L’Europa in movimento Direzione generale Istruzione e cultura IT L’Europa e il suo bilancio: a cosa servono i vostri soldi? Qual è l’importanza delle spese europee? Come vengono decise? Come sono finanziate? A cosa servono? Come sono effettuate e controllate? L’opuscolo fornisce risposte concise a tutte queste domande. 1 9 PH-26-99-223-IT-C ISBN 92-828-8229-2 -:HSTCSC=]]WW^U: UFFICIO DELLE PUBBLICAZIONI UFFICIALI DELLE COMUNITÀ EUROPEE L-2985 Luxembourg Commissione europea > Altre informazioni sull’Unione europea Informazioni in tutte le lingue dell’Unione europea possono essere ottenute via Internet, sul server Europa (http://europa.eu.int). Per ottenere informazioni e pubblicazioni sull’Unione europea in lingua italiana, rivolgersi a: RAPPRESENTANZE DELLA COMMISSIONE EUROPEA Rappresentanza in Italia Via Poli 29 I-00187 Roma Tel. (39) 06 69 99 91 Rappresentanza a Milano Corso Magenta 59 I-20123 Milano Tel. 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Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 2000 ISBN 92-828-8229-2 Comunità europee, 2000 Riproduzione autorizzata Printed in Belgium STAMPATO SU CARTA SBIANCATA SENZA CLORO Rappresentanze e uffici della Commissione europea e del Parlamento europeo esistono anche negli altri Stati membri dell’Unione europea. Delegazioni della Commissione europea esistono in altri paesi del mondo. L’Europa e il suo bilancio: a cosa servono i vostri soldi? Indice Come viene stabilito il bilancio dell’Unione ? 4 Agenda 2000: una programmazione finanziaria pluriennale basata sulle nuove priorità dell’Unione 4 Il bilancio annuale: chi decide cosa ? Il trattato e la sua attuazione pratica 5 Il finanziamento dell’Unione 8 A cosa serve il bilancio ? 9 Le spese agricole 9 La politica di coesione economica e sociale 10 Le altre politiche interne 11 Le azioni esterne 12 La preparazione dell’ampliamento dell’Unione 15 Le spese amministrative 15 Come viene speso e controllato il bilancio? 16 L’importante ruolo degli Stati membri nell’attuazione della PAC e dei fondi strutturali 16 La Commissione ha una responsabilità d’esecuzione diretta in molti settori 16 Un costante sforzo di efficacia: la valutazione dei programmi comunitari 18 Un complesso sistema di audit e controllo 18 La lotta contro le frodi: i vari strumenti e l’importanza della cooperazione con gli Stati membri 19 2 Il bilancio dell’Unione europea è l’atto che autorizza ogni anno il finanziamento dell’insieme delle attività e degli interventi comunitari. Esso traduce, in termini di destinazione delle risorse, le priorità e gli orientamenti politici perseguiti. La sua evoluzione nel tempo riflette le successive trasformazioni della costruzione europea. Nel 1970, il bilancio della Comunità rappresentava 3,6 miliardi di ecu (19 ecu pro capite all’anno) ed era quasi esclusivamente costituito da spese agricole legate alla politica agricola comune. Oggi il bilancio dell’Unione è dotato di 93 miliardi di euro (1) (250 euro pro capite all’anno) e rispecchia tutto l’arco delle politiche dell’Unione: spese agricole, aiuti allo sviluppo delle regioni, spese di ricerca, d’istruzione, di formazione, azioni d’aiuto e di cooperazione internazionale con il resto del mondo ecc. Tuttavia le spese totali del bilancio dell’Unione rappresentano, in stanziamenti di pagamento, appena l’1,1 % dell’insieme dei prodotti nazionali lordi (PNL) dei quindici Stati membri. Si pensi poi che per concepire le politiche comunitarie, per preparare ed eseguire il bilancio dell’Unione, per fare in modo che le spese votate dal Parlamento e dal Consiglio siano adeguatamente utilizzate, per sorvegliare l’applicazione del diritto comunitario, l’amministrazione dell’Unione — che oltretutto deve lavorare in undici lingue diverse — consuma appena il 5 % del bilancio totale. (1) In stanziamenti d’impegno e 89 miliardi in stanziamenti di pagamento. Qui di seguito, salvo indicazione contraria, gli importi citati si riferiscono agli stanziamenti d’impegno. 1 ecu = 1 euro al 1° gennaio 1999 = 1 936,27 ITL. 3 L’Europa e il suo bilancio: a cosa servono i vostri soldi? Come viene stabilito il bilancio dell’Unione? Agenda 2000: una programmazione finanziaria pluriennale basata sulle nuove priorità dell’Unione Dal 1988, il bilancio annuale dell’Unione è stabilito nel rispetto di un quadro finanziario a medio termine («prospettive finanziarie») che definisce dei massimali annui di spesa. Nel 1999, nel quadro dei negoziati detti «dell’Agenda 2000», relativi alle future priorità dell’Unione, sono state adottate le prospettive finanziarie per il periodo 2000-2006. Fissando i grandi orientamenti di bilancio per molti anni, questo quadro, adottato congiuntamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione, facilita l’adozione annuale del bilancio, per cui è peraltro necessario un accordo tra il Consiglio e il Parlamento («autorità di bilancio» dell’Unione). Inoltre tale fis- Evoluzione delbudget bilancio Évolution du de dell’Unione l'Union (in prodotto internobrut) lordo) (en % % del du produit intérieur 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 1960 Agricoltura Agriculture 1965 1970 Fondi Fonds strutturali structurels 1975 1980 Politiques Altre politiche internes interne 4 1985 1990 Actions Azioni extérieures esterne 1995 2000 Administration Amministrazione sazione di un massimale pluriennale agevola il coordinamento l’evoluzione delle spese dell’Unione. Le prospettive finanziarie 2000-2006 prevedono stanziamenti per l’ampliamento dell’Unione ai paesi dell’Europa centrale e orientale, senza rimettere comunque in discussione le principali priorità attuali dell’Unione. Inoltre i contributi degli Stati membri al bilancio europeo (rispetto al PNL) si sono stabilizzati al livello del 1999. Il bilancio annuale: chi decide cosa? Il trattato e la sua pratica È il trattato che istituisce la Comunità europea, così come è stato modificato dal trattato di Amsterdam (articoli 268-280), che fissa la procedura con cui viene stabilito il bilancio. La Commissione europea elabora il «progetto preliminare di bilancio» basandosi su una stima delle necessità e delle priorità politiche dell’Unione per l’anno prossimo. Questo documento è presentato al Consiglio che, adottandolo dopo averlo modificato, vara un «progetto di bilancio», che viene trasmesso al Parlamento europeo. I poteri di quest’ultimo dipendono dalla natura delle spese: per le spese «obbligatorie» (il 40 % delle spese, in particolare il sostegno ai mercati agricoli) — che derivano obbligatoriamente dai trattati europei o dagli atti stabiliti in loro virtù — il Parlamento può solo proporre modifiche al Consiglio, al quale spetta l’ultima parola nella fissazione del livello di tali spese; per le altre spese, dette «non obbligatorie» (il 60 % delle spese), è il Parlamento stesso che modifica il progetto di bilancio. Va notato che dopo due letture per ciascuna istituzione, è il Parlamento che approva il bilancio definitivo e il suo presidente che lo firma. La procedura del trattato viene precisata nella pratica da vari accordi interistituzionali intercorsi tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione: essi consentono di migliorare la cooperazione tra queste istituzioni per stabilire il bilancio annuale, in particolare decidendo in Tabella semplificata delle prospettive finanziarie per il periodo 2000-2006 (Unione europea a quindici, prezzi 1999, in stanziamenti d’impegno) (in milioni di euro) Agricoltura Azioni strutturali Altre politiche interne Azioni esterne Amministrazione Aiuto di preadesione Totale (con le riserve) Adesione (in stanziamenti di pagamento disponibili al di sotto del limite massimo delle risorse proprie) 2000 40 920 32 045 5 930 4 550 4 560 3 120 89 600 2001 42 800 31 455 6 040 4 560 4 600 3 120 91 110 2002 43 900 30 865 6 150 4 570 4 700 3 120 98 360 2003 43 770 30 285 6 260 4 580 4 800 3 120 101 590 2004 42 760 29 595 6 370 4 590 4 900 3 120 100 800 2005 41 930 29 595 6 480 4 600 5 000 3 120 101 600 2006 41 660 29 170 6 600 4 610 5 100 3 120 103 840 4 140 6 710 8 890 11 440 14 220 5 L’Europa e il suo bilancio: a cosa servono i vostri soldi? I poteri del Parlamento europeo in materia di bilancio Si tratta di poteri assai significativi, che permettono al Parlamento europeo di concretizzare le proprie priorità politiche. Il Parlamento europeo approva ogni anno, in dicembre, il bilancio dell’Unione, il quale però non entra in vigore prima di essere firmato dal presidente del Parlamento europeo; in tal modo l’Unione può usufruire delle risorse finanziarie di cui ha bisogno per l’anno successivo. Dai trattati di Lussemburgo del 1970 e il 1975, con i quali furono create le risorse proprie a profitto della Comunità, il Parlamento europeo e il Consiglio sono diventati i due rami dell’autorità di bilancio: in altre parole, essi condividono i poteri di bilancio. Il Parlamento ha l’ultima parola sulle spese a favore delle regioni (Fondo europeo di sviluppo regionale), a favore della lotta contro la disoccupazione, in particolare dei giovani e delle donne (Fondo sociale europeo) e a favore dei programmi culturali e di istruzione (Erasmus, Socrates ecc.); raramente rinuncia ad aumentare tali spese, sempre entro i limiti di un massimale deciso insieme al Consiglio e alla Commissione. In particolare il Parlamento europeo ne approfitta per aumentare gli stanziamenti destinati alle azioni umanitarie e ai rifugiati. Per quanto riguarda le spese agricole, il Parlamento europeo può proporre modifiche, ma l’ultima parola spetta al Consiglio. Nel caso in cui il Parlamento e il Consiglio non riescano ad accordarsi sull’importo delle spese, dopo due letture del progetto di bilancio, tra maggio e dicembre, il Parlamento ha il diritto di respingere in blocco l’intero bilancio e la procedura deve riprendere da capo. Infine, solo la firma del presidente del Parlamento europeo rende esecutivo il bilancio. Dopo aver approvato il bilancio, il Parlamento, tramite la sua commissione per il controllo dei bilanci controlla anche il buon impiego del denaro pubblico. In concreto, ciò significa che esso esercita un controllo continuo sulla gestione degli stanziamenti, conduce un’azione permanente per il miglioramento della prevenzione, dell’individuazione e della repressione delle frodi e procede alla valutazione degli effetti dei finanziamenti operati a partire dal bilancio comunitario. Il Parlamento procede annualmente a una valutazione della responsabilità politica della Commissione europea prima di assegnarle lo «scarico» sull’esecuzione del bilancio. 6 La commissione per il controllo di bilancio del Parlamento europeo esamina le osservazioni della Corte dei conti e dà scarico alla Commissione Primavera 2003 Il Consiglio esamina le osservazioni della Corte dei conti e trasmette una raccomandazione al Parlamento europeo Marzo 2003 Novembre 2002 La Corte dei conti analizza l’esecuzione del bilancio annuale dell’anno precedente e pubblica la propria relazione annuale La Commissione cura l’esecuzione del bilancio annuale sotto la propria responsabilità Gennaio-Dicembre 2001 Il presidente del Parlamento europeo adotta il bilancio definitivo Dicembre Il progetto di bilancio viene esaminato in seconda lettura dal Parlamento europeo Novembre Ottobre Il progetto di bilancio viene esaminato in prima lettura dal Parlamento europeo Il Consiglio esamina il p.p.b., lo modifica e vota il testo del bilancio 2001 Luglio La Commissione adotta e presenta il progetto preliminare di bilancio (p.p.b.) per il 2001 Maggio Le istituzioni europee elaborano il proprio bilancio di funzionamento (Consiglio, Parlamento, Corte dei conti, Corte di giustizia ecc.) Il progetto di bilancio viene esaminato in seconda lettura dal Consiglio Gennaio 2000 La Commissione elabora il bilancio generale dell’Unione europea (bilancio di funzionamento della Commissione, spese ed entrate generali dell’Unione) Schemadedell’iter di bilancio dall’elaborazione Schéma la vie d'un budget (esercizio (exercice 2001) 2001) de sa préparation allo à la scarico décharge 7 L’Europa e il suo bilancio: a cosa servono i vostri soldi? anticipo il modo in cui intendono esercitare le rispettive competenze riconosciutegli dal trattato. L’ultimo accordo interistituzionale, firmato nel 1999, è normalmente valido per il periodo 2000-2006. Esso raccoglie e attualizza tutti gli accordi precedentemente intervenuti. Il finanziamento dell’Unione L’Unione europea è finanziata soprattutto da risorse messe a sua disposizione dagli Stati membri, che le spettano di diritto: sono le «risorse proprie», fissate da una decisione del Consiglio presa all’unanimità e ratificata dai parlamenti nazionali. Durante il periodo 2000-2006 non potranno superare l’1,27 % del prodotto nazionale lordo dell’Unione europea. Tutte le entrate di bilancio sono determinate ogni anno in funzione del totale delle spese decise dalle autorità di bilancio (il Parlamento e il Consiglio), rispettando rigorosamente il principio dell’equilibrio: le entrate sono strettamente uguali alle spese e il bilancio non può essere in deficit. Si distinguono quattro risorse proprie. Le due prime, oggi chiamate «risorse proprie tradizionali», rappresentano il 14 % del totale delle risorse proprie: si tratta dei prelievi agricoli (percepiti sulle importazioni dei prodotti agricoli provenienti dai paesi che non appartengono all’Unione europea) e dei dazi doganali derivati dalla tariffa doganale comune applicata agli scambi commerciali realizzati con questi paesi terzi. A causa dell’abbassamento delle tariffe doganali e degli ampliamenti succedutisi, queste due risorse sono oggi insufficienti per finanziare il bilancio e sono completate da altre due risorse. La «risorsa IVA» rappresenta il 35 % del totale delle risorse proprie nell’anno 8 2000; si tratta di un contributo degli Stati membri corrispondente al teorico prodotto di un’IVA percepita all’aliquota dell’1 % su una base imponibile armonizzata (tale aliquota passerà allo 0,75 % nel 2002 e allo 0,50 % nel 2004). Un’altra risorsa, fondata sul PNL di ogni Stato membro, ha un carattere complementare e permette di far quadrare il finanziamento del bilancio. Tale risorsa rappresenta nel 2000 la metà del totale delle risorse proprie. Questo sistema permette all’Unione di finanziare in maniera stabile e continua tutte le proprie politiche. Vi sono poi altre entrate, assai meno importanti. Si tratta in particolare delle imposte pagate dai funzionari europei, delle ammende inflitte a imprese dalla Commissione per ostacolo alla concorrenza e del saldo positivo riportato dall’esercizio precedente. A cosa serve il bilancio? I 93 miliardi di euro del bilancio dell’Unione europea per l’anno 2000 sono ripartiti in sei grandi categorie: le spese agricole; la politica di coesione e i fondi strutturali; le politiche interne (ricerca, istruzione, trasporto ecc.); le azioni esterne; la preparazione dell’ampliamento; le spese amministrative. Le spese agricole La politica agricola comune (PAC) è storicamente la più dotata delle politiche comunitarie. Difatti in questo settore il trasferimento di competenze dagli Stati membri verso l’Unione europea è particolarmente marcato; l’Unione si fa carico di una quota preminente del finanziamento dell’agricoltura europea, anche se global- Ripartizione delle entrate(en(inmillions milionid'euros) di euro) Ventilation des recettes 100 000 90 000 80 000 70 000 60 000 50 000 40 000 30 000 20 000 10 000 0 '80 '81 '82 '83 '84 '85 '86 '87 '88 '89 '90 '91 '92 '93 '94 '95 '96 '97 '98 '99 2000 Ressources propres Risorse proprie traditionnelles tradizionali Risorsa Ressources IVA TVA Risorsa Ressources PNL PNB 9 Varie Divers L’Europa e il suo bilancio: a cosa servono i vostri soldi? mente la percentuale delle spese agricole sul bilancio totale dell’Unione è in questi ultimi anni diminuita, a causa del forte sviluppo delle altre politiche comunitarie e della volontà politica di stabilizzare la spesa agricola. Nel 2000, l’agricoltura rappresenta comunque ancora il 44 % delle spese dell’Unione europea (41 miliardi di euro). Gli obiettivi della politica agricola comune (PAC), fissati dai trattati europei, giustificano il forte peso di questo settore in termini di bilancio. Si tratta di accrescere la produttività dell’agricoltura, permettere un livello di vita equo alla popolazione rurale, stabilizzare i mercati, garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e prezzi ragionevoli per i consumatori. Questi obiettivi sono stati ampiamente raggiunti; ma negli ultimi anni la politica agricola comune è stata riformata per tenere conto del nuovo contesto dell’attività agricola, specie nell’ottica internazionale e in quella ambientale. Nel 1992 e nel 1999 sono state introdotte due grandi riforme della PAC. Tali riforme, basate su prezzi più competitivi e su aiuti diretti agli agricoltori, hanno consentito di ridurre le eccedenze; esse dovrebbero inoltre rallentare l’esodo dalle campagne e tutelare l’ambiente, in quanto scoraggiano la produzione intensiva e favoriscono il mantenimento di colture tradizionali e lo sviluppo di nuove attività, ad esempio turistiche. Per queste stesse ragioni, la PAC si appoggia ormai su un secondo pilastro, la politica di sviluppo rurale, cui sono destinate notevoli risorse: più del 10 % del totale delle spese agricole tra il 2000 e il 2006, e oltre 4 miliardi di euro nel 2000. 10 La politica di coesione economica e sociale La coesione economica e sociale dell’Unione è diventata uno degli obiettivi principali della costruzione europea. Essa punta a ridurre le diseguaglianze di ricchezza tra le regioni, migliorare la situazione dell’occupazione, favorire lo sviluppo armonioso delle diverse regioni europee, proteggere e migliorare l’ambiente, in modo che tutti i cittadini europei beneficino dei vantaggi del grande mercato comunitario e dell’unione economica e monetaria: nel 2000 l’Unione destina quasi 33 miliardi di euro — più del 35 % del bilancio — all’ammodernamento delle strutture economiche e sociali. Sulla scorta delle proposte presentate della Commissione nel quadro di Agenda 2000, il Consiglio europeo ha confermato la necessità di concentrare le spese a titolo dei fondi strutturali (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo, Fondo d’orientamento dell’agricoltura e della pesca) sulle regioni che ne hanno più bisogno. I grandi obiettivi perseguiti da questa politica sono stati ridotti da sei a tre: — «obiettivo n. 1»: promuovere lo sviluppo delle regioni più povere e favorire l’ammodernamento delle loro strutture economiche. Si tratta delle regioni il cui prodotto interno lordo è inferiore al 75 % alla media comunitaria; esse sono situate alla periferia dell’Unione (ad esempio i dipartimenti francesi d’oltremare, le Azzorre, Madera, le isole Canarie) o hanno una densità di popolazione minima (come alcune regioni settentrionali dell’Unione); — «obiettivo n. 2»: sostenere la riconversione economica e sociale delle zone in difficoltà, ovvero delle regioni industriali che vivono cambiamenti socioeconomici in grande scala e difficili da superare, delle regioni rurali che cadono in un malinconico abbandono, delle zone urbane in crisi, delle regioni toccate dalla ristrutturazione del settore della pesca; — «obiettivo n. 3»: sostenere l’adattamento e l’ammodernamento delle politiche e dei sistemi dell’istruzione, della formazione e dell’occupazione. Si tratta con ciò di aiutare i disoccupati, i giovani, gli esclusi o più generalmente tutti i lavoratori e i cittadini dell’Unione a trovare lavoro, ad adeguarsi ai cambiamenti economici in corso, ad accedere nel corso della loro vita all’istruzione e alla formazione professionale. Nel periodo 2000-2006, i tre quarti del totale dei fondi strutturali sono dedicati all’obiettivo n. 1, mentre il resto è diviso ugualmente tra gli obiettivi n. 2 e n. 3. Infine, il Fondo di coesione è stato creato nel 1993 per gli Stati membri il cui PNL pro capite è inferiore al 90 % alla media comunitaria. Rappresenta l’8 % del totale degli aiuti strutturali e contribuisce al finanziamento di progetti nei settori delle infrastrutture di trasporto e dell’ambiente. Le altre politiche interne Le altre politiche comunitarie interne all’Unione rappresentano il 6,5 % del bilancio. Esse sono passate da 4 miliardi di euro nel 1993 a 6 miliardi nel 2000, in particolare per accompagnare la realizzazione dal grande mercato interno. Queste spese sono di natura molto diversa. La ricerca e lo sviluppo tecnologico rappresentano una delle chiavi del futuro europeo. Complementarmente e in sostegno agli sforzi nazionali, l’Unione adotta una politica di ricerca propria, per la quale si è dotata di un programma quadro pluriennale di ricerca (importo totale: 15 miliardi di euro per il periodo 1999-2002) nel quadro del quale sostiene in modo prioritario progetti che associano centri di ricerca, imprese e università di vari Stati membri. Il bilancio della politica di ricerca raggiunge 3,6 miliardi di euro nel 2000 (il 4 % del totale delle spese dell’anno). Tale importo rappresenta tuttavia appena il 4 % del totale delle spese pubbliche per la ricerca in Europa. Il programma quadro dell’Unione è articolato in 11 L’Europa e il suo bilancio: a cosa servono i vostri soldi? programmi specifici riguardanti in particolare le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni, le biotecnologie, l’energia, l’ambiente e la salute. Il settore più dotato dopo la ricerca è quello delle reti transeuropee dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni, con quasi 700 milioni di euro nel 2000. L’Unione si è prefissa l’obiettivo di favorire la creazione di una rete globale organica, facendo in modo che queste arterie vitali del grande mercato possano contribuire maggiormente alla competitività dell’economia, al miglioramento dell’occupazione e alla coesione economica e sociale dell’Europa. Inoltre l’Unione nel 2000 destina più di 480 milioni di euro a diverse azioni nei settori dell’istruzione, della formazione professionale e della gioventù, per promuovere in particolare la mobilità degli studenti, incoraggiandoli a svolgere una parte dei loro studi in un altro Stato membro. Queste spese si sono quadruplicate dal 1989. Nel 1998 il programma Socrates ha permesso la mobilità di circa 200 000 studenti. Lo stesso anno, il programma Leonardo da Vinci ha sostenuto più di 700 progetti sovranazionali destinati a migliorare la formazione professionale in Europa. I programmi «Gioventù per l’Europa» e «Servizio volontario europeo» hanno sostenuto, nel 1998, progetti che coinvolgono oltre 80 000 giovani. Infine, fra le altre politiche interne, citiamo ad esempio l’ambiente con circa 160 milioni di euro, l’audiovisivo e la cultura con 110 milioni, l’informazione e la comunicazione con 105 milioni. 12 Le azioni esterne La politica esterna dell’Unione, vale a dire tutte le azioni delle istituzioni dell’Unione europea rivolte verso i paesi del resto del mondo, in questi ultimi anni è andata assumendo una grande importanza: vi è stato un rafforzamento degli aiuti comunitari allo sviluppo e degli aiuti umanitari e anche il sostegno ai paesi dell’Europa centrale e orientale è stato fortemente aumentato dopo lo smantellamento del blocco comunista. Riassumendo, nel 2000, quasi 5 miliardi di euro sono stati destinati all’esterno: il 5,1 % del bilancio generale. In primo luogo bisogna ricordare che l’Unione è un protagonista mondiale di primo piano nel settore umanitario e in quello dell’aiuto alimentare. Per il 2000, l’Ufficio europeo d’aiuto umanitario «ECHO» dispone di 475 milioni di euro, mentre 465 milioni di euro sono destinati all’aiuto alimentare. Inoltre può essere mobilitata una riserva di aiuti di emergenza (oltre 200 milioni di euro). Queste azioni concretizzano la solidarietà dell’Unione con regioni vittime di gravi catastrofi, come i paesi dell’America centrale dopo il passaggio dell’uragano Mitch nel 1998. Inoltre i paesi terzi dell’area mediterranea ricevono nel 2000 circa 1,1 miliardi di euro per favorire il loro sviluppo sociale ed economico nonché il processo di pace nel Medio oriente. I nuovi Stati indipendenti, cioè i paesi dell’URSS, ricevono 450 milioni di euro, in particolare a titolo del programma Tacis, che fornisce assistenza tecnica ai fini del risanamento economico di tali paesi. Lo stesso importo è destinato alla regione dei Balcani, di cui 360 milioni per la ricostruzione del Kosovo dopo la guerra della primavera 1999. Alla cooperazione economica e finanziaria dell’Unione con i paesi in via di sviluppo dell’America latina e dell’Asia nel 2000 vanno rispettivamente 340 e 450 milioni di euro: questi aiuti coprono i settori più svariati, in particolare quelli della sanità e dell’istruzione. tecipazione ad attività condotte nel quadro delle organizzazioni internazionali. L’Unione europea finanzia anche azioni generali a favore della democrazia e dei diritti dell’uomo (95 milioni di euro nel 2000) e misure di salvaguardia delle foreste tropicali e dell’ambiente. Con numerosi Stati sono stati conclusi accordi in materia di pesca, che permettono alle navi europee di accedere alle loro zone di pesca; il costo di tali accordi rappresenta in totale 280 milioni di euro nel 2000. Infine, una parte del bilancio delle azioni esterne è dedicata alla cooperazione con i paesi terzi industrializzati, come il Giappone e gli Stati Uniti, e alla par13 14 Ripartizione dell’aiuto comunitario nel mondo Africa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 975 (*) Caraibi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107 (*) Pacifico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60 (*) America latina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 336 Asia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 447 Bacino mediterraneo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 142 Paesi dell’Europa centrale e orientale, compresi i Balcani . . . . . . . . . 1 939 Nuovi Stati indipendenti e Mongolia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 450 (*) Cifre del 1998; le altre cifre citate sono quelle del 2000. Altri di cui : . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 017 – Politica estera e di sicurezza comune (PESC) . . . . . . . . . . . . . . . . . 47 – Aiuti umanitari e aiuti di emergenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 676 – Aiuti alimentari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 463 – Aspetti esterni di alcune politiche comunitarie . . . . . . . . . . . . . . . 379 – Democrazia e diritti dell’uomo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95 – Altre azioni di cooperazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 357 (Bilancio generale e Fondo europeo di sviluppo, in milioni di euro) L’Europa e il suo bilancio: a cosa servono i vostri soldi? La preparazione dell’ampliamento dell’Unione L’ampliamento dell’Unione è una delle sfide principali della costruzione europea per gli anni a venire. Nel 2000, per preparare l’adesione, saranno mobilitati 3,2 miliardi di euro, ovvero il 40 % del totale delle spese esterne. Nel settore dell’agricoltura, il programma Sapard (530 milioni di euro nel 2000) punta in particolare a modernizzare l’agricoltura dei paesi dell’Europa centrale e orientale, a rafforzare la qualità e la sicurezza dei prodotti, a promuovere il rispetto per l’ambiente e a differenziare le attività economiche delle zone rurali. Con lo strumento strutturale ISPA (più di 1 miliardo di euro nel 2000), l’Unione aiuta anche questi paesi a dotarsi di strutture compatibili con quelle dell’Europa dei quindici nel settore dei trasporti e dell’ambiente. Infine, con il programma Phare (più di 1,5 miliardi nel 2000), essa sostiene l’ammodernamento e l’adeguamento delle loro economie e delle loro amministrazioni agli standard comunitari. modo i fondi destinati a ciascun paese candidato andranno via via aumentando, il che contribuirà a rafforzare la loro capacità di diventare membri dell’Unione. Inoltre le prospettive finanziarie 2000-2006 (cfr. tabella semplificata sopra) prevedono per ogni esercizio a partire dal 2002 un importo espresso in stanziamenti di pagamento, il quale rafforzerà le dotazioni delle varie rubriche in funzione delle adesioni. Le spese amministrative Le spese totali di funzionamento dell’insieme delle istituzioni europee, cioè le spese legate ai salari e alle pensioni dei funzionari, agli immobili e alle attrezzature, rappresentano 4,7 miliardi di euro nel 2000, cioè 5 % del totale delle spese. Le istituzioni funzionano con 32 000 funzionari, ovvero l’equivalente degli effettivi in forza presso l’amministrazione pubblica di una città come Vienna (Austria) o presso il ministero francese dell’Agricoltura. Quest’aiuto è attualmente distribuito tra i vari paesi candidati all’adesione. In funzione delle adesioni effettive, lo stesso importo sarà quindi distribuito tra i paesi che non avranno ancora aderito all’Unione. In tal 15 I bilanci fuori bilancio Il FES e la CECA Il Fondo europeo di sviluppo, che serve a finanziare progetti economici di sviluppo dei paesi «ACP» (Africa-CaraibiPacifico), dispone di un bilancio specifico, distinto dal bilancio generale dell’Unione europea. Esso è dotato di procedure decisionali e di gestione di bilancio proprie. Le spese del FESD sono di 2 miliardi di euro nel 2000. Anche la Comunità europea del carbone e dell’acciaio, fondata nel 1951 per indirizzare e promuovere questi settori economici, dispone di un bilancio proprio per le spese operative. I suoi interventi saranno reintegrati nel bilancio generale nel 2002, quando scadrà il trattato istitutivo della CECA. Nel 2000, il bilancio della CECA è dotato di circa 180 milioni di euro. L’Europa e il suo bilancio: a cosa servono i vostri soldi? Come viene speso e controllato il bilancio? L’articolo 274 del trattato che istituisce la Comunità europea dispone che «la Commissione cura l’esecuzione del bilancio sotto la propria responsabilità». La ripartizione delle competenze è dunque chiara: il Parlamento e il Consiglio decidono le spese da effettuare, la Commissione esegue le loro decisioni di bilancio. Tuttavia nella pratica la Commissione si appoggia agli Stati membri per la gestione di alcune politiche. L’importante ruolo degli Stati membri nell’attuazione della PAC e dei fondi strutturali Le spese agricole, che si tratti del pagamento di aiuti diretti agli agricoltori o dell’acquisto e dell’immagazzinaggio di prodotti per sostenere i prezzi, sono effettuate negli Stati membri da organismi nazionali espressamente autorizzati a tal fine, nelle condizioni stabilite a livello comunitario. Per quanto riguarda i fondi strutturali, le istituzioni europee decidono gli importi da versare e le condizioni d’esecuzione. Le amministrazioni degli Stati membri (Stati, regioni, dipartimenti ecc.) scelgono i progetti da finanziare e sono incaricate della loro gestione quotidiana. In seguito la Commissione europea, in collaborazione con gli Stati membri, si assicura che i progetti vengano completati e che gli stanziamenti vengano spesi correttamente. Analogamente, gli Stati membri riscuotono le risorse proprie tradizionali. Anche in questo caso la 16 Commissione si assicura che le norme in materia vengano rispettate. La Commissione ha una responsabilità d’esecuzione diretta in molti settori Oltre alla sua responsabilità generale di buona gestione dell’insieme delle spese, la Commissione è incaricata dell’esecuzione diretta, da parte dei suoi servizi, di una parte del bilancio comunitario, soprattutto nei settori delle politiche interne (ricerca, istruzione, formazione ecc.) e delle azioni esterne. Nel settore della ricerca, ad esempio, la Commissione, agendo sulla base degli obiettivi e delle priorità politiche dell’Unione (quinto programma quadro di ricerca per il periodo 1998-2002), indice le gare d’appalto, riceve le proposte di progetti di ricerca, seleziona i progetti, versa i fondi e si accerta del loro corretto utilizzo. Questi compiti di gestione diretta si sono sviluppati solo di recente, con un’evoluzione che rappresenta una sfida per l’amministrazione dell’Unione. La forza lavoro e i mezzi amministrativi che vi sono dedicati richiedono un continuo rafforzamento e i metodi di gestione devono essere costantemente modernizzati. Ma il personale e i mezzi amministrativi sono utilizzati innanzitutto per concepire e gestire azioni di bilancio. Le istituzioni fanno inoltre ricorso a personale esterno per alcuni compiti di gestione ben delimitati. Tali compiti, di durata variabile da alcuni mesi «Inviti a manifestare interesse», «gare d’appalto» e «bandi di gara» Annualmente l’Unione sostiene finanziariamente realizzazioni o «progetti» di cui riconosce la dimensione europea. Essi fanno parte dei settori più svariati: cultura, ricerca, energie rinnovabili, politica urbanistica, sostegno alle PMI, telecomunicazioni, settore multimediale. Ad esempio l’Unione finanzia parzialmente progetti di ricerca e sviluppo d’importanza strategica, che riuniscono imprese, laboratori, uffici studi di vari paesi dell’Europa. Tali progetti vengono in genere selezionati a partire dagli «inviti a manifestare interesse» («IMI») e dalle gare d’appalto pubblicate nella Gazzetta ufficiale delle Comunità europee (serie S — «Supplemento»). I bandi pubblicati contengono la descrizione dell’attività in questione nonché i criteri di selezione e di attribuzione. I progetti scelti sono quelli che corrispondono meglio agli obiettivi dell’Unione e presentano maggiori garanzie tecniche e finanziarie. Inoltre, come ogni amministrazione pubblica in Europa è tenuta a fare, ciascuna istituzione dell’Unione pubblica un bando di gara sulla GU delle Comunità europee (serie S) quando desidera acquistare beni e servizi per potere portare a termine le proprie attività. Lo stesso accade quando la Commissione desidera ricorrere ad una consulenza esterna per svolgere uno studio su una questione tecnica precisa o una valutazione indipendente da uno dei suoi programmi. Il bando di gara riporta le necessità dell’istituzione e i criteri di selezione e d’attribuzione per gli offerenti. Gli «IMI», le gare d’appalto e i bandi di gara sono consultabili anche sul sito Internet: http://ted.europ.eu.int. 17 L’Europa e il suo bilancio: a cosa servono i vostri soldi? ad alcuni anni, riguardano soprattutto le azioni esterne ma anche, tra le altre cose, la politica sociale, dell’istruzione, della formazione e giovanile. Un costante sforzo di efficacia: la valutazione dei programmi comunitari L’attuazione del bilancio comunitario, indipendentemente dal modo in cui è realizzata, deve rispondere ad una preoccupazione essenziale: la ricerca permanente dell’efficacia. Le istituzioni europee non si limitano a sostenere alcuni tipi di progetti, ma devono anche assicurarsi che questo denaro sia speso efficacemente e che gli obiettivi vengano raggiunti in maniera ottimale. In questa ottica la Commissione ha sviluppato, negli ultimi anni, le proprie attività di valutazione dei programmi di spesa. Il principio è duplice: — prima di proporre una spesa (un «programma»), si tratta di verificare, in base a metodi rigorosi, se la proposta è realistica e se le attività e i mezzi previsti permettono effettivamente di raggiungere gli obiettivi fissati; — una volta che il programma è stato realizzato, si dovrà tirare un bilancio dei risultati ottenuti, per assicurarsi che gli obiettivi siano stati raggiunti in maniera ottimale e ad un costo minimo. In questo contesto si tratta di conciliare gli imperativi politici (sostegno dell’Unione ad un paese in crisi, ad esempio) con l’imperativo categorico secondo cui il denaro del cittadino europeo deve essere speso efficacemente. Un complesso sistema di audit e controllo I controlli interni della regolarità delle spese comunitarie preliminari all’erogazione vera e propria dei fondi vengono in un primo tempo svolti dalle cellule finanziarie dei diversi servizi gestionali di stanziamento e dal servizio centrale di controllo finanziario. Tali controlli preliminari si basano sui documenti giustificativi delle spese e, a volte, avvengono anche in loco, in cooperazione con i controllori degli Stati membri. Una riforma in corso mira in particolare ad affidare la responsabilità dei controlli esclusivamente ai servizi gestionali ed a sviluppare una funzione di audit interno dei dispositivi creati. 18 Le spese comunitarie sono inoltre sottoposte ai controlli della Corte dei conti europea. Creata nel 1975, la Corte dei conti ha sede a Lussemburgo. Essa è composta da quindici membri nominati per sei anni dal Consiglio dell’Unione, previa consultazione del Parlamento europeo, e scelti fra personalità appartenenti, o che hanno appartenuto, alle istituzioni di controllo esterno dei propri paesi, o in possesso di una qualifica particolare per questa funzione. La Corte verifica la legalità e la regolarità delle entrate e delle spese dell’Unione. I suoi lavori sono pubblicati sotto forma di relazioni generali annuali e di relazioni speciali dedicate ad una politica particolare. La Corte esprime inoltre il proprio parere sulla gestione finanziaria del bilancio comunitario. A questo titolo, rende ogni anno una «dichiarazione di affidabilità» basata su un esame diretto delle transazioni finanziarie. ressi comunitari. Si può trattare di indagini amministrative interne alle istituzioni comunitarie o di controlli e verifiche negli Stati membri e, conformemente agli accordi di cooperazione in vigore, nei paesi terzi. Gli Stati membri hanno un ruolo chiave nella lotta antifrode, poiché spetta a loro raccogliere le risorse e garantire il pagamento di oltre l’80 % degli stanziamenti iscritti nel bilancio. La loro collaborazione è dunque essenziale. Inoltre, giacché esclusivamente gli Stati membri sono titolati a svolgere indagini giudiziarie, l’ULAF trasmette allo Stato interessato tutte le informazioni che ha raccolto su fatti passibili di azioni penali. Infine il Parlamento europeo, come organo di controllo politico e democratico, partecipa al controllo delle uscite e delle entrate del bilancio. Ogni anno, basandosi sulla relazione annuale della Corte dei conti, esamina il modo in cui la Commissione europea ha gestito il bilancio nell’anno precedente e curato la sua esecuzione: si tratta della cosiddetta procedura di scarico. La lotta contro le frodi: i vari strumenti e l’importanza della cooperazione con gli Stati membri Le istituzioni europee hanno creato nel 1999 un ufficio indipendente per la lotta antifrode, l’ULAF, il quale può avviare di propria iniziativa indagini su qualsiasi attività irregolare che potrebbe mettere in pericolo gli inte19 Commissione europea L’Europa e il suo bilancio: a cosa servono i vostri soldi? Serie: L’Europa in movimento Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee 2000 — 19 pagg. — 16,2 x 22,9 cm ISBN 92-828-8229-2 Qual è l’importanza delle spese europee? Come vengono decise? Come sono finanziate? A cosa servono? Come sono effettuate e controllate? L’opuscolo fornisce risposte concise a tutte queste domande. Altre informazioni sull’Unione europea Informazioni in tutte le lingue dell’Unione europea possono essere ottenute via Internet, sul server Europa (http://europa.eu.int). Per ottenere informazioni e pubblicazioni sull’Unione europea in lingua italiana, rivolgersi a: RAPPRESENTANZE DELLA COMMISSIONE EUROPEA Rappresentanza in Italia Via Poli 29 I-00187 Roma Tel. (39) 06 69 99 91 Rappresentanza a Milano Corso Magenta 59 I-20123 Milano Tel. (39) 024 67 51 41 UFFICI DEL PARLAMENTO EUROPEO Ufficio per l’Italia Via IV Novembre 149 I-00187 Roma Tel. (39) 06 69 95 01 Fax (39) 06 69 95 02 00 E-mail : [email protected] Ufficio di Milano Corso Magenta 59 I-20123 Milano Tel. (39) 024 81 86 45 Fax (39) 024 81 46 19 E-mail : [email protected] Il presente opuscolo è pubblicato in tutte le lingue dell’Unione europea: danese, finnico, francese, greco, inglese, italiano, olandese, portoghese, spagnolo, svedese e tedesco. Commissione europea Direzione generale Istruzione e cultura, unità Pubblicazioni Direzione generale Bilancio Rue de la Loi 200 B-1049 Bruxelles Manoscritto terminato nel febbraio 2000 Copertina e illustrazioni: freeform communication Una scheda bibliografica figura alla fine del volume. Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 2000 ISBN 92-828-8229-2 Comunità europee, 2000 Riproduzione autorizzata Printed in Belgium STAMPATO SU CARTA SBIANCATA SENZA CLORO Rappresentanze e uffici della Commissione europea e del Parlamento europeo esistono anche negli altri Stati membri dell’Unione europea. Delegazioni della Commissione europea esistono in altri paesi del mondo. L’Europa in movimento Direzione generale Istruzione e cultura IT L’Europa e il suo bilancio: a cosa servono i vostri soldi? Qual è l’importanza delle spese europee? Come vengono decise? Come sono finanziate? A cosa servono? Come sono effettuate e controllate? L’opuscolo fornisce risposte concise a tutte queste domande. 1 9 PH-26-99-223-IT-C ISBN 92-828-8229-2 -:HSTCSC=]]WW^U: UFFICIO DELLE PUBBLICAZIONI UFFICIALI DELLE COMUNITÀ EUROPEE L-2985 Luxembourg Commissione europea >