A11 570 a caccia dell’infinito l’umano e la ricerca del divino nell’opera di nicola cusano a cura di Cesare Catà Copyright © MMX ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, 133/A–B 00173 Roma (06) 93781065 isbn 978–88–548–3688–4 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: dicembre 2010 Indice 9 Saluti introduttivi 9 Walter Euler Direttore dell’Institut für Cusanus–Forschung, Trier 10 Luigi Morganti Direttore dell’Istituto di Studi Medievali “Cecco d’Ascoli” 11 Andrea Maria Antonini Assessore alla Cultura di Ascoli Piceno 13 Presentazione L’Umano come anelito del Divino in Nicola Cusano di Cesare Catà 29 Niccolò Cusano. Lineamenti di una biografia di Harald Schwaetzer, Klaus Reinhardt 39 parte prima L’idea teologico–filosofica di infinito di Nicola Cusano 41 Cusano: il bibliotecario di Babele Silvia Magnavacca 5 6 A caccia dell’infinito 63Non est quicquam expers pulchritudinis. Il tema della bellezza nei Sermoni di Nicola Cusano Jasper Hopkins 75La visione dell’invisibile. Una riflessione sull’immagine vivente in Cusano Harald Schwaetzer 83La “grassa Musa” albertiana. Arte e matematica in Nicola Cusano e Leon Battista Alberti Gianluca Cuozzo 103Dalla coincidentia oppositorum al non aliud. La caccia cusaniana all’infinito Davide Monaco 117 La congettura cusaniana. L’infinito della finitudine umana Donatella Ferretti 129 La ricerca cusaniana dell’infinito nel De visione Dei Andrea Fiamma 167 La coincidentia oppositorum come l’infinito dell’uomo Wolfgang Christian Schneider 177 parte seconda L’infinito cusaniano: connotati e prospettive storiche 179A proposito del De non aliud di Cusano e dei trascendentali medievali Graziella Federici Vescovini 201L’uomo e la sua scienza. Sul significato delle scienze naturali nell’opera di Nicola Cusano Kirstin Zeyer Indice 7 211Unum infinitum. Cusano e una tradizione neoplatonica abscondita Cesare Catà 251Materia prima e potenza assoluta in Cusano e nella tradizione precedente Luca Brunelli 273La comunità della concordantia differentiarum. Attorno al De pace fidei Maurizio Merlo 303 Il destino storiografico di Nicola Cusano Marco Moschini 339Riccoldo da Montecroce e Nicola da Cusa: l’identità cristiana di fronte all’Islam Marica Costigliolo 349Il luogo del divino. Il pensiero di Cusano in dialogo con taoismo e buddhismo Marcello Ghilardi A caccia dell’infinito ISBN 978-88-548-3688-4 DOI 10.4399/97888548368841 pag. 9-12 Saluti introduttivi L’incontro di Ascoli Piceno è stato, per il Cusanus–Institut, un momento di importante collaborazione, nella quale si è potuto metu tere in luce il profilo scientifico e culturale del centro di ricerca, duu rante un eccellente momento di studio dell’opera cusaniana. L’Institut für Cusanus–Forschung, o Cusanus–Institute, nacque presso l’Università di Teologia Cattolica di Magonza nel 1960 e, nel 1981, fu collocate a Trier. Il fondatore e primo direttore dell’Istitu to fu Rudolf Haubst, professore di teologia cattolica che coordinò il progetto di una vasta edizione critica dei sermoni di Nicola Cusano. La realizzazione di tale edizione rappresenta un importante risultato perseguito dall’Istituto, tramite il suo completamento nel 2005. A partire dal 1964, l’Istituto realizza conferenze internazionali su Nicola Cusano e porta avanti diverse serie di pubblicazioni, tra cui: Mitteilungen und Forschungsbeitraege der Cusanus–Gesellschaft (32 voluu mi sinora stampati); Buchreihe der Cusanus–Gesellschaft (18 volumi); Kleine Schriften der Cusanus–Gesellschaft (18 volumes); Trierer Cusanus Lecture (15 volumi); Cusanus Jahrbuch (prima edizione: 2009); Nikolaus von Kues: Textauswahl in deutscher Uebersetzung (numerose traduu zioni in tedesco dell’opera di Cusano). Dopo la realizzazione dell’edizione critica die sermoni di Nicola Cusano, la prima traduzione tedesca di tutti i sermoni è il principale compito dell’Istituto, insieme ad altri progetti concernenti la vita e l’opera di Cusano, il suo retroterra culturale, i suoi contemporanei, e la recezione del suo pensiero. 9 10 A caccia dell’infinito Al fine di supportare le ricerche cusaniane nel mondo, l’Istituto sta portando avanti il “Cusanus–Portal”, che si rivolge a tutto gli stuu diosi di Nicola Cusano che abbiano accesso ad internet. Il progetto è già operativo (www.cusanus–portal.de), e offre il testo completo delle edizioni critiche delle opere cusaniane, sia in traduzione tedeu sca che inglese, nonché una ricca bibliografia e un più limitato lessiu co cusaniano, che sarà ampliato nei prossimi anni. L’istituto collabora con altri centri di studi medievali, tra cui l’“E quipe de recherche sur les mystiques rhénans” a Metz (Francia), l’American Cusanus Society, la Japanese Cusanus Society, la Società Cusaniana, i centro dei Cusanus–studies a San Pietroburgo (Russia) e a Buenos Aires (Argentina). Attuali membri dello staff dell’Istituto sono: Christiane Bacher, Dr. Niels Bohnert, Marco Brösch, Ingrid Fuhrmann, Alexandra Geissler, Dr. Viki Ranff. Studiosi ospiti e studenti dall’estero sono in ogni mou mento ben accetti, ed assi l’Istituto offre tutto l’apporto possible. Il Convegno di Ascoli Piceno si è inserito opportunamente in questo quadro scientifico e di relazioni istituzionali dedicate alla vita e all’opera di Nicola Cusano. Walter Andreas Euler Direttore del Cusanus–Institut di Trier, Germania Nell’ambito delle molteplici iniziative con cui il Comune di Ascou li ha inteso celebrare il Cinquantenario del Gemellaggio con Treviri (città natale del Patrono Sant’Emidio), il convegno dedicato all’anau lisi di Nicola Cusano, fulgido esempio di contemperanza tra modus cogitandi italiano e tedesco, ha rappresentato un determinante apu puntamento culturale oltre che un’ulteriore preziosa occasione per approfondire il rapporto tra le due realtà municipali. La convinta sinergia anche tra le strutture accademiche di Geru mania e Italia, sapientemente coordinata dal Dr. Cesare Catà, ha agevolmente consentito l’apprendimento dei dettami basilari della A caccia dell’infinito ISBN 978-88-548-3688-4 DOI 10.4399/97888548368842 pag. 13-27 Presentazione L’umano come anelito del divino in Nicola Cusano Cesare Catà Differenti sono gli autori degli interventi che costituiscono il pre sente volume — troviamo alcuni tra i maggiori studiosi italiani del pensiero di Cusano; giovani ricercatori che hanno rivolto le loro at tenzioni all’opera del Cardinale; autorità internazionali nel campo del pensiero cusaniano —, come differenti sono le occasioni da cui i vari scritti sono stati chiamati infine a confluire nell’attuale raccolta. Alla base di questa pubblicazione vi sono, anzitutto, due momen ti di studio e di riflessione su Nicola Cusano che, nel 2005 e nel 2008, si sono svolti nelle Marche. Nell’autunno del 2005, la Cattedra di Storia della Filosofia dell’U niversità di Macerata, in collaborazione con “Europe Festival”, un grande evento ospitato nel territorio del Fermano dedicato all’in dagine e alla riflessione sull’identità culturale dell’Europa, concepi rono sinergicamente un convegno di studi, al quale furono invitati vari studiosi italiani per discutere del pensiero cusaniano da differen ti prospettive. A tre anni di distanza da quell’evento, nell’autunno del 2008, l’Assessorato alla cultura di Ascoli Piceno, in occasione del cin quantennale del suo gemellaggio con Trier, intese rendere omaggio a Nicola Cusano in quanto personalità storico–culturale rappresen tativa della città tedesca. L’Istituto di Studi Superiori “Cecco d’Asco li” intraprese così una feconda collaborazione con l’Institut für Cu sanus–Forschung, organizzando un convegno al quale parteciparo no vari studiosi italiani e tedeschi, e a cui poterono assistere insieme studenti ascolani e treverensi. 13 14 Cesare Catà In entrambe queste occasioni, nel 2005 a Macerata e nel 2008 ad Ascoli Piceno, mi trovai a coordinare gli eventi convegnistici cui si diede vita. Con questi due eventi Nicola Cusano, idealmente, tornava in un territorio — le Marche — che egli aveva già visitato nel corso della sua vita, per concedersi brevi ma fecondi momenti di quiete e rifles sione nel corso della sua complessa, e spesso agitata, esistenza di in tellettuale e uomo della Chiesa. Nell’estate del 1450, in una sorta di ritiro spirituale, Cusano ebbe a soggiornare nelle campagne tra Ma cerata e Ascoli Piceno, componendo buona parte dei Dialoghi che costituiscono l’Idiota. Una terra che aveva attirato, ospitato e ispira to Cusano, tornava dunque ad accogliere e ascoltare la voce magica e profonda della filosofia del Cardinale, a distanza di secoli. Mi preme qui, primariamente, ringraziare coloro che vollero e permisero un tale “ritorno” di Cusano nelle Marche. In primo luo go l’allora Assessore alla Cultura del Comune di Ascoli Piceno, dott. Andrea Antonini, che riconobbe nella figura di Cusano una moti vazione nobile e bellissima per celebrare il pluridecennale legame tra le città di Ascoli e Trier. Ringrazio inoltre il Direttore dell’Istitu to Superiore di Studi Medievali “Cecco d’Ascoli”, prof. Luigi Mor ganti, per il suo aiuto e la profonda disponibilità dispiegata nel cor so dell’evento, e con lui il dott. Fabrizio Cipollini dell’Ufficio Cultura del Comune. Un grazie di cuore lo rivolgo naturalmente al Diretto re prof. Walter Euler, e Kirstin Zeyer, del Cusanus–Institut, per l’en tusiasmo con cui, da parte dell’Istituto di Trier, è stato portato avan ti l’evento ascolano dedicato al pensiero cusaniano. Similmente, intendo ringraziare coloro che, tre anni prima, eb bero a permettere lo svolgimento del Convegno di studi su Nicola Cusano presso l’Università di Macerata. Mi riferisco naturalmente al prof. Filippo Mignini, esimio studioso del pensiero moderno, il qua le sempre riconobbe nella filosofia del Cardinale una pagina decisiva dello sviluppo del pensiero europeo. E mi riferisco, inoltre, al troppo presto scomparso prof. Antonio Santori, direttore e ideatore di Eu rope Festival, venuto tragicamente a mancare nell’agosto del 2007. Al ricordo di lui, all’incessante “caccia” della verità e della bellezza che ha caratterizzato la sua breve vita di insegnante e di poeta, è ideal A caccia dell’infinito ISBN 978-88-548-3688-4 DOI 10.4399/97888548368843 pag. 29-37 Niccolò Cusano Lineamenti di una biografia1 Harald Schwaetzer Klaus Reinhardt Nikolaus Cryfftz nacque a Kues sulla Mosella nel 1401. Suo pa dre, Johann Cryfftz, era un ricco mercante: gestiva il traffico del le navi sulla Mosella e sul Reno e commerciava in vino. Nel 1416, all’età di quindici anni, Nicola intraprese, presso l’Università di Hei delberg, gli studi delle sette arti liberali: grammatica, dialettica e re torica, per il trivio; geometria, aritmetica, musica, astronomia, per il quadrivio. Le arti liberali costituivano la formazione di base del tem po, erano una sorta di studium fundamentale. Il certificato di immatri colazione presso l’Università di Heidelberg è il primo documento uf ficiale che possediamo della vita di Cusano. Appena un anno dopo, troviamo Nicola all’Università di Padova, dove nel 1423 conclude lo studio del diritto canonico, conseguen do il titolo di Doctor decretorum. Per un giovane di belle speranze, all’epoca, l’Ateneo patavino era uno dei principali approdi. Padova era un centro culturale che attirava molti studenti da tutta Europa. Fu a Padova che Cusano intrecciò i contatti fondamentali che poi avrebbero caratterizzato tutta la sua esistenza. Qui nacque, non sol tanto l’amicizia con il matematico e scienziato Toscanelli e forse con Leon Battista Alberti, ma anche quella con Giuliano Cesarini, futu 1. Titolo orginale del testo: Nikolaus von Kues – Grundlinien einer Biographie. Versio ne italiana presente nell’opuscolo introduttivo del Convegno di Ascoli Piceno, novembre 2008. Traduzione rivista del testo di Cesare Catà. 29 30 Harald Schwaetzer, Klaus Reinhardt ro cardinale e presidente del Concilio di Basilea, cui Nicola avrebbe dedicato le sue prime opere filosofiche. A partire dal 1425 Cusano fa ritorno in Germania, precisamente a Colonia, dove fu attivo come giurista e insegnò diritto canonico nel la Università locale. Contemporaneamente, si era iscritto alla facol tà di Filosofia e Teologia. Questo fu per Cusano anche un periodo di frequenti viaggi, soprattutto alla volta dell’Italia, di Roma in par ticolare. Il suo nome divenne assai stimato presso i circoli culturali umanistici italiani, nei quali si era soliti dedicarsi alla ricerca di libri antichi. Il “Nicolaus Treverensis”, menzionato con tanta ammirazio ne nelle lettere degli umanisti del tempo, altri non è, come si saprà a partire dal XIX secolo, che appunto Nicola Cusano. Fu Cusano, tra l’altro, a scoprire alcune commedie di Plauto ancora ignote, episo dio immortalato in forma letteraria da Conrad Ferdinand Meyer nel suo racconto Plauto nel convento delle suore (Plautus im Nonnenkloster). Risalgono a queste periodo due chiamate, ricevute da Cusano da parte dell’Università di Lovanio, da poco fondata. Nel 1428 Cusano of frì un primo rifiuto, cui ne seguì un secondo nel 1435, allorquando egli venne convocato insieme all’amico Dionigi di Rickel, monaco e filo sofo, il quale invece accettò. Qualche tempo più tardi, proprio Dionigi avrebbe accompagnato Cusano nella sua missione apostolica. Una tappa decisiva per il giovane Cusano è rappresentata dal Concilio di Basilea. Vi prese parte nel 1432 come segretario di Ulrich von Manderscheid, di cui egli avrebbe dovuto sostenere le ambizioni presso l’ufficio episcopale di Trier. Tuttavia, sin dal primo momen to, Cusano si dedicò in modo quasi esclusivo alle grandi questioni sostanziali del Concilio. Il Concilio di Basilea si annovera tra i cosid detti concili riformatori, ovvero aventi per oggetto una riorganizza zione della Chiesa. La questione centrale, a Basilea, era il rapporto gerarchico tra il Papa e il Concilio. In un primo momento, Cusano prese posizione per il fronte conciliarista, sostenendo cioè il primato del Concilio rispetto al potere papale. In questo periodo, attorno al 1434, egli compone la sua prima importante opera ecclesiologica, il De concordantia catholica. Dopo poco, tuttavia, Cusano ebbe a rivede re la sua posizione, giungendo a sostenere apertamente il Pontefice, da un lato in quanto il fronte conciliarista si era dimostrato incapa parte prima L’idea teologico–filosofica di infinito di Nicola Cusano Tu, Deus meus, es ipsa infinitas abso luta, quam video esse finem infinitum […]. Essentia finis non terminatur seu finitur in alio a fine, sed in se. Finis igi tur, qui est sui ipsius finis est infinitus; et omnis finis qui non est sui ipsius finis, est finis finitus. — De Visione Dei, Capitulum XIII, § 53 39 A caccia dell’infinito ISBN 978-88-548-3688-4 DOI 10.4399/97888548368844 pag. 41-62 Cusano, il bibliotecario di Babele1 Silvia Magnavacca Le pagine che seguono desiderano semplicemente proporre una lettura ragionata, e non già erudita, riguardo alcune questioni cen trali della filosofia cusaniana in riferimento a Jorge Luis Borges. Borges non si riconobbe mai come filosofo: per questa ragione, si procederà anzitutto con un rapido riferimento alle caratteristiche di Borges quale lettore di testi medievali; in secondo luogo, si tenterà di mostrare le nozioni primarie che il poeta aveva di Nicola in modo specifico; infine, si analizzerà in che modo alcune categorie fonda mentali del pensiero di Cusano — e anche il possibile riferimento alle sue problematiche — riemergano in uno dei più celebri racconti borgesiani: La Biblioteca de Babel. Si cercherà altresì di segnalare, nel lo svolgimento del discorso, i critici e gli storici classici, ai quali Bor ges può aver fatto riferimento per ricevere le proprie informazioni ri guardo l’opera cusaniana. Nel Prologo di Biblioteca personal, l’antologia dei suoi autori prefe riti, pubblicata a Madrid nel 1988, Borges afferma: «Que otros se jac ten de los libros que les ha sido dado escribir; yo me jacto de los que 1. Traduzione dallo spagnolo di Cesare Catà e Clara Serrano Diaz. Titolo origina le del testo, gentilmente concesso dall’autrice: Cusano: El bibliotecario de Babel, versione ri veduta e ampliata dello scritto: Ecos cusanos en J.L.Borges: La biblioteca de Babel, in M. Mac chetta, C. D’amico (ed. por), El problema del conocimineto en Nicolàs de Cusa: genealogia y proieccìon, Buenos Aires 2005, pp. 365–376. 41 42 Silvia Magnavacca me ha sido dado leer […] No sé si soy un buen escritor; creo ser un excelente lector o, al menos, un sensible y grato lector»2. Nell’approcciarsi al Borges lettore di testi medievali, si percepisce immediatamente l’acume della sua lettura, evidentemente animata dalle proprie prospettive personali. In questo senso (e non potrebbe essere altrimenti), l’originalità cui siamo di fronte implica un’erme neutica di ciò che viene letto. In quanto lettore, Borges si compor ta come un pesce–spada: si immerge nei testi, vi individua, con chia ra intuizione, l’idea centrale — il nodo — e riemerge per nutrire con esso la propria scrittura. Beatriz Sarlo nota come, con Borges, ci si trovi di fronte a qualcu no «che, paradossalmente, costruisce la propria originalità nella af fermazione della citazione, della riproduzione, della riscrittura di te sti altrui, dal momento che pensa, per principio, la fondazione della scrittura a partire dalla lettura; e che diffida, per principio, della pos sibilità di una rappresentazione letteraria del reale»3. Per quanto ri guarda, in particolare, la lettura di testi medievali, lo scrittore argen tino si approccia ad essi come se fosse sospinto dall’impulso di spie gare a se stesso l’universo. Ciò comporta, ovviamente, una comprensione profonda delle implicazioni di una tesi, di un argomento e, perciò, della sua essen za. Alla luce di ciò, per riprendere da un altro punto di vista le nostre osservazioni critiche, è bene insistere su come sia inesatto afferma re che Borges si sia “avvalso” dei filosofi medievali; piuttosto, egli ha pensato con loro e, dunque, ci aiuta a pensarli. Caratterizzata dalla convinzione che ogni opera sia un’opera aper ta, va sottolineato, ancora una volta, che l’attitudine borgesiana all’approccio dei testi non potrebbe essere più originale e più indi pendente. Per quanto riguarda i testi filosofici e, in particolare, quel 2. «Che altri si vantino dei libri che è stato dato loro scrivere; io mi vanto di quelli che mi è stato dato leggere. Non so se sono stato un buono scrittore; credo di essere però un eccellente lettore o, almeno, un sensibile e grato lettore» ( J.L. Borges, Biblioteca Perso nal, Madrid 1988). 3. B. Sarlo, Borges, un escritor en las orillas, Buenos Aires 1995, p. 18.