LI N33G7s NOVATI FRANCESCO STUDI E CRITICI LETTERARI l'alfieri IL ritmo cassinese UN la poeta parodia e sue interpretazioni dimenticato poeta sacra le comico nelle letterature moderne TORINO LOESCHEK EKMANNO ROMA FIRENZE Via Tornabuoni, 20 Via 1889 del Corso, 307 LETTERARIA PROPRIETÀ Torino VixcENio — Bona, Tip. di S. M. e de' RR. Principi. AD ELIA LATTES AMICO DILETTISSIMO L'ALFIERI NovATi, Studi critici e POETA letterari. COMICO L'ALFIERI il cui di nome Italiani degli da ingegni il per ripensi oblìo triste il cuore egli la e ammirazione grandezza Talché scritti. indecoroso uno de' e pochi la ferrea cui abbandono dall'universale qualche vaticinatori resurrezione primi ardita libera ha l'Astigiano quale » la ed « il ». 0 se di è non lingua con insperata poeta, a un « per e penda stu- ricordare pur tempo virtuosa, egli riaprisse gli l' dal- presagio dovere che vagheggiava una della essa : esacerbato triste sti-etto rosità ope- lasciati son spirito ben la nascondere a ne conda vere- splendida dissimulare, a la neroso ge- commossi la volontà, di Ne ricordano che quelle sublime, di lo crucciarsi abbandonate suggerirono. trarne fi-a i che intieramente ancora de' più quanto gli potrebbe quest' Italia, sua effuse basta in dimenticanza dai sono di meno gli quindi rivolga e a sentimenti infiammare ed potrà non mente d'animo, dell'Alfieri, la giorni cui a quali nelle opere que' nostri tempi ai sguardo scuotere bra lab- sulle di risveglio a assopiti, chi ; il in secolo, un ammirato correva significare a tempo gran Alfieri Vittorio di ormai lontani ripensi quei giorni, Chi COMICO POETA troppo conda vere- gnanima, ma- gli occhi, ALFIERI L chi di allietarsi invece se sa altamente COMICO tornerebbe non è il regno Tu, che In Italia temer vi è Osa gridare a confisca puoi tutto pur multa? e grande necessità,fortissimo si studi l'Alfieri. Meglio che stranieri o de' cenci! non ancora legga,che nostrali che le corrono esempì, gioverebbeporre fra triti forse sdegnoso: Giunto che si POETA bisogno i cento volumi scuole, zeppi di ormai ai mano i suoi giovani scritti,il pilibreve, il più umile, il più sconosciuto d'un quali rifulge sempre politico.Libertà dire può comico la Certo ! quali de' potesse in de' Lettera 1803). Vita, che per (2) « salvo in vero un (3) Ad nel le e alfieriane dell'abate ed. Le citazioni Dopo di non della finito ch'ebbi eccezione milanese nella di mi di alla uno II qualche a seguirci la un mai 320. varrò zione atten- giacche studiate volta una di sempre di (3), p. e per tenuto credutele di essere 320. Ignazio Ciampi, e tutte questa edizione. le commedie, 1864, cando, ricer- d'Albany (28 giugno Avverto più figurato del noi cortese state (1). gione egli ra- po' minutamente, alla contessa scritterello credere a eccellente andremo Ciò riosità, cu- de' contemporanei mente posterità ». Vita, Pirata studio l'animo molti, nel- a riuscire verseggiare sempre sono personaggio p. Vita ? sono di Caluso Mounier, fatte, mi giornale nuova poeta stesso (2). Aveva lettori,e lo faremo commedie (1) riescir crederlo nel ; persuasi. L'Alfieri, poeta genere si stancherà non se il era torto oppur le sì diverso ingegno originali,ce tosto, insieme nascerà pochi, però, i dee o soli,si lo pure poeta, pochi fra i quali inclinavano del Fra grande commedie sue morale affetti che quel presentatosigià il dubbio ch'ei delle cosa i due di maggiormente anche intento dimostrarlo, occorra non imprendiamo noi farà ne l' impero tennero , che furono sapere e quantunque e, nobilissimo dei inserito ripubblicato poi nel L e può non essere anzi grande, del del tutto privo d'interesse, trattandosi del solo gare poeta tragico italiano, l'inda- quali fossero le neir idee sue alla intorno l'opportunitàdi venuta come, COMICO POETA ALFIERI tradurle in commedia, e atto, riuscisse impresa. I. I Potrebbe, assai fuor né d'un di di religiosamente mantenuto, e che compiuti difficile arringo. rimanessero volume risoluzione 1880; biografici, Roma, di qualche nel suo volume solo II Commedie Ma esse far l'esumazione che, sembra ripubblicati Messina, fascicoli ma in-4'' (1) Cap. XXXI a 2 secolo valore sepolte gli non alla ! da Pure da un quali ed essi, al di ed ultimo, pp. 16 e p. 320. anzi sacrato con- Goldoni, delle ristampa disgraziato editore, i Governi cosi Pochi bene (Roma, di egli dispotici». favorevolmente: 32), pensò si sia done storpian- ma, dopo che, I e Guerzoni povero tipografia dell'Associazione, 1875; e, che e decimotiaoo, una tutti e fieri l'Al- negligenza il di riuscisse L'Uno ne' Metastasi© esumandole sciattamente Firenze, nel 1875 affare state La che nuovi che storici, estetici lavori segno sul nel tentata erano « de' buon un altri all'Alfieri, al crea stata era sperava diceva, titoli,ne tal a parola una studi alfieriani. italiano intiero dice di so non se commedie, sì improvvisa di im- italiana, non giunta davvero, cosa esecuzione drammi Teatro per non i veri che fa anno quasi non io proposito de' era fu non tentare farci accorti a tempo più nulla, (1), per di scrivere Commedia La postumo trattato strana desiderato sempre tarda sarebbe alquanti documenti aveva la E passo, gran scriver non cinquant'anni i avesse cosa all'ultimo proponimento, fatto da il tratto ad alcuno ragione, sembrare l'Alfieri, già vicino strana, che rompesse tentativi. primi smettere. tanto Carlo due ALFIERI L POETA da disegno vagheggiato un il comporre null'altro bensì prowiso pensamento; COMICO molti che l'attuazione molti e di anni, al quale tante e migliorare le composte, correggere della lingua e quindi lo studio faticoso ed indefesso tragedie, e, greca, avevan fanno, come frapposto ostacoli sempre dico, testimonianza, oltreché l'Alfieri stesso nella i svolgendo I indagini sono tali da sei commedie, suoi di risultati indurmi, prima immaginate 1772 interrotti fissarvi la viaggi in Ai primi infatti, provvistosidi sulla piazza , condotta l' innanzi. per scrive ^so di tra (3), la vita e e di di ammissione sessioni si tenean 355 (i) Pag. (2) Dal non e prof. (3) Vita, p. ed buffonerie regole,e erano la sera miei 126. Teza nel volume del di seguente lusso, a compagni i miei nuovo a cademia, d'Ac- diverse, che del medesimo. ad pataggini sca- intimi; e stringendoci stabilire esclusiva casa detta quelle prime però. Libera in dove allegra e spensierata altrove. E. anni Torino, a più di persone, permanente, somigliare,ma mordi pri- dopo cinque con tutte insieme, venimmo e ai germi, gennaio casa più assiduamente con poeta negli magnifico palazzo posto un furono dodici un i fosse Gli antichi « gioventù, quelli, forse di voti, di S. Carlo, metteva riprendendo bestiale sua, dal delle paesi stranieri,il suolo anno di mie discorrere trovarne l'Alfieri rivedeva, dimora. sua di nella le ottenuto nato, col proposito,giunto che era ciati rintrac- me conservati compiute e già letteraria. vita sua maggio non hanno Annali e da alfieriani che ciò quanto scriveva documenti giorni,a risalire,per della Nel nuovi manoscritti Laureiiziana. indugi. Di (1),nei Giornali Vita alcuni pubblicati (2), ultimi ed una essa società per via poteano forse Muratoreria Conte, e ». Le sebbene L intento altro non accademici la occulti, restavan cose di e sue, ei dice buono, non se dotto di lui in quella lingua ha ne in renziano, che titolo poco un l'Alfieri in conservati Fra cosette queste quella cioè Universale, cui diverse questo ebbe sale (1) e il cartoncino ms. : molta verità : più Giudizio, e luce coi segnato Juvenilia testo, si poco, incontro di perchè (2). teresse: in- molto Giudizio un loro propr" fatto era le ! anime rappresentate (sic) aveva talché noi per alle diverse dipingevano i caratteri con allusioni un : e che qual- i ritratti ed si invece tardi al leggono i notevoli dal Teza. primo nel frammenti ms. lo pezzetto un foglio due mise assieme inquinata. sermone sopra gli Alfieriani, coperto fra medesimo gallico legge 5 n. grigio. L'Alfieri scrisse nel di Voltaire scena domandando molto schiccherate Ibid. (2) È VI la fingeva stesse, ci sé che persone che « Dio di pieno conto un in in ha giovanili una lau- ora gratificòdi sciocchezze asino, scimmiotto un più era manoscritto, di malumore, lusinghiero:Prime francese da in gergo non qui parola, tre fatto quel momento un riuscivano ma che essere Degli scritti,per ogni ». quali vien de' rispettocuriosissimi, era di filosofia doveva che uditorio un Come miste pessimo, non pure e passabiliper intelligibili francese un quali rallegrare la brigata a (1), facete, impertinenza, scritte in almeno dei adunanze. periodiche l'Alfieri contribuì cose, qualunque mente presidente,settimanal- letti dal nelle « di scritti, gli autori codesti quando doveva, d'essi ognun erano nominato, naturale, anche rarie questioni lette- trattare volta, presentare scritti sua gli piacesse;e indole con anzi : giocondi i sollazzo, pure il che rifuggivano dal non fosse venuta COMICO POETA avessero filosofiche e ALFJEKI rimasto lettere, di Giornali di del 1774 sul dosso Il titolo, riferito carta bianco. delle e di taccato at- azzurra Oltre che quali parlerò e il fia '75, già messi ALFIERI L vivissimi della lieti e variati e da tutto e proprio,giovanile, far doveva motteggi dovremo fama, che giudizio invece ne ha dato il che desiderio di addentro si vede : osservatore Senza » sia il ha le nel ad che » (1) Vita, Sui V. di e del lieti e di ; non cercata, quanto e se muni co- vero ingegno dell'Alfieri,che e delle le abbia se, per personaggi colori con benché e, il o l'analisi fervida poco lasciato — che potenza Satire, che l'Italia a' tore dell'au- Universale variati di molti Torino, le allusioni miterem (3), ci li- testimonianza Giudizio ad più larghe son sì uomini contemporanei nel p. 127, manoscritti (3) Carducci, di sull' classiche ritratti vivissimi donne (2) i agli Considerando dipinte discutere a sociale, che osservare medesimo, « qui la uomini. il brio manca strettamente concetto allusioni o fantasia 'ricordiamocene — più un'ora tutti di entrar esatto ricordo. più largamente sono giudizio pronunciato però son vi acuto: l'arguzia. anime creazione tutto fatto trovare gli esercitò non cattivo. tutto ha ne (2), di esaminato, Vita, il professore interamente studiare psicologica:e queste della morandi me- ad altissima del non primo tanto e averlo del lavoro un fieri poeta, si ingannerebbe; all'Al- mancasse stesso, sé sempre il del contemporanei pare e fiorentino diatamente imme- quella lingua tanti stato severo scrive di in senza essere assai esso ciò già pervenuto era donne ». bersaglioa quale per sperasse, uomini tardi che nominati e giunta composto l'editore E. Teza, Chi scriveva deve non Un « l'Alfieri convenire, anche il lavoro sì uomini riconosciuti quando , molti (1) per più COMICO l'uditorio che pensiamo che di città, venivano nostra Se POETA di Prefazione V. A. al Alfieri, Firenze, Barbera, nella Laurenziana, volumetto p. 6. Satire e p. XX-XXI. Poesie minori L Giudizio non asseriva. Ben se il quale noi se è non forza comica, queste doti. Ma però, modello dirsi di sovra torio, l'udi- come beffate come e Conte; vedremo, Il lavoro ci l'insieme poi, nel- di vivacità, di brio, di assolutamente privo di però ciò dal or le sembianze. può non prof.Teza fu scritto, riconoscere le persone un il possiamo, Giudizio ravvisare ancora y difetto,come non di tutte, di alcune non dato è che vero COMICO far immediatamente nominare ma è POETA davvero possono il per ALFIERI volentieri lasceremo dici giu- i lettori. Al dialogo, scritto e se questo con giovanile del grande tragico,giacché il concetto per precede una assai si avvicina «. Decembre Ilkistres femme: mais Prince me « met Je le lui de brassais 1773, Turin. de je tous tombais vous un à rigine l'o- narra Anch'essa utile rirla, rife- Società. dessus. ici de des ses je vis (1) Si legge nella prima (2) Intendasi guignon. sur génoux, qui ne faccia jolie une de dant pen- chambre Gour divine» importants. ingrat vers adora- ses phisionomie (sic),que rude, quelques légers mouvements je peu services ètie la de utile et valet de échanson point ne étè excellent L'emploi grand Paradis. ai vous cceur paroissent étre protéstant que sans un rendre jour la à du préssois vivement; quils en est vous préssois un connoissez ce Luciano, crediamo (2), j'ignore si je là passons tendresse: ici de di Universale. Lavrian j'avois pourtant méme teurs, je le vous membre Farine!, qui à la forma stravagante ortografia(1): du sanguignon vie ; ma du Lettre Giudizio lo per alle opere dell'Alfieri,e la mantenendone « sul fattura certamente « e lettera,diretta alla società, la quale della relazione è possiamo indicare nome dans sa sont la un cave: peu je les quitteroispoint cette del ms. 5 ed è plus propres lui humble inedita. em- pò- 10 l'ALFIEKI sture, s'il mille. Il ìnclus dans accordait ne releva me alors, et cet que leur continuer pour Je « de et si écrit contient. Tengager à donc ou de éclairer; pour à étre vous Le dubbio, sotto i nomi si nascondono due di De dal la paradiso (ed è Lavrian pensi però che piemontese in che gli {ì) scritti che e si servisse sotto talché due (p. XX). che più il conte se il aveva lettere, che dei la nulla l'Alfieri sola Giudizio punto ricevute di troverà tal membri di di da me della stampata quali ragiona codesta il derivazione. fosse si e paradiso, quella società credere, chi famiglia assai poco si come ci avverte ». di conservano quali Cosi è si il Teza mai, finge spedita non fra i stato si dicesse prof. Teza, tutti erano nelle e che e, meno società uomo cognome società, Lavrian, dal ma : di Lavriano^ Lavriano di membro come lettera poco dei di nome questi tempi precisamente a letti alla nome permette alle due, delle né finse principii e Ma e il ed illustre conte un presentati L'Alfieri « ragiona né Torino l'Alfieri che anonimi: Di del di un'antica Lavriano, sciuti. scono- giunta probabile proprio pseudonimo. D'altra parte l'Alfieri un lui di era che scibili ricono- specificato l'Alfieri di patrie memorie, raccoglitore e credibile di lettera prince noi a (l) ), che riconoscer il cognome viveva erudito della si dì e ma prima a ». spedita nientemeno epistola, altri asserito si debba stesso,autore Lavrian Lavrian era dir vero, a stato infatti da di De cui scherzosa Sembrerebbe, trépassé personaggi,facilmente dall'allegrabrigata, che Prince heureux memore De Farinel du utile. « Senza morale » je sérois trop moi vous determinerà avis des profiter saine me les retirer. pour ami en feront je que Tenez, qu'ils « profitla à en illustre fa- son mots: qu'ilsmettent faveurs vous je puis continuer ces à papier ce mémes L'usage qu' ils mes conseille vous dit et signalée remettant me me lisent,qu'ilsréfléchissent CUMICO faveur quelque lettre,il ma poeta di affermare Lavrian. dal diso; para- attribuita l'alfieri soci firmata l'avrebbe non 0 fra le tante più che congetture principe ben gloriosa Farinel lavoro, suo degno per figura della tratti di troveremo che la in molte soleva ed accortezza difetto suole si e della lettera (1) In delle l'Alfieri delle torinese intomo come due dialetti negli altri. lasciar credere l'Alfieri: alludere della generava de- che semplicità propria persona. l'epiteto di Farinel alle dimostrano che persone non si facevan certo Guastalla. potuto, le allusioni m.anoscritto, preceduto lettere, di cui si sottoscrive bizzarre Farinello nei nel impartial. toccano (2) da (2) : doti queste che di piemontese, del d'introduzione,passiamo all'esame una Véridique il culto il raffrontiamo monarca volesse III, quanto sappiamo con del l'Alfieri che appartenere alla se così, per quanto abbiam tosto segue bene, Farinel applicare al vincitore Kischiarate che Or piemontese ardire De braio feb- Emmanuele di rassomiglianza tali dialetto fine, in In tribuiss at- al Nel valore. Carlo virtù abitudini negligenza per ci alcune esporre cioè prima fisonomia, l'abituale burbera lettera,la ignoto, di prive quest'ultimo appunto a come delle e la noi a morto era giocoso ritratto del Prince rale, pitinatu- potrebbero fare, si possiamo mesi Sabauda. dinastia aver trépassé della società. meno alquanti La (1). che ci sembran non 1773, il o Prince al quanto scrivesse vediamo come nome piacevol motivo, Lavrian, membro del appostovi, supposizioni un per In lettera,probabilmente questa: che l'Alfieri,scritta dunque par la falso l'Alfieri,un altrove fatto o 11 comico egli stesso scritta avesse e poeta Modeste Ambedue dicerie è questione nella si al f. 16 spargevano sonoro nota cedente, pre- nell' altra Simplicien, si trovano che dal lavoro del nella ms. il 5 e società all'allegrabrigata. valeva furbo, scaltrito, cosi dell'alta Italia; ora è vo(fe nell'uso antiquata letterario, nell'uno e l'alfieri 12 titolo di tei et dal dei personaggi ad cima destra delle e Figlio e Kaffaele. In che di mostra Su si vuole, andar presenta alla tutto coloro d'un né male, non fur e che re che l'eterno si vivi,vien da Dio Padre rares leur (1) L'Alfieri sont il 28 e di primo Eois Les Carlo strictement pas allude poscia ministro Re « probabilmente da aprile 1775; Emanuele segretario ma, li, dell'Ordine seconda sua vita fra coloro ne che è bene mai di venir de- decisione, vont par dues al médiocres, dice méme sua Amedeo Vittorio servir registrarefra gli Antonini, fatto qu'il faut les encourager guerra sotto IV. posto la giustificare per della reggente d'essere di sarà (1). La fatto in d'un lasciato aveva guerra, se prima quella è punizione sua ha non invece Traiani, gli Enrico ne della penna. irriverente, divino insultava egli nella che qual- e giudizio. La il tribunale la peggio: vivendo, che, l'anima qui al bella fanno Giuda di molto intero tutto che, eletto ministro avvocato i si che ombra condotto è anche faccia di Mosè, il pomo corna lasceremo faceto, ed boleggia sim- cantuccio un sala pili bizzarro, che tono in giudizio. Nella la borsa questo in Gabriele; segretari ; in i l'asino di Betlemme, di cosa Siede triangolare scrivanìa d'Aronne, le la verga se d'Adamo, il ascolta »; distribuzione scena. parecchi curiosi; e n'est justice sinistra a di fianco stanno : la et Padre, giudice supremo; una mezzo esaminate Lavrian della decorazioni sera de Dieu verità, della per Spirito Santo; lo la Trinità le anime rozzo triangolo l'eterno un ai lati il a po' disegno, un qu'il les morts sur continuellement rend y été tribunal le redoutable car : toujours a tei universel jugement qu'il et Von jamais ferme e et tei qu'il est les vivants sur du Esquisse « comico poeta des Questo ironico ». conte Ghiavarina, III il 26 privato febbraio delle segretario Mauriziano. récompenses di fatto 1773; cariche, possedute gabinetto del 14 l'aLFIKRI soffrirà l'orribile in abitò scena supplizio di d'oro lago un fuso. del bel del poeta latino. 11 mondo, delineato 1' nel brio che entra d'un marchese, ottava in uomo gratis anhelans » proprio colto sul vero spiacerà vederlo prodotto qui ri- è non immerso che iti otto, ritratto suo eternamente corpo occupatus « tanto con star L'anima tempo un COMICO l'UETA e : Sire, l'àme « vois si heureux dans Marquis métier « les traces encore bien je pouvois le monde comment maniere, je faire noient la campagne, oìi qui il naissoit des enfants, miracles. Je femme, sa et rhume; avec les vieux, à du doient de chacun, tablettes tout à des Je qui ne reve- emplois, à fait souvent le avec jeune de des la mort de péro de la mort de avec les jeunes, vieux un juste equilibro entro de l'amour, de pas une mes mediocre tant égale réaction sur l'on que et quatre ne peut étre pour deplairejamais personnes, de exactement heures affaire de les devoirs de la la convenance, et de ce (sic)j'écrivoistoujours de n'éstoit une spirituel ; ceux le mari avec gages la dimanche la distributiou égards à car designer.Je me propos s'informer Ce des illustre consideration. le monde mes la ville pour et un qui gardoient la chambre ou enfin de tout J'avois par cet fus S9avant, grave, enjoué, misterieux, indiscret, sentiment personne. tour à Je serois confrères, qui obtenoient je m'attristois et avantageux,modeste: étre dans mes visite une rejouissois me fils,j'éstoistour son rire. que une visite à une j'en corroux; et mediocrement donnais me de un il faut poli jamais pour faire beaucoup manquais de en visage auguste: je vous et de mis a tout-court, suffìsoit pour » riche, beau, voici vous votre sur j'aye surpassé Marquis fus précédente d'autres ma pour me la sante sur partager differents ro- mes la semaine. de gratitude,de mobiles, qui tous pauvre qui avec l'amitié, la pitie, avoient téte, qui succomboit l'alfieri nécessairement jamais d'emploi, voulus ne plus pènible de j'ai été m'en si bien suis Iddio è non aquitté (1) attinger perpetuamente con acqua di legge perchè caratteri che dieci ombre, altre chi la li chiama ròle des remplacerez un homme un homme, de le à (1) Ms. ici,et cupazione, oc- schiarsi quello dell'immi- du le vrai triple talent en ruban 5, p. 6. dans mot, Je ce : mes la fis dans l'abit d'abbé vous tant fut en traces; ne me Je fus qu'une personne perfection, comme pour m'auroit reportage une fante investir une jeunesse ma vous d'autres), vain curiositè, du quittant le petit coUet vert: de le monde. comme point de de ra'avez premier lieu, second en voltigeurssuivirent tracasserie. irréparable croix pas abuser n'atteignitjamais la altra permettez-moi dis-je,incomparable foule obscure et de curioso, un giudice,vous suo très-difficilement que (pour moi, dans L'Alfieri hanno non di esse quei ficcanaso, réfléchi. En bien pas souffrirez me al vivants, mais n'avez vous ne di uno piacere il ficcanaso Seigneur,dice vous di fatti altrui: nei dire, que di i cui ed oscure vivacissima, altro provano interesse attenzione. furets voltigeurs, che non du in dicate giu- esser coloriti. Una speciale ciarlone; per uguale affatto persone caricatura, insoffribile maldicente, rayé destano piuttosto delineati che sono presenta « fondo senza presentano non però, la tredicesima, merita esso tempo, ad suo vaso un si quella del marchese Dopo ci sciupìo del il condanna e parere delle Danaidi. compagnia in ». fatto tanto ha le puisqu'je le monde, medesinao del però poveraccio,che dans fort utile je que Majesté divine, à Votre gràce cela pour j'avoisembrassé parceque et que tous horame un C'est taiit d'affaires. à 15 comico poeta mieux servi l'alfieri 16 faveur de à conoissance. café, de de enfin Je de chose curieux qui du jour, amant, son jusqu'au nez, pénétration. Je fus le dire café. Un bonheur mot de que personne dit bien discours avois et bene ou que où la porte d'une douce femme, un échapper récompensé qui ceux le banc à ma de ma disoient dont ceux au telle chose avoit la procura parie, ce qu'on tems (sic) les auteurs tout ensuite joli un quelqu' de de un le du exactement je courois alors triomphant mes Seigneur,je ne habit ou une amis mes (et monde), je le louois j'apprenois heureusement j'annonfoit(sic) à me (sic) de quelle fa^on je les à et un pas moi, croyant méme en tout-bas je voyois j'éstoisami perdis ne Cela on nommois portoit, en me devant recomandois raccontoit achété trouvoient se qui l'opera je se que découvertes. quelque plus gi'and ce fut, lorsqu'éstant amis point payè. Je revenois où tous Des il l'avait boutique, mes à avec beaucoup, je m'informois chand devant pouvoit les entendre. leur me lorsqu'j'eus le plaisirinexprimable je leur entendus. tabatière, nofa je je eft'et, lorsqu'ayantpasse en amplement d'eux; je leur le secret, mais avoit y piìt pourtant pas de confier à satisfaction avoit ne il où et temps apprendre. Quelle à d'écouter deux que ce le perdre à blée; d'assem- et teau man- encore semblant spectacle pilier un qui, quoique enveloppé dans spectacle,confondu faisant de parvenues point l'oreille à decouvert vie ma la à point, j'en vis enfin sortir, au ne le lendemain, peine au sentinelle en m'interessoit ne où n'éprouvois-je pas nuit une toute endroits, voir à et jamais sont ne pendant point les maisons j'aurois l'inutilité, promenade, je n'aimois ^atisfaction toute fus de rue, toujours dans tins de certaines qui, malgré moi, d'affaires ma des uniforme cet bien de dans m'introduire pour comico poeta de quel le lendemain qu' il dans mon ne mar- à la l'avoit blée, assem- disciplesl'importancede finirois jamais si je voulois l'alfieri detailler voiis je l'ose assurer je crois et emploi suffisantes derisa ici de la vous charge avoir degliuditori,alcuno colui,la maldicenza del dall'Alfieri, Altrettanto données quale disgraziatamente soggetti a rappresenta un che persuasione di esercitare la voltato anche le in tre lavoro ritrovar dagli altri è Jugement continuare Cristo quella è deve distribuzione da contenuta un carta supporre. donnaiuolo ne seguito col Seconde il Session e, posto a non titolo quindi 12. e letterari. ad : Suite (1). avendo voglia di Gesù, sconsigliandolo troppo giovane, dall' interrogare le critici viamo tro- , l'esame, cede Studi esser qualità della la per vanitoso un è raffreddato si rassegna NovATi, di Universel. Padre come (1) pag. quali fascicolo il nuovo un L'Eterno gli appena prima sessione col giudiziodella diciottesima la in spiacevole ragionevolmente lo lascia almeno che ombra, al l'opportunità offriremo riprese: la delle sessioni,ognuna Terminata dimeno non- spesso la con piuttostolungo, dall'Alfieri in varie il sesto però, far noi: non professione, , du argutamente spalle. fascicoletto,diverso ed gli noi fastidiosa sua Giudizio, essendo letto il pubblici o privatiritrovi, ad accogliere in fianco stato così , apparente cordialità, ad ascoltare TI des preuves tipo vero, che tutti quanti siamo, sua era possiamo non il ritratto avrem cet certo susurrato avrà perchè con espion, son questa pagina ci diletta ugualmente, lettura di la nostro de remplira mieux ne en Ma- Divine ». le risate di priantVostre personne que avoit saisi et mul- curiosité en m'honorer elle veut jesté,si Fra je conclus r infini: tipliéà nome et avide ridicule de les différentes branches toutes industrieuse mon que 17 comico poeta esaminare le ombre donne. ma- l'alfieri 18 poeta comico schili, e prima fra tutte, quella d'un poetucolo,che entra declamando: Seigneur, Mais dans J'avois Je de d'un perdus Sans cela fait: la main. l'insipidelangueur, d'une jours aupròs auroit Princesse, la gemi presse. Soeurs sorte, il supremo questo punto, per nostra buona inviandolo a giudice lo interrompe Ma mal qu'à menton au talents mes sous ni bien, l'impertinente hauteur: beaux mes le? doctes J'aimois barbe misterieux fat ni petit air enfantin; un transi amant J'ai ans repentiroit(sic), me n'ai vie, je de plus pas je coeur cinquante à d'un Et mon sotte ma n'eus J'eus tout a declamare suoi i , agli versi ammalati vecchio un mentre del costui a cannone; udito ha non si dice che impostore, mai di cento avanzo in il vita sua taglie, bat- rombo chiacchierone bugiardo un poeta succede Al atYetti d'insonnia. che , parte di Brighella sul celeste teatro; indi sosterrà la vecchio libertino. Gesù rinviato ad altra seduta un l'esame , delle non erudito un a anime forza nel tribunale, dapprima, la sessione La Gesù terza lo e nel anche di Padre entra più mezzo contese, annuncia quindi (1) a pag. Kaffaele 20. da è mai ribile dall'inesau- coll'addormentarsi ; un piacevole battibecco fra stato si adira consultato , trattare e, per che al silenzio incollerito per(1); quest'ultimo, chè sentendosi di Gesù ascoltato. si chiude. seconda non ritirarsi, quando esser tedesco, finisce Spirito Santo giudizio vuol costretto inaugurata è per pesanti dissertazioni,entra forza a ma del eloquenza così di tedesco, autore si rifiuta e giudicate,sta ancor da intruso. toglierogni giudicherà egli di introdurre le donne. materia stesso: Il a Divin nuove comanda L'angelo ordina l'alfieri di costoro a ed degli abiti; anche del femminile imposer santo femmes aux male; egli è costretto finalmente giovane Padre complimenti si la « Spietatamente tutte casta: de' d'una la fra le cordialmente per sapere Vergine, ambedue, Plutarco pensa, e udite lo incarica ripensa, ma l'una, eglidice, non annoiata, le rimanda e grinzose,da E gli vecchia marito che San a e una saluta, prima della da gine, Ver- la Pasquale, tumulto nuovo un e che quale fra loro che sa voglion la è ad a mezzane donna diarono s'oesser peggiore. decidere parallelo.Il un terra galante. ipocrita creatura; : buon chiama greco conclusione: una nulla, l'altra anche sulla appare più ridicola! civette, sorelle, che può venire cameriere padrone. Ultima che vai ordina ; ecco non ma muove consorte Ma di fare non divinità, infatuata pazzerella, una la vita, tutta giudicate insieme La la incarica e si una di vecchio in il talché nessuna di corte, vecchie due son la di dama de' frati minori. ombre: Maria : forza a pietà, dà a mossa di sedurre, giudice: però da allora ferme; d'una ed affermando e si vantano vecchia più giovane moglie dell'ordine canzonano: parrà maggiore, ottiene non costei, vien la volta Francesi; poi indi lo Giuseppe rispondela Vergine, ed » dinanzi angeli le traggon Giudicata S. carezze, esse vece, sua presentiprima più e sia, il loro che giudicare in da donna. però spaventato, fa chiamare Eterno di che vecchio o d'en le talent Gabriele, il quale, prodigando a spoglino.Ma si che fare la lor bellezza ornamenti senza volta S. Giuseppe, allora eu perchè vecchio, lasciar a alle riottose che Questa ». le donne, riraan toujours a « vargli ca- sgomento ad informar questi manda e ma di inferocite, minacciano esse, tumulto, il perchè d'ogni ornamento, Eaflfaele ritorna tutto gliocchi. Iddio solo spogliarsi non 19 comico poeta meno. Maria, servire, brutte, vecchie a belle e capricciose hashlen, letterata, un Vergine, Plutarco, ed ottiene 20 l'alfjeri di andare dimorar a dell'autore poeta S. con si comico Ignazio. Per strano uno presenta finalmente l'antica priccio ca- regina d'Egitto,Cleopatra: Puisque je suis ici,je « contre jeune homme un mauvaise une fiel,il son n'eus la prete un me Vergine privilégesde la consolezvous le public du moins Così solo che il Prie, ms. errore di stesso abbia quel alla di in le questione di in del 1775. all' « serez nel credere Ad sui casi A momento. non odiosamata la stata dopo » Che che modo Cleopatra era solito si si tratti che più sul studiar serio aver rotto i lacci sua donna ; vale che a in rebbe sa- rileva di dal un l'Alfieri fortuita di di darsi disegno suo abbiano veder prendere com- il Giudizio al desto co- manifesta determinazione sua in lascia invece assai laella, sua Ora solo non stimo ogni di 1774. come Vita! lettori ai minciato inco- aver tragedia, ma 1773, probabile; io sia non nella stesso di della gennaio egli del , e disegno prestabilito, malattia alla dicembre tragedia se que sembri non racconta un la mano tappezzerie ch'egli conclusione si forte ha, più che senza durante drammatica. poco sans vous vous, rappresentare. Eppure poco far realtà una occasione farla l'autore letteratura scrivere e nel voluto de Vita Universale è D'ailleurs parlare di questa brutta, nella Cleopatra già posto memoria che l'Alfieri Giudizio scritto asserisce e je anciens plus impunement, nel l'appunto aveva des un idée per proposito di stato et que peut-étre sifflée et, sera il tempo episodio del anche de mentir meilleure la scrivere di tout Giudizio. sa, ognun la marchesa c'est produzione,perchè essa ingannare per {sic)horrible que dilungatialquanto (1) Come exhaler ». il termina a syavez une vengée bizzarra ma laquelle,pour la consola: pièce prenne Ci siamo connaìtre, compose me caracthère Poesie la : justice,ella dice, (1). » Cleopatre, vous « qui, sans tragedie,dans jamais Ma demande vous dato casa egli non o Prie, no è pensò l'avvincevano dire non prima 22 l'alfieri attitudine della in evidentissime di il medesimo se Voltaire del quale desta timorate, coscienze il quasi meraviglia anche oggi neanche era non trovare ultimi una novella, inedita questi trattate e dove fa le contro tuttora preti dettava egli che e tale, più degna, per voltura, disin- tanta con frati. E e tardi più poco sì sperabile rimanga è , verità, del Casti che di (1). Se lo consideriamo non quando Questo lo andò che tenue confuso e quella vita oziosa La nel scritta famosa Ne ho 1882 nel dato della (2) Vita, 159). di lampo medesimo alcuni in del poeta estratti in e un Letteraria. ' il cuore, di scrivere, « vita » (2). lusinghiera speranza che le tenebre il Conte tragiche la data Torino, e aveva della quale con articolo anch'essa, argomento lady Penelope inserito 1775. dicembre forma per liriche, 1774, versi, alquanto libera stesso del disprezzarsi, finalmente Sconciature tempo, Domenica p. 127. diradava Porta e saettando, finché,fattosi divagata novella un' altra avventura e le altre 3 (p. ms. precede fra come fosse, qualcosa che potesse aver quindi di tempo in tempo (i) Si legge del dizio, Giu- quale anzi gli deve desiderio, spuntatogli in più persistente e continuo, 1775 quando, del all'Alfieri stesso; il parve primo, timido conto parrà adunque lavoro da perchè fu scritto,non come produzione letteraria, il come il debito tenuto di nelle sdegno Giudizio nel frecciata una contro lui francese, , che sempre di penetrata nell'anima, gli più degne di rispetto son cose dizio giu- aspro, filosofo santo un ministri. scimmiotto « del divinità; loro quanto troppo sarcastica giudizi, pre- scritto esaminato; de' e l'Alfieri,dicendosi L'incredulità ». nome falso,per un molti irriverenti, della franche, de' sovrani quindi dava nello prove pitture, più che quelle, assai Non comico intelligenza,spogliata di sua abbiamo nelle poeta nel n. la Ligonier. 20 agosto l'alfieri condotto, fra donne tre anni del di quegli studi, nel poeta tragico, l'Alfieri sull'ultima stampate che sono sei conta ne pur lavoretto, è dacché / comico del brani recitata avuta (2) Vita, (3) Fra i contengono titolo e 156 p. che Poeti. Nel sul porta dalla occupati (24-57), dalV Eocamen un sol atto, de dai della 3 / un se rileggereil di dir il necessario per suo Ma punto. tentativo primo accennarne saggio non sere i migliori ed consecutive vi si fosse Laurenziana, opposto avrebbe l'Autore. stessa Cléopaire (103-107)). « 1775 » offre è per / dalla i il 1-107 Cleopatra conda se- (58-103), commedia titolo il f. 108; 3, Alfieri, : fogli versificati Poeti, il ed riferito scritto farsaccia, 1775), della il 2 già abbiamo Cleopatraccia ( 1-23 ), atti due, cartellino, ov' Poeti, cinque maggio scene verisimilraente non son (del quale dorso Cleopatraccia, tragedia. sono le nota. alfieriani mss. / e due per rappresentazione, terza una Ma (3). applausi con briga portare e inedite scene la crediamo ordito farsacela, or sunto, che rigore, Nostro, così delle (1) Fu tutto a argomento: peggioridella commediola, esatto, per pochissimo il tenue nuovo darsi comrae- , più. poco il sole,ed senza Poeti, o scene, verità fra le per l'Alfieri scrisse di due saggio (2), come scena dell'intreccio, stampò, brevemente quale, toccato della e farsetta or se, (1), si risollevava accolta l'Alfieri chiama che di altro, quale un diola, cui la recita stessa della tragediaforniva I Poeti, giugno preme agli indulgenti spettatoriuna udire lasciare per noi frutto primissimo saggio di offrivano Cleopatra, festosamente della il 16 a giacche il sipario,caduto comico; autore tevole meri- non affrettato ciò che al questo, che, insieme i 1775 prendeva costanza, intra- ed primo Ora Carignano. teatro si è notare come rairabil cui nel donna a Cleopatr accia, rappresentatain Torino la 1775 cavalli. Kotti e egli, con amore, suo 23 comico l'avvincevano tenacemente lacci che era poeta a in f. 109 l'alfieri 24 Colto si dubbio di e la rimprovera di cerca la una fiducia perduta ed eccita a la sua professionedi poeta tragico, di fame. Mentre altro convenienza. di complimenti li sciocco, non tanto tragedia.Leone che Zeusippo, infuriando lo schema segue f. 119 copia di una la Contiene Cleopatra^ il « separato ed autografe (p. 42-55), e nel traccia « / Poeti: fascicolo personaggi, omesso in 16 ad il rivale o no al Il ». della teme : f. 116; a vece è in- 2 ms. ba- scori'ettissima. ma A ò non col titolo di pagine. p. 40 Antonio è riferito del Tana, separato e 1775 giugno pertina co- con in sol atto, recitata un pur ricopiòla Cleopatra, che mano commedia che fino osservazioni le stessa Zeusippo, che, tragedia», autografo; quindi terzo un terzo un dopo rino To- Cleopa- la ». de' di (che così IV, 39 stanno morir fattegli,lo rifiuto rappresentata, il di Zeusippo Lib. di regolare, e questa su scena giunge di liriche Carignano teatro L'elenco Ombra in in per per compiacerlo che prime Poeti, della / titolo: col fu le dell'Autore azzurra ottima le critiche chiara mano, canzona i difetti essenziali se per cose « occupa fascicolo un altra che Sentimento lo invece prega commediola le lo Zeusippo, libertà tragedia quale e in della trascritte sono e è indeciso sua strapazzo, che sé la recita, a fare i soliti Ma accetta, amichevole indicarglicon In tragico,emulo viene, terminata quanto sembra, stesso. pari tempo discutono, comparisce personaggio,Leone, a in Cleopatra. avvilisce, or in da pieno caduta, egli si ora Alfieri, sua, vergognosa Orfeo, poeta lirico rincorarsi casa all'esito della audacia, ed sua ritrovare entra questa intorno presentimento di dal altri che è non principiar dell'azione,in trovasi, sul di timore comico sofocleo,il quale il Zeusippo poeta allora Ombra Cleopatra, si e. sofocleo, chiamava 67) è una d' parecchie e nella Epponina. come Epponina attesta di questa. se è il guente: se- straccione. per Tacito, che grafica dell'Alfieri, più gravi Vita, bisognoso, Orfeo Leone l'eroina, licenza dall'Alfieri Le ne Eponina Storie, teva permet- l'alfieri quegli spergiura che stoni. Ma garante, e Leone, A l'Alfieri si risolve saggio dato da lui fa della l'autore sua dinanzi opera se fa ne parlare. a terza scena) della commedia, questa cioè acquista qualche interesse dove ohe il Orfeo : principio della al (siamo interruppe calmo sarà po' rassicurato, un punto questo 25 comico poeta critica per la molo pubblico. Udia- al pertanto: Leone. Dirò dare che dunque il yosXvdiCleopatra si non meritamente può Tragedia. di nome alla Zeusippo. Oh cielo! bestemmia che mai è questa? Leone. Flemma, piena d'affetti,ma c'è nodo, c'è non tessuti sono non Cleopatra la vostra signor Autore; insieme, è composizione una v'è non intrigo, non scioglimento. Zeusippo, Ah ah barbaro, nel crudele, vivo più del mi tu cuor trafiggi. Leone. è Cleopatra troppo troppo piccolo e Antonio atroce, Diomede credulo, troppo Augusto troppo filosofo. Zeusippo. Ahimè, più respiro, io non io manco, moro Leone. Ditemi, Antonio od silenziosa se ci i furori immortale. di diecina una Insomma prolisso,il quinto ottimo. l'analizzarne dirovvi ma (sic)ogni soltanto assai fare di sola Sarebbe altro Onde annetto versi tutto e se prima di di non scrivere Rettorica. un ed e altre onore primo il quarto penosa ogni mancate muta il vostro buono, terzo di Augusto! faceva che lunghissima che stoicismo povero ne dico, il lo piuttosto quella ogni parlata scena, voi scena; di passabile, amichevolmente, lingua. un nell'ultima riepilogo il secondo freddo, imitate Cleopatra? il atto agonia imiterete vostra stupidità d'Augusto regalavate è nella amico, impresa sentimento: già d'estro, Tragedie, treste po- l'alfieri 26 egli stesso Facendo di segno l'avevano allora pur l'Alfieri dava, ben se modestia. di all'attenzione nel radicato suo da cuore Cleopatra la indegno, sembrava di ad lavoro permettere che non nimo rappresentata. Nell'a- lavoro tutt'al che all'incominciato che più fa segno , tragediapubblicata dal le miserande è stata Leone nota (2) Vita, p. miei In e è (1) Vedi era a volta di acri sua rivale (3),cui vicende di a rivali realtà personaggio clie FA. dà confronto commedia le tragedie paragonate quindi commesso invettive esamina mento argosorte con- la supposta nel modo immaginario, la stesso così le precedente. con poeti; le quali nella ripresigli Eponina, la famosa affatto così a fornito aveano Zeusippo (2). 157. sunto messa del commedia. e, tragedia; supposta, diciamo, perchè vi già gliene posta da Leone vendicarsi a perseguitatoSabino. (3) Nel di onorava della esame aspira che non prova, spiritismarriti che di sé glorie,egli arrossiva un Zeusippo, la vanità del quale del desse cre- parto affrettato d'un' ignoranza capace» « ritorniamo acerba a pure altre ben accordati quegli applausi Ma di lo reliquia dell'amor terza volta una presago suo, nome lo indusse fosse profondamente così , necessario, ogni più tenue affetto che ciò a sacrificargliquando , stesso: toponeva egli sot- pubblico. Ed quell'affettoalla verità, spinto da era raggiosa co- dopo egli poco queste che intiero un di prova (1), sulla Cleopatra franchezza e d'applauso, bella una soddisfazione sua severamente quegli spettatori» a le osservazioni, che in sincerità superano così giudicata degna osserviamo, Né sola scriveva, per critica davanti imparziale l'opera propria che comico poeta un error in dei « Poeti alcune di ad detto altre le potean tutto i rivali pure è si una memoria. riducono che la Cleopatra tragediesse di ben sorelle ad essere un sola, VEponina. questi ». solo, Leone, L'Alfieri ha l'alfieri Eponina, benché di avventure risentirsi delle a è la tanta cortesia di mezzo, E grammatica. della dalle passar per di censure aspre di ora i due di le ombre evocare mai Leone a il quale, nelle invettive già gomento ar- erano della e stanno autori fatti,quando Orfeo ai parole propone non Zeusippo, irritazione,si scorda sua e... Muratori, palcoscenico.Tocca sul rappresentate state giudicate buon fossero dal tragedia una per 27 comico poeta si mette Cleopatra acquetarsi al giudizio che Eponina ed, interrogatele, trovare ! La trebber certo evocate appaiono sull'istante accettata, e le ombre è proposta esse si po- tragedie.Migliori giudici non sulle due daranno di e : Cleopatra. Qual sucidi né i cotesta? mai è gente brutti più io di laceri e vidi mai non finché vissi né i più costoro. Zeusippo. vi io ben ma duemila ben mio carattere, Però perché in mi non in toccato m'ha alcune conoscete, di sorte riuscito famigliarmente se come di sia nondimeno veramente Ditemi, operare. mi voi, che confesso ingegno, vostro di dopo voi Maestà; vostra benché e conosco, anni il vostro vissuto. alla m'inchino Regina, vivere di voi con gere dipinavessi circostanze ho vi conseguente non trovavo voi grazia, amaste supplito col nel Antonio veramente ? Cleopatra. ]Ma questa parlar così con interesse in ti è vero rispettoda poco ad muove singolarissima novità per mascalzone. un esplorare le mie azioni? di me, Chi chi sei sentirmi tu? qual t'autorizza a tanto? Zeusippo. Il mio mi desta genio trascendente, Febo, un poetica vien che vivi, ma che fuoco chiamata. siete morta, che in prezioso in Del e morti, poi, vita non che fra mi grandi ardito si si incensano giudicano mirarli riscalda, noi, estro, signora Cleopatra, non severamente avrebbero illumina, che mente, resto, i m' che vena vi date scor- qualora da in faccia. quei sono simi mede- 28 l'alfieri comico poeta Leone. lo stesso alla penna di tanto accrebbe chiara ed illibata la fama. Dirò fedele Eponina, le la mia cui a virtù, che sue leggiadrissima sarà ne eternamente Eponina. lo Risponderò che stesso alteriggia(sic),perchè, voi Vespasiano, non a d'allora che Ma ci però venir Roma a nulla migliorato di fui non poi Cleopatra più poi e atta una salvar la condizione, mente, spaventò tal- mi concepir figliuoli. a vi dirò che a mia la minor con giammai fui non disgiunse nell'anfiteatro, in sbizzarrir lasciamo io farmi col avete anzi, quel leone, che d'Egitto,ma Regina dir il vero, a Principessa posticcia,e vita la il mio anch'io timento. sen- Zeusippo. Gara Azio, e si non voi vi di carattere queste nel uccidere, storie, mondo, anzi, passavate di forse quello la mia che prima che v'ho un le atrocità atroce, affinchè v'offendete, di grazia, resto, più sregolata per sua (sic), scusatemi, azzioni già diffamata eravate tal intraprendesse un penna la attribuirvi però ad dirlo, tra- a poi piangete e Non supposizionipoetiche; del fuggite pensate e senza vostre naturalmente. più Antonio vi ho fatto ond'io buone; e venissero sono accorta le rappresentano belle vostre fate perfida; però queste villanie son lo voi impazzire, accogliete voi perchè, sa fatto avete lo lasciate, anzi tale morte; mi voi Cleopatra, lavoro: passioni e nelle vostre meno io. fatto Cleopatra. Oh via, signor Poeta, altre tante come vedersi di e vita; voi vizi buoni a che si possa avere, a Antonio è leggere casta, tutte le virtù, poco Istorie né quando ha facilmente tutta, vizi. Via, non con fate colla da e nei il questa l'Eroe il è senno voi vostra vi siete neppure. masculina in vi in non si crede possiede le Vi che me Elisi che persuaso Non di egli mi non a ciuti, compia- celati. avevo certamente la smarrite belli dei Campi donna una ; e amante suo essere tutto Tragedie, fedele che fui belli vizi migliore opinione fortunatamente sviscerata ancora resto né di pompa d'Autori, razza palesar quelli a morto siccome e rispetto,lo di più poco nascosti, feci tener famelica morte, un miscuglio piacevole un mia la assicuro Del donne altri,barbara, dopo diverte portatemi forse abbia? virtù, poiché grembo ai nostri stupite delle con- l'alfieri 30 fare a poeta lirico? questo è il mestier un mio, chi ardito verrà abbastanza contendermelo? Eponina perde la pazienza I comico tre riprende la e poeti rimangono adunque via guardarsi a degliElisi. in viso: Zeusippo. Leone . . . Leone. Zeusippo . . . Zeusippo. Rideremo o ci offenderemo? Leone. Io vorrei ridere soltanto di voi (1). Zeusippo. Via, facciamo altri ma poetica; abbracciamoci pace il siamo letterati che una flagello del pubblico, ci fa importa, poiché Chi scritti)un coll'Alfieri, che sciocco uno dovrà », mediola, convien si trova è di è riflettendo nella espediente di molta ben chiusa vecchissimo del é è soffocata dal quale ecc. nella fuori esce Questo seconda i due rivali intervenire ad costretto Zeusippo in cui severità. venendo con- La di com- l'intreccio,che Universale., Giudizio adoperato; pessimo stile copia: superfluo e par senza seconda una colle brano rinnovano dal barbaro e un che omesso poi l'Alfieri lo efficacia veruna. brano volta, ed nella allora una lin- piuttosto gli insulti, cosicché parole: Via, facciamo fu là e qua ogni brio, ogni nell' insieme (1) Nell'autografo,dopo queste parole, segue nel tempo noi; sciocchezze « poco: mal e frizzo è felice, ma vis comica lungo, di semplicità soverchia; l'apparizionedelle ombre una qualche armarsi dirlo, vale in germe si ride Poeti., pur le sono non al I giudizio sovra equo che tre; noi e vivere? voglia portare (sempre furono tutti Orfeo soltanto pace tica poe- rappresentazione giudicasse,come è mente, vera- e l'alfieri guaggio. Non « che curioso dettati quello de' Poeti, di diffìcile nobili dei Il trovarsi. a il latino, pochi poteva non Piemonte In e uscito Giudizio, Né la ragione che l' pochi sapean l'alfabeto nessuno i Fra allora l'Alfieri. parlato sempre quando era appena pochi autori ammirati, letti, taigne. Mon- gustati:Voltaire, Rousseau, Montesquieu, Helvetius, Infervorato qualitéper de i trentasei trasuntare Ecclésiastique del Fleury Mille-et-uneiiuits. di che scrittore che altra tentò tre che (1) lingua, studiata mai, se versi GV Italiani, cap. tutte (3) Sui primi cose Xlll queste tentativi che ritroveranno, fra altri (2). Era saggi orribili in ampia quando se, italiano (le testimonianza) (3), Pirotta, 1818). nella ei medesimo io mi Cezannes, L'Alfieri a Domenica in parecchie fra le poesie confessa delle più scrivere, riuscisse a poetici dell'Alfieri della scosto na- fatica ad intendere (vers. italiana, Milano, s2ritterello,intitolato Fanfiilla e offrono ne di letto aver parlata, né letta. E ne conosceva studiata, parlata, che non compose Cezannes dall' '80 nel facea tomo: lette predi- sue li non fosse il Metastasio non una (2) Son uno Petrarca si ricordava Cleopatre, le Colascionate a e liomme àoiVHistoire poi alle quindi che, ponendosi l'impresa, scritte in italiano in ne Dante collegioqualche naturale meglio storici, egli d'un volumi ritornar e dell'Ariosto nome: in studi parte le dieci volte rilette Mémoires da poneva negli istante un per i egli avea divorati i romanzi italiano, (1). greco annoverato esser collegio;francesi di del non veva questo tempo, scri- di Piemonte francesi il francese; fatto Baretti, verso certo fuor dialogo italiano. in piemontesi, pochissimi È Poeti. brillante più facile,spigliato, francese, è molto scritto in il questo: vero lingua », propositodella Cleopatra: a giudizio dee pronunciarsi dei lo stesso meno assai di già d'estro,ma Zeusippo da Leone, si fa dir è mancate 31 comico poeta (a. II, n. prime « sono Yita. trattenuto pubblicato 37). sconciature fin 1 lettori vi » liriche l'alfieri 32 fu non pure mai vocaboli altre forme, Costretto Se francese parecchiefra furono evidenti 0 che poetica anche il in primo per quella ed citato,volea dir ricordava, non al Giudizio quel ed lingua Universale; piìiimportanti, perchè e gnano se- dall'Alfieri,giovanissimo, doveva non fece numerose quindi per sono stampato passo che arringo un parte lui in meno sono da noi che da fissar l'idea scrisse Per inferiori d'altra superioriperò furono non trovava, non Poeti invenzione per e »: ne vello cer- ticato, languido,affa- italiano,il luogo un I verva! pensava: Poeti tracce il vocabolo. conosceva non Le pensati. vena riuscire in poi nel assumevano prime tragedie,per lo sue fra le altre, in : estro, « le voltati e gli I quale si mostrò alla faticosa ricerca dei poteva che non contorto, scorretto. lingua scrittore esprimer idee, che per scritti in comico cattivo così primi saggi di prosa. nei poeta ritentare se non al presso sepolcro. IL Altri Del del desiderio, costantemente ad fatto Al mercè nella da suo alcuni commedie, Vita^ parte degli e silenzio ci in atto finora nostro, sua bella, che inedita nel lo studio in messa un luce certo Capitan del anche signor sconosciuti Fracassa del a tale sun nes- posito. pro- e pur guardevoli rag- progressivosvolgimento quella graziosa A. stesso grato poter oggi supplire, è , del ostacoli però accennare senza di mettere sua documenti per far prova impedirgli di soddisfarlo,l'Alfieri ricordo tentativo comici. vagheggiato, di proprio ingegno scrivendo sorti sempre ha pensieri D., 9 è tornato aprile 1887. a canzoncina dar fuori de' alla come l'alfieri pensiericomici negli anni decorsi, e chi A pochi, dalla tazione rappresenmedie concepimento delle sei com- al fantasia del poeta il manoscritto apre rimanesse non fra ottavo (1),cadranno alcuni volanti,l'un foglietti dall'altro schede cui sogliono molti s'affacciano pensieriche scrittori sott'occhio tosto diversi, simili affidare improvvisi alla fogliettiper l'appunto l'Alfieri, in oziosa. gli alfieriani, , nella Laurenziana custoditi come furono non (1775) (1800),la 33 comico Nostro, i quali ci dimostrano nel de' Poeti poeta i fuggevoli A mente. questi tempi vari alle varie e occasioni,consegnò i primi suoi concepimenti drammatici. Sul veramente scritto,se avea allora faceva altro, 1 Poeti, non conto che la Questi pensieri, primissimi molto bizzarri. Trattavano, o re. dimostrare , rappresentato da escluse vizio un Lussuria, la la Timore, , (1) È i di un sempre un legato volanti, foglietti vario precedute NovATi, Studi media com- diretta uomini, europee, di da critici molto alla buona, de' quali verrò breve letterari. cui Attori Savoia, la Spagna carte, in un e dalla « sono era la , che derastia, Pe- la papabili; cardinali eran o e rizia, capitale.L'Ava- meno Venivano Vira, la Simonia. Superbia, l'Ignoranza numero buoni l'Invidia, V Accidia, rappresentato dalla ms. o Totavifia poscia in ballo le potenze il più la Gola, Falsità, invece ogni modo, quali rappresentava , la I : non esistesse. quanto sembra, d'una a de' ciascuno » 1775 potesse patir poco e preti doveano « gli Eminentissimì essere infatti , Cardinali ad erano, », l'autore come Attori del commediola no, allegoricada intitolarsi a che forse l'Alfieri ma povera missimi Pri- « agosto 1778 potean dire, si non sta scritto: 15 Firenze, comici. pensieri Primissimi di carta quattro brani de' primo di Corona »: Fede dal togallo Por- Speranza comprende, discorrendo, sei dalla ché oltre- fascicoli, scritte le sei commedie, riassunto. 3 l'alfiert 34 Carità la Francia, doveano poeta comico dall'Austria. agitarsi sulla E scena Totavitia : Primo. parla, indi il velo tutti sotto al contrario Rigiri far per si mostrano cui i Tutti loro scelta Rigiri : si poi contrasto: diviene Atto Terzo. per ingannar Atto Quarto. per ingannar Gola li papabili. Totavitia, avendo non ridotto essendosi ellegge (sic) Gola, Accidia. o Corti. le Quinto. si potesse ricavare da verità, facile immaginarlo; qualche avesse dell'infelicità delineò pure Marito: del un'altra commedia lo schema, per che essa chi sbozzato la potuto riescire, cinque 15 nel agosto si Alfieri. intitolarsi da di di che accorse Il quale cinque atti nel giorno in prima curioso commedia una lo stesso è, in disegno non probabilmente prima, dairAlfieri Primissimi, Firenze, in la pure fosse certo molto concetto simile un non suo morta (1) Ecco, E valore. medesimo anno « Superbia, ministro. Cosa ed ecc. quali sono. corona (?) a esclusa venendo Simonia, Atto Gran Superbia, Umiltà, nome: Secondo. e papabili: Rigiri di Tutti Ira Papa mascherandosi piìimagnati {sic)., i Atto in parole stesse del colle : Atto Tutti naggi perso- cinque atti, dei per quali gioverà riferire lo schema l'autore questi strani nascere secondo Buon (1). di qualcosa conoscerne 1778. il più, foglietto: Il Buon Marito. media Com- atti. ATTORI. ' Claudio imbecille Agrippina accorta Britannico Nerone crudelmente buffone Ottavia buoni l'alfieri fogliettoterzo 11 1788 contiene » poeta colla Parigi, « pensieri settembre quali Burro il falso filosofo cortigianosublime 27 comici; nei Seneca Fallante il data i Secondi 35 comico si Lucano adulaf.or poeta rozzo Musico Medico bertone simile sostituì: Corner FA. di Nerone, il nome Cancellato Prima. Scena scienza, di Claudio s'alza di guerra. stato, Seneca, Burro, Medico. PRIMO. Claudio, gli persuade fuorché il Medico Claudio, Agrippina, a letto. che Seneca. Britannico. Agrippina, Scena — Claudio a paura compatisce. Quarta. Scena — Sesta. Seneca, Nerone, Fallante. Burro. — Prima. Ottavia. Agrippina, Scena il Cameriere. — Scena Quarta. — Sgena Terza. Quinta. Sesta. Ottavia, Quinta. Nerone, Burro. Nerone, Agrippina. Claudio, Scena — Seconda. rone. Ottavia, Ne- Agrippina, Claudio, Ottavia, Nerone, Agrippina, Scena Seneca, TERZO. Seneca, Agrippina, Burro, Sesta. Scena ATTO Scena Seneca, Ottavia, Scena — Nerone, Seconda. Burro, Nerone, Quarta. Scena Scena — Terza. Britannico, Agrippina, Agrippina, Burro. Scena — — — lo mette ognuno SECONDO. Nerone, Prima. Scena Ottavia. Medico i suddetti. e Terza. Quinta. Agrippina. ATTO — Scena corte Fallante, rimanda bene, sta non sua Fallante. Agrippina, Burro, Agrippina — Agrippina la con Cameriere, seconda. 11 Scena — ragiona e Claudio, Cameriere. Medico. letto il Cameriere. ed Medico, lo fa tornare da Scena — Sgrida e Claudio, lui. a ATTO di ier di Claudio, il il Cameriere, Nerone, Cameriere, Nerone, Ottavia, Britannico. ATTO Sgena Prima. il Musico, Musico, il Nerone, Seneca, Seneca, Lucano, QUARTO. Musico. Lucano. Fallante. — — Scena — Scena Scena Seconda. Terza. Quarta. rone, Ne- Nerone, Il il Musico, l'alfieri 36 facilmente scorge di chi la mente i vizi tutti le colpe di tutte le debolezze e di tutti e del dell'umanità avrebbe sotto ascoltatori negli l'un eccitare della concepimento, degno del e Lucano, il Medico. Medico, Cameriere Prima. Ottavia, — Scena Agrippina, Agrippina. tutti Piangon Curiosa Monarchia. di che 2. La Aristocrazia. 3. La De.mocrazia. Farigi 89). condo, infeliquia re- Musico, Seneca, Seneca, Lucano, Fallante. Quinta. Sesta. Burro. Seneca, cameriere assassinio Secondi pina, Agrip- ». I pensieri comici. » COMMEDIE. Qualche Qualche Sgena — dal un con 1788. L'elezione — Medico. Scena — annunziata DI Agrippina, Cameriere, finire dovea nico, Britan- Nerone. Medico, Claudio settembre — Terza. Fallante, PIANO 1. La l'ardito Seconda. Scena — Scena Nerone, la morte (1) « Parigi, 25 Il Musico, Ottavia. Agrippina, commedia sdegno QUINTO. — Nerone, Medico, lo Claudio. Britannico, Medico, e Il Quinta. Sesta. Scena di Quarta. costumi. ci restano, misera non Scena — ATTO Scena le fuggevolmente segnate (1). E linee — sferza, dell'Alfieri,rimase disegno Fallante. Lucano, la i corrotti l'altro il riso dopo , Seneca, chiamarla, nascondessero, deridendo si veramente alcune dramma singolaredodecaìogia. Ma colossale che coli: ridi- preti, soldati,poeti ed accademici Despoti, demagoghi, dovevano più questo menata le follie, combattendo superstizionie di tutte ai così di nidi, tempi, vituperando le tiran- a forma qualunque in satirica, per perdonare ad uomini, senza la satira nefandi spietatamente , collegate degli uomini, poeta, che ciclico, in questa epopea pervenuta commedie, gli errori,dai più disegno il ecco fosse predominante, concetto un maturità Dodici li abbozzava. l'una all'altra da comico maggior a come poeta fatto di Dario fatto di d'Atene sarà il tema. Venezia. (E poi aggiunse : o di l'alfieri 38 il titolo: Terzi ha 1790: cavallo a la moglie, sua Cavalier Marzio. meno allegorici, Principe il comico pensieri comici^e la data: al campo tutti essere: poeta del Avvertasi il Sonno, 23 i personaggi, che protagonista,dovevan la Principessa Principessa Accidia, loro unica Prudenziano, marzo la Duchessa Nidlay figlia,il Gloria, la Baronessa Presumi. Ecco le ora L'intreccio la sposare volge secondo. » terzo. » quarto. » quinto. la Commedia. linee Scena si materia caratteri dei e in di di di garbo Presumi, (1) Sarà Sonno. inno. proterva se vero Vittorio Gloria, attempatetta, per e e Spagna, sposa poche \ [ ignorantissimi f sciocchis- tutti e tre. e del matrimonio mezzano fissarlo bruttina e di disegno : Napoli. a e Titolo alle volte c'è leggere Principessa non troppo da questo riguardo sarebbe Accidia stato ; piacente. riuscirà. secondo questa commedia non per bella. stata ma bisogneranno. effetto: da e ) amicizia ad tutto atti seguono pretende, e bellissima e grassa Prudenziano, tradotto vuole. Vittorio rompe sima, il Presumi. personaggi: grande e comanda maligna: è disinganna della ricco, grasso Figlia: Accidia, Anche rivolgono. Napoli. in riguardanti i Servi che disvuole. Finalmente — Nulla, tutti. e no Rivuole. — distribuzione Madre: lo Presumi e o secondo Nulla, Prudenziano, Sonno, Vittorio Sonno, Gloria debba se disvuole, e Vittorio, Prudenziano — — Vittorio di (1). Vuole Xulla, Accidia, — » Alla Nulla Accidia, primo. curiose, parole dell'Alfieri: ma le incertezze su Principessa Prudenziano, Atto poche, dolersene. utile Nulla mai venne che è tanto Soll'Al- moglie del l'alfieri 39 comico poeta fieri la scrìvesse,che vi avrebbe cioè intorno all'ufficio ed all' indole del la loro parte ebbero in che di cui or comico, idee teatro sei nelle effettuazione idee sue medie com- discorrere. a verremo spiegate le III. ultimi Gli Dodici anni nel gioconde grande scorsi erano vigor dell'età speranze, lavoro di essi illusione, dissipato libertà del di di e poeta. forze sdegnoso ai suoi della esso predilettivolumi; d' limare più le nulla vagheggiato,di per sue di lo distrae dinanzi ostacoli: poeta sei commedie, nestrina, Il alla solitario d'obliare quel francese cognizione altri in breve, I mezzo dominio del che com'era greco, tento in- né voleva tanto tempo donato quindi abban- gli si riaffaccia studi, si rinvigorisce escono Pochi, Divorzio, di alcune e le miserie pensava all' improvviso dagli in Occupatissimo nella anima lustro, esausto donna, sua tentando Z' Uno, erano grande viveva commedie, pareva Ma del all' audace anni originale:il disegno,da alla mente, agli studio, tragedie,eglinon comporre sempre. la il decimo immortale. vieppiù linee que' generosi sogni di nudrita era omai sotto odio un neir addentrarsi scriver di accanto Firenze, patria, ricaduta a si di cuore travolta, fuggendo, un'altra l'ostinatissimo in odiava concepito ; dodici egli,varcato per prime sopravvivere a altro cui le Parigi aveva un gloria di Ed in l'aveva il ingegno, pieno destinato che scorsi,ed ognuno dell' e comici. fieri quel giorno in cui l'Al- da segnava non immaginativa pensieri delle dalla I fantasia Troppi, La del Fi- quali il concetto 40 l'alfieri esisteva invece da già gli il settembre (1) Per ideò le dai nello ventidiie nella Vita pensatura », Infatti titolo: primis le commedie, Al ». 16 ne' « per fissati poco ma immaginò tutte uniti al anni comici, la eseguirsi; contiene da da invece la « 14 « seconda straordinario caldo un data: sola una appartiene Fondacci press'a sono le pensieri preceduta settembre giorno un fogliettivolanti Quarti i veri forse e scrive nella le rimanenti; che dei dentro che narra altro un invece l'ultimo questo fatta quale politiche, risulterebbe sei e 1800 commedie i fiato le sei commedie (p. 314) l'Alfieri commedie porta settembre nella (1), l'Alfieri,a quanto 1800 giorno. tutte prima volta. del dopo di nota la per di altre : d'un manoscritti stesso allora mente sua abbozzate quattro 8, che ms. balenato verità suoi comico qualche tempo nella era ed Ideate poeta delle gli argomenti », singole : 1. L'uno. di Elezion Susa. Scena — Aristofane Dario. ridere de- per i Persiani. 2. I l'ocHi. I Gracchi — di elezion il Senato: contro Consolo plebeo. 1 3. TROPPI. oratori. 4. r Di al tre La Babilonia veleni. altrove o La — finestra casa del Re Carlo 6. Il al de' suoi Cranico. Gharta Magna scelta scene, diavolo. personificata.Scena de' poi furono Tutta moderna delle del nel Scena tutta. Monk da trono alle Cascine » fu ; nei / Troppi luogo medesimo; e Scala non dalle non ». la volendo Questi presentano, commedie, il 16 abbozzato pure la il 24 schemi , per eccezion quali più così fatta tardi Cosi / atti, diamo appren- V Antidoto ; il 27 « delle chiamarli 17 il Pochi lungo le « il Divorzio »; in alla foglivolanti, Cascine alle Finestrina fare in vari settembre; il 17 spetta materia commedia. ciascuna Genova. in che ciò della giorni medesimi a Scena stesse, per distribuzione in fronte ms. italiana. e commedie alla scritti L'Uno che della La personaggi, ecc., piovendo Fantastica — restituzione Azione: — abbozzi nel umano. II. aggiunti poi il 20 cuore del divorzio. Gli « la Scena: derisione Atene: contro Inghilterra. 5. a Alessandro — mura in via medie com- , della prima, furono stese notevoli renze diffe- dall'Alfieri ; l'alfieri ed Vita i manoscritti al sino si volse sei dalle notabile doveva apparir latino tempi Ma ». 11 (1) ultima ms. 8 forse poetica, poi mano la e tradotta l'Alfieri postille,come apporre alle cose data « 27 codesta nota: il cavallo di agosto, da' decollarlo dal 25 28; spirito,benché malattia, il Dario: fu 2 Re nel quinta, un continuata quint'atto,l'A. qualcosa vi le più appose non occupò l'autore iniziata il 2 il 12 questa ed dal nel « La ». il solito era per La Re al »; 23; « con alla fine del che matto seconda, legge: Lodovico, Luigi la quarta dalla interrotta dopo 16 bastante qual giorno, fatto la fronte vi si il loro 14 corpo! la possesso in fine settembre, nota: in più e che settembre, Man come ha celtica meno in egli del vile il 12 molto Naturalmente alea, ed est più ». caratteristiche. Giorno di non preponeva sostanza mezzogiorno a serviziale che fogli, midarepublica crearlo, terza avessi la Firenze. Entratovi La la da dalla Firenze. ». Agosto, e prosa vi per fra agosto, fu terminata Francesi nel al creato il 5 incominciata ucciso DI « cosi l'epigrafeJacta », mie bassi verseggiatura. quelle trentanove occupa luglio 1801 Lodovico, 12 che tutta giudizio. tutte dotta, tra- esser de' una scena una alcune saggio per commedia, prima curiose son sue, in la sommario generale in può Lucianetto dettate tano Spar- d'Alcuino, moderna « Dario la seconda barbaro « quante, di d'uno greco le invenzioni tutte un tutte »; quinta già scriveva ed composizione la più agevole ne dal qualche le commedie renderne per Scelgo di (1). sull'elezione latino »; un fine del credere, « dal dichiarava ultimissima codeste la forma. di la Aristofane di « affranto la sesta e la terza quarta la sesta quinta, il corpo verso prima greco greco contiene che della la questi tempi (sec.X) scriveva, dal cosi data di che farle di Cosi dal la »; lore ca- più di la ancora curare quinta ritrovata»; d'Atene prima era Mevio di tanto con consacrando potè V intenzione tradotta « più occupò ne quale terminata la fine a lui in però derisor « non non l'ultima, traduzioni. fuorché Re prosa, se lavoro, assalito da violentissimo caro fatiche, condurre settembre se nel risparmiarsi,a a soverchie dal il interrompere Costretto male. « in stenderle a non anno, giornia ciascuna, che, non dovette è confermano, lugliodel seguente 41 comico poeta sei steso giorni l'alfieri 42 E abbozzo, ardore seconda l'estate,si cui volta, terribile sprezzò, lo assalirono fece letto,gli due verseggiate Guarito nell'ottobre dicembre di qualche e Le commedie il 28 36 « dì del pagine fu il 29 dall'autore, « 1512. dal mese, a 1392. La il lavoro E di (che, sulle 6 poi a non 9090) commedie. socco ecc.; 1802». 8 dicembre commedie salirono il qui ancora e in stesa l'A. A essendo e che fu Alle poscia tergo di corrette di versi. lasciata in 19 dal finire per « nuovo: dei ammontavano Parere un ridotta vembre no- segue Finito di versi a sparte, di- sempre quali parole la nota intitolato: fu state composta di divenuti quasi numero poscia 1298, settembre, 1402, versi primitivo Pochi, versi consacrò 1413 non corrette, l'epigramma v. 1 . al 22 da ». 1472 agosto letto, smanioso mia l'A.,occupa di settembre vita a terminata e agosto, è cui a il loro in tobre, ot- lume vo- grosso 1802 stampa 16 », la seconda, della ultimo dal il Divorzio, il 19 « 14 ottobre, stampa dicembre, (?) a ed il 18 notava come nella gamba al 21 1684 1476; l'epigramma le nel e quinterni quante luglio », il invece, incominciata ha 1*8 scritta della guarito nella all' 8 sempre terza. settembre 12 9, ms. altrettanti nominale Troppi, Finestrina prima, ne / nel leggono di luglio, terminata settembre dall'A., serbano La aver giorni. cominciata IS Antidoto 23 soli si di cominciata sesta, versi, cresciuti 1340 conta e quattro Vittorio San poscia a 1421; quindi in L'Uno^ mio cominciata saliti dopo poi di correggerle sabato La ». rustica, formato le commedie. sono in rimaner tenacità stessa sangue, verseggiate alla legato di ottobre compiuta venne (1) ripigliòalla sputo il 19 terminata : le mentosiss tor- un'altra parte della buona e troppo pur il lavoro, smettere lo (1). febbre 1801 e capo, terminate, riservandosi le ebbe limarle ch'ei di seggiarle. ver- ideate, e per la e che, costringendolo a commedie così anno, un all'operacon stese avvertimento nuovamente primo d'accingersi a pose aveva atroci dolori malattia e le già il dopo quasi trascorrere venuta con in prosa secondo, prima un passare Ma, stesso stenderle lasciato aveva lasciò ne di prima come comico poeta per tutte 8588 delV Autore e l'alfieri L' intensità della fatica sei le pochi mesi in domandare perciò a poeta, già prostrato ed della grave scrivendo prematura gli ultimi la cagione,se capitolidella poste da parte le commedie realmente ma il 14 mentre e cessava non la della imminente agli sua la malattia, stomaco, mai non necessaria tale dal terminava la rimedio già troppo non quella con compimento il 30 minciava inco- ogni dì ore, sebbene dai medie com- sue vieppiù grasse, dima- fisiche dalla progressi del morbo, giorni,disputando invano i medici chetamente con in astinenza alle forze lo dità luci- la Saldo successiva deboli e speranza cedere, mentre impegno sommo preda, egli si spense ottobre 1803. Questo, (2) Lettera intorno, alla mente in state irrequieta attività dell'animo (1) Vita, Vita^ cibo, colla parco finché, soprafatte le sua »(1); scemarsi nutrita, dovesse ogni giorno parecchie la d'aver lavorar^/i all'applicazione ostinatissima. proposito tutta alcuni nello ripieno, lascerebbe persisteva a lavorare dopo Vita, affermava 1803, pulito di quelle. Quasi fosse presago fine,avea raddoppiati gli sforzi : ed cercava il maggiormente del lasciarle maturare « più certo podagra, fatti più fieri,più insistenti, assalti della più minacciosi, che in adunque maggio istante un maggio copia per del di pronunciare unica, non non il corpo timore Nel morte. sua robusta: riducesse Senza i profondamente possiamo affermare vero, furono le commedie che stato affranto. giudizio meno un avrebbe costituzione, anche in che termine a terminate, correggere e, constavano, danneggiata qualunque è condurre per commedie, versi di cui diecimila intellettuale, ma soltanto non dall'Alfieri materiale, sostenuta 43 comico poeta alla morte la mattina l'otto del- maggiori particolarità(2) p. 319. del sìg. alVopera, Abate ecc., di p. 323. Caluso, qui aggiunta a dar 44 l'alfieri riferite la affettuosa in morente, che citiamo non pur 2 mort, cela tombe il n'a malade raauvaise et c'est perdu! Nella visitatori, frettolosi ne' l'Alfieri quali mesi ultimi m'avoit on di custoditi sono di alla proprio vita, le educato di nome sguardo verso sensi a in gentili e tant' uomo, quella interrotto,che da tanto manoscritti. che stampati il nitidezza massima E pagina del uscì ultimo della poi che Son sità curiometti volu- essi di vergati abbia l'animo riverenza dovuta fissar volume, quinto ». trascriveva tristezza senza tout quasi piuttosto che dalla coeur! pergamena, nessuno potrà agonie, j'ai pugno parer prosegua perdit la cinque commedie. sue cin- moins volgare i mal- la sans le arraché ugual formato, pulitamente rilegati in colla il ; sa il est nuit une oiseau, sinora sottratti Laurenziana, di negli si et de quelle douleur! monsieur, comme acte passe un de demie; et se fait a cause s'affaiblit il fièvre, comme Ah, la troisième précédentes, 11 « plus vite; cinq 8, après avoir sans savoir. finir que du moitié la les mourut le sans corriger en samedi que les (1), profondo, e été del giorni traluce: ne racconta Villoison vero qui ont trop pour à le quième vue comédies, pu de il dolore per lo e agli ultimi inconsolabile, che six ans troppo inamidata monsieur a che presso d'Albanj^; conforto e volentieri abbiamo lettera sua contessa gioia travaillant y quella biglietto un comico (del quale alla troppo depuis in fu che donna, gré Caliiso parole) le poco e di l'abate narra poeta penna del lo quel su poeta (2). (1) Pag. 565. (2) Profetasti se. p. Cose Vili). Que.sto è l'ultimo 182). verso seguissero che l'A. ? (Finestr., abbia scritto atto III, (voi. V, l'alfikri 46 poeta quattro soli appariscono sulla ed Megabize Orcane, alla darsi debba invece Megabize propende al la sotto cupide sfrenate e converranno; nulla. uno custode quale di grande. un sogno I ha sogni prender a Gran sin allora il regno. si son non le serbata Una e gli discordi ; di farla cerca in degenera (e qui comincia ridoni dalla Fuor e di da Dario, al indovino, Oneiro, un Costui Dario. unisce alla ricupera l'appoggio d'indifferenza maschera al modo di ottenere indetta, i quattro Grandi decisione; una finge quando ma destriero, che è lo farà cavallo suo oracoli; suo prevalere. Per i ma fermo rimane alla di Sacerdote un propone sorte Ciascun il di nella la poco pareri sua tenza sen- disputa battaglia,e già scintillano, sguainate, contendenti, litigio:si altri tre concludono non sogni seriamente il Gran spade, quando stra mo- Ippofilo,il gitta la ognuno si d' ed prendere più i turba assemblea sempre sia eletto cui e insegne regali,si pensa nuova per fra i in Dario grandezza per Sacerdote, esso ragunano e popolo, le pari tempo spiegati le lano, ce- in indovini gabbo annusando del compagni meravigliosoed meravigliosa guarigione del la sanità del bene predetto che sono un filosofo, vero Chesballeno, prediletto corsiero quali presagi di futura di e i suoi che disputan sempre straordinario oracolo un saggio uomo del i tre fa meno caldeggia popolare; Orcane governo Parisa, moglie di commedia), governo voglie di potere.Egli pertanto ma non di essi accogliere il partito Intanto quale si ritorni alla monarchia; sapendo maschera pronto ad la però, indifferente, ben decidere Ognuno vuole Gobria all'oligarchico; rimane il Dario partito:così diverso Dario, cioè, Gobria, scena, spetta Persia. comico Persia un apparisce improvviso mezzo per monarca troncar ed : voi sulla Susa, nel vegnente campo aurora, ampio di Marte, il ogni monarca l'alfieri il pomposo Sovra Trovisi in di damigella Sacerdote molto del di la Dario. sonante elegga (1). accettano Ippofilo,innamorato elezione era avremmo molte egli non ha trova governo fatto vedere ; si è fatalmente effetto: all'alba è di Potrian soli Di in sette Nella : ma due lY, desso la nella di riuscito ? Per Colla in sette più (i) sette in se. paio, se a necessità di p. 80. esso alla ell'è favola. una di tempo, si che in due breve, ognora, non usi fan nido. almeno più; po' non vicenda maggiori V, commedia sua poi ridursi; dunque saran un verità, sità assurdità, la mostruola po' un per d'augei minori, due satireggiare prima: volta, aquile insieme Questi cinque Dei quello persuaderci che queste due fazioni Bettina ciuchi Sarà alla di imposturati, il trono tenersi Donno Che dramma re. dubitarne. per bensì, che nomi Enti dei forma solo, bensì d"un più sotto * fra i cavalli preferibile all'oligarchiaed Regnar, (1) Atto vi è d'un è dubbio si trasformano E dar dimostrata sforzato Vero Dario nel ragionidi del il espediente un il bramato e senza infatti ed stalliere autocratico: il governo Parisa Lo il nitrito di Dario della astuzia, perchè primo nitrisca dell'Alfieri L'intento ma una seguente giorno Chesballeno, primo alza partono; e damigella stessa, ottiene che triviale,ma contendenti ha nitrir Persia fra lo stalliere Parisa, sole. primiero, di Re a si macchina cavallo il col guerra diversa sorgente contrasto, tutti di Dario casa del saluterà signore suo breve Dopo dì del L'astro via per il destrier, che Quivi Il ognun al punto Giungavi di destrier suo armato; 47 comico poeta a a il resto gracchiare. questo o a appiccicheranno; quello ; lo crazia demoforme 48 l'alfieri Ed Binarchia. Faranno Ben chi a Che Sempre il di Pria E lo stesso de' guai, ritorna Meglio peggio un tanti dopo presto poi quei due fa Sperperarsi; e comico distillatasi TEptarchìa ecco In poeta vincere. A Da cui Ma n'esce noi Zero dei poi Dunque mali n'esce non per fine de' conti ne dir per della moltitudine eletto l'astuzia, ma Atto IV, (2) Atto 11, (3) Ibid. non favorire A non se. se. che del era è cavallo IV, p. 66-67. III, p. 55-56. di Ma si celeste, effetto di che non che alla è gliore, mi- ne per favore questo scopo, dalla Dario come dire, ar- autocratico, al trono chiaramente sola; poco ignobili,e altro innalzato l'astuzia non quanto dal volgo altro suo l'elezione mirato della volontà non risulta la richiesta governo storia, che dal molto egli avesse per diritto dinastico. o fosse tale, commedia. sarebbe quel tempo della peggiore d'un fra i due conclusione non vero, sempre, re numero nemmeno: oligarchia, ingegnose, talvolta un i buoni il governo la manifestazione creduto vien pur e coll'aiuto astuzie, talvolta se indi pretesa origine divina mostrando, spesso, il gran però darsi ridicolo, che e più (3). dir a : » I'Uno, la monarchia: Potrebbe in la cieco più ancora che ma, dall'Alfieri. porre è bettola fole c'infingono tristo n'entra ce le gli uomini repubblica,no: naturale, a Fra da alquanto più (2). i rei i tristi; il minore dunque par Ee tanto e sporco sognano. Quanti me sozzi « tanto ben, che Sono delitti (1). Taceiansi Si I'Uno, pigliarselsubito, quest'UNO, farci dicasi D'un l'altro Ecco e sangue galla. a Tun per presente giova, è vero, ci) spiega l'opera- l'alfieri i sogni profeticia vaticinava che ed inventati un ma ciò succede d'esser favorito quindi d'un altezza? l'oracolo nascere secondo, dedotto Sacerdote ispira Nell'abbozzo poteva non il Gran più, dalla tanto : dai d'accordo con sogni, Dario; ignoranza e personaggi però il solo al diretta, e seconda satirico, ed credulità che sia alcuni smaschera quelli diretti ad da dimostrare da se episodi della storia romana, volendo dar pane pugnali degli nobile causa, agognano NovATi, se Studi ha averci al e bensì critici i vari a e per eletto e trono le gli regale, una mobile al pescare de' sono sono ipocritiche nel A necessità più sanguinosi i dai eccitate generosi che, popolo, caddero patrizi; non ambiziosi plebe. » sia il governo turbolenze non lor malvagie ineluttabile uno le libertà ktterari. svelati dignità in scatenano o lui i Gracchi irritati non Fra poeta ci trasporta le ottenere procrea l'Alfieri per raggiridegli pochi potenti che, secondo il tirannico, Ma trova vigore è Gobria, quanto debole, quanto dannoso che oligarchico, Gracchi. dei salire infida, iniqua « il dopo per vantaggioso, raffrenano della manca ridicolo, che degli altri. e ambiziosi repubblica dominata inclinazioni prove dramma, dipinto con in Eoma: intrighidi torna aiutare poeta per esprimere le sue proprie idee. più violenta quindi, è la satira nella Susa da il del stessa commedia, I Focili. Dall'Asia Europa, commedia dipintura delle colpe e uni, della Più deità. La ad chiare ha quando non cieca si decide non sostanza nella serve se concetto vero scaturisce quale Dario e dalla nutrimento in la futura coli' industria la fortuna il che sovrumana ed allo stalliere;come quanto dal e primo inganno preparava la felice riuscita dell'altro : nella commedia, quale si presenta al nostro esame, non non Dario a oracolo primo erano Parisa questa incertezza dell' Uno il misteriosa quella causa di zione 49 comico poeta sotto i martiri ad di una altro non torbido: 4 l'alfikri 50 in Pochi È dover Roma, Si i dunque togliereil maggiore consolato Ch'ivi inondi e Essi sta a Gracchi e l'arcisudicio aversi tal il di Gloriaccino, della quale, sebben invaghito: Cornelia che di moglie Fabio. l'Alfieri ha Tiberio, continuamente cui ha fratello Caio Fabio. contro madre il ad e di sui) Caio sacrificio per levare tale proposta, che (1) Atto (2) Atto falso un appoggio gli si IV, II, se. se. in a II, p. 165. II, p. 129. media. com- sua retore un filosofo, Blosio, chiede alle del resto e fallace via suggestioni di offre tutto, alto la la seguire la nella guerra sue casa dei non è contro con la Mitulla. pronta ad Gracchi, si gradevole al il Senato purché persuada nozze la quest' amore scaturire Cornelia, sebben ma matrone, tante specialmentedi Terza, spronato accondiscendere ci si prova, Tiberio delle fatto posto il piede dalle Diofane, greco, e figliuola plebea, è pazzamente quest'invidia, da Da questa vendetta essa, Mitulla, sposa vendicarsi gareggiare con osano, in aver per farai per (2); Gracco per Console voglion essi tutto il minore Or Gloriaccin un maschera sozza perchè peggio. poi Consoli, davver Sotto a Roma; Gracchi, Tiberio, tutto fa per Fabio, oratore, suo rivale, e darlo sotto, è 1 Gracchi e or de' E in forza plebeo Gloriaccino: al da galla a trabocchi. Scipioni e che poi (1). saprem il ciò è per Pochi, quelli affin immondissima piena disargini or Ben siam e l'appunto, noi. Ma, Sopranuotarvi Per strapochi,arcipochissimì s'alzino la Che comico comandino; che Noi, per Presto poeta ogni ribella nemmeno l'alfieri a Lentulio, il ed onesto del e Gloriaccino, che della Terza: il e è Cornelia, che di sarcasmi gara si non da considerazioni ne del lo voglia rompere dare il si acconcia ora né da la fanciulla, già promessa Gracco. colto a Il tribuno il momento visitar Gloriaccino che Cornelia, irrompe in Gloriaccino, gli giura Tiberio al Senato va lo Fabio, casa. riuscisse non Fabio, a Ma I Gracchi Fabio satollarsi a a luogo avran Gloriaccini, spese e Gracchi vinti. Il retore propone un patite aspra (1) Atto V, per Fabio con de' greco infallibile mezzo vendetta: se. VII, p. e e se, egli fra tai Scipioni e del plebeo, interrompe, a di opera nella stesso col Senato console. per ricoverarsi tando insul- propria trovare i : Pochi Gracchi; (1). no però furenti parte a riconciliarsi il Senato: è Pochi Sempre stento gran mai lo recato e, l'elezione console, viene eletto Gracchi, esortandoli Non figliaerasi fors' anche lo ucciderebbe ingiuria e vendicarsi, e sarà non Caio a sposa di istigatada Furiaccino, la moltitudine, ma che Terza Furiaccino de' Gracchi casa propugnare per va colla trimonio ma- la felicità di preme minaccia furibondo al consenso dispettoche lui, or a insulti. preghiere, Mitulla, svela, presente il fratello,al tribuno che si odiano velati suo per Lentulio, cui ; ma insieme che mal piegare politichea vi figlio, di e lasciata era matrone il matrimonio per Cornelia trovar a va colloquio fra le due mortalmente, stolidamente e le trattative romper Caio, figliacon birbo è figlia, probo il fratello contento, quanto la adottò ne Mitulla, plebeo tanto stato suo Lentulio,volendo ambizioso. a di padre vero 51 comico poeta 197. il sofferto scorno, tutti coloro vincitori, invece per non trarre e non dono. ce- che speravano che li donano abban- si allontana, delle ma ingiurie l'alfieri 52 « Quale? domanda » nel Tuonar poeta comico Tiberio. Foro E Diofane di rimando: l'agrarialegge. per Tiberio. di': Ben l'agrarialegge. Caio. Ad ogni costo. Si, si, l'agrarialegge. Cornelia. E Gittato da' Roma N'abbia la materia commedia, : console Porzia al Fabio e che plebe; stessa vendetta non che, affinchè come Atto V, né ad e non e i fili tesi dai ogni col (2) : poi Gracchino: che ha è avuto tutti d'aver piano sapche saper poi che sdegnano scacco i veri fra loro patriziatoe vilipesi e' si troveran ben puniti minaccianti ultima, (2) Intendi Gloriaccino. (3) Intendi Mitulla e questa la gran per in tali materie fine l'eccidio e della perciò spiranti patria. Il troppo tragico,bisognerà impossibilead eseguirsie se. si farà se del paja non alla il disonore sono e distribuita guastati tutti pensanti patrizideridono dalla (1). quarto ed il quint'attoè Fastino non che staia a fra le mani fra il ha : schiaffo,prima uno tal Gracchi (1) farlo come principiodel quinto (3) e breve, rie tragedie, muore se avuto Furino Commedia di far ridere insomma d'aver ben mi qui che oggi e s'ell'ebbe questa commedia, so qualche ragione e onde d'ora fieri quattro atti,giunto al quinto l'Al- Non vi sarà Ma Gracchi e ne' « che difficoltà che tediare. di primo scriveva nata Gracchi fin dado: poi lunghe Nell'abbozzo meglio '1 gran già sia p. 203. Furiaccino. deriso da strarlo mo- Fabio, l'alfjeri 54 Costui media. ma Che Di di parerlo: poi Di non Di farsi è quello far che far poteva l'ammirabile TÒ Koi • TTivu) tò ampio sfogo nella in fronte Ragionai Lo « scopo della r ambascieria sarà forse, facendo (1) Atto (2) II, se. Antol. (3) Ms. 9. Kpfivriq giurato alla aveva segno II, 400. ». a ha conseguenza, intitolata I vato tro- Troppi^ : imperante? è la libertà totale derisione d'Atene. di stupida-vile-insolente I, p. 123. Palai., KeXeu04J (Ìttò Sofocle di commedia conquistatore dell'Asia che per Moltitudine e la qpépei. l'Alfieri terza commedia democrazia tutta òr||ióaia(2). sentenza una a di Callimaco: oùbè iDòe oclocratico al governo è somigli quale diresse èpi)()|U€vov, ou irdvxa che stesso che, più di ogni altro, koI Quest'odio implacabile che plebe, ed nulla kukXikòv, djbe TTfpiqpoiTOv aiKxaivuj al (1) Alfieri epigramma tò TTOiriiaa forse? ma far di colui Xaipuu, ÒTii; ttoXXgìx; Miauj Non « Plebe; a ciò è poco supremo sdegnoso 'ExOaipuj piacere più Fabio, non meglio stessi nemici dai lo scopo suo il somigli stimar: e è parte altrui; che parla: così ; ecco » nulla forza a che vero l'animo ha magnanimo. prima che frutta dalla il torto porre Rispettare Egli bella a piacer d'esserlo, L'interno che volte in scena, nobile, generoso, mostrarsi frutta vita sole tale, egli dice, L'esser plebe ! due apparisce che non per sempre comico poeta Così l'Alfieri tanti e tanto L'intreccio Atene medesimo amari l'immagin del- al (3), sarcasmi l'alfieri i repubblicani d'Atene, in sia di ciò, certa l'intenzione Troppi Par sotto correvano la penna, ateniese, ch'egliha posto in che in vituperi ed insulti l'altra da Eschine. aspettano un'udienza in Babilonia, Atene lo ha eletto fanno pompa di d'argento,esaltano Ma vien fave, dovranno, Sorge presenza. oratori guidati Eschine. voleri il secondo del un gran Demostene e potente Alessandro, segno dinanzi pure, prendendo pronto ad a un mai un mortale. sul cedere e libertà; augusta dal ricevuti esser serio se i lo diverbio è fra i gli altri,dei quali la necessità mostra quale protesta che cena voglion se questo Costui, che : nero, schietta vera tazze tre o aver persiano, prosternarsi alla l'uso da ostante non d'Atene! che, per tozzo acqua cittadin novella due frugalitàateniese la Questa, quest'è la D'un annunciargli che per rubate e cena Un Quattro reggia d'Alessandro repubblicana; anzi, dopo austerità o stene, Demo- da guidata perpetuo. Ciò Arconte suo a sontuosa una nella Entrati s'odon non trivio. da schiere, l'ima ciabattini, divisi in due bocca, plebei, macellai dieci di canaglia la volta apre favella una si compone L'ambasceria divorato scena, cento cinque- e dispregiativigli vocaboli ogni qual e mille in voluto quanti accumulare versi de' scena punto da riuscir perfino volgare. al l'Alfieri abbia che quasi ogni da sima, poeta si palesa acerbis- del satirica anzi veemente », ed in Italia. Ma, comunque questa che si è cosa neamente simulta- a di schiaveria rivoluzione « in Francia imperversante allora mirava suo cuor trafiggerequella 55 comico poeta di re, sua cinque è capo piegarsi ai ingiuriatoda Demostene, ateniese si Aristotele e magnanimi umilierà a tal Clito, greci essi rifiuti di Demostene, pagheranno bene, cercano un 56 l'alfieri salvar di mezzo della sciocca di umiliare di voler si la repubblica tanto talenti dati avversa a stati Demostene a ma gufo Fra le risate Demostene del banchettare il mezzo '1 sotto re offeso coda. sul e Demostene. ed re cui a Aristotele,Efestione, Olito, Antipatro ed Olito trascende ne' motteggi, ed un Olito litigiofra un in lui il filosofo conquistatoreed convito, presieduto dal Calano, sorgere de' Macedoni e lusingato;ma Eschine capi: volge dell'ambasceria; Alessandro e questa volta i due cuni Al- risplende una non dei Persiani il motivo pari tempo la vince e lui, che ed il tumulto espone in è ne coda a ser però s'avveggono d'es- all'uditorio La non acquetano tutti gli scrupoli all'udienza enorme un costoro porterà sull'elmo. che beffati,giacche sull'elmo Pallade, invece padre, fìnge suo apparirà, ma esso di Pallade degli oratori, che e cortigianiridono rispettarela dignità degli ambasciatori; all'immagine suoi i : superbia degliAteniesi, Alessandro, desideroso prosterneranno quando bensì comico cavoli e capra poeta ed Ed invita ecco, a a si assidono indiano sofo, filo- Alessandro: il re, cui l'ira fa velo alla mente, lo uccide: Banchetto Mostro più è risibil che spaventato Demostene di filosofico-regale nella reggia, Gli oratori monarca. che non vuol in pianto. trattenersi dei suona lamenti quindi si preparan derisi,disprezzaticome ad finisce ladri e a Antipatro. diavol tutti. Efestione. E al diavol, spero, del istante pentito partire,ed viliti, av- vigliacchi,tornano Atene. Al un Atene. l'alfieri poeta 57 comico Aristotele. Li fa tali il esser popolar governo. Antipatro. Durato han troppo. Efestione. E rei troppo. son Antipatro. E Questo commedia con vero di essi finisce che nella sta l'intreccio; ma è dipintura piene gli mani omicidio !) più che L'Alfieri caratteri. vilmente deboli oratore, ma pessimo cittadino, vigliaccoe venale di di barbaro, insomma Aristotele. Di carattere né « l'Alfieri filosofo in Corte viver ladri, capo di due atto da parole è il debole, vitù: sopportare la schia- a democratico Olito ». e greco conquistatoreeducato di Demostene, mascalzoni più Alessandro : di umano, e elezione per su però tutti quanti,buon tratteggiacon libero, né Eschine, nemico fra tanti crudele soldato un costui di capace li sorpassa ; 11 loro pudore. in furfanteria mistura altro, tanto Demostene bizzarra in delineato ha il ridicolo, mostrandoli furfanti,ubbriaconi, gentaglia senza una (una ateniesi,riversando oratori stupidamente orgogliosiquanto più è (1). della commedia il valore un dei comico sapor a con Troppi è forse il solo in buona onesto coscienza , convinto della qualiRossane non e hanno debolezza e che Contenzinacche reminiscenza In (1) Atto Statira,mogli del una del Dio re, altri personaggi, Antipatro ed Efestione, parte affatto secondaria, Triballo degli questa commedia, costretto V, Gli Atene. come Calano che, si può affermarlo, è pretta ed infelice conclusione non di e se. nelle come ultima, p. 320. Uccelli in cui di Aristofane. fieri, l'ingegnodell'Al- antecedenti a mantenersi 58 l'alfieri • a politiche.Ne chi esamini Tre veleni infelice dal cui abitata, di tutte il ma tutto, pescatore che dei inventori il pigliava un i lautamente, troppo ha il felice che finché Costoro eredi, la rete cadrà e pescatoridi mani e della è che in loro ed odiato di Pigliatutt rispetta insidiato dai Pigliatutto non se mani che quindi rete e ed lenza viveva non con torità l'au- Guastatutto, mezzo sanno povero, abbattuto vuole, favorisce invece ben sì e Orcadi, isole rozzo ha dei per ne più. la rete, si è fatto erano pesci colle ora pesce la guasto (1). Figlia- poco dell'isola ed inventore, che Pigliapoco. avrà e moltitudine La tempo popolo inventato ha primo essa. precedenti,la delle una un Pigliapoco, i quali di della troppo fitto del resto, di in è scena magnanimo e questa scoperta il titolo la informa politicoche secolo, da x è alle tre non allegorico, La il giusto pur falso produzione letteraria, come concetto velo verso Vantidoto avrai di conclusione circondato. è parer giudiziopotrà quarta. serve importante per sviluppa siffatto un rimesta^ che commedia, più la migliore èia storica,potè sbizzarrirsi, fedele alla tradizione fra le comico poeta la rete con e gnato l'ago- al modo di impedire che quindi pensano Piglianchella moglie di Pigliatutto, prossima al parto, potere ; , sgravarsi.Coll'aiuto possa fra le donne alcune del in forza Già vita al del prospero successo dal dalla o Pigliapoco fanno delle volontà e è i sul mago arabo, Pigliapoco ms. 8. rallegrano insidie, quando, condotto del cielo discepolo di l'Alfieri nel si loro approda Zoroastro. Pigliatutto i perfidi raggiri dei (1) Così rire. può parto- punto di perdere la , un cantesim potente in- un quale Piglianchellanon nascituro, dell'isola, Pigliarello,mago regina la sventurata insieme caso de' di Costui Pigliapoco, che all' isola svela a furono l'alfieri però soltanto ordita: moglie la dipende ciò può dar non nascendo tre gambe colle : o fra i tre erede Sta il bisogna rassegnarsi. Scelgo « Verrà in Anch'ei Di di Che « e ai Allora di di sempre mozziconi suoi il Tre-teste altrui, si addatti » (1). Ahimè « — allora ! costui, vedendosi di Ricco tre d'orecchi E Invido Non com'è — « Prendasi Un Al Atto di lui 68. pria, che più il terzo che bocche, tre mancagli mani rovina ma Ma più sei, abbiano Stessa sia » dunque funesta p. 67. (2). : straterribile. diavol fia. busto, ogni più iniqua 111, se. V, (2) Ibid., p. l'ha. dunque incarnato quel i minori gambe il terzo E (1) non delle di l'uom che Quand'ei d'occhi e altrettanti,e di vorrà Che cervelli egli. quel paio trovar testa e gliatutt sospiraPi- che egli non dal destino », : scegliere centinaia gambe senza tre teste pure Ebbro manere ri- o pover'uomo mago, aver gambe. par ma con senza-gambe di d'invidia, a tagliare i Sperando — le suo Il quale assumere mancante, smania feroce potenza Farà vedendosi e imposta è gli risponde il » null'altro Di però potrà mani- che mostro un Pigliatuttolo a la scelta ma Bada, mostro più gli conviene. veruno; « che privo di ma addirittura. che malìa strana perfettissimodi mente, o gambe, quello vorrebbe ne forme: testa senza altro lo volessero, se Pigliatutto,al da ora pregnante.Il in eterno 0 Essi, anche fato. potrebbero più scioglierela non hanno del strumento 59 comico poeta 60 l'alfieri Or questa riseder Adolescente E padre da Non in Il povero sospende parenti mago e quanti alfin La storia Che ha da Perchè e quindi evoca una fra i suoi i morti: insomma quello che han il lor parere ed il mago già è stato. fatto è (2). norma terribili con prima ombra, quella del di Caio scegliereil Dario non Gracco, chiede esorta (senzasuccesso, Terza ed ultima (1) Ibid., p. (2) Atto mostro gliatutt spingere Pi- se. testa. Ma i persuadono Pigliatutto che, costui a però) ombra, 69. IV, senza Ili, p. 82. a un giuri scon- persiano Dario, quale, forte dell'esperienza propria, vuol a il suggerimento, quello questo piena esperienza Morti, Piglianchella nessuno consultare di è e antivedono garbo. gli esser, che votarsi santo di buon un ed indubitabile Pigliatutto acconsente, il Visto dargli di che a il male scelta. Ma i Morti (1). stesso più sa consiglierisono Tutto, Di sé Pigliatuttodi a Gran I troverebbene bisogna decidersi. propone brancolando, frenabile, butterebbe consiglierisa prima, là e mai Pigliatuttonon e cieca e da qua forza la terribile si aggrava e nessuna giù ammazzerebbe madre: mare in sì efferata Sterminerebbe E capo, infonderagli appena, e nel forza, ch'ei gigantesca intelletto suo collo corpo, membro ogni appiccicherà. quel monco nel comico si dovrebbegli dal Risospinto In ei inoltre, che Trovandosi E quella or Aggiungi Che poeta consiglio;il menti ragionaevocato romano lo rassegnarsial Senzagambe. appare Demostene che eccita il l'alfieki 62 d'essi da Ciascun poeta sé stato orribii malanno; Un Or procreato Vostre fora ognor frammisti, ma l'un Immedesmati comico nell'altro,essi hanno Voi me. omai dunque classi immedesmando tre Voi tutti,or l'un sì, voi Stritolati,stacciati Di mia Voi farvi per Contro que' Ch'eran già Guastatutto, I della con man rete, Tutti vostra stessi essenza (1) ... l'uso sprovvistie poveri, avranno custodirla fabbricarla, rattopparla e ai rimanendo essa sudiciumi e state divino Antidoto come spetterà soltanto già già cura, gran vizi il ma coll'altro misti. rimpastati e un . . . Pigliapoco,arbitro e supremo solo di però Pigliatutto e i figlidei suoi figli. in tali acconsentono si chiede patti e poi sotto qual li giurano; voglia esser nome alla nata neo- onorata, ed risponde: essa In Sarete di voi, paghi appicn, Ma, se Opulenza Insolenza, Me vi l'Alfieri voi Come era prefissodi tre forme società far così umana, antecedenti, volle (1) Atto V, se. la nelle che tre quale a che 117-18. la viziosità e si delle prevalso nella delle ricapitolazione gli uomini felicità,la libertà,se p. mirasse antecedenti sempre quarta, dimostrare ultima, intento commedie avevano nella già più. son palese la debolezza di governo mai non trasparentissima allegoria ma , àièW Antidoto. figlia sua Libertà. con bizzarra nome. d'entrambe, già indovinato avranno colla allor fatai ebri allora Stolti! ch'io I lettori la e fanno nomerete m'imporrete non saggi soli possedermi Voi che fin non non gerebbero raggiun- riunendo i tre L « finge tolta che quartana inter vitiorura del han quale la invidiato di (1). L'« nella antidoto divino potente monarchia il de' del La titolo: divina che La commedia considerata scena al se quale dramma la non le è infatti libertà Orcadi leghe coste britanniche. veleni nel i » per derni mo- in sedicesimo penuria, volentieri e costretti voluta dal 9, ms. un lontane un rimedio. sistema della a dalla gorico alle- celebre inglesi. Notisi isolette , dalle tre personificazione delle base sono adunque diranno rilevasi Di le patto si veggono come Charta, ossia Magna Che della monarchia, portare, sione allu- parola, una v'è in Italia non che ora fautore doveva è finora sì spesso ricorreva poeta, un in strapazzo,i Demosteni figliuoladi Pigliatuttonon della Carta, nostro commedia La doppio quali in lui riconoscere (1) da fare sovrumano « mantiene senno nostra quali per disgrazia labbro nome il costituzionale. tribuni, i Gracchi ed ammirato che, immedesimando » oscuro; il ed insomma, quale l'Alfieri ha glorioso,libero e di i cittadini commedia sua del quel governo, modello inglese,alla popolo diviso, debole, sul secoli cato invo- bensì ; ; cui popolo,in tanti un de' desiderabilissimo e dubbio il cielo approva che politicinostri diritti; quel governo, e classi,rende l'Alfieri la fra i doveri tre che qual sembra dal per Ora » Mi da savie istituzioni costituzione fuor voluto commixtione. è voluto stata è ita dicam, quell'ordinamentopolitico di fra tutti sovrano classe ogni videbatur dubbia. esser regiotemperato in cui il buono, istis vitiosis ut quadam, Venezia, da alcuno ottimo quasi il è tribus e dall'Alfieri? certamente si tratta governo felici posse, possa si diede che che reipublicae formam repugnantiura se rispostanon Non Cicerone, misto, bramato è il governo la da unam creari optimam et misto déìV Antidoto, cogitanti, dice egli nell'epigrafe Milli autem omnino cattivi,nel sé stessi governi, per 63 COMICO POETA ALFIERI poi poche 64 l'alfieri poeta nazione; così sinceramente asserirla unico lui. Ma per l'affetto al tutti coloro a ed alla re intelletto ci si in può I suoi ad in (1), fosse dei conseguenza di certezza celebrava che del le tracce. nella presa Maggiori della Né a lo re il nazional Concede e di Tirannide Lettere tempo fu un Bastigliala : e Consesso scritta nel l'Alfieri compose richiamato ha il giusto: mai governo incominciato secura patto a appagati si trovavano mutamento delle ornai più errar assai : espulsi ha gli empì Già l'una erano non questa persuasione appaiono maestade la re Meglio adequato (1) La andare non quel popolo,anche monarchia e di per Trajano a Rivoluzione della Torna quel pubblicano, re- negarlo. Ma il già già Così la fu, né poteva esserlo,a lungo. libertà che Panegirico quell'Ode nascita piena scrivea quasi tutti dispotici, eran ammirazione incompatibili,e coU'altra nel lo non altissima persuasione già che la tempo viaggi in Inghilterrainduceanglipresto nell'animo, insieme la vendicata imprudenza con altro gioventù, quando sembrerebbe errati, affermare franca, esplicita, fosse per naturale pari tempo, di guadagnato lubile reputano indisso- quelle in a (e badisi che assoluti)odiatore, che Certo tanto sarà e così Principe, VEtruria governi monarchici troppi, odiosissime? che l'affermazione l'Alfieri in il Tirannide, dei da patria,parrà ben degna di quel apertissima di opinioni contrarie professate.Che convinto tirannide la contro all'Alfieri la loro stima ei ritorranno generoso profondamente e quella dell'uno,entrambe contro come rifugio comico l'anno augusto. i desideri dispoticoin 1777; del tutti il trattato costituzionale Del dopo, e press'apoco VEtruria vendicata. poeta ; Principe nel simo mede- l'alfieri a lui pareva « Credei di tale da render che re, così un tutti altri per gli che avrebbe tutti è noto, disinganno,più chiamava di Libertà greve... lo sul che poeta Apologia quanto più la rivoluzione sfogo componendo memorando volume, infilzata d' insolenze argomento a ed di ostinarsi fanno, e se sdegni (4) ; ingiuste contro Prosa II, ed. Renier, sarebbe a non non una un troppo volubile, e di ma retorici (1) Misogallo, in lui Misogallo, singolare e fatto acerbissime men briaca, diede e paurosa il hanno magnanimo, spesso assai « scrisse,fremendo, quale, invece nel molti altro,come augurato si faceva finalmente veder nome dell'infelice testa (3), ne il quella all'ira, al ribrezzo, crescenti e »; più profondo del sacrosanto la ne cessivi, suc- dell'Alfieri contro palco » se, avvenimenti anche gli avea ammanto l'ingigliato per con i sentimenti sono ignominiosa satira « il non resero sdegno (2). Caduta » Luigi XVI, r« acerbo giva sfug- potuto poi, pericolo né repubblicano.Gli espressiun a cui piii legittimae misurata^ (1). Certo, questi » come ch'ei illimitata, avrebbe esercitarla,senza ^ nazione. gloriosauna e egliscrisse più tardi, a un'autorità rivestito di 65 comico grande un'autorità mano utile di poeta polo, po- cavarne opportuno andar p. 41. 47. (2) Ibid.,Epilogo, p. (3) Parigi sbastigliato,XIII. (4) m' non il Fra francese esser è inganno, quale p. merita costoro in un Le 1062-93) ha sottoposto imparziale, il il buon francese, oggettivismo NovATi, non Stadi ad signor ai egli Il sei ha scelto critici e lettori per in ridotto se nella Livr., 25 rivista juin 1882, aspirerebbe ad gli scritti dell'Alfieri,ma e D'Avezac non quale miserando povero è tanto però sol- cattolico fervente un lumeggiarne letterari. perchè, D'Avezac, fa che esame, il Gh-ìrles anni 6 signor anche ma abbia un carattere Misogallo. quindi immaginare tavolozza il recente, Correspondant (T. GXXVII, singolarmente di più studio, pubblicato suo creduto un il anche particolar menzione, stato tragico. il ritratto se non lascio ; a furia Dalla sua le tinte 5 l'alfieri 66 ricercando la sarcasmo, in turpe licenza illusi si fa credere il morte, più l'Alfieri accolto fu vi soffri mille piccole trafitture; Bliicher. di essi il frutto neppur suo I suoi di sulla calcar la zucca diviene, sua è come di ben né coraggio combatterli colle all' Italia di se è armi al sono il amato insomma genio, al quale la Chiunque Bajardo. i Galli non avesse non vi sincerità a l'Alfieri chè per- vanità deridere campo ove non colpire e Trisottino celata se sconfinata dispregiato; egli un donna, sua di patria carità; orgoglioso pedante, un pensiero di vicina la ebbe non sacro plebe che dagli sdegnosi rimproveri l'avrebbe non paese la invece in sceso del lui,la Francia e ma altrimenti negli scritti,sarebbe pari dal (1), pregava freddezza con nell'odio, giacché di vilissima odiò, secondo non intento: vero si fa schermo che popolo.Assalito poeta, nel '99 oscure; palese il ogni guisa coli' implacabile ferocità di libertà, l'indracarsi nome comico concetto, far di combattere quello del l'intimo poeta che si è voluto samente diver- pensi parziale im- naturale, sospetto all'egregio e . ed signor D'Avezac, iriitato il quindi chauvinisme suo di voluto aver rivale del fortunato commedie; sue accusa ai come vedendo Brachet suoi ce compaesani. il chiude toi, à pas garde « Ce « Bellini, que « imperio populos « fants, insouciants « ensoleillées... Gli ben son n'est Italiani poco, (1) ». et perchè han quelle volontà Pére di gheggia va- N'est- « che de immortel: Romains sont il male, Ella Alfieri, cose da vorrebbe in Vita, Canova e non p. 472. : tes en- plages D'Avezac! cantano fare, che vederli regere les sur de et Tu signor caro vestiti les fidèles? morts chantant en la commis a tous vers altre V. Dieu un troppe quali è divenuta. Raphael, vanno nelle che de pezzo un D'Avezac signor de commun sta 11 toi, que à vaguent qui gallofobo pistolottosentimentale, un vieux nus, Ahimé, quella pas écrit a Les da Ultime du et Virgile ormai precisamente n'est-ce « capisce. da toi, Italie pour pas si le la lettura arrabbiato un un bizzarra quanto consiglioai giovani quasi in le dice Vicaire, « E diversa egli lavoro, suo de » io che riuscito di ritoccare tempo esilarante tanto denunzia un' Italia molto « avuto avesse questa se alfieriane,mi opere se rimprovera l'Alfieri sarebbe che ho studio mi vigilante. Egli credere Molière, mio questo con pure sempre far bastasse, non delle e io non che sono occupati. l'alfieri Tirannide, della di fare « rubategli del Principe edizioni pubblicate le venissero 67 comico poeta immediatamente e in stampare Inghilterrail Misogallo,e spanderlo abbondantissimamente pubblicazione dalla che dolore divulgate,tanto quei di esso in disistimassero quanto l'amore alla libertà. contraddizione? credesse di fautore verissimi i iniquissimi (2); per dall'infame imbiancar crederli parlatodi aver che sono i due Non dritto ; a (1) Lettera terzi e torto « una inutilmente volta per potendo mondo all' istituto l'Alfieri Prosa p. 307. del di » nostro di per quelli dissoderà dei posson due il maligni confondere categorie (3). il professasseper 47. Io « un ne Caluso, gennaio 1802, II, p. gli altri, ». agli occhi mi sempre non tra i loro me par stimava cui l'Alfieri,sono i soli che la altri il non presenti,che poi, anche o sione, all'oppres- questa che i mezzi volentieri, ma mezzo all'Abate (2) Misogallo, (3) Vita, lui in principi,ma sono (1), troviamo l'odio disgraziatamente,queste ma appartiene 0 D'onde libertà,continua essi si associano codestoro all'amico solennemente nuovo propugnato: di annoverarli e degli stupidi,che con bel segregarsi: Misogallo ampiamente e volentieri stessi,si compiacciono di sporcar sé fingendo di lagrimando di degli schiavi ceto divieti, impedirlo. Eppure per quella rivoluzione, di sacrosanti e che questo: ch'eglitemeva Da potessero i suoi quegli scritti,noi in essi aveva », disprezzassero,odiassero ch'egliapprovava confessione tutto di causa travveleno con- effetti scritti ostante vita lo onesti altri gli e suoi non nella stessa lettera in cui chiedeva se di e provò da asserire ne anni dieci dato di commento ed interpretazioni le seppe, quando E nascere. avrebbe le sinistre tutte a di servisse Italia, affinchè tutta in ricercare la in se a rivoluzione Vita, p. 458-9. 68 l'alfieri abborrimento tanto ad Bicordi ogni modo fra tante vaticinare certo partorito quel comico se si lo non ai dì nostri,di imbestialita di stragi prossimi terribile Né quel petto, dei acceso ricetto commedie innocenti, i benefici manifesti una non nuova per difendere Al la di sdegnoso far di appariva più : tanto quali fu perchè non per i si dello stampatore. che governi che fu commedia a Novella dissimulare egli non stato così volle « di cose fare »; « per il di che effetti che una della racco- coloro darle, dopo la poeta ei intento suo commedie, premessa allusione servì diritti. conclusioni ammorzarla il concetto e, poeta si ne sua vano potedi cercò troppo suonava allor reggevano prova ella si combatterlo; Ed sue del sotto adunque è troppo vivo; si voce « raggiungibili, non degli giudicasse opportuno IV mira la quattro contemplazioni, giungesse sgradita all'orecchio non alla essa le splendore era Lo po'd'ombra: condanna nelle vane pietoso incarico paura varono tro- umani bastava ed ardite dalle luce, ebbero gettarvi un entrambi il il rimedio. palese; e affidato il derivare. alta chiaro in degli non non indicarne evidenti alla morte, il male, e di ideali primo: la tirannide quale della libertà causa la , tetralogianon della vagheggiare glieansicosì ai La ». arma, additare bastava il il per stupido aspetto o ingegno impaziente suo volle distrusse frenetico munque co- all'odio per palesaronopoi vivacissimi si nasconda o Ma implacabile l'odio combatter ha pure sociale. più generosi sensi a naglia, ca- potevano effetti che dell'Alfieri il secondo placido o o si non commovimento dirette politiche, qualunque se si e fra le infamie, condannasse, che aggiunse tenace, signoria di plebe. la tirannide. per chi sia di ciò, nell'animo dispotismo nutrì quanto appena superate non poeta l'Europa, di molti, perchè alquanto ; e Osservazione tristizia dei tempi, dell'autore,affermando a chicchessia toglierdi mezzo o a sivoglia qual- ogni in- l'alpieki 70 assai sublime che parole egli ha deve la Non unità, la minore vi ricerchi l'Alfieri mirò formato ad ogni il per la Idea (2) Deir« bene però esso in gli per nella dove antichi « liberamente sulla credo stato in la rivoluzione appunto popolo la per civile e rispetta ho già detto a non francese vedasi suo ha mai nell'animo vano ave- sublime e principal- » ha lo ebbe opera nel nel avversario di Sanesi. è le l'arbitrio, giacché dì Mìsogallo (Prosa li, p. 28 è lui e rola; palui per plebe; per sia della accanito, egli fosse dato è fon- Alfieri odierno governo plebe; qual come (p. 12). lo » Vittorio senso circa sonasse il governo leggi mai da sbandito dove In sia stato non s'intende, dire T. trattato in cui è usata (p. 62), che voluto prof. repubblica vive, ben modo, lui stesso esso il l'Alfieri d'onde si virtuosamente considerava francese quando quella « minato, esa- moderni, i Alfieri V. inaugurale che ma Stato come popolo essere 1790, è il Teatro mentaci gioventù repubblicano, sua di che di significazioneristretta e repubblicano governo mezzi l'opinioneche uno giustizia invece, fin dal popoli,e più sui e discorso suo questa parola »; secolo un lo informa che escogitò,di lo (come rita seguito,me- e morale cetto con- tragedie. UAgide. espressa repubblicano « sembrerà non approvato Già i politica nella un trovo che erasi che comico, teatro se senso di governo, e sulle (1) Parere molto venir tutti sull'utilità parte di lettere che suo, discusso. che chi a infatti, In esse, eraglisiradicato dodecalogia, il convincimento errato del scopo grande ingegno l'Alfieri ideava presentano quel concetto atto l'alto per e Italia dell'idea polil'esplicazione tica e in parte tutto ponderato quello che dello e modo quali si (2). letterario. l'aspetto realmente) tale da è e sotto dell'indole cui poeta offrono le quattro commedie tradurre a in molta non di ai grandi, risurrezione sua del le consideri chi dei svolgimento mente queste profetiche con più splendido elogio con interesse lo nella a il la memoria sua comico (1); giacché » tessuto onorare possa poeta e se perchè il 29). vero l'alfieri il comico mente convincimento »: di sodi confortandolo della Vita. quello del 1800, più non se commedia scrivere le commedie può far si ha che modo saperla fare, non riuscissero che costume anzi spiegazione,scarsetto la pescar è divertente che ci fan banchieri, ai ne ridere avvocati Carlo denota « metà Gozzi, qui col (2) Prefaz. a\V di voluto rane. al non mi vero, il coturno dei ma si assai ho credo) e potenti mezzani, facciano Io più utile, pare poiché dei grandi cap. Abele, come « dramma per cioè ammirare, male si adatta altre ragioniera drammatico, urbano (2); genere, che, » XVIII, (1) Vita, Ep. IV, se il che avverso, di nome secolo guisa a verisimiglianza mi quel genere a tragediaurbana del luogo (1). » adunque era mai spesso; ed in praticando il dramma simili, che o mai; piedi fangosi stato si vedon aver ogni tempo, l'epopea delle piego nel vero; più e vediamo L'Alfieri di mi non tragedia la commedia; più non direbbe ne le altre d'invenzioni, ha no (con maggior cavare dalla chi come all'incontro, che voluto ad non per », secolo, aggiunge che se pennello nello sterco tragedia dalla commedia, che urbano, mio a di tutte quali comporre adattabili « Questo « ». volle provandosi delle e occhi gli sotto giornalmente di taccia il il sale moderno facendo, vanno del 2000; o Perciò, pur ». Persia; di costumi quei e l'uomo; o 1500 vole note- restino, emendare quello del dozzina, imbrattando a ed nell'andamento « si che le commedie di Francia uomini l'autore e commedia una che quegli perisce con no della e d'Italia, più che l'uomo non che molto luogo un deridere eglivi dice, deve pigliarea ma in vuole esplicava quindi, che argomenti, Chi « 71 comico poeta aveva così 29, p. 314-15. p. 8. sorto » ed ch'egli altrove in Francia a rapidamente acquistato i 72 l'alfieri favore, estrinsecandosi sensibili di cuori terzo luogo nel le suscettibilità L'Alfieri il cioè grandi non ammirazione che o tenersi nella matrona ma tumultuosa ma per poco: Sovra né grande nelle la « morta é il idee divina e che la Satyris paulum l'Alfieri Tragedia », sepolta,e sulla e al dramma che moderno. di sta lui, suscitare faceva egli non drammatica antica: i soli personaggi erano di calzare scena, mente Conseguentela commedia cavar tragedia,quale pudibonda a prender parte fino a diventar non avesse riputiamo torto Quella che come sua a sacra, commedia; pudibunda protervis. cangiamento operatosi in nei costumi. uno ossequente ai precettiantichi. in dì solenne disputarse conti più naturale questo punto però utile le chiama come la solita frase. danza, scendesse Intererit (e qui apparire sulla usare assai concedeva costretta ammettere fin dei di tragedia: in ciò pure Orazio società,di poteva che irritare non precetti della per egli stimava Con colla mezzane, degni — dolori,i patimenti deità,eroi,monarchi tragedia greca del dell'Alfieri in fatto d'arte. compianto. In stretto ai il coturno i letteraria e potenti,fossero capaci non e ai agitò tanto largamente voleva non lagrime simili^ così sdegnosamente o persone considerati dalla o nel e borghese, nato filosofica aristocratiche errore)che suo che citato,esso or di 11 dramma in contrasto avvocati poteva non fiumi rappresentare a quei banchieri^ larmoyante spargere rivendicazione semplice borghese ricordati comédie di idee Intento stato. un di la era ^ comico quel tempo. quel commovimento il secolo, di nella hourgeois^ e facendo drame da poeta ognun tomba o né necessario, ragione. Troppo cent'anni l'Alfieri vede e sa, si è innalzato al chiamava é invece è la ormai il seggio del risponde meglio alle aspirazioni Discutibile più asserzione mento sentidel- l'alfieri l'Alfieri che poeta comico, un sé, debba opera muoia i vizi degli uomini, con alla lettera, verrebbe l'altro e i costumi ha Il torto. dipingere gli studiare saperne scena vive, persone che importa poco la 0 del del il vestano deve ed E parlino il più giubba, che l'Alfieri tanto da che (cosa negare comici creati da Aristofane. gevedente poeta comico, tratti pungenti ad voluto estendere ad onde, ai suoi Giudizio nelle altri coi cementi solo non sulla Certo e parte dice, tempo un ed falso disseminato di splendide commedie del d'Atene perché dato fon- ci lasciano freddi,mentre gli spettatori; ma di fatto avranno questa é Caluso, del la 30 Ateniese grande che p. 452. zioni: inten- sue importante dell'opera aristofanea. meno all'Abate aver posteri» (1). falso giuochi di parola intraducibili,allusioni (1) Lettera non fuor son risa e le fra i : tipi lon- luoghi s'intende recar dei ottusi, per e irriverente,ma non poco s'intendeva non male tutto è tempi comento, senza tempi ei rono provoca- freschezza Questo maligno « e fisso nella era può non stupore) la splendida ed immortale eterni che posteri quel sorriso contemporanei. Ma opinione, sua ne' cuore giusta- saputo ritrarne ha poeta il dialetto attico puro vizi, le passioni, le debolezze, essi vivranno sempre il questo, toga, i nei Se far a la susciteranno di Kabelais. sulla mettere 0 lingua di costumi, i loro la pallio o l'uno e evitare riesce se stofane Ari- fiorirono. non il cuore, ombre. non di opere in cui secolo tempo suo le essi, giacché con scrutare e del costumi dai che poeta comico uomini in ridicolo applicare questo principio morte son propria la che porre e astrazione concludere ritrassero L'Alfieri ma descrivere volesse a di Molière e vuole non se facendo vive. Chi in cui tempo 73 comico poeta parte vi frizzi oscure, scoppiaredalle men giugno degna 1801, in di Vita, l'alfieri 74 poeta osservazione, la parte caduca di invece essa passioni, i vizi cui luoghi, i tempi, sofista,il Cleono donne La dell'opera. nella sta son si tipi de' quali Giacché mutino di natura fremere e Tutto sempre. Non che nulla ancor sta siano tutte mancate scriver delle dell'ultima infelicità delle essenzialmente dottrina dell'autore lieve egli poi scelto. avea sociali sotto presta a dalla sull'indole difficoltà non E l'Alfieri lo vedeva 20 settembre di venti all'uditore o di caratteri cose e seco di necessità. difetto inerente per atti,sarà le tante al sua arma e che ad dei uno più ardui impresa meglio, il trovare tante la erronea in di parte problemi infatti il questa sola l'arte di fare Bisognerà dunque de' media com- ingoiare ripetizionidi pensieri somiglianza si meno L'enorme « scriveva di che mento. piccolo mo- meglio d'ognialtro. dir proviene quella cioè che è mostrerà di- affermare. dell'argomento somma la : il Divorzio, commedia: queste quattro commedie, 1800, un' mano esaminate della drammatica, tale trattazione, difficoltà di la cogliere a applicazione della dalla le tutte Anzi ci limitiamo ora Svolgere forma v'è riuscito. qualità, commedia, sua quattro commedie adunque non sorridere e non in poneva affetti più potente della commedia l' istrumento meglio quanto La le vare tro- tempo palpitare, un inclinatissima gli cose, , satira. L'esame i mille commedie. natura, ch'eglistesso riconosceva terribile ha fatto personaggi si possono oggi riuscirvi,e l'Alfieri a dell'ingegnoa il lato ridicolo i può fare che ciò che e : insomma sorridere,farà palpitare,fremere gli attitudini tutti processi, le i per i Socrate il onde cangino: il maniaco demagogo, i modelli. le cui gli stessi, quantunque sempre i costumi aristofaneschi, son tale parte immor- dipintura dell'uomo, emancipate, pressoché nostri comico e di soggetti porta supplire sempre al soggettoquadruplicato colla originalità dell'espressione, cogli episodi,caratteri variati quanto si l'alfieri potrà, allegriad'immagini padre Apollo se il buon di cinquantadue darà inventarle, mi fra qui ci non gli e anni col ha pur darmi poi anche 60 Voglio favorito in ed il brio sperare pennello per ben età alla quale, fatte o : la mano questa il fervore il certamente porrò più che età per eseguirle fatte, non (1). » fatto il sordo. padre Apollo pare abbia il buon Ma anni di stile. e mi 75 comico poeta V. Finestrina. La quinta commedia La dalle anche di volentieri abbia non dell'autore cure forma e nel verso, e piacevollettura. dire il vero, Le richiamato de' che beati se le nella è tuttavia di però, è, se dobbiam tenuissimo dimoranti Giove di nota invia lagnanze son ad dialogo lucia- un nei Campi Elisi la strana sopra Eaco, e hanno condotta Minosse, i quali nell'Averne giusteed Mercurio assista a perchè si qualche giudizio. arriva, desta i giudici,li strapazza e ordina assidersi (1) Questa trascuratezza ultime qualche tempo nelle loro sedi più bricconi che Mercurio loro di le tunque quan- commedia. vera galantuomini. Giove accerti ricevute prolissitànell'insieme, l'attenzione da Finestrina, di pecchi quindi di una remmo poeta; noi la chiame- parzialmente giudici infernali,Radamante, mandano il allegorica.La L'intreccio dei ombre fantastica, poetica ed « quasi più conveniente ad che nesco, la dice » diverso affatto genere un precedono: largo confine più di è la quattro che Divorzio. Il nel tribunale inedita sta nel ed alla ms. 8, dopo sua presenza il sunto adem- deìV Antidoto. l'alfieri 76 pire al loro. Essi debito dare regolarsinel poeta comico però gli spiegano come sui giudizio meriti alle quali, appena illustri, ombre spunta sul cocuzzolo d'argani il mezzo calore: pure, i sudditi ma la festa. ammira soltanto Minosse di un'ombra parla secondo. con La Elisi. Minosse degno Eaco e di e e altri due due mogli, compagnia grandi donne, ecco che ma abitano un irrita de' suoi premio seggio a altro nessun Minosse, colpisce ma lui pure può non ecco Maometto, è : nuovo Ma beati. chi dalla sesso di bel dei dicato giu- Lunatina suo mato sti- esser disprezzato ha nazione persistono nella loro determi- pien di stizza,ritorna in fretta veduto e in abbastanza. penetra negli Elisi,dove incontra tosto uccise nei dopo la regni bui. sua la i suoi benefici. Confucio liberatosi da sua morte Desideroso colà, egli tenta incontro corrergli Omero, è voglion mandar inutilmente, poiché,appena Maometto, Kadamante una imponente all'Olimpo,parendogli d'averne sue con sedi beatitudine Kadamanto intanto il chiede, in che fatta zione; quest'ammira- a entusiasmano di per maggior il Saturnisco s'oppone, perchè Mercurio, Maometto e e ed onorato eterna avvicinare così ottenere emancipare impudenza sua che, essendo presenta poi giudicisi esser gli le Si arroganza, d'ammirazione furia Elisi. risce appa- pitibello gli avean altri due aspetto maestoso grandi fatti,di Giove: sul e di prende parte non i sole l'emancipatricenelle mandano negli di Saturno grandioso disegno, voluto aver de' maschi: tirannia che degli di racconta il gli vincono degno e annoiati Eaco ma che globo al suo fatale, fra le ombre concepito l'ingegnosodisegno aveva a colpe delle il fiume varcato pertanto quella d'un abitante re, sulle e Prima corno. un facciano perchè gli nessero te- di trovarsi coi sbarazzarsi delle ha incontrato due cio, Confu- dogli prima moglie, rammentan- lo lascia allora Cadisca, cerca quand'ecco piombargli addosso con mal garbo; di intrattenersi Mercurio che l'alfieri 78 giovevolied volendo esiste e furono magnanime, il operare bene, da Senonchè l'Autore i di ricchezze. o ralissimament mo- « po'troppo un v'è per che voglion veder si di ignobili, terminare i colori forse se dezza gran- gloriose conti di onori si proponeva tutti di tollerare i difetti altrui vera desiderio esprimere la necessità quadro, suo che alla fin de' temperando e, (1) ; nuocere dall'intimo cause nociuto fecero azioni o cupidigia di fama, la hanno primi concludere spinti non ma quali sarebbero vivi del voluto quanti fanno che e i giovato volendo i secondi quasi abbia sembrerebbe non talvolta i nocivi, e che giovare, e comico poeta tollerati di accusarlo propri:ciò che ci togliela possibilità di scetticismo soverchio. così Siamo le commedie tutte ultimissimo e scritta che si alla giunti del mia facendo, vanno imbrattando delle e il molta esserne l'utile,tuttavia attrattiva della del nella cavalier nota, che commedia: « venne Questa tragedie, che un è la e di continuo la nota (2) Vita, p. 31.5. nessuno potente quale il matrimonio disfatto e e di esercitare ad un'ora difatti in causa fioriva l'istituzione in cui si così più lunga di Si esamini commedie. (1) Vedi ha si esprimeva poi stampata, quasi prefazionealla dugento versi, fossi allacciato il diletto meno a quel tempo servente: che sterco zina, doz- a (2).Quantunque protestasse » e le commedie può far ne nello argomento un di scostumatezza se trivialità,poco pari, fatto suoi di tutte quali diceva ch'ei quinqiiagenaria, musa pennello poteva non di lui su de' nobili la più importante di Divorzio; moderno giornalmente sotto gliocchi poi Il stanca nell'andamento « forse e Nostro: di parto sesta dell'Autore dove, e tutte poi se Certo come. le mie si dovrà se non scrivendola, coli' annotarne nell'Atto V, se. V, p. 217. sì vare lemi ed l'alfieri i economizzarne il mi sarei è di conseguenza asprezza può reggere Divorzio Il per più celebrati modelli fra i di tre, hanno eccezione avidi al modo lo Annetta, donna scostumata madre, della in poeta, intedeschito il di invece amorosi. (1) Ms. Un atte in a considerata questa il bel Costumanze dalla anche seguendo ; altri che il ed il la ed pitano ca- conte cavaliere di vente ser- nulla. personaggi secondari rappresentare, nel italianato o cetto con- italiano casa, D. mezzino, Tra- figlia del padrone, l'aiuta e negli intrighi medico un : affatto nell'ombra prete di scrivere birbante civetta, ma accorge è rimasto educare di avvocato di vedasi Genova, invece insegnarle a era vicende scorso altri bella, dello stesso 9. (2) Genova sulle si non moglie coloro tutti con doveva semplice parassita; un si crede però il primo quale che ma », che avvenente, è capitano tedesco « incaricato che è Piantaguai, che del quale che la alla preferisceagli , la soverchia ma pessimo carattere si aggruppano costoro il cavalier di e ma Annetta, a che pensano odioso superba, e amoreggia casa, sua Ciuffini, letteratuccio Intorno abbietto: volgare o o spregevole a noi, educata, disamorata di parecchi con personaggi, ad I onesta, Lucrezia colta,vivace. La figliuola orme violenta, così ricchezza, non d'indole uomo rende avarizia le satira una spassarsela.Agostino Cherdalosi, patriziogenovese di (2), sarebbe mal non (1). » al confronto di versi settecento e carattere un ridicolo, che del piena di tal genere. piacere,di lusso, di la di tremila saziato forse è di mille invece soggetto,che dà che versi, tanta 79 comico poeta colorire commedia la sua curiosissima lavoro e del soWazsi alfieriana vivace culla la come fra mio del le costumanze Achille l'Autore ha del Neri, / (Genova, 1883, pittura. cicisbeismo p. tratto e secolo Cicisbei a 117-216),deve alcune tinte 80 l'alfieri chiudono stampo poeta comico frequentatoridi dei schiera la casa Cherdalosi. Tutt'altriraenti quale dalla dei comune talvolta conquistare il cuore avvicinarsi il e lo prega non e moglie lascia vuol Lucrezia prender a il sospendere Il Prosperino, gli dà che padre, di e aprirgligli occhi; libertà al figliodi dalla fanciulla. ed a La permetterà di assoggettarsia molti poter togliere in costei la famiglia, e riuscendovi, non come domandare richiesta accettata è di momento troppo sacrifici: da suo modo la mano tutti il e in recarsi con compiacenza, figlia che la a a Prospero per d'avvertire far corge n'ac- se dendo lettera,chie- ragione, si piega passato il primo premura ben della gli piace. Questi non nimenti Settimio, sperando che gli avvefar dare debbano ma il glisi svela cui la conosce di Cherdalosi le viaggio suo fare presto per Lucrezia: cerca si dà non marito figliuolomostra il la fanciulla. gioia; ma il gli corrisponda. non di espressi da frapporreindugi, e della l'Europa, Settimio a in biglietto un prendere intra- per partire.Prospero, accecato non a sentimenti gli casa svelare osa che padre attraverso anno le irresolutezze Settimio, cui di * riuscì e quindi s'accorge dell'esagerazione passione, non falsità dei colpitodalla facilmente fissato dal tempo colpo di grazia,mandandogli amante Prospero, dendo dell'ingenuogiovane, il quale, ve- aspira viste modo, suo tudine solleci- e morali. e poche moine con giato viag- figlioProspero, giovinetto Cherdalosi, rimase casa com'è dubitoso costei, che Ma paterno affetto viaggio di qualche disperato mezzo amore, a in di Lucrezia, che un è l'unico della principi diversissimo e pari.Con suoi molto ha che indole, ricco di pregi fisici recandosi a famiglia Benintendi, maturo uomo educato ha ottima bellezza la abitudini, costumi per esso di Settimio, è capo , si governa netta An- suocero che dovrà l'alfieri Vorrà Faccia Ed balia da altro Né Non né né fisso spillatico Di gli piace i ch'usa che senza della noi Prospero la poter fare per parola.Ma e che sposi presto l'avrebbe o bel un tardi in cui dei loro amori senza D. Tramezzino, insospettire le più briose l'Alfieri abbia che conosciute dai scritte Quarta. Ciuffìni,Lucrezia, D. Tramezzino. Ciuffìni. Le vengo e' Ma, dar a dei primi, il mi rallegro . v'è la sur' Anna? non Tramezzino. È Per Di poco far Anche (1) Atto HI, NovATi, Studi più gli il se. d'im'ora: onori casa. Agostino. sur I, p. critici della e e 269. letterari. m'ha E ita fuori ordinato fuori . può . namorarsi in- parlano sono meritano lettori. Scena non Lucrezia e vista finirà ad scene e il giovinetto Le il Ciuffini e legata v'è altro: maturo, uomo un essa quale il Benintendi, di cui (1). si pente d'avere e sua ad che piacegli tutte a di Lucrezia, sopportareil pensiero casa niente liberamente, si conturba dispiaceremaritata casa. per piace sposava Ciuffìni, innamorato gli piace aver niente, troppa sollecitudine con casa; disponibile: gli amici e di perdoni: non insomma, quel continuo: fuor parenti men, fanciulla, che disfare i Lo Paterna: il cicisbeo Messa i Né, molto La la Né Vespri, gli piace non molti, gli piace Non nuora e serale: un, la su' che dispensiera e cuoca bisogna. Non gli piace se Il teatro 81 comico poeta fra sere d'es- l'alfieri 82 comico poeta Ciuffini. ' Dunque Tramezzino, Don la voi or siete, e mamma il babbo. Lucrezia. E poi, da A saper Signor La me d'età ben son s'accomodi. La custodirmi. dite, portingli Maestro, Conte. suol la cioccolata; ch'ei bastante pigliare. Tramezzino. Giovanni; ehi Ciuffini. Ti vorrei vuoi dir: mia. parole, anima Due morire? farmi tu Lucrezia. Zitto; aspetta. Tramezzino. Giovanni? Lucrezia. Ei in Giù sarà ito dispensa. Tramezzino. lo salto D'un raggiungo. Quinta. Scena Lucrezia. Ciuffinie Ciuffini. Di Prosperin Dunque tu sposa? tu vuoi farmi morire? Lucrezia. ti Non Tutto E Lo (1) Certo fo per uscir di sgomentare. questa poterti trattar; giacché, casa, pur troppo (1), sposarti è impossibile. per error di stampa nell'edizione pisana trattare. l'alfieri S9 comico poeta Ciuffini. in braccio Ma D'altri vederti, cielo! o Lucrezia. Ma, Poter vederci, né e mai' non parlarci Ciuffini. Almeno Fossi d'altri sposa; tu •Giovanetto tale d'un ma bello si Lucrezia, Ei Per di me; In lui nulla lui sol veggo e è non bello m'importa: il all'amor cerco mezzo nostro. Ciuffiììi. Eppur mi tu lo disperi,se sposi. Lucrezia. Dunque hai Né parlare? pur più di caro mai non potermi Ciuffiìii. Zitta, ch'ei ritorna. Scena Sesta. Tramezzino e detti. Tramezzino. balordo Quel non Per dove. so far ei Gianni, posta al fuoco, Neppure r di L'ho più presto, e l'aveva non se n'er'ito riscaldat'io e Tho frullata ed Ciuffini. Oh davver, garbatissimo Caspita; Non la ed fa é preziosa, meglio. un il maestro. ripostiere eccola. l'alfieri 84 comico poeta Lucrezia. il maestrin Eh; A ch'ei quel badate: Ma Che vuole; la furia è stata de' siete scordato vi è tanto ed riesce compito . tanta, crostini. Tramezzino. è Diamine, subito. è rimediato vero: Settima. Scena Lucrezia. Ciiiffìni, Lucrezia. La E tutt'altri di di insomma, mamma, : ci abbia, Pensato io Non altro v'è dubita per te non nulla; quanto ripensato,credimi e all'amor mezzo sa nostro. Ciuffìni. Tutto, Tutto fai, fuorché A qualche Tu un questo. Disperato mi eccesso trarrai, se sposi Prosperino. Lucrezia. via, datti pace. Ebben, Non lo farò. Ciuffini. Ma è corsa la parola. Lucrezia. Non ci pensar. Ciuffini. Deh, pregoti. Lucrezia, Tel (1) Atto III, se, IV, p. 275 e sgg. giuro (1). 86 l'alfieri è invitata, esercitando a far chi noto nomina essa madre suo primo Ciuffini, Lo stupore suoi furori sdegno che la corruzione contro del masto Agostino, ri- l'accolto invettiva proprio tempo, riconoscendosi vitupera,pur esso della collera si ritira, ed ognuno un'acerbissima solo, sfoga in la e servente, ed indescrivibili; la festa è sono : dal contratto, cavalier scelga per il dai comico diritto concessole un questo annuncio a turbata poeta corruzione impotente merla repri- a : de' costumi fetor 0 Che Di giustamente Europa De' tutta, Galli Oh qual Ed io Che Jtalicheschi, fanci stessi madre', oh qual padre! Maraviglia in Italia il Divorzio è Questo l'Alfieri ha opinioni da lui ma e intima (1) Ms. le Fra gli uomini; che è non Divorzio? di voi stessi; usi. vostri la falsità delle esso composte, questa che adattabili ad e Parere contemporanei, la Le La su le sei prime quattro Alfieriche; Farmi ch'esser sesta è vorrebbe pretta vita principiodel secolo; questa Alfierica,né Aristofanica, dell' autore nito, indefi- ogni tempo ma dipinta (1):questa, dico, è la sola cui si possa 9. vorzio Di- all' indole, all'essenza i vizi dei sul nel che osservare astratto, indefinibile casi italiani fia egli stesso sei,da non gli usi, ma dei nobili commedia Italica dimostrato e ai occasione l'uomo, ente non costume, l'Italia professate intorno della commedia. descrive un l'applauso debito "già avuta marito! tutt'andare a e che oh s'adoperi, non Italico è attori L'autor, gli perfino scritta! che Spettatori,fischiate Abbiamo fan peggiori! reputar il matrimonio Se ci che e l'obbrobrio esser italica co/nmedie. la quinta Aristofanica dipinta. ; pretta vera- l'alfieri mente attribuire certo argomento come altri asserirono, necessaria acutezza il satira degne di Servente di sarcasmo ispirate non letterariamente riferirla per le terzine Già ^uW a sentarne rappre- d'invettiva, per vis comica, per del scene celebrato Bivorzio, storicamente, che e si sa; crediamo (1): Agli triviali preterisco le usate, articoli proemiali, e vengo subito. Tutti. Ist,ist. Sparati. Primo: alla Dote, scudi Glien dà Sposa lo sposo il dà seimila; Agostino sur contraddote e altri mila. dodici Tutti. Capperi ! Lucrezia. Assai più eh' i' certo non Stomaconi. mi Non mortificate. Via . V, se. Y, p. 308 e della Educazione, satirico,ha e letta la scritta nuziale, così intiero Forinole Atto : bellissime Sparati. (1) la volgimenti più segretiav- umano cuore qualunque poche quella in cui vien e suoi dell'altra e per forza entrambe acerbità pur Cavalier II nei del mistero già suggerite al poeta avea all'Alfieri, mancati potenza d'osservazione,ne la indagare ad grande esser non cavar vizi,le debolezze, gli errori. La splendida bile, i che ad affermare ne quale sia dato dalla tal nome, un 87 comico poeta sgg. . . merito. fra tutte, notevole, ben fatto 88 l'alfieri poeta comico Sparati. Secoudo Spillaticoalla Scudi : mensuale, sposa cento. Tutti. Poffare! Fabrizio. Bagatelle. Annetta. Ed E io in mai non parole, eh avuti ne ho 'è più. più di dieci; Sparati. servizio Terzo: Di cavalli carrozza, Tutto parte per a bussolanti e essa. Ciuffini. (Scarrozzato Anch'io dunque sarò). Sparati. Quarto: Quartiere Libero, Da sé Sesto: a sé, da sola, ai parte. Quinto: Palco teatri quanti fisso, alla il medico sono. sua scelta. Becchini. Questo è per me. Sparati. Pagati, egli e S'intende, Libertà E Di dalla di Sette: casa. pigliar,tener, cameriere, e vedove, e il chirurgo, Piena cacciare ogni donna servizio. Annetta. (Questo è il perno Della pace di casa). verace l'alfieri 89 comico poeta Agostino. (Cioè del Deirarcimellonaggin dire, a marito). Fabrizio. Zitti,zitti. Seguite. Sparati. (Si Ottavo nelle Qai Farà Undici: A sua maestri; venir Nell'acqua fredda Nutrirli latte,o a già s'intende, figli,padronanza dei di alla madre Assoluta arte Duodecimo: casa. poi ed scienza d'ogni dalla Pagati sé, occorrendo. da Avrà scelta Al anche vuole. chi Invitar Nono: Letto Decimo: tavola piacendole,la o sé. da più importanti):Ottavo: cose Bisognando, entra tuffarli calda o a voler a fascie in pappe, o no, * più piaceralle. Come suo. Piantaguai. In si asconde Quanta gran quest'articolo filosofia! Sparati. figlipoi, cresciuti. I Terzodecimo: si porranno Irremissibilmente in Maschi collegio dovrà discorsi udir in femmine mai Mai, Quartodecimo: Non e la Signora Né di grano, né d'olio,né Né di cambi, né d'aggio, né Di nostre usate mai poi e convento. vino. di di niuna stitichezze. Ciuffini. Bello; Bello articol davvero! Piantaguai. E Con che lepor di stile! come scritti! l'alfieri 90 poeta comico Fabrizio. Zitti, zitti. Sparati, Decimoquinto: Mai la Se Signora non Nel tenuta soggiornare di piena più in mattin quartier, giorno, Libertà 0 a sarà villa, piacere. Sestodecimo: suo a suo Chi Non ricever tutti, giovani vorrà: sera, e vecchi, belli o brutti; plebei, nobili, mezzani; Militari 0 Chiesa. di Agostino. Gli Questo è po' troppo un poi. Fabrizio. Niente, niente: Son io più oh'uom disinvolto nessuno. Ciuffini. Dice Mondo vuol bene: essere. Piantaguai. Mondo. Annetta. Mondo, mondo. Sparati. La Diciassette: Messa, in o o casa, fuori, ^ A piacimento Confessore Le sian scelta. sua a Diciannove: pagati, bisognando, Vigesimo: EH'avrà Vent'uno: Ogni A' Diciottesimo: suo. bagni, o a tre i debiti. cameriere. par d'anni sentir opere Pagati, già s'intende, dalla un qua casa. Ciuffini. Cosi vuol la salute. viaggetto e là; l'alfieri 91 comico poeta Piantaguai. Eh ! de va plano. Sparati. falsamente Degli amici, Ventidue: riso Cicisbei, in Denominati tanti La s'avrà Le aggradiranno più. quanti quali e e come Agostino. Stomaconi, Ma, Questo poi . . . Fabrizio. Zitto, zitto. Proseguite. Sparati. (Qui al qualche intoppo temo Ventitré: il servente Ma Scelto, s'intende, a Volontà della Mattina e la potrà Al marito. di avrà tavola in capite. fìsso. in spiacere,che mai Né {frimo piena, arcipienissima Sposa; sera, ventitré.) casa; il dimostri, Agostino. questa, ell'è poi troppo Ma . . . Fabrizio. Troppo, eh? poverino! Annetta. Ei Di queste non nulla sa cose. Ciuffini. Non capisce nulla. Agostino. Capisco, lo qui Questo Un A tal che nei primi primo malanno scelta scandal quest'é uno almen articoli servente, con già nuovo. Prospero, che pure è d'uso, i' l'avea del suocero, né ' posto tavola ? -. 92 l'alfjeri Gli poeta assegnata, né avea sforzava Approvazion comico l'umiliante del marito. Annetta. E noi N'è sappiam perchè vogliam cosi. Stomaconi? vero, Fabrizio. E Per la pace durevole La dev'esser cos'i. chiara; cosa di casa Piantaguai. la Ei lunga. sa AgostÌ7io. leggerli da s'io sentiva Ma Cert'il mio nome prima, v'avrei non firmato. Annetta. Ser sciocco. Fabrizio. perciò appunto gli ho mi piace guai. prima; non voluti E Firmati Dicendo da esente vada quella cui in chi la scioglieper viene l'una che e dalla nel per cenno e un certo ed lo a di riapparirvipiù, il matrimonio è forma. la la che separarsiin Prospero cioè terz'atto, quando non quanto canza man- l'intreccio punto tanto nuovamente, che sei è forse vizio: grave principiocogli amori che delle rispetto alla un distinguersiquasi quale presta argomento fanciulla Ad asserire inesperienza per noia subito riannodarsi a ha scena darà fra le commedie voluto scorrettezza nell'azione. d'unità si abbiamo maggior appare legga migliore difetti. Tutt' altro: riguarda l'intreccio,e A la è dall'Alfieri,non composte essa Divorzio 11 che e media com- due: di Lucrezia, Prospero finita: l'altra alla concluso fra Stomaconi, personaggio questo di cui si è fatto prima e che esce compare,, vero deus la sun nesex l'alfieri 94 poeta famiglia il cicisbeismo,quel V« Italiani,tutto insomma quella da il Nostro che commedia è di riformatore in della cui del scuola soggetto suo bel e umile non Commedia: questa »; lo studi gnissima de- mento svolgi- riporrel'unico al accanto grande Goldoni. Carlo a cissima feli- e il suc^ valore chi seggio gli arguta mondo per per rume tene- pullulante », frase con nel nascevano italico marciume italiano; tale infine da teatro nostro inveterar servaggioin specialeattenzione del tragico il per lungo « chiama la orribile « il raddoppiava che », comico VI. Conclusione. Né di crediamo che esagerato o che, scrivendo ad « dani tori 0 questo, parlano ne una (2) Storia un ci Sonetto il Ma noi non postume nel mazzo ostante non Conte, le disse il Gior fra i nostri scrit averle senza lette sgomentiamo rigido, così tale, per Mario ci quanto aspro esca da in Opere, voi. IX, p. per come illustri Pieri. italiano, o Il Monti severi meno giudicano ne sembra a pure, pitirecenti poi giudizio così lettera del o (2). Non » ; i comodissimo. sun-icordati (1) In stravaganza ne Il Foscolo professavaper che il Centofanti non sistema le commedie. trarie con- letterati amico, giudicava le opere un somma di ed illustri » anche modelli aifatto come insopportabili (1),naturalmente tragico la riverenza « ci è noto taccia aver possa posterioriall'Alfieri. di poco o nostro pronunciato abbiano contemporanei metteva giudizio di falso. Ben sentenze del il 239. l'alfjeri labbra, da venir alfieriane (1), e » difetti, vuoi argomenti poeta, non ideate le commedie, sullo e scopo nella nome, della scene ardui attore vita forma, scritte; faticoso sono famigliari popolari arreca miscuglio di anzi dialogo che e manca, per più faticoso tragico;mentre senza (1) Discorso mentre parere, quale l'Alfieri sperava cadente, lingua modi e tini, fioren11 comune. comico, esser delle piìi qualità: la vivacità,la scioltezza,la spontaneità lo faccian renderlo la questo sgradevole impasto di volgarità di affettazione essenziali che da nasce quanto all'effetto vocaboli dall'uso le stato era prettamente , di ritrarre In sei auliche, lontanissime di forme di danno talvolta di si accontentò la sostanza. e false gere trattare, svol- di gravissimo , e abbiamo come meritevole veramente per dole sull'in- mostrate son e in tutte scene malmenato quali egli stesso reale, delle delle ed alla vivacità che, contemporanei, suoi a rassegnava teoriche poeta, invece innegabile che è secondo sola capace in- accogliendofreddamente comico spettatore.Questo e in cui pubblico, così problemi sociali, vizi dei i descrivere il quale definire e il approvare la commedia, dall'unica tragedia, si teatro si possono già visto, non l' intelletto fra la condotte del soverchia quale egli stesso,credendolo il e intendiamo fieri) (son parole dell'Al- tutti i torti aveva medie com- di sostanza, elevatezza una comunicazione gustare e di le Certo qui e erano, mancava tramelogedie. Ma comporre alla molti per capire a tal hanno necessarissima la l'udito dal discussione. pubblico, nel quale un « e senza prime quattro, parlare delle per accolto Gli di forma. vuoi 95 comico poeta invece suono, sulla e non più greve dar è è, lingua parlata. A concorre il verso, come impronta d'originalità riuscito senza TramelogecUa, duro, carattere; p. 12. al al stentato, fiacco, oscillante fra il l'alfieri 96 dei Per specialmente agli ultimi, avrebbe portare in uscirono quali del poeta. E noi con che tentativo, un nuovo, un' importanza ardito; nella cui giunge sorriso chiudono tutta ed cap. fra riprese i la animi mani purissimo (come comparire da Terenzio, del di in di fatto con a un uno nelle degli razione d'ispi- raggio poeta, esse consacrata generosi coi della rammarico che a Parigi tradurlo lo aggiuntovi crearmi quelle aver l'Alfieri disegnava) tempo gran « hanno ricuperarla. accinse si e ginale, ori- nessuno Italiani il di scrive latino, modello anche pareva desiderio Vita di letteraria, degli dell'arte pensiero moribondo vita sua della tentativo Ultimo eccitamenti il della XX cognizione mi ed del l'opera del fantasia magnanimi libertà (1) Nel come alla venire con- cumento, do- storia un storia di storia ma vero, penna importante Nella settecento. risvegliare negli a perduta quel del degnamente esempi nella non drammatici scrittori è ancor dalla della teatro. nostro parte meno a un notevolissima del e in è fette, imper- opere come costituiscono esse pertanto esse potrà non dubitare? può verseggiate volta questo pagina nostra sono prima faccia che una letteratura la chi di tali rimedio posto limate; rifatte, emendate, di molti ne sopra (lo ripetiamo) l'endecasillabo e a chi commedie, giudizio equo un parte tali non sei le considerarle necessario (1), Che rivedendo l'autore, dall'Alfieri cinquecento. nostri e comico del comici difetti, studiato molto terenziano, poeta verso scopo comico, stile tragedie originale ». 1790 rafforzar* per di tentare per e su poi di commedie delle nel ben vere scri- mio e mio, IL E NovATT, Studi LE critici RITMO SUE e letterari. CASSINESE mTERPRETAZIO:J(I EITMO IL il cervello stillato Ditis, anche che la ripeter Che si celia? fa fu dacché sempre animi, quale a dare ai suoi inviluppati da piuttosto l'idioma del ad artificiose da ogni contro accusa il accusare volgo, che, dappoco solo e veste la sua inesperienza rimatore amanuense, qual 0 si e taluno, il 0 enigmatica? era, deve nel mal le fidando l'ingenu al- quale sentandoli prenon è maneggiare sapeva infine rivolgere che, cause. gravità maggiore, una : l'oscurità delle poeta, di rude l'autore nemmeno voluto del siamo spirito" lo quale manifeste ha peso noi scrivendolo, come passati, son ne E accaduto Cassinese. volta, prima presunzione espressioni? il quanti appaiono concetti dicendo sarà Kitmo contenga, carico, farne del proposto, ci tenehris ut giorni non esso malaccorta e stimò cosa l'avvolge noi Dobbiamo si sia che che la domandarci intento anche pur anni luce alla nostri bene finivano d'ingannarmi proposito tanti Dopo ben sentenze, oscure credo de' a essersi dopo esclamando: Non cosa messo infatti ma stessa le la penna, studiosi molti a decifrarne a iste suis! sic manet Persio, di disperati via buttar per di commentatori vecchi I INTERPKETAZIONI SUE LE E CASSINESE piegarsi prosciogliere nostre forse querele troppo 100 IL nella malsicura sua guasto Egli sole sino qui, a queste abbiano cause Se sembra Ai ricader essi fra di più anche ancora, (1) Che Ritmo, il codice non facile decidere da bensì i troppo pur nel l'amanuense che fatta modo siano andate buona menar del sia cassino non com'egli crede, la ovvero (2) a La Federici della di cagione de' trascrizione nella Città lettura per lunga di tanto sua Gaeta la Bòhmer ripetutipassaggi opera per la Degli (Napoli, 1791, grossolani da I prodursi renderla del in volta 124) é si potrebbe come la fra di in posizione com- Monte- sofferti dal pochi mesi, bocche si nerano inge- del volgo, altro manoscritto. dette Buchi Ritmo, qualunque quali ; ma d'uno p. supponesse in che cusare ac- negligenza. si guasti sulle prima lettura; così di Ma canto antichi stanza abba- avvertono manoscritto scrittore prima si ove opinione possano d'un permanenza che a nel solo modo vedere brevissimo. d'un opera in monaco, proclivi ad che antico. sua inserzione sua un trascrizione una più ad sunto de- parte le lacune renderci riesco non tali che sono né io intervallo un corso la e scrittore cose, al Ritmo componimento per le sé a credersi di sbagli conciliare a del che labilità di memoria dinanzi altro da tali da sono verrebbero avesse memoria a testo roriginale però altrettanto D'altra ecc. di integrità.La errori altro 55, esattezza debba sua quegli del piuttostodi ipotesi si nella più che trobajo numerose lo scrittore Forse il è stati son trascrizione, non ma editori. non dovuto ovvero Ritmo, da si direbbero 15, le due il Non possediamo esemplare, confermata quali v. noi poterlo riprodurre essere gi'ita del il che poi scorretta riconoscerlo. a suoi dall'essere lungi dovinell in- verrà giusti,con- minore o posteriore e memoria a da ipotesi può ms., antico ben una il testo se esatto non difficoltà più un sapeva nel se parali abbia niuno che cassinese, sia ne maggiore con Cassinese esser in non tenebroso un spalle dei Federici dal (e pochi) (2),trascritto sulle ma il Kitmo qualche po' di colpa, volendo farla e rato coope- oggi lamentiamo; innanzi. e lacero così cassinese? tutte mettere INTERPRETAZIONI (1),trascrisse l'effetto che da sono SUE LE codice probabile che è sembrato è E memoria nel il Eitmo produrre a esse CASSINESE RITMO e del Consoli deturpata Ritmo o da il Ipati errori Amequasi inintelligibile. 102 IL storiche RITMO presentarne Ed incominciare per dottrina, non ad favorevolmente solamente il Rocchi conforto a di genere; scienze: storia di io so a a torto, che il rimanevano voluto chiarirli da suo in ma e aggiungendo pari tempo correzioni molto dir è costretto stato d'una che volta ad su questo Gaspary, di della sua di una ad due Gesch. der (1) Op. cit.,p. VII. (2) Op. cit.,p. VI. di Ital. Ritmo ricerche, del testo, alla pur ha cata giustifi- togliendo medesima offrendo sura, mi- qua parafrasi altresì voluto versi, sostenere non vi sono e là è cile diffì- che nel lacune, interpretazionistiracchiate, e più arrampicarsi proprio sugli specchi. Si tentativo non presentato agli studiosi, arbitrario, il Bóhmer avendo ricorrere a di anteriori i versi ha punto pensiero nel egli,separando, tutti punteggiatura, felici. E eccezione fatta che si è queste obbie- che critica le tutte metrica, la non del delle onta ridurre per o bene; Ritmo, Eppure il testo, alla taccia ingegnose gliere racco- ragionamenti i suoi restituzione una la sfuggire può non parole modificando e che presso l'andamento e ad parafrasi.Ma una di aiuto (2); tentando colo se- in oscuri ancora decimo opinione argomenti d'ogni generale senso portarsi ri- codesta di sollevare. meno alle ricerche pensiero gran preoccupato delle obbiezioni, che potevano fine del dirlo) potesse non paleografia, la linguistica,la che il il Ritmo che che che, per certi attitudini sue tanto si è dato chiamare la e ed anche un'epoca posteriorealla (1), » dettato lui, ha infatti il chiodo antico,ma fosse da giova (mi spiace delle Fermato critiche. ad essi discorso, prima di volontà buona sua sua non ipotesi da copioso commentario, un rispettidella « adesso tenere Cassinese al Ritmo attestare delle è ed il nuova. una può far fede della se INTERPRETAZIONI del componimento significato io intendo padre Kocchi, intorno SUE LE fondamentale. formulate, che 11 E il chiarire per concetto suo CASSINESE restituzione Liter., I, p. ha 484. veda pronunziato il giudizio anche il RITMO IL zioni fossero CASSINESE e LE E numerose facilmente, vedremo gravi, lo e 103 INTERPRETAZIONI SUE minare disparte le altre prove, prenderemo ad esaha fondato i dati storici, sui quali il padre Rocchi se, lasciate in la dimostrazione. sua Cassinese, egli scrive (1), è Il Ritmo fu teatro Rossano, decimo. patria, sulla aveva saracene, principatodi Capua. regnava, accolse i desideri gli assegnò , S. vita dato che oltre era per abitudini allora di piccolo monastero al cenobio ne cassinese, visitare vi fra i per proferendo sdegno, contro (1) Op. cit.,p. ad XXII citaredo. abbandonò il dissoluto e segg. giorno tempio Abate A E a S. Nilo e voltosi mensa, tal vista frettoloso così fine in alla principali monaci d'un i rimasti loro. un nel donarono abban- usanze, dell'Abate attesolo fu monaco, un mentre il convento, lo rinvenne coi Aligerno,gli sregolate chiostro, orme invano negli arpeggi di vivo il essa ma Cassinosi, de' quali riuscirono, che, recatosi dove, seduto dilettava e mirabile; santo portò nel chiostro nacquero seguire le Mansone, ricercarlo Costui nuove ospiti del l'Abate convenienti dalle a e poco così fiere discordie agevolmente morto Mansone. successore s'acconciarono acceso il ogni dire grande spontaneamente a cercato Santo, ed esaudendone Benedettini,divenuti i menavano alcuni, aborrendo a le invasioni qui Landolfo, che il onore rapidamente,quando, gusti ed che si tratta. questo dipendente. In quel tempo l'austerità della calabrese, scemò E dimora a di che sino Cas- quale incombevano di Vallelucio, vicinissimo Angelo anzi da ogni Ecco alquanti compagni con asilo nel con di Monte calabrese, fuggendo nel 980 anacoreta sua dichiarazione sua quali la Badia dei secolo il famoso Nilo, da nel la origine e sua avvenimenti, in taluni S. la ritrova satirico,che componimento un S. fettorio, re- si Nilo, Germano, profeticheminaccio, 104 IL che ebbero poco (1). Rocchi del in S. Nilo sotto scena le estreme rigidissime dottrine finge mentre che che insomma di vedere se questi, E latino. sue fa beffe, insinuando ne fragilitàinconciliabili; l'umana d'uopo essere caldamente L'opinione,così accolta tali uomini, non Per acconsentire stato nella al più tardi, nel Ma 996, il Ritmo che decimo secolo, pare (1) Quest'episodio ce véou, opera ToO ricca di lo Graece sec. XVII (Vita interprete Jo. apud haeredes S. Matthaeo forse la Santo, del storia GXX, che la P. Greco 1 p. è stata prefazione Rodotà, in segg.). Intorno e del Migne a Italia, ecc. (2) Op. cit.,p. (Roma, XXVII e 1760, segg. lib. fu deposto. per del ora Bartolomeo, la scripta olim dai Migne è da donata, {Patrolog. vedersi, oltre presente II, p. 101 Bollandisti 11-13), Fopera e. praev., stato prima Iconiensi, Romae, dal S. Nilo e opera latinitate nunc ristampata (Comment. Dell'origine,progresso 986, o, Edita junioris Archiep. Co.ryophilo nel il B. tempo. Nili Patris o NeiXou òyioi; •iTaTpò"; del (Acta Sanctor., Septembr.,VlI, 283), e quindi Graeca, fatti critico sia alcun èv Zanetti, 1624) B. seguiti i reputarsi ejtts Discipulo, contubernali a per sia Mansone il Bio";toO discepolo un cui possa che narra preziosiragguagli nel volta di in anno Cassinese non il Ritmo che appena z'altro sen- tutto innanzi dopo: quindi narrati, pochissimo tempo Rocchi si possa che credenza proprio non se tale è non padre questo converrebbe far col Rocchi composto, dal sostenuta dal Bohmer, anche accettare. di delle fa pompa monaco un che, prudente, vir partid'Oriente, un l'appunto messo per magnu da soverchie le austerità quale sarebbe col ove satira, dettata deridere con episodio tale Moltissimo, una seguirlefarebbe a da angeli. ma e questo Il mento spaventoso adempi- e il Ritmo? ammirarle, con sono esse mai spoglie del dalle giunto ha per basiliano. monaco INTERPRETAZIONI pieno con di Mansone S0E LE appresso si consideri (2) seguace E Ora, che — di vita della CASSIXESE RITMO e del segg.)- Rito inclinato CASSINESE RITMO IL concederlo; a ne' diviene molto si rifiuti di si Perchè anteriori avvenimenti originenel dato satirica da per allusioni deboli, incerte, fra del Santo (1) il al appartiene Rocchi secolo che nientemeno ciò costringereil perchè di egli si aflanna gettati in quell'anno in ch'ei Ma quali rapporti corrano fra del Ritmo accettare la fatica il B. di lo non autorevoli infatti,quali MoRANDi, Orig. anche del Ritmo la nostra. (2) Non che scena serve S. Monte loro Nilo. di suggello S. Nilo ci ed essendo fosse di proposito credere a il al far che si chiude che dai perfetto monaco, il contenuto aria. Giudici il Monaci (ved. la che Ritmo sia zione trascriche è de celu richiesto la sete. un che in messo frase, una con costui, trovandosi Benedettini regola. degli argomenti cenno nel loro XII, opinione sec. dialogo: Angeli narra in campata del renitenti quindi risparmiarci potremo (op. cit., p. 9) ed ultimi componimento di Cassino quale Il fuori taluno indotto quasi biografo qui ed ital., p. 65) credono lingua risalga agli sarà hanno della avvenimento 1293; cassinesi V, siccome questo il Giorgi al monaci nella congettura una Ritmo ringiovanirlo introdurre noi non il che voleva spiega, e combattere medesimo, de' uno traddizioni con- biografo greco composizione Celestino da carcere le riforme ad autore sospetta ne la vaghe, così vorrebbe secoli, fissandone ciò si spacciano che dimostrare il Bòhmer decimo, tre del Kocchi a Ma grossolane le e il racconto ed il ritmo una patenti e dubbio. al contrario sono ad questa le in Quelle palesi invece tanto e (2), da Mentre S. Nilo a che che avessero nel XIII, più piccolo davvero. No nostro? caso bizzarro trecent'anni o necessario al vano, vive- protagonisti. apparisserochiare adito lasciare non i assai fors'anche e tali avvenimenti a nel avviene XII, secolo composizione,sarebbe allusioni così dugento di mento componi- il Mansone e siano ne il fatto ammettere molto persistere nell'opinione personaggi potesse credere S. Nilo cui di ragioni per difficile il codesti proprio che certo giorni in dettato 105 INTERPRETAZIONI SHE LE e (1). Ora, quando peso e E quale Ora giorno dichiarasse rispondesse: Movaxóc; èariv il a 106 soltanto la molto (o. il (o. e, e, singolare da cosi sia claustrale di tutti più di (Migne, apparenza ùyifeXiKÒv axfìiua, o. 0. ci-fyeXoc,, il sotto l'inveniamo di il grande Stor. Eccles. catore della che Ged. e civis S. terrestri (Alcuni 37). Da p. risulta, a il Ritmo dovrebbe esista parer e le S. Brandano che in li apostrofa B. Fra che mi il rapporto in parole pronunziate avrà forte dato ragione di il metrifi- eremita Dici Voi da siete dubitare angeli moltiplicare, Gassino ove dalle Todi, Modena, facile realmente Alt- Alterth., Giovanni l'epifonema Monte potest des deutsch. cosi: in inveclus... Paolo fra sarebbe che di Erud. Uebersetz. Jacopo tra iam quivis, XIV sec. vano vesti- mansit esso la loro, che esempi, fur vicinamento riav- Basiliani, che Dision. S. noi secondo questo coloro celis Latein. Zeitsch nel ancora del viri vanno 561), p. l'ordine che di e gestum (E. Martin, reputarsi accidentale, si scrive celis; et questi esempi, mio, che e ai di altri ad sitii cetice Vite Gesuati trattati (^vaapKoc, Capp. Archiep. distinto era cede suc- angelico (tò Caes. famigliare scendere Brandan 315). E cui lissimo faci- angelica incarnato d'angelo (cfr.Morom, perspiciat rivolgendosi ai CELLE, che aiif p. 290 F., IV, 1832, si recte abito Monasiicae, luexaXóaxriMoi, cioè celicis socius vel celestis angelus N. cosi in tectus carne terris in di Nilo S. di perfetta concordia; in abito leggenda di paragonati agli angeli, perchè, de' o é consuetudine uomo Basilii la vita invece Paris, 1722, 1, II,e. XVIII, IV, p. 178). Per ad/utc celestibus franz. abito nostri divenuto si diceva vestito né avverrebbe comune di Constitiitiones {S. P. Ciò Ed chiamato Ili; categorie di monaci, tre nota Nelle anzi codesta di brese Cala- paragonare Nilo. 31, 111, 113); angelo vivono costoro, elevata Fit e. i cenobiti pure era più e, S. notevole il santo biografìa stessa costui c. ed. Garnier, Opp. omnia, delle c, di S. Basilio nome l'esempio o. 42). e. e, veder cosi dialogo. di può giudica che di sua singolarissimo» « né quella cioè Nella ascetici. volte più e che ; essere Bohmer il chiama del trovata una il contrario gli scrittori che si che rapporto, concludere a dimostrare a il alla il freno sembra non attori degli uno all'angelicaè provare esso nione esprimere l'opi- ad libero Giorgi sforzato esserne si riuscisse quando però me proprio il 115), che p. A 100). p. lasciato dell' edificio ; pietra angolare peso INTERPRETAZIONI 128). Questo e. e, op. SUE LE l'esistenza,ma abbia poeta (Migne, aYYeXo"; E riconoscerne a che dire CASSINESE RITMO IL che da chiude S. esistesse. si Nilo Ma esaminino fantasia, antichi già passatied le meglio misericordioso è le angeliche sono il che di perpetuo sacrificio 128). e. si muta ma uomo, come che 11 paragone le vanno cose in spinge dal fatto il che è ei lo ricava angelo del bisogni due l'Occidentale corpo, luoghi vi è non adunque, io se ad un ai soddisfare senza i Fra identità reale veruna erro, non argomento intelligenzecelesti. delle proprio Ritmo l'Orientale vive l'altro che c, o. pertanto qui, il solo poiché esser (Migne, si fonda paragonare a più può parte spirituale.Nel diversamente, molto l'abito veste non monaco sulla unicamente esso il ogni nequizia-e demonio. in ovvero se di esso contrario al alcuno volta pacifico, mostra Ma lode. santo, l'angelo ed fra vede, invece angelo in ognun il adunque conclude monastico, della angelo quando un albergo qual Ogni demonio. in è monaco incredulo, invidioso, crudele, diviene si trasforma fatti, o supposti,o « operazioni,allorché, cioè, si sue fa e satira approfittatolargamente », dice S. Nilo cose. 107 INTERPRETAZIONI SUE nella contessendo e, LE E CASSINESE RITMO ]L di concetto. deboli Quanto del altrettanto Rocchi, la false veniva da dalla Rossano, facile capire che p. XXII (o. e, un abitante e del vuol riso gli l'uomo solo e che vederlo infine quando lo é caldissimo che fa che del loro dipendeva dapprima intende esporre incute riverenza di accusa noto del per lavoro greci! anacoreta terrore e Nilo S. arrivato quasi quasi è fa la indicare Ma per 11 basta. non e labria, Ca- disporre al predicozzo, e poscia dipinge un testimonianze manuale ; il Rocchi come altrui (Rocchi, ne che diede tale come o. nell'ozio, aspettando viver molte dai allo scherno e ? 29). Poiché v. voluto abbia rigido troppo sì stanza lo si dice serio, un parole oriente, quillu mundu, le con la travisa e ignoto conosciuto, sul che come ponesse un bengo, principato di Gapua burlarsi uditori come nel Ritmo e sostenere può XXVI), quella come poeta si non che prima {de qiiillu mundu altro mondo un Calabria, tesi storia, e le la per l'avviluppa parte del mondo dall'Oriente, dall'estrema da anche lo presenta il rimatore Vallelucio, ed cui con ai Cassinesi notissimo era avvenuti, egli mostra circostanze quelli la rappresentare veramente che noncuranza contradditorie e S. Nilo in strana fatti a voluto abbia poeta alludere personaggio reale, spiegano il che Dato combattono. efficaci ed copiosi sono confortano che gli argomenti scarsi e S. c, da Nilo egli stesso che al XXVlll); p. Dio fu il vitto, fautore prova per 108 del peggiore è prima di mentire quella concessa: Questo adunque SUE LE E Aristotile licenza, che dire, CASSINESE RITMO IL da è sia rappresentatoS. Nilo. di menare per credere di cui ma ha che non del Ritmo, ad Rocchi. la benedettina a tissima. satirica fra due contrasto un lici, simbo- storici,ma basiliana a messa (Rocchi, che e e, o. p. fronto con- due delle Ritmo Aligerno ne 57). o. c, p. (2) Op. cit.,p. 100. (3) Gfr. Giorgi, o. c, Chi sono, LYIIl) gli interlocutori! (1) Rocchi, dell'Oriente monastiche di vederne solo non mate chia- vengano dirlo,a primo aspettoattraen- assurdità ed altre nel l'abate Cassinese Ritmo riesce agevole Ed digerire queste costui una questa credenza, giudicare quale le istituzioni paragone la vita sostenere p. regola le Occidentali, è, convien tutta Ritmo per nel congettura che La con ottenere reputarsimigliore (3). debba da la raffiguranocioè con dialogo; interpretazioneproposta, fittizi,non reali,ma personaggi, non parti geremo crolla, noi ci rivol- esso la seconda nel non puntello dell'edificio già mentre riconoscere amerebbe che E esaminare il con ad più anche l'ultimo sottratto è posizione sup- solo non fondamento, nell'indole proprio verun pericolantedel che Distrutta divisione. sua l'altra le due con questo si arriva di nemmeno ragionevole tal caso, consta, il preambolo cioè il Ritmo nulla satira; perchè,come una l'una di accordare Ritmo che la si non nel che al Rocchi buona Giorgi (2), in il maniera più c'è che che adesso Aggiungiamo che il componimento sia si ha avevano non assodato: per plausibileargomento già dimostrato poi gli (1). Il rimedio, tenere alcun ha Orazio e male. ha permette neppure INTERPRETAZIONI XXIX. p. 99-100. abbia è introdotto vuole o. c, S. p. si ove robusto tanto stomaco (cf. Giorgi, come motivo, il 100) potrà Nilo, il Rocchi ma che (o. e, 110 RITMO IL monarchia dei normanna pagani, si lutti ed Protetto la dai freno ramificò invasioni alle nefaste di risentire a di sconvolgimenti e i benefici della pace prosperità,fu l'ordine basiliano. principi,venerato secolo INTERPRETAZIONI lungo periodo della rinata dai il tutto per nell'unde- popoli,esso rigogliosissimo; reame Calabria, la Sicilia, popolate di conventi, parvero contemporanei Aegyptus, Il di dalla questi uno del monachesimo ?cioè che S. Benedetto culla era di mal occhio vittorie. Ambedue le Né regole lor volta Soliti terra,gli orientali i vantaggi (1) Verso la metà conventi anacoreti il sec. nel calcolare. per Vedi i monti Rodotà, e per o. Soverchia in incatenava cale non c, grado della di Napoli nella Sicilia. Il le foreste Gap. IV, tezza. mi- involucro regola latina Reame basiliani; cinquecento sparsi lo carni; i Benedettini sublime XI ma di eccessiva cenobitica, considerassero piti del mèta; vilissimo che la Basiliani, mettendo come medesima corpo, biasimavano vita altrimenti. essere avversari odiato delle sue rigidezzadei Basiliani; questi gli peso l'uso della •eremitica la dispregiareil a spirito, anzi che alla delle stesso vie affatto contrarie. accusavano ai monaci potuto miravano appariva ai Benedettini mille avrebbe raggiungerla battevano dello fino dalla contrapposto al Basiliano, contrastandogli maggiori alla sante l'inces- orientale,quell'ordine stabilito,e che aveva verso istituti monastici. poi vigorosamente il primato sul teatro per (1). tale da dunque era negli altri timore et nutrix floridezza, raggiunto regola basiliana, ai altera Egitto: parens soprattutto seguiva incremento si di popolaritàe XII secondo un monachorum ingenerare gelosia e fra in tramutarsi sanctorum grado il secolo E SUE un pose il LE E chiuse, primo riacquistatae cimo CASSINE3E non p. 82. si alla che deva conce- mal ravano tolle- gli infiniti invece la perfezione si contavano numero può degli mente natural- IL RfTMO monastica mai mangiare non ed. Vallarsi, modo parte le scritti egli rigide norme anzi paradiso le due si sul Omelie degli solo nelle nel digiuno ammira pure quali descrive in la misura uguale al Gazaei, Francofurti, 1722, L'autore delle già sostentarsi si -scagliaanzi 546, 4, n. che quindi Regola raddolcì lucio Nei S. Nilo Sauiudoaq ma ciò greco, del suo greche. aÙTUJv inno in TTcìvu ebbe nonostante attaccati dai chi digiuna; giovare e allo Opp..,t. Ili, fece non nella sua concedendone carne, di hL a Sant'Angelo le istituzioni scrive il tò biografo, suo S. /||uujv(o. c, Benedetto anch'egli Gassinesi. Vedi p. difendere Tocco, o. da aò- aùriùv, Kai o. l'abito e, Valle- Kai 125). Egli (cfr.Rodotà, a di benedettine KaxaOTdaei TTeiraiòeuiuévri ùirèp lode soggiorno tal segno a èirì Trj eùraSia Tà unicamente necessità, quando vera V). cap. ammalati. agli ammirava alle TÒq àyaaGelq un ed una d. A. è anche Benedetto S. proibizione di mangiar primi tempi anteporle allora la ad 1. V, Basilii (S. mettersi sotto- comm. chi, credendo 544). e padri, de' mangia a presto Gassiano, cum inferiore il corpo p. 459 anche obbedire l'uso ai deboli (2) cfr. Assai Monasticae chi nel possono Caenob., che parole contro soverchiamente e tutti omnia i suoi singolarmente e Giovanni non Inst. stimato esser efficaci con spirito,estenua p. dee non che che qual- intatta tutti quegli antichi di affermare in d'Adamo segg.). Constitutiones ad vano osserva- digiuno, che del vita già digiuno {Opp. mentovate egli giunge più esplicito; per astinenza in ma 360, e lamo Gero- Opp., deserto e p. 1 III, p. de S. temperò dalla II, p. 3, Libri tempo. primo quello attesta pur Regole, le istituzioni, confessa ed il orientali, conservò eccessiva; stupenda monachismo ; del padri dell'astinenza t. Nilo, Hieronimi Eus. simboleggiato però questa proibizioneparve che S. S. rivale,in Monte quanto a i il andava Basilio, che S. (Ved. Opp., terrestre che, tese con- a di fronte; ed tutto Antonio asceti non dir piace del in lodi caldissime introdusse del S. XXII, più rigoroso. prescrizione; e questa stessa 1734, I, 117), Verona, luogo giornidi cui carni, divieto Eustoch., ad. (Ep. nel ròcca precettidivulgati da i ai in pace, assopirono mai si (2), non Fra di e dar si trovassero decimo, anche ricetto nella trovò Cassino di concordia di 111 INTERPRETAZIONI SUE LE ordini nel secolo infatti anche (1) i due appena giorni E (1). Questi dissidi dovevano non greco CASSINESE p. 395. scrisse 49); c, p. ed il rito 112 in RITMO IL CASSINESE E di attenuarli,li luogo Che quindi essi venissero Ora credesse chi che seosi giudicasseanimato lo colla ad l'aurea discrezione all'altra di gran congetture con E noi se che chiaro esse del ciò, dico, No il Ritmo, stretti co- saremo insufficienti significato. ofl'rono si ci mente. certa- tali giustificare a riescono pure ed difficoltà prime un questa fosse supponesse accingiamo lo scopo ad e aspirazioni ipotesiavventate? diligenteesame un confessare le ci ordini tando mostrare, confron- precetti,come ad (1). dei dis- polemico intense sue se inconcessa, la benedettina suoi forse Eppure, renderne di lunga superiore;chi si abbandonerebbe a le uomini dei fra i due XII cioè e anche frutto un intendimento un basiliana regola perfezioneagli una a da starsi manife- a il contrario invece secolo poi o credibile Cassinese apologetico: quello ed tempo e nel vaci. più profondi e vi- prima o avviene il Eitmo esistevano dì da stimare Ma mancasse. prova INTERPRETAZIONI ogni rese negli scritti,sarebbe ogni SUE LE preambolo. nel Questo, del quale l'intento risulta manifestissimo, quando si consideri Ritmo il perchè, abbandonate della invece da l'autore se parlo,domandola infatti, conto chieggo di e (1) I Uno come la ordini due eon un dice, può rassomigliarsi al al nuovo, come virtutum, discretione quella che « Io, scrive dichi giuegli attenzione; interpello, vi dò buone addito novelle il altrui contrapposti dagli Yendòme, ingegnoso. vecchio è chi l'altra. delmino, cam- posta all'apertorischiara, ar- di assai paragone e spesso vengono mire. dimoro, candela loro, anzi, GoftVedo di altre vostra ov'io peccatori, incomprensibile per questa vita Dall'altezza ai vizio, si volgano al porto del le vie salute, rimane animato un'esortazione come ne La fa ; suavis et scilicet,piena. Ved. la renza diffe- regola basiliana, egli testamento sancta, risaltare scrittori. la benedettina ma levis... Rodotà, o. c, maire et p. 50. IL dendo CASSINESE SUE LE E so intenzioni (1). Le » che (1) L'interpretazionedel preambolo in guisa sommaria, in alcuni l'attenzione intende quale il poeta giacché bita interpello e Poik' enn cendo flagello. Questi versi altu dall'autore alla e, 20); p. 0. al e, creduto altri una particolaredimora trovare lode ch'egli in luogo di S. (o. e, eccelso Brandano 290) p. o me Ad rinviene, benché di encastellati il parecchi flagello,e co evolat Baudi perde assai lo scrittore pronominali usato registratada non Non è di raro chi ad o allo infatti suole citato già rare dimoin poemetto là esempio dove dice so attenti quelli che di di Vesme, valore al in documenti verbo un anche alcun meglio spiegare : mebe 64, 66, critici e sebe letterari. di Me verso esser 7, ben me non in anche gli pensa mebe cendo interpretum, crux vincendo Ma vale v.); e che Em leggere: E quello che 5, vebe s. 36): Or p. dirsi Bòhmer). si rifletta ove IX, si più larga significazione dizionario,occorre possono doversi medievali castellare, che con Il veghiare. Rocchi, adoperasse tebe monachatus. statum Jacopone (ed. Modio, conseguenza NoYATi, Studi niun dottrina qualche luogo (Du Gange, quali giudicarono di celeste pusillistatus et castello,ma un in Fra flagello è fra de' vone, (Na- parole allusive sue acconcio porge iste misticus in voce, ne' Cantici fatta metafora, sua quella a inaccessibile; montanum dimorare la pretazioni, inter- Gassino sapienza per della le claustrale ne della abbracciato. aveva raramente, solo abitare italiano svariate Monte poeta parli poi rispettoa\Y incastellarsi,che Noterò mebe : Passer non palagio io stimerei la vita paragonata di all'elevatezza piuttostoche monastico Em un'esplicitaallusione monaco al il 144). Che ma stato spello), invece, interpretandoli allegoricamente, dubbio; sua di al linguaggio: suo di primi scopo bene renubello oggetto vedervi castello,ossia p. bia stati sono del non ed nei lo delValtra se oscuro accennato libertà altri ad condizione sua preferì riferirli (BòHMER, ha taluno e 0. 'ncastello me molto inintelligibile.Implorata degli insegno fatta esser generale giustificarela a vi e poeta tanto apeiM può ascoltatori,ed {de questa volge poi si il non è in esso addirittura punti versi quattro 113 INTERPRETAZIONI stessa, la via, così io vi faccio lume sé quanto RITMO be[n]cendo mme flagello (Federici, questa congettura più probabile che (cfr.le altre forme nuove ne' dialetti del 8 114 RITMO IL CASSINESE nel giustificate mezzogiorno), dovrebbe e che imo in quel sarà Non flagello. seconda esemplare da cui Ve nella cendo di (ke ?). E il testo via flagello,cioè mi cosi la candela, la è il Et altri un espresso 58) è De nei come anche venne e L'epiteto di libera, far di dà Bibl. a pure il Rocchi nel mente in (cf.0. XVI sec. alla durante la interpretazionedata nella dir possa valore può se falsa non camminar cui la l'officiante. Credo con messa tutta quello con di ; dellibera sicurezza libera,sgombra; passo perchè franco Et ecco il concetto dell'autore. vebe luminaria factio. Tuttabia eo sence mende « 35). celebre similitudine frase dellibera, che essi leggono via del Libera, un'allusione con p. von candela, potrebbe bia dalle Fr., la vedono chiamata la poet. sicil., scuola Federici, parole listi mora- Mahn, Littér. de dal preghiera, così sete London, 1863, Wolfenbùttel, zu il poeta il Bòhmer ed infatti dai Ramon Eist. (Evang., V, 34).Riprendendo Matteo sé medesima a oscuramente alquanto in impresa però qui la la candela arde (cfr. Peire Herz. ch'egli avesse sospettare S. che der altri altrui. Tale La ^.ìQQ;Gh.sP.\.vci, ad può così nei lirici d'oltremonti d'Angecourt c, fa ed.WRiGHT, si trova rimatori ridotto Sss. Die Heinemann, o. è agli scrittori medievali, che rerum, poeti e antichi nostri 823; Navone, XXIII, 96) i I, p. 137, Perrin Werke, p. agli naturis presso Et : seguono si che ne luce dà rebbe reste- si riferisca cosa come dellibera, dove caro paragone, danno, consumandosi bia mustra passato del reco vocabolo del alto, rinnovo in io sto ticanza dimen- la distingue dal- che che a nella o per po' arbitrariamente un versi che due (ved. A. Neckam, p. Poiché mi si vede copia lasciata prima parte non soltanto quale significatodei libera : la nella {mende. 8, ne = nostra superiore Ma. poiché quindi nella o abbiam ne il sospetto che luogo si fosse dallo scrittore cassinese. spiegare e che supporre em pendo pro- flagello. cendo mebe il solito nde si nasconda oscura; di fuor po- originario.Io verbo, poiché già un quel coronamento scrittura ce non forse deriva essa priva sempre quel sarebbe Basterebbe diconde, 8). Vo di parte ? Certo cendo una scrittura, che di il bencendo fa il Navone, scrivere,come a contenesse Terrore quindi in becendo trovarsi di necessità questo se ammissibile poco INTERPRETAZIONI adunque Ma trasformato aver quindi Ma Ritmo. SCE LE devono manifesta, tamente E può via si vede abbengo abbibatio che nunzia prosi questa opinione non la quella a comincia, che mustra é tale, che altro visi inciampi senza culpa E qui aver iactio diconde »; Por quello IL sulla lemica che anziché nel trovare suir si potrebbe, stravagante incoerenza, la prova dei consigli questo in disparte,ci volgeremo lasciato il dialogo, al contrario Essi dubbi. fatto ci verrà di togliere di si albeggiare e diare stu- a i mezzo rapidamente. cresceranno il racconto, movendo opposte, direzioni, si incontrano, anzi fine, spirituale, come di l'autore uomini, così comincia Due al medesimo dialogola esplicazionee se, nostri vita istituzioni, prologo? nel Né tacciando non di due bontà convergono della 115 INTERPRETAZIONI SUE minore o pur apologia una se vie LE E maggiore diverse per dati CASSINESE RITMO né da diverse, detto è chieggono reciprocamente dove, notizie l'esser del- loro. qui ci si fa innanzi E primo intoppo. La un strofa, colla quale il dialogo aveva così cui dovrebbe legame malconcia nel Frate « loco di cagione Iactio (Baudi tuttabia de meu, di sejo et ibi quel spiegazione. di Vesme); bene 1 più vecchi il passo : il altri,come e io questi si dichiarerebbe Iactio, luce nessuna (1) Navone, o. c, p. ; cosicché ma viene 107. (1). » nuovi da questa al se del bene Ritmo abbia passo, per di io ogni letto colpa laccio Rocchi e dal si direbbe In realtà il codice innocente. che ad avevano quelli il poeta certezza intoppi, resiste iactio, che Federici, seguito dal peccatore, legge iactio, non già. corno editori colpa testo senza e bengo, culpa averci del di spia. piatto...Qui sorgono '"ò\ime\\senza per era combengo me si llu l'occlu comò abbengo sence interpretavano e versi nove rimangono, ne quillu mundu c'alia scrittura saetto... tentativo sei altia pria addemandaulu a dei fra di loro: Quillu d'oriente ke é disgraziaprincipio, tamente codice, che soltanto constare seconda intorno non alla posso né lezione so terpretar in- 116 CASSINESE RITMO IL Questi due ultimi risposta.Chi una l'Occidentale (1) (3), e, LE SUE non troppo so seguente {Quillu l'Orientale, che, (bonu auditu invita supplica a permettergli alcune accondiscende Cosa volesse ed egli chiedeva nel conduceva dai deduce di ora donde paese che intorno vivande lui lo e interrogazioni.E dentale l'Occi- di quanto le nostre? Di « ei prorompe. Noi « vigna, che (2) Op. cit.,p. abbiamo sempre di cui (1) Op. cit.,p. quali sulla vita venuto ; che tutto a scellerate vivande desiderio, e hai esistenza, si adonta parli tu?», purgata, essa traeva chiariscimi (5). L'Occidentale vivanda clusione con- saporite,così così esse la quanto mi sì felice menate l'altro infatti si tanto quali contengono dà frutto. In abbiamo probabilmente dell'Occidentale,ne Sono » disgraziatis- dignità.Adesso, voi mangiate? come i seguono, Poiché cosa. ciò risposta con saperlo. Ma era alla vostra di tale richiesta. tutto fermarsi a credo, egli dice, Io « d'un'altra gustose (4). quillu del benevola una ragguagli otteneva versi l'Orientale. quali col l'Orientale, una che, uditi i racconti raccontato che graziosamente meno domandare ci vieta lacuna sima il Crescini fatto. già avesse non (2),il respiisu),sia indicato stu l'altro sia pensa il Navone anche credere chiaro, è come di Vesme come, incoraggiatoda amurusu) et Bandi lui s'accordano con e Il Ora, posto ciò, noi dovremo verso INTERPRETAZIONI versi, racchiudono, la dà ? , Bòhmer E una fetta per- noi ritroviamo il solo vedere ci 41. 104. (3) Op. cit., p. 144. sul (4) Nota dagli Atti Padova, (5) vv. e V. Cassinese, Padova, Randi, 1887, Ritino Memorie della Ili, disp. I. 43-48. R. Accacl. di scienze, lettere pp. ed 8. Estr. arti in 118 RITMO IL l'Occidentale in esso CASSINESE è inferiore alla l'altro che volesse se andrebbe INTERPRETAZIONI monaci, la propria? Niuno, Che il SUE fra due contrasto far persuaso a LE fatto,resta possibileil si è come un E a farlo, vegga Come incontro. da lui seguita fermarlo af- potrebbe me, prima ! è il tende quali in- quali a surdità as- Basiliano, monaco rappresentante cioè di quell'ordineche imponeva ai suoi adepti messo di vita tenore un lode nell'asceta tu a tu per quasi d'altro se l'astinenza con di da più vuol per delicate e saporitequanto quelle E sarebbe di cui quella regola, che, mite col essere volgere del tempo, non solo ma da riguardata fin di o. (2) Che grave del ben XII sec. fra le l'abate Gioacchino. stmt del ac opera accidisse ad non ea de quibus et castitatis altri accennati riprende a e battere predicozzo. quale fa dum inter ediderit, divites lacte et confratelli divitias propositicm ubi peggiori vizi, sul chiodo ai del solido sit,non et delitias multi sunt quali i digiuno: tunc un precipue est quod sub ideo regula invalidi sunt cibo. Nec potuit tenere cibi ì E poco monaci in ita absorta acpotus, teneri; facti opus ut mostra egli voluerunt esse nianza, testimo- i suoi segno ciborum scorcio innanzi, lo mettere cui sullo ninna Benedetto, potrebbero dilicati infirmi; facti sunt viiam S. abstinentia cognoscitur, quia unquani da fieri rimbrotti a curioso nella Benedictus sanctus et ìnanuum data, an- gente, piiiindul- Apocal. (cap. 3, text. 4, f. 80, e. 3) sunt enim la Aliquanta regule capitula, scrive paupertatis, facti Quis si di eloquenti invettive, di Comment. si corruzione l'ordine parecchie che delle passo la fosse caduto meglio figurare raf- a 104. c, era barsi ci- tal segno a tutte (2); quegli che pronuncierebbe il (1) Navone, solito dagli inizi, era amplissimo argomento porgere tanto quale sta raddolcendosi come vivande egli è il Benedettino, un quello che su gusti se sapere prema su- si preoccupa non chiedergli notizie e (1)? considerava ogni cibo, il quale, benedettino, un di non rigidissima,che mangia, de de' uno regola pare riconoscere et mirum. inopeni appresso, s'abbandonavano, sunt vere monachi. RITMO IL della non se pascono di eludere E di vista compagni vigna? una ricorrendo, difficoltà, la 119 INTERPRETAZIONI SUE LE i suoi ch'eglied risulta cui da CASSINESE di null'altro si Ne vi è modo altri come cavandone e tentato, all'allegoria, credere già non quali vivande simbolico in educhi letture che e corporeo; di gustare,intenda sia solito il intelletto suo l'autore alla lettera le interlocutore: primo dimostrazione; soddisfare labore niuni ahstineri pulmenta sic vino, quod XllI notoria nart, ed. sceso i fatti cibi verso narrati il Rodotà, Bòhmer, della ad vigna asserire frutti del scoprire a quale X, o. e, abbia voluto p. cerca ad che un la i di di stesso p. 180 144-45. di e E di nun- se non nel S. Basilio colo se- schernire, de abbiezione lo Refosse provano il vedere la menzione allegorico,il si nutrivano i vigneti, che il il Rimatore quod E {Roman curioso binja alludere quod segg. ridurre senso car- liceat, ut bibamus. Renart perfecta quale fra c, o. esii egrotos: d'oltremente, qual grado l'ordine quel tempo filologo tedesco vigneto, dei sec. 111, 256-59). A et pubblicamente bocca per parole, ab omnes est, uti poteva ne di necessità Strane satietatem et con giare man- sufficere debeant... i benedettini ghiottornia dal il quanto si sbracci per la Martin, (1) Cosi mentre degli italiani scite riu- di meno debiles non ebrietatem poeta popolare un come poi ad del luminosa una la quod omnino preter a carne. vivant, monachorum omnino usque corrotti meno mai prova quoiidie patribus coda tamen quam chi debeant, tare interpre- alla richiesta cosa fare suarum mento mo- risponderedall'altro offrire della non sono, pos- mangiate, come cioè facilissimo manuum duo doversi non questi bisogni della a si de per dal fa », pretende esser di bere e queste domande, voi se invita? discorso,che un Ma « mantenervi a si parole,quando, sue quali (1). Non ci ammonisce stesso l'altro al- dargli, doman- quali studi, con linguaggio,con nutra e l'Orientale,chiedendo così ripeto,reputare simboliche che di motivo cibo, del quale si discorre, sìa spirituale, il che gnosamen inge- ha era un Cenobio (o. e, tanto Rocchi vero Gassinesi, ed come, invece e proprio almanacchi possedeva p. dei 52). nel 120 IL CASSINESE RITMO che, sia prese a in conclusione E le de' monaci che essi perchè la vista di la se prima conclusione mente vivere a bastava vigna una citare eser- si non naci mo- senza giare, man- saziarli. E a diviene assurda, questa è di questi stessi avvezzi erano che bisogno: se poi verun spieghiamo letteralmente, sentiremo affermare intendiamo le loro la hanno non noi se confessare pie letture con perchè di farlo curano, INTERPRETAZIONI Giacché, più strana. erudire SUE sia letterale, conducono allegorico, senso figuratamente,udremo ed LE rittura addi- ridicola. Se, spaventati, ed quali siam di giunti,ci distribuire in buon a rifaremo altra il abbiamo però contemporaneamente provi infatti vedere a sui nostri maniera parte le difficoltà che se, introdurre il tanto dialogo parrà sia sulle postiin prime interrogatosulla che solito vivande di cui (1) Codesto giustissimo,che uso, domande ecc. Ma dritta di de' per dopo, e cade sé misterioso sia paese consuetudini, di quello sue ben tosto che l'Orientale gli vien il suo caduti ri- eccoci mossa coglie ac- sulle curioso in- quale parte dal supposto, per me all'Orientale quello il quale muove traviato (ciò che alle domande che il che controsensi, più conveniente più rimproverando Rocchi, alla vita subito più singolare il allora andamento un altrui. Ma sia l'Occidentale intorno la via risponda fatto e, primo ad quello (1). Ed e la domanda fa uso, ha che controsenso; inesplicabile sdegnosamente tale dell'Occiden- labbra ammetta assai é gravi. Si all'Orientale,suonino assumere vita, le sua sulle in urteremo ma meno bocca remoto interroghiegli stesso nel le da quale giunge non questo, non logico e naturale; giacché 'Colui il dialogo, eviteremo altre in incongrui: si il discorso passi e tenteremo incontrate, meglio quei discorsi,che riuscivano alle diritto,dalle conseguenze conduce, esso dalle sue avviene giacché che quali fa dona preoccupazioni,abban- anche ammette aveva ai cibi de' al che Bòhmer) nel l'Occidentale rivolte all'Orientale. IL CASSINESE RITMO terlocutore, afferma questo Tebaide, portare ad seppero ed creduli che conclusione vi sarebbe non della a voluto vivo verrebbe contrario, esso iperbolicoelogio dell'austerità un cui in la Al parte panegirico attribuisca,come dito de- uomo un è mai ignobilissimi.Ora alla latina, che il quando chiude con- Ritmo attribuito,ad vada probabile che è ad regola basiliana, della biasimo suonar lui per sempre, quale nachismo mo- la rappresenter onorevole meno il del parlaredi godimenti, se ignobili celesti,osa natura possibile un si questo un'apologia in cose per in Kitmo, del l'autore di veder quel Benedettino, loro gante così strava- una benedettina. greco, per ad che mangiare mai regola risolversi alle fermare fecer lecito af- senza venire modo tuttavia nenza l'asti- però gli agiografi prodigi, si anche Calabria, ammirabile di loro nessuno è non coreti gli ana- è certo che veramente mantenersi avesse orientale, quelli della più tardi resto,dato del asceta riferitori di sapesse E bere. né un poiché, se ; grado un digiuno, di il più e senza E cibo. toccar vive di 121 INTERPRETAZIONI SUE egli bizzarra meno della anche che LE trattandosi l'asserzione,pur per E un Cassinese? Da qualunque parte si volga v'è uscita; né senza un ma fra due contrasto non si odo ogni di sé (1) Op. e, p. fatto, che un dimostrazione e in de' 100, n. ordini, cato giudi- aveva come Giorgi (1), che obbiettarmi, che tratti, lo mostra diversi intenda esso ad benedettine. le istituzioni Eppure, il oltre può stimarsi non appartenentia ammettere, nemmeno improbabile non esaltare può solo il Ritmo monaci più di sostenere maniera l'opinionegià esposta.Non que la via resta dun- il passo, senso queste toglie contrario. compagni 1. di suoi: istituzioni valore Dice Bidand' e uno forza dei ahemo si ad sonaggi perpur- 122 IL da gaia CASSISESE RITMO benitiu E Ora, preparata. di codesto dove claustrale Che la frase da che contribuito fin da si benitiu allo stato mettere a Per la più il persuasione che nell'altro,finisse per Eppure di così in si è Da benitiu da italiani ed in derivazione sia Sotto che ho la altro in corre! Supposta avremmo Benitiu ha non anche mai. dicono offende ogni più abbia in un nitiu^ be- legge di nota benedictu dato è volgari domanderò trasformata essersi sarà non avvertito cui la la il chiaro; fuori e che ma un nitiu, be- caso ». ad una Ma celato dunque sarà di credere singolarità di del caduta Beneito, non riscontrare degli Spagnuoli sempre viso. sull'av- dei quale qual modo, in benitiu volgarismo, Benito voce o supporlo soltanto. 0, meglio, Rocchi modo un intendere, così Ma benedictus mostruoso questo 11 solo Non il in metterli nei dialetti meridionali assurdo errore? (1) ed dei di così grave, cosa potuto in questi stessi dialetti uscir è un viola (1)? Che benedittu quindi ne che esser nell'animo o dovuto deve ed io, può la parola benedictus forma qualche Benedetto. qual tempo può non sono nedettin apologia della regola be- una si x^reparata tutti,preparata nostro, avrebbe che inesplicabile, quanti si ingenerata vi ha essa la non se poi maggiormente ha componimento, essere vanda vi- giudicar quella falsa strada una La piìi impenetrabili le e al Ritmo soltanto essa sarà sia da diradare, sopra stico mona- istituita? piti fitte qui affaticati intorno dubbio. altro che preparata si volevano rinvenire può componimento? questo Santo rendendo che, tenebre Benedetto da regola appunto del interlocutore preparata ci INTERPRETAZIONI più chiara, aperta, precisa allusione una « SUE LE che forma: questa (egli scrive), da Benito d, qui neppur notevole a essa distanza gli se non Benitiu sibile, ammisda nito; Be- RITMO IL del Kitmo illustratori da parole le che CASSINESE benitiu nel occupano esse binja piantata^ de 0 componimento. debbasi dab ab (1) Colle 33, l'uno T nel si possa, locuzione anzi se si debba, nella Il Crescini 'de-ab. da in delle storico d'una tale lingue preposizione.E ovvio parlarilatini abbia in modo pure, la parola è del che veronese in da accanto come rimanda ad sec. un XIII ha la (Studi ganno, in- il però mie queste affatto poi vedersi (p. 6, un 2) ha n. sicura mitivo pribattuto com- si possa de-ad traccia ritenere logicamente ideo- linguisticadei nn'de-ab,che esprimesse derivazione, provenienza, ecc., ho mossemi, per attenermi lo scrittore ab stimato abbia rato consideuna preposizione volgare da. Il fatto dalla soggiunto Passione Rom., V. I, e p. portuno op- all'altra, come FU. alla ricerche initio, di pista co- periodo propriamente che a spesso, tratto del intendere impedisce veruna opportunamente esempio e Riguardo citata nel luogo, che tanto occorre benitiu dell'evoluzione punto di editori dovesse non delle obbiezioni in secondo me nuovo, del dato gli di disparte quella congettura quindi premessale resto mi la verità frase, che e un tutti non io creda potuto esistere riconoscendo espressa ad sebbene nonm' da la cod. parole (cfr.6, 13, 32, 39), si abbia non nel qui, se dabenitiu. come specialeil rapporto lasciar pur che le Nota sua neo-latine lettori; questa i Siccome benitiu essa questa ipotesi, osservando principio Di nome. prima stampa nella dal termina caduti linea leggere avventura per da separato di benitiu^ ma ogni stagioneporta la 34. son come fine da rata prepa- quanto si brama, che pasce cui scritto m'ero io dMb domandato cod. in che l'altro quale in è solito spezzare che in quasi preposizione, feda per benitiu pensino preparata cioè da considerare cosi il trovare Ci purgata benitiu errore da caso apparecchiata bidandabemo l'altre con una protagonistidel dei uno leggere,non e si rinviene quale venuto di Ritmo, (1) initio mundi? parole e è questo perfetta,purgata, è frutti, nella linea in che luogo al descrivendo sta poeta si ciba enitiu preparata, vigna, che badi tenpu fructata, che offre la^wr- quale scomporre mondo, del Il testo. tuttu della gata hibanda, bensì Si preparata? proprietàmeravigliose; è questa ha vigna, che vere saputo interpretarea do- hanno non 123 INTERPRETAZIONI SUE LE E il sola non Crescini, Risurrezione 230). 124 IL altrui la CASSINESE RITMO della sola E LE SUE INTERPRETAZIONI vista, non sua può altra essere vigna del Signore,quella che simboleggia la il regno celeste,che del mondo Iddio ai vita eterna, preparato fin dal principio ha quegli eletti per che cosa quali concederà tutto quanto domandargli (1). vorranno Eliminato questo ostacolo,che pareva a primo aspetto asserire insuperabile,noi potremo adesso più francamente così che il dei monaci, rimatore ordini fare i in Vediamo battuti questo caso adesso di molti basti citare la son voi i tralci s". le scritti ristico. Ved. p. 796; 2018, goria Jean si di mio padre è e I più richiede antichi figurati a come terra vera di Nulla i cui ha il servizio e la un si vuol rata raffigu- la Antiq., quindi un della la che Chiesa vigna p. euca II 1880, trita della troviero {Hist. Littèr., XXIII, monu Paris, 1877 London, rimato, sermone in il mistero anche vigna cristiana solo non dei 1): «Io sono così ricorre nelle dal Signore, Aniiq. Chrétiennes, la coltivazione divino Dio (Ev., XV, ed poetivolgari.Così pe- tacere per coltivata simboleggiare des paratum della tradizione vigna ma- frequenti vignaiuolo...io natarale composto paragona il ? qui quaecumque Giovanni Christ. of più S. fin vobis e, di Chiesa promessa, Diciion. Dici, la l'Autore mèta, tentiamo vigna; documenti idee, giovassero anche in quali dere. ve- dell'intricata vigna piantata e una medesime Donai, dalla tratte luogo Smith, ecc. de Yigne, di Martignv, W. il bandolo celebre il Paradiso, la ma alla mei; possidete regnum ne' Bibbia vigna riproducono p. dalla quel vera menti allegorie l'immagine sotto e le che a i sentieri 34. Omnia Matth., XXY, ricorrano 22. È ben noto come Id., XXI, passi dacché a Basiliani fare voluto degli discorsi nulla mundi. carte sacre ha condurci forse Patris benedìcti constitutione tieritis. mai saputo inesplorata.E (1)Venite, a che scena bontà coi loro davvero hanno non sulla istituzione. scoprirlo:e hanno non via una qui in mettere a mirino o determinata una Benedettini Ma pensato appartengono l'apologiadi come mai quali disputino fra loro cui a ha non alle di Fiandra Li alle dis cure 252). de la che 126 da è RITMO IL CASSINESE aggiungere un'altra Ecco dunque il Kitmo. Il fors'anco credersi cassinese, all'undecimo, proprio ingegno, del giovevole agli altri,si indurli per nel innalzare sanno non scuotersi a più comprensibili al ha stimato tempo a dettare dei delle intelletto di (1) Uso nel monachismo, chiamato che che con alla del soci cui loro resto nella più volte i due dimora come è la naggi, perso- dedito di nome personaggi il partito,non si cui può esserlo dà vedere nel sione un'allu- XXIII. Se (v. 30) coi suoi c, conviene altri larghissimo apostrofano, o. dizio in- verun fratello,il Rocchi, si Ritmo di rituale spi- personaggio l'uso mente bile proba- perfezione sicurezza, a ben del nel però la l'Orientale, che donde trasparente pare monaco un abbia fa mi se incarnata con del concrete, foggiatidue perchè, trovo chi Evo condizione, monaco l'Occidentale. Medio per forme veste tori, udi- rozzi simboleggiarechi giace sotto quindi facesse affermarlo di anche ma suoi dere ren- per prudente, vestito forse e considerare e è infatti nel si faceva frate, è permetta Erroneo prova. a simboleggiarla, non a E raffigurare l'uomo a dubitativa dovesse l'Autore che di ha magmi (1), sta forma una sguardi, i loro dei coprirlidella di spirituale ; l'altro vita alla godimenti, terrestri opportuno rivestirli monacali lane non torpore ed assorgere, purificati, grosso quali l'uno, vir deve un'esortazione mèta Perciò dell'apologo,dell'allegoria. dei non riuscire stesso piaceri oltremondani. quasi palpabili,e direi che efficaci i suoi ammonimenti, più solo non quale di fare esperimento desideroso eccelsa dal dei contemplazione alla monaco, un probabilmente e nel fango più a e accinto è che, immersi coloro a interpretare precisionei limiti,ma secolo decimosecondo, posterioreal cassinese fioriva in un'età, della e con anteriore non codice nel dubitarne?, come era, determinare si possono fine: avviso,si dovrebbe mio a come, poeta, che un alla INTERPRETAZIONI mutilo. è componimento il SUE LE E p. in niun modo CASSINESE RITMO IL l'impero dei sensi. Ed regione ignota una LE E in le primo, che ha gioiedi un'esistenza,sciolta ogni laccio terreno; gioieche dall'Occidentale, incapace da raffigurarsenealtre che di riputate simili che coloro quelle,di a beato di deve il in egli pure, questo mondo bisogno proseguiva ed doveva riprendere la parola mondane Ma se erano non a l'altro della celestiale,e che dell'eterna possesso fallaci lusinghe, e gli aveva questo punto i due che conseguire faceva gaudehele Jce Vimu quistu nmndu desiderio sonaggi per- l'uno della vita terrena, per beatitudine i con poeta, e, chiudendo lo stesso simboli non poteva santo componimento, avvertire gliascoltatori suo quel induceva un quadro. incantevole tanto un in non quella soprannaturale felicità,di cui dipinto le cibarsi, senza dialogo ripudiate le anche se qui. E quando vive se il così lui, son stupore la risposta, e dell'Occidentale suoi discorsi nell'animo conoscere E l'Orientale ma fa non incredulità uomo. da egli chiede interlocutore, suo un esser terminare; di fruiscono vivande accoglie con paese, protesta che non cui le bramate detti felici; perciò son rispondersiche ode siano non laggiù siano saporitee gustose come vivande il da giunge oltremondana, anzi misteriosa, e posto parole che descrivono e al bocca 127 INTERPRETAZIONI SUE e il dispregiare mestieri IValtru perpetuo face mescre- dehele. A chi se mi ora domandasse molto non artifizioso pure sia uscito non dalla piuttostoegli l'abbia saprei dare a mancano In favore del dell'una cui pongan indicata quale il poeta come due la mente è nostro volte o altri,non infatti non zione. supposi- ricordata lieto di accordarsi taluno quale egli si chitettato, ar- rimatore dell'altra gli uditori, fonte, della bene prestito da a quella scrittura^ ben alla vedere così segno, questo di- abbastanza mente preso che categoricarisposta. Argomenti una preambolo, vuole io creda se nel ed a potrebbe è giovato 128 e IL che RITMO cita CASSINESE la cui fruire Ma delle salubri il Nostro presso solitamente darsi la dai che giullariper ogni modo, non ha una escludersi ai essenziali del di formola (1) La che troviamo Laodho (ed. ToBLER, di FU. ant. di dial. 158) e il ital. in in cui è dell'altro,come (MussAFiA, Zur Fonate morali buona e mente Uguzon di de Cristo (Mvssafia., Monum. Ak. der XLVI, Wiss, torio interpellare l'udi- di costoro; presso ma non adoperato quello di signori,e magari in questo luogo Eatharinenleg., core k. gente giullaresca popolari; di Gesù der stata era della Passione l'abitudine comune di gente, nome compagnia gente. poeti con strettamente quella essenzialmente Sitzungsher. menti ele- facile sarà cui l'umanità 235-39); gli autori altri. Più però casi mancano V. conti rac- vevano Evo, che descri- sempre pur Rom.,U, 243);dell'Amore infiniti con è dai anche usata (Studi sì, ma d'introduzione di e singolari rapporti soggiorno,da beato collegate,quel però raccolgono gli si manifestino diverse è non tradizioni quelle leggende, popolarissime nel Medio sotto forme il rimatore se allegorico racconto, suo essi come giovato anche pure autorità accrescere determinata, fonte divulgati.Se suoi tempi avvertire siasi che fosse del testo gherminella,essa una proprie parole. Ad da accessibili. soltanto menzione alle ad potesse questo pure ai dotti che null'altro fatto ricorso tura lettera- la gerlo Evo, il poeta siasi propostodi vol- volgo, perchè adoperata caso quei componimenti doviziosa così era dottrine potrebbe anche di uno che sazietà a (1).Si potrebbe in questo sott'occhio del con Signori ai silenzio,viene ricordata del Medio nell'idioma formola e pareneticilatini,de' quali monastica prestitola parlare, chiede storia che, avendo supporre tari, giullareschican- nei a suoi dei veracità a attenzione letre^il livre,la che tolta certo quale, cominciando la della stesso egli ha l'attorniano INTERPRETAZIONI testimonianza come racconti, a quel modo da SUE LE E Alle Wien, sante di 1885, Buccio p. parole... di in Ranallo 23): Signori, bona RITMO IL bandita CASSINE8E 129 INTERPRETAZIONI SUE restre primo parente, il paradisoter- il delitto del per LE E dell'antichità, (1). Questo ideale paese, già sogno nelle tradizioni raedioevali è quasi sempre plaga deliziosa, collocata una d'ogni tesoro, abitata quale Iddio avventura per non la non infermità Perde veruna. paiono giorni ogni lui che, per la giunge soglia vietata, la né tristezza, ne sonno; del nozione giovane cora an- sofferenza; non alcuna freddo, non sete, non Chi mondo. varcarne bisogno, tale dagli angeli; principiodel scoprirla,a a più alcun prova fame, la creò al come oriente,ricca nell'estremo custodita e descritto i secoli tempo, quantunque sempre, gravato dalla spoglia corporea, diviene simile alle angeliche di queste intelligenze (2). Ora le fattezze principali (1) Ved. Maury, Didot; (2) A. Paradis le forme maggior popolarità nel che quella alla latine de in Roman. de S. S. Stud., 1, 353 vides fuisti nunquam est namque della questi che della NovATi, insula esservi dai vernant studi potits et ubi critici eximios gramine e antichi letterari. de e di unum de aut steriori po- la terra aflBni molto de' cieli cristianesimo era presentato rap- come s'inebriano odores un'iscrizione ; Dies particolari gemme; paradisi regnat potu redazioni Brandani regno niera: ma- per- Per cooperuit. Nelle beati i beati rivis, dice mundi descrizioni dalle del cibo te hic. tesori confluiti initio nox navigatio fronzuto, dove per ab questa in tale vestimenti? aut tenebrarum sive in è descritto paese nec , Seefahrt merveilleux voyage gustasti non sonino tempi più perpetuamente Brandans Le celeste. Infatti lo stesso de' fiori. Inde continuo aut legende d'altri).Orbene tacer profusione di una Gerusalemme verziere cibi Brandano La (ved. Jubinal, \istainsula^ eccitate debbono fin ita mente principal- irlandese monaco meraviglioso Peregrinatio offre promessa e oppressus ulta sine del segg.; F. Michel, modo, in hac es menzionare devesi Paris, 1837, Sughier, il Indiges aliquid annum viaggio Paris, 1874, per leggenda Sicut Evo Sanctorum Brendaines, antichissima enim, il narra Brandan, manet. Medio Repromissionis terra, Enciclopédie,ed. in Nouv. Terrestre (Torino, 1871). leggenda del paradiso terrestre le quali codesta sotto leggenda ha conseguito La Graf, Tra Le del un fumo pro- Tempore cristiana del 9 130 RITMO IL CASSINESE descrizioni fantastiche ci è In codesto mosso. altro un di una IV secolo, 141, p. dal fnt., 1843, 2)op. (1) Le gravi di cfr. p. 131 Rossi, Inscr. e nella gli e i suoi ed che vigna, si cfr. deu il veder appunto del tutti dei uno nella francese non que Legg. biens eri li lius cfr. IV, 265). La alla famiglia celestiale nei suoi in ticolari par- leggende ricordate, nel paradiso deliziano, raffronto tavia, tut- stica la mi- rammenti di dimora balia plus cele e trad. est lor brama, Chi che questa è Qiien rover vigna, de de in ad tempu le 105); ses e bons en suurs l'immagina nel- Isengrin per più lusinghiere De iloc trover... Ren., ed. Martin, tuttu tuz p. p.85).Anche nepoùst quelle piante meravigliose sono c, delle una leggenda perdrat, descrive Renart nella De ci estrat... o. dilettava, Comm., ili.la D. ne noi a S. Brandano presi (Michel, pozzo, rien che : che piacere volitntet, Cel sa garnis (Rom. stessa e (v. 70). tenete concepita,ogni », dice altrettanto nel attrattive: N'estovoit Ogni compimento et truvrat scendere lo 'm appena « paradiso terrestre toz disduttu, delectamo petite tuttu si afferma dis Vaurat a o discono impe- le può istituire. Si si causa terrestre. a plentet; Qo indurlo gloria, il compagni, risponda Santi ci Cassinese Ritmo tanti più singolariprivilegi,de' quali godano gli abi- paradiso gliabbiavamo est; Tuz Poés. Méril, penetrarvi. Qualche a adempiuta, italiana (Villahi, Ant. mira I, qualsiasidesiderio: appaga Quantumqua è Romae, oltre: più Orbene; Du (1). (1.tutt'a?) quella binja lo trobaio... (v. 56-56); tutta e nel dei riescono qualecumqua en dire non di frutti Urbis p. 574; quale, giusta privo d'interesse, non per adorna la cUgnitate, la promessa che avventurati nell'estremo contemplazione Christ. c, esistono quanto terra si segg. che alla beatitudine, della fruiscono o. donde paese nella appaga Martigny, lacune l'Orientale vivono cui si De E verificare quella, che letizia; ogni bisogno vi vigna,perpetuamente edita 317. n. fa del eterna regna brama mirabile in parte del mondo, remota mondo, acqueta, ogni si Kitmo anche soggiorno,collocato,pare, Oriente, nella più in INTERPRETAZIONI appaiono del degli interlocutori uno SDE LE E VI, 619-20, e fructata, appartiene quali crescono ogni stagione cariche di frutti, nella come RITMO IL lo adesso dirò non CASSIXESE la Terra sia dei promessa chi compose già le codeste est, nel queste ragioni si è le moenia P. 80) ; e e. movesse II, in S. coelicos cives Acta negli inhabitare ottiene possa non pare per antica tradizione Bollandisti buon il Medio uno S. i codici ve nel catalogo dei in Monte si ancor (Garavita, o. (Garavita, un intitolato: uno o. c, De I, p. 288), che rifacimento del terra non turato l'avvenil tempo t. che e fiorito prannome so- quale di gende queste legpoeta; il nome, ma sissimo famodovesse Brandano, di S. credenza fosse inscritto conteneva nel secolo arditezza di Di sec. la scritti repromissionis meraviglioso viaggio che e del cadere gli I abbia cit., p. 603). fra una Benedetto. Benedettini sul sarebbe Bollandisti Gassino, perchè Santi 1, p. 283); costui Ili,p. 378). S. Brandano conserva, c, del che questa Gassino 1584, X. regola {Acta Sanct., Diacono, l'operosissimomonaco registra stimare Evo toglie che non {Paìi- ferebatur dai come in Monte alla naviganti il nostro notare assai dubitano ciò ma ed ai Sanct., irlandese ascritto Angelici stesso, memoria far riverito e dire esemplati era, alla monaco il Tritemio ancora Brendani Pietro ne ne caro lo diceva fondamento; tutto del in Acta ricercare a presente Europa, vero per lo lasciasse fra tutt' Carthaci, diso para- come citati leggende pie inopportuno doppiamente suonare per tuttavia S. attenterò avuto aver nelle del fama qua da Ritmo, Viterbo Brandano S. in Francofurti, etc. Maclodii S. (Acta mi non pure Elia da un'isola, in verso d'Angelo ( Vita mi Script, Sanctor., Maii, III,602). (1) Così nel atti di S. INIaclodio raccontano Brandano scopritore, ne ed Goffredo viaggio Germ. Pistorius, gliantichissimi con Enoch senti- Fmctus : riferisconsi. esso modo a il Draconzio che zionali, già tradi- angelici gli abitanti dicono il creazioni proprio come che ad leggende brettoni, de' quali descrive theon, chiamar a tenent, nostra E anni. inferirne d'altronde (I,63) nesciat indotti in tutte terrestre cives Hexaemeron suo queste elaborandole E partito(1). tempora cum si debba rifoggiandoleed cavato fra o troppo singolarirassomiglianze e il Ritmo descrive annos troppe conosceva Deliziano certo si è che ma non abbia ne suo, Santi; intercedono,perchè che, pur e 131 INTERPRETAZIONI il Paradiso proprio la nostra rappresentazionie SUE LE tasia questa terra idoleggiatadalla fan- che Kimatore del E ve più, XII, Vita propri seguente, Sanctoruni soverchia Brandano. 132 IL dal mento E tutte quale LE SUE INTERPRETAZIONI queste narrazioni il medesimo: sempre pur CASSINESE RITMO sgorgate, è sono mento quell'aspirazioneall'annienta- pieno del corpo, all'assoluta prevalenza dello spirito sulla materia, aWalta le religioniil (1) Alle ho, non supremo di dimostrare competenti, XI, mi e basti 1, Zingarelli,v. p. 277), (Giom. Slor. il da in me personaggi abbia personaggio umana (o. e, così mi non collega, più da me da attribuirsi sere farlo A dialogo nel che dai impossibile Grescini sia pare primo Ritmo, e è, abbiamo sei versi, che cavare così invece sono e che una come vale c'è se hanno dire borarle corro- le un parole alcuno che cosa la con quale riesce che ad il concia mal- assolutamente al fatto che al discorso attaccar alcuni si tale mor- si inizia talmente » l'es-* rappresenta rappresenta l'essere pensato l'Orientale,secondochè egregio trovare che già constatato, a mio di » mobile, senza qualsiasi intorno certezza sicuro; « l'Occidentale rimangono, ne mortali dubbio senza quinta strofa, come l'Occidentale, non la cenno forma in opinioni del quale egli « meravigliose, è molto afferma il quindi che venuto permetterò l'altro interlocutore... apposta, Ritmo, mi stima non creature farne a pago rientale l'O- che partitii due regioni si cammina le {Nota così crede le Pércopo interpretazione, angelo un confutare è questa, che Ritmo mia non di quale con il s'immaginano sul la Philol., il Cresclm ammette illuminare Solo curato ac- un oltremodo Rom. 460), 267), alla ad sta giudici tale l'Occidentale; all' Occidentale, invece celeste, mentre ». a di prova fùr p. non « all' Orientalo bocca dal rilevi chiara e egli che sicurezza in poste male argomento. la eccessiva p. abitatore addirittura ma dilungherò tanto IX, crede un il terreno d'alcun po' sia dal 7). Siccome io XV, luoghi, onde sovrumano ritrarre a due v. egli ; da Zeitschr. significatoallegorico; e Deliziano, del forse cose alla regge accostandosi celeste, ma dei l'indicazione che più l'essere sia Ital.,v. pur il problema, {Storia della Letter. Ital., cfr. e quali interpretazioni delle accoglienza (Romania, Letter. ninna il Gaspary 418: p. citata).Quest'ultimo però, dissente buona citare Meyer della che Gassinese fatta colle e scioglierevittoriosamente soprattutto Ritmo è stata esame, di (1). esponendo, venuto sono s'intende, preteso ben qui escogitate del trad. io insomma, che è in tutte dell'ascetismo scopo che congetture ma sin nicliilitade interpretidel altri,ai quali io mi unisco. UN POETA DIMENTICATO Pochissimi daelli ormai lui al coU'ultimo tempo La brevità cui spentosi in raccolte e più tardi città alcun serbate obliate, stessa, che se nella primi noi, eventi lustri e del nepoti, per qualche passi dell'uomo mondo; versi fatale morente la il ruinosa a fu solo Redaelli che vide, doveva trent'anni caduta. altra ne In mezzo più svoltasi sembra grandezza di a degli tissimo. remo- evo della i voluzion ri- primi gesta atterrire deplorò a è che, scoppio sue Nella età, spettatori adolescente, colle vennero non fantastica lo rime, sue pur meravigliosa innanzi anno cellosi pro- caso. nome suo declinante, rievocazione le e quell'epopea or la raggiungere per pochi superstiti di secolo dall'amore. amica, mano una e giovane infelice, provincia, giunsero di e di del i natali, il gioventù francese, il diede degli uomini, Nato noi dai non da tempo a se gli loro tardi non e di città musica, avvenimenti gli il ricordo tosto modesta una rammentato nei ben vita poeta aspirare; poteva soffocarono al vietò dati raccoman- gentili di quel cuori dalla commiato dell'esistenza fama quella ai che versi i della e Re- del nome penisola, rima della mesto il ripetere la tutta qualche lagrima strappare a udito per incanto duplice valsero vivo, canzoniere. suo ricordano hanno ne il e Italia in pochissimi ; volarono, pur E-edaelli Luigi Giovan DIMENTICATO POETA UX tanta con gli timi ul- grandezza 138 UN vicende di la adunque nei colla narrazione questa la maestria che studiati. quasi che i suoi E da tutti, mi distogliermida tal valse il molti arriccierebbero poesia il del risata, quanto un'Arcadia d'oggidì,vermi di far meglio al Ma vino lasciam torniamo al quale avrebbe tolto alla di siete un alla che che che narrare a documento della non poesia. Né sospetto? la certezza i melodiosi leggendo naso esclamerebbero Oh Arcadia! tanto amabile a lo conati Eedaelli che che tante come alla mente vanitosi il niale ge- tanto rete scor- perle bisbiglio gentile una di certi farfalle,i quali Dio che e manda cantar se che un la all'amore, alla morte già poetucoli nan inni non sanno al petrolio, hanno ! ingrato, suono qual fosse, mostrare tenteremo potuto divenire e argute, bevono, alle donne questo tasto e preferibili ai prodotti di bestemmiar non fin e Gaia ». scoppiettìo di sempre si credono che sdegnosi: malmenata poeta ricliiamate pur ai immaturamente fama. dico amoroso, nuova, sempre argomento festevoli, strofette colloquio un e parte, dimenticati ingegno nonni, fil d'oro; voi che un sentito più ispiratiinsomma nuovo poeta ed nostri penna perituro, sinceramente trarre suo che derisa, canzoncine dalla facilmente in gran d'anacreontiche! dei che disegno,da qualche tempo vagheggiato, sospetto, ma facitor giorni, dell'amore forma; porgere del troppo facili versi Un di piacque attitudine delle quello che commendevoli essi, inediti semplici casi, a mediocre da di si estinse e Ma, ricordo,non d'affetto sapienza e di fortunosi storia. sua 1 si offre non d'affetti; fu infelice ha lasciato espresso per e suscitare versi, più caldi suoi sinceramente di poeta gli amareggiarono che confortò,esso « nostro tumulto grande sventure li a del vigore degli anni; nel DIMENTICATO vita breve opportuna casi POETA non desta l'avesse invidia, 1802, Nel la abbandonata educazione pertinace inoltre nuovo lui per le che uomo era di severa, il giovanetto da se in non latini. Forse fonti di immortali dalla italiani alcuni ebbe componimenti ben (1) Era Al Brugnoli. di portare, (2) « sui padre di dello già di famiglia, esaltate, col quale Epist. di Redaelli Antonio primi ; « scrivere U. si di Sante scarsa balda dai come e, rileva, si giovinezza ap- 1785 da i tre nomi, Rossi secolo, Foscolo v. aprile autore dimenticate tanto F., tanta Luigi che Luigia e solito era Luigi. questo il ch'egli aveva conservati ricevette scrive », disse di 10 il battesimale Giovan Si disse fiorito ved. fonte non questi anni Cremona in nato quelle di il dono estemporanei (2). A meritata poeti greci verseggiareimprovviso con di dicare, giu- lecito meditazione dalla spontaneitàda conseguirne fama suoi di Milton frammenti. è dei cura poesia contribuì ricevuto natura aridamente troppo dell'operasua distorlo a tumulto nel tivò geniali della poesia: col- in versi modo ugual d'indole e lingua inglese, e rimane quanto allora studi la amore una universitaria, più spensieratavita Shakespeare volse Però, e ogni gli di giogo cultura di cari per ristretta, poiché ma , disciplinegiuridiche, (dicesi)con il sfornito della insegnate, ebbe e e soltanto Kedaelli, Bologna a leggi. Scosso delle rigida non padre suo paterna, recavasi casa allo studio attendervi (1),Giovanni ventenne ancora non 13" DIMENTICATO POETA UX ebbe riflessione e non non una senza suole delle adesso I, p. 8-10; in già, (non sua quanto che d'accordo un tempo un vivace; assai inedita ragione, andar di Massime polemica una letterato, ignoto lettera il sul talento col genio 140 DIMENTICATO POETA CN partengoiio,io credo, molte in raccolse picciol volume, dell'estemporaneo verseggiare. La privilegiodi improvvisare prontezza, e Sul che luogo inutile nel 650 ms. fantastica dal ricavo Voi incerti della carteggio di Lucca. Divina rendeste avervi tre anni mente le belle il vostro Sia vi pur vostro posso Ma non alla scritta conservato molto l'ortografia Mantengo sono udita ore voi con col però piacque vi che a negli Elisi me da diriggo Tognetti, l'Esule cissimo quell'altrodolil vi ottenne di maggiore giovine,che un lusinghiero,fidato foglio priegandovi questo della mai pingeste ne rimembranza encomio con di Canova. deli' immortale no col- scordarmi mai usciranno Corinna, ancor balbettante chiesi Psiche di voi ospitalepresso vel i segnando che voce mi né mensa a quale di animare cortese passate o che me, potrò non Bologna, in serbiate voi la mia io ma : descrivendo lagrime che di framischiare versi la bellezza le 1814. Dicembre 20 Cremona, quell'arteDivina, di vie vostri incontrato che premj, nelle osai canto Ponto, de' lui donna celebre rammentarvi saprete passi de' del non Amarilli ma mal forse l'armonia no io dell'originale: Pj.gg più addestrato meglio da lettera curiosa « primi la concetti per ciò i dati necessari. una Governativa della volte più vena gli improvvisatori fra gli spetta pubblicar qui Bandettini, che con ammirando sua il e ». portar giudizio,mancandomi invece credo penna ricca talento poetico a onore della maneggio dalla il ebbe l'udii mille agevoli argomenti, non una distinzione senza altri con quale sprigionava farebbero ottener per però del Redaelli musa lo dati non « l'altro genere e successo, sopra colla che modi nel l'uno trattare felicissimo uguale simo quelle poesie ch'ei mede- di all'animo di sincera risposta. Certo Giannini Improvvisatori vantandosi Ecco di quanto si prepara ad del è egli stato essere di bramo un secondo un' informazione la mia condotta. veramente Un da da voi. giusta di il per 11 Cremona, chiamare di qualunque Febo? quest'uomo m'obbliga della egli niente che conoscere risultato Amarilli Non ne' misteri iniziato Amarilli viaggio nipote Nipote? vostro sapere fannosi quelli, che di numero ad sumere as- quale regolerò egli siasi me- 142 Ma in delle sue dichiarazioni bella una che quella di farla decise giorno e troppo lieta esistenza. non al Redaelli disaccetta fra le più gravi ostacolo tutti,un cento anni anzi anglicano cui angolo lieve ben gravissima, era di terra fu alcuno. in breve Per insieme Ne oggidì i per doveva comporre più, prefazione, malattia Li 29 componimenti: ma agosto assai 1805. della infelici forse per un spoglie della figliuola l'Italia e eccitavano non cinque sua sarebbe Provenza parte chi freddamente guarigione e sciolti,e cinque, (1) 14 religione; apparire difficoltà negato in pietà e sdegno, tanto querele del pastore Le le scere cono- figlio.Ma non se logna Bo- nuova ora diversa invece religiosoaveva d'altra una dato dal estinta,echeggiavano allora appunto per sollevavano in rendessero contratta insormontabile. dove non della si chiuse celebrato è noi curò non protestante,e questo, che innanzi l'odio Corsero famiglia. nella A quella rono trova- e poeta l'unione forse infatti la fanciulla un fu nozze, singolarmente considerazioni quali ispirato, condiviso, il ventenne quindi per (1) cominciò corse ac- parte, acri risposte una ritorno lei del Redaelli. padre le vietate al si innamorati due il matrimonio in cui da dell'amore fermò la via incautamente Dal il giovane,beato il dei rimproveri da l'opposizionepaterna, così i voti famiglia, come e l'amore divideva avverso amari dall'altra: perdutamente di nobile dimora; città preso Ma sua. ostinatamente certamente la vita. Non gli esacerbarono che saggia fanciulla,nata la fanciulla che ogni felicità,provocò glistudi legali,s'innamorava e in aveva di lui per sventure terminati ancora di gravi le invece legame che, mentre volubilità,un di origine poteva divenire poeta incontrare, a dispetto ilnostro doveva Bologna DlMIiNTICATO l'OETA UN epigrammi. stupore cioè, due elegie un'ode, ; E vi ragioni po- sonetti donna se di 23 alcuni carte. trebbe biasimar all'età giovaniledel colla è questo mutate consueta nella Che ignota Immenso lo frena ragion pari d'ira, agi Sotto Ma Ed ho in pietà l'alma e la pace e colpi piegare Questa onesta la e so a dalla lato di in che mai i del la cuna, lacerare fortuna. amaro, cangiarmi, imparo. turba nobile volgare parer fanno sdegno dei mìo, versificatori mente indegna- non quei pochissimi,quali il Foscolo, alla universale d'adulazione prostrati. Il cremonese sento: ascolto: verso servilità i libero si riveleranno dinanzi animo e del resto il Ceroni, si non chiarono mac- di viltà ai quali potenti, né caduti, calpestando gli idoli prima sue mezzo stento. doglia alcuna; per tempo; lo collocano,a a perdono: l'accento. pianto verso non sua stolto, alterezza, questo il Kedaelli suo o voci mi età soffrir,non a le libero discordia, l'amore i lor a m'apprestar tenera men a volto, oltraggio io e di or costretto al petto accolto, dentro del La d'amor ho il a lo spavento; Beneficio Ma nelle m'è volgo iniquo Gli eransi pinse del Libera emergere mi non fuoco necessari chieder però piegarsi a deità l'amore al- sopperire ai bisogni della Sprezzatore Or verso sebben per malferma E del agiatezza; ma, pallor mai Vile presto, Insieme i mezzi volle famiglia,non nuova condizioni. sue po' spensierata un quanto fossero, dopo anche ad altri modi ricorrere le pensi se la vita. Ben tutta accorse padre egliperdeva del vivere legava per certo, il poeta si tale avvenimento, padre, del ed alla facilità Redaelli si quale condotta la troppo 148 DIMENTICATO POKTA UN la anche retta scienza co- meglio di cui parleremo fra poco, calde poesie politiche, ira contro patrio e di generosa ogni tirannide, qualunque fosse la veste che l'ascondesse. 144 ON Gli anni intanto sposi le speranze r vecchio DIMENTICATO trascorrevano: era giunta che il la di d' invece di veder vani gioma il placato Nell'animo acquetarsi due i bambina; una nutriva dileguando. ira, rallegrare a nascita Kedaelli andavano si padre POETA immite del dal vigore traeva , arti tenebrosi coi neri Questi la contro l'onore, ed la dagli che vita amici che versi trame è dir a la sfogava piena cordoglio: Dalle Senza Da Vita il Non al piena di Ma se Della E innalzo talor con la furor cinto, tinto, inchino; fronte lume divino estinto. quasi è sentimento un brama funesta, ferro il mio sorgemi man, figlia l'imago l'insano la mali padre frenasse Troncherei invidia trascino. ragion de' destino, vergogna poter di casto dolce se di spinto, miglior bieca e e fortuna bando orribile, bollente Dalla E insidie misera, Di E di speranza vili D'ira in paterne mura e converte il colpo in quali per di- conduceva rimastigli non sua, indegne riavvicinamento, vergognose felicità dalle sappiamo non ogni colori delle questi in rendere, a consapevole fatto suggestioni, impossibile più lontano. perfide quali disegni, pingeangli era i alcuni, di figlio dalle alimentata tempo, tormento. accanto arresta pianto. in ordite quanto dell'ira il patria, contro ne e frisse, sofdel 145 DIMENTICATO POETA UN II. Dalla in momento di invettive (1),e un amare quella dimora anche natale, quantunque città cruccio in cui dall'ira del nato era sconforto cresciuto, Da dalla di rivedere le persone queste sovra una al e care nei qui lieti egli dimenticava rendevan tristi i suoi celebrare la donna (1) In sonetto, di cui Albergo Cittade calunnie Ove Le e d'averno tue mura critici e e tutte le quale esercitava gli un tiche anacreon- si sì piacque grande sentina, atra viltà nutrita, di ebbi pur vita, la volle ira di frodi empia officina. ogn'opra e la Inghiotta d'Eridan NoYAti, Studi che sventure riporteròle quartine: iniqua, ove cieca le sotto al nome, gente a la l'ingegno, saputo conquistarne amorosi infamia ed mezzo terrotti, appunto in questi suoi in- gentileche sozzure Come è versi Elvira, mentito Di fra soggiorniin patria,che egliscrisse brevi non Di colla bontà, talvolta giorni.Ed più parte dei un cuore, in festeggiato, sempre colei che a il cuore, ad suo convegni, dove il suo ricca vena poetica lo colla bellezza, aveva grazia,piìiche la e sempre accanto ma i in Cremona desiderio rimaste E desiderato agli amici, mato fer- aveva prima giovinezza,il spiritovivace, l'argutaparola, la facevano sapeva tutte, alla quale erasi legatodi più che amicizia. aifettuosa vietata non Bologna,ove stanza, tratto tratto lo riconducevano ricordi incancellabili scagliasse padre gli fosse e il Eedaelli. però star lontano di e lei di contro letterari. tua divina; rea s'imita. gente aborrita l'onda vicina! 10 e 146 influsso soave nei (1),quale egli stesso di lui su DIMENTICATO POETA UN lo descriveva seguenti sonetti: Impetuoso, altero, intollerante. Se l'amor Me feano m'accendeva, assai tiranno E Or amo: Elvira, dinanzi Ogni pensiero, ogn' Dei mai Atterrirmi io Or che La bionda (1) Fu Elvira un ton Amore il E que' taluno errore sarà pili,e poeta chiede si vuol mi ha core tu spezzar ed far beato. lei versai, per bel incatenato stampato sua moglie; le di seguenti luna per nel col il », potrai. non anche trasporta lagrime mai, atteso che felice. ''prezzato, nome lume a sarò appiè n e provarlo a ultrice; sciagura alcuna. cantato avesse aduna può creduto inedito, scritto 11 capo, : destra suo lacci basteranno Bologna. il mio Elvira « il Redaelli sonetto di da Fortuna, d'affetto, non mosso, » cuna. dell' infelice farò pianto dalla pregar sono il tuo baldanza? tua fin stesso: me a tua di non Appieno AI al tutti colpi vano la me accento. rimembranza grido n'andò sovra pur, ogni degli empi protettrice. e sorda Ognor E la me a altrui, contento, ed atto cieca, volubile Cruda, in sommesso passar, se stolti Degli Aduna in avversa sempre I che tui; occhi regnar consacroti sorge tempi Dove « 0 tuo lieto, Sol, quando amante. fatai sembiante. Vivo e sui, fui; tremante. e agli col del mio, servir Del i dardi già m'ebbi ottenesti me io non pavido l'impero, che Su che più stemmi e Vaga E crudo ingiusto e giorno un che terzine cimitero pensiero suo che ma tumulo: al nome di questo sia col tolte della tempo da un Certosa in cui UN Ma questi istanti del germogliatol'amara della un severità anni tempo e così in un se ne fiate Otto La E il lamentava col stagìon me Solo Sul fra patrio di Crebbe l'ira Impor confine di Uscito (Che Diletta E Ed la verrà è Elvira Verrai mia Pietosamente pur, tomba me e temerario la e febei sparsa a in Reno riva amori. duolo negato. seco schiera una tu chi accanto. tanto lei consorte di durava fato! a afflitto figliae d'amici e da L'ingegno spinsi a Qui piccol tristo paterna sempre per orrori, vietati men fu penoso. fiori, padre al o speranza, tal mio casti, ma lusinga Vana diveniva ammanto boscherecci fiume i Piangere arrecavagli può durare de' solo, la ha sventura) volo. vezzosa cantori generosa; le chiome, inghirlandar chiamando aveva tunque Quan- figliuolo: di vide non m'udì che giorno più madre tornò senno nel tendenze l'irrequiete nel Redaelli verde suo lor l'amicizia figliuoletta, rancore padre? Eppure ormai umane. il dolore in giorno trascorsi; qual erano cose moderar sapeva del paterna, questa tuttavia di supplizio maturità e profondi. spegnendo della natura, gli lenissero l'inesorabile lui moglie, gentileche sua scoramenti esperienza delle l'affetto della per la donna presto svanivano, andava alla petto,nel quale insieme suo ben Kedaelli giovanile si dell'età L'ardore di conforto nell'animo ?succedevano 147 DIMENTICATO POETA a nome. di fiori, per Otto tanto sempre, 148 POETA UN Ma Questa Se Ma valsero, ohimè, che a durissima in versare di pericolo scritte in il Poiché aveva vita, lavori: comincia al sul é certo due B. componimenti Arauco, ex-ministro che ai intervenire Milano dur. di (Sentimenti in della tip. Feraboli, tutti (2) Sullo senza gli casa, ed lo scorcio del da ma amici. alla della Giovanni 12, di padre accettare Ario- questi Raffaele cattivo erasi p. De 13),pubblicato del memoria grata tiva governa- azzurra); Milano, a a Cremona rifiutò di alla eravi non stro, Ca- sedicenne ancor Comm.issione carta seggiatore, ver- recato (cfr.G. 1880, non a di dove Nostro, dati, lui vivo, il di dalla Redaelli, Cremona, in recatosi cantante una non Bonaparte tributati pp. poetici Maffi-Ga- funebre Milano in mona, Redaelli, Cre- L. e che del solito due nozze di G. Lione, a dal trasportarono costretto alcuni di 1813, Lo di amicissimo, aveva di E la parte Elogio un m,embro data, permise; egli fu da Arauco scritti del ammalato. malattia lo lungo la dacché foglio volante). Se napoleon., Cisalpina, Rep. in ivi indetti domin. scorsi onore sostiene 1801, giusto dolore Rafaele cittadino Comizi moglie d'Eridan a le Repubblica Cisalpina novembre Redaelli, che dal più per rima terza aggiungeremo la erano alla ei vi curò che Feraboli, 1813, nel morto per Cremona, della anni (Versi Bertrand, di ancora si trattenesse nozze per Teresa G. presso lancata, spa- alcune che fu scritta nel 1813. pubblicazione canto teatro tomba letto. Da suo tiene otto Zosjo, Cremona, 1813), ed alquante terzine (Alla signora alla da Giovanni Me : che il Redaelli la un colpitoda apoplessia dinanzi e, accorso poeta afferma lo prova posto de- d'ogni passata discordia, riconciliarsi moglie, cosi preso patria dante un' ultima poeta, dopo questa occasione quest'anno appunto suoi il condizioni; il vecchio sue (1) Elegia inedita, che egli potei? (1) non miglior sorte, per inopinatoeventa figlio,frettolosamente sponda. febei, onor armoniosa, quando di dimentico in valse riacquistarmi il padre speranza cangiarsile lettere gli esperienza della paterna severità (2), aveva ogni col che cetra appunto ecco DIMENTICATO cordati ri- avremo stampa. caduto vemente gra- appena accoglierlo in la sua samente l'ospitalitàoffertaglipieto- 150 POETA UN dui'lo quando potrò presentare malia! E » dopo: di la stanza accettato Ma di nostra amata e onorato in padre, mio le fatiche le sofferte angosce, le padre dalla riavuto ben non al fin allora celato doveva non di sorrideva ed amorose nuovo inalterata pace, all'orrida realtà, la da tristi condizioni: febbraio ben vale lo sono « giorni dopo: il mio male il salute mia la medico rimanere (1) Gli Amalia Io però codeste posseduti Fontana, or a ti pochi me ne di anni favori ripetedore raffred- un obbligano dal quelle dalla dei ciarmi d'annunE ». in scrissi, uscito e sue mente credimi, real- me, mi sono lettere sono che delle si risente ristabilimento consiste,come casa. originalidi erano Donna in mandava lusinga si Quanto « la prossima guarigione; trascurato, le cui conseguenze a che malore rinchiuso, le scriveva tuttavia ma renato, rasse- prestar fede nuove, sue la gioie, di domestiche fiducia di intiero un di quel cui a schiudeva pietosamente simulata, stagione e presto alcuni o del 1815, della vantaggi vera si indefesso ed ansiosa moglie ignoranza anzi,o il 25 lento al in poeta lungo tempo per appariva la cui il sua. organismo un coricarsi a di speranza volle non struggeva. Alla in breve l'etisia, del- nella forse l'avvenire e avevano- fatale il germe combattuto e sostenute cure, più abbandonare, rallegratodalla lettere mani malattia, per prestare recente piìi attente fiorente. Costretto e letto che orna mie dalle segreta di distruzione, dal vigore di giovane vita bureau, un fors'anche sviluppato rapidamente nel Kedaelli opera che bambina, lo ha che A- giorni alcuni questa non la mia anche padre cosa, (1). » lui, da mio a la bella pure gioia,annunziavale chiuso giaceva prima ora di pieno Il ritratto « Sarà punto insensibilmente. tal a DIMENTICATO che letto cito figliadel copia. ancora e in non presso ap- Redaelli, UN ad tarderò clausura, abbandonare la se la ultime la per dispost alquanto in- in del mi figliuoletta) E ». correre lettere,che tutte testimoniano sue ei nutriva che stato, voleva suo bella stata era la quando esser parola raffreddore (dice egli La « ad bambina del in quando continuerà sua dimentico di anche stagione che notizia avuta 151 DIMENTICATO POETA delle una affetto vivo spaventa dritto, giacché in grazia di questa malattia logna: Bo- a buon a ferto sof- ho tanto ». Ma pietosa non straziante tanto che perdona, non la prossima Egli stesso dolcissime concetto dalla Le penna. ci di tale Le (1) copie in di sono, li dice : poi (1859, I, 40) asseriva però codesti d'un cremonese non è non che II un lo articolo che le anacreontiche, più d' imbattermi (eccettuata, ben del 1874. a pianto, né dal visse un poeta nella casa sogno ventoso, spa- intiero: assai corsero tutte da nell'estremo inserito nel ma di della che riferita per 'autore dati muore), anteriore Torrazzo mai più, precedute musicate, avvenuto componimenti uom in solo mai Sognai questi componimenti per in presto avverarsi, parmi d'essere composti Il Robolotti furono Odi che mss., Cremona, che me da meritare vita uscissero mai descrive troppo doveva pur efficacia che la soavità per che giorni che, dolorando, di esse, sperano alla supremo priego morbo novissimo suo tradizione,furono comune prima che ma vita. alla negli ultimi paterna (1). La il anacreontiche: lai, lamenti, Non pieghiamo dettate l'addio sione, illu- al Redaelli lungo a cantò, presago, tre del fossa poesie; le miglioriforse notte, Funebri se della squisita semplicitàdi forma e sua sull'orlo diede quella non alle vittime comune cui per giorno: egli stesso alcune e amici, guarigione,nascosero verità. triste di menzogna e un' di Corriere merose nu- vertenza Avsua nese Cremo- delle quali discorriamo, più volte in veruna stampate. stampa s'intende, l'ode quella curatane che nella com. strenna A di : 152 UN POETA DIMENTICATO che Sognai della Nel taciturno Con lagrime Colei ciel chiedea, che a in L'avrai Ed vel. uman accento mi », Vidi ciel, dea par il notturno Quel il me prolungato « dolor; accusando Avvolta Con dirotte al che Empio, orror il mio Sfogava Sognai notte si gridò ; vento grido accompagnò. astri degli allora Al dubbio scintillar. Di lei che m'innamora Le vesti E in biancheggiar: palpiti d'affetto Cangiando Corsi a i miei quel Sull'ali del oh Ma, Non Dio! desir. l'aer tetro per ben. spaventevol spetro Strinsi, deluso, Mirai l'orribil E ritrar Ma mio il crudo Lo spettro uni Meco E in Caddi E il gelato sepolcral; squallid'ossa s'avviticchiò, immensa negra, si Gemendo Ma mortai, labbro le me. a agitato fremito con pie: braccia Da Poi sen. faccia, scarne labbro Suo al volli il colle Vietollo Al oggetto caro l'adorato Ma sospir. fossa scagliò. raccapricciando: il mi allor sonno destai Dubbioso, svanì, cercando. i rai del di. UN Lasso! A Del sonno Ma di questo ribrezzo, del di di suo già s'abbandonano che le persone in cui si fa si gigante nel il cuore ogni omaggio tomba; fedeltà lo amarono, posto che e può essere non : lai, lamenti, Funebri da Donna, Serbami E Fa i di Funesto Non Neir Seuton Le vo'; non giuramenti allor pago che te sarò. face nuova scintillar venga Èrebo la la a mia Ch'oltre Quando pace turbar. fé' tradita pallid'ombre la è tomba verace, pur vivendo. lo sprezza; ancor; ha amor. parla che batte comcome ma già ceduto. dolore cui a il solo forto con- lentamente diletta sua serbare apparente, che lo rifiuta la che occupò sé pensiero dominante, un intende egli cosa triste annientamento, piagato, sorge cervello suo di ecco toglierlodal a l'animo adagia Morto, sua Ma ha lagrimata, del che e gli incombe, necessità assiduo, il timore tormentoso, di lei che vivo una spiri egli re- spento; di d'uomo tomba gli rimane. però presto Quantunque come come il fato sua l'animo nel- suscita bile, vicina, inevita- morte amore. alla ferrea della L'immagine e il contro estinto, che un ancor. pieno oblìo di ogni altra pietà rassegnata, non ancora gelo succede affetti, si considera ancora, con labbri un sia non il questo spavento, che a disperata stanchezza, terrena, che terror; bacio quel sui questo tumulto a del e il velo pensiero della il poeta è squarciato Sento 153 DIMENTICATO POETA vita, vuol lo dimentichi nel sempre Perciò rifiuta bugiardo, alla lagrime, ma 154 UN POETA DIMENTICATO il provocato E L'ombra Che, frenar dove Ignota E questo supremo sdegno è la di memoria possa perpetuarsi oltre la tomba coll'ultimo regno, pietà. nella ci fu sa. ha morte bisogno di chi non sopravviverea che caro, fa sperare quell'amore noi stessi al poeta, che monvà singulto: Non mai priego Le Parche Gessa ed tu pianto impietosi: il canto intuona Dell'ultimo Vedi né dì. mio dove il rio Lambendo va? mirto un Là del La pietra sorgerà.- Deh, quando E notte Tu, mio riposo il giorno in spunta avvolta Avvolta in ciel. bianca, veste bianco in manca vel, Vieni, diletta Elvira, A quella E sulla le Fanne un E quel L'ultimo lo il bianco con con da Dall'urna sen. dita rosee triste suon uscir, imita suono mio quel vien, lira muta Appoggia Poi tomba sospir. destato. suon sorgerò, E, spirto innamorato, Al si conobbe Allorché furono moglie suo e fianco la verrò. tuo vicina frettolosamente la morte chiamate Così, soltanto figliuoletta. letto,il Kedaelli vide avverarsi la del giovane da intorno turato, sven- Bologna la al funereo sospiratariunione UN al quelli che di ahi ! ma quanto le estrenai istanti il Né il poeta, sebbene membra, sue obliare seppe tristezza tale ogni spirto vi- la poesia.Due vita,l'arte, morire, ricevuti gliultimi in quegli della breve di giorniprima sacramenti, dettò questo sonetto, la meravigliosoper ci sembra alla solenne grande conforto,il sollievo suo travagliatasua che dinanzi così soltanto abbandonasse più diletti; le meschine, erano battagliedella quotidiana esistenza, quell'ultimoaddio. di e cuore amare termine ebbero suo 155 DIMESTJCATO POETA l'elevatezza vigoriae dei pensieri: Gran Nei vari Nel E d'amena E se fra di nume il L'arco Ma, Ed ti rendi E alta in i te impronte; vendetta. in pace il mio discendi, sen stesso tempo fronte. umile e altero. inusitata, accendi. ardisco lo il mio fissare sguardo in pensiero, al sole faccia (1). questi,se merita fede la pubblica voce, gliultimi varie molta e delle premessa Autore. La morte, incontrata trascrizioni contemporanee difi'usione, esso è preceduto dal Composto grosso della saetta sospir colle parole, versi ch'ei componesse. un tua fiamma, Qual'aquila delV d'ogni un a Traboccano ebbe le cingi fonte. monte. la e punitor pietoso entro se Me In del lampo poi, scordato erbetta, collinetta nell'augusta maestà Vesti (1) molle cristallino fior, nel declivio T'adoro Nèfuron nella Dio, t'adoro dottor due Redaelli del Redaelli, questa intitolazione parmi granchio. giorno della giorni prima poesie ^la il che da mano: chi questo vereconda sonetto, che un'avvertenza antecedente morte. di corretta d'altra evidente sua di con suo La In alla una pugno, prima cos'i scrisse dice: sua copia vi è che munione copleta com- invece Comunione abbia preso 156 POETA UN DIMENTICATO fermezza, lo colse (1),mentre addio soavissimo alla Odi donna sua d'un Odi lestremo Ti Il di Te che Questo Cremona cina nei è fatto un quali quasi Come fu cor ad mezzo altre dettasse si abbia L'ode venisse fu lustri del editore Ma è stato pur egli moderni nel il italiani 1882 varie ne ha momenti dalle dai quali dallo stesso di in del con 14, duro; di far (Stoccarda, pubblicato basti : Il i persone vive; ma da traddetto con- trascritta darsi che che il costanza questa cir- rammentare raccoltina tipidi Fiore dei lezioni (così parte della una mss., di Può qui 16, ritorna). E. ossa. credenza. quella per sue vita l'odi- si trova autore. G. v. P. Anacreontici. 6, Radelli, anche de' tu saperlo...; l'ha creduta Heyse Antologia sua in non primi Molinari, essendo in Hallberger),dove versione come nei che Poeti poeta trasformato false v. e le numerosi ancor poesia della Cattedrale sua affermazioni questa volte, morti giacciano così delle Venezia nome indegna non dei compiacesse ripeterla,e in guasto v. ultimi anche come inserita usci oltreché dove attestato Orlandelli, intitolato 11, torna; V. e G. qui, il testo le altre secolo libro origine l'accennata tratto pubblicata fra (2). te dal negli liriche Bedaelli, moribondo, è, Ignoro annum. sue fior. non a però dagli originali,dove in petto rapito, dell'autore, alcune coetanee in scolpito, risulta come legge, dolor. roso concordemente si essa il ti fu ad d'affetto, cor Come il Redaelli (2) Che nel crudo luglio 1815, sen. appassito avrai Se mia posarti a don. appien: dal di pegno in ei sia fosti allor Torni di devi l'involai Or Il 3 fiore appassito tu Simbolo (1) suon: prezioso Saper questo mormorare muore, lascio, Elvira, Quanto a : che uom Questo E ei tornava si legge so dei poeti a p. 226; più qual pe- 158 UN delle Corriere del anni nelle si non di mani sue (1) È fronte A p. cosa il come in sappiamo (3); altre il 142 di nome Dio Carolina 1817 dell'annata in Germania in d'amore chi tasse por- poi vennero La e II Wals pochi da 1819 ride, sebbene lui, (p. 161, 187, 209); Vha Redaelli, l'anacreontica Walzer Italia. Nell'annata e poeta moglie. sua del il che da il vero, del fama alla due pervenute dire per ò stampata lode anacreontiche quattro ma giornale fosse diretto (sic),scritta dal Redaelli di fossero utile meno alle del Kedaelli Come (2). offriva (1), pubblicare questi versi, che noto Lattanzi anacreontiche morte non poteva far quello (2) inedite costui la dopo il Dame, lettrici alcune sue DIMENTICATO POETA tato por- date fuori che due le anni ciano cominA ììiammoletta, Fille inferma. (3) Gli autografi di lui padre, l'aveva da aveva fosse costui già sua lettera con il sia alcuni col ed mano; negli della è or D. fa poeta. Per questo studio e che Redaelli-Fontana, anno a Milano. con del sarto, che autografo, io mi in una Redaelli, le son di che si un altra da leggono codesto, mancano; tutto dità ere- 79; pag. fatta ma in Constano di poesie essi passarono li lasciò postillatoe giovato essi, nonché d'una dei figlia del poeta, retto cor- copia riali mate- quella egregia gentildonna l'unica di Preposto Rossi natale. città in questo munque corrispondenza. Co- precedente, confrontata disposizioneda mia qualche altre il Sante povero tutte che fatta; gli originali,andati parte sia autografo, è però in Amalia un alla del risulta stato Robolotti, del fedele molte più mai intieramente quali eseguita sugli autografi fu di perchè pubblicasse autografi vari fu non raccolta sua copia due, posti a e stati erano preparata l'edizione. Chi famigliare e opera mani Lancetti, che amico un lettera poeta terzo, il quale contiene solo dal de' un un altri sebbene nelle sono, che del lunga per lettera del una Vincenzo ad medesima edizione salvati resto secondo la ciò, e inserti, tre in stato da \" Biografia. Ot-rtionese, possedeva veduta, era di anni a consegnati la vita stesa me smarriti morire 1817 so; da quale per si rileva come sospetto però possa esser afferma Gastaldi, che, come non Pietro Sospiro, notizie migliori. Dalla cose amico febbraio di prima stesso le di Redaelli, il 3 scritta richiesto lui del che morta UN intento ricalcati quasi del secondare a Savioli il non generazioni.Che versi non se "Waltzer, per guidato nel prova da abbia sia non stato credo, passare, future se di e non il rose poetino un esercito, che insomma cattiva così lo dipinge crederanno, spero, lo ne non celebrare colombe valenti, fece poetico,quale campo e proprio composto dell' innumerevole condottieri se alle Fille, per l'offerta di gregario Lattanzi, io noi Ma che fatto d' Elvira di malattia Vittorelli pregio certo nome aveva suo, del altro ha non accompagnar incipriato, un pur la d'Amore; sull'ara il il Kedaelli per celebri non prediceva il Lattanzi, come tempo posseggono spontaneità, la quale una del genio sugli esemplari versi che ; 159 DIMENTICATO POETA il i lettori. però d'altra veramente parte ben lungi dal pensare che lui di Salvia.ti, lo Stendhal ritraesse,sotto il nome in alcune pagine son nel sull'amore, sono di quel quale ed ironiche mani piene riflessioni bellissimo sordine sapiente di- però da altri quali fondamenti su libro filosofiche,profonde,argute (1). Siccome sospettato,vediamo è stato e capriccioso,ma così con a sparse bizzarro suo un ciò tale sospetto si appoggi. Se prestiamo prima 0 ma di cui da ebbe molti singolarmente nel documenti da fatto, anche lui l'amore nobil del fatti dei notizia, ne' vari questi la alle asserzioni più importante materia e fornita stata fede due giovane volterrano, patria; le conversazioni (1) Physiologie Levy, 1868, p. 76 de e VArnour 83. libro suo Stendhal, la gli sarebbe quali egli fu spettatore. luoghi ove fece suoi intimi De con che amici, Lisio Visconti, Salviati, del quale un avute par Italia. A dell' influsso attentamente, ed dimora, poi aggiungersi, lo studio dovrebbero esercitò sopra De lungo soggiorno in suo più del tace essi, e, quel che Stendhal è (H. Beyle), Paris, 160 UN più, scritti. Così i loro l'Amour de che ispiratoreil per Beyle ch'era eccita del è posto in del anche di Lisio essai. de » 11 faut italienne. J'aimais Prem. Préface. « changer Préface. Je les lui la via ad ed altro un i manoscritti essersi Non amata cervelli (3) dei e delle io sospetto:come del Visconti è giovato,non è quali temersi a dall'autore a del e temersi a asserisce che aver i nomi, sotto stesso dichiarati tali (4), Schiassetti,di Del Rosso, trovare (Salviati) que se lui creazioni non stiche fanta- immaginati, perchè cui egli années des Peut-ètre réellement aussi propres je tiens la toute partie lugubre p. 78. Gap. XXXI, compris noms cietà so- 2. nota G'est quasi nella opportuno applicaread essi i fatti da pays... (4) libro postosi, pro- che questa riflessione, Beyle, personaggi da (1) Gap. I, ciété e s'abbiano tornava « disegno suo intimamente Visconti, del colonnello del il un casi, e riferiti spesso, tali quali li pronunciaron falsi Salviati, non (3) (1); singolarmentepoi nella dirlo. Ma le persone, i scena evidentemente cet un questo sia sconvolgitoredei Beyle i discorsi? de morire che dell'efficacia, Bej^le conosciuta quasi inutile tali « da molteplici sentimenti e tempo in generale, ma suo Salviati,di cui afferma (2) di più sempre l'amore; lo studio invenzioni gli Physiologie traduzione Che (2). gli'svariati fondatissima, apre siano la Visconti, prima Salviati possedeva questo grande sono libera una colorire per tutti italiana,dal credo libro De quello di fare apparire il di la sintesi cuori, primo legatogli dal artifizio del che il quanto vi è di lugubre nell'intiero saggio avrebbe tutto avuto DIMENTICATO sarebbe non manoscritto e POETA pénétrer dans pour aurai-je été ces que l'intimité le dernier habitants, et j'aipu la discrétion et surtout me d'écourter voyageur la so- en ce la vérité. voir faisait les de un devoir anecdotes ». » de 3™® UN le dedurre voleva abbia siffatto timore un gli aneddoti sarebbe della storia quel nella di averli di Milano, a raccolti; e utile e vero fece ne dei la per tracciare napoleonico, rin- regno pittura che moltissimi che essere in conseguenza avvenuti, meno del deve vi che esatto non italiana società per anzi che afferma egli curiosa molto cosa personaggi messi siano veramente Venezia, dovunque che più tanto impugnano Credo eglinarra. che fatti da lui raccontati a si Stendhal, non dal De scena dei reale che fortemente fondamento: ottimo la esistenza impugnando Io dubito teoriche? sue 161 DIMENTICATO POETA di samente rigoro- scrittore lo francese. tornando Ma, egli chiede Povero di nobile cicatrice aveva preso trovato — desiderio lo condussero bella era (1): — quale costante fìsonomia prestito a egli scrive,facendo una curiosa quanti dolci pensierie luoghi danteschi sventurato! mescolanza in dipintoManfredi leparolecolle quali il poetaaveva Dante più da vicino Stendhal, il Salviati. dello le sembianze descriverne Per « personaggi favoriti de' uno intento,vediamo al nostro biondi i soave, e gli divideva parte presente un tutte a de' capelli ; ! La soltanto cigli. Soldato, » sua una esso napoleoniche;erasi splendide feste di Parigi, le guerre alle tanto alla tomba quanto ai paurosi episodidella terribile ritirata di Mosca. Ma in tornato avvinto lasciar ad idee nobile una più Milano, trovasse ad del Salviati onesta e onta Gli ostacoli. mille invincibile Italia, un amore-passione^ giunto alla sono sparsamente narrati (1) Gap. NovATi, XXXI. Studi Extrait dn crìtici e, letterari. l'aveva dama, da indurlo così non a sua passione infelice effetti che sull'animo, sulle che la esercitato aveva amore più per anni straordinaria ed esaminati Journal due de dallo questo intensità, Stendhal che Salviati. 11 162 DN dice anzi aver Che ha dunque spiegarlo: Ora » nota, una Elvira, di tre noi delle già Se è odi il titolo: altri lo che essere in di spesso inutilmente non dì, anacreontica sol un Redaelli privo componimento, in fin di vita, e da d'importanza, si certo il De particolariche gli argomenti infatti indotto hanno egli cui L'ultimo anche Salviati, applicabili tutti il merito (1). questo fatto, non a di a continua morte, sua che, avendo la fusione che Eccomi Stendhal, traducendola,riporta lo scritte dal riferite la gli amici, può sotto alcuni del giornale un Redaelli? i sentimenti l'ode che non il qui scrisse un'ode intrattenere riferita. veder efficacemente esprimere a particolari da giorni innanzi Salviati Beyle, in molti a Pochi « soleva attinto DIMENTICATO dall'amico. lasciato il POETA al Eedaelli che Stendhal, sotto il narra niti riu- (2),avremo potrebbero indurre, egregio un Stendhal amico di nome come (3), a nostro giungono ag- dere cre- Salviati, alludesse al Redaelli. Questi argomenti hanno ispirare anche recisamente. (1) Per antique di cina: DAEL strofe Odi agì, ridotto (3) siffatta una dello Stendhal d'un il De presso (dalla 1 (la 9) valore un alla dell'ode che uom opinione? è carattere Le dernier Stendhal è 6) dell'ode iVon Funebri muore. sufficiente un firma Ode mosaico prte^o vi mai, e lo nego prettamente jour. lai,lamenti; Per Io ad anacré- composto né pianto; dell'intiera odi- si legge S. Ra- {sicI). (2) Cosi morto L'eroe Elvire, à sola una noi parlare più esattamente, cinque di a essi molto Il l'essersi il in men giovane, prof. G. De Salviati, dopo che una gioventù passata negli condizioni mediocri di fortuna; l'esser ecc. Castro nel suo Italico (Milano, Treves, 1882) p. 2-3. libro La caduta del Regno UN questo valoroso romanzesco; pericolisul la morte, vive non ad che più di campo più che compiere qualunque un dei personaggi uno dei uomo la allo che di nei già Werther. Rimarrebbe delle rifiutando Il del regno anni odi; e circostanze come nome (1) Come medesimo tristissime ho anno già 1813 notato Europa il del alla di della che nel di sua suo della farsi, autore vero recato a (1813), e di pertanto che nella di saglio ber- col possa Russia nel capitale persona 1815; se o, il Redaelli non di letto le anacreontiche, morte avevano immatura, i ispirati capitolo precedente, il Redaelli mai, faccenda essersi venuta abbia stamente, mode- stesso,che Goethe di strano sua dicemmo, Salviati esser se falso il conosciuto ; ne di sembra col Nulla italico,vi abbia colpitodall'annuncio e ritirata successivi di mondo racconta la uno maggiore sconforto, questo mi e è per assunse spiegarsila a sette anni. almeno di identificare dopo (1), morto, persona, in Stendhal dimorato due atto accidentali, militò, visse non del però di De subito nei forse detto è a amore-passione. predestinato ad uomo di moda messo attribuzione V quanto momenti della fatalità, vittima avervi pronto rappresentare per corrisposto,e soprattuttonon quell'atteggiamentodi Milano, pensa semplicemente Stendhal Redaelli, che scrivendo, neppure esse. sarebbe egli enumera: notate, nulla amò di quale simiglianzeesteriori,e applicabile al anche non amore, esistito,ma necessari delle abbiam aveva suo impresa, qualunque generosa quattro amori All'infuori è il per per realmente noi che mille sfidato avere paragonarsialle gesta degliantichi eroi,non di degno dopo che battaglia,affrontata intrepidamente donna, una 163 DIMENTICATO POETA trovavasi esso dalle di lui versi, sullo scorcio pure a Milano. del 164 UN divenuti tosto molto popolari dalla musica, trovato in libro,quale il in Italia in tutto egli dall'osservazione e si degli piti accompagnati, d'amore questi canti allo studio consacrato stesso resi anche e stati erano di inserire suo, come Lombardia cui con opportuno sorto, DIMENTICATO noti abbia un POETA di compiaceva affetti del l'amore; del- dirlo, popolo liano ita- (1). IV. Il Kedaelli da viati 0 Phjsiologie bramasse avere di pertanto quello credo si assai bene ricco che il sia, esso In in (1) j" guisa in l'autore cui tout sorte en del nate, esami- Italie et così gli di sulle dita, che della dotto ma description rare en genesi si di e la exacte regno erano et France..., espèce de Vedi poi del libro l'intiera a Prefazione Milano. rattere ca- parte lico. itaguiti se- impreveduta, più une Allemagne...». la ingegno governati dal primo precipitosa ed folie, très descrive uommi gli avvenimenti, uniquement de senta rappre- gli uomini e rità, ve- poeta maggior finora rime sue tempo suo si contano questi uomini inorai le semplice volgo,ben inteso,patrizioo intelligentedei G'est fique d'une del non Sal- col potrebbe rispondere che il Kedaelli l'indole un neppure della che dell'animo cifrano che altissimo, che ed ; ma cadico, ar- V Amour. desideroso generazione: non colta de chi, di null'altro contezza sua il Lattanzi poetucolo qual diverrebbe, identificandolo romanzo della A giudicarsiun a lo fa diventare come eroe quindi è non che scientivoyage (III), 166 UN l'avvenire che (1). Di questa » ottenerla, ci porgono per prudenza la patria. In da penose Kedaelli; ad vita alle poteva darsi tutto Anch' Imperatore d'Austria italica rediviva furtuna egli » impresa Di Lui In te E Ma che Giove lo eternità di l'impero, quel- quando nel 1809 alla guerra così giudicava ne tu, incauto, la insanguinato. ancora curi, non Rege Duce, nulla cui A De' poco del avrai un il Sommo patti infranti tempo era il Redaelli non stessa,incitandola coi op. affretta onore. Eroe difesa, ha la vendetta offesa. in avanzava suoi ambiziosi armi rivolgeasiad da cit.,p. 64. sé. altri moreggiare: ru- contro volta disegni scon- allora,quasi presago fare a valore patria natura si Europa insanguinata.Ed Castro, di e di e trascorso,e la procellatornava l'aveva che consiglia, figlia, l'Isonzo della e contro fidata tutta quell'uomo oltre padre la tua, sdegno nell'armi Chiuso mal genitor spietato. e di Voce trascinato e ogni gloria la spergiuro Trema E fé, somiglia ! sua Dio, volgi le ciglia, il fianco mira l'ira e stesso, per Sprezzi (1) De tempi il fato, tentare non Dall'Anglo iniquo, che ed i certo : Signor deiristro, ah Ma però da dissipata,agitata nuovamente moveva , r e mida ti- per il Redaelli alla predicavano tale, tutti mento argo- affetto per ne politiche, cose credette esso tali ma il vivo assai la di i versi pochi, forse in possesso, una italiani, avevano non esempio del sentire di lui ed mezzo che « degli animi preoccupazioni domestiche, concedevano. r dal di chi li ebbe la nobiltà attestare incertezza l' indipendenza, politico dettati non DIMENTICATO sospiravano già se forza POETA che nire, dell'avveall'Italia UN Italia ! Del Destati, 11 teutono Aprirsi di Se al tenta dall'Alpe che sia non Che Aita di Cangia se la regina. fortemente e de' nostro, la minaccia invasione condotta migliori che tale e da allorché Italia,se Sol de' che Quel A che nemici pugnando che avveratasi) or, dimmi, Schiera Nova Ah, Se de' se di lagnarti e cotanta Servi, che il suolo dell'altrui il viltà il oprar vedi merti, e e Ibero ; contesa periglioso impero? schiavitude non difesa giusta impresa non perchè questa figlituoi famosi vestir in genio guerriero? sopra ghiacci primiero, tuo senno spieghi il sangue de' ti pesa, ancor per ministra Tentar Ed tuoi ti resta Spargere A il del ufficiali di una passati nelle file degli erano il servir scordando Perchè, e incombeva : Misera la potersi dell'Alfieri di alcuni (pur troppo austriaca, sentito, seguente, nel quale il poeta quali nel 1814, dell'esercito italico, i stranieri marte. l'affetto, uno rimprovera sdegnosamente nuova basti. tu vicina dettato il inferiore suir Italia vuoi, tema, ai componimenti senza Ne parte. a divien non credo Foscolo. lo ispirati al abbia patria carità avvicinare, travia mi non cada. nomasti, servitù Questo sonetto,fortemente parmi, contrada, serva, straniero e strada. priva, pugna se a ceppi la prisco giogo schiva; tanta di implora fuggiva, salvator incontro che Gente di spada; chiusa vuol medesma, te a il torto a la sei mar te riva sen non dal e tua, chi Teco tu impugna, Vittima Lui bel tuo in cui in valor e 11 brando Ma ruota ricalcando senno Mal Benaco guerrier le vie E 167 DIMENTICATO POETA sdegna non e forti insegna? tu sai. comporti, più non pianger mai. 168 UN In manoscritto un molte contenente del (1),ma Chi vinto e molti Gessar E ha I russi vuol Brettagna franco 1 frati a Questa è la pace rapito alla Pio sciagura Della E di catene Perdono Ma Pietà Colma E La sopra "1 al da ciel figlioerede. di ha dato che ho nel 1812 invece pieno di ispirò al poeta che era e sulla stato dopo deponeva prigioniero, la corona: diletta Roma bevea, iniqua la era soma già doma; misura coronata del v. Iddio. forti dubbi Bellissimo Giustizia Tempia Cronistoria, fede: pel rapitor chiedea. il tiranno tremenda ! siede, or ardio atti ci il calice sotto flutti, Pio, dotti dieci anni Nume ' vanno. che e che Pio VII ' ridutti, quest'altro sonetto è Napoleone 192. ai tutti, | i servitù nascondere Fontainebleau, dove cit.,p. re dell'attribuzione. vigore scorretta,talché tiranno. Borbone ritorna minaccia voglio però (1) Nella in popolo Spagna già pubblicato stanno, il fratello generar 1814, buito attri- i lutti gotizzamlo un un lui a e | tradito dominare i mari da Cremona inganno e ha farsi d'Elba trono Trucidargli Qui assai vacillanti Italia Innalzato dove lezione ed potè ha Austriaci maschio del artigli sul Polono Prussia autenticità pace virtude vinto prence in riprodurlo: per de' troni ogni Sul il scritto Redaelli, trovo con inopportuno non Tradito e tempo, del poesie dal Cantù Non DIMESTICATO sonetto, satirico sulla un credo POETA avea; chioma ira fremea. II, p. 605. Cfr. anche De Castro, op. solo Un E All'orbe Kedaelli che d'un di meglio nohile ergersia affetti gli cantare sgorgò, come del grido che l'Italia,la avverte però componimento di novella son mi sensi Grande, il per insieme E di lo affetto per il cui ingegno questo possiam ha saputo ritrarre che sgomento neir intiera (1) S. Rossi (2) Anche in un poema, la tanta tura. sven- difetti di e il di cuore altrettanta con grande catastrofe pietà generosa che affermare l'onda dal- vi trascorre, dai dentro scrittore che spontaneità del pericolava; sensi anche pur da pochi non patria e la trono dello figli,il largamente compensati che » nelle canto un della prova sembrano rio (1),quasi improvviso i Mosca appassionata di poesia fervidi perdeva ed atterrito poeta, percosso e de' suoi grità. inte- cadere al maledetto « quale coetaneo un loro echeggiò quarantamila Russia Bitirata lendo, vo- sione conclu- a nella pubblicare terzo, chiamato tutta ne Nella forma, che in esercito,ispirava al Redaelli suo dall'animo più sublimi e amo straziante steppe gelate della ei sapesse, come degno lungo fiore del mostrare modo Il per servire,fra quanti il amori, queste pagine, Monti, accenna. quellifinora inediti,che quell'anno decimo dal pena altezza, e, spregiatii vani di e Senna possono santi più libero,son animo tanta e polve. in scettro loco paventato lasciati,a ha ne colpa tanta i versi Ma il tutto foco la terror volve Ei sdegno il ferreo e da e_j)resa di celeste ingiusti lacci muta Di lui a colpitidal van Gli E Sguardo 169 DIMENTICATO POETA UN che onorano dell'italiano. niun poraneo contem- efficacia il profondo aveva destato penisola(2). nella citata altri poeti, del quale lettera come non a G. il Grossi pubblicò Germani, nella che 21 settembre Fuggitiva, pochi frammenti 1842. il Rosini {Epi- 170 ritirata La Mosca Di le su Il Franco E di al 11 lui di il del Con la fame i che il fame Della Nullo Qui Un verno dal e e della milanese questo i l'autore del e soverchiamente ma non ne restano del corpo con il ciel si ma, le loro lasciano ove lagna freddi. ottave. edite p. nella strenna 123), cantarono si faccia eccezione Un aveva altro per languide pitture, troppo quest'argomento poche figlio: perir secondo. Vallardi, 1842, me, Visconti, che ciglio quattordiciottave avvenimento; su eguali. gemebondo perir,ma estemporaneo, fatti or abbracciar di gonfie, ci pianti! strali moribondo tenta e di in periglio sul nome a di Russia, Marco trionfali doppi gregari cade ti scordar lacrimevole prostrati. santi comun flebile accento guerra Non ai gelate lacrime Il chiama sodio guidati cangiaro si soffio del e di faccia; di lauri quei L'agghiacciato Non in cipresso,e gli inni padre con braccia imperturbati condottier su resiste con le bei li caccia sol elementi. sempre più magno i duci Sono mai in al Borea Di frementi, degli rimirare funebre Crebbe foresta; fuga innalzano venti. regi, supplici,tremanti, del pie A Oimè! in ma morte Videro dalla il furor la vittoria a dei sibilo i vincitor piangendo L'orrida poter fortuna. sbucar a no, prodi Que' crine: si arresta, mondo il ferro ciel al tempesta suo gridi al i Che Al E nordica stende ardito Fuggon guerrieri aduna, lor promette fuggitivobarbaro Torna ruine guerrier l'astro s'imbruna, E, unendo E i suoi muggir Sovra Mosca. calde lauro tanto Ed y di ancor Sire maggior Ma DIMENTICATO POETA UN o bilmente canto, proba- scritto il Nostro ; Là piagne Che, Su bella Benché In sul Pende Il misero, mentre E Altrove, Spira E di Ma Le lor Movendo Per « sé cui richieggo Mirasse sciòr chi Ma E I a bei germi di qual II fiato Manca ecco, in chi quel la con fiume lito infausto suolo aprico. pentito. error fugge il tetro nemico, questo inseguitore,e fero prole. ». E e ad l'ire ogni istante ardire. il consueto hanno così dire in uscito. voce le minacce intanto raggio amico, fu l'Italia? è patria sorte. un ne in per si duole quel sole, l'itala tanto estremo Crescono Del prò assorte la indarno di idea. Italo dovea trasse ei sarà Ma Ed la gioia del forte, mezzo per libertà morir più Tardi in avea moglie. felice,grida, se Morrei A combattuto un già, ma non ricongiunge. cruda la stento, a toglie ei li volea: le nevi fra membra lo il morir, povertà aggiunge spoglie. ricchi far cruccia noi or amò, lo l'adorata figlie prede sue dolor nemiche di ». il punge: al guerrier,che cari Pei sola carco un duolo a ostil saetta lei,che a ancora gioia antica: della colpo! che dica amica morta lui duolo in e che par Io t'amo « la de geme, Pietoso Di parla, e rimembranza La E ti corpo dinante Sprigionato dal gel sol per ruina A tante squadre sciagurate e tante. Appariva la stella vespertina Cinta Volge di nembi, l'onda allor che fatai »; discolora, morte favella: dolce sua si adora chi spirto,e tacque. che muto, spiacque. non con il puro labbro quel Ma lei cader è il morir esalando Disse giacque digiuno,esangue a e soave « compagna. orribile campagna; nevosa, la Cadde E: dal oppressa la la fedel altro un 171 DIMENTICATO POETA UN la giunser Beresina. dove 172 Colà la UN POETA morte in di colà E L'ultima Chiude L'aere a d'un Ne' che sul sé stessa Allora E Stese il velo Sorse il sol pietà E E del Solo il fiume Urta gli ritorni Salvo E fra dal tuo Mandi un Ma irata chi E Quel trono sorte!.... Mertata insulto Né Sacro tu le ingiurie vittoria a Ed Ti or rende Ma di l'onte e intanto guerra. al la te a del te non da pianto! terra aprlo, regno vii son labbro questo all'incorrotto alma più grande agli freme. e innalzò, pentito de' carmi i tiranni ponte infranto madri Te, quand'eri tiranno, Che geme del che terribile strada che chi a ribolle contro sorge la ed ne risposta delle Cruda e tranquilla fronte; di urlo tristi. tu, lor duce, e con carro speme, senza dolenti e i forti: Cadono misti ma risponde questa guisa cruento; estinti ancor, avanzi spavento! ancor è deserto il resto Tutto .stento visti flutto morir tardo a ammantato. di fur sul viventi Pochi quando e e sponde cogli sulle In notte: scena Galleggiare frequente: formato atre gelati cadaveri 1 softocato, caligine di nuova tomba. dibattersi la gente, si sente nubi di finché la gemer nell'acque un Cosi, rimbomba: trova le tenebre alitare, un strade. le fuggir la misera perir piomba angusto del affonda di fra Un ponte universal grido prima Giove. di fuggitivi invade: i gorghi cade fulmine del tema guise piove, il fulmin mortali calca La Di mille tremendo Più E DIMENTICATO occhi io io, udrai. Dio. disprezzai, libera ch'uom miei atterra. la non cura; mai noi fosse tua sventura. PARODIA LA NELLE LETTERATURE SACRA MODERNE LA NELLE PARODIA SACRA LETTERATURE MODERNE I. Allorché sulle quelle ateniesi, si su far il riso insieme di vostri essi ai Di E ritenersi le del i focosi laide più Ma così ancora de' martiri, la divina Babilonia, dileggio irresistibile NovATi, le sopra Studi di cose prima critici e che della al tramonto volta provocavano ; non già più attendere, indegni la sacre di culto cultori segno volta ch'essi, an- fede, sarebbero masti ri- lor potuto avessero l'avvenire di Cristo ! L'età, non era col sangue cementata sulle fondamenta a l'atterrat delil spargere risvegliava non negli spiriti colti; letterari. de' o facevano propensione si stessi alla copriva sorgeva in faceva che religione Chiesa, chiedevano i loro nuova ancora, città e e della dei stupefatti se e il velo dire, eroica quali deva scen- vostri ben quanto della insieme istante un ai che avventure, campioni addolorati risposta si prontamente que' numi, De' l'Olimpo del- morto famelici voi? la siccome più sguaiati motteggi. per Giove paganesimo, ridete già come le divinità flagellata;i padri chi soggiungevano sollevare burla i tre Ercoli sostenitori istrioni ? attribuivano de' Diana a trionfo: dovevan ed testamento rivolgendosi aria in mettevano decadenza, rallegraregli spettatori,e per a della romane scene tornava meno a ser- 12 178 LA peggiar sordamente Cosicché a SACRA ben burloni, NELLE in aifrancate ramente i PARODIA LETTERATURE mezzo alle moltitudini giogo delle dal presto ebbero lo come il loro i avevano intfe- non superstizioni pagane. patrono in cielo anche mentitori, patrono risoluto godersi il posto guadagnato, maulgré La ha cosa vera. men bizzarra bel parere Ed agevole altro non al assai tempi a del nome si accordano nel più che il santo nel 258 col più nobile cotale sainctz inverosimile; grande con fra le opere siasi dove Gerolamo S, udiva uditorio (1) Cfr. LIX Ili, p. i87i). già L' grotesque, Cena dal Wright avvertita trad. dato un 0. Sachot, posteriori. confonde una da età la per Grunnio M. storia (Hist. de sulla in Corocotta parodia caricature Ili, p. 44-5); e ciullesco fan- Ili,Vindobonae, della la natura modo v. del Opera, Praef., Cypriani Lat., sotto quelle scuole, fra le risate Caecilii tichissima an- originevetusta. in secolo di derla ve- Cewa, quale si legge Paris, 1875, eh. giudizio erroneo originale, che rifacimenti Thascii comporre africano,o fors'anche IV al alla consacrata sua la declamare della i dotti sia di ciò, il della (Corp. Scriptor. Eccles. importanza stata però ha S. sua ammette persistenzafin il testamento Hartel, G. della invece a comunque tanta già Cipriano, nessuno abbassato martire diversa, corresse forma cap. del Oggi vita tutta una potrebbe quindi congetturareche ancora S. noscono, co- scrittore cristiano,cui è stata è per noi sicuro pegno Si Tutti Cartagine,il quale suggellava sangue propaganda, di questo è per non miglior parte il contrario; di vescovo la attribuita. ritenere lui attribuita essa fama, la Cena per insulsaggine(1); ma, a Dieu. ci riescirà addimostrarlo. vicini proprio maulgré et ha dovuto facezia, che celebrità fino les un se è MODERNE l'età del veramente sacra et du il quale nimento compo- strano coi PARODIA LA dubbiosa, di ma collocare rVIII in tanta la tenessero di di indugi perchè io mi quale di narra celebrar l'autore 1 tale di di che S. Sai. (op. cit.,1. e). avuto che indubitabile da sarebbe S. Matteo, stato occupato S. presso è il Matteo, infatti uno io Y idea ad re de' Cena questo anche testamento F. da sin qui BuE231. p. un loro consacrar operato miracolo che gran alcune soverchia. ebraici di Jahveh. mentato ram- della Cena Cana tengo ri- ; ma invece dell'argomento Così è gerita sug- antiquario inglese nella è altri che non vi l'autore stata nozze Salvatore: non gli sia se sulle dal l'episodiodi 1-14; ed il dotto d'Oriente nomi corrono con- alla stessa sia fondata negherò non accorgersene, leggerezza il la fondamentale Ev., XXll, primo con che dell'acqua invino Ora festa I. alla memoria presente utile è l'invito e del si è fatto dai nome Priapeor., Berolini, 1871, però che avverte il raccolti son », convito si stacca mistica è fatto ricordo cui parso invece perii cangiamento Al reprobi.Così della Cena TApp. stima banchetto un qui e alla i milesie cos'i m'è formeranno egli stesso che lib. et dare ricor- adunque Testamento; nuovo in favole « troppo conosciuta, diede accorrere, nel o è personaggi,de' quali i Girolamo, altre Il Wright famose Johel adorna offrirla, ed figliuolo(3). larghezza che sproposito, pagine, fosse però de' rifacimenti Siccome a abbia e spiegherebbe come Basti che suo gli eletti men e parlare ma fa vecchio in Petronii CHELER (3) del nozze con passi porco (2) il V fra quella parabola evangelica,la d'Oriente sacri, tutti, quasi, fatto Cipriano discorrerne. a re della Cena non del un le registratonel (1) si non rielaborarla S. materia le dia come vien Cena della pur quei gravi personaggi del secol stima L'apocrifa scrittura libri d'anche quan- attrattive, a ponteficied imperatori (2). nuove per (1). E alto,converrebbe in altrimenti sdegnarono quali non i nono, salir tanto poiché secolo; indiscutibile composizione la stampo, di un'utilità stesso amenità una si volesse non sempre dello 179 MODERNE LETTERATURE NELLE composizioni altre ed SACRA Ceiìa Dio; non si come quello di 180 SACRA si assidono mensa e PARODIA LA Cristo Gesù Abele (1). de' cibi 0 che Ad almanco Di nome. suo qui, sulle lato un gambe delle e accanto S. a Loth i convitati stravaganze che il sacro (2). Ma fantasmagoria? strana si qual fine, a La nella quale Mali sunt pop. della (2) Gfr. e cosi barbaramente (3) La Cena che può diconsi Boni de' suoi cum fitrione an- vuole leggitori sia pure Azelino meliorihus: il le nell'ed. Migne, colpevole vero inferociti commensali dai l'autore avvertire bene creduto de' che (3). E spiaciutaad è un'orgia di che a ved. così ; Reims, mensa E. du lat., 1847, p. 94. Cena, finalmente brani ha peioribns. cum Poés. MÈRiL, Cena sua in tante e forse, codesta chiara; libri santi promiscuità bizzarra (1) Codesta il personaggi dei i tali nella memoria imprimere più profondamente i fatti ed strazio chiederà è cosa Oloferne. russa a dal che furti, fa il celeste rei di numerosi ospiti,riconosciuti Davide lui da par tramutarsi dallo al onore Giuditta; là, con si abbandonano all'ultimo trieretica,funestata si regge fra le braccia molestato banchetto le intenzioni troppo gallo accusatore, insomma spettacolo dell'arpadi balla chiamar ri- legato il è mal barcolla suono meno del Noè fatto Erodiade Pietro, non chicchirichì sonoro Tutti di Tubai, salterio quali ai da guisa capisce,uno aver per della casi forse, trascende figlieimpazienti; qui,al del coi in tal le mense, dall'altro proprio ritrovato; si senza scrittore. Levate dello tavola ben ammannire, impossibile a conseguire, gli eventi come si imbandiscon poi dovuto stretti sia a altrui ha meno contenersi che forse,e singolarissimo, da o Faraone, Giuda e de' convitati ognuno ch'egli stesso alla mente MODERNE Caino, Mosè quando poi questo : ei deve LETTERATURE e rapportipiù hanno vita sua NELLE finisce trovar Joca in e. 1009, 1011, 1012. per le torture il monachorum, vien fatto a sopportate (e.1013); convito. il barbaro dunque costui Achar, pertosi Sco- suo sui luogo fra que' testi dievali me- qualiveggansi Romania, 182 I a SACRA PARODIA LA KELLE primi bagliorimattutini lo medio evo, quale, come spirito beffardo scherzo, uno ei nota colla 0 Saccuni Tane dixit pomis. Nolo : Deus et saccum Tane voluit Tunc dixit Ghristus Praeter homo unus Talum habuit, non Johannes in Thomas facezia Reliq. antiq., v. I,p. cod. riesce che 290. La In viridi campo Unus dixit Respondit Jesus: Abraham: Accepit baculum, Jhesus Ambo si clamabat, venerunt, legge riferisco pace. qui, non propter volo non voluit Petrum Abraham purgarla, per senza è stata di cui è bruttata tolta: principes ambo: fuit alter Bartholomeus. dimidium marcum. solus. comedere sic facies percutere per meam Jhesum. Paulumque bene fa Wright-Halliwell, presso quale singolare veramente grossolani errori steterunt vaccam Sitis in arditezza di ex.), dal Jesus, erat Emerunt Tunc sagittare Jacobum. possibile,dai inglese (sec. XV balista sua cum talo, sine potuit. non currere clericale un'altra riscontro fuit natus clamavit: fornace invocavit. fuerunt. throno in voluit Imposuit telum, calco}). percutere Christum. venit Baptista solus. meum per sanctos qui t"7ium. comedere omnes qui et marcam facies non voluit venerunt, magister. Bartholomaeus saccum Jacop: nobes? volo. tribus Ghristus clamavit, Omnes iste? acquisivi. peccare, sanctus prò Accepit baculum, nel nel glianza rassomi- certa una diamo ve- nuove Wattenbach, vendere vellet comedere nolo, poma Emerunt Si — tibi,quia melius Peter Omnipotens mi si riscontra noi le anima dal luce già e evo, Ghriste, quid portai rusticus 0 volo Peccare quanto in messo giustamente, cum Vendere ottimo medio appena Cena: Deus, codesta adunque satirico, che e già MODERNE cominciano dell'alto le tenebre colorire A LETTERATURE vocabat: verberaverunt. barbam. PARODIA LA SACRA del nel eccolo culto. Pittura si le cattedrali d' uomini quale di cerca forniscono d' animali e spesso ridicole, alle figure immobili i ostentano dixit Tunc Jhesus: Tunc dixit Abraham: venissem, non Il Wright delle licenze esempi nell'adornar coi saggi dell'arte il Leniext in M. (e dividere al simbolismo basti citare satira. quando e Naturalmente bassorilievo ravvisar elementi più agio di meno senza proclivi a sparger il taluni gli artisti Satyre hanno France en nissimo lonta- manifestate nel mi che sostenere medio accorderei solo citate che nel mi quella sembrami la facezia ceda all' Italia la quale Il desiderio che anche io, sebbene scritti),non difatti offre non innanzi mette riferisce ne ma sgg.; che l'appunto per però unquam! molto mente presentino rappresentazioni vera- impresa argomento notato aver e nel francese burleschi. questo altri è La che i suoi ed (p. 47), comasco veni rappresentazioni figurate nelle opere cosi huc dabo. vobis grossum templi, ed idee il D'Orcet Ardua parte; il Wright non delle di e solus; cui si abbandonavano p. 388 strambe rate dispa- perpetuano Ili, V, p. 45, 72) libro architettonici satiriche. dove le scrittore i monumenti i piacevole suo dal però col garbato tardi loro A., Paris, 1880, eh. XXIV, rispetto evo quel a profeti verberavisse[m]. eh. la car., de' e artefici vaccam, bene nunquam volte, a di attitudini timide modo, me immagini di membra heu, heu, quod (Hist. de curiosi parecchi hic breve quali accanto santi gli mentre sum ego {sic,1. adiuvaì) Adinua au de' accozzamenti (1). Poi, contorcimenti (1) strani più le oscene, rigide e in spaventose deformi, la più grande varietà e Si magari ed di fantastiche caricature e estrinsecazione. armi, le varcate ancora di , più ardimento, ed aveva modi popolando vanno fasti,i misteri, i i accresce non nuovi gli scultura e gli successo del tempio, soglie, in le Il 183 MODERNE avvisagliecontro tentare generazioni, ministri LETTERATURE NELLE induce i nostri dileggio sopra è fatta di occuparmi a ora artisti le d'un cose antico neppure altrove tagliar non alla scarsissima riesco non minare deter- il posto riproduzione io di corto, a con ma si mostrarono sacre di quello 184 PARODIA LA nel i loro marmo del la severità da vino della Chiesa viene ben grido, risuona nel tumulto e de' e canzoni riti sacri. Perchè sede exàl- et de' saturnali nuovi (1). gli la messa volontar quasi in- l'opera,calcando sacri lesche bur- le liturgich e fu mente pronta- dirlo, dai chierici stessi, occorre bastava ebbra all'orecchio poesia adunque giocosa profanazione dei divenisse ne strumenti de de' cantici parte nella sua turba una antifone, fossero la non e, le venerande e quali componevano compier a Anche chiamata, la le lo schema sopra melodie. dei i rancori, fanata pro- Fanciulli, che celebravano scrivevano ne i riti fastidioso coloro condotti prendere in cui il che i loro rumorosamente Dex)osuit potentes naturale dell'Asino a più ecco uffici de' Pazzi MODERNE parodiateda sono di licenza. e prelati,che Era LETTERATURE capricci, e spesso anche santuario humiles; tavit NELLE quelle feste famose, cerimonie di SACRA dei uno fare un validi più ed passo; ficaci ef- ed il passo si fece tosto. che i loro vicario colleghi generale costretto dagli intaglio in legno, perchè vasi, de' quali tre timbra Domini asini Ascentionis 0 Trinitatis. non della (1) Cava ? Cfr. Petit con il mediocrissimo Wright, di nuove il Lenient, leggere Magnin. ben e tion e aggiunge uno ecc. storico s'accontentasse noti, raccolti dal il sgg., Du Le reliquie di in quale però feste Pazzi dei rifriggere Gange, dal Du que' au codesto scritto avevano coscienzioso, che di di France en quanto a pedibus possesso comédiens de Sanctissime delle in giati effi- aveva de reliquiis aggiunte Les vi un frammento un l'inventario notabili cattedrale secondo: U de terzo: l'Aubertin, ormai trovare indagini, preziosi, ma nulla libro ; inquisitoreera allegro troppo il 1571 nel della coro Christi Julleville, de coli' racchiudeva Jesu che dire insieme stalli del A., Paris, 1885, eh. II, p. 29 M. il di par Todi primo Virginis; Cipolla, passate poi fra il basti artista un nostri beate E di vescovo rimovere far a del d'oltremonte. i rebbero meritefacesse materiali Tilliot,dal PARODIA LA la quale si avvinghia colla poderoso al tronco Il discorrere. secoli, l'avvertire dai ai dì nostri medio sino pareva destinato ad del onta studio dallo anche si possa inaspettate forse, la via argomento prive non credenze al tante di valore quale vigorìa; il dimostrare a piacevolezzeerudite di e oggi, ad ancor notevole una cavare ma letterario,che come vecchie sempre i Europa, rivestendo tutta medesime; conservi esso facezie del in tendo in- dell'evo ripugnanze, questo, dico, ci schiuderà far tutto come tante grande naufragio delle assistiamo, rassita pa- attraverso piti oscuri siffatto genere diffuso pianta una vestigia tempi un le forme costantemente le eccitare proteste,si sia invece di satirica, o poesia liturgica,io ricercarne come burlesca, o tenacia della 185 MODERNE LETTERATURE NELLE produzione appunto, codesta Di SACRA e di popolari conclusioni, a la storia per pensiero. IL pili antiche Le composte, credere, in mio a feste dei delle de' parodie del ordinatori offrivano esse e basso un di diffondersi molti spronar avrei andate difficoltà ad da immuni solo intento di disordinata grezza alle- o di codeste miscuglio studenti,che sacro rapidamente, e ad elementi che sul gli le quali e di profano, Ne numero. principioesse satirici,ed prestar materia erano l'esempio coll'efficacia delil accrescerne ammettere que' mascherate, di e da Scritte Francia. clero, chierici sì bizzarro dovettero state sono Pazzi, dell'Asino, de' Fanciulli, esecutori gli sacri alla mezzo quindi primamente sul suolo membri canti abbiano di riso col io siano avuto grottesco con- il 186 PARODIA LA trasto che SACRA il fatto prova insomma sono nulla hanno non gli inni la Chiesa che sulle e e preferenza a se non che fedeli. del di honum (2) ; dell' lam suave si canta cantava, e l'arditezza tutte (1) P. Gfr. ben presto codesti telalt.,in Zeitschr. Ave color Gfr. legge Die fùr a Hymni f. 58 r. noi S. Bernardo Vergine, Verhum sidere, che nelle (3); dalla confini quali nocuità in- sua furono si varcati, in des prof. Rythm. p. 469 Mite sgg., 240 aevi, t. di redazione della bibl. polimetro, leggiamo, p. 177, I, quest'inno civ. che cagion a Carni, e di è m. bacchico Gortona. il ritmo Si quis d'esempio, questa (18): quale è d' settimana scyphi desuper, rorant pluit mustum, et canna et qui potaverit bibat I bacchiche da Alterth., Ili,1872, lat. medii ditirambo vero Tunc versetto fondamento bonum. del cod. (n. 174), deciorum la costanze, cir- l'attenzione orto lat. Anfdnge deutsch. Yinum e Mone, (4) In quel strofa sequenze, poesie anglo-normande, de aevi, Firenze, 1883, p. 66. Un'altra si nei testi solenni era attenuata è Mélanges Meyeu, (2) Gfr. Wattenbach, (3) scherzo giuoco; parodie alla lucis il IV, 370. Romania, sotto ne tuttavia, a mattutino dello (4). Ma in composta (1); dell'inno queste le prose, le prosa fra e vivamente natura questa il Natale et orazioni più la celebre Laetabimdus, per nelle le rebbe da- taverna, i quali da quali la melodia, che Son ed il vino solita cantare era parte precipua, richiamava dei vecchie più imitano Ne il contenuto. canti fondamento neppure sacri, bensì le più MODERNE ed che celebrano composizioni non LETTERATURE fra la forma offrivano anzi NELLE plus tramutazione Isaia, che d'Avvento: si sit iustum; quam molto briosa ripeteva Rorate nuper, come caeli e molto antifona desuper diffusa di nella Messa et nt'.bes un noto della pluant PARODIA LA e più non canto, un una o medesima 11 codice di Benedictbeuern, dell'importanza, del si reputa le raccolte di poesie del il Missa aperietur altri inclino però a vuoi satirici,del occhi che degli da e se le fra della citare Sapienza (XVIIl, 15) vino: (1) Bum i per Carm. fra colui dar il princìpio alla omnia ed. colla solita incurabile La zibaldone deutsch. perchè Messa di Fra dimenticare libri santi le forme io fra disputa stimo non parodiare toglieva in prestito nota scherno, il libro versetto un l'acqua ed il tumultum. p. 248. II, p. 208. trascuratezza, che La stampa ne è stata troppe volte macchia tore. rispettipregevoli, di questo operosissimo ricercaha pubblicato dal noto poi, che il Wattenbach Antonio Vorz., 1863, si possa di agli preoccuparsi senza Cosicché intendesse Schmeller, v. di e adattarne esprimere, medium Reliquiae antiquae, tanti ne burleschi, famigliarità coi contrasto. quale le espressioni e infatti ad lo ecc. rivestito irriverenza indotti cento, 6, str. le frasi si deve tale volevano che 182, abbiano di Non nostri. liturgici,cfr. e latini, vuoi non apparenze avessero caso un Bur., libri,per XllI, del questi nascesse tenerent (2) Ved. fatta e volte i ritmi involontariamente ai concetti quelle che, per ai medievali quasi parole e quelle invece i letterati essere XII sec. scrittori presentano come 195, cora- 8). Per (XLV, 7; 18; (1). potatorihus i due titoli, luoghi scritturali abbondano cui de di str. prima alla luce salvatorem moltissime che credere di bibliche, str. nei punto ap- pubblicò inglesi, mss. diversi germinet et 176, 7, 8; str. lui in due travestimenti congeneri 175, n. terra la si sia data che Sebben gidonis (2). jiistum; giunte, offre sotto il titolo àìMissa Wright poi Tommaso i da noi a che più preziosa fra Officium Lusonim, di seconda, trovata Una XII sec. rietà, va- componimenti la diritto comune. cagione della a de' nute te- Credo, il VAve, alla sorte quale numero della messa, parodia compiuta 0 a nome il buon racchiude, sotto Patet\ soggiacquero la Messa le orazioni ma sequenza, il 187 MODERNE LETTERATURE NELLE maggior venerazione, in e SACRA con p. 134 neWAnzeig. Huseman e qualche sg., è frutto troppo mutilata tentarne Kunde fur un e der malconcia, paragone colle 188 SACRA PARODIA LA si accordano ponimenti redazioni,alterate testo LETTERATURE modificate e da esse I tre hanno germanico altro un non l'origine, compagna di stretta parentela,che allentati più antico, sì, ma quale il Giunti questo punto a quindi sgombrare. parodie della persuade troppo. il riso,faceva ci volevano la (1) fatto A elementi hanno al sono indicati immolent note ho V del termini con veraci, Messa fin neìV Officium ora I lettori troveranno il nostro, il quale è principio che della Ma se meno giunto fine. i cui a e del sgg. i novali soli punti molto dei ginke, voro, la- dadi ses ginke, ses, con le redazioni rapporti riescon perspicuiappariscono noi suo ha nell'App. II,n. 1, riportata rapporti codesti che giustamente, grande Lusorum magis est inedita, e Victimae francesi: recenti. Mittelalters, Gòrlitz,1870. quale dà, credendum ecc. inglesied Officium, il unisce essa Hubatsch, p. 79 a des 80, di chiarire. tentato fra i testi e che fatto deciani... qiiatter la p. 0. venuto Yagantenlieder (2) Gfr. HuPATSCH, importanza già delle tre Messe diligente esame lateinischen è le veci facevan assai mi assumesse medievali origini relativamente non ad eccitare una le altre mentre cosa deste co- per recitarle Ma quali indubbiamente conclusione questa Die delle verrà con- composte riuscissero esse fossero recitate. celebrante, Ad che un infatti si sarà lettori,e che lette ? La esser parecchie persone, antiche. de' tratti Per Perchè de' di (2). qual fine venivano Messa? d'uopo che parte del più A dalla ma ci arresta, che alla mente struirne rico- letteratura libertini dubbio un affacciato forse anche già di certamente traeva codesta sotto distrutti. non dalla Germania, dall'Inghilterra, ne scapestrati e di studenti una dimora secolare una Francia, la madrepatria di tutta chierici medesimo un adunque, posti a fronte, permettono testi che mandarne ora vincoli nuU'altro ; sono di copisti, dai più lunghi pellegrinaggied il cielo MODERNE nella sostanza queste io posso (1). A terza, legata ad i NELLE guasto e fra mancante già evidenti questo così 190 PARODIA LA da invocare il Bacco insieme metter SACRA conseguimento desinare un De petit disner De mal Et LETTERATURE NELLE de mal et et du te vin Graces Et vin de Te ci vorrà Non certo molto Eabelais vin volte suscitar essersi intonate com'essi che cosa giaculatorie.E bel numero chi sa se stessi a non parrà punto improbabile a chi non ben recitate le abbiano riche, giaculatoriesati- processionedel PeZ^nwa^e la de (2). E, d'altra parte,in quel prezioso manoscritto parigino,il quale contiene loghi, copiosa scelta di farse,mono- una po'dappertuttoin moralità,rappresentateun il secolo Invitatorio De (2) Leroux decimosesto, noi ci troviamo bacchico.,facetissimo, ma Ree. Montaiglon, siècles, Pai'is,1855, serm. il miglior allegreconfraternite di altre piaciuti a ripetereun accompagnavano Mariage (1) A. ed i buoni qualclievolta,a guisad'intermezzo,anche palcoscenico?La un (1). nos gaiezzadel pubblicoi Badins la pitiviva rammenti di audi libri,e che formavano e esilaranti queste avranno durante potz: nos persuadersiche per della Bazoche parigine,devon sul pigeons, rogamus: i suoi dedicare amava ornamento le fraiz. ai quali Francesco cioncatori,beoni illustrissimi, onorandi di et nos: [gros] cochons, et remplez nous Domine. audi ror/amus: gelines per cuyt, nos, perdrix nous occorre nuyt, tourné; Ayons Donnez quanto masle Libera Peccatores di coi fiocchi: soupper boyre MODERNE de t. VII, Lincy-F. joy., Paris, 1837, p. de poés. franq.. des 1, in presenza che XV^- per et esser XVI^ 66. Michel, v. Francia n, 17, de Ree. p. 28 e farces, moralit. sgg. et SACRA PARODIA LA proprio venir gustato,doveva cui liturgica,di offriva la fatica il provare e di avarizia tutti santi, in cui i Miseria ed cedono il Un d'ung I, mi ha altro cavati meraviglia assemblea solo sui di joyeux, carte quali ha vere la XV, le loro con 2. p. 342 p. 116 e coi il Dyalogue latin, iìnprimé en sgg.), nel quale volgari,son ché presso- abilità. Non mi recitato in stato è ben poi, come eran testé : nelle farebbe qualche noto, origini da del e sgg.), nelle feste XIII Scherze sg.; 1868, p. 9 e sgg.; del e nuziali, stiche, chiesa- 38 e essi come burlesche, XIV. Mittelalt. des di bibliografia mostrando quelle prediche sec. non ragunanze così diligente una p. 358 Geistliche e è noi, et svariatissime clericale società sunti con- proprie parodie delle prediche pubblicato Wattenbach, Anzeig., 1867, rapsodia, V Invitatoire di cui per molta recitati e od eterno animali gli raccolta cit.,t. I, occasioni in ma ridere litanie di mistica tutti fran^ois en op. E peggio a delle padre nella questo dialogo fosse (in Romania, esilaravano esse anche che traggano ber e quelle all' Infinita strofa si alternano sacre famiglia diverte gioiose,nei banchetti, e singolarmente poi PicoT pure ogni dalle teatri, de' E. in di Bazochiens. que'Sermons è la martiri, de' confessori, interesse pyon (Montaiglon, a figlia,la Birroveria; della senza d'ung trocento quat- vecchiaia,i cui magri carcami, rarità non et latini,che tutti La il consigliatoa riprodurlonell'App. II, n. tavernier i versi 9. a. testo, nouvellement società miserrima dalla e al da si susseguono stenti (1) Ibid., V. parte invocazioni posto all' evocazione dagli gran orazioni,per male parodia una de' santi, de' vergini, che Ora padrone, si sostituite sua le menzioni mentre delle alla le liturgicie mangiar a suo le figliuolosono divin al di del certo durante e di scherno. o propri guai, componendo de' prosa seguente, si sia continuato costretta podestà che, un dalla sordida fa di riso argomento trarne di costerà fra noi, i testi burlescamente travestire ci non il secolo tutto per sull'aria della cantato anche come 191 MODERNE parodia (1). Alpi le varcheremo Se LETTERATURE NELLE sgg. (Ved. nel che su cit. 192 LA invece SACRA NELLE famelici (1). il Ma piace folleggiarenelle in Francia alle fumose ben e decisi baldorie Carnevale et un migliaccio con mezo arrosto grasso che grassa chieder qual fa et la fu et pesta bene et per la fu salciccia anche ultimi 1888, (2) far collatione » un : caponsello, un dolce fegatello; in messa et E ». «E fumarolo Goliardi, libro, La mezzo Carnevale A — per a a Galina ; Ocha; quando p. 91 Firenze, 1880, C. sua dario calen- suo Sancta Sancta di fare, a comincia del madona giovinezza monna giungere,la le sante e di loro, ed a issofatto madona ecc., (2). avversario stanno confesso me duolo, gran al tutti i santi a budello, un et messa momenti la cusina il mio ridiranno capone patir pena inpiccata / si quatro fegatelliet inginocchiarsiin (1) Straccali, messer martirizzata et farle confessione grassa tono, ripe- quando « quanti la a mezzo maritata del da leccarde: cfr. fusti compagnia perdono Credo freschi a in i suoi dacché come che », si quattro panettibianchi figliuolohavesti per ad one mattina altri sollecitano lo sbraculato Quaresima non ai gallina incoronata, alla lasagna « Orati ogni per cominciare Sanctissima Poi et parodia la i bevitori grasso, devota recitar di trebbiano ed del famoso Memori orazione,la quale assicura ; boccale un « » solito era notai ghiottoni,se giovedì « volte madre seguirne i precetti,in a del sghignazzando, la levava co' taverne di grembo sventurati più delle ne' teatri coi Pazzi. Margutte, MODERNE nel gettatiin pastura agli terra, son di LETTERATURE goder tranquillo riposo di birri PARODIA Salutati, e sgg. E Torino, p. 107. L. Manzoni, 1881, p. 51. Libro di carnevale dei sec. XV e XVI, Bologna, PARODIA LA l'è mior, la Caponis et bene in secondo l'ascoltare il grassi del breviario loro !, le della Messa si accorda testé nel ripetuta,che più vicini,il gusto per diffuso? Se dovrebbero medio qualcuno: tre evo, ed anche le avveniva, più pur ed ai Di parodie « quattro o ; (2). mal a in tempi codeste facezie fosse tanto vivo molto essere Entom- questo fatto coli'affermazione, realmente così des tare, tramu- secolo duodecimo del rimangono agguagliare.Come brigata (1). quali il parodiare, fra le celie forse adesso ne la stravagante parevan più gustose osserverà ghiribizzi, rito: In in altrettanti Potemus o ai chierici Ma, per tornare di raphioUs speciatis Giovanni fra bravo di il eucaristica; cena predicaburlesca una et risponde gomito, la Oremus beati sempre, in bocca quelli poveri per colle formolo », que'gaudenti,ai l'uso del gli meures, n'ho doman. gè rompergli a maria ave fis... Amen! formata alzavano mentre una et Pizonis la spassavano se Ma ». in beccarla sono nomine loro Torta... no padre giunge l'assoluzione,coll'obbligoperò raartyriche Così al nostro devoto E — 193 MODERNE n'ho ancliuo, gè paternostro e un « ; se Sancta la filastrocca dire LETTERATURE NELLE più poca. par madona A — me Faxan San miser SACRA di numerose e noi a tanto burlesche messe quelloche sono. » (1) Ibid.,p. 235. (2) Anche si ebbero e da Lett. nel care burlesche. hai., dal 68. anche frati, formata dopo che Praga Feifalik Literat. (Sitzungsber.der e i ne' in tempi della da suoi k. al fra che benedettino 1575. Giorn. in de Telcz, Studien zur Gesch. derWiss^Wien, sacri ci di di sieme in- messe studiata Huseman, Anteriore d. stor. Germania furono ne Grux Akad. amorose i travestimenti Riforma che Germania, prediche proposito nel le raccolte del le Cinquecento in in Inghilterra ed attrattiva spetta il V, notizie quella come in nel Della notizia p. 151 e testimonianza Wattenbach, l'altra alcune I, p. V. buona da Quattro Ved. esercitavano danno noi, infatti,come secolo un ha cui der dato altbòhm. XXXVI, 1861, sgg.). NovATi, Studi critici e letterari. è 13 194 L'obbiezione par molte memoria a conservarle guaio. Oggi di metterle burlesche messe loro adunque perchè, quantunque qui stava il pepate con corrono scrupolodi si fa tieri volen- volta ricopiate, pericoli.Guai altri divote, o a che avviso mio a della in licenza. almeno, tanto son Ecco scarsi i conosciamo, noi che messa dal comporne si sia cessato tempo nessun la temeraria recitarne. Gli di studiosi tramutazioni, de' di certi brani celebrante medievali cose o o si che tempo della alle festività solennizzate per capitolo di soglionoleggeredal messa, e una Passio che non richiama (1) Reliq. antiq., trecento. alcun v. si recita per che vangelo,ma II, p. 58, da un così cod. è parodiato Natale però destinata privato una (1); luxuriam, secundum è dote sacer- corrispondono lupum, in cui nigri monachi cuiusdam che Cliiesa. Abbiamo dalla S. Matteo delle semplicemente scherzose, Sequentia falsi Evangelii secundum un esperienzacome manoscritti vecchi satiriche Vangeli nel sanno ne' di trovare spesso avvenga del fatta; per Ma di persone unghie medievali travestimenti brevi subito più, una di rintuzzarne si incaricavano dal zitutto an- parerlo!Le fiamme, punizioneriservata agli empi, volevano e servassero, con- canzone. una cosa evitavano nelle cadevano se in stesse tutti si assumerebbero non non si messe nessuno scritto. Di in parodie corre molto in bocca; viceversa ripeterle ; ma Le trascriverle. facezie certe pure facilità di bocca ogni le quindi occorreva non come era non però, troppo complicate perchè e oralmente, potessero diffondere Impararle codeste cause. troppo lunghe erano MOI"ERNE apparenza infatti che concorrevano si in ma grave, impedire Ad sostanza. LETTERATURE NELLE SACRA TARODIA LA dei a primi rie- anni PARODIA LA SACRA (1);un'altra,e famosa, Sequentia la Passione vocale dum debbonsi bacchiche messe satiriche, che, vuoi per o invettive, vuoi delle frammenti quali considerare giudizio mio a secun- parodie argenti,ecc. (2). Orbene, tutte codeste marcas antiche 195 MODERNE LETTERATURE NELLE di bità l'acer- ragioni,sono andate certi scrittori devoti abbiano altre per perdute. credere chi vorrà Ma potuto giudicare da inutile non parodie le fini anche che Siena della del tramutazione vero jamais trahi n'esi on : (1) Codesta Passio, male libertino,finite boema in f. 249 t.; finalmente nel stesso (2) cod. si trova decina una codesta trascritta due, scritti in Italia dal comincia parte di (3) Credo App. II,1 a. seconda m' prezzo In una metà In (s. v. da sono XV ed 3 v. ecc.; e ilio punti 66 anche con quelli codesto testo per e 120. messo Circum' altri delle deve del citati,che ora GXIV: continua quali diverse GÌ. XI, Salmo del pore) tem- anni primi studi suoi richiamano io aggiungersene i certi in Marciani dei a rinvenuta tutti tedeschi, nei versetti, messe aver chiche. bacformato dell' Ufficio. dell'operariprodurla dopo miscellanea del ho ne (V, Lubecca, parodia liturgicaè quello del che di t. essi sec. i 174 bibuli inganno parodia una et Oremus, non pag. tramutazione lusores due Se a Ad Una testé citata 152 cod. quasi redazioni di zione reda- diversa, del stampate, frammento una me seguiti da qui biblici. surricordata mss., il cader Feifalik con ilederunt alla sin importante luce fra noto f. 109 sup., Sequenza. quali presentano dalle forma Altro in i XVI, sec. di nel monaco un prete crocifisso del nell' op. molto tavola nella di frammenti esiste ne 0. 63 11 Wattenbach il per il Feikalik terza, una Ambros. enumera come luce (3). le avventure narra plìssima un'am- sermoni les siens par di vari 173;; un'altra, inadita, p. la lui intessuta die ne quale per è fahleaii francese, la que S. Bernardino è così. eucaristico,la quale È proprio Lusorimil dramma VOffìcium quasi in arditezza vince suoi ne' lodevoli loro Eppure ]\Iessa ? introdotto ha ai strumento sec. XV, vaticana, fondo vi ha una Missa la Missa Regina, ironice Potatorum, non anteriore compilata de 196 LA PARODIA SACRA NELLE LETTERATURE MODERNE III. Codeste di facezie, abbellite parole, di parodia di latino, sacra in possesso dei i capiunt quae non Ma poetica ed testo Conveniva quindi canti sacri senza far sacro, e fu .a costringerli diverso dove spiegare; dal inventata Viclefo haeretico, sulla MoNTFAUcoN, quale dal si mi Bihl. dioma l'i- fondo a alla parodia felicemente, grazie i versi i vocaboli o ad spiace non in tutto senso un forma nuova le letterature può ritener per popolo, ne insieme di parodiare o meno al- primitivo. in tutte ma dar questa nascesse conservata e è facile né parte ci tutta l'attrattiva. riuscì di inserire standola gu- parodia, il modo conoscere formava pur malincuore a perdere insieme ne samente sdegno- travestire, nelle frasi volgaricon a preso trovar senza che agevole, ma artificio da accolta que' laici, a avevano, satirica,e arma all'ingegnosoespediente Come i laici rimanere difficoltà, capita l'importanza della non in conoscevano dice vatis, come sunt quel sapor di profanazioneche tale lo non con liturgico,e del che dotti,inaccessibile burano. volgare i Impresa coloro tutti canto rinunziavano. in dai un forma come ea o gradite quindi dovesse pareva unicamente quali erano indifferenti però molto sapevano affatto. La pungenti, di giuochi equivoci e bisticci,se letterati,lasciavano non di frizzi altre adottata scritture di moderne, fermo da lui contro parodia, non che essa prima il celebre che tore, agita- poter dare maggiori ragguagli (ved. Biblioth., t. I, p. 17, n. 173). 198 LA SACRA PARODIA NELLE LETTERATURE MODERNE Ai, primi saggi di questo genere, usciti certamente di penna ecclesiastici, vennero molt'altri dovuti non di dal i loro poeticacompunzione dai componimenti che giullariin farsiti si di riconciliarsi intenzione trasformarsi genesi di così e ; se Ed anche in portato le prendere la è i parodia rivolta ad Manuel Fedro glosse più frutti troppo difficile il farlo adunque che la si Ildeberto e p. 422), la des vins fanno chiama e laici ISIatteo segno e di lo schema si trovano da de' loro addirittura a quindi Ma nota. che meno dei (cfr. Noi. scomunicarla altre merazione. enu- riuscirebbe Basti in dire alquanti componimenti poesia poliglotta. d'accordo epigrammi, rità ve- tediosa una d'una dalla silenzio sotto provata. metrico tutti Ve.ndòme francese cervogia(2), Più troppo sempre, adoperati poesia già rammentata, passo i limiti servì anche traveste, degli schemi (2) Chierici squallida » dentro poi, troppo grata in non prolungar adesso guarda ri- in dobbiamo lio vorrebb'essere parodia casi, nei quali ricalca lei che Urrea; de non per « vive e meglio anglonormanna, o bevanda, affermazione (1) Quest' da e ; Laeiabuudus, una la terreno nuovo Xlmenes recenti moderne, (1). Normanna, esaltare a avviso, la subito, per quanto avere palati francesi, la ai che senza questo del guari rime, dal secolo dodicesimo primi quelli peranche mio a in tutte le letterature le mosse. a tardò non profano.Questa, impercettibilialterazioni non ha esercizio i gusto per avevano non poetici, poetica, sotto la quale la parodia popolo, e il vecchiat in- lagrime con soltanto ne via di emendarsi il devoto quella forma il metro speciese propagò in seguito anche in trastullo fra il e, di scontare numerosi, colla passavano profano Domeneddio con religiosasi presenta ancora al sacro malcontenti erano peccati.Ma presto ad aggiungersene giullari; perchè costoro a disinvoltura maggior ben dalla e nel et l'autore un dirne extr., male; XXVIIl, della Bataille prete inglese. Gra- PARODIA LA SACRA du orecchi versus riboccano facio, quale vinum il Ed trutanno. Pater faudra, Toutes ioies, toutes Seront en dirai Quar Vin jamès vin en presto ei art ce il chierico denlz; granz et ploiirs. en et lai lai ; ne trop de déduis: a les conduìs. et ricordi che a passa Burana. valors, son les lais fet quore li- al Diex, coelis, clerc in es Ne larmes esclamava e volta: sua sire biaus vin Qui ben giullare a noster, Quant encomi i Carmina hiho! nostri artificiosa meno classiche)quegli vite, di cui ai risuonare a forma in reminiscenze della Ma tornano naturalmente (ma spoglia di Tales quale (1), nel vin il Patenostre della nazione, è invece rispondente ai gusti 199 MODERNE LETTERATURE NELLE sono per lui di particolare interesse: SanctiJìcetKr li Que je Me bui mist Noiiien au nelle la vigna, ma ne andava è poi Rei. se m'en de Provins; à greniers mes de tei, ostel; son j'éusse auques jetast devant Pauques più in là; egli non l' invettiva ani., il mulino Ecce ier li tavernier geta me Adveniat; ziosissima fond tìium; Qu'il Primate l'autre departir m'atorna Au Il vins ben v. 58. In essa disseti gli stolidi molendinum (1) JuBiNAL, Jongl. la detestata contro I, p. et fundit, trouv., si sarebbe non il mosso, fUia festucae, poeta deplora che bevitori vinca Paris, 1835, : vinum! p. 69. serita innon 200 PARODIA LA SACRA NELLE donec sanctos cernam, cantantes prò requiem codesto a consuetudine dovette e nelle taverne e però detto E, convien si possono in surier le altre spigolarenelle lingua d'oil,quali Credo (4),un d'aniours triviali faville facezie piazze Ribatit, il quale altrettanto parodìe della raccolte sarebbe di due sullo stesso tema (3). lunghe stessa natura poesie giullaresche Patenostre (5); ed Vu- à Patenostre un f si ricerca in codeste vanamente composizioni,scoppietta al nei versi più vivaci Juan le per (6). L'arguzia, che e du de' goliardi, e scherzi affatto inconcludenti non quanto insipideanche che Credo vecchia una de' ribaldi ripetuto su confessarlo,sono pur vin, che per il Pater (2),va posto un se (1). » du sovente esser racchiude non mortuis aeternam Paienostre è pur MODERNE angelos venientes « Accanto LETTERATURE scritti ingegni che a abbia contrario il trecento mezzo mai de Hita. Ruiz, l'arciprete languide getta e da dei uno posseduto la Spagna, Don il Amor, protago- « (1) Carm. bur., p. 68. il titolo di (2) Sotto di si questa poesia dal quale lo trasse era già (3) Barbazan-Mègx, (4) Méox, l'ha op. Cfr. N. quasi (Rapp. biblioteca Hist. P. per sur di dal impresso et p. 99, ed il Lexient, intiero. Il secondo les de mss. op. che op. venne Berne, p. lo attribuisce p. 254. cit.,t. IV, p. W. to che p. Parigi, Mapes, il testo da lui 445. pubblicato stato di Jubinal. IV, t. contes, è attr. accorgersi senza frammento un Nazionale lat. Poems primo litlér.,t. XXIII, (6) Id., ibid., p. 441. cod. della il Berna, (5) Barbazax-Méox, (The stato Fabl. cit.,t. IV, riferito Jubinal della due Dei VI), App. e smarrito Golìardois ans in altro conserva il Wright Introd., p. XIV, creduto Paternoster 106. da cit.,p. 183 in messo 32-35) a Barbazan- dal Richard sgg., e luce cod. de dal 354 Lison. PARODIA LA del nista SACRA libro, crede suo facilmente possa desse more È di Do versetti Desque sientes Con maitinada Laudes Con poi offre miserere frurias telo lanas gra^ias grandes engra^ias. di cristiana, nulla è espacias meglio; la chiesa si propizia al corteggiatorescaltro: 371 la misa Acabada la Que vieja Comienzas Sed 372 Ella 373 Vas dige Mirabilia (1) Libro es Poetas castell. p. 238: Aqui 365, 2, Salm. varona de la de qui e a che e a 366, nona. la de falana Fila, in de' testi non non (1). campana Madrid, 3 la lozana donna nona l'editore L, 17; 365, 3, 4 corona 1864, hobo don con biblici,de' quali si è sono Janer, Flor. Rivadeneyra, quel arqipreste V indicazione fiesta. aquesta plana Argipr. pelea aquesta de persona, recabdas duenna siglo XV, la mi la para diges del al anter. giovato, fabla que con taner cantares Soggiungo si è Domine fabla grand la vuestra es de tu misa dirige, risponde meos de que presta diges e la por sexta amiga tu dulcia nona la nuestra comienzas, Gressus bien tuum,, meis quam la rezar Justus a dilexi pedibus a tiene secundum^ me te tu licer quomodo Lucerna rezas verhum, sant sanctus Dices que in Suscipe Amor. mucho mei lo tocar, las dasles non fa^^eslos despertar. et en Io cantar, a corazon cantate dio saggi: estormentos tu h\qe aurora la bella ella a voz audiat, ut i^raeces la las ortu il che levantar a alta en d'un' onestà salmi? alcuni comienzas mea dierum Nostras ai egli belle, siano edificanti più eccone mora labia Primo Se delle cuore rubacchiati ma amìga tu Domine 366 il renderli per saprei dire davvero; 365 impartirgli,affinchè cristiane,degli ammaestramenti o li lardella utile 201 MODERNE LETTERATURE espugnare dubbia, molto NELLE curato versetti di ciprete l'Ar- additare: scritturali, 202 LA Non SACRA PARODIA di contento Amor trionfante insieme l'ordine nel e Todas De in questo genere il leggiadro parodia ma de Salm. GXVIII, 5aZm. dttennas e (2) Gosi DOR DE LOS Rios, las più 133; Be chanzonetas: completas (1). a come Hist. Hita ed solo (2). E salieron a la Messa de GXLIV, legos, reqebir sono la don ancora liter. anche principali i esp., egli 1\\ 13; 372, 1, 372, 3, 5aZm. GXVIII, e lunga una 366, 4, iSa/m. conosco; 116; chi Dueiias, sazio ancora, 373, 2, Salm. clerigos gara travolge non non 373, 4, Salm. crìt. de scrive 371, 4, Salm. 113; imitata vera una Juan grosse. GXVIII, fu poeti spagnuoli a i non io 5a^/n. corno prietas erotico significato a 81; lau- amorem menoretas penitenziali,ma GXVIII, joglares i Salmi e compatriotti; amores GXVIII, Salm. Te tannen qua d'inni, che (1) Ibid., p. 265, e muchas d' amore, CXVllI, 97; 372,2, 105; 372, 4, il blancas disiendo farà salmi frammenti forse 5aZm. las sacrificio eucaristico 2; 371, 3, 3, le il cantare a di Santiago,dell'Ospedale, quattrocento fra de' sette passi del sgola meno: orden suoi cantor Missa una si galante Arciprete di nel si stabilisce in da son domine, trasporto dai variopinte meno poi, all'appariredel intonano cantando, del L'esempio con di Qistel,predicaderas, e nobiscum non col benedettino de Mane di qui venit; quindi, mentre duennas salen i bianchi; e Benedictus di Alcantara Todas folla in turba le donne damus;ne bigi Don a la fratesca exidieìnus, i monaci Calatrava i breviario, il incontro accorressero schiera una cistcrciense Venite che fraticelli,e Tutta dio, prorompe MODERNE più oltre,ed voluto essi con monachelle. anche ha I neri ed LETTERATURE questa scorreria attraverso andato l'Arcipreteè NELLE GXVIII, 4; 373, LXXVIl, 137. e flayres e monjas, Amor. inediti; cfr. I. Amat. VI, p. 180. . si affretta quale ai nomi Orfeo ad alcun aveva non santi dei molto doveva esser accanto larga,se Sesto Tar- collocar scrupolo a stituisce so- sì nell' antichità spagnuolo di manica Letama una e più celebri 11 bravo fatto d'amore in però moderni, tempi nei martiri dei quelli degli amanti che sulle Litanie dopo 203 MODERNE LETTERATURE NELLE subito calcar a nella d'amor, SACRA PARODIA LA V quinio! 0 macho tu, sancto Orpheo, que Et tambien que muchas 0 Petrarca et Codeste del le Amador biasimate aveva Mario Equicola : libro Di tione tioni de in Colle a brano che (2)Libro El trova a ferire io cito de colto et segretariodi solo il de Dueiìas, ha non tolto all'AMADOR, d'Amore, del quel na- amori querele de le con ora- narra: pena dall' las mttyeres, Cancionero parecchi altri ma sin veduta op. cit., I. la qui luce; il e. r. Non Equicola. Assai hecho Gonzaga Federico Venezia, 1525, f. 205 qui rammentato de loro et sua quinto in altra né fu che nel alli cerimonie costui » profundis circa compassione... (2). parodia Noster divine dolor converte: suo di ingegno le lamentationi che rimproveri i egli scrive così sacre il dotto non è di Nat. r. di Juan già prima ma ecclesiastico codesta f. 185 cose exprimer Profundis Pater laudo, quel comò psalmo (1) Anche è le quali parole veniva sul capo los Rios; Non le nostre l'altro col (1) d'atnore,tra li Spagnoli quelli, che Propheti fiorentino quell'argutoe « natura appropriano; il De de Jnquino, d'onores, scappate attirano grave passastes confessores, dinos varones Tarquino penas tambien Pyramo, amastes, Sexto sanctos vos, dino, bien por general, Toledo, so di chi sia insignificante Salazar, 1527. che si 204 fra ancora il quale SACRA dettate (1) La (2) Misa Las aprono Toledo, troppo dispensare quindi parafrasa ai ed dalla ad IV piensas richiama contenuto. femmes, nelle poemetti francesi testi Lo Quinze ; stesso Joies del sec.XV; lagrime di nella avevano sospiri; e Giobbe, calando inter- latina, forma esempio, nn vato ca- (sic), ? ? enemigo tu quod vento digo, que si che nei a parodia del Ténèbres Sette Dolori t. e 67 t. del- titolo, al nulla vedere col neWÉvangile des resto nelle f. 66 vi si arresta hanno non avviene e siento? que leggono la ma sacri quali e): abscondis el mal componimenti del Cancionero dine abitu- respondis palabras muestra general, dessea, te soy nihil amor, la tractas? tuam folium las que loro asi servir rapitur quale qu' que cantra a mercedora, facieni de Seàora, es, que i Eccone 3 r., (sic) meaì cur il f. 90 celerà pues l'ediz. citata propri. versi peccata vida di riporta or (3). far testamento, lezioni miquitas mi Cancionero nove habeo porqu' nel tempo, quantas 0 due le mihi, Responde passiones patrimonio (Cane, (2); l'altro sus dal del scritturali, che Lezione (3) Codesti comincia una volgarizza, i Rimas a rimatori ad una versetti invece ora ai de Job Sanchez inesauribile un penitenzialidi Juan, ineditas. 11 poeta comune Sanchez Ochoa, del Misa Garcia e de Amor in Ribera, nuova una del Padron apropriadas poesie t. in orme de mandamientos legge Job delle Suero come de' salmi diez si de f. 89 1527, pur da di Suero serie le MODERNE le Lamentaciones Los e liciones la costui, sul modello l'uno Gozos siete di Rodriguez Badajoz, che, Los LETTERATURE ricalcate aveva (1); Juan avevano NELLE imitatori gli ne de Amor de PARODIA LA de a mariage, del Malfranzese. noti ecc. 206 PARODIA LA tori dallo SACRA il spargere culto, novellieri del Che ad cerimonie poeti sorgono unanimi dall'altro facile sarebbe poliglotte, di di metrica fissarono ne di sdegnò non È adunque le oltremodo parodie di canti sacri; perdute (2). Ecco intieramente mi (1) Non pur merita fra noi intieri idioma sia sembra letterature XIII del XIV componimenti in per e chi i trattati in Italia, XIV è come siano state andate sono la sola conclusione che nello mesce E se di al latino ed al parte il provenzale ciò per che confusione dal è fatta sempre in Italia fra questo ha indotto errore provenzali la scritta antiche stampe f. 182 t. del in del cod. (2) Così vece agli avviene de' testi sacri nella « è liani ita- la d'oc lingua a Aid francese 2735, e d'ot7. poesia vi errore, Appunto e modi risulta codd. (Cat. sta codd. », dubbiamen in- nelle e che ballatina, si a mss. alterna francesi. versi poche nostra che voci parte Provenzale, parte Toscana soltanto francese. un vis, che il Lami che che ai di nostri con legga nei la Anche lingua di quasi restituire la fdol. roni., scritto quella faulx chi a e questo la la tiova sin di di sempre è conseguenza Cinquecento italiani de' che numerose, trilingue si il Galvani riccard. mai servono toscano lo più Canzoniere. Rice., p. 56) dice quella o dantesca canzone si tanto sono qualche poesia bilingue dalla sortirono 1 rimatori poliglotte(cfr. però Riv. si regola che francese. provenzale, non II, fase. 2) ; in queste, che di le vicende suolo fatto, che un secolo, i quali si compiacciono di dettar poesie comporre sul d'ora prima indaghi nate V. in francese, (1). però esse rilevato stato di l'attenzione le due del bibl. ma », stesso, come trina nel e tudine l'abi- presente delle nostre cognizionici sia lecito formulare. stato nato XIII sec. di o Dante lingua forme semiliterate « probabile che dappertutto altrove, nel scritte in poetare le per XIII, che sec. regole,e ricorrere al contrario canzoni fin dal fra noi preci narci. disingan- volesse provargli che e le e a dicevasi, cioè farsite di latino diffusa tanto ha qualcuno sonetti comporre allora come noto, MODERNE ipoteticaripugnanza degli italiani una era LETTERATURE dileggio sulle e poi se NELLE de' e malsicure primi secoli tracce io dell'uso possa qui SACRA PARODIA LA del Quattrocento nel Neppur giunse prontamente in infatti si lascino d'indole bacchica, dei quali ho ricordare Ed fatica a il modo per di cui di possa legga sull'aria 1881, Ancona, carcere le tuo del invece di il provocare pianto; però si ove mai aspirazionesiasi ipoteticiamanti che si ipotetiche.Si meno traggo da io che Dante se un ben un'oscena eleyson Un altri noto, repertorio parodiava, chiercuto, commentatore suo un (ved. si il Vexilla di permetteva canzone tare can- contro certe sec. XIV, del giullar. con 46-8). Il Saviozzo, alquanto più tardi, gettato p. del di conte porte, indirizzando comincia me arguas i canti 104). Fra teano Kirie strofa ogni il genere non modo ogni verso comando per schiudere furore un traviate monache cui del distinguono (1): ad in regis prodeunt tano presen- al di beltà piccolo di non ed esse seguente ballatella, che Ricordisi scandalo che di codesti amore corsiniano additare. fra le luogo non tale temeraria dell'animo per dare a trattato, è commuovere che infatti la codice p. di ammettere disperano questo occupando; ci andiamo impadronita turali. scrit- frammenti consertati que' caratteri pretendono riso di cui con alcuno ci resteranno non cinque componimenti o c'induciamo noi documenti rime, giacché,sia per l'argomento, come codeste parodie a quattro non volgari mostrano ai versi che se già toccato, sacra piti largo. volo a dispartequei pochi Quando a parodia la resto le ali schiudere a 207 MODERNE LETTERATURE NELLE « allo col Battifolle, sdegnato signore davidico: versetto (cfr. Giorn. odievoli 1429 in vitupero dei che si potrebbe dire d. stor. poi, che » riusciva Sanesi, embrionale canzone, una leti, ital., ne uno farsene a Domine, i fanciulli riferisce del in ne XII, v. fiorentini parodia in ripeil Cavalcanti, saluto angelico: Ave Avuto Maria, gratia piena. Lucca, avremo Siena. {Ist.fior.,Firenze, 1838, L. VI, cap. XVIII, (1) È quello segn. 43, B. 30, cartaceo, principio ed in fine, intitolato: Poesie v. di I, p. 332). fogli 103, antiche mutilo volgari, sacre in e 208 SACRA PARODIA LA Pe"' NELLE secula Oìnnia 0 In beati quorum. cantato eternum Collo pio Nomen Che omnipotente, di criò te Posete in llgliè per In fervente; cor glorificabo Dio De mia, signoria tua Dirò: MODERNE seculorum, anima vagha Alla LETTERATURE niente, altm'a; tanta capite iscriptura metrorum. Eccpectans exspectavi D'essar seruidore; tuo consummavi Cursumque del virtù Colle Nel supremo Non posso core; amore [ora] venire: Deh, voglime exaudire, deoruni! Deus Respice in che Oimè, Et sicut Io sì te E facies, frigus glacies, [sola]bramo pescio corno in Starò t'amo, tanto tua ; all'amo balia, (1) Ut Adiiitor Et in Per E esto, meus dolce 0 dominoruni. servi te tesoro; esto, memor languescho te poi mio nel primo moro; e coro [Starò] /)0s« Cherubin; li Sotto Summi Fu scritto (f.65 t.).La ballata profane. (1) Qui (2) Il manca copista in si celi parte legge certamente ha Seraphin, commessi da a un eelorum un (2). Pierlorenzo f. 97 t., e da porta Castello il titolo di nel 1479 Mottetto. verso. parecchi errori; cosi al v. 4 scrive LA PARODIA SACRA ballata Alla de] primi de emulari del Te de decet dixi, e Paratum o indicare Salm. 12, Salm. dubbi 1: Salm. il ne; tenire 4, ; Faccio GXIV, 4, 5. I, 2; 5, S. LXXIII, 5. XL, 5. XXXIII, 5; 10, 5. LVI, 8; critici e son debbono esser tolti alle sacre Debbo perciò (?);4, 1, Jitdae, IV, 25 SaZm. 7, 15, Paul., LXXXIIL Salm. ad 10; 23, 9; 30, XXVI, 28, Salm. 12; LXXXV, 1; XXXIX, sup., a v. 2 2; 1, letterari. dice seguire S. 2; r. tu 10, e t. Ho il poy in ; toy 2; 12, 5. alquanto 3, omette 11, mane; de' 1" indicazione passi 3, S. XVII, Vili, 97; LXVII, 11, S.Y, 3 f. 248 9, dego; 1; 2, S. GX 12; 14, Ap., XV, NovATi, studi non non 2; 7; N. 95 esse; 1, Salm. parecchi luoghi XVII, 10(?); 'ò'Ò^Salm.GXLVni,4(?). 8, scritturali: o 1; 21, del ms., 13, inanamora. in e v. Salm. che roxa; prima quartina rinvenirveli. per XLIX, cod. Ambros. adoncha la latini LXXXYIII, 2; 31, ^aZm. la lezione modificato adora. omo estu; i testi XLIX, ora, innamora, ogni raffronti: (?); 13, Salm. Eccl., Ili, 17(?): 27, LXXIII, (1) È il noto ogni se aiutar Anche certi 8 XXXIX, Salm. chi mani; tue inganni. a questa che 5, Salm. IV, 7; 20, Thim., nelle modificati troppo XXXI, ancora: tenere al 28 : ribella. alterazioni; taluni, da come podere : uolere el bon meum omnes misura. : piacere: suo expectavi sempre fligus; della son il vedere versi, i quali formano immuni carte, il essere non Cantantes medesimi poi n'avrò si tei dico hoc Aiidite Il — core non mea Expectans andati to cor Verba s'è scordato è stato scritto vidi, bella. te contra Exurgat al 23 colo se- novella. dunque, rosa l'alma tapinella: me esto Nulli ? fin che te Conserva Memor io dilexisti Diligami Ego che quoniarn Quomodo corum; pure seguente (1): Dilexi Coi che lo contiene Il codice decimoquarto. sui sonettuccio,esso seguire un potrebbe spettarefors'anche alla fine del che amoroso, faccio 209 MODERNE LETTERATURE NELLE S, S. LXIV, XXXIX, 2; 2; 9, 1; (?). 1* 13, 210 LA SACKA PAKOtJA NELLE questo sonetto, ha di qualche del metà fa anno da esso molto amante che è interesse del rinvenuto me questo si risolve in eleganza,ha però prevedere la finirà per toccare le sue per il nuovo Ved. d. stor. V. son è il XIV, e seguente di si può la quarta, sostituendo della 3 al 3 della p. 424. 4. di versetti lo pedanti. Gfr. et serve per 42. e 1 versi latini, più così expectabo, deserto. 11 XV, sec. fra di 2 v. poi destinate della 3 nella fare paion quasi a di il 2 tutti cui si manifestare parla si mezzo della in le stampa la per 4, ed il 3 nella formati ai Salmi. quel capitolo,il quale di di cui quartine,delle costantemente son tolti in Giorn. loro; il quarto col primo facilmente levare in ecc. componimento versi,distribuiti al Testamento smalto, freddo del stramb. (l'eccezione, che e expectavi si erotiche liturgico: in rimano terza dei parodie lascia coperto, d'un di 48 mezzo quartine 2, 3, 4, 12, per Anche di notevole il vecchio inno 21 p. consta strofa son della Vaticana. codeste a clamantis IV, v. della Esse secondo un dopo (2). 11 poeta pie a Gian, Ballate versi (2) che vilmente e vox i due metà di toqo pedantesco,il quale qualche sassi, quali prima parodie erotico- menzione però abbandona accinto lett. ital., tratta, che hella, e sua lungo. a delle ms. un ha biblici,soprattutto de' salmi, per sfogare duri Facto colla secolo un per pelle Tra (1) certo volte o Di disprezzato dalla in trista sorte a capitolonon Disperata, che, sebbene una un versetti pene; XV reso querimonie d'un le solite rassegna siasi sapreidecidere, lo non ripeterlotroppo sec. autori fatto. Il gran ; son questa povera capitoloda pitidi prema torto di italiane lo trevigiano della prima io l'altro, finged'essere o il gran Chiuderò sacre codice certo che cosa neppur ha capitolo,tratto Quattrocento (1).Quale dei due del resto è che MODERNE principio un pure colpevole di plagio verso né LETTERATLKE Giorn. gli com.: strazi rosi amo- Expectans star., v. XII, SACRA PARODIA LA donna, Degna, Qual toi di più solis A riposo Si La ascenderò minaccia man L'andito Beati voi dormi, Tu et La letto al è il basso è voce Perdidit Ma ha anche suon di morta a è (i) di 11 cod. del ra. del riferite: e 3, S. XL, 3 ; 3; 15, S. LXXXIll, (2) i loro nei se componimenti versi Gian seguenti. (cfr.Bibl. ne autori a f. 60 r., Quemadmodum, ita ed il secondo : dexidera buona altre recitar quindici si trova inserito cui utilizzati nelle II, 16 (?);21, versetto altri de' quali il desidera può già Sasso, primo te XVIII, che anche nel comincia il fonte a -S. biblico, trovo venire; altre ture scrit- da terzine cominciare che t. da me 3; 12, S. GXXXl, 277, 292, ed due, le piacque Panfilo di I, p. qui .S. CVI, flf.300, f. 278 a si devono biblici 1,78; 9, di umanistico, a il chor perchè egli ; quella v, ; (2). quelli lett. pop., ricordare possono VII, 6, 1030, di Oltre pondo loquele (1). bell'e strambotti un con immenso zibaldone 6, Lue, di querele; tante da 5; 18, Baruch, agli Anche pianto. sancto. tanto Capitulum i versetti il modulos uno di tua! fedele, de corpo è tarda più Ecco ms. v. Il XV. sec. diversa mano 2951 Vatic. quanto o move mie terzine, che io lascio inedite dua: a mei. domo bugia una ; sua; servo solio fiato in tanto ancor tuo promptos questa strati te ? sei dua, a in me clemens Respice Se de Dei, pace ognora; stani chiari: pari, mari et potentia udirte se dal Volta la qui sunt la mia lectum in dir di felice,o li occhi lacrime Versan miei aquilone et l'assalto alto. coi seria me 211 MODERNE possiam ex pensier ortu, ab il mio Tu or'iens nos andasser via acciò oscure, Visitavit Se LETTERATL'RE apparir; to' l'ombre De NELLE il zervo, cod. : 4. a volte ritornale citati p. dal 237), Magliab. 212 PARODIA LA Circoscritta della molto SACRA tramutazione erotica dì l'ora eh' i' vidi curioso più i per il glorioxo rapporti che que' poemetti spagnuoli, de' quali del Notturno napoletano, ricercatore non Marciana, mi contenuta in meno nel de Nottur- ottave, quale l'autore », scaltri,e ». del nel « prò se d' mar de' saggio per la delle decima mal chel e pace rime tristo et Che più che Più sei poemetto dei Sette felice e sette scorrette, in ad di mar forto con- senza assai ma Amore efficaci, 4. : il stento: cathene. fra pene tante amante. 5603) ottave, dedicato peccati m,ortaU », più essere che contento; suiscerato F. spogliati di « pene, il morir (A in pagli bene. gaudio godi ognhor voi. Marciano di le servitù, sciolto Il uiuer stesso e per compresi », diletto il tormento sospirar conforto Comari- ottava: ti 11 Girolamo diece entrare, rotti in morir « per è introduzione, nella denso e sua note senza | composti gentil comandamenti pianto riso, soauità in / sono d' della da Bologna amorosi serve Rossi, Essa ab, a, con un'operetta conoscere. si intitola: vogliono Il Libero altro è in profondo la improvvisatore Guerra che amor finiranno no, fatta segnato sonetti che diece « 11 decimo Nello carte, una si è de' tesori I Comandamenti da l'eleva- d"^ Vittorio amico buon appassionato alcuni vano scema- di dubbio fuor già discorso, stampato coloro avverte Riferirò celebre | Con fede ecc. ha essa circa, in-S";e precedute far offre loro; 4 di languire. Il della volto gentilezza Neapoli- \ tano. dieci governo 1519 Amore I no solita verosimilmente tipografiche,ma dmnenti che opuscolo un de' Benedetti che sagace colla ha ho il mio nel chatene tante me cader a vuoisi,anche se e, gusti an- burlesca, l'una che poteva non pitil'attrattiva Circutndederunt Assai della e l' infiacchirsi tempi nuovi, nei lioiiti troppo facile , sacra MODERNE esclusivamente V altra noiosa triviale, la parodia ogni LETTERATURE adunque quasi spesso soffio de' NELLE Amore. dal si contiene Notturno anche alla un zione descri- 214 PARODIA LA codeste Ma rientrano la nel son ci in nei vita letteraria del secolo lingua del Innanzi a 1322 qui in Francia et ; a coloro t. 1, p. che court., La che alla Reoue da un ms. consta di non della epoca la seconda metà 289 cosicché non des non fossero insorti esso Pater V Ecole de des che siansi scritte noster sé con (or probabile lor tristi certo un punto riconoscere come (V tredici strofe, di cui noster, ecco que povre ser., la che siano laboureux? villani che e qui affine sellon a le ont negli robe codesta temps nel è qui 1874 525-9),cavandola di Sist. La prima: ferons-nous ciannove) di- soldatesche, fors'anche t. VII, p. savoiarda otto precisione comunicava Saixt-Gèlais de prime con ceux molto peuple commun perdita rimangono condizioni, delle D' indole delle ne però La X). n. quella componimento delle nous di 1880, p. 39, portato proveniente dall'Abbazia Entre conte politicoè probabilmente quellache E. cod. 179bis della Bibl. di Ginevra (Poés. sociétés savantes Pater quale Liberale, Farmi du il il determinare (p.40),debbansi antichità. per Enrico agevole in p. 278. a Bibbia, riesce alludesse. sig. Victor di parodie del si lamentano il della Pange sgg.)- e codesto Patenostre è Lancastre dissipati(vedi Biblioth. ha cod. di di versetti di 11 lat., 1847. pop. salvatrice degli Inglesi (cfr. p. 42, 43). anche nuova dire a Conte siècles, Genève, oppressori, designati vermeille politicase natura sull'autenticità più antiche XV"^ fatti quali la del tutto quartine dieci intessuto tutto fogli nel alcuni sorriso; ed un parodie politicheandrebbe pubblicata dal XIY'' si produzione poetica, una Poés. del morte intendimento con ha RiTTER la codeste non delle (1) Una delle (1175), se Champagne sin al lamento stessa, malgrado sua civile; vale Musnier, Chart., I ser., 0 della è cominciata e per latino, Anna celebra di Francia p. 282-84 a tutte il cantico des La non decimoquinto (1). MÈRiL dubbi di dotti. quali sua di accoppiare la varietà serie; son di presenta parodie giocose di tempi, Du sacri parodie,che vere « MODERNE sempre pur opera LETTERATURE di cantici delle novero larghezza e non NELLE tramutazioni compiacciono inoltre SACRA Patenostre SACRA PARODIA LA Prendendo i fatti nel adunque fu sacra complesso, noi loro spontanea la conclusione scaturirne adoperata non argomenti politici, ne' al dominio sottratta servire che della manifestazione alla della società Et alla sumes è precedenti ha Le del riferirsi Pater chieggono poeta che col dimandare la maschera, nel e pour fìnable Priant Jesus, donner vive che notez le gran il de roy ce des Montaiglon terminò secolare che ma pour mère, union ennemyz: mémoire, fleurs li de col- minaccia, sulla angoscie degli conclusion, ses infatti (1443-1453).Costoro, pericolo che le pare lunga delle lotta vitupère, tous mi deve doulce sa né (t. 1, p. 125). Esso puissance, victoire roi contre Anglois, di Angloys, les fran(;oisen Et 1480); suoi: Amen les garder il significanteincoerenza pe' Et e composizione con vittoria Tenir pryns, il 1450 dipingere invece Et per de' sentimenti e parecchie strofe; per nel piaciuto Au burlesca mediocrissima l'autore, dal Dio a soccorso nemici, getta tutto vieux; della Francia suolo fìnge et notevole des della periodo secondo si è quasi del coelis. Più raccolta l'espulsionedegli inglesidal sgomentati, (fra noster sua all'ultimo cede suc- nous tot questa XV sec. ont in es accordarlo. nella ristampato tiche poe- sufFerteux povre ascrivere difficoltà ad sian dessus qui toy qui ver metà trattar religiose e sociali sollevano apres puys vorrebbe seconda affetti degli poi'tons tous Nous L'editore la parodia Il contrario viene ; essa prestzes gentys jeunes En a dremo ve- cristiana. Nous Ces evo poesia puramente profonde commozioni seno ci moderni tempi se però luogo fra le forme prese piti specialmente a ciò consacrate. invece che medio nel anche 215 MODERNE LETTERATURE NELLE lys 1 fine abborriti conchiude il 216 Codesta il assunta dalla bisogno ch'essa NELLE frutto poesia proprie armi, satirica E se ciò verificossi dal in popoli d'Europa, compiuta in come Italia. decimoterzo le poesia si ed a del volgo i quindi elmetti alla cui sulle vissuto conquista di Napoli,le degli italiani meglio, far di confini. come, in torrente un di tutto Ognuno celiando, diceva condotta del tutto, insomma, dai poeti strampalate stessa serietà e gli Vili siosa d'aspetto.L'an- che vedeva potendo non conobbe non volle stesso il Pistoia; far sonetti, l'ambigua e i fiorentini del l' invasione accompagnano viene trinciano ed quel sole Carlo seguiva di rime luogo da Ma trepidanze di Venezia, i delitti che e nel al essi da canti degliAragonesi; il generale scompiglio, tumulti, la caduta la miseria se i sfogò tosto, ciò che di le Moro, si giudizi interesse universale mutaron cose e paci locali, inca- nell'oblio. che bliche, repubi scintillarono nevose torie, vit- le compiacenze. sue anche col cadere Alpi del occasione qualche tempo dell'esercito le lancie curiosità ed penisola, così aver metà delle delle volte più vivo un terprete in- si manifestavano le se fatta paesane, dato avevano o il erano sorti,finivano e dalla le cadute rammarichi della provocati, dopo giorno, in sempre datare a tiranni di suscitare ogni parte dov'erano era i slancio tanto con , però i fatti Siccome in suoi e a l'effettuazione catastrofi politici,ne' quali canti vita le mezzo forse rapidità comuni, dei le uccisioni in meno paese la dei affilare tutte tutti tutte sconfitte del e piti al degli avvenimenti; secolo di solo non importanza moderno, mondo a nuove. tanta Qui nel è, sacra procacciarsene altresì delle nessun con parodia straordinaria risente di ma MODERNE della della quindi le n' è LETTERATURE attitudine nuova credere, mio SACRA PARODIA LA scusso narrato, esposto,lamentato, di- giorno, i quali sentenze il medesimo niera; stra- o sfoderano vomitano accanimento profezie ingiuriecolla di cui danno PARODIA LA SACRA anche troppo prova pur Ed in i che alle giullaricantano vociando vanno in de' bibliomani, anche la varrebbe del il decimoquinto qui quindi modelli del scendono contento mi de' forniscono altresì ed di del tratto quali la penisola solo non piutamente com- degli ultimi buon un volo verranno man agli il nieri, stra- morire. a i Io notevoli più sotto mano gli poche parole de' più conosciuti lo strazio di pace che, sebbene primi del bel decenni vuole conservato del che a antecedente, quando le mal (1).Di dopo risentire o Noster in due redazioni per Alpi davano si spettanti il anni essi soltanto riodo pe- de' Lombardi, agli ultimi vietate un pinge di- gli insulti il Pater Cinquecento, pure ricondotto essere ai Francesi poesia,la quale paese, tornava predoni. È questo de' barbari i la storia combattere ricordare a con troppo breve passo ed illustrarle presentarcisiuna prima ecco al vivo ai una importanti. meno Ed la tortura e parte, ed sua danno lo a che genere, occhi, sbrigandomi de' la di e sanguinoso teatro, poeti nazionali, ma che starò ha poiché gli avvenimenti, divenuta ai delizia quanto ritessere secolo decimosesto; tema la le manifestazioni Kaccoglierne tutte decenni diffondono gli stampatori parodia di storie i venditori larga. ben parte è banca, che que' rozzi opuscoletti,divenuti in allaga la che barzellette,alle canzoni, ai poemi le vie, che per eredi, i gazzettieri. naturali di versi pioggia 217 MODERNE i loro oggi alla mezzo penisola,ai lamenti, LETTERATURE NELLE suo tenuto con- del secolo libero il lagnano infatti poveri villani: (1) Gfr. rom., V. data del B « II, n. Pater V, noster » dei luglio 1873, componimento e ad p. altre (in Giorn. Lombardi 121-47) per ciò particolarità. che di filol. spetta alla 218 LA PARODIA Audi SACRA il Chi NELLE supplitiode da Deh, Francesi sciamo Lumbardi nostri a pecati, gran Qui lor Quando Tanto in veneno pietosiet Che le terre honesti soi con pareno I Pichardi et straciati: guardare non MODERNE poveri nuy Guasconi Crudelmente LETTERATURE in coelis. es nostre fano, se oficioli in mano Santificetur. in che Poy Pareno casa orsi sono leoni et Biastemano arrivati doscadenati: cani corno renegati Nomen subito comentiano Baliate le claves Poy « Kt quella de a del [la] casa tuiim. I cridare: granare, del et solare Adveniat. de nostri Questa crudel et Che un Fan(o) poy in ben masan'a tal perfida genia, giorno se consumarla Regnum La poesia è, la per le sventure di messi più e di e plebea ; il contenuto, perchè di coloro provincieperdute,di quadro che ci sta davanti il quindi anche lo è chevoli zoppicantii versi,man- che le scettri calpestate e rapite,di incendiati il vero lo è per deplorate,al pari si tratta non ; rozzi son (1). tuuni si vede, schiettamente come forma, giacche le rime » ; esso valore, di un umili deplorano; ma spezzati, tuguri. ha sono tutta documento Tanto la sincerità, poraneo contem- (2). (1) Ibid., p. 143. (2) Forse piìirude ancor Pater noster nella Marciana. nelFApp. Il, n. del 3. sua questo di cui brevità mi contadino^ La di è esiste induce altro un una a contemporaneo rarissima riferirlo stampa per intero PAIIODIA LA SACRA quel Signore cui Ma queste bande in « stranieri primi peggiori;dopo il di tornava se ridiculosa cosa « durava nelle medioevo »! Ma anche sui trovati faccia Fedro Maria Manuel Lo che loro : /n Fede Venetia (Misceli. Marc, air incirca si porta può (2) Cancionero y la Ex. mal « si detti con quelli napoletani il il compatriotti que' suoi Francesi, poeta si eran aragonese codest'^?;e componeva di 8 il pater | con ridiculosa \ cosa pagine indicazione senza in Pagan il millesimo \ Frezar'ia Segue d'anno; del uscita dai ed l'edizione il la- e al segno stampa, MDLVllI; anche noster bellissima. et 2213, 4). Un'altra n. si sa il 1528 D. Deputacion 1878, fra in Villani ricondurre de rar'isima hoy Non ancora del questo a in \ la desimi me- tempo P. N., che de Urrea non l'originale. certo por come i deboli soltanto, ma de Urrea Mathio per torchi, è fanno, silografia. Opuscolo fine coi Alphabeto \ delli \ to una stampa il contro nell'opprimere per ed Ximenez la (2): (1) men nutrito colle armi certo faccia a noster vivo (1); tanto e apriva più largamente, » uniti lombardi campi corso, soc- che quell'odioirragionevole, colte E ingiuriosi. canti D. bellissima vicenda, ne Vili deglioppressi;e risvegliatoe a di Carlo allora il Pater Y. Ed bocche gli invasori straziavano che classi in loro seguire ben presto altri lo diffondeva e et aveva villano e sulle nuovo impadroniva ne di Carlo venire a guidate le truppe aver agli eserciti varco fervore Lombardia di i villani faceva ne il lor passaggio attribuivano che e », sì toccante supplicavano con ai i Francesi 219 MODERNE LETTERATURE NELLE p. che ed Fedro de edicion 44 (Bibl. temendo Zaragoza, que de Ximenez Manuel se hizo Escrit. V Urrea, il il 1530, scendesse quak en Arag., pare mai nascesse in la ùnica d la vista Logroho en Seccion nel Italia; pubi, 1513, Liter., 1486 ma e la goza, Zarat. II). morisse sua ini- 220 SACRA PARODIA LA Bien NELLE LETTERATURE quiero dezillo, mas Para el contar solo, basto no bever grande los franceses, De MODERNE la que bota dizen Gratta Dò quiera Alguna Mas que le aora piena. hallan suerte servir, curaa no muger, dende si por van, dezir podemos Domintis la taga Quando Ni dizen Jesus dizen Pero tonian ni la en Santa sin todos ser tecum. mano Maria, porfia, tener Benedicta Assi mi rad, si que Los éstos que Cada cual dò tienen, que quier las Miran Y vinas las a que dizen comò todos Iglésia, a de cepas mulierihus. noche de y dia, grande alegria con Benedictus Assi que, Que si soys muger, Tomad mi fructus. algo hermosa, consejo, que de es si bien escondays OS tomar; quereis guardar Yentris Estando algunos Ni saben, Ni entònges ni en de passo piensan acuerdan se muerte, el bien en tui. de aun morir, dezir Jesus, Sancta Quando Por en y nublo algun verano guardar Sospiran la de uvas dizen con a per i Francesi perdicion, gran devocion gran celebrare una Con Muy Los (1) Per temperare si manifesta loro gran anche 2ìro in un nobis (i). nato Yillancico, desti- sconfitta (p. 481): vitoria quedamos; an recebido que an huydo. l'asprezzadelle sue gran Maria. viene. Ora micizia van, d'illos y juntos, dan In Van vicios grandes son tu. mengua Franceses invettive l'Urrea aggiunge I 222 LA Ma le speranze SACRA PARODIA KELLE LETTERATURE collocate nel MODERNE Moro tutti come sanno dassero an- finire: preso a Novara, egliera mandato a Loches che piangervii suoi errori;e la tortura durò diec'anni,il a a ben diceva il Montaigne,le pis du marcile. fu per lui,come E nell'esiliolo seguiva pochi mesi dopo Federigod'Aragona, il spondeincantate maledicente Gonzal è fama del suo quale lamentevole una reame, s'erano divise coloro che a abbandonando componesse, le d'Oviedo,che la udiva Fernando canzone spoglie. sue cantare ancora era trentaquattr'anni dopo la fuga dell'autore, che sarebbe il ma durata vaticinio suo lungo a fallì,e nella memoria egli non se ce le persuaso del popolo; n'avesse servata con- che prima strofa noi non sapremmo neppure insieme intercalando il principe detronizzato l'aveva messa scritturali (1). ai versi propride' frammenti Troppo rapidamenteinfatti gliavvenimenti succedevansi nella penisola, perchè se ne mantenesse molto a lungo il ricordo; ad ogni istante nuove sciaguresopraggiungendo la (1) Natur. L. MUSio, V, e Indie delle historia gener. ai tempi nostri I, Venezia, 1606, voi. Ili della Raccolta cap. il p. 93. Ecco principiodella quale canzone, si vate, ritro- del Ra- legge in questo libro: Alla mia gran Dolorosa, afflitta Diviserunt Et vesteni eam super popolaritàda essa ritrovarne il primo verso Della di Diego n. de Llan.ì la e forte, e pena rea; meam miserunt goduta parmi poi inserito {Romane, in [Salm. XXII, sortem non Romance un gener., t. Y un Hecho Y d cuervo vendiendo pan regaton de corte; la mia ?lugandomuy gran bien pena de lieve indizio de forte esgrima... il disparates Il, App. IV, 1887): 18 1. p. 646, LA parean PARODIA SACRA cancellare procella che rivolge ai memoria delle infuriato contro la aveva di Venezia, danni possentiprincipi d' Europa sempre la in la cui El del dolor gran a anchor: exaudi al te in qual rivolti deh son fa se che ralegran se bilingue che profezie in (ved. Ardi. i fatti di certamente 1509 nel calce ad Yen., t. D. Su un Nunc quanti, molto a de Israel, exoso a e Cantra Gonvien, giubilar [sale]in cervel; l' incudine fra robur l'austro superbiam Venetia tu causa sol de ; vete. perca Aqxilonis, cun cor un novce mia, es '1 martel e susurrones, consurgit L'ocaso Non altrove prophete fiele. stati Quia insieme ho ergo., filiiJudceoruni, Quapropter, Ecce ricopiava ribel: habiati Che que' giorni il seguente Dio et celis. in es oppressi populi, gaudete. vos, Ma popul novo Attrito Et Hyeremie che iocondo. Babillonis. vadi al fondo, confus'ionis. Europa, per gloriosidestini: P. I: XIX, Lamentatio affetto lontano, operetta, di cui sua questa preghiera, favore: tutti Bordigallo una tutta noster. Qui (1) Riguarda e pianti; star non il tuo è non questo li tristi canti dolor gian in più per corrono vivo più Pater Del de' malaugurio Dio a tristi con lui da si venetiano popul inanti presento di fiducia nei suoi inconcussa patria,una Sforzesca appunto solleva insieme la annientare dell'Adriatico regina rivela si Ma tristi voci veneziano penisola (1), un casa dover S. Marco. la presagì per la sembra frangente, mentre terribile sinistri potenza di la Bentosto antiche. lega formidabile la e 223 MODERNE LETTERATURE NELLE ma de tuto el mondo. sonetto ad altre discorso 224 NELLE SACRA PARODIA LA il tuo adesso li mandar Non et la tua ira et fa che lo anchor tuo MODERNE LETTERATURE furore quel rimuda, da in nome honore grando Santificetur. Et non regni la che voler biastema qual cruda gente lui, si nobil di sopra questa che più stato, fé' Giuda non Nomen ha 1" Italia bella Tutta desipato acerba questa gente crudel, che fa '1 tuo tuurn. sochorso, dura: e dio o increato, Adveniat. volerlo posto la han Questi malvagi cho saria poi consumpto fosse questo se consumar: cura sua paura gran Regnum che Farem il mutaremo ma cusì voler suo il factor prego le potran non usar sue posse, perverso; mi che timm. riscos[s]e. Fiat. Et poi lo et lo che sarà re suo popul posto suo [sjpiegado alhor sarà sumerso in abandono, parlar con terso Voluntas quella Ma lui a quel che mentre daran, non li darà non et con in perdono, tradimenti han haran tal dono terra Sicut è Non del nisun quel che se robato non camin suo post porano, quei che in in ne' panem non Et aspetando più che con Ihor haran il terra. nostre tende,. nostrum. rumore, gran alcun rende, tolto dolore gran credean manzar Dispartiransipoi cello. facende, spiero, sue percoteransi il pecto se è et Ma in tolto- peccato s[c]iolto, suo mal ciel il nel comò è tua. suo un fratello, tal ranchore quotidianum; I SACRA PARODIA LA Che occideran se quei et coltello che rimarano piatello Da sarà, spiero,in Et in che destrucion tanta zenochion con alcun un mezo di loro umil voce è veder si bel qual anzoli de nobis. choro, un quello de' presoni presi; sarà faranglipoi nel pagar foro nostro Debita si credean Non et le nostre cun ne' lecti star ancor nostra. doi mesi, de più star disfar Venetia dormir, moglie destesi Sicut Ma questo alhor et mai gli sarà fin (che; et tal letitia, placheremo non nos. doglie grave di questo havran non ano dirano: Dimite Non [h]odie. nobis de manco 225 MODERNE suo dir: Il tuo de cercaran non il dispeto con per LETTERATURE NELLE voglie; nostre Dimitimus. Suportato che la qual nui a laserem haran cotal sarà gaudio intenso, un tuti i dani tristitia, (tal)letitia per Debitorihus (?)nui Però ti et osanna pregiomo, scampo Libera il venetian popul et che voler non inducas nos signor, anco, fa de che ogni barbari, quei et le '1 muta Sconfondili (1) Cod. le prime Marc. otto NovATi, Studi terzine critici tua per It. CI. ; e cerchan XI. sul virtù t. si letterari. lui nos a malo : inchlina se christiani, di divina. 66, f. 120 strade, sue libera a turchi, ancor che ancor in tentationem. d'ogni mina, altro regno de censo, pietade tua per Sed Et immenso, fidel di dar stato et ne verbo . maistade, inefabile el to o nostris r-t. ripigliada dar dani Am,en Sul capo. (1). r. sono Le trascritte differenze 15 di 226 LA La le I lotta fra Francesco menti, ed In di Koma. del catastrofe « voci che che degli Imperiali ed et cieder se più e il è pagar che invocare ponto che l'hosto del qual è vergogna servi al qual crede a de vi Non voler et haver pietro con il papa anche pasto, pigliare omnipotentem. voi, perfidiladri, lo Imperadore; spirto sancto bastava el divo speranza sconbrare mangiato Et in sancii e tu de signor[e] del questi cani del segue fa assassinato la chiesa haver santa sì vergognato, fiorito ? giglio, vendetta; aspra padre l'amoroso figlio qui conceptus soltanto minime; padri: Christum. Jesum filhnn ejus la terzina Non far Mutando Il d'' V. suo che il ualor Rossi. usar suo nuj possan nella settima uoler mutarem nuj tutte sue Il est. diceva: del corso soc- fumo habian convien di vantavan se chiamarvi Gora, il per Deum. Patrem sono » la speranza in che In Gionto la andaranno bisogna non po' in se i latri tutti che lezione una, a di Francia: Credo, O sacco allora sorgono fatto li Romani ha tutte getta cristiano; l'assedio ed il Credo alle infamie re 0 che barbari, prestiamo l'orecchio ad ci recita il imprecare poscia occupa una alle cento mezzo MODERNE V Carlo con il mondo i nuovi maledire LETTERATURE e si risolve essa nella costernazione quale NELLE SACRA PARODIA posse mutaremo (sic).Fiat lezione terrotta in- me3chin(i) Quanti da questi che meglio [stati]straciati sono batudi can, assai messi e strazati da membri de Pilato. privati chi genitali,e fuga, trattati Ponilo chi corda, cechati, squartati,chi morti, chi chi in sarian[o] sta' sub Chi 227 MODERNE LETTERATURE NELLE SACRA PARODIA LA frustati, crucifixus. 0 [che] tu chiamali la et che fa(ra)i; in breve mortuHS Ma qui si piega mentre dall'altra carnefici mille bramoso della d'oro danno a maledire soldado un col sogghigna e vinto, col vincitore. el sopra saco dei spagnuolo, uno parlare uno città,il quale più che misera di sangue, rinnovare minaccia por udiamo (2), noi Boma parodia Sopla hecha Nella de la parte sarai sepultus (1). et piangere e a hai sceptro iustitia annuntio te non se te a il questi sopra di e libidini,sogna di Firenze le atrocità mai di già poter perpetrate fra i sette colli: di Roma (1) Presa di Brunet, op. di liberarla, per rara di in molto \ fatto al dalle lon I longo tempo stampa s, filol.rom.. (2) Il Arch. sacco d. li Romani R. e assai et Guadagnino, II Priegho | Nel un s. afflitta,del t. ho p. 131 e sg. di Roma. riferiti Versi di et cesso suc- Gfr. a. il contenuto, il detto priegha affanni, spagnuoli brani dei quali da una cit. Giorn. nel pubblicati \ il voglia, quale, togliendoli parecchi storia per \ d'Italia quale miserie guerre è stata rom. fatte dentro sonetto un notevole poco Iddio sommo \ ghe Società con elegante, è né a. crudeltate 863. e. d'alquanti anni forma le gran e Marforio, Venezia, e cit.,t. IV, Noster Pater lamento fatto Pasquino Posteriore sebbene ha che el credo con el da patria.,v. X, 1887, E. Teza p. 203-40. 228 PARODIA LA SACRA NELLE la Cùmplase santo de dejad y mia: infanteria nuestra comienga ya hacer a la barba echad despojo, porfia, vuestra ya sentencia, Florencia, el alma pues y ! breve en saco consolad MODERNE profecia dice, que LETTERATURE remojo, en Pater Padre nuestro, sin sois Clemente de reniego mas al quita que haceis vos trato vicario siendo quadre; os padre la capa. Francia escapa, se él. con ceguedad gran papa que tal hijo de Si el rey cuanto en noster. estapa, os de aquel qì'i es Con el mundo hay diversas simonìa pontificado opiniones: electores, entre las flores entre Imposible cardo un exenciones. diversas por engaiìado, tal en aunque coelis. descomuniones vuestras traeis in es que bastardo sanctificetur. E quasi COSÌ invettiva di messo aver di il (1) muy ; 0 emperador furioso Para Lutero, piadoso dar d e su Mira Juanin dal Il poeta lo accusa augurandosi conclude come guinosa san- una nepotismo (1); cieco si radunerà, decaduto dichiari VII. l'Italia per a Concilio, seppur Germania, in Clemente contro fautori si risolve in componimento sossopra accrescere che il tutto ne corre voce, sogliol'indegnopontefice: aqiieste florentin Quiso Regnum tuum tornar ! Str. VI. 230 le più SACRA PARODIA LA ed erudite acute riformatori si possibile,e rinvenute d'oro che di ormai parodie talune papale, lieti della preziosa scoperta,si ottusa la sbrigliataattraverso farlo un rivivere ; l'Europa.Ma e nuovo, furono esse non ritmi la tirici, sa- polvere ritoccate,la loro il loro vecchio trono. pa- perchè si potessepensare quindi affidate alla tutela di fiero avversario meno punta, i burlesche, scossa Golìa,era troppo dimenticato a quelle medievali prelati, l'ingordasete secolare,ripresero, opportunamente corsa partito de' aveva le sequenze e maggior di i pugno, partito.Così adunque gli epigrammi mordaci, ai quali il tempo le il cavarne caso per trarne a MODERNE stringevano in la lascivia curia affrettarono che arma sforzarono esecravano della LETTERATURE disputazionidottrinali (1).Apprezzando potenza dell' la facezie NELLE di Eoma papale, Pasquino. a Ricco ai di eredità quest'inaspettata preti,Pasquino ricercare ribelli che che E gli ne' libri questa in presto,poiché 1540 stampò Celio Basilea a diìVEvangelium PasquiUi il quale secundum altro è non (1) Ved. Wright, (2) Pasquilloriim conforme 120, del ms., a La a f. 49 quale io che Hist. Tomi del sec. la dice opera del data in di fianco celebre luce, della Fichard nel peregrini^ medievale p. 229 XV, alla ben che i nomi appaiono sotto ne è e quasi ci offre il cod. che Riccardiano valgo, porta videro sgg. Eleutheropoli, MDXLIIII, duo... XV iam sequenza eh. tempi. e Curione, insieme Romani la car., de L'esemplare mi olim la famosa redazione, qui quella r. che que' testi pasquinate, Secondo argenti (2); ce marcam p. 302-305. occupazione si di di de'vecchi uomini satireggiar raccolta mezzo dovere suo , nuova quella poi in collaboratori per per sua in vivendo sacri,ad imitazione dati avevan potevano farglicomodo i frutti di d'allora credette egli pure e raccolta II, t. intieramente Marc. II. XI, del Curione, prefazione una noticina {Jean. Fichardo Fr. PARODIA LA Pasquino di Marforìo di e contemporanei il ed prima La viaggio in Emaus; del Luca ma e siede sul volto de che chi vadan così populi qui itane est; Clementem dixit: stuìti 0 tardi et oportuit Clementem peius tyramnisaret? più ; 0 E » esigenze della parodia, lama quasi a Il secondo cap. XII del ma il defunto Carlo Quinto. Cristo nel di convito unguento. Roma, un Quare hoc unguentum oMctore), e esce appunto legge: Ex dalla di Bibliotìieca (1).Op. cit., p. 308. intende e già come Betania, effonde Udendo ben difficile lui papa, francese non venit Fichardi Sul sul deridere Maddalena la piedi un sui che a ne ad a zioso pre- mormora nos negarle fede, giacché biblioteca! Joannis cade Pasquillum Giovanni, chiede: sarebbe arguto; ferisce il nuovo secundum di S. lui A ed (1). Evangelium Vangelo delle norma pungente vos il dialogo continua evangelico,a sempre nonne qui in surgere, doppio taglio,mentre risparmia non al testo respondens, credendum, questo tono su fedele meno ad et alium mori, caprarum summop"ere Ille autem cordis ru- nepotihus contulit, popidus resurgere. 7^ et audivimus, orationis ob expectamus per timide IH suis et stezza tri- chiede autem nos Paulum stupet; quare recano Clemente fecit; Jiuius proventus cupimus si posto a S.Pietro cellulam quae zione imita- una Clemente 'viaggiatori, removit, domiimque custodiam è Scorgendo la Clemente. mortuus mente Cle- Luca, in cui de- cedutoli fugimus, quia ei successisse mores S. dolenti, e Pietro risponde: De iniuria vir iustus vedimenti av- papa discepoliche hanno Cristo,al morto ed alla Curia; di coi due Cleofa di morte Marphorium, Vangelo di Gesti concernono Koma. a secundum sequenza, scrivesi l' incontro V che la quasi ; di Carlo cap. XXIV del altri due o 231 MODERNE LETTERATURE NELLE SACRA e decem il volume frontispizioinfatti JC. si 282 LA milibus SACRA PARODIA et datur non illam; in die enim Vos crudele tien dietro victoriae transeat l'entrata a trarrebbe a mai se Insieme tomi è 307, del I La p. satire trafiggere delle da son ad di finezza Gome se non epitetidi non gran dicendo. Ma della per il quale Pasquillo 4. che in Francia XV^ Miserere ninna che fra le Riforma 1" impegno idee di senza invece Paulo 9), più certo », eretici pan l'anticristo e al prodigare luterano va agli il papa che pazzo si riduce papa LXIX, è quia- trova non cundum se- per l'uguagli. rendeano di prò S. ilhnn; comedit III, mei, (t.II, p. 425) pip irruente, l'altra,che la e siede, Paris, 1866, Psalmus Pasqtiilloparaphraste a (cfr.Lenient, all'indirizzo di Paolo satire si intitola è che filiiDiaboli, parodia AnticJiristi le violente Grazioso Pasfjnillum, au (t. II, fratesca piacevole centone men secundum la littér. milii. ou mancavano .si prese più singolarmente Nicolai ignoranza poi imitato venne i cattolici « avversari che che affermavano costoro quelli via la baldanzosa il P. R. Confessio generationis tacere stme si sa, profezia Pasquillorum nei latino, dirette in Evangeliiim più lunga ironia cesse vin- se ipsum; me : excdtatus si Paolo, che io pubblico in App. II, n. rositi m, domti.s francesi che ergo sono semplice giaculatoria (Oremus una zelus S. quella se A mb la città eterna ; la (1). avvicinare può France, quali, dubbio si di S.Matteo Né 207). fu! ne il Liber en ad banchetto molestie et traham omnes la faceta VAliud ossia Gap. ironia! Al dalle tutto: e semper. non l'affermazione e servavit. 305. a Epistole di puranche p. tutti ve 279),alla quale delle Galli; se sarebbero facta, destinata p. vero pubblico dotto (2),a quel pubblico (1) Op. cit., p. Tali liberato parodie satiriche al (2) risponde: Siìie dell'imperatorenella codeste, argutissime,vi a altre nutrii; me di crudele essere filerò in Victoria, veridica Honia càlix me MODERNE hoc unguentum meae ammantata preghiera di sua LETTERATURE Francisco?-, Carlo Galli semper enim Verità NELLE « il abbiano che annoverata convertire del cornamusa Te i graziosi diavolo avuto », in e gli quella dell'Anonimo, deum e tutt' uno, eran ribelle monaco bizzarre focaccia, per un'invettiva PARODIA LA altre in Germania popolo,gli parlavano al nell'odio in il a si servivano dileggiaregliavversari parodiate,ma brosii sembra più Satiren 1856, V. und altri Papisten Der veggasi D. 209, il in et de chants op. cit.,p. du XVI^ I anzi 210 tratti e Am- et si trova la fra scritta tra- 117 e. e mi non ma libello des Gfr. frang., voi. II, p. 130, H. siede, Paris, 1871. L. E Bordier, die abuz et abus Lais Leroux n. XLI; alla ecc., edito du prestres, Chansonnier gli avversari 183. volume, dal erreurs Letabundus. Germanorum Uber 441) (1559), tempo Il, p. v. Wolf, des del Litancia una p. les taluni qui riferiti,dei quali un F. Prophetie de e questa Reformationszeit, Hannover, Hutten, von (in App. Vlb, sgg.. bonum, Augustini It., XI, 66; da scrive ne histor. sdoro in di- pitinoti sopra Marc. Sopra Hulrich Chant dire inserito der aus demonstrnntes le quali luce. son la a carte componimenti versi, ristampa sur la cod. Pasquille quanto quale ecc., rasez, Ree. i dei persequiitorem sedici Handbùchlein. 1542, Chansons present di ricordato F. Strauss, (2) Veggasi p. volte II, p. 270-71. prosa, in Ale- il Verbum Cantici Traductio fidei Christiane di vedere degna (1) noster, satiriche sull'aria ci sarebbe sua fascicoletto un del L. M. cantra 118 ed solo di orazioni canzoni preti,de' monaci La Martino. in in de' (2). Molto irae fra contro il papa come non gliinni sacri,quali il Laetahundiis, il Dies la eziandio cantavano del papa, fra le Luterani, così gli Ugonotti in Francia; i magna Schade, Pater (1). E Credo, del Benedicite del AèWAve, Oskar da spogliedel delle cattolicismo,camuffandosi fiammava lo in- di tale natura ingiurie contro svariate quali scagliano le più queste,destinate e Sono Roma. volume un molte linguaggio,e meglio il suo contro riunite quelle satire pelletto Ciap- di Ser novelle alla luce; venivano ne rato Mo- Fulvia e contemporaneamente giudeo.Ma di Abramo e voluminosa sua siatu, latino le boccaccesche volgeva in la insieme corrupto Ecclesiae poeticaDe raccolta 233 MODERNE LETTERATURE NELLE Illirico metteva Flacio Mattia SACRA nel temps moines Lincy, de Lenient, huguenot lor volta repli- 234 PARODIA LA fioritura di romana ma essa la via cavano giovava mi è nota, e potrei che ancor dell' Ev. mi Hugitenotz, a (1) Non mia allontanerò mi altre parodie, notizia. relativa ad R. di Bibl. di del Monaco 1. e, rom., alla del (cfr.Cat., p. il Salmo, I e. cit.,t. IX, op. copia spedizione silenzio sotto stile qui, liturgico,la Mena bibl. nella in due Pasquillum, delle prima 319); e. codd. due Di {Giorn. Gottoniana bellissima di III Henrici d' (Montaiglon, filol. dimento tra- in Deum Te Inghilterra cleri parisiensis ad Prosa fur a passerò dello imitazione libera una di fatta IV, 3). Né (Julius, E. si tratti del Maria di onore stampai l'altra, che parodia eretici gli contro in (Anzeiger fiorentini una della parodie quali il Mone luce 10752 cod. 162); più p. a christianis- all'occupazionedi Marsiglia sebbene caedem posi la nel sta Il, p. I, t. Passio una di alcune giunte sono secundv.m che 1547, Vorzeit, 1837, da giocose,che Friderici diede d'Assia 134), allusiva della esiste de ducem cit., t. II, op. 296). Fra le da poi parodie e sgg.; « Da de la infine vendeva t. Le II, « p. altra de des » Lincy contezza. di et si Van 132). Del ambulante Cinquecento (Leroux ho faict dimittis XLIl, n. del una tempo des » (Montaiglon, Invitatorio laboureur Nunc Venite prolisso « deW francese poesia 1-531 del du il libraio 4-5), non il né parodia » la offre Paris vera pacem e, che dimenticare Chastelet p. del fatto ricordo aver classe prima dagli Spagnuoli fl595). onore senza CXllI, parzialmente ma XVI sec. Joannis Deutsch. der io stesso, 0. à la et 67-69 v. Montaiglon, politiche,vuoi avvenimenti Landgravio Kunde vuoi Saxonice medesimo un dal Appartengono Electoris simi né confusion de' parodia in legge la à è 257-75. p. p. mente maggior- (1). percorrere lunghissima si preghiere; sue la conoscessi Benedictus Le Luca, che S. la Chiesa più oltre, giacche lunga rimane come delle e anche se MODERNE combattere a canti insisterci poemetti, di LETTERATURE de' suoi poco non des NELLE poesia acattolica, che si con ruyne SACRA o. du prisonniers c, svolge a MV'^XLV Anglois sono non p. 254 t. IX, p. 261); né 276); (ibid.,p. (Leroux Confiteor des graziosa Farce de il Lincy, Angloys, joyeuse che del F. Michel, Ree. cit., t. II, n. 17, Sul Credo des catholiques, la PARODIA LA SACRA NELLE LETTERATURE 235 MODERNE VII. Il servirsi dei canti congerie delle la guerra Salutation de' d' Le e des ghiotti (MoNTAiGLON, Creance des 49) di su il MoNTAiGLOx data dal nuptialis di fatta luogo citato al mal molto Giorn. dotto bibliofilo francese; d. a noi andava conosceva note, unita una, il ed terza quale che solo, primo, che v. p. dice parole stampa della ignota, dell'Ave sg. ed Ave Maria IX, p. 202-204),citerò del ha testé s'era quale di due del Una cusa l'ac- Silva si era Nevizano, trasformazione nel tivi rela- Romae, Strascino Creance, Maria. opuscoli notizia più che diversa del da 81, giovato della impressum stampata ri- p. che Creance della dello 420). dalle alla burlesca Pater à l' parlare'del- non per ma Lamento V, e gratuita. II Nevizano, tutto d'un il celebre desumere ora del non lett. ital., una nella è Roma, dall'H., parla potevasi invece cioè, a probabilmente, stor. falsamente affermato aver p. 501 c, all'autore americano le jèstiiles,offerì però avvertire Gioverà dal di chi Harrisse quello di o (Paris,Welter, 1887, di I, p. 68). (o. c. e H. Colombiniana t. stampa una che esemplare più antico un o. del ben esse labbro des p. 206 IV, t. e, e verouleux, negli Excerpta n. sul Lenient, dano vita, abbon- dall'odio sono amoureux 0. di alla mezzo ma semplicemente burleschi, profundis denze cre- ardore stesso diede noster ved. Espagne, componimenti la vivace Pater proprie In sacre; richiamare a angélique insipidoBe parodie a soldatesche, alle quali e de' trent' anni le mirano le quello con giocose.Ispiratecome Philippe III, roi Di difendere satiriche conseguenza esse decimosettimo secolo nell' antecedente. prova canzoni riescono dolore altrui formidabile in nel liturgiciper dato aveva raro continuò vituperare le e cui tedesco popolo è, (cfr. sicura costui, quelle Pater ne 236 PARODIA LA ascolta E SACRA più traggono le nelle quale LETTERATURE de' suoi mani rifacitori si ai ribelli ai ; or principi cattolici (1). Solo il bufera devastatrice in bocca ufficio per consueto suo si allontani Sassonia, del Mecklemburgo, ma Iddio sua opera nato; nella codesto divenirle Qui la canzone, che molto terreno Wùrtemberg 1621 E. 1855, dove p. 61 a Mdhrische del Valter 1019. del 1631, ed Numerose Salmi, A. a p. 204 A p. 263 del Pater, Das dei del und Der GoHN, historisdien Das anche P. trascritto p. 241 a Das anche nel cod. von Unser deutsche 460. del aller Codesto volume Torstensohnische di di altre Un 8504 di orazioni del Eine 1646. dei inni, sia di Sammlung I. Opel von (Halle,1862),p. 6, Ragozische del ed raccolta un Unser degli Evangeli, Prosadarstellungen Monac. Vater Yatterunser Dos e prosaiche Comandamenti, e Augen Schwedische dreissigjdhrige Krieg. und Ulrich e 121 p. quistato con- poetiche, Hundert redazioni sono 32, 91, 99, 100, 195, 209-10, 298, 318. è Ein Bòlimische Catechismo, Gedichten Francia. Vater Rebellen protestanti,rinvengonsi poi nella che mai dreissigjàìirigen Krieges, Basel, segue Dieci dalla Herzogs Lipsia, 1845, che Unser, parodie cattolici e leggiamo der Soltau, von des doveva non precedente aveva Unser ristampato Lieder Die Weller, canto è Palati- nel seicento tutte le altre forme sopra 2 ed., Volkslieder, della continua parte dimostra già nel secolo Leon, Heidelberg di di largamente Heydelbergische Fr. presso historische Pater V e del e la che desolati Boemia Germania la il Valer così Dio a prende ri- essa (2). straniero,è condivisa (1) Veggansi del della pontefice ed popolo campi letterario, il quale genere al chiedere dai docilmente l'Impero partigianidel- al la rabbia e infernale predilezioneche La per ode, non coi insulta costoro con domenicale, la piega irride ora sogghigno. iroso un dall' Orazione materia pilidisparatiservigi;ed ai MODERNE allegrosorriso,ma già un non NELLE 1658 Vater Unser (cfr. Cai., t. II, I, p. 35). (2) L. VON Soltau, o. c, p. LXXVl, Der Soldaten Valter Unser. 238 PARODIA LA In SACRA NELLE Italia la consuetudine i canti ecclesiastici continua come il per soffre non passato a che si Per que" poeti,che andato allo scopo di operando si da le canzoni le ; beffati ; altri assai i quali mal sentenziare dai dei fatti si satireggiavan e di librerie lasciate Città infallibilmente di carte si del non sovrani, e obbligatia far prendeva argomento giorno,o si dimostrava come dell'Europa potessero rispondere alle regole ritornare E alle parodie innovazioni i poi, tanto se ; e sacre, per veniva mutare, si badava da' libri santi quali mentre, inaspettato e bizzarro. e da di opere ad del Il disgregati,non centone, piacque nel l'essenza; e trasporto. Pasquino e richiamava seicento tanto trastullo,che nuovo per bastò durvi intro- tratti erano nulla, connessi gli uni coglialtri,davano parodia pinti di di- fantastiche,adorne presunti eredi. giuochi diligenza de' brani, ficavan eran parodie liturgiche Uomini scarse. gere eri- per girandole eh' coi titoli burleschi erano partito, grammatica. delle da Inventari sugli eventi le condizioni avvenimento rappresentavano i vizi de' potenti gli offrivano e mente avida- che traevano o lieve Gallerie scritte le debolezze testamento; gusti più profondi calcoli nei macchine grandipersonaggi,pungendo a di delle lettere. nel campo per costoro, dico, le porte di immaginari, fatto di fruito: più squisitiraffinamenti; al pubblico taluni con schiudevano fra noi ogni più presentavano attrattive della parodia non la per lo innanzi aveva purissimi », « quelle gigantesche a che stanza; circo- regalare ai contemporanei abbagliatidegli occasione trovandosi ogni in comporne immergevano numerici anagrammi mai alterazione; si veruna questa legittimadel grande mutamento conseguenza divenute zoso schersignificato a ci dice cosa gode più quel favore,del quale era MODERNE di ridurre però qualche ma LETTERATURE insieme il contrasto signisenso un della aveva le sorti che con ne perchè si adottasse dievali, me- mava forcon singolarmente predilessequesti zi- PARODIA LA baWoni venir in fiore sino presi pettegolezzi locali quasi parodie riescono Lasciamole quello che altra sofferenze più del il di nome Son ai Italia, ed insomma da gavan la in il Rabelais. là, vengono concatenato i contro Hérod., eh. d'Italia, V. cfr. De Diario si XIV), dei e nei farli a ne' e tardi che biblici, quali vari già scagliato ved. qualcuno Milano Conci, del 1829 e del XXIX, la e del dominio minori più celebri quasi da al d' tempo. concorre si divul- rispetto questo biblici, formarne in II. Per e 1830-31, Firenze, 1879, pour Gli eretici tempi più repubbl. cisalp., p. 40, ben centoni, (Apol. Cantò, di e qua di codesti noi pure nep- dialogo un Estiexne XVll fra esercitarsi di ai Europa del cavati game le- papa, che sdegnò Henry app. alcun sempre, personaggi; sec. (f.393), Pronostici, che non duo, tomi tali come si conosca senza e considerar burleschi guisa a io solo non e ; dame i versetti in parole le significare Pasquillorum versetti alle que' II, p. 212, disc. Castro, alcune genere personaggi ed in bocca era dessero posse- poeta di un soggiacentia principi maggiori congegnati quali di con Più messo ad consacriamo accompagnati l'Aretino, voga autori vigilia dell' Epifania. Sotto si connettono adunque mise ai son fedeli (f.325), 1537 (f.364),1540 vari Sorti, cui Roma per i loro codesto 1535 cavalieri vere l'asserzione di constano anche ma continuiamo mantenendosi più necessaria Pasquino agli anni Essi i d'interesse. prive Pater, la quale vuole loro,applicati a cardinali, d' i fatterelli ed disparte,e come altra ogni esempì (f. 530). fra in di non se pazienza. antichi sotto durò satirico, codeste e popolazionilombarde delle appartengono 1542 e ad che quella parodia ed dal oscure sempre dote sia la non prima leggono mira stampo, ci mostrano qualche I conosciamo occuparci di quelle che, all'antico (1) di l'usanza nuovi, e se (1). non quindi tutte quante ad invece a volte troppe di conclavi e personaggi dileggiati, ignoriamo i nome recentissimi tempi a de' 239 MODERNE occasione in luce in sempre noi, che Per E LETTERATURE NELLE scritturali, cosicché videro ne SACRA recenti Silvagni, p. 58 e segg. 240 LA PARODIA altrettanto stolto Spagnuoli, il nel né quale fiacca solo per riconoscere una della del dal di cui prima di di bel cui de' tempi cangiato d'aspetto;fra i (1) Col zoppicanti,le titolo: Una vide 1. e, la p. 150 dal e Ai sg. editore primo altri quattro, che vale Gonv. a dire il con Magliab, già Soppr. 440, Riccardiano, l'offrono f. 261 il 771, f. 47 r.; r. scagliaresui per insieme del il Palat. po' un tista secen- son parsi scom- 1, 1866, del Giorn. 2868 e questo e a di 90-3; quali ne aggiungersene notevoli II, II, 210, 264, p. filol. rom., sui 2977, volte ponimento com- nale italiano, Gior- nell'Ateneo la stampa, debbono Rinucc. gnose, sde- mente Naturalha XVII, sec. voi. I, fase. copiose e inesatte; scomparsi i Riccard. condotta così cento tornava raffazzonatore cit. volume nel codd. due del rime scienze, lettere ed arti, ecc., me esprimeva parodia la la luce volta prima poi riprodotto da venne di cui e gli antichi. segno storica nale, origi- dimenticato mai primitiva rozzezza; versi noi scritte sullo scorcio Non anche sua poesia per di semplice rifacimento canto le mani spogliatadella si è fu il alla luce fatto direbbe la forza neppur composto, nuovo già aveva col mutar e stato dole l'in- componimento un i Francesi. i dolori, il vecchio dopo pur gettarvisu gliocchi parodie lombarde il quale era fanno ci poesia assume basta già è stile, miltà (1).L'u- satira oppressoriquelle ingiurie,beffarde recenti di codesta fatto che quattrocento contro più anni più produzione, bensì fra le due popolo,per di sostanza sentano non sione diffu- si raccomanda, deplora le sciagure;si non dal molta rispecchi fedelmente si esso ch'essa nuova efficacemente e della gli contro per felicità di ne mordacità o L'importanza che quindi noster ottenuta attenzione in come i Lombardi lamentarsi! MODERNE dettato, non venne quella e di coloro quasi che nasce cui nostra forma accorti troppo certamente di concetti arguzia della ha in dire,alla per LETTERATDRE quanto iniquo. Il Pater tempo vero per NELLE SACRA f. 350 p. 263: r., ed varianti; il Laur. un terzo PARODIA LA SACRA velati da desinenze mal lombardismi italiane questa ed altre modificazioni, più dannose la poesia rimane Se misogallicadel quattrocento la misoiberica, italiano abbia componimento il altrettanto non nuovi penisolaa soldatesco primi del , le quali lo ti*asmettevano nell' Annover ancora potuto dar del querele dei contadini Sole, farsi intendere al di là delle ma questo posso affermare più antico altri Pater tutti,aveva fra le mani Da e il lamento dirsi in udito dà prova adesso confronto suo ad altre in e Beutsch. H. 1855, Museum Pròhle, 99. n. cedono fra Non i tre niche-, truppe napoleo- quasi fedele una non lo giunsero a davvero; so quel quale compose cui discesi sono avuto ripetere,ma u. di vita le così quali rigogliosa sione oppres- dilungo canti tedeschi Volkslied. dimostrare ed 1855, R. Prutz, von a Bauernvaterunser H.Gadke, Geistliche mi suggerivanulla non il i n. 47, p. 769; u.Volksschausp., rapporti lombardo, avendolo che già intei'fatto altrove. NovATi, Studi critici e gli che effimere. L'intollerabile herausg. Weltliche ripeteva posson cit.,p. LXXVI; op. si non spagnuola, la quale ai Lombardi (l)Ved.SoLTAU, di Colonia italiano. questa parodia,che tenace, passiamo Io colui il soltanto non ; di Milano tedesco, da noster Wallenstein (1). In qual maniera Alpi? che i che e altro che ducato del cantavano ai contadini riproduzionedella parodia lombarda le del noster plebi del Meklemburgo, re è non Pater XVII all' apparire delle quel canto, dico, come vita fuori della quel secolo nel 1704 taglieggiatidagli eserciti secolo un risalta invece fra le riecheggiavapoco dopo parodia chiaro tedeschi, straziati dalle orde contadini che svolgessedopo germogli. Eppure sui che fra noi dalla come si utili, che stessa. la agevole l'intendere riesce ad onta ; ma di sostanzialmente 241 MODERNE LETTERATURE NKLLE letterari. IG 242 PARODIA LA ai bollenti abitatori del in pugno se Napoli Tinsurrezione, di a il chi di Messina sollevazione eroica con Salve una fu celebrata troppo però, tradita da chi l'aveva la nobile promesse, ai ceppi irrise che città dovette quelle della romani cui il si faceva interpretein nulla strofe,che (2) o P. Milano, copista ha ne rese le altre se vincie Pro- quello di che toscani e lagnarsi in a e prosa curanti, de' Fagiuoli il bizzarro degli odi satirico noster 236, n. spesso in Il di Rossi, salito il senatore F. 71 di r.-73 t. Consta Gom.: inintelligibili. 0 37 sovrana di son G. né tratti dialetto siciliano è Miserere ecc., inedito, e, p. L. Capuana, l'editore giudizio del- a sorta. componimento al 1734: pubblico ho e (3): XLIV, 1879. pregio piacevoli di cui di autorità Poesie Maura, Brigola, 1729 tante imperatrice. (3) Questo dal morirvi lieve essi Pater un contro Barbeiiniano senza Rime e grande a il liberazione meridionali, pure neppur accumulati (1) God. da Maura la sopra più prepotenti.Così ingordi dal assai le e ministri aveva caduta sua destini, dei principinon de' loro versi regina, alla per gravava penisola fosse rinunziavano non che entravano che giogo le nordiche opprimeva in le braccia (2). Quantunque ed bugiarde nuovo onorevolmente, poco in carceri vittime tante ed da so (1). Pur Misererò, il quale all'autore, Paolo un Mineo, valse, sebbene da di porgere la ma non pasciuta con saputo spezzare, aveva canzoni; con si è conservata che Regina, lutasse Masaniello,sa- capo venne risulta mi mezzogiorno.Non cui le armi invece metteva trionfo momentaneo suo MODERNE LETTERATURE querimonie, che inani meglio di NELLE SACRA nella manca magnifica Fagiuoli, impressa B. ciò da può utilizzato le varie due far meraviglia. codd. lezioni. a Riccard., delle edizione Firenze in sei tomi I frammenti il 2242 ed che il io 2947, O del ciel Giove Toscano influir ad Avvezzo Grazie benigno mani con d'oro, fallo ne' Che gli dare facesse d'un man ci fu dal dato Quel che in ; scorgesti mai servi tuoi loro per Pater Qual ciel cane per pane ? Noster Rivolti dunque te. Rossi a che Ora Rispondi: inumano, sei mulattier che ti sovvien Non stato? sei infarinato tu Qui Perchè se fatiche Di sue Se viene da vien un ad te la per lo maltratti esì mercede strazi; e galiellee dazi, inventar ? Adoeniat Se anderan, Giacché credo, nell'Inferno, come l'appalto anche Metteranno hanno fatto sul questo foco, simil Et Cagione di tutte le querele servitori E gioco in terra. le esazioni adunque sono l'odiosità eccessive; voglionlei padroni,ma sui 243 MODERNE ti acclamano che quei a LETTERATURE NELLE SACRA PARODIA LA ne ricade tutta zelanti: che Se Per occorre ora noi appaltato è quel è la infruttuosa Noster il Pater dire più che ci consola? parola Panem. In Tripoli,in Algeri, Mandaci, Che liberi in Serenissimo sarem dal Barberìa, Padrone, reo fellone Et La del disperazionein cui poeta, grandissima: son entrati i ne nos. toscani,è, a detta 244 PARODIA LA Per SACRA concluderla Che a l'impresa lasciare; di fé dichiaro adunque risolviate Vi MODERNE LETTERATURE NELLE Dio voi ci farete entrare In il capo Sottoporremo i suoi Ed Ma da al ci strazi navicellai tentationem. manigoldo, fieri ; men parran mulattieri e Libera E già i nostri che Non lamenti queruli sentiti,bisogna sbrigarsi; son ciaschedun Unirsi liberarsi per malo. A E il nostro se in Venga Gih Deve nos. poter giorno un morir '1 Moro; e il fìorentin che sa bastante. il Turco difesa nostra si che è non decoro il turbante. con Aììxen. A Roma, alle in quali offerse occasione pasquinate il famoso re di Francia, non s'intende, anche le parodie. E VII ben di nugolo al mezzo che ed il di memoria, meritevoli due spettatoridella contesa ; difensori dell'autorità potevano due esse partitiin l'uno che s'erano cui le sosteneva Ecco apostolicase che or prendono la vuoi sommerger invitto, sempre christianissimo fusti che Luigi o monarca; di Pier la Qui Uomo caduco e i dritti della E forse credi fral, come Chiesa tu tutto, sopratpaiono barca, es ? pretendi d'usurpare? poter entrare in divisi coelisì gli pretese di adunque sovrano: Rammentati, sandro Ales- mancare, domenicale, mi l'altro che le biasimava. Luigi XIV, fra quelle che ci rappresentano come opinionidei le contrarie conflitto fra ispirano all'Orazione si di satire e con come i dace l'au- 1 246 PARODIA LA 0 tu e SACRA NELLE LETTERATURE MODERNE che tieni il regno in Vaticano, fosti eletto dallo Spirto Santo tu sol nostro sovrano fa che il gregge tuo, ch'è esser ' santo e Pater; Ta resti esposto al non di misfatti e altrui già disfatto, gallicogiudizio; sia il supplizio non noster. E tu, don con Mario, che un ti re forse che follia tua per disponi a competenza, in conosci non coscienza qiti esì Sei altro ch'un pezzente risolato, ch'un'oprabuona Et pensi ancora sapestifare? mai di entrare poter coelis? in Dato così il il suo sandro, prepotente nipotedi Ales- al avere di poeta si rivolge agli altri cortigiani casa Chigi: ministri noi Piglia per fedo senz'honor, senza mal e genovesi zelo senza e in volsuti dalli santi cielo in et Uno ne poi e fu levato fu data in ad mano canaglia tiene vedi che 0 terra. dall'Annona; Marchiano: un in mano nostrum! panem Un altro n'ha Robarebbe Pensa che la con un a croce Dio un provvede come solo occhio confitto; vitto al nostro quotidianum. Vedi che che quell'altro governò Roma, porporato gli convien perchè appresso d'un re fuggire: non giova dire: Dimitte esiste in una raccolta di Pasquinate, Fr. Arisi, l'autore della Cremona n. literata 737). (1) Si allude al cardinal fatta Imperiali. verso nobis (1). quel tempo (Bibl.civica di da Cremona, PARODIA LA gli Né SACRA detto aver pare NELLE LETTERATURE 247 MODERNE abbastanza: * lo troppo della che dir, veritade chi che e vorria dice perchè ma si ognun il al ver so picca; fin s'appicca, dimittimus. Saggia osservazione, che però terminando, un'ultima scoccare, I Senesi ab ti prego, però che Iddio non di sì pazza gente brama il cli'un Roma principio a popol motivo dar che saria lor pensiero il liberarsi sollevarsi; malo. a si eh Roma Per e monti e potria vedere 'ognun parapiglia, un un indvcas. nos Per Allora querele stelle e serra andar serra, in lascieremo senza (1) Una ventina d'anni Vili che di legge cortigianide' vaghi ebbe poi l'accortezza si fa allusione come si alle nel 236, in certo dileggio di per le sue ne di f. 55 monsignor t. una Caccardini ambiziose e codesta p. 22. terza che le molte redazione par Né qui il cod. Barin 26 destasse ricchezze. cui di senso, vuota giacché ed non ma l'Ottoboni. contro Pater, 11 rifacitore poesia, in della fazzonament raf- Chigi papa allusione parodia quel goffo contro verso volga sacre, rimproveri, Chigi, si parodie 2504, Riccard. dirette casa ganze strava- fuori venne del nostro a applicare l'ultimo delle e altre indeterminati la satira offre mire cod. mutare insegne ne accuse ed le metamorfosi berin. XLIV, in Roma di capisce,quando si arrestarono alcune (1689-1691), e si concetti si volle dopo sostituì alle stringenti i suoi dei secolo toccato aver Alessandro ad il terra! (1). Amen Non Chigi: pazzi: ne Altro al onnipotente, al governo più freccia furon aeterno di gli impedisce non strofe invidia 248 LA che meritano NELLE LETTERATURE per diversi motivi al De tutto SACRA PARODIA ricordo. Alludo un ed al Pater Profundis Noster poesie che rispecchianofedelmente dolorosi più cioè che della loro e famiglia. Tanto la contengono non ma avvenimenti; che quale ci ha Vita fu di si Bartolomeo ei fece delle inutili due di pietà e (1) La (3) Del del 264 monaca 1713 un l'ofifrea parla un da a' ms. nostro, presenta c, r. della che una di i biamo absuoi querele Le leguars di- videro grata tut- per copie molte che di sentimento vivo un altra se cui sotto giovinezza,corsero Prova a 128 col v., che Giovanni Minuti e genitori Nazionale s'intitola: vi col di titolo: si muta nel t., ha vi querulo disperata f. 62 suoi Noster, notevole, ne mai Arese, Colonia, 1682, p. 194. p. VI, 171. profundis f. 127 della della chiostro,dal quale un della noi, destare forza, lamento; per d'una De da II, 285 o. Pater che giudicarne dalle a a 1' autore C. B. del (2) Maura, in lano Mi- a forza, della Mineo, sua, all'ombra sdegno (8). vita lor deplorevoli e strapparla (2). per sogni sino giunte son della la scellerata per da violentemente bei sagrificio anonimo uscì vicende l'amante tentativi più e queste poesie veri a monaca Maura per di (1); l'altro,il Paolo t'Italia,e dovettero, ne quella fanciulle,che i il fare contro Profundis Arese chiusa venne invettive le dolorose quel comuni a la seconda colleganoinvece il De già toccato, occhi che prima narrate scritto da più gioventù alle imperioseesigenzedella compiangere per costrette erano generiche consuetudine, monaca: de' uno innanzi della quell'età tristissima; infelici tante bellezza di abusi MODERNE cod. in copia Sopra fiorentino salmo Nel « « dama De (f.10 r.).II Profundis Parigi (suppl. frane. 2915) Lamento d'una risposta,Pentim,ento fatta d'una monaca m,onaca, in cod. » Prato Palat. donzella nobil ». cata mona- Profundis 2883, scritto monacarsi De Magliai).Il, ms. bella quello di Riccard. è detto: nel Finalmente insieme per che al forza, non mi LA porge PARODIA del esercitare proprio corrieri, ed Giulia Vittoria po' adattato quanto ai amare che ma belli,della pur versi ripeterequesti donzella del aggiunti dirizzo all'in- lei un chi sgorgate le sarebbero per ma E l'inviava, chi Giulia, se ella povera frate un Maura, grime la- potuto avesse della lamento al sa illanguiditi piace immaginar mi lettera S. Silvestro. La in noster quanto copiose e vero bigliettoanonimo un speciali di fini dagli occhi, sì, che spondenze corri- un una ricapitodi il monaca il Fater suora, quindi avevano sotto Centurione, lettera racchiudeva, oltre della Stato, che sequestravano », diretta proveniente da Koma, a di gli Inquisitori gabinetto nero « (1).Sui Neri gelosissimavigilanza sulle una dai recate strato illu- testé ha che Achille accuratezza 1709 249 MODERNE LETTERATURE storia genovese consueta sua di ottobre facevano e NELLE quell'aneddotodi colla primi SACRA siciliana: taglieran le vi Quando Ahi che Ma doglia gridate pur chiome belle, allor vi crudele donzelle, voi o sempre, resta! sed solo Al Per rammentar il miracolo Non il cor in core questo petto già a EppuV costretta Fintanto Cosa che vuol qui son morrò, dentro fugge non malo. stare, sapere senza dir l'Amor, nos. strugge; lo trattien,che chi so mi libera l'amare cosa Ameni Ne' chiostri risulta tinti, se 1 (1) Il di pur Pater Torino, del a. Noster IX, n. che della 33, 1885, di ved. Maura invece sembra non Naz. della al Pater del Parigi, nota p. 260. v. I, n. (cfr. Mazza650, seguente. La p. sua 124). Ave dall' isola. uscisse monaca medesimo salmo la cui ci resta parodia, di l'altra parodia essa ital. mss. Riguardo Maria sia ci trattiene in Gaz:, leti.,art. e scient. 250 PARODIA LA parlare; ma a essa si davano che mura NELLE dà non crudeli, che 0 alcun quegli odi,dei quali ordini frateschi celebre restato frate dovuto i diversi tregua. conventuale, la Cortona poema, spietatamente il Ma la quanto sembra, eccitare mostrarsi e ne del Moneti, una se legge ne Zoccolantes et gozzos vera a il fio. Fra pagarono del amore benigno, caddero, di fanno, lezioni le e ad si come spese Ma golosità,la sregolatezza. non (1) al notizie Alcune capitolo Della suo in luce, e non grassoccia (2) ved. Naz. per sul Essa scherniti per l'autore dipintidal- sudiceria,la la il collerico benché (1635-1712) de troppo correttamente, nel le in come e. datane Firenze, ma, tramutazione i Zoccolanti, costumi occupa ischerzo Della scrittore, e ved. nell'Avvertenza Fiorentini, 8 n. tentato della testé messo Bibliotechina (Firenze, 1888). la notizia di Moneti vita è Breviario, di cui riduce d'ingegno né d'arguzia,abbia mancava JBi- Offici,la quale evangeliche (2). capisce,le inedite, preci,le antifone, gli inni, i pilineri colori; coi che del lui, intitolata Contra una similitudinem le tutte burlesco salmi infatti propria parodia e senso composizioni,rimaste le sola dito dell'ar- saprei per quali cagioni,in disgrazia presso non tirico sa- renda reve- essa bile la Zoccolanti, ai quali per i invece senza gesuiti (1). ebbe, per avrebbe padre comun certi quelle apporta tradizione suo tosi pie- bugiarde d'oblio l'altro menato privilegio di anche ; quel per a non invidiabil il poco poi dentro esso per secolare aveva flagello addosso compagnia noi drammi, Moneti, frate minore appunto convertita^ nel quale sui e perseguitavanol'un Francesco Il cortonese lume quasi sempre promesse si MODERNE agitarono allora l'eco di è LETTERATURE agli spiritiafflitti. A di pace e SACRA v. r.-lll 92 nell'opera 1 I, p. Toscana attesta 522 non e del r. cod. codici sgg. soltanto Palat. Palatini 319, sul quale della R. Bigozzi, o bigotti,si le la Crusca, anche persone i frati. inclinate Bibl. diceano all' crisia, ipo- PARODIA LA di rendere SACRA esilarante linee poche NELLE la senza la per col zuppa facezia merita di del godere se di cui qualche burlesco non la amore lo vede, gran applicata l'Officio segnalato favore smodato suo adunque botta sonora (1), essere testimonianza a si eccettui armento il offrono, ognun non gerne leg- il soggetto tenue troppo e fratagliaed qualche e al tonsurato non Ove di riso. materia è la satira cavolo è difficile un'impressione di tedio. provare i vizi della che 251 MODERNE parodia, pure sua Troppo prolissainvero ; LETTERATURE rita sapo- del là e qua Moneti un'eloquente come parodia nuava conti- sacra quei tempi (2). a Vili. Né le Settecento è (1)Ricorderò ad gratias olle di in una di parodia Genova Vitt. Em. secundum e di di lezioni parole in come Blasfememus Gaudeamus in Gaudeamus frasi o medievali, messe Oremus tuo. del a 1684. Matheum. del 131). p. irae, Nel si ha Un allusiva cod. pure 63 la Domino, broda. in di una anche quale cod. / (ved. Mancini, Bies Roma f. 146 Moneti del fattura jesuitas, Cort.. di del sia sta Cortona Etr. di spirito tuo, secundum descendentibus, delVAcc. Ahimè, in IX divisa burlesche alle le pa- patris Tritemii l'Epistolavenerandi spiritu lo che sospetto di si succedono già proprie seguente. Il Bue ecc. grasso, Evattgelii in cum Esca e tramutazioni alcune Et secolo nel leggersi a mattutino, di Amen versetti Beo Io da t.). Certe quelle (sic),de" S. appena, richiamano ne sarebbero (2) cominciato singolarmente r.-107 rituali di molto Bigozzos caeteros (f.101 mutaron cose 347 allo cod. Passio Libr. munale Co- Com. e conserva bombardamento in Gerusalemme B. tempore della del cortonese scellerato S. Croce ilio (sec. XVII) della 7ìiss. altro In com.: Sequentia una Cardinalis della Sacchetti 252 LA PARODIA rodie; il JDies SACRA la e travestito Filippo le del di Paesi Teste Amedeo serve (3); (1) Oltreché si (3473), altro un de' centone Giudici Riccard. e con la f. 22 (2) Cod. in cui e i venturus, Mater, per (2) ne' guai, in si quali al seguito Vittorio faccia volta- suo ribellione sua in legge io quanto l'autore dal solito altra, le libro un cod. iniziali A. Z.; brata cele- venne (Cod. Cicogna Bichi un con e dal in pure più originale ma di opera Fagiuoli, Sobieski, GXIll salmo Riccardiano Salterio, sotto di valore (4): ms. troviamo si cela al un credo, dal che Geremia, dovuta con contro 998 tramutazione (cod. Palat. capuano r.). delia di Com. Cortona Un' altra 342, copia f. 151 nel cod. 1701 r.: 361 : : Sequentia cfr. Mancini, p. 251, e, (3) Cod. nostri il della Casanatense Yictoris (4) Cod. per di parafrasi del Beigli confederati. o. est passi scritturali, tolti Correr), Stabat 271, per quello lega,che presentare all'Imperatorele suppliche irae, che de' Turchi, Museo dello da (n. 2593), la disfatta del di nuovo futurus, est pentita della insieme, messo di in favilla, trovava a Dies col foedus deridere il Pater vien vasore in- illa Philippus a di Mantova (1), paludes aggressurus! Savoia di mussulmano : tremor Dani 11 Passio lebrare ce- Schelda, Tago, Scilla. Quantus Has sul a coll'Imperatoree l'Inghilterra irae, dies Solvet prima poco la sconfitta della Bassi Dies servito Vienna formata Provincie de' MODERNE cristianesimo vaticinare avevan LETTERATURE aveva liberazione per V che trae, la vittoria NELLE perdono. 2121: Cora.: Roma Questo Amaedei. Riccard. di Mantova RavVeduta, 17, ms. è N. fra 1, 17: gli Passio smarriti. pentita supplica Signor, del tyramni grave V iìnperatore errore, ecc. 254 SACRA PARODIA LA NELLE LETTERATURE abandonne Ne nous De la Maintenon De Ghamillard pas de et caprices aux délivre ; et MODERNE nous [ses]partisans. Ainsi-soit-il (1). Così man nuovi personaggi, e mai se ad (1) Cod. Il lettore di alle Cesare per da intervalli nuovo esempio, da di è Museo da' recitarsi il Pater, tu C'ontro il decreto Non hai che ognuno di fatto di cui ci andiamo di notare come adoperato in messa far disgiunti luce contiene da un Il cod. menzione. assassinati porti il qui qui un perla Pater zione Lega- es in noster celis il santificetur, il maledice duto, avve- com.: teco del già sarà talvolta e la testa singolare attitudine (sec, XVIII) Ferraresi parti e mai Codesta molteplici è quale suo decapitarne a modificazioni diversissimi, il momento poveri Carafa, ne letterario lievi con Correr un N. tore impera- un sollecitamente meno tempo. ora Il P. in si aS'rettasse genere usi (2).Ma 1708. morto infatti ci è accaduto di parodia per Martini simile, egli se fatti e cui del dell' E.mo e uomini piegarsi ad a 1948 non venga considerevoli parodia Cicogna noster volta F. in Roma, popolo di da en tatore spet- e (A. II, n. 1, 1880). come il Qualcosa componimento satireggiare della certo d'una catissimi intri- scontento suo frangois domenica nella storia del Più il Noster si adattava quali novello. occupando. lo stesso della memoria, si verifica servirsi della a pubblicato rammenta abborrita le statue, continua è stato Fanfulla presentano furono, il pubblico,attore ne 2593, Pater XV si le fila di drammi approvazione o sua Riccard. del articolo del la Luigi contro ve del mondo scena svolgono si tempo, un esprimere (2) che sulla mano nomen tuutn. termina: Orbene Da Carafa Ed i cristiani questo stesso P. crudel N. libera tutti ci a nos malo. Amen. riappariscedinanzi nel cod. Corsi- PARODIA LA SACRA difficoltà di di colto sul bizzarro in nascere soltanto Notiamo da seguire,anche questo nostri, e più alla mezzo letterario,che caliginedell'alto medio nociuto 7 il che alla diffusione Pier che Leopoldo, esso ma r., della gnavano sde- non suoi del fratello la morte tu parti e porti sollevava dirizzat in- memoria luce di al dare per al toscani sudditi più metamorfosi, sue alla tornava esso dei le è non vituperare la a si arrestarono qui nome a intende XVIII sec. saluto beffardo un del cadere sul bensi Garafa, (f 1740;. Né XII Clemente f. 54 (sec. XVII-XVIII), contro vulsioni con- poetava Voltaire, il Credo scrivere, mentre 45, G. niano le e I begli spiritifrancesi parodia religioso-politica. di evo. la fine del secolo XVIII, segnarono piuttostogiovato che mino cam- abbiamo filosofico il movimento come la cresce lontano, il fantastico genere politiche,che abbiano dì ai 255 MODERNE LETTERATURE avvicinando ci andiamo più NELLE granduca riale impe- trono (1790): Pater il decreto Gontro Tu fosti Ma noi Tu che Per è granduchessa, fil.rom., Altre de' v. in valido aiuto. che celebrano di di nella la tuum. regnum direm: fiat; voluntas sulle altrove secolo L. tua rime stesse riferito è inviato intero per quand'essa a. alla di (Giorn. IX, p. 260 e Ave la cedette Borbone, lui sian caduta un il Pater sono diretta Maria alla Gorsica XIII, p. Noster 298), ed che del « il nome diretti io reo ne di duca di Du Tillot glistrali del posseggo di Parma, non poeta alcuni ministro, usurpatore è me nel Francia una d'Austria, dalla quale gliavversari parodia copia note me a Giafièrri, ed Ferdinando Nella contro l'esistenza codesto d'Amalia di che ho Ligustico, in lode ministro ma lode in Giorn. Regina di Genova, contro (ed. io Vadveniat, noi fu sempre tuum. 144). p. parodie Gorsi 1768 e, punirà, il saluto che e coelis, in es nomea portar nel tutto iniqua invece il volentier facesti il ciel ti Ghè qui qui sanctificetur. malediremo poi Se Affettuoso finto del il noster teco Salve dito dell'ar- aspettavano pronunziato, ne accerta sonetti, i quali ingiusto ». 256 di dilettante d'un del Buon inattesa nel dio Gusto; vecchio galanteria del dall'oblio,se di del Lambert del in codesto Décalogue (1) Le théCitre Bachaumont. littéraires,Paris, 1857, in del le anche voga maliziosa, meno dal (2) la La Doucé, attori il noto fu Y d.r de editor Celine, ora amateur aprile 1764, Mémoires nelle secrets Ciiriosités sue allora tornassero come il Liber (4). vision l'altra sua, e presenti certo sono memorialis non de Caleostro la Sermon veillée de et G.'«. Una parigino I. Liseux. di che all'Acce de Vénus, Bruxelles, Gay et à ristampa più Dell'erotica Il Sermon d'amour ristampata insieme Foscolo manifestarsi provarlo, Ramondini, è del Ipercalisse,dovette a insieme Gnide, préché recente parodia è di formano ne sono Maréchal. appunto alla Messe de Gnide ricordate. propensione ancora sufficente d'un Petite profetici;Y".vg\ii3i du suivie de et parodie edizioni (4) La presso ed il Porta nei Heloise, del- Augusto dell'I 1 data noto le Prétre, la Prétresse, le Coeiir. la Prióre prima pari che Gnide de Celine de (3) Codeste nelle E da Credo L. Lalanne di scritti 1881, Impr. Glerbaut ha dato accoppiate poggiavano Le 1769 novembre ritata imme- Vannetti. Messe prióre e la sotto la Nouvelle contro fortuna essere satireggiare Voltaire, per di tutti,del alla memoria dettato parodie scritta Grimm, goùl 243-44. p. salacità Foscolo Ugo entrambi Ristampò alto più l'uno 19 del quella delle quelle del Pater, anche dii la leziosa salvato Confiteor, scritte Dieu riferiti sono l'altro sotto du di degne de la davvero procurato la genere, (1).Tale sacra introdotto avesse (3). Assai un'arguzia il Griifet l'avrebbe non son del e infondere parodia del Decalogo Gtzido, giacche (2). Ben Griflfet 1807 di noi, anche vi il giungeva di gli hanno Credo, nel cui a libriccino suo edizioni più MODERNE a della la Messa egli non parodia VAve, di riuscivano e stampo velate, che appena LETTERATURE spettacoliteatrali,ed scrivendo Baurae, alla NELLE però il risultato era non du SACRA PARODIA LA in opera apparire come le forme per in di più e credo, quella milanese, nella quale narra, della importanza quale tanta diversi sua parodia biblica, modi, seppure lettera è burlesca al in la- parodiando un LA Poiché PARODIA SACRA la guerra recitarsi e di sera Beatissima da Milano La meretricula... di ristretto riferire certo : due lardellano rammentata celebrando Miserere mei. Deus. Secundum salmo Misericordiam, de el scabbi iniustitia Eel car? 0 mi S'el Et poeu' var p. 129 e De seg. manoscritto, et vincas Castro, Il Credo critici Milano il posizioni com- dialogo S. Fedele, polpett»: o tre... delieto... a Munda : Tibi la me... soli peccavi... cavi... in feci sermonibiis judicaris. e la repubblicano Rep. cisalp., Milano, si legge a p. 134 d'un 1879, volume discorsi,manifesti, satire,dialoghie poesie, contenente Notati, Studi cum facete me te coram Italia,non l'è? el vini... me più (ma quist. subet pocch. maltcm Tuis, (1) Ved. E — non secundum et et mea cossett da ? disnà a Do' lava Ab tutt' in E — come multum sue in ma numerosi quali esequie descors de politicae de « tuam Multitiidinem... delle in tale zionale Na- decenza. so magnani... Et la una alla riprodotto così al vivo è non del — è certo ed stampata, ne editori) codini, frate conserva l' indole una in cui i versetti E recenti i S. Paolo, un fa anno offendere senza de' suoi quel Miserere, — or si tissima San- la caduta Francesi, grande poeta milanese, ormai qui preti che, qualche brano del veder 1803, cristiano quando compagni copie però, perchè merito per del venne verun ammiratori spiacerà poi di di numero potersene Agli Essa è Papa, de' Pater e d'un epistoledi cui ebbe in del gloria della e d' Italia i lettera,che Firenze. Doveri onore stile delle lo Pavia a Credo (1). Ma fuor maccheronico mezzo viaggio non Libertà Napoleone spazzò tino in mattina e a Giacobini col Ballo divulgando de' e venne parodie,i solo religionenon componendo francese gli oltremontani, inaugurarono repubblicani;e perfinode' Noster da alla 257 MODERNE di fabbricatori scimmiottavano nostrali,che altresì LETTERATURE in Italia la rivoluzione anche rinfocolare l'estro dei ma NELLE e letterari. 17 258 che e Che infamia col che triviale meno mai è molto suo la lo possiamo nemmeno dir ragione giusta La riconoscere voluto Il parodie giacobine: quella il bel nome del nostro di Pater; quel capo, che poco diamo posse- Nosterl disgrazie si nostre è il aver non coelis; in es menicale Do- partire dalla bella tale, che delle vera qui voluto aver non e nel si meritò miseria schernirli, per pasquinate l'Orazione massime una ridotti ad Essendo voce delle insulse nostra, operare MODERNE la i Francesi che recitano Italia^forse LETTERATURE fra cent'altre fuori venne NELLE zitti,ritrovarono rimasti eran ne SACRA PARODIA LA i suoi osservare precetti,e feste sue sancti- ficetur. infelice ! Ciò Ahi, Francia in che te L'Italia rivolta Pochi questi partitanti ci nostri resi vili fiat voluntas tutti relativi alla nella parte da sopra 5. a gran monti Discese colli, fu da' tiranni ed Mantova 8. spirito,nacque da 7. Credo di 10. Niuna remissione Parigi naturale e Passio trasformavano — alla » precede (p. 138), è la venire 12. li Pater anche mante tre- 3. Il — i giudicare futura noster Nostri il Tedeum in una Ludovici maledizione gran emigrati — del Libertà, Eguaglianza, patriottico reazionari l'Austria del- Austriaci nel e — 6. Salò, — risurrezione pace. XVI sepolto potenti La cepito con- 4. Patì capitale degli 11. — Bona- — e Vienna di più scipito.I Domini l'Eguaglia del- quale fu Italia in distruzione La serva con- Credo General nel risuscitò a si 1. « vilipeso, morto tirannia — suona: generalità francese 9. La dell" Uomo Fratellanza. lo da che virtuosissim,a destra spirito della nello Direttorio diritto ha là Di Esso nostro dì alla siede ora anche voce con Lombardia, Credo madre il terzo Piemonte; in — — e tenta, con- indivisibile, creatrice 2. — difensor figliuolo,,unico sito in ed una sociale Libertà fatale, sorte 11, 14). v. Francese Repubblica essendo ma e tuum. regnum ancora, Francesi (S. C, all'Ambrosiana Adveniat nostra allegra tutta e questo tuum. nomen tua. de' venuta infame mali, restano dalla intimoriti e diranno: il solo l'Austria, griderà: verso si è più-crucciarti de' nostri gioirà, e godrà or dei che rimanere debba non che di a versi, che in lor volta Gallorum contro vevano scri- Regis, la Francia. PARODIA LA Iddio sicut troppo pur coelo in et ci resta Che SACRA mostrarsi sa in et lo stesso evento terra. che NuU'altro dunque? or ogni in sempre 259 MODERNE LETTERATURE NELLE il panem cercando andar nostrum. terminerà Ma Ove ci Ma ci ora Ora è debita qual animo dei loro abbiamo di creditori scadute nobis. in cui Che riconoscere, ne' tardi, troppo ma franco Ma nos ahi! Dopo essersi vituperatiper vincitori forzati (1) Da (2) Ave una volante, che un'ode usati l'Austria dronisce impache gli abbia le celata come la da in popolo zette, gaz- rovina nostra la per il nelle finzioni nostre inducas nos fare che per continue nostra ? parte ; tentationem. almen gli potressimo era, di (1). replicare: Amen viltà ed tante gloriosiallo anche sprezzo, signoria(2),e del tempo presso Lombardi ; esser uscita alla saffica di Concedi a di parodia Maria noi da di trovò fiamma trice purifica- Lombardi perchè degna di salutare me. questo luce di blandire scopo è il titolo d'una fra il 1840 strofe, la quale comincia: otto Vergin farsi bassamente avere la ritemprarsi nella | de' deve Ave, che patrio,di supplicare coi copia Maria ne secoli caduti la straniera cessasse si male dal sorgono tener per a piegata a maniera dell'amor noi da grande degni d'ogni finalmente chi a malo. a slam che et ancor fronte ? disfatte risponderà: se si ritiene giovarono le saprà Napoleone libera nos bollettini fosse noi, Italiani Che far dimittitnus? i tentativi ne' fogli e troppo pur et nostris ci aiutasse? Italiano cui sicut tutti Italiani difender e debitoribus valsero dire: stati moltissimi da soddisfare gli vorranno cagionato anzi Se Dimitte il momento giunto alterigia con hoclie ? 7tobis dire: tocca prepotenza, nostra. Con per da : tanta con agli Italiani,quai presentavamo dicendo cambiali, felici, che dì quei sono inaudita, Esso il nostro sarà o quoticlianum? disdoro Se condizione cattiva nostra questa grazia piena, schiavitude oppressi ed stampa il 50. tiene Con- 260 nel giorno adunque fra nata è PARODIA SACRA della riscossa LA r« Orazione gli entusiasmi chiudere caro Padre Italiana, lodato pacifico regno cioè nazionalità la pace E con lunga la noi con soldato Vittorio o nome, volontà Rivendicaci liberarci patria. Ecco », mi essa rassegna: qual primo il tuo siccome della Cinquantanove; campo sia terra. nostra, al MODERNE professione politicaitaliana del sia fatta tuo; nell'italica di sei LETTERATURE il liberatore ormai la che nostro NELLE tua oggi ; denza dell'Indipen- il nostro sotto libertà; fa a presto il venga cielo, rispettarela rispettiamo l'altrui;guidaci a goder dall'odiato Così Austriaco. sia (1). COSÌ fu. IX. Ma la oggi neppur seppellita.Quel parodia Orazio che saturni, noi potremmo gli città scolaretti ore fuori o diceva ai suoi ripeterlodi del contado si vendicano lei: il sole e della né capo che Sorger gloriosi,e ch'è tuo A nostre A' tuoi coda, da Da di un volume Roma, n. manent antiche Francia di miscellanee p. sulle arie ghe lun- mentre dei lesche burcanti l'aspra pena si cessi. colpe ampio perdono; figliLombardi 257, fra la delle oscura, infondi 945. forza ognora il dono. patriottichedella e versi o Madre, implora [figlio], Di (1) In tedio chiesa Alfin Signor hodieque gli uccelli garriscono,tessendo rapsodie,senza Dal morta giornidei importa. poco dell'ineffabile passate sui banchi splende proprio ritrovarle, fa d'uopo scendere vestigia; solo, per plebe,della è sacra Vittorio nuele Ema- 262 PARODIA LA SACRA volgo, la parodia nel è peggio,si però abbiam (1).Adesso tabaccosi nun da veni prima passo più in si chiudono contro uno là, ed i preti sparagnu; dipo' giugnu; e magnu!... i Dieci dei comandamenti dini conta- (Dizion. milan.-ital., Cherubini s. v. : lus Vunna, el Tré, l'è pussee l'è Sett, de la Noeuv, Peder mort in on la gaijnna Des, segond l'entrada (1) La di Dottrina che Tip. delle essa sia io ne Piccole il italiano, che ; ma ho G. se G. non Comunque ho savè voeui- fa i spes. al occhi divisa cosa di ai tropp popolo (Milano, in della se miserabilissima. 1880, Novembre Credo del Dottrina tempi nella italiano Lezioni. nove verificare ; i' oeuv; bianch fa penisola maniera sia, è chi d'un' anteriore raffazzonamento nella i scires ; dedicala Industrie),è correva dine; la gli sotto perché; sbefl'; a negra el so' gh'è no l'acqua; di catta se bocca se che maa fatten no prò; miee la el maa San bon el vin bon gran on Ses, el dì de Vott, mai lunna; la che el fa bev e el batt mari Quatter, Cinq, el so pussee el mangia Dò, fondato. un zionale na- dugnu, lu secunnu silenzio riferiti dal lombardi vi ca maju mei sotto passar vui comu miseremini stampa il sentimento riporto tabbaccu àju, sugnu ca Paisan) Ne era non : Tabbaccu son fatto scritturali. versetti con dell'eroe nome che strambe meno prof.S. Salomone-Marino, dal cortesemente essi pure per l'Italia parodiati;e, non offendessero aspirazioniche ad municatimi il poco significarne a correva esprimesseidee libello ilvolante frammisto è adattata esattissimamente erano sovversive, fortunatamente che sposatii gusti ha ne qualche anno fa fanciulli adoperansida' Né solo MODERNE Garibaldi, nella quale que' catechismi di Dottrina sebbene non passioni.Or le torbide una che quel delicati,ma, LETTERATURE NELLE guerra il mio che popolo d' indipendenza sospetto sia PARODIA LA a abbia che nessuno sinistra quella ribolliva sono de' un rivolta libercolo,in un a predicare il socialismo. vecchio pirata del 3Ieasur in Codesta di tentato seguire le però in ha non parte che nuova che stessa opportuna da nulla se domandasse alcuno trasformazioni i fra moderna, società ad il la gettarlein così il memoria, spesso di mezzi servirsi (1) I dal delle degli e del della legge; usi ma chi ne di 19 1886). messo lissima, che suo febbraio altro tutta rimbombante distingue la letteratura ma odio che il di folli quella al ha popolo Compagni trasmesso, prezioso deposito,ai comunardi. questa che come bisogno i per il an- piti s'intende, col- potrà nella non rettorica rivoluzionaria,e aspirazioni importante 11 Barbiani nome la contro conosciuto; fosse in dere per diffon- temente giova poten- eccitato cari e la gerarchia contro sentisse vaghezza Sartori di offriva furono, ben Lavoratore del processo (n. 41, si idee ben esser riprodottifra gli atti Mantova XII potrebbe rispondere Quanto meccanici. forme forma suo nuove stampo uno pensiero per Comandamenti rigor di se la traviato si eguaglianza; diffusione la ottener per il pari, abbiamo cui propri rancori del i virtù le famiglia,l'eredità, la irrealizzabile una che altri, traviati sotto peregrinazioni, sec. feudale, giovioggi al contadino ha stupore. Che lo del trutanno effondere di occulta quale per al chierico per eccitar cellarne can- (1). ancora, le e a pago dieci! satirica quel mantovano oggi assume occhi, la decrepita forma nostri Mosè e di viva ser- dosi quale, metten- stava novissimo più spicciofarli sparir tutt' trovato il i fra Decalogo indiscreto Piìi for Measure, ; il il settimo uno, il cui or come spargesse comandamenti, coi dieci mare l'udire nuovo apostolidell'anarchia seguaci anni pochi che tornerà fasi di le varie interesse contadinesca, Mantovano, sul 263 MODERNE LETTERATURE XELLE seguito con fervidi più illusi suoi SACRA vederli Gazzetta ha scrittura di cattiva giacobini bilmente probatrivia- lega, hanno 264 LA PARODIA tichissima dalle dal SACRA ed origini, cristianesimo grande di volevano l'uso di cui con antiche i in prestitoai la e le più volghi,acconciò le canzoni Druidi in Gautier de Coinci i laudasi; che a danno del lomèle e pur il efficace: Cristiana. il se per Gfr. P. XVII, Paris, 1859, trar non popolo sempre, Rom., artificio,se XVII dei il Meyer. p. 430 p. 9-10. più graditeai tura parodiò addirit- già dai fare a ; chierici in Francia nel XV in il Malipiero colVAna- Patrignani rugiadosiautori Italia della PJn- Vecchio Rossignols spirituels{\). si vuole; ove non deriso, questo lo è certo; fosse, il Barbiani socialisti la forma la del non Decalogo; briga di parodiarela Costoro, consapevoli o no, fanno non di quel profondo attaccamento profitto ha sempre le forme stringere co- medesime; nel XVI ancora repubblicano si prenderebbe adunque (1) de' ai suoi zibaldoni Dottrina che tacer secolo che meglio armi non pii rimatori lo tentano Petrarca, nel sempre darebbe nò più? Sérapliique e sfruttato ma ed altri Cristiano, per creonte di si faceva nel XIII neppur sicurata quand'ebbe as- sue parole divote, quando tempi remoti, tornano nei tere via, e per combat- trovò quel che estirpar le triadi misteriose, E anche non stesse ebbe folli canzoni, sulle melodie stesse. Così ad proprie,non poesia profana a cederle le sull'aria delle fatta fece cadere pagane, nella stessa de' costumi corruzione fin parte delle credenze e solennità la vittoria continuò in buona religione,che famigliarialle popolazioni celtiche. la riconobbe rapida conquista tradizioni quelle ricorrevano chieder stessa propagatoridel vangelo seppero distruggere.La cui scrupoloa Chiesa il segreto della certe festeggiare giorni in MODERNE genti tanto diverse,sta abilità giovarsidelle che LETTERATURE consuetudine, la sue nella NELLE sentito, da lui Types ; Viollet-Le de e sentirà adoperate da quelq. chans. probabilmente secoli ; le de Due, Bibliogr.des G. de quali, Coinci chansons, ia ecc., LA quando più ritornano linguaggio conferma in letteratura riservata PARODIA SACRA si NELLE credon d'improvviso affetti anche alla nuovi. una all'umile l' immortalità. anzi estinte, vita ad la storia E la volta ed sepolte, addirittura col esprimere sentenza al 265 MODERNE LETTERATURE piccolo della di par vecchio parodia chi sacra scrisse quasi sempre che APPENDICE I rifacitori medievali Bahano Mauro si che l'ammirazione creduta di paghi di sono andati a la indigniim (1); il il con e suo Sic « de hornine illuni S. fas non et nefas jure ex Martyre foetus ad nostro lY, rebus scilicet ineptas Cipriano, apocrifi, lectuque oltre passa addosso rovescia le gnoso sde- sommaria così a Hartel, Ecclesiae antiquae, art. 65 profanis, sed ex existimat ineptiis nostro, sed cujusdam dopo etc., illud ». sur Goth. ut potuisse. S.t Lumperi niirum ob sit, ineptis- etiarn sacris de sacrae Tillemontiiis Cyprien] dignius est, Christiana nec nugatoris, scripturis Turca refertum abusi, suas adscribi unquam jocos ac fabulas 81, pag. dest'mptos merito l'hanno Guglielmo ridiculum sancto historiis toni. S. stultum e periodo Scriptoribus Coena est; Cypriano [Mémoires, simos de itaque Scripturae di e p. 274. opus dignum sua gli opuscoli s'acqueta non temerità scritti Oudin, (2). Ultimo sprezzo modo non fra affannoso un Lipsiae, MDGGXXII, (2) relegata Casimiro Commentarius (1) degli del opere generazioni editori Lumper alle la tante e Meims. da disgraziata scrittura, vituperarla. Opus nel chiama ma condanna, tutto averla gara la duramente tante Gli Azelino - troppa audacia sconta cui meritevole. non diacono con cartaginese, vescovo Cypriani. Cena questa parte a frammischiata era della Giovanni - dugent'anni Da I. quam S. per stiana Chri- Cypriani gitta ei le la pure (1). 0 come aberrazione strana grande ingegno di gustarla e recenti di di tanto Gli acerbi. di quindici delle del Ma quali mio l'ha (1) « p. Hoc LIX. dir poco, un il vero piena decadenza nella chierico suo scritta la bellezza stata della dotto, ma certo giudizio un adesso rimettere a che è po' d'ordine un dei la storia in alto medio più antico, il più etc. si riflette alla se in alla Patrol. Cena Carth. Vita del in Lat., nella et Mari. S. Cypr., t. sua ai evo. notevole grandissima celebrità il IV, peggio conosciuto. e. 843. edizione Opera e. quel- rifacimenti dal codeste libello lancia una adunque Venetiis, MDGGLVllI, di è la loro adunque più Cypr. Ep. parafrasi li rende nel dedica (S. Caec. Cena più severità eccessiva; questione sotto scritto,ed in pari tempo dubiis il Baluze critici soggiacque considerazione, Operibus la segno Io aspiro invece, pseudo-ciprianesca. garbuglio la Cena di chi giudizide' propositospezzare Incominciamo 1. e, fa, a già detto, r intricato di la della scrittura ho come uomini diedero tempo, porterà di questa facezia è non favore la Cena più benigno. e equo I altri hanno gli e latine,da lettere dottrina più secoli Se dottrina ? altro gii esemplari cura indulgenza degli antichi uni pensi che e di niun costoro, per quale agevole il capirlo,di parte di torto. Chi consideri aspetto, edizione, volgo de' lettori,ma minor non appunto l'eccessiva ma dicon che solo il e tanta con pregiarlacotanto è peccano, dotta sua questa faccenda? zibaldone non di evo allora va l' insulso è davvero dalla eglistesso soggiunge che moltiplicarono nel medio si 267 MODERNE LETTERATURE pietra,qualificandoladi inejoHs- sua ma lihellus...; sùnus NELLE definitivamente esclusa averla SACRA PARODIA LA di parole S. non sono che Cipriano [ed. sec. omnia CXXIII) Le ven.], che una Lumper. ineptissimo nullus frequentius describebattir », 268 PARODIA LA Dopo SACRA riportammo, per di antichità remota rOudin Unum Cypriani codicis XX ista IV, XXXII annos patet, opusculum istud dedicaretur Cyprianicis è come le voce, al contrario delle madre ha natura Lipsio strada nel ripetere che nel bugie Ed di secol Mauro, finché l'aveva dettata (1) Op. cit.,p. annum decimo non non 275. venne ex (ut opinor usque meriti, ac filio esse anno 954 985. Unde corum quod regi FranJiominis foetum issimi, hanno le temporibus a quella gambe virtù inevitabile dell' Oudin Cena da di , l'Hartel in latino ma anzi, il riproduttivache tagliate, l' asserzione che facessero di molta l'aire,si continuò Cipriano ignoto un ghissime lun- corte gli errori; infatti, preso la cosiddetta Ger- regi Francorum, posseggono deduzione mondo. anno (1). adunque la e quemdam ohscur » le apud procul largitoai polpi; talché, appena ripullulano. Era del ad nullius dotate volte, inscriptum vir dicti, qui regnum decimi opu- facta fuit, opusculum Lothario remotissimi circa duhio quae indignissimum, saeculi ac gioverà riferir illius versihus Maurum tenuit pare, accam- Germania in et sinceri Traìismarini potesse decemhris, haheri editione, illud ogni pretesa Leihniiius, epistola Han- versione Capitihus, ac Ludovici più B. cum antiqui dedicasse indocti, operihus eius opellae factam in Gallum) Se, in G. forma atque constare ad admonuit me 1707, 29 huius in parva ms. per quoque clarissimus manicis; grazia in favor che scripta, anno 16S1, di colpo che editionem fide il quell'aspro giudizio che aggiungeva queste parole Coena ?noverae Cena MODERNE si « erudiiione se dare LETTERATURE d'essa testualmente: sculuni sulla recato aver NELLE era scrittore ad affermare in tedesco, non stata per a posta comnome che colui in prosa 270 PARODIA LA del 1557 come E. delle Talché (1). du Méril Il du Méril indugiato di ignorava Così la almeno Cena^ esclusi di sopra i che riuscito delle du Méril, Rabano. Ad Migne, (2) Poés. Il quale, (4) L'Ebert, (5) sible de en è come io, debbo Il a fort est 43 noto, du XI« feuillets endommagées préface ». qualche siécle sono da tempo, leggibile non da Arnaldo LXXI vi Wion, è dedicato nel- Prolegomena volentieri, scrivendo, a dans (cfr.Ebert, la non du partie Méril. est ms. Né che pare 42 l'ensemble lo r. il faceva et t., 43 moins p. a été prof. De scrive: invece r.: lisibles 138). neppure. et impos- egli esagerasse, proposito,mi Méril c, desto co- si déchirée effacée, qu'il nous in occupe o. ricorda credere, perché lume (il du et la Cena et non esemplare un dal Mauri Alcuino complètement propendevo di è dato riparare, me parigino,additato il cap. assumeva cette Così il du » dirlo? pregato me si franco, p. 194. impostogli da est mosettimo, deci- richiamar perché è attestata diligentissimosempre, lire. la a insulti Rabani dotto a nostre ms. cui nel 123. e. Malheureusement récriture B. lai.,1843, pop. soprannome « Né (5). Di Vitae, di opera I, v. tali edizione questa Lignuin Ved. l'ed. del (3) di il decifrato ristampata e pensato biblioteche sofferto più del autore l'arcivescovo biografidel deglistudiosi. tedesche, ed ha essere (1) L'esistenza belga, dotte riproavrebbe non decimosesto sec. de' nelle edizioni poter non Oudin, stata è (4), abbia l'attenzione rinvenire a v'ha dubbio. di costoro vorrei,a questa loro mancanza, due dal Non dall' Rabano, nessuno recenti più essa come notizia darne altrimenti Mauro paio di volte nel un date Lumper; rifatta da senza 5134 parigino (2), sconosciuta. nel editori gli che (3). Magouza! non dal incompreusibile deplorato la perdita, avevano le notizie riconoscere a addirittura codice un MODERSE potuto scrivere ne commentate e da abbia di LETTERATURE riesce di scrittura interamente come a NELLE di Kabano opere giovandosi e, SACRA come Nolhac, « del Le ms. XIII). soit trois pages encore que la NELLE già pubblicateil dotto ha mi è di ormai excellentissimo Domino scribere mihi tinetur. sacris Sed ueteris Gena inibi quia in nes sicut Hec continet. se m[ult]arum fece[rim] mencionem, parerei, et valore della che utile, il dotto non scarsa. al Però pari di tutti Sed fuit Cipriano, gli dessero sacre utrorumque sublimitati la de' libri (1) Le incerta parole compendii, nel come cod. o da testo finiva Cena fra me o[ratio]- utilia propter et (?)omnium prolixitasfastidium ne Cena che di noia ne dilettevole men nudriva correva, adunque e ei riteneva piacergli. Pare gli elementi commisti. di (1). non opera tedesco divini,e chiuse et bonorum omnimodis non opuofficia relegenda [nec iocunditatem quia vi rinveniva di purgare in que legentis attolleret. singolarmente carte che con- prauorum scedula contemporanei, tutto non et malorum haec ad credo monaco i memoria ecclesia uestre Cena^ nel acueret colligenshoc patrum [bonorum] quo uero animum breuitas uestri re[periuntur] nomina, nom[ina] ita et causa dignitatiali- uestre multorum qua Ultimus Lotario. sensus Explicit prefacio. incipit Del nome [bis igitur o]missis percurri paginas utilitatem. rerum acumen in et presens fore audjienda grata non quedam continet, congeriem et regi Capienti s. talia collegi,in perparuum se altro, non l[ibri\Cypriani. u foret libris reperiuntur. Quoniam in r u multorum scripture et sculum a Cypriani, inueniuntur non m delectaiile quod Cena in atque serenissimo alumiius suhlimitatis occurrit questa, se ; e all'Italia: Incipitprefatio quid francese amico, il dott. Pietro de Nolhac, ottimo un caro uestre 271 MODERNE riprodurre qui integralmente,grazie alla concesso bontà LETTERATCRE dell'opera,della quale poche righe la dedica che rimane SACRA PARODIA LA quanto di offrirla parentesi quadre Di non che certo, opera anzi estranei qui il suo rientrasse poi, così sono stima che alle segno dil'ambito nel- riformata quelle di congetturalmente supplite. di lettura 272 LA divisa e PARODIA SACRA in venti sembra Una lecito dello nel di Nella Johel, si deve tale Rabano, abbia esprime (Op., vocabuli V, e, che (1), il oscuro foggiato, stesso il è nome MÉRIL, (3) Du (4) Il dubbio, se imperatorem da Non un fermerei dal Dio; del successo redazione nel ma tazione interprevolentieri preferibilel'altra sembra me ed. Migne, v. e. si non in 1. XV 0. e, espresso scrittura 1. incerta. Joel fuit Dei. e. Pater ». sicuri era Rabano libro III de interpretatur DoHoc huius enim » 1. V Epist. Pauli, (v. VI, nel riguardo « 68): vel incipiens Deo etymologla e V, tal il Ludovico a IX sec. libretto, suo incertezza a (4). dere può esclu- di errore mi non si la sua non difficoltà. piccola interpretazionedel vocabolo, poiché sive 1452), Rabano, dedica? seconda Enarrationum esser io ma una idipstfni signiftcans quod possa bandisce im- tuire sosti- la retta resonat (2) Gfr. da Ludovicum derivi essa Jahveh vale: Deus, ad incoraggiato questa fosse Universo V. che re Rabano lui il mentre l'operettadel letterato franco è ipotesi.A offerta (1) Johel minus da d'una prima di codesta pensare di lettura; una stesso riuscir figliuolsuo, tornava congedarci dei sospetto che 0 che gli che il vediamo noi di Basilea stampa il ne dovette ne del nome greco, toccar intitolata Convivium che chiarire; Johel chiama il tace potremmo opportuno sopra posso (3). qui noi Che che egliprocedesse dio-padre(2). Il figliopoi prende di Abbatheos, fosse non Come velo, già tenue, dell'allegoria. ebraico, mezzo mezzo E il rifacimento quello di Theos affermare Cena convito, e lo sposo; nome sovrano. epurazione pseudo-Cipriano il a suo MODERNE l'abbiamo, fra altro, in questo, che, prova testo è lavoro di sottile nella più LETTERATURE capitoli,al in codesto solo mi NELLE 315): (Op., Abba, « ed. Migne, hebraicum est, e. dal diversa du dalla Mèril, Cena, che mi il Convimwn pare infondato. dei LA PARODIA Germanico, le cose, NELLE di Basilea la il il occupa più importante può infatti,a mio storia la per un poeta italiano. Stefano Cypriani da lui alla luce e per di anche o cod. nel di Lotario. la Cena In questo la seconda essere può levarsi stampa di di anche fosse non se della da non poesie che il Germanico, quella caso redazione mezzo il mandata Cena. chi sia menti argo- Codesto ad onta opportuno riprodurlo di congetturare erano trattare principio ; ma credette raccolte sue quale di errori di trascrizione, del anche du Méril delle (1) Si potrebbe era quel ritmo piacevoli(3). formicolava più.mancava prima destinata soltanto viennese ciò, Edéléstand nella in duecento trocaico catalettico,del particolarpredilezioneserviti,dovendo poema e di norme Cena ignobilipoeti dell'età carolingiasi non narrativi di le di Imperiale parafrasata, riassunta trocaico, nato dal tetrametro con pochi lustri, poemetto (2),in cui la versi, composti secondo parecchi e nell' rinvenuto un che meglio era, di Endlicher, giovandosid'un manoscritto decimo dava letteraria. avviso, essergliconteso da secolo per quelli di cui vogliamo discorrere,non altro, dettato in versi,alla distanza 1836 del penna primo luogo un Vienna, di stampa dalla da del così dall'edizione otìerta Cena^ uscito della fra tempo Questo vanto Nel la e Se (1). però forse è lui. con Parigi ci verrebbe grande discepolodi Alenino, ordine di 273 MODERNE prima redazione, scritta innanzi la seconda il rifacimento Se di il codice Lipsia conserverebbero r 842, mentre LETTERATURE si fu riconciliato dopoché andate son SACRA Lodovico il ma a grado medie- al padre quale di verrebbe costui Questa in latine lui ad perplessità non di la esaminare Basilea. (2) Catalog. Codd. Mss. digessit S. Endlicher. (3) Gfr. Ebert, NovATi, Studi o. critici c, e v. BiU. Pai. Yind. Vindob., 1836, II, p. letterari. 353 e P. I. Codd. p. 296 e Philol. sg. sgg. 18 tini La- 274 vali SACRA PARODIA LA E (1). benché sofferte dal rimedio recato di Torino fosse intorno al contenuto ai dato avrebbe materiali, che Della mani. nel cod. di non il Wright Cena sia in più antica (3) Come nel è detto di Cena risparmiate parecchie cercheremo si adesso tutti i non e, nelle ritrovano Cìjpriani esiste un'altra si tratti quantunque probabilmente derivato, ormai car., p. tutte; vede ognun A., 1843, p. 193 si non 44) e che, per Per sgg. codesta cui le se donde parlare bizzarro un di meraviglieranno chiama quella da rettamente cor- troppo, redazione ogni altra, sia della in prosa Cat. è cum che di t. Cat. Codd. II, p. 7, Mss. sotto il Bibl. n. R. Taurin. D. IV. 2. Ora Athen., risponde 111. 5. si deduce esso Epistiilae priani tento con- il Pasini, nel segno, dallo stesso fonte M. in Pasini, E. segnat. 142, gli offriva bisogno, (3),pure la MDGCXLIX, Taurini, data esatte versi, è provenuta! (2) Descritto alla di ma i lettori (Hist. de la che 18203, tardo, lat. du pop. Se pena. notizie parte, dico, perchè monacense solo abbaglio, del quale p. in ritmica il torinese (1) Poés. la ligente di- un torinese, invece di star difetto noi suo congetture colgono è venuto è Al farebbero lezione mie procurarsi si sarebbe supplire in parte; ms. cod. ma affermazioni. erronee nostre di di ai doveri mancò potuto reintegraree stampare più Cena, la di filologotedesco. briga del quale la tal scontò, naturalmente, la esser dell' Universitaria riprodurre a pochi ed imperfetticenni solo non del ne e egli si codice un facendo, così editore, di zioni mutila- alle viennese, poteva ms. stette pago edizione MODERNE ignorasse che poemetto nel (2), pure Méril, LETTERATURE egli non coll'aiuto scorrettissima Il du NELLE dalla Codd. Latinor. membran., S. sommaria del descrizione sec. lo comprò Johannis Giov. alle in ff. quali (f.207-212). Troester di Monacens., di XV, Cipriano (f. 1-206), versibus R. Bibl. che t. 212, segue In Venezia una questo e Ili, II, P. contiene la nota Cena alla nell'anno ras. le Cyfine 1462 PARODIA LA Al rende non conto di se dell'operasua, e svista strana quale so nella chiusa intercalato in codesto errori None è come torinese,in d'amanuense, versicuU causa si trova ora adunque qual si legge domini sancii cena che immune da Qua 5 ludo Codri Riserat Talamum Sub 10 novis Ha[n]c laudai Ut la per lettera le copista, che Treviso. E edizione va da un (1) Però adunque Ne misterium. Fra i mss., S. 11 cod. del XV, sec. r.), ed è stato di medesima è indicalo è, ff. 263; cui i due sua non 1459 nel a chiude rac- la segue Barbo, probabile che nella I'Hartel Torinese scritto Marco Filippo, per di cui Cipriano, scadenti. Cipriano (1-257), a di pochi anni, lo indicano canlantibus, lettere di sommamente archetipo debbo più pascalibus, prior cornibus, deriso cartolaio. mollibus, albis designai mano r.-263 conservando come cod. di Epistole di plaudite); prudentissimus. in delle i fra si chiamava distanza a plasmate, amici racemis scolae lusus Gaspare sua (f. 258 versificala sub scriba Mnasylo cum da |u, e attendile. (vos romanus coronalus volta, membranaceo, che (?) venter papa sacerdolalis ducati si è valso divino commiscuit, venit Silenus Quo cernere. himeneum, Ciprianus post felicem logiae septem qui dotavit artibus: Velerà dodici Joannem me pampineis vinetis, sub Quando martiris. Cipriani percurrens findatur qua Johannis auditote,iocantem cantantem Satiram nel che manca, che nel (1).Eccolo Qnique cupitis saltantem tratti prologo,nel : de colla possedere un disgraziatamentetutt'altro ms., Incipìiint per 275 MODERNE premette intendere,nel cod. viennese,e facile di l'autore componimento suo quale LETTERATURE quel testo più particolare notizia. di anche NELLE cognizione del soggetto, converrebbe vera con SACRA Cena da un vescovo di mss., piati rico- regione, siano stati unico. il le rubriche copia al di carattere suo mio caro che lo componimento precedono collega R. e Renier. dente, indipenlo seguono 276 PARODIA LA Hanc In 15 exhibeat Ut ridere cachinnis Sed Ad Rhetoris lingua[m] venite cuncti papao clari et Non satiricis commentis, suo, del Giovanni in alcuni che, per buona e decimo, Haec Pasini, Méril, col che in Du p. Gange, 27); il v. — anche 20 Qua di chiusa nel al poema, cod. del secolo da assai Pasqua il iocusì correggendo lingua, Ma — 22 II cod. al II cod. Mus. Diz. a di Er. fin- virgiliano: Vi quelle che Eccl., ha feste vano forma- 15 coronatus, 18 Altra cod. — cachinnus, il passo Thetoris, cod. v. Vili, VAbbas richiama nasilo, cod. faccio, zione. le- Tt.,t. II,p. 7, 567; non — nel ha hac. i chierici il senso? così com'io il cod. — 4 un'allusione li salittantemy di codesta pensasse 9 — cornihus VI, 13. 1 lo trovava — poeta celebravano Moroni, v. evidentissima oscuri — Ecl. testo, secondo (cfr.Mabillon, v. tabulis; sallantem. tempi posteriori? legger del verso che coronatus digitis, in (Ecl. VI, 26). versi scolae de' il esigono Cantores; virgiliana : ma propria l'assunse,porge retunsum sull'assurdità senso della prior Sia la notizie solio Cornelii, critica riferito cantoriim s. Cornadoruìn il cod. ha questi Schola la po' di un Codro ilia occasione in cui a scribebat espunto. Suppongo ut certamente ad che ed il d rumpantur dedicava servono victis iam tenens osservazioni fa non mezzo tassus papae detritis ludibundus 11 metro datKr in versi, che cantabat qui luogo Il du cod. (1). lunga più importanti ventura, esistono così Grapbium (1) Darò fabulis comedi non nell'apografodel decimoquinto : come Et miraculis, personaggio al quale fatica,e delle circostanze omnibus. Gartaginis, divinis di gran più copiose e prior balbus Cypriani martiris, luxit verax vetulus, contemnens libicae sophista rictibus; tussiendo crepabit Qua dell'esser crescentibus dissolvatur, torqueatur regat cenani vestibus exercitum. scurra quam prius pendens Qua[m] in triumphatis gentibus, instruat certe MODERNE imperator Garolus, coronatus, imperialis locus Ut LETTERATURE gavisus, prodigus victor Video Ma NELLE convivis miraculis Quando 20 SACRA rimane niscenza remi16 Così il cod.; oscuro. 278 PARODIA LA abbiano SACRA in trovato NELLE LETTERATURE stessi le se MODERNE qualità che lo scrittore dì de' versi questa nota reputava indispensabili all'interprete Giovanni, poiché ambedue di dal prudenza trincerato la ignoranza, in torinese,per astenersi testo dentro il quale si concorda Torino di Vienna dal anche ! Proviamoci giungeremo importa conoscere sia stato Il primo che verso adunque noi à rapporter de : postilla démélés accaduto correzioni bandolo il di ms. quel da chi se enimma, nuovo più quello che codesto ci poema le premier papae riferire le di finire in Méril, che On « a lassus (1) Op. cit.,p. 199. point expressionssemblent Carthage, de des certainement était de et se qui Corneille;peut-étre solio Cornelii anche du a Bastava il Méril (1).» E quale questo andò si trovava mostrare per critici acuti chiassuolo. fantastiche, mentre matassa. col vers: quel valentuomo, della leggeva connaìt ne ont vers parole del un di chiarezza: solio cornelii. le pape avec troppe volte avvenga e 11 du Cyprien, qui cantabat voluto strada il modelle un les derniers et saint sérieux Haec come del questa fatica. Che a e tassus papae tassus'^ papa, faut-il lire ainsi Ho è davvero satyriques. Quelques intentions eut scrittore. Ma ricavarne a cantabat Tassus, pape si è velo l'allegorico interamente meno non quel sarà viennese ms. anzi egli si trovava, sollevare quando, dove, : Méril composto. Haec 0 lo per cui molta con più piccoliparticolaricon nei ci riuscirà di dichiarar non 11 du avviluppatolo era astenuti sono l'impresa. tentare dietro si di è sbagliar appunto almanaccando fra le mani infatti rammentare che il il PARODIA LA vedere per pnanus del senso Haec di Levata a cliiamava Thascius cantabat del ceder Caecilius doveva ms. posto ad il con taggio van- (1). eccone questa prima difficoltà, mezzo Cy- Thascius: un solio Cornelii papae 279 MODERNE Thascius il tassus che del metro e LETTERATURE una nuova 4: V. i due leggono congetturò il quale du il è il Ostia ragione. Ma del verbo Non altro c'è la persona terza presso il linguaggio ordinario, non se non alle foci del si bizzarra, se lo scrittore il ticchio di fare, prima altro mettere Questo cantava « porto di Cartagine ^"; che però, ridotta vuole, ma o m' inganno, signifiica, in si trovava cioè Tevere, da conspexit in conspexi, il soggetto in venne alla io vidi da Ostia abbastanza che in l'autore,il quale vuol dirci: Cipriano,che frase a mutarsi soggetto? sostituire perfetto;mutato sottinteso ben e portu cartaginis, debba hostia Méril, che me, sub conspexit Che mss. dunque sarà secondo hostia ab Quem del NELLE Cartagine si di vescovo SACRA insomma a Italia,anzi Koma, quando l'operettadel in versi vicino gli martire africano. qual tempo per l'appunto ciò avvenisse,ce lo dovrebber dire i quattro versi che seguono: Era il tempo », così « In essi possono in santo venir tradotti,« in cui per virtù dello spirito sinodi il semplice Giobbe dolevasi del subdolo due Formoso; casto Paolo di il munifico Giorgio dell'avaro Pietro incestuoso. Gregorio,il » Formoso, Gregorio,Giorgio: tre contemporanei del poeta, e, dubbio, tre nemici senza dal modo (1) Per Fabricics, i come rapporti di Bibl. Lat. suoi li vediamo S. Cipriano Inf. Aet., t. della e Chiesa, trattati. Ma con 1, p. il 409 chi a carne giudi- saranno pontefice Cornelio, e sgg. cfr. 280 LA Se costoro? SACRA PARODIA i nomi in noi il quale i nipoti di augusto, del dalle dell' 87G anti Carlo tentato e tutti ex. I Giovanni di apud egli faceva ci è a se, di cui p. 637 e suo erano fra imperatore il Pontigonem dare lettura che che ad iisque avrò d'or innanzi saec. c, p. 638. ci (1). E qui un'epistola febbraio, XIII mosso figliuolo, egli aveva Costoro Pontificum fin. di come delle conto imputati, Gregorio, giudizio che sgg. o. nel diletto genero. dal Watterich, (2) Watterich, discordie Vili perchè rendessero Giorgio suo documenti, IX saec. dell'ultimo pervenuta (2). Giovanni Carlo, di stornare tratti quegli anni, a Calvo, che, dopo essersi fìngendosiinfermi,poscia facendo (1) procellosa, chiamo già trasportati.Var- le intestine il da sinodo un dinanzi culator, allorché ripassato le Alpi, celebrava, dunque -imperiali conferma dopo la morte (875) ottimo un queir età di teto l'epi- contemporaneo. suo fermiamoci e in Roma aveva lagnanze chiamato ci ha I pontefice,la quale or stato avremo ad Magno. convenuti Scrive noi di incrudeliscono Carlo Incmaro, ai vescovi Mauro Lotario incoronare narra quel personaggio luminosa più pochi lustri Nell'estate e egli sia documenti Kabano figlidi tre fatto ai feroci più Formoso, la ipotesitrova adesso dei dir altrettanto colui, al quale il poeta dà è papa volgiamo in cui Se ritenere che a Codesta nella può davvero gliano risve- agitatissimaal sogliopontificio, implacabile de' suoi nemici perseguitato subdolo, ci si Gregorio non infatti rammentano condanna. fondamento noi di e sepolcro, e sottoposto,già putrido cadavere, un'oscena di Giorgio MODERNE vita una dall'odio oltre LETTERATURE ricordo,non Tutti che, salito dopo venne di alcun del terzo. NELLE li nomen- però, dopo minacciava, pratiche per occasione Romanoruni Vitae, mene t. aver prima chiamare di citare, son qui fuer. ab I, Lipsiae, 1861, PARODIA LA i Saraceni SACRA veduti Koma, contro LETTERATURE NELLE artifizi, pochi giorniinnanzi si alla comparsa, insieme altri loro ad di cui ma io a ricercarli, sinodo che riferisce Né a a dopo, coronarvi ai vescovi essi i loro Roma per di sentenza da scolparsi,né il cinqu'annidopo Vili quali all' infamia, che (1) Watterich, narra (3) Watterich, esser della Vili Il nostro 0. e, c, E ed solo trovato che poco il 14 tembre set- sarebbe non in avrebbe ottenne modo verun sacerdotale; vescovo Portuense da Marino, fu non il a sore succes- Cena vuol i capi dubbio. verun di combatteva desco quel partito te- quale poeta deve quindi in p. 650. Watterich, o. loro, Co- i nomi consacrare aver alleato c, di composto p, 639, Ingmaro o. agosto non lo costrinse luogo precisamente Giovanni il Calvo, (2) Questo l'autor sono chiese papa 1 in (3). può adunque vi scomunica, pontefice.Che nell'ordine deposto al moso, Adalberto, For- giuramento riammesso cui Giovanni davanti Belgio (2). Tigone abate, esser proscioltoche de' la presso giuramento di complici,ma prelati generale, in cui del e gli Calvo, recato il Lamberto, pronunziare solenne a che (1). il sinodo Gallia vescovo alcuni di essi la Carlo scomunicati aver Formoso procurato Non inviò cui scrive nuovo un confermassero a Carlo morto della Gregorio ed tornato vedendo imperatore Lodovico, giunto il riuniti di annunziò dalla città Allora, citati a prefisso solo, il un Giovanni i loro pontefice nomina, giudizio, e di coloro Trecas, vi tenne dopo che scagliò contro cautela l'anno Francia apud il questi atti di rigore stette pago a essendosi che complici, che inutilmente. contumaci, i soppiatto allontanati il dì del ma tutti vani spirasseil termine che comparivano, non tornar rammenterò non Giunto Formoso. accusati di erano 281 MODERNE p. 647. 282 LA PARODIA l'opera sua, SACRA o NELLE lo per Vili di Carlo dal È chiama poeta, periva, nel febbraio e costui, così altamente tutti sanno, come così della tutta con Cena^ eglistesso None ci resta vedere a apprende fosse che il suo franco, ne egli come nazioni, che escludere Unde Giovanni di loro per onorarlo dei ai suoi cadit Zacharias far de' (1) Ricorderò G. questi versi Carlo Paris Magno. ha di il fatta Gaudericus passaggio che Boucherie, Cfr. Romania, giustamente il che chi a poeti di queste guisa da : esser col Carlo della distinta menzione: in lectulo, ; interpretazioneha credette Vili, p. che sono immediatamente quale 141 si vano mescola- prelatiinfatti Anastasius strana di il Calvo pontefice,si seguono docet avvertito chierico parte di quello stuolo supinus una (1). col titolo di un guerrieri.E admiratur, E evidente è chiamato Pavia a citati,vien Ridens a ed Koma. gallis bibentibus quali nei versi che or Giovanni: imperator Karolus, adunque ; in numero torinese Vili Eoma a zione composi- , . i quali, mentre dignitari ecclesiastici, tratteneva della l' imperatore, in letabatur codice nel . menzione dal signore(dominus),doveva di il cernere, viveva francigenis poetis,cum Egli, che quelli veleno di era gallo, riesce ne attorniano gaudens Cum a qui sia stato l'autore. ne nome . che faccia medesimo se data .loannem me avvertito aveva poi consideri coloro nemici auditote cantantem ci già corto vanni Gio- celebrato vittima chi . due gli altri e la certezza Quique cupitis saltantem non dell' 876 infatti che giudizio Formoso lude al- dell'87 7. Fissata come '76 che essa prima in il Calvo; 6 ottobre Ed contemporanei,non 1' 877. dopo non MODERNE quella parte di meno agliavvenimenti e LETTERATURE vedervi e si tratta IX, data un'allusione p. di Carlo 155, dove il Calvo. PARODIA LA SACRA NELLE 283 MODERNE LETTERATURE prelati,si noti, de' più cospicui in quel tempo 0 per dottrina. Anastasio della la storia d'allora esso di ; Zaccaria, Giovanni presso lettere Vili ci dà Ma Anastasio, con dal rammentato in Roma dedicava bibliotecario il ne avvantaggiasse Quapropter « venerabiles cerium (cioè il sumere as- (1). è non greche (2), opere di eh ariani S. se Gregorio (3): Gaidericum et sedis il quale apostolici,perchè la vita Apostolicae ]ìrimi- Giorgio) suggestionum a contesta- già cit.; cfr. Watterich, et Germ. edita etc, lettera Dalla Christi studio per etc, p. (3) Tanto libri,di 3). Ved. MiCiNE, Patrol. delle opere Paolo S. di anche Lat., Gregorio stesso t. è LXXV, nella e dove a a a dei quattro Giovanni della corredo insieme Santo BS'j. prefazione appunto transtu- tante Ili,p. greco (Tgitur Teofane lior 3., t. o. ristampata del te quarti dal tradotta Sincello Johanni si rileva salutem) già dedicata diacono, la biografia (e. 59-242). in domino Fabricius, Giovanni Parisiis, MDGXX. I. P., aveva cum concin- versa (Carissimo fratri Niceforo, l'opera sua, consta di l'amico tripartitam, Gfr. afferma cui eocigims compiacere post Chronographiam limiis Anastasio Anastasiits Cronografia tripartita S. Diaconi, Graecis e I. Sirmondi di Joannis gratiam meditaretur Sedis Bibliotliecarii Anastasii, in quae dedicatoria Levitae costui intitolato: Historiam Ecclesiasticam navit libro Collectanea, Apostolicae da Gallis Ep. ». ed al colui di Chrisfophonon et il vederlo p. 638. (2) Ved. la dettar Za godeva che Zaccaria con sapere; gli archivi per traccia collegaGauderico suo versioni sue Gregorio a emisimus... e, che nel nos episcopos eis tiones 0. le per ponteficeschiudeva ed (1) e pur allora insigne ecclesiastico, altro un ingegno per favore Gauderico, con poeta al lasciato manifesta prova delicati uffici insieme ha del ; ma Velletri,ha fra i letterati dell'età anch'egli,non delle tecario biblio- preziosissimeper di vescovo più modesto, vescovo nel campo se di opere autore Gauderico, posto, sebbene un sua; sede, santa il celebre altri che è non grado per Vili. edizione quella, tessuta composta dal nostro 284 PARODIA LA Giovanni il diacono renderne a se SACRA NELLE LETTERATURE Imonide. ragione Silenzio davvero ci non cioè versificatore Cypriani come La intessuta » egli se come incontrato certamente aver quale destinata; era scuola di di l'attenzione dei pilicorretta di letteraria del un (1) e il favore Ved. Yita cfr. Ebert, Teodulfo, Calvo, al periale dell'im- di il in Ada SS., più collocarvi o. c, c, v. costruire del (ved. Baluze, o. i v. Il,p. che autori II,pgg. 92 una santo o. poeti basilica portato c. 329. e Vita S. in lei scrisse, ed VII, 221, t. 199, p. poemetto di riale; impe- mensa ecc. nei conviti il quale avrebbe scritti di degli attestazione il corpo (3) Cfr. Ebert, fra cioè lo rallegrare la certi tersi imbat- letteraria scherzoso poesie,racconti anche storia Bertario, alla Lo p. guisa graziea chi Julio, a oggi in raro mense 317. recitar come dotti fatto aveva o in cultura Méril, Poés., 1843, du ricordare de' Magno scarsa e cosi coetaneo suo destinato leggere aveva qui. La ad arricchirsi non II, p. 135 v. c, fossero, per (2) Egli è una Cipriano(2). alla luce quale (3), viene tale ufficio (cfr.Ebert, Carlo il di S. data nella il deve », scrivevagliHeirich, siasi fatto fin nono, Gemi, S. dice però potuto per Carlo la memoria che indubbiamente era quanto magno, miracoli letteratissimo,che egli, come o. sull'uso ved. di notevole, il quale mostra anch' Giovanni divini « di venir di Montecassino. scuola fabulis; anche rispettidi risvegliare e quello italiani poema educato dotti, secolo in nomi di comedi fatto,come per altri il derati consi- essere sapienza,l'asilo di tutti gli studiosi (1),e che merita essa ed individuo. con devozione piliin particolar Ed debbono non monarca palazzo aveva diacono Giovanni, da vanta, ne piìiplausibile Giovanni medesimo e satiricis commentis, non ma, solo un satira « Cena che inesplicabile, il soccorresse degli argomenti: quello della MODERNE Alenino circondavano medesimi, e di Carlo- riserbati a 353). vicino Francia al suo al Ci/pr.,e. GXV). palazzo tempo di 1- 236 PARODIA LA La di ed ultima terza ci resta cui anche in noi LETTERATURE NELLE Cena della dall'eccitare lontana di quel!' interesse che parte piccolissima una Sebbene parzialmente nota, perchè Méril , redazioni discorrere, è ben a MODERNE fra le antiche le antecedenti. provocano solo SACRA l'ha tratta (1),non codice, donde il conserva ne questa ci sia anche se le non il du quantatre cin- prime strofe,più due versi della cinquantesimaquarta; ed componimento il frammento lungo ci porge ridurre che fedeltà con di versi ritmici nemico di « At dal difeso de his Deus Clemeniem stilum santo rependere lavoro, colui da quale ancor non per nel Vili lo abbia non in via terminato, venne a Giovanni suo Mtcs. nel 1 Clemente sia giunto di dettare una Vili hai., a dar Nel in l'enumerazione ai meriCum denegasse minime la seconda compiuto ed soma; diviso e in tre il suo libri consigliato,Gauderico, il ha che il Mabili.on un'epistola, 1, t. P. 11, p. al cod. un che disegno vanni Gio- siccome che lasciò come in conserva Or concludere così è forza si 78. il nostro incompiuta cassinese), aveva la cosi vagheggiato storia della Chiesa. punto sui infortuniis sustentor, valeo, con con esecuzione (1) Poés.pop. lat.,1847, (2) continuis utcumque sepolcro; e che, (che antistiiem, suffragante qui, quae suo aveva gliel' neir882, mori preceduto di vita verba, l'appunto che lo offri inserita saltem ei cadde Ma ». quibus meis, nequeo, cognoscar a in divinae tamen ego Cy- episcopus Veliternus, sedis quatenus Cena stesso, sceso viderit: romanae convertam; amicis tenuatus, fatto altro ha non spei fiducia ì-oboratus, quia Gaudericus, Domino, troppo favorevole di sette sillabe, il testo della aiuto, egli continua: expostulat, ad sufficienti per scrupolosain strofette,composte Gregorio, fosse S. quale codesto pure che riesce Il di constare (2); più non all'autore. all'opera,né dovuto versi dati giudizioche un pronunziare né triplicedi almeno numero un abbia integro quali preliminari del si p. 93 e cui il poema dei sedili adagiano banchetto. sgg. si interrompe, più o meno i convitati. Non non è ancor improvvisati e siamo insomma minata tervaganti stra- che LA SACRA PARODIA NELLE quale filastrocca, nella ignote. Si sue dotte di note E da un di non il du Méril (1) libris vet. ex Rhemensis Domini] caena manuscriptuni anche p! 410. ignote scritture (3) Ved. (4) È la essa nel p. 396 più che che egli che Cena, Azelino (2). le evidenti somiglianze ras- intercedevano Salmasio (3), ed testi non (4),o per forte stimo dibilissima, atten- ostacolo un mezzo lo gomento ar- formassero ne io pure fra i il ritmo luce, gli porgevano i due nelle della nome ha veduto cod. meno ha non la delle note Juret Salmasio; cosa del : Cena (p. 101),porta, VI... aliquot ante Jureti Francesco deva prece- come musicale. reddidit, doctissimi Salmasio questo tenore aratro et Glaudius p. 396: Parisiis,MDGXX, versibus questa in Scriptores Monachus, 397, dal infatti di era notazione recensuit... al posseduto Helisaeus com. Angustae p. 396, consacrate accennato tolto di d'Azelino, l'editore,una Historiae Salmasio per di Méril si deve. strofa, che La afferma (2) cena oltreché (1). cantata! però venga non titolo,che la alla gono riman- che ritmica Opinione questa, che apprezzato come Il già lingua sospettare che quando che di e noi a lui ritrovato, il du avesse aggiunse che anche di Reims dato solo. un poeta redazione monaco lui medesimo se del Claudio di Azelino, riferiti dal a contemporanei di credere come una di ritmo da da Vopisco a il dotto francese brani notona mo- venisse avvertire possedeva copia dettata nenia il frammento Pubblicando trascurò una infatti motivo ha tediosa non è uscita scoperte delle attrattive aver letta codesta i 287 MODERNE fatica, al certo, donde jjriani.Improba debbono LETTERATURE secula hunc « Salmasius Azelinus libellum tituluni libro comunicate ved. cosi p. 484, altre [de suo., q^tetn beneficiohabui, addidit, aveva dam, qui- illurn etc. » Gfr. ed antiche ecc. 410. più probabile. Salmasio, segno ad Azelino gli eran 11 du Méril manifesto sfuggite. cita non che le mai parole in 288 PARODIA LA Azelini (1). Ora, che di questo di monaco del che ha non ]\ra il du (2). cod. parigino del nono secolo. » codice quanto questo contenuto Chi ritenerla a ammettendo ed sue, di piti antica paio un neir attribuire due al che secolo la tutto codici, specie nascondono se per nello molto volentieri del la ragione stabilire antichi, sono paleografi se sotto due un modi soltanto io non o non ficata; modi- in errore dell'undecimo. di gran nulla d'un lunga evvi di più manoscritto. le donne: po' come s' ingannano gì'imprudenti e : composizione pare che il renze, appa- di penne una la data età, abbiano sia caduto mi nari ordi- avviso), potrebbe suo in manoscritto seconda primi le contrarie adornato Méril il ipotesi che manca ch'egli aveva un la loro i presto. Dicano all' Cena, il Nero il du che supposizioni sbagliare Enrico sui non Salraasio io sarei siasi di secoli, nono preferibile,sopra facile ad offerto supponendo 0 Delle Azelino che che i caratteri codest'ostacolo togliere via cioè abbia della probabile (ed di tentar del quello tore impera- sempre è realmente, così bile, credi- parte, afferma ha persistesse,malgrado però primo se d'altra scrittura rifacimento lo stesso terreno. Se però scrivere Méril, la « il sia stato potuto cartagi- parmi come conseguirà ne nome, nel tanto I si tratta Henricum ad episcopum ammettendo, di cui Reims XI sec. Cyprianum anche l'Enrico MODERNE condidit quam imitatus imperatorem LETTERATURE monachi remensis nensem NELLE SACRA abbia ragione. (1) Op. cit.,p. 396. (2) con mori Di lui dà nessuno quell'Azelino, r 8 marzo che 1054 notizia. fu ? eletto Ma sarebbe vescovo impossibile d' Hildesheim identificarlo nel 1044, e APPENDICE II. IITEIDITI TESTI 1. n. POTATOKUM MISSA Bacho, quoniam in scyphis et in cantris Confiteraini Et potatioeius. (1). indignus leccator. et reus ego [Confiteor.] Confiteor (1) Cod. (o. e, copia della M'issa della bacchiche messe Carm. dei pubblicata nelle di cui alla il di fare in Btir.; I.^ la AVright non ha il frammento H. ne fin qui note si è col presente per rimediare tenuto di divisioni nel ms. Per i queste note dirò poi:0. V Ofpcium messa inglese del cod. Harlei. 913, Ant.; 1.' l'altra,pure Rei. prima; io ho alla deficienza tutto raffronti che mi avverrà calce le altre che Messa, sopra la prof.B. Malfatti, che dotto invece vera agli errori, e 2851, Debbo codesta frammentarie; più al meno è facile vedere confrontandola quasi integra, come conservata Lusorum Straccali Boemo. era dal tutte canone del Lo et vobis possesso. già avvertito, ho Come sono in scrittore lo cortesia alla lungo tempo da era che ci avverte 64) p. XV. f. 50 r.-51 t.,sec. 719, Palat. Vatic. cantris eius et omnibus Bacho reo che date inglese,del cod. Harlei. le principalivarianti in del codice monacense edito dal "Wattenbach. 1-2. In Ylntroiho cor : luogo di questo invito f. Introibo altare e Bachi, I.2 offrono i^. Ad più regolarmente eum qui letificai hominis. NovATi, studi I \ ad I.* critici e letterari. 19 290 5 LA PARODIA NELLE potatoribusquod ego potando, sedendo, decios vestimenta misereatur mei in vita iactando, filiiim Dei culpa, dolium mea periurando, culpa], mea mea fratres vos, precor potatore ad me prò MODERNE potatoi' potavi nimis culpa. [Ideo] bibatis LETTERATURE perludendo; [mea maxima 10 SACRA potatores, ut ut Bachum, reumque potatoris. [Sociirespondent.] Misereatur in bonam tabernam Liberet 15 te Decius, qui per omnia vestimenta perdere ab oculis et dentibus te dictus faciat et vult, et ducat si tui, vinipotens Bachus, manibus te tua. pedibus male- et est afflictio spiritus,quibibit et cantat... pocula poculorum. i^. Stramen. 7. state Le parole, che certo omesse restituite quadre, parentesi In culpa. mea maxima m,ea crupa, fra sbadataggine del copista. Nella per ripete tre volte: sacerdote mea ho il Messa 1.^ abbiamo e Confiteor è però il crupa; 1.' sono pure: intieramente diverso. 12. il nostro, Né 14. Liberai, 15. Decius. che eran che nella Decii — i affidavansi se 680, str. (cfr. Carm. 1). e I p. 21 di Decio in contrapposizione ai nella significazionidiverse lo Straccali di dal non in Bw., role pa- celebrante. (1. e.) da ha e Goliardi 3, 4, 5, 10, 13, 16; fortunati mi » troppo abili,son o la asserzione ma poesia medievale quella che rilevato latina ne' ha qui Versus dello si parli ricchi uomini infondata. gli vediam come di « sembra cui miata propizia,bestem- se str. composta come nimenti compo- fortuna, 68) che nelle poesie de' Vaganti », punti di Decius altri alla sorte, 174, dai nome moltissimi esaltata n. il qui figliuolidi Decio, Deciani; una Decius queste certamente e alla giocatori poi,troppo di .setta ; 0., I.*,I.^,e satirici,é dato o (o. e, di i dadi giocatori,la quale veniva seguaci « in Messa, avversa Straccali nome chiamati, erano segnati sulle loro facce, nostra che avvertono cod. bacchici detti inglesi pronunziate dagli assistenti,m.inistri, son n. i codd. né il Però certo attribuita. avuto Già Eporedienses, LA PARODIA SACRA abstractorimi rantiam in vanis miser operibus tribuat et discors Ad vestimentoriim omnium doleum Decius. perseve- bellipotensBachus, 20 Stramen. R,. in nomine nostrum tuorum; tibi et perditorum dissolutoriim, delusorum, Indigentiam 291 MODERNE LETTERATURE NELLE Bachi fecit Bachum. qui Introitus. Lugeamus seri et il poeta si dica Decii; perant Adesso ed in neìVHist. io Disce, il marito (Pertz, miser le ricordato quali sarebbe ritmo del Vendòme porta esso nella il pure 962 ultra fuisti in mi- 25 di commedia di nome su- di onore il vecchio sia perbe, su- in Decio es. superbia. Infine omonima Decius. 95), Creso. Decium, quid aut esempio come Lidia res altro un Landolfo da Alberte, miselle, quid di pregio per p. SS., Vili, 54), il secondo G. M. rammentato schernito plangunt quasi certo quel iam, age, et sub Peripatetiker, Halle, 1872, gemme, in come Age, ululantes iactatione dileggio d'Alberto, conservatoci Mediolan. caso è qui Decio cos'i apostrofato: questo di possessore aggiungerò Ottone der (Anselm e mestum Dei. periurant filium editi dal Dììmmler diem cuiiis de quadrati Decii, errore da doleo in omnes di Matteo iterai, cunctat — ood. 18. delusiorum, 21. distors, cod. credersi li abbia i sorto, Versi che domine) Et perditionem Badie, sumus. lorum, nudis poculorum. 23. te. Deus tuus Ostende cuncta e nobis. nostra letitiam Dolus Aufer introire. m,ereamur a te, del condo se- Et letificabitnos. f. ut Oranius eccezione (ad Oratio. vestimenta corporibus nobis nobis, domine, Potemus. tuo. a conversus da è non seppure probabile, il Respon» poco conservati vece : omette, {Aufer vesiimentorum gem,itu cum in 1.',l.^ in cosa Oremus si trovano in cod. l'autore, due potabitur tua 1^. Et i il nostro Qui omessi ed Oremus) plebs cod. ad Per tuam. vobiscum. a nobis tabernam omnia quepocu- pocula Stramen. QioW Introitus, identico acefalo. Gfr. a questo, comincia Hubatsch, o. c, p. 78. 0., che è dentemente evi- 292 SACRA PARODIA LA NELLE LETTERATCRE MODERNE [Versus.] Beati qui Gloria in laudabunt poculorum 30 habitant nulla pocula in tua, Bache; taberna te. fuit michi, habui cum in nichil. bursa Griss, griss, hassart, heselin, scliantz, etc. f. Dolus vobiscum. li. Et gemitu cum tuo. Potemus. [Oratio|. quadratos decios tres sexaginta tribus ut presta quesumus, torum suorum pendere gravantur ipsorum tione denudentur; bibit tecum qui doleum per omnes Deciorum nostrum cantat et oculis qui vestimen- remunerasti, chum, 40 qui Deus, 35 iactaBa- ciphumque pocula poculorum. per Stramen. Epistola. Lectio 27. Actuum . potatorum ad Ebrios. Fratres: Rogamus beati, cod. et Fosse da in diebus leggere: Rogamiis etc. Beati? 30. Il Gloria in deo, che Gloria 0. potori nulla in sta in mentre manca; et fuit filioLondri luogo del Gloria I.* e I.* si trova (sic). Asiot, in così excelsis parodiato: ambesasiot, treisasiot, qiiinsiot,quinsasiot, sinsasiot, quernisiot, quernisasiot, deusasiot. UOratio 34. qui VOratio danno in affatto diversa è che il nostro 0., dove testo invece reca I.' è brevissima. alla fine e I.' della Messa. 42. Hictuino ?), I.' e apotatorum testo di mentre in I.^ libera, del molto nostro 0. Apopholorum, actuum ma (ì) cod. Sia 0.; s'avvicina tuttavia - da legger Actuum [Lectio ac] tuum, L'Epistola infatti è cap. assai IV, 33-34 più si arresta I.* e I.* il racconto al a o Acta da Lectio (? leggi: assai parodia una quello dato continua, - apurtatricum degli pari Iciuum? felice, Apostolorum. I^ e di 0. alla come è necessario I.^ che II l'altro al- parola valebant, avvenga. 294 SACRA PARODIA LA NELLE MODERNE LETTERATURE [Allecia,] et in cantre In inebriare!', potavi,et Deciiis dum scypho Allecia. expoliavitme. Sequentia. Vinum 60 bonum et abbas bibit suave priore; cum de et conventus peiore bibit fa seguire me. Asiot, il che asiot pliiant è tramutazione una imitazione burlesca phetae (Anseig., 1868, bonum et etc. In — cosi: quanto Ad Allecia. 59. in Anche (otto). La strofe se codesto del 90) prime di dal convento copia. da Riccard. cod. di du fur prò- vinum esset ed il nostro all' 8 Kunde des Sant'Anna un cod. non due, a che altro cano man- desca te- Mitt., di cui di Straccali in Varazze), un di II, t. già godette ai testi,ricordati trovato, dire redazione deutsch. allo lontana al- ne sarebbe come diffusione fornito (mandam. se lat.,1843, p. 96. Ho che di maggiore dell'altra Poés. introdotta numero strofe; le ultime quello e Alleluia expoliavit et troviamo un aggiungerò 688, àeW il canto conto, poco Méril, unire incontro» pliiat ìnustiim, canna Vini all'enorme ora tato. ripor- Danielis clamavi, di qui quattro accennare componimento; .sono offre alla 6 riprodotta dal Wattenbach, p. che 79), p. Evangelium. composto ma neWAnzeig, occasione avuto (o. c, Lectio faceta Sequentia come H., rispondono e V (p. 186), e fatto molto et che inesattamente aver inebriarer particolaridi delle inserita 190, esso subito lezione in non la successione in H. lui indicato è cum vien bacchico, codest' inno p. dolium quindi Allecia; •me. doveva cyphi desuper 1.' in ad T Hubatsch da et potatorem, ho già detto come nella desuper 9-10): Viditque potalor quod p. Rorate dixit: germinet et Bur., anche introdotta ciphi Rorate creduto dei Carni. antifona la trovo torto a inno un ha 8, (sic) inehriavit potatorem terra Isaja, XLV, di molto di Codesta perchè aperiatur mustum, secondochè non, enim l'antifona: quindi e ; nubes dolium f. Ad tristitia. cum dal (o. c, breviario cui io seggo pos- LA PARODIA SACRA NELLE felix creatura, Ave, quam produxit omnis mensa Felix vitis pura; fit in venter tua [os] quod felix lingua presentia. intrabis, quem felix tu rigabis, lavabis, quam felix in quam 65 secura et beata 0 295 MODERNE LETTERATURE labia. colore, 0 quam fragrans in odore, 0 quam placens omnis ut hic in es dulce Supplicamus, ore, lingue sit facunda, voce nos iocunda bibunt devotus, grex omnis, clerus "5 ! gaudia. personemus Monachorum vinculum abunda, turba cum 70 mundus 80 totus, adequales potus et in et nunc secula. Evangelium. f. Dolus vobiscum. Sequentia Fraus è Evangelii 68. et 73. flagrans, cod. 78. sit cum, 82. ad invece: gemitu cum secundum tuo. 85 Bachum. tibi, Kustice. felix, cod. cod. aequales, cod. 86. Cosi Fraus falsi H:. Et anche I.^ e I.^, tranne Sequentia falsi Evangelii tibi Decie; tramutazione del intitolazione cap. XX, che leggon Frequentia, secundum niarcam inesatta, perchè quella 19-25, del Vangelo In 0. argenti. che segue di S. Giovanni. ' 296 LA PARODIA ilio turbine In dicentes: 90 hoc NELLE si doleo isto. invenerunt LETTERATURE ad usque sit veruna Intrantes tabernarium et tres talos Bachum cognoverunt et viderunt in fuerat corde : doleo diviserunt vestimenta mensam Bibentes erat quod] cogìtabat illorum. Stupefacti Keversi sua. Der autem autem et laudantes evangelica dieta: per disco. isto. Tabernaria Bachum glorificantes dicentes sedentem; vestes dixit de festinantes quod [verum valerent quantum suo sunt valde de positos in videamus hospes tabernam hostium invicem et dominus autem ad ad tabernam quod paratam dictum MODERNE potatores loquebantur Transeamus verbum, pieno 95 SACRA tores pota- Decium et also sunt male- felt,der Ut da. Offertorium. 100 f. Dolus vobiscum. 0 Bache fortissime, potatorum 88. Cosi questo, dei parodia vv. Domini. Non in procedesse In sacro: ilio et quodfecit sepio. Yidentes his jìuero dieta quae vabat omnia autem, et 99. tutte 102. ha tissimum, Al de pastoribus a ad haec, conferens sicut Vangelo dovrebbe dictum ad est mirati de et conser- reversi sunt dierant au- quae illos. il Credo; succedere autem omnibus in erat sunt Et suo. Deum, laudantes viderant; ipsos. in corde in prae- dictum quod Maria factum, festinantes positum verbo audierant qui omnes si libro eamus Trans- quod venerunt infantem et si come invicem: verbum, Et nobis. cognoverunt Et erant verba hoc Joseph et che Nativitatis die ad sa- un'esatta sono S. Luca, chiaramente loquebantur et ostendit di riportare le parole del videamus et I.^ e aurora mostrar per pastores Dominus hoc. in travestimenti, tempore I.^ Vangelo Missam superfluo, glorificantes et pastores in credo codesti de theos, quoniam di II del cap. tuo. gemitu cum Vangelo secundam Mariam invenerunt illis de del Bethlehem usque est ad il come 15-20 sogliono leggere li. Et esso ma manca le redazioni. L' Offertorioè una veni lezione diverso quasi inebrianduni cosi in 0. identica et noli come in I.^. alla presente: tardare. 0 — I.- al vinum trario con- fior- LA PARODIA SACRA pientibiisstultos dum omnia vobiscum. f. Sursiim f. Gratias Vere Nos corda. debemus est benedicere devoti niunt; per quod cantant sitientes quod una quod per Per omnia pocula poculorum. potatiaudemus Questa I" in 113. e quod briati ine- cum Habaoth. Bachus Osanna 120 in excelsis. hospitismoniti et de bono parte, che per manca la esattezza della completamente parodia del in 0. tanto luogo cod. del Sanctus. stampa: Stramen. K. I.^. quem, 120. In cantatur per dicere. liturgico è felicissima, quanto W. gloriatua. mensa Preceptis domini 105-126. testo 115 vita hominis cotidie clamare ve- excelsis. in Potemus. vino fodiunt qui [non] bibit,qui vestes amittit [nec]osanna Maledictus clamat in bonum dicentes: voce scjphi sunt satiare. prelia miseri; Quantus, quantus, quantus Dominus Pieni est. HO et clerici,quod magna ludunt cessant non bene nos domini potantur; quod et mustum predicare. Quod et presbiteri;per clerici,qui fuerint, ad Decium. et in taberna nobiles sanitati; per restituitur potens gratias agere rustici,quod bibunt venerantur tuo. domino mustum et laudare, miseri gemitu cum ^. Merum merum vinum H- Stramen. i^. Habemus [agamus] igitur 105 lìj.Et Bacho. reo inebrian- 0. pocula poculorum. f. Dolus ad tardare. Prefati Per 297 MODERNE malos, veni facis et bonis noli lam nos. LETTERATURE NELLE Sanctus E in I.^ è fatta codesta Sanctus lo stesso enim deve leggersi in dicitur, sarà da Non avvertenza: I.'^.Dove inserire un infatti non. il 125 298 Bachi Pater 130 Decio nobis qui adveniat bonum, in et hodie dimittimus in es et dimitte LETTERATLRE fiat tuiim; Bonum nobis a pocula poculorum. sit semper tempestas tua, sicut ad bibendum sicut pocula nostra, [libera]rusticos rustici potetur vinum vinum potatoribusnostris, et Fraus MODERNE bene scyphis, regnimi taberna. omnia Per NELLE in cratores, sed 135 SACRA PARODIA LA et inducas nos ne da nos in lu- Stramen. bono. Stramen. 4. vobiscum. li. Et gemitu cum tuo. mundi, da potare tollis sobrietatem Hospes Bachi, qui nobis. Hospes vini,qui Hospes 140 potare nobis. da gaudia mundi, habes nobis dona qui tollis pignora nostra, bone, potura. Il Pater, 127. unOratio, colla fine, lo come V varietà di Bachi Panem è invece qui ad in vini ed tua da sicut 254, p. è dove ferita ri- notabile H., ma con vinum istud. vino et hodie et potatoribus libera sed temptationem, in nobis dimittim,us nos della monca i testi: devorandum et Bur., ciphis,sanctificetur in O/feri,succede certamente 1.^,I.^ in entrambi es sicut inducas dato fiat tempesta potus, magna termina, messa aìV del resto principio (cfr. Carni. del nostrum pocula la lezioni. Ecco noster in 0., dove manca quale Antifona); Pater nos è che nos in niat Adve- taberna. dimitte nobis Et nostris. a ne vestimento. 1.1, U Pater qui noster potestas Panem pistum Et nostris. ab — illa ne semper. tua, Cypho, glorificetur in es et album nos scala in sicut da nobis inducas in 1. {sic: hodie et ?) canna et in vitro. {sic)compotatoribus nialam,, tabernam veniat Ad- tuum. nomen sed libera nos H. Stramen. cifis,cod. 135. Alle Agnus rei rei qui Non cantatur Dei. Agnus nec Agnus parole rollit qui rollit Invece talos talos in in Sanctus in I.^ 1.^ questo disco, miserere disco, dona nudis fa è seguire st'altre: quecosì: parodiato nudis. pannos. {bis) — PARODIA LA 299 MODERNE LETTERATURE NELLE SACRA Communio. quod vobis Yenite, filii Bachi, percipitemerum, est ab tum originevitis. Potemus. Deus ad servicium et semper eorum uxoribus talitate filiabus et uti et cantat et semper nostrum de que- vivere et mor- eorum Bachum reumque omnia per da nobis laboribus eoriim doleum per bibit de cleri- 145 inter multi tudinera precepisti ; venire ubiqiie gaudere, qui tecum discordiara seminasti, et rusticorum dominorum sumus gemitìi tuo. cum qui perpetuam rusticum et li. Et vobiscum. f. Dolus cum para- 150 pociila poculorum. Stramen. Dolus f. vobiscum. ^. Et Ite, potandi tempus est. gemitu cum tuo. gratias etc. i^. Badie [Oratio.] 0 liquor optime, qui suavis 139. già in citata I.^ al contrario 144. Co. et Al P. 14-5. U I.*,e qui in Oratio una mano una P. N., Christe, e che tibi Contra 154. Ite, che soggiunge dopo gladiis Accipite : nota: Communio in Pax Bachi et quod vobis datur non vestigia di la fustibus. I.^ all'Orario perdiderunt, suas enim Riporto quella mancante. e che in che Actio, in gratias. Qui voluntatem vacua. è la stessa qui segue alquanto più esprime bursa si facis tu etc. in I.^ e 0. I.^: secuti simt (sic:1. intrent?) imo dolium. Gratiarum da alla vestes umore vini potandum, cum poi si potatorum,qui dopo Vlntroitus, da rum, in aniniae eius prò N. Collecta, Bacilo invece c'è Commimio \_ab origine?] vitis; ma Gaudeant cum la detur est la quia Pax sed ad es in I.^ dove manca avvertenza: paratum succede Communio La 155 forma nos 0. è più in aggiunta In recente. tiene che H. dietro concisa abunde satias gratias. I.' nel la e I.* si luogo Messa è immediatamente legge simo medechiusa al gli stessi concetti: De bonis rustico- eorum. Reo I.^ I.'^. 300 laico ex SACRA PARODIA LA clericum Veni abbatem. et NELLE LETTERATURE rustico ex ad inebriandum DE Tertio ad aiitem Sacerdotale omnia extant in ... Juntas. MDXCl. Cantra (2) In codesto bel il disegno suo la combatta bonum, mea in malum V Ecclesia colorisce in prelatii demoni; messa, una solenne, messa Sembra bizzarra 157. La in che da e lo trapponga con- meno ne accettata sua ecclesia in viva con all'erezione opera stabilisce: Lucifero si ecclesia deordinabo tosto nifesti ma- si modellerà in del- priniitm instrumenta principalidella parodia, tutti i giuoco; Le particolari. de' fedeli predicatore non laictim, cod. il a Chiese i et ficia of- para- nome d'un la S. Bernardino sono le Baratterie; giocatori d'azzardo; il messale. il dado riservata allegoria:perchè, laico che per ordinavit viene lor solemnia. perciò prende il o un come demoni, istituzione ecclesiastica l'assemblea vien si dh cui i quae p. 307-310. uditori Chiesa una proposta e suoi annienti, ne ille secundum le linee poscia terra cum Yenetiis, apud . XLII, tutti sé a dell'inferno, ego re m.issarum la tavola è il malignantiiim, indicate Così e guaecunque assemblea, cornuta tertium menta: in Cristo, ai narra fondare (p. 308). beneficia : et i aggiunge dalla gioia et . ludos, Sernio efficacia. L'infernale salutare però sulla celeste: in di quella a di (2). Opera Minorum . intorno (1). transeamus distincta tomos il Santo raccolti giorno Lucifero, Orci. Alearum sermone etc. incipit Introiho, cum Senensis qualuor LUDI solennia officium Bernardini (1) Sancii noli tardare IMPIISSIMl missarum qiiidem et iam monacho ex 1^ MISSAE ORDINE asiniim, et me N. MODERNE Ogni diavolo; giuoco la tare l'al- infatti Zara, come Lucifero. senese pago tenesse d'averla molto qui a questa così minutamente sua 302 PARODIA LA mihi, iam iracundiae Christo Pro ad populum ostensio, est perditio corporis Comrauni- substantiae. et animae qui partes hostiae, lusori scelerato. Tres cuicunque , praesentia daemoniorum, sit , astant ait: sit substantiae praesentia angelorum consecrato qui Praefatio respondeat: Pro- vini transubstantiatio ac eleuatio. sit taxillorum furore. perdens laraentabiliter translatio. Hostiae in alterum astant MODERNE perdidi. Alter tantum fìciattibi. Hostiae unius LETTERATURE in ludo videlicet sit,cum Heii NELLE percussione et in taxillorura vero SACRA , catio sit ad : Ite est, in nostris ludentis missae missa Benedicamus nostrae astantibus in ut anima innuatur , ludentes si di- cuiuslibet astantium omnibus quod omnes atque astantes, si impenitenter decesserint,aeter- nis cruciatibus mea Vel peccatorum. Crux clarius sit Domino^ est. Meritum data sit cumulatio fine fiat nio, Postcommu- raaledictio. quod intelligitur raanibus ciare annun- inuitare. et Sanctorum desperatione Dei catur Communionem post ludum tabernam crapula et inebriatio. sit ex imbursatio. denariorum sit tremenda stianitatem damnabuntur. maiestas disseminari Haec vobis a atque indignationisinuiolabiliter n. omnibus per Venite per sub vos omnia iubet totam chri- paena meae obseruari. 2. BACHIQUE INVITATOIKE Venite^ mes igitur et (1). xìotenms. gentes tetines, Qui de nuyct alles aulx matines; (1) L'antica stampa, riprodottada Leroux legge Imitatoyre nel titolo. Alcune altre de Lincy scorrezioni e F. Michel, ho tolte per PARODIA LA SACRA Trouvez NELLE nonnains Je dy Sy les in le vin est condi'.m mistionné, 52 — 35 Per 17 — mia 39 — XGIV 2. exultemus si Deus fundaverunt ipsius mi Juro.uy. quindi opportuna opportuno par mattutino a salutari Deo col nostro; psalniis jubilemus in et sicut et mare rex magnus plebem et super suam altitudines exacerbatione tentaverunt me ipse fecit adoremus venite ejus vocem in et terrae et qui fecit nos; popuhis outem si Dominus Domino, corani nos Hodie est ejus; ploremus ubi ; quia montium ejus et illud procidamus pascue nolite secundum diem ejus. obÓMrare corda in tentationis vestri, probaverunt patres ante quia ipse dominus oves audieritis aridam et et serto; de- viderunt mea. 5. Quadraginta semper hi Gloria nunc patri et annis corde; errant quibus juravi et se- etc. manus noster; opera 43 — credo : cantare confessione fines omìies Venite Quoniam vestra; suol repellet Dominus non sunt ipse conspicit. ; ei in magnus Qitoniam ejus manu 3. 33 — etc. deos. 4. Y senso jubilemus Doiuino; facieni Quoniam omnes Deus 42 — dà non salutary — : Venite Deum fuy Salutary emendazione. praeoccupemus in 24 — 6 — agevolare poi l'intelligenza della parodia 1. Venite ei. domyno bibention riprodurre Vlnvitatorifan, quale salmo 3 della stampa bacula venite potemiis. vinum; cioè: e probaveront qu'il est la honuni il testo, repelet — 5 ei-\. più chiaro Nonquam hymnes confessione Ecce 14 , nostro. Jubilemus rendere beguvnes corame Jiihilemus, chantons Salutari 303 MODERNE le domino-o. soublz vous Autant LETTERATURE in et semper, ira mea, filo et et in proxim,us fui generationi ipsi vero non cognoverunt si introibunt spiritui secula sancto. seculorum. in requiem Sicut erat Amen. huic et vias dixi: meas, 'mea/m. in principio Venite etc. 304 10 PARODIA LA NELLE SACRA le Quoniam Qui faict heurte Super De cus laisse nus, suani; Dieu In bas ses en repellet Dominus Plehem Car ne arays Nunquam 15 Bacus, Beos, omnes ses dieu grand MODERNE LETTERATURE ordine compasion sa par hihentium Ipse conspicit-jt. Venite 20 le Qui fist tous nous Manus eius; Venes tous pour Et grosses Salutari 25 de dieu grand Quoniam potemus. mer croistre et former l'adorer, larmes a luy plourer, nostro. C'est nostre dieu C'est le pasteur Pascne eius. et a nous qui hommes, ses nous Ecce sommes honum : etc. Hodie, quant le vin verres, Kegardes 30 Corda Dieu Et sy De bien les trespasses. vin asses, diem. ventre mon Opera pour de bon trouve Secundum 35 aferres vous vestra. Priez On ou devyent ront, boyre prohaverunt mea-2i. Venite quarante Quadraginta, puys Tous bons Proximus 40 Drongars potemus. yvrongnes combatans fui-j. de bons vins recreans ans SACRA PARODIA LA mieulx Valent Hi et les LETTERATURE 305 MODERNE mescreans corde. errant in ira Juravi NELLE mea Que la bierre ja n'entrerà requiem In 45 meam-a.n. Ecce Gloyre a Et etc. premierement, Noe Lot, qui sy fermement a apres ho-o Beust qu'ilperdictl'entendement, Tant Et bonum filles mesmement ses Fist le fredo 50 ; Ainsy qu'il les bacula, Dieu doinct nous paix in secula Amen-en. Seculorum. Venite etc. Finis. n. Questo si che Nui debiamo El dio nome suo Dicendo: (I) Ristoria noster l'una più de bela invocare qui , es e letterari. una in celis: capitoli st \ botti " deleteuola Sotto questo titolo due autori. critici noster barzellette all'altra,rappresentano NovATi, St»di deglisoldati (1). dignamente ) molto cosa de cotadin nosfer pregar[6] Pater noua di vilani da è el Pater lamentano se 3. contesa da ri "fe el Pater | dere posta com- silografie,sovraj^poste e quindi la riappaci20 306 PARODIA LA SACRA NELLE Se da li soldati Che non Nu staremo Dicendo Tal a guardare ; haveressemo vi pregamo '1 te se si El che 15 mis. la senza per 5. divisione alcuna chiarire di alcuni 10. x Un de più evidenti strana carissimamente : questisi |sjcognoscente debbo che septimana, cosa esemplare strofica senso nostrum. questo cotidianum. la di 4 ne spesso errori. carte all'amico nella si eccettui lascia non num. s. esiste nella Misceli. copia mancante modificazione, ove il ; menazi panem pregamo Ne solazi molti Opuscolo litiganti. 2175. (a stampa) e volta la alcuni {sic\ sicut in celo. tempo festa una alle Sono de' ingani; con signore,vi ficazione mille paririauna ne Perchè 0 tanto humani manzano ne aifanni, tengano per pazi, ne vengano tanti tua. butar bon dì fanno sei fusse E danno con Questi soldati ; divotamente, podemo haremo se tuum. regnum sia di tua mente non ne Egli veneno Et ad piace,fiatvolimtas Questi soldati non ad operare tra[tajn sinistramente, ne Nui Poi tuum. peccatihavressimo crediamo Ogni attexe, mane disturbare, vegneressemo Non offexe a Che E difexe havessen non Questi soldati Et MODERNE sanctificetur nomen : cosa Che più le con Se sti soldati Dalli haveriti ne diano ce LETTERATURE a V. a. n. t., Marciana Rossi. tuisco Resti- stampa, che riproduco l' interpunzioneaggiunta desiderare,e la correzione LA alcuni Et E SACRA PARODIA E dicono se nui Non siamo Dicendo Egli : defendere, potente el nostro et dimitte li ciò E dicano: vogliamo podimo tanto Non Che Così dio Sicut et Che Lor Et ne Signor ben nos fare, avanzare mai de Che da soldati Sed Ubera nos nostris. presente inducas vogliamo : iustamente. tanti vi ; cridare debitoribus domandamo offerirli lassare, perdonare, nulla sono Ne nostra. conviene a cessano Abbenchè li tanto possiamo Questi mani, dimittimus. nos non le con tirare se podemo non panni debita habia ne inganni gionger ponno forza per nohis. nostri E che ; captivamente, mille con robano ne hodie. tanto vengano Et nobis vogliamo se similemente pur da : MODERNE LETTERATURE verrano Prendono Et NELLE in tentationem. pregare ne a voglia malo. guardare, Amen. 307 308 SACRA PARODIA LA LETTERATDRE NELLE 4. n. NeglectioepisiolaeBeati Paulisper ad dete, quia in stadio currentes (1). dico, gau- seraper: iterum bravi accepistiset quod uni vestra hominibus est omnibus nota castitatem inhiantes, paupertatem, humilitatem, impu- luxuriam, avaritiam, ydolorura servitutem, dicitiam, non negli- inmunditiam, carnis, fornica tionem, gentes; opera quia ; ducimini, dignitatem lege,sed spirituambitionis estis sub Francisci propter quod pecuniae largitionearripuistis, alienum immodestia 5 apostolici culti honoris Sancii fratresfietaeohservantiae Fratres, gaudete in domino erat MODERNE vene- ficia,inimicitias, contentiones, simulationes, iras, rixas, 10 dissensiones, sectas, invidias, homicidia, ebrietates,comessationes (1) Le invettive presto Già ipocresia », Non vita; farsi a nel trecento come la si casi nel Becamerone confratelli 0 Gli attacchi Per ricordiamo Sanudo come un latino o che raddoppiarono ai ne' et suoi (De cattivo Diart beato ingrato dal man in cui tempi de minor la povera Francescano ecc. » che così al vivo sonetto Francisco nostra contro (II,867-8), sonetto : ed iociis parca? rando. peggio- essi andavano che questa poltroni» coro, ciel vi si mano i narrano « mediocre un era , gli altri contro e scaglia "O' il Sacchetti giammai venir 6) ; e brodajuola « fiorentino, di cui si uomo minciano co- lesca. bur- fìerissimi; tutti sonetti Barbadoro Giovanni San satirica loro la Francesco, san vobis, a S. Francesco poesia principio:Frati minori fra Sarà M. hanno longe di contro il Boccaccio, diceva (Giorn. I, Nov. anche est nostra scaglian trafiggere quel dabben seppe suoi si di nella strada fece già frate divoto « l'inquisitore enim degeneri seguaci i contro quelli che ricordano Dominus sectautes. di parodia essi sia fu scritta, riferito da un pungentissimo E. Cort.) a p. 73 gramma epir. de' 310 phizet, 30 vestrum diaboli et dolentes in stiabunt 35 quis perii, tudo et habebit semper nostrae 40 et necessitatibus. ! Hoc angustias Iterum in vos tacite labores sunt itaque multas iudicia facientes, simoniacae eos in et inscientiae nostra et eritis et semper ambitionis State : vos angu- sustinete similitudinem vestris et qui tri- et vobis dicam vestros cordibus insipientiae petitione adversus derisum in ergo mini- vosmetipsos amplitudinis auferent qui vituperetis exhibeatis constantia magna divitiarum reprehensibilia offensionem, multa in MODERNE LETTERATURE omnibus in et rainistros bulatione NELLE dantes unicuique ut sterium SACRA PARODIA LA si impro- dicentes: nostrae, 0 alti- quam inextricabiles nihil viae habentes possidentes. L'Alfieri poeta DICE ISr I comico .... Il Un Cassinese Eitrao le e interpretazioni sue dimenticato poeta .... La parodia A'ppendice moderne letterature nelle sacra I I. rifacitori medievali — Cypnani . Testi II. » — inediti