Provincia di Padova
Assessorato allo Sport
Piazza Antenore, 3
Tel. 049 8201861 - Fax 049 8201840
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anno
2007/2008
con la collaborazione della
Provincia di Padova
Assessorato allo Sport
Panathlon International Padova
Siamo alla terza pubblicazione! L’ apprezzamento, per noi importantissimo, che ci viene dal saluto
delle Autorità istituzionali, dal vertice del mondo della cultura, dai media, dallo sport, dalla
testimonianza dei disabili e, logicamente, dal Panathlon, ci da la motivazione a continuare nella nostra
opera di diffusione della “cultura” dei disabili.
Grazie a coloro che dopo averlo letto, ci faranno pervenire le loro impressioni, aiutandoci a migliorare
sempre …….
“Sport Disabili”
Panathlon International Club di Padova
Via Calatafimi, 12 - 35137 Padova
Tel. +39 049 65 06 10
Casella Postale 683 - 35100 Padova
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Che cos’è il Panathlon?...
Motto del Panathlon è...
“ludis jungit” ossia “uniti dallo sport per lo sport”
Il Panathlon è...
“una libera associazione non governativa, dotata di personalità giuridica, senza fini di lucro,
aconfessionale, apartitica, senza distinzione di sesso e di razza”
Finalità del Panathlon è...
“l’affermazione dell’ideale sportivo e dei suoi valori morali e culturali quale strumento di formazione
ed elevazione della persona e di solidarietà tra uomini e popoli”
E gli obiettivi sono...
– favorire l’amicizia fra tutti i panathleti e quanti operano nella vita sportiva;
– diffondere con azioni sistematiche e continue per la diffusione della concezione dello sport ispirato
all’etica della responsabilità, alla solidarietà ed al “fair play”, quali elementi della cultura degli
uomini e popoli;
– promuovere studi e ricerche sui temi dello sport e dei suoi rapporti con la società, collaborando
con la scuola, l’università ed altre istituzioni culturali e li divulga nell’opinione pubblica;
– attuare forme concrete di partecipazione intervenendo nei procedimenti di proposta, consultazione
e programmazione nel campo dello sport con le modalità previste dei singoli ordinamenti nazionali
e regionali;
– adoperarsi per garantire a tutti la possibilità di una sana educazione sportiva, senza distinzione di
razza, sesso e di età, soprattutto attraverso la promozione di attività giovanile e scolastica,
culturale e sportiva;
– istaurare rapporti permanenti con le istituzioni pubbliche statali e locali e con i responsabili dello
sport, assicurando contributi propositivi alle iniziative legislative e concreto impegno nella fase
organizzativa e operativa;
– quale club di servizio, porre in atto, incentivare e sostenere le attività a favore dei Disabili, le attività
per la prevenzione della tossicodipendenza e per il recupero delle sue vittime, le iniziative di
solidarietà con i veterani sportivi, la promozione e realizzazione dei programmi dell’educazione alla
non violenza e di dissuasione del doping.
3
Fare sport significa fare movimento, mettersi in azione. Un concetto che non implica però solo
movimento fisico, ma soprattutto educazione mentale perché lo sport nasce dentro di noi con la
voglia, la determinazione, il piacere e la disciplina che poi trasformiamo in passione.
Fare sport è crescere. Attraverso il nostro impegno accumuliamo informazioni sempre nuove e sempre
diverse, aumentiamo la conoscenza di noi stessi, dello spazio che ci circonda, della relazione tra il
nostro corpo e le altre persone.
Queste sono le ragioni che spingono la Provincia di Padova a sostenere con entusiasmo il progetto
“1 ora x i disabili”, perché non è affatto detto che possano fare sport solo i campioni, ma anzi fa sport
chi ha il coraggio di mettersi in gioco e di affrontare le difficoltà. Al contrario, non esisterebbe lo sport
se non ci fossero difficoltà, limiti da superare o ostacoli da lasciarsi alle spalle.
Per questo “1 ora x i disabili” è un progetto pensato per i ragazzi di tutte le scuole. I nostri studenti
sono una ricchezza vitale, una miniera di cose sapute e da sapere, un’enorme energia da sfruttare. A
loro disposizione troveranno gli esperti del Panathlon e la palestra a cielo aperto della vita in cui
crescere, gareggiare, aiutarsi e sostenersi come deve fare chi ama lo sport per davvero.
Vittorio Casarin
Presidente
Provincia di Padova
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Sport e disabilità: un binomio forte che racchiude un alto significato educativo, soprattutto in un’epoca,
come questa, in cui la “cultura della diversità” investe ogni aspetto delle relazioni umane e si pone
come un percorso obbligato di civiltà e di rispetto. Un binomio che le istituzioni pubbliche devono
contribuire a promuovere, in nome di quell’immagine dello sport che non è fatta di mondanità e
doping, ma di sacrificio, volontà, desiderio di misurarsi con se stessi e con gli altri. Immersi in un
universo mediatico apparentemente improntato ai buoni sentimenti, ma in realtà dominato da un
modello “vincente” tout court, dove il rispetto di valori etici e umani è valutato alla stregua di una
debolezza, i ragazzi hanno più che mai bisogno di ispirarsi invece a modelli in grado di accettare i
propri limiti, ma anche di sfidarli con lealtà e con coraggio. In questo, gli atleti disabili possono essere
a buon diritto portati ad esempio come vero modello di sportività. La provincia di Padova ha l’onore
di aver dato i natali e di ospitare molti campioni che si sono distinti in diverse discipline sportive, alle
Paraolimpiadi o in altre competizioni. Grazie a questa meritevole iniziativa di Panathlon International
Padova, la loro esperienza sarà a disposizione di molti studenti del padovano, così come lo è stata
nelle precedenti edizioni di “Un’ora per i disabili”, riscuotendo grande interesse nei ragazzi e nei loro
insegnanti. Il progetto è infatti innovativo anche nella concezione, pur basandosi su un presupposto
apparentemente elementare: non capiremo davvero una persona, finché non riusciremo a calarci,
profondamente, nei suoi panni.
Mauro Fecchio
Assessore allo Sport
Provincia di Padova
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Fare sport fa bene. Ma c’è un tipo di sport che fa molto di più.
Quello che aiuta a crescere attraverso un’educazione fisica che è sviluppo e conoscenza delle diverse
abilità motorie.
Quello che promuove l’integrazione in un contesto di multiculturalità oltrepassando barriere di razza,
di religione, di popoli.
Quello che non è sterile agonismo, ma si pratica nel rispetto di un’etica capace di promuovere i valori
positivi dello sport, soprattutto giovanile: il fair play, una competizione sana, buoni rapporti con se
stessi e con gli altri, nessuna discriminante tra colori diversi e, soprattutto, adeguati programmi
sportivi per i ragazzi diversamente abili.
Il Panathlon International Padova da molti anni ormai porta avanti con successo numerose iniziative
sul fronte dell’educazione sportiva giovanile, tra cui mi piace ricordare i premi di studio conferiti
annualmente alle migliori tesi di laurea della nostra Università che si occupino dello sport nei suoi più
differenti aspetti.
Il progetto “1 ora per x i disabili” mi pare, tra tutte le proposte del Panathlon di Padova, di particolare
rilievo sociale e civile. Dare la possibilità ai ragazzi con diversi tipi di disabilità di praticare sport
adeguati, di avvicinarsi esattamente come i loro coetanei alla cultura sportiva, significa prima di tutto
aiutarli a crescere nei valori positivi e propositivi della migliore etica dello sport. È l’impegno, da parte
di tutti i soggetti educatori, a garantire l’uguglianza e la cultura del confronto, abbattendo concetti
discriminatori troppo spesso presenti anche nel mondo dello sport.
Insomma, come dice la “Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport”, dare a ciascuno la possibilità di
diventare un campione, oppure di non esserlo.
Vincenzo Milanesi
Rettore Università
degli Studi di Padova
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La dichiarazione del Panathlon International, sull’ Etica nello Sport giovanile, al punto 2 afferma: “I
giovani disabili come quelli con minor predisposizione dovranno avere le stesse possibilità di praticare
lo sport e le stesse attenzioni di quelli maggiormente dotati”.
Ma le dichiarazioni non servono a molto se non sono seguite da azioni concrete, tese a modificare la
situazione preesistente.
Così come l’azione, se vuole ottenere risultati fattivi, deve essere incessante.
Penso che il progetto “1 ora X i disabili”, elaborato e sviluppato dal Panathlon Club di Padova,
risponde a questi requisiti.
E’ sufficiente ricordare qui che l’ultima iniziativa, attuata nell’anno scolastico 2006/2007 ha visto la
partecipazione di oltre 4.000 studenti di 43 Istituti scolastici e oltre 400 tra dirigenti e insegnanti ed
ha segnato un altro grande passo avanti per radicare la consapevolezza che le persone disabili non
vivono in un mondo separato da quello dei normodotati, ma vivono nel nostro mondo e devono
poterlo fare contando sul nostro aiuto per poter avere le medesime disponibilità.
Il coinvolgimento e la sensibilizzazione dei giovani delle scuole è fondamentale perché è su di loro che
riponiamo le nostre speranze per costruire una società che non conosca più barriere, ne fisiche ne mentali.
Al Panathlon Club di Padova, che ha trovato la collaborazione dell’ Assessorato allo Sport della
Provincia di Padova, va tutta la nostra riconoscenza, la nostra solidarietà e il nostro sostegno
Il progetto si inserisce pienamente negli scopi statutari del Panathlon Iternational ampliandone gli
orizzonti.
Complimenti ancora a tutti coloro, e sono tanti, che, insieme a Fabio Presca, sviluppano con costanza
questa iniziativa che dà lustro e onore a tutto il nostro movimento.
Enrico Prandi
Presidente
Panathlon Internazionale
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Il successo riscosso dall’attuazione del progetto del Panathlon Club di Padova (“1 ora X i disabili” )
non solo non è passato inosservato ma ci ha offerto lo stimolo per trasformarlo in una proposta per
tutti i Distretti.
Lo sport sano e socializzante non può e non deve ignorare chi oggi ne viene escluso, con particolare
riferimento alla scuola ed ai suoi operatori.
Da Padova, dopo la conferenza internazionale di Basilea, è partito un messaggio importante che ci
impone di rilanciarlo dove sia possibile, carico di nuovi significati.
I giovani di tante scuole e i loro insegnanti hanno partecipato con entusiasmo alle manifestazioni
(convegni, conferenze, dibattiti e prove pratiche in palestra) confermando impegno e solidarietà nei
confronti di chi è solo apparentemente escluso dal mondo dello sport a tutti i livelli. Filmati ed
interventi di personalità di primo piano hanno fatto capire che se si è “diversi” solo per miopia e
disattenzione. La realtà è ben diversa come dimostrano gli innumerevoli impegni agonistici ed i loro
campioni.
“La Dichiarazione sull Etica nello Sport giovanile” e la “Carta dei diritti del bambino” ci obbligano
ulteriormente a trarre dalla lezione di Padova il massimo dell’ insegnamento: ecco perché mi sembra
davvero giunto il momenti di pensare ai cosiddetti “diversi” ed al loro ruolo nello sport e nella società.
Lo sport riunisce tutto e tutti: non ci sono distinzioni di alcun genere. E la scuola con i suoi insegnanti
può essere un potente motore: si può parlare di sport e disabili in classe o nell’ Aula Magna e
verificare tutto nel concreto in palestra con i protagonisti di tanti eventi.
L’anno scolastico è appena ripartito e credo sia già tempo di iniziare a mettere in cantiere “1 ora X
i disabili” nelle città dove il Panathlon ha profonde radici e motivazioni per incoraggiare la sua
presenza. Sarebbe veramente un passo avanti rilevante nell’affermazione dello sport senza barriere,
discriminazioni o elementi negativi dei nostri giorni che peraltro combattiamo e combatteremo sempre
in prima linea con l’esperienza acquisita dai soci e tanto far play.
Michele Di Martino
Presidente
Multidistretto Italia
Pasnathlon International.
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Fin dal 2002 il Panathlon International di Padova svolge, con sempre crescente interesse ed
apprezzamento,una benemerita attivita' a favore dei disabili sportivi. Infatti il Panathlon
patavino,tramite l'opera costante,instancabile ed altamente encomiabile di Fabio Presca,Mario Torrisi
e Carlo Re ed in piena sintonia con la Provincia, i Comuni,il mondo scolastico-accademico, la
Federazione, le Societa' e gli atleti del settore, cerca di far comprendere a tutti i giovani,attraverso
seminari,filmati e dimostrazioni pratiche, i problemi dei disabili sportivi onde abbattere ogni tipo di
barriera, per una loro effettiva,solidale integrazione nella Societa' civile. Tale iniziativa non e' episodica
ma si realizza giorno per giorno,con un'azione continua e capillare che coinvolge molte Scuole di ogni
ordine e grado,alla luce del principio irrinunciabile della parita' di diritti, doveri e dignita' di tutti i
cittadini. Detta attivita' e' stata successivamente inserita ufficialmente in un Progetto denominato "1
ora per i disabili", approvato a Ginevra nel 2003 in sede internazionale e patrocinato dalla Provincia
di Padova, con il pieno appoggio del Comune, del mondo scolastico-accademico e di quello sportivo.
I dati numerici che testimoniano la bonta' dell'iniziativa (lanciata l'anno scorso anche in Olanda,
soprattutto per opera del mitico campione calcistico J.Cruyff) sono assai lusinghieri se si pensa che
nel 2006-2007 sono stati interessati quasi 50 Istituti scolastici della nostra Provincia,con un
coinvolgimento di svariate migliaia di docenti,allievi e familiari.
Mi auguro che numerosi altri sportivi si aggiungano al piu' presto a quanti gia' si prodigano con
notevole dispendio di tempo e di energie affinche' l'iniziativa sia sempre piu' conosciuta e diffusa,per
un vero progresso di civilta'. Anche tu, che mi stai leggendo con pazienza, puoi
farlo: basta una semplice telefonata di disponibilita' alla Segreteria del Panathlon.Ti attendono tante
persone che,attraverso lo sport, vogliono vivere con gioia,come tu stesso desideri. Perche',a quanto
scrive Hermann Hesse, Premio Nobel per la letteratura, “l'arte della vita sta nell'imparare a soffrire e
nell'imparare a sorridere”.
Renato Zanovello
Presidente Panathlon
di Padova
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Lo sport italiano in questo particolare momento storico ha bisogno, oltre che di ottenere risultati
importanti, di un impegno culturale sul contributo che l’attività motoria può dare ad una crescita sana
della nostra gioventù. Tutto ciò è realizzabile solo se il mondo dello sport, attraverso l’impegno di
dirigenti preparati, entra nelle scuole per parlare ai giovani di quanti benefici l’attività sportiva può
dare all’integrazione, all’accoglienza del diverso e insegni l’importanza del fare squadra al di là del
colore della pelle o delle difficoltà fisiche.
Certamente il progetto “1 ora x i disabili”, portato avanti dal Panathlon, con grande entusiasmo, si
inserisce in questa giusta direzione. Il mondo sportivo ha il dovere di mettersi a disposizione affinché
questo progetto trovi sempre più interesse ed incoraggiamento e non venga vissuto come una delle
tante iniziative da sopportare. La scuola e le istituzioni padovane che hanno recepito fin da subito
l’importanza di tale iniziativa, stanno collaborando affinché trovi sempre più accoglienza negli istituti
della nostra Provincia attestando così un vero importante segnale di crescita culturale nel nostro paese.
Un plauso speciale deve andare a quei panatleti che, con grande dedizione, si impegnano per
trasmettere un messaggio di integrazione, di conoscenza reciproca delle difficoltà dei meno fortunati,
mettendosi a disposizione dei nostri giovani per affrontare una tematica così delicata come quella
delle difficoltà che quotidianamente i diversamente abili si trovano a dovere affrontare. L’obiettivo
ambizioso è quello di riuscire ad abbattere, attraverso lo sport, tutte quelle barriere che negli anni
sono state erette artificialmente per difendere il “già più forte” dal “già più debole”.
Grazie cari amici panatleti per il vostro impegno, grazie docenti che accogliete questi messaggi sportivi ed
educativi, grazie alla Provincia di Padova per il sostegno dato a questa iniziativa, grazie dal mondo dello sport.
Gianfranco Bardelle
Presidente
C.O.N.I. Regionale
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Cari amici del Panathlon International,
il movimento paralimpico italiano vivrà anche quest’anno una stagione di sport entusiasmante con
traguardi che siamo stati in grado di superare e che lo saranno ancora con il grande impegno e
determinazione che i nostri atleti hanno dimostrato.
La passione è quella che muove la volontà a fare meglio e ciò vale anche per chi aiuta i nostri atleti
a fare dello sport, a diffonderlo e a sostenerlo.
È necessaria una profonda sensibilizzazione per coinvolgere i soggetti idonei a recepire questi valori:
gli alunni delle scuole; per far capire loro come costruire una società senza barriere fisiche e mentali.
In Veneto ed in particolare a Padova il Panathlon International svolge un lavoro egregio e può essere
considerato un laboratorio privilegiato per i campioni che ha già dato e per quelli a venire.
Grazie per il vostro impegno e auguri per un futuro sempre migliore.
Claudio Carta
Presidente
Comitato Regionale Veneto
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Un po di storia
Quando, anni or sono, il Panathlon di Padova istituì la commissione per il settore “sport disabili”, ci trovammo a porci alcuni
interrogativi: Perché? Cosa? Come? Dove?
Perché, era una domanda, pleonastica la risposta: nelle finalità del Panathlon.
Cosa proporre: no come sponsor, no come organizzatori di gare, no come asettici partecipanti a premiazioni; tutti spazi
coperti da altri. Dovevamo cercare uno spazio da fare nostro, uno spazio vuoto. Per trovarlo dovevamo chiederci cosa
vorrebbero i disabili che rientrasse negli scopi e nelle possibilità del Panathlon. Aiutati anche da esperienze personali e
partendo dalla natura del nostro movimento, movimento di “cultura sportiva”, giungemmo a progettare un intervento che
fosse di diffusione della conoscenza delle problematiche create dalla disabilità e dall’importanza che lo sport rivestiva per
queste persone.
A chi rivolgere il nostro intervento? Non ai disabili, purtroppo ben consci della loro situazione.
Allora? Ai non disabili affinché conoscessero, non soltanto superficialmente, cosa fosse la disabilità e quali ne fossero i
problemi diretti ed indotti. Argomento valido per tutti, ma soprattutto per i giovani, pronti a ricevere, ad elaborare, perché
portati alla generosità , al voler bene, ad essere soggetti di qualche cosa che fosse in grado di far loro toccare con mano
il fare, anche trasmettendo queste esperienze ai genitori, ai fratelli, agli amici.
Allora cultura, giovani, dove: se non la scuola? Seguendo le parole del Mahatma Gandhy , l’angelo della “non violenza”,
<se vuoi conoscere la civiltà di un popolo, guarda alla sua scuola>, la scuola dove in pochi, siamo
veramente in pochi, si possono contattare molti, perché si parla anche agli insegnanti. Come parlare loro? Come non
annoiarli? Come fare per fissare nelle loro menti, in modo duraturo, questa esperienza?
Si sono scelti due momenti:
Il primo teorico, evitando spiegazioni scientifiche, ma puntando sulla differenza tra la disabilità, dove solo la scienza potrà,
se e quando non sappiamo, dare delle risposte concrete e all’ handicap, rappresentato dalle barriere che il disabile incontra,
congiuntamente con i famigliari nell’approccio con il quotidiano, le difficoltà etico, sociali, culturali, architettoniche e
pregiudizi. Handicap: dove tutti possiamo agire per migliorare la condizione del disabile, per farlo sorridere, perché
attraverso lo sport possa socializzare , possa sentirsi come tutti noi: “persona non diversa!
Il secondo pratico: tutti in palestra; provare a muoversi, a giocare stando sulle carrozzine, a fare percorsi e giocare a
palla, bendati come non vedenti e guidati da un semplice bastone; a capire, quindi, i problemi spiegati nella parte teorica
ed il valore dello sport
.Progettare è facile, meno realizzare un progetto.
Timidamente, passo per passo, iniziammo ad agire concretamente.
Anno dopo anno, l’iniziativa prendeva corpo, per cui decidemmo di ufficializzarla nel 2003, indicato dall’ Unione Europea
come “anno del disabile”. Trovammo un titolo, volendo dare un significato al progetto, a far capire che non chiedevano
finanziamenti: nacque così “1 ora X i disabili”.
Presentammo il progetto al “Panathlon International” che, nella
riunione di Ginevra, lo approvò, facendolo proprio.
Inizi difficili, entrare nel mondo della scuola è un’impresa, ma con la testardaggine degli sportivi, scuola dopo scuola,
insegnante dopo insegnante , condiscendenza dei dirigenti scolastici, collaborazione da parte dell’ Ufficio Scolastico
Provinciale vista la bontà e serietà dell’iniziativa., il progetto divenne sempre un programma scolastico.
A questo punto,
con molta incoscienza, visto le nostre povere forze, si volle aprire l’orizzonte del progetto proponendolo alla Provincia, dove
fu immediatamente sposato, anche concretamente ed oggi potete leggere nelle pagine che seguono i numeri che
potrebbero essere ancor più corposi se le forze e l’età ci aiutassero.
Spese “minime”: grazie alla Provincia possiamo dare alle stampe questo terzo numero dell’opuscolo “1 ora X i disabili”;
per il resto “volontariato”, quello vero cioè gratuito, non come si usa oggi: con compensi.
Con grande onore ed orgoglio,
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siamo chiamati a parlare dai maggiori Club Service del territorio, a convegni di categoria e anche nel mondo universitario.
Forse perché parliamo con semplicità di un argomento che, dato il numero degli interessati attuali ed ancor più per il futuro,
non piò essere ignorato da una società che si definisce civile.
Ecco così, un po’ la storia del “settore sport disabili”. Cosa chiediamo: parlarne con sincerità, senza ipocriti pietismi, far
si che ognuno sappia donare la diffusione di questa cultura ed un po’ dell’amore che alberga in ognuno di noi, senza pudore
perché dettato da disinteresse materiale, spinti dal desiderio di essere “persone fra persone”, con le nostre doti e i nostri
limiti, ricordandoci che tutti abbiamo bisogno di tutti e che l’essere a posto con se stessi è un meraviglioso traguardo.
Non dobbiamo dimenticare che lo sport è un fattore individuale di misura per ognuno di noi , sia sani che disabili. Se si
crea un movimento collettivo di pensiero e se se ne parla, infrangendo tabù e posizioni preconcette, ecco che lo sport
diventa terreno di crescita e modello di vera integrazione tra il mondo dei sani e quello dei disabili, non contrapposti, ma
uniti da un comune ideale: migliorare noi stessi e la società
P.S. 1)Siamo, coscientemente, stati un po’ bugiardi. In effetti il programma richiede tre o quattro ore per essere svolto
interamente... dai risultati però... Ci sentiamo già scusati.
2) Se ci sono fra coloro che ci leggono delle persone con un po’ di tempo libero, desiderosi di rendersi utili, di fare del
bene, vi aspettiamo a braccia aperte. Memini: “si può fare di più senza essere eroi”...
3) Avrete notato il “noi” usato. Riteniamo doveroso far presente che il “noi” sono i tre panathleti del “settore sport
disabili” Carlo, Mario, e Fabio... i moschettieri che aspettano i D’Artagnan della situazione.
Fabio Presca
Referente Nazionale e Distrettuale
“settore sport disabili”
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Lo scorso anno avevo scritto “un altro anno è trascorso e la nostra iniziativa si allarga sempre di più” e questo potrebbe
essere anche l’apertura di quest’ anno, ma mi sembra abbastanza banale.
Abbiamo avuto maggiori impegni che sono risultati “un po’ pesanti” per tutti noi anche per ragioni personali, ma il tutto è
stato affrontato con la immutata volontà di far conoscere quella iniziativa che ormai ci coinvolge sempre di più.
Non sto ad indicare la sempre maggior pressione da parte degli organi scolastici per poter accogliere presso di loro il nostro
progetto.
Qualche volta abbiamo dovuto dire di no e questo ci ha creato qualche dolore, ma purtroppo è accaduto, le nostre forze
qualche volta hanno ceduto (colpa degli anni e degli acciacchi) ma anche le risorse non ci hanno permesso di fare di più.
Ogni anno i risultati ci spronerebbero ad aumentare l’impegno, perché oramai il problema della disabilità è maggiormente
sentito ed i ragazzi (ed i loro insegnanti) vogliono conoscere e poi partecipare alla vita quotidiana dei loro amici e compagni
disabili e tutto questo si evidenzia dai loro pensieri e racconti raccolti anche quest’anno nelle scuole dove siamo stati
presenti.
Pensieri anche molto profondi che significano una maturità inaspettata in giovani delle prime e seconde classi delle Scuole
Medie ma anche a volte con pensieri semplici che lasciano però apparire una sincerità d’animo eccezionale.
Questo ci fa un po’ felici, anzi tanto felici, perché denota che la conoscenza di queste problematiche viene ormai acquisita
con molta naturalezza e semplicità.
Questo è senz’altro in sintomo chiaro di speranza per il futuro che deve portare ad un mondo sempre più giusto e migliore
per tutti, superando barriere fisiche, culturali, razziali e tutto ciò che rappresenta una “chiusura” verso il nostro vicino.
Il nostro solo rammarico è quello di non poter fare di più per divulgare maggiormente il progetto, anche al di fuori del nostro
comparto, ma occorrono soprattutto persone unite nel desiderio di allargare la conoscenza del problema “disabili”, che a
volte la società del benessere spesso finge di ignorare e fugge.
Qualora tra coloro che condividono le nostre idee vi fosse qualcuno disposto a “darci una mano” sarà più che ben accetto,
con l’augurio che questo invito porti tra noi altri amici che ci siano da supporto in tutti i sensi per continuare quanto abbiamo
iniziato e che anni ed acciacchi non debbano far decadere.
Mario Torrisi
“Sport disabili”
Panathlon International Padova
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Progetto: 1 ora x i disabili
Progetto elaborato dal Panathlon di Padova ed approvato dalla Conferenza Internazionale di Basilea e realizzato con la
collaborazione ed il sostegno dell’Amministrazione della Provincia di Padova attraverso l’Assessorato allo Sport.
Finalità: portare a conoscenza degli studenti di ogni ordine e grado quelle che sono le implicazioni di un fenomeno sociale
presente nella società e di sempre maggiore attualità: implicazioni e conseguenze dal punto di vista fisico, psicologico,
sociale, dell’integrazione e della prevenzione.
Destinatari: tutti gli Istituti di Padova e Provincia, previa approvazione e disponibilità dei Signori Dirigenti e Insegnanti.
Contenuto: portare nei vari Istituti una corretta informazione circa la “disabilità” sia motoria, sensoriale e psichica, cause,
prevenzione, possibilità di miglioramento soprattutto attraverso una corretta pratica sportiva.
Svolgimento: nel corso dell’anno scolastico 2007/2008, poter tenere delle conferenze/dibattiti, dimostrazioni pratiche,
proiezioni di filmati tenuti da membri del Panathlon International particolarmente preparati.
Durata: nella mattinata prescelta, circa 3 ore, con possibilità di concentrare più classi nell’Aula Magna, sempre alla
presenza dei Signori Insegnanti ed in palestra per le dimostrazioni pratiche.
Per una migliore riuscita: per conferenze, dibattiti, proiezioni il numero dei partecipanti è illimitato; per dimostrazioni
pratiche minimo 50 partecipanti.
Per l’organizzazione o chiarimenti rivolgersi a:
Fabio Presca: tel/fax 049 8055650 - cell. 348 5147578 - e-mail: [email protected]
Mario Torrisi: tel. 049 8936090 - fax 049 8954836 - cell. 348 3056839 - e-mail: [email protected]
Carlo Re: tel/fax 049 8644007 - e-mail: [email protected]
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RIPORTIAMO ANCORA IN QUESTA PAGINA UNO DEI CARDINI DELL’ AZIONE DEL
PANATHLON A FAVORE DEI GIOVANI:
La carta dei diritti
del bambino nello sport
• Diritto di fare sport
• Diritto di divertirsi e di giocare come dei bambini
• Diritto di beneficiare di un ambiente sano
• Diritto di essere trattato con dignità
• Diritto di essere circondato e allenato da persone competenti
• Diritto di seguire allenamenti adattati ai ritmi individuali
• Diritto di misurarsi con giovani che hanno le stesse probabilità di successo
• Diritto di partecipare a competizioni conformi alla sua età
• Diritto di praticare lo sport in tutta sicurezza
• Diritto di avere dei tempi di riposo
• Diritto di non essere un campione
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PROVINCIA
DI
PA D O V A
PROGETTO: “Un’ora per i disabili”
Presentazione
La Provincia di Padova, seguendo con particolare attenzione le problematiche e le tematiche delle persone diversamente
abili, ha avviato un rapporto di collaborazione con il Panathlon International Club di Padova per la realizzazione del progetto
"Un’ora per i disabili".
L’iniziativa, già avviata da qualche anno, ha trovato consenso e gradimento da parte del mondo della scuola; ciò sta a
significare che c’è sensibilità e desiderio di conoscere da vicino le difficoltà e le problematiche che la persona diversamente
abile incontra nella realtà quotidiana in particolare se intende praticare uno sport.
Il messaggio che si vuole trasmettere con “Un’ora per i disabili” è che per capire bisogna conoscere e per conoscere
bisogna provare.
Obiettivi
Sensibilizzare gli studenti sulle problematiche riguardanti il mondo dei disabili e l’aiuto che ad essi offre la pratica sportiva,
perché lo sport è l’unica realtà che non crea distinzioni fra chi lo pratica.
Comprendere il disagio psicofisico e sociale derivante dalla condizione di essere “portatore di handicap” e che tale
situazione può essere superata mediante l’acquisizione di una cultura del “diverso”.
Partner del progetto
Panathlon International Club di Padova (Sport disabili)
Ufficio scolastico Provinciale
Destinatari
Gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado del territorio provinciale.
Tempi
Durata del progetto: anno scolastico 2007/2008
Modalità attuative
1) Una fase teorica di illustrazione (anche con supporto di filmati) sulle motivazioni e sulle potenzialità che avvicinano il
diversamente abile a svolgere una pratica sportiva, anche con testimonianze di atleti disabili in carrozzella e testimonial
sportivi paraolimpici.
2) Una fase pratica dove gli studenti possono sperimentare – utilizzando idonei supporti (carrozzine e altre attrezzature),
al fine di provare direttamente a praticare sport in condizioni di svantaggio fisico.
Risultati attesi
Promuovere la pratica sportiva dei disabili e creare nei giovani, attraverso lo sport, una cultura ai valori civili e sociali.
Per informazioni e adesioni:
Provincia di Padova - Settore sport - Piazza Antenore, 3 - 35121 Padova tel. 049 8201844 - fax 049 8201840 - e-mail: [email protected]
Panathlon International di Padova:
Fabio Presca - Via San Domenico, 21 - 35030 Selvazzano Dentro (PD)
tel. e fax 049 8055650 - e-mail: [email protected]
Mario Torrisi - Via Aldo Moro, 26 - 35010 Vigonza (PD)
tel. 049 8936090 - fax 049 8954836 - e-mail: [email protected]
Carlo Re - Via Parentino, 9 - 30132 Padova - tel e fax 049 8644007 - e-mail: [email protected]
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DICHIARAZIONE DEL PANATHLON SULL’ETICA NELLO SPORT GIOVANILE
Gand, 24 settembre 2004
Questa dichiarazione rappresenta il nostro impegno per stabilire chiare regole di comportamento nella ricerca di valori positivi nello sport giovanile. Pertanto:
1. Promuoveremo i valori positivi nello sport giovanile con grande impegno e presentando adeguati programmi.
• Considerate le esigenze dei giovani, nell’allenamento e nelle competizioni punteremo, in modo equilibrato, su quattro obiettivi: sviluppo delle
competenze di tipo motorio (tecnica e tattica); stile competitivo sicuro e sano; positivo concetto di se stessi; buoni rapporti sociali.
• Crediamo che sforzarsi per eccellere e vincere, sperimentando il successo o il piacere, il fallimento o la frustrazione, siano tutte le componenti
dello sport competitivo. Nelle loro performance daremo ai giovani l’opportunità di coltivare ed integrare tutto ciò (all’interno della struttura,
delle regole del gioco) e li aiuteremo a gestire le loro emozioni.
• Presteremo attenzione alla guida e all’educazione dei giovani, in accordo con i modelli che valorizzano i principi etici in generale ed il fair
play in particolare.
• Ci assicureremo che i giovani siano coinvolti nelle decisioni attinenti il loro sport.
2. Continueremo ad impegnarci per eliminare nello sport giovanile ogni forma di discriminazione.
Questo è coerente con il fondamentale principio etico di uguaglianza, che richiede giustizia sociale ed uguale distribuzione delle risorse. I giovani diversamente abili come quelli con minor predisposizione dovranno avere le stesse possibilità di praticare lo sport e le stesse attenzioni
di quelli maggiormente dotati, senza discriminazione di sesso, razza, cultura.
3. Riconosciamo che lo sport può anche produrre effetti negativi e che misure preventive sono necessarie per proteggere i giovani.
• Aumenteremo con i nostri sforzi la loro salute psicologica e fisica al fine di prevenire le devianze, il doping, l’abuso e lo sfruttamento commerciale.
• Accertato che l’importanza dell’ambiente sociale ed il clima motivazionale sono ancora sottostimati, adotteremo un codice di condotta con
responsabilità chiaramente definite per quanti operano nello sport giovanile: organizzazioni governative, dirigenti, genitori, educatori, allenatori, manager, amministratori, dottori, terapisti, dietologi, psicologi, grandi atleti, i giovani stessi.
• Raccomandiamo che siano seriamente considerate le persone, organizzate ai diversi livelli, che possano controllare questo codice di condotta.
• Incoraggiamo l’introduzione di coerenti sistemi di preparazione per allenatori ed istruttori.
4. Siamo favorevoli all’aiuto degli sponsor e dei media purché in accordo con gli obiettivi dello sport giovanile.
• Accogliamo il finanziamento di organizzazioni e società solo quando questo non contrasti con il processo pedagogico, i principi etici e gli
obiettivi qui espressi.
• Crediamo che la funzione dei media non deve riflettere i problemi della società, ma risultare stimolante, educativa e innovativa.
5. Formalmente sottoscriviamo la “Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport” adottata dal Panathlon che prevede per
tutti i ragazzi il diritto di:
• praticare sport
• divertirsi e giocare
• vivere in un ambiente salutare
• essere trattati con dignità
• essere allenati ed educati da persone competenti
• ricevere un allenamento adatto alla loro età, ritmo e capacità individuali
• gareggiare con ragazzi dello stesso livello in una idonea competizione
• praticare lo sport in condizioni di sicurezza
• usufruire di un adeguato periodo di riposo
• avere la possibilità di diventare un campione, oppure di non esserlo.
Tutto questo potrà essere raggiunto quando i Governi, le Federazioni, le Agenzie e le Società sportive, nonché le industrie, i media, i managers,
gli studiosi dello sport, i dirigenti, gli allenatori, i genitori ed i giovani stessi approveranno questa Dichiarazione.
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INTERVENTI PER IL PROGETTO "1 ORA X I DISABILI" - ANNO 2006/2007
SCUOLE
Scuola Media Parini
Scuola Media
Scuola Media Albinoni
Scuola Media Giovanni XXIII
Scuola Media Giov.da Cavino
Scuola Media M. Fanno
Scuola Media Don P.Galliero
Scuola Media Roncalli
Scuola Media Bizio
Scuola Media Bizio
Scuola Media Levi Civita
Scuola Media Albinoni
Scuola Media Mameli
Scuola Media Karol Wojtyla
Istituto Comprensivo
Scuola Media Falconetto
Scuola Media Pacinotti
Scuola Media Kennedy
Ist. Tecnico G. Valle
Scuola Elementare
Ist. Tecnico Gramsci
Scuola Media Don Milani
Scuola Media G.Marconi
Scuola Media Zanellato
Scuola Media Giovanni XXIII
Scuola Media Caron
Scuola Media Don Milani
Scuola Elementare
Scuola Elementare S.Pio X
Scuola Media
Scuola Media
Scuola Media Regina Margherita
Scuola Media
Totale
Totale
Totale
Totale
Totale
Totale
Totale
Totale
PARTECIPAZIONNE
LOCALITA
CONFERENZA DIMOSTRAZIONE TESTIMONIAL DOCENTI
Ospedaletto
si
si
si
6
Correzzola
si
si
si
6
Caselle di Selvazzano
si
si
no
6
Maserà di Padova
si
si
si
6
Campodarsego
si
si
no
7
Villatora di Saonara
si
si
si
6
Tribano
si
si
si
7
Rosà
si
no
no
8
Villaganzerla di Castegnero
si
si
si
7
Longare
si
si
no
8
Padova
si
si
no
6
Tencarola di Selvazzano
si
si
si
12
Padova
si
si
no
7
Montemerlo di Cervarese S.C.
si
si
si
6
Fara Vicentina
si
no
si
18
Padova
si
si
si
7
Padova
si
si
no
7
Santa Giustina in Colle
si
si
no
7
Padova
si
no
no
6
Campretto di S.Martino Lupari
si
si
no
8
Padova
si
si
si
6
Codiverno di Vigonza
si
si
si
6
Anguillara
si
si
si
7
Monselice
si
si
no
6
S.Angelo di Piove di Sacco
si
si
no
9
Brugine
si
si
no
6
Vigonza
si
si
no
8
Camposampiero
si
no
no
9
Mira
si
si
no
6
Loreggia
si
si
no
8
Montegalda
si
si
si
7
Piove di Sacco
si
si
no
8
Grisignano
si
si
si
6
Scuole: 33
conferenze: 33
dimostrazioni: 30
testimonial :15
docenti: 243
alunni: 3278
ore Panathlon: 216 con 3 Panathleti
ore Istruttori: 243 con 14 istruttori
TOTALE
ALUNNI ORE
75
3
73
3
84
3
78
3
129
3
93
3
82
3
205
5
88
3
93
3
77
3
117
6
89
3
84
3
274
5
86
3
79
3
86
3
80
3
95
3
77
3
75
3
71
3
88
4
81
3
87
3
129
3
175
3
92
3
87
3
78
3
87
3
84
3
Le tre “gocce coreane”
(mente, corpo, spirito)
assunte in tutto il mondo come simbolo
dello SPORT per i Disabili
19
20
... Alvise non credo abbia bisogno di presentazioni – tutti lo conoscono o
dovrebbero conoscerlo - atleta paraplegico – 5 partecipazioni alle Paralimpiadi.
13 medaglie: 7 Ori, 2 Argenti e 4 Bronzi – premiato nel 2001 da CONI come uno dei
12 Atleti del Secolo.…. ma per tutto il suo Palmares occorrerebbero pagine ….
Un ora per i disabili, rappresenta l’occasione migliore che si presenta a due mondi a volte distanti, ma che devono
incontrarsi. Quello della scuola e quello dei disabili.
La scuola è la palestra dei giovani, dove si forma il sapere, per questo è fondamentale dare conoscenza a tutti quelli che
saranno le future generazioni, di cosa significa essere disabile e di come si vive la propria vita in modo diverso ma con pari
dignità.
Mostrare a studenti e insegnanti di quante risorse, energie, capacità e iniziative che tutti abbiamo, magari usando le nostre
dote in tanti modi diversi. Cercando di far capire quante cosi si possono fare nella vita senza arrendersi alle avversità che
si incontrano, credo sia una lezione che tutti, ma soprattutto i giovani, dovrebbero ascoltare.
Far conoscere, nel mio caso, il mondo sportivo Paralimpico con i suoi atleti e i tanti sport praticati, raccontando la
determinazione, la volontà e l’impegno che ci vogliono per emergere anche in questo mondo, ancora troppo poco
conosciuto.
Per questo l’iniziativa rivolta al mondo scolastico UN ORA PER I DISABILI che il Panathlon di Padova ha creato e che porta
avanti da tanti anni, con incontri che vanno dai più giovani dalle elementari ai ragazzi più maturi dell’università, non può che
avere la mia stima e massimo appoggio, nella speranza che tutte le parole ascoltate da migliaia di giovani studenti non siano
altro che il seme per una nuova e migliore società.
Alvise De Vidi
Tetraplegico
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….Lorenzo Roata, panathleta onorario, è l’ideatore, il realizzatore, il conduttore, ma soprattutto “l’anima” di
Sport Abilia, l’unica trasmissione televisiva dedicata allo Sport Disabili, che periodicamente va in onda su RAI
TRE, per informare anche visivamente dell’importanza che lo sport riveste per i disabili e quanto possa agevolare
gli stessi nel superamento dell’ handicap quotidiano, sia come cultura fisica, sia come etica, socializzazione,
insomma “formazione”.
Il constatare come Sport Abilia sia in sintonia con il programma “1 ora X i disabili” dà una valida motivazione
alla nostra azione auspicando, che da oggi, possa iniziare uno scambio di sinergie tendenti a perseguire il
comune obbiettivo: donare un sorriso a tutti i colpiti attraverso quel meraviglioso tramite che è lo “Sport”
Uomini e donne fortunati quelli che praticano sport, amatori e campioni non fa differenza: vivere in movimento è sempre
segnale di libertà, fisica e mentale, salutare passo avanti oltre la norma del fatto quotidiano.
Ha ragione il caro Presca quando dice che purtroppo invece sono la maggioranza quelli che non possono godere della
stessa fortuna, e che proprio a loro serve rivolgersi.
L’esempio degli atleti-uomini fortunati, dunque, pensando soprattutto a coloro che ancora non vivono nel privilegio dello
sport… in questa prospettiva fin dalla partenza va SportAbilia, quindicinale Rai alla sesta stagione ormai prossimo alla
ripresa autunnale: tra divertimento e spettacolo confermata rubrica nel segno dello sport praticato dagli atleti disabili
quest’anno, evento principale, anche in vista delle Paralimpiadi di Pechino2008.
Né pregiudizio né compassione… a suo tempo una scommessa SportAbilia: dove c’è gara c’è passione, ci son storie e fatti
da raccontare fu la premessa presentando il progetto… sport, semplicemente sport! la disabilità in questo caso, diciamo
sempre, primo regolamento entro il quale misurarsi nella gioia della vittoria, nel dolore della sconfitta, punto.
Una scommessa vinta nel frattempo compresa ogni volta la speranza che appunto l’impegno costante dei nostri bravi atleti
sportabili possa essere da stimolo per tutti quelli che, sport piacendo, non hanno ancora trovato l’attimo di scardinare
l’ineludibile della disabilità; disabilità che poi trasuda in handicap per sistematica disattenzione, finanche inciviltà, di noi
normodotati gravi (ché la disabilità, vale distinguere forse, è stato oggettivo, per contro l’handicap solo peso vigliacco
imposto dall’esterno).
Preoccuparsi di dire diversabili anziché disabili insomma è poca cosa, scrupolo sterile persino sospetto se poi alla fine non
ci preoccupiamo fattivamente di togliere il peso, di abbattere l’handicap.
Consacrato slogan alla maniera di SportAbilia allora… sempre città stadi palazzetti senza barriere!
lorenzo roata
22
…UNOaCENTO… vi chiederete chi è… sono quei ragazzi e ragazze che sono sempre
con noi ma soprattutto con voi per spiegarvi e farvi toccare cosa vuol dire “disabilità”
Associazione Sportiva Dilettantistica - Associazione di Promozione Sociale
Vic.Veneto 20, 30032, Fiesso d’Artico (VE), c.f. 03396430278 / p.i. 03734390275, info: 349.4542793, [email protected]
23
I nostri incontri nelle scuole
i docenti ci hanno scritto:
scuola media statale “g. mameli” - padova (sede centrale)
Prof. Claudio Pertile – Insegnante di Scienze Motorie e Sportive:
“Lunedì 5 Marzo le classi seconde della Sede Centrale dell’ Istituto Mameli hanno partecipato al progetto “1 ora X i
disabili”promosso dal Panathlon International di Padova con il contributo della Provincia di Padova.
Come loro insegnante di scienze motorie e sportive devo dire che i nostri alunni hanno partecipato con grande entusiasmo
alle attività motorie proposte dagli assistenti-animatori dell’ Associazione “Uno a Cento”; hanno sperimentato con interesse
quanto faticoso, coinvolgente ed emozionante sia la pratica sportiva da parte dei disabili fisici.
Complimenti a tutti e un arrivederci all’anno prossimo!!!”
scuola media statale caron – brugine
Prof.sse Giulia Gobbo, Greta Sorgato, Clara Bernardello e Giulia Barile
“UNA LEZIONE DI VITA”
Giovedì 12 Aprile agli alunni di seconda media è stato consegnato l’avviso di
Un Incontro nell’ambito del progetto “1 ora X i disabili” elaborato dal Panathlon di Padova ed approvato dalla Conferenza
Internazionale di Basilea e realizzato con la collaborazione ed il sostegno dell’ Amministrazione della Provincia di Padova
attraverso l’ Assessorato dello Sport.
All’inizio ai ragazzi questa idea non è piaciuta: entusiasmava solo il fatto di perdere tre ore di scuola.
Sabato 14 Aprile, ore 9,30: Gli alunni di seconda sono stati convocati in Sala Polivalente. Lì, hanno partecipato con
attenzione alla breve introduzione dei due organizzatori:il signor Fabio Presca e il signor Carlo Re, che hanno spiegato le
stupefacenti capacità
di questi giovani atleti e l’alto grado di autonomia da loro raggiunto. In seguito hanno proiettato un video sulle varie
discipline sportive praticate da questi ragazzi. Alla conclusione del video hanno risposto ad alcune domande dei ragazzi per
soddisfare certe
curiosità sulle varie discipline sportive. I ragazzi sono rimasti molto colpiti dal fatto che persone con determinate difficoltà
possano affrontare le problematiche di tutti i giorni e che possano praticare uno sport come tutti.
Alle ore 10,45 i ragazzi si sono recati in palestra dove hanno osservato con interesse i vari percorsi preparati da altri responsabili
del progetto. A questo punto gli alunni sono stati divisi in tre gruppi ognuno dei quali ha svolto le diverse attività proposte:
- una partita di basket in carrozzina
- un percorso in cui gli alunni, bendati, dovevano procedere scansando gli ostacoli con l’aiuto di un bastone per non vedenti
- un percorso in carrozzina con ostacoli vari
Verso la fine dell’ora i ragazzi si sono recati sul campo sportivo per giocare a “torball”, una disciplina sportiva simile al
calcio, praticata dai non vedenti con una palla sonora: è stata per tutti un’occasione molto importante e significativa,
sperimentare in concreto le difficoltà che questi giovani devono superare negli allenamenti e nelle gare: per questo colpisce
ancora di più la loro bravura.
Dopo aver trascorso questa giornata, diversa da tutte le altre, le idee di tutti i ragazzi sono cambiate e tutti hanno capito il
coraggio, la tenacia e la forza di volontà di questi giovani che affrontano la vita come una sfida: e per questo il loro è anche
un messaggio di speranza per tutti: “si può fare, anche se il destino ci è avverso”
Per tutti, si, perché, a ben pensarci è solo un caso se al loro posto non ci siamo noi”
24
scuola media statale “a. canova” – loreggia
Prof.ssa Silvia Dall’Aquila – II° B
“Insieme per vincere”
Ogni giorno donato
da questa vita che mi attraversa
e mi accompagna
e mi fa sentire ed ascoltare…
e guardare con un cuore
sempre generoso d’imparare…
Ogni giorno è come oggi:
è sapere che il dolore può renderti sordo.
Immagina di essere investito da un’onda,
che ti travolge con tal impeto fino a trascinarti,
e seppellirti,….
per poi ritrovarti sulle scie di onde di riflesso,
più piccole… tenaci… insistenti.
La sensazione ,
resa ancora più intensa ora cosciente ,
è quella di un assordamento,
stordimento,
fino ad arrivare all’annebbiamento del mondo
che fino a quel momento ti ha accompagnato.
Ma la sorpresa che emoziona di più
è l’istante in cui ti accorgi
che quel mondo è rimasto identico,
e che variata invece è la dimensione
ma di angolo di visuale
e quindi di percezione.
C’è un mondo dentro il tuo universo
Non immediatamente distinguibile,
ancora per molti aspetti inesplorato
ma che merita di essere ascoltato
…. e vissuto…. Per vincere !
Prof.ssa Giuliana Burcoleno
“L’incontro che la classe 2C ha avuto con l’associazione Panathlon, oltre a diffondere la cultura dello sport per gli atleti
disabili, ha risposto a diversi obbiettivi formativi che fanno parte della convivenza civile: aiutare, rispettare e accettare gli
altri e i “diversi da sé”.
E, soprattutto per i ragazzi della 2° C, ben preparati al tema che è da trattarsi con dovuta coscienza e sensibilità, l’attività è stata
da completamento sulle problematiche riguardanti il mondo dei disabili, argomento largamente trattato durante l’anno scolastico.
Molto produttiva è stata la fase pratica; nello svolgere i vari percorsi, ci sono state diverse reazioni: la maggior parte, in
primo momento, l’ha vissuta come un “gioco”, soprattutto l’utilizzo delle carrozzine; in tanti hanno provato una situazione
di forte disagio e paura nell’essere bendati e chi si è vergognato in quanto credeva di poter essere motivo di scherno da
parte dei compagni.
Reazioni, dunque, che, solo calandosi in queste situazioni, hanno realizzato e, nello stesso tempo, hanno maturato quali
possono essere i disagi e la fatica derivante dalla condizione do essere “portatore di handicap””
25
Prof. Lino Morando – i° A
“La giornata è stata significativa ed incisiva per:
-l’abilità del relatore nella parte iniziale
-l’efficacia di immagini e testimonianze
-la possibilità di “provare” in prima persona situazioni e sensazioni
-l’uso di spazi poco “scolastici”
A mio giudizio, l’attività coinvolge e colpisce ed è utile che sia concentrata in una sola giornata.
L’unico suggerimento è di puntare sempre sulla presenza di testimoni diretti nell’incontro iniziale.”
scuola media statale “kennedy” – santa giustina in colle
Prof.ssa Matelda Contri – (Funzione Strumentale per l’ Handicap)
Come Insegnante responsabile dell’incontro a scuola, vi faccio presente la buona riuscita dell’ iniziativa.
Peccato non ci fossero atleti disabili; gli stessi ragazzi ne erano rincresciuti, avevamo fissato l’incontro in un sabato proprio
per facilitare la loro presenza.
Come si noterà dagli scritti dei ragazzi, il riscontro ha avuto negli alunni è stato davvero positivo. Grazie del vostro operato”
scuola media statale “g. marconi” – anguillara veneta
Prof:ssa Maria Angelica Longato –
“In rappresentanza dei miei colleghi, infatti, sono stata incaricata dalla Docente di Scienze Motorie, Prof.ssa Carla
Passerotto, di esprimere i sensi di ammirazione per l’opera svolta dal Panathlon International per e dai disabili e di
gratitudine per l’impegno educativo rivolto al mondo della scuola, da voi profuso assieme agli altri collaboratori.
Il signor Mario Torrisi che ha saputo interessare ai problemi dei disabili alunni e docenti durante la conferenza di
presentazione (presentando se stesso semplicemente come Mario) nell’auditorium della scuola.
Il signor Tino Sattin, volontario, nonché ex-ufficiale per 36 anni istruttore paracadutista con decine di centinaia di voli alle
spalle, di cui sono fiera di avere scoperto l’origine anguillarese.
Nicola Garbinato, atleta di basket in carrozzina dell’ Arzignano-Vicenza, dopo aver giocato ed assistito gli alunni alle prese
con il gioco in carrozzina - non facile, anzi difficile per loro! – al mio “vai via?”, ha risposto “Si, adesso vado al lavoro” ed
è salito sulla sua auto autonomamente
Le due istruttrici (Sara e Ilaria) che hanno aiutato gli alunni ad eseguire i percorsi con i vari esercizi.
Posso dire, anche in rappresentanza di Colleghi e del personale scolastico collaboratore presente, sia stata un’ora tra le
più belle, vissuta insieme, per mezzo della quale abbiamo conosciuto le persone sopra ricordate che con la loro generosità
riescono ad offrire ai disabili uno dei mezzi principali per farli rivivere come persone, più felici e sicuri di sé, ossia la pratica
sportiva, per il rispetto della propria dignità e per quello dovuto da parte degli altri.
Questa è la lezione che gli alunni hanno appresa più concretamente , dato che le attività proposte li hanno coinvolti nei disagi
provati dalle persone disabili e, soprattutto, nel misurarsi con una forza di volontà necessaria per il superamento dei limiti
fisici e psicologici, esercizio molto utile anche per i pre-adolescenti in normale condizione”
“l’arte della vita stà nell’ imparare a soffrire e
nell’ imparare a sorridere”
Hermann Hesse
26
scuola media statale “karol wojtyla” – montemerlo di cervarese s. croce
Prof.ssa Rita Pollina
“Ringraziandovi della bellissima opportunità offertaci, si auspica una prossima e futura collaborazione anche per i futuri anni
scolastici”
scuola media statale “don milani” – vigonza e codiverno
Dr.ssa Virginia Spinato – Dirigente Scolastico
“E’ già il secondo anno che gli alunni delle scuole secondarie di primo grado (ex scuola media) di questo istituto partecipano
al progetto “1 ora X i disabili”.
I ragazzi di tutte le classi prime hanno assistito alla lezione teorica e partecipato attivamente alla parte pratica con grande
interesse ed attenzione, grazie all’approccio molto comunicativo dei volontari dell’ associazione.
Questa importante iniziativa che vuol approfondire la tematica della disabilità e sviluppare il diritto di tutte le persone a
praticare attività sportive, ha riscontrato, dimostrando così l’importanza di farla conoscere ad un pubblico sempre più
ampio.
Ringrazio tutte le persone che collaborano con questa associazione e che rendono possibile l’attuazione di questa
esperienza nelle scuole.”
scuola media statale – correzzola
Un Insegnante
“Per la maggior parte dei ragazzi è stata un’esperienza positiva, di riflessione e di sensibilizzazione.”
Un’ Insegnante
E’ stata la prima esperienza di questo tipo realizzata nella scuola dove insegno. Un’esperienza davvero unica, utile ai ragazzi
per riflettere sul problema e migliorare l’integrazione dei compagni in situazioni di handicap.
Personalmente ritengo che una maggiore sensibilizzazione si potrebbe avere coinvolgendo in questo progetto le famiglie
con incontro e dibattiti.
Ringrazio di cuore il Panathlon e le persone che con tanta convinzione si dedicano a questo progetto”
scuola media statale “giovanni xxiii” – masera di padova
Prof.ssa Natalia Carbonaro
“Il girono 15 gennaio 2007 abbiamo ospitato nella nostra scuola il Panathlon di Padova per il progetto “1 ora X i disabili”.
L’esperienza è stata positiva perchè gli alunni si sono resi conto che essere diversamente abili non vuol dire essere esclusi
da qualsiasi attività.
Hanno lavorato assieme per ben tre ore e tanto è stato l’entusiasmo che non avrebbero voluto finire, anzi si è prospettata
l’idea di ripetere l’esperienza anche per l’anno prossimo.
Tra tante attività proposte quest’ anno ai ragazzi è quella che è piaciuta maggiormente.
Grazie ancora.”
Saremmo molto felici se quest’anno i commenti fossero più numerosi e che ci
arrivassero da tutte le scuole anche con eventuali critiche che possono solo
migliorare il nostro lavoro.
27
...e continuando troviamo quello che hanno scritto i ragazzi...
...ma per iniziare vorremmo dare spazio a due scritti: un tema ed una poesia:
“Bastano alcuni piccoli incidenti, una minuscola distrazione, un solo ma fatale sbaglio per cambiare l’esistenza di una
persona qualunque.
Abituarsi è difficile come lo è rientrare nella quotidianità, per non apparire diverso, per tentare di illudere la propria persona
e gli altri.
Ma nonostante gli sforzi, nonostante la volontà ed il bisogno di sentirsi uguali a prima per non sembrare inferiori, la verità
non cambia, perché forse è possibile ingannare gli altri, ma non se stessi.
E come per un uccello che non può più volare, anche per quell’uomo la vita diviene terribile: un cunicolo buio, infinito e
crudele.
Ma non è la fine: c’è ancora una fiamma di speranza che arde per lui , una porta si apre, una porta lucente.
Il desiderio di poter riavere la felicità perduta non è solo un sogno nel cassetto, inafferrabile. E iniziare a realizzarlo è
semplice: è necessario trovare attività o momenti piacevoli, uno di questi può essere lo sport.
Vincere è sempre sensazionale, ma anche il solo fatto di partecipare può aiutare a superare il trauma subito.
Perché non serve a nulla piangersi addosso per non aver dato retta a continue raccomandazioni: solamente ora si può
capire il loro vero significato, mentre prima apparivano continue e monotone.
E se alle attività piacevoli si aggiungono la compagnia e gli amici sui quali contare, forse la vita potrebbe rivelarsi un tesoro
e il malcapitato potrebbe riavere il dono perso, il suo sorriso.
Certo, le azioni quotidiane, sempre e comunque si rivelano vere e proprie imprese, ma con l’aiuto di qualcuno, sarà molto
più semplice superarle.
E pian piano l’uccellino imparerà nuovamente a volare.
Sara di Villatora di Saonara – II° D
POESIA !
E dopo l’esperienza di ieri
Mi ritrovo a pensare
A com’è bello il mare,
correre e giocare,
riuscire a vedere il mondo
e poter dire ciò che sento.
E mi ritrovo a capire
Com’è bella la vita:
saper pensare e agire
e non volerla mai fare finita,
ma è bello donare
ridere e scherzare!
E mi ritrovo a vedere
La differenze tra ogni bambino:
uno corre in giardino
e l’altro è bloccato da un gradino,
una ragazza pensa a farsi bella
un'altra è bloccata in carrozzella.
E mi ritrovo a volere
Subito a ringraziare
tutte le persone,
ho capito che tutti quanti
che dobbiamo imparare
a vivere per tanti
Giacomo –S.Angelo di Piove di Sacco – II B
28
scuola media statale parini – ospedaletto
Da questa esperienza vissuta in palestra con i disabili, mi sono resa conto che la loro vita non è facile, però la volontà e la
determinazione che hanno dimostrato sono state veramente sorprendenti ed eccezionali.
Valentina C. – 3° A
Questi ragazzi diversamente abili sanno sorridere e divertirsi come noi e più di noi tanto da contagiarci. Bravi ragazzi,
continuate così
Valentina P. – 3° A
E’ stata una giornata unica, divertente e speciale. Mi ha indotto a riflettere e ad apprezzare quello che ho.
Giacomo - 3° A
scuola media statale – correzzola
Questa vostra visita alla nostra scuola mi è piaciuta molto, è stata divertente ma anche istruttiva, perché ho imparato cosa
vuol dire stare sempre seduto in una sedia a rotelle oppure vedere sempre tutto nero. Mi dispiace anche per gli altri casi
di diversibilità.
Spero di ripetere l’esperienza anche l’anno prossimo.
Riccardo G. – 2° B
Per me questa giornata organizzata dal Panathlon è stata molto bella ed interessante, perché abbiamo imparato molte cose
belle. Io spero di rifare questo incontro.
Riccardo C. – 2° B
scuola media statale “t. albinoni” – selvazzano
Martedì 2 marzo a scuola abbiamo incontrato delle persone che ci hanno parlato dei disabili. L’incontro è durato tre ore
ed è stato molto utile perché adesso so cosa si prova ad essere diversamente abili e conosco quali sono le difficoltà che
bisogna affrontare nella vita quotidiana se si ha qualche handicap: salire sui marciapiedi se mancano le rampe, attraversare
gli incroci, trovare gli appositi parcheggi per le macchine liberi… La nostra scuola per fortuna è in regola e ha rampe,
ascensori e attrezzature adeguate. Durante la prima ora in cui si è svolto il progetto abbiamo guardato un filmato, mentre
nelle due ore seguenti abbiamo provato a essere in carrozzella e poi ciechi. Dopo questa giornata ho capito che sono
fortunato perché posso camminare, vedere e muovermi senza fatica come e dove voglio e ammiro molto le persone
diversamente abili che ogni giorno devono superare moltissimi ostacoli e non solo per gioco.
Francesco –
Ho trovato molto divertente questa attività anche se non è mai divertente essere disabili, però anche provare a esserlo può
aiutare a capire com’è difficile non vedere le cose che ci circondano e doversi muovere consapevoli che in molti posti non
potrai andare.
Penso che sarebbe bene abbattere le barriere architettoniche per rendere la vita dei disabili un po’ più facile.
Spero che questa attività sia servita agli altri come me; incontrare un disabile dovrebbe essere un momento di riflessione
ed avere per loro una maggiore attenzione.
Matilde – 1° D
29
D ivertenti
I stintivi
S impatici
A michevli
B uono
I intelligenti
L aboriosi
I indimenticabili
Con questo acrostico sono riuscito a descrivere l
l’attività e i loro protagonisti:
Uno pensa che sia divertente andare su una
sedia a rotelle, ma dopo aver affrontato il
percorso con minimi ostacoli, mi sono reso I
conto che loro si trovano a disagio nelle nostre
comunità
Francesco F. – 1 D
Penso che questa attività abbia aiutato molto a farci capire quanto siamo fortunati a non avere problemi di questo genere.
Per noi è stato divertente, ma non deve esserlo per niente stare una vita intera sulla sedia a rotelle o senza vista.
Ammiro moltissimo i ragazzi che affrontano la vita con uno spirito che, nemmeno la persona più felice del mondo saprebbe
trovare, pur essendo in condizioni peggiori delle nostre. Dopo questa esperienza vedo le persone in condizioni peggiori
delle mie sotto una luce diversa. Questa attività è stata molto interessante poiché ha approfondito un argomento di cui molti
parlano e pochi agiscono.
Abbiamo potuto toccare con mano il divertimento e lo sport in ambienti, possibilità diverse dalla nostre. Ci ha fatto capire
concretamente quanto la vita a volte premia, a volte punisce. Ci è stato spiegato che questi ragazzi sono proprio come noi
e vogliono farlo capire a tutti quanti.
Francesca – 1° D
scuola media statale “giovanni xxiii – masera di padova
Una giornata….. da non dimenticare …..
Ciao, mi chiamo Eleonora, frequento la II° media, il giorno 15 febbraio le prime tre ore ci siamo recati in palestra per
provare, per un giorno, cosa vuol dire stare in carrozzina, essere ciechi e sordi.
Io, assieme ai miei compagni, ci siamo divertiti moto ma alla fine ho pensato molto a quello che è successo e non era facile.
Io ringrazio Dio per essere sana e senza problemi. Forse da grande farò il volontariato per aiutare appunto voi. Vorrei
scoprire il vostro mondo e conoscere nuovi amici. Quel giorno mi è servito molto perché ho capito, e mi sono messa nei
panni vostri, cosa vuol dire essere diversi dagli altri.
Un bacio.
Eleonora – 2° A
Ciao mi chiamo Davide ed ho partecipato ai giochi per disabili. Volevo dire che è stata una giornata meravigliosa, piena di
emozioni e divertimento e la cosa che mi ha colpito di più è stato il modo in cui quelle persone trasformano i loro difetti fisici
in pregi e qualità. Credo che loro stiano bene così perché possono vivere la vita in maniere diverse che a volte possono
essere più divertenti di quelle delle persone normali.
Auguro a tutti i disabili di vivere bene e senza malinconie.
Davide – 2° A
Secondo me la giornata dei disabili è stata molto istruttiva e particolare perché ho imparato a riflettere e comprendere come
ci si può sentire su una carrozzella, o per casa o per strada con una bacchetta perché non vedenti. Ho potuto inoltre
riflettere, anche se non totalmente, su come ci si sente ad essere diversi anche se per noi non poteva significare niente
perché quasi completamente sani. Io, adesso, so cosa vuol dire provare una esperienza così triste, che non volendo può
capitare a ognuno di noi. E’ una cosa che può cambiarci la vita ma nonostante questo dobbiamo vivere e continuare la
nostra vita nelle nostre possibilità.
Matteo – 2° A
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La giornata con i disabili è stata molto istruttiva per noi. Abbiamo capito cosa significa essere disabili, si hanno molte
difficoltà ma con l’aiuto di alcuni assistenti si supera ogni difficoltà. E’ stata una esperienza significativa e molto interessante.
E’ stato bello soprattutto con la sedia a rotelle giocare a basket e fare percorsi per non vedenti. E’ stato molto emozionante
e anche esemplare.
Veronica – 2° A
scuola media statale “giovanni da cavino”
Sistema: solare; Pianeta: terra; Continente: Europa; Stato: Italia; Regione: Veneto; Luogo: Camposampiierese sud; Comune:
Campodarsego; Costruzione: Scuola Media.
Driiin… finalmente la tanto amata campanella a messo fine alla noiosissima ora di geografa, firmata L Lionelli…
Ore 9,25, secondi 17, decimi 98,99… finalmente tutti in palestra!!!
Accompagnata dalla prof.ssa Sartore tutta la 2°D (compreso me) si stava dirigendo al cospetto della costruzione più amata
dagli alunni.
Il motivo non era il solito (ora di ed.fisica) ma…è molto semplice: come è solito fare con tutte le seconde, anche quest’anno
l’istututo statale di Campodarsego, “residente” in via G. da Cavino, ha voluto rinnovare il più che giusto incontro tra i ragazzi
della scuola media e due signori (avanti nell’età) che si occupano di volontariato per l’assistenza ai disabili.
La conferenza cominciò….. I signori cominciarono ad illustrare il loro discorso al numeroso pubblico (2°D, E, B, C e A)
Questo signore cominciò a dire……. “quello a cui apparteniamo è un club o meglio un’associazione che è nata
dall’impegno e dalla voglia di collaborare sorto in alcune persone desiderose di avere e mantenere costanti dei rapporti
amichevoli con quelle persone che ai nostri tempi vengono un po’ emarginate da tutti.
Basti pensare al terribile episodio on cui un ragazzo dawn è stato picchiato dai compagni in classe davanti agli occhi
indifferenti della professoressa.
Queste persone non riescono a fare ciò che noi possiamo compiere
quotidianamente, secondo la nostra mentalità dovrebbero essere messe da
parte, in quanto potrebbero diventare un peso troppo grande da sostenere.
Questo club, appunto, si occupa di questi incontri gia da 50 (?) anni (no solo
da circa 6 anni).. Cerca in qualche modo, (attraverso il gioco per esempio)
di far provare ai ragazzi delle varie scuole lo stile di vita, a volte molto
doloroso e difficile, dei meno abili.
Questo viene reso possibile attraverso alcune esperienze che potremmo
vivere anche noi nell’arco di questa fantastica giornata!!
Per quanto ci riguarda, riteniamo doveroso e giusto precisare che il nostro
lavoro, il lavoro di noi volontari, non viene premiato attraverso il denaro, ma
attraverso la ricchezza più redditizia: la felicità impressa nei volti delle
persone che ci stanno accanto.
Ritornando a noi … avrete sicuramente scorto nel telo che ricopre il tavolo
su cui siamo appoggiati la scritta “Panathlon”. La parola antica sta a
significare l’insieme di tutti gli sport, successivamente capirete anche voi il perché…
Questa serie di attività ci aiuterà a comprendere i numerosi disagi e i problemi che ogni giorno i diversamente abili si trovano
a dover risolvere.
Questo problema (questa malattia) è uno dei più gravi, curabile solo raramente tramite duro lavoro in quantità smisurata.
Un qualsiasi genere di disabilià potrebbe apparire e verificarsi in futuro. Analizzando le varie cause, è stato confermato che
non sempre l’inabilità fisica è dovuta agli incidenti ambientali durante la quotidianità (come movimenti bruschi, incidenti di
tutti i tipi, ecc.) Infatti apprenderete voi stessi l’insegnamento che questo famoso caso propone: uno sportivo che giocava
a pallavolo, con la finalità di pavoneggiarsi dinnanzi a tutti i componenti della sua squadra, esce dalla spogliatoio: Ha una
voglia frenetica di far vedere la propria potenza ai compagni e così mosso da enorme fretta, senza cambiarsi le scarpe,
prende il pallone e schiaccia….
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Il pallone sorvola il campo veloce: cade, rimbalza, rotola via e con esso ne va anche il successo, la gloria, il fascino del
giocatore: Difatti atterrando scivola, batte la testa e la schiena contro il suolo, rimarrà paralizzato per sempre …
Da quell’attimo la sua vita è stra-cambiata, per consolarsi ha scritto una dolce poesia dove afferma di aver chiesto molte
cose inutili (la fama), di cui nessuna esaudita. Capirà più tardi di aver, però, solo le cose indispensabili.
“””””chiesi il successo e ricevetti l’umiltà chiesi il potere e fui io a chiedere aiuto agli altri””””
Queste persone (i disabili)non devono essere considerate diverse e differenti.
Anchc’esse hanno un cuore che palpita , anche loro hanno delle idee, delle opinioni, dei desideri... insomma sono come noi...
Perché allora trattarle diversamente? Possiamo anche noi aiutarle a guardare il mondo con occhi tranquilli,
con il cuore in pace... Come? Ma è semplicissimo!!! Offrendogli sempre una mano o un semplice saluto… queste
potrebbero essere le prima fondamenta per l’intera costruzione di una leale, vera e solida amicizia. Un altro episodio in
cui dall’oggi al domani un soggetto si è trovato cambiato è successo quando…
Un ragazzo di nome Alvise (che noi due conosciamo benissimo) partecipò ai Giochi Paralimpici dove sali sul podio per ben
13 volte, vincendo innumerevoli medaglie. La prima dorata la conquistò nella disciplina del nuoto”
Con queste parole (più o meno) tennero la conferenza (di circa un’oretta) i due signori.
Al termine, con le luci spente, venne riprodotta l’immagine di un uomo senza una gamba che
nuotava: A quella immagine segui un “che di schifato”…. a testimonianza di ciò detto prima …..riassumendo “è difficile
accettare uno diverso da noi” a tutto ciò seguì un filmato che mostrava tutti i vari sport praticati dai disabili (basket, ostacoli,
corsa, ciclismo, nuoto fino ai …più strani).
Alla fine del breve film, i due volontari chiesero se qualcuno necessitava di chiarimenti o se qualcuno voleva esporre
domande. Molti argomenti, come “cosa si prova a vivere ed ad aiutare i disabili?” vennero sviluppati e descriit in modo
chiaro ed articolato.
La nostalgica merenda, solitamente prevista per le 11,15 venne anticipata aalle 10,15. Questa breve pausa (circa 15 minuti)
permise ai numerosi alunni di esibirsi nel loro solito rituale a base di: panini extra-farciti, patatine di tutti i gusti, biscotti
secchi ed altre cose, equivalenti ad un miscuglio di sostanze incognite.
Quando il cortile fu abbastanza ricoperto da odiosi rifiuti, da poterci nuotare in mezzo, la campanella suonò: dalle parole
dovevamo passare all’azione, le attivià stavano per cominciare.
Di nuovo tutte le seconde si riunirono. Gli insegnanti diedero un valido
contributo per mantenere l’ordine. L’ “immenso mare dei ragazzi” venne
diviso in base alle classi.
Ogni classe occupava uno spazio all’interno della palestra...
..(qui l’autore prosegue spiegando la natura dei giochi e la loro esecuzione)..
...Il terzo gioco era molto semplice... divisi per coppie o terne, a turno se
procedeva a giocare a basket... in carrozzina. Sono riuscito a segnare ben tre
canestri, fortunatamente è solo un gioco... se penso di dover passare tutti i miei
giorni immobile nella carrozzina, alla sola idea sono preso da un profondo senso
di disagio. Il tempo a disposizione non era molto ma... ne è valsa la pena!!!!
Purtroppo quella fantastica (ma che dico... stra-ultra-mega-iper
fantasmagorica) giornata si stava per concludere.
Così volò via…. anzi rimase impressa nella mia mente l’idea che i
diversamente abili non sono imperfezioni, nei, punti neri della comunità ma
...a ciliegina nella torta. Prometto fin d’ora che quando incontrerò un disabile
per strada non mi volterò dall’altra parte per non vedere ciò che ai miei occhi
non è gradito, ma cercherò di fare nel mio piccolo un atto giusto!!! (cercherò di aiutarlo).
P.S. Anche voi potete darmi una mano.
“disabili al centro della nostra comunità – non in disparte”
by Andrea – 2°D – n. 11 alfabetico
Abbiamo lasciato quasi per intero il lungo tema, ma forse è meglio chiamarlo <cronaca>, per il suo
<spirito> e per la sensibilità che ha dimostrato entrando nel <gioco> e la sua capacità ironica di
aver compreso e ricordato bene la giornata.
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Sabato 20 gennaio le classi seconde si sono riunite in palestra per assistere ad un incontro con il Panathlon (il nome deriva
dal greco e tradotto significa “tutti gli sport”). Il Panathlon è un’associazione nata 50 anni fa per il sostegno ed il
coinvolgimento nello sport dei diversamente abili.
Per una persona disabile (cioè che ha una mancanza fisica o mentale) lo sport è importante perché rafforza la sua
autostima, la soddisfa e l’aiuta a non abbattersi ed andare avanti.
Infatti i disabili si ritrovano ad affrontare difficoltà nella vita quotidiana a causa di impedimenti e barriere architettoniche e
quindi i gesti quotidiani che noi giudichiamo semplici, per loro non lo sono. Nel mondo circa il 10/12% della popolazione
presenta una disabilità ed una parte di questa percentuale di persone è diventata disabile a causa di un incidente della vita
quotidiana, anche molto banale. Un esempio è la storia di un ragazzo americano che un giorno, praticando il suo sport, la
pallavolo, non indossava le scarpe adatte ed è scivolato. La caduta gli ha provocato una disabilità che è stata difficile da
accettare . Prima dell’incidente poteva fare di tutto, dopo l’incidente sentendosi costretto su una sedia a rotelle ha
compreso le innumerevoli cose che poteva fare prima e le ha rimpiante. Ci è stata letta una sua poesia che ha catturato
la mia attenzione e che mi è piaciuta molto . Mi ha aiutato a capire la mia fortuna e in qualche modo mi ha spronato a non
lamentarmi troppo, ma a valutare ciò che mi capita con la giusta gravità.
Abbiamo parlato di numerosi argomenti: di cosa si può fare per integrare le persone diversamente abili, alle descrizioni dei
campioni delle paralimpiadi, alla società di oggi in cui la persona più debole non viene rispettata , anzi viene danneggiata
in tutti i modi da chi usa la prepotenza. Soffermandoci su quest’ultimo argomento, uno dei due rappresentanti del
Panathlon, ci ha parlato della lotta di indipendenza di Gandhi, che usava il metodo della “non violenza” : Abbiamo potuto
riflettere e capire che la non violenza e prepotenza servono a nulla. Una frase che ho trovato importante è stata: “la civiltà
di un popolo si vede dalla scuola”.
Ci siamo soffermati sull’argomento barriere architettoniche. Abbiamo imparato a nutrire rispetto verso i diversamente abili
e a rispettare delle norme importanti (come la sensibilità di lasciare liberi i parcheggi riservati ai disabili) E’ una norma che
ci costa poco ma non viene rispettata sempre, purtroppo.
Siamo venuti a conoscenza di un villaggio a nord di Londra, nato dopo la seconda guerra mondiale che non ha alcuna barriera
architettonica e quindi grazie all’assenza di ostacoli è accessibile a tutti. Abbiamo, inoltre saputo che in Svezia vige una legge
che stabilisce l’accessibilià di luoghi sia pubblici che privati. Riassumendo abbiamo imparato che possiamo renderci utili:
1) non avendo pregiudizi
2) non provando vergogna
3) rispettando semplici norme
4) cercando di eliminare le barriere architettoniche
5) coinvolgendo le persone disabili
Per me è stato molto utile vedere il filmato sullo sport dei disabili. Mi hanno colpito soprattutto le numerose immagini di
vittorie sportive perché la soddisfazione e la felicità si potevano leggere negli occhi dei sportivi………
Nella seconda parte dell’incontro ci siamo calati nei panni di un disabile affrontando le difficoltà che un vero disabile affronta
ogni giorno. …….
Questo incontro che come scopo aveva la sensibilizzazione verso la disabilità mi ha fatto comprendere le difficoltà di un
disabile e soprattutto mi ha insegnato a coinvolgere e rendermi disponibile verso i disabili e gli altri in generale , perché
come ha stato detto uno dei rappresentanti del Panathlon: “i disabili non sono diversi, provano i nostri stessi sentimenti”
Giulia Paola – 2°A
Il 20 gennaio abbiamo avuto un incontro con il Panathlon nella palestra di Campodarsego: Il Panathlon è un’associazione
nata nel 1957 che fa provare ai ragazzi lo stile di vita dei meno abili, grazie ad alcune esperienze da vivere nell’arco della
stessa giornata. Vuole esprimere eguaglianza verso tutti e vuol stimolare le persone ad aiutare i disabili, per fare in modo
che anche queste persone possano aver fiducia in se stessi. Il loro lavoro di volontariato non viene premiato attraverso i
soldi, ma con il sorriso e la felicità dei meno abili. Attraverso questo incontro capiremo meglio i vari problemi delle persone
(ad esempio: gli handicap) curabili con molto duro lavoro.
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Le disabilità possono comparire dalla nascita o (ad esempio) a causa di fatti che accadono con azioni non sempre
quotidiane, come incidenti. Queste persone non devono essere considerate diverse e dobbiamo inserirle con amicizia. Ci
raccontano un fatto accaduto che può essere d’esempio per tutti noi: “Alvise, un ragazzo disabile di Treviso, alle Paralimpiadi
ha vinto ben 13 medaglie. Questo lo ha aiutato e ricredere in se stesso.
In seguito ci ha mostrato un filmato in cui si vedevano i diversi sport per disabili.
Alla vista di uno sciatore senza una gamba, tutti si sono messi a dire “che schifo…” e si sono girati da un’altra parte come
se avessero visto una cosa orribile e macabra. Anch’io mi sono girato e sono rimasto disgustato ma mi sono pentito perché
non mi sembrava giusto.
Nel video sono stato impressionato dall’abilità sportiva dei giocatori….
Prima di farci provare queste esperienze a livello personale ci hanno letto una breve ma bellissima poesia scritta da un
ragazzo divenuto disabile…..
Era molto commovente e sono rimasto impressionato dal suo contenuto….!
“”””ho chiesto ricchezza ma ho ricevuto povertà volevo gloria e fama ma…”””
La seguì un breve applauso e poi … spazio alle domande!!! Io ho chiesto che sentimenti si provano ad aiutare i disabili e
che soddisfazioni si avevano, ma ho ricevuto una risposta strana (non hanno capito cose intendevo dire).
E dopo una ricreazione di 10 minuti…. Spazio ai giochi. Ci siamo divisi a gruppi ed a coppie, dovevamo provare vari sport
facendo finta di essere disabili.
………..
E dopo che tutti hanno svolto gli esercizi era già ora di ritornare in classe…. Abbiamo salutato per l’ultima volta il Panathlon
e poi tutti nella propria aula. Devo ammettere che questo incontro mi ha fatto molto riflettere … Ho finalmente capito in
parte i problemi della vita dei disabili… Non avrei mai creduto che avessero tutte queste difficoltà e che fossero così
allontanati dal resto del mondo… Ci ho riflettuto tutta la notte e alla fine sono giunto a una conclusione…. Credo che
cercherò in futuro di aiutare il più possibile queste persone perchè voglio che anch’esse siano più considerate da tutti.
…….
Ripeto che quest’incontro mi ha cambiato in parte al vita e mi resterà impresso sempre nella memoria: Allora quando vedrò
un disabile per strada non girerò la testa per non vedere qualcosa di brutto o di non gradito ma inizierò ad accettarlo perché
credo che anch’io non sarei felice di veder gente che si gira da un’altra parte facendo finta che io non ci sia ….
Infine penso che il Panathlon stia facendo una cosa giusta e che deve continuare a fare così. (Non c’entra: Io sono partito
a fare la rincorsa per la schiacciata di sinistro ma poi ho capito che mi sbagliavo e che è giusta di destro) Ho cambiato
strada – ho dato molta importanza ai disabili perché prima non li consideravo.
Andrea
scuola media statale
“m. fanno” – villatora di saonara
Io credo che quelle persone siano migliori di noi. Noi ci disperiamo per una semplice frattura, e loro? Loro continuano la vita
anche se non è semplice, all’inizio è un trauma, ma dopo la vita continua, diversamente ma va avanti. Come ha detto il signore
disabile, lui dopo l’incidente si è sposato e ha avuto due figli, proprio come qualsiasi persona. Io li ammiro, anche se certe
volte mi fanno un grande tenerezza. Nessuno si può immaginare che da un giorno all’altro si può cambiare totalmente. Noi a
volte quando andiamo a fare una passeggiata per la città ad un certo momento siamo stanche e vogliamo andarci a sedere sul
divano di casa non pensiamo a loro che devono rimanere seduti su una carrozzina per tutta la vita e ci invidiano. Io inviterei
tutti a pensare prima di dire le cose; quando avevo sei anni non volevo mai andare a fare una passeggiata, ma poi ho capito il
vero senso della vita e che non è stare a casa a guardare la televisione, ma c’è un mondo esterno ancora da scoprire, c’è il
bene e c’è il male, il positivo ed il negativo. Abbiamo avuto anche l’opportunità di provare quello che loro fanno e sentono tutta
la vita. E’ stato bello ma per giocare, ma non so se resisterei tutta la vita in quelle condizioni, io mi sono sentita a disagio.
Credo che questa esperienza sarà difficile da dimenticare. Comunque ci hanno fatto passare una giornata bellissima, perché ho
capito quanto sono fortunata ad avere tutto il necessario per vivere ed una vita normale.
Martina
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scuola media statale “don p. galliero” – tribano
“un’ ora x i disabili” è stata un’esperienza molto significativa. Infatti da essa ho capito le difficoltà che le persone in sedia
a rotelle incontrano tutti i giorni: Queste difficoltà possono essere: un marciapiedi, una strada sconnessa, una curva stretta,
una porta di un negozio…
Inoltre ho percepito le difficoltà che hanno le persone non vedenti, simulando un percorso che, se non avessi avuto un
compagno che mi indicava gli ostacoli, non sarei riuscita a compiere, anche se avevo il bastone. Non riuscivo a percepire
l’altezza, la lunghezza, la larghezza dell’ostacolo che mi si presentava davanti
Ho capito anche che lo sport per i disabili è molto complicato: ho provato a giocare a basket seduta su una carrozzina.
Dovevo fare lanci nel canestro, il che era molto complicato da seduti. Scommetto che se fossi stata in piedi sarei riuscita
a fare questo!
In conclusione, sono riuscita a percepire come si sentono i ciechi e i disabili quando incontrano ostacoli da superare.
Giulia
“Un’ora per i disabili” è un’iniziativa importante che nasce dalla volontà di istaurare con i ragazzi un dialogo fatto non solo
di parole, ma soprattutto di esperienze dirette. Abbiamo ascoltato la storia dei disabili, le loro condizioni e i loro problemi
da un volontario molto gentile, che ha risposto alle nostre domande e ci ha fatto vedere un filmato. Queste persone sono
davvero molto brave! Abbiamo visto non vedenti che giocavano a calcio, che sciavano, disabili in carrozzina che praticavano
il basket o nuotavano. Abbiamo scoperto un mondo nuovo che prima ignoravamo o facevamo finta di non vedere, forse per
paura o per pigrizia.
E’ stato un viaggio nel mondo dei disabili: loro guardano la vita da un’altra prospettiva. Ogni giorno questi ragazzi son solo
devono accettare la loro condizione , ma anche sopportare la sofferenza e l’imbarazzo di chiedere aiuto. Ci ha colpito
molto vedere la tenacia con cui queste persone affrontano i loro handicap. Questa esperienza ci ha fatto comprendere una
cosa importantissima: cioè che siamo persone fortunate e ha fatto nascere in noi il desiderio di renderci utili per migliorare
la vita di queste persone.
Erica
Mia mamma, a diciassette anni, ha accettato di fare una sorta di vacanza con ragazzi disabili, proposta da un insegnante,
per fare del volontariato, nel periodo estivo, in un paesino in provincia di Rimini. Alloggiava assieme ad altre due amiche e
all’insegnante. Ognuno aveva il compito di prendersi cura di un disabile. Le dissero che doveva prendersi cura di un
bambino affetto dalla sindrome di Down e fino alla fine della vacanza restò sempre con lui.
All’inizio la mia mamma aveva difficoltà ad accettare il compito affidatole poiché era impaurita dalla diversità di questo
bambino di nome Giovanni. Però, man mano che il tempo passava, il rapporto si rafforzò sempre di più, si instaurò un
legame che mia madre definì “unico” e una volta mi stupii sentirle dire che i Down hanno una sensibilità superiore a quella
che pensano gli altri, cosa che anch’io ho potuto constatare in seguito. Giovanni aveva un pessimo rapporto con sua
madre, perché lei non accettava la sua diversità e non se ne prendeva sufficientemente cura, Mia mamma,invece, si prese
cura del bambino con grande affetto, disponibilità e tenerezza e questa esperienza, anche se agli inizi complessa e
traumatica diventò per lei una grande dimostrazione di ciò che possono provare emotivamente due persone diverse, della
possibilità di instaurare un rapporto basato solo sull’amore e la comprensione. Io penso che questo sia un bellissimo
esempio di solidarietà, che invita tutti all’aiuto e alla comprensione, il che è difficile perché la maggior parte delle persone
considera i disabili qualcosa di differente da noi, lontana dal nosto mondo.
Nicolò
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scuola media statale “b. bizio” – longare
La disabilità è un problema che hai dalla nascita o che ti può venire per degli incidenti o malattia. Essere un disabile non
è piacevole, anzi ti può far perdere la voglia che hai dentro di te di vivere la vita, e spesso le persone non lo capiscono.
E’ per questo che a scuola ci siamo messi nei panni dei disabili. Innanzi tutto abbiamo iniziato a vedere filmati di sport svolti
dai disabili, poi abbiamo fatto vari “giochi”……
Partecipando a questi giuochi alla fine abbiamo concluso che è molto
difficile essere disabile perché si ha sempre bisogno di un aiuto, ma alla fine si cerca di affrontare l’handicap continuando
a svolgere la vita di un tempo, anche se non sarà più normale.
Chiara
L’attività scolastica fatta a gennaio sui disabili mi ha fatto capire molte cose.
Ho notato che i disabili hanno molte
alternative per condurre una vita normale. Purtroppo, però, ho anche capito che essi vengono accettati con grande
difficoltà dalla nostra società. Difficilmente trovano un posto di lavoro, anche perché spesso queste persone devono essere
affiancate da un familiare o da un tutore e perciò è molto difficile accettare l’idea di essere disabili.
Manuel
scuola elementare statale – san martino di lupari
Martedì 27 marzo 200, noi alunni di classe V° di Borghetto, Campagnalta,e Campretto , abbiamo fatto un’esperienza
eccezionale a scuola con il Panathlon. All’inizio abbiamo guardato un filmato sugli sport che praticano i disabili, tutti noi
siamo rimasti meravigliati….., si può praticare lo sci sia se si è ciechi, con una guida che ti da i comandi, sia che ti manchi
una gamba, scii o con un arto artificiale o addirittura solo con una gamba.
Quello che ci ha sorpresi è stata la grande voglia di fare e la gioia che ogni atleta trasmetteva.
Più tardi ci siamo spostati in palestra dove abbiamo affrontato personalmente con carrozzine il percorso stabilito, ci siamo
veramente resi conto, anche se per poco tempo, di cosa vuol dire avere qualche difficoltà.
Con questa esperienza abbiamo capito molte cose, questa associazione è “grandiosa”, trasmette un’informazione esatta
sulla disabilità e infonde in tutti una cultura ai valori sociali. Speriamo che tanti nostri compagni prossimamente possano
vivere queste emozioni.
Grazie, gli alunni delle classi V° di Borghetto, Campagnalta e Campretto.
scuola media statale “g. mameli” – padova
Il mondo visto da una carrozzina – Mi ritengo fortunata ad essere una ragazza normale, ad avere due occhi per
vedere le meraviglie del mondo, due gambe con cui posso correre, un corpo con cui mi posso muovere senza pensare di
sentirmi imprigionata in una campana di vetro.
La prima volta che ho pensato veramente a com’è il mondo visto da una carrozzina è stato lunedì 5 marzo 2007, quando
ho giocato a basket in carrozzina e fatto un percorso per disabili. Tutto ad un tratto una sensazione strana mi invadeva il
corpo, ho cercato di pensare a qualcosa, ma la prima cosa che mi è venuta in mente è stata “se fossi in carrozzina di sicuro
i miei amici mi vedrebbero con occhi diversi”
Poi ho giocato…
Quando mi sono seduta ho ripensato ai filmati che avevamo visto in classe: una ragazza era arrivata ultima ad una corsa
ma era felice lo stesso perché era contente di avercela fatta.
Quello è stato il mio primo sorriso della giornata.
Molti ragazzi disabili praticano sport che si potrebbe pensare fossero impossibili per loro. Invece non è così, anzi, molti di
loro sono bravi a giocare a basket anche se hanno le gambe paralizzate o a nuotare anche se hanno una gamba amputata.
Quel lunedì ho capito che siamo tutti uguali ma nello stessao tempo tutti diversi, quello che ci unisce dovrebbe essere amore
fraterno e rispetto per tutti.
Chiara – 2° A
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Fortuna, Destino buono o cattivo, Fato, che gli antichi personificavano nella dea Fortuna, cieca e dispensatrice di felicità o
di sventura.
Passiamo tutta la vita senza renderci conto di quanto siamo fortunati e ci lamentiamo senza accorgerci che abbiamo tanto,
diamo per scontato quel che abbiamo e rimpiangiamo quel poco che non abbiamo….
….. Poi, per un motivo qualunque, ci ritroviamo in una situazione in cui nulla è più ovvio e banale. Deve’essere come
tuffarsi in un mondo che non ha più alcun legame col tuo passato… Riuscire ad essere felici in questo nuovo oceano è
complicato, perché è sconosciuto e difficile da affrontare. Un mondo in cui non puoi muoverti dal tuo letto o non sei
autosufficiente nei tuoi spostamenti, infatti, non è uguale a nulla di ciò che ti aspettavi dalla vita.
“GRADINO!” : il messaggio dal cervello arriva al piede che si alza in automatico. Questo è un movimento a cui non diamo
alcun peso ma, per chi non può camminare , anche solo uno scalino diventa una sentenza di DIVIETO DI ACCESSO
insormontabile.
Giulia
Quando si è abituati a saltare e correre, a muoversi dove e come vogliamo, tutto ciò lo diamo per scontato. Quando, però,
improvvisamente ci si ritrova a contatto con un’altra realtà, allora capiamo quanto siamo fortunati a star bene e dovremo
ringraziare il Signore per averci dato queste possibilità.
Purtroppo non è così per tutti. Ci sono tante persone costrette a passare la loro vita in carrozzella o a dipendere da altri.
Credo che se ci soffermassimo un po’ a pensare, dovremmo fare di più per queste persone sfortunate e preoccuparci di
abbattere tante barriere architettoniche per facilitarli nei loro spostamenti Una cosa mi ha colpito molto: non c’è in loro
né odio, né invidia per gli altri, ma una serenità ed una tranquillità che non sono date dalla rassegnazione, ma da uno spirito
generoso e spesso davvero profondo.
Luca
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Al mondo i casi di disabilità sono sempre più in aumento: Si tratta di problemi congeniti oppure dovuti ad incidente stradali,
domestici o sul lavoro. Gli individui colpiti, già sfortunati per le difficoltà che incontrano a livello motorio, come se non
bastasse sono alle prese con un ambiente ostile e poco ospitale nei loro riguardi: ne sono esempio le barriere
architettoniche, i mezzi di trasporto inadeguati ed un numero ridotti di semafori con richiamo acustico per i non vedenti.
Non credo sia facile, per loro, accettare uno stile di vita diverso ed alternativo rispetto al nostro e sono da ammirare perché
riescono a trovare la giusta forzo per andare avanti, sopportando per di più i nostri commenti, non certo obbiettivi sulla loro
problematica situazione…
In famiglia ho sentito raccontare di un drammatico episodio capitato ad un diciannovenne durante le vacanze a Jesolo. Una
sera si era recato al molo per tuffarsi. Era buio e sventatamente non aveva calcolato che il livello dell’acqua si era abbassato
per via della marea notturna … Dopo aver preso lo slancio si era gettato, cadendo sul fondo e subendo un violento colpo
alla colonna vertebrale. Per le conseguenze di questo incidente il ragazzo è e sarà costretto a spostarsi in carrozzina.
Questo racconto mi ha molto impressionato: la vita è un dono, ma gli adolescenti dando la precedenza alla loro “sete” di
pericolo, preferiscono spesso sciuparla con sciocchezze e da adulti rimpiangeranno di essere stati così imprudenti … …
Aiutato dall’ attività “1 ora x i disabili”, che si è svolta nella mia scuola, ho avuto il modo di conoscere più a fondo le
condizioni di queste persone L’intervento del Panathlon, accompagnato da un filmato sulla Paralimpiadi , mi è servito per
rendermi conto dell’importanza che lo sport per queste persone … L’attività proposta si è conclusa in palestra. Li abbiamo
provato ad immedesimarci con queste persone poco comprese ed è stato questo per me il momento più significativo! Con
il gioco si è voluto smascherare una realtà che in alcuni casi è frustante: lo stare seduto in carrozzina anche per un attimo
mi ha trasmesso un senso di infelicità che mi ha afflitto il cuore ed è stato come se non volesse più abbandonarlo: Ho
provato una grande pena per le persone che devono subire questo a vita, senza che a nessuno importi di loro.
Solamente con un “assaggio” sono riuscito a conoscere lo stato d’animo di esseri umani che per il loro aspetto fisico e le
loro condizioni incutono timore e sconforto, mentre dentro di loro si celano sentimenti profondi. Sono riconoscente a
questa attività per avermi fatto scoprire un mondo dove non è tutto così semplice, al di là di una barriera di pregiudizi che
etichettano negativamente il fenomeno della disabilità. Vorrei che tutti approfondissero le proprie conoscenze sulle persone
diversamente abili e provassero i loro stessi sentimenti prima di commentare o di giudicare i loro comportamenti in modo
che, forse un giorno, l’eguaglianza tra gli uomini possa realmente essere una realtà.
Gregorio – 2°A
scuola media statale “falconetto” – padova
… ci hanno spiegato alcuni aspetti della vita di queste persone che sono diverse, ma uguali a noi: diverse, perché ad
esempio non possono utilizzare le gambe o non possono vedere ciò che li circonda, ma uguali dato che sono persone come
noi, anzi spesso più sensibili e migliori di noi cosiddetti “normali”. Guardando il filmato che mostrava persone diversamente
abili impegnate in competizioni sportive di ogni tipo, sono stata colpita dalla loro grande forza di volontà. Il mio primo
pensiero è stato: “sono proprio fortunata!” Ciò che però mi è rimasto impresso è altro: è la determinazione con cui queste
persone riescono a portare a termine la gara, superando ogni difficoltà. Mi ha colpito, ad esempio, quella ragazza, che pur
avendo tagliato il traguardo per ultima, era felicissima: lei aveva vinto la sua gara!
Elena – 2° AF
Queste attività mi hanno fatto immedesimare nelle persone con un handicap e mi hanno fatto capire come siano migliori di
noi per la loro voglia di vivere e superare ogni prova
Anna – 2° AF
Queste tre ore mi hanno fatto vedere una realtà molto triste che noi spesso ignoriamo: Devo dire che mi sono sentita stupida
pensando alle cose di cui spesso mi lamento, perché ci sono persone che hanno problemi più gravi, ma vivono la vita con
più gioia ed allegria di noi.
Roberta – 2° AF
38
Ringrazio il Panathlon che mi ha permesso di provare questa esperienza e di capire quali sono i problemi dei disabili. In
particolare ho imparato che non bisogna farli sentire soli,come mi sentito io quando ho dovuto affrontare il percorso
bendato. Per me, disorientato ed incerto, è stato più facile, sentendo che qualcuno mi era vicino.
Gianluca – 2°AF
scuola media statale “levi civita” – padova
Martedì scorso ho provato una cosa nuova, ma non così nuova in realtà perché due anni fa sono stata in carrozzina per
due mesi. … abbiamo parlato in generale dei giochi per disabili e poi abbiamo visto un filmato su questo argomento. Le
ultime due ore abbiamo fatto degli esercizi con le carrozzine. …. Ho capito le difficoltà che devono superare i disabili ma
ho anche compreso che per fare bene uno sport, limitati dalle carrozzine, bisogna appassionarsi altrimenti non si arriva da
nessuna parte, io poi l’ho provato sulla mia pelle, ho capito che non riuscivo a fare molte cose che facevo prima. Inoltre ci
sono moltissime difficoltà per i disabili, per prima cosa: i gradini dei marciapiedi. Io, quand’ero in carrozzina, mi sentivo sola
perché i miei amici non mi cercavano e non potevo praticare molti giochi che facevano gli altri; tuttavia quando ero in
compagnia, quando mi vedevano sola , venivano ad aiutarmi.
Rossella – 2° B
Disabili persone come noi - ..Martedì sono venute a scuola persone per parlare del problema della disabilità e dei disabili,
hanno parlato quasi un ora illustrandoci l’argomento e poi degli sport che praticano mostrandoci un video ed infine abbiamo
provato con la pratica cosa vuol dire giocare a basket in sedia a rotelle o essere ciechi. Secondo me le persone
“trascurano” troppo i disabili e le persone con problemi, intendo dire he la gente cerca di non vedere e quindi non aiutare
le persone con questi problemi……. Io credo e spero di non aver mai sottovalutato e di non sottovalutare mai una
persona per i suoi problemi , così come non si deve fare per le persone di pelle, religione e coltura diversa dalla nostra,
così deve essere per i disabili.. L’argomento dei disabili è un discorso attuale ed interessante che dovrebbe riguardare tutti
e non solo le persone colpite da questi disturbi. Le persone senza questi problemi potrebbero fare di più aiutando i disabili
e non evitandoli. … Per i disabili praticare sport può essere di grande aiuto per non sentirsi soli e fuori dal mondo…. E’
stata un’esperienza utile, perché i disabili sono una realtà attuale e non possiamo evitarli, dobbiamo trattarli da persone
normali, perché lo sono
Valentina – “° A
Mi è piaciuta la dimostrazione vista a scuola, che anche se si è malati si può fare dello sport. Lo sapevo già, visto che
frequento l’ospedale da un bel pezzo , comunque penso che i miei compagni non abbiano capito molto, perché non sanno
cosa vuol dire essere diversi e dover fare tanta fatica per fare anche le cose più semplici. Lo so bene io che ho provato le
due situazioni: sano e malato. Bè, non importa!! L’importante è che abbiamo visto un po’ come si fa a fare sport in quello
stato. I disabili fanno più fatica degli altri e non vengono considerati dagli altri bravi come gli altri.
Carlo – 2° A
scuola media statale “karol wojtyla” – montemerlo di cervarese s.croce
E’ stata un’ esperienza istruttiva !!
Prima guardavo con indifferenza i disabili. Adesso mi sento più vicina al loro mondo.
Elena – 2° A
Ora che ho affrontato scalini, rampe, anche se per finta, ho capito che non tutti fanno le cose con facilità e la loro vita diventa
sempre più difficile ogni giorno che passa. Io quando mi sono seduta sulla carrozzina mi sono subito sentita impedita come
non mai. Quindi ho capito che se si trova un disabile in difficoltà, bisogna aiutarlo e non “prenderlo in giro” come alcuni
fanno spesso: Non bisogna dire che la loro vita è finita, anzi fargliela riprendere con allegria.
Giorgia – 1° B
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Quando giocavo a basket in carrozzina ho pensato agli animali senza una zampa e ho detto “anche loro hanno un’ opportunità
come cacciare e correre”. La stessa cosa è anche per noi … certamente nessuno è perfetto, ma ….se sei in carrozzina,
pensa sempre in avanti, non tornare mai indietro (NON TI ARRENDERE MAI) perché se continui ad essere coraggioso forse un
giorno guarirai… ma soprattutto sii sempre felice, vivi la tua vita in carrozzina con gioia e con tante speranze
Wendy – 1° B
E’ stato bellissimo provarlo una volta, ma non lo sarebbe per tutta la vita …. Grazie di averci aperto gli occhi per vedere
meglio il modo in cui vivono certe persone di cui ridiamo spesso….. Adesso ho capito com’è vivere così… ma con l’aiuto
degli altri si possono superare tanti momenti di tristezza.
Geanina – 1° B
scula media statale “j.f. kennedy” – santa giustina in colle
Grazie a quest’incontro, a noi ragazzi è stata data la possibilità non solo di capire, ma anche di vivere questa realtà che
troppo spesso tendiamo a considerare lontana dalla nostra.
G.B. – 1° C
Riuscire a capire le storie di persone fuori dalla nostra quotidianità ti fa guardare il mondo con occhi diversi. Ti fa riflettere
su quanto è bello trovare persone diverse da te con cui puoi costruire un gran sentimento come l’amicizia. Io penso che
una persona non possa non essere attenta agli altri. Ognuno nel suo piccolo deve riuscire a pensare oltre a se stesso anche
agli amici, alle persone a cui vuole bene. A volte anche solo ascoltando un amico in difficoltà si fa già tanto.
M.F. – 1° C
Questa avventura ci ha permesso di capire come i disabili convivono con il loro problema. Per noi è stato difficile ma solo
un po’. Noi prendiamo questa storia di “esercizi” come dei giochi, invece, per loro, è la vita quotidiana.
G.B. – 1° C
La gente pensa che i “diversamente abili” siano diversi dagli altri e non abbiano le capacità di fare le cose che i “sani”
normalmente possono fare. La gente fa fatica a credere che, ad esempio, una persona non vedente possa praticare sport.
Ma se quella persona si fosse fermata all’ignoranza e ai pregiudizi altrui non sarebbe diventato un campione di sci o di
atletica leggera!
Sara – 1° A
Dopo questa esperienza ho capito che bisogna dare una mano a queste persone e fare in modo che possano vivere felici
anche se non possono fare quello che facciamo noi.
Tania – 1° A
ist. tecnico comm. statale “a. gramsci” – padova
- secondo me questa esperienza è stata molto interessante ed educativa. Mi ha aiutata a sensibilizzare il mio pensiero e il
mio comportamento verso che, per loro sfortuna, ha degli svantaggi ed è considerato diverso dagli altri. .
- ho riflettuto su quanto siamo fortunati ad essere in salute e ammiro molto coloro che hanno organizzato questa attività
- questa esperienza mi ha fatto capire quanto sia importante essere in salute. Mi sono resa conto di quanto io sia fortunata, se voglio
fare qualsiasi cosa la faccio senza impedimenti. Non si pensa che alcune persone devono affrontare ogni giorno molte difficoltà
- ammiro molto i diversamente abili perché ho capito che affrontano le difficoltà con tanto coraggio e voglia di vivere
- l’esperienza che abbiamo vissuto era del tutto nuova per me. Non pensavo che provare ad essere, anche per un minuto,
come un disabile, potesse farmi sentire così strana e un po’ in colpa. Mi dispiace moltissimo per tutte quelle persone anche
della mia età che non possono vivere come vivo io. E’ stato molto importante vivere questi momenti. Grazie.
gli alunni
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scuola media statale “g. marconi” – anguillara veneta
Com’è diversa la vita vista da una sedia a rotelle. Tutto sembra più grande, molto più grande: Le persone ti camminano di
fianco e non hanno bisogno di chiedere una mano solo per fare due gradini, non hanno bisogno di chiedere aiuto quando
non riesci ad entrare in un ascensore o a salire in un autobus o a entrare in un bagno pubblico. Le persone “normali” forse
nemmeno se ne accorgono quanto dura è la vita sulla carrozzina e la cosa più pesante (forse) è il dover sempre aver
bisogno degli altri. Molte persone normali a questo problema non pensano anche perché eliminare le barriere
architettoniche costa, e molto. Solo quando una persona si ritrova a sua volta seduto su una carrozzina, allora si rende
conto di quanto sia difficile la vita vista da seduti. Ecco, dovremmo tutti renderci conto delle necessità dei nostri fratelli
diversamente abili, non essere “sordi” perché non ci riguarda, perché non sai che sorprese ti riserva la vita
Davis – 2° B
Disabile, persona diversamente abile, handicappato…. Le persone con difetti fisici e psicologici sono chiamata in tanti
modi e a volte ci si trova in imbarazzo con loro perchè non si sa come chiamarli…..Fossero questi i problemi! Il vero
problema siamo noi che ci nascondiamo dietro al fatto che a parole diciamo che ci dispiace per loro e facciamo una faccia
triste, ma nella realtà abbiamo paura di quelli diversi da noi e non faremmo mai niente di sincero per aiutarli…. è inutile
nascondersi dietro a parole e sorrisi forzati, perché non è così che ci si può rendere utili. Non credo che alle persone
sulla sedia a rotelle importi poi tanto come viene chiamata, ma piuttosto come viene trattata, cioè se ci comportiamo con
loro come qualcuna che ha un problema gravissimo e irreparabile, è logico che non aiutiamo, ma se proviamo a trattarli
come le persone normali che sono, di certo starebbero molto meglio. Non servono grandi cose: un sorriso sincero, una
stretta di mano, un abbraccio…. Quello che voglio dire è che bisogna PARLARE DI MENO E FARE DI PIU’ perché non
servono grandi cose per far felice una persona.
Beatrice – 3° A
ACROSTICO
-
Incontrano le persone volentieri.
Disposti ad essere d’aiuto
Inaccettati a volte da persone normali
Sono simpatici ed allegri
Amici sinceri
Buoni e generosi con tutti
In fondo persone normali
Litigano ma poi fanno subito la pace
Insuperabili
Valentina – 2° B
scuola media statale “giovanni xxiii” – s. angelo di piove di sacco
Ho imparato ad apprezzare di più quello che sono, dopo l’esperienza di mercoledì. Mi sono resa conto con le attività svolte
che quello che per me è naturale fare (correre, saltare, leggere ….), per i diversamente abili è una “grossa” conquista,
giorno dopo giorno con notevoli difficoltà.
Giuliva – 2° B
In questa giornata passata al Palatex, mi sono molto divertita, se penso però che le attività che ho fatto per gioco, sono
ostacolo nella vita di queste persone disabili, vedo tutto sotto un altro aspetto. Un percorso bendati rappresenta per le
persone cieche un limite nella vita, come uno scalino del marciapiede per chi è in sedia a rotelle! Pensando a tutto ciò so
di essere molto fortunata, quindi mi sembra giusto e doveroso aiutare chi non è fortunato come me!
Maria Vittoria – “° B
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LA VITA E’ UNA COSA PREZIOSA
E’ difficile da vivere,
ma bisogna continuare,
è un problema che ti cambia la vita,
ma la voglia di vivere è infinita.
Quindi, se una cosa la vuoi fare ,
di sicuro la puoi praticare, non scoraggiarti;
perché la vita è preziosa,
e anche se faticosa,
ha sempre un enorme valore.
Ricordati, tutto è possibile
Senza alcun limite, tanti amici avrai,
felice sarai,
perché il loro cuore
ha bisogno di una persona come te,
per migliorare ed imparare ad amare.
Anonimo
scuola media statale - montegalda
INCOMPRESO
Sei solo, sei l’unico, sei soltanto tu
sei il solo in un gruppo di amici…
quello più diverso.
Loro fanno finta di niente
ma tu capisci che ti guardano in modo strano
ma tra loro c’è una persona che ti trasmette tanto calore
si avvicina, ti abbraccia, tu l’abbracci e in quel momento
ti accorgi di essere la persona più felice del mondo anche se la più triste.
Stefano
POESIA
Guarda sono caduto
Vedo persone alte come grattacieli sopra di me
Hanno un viso strano
Mi trovo su uno strano apparecchio
Assomiglia ad una sedia con le ruote
Provo ad alzarmi, non ce la faccio
E’ Strano. Mi sento senza gambe.
Mi si avvicina una persona
E’ così grande da questo apparecchio
Mi dice sussurrando “questo apparecchio è parte del tuo corpo,
Queste saranno le tue gambe”
Yassin e Manuel
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STAMATTINA
Stamattina mi sono svegliato
E in un campo di fiori mi sono svegliato
Potevo saltare muovermi. Correre e saltare
Ho cominciato a muovermi,
ho sentito la gioia crescere in me
Ma poi
Ad un tratto mi sono svegliato
Ero su una sedia a rotelle e
Ho capito che avevo sognato come vorrei fosse la mia vita.
Claudia
VOI
Voi che non camminate
Voi che non vedete
Voi che non potere fare quasi nulla
Voi che siete felici lo stesso
Voi che siete seduti nella vostra carrozzina
Voi che riuscite a vivere in serenità
Voi che ci fate capire le difficoltà della vita
Voi che ci date coraggio con il vostro esempio
Voi che ci fate capire quanto è bello vivere.
Alberto B.
UN ATTIMO
Un attimo
Basta un attimo
e la tua vita cambia
per sempre.
Un attimo
Forse è un po’ poco
per riscoprire
Chi sei veramente
Un attimo
Hai solo un attimo
e devi scegliere
se vivere o morire
Una vita
Hai tutta una vita
Hai solo una vita
Non sprecarla
Un attimo
Solo un attimo
e puoi perderti
dentro la tristezza
Alberto C
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UN PICCOLO SORRISO
Regala un piccolo sorriso,
a chi non ha nessuno,
e lo farai sentire unico,
Regala un piccolo sorriso,
a chi purtroppo non è fortunato come te,
e lo farai sentire come un re.
Regala un piccolo sorriso,
a chi non ha realizzato i suoi sogni,
e sono chiusi in un baule da tempo
che solo tu riuscirai ad aprire.
Anche SOLO un piccolo sorriso,
può riaprire gli occhi alle persone
facendole ritrovare la via che hanno perduto… quella della …
FELICITA’!
Giulia
POESIA
Fino a quel giorno potevo
Correre, saltare, ballare e giocare
Il sole splendeva, la fresca rugiada
delle foglie brillava e il profumo dei fiori
era nell’aria.
Poi il buio, non potevo più
correre, saltare, ballare e giocare,
il sole si era spento, le foglie erano secche
e i fiori appassiti.
Era come morire senza essere morti,
la carrozzina al posto delle gambe
e le voci al posto della luce.
Come accettare tutto questo?
Come farsi accettare dal mondo?
Le parole non sono mai abbastanza per dare una risposta.
Ti senti solo ed inutile e pensi che ora tutto non abbia più
Colore, odore e sapore
Non puoi più
correre, saltare, ballare e giocare,
perché non sei come gli altri
e gli altri non sono come te.
Odi il mondo, i tuoi amici, la tua famiglia,
odi te stesso e la tua condizione.
All’ improvviso però,
dal buio riesci a scorgere un raggio di sole
caldo e luminoso,
E anche se intorno a te sei avvolto dalle tenebre
vuoi seguire quel raggio
la vita vale la pena di essere vissuta
perché finchè il nostro cuore saprà emozionarsi
saremo vivi
da quel momento hai di nuovo voglia di
correre, saltare, ballare e giocare
perché il sole ha ricominciato a splendere,
le foglie sono più verdi e i fiori più profumati
Eleonora
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scuola media statale – loreggia
IL MIO BENESSERE
Io, che rido e mi diverto
Ma loro no
Io sono in difficoltà per un secondo
Ma loro per sempre.
Io cerco di imparare come muovermi
Me essi, per loro sfortuna,
sono esperti.
Con questa esperienza ho capito
quanta fortunata sono che,
devo sempre avere il sorriso
perché quei ragazzi, meno
fortunati di me
sono esclusi ed in difficoktà
sempre, per tutta la vita.
Io, come ragazza, rischio di bloccarmi
di fronte all’aspetto esteriore
un’altra ragazza meno abile di me
è ferma davanti ad uno scalino.
Un ragazzo rischia di farsi vedere
e un altro non si muove
perché non ci vede.
N.N. – 2° A
Sabato 12 maggio abbiamo avuto modo di conoscere il Panathlon , associazione che si occupa dello sport per i disabili. Ci
siamo riuniti in Auditorium, dove all’inizio abbiamo discusso delle difficoltà che i ragazzi disabili incontrano quotidianamente
sia nelle attività sportive, sia nell’affrontare anche i gesti più semplici: Ci è stato poi presentato un filmato che illustrava il
rapporto tra i disabili e lo sport: alcuni, privi della gamba, nuotavano con la solo forza delle mani, altri, costretti in
carrozzina, giocavano a basket, altri ancora, privi della vista, sciavano o gareggiavano per la maratona, accompagnati da
una guida. Io sono rimasta molto colpita e sorpresa dal filmato perché mai avevo pensato quali difficoltà potessero
incontrare i disabili e soprattutto per la loro forza fisica e interiore, con cui affrontano tutte le sfide che ogni giorno
incontrano.. La parte più emozionante della giornata, però, è stata quando abbiamo avuto modo di confrontarci
personalmente con il mondo dei disabili…..
Credo che questa giornata sia stata per tutti noi molto utile e significativa per capire che alla fine le uniche diversità sono
quelle che noi vogliamo creare; ci siamo infatti resi conto in prima persona dei problemi che i disabili incontrano e abbiamo
imparato che alla fine, se tutte le persone sapessero affrontare le diversità con sensibilità ed altruismo, la vita dei disabili
potrebbe essere davvero un po’ più semplice.
Stefania – 2° C
Questa mattina abbiamo vissuto un’esperienza bellissima per arricchire le conoscenze in relazione allo sport e alla
disabilità…… Per me quest’esperienza è stata meravigliosa e resterà sempre nel mio cuore; questa esperienza la
riproporrei ad altri miei amici, vorrei avere ancora informazioni di questa associazione e magari a volte andare a vedere
quei ragazzi, perché questo è il modo per sentirli più normali e a loro agio. Per me però, nessuna saprà mai in fondo quello
che si prova a essere un disabile, a meno che uno non lo sia.
Questo è quello che mi è “entrato” e che ho capito quest’oggi. Ringrazio tutte le persone che si interessano di questo
problema e che fanno capire agli altri una parte dei sentimenti provati.
Giada – 2° B
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scuola media statale “caron” – brugine
NON DIMENTICARE
Giocheremo insieme per darti un sorriso
Giocheremo insieme per non farti sentire solo
Giocheremo insieme perché non cada più una lacrima sul tuo viso
Gli occhi che io ho, vedranno anche per te
Le gambe che io ho, cammineranno anche per te
Il cuore che io ho, ti saprà capire
Le mani che io ho, ti sapranno aiutare
E la bocca che io ho, ti saprà difendere
Perché tu sei come me, sai piangere ed amare
Per dire a tutti ancora una volta “NON DIMENTICARE”
Silvia – 2° A
Ciao amica,
lo sai che il 14 aprile noi ragazzi di seconda media abbiamo partecipato al progetto “1 ora per i disabili”?
Tutto è iniziato alle 9,30, quando ci siamo recati in sala polivalente per guardare un filmato: parlava delle difficoltà che
possono incontrare i disabili e degli sport praticati da loro. A volte mi chiedo se le persone, qualche volta, si rendono conto
di quanto fortunate sono…. e che è inutile mettere il broncio o essere tristi per delle piccole cose, quando altre, che hanno
meno di noi o che hanno veri problemi, sono felicissime….
Comunque dopo il filmato ed alcune spiegazioni, siamo andati in palestra dove, a gruppi, abbiamo trascorso il resto della
giornata come “disabili”: abbiamo attraversato un percorso sulla sedia a rotelle, o con il bastone e la benda sugli occhi
come i non vedenti e abbiamo giocato a basket sulla sedia a rotelle…… e comunque devo dire che è stata proprio una
bella giornata …. educativa…. E soprattutto divertente, anche se non credo che la pensino allo stesso modo coloro che
sono costretti a trascorrere giornate intere su una sedia a rotelle e a non vedere…. In fondo quello che abbiamo fatto
era ciò che vivono ogni giorno tutte le persone disabili, solo trasformato in gioco!!!
Ciao!
Serena
Un sabato, un giorno di scuola, al posto di svolgere le normali lezioni siamo andati in sala polivalente, insieme a tutte l
seconde. Due signori: uno dei quali aveva una figlia con problemi motori, ci hanno parlato dei molteplici disagi che hanno i
disabili, soprattutto nello sport. Dopo un lungo discorso molto diretto, conciso e toccante, siamo andati in palestra a
provare alcuni degli sport praticati da una categoria dei disabil, ad esempio: il basket in carrozzina. Questa giornata
secondo me, è stata molto utile, non tanto per me, ma per gli altri, che hanno avuto occasione di capire cosa significhi essere
un disabile. Il discorso fatto dal signore più anziano è stato molto esplicito e per me anche un po’ commovente, perché ha
parlato esattamente come averi voluto fare io, e ha spiegato chiaramente il suo messaggio, dicendo che anche se non siamo
dei disabili, ci siamo dentro lo stesso al loro mondo, perché basta poco per ritrovarsi su una sedia a rotelle! E anche se
non ci capiterà, sarebbe bello, sia per loro, sia per noi, compiere un gesto di apprezzamento verso queste persone, che alla
fine non sono tanto diverse da noi. Un discorso molto importante che si andava a legare alle attività svolte in palestra,
anche se secondo me la giornata è stata organizzata un po’ male, perché molti ragazzi, compreso me, non sono riusciti a
provare l’ultima attività, che era quella che ti faceva capire cosa vuol dire essere cieco; e se anche non sono riuscito a
provarla posso immaginare cosa vorrebbe dire !!
Andrea – 2°
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scuola media statale “don milani” – codiverno di vigonza
Quest’ oggi ho appreso molte cose, più di una; ad alcune di queste, forse, ci avevo già pensato in precedenza, ma mai così
intensamente! Ho capito che perdere la possibilità di utilizzare parte del nostro corpo, sia un compito…. (non è facile
descriverlo) ermetico: prima di riuscire a superarlo, ci vuole del tempo, che può variare a seconda del danno o delle forza
interiore della persona, di quanto riesce a combattere questa situazione. Comunque perché succeda ciò, ci vuole il
supporto di altri, che ti facciano capire che la vita è un dono che va avanti e che, se si riesce a resistere fino alla morte,
dopo si incontrerà la gioia eterna… Io ci credo e, se avrò la possibilità, cercherò di promuovere questa idea.
Daniele – 1°As
L’esperienza che ho fatto mi è piaciuta perché mi sono divertita ma ho anche riflettuto, infatti ho capito le difficoltà che i
disabili incontrano in ogni momento della giornata. Le cose che per noi sono naturali e facili, come giocare, vedere e
muoversi, anche solo fare uno scalino per loro sono difficili, a volte impossibili.
Io conosco un handicappato che,
nonostante questo, riesce a realizzare lavoretti molto belli e chiedo sempre a mia mamma di prenderne alcuni quando c’è
l’occasione, perché sono davvero stupendi. Ho capito che i disabili non sono diversi, hanno solo qualcosa in meno rispetto
a noi, ma questa mancanza viene “riempita” da altre loro qualità, perché tutti i disabili hanno una loro speciale qualità che
li rende speciali e unici.
Greta – 1° A
Anche per i disabili la vita continua con maggiori difficoltà rispetto a noi, però secondo me, loro sanno apprezzare anche
semplici cose.
La grinta che c’è nei diversamente abili o nelle associazioni che combattono per loro dà anche a noi la
forza ed il coraggio di dare qualcosa per loro. Qualsiasi attività fisica e motoria che i disabili devono svolgere rappresenta
un enorme ostacolo ma con la loro volontà e la loro gioia riescono a superarlo con molta soddisfazione.
Camilla
scuola media statale “don milani” - vigonza
I NOSTRI AMICI
Sono come noi,
hanno un cuore
a volte più grande del nostro,
hanno un cervello;
però hanno un altro nome,
brutto, quasi una parolaccia….
Disabili
e alla fine cos’ hanno diverso da noi?
solo la sfortuna di aver perso un arto
o uno dei cinque sensi…
cambiamo il loro nome?
Potrebbero chiamarsi AMICI
Simone – 1° B
Io Elisa penso che vivere per tutta la vita con uno scalino come difficoltà non è semplice. Vorrei che tutti i disabili del mondo
trovassero delle persone sempre disponibili ad aiutarli e soprattutto renderle felici, anche se solo per dieci minuti. Non
voglio chiamarli disabili, ma…. FRATELLI
Elisa – 1° B
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Tante persone comuni pensano che i disabili siano persone che non contano, ma la gente si sbaglia. Quando li ho visti in
un video praticare con entusiasmo tutti gli sport, ho compreso che vogliono farci capire che la vita è un bene prezioso che
va salvaguardato con molta attenzione. Per me sono persone importanti perché, anche nelle condizioni in cui sono, hanno
coraggio di continuare la loro vita.
Dragana – 1° B
DISABILI
Disabili, noi vi aiutiamo
tenendovi stretta la mano
nei momenti felici e in quelli peggiori
facendovi sentire in mezzo a mille cuori;
nella vita di ogni giorno noi vi stiamo sempre intorno.
Siamo amici, con voi viviamo in armonia
e spesso in buona sintonia.
Forse perché non ho tanta fantasia,
ma il mio bene vale più di una poesia:
Io non vi trovo differenti,
ma sicuramente molto intelligenti.
Andrea – 1° B
Non potranno guardare,
o non potranno camminare,
non potranno muoversi,
ma possono amar,
e possono giocare.
Sono persone come noi,
Amiamole anche noi.
Giulia T. – 1° B
Questa esperienza mi è piaciuta. Mi ha fatto capire che le persone disabili sono delle persone come noi che purtroppo, o
per un incidente oppure semplicemente già dalla nascita, hanno qualche problema per cui o sono paralizzati o hanno altre
difficoltà. Per questo non dobbiamo prenderle in giro, considerarle inferiori, ma dobbiamo cercare in tutti i modi di
accoglierle fra noi. Mi rendo conto che può sembrare difficile, ma si può cercare di aiutarli. Soffrono molto per la loro
situazione e, se anche noi come tante persone, li escludiamo soffriranno ancora di più. Dobbiamo anche ritenerci fortunati
di come siamo e smettere di lamentarci, ma pensare a loro che non possono avere o non fare le cose più semplici a causa
delle loro condizioni di salute. Quindi cerchiamo di pensare di più a queste persone meno fortunate d noi e rispettarle come
faremmo con un nostro amico, senza pensare che sono diverse.
Giulia R – 1° B
Una sola cosa ci rammarica, il non aver potuto riportare tutti gli scritti che abbiamo ricevuto, forse tra
quelli scartati se ne saranno anche di più significativi… PERDONATECI…la scelta non è stata facile e
avremmo voluto disporre non di 64 pagine ma di 200. Tutti i ragazzi che ci hanno scritto meritavano
la citazione, ma lo facciamo comunque: GRAZIE A TUTTI e GRAZIE AI LORO INSEGNANTI .-..e arrivederci
a quest’anno. Siamo sicuri che avremo ancora maggiori difficoltà a scegliere
I pezzi da pubblicare, ma speriamo di poter avere più spazio… comunque ancora GRAZIE PER I VOSTRI
PENSIERI, che denotano maturità e sentimenti profondi. Ragazzi manteneteli per tutta la vita!!
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…..Ripetiamo anche quest’anno questa bellissima poesia, perché tutti i ragazzi,
che l’hanno letta od ascoltata, ne sono rimasti colpiti …e quindi vogliamo lasciarla anche agli altri….
... diversi anni or sono, dagli U.S.A. venne in Italia un giocatore di volley. Bravo, ma anche bellissimo. Un fisico
eccezionale. Una sera presente in palestra in abiti civili, volle provare una schiacciata, ma purtroppo, non avendo
le scarpette adatte, scivolò, battendo violentemente la schiena.
Si procurò una lesione vertebrale, rimanendo paraplegico, e, nel giro di pochi secondi, la sua vita cambiò
completamente. Non più gioco, poche amicizie, niente guadagni.
La Lega delle Società di Volley, organizzarono un incontro fra i migliori atleti italiani e stranieri del nostro
campionato. L’incasso venne devoluto allo sfortunato atleta, che per gratitudine lasciò una poesia, che oggi è
quanto di più bello si possa dire ad un disabile. L’atleta ed autore Kirk Kilgour, la poesia, di cui raccomandiamo
la lettura ed una riflessione...
Inno ad una vita di dolore
Chiesi a Dio di essere forte
per eseguire progetti grandiosi
ed Egli mi rese debole per conservarmi nella umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute
per realizzare grandi imprese
ed Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.
Gli domandai la ricchezza per possedere tutto
e mi ha lasciato povero per non essere egoista.
Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me
ed Egli mi ha dato l’umiliazione
perché io avessi bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita
e mi ha lasciato la vita
perché io potessi essere contento di tutto.
Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo,
ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno
e quasi contro la mia volontà.
Le preghiere che non feci furono esaudite.
Sii lodato o mio Signore: fra tutti gli uomini
nessuno possiede più di quello che ho io!
Kirk Kilgour
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Quando succede un evento traumatico oppure una malattia o altro che in qualche modo ti lascia dei danni più
o meno permanenti, il dolore che sfocia “in una lacrima” è perfettamente comprensibile, ma questa lacrima non
deve restare affine a se stessa, ma cadendo nel posto giusto deve portare i suoi frutti, l’importante è volerlo
dentro di noi e questo è quello che ho cercato di fare io nei miei quasi vent’anni di sedia a rotelle. La piantina
che ne è nata 5 anni fa “Veronica” è il mio secondo motore qundo corro in handbike e in tutto quello che faccio
e “la me’ bici” (in dialetto veronese) scritta 5 mesi fa è il senso della mia vita alla quale io devo tutto e con la
quale tutto diventa più facile, anche le cose impossibili.
La mè bici
Son contento, non me manca niente
G’ho perfin 4 rue per ‘nar in meso a la gente.
‘Na rampa de scale quela no
Con la scienza forse un giorno ghe arrivarò,
ma ‘na salitela quela sì
con un po’ de tempo mi arrivo pian pianin.
Ma se voi ‘nar forte su la me bici salto su,
quela del Giambenini gialla e blu.
L’è un concentrato de tecnologia,
‘na tre rue che corre come ‘na spia
e i 60 all’ora so da Bosco ho tocà,
su ‘na ferrari me parea de esser incolà.
Ma ‘l più belo l’è quando de drio monta la me butina,
con la so’ facia da furbina:
dai! cori forte papà…
e al col la se taca che quasi me manca el fià.
Anca cossita se pol essere contenti,
‘na fiola, ‘na bici e in malora gli accidenti.
Andrea Conti
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Con piacere pubblichiamo uno spazio riservato al Panathlon di Adria, che apprezzando la nostra iniziativa,
ha prodotto i risultati che seguono, coinvolgendo accanto alle scuole, tutte le autorità istituzionali e
programmando l’estensione dei loro interventi per gli anni futuri. GRAZIE AMICI ADRIESI, per la collaborazione
richiestaci. Saremo sempre con Voi.
panathlon club adria
attività svolta nelle scuole in occasione del 3o° dalla fondazione
In occasione del 30° Anniversario della fondazione del Club di Adria, si è optato per una presenza del Club negli 11 comuni
del territorio di propria competenza, per sottolineare, incontrando le scuole, i valori positivi dello sport, le positive risposte
date agli “inconvenienti” della vita da parte di atleti disabili, far conoscere il Panathlon e le azioni che questa associazione
intende svolgere.
Iniziato, a gennaio 2007, con Cavarzere, l’unico comune in provincia di Venezia: abbiamo fatto incontrare le Scuole Medie
del territorio (classe 3°) con Alvise De Vidi, pluricampione paralimpico, con Lorenzo Major, atleta disabile locale , in presenza
di Fabio Presca referente distrettuale del Panathlon per i disabili.
Ai ragazzi è stato presentato l’esempio di vita dei due atleti presenti, che hanno sottolineato come sia prezioso il dono della
vita e che questa va vissuta in modo positivo, credendo nelle proprie possibilità anche quando sembra che tutto sia finito;
ma senza impegno e sacrificio non si raggiunge nulla.
Tra le varie testimonianze raccolte tra i ragazzi dopo l’incontro, ci è sembrato bello sottolineare ciò che è rimasto impresso
nell’animo di un ragazzo: <la cosa che ci ha maggiormente colpito è stato il loro modo di parlare , tranquillo, sereno, e, a
volte, rassicurante; sembrava quasi che noi “esseri normali” avessimo bisogno di essere aiutati, perché di fronte a queste
disgrazie successe a loro, potevamo provare pietà; invece loro non hanno bisogno di questo, ma la loro forza sta nella vita,
nel cercare di essere indipendenti e autonomi, valori che a volte mancano a noi persone normali. Questa è stata veramente
una lezione di vita>.
Nel proseguo del cammino itinerante, abbiamo incontrato, a febbraio 2007, le scuole di Corsola, Ariano Polesine, e Papozze
sul tema: “i valori dello sport” .
Erano presenti Rossano Galtarossa e Lorenzo Major, atleti dal curriculum impressionante e di spessore umano maturato tra
sacrifici e difficoltà che, proprio per questo, hanno trasmesso sensazioni ed emozioni al cuore degli studenti. Rossano ha detto
<l’importante per ogni sportivo, a tutti i livelli, è provarci sempre e con lealtà. Conta più il valore dello sforzo che dei risultati>
Lorenzo ha esposto e supportato una iniziativa di promozione delle discipline sportive per i disabili, proprio nelle scuole. Da
testimonianze raccolte successivamente tra i ragazzi che hanno assistito all’ incontro, riporto due frasi di due diversi studenti
<sono rimasto colpito dalla determinazione e dalla volontà dell’atleta disabile di ottenere grandi risultati in diverse
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Discipline ed essere autonomo nella vita, nonostante le sue evidenti difficoltà>……<questa manifestazione è stata utile
per far conoscere a noi ragazzi discipline sportive poco note e per sottolineare l’importanza che tutti gli sport hanno nello
sviluppo psico-fisico delle persone>.
Siamo poi passati a marzo 2007, ad incontrare le Scuole Medie di Taglio di Po, con gli atleti disabili Alvise De Vidi e Lorenzo
Major e la presenza di Responsabile Distrettuale per i disabili Fabio Presca. Gli ospiti hanno raccontato la loro storia in un
“silenzio” emozionante, tanto è stato l’interesse per quanto hanno presentato. Al termine, la platea dei ragazzi è scattata in
piedi ed ha applaudito a lungo ed in modo così intenso e sentito da far dire a de Vidi <mai era successo di aver ricevuto così
tanta affettuosità>
La prima parte di questi si è conclusa a Porto Viro, in aprile 2007, con le Scuole Medie del posto. Gli ospiti sono stati Gianmaria
Dal Maistro (atleta ipovedente paralimpico di sci) Lorenzo Major (atleta disabile) e Tommaso Salasso.
I ragazzi hanno seguito con estremo interesse le storie legate a questi atleti ed hanno colloquiato a lungo con gli ospiti
mostrando grande attenzione. Al termine, un caloroso applauso ha suggellato questo incontro, che è continuato poi con
curiosità chieste alla spicciolata, tanto che sembrava non volessero più abbandonare gli ospiti. Il bilancio di questa prima
fase è stato molto positivo; ci apprestiamo, pertanto, ad affrontare la seconda parte con tanto entusiasmo e con la speranza
di continuare a seminare valori positivi nei giovani, che rappresentano il nostro avvenire.
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Cosa hanno scritto...
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Questo articolo appariva su “Vincenti” un paio di anni fa, ma solo quest’ anno, dopo il Meeting di Atletica di Roma
dello scorso mese di Giugno, il nome di Oscar Pistorio è stato portato alla conoscenza del grande pubblico.
Ciò dimostra che la televisione è in grado di portare alla ribaltata fatti se personaggi prima sconosciuti al grande
pubblico. E sulla quella scia anche i grandi giornali pubblicizzano l’evento ancora di più, evento che magari prima era
rivervato a qualche pubblicazione specializzata.
Noi vorremmo che lo “sport disabili” abbia qualche cenno in più su tutti i media, anche se oggi la diffusione è
migliorata, dando atto anche alle tv (RAI con “abilia” del giornalista Roata e SKY) che divulgano un bel programma di
“sport disabili”. Programmi che vorremmo seguiti anche dai nostri amici nelle scuole.
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Via dellʼArtigianato II, 29 - 35010 Villa del Conte (Padova)
Tel. +39 049 9325733 - Fax +39 049 9325734 - Internet: www.offcarr.com - e-mail: [email protected]
Via Parenzo, 5 - 35010 Vigonza (Pd)
Tel. 049.72.57.33 - Fax 049.72.58.49
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Ringraziamenti
Come per gli scorsi anni è doveroso rivolgere un caloroso grazie ad Enti, Associazioni e persone che ci hanno aiutato
nell’allestire questa modesta pubblicazione ma soprattutto
perché ci hanno permesso ancora una volta di realizzare il nostro progetto per la diffusione, la conoscenza e la cultura dei
“disabili”:
- la Provincia di Padova, l’Assessore allo Sport Dottor Mauro Fecchio ed i Suoi Collaboratori che come ormai consuetudine
ci sono vicini con il loro contributo morale e concreto
- lo U.S.P. di Padova, il Prof. Renato del Torchio, i Dirigenti scolastici e gli Insegnanti che ci hanno aperto con entusiasmo e
collaborazione le porte delle scuole
- il C.I.P, il Presidente Regionale Claudio Carta ed i suoi collaboratori, con una menzione e ringraziamento particolare al
signor Tino Satin
- la OFFCARR di Ruggero Vilnai per l’usuale dotazione di carrozzine per le dimostrazioni
- l’Associazione “UNOACENTO” di Antonio Baldan e tutti i suoi più che validi collaboratori, sempre vicini ed efficaci per le
dimostrazioni nelle scuole
- il signor Nicola Garbinato – atleta del Basket in Carrozzina - che è stato valido insegnante e “compagno” degli studenti in
occasione delle dimostrazioni del basket in carrozzina nelle scuole
- il signor Mauro Nardo dell’ A.S.P.E.A – atleta e dirigente del Tiro a Segno –
- testimonial nei nostri incontri
Chiudiamo con l’augurio di essere ancora qui il prossimo anno a ringraziare ancor più persone vicine al nostro progetto.
Ancora un grazie di cuore a tutti.
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