Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure
Rapporto sulle criticità ambientali relative ai
campi elettromagnetici
INDICE
RIFERIMENTO...................................................................................................................................3
1.
SORGENTI, CONTROLLI ED ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE.......................4
a)
Sorgenti, incluse cabine, e trend di crescita ..........................................................................4
b)
Controlli ................................................................................................................................4
c)
Superamenti e risanamenti ....................................................................................................4
d)
Studi sulla popolazione esposta ............................................................................................4
2.
PERCEZIONE DEL RISCHIO E PRESSIONI SOCIALI ...................................................5
Esperienze informativo-comunicazionali istituzionali.....................................................................9
Considerazioni finali sull’impatto sociale a livello regionale........................................................10
3.
CRITICITÀ A LIVELLO NORMATIVO..........................................................................11
Quadro normativo incompleto e incongruente (nazionale e regionale).........................................11
Problematiche regolatorie e pianificatorie a livello locale.............................................................11
Stato di attuazione delle norme (es. catasto, risanamenti) .............................................................12
Applicabilità delle sanzioni............................................................................................................12
4.
AZIONI POSITIVE ............................................................................................................14
Campagne di monitoraggio e risultati ottenuti...............................................................................14
Le esperienze a livello regionale di azioni di risanamento importanti ..........................................14
Accordi con i Gestori .....................................................................................................................15
2
RIFERIMENTO
Convenzione APAT-ARPA firmata nel dicembre 2007, avente per oggetto, fra l’altro, la
predisposizione di un rapporto finalizzato ad illustrare le criticità locali in termini di livelli
ambientali di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati da impianti sia ad alta che a
bassa frequenza e in termini di conflitti sociali derivanti dalla presenza dei suddetti impianti sul
territorio.
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1. SORGENTI, CONTROLLI ED ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE
Per i punti a) e b) c) si propone l’estrazione delle informazioni dall’Osservatorio NIR al
fine di evitare l’invio dei dati in formati differenti e per evitare incongruenze rispetto ai dati
già forniti e validati.
Come suggerito da alcune ARPA, APAT provvederà al loro riempimento, chiedendo però a
ciascun partecipante di fornire eventuali aggiornamenti.
a) Sorgenti, incluse cabine, e trend di crescita
b) Controlli
c) Superamenti e risanamenti
d) Studi sulla popolazione esposta
Nel 2004 ARPAL, in accordo con la Provincia di Genova, ha effettuato uno studio sui campi
elettrici e magnetici generati da elettrodotti (emettitori a bassa frequenza) in corrispondenza di
edifici scolastici. A tale scopo sono stati censiti gli edifici scolastici in tutta la provincia genovese
posti a distanze inferiori di 150 m rispetto ad un elettrodotto (Tabella 1).
132 kV
220 kV
MT (<132 kV)
Distanza (m)
0<d<50
50<d<100
100<d<150
Totale
0<d<50
50<d<100
100<d<150
Totale
0<d<50
50<d<100
100<d<150
Totale
Nido
3
1
3
7
1
3
2
6
Materna
7
6
14
27
2
1
3
2
4
3
9
Elementare
7
6
6
19
1
1
3
3
4
10
Media
6
2
4
12
4
2
3
9
Tabella 1.1: distribuzione degli edifici scolastici nella Provincia di Genova, in relazione alla
vicinanza rispetto ad elettrodotti di media ed alta tensione (dati 2001).
La scelta di effettuare questo studio è stata dettata dalla crescente preoccupazione della
popolazione relativamente alla pericolosità dei campi elettromagnetici per quella parte della
popolazione ritenuta maggiormente sensibile, i bambini. Inoltre gli unici studi scientifici che
4
testimoniano una seppur minima relazione tra le emissioni di campi elettromagnetici e il rischio alla
salute sono quelli riguardanti i campi a bassa frequenza (ELF). Infatti è stata osservata
l’associazione tra l’esposizione ai campi elettromagnetici a frequenza estremamente bassa con
un’esposizione media di lunga durata a valori superiori a 0,3/0,4 µT e l’insorgenza di leucemia
infantile.
Recenti studi 1 sostengono invece che non esiste la conferma della veridicità di questa
associazione, cosicché si ritiene che il risultato, nell’ipotesi di un nesso causale, fosse stato
determinato dalla piccola dimensione del campione in esame.
ARPAL, in collaborazione con l’ufficio competente della Provincia, ha quindi scelto un
campione di scuole, sulla base della maggiore vicinanza ad un elettrodotto ad alta tensione, da
sottoporre al monitoraggio strumentale.
Nelle aree campione individuate sono state effettuate sia misure spot (della durata di pochi
minuti) in tutte le aree della scuola più vicine all’elettrodo, sia una misura prolungata (24 h) nel
punto in cui è stato misurato il valore massimo di campo. Laddove possibile, infine, sono stati
acquisiti i dati relativi alle correnti presenti al momento delle misure.
Dai dati ottenuti si è osservato un pieno rispetto dei valori di attenzione previsti dalla
normativa vigente in tutti gli edifici scolastici analizzati.
2. PERCEZIONE DEL RISCHIO E PRESSIONI SOCIALI
La percezione del rischio dipende da diversi fattori, che includono modi e maniere con cui i
possibili danni sono comunicati, ed è strettamente legata alla comunicazione del rischio. In
particolare, la percezione dei rischi connessi all’esposizione a campi elettromagnetici è molto
diversa tra esperti e grande pubblico. Tra i fattori che potrebbero spiegare tali divergenze troviamo
la paura di effetti sulla salute dei bambini, la natura stessa dei campi elettromagnetici, che non
possono essere percepiti a livello sensitivo, e la difficoltà di capire i meccanismi di interazione con
il corpo umano.
Il rischio associato ad un dato evento può essere espresso secondo la seguente espressione:
R=SxP
dove S è la severità dell’evento e P è la probabilità per quest’ultimo di accadere.
La relazione di cui sopra non è accettata universalmente. Per esempio per molti esperti gli
eventi catastrofici – dove S è molto elevato – dovrebbero essere soppesati maggiormente rispetto ad
1 . Schüz e A. Ahlbom - “Exposure To Electromagnetic Fields And The Risk Of Childhood Leukaemia: A Review” –
Radiation Protection Dosimetry - Ottobre 2008
5
altri eventi, meno severi ma più probabili; in altre parole, essi suggeriscono una relazione per R con
una dipendenza da S più che lineare.
Anche in casi dove R può quantificarsi sulla base di dati statistici non controversi, dove quindi
il rischio reale è univocamente determinato, la sua percezione differisce da un individuo all’altro.
Il ruolo della percezione del rischio è ovviamente molto più importante in assenza di stime
affidabili dei rischi esistenti, come è il caso per i campi elettromagnetici a radiofrequenza.
L’incertezza dei dati scientifici è stata in effetti identificata come uno dei fattori principali che
influenzano la percezione del rischio.
Le complesse caratteristiche fisiche dei campi elettromagnetici e della loro interazione con il
corpo umano, rendono questo agente non familiare e maggiormente temuto.
A tale proposito, è importante notare che, anche a causa dell’impiego di termini generici come
"inquinamento elettromagnetico" o "elettrosmog", persone non esperte tendono a considerare le
radiazioni non ionizzanti come un’unica cosa, senza nessuna chiarezza circa le differenze basilari
che esistono, per esempio tra i campi elettromagnetici associati agli elettrodotti e i campi a
microonde emessi dai telefoni cellulari. Resta il fatto il fattore più rilevante è senza dubbio il modo
con il quale i rischi sono comunicati sia da parte degli scienziati che da parte dei mass media.
L’esposizione ai campi elettromagnetici della popolazione è regolata da norme specifiche ed il
controllo del rispetto dei limiti di esposizione è compito delle istituzioni preposte. Tramite la Legge
regionale 18/99 e s.s.m.i. la Regione Liguria ha stabilito che il Comune, attraverso ARPAL, esercita
le attività di controllo con periodicità almeno annuale per quanto riguarda gli impianti con
frequenza compresa tra i 100 KHz e i 300 GHz.
La normativa di legge, sia nazionale che regionale, non definisce invece una tempistica per i
controlli delle emissioni legate agli elettrodotti; la maggior parte dei controlli effettuati da ARPAL
per i campi elettromagnetici emessi a basse frequenze (ELF) sono effettuati a seguito di esposti,
come si può osservare dalla tabella 2.
2006
2007
Controlli
%
%
Controlli
TIPOLOGIA
Numero
effettuati controlli Numero
controlli
effettuati su
INTERVENTO
controlli
su
su
controlli
su
richiesta
richiesta richiesta
richiesta
ELF
49
45
92%
56
51
91%
SRB
312
67
21%
301
31
10%
RTV
38
13
34%
66
12
18%
Totale
399
125
31%
423
94
22%
Tabella 2.1: controlli di Campo Elettromagnetico effettuati da ARPAL (anni 2006 e 2007).
Fonte: ARPAL
Si noti che solamente 2 controlli (nel 2006) e 1 (nel 2007) effettuati per i campi
elettromagnetici emessi da antenne radio e TV sono caratterizzati da esiti non regolari in riferimento
ai limiti stabiliti dalla normativa vigente in materia.
6
Controlli effettuati su richiesta della popolazione
(2006, 2007)
100%
80%
60%
40%
20%
0%
RTV
SRB
2006
ELF
2007
Figura 2.1: Percentuale dei controlli effettuati da ARPAL a seguito di richiesta da parte della
popolazione rispetto alla totalità dei controlli (anno 2006, 2007).
Generalmente i controlli effettuati a seguito di richieste non portano quasi mai alla scoperta di
non conformità; da una prima analisi si potrebbe dedurre quindi che le richieste di intervento da
parte della popolazione nascono da preoccupazioni ingiustificate basate su un’erronea percezione
del rischio. ARPAL ha quindi cercato di capire, al di là dei limiti normativi, se effettivamente la
richiesta d’intervento da parte della popolazione è infondata o se potrebbe esistere un ragionevole
margine di dubbio. A tale scopo sono stati fissati due valori, 3 V/m per SRB e RTV e 1 µT per le
ELF, che, a seguito di analisi statistiche e grazie anche al mero buon senso, separano le richiesta di
interventi ingiustificate da quelle che non possono essere considerate infondate.
Come si evidenzia dalla figura 2, il rischio percepito dalla popolazione per la maggior parte dei casi
non è supportato da una reale presenza di campi elettrici e magnetici considerati pericolosi per la
salute umana. La crescita di fobie da “elettrosmog” è maggiormente legato alle antenne della
telefonia cellulare, infatti si osserva che solo il 3% degli interventi nel 2007 e nessun intervento nel
2006 erano giustificati dal superamento del valore scelto come “critico”.
Ciò potrebbe essere spiegato dal fatto che la tecnologia del cellulare, e quindi i relativi
impianti, hanno visto una crescita esponenziale negli ultimi anni, nello stesso periodo in cui nasceva
e cresceva un’attenzione e una sensibilità ambientale della popolazione. Inoltre le antenne RSB, per
garantire la qualità e la copertura territoriale del servizio, vengono preferibilmente installate in
ambiente urbano, in zone densamente popolate, causando anche un notevole impatto visivo; quindi
rappresentano più facilmente l’elemento scatenante di dubbi ed ansie da parte della popolazione
esposta.
7
Rischio percepito
100%
80%
60%
40%
20%
0%
ELF
SRB
2006
RTV
2007
Figura 2.2: Interventi su richiesta (in %) il cui esito ha dato misure superiori a 3 V/m per SRB e
RTV e 1 µT per le ELF.
Verranno descritti nel seguito due esempi, relativi alla città di Genova, che possono meglio
rappresentare la percezione del rischio da parte della popolazione.
Entrambi i casi sono nati dall’esposto di residenti della zona in cui insisteva un impianto di
telefonia mobile, uno in una zona piuttosto caratteristica del levante cittadino e l’altra nel ponente.
Entrambi i casi erano caratterizzati da un ampio rispetto dei limiti di campo elettromagnetico
generato dalle emittenti in questione.
Mentre nel caso del levante cittadino dopo 4 anni di sentenze e ricorsi, dopo una sospensione
provvisoria dell’erogazione del servizio dell’emittente in causa, il TAR della Regione Liguria ha
ordinato la riaccensione dell’impianto, nel caso del ponente il TAR ha fatto spegnere l’impianto e
ha obbligato la società in causa a trasferire tale impianto in altro luogo adiacente.
In entrambi i casi si è notato che laddove esistono impianti ben integrati con l’architettura del
posto e comunque poco visibili, indipendentemente dai valori di campo presenti, non si generano
presso i residenti possibili timori circa le conseguenze sanitarie e ambientali delle emissioni a cui
sono soggetti.
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Esperienze informativo-comunicazionali istituzionali
Il rapido sviluppo di tecnologie che generano campi elettromagnetici è stato accompagnato da
preoccupazioni per i loro possibili effetti sulla salute. Molto spesso però, come evidenziato nel
paragrafo precedente, si sono creati nei cittadini percezioni dei rischi riconducibili ai campi
elettromagnetici infondati o comunque dissimili ai valori oggettivi, anche a causa di una scarsa
informazione, non scientifica, spesso parziale, a volte distorta.
Queste circostanze hanno creato ansie, polemiche e un’aperta opposizione a molte sorgenti di
campi elettromagnetici.
Per tale motivo il Comune di Genova ha stipulato un protocollo d’intesa (dicembre 2004) con
i Soggetti titolari di concessione del servizio di telefonia cellulare, l’ARPAL, la soprintendenza
Beni Architettonici e per il paesaggio della Liguria, l’Università degli Studi di Genova, le
circoscrizioni cittadine, le associazioni (Lega Ambiente, Adiconsum e Italia Nostra) e i comitati
contro l’inquinamento elettromagnetico. L’obiettivo del protocollo, con validità di 5 anni, è quello
di gestire i conflitti sociali esistenti e limitarne il nascere di nuovi cercando di coinvolgere tutti i
portatori di interesse attraverso:
•
•
•
una corretta informazione della popolazione;
il monitoraggio e controllo delle sorgenti di campo elettromagnetico anche avvalendosi di
centraline di monitoraggio in continuo;
la concertazione della collocazione, razionalizzazione e/o riallocazione delle postazioni
degli impianti di telefonia cellulare.
Per le finalità di cui al primo punto sono stati organizzate due edizioni di seminari pubblici per
i delegati tecnici delle circoscrizioni del Comune di Genova. I corsi, tenuti da ARPAL e dal
Comune, hanno avuto come obiettivo la diffusione delle conoscenze base sulla generazione dei
campi elettromagnetici generati da antenne per telefonia cellulare (come si propagano, i limiti di
legge, etc.) e dei ruoli degli Enti pubblici coinvolti nell’iter autorizzativo per gli impianti.
L’obiettivo era anche quello di formare delegati di ciascuna circoscrizione che facessero da tramite
tra la popolazione e le istituzioni e diminuissero auspicabilmente le ansie e le paure dei cittadini.
Il Comune di Genova inoltre, con la collaborazione di ARPAL e dei gestori, ha organizzato
assemblee pubbliche nelle 9 circoscrizioni in corrispondenza dell’uscita dei piani di sviluppi annuali
dei gestori della telefonia mobile, indicativamente in autunno. L’obiettivo era quello di presentare
alla popolazione il piano di sviluppo nel quale venivano identificate le macroaree di interesse per
l’installazione di nuove antenne. Alla presentazione sarebbe dovuta seguire la fase di discussione
con i residenti e la fase di concertazione della collocazione delle nuove antenne. L’esito positivo di
tale concertazione era subordinato alla predisposizione al dialogo, senza preconcetti, di tutte le parti
interessate, nel tentativo di trovare le soluzioni meno impattanti sia dal punto di vista sociale che
ambientale/sanitario. Non sempre è stato cosi.
Infine ARPAL, allo scopo di diffondere un’informazione il più accurata e scientifica possibile,
ha collaborato con l’Università di Genova, dipartimento di Fisica per la produzione di depliant
divulgativi, distribuiti attraverso il quotidiano “Il Secolo XIX”.
Nel 2004 l’opuscolo redatto dal Dipartimento di Fisica dell’Università di Genova, con il
supporto di ARPAL, aveva come obiettivo l’informazione della popolazione sui concetti base dei
campi elettromagnetici (cosa sono, da cosa sono generati, i vari tipi di antenne e le competenze dei
9
diversi enti coinvolti). L’obiettivo era di diffondere una conoscenza di base il più “corretta”
possibile con un linguaggio comprensibile anche per i non addetti al lavoro.
Nel 2006 sono stati invece divulgati tramite “Il Secolo XIX” i risultati dei controlli effettuati
sul territorio ligure da ARPAL (tramite grafici e tabelle) con il duplice scopo di informare la
cittadinanza dell’effettiva esistenza dell’attività di controllo sui campi elettromagnetici e di
tranquillizzare così la popolazione sui rischi generati da tale tipo d’inquinamento.
Considerazioni finali sull’impatto sociale a livello regionale
Alla luce di quanto trattato nei paragrafi precedenti è possibile trarre almeno una conclusione:
il rischio percepito dalla popolazione risulta scarsamente correlato alla presenza di livelli di campo
elettromagnetico elevati. L’ elevato impatto sociale degli impianti per telefonia cellulare è
sostanzialmente correlato alla localizzazione degli stessi all’interno di zone densamente
urbanizzate. Si registra una moderata tendenza alla diminuzione dei conflitti sociali, legata
presumibilmente alla buona riuscita delle politiche di informazione adottate dalle Pubbliche
Amministrazioni, e la formazione di comitati di protesta contro i nuovi impianti, seppur non
certamente inusuale, non è più quasi automatica come alcuni anni fa. Non bisogna infine
nascondere il fatto che, dietro alla motivazione ufficiale dei conflitti sociali, tipicamente legata a
paventati problemi di salute pubblica, talvolta esistono motivazioni recondite, tipicamente legate a
questioni di carattere economico. Il mascherare tali problematiche, per altro assolutamente concrete,
dietro paventati problemi sanitari porta spesso ARPAL a dover ripetutamente intervenire su
situazioni che non meriterebbero tale livello di attenzione.
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3. CRITICITÀ A LIVELLO NORMATIVO
Quadro normativo incompleto e incongruente (nazionale e regionale)
Prima ancora dell'emanazione della legge quadro n. 36/2001, la Liguria si era dotata di una
propria normativa con la legge regionale n. 41 del 20 dicembre 1999, che introduce il Capo VI bis
Tutela dall'inquinamento elettromagnetico nella legge regionale n. 18 del 21 giugno 1999
(Adeguamento delle discipline e conferimento delle funzioni agli enti locali in materia di ambiente,
difesa del suolo ed energia).
Il capo VI bis della legge regionale costituisce uno dei primi tentativi in Italia di dare corpo
ad una regolamentazione locale degli impianti a radiofrequenza e degli elettrodotti, con la
definizione di specifiche competenze e di procedure per l'installazione e il controllo. Il susseguirsi
in tempi tanto ravvicinati di modifiche ed integrazioni (l.r. n.11 del 24 febbraio 2000, l.r. n.29 del
27 marzo 2000, l.r n.39 del 30 ottobre 2000) attesta la complessità di una materia ancora nuova e in
via di continua evoluzione. In materia di elettrodotti, alcune previsioni sono contenute anche nella
l.r. 22/2007 "Norme in materia di energia".
La normativa regionale pone in capo ai Comuni i provvedimenti relativi all'installazione o
modifica di impianti a radiofrequenza tra 100 KHz e 300 GHz, l'adozione di un piano di
organizzazione del sistema di teleradiocomunicazioni che integra la pianificazione territoriale come
da legge urbanistica regionale, nonché il controllo e la vigilanza sugli impianti. Sono invece di
competenza delle Province le autorizzazioni per la costruzione ed esercizio di elettrodotti con
tensione non superiore a 150 KV e le relative varianti, nonché il controllo e la vigilanza su tali reti.
La Regione Liguria ha emanato nel giugno 2008 una legge (l.r. 16 del 16/06/08) sulla
Disciplina dell’attività edilizia, nella quale viene affrontato anche l’iter autorizzativo per
l’installazione di impianti di teleradiocomunicazioni (art. 27) e gli impianti per il trasporto, la
trasformazione e la distribuzione di energia elettrica (art. 28). La legge inserisce, in entrambi i casi,
l’autorizzazione paesistico-ambientale, rilasciata dalla Provincia, qualora le installazioni ricadano in
zone vincolate, ai sensi del d.lgs. 42/2004, ricalcando per molti altri aspetti la precedente normativa.
Le attività di controllo vengono esercitate dagli enti competenti tramite l'Arpal, cui è anche
assegnato il compito di realizzare e aggiornare, per conto della Regione, il catasto delle sorgenti
fisse di inquinamento elettromagnetico, sulla base della documentazione richiesta dalla legge sia
per gli impianti esistenti che per l'installazione di nuovi.
Problematiche regolatorie e pianificatorie a livello locale
Il d.lgs. 259 dell'1 agosto 2003 Codice delle comunicazioni elettroniche riconosce alle
infrastrutture di reti pubbliche di comunicazione il carattere di pubblica utilità, assimilandole alle
opere di urbanizzazione primaria, e affida alle Amministrazioni Comunali la competenza di
disciplinare il corretto inserimento territoriale degli impianti, nell'ambito delle esigenze di
pianificazione nazionale delle reti, in coerenza con il piano nazionale di assegnazione delle
frequenze (decreto dell'8 luglio 2002) e nel rispetto dei limiti fissati dal DPCM dell'8 luglio 2003.
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A seguito di questa evoluzione della normativa nazionale, alcune parti del Capo VI bis della
l.r. 18/99 (come quelle che fissavano le distanze degli impianti dagli edifici o quelle relative al
valore di induzione elettromagnetica degli elettrodotti) non sono più applicabili, in quanto superate
o sostituite dalle citate norme nazionali, mentre resta valido l'impianto generale della legge, in
particolar modo nell'attribuzione delle diverse competenze.
In attesa di una modifica legislativa regionale in materia, è stato, quindi, necessario dettare
linee di comportamento ai Comuni per armonizzare le due legislazioni, nazionale e regionale. Con
decreto di giunta regionale n. 68/2004 sono stati perciò stabiliti i criteri tecnici e le procedure per
l'approvazione dei Piani comunali di organizzazione del sistema di telecomunicazioni e sono state
indicate le norme della legge regionale non più applicabile.
Tali piani, che avrebbero dovuto essere sviluppati nell’arco del 2001, in molti casi hanno
subito dei ritardi, anche a causa della effettiva difficoltà nel reperire i dati necessari e nello stabilire
gli opportuni criteri di localizzazione. Ad oggi la maggior parte dei comuni liguri non ha ancora un
proprio piano del sistema di telecomunicazioni.
Stato di attuazione delle norme (es. catasto, risanamenti)
La legge regionale affida alla regione il compito di realizzare un catasto delle sorgenti fisse
degli impianti radiobase per telefonia mobile, radar, impianti per remittenza radiotelevisiva e gli
elettrodotti, intesi come l’insieme delle linee elettriche, delle sottostazioni e delle cabine di
trasformazione. Inoltre la l.r. 20/06 sulla riorganizzazione dell’ARPAL, definisce come compito
istituzionale della stessa la gestione del catasto delle sorgenti fisse di inquinamento
elettromagnetico e degli elettrodotti. ARPAL ha quindi istituito un catasto, aperto al catasto
nazionale, con informazioni riguardanti gli impianti telefonici, impianti radio televisivi e le linee di
alta tensione, limitatamente ai tracciati. Il catasto è completo ed aggiornato per quanto riguarda gli
impianti di telefonia, mentre per gli impianti radiotelevisivi ARPAL sta completando
l’aggiornamento impianti presenti sul territorio.
Inoltre la base dati del catasto è stata integrata in un portale telematico della regione Liguria
(www.polisliguria.it) accessibile, con profili diversi, ai cittadini, alle autorità competenti e agli enti
gestori; questo nell’ottica di una maggiore fruibilità e visibilità dei dati ambientali e di una
maggiore collaborazione tra enti pubblici e privati.
Applicabilità delle sanzioni
La legge regionale 41/99 individua il regime sanzionatorio: l'applicazione delle sanzioni
amministrative pecuniarie spetta all' ARPAL, secondo le modalità descritte nella l.r. 45/82, la quale
utilizza i relativi proventi per le attività in materia di inquinamento elettromagnetico previste dalla
medesima normativa.
Il regime sanzionatorio in Liguria è applicato nei casi di attivazione di impianti senza il
corretto iter autorizzativo o senza le necessarie comunicazioni effettuate presso l’autorità
competente.
12
Le sanzioni per eventuali superi di livelli di campo elettrico e/o magnetico sono invece
regolamentate dalla legge quadro a livello nazionale (l. 36/01) che demandava a decreti attuativi
l’individuazione della relativa autorità competente. A causa della mancanza di tali decreti, in
Liguria le sanzioni sono effettuate solamente ai sensi della l.r. 41/99.
In presenza di superamenti dei limiti di campo elettrico, per impianti di Radio Frequenza,
l’autorità competente in Liguria (Comune) emana delle ordinanze per la riduzione a conformità
dell’impianto in questione, senza nessuna sanzione amministrativa. Nel caso in cui più sorgenti
concorrono al superamento dei limiti di esposizione e ai valori di attenzione, la riduzione dei
contributi dei campi elettromagnetici viene effettuata in conformità all’allegato C del DPCM 8
luglio 2003.
13
4. AZIONI POSITIVE
Campagne di monitoraggio e risultati ottenuti
In Liguria le centraline della rete FUB hanno operato continuativamente per circa un anno e
mezzo, dando ottimi risultati. Attualmente non vengono più utilizzate per il monitoraggio in
continuo a seguito di problemi di funzionamento e manutenzione.
E’ stato notato che le centraline espletano un effetto positivo sui timori della popolazione, e
vengono quindi spesso utilizzate per gestire problemi di tensione sociale. E’ stato osservato infatti
che la cittadinanza riconosce maggior credito a misure effettuate in continuo nel corso di periodi
prolungati piuttosto che a dati calcolati in worst case sulla base di misure puntuali.
Le esperienze a livello regionale di azioni di risanamento importanti
In Liguria esistono alcuni esempi di bonifica di siti complessi, alcuni hanno avuto esito
positivo, altri meno; in tutti i casi riguardano comunque porzioni di territorio che sono rimaste
critiche anche dopo l’avvenuta bonifica.
Un esempio è il traliccio AM della Rai, sito in una località delle alture genovesi (Granarolo)
caratterizzata da un’elevata densità di antenne radio televisive e linee elettriche. Potremmo definirlo
come uno dei siti più critici del comune di Genova.
Successivamente ad esposti da parte della popolazione, è stata intrapresa un’azione di bonifica
da parte del Comune di Genova e di ARPAL riguardo il traliccio RAI, riuscendo inizialmente a
diminuire di un fattore 10 la potenza di tale antenna con conseguente successivo spegnimento
dell’impianto.
Il traliccio, di elevate dimensioni, è però rimasto installato; ciò porta a continue lamentele da
parte della popolazione che nutre scarsa fiducia nella pubblica amministrazione, inutili sono quindi
le continue rassicurazioni degli enti competenti sull’effettivo spegnimento dell’impianto. Una
soluzione sarebbe quella di smantellare il traliccio.
Figura 4.1: traliccio AM della RAI sito a Granarolo (GE).
14
Altro esempio è localizzato nel ponente ligure, in provincia di Imperia, in località Capo Berta.
Anche questa località è caratterizzata da un’elevata densità di antenne radiofoniche e televisive. A
seguito di esposti da parte della popolazione residente, sono stati accertati valori di campo
elettromagnetico eccedenti i limiti. E’ stata intrapresa un’opera di bonifica che ha portato ottimi
risultati. Il problema nasce successivamente. Nuove installazioni non hanno infatti rispettato l’opera
di bonifica e i limiti di emissione dettati dalle autorità competenti. In ogni caso la popolazione,
successivamente ai reiterati superamenti dei limiti di campo elettromagnetico, non è più tranquilla.
In casi come questi la soluzione migliore sarebbe quella di delocalizzare gli impianti e
comunque essere maggiormente rigorosi nell’assegnazione di nuove autorizzazioni. Forse solo in
questo modo le pubbliche amministrazioni e le autorità deputate al controllo riacquisterebbero
fiducia da parte della popolazione interessata.
Accordi con i Gestori
Oltre a quanto già detto circa il Protocollo di Intesa del Comune di Genova si cita come altro
esempio di accordo con i Gestori il tracciato di acquisizione dati da parte di ARPAL per la loro
introduzione nel Sistema Informativo NIR.
Il documento "Tracciato di Acquisizione dati da parte di ARPAL per la loro introduzione nel
Sistema Informativo delle sorgenti di Radiazioni Non Ionizzanti (parte elettrodotti) (vers. 1.5)",
reperibile sul sito web di ARPAL, contiene le specifiche per l'invio dei dati degli elettrodotti
improntato a quanto previsto dalla vigente normativa regionale e nazionale.
In seguito a tale accordo è stato possibile procedere ad un primo inserimento nel catasto delle
sorgenti di campo elettromagnetico degli elettrodotti ad alta tensione.
15
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Liguria - Agenti Fisici