita a mio figlio.
Abbiamo deciso di partire e siamo arrivati a Torino senza sapere dove andare. Quando siamo partiti
dalla Romania e anche durante il viaggio, mio figlio è stato molto male, i segni della malattia erano
evidenti. Per questo appena siamo arrivati in Italia è stato ricoverato al Regina Margherita dove c’è
un centro oncologico per bambini, in realtà prima era stato portato in ambulanza all’ospedale Martini dove è stato pre-ricoverato.
Inizialmente io pensavo di fermarmi solo qualche settimana, anche perché avevo solo un permesso
turistico. In Italia mio figlio ha iniziato un nuovo ciclo di terapia (5 fasi), dopo di che siamo stati
proposti per un trapianto.
Dopo il ricovero iniziale in ospedale, una volta che mio figlio è stato dimesso non sapevamo dove
andare. Io avevo qualche soldo perché in Romania avevo chiesto un prestito alla banca dove lavoravo, ma non mi fidavo di nessuno. Alla fine siamo andati a stare per qualche giorno in un albergo,
ma durante il giorno abbiamo fatto passare tutte le Chiese sperando in un aiuto.
Tra l’altro quando siamo arrivati in Italia io non conoscevo per niente la lingua, quindi ero come
in una gabbia, non puoi chiedere, non puoi leggere, non puoi fare niente. Fortunatamente a
scuola avevo studiato francese e inglese e quindi all’ospedale parlavo francese. Ho trovato tramite una chiesa cattolica una stanza in affitto da una famiglia di rumeni. In questa stanza in
affitto alla fine siamo rimasti un mese, dopo di che ho parlato con un assistente sociale e con
una mediatrice.
Non era facile anche perché avevo finito i soldi. Fino a luglio siamo stati al Sermig. Dopo un’altra mamma con un figlio malato mi ha trovato un contatto con la chiesa di San Massimo
90
bilancio di missione 2009
e dopo aver parlato con il prete mi han fatto vedere un alloggio. Siamo stati lì fino a dicembre. Loro mi
hanno dato anche una carrozzella per mio figlio e così lo potevo portare in giro visto che lui non riusciva
a camminare per mancanza di forze.
Per sei mesi abbiamo cercato il donatore (anno 2006), poi finalmente mi è stato detto che io potevo essere la donatrice per mio figlio. Così ovviamente ho donato il midollo attraverso un trapianto (il 30 agosto)
di 24 ore. Dopo siamo stati per 28 giorni al centro trapianti.
Al Regina Margherita ho trovato davvero molto calore e molta amicizia, come una vera famiglia. Era
una situazione molto diversa da quella a cui ero stata abituata all’ospedale in Romania.
Ci sono state diverse persone che mi hanno aiutato molto.
Poi siamo stati un anno e due mesi a casa UGI e li siamo andati a manifestazioni e a feste, e mio figlio
si trovava molto bene. La scuola materna l’ha iniziata in ospedale e l’ha fatta lì fino alla metà della
seconda elementare. Una volta finite le cure avremmo dovuto o tornare in Romania o trovare un altro
posto dove stare. Ma mio figlio aveva ancora bisogno di cure (ha avuto un problema di rigetto). Ci
hanno trasferito in isolamento perché aveva un’immunità bassa e siamo stati lì per un po’. Ci siamo
stati per sette settimane e lui si è ripreso un po’ per volta.
Abbiamo deciso di restare in Italia. Ma nel frattempo io ho perso il mio lavoro in Romania, perché
era finita l’aspettativa.
Abbiamo trovato una cartolina per casa Oz e ci siamo andati. In quel luogo abbiamo incontrato
anche un’altra famiglia. Mio figlio si trovava molto bene con tutti e anche con gli educatori.
Ho cominciato anche a imparare bene l’italiano perché ci sono state persone che si sono offerte di
insegnarmelo e ho anche fatto un anno di corso di italiano.
Quando ho cominciato a fare la scuola di italiano gli operatori di Casa Oz mi hanno proposto
di parlare con l’Ufficio Pio. Io intanto avevo trovato qualche lavoretto da fare che mi aiutava a
mantenere mio figlio.
A ottobre 2007 ho conosciuto l’Ufficio Pio.
Io volevo fare qualcosa per accudire e assistere le persone. Volevo avvicinare il cuore delle persone,
il lavoro in banca che facevo in Romania era freddo, secco.
Io ho provato come è quando stai male e volevo fare stare meglio le persone. Quando ero in
ospedale e i volontari o gli operatori mi chiedevano come stai? Hai bisogno di qualcosa? Già
quello era una risposta. Per me sarebbe stato una meraviglia poter lavorare per soddisfare i
bisogni delle persone, anche quelli del cuore.
In Italia ho incontrato la capacità di esprimere le emozioni, da noi non è così, tutti pensano
91
le attività
e i progetti
solo alle cose materiali, ad accumulare, non si sa poi perché.
Era il mio ideale di vita e non credevo di poterlo realizzare: avevo finito i soldi, non avevo più un lavoro in
Romania, avevo bisogno di un lavoro.
Ho incontrato il Trapezio e insieme a Casa OZ abbiamo costruito un progetto, per specificare meglio la
questione grande del lavorare aiutando gli altri in ambito sanitario. Avevo pensato al corso OSS, ma
anche ad un corso per fare l’assistente di poltrona dentistica..
Poi ho scelto il corso OSS, perché era quello che veramente volevo.
In quel periodo contemporaneamente lavoravo part time in una lavanderia, facevo il corso OSS e la
terza media. Ero molto stanca perché ero sempre di fretta, vedevo poco mio figlio.
Ad aprile volevo mollare tutto, poi loro mi hanno proposto di concentrarmi sul corso, ma io avevo paura
che senza contratto mi avrebbero portato via il bambino. Dopo l’assistente sociale mi ha spiegato che
questo non era vero e quindi ho rinunciato al lavoro in lavanderia.
Il progetto sottoscritto con il Trapezio prevedeva di finire la terza media, fare questo corso e prendermi
cura di mio figlio.
Il Trapezio mi sosteneva, anche economicamente.
Alla fine del progetto come restituzione per l’Ufficio Pio potevo fare dei libri illustrati per bambini, il
cui ricavato sarebbe stato devoluto ai bambini del Regina Margherita.
Adesso sto anche preparando un documento che racconta cosa vuol dire fare l’OSS, per far luce su
cosa è essere OSS, che il Trapezio potrà usare per le persone che pensano di fare questo lavoro.
Penso che sia bello fare qualcosa per ricompensare, tocca a me adesso.
Non pensavo che si potesse cambiare vita completamente, ma ora lo so. Sono cambiata anche nel
carattere. Ho imparato ad ascoltare le persone ad avere pazienza. Tutte le persone sono diverse,
bisogna avere attenzione agli individui. Credo che mi formerò spesso, non voglio finire a pensare
alle persone come cose.
Dopo il tirocinio a termine del corso, mi hanno chiamato per fare qualche sostituzione. Il lavoro è
piuttosto pesante, anche fisicamente. L’Ufficio Pio mi ha fatto conoscere l’associazione Eta Beta,
un gruppo di ricerca di lavoro, attraverso cui qualche settimana fa ho trovato un concorso in cui
spero di entrare in graduatoria.
Ora il progetto col Trapezio si è concluso e mi resta da fare solo il libricino. Sono molto soddisfatta di questo contatto con il Progetto Trapezio. Consiglierei a chiunque è in difficoltà un aiuto
da parte dell’Ufficio Pio.
Per il futuro non mi preoccupo perché sono sicura che troverò un lavoro. Per quanto riguarda
92
bilancio di missione 2009
mio figlio ad ottobre abbiamo dei controlli ma per ora è andata tutto bene. Abbiamo anche cambiato
casa, perché ho trovato un nuovo appartamento.
Ho raccontato il mio ideale di vita e il Trapezio mi ha sostenuto per realizzarlo. Il Trapezio è stato un
sostegno non solo finanziario, ma anche morale. Nel progetto con Casa OZ e il Trapezio ho trovato una
famiglia. Non è solo un ente, ma un posto dove mi sono sentita a casa, al caldo.
Genita
93
le attività
e i progetti
Ticket farmaci
Nella mappa dei progetti sotto la voce “salute” troviamo i ticket farmaci.
Il ticket sanitario viene erogato con lo strumento dei voucher alle persone che ne fanno richiesta
per l’acquisto di farmaci, su presentazione della prescrizione con l’indicazione dei farmaci, della
posologia, della durata della terapia e, quando possibile, della patologia.
Voucher erogati
Voucher erogati
2007
2008
476
644
Nel 2008 per erogare i 644 voucher sono stati spesi euro 226.895,00 per una media di euro 352
per beneficiario.
Progetto senza dimora
Nella mappa dei progetti sotto la voce “adulti in difficoltà” troviamo il progetto senza dimora.
Il progetto si rivolge alle persone che hanno vissuto per un periodo in strada perché senza
casa o nei dormitori cittadini di bassa soglia, seconda accoglienza o di reinserimento, nel
momento dell’ottenimento di un’abitazione propria e/o dell’avvio di un’attività lavorativa.
CASA e LAVORO rappresentano quasi sempre un traguardo da raggiungere, il “punto di
partenza” per iniziare una nuova vita, ma purtroppo spesso rappresentano anche il “punto
finale” di molti progetti di inclusione sociale.
Il raggiungimento di questi due obiettivi fa esultare al successo operatori e utenti, ma spesso rende ciechi, proprio nel momento in cui la persona avrebbe più bisogno: casa e lavoro
rappresentano una prova ulteriore, un momento cruciale dell’esistenza in cui ci si ritrova di
nuovo completamente soli, e in cui tutto può crollare, se la persona non è sufficientemente
supportata e accompagnata.
L’obiettivo del “Progetto senza dimora” è quello di strutturare percorsi di affiancamento e
formazione che permettano alle persone di riappropriarsi del senso di cittadinanza, con
un re-inserimento all’interno del contesto urbano e sociale, attraverso un recupero della
dimensione abitativa e un avvio al lavoro.
94
bilancio di missione 2009
L’aiuto (progettato anche su lungo periodo) viene preceduto dalla stipula di un “patto sociale” al
momento dell’organizzazione del percorso di autonomia, percorso pensato e strutturato con il
beneficiario insieme ad altri enti/associazioni, che intervengono anche nella segnalazione del caso.
L’idea riproduce la logica che caratterizza il progetto “il Trapezio”, dove il “patto” rappresenta
un’assunzione di responsabilità congiunta (persona, Ufficio Pio, ente/associazione segnalante).
Non si tratta quindi di uno sportello con accesso diretto al pubblico, ma di un servizio a disposizione di realtà del terzo settore “accreditate” per intervenire nell’ideazione di un progetto mirato
insieme alle persone interessate.
Il servizio è gestito dallo staff dell’Ufficio e da un gruppo di volontari esperti, i delegati del
Distretto Speciale Senza Dimora, appositamente preparati, che intervengono al momento
dell’approvazione del “patto” e nella fase successiva di monitoraggio del percorso.
In particolare l’azione del Progetto senza dimora si realizza su due fronti:
> CASA > L’azione dell’Ufficio Pio si concretizza su un sostegno all’abitare e riguarda tutti gli
aspetti volti a fare in modo che la persona non ri-perda la casa e/o non viva in casa come sulla
strada, o completamente isolato. Tale azione è svolta anche attraverso l’assegnazione di voucher sociali agli Enti/ Associazioni segnalatori e/o invianti che conoscono bene la persona e
che rappresentano per lei punti di riferimento consolidati con cui dialogare, per co-costruire
insieme un progetto efficace di accompagnamento all’abitare.
> LAVORO > La premessa è che troppo spesso si pensa che queste persone non siano più
in grado di svolgere nessun lavoro, ormai cadute nella cronicità più totale, sebbene non sia
sempre vero. Le persone senza dimora non sono inoccupabili, benché spesso necessitino di
percorsi mirati per reperire un’occupazione “normale”. Il lavoro non è l’obiettivo finale ma è
uno dei mezzi per arrivare all’inclusione sociale.
Nell’anno 2008 il progetto “Senza Dimora” ha seguito e accompagnato 33 persone, alcune per l’accompagnamento alla casa, altre per il lavoro, anche attraverso l’attivazione di
Tirocini di Formazione e Orientamento e la partecipazione a un Corso di formazione strutturato ad hoc, gestito dalla Cooperativa Parella (vd. Corsi di formazione professionale).
I ritratti presenti a tutta pagina nel presente Bilancio raccontano visivamente le storie di
vita di 5 persone transitate sul Progetto senza Dimora.
95
le attività
e i progetti
> La voce di un operatore del progetto:
Nel 2008 l’Ufficio Pio ha avviato un Progetto per le persone senza dimora. Un insieme di interventi significativi per le persone a cui si rivolge e per il momento storico nel quale lo abbiamo avviato. Un momento
davvero critico per molti che vivono sul crinale della fragilità.
Volevamo affrontare questo crescente disagio con professionalità e per farlo abbiamo introdotto lo
strumento del voucher sociale. Attraverso il voucher assicuriamo un intervento professionale realizzato da figure educative di cooperative sociali. Si tratta di interventi concordati con il Comune e con le
Circoscrizioni 2, 5 e 10 della Città di Torino (estratto dall’intervista ai referenti dello staff dell’Ufficio Pio).
Progetto Logos
Nella mappa dei progetti sotto la voce “carcere” troviamo il progetto Logos.
Il Progetto Logos è nato nel 2002 con l’obiettivo di favorire il reinserimento socio-lavorativo
delle persone che hanno terminato di scontare una pena detentiva.
Il “fine pena” è un momento molto delicato e difficile da affrontare perché spesso le opportunità per operare scelte “altre”, rispetto a quelle precedenti, sono scarse se non del tutto assenti.
Tutto ciò comporta una maggior difficoltà a riconoscersi in un’identità differente da quella di
persona ex detenuta, con il rischio di facilitare il proseguimento della carriera deviante. Il
progetto Logos intende quindi offrire alla persona un’opportunità concreta per sperimentarsi
in un contesto e in uno stile di vita nell’ambito della legalità.
Il Progetto Logos, rivolto a detenuti in uscita dal carcere, è realizzato con la Compagnia di
San Paolo, il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria del Piemonte e
della Valle d’Aosta (PRAP), gli Istituti penitenziari del Piemonte, la cooperativa sociale Eta
Beta, la cooperativa sociale Mastropietro e l’Associazione Hänsel & Gretel.
Il progetto ha come obiettivo l’offerta di un sostegno educativo, sociale e psicologico
finalizzato a:
migliorare le condizioni relazionali dei beneficiari del loro contesto di vita,
migliorare le condizioni soggettive che incidono sul grado di occupabilità dei destinatari dell’intervento.
96
bilancio di missione 2009
Il progetto Logos si basa su alcune scelte che sono ritenute indispensabili a restituire dignità alle
persone:
coinvolgimento diretto del beneficiario attraverso la restituzione della co-responsabilità nella
costruzione del percorso progettuale;
restituzione al beneficiario della titolarità in merito alla scelta di quali opportunità fruire tra
quelle offerte dal progetto;
elevato grado di integrazione fra le competenze proprie e le azioni condotte da ciascun partner;
coinvolgimento dei Servizi territoriali, qualora abbiano in carico la persona e quest’ultima ne
dia il consenso;
adozione di una logica operativa pro-attiva e non assistenzialistica, al fine di promuovere la
capacitazione dei beneficiari;
Un componente dello staff
del Progetto Logos
flessibilità progettuale quale garanzia della personalizzazione del percorso progettuale.
Il progetto offre ai destinatari del progetto le seguenti opportunità:
1. sostegno educativo (Ufficio Pio);
2. sostegno psicologico individuale (Hänsel & Gretel);
3. mediazione familiare (Hänsel e Gretel);
4. percorso di orientamento lavorativo (Eta Beta);
5. mediazione sociale (Ufficio Pio e Associazione Mastropietro);
6. inserimento lavorativo attraverso tirocini retribuiti (Ufficio Pio);
7. risorsa abitativa temporanea (Mastropietro).
97
le attività
e i progetti
<58
<47
<40
<36
2007
<32
2008
<22
<17
<7
circolo del lavoro
mediazioni familiari
<3
supporti psicologici
<3
inserimenti abitativi
incentivi all’assunzione
tirocini
corso propedeutico
bilanci di competenza
<2
<12
<9
Nel 2007, su 196 segnalazioni, sono state riconosciute idonee al progetto 103 persone. A
favore di questi sono stati realizzati 58 bilanci di competenza, 40 immissioni al Corso propedeutico, 47 Tirocini e 2 incentivi all’assunzione (più 9 assunzioni dirette e 18 attivazioni
autonome), 7 inserimenti in residenza abitativa temporanea o pensione, 17 supporti psicologici e 3 mediazioni familiari.
Nel 2008, su 122 segnalazioni, sono state riconosciute idonee al progetto 44 persone.
Complessivamente sono realizzati 36 bilanci di competenza, 32 immissioni al Corso propedeutico, 22 Tirocini (più 2 assunzioni dirette e 7 attivazioni autonome), 3 inserimenti in
residenza abitativa temporanea o pensione, 9 supporti psicologici e 12 invii al Circolo del
lavoro.
I dati del 2008 si sono ridotti perché il 2007 risentiva fortemente dell’effetto della Legge
sull’indulto e del relativo Progetto ARES che l’Ufficio Pio aveva gestito, unitamente al
Progetto Logos, in collaborazione con il PRAP, grazie ad un cofinanziamento della Cassa
delle Ammende.
98
bilancio di missione 2009
Ticket scuola
Nella mappa dei progetti sotto la voce “scuola” troviamo i ticket scuola.
I ticket scuola forniscono una parziale copertura delle spese attinenti la regolare frequenza della
scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado (materiale di cancelleria, libri di testo non
forniti dalle scuole, materiale didattico). Questo sussidio viene erogato con lo strumento dei voucher sociali spendibili presso le cartolerie convenzionate.
Il ticket scuola è uno strumento che consente di realizzare interventi mirati, con la garanzia della
finalizzazione delle risorse stanziate.
Da settembre 2008 il voucher sociale per l’acquisto di materiale didattico è stato esteso,
oltre che ai figli studenti degli assistiti dell’Ufficio Pio (che rientrano sia per prova dei
mezzi sia per tipologia di situazione), anche a coloro che, pur non rientrando nei nuovi
criteri dell’Ufficio Pio, rispettano uno specifico criterio ISEE.
Il contributo erogato è pari a euro 150 per studente, con un massimale per nucleo pari a
euro 750.
Nel 2008 attraverso lo strumento dei voucher è stata offerta la possibilità a 2.000 studenti di
acquistare materiale scolastico presso esercizi convenzionati. L’Ufficio Pio ha speso per i ticket
scuola un ammontare complessivo di euro 300.000.
Corsi di formazione
professionale
Corso di Piccola Ristorazione
Nella mappa dei progetti sotto la
voce “formazione” troviamo i corsi
di formazione.
Nel 2008 è stata confermata
l’esperienza dei Corsi di formazione e di abilità sociale finalizzati all’educazione al lavoro e
all’inserimento occupazionale.
L’elaborazione dei percorsi formativi considera e analizza le diverse esigenze dei partecipanti, con un’attività che non
ha riguardato soltanto le ore di lezione “in aula”, ma ha comportato una vera e propria
“presa in carico” delle famiglie.
99
le attività
e i progetti
Casa di carità Arti e Mestieri è un ente di formazione no profit che ha come scopo la promozione
umana, culturale e professionale dei giovani e dei lavoratori. Questo ente progetta, coordina e
realizza attività di ricerca, orientamento, formazione e aggiornamento. è presente sul territorio
nazionale con 16 Centri di formazione che coinvolgono oltre 5.000 allievi ogni anno. Da oltre 15
anni si occupa dell’inserimento al lavoro di adulti (uomini e donne, italiani e migranti) in difficoltà
“Gruppo lavoro”
della Cooperativa Parella
a inserirsi e/o a rimanere nel mondo del lavoro.
La Cooperativa Sociale Parella, fondata nel 1979, ha sede in Torino. Attualmente la cooperativa
gestisce per conto del Comune di Torino tre dormitori di bassa soglia, una casa di accoglienza di
primo livello e sei gruppi appartamento.
Il Progetto “Gruppo lavoro (laboratorio di accompagnamento allo sviluppo delle abilità lavorative per persone senza dimora) è l’iniziativa messa a punto dalla Cooperativa Parella insieme allo
staff dell’Ufficio e si situa all’interno del progetto “Sportello Senza Dimora” avviato dall’Ufficio
Pio all’inizio del 2008. Il bacino di utenza proposto per il “Gruppo lavoro” è la popolazione
senza dimora residente o domiciliata nella città di Torino, che sia venuta in contatto con l’Ufficio Pio, i servizi comunali di accoglienza, i servizi sociali, la rete del volontariato.
In particolare il progetto si compone di quattro fasi:
Selezione dei beneficiari.
Formazione in gruppo contenente elementi di orientamento al lavoro e alla formazione
professionale.
Tirocinio formativo o osservativo in azienda (max 6 mesi) finalizzato all’assunzione o al
potenziamento delle competenze lavorative nell’ambito di un percorso di autonomia.
Alternanza gruppo/lavoro (20 ore): durante lo svolgimento dei tirocini si propongono
ai beneficiari periodici momenti in gruppo di elaborazione rispetto al percorso formativo
intrapreso, di socialità, relazione e mutualità tra i partecipanti.
ENTE
Casa di Carità Arti e Mestieri
Cooperativa Parella
100
bilancio di missione 2009
Posti
Partecipanti
previsti
dall’Ufficio Pio
Persone
selezionate
39
10
36
12
36
12
Tirocini di formazione e orientamento
Nella mappa dei progetti sotto la voce “lavoro” troviamo i tirocini di formazione e orientamento.
Una tirocinante
al lavoro
I tirocini di formazione e orientamento mirano a favorire l’acquisizione di conoscenze teoricopratiche di base e l’apprendimento di competenze trasversali e regole comportamentali
come: la puntualità, il rispetto dei ritmi e tempi di lavoro preordinati, il riconoscimento
dell’autorità e l’abitudine alla collaborazione.
I tirocini sono stati attivati in collaborazione con il Centro per l’Impiego della Provincia
di Torino e rappresentano un momento importante di formazione e di socializzazione per
favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di soggetti disoccupati e inoccupati.
120
118
100
80
82
60
40
20
tirocini
0
2007
2008
Nel corso del 2007 sono stati avviati 82 Tirocini, 30 dei quali a favore di cittadini stranieri
e 4 incentivi all’assunzione. Nel corso del 2008 sono stati avviati 118 Tirocini, di cui 36 a
favore di cittadini stranieri e 3 a senza dimora.
A partire dal primo semestre 2008, il gruppo dei delegati che affianca gli operatori sul fronte del monitoraggio dei percorsi è stato ampliato con altri quattro volontari dedicati alla
selezione dei tirocinanti da proporre in stage alle aziende (valutazione delle competenze
e della professionalità, redazione del CV, orientamento…).
In parallelo all’attività svolta dai delegati, lo staff è stato incrementato per potenziare la
ricerca di aziende disponibili ad ospitare in stage i borsisti, proponendo i propri tirocini
101
le attività
e i progetti
formativi alle cooperative sociali, alle imprese di piccole e medie dimensioni e agli esercizi commerciali presenti sul territorio metropolitano.
Progetto Estate Insieme
Nella mappa dei progetti sotto la voce “iniziative estive per ragazzi” troviamo il progetto Estate
Insieme.
Alcuni momenti
di Estate Insieme
Il Progetto Estate Insieme”, promosso dall’Associazione Nicolle & Yves Husson, si rivolge ai ragazzi di età compresa tra i 10 e 15 anni interessati a trascorrere un periodo di
svago ed aggregazione attraverso pratiche sportive (calcio, nuoto, pallavolo), ricreative,
gite con spazio anche per il recupero scolastico.
Le attività si svolgono a Torino presso la società Carrara ’90 dalle ore 8 alle 17. Oltre
all’inserimento dei ragazzi in gruppi, alla fornitura di pranzo e merenda, alla doccia a
fine giornata è possibile garantire un servizio di trasporto di accompagnamento di tutti
i ragazzi la mattina e ad attività concluse sia per Torino che per la prima cintura.
Nel progetto “estate insieme” i ragazzi sono seguiti da educatori qualificati nelle diverse pratiche. Il progetto ruota su tre turni della durata di dieci giorni.
Nel 2008 hanno partecipato al progetto “Estate Insieme” 26 ragazzi (17 maschi e 9
femmine). L’Ufficio Pio ha sostenuto con questa iniziativa 19 nuclei familiari.
102
bilancio di missione 2009
Le attività e i progetti
gestiti dall’Ufficio Pio
in partnership con la
Compagnia di San Paolo
Presentiamo di seguito le attività e i progetti nei quali l’Ufficio Pio interviene in partnership
con la Compagnia di San Paolo. Si fa riferimento ai progetti coordinati direttamente dalla
Compagnia di San Paolo, nell’ambito dell’Area Politiche Sociali che, attraverso l’integrazione
delle competenze tra i partner e la forma della progettazione partecipata, rispondono a obiettivi
di sperimentazioni volte a costruire modelli replicabili in altri contesti. Si tratta del Programma
Housing, del progetto Approdo, del Bandolo, di Nomis e di Logos. Quest’ultimo, tuttavia, è
stato presentato nella sezione “gestione progettuale diretta” perché prevede il coordinamento,
La futura residenza
temporanea di via San Pio V
oltre ad altre azioni, direttamente in capo all’Ufficio Pio.
Housing
Nel corso del 2008 l’Ufficio Pio si è impegnato in una stretta collaborazione con il Programma Housing della Compagnia di San Paolo.
Il Programma Housing, avviato nel 2006, ha l’obiettivo di rispondere ai
bisogni di abitazione di coloro che si trovano in una situazione temporanea di vulnerabilità sociale ed economica.
Le finalità principali del Programma:
– contribuire alla nascita di una nuova cultura abitativa;
– migliorare le opportunità abitative di alcuni segmenti di popolazione
in situazioni di disagio o stress abitativo;
– sperimentare in modo diretto nuovi modelli di housing sociale;
– sostenere ed incentivare esperienze abitative a carattere innovativo già
in corso o in fase di avvio promosse da soggetti del territorio locale.
103
le attività
e i progetti
Gli elementi innovativi:
– la forte valenza operativa;
– l’utilizzo di un approccio al tema di tipo interdisciplinare che coniuga aspetti architettonici e
urbanistici con aspetti sociali ed economico-finanziari;
– il lavoro di rete con gli altri soggetti pubblici e privati del territorio, ivi comprese fondazioni
piemontesi.
StessoPiano:
un’azione del
Programma Housing
Le principali azioni previste dal progetto:
– residenze temporanee;
– sperimentazioni (StessoPiano rivolto ai giovani dai 18 ai 35 anni. Condominio solidale rivolto
a donne con figlie e ad anziani. Esperienze di co-housing…);
– contributi a progetti esterni che presentino progetti innovativi di housing sociale in linea con
le finalità del Programma;
– interventi per l’affitto a canone moderato.
L’Ufficio Pio interviene sulla prima azione delle strutture residenziali temporanee, intese quali
soluzioni abitative per un periodo di tempo limitato, rivolte a persone che vivono una fase
di transizione per motivi di carattere professionale o legati a un momento di difficoltà della
propria vita. Si tratta per lo più di strutture con costi di affitto contenuti e con la possibilità,
per chi vi abita, di fruire di servizi e spazi comuni. Caratteristiche fondamentali di queste
strutture sono quindi la temporaneità della permanenza degli ospiti, la stipula di contratti di
affitto di tipo alberghiero e l’applicazione di tariffe a canone calmierato.
In particolare, l’Ufficio Pio e il Programma Housing della Compagnia di San Paolo hanno
intenzione di realizzare a Torino due Residenze Temporanee, una in piazza della Repubblica
e l’altra in via San Pio V.
Maggiori informazioni sul Programma sono reperibili sul sito:
www.programmahousing.org
Progetto Approdo
Il progetto Approdo è un progetto di innovazione sociale a favore di donne vittime di violenza che risponde all’esigenza di offrire ospitalità e aiuto pratico e concreto.
I tempi di permanenza previsti nella residenza “Casa Benefica” vanno da un minimo di
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bilancio di missione 2009
7 giorni per donne vittime di violenza sessuale extrafamiliare ad un massimo di 6 mesi per donne
vittime di violenza o maltrattamenti in ambito familiare. Durante la permanenza nella casa le donne
ospitate svolgono attività di gruppo e individuali quali attività di animazione, di socializzazione ed
espressive.
Il progetto coinvolge diversi enti, ciascuno con un ruolo specifico:
– IPAB Casa Benefica
L’Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza all’interno del progetto Approdo si occupa
della gestione della risorsa abitativa, del coordinamento delle attività promosse all’interno della
residenza e dell’accompagnamento e sostegno alle donne ospitate.
– Associazione Volontarie del Telefono Rosa Onlus
L’Associazione Telefono Rosa opera nel campo della tutela delle donne vittime di violenza e
maltrattamenti domestici o extrafamiliari offrendo accoglienza, ascolto, accompagnamento e
percorsi di crescita per il superamento della situazione di difficoltà.
Nel progetto Approdo l’associazione segue il coordinamento delle attività svolte dalla donna
all’esterno della residenza e previste dal suo percorso individuale, offre inoltre consulenza in
campo legale, psicologico e medico in collaborazione con le figure professionali coinvolte.
– Università degli Studi di Torino (Dipartimento di Scienze Sociali)
Il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Torino ha il compito di monitorare l’andamento del progetto al fine di raccogliere utili indicazioni sulle ricadute dell’iniziativa e su
eventuali modifiche alle azioni e alle procedure ritenute opportune.
– Compagnia di San Paolo e Ufficio Pio
La Compagnia di San Paolo e l’Ufficio Pio non sono solo gli enti promotori e finanziatori
dell’iniziativa ma sono anche dei partner attivi del progetto, facilitatori di connessioni e
partecipanti alle verifiche che saranno effettuate in itinere circa l’andamento dell’iniziativa.
L’Ufficio Pio, inoltre, si occupa dell’attivazione di eventuali tirocini.
Dall’entrata in vigore del progetto fino a febbraio 2009 sono state inserite 6 donne.
105
le attività
e i progetti
Progetto Il Bandolo
Nella mappa dei progetti sotto la voce “salute” troviamo il progetto Il Bandolo.
Il Bandolo è un progetto di innovazione sociale per la promozione della salute mentale avviato nel
novembre 2004. Dopo una prima fase di sperimentazione, nel novembre del 2007, è stata costituita l’Associazione Il Bandolo Onlus, che opera a favore di persone adulte e loro familiari, abitanti
a Torino, che si trovano in situazione di disagio a causa di patologie mentali che ne limitino le
capacità di relazione interpersonale e sociale.
I servizi erogati vanno dalla linea telefonica di supporto psicologico, all’assistenza psichiatrica
attraverso un programma di intervento clinico a una molteplicità di azioni previste in percorsi di
accompagnamento sociale strutturati sulla base delle esigenze di ogni utente.
Un’installazione della
Mostra “Superfici
Sconnesse - Arte follia e
immaginari” organizzata
dall’Ass. Il Bandolo
Il progetto vede coinvolti i Dipartimenti di Salute Mentale delle ASL di Torino e 6 associazioni
di Volontariato operanti sul territorio dell’area torinese (Associazione per la Lotta contro le
Malattie Mentali Onlus, Casa Bordino Onlus DI.A.PSI. Piemonte - Difesa Ammalati Psichici
Onlus, Associazione Insieme Onlus, Associazione Evoluzione Self Help Onlus, Associazione
Arcobaleno Onlus).
L’Ufficio Pio collabora al progetto con la disponibilità a inserire in tirocini alcuni utenti del progetto Il Bandolo, che abbiano già realizzato con esito positivo un percorso di avvicinamento al
lavoro sostenuto dall’Associazione Arcobaleno.
L’Ufficio Pio, inoltre, sostiene le borse lavoro agli utenti dei percorsi di avvicinamento al
lavoro realizzati e monitorati dall’Associazione Arcobaleno, che si propone di supportare lo
sviluppo di alcune capacità esistenti in capo alle persone con disagio mentale. L’ammontare
di dette borse è pari a euro 300 mensili, con una durata temporale di circa un anno.
Progetto N.o.mi.s – Nuove opportunità per i Minori Stranieri
Nella mappa dei progetti sotto la voce “carcere” troviamo il progetto N.O.Mi.S.
Il progetto N.O.Mi.S. si propone di incrementare la possibilità di una presa in carico
adeguata di minorenni stranieri entrati nel circuito penale evitando il cosiddetto “doppio
processo penale minorile” (uno per gli italiani e uno per gli stranieri).
I destinatari del progetto sono i minori stranieri, di etnia prevalentemente rumena e
maghrebina, ma con una crescente attenzione ai flussi migratori rappresentati da ragazzi
centroafricani.
106
bilancio di missione 2009
Il Progetto prevede una molteplicità di azioni volte al rafforzamento della presenza di mediatori ed
educatori, alla realizzazione di strutture di prima accoglienza e alla creazione di spazi per la semiautonomia, al sostegno psicologico, all’attivazione di percorsi di peer education, all’organizzazione
del tempo libero e all’inserimento in percorsi formativi o lavorativi.
Nel 2008 è stato costituito un Coordinamento Tecnico Operativo formato dai rappresentanti degli
enti che rivestono un ruolo centrale nella costruzione dei percorsi dei minori: l’Ufficio Minori
Stranieri del Comune di Torino, il Centro di Giustizia Minorile (CGM) e la Compagnia di San
Paolo.
L’Ufficio Pio interviene sul progetto assicurando la copertura delle spese relative ai tirocini (borse
lavoro, costi assicurativi Inail e di responsabilità civile) e ai premi di frequenza per coloro che
avviano un percorso formativo o di recupero scolastico.
L’inserimento in Tirocinio, il tutoraggio e l’accompagnamento alla formazione è realizzato dalla
Cooperativa Sociale Tenda Servizi con un contributo della Compagnia di San Paolo per tali
azioni.
I minori presi in carico dal 2007, anno di inizio delle attività di N.O.Mi.S. sono 129. Di questi
60 sono stati inseriti nelle due strutture disponibili: Casa Africa e Casa Romania; 69 sono
stati i minori segnalati a seguire percorsi educativi all’esterno delle case. Questi percorsi si
articolano in borse lavoro, corsi di formazione, gettoni per percorso scolastico, laboratori
artigianali o ricreativi.
In particolare nell’anno 2008 hanno beneficiato di questo intervento 46 minori stranieri.
107
le attività
e i progetti
Le attività e i progetti
gestiti dall’Ufficio Pio
in rete e in collaborazione
con altri soggetti
Presentiamo di seguito le attività e i progetti gestiti dall’Ufficio Pio in rete e in collaborazione con
altri soggetti (enti e organizzazioni).
Soggiorni per persone anziane
Nella mappa dei progetti sotto la voce “anziani” troviamo i soggiorni gestiti dall’Ufficio Pio in
rete con altri.
L’Ufficio Pio ha esteso anche per il 2008 la collaborazione con la Cooperativa S.O.S. Famiglia
per realizzare:
– soggiorni montani per anziani in località Ardua, un villaggio montano a 1 km dalla Certosa
di Chiusa Pesio (CN);
– soggiorni marini per anziani a Spotorno (SV) in un albergo.
In merito ai soggiorni montani, per alcuni turni c’è stata la possibilità di avere il trasporto da
La casa vacanze di Ardua
e per le Terme di Lurisia dove poter effettuare trattamenti termali (su prescrizione del medico
e a carico degli utenti).
La casa vacanze di località di Ardua alla Certosa di Chiusa
Pesio (CN) è una struttura su 3 livelli con spazi per il
tempo libero, camere, servizi, ascensore e ampio giardino.
A disposizione degli anziani segnalati dall’Ufficio Pio, la
cooperativa riserva fino a 60 posti letto, ripartiti su più
turni da 14 giorni.
108
bilancio di missione 2009
In merito ai soggiorni marini la Cooperativa S.O.S. Famiglia li gestisce utilizzando gli spazi dell’Hotel Corallo (tre stelle) che si trova sul lungomare di Spotorno (SV).
Soggiorni estivi per anziani a Cavagnolo
Alcuni soggiorni estivi vengono realizzati presso la struttura dei Padri Maristi a Cavagnolo (To).
Nel 2008 l’iniziativa si è svolta su 3 turni (dal 21 luglio al 9 settembre) con 28 posti letto in totale
riservati agli anziani segnalati dai delegati.
Nel 2008 hanno partecipato ai soggiorni per anziani 111 persone (86 nuclei familiari). Nello
specifico al soggiorno ad Ardua hanno partecipato 30 anziani, 61 partecipanti a Spotorno, 20
partecipanti al soggiorni a Cavagnolo.
Un chiosco da matti
Progetto Agape
Nella mappa dei progetti sotto la voce “salute” troviamo il progetto Agape e i soggiorni estivi per persone disabili.
L’associazione A.G.A.P.E. opera nell’ambito del volontariato
tramite la promozione di attività sportive, ricreative e sociali,
perseguendo obiettivi di prevenzione e attenuazione del disagio prevalentemente psichico. L’associazione si propone quindi
di realizzare iniziative volte al recupero di pazienti psichiatrici.
In particolare il progetto prevede la promozione di corsi formativi di base nel campo dell’informatica e della video scrittura,
legatoria e cartonage. I destinatari di questi percorsi sono le
persone dei Centri di Salute Mentale del comprensorio di Orbassano, Torino e Collegno.
Nello specifico l’associazione, in accordo con l’Ufficio Pio, all’interno del più ampio progetto sostenuto dalla Compagnia di San Paolo, si propone di realizzare iniziative volte al
recupero di pazienti psichiatrici in stage pre-lavorativi. L’intervento grant-making dell’Ufficio Pio ha consentito l’avvio di 11 stage, con una buona percentuale di proseguimenti su
esperienze lavorative più strutturate e durature.
L’associazione A.G.A.P.E. si propone di offrire opportunità di lavoro più strutturate attraverso la costituzione di un chiosco per la vendita di gelato artigianale.
Il progetto di inserimento ha durata annuale e si sviluppa su due semestri: uno formativo
109
le attività
e i progetti
e uno di avviamento al lavoro all’interno del chiosco, al termine del quale si valuta se confermare il
contratto di lavoro o se prevedere altri sviluppi.
Soggiorni per persone disabili
L’iniziativa prevede la possibilità di sostenere il soggiorno estivo a persone che, pur avendo necessità di trascorrere un periodo in ambiente diverso da quello cittadino, non ne hanno i mezzi, anche
a causa dei particolari costi dovuti al tipo di assistenza di cui necessitano.
Il progetto è stato avviato in via sperimentale nel 2003, quando l’Ufficio Pio aveva attivato una
collaborazione con l’Associazione Down; nel corso degli anni l’iniziativa è proseguita con il coinvolgimento anche di altri enti quali l’Associazione Evoluzione Self-Help, la Cooperativa Luce sul
Mare, la Consulta per le Persone in Difficoltà onlus.
Nel corso del 2008, hanno richiesto una collaborazione dell’Ufficio Pio per le iniziative estive: l’Associazione Down, la Consulta per le Persone in Difficoltà, l’U.N.I.T.A.L.S.I, Evoluzione Self Help.
Partecipanti alle iniziative estive nell’anno 2008
Enti che promuovono iniziative estive
Iniziativa
Associazione Down
Progetto vacanza
Consulta per le Persone in Difficoltà
Soggiorno estivo
U.N.I.T.A.L.S.I Sostegno all’iniziativa nazionale
“Treno della gioia per Lourdes” Evoluzione Self Help
Progetto vacanza
Partecipanti
6
22
480 (circa)
10
Progetto Mense
Nella mappa dei progetti sotto la voce “adulti in difficoltà” troviamo il progetto mense.
Dal 2004 l’Ufficio Pio ha avviato, in collaborazione con l’Area Politiche Sociali della
Compagnia di San Paolo, un’iniziativa di grant-making a favore delle mense torinesi. A
fronte di un contributo biennale della Compagnia per sostenere interventi strutturali
presso le mense cittadine, l’Ufficio Pio opera annualmente per supportarne la gestione
ordinaria, al fine di evitare una contrazione dei servizi erogati e consentire, in alcuni casi,
di offrire una maggiore quantità di servizi di pasti offerti.
110
bilancio di missione 2009
“
Il mio primo giorno
di lavoro mi sentivo
impacciato, ma ora mi piace
molto e ringrazio i miei
colleghi, non vedo l’ora di
venire a lavorare, mi alzo
alle 5.30, faccio 14 Km in
bicicletta, che ci sia il sole
o la pioggia, ho 56 anni e non
mi sento finito, nella mia vita
a volte ho perso e a volte
ho guadagnato.
Adesso voglio lavorare per la
mia compagna, i suoi figli e per
avere una casa, piccola,
con tanti fiori e con un gattino
„
o un cagnolino per quando
sarò in pensione.
MASSIMO
Vademecum
Nella mappa dei progetti sotto la voce “carcere” troviamo i seguenti progetti: vademecum, polo
universitario, protesi dentarie, aporti aperte, labor, laboratorio Arione.
Il Vademecum
Nel 2008 l’Ufficio Pio, in collaborazione con gli enti e le organizzazioni impegnate nel progetto
Logo, ha contribuito alla stesura e alla pubblicazione del Vademecum per le imprese - Carcere e
lavoro.
Un opuscolo che fornisce informazioni utili agli imprenditori interessati all’inserimento nella propria attività di persone in condizione di detenzione. Oltre all’Ufficio Pio hanno partecipato alla
stesura del Vademecum: la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, la Città di Torino, la Provincia
di Torino, la Camera di Commercio di Torino.
Polo universitario
Il Polo Universitario è stato istituito nel 1998 attraverso un protocollo d’intesa tra l’Università degli Studi di Torino, il Tribunale di Sorveglianza e il Provveditorato dell’Amministrazione
Penitenziaria, nell’ambito della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino. Il progetto,
sostenuto dalla Compagnia di San Paolo, si propone di consentire ai detenuti, che ne abbiano
i requisiti, di esercitare il diritto allo studio anche a livello universitario e di favorire il loro
percorso di risocializzazione attraverso il conseguimento della laurea. Nell’anno accademico
2008/2009 sono stati attivati corsi di Laurea triennale in Giurisprudenza e in Scienze Politiche.
A dicembre 2007 è stato sottoscritto un Protocollo d’intenti che ha coinvolto l’Ufficio Pio
della Compagnia di San Paolo unitamente al Comune di Torino, all’Università di Torino, alla
Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” e al Garante dei diritti delle persone private della
libertà. Si tratta di un progetto sperimentale che intende offrire opportunità concrete di reinserimento sociale ai detenuti iscritti all’Università per il conseguimento delle lauree specialistiche in scienze politiche e di giurisprudenza e che hanno i requisiti richiesti dalla legge
per accedere alle misure alternative al carcere o per essere avviati al lavoro all’esterno. Il
progetto prevede dei percorsi propedeutici all’ingresso o reingresso nel mondo del lavoro
attraverso lo strumento dei tirocini formativi e di orientamento, che consentano anche la
frequenza delle lezioni universitarie.
In particolare la Direzione della Casa Circondariale individua, tra gli studenti detenuti
iscritti ai corsi di laurea del Polo Universitario, le persone in possesso dei requisiti per la
richiesta di misure alternative o l’avvio al lavoro esterno ed esplica le pratiche per il loro
ottenimento.
112
bilancio di missione 2009
Il Comune di Torino individua le risorse aziendali dove effettuare i tirocini. L’Ufficio Pio provvede
all’avvio dei tirocini, al pagamento delle borse lavoro e al monitoraggio dei percorsi in azienda.
L’Università degli Studi di Torino realizza un’attività di tutoraggio per gli esami dei corsi delle
specialistiche all’interno della Casa Circondariale e indica un referente esterno per permettere agli
studenti partecipanti al progetto di seguire i corsi della specialistica fuori dal carcere. Il Garante
sostiene la realizzazione dei progetti facilitando l’integrazione con le risorse già presenti sul territorio cittadino.
L’intento comune è quello di provare a sperimentare il “mettere insieme” risorse e competenze,
impegnandosi a collaborare affinché tutti, anche a livello culturale, sentano il carcere e i cittadini
che lo abitano come un luogo che fa parte della città.
Il progetto “Polo Universitario” nel corso del 2008 è stato realizzato a favore di quattro studenti
detenuti.
Progetto protesi dentarie
Il progetto nasce da una convenzione, stipulata direttamente tra l’Ufficio Pio e la Direzione
della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno”, finalizzata alla realizzazione di protesi dentarie
a favore dei detenuti. Il progetto risponde a una domanda di cure odontoiatriche parzialmente
coperta.
A questa iniziativa intervengono anche le associazioni di volontariato che operano all’interno
dell’Istituto. Partecipano alla commissione che si occupa di selezionare le domande un rappresentante delle associazioni di volontariato, un delegato dell’Ufficio Pio, un rappresentante
della Direzione della Casa Circondariale, un rappresentante della Direzione Sanitaria e il
Garante per i diritti dei detenuti. Nel corso del 2008 il progetto protesi dentarie ha permesso
di sostenere 60 interventi.
Progetto Aporti Aperte
Il Progetto prevede un contributo erogato dall’Ufficio Pio a favore dell’Associazione di
Volontariato “Aporti Aperte” per l’acquisto di regali natalizi per gli ospiti dell’Istituto
Penale per minorenni “Ferrante Aporti”,
L’Associazione “Aporti Aperte” nasce con l’intento di operare a favore dei giovani che
entrano in contatto con i servizi della Giustizia Minorile, proponendosi di “aprire le
porte” del carcere al territorio nel quale è inserito.
Nell’anno 2008 l’intervento è stato destinato a 16 ragazze e 30 ragazzi.
113
le attività
e i progetti
Progetto Labor
Il Progetto Labor si propone di realizzare percorsi di inserimento lavorativo utilizzando lo strumento dei tirocini di formazione e orientamento, a favore di detenuti in esecuzione penale esterna
Un tirocinante
al lavoro
(lavoro all’esterno, semilibertà, detenzione domiciliare, affidamento in prova ai Servizi
Sociali), presenti nell’area metropolitana torinese e segnalati dall’Ufficio Pio, dal C.F.P.P.
Casa di Carità – Onlus o in base a segnalazioni pervenute dalla UEPE, dal Comune di
Torino o dall’Associazione Volontari Penitenziari.
L’obiettivo del progetto è la realizzazione di un percorso lavorativo successivo al tirocinio, attraverso strumenti diversi che diano continuità all’esperienza lavorativa in vista di
un processo di stabilizzazione.
Con il contributo dell’Ufficio Pio nel Progetto Labor C.F.P.P. Casa di Carità – Onlus ha
realizzato quanto sinteticamente descritto nella tabella.
Persone contattate e incontrate in un primo colloquio di conoscenza
77
Persone incontrate una seconda volta per un colloquio di approfondimento
41
Persone per le quali è stato sviluppato un percorso di bilancio
di competenze
38
Persone avviate in Tirocinio
22
Persone che hanno terminato il tirocinio
21
Persone che hanno usufruito di un contratto o una promessa 15
di stabilizzazione (con 9 assunzioni, 1 avvio di ditta individuale
e 5 in attesa di stabilizzazione) Persone che hanno terminato il Tirocinio senza un risultato occupazionale
(di cui 1 rimpatrio, 2 spostati su altro progetto ex L.45)
6
I dati riportati riguardano la fine del 2007 e l’anno 2008.
Le persone coinvolte in questi anni nel progetto presentano situazioni molto differenziate:
detenuti in esecuzione penale interna ed esterna, extracomunitari, persone con ruoli genitoriali, tossicodipendenti e alcooldipendenti, minorenni o giovani adulti di competenza del
Tribunale dei minori, persone senza dimora.
Laboratorio Arione
Presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino è da alcuni anni attivo, nel
reparto femminile, il Laboratorio Arione, gestito dall’omonima associazione che, con
114
bilancio di missione 2009
il sostengo della Compagnia di San Paolo, permette alle detenute di socializzare e sviluppare nel
contempo capacità manuali nel campo della pittura e del cucito. L’attività del laboratorio non è
impostata a livello di corso di formazione, ma solo come opportunità di partecipazione. Infatti tra
le potenziali quindici partecipanti vengono anche ammesse detenute che hanno parziale disponibilità di tempo in quanto svolgono altre attività, inoltre non vi è obbligo di frequenza.
L’Ufficio Pio, attraverso un’iniziativa grant-making sostiene l’associazione per incentivare la partecipazione delle detenute a questa attività con l’erogazione di un premio proporzionato alla
frequenza. Non essendo visto come una retribuzione vera e propria, bensì come un incentivo,
il premio di frequenza è stato fissato ad un livello di euro 100,00 mensili per persona erogabile
proporzionalmente alla frequenza effettiva.
Progetto Provaci ancora, Sam!
Nella mappa dei progetti sotto la voce “scuola” troviamo il progetto Provaci ancora, Sam!.
“Provaci ancora, Sam!” è un progetto che nasce a Torino nel 1989 con lo scopo di prevenire
la dispersione scolastica nelle scuole medie inferiori e di accompagnare i ragazzi al conseguimento della licenza di terza media.
Il progetto si suddivide in due percorsi specifici:
> Provaci ancora, Sam! – Prevenzione, che coinvolge i ragazzi del primo anno delle scuole
medie inferiori. Il progetto è indirizzato a ragazzi con bisogni educativi speciali, temporanei
e reversibili, a favore dei quali scuola e risorse aggiuntive esterne si integrano per superare
le difficoltà e garantire un supporto educativo.
In questo contesto ci sono:
• ragazzi con difficoltà nelle relazioni con compagni e docenti;
• ragazzi con problemi scolastici non legati a disabilità, ma con carenze di base che impediscono di seguire le attività, con difficoltà nell’organizzazione del lavoro scolastico, con
gravi carenze di supporto extrascolastico e familiare,
• ragazzi segnalati dai Servizi Sociali.
> Provaci ancora, Sam! – Recupero, che si rivolge ai ragazzi che hanno compiuto 15 anni
e sono in ritardo rispetto al normale percorso scolastico.
Questo percorso segue due ambiti: l’uno, denominato Tutela Integrata, rivolto ai
115
le attività
e i progetti
14/15enni indicati dai Servizi Sociali e dalle scuole e l’altro rivolto ai ragazzi 16/17enni iscritti ai
Centri Territoriali Permanenti. Per entrambi gli ambiti l’obiettivo primario è il conseguimento della
Licenza Media con lo scopo di orientare e accompagnare verso la formazione professionale.
Entrambi i percorsi progettuali sono integrati con la scuola e le istituzioni che operano sul territorio e prevedono la collaborazione tra l’Ufficio Scolastico Regionale, l’Ufficio Scolastico Provinciale,
i Servizi comunali, l’Ufficio Pio e varie Associazioni di Volontariato con una spiccata vocazione
educativa e radicate nel territorio di vita quotidiana dei ragazzi, Assessorati all’Istruzione e alla
Formazione della Regione Piemonte e della Provincia di Torino.
Il progetto si basa su un’accezione ampia del concetto di dispersione che si combina con quella
del disagio; si tratta di difficoltà di adattamento relazionale e culturale, che si concretizzano in
fenomeni di isolamento, senso di inadeguatezza e disorientamento di fronte agli obiettivi scolastici, mentre, nei casi di disagio più conclamato, confluiscono in un vero e proprio abbandono
scolastico.
Le cause che provocano dispersione riguardano sia il mondo della scuola sia i luoghi di vita
dello studente. La finalità generale del progetto è quella di creare integrazione tra realtà scolastica e realtà extrascolastiche dei ragazzi, aiutando i due mondi a dialogare.
Gli obiettivi specifici che il progetto “Provaci ancora, Sam!” intende raggiungere possono
essere sintetizzati nei seguenti punti:
– ridurre la dispersione scolastica;
– garantire l’inclusione sociale;
– integrare il ruolo educativo della famiglia e della scuola offrendo ai giovani strumenti concreti (persone, servizi, strutture) per promuovere il successo formativo;
– intervenire sui problemi comportamentali, relazionali, emotivi e/o cognitivi che portano a
difficoltà di apprendimento, che non possono essere ricondotti all’handicap certificabile;
– favorire percorsi sociali per l’integrazione dei minori stranieri.
Per quanto riguarda invece gli obiettivi educativi e formativi si individuano:
– il raggiungimento della licenza media;
– l’orientamento e l’accompagnamento formativo/lavorativo;
– lo stimolo alla progettualità individuale;
116
bilancio di missione 2009
– la valorizzazione delle capacità individuali;
– l’uso positivo del territorio;
– l’inserimento nelle iniziative dell’associazionismo (doposcuola, attività ricreative e sportive).
Per quanto riguarda l’ambito della prevenzione il progetto ha seguito e accompagnato 692 ragazzi,
di questi il 74% è di origine italiana (512 ragazzi) e il 26% è straniero (180 ragazzi).
L’ambito del recupero nella fascia d’età 14-15 anni (Tutela Integrata) ha visto il coinvolgimento di
47 ragazzi di cui 26 seguiti dai Servizi Sociali e alcuni con procedimenti penali in corso. Di questi
42 (l’89%) hanno conseguito la licenza media, 5 invece non sono stati ammessi per assenze.
Tra coloro che hanno conseguito la licenza: 27 si sono iscritti alla Formazione Professionale, 5
ad un Istituto Professionale, 1 ad un Istituto Tecnico, 2 sono in apprendistato e 7 non hanno
perfezionato l’iscrizione alla Formazione Professionale e saranno accompagnati in altri percorsi.
I ragazzi coinvolti dal progetto Provaci ancora, Sam! – Recupero con un’età compresa tra i 16 e
18 e iscritti ai Centri Territoriali Permanenti, sono 300. A questi il 7% (20 ragazzi) sono italiani,
il restante 93% sono stranieri di diversa provenienza geografica. 60 ragazzi hanno conseguito
la licenza media, i rimanenti hanno seguito corsi di alfabetizzazione. Tutti sono stati inseriti
in corsi di formazione professionale.
La “Piazza dei Mestieri”
Progetto Borse di studio Piazza dei Mestieri
Nella mappa dei progetti sotto la voce “formazione” troviamo il progetto Borse di studio Piazza dei Mestieri e i corsi di abilità sociale.
Il progetto prevede l’erogazione da parte dell’Ufficio Pio, tramite la
Fondazione Piazza dei Mestieri “Marco Androni”, di un sussidio di
accompagnamento alla formazione, a favore di studenti meritevoli e
con difficoltà economiche.
Tale intervento partecipa alla realizzazione delle Borse di Studio della
Piazza dei Mestieri, sommandosi ad altri contributi derivanti dalla
Fondazione CRT, Fondazione Ferrero, Alenia Aeronautica, FondiariaSAI Spa, 5 per mille della Piazza dei Mestieri.
117
le attività
e i progetti
L’Ufficio Pio contribuisce all’erogazione delle borse a favore degli studenti che rispondano ad un
criterio di reddito individuato e condiviso con la Piazza dei Mestieri e associato, nella stesura della
graduatoria degli aventi diritto, anche a un criterio di merito. La borsa di studio consente di usufruire in via completamente gratuita e per l’intero anno scolastico del servizio di mensa interna.
I dati relativi ai tre anni scolastici conclusi sono riportati nella tabella sottostante:
Anno scolastico
2006/2007
2007/2008
2008/2009
Allievi
Borse di studio sostenute dall’Ufficio Pio
392
414
455
46
70
95
Corsi di abilità sociale
I corsi di abilità sociale sono dei percorsi di promozione con finalità didattiche e, soprattutto, di
inclusione sociale dei frequentanti. Sono realizzati da diverse Associazioni di volontariato che
l’Ufficio Pio sostiene con la Compagnia di San Paolo, attraverso un intervento grant-making.
Di seguito si riporta un profilo degli enti che hanno organizzato i percorsi formativi e di abilità
sociale, con il supporto dell’Ufficio Pio e dell’Area Politiche Sociali della Compagnia di San
Paolo.
Il Corso Alfa
Associazione di volontariato “Ewivere” è costituita da un
gruppo di persone provenienti da esperienze professionali
e di volontariato diverse, che promuovono un insieme di
attività per l’inserimento di donne straniere svantaggiate nel
mondo del lavoro, in particolare attraverso il progetto “Alfa”,
giunto alla settima edizione, finalizzato all’apprendimento
della lingua italiana.
118
bilancio di missione 2009
Associazione “Il Mondo di Joele” si rivolge alle donne italiane e straniere con progetti che si
sono evoluti nel tempo. Nell’ideazione dei corsi, accanto alle finalità puramente didattiche, sono
state proposte attività per incoraggiare le partecipanti a frequentare spazi nuovi e a stabilire così
nuove relazioni. Oltre alla presa in carico delle persone e delle loro situazioni, l’Associazione ha
dedicato impegno alla ricerca delle risorse lavorative e accompagna le donne all’inizio degli inserimenti. Accanto ai percorsi di formazione più tradizionali come “Donne dal mondo” (percorsi
di avviamento al lavoro domestico e ristorazione), a partire dal 2007
sono state potenziate le attività di alfabetizzazione, laboratori creativi ed espressivi. Alle mamme in attesa o con bimbi piccoli è stata
offerta la possibilità di frequentare “Le mamme di Joele”, un ciclo di
incontri con figure professionali legate al mondo della genitorialità
e alla cura dei figli. Potenziata nel corso dell’anno anche l’attività di
baby parking.
Il Corso dell’Associazione
Un Progetto al femminile
Associazione “Un Progetto al femminile” ha lo scopo di promuovere, coordinare, indirizzare e svolgere azioni dirette ad accogliere e assistere donne italiane e straniere al fine di favorirne
l’inserimento nel tessuto sociale, lavorativo e culturale, nel pieno
rispetto delle diversità etniche, culturali e religiose.
ENTE
Associazione Ewivere
Associazione Il mondo di Joele
Associazione Un progetto al femminile
Posti previsti Partecipanti Persone selezionate
dall’Ufficio Pio
20
132
35
21
101
34
3
71
7
119
le attività
e i progetti
Convenzione con la ASL
Nella mappa dei progetti sotto la voce “lavoro” troviamo la convenzione con la ASL.
Si tratta della Convenzione con l’ASL TO2 per effettuare visite mediche per l’accertamento dell’idoUn momento
dei Campi Gulliver
neità alla mansione di persone che verranno inserite in tirocini dall’Ufficio Pio.
Estate Ragazzi, Colonie e Campi Gulliver
Nella mappa dei progetti sotto la voce “iniziative estive per ragazzi” troviamo i progetti
Estate Ragazzi, Campi Gulliver, Colonie.
I Campi Gulliver Ragazzi promossi e organizzati dalla Cooperativa Azimut si ispirano al
metodo educativo scout.
Ai Campi Gulliver viene favorita la partecipazione attiva dei ragazzi alle attività. La maggior parte delle iniziative vengono organizzate nella natura, in aree verdi, boschi e zone
montane.
Le attività si sono svolte a Alpi Orobie, in Lombardia, poco fuori il piccolo centro di Onore
(BG), dove è presente una casa-rifugio per i bambini dagli 8 ai 12 anni e di tende sopraelevate
per i ragazzi dai 12 ai 15 anni. Nel 2008 hanno partecipato all’iniziativa 30 ragazzi (16 maschi.
e 14 femmine), appartenenti a 24 famiglie.
Le Colonie indirizzate ai ragazzi/e di età compresa tra i 6 e gli 11 anni hanno una durata di
10/14 giorni. Nel 2008 hanno partecipato a questa iniziativa 135 ragazzi (71 maschi e 64
femmine), appartenenti a 102 famiglie.
Località campi colonia
Partecipanti
Laigueglia (SV)
S. Salvatore di Cogorno (GE)
Orco Feglino (SV)
Valle Crosia (IM)
Alassio (SV)
11
29
29
38
28
Inoltre l’Ufficio Pio ha sostenuto oltre 900 ragazzi nelle varie iniziative di “Estate
Ragazzi” cittadine promosse da Parrocchie e Associazioni.
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bilancio di missione 2009
per continuare
Per continuare
In sintesi, per guardare avanti, segnaliamo due punti di attenzione.
Il primo riguarda il lavoro dell’Ufficio Pio.
Il secondo l’evoluzione delle forme di rendiconto.
Quali prospettive per il futuro?
Un Bilancio di Missione ha come primo compito la verifica del raggiungimento degli obiettivi
davvero importanti per l’organizzazione. L’Ufficio Pio sta perseguendo il suo mandato? Si muove
nella direzione stabilita? Si sta avvicinando alle mete affidate? A queste domande abbiamo provato a rispondere anche in questo terzo Bilancio di Missione.
1. Sul campo
L’Ufficio Pio consolida il suo lavoro, estende le aree di azione, affina e differenzia le metodologie di intervento sociale, segue con attenzione i mutamenti sociali per cogliere nuove forme di
disagio, di fragilità, di vulnerabilità. Le mappe che abbiamo introdotto in questo documento
ne danno un resoconto sinottico. C’è spazio per migliorare? Certo i diversi servizi e interventi
possono essere ulteriormente messi a punto. Le concrete esperienze restituiscono indicazioni da considerare attentamente. Strumenti di valutazione che supportino e orientino l’azione
operativa possono essere introdotti. Anche l’attenzione a sviluppare la capacità di osservazione, analisi e ricerca a partire dalla concreta operatività può essere sostenuta.
2. Le relazioni con gli interlocutori
La varietà, l’intensità, l’evolversi delle relazioni con molteplici interlocutori è stata illustrata.
Rapporti che variano nelle forme, negli impegni reciproci, negli apporti. La collaborazione
strategica con la Compagnia di San Paolo è strutturale ma non per questo meno co-definita,
monitorata e verificata. Diverse le reti che sollecitano l’intervento dell’Ufficio Pio, diverse
le forme di intervento richieste, proposte, intraprese. La dispersività è un rischio presente,
ma le sollecitazioni aprono nuove possibilità. La partecipazione a reti, la definizione di
partnership progettuali, la messa a punto di collaborazioni in cui insieme alle risorse
venga riconosciuto l’apporto di competenze e saperi è certamente un obiettivo a cui lavorare.
3. L’organizzazione
L’Ufficio Pio è un’organizzazione che si trasforma per rispondere in modo efficace alla
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per continuare
complessità degli interventi richiesti: A.O.S., progetti innovativi, aree operative, casa di riposo Villa
Mater. Essenziale il ruolo della amministrazione per assicurare risorse e monitoraggio gestionale.
Cruciale il ruolo della direzione. Di questi aspetti è possibile trovare dati e informazioni nella sezione sulle risorse organizzative. Tre gli aspetti da mettere a punto che investono l’organizzazione.
Nel 2009 è stato attivato il Comitato di Direzione: un organismo di coordinamento che consentirà
di affrontare collegialmente le questioni che via via si presentano, di indirizzare l’azione dei gruppi
di lavoro, di fornire un supporto al Direttore per rendere incisivo il lavoro di raccordo della struttura operativa con l’organismo di direzione, dei servizi e degli interventi con i molteplici interlocutori coinvolti. Nel 2009 si è intensificata la collaborazione fra volontari e staff professionale.
Esperienze, competenze e sensibilità che si moltiplicano se trovano i modi per dialogare e cooperare. Su questo versante è impegnato sia l’Ufficio Pio sia l’associazione dei volontari dell’Ufficio
Pio. Nel 2009 anche le occasioni di formazione e aggiornamento sono state rilanciate, equilibrate e diversificate. Su questi punti ritorneremo nei prossimi rendiconti per leggere le evoluzioni,
rendere manifesti i risultati progressivamente raggiunti, considerare le possibilità da cogliere.
4. Il governo
Nel 2008 ha assunto la responsabilità di governo una nuova compagine di amministratori che,
come prima azione, ha rivisto e attualizzato lo Statuto. Un gruppo di governo che sta indirizzando, accompagnando e verificando i consistenti cambiamenti organizzativi e la pluralità di
interventi in una città e in contesto più ampio, segnati da una crisi economica (e sociale) non
trascurabile. Affinché i diversi interlocutori possano considerare l’azione dell’organizzazione
in un Bilancio di Missione è essenziale dare informazioni non solo sul perseguimento degli
obiettivi del periodo, ma pure sulle modalità di perseguimento di tali obiettivi a partire proprio dal sistema di lavoro e dai traguardi che l’organo di governo dichiara. In questo senso
sarà importante che nei prossimi resoconti vi sia spazio per presentare e approfondire il
lavoro del Consiglio Direttivo e considerare, anche attraverso nuovi indicatori e le vive voci
di chi ne fa parte, l’azione e la direzione di lavoro.
Quali ipotesi per dare conto in modo ancora più efficace?
Questo Bilancio di Missione è uno strumento. Come tutti gli strumenti è migliorabile e deve
essere migliorato per rispondere alle esigenze che ne hanno determinato l’introduzione.
Quindi rilievi, osservazioni, suggerimenti, consigli verranno accolti e vagliati con cura.
Sappiamo che molto può essere fatto per presentare a lettori che manifestano curiosità
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bilancio di missione 2009
differenti materiali e informazioni esaustive. Proviamo qui ad avanzare possibili indicazioni che ci
parrebbe opportuno non trascurare (quasi una sorta di promemoria per le prossime edizioni).
1. Contenuti
Alcuni contenuti non possono mancare, altri devono essere inseriti in relazione alle questioni
chiave che investono quel particolare momento della vita dell’organizzazione. Quanto alle prime,
più è sistematica la raccolta in fieri dei dati, maggiore è la qualità delle informazioni presentate.
Sulle seconde è fondamentale identificare gli aspetti critici che meritano attenzione ed esigono
trasparenza, anche grazie all’apporto degli interlocutori con cui più intensa è la collaborazione.
Inoltre, per presentare contenuti aggregati è opportuno costruire in modo sistematico indicatori
ad hoc che illustrino le diverse dimensioni di valore e di risultato delle attività e dei progetti
sociali gestiti o co-gestiti dall’Ufficio Pio.
2. Bilancio di Missione
C’è spazio per sviluppare in maniera più articolata il tema dei mandati, sia distinguendo tra
missione in senso stretto, strategie ed obiettivi, sia curando il rapporto che collega le finalità
che hanno un respiro pluriennale (missione) con i traguardi e le mosse per raggiungerli che
hanno una scansione annuale (strategie e obiettivi). Ciò permetterebbe di riorganizzare il
documento di rendiconto sulla scorta di una matrice rendicontativa basata sugli elementi
focali della missione, in modo da produrre un Bilancio di Missione che sia pienamente tale.
3. Stakeholder
Sugli interlocutori e sulle collaborazioni si potrebbero fornire maggiori informazioni. Ma si
potrebbe anche immaginare di raccogliere indicazioni preventive, domande ritenute essenziali,
questioni non eludibili sulle quali dare conto, così da costruire un bilancio frutto di un dialogo
con alcuni interlocutori chiave. Per rendere questo processo sostenibile si potrebbero immaginare forme di coinvolgimento graduali, differenziate o a rotazione degli interlocutori esterni.
Quanto agli interlocutori interni, si potrebbe proseguire e mettere a frutto il coinvolgimento interno avviato con questa edizione. I futuri processi di costruzione del Bilancio di
Missione potrebbero estendere la partecipazione di componenti del Consiglio Direttivo,
dello staff e dei volontari. Si svilupperebbero momenti di riflessione e di confronto,
occasioni per “fare il punto” e condividere rappresentazioni sull’identità e sull’operato
dell’Ufficio Pio. In questo modo il bilancio potrebbe progressivamente configurarsi come
strumento non solo di comunicazione e rendicontazione verso gli stakeholder, ma anche
come luogo organizzativo di confronto ed elaborazione di obiettivi e delle pratiche.
125
per continuare
4. Ricerca sociale
Strada facendo sarà anche possibile (e utile) considerare la possibilità di restituire in breve la ricognizione su domande ed esigenze sociali dei territori di intervento dell’Ufficio Pio. Si tratta di una
ricognizione condotta su materiali ricavati sia da ricerche sociali sia da ricerche sviluppate internamente dall’Ufficio Pio, basate su dati quantitativi e qualitativi ricavati a partire dalla gestione delle
attività e dai contatti intrattenuti con molte e diverse persone in condizioni di difficoltà. Sarebbe
questo un modo per valorizzare la funzione di “osservatorio sociale” che l’Ufficio Pio svolge
nell’ambito della città di Torino e dei territori circostanti.
5. Risorse economiche
Delle risorse economiche, della loro consistenza, e del loro impiego si può dire in una sezione
dedicata, certo qualificante dei rendiconti sociali, di missione e di mandato. Alcune riclassificazioni per leggere la destinazione “sociale” delle risorse potrebbero venire introdotte. Si potrebbe
evidenziare la distribuzione delle risorse gestite dall’Ufficio alle diverse tipologie di stakeholder
(prendendo ispirazione dal modello della riclassificazione del valore aggiunto contenuta nelle
linee guida sul bilancio sociale). Si potrebbe provare a collegare le risorse alle aree di intervento e progettuali per introdurre ulteriori possibilità di lettura e valutazione.
6. La comunicazione
Il Bilancio di Missione è uno strumento di comunicazione con interlocutori diversi. I consiglieri, le figure che hanno incarichi di responsabilità, le figure impegnate nell’operatività di
sportello e di progetto, i volontari possono utilizzarlo in occasioni diverse per presentare e
far conoscere l’insieme delle attività ideate, realizzate, promosse dall’Ufficio Pio o sviluppate
in collaborazione con altri partner.
La diffusione mirata del Bilancio di Missione potrà contribuire a rilanciare l’immagine
dell’Ufficio Pio e delle sue attività.
Naturalmente il Bilancio di Missione non è l’unico strumento. Esso affianca altri strumenti:
il sito, le brochure di presentazione dei progetti, le campagne informative riferite a iniziative specifiche, sviluppate in autonomia e in collaborazione con altri partner.
Strumenti diversi, sinergici che fanno parte di una strategia comunicativa strettamente
intrecciata con le linee di sviluppo e di rinnovamento dell’organizzazione di cui si dirà
approfonditamente nel Bilancio di Missione relativo al 2009.
126
bilancio di missione 2009
“
Quando mi hanno detto
che avevo ottenuto la casa
la speravo un po’ più grande,
però in quel momento ero
in dormitorio, non potevo
riposare bene, quindi il fatto
di avere una casa, seppur
piccola, sono stato contento
lo stesso.
Adesso mi piace, io faccio
il carpentiere di mestiere,
ho fatto io tutti i lavori, ho
messo il legno, la vetrata
per separare la cucina dal
soggiorno…
Quando pensavo alla casa
che avrei avuto un giorno
mi immaginavo che avrei fatto
„
io tutti i lavori necessari,
tutto da solo.
DOREL
bilancio di missione 2009
coordinamento
William Revello, responsabile dell’Area Progetti dell’Ufficio Pio
consulenza
Pares – Milano (www.pares.it)
contributi
Marianna Amré Banfo, Lina Caglioti, Arianna Canistro, Fabrizio
Davelli, Stefano Gallarato, Marco Gandino, Luciano Ghio,
Barbara Giardiello, Angela Marinelli, Simona Narducci, William Revello,
Marco Rosellini, Lodovico Solera, Giovanni (Ivan) Tamietti, Egidio Testa
Ufficio Pio
09
della Compagnia di San Paolo
onlus
bilancio di missione 2009
riferito ai dati d’esercizio 2008
«... In questi tempi non facili,
dove tutto pare ripiegato sull’individuo e sulle
sue utilità, scoprire che oltre duecento donne
e uomini dedicano tempo, mezzi e capacità a
Sede legale
10128 Torino
Corso Vittorio Emanuele II, 75
chi ha bisogno, regala a questa Città un
respiro di speranza che ci conforta quando
pensiamo, sbagliando, che nessuno mai fa
Sede operativa
10125 Torino
Via S. Anselmo, 18
tel. 011 654.61.11
fax 011 650.23.00
niente per niente ...»
«… Questa adesso è casa mia,
non ci posso ancora credere…»
«… Torino presenta anche delle luci e non solo
[email protected]
delle ombre, perché a fronte di una situazione
ringraziamo Anna Cantaluppi e Marco Demarie dell’Archivio Storico
della Compagnia di San Paolo
sociale difficile, noi siamo in presenza non
di un vuoto di iniziative ma al contrario
ringraziamo Marco Revelli dell’Università del Piemonte Orientale e
Presidente della Commissione d’Indagine sull’Esclusione Sociale – CIES
di un pieno...»
«… Adesso spero di poterci portare mio figlio,
ringraziamo Massimo Casero, Giuseppe Fierro, Dorel Postica,
Monica Procacciante, Ibrahim Raha, Genita Vatamanu
ho il desiderio di tornare a casa …»
«… Penso che sia bello fare qualcosa per
contributi fotografici
a cura di Stefano Videtta e dell’archivio fotografico dell’Ufficio Pio
ricompensare, tocca a me adesso.
Non pensavo che si potesse cambiare vita
completamente, ma ora lo so ...»
progetto grafico e impaginazione
l’Uovodicolombo – Torino
«… Nella mia vita a volte ho perso e a volte
stampa
Ages Arti Grafiche
ho guadagnato. Adesso voglio lavorare per
finito di stampare nel mese di novembre 2009
l'uovodicolombo • torino
la mia compagna, i suoi figli e per avere una
casa, piccola, con tanti fiori e con un gattino
o un cagnolino per quando sarò
in pensione ...»
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