LI
N33G7s
NOVATI
FRANCESCO
STUDI
E
CRITICI
LETTERARI
l'alfieri
IL
ritmo
cassinese
UN
la
poeta
parodia
e
sue
interpretazioni
dimenticato
poeta
sacra
le
comico
nelle
letterature
moderne
TORINO
LOESCHEK
EKMANNO
ROMA
FIRENZE
Via
Tornabuoni,
20
Via
1889
del
Corso,
307
LETTERARIA
PROPRIETÀ
Torino
VixcENio
—
Bona,
Tip.
di
S.
M.
e
de'
RR.
Principi.
AD
ELIA
LATTES
AMICO
DILETTISSIMO
L'ALFIERI
NovATi,
Studi
critici
e
POETA
letterari.
COMICO
L'ALFIERI
il
cui
di
nome
Italiani
degli
da
ingegni
il
per
ripensi
oblìo
triste
il
cuore
egli
la
e
ammirazione
grandezza
Talché
scritti.
indecoroso
uno
de'
e
pochi
la
ferrea
cui
abbandono
dall'universale
qualche
vaticinatori
resurrezione
primi
ardita
libera
ha
l'Astigiano
quale
»
la
ed
«
il
».
0
se
di
è
non
lingua
con
insperata
poeta,
a
un
«
per
e
penda
stu-
ricordare
pur
tempo
virtuosa,
egli riaprisse
gli
l'
dal-
presagio
dovere
che
vagheggiava
una
della
essa
:
esacerbato
triste
sti-etto
rosità
ope-
lasciati
son
spirito
ben
la
nascondere
a
ne
conda
vere-
splendida
dissimulare,
a
la
neroso
ge-
commossi
la
volontà,
di
Ne
ricordano
che
quelle
sublime,
di
lo
crucciarsi
abbandonate
suggerirono.
trarne
fi-a i
che
intieramente
ancora
de'
più
quanto
gli
potrebbe
quest' Italia,
sua
effuse
basta
in
dimenticanza
dai
sono
di
meno
gli
quindi
rivolga
e
a
sentimenti
infiammare
ed
potrà
non
mente
d'animo,
dell'Alfieri,
la
giorni
cui
a
quali
nelle
opere
que'
nostri
tempi
ai
sguardo
scuotere
bra
lab-
sulle
di
risveglio
a
assopiti,
chi
;
il
in
secolo,
un
ammirato
correva
significare
a
tempo
gran
Alfieri
Vittorio
di
ormai
lontani
ripensi quei giorni,
Chi
COMICO
POETA
troppo
conda
vere-
gnanima,
ma-
gli occhi,
ALFIERI
L
chi
di allietarsi
invece
se
sa
altamente
COMICO
tornerebbe
non
è il regno
Tu, che
In Italia
temer
vi è
Osa
gridare
a
confisca
puoi
tutto
pur
multa?
e
grande necessità,fortissimo
si studi l'Alfieri. Meglio che
stranieri
o
de' cenci!
non
ancora
legga,che
nostrali
che
le
corrono
esempì, gioverebbeporre fra
triti
forse
sdegnoso:
Giunto
che si
POETA
bisogno
i cento
volumi
scuole, zeppi di ormai
ai
mano
i suoi
giovani
scritti,il pilibreve, il più umile, il più sconosciuto
d'un
quali rifulge sempre
politico.Libertà
dire
può
comico
la
Certo
!
quali
de'
potesse in
de'
Lettera
1803). Vita,
che
per
(2)
«
salvo
in
vero
un
(3) Ad
nel
le
e
alfieriane
dell'abate
ed.
Le
citazioni
Dopo
di
non
della
finito
ch'ebbi
eccezione
milanese
nella
di
mi
di
alla
uno
II
qualche
a
seguirci la
un
mai
320.
varrò
zione
atten-
giacche
studiate
volta
una
di
sempre
di
(3),
p.
e
per
tenuto
credutele
di
essere
320.
Ignazio Ciampi,
e
tutte
questa edizione.
le commedie,
1864,
cando,
ricer-
d'Albany (28 giugno
Avverto
più figurato
del
noi
cortese
state
(1).
gione
egli ra-
po' minutamente,
alla contessa
scritterello
credere
a
eccellente
andremo
Ciò
riosità,
cu-
de' contemporanei
mente
posterità ». Vita,
Pirata
studio
l'animo
molti, nel-
a
riuscire
verseggiare
sempre
sono
personaggio
p.
Vita
?
sono
di Caluso
Mounier,
fatte, mi
giornale
nuova
poeta stesso (2). Aveva
lettori,e lo faremo
commedie
(1)
riescir
crederlo
nel
;
persuasi. L'Alfieri, poeta
genere
si stancherà
non
se
il
era
torto
oppur
le
sì diverso
ingegno
originali,ce
tosto, insieme
nascerà
pochi, però,
i
dee
o
soli,si
lo
pure
poeta, pochi fra i quali inclinavano
del
Fra
grande
commedie
sue
morale
affetti che
quel
presentatosigià
il dubbio
ch'ei
delle
cosa
i due
di
maggiormente
anche
intento
dimostrarlo,
occorra
non
imprendiamo
noi
farà
ne
l' impero
tennero
,
che
furono
sapere
e
quantunque
e,
nobilissimo
dei
inserito
ripubblicato poi
nel
L
e
può
non
essere
anzi
grande,
del
del
tutto
privo d'interesse, trattandosi
del
solo
gare
poeta tragico italiano, l'inda-
quali fossero le
neir
idee
sue
alla
intorno
l'opportunitàdi
venuta
come,
COMICO
POETA
ALFIERI
tradurle
in
commedia,
e
atto, riuscisse
impresa.
I.
I
Potrebbe,
assai
fuor
né
d'un
di
di
religiosamente mantenuto,
e
che
compiuti
difficile
arringo.
rimanessero
volume
risoluzione
1880;
biografici, Roma,
di
qualche
nel
suo
volume
solo
II
Commedie
Ma
esse
far
l'esumazione
che,
sembra
ripubblicati
Messina,
fascicoli
ma
in-4''
(1) Cap.
XXXI
a
2
secolo
valore
sepolte
gli
non
alla
!
da
Pure
da
un
quali
ed
essi,
al
di
ed
ultimo,
pp.
16
e
p. 320.
anzi
sacrato
con-
Goldoni,
delle
ristampa
disgraziato editore,
i Governi
cosi
Pochi
bene
(Roma,
di
egli
dispotici».
favorevolmente:
32), pensò
si sia
done
storpian-
ma,
dopo che,
I
e
Guerzoni
povero
tipografia dell'Associazione, 1875;
e,
che
e
decimotiaoo,
una
tutti
e
fieri
l'Al-
negligenza
il
di
riuscisse
L'Uno
ne'
Metastasi©
esumandole
sciattamente
Firenze,
nel
1875
affare
state
La
che
nuovi
che
storici, estetici
lavori
segno
sul
nel
tentata
erano
«
de'
buon
un
altri
all'Alfieri, al
crea
stata
era
sperava
diceva,
titoli,ne
tal
a
parola
una
studi
alfieriani.
italiano
intiero
dice
di
so
non
se
commedie,
sì
improvvisa di im-
italiana,
non
giunta
davvero,
cosa
esecuzione
drammi
Teatro
per
non
i veri
che
fa
anno
quasi
non
io
proposito de'
era
fu
non
tentare
farci accorti
a
tempo
più nulla,
(1), per
di scrivere
Commedia
La
postumo
trattato
strana
desiderato
sempre
tarda
sarebbe
alquanti documenti
aveva
la
E
passo,
gran
scriver
non
cinquant'anni
i
avesse
cosa
all'ultimo
proponimento, fatto da
il
tratto
ad alcuno
ragione, sembrare
l'Alfieri, già vicino
strana, che
rompesse
tentativi.
primi
smettere.
tanto
Carlo
due
ALFIERI
L
POETA
da
disegno vagheggiato
un
il comporre
null'altro
bensì
prowiso pensamento;
COMICO
molti
che
l'attuazione
molti
e
di
anni, al quale
tante
e migliorare le
composte, correggere
della lingua
e quindi lo studio faticoso ed indefesso
tragedie,
e,
greca,
avevan
fanno,
come
frapposto ostacoli
sempre
dico, testimonianza, oltreché
l'Alfieri stesso
nella
i
svolgendo
I
indagini sono
tali da
sei commedie,
suoi
di
risultati
indurmi,
prima
immaginate
1772
interrotti
fissarvi la
viaggi
in
Ai
primi
infatti, provvistosidi
sulla
piazza
,
condotta
l' innanzi.
per
scrive
^so
di
tra
(3),
la vita
e
e
di
di
ammissione
sessioni
si tenean
355
(i) Pag.
(2)
Dal
non
e
prof.
(3) Vita,
p.
ed
buffonerie
regole,e
erano
la
sera
miei
126.
Teza
nel
volume
del
di
seguente
lusso, a
compagni
i miei
nuovo
a
cademia,
d'Ac-
diverse, che
del
medesimo.
ad
pataggini
sca-
intimi;
e
stringendoci
stabilire
esclusiva
casa
detta
quelle prime
però. Libera
in
dove
allegra e spensierata
altrove.
E.
anni
Torino,
a
più di persone,
permanente,
somigliare,ma
mordi
pri-
dopo cinque
con
tutte
insieme, venimmo
e
ai
germi,
gennaio
casa
più assiduamente
con
poeta negli
magnifico palazzo posto
un
furono
dodici
un
i
fosse
Gli antichi
«
gioventù,
quelli, forse
di voti,
di
S. Carlo, metteva
riprendendo
bestiale
sua,
dal
delle
paesi stranieri,il suolo
anno
di
mie
discorrere
trovarne
l'Alfieri rivedeva,
dimora.
sua
di
nella
le
ottenuto
nato, col proposito,giunto che
era
ciati
rintrac-
me
conservati
compiute
e
già
letteraria.
vita
sua
maggio
non
hanno
Annali
e
da
alfieriani
che
ciò
quanto scriveva
documenti
giorni,a risalire,per
della
Nel
nuovi
manoscritti
Laureiiziana.
indugi. Di
(1),nei Giornali
Vita
alcuni
pubblicati (2),
ultimi
ed
una
essa
società
per via
poteano forse
Muratoreria
Conte,
e
».
Le
sebbene
L
intento
altro
non
accademici
la
occulti,
restavan
cose
di
e
sue,
ei dice
buono,
non
se
dotto
di
lui
in
quella lingua
ha
ne
in
renziano, che
titolo poco
un
l'Alfieri in
conservati
Fra
cosette
queste
quella cioè
Universale,
cui
diverse
questo ebbe
sale
(1)
e
il
cartoncino
ms.
:
molta
verità
:
più
Giudizio,
e
luce
coi
segnato
Juvenilia
testo, si
poco,
incontro
di
perchè
(2).
teresse:
in-
molto
Giudizio
un
loro propr"
fatto
era
le
!
anime
rappresentate (sic)
aveva
talché
noi
per
alle diverse
dipingevano i
caratteri
con
allusioni
un
: e
che
qual-
i ritratti
ed
si
invece
tardi
al
leggono
i notevoli
dal
Teza.
primo
nel
frammenti
ms.
lo
pezzetto
un
foglio
due
mise
assieme
inquinata.
sermone
sopra
gli Alfieriani, coperto
fra
medesimo
gallico
legge
5
n.
grigio. L'Alfieri
scrisse
nel
di Voltaire
scena
domandando
molto
schiccherate
Ibid.
(2) È
VI
la
fingeva
stesse, ci
sé
che
persone
che
«
Dio
di
pieno conto
un
in
in
ha
giovanili una
lau-
ora
gratificòdi
sciocchezze
asino, scimmiotto
un
più
era
manoscritto,
di malumore,
lusinghiero:Prime
francese da
in gergo
non
qui parola, tre
fatto
quel
momento
un
riuscivano
ma
che
essere
Degli scritti,per ogni
».
quali vien
de'
rispettocuriosissimi,
era
di filosofia
doveva
che
uditorio
un
Come
miste
pessimo,
non
pure
e
passabiliper
intelligibili
francese
un
quali
rallegrare la brigata
a
(1), facete,
impertinenza, scritte in
almeno
dei
adunanze.
periodiche
l'Alfieri contribuì
cose,
qualunque
mente
presidente,settimanal-
letti dal
nelle
«
di
scritti, gli autori
codesti
quando
doveva,
d'essi
ognun
erano
nominato,
naturale, anche
rarie
questioni lette-
trattare
volta, presentare scritti
sua
gli piacesse;e
indole
con
anzi
:
giocondi
i
sollazzo, pure
il
che
rifuggivano dal
non
fosse venuta
COMICO
POETA
avessero
filosofiche
e
ALFJEKI
rimasto
lettere,
di Giornali
di
del
1774
sul
dosso
Il titolo, riferito
carta
bianco.
delle
e
di
taccato
at-
azzurra
Oltre
che
quali parlerò
e
il
fia
'75, già messi
ALFIERI
L
vivissimi
della
lieti
e
variati
e
da
tutto
e
proprio,giovanile,
far doveva
motteggi
dovremo
fama,
che
giudizio invece
ne
ha
dato
il
che
desiderio
di
addentro
si vede
:
osservatore
Senza
»
sia il
ha
le
nel
ad
che
»
(1) Vita,
Sui
V.
di
e
del
lieti
e
di
; non
cercata,
quanto
e
se
muni
co-
vero
ingegno dell'Alfieri,che
e
delle
le
abbia
se, per
personaggi
colori
con
benché
e,
il
o
l'analisi
fervida
poco
lasciato
—
che
potenza
Satire, che
l'Italia
a'
tore
dell'au-
Universale
variati di molti
Torino, le allusioni
miterem
(3), ci li-
testimonianza
Giudizio
ad
più larghe
son
sì uomini
contemporanei
nel
p. 127,
manoscritti
(3) Carducci,
di
sull'
classiche
ritratti vivissimi
donne
(2)
i
agli
Considerando
dipinte
discutere
a
sociale, che
osservare
medesimo,
«
qui
la
uomini.
il brio
manca
strettamente
concetto
allusioni
o
fantasia
'ricordiamocene
—
più
un'ora
tutti
di
entrar
esatto
ricordo.
più largamente
sono
giudizio pronunciato
però
son
vi
acuto:
l'arguzia.
anime
creazione
tutto
fatto
trovare
gli
esercitò
non
cattivo.
tutto
ha
ne
(2), di
esaminato,
Vita, il professore
interamente
studiare
psicologica:e queste
della
morandi
me-
ad altissima
del
non
primo
tanto
e
averlo
del
lavoro
un
fieri
poeta, si ingannerebbe; all'Al-
mancasse
stesso,
sé
sempre
il
del
contemporanei
pare
e
fiorentino
diatamente
imme-
quella lingua
tanti
stato
severo
scrive
di
in
senza
essere
assai
esso
ciò
già pervenuto
era
donne
».
bersaglioa
quale per
sperasse,
uomini
tardi
che
nominati
e
giunta composto
l'editore
E. Teza,
Chi
scriveva
deve
non
Un
«
l'Alfieri
convenire, anche
il lavoro
sì uomini
riconosciuti
quando
,
molti
(1)
per
più
COMICO
l'uditorio
che
pensiamo
che
di
città, venivano
nostra
Se
POETA
di
Prefazione
V.
A.
al
Alfieri, Firenze, Barbera,
nella
Laurenziana,
volumetto
p. 6.
Satire
e
p.
XX-XXI.
Poesie
minori
L
Giudizio
non
asseriva.
Ben
se
il
quale
noi
se
è
non
forza comica,
queste doti. Ma
però,
modello
dirsi
di
sovra
torio,
l'udi-
come
beffate
come
e
Conte;
vedremo,
Il lavoro
ci
l'insieme
poi, nel-
di vivacità, di
brio, di
assolutamente
privo di
però
ciò
dal
or
le sembianze.
può
non
prof.Teza
fu scritto, riconoscere
le persone
un
il
possiamo,
Giudizio
ravvisare
ancora
y
difetto,come
non
di tutte, di alcune
non
dato
è
che
vero
COMICO
far
immediatamente
nominare
ma
è
POETA
davvero
possono
il
per
ALFIERI
volentieri
lasceremo
dici
giu-
i lettori.
Al
dialogo,
scritto
e
se
questo
con
giovanile del grande tragico,giacché
il concetto
per
precede una
assai
si avvicina
«.
Decembre
Ilkistres
femme:
mais
Prince
me
«
met
Je
le
lui
de
brassais
1773,
Turin.
de
je
tous
tombais
vous
un
à
rigine
l'o-
narra
Anch'essa
utile
rirla,
rife-
Società.
dessus.
ici
de
des
ses
je
vis
(1) Si legge nella
prima
(2) Intendasi
guignon.
sur
génoux, qui
ne
faccia
jolie
une
de
dant
pen-
chambre
Gour
divine»
importants.
ingrat
vers
adora-
ses
phisionomie (sic),que
rude, quelques légers mouvements
je
peu
services
ètie
la
de
utile
et
valet
de
échanson
point
ne
étè
excellent
L'emploi
grand
Paradis.
ai
vous
cceur
paroissent étre
protéstant que
sans
un
rendre
jour
la
à
du
préssois vivement;
quils
en
est
vous
préssois un
connoissez
ce
Luciano,
crediamo
(2), j'ignore si je
là
passons
tendresse:
ici de
di
Universale.
Lavrian
j'avois pourtant
méme
teurs, je le
vous
membre
Farine!, qui
à
la forma
stravagante ortografia(1):
du
sanguignon
vie ;
ma
du
Lettre
Giudizio
lo
per
alle opere
dell'Alfieri,e
la
mantenendone
«
sul
fattura
certamente
«
e
lettera,diretta alla società, la quale
della relazione
è
possiamo indicare
nome
dans
sa
sont
la
un
cave:
peu
je les
quitteroispoint cette
del
ms.
5
ed
è
plus propres
lui
humble
inedita.
em-
pò-
10
l'ALFIEKI
sture,
s'il
mille.
Il
ìnclus
dans
accordait
ne
releva
me
alors,
et
cet
que
leur continuer
pour
Je
«
de
et
si
écrit contient.
Tengager
à
donc
ou
de
éclairer; pour
à
étre
vous
Le
dubbio, sotto i nomi
si nascondono
due
di De
dal
la
paradiso
(ed è
Lavrian
pensi però che
piemontese
in
che
gli
{ì)
scritti
che
e
si servisse
sotto
talché
due
(p. XX).
che
più
il conte
se
il
aveva
lettere, che
dei
la
nulla
l'Alfieri
sola
Giudizio
punto
ricevute
di
troverà
tal
membri
di
di
da
me
della
stampata
quali ragiona
codesta
il
derivazione.
fosse
si
e
paradiso,
quella società
credere,
chi
famiglia
assai poco
si
come
ci avverte
».
di
conservano
quali
Cosi
è
si
il Teza
mai,
finge spedita
non
fra i
stato
si dicesse
prof. Teza,
tutti
erano
nelle
e
che
e, meno
società
uomo
cognome
società,
Lavrian,
dal
ma
:
di Lavriano^
Lavriano
di
membro
come
lettera
poco
dei
di
nome
questi tempi precisamente
a
letti alla
nome
permette
alle due, delle
né
finse
principii e
Ma
e
il
ed illustre
conte
un
presentati
L'Alfieri
«
ragiona
né
Torino
l'Alfieri
che
anonimi:
Di
del
di un'antica
Lavriano,
sciuti.
scono-
giunta probabile
proprio pseudonimo. D'altra parte l'Alfieri
un
lui
di
era
che
scibili
ricono-
specificato l'Alfieri
di patrie memorie,
raccoglitore
e
credibile
di
lettera
prince
noi
a
(l) ), che
riconoscer
il cognome
viveva
erudito
della
si
dì
e
ma
prima
a
».
spedita nientemeno
epistola,
altri asserito
si debba
stesso,autore
Lavrian
Lavrian
era
dir vero,
a
stato infatti da
di De
cui
scherzosa
Sembrerebbe,
trépassé
personaggi,facilmente
dall'allegrabrigata,
che
Prince
heureux
memore
De
Farinel
du
utile.
«
Senza
morale
»
je sérois trop
moi
vous
determinerà
avis
des
profiter
saine
me
les retirer.
pour
ami
en
feront
je
que
Tenez, qu'ils
«
profitla
à
en
illustre fa-
son
mots:
qu'ilsmettent
faveurs
vous
je puis continuer
ces
à
papier
ce
mémes
L'usage qu' ils
mes
conseille
vous
dit
et
signalée
remettant
me
me
lisent,qu'ilsréfléchissent
CUMICO
faveur
quelque
lettre,il
ma
poeta
di affermare
Lavrian.
dal
diso;
para-
attribuita
l'alfieri
soci
firmata
l'avrebbe
non
0
fra le tante
più
che
congetture
principe ben
gloriosa
Farinel
lavoro,
suo
degno
per
figura
della
tratti di
troveremo
che
la
in
molte
soleva
ed
accortezza
difetto
suole
si
e
della lettera
(1)
In
delle
l'Alfieri
delle
torinese
intomo
come
due
dialetti
negli altri.
lasciar
credere
l'Alfieri:
alludere
della
generava
de-
che
semplicità
propria
persona.
l'epiteto di Farinel
alle
dimostrano
che
persone
non
si
facevan
certo
Guastalla.
potuto, le allusioni
m.anoscritto, preceduto
lettere, di cui
si sottoscrive
bizzarre
Farinello
nei
nel
impartial.
toccano
(2)
da
(2) : doti queste che
di
piemontese,
del
d'introduzione,passiamo all'esame
una
Véridique
il culto
il
raffrontiamo
monarca
volesse
III,
quanto sappiamo
con
del
l'Alfieri
che
appartenere alla
se
così, per quanto abbiam
tosto
segue
bene,
Farinel
applicare
al vincitore
Kischiarate
che
Or
piemontese
ardire
De
braio
feb-
Emmanuele
di
rassomiglianza tali
dialetto
fine, in
In
tribuiss
at-
al
Nel
valore.
Carlo
virtù
abitudini
negligenza per
ci
alcune
esporre
cioè
prima
fisonomia, l'abituale
burbera
lettera,la
ignoto,
di
prive
quest'ultimo appunto
a
come
delle
e
la
noi
a
morto
era
giocoso ritratto del Prince
rale,
pitinatu-
potrebbero fare,
si
possiamo
mesi
Sabauda.
dinastia
aver
trépassé della società.
meno
alquanti
La
(1).
che
ci sembran
non
1773,
il
o
Prince
al
quanto
scrivesse
vediamo
come
nome
piacevol motivo,
Lavrian, membro
del
appostovi,
supposizioni
un
per
In
lettera,probabilmente
questa: che l'Alfieri,scritta
dunque
par
la
falso
l'Alfieri,un
altrove
fatto
o
11
comico
egli stesso
scritta
avesse
e
poeta
Modeste
Ambedue
dicerie
è
questione
nella
si
al
f. 16
spargevano
sonoro
nota
cedente,
pre-
nell' altra
Simplicien,
si trovano
che
dal
lavoro
del
nella
ms.
il
5
e
società
all'allegrabrigata.
valeva
furbo,
scaltrito, cosi
dell'alta Italia;
ora
è
vo(fe
nell'uso
antiquata
letterario,
nell'uno
e
l'alfieri
12
titolo di
tei
et
dal
dei
personaggi
ad
cima
destra
delle
e
Figlio e
Kaffaele.
In
che
di
mostra
Su
si vuole,
andar
presenta
alla
tutto
coloro
d'un
né
male,
non
fur
e
che
re
che
l'eterno
si
vivi,vien da Dio
Padre
rares
leur
(1) L'Alfieri
sont
il 28
e
di
primo
Eois
Les
Carlo
strictement
pas
allude
poscia ministro
Re
«
probabilmente
da
aprile 1775;
Emanuele
segretario
ma,
li,
dell'Ordine
seconda
sua
vita
fra
coloro
ne
che
è
bene
mai
di
venir
de-
decisione, vont
par
dues
al
médiocres, dice
méme
sua
Amedeo
Vittorio
servir
registrarefra gli Antonini,
fatto
qu'il faut les encourager
guerra
sotto
IV.
posto
la
giustificare
per
della
reggente
d'essere
di
sarà
(1). La
fatto in
d'un
lasciato
aveva
guerra,
se
prima
quella
è
punizione
sua
ha
non
invece
Traiani, gli Enrico
ne
della
penna.
irriverente,
divino
insultava
egli
nella
che
qual-
e
giudizio. La
il
tribunale
la
peggio:
vivendo,
che,
l'anima
qui
al
bella
fanno
Giuda
di
molto
intero
tutto
che, eletto ministro
avvocato
i
si
che
ombra
condotto
è
anche
faccia
di Mosè, il pomo
corna
lasceremo
faceto, ed
boleggia
sim-
cantuccio
un
sala
pili bizzarro, che
tono
in
giudizio. Nella
la borsa
questo
in
Gabriele;
segretari
; in
i
l'asino di Betlemme,
di
cosa
Siede
triangolare
scrivanìa
d'Aronne, le
la verga
se
d'Adamo,
il
ascolta
»;
distribuzione
scena.
parecchi curiosi;
e
n'est
justice
sinistra
a
di fianco stanno
:
la
et
Padre, giudice supremo;
una
mezzo
esaminate
Lavrian
della
decorazioni
sera
de Dieu
verità, della
per
Spirito Santo;
lo
la Trinità
le anime
rozzo
triangolo l'eterno
un
ai lati il
a
po'
disegno, un
qu'il
les morts
sur
continuellement
rend
y
été
tribunal
le redoutable
car
:
toujours
a
tei
universel
jugement
qu'il
et Von
jamais ferme
e
et tei
qu'il est
les vivants
sur
du
Esquisse
«
comico
poeta
des
Questo ironico
».
conte
Ghiavarina,
III il 26
privato
febbraio
delle
segretario
Mauriziano.
récompenses
di
fatto
1773;
cariche, possedute
gabinetto
del
14
l'aLFIKRI
soffrirà l'orribile
in
abitò
scena
supplizio di
d'oro
lago
un
fuso.
del
bel
del
poeta latino. 11
mondo,
delineato
1'
nel
brio che
entra
d'un
marchese,
ottava
in
uomo
gratis anhelans
»
proprio colto sul
vero
spiacerà vederlo
prodotto
qui ri-
è
non
immerso
che
iti otto,
ritratto
suo
eternamente
corpo
occupatus
«
tanto
con
star
L'anima
tempo
un
COMICO
l'UETA
e
:
Sire, l'àme
«
vois
si
heureux
dans
Marquis
métier
«
les traces
encore
bien
je pouvois
le monde
comment
maniere,
je
faire
noient
la campagne,
oìi
qui il naissoit des enfants,
miracles.
Je
femme,
sa
et
rhume;
avec
les vieux,
à
du
doient
de chacun,
tablettes
tout
à
des
Je
qui
ne
reve-
emplois, à
fait souvent
le
avec
jeune
de
des
la mort
de
péro de la mort
de
avec
les
jeunes, vieux
un
juste equilibro entro
de
l'amour, de
pas
une
mes
mediocre
tant
égale réaction
sur
l'on
que
et
quatre
ne
peut étre pour
deplairejamais
personnes,
de
exactement
heures
affaire de
les devoirs
de la
la convenance,
et de
ce
(sic)j'écrivoistoujours
de
n'éstoit
une
spirituel
;
ceux
le mari
avec
gages
la dimanche
la distributiou
égards
à
car
designer.Je
me
propos
s'informer
Ce
des
illustre
consideration.
le monde
mes
la ville pour
et
un
qui gardoient la chambre
ou
enfin
de tout
J'avois
par
cet
fus
S9avant, grave, enjoué, misterieux, indiscret,
sentiment
personne.
tour
à
Je
serois
confrères,
qui obtenoient
je m'attristois
et
avantageux,modeste:
étre
dans
mes
visite
une
rejouissois
me
fils,j'éstoistour
son
rire.
que
une
visite à
une
j'en
corroux;
et mediocrement
donnais
me
de
un
il faut
poli
jamais
pour
faire
beaucoup
manquais
de
en
visage auguste: je
vous
et
de
mis
a
tout-court, suffìsoit pour
»
riche, beau,
voici
vous
votre
sur
j'aye surpassé
Marquis
fus
précédente
d'autres
ma
pour
me
la sante
sur
partager
differents
ro-
mes
la semaine.
de
gratitude,de
mobiles, qui tous
pauvre
qui
avec
l'amitié,
la
pitie,
avoient
téte, qui succomboit
l'alfieri
nécessairement
jamais d'emploi,
voulus
ne
plus pènible de
j'ai été
m'en
si bien
suis
Iddio
è
non
aquitté (1)
attinger perpetuamente
con
acqua
di
legge perchè
caratteri
che
dieci ombre,
altre
chi
la
li chiama
ròle
des
remplacerez
un
homme
un
homme,
de
le
à
(1)
Ms.
ici,et
cupazione,
oc-
schiarsi
quello dell'immi-
du
le vrai
triple talent
en
ruban
5, p. 6.
dans
mot,
Je
ce
:
mes
la
fis dans
l'abit d'abbé
vous
tant
fut
en
traces;
ne
me
Je
fus
qu'une
personne
perfection, comme
pour
m'auroit
reportage
une
fante
investir
une
jeunesse
ma
vous
d'autres),
vain
curiositè, du
quittant le petit coUet
vert:
de
le monde.
comme
point de
de
ra'avez
premier lieu,
second
en
voltigeurssuivirent
tracasserie.
irréparable
croix
pas
abuser
n'atteignitjamais
la
altra
permettez-moi
dis-je,incomparable
foule obscure
et de
curioso,
un
giudice,vous
suo
très-difficilement
que
(pour
moi, dans
L'Alfieri
hanno
non
di
esse
quei ficcanaso,
réfléchi. En
bien
pas
souffrirez
me
al
vivants, mais
n'avez
vous
ne
di
uno
piacere
il ficcanaso
Seigneur,dice
vous
di
fatti altrui:
nei
dire, que
di
i cui
ed
oscure
vivacissima,
altro
provano
interesse
attenzione.
furets voltigeurs, che
non
du
in
dicate
giu-
esser
coloriti. Una
speciale
ciarlone;
per
uguale
affatto
persone
caricatura,
insoffribile
maldicente,
rayé
destano
piuttosto delineati che
sono
presenta
«
fondo
senza
presentano
non
però, la tredicesima, merita
esso
tempo, ad
suo
vaso
un
si
quella del marchese
Dopo
ci
sciupìo del
il
condanna
e
parere
delle Danaidi.
compagnia
in
».
fatto tanto
ha
le
puisqu'je
le monde,
medesinao
del
però
poveraccio,che
dans
fort utile
je
que
Majesté divine,
à Votre
gràce
cela
pour
j'avoisembrassé
parceque
et que
tous
horame
un
C'est
taiit d'affaires.
à
15
comico
poeta
mieux
servi
l'alfieri
16
faveur
de
à
conoissance.
café, de
de
enfin
Je
de
chose
curieux
qui
du
jour,
amant,
son
jusqu'au
nez,
pénétration. Je
fus
le dire
café. Un
bonheur
mot
de
que
personne
dit
bien
discours
avois
et
bene
ou
que
où
la
porte d'une
douce
femme,
un
échapper
récompensé
qui
ceux
le
banc
à
ma
de
ma
disoient
dont
ceux
au
telle
chose
avoit
la
procura
parie, ce qu'on
tems
(sic)
les auteurs
tout
ensuite
joli
un
quelqu'
de
de
un
le
du
exactement
je courois
alors
triomphant
mes
Seigneur,je
ne
habit
ou
une
amis
mes
(et
monde), je le louois
j'apprenois heureusement
j'annonfoit(sic) à
me
(sic) de quelle fa^on je les
à
et
un
pas
moi, croyant
méme
en
tout-bas
je voyois
j'éstoisami
perdis
ne
Cela
on
nommois
portoit, en
me
devant
recomandois
raccontoit
achété
trouvoient
se
qui
l'opera je
se
que
découvertes.
quelque
plus gi'and ce fut, lorsqu'éstant
amis
point payè. Je revenois
où
tous
Des
il l'avait
boutique,
mes
à
avec
beaucoup, je m'informois
chand
devant
pouvoit les entendre.
leur
me
lorsqu'j'eus le plaisirinexprimable
je leur
entendus.
tabatière,
nofa
je
je
eft'et,
lorsqu'ayantpasse
en
amplement
d'eux; je leur
le secret, mais
avoit
y
piìt pourtant pas
de confier à
satisfaction
avoit
ne
il
où
et
temps
apprendre. Quelle
à
d'écouter
deux
que
ce
le
perdre
à
blée;
d'assem-
et
teau
man-
encore
semblant
spectacle
pilier
un
qui, quoique enveloppé dans
spectacle,confondu
faisant
de
parvenues
point
l'oreille
à
decouvert
vie
ma
la
à
point, j'en vis enfin sortir, au
ne
le lendemain,
peine
au
sentinelle
en
m'interessoit
ne
où
n'éprouvois-je
pas
nuit
une
toute
endroits,
voir
à
et
jamais
sont
ne
pendant
point
les
maisons
j'aurois
l'inutilité,
promenade,
je n'aimois
^atisfaction
toute
fus
de
rue,
toujours dans
tins
de
certaines
qui, malgré moi,
d'affaires
ma
des
uniforme
cet
bien
de
dans
m'introduire
pour
comico
poeta
de
quel
le lendemain
qu' il
dans
mon
ne
mar-
à
la
l'avoit
blée,
assem-
disciplesl'importancede
finirois jamais si
je voulois
l'alfieri
detailler
voiis
je l'ose
assurer
je crois
et
emploi
suffisantes
derisa
ici de la
vous
charge
avoir
degliuditori,alcuno
colui,la maldicenza
del
dall'Alfieri, Altrettanto
données
quale
disgraziatamente soggetti a
rappresenta un
che
persuasione
di esercitare la
voltato
anche
le
in tre
lavoro
ritrovar
dagli altri
è
Jugement
continuare
Cristo
quella
è
deve
distribuzione
da
contenuta
un
carta
supporre.
donnaiuolo
ne
seguito col
Seconde
il
Session
e,
posto
a
non
titolo
quindi
12.
e
letterari.
ad
:
Suite
(1).
avendo
voglia di
Gesù, sconsigliandolo
troppo giovane, dall' interrogare le
critici
viamo
tro-
,
l'esame, cede
Studi
esser
qualità della
la
per
vanitoso
un
è raffreddato
si rassegna
NovATi,
di
Universel.
Padre
come
(1) pag.
quali
fascicolo il
nuovo
un
L'Eterno
gli
appena
prima sessione col giudiziodella diciottesima
la
in
spiacevole
ragionevolmente
lo lascia almeno
che
ombra,
al
l'opportunità
offriremo
riprese: la
delle
sessioni,ognuna
Terminata
dimeno
non-
spesso
la
con
piuttostolungo,
dall'Alfieri in varie
il sesto
però,
far noi:
non
professione,
,
du
argutamente
spalle.
fascicoletto,diverso
ed
gli
noi
fastidiosa
sua
Giudizio, essendo
letto
il
pubblici o privatiritrovi, ad accogliere
in
fianco
stato
così
,
apparente cordialità, ad ascoltare
TI
des preuves
tipo vero, che tutti quanti
siamo,
sua
era
possiamo
non
il ritratto
avrem
cet
certo susurrato
avrà
perchè
con
espion,
son
questa pagina ci diletta ugualmente,
lettura di
la
nostro
de
remplira mieux
ne
en
Ma-
Divine
».
le risate
di
priantVostre
personne
que
avoit saisi et mul-
curiosité
en
m'honorer
elle veut
jesté,si
Fra
je conclus
r infini:
tipliéà
nome
et avide
ridicule
de
les différentes branches
toutes
industrieuse
mon
que
17
comico
poeta
esaminare
le
ombre
donne.
ma-
l'alfieri
18
poeta
comico
schili, e prima fra tutte, quella d'un
poetucolo,che
entra
declamando:
Seigneur,
Mais
dans
J'avois
Je
de
d'un
perdus
Sans
cela
fait:
la
main.
l'insipidelangueur,
d'une
jours aupròs
auroit
Princesse,
la
gemi
presse.
Soeurs
sorte, il supremo
questo punto, per nostra buona
inviandolo
a
giudice lo interrompe
Ma
mal
qu'à
menton
au
talents
mes
sous
ni
bien,
l'impertinente hauteur:
beaux
mes
le? doctes
J'aimois
barbe
misterieux
fat
ni
petit air enfantin;
un
transi
amant
J'ai
ans
repentiroit(sic),
me
n'ai
vie, je
de
plus
pas
je
coeur
cinquante
à
d'un
Et
mon
sotte
ma
n'eus
J'eus
tout
a
declamare
suoi
i
,
agli
versi
ammalati
vecchio
un
mentre
del
costui
a
cannone;
udito
ha
non
si dice
che
impostore,
mai
di cento
avanzo
in
il
vita
sua
taglie,
bat-
rombo
chiacchierone
bugiardo
un
poeta succede
Al
atYetti d'insonnia.
che
,
parte di Brighella sul celeste teatro; indi
sosterrà
la
vecchio
libertino. Gesù
rinviato
ad
altra
seduta
un
l'esame
,
delle
non
erudito
un
a
anime
forza
nel
tribunale,
dapprima,
la sessione
La
Gesù
terza
lo
e
nel
anche
di
Padre
entra
più
mezzo
contese, annuncia
quindi
(1)
a
pag.
Kaffaele
20.
da
è
mai
ribile
dall'inesau-
coll'addormentarsi
;
un
piacevole
battibecco
fra
stato
si adira
consultato
,
trattare
e, per
che
al silenzio
incollerito per(1); quest'ultimo,
chè
sentendosi
di
Gesù
ascoltato.
si chiude.
seconda
non
ritirarsi,
quando
esser
tedesco, finisce
Spirito Santo
giudizio
vuol
costretto
inaugurata
è
per
pesanti dissertazioni,entra
forza
a
ma
del
eloquenza
così
di
tedesco, autore
si rifiuta
e
giudicate,sta
ancor
da
intruso.
toglierogni
giudicherà egli
di introdurre
le donne.
materia
stesso:
Il
a
Divin
nuove
comanda
L'angelo
ordina
l'alfieri
di
costoro
a
ed
degli abiti;
anche
del femminile
imposer
santo
femmes
aux
male;
egli è
costretto
finalmente
giovane
Padre
complimenti
si
la
«
Spietatamente
tutte
casta:
de'
d'una
la
fra le
cordialmente
per sapere
Vergine,
ambedue,
Plutarco
pensa,
e
udite
lo incarica
ripensa, ma
l'una, eglidice,
non
annoiata, le rimanda
e
grinzose,da
E
gli
vecchia
marito
che
San
a
e
una
saluta, prima della
da
gine,
Ver-
la
Pasquale,
tumulto
nuovo
un
e
che
quale fra loro
che
sa
voglion
la
è
ad
a
mezzane
donna
diarono
s'oesser
peggiore.
decidere
parallelo.Il
un
terra
galante.
ipocrita creatura;
:
buon
chiama
greco
conclusione:
una
nulla, l'altra anche
sulla
appare
più ridicola!
civette, sorelle, che
può venire
cameriere
padrone. Ultima
che
vai
ordina
;
ecco
non
ma
muove
consorte
Ma
di fare
non
divinità,
infatuata
pazzerella,
una
la vita,
tutta
giudicate insieme
La
la incarica
e
si
una
di vecchio
in
il
talché
nessuna
di corte,
vecchie
due
son
la
di
dama
de' frati minori.
ombre:
Maria
:
forza
a
pietà, dà
a
mossa
di sedurre,
giudice:
però da
allora
ferme;
d'una
ed
affermando
e
si vantano
vecchia
più
giovane moglie
dell'ordine
canzonano:
parrà maggiore, ottiene
non
costei, vien la volta
Francesi; poi
indi
lo
Giuseppe
rispondela Vergine, ed
»
dinanzi
angeli le traggon
Giudicata
S.
carezze,
esse
vece,
sua
presentiprima
più
e
sia, il loro
che
giudicare in
da donna.
però
spaventato, fa chiamare
Eterno
di
che
vecchio
o
d'en
le talent
Gabriele, il quale, prodigando
a
spoglino.Ma
si
che
fare
la lor bellezza
ornamenti
senza
volta
S. Giuseppe,
allora
eu
perchè vecchio,
lasciar
a
alle riottose
che
Questa
».
le donne,
riraan
toujours
a
«
vargli
ca-
sgomento ad informar
questi manda
e
ma
di
inferocite, minacciano
esse,
tumulto,
il
perchè
d'ogni ornamento,
Eaflfaele ritorna tutto
gliocchi.
Iddio
solo
spogliarsi non
19
comico
poeta
meno.
Maria,
servire, brutte, vecchie
a
belle
e
capricciose
hashlen,
letterata, un
Vergine, Plutarco,
ed
ottiene
20
l'alfjeri
di andare
dimorar
a
dell'autore
poeta
S.
con
si
comico
Ignazio. Per
strano
uno
presenta finalmente
l'antica
priccio
ca-
regina
d'Egitto,Cleopatra:
Puisque je suis ici,je
«
contre
jeune homme
un
mauvaise
une
fiel,il
son
n'eus
la
prete un
me
Vergine
privilégesde
la
consolezvous
le
public
du
moins
Così
solo
che
il
Prie,
ms.
errore
di
stesso
abbia
quel
alla
di
in
le
questione
di
in
del
1775.
all'
«
serez
nel
credere
Ad
sui
casi
A
momento.
non
odiosamata
la
stata
dopo
»
Che
che
modo
Cleopatra
era
solito
si
si tratti
che
più
sul
studiar
serio
aver
rotto
i lacci
sua
donna
;
vale
che
a
in
rebbe
sa-
rileva
di
dal
un
l'Alfieri
fortuita
di
di
darsi
disegno
suo
abbiano
veder
prendere
com-
il Giudizio
al
desto
co-
manifesta
determinazione
sua
in
lascia
invece
assai
laella,
sua
Ora
solo
non
stimo
ogni
di
1774.
come
Vita!
lettori
ai
minciato
inco-
aver
tragedia, ma
1773,
probabile; io
sia
non
nella
stesso
di
della
gennaio
egli
del
,
e
disegno prestabilito,
malattia
alla
dicembre
tragedia
se
que
sembri
non
racconta
un
la
mano
tappezzerie ch'egli
conclusione
si forte
ha, più che
senza
durante
drammatica.
poco
sans
vous
vous,
rappresentare. Eppure
poco
far
realtà
una
occasione
farla
l'autore
letteratura
scrivere
e
nel
voluto
de
Vita
Universale
è
D'ailleurs
parlare di questa brutta,
nella
Cleopatra
già posto
memoria
che
l'Alfieri
Giudizio
scritto
asserisce
e
je
anciens
plus
impunement,
nel
l'appunto
aveva
des
un
idée
per
proposito di
stato
et que
peut-étre sifflée et,
sera
il tempo
episodio del
anche
de mentir
meilleure
la
scrivere
di
tout
Giudizio.
sa,
ognun
la marchesa
c'est
produzione,perchè essa
ingannare
per
{sic)horrible
que
dilungatialquanto
(1) Come
exhaler
».
il
termina
a
syavez
une
vengée
bizzarra
ma
laquelle,pour
la consola:
pièce
prenne
Ci siamo
connaìtre, compose
me
caracthère
Poesie
la
:
justice,ella dice,
(1).
»
Cleopatre, vous
«
qui, sans
tragedie,dans
jamais
Ma
demande
vous
dato
casa
egli non
o
Prie,
no
è
pensò
l'avvincevano
dire
non
prima
22
l'alfieri
attitudine
della
in
evidentissime
di
il
medesimo
se
Voltaire
del
quale desta
timorate,
coscienze
il
quasi meraviglia
anche
oggi
neanche
era
non
trovare
ultimi
una
novella, inedita
questi
trattate
e
dove
fa
le
contro
tuttora
preti
dettava
egli
che
e
tale, più
degna,
per
voltura,
disin-
tanta
con
frati. E
e
tardi
più
poco
sì
sperabile rimanga
è
,
verità, del
Casti
che
di
(1).
Se
lo consideriamo
non
quando
Questo
lo andò
che
tenue
confuso
e
quella vita oziosa
La
nel
scritta
famosa
Ne
ho
1882
nel
dato
della
(2) Vita,
159).
di
lampo
medesimo
alcuni
in
del
poeta
estratti
in
e
un
Letteraria.
'
il
cuore,
di scrivere,
«
vita
»
(2).
lusinghiera speranza
che
le tenebre
il Conte
tragiche
la data
Torino,
e
aveva
della
quale
con
articolo
anch'essa,
argomento
lady Penelope
inserito
1775.
dicembre
forma
per
liriche, 1774,
versi, alquanto libera
stesso
del
disprezzarsi,
finalmente
Sconciature
tempo,
Domenica
p. 127.
diradava
Porta
e
saettando, finché,fattosi
divagata
novella
un' altra
avventura
e
le altre
3 (p.
ms.
precede
fra
come
fosse, qualcosa che potesse aver
quindi di tempo in tempo
(i) Si legge
del
dizio,
Giu-
quale anzi gli deve
desiderio, spuntatogli in
più persistente e continuo,
1775
quando,
del
all'Alfieri stesso; il
parve
primo, timido
conto
parrà adunque lavoro da
perchè fu scritto,non
come
produzione letteraria, il
come
il debito
tenuto
di
nelle
sdegno
Giudizio
nel
frecciata
una
contro
lui
francese,
,
che
sempre
di
penetrata nell'anima,
gli
più degne di rispetto son
cose
dizio
giu-
aspro,
filosofo
santo
un
ministri.
scimmiotto
«
del
divinità;
loro
quanto troppo
sarcastica
giudizi,
pre-
scritto esaminato;
de'
e
l'Alfieri,dicendosi
L'incredulità
».
nome
falso,per
un
molti
irriverenti, della
franche, de' sovrani
quindi
dava
nello
prove
pitture, più che
quelle, assai
Non
comico
intelligenza,spogliata di
sua
abbiamo
nelle
poeta
nel
n.
la
Ligonier.
20
agosto
l'alfieri
condotto, fra donne
tre anni
del
di
quegli studi,
nel
poeta tragico, l'Alfieri
sull'ultima
stampate
che
sono
sei
conta
ne
pur
lavoretto, è
dacché
/
comico
del
brani
recitata
avuta
(2) Vita,
(3) Fra
i
contengono
titolo
e
156
p.
che
Poeti.
Nel
sul
porta
dalla
occupati
(24-57),
dalV Eocamen
un
sol
atto,
de
dai
della
3
/
un
se
rileggereil
di
dir
il
necessario
per
suo
Ma
punto.
tentativo
primo
accennarne
saggio
non
sere
i
migliori
ed
consecutive
vi si fosse
Laurenziana,
opposto
avrebbe
l'Autore.
stessa
Cléopaire (103-107)). «
1775
»
offre
è
per
/
dalla
i
il
1-107
Cleopatra
conda
se-
(58-103),
commedia
titolo il f. 108;
3,
Alfieri,
:
fogli
versificati
Poeti,
il
ed
riferito
scritto
farsaccia, 1775),
della
il 2
già
abbiamo
Cleopatraccia ( 1-23 ),
atti
due,
cartellino, ov'
Poeti,
cinque
maggio
scene
verisimilraente
non
son
(del quale
dorso
Cleopatraccia, tragedia.
sono
le
nota.
alfieriani
mss.
/
e
due
per
rappresentazione,
terza
una
Ma
(3).
applausi
con
briga
portare
e
inedite
scene
la
crediamo
ordito
farsacela,
or
sunto, che
rigore,
Nostro, così
delle
(1) Fu
tutto
a
argomento:
peggioridella commediola,
esatto, per
pochissimo
il tenue
nuovo
darsi
comrae-
,
più.
poco
il
sole,ed
senza
Poeti,
o
scene,
verità fra le
per
l'Alfieri scrisse
di
due
saggio (2),
come
scena
dell'intreccio,
stampò,
brevemente
quale, toccato
della
e
farsetta
or
se,
(1), si risollevava
accolta
l'Alfieri chiama
che
di
altro, quale
un
diola, cui la recita stessa della tragediaforniva
I Poeti,
giugno
preme
agli indulgenti spettatoriuna
udire
lasciare
per
noi
frutto
primissimo saggio di
offrivano
Cleopatra, festosamente
della
il 16
a
giacche il sipario,caduto
comico;
autore
tevole
meri-
non
affrettato
ciò che
al
questo, che, insieme
i
1775
prendeva
costanza, intra-
ed
primo
Ora
Carignano.
teatro
si è
notare
come
rairabil
cui
nel
donna
a
Cleopatr accia, rappresentatain Torino
la
1775
cavalli. Kotti
e
egli, con
amore,
suo
23
comico
l'avvincevano
tenacemente
lacci che
era
poeta
a
in
f. 109
l'alfieri
24
Colto
si
dubbio
di
e
la
rimprovera
di
cerca
la
una
fiducia
perduta
ed
eccita
a
la
sua
professionedi poeta tragico,
di
fame.
Mentre
altro
convenienza.
di
complimenti
li
sciocco, non
tanto
tragedia.Leone
che
Zeusippo, infuriando
lo schema
segue
f. 119
copia di
una
la
Contiene
Cleopatra^
il
«
separato
ed
autografe (p. 42-55),
e
nel
traccia
«
/
Poeti:
fascicolo
personaggi,
omesso
in
16
ad
il rivale
o
no
al
Il
».
della
teme
:
f.
116;
a
vece
è in-
2
ms.
ba-
scori'ettissima.
ma
A
ò
non
col titolo di
pagine.
p.
40
Antonio
è
riferito
del
Tana,
separato
e
1775
giugno
pertina
co-
con
in
sol atto, recitata
un
pur
ricopiòla Cleopatra,
che
mano
commedia
che
fino
osservazioni
le
stessa
Zeusippo, che,
tragedia», autografo; quindi
terzo
un
terzo
un
dopo
rino
To-
Cleopa-
la
».
de'
di
(che così
IV,
39
stanno
morir
fattegli,lo
rifiuto
rappresentata,
il di
Zeusippo
Lib.
di
regolare,
e
questa
su
scena
giunge
di
liriche
Carignano
teatro
L'elenco
Ombra
in
in
per
per
compiacerlo
che
prime
Poeti, della
/
titolo:
col
fu
le
dell'Autore
azzurra
ottima
le critiche
chiara
mano,
canzona
i difetti essenziali
se
per
cose
«
occupa
fascicolo
un
altra
che
Sentimento
lo
invece
prega
commediola
le
lo
Zeusippo,
libertà
tragedia quale
e
in
della
trascritte
sono
e
è indeciso
sua
strapazzo, che
sé
la recita, a fare i soliti
Ma
accetta,
amichevole
indicarglicon
In
tragico,emulo
viene, terminata
quanto sembra,
stesso.
pari tempo
discutono, comparisce
personaggio,Leone,
a
in
Cleopatra.
avvilisce, or
in
da
pieno
caduta, egli
si
ora
Alfieri,
sua,
vergognosa
Orfeo, poeta lirico
rincorarsi
casa
all'esito della
audacia, ed
sua
ritrovare
entra
questa
intorno
presentimento di
dal
altri che
è
non
principiar dell'azione,in
trovasi, sul
di timore
comico
sofocleo,il quale
il
Zeusippo
poeta
allora
Ombra
Cleopatra,
si
e.
sofocleo,
chiamava
67)
è
una
d'
parecchie
e
nella
Epponina.
come
Epponina
attesta
di
questa.
se
è
il
guente:
se-
straccione.
per
Tacito,
che
grafica dell'Alfieri,
più gravi
Vita,
bisognoso, Orfeo
Leone
l'eroina,
licenza
dall'Alfieri
Le
ne
Eponina
Storie,
teva
permet-
l'alfieri
quegli spergiura che
stoni. Ma
garante, e Leone,
A
l'Alfieri
si risolve
saggio
dato
da
lui
fa della
l'autore
sua
dinanzi
opera
se
fa
ne
parlare.
a
terza
scena)
della commedia,
questa cioè acquista qualche interesse
dove
ohe
il
Orfeo
:
principio della
al
(siamo
interruppe
calmo
sarà
po' rassicurato,
un
punto
questo
25
comico
poeta
critica
per la
molo
pubblico. Udia-
al
pertanto:
Leone.
Dirò
dare
che
dunque
il
yosXvdiCleopatra
si
non
meritamente
può
Tragedia.
di
nome
alla
Zeusippo.
Oh
cielo!
bestemmia
che
mai
è
questa?
Leone.
Flemma,
piena d'affetti,ma
c'è nodo,
c'è
non
tessuti
sono
non
Cleopatra
la vostra
signor Autore;
insieme,
è
composizione
una
v'è
non
intrigo, non
scioglimento.
Zeusippo,
Ah
ah
barbaro,
nel
crudele,
vivo
più
del
mi
tu
cuor
trafiggi.
Leone.
è
Cleopatra
troppo
troppo piccolo
e
Antonio
atroce,
Diomede
credulo,
troppo
Augusto
troppo filosofo.
Zeusippo.
Ahimè,
più
respiro, io
non
io
manco,
moro
Leone.
Ditemi,
Antonio
od
silenziosa
se
ci
i furori
immortale.
di
diecina
una
Insomma
prolisso,il quinto
ottimo.
l'analizzarne
dirovvi
ma
(sic)ogni
soltanto
assai
fare
di
sola
Sarebbe
altro
Onde
annetto
versi
tutto
e
se
prima
di
di
non
scrivere
Rettorica.
un
ed
e
altre
onore
primo
il
quarto
penosa
ogni
mancate
muta
il vostro
buono,
terzo
di
Augusto!
faceva
che
lunghissima
che
stoicismo
povero
ne
dico,
il
lo
piuttosto quella
ogni parlata
scena,
voi
scena;
di
passabile,
amichevolmente,
lingua.
un
nell'ultima
riepilogo il
secondo
freddo,
imitate
Cleopatra?
il
atto
agonia imiterete
vostra
stupidità d'Augusto
regalavate
è
nella
amico,
impresa
sentimento:
già d'estro,
Tragedie,
treste
po-
l'alfieri
26
egli stesso
Facendo
di
segno
l'avevano
allora
pur
l'Alfieri dava,
ben
se
modestia.
di
all'attenzione
nel
radicato
suo
da
cuore
Cleopatra
la
indegno,
sembrava
di
ad
lavoro
permettere che
non
nimo
rappresentata. Nell'a-
lavoro
tutt'al
che
all'incominciato
che
più
fa segno
,
tragediapubblicata dal
le miserande
è stata
Leone
nota
(2) Vita,
p.
miei
In
e
è
(1) Vedi
era
a
volta di acri
sua
rivale
(3),cui
vicende
di
a
rivali
realtà
personaggio
clie
FA.
dà
confronto
commedia
le tragedie paragonate
quindi
commesso
invettive
esamina
mento
argosorte
con-
la supposta
nel modo
immaginario,
la
stesso
così
le
precedente.
con
poeti; le quali
nella
ripresigli
Eponina, la famosa
affatto
così
a
fornito
aveano
Zeusippo
(2).
157.
sunto
messa
del
commedia.
e,
tragedia; supposta, diciamo, perchè
vi
già gliene
posta da Leone
vendicarsi
a
perseguitatoSabino.
(3) Nel
di
onorava
della
esame
aspira che
non
prova,
spiritismarriti
che
di sé
glorie,egli arrossiva
un
Zeusippo, la vanità del quale
del
desse
cre-
parto affrettato d'un' ignoranza capace»
«
ritorniamo
acerba
a
pure
altre
ben
accordati
quegli applausi
Ma
di
lo
reliquia dell'amor
terza volta
una
presago
suo,
nome
lo indusse
fosse
profondamente
così
,
necessario, ogni più tenue
affetto che
ciò
a
sacrificargliquando
,
stesso:
toponeva
egli sot-
pubblico. Ed
quell'affettoalla verità,
spinto da
era
raggiosa
co-
dopo egli
poco
queste che
intiero
un
di
prova
(1), sulla Cleopatra
franchezza
e
d'applauso,
bella
una
soddisfazione
sua
severamente
quegli spettatori»
a
le osservazioni, che
in sincerità
superano
così
giudicata degna
osserviamo,
Né
sola
scriveva, per
critica
davanti
imparziale l'opera propria
che
comico
poeta
un
error
in
dei
«
Poeti
alcune
di
ad
detto
altre
le potean
tutto
i rivali
pure
è
si
una
memoria.
riducono
che
la
Cleopatra
tragediesse
di
ben
sorelle
ad
essere
un
sola, VEponina.
questi
».
solo, Leone,
L'Alfieri
ha
l'alfieri
Eponina, benché
di
avventure
risentirsi delle
a
è la
tanta
cortesia
di mezzo,
E
grammatica.
della
dalle
passar
per
di
censure
aspre
di
ora
i due
di
le ombre
evocare
mai
Leone
a
il
quale,
nelle invettive
già
gomento
ar-
erano
della
e
stanno
autori
fatti,quando Orfeo
ai
parole
propone
non
Zeusippo,
irritazione,si scorda
sua
e...
Muratori,
palcoscenico.Tocca
sul
rappresentate
state
giudicate buon
fossero
dal
tragedia
una
per
27
comico
poeta
si mette
Cleopatra
acquetarsi al giudizio che
Eponina ed, interrogatele,
trovare ! La
trebber
certo
evocate
appaiono
sull'istante
accettata, e le ombre
è
proposta
esse
si po-
tragedie.Migliori giudici non
sulle due
daranno
di
e
:
Cleopatra.
Qual
sucidi
né
i
cotesta?
mai
è
gente
brutti
più
io
di
laceri
e
vidi mai
non
finché
vissi né
i
più
costoro.
Zeusippo.
vi
io ben
ma
duemila
ben
mio
carattere,
Però
perché
in
mi
non
in
toccato
m'ha
alcune
conoscete,
di
sorte
riuscito
famigliarmente
se
come
di
sia
nondimeno
veramente
Ditemi,
operare.
mi
voi,
che
confesso
ingegno,
vostro
di
dopo
voi
Maestà;
vostra
benché
e
conosco,
anni
il vostro
vissuto.
alla
m'inchino
Regina,
vivere
di
voi
con
gere
dipinavessi
circostanze
ho
vi
conseguente
non
trovavo
voi
grazia, amaste
supplito
col
nel
Antonio
veramente
?
Cleopatra.
]Ma
questa
parlar
così
con
interesse
in
ti
è
vero
rispettoda
poco
ad
muove
singolarissima novità
per
mascalzone.
un
esplorare le
mie
azioni?
di
me,
Chi
chi
sei
sentirmi
tu?
qual
t'autorizza
a
tanto?
Zeusippo.
Il mio
mi
desta
genio trascendente, Febo,
un
poetica vien
che
vivi, ma
che
fuoco
chiamata.
siete morta,
che
in
prezioso in
Del
e
morti, poi,
vita
non
che
fra
mi
grandi
ardito
si
si
incensano
giudicano
mirarli
riscalda,
noi, estro,
signora Cleopatra, non
severamente
avrebbero
illumina,
che
mente,
resto,
i
m'
che
vena
vi
date
scor-
qualora
da
in faccia.
quei
sono
simi
mede-
28
l'alfieri
comico
poeta
Leone.
lo
stesso
alla
penna
di
tanto
accrebbe
chiara
ed
illibata la fama.
Dirò
fedele
Eponina,
le
la mia
cui
a
virtù, che
sue
leggiadrissima
sarà
ne
eternamente
Eponina.
lo
Risponderò
che
stesso
alteriggia(sic),perchè,
voi
Vespasiano, non
a
d'allora
che
Ma
ci
però
venir
Roma
a
nulla
migliorato di
fui
non
poi
Cleopatra
più
poi
e
atta
una
salvar
la
condizione,
mente,
spaventò tal-
mi
concepir figliuoli.
a
vi dirò
che
a
mia
la
minor
con
giammai
fui
non
disgiunse nell'anfiteatro,
in
sbizzarrir
lasciamo
io
farmi
col
avete
anzi, quel leone, che
d'Egitto,ma
Regina
dir il vero,
a
Principessa posticcia,e
vita
la
il mio
anch'io
timento.
sen-
Zeusippo.
Gara
Azio,
e
si
non
voi
vi
di
carattere
queste
nel
uccidere,
storie,
mondo,
anzi, passavate
di
forse
quello
la mia
che
prima
che
v'ho
un
le atrocità
atroce, affinchè
v'offendete, di grazia,
resto,
più sregolata
per
sua
(sic), scusatemi,
azzioni
già
diffamata
eravate
tal
intraprendesse un
penna
la
attribuirvi
però
ad
dirlo,
tra-
a
poi piangete
e
Non
supposizionipoetiche; del
fuggite
pensate
e
senza
vostre
naturalmente.
più
Antonio
vi ho fatto
ond'io
buone;
e
venissero
sono
accorta
le
rappresentano
belle
vostre
fate
perfida; però queste
villanie
son
lo
voi
impazzire,
accogliete
voi
perchè,
sa
fatto
avete
lo lasciate, anzi
tale
morte;
mi
voi
Cleopatra,
lavoro:
passioni e
nelle vostre
meno
io.
fatto
Cleopatra.
Oh
via, signor Poeta,
altre
tante
come
vedersi
di
e
vita; voi
vizi
buoni
a
che
si possa
avere,
a
Antonio
è
leggere
casta,
tutte
le virtù,
poco
Istorie né
quando
ha
facilmente
tutta,
vizi. Via,
non
con
fate
colla
da
e
nei
il
questa
l'Eroe
il
è
senno
voi
vostra
vi siete
neppure.
masculina
in
vi
in
non
si
crede
possiede
le
Vi
che
me
Elisi
che
persuaso
Non
di
egli mi
non
a
ciuti,
compia-
celati.
avevo
certamente
la smarrite
belli
dei
Campi
donna
una
; e
amante
suo
essere
tutto
Tragedie,
fedele
che
fui
belli
vizi
migliore opinione
fortunatamente
sviscerata
ancora
resto
né
di
pompa
d'Autori,
razza
palesar quelli
a
morto
siccome
e
rispetto,lo
di
più
poco
nascosti, feci
tener
famelica
morte,
un
miscuglio piacevole
un
mia
la
assicuro
Del
donne
altri,barbara,
dopo
diverte
portatemi
forse
abbia?
virtù, poiché
grembo
ai
nostri
stupite delle
con-
l'alfieri
30
fare
a
poeta
lirico? questo è il mestier
un
mio,
chi
ardito
verrà
abbastanza
contendermelo?
Eponina perde la pazienza
I
comico
tre
riprende la
e
poeti rimangono adunque
via
guardarsi
a
degliElisi.
in viso:
Zeusippo.
Leone
.
.
.
Leone.
Zeusippo
.
.
.
Zeusippo.
Rideremo
o
ci offenderemo?
Leone.
Io vorrei
ridere
soltanto
di
voi
(1).
Zeusippo.
Via, facciamo
altri
ma
poetica; abbracciamoci
pace
il
siamo
letterati
che
una
flagello del pubblico,
ci fa
importa, poiché
Chi
scritti)un
coll'Alfieri, che
sciocco
uno
dovrà
»,
mediola, convien
si trova
è di
è
riflettendo
nella
espediente
di molta
ben
chiusa
vecchissimo
del
é
è soffocata dal
quale
ecc.
nella
fuori
esce
Questo
seconda
i due
rivali
intervenire
ad
costretto
Zeusippo
in cui
severità.
venendo
con-
La
di
com-
l'intreccio,che
Universale.,
Giudizio
adoperato;
pessimo
stile
copia:
superfluo
e
par
senza
seconda
una
colle
brano
rinnovano
dal barbaro
e
un
che
omesso
poi
l'Alfieri lo
efficacia
veruna.
brano
volta, ed
nella
allora
una
lin-
piuttosto
gli insulti, cosicché
parole: Via, facciamo
fu
là
e
qua
ogni brio, ogni
nell' insieme
(1) Nell'autografo,dopo queste parole, segue
nel
tempo
noi;
sciocchezze
«
poco:
mal
e
frizzo è felice, ma
vis comica
lungo,
di
semplicità soverchia; l'apparizionedelle ombre
una
qualche
armarsi
dirlo, vale
in germe
si ride
Poeti., pur
le
sono
non
al
I
giudizio sovra
equo
che
tre; noi
e
vivere?
voglia portare (sempre
furono
tutti
Orfeo
soltanto
pace
tica
poe-
rappresentazione
giudicasse,come
è
mente,
vera-
e
l'alfieri
guaggio.
Non
«
che
curioso
dettati
quello de' Poeti,
di
diffìcile
nobili
dei
Il
trovarsi.
a
il latino,
pochi
poteva
non
Piemonte
In
e
uscito
Giudizio,
Né
la
ragione
che
l'
pochi sapean
l'alfabeto
nessuno
i
Fra
allora l'Alfieri.
parlato sempre
quando era appena
pochi autori
ammirati,
letti,
taigne.
Mon-
gustati:Voltaire, Rousseau, Montesquieu, Helvetius,
Infervorato
qualitéper
de
i trentasei
trasuntare
Ecclésiastique del Fleury
Mille-et-uneiiuits.
di
che
scrittore
che
altra
tentò
tre
che
(1)
lingua,
studiata
mai,
se
versi
GV Italiani, cap.
tutte
(3) Sui
primi
cose
Xlll
queste
tentativi
che
ritroveranno,
fra
altri
(2). Era
saggi
orribili
in
ampia
quando
se,
italiano
(le
testimonianza) (3),
Pirotta, 1818).
nella
ei medesimo
io
mi
Cezannes,
L'Alfieri a
Domenica
in
parecchie fra le poesie
confessa
delle
più
scrivere, riuscisse
a
poetici dell'Alfieri
della
scosto
na-
fatica ad intendere
(vers. italiana, Milano,
s2ritterello,intitolato
Fanfiilla
e
offrono
ne
di
letto
aver
parlata, né letta. E
ne
conosceva
studiata, parlata, che
non
compose
Cezannes
dall' '80 nel
facea
tomo:
lette
predi-
sue
li
non
fosse il Metastasio
non
una
(2) Son
uno
Petrarca
si ricordava
Cleopatre, le Colascionate
a
e
liomme
àoiVHistoire
poi alle
quindi che, ponendosi
l'impresa,
scritte
in
italiano
in
ne
Dante
collegioqualche
naturale
meglio
storici, egli
d'un
volumi
ritornar
e
dell'Ariosto
nome:
in
studi
parte le dieci volte rilette Mémoires
da
poneva
negli
istante
un
per
i
egli avea
divorati
i romanzi
italiano,
(1).
greco
annoverato
esser
collegio;francesi
di
del
non
veva
questo tempo, scri-
di Piemonte
francesi
il francese;
fatto
Baretti, verso
certo
fuor
dialogo
italiano.
in
piemontesi,
pochissimi
È
Poeti.
brillante
più facile,spigliato,
francese, è molto
scritto in
il
questo:
vero
lingua »,
propositodella Cleopatra:
a
giudizio dee pronunciarsi dei
lo stesso
meno
assai di
già d'estro,ma
Zeusippo da Leone,
si fa dir
è
mancate
31
comico
poeta
(a. II, n.
prime
«
sono
Yita.
trattenuto
pubblicato
37).
sconciature
fin
1 lettori vi
»
liriche
l'alfieri
32
fu
non
pure
mai
vocaboli
altre forme,
Costretto
Se
francese
parecchiefra
furono
evidenti
0
che
poetica
anche
il
in
primo
per
quella
ed
citato,volea dir
ricordava,
non
al
Giudizio
quel
ed
lingua
Universale;
piìiimportanti, perchè
e
gnano
se-
dall'Alfieri,giovanissimo,
doveva
non
fece
numerose
quindi per
sono
stampato
passo
che
arringo
un
parte
lui
in
meno
sono
da noi
che
da
fissar l'idea scrisse
Per
inferiori
d'altra
superioriperò
furono
non
trovava,
non
Poeti
invenzione
per
e
»:
ne
vello
cer-
ticato,
languido,affa-
italiano,il
luogo
un
I
verva!
pensava:
Poeti
tracce
il vocabolo.
conosceva
non
Le
pensati.
vena
riuscire
in
poi
nel
assumevano
prime tragedie,per lo
sue
fra le altre, in
:
estro,
«
le
voltati
e
gli
I
quale si mostrò
alla faticosa ricerca dei
poteva che
non
contorto, scorretto.
lingua
scrittore
esprimer idee, che
per
scritti in
comico
cattivo
così
primi saggi di prosa.
nei
poeta
ritentare
se
non
al
presso
sepolcro.
IL
Altri
Del
del
desiderio, costantemente
ad
fatto
Al
mercè
nella
da
suo
alcuni
commedie,
Vita^
parte
degli
e
silenzio
ci
in
atto
finora
nostro,
sua
bella, che
inedita
nel
lo studio
in
messa
un
luce
certo
Capitan
del
anche
signor
sconosciuti
Fracassa
del
a
tale
sun
nes-
posito.
pro-
e
pur
guardevoli
rag-
progressivosvolgimento
quella graziosa
A.
stesso
grato poter oggi supplire,
è
,
del
ostacoli
però
accennare
senza
di mettere
sua
documenti
per
far prova
impedirgli di soddisfarlo,l'Alfieri
ricordo
tentativo
comici.
vagheggiato, di
proprio ingegno scrivendo
sorti sempre
ha
pensieri
D.,
9
è
tornato
aprile 1887.
a
canzoncina
dar
fuori
de'
alla
come
l'alfieri
pensiericomici
negli anni decorsi, e
chi
A
pochi, dalla tazione
rappresenmedie
concepimento delle sei com-
al
fantasia
del
poeta
il manoscritto
apre
rimanesse
non
fra
ottavo
(1),cadranno
alcuni
volanti,l'un
foglietti
dall'altro
schede
cui
sogliono
molti
s'affacciano
pensieriche
scrittori
sott'occhio
tosto
diversi, simili
affidare
improvvisi alla
fogliettiper l'appunto l'Alfieri, in
oziosa.
gli alfieriani,
,
nella Laurenziana
custoditi
come
furono
non
(1775)
(1800),la
33
comico
Nostro, i quali ci dimostrano
nel
de' Poeti
poeta
i
fuggevoli
A
mente.
questi
tempi
vari
alle
varie
e
occasioni,consegnò i primi suoi concepimenti drammatici.
Sul
veramente
scritto,se
avea
allora
faceva
altro, 1 Poeti,
non
conto
che
la
Questi pensieri, primissimi
molto
bizzarri. Trattavano,
o
re.
dimostrare
,
rappresentato da
escluse
vizio
un
Lussuria,
la
la
Timore,
,
(1) È
i
di
un
sempre
un
legato
volanti,
foglietti
vario
precedute
NovATi,
Studi
media
com-
diretta
uomini,
europee,
di
da
critici
molto
alla
buona,
de' quali verrò
breve
letterari.
cui
Attori
Savoia, la
Spagna
carte, in
un
e
dalla
«
sono
era
la
,
che
derastia,
Pe-
la
papabili;
cardinali
eran
o
e
rizia,
capitale.L'Ava-
meno
Venivano
Vira, la Simonia.
Superbia,
l'Ignoranza
numero
buoni
l'Invidia, V Accidia,
rappresentato dalla
ms.
o
Totavifia
poscia in ballo le potenze
il
più
la Gola,
Falsità,
invece
ogni modo,
quali rappresentava
,
la
I
:
non
esistesse.
quanto sembra, d'una
a
de'
ciascuno
»
1775
potesse patir poco e preti
doveano
«
gli Eminentissimì
essere
infatti
,
Cardinali
ad
erano,
»,
l'autore
come
Attori
del
commediola
no,
allegoricada intitolarsi
a
che
forse l'Alfieri
ma
povera
missimi
Pri-
«
agosto 1778
potean dire,
si
non
sta scritto:
15
Firenze,
comici.
pensieri
Primissimi
di carta
quattro brani
de'
primo
di
Corona
»:
Fede
dal
togallo
Por-
Speranza
comprende,
discorrendo,
sei
dalla
ché
oltre-
fascicoli,
scritte le sei commedie,
riassunto.
3
l'alfiert
34
Carità
la
Francia,
doveano
poeta
comico
dall'Austria.
agitarsi sulla
E
scena
Totavitia
:
Primo.
parla, indi
il velo
tutti sotto
al
contrario
Rigiri
far
per
si mostrano
cui
i
Tutti
loro
scelta
Rigiri
:
si
poi
contrasto:
diviene
Atto
Terzo.
per
ingannar
Atto
Quarto.
per
ingannar
Gola
li
papabili.
Totavitia,
avendo
non
ridotto
essendosi
ellegge (sic) Gola,
Accidia.
o
Corti.
le
Quinto.
si
potesse ricavare
da
verità, facile immaginarlo;
qualche
avesse
dell'infelicità
delineò
pure
Marito:
del
un'altra
commedia
lo schema,
per
che
essa
chi
sbozzato
la
potuto riescire,
cinque
15
nel
agosto
si
Alfieri.
intitolarsi
da
di
di
che
accorse
Il
quale
cinque atti nel giorno
in
prima
curioso
commedia
una
lo stesso
è, in
disegno non
probabilmente
prima,
dairAlfieri
Primissimi, Firenze,
in
la
pure
fosse
certo
molto
concetto
simile
un
non
suo
morta
(1) Ecco,
E
valore.
medesimo
anno
«
Superbia,
ministro.
Cosa
ed
ecc.
quali sono.
corona
(?) a
esclusa
venendo
Simonia,
Atto
Gran
Superbia, Umiltà,
nome:
Secondo.
e
papabili: Rigiri
di
Tutti
Ira
Papa
mascherandosi
piìimagnati {sic).,
i
Atto
in
parole stesse del
colle
:
Atto
Tutti
naggi
perso-
cinque atti, dei
per
quali gioverà riferire lo schema
l'autore
questi strani
nascere
secondo
Buon
(1).
di
qualcosa
conoscerne
1778.
il
più,
foglietto:
Il
Buon
Marito.
media
Com-
atti.
ATTORI.
'
Claudio
imbecille
Agrippina
accorta
Britannico
Nerone
crudelmente
buffone
Ottavia
buoni
l'alfieri
fogliettoterzo
11
1788
contiene
»
poeta
colla
Parigi,
«
pensieri
settembre
quali
Burro
il falso filosofo
cortigianosublime
27
comici; nei
Seneca
Fallante
il
data
i Secondi
35
comico
si
Lucano
adulaf.or
poeta
rozzo
Musico
Medico
bertone
simile
sostituì: Corner
FA.
di Nerone,
il nome
Cancellato
Prima.
Scena
scienza,
di
Claudio
s'alza
di
guerra.
stato,
Seneca, Burro,
Medico.
PRIMO.
Claudio, gli persuade
fuorché
il Medico
Claudio,
Agrippina,
a
letto.
che
Seneca.
Britannico.
Agrippina,
Scena
—
Claudio
a
paura
compatisce.
Quarta.
Scena
—
Sesta.
Seneca,
Nerone,
Fallante.
Burro.
—
Prima.
Ottavia.
Agrippina,
Scena
il Cameriere.
—
Scena
Quarta.
—
Sgena
Terza.
Quinta.
Sesta.
Ottavia,
Quinta.
Nerone,
Burro.
Nerone,
Agrippina.
Claudio,
Scena
—
Seconda.
rone.
Ottavia, Ne-
Agrippina,
Claudio,
Ottavia, Nerone,
Agrippina,
Scena
Seneca,
TERZO.
Seneca,
Agrippina,
Burro,
Sesta.
Scena
ATTO
Scena
Seneca, Ottavia,
Scena
—
Nerone,
Seconda.
Burro,
Nerone,
Quarta.
Scena
Scena
—
Terza.
Britannico, Agrippina,
Agrippina,
Burro.
Scena
—
—
—
lo
mette
ognuno
SECONDO.
Nerone,
Prima.
Scena
Ottavia.
Medico
i suddetti.
e
Terza.
Quinta. Agrippina.
ATTO
—
Scena
corte
Fallante,
rimanda
bene,
sta
non
sua
Fallante.
Agrippina,
Burro,
Agrippina
—
Agrippina
la
con
Cameriere,
seconda.
11
Scena
—
ragiona
e
Claudio,
Cameriere.
Medico.
letto
il Cameriere.
ed
Medico,
lo fa tornare
da
Scena
—
Sgrida
e
Claudio,
lui.
a
ATTO
di
ier di
Claudio,
il
il
Cameriere,
Nerone,
Cameriere,
Nerone,
Ottavia,
Britannico.
ATTO
Sgena
Prima.
il
Musico,
Musico,
il
Nerone,
Seneca,
Seneca, Lucano,
QUARTO.
Musico.
Lucano.
Fallante.
—
—
Scena
—
Scena
Scena
Seconda.
Terza.
Quarta.
rone,
Ne-
Nerone,
Il
il
Musico,
l'alfieri
36
facilmente
scorge
di chi
la mente
i vizi
tutti
le
colpe
di tutte le debolezze
e
di tutti
e
del
dell'umanità
avrebbe
sotto
ascoltatori
negli
l'un
eccitare
della
concepimento, degno
del
e
Lucano,
il Medico.
Medico,
Cameriere
Prima.
Ottavia,
—
Scena
Agrippina,
Agrippina.
tutti
Piangon
Curiosa
Monarchia.
di
che
2. La
Aristocrazia.
3. La
De.mocrazia.
Farigi
89).
condo,
infeliquia
re-
Musico,
Seneca,
Seneca, Lucano,
Fallante.
Quinta.
Sesta.
Burro.
Seneca,
cameriere
assassinio
Secondi
pina,
Agrip-
».
I
pensieri comici.
»
COMMEDIE.
Qualche
Qualche
Sgena
—
dal
un
con
1788.
L'elezione
—
Medico.
Scena
—
annunziata
DI
Agrippina,
Cameriere,
finire
dovea
nico,
Britan-
Nerone.
Medico,
Claudio
settembre
—
Terza.
Fallante,
PIANO
1. La
l'ardito
Seconda.
Scena
—
Scena
Nerone,
la morte
(1) « Parigi, 25
Il Musico,
Ottavia.
Agrippina,
commedia
sdegno
QUINTO.
—
Nerone,
Medico,
lo
Claudio.
Britannico,
Medico,
e
Il
Quinta.
Sesta.
Scena
di
Quarta.
costumi.
ci restano, misera
non
Scena
—
ATTO
Scena
le
fuggevolmente segnate (1). E
linee
—
sferza,
dell'Alfieri,rimase
disegno
Fallante.
Lucano,
la
i corrotti
l'altro il riso
dopo
,
Seneca,
chiamarla,
nascondessero, deridendo
si
veramente
alcune
dramma
singolaredodecaìogia. Ma
colossale
che
coli:
ridi-
preti, soldati,poeti ed accademici
Despoti, demagoghi,
dovevano
più
questo
menata
le follie, combattendo
superstizionie
di tutte
ai
così
di
nidi,
tempi, vituperando le tiran-
a
forma
qualunque
in
satirica, per
perdonare ad uomini,
senza
la satira
nefandi
spietatamente
,
collegate
degli uomini,
poeta, che
ciclico, in questa epopea
pervenuta
commedie,
gli errori,dai più
disegno
il
ecco
fosse
predominante,
concetto
un
maturità
Dodici
li abbozzava.
l'una all'altra da
comico
maggior
a
come
poeta
fatto
di
Dario
fatto
di
d'Atene
sarà
il tema.
Venezia.
(E poi aggiunse
:
o
di
l'alfieri
38
il titolo: Terzi
ha
1790:
cavallo
a
la
moglie,
sua
Cavalier
Marzio.
meno
allegorici,
Principe
il
comico
pensieri comici^e la data:
al campo
tutti
essere:
poeta
del
Avvertasi
il
Sonno,
23
i personaggi,
che
protagonista,dovevan
la
Principessa
Principessa Accidia, loro unica
Prudenziano,
marzo
la Duchessa
Nidlay
figlia,il
Gloria, la Baronessa
Presumi.
Ecco
le
ora
L'intreccio
la
sposare
volge
secondo.
»
terzo.
»
quarto.
»
quinto.
la Commedia.
linee
Scena
si
materia
caratteri
dei
e
in
di
di
di
garbo
Presumi,
(1) Sarà
Sonno.
inno.
proterva
se
vero
Vittorio
Gloria, attempatetta,
per
e
e
Spagna,
sposa
poche
\
[
ignorantissimi
f
sciocchis-
tutti
e
tre.
e
del matrimonio
mezzano
fissarlo
bruttina
e
di
disegno
:
Napoli.
a
e
Titolo
alle volte
c'è
leggere Principessa
non
troppo da
questo riguardo sarebbe
Accidia
stato
;
piacente.
riuscirà.
secondo
questa commedia
non
per
bella.
stata
ma
bisogneranno.
effetto:
da
e
)
amicizia
ad
tutto
atti seguono
pretende,
e
bellissima
e
grassa
Prudenziano,
tradotto
vuole.
Vittorio
rompe
sima,
il
Presumi.
personaggi:
grande
e
comanda
maligna:
è
disinganna
della
ricco, grasso
Figlia: Accidia,
Anche
rivolgono.
Napoli.
in
riguardanti i
Servi
che
disvuole.
Finalmente
—
Nulla,
tutti.
e
no
Rivuole.
—
distribuzione
Madre:
lo
Presumi
e
o
secondo
Nulla, Prudenziano,
Sonno,
Vittorio
Sonno,
Gloria
debba
se
disvuole,
e
Vittorio, Prudenziano
—
—
Vittorio
di
(1). Vuole
Xulla,
Accidia,
—
»
Alla
Nulla
Accidia,
primo.
curiose, parole dell'Alfieri:
ma
le incertezze
su
Principessa
Prudenziano,
Atto
poche,
dolersene.
utile
Nulla
mai
venne
che
è
tanto
Soll'Al-
moglie
del
l'alfieri
39
comico
poeta
fieri la
scrìvesse,che
vi avrebbe
cioè
intorno
all'ufficio
ed
all' indole
del
la loro
parte ebbero
in
che
di cui
or
comico, idee
teatro
sei
nelle
effettuazione
idee
sue
medie
com-
discorrere.
a
verremo
spiegate le
III.
ultimi
Gli
Dodici
anni
nel
gioconde
grande
scorsi
erano
vigor
dell'età
speranze,
lavoro
di essi
illusione, dissipato
libertà
del
di
di
e
poeta.
forze
sdegnoso
ai suoi
della
esso
predilettivolumi;
d'
limare
più
le
nulla
vagheggiato,di
per
sue
di
lo distrae
dinanzi
ostacoli:
poeta sei commedie,
nestrina, Il
alla
solitario
d'obliare
quel francese
cognizione
altri
in breve,
I
mezzo
dominio
del
che
com'era
greco,
tento
in-
né
voleva
tanto
tempo
donato
quindi abban-
gli
si riaffaccia
studi, si rinvigorisce
escono
Pochi,
Divorzio, di alcune
e
le miserie
pensava
all' improvviso
dagli
in
Occupatissimo
nella
anima
lustro, esausto
donna,
sua
tentando
Z' Uno,
erano
grande
viveva
commedie, pareva
Ma
del
all' audace
anni
originale:il disegno,da
alla mente,
agli
studio,
tragedie,eglinon
comporre
sempre.
la
il decimo
immortale.
vieppiù
linee
que' generosi sogni di
nudrita
era
omai
sotto
odio
un
neir addentrarsi
scriver
di
accanto
Firenze,
patria, ricaduta
a
si
di
cuore
travolta, fuggendo, un'altra
l'ostinatissimo
in
odiava
concepito ; dodici
egli,varcato
per
prime
sopravvivere
a
altro
cui
le
Parigi
aveva
un
gloria di
Ed
in
l'aveva
il
ingegno, pieno
destinato
che
scorsi,ed ognuno
dell'
e
comici.
fieri
quel giorno in cui l'Al-
da
segnava
non
immaginativa
pensieri
delle
dalla
I
fantasia
Troppi, La
del
Fi-
quali il concetto
40
l'alfieri
esisteva
invece
da
già
gli
il settembre
(1) Per
ideò
le
dai
nello
ventidiie
nella
Vita
pensatura
»,
Infatti
titolo:
primis
le commedie,
Al
».
16
ne'
«
per
fissati
poco
ma
immaginò
tutte
uniti
al
anni
comici,
la
eseguirsi; contiene
da
da
invece
la
«
14
«
seconda
straordinario
caldo
un
data:
sola
una
appartiene
Fondacci
press'a
sono
le
pensieri
preceduta
settembre
giorno
un
fogliettivolanti
Quarti
i veri
forse
e
scrive nella
le rimanenti;
che
dei
dentro
che
narra
altro
un
invece
l'ultimo
questo
fatta
quale
politiche,
risulterebbe
sei
e
1800
commedie
i
fiato le sei commedie
(p. 314) l'Alfieri
commedie
porta
settembre
nella
(1), l'Alfieri,a quanto
1800
giorno.
tutte
prima volta.
del
dopo
di
nota
la
per
di altre
:
d'un
manoscritti
stesso
allora
mente
sua
abbozzate
quattro
8, che
ms.
balenato
verità
suoi
comico
qualche tempo nella
era
ed
Ideate
poeta
delle
gli argomenti
»,
singole
:
1. L'uno.
di
Elezion
Susa.
Scena
—
Aristofane
Dario.
ridere
de-
per
i Persiani.
2.
I
l'ocHi.
I Gracchi
—
di
elezion
il Senato:
contro
Consolo
plebeo.
1
3.
TROPPI.
oratori.
4.
r
Di
al
tre
La
Babilonia
veleni.
altrove
o
La
—
finestra
casa
del
Re
Carlo
6.
Il
al
de' suoi
Cranico.
Gharta
Magna
scelta
scene,
diavolo.
personificata.Scena
de'
poi
furono
Tutta
moderna
delle
del
nel
Scena
tutta.
Monk
da
trono
alle Cascine
»
fu
;
nei
/
Troppi
luogo medesimo;
e
Scala
non
dalle
non
».
la
volendo
Questi
presentano,
commedie,
il 16
abbozzato
pure
la
il 24
schemi
,
per
eccezion
quali più
così
fatta
tardi
Cosi
/
atti,
diamo
appren-
V Antidoto
;
il
27
«
delle
chiamarli
17
il
Pochi
lungo le
«
il Divorzio
»;
in
alla
foglivolanti,
Cascine
alle
Finestrina
fare
in vari
settembre;
il 17
spetta
materia
commedia.
ciascuna
Genova.
in
che
ciò
della
giorni
medesimi
a
Scena
stesse, per
distribuzione
in fronte
ms.
italiana.
e
commedie
alla
scritti
L'Uno
che
della
La
personaggi,
ecc.,
piovendo
Fantastica
—
restituzione
Azione:
—
abbozzi
nel
umano.
II.
aggiunti poi
il 20
cuore
del
divorzio.
Gli
«
la
Scena:
derisione
Atene:
contro
Inghilterra.
5.
a
Alessandro
—
mura
in
via
medie
com-
,
della
prima,
furono
stese
notevoli
renze
diffe-
dall'Alfieri
;
l'alfieri
ed
Vita
i manoscritti
al
sino
si volse
sei
dalle
notabile
doveva
apparir
latino
tempi
Ma
».
11
(1)
ultima
ms.
8
forse
poetica,
poi
mano
la
e
tradotta
l'Alfieri
postille,come
apporre
alle
cose
data
«
27
codesta
nota:
il cavallo
di
agosto,
da'
decollarlo
dal
25
28;
spirito,benché
malattia,
il
Dario:
fu
2
Re
nel
quinta,
un
continuata
quint'atto,l'A.
qualcosa
vi
le
più
appose
non
occupò
l'autore
iniziata
il 2
il
12
questa
ed
dal
nel
«
La
».
il
solito
era
per
La
Re
al
»;
23;
«
con
alla
fine
del
che
matto
seconda,
legge:
Lodovico,
Luigi
la
quarta
dalla
interrotta
dopo
16
bastante
qual giorno,
fatto
la
fronte
vi si
il loro
14
corpo!
la
possesso
in fine
settembre,
nota:
in
più
e
che
settembre,
Man
come
ha
celtica
meno
in
egli
del
vile
il 12
molto
Naturalmente
alea, ed
est
più
».
caratteristiche.
Giorno
di
non
preponeva
sostanza
mezzogiorno
a
serviziale
che
fogli,
midarepublica
crearlo,
terza
avessi
la
Firenze.
Entratovi
La
la
da
dalla
Firenze.
».
Agosto,
e
prosa
vi
per
fra
agosto, fu terminata
Francesi
nel
al
creato
il 5
incominciata
ucciso
DI
«
cosi
l'epigrafeJacta
»,
mie
bassi
verseggiatura.
quelle
trentanove
occupa
luglio 1801
Lodovico,
12
che
tutta
giudizio.
tutte
dotta,
tra-
esser
de'
una
scena
una
alcune
saggio
per
commedia,
prima
curiose
son
sue,
in
la
sommario
generale
in
può
Lucianetto
dettate
tano
Spar-
d'Alcuino,
moderna
«
Dario
la seconda
barbaro
«
quante,
di
d'uno
greco
le invenzioni
tutte
un
tutte
»;
quinta
già
scriveva
ed
composizione
la
più agevole
ne
dal
qualche
le commedie
renderne
per
Scelgo
di
(1).
sull'elezione
latino
»;
un
fine del
credere,
«
dal
dichiarava
ultimissima
codeste
la forma.
di
la
Aristofane
di
«
affranto
la sesta
e
la terza
quarta
la
sesta
quinta,
il corpo
verso
prima
greco
greco
contiene
che
della
la
questi tempi (sec.X)
scriveva, dal
cosi
data
di
che
farle
di
Cosi
dal
la
»;
lore
ca-
più di
la
ancora
curare
quinta
ritrovata»;
d'Atene
prima
era
Mevio
di
tanto
con
consacrando
potè
V intenzione
tradotta
«
più
occupò
ne
quale
terminata
la
fine
a
lui
in
però
derisor
«
non
non
l'ultima, traduzioni.
fuorché
Re
prosa,
se
lavoro, assalito da violentissimo
caro
fatiche,
condurre
settembre
se
nel
risparmiarsi,a
a
soverchie
dal
il
interrompere
Costretto
male.
«
in
stenderle
a
non
anno,
giornia ciascuna, che, non
dovette
è
confermano,
lugliodel seguente
41
comico
poeta
sei
steso
giorni
l'alfieri
42
E
abbozzo,
ardore
seconda
l'estate,si
cui
volta, terribile
sprezzò, lo assalirono
fece
letto,gli
due
verseggiate
Guarito
nell'ottobre
dicembre
di
qualche
e
Le
commedie
il 28
36
«
dì del
pagine
fu
il 29
dall'autore, «
1512.
dal
mese,
a
1392.
La
il lavoro
E
di
(che,
sulle
6
poi
a
non
9090)
commedie.
socco
ecc.;
1802».
8 dicembre
commedie
salirono
il
qui
ancora
e
in
stesa
l'A.
A
essendo
e
che
fu
Alle
poscia
tergo
di
corrette
di
versi.
lasciata
in
19
dal
finire
per
«
nuovo:
dei
ammontavano
Parere
un
ridotta
vembre
no-
segue
Finito
di
versi
a
sparte,
di-
sempre
quali parole
la nota
intitolato:
fu
state
composta
di
divenuti
quasi
numero
poscia
1298,
settembre,
1402,
versi
primitivo
Pochi,
versi
consacrò
1413
non
corrette,
l'epigramma
v.
1
.
al 22
da
».
1472
agosto
letto, smanioso
mia
l'A.,occupa
di
settembre
vita
a
terminata
e
agosto, è
cui
a
il loro
in
tobre,
ot-
lume
vo-
grosso
1802
stampa
16
»,
la seconda,
della
ultimo
dal
il Divorzio,
il 19
«
14
ottobre,
stampa
dicembre,
(?)
a
ed
il 18
notava
come
nella
gamba
al 21
1684
1476;
l'epigramma
le
nel
e
quinterni quante
luglio
»,
il
invece,
incominciata
ha
1*8
scritta
della
guarito
nella
all' 8
sempre
terza.
settembre
12
9,
ms.
altrettanti
nominale
Troppi,
Finestrina
prima,
ne
/
nel
leggono
di
luglio, terminata
settembre
dall'A., serbano
La
aver
giorni.
cominciata
IS Antidoto
23
soli
si
di
cominciata
sesta,
versi, cresciuti
1340
conta
e
quattro
Vittorio
San
poscia a 1421;
quindi
in
L'Uno^
mio
cominciata
saliti
dopo
poi di correggerle
sabato
La
».
rustica, formato
le commedie.
sono
in
rimaner
tenacità
stessa
sangue,
verseggiate
alla
legato
di
ottobre
compiuta
venne
(1)
ripigliòalla
sputo
il 19
terminata
:
le
mentosiss
tor-
un'altra
parte della
buona
e
troppo
pur
il lavoro,
smettere
lo
(1).
febbre
1801
e
capo,
terminate, riservandosi
le ebbe
limarle
ch'ei
di
seggiarle.
ver-
ideate, e per la
e
che, costringendolo a
commedie
così
anno,
un
all'operacon
stese
avvertimento
nuovamente
primo
d'accingersi a
pose
aveva
atroci dolori
malattia
e
le
già
il
dopo
quasi
trascorrere
venuta
con
in prosa
secondo, prima
un
passare
Ma,
stesso
stenderle
lasciato
aveva
lasciò
ne
di
prima
come
comico
poeta
per
tutte
8588
delV Autore
e
l'alfieri
L' intensità
della
fatica
sei
le
pochi mesi
in
domandare
perciò a
poeta, già prostrato ed
della
grave
scrivendo
prematura
gli
ultimi
la
cagione,se
capitolidella
poste da parte le commedie
realmente
ma
il 14
mentre
e
cessava
non
la
della imminente
agli
sua
la
malattia,
stomaco,
mai
non
necessaria
tale
dal
terminava
la
rimedio
già troppo
non
quella
con
compimento
il 30
minciava
inco-
ogni dì
ore,
sebbene
dai
medie
com-
sue
vieppiù
grasse,
dima-
fisiche
dalla
progressi del morbo,
giorni,disputando invano
i medici
chetamente
con
in
astinenza
alle
forze
lo
dità
luci-
la
Saldo
successiva
deboli
e
speranza
cedere, mentre
impegno
sommo
preda, egli si spense
ottobre 1803.
Questo,
(2) Lettera
intorno,
alla mente
in
state
irrequieta attività dell'animo
(1) Vita,
Vita^
cibo, colla
parco
finché, soprafatte le
sua
»(1);
scemarsi
nutrita, dovesse
ogni giorno parecchie
la
d'aver
lavorar^/i
all'applicazione ostinatissima.
proposito tutta
alcuni
nello
ripieno, lascerebbe
persisteva a lavorare
dopo
Vita, affermava
1803,
pulito di quelle. Quasi fosse presago
fine,avea
raddoppiati gli sforzi : ed
cercava
il
maggiormente
del
lasciarle maturare
«
più
certo
podagra, fatti più fieri,più insistenti,
assalti della
più minacciosi,
che
in
adunque
maggio
istante
un
maggio
copia
per
del
di pronunciare
unica,
non
non
il corpo
timore
Nel
morte.
sua
robusta:
riducesse
Senza
i
profondamente
possiamo affermare
vero,
furono
le commedie
che
stato
affranto.
giudizio meno
un
avrebbe
costituzione, anche
in che
termine
a
terminate, correggere
e,
constavano,
danneggiata qualunque
è
condurre
per
commedie,
versi di cui
diecimila
intellettuale,
ma
soltanto
non
dall'Alfieri
materiale, sostenuta
43
comico
poeta
alla morte
la mattina
l'otto
del-
maggiori particolarità(2)
p. 319.
del
sìg.
alVopera,
Abate
ecc.,
di
p. 323.
Caluso,
qui
aggiunta
a
dar
44
l'alfieri
riferite
la
affettuosa
in
morente,
che
citiamo
non
pur
2
mort,
cela
tombe
il n'a
malade
raauvaise
et
c'est
perdu!
Nella
visitatori,
frettolosi
ne'
l'Alfieri
quali
mesi
ultimi
m'avoit
on
di
custoditi
sono
di
alla
proprio
vita, le
educato
di
nome
sguardo
verso
sensi
a
in
gentili e
tant' uomo,
quella
interrotto,che
da
tanto
manoscritti.
che
stampati
il
nitidezza
massima
E
pagina
del
uscì
ultimo
della
poi
che
Son
sità
curiometti
volu-
essi
di
vergati
abbia
l'animo
riverenza
dovuta
fissar
volume,
quinto
».
trascriveva
tristezza
senza
tout
quasi piuttosto
che
dalla
coeur!
pergamena,
nessuno
potrà
agonie,
j'ai
pugno
parer
prosegua
perdit la
cinque
commedie.
sue
cin-
moins
volgare
i
mal-
la
sans
le
arraché
ugual formato, pulitamente rilegati in
colla
il
;
sa
il est
nuit
une
oiseau,
sinora
sottratti
Laurenziana,
di
negli
si
et
de
quelle douleur!
monsieur,
comme
acte
passe
un
de
demie;
et
se
fait
a
cause
s'affaiblit
il
fièvre, comme
Ah,
la
troisième
précédentes,
11
«
plus vite;
cinq
8, après avoir
sans
savoir.
finir
que
du
moitié
la
les
mourut
le
sans
corriger
en
samedi
que
les
(1),
profondo,
e
été
del
giorni
traluce:
ne
racconta
Villoison
vero
qui ont
trop pour
à
le
quième
vue
comédies,
pu
de
il dolore
per
lo
e
agli ultimi
inconsolabile, che
six
ans
troppo inamidata
monsieur
a
che
presso
d'Albanj^;
conforto
e
volentieri
abbiamo
lettera
sua
contessa
gioia
travaillant
y
quella
biglietto
un
comico
(del quale
alla
troppo
depuis
in
fu
che
donna,
gré
Caliiso
parole)
le
poco
e
di
l'abate
narra
poeta
penna
del
lo
quel
su
poeta (2).
(1) Pag. 565.
(2) Profetasti
se.
p.
Cose
Vili). Que.sto è l'ultimo
182).
verso
seguissero
che
l'A.
?
(Finestr.,
abbia
scritto
atto
III,
(voi. V,
l'alfikri
46
poeta
quattro soli appariscono sulla
ed
Megabize
Orcane,
alla
darsi
debba
invece
Megabize
propende
al
la
sotto
cupide
sfrenate
e
converranno;
nulla.
uno
custode
quale
di
grande.
un
sogno
I
ha
sogni
prender
a
Gran
sin
allora
il regno.
si
son
non
le
serbata
Una
e
gli
discordi
;
di farla
cerca
in
degenera
(e qui comincia
ridoni
dalla
Fuor
e
di
da
Dario, al
indovino, Oneiro,
un
Costui
Dario.
unisce
alla
ricupera
l'appoggio
d'indifferenza
maschera
al modo
di ottenere
indetta, i quattro Grandi
decisione;
una
finge
quando
ma
destriero, che
è
lo farà
cavallo
suo
oracoli;
suo
prevalere. Per
i
ma
fermo
rimane
alla
di
Sacerdote
un
propone
sorte
Ciascun
il
di
nella
la
poco
pareri
sua
tenza
sen-
disputa
battaglia,e già scintillano, sguainate,
contendenti,
litigio:si
altri tre
concludono
non
sogni
seriamente
il Gran
spade, quando
stra
mo-
Ippofilo,il
gitta la
ognuno
si
d'
ed
prendere
più
i
turba
assemblea
sempre
sia eletto
cui
e
insegne regali,si
pensa
nuova
per
fra i
in
Dario
grandezza per
Sacerdote, esso
ragunano
e
popolo, le
pari tempo
spiegati
le
lano,
ce-
in
indovini
gabbo
annusando
del
compagni
meravigliosoed
meravigliosa guarigione del
la sanità
del
bene
predetto che
sono
un
filosofo,
vero
Chesballeno, prediletto corsiero
quali presagi di futura
di
e
i suoi
che
disputan sempre
straordinario
oracolo
un
saggio
uomo
del
i tre
fa
meno
caldeggia
popolare; Orcane
governo
Parisa, moglie di
commedia),
governo
voglie di potere.Egli pertanto
ma
non
di essi
accogliere il partito
Intanto
quale
si ritorni alla monarchia;
sapendo
maschera
pronto ad
la
però,
indifferente, ben
decidere
Ognuno
vuole
Gobria
all'oligarchico;
rimane
il
Dario
partito:così
diverso
Dario, cioè, Gobria,
scena,
spetta
Persia.
comico
Persia
un
apparisce improvviso
mezzo
per
monarca
troncar
ed
:
voi
sulla
Susa, nel
vegnente
campo
aurora,
ampio
di
Marte,
il
ogni
monarca
l'alfieri
il pomposo
Sovra
Trovisi
in
di
damigella
Sacerdote
molto
del
di
la
Dario.
sonante
elegga (1).
accettano
Ippofilo,innamorato
elezione
era
avremmo
molte
egli non
ha
trova
governo
fatto
vedere
; si è
fatalmente
effetto: all'alba
è
di
Potrian
soli
Di
in
sette
Nella
:
ma
due
lY,
desso
la
nella
di
riuscito ? Per
Colla
in sette
più
(i) sette
in
se.
paio, se
a
necessità
di
p.
80.
esso
alla
ell'è
favola.
una
di
tempo,
si
che
in
due
breve, ognora,
non
usi
fan
nido.
almeno
più; po'
non
vicenda
maggiori
V,
commedia
sua
poi ridursi;
dunque
saran
un
verità,
sità
assurdità, la mostruola
po'
un
per
d'augei minori,
due
satireggiare
prima:
volta,
aquile insieme
Questi cinque
Dei
quello
persuaderci che queste due
fazioni
Bettina
ciuchi
Sarà
alla
di
imposturati, il trono
tenersi
Donno
Che
dramma
re.
dubitarne.
per
bensì, che
nomi
Enti
dei
forma
solo, bensì
d"un
più
sotto
*
fra i cavalli
preferibile all'oligarchiaed
Regnar,
(1) Atto
vi è
d'un
è
dubbio
si trasformano
E
dar
dimostrata
sforzato
Vero
Dario
nel
ragionidi
del
il
espediente
un
il bramato
e
senza
infatti
ed
stalliere
autocratico:
il governo
Parisa
Lo
il nitrito
di Dario
della
astuzia, perchè primo nitrisca
dell'Alfieri
L'intento
ma
una
seguente giorno Chesballeno, primo
alza
partono;
e
damigella stessa,
ottiene
che
triviale,ma
contendenti
ha
nitrir
Persia
fra lo stalliere
Parisa,
sole.
primiero,
di
Re
a
si macchina
cavallo
il
col
guerra
diversa
sorgente
contrasto, tutti
di Dario
casa
del
saluterà
signore
suo
breve
Dopo
dì
del
L'astro
via
per
il destrier, che
Quivi
Il
ognun
al punto
Giungavi
di
destrier
suo
armato;
47
comico
poeta
a
a
il resto
gracchiare.
questo
o
a
appiccicheranno;
quello
;
lo
crazia
demoforme
48
l'alfieri
Ed
Binarchia.
Faranno
Ben
chi
a
Che
Sempre
il
di
Pria
E
lo stesso
de'
guai,
ritorna
Meglio
peggio
un
tanti
dopo
presto poi quei due
fa
Sperperarsi; e
comico
distillatasi
TEptarchìa
ecco
In
poeta
vincere.
A
Da
cui
Ma
n'esce
noi
Zero
dei
poi
Dunque
mali
n'esce
non
per
fine de' conti
ne
dir
per
della moltitudine
eletto
l'astuzia, ma
Atto
IV,
(2)
Atto
11,
(3)
Ibid.
non
favorire
A
non
se.
se.
che
del
era
è
cavallo
IV,
p. 66-67.
III, p. 55-56.
di
Ma
si
celeste,
effetto di
che
non
che
alla
è
gliore,
mi-
ne
per favore
questo scopo,
dalla
Dario
come
dire,
ar-
autocratico,
al trono
chiaramente
sola;
poco
ignobili,e
altro innalzato
l'astuzia
non
quanto dal volgo
altro
suo
l'elezione
mirato
della volontà
non
risulta
la richiesta
governo
storia, che
dal
molto
egli avesse
per diritto dinastico.
o
fosse tale,
commedia.
sarebbe
quel tempo
della
peggiore d'un
fra i due
conclusione
non
vero,
sempre,
re
numero
nemmeno:
oligarchia,
ingegnose, talvolta
un
i buoni
il governo
la manifestazione
creduto
vien
pur
e
coll'aiuto
astuzie, talvolta
se
indi
pretesa origine divina
mostrando,
spesso,
il gran
però darsi
ridicolo,
che
e
più (3).
dir
a
:
»
I'Uno,
la monarchia:
Potrebbe
in
la
cieco
più
ancora
che
ma,
dall'Alfieri.
porre
è
bettola
fole
c'infingono
tristo
n'entra
ce
le
gli uomini
repubblica,no:
naturale,
a
Fra
da
alquanto più (2).
i rei
i tristi;
il minore
dunque
par
Ee
tanto
e
sporco
sognano.
Quanti
me
sozzi
«
tanto
ben, che
Sono
delitti
(1).
Taceiansi
Si
I'Uno,
pigliarselsubito, quest'UNO,
farci
dicasi
D'un
l'altro
Ecco
e
sangue
galla.
a
Tun
per
presente
giova,
è
vero,
ci)
spiega l'opera-
l'alfieri
i
sogni profeticia
vaticinava
che
ed
inventati
un
ma
ciò
succede
d'esser
favorito
quindi
d'un
altezza?
l'oracolo
nascere
secondo, dedotto
Sacerdote
ispira
Nell'abbozzo
poteva
non
il
Gran
più,
dalla
tanto
:
dai
d'accordo
con
sogni,
Dario;
ignoranza
e
personaggi però il solo
al
diretta, e
seconda
satirico, ed
credulità
che sia
alcuni
smaschera
quelli diretti ad
da
dimostrare
da
se
episodi della
storia romana,
volendo
dar
pane
pugnali degli
nobile
causa,
agognano
NovATi,
se
Studi
ha
averci
al
e
bensì
critici
i vari
a
e
per
eletto
e
trono
le
gli
regale,
una
mobile
al
pescare
de'
sono
sono
ipocritiche
nel
A
necessità
più sanguinosi
i
dai
eccitate
generosi che,
popolo, caddero
patrizi; non
ambiziosi
plebe.
»
sia il governo
turbolenze
non
lor
malvagie
ineluttabile
uno
le
libertà
ktterari.
svelati
dignità in
scatenano
o
lui i Gracchi
irritati
non
Fra
poeta ci trasporta
le
ottenere
procrea
l'Alfieri
per
raggiridegli
pochi potenti che, secondo
il tirannico,
Ma
trova
vigore è Gobria,
quanto debole, quanto dannoso
che
oligarchico,
Gracchi.
dei
salire
infida, iniqua
«
il
dopo
per
vantaggioso, raffrenano
della
manca
ridicolo, che
degli altri.
e
ambiziosi
repubblica dominata
inclinazioni
prove
dramma,
dipinto con
in Eoma:
intrighidi
torna
aiutare
poeta per esprimere le sue proprie idee.
più violenta quindi, è la satira nella
Susa
da
il
del
stessa
commedia, I Focili. Dall'Asia
Europa,
commedia
dipintura delle colpe e
uni, della
Più
deità. La
ad
chiare
ha
quando
non
cieca
si decide
non
sostanza
nella
serve
se
concetto
vero
scaturisce
quale
Dario
e
dalla
nutrimento
in
la futura
coli' industria
la fortuna
il
che
sovrumana
ed allo stalliere;come
quanto
dal
e
primo inganno preparava la felice riuscita dell'altro :
nella commedia, quale si presenta al nostro esame,
non
non
Dario
a
oracolo
primo
erano
Parisa
questa incertezza
dell' Uno
il
misteriosa
quella causa
di
zione
49
comico
poeta
sotto i
martiri
ad
di
una
altro
non
torbido:
4
l'alfikri
50
in
Pochi
È
dover
Roma,
Si
i
dunque
togliereil
maggiore
consolato
Ch'ivi
inondi
e
Essi
sta
a
Gracchi
e
l'arcisudicio
aversi
tal
il
di
Gloriaccino, della quale, sebben
invaghito: Cornelia
che
di
moglie
Fabio.
l'Alfieri ha
Tiberio, continuamente
cui
ha
fratello
Caio
Fabio.
contro
madre
il
ad
e
di
sui)
Caio
sacrificio per levare
tale
proposta, che
(1) Atto
(2)
Atto
falso
un
appoggio
gli si
IV,
II,
se.
se.
in
a
II, p. 165.
II, p. 129.
media.
com-
sua
retore
un
filosofo, Blosio, chiede
alle
del resto
e
fallace via
suggestioni di
offre tutto,
alto la
la
seguire la
nella guerra
sue
casa
dei
non
è
contro
con
la
Mitulla.
pronta ad
Gracchi, si
gradevole
al
il Senato
purché persuada
nozze
la
quest' amore
scaturire
Cornelia, sebben
ma
matrone,
tante
specialmentedi Terza,
spronato
accondiscendere
ci si prova,
Tiberio
delle
fatto
posto il piede dalle
Diofane,
greco,
e
figliuola
plebea, è pazzamente
quest'invidia, da
Da
questa vendetta
essa,
Mitulla,
sposa
vendicarsi
gareggiare con
osano,
in
aver
per
farai
per
(2);
Gracco
per
Console
voglion
essi tutto
il
minore
Or
Gloriaccin
un
maschera
sozza
perchè
peggio.
poi Consoli,
davver
Sotto
a
Roma;
Gracchi, Tiberio, tutto fa per
Fabio, oratore, suo rivale, e darlo
sotto, è
1 Gracchi
e
or
de'
E
in
forza
plebeo Gloriaccino:
al
da
galla
a
trabocchi.
Scipioni
e
che
poi (1).
saprem
il
ciò
è per
Pochi,
quelli
affin
immondissima
piena
disargini or
Ben
siam
e
l'appunto, noi. Ma,
Sopranuotarvi
Per
strapochi,arcipochissimì
s'alzino
la
Che
comico
comandino;
che
Noi, per
Presto
poeta
ogni
ribella
nemmeno
l'alfieri
a
Lentulio, il
ed
onesto
del
e
Gloriaccino, che
della
Terza:
il
e
è
Cornelia, che
di sarcasmi
gara
si
non
da considerazioni
ne
del
lo
voglia rompere
dare il
si acconcia
ora
né
da
la
fanciulla, già promessa
Gracco.
colto
a
Il tribuno
il momento
visitar
Gloriaccino
che
Cornelia, irrompe in
Gloriaccino, gli giura
Tiberio
al Senato
va
lo
Fabio,
casa.
riuscisse
non
Fabio,
a
Ma
I
Gracchi
Fabio
satollarsi
a
a
luogo
avran
Gloriaccini,
spese
e
Gracchi
vinti. Il retore
propone
un
patite aspra
(1) Atto
V,
per
Fabio
con
de'
greco
infallibile
mezzo
vendetta:
se.
VII,
p.
e
e
se,
egli
fra tai
Scipioni
e
del
plebeo,
interrompe,
a
di
opera
nella
stesso
col Senato
console.
per
ricoverarsi
tando
insul-
propria
trovare
i
:
Pochi
Gracchi;
(1).
no
però furenti
parte
a
riconciliarsi
il Senato:
è Pochi
Sempre
stento
gran
mai
lo
recato
e,
l'elezione
console, viene
eletto
Gracchi, esortandoli
Non
figliaerasi
fors' anche
lo ucciderebbe
ingiuria e
vendicarsi, e
sarà
non
Caio
a
sposa
di
istigatada Furiaccino,
la moltitudine,
ma
che
Terza
Furiaccino
de' Gracchi
casa
propugnare
per
va
colla
trimonio
ma-
la felicità di
preme
minaccia
furibondo
al
consenso
dispettoche
lui, or
a
insulti.
preghiere,
Mitulla, svela, presente il fratello,al tribuno
che
si odiano
velati
suo
per
Lentulio, cui
; ma
insieme
che
mal
piegare
politichea
vi
figlio,
di
e
lasciata
era
matrone
il matrimonio
per
Cornelia
trovar
a
va
colloquio fra le due
mortalmente,
stolidamente
e
le trattative
romper
Caio,
figliacon
birbo
è
figlia,
probo
il fratello
contento, quanto
la
adottò
ne
Mitulla, plebeo tanto
stato
suo
Lentulio,volendo
ambizioso.
a
di
padre
vero
51
comico
poeta
197.
il sofferto
scorno,
tutti coloro
vincitori,
invece
per
non
trarre
e
non
dono.
ce-
che
speravano
che
li
donano
abban-
si allontana,
delle
ma
ingiurie
l'alfieri
52
«
Quale?
domanda
»
nel
Tuonar
poeta
comico
Tiberio.
Foro
E
Diofane
di rimando:
l'agrarialegge.
per
Tiberio.
di':
Ben
l'agrarialegge.
Caio.
Ad
ogni
costo.
Si, si, l'agrarialegge.
Cornelia.
E
Gittato
da'
Roma
N'abbia
la materia
commedia,
:
console
Porzia
al
Fabio
e
che
plebe;
stessa
vendetta
non
che, affinchè
come
Atto
V,
né
ad
e
non
e
i fili tesi dai
ogni
col
(2) : poi
Gracchino:
che
ha
è
avuto
tutti
d'aver
piano
sapche
saper
poi che
sdegnano
scacco
i veri
fra loro
patriziatoe vilipesi
e' si troveran
ben
puniti
minaccianti
ultima,
(2) Intendi
Gloriaccino.
(3) Intendi
Mitulla
e
questa
la gran
per
in tali materie
fine
l'eccidio
e
della
perciò spiranti
patria. Il
troppo tragico,bisognerà
impossibilead eseguirsie
se.
si farà
se
del
paja
non
alla
il disonore
sono
e
distribuita
guastati tutti
pensanti patrizideridono
dalla
(1).
quarto ed il quint'attoè
Fastino
non
che
staia
a
fra le mani
fra il
ha
:
schiaffo,prima
uno
tal Gracchi
(1)
farlo
come
principiodel quinto
(3) e
breve,
rie tragedie,
muore
se
avuto
Furino
Commedia
di far ridere
insomma
d'aver
ben
mi
qui
che
oggi
e
s'ell'ebbe
questa commedia,
so
qualche ragione
e
onde
d'ora
fieri
quattro atti,giunto al quinto l'Al-
Non
vi sarà
Ma
Gracchi
e
ne'
«
che
difficoltà che
tediare.
di
primo
scriveva
nata
Gracchi
fin
dado:
poi lunghe
Nell'abbozzo
meglio
'1 gran
già
sia
p. 203.
Furiaccino.
deriso
da
strarlo
mo-
Fabio,
l'alfjeri
54
Costui
media.
ma
Che
Di
di
parerlo: poi
Di
non
Di
farsi
è
quello
far
che
far
poteva
l'ammirabile
TÒ
Koi
•
TTivu)
tò
ampio sfogo nella
in fronte
Ragionai
Lo
«
scopo
della
r ambascieria
sarà
forse, facendo
(1) Atto
(2)
II, se.
Antol.
(3) Ms.
9.
Kpfivriq
giurato alla
aveva
segno
II, 400.
».
a
ha
conseguenza,
intitolata I
vato
tro-
Troppi^
:
imperante?
è
la
libertà
totale
derisione
d'Atene.
di
stupida-vile-insolente
I, p. 123.
Palai.,
KeXeu04J
(Ìttò
Sofocle
di
commedia
conquistatore dell'Asia
che
per
Moltitudine
e
la
qpépei.
l'Alfieri
terza commedia
democrazia
tutta
òr||ióaia(2).
sentenza
una
a
di Callimaco:
oùbè
iDòe
oclocratico
al governo
è
somigli
quale diresse
èpi)()|U€vov,
ou
irdvxa
che
stesso
che, più di ogni altro,
koI
Quest'odio implacabile che
plebe, ed
nulla
kukXikòv,
djbe
TTfpiqpoiTOv
aiKxaivuj
al
(1)
Alfieri
epigramma
tò
TTOiriiaa
forse?
ma
far
di colui
Xaipuu, ÒTii; ttoXXgìx;
Miauj
Non
«
Plebe;
a
ciò
è
poco
supremo
sdegnoso
'ExOaipuj
piacere
più Fabio,
non
meglio
stessi
nemici
dai
lo scopo
suo
il
somigli
stimar:
e
è
parte altrui;
che
parla:
così
; ecco
»
nulla
forza
a
che
vero
l'animo
ha
magnanimo.
prima
che
frutta
dalla
il torto
porre
Rispettare
Egli
bella
a
piacer d'esserlo,
L'interno
che
volte in scena,
nobile, generoso,
mostrarsi
frutta
vita
sole
tale, egli dice,
L'esser
plebe !
due
apparisce che
non
per
sempre
comico
poeta
Così
l'Alfieri
tanti
e
tanto
L'intreccio
Atene
medesimo
amari
l'immagin
del-
al
(3),
sarcasmi
l'alfieri
i
repubblicani d'Atene,
in
sia di ciò, certa
l'intenzione
Troppi
Par
sotto
correvano
la penna,
ateniese, ch'egliha posto in
che
in
vituperi ed insulti
l'altra da Eschine.
aspettano un'udienza
in Babilonia,
Atene
lo ha
eletto
fanno
pompa
di
d'argento,esaltano
Ma
vien
fave,
dovranno,
Sorge
presenza.
oratori
guidati
Eschine.
voleri
il
secondo
del
un
gran
Demostene
e
potente Alessandro,
segno
dinanzi
pure,
prendendo
pronto
ad
a
un
mai
un
mortale.
sul
cedere
e
libertà;
augusta
dal
ricevuti
esser
serio
se
i
lo
diverbio
è
fra
i
gli altri,dei quali
la necessità
mostra
quale protesta che
cena
voglion
se
questo
Costui, che
:
nero,
schietta
vera
tazze
tre
o
aver
persiano, prosternarsi alla
l'uso
da
ostante
non
d'Atene!
che,
per
tozzo
acqua
cittadin
novella
due
frugalitàateniese
la
Questa, quest'è la
D'un
annunciargli che
per
rubate
e
cena
Un
Quattro
reggia d'Alessandro
repubblicana; anzi, dopo
austerità
o
stene,
Demo-
da
guidata
perpetuo. Ciò
Arconte
suo
a
sontuosa
una
nella
Entrati
s'odon
non
trivio.
da
schiere, l'ima
ciabattini, divisi in due
bocca,
plebei, macellai
dieci
di
canaglia
la
volta
apre
favella
una
si compone
L'ambasceria
divorato
scena,
cento
cinque-
e
dispregiativigli
vocaboli
ogni qual
e
mille
in
voluto
quanti
accumulare
versi
de'
scena
punto da riuscir perfino volgare.
al
l'Alfieri abbia
che
quasi
ogni
da
sima,
poeta si palesa acerbis-
del
satirica
anzi
veemente
»,
ed in Italia. Ma, comunque
questa che
si è
cosa
neamente
simulta-
a
di schiaveria
rivoluzione
«
in Francia
imperversante allora
mirava
suo
cuor
trafiggerequella
55
comico
poeta
di
re,
sua
cinque
è
capo
piegarsi ai
ingiuriatoda Demostene,
ateniese
si
Aristotele
e
magnanimi
umilierà
a
tal
Clito, greci essi
rifiuti di Demostene,
pagheranno bene,
cercano
un
56
l'alfieri
salvar
di
mezzo
della sciocca
di umiliare
di voler
si
la
repubblica tanto
talenti dati
avversa
a
stati
Demostene
a
ma
gufo
Fra
le risate
Demostene
del
banchettare
il
mezzo
'1 sotto
re
offeso
coda.
sul
e
Demostene.
ed
re
cui
a
Aristotele,Efestione, Olito, Antipatro ed
Olito
trascende
ne'
motteggi, ed
un
Olito
litigiofra
un
in lui il filosofo
conquistatoreed
convito, presieduto dal
Calano, sorgere
de' Macedoni
e
lusingato;ma
Eschine
capi:
volge
dell'ambasceria; Alessandro
e
questa volta
i due
cuni
Al-
risplende una
non
dei Persiani
il motivo
pari tempo
la vince
e
lui,
che
ed il tumulto
espone
in
è
ne
coda
a
ser
però s'avveggono d'es-
all'uditorio
La
non
acquetano tutti gli scrupoli
all'udienza
enorme
un
costoro
porterà sull'elmo.
che
beffati,giacche sull'elmo
Pallade,
invece
padre, fìnge
suo
apparirà, ma
esso
di Pallade
degli oratori, che
e
cortigianiridono
rispettarela dignità degli ambasciatori;
all'immagine
suoi
i
:
superbia degliAteniesi, Alessandro, desideroso
prosterneranno quando
bensì
comico
cavoli
e
capra
poeta
ed
Ed
invita
ecco,
a
a
si assidono
indiano
sofo,
filo-
Alessandro:
il re, cui l'ira fa velo
alla
mente, lo uccide:
Banchetto
Mostro
più
è
risibil che
spaventato
Demostene
di
filosofico-regale
nella
reggia,
Gli oratori
monarca.
che
non
vuol
in
pianto.
trattenersi
dei
suona
lamenti
quindi
si preparan
derisi,disprezzaticome
ad
finisce
ladri
e
a
Antipatro.
diavol
tutti.
Efestione.
E
al diavol, spero,
del
istante
pentito
partire,ed
viliti,
av-
vigliacchi,tornano
Atene.
Al
un
Atene.
l'alfieri
poeta
57
comico
Aristotele.
Li
fa
tali il
esser
popolar
governo.
Antipatro.
Durato
han
troppo.
Efestione.
E
rei
troppo.
son
Antipatro.
E
Questo
commedia
con
vero
di
essi
finisce
che
nella
sta
l'intreccio; ma
è
dipintura
piene
gli
mani
omicidio
!) più che
L'Alfieri
caratteri.
vilmente
deboli
oratore, ma
pessimo cittadino,
vigliaccoe venale
di
di
barbaro, insomma
Aristotele. Di
carattere
né
«
l'Alfieri
filosofo in Corte
viver
ladri,
capo
di
due
atto
da
parole
è
il
debole,
vitù:
sopportare la schia-
a
democratico
Olito
».
e
greco
conquistatoreeducato
di Demostene,
mascalzoni
più
Alessandro
:
di umano,
e
elezione
per
su
però tutti quanti,buon
tratteggiacon
libero, né
Eschine, nemico
fra tanti
crudele
soldato
un
costui
di
capace
li sorpassa
;
11 loro
pudore.
in furfanteria
mistura
altro,
tanto
Demostene
bizzarra
in
delineato
ha
il ridicolo, mostrandoli
furfanti,ubbriaconi, gentaglia senza
una
(una
ateniesi,riversando
oratori
stupidamente orgogliosiquanto più
è
(1).
della commedia
il valore
un
dei
comico
sapor
a
con
Troppi
è forse il solo
in
buona
onesto
coscienza
,
convinto
della
qualiRossane
non
e
hanno
debolezza
e
che
Contenzinacche
reminiscenza
In
(1) Atto
Statira,mogli del
una
del Dio
re,
altri
personaggi,
Antipatro ed Efestione,
parte affatto secondaria,
Triballo
degli
questa commedia,
costretto
V,
Gli
Atene.
come
Calano
che, si può affermarlo, è pretta ed infelice
conclusione
non
di
e
se.
nelle
come
ultima,
p.
320.
Uccelli
in cui
di Aristofane.
fieri,
l'ingegnodell'Al-
antecedenti
a
mantenersi
58
l'alfieri
•
a
politiche.Ne
chi
esamini
Tre
veleni
infelice
dal
cui
abitata,
di tutte
il
ma
tutto, pescatore che
dei
inventori
il
pigliava un
i
lautamente,
troppo
ha
il felice
che
finché
Costoro
eredi, la rete cadrà
e
pescatoridi
mani
e
della
è
che
in loro
ed
odiato
di Pigliatutt
rispetta
insidiato
dai
Pigliatutto non
se
mani
che
quindi
rete
e
ed
lenza
viveva
non
con
torità
l'au-
Guastatutto,
mezzo
sanno
povero,
abbattuto
vuole, favorisce
invece
ben
sì
e
Orcadi,
isole
rozzo
ha
dei
per
ne
più.
la rete, si è fatto
erano
pesci colle
ora
pesce
la
guasto (1). Figlia-
poco
dell'isola ed
inventore, che
Pigliapoco.
avrà
e
moltitudine
La
tempo
popolo
inventato
ha
primo
essa.
precedenti,la
delle
una
un
Pigliapoco, i quali
di
della
troppo fitto del resto, di
in
è
scena
magnanimo
e
questa scoperta
il titolo
la informa
politicoche
secolo, da
x
è
alle tre
non
allegorico,
La
il
giusto
pur
falso
produzione letteraria,
come
concetto
velo
verso
Vantidoto
avrai
di conclusione
circondato.
è
parer
giudiziopotrà
quarta.
serve
importante per
sviluppa
siffatto
un
rimesta^
che
commedia,
più
la
migliore
èia
storica,potè sbizzarrirsi,
fedele alla tradizione
fra le
comico
poeta
la rete
con
e
gnato
l'ago-
al modo
di impedire che
quindi pensano
Piglianchella moglie di Pigliatutto, prossima al parto,
potere ;
,
sgravarsi.Coll'aiuto
possa
fra le donne
alcune
del
in forza
Già
vita
al
del prospero
successo
dal
dalla
o
Pigliapoco
fanno
delle
volontà
e
è
i
sul
mago
arabo,
Pigliapoco
ms.
8.
rallegrano
insidie, quando, condotto
del
cielo
discepolo di
l'Alfieri nel
si
loro
approda
Zoroastro.
Pigliatutto i perfidi raggiri dei
(1) Così
rire.
può parto-
punto di perdere la
,
un
cantesim
potente in-
un
quale Piglianchellanon
nascituro,
dell'isola,
Pigliarello,mago
regina
la sventurata
insieme
caso
de'
di
Costui
Pigliapoco, che
all' isola
svela
a
furono
l'alfieri
però soltanto
ordita:
moglie
la
dipende
ciò
può dar
non
nascendo
tre
gambe
colle
: o
fra i tre
erede
Sta
il
bisogna rassegnarsi. Scelgo
«
Verrà
in
Anch'ei
Di
di
Che
«
e
ai
Allora
di
di
sempre
mozziconi
suoi
il Tre-teste
altrui,
si addatti
»
(1).
Ahimè
«
—
allora
!
costui,
vedendosi
di
Ricco
tre
d'orecchi
E
Invido
Non
com'è
—
«
Prendasi
Un
Al
Atto
di
lui
68.
pria,
che
più
il terzo
che
bocche,
tre
mancagli
mani
rovina
ma
Ma
più
sei,
abbiano
Stessa
sia
»
dunque
funesta
p. 67.
(2).
:
straterribile.
diavol
fia.
busto, ogni più iniqua
111, se. V,
(2) Ibid., p.
l'ha.
dunque
incarnato
quel
i minori
gambe
il terzo
E
(1)
non
delle
di
l'uom
che
Quand'ei
d'occhi
e
altrettanti,e di
vorrà
Che
cervelli
egli.
quel paio
trovar
testa
e
gliatutt
sospiraPi-
che
egli
non
dal destino
»,
:
scegliere
centinaia
gambe
senza
tre teste
pure
Ebbro
manere
ri-
o
pover'uomo
mago,
aver
gambe.
par
ma
con
senza-gambe
di
d'invidia, a
tagliare i
Sperando
—
le
suo
Il
quale
assumere
mancante,
smania
feroce
potenza
Farà
vedendosi
e
imposta
è
gli risponde il
»
null'altro
Di
però potrà
mani-
che
mostro
un
Pigliatuttolo
a
la scelta
ma
Bada,
mostro
più gli conviene.
veruno;
«
che
privo di
ma
addirittura.
che
malìa
strana
perfettissimodi mente,
o
gambe,
quello
vorrebbe
ne
forme:
testa
senza
altro
lo volessero,
se
Pigliatutto,al
da
ora
pregnante.Il
in eterno
0
Essi, anche
fato.
potrebbero più scioglierela
non
hanno
del
strumento
59
comico
poeta
60
l'alfieri
Or
questa
riseder
Adolescente
E
padre
da
Non
in
Il povero
sospende
parenti
mago
e
quanti
alfin
La
storia
Che
ha
da
Perchè
e
quindi
evoca
una
fra i suoi
i morti:
insomma
quello
che
han
il lor
parere
ed
il mago
già
è
stato.
fatto
è
(2).
norma
terribili
con
prima ombra, quella
del
di
Caio
scegliereil
Dario
non
Gracco, chiede
esorta
(senzasuccesso,
Terza
ed
ultima
(1) Ibid., p.
(2) Atto
mostro
gliatutt
spingere Pi-
se.
testa. Ma
i
persuadono Pigliatutto che,
costui
a
però)
ombra,
69.
IV,
senza
Ili, p.
82.
a
un
giuri
scon-
persiano Dario,
quale, forte dell'esperienza
propria, vuol
a
il
suggerimento,
quello
questo piena esperienza
Morti,
Piglianchella
nessuno
consultare
di
è
e
antivedono
garbo.
gli
esser,
che
votarsi
santo
di
buon
un
ed
indubitabile
Pigliatutto acconsente,
il
Visto
dargli
di
che
a
il male
scelta. Ma
i Morti
(1).
stesso
più
sa
consiglierisono
Tutto,
Di
sé
Pigliatuttodi
a
Gran
I
troverebbene
bisogna decidersi.
propone
brancolando,
frenabile,
butterebbe
consiglierisa
prima,
là
e
mai
Pigliatuttonon
e
cieca
e
da
qua
forza
la terribile
si aggrava
e
nessuna
giù
ammazzerebbe
madre:
mare
in
sì efferata
Sterminerebbe
E
capo,
infonderagli
appena,
e
nel
forza, ch'ei
gigantesca
intelletto
suo
collo
corpo,
membro
ogni
appiccicherà.
quel
monco
nel
comico
si
dovrebbegli
dal
Risospinto
In
ei
inoltre, che
Trovandosi
E
quella
or
Aggiungi
Che
poeta
consiglio;il
menti
ragionaevocato
romano
lo
rassegnarsial Senzagambe.
appare
Demostene
che
eccita il
l'alfieki
62
d'essi da
Ciascun
poeta
sé stato
orribii malanno;
Un
Or
procreato
Vostre
fora
ognor
frammisti,
ma
l'un
Immedesmati
comico
nell'altro,essi hanno
Voi
me.
omai
dunque
classi immedesmando
tre
Voi
tutti,or
l'un
sì, voi
Stritolati,stacciati
Di
mia
Voi
farvi
per
Contro
que'
Ch'eran
già
Guastatutto,
I
della
con
man
rete,
Tutti
vostra
stessi
essenza
(1)
...
l'uso
sprovvistie poveri, avranno
custodirla
fabbricarla, rattopparla e
ai
rimanendo
essa
sudiciumi
e
state
divino
Antidoto
come
spetterà soltanto
già già
cura,
gran
vizi
il
ma
coll'altro misti.
rimpastati
e
un
.
.
.
Pigliapoco,arbitro
e
supremo
solo
di
però Pigliatutto e i figlidei suoi figli.
in tali
acconsentono
si chiede
patti e
poi sotto qual
li
giurano;
voglia esser
nome
alla
nata
neo-
onorata,
ed
risponde:
essa
In
Sarete
di
voi,
paghi appicn,
Ma,
se
Opulenza
Insolenza,
Me
vi
l'Alfieri
voi
Come
era
prefissodi
tre
forme
società
far
così
umana,
antecedenti, volle
(1) Atto
V,
se.
la
nelle
che
tre
quale
a
che
117-18.
la viziosità
e
si
delle
prevalso nella
delle
ricapitolazione
gli uomini
felicità,la libertà,se
p.
mirasse
antecedenti
sempre
quarta,
dimostrare
ultima,
intento
commedie
avevano
nella
già più.
son
palese la debolezza
di governo
mai
non
trasparentissima allegoria
ma
,
àièW Antidoto.
figlia
sua
Libertà.
con
bizzarra
nome.
d'entrambe,
già indovinato
avranno
colla
allor
fatai
ebri
allora
Stolti! ch'io
I lettori
la
e
fanno
nomerete
m'imporrete
non
saggi
soli
possedermi
Voi
che
fin
non
non
gerebbero
raggiun-
riunendo
i tre
L
«
finge tolta
che
quartana
inter
vitiorura
del
han
quale
la
invidiato
di
(1). L'«
nella
antidoto
divino
potente
monarchia
il
de'
del
La
titolo:
divina
che
La
commedia
considerata
scena
al
se
quale
dramma
la
non
le
è
infatti
libertà
Orcadi
leghe
coste
britanniche.
veleni
nel
i
»
per
derni
mo-
in sedicesimo
penuria,
volentieri
e
costretti
voluta
dal
9,
ms.
un
lontane
un
rimedio.
sistema
della
a
dalla
gorico
alle-
celebre
inglesi. Notisi
isolette
,
dalle
tre
personificazione
delle
base
sono
adunque
diranno
rilevasi
Di
le
patto
si veggono
come
Charta, ossia
Magna
Che
della monarchia,
portare,
sione
allu-
parola,
una
v'è in Italia
non
che
ora
fautore
doveva
è
finora sì spesso
ricorreva
poeta,
un
in
strapazzo,i Demosteni
figliuoladi Pigliatuttonon
della
Carta,
nostro
commedia
La
doppio
quali
in lui
riconoscere
(1)
da
fare
sovrumano
«
mantiene
senno
nostra
quali per disgrazia
labbro
nome
il
costituzionale.
tribuni, i Gracchi
ed
ammirato
che, immedesimando
»
oscuro;
il
ed
insomma,
quale l'Alfieri ha
glorioso,libero
e
di
i cittadini
commedia
sua
del
quel governo,
modello
inglese,alla
popolo diviso, debole,
sul
secoli
cato
invo-
bensì
;
;
cui
popolo,in
tanti
un
de'
desiderabilissimo
e
dubbio
il cielo approva
che
politicinostri
diritti; quel governo,
e
classi,rende
l'Alfieri la
fra i
doveri
tre
che
qual
sembra
dal
per
Ora
»
Mi
da savie istituzioni
costituzione
fuor
voluto
commixtione.
è voluto
stata
è
ita dicam,
quell'ordinamentopolitico
di
fra tutti
sovrano
classe
ogni
videbatur
dubbia.
esser
regiotemperato
in cui il
buono,
istis vitiosis
ut
quadam,
Venezia, da alcuno
ottimo
quasi
il
è
tribus
e
dall'Alfieri?
certamente
si tratta
governo
felici
posse,
possa
si diede
che
che
reipublicae formam
repugnantiura
se
rispostanon
Non
Cicerone,
misto, bramato
è il governo
la
da
unam
creari
optimam
et
misto
déìV Antidoto,
cogitanti, dice egli nell'epigrafe
Milli autem
omnino
cattivi,nel
sé stessi
governi, per
63
COMICO
POETA
ALFIERI
poi
poche
64
l'alfieri
poeta
nazione; così sinceramente
asserirla
unico
lui. Ma
per
l'affetto al
tutti coloro
a
ed alla
re
intelletto
ci
si
in
può
I suoi
ad
in
(1), fosse dei
conseguenza
di
certezza
celebrava
che
del
le tracce.
nella
presa
Maggiori
della
Né
a
lo
re
il nazional
Concede
e
di
Tirannide
Lettere
tempo
fu
un
Bastigliala
:
e
Consesso
scritta nel
l'Alfieri compose
richiamato
ha
il
giusto:
mai
governo
incominciato
secura
patto
a
appagati
si trovavano
mutamento
delle
ornai
più
errar
assai
:
espulsi ha gli empì
Già
l'una
erano
non
questa persuasione appaiono
maestade
la
re
Meglio adequato
(1) La
andare
non
quel popolo,anche
monarchia
e
di
per
Trajano
a
Rivoluzione
della
Torna
quel
pubblicano,
re-
negarlo. Ma
il
già già
Così
la
fu, né poteva esserlo,a lungo.
libertà
che
Panegirico
quell'Ode
nascita
piena
scrivea
quasi tutti dispotici,
eran
ammirazione
incompatibili,e
coU'altra
nel
lo
non
altissima
persuasione
già
che
la
tempo
viaggi in Inghilterrainduceanglipresto nell'animo,
insieme
la
vendicata
imprudenza
con
altro
gioventù, quando
sembrerebbe
errati, affermare
franca, esplicita,
fosse per naturale
pari tempo,
di guadagnato
lubile
reputano indisso-
quelle in
a
(e badisi che
assoluti)odiatore, che
Certo
tanto
sarà
e
così
Principe, VEtruria
governi monarchici
troppi,
odiosissime?
che
l'affermazione
l'Alfieri in
il
Tirannide,
dei
da
patria,parrà ben degna di quel
apertissima di opinioni contrarie
professate.Che
convinto
tirannide
la
contro
all'Alfieri la loro stima
ei ritorranno
generoso
profondamente
e
quella dell'uno,entrambe
contro
come
rifugio
comico
l'anno
augusto.
i desideri
dispoticoin
1777;
del
tutti
il trattato
costituzionale
Del
dopo, e press'apoco
VEtruria
vendicata.
poeta ;
Principe
nel
simo
mede-
l'alfieri
a
lui pareva
«
Credei
di
tale da render
che
re, così
un
tutti
altri
per
gli
che
avrebbe
tutti è noto,
disinganno,più
chiamava
di Libertà
greve...
lo
sul
che
poeta
Apologia
quanto più la rivoluzione
sfogo componendo
memorando
volume,
infilzata d' insolenze
argomento
a
ed
di ostinarsi
fanno,
e
se
sdegni (4) ;
ingiuste contro
Prosa
II, ed. Renier,
sarebbe
a
non
non
una
un
troppo volubile, e di
ma
retorici
(1) Misogallo,
in lui
Misogallo, singolare e
fatto
acerbissime
men
briaca, diede
e
paurosa
il
hanno
magnanimo,
spesso
assai
«
scrisse,fremendo,
quale, invece
nel
molti
altro,come
augurato
si faceva
finalmente
veder
nome
dell'infelice
testa
(3), ne
il
quella
all'ira, al ribrezzo, crescenti
e
»;
più profondo
del sacrosanto
la
ne
cessivi,
suc-
dell'Alfieri contro
palco
»
se,
avvenimenti
anche
gli avea
ammanto
l'ingigliato
per
con
i sentimenti
sono
ignominiosa satira
«
il
non
resero
sdegno
(2). Caduta
»
Luigi XVI,
r«
acerbo
giva
sfug-
potuto poi,
pericolo né
repubblicano.Gli
espressiun
a
cui
piii legittimae misurata^
(1). Certo, questi
»
come
ch'ei
illimitata, avrebbe
esercitarla,senza
^
nazione.
gloriosauna
e
egliscrisse più tardi, a
un'autorità
rivestito di
65
comico
grande
un'autorità
mano
utile di
poeta
polo,
po-
cavarne
opportuno andar
p. 41.
47.
(2) Ibid.,Epilogo, p.
(3) Parigi sbastigliato,XIII.
(4)
m'
non
il
Fra
francese
esser
è
inganno,
quale
p.
merita
costoro
in
un
Le
1062-93)
ha
sottoposto
imparziale, il
il
buon
francese,
oggettivismo
NovATi,
non
Stadi
ad
signor
ai
egli
Il
sei
ha scelto
critici
e
lettori
per
in
ridotto
se
nella
Livr., 25
rivista
juin 1882,
aspirerebbe
ad
gli scritti dell'Alfieri,ma
e
D'Avezac
non
quale
miserando
povero
è
tanto
però sol-
cattolico
fervente
un
lumeggiarne
letterari.
perchè,
D'Avezac,
fa
che
esame,
il
Gh-ìrles
anni
6
signor
anche
ma
abbia
un
carattere
Misogallo.
quindi immaginare
tavolozza
il
recente,
Correspondant (T. GXXVII,
singolarmente
di
più
studio, pubblicato
suo
creduto
un
il
anche
particolar menzione,
stato
tragico.
il ritratto
se
non
lascio
;
a
furia
Dalla
sua
le tinte
5
l'alfieri
66
ricercando
la
sarcasmo,
in
turpe licenza
illusi si fa credere
il
morte,
più
l'Alfieri
accolto
fu
vi
soffri mille
piccole trafitture;
Bliicher.
di
essi il frutto
neppur
suo
I suoi
di
sulla
calcar
la
zucca
diviene,
sua
è
come
di
ben
né
coraggio
combatterli
colle
all' Italia
di
se
è
armi
al
sono
il
amato
insomma
genio, al quale
la
Chiunque
Bajardo.
i Galli
non
avesse
non
vi
sincerità
a
l'Alfieri
chè
per-
vanità
deridere
campo
ove
non
colpire e
Trisottino
celata
se
sconfinata
dispregiato; egli
un
donna,
sua
di
patria carità;
orgoglioso pedante,
un
pensiero di vicina
la
ebbe
non
sacro
plebe che dagli
sdegnosi rimproveri
l'avrebbe
non
paese
la
invece
in
sceso
del
lui,la Francia
e
ma
altrimenti
negli scritti,sarebbe
pari
dal
(1), pregava
freddezza
con
nell'odio, giacché
di vilissima
odiò, secondo
non
intento:
vero
si fa schermo
che
popolo.Assalito
poeta, nel '99
oscure;
palese il
ogni guisa coli' implacabile ferocità
di libertà, l'indracarsi
nome
comico
concetto, far
di combattere
quello
del
l'intimo
poeta
che
si è voluto
samente
diver-
pensi
parziale
im-
naturale, sospetto all'egregio e
.
ed
signor D'Avezac,
iriitato
il
quindi
chauvinisme
suo
di
voluto
aver
rivale del
fortunato
commedie;
sue
accusa
ai
come
vedendo
Brachet
suoi
ce
compaesani.
il
chiude
toi,
à
pas
garde
«
Ce
«
Bellini,
que
«
imperio
populos
«
fants, insouciants
«
ensoleillées...
Gli
ben
son
n'est
Italiani
poco,
(1)
».
et
perchè
han
quelle
volontà
Pére
di
gheggia
va-
N'est-
«
che
de
immortel:
Romains
sont
il male,
Ella
Alfieri,
cose
da
vorrebbe
in
Vita,
Canova
e
non
p.
472.
:
tes
en-
plages
D'Avezac!
cantano
fare, che
vederli
regere
les
sur
de
et
Tu
signor
caro
vestiti
les fidèles?
morts
chantant
en
la
commis
a
tous
vers
altre
V.
Dieu
un
troppe
quali
è divenuta.
Raphael,
vanno
nelle
che
de
pezzo
un
D'Avezac
signor
de
commun
sta
11
toi, que
à
vaguent
qui
gallofobo
pistolottosentimentale,
un
vieux
nus,
Ahimé,
quella
pas
écrit
a
Les
da
Ultime
du
et
Virgile
ormai
precisamente
n'est-ce
«
capisce.
da
toi, Italie
pour
pas
si
le
la lettura
arrabbiato
un
un
bizzarra
quanto
consiglioai giovani
quasi
in
le dice
Vicaire,
«
E
diversa
egli
lavoro,
suo
de
»
io
che
riuscito
di ritoccare
tempo
esilarante
tanto
denunzia
un' Italia molto
«
avuto
avesse
questa
se
alfieriane,mi
opere
se
rimprovera
l'Alfieri sarebbe
che
ho
studio
mi
vigilante. Egli
credere
Molière,
mio
questo
con
pure
sempre
far
bastasse,
non
delle
e
io
non
che
sono
occupati.
l'alfieri
Tirannide,
della
di fare
«
rubategli del Principe
edizioni
pubblicate le
venissero
67
comico
poeta
immediatamente
e
in
stampare
Inghilterrail Misogallo,e spanderlo abbondantissimamente
pubblicazione
dalla
che
dolore
divulgate,tanto
quei
di
esso
in
disistimassero
quanto
l'amore
alla libertà.
contraddizione?
credesse
di
fautore
verissimi
i
iniquissimi (2); per
dall'infame
imbiancar
crederli
parlatodi
aver
che
sono
i due
Non
dritto
;
a
(1) Lettera
terzi
e
torto
«
una
inutilmente
volta
per
potendo
mondo
all' istituto
l'Alfieri
Prosa
p. 307.
del
di
»
nostro
di
per
quelli
dissoderà
dei
posson
due
il
maligni
confondere
categorie
(3).
il
professasseper
47.
Io
«
un
ne
Caluso, gennaio 1802,
II, p.
gli altri,
».
agli occhi
mi
sempre
non
tra i loro
me
par
stimava
cui
l'Alfieri,sono
i soli che
la
altri il
non
presenti,che
poi, anche
o
sione,
all'oppres-
questa che
i mezzi
volentieri, ma
mezzo
all'Abate
(2) Misogallo,
(3) Vita,
lui
in
principi,ma
sono
(1),
troviamo
l'odio
disgraziatamente,queste
ma
appartiene
0
D'onde
libertà,continua
essi si associano
codestoro
all'amico
solennemente
nuovo
propugnato:
di annoverarli
e
degli stupidi,che
con
bel
segregarsi:
Misogallo ampiamente
e
volentieri
stessi,si compiacciono di sporcar
sé
fingendo di
lagrimando
di
degli schiavi
ceto
divieti,
impedirlo. Eppure
per
quella rivoluzione, di
sacrosanti
e
che
questo: ch'eglitemeva
Da
potessero
i suoi
quegli scritti,noi
in essi
aveva
»,
disprezzassero,odiassero
ch'egliapprovava
confessione
tutto
di
causa
travveleno
con-
effetti
scritti
ostante
vita
lo
onesti
altri
gli
e
suoi
non
nella stessa lettera in cui chiedeva
se
di
e
provò da asserire
ne
anni
dieci
dato
di
commento
ed
interpretazioni
le seppe,
quando
E
nascere.
avrebbe
le sinistre
tutte
a
di
servisse
Italia, affinchè
tutta
in
ricercare
la
in
se
a
rivoluzione
Vita, p. 458-9.
68
l'alfieri
abborrimento
tanto
ad
Bicordi
ogni
modo
fra tante
vaticinare
certo
partorito quel
comico
se
si
lo
non
ai dì nostri,di imbestialita
di
stragi
prossimi
terribile
Né
quel petto,
dei
acceso
ricetto
commedie
innocenti,
i benefici
manifesti
una
non
nuova
per difendere
Al
la
di
sdegnoso
far di
appariva
più :
tanto
quali fu
perchè
non
per i
si
dello
stampatore.
che
governi
che
fu
commedia
a
Novella
dissimulare
egli non
stato
così
volle
«
di
cose
fare
»;
«
per
il
di
che
effetti che
una
della
racco-
coloro
darle, dopo la
poeta
ei
intento
suo
commedie,
premessa
allusione
servì
diritti.
conclusioni
ammorzarla
il concetto
e,
poeta si
ne
sua
vano
potedi
cercò
troppo
suonava
allor reggevano
prova
ella si
combatterlo;
Ed
sue
del
sotto
adunque
è
troppo vivo; si
voce
«
raggiungibili, non
degli
giudicasse opportuno
IV
mira
la
quattro
contemplazioni,
giungesse sgradita all'orecchio
non
alla
essa
le
splendore era
Lo
po'd'ombra:
condanna
nelle
vane
pietoso incarico
paura
varono
tro-
umani
bastava
ed ardite dalle
luce, ebbero
gettarvi un
entrambi
il
il rimedio.
palese;
e
affidato il
derivare.
alta
chiaro
in
degli
non
non
indicarne
evidenti
alla
morte,
il male,
e
di
ideali
primo:
la tirannide
quale
della libertà
causa
la
,
tetralogianon
della
vagheggiare
glieansicosì
ai
La
».
arma,
additare
bastava
il
il
per
stupido aspetto
o
ingegno impaziente
suo
volle
distrusse
frenetico
munque
co-
all'odio per
palesaronopoi vivacissimi
si nasconda
o
Ma
implacabile l'odio
combatter
ha
pure
sociale.
più generosi sensi
a
naglia,
ca-
potevano
effetti che
dell'Alfieri
il secondo
placido o
o
si
non
commovimento
dirette
politiche,
qualunque
se
si
e
fra le infamie,
condannasse, che
aggiunse tenace,
signoria di plebe.
la tirannide.
per
chi
sia di ciò, nell'animo
dispotismo
nutrì
quanto appena
superate
non
poeta
l'Europa,
di
molti, perchè
alquanto
;
e
Osservazione
tristizia dei
tempi,
dell'autore,affermando
a
chicchessia
toglierdi
mezzo
o
a
sivoglia
qual-
ogni
in-
l'alpieki
70
assai
sublime
che
parole egli ha
deve
la
Non
unità, la
minore
vi ricerchi
l'Alfieri mirò
formato
ad
ogni
il
per
la
Idea
(2) Deir«
bene
però
esso
in
gli
per
nella
dove
antichi
«
liberamente
sulla
credo
stato
in
la
rivoluzione
appunto
popolo
la
per
civile
e
rispetta
ho
già
detto
a
non
francese
vedasi
suo
ha
mai
nell'animo
vano
ave-
sublime
e
principal-
»
ha
lo ebbe
opera
nel
nel
avversario
di
Sanesi.
è
le
l'arbitrio,
giacché
dì
Mìsogallo (Prosa li, p.
28
è
lui
e
rola;
palui
per
plebe;
per
sia
della
accanito, egli
fosse
dato
è fon-
Alfieri
odierno
governo
plebe; qual
come
(p. 12). lo
»
Vittorio
senso
circa
sonasse
il governo
leggi
mai
da
sbandito
dove
In
sia stato
non
s'intende,
dire
T.
trattato
in cui è usata
(p. 62), che
voluto
prof.
repubblica
vive,
ben
modo,
lui
stesso
esso
il
l'Alfieri
d'onde
si
virtuosamente
considerava
francese
quando
quella
«
minato,
esa-
moderni,
i
Alfieri
V.
inaugurale
che
ma
Stato
come
popolo
essere
1790,
è il Teatro
mentaci
gioventù repubblicano,
sua
di
che
di
significazioneristretta
e
repubblicano
governo
mezzi
l'opinioneche
uno
giustizia
invece,
fin dal
popoli,e più
sui
e
discorso
suo
questa parola »;
secolo
un
lo informa
che
escogitò,di
lo
(come
rita
seguito,me-
e
morale
cetto
con-
tragedie. UAgide.
espressa
repubblicano «
sembrerà
non
approvato
Già
i
politica nella
un
trovo
che
erasi
che
comico,
teatro
se
senso
di governo,
e
sulle
(1) Parere
molto
venir
tutti
sull'utilità
parte di lettere
che
suo,
discusso.
che
chi
a
infatti,
In esse,
eraglisiradicato
dodecalogia,
il convincimento
errato
del
scopo
grande ingegno
l'Alfieri ideava
presentano
quel concetto
atto
l'alto
per
e
Italia
dell'idea polil'esplicazione
tica
e
in
parte tutto
ponderato
quello che
dello
e
modo
quali
si
(2).
letterario.
l'aspetto
realmente) tale da
è
e
sotto
dell'indole
cui
poeta offrono le quattro commedie
tradurre
a
in molta
non
di
ai
grandi,
risurrezione
sua
del
le consideri
chi
dei
svolgimento
mente
queste profetiche
con
più splendido elogio con
interesse
lo
nella
a
il
la memoria
sua
comico
(1); giacché
»
tessuto
onorare
possa
poeta
e
se
perchè
il
29).
vero
l'alfieri
il comico
mente
convincimento
»:
di sodi
confortandolo
della
Vita.
quello del 1800, più
non
se
commedia
scrivere
le commedie
può far
si ha
che
modo
saperla fare,
non
riuscissero
che
costume
anzi
spiegazione,scarsetto
la
pescar
è
divertente
che
ci fan
banchieri,
ai
ne
ridere
avvocati
Carlo
denota
«
metà
Gozzi,
qui col
(2) Prefaz.
a\V
di
voluto
rane.
al
non
mi
vero,
il coturno
dei
ma
si
assai
ho
credo)
e
potenti
mezzani,
facciano
Io
più utile,
pare
poiché dei grandi
cap.
Abele,
come
«
dramma
per
cioè
ammirare,
male
si adatta
altre
ragioniera
drammatico,
urbano
(2); genere, che,
»
XVIII,
(1) Vita, Ep. IV,
se
il che
avverso,
di
nome
secolo
guisa
a
verisimiglianza mi
quel genere
a
tragediaurbana
del
luogo
(1).
»
adunque
era
mai
spesso;
ed
in
praticando il dramma
simili, che
o
mai;
piedi fangosi
stato
si vedon
aver
ogni tempo,
l'epopea delle
piego
nel vero;
più
e
vediamo
L'Alfieri
di
mi
non
tragedia la commedia;
più
non
direbbe
ne
le altre
d'invenzioni, ha
no
(con maggior
cavare
dalla
chi
come
all'incontro, che
voluto
ad
non
per
»,
secolo, aggiunge
che
se
pennello nello sterco
tragedia dalla commedia,
che
urbano,
mio
a
di tutte
quali
comporre
adattabili
«
Questo
«
».
volle
provandosi
delle
e
occhi
gli
sotto
giornalmente
di
taccia
il
il sale
moderno
facendo,
vanno
del 2000;
o
Perciò, pur
».
Persia;
di
costumi
quei
e
l'uomo;
o
1500
vole
note-
restino,
emendare
quello del
dozzina, imbrattando
a
ed
nell'andamento
«
si
che
le commedie
di Francia
uomini
l'autore
e
commedia
una
che
quegli
perisce con
no
della
e
d'Italia, più che
l'uomo
non
che
molto
luogo
un
deridere
eglivi dice, deve pigliarea
ma
in
vuole
esplicava quindi,
che
argomenti,
Chi
«
71
comico
poeta
aveva
così
29, p. 314-15.
p. 8.
sorto
»
ed
ch'egli
altrove
in Francia
a
rapidamente acquistato
i
72
l'alfieri
favore, estrinsecandosi
sensibili di
cuori
terzo
luogo
nel
le suscettibilità
L'Alfieri
il
cioè
grandi
non
ammirazione
che
o
tenersi
nella
matrona
ma
tumultuosa
ma
per poco:
Sovra
né
grande
nelle
la
«
morta
é il
idee
divina
e
che
la
Satyris paulum
l'Alfieri
Tragedia
»,
sepolta,e sulla
e
al dramma
che
moderno.
di
sta
lui,
suscitare
faceva
egli non
drammatica
antica:
i soli personaggi
erano
di calzare
scena,
mente
Conseguentela commedia
cavar
tragedia,quale pudibonda
a
prender parte
fino
a
diventar
non
avesse
riputiamo
torto
Quella che
come
sua
a
sacra,
commedia;
pudibunda protervis.
cangiamento operatosi in
nei costumi.
uno
ossequente ai precettiantichi.
in dì solenne
disputarse
conti
più naturale
questo punto però
utile
le chiama
come
la solita frase.
danza, scendesse
Intererit
(e qui
apparire sulla
usare
assai
concedeva
costretta
ammettere
fin dei
di
tragedia: in ciò pure
Orazio
società,di
poteva che irritare
non
precetti della
per
egli stimava
Con
colla
mezzane,
degni
—
dolori,i patimenti
deità,eroi,monarchi
tragedia greca
del
dell'Alfieri in fatto d'arte.
compianto. In
stretto ai
il coturno
i
letteraria
e
potenti,fossero capaci
non
e
ai
agitò tanto largamente
voleva
non
lagrime
simili^ così sdegnosamente
o
persone
considerati
dalla
o
nel
e
borghese, nato
filosofica
aristocratiche
errore)che
suo
che
citato,esso
or
di
11 dramma
in contrasto
avvocati
poteva
non
fiumi
rappresentare
a
quei banchieri^
larmoyante
spargere
rivendicazione
semplice borghese
ricordati
comédie
di idee
Intento
stato.
un
di
la
era
^
comico
quel tempo.
quel commovimento
il secolo,
di
nella
hourgeois^ e facendo
drame
da
poeta
ognun
tomba
o
né
necessario,
ragione. Troppo
cent'anni
l'Alfieri
vede
e
sa,
si è innalzato
al
chiamava
é
invece
è la
ormai
il seggio
del
risponde meglio alle aspirazioni
Discutibile
più
asserzione
mento
sentidel-
l'alfieri
l'Alfieri che
poeta comico,
un
sé, debba
opera
muoia
i vizi
degli uomini,
con
alla lettera, verrebbe
l'altro
e
i costumi
ha
Il
torto.
dipingere gli
studiare
saperne
scena
vive,
persone
che
importa
poco
la
0
del
del
il
vestano
deve
ed
E
parlino il più
giubba, che
l'Alfieri tanto
da
che
(cosa
negare
comici
creati da Aristofane.
gevedente poeta comico,
tratti
pungenti
ad
voluto
estendere
ad
onde,
ai suoi
Giudizio
nelle
altri
coi cementi
solo
non
sulla
Certo
e
parte
dice,
tempo
un
ed
falso
disseminato
di
splendide commedie
del
d'Atene
perché
dato
fon-
ci lasciano
freddi,mentre
gli spettatori; ma
di
fatto
avranno
questa
é
Caluso,
del
la
30
Ateniese
grande
che
p. 452.
zioni:
inten-
sue
importante dell'opera aristofanea.
meno
all'Abate
aver
posteri» (1).
falso
giuochi di parola intraducibili,allusioni
(1) Lettera
non
fuor
son
risa
e
le
fra i
:
tipi
lon-
luoghi
s'intende
recar
dei
ottusi, per
e
irriverente,ma
non
poco
s'intendeva
non
male
tutto
è
tempi
comento,
senza
tempi
ei
rono
provoca-
freschezza
Questo maligno
«
e
fisso nella
era
può
non
stupore) la splendida ed immortale
eterni
che
posteri quel sorriso
contemporanei. Ma
opinione,
sua
ne'
cuore
giusta-
saputo ritrarne
ha
poeta
il
dialetto attico
puro
vizi, le passioni, le debolezze, essi vivranno
sempre
il
questo,
toga,
i
nei
Se
far
a
la
susciteranno
di Kabelais.
sulla
mettere
0
lingua
di
costumi,
i loro
la
pallio o
l'uno
e
evitare
riesce
se
stofane
Ari-
fiorirono.
non
il cuore,
ombre.
non
di
opere
in cui
secolo
tempo
suo
le
essi, giacché
con
scrutare
e
del
costumi
dai
che
poeta comico
uomini
in ridicolo
applicare questo principio
morte
son
propria
la
che
porre
e
astrazione
concludere
ritrassero
L'Alfieri
ma
descrivere
volesse
a
di Molière
e
vuole
non
se
facendo
vive. Chi
in cui
tempo
73
comico
poeta
parte
vi
frizzi
oscure,
scoppiaredalle
men
giugno
degna
1801,
in
di
Vita,
l'alfieri
74
poeta
osservazione, la parte caduca
di
invece
essa
passioni, i
vizi
cui
luoghi, i tempi,
sofista,il Cleono
donne
La
dell'opera.
nella
sta
son
si
tipi de' quali
Giacché
mutino
di natura
fremere
e
Tutto
sempre.
Non
che
nulla
ancor
sta
siano
tutte
mancate
scriver
delle
dell'ultima
infelicità delle
essenzialmente
dottrina
dell'autore
lieve
egli
poi
scelto.
avea
sociali sotto
presta
a
dalla
sull'indole
difficoltà
non
E l'Alfieri lo vedeva
20
settembre
di venti
all'uditore
o
di caratteri
cose
e
seco
di necessità.
difetto inerente
per
atti,sarà
le tante
al
sua
arma
e
che
ad
dei
uno
più ardui
impresa
meglio,
il trovare
tante
la
erronea
in
di
parte
problemi
infatti il
questa sola
l'arte di fare
Bisognerà dunque
de'
media
com-
ingoiare
ripetizionidi pensieri
somiglianza
si
meno
L'enorme
«
scriveva
di
che
mento.
piccolo mo-
meglio d'ognialtro.
dir
proviene
quella cioè che
è
mostrerà
di-
affermare.
dell'argomento
somma
la
:
il Divorzio,
commedia:
queste quattro commedie,
1800,
un'
mano
esaminate
della
drammatica,
tale trattazione,
difficoltà di
la
cogliere
a
applicazione della
dalla
le
tutte
Anzi
ci limitiamo
ora
Svolgere
forma
v'è riuscito.
qualità,
commedia,
sua
quattro commedie
adunque
non
sorridere
e
non
in
poneva
affetti
più potente della commedia
l' istrumento
meglio quanto
La
le
vare
tro-
tempo palpitare,
un
inclinatissima
gli
cose,
,
satira. L'esame
i mille
commedie.
natura, ch'eglistesso riconosceva
terribile
ha fatto
personaggi
si possono
oggi
riuscirvi,e l'Alfieri
a
dell'ingegnoa
il lato ridicolo
i
può fare che
ciò che
e
:
insomma
sorridere,farà palpitare,fremere
gli
attitudini
tutti
processi, le
i
per
i
Socrate
il
onde
cangino:
il maniaco
demagogo,
i modelli.
le cui
gli stessi, quantunque
sempre
i costumi
aristofaneschi, son
tale
parte immor-
dipintura dell'uomo,
emancipate, pressoché
nostri
comico
e
di
soggetti porta
supplire
sempre
al
soggettoquadruplicato colla originalità
dell'espressione,
cogli episodi,caratteri
variati
quanto si
l'alfieri
potrà, allegriad'immagini
padre Apollo
se
il buon
di
cinquantadue
darà
inventarle, mi
fra
qui
ci
non
gli
e
anni
col
ha pur
darmi
poi anche
60
Voglio
favorito
in
ed
il brio
sperare
pennello per ben
età alla quale, fatte o
:
la
mano
questa
il fervore
il
certamente
porrò più
che
età
per
eseguirle
fatte,
non
(1).
»
fatto il sordo.
padre Apollo pare abbia
il buon
Ma
anni
di stile.
e
mi
75
comico
poeta
V.
Finestrina.
La
quinta commedia
La
dalle
anche
di
volentieri
abbia
non
dell'autore
cure
forma
e
nel verso,
e
piacevollettura.
dire
il vero,
Le
richiamato
de'
che
beati
se
le
nella
è tuttavia
di
però, è, se dobbiam
tenuissimo
dimoranti
Giove
di
nota
invia
lagnanze son
ad
dialogo lucia-
un
nei
Campi
Elisi
la strana
sopra
Eaco,
e
hanno
condotta
Minosse, i quali
nell'Averne
giusteed
Mercurio
assista
a
perchè si
qualche giudizio.
arriva, desta i giudici,li strapazza e ordina
assidersi
(1) Questa
trascuratezza
ultime
qualche tempo nelle loro sedi più bricconi che
Mercurio
loro di
le
tunque
quan-
commedia.
vera
galantuomini. Giove
accerti
ricevute
prolissitànell'insieme,
l'attenzione
da
Finestrina,
di
pecchi quindi
di
una
remmo
poeta; noi la chiame-
parzialmente
giudici infernali,Radamante,
mandano
il
allegorica.La
L'intreccio
dei
ombre
fantastica, poetica ed
«
quasi più conveniente
ad
che
nesco,
la dice
»
diverso
affatto
genere
un
precedono:
largo confine
più
di
è
la
quattro che
Divorzio.
Il
nel tribunale
inedita
sta
nel
ed alla
ms.
8, dopo
sua
presenza
il sunto
adem-
deìV Antidoto.
l'alfieri
76
pire al
loro. Essi
debito
dare
regolarsinel
poeta
comico
però gli spiegano come
sui
giudizio
meriti
alle quali, appena
illustri,
ombre
spunta sul cocuzzolo
d'argani il
mezzo
calore:
pure,
i sudditi
ma
la festa.
ammira
soltanto
Minosse
di
un'ombra
parla
secondo.
con
La
Elisi.
Minosse
degno
Eaco
e
di
e
e
altri due
due
mogli,
compagnia
grandi
donne,
ecco
che
ma
abitano
un
irrita
de' suoi
premio
seggio
a
altro
nessun
Minosse,
colpisce
ma
lui pure
può
non
ecco
Maometto,
è
:
nuovo
Ma
beati.
chi
dalla
sesso
di bel
dei
dicato
giu-
Lunatina
suo
mato
sti-
esser
disprezzato
ha
nazione
persistono nella loro determi-
pien di stizza,ritorna
in fretta
veduto
e
in
abbastanza.
penetra negli Elisi,dove incontra tosto
uccise
nei
dopo
la
regni bui.
sua
la
i suoi benefici. Confucio
liberatosi
da
sua
morte
Desideroso
colà, egli tenta
incontro
corrergli
Omero,
è
voglion mandar
inutilmente, poiché,appena
Maometto,
Kadamante
una
imponente
all'Olimpo,parendogli d'averne
sue
con
sedi
beatitudine
Kadamanto
intanto
il
chiede, in
che
fatta
zione;
quest'ammira-
a
entusiasmano
di
per
maggior
il Saturnisco
s'oppone, perchè
Mercurio,
Maometto
e
e
ed
onorato
eterna
avvicinare
così ottenere
emancipare
impudenza
sua
che, essendo
presenta poi
giudicisi
esser
gli
le
Si
arroganza,
d'ammirazione
furia
Elisi.
risce
appa-
pitibello gli avean
altri due
aspetto maestoso
grandi fatti,di
Giove:
sul
e
di
prende parte
non
i
sole
l'emancipatricenelle
mandano
negli
di Saturno
grandioso disegno,
voluto
aver
de' maschi:
tirannia
che
degli
di
racconta
il
gli
vincono
degno
e
annoiati
Eaco
ma
che
globo al
suo
fatale,
fra le ombre
concepito l'ingegnosodisegno
aveva
a
colpe delle
il fiume
varcato
pertanto quella d'un abitante
re,
sulle
e
Prima
corno.
un
facciano
perchè gli
nessero
te-
di trovarsi coi
sbarazzarsi
delle
ha incontrato
due
cio,
Confu-
dogli
prima moglie, rammentan-
lo lascia allora
Cadisca,
cerca
quand'ecco piombargli addosso
con
mal
garbo;
di intrattenersi
Mercurio
che
l'alfieri
78
giovevolied
volendo
esiste
e
furono
magnanime,
il
operare
bene,
da
Senonchè
l'Autore
i
di ricchezze.
o
ralissimament
mo-
«
po'troppo
un
v'è per
che
voglion veder
si
di
ignobili,
terminare
i colori forse
se
dezza
gran-
gloriose
conti
di onori
si proponeva
tutti di tollerare i difetti altrui
vera
desiderio
esprimere la necessità
quadro,
suo
che
alla fin de'
temperando
e,
(1) ;
nuocere
dall'intimo
cause
nociuto
fecero azioni
o
cupidigia di fama,
la
hanno
primi
concludere
spinti non
ma
quali sarebbero
vivi del
voluto
quanti fanno
che
e
i
giovato volendo
i secondi
quasi abbia
sembrerebbe
non
talvolta
i nocivi, e che
giovare, e
comico
poeta
tollerati
di accusarlo
propri:ciò che ci togliela possibilità
di scetticismo
soverchio.
così
Siamo
le commedie
tutte
ultimissimo
e
scritta
che
si
alla
giunti
del
mia
facendo,
vanno
imbrattando
delle
e
il
molta
esserne
l'utile,tuttavia
attrattiva
della
del
nella
cavalier
nota, che
commedia:
«
venne
Questa
tragedie, che
un
è
la
e
di continuo
la nota
(2) Vita,
p. 31.5.
nessuno
potente
quale il matrimonio
disfatto
e
e
di esercitare
ad
un'ora
difatti
in
causa
fioriva l'istituzione
in cui
si
così
più lunga di
Si esamini
commedie.
(1) Vedi
ha
si
esprimeva
poi stampata, quasi prefazionealla
dugento versi,
fossi allacciato
il diletto
meno
a
quel tempo
servente:
che
sterco
zina,
doz-
a
(2).Quantunque protestasse
»
e
le commedie
può far
ne
nello
argomento
un
di
scostumatezza
se
trivialità,poco
pari, fatto
suoi
di tutte
quali
diceva
ch'ei
quinqiiagenaria,
musa
pennello
poteva
non
di lui
su
de' nobili
la
più importante di
Divorzio;
moderno
giornalmente sotto gliocchi
poi
Il
stanca
nell'andamento
«
forse
e
Nostro:
di
parto
sesta
dell'Autore
dove,
e
tutte
poi
se
Certo
come.
le mie
si dovrà
se
non
scrivendola, coli' annotarne
nell'Atto
V,
se.
V, p. 217.
sì
vare
lemi
ed
l'alfieri
i
economizzarne
il
mi
sarei
è
di conseguenza
asprezza
può reggere
Divorzio
Il
per
più celebrati modelli
fra i
di tre, hanno
eccezione
avidi
al modo
lo
Annetta,
donna
scostumata
madre,
della
in
poeta,
intedeschito
il
di
invece
amorosi.
(1) Ms.
Un
atte
in
a
considerata
questa
il bel
Costumanze
dalla
anche
seguendo
;
altri
che
il
ed
il
la
ed
pitano
ca-
conte
cavaliere
di
vente
ser-
nulla.
personaggi secondari
rappresentare, nel
italianato
o
cetto
con-
italiano
casa, D.
mezzino,
Tra-
figlia del padrone,
l'aiuta
e
negli intrighi
medico
un
:
affatto nell'ombra
prete di
scrivere
birbante
civetta,
ma
accorge
è rimasto
educare
di
avvocato
di
vedasi
Genova,
invece
insegnarle a
era
vicende
scorso
altri
bella,
dello
stesso
9.
(2) Genova
sulle
si
non
moglie
coloro
tutti
con
doveva
semplice parassita;
un
si crede
però il primo
quale
che
ma
»,
che
avvenente,
è
capitano tedesco
«
incaricato
che
è
Piantaguai, che
del
quale
che
la
alla
preferisceagli
,
la soverchia
ma
pessimo carattere
si aggruppano
costoro
il cavalier
di
e
ma
Annetta,
a
che
pensano
odioso
superba,
e
amoreggia
casa,
sua
Ciuffini, letteratuccio
Intorno
abbietto:
volgare o
o
spregevole a noi,
educata, disamorata
di
parecchi
con
personaggi, ad
I
onesta,
Lucrezia
colta,vivace. La figliuola
orme
violenta,
così
ricchezza, non
d'indole
uomo
rende
avarizia
le
satira
una
spassarsela.Agostino Cherdalosi, patriziogenovese
di
(2), sarebbe
mal
non
(1).
»
al confronto
di
versi
settecento
e
carattere
un
ridicolo, che
del
piena
di tal genere.
piacere,di lusso,
di
la
di tremila
saziato
forse
è
di mille
invece
soggetto,che
dà
che
versi, tanta
79
comico
poeta
colorire
commedia
la
sua
curiosissima
lavoro
e
del
soWazsi
alfieriana
vivace
culla
la
come
fra
mio
del
le costumanze
Achille
l'Autore
ha
del
Neri, /
(Genova, 1883,
pittura.
cicisbeismo
p.
tratto
e
secolo
Cicisbei
a
117-216),deve
alcune
tinte
80
l'alfieri
chiudono
stampo
poeta
comico
frequentatoridi
dei
schiera
la
casa
Cherdalosi.
Tutt'altriraenti
quale
dalla
dei
comune
talvolta
conquistare il
cuore
avvicinarsi
il
e
lo prega
non
e
moglie
lascia
vuol
Lucrezia
prender
a
il
sospendere
Il
Prosperino, gli dà
che
padre,
di
e
aprirgligli occhi;
libertà
al
figliodi
dalla
fanciulla.
ed
a
La
permetterà di
assoggettarsia
molti
poter togliere in
costei
la famiglia,
e
riuscendovi,
non
come
domandare
richiesta
accettata
è
di
momento
troppo
sacrifici:
da
suo
modo
la
mano
tutti
il
e
in
recarsi
con
compiacenza,
figlia che
la
a
a
Prospero
per
d'avvertire
far
corge
n'ac-
se
dendo
lettera,chie-
ragione, si piega
passato il primo
premura
ben
della
gli piace. Questi non
nimenti
Settimio, sperando che gli avvefar
dare
debbano
ma
il
glisi svela
cui
la
conosce
di
Cherdalosi
le
viaggio
suo
fare
presto per
Lucrezia:
cerca
si dà
non
marito
figliuolomostra
il
la fanciulla.
gioia; ma
il
gli corrisponda.
non
di
espressi da
frapporreindugi, e
della
l'Europa,
Settimio
a
in
biglietto
un
prendere
intra-
per
partire.Prospero, accecato
non
a
sentimenti
gli
casa
svelare
osa
che
padre
attraverso
anno
le irresolutezze
Settimio, cui
di
*
riuscì
e
quindi
s'accorge dell'esagerazione
passione, non
falsità dei
colpitodalla
facilmente
fissato dal
tempo
colpo di grazia,mandandogli
amante
Prospero,
dendo
dell'ingenuogiovane, il quale, ve-
aspira
viste
modo,
suo
tudine
solleci-
e
morali.
e
poche moine
con
giato
viag-
figlioProspero, giovinetto
Cherdalosi, rimase
casa
com'è
dubitoso
costei, che
Ma
paterno affetto
viaggio di qualche
disperato
mezzo
amore,
a
in
di Lucrezia, che
un
è
l'unico
della
principi diversissimo
e
pari.Con
suoi
molto
ha
che
indole, ricco di pregi fisici
recandosi
a
famiglia Benintendi,
maturo
uomo
educato
ha
ottima
bellezza
la
abitudini, costumi
per
esso
di
Settimio,
è capo
,
si governa
netta
An-
suocero
che
dovrà
l'alfieri
Vorrà
Faccia
Ed
balia
da
altro
Né
Non
né
né
fisso
spillatico
Di
gli piace
i
ch'usa
che
senza
della
noi
Prospero
la
poter fare
per
parola.Ma
e
che
sposi
presto
l'avrebbe
o
bel
un
tardi
in cui
dei loro amori
senza
D. Tramezzino,
insospettire
le
più
briose
l'Alfieri abbia
che
conosciute
dai
scritte
Quarta.
Ciuffìni,Lucrezia,
D.
Tramezzino.
Ciuffìni.
Le
vengo
e'
Ma,
dar
a
dei
primi, il
mi
rallegro
.
v'è la sur' Anna?
non
Tramezzino.
È
Per
Di
poco
far
Anche
(1) Atto
HI,
NovATi, Studi
più
gli
il
se.
d'im'ora:
onori
casa.
Agostino.
sur
I, p.
critici
della
e
e
269.
letterari.
m'ha
E
ita fuori
ordinato
fuori
.
può
.
namorarsi
in-
parlano
sono
meritano
lettori.
Scena
non
Lucrezia
e
vista
finirà ad
scene
e
il
giovinetto
Le
il Ciuffini
e
legata
v'è altro:
maturo,
uomo
un
essa
quale il Benintendi, di cui
(1).
si pente d'avere
e
sua
ad
che
piacegli
tutte
a
di Lucrezia,
sopportareil pensiero
casa
niente
liberamente, si conturba
dispiaceremaritata
casa.
per
piace
sposava
Ciuffìni, innamorato
gli piace
aver
niente,
troppa sollecitudine
con
casa;
disponibile:
gli amici
e
di
perdoni: non
insomma,
quel
continuo:
fuor
parenti
men,
fanciulla, che
disfare
i
Lo
Paterna:
il cicisbeo
Messa
i
Né, molto
La
la
Né
Vespri,
gli piace
non
molti,
gli piace
Non
nuora
e
serale:
un,
la su'
che
dispensiera e cuoca
bisogna. Non
gli piace
se
Il teatro
81
comico
poeta
fra
sere
d'es-
l'alfieri
82
comico
poeta
Ciuffini.
'
Dunque
Tramezzino,
Don
la
voi
or
siete,
e
mamma
il babbo.
Lucrezia.
E
poi, da
A
saper
Signor
La
me
d'età
ben
son
s'accomodi.
La
custodirmi.
dite, portingli
Maestro,
Conte.
suol
la
cioccolata; ch'ei
bastante
pigliare.
Tramezzino.
Giovanni;
ehi
Ciuffini.
Ti
vorrei
vuoi
dir:
mia.
parole, anima
Due
morire?
farmi
tu
Lucrezia.
Zitto; aspetta.
Tramezzino.
Giovanni?
Lucrezia.
Ei
in
Giù
sarà
ito
dispensa.
Tramezzino.
lo
salto
D'un
raggiungo.
Quinta.
Scena
Lucrezia.
Ciuffinie
Ciuffini.
Di
Prosperin
Dunque
tu
sposa?
tu
vuoi
farmi
morire?
Lucrezia.
ti
Non
Tutto
E
Lo
(1) Certo
fo per
uscir
di
sgomentare.
questa
poterti trattar; giacché,
casa,
pur
troppo (1),
sposarti è impossibile.
per
error
di
stampa
nell'edizione
pisana
trattare.
l'alfieri
S9
comico
poeta
Ciuffini.
in braccio
Ma
D'altri
vederti,
cielo!
o
Lucrezia.
Ma,
Poter
vederci,
né
e
mai'
non
parlarci
Ciuffini.
Almeno
Fossi
d'altri sposa;
tu
•Giovanetto
tale
d'un
ma
bello
si
Lucrezia,
Ei
Per
di
me;
In
lui nulla
lui sol veggo
e
è
non
bello
m'importa:
il
all'amor
cerco
mezzo
nostro.
Ciuffiììi.
Eppur
mi
tu
lo
disperi,se
sposi.
Lucrezia.
Dunque
hai
Né
parlare?
pur
più
di
caro
mai
non
potermi
Ciuffiìii.
Zitta, ch'ei ritorna.
Scena
Sesta.
Tramezzino
e
detti.
Tramezzino.
balordo
Quel
non
Per
dove.
so
far
ei
Gianni,
posta al fuoco,
Neppure
r
di
L'ho
più presto,
e
l'aveva
non
se
n'er'ito
riscaldat'io
e
Tho
frullata
ed
Ciuffini.
Oh
davver, garbatissimo
Caspita;
Non
la
ed
fa
é
preziosa,
meglio.
un
il maestro.
ripostiere
eccola.
l'alfieri
84
comico
poeta
Lucrezia.
il maestrin
Eh;
A
ch'ei
quel
badate:
Ma
Che
vuole;
la furia
è stata
de'
siete scordato
vi
è tanto
ed
riesce
compito
.
tanta,
crostini.
Tramezzino.
è
Diamine,
subito.
è rimediato
vero:
Settima.
Scena
Lucrezia.
Ciiiffìni,
Lucrezia.
La
E
tutt'altri
di
di
insomma,
mamma,
:
ci abbia,
Pensato
io
Non
altro
v'è
dubita
per
te
non
nulla;
quanto
ripensato,credimi
e
all'amor
mezzo
sa
nostro.
Ciuffìni.
Tutto,
Tutto
fai, fuorché
A
qualche
Tu
un
questo. Disperato
mi
eccesso
trarrai, se
sposi
Prosperino.
Lucrezia.
via, datti pace.
Ebben,
Non
lo farò.
Ciuffini.
Ma
è
corsa
la
parola.
Lucrezia.
Non
ci pensar.
Ciuffini.
Deh, pregoti.
Lucrezia,
Tel
(1) Atto
III, se,
IV, p. 275
e
sgg.
giuro (1).
86
l'alfieri
è
invitata, esercitando
a
far
chi
noto
nomina
essa
madre
suo
primo
Ciuffini,
Lo
stupore
suoi
furori
sdegno
che
la corruzione
contro
del
masto
Agostino, ri-
l'accolto
invettiva
proprio tempo,
riconoscendosi
vitupera,pur
esso
della
collera
si ritira, ed
ognuno
un'acerbissima
solo, sfoga in
la
e
servente, ed
indescrivibili; la festa è
sono
:
dal contratto,
cavalier
scelga per
il
dai
comico
diritto concessole
un
questo annuncio
a
turbata
poeta
corruzione
impotente
merla
repri-
a
:
de' costumi
fetor
0
Che
Di
giustamente
Europa
De'
tutta,
Galli
Oh
qual
Ed
io
Che
Jtalicheschi,
fanci
stessi
madre',
oh
qual padre! Maraviglia
in Italia il Divorzio
è
Questo
l'Alfieri ha
opinioni da
lui
ma
e
intima
(1) Ms.
le
Fra
gli uomini;
che
è
non
Divorzio?
di
voi
stessi;
usi.
vostri
la falsità delle
esso
composte, questa che
adattabili
ad
e
Parere
contemporanei, la
Le
La
su
le sei
prime quattro Alfieriche;
Farmi
ch'esser
sesta
è
vorrebbe
pretta
vita
principiodel secolo; questa
Alfierica,né Aristofanica,
dell' autore
nito,
indefi-
ogni tempo
ma
dipinta (1):questa, dico, è la sola cui si possa
9.
vorzio
Di-
all' indole, all'essenza
i vizi dei
sul
nel
che
osservare
astratto, indefinibile
casi
italiani
fia
egli stesso
sei,da
non
gli usi,
ma
dei nobili
commedia
Italica
dimostrato
e
ai
occasione
l'uomo, ente
non
costume,
l'Italia
professate intorno
della commedia.
descrive
un
l'applauso debito
"già avuta
marito!
tutt'andare
a
e
che
oh
s'adoperi,
non
Italico è
attori
L'autor, gli
perfino
scritta!
che
Spettatori,fischiate
Abbiamo
fan
peggiori!
reputar
il matrimonio
Se
ci
che
e
l'obbrobrio
esser
italica
co/nmedie.
la
quinta
Aristofanica
dipinta.
;
pretta
vera-
l'alfieri
mente
attribuire
certo
argomento
come
altri asserirono,
necessaria
acutezza
il
satira
degne
di
Servente
di
sarcasmo
ispirate non
letterariamente
riferirla per
le terzine
Già
^uW
a
sentarne
rappre-
d'invettiva, per vis comica, per
del
scene
celebrato
Bivorzio,
storicamente, che
e
si sa;
crediamo
(1):
Agli
triviali
preterisco le
usate,
articoli
proemiali, e
vengo
subito.
Tutti.
Ist,ist.
Sparati.
Primo:
alla
Dote, scudi
Glien
dà
Sposa
lo sposo
il
dà
seimila;
Agostino
sur
contraddote
e
altri
mila.
dodici
Tutti.
Capperi !
Lucrezia.
Assai
più
eh' i' certo
non
Stomaconi.
mi
Non
mortificate.
Via
.
V,
se.
Y, p. 308
e
della
Educazione,
satirico,ha
e
letta la scritta nuziale, così
intiero
Forinole
Atto
:
bellissime
Sparati.
(1)
la
volgimenti
più segretiav-
umano
cuore
qualunque
poche
quella in cui vien
e
suoi
dell'altra
e
per forza
entrambe
acerbità
pur
Cavalier
II
nei
del
mistero
già suggerite al poeta
avea
all'Alfieri,
mancati
potenza d'osservazione,ne
la
indagare
ad
grande
esser
non
cavar
vizi,le debolezze, gli errori. La splendida bile,
i
che
ad affermare
ne
quale sia dato
dalla
tal nome,
un
87
comico
poeta
sgg.
.
.
merito.
fra tutte,
notevole,
ben
fatto
88
l'alfieri
poeta
comico
Sparati.
Secoudo
Spillaticoalla
Scudi
:
mensuale,
sposa
cento.
Tutti.
Poffare!
Fabrizio.
Bagatelle.
Annetta.
Ed
E
io
in
mai
non
parole, eh
avuti
ne
ho
'è
più.
più
di
dieci;
Sparati.
servizio
Terzo:
Di
cavalli
carrozza,
Tutto
parte per
a
bussolanti
e
essa.
Ciuffini.
(Scarrozzato
Anch'io
dunque sarò).
Sparati.
Quarto: Quartiere
Libero,
Da
sé
Sesto:
a
sé,
da
sola, ai
parte. Quinto: Palco
teatri
quanti
fisso, alla
il medico
sono.
sua
scelta.
Becchini.
Questo
è per
me.
Sparati.
Pagati, egli e
S'intende,
Libertà
E
Di
dalla
di
Sette:
casa.
pigliar,tener,
cameriere,
e
vedove,
e
il
chirurgo,
Piena
cacciare
ogni
donna
servizio.
Annetta.
(Questo è il perno
Della
pace
di
casa).
verace
l'alfieri
89
comico
poeta
Agostino.
(Cioè
del
Deirarcimellonaggin
dire,
a
marito).
Fabrizio.
Zitti,zitti. Seguite.
Sparati.
(Si
Ottavo
nelle
Qai
Farà
Undici:
A
sua
maestri;
venir
Nell'acqua
fredda
Nutrirli
latte,o
a
già s'intende,
figli,padronanza
dei
di
alla madre
Assoluta
arte
Duodecimo:
casa.
poi
ed
scienza
d'ogni
dalla
Pagati
sé, occorrendo.
da
Avrà
scelta
Al
anche
vuole.
chi
Invitar
Nono:
Letto
Decimo:
tavola
piacendole,la
o
sé.
da
più importanti):Ottavo:
cose
Bisognando,
entra
tuffarli
calda
o
a
voler
a
fascie
in
pappe,
o
no,
*
più piaceralle.
Come
suo.
Piantaguai.
In
si asconde
Quanta
gran
quest'articolo
filosofia!
Sparati.
figlipoi, cresciuti.
I
Terzodecimo:
si porranno
Irremissibilmente
in
Maschi
collegio
dovrà
discorsi
udir
in
femmine
mai
Mai,
Quartodecimo:
Non
e
la Signora
Né
di
grano,
né
d'olio,né
Né
di
cambi,
né
d'aggio, né
Di
nostre
usate
mai
poi
e
convento.
vino.
di
di
niuna
stitichezze.
Ciuffini.
Bello;
Bello
articol
davvero!
Piantaguai.
E
Con
che
lepor
di
stile!
come
scritti!
l'alfieri
90
poeta
comico
Fabrizio.
Zitti, zitti.
Sparati,
Decimoquinto:
Mai
la
Se
Signora
non
Nel
tenuta
soggiornare
di
piena
più
in
mattin
quartier, giorno,
Libertà
0
a
sarà
villa,
piacere. Sestodecimo:
suo
a
suo
Chi
Non
ricever
tutti,
giovani
vorrà:
sera,
e
vecchi, belli
o
brutti; plebei, nobili, mezzani;
Militari
0
Chiesa.
di
Agostino.
Gli
Questo
è
po' troppo
un
poi.
Fabrizio.
Niente, niente:
Son
io più oh'uom
disinvolto
nessuno.
Ciuffini.
Dice
Mondo
vuol
bene:
essere.
Piantaguai.
Mondo.
Annetta.
Mondo,
mondo.
Sparati.
La
Diciassette:
Messa,
in
o
o
casa,
fuori,
^
A
piacimento
Confessore
Le
sian
scelta.
sua
a
Diciannove:
pagati, bisognando,
Vigesimo:
EH'avrà
Vent'uno:
Ogni
A'
Diciottesimo:
suo.
bagni,
o
a
tre
i debiti.
cameriere.
par
d'anni
sentir
opere
Pagati, già s'intende, dalla
un
qua
casa.
Ciuffini.
Cosi
vuol
la
salute.
viaggetto
e
là;
l'alfieri
91
comico
poeta
Piantaguai.
Eh
!
de
va
plano.
Sparati.
falsamente
Degli amici,
Ventidue:
riso Cicisbei,
in
Denominati
tanti
La
s'avrà
Le
aggradiranno più.
quanti
quali
e
e
come
Agostino.
Stomaconi,
Ma,
Questo
poi
.
.
.
Fabrizio.
Zitto, zitto. Proseguite.
Sparati.
(Qui
al
qualche intoppo
temo
Ventitré:
il servente
Ma
Scelto, s'intende, a
Volontà
della
Mattina
e
la
potrà
Al
marito.
di
avrà
tavola
in
capite.
fìsso.
in
spiacere,che
mai
Né
{frimo
piena, arcipienissima
Sposa;
sera,
ventitré.)
casa;
il
dimostri,
Agostino.
questa, ell'è poi troppo
Ma
.
.
.
Fabrizio.
Troppo,
eh?
poverino!
Annetta.
Ei
Di
queste
non
nulla
sa
cose.
Ciuffini.
Non
capisce
nulla.
Agostino.
Capisco,
lo
qui
Questo
Un
A
tal
che
nei
primi
primo
malanno
scelta
scandal
quest'é uno
almen
articoli
servente,
con
già
nuovo.
Prospero,
che
pure
è d'uso, i' l'avea
del
suocero,
né
'
posto
tavola
?
-.
92
l'alfjeri
Gli
poeta
assegnata, né
avea
sforzava
Approvazion
comico
l'umiliante
del
marito.
Annetta.
E
noi
N'è
sappiam perchè vogliam
cosi.
Stomaconi?
vero,
Fabrizio.
E
Per
la pace
durevole
La
dev'esser
cos'i.
chiara;
cosa
di
casa
Piantaguai.
la
Ei
lunga.
sa
AgostÌ7io.
leggerli da
s'io sentiva
Ma
Cert'il mio
nome
prima,
v'avrei
non
firmato.
Annetta.
Ser
sciocco.
Fabrizio.
perciò appunto gli ho
mi piace guai.
prima; non
voluti
E
Firmati
Dicendo
da
esente
vada
quella
cui
in
chi
la
scioglieper
viene
l'una
che
e
dalla
nel
per
cenno
e
un
certo
ed
lo
a
di
riapparirvipiù,
il matrimonio
è
forma.
la
la
che
separarsiin
Prospero
cioè
terz'atto, quando
non
quanto
canza
man-
l'intreccio
punto
tanto
nuovamente,
che
sei è forse
vizio:
grave
principiocogli amori
che
delle
rispetto alla
un
distinguersiquasi
quale presta argomento
fanciulla
Ad
asserire
inesperienza per
noia
subito
riannodarsi
a
ha
scena
darà
fra le commedie
voluto
scorrettezza
nell'azione.
d'unità
si
abbiamo
maggior
appare
legga
migliore
difetti. Tutt' altro:
riguarda l'intreccio,e
A
la
è
dall'Alfieri,non
composte
essa
Divorzio
11
che
e
media
com-
due:
di Lucrezia,
Prospero
finita: l'altra alla
concluso
fra
Stomaconi, personaggio questo di cui
si è
fatto
prima
e
che
esce
compare,,
vero
deus
la
sun
nesex
l'alfieri
94
poeta
famiglia il cicisbeismo,quel
V«
Italiani,tutto insomma
quella
da
il Nostro
che
commedia
è
di
riformatore
in
della
cui
del
scuola
soggetto suo
bel
e
umile
non
Commedia:
questa
»;
lo
studi
gnissima
de-
mento
svolgi-
riporrel'unico
al
accanto
grande
Goldoni.
Carlo
a
cissima
feli-
e
il suc^ valore
chi
seggio
gli
arguta
mondo
per
per
rume
tene-
pullulante
»,
frase
con
nel
nascevano
italico marciume
italiano; tale infine da
teatro
nostro
inveterar
servaggioin
specialeattenzione
del
tragico
il
per
lungo
«
chiama
la orribile
«
il
raddoppiava
che
»,
comico
VI.
Conclusione.
Né
di
crediamo
che
esagerato o
che, scrivendo
ad
«
dani
tori
0
questo,
parlano
ne
una
(2) Storia
un
ci
Sonetto
il
Ma
noi
non
postume
nel
mazzo
ostante
non
Conte, le disse
il Gior
fra i nostri scrit
averle
senza
lette
sgomentiamo
rigido, così
tale, per
Mario
ci
quanto
aspro
esca
da
in
Opere,
voi. IX, p.
per
come
illustri
Pieri.
italiano,
o
Il Monti
severi
meno
giudicano
ne
sembra
a
pure,
pitirecenti poi
giudizio così
lettera
del
o
(2). Non
»
; i
comodissimo.
sun-icordati
(1) In
stravaganza
ne
Il Foscolo
professavaper
che
il Centofanti
non
sistema
le commedie.
trarie
con-
letterati
amico, giudicava le opere
un
somma
di
ed
illustri
»
anche
modelli
aifatto
come
insopportabili (1),naturalmente
tragico
la riverenza
«
ci è noto
taccia
aver
possa
posterioriall'Alfieri.
di poco
o
nostro
pronunciato
abbiano
contemporanei
metteva
giudizio
di falso. Ben
sentenze
del
il
239.
l'alfjeri
labbra, da
venir
alfieriane
(1), e
»
difetti, vuoi
argomenti
poeta,
non
ideate
le commedie,
sullo
e
scopo
nella
nome,
della
scene
ardui
attore
vita
forma,
scritte; faticoso
sono
famigliari popolari
arreca
miscuglio di
anzi
dialogo che
e
manca,
per
più
faticoso
tragico;mentre
senza
(1) Discorso
mentre
parere,
quale l'Alfieri sperava
cadente,
lingua
modi
e
tini,
fioren11
comune.
comico,
esser
delle
piìi
qualità: la vivacità,la scioltezza,la spontaneità
lo faccian
renderlo
la
questo sgradevole impasto di volgarità
di affettazione
essenziali
che
da
nasce
quanto
all'effetto
vocaboli
dall'uso
le
stato
era
prettamente
,
di
ritrarre
In
sei
auliche, lontanissime
di forme
di
danno
talvolta
di
si accontentò
la sostanza.
e
false
gere
trattare, svol-
di
gravissimo
,
e
abbiamo
come
meritevole
veramente
per
dole
sull'in-
mostrate
son
e
in tutte
scene
malmenato
quali egli stesso
reale, delle
delle
ed alla vivacità
che,
contemporanei,
suoi
a
rassegnava
teoriche
poeta, invece
innegabile che
è
secondo
sola
capace
in-
accogliendofreddamente
comico
spettatore.Questo
e
in cui
pubblico, così
problemi sociali,
vizi dei
i
descrivere
il
quale
definire
e
il
approvare
la
commedia,
dall'unica
tragedia, si
teatro
si possono
già visto, non
l' intelletto
fra
la
condotte
del
soverchia
quale egli stesso,credendolo
il
e
intendiamo
fieri)
(son parole dell'Al-
tutti i torti
aveva
medie
com-
di sostanza,
elevatezza
una
comunicazione
gustare
e
di
le
Certo
qui
e
erano,
mancava
tramelogedie. Ma
comporre
alla
molti
per
capire
a
tal
hanno
necessarissima
la
l'udito
dal
discussione.
pubblico, nel quale
un
«
e
senza
prime quattro,
parlare delle
per
accolto
Gli
di forma.
vuoi
95
comico
poeta
invece
suono,
sulla
e
non
più greve
dar
è
è,
lingua parlata. A
concorre
il verso,
come
impronta d'originalità
riuscito
senza
TramelogecUa,
duro,
carattere;
p.
12.
al
al
stentato, fiacco,
oscillante
fra il
l'alfieri
96
dei
Per
specialmente
agli ultimi,
avrebbe
portare
in
uscirono
quali
del
poeta.
E
noi
con
che
tentativo,
un
nuovo,
un'
importanza
ardito;
nella
cui
giunge
sorriso
chiudono
tutta
ed
cap.
fra
riprese
i
la
animi
mani
purissimo
(come
comparire
da
Terenzio,
del
di
in
di
fatto
con
a
un
uno
nelle
degli
razione
d'ispi-
raggio
poeta,
esse
consacrata
generosi
coi
della
rammarico
che
a
Parigi
tradurlo
lo
aggiuntovi
crearmi
quelle
aver
l'Alfieri
disegnava)
tempo
gran
«
hanno
ricuperarla.
accinse
si
e
ginale,
ori-
nessuno
Italiani
il
di
scrive
latino,
modello
anche
pareva
desiderio
Vita
di
letteraria,
degli
dell'arte
pensiero
moribondo
vita
sua
della
tentativo
Ultimo
eccitamenti
il
della
XX
cognizione
mi
ed
del
l'opera
del
fantasia
magnanimi
libertà
(1) Nel
come
alla
venire
con-
cumento,
do-
storia
un
storia
di
storia
ma
vero,
penna
importante
Nella
settecento.
risvegliare negli
a
perduta
quel
del
degnamente
esempi
nella
non
drammatici
scrittori
è
ancor
dalla
della
teatro.
nostro
parte
meno
a
un
notevolissima
del
e
in
è
fette,
imper-
opere
come
costituiscono
esse
pertanto
esse
potrà
non
dubitare?
può
verseggiate
volta
questo
pagina
nostra
sono
prima
faccia
che
una
letteratura
la
chi
di
tali
rimedio
posto
limate;
rifatte, emendate,
di
molti
ne
sopra
(lo ripetiamo)
l'endecasillabo
e
a
chi
commedie,
giudizio
equo
un
parte
tali
non
sei
le
considerarle
necessario
(1),
Che
rivedendo
l'autore,
dall'Alfieri
cinquecento.
nostri
e
comico
del
comici
difetti,
studiato
molto
terenziano,
poeta
verso
scopo
comico,
stile
tragedie
originale
».
1790
rafforzar*
per
di
tentare
per
e
su
poi
di
commedie
delle
nel
ben
vere
scri-
mio
e
mio,
IL
E
NovATT,
Studi
LE
critici
RITMO
SUE
e
letterari.
CASSINESE
mTERPRETAZIO:J(I
EITMO
IL
il cervello
stillato
Ditis,
anche
che
la
ripeter
Che
si
celia?
fa
fu
dacché
sempre
animi,
quale
a
dare
ai
suoi
inviluppati
da
piuttosto
l'idioma
del
ad
artificiose
da
ogni
contro
accusa
il
accusare
volgo, che,
dappoco
solo
e
veste
la
sua
inesperienza
rimatore
amanuense,
qual
0
si
e
taluno,
il
0
enigmatica?
era,
deve
nel
mal
le
fidando
l'ingenu
al-
quale
sentandoli
prenon
è
maneggiare
sapeva
infine
rivolgere
che,
cause.
gravità maggiore,
una
:
l'oscurità
delle
poeta,
di
rude
l'autore
nemmeno
voluto
del
siamo
spirito" lo
quale
manifeste
ha
peso
noi
scrivendolo,
come
passati,
son
ne
E
accaduto
Cassinese.
volta,
prima
presunzione
espressioni?
il
quanti
appaiono
concetti
dicendo
sarà
Kitmo
contenga,
carico,
farne
del
proposto,
ci
tenehris
ut
giorni
non
esso
malaccorta
e
stimò
cosa
l'avvolge
noi
Dobbiamo
si sia
che
che
la
domandarci
intento
anche
pur
anni
luce
alla
nostri
bene
finivano
d'ingannarmi
proposito
tanti
Dopo
ben
sentenze,
oscure
credo
de'
a
essersi
dopo
esclamando:
Non
cosa
messo
infatti
ma
stessa
le
la penna,
studiosi
molti
a
decifrarne
a
iste suis!
sic manet
Persio,
di
disperati
via
buttar
per
di
commentatori
vecchi
I
INTERPKETAZIONI
SUE
LE
E
CASSINESE
piegarsi
prosciogliere
nostre
forse
querele
troppo
100
IL
nella
malsicura
sua
guasto
Egli
sole
sino
qui,
a
queste
abbiano
cause
Se
sembra
Ai
ricader
essi
fra di
più
anche
ancora,
(1) Che
Ritmo,
il codice
non
facile decidere
da
bensì
i
troppo
pur
nel
l'amanuense
che
fatta
modo
siano
andate
buona
menar
del
sia
cassino
non
com'egli crede,
la
ovvero
(2)
a
La
Federici
della
di
cagione
de'
trascrizione
nella
Città
lettura
per
lunga
di
tanto
sua
Gaeta
la
Bòhmer
ripetutipassaggi
opera
per
la
Degli
(Napoli, 1791,
grossolani
da
I
prodursi
renderla
del
in
volta
124)
é
si potrebbe
come
la
fra
di
in
posizione
com-
Monte-
sofferti
dal
pochi mesi,
bocche
si
nerano
inge-
del volgo,
altro manoscritto.
dette
Buchi
Ritmo,
qualunque
quali
; ma
d'uno
p.
supponesse
in
che
cusare
ac-
negligenza.
si
guasti
sulle
prima
lettura; così
di
Ma
canto
antichi
stanza
abba-
avvertono
manoscritto
scrittore
prima
si
ove
opinione
possano
d'un
permanenza
che
a
nel
solo
modo
vedere
brevissimo.
d'un
opera
in
monaco,
proclivi ad
che
antico.
sua
inserzione
sua
un
trascrizione
una
più
ad
sunto
de-
parte le lacune
renderci
riesco
non
tali che
sono
né
io
intervallo
un
corso
la
e
scrittore
cose,
al
Ritmo
componimento
per
le
sé
a
credersi
di
sbagli
conciliare
a
del
che
labilità di memoria
dinanzi
altro
da
tali da
sono
verrebbero
avesse
memoria
a
testo
roriginale
però altrettanto
D'altra
ecc.
di
integrità.La
errori
altro
55,
esattezza
debba
sua
quegli
del
piuttostodi
ipotesi si
nella
più che
trobajo
numerose
lo scrittore
Forse
il
è
stati
son
trascrizione,
non
ma
editori.
non
dovuto
ovvero
Ritmo,
da
si direbbero
15,
le due
il
Non
possediamo
esemplare,
confermata
quali
v.
noi
poterlo riprodurre
essere
gi'ita del
il
che
poi
scorretta
riconoscerlo.
a
suoi
dall'essere
lungi
dovinell
in-
verrà
giusti,con-
minore
o
posteriore e
memoria
a
da
ipotesi può
ms.,
antico
ben
una
il testo
se
esatto
non
difficoltà
più
un
sapeva
nel
se
parali abbia
niuno
che
cassinese,
sia
ne
maggiore
con
Cassinese
esser
in
non
tenebroso
un
spalle dei
Federici
dal
(e
pochi) (2),trascritto
sulle
ma
il Kitmo
qualche po' di colpa, volendo
farla
e
rato
coope-
oggi lamentiamo;
innanzi.
e
lacero
così
cassinese?
tutte
mettere
INTERPRETAZIONI
(1),trascrisse
l'effetto che
da
sono
SUE
LE
codice
probabile che
è
sembrato
è
E
memoria
nel
il Eitmo
produrre
a
esse
CASSINESE
RITMO
e
del
Consoli
deturpata
Ritmo
o
da
il
Ipati
errori
Amequasi inintelligibile.
102
IL
storiche
RITMO
presentarne
Ed
incominciare
per
dottrina, non
ad
favorevolmente
solamente
il Rocchi
conforto
a
di
genere;
scienze:
storia
di
io
so
a
a
torto, che
il
rimanevano
voluto
chiarirli
da
suo
in
ma
e
aggiungendo
pari tempo
correzioni
molto
dir
è
costretto
stato
d'una
che
volta ad
su
questo
Gaspary,
di
della
sua
di
una
ad
due
Gesch.
der
(1) Op. cit.,p. VII.
(2) Op. cit.,p.
VI.
di
Ital.
Ritmo
ricerche,
del testo,
alla
pur
ha
cata
giustifi-
togliendo
medesima
offrendo
sura,
mi-
qua
parafrasi altresì
voluto
versi,
sostenere
non
vi
sono
e
là
è
cile
diffì-
che
nel
lacune,
interpretazionistiracchiate, e più
arrampicarsi proprio sugli specchi. Si
tentativo
non
presentato agli studiosi,
arbitrario,
il Bóhmer
avendo
ricorrere
a
di
anteriori
i versi
ha
punto
pensiero nel
egli,separando,
tutti
punteggiatura,
felici. E
eccezione
fatta
che
si è
queste obbie-
che
critica
le
tutte
metrica, la
non
del
delle
onta
ridurre
per
o
bene;
Ritmo,
Eppure
il testo,
alla taccia
ingegnose
gliere
racco-
ragionamenti
i suoi
restituzione
una
la
sfuggire
può
non
parole
modificando
e
che
presso
l'andamento
e
ad
parafrasi.Ma
una
di
aiuto
(2);
tentando
colo
se-
in
oscuri
ancora
decimo
opinione argomenti d'ogni
generale
senso
portarsi
ri-
codesta
di sollevare.
meno
alle ricerche
pensiero
gran
preoccupato delle obbiezioni, che
potevano
fine del
dirlo)
potesse
non
paleografia, la linguistica,la
che
il
il Ritmo
che
che
che,
per certi
attitudini
sue
tanto
si è dato
chiamare
la
e
ed anche
un'epoca posteriorealla
(1), »
dettato
lui, ha
infatti il chiodo
antico,ma
fosse
da
giova (mi spiace
delle
Fermato
critiche.
ad
essi
discorso, prima di
volontà
buona
sua
sua
non
ipotesi da
copioso commentario,
un
rispettidella
«
adesso
tenere
Cassinese
al Ritmo
attestare
delle
è
ed il
nuova.
una
può far fede della
se
INTERPRETAZIONI
del componimento
significato
io intendo
padre Kocchi,
intorno
SUE
LE
fondamentale.
formulate, che
11
E
il
chiarire
per
concetto
suo
CASSINESE
restituzione
Liter., I, p.
ha
484.
veda
pronunziato
il giudizio
anche
il
RITMO
IL
zioni fossero
CASSINESE
e
LE
E
numerose
facilmente,
vedremo
gravi, lo
e
103
INTERPRETAZIONI
SUE
minare
disparte le altre prove, prenderemo ad esaha fondato
i dati storici,
sui quali il padre Rocchi
se, lasciate in
la
dimostrazione.
sua
Cassinese, egli scrive (1), è
Il Ritmo
fu teatro
Rossano,
decimo.
patria, sulla
aveva
saracene,
principatodi Capua.
regnava,
accolse
i desideri
gli assegnò
,
S.
vita
dato
che
oltre
era
per
abitudini
allora
di
piccolo monastero
al cenobio
ne
cassinese,
visitare
vi
fra i
per
proferendo
sdegno,
contro
(1) Op. cit.,p.
ad
XXII
citaredo.
abbandonò
il dissoluto
e
segg.
giorno
tempio
Abate
A
E
a
S. Nilo
e
voltosi
mensa,
tal vista
frettoloso
così
fine in
alla
principali monaci
d'un
i rimasti
loro.
un
nel
donarono
abban-
usanze,
dell'Abate
attesolo
fu
monaco,
un
mentre
il convento, lo rinvenne
coi
Aligerno,gli
sregolate
chiostro,
orme
invano
negli arpeggi
di vivo
il
essa
ma
Cassinosi, de' quali
riuscirono, che, recatosi
dove, seduto
dilettava
e
mirabile;
santo
portò nel chiostro
nacquero
seguire le
Mansone,
ricercarlo
Costui
nuove
ospiti del
l'Abate
convenienti
dalle
a
e
poco
così
fiere discordie
agevolmente
morto
Mansone.
successore
s'acconciarono
acceso
il
ogni dire grande
spontaneamente
a
cercato
Santo, ed esaudendone
Benedettini,divenuti
i
menavano
alcuni, aborrendo
a
le invasioni
qui Landolfo, che
il
onore
rapidamente,quando,
gusti ed
che
si tratta.
questo dipendente. In quel tempo l'austerità della
calabrese,
scemò
E
dimora
a
di che
sino
Cas-
quale incombevano
di Vallelucio, vicinissimo
Angelo
anzi da
ogni
Ecco
alquanti compagni
con
asilo nel
con
di Monte
calabrese, fuggendo nel 980
anacoreta
sua
dichiarazione
sua
quali la Badia
dei
secolo
il famoso
Nilo,
da
nel
la
origine e
sua
avvenimenti,
in taluni
S.
la
ritrova
satirico,che
componimento
un
S.
fettorio,
re-
si
Nilo,
Germano,
profeticheminaccio,
104
IL
che
ebbero
poco
(1).
Rocchi
del
in
S. Nilo
sotto
scena
le
estreme
rigidissime
dottrine
finge
mentre
che
che
insomma
di
vedere
se
questi,
E
latino.
sue
fa beffe, insinuando
ne
fragilitàinconciliabili;
l'umana
d'uopo essere
caldamente
L'opinione,così
accolta
tali
uomini,
non
Per
acconsentire
stato
nella
al
più tardi, nel
Ma
996,
il Ritmo
che
decimo
secolo,
pare
(1) Quest'episodio ce
véou, opera
ToO
ricca
di
lo
Graece
sec.
XVII
(Vita
interprete
Jo.
apud haeredes
S.
Matthaeo
forse
la
Santo,
del
storia
GXX,
che
la
P.
Greco
1
p.
è stata
prefazione
Rodotà,
in
segg.). Intorno
e
del
Migne
a
Italia, ecc.
(2) Op. cit.,p.
(Roma,
XXVII
e
1760,
segg.
lib.
fu
deposto.
per
del
ora
Bartolomeo,
la
scripta olim
dai
Migne
è da
donata,
{Patrolog.
vedersi, oltre
presente
II, p. 101
Bollandisti
11-13), Fopera
e.
praev.,
stato
prima
Iconiensi, Romae,
dal
S. Nilo
e
opera
latinitate
nunc
ristampata
(Comment.
Dell'origine,progresso
986, o,
Edita
junioris
Archiep.
Co.ryophilo
nel
il B.
tempo.
Nili
Patris
o
NeiXou
òyioi; •iTaTpò";
del
(Acta Sanctor., Septembr.,VlI, 283), e quindi
Graeca,
fatti
critico sia
alcun
èv
Zanetti, 1624)
B.
seguiti i
reputarsi
ejtts Discipulo,
contubernali
a
per
sia
Mansone
il Bio";toO
discepolo
un
cui
possa
che
narra
preziosiragguagli
nel
volta
di
in
anno
Cassinese
non
il Ritmo
che
appena
z'altro
sen-
tutto
innanzi
dopo: quindi
narrati, pochissimo tempo
Rocchi
si possa
che
credenza
proprio
non
se
tale
è
non
padre
questo converrebbe
far
col Rocchi
composto,
dal
sostenuta
dal Bohmer,
anche
accettare.
di
delle
fa pompa
monaco
un
che,
prudente,
vir
partid'Oriente,
un
l'appunto messo
per
magnu
da
soverchie
le austerità
quale sarebbe
col
ove
satira, dettata
deridere
con
episodio
tale
Moltissimo,
una
seguirlefarebbe
a
da
angeli.
ma
e
questo
Il
mento
spaventoso adempi-
e
il Ritmo?
ammirarle,
con
sono
esse
mai
spoglie del
dalle
giunto
ha
per
basiliano.
monaco
INTERPRETAZIONI
pieno
con
di Mansone
S0E
LE
appresso
si consideri
(2)
seguace
E
Ora, che
—
di
vita
della
CASSIXESE
RITMO
e
del
segg.)-
Rito
inclinato
CASSINESE
RITMO
IL
concederlo;
a
ne'
diviene
molto
si rifiuti di
si
Perchè
anteriori
avvenimenti
originenel
dato
satirica
da
per allusioni
deboli, incerte,
fra
del
Santo
(1)
il
al
appartiene
Rocchi
secolo
che
nientemeno
ciò
costringereil
perchè
di
egli
si
aflanna
gettati in quell'anno in
ch'ei
Ma
quali rapporti corrano
fra
del
Ritmo
accettare
la
fatica
il B.
di
lo
non
autorevoli
infatti,quali
MoRANDi,
Orig.
anche
del
Ritmo
la
nostra.
(2) Non
che
scena
serve
S.
Monte
loro
Nilo.
di
suggello
S.
Nilo
ci
ed essendo
fosse
di
proposito
credere
a
il
al
far
che
si chiude
che
dai
perfetto
monaco,
il contenuto
aria.
Giudici
il Monaci
(ved.
la
che
Ritmo
sia
zione
trascriche
è
de
celu
richiesto
la
sete.
un
che
in
messo
frase,
una
con
costui, trovandosi
Benedettini
regola.
degli argomenti
cenno
nel
loro
XII, opinione
sec.
dialogo: Angeli
narra
in
campata
del
renitenti
quindi risparmiarci
potremo
(op. cit.,
p. 9) ed
ultimi
componimento
di
Cassino
quale
Il
fuori
taluno
indotto
quasi
biografo
qui
ed
ital., p. 65) credono
lingua
risalga agli
sarà
hanno
della
avvenimento
1293;
cassinesi
V, siccome
questo
il Giorgi
al
monaci
nella
congettura
una
Ritmo
ringiovanirlo
introdurre
noi
non
il
che
voleva
spiega, e
combattere
medesimo,
de'
uno
traddizioni
con-
biografo
greco
composizione
Celestino
da
carcere
le riforme
ad
autore
sospetta
ne
la
vaghe,
così
vorrebbe
secoli, fissandone
ciò
si spacciano
che
dimostrare
il Bòhmer
decimo,
tre
del
Kocchi
a
Ma
grossolane le
e
il racconto
ed
il ritmo
una
patenti
e
dubbio.
al contrario
sono
ad
questa le
in
Quelle
palesi invece
tanto
e
(2), da
Mentre
S. Nilo
a
che
che
avessero
nel XIII,
più piccolo
davvero.
No
nostro?
caso
bizzarro
trecent'anni
o
necessario
al
vano,
vive-
protagonisti.
apparisserochiare
adito
lasciare
non
i
assai
fors'anche
e
tali avvenimenti
a
nel
avviene
XII,
secolo
composizione,sarebbe
allusioni
così
dugento
di
mento
componi-
il
Mansone
e
siano
ne
il fatto
ammettere
molto
persistere nell'opinione
personaggi
potesse
credere
S. Nilo
cui
di
ragioni
per
difficile il
codesti
proprio
che
certo
giorni in
dettato
105
INTERPRETAZIONI
SHE
LE
e
(1). Ora, quando
peso
e
E
quale
Ora
giorno
dichiarasse
rispondesse: Movaxóc;
èariv
il
a
106
soltanto
la
molto
(o.
il
(o. e,
e,
singolare da
cosi
sia
claustrale
di
tutti
più
di
(Migne,
apparenza
ùyifeXiKÒv axfìiua, o.
0.
ci-fyeXoc,,
il
sotto
l'inveniamo
di
il grande
Stor.
Eccles.
catore
della
che
Ged.
e
civis
S.
terrestri
(Alcuni
37). Da
p.
risulta,
a
il Ritmo
dovrebbe
esista
parer
e
le
S.
Brandano
che
in
li
apostrofa
B.
Fra
che
mi
il rapporto
in
parole pronunziate
avrà
forte
dato
ragione
di
il metrifi-
eremita
Dici
Voi
da
siete
dubitare
angeli
moltiplicare,
Gassino
ove
dalle
Todi, Modena,
facile
realmente
Alt-
Alterth.,
Giovanni
l'epifonema
Monte
potest
des
deutsch.
cosi:
in
inveclus...
Paolo
fra
sarebbe
che
di Erud.
Uebersetz.
Jacopo
tra
iam
quivis,
XIV
sec.
vano
vesti-
mansit
esso
la
loro,
che
esempi,
fur
vicinamento
riav-
Basiliani, che
Dision.
S.
noi
secondo
questo
coloro
celis
Latein.
Zeitsch
nel
ancora
del
viri
vanno
561),
p.
l'ordine
che
di
e
gestum
(E. Martin,
reputarsi accidentale,
si
scrive
celis;
et
questi esempi,
mio,
che
e
ai
di
altri
ad
sitii cetice
Vite
Gesuati
trattati
(^vaapKoc,
Capp. Archiep.
distinto
era
cede
suc-
angelico (tò
Caes.
famigliare
scendere
Brandan
315). E
cui
lissimo
faci-
angelica
incarnato
d'angelo (cfr.Morom,
perspiciat
rivolgendosi ai
CELLE,
che
aiif
p. 290
F., IV,
1832,
si
recte
abito
Monasiicae,
luexaXóaxriMoi, cioè
celicis
socius
vel celestis
angelus
N.
cosi
in
tectus
carne
terris
in
di
Nilo
S.
di
perfetta concordia;
in
abito
leggenda
di
paragonati agli angeli, perchè,
de'
o
é
consuetudine
uomo
Basilii
la vita
invece
Paris, 1722, 1, II,e. XVIII,
IV, p. 178). Per
ad/utc
celestibus
franz.
abito
nostri
divenuto
si diceva
vestito
né
avverrebbe
comune
di
Constitiitiones
{S. P.
Ciò
Ed
chiamato
Ili;
categorie di monaci,
tre
nota
Nelle
anzi
codesta
di
brese
Cala-
paragonare
Nilo.
31, 111, 113); angelo
vivono
costoro,
elevata
Fit
e.
i cenobiti
pure
era
più
e,
S.
notevole
il santo
biografìa stessa
costui
c.
ed. Garnier,
Opp. omnia,
delle
c,
di S. Basilio
nome
l'esempio
o.
42).
e.
e,
veder
cosi
dialogo.
di
può
giudica
che
di
sua
singolarissimo»
«
né
quella
cioè
Nella
ascetici.
volte
più
e
che
; essere
Bohmer
il
chiama
del
trovata
una
il contrario
gli scrittori
che
si
che
rapporto,
concludere
a
dimostrare
a
il
alla
il freno
sembra
non
attori
degli
uno
all'angelicaè
provare
esso
nione
esprimere l'opi-
ad
libero
Giorgi
sforzato
esserne
si riuscisse
quando
però
me
proprio
il
115), che
p.
A
100).
p.
lasciato
dell' edificio ;
pietra angolare
peso
INTERPRETAZIONI
128). Questo
e.
e,
op.
SUE
LE
l'esistenza,ma
abbia
poeta
(Migne,
aYYeXo";
E
riconoscerne
a
che
dire
CASSINESE
RITMO
IL
che
da
chiude
S.
esistesse.
si
Nilo
Ma
esaminino
fantasia,
antichi
già passatied
le
meglio
misericordioso
è
le
angeliche
sono
il
che
di
perpetuo sacrificio
128).
e.
si muta
ma
uomo,
come
che
11 paragone
le
vanno
cose
in
spinge
dal
fatto
il che
è
ei lo ricava
angelo
del
bisogni
due
l'Occidentale
corpo,
luoghi
vi è
non
adunque,
io
se
ad
un
ai
soddisfare
senza
i
Fra
identità
reale
veruna
erro,
non
argomento
intelligenzecelesti.
delle
proprio
Ritmo
l'Orientale
vive
l'altro
che
c,
o.
pertanto qui,
il solo
poiché
esser
(Migne,
si fonda
paragonare
a
più
può
parte spirituale.Nel
diversamente,
molto
l'abito
veste
non
monaco
sulla
unicamente
esso
il
ogni nequizia-e
demonio.
in
ovvero
se
di
esso
contrario
al
alcuno
volta
pacifico,
mostra
Ma
lode.
santo,
l'angelo ed
fra
vede,
invece
angelo
in
ognun
il
adunque
conclude
monastico,
della
angelo quando
un
albergo
qual
Ogni
demonio.
in
è
monaco
incredulo, invidioso, crudele, diviene
si trasforma
fatti, o supposti,o
«
operazioni,allorché, cioè, si
sue
fa
e
satira
approfittatolargamente
»,
dice
S. Nilo
cose.
107
INTERPRETAZIONI
SUE
nella
contessendo
e,
LE
E
CASSINESE
RITMO
]L
di concetto.
deboli
Quanto
del
altrettanto
Rocchi,
la
false
veniva
da
dalla
Rossano,
facile
capire che
p. XXII
(o.
e,
un
abitante
e
del
vuol
riso
gli
l'uomo
solo
e
che
vederlo
infine
quando
lo
é
caldissimo
che
fa
che
del
loro
dipendeva
dapprima
intende
esporre
incute
riverenza
di
accusa
noto
del
per
lavoro
greci!
anacoreta
terrore
e
Nilo
S.
arrivato
quasi quasi
è
fa
la
indicare
Ma
per
11
basta.
non
e
labria,
Ca-
disporre
al
predicozzo, e poscia dipinge
un
testimonianze
manuale
;
il Rocchi
come
altrui
(Rocchi,
ne
che
diede
tale
come
o.
nell'ozio, aspettando
viver
molte
dai
allo scherno
e
?
29). Poiché
v.
voluto
abbia
rigido
troppo
sì
stanza
lo si dice
serio,
un
parole oriente, quillu mundu,
le
con
la
travisa
e
ignoto
conosciuto,
sul
che
come
ponesse
un
bengo,
principato di Gapua
burlarsi
uditori
come
nel Ritmo
e
sostenere
può
XXVI),
quella
come
poeta
si
non
che
prima
{de qiiillu mundu
altro mondo
un
Calabria,
tesi
storia, e le
la
per
l'avviluppa
parte del mondo
dall'Oriente, dall'estrema
da
anche
lo presenta
il rimatore
Vallelucio, ed
cui
con
ai Cassinesi
notissimo
era
avvenuti,
egli mostra
circostanze
quelli
la
rappresentare
veramente
che
noncuranza
contradditorie
e
S. Nilo
in
strana
fatti
a
voluto
abbia
poeta
alludere
personaggio reale,
spiegano
il
che
Dato
combattono.
efficaci
ed
copiosi
sono
confortano
che
gli argomenti
scarsi
e
S.
c,
da
Nilo
egli stesso
che
al
XXVlll);
p.
Dio
fu
il
vitto,
fautore
prova
per
108
del
peggiore
è
prima
di mentire
quella
concessa:
Questo adunque
SUE
LE
E
Aristotile
licenza, che
dire,
CASSINESE
RITMO
IL
da
è
sia
rappresentatoS.
Nilo.
di
menare
per credere
di cui
ma
ha
che
non
del
Ritmo,
ad
Rocchi.
la benedettina
a
tissima.
satirica
fra due
contrasto
un
lici,
simbo-
storici,ma
basiliana
a
messa
(Rocchi,
che
e
e,
o.
p.
fronto
con-
due
delle
Ritmo
Aligerno
ne
57).
o.
c,
p.
(2) Op. cit.,p.
100.
(3) Gfr. Giorgi,
o.
c,
Chi
sono,
LYIIl) gli interlocutori!
(1) Rocchi,
dell'Oriente
monastiche
di vederne
solo
non
mate
chia-
vengano
dirlo,a primo aspettoattraen-
assurdità
ed altre
nel
l'abate
Cassinese
Ritmo
riesce
agevole
Ed
digerire queste
costui
una
questa credenza,
giudicare quale
le istituzioni
paragone
la vita
sostenere
p.
regola
le Occidentali, è, convien
tutta
Ritmo
per
nel
congettura che
La
con
ottenere
reputarsimigliore (3).
debba
da
la
raffiguranocioè
con
dialogo;
interpretazioneproposta,
fittizi,non
reali,ma
personaggi, non
parti
geremo
crolla, noi ci rivol-
esso
la seconda
nel
non
puntello dell'edificio già
mentre
riconoscere
amerebbe
che
E
esaminare
il
con
ad
più
anche
l'ultimo
sottratto
è
posizione
sup-
solo
non
fondamento, nell'indole
proprio verun
pericolantedel
che
Distrutta
divisione.
sua
l'altra le due
con
questo si arriva
di
nemmeno
ragionevole
tal caso,
consta, il preambolo cioè
il Ritmo
nulla
satira; perchè,come
una
l'una
di accordare
Ritmo
che
la
si
non
nel
che
al Rocchi
buona
Giorgi (2), in
il
maniera
più
c'è che
che
adesso
Aggiungiamo
che il componimento sia
si ha
avevano
non
assodato:
per
plausibileargomento
già dimostrato
poi gli
(1). Il rimedio,
tenere
alcun
ha
Orazio
e
male.
ha
permette neppure
INTERPRETAZIONI
XXIX.
p. 99-100.
abbia
è introdotto
vuole
o.
c,
S.
p.
si
ove
robusto
tanto
stomaco
(cf. Giorgi,
come
motivo,
il
100) potrà
Nilo,
il Rocchi
ma
che
(o.
e,
110
RITMO
IL
monarchia
dei
normanna
pagani,
si
lutti
ed
Protetto
la
dai
freno
ramificò
invasioni
alle nefaste
di
risentire
a
di
sconvolgimenti e
i benefici
della
pace
prosperità,fu l'ordine basiliano.
principi,venerato
secolo
INTERPRETAZIONI
lungo periodo
della rinata
dai
il
tutto
per
nell'unde-
popoli,esso
rigogliosissimo;
reame
Calabria, la Sicilia, popolate di conventi, parvero
contemporanei
Aegyptus,
Il
di
dalla
questi uno
del monachesimo
?cioè che
S. Benedetto
culla
era
di mal
occhio
vittorie.
Ambedue
le
Né
regole
lor volta
Soliti
terra,gli orientali
i
vantaggi
(1) Verso
la metà
conventi
anacoreti
il
sec.
nel
calcolare.
per
Vedi
i monti
Rodotà,
e
per
o.
Soverchia
in
incatenava
cale
non
c,
grado
della
di
Napoli
nella
Sicilia. Il
le foreste
Gap. IV,
tezza.
mi-
involucro
regola latina
Reame
basiliani; cinquecento
sparsi
lo
carni; i Benedettini
sublime
XI
ma
di eccessiva
cenobitica, considerassero
piti
del
mèta;
vilissimo
che
la
Basiliani, mettendo
come
medesima
corpo,
biasimavano
vita
altrimenti.
essere
avversari
odiato
delle
sue
rigidezzadei Basiliani; questi
gli
peso
l'uso
della
•eremitica
la
dispregiareil
a
spirito, anzi
che
alla
delle
stesso
vie affatto contrarie.
accusavano
ai monaci
potuto
miravano
appariva ai Benedettini
mille
avrebbe
raggiungerla battevano
dello
fino dalla
contrapposto al Basiliano, contrastandogli
maggiori
alla
sante
l'inces-
orientale,quell'ordine
stabilito,e che
aveva
verso
istituti monastici.
poi vigorosamente il primato sul teatro
per
(1).
tale da
dunque
era
negli altri
timore
et nutrix
floridezza,
raggiunto
regola basiliana,
ai
altera
Egitto:
parens
soprattutto seguiva
incremento
si
di
popolaritàe
XII
secondo
un
monachorum
ingenerare gelosia e
fra
in
tramutarsi
sanctorum
grado
il secolo
E
SUE
un
pose
il
LE
E
chiuse, primo
riacquistatae
cimo
CASSINE3E
non
p. 82.
si
alla
che
deva
conce-
mal
ravano
tolle-
gli
infiniti
invece
la
perfezione
si contavano
numero
può
degli
mente
natural-
IL
RfTMO
monastica
mai
mangiare
non
ed. Vallarsi,
modo
parte le
scritti
egli
rigide norme
anzi
paradiso
le due
si
sul
Omelie
degli
solo
nelle
nel
digiuno
ammira
pure
quali
descrive
in
la
misura
uguale
al
Gazaei, Francofurti, 1722,
L'autore
delle
già
sostentarsi
si
-scagliaanzi
546,
4,
n.
che
quindi
Regola
raddolcì
lucio
Nei
S.
Nilo
Sauiudoaq
ma
ciò
greco,
del
suo
greche.
aÙTUJv
inno
in
TTcìvu
ebbe
nonostante
attaccati
dai
chi
digiuna;
giovare
e
allo
Opp..,t. Ili,
fece
non
nella
sua
concedendone
carne,
di
hL
a
Sant'Angelo
le istituzioni
scrive
il
tò
biografo,
suo
S.
/||uujv(o. c,
Benedetto
anch'egli
Gassinesi.
Vedi
p.
difendere
Tocco,
o.
da
aò-
aùriùv,
Kai
o.
l'abito
e,
Valle-
Kai
125). Egli
(cfr.Rodotà,
a
di
benedettine
KaxaOTdaei
TTeiraiòeuiuévri
ùirèp
lode
soggiorno
tal segno
a
èirì Trj eùraSia
Tà
unicamente
necessità, quando
vera
V).
cap.
ammalati.
agli
ammirava
alle
TÒq àyaaGelq
un
ed
una
d. A.
è anche
Benedetto
S.
proibizione di mangiar
primi tempi
anteporle
allora
la
ad
1. V,
Basilii
(S.
mettersi
sotto-
comm.
chi, credendo
544).
e
padri, de'
mangia
a
presto
Gassiano,
cum
inferiore
il corpo
p. 459
anche
obbedire
l'uso ai deboli
(2)
cfr.
Assai
Monasticae
chi
nel
possono
Caenob.,
che
parole contro
soverchiamente
e
tutti
omnia
i suoi
singolarmente
e
Giovanni
non
Inst.
stimato
esser
efficaci
con
spirito,estenua
p.
dee
non
che
che
qual-
intatta
tutti
quegli antichi
di
affermare
in
d'Adamo
segg.).
Constitutiones
ad
vano
osserva-
digiuno, che
del
vita
già
digiuno {Opp.
mentovate
egli giunge
più esplicito;
per
astinenza
in
ma
360,
e
lamo
Gero-
Opp.,
deserto
e
p.
1
III, p.
de
S.
temperò
dalla
II, p. 3,
Libri
tempo.
primo quello
attesta
pur
Regole,
le istituzioni, confessa
ed il
orientali, conservò
eccessiva;
stupenda
monachismo
;
del
padri
dell'astinenza
t.
Nilo,
Hieronimi
Eus.
simboleggiato
però questa proibizioneparve
che
S.
S.
rivale,in Monte
quanto
a
i
il
andava
Basilio, che
S.
(Ved. Opp.,
terrestre
che,
tese
con-
a
di fronte; ed
tutto
Antonio
asceti
non
dir
piace
del
in
lodi caldissime
introdusse
del
S.
XXII,
più rigoroso.
prescrizione; e
questa
stessa
1734, I, 117),
Verona,
luogo
giornidi
cui
carni, divieto
Eustoch.,
ad.
(Ep.
nel
ròcca
precettidivulgati da
i
ai
in
pace,
assopirono mai
si
(2), non
Fra
di
e
dar
si trovassero
decimo, anche
ricetto nella
trovò
Cassino
di
concordia
di
111
INTERPRETAZIONI
SUE
LE
ordini
nel secolo
infatti anche
(1)
i due
appena
giorni
E
(1). Questi dissidi dovevano
non
greco
CASSINESE
p. 395.
scrisse
49);
c,
p.
ed
il rito
112
in
RITMO
IL
CASSINESE
E
di attenuarli,li
luogo
Che
quindi
essi venissero
Ora
credesse
chi
che
seosi
giudicasseanimato
lo
colla
ad
l'aurea
discrezione
all'altra di gran
congetture con
E
noi
se
che
chiaro
esse
del
ciò, dico,
No
il
Ritmo,
stretti
co-
saremo
insufficienti
significato.
ofl'rono
si
ci
mente.
certa-
tali
giustificare
a
riescono
pure
ed
difficoltà
prime
un
questa fosse
supponesse
accingiamo
lo scopo
ad
e
aspirazioni
ipotesiavventate?
diligenteesame
un
confessare
le
ci
ordini
tando
mostrare, confron-
precetti,come
ad
(1).
dei dis-
polemico
intense
sue
se
inconcessa, la benedettina
suoi
forse
Eppure,
renderne
di
lunga superiore;chi
si abbandonerebbe
a
le
uomini
dei
fra i due
XII
cioè
e
anche
frutto
un
intendimento
un
basiliana
regola
perfezioneagli
una
a
da
starsi
manife-
a
il contrario
invece
secolo
poi
o
credibile
Cassinese
apologetico: quello
ed
tempo
e
nel
vaci.
più profondi e vi-
prima
o
avviene
il Eitmo
esistevano
dì
da stimare
Ma
mancasse.
prova
INTERPRETAZIONI
ogni
rese
negli scritti,sarebbe
ogni
SUE
LE
preambolo.
nel
Questo, del quale l'intento risulta manifestissimo, quando
si consideri
Ritmo
il
perchè, abbandonate
della
invece
da
l'autore
se parlo,domandola
infatti,
conto
chieggo
di
e
(1) I
Uno
come
la
ordini
due
eon
un
dice, può
rassomigliarsi al
al nuovo,
come
virtutum,
discretione
quella
che
«
Io, scrive
dichi
giuegli
attenzione; interpello,
vi dò
buone
addito
novelle
il
altrui
contrapposti dagli
Yendòme,
ingegnoso.
vecchio
è
chi
l'altra.
delmino,
cam-
posta all'apertorischiara, ar-
di
assai
paragone
e
spesso
vengono
mire.
dimoro,
candela
loro, anzi, GoftVedo
di
altre
vostra
ov'io
peccatori,
incomprensibile per
questa vita
Dall'altezza
ai
vizio, si volgano al porto
del
le vie
salute, rimane
animato
un'esortazione
come
ne
La
fa
;
suavis
et
scilicet,piena.
Ved.
la
renza
diffe-
regola basiliana, egli
testamento
sancta,
risaltare
scrittori.
la benedettina
ma
levis...
Rodotà,
o.
c,
maire
et
p.
50.
IL
dendo
CASSINESE
SUE
LE
E
so
intenzioni
(1). Le
»
che
(1) L'interpretazionedel preambolo
in
guisa sommaria,
in
alcuni
l'attenzione
intende
quale
il poeta
giacché
bita
interpello e
Poik'
enn
cendo
flagello. Questi versi
altu
dall'autore
alla
e,
20);
p.
0.
al
e,
creduto
altri
una
particolaredimora
trovare
lode
ch'egli
in
luogo
di
S.
(o. e,
eccelso
Brandano
290)
p.
o
me
Ad
rinviene, benché
di
encastellati
il
parecchi
flagello,e
co
evolat
Baudi
perde
assai
lo scrittore
pronominali
usato
registratada
non
Non
è
di
raro
chi
ad
o
allo
infatti
suole
citato
già
rare
dimoin
poemetto
là
esempio
dove
dice
so
attenti
quelli che
di
di
Vesme,
valore
al
in documenti
verbo
un
anche
alcun
meglio
spiegare :
mebe
64, 66,
critici
e
sebe
letterari.
di
Me
verso
esser
7,
ben
me
non
in
anche
gli
pensa
mebe
cendo
interpretum,
crux
vincendo
Ma
vale
v.); e che
Em
leggere: E
quello che
5, vebe
s.
36): Or
p.
dirsi
Bòhmer).
si rifletta
ove
IX,
si
più larga significazione
dizionario,occorre
possono
doversi
medievali
castellare, che
con
Il
veghiare.
Rocchi,
adoperasse
tebe
monachatus.
statum
Jacopone (ed. Modio,
conseguenza
NoYATi, Studi
niun
dottrina
qualche luogo (Du Gange,
quali giudicarono
di
celeste
pusillistatus
et
castello,ma
un
in
Fra
flagello è fra
de'
vone,
(Na-
parole allusive
sue
acconcio
porge
iste misticus
in
voce,
ne' Cantici
fatta
metafora,
sua
quella
a
inaccessibile;
montanum
dimorare
la
pretazioni,
inter-
Gassino
sapienza
per
della
le
claustrale
ne
della
abbracciato.
aveva
raramente,
solo abitare
italiano
svariate
Monte
poeta parli
poi rispettoa\Y incastellarsi,che
Noterò
mebe
:
Passer
non
palagio
io stimerei
la vita
paragonata
di
all'elevatezza
piuttostoche
monastico
Em
un'esplicitaallusione
monaco
al
il
144). Che
ma
stato
spello),
invece, interpretandoli allegoricamente,
dubbio;
sua
di
al
linguaggio:
suo
di
primi
scopo
bene
renubello
oggetto
vedervi
castello,ossia
p.
bia
stati
sono
del
non
ed
nei
lo
delValtra
se
oscuro
accennato
libertà
altri
ad
condizione
sua
preferì riferirli
(BòHMER,
ha
taluno
e
0.
'ncastello
me
molto
inintelligibile.Implorata
degli
insegno
fatta
esser
generale
giustificarela
a
vi
e
poeta tanto apeiM
può
ascoltatori,ed
{de questa
volge poi
si
il
non
è in
esso
addirittura
punti
versi
quattro
113
INTERPRETAZIONI
stessa, la via, così io vi faccio lume
sé
quanto
RITMO
be[n]cendo
mme
flagello (Federici,
questa
congettura
più probabile
che
(cfr.le altre forme
nuove
ne' dialetti del
8
114
RITMO
IL
CASSINESE
nel
giustificate
mezzogiorno),
dovrebbe
e
che
imo
in
quel
sarà
Non
flagello.
seconda
esemplare
da cui
Ve
nella
cendo
di
(ke ?). E
il testo
via
flagello,cioè
mi
cosi
la candela, la
è
il
Et
altri
un
espresso
58)
è
De
nei
come
anche
venne
e
L'epiteto di libera,
far
di
dà
Bibl.
a
pure
il Rocchi
nel
mente
in
(cf.0.
XVI
sec.
alla
durante
la
interpretazionedata
nella
dir
possa
valore
può
se
falsa
non
camminar
cui
la
l'officiante. Credo
con
messa
tutta
quello
con
di
; dellibera
sicurezza
libera,sgombra;
passo
perchè
franco
Et
ecco
il concetto
dell'autore.
vebe
luminaria
factio. Tuttabia
eo
sence
mende
«
35).
celebre
similitudine
frase
dellibera, che essi leggono via del Libera, un'allusione
con
p.
von
candela, potrebbe
bia
dalle
Fr.,
la
vedono
chiamata
la
poet. sicil.,
scuola
Federici,
parole
listi
mora-
Mahn,
Littér. de
dal
preghiera, così
sete
London, 1863,
Wolfenbùttel,
zu
il poeta
il Bòhmer
ed
infatti
dai
Ramon
Eist.
(Evang., V, 34).Riprendendo
Matteo
sé medesima
a
oscuramente
alquanto
in
impresa
però qui
la
la candela
arde
(cfr. Peire
Herz.
ch'egli avesse
sospettare
S.
che
der
altri
altrui. Tale
La
^.ìQQ;Gh.sP.\.vci,
ad
può
così nei lirici d'oltremonti
d'Angecourt
c,
fa
ed.WRiGHT,
si trova
rimatori
ridotto
Sss.
Die
Heinemann,
o.
è
agli
scrittori medievali, che
rerum,
poeti e
antichi
nostri
823; Navone,
XXIII,
96)
i
I, p. 137, Perrin
Werke,
p.
agli
naturis
presso
Et
:
seguono
si
che
ne
luce
dà
rebbe
reste-
si riferisca
cosa
come
dellibera, dove
caro
paragone,
danno,
consumandosi
bia
mustra
passato
del
reco
vocabolo
del
alto, rinnovo
in
io sto
ticanza
dimen-
la distingue dal-
che
che
a
nella
o
per
po' arbitrariamente
un
versi che
due
(ved. A. Neckam,
p.
Poiché
mi
si vede
copia
lasciata
prima parte
non
soltanto
quale
significatodei
libera
:
la
nella
{mende. 8,
ne
=
nostra
superiore
Ma.
poiché
quindi
nella
o
abbiam
ne
il sospetto che
luogo
si fosse dallo scrittore
cassinese.
spiegare
e
che
supporre
em
pendo
pro-
flagello.
cendo
mebe
il solito nde
si nasconda
oscura;
di
fuor
po-
originario.Io
verbo, poiché già
un
quel coronamento
scrittura
ce
non
forse
deriva
essa
priva
sempre
quel
sarebbe
Basterebbe
diconde, 8).
Vo
di
parte
? Certo
cendo
una
scrittura, che
di
il bencendo
fa il Navone,
scrivere,come
a
contenesse
Terrore
quindi
in becendo
trovarsi
di necessità
questo
se
ammissibile
poco
INTERPRETAZIONI
adunque
Ma
trasformato
aver
quindi
Ma
Ritmo.
SCE
LE
devono
manifesta,
tamente
E
può
via
si vede
abbengo
abbibatio
che
nunzia
prosi
questa opinione
non
la
quella
a
comincia,
che
mustra
é
tale, che
altro
visi
inciampi
senza
culpa
E
qui
aver
iactio
diconde
»;
Por
quello
IL
sulla
lemica
che
anziché
nel
trovare
suir
si potrebbe,
stravagante incoerenza,
la prova
dei
consigli
questo in disparte,ci volgeremo
lasciato
il
dialogo,
al contrario
Essi
dubbi.
fatto
ci verrà
di
togliere di
si
albeggiare e
diare
stu-
a
i
mezzo
rapidamente.
cresceranno
il racconto, movendo
opposte, direzioni, si incontrano,
anzi
fine,
spirituale, come
di
l'autore
uomini, così comincia
Due
al medesimo
dialogola esplicazionee
se,
nostri
vita
istituzioni,
prologo?
nel
Né
tacciando
non
di due
bontà
convergono
della
115
INTERPRETAZIONI
SUE
minore
o
pur
apologia
una
se
vie
LE
E
maggiore
diverse
per
dati
CASSINESE
RITMO
né
da
diverse,
detto
è
chieggono reciprocamente
dove,
notizie
l'esser
del-
loro.
qui ci si fa innanzi
E
primo intoppo. La
un
strofa, colla quale il dialogo aveva
così
cui dovrebbe
legame
malconcia
nel
Frate
«
loco
di
cagione
Iactio
(Baudi
tuttabia
de
meu,
di
sejo
et
ibi
quel
spiegazione.
di
Vesme);
bene
1
più vecchi
il passo
:
il
altri,come
e
io
questi
si dichiarerebbe
Iactio,
luce
nessuna
(1) Navone,
o.
c,
p.
; cosicché
ma
viene
107.
(1).
»
nuovi
da
questa
al
se
del
bene
Ritmo
abbia
passo,
per
di
io
ogni
letto
colpa laccio
Rocchi
e
dal
si direbbe
In realtà il codice
innocente.
che
ad
avevano
quelli il poeta
certezza
intoppi,
resiste
iactio, che
Federici, seguito dal
peccatore,
legge iactio, non
già.
corno
editori
colpa
testo
senza
e
bengo,
culpa
averci
del
di
spia.
piatto...Qui sorgono
'"ò\ime\\senza
per
era
combengo
me
si llu
l'occlu
comò
abbengo
sence
interpretavano
e
versi
nove
rimangono,
ne
quillu mundu
c'alia scrittura
saetto...
tentativo
sei
altia
pria
addemandaulu
a
dei
fra di loro:
Quillu d'oriente
ke
é disgraziaprincipio,
tamente
codice, che
soltanto
constare
seconda
intorno
non
alla
posso
né
lezione
so
terpretar
in-
116
CASSINESE
RITMO
IL
Questi due
ultimi
risposta.Chi
una
l'Occidentale
(1)
(3), e,
LE
SUE
non
troppo
so
seguente {Quillu
l'Orientale, che,
(bonu
auditu
invita
supplica a permettergli alcune
accondiscende
Cosa
volesse
ed
egli chiedeva
nel
conduceva
dai
deduce
di
ora
donde
paese
che
intorno
vivande
lui
lo
e
interrogazioni.E
dentale
l'Occi-
di
quanto
le nostre?
Di
«
ei prorompe.
Noi
«
vigna, che
(2) Op. cit.,p.
abbiamo
sempre
di cui
(1) Op. cit.,p.
quali
sulla vita
venuto
;
che
tutto
a
scellerate vivande
desiderio,
e
hai
esistenza,
si adonta
parli tu?»,
purgata,
essa
traeva
chiariscimi
(5). L'Occidentale
vivanda
clusione
con-
saporite,così
così
esse
la
quanto mi
sì felice
menate
l'altro
infatti si
tanto
quali contengono
dà frutto. In
abbiamo
probabilmente
dell'Occidentale,ne
Sono
»
disgraziatis-
dignità.Adesso,
voi
mangiate?
come
i
seguono,
Poiché
cosa.
ciò
risposta
con
saperlo. Ma
era
alla vostra
di tale richiesta.
tutto
fermarsi
a
credo, egli dice,
Io
«
d'un'altra
gustose
(4).
quillu del
benevola
una
ragguagli
otteneva
versi
l'Orientale.
quali
col
l'Orientale, una
che, uditi i racconti
raccontato
che
graziosamente
meno
domandare
ci vieta
lacuna
sima
il Crescini
fatto.
già
avesse
non
(2),il
respiisu),sia indicato
stu
l'altro
sia
pensa
il Navone
anche
credere
chiaro,
è
come
di Vesme
come,
incoraggiatoda
amurusu)
et
Bandi
lui s'accordano
con
e
Il
Ora, posto ciò, noi dovremo
verso
INTERPRETAZIONI
versi, racchiudono,
la dà ?
,
Bòhmer
E
una
fetta
per-
noi ritroviamo
il solo
vedere
ci
41.
104.
(3) Op. cit., p. 144.
sul
(4) Nota
dagli
Atti
Padova,
(5)
vv.
e
V.
Cassinese, Padova, Randi, 1887,
Ritino
Memorie
della
Ili, disp. I.
43-48.
R.
Accacl.
di
scienze, lettere
pp.
ed
8. Estr.
arti
in
118
RITMO
IL
l'Occidentale
in
esso
CASSINESE
è inferiore
alla
l'altro che
volesse
se
andrebbe
INTERPRETAZIONI
monaci,
la
propria? Niuno,
Che
il
SUE
fra due
contrasto
far persuaso
a
LE
fatto,resta possibileil
si è
come
un
E
a
farlo, vegga
Come
incontro.
da
lui
seguita
fermarlo
af-
potrebbe
me,
prima
! è il
tende
quali in-
quali
a
surdità
as-
Basiliano,
monaco
rappresentante cioè di quell'ordineche imponeva ai suoi
adepti
messo
di vita
tenore
un
lode
nell'asceta
tu
a
tu
per
quasi d'altro
se
l'astinenza
con
di
da
più vuol
per
delicate
e
saporitequanto quelle
E
sarebbe
di cui
quella regola, che, mite
col
essere
volgere del tempo,
non
solo
ma
da
riguardata
fin
di
o.
(2) Che
grave
del
ben
XII
sec.
fra le
l'abate
Gioacchino.
stmt
del
ac
opera
accidisse
ad
non
ea
de
quibus
et
castitatis
altri
accennati
riprende
a
e
battere
predicozzo.
quale
fa
dum
inter
ediderit,
divites
lacte
et
confratelli
divitias
propositicm
ubi
peggiori vizi,
sul chiodo
ai
del
solido
sit,non
et
delitias
multi
sunt
quali i
digiuno:
tunc
un
precipue
est
quod
sub
ideo
regula
invalidi
sunt
cibo. Nec
potuit
tenere
cibi ì E
poco
monaci
in
ita absorta
acpotus,
teneri; facti
opus
ut
mostra
egli
voluerunt
esse
nianza,
testimo-
i suoi
segno
ciborum
scorcio
innanzi, lo
mettere
cui
sullo
ninna
Benedetto,
potrebbero
dilicati
infirmi; facti sunt
viiam
S.
abstinentia
cognoscitur, quia
unquani
da
fieri rimbrotti
a
curioso
nella
Benedictus
sanctus
et
ìnanuum
data,
an-
gente,
piiiindul-
Apocal. (cap. 3, text. 4, f. 80, e. 3)
sunt
enim
la
Aliquanta regule capitula, scrive
paupertatis, facti
Quis
si
di
eloquenti invettive, di
Comment.
si
corruzione
l'ordine
parecchie che
delle
passo
la
fosse
caduto
meglio
figurare
raf-
a
104.
c,
era
barsi
ci-
tal segno
a
tutte
(2); quegli che pronuncierebbe il
(1) Navone,
solito
dagli inizi, era
amplissimo argomento
porgere
tanto
quale sta
raddolcendosi
come
vivande
egli è
il
Benedettino,
un
quello che
su
gusti
se
sapere
prema
su-
si preoccupa
non
chiedergli notizie
e
(1)?
considerava
ogni cibo, il quale,
benedettino,
un
di
non
rigidissima,che
mangia,
de
de'
uno
regola
pare
riconoscere
et
mirum.
inopeni
appresso,
s'abbandonavano,
sunt
vere
monachi.
RITMO
IL
della
non
se
pascono
di eludere
E
di
vista
compagni
vigna?
una
ricorrendo,
difficoltà,
la
119
INTERPRETAZIONI
SUE
LE
i suoi
ch'eglied
risulta
cui
da
CASSINESE
di null'altro si
Ne
vi è modo
altri
come
cavandone
e
tentato, all'allegoria,
credere
già
non
quali
vivande
simbolico
in
educhi
letture
che
e
corporeo;
di
gustare,intenda
sia solito
il
intelletto
suo
l'autore
alla lettera
le
interlocutore:
primo
dimostrazione;
soddisfare
labore
niuni
ahstineri
pulmenta
sic
vino, quod
XllI
notoria
nart,
ed.
sceso
i fatti
cibi
verso
narrati
il
Rodotà,
Bòhmer,
della
ad
vigna
asserire
frutti
del
scoprire a quale
X,
o.
e,
abbia
voluto
p.
cerca
ad
che
un
la
i
di
di
stesso
p.
180
144-45.
di
e
E
di
nun-
se
non
nel
S. Basilio
colo
se-
schernire,
de
abbiezione
lo
Refosse
provano
il vedere
la
menzione
allegorico,il
si nutrivano
i
vigneti, che
il
il Rimatore
quod
E
{Roman
curioso
binja
alludere
quod
segg.
ridurre
senso
car-
liceat, ut
bibamus.
Renart
perfecta
quale
fra
c,
o.
esii
egrotos:
d'oltremente,
qual grado
l'ordine
quel tempo
filologo tedesco
vigneto, dei
sec.
111, 256-59). A
et
pubblicamente
bocca
per
parole,
ab
omnes
est, uti
poteva
ne
di
necessità
Strane
satietatem
et
con
giare
man-
sufficere debeant...
i benedettini
ghiottornia
dal
il
quanto
si sbracci
per
la
Martin,
(1) Cosi
mentre
degli italiani
scite
riu-
di
meno
debiles
non
ebrietatem
poeta popolare
un
come
poi
ad
del
luminosa
una
la
quod
omnino
preter
a
carne.
vivant,
monachorum
omnino
usque
corrotti
meno
mai
prova
quoiidie patribus
coda
tamen
quam
chi
debeant,
tare
interpre-
alla richiesta
cosa
fare
suarum
mento
mo-
risponderedall'altro
offrire della
non
sono,
pos-
mangiate, come
cioè facilissimo
manuum
duo
doversi
non
questi bisogni della
a
si de
per
dal
fa
»,
pretende
esser
di bere
e
queste domande,
voi
se
invita?
discorso,che
un
Ma
«
mantenervi
a
si
parole,quando,
sue
quali
(1). Non
ci ammonisce
stesso
l'altro
al-
dargli,
doman-
quali studi, con
linguaggio,con
nutra
e
l'Orientale,chiedendo
così
ripeto,reputare simboliche
che
di
motivo
cibo, del quale si discorre, sìa spirituale,
il
che
gnosamen
inge-
ha
era
un
Cenobio
(o. e,
tanto
Rocchi
vero
Gassinesi, ed
come,
invece
e
proprio
almanacchi
possedeva
p.
dei
52).
nel
120
IL
CASSINESE
RITMO
che, sia prese
a
in
conclusione
E
le
de'
monaci
che
essi
perchè la vista di
la
se
prima
conclusione
mente
vivere
a
bastava
vigna
una
citare
eser-
si
non
naci
mo-
senza
giare,
man-
saziarli. E
a
diviene
assurda, questa
è
di
questi stessi
avvezzi
erano
che
bisogno: se poi
verun
spieghiamo letteralmente, sentiremo
affermare
intendiamo
le
loro
la
hanno
non
noi
se
confessare
pie letture
con
perchè di farlo
curano,
INTERPRETAZIONI
Giacché,
più strana.
erudire
SUE
sia letterale,
conducono
allegorico,
senso
figuratamente,udremo
ed
LE
rittura
addi-
ridicola.
Se, spaventati, ed
quali siam
di
giunti,ci
distribuire
in
buon
a
rifaremo
altra
il
abbiamo
però
contemporaneamente
provi
infatti
vedere
a
sui nostri
maniera
parte le difficoltà che
se,
introdurre
il
tanto
dialogo parrà
sia
sulle
postiin
prime
interrogatosulla
che
solito
vivande
di cui
(1) Codesto
giustissimo,che
uso,
domande
ecc.
Ma
dritta
di
de'
per
dopo,
e
cade
sé
misterioso
sia
paese
consuetudini, di quello
sue
ben
tosto
che
l'Orientale
gli vien
il
suo
caduti
ri-
eccoci
mossa
coglie
ac-
sulle
curioso
in-
quale parte dal supposto, per me
all'Orientale
quello il quale muove
traviato
(ciò che
alle domande
che
il
che
controsensi,
più
conveniente
più
rimproverando
Rocchi,
alla vita
subito
più singolare
il
allora
andamento
un
altrui. Ma
sia l'Occidentale
intorno
la via
risponda
fatto
e,
primo ad
quello (1). Ed
e
la domanda
fa uso,
ha
che
controsenso;
inesplicabile
sdegnosamente
tale
dell'Occiden-
labbra
ammetta
assai
é
gravi. Si
all'Orientale,suonino
assumere
vita, le
sua
sulle
in
urteremo
ma
meno
bocca
remoto
interroghiegli stesso
nel
le
da
quale giunge
non
questo, non
logico e naturale; giacché
'Colui il
dialogo, eviteremo
altre
in
incongrui: si
il discorso
passi e tenteremo
incontrate,
meglio quei discorsi,che
riuscivano
alle
diritto,dalle conseguenze
conduce,
esso
dalle
sue
avviene
giacché
che
quali
fa
dona
preoccupazioni,abban-
anche
ammette
aveva
ai cibi de'
al
che
Bòhmer)
nel
l'Occidentale
rivolte all'Orientale.
IL
CASSINESE
RITMO
terlocutore, afferma
questo
Tebaide,
portare ad
seppero
ed
creduli
che
conclusione
vi sarebbe
non
della
a
voluto
vivo
verrebbe
contrario, esso
iperbolicoelogio dell'austerità
un
cui
in
la
Al
parte
panegirico
attribuisca,come
dito
de-
uomo
un
è mai
ignobilissimi.Ora
alla latina,
che
il
quando
chiude
con-
Ritmo
attribuito,ad
vada
probabile che
è
ad
regola basiliana,
della
biasimo
suonar
lui
per
sempre,
quale
nachismo
mo-
la rappresenter
onorevole
meno
il
del
parlaredi godimenti, se ignobili
celesti,osa
natura
possibile un
si
questo un'apologia
in
cose
per
in
Kitmo,
del
l'autore
di veder
quel Benedettino,
loro
gante
così strava-
una
benedettina.
greco,
per
ad
che
mangiare
mai
regola
risolversi
alle
fermare
fecer lecito af-
senza
venire
modo
tuttavia
nenza
l'asti-
però gli agiografi
prodigi, si
anche
Calabria,
ammirabile
di loro
nessuno
è
non
coreti
gli ana-
è certo che
veramente
mantenersi
avesse
orientale,
quelli della
più tardi
resto,dato
del
asceta
riferitori di
sapesse
E
bere.
né
un
poiché, se
;
grado
un
digiuno, di
il
più
e
senza
E
cibo.
toccar
vive
di
121
INTERPRETAZIONI
SUE
egli
bizzarra
meno
della
anche
che
LE
trattandosi
l'asserzione,pur
per
E
un
Cassinese?
Da
qualunque
parte si volga
v'è
uscita; né
senza
un
ma
fra due
contrasto
non
si
odo
ogni
di sé
(1) Op.
e,
p.
fatto, che
un
dimostrazione
e
in
de'
100,
n.
ordini,
cato
giudi-
aveva
come
Giorgi (1), che
obbiettarmi, che
tratti, lo mostra
diversi
intenda
esso
ad
benedettine.
le istituzioni
Eppure,
il
oltre
può stimarsi
non
appartenentia
ammettere,
nemmeno
improbabile
non
esaltare
può
solo il Ritmo
monaci
più
di sostenere
maniera
l'opinionegià esposta.Non
que
la via resta dun-
il passo,
senso
queste
toglie
contrario.
compagni
1.
di
suoi:
istituzioni
valore
Dice
Bidand'
e
uno
forza
dei
ahemo
si
ad
sonaggi
perpur-
122
IL
da
gaia
CASSISESE
RITMO
benitiu
E
Ora,
preparata.
di codesto
dove
claustrale
Che
la frase da
che
contribuito
fin
da
si
benitiu
allo stato
mettere
a
Per
la
più
il
persuasione che
nell'altro,finisse per
Eppure
di così
in
si è
Da
benitiu
da
italiani
ed
in
derivazione
sia
Sotto
che
ho
la
altro
in
corre!
Supposta
avremmo
Benitiu
ha
non
anche
mai.
dicono
offende
ogni più
abbia
in
un
nitiu^
be-
legge di
nota
benedictu
dato
è
volgari
domanderò
trasformata
essersi
sarà
non
avvertito
cui
la
la
il
chiaro;
fuori
e
che
ma
un
nitiu,
be-
caso
».
ad
una
Ma
celato
dunque
sarà
di credere
singolarità di
del
caduta
Beneito,
non
riscontrare
degli Spagnuoli
sempre
viso.
sull'av-
dei
quale
qual modo,
in
benitiu
volgarismo,
Benito
voce
o
supporlo soltanto.
0, meglio,
Rocchi
modo
un
intendere, così
Ma
benedictus
mostruoso
questo
11 solo
Non
il
in
metterli
nei dialetti meridionali
assurdo
errore?
(1)
ed
dei
di così grave,
cosa
potuto in questi stessi dialetti uscir
è
un
viola
(1)? Che
benedittu
quindi
ne
che
esser
nell'animo
o
dovuto
deve
ed
io, può la parola benedictus
forma
qualche
Benedetto.
qual tempo
può
non
sono
nedettin
apologia della regola be-
una
si
x^reparata
tutti,preparata
nostro,
avrebbe
che
inesplicabile,
quanti si
ingenerata
vi ha
essa
la
non
se
poi maggiormente
ha
componimento,
essere
vanda
vi-
giudicar quella
falsa strada
una
La
piìi impenetrabili le
e
al Ritmo
soltanto
essa
sarà
sia da
diradare,
sopra
stico
mona-
istituita?
piti fitte
qui affaticati intorno
dubbio.
altro
che
preparata
si volevano
rinvenire
può
componimento?
questo Santo
rendendo
che,
tenebre
Benedetto
da
regola
appunto
del
interlocutore
preparata
ci
INTERPRETAZIONI
più chiara, aperta, precisa allusione
una
«
SUE
LE
che
forma:
questa
(egli scrive),
da
Benito
d, qui neppur
notevole
a
essa
distanza
gli
se
non
Benitiu
sibile,
ammisda
nito;
Be-
RITMO
IL
del Kitmo
illustratori
da
parole
le
che
CASSINESE
benitiu
nel
occupano
esse
binja piantata^ de
0
componimento.
debbasi
dab
ab
(1) Colle
33,
l'uno
T
nel
si possa,
locuzione
anzi
se
si debba,
nella
Il Crescini
'de-ab.
da
in
delle
storico
d'una
tale
lingue
preposizione.E
ovvio
parlarilatini
abbia
in modo
pure,
la
parola
è del
che
veronese
in
da
accanto
come
rimanda
ad
sec.
un
XIII
ha
la
(Studi
ganno,
in-
il
però
mie
queste
affatto
poi
vedersi
(p. 6,
un
2) ha
n.
sicura
mitivo
pribattuto
com-
si possa
de-ad
traccia
ritenere
logicamente
ideo-
linguisticadei
nn'de-ab,che esprimesse
derivazione, provenienza, ecc.,
ho
mossemi,
per
attenermi
lo scrittore
ab
stimato
abbia
rato
consideuna
preposizione volgare
da.
Il fatto
dalla
soggiunto
Passione
Rom.,
V.
I,
e
p.
portuno
op-
all'altra,
come
FU.
alla
ricerche
initio,
di
pista
co-
periodo propriamente
che
a
spesso,
tratto
del
intendere
impedisce
veruna
opportunamente
esempio
e
Riguardo
citata
nel
luogo, che
tanto
occorre
benitiu
dell'evoluzione
punto
di
editori
dovesse
non
delle obbiezioni
in secondo
me
nuovo,
del
dato
gli
di
disparte quella congettura
quindi premessale
resto
mi
la verità
frase, che
e
un
tutti
non
io creda
potuto esistere
riconoscendo
espressa
ad
sebbene
nonm'
da
la
cod.
parole (cfr.6, 13, 32, 39),
si abbia
non
nel
qui, se
dabenitiu.
come
specialeil rapporto
lasciar
pur
che
le
Nota
sua
neo-latine
lettori; questa
i
Siccome
benitiu
essa
questa ipotesi, osservando
principio
Di
nome.
prima stampa
nella
dal
termina
caduti
linea
leggere
avventura
per
da
separato
di
benitiu^ ma
ogni stagioneporta
la 34.
son
come
fine
da
rata
prepa-
quanto si brama, che pasce
cui
scritto
m'ero
io
dMb
domandato
cod.
in
che
l'altro quale
in
è solito spezzare
che
in
quasi preposizione,
feda
per
benitiu
pensino
preparata
cioè da
considerare
cosi il trovare
Ci
purgata
benitiu
errore
da
caso
apparecchiata
bidandabemo
l'altre
con
una
protagonistidel
dei
uno
leggere,non
e
si rinviene
quale
venuto
di
Ritmo,
(1)
initio mundi?
parole
e
è
questo
perfetta,purgata,
è
frutti, nella
linea
in
che
luogo
al
descrivendo
sta
poeta
si ciba
enitiu preparata,
vigna, che
badi
tenpu fructata, che offre la^wr-
quale
scomporre
mondo,
del
Il
testo.
tuttu
della
gata hibanda,
bensì
Si
preparata?
proprietàmeravigliose; è questa
ha
vigna, che
vere
saputo interpretarea do-
hanno
non
123
INTERPRETAZIONI
SUE
LE
E
il
sola
non
Crescini,
Risurrezione
230).
124
IL
altrui
la
CASSINESE
RITMO
della
sola
E
LE
SUE
INTERPRETAZIONI
vista, non
sua
può
altra
essere
vigna del Signore,quella che simboleggia la
il regno
celeste,che
del mondo
Iddio
ai
vita eterna,
preparato fin dal principio
ha
quegli eletti
per
che
cosa
quali concederà
tutto
quanto
domandargli (1).
vorranno
Eliminato
questo ostacolo,che pareva a primo aspetto
asserire
insuperabile,noi potremo adesso più francamente
così
che
il
dei
monaci,
rimatore
ordini
fare
i
in
Vediamo
battuti
questo
caso
adesso
di
molti
basti
citare
la
son
voi
i tralci
s".
le
scritti
ristico. Ved.
p. 796;
2018,
goria
Jean
si
di
mio
padre
è
e
I
più
richiede
antichi
figurati a
come
terra
vera
di
Nulla
i
cui
ha
il servizio
e
la
un
si vuol
rata
raffigu-
la
Antiq.,
quindi
un
della
la
che
Chiesa
vigna
p.
euca
II
1880,
trita
della
troviero
{Hist. Littèr., XXIII,
monu
Paris, 1877
London,
rimato,
sermone
in
il mistero
anche
vigna
cristiana
solo
non
dei
1): «Io
sono
così
ricorre
nelle
dal Signore,
Aniiq. Chrétiennes,
la coltivazione
divino
Dio
(Ev., XV,
ed
poetivolgari.Così
pe-
tacere
per
coltivata
simboleggiare
des
paratum
della tradizione
vigna
ma-
frequenti
vignaiuolo...io
natarale
composto
paragona
il
?
qui
quaecumque
Giovanni
Christ.
of
più
S.
fin
vobis
e,
di
Chiesa
promessa,
Diciion.
Dici,
la
l'Autore
mèta, tentiamo
vigna;
documenti
idee,
giovassero anche
in
quali
dere.
ve-
dell'intricata
vigna piantata e
una
medesime
Donai,
dalla
tratte
luogo
Smith,
ecc.
de
Yigne,
di
Martignv,
W.
il bandolo
celebre
il Paradiso, la
ma
alla
mei; possidete regnum
ne'
Bibbia
vigna
riproducono
p.
dalla
quel
vera
menti
allegorie
l'immagine
sotto
e
le
che
a
i sentieri
34. Omnia
Matth., XXY,
ricorrano
22. È ben
noto
come
Id., XXI,
passi
dacché
a
Basiliani
fare
voluto
degli
discorsi
nulla
mundi.
carte
sacre
ha
condurci
forse
Patris
benedìcti
constitutione
tieritis.
mai
saputo
inesplorata.E
(1)Venite,
a
che
scena
bontà
coi loro
davvero
hanno
non
sulla
istituzione.
scoprirlo:e
hanno
non
via
una
qui
in
mettere
a
mirino
o
determinata
una
Benedettini
Ma
pensato
appartengono
l'apologiadi
come
mai
quali disputino fra loro
cui
a
ha
non
alle
di Fiandra
Li
alle
dis
cure
252).
de
la
che
126
da
è
RITMO
IL
CASSINESE
aggiungere
un'altra
Ecco
dunque
il Kitmo.
Il
fors'anco
credersi
cassinese,
all'undecimo,
proprio ingegno,
del
giovevole agli altri,si
indurli
per
nel
innalzare
sanno
non
scuotersi
a
più comprensibili al
ha
stimato
tempo
a
dettare
dei
delle
intelletto
di
(1) Uso
nel monachismo,
chiamato
che
che
con
alla
del
soci
cui
loro
resto
nella
più
volte
i due
dimora
come
è
la
naggi,
perso-
dedito
di
nome
personaggi
il
partito,non
si
cui
può
esserlo
dà
vedere
nel
sione
un'allu-
XXIII.
Se
(v. 30) coi
suoi
c,
conviene
altri
larghissimo
apostrofano,
o.
dizio
in-
verun
fratello,il
Rocchi,
si
Ritmo
di
rituale
spi-
personaggio
l'uso
mente
bile
proba-
perfezione
sicurezza,
a
ben
del
nel
però
la
l'Orientale, che
donde
trasparente
pare
monaco
un
abbia
fa
mi
se
incarnata
con
del
concrete,
foggiatidue
perchè,
trovo
chi
Evo
condizione,
monaco
l'Occidentale.
Medio
per
forme
veste
tori,
udi-
rozzi
simboleggiarechi giace sotto
quindi facesse
affermarlo
di
anche
ma
suoi
dere
ren-
per
prudente, vestito forse
e
considerare
e
è infatti
nel
si faceva
frate,
è
permetta
Erroneo
prova.
a
simboleggiarla, non
a
E
raffigurare l'uomo
a
dubitativa
dovesse
l'Autore
che
di
ha
magmi
(1), sta
forma
una
sguardi,
i loro
dei
coprirlidella
di
spirituale
; l'altro
vita
alla
godimenti,
terrestri
opportuno rivestirli
monacali
lane
non
torpore ed assorgere, purificati,
grosso
quali l'uno, vir
deve
un'esortazione
mèta
Perciò
dell'apologo,dell'allegoria.
dei
non
riuscire
stesso
piaceri oltremondani.
quasi palpabili,e
direi
che
efficaci i suoi ammonimenti,
più
solo
non
quale
di fare esperimento
desideroso
eccelsa
dal
dei
contemplazione
alla
monaco,
un
probabilmente
e
nel
fango
più
a
e
accinto
è
che, immersi
coloro
a
interpretare
precisionei limiti,ma
secolo decimosecondo,
posterioreal
cassinese
fioriva in un'età, della
e
con
anteriore
non
codice
nel
dubitarne?,
come
era,
determinare
si possono
fine:
avviso,si dovrebbe
mio
a
come,
poeta, che
un
alla
INTERPRETAZIONI
mutilo.
è
componimento
il
SUE
LE
E
p.
in
niun
modo
CASSINESE
RITMO
IL
l'impero dei sensi. Ed
regione ignota
una
LE
E
in
le
primo, che
ha
gioiedi un'esistenza,sciolta
ogni laccio terreno; gioieche dall'Occidentale, incapace
da
raffigurarsenealtre che
di
riputate simili
che
coloro
quelle,di
a
beato
di
deve
il
in
egli pure,
questo mondo
bisogno
proseguiva
ed
doveva
riprendere la parola
mondane
Ma
se
erano
non
a
l'altro della
celestiale,e che
dell'eterna
possesso
fallaci lusinghe,
e
gli
aveva
questo punto
i due
che
conseguire
faceva
gaudehele Jce Vimu
quistu nmndu
desiderio
sonaggi
per-
l'uno della vita terrena,
per
beatitudine
i
con
poeta, e, chiudendo
lo stesso
simboli
non
poteva
santo
componimento, avvertire gliascoltatori
suo
quel
induceva
un
quadro.
incantevole
tanto
un
in
non
quella soprannaturale felicità,di cui
dipinto
le
cibarsi,
senza
dialogo
ripudiate le
anche
se
qui. E quando
vive
se
il
così
lui, son
stupore la risposta,
e
dell'Occidentale
suoi discorsi nell'animo
conoscere
E
l'Orientale
ma
fa
non
incredulità
uomo.
da
egli chiede
interlocutore,
suo
un
esser
terminare;
di
fruiscono
vivande
accoglie con
paese,
protesta che
non
cui
le bramate
detti felici; perciò
son
rispondersiche
ode
siano
non
laggiù siano saporitee gustose come
vivande
il
da
giunge
oltremondana,
anzi
misteriosa,
e
posto parole che descrivono
e
al
bocca
127
INTERPRETAZIONI
SUE
e
il
dispregiare
mestieri
IValtru
perpetuo
face
mescre-
dehele.
A
chi
se
mi
ora
domandasse
molto
non
artifizioso pure
sia uscito
non
dalla
piuttostoegli l'abbia
saprei dare
a
mancano
In
favore
del
dell'una
cui
pongan
indicata
quale il poeta
come
due
la
mente
è
nostro
volte
o
altri,non
infatti
non
zione.
supposi-
ricordata
lieto di accordarsi
taluno
quale egli si
chitettato,
ar-
rimatore
dell'altra
gli uditori,
fonte, della
bene
prestito da
a
quella scrittura^ ben
alla
vedere
così
segno,
questo di-
abbastanza
mente
preso
che
categoricarisposta.
Argomenti
una
preambolo,
vuole
io creda
se
nel
ed
a
potrebbe
è
giovato
128
e
IL
che
RITMO
cita
CASSINESE
la
cui
fruire
Ma
delle
salubri
il Nostro
presso
solitamente
darsi
la
dai
che
giullariper
ogni modo,
non
ha
una
escludersi
ai
essenziali
del
di
formola
(1) La
che
troviamo
Laodho
(ed. ToBLER,
di FU.
ant.
di
dial.
158)
e
il
ital.
in
in cui è
dell'altro,come
(MussAFiA,
Zur
Fonate
morali
buona
e
mente
Uguzon
di
de
Cristo
(Mvssafia., Monum.
Ak.
der
XLVI,
Wiss,
torio
interpellare l'udi-
di
costoro;
presso
ma
non
adoperato quello di signori,e magari
in
questo luogo
Eatharinenleg.,
core
k.
gente
giullaresca
popolari;
di Gesù
der
stata
era
della Passione
l'abitudine
comune
di gente,
nome
compagnia
gente.
poeti
con
strettamente
quella essenzialmente
Sitzungsher.
menti
ele-
facile
sarà
cui l'umanità
235-39); gli autori
altri. Più
però casi
mancano
V.
conti
rac-
vevano
Evo, che descri-
sempre
pur
Rom.,U, 243);dell'Amore
infiniti
con
è
dai
anche
usata
(Studi
sì, ma
d'introduzione
di
e
singolari rapporti
soggiorno,da
beato
collegate,quel
però
raccolgono gli
si
manifestino
diverse
è
non
tradizioni
quelle leggende, popolarissime nel Medio
sotto forme
il rimatore
se
allegorico racconto,
suo
essi
come
giovato
anche
pure
autorità
accrescere
determinata,
fonte
divulgati.Se
suoi
tempi
avvertire
siasi
che
fosse
del testo
gherminella,essa
una
proprie parole. Ad
da
accessibili.
soltanto
menzione
alle
ad
potesse
questo pure
ai dotti
che
null'altro
fatto ricorso
tura
lettera-
la
gerlo
Evo, il poeta siasi propostodi vol-
volgo, perchè
adoperata
caso
quei componimenti
doviziosa
così
era
dottrine
potrebbe anche
di
uno
che
sazietà
a
(1).Si potrebbe in questo
sott'occhio
del
con
Signori
ai
silenzio,viene ricordata
del Medio
nell'idioma
formola
e
pareneticilatini,de' quali
monastica
prestitola
parlare, chiede
storia
che, avendo
supporre
tari,
giullareschican-
nei
a
suoi
dei
veracità
a
attenzione
letre^il livre,la
che
tolta
certo
quale, cominciando
la
della
stesso
egli ha
l'attorniano
INTERPRETAZIONI
testimonianza
come
racconti, a quel modo
da
SUE
LE
E
Alle
Wien,
sante
di
1885,
Buccio
p.
parole...
di
in
Ranallo
23): Signori, bona
RITMO
IL
bandita
CASSINE8E
129
INTERPRETAZIONI
SUE
restre
primo parente, il paradisoter-
il delitto del
per
LE
E
dell'antichità,
(1). Questo ideale paese, già sogno
nelle tradizioni raedioevali è quasi sempre
plaga deliziosa, collocata
una
d'ogni tesoro, abitata
quale Iddio
avventura
per
non
la
non
infermità
Perde
veruna.
paiono giorni
ogni
lui che,
per
la
giunge
soglia vietata,
la
né tristezza, ne
sonno;
del
nozione
giovane
cora
an-
sofferenza; non
alcuna
freddo, non
sete, non
Chi
mondo.
varcarne
bisogno,
tale
dagli angeli;
principiodel
scoprirla,a
a
più alcun
prova
fame,
la creò al
come
oriente,ricca
nell'estremo
custodita
e
descritto
i secoli
tempo,
quantunque
sempre,
gravato dalla spoglia corporea, diviene simile alle angeliche
di queste
intelligenze
(2). Ora le fattezze principali
(1) Ved. Maury,
Didot;
(2)
A.
Paradis
le forme
maggior popolarità nel
che
quella
alla
latine
de
in
Roman.
de
S.
S.
Stud., 1, 353
vides
fuisti
nunquam
est
namque
della
questi che
della
NovATi,
insula
esservi
dai
vernant
studi
potits
et
ubi
critici
eximios
gramine
e
antichi
letterari.
de
e
di
unum
de
aut
steriori
po-
la terra
aflBni
molto
de' cieli
cristianesimo
era
presentato
rap-
come
s'inebriano
odores
un'iscrizione
;
Dies
particolari
gemme;
paradisi regnat
potu
redazioni
Brandani
regno
niera:
ma-
per-
Per
cooperuit.
Nelle
beati
i beati
rivis, dice
mundi
descrizioni
dalle
del
cibo
te
hic.
tesori
confluiti
initio
nox
navigatio
fronzuto, dove
per
ab
questa
in tale
vestimenti?
aut
tenebrarum
sive
in
è descritto
paese
nec
,
Seefahrt
merveilleux
voyage
gustasti
non
sonino
tempi più
perpetuamente
Brandans
Le
celeste. Infatti lo stesso
de' fiori. Inde
continuo
aut
legende
d'altri).Orbene
tacer
profusione di
una
Gerusalemme
verziere
cibi
Brandano
La
(ved. Jubinal,
\istainsula^
eccitate
debbono
fin
ita
mente
principal-
irlandese
monaco
meraviglioso
Peregrinatio
offre
promessa
e
oppressus
ulta
sine
del
segg.; F. Michel,
modo,
in hac
es
menzionare
devesi
Paris, 1837, Sughier,
il
Indiges aliquid
annum
viaggio
Paris, 1874, per
leggenda
Sicut
Evo
Sanctorum
Brendaines,
antichissima
enim,
il
narra
Brandan,
manet.
Medio
Repromissionis
terra,
Enciclopédie,ed.
in Nouv.
Terrestre
(Torino, 1871).
leggenda del paradiso terrestre
le quali codesta
sotto
leggenda ha conseguito
La
Graf,
Tra
Le
del
un
fumo
pro-
Tempore
cristiana del
9
130
RITMO
IL
CASSINESE
descrizioni
fantastiche
ci
è
In codesto
mosso.
altro
un
di
una
IV
secolo,
141,
p.
dal
fnt., 1843,
2)op.
(1)
Le
gravi
di
cfr.
p.
131
Rossi, Inscr.
e
nella
gli
e
i suoi
ed
che
vigna,
si cfr.
deu
il veder
appunto
del
tutti
dei
uno
nella francese
non
que
Legg.
biens
eri
li lius
cfr.
IV, 265). La
alla
famiglia
celestiale
nei
suoi
in
ticolari
par-
leggende ricordate,
nel
paradiso deliziano,
raffronto
tavia,
tut-
stica
la mi-
rammenti
di
dimora
balia
plus
cele
e
trad.
est
lor brama,
Chi
che
questa è
Qiien
rover
vigna, de
de
in
ad
tempu
le
105);
ses
e
bons
en
suurs
l'immagina
nel-
Isengrin per
più lusinghiere
De
iloc trover...
Ren., ed. Martin,
tuttu
tuz
p.
p.85).Anche
nepoùst
quelle piante meravigliose
sono
c,
delle
una
leggenda
perdrat,
descrive
Renart
nella
De
ci estrat...
o.
dilettava,
Comm.,
ili.la D.
ne
noi
a
S. Brandano
presi (Michel,
pozzo,
rien
che
:
che
piacere
volitntet, Cel
sa
garnis (Rom.
stessa
e
(v. 70).
tenete
concepita,ogni
», dice
altrettanto
nel
attrattive: N'estovoit
Ogni
compimento
et truvrat
scendere
lo 'm
appena
«
paradiso terrestre
toz
disduttu,
delectamo
petite tuttu
si afferma
dis Vaurat
a
o
discono
impe-
le
può istituire. Si
si
causa
terrestre.
a
plentet; Qo
indurlo
gloria, il
compagni, risponda
Santi
ci
Cassinese
Ritmo
tanti
più singolariprivilegi,de' quali godano gli abi-
paradiso
gliabbiavamo
est; Tuz
Poés.
Méril,
penetrarvi. Qualche
a
adempiuta,
italiana (Villahi, Ant.
mira
I,
qualsiasidesiderio:
appaga
Quantumqua
è
Romae,
oltre:
più
Orbene;
Du
(1).
(1.tutt'a?) quella binja lo trobaio... (v. 56-56);
tutta
e
nel
dei
riescono
qualecumqua
en
dire
non
di frutti
Urbis
p. 574;
quale, giusta
privo d'interesse,
non
per
adorna
la cUgnitate, la
promessa
che
avventurati
nell'estremo
contemplazione
Christ.
c,
esistono
quanto
terra
si
segg.
che
alla beatitudine, della
fruiscono
o.
donde
paese
nella
appaga
Martigny,
lacune
l'Orientale
vivono
cui
si
De
E
verificare
quella, che
letizia; ogni bisogno vi
vigna,perpetuamente
edita
317.
n.
fa del
eterna
regna
brama
mirabile
in
parte del mondo,
remota
mondo,
acqueta, ogni
si
Kitmo
anche
soggiorno,collocato,pare,
Oriente, nella più
in
INTERPRETAZIONI
appaiono
del
degli interlocutori
uno
SDE
LE
E
VI, 619-20,
e
fructata, appartiene
quali crescono
ogni stagione cariche
di
frutti,
nella
come
RITMO
IL
lo
adesso
dirò
non
CASSIXESE
la Terra
sia
dei
promessa
chi compose
già le
codeste
est,
nel
queste ragioni
si è
le
moenia
P.
80)
; e
e.
movesse
II, in
S.
coelicos
cives
Acta
negli
inhabitare
ottiene
possa
non
pare
per
antica
tradizione
Bollandisti
buon
il Medio
uno
S.
i codici
ve
nel
catalogo dei
in
Monte
si
ancor
(Garavita,
o.
(Garavita,
un
intitolato:
uno
o.
c,
De
I, p. 288), che
rifacimento
del
terra
non
turato
l'avvenil
tempo
t.
che
e
fiorito
prannome
so-
quale
di
gende
queste legpoeta;
il nome,
ma
sissimo
famodovesse
Brandano,
di
S.
credenza
fosse
inscritto
conteneva
nel
secolo
arditezza
di
Di
sec.
la
scritti
repromissionis
meraviglioso viaggio
che
e
del
cadere
gli
I
abbia
cit., p. 603).
fra
una
Benedetto.
Benedettini
sul
sarebbe
Bollandisti
Gassino, perchè
Santi
1, p. 283);
costui
Ili,p. 378).
S. Brandano
conserva,
c,
del
che questa
Gassino
1584,
X.
regola
{Acta Sanct.,
Diacono, l'operosissimomonaco
registra
stimare
Evo
toglie che
non
{Paìi-
ferebatur
dai
come
in Monte
alla
naviganti
il nostro
notare
assai
dubitano
ciò
ma
ed
ai
Sanct.,
irlandese
ascritto
Angelici
stesso,
memoria
far
riverito
e
dire
esemplati
era,
alla
monaco
il Tritemio
ancora
Brendani
Pietro
ne
ne
caro
lo diceva
fondamento;
tutto
del
in Acta
ricercare
a
presente
Europa,
vero
per
lo lasciasse
fra
tutt'
Carthaci,
diso
para-
come
citati
leggende pie
inopportuno
doppiamente
suonare
per
tuttavia
S.
attenterò
avuto
aver
nelle
del
fama
qua
da
Ritmo,
Viterbo
Brandano
S.
in
Francofurti,
etc.
Maclodii
S.
(Acta
mi
non
pure
Elia
da
un'isola, in
verso
d'Angelo ( Vita
mi
Script,
Sanctor., Maii, III,602).
(1) Così
nel
atti di S. INIaclodio raccontano
Brandano
scopritore, ne
ed
Goffredo
viaggio
Germ.
Pistorius,
gliantichissimi
con
Enoch
senti-
Fmctus
:
riferisconsi.
esso
modo
a
il
Draconzio
che
zionali,
già tradi-
angelici gli abitanti
dicono
il
creazioni
proprio come
che ad
leggende
brettoni, de' quali descrive
theon,
chiamar
a
tenent,
nostra
E
anni.
inferirne
d'altronde
(I,63)
nesciat
indotti
in tutte
terrestre
cives
Hexaemeron
suo
queste
elaborandole
E
partito(1).
tempora
cum
si debba
rifoggiandoleed
cavato
fra
o
troppo singolarirassomiglianze
e
il Ritmo
descrive
annos
troppe
conosceva
Deliziano
certo si è che
ma
non
abbia
ne
suo,
Santi;
intercedono,perchè
che, pur
e
131
INTERPRETAZIONI
il Paradiso
proprio
la nostra
rappresentazionie
SUE
LE
tasia
questa terra idoleggiatadalla fan-
che
Kimatore
del
E
ve
più,
XII,
Vita
propri
seguente,
Sanctoruni
soverchia
Brandano.
132
IL
dal
mento
E
tutte
quale
LE
SUE
INTERPRETAZIONI
queste narrazioni
il medesimo:
sempre
pur
CASSINESE
RITMO
sgorgate, è
sono
mento
quell'aspirazioneall'annienta-
pieno del corpo, all'assoluta prevalenza dello spirito
sulla materia, aWalta
le
religioniil
(1) Alle
ho,
non
supremo
di dimostrare
competenti,
XI,
mi
e
basti
1,
Zingarelli,v.
p.
277),
(Giom.
Slor.
il
da
in
me
personaggi
abbia
personaggio
umana
(o.
e,
così
mi
non
collega,
più
da
me
da
attribuirsi
sere
farlo
A
dialogo
nel
che
dai
impossibile
Grescini
sia
pare
primo
Ritmo,
e
è,
abbiamo
sei versi, che
cavare
così
invece
sono
e
che
una
come
vale
c'è
se
hanno
dire
borarle
corro-
le
un
parole
alcuno
che
cosa
la
con
quale
riesce
che
ad
il
concia
mal-
assolutamente
al
fatto
che
al
discorso
attaccar
alcuni
si
tale
mor-
si inizia
talmente
»
l'es-*
rappresenta
rappresenta l'essere
pensato
l'Orientale,secondochè
egregio
trovare
che
già constatato,
a
mio
di
»
mobile,
senza
qualsiasi intorno
certezza
sicuro;
«
l'Occidentale
rimangono,
ne
mortali
dubbio
senza
quinta strofa,
come
l'Occidentale,
non
la
cenno
forma
in
opinioni del
quale egli
«
meravigliose,
è molto
afferma
il
quindi che
venuto
permetterò
l'altro interlocutore...
apposta,
Ritmo,
mi
stima
non
creature
farne
a
pago
rientale
l'O-
che
partitii due
regioni
si cammina
le
{Nota
così
crede
le
Pércopo
interpretazione,
angelo
un
confutare
è questa, che
Ritmo
mia
non
di
quale
con
il
s'immaginano
sul
la
Philol.,
il Cresclm
ammette
illuminare
Solo
curato
ac-
un
oltremodo
Rom.
460),
267),
alla
ad
sta
giudici
tale l'Occidentale;
all' Occidentale,
invece
celeste, mentre
».
a
di
prova
fùr
p.
non
«
all' Orientalo
bocca
dal
rilevi chiara
e
egli
che
sicurezza
in
poste
male
argomento.
la
eccessiva
p.
abitatore
addirittura
ma
dilungherò
tanto
IX,
crede
un
il terreno
d'alcun
po'
sia
dal
7). Siccome
io
XV,
luoghi, onde
sovrumano
ritrarre
a
due
v.
egli
;
da
Zeitschr.
significatoallegorico; e
Deliziano,
del
forse
cose
alla
regge
accostandosi
celeste, ma
dei
l'indicazione
che
più
l'essere
sia
Ital.,v.
pur
il problema,
{Storia della Letter. Ital.,
cfr.
e
quali
interpretazioni
delle
accoglienza
(Romania,
Letter.
ninna
il Gaspary
418:
p.
citata).Quest'ultimo però,
dissente
buona
citare
Meyer
della
che
Gassinese
fatta
colle
e
scioglierevittoriosamente
soprattutto
Ritmo
è stata
esame,
di
(1).
esponendo,
venuto
sono
s'intende, preteso
ben
qui escogitate del
trad.
io
insomma, che è in tutte
dell'ascetismo
scopo
che
congetture
ma
sin
nicliilitade
interpretidel
altri,ai quali io
mi
unisco.
UN
POETA
DIMENTICATO
Pochissimi
daelli
ormai
lui
al
coU'ultimo
tempo
La
brevità
cui
spentosi
in
raccolte
e
più
tardi
città
alcun
serbate
obliate,
stessa, che
se
nella
primi
noi,
eventi
lustri
e
del
nepoti, per
qualche
passi dell'uomo
mondo;
versi
fatale
morente
la
il
ruinosa
a
fu solo
Redaelli
che
vide,
doveva
trent'anni
caduta.
altra
ne
In
mezzo
più
svoltasi
sembra
grandezza
di
a
degli
tissimo.
remo-
evo
della
i
voluzion
ri-
primi
gesta atterrire
deplorò
a
è
che,
scoppio
sue
Nella
età, spettatori
adolescente,
colle
vennero
non
fantastica
lo
rime,
sue
pur
meravigliosa
innanzi
anno
cellosi
pro-
caso.
nome
suo
declinante,
rievocazione
le
e
quell'epopea
or
la
raggiungere
per
pochi superstiti di
secolo
dall'amore.
amica,
mano
una
e
giovane infelice,
provincia,
giunsero
di
e
di
del
i natali, il
gioventù
francese,
il
diede
degli uomini,
Nato
noi
dai
non
da
tempo
a
se
gli
loro
tardi
non
e
di
città
musica,
avvenimenti
gli
il ricordo
tosto
modesta
una
rammentato
nei
ben
vita
poeta
aspirare;
poteva
soffocarono
al
vietò
dati
raccoman-
gentili di quel
cuori
dalla
commiato
dell'esistenza
fama
quella
ai
che
versi
i
della
e
Re-
del
nome
penisola,
rima
della
mesto
il
ripetere
la
tutta
qualche lagrima
strappare
a
udito
per
incanto
duplice
valsero
vivo,
canzoniere.
suo
ricordano
hanno
ne
il
e
Italia
in
pochissimi
;
volarono,
pur
E-edaelli
Luigi
Giovan
DIMENTICATO
POETA
UX
tanta
con
gli
timi
ul-
grandezza
138
UN
vicende
di
la
adunque
nei
colla
narrazione
questa la
maestria
che
studiati.
quasi che
i suoi
E
da
tutti, mi
distogliermida
tal
valse
il
molti
arriccierebbero
poesia
il
del
risata, quanto
un'Arcadia
d'oggidì,vermi
di
far
meglio
al
Ma
vino
lasciam
torniamo
al
quale avrebbe
tolto
alla
di
siete
un
alla
che
che
che
narrare
a
documento
della
non
poesia. Né
sospetto? la certezza
i melodiosi
leggendo
naso
esclamerebbero
Oh
Arcadia!
tanto
amabile
a
lo
conati
Eedaelli
che
che
tante
come
alla mente
vanitosi
il
niale
ge-
tanto
rete
scor-
perle
bisbiglio
gentile
una
di
certi
farfalle,i quali
Dio
che
e
manda
cantar
se
che
un
la
all'amore, alla
morte
già
poetucoli
nan
inni
non
sanno
al petrolio,
hanno
!
ingrato,
suono
qual fosse,
mostrare
tenteremo
potuto divenire
e
argute,
bevono, alle donne
questo tasto
e
preferibili ai prodotti di
bestemmiar
non
fin
e
Gaia
».
scoppiettìo di
sempre
si credono
che
sdegnosi:
malmenata
poeta
ricliiamate
pur
ai
immaturamente
fama.
dico
amoroso,
nuova,
sempre
argomento
festevoli, strofette
colloquio
un
e
parte, dimenticati
ingegno
nonni,
fil d'oro; voi che
un
sentito
più ispiratiinsomma
nuovo
poeta ed
nostri
penna
perituro,
sinceramente
trarre
suo
che
derisa, canzoncine
dalla
facilmente
in gran
d'anacreontiche!
dei
che
disegno,da qualche tempo vagheggiato,
sospetto, ma
facitor
giorni, dell'amore
forma;
porgere
del
troppo facili versi
Un
di
piacque
attitudine
delle
quello che commendevoli
essi, inediti
semplici casi, a
mediocre
da
di
si estinse
e
Ma,
ricordo,non
d'affetto
sapienza
e
di fortunosi
storia.
sua
1
si offre
non
d'affetti; fu infelice
ha lasciato
espresso
per
e
suscitare
versi, più caldi
suoi
sinceramente
di
poeta
gli amareggiarono
che
confortò,esso
«
nostro
tumulto
grande
sventure
li
a
del
vigore degli anni;
nel
DIMENTICATO
vita
breve
opportuna
casi
POETA
non
desta
l'avesse
invidia,
1802,
Nel
la
abbandonata
educazione
pertinace
inoltre
nuovo
lui
per
le
che
uomo
era
di
severa,
il
giovanetto
da
se
in
non
latini.
Forse
fonti di
immortali
dalla
italiani alcuni
ebbe
componimenti
ben
(1)
Era
Al
Brugnoli.
di
portare,
(2)
«
sui
padre
di
dello
già
di
famiglia,
esaltate, col
quale
Epist. di
Redaelli
Antonio
primi
;
«
scrivere
U.
si
di
Sante
scarsa
balda
dai
come
e,
rileva,
si
giovinezza ap-
1785
da
i tre
nomi,
Rossi
secolo,
Foscolo
v.
aprile
autore
dimenticate
tanto
F.,
tanta
Luigi
che
Luigia
e
solito
era
Luigi.
questo
il
ch'egli aveva
conservati
ricevette
scrive
»,
disse
di
10
il
battesimale
Giovan
Si disse
fiorito
ved.
fonte
non
questi anni
Cremona
in
nato
quelle
di
il dono
estemporanei
(2). A
meritata
poeti greci
verseggiareimprovviso con
di
dicare,
giu-
lecito
meditazione
dalla
spontaneitàda conseguirne fama
suoi
di Milton
frammenti.
è
dei
cura
poesia contribuì
ricevuto
natura
aridamente
troppo
dell'operasua
distorlo
a
tumulto
nel
tivò
geniali della poesia: col-
in versi
modo
ugual
d'indole
e
lingua inglese, e
rimane
quanto
allora
studi
la
amore
una
universitaria, più
spensieratavita
Shakespeare volse
Però,
e
ogni
gli
di
giogo
cultura
di
cari
per
ristretta, poiché
ma
,
disciplinegiuridiche,
(dicesi)con
il
sfornito
della
insegnate, ebbe
e
e
soltanto
Kedaelli,
Bologna
a
leggi. Scosso
delle
rigida
non
padre
suo
paterna, recavasi
casa
allo studio
attendervi
(1),Giovanni
ventenne
ancora
non
13"
DIMENTICATO
POETA
UX
ebbe
riflessione
e
non
non
una
senza
suole
delle
adesso
I, p. 8-10; in
già,
(non
sua
quanto
che
d'accordo
un
tempo
un
vivace;
assai
inedita
ragione,
andar
di
Massime
polemica
una
letterato,
ignoto
lettera
il
sul
talento
col
genio
140
DIMENTICATO
POETA
CN
partengoiio,io credo, molte
in
raccolse
picciol volume,
dell'estemporaneo verseggiare. La
privilegiodi
improvvisare
prontezza,
e
Sul
che
luogo
inutile
nel
650
ms.
fantastica
dal
ricavo
Voi
incerti
della
carteggio
di Lucca.
Divina
rendeste
avervi
tre
anni
mente
le belle
il vostro
Sia
vi
pur
vostro
posso
Ma
non
alla
scritta
conservato
molto
l'ortografia
Mantengo
sono
udita
ore
voi
con
col
però
piacque
vi
che
a
negli
Elisi
me
da
diriggo
Tognetti,
l'Esule
cissimo
quell'altrodolil
vi ottenne
di
maggiore
giovine,che
un
lusinghiero,fidato
foglio priegandovi
questo
della
mai
pingeste
ne
rimembranza
encomio
con
di
Canova.
deli' immortale
no
col-
scordarmi
mai
usciranno
Corinna,
ancor
balbettante
chiesi
Psiche
di
voi
ospitalepresso
vel
i
segnando
che
voce
mi
né
mensa
a
quale
di animare
cortese
passate
o
che
me,
potrò
non
Bologna,
in
serbiate
voi
la mia
io
ma
:
descrivendo
lagrime
che
di
framischiare
versi
la bellezza
le
1814.
Dicembre
20
Cremona,
quell'arteDivina,
di
vie
vostri
incontrato
che
premj,
nelle
osai
canto
Ponto,
de'
lui
donna
celebre
rammentarvi
saprete
passi
de'
del
non
Amarilli
ma
mal
forse
l'armonia
no
io
dell'originale:
Pj.gg
più
addestrato
meglio
da
lettera
curiosa
«
primi
la
concetti
per ciò i dati necessari.
una
Governativa
della
volte
più
vena
gli improvvisatori
fra
gli spetta
pubblicar qui
Bandettini, che
con
ammirando
sua
il
e
».
portar giudizio,mancandomi
invece
credo
penna
ricca
talento
poetico
a
onore
della
maneggio
dalla
il
ebbe
l'udii
mille
agevoli argomenti,
non
una
distinzione
senza
altri
con
quale sprigionava
farebbero
ottener
per
però del Redaelli
musa
lo
dati
non
«
l'altro genere
e
successo,
sopra
colla
che
modi
nel
l'uno
trattare
felicissimo
uguale
simo
quelle poesie ch'ei mede-
di
all'animo
di
sincera
risposta.
Certo
Giannini
Improvvisatori
vantandosi
Ecco
di
quanto
si prepara
ad
del
è
egli
stato
essere
di
bramo
un
secondo
un' informazione
la
mia
condotta.
veramente
Un
da
da
voi.
giusta
di
il
per
11
Cremona,
chiamare
di
qualunque
Febo?
quest'uomo
m'obbliga
della
egli
niente
che
conoscere
risultato
Amarilli
Non
ne' misteri
iniziato
Amarilli
viaggio
nipote
Nipote?
vostro
sapere
fannosi
quelli, che
di
numero
ad
sumere
as-
quale regolerò
egli siasi
me-
142
Ma
in
delle
sue
dichiarazioni
bella
una
che
quella
di farla
decise
giorno
e
troppo lieta esistenza.
non
al Redaelli
disaccetta
fra le
più gravi
ostacolo
tutti,un
cento anni
anzi
anglicano cui
angolo
lieve
ben
gravissima,
era
di terra
fu
alcuno.
in
breve
Per
insieme
Ne
oggidì
i
per
doveva
comporre
più,
prefazione,
malattia
Li
29
componimenti:
ma
agosto
assai
1805.
della
infelici
forse
per
un
spoglie della figliuola
l'Italia
e
eccitavano
non
cinque
sua
sarebbe
Provenza
parte chi freddamente
guarigione
e
sciolti,e cinque,
(1)
14
religione;
apparire difficoltà
negato in
pietà e sdegno,
tanto
querele del pastore
Le
le
scere
cono-
figlio.Ma
non
se
logna
Bo-
nuova
ora
diversa
invece
religiosoaveva
d'altra
una
dato
dal
estinta,echeggiavano allora appunto per
sollevavano
in
rendessero
contratta
insormontabile.
dove
non
della
si chiuse
celebrato
è
noi
curò
non
protestante,e questo, che
innanzi
l'odio
Corsero
famiglia.
nella
A
quella
rono
trova-
e
poeta
l'unione
forse
infatti
la fanciulla
un
fu
nozze,
singolarmente
considerazioni
quali
ispirato,
condiviso,
il ventenne
quindi per
(1) cominciò
corse
ac-
parte, acri risposte
una
ritorno
lei
del Redaelli.
padre
le vietate
al
si
innamorati
due
il matrimonio
in cui
da
dell'amore
fermò
la via
incautamente
Dal
il
giovane,beato
il
dei
rimproveri da
l'opposizionepaterna,
così
i voti
famiglia,
come
e
l'amore
divideva
avverso
amari
dall'altra:
perdutamente
di nobile
dimora;
città preso
Ma
sua.
ostinatamente
certamente
la vita. Non
gli esacerbarono
che
saggia fanciulla,nata
la fanciulla
che
ogni felicità,provocò
glistudi legali,s'innamorava
e
in
aveva
di
lui
per
sventure
terminati
ancora
di
gravi
le
invece
legame che, mentre
volubilità,un
di
origine
poteva divenire
poeta incontrare, a dispetto
ilnostro
doveva
Bologna
DlMIiNTICATO
l'OETA
UN
epigrammi.
stupore
cioè, due elegie
un'ode,
;
E
vi
ragioni po-
sonetti
donna
se
di
23
alcuni
carte.
trebbe
biasimar
all'età
giovaniledel
colla
è
questo
mutate
consueta
nella
Che
ignota
Immenso
lo frena
ragion
pari
d'ira,
agi
Sotto
Ma
Ed
ho
in
pietà
l'alma
e
la pace
e
colpi
piegare
Questa onesta
la
e
so
a
dalla
lato di
in
che
mai
i
del
la
cuna,
lacerare
fortuna.
amaro,
cangiarmi, imparo.
turba
nobile
volgare
parer
fanno
sdegno
dei
mìo,
versificatori
mente
indegna-
non
quei pochissimi,quali il Foscolo,
alla
universale
d'adulazione
prostrati. Il
cremonese
sento:
ascolto:
verso
servilità
i
libero
si riveleranno
dinanzi
animo
e
del resto
il Ceroni,
si
non
chiarono
mac-
di
viltà
ai
quali
potenti, né
caduti, calpestando gli idoli
prima
sue
mezzo
stento.
doglia alcuna;
per
tempo; lo collocano,a
a
perdono:
l'accento.
pianto
verso
non
sua
stolto,
alterezza, questo
il Kedaelli
suo
o
voci
mi
età
soffrir,non
a
le
libero
discordia, l'amore
i lor
a
m'apprestar
tenera
men
a
volto,
oltraggio io
e
di
or
costretto
al petto accolto,
dentro
del
La
d'amor
ho
il
a
lo spavento;
Beneficio
Ma
nelle
m'è
volgo iniquo
Gli
eransi
pinse
del
Libera
emergere
mi
non
fuoco
necessari
chieder
però piegarsi a
deità
l'amore
al-
sopperire ai bisogni della
Sprezzatore
Or
verso
sebben
per
malferma
E
del
agiatezza; ma,
pallor mai
Vile
presto,
Insieme
i mezzi
volle
famiglia,non
nuova
condizioni.
sue
po' spensierata
un
quanto fossero, dopo
anche
ad altri modi
ricorrere
le
pensi
se
la vita. Ben
tutta
accorse
padre egliperdeva
del
vivere
legava per
certo, il poeta si
tale avvenimento,
padre,
del
ed alla facilità
Redaelli
si
quale
condotta
la
troppo
148
DIMENTICATO
POKTA
UN
la
anche
retta
scienza
co-
meglio
di cui parleremo fra poco, calde
poesie politiche,
ira
contro
patrio e di generosa
ogni tirannide,
qualunque
fosse la veste
che
l'ascondesse.
144
ON
Gli
anni
intanto
sposi
le
speranze
r
vecchio
DIMENTICATO
trascorrevano:
era
giunta
che
il
la
di
d'
invece
di
veder
vani
gioma
il
placato
Nell'animo
acquetarsi
due
i
bambina;
una
nutriva
dileguando.
ira,
rallegrare
a
nascita
Kedaelli
andavano
si
padre
POETA
immite
del
dal
vigore
traeva
,
arti
tenebrosi
coi
neri
Questi
la
contro
l'onore,
ed
la
dagli
che
vita
amici
che
versi
trame
è
dir
a
la
sfogava
piena
cordoglio:
Dalle
Senza
Da
Vita
il
Non
al
piena
di
Ma
se
Della
E
innalzo
talor
con
la
furor
cinto,
tinto,
inchino;
fronte
lume
divino
estinto.
quasi
è
sentimento
un
brama
funesta,
ferro
il
mio
sorgemi
man,
figlia l'imago
l'insano
la
mali
padre
frenasse
Troncherei
invidia
trascino.
ragion
de'
destino,
vergogna
poter
di
casto
dolce
se
di
spinto,
miglior
bieca
e
e
fortuna
bando
orribile,
bollente
Dalla
E
insidie
misera,
Di
E
di
speranza
vili
D'ira
in
paterne
mura
e
converte
il
colpo
in
quali
per
di-
conduceva
rimastigli
non
sua,
indegne
riavvicinamento,
vergognose
felicità
dalle
sappiamo
non
ogni
colori
delle
questi
in
rendere,
a
consapevole
fatto
suggestioni,
impossibile
più
lontano.
perfide
quali
disegni,
pingeangli
era
i
alcuni,
di
figlio
dalle
alimentata
tempo,
tormento.
accanto
arresta
pianto.
in
ordite
quanto
dell'ira
il
patria,
contro
ne
e
frisse,
sofdel
145
DIMENTICATO
POETA
UN
II.
Dalla
in
momento
di
invettive
(1),e
un
amare
quella dimora
anche
natale, quantunque
città
cruccio
in cui
dall'ira del
nato
era
sconforto
cresciuto,
Da
dalla
di rivedere
le persone
queste
sovra
una
al
e
care
nei
qui
lieti
egli dimenticava
rendevan
tristi i
suoi
celebrare
la donna
(1) In
sonetto,
di
cui
Albergo
Cittade
calunnie
Ove
Le
e
d'averno
tue
mura
critici
e
e
tutte
le
quale
esercitava
gli
un
tiche
anacreon-
si
sì
piacque
grande
sentina,
atra
viltà nutrita,
di
ebbi
pur
vita,
la
volle
ira
di
frodi
empia officina.
ogn'opra
e
la
Inghiotta d'Eridan
NoYAti, Studi
che
sventure
riporteròle quartine:
iniqua, ove
cieca
le
sotto al
nome,
gente
a
la
l'ingegno,
saputo conquistarne
amorosi
infamia
ed
mezzo
terrotti,
appunto in questi suoi in-
gentileche
sozzure
Come
è
versi
Elvira, mentito
Di
fra
soggiorniin patria,che egliscrisse
brevi
non
Di
colla bontà,
talvolta
giorni.Ed
più parte dei
un
cuore,
in
festeggiato,
sempre
colei che
a
il cuore,
ad
suo
convegni, dove il suo
ricca vena
poetica lo
colla bellezza, aveva
grazia,piìiche
la
e
sempre
accanto
ma
i
in Cremona
desiderio
rimaste
E
desiderato
agli amici,
mato
fer-
aveva
prima giovinezza,il
spiritovivace, l'argutaparola, la
facevano
sapeva
tutte, alla quale erasi legatodi più che
amicizia.
aifettuosa
vietata
non
Bologna,ove
stanza, tratto tratto lo riconducevano
ricordi incancellabili
scagliasse
padre gli fosse
e
il Eedaelli.
però star lontano
di
e
lei
di
contro
letterari.
tua
divina;
rea
s'imita.
gente aborrita
l'onda
vicina!
10
e
146
influsso
soave
nei
(1),quale egli stesso
di lui
su
DIMENTICATO
POETA
UN
lo descriveva
seguenti sonetti:
Impetuoso, altero, intollerante.
Se
l'amor
Me
feano
m'accendeva,
assai
tiranno
E
Or
amo:
Elvira, dinanzi
Ogni
pensiero, ogn'
Dei
mai
Atterrirmi
io
Or
che
La
bionda
(1)
Fu
Elvira
un
ton
Amore
il
E
que'
taluno
errore
sarà
pili,e
poeta
chiede
si
vuol
mi
ha
core
tu
spezzar
ed
far
beato.
lei versai,
per
bel
incatenato
stampato
sua
moglie;
le
di
seguenti
luna
per
nel
col
il
»,
potrai.
non
anche
trasporta
lagrime
mai,
atteso
che
felice.
''prezzato,
nome
lume
a
sarò
appiè n
e
provarlo
a
ultrice;
sciagura alcuna.
cantato
avesse
aduna
può
creduto
inedito, scritto
11
capo,
:
destra
suo
lacci
basteranno
Bologna.
il mio
Elvira
«
il Redaelli
sonetto
di
da
Fortuna,
d'affetto, non
mosso,
»
cuna.
dell' infelice
farò
pianto
dalla
pregar
sono
il tuo
baldanza?
tua
fin
stesso:
me
a
tua
di
non
Appieno
AI
al
tutti
colpi
vano
la
me
accento.
rimembranza
grido
n'andò
sovra
pur,
ogni
degli empi protettrice.
e
sorda
Ognor
E
la
me
a
altrui,
contento,
ed
atto
cieca, volubile
Cruda,
in
sommesso
passar,
se
stolti
Degli
Aduna
in
avversa
sempre
I
che
tui;
occhi
regnar
consacroti
sorge
tempi
Dove
«
0
tuo
lieto,
Sol, quando
amante.
fatai sembiante.
Vivo
e
sui,
fui;
tremante.
e
agli
col
del
mio,
servir
Del
i dardi
già m'ebbi
ottenesti
me
io
non
pavido
l'impero, che
Su
che
più
stemmi
e
Vaga
E
crudo
ingiusto e
giorno
un
che
terzine
cimitero
pensiero
suo
che
ma
tumulo:
al
nome
di
questo
sia
col
tolte
della
tempo
da
un
Certosa
in
cui
UN
Ma
questi istanti
del
germogliatol'amara
della
un
severità
anni
tempo
e
così
in
un
se
ne
fiate
Otto
La
E
il
lamentava
col
stagìon
me
Solo
Sul
fra
patrio
di
Crebbe
l'ira
Impor
confine
di
Uscito
(Che
Diletta
E
Ed
la
verrà
è
Elvira
Verrai
mia
Pietosamente
pur,
tomba
me
e
temerario
la
e
febei
sparsa
a
in
Reno
riva
amori.
duolo
negato.
seco
schiera
una
tu
chi
accanto.
tanto
lei
consorte
di
durava
fato!
a
afflitto
figliae
d'amici
e
da
L'ingegno spinsi a
Qui
piccol
tristo
paterna
sempre
per
orrori,
vietati
men
fu
penoso.
fiori,
padre
al
o
speranza,
tal
mio
casti, ma
lusinga
Vana
diveniva
ammanto
boscherecci
fiume
i
Piangere
arrecavagli
può durare
de'
solo,
la
ha
sventura)
volo.
vezzosa
cantori
generosa;
le chiome,
inghirlandar
chiamando
aveva
tunque
Quan-
figliuolo:
di
vide
non
m'udì
che
giorno più
madre
tornò
senno
nel
tendenze
l'irrequiete
nel Redaelli
verde
suo
lor
l'amicizia
figliuoletta,
rancore
padre? Eppure
ormai
umane.
il dolore
in
giorno
trascorsi; qual
erano
cose
moderar
sapeva
del
paterna, questa tuttavia
di
supplizio
maturità
e
profondi.
spegnendo
della
natura, gli lenissero
l'inesorabile
lui
moglie,
gentileche
sua
scoramenti
esperienza delle
l'affetto della
per la donna
presto svanivano,
andava
alla
petto,nel quale insieme
suo
ben
Kedaelli
giovanile si
dell'età
L'ardore
di conforto
nell'animo
?succedevano
147
DIMENTICATO
POETA
a
nome.
di
fiori,
per
Otto
tanto
sempre,
148
POETA
UN
Ma
Questa
Se
Ma
valsero, ohimè,
che
a
durissima
in
versare
di
pericolo
scritte in
il
Poiché
aveva
vita,
lavori:
comincia
al
sul
é certo
due
B.
componimenti
Arauco,
ex-ministro
che
ai
intervenire
Milano
dur.
di
(Sentimenti
in
della
tip. Feraboli,
tutti
(2) Sullo
senza
gli
casa,
ed
lo
scorcio
del
da
ma
amici.
alla
della
Giovanni
12,
di
padre
accettare
Ario-
questi
Raffaele
cattivo
erasi
p.
De
13),pubblicato
del
memoria
grata
tiva
governa-
azzurra);
Milano,
a
a
Cremona
rifiutò
di
alla
eravi
non
stro,
Ca-
sedicenne
ancor
Comm.issione
carta
seggiatore,
ver-
recato
(cfr.G.
1880,
non
a
di
dove
Nostro, dati, lui vivo,
il
di
dalla
Redaelli, Cremona,
in
recatosi
cantante
una
non
Bonaparte
tributati
pp.
poetici
Maffi-Ga-
funebre
Milano
in
mona,
Redaelli, Cre-
L.
e
che
del solito
due
nozze
di
G.
Lione,
a
dal
trasportarono
costretto
alcuni
di
1813,
Lo
di
amicissimo,
aveva
di
E
la parte
Elogio
un
m,embro
data,
permise;
egli fu
da
Arauco
scritti del
ammalato.
malattia
lo
lungo
la
dacché
foglio volante). Se
napoleon.,
Cisalpina,
Rep.
in
ivi indetti
domin.
scorsi
onore
sostiene
1801,
giusto dolore
Rafaele
cittadino
Comizi
moglie
d'Eridan
a
le
Repubblica Cisalpina
novembre
Redaelli, che
dal
più
per
rima
terza
aggiungeremo
la
erano
alla
ei vi curò
che
Feraboli, 1813,
nel
morto
per
Cremona,
della
anni
(Versi
Bertrand,
di
ancora
si trattenesse
nozze
per
Teresa
G.
presso
lancata,
spa-
alcune
che fu scritta nel 1813.
pubblicazione
canto
teatro
tomba
letto. Da
suo
tiene
otto
Zosjo, Cremona, 1813), ed alquante terzine
(Alla signora
alla
da Giovanni
Me
:
che
il Redaelli
la
un
colpitoda apoplessia
dinanzi
e,
accorso
poeta afferma
lo prova
posto
de-
d'ogni passata discordia, riconciliarsi
moglie, cosi
preso
patria
dante
un' ultima
poeta, dopo
questa occasione
quest'anno appunto
suoi
il
condizioni; il vecchio
sue
(1) Elegia inedita, che
egli
potei? (1)
non
miglior sorte, per inopinatoeventa
figlio,frettolosamente
sponda.
febei,
onor
armoniosa,
quando
di
dimentico
in
valse
riacquistarmi il padre
speranza
cangiarsile
lettere
gli
esperienza della paterna severità (2), aveva
ogni
col
che
cetra
appunto
ecco
DIMENTICATO
cordati
ri-
avremo
stampa.
caduto
vemente
gra-
appena
accoglierlo
in
la
sua
samente
l'ospitalitàoffertaglipieto-
150
POETA
UN
dui'lo
quando potrò presentare
malia!
E
»
dopo:
di
la stanza
accettato
Ma
di
nostra
amata
e
onorato
in
padre,
mio
le fatiche
le sofferte angosce,
le
padre
dalla
riavuto
ben
non
al
fin
allora
celato
doveva
non
di
sorrideva
ed
amorose
nuovo
inalterata
pace,
all'orrida
realtà,
la
da
tristi condizioni:
febbraio
ben
vale
lo
sono
«
giorni dopo:
il mio
male
il
salute
mia
la
medico
rimanere
(1)
Gli
Amalia
Io
però
codeste
posseduti
Fontana,
or
a
ti
pochi
me
ne
di
anni
favori
ripetedore
raffred-
un
obbligano
dal
quelle
dalla
dei
ciarmi
d'annunE
».
in
scrissi,
uscito
e
sue
mente
credimi, real-
me,
mi
sono
lettere
sono
che
delle
si risente
ristabilimento
consiste,come
casa.
originalidi
erano
Donna
in
mandava
lusinga
si
Quanto
«
la
prossima guarigione;
trascurato, le cui conseguenze
a
che
malore
rinchiuso, le scriveva
tuttavia
ma
renato,
rasse-
prestar fede
nuove,
sue
la
gioie, di
domestiche
fiducia di
intiero
un
di
quel
cui
a
schiudeva
pietosamente simulata,
stagione e
presto
alcuni
o
del 1815,
della
vantaggi
vera
si
indefesso
ed
ansiosa
moglie
ignoranza anzi,o
il 25
lento
al
in
poeta
lungo tempo
per
appariva la
cui
il
sua.
organismo
un
coricarsi
a
di
speranza
volle
non
struggeva. Alla
in breve
l'etisia,
del-
nella
forse
l'avvenire
e
avevano-
fatale
il germe
combattuto
e
sostenute
cure,
più abbandonare,
rallegratodalla
lettere
mani
malattia, per prestare
recente
piìi attente
fiorente. Costretto
e
letto che
orna
mie
dalle
segreta di distruzione, dal vigore di
giovane
vita
bureau,
un
fors'anche
sviluppato rapidamente nel Kedaelli
opera
che
bambina,
lo ha
che
A-
giorni
alcuni
questa
non
la mia
anche
padre
cosa,
(1).
»
lui,
da
mio
a
la bella
pure
gioia,annunziavale
chiuso
giaceva prima
ora
di
pieno
Il ritratto
«
Sarà
punto insensibilmente.
tal
a
DIMENTICATO
che
letto
cito
figliadel
copia.
ancora
e
in
non
presso
ap-
Redaelli,
UN
ad
tarderò
clausura,
abbandonare
la
se
la
ultime
la
per
dispost
alquanto in-
in
del
mi
figliuoletta)
E
».
correre
lettere,che tutte testimoniano
sue
ei nutriva
che
stato, voleva
suo
bella
stata
era
la
quando
esser
parola raffreddore (dice egli
La
«
ad
bambina
del
in
quando
continuerà
sua
dimentico
di
anche
stagione
che
notizia
avuta
151
DIMENTICATO
POETA
delle
una
affetto
vivo
spaventa
dritto, giacché in grazia di questa malattia
logna:
Bo-
a
buon
a
ferto
sof-
ho tanto
».
Ma
pietosa
non
straziante
tanto
che
perdona,
non
la
prossima
Egli
stesso
dolcissime
concetto
dalla
Le
penna.
ci
di tale
Le
(1)
copie
in
di
sono,
li dice
:
poi
(1859, I, 40)
asseriva
però
codesti
d'un
cremonese
non
è
non
che
II
un
lo
articolo
che
le
anacreontiche,
più
d' imbattermi
(eccettuata, ben
del
1874.
a
pianto,
né
dal
visse
un
poeta
nella
casa
sogno
ventoso,
spa-
intiero:
assai
corsero
tutte
da
nell'estremo
inserito nel
ma
di
della
che
riferita per
'autore
dati
muore), anteriore
Torrazzo
mai
più, precedute
musicate,
avvenuto
componimenti
uom
in
solo
mai
Sognai
questi componimenti
per
in
presto avverarsi, parmi
d'essere
composti
Il Robolotti
furono
Odi
che
mss.,
Cremona,
che
me
da meritare
vita
uscissero
mai
descrive
troppo doveva
pur
efficacia
che
la
soavità
per
che
giorni che, dolorando,
di esse,
sperano
alla
supremo
priego
morbo
novissimo
suo
tradizione,furono
comune
prima
che
ma
vita.
alla
negli ultimi
paterna (1). La
il
anacreontiche:
lai, lamenti, Non
pieghiamo
dettate
l'addio
sione,
illu-
al Redaelli
lungo
a
cantò, presago,
tre
del
fossa
poesie; le miglioriforse
notte, Funebri
se
della
squisita semplicitàdi forma
e
sua
sull'orlo
diede
quella
non
alle vittime
comune
cui
per
giorno: egli stesso
alcune
e
amici,
guarigione,nascosero
verità.
triste
di
menzogna
e
un'
di
Corriere
merose
nu-
vertenza
Avsua
nese
Cremo-
delle quali discorriamo,
più
volte
in
veruna
stampate.
stampa
s'intende, l'ode
quella curatane
che
nella
com.
strenna
A
di
:
152
UN
POETA
DIMENTICATO
che
Sognai
della
Nel
taciturno
Con
lagrime
Colei
ciel chiedea,
che
a
in
L'avrai
Ed
vel.
uman
accento
mi
»,
Vidi
ciel,
dea
par
il notturno
Quel
il
me
prolungato
«
dolor;
accusando
Avvolta
Con
dirotte
al
che
Empio,
orror
il mio
Sfogava
Sognai
notte
si
gridò ;
vento
grido accompagnò.
astri
degli
allora
Al
dubbio
scintillar.
Di
lei che
m'innamora
Le
vesti
E
in
biancheggiar:
palpiti d'affetto
Cangiando
Corsi
a
i miei
quel
Sull'ali del
oh
Ma,
Non
Dio!
desir.
l'aer tetro
per
ben.
spaventevol spetro
Strinsi, deluso,
Mirai
l'orribil
E
ritrar
Ma
mio
il crudo
Lo
spettro uni
Meco
E
in
Caddi
E
il
gelato
sepolcral;
squallid'ossa
s'avviticchiò,
immensa
negra,
si
Gemendo
Ma
mortai,
labbro
le
me.
a
agitato
fremito
con
pie:
braccia
Da
Poi
sen.
faccia,
scarne
labbro
Suo
al
volli il
colle
Vietollo
Al
oggetto
caro
l'adorato
Ma
sospir.
fossa
scagliò.
raccapricciando:
il
mi
allor
sonno
destai
Dubbioso,
svanì,
cercando.
i rai
del
di.
UN
Lasso!
A
Del
sonno
Ma
di
questo ribrezzo,
del
di
di
suo
già
s'abbandonano
che
le persone
in cui
si fa
si
gigante
nel
il
cuore
ogni omaggio
tomba;
fedeltà
lo amarono,
posto che
e
può
essere
non
:
lai, lamenti,
Funebri
da
Donna,
Serbami
E
Fa
i
di
Funesto
Non
Neir
Seuton
Le
vo';
non
giuramenti
allor
pago
che
te
sarò.
face
nuova
scintillar
venga
Èrebo
la
la
a
mia
Ch'oltre
Quando
pace
turbar.
fé' tradita
pallid'ombre
la
è
tomba
verace,
pur
vivendo.
lo sprezza;
ancor;
ha
amor.
parla
che
batte
comcome
ma
già
ceduto.
dolore
cui
a
il solo
forto
con-
lentamente
diletta
sua
serbare
apparente, che
lo rifiuta
la
che
occupò
sé
pensiero dominante,
un
intende
egli
cosa
triste annientamento,
piagato, sorge
cervello
suo
di
ecco
toglierlodal
a
l'animo
adagia
Morto,
sua
Ma
ha
lagrimata, del
che
e
gli incombe,
necessità
assiduo, il timore
tormentoso,
di lei
che
vivo
una
spiri
egli re-
spento; di
d'uomo
tomba
gli rimane.
però presto
Quantunque
come
come
il fato
sua
l'animo
nel-
suscita
bile,
vicina, inevita-
morte
amore.
alla ferrea
della
L'immagine
e
il
contro
estinto, che
un
ancor.
pieno oblìo di ogni altra
pietà rassegnata, non
ancora
gelo
succede
affetti,
si considera
ancora,
con
labbri
un
sia
non
il
questo spavento, che
a
disperata stanchezza,
terrena, che
terror;
bacio
quel
sui
questo tumulto
a
del
e
il velo
pensiero della
il
poeta
è
squarciato
Sento
153
DIMENTICATO
POETA
vita,
vuol
lo dimentichi
nel
sempre
Perciò
rifiuta
bugiardo,
alla
lagrime,
ma
154
UN
POETA
DIMENTICATO
il provocato
E
L'ombra
Che,
frenar
dove
Ignota
E
questo supremo
sdegno
è
la
di
memoria
possa
perpetuarsi oltre la tomba
coll'ultimo
regno,
pietà.
nella
ci fu
sa.
ha
morte
bisogno
di chi
non
sopravviverea
che
caro,
fa sperare
quell'amore
noi
stessi
al
poeta,
che
monvà
singulto:
Non
mai
priego
Le
Parche
Gessa
ed
tu
pianto
impietosi:
il canto
intuona
Dell'ultimo
Vedi
né
dì.
mio
dove
il rio
Lambendo
va?
mirto
un
Là
del
La
pietra sorgerà.-
Deh, quando
E
notte
Tu,
mio
riposo
il
giorno
in
spunta
avvolta
Avvolta
in
ciel.
bianca,
veste
bianco
in
manca
vel,
Vieni, diletta Elvira,
A
quella
E
sulla
le
Fanne
un
E
quel
L'ultimo
lo
il bianco
con
con
da
Dall'urna
sen.
dita
rosee
triste
suon
uscir,
imita
suono
mio
quel
vien,
lira
muta
Appoggia
Poi
tomba
sospir.
destato.
suon
sorgerò,
E, spirto innamorato,
Al
si conobbe
Allorché
furono
moglie
suo
e
fianco
la
verrò.
tuo
vicina
frettolosamente
la morte
chiamate
Così, soltanto
figliuoletta.
letto,il Kedaelli
vide
avverarsi
la
del
giovane
da
intorno
turato,
sven-
Bologna
la
al funereo
sospiratariunione
UN
al
quelli che
di
ahi !
ma
quanto
le
estrenai istanti il
Né
il
poeta, sebbene
membra,
sue
obliare
seppe
tristezza
tale
ogni spirto vi-
la poesia.Due
vita,l'arte,
morire, ricevuti gliultimi
in
quegli
della
breve
di
giorniprima
sacramenti, dettò questo sonetto,
la
meravigliosoper
ci sembra
alla solenne
grande conforto,il sollievo
suo
travagliatasua
che
dinanzi
così soltanto
abbandonasse
più diletti; le meschine,
erano
battagliedella quotidiana esistenza,
quell'ultimoaddio.
di
e
cuore
amare
termine
ebbero
suo
155
DIMESTJCATO
POETA
l'elevatezza
vigoriae
dei
pensieri:
Gran
Nei
vari
Nel
E
d'amena
E
se
fra
di
nume
il
L'arco
Ma,
Ed
ti
rendi
E
alta
in
i
te
impronte;
vendetta.
in
pace
il mio
discendi,
sen
stesso
tempo
fronte.
umile
e
altero.
inusitata, accendi.
ardisco
lo
il mio
fissare
sguardo
in
pensiero,
al sole
faccia
(1).
questi,se merita fede la pubblica voce, gliultimi
varie
molta
e
delle
premessa
Autore.
La
morte, incontrata
trascrizioni
contemporanee
difi'usione,
esso
è preceduto
dal
Composto
grosso
della
saetta
sospir colle parole,
versi ch'ei componesse.
un
tua
fiamma,
Qual'aquila
delV
d'ogni
un
a
Traboccano
ebbe
le
cingi
fonte.
monte.
la
e
punitor
pietoso entro
se
Me
In
del
lampo
poi, scordato
erbetta,
collinetta
nell'augusta maestà
Vesti
(1)
molle
cristallino
fior, nel
declivio
T'adoro
Nèfuron
nella
Dio, t'adoro
dottor
due
Redaelli
del
Redaelli,
questa intitolazione
parmi
granchio.
giorno
della
giorni prima
poesie
^la
il
che
da
mano:
chi
questo
vereconda
sonetto,
che
un'avvertenza
antecedente
morte.
di
corretta
d'altra
evidente
sua
di
con
suo
La
In
alla
una
pugno,
prima
cos'i scrisse
dice:
sua
copia
vi è
che
munione
copleta
com-
invece
Comunione
abbia
preso
156
POETA
UN
DIMENTICATO
fermezza, lo colse (1),mentre
addio
soavissimo
alla
Odi
donna
sua
d'un
Odi
lestremo
Ti
Il di
Te
che
Questo
Cremona
cina
nei
è
fatto
un
quali
quasi
Come
fu
cor
ad
mezzo
altre
dettasse
si
abbia
L'ode
venisse
fu
lustri del
editore
Ma
è stato
pur
egli
moderni
nel
il
italiani
1882
varie
ne
ha
momenti
dalle
dai
quali
dallo stesso
di
in
del
con
14, duro;
di
far
(Stoccarda,
pubblicato
basti
:
Il
i
persone
vive;
ma
da
traddetto
con-
trascritta
darsi
che
che
il
costanza
questa cir-
rammentare
raccoltina
tipidi
Fiore
dei
lezioni (così
parte della
una
mss.,
di
Può
qui
16, ritorna).
E.
ossa.
credenza.
quella
per
sue
vita l'odi-
si trova
autore.
G.
v.
P.
Anacreontici.
6,
Radelli, anche
de'
tu
saperlo...;
l'ha creduta
Heyse
Antologia
sua
in
non
primi
Molinari, essendo
in
Hallberger),dove
versione
come
nei
che
Poeti
poeta trasformato
false
v.
e
le
numerosi
ancor
poesia
della Cattedrale
sua
affermazioni
questa
volte,
morti
giacciano
così
delle
Venezia
nome
indegna
non
dei
compiacesse ripeterla,e
in
guasto
v.
ultimi
anche
come
inserita
usci
oltreché
dove
attestato
Orlandelli, intitolato
11, torna;
V.
e
G.
qui,
il testo
le altre
secolo
libro
origine l'accennata
tratto
pubblicata
fra
(2).
te
dal
negli
liriche
Bedaelli, moribondo,
è,
Ignoro
annum.
sue
fior.
non
a
però dagli originali,dove
in
petto
rapito,
dell'autore, alcune
coetanee
in
scolpito,
risulta
come
legge,
dolor.
roso
concordemente
si
essa
il
ti fu
ad
d'affetto,
cor
Come
il Redaelli
(2) Che
nel
crudo
luglio 1815,
sen.
appassito
avrai
Se
mia
posarti
a
don.
appien:
dal
di
pegno
in
ei sia
fosti
allor
Torni
di
devi
l'involai
Or
Il 3
fiore
appassito
tu
Simbolo
(1)
suon:
prezioso
Saper
questo
mormorare
muore,
lascio, Elvira,
Quanto
a
:
che
uom
Questo
E
ei tornava
si
legge
so
dei poeti
a
p.
226;
più qual
pe-
158
UN
delle
Corriere
del
anni
nelle
si
non
di
mani
sue
(1) È
fronte
A
p.
cosa
il
come
in
sappiamo (3);
altre
il
142
di
nome
Dio
Carolina
1817
dell'annata
in
Germania
in
d'amore
chi
tasse
por-
poi
vennero
La
e
II Wals
pochi
da
1819
ride,
sebbene
lui,
(p. 161, 187, 209);
Vha
Redaelli,
l'anacreontica
Walzer
Italia. Nell'annata
e
poeta
moglie.
sua
del
il
che
da
il vero,
del
fama
alla
due
pervenute
dire
per
ò stampata
lode
anacreontiche
quattro
ma
giornale fosse diretto
(sic),scritta dal Redaelli
di
fossero
utile
meno
alle
del Kedaelli
Come
(2).
offriva
(1),
pubblicare questi versi,
che
noto
Lattanzi
anacreontiche
morte
non
poteva far
quello
(2)
inedite
costui
la
dopo
il
Dame,
lettrici alcune
sue
DIMENTICATO
POETA
tato
por-
date
fuori
che
due
le
anni
ciano
cominA
ììiammoletta,
Fille
inferma.
(3) Gli autografi
di lui
padre,
l'aveva
da
aveva
fosse
costui
già
sua
lettera
con
il
sia
alcuni
col
ed
mano;
negli
della
è
or
D.
fa
poeta. Per
questo studio
e
che
Redaelli-Fontana,
anno
a
Milano.
con
del
sarto,
che
autografo,
io mi
in
una
Redaelli,
le
son
di
che
si
un
altra
da
leggono
codesto,
mancano;
tutto
dità
ere-
79;
pag.
fatta
ma
in
Constano
di
poesie
essi
passarono
li lasciò
postillatoe
giovato
essi, nonché
d'una
dei
figlia del
poeta,
retto
cor-
copia
riali
mate-
quella egregia gentildonna
l'unica
di
Preposto
Rossi
natale.
città
in
questo
munque
corrispondenza. Co-
precedente,
confrontata
disposizioneda
mia
qualche
altre
il
Sante
povero
tutte
che
fatta; gli originali,andati
parte sia autografo, è però
in
Amalia
un
alla
del
risulta
stato
Robolotti,
del
fedele
molte
più
mai
intieramente
quali
eseguita sugli autografi
fu
di
perchè pubblicasse
autografi
vari
fu
non
raccolta
sua
copia
due,
posti a
e
stati
erano
preparata l'edizione. Chi
famigliare
e
opera
mani
Lancetti, che
amico
un
lettera
poeta
terzo, il quale contiene
solo
dal
de'
un
un
altri
sebbene
nelle
sono,
che
del
lunga
per
lettera del
una
Vincenzo
ad
medesima
edizione
salvati
resto
secondo
la
ciò,
e
inserti,
tre
in
stato
da
\" Biografia. Ot-rtionese,
possedeva
veduta,
era
di
anni
a
consegnati
la vita
stesa
me
smarriti
morire
1817
so;
da
quale
per
si rileva
come
sospetto però possa esser
afferma
Gastaldi, che, come
non
Pietro
Sospiro,
notizie
migliori. Dalla
cose
amico
febbraio
di
prima
stesso
le
di
Redaelli,
il 3
scritta
richiesto
lui
del
che
morta
UN
intento
ricalcati
quasi
del
secondare
a
Savioli
il
non
generazioni.Che
versi
non
se
"Waltzer, per
guidato
nel
prova
da
abbia
sia
non
stato
credo,
passare,
future
se
di
e
non
il
rose
poetino
un
esercito, che
insomma
cattiva
così
lo
dipinge
crederanno, spero,
lo
ne
non
celebrare
colombe
valenti, fece
poetico,quale
campo
e
proprio composto
dell' innumerevole
condottieri
se
alle
Fille, per
l'offerta di
gregario
Lattanzi, io noi
Ma
che
fatto
d' Elvira
di
malattia
Vittorelli
pregio
certo
nome
aveva
suo,
del
altro
ha
non
accompagnar
incipriato, un
pur
la
d'Amore;
sull'ara
il
il Kedaelli
per
celebri
non
prediceva il Lattanzi,
come
tempo
posseggono
spontaneità, la quale
una
del
genio
sugli esemplari
versi che
;
159
DIMENTICATO
POETA
il
i lettori.
però d'altra
veramente
parte ben lungi dal pensare che lui
di Salvia.ti,
lo Stendhal
ritraesse,sotto il nome
in alcune
pagine
son
nel
sull'amore,
sono
di
quel
quale
ed ironiche
mani
piene
riflessioni
bellissimo
sordine
sapiente di-
però da
altri
quali fondamenti
su
libro
filosofiche,profonde,argute
(1). Siccome
sospettato,vediamo
è stato
e
capriccioso,ma
così
con
a
sparse
bizzarro
suo
un
ciò
tale
sospetto si appoggi.
Se
prestiamo
prima
0
ma
di cui
da
ebbe
molti
singolarmente nel
documenti
da
fatto, anche
lui
l'amore
nobil
del
fatti dei
notizia, ne' vari
questi
la
alle asserzioni
più importante materia
e
fornita
stata
fede
due
giovane volterrano,
patria; le conversazioni
(1) Physiologie
Levy, 1868,
p.
76
de
e
VArnour
83.
libro
suo
Stendhal, la
gli sarebbe
quali egli fu spettatore.
luoghi
ove
fece
suoi intimi
De
con
che
amici, Lisio Visconti,
Salviati, del quale
un
avute
par
Italia. A
dell' influsso
attentamente,
ed
dimora,
poi aggiungersi, lo studio
dovrebbero
esercitò sopra
De
lungo soggiorno in
suo
più
del
tace
essi, e, quel che
Stendhal
è
(H. Beyle), Paris,
160
UN
più,
scritti. Così
i loro
l'Amour
de
che
ispiratoreil
per
Beyle
ch'era
eccita
del
è
posto in
del
anche
di Lisio
essai.
de
»
11 faut
italienne.
J'aimais
Prem.
Préface.
«
changer
Préface.
Je
les
lui
la via ad
ed
altro
un
i manoscritti
essersi
Non
amata
cervelli
(3)
dei
e
delle
io
sospetto:come
del
Visconti
è
giovato,non
è
quali
temersi
a
dall'autore
a
del
e
temersi
a
asserisce
che
aver
i nomi,
sotto
stesso dichiarati
tali
(4),
Schiassetti,di Del Rosso,
trovare
(Salviati) que
se
lui
creazioni
non
stiche
fanta-
immaginati, perchè
cui
egli
années
des
Peut-ètre
réellement
aussi
propres
je
tiens
la
toute
partie lugubre
p. 78.
Gap. XXXI,
compris
noms
cietà
so-
2.
nota
G'est
quasi
nella
opportuno applicaread essi i fatti da
pays...
(4)
libro
postosi,
pro-
che
questa riflessione,
Beyle, personaggi da
(1) Gap. I,
ciété
e
s'abbiano
tornava
«
disegno
suo
intimamente
Visconti, del colonnello
del
il
un
casi, e riferiti spesso, tali quali li pronunciaron
falsi
Salviati, non
(3)
(1);
singolarmentepoi nella
dirlo. Ma
le persone,
i
scena
evidentemente
cet
un
questo sia
sconvolgitoredei
Beyle
i discorsi?
de
morire
che
dell'efficacia,
Bej^le conosciuta
quasi inutile
tali
«
da
molteplici sentimenti
e
tempo in generale, ma
suo
Salviati,di cui afferma
(2)
di
più
sempre
l'amore; lo studio
invenzioni
gli
Physiologie
traduzione
Che
(2).
gli'svariati
fondatissima, apre
siano
la
Visconti, prima
Salviati
possedeva questo grande
sono
libera
una
colorire
per
tutti
italiana,dal
credo
libro De
quello di fare apparire il
di
la sintesi
cuori,
primo
legatogli dal
artifizio del
che
il
quanto vi è di lugubre nell'intiero saggio avrebbe
tutto
avuto
DIMENTICATO
sarebbe
non
manoscritto
e
POETA
pénétrer dans
pour
aurai-je été
ces
que
l'intimité
le dernier
habitants, et j'aipu
la
discrétion
et surtout
me
d'écourter
voyageur
la
so-
en
ce
la vérité.
voir
faisait
les
de
un
devoir
anecdotes
».
»
de
3™®
UN
le
dedurre
voleva
abbia
siffatto timore
un
gli aneddoti
sarebbe
della
storia
quel
nella
di
averli
di
Milano,
a
raccolti; e
utile
e
vero
fece
ne
dei
la
per
tracciare
napoleonico, rin-
regno
pittura che
moltissimi
che
essere
in
conseguenza
avvenuti,
meno
del
deve
vi
che
esatto
non
italiana
società
per
anzi che
afferma
egli
curiosa
molto
cosa
personaggi messi
siano veramente
Venezia, dovunque
che
più
tanto
impugnano
Credo
eglinarra.
che
fatti da lui raccontati
a
si
Stendhal, non
dal De
scena
dei
reale
che
fortemente
fondamento:
ottimo
la esistenza
impugnando
Io dubito
teoriche?
sue
161
DIMENTICATO
POETA
di
samente
rigoro-
scrittore
lo
francese.
tornando
Ma,
egli chiede
Povero
di
nobile
cicatrice
aveva
preso
trovato
—
desiderio lo condussero
bella
era
(1):
—
quale costante
fìsonomia
prestito a
egli scrive,facendo una curiosa
quanti dolci pensierie
luoghi danteschi
sventurato!
mescolanza
in
dipintoManfredi
leparolecolle quali il poetaaveva
Dante
più da vicino
Stendhal, il Salviati.
dello
le sembianze
descriverne
Per
«
personaggi favoriti
de'
uno
intento,vediamo
al nostro
biondi i
soave,
e
gli divideva
parte
presente
un
tutte
a
de'
capelli
;
! La
soltanto
cigli. Soldato,
»
sua
una
esso
napoleoniche;erasi
splendide feste di Parigi,
le guerre
alle
tanto
alla tomba
quanto ai paurosi episodidella terribile ritirata di Mosca.
Ma
in
tornato
avvinto
lasciar
ad
idee
nobile
una
più Milano,
trovasse
ad
del Salviati
onesta
e
onta
Gli
ostacoli.
mille
invincibile
Italia, un
amore-passione^ giunto alla
sono
sparsamente narrati
(1) Gap.
NovATi,
XXXI.
Studi
Extrait
dn
crìtici e, letterari.
l'aveva
dama, da indurlo
così
non
a
sua
passione infelice
effetti che
sull'animo, sulle
che
la
esercitato
aveva
amore
più
per
anni
straordinaria
ed esaminati
Journal
due
de
dallo
questo
intensità,
Stendhal
che
Salviati.
11
162
DN
dice
anzi
aver
Che
ha
dunque
spiegarlo:
Ora
»
nota,
una
Elvira,
di tre
noi
delle
già
Se
è
odi
il titolo:
altri
lo
che
essere
in
di
spesso
inutilmente
non
dì, anacreontica
sol
un
Redaelli
privo
componimento,
in fin di
vita, e da
d'importanza, si
certo
il De
particolariche
gli argomenti
infatti indotto
hanno
egli
cui
L'ultimo
anche
Salviati, applicabili
tutti
il merito
(1).
questo fatto, non
a
di
a
continua
morte,
sua
che, avendo
la fusione
che
Eccomi
Stendhal, traducendola,riporta
lo
scritte dal
riferite
la
gli amici, può
sotto
alcuni
del
giornale
un
Redaelli?
i sentimenti
l'ode che
non
il
qui
scrisse un'ode
intrattenere
riferita.
veder
efficacemente
esprimere
a
particolari da
giorni innanzi
Salviati
Beyle,
in
molti
a
Pochi
«
soleva
attinto
DIMENTICATO
dall'amico.
lasciato
il
POETA
al Eedaelli
che
Stendhal, sotto il
narra
niti
riu-
(2),avremo
potrebbero indurre,
egregio
un
Stendhal
amico
di
nome
come
(3), a
nostro
giungono
ag-
dere
cre-
Salviati, alludesse
al Redaelli.
Questi argomenti hanno
ispirare anche
recisamente.
(1) Per
antique
di
cina:
DAEL
strofe
Odi
agì, ridotto
(3)
siffatta
una
dello Stendhal
d'un
il De
presso
(dalla 1
(la 9)
valore
un
alla
dell'ode
che
uom
opinione?
è carattere
Le
dernier
Stendhal
è
6) dell'ode iVon
Funebri
muore.
sufficiente
un
firma
Ode
mosaico
prte^o
vi
mai,
e
lo nego
prettamente
jour.
lai,lamenti;
Per
Io
ad
anacré-
composto
né
pianto;
dell'intiera odi-
si
legge
S. Ra-
{sicI).
(2) Cosi
morto
L'eroe
Elvire,
à
sola
una
noi
parlare più esattamente,
cinque
di
a
essi
molto
Il
l'essersi il
in
men
giovane,
prof.
G.
De
Salviati, dopo
che
una
gioventù passata negli
condizioni
mediocri
di
fortuna; l'esser
ecc.
Castro
nel
suo
Italico (Milano, Treves, 1882) p. 2-3.
libro
La
caduta
del
Regno
UN
questo valoroso
romanzesco;
pericolisul
la morte,
vive
non
ad
che
più
di
campo
più che
compiere qualunque
un
dei
personaggi
uno
dei
uomo
la
allo
che
di
nei
già
Werther.
Rimarrebbe
delle
rifiutando
Il
del
regno
anni
odi;
e
circostanze
come
nome
(1) Come
medesimo
tristissime
ho
anno
già
1813
notato
Europa
il
del
alla
di
della
che
nel
di
sua
suo
della
farsi,
autore
vero
recato
a
(1813), e
di
pertanto che
nella
di
saglio
ber-
col
possa
Russia
nel
capitale
persona
1815;
se
o,
il Redaelli
non
di
letto le anacreontiche,
morte
avevano
immatura,
i
ispirati
capitolo precedente,
il Redaelli
mai,
faccenda
essersi
venuta
abbia
stamente,
mode-
stesso,che
Goethe
di strano
sua
dicemmo,
Salviati
esser
se
falso il
conosciuto
; ne
di
sembra
col
Nulla
italico,vi abbia
colpitodall'annuncio
e
ritirata
successivi
di
mondo
racconta
la
uno
maggiore sconforto,
questo mi
e
è per
assunse
spiegarsila
a
sette anni.
almeno
di
identificare
dopo
(1), morto,
persona,
in
Stendhal
dimorato
due
atto
accidentali,
militò, visse
non
del
però
di
De
subito
nei
forse
detto
è
a
amore-passione.
predestinato ad
uomo
di moda
messo
attribuzione
V
quanto
momenti
della fatalità, vittima
avervi
pronto
rappresentare
per
corrisposto,e soprattuttonon
quell'atteggiamentodi
Milano,
pensa
semplicemente
Stendhal
Redaelli, che
scrivendo, neppure
esse.
sarebbe
egli enumera:
notate, nulla
amò
di
quale
simiglianzeesteriori,e
applicabile al
anche
non
amore,
esistito,ma
necessari
delle
abbiam
aveva
suo
impresa, qualunque
generosa
quattro amori
All'infuori
è
il
per
per
realmente
noi
che
mille
sfidato
avere
paragonarsialle gesta degliantichi eroi,non
di
degno
dopo
che
battaglia,affrontata intrepidamente
donna,
una
163
DIMENTICATO
POETA
trovavasi
esso
dalle
di lui versi,
sullo scorcio
pure
a
Milano.
del
164
UN
divenuti
tosto molto
popolari dalla
musica,
trovato
in
libro,quale il
in Italia
in
tutto
egli
dall'osservazione
e
si
degli
piti
accompagnati,
d'amore
questi canti
allo studio
consacrato
stesso
resi anche
e
stati
erano
di inserire
suo,
come
Lombardia
cui
con
opportuno
sorto,
DIMENTICATO
noti
abbia
un
POETA
di
compiaceva
affetti del
l'amore;
del-
dirlo,
popolo
liano
ita-
(1).
IV.
Il Kedaelli
da
viati
0
Phjsiologie
bramasse
avere
di
pertanto
quello
credo
si
assai
bene
ricco
che
il
sia,
esso
In
in
(1) j"
guisa
in
l'autore
cui
tout
sorte
en
del
nate,
esami-
Italie et
così
gli
di
sulle
dita,
che
della
dotto
ma
description
rare
en
genesi
si
di
e
la
exacte
regno
erano
et
France..., espèce de
Vedi
poi
del
libro
l'intiera
a
Prefazione
Milano.
rattere
ca-
parte
lico.
itaguiti
se-
impreveduta, più
une
Allemagne...».
la
ingegno
governati dal primo
precipitosa ed
folie, très
descrive
uommi
gli avvenimenti,
uniquement
de
senta
rappre-
gli uomini
e
rità,
ve-
poeta maggior
finora
rime
sue
tempo
suo
si contano
questi uomini
inorai
le
semplice
volgo,ben inteso,patrizioo
intelligentedei
G'est
fique d'une
del
non
Sal-
col
potrebbe rispondere che il Kedaelli
l'indole
un
neppure
della
che
dell'animo
cifrano
che
altissimo, che
ed
; ma
cadico,
ar-
V Amour.
desideroso
generazione: non
colta
de
chi, di null'altro
contezza
sua
il Lattanzi
poetucolo
qual diverrebbe, identificandolo
romanzo
della
A
giudicarsiun
a
lo fa diventare
come
eroe
quindi
è
non
che
scientivoyage
(III),
166
UN
l'avvenire
che
(1). Di questa
»
ottenerla, ci porgono
per
prudenza
la
patria. In
da
penose
Kedaelli;
ad
vita
alle
poteva darsi tutto
Anch'
Imperatore
d'Austria
italica
rediviva
furtuna
egli
»
impresa
Di
Lui
In
te
E
Ma
che
Giove
lo
eternità
di
l'impero,
quel-
quando
nel
1809
alla
guerra
così
giudicava
ne
tu, incauto,
la
insanguinato.
ancora
curi,
non
Rege
Duce,
nulla
cui
A
De'
poco
del
avrai
un
il Sommo
patti infranti
tempo
era
il Redaelli
non
stessa,incitandola
coi
op.
affretta
onore.
Eroe
difesa,
ha
la vendetta
offesa.
in
avanzava
suoi
ambiziosi
armi
rivolgeasiad
da
cit.,p.
64.
sé.
altri
moreggiare:
ru-
contro
volta
disegni scon-
allora,quasi presago
fare
a
valore
patria
natura
si
Europa
insanguinata.Ed
Castro,
di
e
di
e
trascorso,e la procellatornava
l'aveva
che
consiglia,
figlia,
l'Isonzo
della
e
contro
fidata
tutta
quell'uomo
oltre
padre
la
tua,
sdegno
nell'armi
Chiuso
mal
genitor spietato.
e
di
Voce
trascinato
e
ogni
gloria
la
spergiuro
Trema
E
fé,
somiglia !
sua
Dio, volgi le ciglia,
il fianco
mira
l'ira
e
stesso, per
Sprezzi
(1) De
tempi
il fato,
tentare
non
Dall'Anglo iniquo, che
ed
i
certo
:
Signor deiristro, ah
Ma
però da
dissipata,agitata
nuovamente
moveva
,
r
e
mida
ti-
per
il Redaelli
alla
predicavano tale,
tutti
mento
argo-
affetto per
ne
politiche,
cose
credette
esso
tali
ma
il vivo
assai
la
di
i versi
pochi, forse
in possesso,
una
italiani,
avevano
non
esempio
del sentire di lui ed
mezzo
che
«
degli animi
preoccupazioni domestiche,
concedevano.
r
dal
di chi li ebbe
la nobiltà
attestare
incertezza
l' indipendenza,
politico dettati
non
DIMENTICATO
sospiravano già
se
forza
POETA
che
nire,
dell'avveall'Italia
UN
Italia ! Del
Destati,
11 teutono
Aprirsi
di
Se
al
tenta
dall'Alpe
che
sia
non
Che
Aita
di
Cangia
se
la
regina.
fortemente
e
de'
nostro,
la minaccia
invasione
condotta
migliori che
tale
e
da
allorché
Italia,se
Sol
de'
che
Quel
A
che
nemici
pugnando
che
avveratasi)
or,
dimmi,
Schiera
Nova
Ah,
Se
de'
se
di
lagnarti e
cotanta
Servi,
che
il suolo
dell'altrui
il
viltà
il
oprar
vedi
merti,
e
e
Ibero
;
contesa
periglioso impero?
schiavitude
non
difesa
giusta impresa
non
perchè questa
figlituoi famosi
vestir
in
genio guerriero?
sopra
ghiacci
primiero,
tuo
senno
spieghi
il sangue
de'
ti pesa,
ancor
per
ministra
Tentar
Ed
tuoi
ti resta
Spargere
A
il
del
ufficiali
di
una
passati nelle file degli
erano
il servir
scordando
Perchè,
e
incombeva
:
Misera
la
potersi
dell'Alfieri
di alcuni
(pur troppo
austriaca,
sentito,
seguente, nel quale il poeta
quali nel 1814,
dell'esercito italico, i
stranieri
marte.
l'affetto,
uno
rimprovera sdegnosamente
nuova
basti.
tu
vicina
dettato
il
inferiore
suir Italia
vuoi,
tema, ai componimenti
senza
Ne
parte.
a
divien
non
credo
Foscolo.
lo
ispirati al
abbia
patria carità
avvicinare,
travia
mi
non
cada.
nomasti,
servitù
Questo sonetto,fortemente
parmi,
contrada,
serva,
straniero
e
strada.
priva,
pugna
se
a
ceppi
la
prisco giogo schiva;
tanta
di
implora
fuggiva,
salvator
incontro
che
Gente
di
spada;
chiusa
vuol
medesma,
te
a
il
torto
a
la
sei
mar
te
riva
sen
non
dal
e
tua, chi
Teco
tu
impugna,
Vittima
Lui
bel
tuo
in
cui
in
valor
e
11 brando
Ma
ruota
ricalcando
senno
Mal
Benaco
guerrier
le vie
E
167
DIMENTICATO
POETA
sdegna
non
e
forti
insegna?
tu
sai.
comporti,
più
non
pianger
mai.
168
UN
In
manoscritto
un
molte
contenente
del
(1),ma
Chi
vinto
e
molti
Gessar
E
ha
I russi
vuol
Brettagna
franco
1 frati
a
Questa
è la pace
rapito alla
Pio
sciagura
Della
E
di
catene
Perdono
Ma
Pietà
Colma
E
La
sopra
"1
al
da
ciel
figlioerede.
di
ha
dato
che
ho
nel 1812
invece
pieno
di
ispirò al poeta
che
era
e
sulla
stato
dopo deponeva
prigioniero,
la
corona:
diletta Roma
bevea,
iniqua
la
era
soma
già doma;
misura
coronata
del
v.
Iddio.
forti dubbi
Bellissimo
Giustizia
Tempia
Cronistoria,
fede:
pel rapitor chiedea.
il tiranno
tremenda
!
siede,
or
ardio
atti
ci
il calice
sotto
flutti,
Pio,
dotti
dieci anni
Nume
'
vanno.
che
e
che
Pio VII
'
ridutti,
quest'altro sonetto
è
Napoleone
192.
ai
tutti,
|
i
servitù
nascondere
Fontainebleau, dove
cit.,p.
re
dell'attribuzione.
vigore
scorretta,talché
tiranno.
Borbone
ritorna
minaccia
voglio però
(1) Nella
in
popolo
Spagna
già pubblicato
stanno,
il fratello
generar
1814,
buito
attri-
i lutti
gotizzamlo
un
un
lui
a
e
|
tradito
dominare
i mari
da
Cremona
inganno
e
ha
farsi
d'Elba
trono
Trucidargli
Qui
assai
vacillanti
Italia
Innalzato
dove
lezione
ed
potè
ha
Austriaci
maschio
del
artigli sul Polono
Prussia
autenticità
pace
virtude
vinto
prence
in
riprodurlo:
per
de' troni
ogni
Sul
il
scritto
Redaelli, trovo
con
inopportuno
non
Tradito
e
tempo,
del
poesie
dal Cantù
Non
DIMESTICATO
sonetto, satirico sulla
un
credo
POETA
avea;
chioma
ira
fremea.
II, p. 605. Cfr.
anche
De
Castro,
op.
solo
Un
E
All'orbe
Kedaelli
che
d'un
di
meglio
nohile
ergersia
affetti
gli
cantare
sgorgò, come
del
grido che
l'Italia,la
avverte
però
componimento
di
novella
son
mi
sensi
Grande,
il
per
insieme
E
di
lo
affetto per
il cui
ingegno
questo possiam
ha
saputo ritrarre
che
sgomento
neir
intiera
(1) S.
Rossi
(2) Anche
in
un
poema,
la
tanta
tura.
sven-
difetti di
e
il
di
cuore
altrettanta
con
grande
catastrofe
pietà
generosa
che
affermare
l'onda
dal-
vi trascorre, dai
dentro
scrittore
che
spontaneità del
pericolava; sensi
anche
pur
da
pochi
non
patria e
la
trono
dello
figli,il
largamente compensati
che
»
nelle
canto
un
della
prova
sembrano
rio
(1),quasi improvviso
i
Mosca
appassionata di poesia
fervidi
perdeva
ed atterrito
poeta, percosso
e
de' suoi
grità.
inte-
cadere
al
maledetto
«
quale
coetaneo
un
loro
echeggiò
quarantamila
Russia
Bitirata
lendo,
vo-
sione
conclu-
a
nella
pubblicare
terzo, chiamato
tutta
ne
Nella
forma, che
in
esercito,ispirava al Redaelli
suo
dall'animo
più sublimi
e
amo
straziante
steppe gelate della
ei sapesse,
come
degno
lungo
fiore del
mostrare
modo
Il
per
servire,fra quanti il
amori,
queste pagine,
Monti,
accenna.
quellifinora inediti,che
quell'anno decimo
dal
pena
altezza, e, spregiatii vani
di
e
Senna
possono
santi
più
libero,son
animo
tanta
e
polve.
in
scettro
loco
paventato
lasciati,a
ha
ne
colpa
tanta
i versi
Ma
il
tutto
foco
la
terror
volve
Ei
sdegno
il ferreo
e
da
e_j)resa
di
celeste
ingiusti lacci
muta
Di
lui
a
colpitidal
van
Gli
E
Sguardo
169
DIMENTICATO
POETA
UN
che
onorano
dell'italiano.
niun
poraneo
contem-
efficacia il profondo
aveva
destato
penisola(2).
nella
citata
altri poeti,
del
quale
lettera
come
non
a
G.
il Grossi
pubblicò
Germani,
nella
che
21 settembre
Fuggitiva,
pochi
frammenti
1842.
il Rosini
{Epi-
170
ritirata
La
Mosca
Di
le
su
Il Franco
E
di
al
11
lui
di
il
del
Con
la fame
i
che
il
fame
Della
Nullo
Qui
Un
verno
dal
e
e
della
milanese
questo
i
l'autore
del
e
soverchiamente
ma
non
ne
restano
del
corpo
con
il ciel
si
ma,
le loro
lasciano
ove
lagna
freddi.
ottave.
edite
p.
nella strenna
123), cantarono
si faccia
eccezione
Un
aveva
altro
per
languide
pitture, troppo
quest'argomento
poche
figlio:
perir secondo.
Vallardi, 1842,
me,
Visconti,
che
ciglio
quattordiciottave
avvenimento;
su
eguali.
gemebondo
perir,ma
estemporaneo,
fatti
or
abbracciar
di
gonfie, ci
pianti!
strali
moribondo
tenta
e
di
in
periglio
sul
nome
a
di Russia,
Marco
trionfali
doppi
gregari
cade
ti scordar
lacrimevole
prostrati.
santi
comun
flebile accento
guerra
Non
ai
gelate lacrime
Il chiama
sodio
guidati
cangiaro
si
soffio
del
e
di
faccia;
di
lauri
quei
L'agghiacciato
Non
in
cipresso,e gli inni
padre
con
braccia
imperturbati
condottier
su
resiste
con
le
bei
li caccia
sol
elementi.
sempre
più
magno
i duci
Sono
mai
in
al
Borea
Di
frementi,
degli
rimirare
funebre
Crebbe
foresta;
fuga
innalzano
venti.
regi, supplici,tremanti,
del
pie
A
Oimè!
in
ma
morte
Videro
dalla
il furor
la vittoria
a
dei
sibilo
i vincitor
piangendo
L'orrida
poter fortuna.
sbucar
a
no,
prodi
Que'
crine:
si arresta,
mondo
il ferro
ciel
al
tempesta
suo
gridi al
i
Che
Al
E
nordica
stende
ardito
Fuggon
guerrieri aduna,
lor promette
fuggitivobarbaro
Torna
ruine
guerrier l'astro s'imbruna,
E, unendo
E
i suoi
muggir
Sovra
Mosca.
calde
lauro
tanto
Ed
y
di
ancor
Sire
maggior
Ma
DIMENTICATO
POETA
UN
o
bilmente
canto, proba-
scritto
il Nostro
;
Là
piagne
Che,
Su
bella
Benché
In
sul
Pende
Il
misero,
mentre
E
Altrove,
Spira
E
di
Ma
Le
lor
Movendo
Per
«
sé
cui
richieggo
Mirasse
sciòr
chi
Ma
E
I
a
bei
germi
di
qual
II fiato
Manca
ecco,
in
chi
quel
la
con
fiume
lito
infausto
suolo
aprico.
pentito.
error
fugge
il tetro
nemico,
questo
inseguitore,e
fero
prole.
».
E
e
ad
l'ire
ogni
istante
ardire.
il consueto
hanno
così dire
in
uscito.
voce
le minacce
intanto
raggio amico,
fu
l'Italia?
è
patria sorte.
un
ne
in
per
si duole
quel sole,
l'itala
tanto
estremo
Crescono
Del
prò
assorte
la
indarno
di
idea.
Italo
dovea
trasse
ei sarà
Ma
Ed
la
gioia del forte,
mezzo
per
libertà
morir
più
Tardi
in
avea
moglie.
felice,grida, se
Morrei
A
combattuto
un
già, ma
non
ricongiunge.
cruda
la
stento,
a
toglie
ei li volea:
le nevi
fra
membra
lo
il morir,
povertà
aggiunge
spoglie.
ricchi
far
cruccia
noi
or
amò,
lo
l'adorata
figlie
prede
sue
dolor
nemiche
di
».
il punge:
al
guerrier,che
cari
Pei
sola
carco
un
duolo
a
ostil saetta
lei,che
a
ancora
gioia antica:
della
colpo! che
dica
amica
morta
lui duolo
in
e
che
par
Io t'amo
«
la
de
geme,
Pietoso
Di
parla, e
rimembranza
La
E
ti
corpo
dinante
Sprigionato dal gel sol per ruina
A tante
squadre sciagurate e tante.
Appariva la stella vespertina
Cinta
Volge
di nembi,
l'onda
allor che
fatai
»;
discolora,
morte
favella:
dolce
sua
si adora
chi
spirto,e tacque.
che
muto,
spiacque.
non
con
il puro
labbro
quel
Ma
lei cader
è il morir
esalando
Disse
giacque
digiuno,esangue
a
e
soave
«
compagna.
orribile campagna;
nevosa,
la
Cadde
E:
dal
oppressa
la
la fedel
altro
un
171
DIMENTICATO
POETA
UN
la
giunser
Beresina.
dove
172
Colà
la
UN
POETA
morte
in
di
colà
E
L'ultima
Chiude
L'aere
a
d'un
Ne'
che
sul
sé
stessa
Allora
E
Stese
il velo
Sorse
il sol
pietà
E
E
del
Solo
il fiume
Urta
gli
ritorni
Salvo
E
fra
dal
tuo
Mandi
un
Ma
irata
chi
E
Quel
trono
sorte!....
Mertata
insulto
Né
Sacro
tu
le
ingiurie
vittoria
a
Ed
Ti
or
rende
Ma
di
l'onte
e
intanto
guerra.
al
la
te
a
del
te
non
da
pianto!
terra
aprlo,
regno
vii
son
labbro
questo
all'incorrotto
alma
più grande
agli
freme.
e
innalzò, pentito
de' carmi
i tiranni
ponte
infranto
madri
Te, quand'eri tiranno,
Che
geme
del
che
terribile
strada
che
chi
a
ribolle
contro
sorge
la
ed
ne
risposta delle
Cruda
e
tranquilla fronte;
di
urlo
tristi.
tu, lor duce,
e
con
carro
speme,
senza
dolenti
e
i forti:
Cadono
misti
ma
risponde
questa guisa
cruento;
estinti
ancor,
avanzi
spavento!
ancor
è deserto
il resto
Tutto
.stento
visti
flutto
morir
tardo
a
ammantato.
di
fur
sul
viventi
Pochi
quando
e
e
sponde cogli
sulle
In
notte:
scena
Galleggiare
frequente:
formato
atre
gelati cadaveri
1
softocato,
caligine
di
nuova
tomba.
dibattersi
la
gente,
si sente
nubi
di
finché
la
gemer
nell'acque un
Cosi,
rimbomba:
trova
le tenebre
alitare, un
strade.
le
fuggir
la misera
perir
piomba
angusto
del
affonda
di
fra
Un
ponte
universal
grido
prima
Giove.
di
fuggitivi invade:
i
gorghi
cade
fulmine
del
tema
guise piove,
il fulmin
mortali
calca
La
Di
mille
tremendo
Più
E
DIMENTICATO
occhi
io
io,
udrai.
Dio.
disprezzai,
libera
ch'uom
miei
atterra.
la
non
cura;
mai
noi
fosse
tua
sventura.
PARODIA
LA
NELLE
LETTERATURE
SACRA
MODERNE
LA
NELLE
PARODIA
SACRA
LETTERATURE
MODERNE
I.
Allorché
sulle
quelle ateniesi, si
su
far
il riso
insieme
di
vostri
essi
ai
Di
E
ritenersi
le
del
i focosi
laide
più
Ma
così
ancora
de' martiri,
la
divina
Babilonia,
dileggio
irresistibile
NovATi,
le
sopra
Studi
di
cose
prima
critici
e
che
della
al tramonto
volta
provocavano
; non
già
più
attendere,
indegni
la
sacre
di culto
cultori
segno
volta
ch'essi,
an-
fede, sarebbero
masti
ri-
lor
potuto
avessero
l'avvenire
di
Cristo
!
L'età,
non
era
col sangue
cementata
sulle fondamenta
a
l'atterrat
delil
spargere
risvegliava non
negli spiriti colti;
letterari.
de'
o
facevano
propensione
si
stessi
alla
copriva
sorgeva
in
faceva
che
religione
Chiesa,
chiedevano
i loro
nuova
ancora,
città
e
e
della
dei
stupefatti se
e
il velo
dire, eroica
quali
deva
scen-
vostri
ben
quanto
della
insieme
istante
un
ai
che
avventure,
campioni
addolorati
risposta si
prontamente
que' numi,
De'
l'Olimpo
del-
morto
famelici
voi?
la
siccome
più sguaiati motteggi.
per
Giove
paganesimo,
ridete
già
come
le divinità
flagellata;i padri
chi
soggiungevano
sollevare
burla
i tre Ercoli
sostenitori
istrioni ?
attribuivano
de'
Diana
a
trionfo:
dovevan
ed
testamento
rivolgendosi
aria
in
mettevano
decadenza,
rallegraregli spettatori,e
per
a
della
romane
scene
tornava
meno
a
ser-
12
178
LA
peggiar
sordamente
Cosicché
a
SACRA
ben
burloni,
NELLE
in
aifrancate
ramente
i
PARODIA
LETTERATURE
mezzo
alle moltitudini
giogo
delle
dal
presto ebbero
lo
come
il loro
i
avevano
intfe-
non
superstizioni
pagane.
patrono in cielo anche
mentitori, patrono risoluto
godersi il posto guadagnato,
maulgré
La
ha
cosa
vera.
men
bizzarra
bel parere
Ed
agevole
altro
non
al
assai
tempi
a
del
nome
si accordano
nel
più che
il santo
nel
258
col
più
nobile
cotale
sainctz
inverosimile;
grande
con
fra le opere
siasi
dove
Gerolamo
S,
udiva
uditorio
(1) Cfr.
LIX
Ili, p.
i87i).
già
L'
grotesque,
Cena
dal
Wright
avvertita
trad.
dato
un
0.
Sachot,
posteriori.
confonde
una
da
età
la
per
Grunnio
M.
storia
(Hist.
de
sulla
in
Corocotta
parodia
caricature
Ili, p. 44-5);
e
ciullesco
fan-
Ili,Vindobonae,
della
la
natura
modo
v.
del
Opera, Praef.,
Cypriani
Lat.,
sotto
quelle scuole,
fra le risate
Caecilii
tichissima
an-
originevetusta.
in
secolo
di
derla
ve-
Cewa, quale si legge
Paris, 1875, eh.
giudizio erroneo
originale, che
rifacimenti
Thascii
comporre
africano,o fors'anche
IV
al
alla
consacrata
sua
la
declamare
della
i dotti
sia di ciò, il
della
(Corp. Scriptor. Eccles.
importanza
stata
però ha
S.
sua
ammette
persistenzafin
il testamento
Hartel,
G.
della
invece
a
comunque
tanta
già
Cipriano,
nessuno
abbassato
martire
diversa, corresse
forma
cap.
del
Oggi
vita tutta
una
potrebbe quindi congetturareche
ancora
S.
noscono,
co-
scrittore cristiano,cui è stata
è per noi sicuro pegno
Si
Tutti
Cartagine,il quale suggellava
sangue
propaganda,
di
questo
è per
non
miglior parte
il contrario;
di
vescovo
la
attribuita.
ritenere
lui attribuita
essa
fama, la Cena
per
insulsaggine(1); ma,
a
Dieu.
ci riescirà addimostrarlo.
vicini
proprio
maulgré
et
ha dovuto
facezia, che
celebrità
fino
les
un
se
è
MODERNE
l'età del
veramente
sacra
et
du
il quale
nimento
compo-
strano
coi
PARODIA
LA
dubbiosa,
di
ma
collocare
rVIII
in tanta
la tenessero
di
di
indugi
perchè io mi
quale
di
narra
celebrar
l'autore
1
tale
di
di
che
S.
Sai.
(op. cit.,1. e).
avuto
che
indubitabile
da
sarebbe
S. Matteo,
stato
occupato
S.
presso
è
il
Matteo,
infatti
uno
io
Y idea
ad
re
de'
Cena
questo
anche
testamento
F.
da
sin
qui
BuE231.
p.
un
loro
consacrar
operato
miracolo
che
gran
alcune
soverchia.
ebraici
di
Jahveh.
mentato
ram-
della Cena
Cana
tengo
ri-
; ma
invece
dell'argomento
Così
è
gerita
sug-
antiquario inglese
nella
è altri che
non
vi
l'autore
stata
nozze
Salvatore:
non
gli sia
se
sulle
dal
l'episodiodi
1-14; ed il dotto
d'Oriente
nomi
corrono
con-
alla stessa
sia fondata
negherò
non
accorgersene,
leggerezza
il
la
fondamentale
Ev., XXll,
primo
con
che
dell'acqua invino
Ora
festa
I.
alla memoria
presente
utile
è
l'invito
e
del
si è fatto
dai
nome
Priapeor., Berolini, 1871,
però che
avverte
il
raccolti
son
»,
convito
si stacca
mistica
è fatto ricordo
cui
parso
invece
perii cangiamento
Al
reprobi.Così
della Cena
TApp.
stima
banchetto
un
qui
e
alla
i
milesie
cos'i m'è
formeranno
egli stesso
che
lib.
et
dare
ricor-
adunque
Testamento;
nuovo
in
favole
«
troppo conosciuta,
diede
accorrere,
nel
o
è
personaggi,de' quali
i
Girolamo,
altre
Il Wright
famose
Johel
adorna
offrirla,
ed
figliuolo(3).
larghezza che
sproposito,
pagine,
fosse
però
de' rifacimenti
Siccome
a
abbia
e
spiegherebbe come
Basti
che
suo
gli eletti
men
e
parlare
ma
fa
vecchio
in Petronii
CHELER
(3)
del
nozze
con
passi
porco
(2)
il V
fra
quella parabola evangelica,la
d'Oriente
sacri, tutti, quasi,
fatto
Cipriano
discorrerne.
a
re
della Cena
non
del
un
le
registratonel
(1)
si
non
rielaborarla
S.
materia
le dia
come
vien
Cena
della
pur
quei gravi personaggi del secol
stima
L'apocrifa scrittura
libri
d'anche
quan-
attrattive, a ponteficied imperatori (2).
nuove
per
(1). E
alto,converrebbe
in
altrimenti
sdegnarono
quali non
i
nono,
salir tanto
poiché
secolo;
indiscutibile
composizione
la
stampo, di un'utilità
stesso
amenità
una
si volesse
non
sempre
dello
179
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
composizioni
altre
ed
SACRA
Ceiìa
Dio;
non
si
come
quello
di
180
SACRA
si assidono
mensa
e
PARODIA
LA
Cristo
Gesù
Abele
(1).
de' cibi
0
che
Ad
almanco
Di
nome.
suo
qui,
sulle
lato
un
gambe
delle
e
accanto
S.
a
Loth
i convitati
stravaganze che il sacro
(2). Ma
fantasmagoria?
strana
si
qual fine,
a
La
nella
quale
Mali
sunt
pop.
della
(2) Gfr.
e
cosi barbaramente
(3) La
Cena
che
può
diconsi
Boni
de'
suoi
cum
fitrione
an-
vuole
leggitori
sia pure
Azelino
meliorihus:
il
le
nell'ed. Migne,
colpevole
vero
inferociti
commensali
dai
l'autore
avvertire
bene
creduto
de'
che
(3). E
spiaciutaad
è
un'orgia
di
che
a
ved.
così ;
Reims,
mensa
E.
du
lat., 1847, p. 94.
Cena,
finalmente
brani
ha
peioribns.
cum
Poés.
MÈRiL,
Cena
sua
in
tante
e
forse, codesta
chiara;
libri santi
promiscuità
bizzarra
(1) Codesta
il
personaggi dei
i
tali
nella memoria
imprimere più profondamente
i fatti ed
strazio
chiederà
è
cosa
Oloferne.
russa
a
dal
che
furti, fa il celeste
rei di numerosi
ospiti,riconosciuti
Davide
lui
da
par tramutarsi
dallo
al
onore
Giuditta; là,
con
si abbandonano
all'ultimo
trieretica,funestata
si regge
fra le braccia
molestato
banchetto
le intenzioni
troppo
gallo accusatore,
insomma
spettacolo
dell'arpadi
balla
chiamar
ri-
legato il
è
mal
barcolla
suono
meno
del
Noè
fatto
Erodiade
Pietro, non
chicchirichì
sonoro
Tutti
di Tubai,
salterio
quali
ai
da
guisa
capisce,uno
aver
per
della
casi
forse, trascende
figlieimpazienti; qui,al
del
coi
in tal
le mense,
dall'altro
proprio ritrovato;
si
senza
scrittore. Levate
dello
tavola
ben
ammannire,
impossibile a conseguire,
gli eventi
come
si imbandiscon
poi
dovuto
stretti
sia
a
altrui
ha
meno
contenersi
che forse,e
singolarissimo,
da
o
Faraone, Giuda
e
de' convitati
ognuno
ch'egli stesso
alla mente
MODERNE
Caino, Mosè
quando poi questo
:
ei deve
LETTERATURE
e
rapportipiù
hanno
vita
sua
NELLE
finisce
trovar
Joca
in
e.
1009, 1011, 1012.
per le torture
il
monachorum,
vien
fatto
a
sopportate (e.1013);
convito.
il barbaro
dunque
costui
Achar,
pertosi
Sco-
suo
sui
luogo
fra
que'
testi
dievali
me-
qualiveggansi Romania,
182
I
a
SACRA
PARODIA
LA
KELLE
primi bagliorimattutini
lo
medio
evo,
quale,
come
spirito beffardo
scherzo,
uno
ei nota
colla
0
Saccuni
Tane
dixit
pomis.
Nolo
:
Deus
et
saccum
Tane
voluit
Tunc
dixit
Ghristus
Praeter
homo
unus
Talum
habuit,
non
Johannes
in
Thomas
facezia
Reliq. antiq., v. I,p.
cod.
riesce
che
290.
La
In
viridi campo
Unus
dixit
Respondit
Jesus:
Abraham:
Accepit baculum,
Jhesus
Ambo
si
clamabat,
venerunt,
legge
riferisco
pace.
qui, non
propter
volo
non
voluit
Petrum
Abraham
purgarla, per
senza
è stata
di
cui
è
bruttata
tolta:
principes ambo:
fuit
alter
Bartholomeus.
dimidium
marcum.
solus.
comedere
sic
facies
percutere
per
meam
Jhesum.
Paulumque
bene
fa
Wright-Halliwell,
presso
quale
singolare
veramente
grossolani errori
steterunt
vaccam
Sitis in
arditezza
di
ex.), dal
Jesus,
erat
Emerunt
Tunc
sagittare Jacobum.
possibile,dai
inglese (sec. XV
balista
sua
cum
talo,
sine
potuit.
non
currere
clericale
un'altra
riscontro
fuit
natus
clamavit:
fornace
invocavit.
fuerunt.
throno
in
voluit
Imposuit telum,
calco}).
percutere Christum.
venit
Baptista
solus.
meum
per
sanctos
qui
t"7ium.
comedere
omnes
qui
et
marcam
facies
non
voluit
venerunt,
magister.
Bartholomaeus
saccum
Jacop:
nobes?
volo.
tribus
Ghristus
clamavit,
Omnes
iste?
acquisivi.
peccare,
sanctus
prò
Accepit baculum,
nel
nel
glianza
rassomi-
certa
una
diamo
ve-
nuove
Wattenbach,
vendere
vellet
comedere
nolo, poma
Emerunt
Si
—
tibi,quia melius
Peter
Omnipotens
mi
si riscontra
noi
le
anima
dal
luce
già
e
evo,
Ghriste, quid portai rusticus
0
volo
Peccare
quanto
in
messo
giustamente,
cum
Vendere
ottimo
medio
appena
Cena:
Deus,
codesta
adunque
satirico, che
e
già
MODERNE
cominciano
dell'alto
le tenebre
colorire
A
LETTERATURE
vocabat:
verberaverunt.
barbam.
PARODIA
LA
SACRA
del
nel
eccolo
culto.
Pittura
si
le cattedrali
d' uomini
quale
di
cerca
forniscono
d' animali
e
spesso
ridicole,
alle
figure
immobili
i
ostentano
dixit
Tunc
Jhesus:
Tunc
dixit
Abraham:
venissem,
non
Il Wright
delle licenze
esempi
nell'adornar
coi saggi dell'arte
il Leniext
in
M.
(e
dividere
al
simbolismo
basti
citare
satira.
quando
e
Naturalmente
bassorilievo
ravvisar
elementi
più agio
di
meno
senza
proclivi
a
sparger
il
taluni
gli artisti
Satyre
hanno
France
en
nissimo
lonta-
manifestate
nel
mi
che
sostenere
medio
accorderei
solo
citate
che
nel
mi
quella
sembrami
la
facezia
ceda
all' Italia
la
quale
Il desiderio
che
anche
io, sebbene
scritti),non
difatti
offre
non
innanzi
mette
riferisce
ne
ma
sgg.;
che
l'appunto
per
però
unquam!
molto
mente
presentino rappresentazioni vera-
impresa
argomento
notato
aver
e
nel
francese
burleschi.
questo
altri
è La
che
i suoi
ed
(p. 47),
comasco
veni
rappresentazioni figurate
nelle opere
cosi
huc
dabo.
vobis
grossum
templi, ed
idee
il D'Orcet
Ardua
parte; il Wright
non
delle
di
e
solus;
cui si abbandonavano
p. 388
strambe
rate
dispa-
perpetuano
Ili, V, p. 45, 72)
libro
architettonici
satiriche.
dove
le
scrittore
i monumenti
i
piacevole
suo
dal
però col garbato
tardi
loro
A., Paris, 1880, eh. XXIV,
rispetto
evo
quel
a
profeti
verberavisse[m].
eh.
la car.,
de'
e
artefici
vaccam,
bene
nunquam
volte,
a
di attitudini
timide
modo,
me
immagini
di membra
heu, heu, quod
(Hist. de
curiosi
parecchi
hic
breve
quali accanto
santi
gli
mentre
sum
ego
{sic,1. adiuvaì)
Adinua
au
de'
accozzamenti
(1). Poi,
contorcimenti
(1)
strani
più
le
oscene,
rigide
e
in
spaventose
deformi, la più grande varietà
e
Si
magari
ed
di fantastiche
caricature
e
estrinsecazione.
armi,
le
varcate
ancora
di
,
più
ardimento, ed
aveva
modi
popolando
vanno
fasti,i misteri, i
i
accresce
non
nuovi
gli
scultura
e
gli
successo
del
tempio,
soglie, in
le
Il
183
MODERNE
avvisagliecontro
tentare
generazioni,
ministri
LETTERATURE
NELLE
induce
i nostri
dileggio sopra
è fatta
di
occuparmi
a
ora
artisti
le
d'un
cose
antico
neppure
altrove
tagliar
non
alla
scarsissima
riesco
non
minare
deter-
il posto
riproduzione
io
di
corto,
a
con
ma
si mostrarono
sacre
di
quello
184
PARODIA
LA
nel
i loro
marmo
del
la severità
da
vino
della
Chiesa
viene
ben
grido,
risuona
nel
tumulto
e
de'
e
canzoni
riti sacri.
Perchè
sede
exàl-
et
de'
saturnali
nuovi
(1).
gli
la
messa
volontar
quasi in-
l'opera,calcando
sacri
lesche
bur-
le liturgich
e
fu
mente
pronta-
dirlo, dai chierici stessi,
occorre
bastava
ebbra
all'orecchio
poesia adunque
giocosa profanazione dei
divenisse
ne
strumenti
de
de' cantici
parte nella
sua
turba
una
antifone, fossero
la
non
e,
le venerande
e
quali componevano
compier
a
Anche
chiamata,
la
le
lo schema
sopra
melodie.
dei
i
rancori,
fanata
pro-
Fanciulli, che celebravano
scrivevano
ne
i riti
fastidioso
coloro
condotti
prendere
in cui
il
che
i loro
rumorosamente
Dex)osuit potentes
naturale
dell'Asino
a
più
ecco
uffici de' Pazzi
MODERNE
parodiateda
sono
di licenza.
e
prelati,che
Era
LETTERATURE
capricci, e spesso anche
santuario
humiles;
tavit
NELLE
quelle feste famose,
cerimonie
di
SACRA
dei
uno
fare
un
validi
più
ed
passo;
ficaci
ef-
ed
il passo
si
fece tosto.
che
i loro
vicario
colleghi
generale
costretto
dagli
intaglio in legno, perchè
vasi, de' quali
tre
timbra
Domini
asini
Ascentionis
0
Trinitatis.
non
della
(1)
Cava
?
Cfr.
Petit
con
il
mediocrissimo
Wright,
di
nuove
il Lenient,
leggere
Magnin.
ben
e
tion
e
aggiunge
uno
ecc.
storico
s'accontentasse
noti, raccolti
dal
il
sgg.,
Du
Le
reliquie di
in
quale però
feste
Pazzi
dei
rifriggere
Gange,
dal
Du
que'
au
codesto
scritto
avevano
coscienzioso, che
di
di
France
en
quanto
a
pedibus
possesso
comédiens
de
Sanctissime
delle
in
giati
effi-
aveva
de
reliquiis
aggiunte
Les
vi
un
frammento
un
l'inventario
notabili
cattedrale
secondo:
U
de
terzo:
l'Aubertin,
ormai
trovare
indagini,
preziosi, ma
nulla
libro
;
inquisitoreera
allegro
troppo
il
1571
nel
della
coro
Christi
Julleville,
de
coli'
racchiudeva
Jesu
che
dire
insieme
stalli del
A., Paris, 1885, eh. II, p. 29
M.
il
di
par
Todi
primo
Virginis;
Cipolla, passate poi
fra
il
basti
artista
un
nostri
beate
E
di
vescovo
rimovere
far
a
del
d'oltremonte.
i
rebbero
meritefacesse
materiali
Tilliot,dal
PARODIA
LA
la
quale si avvinghia colla
poderoso
al tronco
Il
discorrere.
secoli, l'avvertire
dai
ai dì nostri
medio
sino
pareva
destinato
ad
del
onta
studio
dallo
anche
si possa
inaspettate forse,
la via
argomento
prive
non
credenze
al
tante
di valore
quale
vigorìa; il
dimostrare
a
piacevolezzeerudite
di
e
oggi, ad
ancor
notevole
una
cavare
ma
letterario,che
come
vecchie
sempre
i
Europa, rivestendo
tutta
medesime;
conservi
esso
facezie
del
in
tendo
in-
dell'evo
ripugnanze,
questo, dico, ci schiuderà
far tutto
come
tante
grande naufragio delle
assistiamo,
rassita
pa-
attraverso
piti oscuri
siffatto genere
diffuso
pianta
una
vestigia
tempi
un
le forme
costantemente
le
eccitare
proteste,si sia invece
di
satirica,
o
poesia liturgica,io
ricercarne
come
burlesca,
o
tenacia
della
185
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
produzione appunto,
codesta
Di
SACRA
e
di popolari
conclusioni,
a
la storia
per
pensiero.
IL
pili antiche
Le
composte,
credere, in
mio
a
feste dei
delle
de'
parodie
del
ordinatori
offrivano
esse
e
basso
un
di
diffondersi
molti
spronar
avrei
andate
difficoltà ad
da
immuni
solo intento
di
disordinata
grezza
alle-
o
di codeste
miscuglio
studenti,che
sacro
rapidamente, e
ad
elementi
che
sul
gli
le
quali
e
di
profano,
Ne
numero.
principioesse
satirici,ed
prestar materia
erano
l'esempio
coll'efficacia delil
accrescerne
ammettere
que'
mascherate,
di
e
da
Scritte
Francia.
clero, chierici
sì bizzarro
dovettero
state
sono
Pazzi, dell'Asino, de' Fanciulli,
esecutori
gli
sacri
alla
mezzo
quindi primamente sul suolo
membri
canti
abbiano
di riso col
io
siano
avuto
grottesco con-
il
186
PARODIA
LA
trasto
che
SACRA
il fatto
prova
insomma
sono
nulla
hanno
non
gli
inni
la Chiesa
che
sulle
e
e
preferenza
a
se
non
che
fedeli.
del
di
honum
(2) ; dell' lam
suave
si canta
cantava, e
l'arditezza
tutte
(1)
P.
Gfr.
ben
presto codesti
telalt.,in
Zeitschr.
Ave
color
Gfr.
legge
Die
fùr
a
Hymni
f. 58
r.
noi
S. Bernardo
Vergine,
Verhum
sidere, che
nelle
(3);
dalla
confini
quali
nocuità
in-
sua
furono
si
varcati,
in
des
prof. Rythm.
p. 469
Mite
sgg.,
240
aevi,
t.
di
redazione
della
bibl.
polimetro,
leggiamo,
p. 177,
I,
quest'inno
civ.
che
cagion
a
Carni,
e
di
è
m.
bacchico
Gortona.
il ritmo
Si
quis
d'esempio, questa
(18):
quale
è
d'
settimana
scyphi desuper,
rorant
pluit mustum,
et
canna
et
qui potaverit
bibat
I
bacchiche
da
Alterth., Ili,1872,
lat. medii
ditirambo
vero
Tunc
versetto
fondamento
bonum.
del cod.
(n. 174),
deciorum
la
costanze,
cir-
l'attenzione
orto
lat.
Anfdnge
deutsch.
Yinum
e
Mone,
(4) In quel
strofa
sequenze,
poesie anglo-normande,
de
aevi, Firenze, 1883, p. 66. Un'altra
si
nei testi
solenni
era
attenuata
è
Mélanges
Meyeu,
(2) Gfr. Wattenbach,
(3)
scherzo
giuoco;
parodie
alla
lucis
il
IV, 370.
Romania,
sotto
ne
tuttavia, a mattutino
dello
(4). Ma
in
composta
(1); dell'inno
queste
le
prose,
le
prosa
fra
e
vivamente
natura
questa
il Natale
et
orazioni
più
la celebre
Laetabimdus,
per
nelle
le
rebbe
da-
taverna, i quali
da
quali la melodia, che
Son
ed
il vino
solita cantare
era
parte precipua, richiamava
dei
vecchie
più
imitano
Ne
il contenuto.
canti
fondamento
neppure
sacri, bensì
le
più
MODERNE
ed
che
celebrano
composizioni non
LETTERATURE
fra la forma
offrivano
anzi
NELLE
plus
tramutazione
Isaia, che
d'Avvento:
si
sit iustum;
quam
molto
briosa
ripeteva
Rorate
nuper,
come
caeli
e
molto
antifona
desuper
diffusa
di
nella
Messa
et
nt'.bes
un
noto
della
pluant
PARODIA
LA
e
più
non
canto,
un
una
o
medesima
11 codice
di Benedictbeuern,
dell'importanza, del
si
reputa
le raccolte
di
poesie del
il
Missa
aperietur
altri
inclino
però
a
vuoi
satirici,del
occhi
che
degli
da
e
se
le
fra
della
citare
Sapienza
(XVIIl, 15)
vino:
(1)
Bum
i
per
Carm.
fra
colui
dar
il
princìpio alla
omnia
ed.
colla solita incurabile
La
zibaldone
deutsch.
perchè
Messa
di
Fra
dimenticare
libri santi
le forme
io
fra
disputa
stimo
non
parodiare
toglieva in prestito
nota
scherno,
il libro
versetto
un
l'acqua
ed
il
tumultum.
p. 248.
II, p. 208.
trascuratezza,
che
La
stampa
ne
è stata
troppe volte
macchia
tore.
rispettipregevoli, di questo operosissimo ricercaha
pubblicato dal noto
poi, che il Wattenbach
Antonio
Vorz., 1863,
si possa
di
agli
preoccuparsi
senza
Cosicché
intendesse
Schmeller,
v.
di
e
adattarne
esprimere,
medium
Reliquiae antiquae,
tanti
ne
burleschi,
famigliarità coi
contrasto.
quale
le espressioni
e
infatti
ad
lo
ecc.
rivestito
irriverenza
indotti
cento,
6,
str.
le frasi
si deve
tale
volevano
che
182,
abbiano
di
Non
nostri.
liturgici,cfr.
e
latini, vuoi
non
apparenze
avessero
caso
un
Bur.,
libri,per
XllI,
del
questi nascesse
tenerent
(2) Ved.
fatta
e
volte
i ritmi
involontariamente
ai concetti
quelle
che, per
ai
medievali
quasi
parole
e
quelle
invece
i letterati
essere
XII
sec.
scrittori
presentano
come
195,
cora-
8). Per
(XLV,
7;
18;
(1).
potatorihus
i due
titoli,
luoghi scritturali
abbondano
cui
de
di
str.
prima
alla luce
salvatorem
moltissime
che
credere
di
bibliche,
str.
nei
punto
ap-
pubblicò
inglesi,
mss.
diversi
germinet
et
176,
7, 8;
str.
lui in due
travestimenti
congeneri
175,
n.
terra
la
si sia data
che
Sebben
gidonis (2).
jiistum;
giunte, offre
sotto il titolo àìMissa
Wright
poi Tommaso
i
da
noi
a
che
più preziosa fra
Officium Lusonim,
di
seconda, trovata
Una
XII
sec.
rietà,
va-
componimenti
la
diritto
comune.
cagione della
a
de'
nute
te-
Credo,
il
VAve,
alla sorte
quale
numero
della messa,
parodia compiuta
0
a
nome
il
buon
racchiude,
sotto
Patet\
soggiacquero
la Messa
le orazioni
ma
sequenza,
il
187
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
maggior venerazione,
in
e
SACRA
con
p. 134
neWAnzeig.
Huseman
e
qualche
sg.,
è
frutto
troppo mutilata
tentarne
Kunde
fur
un
e
der
malconcia,
paragone
colle
188
SACRA
PARODIA
LA
si accordano
ponimenti
redazioni,alterate
testo
LETTERATURE
modificate
e
da
esse
I tre
hanno
germanico
altro
un
non
l'origine,
compagna
di stretta
parentela,che
allentati
più antico,
sì, ma
quale
il
Giunti
questo punto
a
quindi sgombrare.
parodie della
persuade troppo.
il riso,faceva
ci volevano
la
(1)
fatto
A
elementi
hanno
al
sono
indicati
immolent
note
ho
V
del
termini
con
veraci,
Messa
fin
neìV
Officium
ora
I lettori troveranno
il nostro,
il quale è
principio che
della
Ma
se
meno
giunto
fine.
i cui
a
e
del
sgg.
i
novali
soli
punti
molto
dei
ginke,
voro,
la-
dadi
ses
ginke,
ses,
con
le redazioni
rapporti riescon
perspicuiappariscono
noi
suo
ha
nell'App. II,n. 1, riportata
rapporti
codesti
che
giustamente, grande
Lusorum
magis
est
inedita,
e
Victimae
francesi:
recenti.
Mittelalters, Gòrlitz,1870.
quale dà,
credendum
ecc.
inglesied
Officium,
il
unisce
essa
Hubatsch,
p. 79
a
des
80,
di chiarire.
tentato
fra i testi
e
che
fatto
deciani...
qiiatter
la
p.
0.
venuto
Yagantenlieder
(2) Gfr. HuPATSCH,
importanza
già
delle tre Messe
diligente esame
lateinischen
è
le veci
facevan
assai
mi
assumesse
medievali
origini relativamente
non
ad eccitare
una
le altre
mentre
cosa
deste
co-
per recitarle
Ma
quali
indubbiamente
conclusione
questa
Die
delle
verrà
con-
composte
riuscissero
esse
fossero recitate.
celebrante,
Ad
che
un
infatti
si sarà
lettori,e che
lette ? La
esser
parecchie persone,
antiche.
de' tratti
Per
Perchè
de'
di
(2).
qual fine venivano
Messa?
d'uopo che
parte del
più
A
dalla
ma
ci arresta, che
alla mente
struirne
rico-
letteratura
libertini
dubbio
un
affacciato forse anche
già
di
certamente
traeva
codesta
sotto
distrutti.
non
dalla Germania,
dall'Inghilterra,
ne
scapestrati e di studenti
una
dimora
secolare
una
Francia, la madrepatria di tutta
chierici
medesimo
un
adunque, posti a fronte, permettono
testi
che
mandarne
ora
vincoli
nuU'altro
; sono
di
copisti,
dai
più lunghi pellegrinaggied
il cielo
MODERNE
nella sostanza
queste io posso
(1). A
terza, legata ad
i
NELLE
guasto
e
fra
mancante
già
evidenti
questo
così
190
PARODIA
LA
da
invocare
il
Bacco
insieme
metter
SACRA
conseguimento
desinare
un
De
petit disner
De
mal
Et
LETTERATURE
NELLE
de
mal
et
et
du
te
vin
Graces
Et
vin
de
Te
ci vorrà
Non
certo molto
Eabelais
vin
volte
suscitar
essersi
intonate
com'essi
che
cosa
giaculatorie.E
bel
numero
chi
sa
se
stessi
a
non
parrà punto improbabile a chi
non
ben recitate le
abbiano
riche,
giaculatoriesati-
processionedel PeZ^nwa^e
la
de
(2). E, d'altra parte,in quel prezioso manoscritto
parigino,il quale contiene
loghi,
copiosa scelta di farse,mono-
una
po'dappertuttoin
moralità,rappresentateun
il secolo
Invitatorio
De
(2) Leroux
decimosesto, noi ci troviamo
bacchico.,facetissimo, ma
Ree.
Montaiglon,
siècles, Pai'is,1855,
serm.
il miglior
allegreconfraternite
di altre
piaciuti a ripetereun
accompagnavano
Mariage
(1) A.
ed
i buoni
qualclievolta,a guisad'intermezzo,anche
palcoscenico?La
un
(1).
nos
gaiezzadel pubblicoi Badins
la
pitiviva
rammenti
di
audi
libri,e che formavano
e
esilaranti
queste
avranno
durante
potz:
nos
persuadersiche
per
della Bazoche
parigine,devon
sul
pigeons,
rogamus:
i suoi
dedicare
amava
ornamento
le
fraiz.
ai quali Francesco
cioncatori,beoni illustrissimi,
onorandi
di
et
nos:
[gros] cochons,
et
remplez
nous
Domine.
audi
ror/amus:
gelines
per
cuyt,
nos,
perdrix
nous
occorre
nuyt,
tourné;
Ayons
Donnez
quanto
masle
Libera
Peccatores
di
coi fiocchi:
soupper
boyre
MODERNE
de
t.
VII,
Lincy-F.
joy., Paris, 1837,
p.
de
poés. franq.. des
1,
in presenza
che
XV^-
per
et
esser
XVI^
66.
Michel,
v.
Francia
n,
17,
de
Ree.
p. 28
e
farces, moralit.
sgg.
et
SACRA
PARODIA
LA
proprio venir
gustato,doveva
cui
liturgica,di
offriva la
fatica il provare
e
di
avarizia
tutti
santi, in cui
i
Miseria
ed
cedono
il
Un
d'ung
I,
mi
ha
altro
cavati
meraviglia
assemblea
solo sui
di
joyeux,
carte
quali
ha
vere
la
XV,
le loro
con
2.
p. 342
p. 116
e
coi
il
Dyalogue
latin, iìnprimé
en
sgg.), nel quale
volgari,son
ché
presso-
abilità. Non
mi
recitato
in
stato
è ben
poi, come
eran
testé
:
nelle
farebbe
qualche
noto,
origini
da
del
e
sgg.),
nelle feste
XIII
Scherze
sg.; 1868, p. 9
e
sgg.;
del
e
nuziali,
stiche,
chiesa-
38
e
essi
come
burlesche,
XIV.
Mittelalt.
des
di
bibliografia
mostrando
quelle prediche
sec.
non
ragunanze
così diligente
una
p. 358
Geistliche
e
è
noi,
et
svariatissime
clericale
società
sunti
con-
proprie parodie delle prediche
pubblicato
Wattenbach,
Anzeig., 1867,
rapsodia,
V Invitatoire
di cui
per
molta
recitati
e
od
eterno
animali
gli
raccolta
cit.,t. I,
occasioni
in
ma
ridere
litanie di
mistica
tutti
fran^ois
en
op.
E
peggio
a
delle
padre
nella
questo dialogo fosse
(in Romania,
esilaravano
esse
anche
che
traggano
ber
e
quelle all' Infinita
strofa si alternano
sacre
famiglia
diverte
gioiose,nei banchetti, e singolarmente poi
PicoT
pure
ogni
dalle
teatri,
de'
E.
in
di Bazochiens.
que'Sermons
è la
martiri, de' confessori,
interesse
pyon
(Montaiglon,
a
figlia,la Birroveria;
della
senza
d'ung
trocento
quat-
vecchiaia,i cui magri carcami,
rarità
non
et
latini,che
tutti
La
il
consigliatoa riprodurlonell'App. II, n.
tavernier
i versi
9.
a.
testo,
nouvellement
società
miserrima
dalla
e
al
da
si susseguono
stenti
(1) Ibid., V.
parte
invocazioni
posto all' evocazione
dagli
gran
orazioni,per
male
parodia
una
de' santi, de'
vergini, che
Ora
padrone, si
sostituite
sua
le menzioni
mentre
delle
alla
le
liturgicie
mangiar
a
suo
le
figliuolosono
divin
al
di
del
certo
durante
e
di scherno.
o
propri guai, componendo
de'
prosa
seguente, si sia continuato
costretta
podestà che,
un
dalla sordida
fa
di riso
argomento
trarne
di
costerà
fra noi,
i testi
burlescamente
travestire
ci
non
il secolo
tutto
per
sull'aria della
cantato
anche
come
191
MODERNE
parodia (1).
Alpi
le
varcheremo
Se
LETTERATURE
NELLE
sgg.
(Ved.
nel
che
su
cit.
192
LA
invece
SACRA
NELLE
famelici
(1).
il
Ma
piace folleggiarenelle
in Francia
alle fumose
ben
e
decisi
baldorie
Carnevale
et
un
migliaccio con
mezo
arrosto
grasso
che
grassa
chieder
qual fa
et
la
fu
et
pesta bene
et
per
la
fu
salciccia
anche
ultimi
1888,
(2)
far collatione
»
un
:
caponsello,
un
dolce
fegatello;
in
messa
et
E
».
«E
fumarolo
Goliardi,
libro,
La
mezzo
Carnevale
A
—
per
a
a
Galina
;
Ocha; quando
p. 91
Firenze, 1880,
C.
sua
dario
calen-
suo
Sancta
Sancta
di
fare,
a
comincia
del
madona
giovinezza
monna
giungere,la
le sante
e
di
loro, ed
a
issofatto
madona
ecc.,
(2).
avversario
stanno
confesso
me
duolo,
gran
al
tutti i santi
a
budello,
un
et
messa
momenti
la cusina
il mio
ridiranno
capone
patir pena
inpiccata
/
si
quatro fegatelliet
inginocchiarsiin
(1) Straccali,
messer
martirizzata
et
farle
confessione
grassa
tono,
ripe-
quando
«
quanti la
a
mezzo
maritata
del
da leccarde:
cfr.
fusti
compagnia
perdono
Credo
freschi
a
in
i suoi
dacché
come
che
»,
si
quattro panettibianchi
figliuolohavesti
per
ad
one
mattina
altri sollecitano lo sbraculato
Quaresima
non
ai
gallina incoronata,
alla lasagna
«
Orati
ogni
per cominciare
Sanctissima
Poi
et
parodia
la
i bevitori
grasso,
devota
recitar
di trebbiano
ed
del famoso
Memori
orazione,la quale assicura
;
boccale
un
«
»
solito
era
notai
ghiottoni,se
giovedì
«
volte
madre
seguirne i precetti,in
a
del
sghignazzando, la
levava
co'
taverne
di
grembo
sventurati
più delle
ne' teatri coi Pazzi.
Margutte,
MODERNE
nel
gettatiin pastura agli
terra, son
di
LETTERATURE
goder tranquillo riposo
di
birri
PARODIA
Salutati,
e
sgg.
E
Torino,
p. 107.
L.
Manzoni,
1881, p. 51.
Libro
di
carnevale
dei
sec.
XV
e
XVI,
Bologna,
PARODIA
LA
l'è mior, la
Caponis
et bene
in
secondo
l'ascoltare
il
grassi
del breviario
loro !, le
della
Messa
si accorda
testé
nel
ripetuta,che
più vicini,il gusto per
diffuso?
Se
dovrebbero
medio
qualcuno:
tre
evo,
ed anche
le
avveniva,
più
pur
ed ai
Di parodie
«
quattro
o
;
(2).
mal
a
in
tempi
codeste facezie fosse tanto vivo
molto
essere
Entom-
questo fatto coli'affermazione,
realmente
così
des
tare,
tramu-
secolo duodecimo
del
rimangono
agguagliare.Come
brigata (1).
quali il parodiare,
fra le celie
forse adesso
ne
la
stravagante parevan
più gustose
osserverà
ghiribizzi,
rito: In
in altrettanti Potemus
o
ai chierici
Ma, per tornare
di
raphioUs speciatis
Giovanni
fra
bravo
di
il
eucaristica;
cena
predicaburlesca
una
et
risponde
gomito, la
Oremus
beati
sempre,
in bocca
quelli poveri
per
colle formolo
»,
que'gaudenti,ai
l'uso del
gli
meures,
n'ho doman.
gè
rompergli
a
maria
ave
fis... Amen!
formata
alzavano
mentre
una
et Pizonis
la spassavano
se
Ma
».
in beccarla
sono
nomine
loro
Torta...
no
padre
giunge l'assoluzione,coll'obbligoperò
raartyriche
Così
al nostro devoto
E
—
193
MODERNE
n'ho ancliuo,
gè
paternostro e
un
«
; se
Sancta
la filastrocca
dire
LETTERATURE
NELLE
più poca.
par
madona
A
—
me
Faxan
San
miser
SACRA
di
numerose
e
noi
a
tanto
burlesche
messe
quelloche
sono.
»
(1) Ibid.,p. 235.
(2) Anche
si ebbero
e
da
Lett.
nel
care
burlesche.
hai.,
dal
68.
anche
frati,
formata
dopo
che
Praga
Feifalik
Literat.
(Sitzungsber.der
e
i
ne'
in
tempi
della
da
suoi
k.
al
fra
che
benedettino
1575.
Giorn.
in
de
Telcz,
Studien
zur
Gesch.
derWiss^Wien,
sacri
ci
di
di
sieme
in-
messe
studiata
Huseman,
Anteriore
d.
stor.
Germania
furono
ne
Grux
Akad.
amorose
i travestimenti
Riforma
che
Germania,
prediche
proposito nel
le raccolte
del
le
Cinquecento
in
in
Inghilterra ed
attrattiva
spetta
il
V,
notizie
quella
come
in
nel
Della
notizia
p. 151
e
testimonianza
Wattenbach,
l'altra
alcune
I, p.
V.
buona
da
Quattro
Ved.
esercitavano
danno
noi, infatti,come
secolo
un
ha
cui
der
dato
altbòhm.
XXXVI,
1861,
sgg.).
NovATi, Studi
critici
e
letterari.
è
13
194
L'obbiezione
par
molte
memoria
a
conservarle
guaio. Oggi
di metterle
burlesche
messe
loro
adunque
perchè,
quantunque
qui stava il
pepate
con
corrono
scrupolodi
si fa
tieri
volen-
volta
ricopiate,
pericoli.Guai
altri
divote,
o
a
che
avviso
mio
a
della
in
licenza.
almeno,
tanto
son
Ecco
scarsi i
conosciamo,
noi
che
messa
dal comporne
si sia cessato
tempo
nessun
la temeraria
recitarne.
Gli
di
studiosi
tramutazioni,
de'
di certi brani
celebrante
medievali
cose
o
o
si
che
tempo della
alle festività solennizzate
per
capitolo di
soglionoleggeredal
messa,
e
una
Passio
che
non
richiama
(1) Reliq. antiq.,
trecento.
alcun
v.
si recita per
che
vangelo,ma
II, p. 58,
da
un
così
cod.
è parodiato
Natale
però destinata
privato
una
(1);
luxuriam,
secundum
è
dote
sacer-
corrispondono
lupum, in cui
nigri monachi
cuiusdam
che
Cliiesa. Abbiamo
dalla
S. Matteo
delle
semplicemente scherzose,
Sequentia falsi Evangelii secundum
un
esperienzacome
manoscritti
vecchi
satiriche
Vangeli
nel
sanno
ne'
di trovare
spesso
avvenga
del
fatta; per
Ma
di persone
unghie
medievali
travestimenti
brevi
subito
più, una
di rintuzzarne
si incaricavano
dal
zitutto
an-
parerlo!Le fiamme, punizioneriservata agli empi,
volevano
e
servassero,
con-
canzone.
una
cosa
evitavano
nelle
cadevano
se
in
stesse
tutti si assumerebbero
non
non
si
messe
nessuno
scritto. Di
in
parodie
corre
molto
in bocca;
viceversa
ripeterle
; ma
Le
trascriverle.
facezie
certe
pure
facilità di bocca
ogni
le
quindi
occorreva
non
come
era
non
però,
troppo complicate perchè
e
oralmente,
potessero diffondere
Impararle
codeste
cause.
troppo lunghe
erano
MOI"ERNE
apparenza
infatti che
concorrevano
si
in
ma
grave,
impedire
Ad
sostanza.
LETTERATURE
NELLE
SACRA
TARODIA
LA
dei
a
primi
rie-
anni
PARODIA
LA
SACRA
(1);un'altra,e famosa, Sequentia
la Passione
vocale
dum
debbonsi
bacchiche
messe
satiriche, che, vuoi per
o
invettive, vuoi
delle
frammenti
quali
considerare
giudizio
mio
a
secun-
parodie
argenti,ecc. (2). Orbene, tutte codeste
marcas
antiche
195
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
di
bità
l'acer-
ragioni,sono
andate
certi scrittori devoti
abbiano
altre
per
perdute.
credere
chi vorrà
Ma
potuto giudicare
da
inutile
non
parodie
le
fini anche
che
Siena
della
del
tramutazione
vero
jamais trahi
n'esi
on
:
(1) Codesta
Passio,
male
libertino,finite
boema
in
f. 249
t.; finalmente
nel
stesso
(2)
cod.
si trova
decina
una
codesta
trascritta
due, scritti in Italia
dal
comincia
parte
di
(3) Credo
App. II,1
a.
seconda
m'
prezzo
In
una
metà
In
(s. v.
da
sono
XV
ed
3
v.
ecc.;
e
ilio
punti
66
anche
con
quelli
codesto
testo
per
e
120.
messo
Circum'
altri
delle
deve
del
citati,che
ora
GXIV:
continua
quali
diverse
GÌ. XI,
Salmo
del
pore)
tem-
anni
primi
studi
suoi
richiamano
io
aggiungersene
i
certi
in
Marciani
dei
a
rinvenuta
tutti tedeschi, nei
versetti,
messe
aver
chiche.
bacformato
dell' Ufficio.
dell'operariprodurla dopo
miscellanea
del
ho
ne
(V,
Lubecca,
parodia liturgicaè quello
del
che
di
t.
essi
sec.
i
174
bibuli
inganno
parodia
una
et
Oremus,
non
pag.
tramutazione
lusores
due
Se
a
Ad
Una
testé citata
152
cod.
quasi
redazioni
di
zione
reda-
diversa,
del
stampate,
frammento
una
me
seguiti da
qui
biblici.
surricordata
mss.,
il cader
Feifalik
con
ilederunt
alla
sin
importante
luce
fra
noto
f. 109
sup.,
Sequenza.
quali presentano
dalle
forma
Altro
in
i
XVI,
sec.
di
nel
monaco
un
prete crocifisso del
nell' op.
molto
tavola
nella
di
frammenti
esiste
ne
0. 63
11 Wattenbach
il
per
il Feikalik
terza,
una
Ambros.
enumera
come
luce
(3).
le avventure
narra
plìssima
un'am-
sermoni
les siens
par
di vari
173;; un'altra, inadita,
p.
la
lui
intessuta
die
ne
quale
per
è
fahleaii francese,
la
que
S. Bernardino
è così.
eucaristico,la quale
È proprio
Lusorimil
dramma
VOffìcium
quasi in arditezza
vince
suoi
ne'
lodevoli
loro
Eppure
]\Iessa ?
introdotto
ha
ai
strumento
sec.
XV,
vaticana, fondo
vi ha
una
Missa
la Missa
Regina,
ironice
Potatorum,
non
anteriore
compilata
de
196
LA
PARODIA
SACRA
NELLE
LETTERATURE
MODERNE
III.
Codeste
di
facezie, abbellite
parole, di
parodia
di
latino,
sacra
in possesso
dei
i
capiunt
quae
non
Ma
poetica ed
testo
Conveniva
quindi
canti
sacri
senza
far
sacro,
e
fu
.a
costringerli
diverso
dove
spiegare;
dal
inventata
Viclefo haeretico,
sulla
MoNTFAUcoN,
quale
dal
si
mi
Bihl.
dioma
l'i-
fondo
a
alla
parodia
felicemente, grazie
i versi
i vocaboli
o
ad
spiace non
in tutto
senso
un
forma
nuova
le letterature
può ritener per
popolo, ne
insieme
di parodiare
o
meno
al-
primitivo.
in tutte
ma
dar
questa
nascesse
conservata
e
è facile
né
parte
ci
tutta l'attrattiva.
riuscì
di inserire
standola
gu-
parodia,
il modo
conoscere
formava
pur
malincuore
a
perdere insieme
ne
samente
sdegno-
travestire, nelle frasi volgaricon
a
preso
trovar
senza
che
agevole, ma
artificio da
accolta
que' laici,
a
avevano,
satirica,e
arma
all'ingegnosoespediente
Come
i laici
rimanere
difficoltà,
capita l'importanza della
non
in
conoscevano
dice
vatis, come
sunt
quel sapor di profanazioneche
tale
lo
non
con
liturgico,e
del
che
dotti,inaccessibile
burano.
volgare i
Impresa
coloro
tutti
canto
rinunziavano.
in
dai
un
forma
come
ea
o
gradite
quindi dovesse
pareva
unicamente
quali
erano
indifferenti
però
molto
sapevano
affatto. La
pungenti, di giuochi
equivoci e bisticci,se
letterati,lasciavano
non
di frizzi
altre
adottata
scritture
di
moderne,
fermo
da lui
contro
parodia,
non
che
essa
prima
il celebre
che
tore,
agita-
poter dare maggiori ragguagli (ved.
Biblioth., t. I, p. 17,
n.
173).
198
LA
SACRA
PARODIA
NELLE
LETTERATURE
MODERNE
Ai, primi saggi di questo genere, usciti certamente
di
penna
ecclesiastici,
vennero
molt'altri
dovuti
non
di
dal
i loro
poeticacompunzione
dai
componimenti
che
giullariin
farsiti si
di riconciliarsi
intenzione
trasformarsi
genesi
di
così
e
;
se
Ed
anche
in
portato
le
prendere
la
è
i
parodia
rivolta
ad
Manuel
Fedro
glosse più
frutti
troppo difficile il farlo
adunque
che
la
si
Ildeberto
e
p.
422), la
des
vins
fanno
chiama
e
laici
ISIatteo
segno
e
di
lo schema
si trovano
da
de' loro
addirittura
a
quindi
Ma
nota.
che
meno
dei
(cfr. Noi.
scomunicarla
altre
merazione.
enu-
riuscirebbe
Basti
in
dire
alquanti
componimenti
poesia poliglotta.
d'accordo
epigrammi,
rità
ve-
tediosa
una
d'una
dalla
silenzio
sotto
provata.
metrico
tutti
Ve.ndòme
francese
cervogia(2), Più
troppo
sempre,
adoperati
poesia
già rammentata,
passo
i limiti
servì
anche
traveste, degli schemi
(2) Chierici
squallida »
dentro
poi,
troppo grata in
non
prolungar
adesso
guarda
ri-
in
dobbiamo
lio
vorrebb'essere
parodia
casi, nei quali ricalca
lei
che
Urrea;
de
non
per
«
vive
e
meglio anglonormanna,
o
bevanda,
affermazione
(1) Quest'
da
e
;
Laeiabuudus,
una
la
terreno
nuovo
Xlmenes
recenti
moderne,
(1).
Normanna,
esaltare
a
avviso, la
subito, per quanto
avere
palati francesi, la
ai
che
senza
questo
del
guari
rime, dal secolo dodicesimo
primi
quelli
peranche
mio
a
in tutte le letterature
le
mosse.
a
tardò
non
profano.Questa,
impercettibilialterazioni
non
ha
esercizio
i
gusto per
avevano
non
poetici,
poetica, sotto la quale la parodia
popolo,
e
il
vecchiat
in-
lagrime
con
soltanto
ne
via di emendarsi
il devoto
quella forma
il metro
speciese
propagò in seguito anche
in trastullo
fra il
e,
di scontare
numerosi,
colla
passavano
profano
Domeneddio
con
religiosasi presenta
ancora
al
sacro
malcontenti
erano
peccati.Ma
presto ad aggiungersene
giullari; perchè costoro
a
disinvoltura
maggior
ben
dalla
e
nel
et
l'autore
un
dirne
extr.,
male;
XXVIIl,
della Bataille
prete inglese. Gra-
PARODIA
LA
SACRA
du
orecchi
versus
riboccano
facio, quale
vinum
il
Ed
trutanno.
Pater
faudra,
Toutes
ioies, toutes
Seront
en
dirai
Quar
Vin
jamès
vin
en
presto ei
art
ce
il chierico
denlz;
granz
et
ploiirs.
en
et
lai
lai ;
ne
trop de déduis:
a
les conduìs.
et
ricordi che
a
passa
Burana.
valors,
son
les lais
fet
quore
li-
al
Diex,
coelis, clerc
in
es
Ne
larmes
esclamava
e
volta:
sua
sire
biaus
vin
Qui
ben
giullare a
noster,
Quant
encomi
i Carmina
hiho!
nostri
artificiosa
meno
classiche)quegli
vite, di cui
ai
risuonare
a
forma
in
reminiscenze
della
Ma
tornano
naturalmente
(ma
spoglia di
Tales
quale
(1), nel
vin
il Patenostre
della nazione, è invece
rispondente ai gusti
199
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
sono
per
lui di particolare
interesse:
SanctiJìcetKr li
Que
je
Me
bui
mist
Noiiien
au
nelle
la
vigna, ma
ne
andava
è
poi
Rei.
se
m'en
de
Provins;
à
greniers
mes
de
tei,
ostel;
son
j'éusse auques
jetast devant
Pauques
più in là; egli non
l' invettiva
ani.,
il mulino
Ecce
ier
li tavernier
geta
me
Adveniat;
ziosissima
fond
tìium;
Qu'il
Primate
l'autre
departir m'atorna
Au
Il
vins
ben
v.
58.
In
essa
disseti gli stolidi
molendinum
(1) JuBiNAL, Jongl.
la detestata
contro
I, p.
et
fundit,
trouv.,
si sarebbe
non
il
mosso,
fUia festucae,
poeta deplora che
bevitori
vinca
Paris, 1835,
:
vinum!
p. 69.
serita
innon
200
PARODIA
LA
SACRA
NELLE
donec
sanctos
cernam,
cantantes
prò
requiem
codesto
a
consuetudine
dovette
e
nelle taverne
e
però
detto
E, convien
si possono
in
surier
le altre
spigolarenelle
lingua d'oil,quali
Credo
(4),un
d'aniours
triviali
faville
facezie
piazze
Ribatit, il quale
altrettanto
parodìe della
raccolte
sarebbe
di
due
sullo stesso tema
(3).
lunghe
stessa natura
poesie giullaresche
Patenostre
(5); ed
Vu-
à
Patenostre
un
f
si ricerca
in codeste
vanamente
composizioni,scoppietta al
nei
versi
più vivaci
Juan
le
per
(6).
L'arguzia, che
e
du
de' goliardi,
e
scherzi affatto inconcludenti
non
quanto insipideanche
che
Credo
vecchia
una
de' ribaldi
ripetuto su
confessarlo,sono
pur
vin, che per
il Pater
(2),va posto un
se
(1).
»
du
sovente
esser
racchiude
non
mortuis
aeternam
Paienostre
è pur
MODERNE
angelos
venientes
«
Accanto
LETTERATURE
scritti
ingegni
che
a
abbia
contrario
il trecento
mezzo
mai
de Hita.
Ruiz, l'arciprete
languide
getta
e
da
dei
uno
posseduto la Spagna,
Don
il
Amor,
protago-
«
(1)
Carm.
bur., p. 68.
il titolo di
(2) Sotto
di
si
questa poesia
dal
quale
lo trasse
era
già
(3) Barbazan-Mègx,
(4)
Méox,
l'ha
op.
Cfr.
N.
quasi
(Rapp.
biblioteca
Hist.
P.
per
sur
di
dal
impresso
et
p.
99, ed il Lexient,
intiero. Il secondo
les
de
mss.
op.
che
op.
venne
Berne,
p.
lo attribuisce
p. 254.
cit.,t. IV,
p.
W.
to
che
p.
Parigi,
Mapes,
il testo
da
lui
445.
pubblicato
stato
di
Jubinal.
IV,
t.
contes,
è
attr.
accorgersi
senza
frammento
un
Nazionale
lat. Poems
primo
litlér.,t. XXIII,
(6) Id., ibid., p. 441.
cod. della
il
Berna,
(5) Barbazax-Méox,
(The
stato
Fabl.
cit.,t. IV,
riferito
Jubinal
della
due
Dei
VI),
App.
e
smarrito
Golìardois
ans
in altro
conserva
il Wright
Introd., p. XIV,
creduto
Paternoster
106.
da
cit.,p. 183
in
messo
32-35)
a
Barbazan-
dal
Richard
sgg.,
e
luce
cod.
de
dal
354
Lison.
PARODIA
LA
del
nista
SACRA
libro, crede
suo
facilmente
possa
desse
more
È
di
Do
versetti
Desque
sientes
Con
maitinada
Laudes
Con
poi
offre
miserere
frurias
telo
lanas
gra^ias
grandes
engra^ias.
di
cristiana, nulla
è
espacias
meglio;
la chiesa
si
propizia al corteggiatorescaltro:
371
la misa
Acabada
la
Que
vieja
Comienzas
Sed
372
Ella
373
Vas
dige
Mirabilia
(1) Libro
es
Poetas
castell.
p. 238:
Aqui
365, 2, Salm.
varona
de
la
de
qui
e
a
che
e
a
366,
nona.
la
de
falana
Fila, in
de' testi
non
non
(1).
campana
Madrid,
3
la
lozana
donna
nona
l'editore
L, 17; 365, 3, 4
corona
1864,
hobo
don
con
biblici,de' quali
si è
sono
Janer,
Flor.
Rivadeneyra,
quel arqipreste
V indicazione
fiesta.
aquesta plana
Argipr.
pelea
aquesta
de
persona,
recabdas
duenna
siglo XV,
la
mi
la
para
diges
del
al
anter.
giovato,
fabla
que
con
taner
cantares
Soggiungo
si è
Domine
fabla
grand
la vuestra
es
de
tu
misa
dirige, risponde
meos
de
que
presta
diges
e
la
por
sexta
amiga
tu
dulcia
nona
la
nuestra
comienzas,
Gressus
bien
tuum,,
meis
quam
la
rezar
Justus
a
dilexi
pedibus
a
tiene
secundum^
me
te
tu
licer
quomodo
Lucerna
rezas
verhum,
sant
sanctus
Dices
que
in
Suscipe
Amor.
mucho
mei
lo
tocar,
las
dasles
non
fa^^eslos despertar.
et
en
Io
cantar,
a
corazon
cantate
dio
saggi:
estormentos
tu
h\qe
aurora
la bella
ella
a
voz
audiat,
ut
i^raeces
la
las
ortu
il
che
levantar
a
alta
en
d'un' onestà
salmi?
alcuni
comienzas
mea
dierum
Nostras
ai
egli
belle, siano
edificanti
più
eccone
mora
labia
Primo
Se
delle
cuore
rubacchiati
ma
amìga
tu
Domine
366
il
renderli
per
saprei dire davvero;
365
impartirgli,affinchè
cristiane,degli ammaestramenti
o
li lardella
utile
201
MODERNE
LETTERATURE
espugnare
dubbia,
molto
NELLE
curato
versetti
di
ciprete
l'Ar-
additare:
scritturali,
202
LA
Non
SACRA
PARODIA
di
contento
Amor
trionfante
insieme
l'ordine
nel
e
Todas
De
in
questo genere
il
leggiadro
parodia
ma
de
Salm.
GXVIII,
5aZm.
dttennas
e
(2) Gosi
DOR
DE
LOS
Rios,
las
più
133;
Be
chanzonetas:
completas (1).
a
come
Hist.
Hita
ed
solo
(2). E
salieron
a
la Messa
de
GXLIV,
legos,
reqebir
sono
la
don
ancora
liter.
anche
principali
i
esp.,
egli
1\\
13; 372, 1,
372, 3, 5aZm.
GXVIII,
e
lunga
una
366, 4, iSa/m.
conosco;
116;
chi
Dueiias,
sazio ancora,
373, 2, Salm.
clerigos
gara
travolge
non
non
373, 4, Salm.
crìt.
de
scrive
371, 4, Salm.
113;
imitata
vera
una
Juan
grosse.
GXVIII,
fu
poeti spagnuoli a
i
non
io
5a^/n.
corno
prietas
erotico
significato
a
81;
lau-
amorem
menoretas
penitenziali,ma
GXVIII,
joglares
i Salmi
e
compatriotti;
amores
GXVIII,
Salm.
Te
tannen
qua
d'inni, che
(1) Ibid., p. 265,
e
muchas
d' amore,
CXVllI, 97; 372,2,
105; 372, 4,
il
blancas
disiendo
farà
salmi
frammenti
forse
5aZm.
las
sacrificio eucaristico
2; 371, 3,
3,
le
il
cantare
a
di
Santiago,dell'Ospedale,
quattrocento fra
de' sette
passi del
sgola
meno:
orden
suoi
cantor
Missa
una
si
galante Arciprete di
nel
si stabilisce
in
da
son
domine,
trasporto dai
variopinte
meno
poi, all'appariredel
intonano
cantando,
del
L'esempio
con
di
Qistel,predicaderas, e
nobiscum
non
col benedettino
de
Mane
di
qui venit; quindi, mentre
duennas
salen
i bianchi;
e
Benedictus
di Alcantara
Todas
folla
in
turba
le donne
damus;ne
bigi
Don
a
la fratesca
exidieìnus, i monaci
Calatrava
i
breviario,
il
incontro
accorressero
schiera
una
cistcrciense
Venite
che
fraticelli,e
Tutta
dio, prorompe
MODERNE
più oltre,ed
voluto
essi
con
monachelle.
anche
ha
I neri
ed
LETTERATURE
questa scorreria attraverso
andato
l'Arcipreteè
NELLE
GXVIII,
4; 373,
LXXVIl,
137.
e
flayres
e
monjas,
Amor.
inediti; cfr. I. Amat.
VI, p. 180.
.
si affretta
quale ai nomi
Orfeo
ad
alcun
aveva
non
santi
dei
molto
doveva
esser
accanto
larga,se
Sesto Tar-
collocar
scrupolo a
stituisce
so-
sì nell' antichità
spagnuolo
di manica
Letama
una
e
più celebri
11 bravo
fatto d'amore
in
però
moderni,
tempi
nei
martiri
dei
quelli degli amanti
che
sulle Litanie
dopo
203
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
subito
calcar
a
nella
d'amor,
SACRA
PARODIA
LA
V
quinio!
0
macho
tu, sancto
Orpheo,
que
Et
tambien
que
muchas
0
Petrarca
et
Codeste
del
le
Amador
biasimate
aveva
Mario
Equicola :
libro Di
tione
tioni de
in
Colle
a
brano
che
(2)Libro
El
trova
a
ferire
io cito
de
colto
et
segretariodi
solo il de
Dueiìas,
ha
non
tolto all'AMADOR,
d'Amore,
del
quel
na-
amori
querele de
le
con
ora-
narra:
pena
dall'
las
mttyeres,
Cancionero
parecchi altri
ma
sin
veduta
op.
cit., I.
la
qui
luce;
il
e.
r.
Non
Equicola. Assai
hecho
Gonzaga
Federico
Venezia, 1525, f. 205
qui rammentato
de
loro
et
sua
quinto
in altra
né
fu
che
nel
alli
cerimonie
costui
»
profundis circa compassione...
(2).
parodia
Noster
divine
dolor converte:
suo
di
ingegno
le lamentationi
che
rimproveri
i
egli scrive
così
sacre
il dotto
non
è
di Nat.
r.
di Juan
già prima
ma
ecclesiastico
codesta
f. 185
cose
exprimer
Profundis
Pater
laudo,
quel
comò
psalmo
(1) Anche
è
le
quali parole
veniva
sul capo
los Rios;
Non
le nostre
l'altro col
(1)
d'atnore,tra li Spagnoli
quelli, che
Propheti
fiorentino
quell'argutoe
«
natura
appropriano;
il De
de
Jnquino,
d'onores,
scappate attirano
grave
passastes
confessores,
dinos
varones
Tarquino
penas
tambien
Pyramo,
amastes,
Sexto
sanctos
vos,
dino,
bien
por
general, Toledo,
so
di chi sia
insignificante
Salazar,
1527.
che
si
204
fra
ancora
il
quale
SACRA
dettate
(1) La
(2)
Misa
Las
aprono
Toledo,
troppo
dispensare
quindi parafrasa
ai
ed
dalla
ad
IV
piensas
richiama
contenuto.
femmes,
nelle
poemetti francesi
testi
Lo
Quinze
;
stesso
Joies
del sec.XV;
lagrime
di
nella
avevano
sospiri;
e
Giobbe,
calando
inter-
latina,
forma
esempio,
nn
vato
ca-
(sic),
?
?
enemigo
tu
quod
vento
digo,
que
si
che
nei
a
parodia
del
Ténèbres
Sette
Dolori
t.
e
67
t.
del-
titolo,
al
nulla
vedere
col
neWÉvangile
des
resto
nelle
f. 66
vi si arresta
hanno
non
avviene
e
siento?
que
leggono
la
ma
sacri
quali
e):
abscondis
el mal
componimenti
del Cancionero
dine
abitu-
respondis
palabras
muestra
general,
dessea,
te
soy
nihil
amor,
la tractas?
tuam
folium
las
que
loro
asi
servir
rapitur
quale
qu'
que
cantra
a
mercedora,
facieni
de
Seàora,
es,
que
i
Eccone
3
r.,
(sic) meaì
cur
il
f. 90
celerà
pues
l'ediz. citata
propri.
versi
peccata
vida
di
riporta
or
(3).
far testamento,
lezioni
miquitas
mi
Cancionero
nove
habeo
porqu'
nel
tempo,
quantas
0
due
le
mihi,
Responde
passiones
patrimonio
(Cane,
(2); l'altro
sus
dal
del
scritturali, che
Lezione
(3) Codesti
comincia
una
volgarizza, i
Rimas
a
rimatori
ad
una
versetti
invece
ora
ai
de Job
Sanchez
inesauribile
un
penitenzialidi Juan,
ineditas.
11 poeta
comune
Sanchez
Ochoa,
del
Misa
Garcia
e
de Amor
in
Ribera,
nuova
una
del Padron
apropriadas
poesie
t.
in
orme
de
mandamientos
legge
Job
delle
Suero
come
de' salmi
diez
si
de
f. 89
1527,
pur
da
di Suero
serie
le
MODERNE
le Lamentaciones
Los
e
liciones
la
costui,
sul modello
l'uno
Gozos
siete
di
Rodriguez
Badajoz, che,
Los
LETTERATURE
ricalcate
aveva
(1); Juan
avevano
NELLE
imitatori
gli
ne
de Amor
de
PARODIA
LA
de
a
mariage,
del Malfranzese.
noti
ecc.
206
PARODIA
LA
tori dallo
SACRA
il
spargere
culto, novellieri
del
Che
ad
cerimonie
poeti sorgono
unanimi
dall'altro
facile
sarebbe
poliglotte,
di
di metrica
fissarono
ne
di
sdegnò
non
È adunque
le
oltremodo
parodie
di canti
sacri;
perdute (2). Ecco
intieramente
mi
(1) Non
pur
merita
fra
noi
intieri
idioma
sia
sembra
letterature
XIII
del
XIV
componimenti
in
per
e
chi
i trattati
in
Italia,
XIV
è
come
siano
state
andate
sono
la sola conclusione
che nello
mesce
E
se
di
al latino
ed al
parte il provenzale ciò per
che
confusione
dal
è fatta sempre
in
Italia fra
questo
ha
indotto
errore
provenzali
la
scritta
antiche
stampe
f. 182
t.
del
in
del
cod.
(2) Così
vece
agli
avviene
de' testi sacri
nella
«
è
liani
ita-
la
d'oc
lingua
a
Aid
francese
2735,
e
d'ot7.
poesia
vi
errore,
Appunto
e
modi
risulta
codd.
(Cat.
sta
codd.
»,
dubbiamen
in-
nelle
e
che
ballatina,
si
a
mss.
alterna
francesi.
versi
poche
nostra
che
voci
parte Provenzale, parte Toscana
soltanto
francese.
un
vis, che
il Lami
che
che
ai di nostri
con
legga nei
la
Anche
lingua
di
quasi
restituire
la
fdol. roni.,
scritto
quella
faulx
chi
a
e
questo
la
la
tiova
sin
di
di
sempre
è conseguenza
Cinquecento
italiani de'
che
numerose,
trilingue si
il Galvani
riccard.
mai
servono
toscano
lo più
Canzoniere.
Rice., p. 56) dice
quella
o
dantesca
canzone
si
tanto
sono
qualche poesia bilingue
dalla
sortirono
1 rimatori
poliglotte(cfr. però Riv.
si
regola
che
francese.
provenzale, non
II, fase. 2) ; in queste, che
di
le vicende
suolo
fatto, che
un
secolo, i quali si compiacciono di dettar
poesie
comporre
sul
d'ora
prima
indaghi
nate
V.
in
francese,
(1).
però
esse
rilevato
stato
di
l'attenzione
le due
del
bibl.
ma
»,
stesso, come
trina
nel
e
tudine
l'abi-
presente delle nostre cognizionici sia lecito formulare.
stato
nato
XIII
sec.
di
o
Dante
lingua
forme
semiliterate
«
probabile che
dappertutto altrove, nel
scritte
in
poetare
le
per
XIII, che
sec.
regole,e
ricorrere
al contrario
canzoni
fin dal
fra noi
preci
narci.
disingan-
volesse
provargli che
e
le
e
a
dicevasi, cioè farsite di latino
diffusa
tanto
ha
qualcuno
sonetti
comporre
allora
come
noto,
MODERNE
ipoteticaripugnanza degli italiani
una
era
LETTERATURE
dileggio sulle
e
poi
se
NELLE
de'
e
malsicure
primi
secoli
tracce
io
dell'uso
possa
qui
SACRA
PARODIA
LA
del
Quattrocento
nel
Neppur
giunse prontamente
in
infatti si lascino
d'indole
bacchica, dei quali ho
ricordare
Ed
fatica
a
il modo
per
di cui
di
possa
legga
sull'aria
1881,
Ancona,
carcere
le
tuo
del
invece
di
il
provocare
pianto;
però si
ove
mai
aspirazionesiasi
ipoteticiamanti
che
si
ipotetiche.Si
meno
traggo da
io
che
Dante
se
un
ben
un'oscena
eleyson
Un
altri
noto,
repertorio
parodiava,
chiercuto,
commentatore
suo
un
(ved.
si
il Vexilla
di
permetteva
canzone
tare
can-
contro
certe
sec.
XIV,
del
giullar.
con
46-8). Il Saviozzo, alquanto più tardi, gettato
p.
del
di
conte
porte, indirizzando
comincia
me
arguas
i canti
104). Fra
teano
Kirie
strofa
ogni
il genere
non
modo
ogni
verso
comando
per
schiudere
furore
un
traviate
monache
cui
del
distinguono
(1):
ad
in
regis prodeunt
tano
presen-
al
di beltà
piccolo di
non
ed
esse
seguente ballatella, che
Ricordisi
scandalo
che
di codesti
amore
corsiniano
additare.
fra le
luogo
non
tale temeraria
dell'animo
per
dare
a
trattato,
è
commuovere
che
infatti la
codice
p.
di
ammettere
disperano
questo
occupando;
ci andiamo
impadronita
turali.
scrit-
frammenti
consertati
que' caratteri
pretendono
riso
di
cui
con
alcuno
ci resteranno
non
cinque componimenti
o
c'induciamo
noi
documenti
rime, giacché,sia per l'argomento, come
codeste
parodie a
quattro
non
volgari mostrano
ai versi
che
se
già toccato,
sacra
piti largo.
volo
a
dispartequei pochi
Quando
a
parodia
la
resto
le ali
schiudere
a
207
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
«
allo
col
Battifolle,
sdegnato signore
davidico:
versetto
(cfr. Giorn.
odievoli
1429
in
vitupero
dei
che
si
potrebbe
dire
d.
stor.
poi, che
»
riusciva
Sanesi,
embrionale
canzone,
una
leti, ital.,
ne
uno
farsene
a
Domine,
i fanciulli
riferisce
del
in
ne
XII,
v.
fiorentini
parodia
in
ripeil Cavalcanti,
saluto
angelico:
Ave
Avuto
Maria,
gratia piena.
Lucca,
avremo
Siena.
{Ist.fior.,Firenze, 1838, L. VI, cap. XVIII,
(1) È quello segn. 43, B. 30, cartaceo,
principio
ed
in
fine, intitolato:
Poesie
v.
di
I, p. 332).
fogli 103,
antiche
mutilo
volgari, sacre
in
e
208
SACRA
PARODIA
LA
Pe"'
NELLE
secula
Oìnnia
0
In
beati
quorum.
cantato
eternum
Collo
pio
Nomen
Che
omnipotente,
di
criò
te
Posete
in
llgliè
per
In
fervente;
cor
glorificabo
Dio
De
mia,
signoria
tua
Dirò:
MODERNE
seculorum,
anima
vagha
Alla
LETTERATURE
niente,
altm'a;
tanta
capite
iscriptura
metrorum.
Eccpectans exspectavi
D'essar
seruidore;
tuo
consummavi
Cursumque
del
virtù
Colle
Nel
supremo
Non
posso
core;
amore
[ora] venire:
Deh, voglime exaudire,
deoruni!
Deus
Respice
in
che
Oimè,
Et
sicut
Io
sì te
E
facies,
frigus glacies,
[sola]bramo
pescio
corno
in
Starò
t'amo,
tanto
tua
;
all'amo
balia,
(1)
Ut
Adiiitor
Et
in
Per
E
esto,
meus
dolce
0
dominoruni.
servi
te
tesoro;
esto,
memor
languescho
te
poi
mio
nel
primo
moro;
e
coro
[Starò] /)0s« Cherubin;
li
Sotto
Summi
Fu
scritto
(f.65 t.).La
ballata
profane.
(1) Qui
(2)
Il
manca
copista
in
si
celi
parte
legge
certamente
ha
Seraphin,
commessi
da
a
un
eelorum
un
(2).
Pierlorenzo
f. 97 t.,
e
da
porta
Castello
il titolo di
nel
1479
Mottetto.
verso.
parecchi errori;
cosi
al
v.
4
scrive
LA
PARODIA
SACRA
ballata
Alla
de]
primi
de
emulari
del
Te
de
decet
dixi,
e
Paratum
o
indicare
Salm.
12,
Salm.
dubbi
1:
Salm.
il ne;
tenire
4,
;
Faccio
GXIV,
4, 5. I, 2;
5, S. LXXIII,
5.
XL,
5.
XXXIII,
5;
10,
5.
LVI, 8;
critici
e
son
debbono
esser
tolti alle
sacre
Debbo
perciò
(?);4,
1, Jitdae, IV, 25
SaZm.
7,
15, Paul.,
LXXXIIL
Salm.
ad
10;
23,
9;
30,
XXVI,
28, Salm.
12;
LXXXV,
1;
XXXIX,
sup.,
a
v.
2
2; 1,
letterari.
dice
seguire
S.
2;
r.
tu
10,
e
t. Ho
il poy
in
;
toy
2;
12,
5.
alquanto
3,
omette
11,
mane;
de'
1" indicazione
passi
3, S. XVII,
Vili, 97;
LXVII,
11, S.Y,
3
f. 248
9, dego;
1; 2, S. GX
12; 14, Ap., XV,
NovATi, studi
non
non
2;
7;
N. 95
esse;
1, Salm.
parecchi luoghi
XVII, 10(?); 'ò'Ò^Salm.GXLVni,4(?).
8,
scritturali:
o
1; 21,
del ms.,
13, inanamora.
in
e
v.
Salm.
che
roxa;
prima quartina
rinvenirveli.
per
XLIX,
cod. Ambros.
adoncha
la
latini
LXXXYIII,
2; 31, ^aZm.
la lezione
modificato
adora.
omo
estu;
i testi
XLIX,
ora,
innamora,
ogni
raffronti:
(?); 13,
Salm.
Eccl., Ili, 17(?): 27,
LXXIII,
(1) È il noto
ogni
se
aiutar
Anche
certi
8
XXXIX,
Salm.
chi
mani;
tue
inganni.
a
questa che
5, Salm.
IV, 7; 20,
Thim.,
nelle
modificati
troppo
XXXI,
ancora:
tenere
al 28
:
ribella.
alterazioni; taluni,
da
come
podere :
uolere
el bon
meum
omnes
misura.
:
piacere:
suo
expectavi sempre
fligus;
della
son
il
vedere
versi, i quali formano
immuni
carte,
il
essere
non
Cantantes
medesimi
poi
n'avrò
si tei dico
hoc
Aiidite
Il
—
core
non
mea
Expectans
andati
to
cor
Verba
s'è scordato
è stato scritto
vidi, bella.
te
contra
Exurgat
al 23
colo
se-
novella.
dunque, rosa
l'alma
tapinella:
me
esto
Nulli
?
fin che
te
Conserva
Memor
io
dilexisti
Diligami
Ego
che
quoniarn
Quomodo
corum;
pure
seguente (1):
Dilexi
Coi
che lo contiene
Il codice
decimoquarto.
sui
sonettuccio,esso
seguire un
potrebbe spettarefors'anche alla fine del
che
amoroso,
faccio
209
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
S,
S.
LXIV,
XXXIX,
2;
2; 9,
1;
(?).
1*
13,
210
LA
SACKA
PAKOtJA
NELLE
questo sonetto, ha
di
qualche
del
metà
fa
anno
da
esso
molto
amante
che
è
interesse
del
rinvenuto
me
questo si risolve in
eleganza,ha però
prevedere
la
finirà per
toccare
le
sue
per
il
nuovo
Ved.
d.
stor.
V.
son
è il XIV,
e
seguente
di
si
può
la quarta, sostituendo
della
3
al 3 della
p. 424.
4.
di versetti
lo
pedanti. Gfr.
et
serve
per
42.
e
1 versi
latini,
più
così
expectabo,
deserto.
11
XV,
sec.
fra di
2
v.
poi
destinate
della
3
nella
fare
paion
quasi
a
di
il 2
tutti
cui
si
manifestare
parla
si
mezzo
della
in
le
stampa
la
per
4, ed
il 3
nella
formati
ai Salmi.
quel capitolo,il quale
di
di cui
quartine,delle
costantemente
son
tolti
in
Giorn.
loro; il quarto col primo
facilmente
levare
in
ecc.
componimento
versi,distribuiti
al
Testamento
smalto,
freddo
del
stramb.
(l'eccezione, che
e
expectavi
si
erotiche
liturgico:
in
rimano
terza
dei
parodie
lascia
coperto,
d'un
di 48
mezzo
quartine 2, 3, 4, 12,
per
Anche
di notevole
il vecchio
inno
21
p.
consta
strofa
son
della Vaticana.
codeste
a
clamantis
IV,
v.
della
Esse
secondo
un
dopo (2). 11 poeta
pie
a
Gian, Ballate
versi
(2)
che
vilmente
e
vox
i due
metà
di
toqo pedantesco,il quale
qualche
sassi,
quali
prima
parodie erotico-
menzione
però abbandona
accinto
lett. ital.,
tratta, che
hella, e
sua
lungo.
a
delle
ms.
un
ha
biblici,soprattutto de' salmi, per sfogare
duri
Facto
colla
secolo
un
per
pelle
Tra
(1)
certo
volte
o
Di
disprezzato dalla
in
trista sorte
a
capitolonon
Disperata, che, sebbene
una
un
versetti
pene;
XV
reso
querimonie d'un
le solite
rassegna
siasi
sapreidecidere,
lo
non
ripeterlotroppo
sec.
autori
fatto. Il
gran
; son
questa povera
capitoloda
pitidi
prema
torto di
italiane
lo
trevigiano della prima
io
l'altro,
finged'essere
o
il gran
Chiuderò
sacre
codice
certo
che
cosa
neppur
ha
capitolo,tratto
Quattrocento (1).Quale dei due
del resto è
che
MODERNE
principio un
pure
colpevole di plagio verso
né
LETTERATLKE
Giorn.
gli
com.:
strazi
rosi
amo-
Expectans
star.,
v.
XII,
SACRA
PARODIA
LA
donna,
Degna,
Qual
toi
di
più
solis
A
riposo
Si
La
ascenderò
minaccia
man
L'andito
Beati
voi
dormi,
Tu
et
La
letto al
è il
basso
è
voce
Perdidit
Ma
ha
anche
suon
di
morta
a
è
(i)
di
11 cod.
del
ra.
del
riferite:
e
3, S. XL,
3 ;
3; 15, S. LXXXIll,
(2)
i loro
nei
se
componimenti
versi
Gian
seguenti.
(cfr.Bibl.
ne
autori
a
f. 60
r.,
Quemadmodum,
ita
ed
il secondo
:
dexidera
buona
altre
recitar
quindici
si trova
inserito
cui
utilizzati nelle
II, 16 (?);21,
versetto
altri
de'
quali
il
desidera
può
già
Sasso,
primo
te
XVIII,
che
anche
nel
comincia
il fonte
a
-S.
biblico,
trovo
venire;
altre
ture
scrit-
da
terzine
cominciare
che
t. da
me
3; 12, S. GXXXl,
277, 292, ed
due,
le
piacque
Panfilo
di
I, p.
qui
.S. CVI,
flf.300,
f. 278
a
si devono
biblici
1,78; 9,
di
umanistico,
a
il chor
perchè egli
;
quella
v,
;
(2).
quelli
lett. pop.,
ricordare
possono
VII, 6, 1030,
di
Oltre
pondo
loquele (1).
bell'e
strambotti
un
con
immenso
zibaldone
6, Lue,
di
querele;
tante
da
5; 18, Baruch,
agli
Anche
pianto.
sancto.
tanto
Capitulum
i versetti
il
modulos
uno
di
tua!
fedele,
de
corpo
è
tarda
più
Ecco
ms.
v.
Il
XV.
sec.
diversa
mano
2951
Vatic.
quanto
o
move
mie
terzine, che io lascio inedite
dua:
a
mei.
domo
bugia
una
;
sua;
servo
solio
fiato in
tanto
ancor
tuo
promptos
questa
strati
te
?
sei
dua,
a
in
me
clemens
Respice
Se
de
Dei,
pace
ognora;
stani
chiari:
pari,
mari
et
potentia
udirte
se
dal
Volta
la
qui
sunt
la mia
lectum
in
dir
di
felice,o
li occhi
lacrime
Versan
miei
aquilone
et
l'assalto
alto.
coi
seria
me
211
MODERNE
possiam
ex
pensier
ortu, ab
il mio
Tu
or'iens
nos
andasser
via
acciò
oscure,
Visitavit
Se
LETTERATL'RE
apparir; to'
l'ombre
De
NELLE
il zervo,
cod.
:
4.
a
volte
ritornale
citati
p.
dal
237),
Magliab.
212
PARODIA
LA
Circoscritta
della
molto
SACRA
tramutazione
erotica
dì
l'ora eh' i' vidi
curioso
più
i
per
il
glorioxo
rapporti che
que' poemetti spagnuoli, de' quali
del
Notturno
napoletano,
ricercatore
non
Marciana,
mi
contenuta
in
meno
nel
de
Nottur-
ottave,
quale
l'autore
»,
scaltri,e
».
del
nel
«
prò
se
d'
mar
de'
saggio
per
la
delle
decima
mal
chel
e
pace
rime
tristo et
Che
più
che
Più
sei
poemetto
dei Sette
felice
e
sette
scorrette,
in
ad
di
mar
forto
con-
senza
assai
ma
Amore
efficaci,
4.
:
il stento:
cathene.
fra
pene
tante
amante.
5603)
ottave, dedicato
peccati m,ortaU
»,
più
essere
che
contento;
suiscerato
F.
spogliati di
«
pene,
il morir
(A
in
pagli bene.
gaudio
godi ognhor
voi. Marciano
di
le
servitù, sciolto
Il uiuer
stesso
e
per
compresi
»,
diletto il tormento
sospirar conforto
Comari-
ottava:
ti
11
Girolamo
diece
entrare,
rotti in
morir
«
per
è
introduzione, nella
denso
e
sua
note
senza
| composti
gentil comandamenti
pianto riso, soauità
in
/
sono
d'
della
da
Bologna
amorosi
serve
Rossi,
Essa
ab,
a,
con
un'operetta
conoscere.
si intitola:
vogliono
Il
Libero
altro
è
in
profondo
la
improvvisatore
Guerra
che
amor
finiranno
no,
fatta
segnato
sonetti
che
diece
«
11 decimo
Nello
carte,
una
si è
de' tesori
I Comandamenti
da
l'eleva-
d"^ Vittorio
amico
buon
appassionato
alcuni
vano
scema-
di dubbio
fuor
già discorso,
stampato
coloro
avverte
Riferirò
celebre
| Con
fede
ecc.
ha
essa
circa, in-S";e
precedute
far
offre loro;
4
di
languire. Il
della
volto
gentilezza
Neapoli- \ tano.
dieci
governo
1519
Amore
I no
solita
verosimilmente
tipografiche,ma
dmnenti
che
opuscolo
un
de' Benedetti
che
sagace
colla
ha
ho
il mio
nel
chatene
tante
me
cader
a
vuoisi,anche
se
e,
gusti
an-
burlesca, l'una
che
poteva
non
pitil'attrattiva
Circutndederunt
Assai
della
e
l' infiacchirsi
tempi nuovi,
nei lioiiti
troppo facile
,
sacra
MODERNE
esclusivamente
V altra
noiosa
triviale, la parodia
ogni
LETTERATURE
adunque quasi
spesso
soffio de'
NELLE
Amore.
dal
si contiene
Notturno
anche
alla
un
zione
descri-
214
PARODIA
LA
codeste
Ma
rientrano
la
nel
son
ci
in
nei
vita letteraria
del
secolo
lingua
del
Innanzi
a
1322
qui
in Francia
et
;
a
coloro
t.
1, p.
che
court.,
La
che
alla Reoue
da
un
ms.
consta
di
non
della
epoca
la seconda
metà
289
cosicché
non
des
non
fossero
insorti
esso
Pater
V Ecole
de
des
che siansi scritte
noster
sé
con
(or
probabile
lor tristi
certo
un
punto
riconoscere
come
(V
tredici strofe, di cui
noster,
ecco
que
povre
ser.,
la
che
siano
laboureux?
villani
che
e
qui
affine
sellon
a
le
ont
negli
robe
codesta
temps
nel
è
qui
1874
525-9),cavandola
di Sist. La
prima:
ferons-nous
ciannove)
di-
soldatesche, fors'anche
t. VII, p.
savoiarda
otto
precisione
comunicava
Saixt-Gèlais
de
prime
con
ceux
molto
peuple
commun
perdita
rimangono
condizioni,
delle
D' indole
delle
ne
però
La
X).
n.
quella
componimento
delle
nous
di
1880, p. 39,
portato
proveniente dall'Abbazia
Entre
conte
politicoè probabilmente quellache E.
cod. 179bis della Bibl. di Ginevra
(Poés.
sociétés savantes
Pater
quale
Liberale,
Farmi
du
il
il
determinare
(p.40),debbansi
antichità.
per
Enrico
agevole
in
p. 278.
a
Bibbia,
riesce
alludesse.
sig. Victor
di
parodie del
si lamentano
il
della
Pange
sgg.)-
e
codesto
Patenostre
è
Lancastre
dissipati(vedi Biblioth.
ha
cod.
di
di
versetti
di
11
lat., 1847.
pop.
salvatrice
degli Inglesi (cfr. p. 42, 43).
anche
nuova
dire
a
Conte
siècles, Genève,
oppressori, designati
vermeille
politicase
natura
sull'autenticità
più antiche
XV"^
fatti
quali
la
del tutto
quartine
dieci
intessuto
tutto
fogli nel
alcuni
sorriso; ed
un
parodie politicheandrebbe
pubblicata dal
XIY''
si
produzione poetica,
una
Poés.
del
morte
intendimento
con
ha
RiTTER
la
codeste
non
delle
(1) Una
delle
(1175), se
Champagne
sin
al lamento
stessa, malgrado
sua
civile; vale
Musnier,
Chart., I ser.,
0
della
è cominciata
e
per
latino,
Anna
celebra
di
Francia
p. 282-84
a
tutte
il cantico
des
La
non
decimoquinto (1).
MÈRiL
dubbi
di dotti.
quali
sua
di
accoppiare
la varietà
serie;
son
di
presenta parodie giocose di
tempi,
Du
sacri
parodie,che
vere
«
MODERNE
sempre
pur
opera
LETTERATURE
di cantici
delle
novero
larghezza e
non
NELLE
tramutazioni
compiacciono
inoltre
SACRA
Patenostre
SACRA
PARODIA
LA
Prendendo
i fatti nel
adunque
fu
sacra
complesso, noi
loro
spontanea la conclusione
scaturirne
adoperata
non
argomenti politici,
ne'
al dominio
sottratta
servire
che
della
manifestazione
alla
della
società
Et
alla
sumes
è
precedenti
ha
Le
del
riferirsi
Pater
chieggono
poeta
che
col dimandare
la maschera,
nel
e
pour
fìnable
Priant
Jesus,
donner
vive
che
notez
le
gran
il
de
roy
ce
des
Montaiglon
terminò
secolare
che
ma
pour
mère,
union
ennemyz:
mémoire,
fleurs
li
de
col-
minaccia,
sulla
angoscie degli
conclusion,
ses
infatti
(1443-1453).Costoro,
pericolo che
le
pare
lunga delle
lotta
vitupère,
tous
mi
deve
doulce
sa
né
(t. 1, p. 125). Esso
puissance, victoire
roi contre
Anglois,
di
Angloys,
les fran(;oisen
Et
1480);
suoi:
Amen
les garder
il
significanteincoerenza
pe'
Et
e
composizione
con
vittoria
Tenir
pryns,
il 1450
dipingere
invece
Et
per
de' sentimenti
e
parecchie strofe;
per
nel
piaciuto
Au
burlesca
mediocrissima
l'autore, dal
Dio
a
soccorso
nemici, getta
tutto
vieux;
della Francia
suolo
fìnge
et
notevole
des
della
periodo
secondo
si è
quasi del
coelis.
Più
raccolta
l'espulsionedegli inglesidal
sgomentati,
(fra
noster
sua
all'ultimo
cede
suc-
nous
tot
questa
XV
sec.
ont
in
es
accordarlo.
nella
ristampato
tiche
poe-
sufFerteux
povre
ascrivere
difficoltà ad
sian
dessus
qui
toy qui
ver
metà
trattar
religiose e sociali sollevano
apres
puys
vorrebbe
seconda
affetti
degli
poi'tons tous
Nous
L'editore
la parodia
Il contrario
viene
; essa
prestzes gentys jeunes
En
a
dremo
ve-
cristiana.
Nous
Ces
evo
poesia puramente
profonde commozioni
seno
ci
moderni
tempi
se
però luogo fra le forme
prese
piti specialmente a ciò consacrate.
invece
che
medio
nel
anche
215
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
lys 1
fine
abborriti
conchiude
il
216
Codesta
il
assunta
dalla
bisogno
ch'essa
NELLE
frutto
poesia
proprie armi,
satirica
E
se
ciò verificossi dal
in
popoli d'Europa,
compiuta
in
come
Italia.
decimoterzo
le
poesia si
ed
a
del
volgo
i
quindi
elmetti
alla
cui
sulle
vissuto
conquista di Napoli,le
degli italiani
meglio,
far di
confini.
come,
in
torrente
un
di tutto
Ognuno
celiando, diceva
condotta
del
tutto, insomma,
dai
poeti
strampalate
stessa
serietà
e
gli
Vili
siosa
d'aspetto.L'an-
che
vedeva
potendo
non
conobbe
non
volle
stesso il Pistoia;
far
sonetti,
l'ambigua
e
i fiorentini
del
l' invasione
accompagnano
viene
trinciano
ed
quel
sole
Carlo
seguiva
di rime
luogo
da
Ma
trepidanze di Venezia,
i delitti che
e
nel
al
essi
da
canti
degliAragonesi; il generale scompiglio,
tumulti, la caduta
la miseria
se
i
sfogò tosto,
ciò che
di
le
Moro,
si
giudizi
interesse
universale
mutaron
cose
e
paci
locali, inca-
nell'oblio.
che
bliche,
repubi
scintillarono
nevose
torie,
vit-
le
compiacenze.
sue
anche
col cadere
Alpi
del
occasione
qualche tempo
dell'esercito
le lancie
curiosità
ed
penisola, così
aver
metà
delle
delle volte
più
vivo
un
terprete
in-
si manifestavano
le
se
fatta
paesane,
dato
avevano
o
il
erano
sorti,finivano
e
dalla
le cadute
rammarichi
della
provocati, dopo
giorno, in
sempre
datare
a
tiranni
di suscitare
ogni parte
dov'erano
era
i
slancio
tanto
con
,
però i fatti
Siccome
in
suoi
e
a
l'effettuazione
catastrofi
politici,ne' quali
canti
vita
le
mezzo
forse
rapidità
comuni,
dei
le uccisioni
in
meno
paese
la
dei
affilare tutte
tutti
tutte
sconfitte
del
e
piti al
degli avvenimenti;
secolo
di
solo
non
importanza
moderno,
mondo
a
nuove.
tanta
Qui
nel
è,
sacra
procacciarsene altresì delle
nessun
con
parodia
straordinaria
risente
di
ma
MODERNE
della
della
quindi
le
n' è
LETTERATURE
attitudine
nuova
credere,
mio
SACRA
PARODIA
LA
scusso
narrato, esposto,lamentato, di-
giorno, i quali
sentenze
il medesimo
niera;
stra-
o
sfoderano
vomitano
accanimento
profezie
ingiuriecolla
di cui
danno
PARODIA
LA
SACRA
anche
troppo prova
pur
Ed
in
i
che
alle
giullaricantano
vociando
vanno
in
de' bibliomani,
anche
la
varrebbe
del
il
decimoquinto
qui
quindi
modelli
del
scendono
contento
mi
de'
forniscono
altresì
ed
di
del
tratto
quali la penisola
solo
non
piutamente
com-
degli ultimi
buon
un
volo
verranno
man
agli
il
nieri,
stra-
morire.
a
i
Io
notevoli
più
sotto
mano
gli
poche parole de' più conosciuti
lo strazio
di pace
che, sebbene
primi
del
bel
decenni
vuole
conservato
del
che
a
antecedente, quando le mal
(1).Di
dopo
risentire
o
Noster
in due
redazioni
per
Alpi
davano
si
spettanti
il
anni
essi soltanto
riodo
pe-
de' Lombardi,
agli ultimi
vietate
un
pinge
di-
gli insulti
il Pater
Cinquecento, pure
ricondotto
essere
ai Francesi
poesia,la quale
paese,
tornava
predoni. È questo
de' barbari
i
la storia
combattere
ricordare
a
con
troppo breve
passo
ed illustrarle
presentarcisiuna
prima
ecco
al vivo
ai
una
importanti.
meno
Ed
la tortura
e
parte, ed
sua
danno
lo
a
che
genere,
occhi, sbrigandomi
de'
la
di
e
sanguinoso teatro,
poeti nazionali, ma
che
starò
ha
poiché gli avvenimenti,
divenuta
ai
delizia
quanto ritessere
secolo
decimosesto;
tema
la
le manifestazioni
Kaccoglierne tutte
decenni
diffondono
gli stampatori
parodia
di storie
i venditori
larga.
ben
parte
è
banca, che
que' rozzi opuscoletti,divenuti
in
allaga la
che
barzellette,alle canzoni, ai poemi
le vie, che
per
eredi, i gazzettieri.
naturali
di versi
pioggia
217
MODERNE
i loro
oggi
alla
mezzo
penisola,ai lamenti,
LETTERATURE
NELLE
suo
tenuto
con-
del secolo
libero il
lagnano
infatti
poveri villani:
(1) Gfr.
rom.,
V.
data
del
B
«
II, n.
Pater
V,
noster
»
dei
luglio 1873,
componimento
e
ad
p.
altre
(in Giorn.
Lombardi
121-47)
per
ciò
particolarità.
che
di
filol.
spetta alla
218
LA
PARODIA
Audi
SACRA
il
Chi
NELLE
supplitiode
da
Deh,
Francesi
sciamo
Lumbardi
nostri
a
pecati,
gran
Qui
lor
Quando
Tanto
in
veneno
pietosiet
Che
le
terre
honesti
soi
con
pareno
I
Pichardi
et
straciati:
guardare
non
MODERNE
poveri
nuy
Guasconi
Crudelmente
LETTERATURE
in coelis.
es
nostre
fano,
se
oficioli in
mano
Santificetur.
in
che
Poy
Pareno
casa
orsi
sono
leoni
et
Biastemano
arrivati
doscadenati:
cani
corno
renegati
Nomen
subito
comentiano
Baliate
le claves
Poy
«
Kt
quella
de
a
del
[la] casa
tuiim.
I
cridare:
granare,
del
et
solare
Adveniat.
de
nostri
Questa
crudel
et
Che
un
Fan(o)
poy
in
ben
masan'a
tal
perfida genia,
giorno
se
consumarla
Regnum
La
poesia è,
la
per
le sventure
di
messi
più
e
di
e
plebea ;
il contenuto,
perchè
di coloro
provincieperdute,di
quadro
che
ci sta davanti
il
quindi anche
lo è
chevoli
zoppicantii versi,man-
che le
scettri
calpestate e rapite,di incendiati
il
vero
lo è per
deplorate,al pari
si tratta
non
;
rozzi
son
(1).
tuuni
si vede, schiettamente
come
forma, giacche
le rime
»
; esso
valore, di
un
umili
deplorano;
ma
spezzati,
tuguri.
ha
sono
tutta
documento
Tanto
la sincerità,
poraneo
contem-
(2).
(1)
Ibid., p. 143.
(2)
Forse
piìirude
ancor
Pater
noster
nella
Marciana.
nelFApp. Il, n.
del
3.
sua
questo
di
cui
brevità
mi
contadino^
La
di
è
esiste
induce
altro
un
una
a
contemporaneo
rarissima
riferirlo
stampa
per
intero
PAIIODIA
LA
SACRA
quel Signore cui
Ma
queste bande
in
«
stranieri
primi
peggiori;dopo
il
di
tornava
se
ridiculosa
cosa
«
durava
nelle
medioevo
»!
Ma
anche
sui
trovati
faccia
Fedro
Maria
Manuel
Lo
che
loro
:
/n
Fede
Venetia
(Misceli. Marc,
air incirca
si
porta
può
(2) Cancionero
y
la
Ex.
mal
«
si
detti
con
quelli napoletani
il
il
compatriotti
que' suoi
Francesi,
poeta
si
eran
aragonese
codest'^?;e
componeva
di
8
il pater
| con
ridiculosa
\
cosa
pagine
indicazione
senza
in
Pagan
il millesimo
\ Frezar'ia
Segue
d'anno;
del
uscita
dai
ed
l'edizione
il la-
e
al segno
stampa,
MDLVllI;
anche
noster
bellissima.
et
2213, 4). Un'altra
n.
si
sa
il 1528
D.
Deputacion
1878,
fra
in
Villani
ricondurre
de
rar'isima
hoy
Non
ancora
del
questo
a
in
\ la
desimi
me-
tempo
P.
N., che
de
Urrea
non
l'originale.
certo
por
come
i deboli
soltanto, ma
de Urrea
Mathio
per
torchi,
è
fanno,
silografia.
Opuscolo
fine
coi
Alphabeto \ delli
\ to
una
stampa
il
contro
nell'opprimere
per
ed
Ximenez
la
(2):
(1)
men
nutrito
colle armi
certo
faccia
a
noster
vivo
(1); tanto
e
apriva
più largamente,
»
uniti
lombardi
campi
corso,
soc-
che
quell'odioirragionevole,
colte
E
ingiuriosi.
canti
D.
bellissima
vicenda, ne
Vili
deglioppressi;e
risvegliatoe
a
di Carlo
allora il Pater
Y. Ed
bocche
gli invasori
straziavano
che
classi
in loro
seguire ben presto altri
lo diffondeva
e
et
aveva
villano
e
sulle
nuovo
impadroniva
ne
di Carlo
venire
a
guidate le truppe
aver
agli eserciti
varco
fervore
Lombardia
di
i villani
faceva
ne
il lor passaggio
attribuivano
che
e
»,
sì toccante
supplicavano con
ai
i Francesi
219
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
p.
che
ed
Fedro
de
edicion
44
(Bibl.
temendo
Zaragoza,
que
de
Ximenez
Manuel
se
hizo
Escrit.
V Urrea,
il
il 1530,
scendesse
quak
en
Arag.,
pare
mai
nascesse
in
la ùnica
d la vista
Logroho
en
Seccion
nel
Italia;
pubi,
1513,
Liter.,
1486
ma
e
la
goza,
Zarat.
II).
morisse
sua
ini-
220
SACRA
PARODIA
LA
Bien
NELLE
LETTERATURE
quiero dezillo, mas
Para
el
contar
solo,
basto
no
bever
grande
los franceses,
De
MODERNE
la
que
bota
dizen
Gratta
Dò
quiera
Alguna
Mas
que
le
aora
piena.
hallan
suerte
servir,
curaa
no
muger,
dende
si por
van,
dezir
podemos
Domintis
la taga
Quando
Ni
dizen
Jesus
dizen
Pero
tonian
ni
la
en
Santa
sin
todos
ser
tecum.
mano
Maria,
porfia,
tener
Benedicta
Assi
mi rad, si
que
Los
éstos
que
Cada
cual
dò
tienen, que
quier
las
Miran
Y
vinas
las
a
que
dizen
comò
todos
Iglésia,
a
de
cepas
mulierihus.
noche
de
y
dia,
grande alegria
con
Benedictus
Assi
que,
Que
si soys
muger,
Tomad
mi
fructus.
algo hermosa,
consejo, que
de
es
si
bien
escondays
OS
tomar;
quereis guardar
Yentris
Estando
algunos
Ni
saben,
Ni
entònges
ni
en
de
passo
piensan
acuerdan
se
muerte,
el bien
en
tui.
de
aun
morir,
dezir
Jesus, Sancta
Quando
Por
en
y
nublo
algun
verano
guardar
Sospiran
la
de
uvas
dizen
con
a
per
i Francesi
perdicion,
gran
devocion
gran
celebrare
una
Con
Muy
Los
(1)
Per
temperare
si manifesta
loro
gran
anche
2ìro
in
un
nobis
(i).
nato
Yillancico, desti-
sconfitta (p. 481):
vitoria
quedamos;
an
recebido
que
an
huydo.
l'asprezzadelle
sue
gran
Maria.
viene.
Ora
micizia
van,
d'illos y juntos, dan
In
Van
vicios
grandes
son
tu.
mengua
Franceses
invettive
l'Urrea
aggiunge
I
222
LA
Ma
le speranze
SACRA
PARODIA
KELLE
LETTERATURE
collocate nel
MODERNE
Moro
tutti
come
sanno
dassero
an-
finire: preso a Novara, egliera mandato
a Loches
che
piangervii suoi errori;e la tortura durò diec'anni,il
a
a
ben diceva il Montaigne,le pis du marcile.
fu per lui,come
E nell'esiliolo seguiva pochi mesi dopo Federigod'Aragona,
il
spondeincantate
maledicente
Gonzal
è
fama
del
suo
quale
lamentevole
una
reame,
s'erano divise
coloro che
a
abbandonando
componesse,
le
d'Oviedo,che la udiva
Fernando
canzone
spoglie.
sue
cantare
ancora
era
trentaquattr'anni
dopo la fuga dell'autore,
che
sarebbe
il
ma
durata
vaticinio
suo
lungo
a
fallì,e
nella memoria
egli non
se
ce
le
persuaso
del
popolo;
n'avesse
servata
con-
che
prima strofa noi non
sapremmo
neppure
insieme intercalando
il principe
detronizzato l'aveva messa
scritturali (1).
ai versi propride' frammenti
Troppo rapidamenteinfatti gliavvenimenti succedevansi
nella penisola,
perchè se ne mantenesse molto a lungo il
ricordo; ad ogni istante nuove
sciaguresopraggiungendo
la
(1) Natur.
L.
MUSio,
V,
e
Indie
delle
historia
gener.
ai
tempi
nostri
I, Venezia, 1606, voi. Ili della Raccolta
cap.
il
p. 93. Ecco
principiodella
quale
canzone,
si
vate,
ritro-
del Ra-
legge
in
questo libro:
Alla
mia
gran
Dolorosa,
afflitta
Diviserunt
Et
vesteni
eam
super
popolaritàda essa
ritrovarne il primo verso
Della
di Diego
n.
de
Llan.ì
la
e
forte,
e
pena
rea;
meam
miserunt
goduta parmi poi
inserito
{Romane,
in
[Salm. XXII,
sortem
non
Romance
un
gener.,
t.
Y
un
Hecho
Y
d
cuervo
vendiendo
pan
regaton de corte;
la mia
?lugandomuy
gran
bien
pena
de
lieve indizio
de
forte
esgrima...
il
disparates
Il, App. IV,
1887):
18 1.
p.
646,
LA
parean
PARODIA
SACRA
cancellare
procella che
rivolge ai
memoria
delle
infuriato
contro
la
aveva
di Venezia,
danni
possentiprincipi d' Europa
sempre
la
in
la
cui
El
del
dolor
gran
a
anchor:
exaudi
al
te
in
qual
rivolti
deh
son
fa
se
che
ralegran
se
bilingue
che
profezie in
(ved. Ardi.
i fatti di
certamente
1509
nel
calce
ad
Yen.,
t.
D.
Su
un
Nunc
quanti,
molto
a
de
Israel,
exoso
a
e
Cantra
Gonvien,
giubilar [sale]in cervel;
l' incudine
fra
robur
l'austro
superbiam
Venetia
tu
causa
sol de
;
vete.
perca
Aqxilonis,
cun
cor
un
novce
mia,
es
'1 martel
e
susurrones,
consurgit
L'ocaso
Non
altrove
prophete
fiele.
stati
Quia
insieme
ho
ergo., filiiJudceoruni,
Quapropter,
Ecce
ricopiava
ribel:
habiati
Che
que' giorni il seguente
Dio
et
celis.
in
es
oppressi populi, gaudete.
vos,
Ma
popul
novo
Attrito
Et
Hyeremie
che
iocondo.
Babillonis.
vadi
al fondo,
confus'ionis.
Europa,
per
gloriosidestini:
P. I:
XIX,
Lamentatio
affetto
lontano,
operetta, di cui
sua
questa preghiera,
favore:
tutti
Bordigallo
una
tutta
noster.
Qui
(1) Riguarda
e
pianti;
star
non
il tuo
è
non
questo
li tristi canti
dolor
gian
in
più
per
corrono
vivo
più
Pater
Del
de'
malaugurio
Dio
a
tristi
con
lui
da
si
venetiano
popul
inanti
presento
di
fiducia nei suoi
inconcussa
patria,una
Sforzesca
appunto
solleva
insieme
la
annientare
dell'Adriatico
regina
rivela
si
Ma
tristi voci
veneziano
penisola (1), un
casa
dover
S. Marco.
la
presagì per
la
sembra
frangente, mentre
terribile
sinistri
potenza di
la
Bentosto
antiche.
lega formidabile
la
e
223
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
ma
de
tuto
el mondo.
sonetto
ad
altre
discorso
224
NELLE
SACRA
PARODIA
LA
il tuo
adesso
li mandar
Non
et
la
tua
ira
et
fa
che
lo
anchor
tuo
MODERNE
LETTERATURE
furore
quel rimuda,
da
in
nome
honore
grando
Santificetur.
Et
non
regni
la
che
voler
biastema
qual
cruda
gente
lui, si nobil
di
sopra
questa
che
più
stato,
fé' Giuda
non
Nomen
ha
1" Italia bella
Tutta
desipato
acerba
questa gente crudel,
che
fa
'1 tuo
tuurn.
sochorso,
dura:
e
dio
o
increato,
Adveniat.
volerlo
posto la
han
Questi malvagi
cho
saria
poi
consumpto
fosse
questo
se
consumar:
cura
sua
paura
gran
Regnum
che
Farem
il
mutaremo
ma
cusì
voler
suo
il factor
prego
le
potran
non
usar
sue
posse,
perverso;
mi
che
timm.
riscos[s]e.
Fiat.
Et
poi
lo
et
lo
che
sarà
re
suo
popul posto
suo
[sjpiegado alhor
sarà
sumerso
in
abandono,
parlar
con
terso
Voluntas
quella
Ma
lui
a
quel
che
mentre
daran,
non
li darà
non
et
con
in
perdono,
tradimenti
han
haran
tal dono
terra
Sicut
è
Non
del
nisun
quel che
se
robato
non
camin
suo
post porano,
quei
che
in
in
ne'
panem
non
Et
aspetando
più
che
con
Ihor
haran
il
terra.
nostre
tende,.
nostrum.
rumore,
gran
alcun
rende,
tolto
dolore
gran
credean
manzar
Dispartiransipoi
cello.
facende,
spiero, sue
percoteransi il pecto
se
è
et
Ma
in
tolto-
peccato s[c]iolto,
suo
mal
ciel il
nel
comò
è
tua.
suo
un
fratello,
tal
ranchore
quotidianum;
I
SACRA
PARODIA
LA
Che
occideran
se
quei
et
coltello
che
rimarano
piatello
Da
sarà, spiero,in
Et
in
che
destrucion
tanta
zenochion
con
alcun
un
mezo
di
loro
umil
voce
è
veder
si bel
qual
anzoli
de
nobis.
choro,
un
quello de' presoni presi;
sarà
faranglipoi
nel
pagar
foro
nostro
Debita
si credean
Non
et
le nostre
cun
ne' lecti star
ancor
nostra.
doi mesi,
de
più
star
disfar Venetia
dormir,
moglie
destesi
Sicut
Ma
questo alhor
et
mai
gli sarà
fin
(che;
et
tal
letitia,
placheremo
non
nos.
doglie
grave
di questo
havran
non
ano
dirano:
Dimite
Non
[h]odie.
nobis
de
manco
225
MODERNE
suo
dir: Il tuo
de
cercaran
non
il
dispeto con
per
LETTERATURE
NELLE
voglie;
nostre
Dimitimus.
Suportato che
la
qual
nui
a
laserem
haran
cotal
sarà
gaudio intenso,
un
tuti i dani
tristitia,
(tal)letitia
per
Debitorihus
(?)nui
Però
ti
et
osanna
pregiomo,
scampo
Libera
il
venetian
popul
et
che
voler
non
inducas
nos
signor,
anco,
fa
de
che
ogni
barbari,
quei
et
le
'1 muta
Sconfondili
(1) Cod.
le
prime
Marc.
otto
NovATi, Studi
terzine
critici
tua
per
It. CI.
;
e
cerchan
XI.
sul
virtù
t. si
letterari.
lui
nos
a
malo
:
inchlina
se
christiani,
di
divina.
66, f. 120
strade,
sue
libera
a
turchi, ancor
che
ancor
in tentationem.
d'ogni mina,
altro regno
de
censo,
pietade
tua
per
Sed
Et
immenso,
fidel di dar
stato
et ne
verbo
.
maistade,
inefabile
el to
o
nostris
r-t.
ripigliada
dar
dani
Am,en
Sul
capo.
(1).
r.
sono
Le
trascritte
differenze
15
di
226
LA
La
le
I
lotta fra Francesco
menti, ed
In
di Koma.
del
catastrofe
«
voci
che
che
degli Imperiali ed
et
cieder
se
più
e
il
è
pagar
che
invocare
ponto
che
l'hosto
del
qual
è
vergogna
servi
al
qual crede
a
de
vi
Non
voler
et
haver
pietro con
il papa
anche
pasto,
pigliare
omnipotentem.
voi, perfidiladri,
lo
Imperadore;
spirto sancto
bastava
el divo
speranza
sconbrare
mangiato
Et
in
sancii
e
tu
de
signor[e] del
questi cani
del
segue
fa
assassinato
la chiesa
haver
santa
sì vergognato,
fiorito
?
giglio,
vendetta;
aspra
padre l'amoroso
figlio
qui conceptus
soltanto
minime;
padri:
Christum.
Jesum
filhnn ejus
la terzina
Non
far
Mutando
Il
d'' V.
suo
che
il
ualor
Rossi.
usar
suo
nuj
possan
nella
settima
uoler
mutarem
nuj
tutte
sue
Il
est.
diceva:
del
corso
soc-
fumo
habian
convien
di
vantavan
se
chiamarvi
Gora,
il
per
Deum.
Patrem
sono
»
la
speranza
in
che
In
Gionto
la
andaranno
bisogna
non
po' in
se
i latri
tutti
che
lezione
una,
a
di Francia:
Credo,
O
sacco
allora
sorgono
fatto li Romani
ha
tutte
getta
cristiano; l'assedio ed il
Credo
alle infamie
re
0
che
barbari, prestiamo l'orecchio ad
ci recita il
imprecare
poscia
occupa
una
alle cento
mezzo
MODERNE
V
Carlo
con
il mondo
i nuovi
maledire
LETTERATURE
e
si risolve
essa
nella costernazione
quale
NELLE
SACRA
PARODIA
posse
mutaremo
(sic).Fiat
lezione
terrotta
in-
me3chin(i)
Quanti
da
questi
che
meglio
[stati]straciati
sono
batudi
can,
assai
messi
e
strazati
da
membri
de
Pilato.
privati
chi
genitali,e
fuga,
trattati
Ponilo
chi
corda,
cechati,
squartati,chi
morti, chi
chi
in
sarian[o] sta'
sub
Chi
227
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
SACRA
PARODIA
LA
frustati,
crucifixus.
0
[che]
tu
chiamali
la
et
che
fa(ra)i;
in
breve
mortuHS
Ma
qui si piega
mentre
dall'altra
carnefici
mille
bramoso
della
d'oro
danno
a
maledire
soldado
un
col
sogghigna
e
vinto,
col vincitore.
el
sopra
saco
dei
spagnuolo, uno
parlare uno
città,il quale più che
misera
di sangue,
rinnovare
minaccia
por
udiamo
(2), noi
Boma
parodia
Sopla hecha
Nella
de
la
parte
sarai
sepultus (1).
et
piangere e
a
hai
sceptro
iustitia
annuntio
te
non
se
te
a
il
questi
sopra
di
e
libidini,sogna
di Firenze
le atrocità
mai
di
già
poter
perpetrate fra
i
sette colli:
di Roma
(1) Presa
di
Brunet,
op.
di
liberarla,
per
rara
di
in
molto
\ fatto al
dalle
lon
I longo tempo
stampa
s,
filol.rom..
(2)
Il
Arch.
sacco
d.
li Romani
R.
e
assai
et
Guadagnino,
II
Priegho
| Nel
un
s.
afflitta,del
t.
ho
p.
131
e
sg.
di
Roma.
riferiti
Versi
di
et
cesso
suc-
Gfr.
a.
il contenuto,
il
detto
priegha
affanni,
spagnuoli
brani
dei
quali
da
una
cit. Giorn.
nel
pubblicati
\ il
voglia,
quale, togliendoli
parecchi
storia
per
\ d'Italia
quale
miserie
guerre
è stata
rom.
fatte dentro
sonetto
un
notevole
poco
Iddio
sommo
\ ghe
Società
con
elegante, è
né
a.
crudeltate
863.
e.
d'alquanti anni
forma
le gran
e
Marforio, Venezia,
e
cit.,t. IV,
Noster
Pater
lamento
fatto
Pasquino
Posteriore
sebbene
ha
che
el credo
con
el
da
patria.,v. X, 1887,
E.
Teza
p. 203-40.
228
PARODIA
LA
SACRA
NELLE
la
Cùmplase
santo
de
dejad
y
mia:
infanteria
nuestra
comienga
ya
hacer
a
la barba
echad
despojo,
porfia,
vuestra
ya
sentencia,
Florencia,
el alma
pues
y
!
breve
en
saco
consolad
MODERNE
profecia
dice,
que
LETTERATURE
remojo,
en
Pater
Padre
nuestro,
sin
sois Clemente
de
reniego
mas
al
quita
que
haceis
vos
trato
vicario
siendo
quadre;
os
padre
la
capa.
Francia
escapa,
se
él.
con
ceguedad
gran
papa
que
tal
hijo
de
Si el rey
cuanto
en
noster.
estapa,
os
de
aquel
qì'i es
Con
el mundo
hay
diversas
simonìa
pontificado
opiniones:
electores,
entre
las flores
entre
Imposible
cardo
un
exenciones.
diversas
por
engaiìado,
tal
en
aunque
coelis.
descomuniones
vuestras
traeis
in
es
que
bastardo
sanctificetur.
E
quasi
COSÌ
invettiva
di
messo
aver
di
il
(1)
muy
; 0
emperador
furioso
Para
Lutero,
piadoso
dar
d
e
su
Mira
Juanin
dal
Il
poeta lo
accusa
augurandosi
conclude
come
guinosa
san-
una
nepotismo (1);
cieco
si radunerà,
decaduto
dichiari
VII.
l'Italia per
a
Concilio, seppur
Germania,
in
Clemente
contro
fautori
si risolve in
componimento
sossopra
accrescere
che
il
tutto
ne
corre
voce,
sogliol'indegnopontefice:
aqiieste florentin Quiso
Regnum
tuum
tornar
! Str. VI.
230
le
più
SACRA
PARODIA
LA
ed erudite
acute
riformatori
si
possibile,e
rinvenute
d'oro
che
di
ormai
parodie
talune
papale, lieti
della
preziosa scoperta,si
ottusa la
sbrigliataattraverso
farlo
un
rivivere ;
l'Europa.Ma
e
nuovo,
furono
esse
non
ritmi
la
tirici,
sa-
polvere
ritoccate,la loro
il loro vecchio
trono.
pa-
perchè si potessepensare
quindi
affidate alla tutela di
fiero avversario
meno
punta, i
burlesche, scossa
Golìa,era troppo dimenticato
a
quelle medievali
prelati,
l'ingordasete
secolare,ripresero,
opportunamente
corsa
partito
de'
aveva
le sequenze
e
maggior
di
i
pugno,
partito.Così adunque gli epigrammi
mordaci, ai quali il tempo
le
il
cavarne
caso
per
trarne
a
MODERNE
stringevano in
la lascivia
curia
affrettarono
che
arma
sforzarono
esecravano
della
LETTERATURE
disputazionidottrinali (1).Apprezzando
potenza dell'
la
facezie
NELLE
di
Eoma
papale,
Pasquino.
a
Ricco
ai
di
eredità
quest'inaspettata
preti,Pasquino
ricercare
ribelli che
che
E
gli
ne' libri
questa
in
presto,poiché
1540
stampò
Celio
Basilea
a
diìVEvangelium PasquiUi
il
quale
secundum
altro
è
non
(1) Ved. Wright,
(2) Pasquilloriim
conforme
120,
del
ms.,
a
La
a
f. 49
quale io
che
Hist.
Tomi
del
sec.
la dice
opera
del
data
in
di fianco
celebre
luce,
della
Fichard
nel
peregrini^
medievale
p. 229
XV,
alla
ben
che
i nomi
appaiono sotto
ne
è
e
quasi
ci offre il cod.
che
Riccardiano
valgo, porta
videro
sgg.
Eleutheropoli, MDXLIIII,
duo...
XV
iam
sequenza
eh.
tempi.
e
Curione, insieme
Romani
la car.,
de
L'esemplare
mi
olim
la famosa
redazione, qui
quella
r.
che
que' testi
pasquinate,
Secondo
argenti (2); ce
marcam
p. 302-305.
occupazione si
di
di
de'vecchi
uomini
satireggiar
raccolta
mezzo
dovere
suo
,
nuova
quella
poi
in
collaboratori
per
per
sua
in
vivendo
sacri,ad imitazione
dati
avevan
potevano farglicomodo
i frutti di
d'allora
credette
egli pure
e
raccolta
II,
t.
intieramente
Marc.
II.
XI,
del Curione,
prefazione una
noticina
{Jean. Fichardo
Fr.
PARODIA
LA
Pasquino
di
Marforìo
di
e
contemporanei
il
ed
prima
La
viaggio
in Emaus;
del
Luca
ma
e
siede sul volto de
che
chi vadan
così
populi
qui itane
est;
Clementem
dixit:
stuìti
0
tardi
et
oportuit Clementem
peius tyramnisaret?
più
;
0
E
»
esigenze della parodia,
lama
quasi
a
Il secondo
cap.
XII
del
ma
il defunto
Carlo
Quinto.
Cristo
nel
di
convito
unguento.
Roma,
un
Quare hoc unguentum
oMctore),
e
esce
appunto
legge:
Ex
dalla
di
Bibliotìieca
(1).Op. cit., p.
308.
intende
e
già
come
Betania, effonde
Udendo
ben
difficile
lui
papa,
francese
non
venit
Fichardi
Sul
sul
deridere
Maddalena
la
piedi un
sui
che
a
ne
ad
a
zioso
pre-
mormora
nos
negarle fede, giacché
biblioteca!
Joannis
cade
Pasquillum
Giovanni,
chiede:
sarebbe
arguto;
ferisce il nuovo
secundum
di S.
lui
A
ed
(1).
Evangelium
Vangelo
delle
norma
pungente
vos
il dialogo
continua
evangelico,a
sempre
nonne
qui in
surgere,
doppio taglio,mentre
risparmia
non
al testo
respondens,
credendum,
questo tono
su
fedele
meno
ad
et alium
mori,
caprarum
summop"ere
Ille autem
cordis
ru-
nepotihus contulit,
popidus
resurgere.
7^ et
audivimus,
orationis
ob
expectamus
per
timide
IH
suis
et
stezza
tri-
chiede
autem
nos
Paulum
stupet; quare
recano
Clemente
fecit; Jiuius proventus
cupimus
si
posto a S.Pietro
cellulam
quae
zione
imita-
una
Clemente
'viaggiatori,
removit, domiimque
custodiam
è
Scorgendo la
Clemente.
mortuus
mente
Cle-
Luca, in cui de-
cedutoli
fugimus, quia ei successisse
mores
S.
dolenti, e Pietro risponde: De
iniuria
vir iustus
vedimenti
av-
papa
discepoliche
hanno
Cristo,al morto
ed alla Curia;
di
coi due
Cleofa
di
morte
Marphorium,
Vangelo
di Gesti
concernono
Koma.
a
secundum
sequenza,
scrivesi l' incontro
V
che
la
quasi ;
di Carlo
cap. XXIV
del
altri due
o
231
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
SACRA
e
decem
il volume
frontispizioinfatti
JC.
si
282
LA
milibus
SACRA
PARODIA
et
datur
non
illam; in die enim
Vos
crudele
tien dietro
victoriae
transeat
l'entrata
a
trarrebbe
a
mai
se
Insieme
tomi
è
307,
del I
La
p.
satire
trafiggere
delle
da
son
ad
di
finezza
Gome
se
non
epitetidi
non
gran
dicendo.
Ma
della
per il
quale
Pasquillo
4.
che
in Francia
XV^
Miserere
ninna
che
fra
le
Riforma
1" impegno
idee
di
senza
invece
Paulo
9),
più
certo
»,
eretici pan
l'anticristo
e
al
prodigare
luterano
va
agli
il papa
che
pazzo
si riduce
papa
LXIX,
è
quia-
trova
non
cundum
se-
per
l'uguagli.
rendeano
di
prò
S.
ilhnn;
comedit
III,
mei,
(t.II, p. 425)
pip irruente, l'altra,che
la
e
siede, Paris, 1866,
Psalmus
Pasqtiilloparaphraste
a
(cfr.Lenient,
all'indirizzo di Paolo
satire
si intitola
è
che
filiiDiaboli, parodia
AnticJiristi
le violente
Grazioso
Pasfjnillum,
au
(t. II,
fratesca
piacevole centone
men
secundum
la littér. milii.
ou
mancavano
.si prese
più singolarmente
Nicolai
ignoranza
poi imitato
venne
i cattolici
«
avversari
che
che
affermavano
costoro
quelli
via
la baldanzosa
il
P.
R.
Confessio
generationis
tacere
stme
si sa,
profezia
Pasquillorum
nei
latino, dirette
in
Evangeliiim
più lunga
ironia
cesse
vin-
se
ipsum;
me
:
excdtatus
si
Paolo, che io pubblico in App. II, n.
rositi m,
domti.s
francesi
che
ergo
sono
semplice giaculatoria (Oremus
una
zelus
S.
quella
se
A mb
la
città eterna ; la
(1).
avvicinare
può
France,
quali,
dubbio
si
di S.Matteo
Né
207).
fu!
ne
il Liber
en
ad
banchetto
molestie
et
traham
omnes
la faceta
VAliud
ossia
Gap.
ironia! Al
dalle
tutto:
e
semper.
non
l'affermazione
e
servavit.
305.
a
Epistole di
puranche
p.
tutti
ve
279),alla quale
delle
Galli;
se
sarebbero
facta, destinata
p.
vero
pubblico dotto (2),a quel pubblico
(1) Op. cit., p.
Tali
liberato
parodie satiriche
al
(2)
risponde: Siìie
dell'imperatorenella
codeste, argutissime,vi
a
altre
nutrii; me
di crudele
essere
filerò in Victoria,
veridica
Honia
càlix
me
MODERNE
hoc unguentum
meae
ammantata
preghiera di
sua
LETTERATURE
Francisco?-, Carlo
Galli semper
enim
Verità
NELLE
«
il
abbiano
che
annoverata
convertire
del
cornamusa
Te
i
graziosi
diavolo
avuto
»,
in
e
gli
quella dell'Anonimo,
deum
e
tutt' uno,
eran
ribelle
monaco
bizzarre
focaccia,
per
un'invettiva
PARODIA
LA
altre in Germania
popolo,gli parlavano
al
nell'odio
in
il
a
si servivano
dileggiaregliavversari
parodiate,ma
brosii
sembra
più
Satiren
1856,
V.
und
altri
Papisten
Der
veggasi
D.
209,
il
in
et
de
chants
op.
cit.,p.
du
XVI^
I
anzi
210
tratti
e
Am-
et
si trova
la
fra
scritta
tra-
117
e.
e
mi
non
ma
libello
des
Gfr.
frang., voi. II, p. 130,
H.
siede, Paris, 1871.
L.
E
Bordier,
die
abuz
et
abus
Lais
Leroux
n.
XLI;
alla
ecc.,
edito
du
prestres,
Chansonnier
gli avversari
183.
volume,
dal
erreurs
Letabundus.
Germanorum
Uber
441)
(1559),
tempo
Il, p.
v.
Wolf,
des
del
Litancia
una
p.
les
taluni
qui riferiti,dei quali
un
F.
Prophetie
de
e
questa
Reformationszeit, Hannover,
Hutten,
von
(in App. Vlb,
sgg..
bonum,
Augustini
It., XI, 66;
da
scrive
ne
histor.
sdoro
in di-
pitinoti
sopra
Marc.
Sopra
Hulrich
Chant
dire
inserito
der
aus
demonstrnntes
le
quali
luce.
son
la
a
carte
componimenti
versi,
ristampa
sur
la
cod.
Pasquille
quanto
quale
ecc.,
rasez,
Ree.
i
dei
persequiitorem
sedici
Handbùchlein.
1542, Chansons
present
di
ricordato
F. Strauss,
(2) Veggasi
p.
volte
II, p. 270-71.
prosa,
in Ale-
il Verbum
Cantici
Traductio
fidei Christiane
di vedere
degna
(1)
noster,
satiriche
sull'aria
ci sarebbe
sua
fascicoletto
un
del
L.
M.
cantra
118
ed
solo di orazioni
canzoni
preti,de' monaci
La
Martino.
in
in
de'
(2). Molto
irae
fra
contro
il papa
come
non
gliinni sacri,quali il Laetahundiis,
il Dies
la
eziandio
cantavano
del papa,
fra
le
Luterani, così gli Ugonotti in Francia;
i
magna
Schade,
Pater
(1). E
Credo, del Benedicite
del
AèWAve,
Oskar
da
spogliedel
delle
cattolicismo,camuffandosi
fiammava
lo in-
di tale natura
ingiurie contro
svariate
quali scagliano le più
queste,destinate
e
Sono
Roma.
volume
un
molte
linguaggio,e meglio
il suo
contro
riunite
quelle satire
pelletto
Ciap-
di Ser
novelle
alla luce;
venivano
ne
rato
Mo-
Fulvia
e
contemporaneamente
giudeo.Ma
di Abramo
e
voluminosa
sua
siatu,
latino le boccaccesche
volgeva in
la
insieme
corrupto Ecclesiae
poeticaDe
raccolta
233
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
Illirico metteva
Flacio
Mattia
SACRA
nel
temps
moines
Lincy,
de
Lenient,
huguenot
lor volta
repli-
234
PARODIA
LA
fioritura di
romana
ma
essa
la via
cavano
giovava
mi
è
nota, e
potrei
che
ancor
dell' Ev.
mi
Hugitenotz,
a
(1)
Non
mia
allontanerò
mi
altre
parodie,
notizia.
relativa
ad
R.
di
Bibl.
di
del
Monaco
1. e,
rom.,
alla
del
(cfr.Cat.,
p.
il
Salmo,
I
e.
cit.,t. IX,
op.
copia
spedizione
silenzio
sotto
stile
qui,
liturgico,la
Mena
bibl.
nella
in
due
Pasquillum,
delle
prima
319);
e.
codd.
due
Di
{Giorn.
Gottoniana
bellissima
di
III
Henrici
d'
(Montaiglon,
filol.
dimento
tra-
in
Deum
Te
Inghilterra
cleri parisiensis ad
Prosa
fur
a
passerò
dello
imitazione
libera
una
di
fatta
IV, 3). Né
(Julius, E.
si tratti
del
Maria
di
onore
stampai
l'altra, che
parodia
eretici
gli
contro
in
(Anzeiger
fiorentini
una
della
parodie
quali
il Mone
luce
10752
cod.
162); più
p.
a
christianis-
all'occupazionedi Marsiglia
sebbene
caedem
posi
la
nel
sta
Il, p. I,
t.
Passio
una
di alcune
giunte
sono
secundv.m
che
1547,
Vorzeit, 1837,
da
giocose,che
Friderici
diede
d'Assia
134), allusiva
della
esiste
de
ducem
cit., t. II,
op.
296).
Fra
le
da
poi
parodie
e
sgg.;
«
Da
de
la
infine
vendeva
t.
Le
II,
«
p.
altra
de
des
»
Lincy
contezza.
di
et
si
Van
132). Del
ambulante
Cinquecento (Leroux
ho
faict
dimittis
XLIl,
n.
del
una
tempo
des
»
(Montaiglon,
Invitatorio
laboureur
Nunc
Venite
prolisso «
deW
francese
poesia
1-531
del
du
il libraio
4-5), non
il
né
parodia
»
la
offre
Paris
vera
pacem
e,
che
dimenticare
Chastelet
p.
del
fatto ricordo
aver
classe
prima
dagli Spagnuoli fl595).
onore
senza
CXllI,
parzialmente
ma
XVI
sec.
Joannis
Deutsch.
der
io stesso,
0.
à la
et
67-69
v.
Montaiglon,
politiche,vuoi
avvenimenti
Landgravio
Kunde
vuoi
Saxonice
medesimo
un
dal
Appartengono
Electoris
simi
né
confusion
de'
parodia
in
legge
la
à
è
257-75.
p.
p.
mente
maggior-
(1).
percorrere
lunghissima
si
preghiere;
sue
la conoscessi
Benedictus
Le
Luca, che
S.
la Chiesa
più oltre, giacche lunga
rimane
come
delle
e
anche
se
MODERNE
combattere
a
canti
insisterci
poemetti,
di
LETTERATURE
de' suoi
poco
non
des
NELLE
poesia acattolica, che
si
con
ruyne
SACRA
o.
du
prisonniers
c,
svolge
a
MV'^XLV
Anglois
sono
non
p. 254
t.
IX,
p.
261); né
276);
(ibid.,p.
(Leroux
Confiteor
des
graziosa
Farce
de
il
Lincy,
Angloys,
joyeuse
che
del
F.
Michel,
Ree.
cit., t. II, n. 17,
Sul
Credo
des
catholiques,
la
PARODIA
LA
SACRA
NELLE
LETTERATURE
235
MODERNE
VII.
Il
servirsi dei
canti
congerie delle
la guerra
Salutation
de'
d'
Le
e
des
ghiotti (MoNTAiGLON,
Creance
des
49)
di
su
il MoNTAiGLOx
data
dal
nuptialis di
fatta
luogo
citato
al mal
molto
Giorn.
dotto
bibliofilo
francese;
d.
a
noi
andava
conosceva
note,
unita
una,
il
ed
terza
quale
che
solo,
primo, che
v.
p.
dice
parole
stampa
della
ignota, dell'Ave
sg.
ed
Ave
Maria
IX, p. 202-204),citerò
del
ha
testé
s'era
quale
di due
del
Una
cusa
l'ac-
Silva
si
era
Nevizano,
trasformazione
nel
tivi
rela-
Romae,
Strascino
Creance,
Maria.
opuscoli
notizia
più
che
diversa
del
da
81,
giovato
della
impressum
stampata
ri-
p.
che
Creance
della
dello
420).
dalle
alla burlesca
Pater
à
l'
parlare'del-
non
per
ma
Lamento
V,
e
gratuita. II Nevizano,
tutto
d'un
il celebre
desumere
ora
del
non
lett. ital.,
una
nella
è
Roma,
dall'H., parla
potevasi invece
cioè,
a
probabilmente,
stor.
falsamente
affermato
aver
p. 501
c,
all'autore
americano
le
jèstiiles,offerì
però avvertire
Gioverà
dal
di chi
Harrisse
quello
di
o
(Paris,Welter, 1887,
di
I, p. 68).
(o. c.
e
H.
Colombiniana
t.
stampa
una
che
esemplare più antico
un
o.
del
ben
esse
labbro
des
p. 206
IV,
t.
e,
e
verouleux,
negli Excerpta
n.
sul
Lenient,
dano
vita, abbon-
dall'odio
sono
amoureux
0.
di
alla
mezzo
ma
semplicemente burleschi,
profundis
denze
cre-
ardore
stesso
diede
noster
ved.
Espagne,
componimenti
la vivace
Pater
proprie
In
sacre;
richiamare
a
angélique
insipidoBe
parodie
a
soldatesche, alle quali
e
de' trent' anni
le
mirano
le
quello
con
giocose.Ispiratecome
Philippe III, roi
Di
difendere
satiriche
conseguenza
esse
decimosettimo
secolo
nell' antecedente.
prova
canzoni
riescono
dolore
altrui
formidabile
in
nel
liturgiciper
dato
aveva
raro
continuò
vituperare le
e
cui
tedesco
popolo
è,
(cfr.
sicura
costui,
quelle
Pater
ne
236
PARODIA
LA
ascolta
E
SACRA
più traggono
le
nelle
quale
LETTERATURE
de' suoi
mani
rifacitori si
ai ribelli
ai
; or
principi cattolici (1). Solo
il
bufera
devastatrice
in bocca
ufficio per
consueto
suo
si allontani
Sassonia, del Mecklemburgo,
ma
Iddio
sua
opera
nato;
nella
codesto
divenirle
Qui la
canzone,
che
molto
terreno
Wùrtemberg
1621
E.
1855, dove
p. 61
a
Mdhrische
del
Valter
1019.
del
1631,
ed
Numerose
Salmi,
A.
a
p. 204
A
p. 263
del
Pater,
Das
dei
del
und
Der
GoHN,
historisdien
Das
anche
P.
trascritto
p. 241
a
Das
anche
nel
cod.
von
Unser
deutsche
460.
del
aller
Codesto
volume
Torstensohnische
di
di
altre
Un
8504
di
orazioni
del
Eine
1646.
dei
inni, sia
di
Sammlung
I. Opel
von
(Halle,1862),p. 6,
Ragozische
del
ed
raccolta
un
Unser
degli Evangeli,
Prosadarstellungen
Monac.
Vater
Yatterunser
Dos
e
prosaiche
Comandamenti,
e
Augen
Schwedische
dreissigjdhrige Krieg.
und
Ulrich
e
121
p.
quistato
con-
poetiche,
Hundert
redazioni
sono
32, 91, 99, 100, 195, 209-10, 298, 318.
è
Ein
Bòlimische
Catechismo,
Gedichten
Francia.
Vater
Rebellen
protestanti,rinvengonsi poi nella
che
mai
dreissigjàìirigen Krieges, Basel,
segue
Dieci
dalla
Herzogs
Lipsia, 1845,
che
Unser,
parodie
cattolici
e
leggiamo
der
Soltau,
von
des
doveva
non
precedente aveva
Unser
ristampato
Lieder
Die
Weller,
canto
è
Palati-
nel seicento
tutte le altre forme
sopra
2 ed.,
Volkslieder,
della
continua
parte
dimostra
già nel secolo
Leon,
Heidelberg
di
di
largamente
Heydelbergische
Fr.
presso
historische
Pater
V
e
del
e
la
che
desolati
Boemia
Germania
la
il Valer
così
Dio
a
prende
ri-
essa
(2).
straniero,è condivisa
(1) Veggansi
del
della
pontefice ed
popolo
campi
letterario, il quale
genere
al
chiedere
dai
docilmente
l'Impero
partigianidel-
al
la rabbia
e
infernale
predilezioneche
La
per
ode,
non
coi
insulta
costoro
con
domenicale, la
piega
irride
ora
sogghigno.
iroso
un
dall' Orazione
materia
pilidisparatiservigi;ed
ai
MODERNE
allegrosorriso,ma
già un
non
NELLE
1658
Vater
Unser
(cfr. Cai., t. II,
I, p. 35).
(2)
L.
VON
Soltau,
o.
c,
p.
LXXVl,
Der
Soldaten
Valter
Unser.
238
PARODIA
LA
In
SACRA
NELLE
Italia
la consuetudine
i canti
ecclesiastici
continua
come
il
per
soffre
non
passato a
che
si
Per
que" poeti,che
andato
allo scopo
di
operando
si
da
le canzoni
le
;
beffati ; altri
assai
i quali
mal
sentenziare
dai
dei
fatti si satireggiavan
e
di librerie lasciate
Città
infallibilmente
di carte si
del
non
sovrani,
e
obbligatia
far
prendeva argomento
giorno,o
si dimostrava
come
dell'Europa potessero rispondere alle regole
ritornare
E
alle
parodie
innovazioni
i
poi, tanto
se
; e
sacre,
per
veniva
mutare,
si badava
da' libri santi
quali mentre,
inaspettato e bizzarro.
e
da
di opere
ad
del
Il
disgregati,non
centone,
piacque
nel
l'essenza; e
trasporto. Pasquino
e
richiamava
seicento
tanto
trastullo,che
nuovo
per
bastò
durvi
intro-
tratti
erano
nulla, connessi gli uni coglialtri,davano
parodia
pinti
di di-
fantastiche,adorne
presunti eredi.
giuochi
diligenza de' brani,
ficavan
eran
parodie liturgiche
Uomini
scarse.
gere
eri-
per
girandole eh'
coi titoli burleschi
erano
partito,
grammatica.
delle
da
Inventari
sugli eventi
le condizioni
avvenimento
rappresentavano i vizi de' potenti
gli offrivano
e
mente
avida-
che traevano
o
lieve
Gallerie
scritte le debolezze
testamento;
gusti
più profondi calcoli
nei
macchine
grandipersonaggi,pungendo
a
di
delle lettere.
nel campo
per costoro, dico, le
porte di
immaginari,
fatto di
fruito:
più squisitiraffinamenti; al pubblico taluni
con
schiudevano
fra noi
ogni più
presentavano attrattive
della
parodia non
la
per lo innanzi
aveva
purissimi »,
«
quelle gigantesche
a
che
stanza;
circo-
regalare ai contemporanei abbagliatidegli
occasione
trovandosi
ogni
in
comporne
immergevano
numerici
anagrammi
mai
alterazione; si
veruna
questa legittimadel grande mutamento
conseguenza
divenute
zoso
schersignificato
a
ci dice
cosa
gode più quel favore,del quale
era
MODERNE
di ridurre
però qualche
ma
LETTERATURE
insieme
il contrasto
signisenso
un
della
aveva
le sorti
che
con
ne
perchè si adottasse
dievali,
me-
mava
forcon
singolarmente predilessequesti zi-
PARODIA
LA
baWoni
venir
in fiore sino
presi
pettegolezzi locali
quasi
parodie riescono
Lasciamole
quello che
altra
sofferenze
più
del
il
di
nome
Son
ai
Italia, ed
insomma
da
gavan
la
in
il Rabelais.
là,
vengono
concatenato
i
contro
Hérod.,
eh.
d'Italia, V.
cfr.
De
Diario
si
XIV),
dei
e
nei
farli
a
ne'
e
tardi
che
biblici,
quali
vari
già scagliato
ved.
qualcuno
Milano
Conci, del 1829
e
del
XXIX,
la
e
del
dominio
minori
più
celebri
quasi
da
al
d'
tempo.
concorre
si divul-
rispetto
questo
biblici,
formarne
in
II. Per
e
1830-31, Firenze, 1879,
pour
Gli eretici
tempi più
repubbl. cisalp., p. 40,
ben
centoni,
(Apol.
Cantò,
di
e
qua
di codesti
noi
pure
nep-
dialogo
un
Estiexne
XVll
fra
esercitarsi
di
ai
Europa
del
cavati
game
le-
papa,
che
sdegnò
Henry
app.
alcun
sempre,
personaggi;
sec.
(f.393),
Pronostici, che
non
duo,
tomi
tali
come
si
conosca
senza
e
considerar
burleschi
guisa
a
io
solo
non
e
;
dame
i versetti
in
parole
le
significare
Pasquillorum
versetti
alle
que'
II, p. 212, disc.
Castro,
alcune
genere
personaggi
ed
in bocca
era
dessero
posse-
poeta di
un
soggiacentia
principi maggiori
congegnati
quali
di
con
Più
messo
ad
consacriamo
accompagnati
l'Aretino,
voga
autori
vigilia dell' Epifania. Sotto
si connettono
adunque
mise
ai
son
fedeli
(f.325), 1537 (f.364),1540
vari
Sorti,
cui
Roma
per
i loro
codesto
1535
cavalieri
vere
l'asserzione
di
constano
anche
ma
continuiamo
mantenendosi
più necessaria
Pasquino
agli anni
Essi
i
d'interesse.
prive
Pater, la quale vuole
loro,applicati a
cardinali,
d'
i fatterelli ed
disparte,e
come
altra
ogni
esempì
(f. 530).
fra
in
di
non
se
pazienza.
antichi
sotto
durò
satirico, codeste
e
popolazionilombarde
delle
appartengono
1542
e
ad
che
quella parodia
ed
dal
oscure
sempre
dote
sia la
non
prima
leggono
mira
stampo, ci mostrano
qualche
I
conosciamo
occuparci di quelle che,
all'antico
(1)
di
l'usanza
nuovi, e
se
(1).
non
quindi tutte quante
ad
invece
a
volte
troppe
di conclavi
e
personaggi dileggiati,
ignoriamo
i
nome
recentissimi
tempi
a
de'
239
MODERNE
occasione
in
luce
in
sempre
noi, che
Per
E
LETTERATURE
NELLE
scritturali, cosicché
videro
ne
SACRA
recenti
Silvagni,
p. 58
e
segg.
240
LA
PARODIA
altrettanto
stolto
Spagnuoli,
il
nel
né
quale
fiacca
solo
per riconoscere
una
della
del
dal
di cui
prima
di
di bel
cui
de'
tempi
cangiato d'aspetto;fra
i
(1) Col
zoppicanti,le
titolo:
Una
vide
1. e,
la
p. 150
dal
e
Ai
sg.
editore
primo
altri quattro, che
vale
Gonv.
a
dire
il
con
Magliab, già
Soppr. 440,
Riccardiano,
l'offrono
f. 261
il 771,
f. 47
r.;
r.
scagliaresui
per
insieme
del
il
Palat.
po'
un
tista
secen-
son
parsi
scom-
1, 1866,
del Giorn.
2868
e
questo
e
a
di
90-3;
quali
ne
aggiungersene
notevoli
II, II, 210,
264,
p.
filol.
rom.,
sui
2977,
volte
ponimento
com-
nale
italiano, Gior-
nell'Ateneo
la stampa, debbono
Rinucc.
gnose,
sde-
mente
Naturalha
XVII,
sec.
voi. I, fase.
copiose
e
inesatte; scomparsi i
Riccard.
condotta
così cento
tornava
raffazzonatore
cit. volume
nel
codd.
due
del
rime
scienze, lettere ed arti, ecc.,
me
esprimeva
parodia
la
la luce
volta
prima
poi riprodotto da
venne
di cui
e
gli antichi.
segno
storica
nale,
origi-
dimenticato
mai
primitiva rozzezza;
versi
noi
scritte sullo scorcio
Non
anche
sua
poesia
per
di
semplice rifacimento
canto
le mani
spogliatadella
si è
fu
il
alla luce
fatto
direbbe
la forza
neppur
composto,
nuovo
già
aveva
col mutar
e
stato
dole
l'in-
componimento
un
i Francesi.
i dolori, il vecchio
dopo
pur
gettarvisu gliocchi
parodie lombarde
il quale era
fanno
ci
poesia assume
basta
già
è
stile,
miltà
(1).L'u-
satira
oppressoriquelle ingiurie,beffarde
recenti
di
codesta
fatto che
quattrocento contro
più anni
più
produzione, bensì
fra le due
popolo,per
di
sostanza
sentano
non
sione
diffu-
si raccomanda,
deplora le sciagure;si
non
dal
molta
rispecchi fedelmente
si
esso
ch'essa
nuova
efficacemente
e
della
gli
contro
per felicità di
ne
mordacità
o
L'importanza che
quindi
noster
ottenuta
attenzione
in
come
i Lombardi
lamentarsi!
MODERNE
dettato, non
venne
quella
e
di coloro
quasi che
nasce
cui
nostra
forma
accorti
troppo
certamente
di concetti
arguzia
della
ha
in
dire,alla
per
LETTERATDRE
quanto iniquo. Il Pater
tempo
vero
per
NELLE
SACRA
f. 350
p.
263:
r.,
ed
varianti;
il Laur.
un
terzo
PARODIA
LA
SACRA
velati da desinenze
mal
lombardismi
italiane
questa ed altre modificazioni, più dannose
la
poesia rimane
Se
misogallicadel quattrocento
la misoiberica,
italiano abbia
componimento
il
altrettanto
non
nuovi
penisolaa
soldatesco
primi del
,
le
quali lo
ti*asmettevano
nell' Annover
ancora
potuto
dar
del
querele dei contadini
Sole,
farsi intendere
al
di là delle
ma
questo posso affermare
più
antico
altri
Pater
tutti,aveva
fra le mani
Da
e
il lamento
dirsi in
udito
dà prova
adesso
confronto
suo
ad
altre
in
e
Beutsch.
H.
1855,
Museum
Pròhle,
99.
n.
cedono
fra
Non
i tre
niche-,
truppe napoleo-
quasi fedele
una
non
lo
giunsero a
davvero;
so
quel
quale compose
cui
discesi
sono
avuto
ripetere,ma
u.
di vita
le
così
quali
rigogliosa
sione
oppres-
dilungo
canti
tedeschi
Volkslied.
dimostrare
ed
1855,
R. Prutz,
von
a
Bauernvaterunser
H.Gadke,
Geistliche
mi
suggerivanulla
non
il
i
n.
47,
p. 769;
u.Volksschausp.,
rapporti
lombardo, avendolo
che
già
intei'fatto
altrove.
NovATi,
Studi
critici
e
gli
che effimere. L'intollerabile
herausg.
Weltliche
ripeteva
posson
cit.,p. LXXVI;
op.
si
non
spagnuola, la quale ai Lombardi
(l)Ved.SoLTAU,
di Colonia
italiano.
questa parodia,che
tenace, passiamo
Io
colui il
soltanto
non
;
di Milano
tedesco, da
noster
Wallenstein
(1). In qual maniera
Alpi?
che
i
che
e
altro che
ducato
del
cantavano
ai contadini
riproduzionedella parodia lombarda
le
del
noster
plebi del Meklemburgo,
re
è
non
Pater
XVII
all' apparire delle
quel canto, dico,
come
vita fuori della
quel
secolo
nel 1704
taglieggiatidagli eserciti
secolo
un
risalta invece
fra le
riecheggiavapoco dopo
parodia
chiaro
tedeschi, straziati dalle orde
contadini
che
svolgessedopo
germogli. Eppure
sui
che
fra noi dalla
come
si
utili,
che
stessa.
la
agevole l'intendere
riesce
ad onta
; ma
di
sostanzialmente
241
MODERNE
LETTERATURE
NKLLE
letterari.
IG
242
PARODIA
LA
ai bollenti abitatori del
in pugno
se
Napoli Tinsurrezione, di
a
il
chi
di Messina
sollevazione
eroica
con
Salve
una
fu
celebrata
troppo però, tradita da chi l'aveva
la nobile
promesse,
ai
ceppi
irrise
che
città dovette
quelle
della
romani
cui
il
si faceva
interpretein
nulla
strofe,che
(2)
o
P.
Milano,
copista ha
ne
rese
le altre
se
vincie
Pro-
quello
di
che
toscani
e
lagnarsi in
a
e
prosa
curanti, de'
Fagiuoli
il bizzarro
degli odi
satirico
noster
236,
n.
spesso
in
Il
di
Rossi, salito
il senatore
F. 71
di
r.-73 t. Consta
Gom.:
inintelligibili.
0
37
sovrana
di
son
G.
né
tratti
dialetto
siciliano
è
Miserere
ecc.,
inedito,
e,
p.
L.
Capuana,
l'editore
giudizio del-
a
sorta.
componimento
al 1734:
pubblico
ho
e
(3):
XLIV,
1879.
pregio
piacevoli
di cui
di
autorità
Poesie
Maura,
Brigola,
1729
tante
imperatrice.
(3) Questo
dal
morirvi
lieve
essi
Pater
un
contro
Barbeiiniano
senza
Rime
e
grande
a
il
liberazione
meridionali, pure
neppur
accumulati
(1) God.
da
Maura
la
sopra
più
prepotenti.Così
ingordi
dal
assai
le
e
ministri
aveva
caduta
sua
destini, dei principinon
de' loro
versi
regina,
alla
per
gravava
penisola fosse
rinunziavano
non
che
entravano
che
giogo
le nordiche
opprimeva
in
le braccia
(2).
Quantunque
ed
bugiarde
nuovo
onorevolmente,
poco
in
carceri
vittime
tante
ed
da
so
(1). Pur
Misererò, il quale all'autore, Paolo
un
Mineo, valse, sebbene
da
di
porgere
la
ma
non
pasciuta con
saputo spezzare,
aveva
canzoni;
con
si è conservata
che
Regina,
lutasse
Masaniello,sa-
capo
venne
risulta
mi
mezzogiorno.Non
cui
le armi
invece
metteva
trionfo
momentaneo
suo
MODERNE
LETTERATURE
querimonie,
che inani
meglio
di
NELLE
SACRA
nella
manca
magnifica
Fagiuoli, impressa
B.
ciò
da
può
utilizzato le varie
due
far
meraviglia.
codd.
lezioni.
a
Riccard.,
delle
edizione
Firenze
in sei tomi
I frammenti
il 2242
ed
che
il
io
2947,
O
del
ciel Giove
Toscano
influir
ad
Avvezzo
Grazie
benigno
mani
con
d'oro,
fallo ne'
Che
gli
dare
facesse
d'un
man
ci fu dal
dato
Quel che
in
;
scorgesti
mai
servi
tuoi
loro
per
Pater
Qual
ciel
cane
per
pane
?
Noster
Rivolti
dunque
te. Rossi
a
che
Ora
Rispondi:
inumano,
sei
mulattier
che
ti sovvien
Non
stato?
sei infarinato
tu
Qui
Perchè
se
fatiche
Di
sue
Se
viene
da
vien
un
ad
te
la
per
lo maltratti
esì
mercede
strazi;
e
galiellee dazi,
inventar
?
Adoeniat
Se
anderan,
Giacché
credo, nell'Inferno,
come
l'appalto anche
Metteranno
hanno
fatto
sul
questo
foco,
simil
Et
Cagione
di tutte
le
querele
servitori
E
gioco
in
terra.
le esazioni
adunque
sono
l'odiosità
eccessive; voglionlei padroni,ma
sui
243
MODERNE
ti acclamano
che
quei
a
LETTERATURE
NELLE
SACRA
PARODIA
LA
ne
ricade
tutta
zelanti:
che
Se
Per
occorre
ora
noi
appaltato
è
quel
è la
infruttuosa
Noster
il Pater
dire
più
che
ci consola?
parola
Panem.
In
Tripoli,in Algeri,
Mandaci,
Che
liberi
in
Serenissimo
sarem
dal
Barberìa,
Padrone,
reo
fellone
Et
La
del
disperazionein
cui
poeta, grandissima:
son
entrati
i
ne
nos.
toscani,è, a detta
244
PARODIA
LA
Per
SACRA
concluderla
Che
a
l'impresa lasciare;
di
fé
dichiaro
adunque
risolviate
Vi
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
Dio
voi
ci farete
entrare
In
il capo
Sottoporremo
i suoi
Ed
Ma
da
al
ci
strazi
navicellai
tentationem.
manigoldo,
fieri ;
men
parran
mulattieri
e
Libera
E
già
i nostri
che
Non
lamenti
queruli
sentiti,bisogna sbrigarsi;
son
ciaschedun
Unirsi
liberarsi
per
malo.
A
E
il nostro
se
in
Venga
Gih
Deve
nos.
poter
giorno
un
morir
'1 Moro;
e
il fìorentin
che
sa
bastante.
il Turco
difesa
nostra
si
che
è
non
decoro
il turbante.
con
Aììxen.
A
Roma,
alle
in
quali
offerse occasione
pasquinate
il famoso
re
di
Francia,
non
s'intende, anche
le
parodie.
E
VII
ben
di
nugolo
al
mezzo
che
ed
il
di memoria,
meritevoli
due
spettatoridella
contesa
;
difensori dell'autorità
potevano
due
esse
partitiin
l'uno
che
s'erano
cui
le
sosteneva
Ecco
apostolicase
che
or
prendono
la
vuoi
sommerger
invitto,
sempre
christianissimo
fusti
che
Luigi
o
monarca;
di
Pier
la
Qui
Uomo
caduco
e
i dritti della
E
forse
credi
fral, come
Chiesa
tu
tutto,
sopratpaiono
barca,
es
?
pretendi
d'usurpare?
poter
entrare
in
divisi
coelisì
gli
pretese di
adunque
sovrano:
Rammentati,
sandro
Ales-
mancare,
domenicale, mi
l'altro che le biasimava.
Luigi XIV,
fra
quelle che ci rappresentano
come
opinionidei
le contrarie
conflitto
fra
ispirano all'Orazione
si
di satire
e
con
come
i
dace
l'au-
1
246
PARODIA
LA
0
tu
e
SACRA
NELLE
LETTERATURE
MODERNE
che
tieni il regno in Vaticano,
fosti eletto dallo Spirto Santo
tu
sol nostro
sovrano
fa che
il gregge
tuo, ch'è
esser
'
santo
e
Pater;
Ta
resti esposto al
non
di misfatti
e
altrui
già disfatto,
gallicogiudizio;
sia il supplizio
non
noster.
E
tu, don
con
Mario, che
un
ti
re
forse che
follia
tua
per
disponi a competenza,
in
conosci
non
coscienza
qiti esì
Sei altro ch'un
pezzente risolato,
ch'un'oprabuona
Et pensi ancora
sapestifare?
mai
di
entrare
poter
coelis?
in
Dato
così il
il
suo
sandro,
prepotente nipotedi Ales-
al
avere
di
poeta si rivolge agli altri cortigiani
casa
Chigi:
ministri
noi
Piglia per
fedo
senz'honor, senza
mal
e
genovesi
zelo
senza
e
in
volsuti dalli santi
cielo
in
et
Uno
ne
poi
e
fu
levato
fu
data
in
ad
mano
canaglia tiene
vedi che
0
terra.
dall'Annona;
Marchiano:
un
in
mano
nostrum!
panem
Un
altro n'ha
Robarebbe
Pensa
che
la
con
un
a
croce
Dio
un
provvede
come
solo
occhio
confitto;
vitto
al nostro
quotidianum.
Vedi
che
che
quell'altro
governò Roma,
porporato gli convien
perchè
appresso
d'un
re
fuggire:
non
giova dire:
Dimitte
esiste in
una
raccolta
di
Pasquinate,
Fr. Arisi, l'autore della Cremona
n.
literata
737).
(1) Si
allude
al cardinal
fatta
Imperiali.
verso
nobis
(1).
quel tempo
(Bibl.civica
di
da
Cremona,
PARODIA
LA
gli
Né
SACRA
detto
aver
pare
NELLE
LETTERATURE
247
MODERNE
abbastanza:
*
lo troppo
della
che
dir,
veritade
chi
che
e
vorria
dice
perchè
ma
si
ognun
il
al
ver
so
picca;
fin
s'appicca,
dimittimus.
Saggia osservazione,
che
però
terminando, un'ultima
scoccare,
I Senesi
ab
ti prego,
però
che
Iddio
non
di
sì pazza
gente
brama
il
cli'un
Roma
principio a
popol
motivo
dar
che
saria lor pensiero il liberarsi
sollevarsi;
malo.
a
si eh
Roma
Per
e
monti
e
potria vedere
'ognun
parapiglia, un
un
indvcas.
nos
Per
Allora
querele
stelle
e
serra
andar
serra,
in
lascieremo
senza
(1)
Una
ventina
d'anni
Vili
che
di
legge
cortigianide' vaghi
ebbe
poi l'accortezza
si fa
allusione
come
si
alle
nel
236,
in
certo
dileggio di
per
le
sue
ne
di
f. 55
monsignor
t. una
Caccardini
ambiziose
e
codesta
p.
22.
terza
che
le molte
redazione
par
Né
qui
il cod. Barin 26
destasse
ricchezze.
cui
di senso,
vuota
giacché
ed
non
ma
l'Ottoboni.
contro
Pater,
11 rifacitore
poesia, in
della
fazzonament
raf-
Chigi
papa
allusione
parodia
quel goffo
contro
verso
volga
sacre,
rimproveri,
Chigi,
si
parodie
2504,
Riccard.
dirette
casa
ganze
strava-
fuori
venne
del nostro
a
applicare
l'ultimo
delle
e
altre
indeterminati
la satira
offre
mire
cod.
mutare
insegne
ne
accuse
ed
le metamorfosi
berin. XLIV,
in Roma
di
capisce,quando
si arrestarono
alcune
(1689-1691), e
si
concetti
si volle
dopo
sostituì alle stringenti
i suoi
dei
secolo
toccato
aver
Alessandro
ad
il
terra!
(1).
Amen
Non
Chigi:
pazzi:
ne
Altro
al
onnipotente,
al governo
più
freccia
furon
aeterno
di
gli impedisce
non
strofe
invidia
248
LA
che
meritano
NELLE
LETTERATURE
per diversi motivi
al De
tutto
SACRA
PARODIA
ricordo. Alludo
un
ed al Pater
Profundis
Noster
poesie che rispecchianofedelmente
dolorosi
più
cioè
che
della loro
e
famiglia. Tanto
la
contengono
non
ma
avvenimenti;
che
quale
ci ha
Vita
fu
di
si
Bartolomeo
ei fece
delle
inutili
due
di
pietà e
(1) La
(3)
Del
del
264
monaca
1713
un
l'ofifrea
parla
un
da
a'
ms.
nostro,
presenta
c,
r.
della
che
una
di
i
biamo
absuoi
querele
Le
leguars
di-
videro
grata
tut-
per
copie
molte
che
di
sentimento
vivo
un
altra
se
cui
sotto
giovinezza,corsero
Prova
a
128
col
v.,
che
Giovanni
Minuti
e
genitori
Nazionale
s'intitola:
vi
col
di
titolo:
si muta
nel
t.,
ha
vi
querulo
disperata
f. 62
suoi
Noster,
notevole, ne
mai
Arese, Colonia, 1682, p. 194.
p. VI, 171.
profundis
f. 127
della
della
chiostro,dal quale
un
della
noi, destare
forza, lamento;
per
d'una
De
da
II, 285
o.
Pater
che
giudicarne dalle
a
a
1' autore
C. B.
del
(2) Maura,
in
lano
Mi-
a
forza, della
Mineo,
sua,
all'ombra
sdegno (8).
vita
lor
deplorevoli
e
strapparla (2).
per
sogni
sino
giunte
son
della
la scellerata
per
da
violentemente
bei
sagrificio
anonimo
uscì
vicende
l'amante
tentativi
più
e
queste poesie
veri
a
monaca
Maura
per
di
(1); l'altro,il
Paolo
t'Italia,e dovettero,
ne
quella
fanciulle,che
i
il
fare
contro
Profundis
Arese
chiusa
venne
invettive
le dolorose
quel
comuni
a
la seconda
colleganoinvece
il De
già toccato,
occhi
che
prima
narrate
scritto da
più
gioventù alle imperioseesigenzedella
compiangere
per
costrette
erano
generiche
consuetudine,
monaca:
de'
uno
innanzi
della
quell'età tristissima;
infelici
tante
bellezza
di
abusi
MODERNE
cod.
in
copia
Sopra
fiorentino
salmo
Nel
«
«
dama
De
(f.10 r.).II
Profundis
Parigi (suppl. frane. 2915)
Lamento
d'una
risposta,Pentim,ento
fatta
d'una
monaca
m,onaca,
in
cod.
»
Prato
Palat.
donzella
nobil
».
cata
mona-
Profundis
2883, scritto
monacarsi
De
Magliai).Il,
ms.
bella
quello di
Riccard.
è detto:
nel
Finalmente
insieme
per
che
al
forza,
non
mi
LA
porge
PARODIA
del
esercitare
proprio
corrieri, ed
Giulia
Vittoria
po' adattato
quanto
ai
amare
che
ma
belli,della
pur
versi
ripeterequesti
donzella
del
aggiunti
dirizzo
all'in-
lei
un
chi
sgorgate le
sarebbero
per
ma
E
l'inviava,
chi
Giulia, se ella
povera
frate
un
Maura,
grime
la-
potuto
avesse
della
lamento
al
sa
illanguiditi
piace immaginar
mi
lettera
S. Silvestro. La
in
noster
quanto copiose
e
vero
bigliettoanonimo
un
speciali di
fini
dagli occhi,
sì,
che
spondenze
corri-
un
una
ricapitodi
il
monaca
il Fater
suora,
quindi
avevano
sotto
Centurione,
lettera racchiudeva, oltre
della
Stato, che
sequestravano
»,
diretta
proveniente da Koma,
a
di
gli Inquisitori
gabinetto nero
«
(1).Sui
Neri
gelosissimavigilanza sulle
una
dai
recate
strato
illu-
testé ha
che
Achille
accuratezza
1709
249
MODERNE
LETTERATURE
storia genovese
consueta
sua
di ottobre
facevano
e
NELLE
quell'aneddotodi
colla
primi
SACRA
siciliana:
taglieran le
vi
Quando
Ahi
che
Ma
doglia
gridate
pur
chiome
belle,
allor vi
crudele
donzelle,
voi
o
sempre,
resta!
sed
solo
Al
Per
rammentar
il
miracolo
Non
il
cor
in
core
questo petto
già
a
EppuV
costretta
Fintanto
Cosa
che
vuol
qui
son
morrò,
dentro
fugge
non
malo.
stare,
sapere
senza
dir l'Amor,
nos.
strugge;
lo trattien,che
chi
so
mi
libera
l'amare
cosa
Ameni
Ne'
chiostri
risulta
tinti,
se
1
(1) Il
di
pur
Pater
Torino,
del
a.
Noster
IX,
n.
che
della
33, 1885,
di
ved.
Maura
invece
sembra
non
Naz.
della
al Pater
del
Parigi,
nota
p. 260.
v.
I,
n.
(cfr. Mazza650,
seguente.
La
p.
sua
124).
Ave
dall' isola.
uscisse
monaca
medesimo
salmo
la
cui ci resta
parodia, di
l'altra
parodia
essa
ital.
mss.
Riguardo
Maria
sia
ci trattiene
in
Gaz:,
leti.,art.
e
scient.
250
PARODIA
LA
parlare; ma
a
essa
si
davano
che
mura
NELLE
dà
non
crudeli, che
0
alcun
quegli odi,dei quali
ordini
frateschi
celebre
restato
frate
dovuto
i diversi
tregua.
conventuale,
la Cortona
poema,
spietatamente il
Ma
la
quanto sembra,
eccitare
mostrarsi
e
ne
del
Moneti,
una
se
legge
ne
Zoccolantes
et
gozzos
vera
a
il fio. Fra
pagarono
del
amore
benigno, caddero,
di
fanno,
lezioni
le
e
ad
si
come
spese
Ma
golosità,la sregolatezza.
non
(1)
al
notizie
Alcune
capitolo Della
suo
in luce,
e
non
grassoccia
(2)
ved.
Naz.
per
sul
Essa
scherniti
per
l'autore
dipintidal-
sudiceria,la
la
il collerico
benché
(1635-1712)
de
troppo correttamente,
nel
le
in
come
e.
datane
Firenze,
ma,
tramutazione
i Zoccolanti,
costumi
occupa
ischerzo
Della
scrittore,
e
ved.
nell'Avvertenza
Fiorentini,
8
n.
tentato
della
testé
messo
Bibliotechina
(Firenze, 1888).
la notizia
di
Moneti
vita
è
Breviario, di cui riduce
d'ingegno né d'arguzia,abbia
mancava
JBi-
Offici,la quale
evangeliche (2).
capisce,le
inedite,
preci,le antifone, gli inni, i
pilineri colori;
coi
che
del
lui,
intitolata Contra
una
similitudinem
le
tutte
burlesco
salmi
infatti
propria parodia
e
senso
composizioni,rimaste
le
sola
dito
dell'ar-
saprei per quali cagioni,in disgrazia presso
non
tirico
sa-
renda
reve-
essa
bile
la
Zoccolanti, ai quali per
i
invece
senza
gesuiti (1).
ebbe, per
avrebbe
padre
comun
certi
quelle
apporta
tradizione
suo
tosi
pie-
bugiarde d'oblio
l'altro
menato
privilegio di
anche
;
quel
per
a
non
invidiabil
il poco
poi dentro
esso
per secolare
aveva
flagello addosso
compagnia
noi
drammi,
Moneti, frate minore
appunto
convertita^ nel quale
sui
e
perseguitavanol'un
Francesco
Il cortonese
lume
quasi sempre
promesse
si
MODERNE
agitarono allora
l'eco di
è
LETTERATURE
agli spiritiafflitti. A
di pace
e
SACRA
v.
r.-lll
92
nell'opera 1
I, p.
Toscana
attesta
522
non
e
del
r.
cod.
codici
sgg.
soltanto
Palat.
Palatini
319, sul quale
della
R.
Bigozzi, o bigotti,si
le
la Crusca, anche
persone
i frati.
inclinate
Bibl.
diceano
all'
crisia,
ipo-
PARODIA
LA
di rendere
SACRA
esilarante
linee
poche
NELLE
la
senza
la
per
col
zuppa
facezia
merita
di
del
godere
se
di cui
qualche
burlesco
non
la
amore
lo vede, gran
applicata
l'Officio
segnalato
favore
smodato
suo
adunque
botta
sonora
(1),
essere
testimonianza
a
si eccettui
armento
il
offrono, ognun
non
gerne
leg-
il soggetto
tenue
troppo
e
fratagliaed
qualche
e
al tonsurato
non
Ove
di riso.
materia
è la satira
cavolo
è difficile
un'impressione di tedio.
provare
i vizi della
che
251
MODERNE
parodia, pure
sua
Troppo prolissainvero
;
LETTERATURE
rita
sapo-
del
là
e
qua
Moneti
un'eloquente
come
parodia
nuava
conti-
sacra
quei tempi (2).
a
Vili.
Né
le
Settecento
è
(1)Ricorderò
ad
gratias
olle
di
in
una
di
parodia
Genova
Vitt. Em.
secundum
e
di
di
lezioni
parole
in
come
Blasfememus
Gaudeamus
in
Gaudeamus
frasi
o
medievali,
messe
Oremus
tuo.
del
a
1684.
Matheum.
del
131).
p.
irae,
Nel
si ha
Un
allusiva
cod.
pure
63
la
Domino,
broda.
in
di
una
anche
quale
cod.
/
(ved. Mancini,
Bies
Roma
f. 146
Moneti
del
fattura
jesuitas,
Cort..
di
del
sia
sta
Cortona
Etr.
di
spirito tuo,
secundum
descendentibus,
delVAcc.
Ahimè,
in IX
divisa
burlesche
alle
le pa-
patris Tritemii
l'Epistolavenerandi
spiritu
lo
che
sospetto
di
si succedono
già
proprie
seguente. Il
Bue
ecc.
grasso,
Evattgelii
in
cum
Esca
e
tramutazioni
alcune
Et
secolo
nel
leggersi a mattutino,
di Amen
versetti
Beo
Io
da
t.). Certe
quelle
(sic),de"
S.
appena,
richiamano
ne
sarebbero
(2)
cominciato
singolarmente
r.-107
rituali
di molto
Bigozzos
caeteros
(f.101
mutaron
cose
347
allo
cod.
Passio
Libr.
munale
Co-
Com.
e
conserva
bombardamento
in Gerusalemme
B.
tempore
della
del
cortonese
scellerato
S. Croce
ilio
(sec. XVII)
della
7ìiss.
altro
In
com.:
Sequentia
una
Cardinalis
della
Sacchetti
252
LA
PARODIA
rodie; il JDies
SACRA
la
e
travestito
Filippo
le
del
di
Paesi
Teste
Amedeo
serve
(3);
(1) Oltreché
si
(3473),
altro
un
de'
centone
Giudici
Riccard.
e
con
la
f. 22
(2) Cod.
in
cui
e
i
venturus,
Mater,
per
(2)
ne'
guai,
in
si
quali
al
seguito
Vittorio
faccia
volta-
suo
ribellione
sua
in
legge
io
quanto
l'autore
dal
solito
altra,
le
libro
un
cod.
iniziali
A.
Z.;
brata
cele-
venne
(Cod. Cicogna
Bichi
un
con
e
dal
in
pure
più originale
ma
di
opera
Fagiuoli,
Sobieski,
GXIll
salmo
Riccardiano
Salterio,
sotto
di
valore
(4):
ms.
troviamo
si cela
al
un
credo, dal
che
Geremia,
dovuta
con
contro
998
tramutazione
(cod. Palat.
capuano
r.).
delia
di
Com.
Cortona
Un' altra
342,
copia
f. 151
nel
cod.
1701
r.:
361
:
:
Sequentia
cfr. Mancini,
p. 251,
e,
(3) Cod.
nostri
il
della Casanatense
Yictoris
(4) Cod.
per
di
parafrasi del
Beigli confederati.
o.
est
passi scritturali, tolti
Correr),
Stabat
271,
per
quello
lega,che
presentare all'Imperatorele suppliche
irae, che
de' Turchi,
Museo
dello
da
(n. 2593),
la disfatta
del
di
nuovo
futurus,
est
pentita della
insieme,
messo
di
in favilla,
trovava
a
Dies
col
foedus
deridere
il Pater
vien
vasore
in-
illa
Philippus
a
di Mantova
(1),
paludes aggressurus!
Savoia
di
mussulmano
:
tremor
Dani
11 Passio
lebrare
ce-
Schelda, Tago, Scilla.
Quantus
Has
sul
a
coll'Imperatoree l'Inghilterra
irae, dies
Solvet
prima
poco
la sconfitta della
Bassi
Dies
servito
Vienna
formata
Provincie de'
MODERNE
cristianesimo
vaticinare
avevan
LETTERATURE
aveva
liberazione
per
V
che
trae,
la vittoria
NELLE
perdono.
2121:
Cora.:
Roma
Questo
Amaedei.
Riccard.
di
Mantova
RavVeduta,
17,
ms.
è
N.
fra
1, 17:
gli
Passio
smarriti.
pentita supplica
Signor,
del
tyramni
grave
V
iìnperatore
errore,
ecc.
254
SACRA
PARODIA
LA
NELLE
LETTERATURE
abandonne
Ne
nous
De
la Maintenon
De
Ghamillard
pas
de
et
caprices
aux
délivre
; et
MODERNE
nous
[ses]partisans.
Ainsi-soit-il (1).
Così
man
nuovi
personaggi, e
mai
se
ad
(1) Cod.
Il lettore
di
alle
Cesare
per
da
intervalli
nuovo
esempio,
da
di
è
Museo
da'
recitarsi
il
Pater,
tu
C'ontro
il decreto
Non
hai
che
ognuno
di
fatto
di cui ci andiamo
di
notare
come
adoperato
in
messa
far
disgiunti
luce
contiene
da
un
Il cod.
menzione.
assassinati
porti il
qui
qui
un
perla
Pater
zione
Lega-
es
in
noster
celis
il santificetur,
il
maledice
duto,
avve-
com.:
teco
del
già
sarà
talvolta
e
la testa
singolare attitudine
(sec, XVIII)
Ferraresi
parti e
mai
Codesta
molteplici è
quale
suo
decapitarne
a
modificazioni
diversissimi,
il momento
poveri
Carafa,
ne
letterario
lievi
con
Correr
un
N.
tore
impera-
un
sollecitamente
meno
tempo.
ora
Il P.
in
si aS'rettasse
genere
usi
(2).Ma
1708.
morto
infatti ci è accaduto
di
parodia per
Martini
simile, egli se
fatti
e
cui
del
dell' E.mo
e
uomini
piegarsi ad
a
1948
non
venga
considerevoli
parodia
Cicogna
noster
volta
F.
in Roma,
popolo
di
da
en
tatore
spet-
e
(A. II, n. 1, 1880).
come
il
Qualcosa
componimento
satireggiare
della
certo
d'una
catissimi
intri-
scontento
suo
frangois
domenica
nella storia del
Più
il
Noster
si adattava
quali
novello.
occupando.
lo stesso
della
memoria,
si verifica
servirsi della
a
pubblicato
rammenta
abborrita
le statue,
continua
è stato
Fanfulla
presentano
furono, il pubblico,attore
ne
2593, Pater
XV
si
le fila di drammi
approvazione o
sua
Riccard.
del
articolo
del
la
Luigi
contro
ve
del mondo
scena
svolgono
si
tempo,
un
esprimere
(2)
che sulla
mano
nomen
tuutn.
termina:
Orbene
Da
Carafa
Ed
i cristiani
questo
stesso
P.
crudel
N.
libera
tutti
ci
a
nos
malo.
Amen.
riappariscedinanzi
nel
cod.
Corsi-
PARODIA
LA
SACRA
difficoltà di
di
colto sul
bizzarro
in
nascere
soltanto
Notiamo
da
seguire,anche
questo
nostri, e più
alla
mezzo
letterario,che
caliginedell'alto
medio
nociuto
7
il
che
alla diffusione
Pier
che
Leopoldo,
esso
ma
r.,
della
gnavano
sde-
non
suoi
del fratello
la
morte
tu
parti e porti
sollevava
dirizzat
in-
memoria
luce
di
al
dare
per
al
toscani
sudditi
più
metamorfosi,
sue
alla
tornava
esso
dei
le
è
non
vituperare la
a
si arrestarono
qui
nome
a
intende
XVIII
sec.
saluto
beffardo
un
del
cadere
sul
bensi
Garafa,
(f 1740;. Né
XII
Clemente
f. 54
(sec. XVII-XVIII),
contro
vulsioni
con-
poetava Voltaire, il Credo
scrivere, mentre
45, G.
niano
le
e
I begli spiritifrancesi
parodia religioso-politica.
di
evo.
la fine del secolo XVIII,
segnarono
piuttostogiovato che
mino
cam-
abbiamo
filosofico
il movimento
come
la
cresce
lontano, il fantastico
genere
politiche,che
abbiano
dì
ai
255
MODERNE
LETTERATURE
avvicinando
ci andiamo
più
NELLE
granduca
riale
impe-
trono
(1790):
Pater
il decreto
Gontro
Tu
fosti
Ma
noi
Tu
che
Per
è
granduchessa,
fil.rom.,
Altre
de'
v.
in
valido
aiuto.
che
celebrano
di
di
nella
la
tuum.
regnum
direm:
fiat;
voluntas
sulle
altrove
secolo
L.
tua
rime
stesse
riferito
è
inviato
intero
per
quand'essa
a.
alla
di
(Giorn.
IX,
p. 260
e
Ave
la
cedette
Borbone,
lui sian
caduta
un
il Pater
sono
diretta
Maria
alla
Gorsica
XIII,
p.
Noster
298),
ed
che
del
«
il
nome
diretti
io
reo
ne
di
duca
di
Du
Tillot
glistrali
del
posseggo
di
Parma,
non
poeta
alcuni
ministro, usurpatore
è
me
nel
Francia
una
d'Austria, dalla quale gliavversari
parodia
copia
note
me
a
Giafièrri, ed
Ferdinando
Nella
contro
l'esistenza
codesto
d'Amalia
di
che
ho
Ligustico,
in lode
ministro
ma
lode
in Giorn.
Regina
di
Genova,
contro
(ed.
io
Vadveniat,
noi
fu
sempre
tuum.
144).
p.
parodie
Gorsi
1768
e,
punirà,
il saluto
che
e
coelis,
in
es
nomea
portar nel
tutto
iniqua
invece
il
volentier
facesti
il ciel ti
Ghè
qui
qui sanctificetur.
malediremo
poi
Se
Affettuoso
finto
del
il noster
teco
Salve
dito
dell'ar-
aspettavano
pronunziato,
ne
accerta
sonetti, i quali
ingiusto ».
256
di
dilettante
d'un
del
Buon
inattesa
nel
dio
Gusto;
vecchio
galanteria del
dall'oblio,se
di
del
Lambert
del
in codesto
Décalogue
(1) Le
théCitre
Bachaumont.
littéraires,Paris, 1857,
in
del
le
anche
voga
maliziosa,
meno
dal
(2)
la
La
Doucé,
attori
il noto
fu
Y
d.r
de
editor
Celine,
ora
amateur
aprile 1764,
Mémoires
nelle
secrets
Ciiriosités
sue
allora
tornassero
come
il Liber
(4).
vision
l'altra sua,
e
presenti
certo
sono
memorialis
non
de
Caleostro
la
Sermon
veillée
de
et
G.'«. Una
parigino
I. Liseux.
di
che
all'Acce
de
Vénus, Bruxelles, Gay
et
à
ristampa più
Dell'erotica
Il Sermon
d'amour
ristampata insieme
Foscolo
manifestarsi
provarlo,
Ramondini,
è
del
Ipercalisse,dovette
a
insieme
Gnide,
préché
recente
parodia
è di
formano
ne
sono
Maréchal.
appunto
alla Messe
de
Gnide
ricordate.
propensione
ancora
sufficente
d'un
Petite
profetici;Y".vg\ii3i
du
suivie
de
et
parodie
edizioni
(4) La
presso
ed il Porta
nei
Heloise,
del-
Augusto
dell'I 1
data
noto
le Prétre, la Prétresse, le Coeiir.
la Prióre
prima
pari che
Gnide
de
Celine
de
(3) Codeste
nelle
E
da
Credo
L. Lalanne
di scritti
1881, Impr. Glerbaut
ha dato
accoppiate
poggiavano
Le
1769
novembre
ritata
imme-
Vannetti.
Messe
prióre
e
la
sotto
la Nouvelle
contro
fortuna
essere
satireggiare Voltaire,
per
di tutti,del
alla memoria
dettato
parodie
scritta
Grimm,
goùl
243-44.
p.
salacità
Foscolo
Ugo
entrambi
Ristampò
alto
più
l'uno
19
del
quella
delle
quelle del Pater,
anche
dii
la leziosa
salvato
Confiteor, scritte
Dieu
riferiti
sono
l'altro sotto
du
di
degne
de la
davvero
procurato la
genere,
(1).Tale
sacra
introdotto
avesse
(3). Assai
un'arguzia
il Griifet
l'avrebbe
non
son
del
e
infondere
parodia
del
Decalogo
Gtzido, giacche
(2). Ben
Griflfet
1807
di noi, anche
vi
il
giungeva
di
gli hanno
Credo,
nel
cui
a
libriccino
suo
edizioni
più
MODERNE
a
della
la Messa
egli non
parodia
VAve,
di
riuscivano
e
stampo
velate, che
appena
LETTERATURE
spettacoliteatrali,ed
scrivendo
Baurae,
alla
NELLE
però il risultato
era
non
du
SACRA
PARODIA
LA
in opera
apparire
come
le forme
per
in
di
più
e
credo, quella
milanese, nella quale
narra,
della
importanza quale
tanta
diversi
sua
parodia biblica,
modi, seppure
lettera
è
burlesca
al
in
la-
parodiando
un
LA
Poiché
PARODIA
SACRA
la guerra
recitarsi
e
di
sera
Beatissima
da
Milano
La
meretricula...
di
ristretto
riferire
certo
:
due
lardellano
rammentata
celebrando
Miserere
mei. Deus.
Secundum
salmo
Misericordiam,
de
el scabbi
iniustitia
Eel
car?
0
mi
S'el
Et
poeu'
var
p.
129
e
De
seg.
manoscritto,
et
vincas
Castro,
Il Credo
critici
Milano
il
posizioni
com-
dialogo
S. Fedele,
polpett»:
o
tre...
delieto...
a
Munda
:
Tibi
la
me...
soli
peccavi...
cavi...
in
feci
sermonibiis
judicaris.
e
la
repubblicano
Rep. cisalp., Milano,
si
legge a
p. 134
d'un
1879,
volume
discorsi,manifesti, satire,dialoghie poesie,
contenente
Notati, Studi
cum
facete
me
te
coram
Italia,non
l'è?
el vini...
me
più
(ma
quist.
subet
pocch.
maltcm
Tuis,
(1) Ved.
E
—
non
secundum
et
et
mea
cossett
da
?
disnà
a
Do'
lava
Ab
tutt'
in
E
—
come
multum
sue
in
ma
numerosi
quali esequie
descors de politicae
de
«
tuam
Multitiidinem...
delle
in
tale
zionale
Na-
decenza.
so
magnani...
Et
la
una
alla
riprodotto così al vivo
è
non
del
—
è
certo
ed
stampata,
ne
editori)
codini,
frate
conserva
l' indole
una
in cui
i versetti
E
recenti
i
S. Paolo,
un
fa
anno
offendere
senza
de' suoi
quel Miserere,
—
or
si
tissima
San-
la caduta
Francesi,
grande poeta milanese, ormai
qui
preti che,
qualche
brano
del
veder
1803,
cristiano
quando
compagni
copie però, perchè
merito
per
del
venne
verun
ammiratori
spiacerà poi
di
di
numero
potersene
Agli
Essa
è
Papa,
de' Pater
e
d'un
epistoledi
cui ebbe
in
del
gloria della
e
d' Italia i
lettera,che
Firenze.
Doveri
onore
stile delle
lo
Pavia
a
Credo
(1). Ma
fuor
maccheronico
mezzo
viaggio
non
Libertà
Napoleone spazzò
tino
in
mattina
e
a
Giacobini
col Ballo
divulgando de'
e
venne
parodie,i
solo
religionenon
componendo
francese
gli oltremontani, inaugurarono
repubblicani;e perfinode'
Noster
da
alla
257
MODERNE
di
fabbricatori
scimmiottavano
nostrali,che
altresì
LETTERATURE
in Italia la rivoluzione
anche
rinfocolare l'estro dei
ma
NELLE
e
letterari.
17
258
che
e
Che
infamia
col
che
triviale
meno
mai
è
molto
suo
la
lo
possiamo
nemmeno
dir
ragione giusta
La
riconoscere
voluto
Il
parodie giacobine:
quella
il bel
nome
del
nostro
di
Pater;
quel
capo,
che
poco
diamo
posse-
Nosterl
disgrazie si
nostre
è
il
aver
non
coelis;
in
es
menicale
Do-
partire dalla bella
tale, che
delle
vera
qui
voluto
aver
non
e
nel
si meritò
miseria
schernirli,
per
pasquinate l'Orazione
massime
una
ridotti ad
Essendo
voce
delle insulse
nostra,
operare
MODERNE
la
i Francesi
che recitano
Italia^forse
LETTERATURE
fra cent'altre
fuori
venne
NELLE
zitti,ritrovarono
rimasti
eran
ne
SACRA
PARODIA
LA
i suoi
osservare
precetti,e
feste
sue
sancti-
ficetur.
infelice ! Ciò
Ahi, Francia
in
che
te
L'Italia
rivolta
Pochi
questi
partitanti ci
nostri
resi vili
fiat voluntas
tutti relativi
alla
nella
parte
da
sopra
5.
a
gran
monti
Discese
colli, fu da'
tiranni
ed
Mantova
8.
spirito,nacque
da
7.
Credo
di
10. Niuna
remissione
Parigi
naturale
e
Passio
trasformavano
—
alla
»
precede (p. 138), è
la
venire
12.
li Pater
anche
mante
tre-
3. Il
—
i
giudicare
futura
noster
Nostri
il Tedeum
in
una
Ludovici
maledizione
gran
emigrati
—
del
Libertà, Eguaglianza,
patriottico
reazionari
l'Austria
del-
Austriaci
nel
e
—
6. Salò,
—
risurrezione
pace.
XVI
sepolto
potenti
La
cepito
con-
4. Patì
capitale
degli
11.
—
Bona-
—
e
Vienna
di
più scipito.I
Domini
l'Eguaglia
del-
quale fu
Italia
in
distruzione
La
serva
con-
Credo
General
nel
risuscitò
a
si
1.
«
vilipeso, morto
tirannia
—
suona:
generalità francese
9. La
dell" Uomo
Fratellanza.
lo
da
che
virtuosissim,a
destra
spirito della
nello
Direttorio
diritto
ha
là
Di
Esso
nostro
dì
alla
siede
ora
anche
voce
con
Lombardia,
Credo
madre
il terzo
Piemonte;
in
—
—
e
tenta,
con-
indivisibile, creatrice
2.
—
difensor
figliuolo,,unico
sito
in
ed
una
sociale
Libertà
fatale,
sorte
11, 14).
v.
Francese
Repubblica
essendo
ma
e
tuum.
regnum
ancora,
Francesi
(S. C,
all'Ambrosiana
Adveniat
nostra
allegra
tutta
e
questo
tuum.
nomen
tua.
de'
venuta
infame
mali,
restano
dalla
intimoriti
e
diranno:
il solo
l'Austria, griderà:
verso
si è
più-crucciarti
de' nostri
gioirà, e godrà
or
dei
che
rimanere
debba
non
che
di
a
versi, che
in
lor volta
Gallorum
contro
vevano
scri-
Regis,
la Francia.
PARODIA
LA
Iddio
sicut
troppo
pur
coelo
in
et
ci resta
Che
SACRA
mostrarsi
sa
in
et
lo stesso
evento
terra.
che
NuU'altro
dunque?
or
ogni
in
sempre
259
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
il panem
cercando
andar
nostrum.
terminerà
Ma
Ove
ci
Ma
ci
ora
Ora
è
debita
qual
animo
dei
loro
abbiamo
di
creditori
scadute
nobis.
in
cui
Che
riconoscere,
ne'
tardi,
troppo
ma
franco
Ma
nos
ahi!
Dopo
essersi
vituperatiper
vincitori
forzati
(1)
Da
(2)
Ave
una
volante, che
un'ode
usati
l'Austria
dronisce
impache
gli
abbia
le
celata
come
la
da
in
popolo
zette,
gaz-
rovina
nostra
la
per
il
nelle
finzioni
nostre
inducas
nos
fare che
per
continue
nostra
?
parte
;
tentationem.
almen
gli potressimo
era,
di
(1).
replicare: Amen
viltà ed
tante
gloriosiallo
anche
sprezzo,
signoria(2),e
del
tempo
presso
Lombardi
;
esser
uscita
alla
saffica
di
Concedi
a
di
parodia
Maria
noi
da
di
trovò
fiamma
trice
purifica-
Lombardi
perchè
degna
di salutare
me.
questo
luce
di blandire
scopo
è
il titolo d'una
fra il 1840
strofe, la quale comincia:
otto
Vergin
farsi
bassamente
avere
la
ritemprarsi nella
| de'
deve
Ave,
che
patrio,di supplicare coi
copia
Maria
ne
secoli caduti
la straniera
cessasse
si
male
dal
sorgono
tener
per
a
piegata a
maniera
dell'amor
noi
da
grande
degni d'ogni
finalmente
chi
a
malo.
a
slam
che
et
ancor
fronte
?
disfatte
risponderà:
se
si ritiene
giovarono
le
saprà
Napoleone
libera
nos
bollettini
fosse
noi,
Italiani
Che
far
dimittitnus?
i tentativi
ne'
fogli e
troppo
pur
et
nostris
ci aiutasse?
Italiano
cui
sicut
tutti
Italiani
difender
e
debitoribus
valsero
dire:
stati
moltissimi
da
soddisfare
gli
vorranno
cagionato
anzi
Se
Dimitte
il momento
giunto
alterigia
con
hoclie ?
7tobis
dire:
tocca
prepotenza,
nostra.
Con
per
da
:
tanta
con
agli Italiani,quai
presentavamo
dicendo
cambiali,
felici, che
dì
quei
sono
inaudita,
Esso
il nostro
sarà
o
quoticlianum?
disdoro
Se
condizione
cattiva
nostra
questa
grazia piena,
schiavitude
oppressi
ed
stampa
il 50.
tiene
Con-
260
nel
giorno
adunque
fra
nata
è
PARODIA
SACRA
della
riscossa
LA
r«
Orazione
gli
entusiasmi
chiudere
caro
Padre
Italiana, lodato
pacifico regno
cioè
nazionalità
la pace
E
con
lunga
la
noi
con
soldato
Vittorio
o
nome,
volontà
Rivendicaci
liberarci
patria.
Ecco
»,
mi
essa
rassegna:
qual primo
il tuo
siccome
della
Cinquantanove;
campo
sia
terra.
nostra,
al
MODERNE
professione politicaitaliana
del
sia fatta
tuo;
nell'italica
di
sei
LETTERATURE
il liberatore
ormai
la
che
nostro
NELLE
tua
oggi
;
denza
dell'Indipen-
il nostro
sotto
libertà; fa
a
presto il
venga
cielo,
rispettarela
rispettiamo l'altrui;guidaci a goder
dall'odiato
Così
Austriaco.
sia
(1).
COSÌ fu.
IX.
Ma
la
oggi
neppur
seppellita.Quel
parodia
Orazio
che
saturni, noi potremmo
gli
città
scolaretti
ore
fuori
o
diceva
ai suoi
ripeterlodi
del
contado
si vendicano
lei:
il sole
e
della
né
capo
che
Sorger gloriosi,e
ch'è tuo
A
nostre
A'
tuoi
coda,
da
Da
di
un
volume
Roma,
n.
manent
antiche
Francia
di miscellanee
p.
sulle
arie
ghe
lun-
mentre
dei
lesche
burcanti
l'aspra pena
si cessi.
colpe ampio perdono;
figliLombardi
257,
fra la
delle
oscura,
infondi
945.
forza
ognora
il dono.
patriottichedella
e
versi
o Madre, implora
[figlio],
Di
(1)
In
tedio
chiesa
Alfin
Signor
hodieque
gli uccelli garriscono,tessendo
rapsodie,senza
Dal
morta
giornidei
importa.
poco
dell'ineffabile
passate sui banchi
splende
proprio
ritrovarle, fa d'uopo scendere
vestigia; solo, per
plebe,della
è
sacra
Vittorio
nuele
Ema-
262
PARODIA
LA
SACRA
volgo, la parodia
nel
è
peggio,si
però abbiam
(1).Adesso
tabaccosi
nun
da
veni
prima
passo
più
in
si chiudono
contro
uno
là, ed
i
preti
sparagnu;
dipo' giugnu;
e
magnu!...
i Dieci
dei
comandamenti
dini
conta-
(Dizion. milan.-ital.,
Cherubini
s.
v.
:
lus
Vunna,
el
Tré,
l'è pussee
l'è
Sett, de la
Noeuv,
Peder
mort
in
on
la
gaijnna
Des, segond l'entrada
(1) La
di
Dottrina
che
Tip.
delle
essa
sia
io
ne
Piccole
il
italiano, che
;
ma
ho
G.
se
G.
non
Comunque
ho
savè
voeui-
fa
i spes.
al
occhi
divisa
cosa
di
ai
tropp
popolo
(Milano,
in
della
se
miserabilissima.
1880,
Novembre
Credo
del
Dottrina
tempi
nella
italiano
Lezioni.
nove
verificare
;
i' oeuv;
bianch
fa
penisola
maniera
sia, è
chi
d'un' anteriore
raffazzonamento
nella
i scires ;
dedicala
Industrie),è
correva
dine;
la
gli
sotto
perché;
sbefl';
a
negra
el so'
gh'è
no
l'acqua;
di
catta
se
bocca
se
che
maa
fatten
no
prò;
miee
la
el
maa
San
bon
el vin
bon
gran
on
Ses, el dì de
Vott,
mai
lunna;
la
che
el fa
bev
e
el batt
mari
Quatter,
Cinq,
el so
pussee
el mangia
Dò,
fondato.
un
zionale
na-
dugnu,
lu
secunnu
silenzio
riferiti dal
lombardi
vi
ca
maju
mei
sotto
passar
vui
comu
miseremini
stampa
il sentimento
riporto
tabbaccu
àju,
sugnu
ca
Paisan)
Ne
era
non
:
Tabbaccu
son
fatto
scritturali.
versetti
con
dell'eroe
nome
che
strambe
meno
prof.S. Salomone-Marino,
dal
cortesemente
essi pure
per l'Italia
parodiati;e,
non
offendessero
aspirazioniche
ad
municatimi
il
poco
significarne
a
correva
esprimesseidee
libello
ilvolante
frammisto
è adattata
esattissimamente
erano
sovversive, fortunatamente
che
sposatii gusti
ha
ne
qualche anno
fa
fanciulli
adoperansida'
Né
solo
MODERNE
Garibaldi, nella quale que' catechismi
di
Dottrina
sebbene
non
passioni.Or
le torbide
una
che
quel
delicati,ma,
LETTERATURE
NELLE
guerra
il mio
che
popolo
d' indipendenza
sospetto
sia
PARODIA
LA
a
abbia
che
nessuno
sinistra
quella
ribolliva
sono
de'
un
rivolta
libercolo,in
un
a
predicare
il socialismo.
vecchio
pirata del
3Ieasur
in
Codesta
di
tentato
seguire le
però in
ha
non
parte che
nuova
che
stessa
opportuna
da
nulla
se
domandasse
alcuno
trasformazioni
i
fra
moderna,
società
ad
il
la
gettarlein
così il
memoria,
spesso
di mezzi
servirsi
(1) I
dal
delle
degli
e
del
della
legge;
usi
ma
chi
ne
di
19
1886).
messo
lissima,
che
suo
febbraio
altro
tutta
rimbombante
distingue la
letteratura
ma
odio
che
il
di
folli
quella
al
ha
popolo
Compagni
trasmesso, prezioso deposito,ai comunardi.
questa
che
come
bisogno
i
per
il
an-
piti
s'intende, col-
potrà
nella
non
rettorica
rivoluzionaria,e
aspirazioni
importante
11 Barbiani
nome
la
contro
conosciuto;
fosse
in
dere
per diffon-
temente
giova poten-
eccitato
cari
e
la gerarchia
contro
sentisse vaghezza
Sartori
di
offriva
furono, ben
Lavoratore
del processo
(n. 41,
si
idee
ben
esser
riprodottifra gli atti
Mantova
XII
potrebbe rispondere
Quanto
meccanici.
forme
forma
suo
nuove
stampo
uno
pensiero per
Comandamenti
rigor
di
se
la
traviato
si
eguaglianza;
diffusione
la
ottener
per
il
pari,
abbiamo
cui
propri rancori
del
i
virtù
le
famiglia,l'eredità,
la
irrealizzabile
una
che
altri, traviati
sotto
peregrinazioni,
sec.
feudale, giovioggi al contadino
ha
stupore. Che
lo
del
trutanno
effondere
di
occulta
quale
per
al chierico
per
eccitar
cellarne
can-
(1).
ancora,
le
e
a
pago
dieci!
satirica
quel
mantovano
oggi
assume
occhi, la decrepita forma
nostri
Mosè
e
di
viva
ser-
dosi
quale, metten-
stava
novissimo
più spicciofarli sparir tutt'
trovato
il
i
fra
Decalogo
indiscreto
Piìi
for Measure,
; il
il settimo
uno,
il
cui
or
come
spargesse
comandamenti,
coi dieci
mare
l'udire
nuovo
apostolidell'anarchia
seguaci
anni
pochi
che
tornerà
fasi di
le varie
interesse
contadinesca,
Mantovano,
sul
263
MODERNE
LETTERATURE
XELLE
seguito con
fervidi
più
illusi
suoi
SACRA
vederli
Gazzetta
ha
scrittura
di
cattiva
giacobini
bilmente
probatrivia-
lega,
hanno
264
LA
PARODIA
tichissima
dalle
dal
SACRA
ed
origini,
cristianesimo
grande
di
volevano
l'uso
di
cui
con
antiche
i
in
prestitoai
la
e
le
più
volghi,acconciò
le canzoni
Druidi
in
Gautier
de
Coinci
i laudasi; che
a
danno
del
lomèle
e
pur
il
efficace:
Cristiana.
il
se
per
Gfr.
P.
XVII,
Paris, 1859,
trar
non
popolo
sempre,
Rom.,
artificio,se
XVII
dei
il
Meyer.
p. 430
p. 9-10.
più graditeai
tura
parodiò addirit-
già dai
fare
a
;
chierici
in Francia
nel XV
in
il
Malipiero
colVAna-
Patrignani
rugiadosiautori
Italia
della PJn-
Vecchio
Rossignols spirituels{\).
si vuole;
ove
non
deriso, questo
lo
è
certo;
fosse, il Barbiani
socialisti la forma
la
del
non
Decalogo;
briga di parodiarela
Costoro, consapevoli
o
no,
fanno
non
di quel profondo attaccamento
profitto
ha sempre
le forme
stringere
co-
medesime;
nel XVI
ancora
repubblicano si prenderebbe
adunque
(1)
de'
ai suoi zibaldoni
Dottrina
che
tacer
secolo
che
meglio
armi
non
pii rimatori
lo tentano
Petrarca, nel
sempre
darebbe
nò
più?
Sérapliique e
sfruttato
ma
ed altri
Cristiano, per
creonte
di
si faceva
nel XIII
neppur
sicurata
quand'ebbe as-
sue
parole divote, quando
tempi remoti, tornano
nei
tere
via, e per combat-
trovò
quel che
estirpar
le triadi misteriose,
E anche
non
stesse
ebbe
folli canzoni, sulle melodie
stesse. Così
ad
proprie,non
poesia profana a cederle le
sull'aria delle
fatta
fece cadere
pagane,
nella stessa
de' costumi
corruzione
fin
parte
delle credenze
e
solennità
la vittoria continuò
in buona
religione,che
famigliarialle popolazioni celtiche.
la
riconobbe
rapida conquista
tradizioni
quelle ricorrevano
chieder
stessa
propagatoridel vangelo seppero
distruggere.La
cui
scrupoloa
Chiesa
il segreto della
certe
festeggiare
giorni in
MODERNE
genti tanto diverse,sta
abilità
giovarsidelle
che
LETTERATURE
consuetudine, la
sue
nella
NELLE
sentito,
da lui
Types
; Viollet-Le
de
e
sentirà
adoperate da
quelq.
chans.
probabilmente
secoli ; le
de
Due, Bibliogr.des
G. de
quali,
Coinci
chansons,
ia
ecc.,
LA
quando
più
ritornano
linguaggio
conferma
in
letteratura
riservata
PARODIA
SACRA
si
NELLE
credon
d'improvviso
affetti
anche
alla
nuovi.
una
all'umile
l' immortalità.
anzi
estinte,
vita
ad
la
storia
E
la
volta
ed
sepolte,
addirittura
col
esprimere
sentenza
al
265
MODERNE
LETTERATURE
piccolo
della
di
par
vecchio
parodia
chi
sacra
scrisse
quasi
sempre
che
APPENDICE
I
rifacitori medievali
Bahano
Mauro
si
che
l'ammirazione
creduta
di
paghi
di
sono
andati
a
la
indigniim
(1);
il
il
con
e
suo
Sic
«
de
hornine
illuni
S.
fas
non
et
nefas
jure
ex
Martyre
foetus
ad
nostro
lY,
rebus
scilicet
ineptas
Cipriano,
apocrifi,
lectuque
oltre
passa
addosso
rovescia
le
gnoso
sde-
sommaria
così
a
Hartel,
Ecclesiae
antiquae,
art.
65
profanis,
sed
ex
existimat
ineptiis
nostro,
sed
cujusdam
dopo
etc.,
illud
».
sur
Goth.
ut
potuisse.
S.t
Lumperi
niirum
ob
sit,
ineptis-
etiarn
sacris
de
sacrae
Tillemontiiis
Cyprien]
dignius
est,
Christiana
nec
nugatoris,
scripturis
Turca
refertum
abusi,
suas
adscribi
unquam
jocos
ac
fabulas
81,
pag.
dest'mptos
merito
l'hanno
Guglielmo
ridiculum
sancto
historiis
toni.
S.
stultum
e
periodo
Scriptoribus
Coena
est;
Cypriano
[Mémoires,
simos
de
itaque
Scripturae
di
e
p. 274.
opus
dignum
sua
gli opuscoli
s'acqueta
non
temerità
scritti
Oudin,
(2). Ultimo
sprezzo
modo
non
fra
affannoso
un
Lipsiae, MDGGXXII,
(2)
relegata
Casimiro
Commentarius
(1)
degli
del
opere
generazioni
editori
Lumper
alle
la
tante
e
Meims.
da
disgraziata scrittura,
vituperarla. Opus
nel
chiama
ma
condanna,
tutto
averla
gara
la
duramente
tante
Gli
Azelino
-
troppa audacia
sconta
cui
meritevole.
non
diacono
con
cartaginese,
vescovo
Cypriani.
Cena
questa parte
a
frammischiata
era
della
Giovanni
-
dugent'anni
Da
I.
quam
S.
per
stiana
Chri-
Cypriani
gitta ei
le
la
pure
(1). 0
come
aberrazione
strana
grande ingegno
di
gustarla e
recenti
di
di
tanto
Gli
acerbi.
di
quindici
delle
del
Ma
quali
mio
l'ha
(1) «
p.
Hoc
LIX.
dir
poco,
un
il
vero
piena decadenza
nella
chierico
suo
scritta la bellezza
stata
della
dotto, ma
certo
giudizio
un
adesso
rimettere
a
che
è
po' d'ordine
un
dei
la storia
in
alto medio
più antico, il più
etc.
si riflette alla
se
in
alla
Patrol.
Cena
Carth.
Vita
del
in
Lat.,
nella
et
Mari.
S.
Cypr.,
t.
sua
ai
evo.
notevole
grandissima celebrità
il
IV,
peggio conosciuto.
e.
843.
edizione
Opera
e.
quel-
rifacimenti
dal
codeste
libello
lancia
una
adunque
Venetiis, MDGGLVllI,
di
è
la loro
adunque
più
Cypr. Ep.
parafrasi
li rende
nel
dedica
(S. Caec.
Cena
più
severità eccessiva;
questione sotto
scritto,ed in pari tempo
dubiis
il Baluze
critici
soggiacque
considerazione,
Operibus
la
segno
Io aspiro invece,
pseudo-ciprianesca.
garbuglio
la Cena
di chi
giudizide'
propositospezzare
Incominciamo
1. e,
fa, a
già detto,
r intricato
di
la
della scrittura
ho
come
uomini
diedero
tempo, porterà di questa facezia
è
non
favore
la Cena
più benigno.
e
equo
I
altri hanno
gli
e
latine,da
lettere
dottrina
più
secoli
Se
dottrina
?
altro
gii esemplari
cura
indulgenza degli antichi
uni
pensi che
e
di niun
costoro, per quale
agevole il capirlo,di
parte di torto. Chi consideri
aspetto,
edizione,
volgo de' lettori,ma
minor
non
appunto l'eccessiva
ma
dicon
che
solo il
e
tanta
con
pregiarlacotanto
è
peccano,
dotta
sua
questa faccenda?
zibaldone
non
di
evo
allora
va
l' insulso
è davvero
dalla
eglistesso soggiunge che
moltiplicarono nel medio
si
267
MODERNE
LETTERATURE
pietra,qualificandoladi inejoHs-
sua
ma
lihellus...;
sùnus
NELLE
definitivamente
esclusa
averla
SACRA
PARODIA
LA
di
parole
S.
non
sono
che
Cipriano
[ed. sec.
omnia
CXXIII)
Le
ven.],
che
una
Lumper.
ineptissimo nullus
frequentius describebattir
»,
268
PARODIA
LA
Dopo
SACRA
riportammo,
per
di antichità
remota
rOudin
Unum
Cypriani
codicis
XX
ista
IV,
XXXII
annos
patet, opusculum istud
dedicaretur
Cyprianicis
è
come
le
voce,
al contrario
delle
madre
ha
natura
Lipsio
strada
nel
ripetere che
nel
bugie
Ed
di
secol
Mauro,
finché
l'aveva
dettata
(1) Op. cit.,p.
annum
decimo
non
non
275.
venne
ex
(ut opinor
usque
meriti,
ac
filio
esse
anno
954
985.
Unde
corum
quod regi FranJiominis
foetum
issimi,
hanno
le
temporibus
a
quella
gambe
virtù
inevitabile
dell' Oudin
Cena
da
di
,
l'Hartel
in latino
ma
anzi,
il
riproduttivache
tagliate,
l' asserzione
che
facessero
di
molta
l'aire,si continuò
Cipriano
ignoto
un
ghissime
lun-
corte
gli errori;
infatti, preso
la cosiddetta
Ger-
regi Francorum,
posseggono
deduzione
mondo.
anno
(1).
adunque
la
e
quemdam
ohscur
»
le
apud
procul
largitoai polpi; talché, appena
ripullulano. Era
del
ad
nullius
dotate
volte,
inscriptum vir
dicti, qui regnum
decimi
opu-
facta fuit, opusculum
Lothario
remotissimi
circa
duhio
quae
indignissimum,
saeculi
ac
gioverà riferir
illius versihus
Maurum
tenuit
pare,
accam-
Germania
in
et sinceri
Traìismarini
potesse
decemhris, haheri
editione,
illud
ogni pretesa
Leihniiius, epistola Han-
versione
Capitihus, ac
Ludovici
più
B.
cum
antiqui
dedicasse
indocti,
operihus eius
opellae factam
in
Gallum)
Se,
in
G.
forma
atque
constare
ad
admonuit
me
1707, 29
huius
in parva
ms.
per
quoque
clarissimus
manicis;
grazia
in favor
che
scripta, anno
16S1,
di
colpo
che
editionem
fide
il
quell'aspro giudizio che
aggiungeva queste parole
Coena
?noverae
Cena
MODERNE
si
«
erudiiione
se
dare
LETTERATURE
d'essa
testualmente:
sculuni
sulla
recato
aver
NELLE
era
scrittore
ad affermare
in tedesco,
non
stata
per
a
posta
comnome
che
colui
in
prosa
270
PARODIA
LA
del
1557
come
E.
delle
Talché
(1).
du
Méril
Il du
Méril
indugiato
di
ignorava
Così
la
almeno
Cena^
esclusi
di
sopra
i
che
riuscito
delle
du
Méril,
Rabano.
Ad
Migne,
(2) Poés.
Il
quale,
(4) L'Ebert,
(5)
sible
de
en
è
come
io, debbo
Il
a
fort
est
43
noto,
du
XI«
feuillets
endommagées
préface ».
qualche
siécle
sono
da
tempo,
leggibile non
da
Arnaldo
LXXI
vi
Wion,
è
dedicato
nel-
Prolegomena
volentieri, scrivendo,
a
dans
(cfr.Ebert,
la
non
du
partie
Méril.
est
ms.
Né
che
pare
42
l'ensemble
lo
r.
il
faceva
et
t., 43
moins
p.
a
été
prof. De
scrive:
invece
r.:
lisibles
138).
neppure.
et
impos-
egli esagerasse,
proposito,mi
Méril
c,
desto
co-
si déchirée
effacée, qu'il nous
in
occupe
o.
ricorda
credere, perché
lume
(il du
et la Cena
et
non
esemplare
un
dal
Mauri
Alcuino
complètement
propendevo
di
è dato riparare,
me
parigino,additato
il cap.
assumeva
cette
Così il du
»
dirlo?
pregato
me
si
franco,
p. 194.
impostogli da
est
mosettimo,
deci-
richiamar
perché
è attestata
diligentissimosempre,
lire.
la
a
insulti
Rabani
dotto
a
nostre
ms.
cui
nel
123.
e.
Malheureusement
récriture
B.
lai.,1843,
pop.
soprannome
«
Né
(5). Di
Vitae, di
opera
I,
v.
tali
edizione
questa
Lignuin
Ved.
l'ed. del
(3)
di
il
decifrato
ristampata
e
pensato
biblioteche
sofferto
più
del
autore
l'arcivescovo
biografidel
deglistudiosi.
tedesche, ed
ha
essere
(1) L'esistenza
belga,
dotte
riproavrebbe
non
decimosesto
sec.
de'
nelle
edizioni
poter
non
Oudin,
stata
è
(4), abbia
l'attenzione
rinvenire
a
v'ha dubbio.
di costoro
vorrei,a questa loro mancanza,
due
dal
Non
dall'
Rabano,
nessuno
recenti
più
essa
come
notizia
darne
altrimenti
Mauro
paio di volte nel
un
date
Lumper;
rifatta da
senza
5134
parigino (2),
sconosciuta.
nel
editori
gli
che
(3).
Magouza!
non
dal
incompreusibile
deplorato la perdita,
avevano
le notizie
riconoscere
a
addirittura
codice
un
MODERSE
potuto scrivere
ne
commentate
e
da
abbia
di
LETTERATURE
riesce
di scrittura interamente
come
a
NELLE
di Kabano
opere
giovandosi
e,
SACRA
come
Nolhac,
«
del
Le
ms.
XIII).
soit trois pages
encore
que
la
NELLE
già pubblicateil dotto
ha
mi
è
di
ormai
excellentissimo
Domino
scribere
mihi
tinetur.
sacris
Sed
ueteris
Gena
inibi
quia
in
nes
sicut
Hec
continet.
se
m[ult]arum
fece[rim] mencionem,
parerei,
et
valore
della
che
utile, il dotto
non
scarsa.
al
Però
pari di tutti
Sed
fuit
Cipriano,
gli dessero
sacre
utrorumque
sublimitati
la
de' libri
(1) Le
incerta
parole
compendii,
nel
come
cod.
o
da
testo
finiva
Cena
fra
me
o[ratio]-
utilia propter
et
(?)omnium
prolixitasfastidium
ne
Cena
che
di
noia
ne
dilettevole
men
nudriva
correva,
adunque
e
ei riteneva
piacergli. Pare
gli
elementi
commisti.
di
(1).
non
opera
tedesco
divini,e
chiuse
et bonorum
omnimodis
non
opuofficia
relegenda [nec
iocunditatem
quia
vi rinveniva
di purgare
in
que
legentis attolleret.
singolarmente
carte che
con-
prauorum
scedula
contemporanei,
tutto
non
et
malorum
haec
ad
credo
monaco
i
memoria
ecclesia
uestre
Cena^
nel
acueret
colligenshoc
patrum
[bonorum]
quo
uero
animum
breuitas
uestri
re[periuntur] nomina,
nom[ina]
ita et
causa
dignitatiali-
uestre
multorum
qua
Ultimus
Lotario.
sensus
Explicit prefacio. incipit
Del
nome
[bis igitur o]missis percurri paginas
utilitatem.
rerum
acumen
in
et presens
fore
audjienda grata
non
quedam
continet,
congeriem
et
regi
Capienti
s.
talia
collegi,in
perparuum
se
altro,
non
l[ibri\Cypriani.
u
foret
libris
reperiuntur. Quoniam
in
r
u
multorum
scripture et
sculum
a
Cypriani,
inueniuntur
non
m
delectaiile
quod
Cena
in
atque serenissimo
alumiius
suhlimitatis
occurrit
questa, se
; e
all'Italia:
Incipitprefatio
quid
francese
amico, il dott. Pietro de Nolhac,
ottimo
un
caro
uestre
271
MODERNE
riprodurre qui integralmente,grazie alla
concesso
bontà
LETTERATCRE
dell'opera,della quale poche righe
la dedica
che
rimane
SACRA
PARODIA
LA
quanto
di offrirla
parentesi quadre
Di
non
che
certo,
opera
anzi
estranei
qui
il
suo
rientrasse
poi, così
sono
stima
che
alle
segno
dil'ambito
nel-
riformata
quelle di
congetturalmente supplite.
di
lettura
272
LA
divisa
e
PARODIA
SACRA
in venti
sembra
Una
lecito
dello
nel
di
Nella
Johel,
si deve
tale
Rabano,
abbia
esprime
(Op.,
vocabuli
V,
e,
che
(1), il
oscuro
foggiato,
stesso
il
è
nome
MÉRIL,
(3)
Du
(4)
Il dubbio,
se
imperatorem
da
Non
un
fermerei
dal
Dio;
del
successo
redazione
nel
ma
tazione
interprevolentieri
preferibilel'altra
sembra
me
ed.
Migne,
v.
e.
si
non
in
1. XV
0.
e,
espresso
scrittura
1.
incerta.
Joel
fuit
Dei.
e.
Pater
».
sicuri
era
Rabano
libro
III de
interpretatur DoHoc
huius
enim
»
1. V
Epist. Pauli,
(v. VI,
nel
riguardo
«
68):
vel
incipiens Deo
etymologla
e
V,
tal
il
Ludovico
a
IX
sec.
libretto,
suo
incertezza
a
(4).
dere
può esclu-
di
errore
mi
non
si
la
sua
non
difficoltà.
piccola
interpretazionedel vocabolo, poiché
sive
1452),
Rabano,
dedica?
seconda
Enarrationum
esser
io
ma
una
idipstfni signiftcans quod
possa
bandisce
im-
tuire
sosti-
la retta
resonat
(2) Gfr.
da
Ludovicum
derivi
essa
Jahveh
vale:
Deus,
ad
incoraggiato
questa fosse
Universo
V.
che
re
Rabano
lui
il
mentre
l'operettadel letterato franco è
ipotesi.A
offerta
(1) Johel
minus
da
d'una
prima
di codesta
pensare
di lettura;
una
stesso
riuscir
figliuolsuo,
tornava
congedarci
dei
sospetto che
0
che
gli
che
il
vediamo
noi
di Basilea
stampa
il
ne
dovette
ne
del
nome
greco,
toccar
intitolata Convivium
che
chiarire;
Johel
chiama
il
tace
potremmo
opportuno
sopra
posso
(3).
qui noi
Che
che
egliprocedesse
dio-padre(2). Il figliopoi prende
di Abbatheos,
fosse
non
Come
velo, già tenue, dell'allegoria.
ebraico, mezzo
mezzo
E
il
rifacimento
quello
di Theos
affermare
Cena
convito, e
lo sposo;
nome
sovrano.
epurazione
pseudo-Cipriano
il
a
suo
MODERNE
l'abbiamo, fra altro, in questo, che,
prova
testo
è
lavoro di
sottile nella
più
LETTERATURE
capitoli,al
in codesto
solo mi
NELLE
315):
(Op.,
Abba,
«
ed.
Migne,
hebraicum
est,
e.
dal
diversa
du
dalla
Mèril,
Cena,
che
mi
il Convimwn
pare
infondato.
dei
LA
PARODIA
Germanico,
le cose,
NELLE
di Basilea
la
il
il
occupa
più
importante
può infatti,a mio
storia
la
per
un
poeta italiano.
Stefano
Cypriani
da
lui
alla luce
e
per di
anche
o
cod.
nel
di
Lotario.
la
Cena
In
questo
la seconda
essere
può levarsi
stampa
di
di
anche
fosse
non
se
della
da
non
poesie
che
il
Germanico,
quella
caso
redazione
mezzo
il
mandata
Cena.
chi
sia
menti
argo-
Codesto
ad onta
opportuno riprodurlo
di
congetturare
erano
trattare
principio
; ma
credette
raccolte
sue
quale
di errori di trascrizione,
del
anche
du Méril
delle
(1) Si potrebbe
era
quel ritmo
piacevoli(3).
formicolava
più.mancava
prima
destinata
soltanto
viennese
ciò, Edéléstand
nella
in duecento
trocaico catalettico,del
particolarpredilezioneserviti,dovendo
poema
e
di
norme
Cena
ignobilipoeti dell'età carolingiasi
non
narrativi
di
le
di
Imperiale
parafrasata, riassunta
trocaico, nato dal tetrametro
con
pochi lustri,
poemetto (2),in cui la
versi, composti secondo
parecchi e
nell'
rinvenuto
un
che
meglio
era,
di
Endlicher, giovandosid'un manoscritto
decimo
dava
letteraria.
avviso, essergliconteso
da
secolo
per
quelli di cui vogliamo discorrere,non
altro, dettato in versi,alla distanza
1836
del
penna
primo luogo
un
Vienna,
di
stampa
dalla
da
del
così
dall'edizione
otìerta
Cena^ uscito
della
fra
tempo
Questo vanto
Nel
la
e
Se
(1).
però forse
è
lui.
con
Parigi
ci verrebbe
grande discepolodi Alenino,
ordine di
273
MODERNE
prima redazione, scritta innanzi
la seconda
il rifacimento
Se
di
il codice
Lipsia conserverebbero
r 842, mentre
LETTERATURE
si fu riconciliato
dopoché
andate
son
SACRA
Lodovico
il
ma
a
grado
medie-
al
padre
quale
di
verrebbe
costui
Questa
in
latine
lui
ad
perplessità non
di
la
esaminare
Basilea.
(2) Catalog. Codd.
Mss.
digessit S. Endlicher.
(3) Gfr. Ebert,
NovATi, Studi
o.
critici
c,
e
v.
BiU.
Pai.
Yind.
Vindob., 1836,
II, p.
letterari.
353
e
P.
I. Codd.
p. 296
e
Philol.
sg.
sgg.
18
tini
La-
274
vali
SACRA
PARODIA
LA
E
(1).
benché
sofferte dal
rimedio
recato
di
Torino
fosse
intorno
al contenuto
ai
dato
avrebbe
materiali, che
Della
mani.
nel cod.
di
non
il Wright
Cena
sia
in
più
antica
(3) Come
nel
è
detto
di
Cena
risparmiate parecchie
cercheremo
si
adesso
tutti i
non
e,
nelle
ritrovano
Cìjpriani esiste
un'altra
si tratti
quantunque
probabilmente derivato,
ormai
car.,
p.
tutte;
vede
ognun
A., 1843,
p. 193
si
non
44)
e
che, per
Per
sgg.
codesta
cui
le
se
donde
parlare
bizzarro
un
di
meraviglieranno
chiama
quella da
rettamente
cor-
troppo,
redazione
ogni altra, sia
della
in prosa
Cat.
è
cum
che
di
t.
Cat. Codd.
II, p. 7,
Mss.
sotto
il
Bibl.
n.
R.
Taurin.
D. IV. 2.
Ora
Athen.,
risponde
111. 5.
si deduce
esso
Epistiilae
priani
tento
con-
il Pasini,
nel segno, dallo stesso fonte
M.
in Pasini,
E.
segnat.
142,
gli offriva
bisogno,
(3),pure
la
MDGCXLIX,
Taurini,
data
esatte
versi, è provenuta!
(2) Descritto
alla
di
ma
i lettori
(Hist. de
la
che
18203,
tardo,
lat. du
pop.
Se
pena.
notizie
parte, dico, perchè
monacense
solo
abbaglio, del quale
p.
in
ritmica
il torinese
(1) Poés.
la
ligente
di-
un
torinese, invece di star
difetto noi
suo
congetture colgono
è venuto
è
Al
farebbero
lezione
mie
procurarsi
si sarebbe
supplire in parte;
ms.
cod.
ma
affermazioni.
erronee
nostre
di
di
ai doveri
mancò
potuto reintegraree stampare più
Cena,
la
di
filologotedesco.
briga
del
quale la
tal
scontò, naturalmente,
la
esser
dell' Universitaria
riprodurre
a
pochi ed imperfetticenni
solo
non
del
ne
e
egli si
codice
un
facendo,
così
editore,
di
zioni
mutila-
alle
viennese, poteva
ms.
stette pago
edizione
MODERNE
ignorasse che
poemetto nel
(2), pure
Méril,
LETTERATURE
egli non
coll'aiuto
scorrettissima
Il du
NELLE
dalla
Codd.
Latinor.
membran.,
S.
sommaria
del
descrizione
sec.
lo comprò
Johannis
Giov.
alle
in
ff.
quali
(f.207-212).
Troester
di
Monacens.,
di
XV,
Cipriano (f. 1-206),
versibus
R.
Bibl.
che
t.
212,
segue
In
Venezia
una
questo
e
Ili,
II, P.
contiene
la
nota
Cena
alla
nell'anno
ras.
le
Cyfine
1462
PARODIA
LA
Al
rende
non
conto di
se
dell'operasua,
e
svista
strana
quale
so
nella chiusa
intercalato
in codesto
errori
None
è
come
torinese,in
d'amanuense,
versicuU
causa
si trova
ora
adunque qual si legge
domini
sancii
cena
che
immune
da
Qua
5
ludo
Codri
Riserat
Talamum
Sub
10
novis
Ha[n]c
laudai
Ut
la
per
lettera
le
copista,
che
Treviso.
E
edizione
va
da
un
(1) Però
adunque
Ne
misterium.
Fra
i mss.,
S.
11 cod.
del
XV,
sec.
r.),
ed
è stato
di
medesima
è
indicalo
è,
ff. 263;
cui
i due
sua
non
1459
nel
a
chiude
rac-
la
segue
Barbo,
probabile che
nella
I'Hartel
Torinese
scritto
Marco
Filippo, per
di cui
Cipriano,
scadenti.
Cipriano (1-257), a
di
pochi anni,
lo indicano
canlantibus,
lettere di
sommamente
archetipo
debbo
più
pascalibus,
prior cornibus,
deriso
cartolaio.
mollibus,
albis
designai
mano
r.-263
conservando
come
cod.
di
Epistole
di
plaudite);
prudentissimus.
in
delle
i
fra
si chiamava
distanza
a
plasmate,
amici
racemis
scolae
lusus
Gaspare
sua
(f. 258
versificala
sub
scriba
Mnasylo
cum
da
|u, e
attendile.
(vos
romanus
coronalus
volta, membranaceo,
che
(?) venter
papa
sacerdolalis
ducati
si è valso
divino
commiscuit,
venit
Silenus
Quo
cernere.
himeneum,
Ciprianus post felicem
logiae septem qui dotavit artibus:
Velerà
dodici
Joannem
me
pampineis vinetis, sub
Quando
martiris.
Cipriani
percurrens
findatur
qua
Johannis
auditote,iocantem
cantantem
Satiram
nel
che manca,
che nel
(1).Eccolo
Qnique cupitis saltantem
tratti
prologo,nel
:
de
colla
possedere
un
disgraziatamentetutt'altro
ms.,
Incipìiint
per
275
MODERNE
premette
intendere,nel cod. viennese,e
facile
di
l'autore
componimento
suo
quale
LETTERATURE
quel testo più particolare notizia.
di
anche
NELLE
cognizione del soggetto, converrebbe
vera
con
SACRA
Cena
da
un
vescovo
di
mss.,
piati
rico-
regione, siano
stati
unico.
il
le rubriche
copia
al
di
carattere
suo
mio
caro
che
lo
componimento
precedono
collega
R.
e
Renier.
dente,
indipenlo seguono
276
PARODIA
LA
Hanc
In
15
exhibeat
Ut
ridere
cachinnis
Sed
Ad
Rhetoris
lingua[m]
venite
cuncti
papao
clari
et
Non
satiricis commentis,
suo, del
Giovanni
in alcuni
che, per buona
e
decimo,
Haec
Pasini,
Méril,
col
che
in
Du
p.
Gange,
27);
il
v.
—
anche
20
Qua
di chiusa
nel
al poema,
cod. del
secolo
da
assai
Pasqua
il
iocusì
correggendo
lingua,
Ma
—
22
II cod.
al
II cod.
Mus.
Diz.
a
di
Er.
fin-
virgiliano:
Vi
quelle
che
Eccl.,
ha
feste
vano
forma-
15 coronatus,
18
Altra
cod.
—
cachinnus,
il passo
Thetoris, cod.
v.
Vili,
VAbbas
richiama
nasilo, cod.
faccio,
zione.
le-
Tt.,t. II,p. 7, 567;
non
—
nel
ha
hac.
i chierici
il senso?
così com'io
il cod.
—
4
un'allusione
li
salittantemy
di codesta
pensasse
9
—
cornihus
VI, 13.
1
lo trovava
—
poeta
celebravano
Moroni,
v.
evidentissima
oscuri
—
Ecl.
testo,
secondo
(cfr.Mabillon,
v.
tabulis;
sallantem.
tempi posteriori?
legger
del
verso
che
coronatus
digitis,
in
(Ecl. VI, 26).
versi
scolae
de'
il
esigono
Cantores;
virgiliana :
ma
propria
l'assunse,porge
retunsum
sull'assurdità
senso
della
prior
Sia
la
notizie
solio Cornelii,
critica
riferito
cantoriim
s.
Cornadoruìn
il cod.
ha
questi
Schola
la
po' di
un
Codro
ilia
occasione
in
cui
a
scribebat
espunto. Suppongo
ut
certamente
ad
che
ed il
d
rumpantur
dedicava
servono
victis iam
tenens
osservazioni
fa
non
mezzo
tassus
papae
detritis ludibundus
11 metro
datKr
in
versi, che
cantabat
qui luogo
Il du
cod.
(1).
lunga più importanti
ventura, esistono così
Grapbium
(1) Darò
fabulis
comedi
non
nell'apografodel decimoquinto :
come
Et
miraculis,
personaggio al quale
fatica,e delle circostanze
omnibus.
Gartaginis,
divinis
di gran
più copiose e
prior balbus
Cypriani martiris,
luxit
verax
vetulus,
contemnens
libicae
sophista
rictibus;
tussiendo
crepabit
Qua
dell'esser
crescentibus
dissolvatur, torqueatur
regat
cenani
vestibus
exercitum.
scurra
quam
prius pendens
Qua[m]
in
triumphatis gentibus,
instruat
certe
MODERNE
imperator Garolus,
coronatus,
imperialis locus
Ut
LETTERATURE
gavisus, prodigus
victor
Video
Ma
NELLE
convivis
miraculis
Quando
20
SACRA
rimane
niscenza
remi16 Così
il cod.;
oscuro.
278
PARODIA
LA
abbiano
SACRA
in
trovato
NELLE
LETTERATURE
stessi le
se
MODERNE
qualità che
lo scrittore dì
de' versi
questa nota reputava indispensabili
all'interprete
Giovanni, poiché ambedue
di
dal
prudenza
trincerato
la
ignoranza, in
torinese,per astenersi
testo
dentro
il
quale
si
concorda
Torino
di Vienna
dal
anche
! Proviamoci
giungeremo
importa
conoscere
sia stato
Il
primo
che
verso
adunque noi
à
rapporter
de
:
postilla
démélés
accaduto
correzioni
bandolo
il
di
ms.
quel
da chi
se
enimma,
nuovo
più
quello che
codesto
ci
poema
le
premier
papae
riferire le
di finire in
Méril, che
On
«
a
lassus
(1) Op. cit.,p.
199.
point
expressionssemblent
Carthage,
de
des
certainement
était de
et
se
qui
Corneille;peut-étre
solio Cornelii
anche
du
a
Bastava
il
Méril
(1).»
E
quale
questo
andò
si trovava
mostrare
per
critici acuti
chiassuolo.
fantastiche, mentre
matassa.
col
vers:
quel valentuomo,
della
leggeva
connaìt
ne
ont
vers
parole del
un
di chiarezza:
solio cornelii.
le pape
avec
troppe volte avvenga
e
11 du
Cyprien, qui
cantabat
voluto
strada
il
modelle
un
les derniers
et
saint
sérieux
Haec
come
del
questa fatica. Che
a
e
tassus
papae
tassus'^
papa,
faut-il lire ainsi
Ho
è davvero
satyriques. Quelques
intentions
eut
scrittore. Ma
ricavarne
a
cantabat
Tassus,
pape
si è
velo
l'allegorico
interamente
meno
non
quel
sarà
viennese
ms.
anzi
egli si trovava,
sollevare
quando, dove,
:
Méril
composto.
Haec
0
lo
per
cui
molta
con
più piccoliparticolaricon
nei
ci riuscirà di dichiarar
non
11 du
avviluppatolo
era
astenuti
sono
l'impresa.
tentare
dietro
si
di
è
sbagliar
appunto
almanaccando
fra le mani
infatti rammentare
che
il
il
PARODIA
LA
vedere
per
pnanus
del
senso
Haec
di
Levata
a
cliiamava
Thascius
cantabat
del
ceder
Caecilius
doveva
ms.
posto ad
il
con
taggio
van-
(1).
eccone
questa prima difficoltà,
mezzo
Cy-
Thascius:
un
solio Cornelii
papae
279
MODERNE
Thascius
il tassus
che
del metro
e
LETTERATURE
una
nuova
4:
V.
i due
leggono
congetturò il
quale
du
il
è
il
Ostia
ragione.
Ma
del
verbo
Non
altro
c'è
la persona
terza
presso il
linguaggio ordinario, non
se
non
alle foci del
si
bizzarra, se
lo scrittore
il ticchio di
fare,
prima
altro
mettere
Questo cantava
«
porto di Cartagine ^";
che però, ridotta
vuole, ma
o m' inganno,
signifiica,
in
si trovava
cioè
Tevere,
da
conspexit in conspexi, il soggetto
in
venne
alla
io vidi da Ostia
abbastanza
che
in
l'autore,il quale vuol dirci:
Cipriano,che
frase
a
mutarsi
soggetto?
sostituire
perfetto;mutato
sottinteso
ben
e
portu cartaginis,
debba
hostia
Méril,
che
me,
sub
conspexit
Che
mss.
dunque
sarà
secondo
hostia
ab
Quem
del
NELLE
Cartagine si
di
vescovo
SACRA
insomma
a
Italia,anzi
Koma,
quando
l'operettadel
in versi
vicino
gli
martire
africano.
qual tempo per l'appunto ciò avvenisse,ce lo dovrebber
dire i quattro versi che seguono:
Era il tempo », così
«
In
essi possono
in
santo
venir
tradotti,« in cui per virtù dello spirito
sinodi il semplice Giobbe
dolevasi
del subdolo
due
Formoso;
casto
Paolo
di
il munifico
Giorgio
dell'avaro
Pietro
incestuoso.
Gregorio,il
»
Formoso, Gregorio,Giorgio: tre contemporanei del poeta,
e,
dubbio, tre nemici
senza
dal modo
(1) Per
Fabricics,
i
come
rapporti di
Bibl.
Lat.
suoi
li vediamo
S.
Cipriano
Inf. Aet.,
t.
della
e
Chiesa,
trattati. Ma
con
1, p.
il
409
chi
a
carne
giudi-
saranno
pontefice Cornelio,
e
sgg.
cfr.
280
LA
Se
costoro?
SACRA
PARODIA
i nomi
in noi
il
quale
i
nipoti di
augusto,
del
dalle
dell' 87G
anti
Carlo
tentato
e
tutti
ex.
I
Giovanni
di
apud
egli faceva
ci è
a
se,
di cui
p. 637
e
suo
erano
fra
imperatore
il
Pontigonem
dare lettura
che
che
ad
iisque
avrò
d'or innanzi
saec.
c,
p. 638.
ci
(1). E
qui
un'epistola
febbraio,
XIII
mosso
figliuolo,
egli aveva
Costoro
Pontificum
fin.
di
come
delle
conto
imputati, Gregorio,
giudizio che
sgg.
o.
nel
diletto
genero.
dal Watterich,
(2) Watterich,
discordie
Vili
perchè rendessero
Giorgio suo
documenti,
IX
saec.
dell'ultimo
pervenuta (2).
Giovanni
Carlo,
di stornare
tratti
quegli anni,
a
Calvo, che, dopo essersi
fìngendosiinfermi,poscia facendo
(1)
procellosa,
chiamo
già trasportati.Var-
le intestine
il
da
sinodo
un
dinanzi
culator,
allorché
ripassato le Alpi, celebrava,
dunque
-imperiali
conferma
dopo la morte
(875)
ottimo
un
queir età
di
teto
l'epi-
contemporaneo.
suo
fermiamoci
e
in Roma
aveva
lagnanze
chiamato
ci ha
I
pontefice,la quale
or
stato
avremo
ad
Magno.
convenuti
Scrive
noi
di
incrudeliscono
Carlo
Incmaro,
ai vescovi
Mauro
Lotario
incoronare
narra
quel personaggio
luminosa
più
pochi lustri
Nell'estate
e
egli sia
documenti
Kabano
figlidi
tre
fatto
ai
feroci
più
Formoso,
la
ipotesitrova
adesso
dei
dir altrettanto
colui, al quale il poeta dà
è papa
volgiamo
in cui
Se
ritenere che
a
Codesta
nella
può davvero
gliano
risve-
agitatissimaal sogliopontificio,
implacabile de' suoi nemici
perseguitato
subdolo,
ci
si
Gregorio non
infatti rammentano
condanna.
fondamento
noi
di
e
sepolcro, e sottoposto,già putrido cadavere,
un'oscena
di
Giorgio
MODERNE
vita
una
dall'odio
oltre
LETTERATURE
ricordo,non
Tutti
che, salito dopo
venne
di
alcun
del terzo.
NELLE
li
nomen-
però, dopo
minacciava,
pratiche per
occasione
Romanoruni
Vitae,
mene
t.
aver
prima
chiamare
di
citare, son
qui fuer.
ab
I, Lipsiae, 1861,
PARODIA
LA
i Saraceni
SACRA
veduti
Koma,
contro
LETTERATURE
NELLE
artifizi,
pochi giorniinnanzi
si
alla comparsa,
insieme
altri loro
ad
di cui
ma
io
a
ricercarli,
sinodo
che
riferisce
Né
a
a
dopo,
coronarvi
ai vescovi
essi
i loro
Roma
per
di
sentenza
da
scolparsi,né
il
cinqu'annidopo
Vili
quali
all' infamia,
che
(1) Watterich,
narra
(3) Watterich,
esser
della
Vili
Il nostro
0.
e,
c,
E
ed
solo
trovato
che
poco
il 14
tembre
set-
sarebbe
non
in
avrebbe
ottenne
modo
verun
sacerdotale;
vescovo
Portuense
da
Marino,
fu
non
il
a
sore
succes-
Cena
vuol
i
capi
dubbio.
verun
di
combatteva
desco
quel partito te-
quale
poeta deve quindi
in
p. 650.
Watterich,
o.
loro,
Co-
i nomi
consacrare
aver
alleato
c,
di
composto
p, 639,
Ingmaro
o.
agosto
non
lo costrinse
luogo
precisamente
Giovanni
il Calvo,
(2) Questo
l'autor
sono
chiese
papa
1
in
(3).
può adunque
vi
scomunica,
pontefice.Che
nell'ordine
deposto
al
moso,
Adalberto, For-
giuramento
riammesso
cui
Giovanni
davanti
Belgio
(2).
Tigone abate,
esser
proscioltoche
de'
la
presso
giuramento
di
complici,ma
prelati
generale, in cui
del
e
gli
Calvo, recato
il
Lamberto,
pronunziare solenne
a
che
(1).
il
sinodo
Gallia
vescovo
alcuni
di essi la
Carlo
scomunicati
aver
Formoso
procurato
Non
inviò
cui scrive
nuovo
un
confermassero
a
Carlo
morto
della
Gregorio ed
tornato
vedendo
imperatore Lodovico, giunto il
riuniti
di
annunziò
dalla città
Allora, citati
a
prefisso
solo, il
un
Giovanni
i loro
pontefice nomina,
giudizio, e
di coloro
Trecas, vi tenne
dopo
che
scagliò contro
cautela
l'anno
Francia
apud
il
questi atti di rigore stette pago
a
essendosi
che
complici, che
inutilmente.
contumaci,
i
soppiatto allontanati
il dì del
ma
tutti
vani
spirasseil termine
che
comparivano,
non
tornar
rammenterò
non
Giunto
Formoso.
accusati
di
erano
281
MODERNE
p. 647.
282
LA
PARODIA
l'opera sua,
SACRA
o
NELLE
lo
per
Vili
di
Carlo
dal
È
chiama
poeta, periva,
nel
febbraio
e
costui, così altamente
tutti sanno,
come
così
della
tutta
con
Cena^
eglistesso
None
ci
resta
vedere
a
apprende
fosse
che
il
suo
franco,
ne
egli
come
nazioni, che
escludere
Unde
Giovanni
di
loro
per onorarlo
dei
ai suoi
cadit
Zacharias
far
de'
(1) Ricorderò
G.
questi versi
Carlo
Paris
Magno.
ha
di
il
fatta
Gaudericus
passaggio
che
Boucherie,
Cfr.
Romania,
giustamente
il
che
chi
a
poeti di queste
guisa
da
:
esser
col
Carlo
della
distinta
menzione:
in
lectulo,
;
interpretazioneha
credette
Vili,
p.
che
sono
immediatamente
quale
141
si
vano
mescola-
prelatiinfatti
Anastasius
strana
di
il Calvo
pontefice,si
seguono
docet
avvertito
chierico
parte di quello stuolo
supinus
una
(1).
col titolo di
un
guerrieri.E
admiratur,
E
evidente
è chiamato
Pavia
a
citati,vien
Ridens
a
ed
Koma.
gallis bibentibus
quali nei versi che
or
Giovanni:
imperator Karolus,
adunque
;
in
numero
torinese
Vili
Eoma
a
zione
composi-
,
.
i quali, mentre
dignitari ecclesiastici,
tratteneva
della
l' imperatore, in
letabatur
codice
nel
.
menzione
dal
signore(dominus),doveva
di
il
cernere,
viveva
francigenis poetis,cum
Egli, che
quelli
veleno
di
era
gallo, riesce
ne
attorniano
gaudens
Cum
a
qui
sia stato l'autore.
ne
nome
.
che
faccia
medesimo
se
data
.loannem
me
avvertito
aveva
poi
consideri
coloro
nemici
auditote
cantantem
ci
già
corto
vanni
Gio-
celebrato
vittima
chi
.
due
gli altri
e
la
certezza
Quique cupitis saltantem
non
dell' 876
infatti che
giudizio Formoso
lude
al-
dell'87 7.
Fissata
come
'76
che
essa
prima
in
il Calvo;
6 ottobre
Ed
contemporanei,non
1' 877.
dopo
non
MODERNE
quella parte di
meno
agliavvenimenti
e
LETTERATURE
vedervi
e
si tratta
IX,
data
un'allusione
p.
di Carlo
155,
dove
il Calvo.
PARODIA
LA
SACRA
NELLE
283
MODERNE
LETTERATURE
prelati,si noti, de' più cospicui in quel tempo
0
per dottrina.
Anastasio
della
la storia d'allora
esso
di
;
Zaccaria,
Giovanni
presso
lettere
Vili
ci
dà
Ma
Anastasio,
con
dal
rammentato
in Roma
dedicava
bibliotecario
il
ne
avvantaggiasse
Quapropter
«
venerabiles
cerium
(cioè
il
sumere
as-
(1).
è
non
greche (2),
opere
di
eh ariani
S.
se
Gregorio (3):
Gaidericum
et
sedis
il
quale
apostolici,perchè
la vita
Apostolicae ]ìrimi-
Giorgio) suggestionum
a
contesta-
già cit.; cfr. Watterich,
et Germ.
edita
etc,
lettera
Dalla
Christi
studio
per
etc,
p.
(3) Tanto
libri,di
3).
Ved.
MiCiNE, Patrol.
delle
opere
Paolo
S.
di
anche
Lat.,
Gregorio
stesso
t.
è
LXXV,
nella
e
dove
a
a
a
dei
quattro
Giovanni
della
corredo
insieme
Santo
BS'j.
prefazione
appunto
transtu-
tante
Ili,p.
greco
(Tgitur
Teofane
lior
3., t.
o.
ristampata
del
te
quarti
dal
tradotta
Sincello
Johanni
si rileva
salutem)
già
dedicata
diacono, la biografia
(e. 59-242).
in domino
Fabricius,
Giovanni
Parisiis, MDGXX.
I. P.,
aveva
cum
concin-
versa
(Carissimo fratri
Niceforo,
l'opera sua,
consta
di
l'amico
tripartitam,
Gfr.
afferma
cui
eocigims
compiacere
post Chronographiam
limiis
Anastasio
Anastasiits
Cronografia tripartita
S.
Diaconi,
Graecis
e
I. Sirmondi
di
Joannis
gratiam
meditaretur
Sedis
Bibliotliecarii
Anastasii,
in
quae
dedicatoria
Levitae
costui
intitolato:
Historiam
Ecclesiasticam
navit
libro
Collectanea,
Apostolicae
da
Gallis
Ep.
».
ed
al
colui
di
Chrisfophonon
et
il vederlo
p. 638.
(2) Ved.
la
dettar
Za
godeva
che
Zaccaria
con
sapere;
gli archivi
per
traccia
collegaGauderico
suo
versioni
sue
Gregorio
a
emisimus...
e,
che
nel
nos
episcopos
eis
tiones
0.
le
per
ponteficeschiudeva
ed
(1)
e
pur
allora insigne
ecclesiastico,
altro
un
ingegno
per
favore
Gauderico,
con
poeta
al
lasciato
manifesta
prova
delicati uffici insieme
ha
del
; ma
Velletri,ha
fra i letterati dell'età
anch'egli,non
delle
tecario
biblio-
preziosissimeper
di
vescovo
più modesto,
vescovo
nel campo
se
di opere
autore
Gauderico,
posto, sebbene
un
sua;
sede,
santa
il celebre
altri che
è
non
grado
per
Vili.
edizione
quella, tessuta
composta
dal
nostro
284
PARODIA
LA
Giovanni
il diacono
renderne
a
se
SACRA
NELLE
LETTERATURE
Imonide.
ragione
Silenzio davvero
ci
non
cioè
versificatore
Cypriani
come
La
intessuta
»
egli se
come
incontrato
certamente
aver
quale
destinata;
era
scuola
di
di
l'attenzione
dei
pilicorretta
di
letteraria
del
un
(1)
e
il favore
Ved.
Yita
cfr. Ebert,
Teodulfo,
Calvo, al
periale
dell'im-
di
il
in Ada
SS.,
più
collocarvi
o.
c,
c,
v.
costruire
del
(ved. Baluze,
o.
i
v.
Il,p.
che
autori
II,pgg.
92
una
santo
o.
poeti
basilica
portato
c.
329.
e
Vita
S.
in
lei
scrisse,
ed
VII,
221,
t.
199,
p.
poemetto
di
riale;
impe-
mensa
ecc.
nei
conviti
il quale avrebbe
scritti di
degli
attestazione
il corpo
(3) Cfr. Ebert,
fra
cioè
lo
rallegrare la
certi
tersi
imbat-
letteraria
scherzoso
poesie,racconti
anche
storia
Bertario, alla
Lo
p.
guisa
graziea
chi
Julio,
a
oggi
in
raro
mense
317.
recitar
come
dotti
fatto
aveva
o
in
cultura
Méril, Poés., 1843,
du
ricordare
de'
Magno
scarsa
e
cosi
coetaneo
suo
destinato
leggere
aveva
qui. La
ad arricchirsi
non
II, p. 135
v.
c,
fossero, per
(2) Egli
è
una
Cipriano(2).
alla luce
quale
(3), viene
tale ufficio (cfr.Ebert,
Carlo
il
di S.
data
nella
il
deve
»,
scrivevagliHeirich,
siasi fatto fin
nono,
Gemi,
S.
dice
però potuto
per
Carlo
la memoria
che
indubbiamente
era
quanto
magno,
miracoli
letteratissimo,che
egli, come
o.
sull'uso
ved.
di
notevole, il quale mostra
anch'
Giovanni
divini
«
di venir
di Montecassino.
scuola
fabulis;
anche
rispettidi risvegliare
e
quello
italiani
poema
educato
dotti,
secolo
in nomi
di
comedi
fatto,come
per altri
il
derati
consi-
essere
sapienza,l'asilo di tutti gli studiosi (1),e che
merita
essa
ed
individuo.
con
devozione
piliin particolar
Ed
debbono
non
monarca
palazzo aveva
diacono
Giovanni,
da
vanta,
ne
piìiplausibile
Giovanni
medesimo
e
satiricis commentis,
non
ma,
solo
un
satira
«
Cena
che
inesplicabile,
il
soccorresse
degli argomenti: quello
della
MODERNE
Alenino
circondavano
medesimi,
e
di
Carlo-
riserbati
a
353).
vicino
Francia
al
suo
al
Ci/pr.,e. GXV).
palazzo
tempo
di
1-
236
PARODIA
LA
La
di
ed ultima
terza
ci resta
cui
anche
in noi
LETTERATURE
NELLE
Cena
della
dall'eccitare
lontana
di quel!'
interesse che
parte piccolissima
una
Sebbene
parzialmente nota, perchè
Méril
,
redazioni
discorrere, è ben
a
MODERNE
fra le antiche
le antecedenti.
provocano
solo
SACRA
l'ha tratta
(1),non
codice, donde
il
conserva
ne
questa ci sia
anche
se
le
non
il du
quantatre
cin-
prime
strofe,più due versi della cinquantesimaquarta;
ed
componimento
il
frammento
lungo
ci porge
ridurre
che
fedeltà
con
di versi ritmici
nemico
di
«
At
dal
difeso
de his Deus
Clemeniem
stilum
santo
rependere
lavoro,
colui
da
quale
ancor
non
per
nel
Vili
lo abbia
non
in
via
terminato,
venne
a
Giovanni
suo
Mtcs.
nel
1
Clemente
sia
giunto
di dettare
una
Vili
hai.,
a
dar
Nel
in
l'enumerazione
ai
meriCum
denegasse
minime
la seconda
compiuto
ed
soma;
diviso
e
in tre
il
suo
libri
consigliato,Gauderico, il
ha
che il Mabili.on
un'epistola,
1,
t.
P.
11, p.
al
cod.
un
che
disegno
vanni
Gio-
siccome
che
lasciò
come
in
conserva
Or
concludere
così è forza
si
78.
il nostro
incompiuta
cassinese),
aveva
la
cosi
vagheggiato
storia della Chiesa.
punto
sui
infortuniis
sustentor,
valeo,
con
con
esecuzione
(1) Poés.pop. lat.,1847,
(2)
continuis
utcumque
sepolcro; e che,
(che
antistiiem, suffragante
qui,
quae
suo
aveva
gliel'
neir882,
mori
preceduto
di
vita
verba,
l'appunto che
lo offri
inserita
saltem
ei cadde
Ma
».
quibus
meis,
nequeo,
cognoscar
a
in
divinae
tamen
ego
Cy-
episcopus Veliternus,
sedis
quatenus
Cena
stesso, sceso
viderit:
romanae
convertam;
amicis
tenuatus,
fatto altro
ha
non
spei fiducia ì-oboratus, quia Gaudericus,
Domino,
troppo favorevole
di sette sillabe, il testo della
aiuto, egli continua:
expostulat, ad
sufficienti per
scrupolosain strofette,composte
Gregorio, fosse
S.
quale
codesto
pure
che
riesce
Il
di
constare
(2);
più
non
all'autore.
all'opera,né
dovuto
versi
dati
giudizioche
un
pronunziare
né
triplicedi
almeno
numero
un
abbia
integro
quali
preliminari del
si
p. 93
e
cui il poema
dei sedili
adagiano
banchetto.
sgg.
si
interrompe,
più
o
meno
i convitati.
Non
non
è
ancor
improvvisati e
siamo
insomma
minata
tervaganti
stra-
che
LA
SACRA
PARODIA
NELLE
quale
filastrocca, nella
ignote. Si
sue
dotte
di
note
E
da
un
di
non
il du
Méril
(1)
libris
vet.
ex
Rhemensis
Domini]
caena
manuscriptuni
anche
p! 410.
ignote
scritture
(3) Ved.
(4) È
la
essa
nel
p. 396
più che
che
egli
che
Cena,
Azelino
(2).
le evidenti
somiglianze
ras-
intercedevano
Salmasio
(3),
ed
testi
non
(4),o per
forte
stimo
dibilissima,
atten-
ostacolo
un
mezzo
lo
gomento
ar-
formassero
ne
io pure
fra i
il ritmo
luce, gli porgevano
i due
nelle
della
nome
ha veduto
cod.
meno
ha
non
la
delle
note
Juret
Salmasio;
cosa
del
:
Cena
(p. 101),porta,
VI...
aliquot
ante
Jureti
Francesco
deva
prece-
come
musicale.
reddidit,
doctissimi
Salmasio
questo tenore
aratro
et
Glaudius
p. 396:
Parisiis,MDGXX,
versibus
questa
in
Scriptores
Monachus,
397,
dal
infatti di
era
notazione
recensuit...
al
posseduto
Helisaeus
com.
Angustae
p. 396,
consacrate
accennato
tolto di
d'Azelino,
l'editore,una
Historiae
Salmasio
per
di
Méril
si deve.
strofa, che
La
afferma
(2)
cena
oltreché
(1).
cantata!
però venga
non
titolo,che
la
alla
gono
riman-
che
ritmica
Opinione questa, che
apprezzato come
Il
già
lingua
sospettare che
quando
che
di
e
noi
a
lui ritrovato, il du
avesse
aggiunse
che
anche
di Reims
dato
solo.
un
poeta
redazione
monaco
lui medesimo
se
del
Claudio
di Azelino, riferiti dal
a
contemporanei
di credere
come
una
di ritmo
da
da
Vopisco
a
il dotto francese
brani
notona
mo-
venisse
avvertire
possedeva copia
dettata
nenia
il frammento
Pubblicando
trascurò
una
infatti motivo
ha
tediosa
non
è uscita
scoperte delle attrattive
aver
letta codesta
i
287
MODERNE
fatica, al certo, donde
jjriani.Improba
debbono
LETTERATURE
secula
hunc
«
Salmasius
Azelinus
libellum
tituluni
libro
comunicate
ved.
cosi
p.
484,
altre
[de
suo., q^tetn
beneficiohabui, addidit,
aveva
dam,
qui-
illurn
etc.
»
Gfr.
ed
antiche
ecc.
410.
più probabile.
Salmasio, segno
ad Azelino
gli eran
11
du
Méril
manifesto
sfuggite.
cita
non
che
le
mai
parole
in
288
PARODIA
LA
Azelini
(1). Ora,
che
di
questo
di
monaco
del
che
ha
non
]\ra il du
(2).
cod.
parigino
del
nono
secolo.
»
codice
quanto
questo
contenuto
Chi
ritenerla
a
ammettendo
ed
sue,
di
piti antica
paio
un
neir attribuire
due
al
che
secolo
la
tutto
codici, specie
nascondono
se
per
nello
molto
volentieri
del
la
ragione
stabilire
antichi,
sono
paleografi se
sotto
due
un
modi
soltanto
io
non
o
non
ficata;
modi-
in
errore
dell'undecimo.
di gran
nulla
d'un
lunga
evvi
di
più
manoscritto.
le donne:
po' come
s' ingannano
gì'imprudenti
e
:
composizione
pare
che
il
renze,
appa-
di penne
una
la data
età,
abbiano
sia caduto
mi
nari
ordi-
avviso), potrebbe
suo
in
manoscritto
seconda
primi
le contrarie
adornato
Méril
il
ipotesi che
manca
ch'egli aveva
un
la loro
i
presto. Dicano
all'
Cena,
il Nero
il du
che
supposizioni
sbagliare
Enrico
sui
non
Salraasio
io sarei
siasi
di secoli,
nono
preferibile,sopra
facile
ad
offerto
supponendo
0
Delle
Azelino
che
che
i caratteri
codest'ostacolo
togliere via
cioè
abbia
della
probabile (ed
di
tentar
del
quello
tore
impera-
sempre
è realmente,
così
bile,
credi-
parte, afferma
ha
persistesse,malgrado
però
primo
se
d'altra
scrittura
rifacimento
lo stesso
terreno.
Se
però
scrivere
Méril,
la
«
il
sia stato
potuto
cartagi-
parmi
come
conseguirà
ne
nome,
nel
tanto
I
si tratta
Henricum
ad
episcopum
ammettendo,
di cui
Reims
XI
sec.
Cyprianum
anche
l'Enrico
MODERNE
condidit
quam
imitatus
imperatorem
LETTERATURE
monachi
remensis
nensem
NELLE
SACRA
abbia
ragione.
(1) Op. cit.,p. 396.
(2)
con
mori
Di
lui
dà
nessuno
quell'Azelino,
r 8
marzo
che
1054
notizia.
fu
?
eletto
Ma
sarebbe
vescovo
impossibile
d' Hildesheim
identificarlo
nel
1044,
e
APPENDICE
II.
IITEIDITI
TESTI
1.
n.
POTATOKUM
MISSA
Bacho, quoniam in scyphis et in cantris
Confiteraini
Et
potatioeius.
(1).
indignus leccator.
et
reus
ego
[Confiteor.]
Confiteor
(1) Cod.
(o. e,
copia
della M'issa
della
bacchiche
messe
Carm.
dei
pubblicata nelle
di cui
alla
il
di fare in
Btir.; I.^ la
AVright
non
ha
il frammento
H.
ne
fin
qui
note
si
è
col
presente per rimediare
tenuto
di divisioni
nel
ms.
Per
i
queste note dirò poi:0. V Ofpcium
messa
inglese del cod. Harlei. 913,
Ant.; 1.' l'altra,pure
Rei.
prima;
io ho
alla deficienza
tutto
raffronti che mi avverrà
calce
le altre
che
Messa,
sopra
la
prof.B. Malfatti, che
dotto
invece
vera
agli errori, e
2851,
Debbo
codesta
frammentarie;
più al meno
è
facile vedere confrontandola
quasi integra, come
conservata
Lusorum
Straccali
Boemo.
era
dal
tutte
canone
del
Lo
et vobis
possesso.
già avvertito,
ho
Come
sono
in
scrittore
lo
cortesia
alla
lungo tempo
da
era
che
ci avverte
64)
p.
XV.
f. 50 r.-51 t.,sec.
719,
Palat.
Vatic.
cantris eius
et omnibus
Bacho
reo
che
date
inglese,del cod. Harlei.
le principalivarianti in
del codice
monacense
edito dal
"Wattenbach.
1-2. In
Ylntroiho
cor
:
luogo di questo
invito
f. Introibo
altare
e
Bachi,
I.2 offrono
i^. Ad
più regolarmente
eum
qui letificai
hominis.
NovATi, studi
I \
ad
I.*
critici
e
letterari.
19
290
5
LA
PARODIA
NELLE
potatoribusquod
ego
potando, sedendo,
decios
vestimenta
misereatur
mei
in vita
iactando, filiiim Dei
culpa,
dolium
mea
periurando,
culpa], mea
mea
fratres
vos,
precor
potatore ad
me
prò
MODERNE
potatoi' potavi nimis
culpa. [Ideo]
bibatis
LETTERATURE
perludendo; [mea
maxima
10
SACRA
potatores, ut
ut
Bachum,
reumque
potatoris.
[Sociirespondent.]
Misereatur
in
bonam
tabernam
Liberet
15
te
Decius, qui
per omnia
vestimenta
perdere
ab oculis et dentibus
te
dictus
faciat
et
vult, et ducat
si
tui, vinipotens Bachus,
manibus
te
tua.
pedibus male-
et
est afflictio spiritus,quibibit et cantat...
pocula poculorum.
i^. Stramen.
7.
state
Le
parole, che
certo
omesse
restituite
quadre,
parentesi
In
culpa.
mea
maxima
m,ea
crupa,
fra
sbadataggine del copista. Nella
per
ripete tre volte:
sacerdote
mea
ho
il
Messa
1.^ abbiamo
e
Confiteor è però
il
crupa;
1.'
sono
pure:
intieramente
diverso.
12.
il nostro,
Né
14.
Liberai,
15. Decius.
che
eran
che
nella
Decii
—
i
affidavansi
se
680,
str.
(cfr. Carm.
1).
e
I
p. 21
di
Decio
in
contrapposizione ai
nella
significazionidiverse
lo
Straccali
di
dal
non
in
Bw.,
role
pa-
celebrante.
(1. e.)
da
ha
e
Goliardi
3, 4, 5, 10, 13, 16;
fortunati
mi
»
troppo abili,son
o
la asserzione
ma
poesia medievale
quella che
rilevato
latina
ne'
ha
qui
Versus
dello
si
parli
ricchi
uomini
infondata.
gli vediam
come
di
«
sembra
cui
miata
propizia,bestem-
se
str.
composta
come
nimenti
compo-
fortuna,
68) che nelle poesie de' Vaganti
»,
punti
di Decius
altri
alla
sorte,
174,
dai
nome
moltissimi
esaltata
n.
il
qui
figliuolidi Decio, Deciani;
una
Decius
queste
certamente
e
alla
giocatori poi,troppo
di
.setta
;
0., I.*,I.^,e
satirici,é dato
o
(o. e,
di
i dadi
giocatori,la quale veniva
seguaci
«
in
Messa,
avversa
Straccali
nome
chiamati,
erano
segnati sulle loro facce,
nostra
che
avvertono
cod.
bacchici
detti
inglesi
pronunziate dagli assistenti,m.inistri,
son
n.
i codd.
né
il
Però
certo
attribuita.
avuto
Già
Eporedienses,
LA
PARODIA
SACRA
abstractorimi
rantiam
in vanis
miser
operibus tribuat
et discors
Ad
vestimentoriim
omnium
doleum
Decius.
perseve-
bellipotensBachus,
20
Stramen.
R,.
in nomine
nostrum
tuorum;
tibi
et
perditorum
dissolutoriim, delusorum,
Indigentiam
291
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
Bachi
fecit Bachum.
qui
Introitus.
Lugeamus
seri et
il poeta
si dica
Decii;
perant
Adesso
ed
in
neìVHist.
io
Disce,
il marito
(Pertz,
miser
le
ricordato
quali
sarebbe
ritmo
del
Vendòme
porta
esso
nella
il
pure
962
ultra
fuisti
in
mi-
25
di
commedia
di
nome
su-
di
onore
il vecchio
sia
perbe,
su-
in
Decio
es.
superbia. Infine
omonima
Decius.
95),
Creso.
Decium,
quid
aut
esempio
come
Lidia
res
altro
un
Landolfo
da
Alberte,
miselle, quid
di
pregio
per
p.
SS., Vili, 54), il secondo
G.
M.
rammentato
schernito
plangunt
quasi
certo
quel
iam,
age,
et
sub
Peripatetiker, Halle, 1872,
gemme,
in
come
Age,
ululantes
iactatione
dileggio d'Alberto, conservatoci
Mediolan.
caso
è
qui Decio
cos'i apostrofato:
questo
di
possessore
aggiungerò
Ottone
der
(Anselm
e
mestum
Dei.
periurant filium
editi dal Dììmmler
diem
cuiiis
de
quadrati Decii,
errore
da
doleo
in
omnes
di
Matteo
iterai,
cunctat
—
ood.
18. delusiorum,
21.
distors, cod.
credersi
li abbia
i
sorto,
Versi
che
domine)
Et
perditionem
Badie,
sumus.
lorum,
nudis
poculorum.
23.
te.
Deus
tuus
Ostende
cuncta
e
nobis.
nostra
letitiam
Dolus
Aufer
introire.
m,ereamur
a
te,
del
condo
se-
Et
letificabitnos.
f.
ut
Oranius
eccezione
(ad
Oratio.
vestimenta
corporibus
nobis
nobis, domine,
Potemus.
tuo.
a
conversus
da
è
non
seppure
probabile, il Respon»
poco
conservati
vece
:
omette,
{Aufer
vesiimentorum
gem,itu
cum
in
1.',l.^
in
cosa
Oremus
si trovano
in
cod.
l'autore,
due
potabitur
tua
1^. Et
i
il nostro
Qui
omessi
ed
Oremus)
plebs
cod.
ad
Per
tuam.
vobiscum.
a
nobis
tabernam
omnia
quepocu-
pocula
Stramen.
QioW Introitus, identico
acefalo.
Gfr.
a
questo, comincia
Hubatsch,
o.
c,
p. 78.
0., che
è
dentemente
evi-
292
SACRA
PARODIA
LA
NELLE
LETTERATCRE
MODERNE
[Versus.]
Beati
qui
Gloria
in
laudabunt
poculorum
30
habitant
nulla
pocula
in
tua, Bache;
taberna
te.
fuit
michi,
habui
cum
in
nichil.
bursa
Griss, griss, hassart, heselin, scliantz, etc.
f.
Dolus
vobiscum.
li. Et
gemitu
cum
tuo.
Potemus.
[Oratio|.
quadratos decios
tres
sexaginta tribus
ut
presta quesumus,
torum
suorum
pendere gravantur ipsorum
tione
denudentur;
bibit
tecum
qui
doleum
per
omnes
Deciorum
nostrum
cantat
et
oculis
qui vestimen-
remunerasti,
chum,
40
qui
Deus,
35
iactaBa-
ciphumque
pocula poculorum.
per
Stramen.
Epistola.
Lectio
27.
Actuum
.
potatorum ad Ebrios. Fratres:
Rogamus
beati, cod.
et
Fosse
da
in diebus
leggere: Rogamiis
etc.
Beati?
30. Il Gloria
in
deo, che
Gloria
0.
potori
nulla
in
sta
in
mentre
manca;
et
fuit
filioLondri
luogo del
Gloria
I.* e I.* si trova
(sic). Asiot,
in
così
excelsis
parodiato:
ambesasiot,
treisasiot,
qiiinsiot,quinsasiot, sinsasiot, quernisiot, quernisasiot, deusasiot.
UOratio
34.
qui VOratio
danno
in
affatto diversa
è
che
il nostro
0., dove
testo
invece
reca
I.'
è brevissima.
alla
fine
e
I.'
della
Messa.
42. Hictuino
?), I.' e
apotatorum
testo
di
mentre
in
I.^
libera, del
molto
nostro
0.
Apopholorum,
actuum
ma
(ì) cod. Sia
0.;
s'avvicina
tuttavia
-
da
legger Actuum
[Lectio ac] tuum,
L'Epistola infatti è
cap.
assai
IV, 33-34
più
si arresta
I.* e I.* il racconto
al
a
o
Acta
da
Lectio
(? leggi:
assai
parodia
una
quello dato
continua,
-
apurtatricum
degli
pari
Iciuum?
felice,
Apostolorum.
I^
e
di 0.
alla
come
è necessario
I.^ che
II
l'altro
al-
parola valebant,
avvenga.
294
SACRA
PARODIA
LA
NELLE
MODERNE
LETTERATURE
[Allecia,]
et in
cantre
In
inebriare!',
potavi,et Deciiis
dum
scypho
Allecia.
expoliavitme.
Sequentia.
Vinum
60
bonum
et
abbas
bibit
suave
priore;
cum
de
et conventus
peiore
bibit
fa
seguire
me.
Asiot,
il
che
asiot
pliiant
è
tramutazione
una
imitazione
burlesca
phetae (Anseig., 1868,
bonum
et
etc.
In
—
cosi:
quanto
Ad
Allecia.
59.
in
Anche
(otto). La
strofe
se
codesto
del
90)
prime
di
dal
convento
copia.
da
Riccard.
cod.
di
du
fur
prò-
vinum
esset
ed
il nostro
all' 8
Kunde
des
Sant'Anna
un
cod.
non
due,
a
che
altro
cano
man-
desca
te-
Mitt.,
di
cui
di
Straccali
in
Varazze),
un
di
II,
t.
già
godette
ai testi,ricordati
trovato,
dire
redazione
deutsch.
allo
lontana
al-
ne
sarebbe
come
diffusione
fornito
(mandam.
se
lat.,1843, p. 96. Ho
che
di
maggiore
dell'altra
Poés.
introdotta
numero
strofe; le ultime
quello
e
Alleluia
expoliavit
et
troviamo
un
aggiungerò
688,
àeW
il canto
conto,
poco
Méril,
unire
incontro»
pliiat ìnustiim,
canna
Vini
all'enorme
ora
tato.
ripor-
Danielis
clamavi,
di
qui
quattro
accennare
componimento;
.sono
offre
alla 6
riprodotta dal
Wattenbach,
p.
che
79),
p.
Evangelium.
composto
ma
neWAnzeig,
occasione
avuto
(o. c,
Lectio
faceta
Sequentia
come
H., rispondono
e
V
(p. 186), e
fatto molto
et
che
inesattamente
aver
inebriarer
particolaridi
delle
inserita
190,
esso
subito
lezione
in
non
la successione
in
H.
lui
indicato
è
cum
vien
bacchico,
codest' inno
p.
dolium
quindi
Allecia;
•me.
doveva
cyphi desuper
1.' in
ad
T Hubatsch
da
et
potatorem,
ho già detto
come
nella
desuper
9-10): Viditque potalor quod
p.
Rorate
dixit:
germinet
et
Bur.,
anche
introdotta
ciphi
Rorate
creduto
dei Carni.
antifona
la trovo
torto
a
inno
un
ha
8,
(sic) inehriavit
potatorem
terra
Isaja, XLV,
di
molto
di
Codesta
perchè
aperiatur
mustum,
secondochè
non,
enim
l'antifona:
quindi
e
;
nubes
dolium
f. Ad
tristitia.
cum
dal
(o.
c,
breviario
cui
io
seggo
pos-
LA
PARODIA
SACRA
NELLE
felix creatura,
Ave,
quam
produxit
omnis
mensa
Felix
vitis pura;
fit
in
venter
tua
[os] quod
felix
lingua
presentia.
intrabis,
quem
felix
tu
rigabis,
lavabis,
quam
felix in
quam
65
secura
et beata
0
295
MODERNE
LETTERATURE
labia.
colore,
0
quam
fragrans in odore,
0
quam
placens
omnis
ut
hic
in
es
dulce
Supplicamus,
ore,
lingue
sit
facunda,
voce
nos
iocunda
bibunt
devotus,
grex
omnis,
clerus
"5
!
gaudia.
personemus
Monachorum
vinculum
abunda,
turba
cum
70
mundus
80
totus,
adequales potus
et
in
et
nunc
secula.
Evangelium.
f. Dolus
vobiscum.
Sequentia
Fraus
è
Evangelii
68.
et
73.
flagrans, cod.
78.
sit cum,
82.
ad
invece:
gemitu
cum
secundum
tuo.
85
Bachum.
tibi, Kustice.
felix, cod.
cod.
aequales, cod.
86. Cosi
Fraus
falsi
H:. Et
anche
I.^
e
I.^, tranne
Sequentia falsi Evangelii
tibi
Decie;
tramutazione
del
intitolazione
cap.
XX,
che
leggon Frequentia,
secundum
niarcam
inesatta, perchè quella
19-25,
del
Vangelo
In
0.
argenti.
che
segue
di S. Giovanni.
'
296
LA
PARODIA
ilio turbine
In
dicentes:
90
hoc
NELLE
si
doleo
isto.
invenerunt
LETTERATURE
ad
usque
sit
veruna
Intrantes
tabernarium
et tres talos
Bachum
cognoverunt et viderunt
in
fuerat
corde
:
doleo
diviserunt
vestimenta
mensam
Bibentes
erat
quod]
cogìtabat
illorum.
Stupefacti
Keversi
sua.
Der
autem
autem
et laudantes
evangelica dieta:
per
disco.
isto. Tabernaria
Bachum
glorificantes
dicentes
sedentem;
vestes
dixit de
festinantes
quod [verum
valerent
quantum
suo
sunt valde
de
positos in
videamus
hospes
tabernam
hostium
invicem
et
dominus
autem
ad
ad
tabernam
quod
paratam
dictum
MODERNE
potatores loquebantur
Transeamus
verbum,
pieno
95
SACRA
tores
pota-
Decium
et
also
sunt
male-
felt,der Ut da.
Offertorium.
100
f.
Dolus
vobiscum.
0
Bache
fortissime, potatorum
88. Cosi
questo,
dei
parodia
vv.
Domini.
Non
in
procedesse
In
sacro:
ilio
et
quodfecit
sepio. Yidentes
his
jìuero
dieta
quae
vabat
omnia
autem,
et
99.
tutte
102.
ha
tissimum,
Al
de
pastoribus
a
ad
haec, conferens
sicut
Vangelo
dovrebbe
dictum
ad
est
mirati
de
et
conser-
reversi
sunt
dierant
au-
quae
illos.
il Credo;
succedere
autem
omnibus
in
erat
sunt
Et
suo.
Deum,
laudantes
viderant;
ipsos.
in corde
in prae-
dictum
quod
Maria
factum,
festinantes
positum
verbo
audierant
qui
omnes
si
libro
eamus
Trans-
quod
venerunt
infantem
et
si
come
invicem:
verbum,
Et
nobis.
cognoverunt
Et
erant
verba
hoc
Joseph
et
che
Nativitatis
die
ad
sa-
un'esatta
sono
S. Luca,
chiaramente
loquebantur
et ostendit
di
riportare le parole del
videamus
et
I.^
e
aurora
mostrar
per
pastores
Dominus
hoc.
in
travestimenti,
tempore
I.^
Vangelo
Missam
superfluo,
glorificantes et
pastores
in
credo
codesti
de
theos, quoniam
di
II del
cap.
tuo.
gemitu
cum
Vangelo
secundam
Mariam
invenerunt
illis de
del
Bethlehem
usque
est
ad
il
come
15-20
sogliono leggere
li. Et
esso
ma
manca
le redazioni.
L'
Offertorioè
una
veni
lezione
diverso
quasi
inebrianduni
cosi
in 0.
identica
et
noli
come
in I.^.
alla presente:
tardare.
0
—
I.- al
vinum
trario
con-
fior-
LA
PARODIA
SACRA
pientibiisstultos
dum
omnia
vobiscum.
f.
Sursiim
f.
Gratias
Vere
Nos
corda.
debemus
est
benedicere
devoti
niunt; per
quod
cantant
sitientes
quod
una
quod
per
Per
omnia
pocula poculorum.
potatiaudemus
Questa
I"
in
113.
e
quod
briati
ine-
cum
Habaoth.
Bachus
Osanna
120
in excelsis.
hospitismoniti
et de
bono
parte,
che
per
manca
la
esattezza
della
completamente
parodia
del
in
0.
tanto
luogo
cod.
del
Sanctus.
stampa:
Stramen.
K.
I.^.
quem,
120. In
cantatur
per
dicere.
liturgico è felicissima,
quanto
W.
gloriatua.
mensa
Preceptis domini
105-126.
testo
115
vita hominis
cotidie
clamare
ve-
excelsis.
in
Potemus.
vino
fodiunt
qui [non] bibit,qui vestes amittit [nec]osanna
Maledictus
clamat
in
bonum
dicentes:
voce
scjphi
sunt
satiare.
prelia
miseri;
Quantus, quantus, quantus Dominus
Pieni
est. HO
et clerici,quod
magna
ludunt
cessant
non
bene
nos
domini
potantur;
quod
et mustum
predicare. Quod
et
presbiteri;per
clerici,qui
fuerint,
ad Decium.
et in taberna
nobiles
sanitati; per
restituitur
potens
gratias agere
rustici,quod bibunt
venerantur
tuo.
domino
mustum
et
laudare,
miseri
gemitu
cum
^. Merum
merum
vinum
H- Stramen.
i^. Habemus
[agamus]
igitur
105
lìj.Et
Bacho.
reo
inebrian-
0.
pocula poculorum.
f. Dolus
ad
tardare.
Prefati
Per
297
MODERNE
malos, veni
facis et bonis
noli
lam
nos.
LETTERATURE
NELLE
Sanctus
E
in I.^ è fatta codesta
Sanctus
lo stesso
enim
deve
leggersi in
dicitur, sarà
da
Non
avvertenza:
I.'^.Dove
inserire
un
infatti
non.
il
125
298
Bachi
Pater
130
Decio
nobis
qui
adveniat
bonum,
in
et
hodie
dimittimus
in
es
et
dimitte
LETTERATLRE
fiat
tuiim;
Bonum
nobis
a
pocula poculorum.
sit semper
tempestas tua, sicut
ad
bibendum
sicut
pocula nostra,
[libera]rusticos
rustici
potetur vinum
vinum
potatoribusnostris, et
Fraus
MODERNE
bene
scyphis,
regnimi
taberna.
omnia
Per
NELLE
in
cratores, sed
135
SACRA
PARODIA
LA
et
inducas
nos
ne
da
nos
in lu-
Stramen.
bono.
Stramen.
4.
vobiscum.
li. Et
gemitu
cum
tuo.
mundi, da potare
tollis sobrietatem
Hospes Bachi, qui
nobis.
Hospes vini,qui
Hospes
140
potare nobis.
da
gaudia mundi,
habes
nobis
dona
qui tollis pignora nostra,
bone,
potura.
Il Pater,
127.
unOratio,
colla
fine,
lo
come
V
varietà
di
Bachi
Panem
è
invece
qui
ad
in
vini
ed
tua
da
sicut
254,
p.
è
dove
ferita
ri-
notabile
H., ma
con
vinum
istud.
vino
et
hodie
et
potatoribus
libera
sed
temptationem,
in
nobis
dimittim,us
nos
della
monca
i testi:
devorandum
et
Bur.,
ciphis,sanctificetur
in
O/feri,succede
certamente
1.^,I.^
in
entrambi
es
sicut
inducas
dato
fiat tempesta
potus,
magna
termina,
messa
aìV
del resto
principio (cfr. Carni.
del
nostrum
pocula
la
lezioni. Ecco
noster
in 0., dove
manca
quale
Antifona);
Pater
nos
è
che
nos
in
niat
Adve-
taberna.
dimitte
nobis
Et
nostris.
a
ne
vestimento.
1.1, U
Pater
qui
noster
potestas
Panem
pistum
Et
nostris.
ab
—
illa
ne
semper.
tua,
Cypho, glorificetur
in
es
et album
nos
scala
in
sicut
da
nobis
inducas
in
1.
{sic:
hodie
et
?)
canna
et
in
vitro.
{sic)compotatoribus
nialam,,
tabernam
veniat
Ad-
tuum.
nomen
sed
libera
nos
H.
Stramen.
cifis,cod.
135.
Alle
Agnus
rei
rei
qui
Non
cantatur
Dei.
Agnus
nec
Agnus
parole
rollit
qui rollit
Invece
talos
talos
in
in
Sanctus
in
I.^
1.^
questo
disco, miserere
disco, dona
nudis
fa
è
seguire st'altre:
quecosì:
parodiato
nudis.
pannos.
{bis)
—
PARODIA
LA
299
MODERNE
LETTERATURE
NELLE
SACRA
Communio.
quod vobis
Yenite, filii Bachi, percipitemerum,
est ab
tum
originevitis.
Potemus.
Deus
ad servicium
et
semper
eorum
uxoribus
talitate
filiabus
et
uti
et cantat
et semper
nostrum
de
que-
vivere
et
mor-
eorum
Bachum
reumque
omnia
per
da nobis
laboribus
eoriim
doleum
per
bibit
de
cleri- 145
inter
multi tudinera
precepisti
;
venire
ubiqiie
gaudere,
qui tecum
discordiara
seminasti, et rusticorum
dominorum
sumus
gemitìi tuo.
cum
qui perpetuam
rusticum
et
li. Et
vobiscum.
f. Dolus
cum
para-
150
pociila poculorum.
Stramen.
Dolus
f.
vobiscum.
^. Et
Ite, potandi tempus est.
gemitu
cum
tuo.
gratias etc.
i^. Badie
[Oratio.]
0
liquor optime, qui suavis
139.
già
in
citata
I.^ al
contrario
144.
Co.
et
Al
P.
14-5. U
I.*,e
qui
in
Oratio
una
mano
una
P.
N.,
Christe,
e
che
tibi
Contra
154.
Ite,
che
soggiunge dopo
gladiis
Accipite
:
nota:
Communio
in
Pax
Bachi
et
quod
vobis
datur
non
vestigia
di
la
fustibus.
I.^ all'Orario
perdiderunt,
suas
enim
Riporto quella
mancante.
e
che
in
che
Actio,
in
gratias. Qui
voluntatem
vacua.
è la stessa
qui
segue
alquanto più
esprime
bursa
si
facis
tu
etc.
in
I.^
e
0.
I.^:
secuti
simt
(sic:1. intrent?)
imo
dolium.
Gratiarum
da
alla
vestes
umore
vini
potandum,
cum
poi si
potatorum,qui
dopo Vlntroitus,
da
rum,
in
aniniae
eius
prò
N.
Collecta,
Bacilo
invece
c'è
Commimio
\_ab origine?] vitis; ma
Gaudeant
cum
la
detur
est
la
quia
Pax
sed
ad
es
in I.^ dove
manca
avvertenza:
paratum
succede
Communio
La
155
forma
nos
0.
è
più
in
aggiunta
In
recente.
tiene
che
H.
dietro
concisa
abunde
satias
gratias.
I.'
nel
la
e
I.* si
luogo
Messa
è
immediatamente
legge
simo
medechiusa
al
gli
stessi
concetti:
De
bonis
rustico-
eorum.
Reo
I.^
I.'^.
300
laico
ex
SACRA
PARODIA
LA
clericum
Veni
abbatem.
et
NELLE
LETTERATURE
rustico
ex
ad inebriandum
DE
Tertio
ad
aiitem
Sacerdotale
omnia
extant
in
...
Juntas.
MDXCl.
Cantra
(2) In codesto
bel
il
disegno
suo
la
combatta
bonum,
mea
in
malum
V Ecclesia
colorisce
in
prelatii demoni;
messa,
una
solenne,
messa
Sembra
bizzarra
157.
La
in
che
da
e
lo
trapponga
con-
meno
ne
accettata
sua
ecclesia
in
viva
con
all'erezione
opera
stabilisce:
Lucifero
si
ecclesia
deordinabo
tosto
nifesti
ma-
si modellerà
in
del-
priniitm
instrumenta
principalidella parodia,
tutti i
giuoco;
Le
particolari.
de' fedeli
predicatore
non
laictim, cod.
il
a
Chiese
i
et
ficia
of-
para-
nome
d'un
la
S. Bernardino
sono
le
Baratterie;
giocatori d'azzardo;
il messale.
il dado
riservata
allegoria:perchè,
laico
che
per
ordinavit
viene
lor
solemnia.
perciò prende
il
o
un
come
demoni,
istituzione
ecclesiastica
l'assemblea
vien
si dh
cui
i
quae
p. 307-310.
uditori
Chiesa
una
proposta
e
suoi
annienti,
ne
ille
secundum
le linee
poscia
terra
cum
Yenetiis, apud
.
XLII,
tutti
sé
a
dell'inferno, ego
re
m.issarum
la tavola
è
il
malignantiiim,
indicate
Così
e
guaecunque
assemblea,
cornuta
tertium
menta:
in
Cristo,
ai
narra
fondare
(p. 308).
beneficia :
et
i
aggiunge
dalla
gioia
et
.
ludos, Sernio
efficacia. L'infernale
salutare
però sulla celeste:
in
di
quella
a
di
(2).
Opera
Minorum
.
intorno
(1).
transeamus
distincta
tomos
il Santo
raccolti
giorno Lucifero,
Orci.
Alearum
sermone
etc.
incipit Introiho,
cum
Senensis
qualuor
LUDI
solennia
officium
Bernardini
(1) Sancii
noli tardare
IMPIISSIMl
missarum
qiiidem
et iam
monacho
ex
1^
MISSAE
ORDINE
asiniim, et
me
N.
MODERNE
Ogni
diavolo;
giuoco
la
tare
l'al-
infatti
Zara,
come
Lucifero.
senese
pago
tenesse
d'averla
molto
qui
a
questa
così minutamente
sua
302
PARODIA
LA
mihi, iam
iracundiae
Christo
Pro
ad
populum ostensio,
est
perditio corporis
Comrauni-
substantiae.
et
animae
qui
partes hostiae,
lusori scelerato. Tres
cuicunque
,
praesentia daemoniorum,
sit
,
astant
ait:
sit substantiae
praesentia angelorum
consecrato
qui
Praefatio
respondeat: Pro-
vini transubstantiatio
ac
eleuatio.
sit taxillorum
furore.
perdens laraentabiliter
translatio. Hostiae
in alterum
astant
MODERNE
perdidi. Alter
tantum
fìciattibi. Hostiae
unius
LETTERATURE
in ludo
videlicet
sit,cum
Heii
NELLE
percussione et
in taxillorura
vero
SACRA
,
catio
sit ad
:
Ite
est,
in nostris
ludentis
missae
missa
Benedicamus
nostrae
astantibus
in
ut
anima
innuatur
,
ludentes
si di-
cuiuslibet
astantium
omnibus
quod
omnes
atque astantes, si impenitenter decesserint,aeter-
nis cruciatibus
mea
Vel
peccatorum. Crux
clarius
sit
Domino^
est. Meritum
data
sit cumulatio
fine fiat
nio,
Postcommu-
raaledictio.
quod
intelligitur
raanibus
ciare
annun-
inuitare.
et Sanctorum
desperatione Dei
catur
Communionem
post ludum
tabernam
crapula et inebriatio.
sit
ex
imbursatio.
denariorum
sit
tremenda
stianitatem
damnabuntur.
maiestas
disseminari
Haec
vobis
a
atque
indignationisinuiolabiliter
n.
omnibus
per
Venite
per
sub
vos
omnia
iubet
totam
chri-
paena
meae
obseruari.
2.
BACHIQUE
INVITATOIKE
Venite^ mes
igitur et
(1).
xìotenms.
gentes tetines,
Qui de nuyct alles aulx matines;
(1) L'antica
stampa, riprodottada Leroux
legge Imitatoyre
nel
titolo. Alcune
altre
de
Lincy
scorrezioni
e
F. Michel,
ho
tolte per
PARODIA
LA
SACRA
Trouvez
NELLE
nonnains
Je dy
Sy
les
in
le vin est
condi'.m
mistionné,
52
—
35
Per
17
—
mia
39
—
XGIV
2.
exultemus
si
Deus
fundaverunt
ipsius
mi
Juro.uy.
quindi opportuna
opportuno
par
mattutino
a
salutari
Deo
col
nostro;
psalniis jubilemus
in
et
sicut
et
mare
rex
magnus
plebem
et
super
suam
altitudines
exacerbatione
tentaverunt
me
ipse fecit
adoremus
venite
ejus
vocem
in
et
terrae
et
qui fecit nos;
popuhis
outem
si
Dominus
Domino,
corani
nos
Hodie
est
ejus;
ploremus
ubi
;
quia
montium
ejus
et
illud
procidamus
pascue
nolite
secundum
diem
ejus.
obÓMrare
corda
in
tentationis
vestri, probaverunt
patres
ante
quia ipse dominus
oves
audieritis
aridam
et
et
serto;
de-
viderunt
mea.
5.
Quadraginta
semper
hi
Gloria
nunc
patri
et
annis
corde;
errant
quibus juravi
et
se-
etc.
manus
noster;
opera
43
—
credo
:
cantare
confessione
fines
omìies
Venite
Quoniam
vestra;
suol
repellet Dominus
non
sunt
ipse conspicit.
;
ei in
magnus
Qitoniam
ejus
manu
3.
33
—
etc.
deos.
4.
Y
senso
jubilemus
Doiuino;
facieni
Quoniam
omnes
Deus
42
—
dà
non
salutary
—
:
Venite
Deum
fuy
Salutary
emendazione.
praeoccupemus
in
24
—
6
—
agevolare poi l'intelligenza della parodia
1. Venite
ei.
domyno
bibention
riprodurre Vlnvitatorifan, quale
salmo
3
della stampa
bacula
venite potemiis.
vinum;
cioè:
e
probaveront
qu'il est
la
honuni
il testo,
repelet
—
5
ei-\.
più chiaro
Nonquam
hymnes
confessione
Ecce
14
,
nostro.
Jubilemus
rendere
beguvnes
corame
Jiihilemus, chantons
Salutari
303
MODERNE
le domino-o.
soublz
vous
Autant
LETTERATURE
in
et
semper,
ira
mea,
filo
et
et
in
proxim,us fui generationi
ipsi
vero
non
cognoverunt
si introibunt
spiritui
secula
sancto.
seculorum.
in
requiem
Sicut
erat
Amen.
huic
et
vias
dixi:
meas,
'mea/m.
in
principio
Venite
etc.
304
10
PARODIA
LA
NELLE
SACRA
le
Quoniam
Qui faict heurte
Super
De
cus
laisse nus,
suani;
Dieu
In
bas
ses
en
repellet Dominus
Plehem
Car
ne
arays
Nunquam
15
Bacus,
Beos,
omnes
ses
dieu
grand
MODERNE
LETTERATURE
ordine
compasion
sa
par
hihentium
Ipse conspicit-jt.
Venite
20
le
Qui
fist tous
nous
Manus
eius;
Venes
tous pour
Et grosses
Salutari
25
de
dieu
grand
Quoniam
potemus.
mer
croistre et former
l'adorer,
larmes
a
luy plourer,
nostro.
C'est nostre
dieu
C'est le
pasteur
Pascne
eius.
et
a
nous
qui
hommes,
ses
nous
Ecce
sommes
honum
:
etc.
Hodie, quant le vin verres,
Kegardes
30
Corda
Dieu
Et
sy
De
bien
les
trespasses.
vin asses,
diem.
ventre
mon
Opera
pour
de bon
trouve
Secundum
35
aferres
vous
vestra.
Priez
On
ou
devyent ront,
boyre prohaverunt
mea-2i.
Venite
quarante
Quadraginta, puys
Tous
bons
Proximus
40
Drongars
potemus.
yvrongnes
combatans
fui-j.
de bons
vins
recreans
ans
SACRA
PARODIA
LA
mieulx
Valent
Hi
et les
LETTERATURE
305
MODERNE
mescreans
corde.
errant
in ira
Juravi
NELLE
mea
Que la bierre ja n'entrerà
requiem
In
45
meam-a.n.
Ecce
Gloyre a
Et
etc.
premierement,
Noe
Lot, qui sy fermement
a
apres ho-o
Beust
qu'ilperdictl'entendement,
Tant
Et
bonum
filles mesmement
ses
Fist le fredo
50
;
Ainsy qu'il les bacula,
Dieu
doinct
nous
paix in
secula
Amen-en.
Seculorum.
Venite
etc.
Finis.
n.
Questo si
che
Nui
debiamo
El
dio
nome
suo
Dicendo:
(I) Ristoria
noster
l'una
più
de
bela
invocare
qui
,
es
e
letterari.
una
in celis:
capitoli st \ botti
"
deleteuola
Sotto questo titolo due
autori.
critici
noster
barzellette
all'altra,rappresentano
NovATi, St»di
deglisoldati (1).
dignamente
) molto
cosa
de cotadin
nosfer
pregar[6]
Pater
noua
di vilani
da
è el Pater
lamentano
se
3.
contesa
da
ri
"fe el Pater
| dere
posta
com-
silografie,sovraj^poste
e
quindi la
riappaci20
306
PARODIA
LA
SACRA
NELLE
Se da li soldati
Che
non
Nu
staremo
Dicendo
Tal
a
guardare ;
haveressemo
vi pregamo
'1 te
se
si
El
che
15
mis.
la
senza
per
5.
divisione
alcuna
chiarire
di alcuni
10.
x
Un
de
più
evidenti
strana
carissimamente
:
questisi |sjcognoscente
debbo
che
septimana,
cosa
esemplare
strofica
senso
nostrum.
questo cotidianum.
la
di 4
ne
spesso
errori.
carte
all'amico
nella
si eccettui
lascia
non
num.
s.
esiste nella Misceli.
copia
mancante
modificazione, ove
il
;
menazi
panem
pregamo
Ne
solazi
molti
Opuscolo
litiganti.
2175.
(a stampa)
e
volta la
alcuni
{sic\
sicut in celo.
tempo
festa
una
alle
Sono
de'
ingani;
con
signore,vi
ficazione
mille
paririauna
ne
Perchè
0
tanto humani
manzano
ne
aifanni,
tengano per pazi,
ne
vengano
tanti
tua.
butar
bon
dì fanno
sei fusse
E
danno
con
Questi soldati
;
divotamente,
podemo
haremo
se
tuum.
regnum
sia di tua mente
non
ne
Egli veneno
Et
ad
piace,fiatvolimtas
Questi soldati
non
ad operare
tra[tajn
sinistramente,
ne
Nui
Poi
tuum.
peccatihavressimo
crediamo
Ogni
attexe,
mane
disturbare,
vegneressemo
Non
offexe
a
Che
E
difexe
havessen
non
Questi soldati
Et
MODERNE
sanctificetur
nomen
:
cosa
Che
più
le
con
Se sti soldati
Dalli
haveriti
ne
diano
ce
LETTERATURE
a
V.
a.
n.
t.,
Marciana
Rossi.
tuisco
Resti-
stampa, che riproduco
l' interpunzioneaggiunta
desiderare,e
la correzione
LA
alcuni
Et
E
SACRA
PARODIA
E
dicono
se
nui
Non
siamo
Dicendo
Egli
:
defendere,
potente
el
nostro
et
dimitte
li
ciò
E
dicano:
vogliamo
podimo
tanto
Non
Che
Così
dio
Sicut
et
Che
Lor
Et
ne
Signor
ben
nos
fare,
avanzare
mai
de
Che
da
soldati
Sed
Ubera
nos
nostris.
presente
inducas
vogliamo
:
iustamente.
tanti
vi
;
cridare
debitoribus
domandamo
offerirli
lassare,
perdonare,
nulla
sono
Ne
nostra.
conviene
a
cessano
Abbenchè
li
tanto
possiamo
Questi
mani,
dimittimus.
nos
non
le
con
tirare
se
podemo
non
panni
debita
habia
ne
inganni
gionger
ponno
forza
per
nohis.
nostri
E
che
;
captivamente,
mille
con
robano
ne
hodie.
tanto
vengano
Et
nobis
vogliamo
se
similemente
pur
da
:
MODERNE
LETTERATURE
verrano
Prendono
Et
NELLE
in
tentationem.
pregare
ne
a
voglia
malo.
guardare,
Amen.
307
308
SACRA
PARODIA
LA
LETTERATDRE
NELLE
4.
n.
NeglectioepisiolaeBeati Paulisper
ad
dete, quia in stadio currentes
(1).
dico, gau-
seraper:
iterum
bravi
accepistiset quod
uni
vestra
hominibus
est omnibus
nota
castitatem
inhiantes, paupertatem, humilitatem,
impu-
luxuriam, avaritiam, ydolorura servitutem,
dicitiam,
non
negli-
inmunditiam,
carnis, fornica tionem,
gentes; opera
quia
;
ducimini, dignitatem
lege,sed spirituambitionis
estis sub
Francisci
propter quod
pecuniae largitionearripuistis,
alienum
immodestia
5
apostolici
culti honoris
Sancii
fratresfietaeohservantiae
Fratres, gaudete in domino
erat
MODERNE
vene-
ficia,inimicitias, contentiones, simulationes, iras, rixas,
10
dissensiones, sectas, invidias, homicidia, ebrietates,comessationes
(1)
Le
invettive
presto
Già
ipocresia »,
Non
vita;
farsi
a
nel
trecento
come
la
si
casi nel Becamerone
confratelli
0
Gli
attacchi
Per
ricordiamo
Sanudo
come
un
latino
o
che
raddoppiarono
ai
ne'
et
suoi
(De
cattivo
Diart
beato
ingrato
dal
man
in cui
tempi
de
minor
la povera
Francescano
ecc.
»
che
così al vivo
sonetto
Francisco
nostra
contro
(II,867-8),
sonetto
:
ed
iociis
parca?
rando.
peggio-
essi andavano
che
questa
poltroni»
coro,
ciel vi si
mano
i
narrano
«
mediocre
un
era
,
gli altri
contro
e
scaglia
"O'
il Sacchetti
giammai
venir
6) ;
e
brodajuola
«
fiorentino, di cui si
uomo
minciano
co-
lesca.
bur-
fìerissimi; tutti
sonetti
Barbadoro
Giovanni
San
satirica
loro
la
Francesco,
san
vobis,
a
S. Francesco
poesia
principio:Frati
minori
fra
Sarà
M.
hanno
longe
di
contro
il Boccaccio,
diceva
(Giorn. I, Nov.
anche
est
nostra
scaglian
trafiggere quel dabben
seppe
suoi
si
di
nella
strada
fece già frate
divoto
«
l'inquisitore
enim
degeneri seguaci
i
contro
quelli che
ricordano
Dominus
sectautes.
di
parodia
essi
sia
fu
scritta,
riferito da
un
pungentissimo
E.
Cort.)
a
p. 73
gramma
epir.
de'
310
phizet,
30
vestrum
diaboli
et
dolentes
in
stiabunt
35
quis
perii,
tudo
et
habebit
semper
nostrae
40
et
necessitatibus.
!
Hoc
angustias
Iterum
in
vos
tacite
labores
sunt
itaque
multas
iudicia
facientes,
simoniacae
eos
in
et
inscientiae
nostra
et
eritis
et
semper
ambitionis
State
:
vos
angu-
sustinete
similitudinem
vestris
et
qui
tri-
et
vobis
dicam
vestros
cordibus
insipientiae
petitione
adversus
derisum
in
ergo
mini-
vosmetipsos
amplitudinis
auferent
qui
vituperetis
exhibeatis
constantia
magna
divitiarum
reprehensibilia
offensionem,
multa
in
MODERNE
LETTERATURE
omnibus
in
et
rainistros
bulatione
NELLE
dantes
unicuique
ut
sterium
SACRA
PARODIA
LA
si
impro-
dicentes:
nostrae,
0
alti-
quam
inextricabiles
nihil
viae
habentes
possidentes.
L'Alfieri
poeta
DICE
ISr
I
comico
....
Il
Un
Cassinese
Eitrao
le
e
interpretazioni
sue
dimenticato
poeta
....
La
parodia
A'ppendice
moderne
letterature
nelle
sacra
I
I.
rifacitori
medievali
—
Cypnani
.
Testi
II.
»
—
inediti
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