LOMBARDIA V° CONGRESSO REGIONALE QUADRI Relazione a cura di Giusy Greco INDICE Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 L’immaginario collettivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 Affrontare la crisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 La governance . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 L’ambiente organizzativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 I lavoratori e gli organici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9 I quadri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Il settore commerciale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 La formazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Puntare sulla sicurezza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 Responsabilita’ sociale d’impresa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Aspetti sindacali e rinnovo del contratto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Quattro anni di coordinamento quadri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 La partecipazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 PREFAZIONE Proiezione: “IL SERVIZIO POSTALE” Spiegata ai bambini dalle pagine di Topolino, l’importanza e il valore sociale intrinseco del servizio postale, come opportunità di relazione e scambio tra le persone, in qualunque parte del mondo e per qualunque stato sociale. In sintesi: un fumetto che descrive un servizio antichissimo, dapprima riservato alla pubblica autorità, poi esteso al popolo e a tutti i paesi del mondo; un servizio che subisce un cambiamento con l’avvento di internet e della posta elettronica e che si evolve con opportunità di sempre nuovi ed efficienti servizi alla clientela. Un fumetto che bisognerebbe sottoporre all’attenzione di politici e manager. In sostanza rappresenta la definizione contenuta nel Trattato Europeo per il completamento del mercato interno dei servizi postali comunitari: “Nella misura in cui costituiscono uno strumento essenziale di comunicazione e di scambio di informazioni, i SERVIZI POSTALI svolgono un ruolo fondamentale che contribuisce agli obiettivi di coesione sociale, economica e territoriale di un Paese e della Unione Europea.” Un ruolo importante anche oggi perché, nonostante l’impegno di tutti i paesi alla riduzione del digital divide, permangono nel mondo ampie fasce di popolazione che per cultura e/o copertura di rete restano ai margini delle nuove forme di comunicazione tecnologica. Parliamo anche dell’Italia. “In Italia il digital divide aumenta implacabilmente rispetto all’Europa. Aumenta insieme agli stipendi e alle stock option dei manager di Telecom Italia. Negli Stati Uniti più del 50% delle famiglie ha la banda larga. La banda larga, non l’ADSL”. “In Italia ci sono zone dove non è coperto neppure il cellulare.” ”I mali di Internet li conosciamo tutti: la copertura territoriale è limitata, ancora assente in numerose aree, mentre i prezzi rimangono tra i più alti d’Europa. Come se non bastasse, la nostra rete ATM è vetusta e satura al punto che nemmeno Telecom individua più un interesse a farci investimenti sopra. Si parla tanto di VoIP e di IPTV ma sono in molti a non accorgersi che, qui da noi, mancano a volte, perfino le condizioni di base per accedere ad Internet.” “Capaci di fare proposte, capaci di dare risposte” L’IMMAGINARIO COLLETTIVO Nell’immaginario collettivo Poste Italiane viene prevalentemente percepita come una azienda di lavorazione e recapito della corrispondenza. La puntualità e la regolarità di questo servizio rappresentano la prima immagine, in positivo o in negativo, dell’Azienda riferita alla qualità ed all’affidabilità dei suoi servizi. Solo in subordine Poste Italiane viene percepita come un’azienda multiservizi e di raccolta di risparmio con una certa affidabile sicurezza in quanto, sempre nell’immaginario collettivo, viene ancora associata allo Stato ed al Tesoro. I vari Governi succedutisi e la stessa Azienda non hanno fatto molto nell’ultimo decennio per affermare la centralità e l’importanza del nostro Servizio Postale nel “Sistema Paese”. Per adempiere ad obblighi comunitari che imponevano la riduzione del monopolio di Poste, il servizio postale italiano è stato in parte disaggregato con l’affidamento di lotti in appalto, vinti da piccole e grandi Agenzie Private che non si sono dimostrate all’altezza del compito. Questo ha generato ingenti disservizi imputati, dall’immaginario collettivo, a Poste Italiane. Alla luce degli scenari di apertura dei mercati postali, altrettanto poco efficace si è dimostrata la volontà e la capacità dell’azienda nell’individuare strategie efficaci a garantire la tenuta del mercato con adeguati investimenti in innovazione di processo e di prodotto. I tempi e i modi con cui sta avvenendo la riorganizzazione del servizio postale evidenziano ancora molte criticità che fanno del settore, a pochi mesi dalla completa liberalizzazione, l’anello debole dell’azienda. Con un ripensamento più generale e con opportuni solleciti interventi, però, potrebbe ancora diventare un punto di forza. Gli altri due elementi di forza dell’azienda sono la rete degli uffici postali e la rete informatica. Nel “Sistema Paese” Poste rappresenta una piattaforma informatica, la cui rete è seconda in Italia solo a quella di Telecom, che consente di fornire una pluralità pressoché illimitata di servizi finanziari, interni ed internazionali, e che consentirebbe di consolidarne la vocazione come braccio informatico della Pubblica Amministrazione. Con questa rete, inoltre, Poste potrebbe anche fornire servizi alle Asl, ai Comuni e alle Scuole, nel campo della archiviazione e dematerializzazione di documenti. Fra i tanti servizi di alto valore sociale offerti negli uffici postali, citiamo l’attività svolta nelle gestione delle richieste e distribuzione delle Social Card che ha rappresentato un positivo esempio di come la struttura e l’affidabilità’dell’azienda si presti allo sviluppo di politiche di welfare e di intermediazione tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione. E di come sia stato possibile rispondere con tempestività ad una esigenza del Governo proprio grazie alla combinazione in un’unica azienda di una rete di sportelli distribuita su tutto il territorio nazionale, di una rete informatica capillare e di un servizio di consegna a domicilio. Di fatto, è stato realizzato il primo vero censimento della povertà in Italia. Queste funzioni altamente sociali, se adeguatamente promosse e sostenute, potrebbero riposizionare il brand di Poste Italiane e rinforzare efficacemente l’immaginario collettivo di un’Azienda di servizi e di comunicazione che sostiene anche la coesione sociale ed economica nel Paese. AFFRONTARE LA CRISI “La crisi economica in corso non risparmia certo un’azienda come Poste Italiane, il cui stato di salute è di per sé da tempo preoccupante, dove servizi, volumi e ricavi in diminuzione pongono seri dubbi sulla tenuta dell’intera azienda.” (Mario Petitto) 4 V° Congresso Regionale Quadri SPL-CISL Lombardia - Sesto S. Giovanni (MI) 8 maggio 2009 “Capaci di fare proposte, capaci di dare risposte” Le strategie per affrontare l’odierna crisi congiunturale dovranno necessariamente muovere da una visione di Poste Italiane nel suo complesso, su tutti i settori dell’azienda, per le ragioni legate alle sinergie ed opportunità offerte dall’integrazione delle sue attività differenziate. L’utile del 2007 è derivato, oltre che dalla vendita di immobili, anche dalla re-immissione in bilancio di accantonamenti a fondo rischi fatti nel 2006. Questo era già un segnale che anche il settore Bancoposta stentava ad accrescere i margini di utile. Il bilancio 2008 è ancora positivo, per il settimo anno consecutivo, ma l’utile si è assottigliato. L’EBIT (un sistema di calcolo del Margine Operativo Lordo) per la prima volta è in calo, perché sono cresciuti gli utili ma sono aumentati anche i costi, pur in presenza di una grave carenza negli investimenti in infrastrutture, strumenti e mezzi. Lo stesso settore Mercato Privati, quindi, non è stato in grado di coprire tutti i costi e le perdite strutturali in alcuni settori di attività del gruppo Poste. In queste condizioni l’annosa questione della separazione dell’azienda tra recapito e bancoposta diventa una soluzione più che mai improponibile e diseconomica. Comunque, ogni eventuale ipotesi di frammentazione dell’Azienda troverà la nostra ferma contrarietà. Il Mercato Privati oggi più che mai, se separato dagli altri settori di attività di Poste (servizi alle imprese, integrazione con la PA, logistica, comunicazione, ecc) avrebbe difficoltà di tenuta e diventerebbe una banca qualsiasi, che non tarderebbe a ristrutturarsi secondo logiche di convenienza economica assumendo rischi comparabili a quelli degli altri istituti bancari presenti sul mercato nazionale ed internazionale. Questa crisi finanziaria, più di ogni altra precedente, ha dimostrato chiaramente le diverse logiche sottostanti alla finanza che nulla hanno a che vedere con la dimensione sociale che Poste Italiane ha avuto fino ad ora e che vorremmo continuasse ad avere. La diffusa percezione dei cittadini clienti e gli stessi lavoratori di Poste Italiane hanno nel loro DNA una vocazione più sociale di attenzione alle comunità e alle persone; da questo traggono in definitiva buona reputazione, orgoglio e motivazione nello svolgere le loro attività. Il Settore Commerciale ha beneficiato fino a poco tempo fa di una certa stabilità in larga parte derivante dai prodotti a garanzia statale, ma sono stati intaccati dalla sfiducia dilagante tutti gli altri prodotti, Poste Vita, Mutui, Prestiti, Fondi e Obbligazioni, anche se tuttora competitivi. Le generali condizioni di difficoltà economiche nell’intero sistema nazionale, le migliaia di lavoratori a rischio nei loro posti di lavoro, le numerose famiglie sempre più in difficoltà, ridurranno sensibilmente ed inevitabilmente la “raccolta”di risparmio ed investimenti. Diventa dunque necessario intervenire per orientare le politiche aziendali, ripensando alle strategie che Poste Italiane dovrà perseguire per far fronte all’attuale crisi economica e finanziaria, indirizzandole verso contenuti e prodotti più etici e meno effimeri di quelli dei mercati finanziari (per antonomasia utili ad arricchire le casse di pochi ed a dileguare i risparmi di molti) verso politiche di investimento nei settori “hard”, cioè più tradizionali e più sociali con sempre maggiore integrazione e servizio al sistema-paese. Ma la realtà è che fare dell’Azienda un riferimento certo per l’intero “sistema paese” non può essere una decisione lasciata solo a Poste Italiane, ma dovrebbe diventare un preciso obiettivo del Governo da perseguire con un’attenta strategia di azione. In questo senso la pressione forte che il sindacato dovrà esercitare è essenzialmente quella sulla politica nazionale, prima che sull’azienda e la sua governance. 5 V° Congresso Regionale Quadri SPL-CISL Lombardia - Sesto S. Giovanni (MI) 8 maggio 2009 “Capaci di fare proposte, capaci di dare risposte” LA GOVERNANCE Come per il resto dell’economia reale mondiale, anche in Poste Italiane la crisi era già presente da tempo, ma sottaciuta e sostenuta artificialmente dalla finanza, come è successo del resto alle banche, ma anche a governi, regioni e comuni. Quasi tutte le imprese di economia reale hanno “retto” fino ad oggi, privilegiando la finanza rispetto alla produzione; Gli utili nei bilanci non scaturivano dalla redditività di prodotti e servizi, ma dalle plusvalenze derivanti soprattutto da manovre sul capitale. Purtroppo ben conosciamo i risvolti di Parmalat che, a fronte di un valore “reale” dell’azienda di 800 milioni di euro, ha fatto finanza per 15 miliardi. E conosciamo tutti le diseconomie di alcuni comuni e di alcune regioni che hanno strutturato i loro debiti, o investito le risorse dei cittadini, alla “roulette” dei prodotti “derivati”. “Ben presto il tentativo della finanza di costruire un mondo parallelo, con la creazione di ricchezza monetaria indipendentemente dalla ricchezza reale, ha mostrato la sua incongruenza. Si è scoperto, nel mondo, che era la finanza a generare l’illusione della prosperità.” Una finanza “virtuale” basata sull’incremento del debito, che ha impoverito le imprese e gli individui e, di contro, ha arricchito smisuratamente il suo stesso sistema, i suoi addetti ed i manager. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna le moltitudini di persone operanti a Wall Street o nella City superavano di gran lunga gli addetti nelle aziende automobilistiche o chimiche. Un numero enorme di “esperti” ed “analisti” che vivevano sugli abnormi guadagni di borsa e sulle provvigioni. E che vorrebbero continuare a farlo. Comprese le banche che guadagnano di più sulle provvigioni che sui finanziamenti alle imprese. Niente a che vedere con l’economia reale! Abbiamo ragione di credere che qualcosa di simile sia avvenuto anche in Poste Italiane. In sostanza, da tempo in Poste Italiane era evidente che il settore investimenti e finanziamenti portava fin troppo facili ricavi. Qualche manager si è cullato nella speranza che tutto potesse proseguire all’infinito, rinviando decisioni ed investimenti sugli altri settori. Anche nel “nostro” caso la poca attenzione di qualche manager, attento ad interessi personali a breve termine, ha giocato un ruolo di rilievo nelle odierne condizioni economiche dell’azienda e dei lavoratori. Non si sono voluti leggere i segnali premonitori che mostravano che gli utili si sarebbero consolidati e sarebbero potuti crescere solo con investimenti in progetti di innovazione e di riorganizzazioni al passo con i tempi. Un ruolo negativo giocato anche dall’assenza assenza di un orientamento strategico dell’azionista pubblico senza il quale Poste Italiane troverà difficoltà nel procedere anche nel futuro. Bisognerà disegnare nuove politiche di governance: Poste Italiane è un’impresa complessa che non può essere gestita da persone che non la conoscono profondamente e che non ne riconoscono l’importanza e le potenzialità. Alla vigilia dell’apertura del mercato postale e con le odierne incerte previsioni economiche, abbiamo la necessità di reclutare e tenere i manager migliori. In alcuni specifici ruoli servono manager capaci e con competenze specifiche, ma anche con un’organica visione d’insieme. Si dovrà maggiormente vigilare affinché le nomine e le competenze siano adeguate alle nostre necessità aziendali. Inoltre, sarà necessario individuare una ridistribuzione delle responsabilità ai vari livelli, che superi un eccessivo accentramento nelle decisioni, anche le più insignificanti. 6 V° Congresso Regionale Quadri SPL-CISL Lombardia - Sesto S. Giovanni (MI) 8 maggio 2009 “Capaci di fare proposte, capaci di dare risposte” Un nuovo modello di “Deleghe al Territorio” è indispensabile, convinti come siamo, che un vero decentramento presenti diversi vantaggi: - evita che gli organi al vertice debbano dedicare il loro tempo a decisioni frequenti e di minore portata, - favorisce la tempestività delle decisioni, in risposta agli stimoli provenienti dall’esterno, - consente una maggiore considerazione degli aspetti operativi e attuativi delle decisioni, - agisce da fattore motivazionale per il personale, - migliora e rende efficaci le Relazioni Industriali sui territori. L’AMBIENTE ORGANIZZATIVO Classifica Best Workplaces 2009 per l’Italia Avremo bisogno anche di rivedere il nostro ambiente organizzativo, prendendo magari ad esempio le esperienze dei 35 migliori posti di lavoro classificati dalla società GPW. Un’elevata qualità dell’ambiente di lavoro migliora il clima lavorativo e presenta anche vantaggi competitivi importanti: maggiore flessibilità degli individui e dei gruppi, una migliore gestione del cambiamento, una propensione all’innovazione, maggiori produttività e qualità del servizio al cliente. La classifica delle migliori 35 aziende italiane è basata sul principio che la qualità di un ambiente organizzativo è data dalle relazioni dell’individuo con tre componenti dell’organizzazione: il Management Aziendale, il Lavoro Svolto e i Colleghi. La prima relazione è caratterizzata dal livello di fiducia reciproca tra management e individuo; la seconda dall’orgoglio per una serie di aspetti che vanno dal lavoro all’immagine dell’azienda, alla sua responsabilità sociale; la terza dal senso di squadra e di amicizia che si respira nell’organizzazione. Per praticità traduciamo questi tre tipi di relazione con i termini Fiducia, Orgoglio e Cameratismo e proviamo a declinarle nella situazione di Poste Italiane. FIDUCIA (relazione tra l’individuo e il management aziendale). Un buon rapporto con i colleghi, una buona retribuzione e benefit particolari sono sicuramente elementi di qualità importanti, ma da soli non sono in grado di determinare l’eccellenza dell’ambiente. Anche l’interesse professionale per il lavoro, pur essendo una componente importantissima per l’autorealizzazione, non può determinare da solo un ambiente eccellente. Il fattore essenziale è la relazione di fiducia tra l’individuo e l’azienda, nelle sue componenti di credibilità, rispetto ed equità Specialmente con i Quadri, l’azienda deve instaurare un clima di fiducia reciproca che oggi scarseggia. Il Ruolo del Quadro è ambiguo e troppo compresso da un eccessivo controllo dei superiori, da troppe ingerenze e richieste di obiettivi spesso in contrasto fra loro. La stessa definizione quadrimestrale del Budget, senza aver reso noto quello complessivo annuale, rappresenta una gabbia troppo vincolante e svilente, che vuole necessariamente condurre per mano l’attività commerciale penalizzando perfino gli exploit positivi. Ma prima ancora della fiducia, nella nostra azienda dobbiamo risolvere la questione relativa alla comunicazione interna. Si è reso necessario, con l’apertura su nostra richiesta di un tavolo regionale, andare a riallineare le politiche di comunicazione interna su basi di correttezza, etica, trasparenza, tempestività e rispetto della dignità individuale. Questa infatti è stata la nostra priorità portata al tavolo regionale per Quadri, Dup e Specialisti, nel quale abbiamo preteso il miglioramento della comunicazione interna e quello dell’ascolto e del sostegno nei casi di criticità. 7 V° Congresso Regionale Quadri SPL-CISL Lombardia - Sesto S. Giovanni (MI) 8 maggio 2009 “Capaci di fare proposte, capaci di dare risposte” Solo con queste basi può instaurarsi la credibilità e il rispetto reciproco: elementi imprescindibili di un rapporto di fiducia; come del resto lo è la percezione di equità, da tempo intaccata anch’essa da una gestione poco trasparente dei premi meritocratici e dal fenomeno di assunzioni dall’esterno che, a parità di competenze, maturano stipendi molto più considerevoli. ORGOGLIO (relazione tra l’individuo e il lavoro che svolge). Ne abbiamo parlato all’inizio della relazione. I lavoratori di Poste Italiane hanno nel loro DNA la propensione agli aspetti sociali del loro lavoro, sono orgogliosi della fiducia della gente comune che si sono nel tempo conquistata con onestà e trasparenza, grazie anche a diversi prodotti e servizi offerti strutturati su queste basi. Diversamente è stato per altri prodotti, che si sono rivelati “tossici” o poco affidabili, nonostante fossero stati presentati come “sicuri” agli stessi dipendenti. Ogni mese si allunga la lista dei prodotti “intossicati” e non è dato sapere ancora quanti dovranno essere “trasformati” a causa di incaute cartolarizzazioni che certamente sono sembrate molto appetibili a qualche manager, ma hanno “importato” un rischio molto alto per la nostra clientela e anche per la nostra azienda. Perché nessuno ci ha informati delle cartolarizzazioni effettuate e introdotte in alcuni prodotti? Perché, nei corsi di formazione, non ci hanno detto che nemmeno i rating erano affidabili perché basati sulla qualità degli emittenti e non dei sottostanti? Ultimamente ci siamo un pò vergognati di aver ceduto di fronte alle insistenti pressioni commerciali e ai miraggi di premi correlati per essere venuti meno, nostro malgrado, ai nostri principi di chiarezza, trasparenza e affidabilità nei confronti di clienti che da tanto tempo ben conosciamo. Ancora oggi, pressati quotidianamente e male informati, proponiamo obbligazioni (anche quelle “strutturate”) a clienti senza propensione al rischio, come fossero Titoli di Stato, senza la conoscenza dei “sottostanti”. Allo stesso modo proponiamo anche Fondi a capitale garantito: una vera manna solo per collocatori e strutturatori in termini di commissioni caricate nel pacchetto. Nel settore Bancoposta e Investimenti vogliamo vendere prodotti più semplici e meno rischiosi e pretendiamo la formazione e l’informazione adeguate per i prodotti finanziari più complessi. Ecco come viene presentata l’attività commerciale negli uffici postali, da Marco Fratini (giornalista) e da Lorenzo Marconi (analista finanziario) nel loro libro “Vaffanbanka!”(Ed. Rizzoli): Pillola di vita vissuta Un bel giorno un signore chiede all’impiegata se può avere qualche informazione sui fondi distribuiti da Poste Italiane. Questa si gira, prende un opuscolo dallo scaffale ed esclama: “non so bene come funziona, ma l’anno scorso ha reso il 7%”. Se pensate ancora a un luogo dove fate interminabili code e dall’altra parte del vetro c’è sempre qualcuno con l’accento meridionale (…) allora vi siete persi la novità: da anni anche le “Poste” distribuiscono in scioltezza, e con gioia del fatturato, prodotti finanziari di vario genere. Dopo la cura Passera e la brillante gestione di Sarmi, sono diventate soprattutto, badate bene, soprattutto, distributrici di servizi finanziari: assicurazioni e fondi venduti tra una raccomandata e un pacco; mutui e leasing spacciati tra una bolletta e l’altra. La spedizione della posta, allora? Quella non è più prioritaria. E adesso alzi la mano chi ha ancora il coraggio di lamentarsi della scarsa preparazione degli impiegati di banca. 8 V° Congresso Regionale Quadri SPL-CISL Lombardia - Sesto S. Giovanni (MI) 8 maggio 2009 “Capaci di fare proposte, capaci di dare risposte” Sembra una caricatura, ma noi sappiamo che in tanti uffici è davvero così. E non è certamente motivo di vanto! Per questo chiediamo all’azienda di riprendere con la dovuta attenzione e con il sostegno in termini di investimenti, quelle attività di interesse sociale che da sempre hanno costituito l’immagine di Poste Italiane e di restituirci l’orgoglio di lavorare in un’azienda più vicina alla gente. CAMERATISMO (relazione tra l’individuo e le altre persone dell’azienda). Le riorganizzazioni, le parcellizzazioni continue di ambiti di responsabilità, le criticità legate a mancanza di mezzi adeguati e di personale, le distorte politiche meritocratiche, le disattenzioni nelle spalmature dei budget, hanno creato un ambiente lavorativo con una competizione interna troppo spinta. L’azienda si è dimostrata fino ad oggi incapace di costruire un sistema di budgeting finalizzato a trasmettere coerentemente i valori e i comportamenti attesi. Così come è attualmente costruito, genera divisione fra i lavoratori anziché alimentare un sano spirito di squadra. Le fratture sono generate dalla coscienza, maturata in anni di esperienza, che i premi non sono equamente distribuiti, che manca il reale sostegno del settore Commerciale, che le spalmature si realizzano senza l’analisi preventiva delle risorse e dei mezzi a disposizione, senza la dovuta attenzione al territorio o al “portafoglio clienti” o peggio ancora, nel tentativo di privilegiare alcuni a discapito di altri. Nel corso degli anni il sistema obiettivi/ricompense si è sempre più incrinato nell’aspetto motivazionale essendo emerse grosse sperequazioni nei trattamenti. Nella stesura e assegnazione di obiettivi non e’ prevista nessuna revisione o discussione, nemmeno a fronte di inesattezze documentabili. Il budget è un assioma valido a prescindere da qualsiasi possibile considerazione di merito. Analoga blindatura viene mantenuta in corso d’opera pur a fronte di sopravvenute criticità. Pressante e pericolosa sta diventando la percezione di disequità anche fra gli sportellisti, ancora troppo marginalizzati rispetto al sistema incentivante. L’ultima ulteriore differenziazione di obiettivi e premi fra i diversi livelli genera la “schizofrenia” di una popolazione lavorativa dove ciascuno “corre per sé” e non per la “squadra” tanto sbandierata nelle riunioni. La nostra organizzazione, a livello nazionale, dovrà necessariamente incalzare l’azienda anche sulle scelte strategiche con una supervisione degli obiettivi e del sistema incentivante correlato, ma anche della qualità dei servizi e prodotti offerti. A livello territoriale invece si dovranno poter discutere le spalmature, e i portafogli clienti dei commerciali business, al fine di garantire equità di trattamento e pari opportunità di accesso ai premi. I LAVORATORI E GLI ORGANICI Negli ultimi anni, i lavoratori di Poste Italiane, hanno vissuto continue riorganizzazioni e innovazioni di servizi e prodotti. La crisi in atto da tempo, accelera i processi. L’azienda mette continuamente in campo nuovi progetti, con una fretta che non consente una preventiva doverosa sperimentazione e con risultati che spesso non coincidono con quelli attesi. Pensiamo per esempio alle istallazioni dei Totem. Un progetto che ha richiesto ingenti risorse e che ha pesantemente influito sulla determinazione del personale alla sportelleria, ma che non ha dato i risultati sperati. L’utilizzo da parte della clientela si attesta, nella maggior parte degli uffici della Lombardia, su tre/quattro operazioni a trimestre. Il 2009 sarà certamente ancora un anno di innova- 9 V° Congresso Regionale Quadri SPL-CISL Lombardia - Sesto S. Giovanni (MI) 8 maggio 2009 “Capaci di fare proposte, capaci di dare risposte” zioni e riorganizzazioni, ma sarà indispensabile sostenere con ogni iniziativa utile i lavoratori che ormai a fatica tengono il passo con un’offerta tanto diversificata (i prodotti e i servizi offerti, non si contano più) e tanto mutevole. Altrettanto difficile sarà aumentare ulteriormente la produttività degli addetti agli sportelli e al recapito, essendo una produttività già alta e a ritmi sostenuti. Fondamentale sarà riaprire la discussione sugli organici alla sportelleria e al recapito. L’azienda si ostina a negare il problema ponendolo solo come una “questione di costi” secondo un’ottica miope e di breve periodo. Un’attenta valutazione complessiva invece dovrebbe imporre una diversa visione che consideri l’adeguamento dei fabbisogni come un investimento nel tempo in termini di aggressione del mercato e presidio del territorio. Pensiamo a quanto è costata la dissennata politica dell’utilizzo di personale a tempo determinato al recapito e alla logistica, in termini di contenziosi e assunzioni imposte dai giudici del lavoro. Lo stesso sta avvenendo con le prime sentenze per la sportelleria. La questione degli organici assume ancor più rilevanza ed urgenza per assicurare qualità ed efficienza nel settore postale, dove la differenza tra competitors sarà sempre di più data dalla qualità e non dalla quantità dei servizi offerti. Mentre nel settore sportelleria gli organici dovranno essere adeguati per ridurre le attuali condizioni di stress e garantire la possibilità di acquisire nuove commesse legate alla Pubblica Amministrazione. Va considerato anche il fatto che le remunerazioni dei dipendenti rimangono ancora inferiori rispetto a mansioni equiparabili di altre aziende e, se si vuole davvero mantenere la spinta motivazionale, si dovranno dare risposte economiche adeguate alle professionalità richieste. I QUADRI Lo stesso surmenage lavorativo insiste da tempo, sempre più incalzante, sui Quadri di azienda, in ogni settore, conseguenza oggettiva della competizione esasperata tra le imprese ma anche tra gli stessi settori interni. Le pressioni lavorative sono sempre più insistenti, oggi ancora più accentuate dalla crisi economica. Assistiamo anche nella nostra azienda al moltiplicarsi di quegli ambienti di lavoro dove il culto della produzione finisce per ghettizzare quanti non si adeguano a questa ideologia. “La dittatura del risultato, il senso di precarietà, l’obbligo di ridurre i costi, l’investimento emotivo nell’azienda e l’obiettivo da raggiungere ad ogni costo, sono spesso concause del terrorismo psicologico che si genera sul posto di lavoro.” La continua riduzione degli organici espone manager e Quadri a pressioni sempre più forti. Così come la rapida evoluzione delle competenze necessarie per svolgere ai massimi livelli la professione. L’azienda si rivela restia a investire nell’aggiornamento professionale dei lavoratori più anziani preferendo invece assumere lavoratori che sono già in possesso di quelle conoscenze ed offrendo loro stipendi molto più alti dei colleghi in pari posizioni. In generale tutta la formazione è svolta più come un atto formale che nell’interesse comune, di lavoratori e azienda, di generare maggiori conoscenze e competenze interne. In azienda è certamente utile mantenere una buona dose di tensione produttiva, ma se questa diventa eccessiva si cade in una patologia della competitività che fa entrare il sistema produttivo in corto circuito. Chi ne viene colpito lavora poco e male, si assenta spesso per malattia, diventa un peso per tutta l’azienda. Si spegne ogni forma di collaborazione tra dipendenti e si riducono gli scambi di informazioni indispensabili per creare lo spirito di gruppo. Cresce la demotivazione. 10 V° Congresso Regionale Quadri SPL-CISL Lombardia - Sesto S. Giovanni (MI) 8 maggio 2009 “Capaci di fare proposte, capaci di dare risposte” Se vogliamo davvero ottenere migliori risultati l’Azienda non può prescindere da un rinnovamento interno nella gestione delle persone. Serve un’innovazione complessiva degli stili di leadership, che devono passare da un governo autoritario ad uno più democratico nel quale i dirigenti coinvolgano i Quadri nel partecipare alle decisioni, con atteggiamenti di fiducia e incoraggiamento in un clima emozionale interno gradevole. Oggi l’eccessiva centralizzazione dei processi erode il ruolo dei Quadri e lo fa entrare in crisi di identità, di contro ne aumenta esponenzialmente le responsabilità anche se sempre meno correlate al principio di controllabilità. L’azienda sembra non in grado di percepire che la mancanza di autonomia e di comunicazione, la non motivazione, e l’assenza di gratificazioni e di sostegno, sono le condizioni in cui il lavoratore produce peggio e di meno. “Le imprese devono trasformarsi da “azienda macchina” ad “azienda essere vivente”, contribuendo alla diffusione al proprio interno di benessere, creatività, comunicazione e processi decisionali condivisi.” Tra gli altri aspetti di cultura aziendale occorrerà affrontare anche la questione relativa al contenuto intrinseco del lavoro come portatore di valori sani ed etici. Valori che devono manifestarsi su tutti i livelli di relazione, interna ed esterna, attuando un vero codice etico anche “dentro” l’impresa. “Un lavoro svolto in privazione della dignità ha un contenuto di per sé tossico per l’azienda, per il gruppo, per la clientela e la collettività.” Il tavolo regionale aperto sulle problematiche di Quadri, Dup e Specialisti, ha avuto come prioritario aspetto di confronto proprio quello della tutela della dignità dei lavoratori, attraverso la richiesta di una decisiva inversione di rotta nella qualità e nella modalità della comunicazione interna. E’ il Settore Commerciale, Retail e Business, quello che risente maggiormente di pressioni, spin- te spesso al limite della lesione della dignità personale, di continue convocazioni fuori orario, di mancanza di regole in termini di orario di lavoro, trasferte e straordinari e di troppe sovrapposizioni di ruoli e responsabilità. L’apertura di un confronto con l’azienda relativo a queste figure, è una conquista tutta lombarda che ci consentirà nel tempo, attraverso tutte le successive calendarizzazioni, di affrontare nello specifico gli argomenti più pressanti e quelli che via via si presenteranno sui territori. L’accordo regionale del 18 marzo ribadisce la necessità di migliorare il clima aziendale e definisce in particolare l’ambito di competenza dei responsabili di RR.UU. che dovranno più attentamente vigilare sugli aspetti comunicativi interni e mantenere costantemente l’attenzione sul clima, attraverso visite negli uffici ed interviste ai lavoratori. Un ulteriore ambito relazionale per il quale abbiamo richiesto maggiore controllo è quello tra il livello Area Territoriale (Country) e il livello di Filiale, dove da tempo denunciamo disomogeneità di condotte e di interventi fra le varie Filiali della regione. I dirigenti regionali spesso ammettono “libere distorsioni” operate dalle Filiali nonostante precise disposizioni diramate. Ci riferiamo purtroppo anche a questioni di Relazioni Industriali e di accordi stipulati al tavolo regionale che poi non trovano le conseguenti e attente attivazioni sui territori. Il prossimo incontro verterà sugli aspetti gestionali e quindi nello specifico degli ambiti di decisionalità, progettualità ed effettiva responsabilità dei DUP, alla luce delle troppe e continue ingerenze dall’alto che, di fatto, vanno a modificare i modelli di controllabilità dei fenomeni. Gli esempi più lampanti sono quelli della gestione delle ferie del personale, dove per gli Specialisti detta legge il Responsabile Commerciale e per gli sportel- 11 V° Congresso Regionale Quadri SPL-CISL Lombardia - Sesto S. Giovanni (MI) 8 maggio 2009 “Capaci di fare proposte, capaci di dare risposte” listi il Responsabile Operazioni, essendo spesso subordinate alla effettiva disponibilità di sostituzioni. Lo stesso avviene per il settore recapito, per il contenimento dell’assenteismo, per le valutazioni, per l’assegnazione di obiettivi individuali agli sportellisti, per i KPI, per gli straordinari, ecc. Si tratterà quindi di affrontare gli ambiti del Ruolo e ridefinirne i confini di pertinenza. IL SETTORE COMMERCIALE Il settore commerciale di Poste italiane pur costituendo il fiore all’occhiello dell’azienda soffre di criticità organizzative che ne limitano le potenzialità. Nei ruoli, nelle funzioni, nelle gerarchie, nei mezzi messi a disposizione, nei budget e nei premi, nelle filiere di lavorazione, si rilevano distorsioni che “inceppano” l’operatività e producono effetti di demotivazione. L’intera organizzazione necessita di una rivisitazione a partire dalla distribuzione delle responsabilità e delle deleghe. Manca a nostro avviso, la funzione di un responsabile in capo a tutti i settori che sia in grado di coordinare e rendere efficace l’intero sistema e che costituisca il punto di riferimento al di sopra di logiche individualistiche e di settore. Tutte le criticità particolari del sistema commerciale (Retail e Business) sono state ampliamente trattate ed espresse nell’Opuscolo sul Settore Commerciale, l’espressione tangibile dell’interesse della SLP-CISL Lombardia nei confronti di un settore che, esploso in breve tempo, veniva considerato dall’azienda una sorta di “terra di nessuno” dove norme e contratti di lavoro venivano liberamente bypassati. Alcune situazioni rimangono fuori dalle regole, sostenute anche dalla difficoltà dei singoli di far valere i propri diritti, e su queste manterremo il nostro impegno di attenzione. LA FORMAZIONE Arriva anche per Poste l’adesione ai fondi interprofessionali, a partire da giugno 2009. I fondi paritetici interprofessionali per la formazione continua sono organismi di natura associativa promossi dalle organizzazioni di rappresentanza delle Parti Sociali attraverso specifici accordi interconfederali stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale. Nel corso del 2003, con l’istituzione dei primi 10 fondi paritetici interprofessionali, si è realizzato quanto previsto dalla legge 388 del 2000, che consente alle imprese di destinare la quota dello 0.30% dei contributi versati all’INPS ( il cosiddetto “ contributo obbligatorio per la disoccupazione involontaria”) alla formazione dei propri dipendenti. Con l’adesione al fondo interprofessionale l’Azienda fa richiesta all’INPS di trasferire il contributo a Fondoimpresa, che provvederà a finanziare le attività formative per i lavoratori. Il Fondo finanzia piani formativi aziendali, settoriali e territoriali, che l’impresa stessa singolarmente o associata, deciderà di realizzare per i propri dipendenti. Con le modifiche introdotte dall’art. 48 della legge 289/02, i Fondi Interprofessionali posso anche finanziare piani formativi individuali e ulteriori attività propedeutiche connesse alle iniziative formative. Questo costituisce un ulteriore possibilità per aziende e lavoratori di attivazione di quella formazione continua necessaria oggi a rispondere ai continui cambiamenti imposti dal mercato. Per i lavoratori si tratta di una specie di assicurazione a garanzia della tenuta occupazionale.. Contemporaneamente all’interno di Poste, il Fondo di Solidarietà continuerà a finanziare la formazione “interna”, definita dall’Ente Bilaterale per la Formazione. Il programma di massima per il 2009, presentato 12 V° Congresso Regionale Quadri SPL-CISL Lombardia - Sesto S. Giovanni (MI) 8 maggio 2009 “Capaci di fare proposte, capaci di dare risposte” all’ultima riunione, definisce tre importanti dorsali di azione: - iniziative mirate al sostegno del business, dell’innovazione e della cultura d’impresa; - rilancio dei “formatori interni” e sviluppo delle politiche di e-learning; - valorizzazione dei meccanismi di finanziamento (fondo di solidarietà, fondi interprofessionali, fondi Comunitari). Uno schema sicuramente condiviso ma nel quale è importante entrare nel merito delle specificità e nelle modalità di erogazione e fruizione. Ad oggi l’Azienda ha condotto l’attività dell’Ente Bilaterale a semplice organo di ratifica dei progetti, esulando dall’impegno necessario di concertazione e costruzione condivisa delle iniziative. All’Ente Bilaterale viene di fatto impedita l’attenta attività di analisi preventiva dei contenuti e delle modalità della formazione, e della loro reale corrispondenza agli obiettivi e valori aziendali. La formazione così come espletata oggi, con un eccessivo ricorso all’e-learning, non risulta efficace. I giudizi dei lavoratori/fruitori rappresentano una generalizzata superficialità (come se si realizzasse più per “dovere” che per volontà di sviluppo delle competenze) che si manifesta nei contenuti, nei tempi e nei modi di realizzazione. Troppo superficiali per esempio, si sono rivelati i corsi (on-line) riguardanti ambiti di responsabilità penali e amministrative come quelli su D.Lgs. 231 (Responsabilità amministrativa degli enti giuridici) e D.Lgs. 81 (Testo Unico in tema di Salute e Sicurezza sul lavoro). Pochi lavoratori hanno davvero percepito la responsabilità sottesa e “scaricata” dall’azienda sui singoli lavoratori e sui Preposti. Nonostante gli slogan aziendali sulle ore di formazione effettuate on-line, i lavoratori dichiarano che è una modalità di formazione “che non lascia traccia” perché frettolosa, svolta durante l’orario di lavoro, nell’assenza di postazioni dedicate e quindi senza concentrazione, assimilazione e il mantenimento nel tempo delle nozioni apprese. Per affrontare la complessità delle normative vigenti e per superare le attuali condizioni di mercato è necessario che l’Azienda riveda i processi di formazione affinché siano davvero promotori di un cambiamento e di una evoluzione delle competenze interne. Sempre in tema di formazione restano da definire i progetti “Personale Over 50” e “Valorizzazione delle specificità femminili” definiti da un Accordo Nazionale dello scorso anno, tesi ad eliminare ambiti di ghettizzazione e di “non pari opportunità” su basi anagrafiche e di genere. PUNTARE SULLA SICUREZZA! La questione “sicurezza” è da tempo al centro della azione politica dell’SLP. Quando parliamo di sicurezza intendiamo riferirci non solo al tradizionale concetto di prevenzione degli infortuni, ma anche a quella condizione di più generale benessere determinata dall’ambiente e dall’organizzazione del lavoro. Per ciò che riguarda i Quadri, sicurezza significa anche tutela nell’espletamento delle funzioni di Preposto e nelle responsabilità contabili ed amministrative. In questo senso sicurezza è anche adeguata formazione e sistemi informatici che aiutino a snellire l’operatività manuale e la possibilità di errori quando si tratta di Contratti, Mifid e Antiriciclaggio. Il D.Lgs 81/2008, anche se indebolito dal recente “schema di decreto” emanato dal Governo, ha come idea fondante quella della centralità e determinanza del processo di valutazione dei rischi e del documento corrispondente (DVR). 13 V° Congresso Regionale Quadri SPL-CISL Lombardia - Sesto S. Giovanni (MI) 8 maggio 2009 “Capaci di fare proposte, capaci di dare risposte” La valutazione dei rischi non è certo una novità, ma l’operazione innovativa svolta dal legislatore è stata quella di delineare un modello di intervento coerente e sistemico, che vede nell’analisi dei rischi il cardine centrale sul quale andare a far convergere tutte le azioni e i comportamenti dei soggetti aziendali, al fine di realizzare una migliore prevenzione per i lavoratori e le lavoratrici in azienda. Il processo di analisi segue un processo che parte dalla componente umana, impegnata in azienda, secondo un’ottica di tipicità data dalle risorse umane impiegate, prevedendo elementi potenziali di rischio a carattere trasversale quali: le differenze di genere, l’età, la provenienza da altri paesi. Inoltre tiene conto anche delle modalità organizzative e delle condizioni di lavoro previste. Le novità a nostro avviso, più interessanti, perché rappresentano un decisivo salto di qualità, sono le seguenti: - l’obbligo di valutazione dei rischi rappresentati da condizioni di stress lavoro-correlato; - l’obbligo di valutazione dei rischi alla luce delle differenze di genere; - l’obbligo di programmazione degli interventi di prevenzione, tenendo anche conto dell’influenza dei fattori dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro. Il legislatore ha tenuto conto del principio di benessere in azienda come condizione necessaria affinché si riducano le malattie psichiche generate da ambienti di lavoro malsani, nel rispetto dell’Accordo Europeo sullo stress da lavoro; ha considerato le significative presenze di lavoratrici in molti ambiti di lavoro e, per la prima volta si è attestato che anche gli orari di lavoro rappresentano potenziali fattori di rischio, le trasformazioni aziendali e le …pressioni commerciali. In altri termini, la pressione per produrre sempre di più, in minor tempo e con minori costi è già in sè una forma di stress che può trasformarsi in vera e propria molestia se reiterata nel tempo. I dipendenti più anziani rischiano maggiormente di essere espulsi dal mondo del lavoro e sono le maggiori vittime di pressioni e mobbing. Questi argomenti sono stati ampiamente trattati negli opuscoli sul Commerciale e sul Preposto, redatti dalla Segreteria e dal Coordinamento Quadri Lombardia inviati a tutti gli uffici e Centri di distribuzione della regione. Il coordinamento inoltre sostiene la campagna nazionale di sensibilizzazione e di coinvolgimento diretto dei lavoratori: “Lavoro + sicuro, futuro + sereno”. RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA: SOLO UNA QUESTIONE DI IMMAGINE? Nel luglio del 2007 il Protocollo d’Intesa, sottoscritto da azienda e OO.SS. ci fece gioire: Poste Italiane si dichiarava una Azienda Socialmente Responsabile. Dichiararsi Socialmente Responsabile, per una azienda non è un obbligo di legge, ma un atto volontario che dichiara l’impegno di andare al di là dei requisiti minimi legali nei suoi rapporti con tutti coloro che, in modo diretto o indiretto, sono toccati dalle attività svolte. E quindi nei rapporti con tutti i portatori di interesse, l’azienda si assume, delle responsabilità. Per citarne solo alcune: - responsabilità ad investire e far crescere “il capitale umano”; - creare ambiti lavorativi di benessere e sicurezza, - offrire condizioni di lavoro dignitose ai dipendenti e a garantire gli stessi diritti ai dipendenti di eventuali aziende appaltatrici; - favorire politiche di occupazione; - rispettare l’ambiente; - impiegare in modo responsabile i fondi che le sono stati affidati dai risparmiatori; - garantire la qualità dei propri prodotti e servizi. 14 V° Congresso Regionale Quadri SPL-CISL Lombardia - Sesto S. Giovanni (MI) 8 maggio 2009 “Capaci di fare proposte, capaci di dare risposte” Per capirci meglio, sono state imprese “irresponsabili”: Cirio, Parmalat, Bipop-Carire di Brescia, Enron, solo per fare alcuni esempi noti. L’immagine esterna che Poste offre di sé, dichiarandosi Impresa Responsabile, è quella edulcolorata di un’azienda sana ed etica, che pone la sua attenzione alla “centralità della risorsa umana” e alla sicurezza degli ambienti di lavoro. Molti argomenti rappresentati nelle parti precedenti di questa relazione, uniti alla nostra quotidiana esperienza sui luoghi di lavoro, ci riportano una “fotografia” diversa da quella pubblicizzata. Facciamo un esempio. Il 25 luglio 2008 il Ministro del Lavoro Salute e Politiche Sociali, Sacconi, si fa promotore di una iniziativa che ambisce a ricostruire un welfare capace di riproporre la centralità della persona e della sua salute, chiedendo alle aziende nuovi e diversi interventi in questo senso. Poste Italiane annuncia il suo “responsabile” posizionamento con queste attività: - l’introduzione nel CCNL della flessibilità lavorativa (una necessità per l’azienda); - il progetto “Reti Amiche” (che comunque porta ricavi); - una attività sociale sostanziata dal piano asili nido per le lavoratrici (uno solo, a Roma EUR); - l’istituzione del telelavoro (siamo ancora agli embrioni); - il progetto Poste Aperte ai figli dei dipendenti (in quali uffici?); - l’ora etica devoluta dal personale di Poste a favore di una iniziativa umanitaria (dal personale, non dall’azienda); - le adozioni a distanza; - un impegno a ridurre il fenomeno del “digital divide” fra i disabili presenti in azienda (altrimenti sarebbero improduttivi); - il protocollo sulla responsabilità sociale d’impresa (ad uso esterno ma in buona parte inattuato all’interno). Analizzando nel dettaglio queste attività “sociali”, siamo sempre più convinti che spesso queste esternazioni rappresentano solo l’immagine che una azienda vuole dare di sé all’esterno, perchè oggi gli investitori sono più attenti ai contenuti etici delle imprese. La realtà è diversa, noi lo sappiamo. Servirà pertanto una maggiore attenzione del Sindacato affinché le politiche di Responsabilità Sociale trovino condizioni pratiche di realizzazione all’interno dell’azienda. ASPETTI SINDACALI E RINNOVO DEL CONTRATTO Nel prossimo contratto, che dovrà necessariamente essere di settore, si dovrà porre grande attenzione al miglioramento della qualità del lavoro; ad un reale adeguamento dei redditi; a favorire il ricambio generazionale; ad estendere la rappresentanza; a migliorare le tutele in materia di salute e sicurezza; ad ampliare la partecipazione dei lavoratori all’interno dell’azienda; a rendere più efficaci le politiche di Responsabilità Sociale d’Impresa. L’abbandono da parte del Governo della politica dei redditi ha determinato, con il forte aumento dei prezzi al consumo, l’impoverimento dei lavoratori. Le differenze nella distribuzione del reddito si sono abnormemente accentuate tra lavoratori e manager. Una buona opportunità di riequilibrio è data dalle nuove regole stabilite dalla riforma degli assetti contrattuali sottoscritta il 15 aprile 2009 da Governo e Parti Sociali. Sarà necessario, quindi, ottenere il potenziamento dell’autorità salariale del sindacato e il miglioramento della distribuzione dei benefici derivanti dalla crescita della produttività dell’azienda. Poste italiane per il 2008, ha dichiarato utili per 460 milioni. Questa certamente è una buona base di partenza per la definizione del Premio di Produttività e 15 V° Congresso Regionale Quadri SPL-CISL Lombardia - Sesto S. Giovanni (MI) 8 maggio 2009 “Capaci di fare proposte, capaci di dare risposte” poi per richieste di aumenti contrattuali dignitosi. In particolare per la categoria dei Quadri: - il trattamento economico deve essere adeguato alla pesatura effettiva delle tante attività richieste; - per ciò che riguarda la parte normativa si rende imprescindibile una più puntuale definizione del ruolo e degli ambiti di responsabilità; - con la pesatura delle responsabilità si potranno anche definire più livelli di inquadramento rispetto ai 2 attuali, troppo vincolanti per i percorsi di carriera; - la parte normativa dovrà inoltre contenere migliori definizioni e aspetti migliorativi per quanto concerne sviluppi di carriere, valutazioni, diritto alla formazione, coperture assicurative e diritti all’assistenza legale; - non vanno sottovalutate inoltre le necessità di maggiore professionalizzazione, di un lavoro che non è più solo azione ma anche relazione, della ricerca di riconoscimenti individuali e possibilità di sviluppo delle proprie capacità individuali attraverso l’introduzione del bilancio di carriera. Per quanto riguarda l’aspetto delle relazioni industriali, le nuove dinamiche aziendali ne rendono necessaria una revisione verso un sistema più partecipativo. La turbolenza dei mercati ha evidenziato la tendenza a scaricare sui lavoratori e sulle comunità, una parte crescente dei rischi d’impresa. Una tutela adeguata sta sempre più nella capacità di incidere sulle scelte strategiche d’azienda piuttosto che nella gestione delle ricadute. Vogliamo dare maggiore forza al sindacato affinché promuova e inneschi politiche industriali basate sull’etica e sula qualità dei servizi offerti. Dal punto di vista della rappresentanza sindacale bisogna potenziare le politiche di concertazione, soprattutto quelle territoriali più vicine ai problemi quotidiani dei lavoratori, rafforzando le azioni di formazione dei dirigenti sindacali affinché siano meglio preparati ad affrontare il cambiamento che si sta delineando. Soprattutto a fronte del fatto che efficienza e competitività delle aziende dipendono sempre più dall’apporto consapevole dei lavoratori, della loro valorizzazione professionale e personale, dalla capacità del sindacato di promuovere la comprensione dei meccanismi aziendali e la possibilità d’influenzare la decisioni strategiche delle imprese. Le politiche interne organizzative dovranno tenere conto della necessità di una maggiore presenza di rappresentanti sindacali nei posti di lavoro per aumentare la sindacalizzazione dei lavoratori e la loro informazione sulle attività e sulle strategie aziendali. Una maggiore informazione su questi due aspetti rafforza la coscienza del lavoratore e ne riduce l’incertezza, oltre ad alimentare il proselitismo. QUATTRO ANNI DI COORDINAMENTO QUADRI L’SLP-CISL ha accresciuto il numero degli iscritti, nonostante i molti pensionamenti e la riduzione del turn-over in azienda: segnale questo, del “senso della vicinanza” che siamo stati in grado di alimentare tra i lavoratori grazie all’impegno costante degli attivisti e alla nostra coerenza. Anche i Quadri iscritti alla nostra Organizzazione sono cresciuti: al 31 dicembre 2008 in Lombardia abbiamo toccato quota 739 iscritti su 1580 Quadri presenti in azienda. Abbiamo vinto anche le elezioni RSU del Collegio Quadri di Milano. L’impegno e la sinergia con la Segreteria Regionale hanno consentito un’attività sostenuta che nel dettaglio di seguito rappresentiamo. - 82 Assemblee Quadri Territoriali. - 28 Consulte Regionali Quadri. 16 V° Congresso Regionale Quadri SPL-CISL Lombardia - Sesto S. Giovanni (MI) 8 maggio 2009 “Capaci di fare proposte, capaci di dare risposte” - Corso di Formazione per Coordinatore Quadri Territoriale” nei 7 moduli (corrispondenti a 7 giorni di lavori): Il ruolo La comunicazione efficace Lavorare insieme Partecipare alle riunioni Parlare in pubblico La comunicazione assertiva Definizione e realizzazione degli obiettivi - Corso di formazione su legge 626 per i Preposti (docente Angelico Corti). - Seminario itinerante “Cos’è un Budget” su tutti i territori. - Seminario “Gestione dello Stress” (per Coordinatori) Pubblicazioni: Il Giornale dei Quadri Guida agli Accessi in 3270 Dizionario dei Termini Finanziari Il Settore Commerciale in Poste Italiane Il Preposto zione e della solidarietà ricordando che: prima dei diritti vengono i doveri! Questa la lezione di Ghandi, imparata da sua madre, che “tutti i diritti degni di essere meritati e conservati sono quelli che derivano dal dovere compiuto”. Una società e un’ associazione formata da individui persuasi di avere soltanto diritti, degenera nel dominio dei prepotenti sui deboli e dei furbi sugli onesti. In categoria in questi anni abbiamo lavorato anche su questo, nel diffondere una coscienza di appartenenza, di partecipazione attiva e di solidarietà. È questo il percorso di crescita insieme che ci aspetta, il vero salto di qualità che l’organizzazione ci chiede. Solo così saremo più autorevoli e più forti nelle nostre rivendicazioni. LA PARTECIPAZIONE Spetta agli iscritti, in definitiva, giudicare l’attività e proporre per il futuro nuove iniziative. Da parte nostra, senza autocelebrazioni, ci sentiamo di poter affermare di aver fatto del nostro meglio, grazie anche all’ attenzione alla categoria dimostrata dalla Segreteria Regionale. Ai lavoratori tutti, ma in special modo ai Quadri, per le loro capacità, peculiarità e competenze, chiediamo più attenzione e più partecipazione alle attività del sindacato: quello di categoria ma anche quello confederale. Con la nostra categoria e con la nostra confederazione dobbiamo condividere i valori della tutela, dell’uguaglianza, della dignità sociale, della partecipa- LOMBARDIA V° CONGRESSO REGIONALE QUADRI 17 V° Congresso Regionale Quadri SPL-CISL Lombardia - Sesto S. Giovanni (MI) 8 maggio 2009