DOCUMENTI PRESCRITTIVI
Documento di Valutazione dei Rischi
- Parte Generale -
REV. 08
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SPP-DA-006
Servizio di Prevenzione e
Protezione
AZIENDA OSPEDALIERA S. GERARDO
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI
PARTE GENERALE
aggiornamento AGOSTO 2010
Data
12-08-10
Descrizione
Aggiunto Logo Sistema Sanitario
Regione Lombardia
Redatto
Resp. SPP
Verificato
Dir. Sanitario
Approvato
Dir. Generale
A. Arduca
O. Di Marino
G. A. Spata
SOMMARIO
METODO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI ............................................................................................... 3
I RISCHI NELL'AMBIENTE SANITARIO .................................................................................................. 4
INTRODUZIONE .................................................................................................................................................. 4
RISCHIO BIOLOGICO ...................................................................................................................................... 4
RISCHIO CHIMICO ............................................................................................................................................ 6
Gas anestetici ......................................................................................................................................................... 6
Farmaci .................................................................................................................................................................... 6
Agenti antineoplastici .......................................................................................................................................... 7
Agenti sterilizzanti ................................................................................................................................................ 7
Aldeidi ...................................................................................................................................................................... 8
Rischio di poliesposizione chimica a dosi minime ...................................................................................... 9
Allergia da lattice ................................................................................................................................................. 9
RISCHIO FISICO ................................................................................................................................................ 10
Radiazioni ............................................................................................................................................................. 10
Radiazioni ionizzanti .......................................................................................................................................... 10
Radiazioni non ionizzanti ................................................................................................................................. 11
MOVIMENTAZIONE PAZIENTI - SFORZO FISICO ...................................................................... 11
RISCHI DI NATURA INFORTUNISTICA .............................................................................................. 13
Rischio elettrico ........................................................................................................................................................ 13
Gas compressi, bombole ........................................................................................................................................... 14
Sicurezza antincendio ............................................................................................................................................... 14
RISCHIO PSICOSOCIALE ............................................................................................................................ 15
Stress ....................................................................................................................................................................... 15
Tossicodipendenza .............................................................................................................................................. 15
ALTRI RISCHI ..................................................................................................................................................... 16
Sicurezza dei laboratori .................................................................................................................................... 16
Inquinamento indoor .......................................................................................................................................... 16
Eliminazione di rifiuti a rischio ...................................................................................................................... 16
Utilizzo di attrezzature munite di VDT ......................................................................................................... 17
STRUTTURA DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI ........................................................................... 18
Tabella 1 - OSHA - Schema ispezione per rilevamento rischi ........................................................ 20
Tabella 2 - Schema riassuntivo dei rischi professionali nell'ospedale ......................................... 21
Tabella 3 - Graduazione dei fattori di rischio degli ambienti ospedalieri.................................. 24
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METODO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI
La metodologia adottata per la valutazione dei rischi e successivi aggiornamenti nell’Azienda
Ospedaliera San Gerardo è la seguente:
a) raccolta dei principali risultati e indicazioni sulla salute e sicurezza dei lavoratori della sanità
riportati dalla bibliografia scientifica di settore;
b) sopralluoghi nei reparti e servizi dell'Azienda, finalizzati all'individuazione di fattori di rischio
specifici, alla valutazione quali-quantitativa degli stessi, alla verifica del rispetto di norme e
procedure di sicurezza. I sopralluoghi sono in generale effettuati secondo lo schema derivato
dall’OSHA (Occupational Safety & Health Administration) modificato come riportato in tabella
1 o altro schema avente la funzione di guida nella raccolta delle informazioni. Ai sopralluoghi
possono sempre prendere parte i rappresentati dei lavoratori per la sicurezza i quali ne possono
proporre di specifici;
c) indagini mirate a specifici fattori di rischio (es.: gas anestetici, antiblastici, movimentazione
carichi, rumore, incendio ecc.) o per ambienti/reparti omogenei per tipologia di rischio (es.:
laboratori, sale operatorie, postazioni di sportello, officine, ecc.); una particolare valutazione
mirata è stata predisposta per le lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento;
d) verifica della documentazione relativa agli interventi di prevenzione e sicurezza correntemente
svolti dai competenti uffici dell'ente su impianti, macchinari e attrezzature tecnologiche.
I risultati della attività svolta sono fatti oggetto di specifiche relazioni trasmesse alle figure
responsabili per l'adozione delle conseguenti azioni migliorative.
L'organizzazione del sistema per la gestione della sicurezza del lavoro nell'Azienda S. Gerardo,
l'articolazione delle responsabilità delle diverse figure (datore di lavoro, dirigenti e preposti) e la
procedura generale per l'adozione delle azioni migliorative, è riportato nello specifico Regolamento
Sicurezza - SPP-PA-001.
Nel successivo capitolo vengono schematicamente illustrati i fattori di rischio presenti negli
ambienti sanitari. A questo segue la valutazione particolareggiata dei rischi per le diverse mansioni
nei diversi reparti ospedalieri, con l'indicazione del grado o livello di rischio assegnato in sede di
indagine valutativa.
In base a quanto osservato in sede di valutazione dei rischi e costante aggiornamento della stessa, a
quanto rilevato dalla bibliografia e dal confronto con analoghe esperienze, l'Unità Operativa di
Medicina Occupazionale ed Ambientale ha predisposto ed attuato il programma di sorveglianza
sanitaria rivolto sia ai rischi professionali specifici che a quelli lavoro-associati rilevanti per il
personale ospedaliero. L'esito dell'attuazione di detto programma è oggetto della specifica relazione
sanitaria predisposta annualmente dall'Unità Operativa di Medicina Occupazionale ed Ambientale e
presentata al datore di lavoro dai Rappresentanti dei Lavoratori.
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I RISCHI NELL'AMBIENTE SANITARIO
INTRODUZIONE
L’Azienda Ospedaliera S. Gerardo è strutturata su tre presidi così identificati:
•
presidio ospedaliero S. Gerardo di Monza, costituito da due strutture, l’una vecchia con
poche divisioni e inevitabili difficoltà strutturali; l’altra nuova, imponente e moderna costruzione a
monoblocco di 11 piani + 2 seminterrati, iniziata a metà degli anni sessanta.
•
presidio territoriale, costituito da una serie di strutture sanitarie di ridotte dimensioni
distribuite nel territorio, che erogano principalmente servizi ambulatoriali e di tipo psichiatrico.
Da un punto di vista strutturale vale la pena di notare che gli ospedali "invecchiano" rapidamente,
soprattutto in rapporto alle leggi e alle disposizioni che tendono a migliorarne gli standard
qualitativi, anche da un punto di vista logistico e alberghiero. Il problema che si è presentato con
maggior urgenza è quello antincendio non solo per le revisioni e i controlli continuamente esigiti,
ma anche per la necessità di addestramento del personale a far fronte a quella che può essere
l’emergenza più drammatica e pericolosa, anche se fortunatamente rarissima.
Per quel che riguarda la valutazione dei rischi, l’esame della bibliografia recente, i sopralluoghi, e il
vaglio delle attività di controllo espletate dall’ospedale permettono di raggruppare i problemi nel
modo che segue.
RISCHIO BIOLOGICO
Il rischio biologico è definito nel D. L.vo 81/08 dall’esposizione ad agenti infettivi compresi nei
gruppi 2, 3 e 4. Questo rischio sussiste in tutti i reparti/servizi di assistenza e diagnosi come rischio
di esposizione a microrganismi, endoparassiti umani, vettori virali, agenti biologici patogeni.
Tutte le attività che espongono al contatto con liquidi biologici negli ospedali, case di riposo,
laboratori di analisi cliniche e microbiologiche, ecc., ipotizzano una condizione di rischio che risulta
tuttavia di difficile quantificazione.
Il contatto con sangue e fluidi corporei può avvenire in seguito a procedimenti medici e chirurgici,
come ad esempio nel prelievo e analisi del sangue o di altri fluidi corporei, nel maneggiare materiali
di scarto contaminati (per esempio guanti, biancheria, bende, copriabiti di protezione, ecc.) o
l’aspirazione delle vie aeree, durante il travaglio ed il parto. L’esposizione solitamente avviene a
causa di procedimenti inadeguati di controllo delle infezioni.
In base alle Linee Guida per l'applicazione del D. L.vo 81/08 predisposte dal Coordinamento delle
Regioni e delle Province autonome, le attività sanitarie – con esclusione dei laboratori di analisi
microbiologiche - sono attività che non comportano deliberata intenzione di operare con agenti
biologici. In queste attività vi è rischio potenziale di esposizione ad agenti biologici.
Per questi ambienti la valutazione del rischio è basata sulla verifica dell’esistenza ed attuazione
delle corrette procedure di comportamento in sicurezza per la riduzione incidenti, la
decontaminazione ambientale, la presenza di protocolli di profilassi immunitaria. Questi
rappresentano gli unici interventi efficaci per limitare le conseguenze dell'evento accidentale
pericoloso e dei possibili rischi per la salute ad esso conseguenti.
Traendo spunto, per la valutazione del rischio da contaminazione biologica in ambito sanitario,
dalla classificazione secondo Fleming delle manovre ad alto, medio e basso rischio, graduate per
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l’esposizione a HIV, ma che possono essere ritenute valide anche per altri microrganismi quali
HBV, HCV, TBC, ecc…, si è elaborata la seguente classificazione che costituisce la base per la
determinazione dei profili di rischi per mansione come riportati nel capitolo valutazione del rischi
del presente documento.
Tabella: manovre a rischio di contaminazione biologica
A) Manovre a maggior rischio:
1. incanulazione delle vie arteriose
2. esecuzione prelievi arteriosi
3. angiografia
4. introduzione di sonda di blackmore
5. riscontri autoptici
6. interventi chirurgici in sala operatoria, sala parto e pronto soccorso
7. attività chirurgica comportanti: endoscopie, aspirazioni endobronchiali, intubazioni naso-orotracheali, tracheostomie, cambio di cannule tracheostomiche, punture eslorative ed
evacuative in cavità di organi
8. attività di laboratorio comportanti:
-
manipolazione rifiuti biologici;
-
manutenzione di strumenti con sezioni che entrano in contatto con materiali biologici;
-
effettuazione esami sierologici di microorganismi trasmessi per via parenterale (HBV, HCV,
HIV);
-
manipolazione di campioni biologici (liquor, sangue, ecc.) per la ricerca di antigeni;
-
semina di campioni biologici nei terreni di coltura;
-
allestimento dei preparati microscopici dai campioni biologici
-
manipolazione di campioni biologici per la ricerca microscopica e colturale di micobatteri;
-
manipolazione di campioni biologici per l’esecuzione di indagini virologiche e
parassitologiche;
-
colorazione e lettura dei preparati microscopici
B) Manovre a rischio minore
1. prelievi venosi
2. incannulamento di vie venose centrali e periferiche
3. svuotamento dei contenitori contenenti liquidi organici
4. medicazioni di ferite chirurgiche, ulcere da decubito
5. effettuazioni di esami di laboratorio
Ai fini definizione del livello di rischio biologico nei diversi reparti e per le diverse mansioni, viene
anche preso in considerazione l'esito dell'analisi sull'andamento degli infortuni a rischio di
contaminazione biologica annualmente predisposta dall'Unità Operativa di Medicina Occupazionale
ed Ambientale e dal Servizio di Prevenzione e Protezione.
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RISCHIO CHIMICO
Nell’Azienda Ospedaliera S. Gerardo di Monza risulta attivo un programma di costante
aggiornamento della valutazione dei rischi derivanti dall’esposizione ad agenti chimici, attività dalla
quale derivano i provvedimenti migliorativi di prevenzione e protezione ed il programma di
sorveglianza sanitaria. Questa attività risulta conforme alle specifiche prescrizioni in materia di
rischio chimico recentemente introdotte col Decreto Legislativo n. 25 del 2/2/02, sia per quanto
attiene gli aspetti particolari di valutazione del rischio indicati all’art. 72-quater che per quanto
attiene l’adozione dei conseguenti provvedimenti di prevenzione e protezione.
Gas anestetici
Il rischio da gas anestetici è dovuto in genere a perdite negli impianti, inadeguata ventilazione, non
idoneità dei dispositivi di evacuazione del gas anestetico nelle sale operatorie. Gli effetti acuti, per il
personale sanitario esposto, sono simili a quelli del paziente anestetizzato: sonnolenza,
affaticamento, irritabilità, cefalea nausea e incoordinazione. Gli effetti cronici, per esposizioni in
tracce, sono discussi e comunque non provati, sia per quel che riguarda la riduzione delle funzioni
cognitive e della performance lavorativa, sia per quel che riguarda conseguenze cancerogene o
teratogene.
La prevenzione del rischio si ottiene agendo contemporaneamente sui seguenti fattori:
-
idoneità dal punto di vista impiantistico e della manutenzione;
-
pieno rispetto, da parte degli operatori sanitari addetti, delle procedure di sicurezza da osservare
nell'utilizzo degli impianti e delle attrezzature;
-
monitoraggio ambientale sulla eventuale diffusione di gas anestetici;
-
sorveglianza sanitaria.
L'Azienda Ospedaliera attua un programma di monitoraggio periodico dei gas anestetici nelle sale
operatorie di tutti i presidi ospedalieri ad essa afferenti.
Farmaci
Il personale sanitario può essere esposto a specifici rischi quando, per motivi professionali, viene a
contatto con farmaci durante le fasi di preparazione, somministrazione, deposito.
I possibili effetti conseguenti all’esposizione professionale a farmaci possono essere di tipo
irritativo o di tipo allergico (principalmente dermopatie a carico delle mani, orticarie, riniti, asma
bronchiale) e sono legati essenzialmente alla manipolazione di antibiotici.
Per quel che riguarda le manifestazioni allergiche a farmaci, la prevenzione si attua essenzialmente
evitando l’esposizione al rischio dei soggetti suscettibili a reazioni avverse ai farmaci riscontrabili
sia in fase di assunzione che periodicamente attraverso un’attenta anamnesi lavorativa e personale.
Nella manipolazione di farmaci gli addetti devono prevenire il contatto con gli stessi mediante l’uso
di guanti di protezione ed evitarne la dispersione in ambiente operando in modo da minimizzare la
produzione di polveri e aerosol.
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Agenti antineoplastici e antivirali
Il loro uso negli operatori può produrre effetti acuti e cronici. I primi possono essere localmente
irritativi della cute, occhi e mucose o sistemici. Questi ultimi includono arrossamento del volto,
tosse, cefalea, vertigini, dolori addominali, nausea e vomito. Gli effetti più importanti sono
comunque quelli mutageni, teratogeni e cancerogeni.
Le preparazioni devono avvenire sotto cappa a flusso laminare e con utilizzo di indumenti
protettivi. Risultano a disposizione degli operatori protocolli scritti circa le procedure di uso di
questi agenti. E’ indicato un programma di sorveglianza sanitaria; inoltre le operatrici che segnalano
lo stato di gravidanza debbono essere immediatamente allontanate dalla esposizione.
Gli interventi di prevenzione attivati nell'Azienda Ospedaliera S Gerardo per gli esposti al rischio
sono:
-
attuazione di un programma di sorveglianza sanitaria mediante controlli preventivi/periodici
mirati (questionario anamnestico + esami di laboratorio);
-
messa a punto di procedure di lavoro in sicurezza specifiche;
-
distribuzione strumenti informativi e iniziative formative periodiche per i lavoratori esposti;
-
in tutti i presidi ospedalieri aziendali è stata effettuata e periodicamente aggiornata, la specifica
valutazione del rischio connesso all'uso di agenti antineoplastici.
Agenti sterilizzanti
Nell'Azienda Ospedaliera S. Gerardo non viene usato l'ossido di etilene (EtO). Considerato che
questo agente risulta essere uno gli agenti chimici maggiormente utilizzati per la sterilizzazione, si
ritiene opportuno fornire alcune note sui rischi dello stesso.
L'ossido di etilene (EtO) è un gas incolore con un caratteristico odore dolciastro, simile a quello
dell'etere. La via principale di esposizione è quella inalatoria, che si verifica per tempi brevi, anche
se a concentrazioni elevate, quando il materiale viene rimosso dalla sterilizzatrice. L'EtO è un
irritante acuto degli occhi, dell'albero respiratorio e della cute. E' anche una neurotossina, in grado
di produrre depressione centrale e in alte dosi neuropatia periferica. Infine può dar luogo ad
aberrazioni cromosomiche. In letteratura sono stati segnalati aborti spontanei e leucemia, anche se
recenti studi di tipo molecolare, citogenetico, ematologico ed epidemiologico di mortalità non
forniscono risultati probanti. Il limite di esposizione permissibile (PEL) per l'EtO è 1 ppm per 8 ore.
Il controllo della esposizione a EtO è impiantistico, con sistemi di allarme, indumenti protettivi,
formazione e predisposizione di piani di evacuazione di emergenza.
La formaldeide è un'altre delle sostanze un tempo usate come agente sterilizzante per procedimenti
a freddo, oggi non più utilizzata per questo scopo. Attualmente, nell'Azienda S. Gerardo, la si
incontra anche come conservante tissutale, nella forma di formalina diluita al 10%.
La glutaraldeide è un agente sterilizzante a freddo oggi usato per strumentario medicale; essa è
definibile come sterilizzante chimico ad attività alta (inattivazione di batteri, virus, funghi, spore) o
intermedia (inattivazione di batteri, virus, funghi) in funzione dei tempi di contatto e della
concentrazione.
I rischi derivanti dall'esposizione a formaldeide e glutaraldeide sono trattati nel successivo
paragrafo.
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Aldeidi
Il rischio di esposizione ad aldeidi è connesso all’utilizzo di formaldeide e gluteraldeide in
soluzione acquosa, la prima come fissativo (spt. anatomia patologica) e la seconda come
sterilizzante a freddo per strumentario medicale.
La formaldeide è un irritante delle congiuntive e del tratto respiratorio. Esposizioni ripetute possono
produrre fenomeni di sensibilizzazione, per cui qualcuno ha riportato anche casi di asma. Lo IARC
pone la formaldeide in Classe 2A fra le sostanze “probabilmente cancerogene per l’uomo” (prove
limitate di cancerogenicità), con sufficiente evidenza di cancerogenicità su animali (cancri nasali in
ceppi di ratti di laboratorio) e test di mutagenicità positivi in molti sistemi di bioassay in “vitro”. La
formaldeide risulta essere classificata in categoria 3 di cancerogenicità secondo la Direttiva
67/548/CEE (fino al 21° adeguamento), con frase di rischio associata R40 “Possibilità di effetti
irreversibili”. Il limite di esposizione della formaldeide è stato abbassato a 0.75 ppm per 8 ore. Il
controllo della esposizione a formaldeide è legato a una adeguata aspirazione localizzata dei vapori
da essa prodotti ed all'adozione di adeguati dispositivi di protezione personale. I lavoratori esposti a
questa sostanza debbono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria.
La glutaraldeide, usata come sterilizzante a freddo con differenti denominazioni commerciali, è
utilizzata in soluzione acquosa alla concentrazione del 2%, presenta un odore pungente, con soglia
olfattiva di 0,04 ppm e forma facilmente vapori se sottoposta ad agitazione.
L’esposizione per via inalatoria a soluzioni di glutaraldeide al 2%, già a concentrazioni ambientali
pari a 0,3 ppm, provoca effetti irritanti per gli occhi e per le prime vie aeree. Il contatto per spruzzi
di soluzione di glutaraldeide sulle congiuntive può provocare severe irritazioni con edema intenso e
profusa lacrimazione. Contatti di breve durata con la cute possono causare lievi dermatiti irritative;
contatti più prolungati, invece, dar luogo ad eritemi ed edemi locali. Manifestazioni asmatiche e
sintomi simili all’asma osservati in personale esposto fanno pensare che la glutaraldeide possa avere
caratteristiche di sensibilizzante respiratorio.
In base alla normativa vigente, le soluzioni di glutaraldeide sono classificate come pericolose
quando i valori di concentrazione siano eguali o superiori allo 0,5%. Per concentrazione compresa
tra il 2% ed il 10%, la normativa prescrive il simbolo Xn, ad indicare che il prodotto è nocivo,
accompagnato dalle frasi di rischio e di prudenza seguenti: R 20/22 (nocivo per inalazione ed
ingestione), R 37/38 (irritante per le vie respiratorie e per la pelle), R 41 (rischio di gravi lesioni
oculari), R 42/43 (può provocare sensibilizzazione per inalazione e contatto con la pelle), S 23 (non
respirare i vapori), S 24 (evitare il contatto con la pelle), S 25 (evitare il contatto con gli occhi), S
28 (in caso di contatto cutaneo lavarsi immediatamente e abbondantemente con acqua), S 38 (in
caso di ventilazione insufficiente dei locali usare un apparecchio respiratore adatto), S 51 (usare
solo in luogo ben ventilato, evitare di inalare aerosol nell’uso di spray).
Il limite di esposizione stabilito dall'ACGIH è pari a 0,05 ppm per 8 ore, valore che si colloca poco
al di sopra della soglia olfattiva (circa 0.04 ppm).
Date le caratteristiche tossicologiche delle aldeidi, si suggerisce cautelativamente di evitarne
l’esposizione giornaliera protratta alle lavoratrici in gravidanza, a partire dai primi tre mesi.
Gli interventi di prevenzione attivati nell'Azienda Ospedaliera S Gerardo per gli esposti al rischio
sono:
- valutazione specifica del rischio;
- controlli preventivi/periodici mirati (questionario anamnestico + PFR);
- effettuazione di iniziative formative periodiche per i lavoratori esposti;
- messa a punto di procedure di lavoro in sicurezza per la sterilizzazione a freddo;
- distribuzione strumenti informativi.
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Rischio di poliesposizione chimica a dosi minime
In ambito sanitario i laboratori biomedici rappresentano ambienti di lavoro ove l’evoluzione e la
specializzazione delle tecniche analitiche configura situazioni diverse dal punto di vista tecnico ed
organizzativo e quindi di rischio. L’utilizzo di numerosi prodotti chimici (reagenti, solventi, ecc.)
con presenza di sostanze rilevanti dal punto di vista tossicologico a basso dosaggio, rende
difficoltoso un inquadramento del rischio data la polverizzazione delle situazioni pericolose.
Ai fini di un miglior inquadramento del rischio l'azienda effettua:
-
il censimento di tutti i prodotti chimici utilizzati ed immagazzinati;
-
l'acquisizione delle schede di sicurezza dei prodotti chimici con indicate le caratteristiche
tecniche/tossicologiche, i limiti di esposizione, le modalità corrette di manipolazione e gli
interventi in caso di emergenza.
Sulle base delle informazioni raccolte si perviene alla caratterizzazione del rischio e vengono
attivati gli interventi preventivi e protettivi ritenuti più idonei. Per quanto riguarda la sorveglianza
sanitaria è attivato un controllo clinico periodico e controlli mirati più ravvicinati con valutazione
dei parametri ematochimici di base (emocromo, funz. epatica , funz. renale, profilo lipidico,
elettroforesi proteine).
Allergia da latice
L'estensione dell'utilizzo dei guanti di latice per la prevenzione delle infezioni ha determinato un
sensibile incremento delle allergie (altri strumenti fatti con prodotti del latice sono tubi per
anestesia, sacche di ventilazione e cateteri intravenosi). E' stimato che tra gli utilizzatori di guanti, il
5-10% sviluppi reazioni di ipersensibilità, per lo più nella forma di dermatiti da contatto, ma anche
in forme sistemiche (asma) o anafilattoidi. E’ da notare che la forma più comune di presentazione
clinica della allergia al latice è una dermatite irritativa, non immunologica delle mani.
Nei casi riscontrati la conferma può avvenire mediante dosaggio delle IgE e RAST. I soggetti affetti
debbono essere dotati di guanti ipoallergenici o, se ciò è impossibile, allontanati dalla esposizione.
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RISCHIO FISICO
Radiazioni
Le radiazioni elettromagnetiche possono essere divise in due categorie in dipendenza del loro
contenuto di energia. Le radiazioni ionizzanti (particelle alfa e beta, raggi gamma e X, neutroni)
hanno sufficiente energia per ionizzare gli atomi causando danni tissutali gravi e irreversibili. Le
radiazioni non ionizzanti (radiofrequenze, microonde, infrarosso, luce visibile, ultravioletto) hanno
una energia che è in grado di produrre vibrazioni molecolari, i cui effetti biologici dipendono
principalmente dalla frequenza, dalla lunghezza d’onda e dalla durata di esposizione. Gli effetti
biologici acuti, causati in prevalenza da infrarossi e ultravioletti, si riducono in genere a produzione
locale di calore con eventuale irritazione degli occhi e della cute. Tali radiazioni possono anche
produrre effetti irreversibili, rispettivamente cataratta e neoplasie cutanee, per esposizioni in genere
protratte e a dosi non usuali nell’ambito sanitario.
Radiazioni ionizzanti
Nell'ospedale l'esposizione a radiazioni ionizzanti è dovuta alla occasionale e rara dispersione di
raggi X dalle specifiche apparecchiature diagnostiche e terapeutiche e alla emissione di raggi
gamma da pazienti trattati con radionuclidi. E' importante comunque l'educazione a evitare
esposizioni non necessarie e la sorveglianza sanitaria di possibili effetti da esposizione cronica:
alterazioni cromosomiche, cancro, cataratta, anemia aplastica, fibrosi polmonare e renale, sterilità,
invecchiamento precoce.
L'ambiente ospedaliero è protetto con sistemi tecnologici e dosimetria personale. Gli operatori
sanitari sono attualmente esposti a basse dosi di radiazioni ionizzanti incapaci di provocare effetti
graduati, nella maggior parte dei casi sono esposti a livelli di radiazioni molto inferiore alla dose
massima ammissibile.
L’azione intesa a garantire che le attività che espongono a rischio di radiazioni ionizzanti si
svolgano in condizioni di sicurezza e di protezione sanitaria degli individui è fondata su un duplice
aspetto:
• la sorveglianza fisica affidata agli esperti qualificati: comprendente la delimitazione delle zone
lavorative a rischio, l’esame e il controllo dei mezzi di protezione sia nelle fasi di progetto che
nelle fasi di inizio e normale funzionamento degli impianti, la valutazione delle esposizioni e
delle contaminazioni dei lavoratori mediante effettuazione di misure ambientali e controllo delle
dosimetrie individuali;
• la sorveglianza medica affidata a medici autorizzati: comprendente visite mediche ed indagini
specialistiche di laboratorio, provvedimenti e disposizioni sanitarie (giudizi di idoneità), tenuta di
un documento personale per ogni lavoratore in cui devono essere raccolti i dati clinici e le
informazioni utili alla definizione del rischio quali la mansione, l’ambiente di lavoro, i risultati
delle dosimetrie.
La prevenzione si attua soprattutto attraverso l’applicazione di procedure operative variabili in
funzione del tipo di attività.
Il coordinamento dell'attività di prevenzione e protezione dei lavoratori nell'Azienda Ospedaliera S.
Gerardo è svolta dall'Esperto Qualificato operante presso il reparto di Fisica Sanitaria.
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Radiazioni non ionizzanti
L’ambiente sanitario è quello che presenta la più grande varietà di applicazione di radiazioni non
ionizzanti (NIR).
a) sorgenti di luce ultravioletta, come lampade germicide, incubatrici e alcuni filtri dell'aria;
b) radiazioni infrarosse da apparecchiature per la produzione di calore;
c) microonde da apparecchiature di diatermia, sterilizzatrici e per la preparazione dei cibi;
d) campi elettromagnetici;
e) laser.
Gli addetti ad apparecchiature generanti radiofrequenze (marconi terapia) e microonde (radar
terapia) devono ridurre al minimo il tempo necessario a posizionare gli elettrodi di applicazione e
devono seguire la sorveglianza del paziente attraverso oblò di controllo oppure permanendo a
distanza di due/tre metri dallo stesso. Gli elettrodi e gli applicatori vanno posizionati sui pazienti ad
apparecchiature spente e con il regolatore di potenza sul valore zero della scala graduata.
Gli addetti ad apparecchiature a radiazioni ultraviolette usate in campo sanitario per disinfettare
l’aria con lampade germicide, disinfezione di liquidi, fototerapia (malattie della pelle, ittero neo natale), indurimento di gessi in ortopedia e resine in odontoiatria, devono mantenere le schermatura
delle sorgenti UV previste dal costruttore, segnalare la presenza delle radiazioni UV limitando
l’accesso e i tempi di permanenza, usare, in funzione del tipo di mansione, idonei mezzi di
protezione personale quali occhiali a lenti polarizzate scure, camici impermeabili alle radiazioni UV
e creme barriera. I responsabile devono porre attenzione nell'adibire a mansioni che espongono alle
radiazioni UV soggetti sensibili con cute molto chiara o affetti da particolari malattie tipo la
porfiria, lo xeroderma pigmentoso o soggetti fotoallergici: in questi casi consultare il medico
competente.
Gli addetti ad apparecchiature a luce laser usate in campo sanitario (in chirurgia per microincisioni,
in oftalmologia e dermatologia come fotocoagulanti) devono accertarsi, mediante il manuale e la
documentazione tecnica dell'apparecchiatura, del tipo di classe di laser e della potenziale
pericolosità, usare occhiali protettivi specifici per la lunghezza d’onda utilizzata, evitare l’uso di
anestetici e solventi infiammabili. Le porte di accesso ai locali in cui si impiegano laser devono
rimanere chiuse durante il loro funzionamento ed all’esterno della sala deve essere segnalata la
presenza del laser in funzione. Il fascio laser non deve mai essere rivolto fuori dal punto di
applicazione, ne deve essere impiegata una potenza superiore a quella necessaria. Particolare
attenzione va posta nel non dirigere il fascio laser su parti metalliche o tubi di plastica.
Presso l'ospedale S. Gerardo è installato un impianto di risonanza magnetica da 0,5 T. Si segnala
che è stato predisposto un regolamento interno relativo alla sicurezza del paziente, degli
accompagnatori e del personale addetto al servizio.
MOVIMENTAZIONE PAZIENTI - SFORZO FISICO
Le operazioni di movimentazione manuale dei gravi sono responsabili di una elevata frequenza di
disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico nel personale sanitario: ausiliari, infermieri,
inservienti, magazzinieri, addetti alle lavanderie e alla manutenzione. Le infermiere sono
particolarmente esposte: vari studi hanno rilevato una prevalenza dei disturbi a carico del rachide
(cervicale, dorsale e soprattutto lombare) che va da un 17% “puntuale”, a un 40-50% annuale, a un
60-80% nel corso di tutta la vita. Ciò fa del “low back pain” il problema forse più rilevante del
lavoro infermieristico, che nei reparti di lungo-degenza si presenta con una media 6 volte superiore
a quella di tutte le occupazioni dell’industria messe insieme.
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In generale, la mancanza di allenamento, la fissità posturale e l'esecuzione di compiti che
richiedono sforzi fisici necessari ad assistere e spostare pazienti infermi, sono i fattori decisivi nello
sviluppo di disturbi a carico del rachide lombosacrale, la cui percezione è notevolmente influenzata
dalla stress psicosociale e lavorativo. Particolarmente a rischio risulta essere la manovra di
sollevamento dei pazienti (che nei nostri ospedali interessa soprattutto le infermiere professionali)
che prevede lo spostamento di un carico pesante in spazi angusti o incongrui, senza la possibilità di
mantenerlo vicino al corpo (come sarebbe richiesto). Le strategie per la prevenzione della
sintomatologia e delle lesioni a carico del rachide includono la revisione delle mansioni,
l'addestramento a pratiche corrette di sollevamento dei pesi e l'uso di sollevatori meccanici.
La valutazione specifica della movimentazione manuale carichi è stata effettuata nei reparti a
maggior rischio dell'Azienda Ospedaliera e risultano in corso di adozione i provvedimenti
conseguenti. È inoltre stata attivata l'attività di formazione e informazione mediante lo svolgimento
di corsi e la diffusione di opuscoli informativi. Per quanto attiene la sorveglianza sanitaria è stato
attivato l'ambulatorio di posturologia presso l'UDA di Medicina del Lavoro del p.o. S.Gerardo di
Monza.
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RISCHI DI NATURA INFORTUNISTICA
Rischio elettrico
I principali effetti sulla salute sono: scosse dolorose, arresti respiratori, bruciature profonde
(elettriche e termiche), irregolarità del ritmo cardiaco, morte.
L’esposizione può avvenire quando c’è una mancanza di manutenzione ad una qualsiasi delle
attrezzature elettriche, in caso di abuso e di mancanza di conoscenza dell’attrezzatura e/o dei suoi
controlli.
Al fine di garantire un idoneo contenimento del rischi per il personale utilizzatore di impianti e
attrezzature elettriche, lo stesso personale deve porre particolare attenzione a che la strumentazione
di qualsiasi tipo, i macchinari e gli impianti siano in buono stato, perfettamente funzionanti e non
danneggiati: ogni situazione ritenuta non idonea, deve essere segnalata tempestivamente all’Ufficio
Tecnico per le verifiche del caso; allo stesso Ufficio deve essere segnalata tempestivamente ogni
“scossa elettrica”, anche se di modesta entità, proveniente da qualsiasi tipo di attrezzatura elettrica.
È opportuno che l’allacciamento di apparecchi elettrici alla rete ospedaliera, a qualsiasi titolo, sia
preceduto da una verifica degli stessi da parte degli uffici preposti (Ufficio Tecnico, Servizio
Elettromedicali), per accertarne la rispondenza alle norme di sicurezza vigenti e la compatibilità con
rete elettrica ospedaliera.
È quindi da evitare l’uso di apparecchi che non siano stati preventivamente autorizzati e soprattutto
deve essere controllato e ridotto al minimo l’allacciamento alla rete elettrica di apparecchi ad uso
personale dei pazienti.
Particolare attenzione va posta all’eventuale utilizzo di apparecchiature o utensili elettrici in
prossimità di punti di erogazione gas medicali a motivo dell’aumentato rischio di incendio; in questi
casi è sempre necessario accertare che non sussistano dispersioni o situazioni di pericolo, chiedendo
informazioni al responsabile del reparto/servizio in cui si opera.
Ai fini della riduzione dei rischi di infortunio di tipo elettrico occorre che il personale di assistenza
segua precise norme di sicurezza atte ad evitare un uso improprio di apparecchiature elettriche ed in
particolare occorre:
• evitare di collegare le apparecchiature elettriche a parti metalliche presenti in reparto tipo
termosifoni e condotti dell’acqua;
• evitare di voler a tutti i costi inserire forzatamente una spina nella presa sbagliata;
• evitare l’estrazione delle spine dalle prese agendo sul cavo anziché sulla spina stessa;
• fare attenzione a non rovesciare liquidi su apparecchiature elettriche;
• non toccare il paziente e le parti metalliche (es. il letto) durante manovre di defibrillazione;
• considerare sempre il paziente vulnerabile alle correnti elettriche e ricordarsi che un apparecchio
elettrico innocuo per un soggetto normale può risultare fatale se toccato dal paziente;
• per eseguire la manovra o l’aggiustaggio di elettrodi intercardiaci nelle giunzioni intermedie o
nei morsetti di ingresso dell’apparecchio usare se possibile guanti in gomma;
• evitare assolutamente di entrare in contatto con masse metalliche o apparecchi elettrici mentre si
tocca un paziente;
• non eseguire collegamenti elettrici volanti;
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• non introdurre nell’area dei pazienti apparecchi elettrici estranei, cioè non collegati al nodo
equipotenziale (come potrebbe accadere per esempio per un aspirapolvere alimentato con un
lungo cavo flessibile dalle prese nel corridoio);
• seguire le indicazioni d’uso e le misure di sicurezza indicate nel libretto d’istruzioni rilasciato dal
fornitore;
• avvisare il personale tecnico competente per qualsiasi alterazione individuata nel funzionamento
degli apparecchi elettrici ed evitare assolutamente di eseguire riparazioni di fortuna;
• non eseguire l’attivazione di un elettrobisturi o di un defibrillatore prima di stabilire il contatto
degli elettrodi;
• non usare mai un’apparecchiatura se non la conosci, prima leggi il libretto d’uso e manutenzione;
• non usare adattatori, spine multiple, cavi di prolunga senza terra;
• non usare simultaneamente materiale elettrico e materiale infiammabile in ambienti saturi di
ossigeno;
• non usare piastre di elettrobisturi ed elettrodi di defibrillatori in condizioni di scarsa pulizia.
Gas compressi, bombole
I gas compressi sono utilizzati in molti ambienti sanitari. Si possono trovare in contenitori
(bombole) di varie dimensioni e allo stato puro o composto (esempi: ossigeno, anidride carbonica e
azoto).
I gas compressi possono essere tossici, infiammabili ed esplosivi. Tali effetti derivano dalla
compressione del gas e dagli effetti sulla salute che possono avere i prodotti chimici stessi.
Il controllo di questo fattore di rischio comporta essenzialmente l’adozione di cautele in tutte le fasi
di utilizzo dei gas compressi e manipolazione dei relativi recipienti; queste cautele sono oggetto di
specifica formazione e informazione degli operatori sanitari esposti a questo fattore di rischio.
La stretta osservanza delle “procedure aziendali di sicurezza nella manipolazione di recipienti in
pressione", unitamente alle verifiche e controlli di sicurezza svolti dalla ripartizione tecnica, sono
gli elementi fondamentali per la gestione di questo fattore di rischio.
Sicurezza antincendio
In linea generale occorre sottolineare che gli ambienti ospedalieri sono considerati ambienti ad alto
rischio di incendio, non tanto per le caratteristiche di pericolosità delle attività ivi svolte o dei
materiali presenti, quanto per l'elevata vulnerabilità degli ambienti e dei soggetti presenti. Per
questo motivo nel normale svolgimento di tutte le attività sanitarie viene posta particolare
attenzione al rischio di incendio.
L’Azienda Ospedaliera è costantemente ed attivamente impegnata nell'adozione delle misure
antincendio di prevenzione (atte a limitare la possibilità di insorgenza dell’incendio) e le misure di
protezione (atte a proteggere le persone in caso di incendio: impianti di rilevazione, impianti e
dispositivi di spegnimento, definizione ed implementazione del piano di emergenza).
Gli ambienti ospedalieri sono oggetto di costante attività di verifica delle condizioni di sicurezza
antincendio, in esito alla quale vengono predisposte specifiche relazioni di valutazione e di proposta
di azioni migliorative.
SPP-DA-006 Documento di Valutazione dei Rischi – parte generale - rev 08
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In questa sede si ritiene opportuno richiamare i seguenti aspetti essenziali di prevenzione incendi: le
vie e le uscite di sicurezza devono essere lasciate sgombre da qualsiasi tipo di materiali; i dispositivi
antincendio devono essere correttamente ubicati ed in buono stato: ogni situazione ritenuta non
idonea deve essere segnalata tempestivamente all’Ufficio Tecnico per le verifiche del caso.
Per quanto riguarda il piano di emergenza ed evacuazione, si rimanda alla specifica procedura
SPP-PP-002.
RISCHIO PSICOSOCIALE
Stress
Problemi di stress sono stati segnalati da tempo negli ospedali e non interessano solo i reparti di
emergenza, ma anche altri, come psichiatria, divisioni oncologiche, malattie infettive, che
richiedono un notevole impegno di risorse psicologiche. Il ruolo dello stress nel deterioramento
dello stato di salute è ampiamente discusso e certamente non definito. I disagi più gravi sono quelli
che configurano il cosiddetto “burn-out”, termine con cui si indica una situazione di esaurimento,
caratterizzata da frequenti assenze per malattia, resistenza a recarsi al lavoro, senso di fallimento,
tendenza all’isolamento e alla fuga dalle relazioni, perdita di interesse nei confronti dei malati,
perdita della capacità di concentrarsi.
I fattori comunemente associati con lo stress del lavoro in ospedale sono sostanzialmente collegati
con l’organizzazione del lavoro stesso: a) eventuale mancanza di personale; b) ambiguità di ruolo;
c) conflitti interprofessionali e interpersonali; d) trasferimenti ad aree di lavoro sgradite o di cui non
si ha competenza; e) lavoro a turni; f) ambiente fisico.
E’ fortemente indicata da un punto di vista preventivo l’istituzione di programmi per il controllo
dello stress, attraverso revisione dell'organizzazione del lavoro, aumento della sua flessibilità,
incontri periodici di staff, possibilità di consultazione personale/di gruppo e adeguata formazione
soprattutto per il personale in assunzione.
Presso l'Unità Operativa di Medicina Occupazionale ed Ambientale è stato attivato un ambulatorio
sullo stress da lavoro nel quale viene effettuata la somministrazione di uno specifico questionario
(MMPI2) ed il colloquio psicologico. Scopo dell’iniziativa è quello di identificare e correggere le
situazioni maggiormente a rischio, valutando anche le influenze dello stress percepito sulla
performance, sulle assenze, sulle sintomatologie più frequentemente denunciate.
Tossicodipendenza
Vale la pena di segnalare che lo stress lavorativo e la disponibilità di farmaci sembrano essere tra i
fattori favorenti di tossicodipendenza, la quale, negli Stati Uniti, è riferita come un problema
rilevante tra gli operatori sanitari -medici e infermiere - rispetto ad altri settori della popolazione
lavorativa; Allo stato attuale non esistono dati attendibili che permettano di valutare il fenomeno
negli ospedali italiani.
SPP-DA-006 Documento di Valutazione dei Rischi – parte generale - rev 08
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ALTRI RISCHI
Sicurezza dei laboratori
I laboratori dell'ospedale sono notoriamente i luoghi a più elevato rischio biologico, chimico e
fisico. Particolare importanza riveste il rispetto delle procedure di sicurezza, l'informazione dei
lavoratori, l'etichettatura dei contenitori, il facile accesso alle schede di sicurezza degli agenti
utilizzati.
I prodotti infiammabili ed esplosivi debbono essere contenuti in condizioni di sicurezza. Deve
essere evitato il contatto fra sostanze chimiche incompatibili. Il rischio biologico deve essere
controllato con cappe o locali appropriati che eliminino possibilità di contaminazione con aerosol
patogeni. Debbono essere indicate procedure per l'utilizzo della vetreria e dei radioisotopi. Debbono
essere a disposizione gli indumenti protettivi necessari, così come docce di emergenza e stazioni di
lavaggio degli occhi vicino alle aree dove si usano sostanze corrosive o irritanti.
Nell'Azienda S. Gerardo i laboratori sono stati oggetto di specifica valutazione dei rischi ed i
principi di cautela sopra richiamati sono stati raccolti nell’opuscolo informativo “Valutazione e
gestione dei rischi nei laboratori ospedalieri - SPP-DA-103”.
Inquinamento indoor
Ovviamente nell'ospedale sono ricoverati soggetti più sensibili agli inquinanti ambientali sia di
natura chimica che biologica (si pensi agli immunodepressi). In letteratura alcuni casi di infezioni o
decessi in reparti ad alto rischio sono stati collegati a contaminazione dei sistemi di
condizionamento, ventilazione e riscaldamento ospedalieri.
Dal punto di vista preventivo è indicata l’adozione di sistemi di climatizzazione a contaminazione
controllata soprattutto nei reparti a rischio (infettivi, lab. di microbiologia, sale operatorie). Più in
generale sono indicati interventi di controllo e manutenzione degli impianti di trattamento aria, con
vigilanza continua sulla loro eventuale contaminazione.
Nell'Azienda S. Gerardo questo fattore di rischio e controllato attraverso l'attività di gestione e
manutenzione degli impianti di trattamento aria svolta dalla Ripartizione Tecnica coordinata, per gli
aspetti di possibile contaminazione biologica, dalla Direzione Sanitaria.
Eliminazione dei rifiuti ospedalieri
L'ospedale moderno produce una quantità crescente oltre che di rifiuti assimilabili agli urbani,
anche di rifiuti pericolosi (rifiuti derivanti da attività preventive e di diagnosi, sostanze chimiche e
medicinali, oggetti da taglio tipo bisturi, ecc.) e di rifiuti radioattivi, il contatto coi quali può essere
causa di esposizione ai diversi rischi esaminati nei precedenti paragrafi del presente documento.
Tutti questi rifiuti debbono essere adeguatamente raccolti in idonei contenitori, trasportati ed
eliminati in modo da proteggere sia gli operatori sanitari che l'ambiente. A tal proposito sono stati
predisposti e diffusi nell'Azienda Ospedaliera specifici protocolli ai quali gli operatori devono
scrupolosamente attenersi.
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Utilizzo di attrezzature munite di VDT
Il personale amministrativo degli Ospedali, ma non solo questo, può essere esposto per periodi
prolungati a lavoro su videoterminali. I disagi connessi con l’uso di VDT sono in prevalenza di tipo
oculo-visivi (astenopia); si segnalano inoltre disturbi del rachide (algia e rigidità del rachide
cervicale e lombo-sacrale), dell’estremità degli arti superiori (tenosinoviti) e collegati allo stress
(cefalea, astenia generalizzata, insonnia, irritabilità, ansia, depressione).
L’intensità di luce emessa dal video non è in grado di produrre lesioni oculari; i sintomi sopracitati
sono per lo più dovuti alla fatica accomodativa e alle alterazioni precoci dell’insorgente presbiopia.
Un ruolo non indifferente giocano poi le posture fisse, a volte incongrue e l’organizzazione del
lavoro. Indagini recenti sembrano escludere altri disturbi da VDT, in particolare quelli riproduttivi.
Da punto di vista sanitario il D. L.vo 81/08 prevede la sorveglianza sanitaria obbligatoria per i
lavoratori che utilizzano i VDT in modo sistematico ed abituale per almeno 20 ore settimanali.
Nell'Azienda Ospedaliera S. Gerardo il personale che risulta esposto a VDT nella misura sopra
richiamata viene sottoposto a programma di sorveglianza sanitaria. L'Azienda ha inoltre prodotto e
diffuso uno specifico opuscolo informativo “Lavorare al computer - SPP-DA-102”, recante
indicazioni sui rischi presenti nel lavoro al VDT e sulla modalità di controllo degli stessi.
SPP-DA-006 Documento di Valutazione dei Rischi – parte generale - rev 08
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STRUTTURA DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI
La valutazione dei rischi, della quale il presente documento costituisce la parte generale ed
introduttiva, si configura quale attività dinamica in continua evoluzione e aggiornamento. In una
realtà complessa quale l'ospedale moderno, essa è necessariamente costituita da una molteplicità di
documenti ed attività svolte, oltre che dal SPP, dal medico competente, dall'esperto qualificato, dal
medico autorizzato, dalla ripartizione tecnica, dalla direzione sanitaria.
Da un punto di vista sistematico l’attività di aggiornamento continuo della valutazione dei rischi si
sviluppa lungo le seguenti due direttici fondamentali:
1. l'attività di valutazione dei rischi per la sicurezza dei lavoratori (potenziali cause di infortunio
sul lavoro);
2. l'attività di valutazione dei rischi per la salute dei lavoratori (potenziali cause di malattia
professionale).
Alla prima direttrice appartengono tutti i rischi connessi alla presenza di impianti ed attrezzature
tecnologiche quali: impianti elettrici, impianti a pressione, ecc.; macchinari ed attrezzature di
lavoro; apparecchiature elettromedicali. In questa categoria viene considerato anche il rischio di
incendio e, per ovvia affinità, la problematica connessa alla gestione dell'emergenza ed
evacuazione.
Per ciascuna delle suddette tipologie, di seguito viene sinteticamente descritta la modalità con la
quale viene svolta e aggiornata la valutazione dei rischi.
IMPIANTI ELETTRICI, IMPIANTI A PRESSIONE, ECC.
quale criterio per valutazione dei rischi connessi alla presenza di impianti si assume la
verifica del rispetto delle norme di legge e di buona tecnica esistenti per la corretta
realizzazione e gestione delle diverse tipologie di impianto. Questo criterio risulta compreso
fra quelli di “stima” dei rischi suggeriti nelle Linee Guida per la “Valutazione del Rischio”
elaborate dall’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro - ISPESL - (su:
Fogli d’Informazione ISPESL, anno VIII, monografico, ‘95). Per l’effettuazione delle
verifiche di cui sopra, trattandosi di argomenti imprescindibilmente connessi alla normale
attività di gestione e manutenzione corrente degli impianti, viene coinvolta direttamente
della Ripartizione Tecnica dell’Ospedale.
MACCHINARI ED ATTREZZATURE DI LAVORO
Viene effettuato lo svolgimento periodico della valutazione dei rischi di macchinari e
attrezzature - già presenti o di nuova acquisizione - e conseguenti proposte di messa in
sicurezza delle eventuali situazioni di rischio riscontrate.
APPARECCHIATURE ELETTROMEDICALI
La valutazione dei rischi delle apparecchiature medicali ai fini della sicurezza degli operatori
e l'adozione dei provvedimenti migliorativi conseguenti, rientra fra le attività di gestione
corrente delle apparecchiature svolta dal Servizio Ingegneria Clinica e da questo
ampiamente documentata; allo stesso servizio vengono riportate eventuali osservazioni
formulate dal SPP nell'ambito della propria attività di verifica; per le nuove apparecchiature
è prevista una specifica procedura di valutazione dei rischi che prevede l'espressione di
specifico parere del SPP preliminarmente all'acquisto.
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RISCHIO DI INCENDIO, GESTIONE DELL'EMERGENZA INCENDIO ED EVACUAZIONE
La Ripartizione Tecnica ed il SPP sono correntemente impegnati nella valutazione della
conformità delle strutture ospedaliere rispetto alle norme di prevenzione incendi. La
progettazione ed attuazione degli interventi di adeguamento strutturale antincendio rientra
fra le attività in capo alla Ripartizione Tecnica che, ove necessario, si avvale anche del
supporto consultivo del SPP.
Da parte del SPP vengono correntemente svolti sopralluoghi mirati alla verifica delle
condizioni essenziali di sicurezza antincendio; questa attività è svolta nell'ambito della
implementazione e gestione del piano di emergenza; in relazione a questa attività vengono
predisposte le specifiche relazioni che costituiscono parte integrante della documentazione
di aggiornamento della valutazione dei rischi relativamente al rischio di incendio.
Alla seconda direttrice appartengono i rischi specifici connessi all'esposizione a determinati agenti
chimici, fisici, biologici ed all'organizzazione del lavoro, ivi compresi gli aspetti legati alla postura
ed allo sforzo fisico richiesto ai lavoratori nello svolgimento delle loro mansioni.
Nella tabella 2 è riportato un generico schema non esaustivo dei possibili rischi specifici
riscontrabili nelle diverse mansioni lavorative e delle azioni ritenute necessarie in senso preventivo.
Questa tabella costituisce un supporto per i responsabili dei reparti/servizi nell'individuazione delle
possibili situazioni di esposizione del lavoratore a rischi specifici (attività che rientra anche fra i
compiti dei responsabili dei reparti e servizi). Queste situazioni devono essere segnalate al medico
competente per le successive azioni di sua competenza.
Nella tabella 3 è riportata la graduazione dei diversi fattori di rischio specifico che possono essere
presenti nei diversi ambienti ospedalieri. Una volta riconosciuta o sospettata l'esposizione del
lavoratore ad un determinato fattore di rischio, si procede alla valutazione del livello rischio ed alla
determinazione delle azioni preventive e protettive conseguenti. L'attività di valutazione del livello
di esposizione di un lavoratore ad un determinato rischio, rientra fra i compiti del Medico
Competente e del SPP.
In base alle informazioni particolareggiate sulle attività svolte dagli operatori, raccolte dagli
operatori stessi e dai responsabili dei reparti, nonché sulla scorta delle indagini analitiche svolte dal
SPP e dall'Unità Operativa di Medicina Occupazionale ed Ambientale, viene predisposta la
valutazione dei rischi per le diverse mansioni svolte gli operatori nei diversi reparti. Questo
approfondimento valutativo consente la determinazione del profilo professionale di rischio del
singolo operatore e costituisce parte integrante del documento di valutazione dei rischi. Il profilo
professionale di rischio del singolo operatore e costituisce inoltre la base per l'impostazione del
programma di sorveglianza sanitaria.
I responsabili dei reparti/servizi, per il corretto espletamento dei compiti in materia di salute e
sicurezza del lavoro loro delegati, sono tenuti a prendere attenta visione dell'elaborato dei profili
professionali di rischio ricostruiti per le diverse mansioni presenti nel proprio reparto ed a
formulare eventuali osservazioni. Il suddetto elaborato è reperibile presso l'Unità Operativa di
Medicina Occupazionale ed Ambientale o presso il SPP dell'Azienda Ospedaliera S. Gerardo.
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Tabella 1
OSHA - Occupational Safety and Healt Administration - United States Department of Labor TECNICAL MANUAL
Tabella v.1-1. Ispezioni sui luoghi di lavoro per il rilevamento dei rischi
Area
Da controllare
Tutte le aree
• Scivolosità dei pavimenti
• Adeguata segnalazione dei rischi e delle sostanze chimiche (compreso
detergenti e disinfettanti)
• Disponibilità di una cappa di sicurezza biologica di II classe tipo A o B per
preparare composti per la chemioterapia.
• Contatto con scarti infetti e chimici
• Presenza di contenitori inaccessibili per aghi ed altri oggetti acuminati
• Spargimenti accidentali o fughe e procedure di emergenza
• Uso di equipaggiamento protettivo adeguato da parte del personale
• Strumentazione, macchinari ed impianto elettrico devono essere a norma di
legge ed in buono stato di manutenzione
Laboratorio
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Farmacia
• Etichette accurate e chiare su tutti i medicinali, sostanze chimiche e biologiche
• (Vedi anche voce “Laboratorio”)
Camera
operatoria
• Contatto con gas anestetici dispersi,
• condizionamento dell’aria e dell’umidità,
• controllo dell’elettricità statica
Area di
radiazione
• Mantenimento del livello di radiazione e di esposizione consentiti dalle norme
vigenti.
Zona di lavoro ordinata e tutto etichettato in contenitori da laboratorio
Presenza di cappe biologiche di sicurezza
Manipolazione di campioni
Uso di pipette (non da mettere in bocca)
Disposizione e sistemazione delle bombole di gas
Registrazione dei contenitori da laboratorio e di tutte le altre attrezzature
Centrifugare le provette con i relativi tappi
Il cibo non deve mai essere messo in frigorifero con campioni di laboratorio
Rilevare prontamente vapori, esalazioni o polvere
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Tabella 2
SCHEMA RIASSUNTIVO DEI RISCHI PROFESSIONALI NELL'OSPEDALE
(SS = necessità di sorveglianza sanitaria, IS = di indagini speciali, AS = aggiornamento e
sicurezza)
Localizzazione
Anatomia patologica
Rischio
Infezioni
Formaldeide
Glutaraldeide
Sostanze infiammabili
Solventi
Fenoli
SS
IS
AS
*
*
*
*
*
*
Assistenza pazienti
Sollevamento pesi
Cadute
Sforzo fisico
Posture
Infezioni
Tagli, Punture
Sostanze tossiche
Agenti chemioterapeutici
Radiazioni
Pazienti radioattivi
Elettricità
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
Centrale sterilizzazione
Ossido di etilene
Infezioni
Tagli
Detergenti
Vapore
Sollevamento pesi
*
*
*
*
*
*
*
*
Cucine
Pavimenti scivolosi
Strumenti da taglio o acuti
Saponi, detergenti
Disinfettanti
Ammoniaca
Cloro
Solventi
Soluzioni caustiche
Pesticidi
Forni a microonde
Vapore
Forni
Calore
Elettricità
Sollevamento pesi
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
Dialisi
Infezioni
Formaldeide
*
*
Farmacia
Sostanze farmaceutiche
Sollevamento pesi
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*
*
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Guardaroba
Sollevamento pesi
Calore
*
*
*
Laboratorio
Infezioni
Sostanze tossiche varie
Formaldeide
Solventi
Agenti infiammabili ed
esplosivi
Carcinogeni
Teratogeni
Mutageni
Agenti criogenici
Rifiuti tossici, infettivi,
radioattivi
Radiazioni
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
Lavanderia
Pavimenti scivolosi
Sollevamento pesi
Rumore
Calore
Infezioni
Tagli, punture
Detergenti, saponi
Candeggina, sbiancanti
Solventi
Rifiuti tossici e infettivi
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
Magazzini
Illuminazione
Sollevamento pesi
Rottura contenitori
*
*
*
*
Manutenzione e impianti
Elettricità
Infortuni
Rumore
Fumi di saldatura
Asbesto
Solventi
Ossido di carbonio
Ossido di etilene
Freon
Vernici, colle
Acque di scolo
Calore
Freddo
Cadute
Sollevamento pesi
Sforzo fisico
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
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*
*
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Medicina nucleare
Radionuclidi
Radiazioni
Infezioni
*
*
Radiazioni
Sollevamento pesi
Sforzo fisico
*
Anestetici
Antisettici
Gas compressi
Radiazioni
Infezioni
Tagli, punture
Elettricità
Sollevamento pesi
*
*
Radiologia e radioterapia
*
*
*
Sale operatorie
*
*
*
*
*
*
*
*
Servizi alberghieri
Saponi, detergenti
Solventi
Disinfettanti
glutaraldeide
Infezioni
Tagli, punture
Rifiuti
tossici,
radioattivi
Elettricità
Sollevamento pesi
Sforzo fisico
Cadute
*
*
*
*
*
*
*
infett.,
*
*
*
*
*
*
Uffici
Videoterminali
Qualità dell'aria
Posture
Ozono
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*
*
*
*
*
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Tabella 3
GRADUAZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO DEGLI AMBIENTI OSPEDALIERI
Fattore di rischio
BIOLOGICO
Liv. Esposizione
Liv. Esposizione
Liv. Esposizione
Liv. Esposizione
0
1
2
3
ESPOSIZIONE
OCCASIONALE
TBC
HBV
BASSA ESPOSIZIONE
MEDIA ESPOSIZIONE
Manovre a minor rischio di Manovre a maggior rischio ELEVATA ESPOSIZIONE
esposizione (cfr pag. 5)
di esposizione (cfr pag. 5)
MEDIA ESPOSIZIONE
SIEROPOSITIVI
SIEROPOSITIVI
ALTA ESPOSIZIONE
PATOLOGICI
PATOLOGICI
GAS ANESTETICI
N2O(A)<100PPMN2O(U)<55MICR/L
N2O(A) 100-300PPMN2O(U)55-160 MICR/L
N2O(A)>300PPMN2O(U)>160 MICR/L
ANTIBLASTICI
ICC<1
ICC>3
CHIMICO (REP/LAB)
RISCHIO MODERATO
ICC 1-3
RISCHIO NON
MODERATO
CANCEROGENI
RADIAZIONI
IONIZZANTI
RADIAZIONI NON
IONIZZANTI
CAMPI MAGNETICI
ESPOSTI
ULTRAVIOLETTI
ESPOSTI
VIDEOTERMINALI
BASSO < 20 H./SETT
USO GUANTI IN
LATICE
RISCHIO BASSO
USO < 5 PAIA/DIE
MEDIO/ELEVATO (>20H
SETT)
RISCHIO MEDIO
RISCHIO ALTO
USO 5-10 PAIA/DIE
USO >10 PAIA/DIE
TURNI DI LAVORO
TRE TURNI A
ROTAZIONE
LAVORATORI NOTTURI
> 80N/AA)
SFORZO FISICO (MMC) OCCASIONALE
MEDIO
ELEVATO
POSTURA
SEDUTA FISSA
ERETTA FISSA
POSTURA INCONGRUA
AGENTI CHIMICI
(COLLE,VERNICI)
ESPOSIZIONE
OCCASIONALE
POLIESPOSIZIONE
DISCONTINUA
ESPOSIZIONE
CONTINUA
RUMORE
LEP 80/85 DBA
LEP >90DBA
POLVERI INERTI
BASSA POLVEROSITA
(<5MG/M3)
LEP 85/90 DBA
MEDIA
POLVEROSITA(5/10
MG/M3)
FUMI SALDATURA
ESPOSIZIONE
OCCASIONALE
POLIESPOSIZIONE
DISCONTINUA
ESPOSIZIONE
CONTINUA
CONTATTO ABITUALE
ESPOSIZIONE AD
AEROSOL
HCV
CAT B
CAT A
OCCASIONALE
ABITUALE
ESPOSTI
MICROCLIMA
CONTATTO
OCCASIONALE
LAVORO ALL'APERTO
MICROCLIMA
SBALZI TEMPERATURA STRESS TERMICO
UTENSILI VIBRANTI
SALTUARIO
ABITUALE
PIOMBO METALLICO
PBA40/150MC/M3-PBB
<40MICR/DL
PBA 40/150MC/M3-PBB
40/50 MICR/DL
LAVORO ISOLATO
OCCASIONALE
ABITUALE
OLII MINERALI
ESPOSIZIONE AD
ALLERGENI
OCCASIONALE
ABITUALE
INQUINAMENTO
INDOOR
SPORADICI CASI
SINTO+ < 20%
SOGGETTI
SPP-DA-006 Documento di Valutazione dei Rischi – parte generale - rev 08
ALTA POLVEROSITA
(>10MG AL TLV)
STRESS TERMICO
PBA40/150MC/M3-PBB
50/60 MICR/DL
SINTO +> 20%SOGGETTI
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SPP-DA-006 Valutazione dei Rischi - parte generale SPP-MA-006