I primi 100 anni
storia
ed eventi
del nostro Comune
LA storia
Separati alle origini
Alla distinzione fra un Subiate inferius
o de suptus e un Subiate superiori ac­
cenna per la prima volta Goffredo da Busse­
ro (secolo XIII), autore del Liber notitiæ Sanctorum Mediolani. Le due comunità sono così in­
dicate sino al XVI secolo. In documenti di
quel periodo si parla di un Sulbiate infe­
riore e un Sulbiate superiore. I termini
dialettali Subia de sopra e Subia de sot­
to, ancora oggi comunemente usati, com­
paiono per la prima volta negli “Statuti delle
strade” del 1346.
Due comunità dunque, autonome ma en­
trambe prive di una chiesa parrocchiale. Esi­
stevano due edifici di culto: S. Pietro Aposto­
lo a Sulbiate superiore e S. Ambrogio a Sul­
Così apparivano
i territori di
Sul­­biate Superiore
e Sulbiate Inferiore
in due mappe
del 1903 dell’Amministrazione
ca­ta­­stale
di Milano.
Le mappe erano
intitolate: Comune
amministrativo
di Bernareggio Sezione
Sulbiate Superiore,
Sezione
Sulbiate Inferiore.
biate inferiore. Il primo era un oratorio pri­
vato della famiglia Figini, il secondo faceva
parte di un monastero di benedettine.
La chiesa che diventerà nel XVI secolo la
parrocchiale è quella di S. Antonino Marti­
re, sorta in territorio di Brentana, piccola
comunità autonoma con confini propri, co­
me risulta ancora dal cosiddetto Catasto di
Maria Teresa d’Austria del 1721. Vedremo
oltre come questa particolarità sia basilare
nel processo di formazione del comune uni­
co di Sulbiate.
La chiesa di S. Antonino è molto antica.
I primi accenni scritti risalgono al XII seco­
lo. Subì ricostruzioni (1610, 1783) ed am­
pliamenti (1932) nel corso dei secoli.
L’amministrazione delle due comunità au­
tonome sulbiatesi era affidata ai capi di casa.
Non esisteva un edificio pubblico propriamente
inteso. Luogo delle riunioni era la piazza comuni­
taria: in prossimità del castello per Sulbiate infe­
riore e davanti alla chiesa di S. Pietro per Sulbiate
superiore (le attuali Piazze Castello e Beretta).
Ogni comunità era rappresentata da un sinda­
co, che non aveva le funzioni attuali. Rappresenta­
va la legge ed era coadiuvato da un console. En­
trambi erano semplici contadini analfabeti. Non
percepivano alcuno stipendio ma godevano dell’e­
senzione dalle tasse personali. Le loro mansioni
era­no quelle di polizia giudiziaria.
Il primo sindaco di cui si abbia notizia è
Bernardo Sala (anno 1618), per la comunità
di Sulbiate superiore. Il primo console Filip­
po Biffi (1502), sempre per lo stesso villaggio.
Con il XVIII secolo e il lungimirante
go­verno austriaco, i nostri due comuni, co­
me gli altri 1490 della Lombardia, assume­
vano un’organizzazione omogenea, che pren­
deva l’avvio dalla “Riforma al Governo ed
Amministrazione delle comunità dello Stato
di Milano”, del 30 dicembre 1755. Si gettava­
no le basi della moderna autonomia locale.
Base della struttura amministrativa era il
Convocato, paragonabile all’odierno consi­
glio comunale, costituito dai possidenti esti­
mati. Questo organo, rinnovabile annualmen­
te, si pronunciava in merito all’approvazione
di bilanci, delibere di spesa o imposizione di
tasse. Il sindaco, figura ancora giuridicamen­
te diversa dall’attuale, continuava a essere
affiancato dal console e dalle figure dell’esat­
tore e del cancelliere.
Gli amministratori erano stipendiati. Co­
me ad esempio si evince dal primo bilancio
della comunità di Sulbiate inferiore del 1760,
alla voce “salarj”: annualmente il sindaco per­
cepiva 20 lire, console e cancelliere, rispetti­
vamente, 12 lire. L’Archivio si trovava nella
casa del console. A Sulbiate superiore era ubi­
cato invece nella villa dei signori Biffi (l’attua­
le palazzo Baraggia).
Le prime aggregazione
Il periodo napoleonico vide un continuo
succedersi di aggregazioni fra comunità. Nel­
l’arco di pochi anni diverse furono quelle
che ci interessarono. Il 1812, ad esempio, vi­
de l’unione fra le comunità di Bellusco, Mez­
zago, Aicurzio, Sulbiate superiore e inferiore,
con capoluogo Bellusco. Così scriveva don
Carlo Pellegrini in un opuscolo dedicato alla
sto­ria di Bellusco, paese di cui era stato par­
roco, dato alle stampe nel 1903.
Questo primo tentativo di aggregazione co­
munale doveva avere brevissima durata. Con
il 1814 infatti i nostri Comuni entravano a
far parte del Regno Lombardo-Veneto; con
le costituzioni municipali del 1° maggio 1816
Sulbiate superiore e inferiore riacquistavano
la loro autonomia, pur con delle modifiche
nel sistema amministrativo.
Con legge del 23 ottobre 1859 i comuni
Sulbiatesi entravano a far parte del IV man­
damento di Vimercate, del circondario III di
Monza, e le loro amministrazioni erano sot­
toposte a una nuova legislatura.
gli eventi
27
gennaio 2010
ore 21.00
in Auditorium
Consiglio
comunale aperto
Uniti per Regio Decreto
Tra il 1866 e il 1867 si muovevano i primi
passi per il concentramento dei comuni li­
mitrofi, frazioni o cascinali che si trovassero
nel raggio di tre chilometri. Varie proposte fu­
3
febbraio 2010
presso
le scuole medie
Primi decenni del 1900. Una bella veduta di Cascina Cà. All’incrocio con la strada per Ruginello, si scor­
ge la colonna sormontata da una croce, ora scomparsa, ricordo delle “Missioni” predicate in parrocchia.
11
febbraio 2010
presso
le scuole medie
C ent’anni di consigli comunali
La seduta si tiene esattamente cent’anni dopo la prima
riunione del primo Consiglio comunale dell’allora appena costituito Comune di Sulbiate: 27 gennaio 1910.
Una relazione storica di Maurizio Leoni
illustra le vicende che hanno determinato la nascita
del nostro Comune.
Gli ultimi sei Sindaci parlano degli sviluppi più recenti
del loro periodo amministrativo: Stucchi Maurizio,
Giorgi Marina, Cavenago Giampiero, Benaglia Mario,
Brambilla Francesco, Stucchi Giancarlo. Presenti su
invito: i Cremonesi, i Baraggia, gli Ottolina e i Beretta.
In conclusione: breve presentazione del programma
annuale del Centenario.
L a spada dell’Arcimboldo
Inizio di un laboratorio scolastico impostato sul
romanzo storico di Maurizio Leoni.
Primo incontro dell’autore con gli studenti interessati.
C oinvolgimento della scuola
L’incontro presenta le iniziative formulate dal
Comitato del Centenario con lo scopo di coinvolgere
direttamente gli studenti. La discussione che
ne segue è estremamente positiva.
La Preside e il personale docente accettano, con
grande piacere, di essere attivamente partecipi
in alcuni eventi che caratterizzeranno l’anno in corso.
rono avanzate ma non andarono a buon fine.
L’unificazione doveva comunque seguire
in tempi brevi e, “in seguito alla decisione
presa dal Consiglio Provinciale il 13 settem­
bre 1866 e dalla Prefettura con verbale del
27 gennaio 1867 e con la nota 1444 D3, ra­
tificata dai paesi interessati nel mese di feb­
braio 1868, Vittorio Emanuele II concesse a
Bernareggio di divenire, a partire dal 1°
aprile 1869, Comune insieme a Ronco Brian­
Il “grande Comune” di
Bernareggio, costituito
in base al Regio Decreto
dell’anno 1869
e comprendente i territori
degli ex comuni di
Berna­reggio, Aicurzio,
Sulbiate Inferiore,
Sulbiate Su­periore,
Ronco Briantino,
Carnate e Villanova
di Vi­mercate.
Ha avuto una durata
relativamente breve,
circa quarant’anni,
fino al suo scioglimento
avvenuto sempre
per Regio Decreto
nell’anno 1910.
tino, Carnate, Villanova, Aicurzio, Brentana
(con Sulbiate Superiore e Inferiore)”. Ecco
qui sotto il testo integrale del Regio Decreto.
Il primo sindaco fu il cavaliere Giuseppe
Malacrida di Aicurzio. Ogni paese compre­
so nell’accentramento, era rappresentato
da un numero di consiglieri in base alla po­
polazione. In complesso il “nuovo” Comu­
ne di Bernareggio contava 9145 abitanti. I
consiglieri erano venti, così ripartiti:
17
febbraio 2010
presso le scuole
elementari
e medie
19
marzo 2010
ore 21.00
in Auditorium
Incontro con
la cittadinanza
Vittorio Emanuele II, per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia
sulla proposta del Ministro dell’Interno;
D ono agli alunni
Il Sindaco, l’Assessore alla
cultura e Maurizio Leoni
incontrano gli alunni della
scuola secondaria di primo
grado per presentare loro
La spada dell’Arcimboldo.
Nell’occasione vengono
donate 50 copie del
romanzo storico alla nostra
biblioteca scolastica.
1910: nasce il Comune di Sulbiate
Quattro relatori illustrano diversi aspetti del fatto storico.
Maurizio Leoni: Dalle due antiche comunità sulbiatesi,
dipendenti dalla Parrocchia di Brentana,
al Comune unico.
Angelo Arlati: Aggregazioni e soppressioni comunali nel
Vimercatese, da Maria Teresa d’Austria all’Unità d’Italia.
Abele Biffi: Soppressione nel 1869 di sei autonomie locali
e loro aggregazione al Comune di Bernareggio.
Ricostituzione nel 1909 di cinque Comuni Autonomi.
Giorgio Brambilla: Valorizzazione dell’Unità territoriale
del Vimercatese. Gusto di Brianza Est.
Sono presenti i sindaci di Bernareggio, Ronco,
Carnate, Aicurzio, e le autorità religiose.
vista la deliberazione emessa dal Consiglio Pro­vinciale di Milano nell’adunanza del 13 settembre
1866 e quelle dei Consigli Comunali di Bernareggio, Aicurzio, Sulbiate Inferiore, Sulbiate Su­
periore, Ronco Briantino, in data 29 gennaio 1867, 14, 15, 16, 26 dicembre 1866 e 22 gennajo
1867 Carnate e Villanova-Vimercate;
visto l’art. l4 della legge sull’amministrazione Comunale e Provinciale in data 20 marzo 1865, all. A.;
abbiamo decretato e decretiamo:
Articolo 1° - A partire dal 1° Aprile 1869 i Co­muni di Aicurzio, Sulbiate Inferiore, Sulbiate Su­pe­rio­re,
Ronco Briantino, Carnate e Villanova-Vi­mercate sono soppressi e aggregati a quel­lo di Bernareggio.
Articolo 2° - Fino alla costituzione del novello Consiglio comunale di Bernareggio cui si procederà
a cura del Prefetto della Provincia nei modi di Legge in base alle attuali liste amministrative modi­
ficate per tutti i suddetti Comuni a norma del 20 comma dell’art. 17 della succitata Legge, le at­
tuali rappresentanze dei Comu­ni sovraccennati continueranno nell’esercizio del­le loro attribuzioni,
ma cureranno di non prendere deliberazioni che possano vincolare l’azione del futuro Consiglio.
Ordiniamo che il presente Decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserito nella raccolta Ufficia­
le degli atti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti d’osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Firenze addì 27 gennajo 1869 Firmato Vittorio Emanuele
lic
ità
pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicitàpubblicità pub
blicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubbliità
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blictà pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pub
blicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità
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licità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità
pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità pubblicità
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p
b
ub
Bernareggio: 5 consiglieri (abitanti 2401);
Villanova: 2 consiglieri (abitanti 682);
Aicurzio: 3 consiglieri (abitanti 1506);
Carnate: 3 consiglieri (abitanti 1548);
Ronco Briantino: 3 consiglieri (abitanti 1088);
Sulbiate Superiore: 2 consiglieri (abitanti 871);
Sulbiate Inferiore: 2 consiglieri (abitanti 1049).
“Ragioni amministrative, economiche, or­
ganizzative? Non si è mai saputo bene. Sta di
fatto che l’operazione, che diede origine ‘a
un anormale comune che ... non ha altro esem­
pio in Provincia né probabilmente ne­anche
fuori’, non entrò mai fin dall’inizio nella co­
scienza della gente, come si direbbe oggi”.
L’unione, in effetti, non durava a lungo.
“Le maggiori difficoltà non sorgevano uni­
camente dal tipo di aggregazione, bensì dal­
la disfunzione dei servizi inadeguati alla va­
stità del territorio, dall’impossibilità di prov­
vedere ai bisogni di comunità troppo etero­
genee tra di loro, dai campanilismi non so­
piti neppure dalla scelta preferenziale di sin­
daci non abitanti nel capoluogo ... Si impo­
se perciò la necessità di procedere a una di­
versa ristrutturazione. La concezione del de­
centramento, frutto della stabilizzazione de­
mocratica, suggerì il frazionamento in cin­
que organismi autonomi, in modo da far
coincidere il Comune con la Parrocchia”.
Nasce il Comune di Sulbiate
E così con legge 10 giugno 1909 n. 334 il
Comune di Bernareggio veniva frazionato
in cinque comuni autonomi. Il 25 novembre
dello stesso anno il re Vittorio Emanuele III
decretava la delimitazione dei confini tra i
Comuni di Bernareggio, Aicurzio, Carnate,
Ronco Briantino e Sulbiate, e il riparto delle
pu
b
b
i
lic
tà
attività e passività patrimoniali fra i suddet­
ti Comuni. A pagina ???, il Regio Decreto.
I primi passi
Con il 1° gennaio 1910 nasceva il Comu­
ne di Sulbiate. Il primo Consiglio comunale
si riuniva il 27 gennaio 1910, per la nomina
del Sindaco e della Giunta. La seduta si te­
neva in una sala della villa Beretta, “provvi­
soriamente designata a sede dell’Ufficio co­
munale, sino al compimento dei lavori di
adattamento dei locali scelti per sede defini­
tiva”; questi ultimi erano ubicati in uno sta­
bile di pertinenza del beneficio parrocchiale
in via della Parrocchia 6, ossia all’inizio del­
l’attuale via Madre Laura, concessi in affit­
to dal parroco don Giovanni Crespi per
1’annuo canone di lire 130.
Al Consiglio erano presenti i signori Ba­
raggia sac. Defendente, Beretta Luigi, Can­
tù Rocco, Colnago Emilio, Colnaghi Pietro,
Crippa Antonio, Leoni Francesco, Matta­
velli Luigi, Ottolina Antonio, Stucchi Car­
lo, Stucchi Francesco e Stucchi Giuseppe;
assenti i signori Cremonesi dr. Giulio, Pas­
soni Enrico e Stucchi sac. prof. Arturo.
Alla carica di Sindaco risultava eletto,
alla prima votazione, “Beretta Luigi del fu ing.
Giovanni e Andina Luigia, nato a Milano
ad­dì 18 ottobre 1875, domiciliato e residen­
te a Milano, possidente” con dieci voti favore­
voli e due schede bianche. La Giunta Muni­
cipale risultava composta dai signori Ottoli­
na Antonio, agente di campagna, Baraggia
sac. Defendente, possidente, Stucchi Giusep­
pe, possidente, e Cantù Rocco, contadino.
Il Comune di Sulbiate poteva iniziare co­
sì la propria attività.
24
marzo 2010
dalle 14,30
in Auditorium
Per la
scuola primaria
e secondaria
di primo grado
31 ??
marzo 2010
ore 9,30
Per le
Prime e Seconde
elementari
9
aprile 2010
ore 21,00
in Auditorium
Incontro con
la cittadinanza
U n po’ di storia di Sulbiate
Il Sindaco, l’Assessore alla cultura e Maurizio Leoni
incontrano gli alunni per illustrare sinteticamente
gli eventi storici che portarono all’aggregazione
a Bernareggio delle due autonomie locali di
Sulbiate Inferiore e Sulbiate Superiore
(dal 1869 al 1909) e infine alla costituzione
dell’attuale Comune nell’anno 1910.
V isita al Municipio
Gli alunni di Prima e Seconda elementare, guidati
da Maurizio Leoni, cominceranno a conoscere
i luoghi che sono e che furono sede
delle ammini­strazioni comunali. Incontro
finale con il Sindaco e l’Assessore alla cultura.
P resentazione dei
Giochi del Centenario
Date suggerite: 13 e 20 giugno (per maltempo,
le manifestazioni possono slittare al 27).
Un grande Gioco dell’oca (proposta avanzata
dagli Amici della Valfregia e dalla Clessidra),
usato come un contenitore di altri
giochi “di una volta”, da collegare
alla storia di Sulbiate e ai luoghi caratte­ristici
del no­stro paese.
Le squadre partecipanti dovrebbero rappresentare
i nostri quattro quartieri.
Due sole norme da rispettare:
• vanno evitati i giochi pericolosi o che comportino
sprechi di acqua e cibo;
• le squadre devono essere eterogenee per età e sesso.
Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e per volontà della nazione Re d’Italia
sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell’Interno, Presidente del Con­
siglio dei Ministri;
visto la Legge 10 Giugno 1909 n° 334 con la quale il Comune di Bernareggio venne diviso nei seguen­
ti Comuni autonomi:
I - Bernareggio, coi territori degli antichi Comuni di Bernareggio e Villanova;
II - Aicurzio, col territorio dell’antico Comune omonimo;
III- Carnate, col territorio dell’antico Comune omonimo;
IV- Ronco Briantino, col territorio dell’antico Comune omonimo;
V - Sulbiate, coi territori degli antichi Comuni di Sulbiate Superiore e Sulbiate Inferiore;
visto l’art. 2 della Legge stessa che autorizza il Governo del Re a dare esecuzione alla medesima;
visto il progetto di delimitazione territoriale dei cinque Comuni corredato dall’Ufficio del Genio Civile di
Milano in una pianta topografica accettata dalla Commissione dei rappresentanti come verbale dell’a­du­
nanza in data 30 agosto u.s. e vidimata dall’Ingeniere Capo del predetto Ufficio del Genio Civile di Milano;
visto il progetto di riparto delle attività e passività patrimoniali redatto da tre membri delegati della
commissione delle rappresentanze dei singoli Comuni e approvato dalla Commissione medesima co­
me da verbale dell’adunanza 20 agosto u.s.;
24
aprile 2010
ore 21,00
in Auditorium
Incontro con
la cittadinanza
13 e 20
giugno 2010
ore ?????
per le vie
di Sulbiate
L a guerra e la nostra gente
Organizzazione: Equobandeko
Interviste e testimonianze con persone di Sulbiate
che hanno vissuto la Seconda guerra mondiale
e le sue ripercussioni sl nostro paese.
Proiezione di un film sulla guerra e la Liberazione.
G iochi del Centenario
Referente: Massimo Gazzola.
Organizzatori: gruppi e associazioni di Subiate.
Il grande Gioco dell’Oca
vista la decisione della Giunta Provinciale Amministrativa di Milano del 29 settembre u.s.;
Una sfida tra i quattro Quartieri
per le vie e le piazze di Sulbiate
vista la Legge Comunale e Provinciale; visto il parere del Consiglio di Stato;
abbiamo decretato e decretiamo:
Art. 1° - La delimitazione dei confini tra i Comuni di Bernareggio, Aicurzio, Carnate, Ronco Briantino,
Sulbiate e stabilito in conformità della pianta redatta e vidimata dall’Ufficio del Genio Civile di Mila­
no; detta pianta, che fa parte integrante del presente Decreto, sarà d’ordine nostro firmata dal Mini­
stro proponente.
Art. 2° - Il riparto delle attività e passività patrimoniali fra i suddetti Comuni è stabilito in conformi­
tà della deliberazione 20 agosto u.s. della Commissione dei rappresentanti sulla relazione dei Com­
missari delegati.
Ordiniamo che il presente Decreto munito del Sigillo dello Stato sia inserito nella raccolta ufficiale
delle Leggi e dei Decreti del Regno d’Italia mandando a chiunque spetti osservarlo e farlo osservare.
Data a Roma, addì 25/11/1909
Firmato Vittorio Emanuele
controfirmato Giolitti
Qui sotto, due fotografie di Sulbiate scattate a circa cento anni di distanza l’una dall’altra.
Regolamento
Si gioca con 2 dadi fino alla casella 52, dalla 53 in
avanti con il solo lancio di un solo dado.
■ L’ordine di partenza viene stabilito all’inizio
del gioco con i Capitani di ogni squadra mediante
un gioco preliminare (salto dell’oca).
Il risultato della gara determina l’ordine di partenza.
■ Ogni squadra deve partecipare con un numero minimo di 10 giocatori.
■ Quando una squadra incorre in una casella pena­lità,
per non retrocedere a quella di partenza i suoi compo­
nenti devono sfidare e vincere al gioco abbinato alla
penalità la squadra che la Commissione sceglie di
volta in volta, con il criterio di far giocare il maggior
numero possibile di partecipanti.
■ Chi supera la casella 63 torna indietro di tante
caselle quante ne rimangono da contare;
se trova un’oca prosegue per tanti punti quanti ne
segnano i dadi. Non si riconta il 63.
■ Vince chi arriva esattamente nella casella 63.
Chi fa 2 al primo tiro va direttamente alla casella 19.
■
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Quando è il suo turno, il Capitano
lancia i dadi.
■ La Dama prende in braccio il
proprio Segnalino e lo porta fino
alla casella da raggiungere
in base al numero uscito dai dadi.
Un componente della squadra
subito si «siede»
sulla casella ad aspettare:
questo serve per ricordare, in caso
di un’eventuale penalità, dove deve
tor­­­nare il Segnalino con la sua Dama.
■ Se arriva su una casella contras­
segnata con l’Oca, la Dama avanza
ancora di un numero di caselle pari
a quello uscito dali dadi.
■ La Dama deposita il Segnalino.
Se la casella comporta qualche
penalità, la squadra al completo
entra nel centro del gioco: le viene
specificato il tipo di penalità e
indicati gli avversari con cui gareggiare e il gioco?.
Se perde la sfida, ovviamente,
la sua Dama riporta il segnalino alla
casella dove ancora sosta aspettado
un componente...
■ La Giuria commenta sia il risultato
dei dadi sia il loro spostamento.
Composizione della squadra
Caselle con pegno
Capitano
Dama del Segnalino
almeno 3 adulti
almeno 3 donne
almeno 4 ragazzini
6 SSP 17 42 Ai Forni
19 via Mandelli 52 Filanda
26 piazza Posta 58 Cimitero
31 Biblioteca
XXV
■ La squadra che cade nelle
ca­selle con pegno deve affrontare
una prova di abilità per rimanervi.
Se non la supera, torna alla casella
di partenza.
■ I giochi proposti come prove di
abilità non sono legati alla casella,
ma stabiliti in una scaletta prima
della partenza.
■ Non possono sostare due squadre
sulla stessa casella: se ciò si veri­fica,
un gioco decide chi resta e chi torna
alla casella di provenienza.
Come si gioca
■
chiesa. Il progetto, elaborato dall’architetto
Giovanni Barboglio di Bergamo, comporta­
va la distruzione dell’abside (purtroppo con
la conseguente perdita di parte degli affre­
schi del Pedrazzi) e la costruzione del tran­
setto e del presbiterio, dominati da una mae­
stosa cupola. Il tutto era realizzato nel 1932.
La decorazione pittorica interna della parte
nuova era affidata al professor Umberto Ma­
rigliani di Bergamo. Il campanile era stato
aumentato in altezza già nel 1926, sempre
per iniziativa del parroco Mandelli, e dota­
to di un nuovo concerto di campane.
La chiesa, consacrata nel 1934 dal Car­
dinal Schuster, Arcivescovo di Milano, è quel­
la che ancora oggi possiamo ammirare.
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42
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Il nuovo edificio, sempre costituito da
un’unica navata, era lungo 33 metri. Al­­la sua sinistra si ergeva il campanile, con
il tetto a forma di obelisco. Con il passare
degli anni l’interno era abbellito con la co­
struzione della cantoria lignea, del maesto­
so organo (anno 1820) e con l’esecuzione di
pregevoli affreschi (fra il 1843 e il 1844),
opera del pittore milanese Luigi Pedrazzi.
Ancora una volta però, con il trascorre­
re del tempo, l’edificio di culto appariva in­
sufficiente a contenere l’aumentata popola­
zione. Il parroco don Pietro Mandelli stabi­
liva così un grandioso ampliamento della
ROGIO
In una modesta entità territoriale
autonoma denominata Brentana (Breventanum in un documento del X secolo)
sorse, in epoca imprecisata, una chiesa de­
dicata a S. Antonino Martire. L’esistenza di
un primitivo e modesto edificio di culto è
documentata in una pergamena dell’anno
1138. Si tratta di uno scambio di terre. Fra
queste, un appezzamento detto “al Ronco”,
ubicato “in loco et fundo Curti” (Aicurzio),
confinava con i beni di S. Antonino.
È probabile che la chiesa del XII secolo
fosse la stessa che visitò il domenicano Leo­
netto Clivone nel 1570. Negli atti di quella
visita si descrive un edificio angu­
sto e in cattivo stato, costituito da
un’unica navata lunga circa nove
metri e larga sei, con tetto a vista e
un piccolo campanile che si ergeva
dall’interno, munito di una cam­
pana. Oltre a quello Maggiore era
dotata di un secondo altare, dedi­
cato alla Vergine Maria.
Sprovvista di battistero e confes­
sionale, era l’unica chiesa a servi­
zio, da tempo immemorabile, del­
le due comunità autonome di Sul­
biate inferiore e Sulbiate superiore,
che complessivamente contavano
152 “anime ammesse alla Comu­
nione”. Per questo motivo il Cardi­
nale Arcivescovo Carlo Borromeo
elevava S. Antonino alla dignità di
Parrocchia. Lo stesso prelato, nella visita pa­
storale del 1581, decretava la costruzione di
un nuovo e decoroso edificio di cul­to che, per
la povertà dell’esigua popolazione, doveva
concludersi circa tren­t’anni dopo, nel 1610.
La nuova e ampia chiesa, ancora a navata
unica, aveva due altari oltre a quello Mag­
giore, dedicati alla Madonna e a S. Zenone.
Con il passare dei decenni e per un con­
tenuto ma costante incremento demografi­
co, nasceva l’esigenza di un edificio di culto
più ampio. Fra il 1780 e il 1783, per inizia­
tiva del parroco don Stefano Binda, era edi­
ficata una nuova chiesa parrocchiale. A quel­
l’epoca gli abitanti delle due comunità sul­
biatesi erano 753, ripartiti in 107 famiglie.
Il g
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LA CHIESA DI S. ANTONINO MARTIRE
dell ’Oca
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28-29
giugno 2010
nella notte
in ogni casa
Incantesimo
notturno
4
luglio 2010
nel pomeriggio
LE PIAZZE DI SULBIATE
Due belle immagini delle piazze Castello e Beretta, risalenti ai primi decenni del No­vecento. Sono le antiche
piazze comunitarie dei due Sulbiate. Poiché
non esistevano edifici pubblici propriamen-
te detti, qui si riunivano i capi famiglia,­
si prendevano le decisioni che riguardavano la collettività. Fino agli anni Cinquanta, il lungo spazio di piazza Beretta era
la sede di accanite partite di tamburello.
in piazza Filanda
(o al Castello)
Rievocazione
storica
a seguire
B archetta di San Pietro e Paolo
Iniziativa rivolta a tutte le famiglie per il recupero
di un’antica tradizione sulbiatese.
Si versa il bianco di un uovo in una caraffa o bottiglia,
che si lascia esposta all’aperto tutta la notte tra il 28
e il 29 giugno. Al mattino l’albume, per miracolo
o per incanto, mostrerà le forme tipiche di una vela.
Le foto della Barchetta così “realizzata” vanno inviate
via e-mail (o consegnate quelle su carta) per essere
esposte in una mostra da organizzare per il 4 luglio.
U n duello dell’anno Mille
In un documento dell’anno 998, riguardante una
contesa per la rivendicazione della proprietà di alcuni
territori, appare per la prima volta il nome di Sulbiate.
Il contenzioso venne risolto, secondo le buone
consuetudini del tempo, con un duello tra il difensore
del vescovo di Tortona Liutfredo e l’altro
con­ten­dente, Riccardo. L’antico fatto d’armi è
rivissuto e rappresentato per noi da abili spadaccini.
Premiazione dei vincitori dei Giochi del Centenario
Premiazione per la miglior Barchetta di S. Pietro e Paolo
Annullo filatelico speciale: stand organizzato dalle
Poste Italiane spa con il timbro del Centenario
e cartoline dedicate.
Mostra
fotografica
Per il Settembre
Sulbiatese
Alla ricerca
delle tradizioni
perdute
Le nuove famiglie di Sulbiate: un’iniziativa
organizzata da Equobandeko per favorire la conoscenza e l’integrazione tra vecchi e nuovi sulbiatesi.
C ome le “porte” di una volta
Una «porta trionfale» sarà realizzata dal CAI di
Sulbiate, con lo scopo di recuperare una tradizione
di non molti anni fa per cui il nostro paese
godeva di meritata fama.
Da collocare nell’ambito della piazza del Mercato.
LE PORTE TRIONFALI
Durante i festeggiamenti di una certa so­lennità era consuetudine erigere strut­tu­re architettoniche particolarmente elabora­
te: padiglioni agli incroci stra­dali, statue eque­
stri e porte trionfali. Queste ultime, erette so­
prat­tut­to in occasione dell’in­gres­
so pa­storale dei parroci, voleva­
no es­sere un’imitazione degli ar­
chi di trionfo dell’antica Roma.
La realizzazione degli effime­
ri monumenti era tutt’altro che
semplice. Occorrevano talento e
ingegno, con­siderato so­prattutto
l’uso di materiali poveri, mes­si a
disposizione dalla natura: legna­
me, canne, rami di salice, fronde
d’albero e soprattutto muschio,
che fungeva da rivestimento. Per
quest’ultimo si effettuavano gran­
­di raccolte, spingendosi sino a Madonna del
Bosco. Per gli ornamenti più minuziosi, le li­
nee di separazione e altri par­ticolari, serviva
una varietà più chiara di muschio, da contrap­
porre a quella più comune, di colore più scuro.
Le prime notizie delle porte trionfali risal­
gono al 1671. Il 5 luglio di quell’anno fu so­
lennemente fondata la Confraternita del S.
Rosario. Il parroco don Ghioldi scriveva: “...
per l’adietro non si vide tanta moltitudine di
gente in Brentana: ivi era un bellissimo apara­
to nella chiesa, e fora una porta trionfale, trom­
bette, tamburi, sparo de’ mortari e moschetti”.
Il 2 giugno 1754 il Cardinale Arcivescovo Giu­
seppe Pozzobo­nelli, in vi­sita pa­storale nella
no­stra parrocchia, fu ricevu­
to “secondo l’u­san­za sot­to un
arco elegantemente ornato di
drappi di se­ta...”. Nel luglio
del 1760, in occasione dell’o­
stensione di u­na reliquia di S.
Antonino mar­tire, furo­no or­
ganizzati fe­steg­gia­men­ti so­
lenni. Il parroco don Antonio
Maria Casanova, descriven­
do l’av­veni­mento, accenna a
un ”ingresso di una ben inte­
sa porta, et arco trion­fale di
sandaline”.
Altri cenni delle singolari
e artistiche costruzioni si tro­
vano nel Liber Chronicus Bren­-
tanæ. La not­te del 31 agosto 1851, giorno
successivo all’ingresso del parroco don Giovanni Crespi, si scatena­va un “uragano co­sì
terribile che [...] di­strus­se tutti gli addobbi e le
porte trion­fali”. Il parroco don Mandelli, scri­
vendo della con­sacra­zio­ne del­la
chiesa parroc­chia­le (set­tem­bre
1934), ricorda “un gran­­de padi­
glione, splendidamen­te decora­
to, [...] eretto sul trivio che venen­
do da Brentana si biforca per
Bellusco e Vi­mercate”.
La fonte più ricca rimane una
Bosinada sacra del 1884. L’anoni­
mo poeta ci descrive tutto l’ap­
parato allestito per l’oc­casione. A
Bren­tana una fontana ben strut­
turata e ricoperta di verde foglia­
me. Davan­ti al Castello un pa­
diglione magnifico, con co­lon­ne e cornicioni
“de tepa” (muschio). Sul ponte del fossato ad­
dirittura due piramidi. Diverse le por­te trion­
fali: in slanciato stile go­tico o barocco con co­
lonne. L’autore, dopo essersi soffermato sulla
bellezza del­la porta sormon­tata dalla statua
equestre di S. Antonino, elogia apertamente
la perizia e l’ingegno de­gli artefici sulbiatesi:
Cara gent di du Sulbiaa, / disem pur la veritaa,
per fa bei port trionfant / sì bisogna daf el vant,
sii del cert di mei che sia / su la nostra Lombardia”
(Cara gente dei due Sulbiate, diciamo pure la
verità, per fare bel­le porte trionfali, sì, bisogna
concedervi il vanto, siete certo i migliori che
ci siano nella nostra Lombardia).
Accanto: la porta trionfa­le
eretta nel 1934 tra la via
Mandelli e piazza Giovanni
XXIII, per la consa­cra­zio­ne
della Parrocchiale. Il telaio
della statua eque­stre di S.
Antonino, già do­cu­men­tata
nella Bosinada sacra, sarà
usa­­to per altre porte sino al
dopoguerra.
In alto: la statua di S. Vitto­
re (di Marsiglia) in p.zza Be­
retta. A Sulbia­te Su­pe­rio­re
si scelse­ questo San­to poi­
ché, come S. Antonino, ap­
partenne alla leg­gendaria
legione Tebea, in­teramente
composta da cristiani e mas­
sacrata sot­to Massimiano.
12 ??
settembre 2010
C amminata enogastronomica
per le vie
di Sulbiate
Referente: Proloco, Corrado Stucchi.
Ripercorrere i luoghi storici del Paese e rivederli
tramite mostre dedicate al Centenario.
26
settembre 2010
L a morte del cocchiere
nel pomeriggio
Referenti: Leoni Maurizio e Passoni Roberto.
in p.za Castello
Nell’anno 1550, davanti al castello di Sulbiate viene
trafitto a morte il cocchiere di casa Arcimboldi.
Rievocazione in costume di quell’evento, tratta
dal romanzo storico La spada dell’Arcimboldo
di Maurizio Leoni e sceneggiata dallo stesso autore.
Interpretata dai Bagai de la Lobia di Sulbiate.
Rappresentazione
teatrale
10
dicembre 2010
ore 21.00
in Auditorium
Serata
conclusiva
P er conoscere la nostra storia
Serata di chiusura delle attività del Centenario
con visione di un filmato con le migliori immagini
degli eventi dell’anno, da distribuire su cd.
Presentazione della ristampa aggiornata del libro
Sulbiate - L’albero e le radici, il «testimone»
da passare alle generazioni future, ai nuovi arrivati
e a quanti desiderano conoscere Sulbiate.
.....
A ltre realizzazioni e attività...
non
finisce
qui
.....
... da suggerire e organizzare: raccolta di foto
vecchie e attuali, realizzazione di filmati,
registrazione degli interventi nelle varie serate:
materiale necessario per compilare u cd finale.
e
Cippi marmorei agli ingressi di Sulbiate o nel
centro di ogni quartiere, a memoria del centenario.
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