Atti Camera dei Deputati — 5531 — Parlamentari LEGISLATURA X X I V - la SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA D E L 3 D I C E M B R E 1914 CXXVIL TORNATA DI GIOVEDÌ 3 DICEMBRE 1914 P R E S I D E N Z A DEL P R E S I D E N T E M A R C O R A . I N D I C E . Giuramento dei deputati Di Stefano, JPizzini, Varzi e Lo_Piano Pag. 5531 Costituzione del G a b i n e t t o e comuni- cazioni del Governo] S A L A N D R A , presidente del Consiglio 5532 5532 degli ex deputati Pennati, Celli, Sanguinetti, Mercanti, Viazzi e Maffei . . . Paa. 5551 PRESIDENTE . . . . . . 5554-59 RAMPOLDI 5551 TÌAYA C E S A R E 5551 P I E T R A VALLE 5552 MAFFI. . . . • 5553 5553 STORONI Sospensione e ripresa dalla seduta 5534 MONTI-GUARNIERI Congedi 5534 BATTELLI del dottor Saenz Pena, presidente della Repub-1 Mica Argentina 5531 S O L I N O - S I D N E Y , MINISTRO 553 1 PRESIDENTE 5534 del Re Carlo di Rumania S O N N I N O - S I D N E Y , MINISTRO PRESIDENTE presidente del Consiglio SANARELLI . L A PEGNA . 5555 5555 5555 5 553 I BONARDI 5557 RUINI 5535 GAMBAROTTA. PRESIDENTE 5538 TOSCANO 5539 PASQUALINO-VASSALLO 5539 I)E FELICE-GIUFFRIDA. 5539 A U T E RI-BERRETTA 5540 RUBINI 5540 del ministro Di San Giuliano e dei senatori Finali, Visconti-Venosta, Arcoleo, D'Ancona, Borgatta e Speroni 5536 • 5536 56 5558 del generale Orerò 5537 5538 presidente del Consiglio 5555 CAPPA INDRI PRESIDENTE 5554 SOLERI MERLONI PIETRIBONI. 5558 . . 5558 5559 L a seduta è tolta in segno di lutto 5559 La seduta comincia alle 14. G U G L I E L M I , segretario, legge il processo verbale della seduta del 5 luglio 1914. (È approvato). 5537 D I SCALEA 5541 PENSISI Giuramenti. 5 5 IL RATA COMANDINE 5554 CENTURIONE 5534 PRESIDENTE . . . 5335 dei deputati Fasinate, Milana, Baragiola . . . 5535 SALANDRA, 5554 QUEIROLO Commemorazioni : SALANDRA, 5553 , 5542 , . ' . . , LUZZATTI 5543 . . . . . 5544 5545 ARTOM BRANDOLINI 5543 LIBERTINI GESUALDO 5547 COLONNA D I C E S À R Ò 5548 BRIZZOLESI 5549 QUEIROLO 5549 D E G L I •OCCHI . 432 5551 P R E S I D E NTE.Essendo presenti gli onorevoli Di Stefano, Pizzini, Varzi e Lo Piano li invito a giurare. (Legge la D I S T E F A N O . Giuro. P I Z Z I N I . Giuro. V A E Z I . Giuro. LO P I A N O . Giuro. -formula). Aiti — 5532 — Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a Camera dei Deputati SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4 Comunicazioni del Governo. P R E S I D E N T E . H a facoltà di parlare l'onorevole presidente del Consiglio. SALANDRA, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. (Segni di attenzione). Mi onoro di annunziare alla Camera che Sua Maestà il Re, con decreti del 13 agosto corrente anno, accettò le dimissioni dalla carica di ministro della marina rassegnate dall'onorevole contrammiraglio Enrico Millo, senatore del Regno, e nominò alla carica stessa l'onorevole vice ammiraglio Leone Viale, senatore del Regno. Con successivi decreti dell'll ottobre detto anno accettò le dimissioni dalla carica di ministro della guerra rassegnate dall'onorevole tenente generale Domenico Grandi, senatore del Regno, e nominò alla carica stessa il maggior generale Vittorio Zupelli. Con altri decreti del 15 detto mese la Maestà Sua accettò le dimissioni dalla carica di sottosegretario di Stato per la guerra rassegnate dal tenente generale Giulio Tassoni e nominò alla carica medesima il maggior generale Vittorio Elia. In seguito alla morte del compianto ministro degli affari esteri, marchese cav. Antonino di San Giuliano, senatore del Regno, mi incaricò di reggere per interim il Dicastero stesso. Con decreto del 5 novembre prossimo passato l'Augusto Sovrano accettò le dimissioni mie e dei colleglli del Gabinetto, nonché quelle dei sottosegretari di Stato, incaricandomi in pari tempo di comporre 1 nuovo Ministero. Con decreto dello stesso giorno mi nominava presidente del Consiglio dei ministri e ministro dell'interno e con altro decreto, di pari data, nominava ministri, segretari di Stato : per gli affari esteri, l'onorevole barone dottor Sidney Sennino, deputato al Parlamento ; per le Colonie, l'onorevole professore Ferdinando Martini, deputato al Parlamento ; per la grazia, giustizia e i culti, l'onorevole professore avvocato Vittorio Emanuele Orlando, deputato al Parlamento ; per le finanze, l'onorevole avvocato Edoardo Daneo, deputato al Parlamento ; per il tesoro, l'onorevole avvocato Paolo Carcano, deputato al Parlamento ; per la guerra, il maggior generale Vittorio Zupelli ; per la marina, l'onorevole vice-ammiraglio Leone Viale, senatore del Regno ; per l'istruzione pubblica, l'onorevole professore avvocato Pasquale Grippo, deputato al Parlamento ; per i lavori pubblici, l'onorevole Augusto Ciuffelli, deputato al Parlamento ; per l'agricoltura, industria e commercio, l'onorevole avvocato Giannetto Cavasola, senatore del Regno ; per le poste e i telegrafi, l'onorevole avvocato Vincenzo Riccio, deputato al Parlamento. E con decreti del giorno 6 dello stesso mese di novembre, Sua Maestà il Re nominava sottosegretari di Stato : per l'interno, l'onorevole avvocatoGiovanni Celesia di Vegliasco, deputato al Parlamento ; per gli affari esteri, l'onorevole marchese Luigi Borsarelli di Rifreddo, deputato al Parlamento ; per le Colonie, l'onorevole professore avvocato Gaetano Mosca, deputato al Parlamento ; per la grazia, giustizia e i culti, l'onorevole professore avvocato Pietro Chimienti, deputato al Parlamento ; per le finanze, l'onorevole avvocato Antonio Baslini, deputato al Parlamento ; per il tesoro, l'onorevole avvocato Ugo Da Como, deputato al Parlamento -, per la guerra, il maggior generale Vittorio Elia ; per la marina, l'onorevole avvocato Augusto Battaglieri, deputato al Parlamento ; per l'istruzione pubblica, l'onorevole avvocato Giovanni Rosadi, deputato al Parlamento ; per i lavori pubblici, l'onorevole avvacato Achille Visocchi, deputato al Parlamento ; per l'agricoltura, industria e commercio, l'onorevole avvocato VittorioCottafavi,, deputato al Parlamento ; per le poste e i telegrafi, l'onorevole conte Girolamo Marcello, deputato al Par lamento. Onorevoli deputati! (Segni di vivissima attenzione). Al Ministero, che si presenta oggi al vostro giudizio, il programma dell' immediato lavoro è imposto dalla necessità delle cose; poiché gli spetta reggere il paese e guidarne le sorti in questo critico momento della sua storia. Mentre, confortato dalle ripetute attestazioni della vostra fiducia, il Governo si — Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - 5533 — DISCUSSIONI - accingeva a preparare utili riforme amministrative, tributarie e sociali, scoppiò, senza alcuna nostra partecipazione od intesa, improvviso e rapidissimo il conflitto, che i n v a n o , per la tutela della pace e della civiltà, ci adoperammo a scongiurare. D o v è il Governo considerare se le clausole dei t r a t t a t i c' imponessero parteciparvi. Ma lo studio più scrupoloso della lettera e dello spirito degli accordi esistenti la nozione delle origini e le manifeste finalità del conflitto ci indussero nel sicuro e leale convincimento che non a v e v a m o obbligo di prendervi parte. (Approvazioni). Sciolti così da ogni altra considerazione, il libero e sereno giudizio di ciò che esigesse la custodia degli interessi italiani ci consigliò a dichiarare senza indugio la nostra neutralità. (Approvazioni). Tale risoluzione fu, come era da attendersi, argomento di passionati dibattiti ed obietto di giudizi disparati. Ma più tardi, a grado a grado, in I t a l i a e fuori, prevalse la salda e generale persuasione che noi esercitammo il nostro diritto e rettamente giudicammo di quanto meglio convenisse agli interessi della nazione. T u t t a v i a la neutralità, liberamente proclamata e lealmente osservata, non basta a guarentirci dalle conseguenze dello immane sconvolgimento, che si fa più ampio ogni giorno e il cui termine non è dato ad alcuno di prevedere. Nelle terre e nei mari dell'Antico Continente, la cui configurazione politica si v a forse trasformando, l ' I t a l i a ha v i t a l i interessi da t u t e l a r e , giuste aspirazioni da affermare e sostenere... (Vivissime approvazioni — I deputati sorgono in piedi — Vivissimi reiterati prolungati applausi) una situazione di grande potenza da mantenere i n t a t t a non solo, ma che da possibili ingrandimenti di altri S t a t i non sia relativamente diminuita. (Vivissime approvazioni). N o n dunque inerte e neghittosa, ma operosa e guardinga; non dunque impotente, ma poderosamente a r m a t a e pronta ad ogni evento d o v e v a e dovrà essere la neutralità nostra. ( Vivissimi generali e prolungati applausi). P e r t a n t o suprema cura del Governo fu ed è t u t t o r a la compiuta preparazione dell'esercito e d e l l ' a r m a t a . (Approvazioni). A conseguirla non esitammo ad assumerci g r a v i responsabilità di spese e di alcune modificazioni agli ordinamenti militari. (Bene!) Camera dei Deputati TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1914 L'esperienza che ci viene dalla storia e più dai casi presenti deve ammonirci che, ove cessi l ' i m p e r o del diritto, alla salute di un popolo rimane unica garanzia la forza, (Benìssimo!) la forza u m a n a organizzata e munita di t u t t i i perfezionati e costosi strumenti tecnici della difesa. L ' Italia, che non ha propositi di sopraffazione, deve t u t t a v i a organizzarsi e munirsi, quanto più le sia consentito e col massimo vigore possibile, per non rimanere essa stessa prima o poi sopraffatta. (Vive approvazioni). A questo, che reputiamo nostro primo dovere, si aggiunge la cura non lieve di attenuare gli effetti della crisi che, nella complessa unità del m e r c a t o internazionale e della economia universale, ha paralizzate le industrie, sconvolti i traffici, restituiti alla patria prima dell'epoca consueta migliaia di validi l a v o r a t o r i e rincarati sensibilmente gli indispensabili prodotti alimentari. A tal fine occorsero pure provvedimenti eccezionali, t e m p o r a n e e deroghe al diritto comune, acceleramento di pubblici lavori, larghe disponibilità di mezzi finanziari. Di t u t t i questi p r o v v e d i m e n t i vi chiediamo la immediata approvazione. Possiamo intanto con sodisfazione constatare che le generali condizioni economiche del nostro paese sono v e n u t e via via migliorando, che il lavoro e il credito vanno riprendendo il loro normale f u n z i o n a m e n to, che rinasce la fiducia pubblica. Ma sarebbe pericolosa illusione il credere che altri straordinari p r o v v e d i m e n t i non occorreranno. I l Governo sa bene che ogni sforzo deve essere f a t t o per assicurare al paese una sufficiente disponibilità dei generi di prima necessità. (Bene!) D o v e e quando non basti l ' a t t i v i t à p r i v a t a non mancherà il suo int e r v e n t o integratore-. (Approvazioni). Così la pace interna dovrà essere a qualunque costo assicurata. (Vive approvazioni). L u n g i del resto da noi ogni d u b b i e z z a che possa t u r b a r l a il popolo nostro ; il quale sente che oggi la Patria, per la propria salute e grandezza, impone concordia di animi pronti ad ogni sacrifizio. (Vivissimi e generali applausi). A d altri t e m p i le competizioni politiche ed economiche ; (Bravo!) ad altri tempi le gare fra i partiti, i gruppi, le classi. Oggi è necessario che si affermi solennemente, con le parole e con gli atti, la solidarietà di t u t t i gli italiani. (Vivi applausi). Atti — 5534 — Parlamentari LEG SLATTJRA XXIV - I a SESSIONE - DISCUSSIONI - Il p r i m o e più alto esempio di solidarietà nazionale sarà d a t o di eerto, nelle discussioni che seguiranno, dalle supreme Assemblee r a p p r e s e n t a t i v e . Il Governo, al quale ogni criterio e i n t e n d i m e n t o di part i t o p a r r e b b e oggi un sacrilegio, fa appello alla p a t r i o t t i c a cooperazione di t u t t o intero il P a r l a m e n t o . (Approvazioni). Dal P a r l a m e n t o soltanto p o t r à a t t i n g e r e la vigoria necessaria ad assolvere l ' a r d u o suo compito. L ' o r a che corre d o m a n d a un Governo f o r t e e sicuro. Se forza e sicurezza avremo dal vostro voto, p o t r e m o sostenere il grave peso delle nostre responsabilità ; p o t r e m o proseguire nel lavoro intenso e continuo cui diamo t u t t e le energie dell'anima nostra, nella efficace difesa degli interessi presenti della P a t r i a e nella vigile cura delle sorti avvenire d e l l ' I t a l i a nel mondo. ( V i vissimi, generali e prolungati applausi — I deputati sorgono in piedi e gridano ripetutamente: « Viva l'Italia! ». P R E S I D E N T E . Do a t t o all'onorevole presidente del Consiglio delle comunicazioni testé f a t t e circa la costituzione del nuovo Ministero. S A L A N D R A , presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Prego la Camera di sospendere la seduta fino alle 16.30, dovendo il Governo recarsi nell'altro ramo del P a r lamento. P R E S I D E N T E . Non essendovi osservazioni in contrario, sospendo la s e d u t a fino alle 16.30. (La seduta, sospesa alle 14.30, è alle 16.30). ripresa Congedi. P R E S I D E N T E . H a n n o chiesto un congedo, per motivi di famiglia, gli onorevoli: Loero, di giorni 10; Tamborino, di 15; Camera, di 3; e per motivi di salute, gli onorevoli: Guicciardini, di giorni 20; Giuliani, di 20; Scano, di 20; Miari, di 15: Schiavon, di 5; Masciantonio, di 15; O t t a v i , di 20, e R o t h di 7. (Sono conceduti). Commemorazioni. P R E S I D E N T E . H a facoltà di parlare l'onorevole ministro degli affari esteri. S O N N I N O - S I D N E Y , ministro degli affari esteri. (Segni d'attenzione). I l 9 agosto ultimo scorso moriva il d o t t o r Saenz P e ñ a , P r e s i d e n t e della Repubblica A r g e n t i n a . Camera dei TORNATA DEL 3 D I C E M B R E Deputati 1914 I vincoli di sentimento e d'interesse, che così f o r t e m e n t e legano l'Italia all'Argentina, ci hanno f a t t o associare con vivo dolore al l u t t o che ha colpito quella nazione amica per la p e r d i t a del suo illustre Presidente. Le grandi simpatie e le sincere amicizie, che il Dr. Saenz P e n a seppe acquistarsi d u r a n t e i lunghi anni nei quali r a p p r e s e n t ò il suo Paese presso il Governo del Re, e l'opera attivissima da lui spiegata a R o m a e a Buenos Ayres per intensificare le cordiali relazioni t r a i due S t a t i , m a n t e n g o n o a l t r e t t a n t o viva f r a noi la sua memoria, q u a n t o la conservano presso i suoi compat r i o t i le grandiose linee del suo programma di sviluppo economico e di progresso civile, che p r o m e t t e alla R e p u b b l i c a Arg e n t i n a u n così brillante avvenire. (Vive approvazioni). M'incombe pure il còmpito doloroso di comunicare alla Camera la m o r t e di Sua Maestà il Re Carlo di R u m a n i a , a v v e n u t a il 10 o t t o b r e . L'azione svolta dal d e f u n t o Sovrano, dur a n t e un Regno glorioso di oltre 48 anni, è a r g o m e n t o t r o p p o vasto, cui non sono sufficienti brevi parole. È noto che Re Carlo ha p o r t a t o ad un alto grado di progresso e di prosperità la R u m a n i a , e ciò con u n a politica provvida, inspirata alle più elevate concezioni degl'interessi del Paese. Munito di singolari doti di ingegno e di cuore e f o r t e dell'amore e della, sicura fiducia del popolo, egli seppe avviare a gloriosi destini la nobile nazione che lo ebbe a Sovrano. Al l u t t o ed al c o m p i a n t o del popolo rumeno si è associato t u t t o il mondo civile, ed in ispecial modo si è associata l ' I t a l i a , che con la R u m a n i a ha t a n t i vincoli di tradizioni, di sentimenti e di cordiale amicizia. (Vive approvazioni). P R E S I D E N T E . (Segni di attenzione). l i d o t t o r Rocco Saenz Pena, P r e s i d e n t e della R e p u b b l i c a Argentina, testé ricordato con vivo cordoglio dal ministro degli affari esteri, f u t e m p r a di uomo politico di grande valore, e accoppiava ad un ingegno, veram e n t e eletto, u n a singolare cultura. Del grande affetto da lui dedicato a l l ' I t a lia diede prova come r a p p r e s e n t a n t e di quella Repubblica presso il nostro Governo, come delegato presso l ' I s t i t u t o internazionale di agricoltura e come Presidente della Repubblica A r g e n t i n a . Alti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - — 5535 — l a SESSIONE - DISCUSSIONI - E f u specialmente per suo impulso che Tennero rinsaldati i vincoli di cordiale amicizia, che ci legano a quella nobile Nazione; la quale ospita t a n t i nostri fratelli. dell'associarci al dolore del popolo argentino rivolgiamo un reverente saluto alla memoria dell' illustre estinto. (Vive approvazioni). Sono p u r e sicuro di r e n d e r m i fedele int e r p r e t e di voi t u t t i , onorevoli colleghi, dicendo che le nobili parole testé p r o n u n ziate dal ministro degli affari esteri a memoria ed onore di E e Carlo di B u m a n i a , rispecchiano i sentimenti di cordoglio di questa Assemblea, e del popolo italiano che essa r a p p r e s e n t a , per la p e r d i t a dell'uomo insigne, che, presidiando la sua t e r r a d'adozione con occhio vigile, con fervido a m o r e e con mano sicura, restituì alla v i t a di nazione i discendenti dei fratelli nostri, che il g r a n d e Traiano a v e v a messo a custodia della latinità agli estremi confini del vasto impero. (Benissimo !) E da questa B o m a v a d a la voce del rimpianto e del conforto alla D o n n a esemplare che f u al d e f u n t o Monarca degna compagna; al nuovo Ee, c h i a m a t o i n ' m o m e n t i difficili ad assicurare le sorti del popolo r u m e n o , e a questo l'augurio nostro, espressione della comunanza d ' a f f e t t o e di stirpe, di vita sempre prospera e felice, e di ogni maggior f o r t u n a . (Vivissime approvazioni). P r e g o il ministro degli affari esteri di d a r e p a r t e c i p a z i o n e al Governo argentino al Governo e al P a r l a m e n t o r u m e n o di queste nostre manifestazioni. Onorevoli colleghi! È p u r t r o p p o f a t a l e che al riprendere dei nostri lavori io debba sempre l a m e n t a r e q u a l c h e v u o t o nelle nostre file. I l 23 s e t t e m b r e ci sorprendeva la notizia della fine del nostro collega Guido F u s i n a t o , t r a v o l t o da tragico destino. D a l p a d r e , poeta di non comune valore, e dalla faeile vena, egli trasse il brio che rendeva att r a e n t e il suo conversare; dalla madre, educatrice insigne, la squisitezza del sentimento e la venustà dell' eloquio, da ent r a m b i un ingegno vivido e p r o n t o , arra di r a p i d a ed a l t a ascensione. d a t o in Castelfranco Veneto il 15 febbraio 1860 e compiti con onore gli studi giuridici, dopo avere insegnato nell'Università di Macerata, conquistò la c a t t e d r a di diritto internazionale nell'Ateneo torinese, che non lasciò se n o n q u a n d o f u n o m i n a t o consigliere di S t a t o . Camera dei Deputati TORNATA D E L 3 D I C E M B R E 1914 Gli elettori di F e l t r e lo vollero loro rapp r e s e n t a n t e in questa Assemblea per la diciottesima legislatura, confermandogli il m a n d a t o nelle successive senza interruzione. La sua opera p a r l a m e n t a r e , f r u t t o di studi m e d i t a t i e profondi, f u ben presto a p p r e z z a t a ; onde f u due v o l t e n o m i n a t o sottosegretario di Stato, nel 1899 e nel 1903; e nel maggio 1908 ministro dell'istruzione pubblica, nel quale ufficio per il grave dep e r i m e n t o della sua salute non p o t è dare di sè t u t t a la prova che dal suo grande ingegno era lecito a t t e n d e r e . E b b e anche incarichi delicatissimi, t r a i quali la r a p p r e s e n t a n z a dell' I t a l i a all'Aja nell'Alto Convegno destinato a regolare con sensi di giustizia e di u m a n i t à le controversie internazionali, e, maggiore di t u t t i , la partecipazione alle t r a t t a t i v e per la pace di L o s a n n a ; dopo le quali veniva insignito della carica di ministro di Stato. La v i t a di Guido F u s i n a t o f u esempio operoso di modestia e di saggezza. Onore alla sua memoria! (Vive approvazioni). Un altro collega scomparve il 12 dello scorso novembre : Giovanni Milana, d a t o a Linguaglossa il 4 febbraio 1864, egli era ent r a t o in questa Assemblea, quale rappres e n t a n t e del collegio di P a t e r n o , nella passata Legislatura, e aveva preso p a r t e ai nostri lavori, non solo caldeggiando l'inc r e m e n t o delle comunicazioni ferroviarie e m a r i t t i m e della sua regione e invocandola protezione degli interessi vinicoli della Sicilia, ma incitando il Governo ad introd u r r e savie riforme n e l l ' o r d i n a m e n t o giudiziario. U n a grave m a l a t t i a alla gola, per la quale egli si era da poco t e m p o assoggett a t o ad u n a operazione chirurgica, gli impedì di prender p a r t e alle nostre discussioni in questa Legislatura, per la quale il Collegio gli aveva r i c o n f e r m a t o il m a n d a t o ; ma cionondimeno egli f u sempre assiduo alle nostre a d u n a n z e . Esercitò l ' a v v o c a t u r a con grande dignità, prodigando l'opera sua disinteressata in prò degli, umili. L ' u n a n i m e compianto col quale lo accompagnò all'ultima dimora la c i t t a d i n a n z a catanese, che ne aveva seguito l'opera, int e n t a sempre alla maggiore elevazione del popolo, mostrò di q u a n t o affetto egli fosse circondato, e q u a n t o dolorosa sia s t a t a la sua d i p a r t i t a ; che lascia nel r a m m a r i c o q u a n t i t r a noi, pur nella sua breve v i t a p a r l a m e n t a r e , ebbero agio di a p p r e z z a r n e Atti -5536 — Parlamentari LEGISLATURA XXIV - la SESSIONE - DISCUSSIONI - la elevatézza dello spirito e dell' intelletto. (Approvazioni). E ancora ieri una n u o v a dolorosa notizia veniva a r a t t r i s t a r e i nostri cuori: quella della morte dell'onorevole Baragiola, da sei legislature nostro a m a t o e apprezzato collega, quale r a p p r e s e n t a n t e del collegio di E r b a . K a t o in Como il 31 maggio 1854, egli, fornito di largo censo, dedicò i suoi studi all'agricoltura e alle industrie, nelle quali p o r t ò un largo spirito d.' iniziativa ed una grande a t t i v i t à . Di animo generoso ed a m a n t e delle a r t i belle, seppe essere a l t a m e n t e benefico, e la sua fine sarà l a r g a m e n t e r i m p i a n t a . Alla memoria dell'estinto, che rimane legata a t a n t e opere buone, v a d a il nostro profondo, affettuoso rimpianto. (Approvazioni). Altri e gravissimi l u t t i colpirono il Sen a t o con la perdita di autorevolissimi suoi M e m b r i . A ciascuno di essi t r i b u t e r à i dov u t i onori quell'Alta Assemblea. Ma, poiché essi furono anche lustro e decoro della Camera, non possiamo nè dobbiamo n e p p u r noi tacerne. È ancor vivo il dolore che ci colpì il 16 dello scorso o t t o b r e all'annunzio della morte di Antonino Di San Giuliano, ministro degli affari esteri; t a n t o più vivo dacché la sua p e r d i t a seguì in u n ' o r a storica, in cui la P a t r i a richiede la cooperazione degli uomini suoi migliori. Fin dagli anni giovanili Antonino Di San Giuliano si era distinto per dovizia d'ingegno e fervore di studio; a p p r e z z a t o t a n t o dai suoi concittadini che lo vollero a f a r p a r t e dei maggiori consessi amministrativi, e quindi, non ancora t r e n t e n n e , loro r a p presentante in questa Assemblea, confermandogli poi il m a n d a t o nelle sei legislat u r e successive. Apprezzatissima f u la sua collaborazione nei principali uffici p a r l a m e n t a r i e govern a t i v i , ai quali f u a t t r a t t o da speciale preparazione m a t e r i a t a da profondi studi e da larghissima coltura. P i ù volte sottosegretario di Stato, nel dicembre 1905 f u c h i a m a t o a reggere il Ministero degli affari esteri. Il suo fine t a t t o diplomatico si rilevò pure nelle missioni a Parigi e L o n d r a , dove lasciò a m p i a traccia delle sue singolari att i t u d i n i , che gli valsero di esser r i c h i a m a t o alla direzione della nostra politica estera fino alla sua morte. Camera dei Deputati TORNATA DEL 3 D I C E M B R E 1914 Egli si t r o v ò a coprire l'arduo ufficio in un periodo, nel quale il Paese ebbe di rep e n t e dinanzi a sè i più gravi problemi che interessano il suo a v v e n i r e ; ma si può con sicurezza affermare che alla sua perspicacia nessuno aspetto sfuggiva delle i n t r i c a t e questioni, che dall'opera sua a t t e n d e v a n o la risoluzione; e gli f u guida sempre l'amor di p a t r i a , che a lui, morente, ispirò ancora ansiose e a r d e n t i parole. Tempra d'animo antica, egli giunse sino a comprimere l'angoscia p a t e r n a quando, f e r v e n d o l'impresa libica, gli f u rapito il figlio; e a non distogliersi mai dalle gravi cure dello Stato, neppure tra le atroci soff e r e n z e che lo t o r t u r a r o n o , specialmente negli ultimi giorni della sua t o r m e n t a t a esistenza. Lo ricorderanno sempre con reverenza ed affetto i colleghi, il paese nativo, l ' I t a l i a . (Vivissime approvazioni). Una perdita non meno dolorosa dobbiamo l a m e n t a r e : quella del s e n a t o r e Gaspare Finali. Con essa si va sempre più assottigliando l'ormai scarso manipolo superstite de' cooper a t o r i al patrio riscatto. N a t o in Cesena il 20 maggio 1829, dopo essersi laureato in giurisprudenza, prese viva p a r t e al movimento liberale delle R o m a gne, g u a d a g n a n d o s i u n a c o n d a n n a a morte, alla quale si sottrasse con l'esilio in Piemonte. Giovane di alto sentire, di vasta colt u r a , venne tosto apprezzato dal Cavour e dal F a r i n i , che lo fecero e n t r a r e prima nell'Amministrazione dell'interno e poscia in quella delle finanze, nella quale ultima salì r a p i d a m e n t e , finché f u eletto consigliere, quindi presidente della Corte dei conti. Cesena, che nel 1859 egli aveva rappres e n t a t a nell' Assemblea Costituente delle E o m a g n e , lo m a n d a v a poi in questa Camera nella settima e nella nona legislat u r a ; e così Belluno nella decima. I n questa decima legislatura f u scelto segretario generale dal ministro delle finanze, Cambray-Digny. E n t r ò poi nei Consigli della Corona come ministro di agricoltura nell ' u l t i m o G a b i n e t t o Minghetti, del tesoro nel Gabinetto Saracco, e dei lavori pubblici nel primo Gabinetto Crispi. I l Senato, di cui fece p a r t ^ fin dal 1872 e di cui f u anche vicepresidente, lo designò alle più alte cariche, principalmente alla presidenza della Commissione di finanza e a quella della Commissione incaricata di studiare le riforme di quell'Assemblea. — 5537 — Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a Camera dei Deputati SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4 Egli non rifulse solo come amministratore dotto e sagace e come uomo politico aperto a tutte le espressioni di libertà e di progresso civile (di che diede una indimenticabile prova nella discussione dell'ultima legge elettorale) ma anche per il grande amore col quale coltivò gli studi storici e letterari. Ce ne lascia copiosa testimonianza in libri ed opuscoli sui più svariati argomenti. Dalla stessa sua maestosa persona traspariva quella bontà che lo rendeva caro non solo agli amici, ma a quanti lo avvicinavano, i quali trovavano sempre in lui un consigliere affettuoso ed indulgente. Con lui si spense un nobile spirito, un carattere franco ed aperto ed un raro esempio di alacrità e di devozione per la patria. {Vive approvazioni). Quattro giorni or sono moriva qui in Eoma, capitale di quella Italia forte e temuta che era stata il sogno della sua giovinezza, e fu poi in parte frutto della sua costante operosità, Emilio Visconti Venosta. Combattente delle cinque giornate di Milano, visse le ansie delle prime speranze e i dolori dei primi rovesci; indomito ribelle alia feroce oppressione che ne seguì, fu tra i più fervidi organizzatori della riscossa, seguace allora, come la maggior parte degli uomini che ci diedero la Patria, di Giuseppe Mazzini, che ne aveva scorto l'alto ingegno in un importante scritto giovanile di lui sul Lamennais, e ne deplorò il • distacco con una storica commovente lettera ; solenne attestazione pur questa della grande estimazione in cui era dall'apostolo tenuto. Di poi conscio dei nuovi destini d'Italia, che il generoso Piemonte maturava, si accostò a Cavour, che lo predilesse e lo circondò della maggior fiducia iniziandolo in quella carriera che, via via, per sempre maggiori uffici, da commissario regio presso Garibaldi, durante la guerra del 1859, ad ambasciatore, a ministro degli esteri, gli diede modo di rendere al paese i più segnalati ed indimenticabili servigi. Dire in quest'ora più lungamente dei particolari della sua lunga esistenza sarebbe inopportuno, e fors'anco superfluo; perchè troppo noti a voi e all'Italia t u t t a , alla quale fino agli estremi della vita, nelle circostanze difficili che oggi attraversa, non mancò il di lui saggio consiglio, Piangiamolo, e prendiamone esempio! (Vivissime approvazioni). Propongo che la Camera esprima telegraficamente le proprie condoglianze alle fa- miglie degli estinti, e quindi tolga la seduta in segno di lutto appena terminate le commemorazioni. « SALANDEA, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Chiedo di parlare. P R E S I D E N T E . Ne ha facoltà. SALANDEA, presidente del Consiglio, ministro dell' interno. (Segni di attenzione). Onorevoli colleghi, il Governo si associa al comune rimpianto per i nostri colleghi defunti e alle proposte di onoranze fatte dal nostro illustre Presidente. Giovanni Milana fu uomo di fede e di cuore ed agli uomini di cuore e di fede, anche se essi vagheggino ideali diversi dal nostro, ci inchiniamo riverenti. Pietro Baragiola fu tra i primi nella benemerita schiera di coloro che promossero il magnifico svolgimento economico delle terre e delle industrie lombarde. Guido Pusinato, lo conobbi da giovine quando venne a perfezionare la sua cultura sui banchi della nostra Università. Lo seguii ammirandone la sua rapida ascesa verso la Cattedra e verso i supremi uffici delio Stato. Lo avrei voluto compagno in questa nostra dura fatica ; ma egli, già malsicuro di sè, resistette alle mie vive premure. Nessuno seppe del suo rifiuto, e voi sapete, onorevoli colleghi, che occorre minor forza d'animo a rifiutare che a non dire di aver rifiutato. (Approvazioni). Eppure della sua rapida fortuna politica nessuno gli volle male. Gli è che esso temperava la sua superiorità con la sua grande amabilità. Alle qualità della mente egli univa una squisita rettitudine ed anche forza di animo ; egli era veramente un uomo di animo forte ma le sue energie erano di tanto in tanto fiaccate dalla sua squisita morbosa sensibilità, ed egli sentiva in sè questa tragica contradizione della sua vita, e non vi resistette ! Nessuno che l'abbia conosciuto si rammenterà di lui senza commozione e senza rimpianto. (Vive approvazioni). Il Governo ha compiuto il dovere suo nell'altra Camera verso i senatori defunti. Di Gaspare Finali e di Emilio Visconti Venosta parleranno in quest'Aula uomini degni di commemorarli. Ma io non posso rinunziare al mesto ufficio di dire quale lutto per il Governo, quale danno per il Paese sia stata la morte di Antonino Di San Giuliano. Voi tutti lo rammentate e lo rammenterete, poiché egli, anche dopo la sua nomina a senatore, non perse il contatto con questa Camera, che lo aveva fatto quello che era ; Atti — Parlamentari LEGISLATURA X X I V - l a SESSIONE - 5538 — DISCUSSIONI - vi ritornò di f r e q u e n t e da ministro, e si m a n t e n n e sempre in continui r a p p o r t i con t u t t i noi, seguitando a .vivere la nostra vita. Magnifico esempio della geniale molteplicità di a t t i t u d i n i che contrassegna i privilegiati ingegni meridionali, A n t o n i n o Di San Giuliano f u ad un t e m p o uomo di lettere ed uomo di Stato, studioso e mondano, diplomatico ormai r e p u t a t o t r a i primi in E u r o p a e p a r l a m e n t a r e fornito della maggiore t r a le qualità p a r l a m e n t a r i , vale a dire di quell'eloquio p r o n t o , sottile, arguto, copioso, di cui voi a v e t e a v u t o , anche negli ultimi tempi, così splendido esempio. E t u t t e queste a t t i t u d i n i egli a v e v a messe u n i c a m e n t e al servizio della Patria. Io, che conservo gli ultimi suoi scritti, nei quali con mano c o n t o r t a e t r e m a n t e , ma con m e n t e sempre egualmente ferma ed a c u t a , egli m ' i n t r a t t e n e v a sulle ultime vicende internazionali, posso solennemente a t t e s t a r e come gli ultimi b a t t i t i del suo cuore m a l a t o , gli ultimi lampi del suo ingegno fossero dati u n i c a m e n t e alla P a t r i a , per la quale soltanto egli desiderava clivivere; e la visione radiosa di u n a P a t r i a più g r a n d e r a v v i v ò per u n momento le sue sper a n z e e la sua forza. La P a t r i a deve ricordarsene. (Vivissime approvazioni — Applausi). P R E S I D E N T E . H a chiesto di parlare, in memoria dell'onorevole Guido F u s i n a t o , 1' onorevole I n d r i . Ne ha f a c o l t à . I N O R I . Onorevoli colleghi ! Se la scomparsa tragica di Guido F u s i n a t o ha steso u n velo di mestizia p r o f o n d a sull'animo di q u a n t i , per consuetudine di r a p p o r t i , avevano p o t u t o a m m i r a r e la forte t e m p r a , la soda coltura, la larga preparazione e la gentile mitezza del compianto collega, il dolore è stato più i n t e n s a m e n t e sentito nella t e r r a n a t i v a , che egli, a t t r a v e r s o le vicende varie della vita, sempre predilesse ed amò con affetto filiale. E il s e n t i m e n t o di quelle memori cont r a d e , che io ho l'onore di r a p p r e s e n t a r e , p o r t o nella solennità di questa Assemblea, r e n d e n d o alla memoria dell'illustre amico p e r d u t o l'omaggio r e v e r e n t e della ricord a n z a pietosa. Il nostro P r e s i d e n t e ed il presidente del Consiglio, con sentimento di particolare affetto, rievocarono i meriti di Guido F u sinato, per i quali egli, giovanissimo, dopo conseguito l'onore altissimo, riservato ai Camera dei Deputati TORNATA D E L 3 D I C E M B R E 1914 migliori, di insegnare dalla c a t t e d r a quelle discipline allo studio delle quali era s t a t o t r a t t o per la versatilità e la vivezza dell'ingegno p r o n t o ma riflessivo, raggiunse, con largo e r i n n o v a t o suffragio di popolo, l'altro non meno nobile e degno di essere chiamato a far p a r t e dell'Assemblea legislativa. I n e n t r a m b i questi campi egli rese emin e n t i servigi alla p a t r i a , d o n a n d o ad essa le migliori energie della m e n t e e del cuore, che profuse in questa Camera con densi, ammirabili discorsi, al Governo con saggi provvedimenti, e nelle riunioni internazionali, difendendo la dignità, e facendo trionf a r e i diritti del nostro paese. Ma in questo m o m e n t o di doloroso rimp i a n t o ricordo s o p r a t t u t t o la figura dell'uomo mite e buono, dell'amico sincero e fido, che, con il f a t a l e indebolimento dell'energie fìsiche, senti anche affievolirsi la forza di resistenza alle b a t t a g l i e della vita, m e n t r e nell'animo suo t u r b a t o si ingigantivano le impressioni d e r i v a n t i dagli avvenimenti terribili, che imperversano nell'ora che volge. Castelfranco Veneto, non immemore, trib u t a ancora un pensiero di reverente comp i a n t o alla memoria del suo figlio illustre, che lascia dietro a sè u n ' o r m a fulgida, non solo per l'opera d o n a t a alla p a t r i a , ma anche perchè quest'opera esso assolse d a n d o un esempio magnifico, che deve essere amm i r a t o e dovrebbe essere imitato, di salda fermezza nei propri convincimenti, da lui » sempre con serenità, ma senza debolezze, difesi. (Vive approvazioni). P R E S I D E N T E . H a chiesto di p a r l a r e l'onorevole P i e t r i b o n i . Ne ha f a c o l t à . P I E T R I B O N I . Onorevoli colleghi, cons e n t i t e anche a me di esprimere il sentim e n t o di cordoglio di quelle popolazioni bellunesi, che Guido F u s i n a t o rappresentò in questa Camera per oltre v e n t ' a n n i , e che, ricambiate da lui di uguale affetto, l'amarono quale figlio illustre, avendo egli onor a t o con l'opera sua negli studi e nella politica il collegio che r a p p r e s e n t a v a in P a r lamento. Negli studi, poiché fin dai giovani anni egli volle dare u n moto più accelerato ad u n a scienza giuridica che prediligeva, e che era in formazione, cioè al diritto internazionale p r i v a t o ; nella politica, avendo vol u t o dare v i t a f a t t i v a alla politica italiana. Noi n o n a b b i a m o c e r t a m e n t e sempre consentito con i suoi a t t e g g i a m e n t i nella po- Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l — 5539 — a Camera dei Deputali SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4 litica estera, ma sentiamo il dovere di riconoscere che ogni suo atteggiamento, ogni sua manifestazione, ogni suo pensiero er;mo unicamente rivolti a un fine di pubblico bene, e all'affetto che lo legava alla sua Patria. E siamo convinti che, anche oggi, ove una mutata situazione l'avesse messo di contro a quelle che sono state le sue tendenze di altri tempi, egli avrebbe saputo dare al proprio paese ed alla Patria, t u t t a la sua attività e t ^ t t o il suo ingegno. Ne è prova l'ultimo angoscioso momento della sua esistenza, turbata dal male che lo affliggeva, e da un'angoscia politica che lo trasse immaturamente alla fine, e per cui noi maggiormente sentiamo di dover deplorare la sua perdita. Sono convinto che la parola, autorevole , ed eloquente sempre, del nostro Presidente, j interpretatrice del sentimento della Camera verso la, famiglia e verso la città di Feltre, varrà di conforto alla famiglia e al collegio che egli così bene rappresentava. {Vive approvazioni). P R E S I D E N T E . Ha chiesto di parlare l'onorevole Toscano, per commemorare l'onorevole Milana. Ne ha facoltà. TOSCANO. Dirò brevi parole in ricordo del compianto collega onorevole Giovanni Milana, anche perchè alla commemorazione dell'illustre scomparso non si addice il monito del poeta : Yiriù viva spregiarci, lodiamo estinta. Egli fu apprezzato e stimato ovunque : nel Foro, dove fece rifulgere le doti del suo ingegno e della sua cultura, nel giornalismo, in cui brillò per la sua penna di forte polemista, fugando camorre e temerità, nei vari Consessi e nel Parlamento dove portò viva la voce del cuore e della sua dottrina. La memoria di quest'uomo, che abbiamo perduto da poche settimane, ci ammonisce che in tempi dolorosi, in cui l'amore della patria deve vibrare pili forte nell'animo di ogni italiano, ogni principio particolarista deve essere sacrificato per rendere omaggio al grande ideale che su tutti noi aleggia, per il radioso avvenire d'Italia. Giovanni Milana fu uomo di carattere, uomo di fede, nomo probo. Egli fu soccorritore di t u t t e le sventure, quando esse percuotevano le sicule contrade. Io lo ricordo, onorevoli colleghi, a Messina quando infierì il disastro. Egli venne a contendere alla morte i nostri fratelli ; egli ci sottrasse ad una maggiore sciagura con un manipolo di prodi votati alla morte, insieme a Giuseppe De Felice, che meglio di me potrà dire del collega Milana per averlo avuto compagno nelle lotte poderose sostenute in Catania perii trionfo dell'idealità, che simboleggia l'affratellamento degli uomini di tutti i paesi. Giovanni Milana non è più, ma il suo ricordo rimarrà sempre vivo nelle popolazioni che lo amarono, rimarrà sempre indebile nell'animo nostro. E noi ricorreremo al suo spirito, ogni qual volta sentiremo il bisogno di volgere il nostro pensiero e la nostra azione al trionfo dei grandi ideali umani. (Approvazioni). P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Pasqualino-Vassallo. PASQUALINO-VASSALLO. La Camera consenta anche a me, che fui per venti anni amico di Giovanni Milana, poche parole in onore del compianto collega. Giovanni Milana, animo fiero, gentile e modesto, rappresentò per molti anni nella città di Catania ciò che di più nobile si possa pensare. Egli, modestissimo sempre, rifuggiva dagli onori, lavorando in segreto per il bene del suo paese, per l'ideale democratico, e si fu costretti quasi a forzarlo ad accettare il posto d'onore nella vita pubblica di quella città. Probo, onesto, disinteressato, diventò presto l'idolo della città di cui era ospite. E quanti lo conobbero in questa Camera, in cui rimase così poco tempo, possono attestare della sincerità, della schiettezza dei suoi convincimenti. Egli dedicò t u t t a intera la vita al bene del suo paese. Credo dunque di interpretare il sentimento ed il pensiero della Camera tutta, inviando alla sua memoria un memore saluto. (Approvazioni). P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole De Felice-Giuffrida. DE F E L I C E - G I U F F R I D A . Onorevoli colleghi, con vivo dolore sono costretto a prendere la parola per commemorare brevemente, come l'ora consiglia, il mio amico carissimo, il fratello diletto, che dalla più giovine età mi fu compagno nelle più aspre lotte, Giovanni Milana. Di lui bene ha detto il presidente del Consiglio, affermando che fu uomo di fede e di carattere E ben dissero gli altri oratori, rilevando che l'animo suo rifulse di doti nobilissime e di alte idealità della più pura vita civile. Atti Parlamentari LEGISLATURA — 5540 — XXIV - la SESSIONE - DISCUSSIONI - Non mi sentivo la forza di parlare, avendo egli portato nella tomba una parte dell'anima mia, e perciò non avevo chiesto la parola, ma, all'ultimo momento, non mi sono sentito la forza di tacere. E affido alla spontaneità degli affetti la espressione viva del mio dolore. Giovanni Milana fu nomo diritto fino alla morte. Non conobbe menzogne, nè tollerò transazioni. E la prova della sua dirittura, oltre le innumerevoli prove avute durante t u t t a la sua nobile vita di sacrifici e di lotte, io l'ebbi quando, accompagnandolo alla casa di salute, dove poco dopo morì, egli, ricordando i dubbi che all'ultima ora avevano turbato la coscienza di parecchi uomini politici, mi disse fieram e n t e : se avessi creduto, avrei avuto il coraggio di dirlo; la mia coscienza, però, non soffre tentennamenti e non ammette transazioni. L a religione del mio cuore è stata sempre, ed è adesso, la fede nella civiltà e nel progresso ! Come vedete, onorevoli colleghi, morì diritto, com'era vissuto! Egli lottò con accanimento, ma ebbe sempre l'animo gentile, anche nei momenti più aspri e difficili delle lotte più accanite. E visse, si può dire, per l'amore. A lui principalmente è dovuta un'opera meravigliosa, che rimane a ricordo della sua fede: la trasformazione psicologica dell'anima di un'intera popolazione. L a trasformazione democratica della popolazione di Catania e della Sicilia orientale, infatti, fu frutto delle sue lotte e premio dei suoi dolori. E i progressi economici e la laboriosità cresciuta dell'intera popolazione, restano là ad indicare i benefici positivi dei progressi da lui invocati ed, in gran parte, anche a t t u a t i . Non sono queste brevi ma commosse parole che possono rendere la dovuta testimonianza di fede e di stima, a Giovanni Milana. A lui rese testimonianza e tributo di amore e di devozione la intera popolazione di Catania, che ne accolse la salma piangendo. E ciò valse a dimostrare che l'opera sua potè procurargli avversari, non mai nemici. Egli fu e rimane un esempio. Alla sua memoria vada una sentita parola di fede e di affetto di chi lo amò vivo; e lo venera morto. (Approvazioni). P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole A u t e r i - B e r r e t t a . Camera dei Deputati TORNATA D E L 3 DICEMBRE 1914 A U T E R I - B E R R E T T A . Compio anch'io un dovere commemorando il nostro defunto collega Giovanni Milana e l'onorevole marchese di San Giuliano. Ma, poiché la loro commemorazione è stat a degnamente f a t t a dall'onorevole Presidente della Camera, dall'onorevole presidente del Consiglio e da altri colleghi, mi limito a esprimere il mio cordoglio per la perdita del nostro amato collega Giovanni Milana, che fu un uomo onesto ge buono, il quale, solo per la sua bontà, per il suo spirito di sacrifìcio, consentì, lui sprezzante di cariche pubbliche, ad essere deputato. E d aggiungerò una parola soltanto in memoria dell'onorevole Di San Giuliano. Il presidente del Consiglio, il Presidente della Camera ed altri colleghi hanno degnamente parlato di lui. I o , benché di opinioni diverse, sottoscrivo perfettamente alle loro parole, in onore di Antonino di San Giuliano, che fu un uomo onesto, dotto e studioso ed emerse sia nella letteratura che nella politica. ( Approvazioni). P R E S I D E N T E . L'onorevole Rubini ha chiesto di commemorare l'onorevole Pietro .Baragiola. Ne ha facoltà. R U B I N I . L'annunzio della morte dell'onorevole Pietro Baragiola, di cui già dissero con nobili parole l'illustre nostro Presidente ed il Governo, mi ha profondamente addolorato. Appena sessantenne e sino a poco tempo fa in prosperosa salute, nessuno poteva immaginare che la forte fibra e la feconda operosità del collega dovessero in breve tempo soccombere agli attacchi di una insidiosa malattia. Pertanto ancor più doloroso ne venne l'annuncio a noi suoi amici e colleghi. Addottorato in agraria in quella Scuola Superiore di Milano che, sebbene di creazione non antica, già ha dato frutti cospicui, utili ammaestramenti all'agricoltura e insigni suoi cultori e rappresentanti alle patrie assemblee, egli fu eletto la prima volta deputato nel 1895 dal collegio di E r b a , che da allora in poi per ben sei volte gli confermava trionfalmente il mandato. E in Orsenigo, bellissimo borgo di quel collegio, egli spirava ieri mattina nelle braccia della famiglia costernata, da lui amatissima, fra il rimpianto dei numerosi famigliari e dipendenti. L a serietà della vita, l'applicazione sostenuta, intelligente e veramente civile — 5541 — Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a Camera dei Deputati SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4 delle sue ricchezze al progresso sotto ogni forma, la carità largamente esercitata, la facile e arrendevole sua socievolezza, pure nell'osservanza rigorosa delle sue convinzioni, ecco il segreto del successo che lo ha sempre accompagnato mediante l'affetto e la fiducia di tutto il popolo. A nessun'opera utile che interessasse il suo collegio, la provincia di Como, anzi larga parte della Lombardia ed anche altri luoghi, egli rimase estraneo. Buone norme agricole furono da lui diffuse nei suoi poderi e largamente imitate in tutta la Brianza. Tramvie, alberghi, industrie ricordano la sua iniziativa non determinata piuttosto dal desiderio dell' immediato guadagno, come dal desiderio di dotare il suo paese dei mezzi più indicati a conseguire civiltà e progresso. Attivo e di larghe vedute, nulla trascurava anche di ciò che la comune degli uomini, e ehi non gli era vicino, potevano ritenere estraneo alle sue tendenze. Prova ne sia l'appoggio costante dato all'arte nella forma sua propria, onde la villa di Orsenigo poteva fregiarsi dei lavori dei migliori artisti, quali il pittore Carcano ed altri. E, in altra forma più larga dell'arte, prova ne siano gli abbellimenti di cui seppe adornare le Terme nuove di Montecatini e il parco delizioso che le circonda, che possono dirsi sua creazione. Si serve fecondamente la patria negli uffici pubblici, come nella vita privata. Ed egli ad ambedue dedicava la sua esistenza, esistenza fattiva, senza mai confondere i due campi ed i doveri scaturenti dall'uno coi doveri scaturenti dall'altro. Ond'è che, rendendo omaggio alla sua memoria, con 1' animo commosso e per incarico anche dei colleghi della provincia di Como, mi onoro di richiamare sulla perdita del caro amico la reverente attenzione della Camera. Egli è morto con poche onorificenze di ordini decorativi, da cui la sua modestia rifuggiva; è morto invece con tutte quelle che conferiscono il lavoro, la rettitudine, il patrocinio delle opere utili all'agricoltura, all'industria, all'elevamento ed al benessere dei éoneittadini e della patria. Vada a lui l'estremo nostro .saluto ed il consapevole rimpianto nostro; e voglia la Camera consentire che alla sua addolorata famiglia, alla città di Como che lo vide nascere, si porga, ad .opera del nostro illustre Presidente, come egli ha già proposto, l'espressione del nostro rammarico pietoso . (Approvazioni). P R E S I D E N T E . Per commemorare l'onorevole Di San Giuliano ha chiesto di parlare l'onorevole Di Scalea. E"e ha facoltà. DI SCALEA. La lunga comunanza di lavoro e la devozione infinita che ebbi per l'illustre estinto mi danno oggi il compito triste e l'onore di mandare un saluto, a nome anche di molti miei colleghi dell'Isola, alla sua memoria. La mente sogna i desideri del cuore; ed io vorrei tessere di lui elogio degno della sua persona ; ma l'ora solenne che trattiene trepidante il pensiero dei miei colleghi, non mi consente che di esprimere un sentimento di rimpianto e di dolore per l'illustre estinto. Ben disse l'onorevole presidente del Consiglio che il marchese Di San Giuliano seppe riunire le qualità dell'uomo di mondo con le virtù del lavoratore. Egli degnamente rappresentò la tradizione di quei diplomatici umanisti italiani che formarono la gloria delie nostre repubbliche medioevali, e che trassero dalla diplomazia quell'abito di intellettualità studiosa che vivificava ogni loro azione. Egli, con attica genialità, seppe elevare la sua vita, e con spartano stoicismo seppe affrontare la morte che lo trovò impavido e sereno sulla breccia del supremo dovere. Ed io ehe ebbi il compito doloroso d'assisterlo nelle ultime ore della sua esistenza, anche in quell' angoscia triste della sua agonia, posso dire che alitava nel cuore suo la poesia infinita della nostra patria : quella poesia che condusse i martiri del nostro risorgimento alla gloria del patibolo. Con questi sentimenti credo di riassumere il dolore dei miei conterranei. A lui il nostro rimpianto! Ed è certo che il rimpianto della nostra terra rimarrà non momentaneo dolore, ma perseverante ricordanza dell'opera sua dedicata alla grandezza della Patria. (Vive approvazioni). PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Pennisi. P E E N I S I . Giacché ho l'onore di sedere su questi banchi, mi consenta la Camera che io la ringrazi subito per le nobilissime parole testé pronunziatesi in memoria dell'onorevole Di San Giuliano. La commemorazione odierna torna di conforto alla famiglia dell'estinto, come tornerebbe gradita allo spirito di lui che visse dell'anima istessa di quest'Assemblea, Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV — - l a . SESSIONE - 5542 — DISCUSSIONI - perchè visse sempre della forma più pura e più intensa del patriottismo. I o ricorderò sempre un telegramma venuto a raggiungermi nella quiete di una campagna siciliana, con il quale egli mi annunziava come la bandiera d'Italia sventolasse sulle mura di Tripoli: erano poche parole, ma vibrava in esse trasfusa t u t t a la gioia dell'uomo di Stato che poteva finalmente sciogliere il riserbo nella intimità degli affetti e che vedeva realizzarsi un'idea a cui aveva consacrato gran parte della sua energia. Di questo patriottismo fu materiata t u t t a la vita dell'uomo, che sembrò scettico, mentre aveva tesori inesauribili di sentimento; da esso fu illuminata la sua morte, mentre egli voleva, energicamente voleva continuare a vivere, non perchè dalla vita alcuna cosa avesse a sperare, ma perchè vivere significava per lui continuare a servire il proprio paese. Le giornate dolorose, le trepide notti di ansia passate al suo capezzale furono per t u t t i che vi stavaino vicini un grave ed alto insegnamento, per modo che nell'apprestargli le minime cure, che valessero a scongiurarne o a ritardarne la fine, si sentiva di compiere non solo un dovere di figliuoli o di amici, ma anche un vero e proprio dovere di italiani. Io son sicuro che la memoria di lui rimarrà in quest'Aula cara e venerata, perchè qui potrà essere discusso il suo pensiero politi-co, qui dovrà essere discussa la sua azione di governo, ma qui dentro avrà sempre un culto profondo il ricordo di ogni civile virtù. Con questo convincimento, i n ' n o m e della famiglia e mio, in nome specialmente delle desolate figliuole, i o esprimo al nostro illustre Presidente, all'onorevole presidente del Consiglio, agli oratori ed alla Camera i sensi della mia più viva riconoscenza. {Approvazioni). P R E S I D E N T E . L'onorevole E a v a ha facoltà di commemorare il senatore Finali. E A V A . Come al più anziano dei deput a t i dell'Emilia, consenta la Camera che io mi unisca con grato animo alle parole dell'illustre Presidente nostro e del presidente del Consiglio, dette in onore dei patriotti insigni che oggi piangiamo e in ispecie ad esse mi unisca per Gaspare Finali. Studente nel 1848 a E o m a consegnò in piazza del Popolo al battaglione che partiva per la guerra nel Veneto la bandiera tricolore; senatore nel 1911, sul Campidoglio lesse al E e d'Italia l'indirizzo del Senato che celebrava la festa cinquantenaria Camera TORNATA D E L dei Deputati 3 DICEMBRE 1914 dell'indipendenza nazionale! Sono l'alfa e l'omega della sua vita politica, t u t t a piena di ardimenti, di sacrifìci e di lavoro fidente e sereno nel nome d'Italia. Caldo di amor di patria, scrisse, giovane, tragedie e poesie e si mise nelle cospirazioni che gli procurarono persecuzioni. Scampò con l'esilio e fu condannato a m o r t e in contumacia. Ma egli non ricordava tale sentenza, perchè gli pareva fortuna essere scampato in terra di libertà. Esule in Piemonte, Farini, altro esule romagnolo che lo stimava, lo presentò a Cavour e lo impiegò in Sardegna in una impresa agraiia diretta da un altro esule romagnolo, il Beltrami che fu poi deputato. Così Finali abbandonò le tragedie patriottiche, ma non il pensiero della patria; comprò un libro di contabilità per imparare l'arte, e non sognò nemmeno che un giorno avrebbe retto la più alta magistratura contabile e finanziaria del futuro Eegno d ' I t a lia unita. Deputato nel 1859, all'Assemblea dei rappresentanti romagnoli. - dopo che Farini ebbe stracciato il t r a t t a t o di Villafranca, che avrebbe fatto ritornare i principi spodes t a t i - f u segretario di Farini nella Dittatura insieme al Visconti-Venosta che pure F a rini aveva voluto presso di sè, in quel singolare Governo di audacie patriottiche, e di ardimenti che seppe imporsi all'Europa. Quando Visconti-Venosta andò, legato del dittatore Farini, a Parigi per impedire che l'impero imponesse un Governo dell'Italia centrale e non volesse l'unione al Piemonte, Finali andò segretario del nuovo governatore nelle Marche, il Valerio, per occuparle e ordinarle a libertà nel nome d'Italia. I l libro, che negli anni suoi più maturi, scrisse sulle Marche è opera di arte e di politica ricca di ricordi e di ammaestramenti. E r a la prima volta che quella nobile regione viveva sotto un Governo indipendente r lo storico fu degno del f a t t o . E i t o r n a t o deputato per la sua Cesena, dovette cessare dall'ufficio ancora, per nomina a impiego che lo rendeva incompatibile. F u segretario generale alle finanze cori Scialoja e con Sella, nei tempi eroici della finanza, e più tardi, dalla cattedra, che tenne con amore in E o m a , descrisse le ansie di quei giorni, le necessità dei rimedi forti. Allora imparò, colla consuetudine della vita, ad amare Sella e a rendergli onore ; e prima e dopo la morte. Atti — 5543 — Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - DISCUSSIONI - Ministro di a g r i c o l t u r a , n e l l ' u l t i m o Gab i n e t t o della D e s t r a , per t r e anni, dal 1873 al 1876, lavorò a l a c r e m e n t e per leggi di u t i l i t à economica, per r i f o r m e e per il p r i m o inizio di leggi sociali: e d u c a t o alla scuola di Ming h e t t i , s e n t i v a l ' i n f l u e n z a del E o m a g n o s i e v o l e v a lo S t a t o pensoso delle condizioni del l a v o r o , e t e m p e r a t o r e di crudezze econ o m i c h e , senza la l u n g a a t t e s a del giuoco di libere forze in c o n t r a s t o . Così propose la g r a n d e i n c h i e s t a a g r a r i a . L i b e r o dal Ministero t o r n ò agli s t u d i e ai l a v o r i del suo ufficio alla Corte dei c o n t i . P u b b l i c ò le biografie di F a r i n i e di Eicasoli; e f u a t t o di a f f e t t o e d o v e r e di italiano a u n t e m p o , per d a r luce su quel periodo di g r a n d e a u d a c i a politica e di decisiva influenza per le f u t u r e sorti d ' I t a l i a . E pubblicò, d e d i c a n d o l e a Sella, le t r a duzioni di d u e commedie di P l a u t o . Ma, lo ricordo, con le p a r o l e di Plinio, si scusava di tale lavoro e d i m o s t r a v a che n o n era t e m p o s o t t r a t t o a doveri di ufficio. Carità di p a t r i a lo i n d u c e v a a t a l e fat i c a . I l g r a n d e c o m m e d i o g r a f o di E o m a era u n r o m a g n o l o , n a t o a Sarsina, vicino a Cesena: Sella, stanco della politica, lo eccitò al l a v o r o . E F i n a l i nelle ore subcescivae cont i n u ò la t r a d u z i o n e , che ebbe successo a n c h e pel f a t t o di u n uomo di finanza che scrive 30,000 versi i t a l i a n i per d a r e alle l e t t e r e i t a l i a n e la t r a d u z i o n e i n t e g r a l e delle commedie di P l a u t o . C h i a m a t o nel 1889 d a F r a n c e s c o Crispi al Ministero dei l a v o r i pubblici, diede o p e r a « a l l a soluzione della q u e s t i o n e f e r r o v i a r i a n a t a dalle convenzioni » e allo sviluppo dei lavori. O p e r a difficile, poiché egli c r e d e v a necessario il p a r e g g i o , e la sua tesi non pot e v a a c q u i s t a r g l i plauso in u n D i c a s t e r o t a n t o e s e m p r e bisognoso di spese necessarie e utili. T o r n ò per pochi giorni nel 1900 ministro al Tesoro col Ministero Saracco. Così nella sua v i t a politica f u ministro dei t r e E e della r i n n o v a t a I t a l i a . S e n a t o r e dal 1872, v i c e p r e s i d e n t e del S e n a t o , p r e s i d e n t e della Commissione di finanza, capo di m o l t e Commissioni, più come padre che come compagno. scrisse i n n u m e r e v o l i relazioni sui problemi più a r d u i : dalle leggi d ' i m p o s t a alla r i f o r m a del Senato, sempre sereno, s e m p r e alto, sempre a m a n t e di nobile stile che r i c o r d a v a le origini l e t t e r a r i e della classica scuola r o m a g n o l a t e m p e r a t a . . . s ' i n t e n d e , dalle necessità della politica. Camera dei TORNATA D E L 3 DICEMBRE Deputati 1914 Negli u l t i m i a n n i f u al S e n a t o o r a t o r e delle g r a n d i solennità p a t r i o t t i c h e e lo f u in Campidoglio. Scomparsi i maggiori f a t t o r i d e l l ' u n i t à della p a t r i a , ai c o o p e r a t o r i loro superstiti, che proseguivano con i m m u t a t o a n i m o e con fiducia i m m u t a t a , l ' o p e r a insigne, t u t t i si i n c h i n a v a n o r i v e r e n t i , lieti di vederli ancora t r a noi a m a n t e n e r e v i v a nei n o s t r i cuori la fiamma che li a v e v a guidati. Q u a n d o Cesena volle o n o r a r e il figlio f o r t e ed e m i n e n t e nel suo L X X a n n i v e r sario, per gli amici t u t t i scrisse Giovanni Pascoli il s a l u t o . E il p o e t a della b o n t à e d e l l ' a r t e virgiliana, n o n c a n t ò , nella sua ode le cose g r a n d i o p e r a t e , m a il cuore che le mosse e lo figurò raccolto coi suoi nipoti all'ombra del lavoro a n a r r a r e le cose del passato, a v e d e r e le t e r r a d o v e sorrise e pianse la sua giovinezza, e dirgli qui tutti siamo con te, Finali, o nostra mente austera, nostro cuor d'oro. e a chiedergli con a f f e t t o r i v e r e n t e : ma prima il viso lascia che nasconda fra le tue braccia. 3STel giorno solenne dei f u n e r a l i , t u t t i noi di E o m a g n a q u e s t o s e n t i m m o nel c u o r e e questo scrisse - u l t i m o scritto suo I - Vis c o n t i - V e n o s t a , memore dell'amico; questo s e n t i r o n o gli i t a l i a n i accorsi i n t e r p r e t e la voce e l o q u e n t e del ministro Ciuffelli. Onorevoli colleghi, oggi s t a c c a n d o c i per s e m p r e dal m a e s t r o b u o n o , dal c o o p e r a t o r e insigne del r i s c a t t o nazionale, dal l a v o r a t o r e assiduo dei t e m p i liberi, r i p e t i a m o col p o e t a a lui caro, che s e m p r e onore e f a m a serberemo al suo n o m e : Semper honos nomemque tmim landesqne manebnnt. (Vive approvazioni — Applausi). P E E S I D E N T E . L'onorevole Comandini h a f a c o l t à di p a r l a r e . C O M A N D I C I . Mi c o n s e n t a la Camera di a g g i u n g e r e u n a sola p a r o l a a nome mio e del collega o n o r e v o l e Merloni a quelle a l t e e degne d e t t e in onore di G a s p a r e F i n a l i dal nostro Presidente e dall'onorevole E a v a . I o ebbi con lui, a t t r a v e r s o i r d i m e n t i c a b i l i t r a d i z i o n i di famiglia, r i s p e t t o s a amicizia che mi p e r m i s e r o di a m m i r a r n e ed oggi di r i c o r d a r n e la poderosa c o l t u r a , la g r a n d e r e t t i t u d i n e , l ' i n t e g r i t à del c a r a t t e r e , la semplicità della v i t a e la schiettezza del costume. _ Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - Ia SESSIONE - 5544 DISCUSSIONI - Egli ricordava a noi giovani, pur nell'alta persona robusta, qualche cosa delle lotte dei tempi eroici, elie ci hanno ridata la patria. Gaspare Finali passava nelle vie delle nostre c i t t à in mezzo all'universale consenso, in mezzo alla universale simpatia, in mezzo all'universale rispetto. ( B e n i s simo !) Uomini-di diversa fede, di diversa dottrina, coloro, che pur stavano in diverso campo politico di fronte a lui, si inchinavano riverenti al suo passaggio, perchè Spirava dalla sua persona t u t t a la bontà del suo animo, t u t t a l'altezza del suo intelletto, t u t t o il disinteresse profondo della sua vita, dedicata intera alla grandezza della patria. I l giorno, in cui egli è morto, le c i t t à di Romagna si sono sentite percosse come da domestica sventura, e t u t t o un popolo ha fatto ala al passaggio del suo feretro. I n quel giorno non per la pompa dei funerali, che aveva desiderato semplici come il suo costume; non per il largo concorso di uomini insigni, in quel giorno passava in ogni animo romagnolo un pensiero solo di dolore e di rimpianto per l'immagine e l'esempio di una vita, che resterà indelebilmente impressa nel cuore del popolo, come quella di uno dei suoi più amati e più grandi figliuoli. ( V i v e approvazioni). P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Luzzatti per commemorare l'onorevole Visconti-Venosta. L U Z Z A T T I . {Segni d'attenzione) Onorevoli colleghi! Negli esordi del nostro risorgimento nazionale apparvero sempre, per fortuna nostra, degli ingegni privilegiati e felici i quali, dalle loro anime addolorate per le immani sventure della P a t r i a , trassero l'ufficio di pensare e di contribuire alla sua redenzione, e dopo averla conseguita, la servirono con cuore puro e con mente poderosa, in sino a che pieni di anni e di pubblica gratitudine, si spensero serenamente lasciando all'Italia l'augurio, che espresso da loro, si deve avverare, di crescente grandezza e prosperità. ( A p p r o v a zioni'). E la nazione unanime a quei sapienti patrioti si volge quando scompaiono, ripetendo per loro i versi di Simonide, interpret a t i da Leopardi: Beatissimi voi M e n t r e nel mondo si favelli o scriva. (.Benissimo ! ) _ Camera dei Deputati TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1914 A questa luminosa schiera sicuramente si addicono quei due uomini maggiori, diversi per attitudini, per uffici e per servigi resi allo S t a t o , ma eguali nella inflessibile rettitudine della loro fede politica, neJla continuata e illibatissima cura della pubblica cosa; voglio accennare a Emilio Visconti-Venosta e a Gaspare Finali. E io mi associo con la religione dell'antico affetto, alle alte parole che sullo statista cesenate suonarono in questa Camera. Cinquant'anni di fedele amicizia mi consentano la facoltà di qualche cenno su Emilio Visconti-Venosta. (Segni di viva attenzione). L a vita di Emilio Visconti-Venosta intimamente e continuamente si collega con la storia d'Italia; con le preparazioni, con le cospirazioni del 1848, del 1S49, del '51-53 colle gloriose riscosse del '59 e del '60. Visconti-Venosta fu uno di quegli eletti, riconosciuti e adoperati subito dal più grande uomo di S t a t o del secolo decimonono (che pur tanti ne generò di mirabili), da Camillo Cavour. Sin dal 1862 fece il suo ingresso al Ministero degli esteri, prima come segretario generale, poi nel 1863 quale ministro nel Gabinetto di Marco Minghetti ; con Marco Minghetti, il suo maestro e duce (o indimenticabile maestro e duce!), aveva già stretto il nodo indissolubile in un tempo, nel quale le amicizie politiche si contraevano seguendo il precetto degli antichi romani, troppo dimenticati oggidì : idem, de república sentire. (Approvazioni). Visconti-Venosta governò la politica estera quando si faceva l'Italia, nel 1862-63-64, nel '66 nel '70. E nei momenti più diffìcili, anche quando non era più al Ministero, a lui si volgeva per consiglio la coscienza del popolo italiano. Col crescere degli anni, più si rendeva intenso il rispetto ispirato da questo sereno vegliardo, il quale, tesoreggiando l'esperienza del passato, intuiva l'avvenire. I n f a t t i come l'aveva intuito dettando le norme più delicate della legge sulle guarentigie da lui affermata intangibile per la sovrana volontà dello S t a t o ( A p p r o v a z i o n i ) , negoziando gli accordi per la mutua desistenza nell'Albania, dai quali poi si deviò, quelli per la Tunisia, per il Marocco e per la Libia, che ravvicinarono l ' I t a l i a alla Francia. (Approvazioni). I n tutte queste grandi quistioni e in molte altre ancora ei fu un precursore fortunato, poiché potè in buona parte veder fiorire i frutti dell'opera sua. Atti _ Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - 5545 — DISCUSSIONI - Come Camillo Cavour a v e v a dato all ' I t a l i a la gioia suprema di essere riconosciuto anche dai G o v e r n i concorrenti o invidi, il più grande uomo di S t a t o del suo tempo, così Emilio V i s c o n t i - V e n o s t a ci procurò la sodisfazione inestinguibile di essere giudicato uno dei massimi f a t t o r i della politica europea. E g l i associava la dignità all'acume, la difesa c a u t a e assidua dei sommi interessi nazionali e quella aequitas gentium, della quale si è perduto, nell'odierne ferocie, persino il ricordo e il pudore. (Bene ! — Applausi a sinistra). Il che si vide al Congresso internazionale di Algesiras, quando le piccole contese, ingigantite da storiche gelosie, minacciarono di degenerare sin d'allora nel conflitto universale, per merito suo ritardato. ( A p provazioni). E i seppe dominare t u t t i q u a n t i con la reverenza suscitata d a l l ' a u t o r i t à del suo nome immacolato, assidendosi arbitro fra i contendenti, e per troppo breve ora, riabilitando l'ufficio della diplomazia. ( Vive approvazioni). Sino agli estremi giorni ha servito la Patria ; richiesto di consigli da chi ben fece a domandarglieli, ei rispose, in questi ultimi tragici mesi, con sicura serenità, pieno di fede nell'avvenire d ' I t a l i a . E bene a lui si possono volgere le parole di T a c i t o sulla morte di A g r i c o l a : « ...atque novissima in luce desideravere aliquid oculi tui ». ( Vive approvazioni). Imperocché questi vegliardi più che ott a n t e n n i come Emilio V i s c o n t i - V e n o s t a e Gaspare Finali, i quali t a n t o a v e v a n o sofferto per la liberazione del nostro paese, vincendo difficoltà che parevano insuperabili, più si sono a v v i c i n a t i alle ore supreme della esistenza, hanno sentito con maggior gaudio il pregio di vedere la P a t r i a unita, libera e f o r t e ; dalla memoria delle passate abbiezioni derivando un senso di fiducioso ottimismo. P e r t a n t o , onorevoli colleghi, parlando di loro ci tornano alla mente le immortali parole di Pericle, onoranti i caduti per la patria, che dopo più di duemila anni, possono echeggiare in questa Assemblea, perchè amor di patria e della libertà generano sempre gli stessi sinceri entusiasmi. ( Vive approvazioni). « Essi furono tali quali d o v e v a n o essere per lo S t a t o ; talora non felici in qualche impresa, non si ascrivevano il diritto di p r i v a r e A t e n e della loro v i r t ù e pensavano Camera dei Deputati TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1914 che ogni sacrifìcio era giusto per servire la P a t r i a . T u t t i le hanno offerte in olocausto le loro persone, ognuno ne ebbe lodi i m mortali e onorata sepoltura, non quella dove riposano, ma il monumento della loro gloria sarà sempre presente quando si t r a t t i di parlar di loro o di imitarli. « L a t o m b a dei grandi uomini è P universo intero : non si f a notare per alcune iscrizioni scolpite sulle colonne di una sepoltura p r i v a t a , ma sin nei luoghi più lontani la loro memoria ottiene il culto di t u t t e le anime, meglio che se si affidi ai fastosi ricordi ». L a Camera vorrà consentire che queste parole periclee, e perciò semplici ed eloquenti, ben si convengano agli uomini buoni e benemeriti, che qui t u t t i a b b i a m o commemorato con pensieri puri, perchè sgorganti dai cuori infiammati di sano e f e r v i d o patriottismo ! Italia, I t a l i a sia il grido perpetuo, l a passione sublime di noi t u t t i , come f u sempre dei nostri redentori e di quei nostri uomini di S t a t o ! (Vivissime approvazioni — Vivi applausi — Moltissimi deputati vanno a congratularsi con Voratore). A E T O M . Chiedo di parlare. P R E S I D E N T E . IsTe ha facoltà. A B T O M . Consenta la Camera a me, a me legato al marchese Visconti-Venosta da vincoli di venerazione quasi famigliare e da una devozione che non avrà mai fine se non con la mia vita, di aggiungere alcune pochissime parole alla splendida orazione pronunciata da L u i g i L u z z a t t i . E b b i la v e n t u r a di assistere ai due grandi atti diplomatici con cui il marchese Visconti-Venosta coronò la sua lunga" e feconda opera diplomatica a prò del nostro paese, cioè la convenzione per l ' A l b a n i a e la valida ipoteca presa mediante gli accordi colla Francia e coll'Inghilterra per la Tripolitania. Ma .«¡egnatamente ebbi la v e n t u r a di avere dallo stesso marchese Visconti le notizie più esatte e non ancora note sul periodo in cui culmina la sapienza diplomatica del gran ministro, sul periodo che per la sua g r a v i t à ed importanza ha tante analogie col momento storico che noi attraversiamo, cioè sulle t r a t t a t i v e diplomatiche che condussero alla proclamazione di E o m a capitale d ' I t a l i a . A n c h e allora il problema si p r e s e n t a v a minaccioso ed irto delle più terribili difficoltà: anche allora l'opinione p u b b l i c a reclamava il compimento delle sacrosante aspirazioni nazionali; ma il Go- Atti — 5546 — Parlamentari LEGISLATURA XXIV - la SESSIONE - DISCUSSIONI - verno esitava, ed a ragione, a trascinare il paese in u n a guerra che non p a r e v a e non f u d i f a t t i inevitabile. La sola abilità diplomatica trionfò allora dei più t r e m e n d i ostacoli. F i n dal giugno del 187Ó il marchese Visconti-Venosta, p r e v e d e n d o inevitabile lo scoppiare della guerra . f r a n c o - p r u s s i a n a e ritenendo difficile la conclusione dell'accordo a t r e t r a l ' I t a l i a , la F r a n c i a e l'Austria, a v e v a negoziata l ' e v e n t u a l e n e u t r a l i t à dell'Italia in corrispettivo dell'appoggio diplomatico colla Prussia e coli'Austria per la questione di Boina. B i m a n e v a sempre il g r a n d e ostacolo dell' occupazione delle t r u p p e francesi in E o m a ; ebbene il marchese Visconti-Venosta ebbe il coraggio di a f f r o n t a r e la maggiore delle impopolarità e di a c c e t t a r e l'integrale a t t u a z i o n e della Convenzione di settembre, purché le t r u p p e francesi evacuassero E o m a ed insieme a Quintino Sella decise la Camera a ratificare l ' o p e r a t o del Governo. Lo scopo della politica del marchese Visconti-Venosta era di t u t t o p r e p a r a r e dip l o m a t i c a m e n t e finché la caduta d e l l ' I m pero spianasse la via al pacifico e leale compimento del grande a t t o nazionale. I n f a t t i , come mi r i p e t e v a egli stesso anche nello scorso anno, appena giunta la notizia della c a d u t a dell'Impero a Sedan, egli i m m e d i a t a m e n t e si recava dal presidente L a n z a e, non avendolo t r o v a t o in ufficio, faceva, per mezzo del segretario generale Tavallini, convocare il memorando Consiglio dei ministri che decise l'occupazione di Eoma. Onorevoli colleghi, sullo storico anello coniato come ricordo per coloro che parteciparono alla m a g n a n i m a impresa di E o m a , venne inciso, per consiglio dello stesso Visconti-Venosta, il fatidico motto « Memento ». Questa parola sia monito e consiglio a ricorrere sempre, nei più gravi m o m e n t i della nostra vita nazionale, agli insegnamenti lasciatici dal gran diplomatico che oggi t u t t a I t a l i a piange. (Approvazioni). PBESIDEJSTTE. L'onorevole Brandolini ha f a c o l t à di parlare. B E A N D O L I ! « . Onorevoli colleghi ! Altri in modo c e r t a m e n t e migliore e più degno di me h a n n o oggi commemorato in questa Camera le alte benemerenze del senatore marchese Visconti-Venosta, e hanno a v u t o parole di elogio e di ammirazione per la lunga carriera politica che si collega con t u t t a la nostra v i t a nazionale. Camera dei Deputati TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1914 Dalle Cinque Giornate di Milano, da quegli anni delle speranze e delle congiure, degli eroismi e dei dolori, a t t r a v e r s o t u t t e le epiche fasi del nostro Bisorgimento, come in t u t t i i g r a v i e difficili m o m e n t i della nostra v i t a di u n i t à nazionale, il nome del marchese Visconti-Venosta vi figura con onore e in modo degno della riconoscenza di t u t t i gli italiani. Chiamato dalla fiducia del E e e del Paese alle più alte cariche, alle più delicate mansioni, vi lasciò sempre l ' i m p r o n t a , il ricordo dell'opera sua non solo per l'ill u m i n a t a intelligenza, ma anche, e sopratt u t t o , per la sua alta rispettabilità personale, per il suo puro e disinteressato a m o r di p a t r i a . Io crederei di m a n c a r e ad u n dovere e nel contempo a u n sentimento profondo dell'animo mio se, quale r a p p r e s e n t a n t e di Vittorio, a nome di quel collegio che ebbe il v a n t o di averlo a d e p u t a t o , non portassi anche io u n a parola di cordoglio e di omaggio a questa solenne manifestazione p a r l a m e n t a r e . Vittorio lo ebbe dal 1877 al 1882 suo d e p u t a t o per t r e legislature, nelle due prime a collegio uninominale, e nella terza a scrutinio di lista come secondo collegio di Treviso in unione ad altri due illustri statisti, Buggero Bonghi e Luigi'Luzzatti, magnifica triade, che onor a r o n o e ancora onorano non solo questa p a r t e della Camera, ma il P a r l a m e n t o e l'Italia tutta. (Benissimo!) Vivo è ancora nella c i t t à di Vittorio il ricordo dell'affetto per lui suo cittadino onorario, e quel collegio, a nessuno secondo nei sentimenti di italianità e di venerazione verso i grandi che h a n n o creato la p a t r i a libera e u n a , oggi si associa al dolore di t u t t a Italia. Visconti-Venosta è u n a di quelle g r a n d i figure di s t a t i s t i dell'epoca più radiosa della nostra storia; e noi giovani, allo schiudersi di una di queste tombe, p r o v i a m o un sentimento di angoscia come se qualche cosa più ci staccasse da quell'età non lont a n a per t e m p o , ma t a n t o diversa, e priv a t i della loro presenza, che è per sè stessa a m m o n i m e n t o , privati pure del loro illum i n a t o consiglio, sentiamo accrescersi le n o s t r e responsabilità verso la p a t r i a . Possano almeno gli italiani in quest'ora grigia, densa di preoccupazioni e di incertezze, r i c o r d a n d o quello che f u il passato di Visconti-Venosta, e l'età che ¡[fu sua, rievocare quella purezza di entusiasmi, e rispecchiandosi in quello spirito dissacrili- Atti —• 5547 — Parlamentari LEGISLATURA XXIY - la SESSIONE - DISCUSSIONI - ciò. in quelle alte idealità, che ispirarono le azioni eli quei grandi uomini, r i t r o v a r e l'abnegazione, la forza, la fiducia nell'avvenire del paese, e quei magnifici ardimenti, sì da far rivivere alla nostra p a t r i a ore meno scettiche, ore più prospere e sopratt u t t o più degne delle magnifiche tradizioni che quegli uomini nostri ci h a n n o lasciato. (Vive approvazioni). P R E S I D E N T E . L'onorevole Gesualdo Libertini ha facoltà di commemorare l'onorevole senatore Giorgio Arcoleo. L I B E R T I N I G E S U A L D O . La scomparsa di u n a g r a n d e personalità politica, t a l v o l t a anche tra i commenti i piti disparati, lascia come un v u o t o a t t o r n o a noi, ne rende più a p p r e z z a t a l'opera insigne spiegata in vita e dimostra, p u r t r o p p o , la g r a v i t à della p e r d i t a . E t a l si fu di Giorgio Arcoleo, magnifica figura di l o t t a t o r e nell'agone della vita, in t u t t e le sue manifestazioni, che alla sua g r a n d e a t t i v i t à personale, alla sua tenacia che non conosceva ostacoli, al suo ingegno brillante e proteiforme, a sè stesso insomma d o v e t t e esclusivamente la propria f o r t u n a , i suoi continui e maggiori successi. N a t o da modesti p a r e n t i in una piccola c i t t à di provincia, egli, fin dai primi anni della sua vita, diede splendida mostra del suo ingegno agile e p r o n t o , che lo fece subito eccellere t r a i suoi compagni e che si affermò ancora viemaggiormente allorché in età più p r o v e t t a si recò a Napoli per c o n t i n u a r e gli s t u d i in quella Università. E f u qui che cominciò ancora a dar prova di quella forza d ' a n i m o , di quella tenacia e saldezza di propositi che gli permisero di superare situazioni spesso difficili e di f r o n t e alle quali altri meno f o r t e di lui a v r e b b e ripiegato, dichiarandosi vinto. Ma Giorgio Arcoleo p o r t a v a nel suo zaino il bastone di maresciallo, e t u t t e le asperità delia sua giovanile e t r a v a g l i a t a esistenza f u r o n o da lui s u p e r a t e vittoriosamente, lasciandogli solo nell' animo quel fondo di sarcasmo e sulle l a b b r a quella parola caustica, che non risparmiava amici ed avversari, e che' fu senza dubbio u n a delle più brillanti manifestazioni del suo f o r t e ingegno. E in q u e s t a l o t t a per la vita egli si ebbe il conforto e l'ausilio di uomini eccelsi che, a m m i r a n d o le sue magnifiche doti intellettuali, intuirono i suoi f u t u r i trionfi, l'immancabile successo che avrebbe sicuramente accompasnat'a la stràordina- 433 Camera dei Deputati TORNATA D E L 3 D I C E M B R E 1914 ria cosciente a t t i v i t à di quel giovane studioso. Nè il giudizio di costoro andò e r r a t o . Giorgio Arcoleo, liberatosi dalle ultime scorie che a t t o r n o a lui aveva a c c u m u l a t o la sua t r a v a g l i a t a esistenza nei primi anni, sicuro ormai del suo avvenire', potè facilm e n t e procedere nella sua rapida ascensione verso le più alle v e t t e della maggiore riputazione. L e t t e r a t o , giurista, p a r l a m e n t a r e insigne, non è in I t a l i a e fuori chi non ricordi la sua grande ed elevata opera in t u t t e le manifestazioni della sua a t t i v i t à , non è chi possa dimenticare q u a n t a p a r t e egli ebbe nella v i t a pubblica del nostro paese. Nè valse ad arrestare questa sua a t t i v i t à l'inf e r m i t à che lo colse e che avrebbe a b b a t t u t o qualsiasi altro uomo anche di più. f o r t e t e m p r a ; chè anzi parve la sua energia moltiplicarsi dopo la s v e n t u r a , quasi a f a r dimenticare la diminuzione fisiologica che lo aveva colpito ed a dimostrare che per nulla aveva reso meno tenaci i suoi propositi, meno svegliata la sua intelligenza, più fiacca ia sua energia. Parecchi dei nostri più anziani ed autorevoli colleghi non a v r a n certo dimentic a t o la figura di Giorgio Arcoleo, la cui a t t i v i t à p a r l a m e n t a r e si esplicò col maggior successo e lo condusse alle più alte cariche dello S t a t o . E in Senato, dove egli p o r t ò una n o t a di vera m o d e r n i t à , sommovendo spesso il tranquillo ed i m p o n e n t e ambiente della n o s t r a maggiore Assemblea, t u t t i ricord a n o la p a r t e viva e continua da lui presa nello svolgersi della vita di quella p a r t e della nostra R a p p r e s e n t a n z a nazionale. T u t t i ricordano ancora le magnifiche relazioni da lui elaborate, gli splendidi discorsi pronunziati in parecchi gravissimi m o m e n t i della vita pubblica nazionale, q u a n d o la sua parola f r e d d a ed incisiva nella sostanza, ma calda ed elevata nella f o r m a , suonava a m m o n i t r i c e a t u t e l a del decoro dell'Assemblea o p r o p u g n a n t e la soluzione a d e g u a t a dei più gravi problemi incombenti sul nostro paese. E la m o r t e lo colse come un vero comb a t t e n t e , sulla breccia, q u a n d o quasi in ispreto alla fragilità dell'umana n a t u r a , e m a l g r a d o le prescrizioni dei sanitari che lo assistevano, l ' a n i m a i r r e q u i e t a di Giorgio Arcoleo sentiva il bisogno di affermarsi a n c o r a f o r t e m e n t e , con r a d d o p p i a t a energia, quasi presaga della sua prossima fine. Atti — Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a SESSIONE - 5548 — DISCUSSIONI - E r i t o r n o al p u n t o dal q u a l e son p a r t i t o a l l ' i n i z i o di q u e s t e b r e v i e m o d e s t e p a r o l e , che s e n t i v o il d o v e r e di p r o n u n z i a r e o g g i in o m a g g i o a l l a m e m o r i a di c o l u i che f u il mio m a e s t r o ed a m i c o ed a cui ebbi l ' o n o r e di s u c c e d e r e n e l l a r a p p r e s e n t a n z a p o l i t i c a del collegio di C a l t a g i r o n e , L a s c o m p a r s a di G i o r g i o A r c o l e o lascia u n g r a n d e v u o t o a t t o r n o a noi ed u n v u o t o che p o t r à difficilmente colmarsi, perchè t u t t i r i c o r d e r e m o con v i v o c o r d o g l i o q u a l e i m m e n s a f o n t e di e n e r g i a i l l u m i n a t a e f a t t i v a è v e n u t a a m a n c a r e al nostro paese. A l l a f a m i g l i a , ai p a r e n t i , a g l i amici ed a m m i r a t o r i , alla sua c i t t à n a t i a , d o l o r a n t i per t a n t a p e r d i t a , v a d a n o le n o s t r e più v i v e c o n d o g l i a n z e . R e s t i f r a noi il r i c o r d o delle sue d o t i e m i n e n t i ad esempio n o s t r o e di coloro che a noi s u c c e d e r a n n o nella r a p p r e s e n t a n z a della N a z i o n e . (Vive approvazioni). P E E S I B E N T E . H a f a c o l t à di p a r l a r e l ' o n o r e v o l e C o l o n n a di Cesarò. C O L O N N A D I C E S A R Ò . Onorevoli amici, io sono in g e n e r e a v v e r s a r i o c o n v i n t o e i m p e n i t e n t e delle c o m m e m o r a z i o n i l u n g h e e accademiche. S e n t i r e i p e r ò di v e n i r e meno a un mio d o v e r e se t r a s c u r a s s i di r i c h i a m a r e l ' a t t e n z i o n e della C a m e r a sul v u o t o immenso che, n e l l a s c h i e r a e l e t t a d e g l i u o m i n i di m e n t e e di c u l t u r a d ' I t a l i a , ha l a s c i a t o la s c o m p a r s a di G i o r g i o A r c o l e o , Molti f r a v o i lo a v r a n n o a v u t o c o l l e g a in q u e s t o consesso ; q u a l c u n o , al pari di m e , lo a v r à a v u t o professore a l l ' U n i v e r s i t à ed a l p a r i di me r i c o r d e r à c o m e la sua p a r o l a s m a g l i a n t e e i m m a g i n o s a riuscisse a r e n d e r e p i a c e v o l e e d i l e t t e v o l e persino q u e l l a mat e r i a a r i d a che i n s e g n a v a , il d i r i t t o costituzionale. R i c o r d e r ò , per e s e m p i o , c o m e ci descriv e v a la legislazione i t a l i a n a , sulla q u a l e si e r g o n o , maestosi, i c i n q u e codici, che p e r ò una p i o g g e r e l l a fine fine di leggi speciali v a i n a v v e r t i t a m e n t e b a g n a n d o e ric o p r e n d o di u n a p a t i n a che li r e n d e r à f r a p o c o irriconoscibili. E r i c o r d e r ò come lo spirito suo t e n e s s e in s o g g e z i o n e la s t u d e n t e s c a , la q u a l e , g e n e r a l m e n t e t a n t o f a c i l e a p r e n d e r e c o n t a t t o c o n i suoi maestri, c o n lui i n v e c e n o n a v e v a quasi a r d i r e di a v v i cinarsi, per t i m o r e di q u a l c h e risposta arg u t a c h e ne c o m p r o m e t t e s s e la serietà. Si sa; l ' u o m o più è g i o v a n e e più sente la p r e o c c u p a z i o n e di essere serio, o per lo m e n o di essere preso sul serio ; e noi, stud e n t i , p e r q u e s t a p r e o c c u p a z i o n e , p o c o ci Camera TORNATA B E L dei 3 DICEMBRE Deputati 1914 a v v i c i n a v a m o a lui e ci r i u s c i v a così impossibile di r i c o n o s c e r e s o t t o la v e s t e del professore e delparlatore smagliante l ' u o m o di m e n t e e di f e d e . I o credo che p o c h i in fondo abbiano conosciuto Giorgio Arcoleo, nel s i g n i f i c a t o i n t i m o d e l l a p a r o l a . F u c u l t o r e del d i r i t t o , m a e s t r o nell'ins e g n a m e n t o , insigne p a r l a m e n t a r e , u o m o di g o v e r n o ; m a q u e s t e sono t u t t e m a n i f e s t a z i o n i esteriori d e l l ' a t t i v i t à sua. P e r me, più c h e i! p a r l a m e n t a r e e il giurista, ho a m m i r a t o in G i o r g i o A r c o l e o il filosofo, di q u e l l a filosofia t u t t a p r o p r i a della m e n t a l i t à i t a l i a n a , la filosofia del V i c o , del G i o b e r t i , del M a m i a n i , d e l M a z zini, che non è s t u d i a t a c o m e u n a s p e c u l a zione a s t r a t t a , per sè s t a n t e , ma è s e n t i t a c o m e u n e l e m e n t o essenziale della v i t a , come una forza unificatrice e coordinatrice di t u t t e le discipline e di t u t t e le b r a n c h e della a t t i v i t à u m a n a . E la filosofia era a n c h e la f o n t e dell'inesauribile spirito di G i o r g i o A r c o l e o . L o si è d e t t o uno scettico, p e r c h è scherz a v a su t u t t o ; ma lo scherzo di l u i d a v a la misura della sua f e d e , p e r c h è s e n t i v a c o m e la g r a n d e t r a g i c i t à delle cose di q u e sto m o n d o e della v i t a u m a n a n o n sia nelle g r a n d i disgrazie e nelle g r a n d i s c i a g u r e , ma nei piccoli t o r m e n t i , nei d o l o r i m i n u t i che i n t o r b i d a n o la serenità della v i t a e nell'inc a p a c i t à d e l l ' u o m o di erigersi al di sopra di essi. L o spirito suo era indice del senso x>rof o n d o che A r c o l e o a v e v a di quello c h e si c h i a m a il t r a g i c o q u o t i d i a n o e d e l l a super i o r i t à che l ' u o m o d e v e d i m o s t r a r e di f r o n t e ad esso. E di q u e s t a s u p e r i o r i t à G i o r g i o A r c o l e o ha d a t o p r o v a , q u a n d o lo h a colpito u n a s c i a g u r a ben più t r a g i c a che n o n siano le d i s g r a z i e ordinarie e le miserie c h e t u r b a n o la f e l i c i t à u m a n a . E p p u r e sotto l ' i m p u l s o d e l l a sua v o l o n t à serena, egli n o n v e n n e m e n o al suo l a v o r o e alle sue o c c u p a z i o n i ; p a r v e a n z i che la p e r d i t a della v i s t a m a t e r i a l e a b b i a reso in lui più a c u t a , più p r o f o n d a e più perspicace la visione della m e n t e . S c e t t i c o A r c o l e o ! Ma io lo c h i a m e r e i inv e c e u n i d e a l i s t a , di un i d e a l i s m o che si rib e l l a v a alle c o n s i d e r a z i o n i d ' o r d i n e p r a t i c o e m a t e r i a l e , per c u i d i s d e g n a v a le concezioni p o s i t i v i s t e e s t r e t t a m e n t e r a z i o n a l i della scienza m a t e r i a l i s t a , di cui p r o n u n z i a v a la c o n d a n n a con u n a p a r o l a sola : « p i a n u r a ». A b o r r i v a il socialismo, che c o n c e p i s c e lo S t a t o c o m e u n a società a n o n i m a p e r Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l — 5549 — a Camera dei Deputati SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4 azioni di cui si giudica il buon andamento unicamente dal dividendo che ogni socio ne può ricavare; disprezzava la vita politica italiana di questi ultimi anni, guidata da uomini (diceva egli) la cui mente dimora al pian terreno, sale qualche volta al mezzanino, ma al piano nobile non arriva mai. Onorevoli amici, io non mi dilungo, perchè credo che la lunghezza delle commemorazioni debba essere in ragione inversa del valore dell'uomo, e credo che commemorare a lungo un estinto significhi nutrire il dubbio che la sua figura non basti da sola a perpetuarsi nel tempo ; e mi perdonerete se, per quanto brevemente, io ho voluto fare una commemorazione, direi quasi aneddotica, dell'onorevole A rcoleo. Ma credo che il mio modo di commemorare Giorgio Arcoleo sia il più sincero di t u t t i : far vivere cioè per un istante in quest'aula lo sfolgorìo del suo intelletto, e non profondermi n declamazioni laudative, che suggerii ebbero allo spirito suo, se potesse aleggiare per un momento in mezzo a noi, considerazioni umoristiche sulla capacità dell'uomo di parlare a lungo sulle cose morte o sugli uomini estinti. Nel 1909, dopo le elezioni politiche, tra la farragine delle lettere e dei biglietti gratulatorii per la mia elezione, trovasi una lettera, che conservo ancora, di Giorgio Arcoleo: erano auguri che mi faceva per la vita politica mia, che si apriva allora... Yoi mi compatirete quindi, o amici e colleghi, se ho preso alcuni minuti del vostro tempo per dare espressione al rimpianto mio e vostro per la vita di lui, che si è chiusa. (Approvazioni). P R E S I D E N T E ! Ha facoltà di parlare l'onorevole Brizzolesi. BRIZZOLESI. Il senatore Carlo Borgatta che per cinque legislature fece parte di questa Assemblea, fu rapito all'affetto della sua adorata famiglia e a tutti i suoi numerosi amici ed estimatori nell'estate scorsa. Di carattere buono, di sentimenti veramente squisiti e patriottici, egli dedicò sempre; l'opera sua all'adempimento del suo mandato con zelo, assiduità e non comune ingegno per modo da meritare anche la stima dei suoi colleghi i quali lo vollero me, ritamente segretario nell'ufficio di Presidenza, carica che egli coprì anche nell'altro ramo del Parlamento, Alla sua memoria rivolgo* queste poche parole di sincero rammarico, certo di in- terpretare l'unanime sentimento dei suoi antichi elettori i quali ricorderanno sempre con affetto il loro beneamato rappresentante politico; e prego l'onorevole Presidente di voler proporre alla Camera di inviare le sue vive condoglianze alla famiglia dell'estinto ed al comune di Bocca Grimalda dove egli ebbe i natali. (Approvazioni) P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Queirolo. QUEIROLO. Onorevoli colleghi, il giorno 8 di novembre un altro grave lutto colpiva l'Italia: Alessandro D'Ancona moriva in Firenze dove si era ritirato a trascorrere, insieme con i figli, gli ultimi anni della sua vita. Rappresentante della città che gli ha dati i natali, e per quaranta anni lo ebbe maestro nel suo glorioso Ateneo, io ricordo qui le virtù ed i meriti insigni dell'uomo che l'Italia ha perduto. E l'omaggio mio sia come l'eco dei grandioso tributo di onoranza che P isa, raccolta in un plebiscito di dolóre, rese al suo illustre cittadino, quando ne accompagnò la salma alla estrema dimora, da lai voluta nella sua città nativa, presso le figlie dilette che l'aveano preceduto nella pace del sepolcro. Alessandro D'Ancona è ben degno di solenne commemorazione in quest'Aula del Parlamento italiano : poiché se eg'i fu ed è gloria della sua città, della quale accettò e tenne anche la suprema magistratura in momenti difficili, per dimostrare, come egli scrisse, che nessuno poteva sorpassarlo nell'affetto della nativa città, Alessandro D'Ancona onorò l'Italia t u t t a con la sua mente altissima e col suo cuore nobilissimo. La fama grande e pura del suo nome, uscita dal cerchio delle mura di Pisa, si sparse per t u t t a Italia, e fuori dei confini d'Italia portò in tutto il mondo colto, la gloria della sua opera storica e letteraria. Questa grandiosa opera che consta di oltre 1,200 pubblicazioni, gettò viva luce sulla storia del nostro Risorgimento, sulla nostra storia letteraria, dai suoi inizi fino ai nostri giorni, illustrò le origini della nazione italiana, della sua lingua, del suo teatro e della sua poesia popolare. Essa fece di Alessandro D'Ancona uno dei maggiori scrittori dei nostri tempi, e rimarrà come un imperituro monumento d'onore per lui. Il suo insegnamento sulla Cattedra Dantesca nell'Ateneo Pisano, dalla quale — 5550 — Atti Parlamentari LEGISLATURA X X I V - la SESSIONE - DISCUSSIONI - commentò e svelò il Divino Poeta nei suoi elementi storici, filosofici ed estetici, e nelle sue sublimi visioni patriottiche, con uno studio così profondo e con un amore così grande che non saranno mai superati, lo ha collocato fra i maggiori maestri di letteratura nelle Università italiane. Alessandro D'Ancona fu un rinnovatore della cultura italica del secolo x i x , fu il restauratore della critica storica, ed alieno, come era, dalle vanità della estetica romantica, fondò il metodo storico positivo della nuova letteratura italiana. Con questo massimo titolo di gloria il nome di Alessandro D'Ancona passerà alla storia. Come la mente, egli ebbe nobile e generoso il cuore. Uguale al maestro fu l'uomo ; alte come le idealità della scienza, Alessandro D'Ancona ebbe le idealità della patria. All'Italia dedicò fino dai suoi giovani anni la sua ardente fede patriottica, partecipando attivamente al movimento di preparazione della unità italiana, e contribuendo efficacemente, con la sua fervida propaganda, a riunire quanti, nelle smembrate regioni d'Italia avevano, al pari di lui, fede liberale. A Torino dove andò giovanissimo nel 1854, presto entrò in stretti rapporti di idee e di azione con quanti aspettavano e preparavano 1' alba del risorgimento italiano: e fu tra i più attivi ed ardenti, pieno com'era di quel santo entusiasmo patriottico che già, fino dal 1852, gli aveva fatte scrivere le « Memorie dei toscani alla guerra del 1848 ». ifei quattro anni del suo soggiorno nella capitale del Piemonte contrasse amicizia e famigliarità con i maggiori uomini della emigrazione italiana : vi conobbe intimamente il Cavour, il Tommaseo, il DeSanctis, e ad essi si unì nelle, aspirazioni e nel lavoro di preparazione degli imminenti destini d'Italia. Alla della indipendenza italiana Alessandro D' Ancona diede pure il suo braccio : egli si arruolò volontario nella campagna del 1859, e fu destinato alle funzioni di segretario d' intendenza militare nella Emilia. Dopo la pace di Villafranca, che lasciava incompiuta la redenzione d ' I t a l i a , e gettava la costernazione nell'animo dei patrioti italiani, il D'Ancona se ne tornava a Firenze dove, d'intesa col Ricasoli e col Peruzzi, continuò l'opera sua di propaganda Camera dei TORNATA DEL 3 DICEMBRE Deputati 1914 giornalistica diretta a tener viva la fiamma delle aspirazioni italiane verso la unità della Patria. Ad Alessandro D' Ancona, per la sua fervida fede patriottica affidarono i liberali toscani d'allora, 1' incarico di presentare a Camillo Cavour le note di sottoscrizione per il dono che la Toscana fece al grande ministro, che al Congresso di Parigi aveva rappresentato il piccolo Piemonte ed affermato dinanzi all' Europa e difeso a viso aperto, il diritto d'Italia: ed a lui toccò pure l'onore di consegnare ad Alfonso Lamarmora la spada che la Toscana donò al grande generale dopo la guerra di Crimea. Alessandro D'Ancona, come per l'Italia, così fu caldo propugnatore del principio di nazionalità per tutti i popoli. Con un libro sulla Polonia - del quale non ebbe la ventura di veder la pubblicazione imminente - e con un caldo voto per la risurrezione di quella infelice nazione, Alessandro D'Ancona chiuse la sua nobile vita di storico e di patriota. Io ricordo con quale ineffabile soddisfazione nell'ultimo affettuoso colloquio che ebbi con lui quando per l'ultima volta io lo visitai nel suo ritiro estivo di Massa, egli, presago della sua prossima fine, mi comunicasse di aver potuto finire prima di morire questo lavoro, nel quale era lieto di aver rivelata e documentata la parte che un italiano, nutrito dei concetti liberali e filantropici dei filosofi francesi, il fiorentino Scipione Piattoli, che il D'Ancona riuscì ad identificare nell'Abate Mario dell'epico romanzo « Guerra e Pace » di Leone Tolstoi, ebbe nella nuova costituzione polacca, ultimo e memorando atto della Dieta di quattro anni. « Vorrei (scriveva il D'Ancona pochi anni or sono in una breve memoria, su questo argomento della storia di Polonia) vorrei che la fortuna tanto ancora mi concedesse di vita e di forze, da far seguire a questo piccolo saggio un ampio lavoro su codesto fiorentino che servì lealmente e fino all'ultimo giorno della sua vita la santa causa della libertà ; e nulla potendo fare a prò della sua patria consacrò tutto sè stesso al bene di un'altra Nazione, grande anche essa e del pari infelice. Dalla ^erra ove egli nacque - concludeva il D'Ancona - io mando intanto, nel suo nome, un saluto ed un augurio alla P o l o n i a ! ». La fortuna diede ad Alessandro D'Ancona la vita e le forze invocate per com- — 5551 — Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a Camera dei Deputati SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4 piere il poderoso lavoro che aggiungerà prèsto nuova gloria al suo nome: e se gli negò di veder compiuto il suo augurio alla Polonia, egli è vissuto abbastanza per veder aperto il grande dramma umano dal quale egli ha certo sperato, come tutti gli italiani sperano, che sorga la auspicata redenzione di quel nobile popolo. A così alte idealità, Alessandro D'Ancona ispirò sempre i pensieri e gli atti della sua lunga vita, operosa fino all'ultimo giorno, t u t t a dedicata alla famiglia, alla scienza ed al paese, vissuta con coraggiosa sincerità di carattere, e con elevata nobiltà d'animo e di aspirazioni. Alla memoria grande e cara di lui, che amai come un padre e venerai come un maestro, vada di qui il reverente e memore omaggio dovuto agli uomini che, col loro ingegno e con le loro opere, onorano l'umanità. (Vive approvazioni — Congratulazioni). P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Rampoldi. RAMPOLDI. Onorevoli colleghi, permettete anche a me di rievocare in mezzo a voi la memoria d'un nostro antico collega, l'avvocato Oreste Pennati, che, per cinque legislature, quante corrono, cioè, dal 1884 al 1909, rappresentò qui il collegio politico di Monza. Oreste Pennati, spentosi a Monza sullo scorcio del settembre scorso, se non lasciò orme grandi di lavoro legislativo negli annali del Parlamento (tanta timidezza aveva di parlare qua dentro, egli così eloquente nel fòro), tuttavia, per lo spirito diritto ed arguto, per la bontà ingenita dell'animo, per l'ingegno sottile e soprattutto per la dignità ed il disinteresse che pose nell'esercitare il mandato legislativo, meritò d'essere amato e stimato da tutti quanti ebbero la ventura di stargli vicino e di conoscerlo intimamente. Egli partecipò, per una lunga serie d'anni, alla vita cittadina di Monza, e cooperò con grande attività ed amore costante allo sviluppo ed al progresso di quegli istituti locali di beneficenza, degL istituti primari e secondari, delle società di mutuo soccorso popolari; fu, in una parola, il naturale e costante tutore degli interessi dei poveri e dei deboli. E ben degno sarebbe egli stato di entrare nell'altra Camera del Parlamento, .che certo si sarebbe onorata del nome suo e dell'opera sua; ma il fato immaturo gli contese quest'ultima consolazione. Oreste Pennati, finché visse, fu milite devoto e fedele del partito radicale ; ed è in nome del gruppo parlamentare radicale, che io mando oggi alla memoria di lui un saluto commosso e reverente ; e prego il nostro Presidente, pure a nome del gruppo radicale, di farsi interprete degli unanimi sentimenti di cordoglio di questa Assemblea, presso la desolata famiglia dell'estinto, a mezzo dei municipio di Monza. (Approvazioni). P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Cesare iiava. NAYA CESARE. Rappresentante del collegio di Monza, che ebbe in Oreste Pennati, per parecchie legislature, il proprio deputato, m'associo cordialmente alle nobili parole dell'onorevole Rampoldi. Oreste Pennati fu modesto per natura, e forse le stesse condizioni precarie della sua salute che lo condussero immaturamente a morte, ed un certo spirito di bonario scetticismo onde aveva pervaso l'animo, non gli permisero di mostrare con maggiore evidenza nella vita pubblica le doti preclare del suo ingegno e la sua larga coltura. Egli fu buono, mite, d'un.a integrità cristallina, amantissimo della famiglia; e queste doti dell'animo gli conciliarono il rispetto in ogni campo politico ed amicizie in ogni ordine di cittadini, e ne furono prova le testimonianze di cordoglio che accompagnarono la sua morte. Avversario suo politico, sento non solo il dovere, ma anche il bisogno dell'animo di rendere a lui l'omaggio dovutogli come parlamentare e come cittadino, e di associarmi alle proposte fatte perchè alla desolata famiglia ed alla città di Monza siano inviate le condoglianze della Camera. (Approvazioni). P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Degli Occhi. DEGLI OCCHI. Portare un commosso saluto alla memoria di un uomo scomparso, carico d'anni e giovato pur sempre da vivacità di ingegno e di propositi, e portarlo in quest'ora, in cui tanto fiore di giovinezza è travolto da una bufera omicida, potrebbe sembrare ingeneroso oblìo dell'istante storico, che attraversiamo con un senso di trepidazione umana e patriottica. Ma il nostro omaggio è giustificato, quando si pensi che uomini, come Giuseppe Speroni, si perdono, non si sostituiscono, e non si sostituiscono perchè non è dato a tutti di fondere, come egli fece, in mira- Atti Parlamentari — a 5552 — Camera dei. Deputati LEGISLATURA XXIV - l SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1914 bile armonia la tradizione del passato e il ] inviare da quest'Aula il nostro riverente saluto. presenso dei giorni nuovi. Ed io, che l'ho veduto discendere l'arco Angelo Celli ha compiuto ricerche midegli anni, l'ho veduto accompagnare il suo rabili non solo intorno alla malattia, ma tramonto colla grande ascesa dell'Istituto, anche intorno alla alimentazione dei conche egli presiedeva ed al quale dedicava tadini ed alla igiene delle scuole e delle quelle energie, che prima aveva dato alla officine, lasciando su tali argomenti voCamera elettiva ed a quella vitalizia. lumi e pagine che non morranno. Ma Nè l'omaggio che gli rendo, anche a Celli fece sempre della scienza milizia cinome del collega Angelo Pavia, deputato di vile, dello scienziato l'apostolo, e perciò Varese, collegio già onorato da Giuseppe dalle sue ricerche trasse la fondazione della Speroni, tornerà discaro al suo spirito elet- So cietà per gli studi sulla malaria, a fianco di to, poiché troverà in questo consenso ra- Giustino Fortunato e Leopoldo Eranchetti. gione a sperare che la sua azione non sarà Dalle sue ricerche intorno alle malattie nè troncata nè interrotta ; ma resterà am- tropicali trasse la idea della costituzione monitrice di ogni larghezza, nel campo della Società di medicina ed igiene tropieconomico ed in quello della beneficenza e cale. La Società di Liverpool per questi della previdenza. (Approvazioni). suoi meriti lo volle socio onorario. Ed a tale P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare sua azione aggiunse la propaganda mel'onorevole Pietravalle. diante gli annali di igiene, mediante il tratP I E T R A V A L L E . Dopo la rievocazione, trato di medicina sociale ed altre pubblicadinanzi al memore pensiero della Camera, zioni periodiche, che continuò con costanza di cittadini che hanno reso servigi insigni fino agli estremi della sua vita. alla patria, ma che vivi, la patria Le sue assidue e fortunate ricerche di ha premiati con degne onoranze, mi si conceda di mandare un mesto saluto alla laboratorio, la sua diuturna battaglia contro memoria di un nostro collega, Angelo Celli, la malaria culminò in quella memorabile dello scienziato illustre, del maestro im- legislazione italiana del chinino di Stato e pareggiabile, del cittadino intemerato, del- della profilassi chininica, che tutti i paesi l'uomo politico che ha stampato orme in- tormentati dalla malaria hanno, ammirando, delebili nella legislazione italiana, del filan- in parte tradotto nella propria difesa satropo che si è spento nel silenzio, lontano nitaria, e che nella nostra terra classica del dalla Camera che aveva lasciato appena da paludismo ha prodotto così vasti e benefìci effetti, non solo abbassando la mortalità e una legislatura. Angelo Celli è stato un ricercatore ge- la morbilità per malaria, ma rendendo posniale, che ha saputo porre su nuove basi, sibile all'uomo di affrontare e compiere con condurre per nuove vie le ricerche intorno le bonifiche idrauliche e con quella agraria a quella grande malattia fìsica del nostro la redenzione igienica eli tante steppe sin paese, che è la malaria, non solo scoprendo ora abbandonate al dominio della diva talune fasi del ciclo del funesto plasmodio, febbre. non solo seguendolo attraverso le vie di Angelo Celli, non pago di tanti benefìzi, comunicazione e diffusione, ma traspor- di tanti servigi resi alla scienza, si rese tando le faticose e vittoriose ricerche del promotore di organizzazioni efficaci contro laboratorio nel campo aperto, più diffìcile alcune malattie infettive dell'uomo e del e fecondo, della profilassi, della lotta per bestiame. Eondò istituti antirabbici a Padifendere l'uomo, il lavoratore nelle lande lermo ed in E orna, ed auspice voi, Ferdimalariche contro gli assalti degl'insetti ma- nando Martini, fu Angelo Celli che ottenne lariferi e contro il terribile emosporidio pe- la istituzione in Asmara di un istituto sieronetrato nell'organismo umano. vaccinogeno. Angelo Celli però negli ultimi Ed a questo problema, che in sè rias- anni della vita ebbe più cara la visione sume quasi t u t t i i problemi economici ci- dell' Agro romano. Dinanzi all' Agro si vili e sociali di gran parte d'Italia e spe- esaltano i poeti ed i pittori, ma gl'itacialmente delle provincie meridionali, An- liani sentono l'angoscia e l'umiliazione di gelo Celli ha dedicato la genialità delle sue vederlo ancora circondare, come di selvaggio ricerche e la generosità del suo cuore, avendo e mortifero deserto, Eoma, la capitale d'Inegli ultimi anni del suo apostolato e della talia. All'Agro, suggestivo anche per lo sciensua propaganda, compagna una donna degna ziato, pel cittadino e pel filantropo, Andi lui, Anna Celli, alla quale mi sia concesso ì gelo Celli, battagliando contro la malaria __ 5553 __ Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a Camera dei Deputati SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4 •e contro le tenebre dell'abbandono e dell'ignoranza, ha dedicato con fede di apostolo, con ardore di cittadino e con palpiti di filantropo la estrema e più fervida sua missione, illuminando e confortando le sue squallide capanne con le scuole dei contadini dell'Agro romano, con nuclei di più vera assistenza sanitaria e sociale. E le sue doloranti peregrinazioni e i dati raccolti gli permisero di ottenere l'approvazione di una legge per la estensione della bonifica nell'Agro e per la costituzione di borgate rurali. La redenzione dell'Agro romano hanno voluto i suoi amici ricordare alla gratitudine degli italiani quando hanno desiderato che i funerali là avessero luogo, nella ridente capitale del Tuscolo, in Frascati, affacciato, dai suoi poggi meravigliosi, sulla misteriosa solitudine dell'Agro. E fra tutte le corone, che hanno coperto la sua bara, certo la più odorosa, la più suggestiva è stata quella dei contadini dell'Agro romano. Yada alla memoria di Angelo Celli il commosso saluto della Camera italiana! (Approvazioni). P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Maffi. MAFFI. Io non aggiungerei parola a quanto è stato così eloquentemente e caldamente detto dal collega onorevole Pietravalle, se non sentissi che, come tributo di .riconoscenza, deve qui giungere la voce di un rappresentante dei lavoratori della risaia e dire quanto l'Italia proletaria deve ad Angelo Celli. La mia parola adunque vuole soltanto esprimere questo sentimento di riconoscenza. Disgraziatamente, oggi ancora l'uomo della risaia fertile o del padule mortifero non sa, non può sapere ; ma il giorno in cui il nostro lavoratore, il lavoratore della Sardegna derelitta, della Calabria deserta, delle Paludi Pontine, il reietto contadino saprà quanto Angelo Celli ha pensato, ha studiato, ha organizzato per lui, quanto del proprio pensiero e della propria attività egli portò in Parlamento, nel giornalismo, alla cattedra, quanto egli amò e predicò al suo scrittoio e al suo tavolo di laboratorio, quel giorno sorgerà per lui un vero monumento imperituro; monumento che oggi non saprebbe essere che l'espressione di coloro che, vivendo nella vita scientifica, hanno potuto apprezzare l'opera di quest' uomo, opera veramente grande perchè modesta, ma che un giorno avrà un più alto v a ^ r e se dirà che 1' Italia ha saputo compiere l'opera redentrice, eli cui Angelo Celli ci ha tracciato la via con la sua attività modesta, tenace, perseverante, intelligente, sincera e nobile nel Parlamento e fuori del Parlamento ! (Approvazioni). P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Storoni. STORONI. Altri ha detto, e degnamente, di Angelo Celli. Consentala Camera a me, che ho l'onore di rappresentare il collegio che già in questa Camera rappresentò Angelo Celli per sei legislature, di dire brevemente dell'opera del parlamentare e dell'uomo. Non è vana esagerazione affermare che non vi è stata legge innovatrice, nè- riforma votata durante un ventennio in questo Parlamento, a cui Angelo Celli non abbia dato il vasto contributo della sua scienza. Nelle Commissioni, nei gabinetti scientifici, in questa aula parlamentare, sempre si sentì la voce di Angelo Celli ; sempre l'opera sua feconda, perseverante, pertinace, esercitò la sua altissima influenza. Ma Angelo Celli non volle, mantenersi nel campo puramente speculativo : egli, già fiaccato dal morbo che lo trasse in giovane età àlla tomba, scese nella campagna romana, e portò nei più modesti tuguri, nei luoghi più infetti dalla malaria, il suo consiglio, il suo aiuto, il suo suggerimento. Curò l'igiene del corpo e l'igiene della mente : l'igiene del corpo imponendo con pertinace, indefessa insistenza, l'attuazione di tutti i mezzi che la scienza suggerisce per la profilassi della malaria; l'igiene del cuore e della mente promovendo l'istituzione delle scuole rurali, per le quali la luce della civiltà penetra ormai anche nella campagna romama. E quasi a coronamento di questa sua tenerezza, di questa sua bontà verso le misere popolazioni che aveva beneficato coli'opera sua, volle essere tumulato nel cimitero di Frascati, quasi per poter di là contemplare l'opera compiuta. E a lui andrà non soltanto la gratitudine di quella popolazione, ma la gratitudine dell'Italia intera, che egli ha aiutato a vincere una delle più grandi vittorie della civiltà, quella della redenzione delle classi più misere dal flagello della malaria. (Approvazioni). P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Monti-Guarnieri. MONTI-GUARNIERI. A nome della città di Pesaro e delle popolazioni del- Atti — 5554 — Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a Camera dei Deputati SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4 l'alta e della bassa valle del Metauro, che lo considerarono sempre come loro figlio prediletto, mando alla memoria di Angelo Celli im mesto e reverente saluto. S"on ricorderò qui le virtù civili di lui nè le sue benemerenze scientifiche, che sono state da altri rammentate, nè t u t t a una vita spesa a prò' degli umili e dei derelitti ; ricorderò solo, da avversario leale in quest'Aula ma amico personale affettuosissimo, in questo periodo di mezze coscienze, e di caratteri flaccidi, la saldezza della sua fede, che lo rese ammirato anche dagli avversari e la indomita fierezza del carattere che lo trasformò in apostolo fervente, costante e tenace di t u t t e le opere buone, prime fra le altre la lotta contro la tubercolosi e quella meravigliosa campagna per la redenzione dell'Agro romano dalle febbri malariche, che forma una delle glorie maggiori e più pure dell' Italia novella. (Approvazioni). P R E S I D E N T E . H a facoltà di parlare l'onorevole Battelli. BATTELLI. Non ho bisogno di aggiungere parole di elogio alla memoria di Angelo Celli, perchè abbastanza hanno detto di lui i precedenti oratori; voglio soltanto portare a lui il saluto della sua regione, che ha partecipato alle sue pene, alle sue aspirazioni, ai suoi ideali. Vada dunque alla memoria di Angelo Celli il saluto della terra che gli ha dato i natali. (Approvazioni). P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Queirolo. Q U E I R O L O . Mando alla memoria eli Angelo Celli l'omaggio delle Università italiane, delle quali egli è stato onore e decoro per i suoi studi e per la sua opera scientifica, che gli fece meritata rinomanza non solo in Italia ma anche all'estero. Io ricorderò solo le fondamentali ricerche parassitologiche da lui fatte sulla malaria, la descrizione microscopica che il Celli ed il Marchiafava diedero, anche prima di Weichselbaum, del germe patogeno della meningite cerebro-spinale, i suoi studi sulla malaria umana e sulla sua profilassi, sulle acque, sulle condizioni igieniche delle manifatture dei tabacchi, sulla igiene scolastica, sulla alimentazione elei contadini nelle varie regioni d ' I t a l i a , sulla tubercolosi, sul carbonchio, ecc., t u t t a un'opera di grande importanza scientifica e sociale. Angelo Celli alla fama di scienziato congiunse le benemerenze di filantropo : rendiamo a lui il meritato tributo d'onore. (Approvazioni). P R E S I D E N T E . L'onorevole Centurione ha facoltà di commemorare l'ex-deputato Sanguinetti. Non essendo presente l'onorevole Centurione, rammenterò come l'onorevole Sanguinetti, in occasione della discussione delle convenzioni ferroviarie del 1885, abbia spiegato opera veramente memoranda, come alcuni deputati certamente ricorderanno. Mando quindi, a nome della Camera, alla sua memoriaun reverente saluto .{Approvazioni). Essendo ora presente l'onorevole Centurione, ha facoltà di parlare. C E N T U R I O N E . Consenta la Camera che anch' io mandi un reverente saluto alla memoria di Adolfo Sanguinetti. Per ben sette legislature, dal 1876 al 1897, l'onorevole Sanguinetti fu il rappresentante politico per il collegio di Cairo Montenotte. Sortiti i natali da modesta famiglia cairese, il Sanguinetti dedicò il suo giovanile entusiasmo agli studi classici, nei quali sempre si distinse per la vivacità e la prontezza del suo ingegno. Dopo rapida carriera, egli riuscì ad ottenere il posto di caposezione al Ministero delle finanze. L'onorevole Cambray-Digny allora ministro di quel Dicastero, riconoscendo i meriti dal Sanguinetti acquisiti nel disbrigo di alte e delicate mansioni, lo chiamava a capo del suo gabinetto. Ma il suo spirito combattivo e il forte intelletto non gli consentirono di costringere la mente negli angusti confini di un lavoro burocratico. I suoi concittadini, orgogliosi di lui, vollero dargli la prova della loro ammirazione e del loro affetto, eleggendolo con splendida votazione a deputato di Cairo. La fermezza del suo carattere, la franchezza dei suoi modi, nonché la forbita parola e la sua vasta coltura gli cattivarono ben presto la simpatia e la fiducia dei maggiori uomini politici. Alla vita politica egli dedicò t u t t o sè stesso, sempre ascoltato ed apprezzato per l'indipendenza e la libertà dei suoi discorsi. Alcuni colleghi di questa Camera ricorderanno certamente l'intensa battaglia che si svolse in quest'Aula su le convenzioni ferroviarie del 1885. Coadiuvato energicamente dall' onorevole Baccarini, Adolfo Sanguinetti pronunciò allora ben centosei discorsi ; uno di questi, che durò per tre sedute consecutive, riscosse il plauso di gran parte della Camera, per le grandi verità che egli proclamò liberamente contro l'interesse di al- Atti — Parlamentari LEGISLATURA XXIV - I a SESSIONE - 5555 — DISCUSSIONI - enne Società private, in quel tempo potentissime. La sua valorosa campagna, però, e la sua modestia, non gli permisero di accett a r e l'onorifico incarico] di sottosegretario di Stato, che Gnido^Baccelli con insistenza gli offriva. E non solo egli seppe resistere al fascino del potere, ma seppe pure nella vita p r i v a t a rifiutare sdegnosamente la tranquilla agiatezza, che avrebbe facilmente guadagnata, obbedendo alle pressioni dei nemici delle convenzioni ferroviarie. Adolfo Sanguinetti, pur m e r i t a n d o della p a t r i a , come nacque e visse, volle morir povero. Confido che la Camera t u t t a vorrà meco unirsi per inviare alla famiglia dell'illustre estinto l'espressione del rimpianto e del cordoglio nostro. (Approvazioni). S O L E E I . Chiedo di parlare. P R E S I D E N T E . Ne ha facoltà. S O L E E I . A nome della famiglia Sanguinetti, di cui sono congiunto, ringrazio l'illustre Presidente e l'onorevole Centurione dell'omaggio reso alla memoria di Adolfo Sanguinetti che sedette in questa Camera per parecchi lustri e combattè, come è stato ricordato, una m e m o r a n d a battaglia parlamentare in occasione della discussione delle convenzioni ferroviarie, pronunziando oltre cento discorsi. P R E S I D E N T E . H a facoltà di parlare l'onorevole Sanarelli. S A N A R E L L I . Col più vivo cordoglio e anche a nome del collega onorevole Landucci, compio il mestissimo compito di annunziare alla Camera la scomparsa di Ferruccio Mercanti, la cui salma ho ieri accompagnato, in Firenze, all'estrema dimora ! Con Ferruccio Mercanti è sparita una mirabile e indimenticabile fibra di studioso, di scrittore, di educatore e di combattente, che appartenne per due legislature a questa Assemblea ove recò, come aveva sempre recato in ogni manifestazione della multiforme a t t i v i t à , della sua operosa esistenza, f a t t a di modestia, di integrità e di lavoro, il contributo geniale e poderoso della sua mente gagliarda, e le doti esemplari del suo animo buono e del suo carattere adamantino. La perdita di Ferruccio Mercanti, che ancor giovanissimo f u inviato alla Camera dal collegio politico che ho l'onore di rappresentare e che per non brevi anni ebbe parte fulgidissima nella vita pubblica della nostra regione natale, della nostra provin- Camera dei Deputati TORNATA D E L 3 DICEMBRE 1914 cia di Arezzo, ove fu assertore eloquentissimo e ammirato di ogni idealità civile, di ogni palpito generoso, di ogni impulso educatore e fecondo, costituisce, specialmente per noi, una grande, irreparabile sventura! La purezza della sua vita, il fascino della sua parola che era spesa sempre per ogni causa buona e per ogni nobile idealità del pensiero, e soprattutto la d i r i t t u r a inflessibile della sua indole fiera, ma pur sempre generosa, giustificano le universali simpatie onde egli f u sempre e d o v u n q u e circondato e il profondo dolore arrecato dalla sua fine immatura. (Approvazioni). P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole La P e g n a . LA P E G N A . Onorevoli colleghi, la parte politica nella quale militò con fede, con dignità, con d i r i t t u r a di carattere e con altezza di ingegno Ferruccio Mercanti, m a n d a commossa il suo saluto alla memoria dell'illustre nostro ex-collega. Medico illustre, a b i t u a t o alle indagini scientifiche, fu per nobile evoluzione del suo spirito p o r t a t o a non essere meno acuto e sottile indagatore dei fenomeni sociali. E fu democratico per convinzione e per sentimento, partecipando con Felice Cavallotti all'onore e alla responsabilità di memorabili battaglie politiche. Noi ricorderemo per lunghi anni questo alfiere nobilissimo delle idealità radicali ed il suo apostolato civile. La sua operosa esistenza, t u t t a consacrata a lenire dolori u m a n i ed a suscitare energie feconde, non f u spesa invano, perchè fu avvivata da due grandi luci ideali : l'amore della patria e l ' a m o r e della scienza. (Approvazioni). P R E S I D E N T E . H a facoltà di parlare l'onorevole Merloni. M E R L O N I . Sicuro d ' i n t e r p r e t a r e il sentimento della Camera esprimo una parola di omaggio alla memoria del compianto onorevole Pio Viazzi, il quale professò il m a n d a t o p a r l a m e n t a r e con alta coscienza, con nobile dignità d' intendimenti e con genialità di dottrina. La Maremma, che egli così rappresentò per due legislature, e che seguì l'opera di lui con deferenza e con simpatia, sentì dolorosamente la sua perdita, a v v e n u t a dopo una lunga implacabile malattia che ebbe ragione della sua ancor giovane fibra. Perciò, anche a nome del collega onorevole Ciacci, propongo che siano inviate le condoglianze della Camera, oltre che alla famiglia dell'onorevole Viazzi, anche al sindaco della città di Grosseto, capoluogo di — 5556 — Atti Parlamentari LEGISLATURA XXIV - l a Camera dei Deputati SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1 9 1 4 quella Maremma alla quale 1' onorevole Yiazzi dedicò operosità, aspirazioni, affetti e pensieri non infecondi. (Approvazioni). P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Cappa. CAPPA. Sia consentito anche a me, a nome degli amici politici che ebbero comuni con Pio Yiazzi le idealità repubblicane, di dire una parola di saluto, di rimpianto e di ricordo per quell'elettissimo ingegno. Molto qui si è parlato di uomini che dedicarono all'Italia il valore della loro mente, e che ebbero dall'Italia gratitudine. Nelle ultime commemorazioni però - e fu già osservato - siamo giunti lentamente a q uegli spiriti pei quali meno propizia fu la fortuna, a quegli uomini a cui più scarsa e più avara è stata la riconoscenza collettiva. Non so dire parola che non esca sinceramente dal mio sentimento, e non voglio ampliare lodando, e non voglio mentire rievocando. Pio Viazzi fu uno squisito ingegno, una mente varia, agile, aristocratica, una coltura sincera, profonda e personale. Ma di lui l'Italia intellettuale si accorse meno di quel che egli non avesse diritto di reclamare: egli che però non reclamava alcun plauso pubblico, tanta era la modestia gentile della sua vita. Le sue opere sulla psicologia dei sessi, sulla sociologia, sul diritto, sull'estetica, furono anche apprezzate fuori dei nostri confini! Eppure sono state in Italia il patrimonio spirituale di una minoranza fra gli intelligenti. Egli non ebbe la virtù settaria e rumorosa dell'ingegno. Aveva un ingegno troppo sottile e troppo signorile, che talvolta poteva anche sembrare capriccioso e bizzarro, poiché indugiava volentieri nello spasimo del dubbio, e sentiva il bisogno di conciliare le formule che, talvolta, sono dichiarate immediatamente dai superficiali, antitetiche. Nella sua opera « La bellezza della vita » che è tra quelle che men vivo hanno avuto il plauso dei critici, ma che meglio significano l'intelletto suo, egli ha sciolto un inno alla latinità, ed ha sciolto un inno alla latinità specialmente riferendosi alla grazia che è dono del nostro genio nell'arte; come nell'opera sua 1'« Equità » egli aveva sciolto anche un inno al genio nostro nel diritto per questa virtù - profondamente italiana - che noi abbiamo di sentire che il diritto, quando muore nel codice, non è più che espressione del passato, ed ha bisogno tosto dei contatti delle nuove passioni, delle nuove speranze, dei nuovi tormenti, ha bisogno di pulsare continuamente rinnovandosi : la vita crea la vita, entro le formule rigide non sta chiusa che la tradizione. Perciò ne « La bellezza della vita » egli si inchinava non alla forza brutale, nè alla debolezza gracile, ma alla grazia che non è la debolezza gracile, non è la negazione della forza, ma un limite della forza, così come l'equità è non la negazione, ma un limite del diritto. Forza e grazia, forza e armonia, rispetto delle tradizioni, e insieme desiderio del nuovo, ma non inquietudine volgare; desiderio continuo di perfezioni ideali e nello stesso tempo pazienza indulgente verso gli uomini che ingenuamente si indugiano nel passato ! Egli andava spesso nelle campagne della Liguria e del Piemonte, egli, il positivista anticlericale, e si fermava rispettoso avanti alle belle feste religiose del contado, quando fioriscono di ideale e di sorriso, sotto la primavera del cielo, le radianti primavere degli spiriti. Così, nella nostra Milano, ospite talvolta ignorato, si dilettava, quando la folla non è rumorosa, quando la città più tace, ad andare verso il tempio meraviglioso, verso il tempio lombardo, il Duomo, guardandolo da uno dei lati da Cui meglio si sente l'aspirazione delle aguglie che muovono verso il cielo, in cui è scritta nel marmo la grande aspirazione collettiva di t a n t e generazioni che ci hanno preceduto combattendo, plorando, edificando, e che forse non si aspettavano l'età presente, in cui, anche nel nome di Dio, le chiese sono distrutte dalla barbarie. (Vivi applausi). Ora senza voler chiedere alla Camera che più mi ascolti (era una Ceduta che doveva essere tolta rapidamente in segno di lutto, ma un po' la riconoscenza intellettuale degli italiani che a parole è abbondante, e un po' il desiderio di eloquenza che è sempre abbondante nel cuore nostro, hanno fatto che questa seduta sia andata al di là dell'orario), se questa seduta dovrà quasi terminare (non lo so) con la mia umile parola, vada questa parola, per interpretazione del pensiero vostro, ad un collega che ebbe una fede repubblicana, perchè t u t t a questa equità e questa grazia è repubblicanesimo mazziniano, che non è di molti, anzi è di pochissimi, ed ebbe una Atti Parlamentari — 5557 — a Camera dei Deputati LEGISLATURA XXIV - l SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1914 vita che fu di povertà, vada ad un ingegno che fu di sottigliezza, ad una bontà che fu squisitezza, e dica che in Italia le maggioranze sanno ricordare negli eroi e nei martiri delle minoranze una bellezza della vita che non è il successo. (Vive approvazioni — Congratulazioni). P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Bonardi. B O I A E D I . Come rappresentante di Alessandria, la città che ha dato i natali a Pio Viazzi, sento il dovere ed il bisogno spirituale di associarmi alle nobili parole pronunziate dall'illustre Presidente e dagli altri oratori che hanno parlato di lui. Sento il bisogno di mandare un saluto commosso e reverente all'uomo di ingegno fervido, di profonda coltura, di vasta dottrina, allo studioso e pensatore geniale. Debbo ricordare che per il suo saggio sull'iEquità ebbe la cattedra di libero docente di filosofìa del diritto all'Università di Torino e che le sue lezioni furono ascoltate con reverenza ed entusiasticamente applaudite dagli studenti di quella illustre Università. E dico di lui col poeta che forse « morte lo scampò dal veder peggio » perchè mi immagino quale sarebbe stato il dolore di quello spirito squisito ed eletto di fronte al tragico spettacolo dell'Europa e del mondo travolti a ferro ed a fuoco. Perocché colui che pensò e scrisse il saggio sull' Equità ispirato alle parole di Gian Domenico Eomagnosi che le masse vogliono pace, equità e sicurezza, e che i tempi nuovi tendono alla pace, all' equità ed alla sicurezza, non poteva non sentirsi invaso da un senso di delusione e ui amarezza profondo, al cospetto di una grande.assemblea tumultuante dove un Gran Cancelliere, col plauso di t u t t i i partiti, compreso il socialista, affermò che la fede giurata, la parola impegnata, i trattati sottoscritti non hanno valore alcuno quando parla la necessità rappresentata dall'oltracotante proposito di un popolo di sopraffare e dominare gli altri popoli. Ed io immagino quale sarebbe stato lo strazio di Pio Viazzi, lo scrittore dell'ottimo saggio sulla Bellezza della vita, il quale, come ci, ha narrato con la sua elegante eloquenza il collega Cappa, si entusiasmava in certe limpide mattine primaverili, innanzi al Duomo di Milano, penetrava- nel tempio e si arrestava commosso a contemplare quei vescovi, quei santi di marmo, nei loro svariati atteggiamenti, nella loro suggestiva espressione, fra tanto intreccio di linee' e di profili, nella misteriosa penombra, mentre il t u t t o si sublima in una fede semplice e profonda, quale sentirono i nostri padri, quale vibra ancora in pettojdi moltitudini ingenue, mentre l'anima loro sembra salire in su, pel tramite della Vergine, della dolce figlia di Jefte, sfavillante d'oro sul pinacolo estremo, verso il cielo profondo ed ignoto ; io immagino, dico, quale sarebbe stato lo strazio di un esteta entusiasta quale Pio Viazzi, innanzi alla barbara distruzione della cattedrale di Reims e dei magnifici monumenti d'arte di Soissons, di Arras, di Malines, di Lovanio e di tante altre città, rase al suolo dal furore teutonico! Francamente, conoscendo la suscettibilità squisita di quello spirito aristocratico, superiore,chenontollerava leoffese allabellezza, all'armonia, alla grazia, sentiamo di non dover del tutto deplorare la sua immat ura dipartita mentre assistiamo alla dolorosa dimostrazione della inutilità della scienza, della cultura, della civiltà, vane superstrutture impotenti a soffocare nell'anima umana, individuale e collettiva, gli istinti sanguinarii ed a placare la ferrea legge dominatrice degli umani destini: homo Jiomini lupus. E mi sia lecito di ricordare un punto dell'opera e della vita di Pio Viazzi, punto che può sembrare una contraddizione, ma che esprime un assillante bisogno di quello spirito. Egli come studioso ed analizzatore dei fatti singoli è stato un positivista ed ha seguito il metodo sperimentale ed evoluzionista, onde la sua collaborazione apprezzata agli Archivi di psichiatria di Cesare Lombroso ed alla Scuola positiva di Enrico Eerri. Ma egli non fu mai seguace di quel facilone e dozzinale positivismo che ha così g ravemente compromesso la fama della filosofìa positiva, soprattutto fra quelli che non la conoscono; di quel positivismo raccogliticcio, fatto di nozioni, spesso inesatte, attinte alle opere popolari del Büchner, del Moleschott, dell'Haeckel, dell'Herzen e che nulla ha a vedere colla vasta e severa dottrina, che ha sfidato e sfida certo neo-idealismo insincero e calcolatore e che è condensata nelle opere imperiture di Comte e di Littré, di Spencer, di Stuart Mill, di Ardigò e di Bain. ISTo! Pio Viazzi positivista, sperimentalista ed evoluzionista nella ricerca particolare, è stato un grande idealista di fronte Atti Parlamentari LEGISLATURA X X I V - — 5558 — l a SESSIONE - Camera dei Deputati DISCUSSIONI - alle conclusioni e alle deduzioni supreme derivanti dai fenomeni e dalle leggi scientifiche. Nella sua opera di pensatore e di scrittore egli è stato sempre assillato dal bisogno di conoscere la ragione intima e profonda della stessa evoluzione universale, di codesto vasto processo di assorbimento di materia e di estrinsecazione di forza, che la definizione di Spencer lascia insoluto e oscuro. Egli sentiva il bisogno di conoscere il perchè di codesto ascendere di t u t t o l'universo dall'inorganico all'organico, all'organizzato; dal semplice al complesso, dagli organismi inferiori ai superiori; dal riflesso alla volontà; dall'istinto all'intelligenza, al genio; dalla sensazione al senso morale, alla solidarietà, all'eroismo. Quale la legge, quale la ragione, quale la finalità ultima di codesto vasto insieme, in cui domina un ordine completamente ignorato nelle sue cause e nelle sue tendenze Pio Viazzi t u t t o questo ha a l t a m e n t e sentito ed illustrato nelle sue opere. Permettetemi di chiudere questa breve commemorazione (è una chiusura melanconica) col dire che Pio Viazzi non è stato un fortunato nella vita ; la cieca fortuna, anzi, lo ha sempre avversato e percosso. Parecchi di coloro che lo hanno commemorato dopo morto, in vita, con crudele compatimento, lo definivano uno spostato, un vinto, un naufrago nelle lotte scientifiche e nelle lotte per la vita ! I l fatto vero è che molti con molto minore ingegno e minor cultura di quella di Pio Viazzi e che hanno prodotto molto meno di lui nel campo scientifico, hanno raggiunto il porto a cui invano egli avrebbe tentato di approdare! Gli è che gli animi ben temprati, come quello di Pio Viazzi, sono naturalmente sdegnosi e si rifiutano di discendere ai piccoli compromessi, alle indignitose rinuncie, ai servilismi umilianti che avviliscono e discreditano oggi la vita e la carriera universitaria di modo che la cattedra universitaria è molto spesso più il premio dell' intrigo che non del merito e della preparazione scientifica. Pio Viazzi non era di coloro che possono scendere a mercanteggiare la cattedra; la meritava quanto altri e forse più che altri, ma non era animo, con quella cultura, con quella tempra, con quelle aspirazioni, da scendere a patti ed a rinuncie avvilenti la dignità. TORNATA DEL 3 DICEMBRE 1914 E perciò egli è stato effettivamente un vinto ; egli non è arrivato non perchè i suoi titoli, nel confronto, non fossero sufficienti ; ma perchè così non volle l'ambiente in cui la sua attività si è svolta e da cui provenivano i suoi giudici. Ma è indegno che chi lo denigrò e danneggiò in vita, lo onori ed esalti morto ì Virtù viva spregiarli, lodiamo estinta ! Chiudo inviando alla memoria di Pio Viazzi il mio più commosso e reverente saluto e pregando l'onorevole Presidente di voler riferire i sentimenti della Camera alla sua addolorata famiglia e al sindaco di Alessandria. {Approvazioni). P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Ruini. R U I N I . Una sola parola di rimpianto, anche a nome di altri colleghi della provincia di Reggio Emilia, per la memoria di Giacomo Maffei, che per due legislature fu deputato del collegio di Montecchio Egli fu un precursore; molte delle sue idee furono poi attuate, specialmente per le affittanze collettive; fu un sognatore e morì povero e solo. I n queste poche parole è racchiusa t u t t a la sua vita, e noi vogliamo soprattutto ricordare che egli fu uomo di cuore che molto lottò e soffrì per il benessere delle classi lavoratrici. ( A p p r o v a z i o n i ) . P R E S I D E N T E . H a facoltà N di parlare l'onorevole Gambarotta. G A M B A R O T T A . Dopo tante commemorazioni di uomini di Stato, di scienziati e di studiosi permettetemi di ricordare, con la sobrietà che il momento vuole, la vita di un soldato,* del generale Baldassarre Orerò, morto l ' i l novembre scorso a Novara, sua patria. Egli fu giovane nell'epoca in cui non si aveva l'illusione che i diritti dei popoli potessero valersi soltanto di presidi morali e non dovessero appoggiarsi anche alla forza e alla virtù delle armi : ed alla rivendicazione dei diritti del popolo italiano Orerò dedicò t u t t a la sua gagliarda giovinezza. Uscito a vent'anni dall'Accademia eli Torino, il primo giugno 1859, ventiquattro giorni dopo ebbe la fortuna di poter dedicare il primo suo sforzo alla patria e combattè a San Martino e Solferino. Pochi mesi dopo con Cialdini Pesaro ed a Castelfidardo, e poi ad Ancona, a Gaeta ed a Messina e poi nel '66 con Medici nel Trentino e, nel '70, con Bixio a Roma. Atti — 5559 — Parlamentari Camera dei Deputati LEGISLATURA XXIV - l SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA. DEL 3 DICEMBRE 1914 a oSTel 1889 ebbe l'incarico di reggere le sorti dell' Eritrea, e là egli co ridusse le truppe nostre vittoriose fino ad Adua. Una polemica ulteriore, indirizzata forse a scopi parlamentari piuttosto che alla ricerca della verità, mise in discussione se egli in Eritrea fosse stato fedele interprete degli ordini del Governo. Con una frase sola, sdegnosa, si difese contro quella censura. Disse: a me fu affidato dal capo del Governo l'onore della bandiera italiana e quell'onore ho tenuto alto. Era t u t t o quanto un soldato potesse dire. E voi, onorevoli colleghi, mi consentirete, in questo momento, la cui gravità t u t t i sentiamo, qualunque siano le nostre aspirazioni e le risoluzioni che preferiremmo fossero prese, mi consentirete di proporvi d'inviare alla memoria di questo prode soldato un saluto, che vuol essere per la Camera anche l'espressione di un augurio, e cioè che la patria nostra possa sempre valersi di soldati altrettanto valorosi e pieni di abnegazione, come fu il generale Baldassarre Orerò. {Approvazioni). P B E S I D E N T E . Associandomi alle parole di rimpianto qui pronunziate dagli onorevoli colleghi, in memoria dei senatori Arcoleo, D'Ancona, Borgatta e Speroni, e degli ex-deputati Pennati, Celli, San- j guinetti, Yiazzi e Maffei, e del generale Baldassarre Orerò, metto a partito t u t t e le proposte di condoglianze che sono state fatte. (Sono approvate). Metto a partito la proposta da me f a t t a in principio, di togliere la seduta in segno di lutto. (È approvata). La seduta si considera tolta in segno di lutto. La seduta è tolta alle 19.35. V, Ordine del giorno della seduta di domani Alle ore 14. Discussione intorno alle comunicazioni del Governo. PROF. EMILIO PIOVANELLI Capo dell'Ufficio di Revisione e Stenografia Roma, 1914 — Tipografia della Camera dei Deputati