lavoro originale
Esperienza di un intervento condotto da fisioterapista
respiratorio e infermiere per favorire la cessazione del
fumo in pazienti degenti in un reparto di Pneumologia
Stefania Brogi, PT; Lucia Lupetti, IP; Ferruccio Aquilini, ST; Barbara Conti, MD; Gianfranco Puppo, MD; Francesco Pistelli, MD;
Laura Carrozzi, MD; Antonio Palla, MD
UO Pneumologia 1 Universitaria, Dipartimento Cardio Toraco Vascolare, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, Pisa
Riassunto
Abstract
Premessa: Ci sono evidenze scientifiche che dimostrano che gli interventi comportamentali condotti da personale sanitario non medico,
che includono almeno un contatto a distanza di un mese dalla dimissione, promuovono la cessazione del fumo in pazienti ospedalizzati.
Obiettivo: Descrivere l’esperienza preliminare di un intervento di
primo livello condotto da fisioterapista e infermiere per favorire la
cessazione del fumo di tabacco in pazienti degenti in un reparto
pneumologico.
Metodi: I pazienti fumatori correnti identificati dal pneumologo del
reparto sono stati sottoposti a un intervento individuale, che comprendeva un colloquio iniziale di valutazione dell’abitudine tabagica e
incontri successivi educazionali durante la degenza e follow up telefonico a distanza di 1 settimana, 1-3 mesi e 1 anno dalla dimissione.
Risultati: Sono stati reclutati 27 pazienti, dei quali 22 seguiti
nel follow up. 5 pazienti sono stati inviati al Centro Antifumo locale.
A 1 settimana, 1-3 mesi e 1 anno dalla dimissione sono risultati
astinenti, rispettivamente, l’86,3, il 77,2 ed il 66,6% dei pazienti.
Conclusioni: Fisioterapisti e infermieri possono svolgere efficacemente, nell’ambito della loro pratica clinica, un intervento di primo
livello per la cessazione del fumo in pazienti degenti in un reparto
specialistico pneumologico. Per facilitare l’intervento è importante l’utilizzo di un protocollo standardizzato e di strumenti operativi dedicati.
Background: Scientific evidences show that behavioural interventions conducted by non-medical personnel, including a follow-up
of at least one month after the discharge, promote smoking cessation in hospitalized patients.
Aim: To assess the preliminary experience of a first-level intervention, conducted by physiotherapist and nurse, to promote smoking
cessation in patients hospitalized in a respiratory ward.
Methods: Current smokers identified by the pulmonologist of the
ward underwent an individual intervention, including a baseline
smoking habit assessment and subsequent educational meetings
during the hospital stay, and follow up telephone calls at 1 week,
1-3 months and 1 year after the discharge.
Results: Out of 27 patients enrolled, 22 were followed up by telephone calls. 5 patients were referred to the local Smoking Cessation Centre. 86.3%, 77.2% and 66.6% of the enrolled patients
were abstinent from smoking at 1 week, 1-3 months and 1 year
after the discharge, respectively.
Conclusions: Physiotherapists and nurses, within their clinical
practice, can effectively conduct a first level clinical intervention for
smoking cessation in patients hospitalized in a respiratory ward. In
order to facilitate the intervention it is important using a standardized protocol and dedicated operative instruments.
Corrispondenza
PAROLE CHIAVE
Keywords
Brogi Stefania
UO Pneumologia 1 Universitaria
Via Paradisa, 2 – 56124 Cisanello, Pisa
Tel. 050 995355 – 348 2995154
Fax 050 995356
[email protected]
Cessazione fumo, counselling,
fisioterapisti, infermieri.
Smoking cessation, counselling,
physiotherapists, nurses
Settembre-Dicembre 2013 • Numero 3 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
11
Introduzione
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda un approccio di tipo globale nella lotta al tabagismo, incoraggiando il coinvolgimento di tutte le figure professionali
sanitarie [1]. L’approccio globale
comprende strategie diverse, dalle
campagne mediatiche per la prevenzione primaria agli interventi di primo e secondo livello (Medico di famiglia, Centri Antifumo), e si basa su
solide evidenze scientifiche che riguardano anche i programmi di
counselling breve [2]. Nel 2008, in 10
Paesi appartenenti all’OMS, è stata
condotta un’indagine fra gli studenti
di diverse professioni sanitarie sul
loro coinvolgimento nel counselling
per la cessazione del fumo; la maggior parte degli intervistati riteneva
che la propria figura professionale
avesse un ruolo specifico nel
counselling breve, ma solo il 5-37%
dichiarava di ricevere una formazione specifica al riguardo [3]. Una recente revisione Cochrane [4] ha affrontato il tema della valutazione
dell’efficacia della formazione degli
operatori sanitari nel counselling
breve, evidenziando che l’intervento
effettuato da operatori formati è efficace nel ridurre la prevalenza di fumo e mantenere l’astinenza.
La presa in carico riabilitativa, sia in
regime di ricovero ospedaliero sia in
ambulatorio, pone in rilievo la figura
del fisioterapista nella partecipazione ai programmi per la cessazione
del fumo, specialmente nella fase
d’identificazione del paziente tabagista e di counselling breve [5]. Il fisioterapista respiratorio, infatti, intercetta numerosi pazienti fumatori correnti nell’ambito chirurgico (cardiotoracico, addominale), pneumologico e di riabilitazione respiratoria. La
presa in carico riabilitativa, inoltre,
consente un contatto prolungato e
cadenzato nel tempo con il paziente
e può favorire l’intervento sia informativo sia di counselling breve. Allo
stesso modo, anche l’infermiere
nell’ambito della propria attività professionale, si trova in una posizione
privilegiata per svolgere azioni di
promozione della salute, educazione
sanitaria e educazione terapeutica
[6-8]. Tuttavia, sia la figura del fisio12
terapista sia quella dell’infermiere,
sono attualmente poco coinvolte nei
programmi antifumo e non ricevono
una formazione specifica nel proprio
corso di studi [9,10].
Il ricovero ospedaliero rappresenta
l’occasione per intercettare il paziente fumatore e implementare un intervento per favorire la cessazione del
fumo. Il fumatore degente si trova in
una situazione di maggior disponibilità a considerare l’idea di smettere di
fumare e il regime di ricovero lo obbliga a sospendere l’abitudine tabagica. È dimostrato che gli interventi
antitabagici iniziati durante il ricovero ospedaliero, che comprendono un
successivo contatto a distanza di almeno un mese, sono efficaci nel promuovere la cessazione del fumo in
pazienti ospedalizzati [11].
All’interno dell’Azienda OspedalieroUniversitaria Pisana (AOUP) è attivo
il Centro per lo Studio e il trattamento del Tabagismo (CeST) in cui operano pneumologi e due operatori
tecnici addetti agli interventi di supporto ai centri antifumo. In collaborazione col CeST e sulla base delle
attuali linee guida per il trattamento
del tabagismo, è stato implementato
un protocollo di intervento clinico di
primo livello applicabile in pazienti
fumatori degenti, da parte di fisioterapisti respiratori o infermieri senza
una specifica formazione.
Il presente lavoro descrive l’esperienza di applicazione di questo intervento in pazienti degenti in un reparto pneumologico, proponendosi di
valutarne, in via preliminare, la fattibilità nella pratica clinica ed i risultati in termini di cessazione del fumo.
Materiali e metodi
Popolazione studiata
Sono stati reclutati i pazienti ricoverati presso la Pneumologia Universitaria dell’AOUP dal febbraio 2012 al
giugno 2013, che risultavano fumatori correnti all’anamnesi eseguita al
momento dell’ingresso in reparto e
che venivano segnalati dallo pneumologo del reparto indifferentemente alla fisioterapista (SB) o all’infermiera (LL) coinvolte nel protocollo,
senza una specifica attribuzione dei
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Settembre-Dicembre 2013 • Numero 3
casi. L’arruolamento non era sistematico e non prevedeva criteri d’inclusione/esclusione; con l’unica eccezione che sono stati esclusi i pazienti fumatori che rifiutavano il colloquio sulle loro abitudini di fumo.
Intervento
Il protocollo d’intervento antitabagico, basato sulle attuali linee guida
per la cessazione del fumo [12,13],
era lo stesso sia per la fisioterapista
sia per l’infermiera, e consisteva in
colloqui individuali (counselling di primo livello) eseguiti al letto del paziente durante la degenza e follow up
telefonico dopo la dimissione. L’inizio dell’intervento non era standardizzato rispetto alla data di ingresso
in reparto e poteva variare anche in
rapporto alle condizioni cliniche dei
singoli pazienti. Per condurre l’intervento, il personale coinvolto non ha
ricevuto una formazione specifica ma
era seguito dallo Pneumologo del
CeST, col quale venivano discussi i
singoli casi, concordando strategie
di counselling, come ad esempio quali
messaggi motivazionali o strategie
comportamentali personalizzate trattare col singolo fumatore. L’intervento educazionale si avvaleva del materiale informativo e di auto-aiuto
(opuscoli) previsto dal “Percorso
d’intervento clinico sul paziente tabagista – 6elle” sviluppato dall’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri – AIPO [14]. Si tratta di 11
opuscoli che, attraverso un linguaggio semplice ed immediato, pongono l’attenzione sui principali aspetti
del percorso antitabagico: i danni
del fumo, i benefici della cessazione,
la dipendenza, la decisione e le strategie per smettere, l’uso dei farmaci.
La scelta tra gli 11 opuscoli 6elle disonibili da consegnare era fatta seguendo la metodologia del Percorso
6elle e considerando la propensione
personale e le condizioni cliniche del
singolo fumatore, che ne potevano
favorire o meno l’utilizzo. I colloqui
seguivano una traccia standardizzata, utilizzando questionari e schede
(Allegati 1 e 2) che servivano sia come strumento di raccolta dati sia come base per individuare abitudini di
fumo da considerare e gestire nell’intervento di counselling. Non era prevista
p i s ana
u n iversitar ia



o s pedaliero
a z ienda
Allegato 1 Questionario sulle abitudini di fumo.
AOUP

Ce centro per lo
S studio ed il
T trattamento del tabagismo







  


 

 

 





























     



 







  


 
 
 


 
 







Settembre-Dicembre 2013 • Numero 3 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria




13



p i s ana
u n iversitar ia
̲
o s pedaliero





a z ienda
Allegato 2 Scheda di intervento clinico sul paziente fumatore.
AOUP
Ce centro per lo
S studio ed il
T trattamento del tabagismo

























 




 















 









�

骢骢藇玢玢

珕玢





  


 

 


















































 
 

 


Legenda
6elle n. 8 “Prendi la strada per smettere di fumare”
6elle n. 4 “Non fumare in ospedale”
[v. 09feb2012]
 pensato a quanto fumano i tuoi polmoni?” 6ellen.
utilizzare
pagina
per annotazioni
6elle
n. 1 “Fumare fa male...scopri perché”
9 “Comeretro
evitare
di accendere
sigarette” |
6elle n. 5 “Hai mai
 n. 2 “Smettere di fumare fa bene... scopri perché”
6elle
6elle n. 6 “Non puoi fare a meno di fumare... scopri perché” 6elle n. 10 “Un diario per smettere di fumare”
6elle n. 3 “Fumo e polmoni”
14
6elle n. 7 “Hai mai provato a smettere di fumare?”
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Settembre-Dicembre 2013 • Numero 3
6elle n. 11 “Come assumere i farmaci antifumo”
una misura di verifica della comprensione dell’intervento educazionale,
anche se l’operatore aveva cura di
utilizzare modalità comunicative personalizzate che favorissero il coinvolgimento del paziente. Nel caso fossero rilevati sintomi di astinenza da
nicotina con indicazione alla prescrizione di un trattamento farmacologico, il paziente era segnalato allo
pneumologo del CeST. Un supporto
intensivo presso il CeST era eseguito
solo nel caso di una specifica richiesta da parte del paziente oppure per
il monitoraggio del trattamento farmacologico dopo la dimissione.
Primo colloquio
Al primo contatto col fumatore, l’infermiera o la fisioterapista proponeva al fumatore di compilare un “Questionario sulle abitudini di fumo”
(Allegato 1), appositamente elaborato per raccogliere informazioni relative all’abitudine tabagica (livello corrente di fumo, calcolo degli annipacchetto, grado di dipendenza nicotinica mediante il Fagerström Test
for Nicotine Dependence [15], intenzione a smettere di fumare e disponibilità a usufruire del supporto antitabagico). Tutti i pazienti (anche coloro
che rifiutavano un colloquio successivo) ricevevano gli opuscoli informativi e di auto-aiuto e le informazioni per eventuali prenotazioni
presso il CeST dell’AOUP o ad altri
Centri Antifumo censiti nell’Elenco
dell’Istituto Superiore di Sanità [16].
Secondo colloquio
e successivi
Nel secondo colloquio, l’infermiera o
fisioterapista approfondiva le informazioni sulle caratteristiche tabagiche del paziente (livelli di fumo attuali e pregressi, storia dei tentativi
di cessazione del fumo, esperienze
precedenti con farmaci per la disassuefazione da fumo, propensione
all’impegno nell’astinenza da fumo)
e pianificava il proseguimento
dell’intervento, utilizzando come
guida una “Scheda di intervento clinico sul paziente fumatore” (Allegato
2). Si valutavano, inoltre, i sintomi di
astinenza da fumo, rilevati attraverso
il questionario “Sintomi di astinenza” (Allegato 3).
Allegato 3 Questionario “Sintomi di astinenza”.
Indichi con quale intesità, negli ultimi
7 giorni, ha avuto:
Desiderio necessità di fumare
Irrequietezza
Irritabilità, rabbia, frustrazione
Concentrazione
Ansia
Umore triste o depresso
Insonnia
Aumento appetito
Viene chiesto di graduare la risposta tra
0 = per niente; 1 = lieve; 2 = moderata;
3 = forte; 4 = molto forte.
Nell’intervento di counselling venivano
affrontati diversi temi. Ad esempio,
si cercava di motivare il paziente facendo riferimento alle condizioni cliniche personali. Si cercava di capire
quali erano le ragioni di eventuali
precedenti ricadute, discutendo con
il paziente strategie per prevenirle e
suggerendo soluzioni adottate anche
da altri pazienti. Si cercava di anticipare le eventuali difficoltà che il paziente avrebbe potuto incontrare una
volta rientrato nell’ambiente domestico, con la ripresa delle abitudini
quotidiane, aiutando il paziente a
trovare strategie di gestione delle situazioni critiche e rinforzando comportamenti adeguati. Si cercava di
coinvolgere i familiari dei pazienti;
nel caso fossero anch’essi fumatori,
offrendo loro l’occasione di intraprendere un tentativo di cessazione
del fumo e, nel caso fossero non fumatori, cercando di costruire un’alleanza positiva finalizzata a sostenere
il paziente.
Il sanitario, insieme al paziente, decideva sull’opportunità di svolgere
un numero maggiore di incontri durante il ricovero, sulla base delle esigenze emerse durante il colloquio;
per esempio, il bisogno di monitorare sintomi di astinenza importanti,
verificare e rinforzare la motivazione
alla cessazione prima della dimissione, discutere strategie per affrontare
a domicilio momenti di forte desiderio. Il colloquio veniva sempre concluso con l’accordo su un obiettivo
condiviso che era discusso nell’ in-
contro successivo, per esempio:
elencare le motivazioni personali per
smettere di fumare; trovare soluzioni
per anticipare e gestire situazioni critiche di desiderio di fumare prevedibili col rientro a casa.
Durante l’ultimo colloquio, veniva
proposto al paziente di essere ricontattato telefonicamente a tempi programmati: 1 settimana, 1-3 mesi e 1
anno dopo la dimissione.
Follow up telefonico
Il colloquio telefonico era condotto
in modo informale. L’operatore si
qualificava, spiegava la ragione della
telefonata ricordando i colloqui svolti durante la degenza, ricordava
l’obiettivo del contatto, verificando
lo stato di astinenza o di ricaduta
nell’abitudine tabagica, indagava su
eventuali sintomi di astinenza e forniva supporto, offrendo un eventuale
appuntamento al CeST qualora il paziente lo richiedesse.
Stato di fumo
Sono stati definiti astinenti i pazienti
che riferivano di non fumare ai colloqui. L’astinenza riferita è stata confermata con la misura del monossido
di carbonio (CO) espirato in un sottogruppo di pazienti, attraverso l’uso
di apparecchio portatile tipo Micro 4
Smokerlyzer della Bedfont, Scientific
LtD, England Rochester. Dopo aver
acceso e azzerato lo strumento, si
chiedeva al paziente di inspirare profondamente e mantenere un’apnea
di 10 secondi ed espirare successivamente all’interno dello strumento,
attraverso un boccaglio di cartone.
L’astinenza riferita era oggettivamente confermata dal riscontro di un livello di CO espirato non superiore a
4 ppm [17].
I sintomi di astinenza sono stati valutati in un sottogruppo di pazienti attraverso l’ uso di un questionario (Allegato 3); la graduazione del sintomo
era la seguente: “per niente”, “lieve”,
“moderato”, “forte”, “molto forte”.
Risultati
Sono stati reclutati 27 pazienti-fumatori di cui 25 (92,5%) maschi e 2
(7,5%) femmine. I pazienti erano
Settembre-Dicembre 2013 • Numero 3 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
15
ricoverati per i seguenti motivi: 6 pazienti (22%) per embolia polmonare,
14 (52%) per insufficienza respiratoria in broncopneumopatia cronica
ostruttiva (BPCO), 4 (15%) per tumore del polmone, 2 (7%) per polmonite e 1 (4%) per complicanze respiratorie postchirurgiche di sostituzione
valvolare aortica.
22 pazienti (81,4% dei reclutati) hanno accettato di essere intervistati e
richiamati al follow up mentre 5
(18,6% dei reclutati), sono stati intervistati durante la degenza ma hanno
rifiutato di essere richiamati dopo la
dimissione per proseguire il follow
up telefonico (Figura 1).
Le caratteristiche tabagiche dei pazienti vengono riassunte nella Tabella 1. Solo 3 pazienti (11,1%) fumavano anche il sigaro e uno la pipa saltuariamente. 7 pazienti (25,5%) convivevano con altri fumatori e 17
(62,5%) avevano contatti abituali con
altri fumatori. La misura del CO espirato è stata effettuata su 8 pazienti
(29,6%); il valore medio rilevato era
di 2.25 ppm [17].
Al momento del colloquio tutti i pazienti hanno dichiarato di essere
astinenti dal momento dell’ingresso
in reparto. Solo un paziente dichiarava di aver fumato 1-2 sigarette anche
durante la degenza. La mediana del
tempo trascorso tra il primo colloquio in reparto e l’ultima sigaretta
fumata era di 7 giorni (Q1=5; Q3=11).
La valutazione dei sintomi di astinenza da nicotina è stata effettuata
in 10 (37%) pazienti; tra questi, un
terzo riferiva di avere sintomi di astinenza da lievi (punteggio: 1+/4+) a
molto forte (punteggio: 4+/4+) un
terzo dei pazienti riferiva di non avere sintomi di astinenza.
Le caratteristiche dell’intervento sono riassunte nella Tabella 2. 6 pazienti non hanno ricevuto materiale
educazionale, poiché rifiutavano la
modalità di lettura nel seguire l’intervento educazionale proposto. I restanti pazienti hanno ricevuto uno o
più opuscoli. 5 (22,7%) pazienti sono
stati riferiti al CeST, dove è stato programmato il follow up: 3 pazienti a 1
settimana e 2 pazienti 1-3 mesi. Riguardo l’intenzione a mantenere
l’astinenza dopo la dimissione: 1
(4%) paziente ha dichiarato di voler
16
Tabella 1 Caratteristiche tabagiche dei pazienti al primo contatto nel reparto pneumologico di degenza.
Caratteristica
Media (± ds)
Età inizio fumo (anni)
15,6 (± 3,6)
Anni di fumo (n)
44,8 (± 12,5)
Anni-pacchetto (n)
49,1 (± 19,4)
Tentativi di cessazione (n)
1,2 (± 1,5)
FTND (punteggio)
4,8 (± 1,4)
Sigarette fumate al giorno (n)
22,7 (± 9,3)
I dati sono espressi come media e deviazione standard (± ds). Gli anni-pacchetto sono stati
calcolati come: numero di sagarette fumate al giorno x numero di anni di fumo / 20.
FTND = Fagerström Test for Nicotine Dependence.
Tabella 2 Caratteristiche del primo intervento clinico nel reparto pneumologico di degenza.
Accetta colloquio n. (%)
27
(100)
Durata colloquio in minuti n. (%)
> 20 12 (45)
11-20 5 (21,7)
1-10 9 (39,3)
Pazienti che rifiutano follow up n. (%)
5
(18,5)
Pazienti seguiti dal FT e INF n. (%)
FT
INF
15 (55,5)
12 (45,5)
Pazienti che hanno ricevuto materiale informativo n. (%)
21
(77,7)
I dati sono espressi come percentuale del totale dei pazienti-fumatori arruolati.
FT = fisioterapista; INF = infermiere.
riprendere a fumare; 21 (77%) di proseguire nell’astinenza senza aiuto e 5
(19%) di voler essere assistiti dal
CeST. Solo 2 (7,4%) pazienti hanno
ricevuto una valutazione antitabagi-
ca aggiuntiva da parte del pneumologo durante la degenza e 4 (14,6%)
pazienti hanno ricevuto una terapia
farmacologica (terapia sostitutiva
nicotinica).
27 reclutati
(15 seguiti da infermiere, 17 seguiti da fisioterapista)
5 accettano
solo
intervento
22 accettano intervento e follow up
17 follow up
telefonico
5 astinenti
alla
dimissione
15 astinenti a 1 s
14 astinenti a 3 m
8 astinenti a 1 a*
5 follow up
presso CeST
4 astinenti a 1 s
3 astinenti a 3 m
0 astinenti a 1 a **
Figura 1 Trial profile dello studio.
* Dato relativo agli 11 pazienti per cui è stato possibile il follow up a un anno.
** Dato relativo a 1 pazienti per cui è stato possibile il follow up a un anno
s = settimana; m = mese; a = anno.
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Settembre-Dicembre 2013 • Numero 3
Tasso astinenza a 1 settimana
4,54% P
9,1% F
86,3% A
Tasso astinenza a 1-3 mesi
9,1% P
13,63% F
Tasso astinenza a 1 anno su 12 pz
77,27% A
16,66% P
16,66% F
66,68% A
Figura 2 Evoluzione dell'abitudine del fumo al follow up (tasso di astinenza a 1 settimana, 1-3 mesi e 1 anno).
F = fumatore; A = astinenti; P = persi al follw-up.
La Figura 2 mostra il risultato relativo al tasso di astinenza a 1 settimana
e a 1-3 mesi nei 22 pazienti seguiti in
follow up. Viene inoltre presentato il
tasso di astinenza dei 12 pazienti
per cui è disponibile un periodo di
follow up di 12 mesi al momento della stesura del presente lavoro.
Discussione
Il presente lavoro si configura come
un’esperienza preliminare che sperimenta la fattibilità di un intervento
per favorire la cessazione del fumo,
condotto da un fisioterapista e un infermiere e inserito nella pratica clinica di cura del paziente degente in un
reparto specialistico pneumologico.
I risultati preliminari ottenuti mostrano che questo tipo di intervento
clinico condotto da figure non mediche e non specificamente formate è
effettivamente applicabile nell’ambito della routine lavorativa, seguendo
un protocollo prestabilito e utilizzando strumenti dedicati (questionario, scheda raccolta dati, materiale
informativo).
Tra i pazienti arruolati è stato osservato, ad un mese dalla dimissione,
un tasso di cessazione pari a 77,6%.
Il dato è sicuramente incoraggiante e
l’andamento rimane molto positivo
anche a distanza di un anno (66,6%)
nei 12 pazienti che è stato possibile
monitorare fino alla stesura del presente lavoro. Recentemente Murray
RL. [18] ha condotto uno studio randomizzato e controllato (gruppo di
intervento n = 264 e gruppo di controllo n = 229), che prevedeva l’identificazione ed il trattamento sistema-
tico di pazienti ricoverati in reparti di
medicina. I risultati dimostrano un
tasso di astinenza ad un mese dalla
dimissione nel gruppo dei trattati
doppio (38%) rispetto ai non trattati
(17%). La numerosità e le caratteristiche di quello studio non sono ovviamente comparabili con la presente esperienza, tuttavia una delle ragioni delle differenze osservate potrebbe essere la diversità e la gravità
della patologia di base della popolazione osservata da Murray, tra cui
non compaiono malati respiratori,
che invece rappresentano la totalità
dei nostri casi. Possiamo ipotizzare
che la motivazione e, a causa delle
condizioni cliniche, la necessità di
sospendere l’abitudine tabagica, sia
maggiore in pazienti ricoverati per
una patologia respiratoria acuta.
Il tasso di astinenza a 3 mesi osservato nel presente studio è più alto di
quello osservato nella coorte di fumatori non degenti, provenienti dalla popolazione generale, seguiti dal
CeST negli anni 2007-2011 (77,2% vs
30,5%) (dati non pubblicati). Nei limiti della confrontabilità dei due interventi e della popolazione osservata si conferma un segnale di efficacia
e l’importanza di arruolare pazienti
ricoverati.
L’intervento in una popolazione di
pazienti con patologia respiratoria
ha caratteristiche particolari. Al momento del primo contatto, infatti, i
pazienti-fumatori erano già astinenti
per la presenza di una patologia respiratoria acuta o cronica riacutizzata. Si è rilevato che sia la componente fisica sia quella comportamentale
dell’astensione da fumo non erano
particolarmente rilevanti; ad esem-
pio, il punteggio dei sintomi di astinenza al primo colloquio era basso.
Si trattava pertanto di cogliere l’occasione di consolidare il risultato ottenuto, piuttosto che favorire la cessazione del fumo a partire da una
data prestabilita. È importante sottolineare che l’astensione dal fumo
in una fase acuta di malattia respiratoria consente di ridurre i sintomi e
modificare il decorso della patologia
di base.
L’intervento condotto dalle due figure, fisioterapista e infermiere, aveva
caratteristiche leggermente diverse.
Rispetto ai contatti maggiormente
occasionali e pianificati svolti dall’infermiere, quelli del fisioterapista erano spesso integrati nel programma
di riabilitazione respiratoria, che permetteva di attuare quotidianamente
azioni mirate a rinforzare l’astensione dal fumo.
Il nostro studio non ha valutato l’influenza di fattori, quali la modifica
dello stile di vita e gli aspetti nutrizionali, che tuttavia possono essere
importanti al fine di favorire la cessazione del fumo. La ricerca dovrebbe
procedere anche in tal senso.
Nel valutare l’esperienza dell’intervento è necessario tenere in considerazione i diversi limiti che lo caratterizzano. Innanzitutto l’esigua numerosità del campione e la segnalazione non sistematica del soggetto fumatore corrente alle figure predisposte. Le ragioni sono diverse: dall’insufficiente diffusione del protocollo
tra il personale medico e non medico, alle condizioni cliniche dei pazienti che, per la loro criticità, potevano talvolta non consentire l’arruolamento per l’intervento.
Settembre-Dicembre 2013 • Numero 3 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
17
Un altro limite è la raccolta dati incompleta rispetto al CO espirato e ai
sintomi di astinenza, dovuta fondamentalmente a problemi di tipo organizzativo (ad esempio la disponibilità dello strumento per la misura
del CO).
Lo studio, inoltre, è stato inserito
nella pratica clinica corrente, senza
prevedere tempi dedicati; d’altra parte ciò conferma che sia il fisioterapista respiratorio, sia l’infermiere possono svolgere un intervento antitabagico nell’ambito della loro pratica
professionale. Anche i diversi messaggi educazionali che i pazienti reclutati possono aver ricevuto da parte del personale sanitario del reparto
non coinvolto nell’intervento possono aver interferito con il percorso antitabagico. A tal proposito riteniamo
che sia fondamentale implementare
un percorso informativo specifico su
tutto il personale sanitario che consenta un approccio sistematico e un
comportamento uniforme da parte
dei sanitari che si avvicinano al paziente fumatore.
In prospettiva futura è sicuramente
necessario implementare una maggiore sensibilizzazione del personale
sanitario, per promuovere un cambiamento culturale e coinvolgere più
figure nella gestione del paziente tabagico partendo, fin dai corsi di laurea per arrivare ai corsi di formazione
aziendale.
Nella valutazione iniziale e nel follow-up del paziente potrebbe essere
utile, inoltre, inserire l’attività fisica
e l’aspetto nutrizionale.
Infine, i risultati preliminari ottenuti
incoraggiano ad intraprendere nel
futuro un protocollo che abbia come
obiettivo l’estensione sistematica
dell’intervento a tutti i fumatori
correnti ricoverati nel reparto pneumologico.
Conclusioni
Infermieri e fisioterapisti senza una
formazione specifica possono efficacemente svolgere, nell’ambito della
loro pratica clinica, un intervento di
primo livello per favorire la cessazione del fumo in pazienti ricoverati. Per
facilitare l’intervento è importante
utilizzare un protocollo standardizza18
to e strumenti operativi dedicati. Nei
limiti della numerosità della popolazione studiata sottolineiamo il risultato positivo del tasso di cessazione
ottenuto. Infine riteniamo che il lavoro svolto abbia offerto ai sanitari
coinvolti un’occasione di confronto
con esperti nel trattamento del tabagismo, trasformando la stessa esperienza clinica in strategia formativa.
Ringraziamenti
Gli autori desiderano ringraziare tutto il personale del reparto di Pneumologia Universitaria dell’Azienda
Ospedaliero-Universitaria Pisana che
ha collaborato alla raccolta dei dati
necessari allo svolgimento del protocollo d’intervento antitabagico.
Bibliografia
[1] W HO Framework Convention on Tobacco
Control. World Health Organization, 2003.
Who Document Prod Services, Geneve 2003.
[2] http://www.who.int/tobacco/mpower/publications/en/index.html.
[3] GTSS Collaborative Group. Tobacco use and
cessation counselling: Global Health Professionals Survey Pilot Study. 10 countries,
2005. Tob Control, 2006; 15(suppl 2): ii31ii34.
[4] Carson KV, Verbiest ME, Crone MR, Brinn MP,
Esterman AJ,Assendelft WJ, Smith BJ. Training health professionals in smoking cessation. Cochrane Database Syst Rev. 2012 May.
[5] Bodner ME, Dean E. Advice as a smoking
cessation strategy: a systematic review and
implications for physical therapists. Physioter
Theory Pract, 2009;25(5-6):369-407.
[6] Decreto Ministeriale n. 739 del 14 settembre
199, Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’infermiere.
odice deontologico dell’Infermiere approvato
[7] C
dal Comitato centrale della Federazione con
deliberazione n. 1/09 del 10 gennaio 2009.
[8] Decreto Interministeriale 2 aprile 2001 Determinazione delle classi delle lauree universitarie delle professioni sanitarie.
[9] Bodner ME, Miller WC, Rhodes RE, Dean E.
Smoking Cessation and counseling: Knowledge and Views of Canadian Physical Therapists. Physio Ther, 2011:91;1051-1062.
[10] Rice VH, Stead LNursing interventions for
smoking cessation. Cochrane Database Syst
Rev. 2008 Jan 23; (1).
[11] Rigotti NA, Munafo MR, Stead LF. Interventions for smoking cessation in hospitalised
patients. Cochrane Database Syst Rev, 2007;
18:(3):CD001837.
Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Settembre-Dicembre 2013 • Numero 3
[12] F iore MC, Jaén CR, Baker TB, et al. Treating
tobacco use and dependence: 2008 update.
Clinical practice guideline. Rockville, MD: U.S.
Department of Health and Human Services.
Public Health Service. May 2008.
sservatorio Fumo Alcol e Droga: Linee guida
[13] O
cliniche per promuovere la cessazione
dell’abitudine al fumo. Aggiornamento 2008.,
Istituto Superiore di Sanità, 2008, pp URL:
www.iss.it/ofad.
[14] www.6elle.net.
eatherton TF, Kozlowski LT, Frecker RC, Fag[15] H
erström K-O. The Fagerström Test for Nicotine Dependence: a revision of the Fagerström Tolerance Questionnaire. Br J Addict
1991;86:1119-1127.
[16] http://www.iss.it/fumo/index.
[17] Tonnesen P, Carrozzi L, Fagerstrom KO, Gratwiou C, Jimenez-Ruiz C, Nardini S, Viegi G,
Lazzaro C, Campell IA, Dagli E, West R:
Smoking cessation in patients with respiratory disease: A high priority, integral component
of therapy. Eur Respir J 2007;29:390-417.
urray RL, Leonardi-Bee J, Marsh J, Jayes L,
[18] M
Li J, Parrott S, Britton J. Systematic identification and treatment of smokers by hospital
based cessation practitioners in a secondary
care setting: cluster randomised controlled
trial. BMJ 2013;347:1-9.
Scarica

Esperienza di un intervento condotto da fisioterapista respiratorio e