1888 8 - Nicosia - Relazione della Festa per la Beatificazione di Fra Felice da Nicosia laico Professo Cappuccini nei giorni 17-18 e 19 Agosto 1888 pubblicati per cura di S.E. Mons.Bernardo Cozzucli,Vescovo della Diocesi ( Estratta dalla <Sicilia Cattolica> del 24/8/1888) Le feste per la Beatificazione del B.Felice riuscirono assai splendide nella sua patria, Nicosia. Grande il concorso dei fedeli anche dei paesi vicini,la città messa a festa,la cattedrale poi presentava uno spettacolo imponente.Nella gran Cappella vi era l'immagine del Beato,quella stessa che servì a Roma per la Beatificazione,insieme alle due altre immagini,le quali rappresentavano i due miracoli che servirono per la sua apoteosi,e stavano all'esterno dela chiesa,come pure le bellissime iscrizioni, composte dal padre Angelini e che erano state poste nell'Aula superiora del Vaticano L'Altare del Beato conteneva l'urna ove erano le sue ossa,col suo vero ritratto in tela e una copia straordinaria di lumi. L'intervento di tre Prelati rese anche più cospicua la festa. Prima giunse da Palermo Mons.Cirino Arcivescovo di Ancira e vicario Generale dell'Archidiocesi di Palermo.Venne al suo incontro Mons.Cozzucli,Vescovo di Nicosia insieme ad altre distinte persone,ed entrarono nella Cattedrale al suono giulivo delle campane e della musica cittadina.Gli stessi due Prelati andarono il giorno 16 all'incontro del Metropolitano Mons. Guarino, Arcivescovo di Messina, e l'accoglienza fu pure festosa e devota. Le feste cominciarono la sera del 16.I tre Vescovi insieme al Capitolo Accompagnarono in processione la reliquia del Beato,cioè la sua testa chiusa in bellissima urna di tartaruga,prezioso regalo di Mons.Cirino, benefattore insigne della Cattedrale,e il suo ritratto pende infatti dalle mura della sacristia principale.Il domani 17,con lo sparo di martoretti e col suono delle campane si annunziava il primo dì delle feste. Gran numero di messe in tutta le ore mattutine alla Cattedrale.Verso le 10 e 1/2 i tre Prelati uscirono in cappa magna dalla residenza del Vescovo diocesano ed entrarono in chiesa prendendo posto in tre sogli.Nel primo stava Cozzucli,che celebrò la Messa Pontificale,cola assistenza dei due Arcivescovi Mons.Guarino e mons.Cirino. Si era invitata una grande Orchestra di Palermo,ma per varie ragioni non potè venire,invece vennero quattro buoni cantori,che eseguirono le Messe ed i Vespri del triduo. Diamo perciò le dovute al maestro Ignazio Porcari,ai due tenori,Stefano Bellitteri e Francesco Malesci, e ai due baritoni,Ferdinando Porcari e Giovanni Perricone Siragusa,pel canto di tre belle messe e di due Vespri,che furono intesi con gran piacere. Prima del Credo Mons. Cozzucli recitò la Orazione panegirica del nuovo Beato e fu magnifica.Prese per testo:Infirma mundi elegit Deus ut confundat fortia,di S.Paolo ai Corinti :Mostrò nell'esordio come i doni soprannaturali del Beato felice furono una risposta sublime al naturalismo e filosofismo,vera piaga del secolo scorso,non meno che nel presente.(XIX). Dio comparisce più grande,scegliendo nelle opere più meravigiose deboli strumenti,come gli Apostoli per fondare e diffondere la Chiesa e come pure i loro succesori.Il B. Felice confuse l'empia scienza dei nemici di Gesù Cristo. Quindi tratteggiò vivamente le virtù e la santità del Beato,prima nel secolo,nell'umile stato di ciabattino,poi da fratello laico dei Cappuccini a Mistretta ove fece il suo Noviziato,ed appresso a Nicosia,ove visse sino alla morte,esempio di ogni virtù,vero apostolo della Città,operatore e taumaturgo di strepitosi miracoli. Poscia, mostrò come Dio ha voluto esaltarlo un secolo dopo la sua morte colla apoteosi di beato,nelle feste giubilari di Leone XIII. Terminata la Messa,tornarono i prelati nella loro residenza con grande tripudio dei fedeli. Il dopo pranzo si strassero a sorte degli abiti pei poveri,e la sera vi fu gran Vespro Pontificale cantato da Mons.Cozzucli coll'assistenza dei due Arcivescovi,quindi musica alla gran piazza,alternandosi due bande suonando assai bene molti pezzi e si conchiuse col fuoco d'artifizio.Il popolo era sempre affollatissimo e lieto. Il domani la gran Messa fu pontificata dall'Arcivescovo di Ancita,Mons.Cirino,assistito dai due Prelati,Mons.Guarino e Mons. Cozzucli. Egli uscì dal suo palazzo in gran gala,e si unì coi due altri,entrando,insieme al Capitolo nella Cattedrale;quivi cominciò la splendida festa.Ed era assai grata scena vedere l'egregio Mons.Arcivescovo Cirino,in età così grave,pontificare in omaggio al suo concittadino,il Beato Felice.La funzione non durò meno di tre ore,ed egli potè compierla felicemente con soddisfazione sua,del popolo e dell'illustre famiglia. L'orazione panegirica venne recitata dal P.Francesco da Linguaglossa,ex Provinciale Cappuccino e fu eloquente.Vide nell'esordio,tra la gloria fulgidissima dei Santi,il nuovo Beato,e ne mostrò l'innocenza somma,la pazienza eroica nelle dure prove a cui fu sottoposto dai suoi Superiori,e nella penitenza durissima as cui si sottomise per imitare Gesù Crocifisso.Quindi il suo zelo e la sua carità verso i poveri,ed i continuati miracoli che operò in tante fogge,avendo naturale la potenza taumaturga,sicchè era acclamato qual Santo,e da lontano venivano molte persone ad essere spettatrici,o per riceverne la sospirata sanità: Descrisse poi la beata morte e la sua gloria in cielo. Più tardi,si trassero a sorte dei legati per le povere donzelle, quindi il Vespro pontificale,come nel giorno precedente. Il terzo giorno pontificò alla gran Messa Mons. Guarino,Arcivescovo di Messina,coll'assistenza degli altri due Prelati.Recitò l'Orazione panegirica il Rev.Canonico Leopoldo Ferro, valente oratore, che ha predicato in varii pulpiti d'Italia. Facile ed eloquente la sua parola, animata da gran coraggio nel combattere l'empietà moderna che fa guerra alla Chiesa ed al Papa. Nell'esordio osservò come si è pur detto dai nemici del cattolicesimo che esso sia vicino al suo termine, nemico com'è ella civiltà e del moderno progresso. Ma l'umile fraticello di Nicosia colla santità della vita, colla sua ardente carità,coi portenti e colla apoteosi rende testimonianza solenne della vitalità dello stesso cattolicesimo,e com'esso duri potente,nonostante la tempesta del tempo e la persecuzione contro la Chiesa ed il Papato:Egli è la più bella gloria di Nicosia,l'antica Erbita,che pur vanta tanti uomini insigni in ogni ramo di cultura e basterebbe il Testa, lo Succiale e tra gli artisti,il Randazzo,il Mirabella e il Livolsi per renderne la memoria perenne. Descrisse quindi la vita e l'ardore serafico del B.Felice che col suo esempio e colla sua parola trasse a Dio tante anime,e fu celebre in tutta la Sicilia.Il linguaggio sempre elevato,le opportune riflessioni e l'energia dello stile,fecero ascoltarlo dall'affollatissimo popolo con gran piacere. E in vero,domenica,terzo giorno delle feste,il concorso degli astanti fu così grande che nella Cattedrale divenne impossibile la circolazione come pure nelle strade contigue;e il Beato da Nicosia ebbe onori splendidi e devotissimi.L'umile fraticello fu festeggiato dai suoi concittadini e dai forestieri accorsi con vero entusiasmo. Il pontificale di mons.Guarino,Arcivescovo di Messina, riuscì veramente splendido. Nelle ora vespertine si trasse a sorte nella lotteria un grosso vitello ad onore del beato,e appresso cominciò la solenne processione.In questa intervennero ben 24 Congregazioni della Città,i Cappuccini ed il Capitolo;l'Arcidiacono portava la testa del Santo chiusa nell'urna;seguiva il popolo giulivo e festoso. Fascevano bella mostra soprattutto le Congregazioni,ognuna col suo stendardo assai ricco e con variati costumi mediovali eleganti e sfarzosi. La sera poi la solita illuminazione;e qui è da notare che i punti elevati del paese,i palazzi e le strade presentavano uno spettacolo assai imponente. La sera, dopo la processione,nella Cattedrale graziosamente illuminata,si cantò il Te Deum da Mons.Guarino, assistito dagli altro Prelati,collo stesso concorso di popolo.Egli prima di dare la Benedizione col Santissimo, pronunziò un devoto ed eloquente fervorino,in cui parlò dell'Eucaristia coi più vivi sensi di fede e d'amore,trovando noi in Gesù, come già il Beato Felice,il conforto e ogni bene nelle tempeste della vita. Quindi benedisse il popolo astante e tutta la città festosa,perché conservasse sempre accesa la fede e ardente l'amore a Gesù Cristo,a somiglianza del B.Felice. La gran piazza,dopo il Te Deum,era stipata dall'affolata moltitudine, e verso le dieci sparò un magnifico e variatissimo fuoco d'artifizio,ove tra le bellezze dei palloncini,dalle bombe,dalle folgori,con sempre nuovi colori all'ultimo vi fu lo scontro di due guerrieri a cavallo,che poi divennero predoni,e comparve tra essi in alto il B.Felice vestito e raggiante di luce.Il pubblico ne rimase oltremodo contento. Ben è a dolere,che il convento dei cappuccini,ove visse per lunghi anni il B.Felice,e in particolare la sua celletta dove abitò,siano oggi dissacrati,insieme all'antica chiesa ov,ebbe tante celestiali comunicazioni: e il popolo non potè visitarli;prova anche esse evidente dei guasti immensi operati dalla trionfante Rivoluzione,in mano empia:che distruttrice. Il domani,20 correndo la festa di S.Bernardo,onomastico di monsignor Cozzucli, nella chiesa di S.Biagio, appartenente al Seminario Vescovile,ebbe luogo una distinta Accademia,in onore del beato Felice,coll'intervento dei tra Prelati.Si cominciò col canto di un bell'inno,composto dal Signor Giambattista Galati, e bene eseguito da alcuni giovani seminaristi.Quindi Mons.Cozzucli recitò un discorso d'introduzione,in cui mostrò come i frati di S.Francesco colle loro opere di carità han saputo sciogliere l'arduo problema del pauperismo,insegnando ai ricchi di sovvenire ai poveri e sovvenendoli anch'essi generosamente. Il che provò meglio coll'esempio del nuovo beato,che li soccorreva anch'esso in tutti i modi,anche adoperando dei miracoli,ed esortando i ricchi ad essere larghi del loro superfluo a pro degli indigenti.Opportuno e ben ragionato il suo discorso innanzi a distinte persone del Clero e del laicato. Dopo recitarono delle belle ed interessanti composizioni alcuni membri del Clero diocesano ed alcuni giovani del Seminario.Anche una bellissima ne recitò l'Exprovinciale dei Cappuccini P.Alessandro Venuta.Eccellenti gli inni,le odi e le terzine sulle virtù del B.Felice, sulle sue glorie in cielo e in terra,sulle feste celebrategli a Nicosia, e sugli immensi servizi resi dai frati alla Chiesa ed alla civile società,pieni del vero patriottismo.Né mancarono le dovute lodi ai Vescovi presenti.Si conchiuse col canto dell'inno accennato. Così Nicosia, terra illustre d'insigni personaggi,ha degnamente onorato il suo Beato Felice,e ne diamo le dovute lodi a quel zelantissimo vescovo,alla Commissione per le feste che vi ha pur lavorato con sommo impegno,raccogliendo le oblazioni dei fedeli,ed in particolare al suo degno presidente,il cav.Ludovico Speciale,ai due Arcivescovi Mons.Guarino e Mons.Cirico,che la resero più cospicua colla loro presenza ed in generale a tutta la cittadinanza ed a tutte le Autorità che si prestarono per la felice riuscita. Ecco la vera gloria dei santi e della Chiesa Cattolica,ecco un altro astro fulgidissimo dell'Ordine Cappuccino:Il nuovo beato è stato sempre caro alla Sicilia,onoratissimo da ogni classe di persone che a lui da un secolo si raccomandano per ottenere grazie e miracoli, sicchè lòa sua immagine si era più volte riprodotta,e venia egli chiamato col dolce nome di Fra Filiciuzzo.Quindi universale la gioia nella sua apoteosi e si sono resi i dovuti omaggi a Leone XIII,che lo beatificò;quindi la sua venerata immagine si vedeva nella cattedrale decorata con lumi,e il suo nome esaltato nelle prediche e nelle poesie,pregandosi il B.Felice,perché egli sia guida e conforto,e perché possa vedere presto il sospirato trionfo della Chiesa e del papato. Nicosia può contare nei fasti della sua luminosa storia antica e moderna,tra i fatti più memorandi dell'epoca greca,nor-manna ed aragonese; tra i suoi monumenti e fra i suoi più celebri concittadini il nome e la festa del B.Felice e possiamo chiamarla felice per avergli dato i natali,per essere stata spettatrice delle sue virtù e dei suoi portentosi miracoli,e per averlo così degnamente festeggiato.Queste sono le vere feste del popolo in mezzo a tanto concorso di persone. Facciamo nostro il pio e nobile desiderio di Mons.Coz-zucli; cioè,che sorga in una delle principali piazze di Nicosia un monumento al suo Beato concittadino,che ricordi ai posteri le sue virtù e le feste.Un dovere di gratitudine e di riconoscenza dovrebbe animare gli abitanti perché sorga e presto. -------------------Vedi relazione delle Feste per la Beatificazione di fra Felice das Nicosia Laico Professo Cappuccino,nei giorni 17-18-19 Agosto 1888,pubblicata per cura di S.E.Mons.Bernardo Cozzucli,Vescovo di Nicosia - Palermo - Tipografia Pontificia di M.SS. del Perp.Soccorso e di S.Giuseppe - 1889 Nota bene - Nell'opuscolo precitato vengono riportati per intiero tutti i discorsi e orazioni panegiriche predicati nel triduo delle solennissime feste celebrate in Nicosia in occasione della beatificazione del B.Felice, ma io,per amore di brevità e perché non entrano nell'oggetto della Storia,li ometto;e copio solamente i componimenti poetici che lessero nella Accademia,tenuta il giorno 20 Agosto nella Chiesa di S.Biagio,che viene citata nel testo della relazione.> P.Costantino Mongioi da Cerami COMPONIMENTI POETICI recitati il giorno 20 Agosto 1888 nell'Accademia tenuta nella Chiesa del Seminario di Nicosia in onore del Beato Felice laico Cappuccino in occasione della sua Beatificazione (N.B. Siccome sono delle poesie molto lunghe e prolisse, se ne citano di ognuna alcune strofe soltanto . Si nota inoltre quasi in tutti i canti il dolore e lo sgomento per la recente Soppressione degli Ordini Religiosi avvenuta nel 1866. L'archivista) I° I Meriti del Monachesimo . canto Didascalico recito da Monsignor Bartolomeo Mammana,Vicario Generale di Nicosia,rettore del Seminario .. 1° Ebbra di caldo affetto cittadino Di riverenza al successor di Piero Erbita al Santo frate Cappuccino sacrò di voti e preci un triduo intero E lieta andrà di quest'onor divino Che ha reso al figlio suo con cuor sincero Ma fia poi ver che l'empio mondo applauda a quest onor di meritata lauda ? 2° Uno stuolo di maledici,d'ingrati Che oggi reggono le sorti del mortali, Ciechi obliando i benefici andati, Né preveggendo i loro futuri mali, Gridan alto la croce addosso ai frati, li additan per nemici esiziali, Qual li dice infingardi e quali pravi Onde convien l'umanità si gravi. 3° Lieve danno per lor che truce regni L amor di sé,che l amor patrio pera; Se gli empi della fè varchino i segni E perfin contro Dio levin bandiera; Se crescon d Epicuro i figli indegni, E di femmine nere la fiamma nera; Purchè dei frati la feral presenza Non amorbi l umana convivenza. 4° Gridan libertà a squarciagola E se ne danno infatti a larghe mani; Libertà di pensiero e di parola E libertà di vivere da cani Ma se altrui cinge saio e a Dio s immola Se rifugge gli strepiti mondani Di libertà nel nome ci vien proscritto Qual facitor di orribile delitto. 15° E l umil fraticel che spesso geme Sotto sferza di rigido comando Di obbrobri si satolla,in cor la speme Del guiderdone eterno alimentando; E alla gloria mendace ei grida insieme E agli onor di quaggiù perpetuo bando Indi segna i trionfi che lo Spiro Di Dio riporta sul mondo deliro. . 17° Ecco di notte un bambinel gittato Su d un trivio a perir:chi lo raccoglie? Altro fanciul saria già mutilato E reso merce di valor;chi il toglie A infamia a morte? Varche del peccato Quella donzella avria le immonde soglie Spinta da fame a genitor malnati; Chi l attira e la purga i Santi Frati. 29° Ma il frate,altri dirà,muore infecondo Anche al morente Epaminonda fèa Tal doglianza un amico,ed ei giocondo Lascio alla Grecia Lecettro e Mantinea Due splendide vittorie Anch egli al mondo Tre splendidi figliuoli il frate crea: Trofeo al mondo,esempio virtuoso, e il voto,arduo problema agli empi ascoso. 30° E tu Felice,che nel mondo rio Tutti i sentier della virtù calcasti, Accogli in lieta fronte il canto mio Che di lassù tu stesso mi ispirasti. Ai Pastor della Chiesa,al popolo pio Vita di fede impetra e giorni santi. Sia infin da te questa adunanza eletta Per sempre edificata e benedetta. Fine (Questo canto didascalico è composto da 30 strofe) II° Sonetto In onore del B.Felice da Nicosia letto dal Seminarista Bernardo Tagliavia. 1° Discendi ,o Musa,e di cantar fa degno Il mio pensier la gloria del Beato Ch oggi veneriam, e siangli pegno Gli accenti del mio cuore a lui sacrato. 2° Da basso loco discendente e nato Lo vide Nicosia,gli fu sostegno A virtù sorprendenti il dispregiato Amor terreno con prudente ingegno. 3° Vestì le sante lane di Francesco Povero,umile,assorto nel suo Dio Più che terreno fu uomo celeste. 4° Per carità dei poverelli il desco Fe ricco e col suo far devoto e pio Tenne verso il Signore l anima desta. Fine III Per la Sacra Festa Del Beato Felice da Nicosia Inno Letto dal Rev.Can. Antonino Isabella Arciprete di Nicosia Di laudi un canto sciolgasi In questo dì festivo E canti a noi la gloria Del Nicosino Divo; Di vivo patrio ancora Palpitò il nostro cuore Che più tacer non de . Santo pensier,qual aquila Che spiega il volo alpino Levati su,trasportati Sui colli di Quirino, Odi di Pier gli accenti Claman i suoi portenti Sacra è la nostra fe . Erbita esulta,incielati, E teco il tuo Felice; Gli desti i primi aneliti. Tu fosti una nutrice: Gridalo ai quattro venti Sue glorie,suoi portenti Sue ceneri note son. Dal ciel prevento,bambolo Rifulge in sua virtude, In lui l eterno mostrasi Quando suo labbro schiuda, Segno di si di esempio Al giusto insiem all empio Prodigo di perdon. .. Taci mia musa.Inneggino Con le celesti squadre I figli usciti a gloria Dell assisate Padre Inneggin,che Felice Fra loro assiso dice Mi trasse l ubidir. Con Luca e Leo Pontefice Al terzo soglio siede Stretto in amplesso patrio. Quei che vedea per fede Lumi del primo vero Vagheggia a tutto intiero Appaga il suo desir. Salve mio Divo,etereo Onor del patrio suolo Per la tua gloria sicula Si impenna ad alto volo E l itala speranza A posseder s avanza La pace che non ha. Pace ti chiede un popolo Che tuo si vanta a gara E tu dal soglio empireo Il trono guarda e l ara Legati in un sol cuore E con il patrio amore La fe trionferà. (Questo inno è composto da12 strofe) IV Ode In onore del Beato Felice da Nicosia Letta dal Canonico Vincenzo Algozzino Erbitesi gioite,l aurora E già sorta nel dì sospirato La Magion del gran Piero s infiora Il supremo Leone parlò. Fur celesti ed arcani i suoi detti Il suo accento divino ispirato Non terreni.divini gli affetti Il suo volto di luce brillò. Riverenti chinate la fronte Non s inganna il suo labbro,non mente, Per suprema virtute a Lui conta Son le cose che svela quaggiù. Sciagurato,da Dio maledetto Chi protervo sogghigna e dissente Corre fuori del tramite retto Fulminato cogli empi laggiù. Egli alfine dal seggio di Piero D un gran viro,del nostro Felice Con accento infallibile e vero Ai credenti favella così. Fe silenzio la terra ed il cielo Tacque il colle,arrestò la pendice I suoi moti e lo spirito anelo Ossequente fe posa ed udì. Settatore dell umile scuola Del Serafino Padre d Assisi, Unqua mai ci lordava la stola Dal primiero all estremo dei dì. Giacchè adunque il supremo Gerarca Che disvela a noi tutti credenti Che pur ricca e di meriti carca Tua bell alma nel ciel pose pie . Noi dal fondo del nostro servaggio, E di mezzo ai travagli presenti, Col più acceso e fervente linguaggio Ti chiediamo soccorso e merce . E tu intanto dal seno di Dio, Ove sei veramente Felice, Alla Patria,deh mostrati pio, Pieno sempre,qual fosti,d amor. Protettore,avvocato ne assisti Come il cuore ti palpita e dice; E noi tutti direm che venisti Di quest Erbita ormai Salvatore. ( Quest ode è composta da 26 strofe) V Terze Rime Letta dal Padre Alessandro da Nicosia Ex Provinciale Cappuccino e Porf. Di Teologia Dommatica Ruvido saio,che da mille sorge Più ruvidi rattoppi insiem connessi Decora veste alle sue membra porge Cinto d intorno sui suoi lombi fessi Da corda,che d un lato giù discende Da tre nodi interrotta infin che cessi, Dall altro fianco la corona pende Onde a Colei che del verbo sede Dai rendenti dal Figlio onor si rende Incolto il mento,e scalzo ci mostra il piede Giù le pupille,strette in sen le braccia Di spregi accoglie non li cura, e incede Che è costui che il mondo da sé scaccia Qual uomo da nulla, e soltanto a poltrire Sotto l incarco di una vil bisaccia? Precipite,o fratelli,il vostro dire Non sia che spesso sotto forma incolta Magnanima virtù solsi scoprire. Felice è il nome di colui,cui stolta Mente riputerebbe un vil Fratino Dall alma gretta in un Cuor gretto avvolta. Felice che qui,in Orbita il mattino Dei giorni suoi sorti,e la carriera Ne percorse e compì da Cappuccino Se per altri prodi ad altra sfera, Mia patria,Nicosia,ti ergi e ti abbelli, Felice in cima sta di tanta schiera. .. E nell eccesso del tuo amor deh,odi Nostra preghiera,e tien da noi lontana Del nemico le insidie e l empie frodi. Che Dio Comprima le sue vie insieme Che torni il popol suo devoto e pio; E si convinca che fur sempre vane Lire in contrasto col poter di Dio. Fine (Queste terze rime sono composte da 48 strofe) VI Al Beato Felice da Nicosia Inno Letto da canonico Giulio Contessa, Prevosto di S.Margherita in Agira Su nel giorno di tanta letizia Questo popolo d Erbita antica Sciolga l inno,la gloria ridica Del Serafico suo cittadin. Sotto l umile veste del Frate Ebbe cuore magnanimo e forte Disdegnò dei superbi la sorte Della croce persosse il cammin. O Felice,or Beato ti dicembre Chi degli uomin regge il destin. Freme il mondo dei frati alla vista, Li riguarda qual gente proterva; Ma Felice un eletta riserva Di virtudi nel nobile cor. Col pensier,cogli affetti nel Cristo Or se stesso riguarda per niente Or dispregi egli soffre paziente Or s estolle di Dio nell amor. Fortunato qual Angel beato Su dolenti riversa il favor. Mira il Cielo, retaggio dei buoni S innamora dell alma cittade Soffre,pugna,s avanza,non cade Di virtude nell aspro sentier. Quando il sole dardeggia la terra Quando in tenebra lascia i viventi Spirto e cuore egli tenesi intenti Del Signor negli alti pensier. Ora,e tace,nell almo ha la pace Di chi vive costante al dover. . Col panier tira l onda dal pozzo D ubbidienza portento mai inteso. L ari regge,ed il Solo al suo peso; La stess ora in due luoghi si stà. Alle menti per tali portenti La luce vera di fede verrà. Ai fratelli dispersi,sbanditi Deh,Felice tu impetra la pace Della fede ridesta la face Il tuo polo guida a virtù. Di Leon che beato ti disse Tu la mente ed il cuore sorreggi Con la Chiesa il suo capo proteggi Cessi al fine per Lui servitù. Nell acquisto del regno di Cristo Egli guidi ogni gente e tribù. ( quest inno è composto da 15 strofe) VII La Festa del Beato Felice e il Cruccio di Satana Ottave Del Can.Giuseppe Maria Pantano,Prevosto e Vicario Foraneo d Assoro. Questo è il giorno festoso di contento Che s inneggia al novello or or Beato In questo patrio suol s ode il concento Pel suo concittadino al Ciel locato; Ogni devoto in fervoroso accento Scioglie carme in suo cuor tutto allietato Erbitesi Signori,se pur lice Vorrei sciogliere un carme al pio Felice. Date dunque indulgenza al mio desio Desio sincero mosso sol d amore Il gaudio vostro è pur gaudio mio E dei venuti qui con santo ardore Ben noi compagni fummo al rito pio Chiamati dai voler del buon Pastore La Diocesi tutta par che sia Oggi unita in un cuor con Nicosia. . Ma chi è costui,che livido nel volto Con guardo bieco e con sembiante arcigno Ritto si sta nel suo mantello avvolto Atteggiando il suo labbro a vil sogghigno? Ben lo ravviso,e il suo garrire ascolto E il cupo brontolar sempre maligno E lo spirito di Satana fremente Che informa e parla al secolo presente. Desso alla vista della nostra festa Guata,dispregia e mostrasi beffardo, Scuote e dimena la superba cresta, E scocca dello scherno il fiero dardo; Tutto il velen del cuore ei manifesta Col livor del Serpe ognor bugiardo E traboccante di rabbia l infelice Così prorompe corruccioso e dice: Che Santi che miracoli spacciate Cieche seguaci del Cattolicesimo, Ben voi ,con le vostre fole sperticate Date l Umanità all Ostracismo Ben pur si sa ,che voi sempre portate Il regresso col cieco Misticismo Fate Santi e Beati,e fate inchini Per deluder la gente e far quattrini. Santificare un uomo è rande errore, Che toglie al Dio fattore il vero culto, Solo adorare si deve il Creatore L incenzo dati ai Santi a Dio fa insulto, A dio solo la gloria ed ogni onore, I Santi sono un simulacro sculto; Così voi somigliate ad Israello Che il ginocchio piegava ad un vitello. . Il secolo ti segua coi suoi gusti, Ti acclami a grande Eroe,qual Semidio, Nei suoi garriti e in tutti i suoi trambusti Ti meni nel suo grembo in gran trofeo; T innalzi pur colonne e semibusti, Novello Alcide e forte Briareo; Ma pensa ben,che ogni insolente orgoglio Ha breve il regno e ruinoso il soglio. E noi fratelli in questo dì sacrato Alla lode,alla gloria ed all onore Dell inclito Felice in ciel beato Sciogliam giulivi un inno con ardore; Da tutti in questo giorno sia lodato Il pio Felice in nome del Signore Già mi sembra vederlo in lieto ammanto E a lui sciolgo la prece ed il mio canto. (Queste ottave sono composte da 19 strofe) VIII Inno Deh!tu dall alta gloria Inclito gran Beato Quale ti ha proclamato Di Pier il Successor, Ascolta il voto supplice Che sorge dal mio cor. Prega l eterno Numine, Che il suo Vicario in terra Vinca l orrenda guerra Del demone infernal Che tenta con nequizia Vibrar l acuto stral. . Volgi dall alto Empireo Volgi benigno il guardo Al pio Pastor Bernardo D ogni virtù splendor. Sperdi dei tristi ed invidi L ignobile vigor. E mentre il suo onomastico Ricorre questo giorno, Sia colmo e sempre adorno D ogni felicità. Ha cuor di padre tenero D amore e di bontà. .. Tutti fratelli unanimi Mostriam concordia e fede Oggi alla Santa Sede Giuriam unione e amore, Felice imponeva ossequio Di Piero al Successor. Che l innalzò magnanimo Dell ara al sommo onor Già si apre il cielo fulgido Appare a noi Felice Esso ci benedice Nel nome del Signor. (Quest inno è composto da 14 strofe) IX Ode Al Beato Felice da Nicosia Recitata dal Rev.Canonico D Alessandro Archina d Assoro. Santa Sede,grande astro alla monte Tu del Cristo bellissima figlia, Rendi lieto chi in te si consiglia Col tuo lume disperdi ogni error La tua face qual sole nascente, Ben rischiara la mente e il cuor. Tu c insegni che l uomo fu creato Dal Fattore a sua forma ed imago; Deh! Ti morda terribile drago Il tuo seggio vien l uomo a goder, Desso fu dal Signore inalzato Dell Empireo al celeste sentier. . Deh,tu taci.o sottile sofista, Copri il volto di vile rossore Insegnando che l uomo tutto muore Come il bruto ad in tetro destin; Tu ci abbassi (qual orrida vista) Della terra nel solo cammin. Come stupido e vile giumento Godi pur la tua lurida sorte, Confinato nel pallio di morte Come bestia,che ormai non è più; Va superbo col vile indumento, Va carpone chinato quaggiù. A te dunque glorioso felice Volgiam tutti col cuore e la mente; Deh, ti mostri benigno e clemente Nostra guida e conforto nel duol; Già t invoca il tapino infelice E in te trova speranza e consuol. Or propizio nei fieri perigli Tu rivolgi lo sguardo dall Etra Del trionfo la gioia c impetra Ma pudica,ma senza rancor; La tua casa fu casa di pace, la tua vita fu vita d amor Tu sei Padre,noi siamo tuoi figli A te diamo gli affetti del cor. (quest ode è composta da 14 strofe) X Canto In onore del Beato Felice da Nicosia Letto dal Sacerdote Pietro Cremona da Leonforte. Anch io riprendo la silente cetra E un suon vi sposo,qual mi detta il core Che se non osi di levarsi all etra Scintilla è sempre di verace amore. Orbita chiara,il so,tuo nome splende, Quale rifulge in Ciel l astro maggiore; Ma il genio che m ispira,non lo accende Tua proda armata,con che tu fugasti Di Dionigi le falange orrende. Ne coi Normanni vo toccar tuoi fasti, Per cui regina e donna ti assidesti, Ed in era novella lieta entrasti. Io taccio i pingui colti,con che desti Vita la commercio; e taccio il vin ,le ulive, Delle tue frutta i rigogliosi innesti. .. Nulla vo dir del fossile carbone Dell olio,del bitume e del salgemma Di che manda il tuo sen grosso filone. Né del Sole che splendido t ingemma E tue con valli allieta e che infiora Colla fulgida sua perenne gemma. .. Fa, tuo,o Beato, ridar dì migliori Al pio Vegliardo: tu più lievi rendi I longanimi acuti suoi dolori. Celeste vision a Lui discendi: Tu lo sorreggi,e dell anno al ritorno Il tuo nuovo prodigio all orbe estendi; Il Sacro altar di ardenti faci adorno Il popol fido riabbracciar vedrai, E al tuo benigno simulacro intorno Da mille bocche nuovi canti udrai. ( Questo Canto è composto da 78 strofe ) XI Per la Beatificazione del Beato Felice da Nicosia Inno Chi dai Figli del Frate d Assisi Oggi ascende dall ara all onore? Adunati i drappelli divisi Tre falangi Francesco ne fa ; Nei vessilli tra palme ed allori Con la Croce altre braccia vi stan. Oh,qual vista,si schiude un avello: Ricoperto da ruvida lana Da cappuccio il più lungo e mantello Esce un vecchio,suo nome qual è? Gli rei monti,le spiagge Sciane Si riveston di nuovo fulgor. Stretti tra i lombi da corda che scende Con tre nodi ad uguale distanza, La corona alla corda si appende, Non ha calze né sandali al pie , bianco il crine e la barba,sembianza Di chi visse in Egizio suol. E Felice,tra mille cherubi In dorata ed argentea veste, Che s innalza su candide nubi, Fra gli applausi d un popol inter; D ogni tempio gia squillano a festa Tutti i bronzi,gioisce ogni cor. . Ed è il core che il labbro dischiude A preghiera che sale all Eterno. Perché verde mantenga virtude Ogni fronda,olezzante ogni fior; Perché snervi la forza d Averno, Ed i flutti racqueti del mar. Perché spunti foriera la stella Del bel giorno che attende il mortale, Per segnare quell era novella Sospirata di pace e d amor: Pace vera che il mondo l eguale Mai non seppe donare,né può. Fine P.S. Dedica ed offre a S.E.R.ma Monsignor Bernardo Cozzucli Vescovo di Nicosia,per le feste solenni in detta Città in segno di antica stima. Giambattista Galati (quest Inno è composto da 15 strofe) Conclusione Delle solenni celebrazioni in occasione della Beatificazione di F.Felice,si conserva anche <un estratto dell Orazione panegirica recitata il dì 19 Agosto 1888 dal Re.mo Can. D.Leopoldo Ferro della Cattedrale di Nicosia. Il Re.mo Canonico D.Leopoldo Ferro,prima della soppressione del 1866,era religioso Cappuccino e si chiamava Rev.P Gaetano da Nicosia,ma da non confondersi con l altro P.Gaetano da Nicosia,celebre ingegnere ed artista,poiché il cognome di quello seniore era Cipolla e che viveva ancora verso la metà del secolo XIX.> (P.Costantino Mongioi da Cerami ol 5° pp 91-94 V This document was created with Win2PDF available at http://www.daneprairie.com. The unregistered version of Win2PDF is for evaluation or non-commercial use only.