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Dove siamo
Molise
Sommario
LE ORIGINI
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In copertina: Veduta sud del borgo antico di Civitacampomarano.
(Foto T. Paolone)
IL CASTELLO
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PERSONAGGI
ILLUSTRI
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C
ivitacampomarano è un piccolo centro dove storia, cultura e natura incontaminata rappresentano un immenso valore. Ai visitatori, data la sua attuale dimensione demografica, pare infatti impossibile che custodisca un patrimonio così
ricco, ed è per questo che si resta stupiti. In quest’angolo di Molise, pochi immaginavano di poter trovare il Castello Angioino, in tanti non pensavano che da qui provenissero grandi uomini quali Vincenzo Cuoco e Gabriele Pepe. Il paese ed i suoi abitanti sono così custodi di storia, cultura, tradizioni secolari che costituiscono un valore
aggiunto ed autentico. Proprio per questo motivo l’Amministrazione Comunale, nel
2011, ha deciso di entrare a far parte dell’Associazione Nazionale Borghi Autentici
d’Italia, una Comunità costituita da 180 territori e Borghi che condividono progetti,
idee e sviluppano percorsi comuni per valorizzare le rispettive tipicità. All’interno di
questa rete, le singole specificità e peculiarità non divengono punti di divisione, bensì
di unione e di sinergia. Si è intrapreso a tal fine un percorso affinché il Borgo venga
qualificato e riqualificato, valorizzandone le preziose risorse e ricchezze presenti, ed
ecco perché Civitacampomarano è un “Borgo impegnato in un percorso di qualità”.
Il vero sviluppo si ottiene portando alla luce, e valorizzando, le autenticità locali. Da
ciò è nata la volontà di tutelare e promuovere i prodotti tipici attraverso l’istituzione
della De.C.O. (Denominazione Comunale di Origine). Nel luglio 2012, il primo prodotto ad aver ottenuto il marchio De.C.O. sono stati pertanto “i ciell”, prelibati dolci
ripieni di mosto cotto.
Civitacampomarano vi apre in queste pagine le porte, affinché la sua scoperta possa
stupirvi. Benvenuti dunque in un Borgo Autentico d’Italia e, soprattutto, benvenuti in
un Borgo che merita ritorno…
ivitacampomarano is a small village where history, culture, unspoiled nature overt a tremendous
value. To visitors, given the village population, it seems impossibile that there could be such a rich
heritage, and that is why after visiting it, you will be left surprised. In this corner of Molise, few would
immagine they could find the Angevin Castle, nor did they know that many great men came from here:
Vincenzo Cuoco and Gabriele Pepe. Civitacampomarano awaits you, so that its discovery may surprise
you. Welcome to a Village that merits return visits…
C
Il Sindaco
Paolo Manuele
LE CHIESE
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L’ARTE
E L’ARCHITETTURA
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LA NATURA
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LA GASTRONOMIA
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DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI
C
ivitacampomarano sorge sulle verdi colline
che circondano la vallata del fiume Biferno. Il
paese si raggiunge dopo aver percorso quelle
strade tipiche della campagna molisana, che si snodano lungo le pendici collinari e attraversano i tanti
paesini della provincia di Campobasso.
Incerta è l’etimologia del nome di Civitacampomarano: si ritiene infatti che in origine il paese prendesse il nome di Campimarani, avvalorando l’ipotesi
che fosse sorto sopra una preesistente Civitas, che
secondo alcuni studiosi si identifica nella cittadina
sannitica Maronea.
Secondo altri, invece, Civitacampomarano significa
semplicemente “Città di luogo (Campo) ombroso (Marano)”, cioè ricco di boschi e ombreggiato. La prima
attestazione scritta del nome Campomarani compare
in un documento redatto dalla cancelleria dell’Imperatore Ottone III di Sassonia nel 999 d.C., che conferma la donazione precedente della “Ecclesia S.
Angeli in Altissimis super flumium Bifernum in finibus
Campomarani” del 774 d.C., fatta dal principe longobardo Arechi II in favore della Badia di S. Sofia a
Benevento.
Nel 993 il toponimo compare anche nella Chronica
Monasterii Casinensis, in cui si ricorda che il presbitero Pietro dona al monastero un esteso pezzo di terra
e della chiesa di S. Maria, da lui costruita su un terre-
6
Sopra: Stemma antico del comune
e particolare Porta bronzea di
Montecassino. In basso: Panorama
del borgo. A pag. 7: Miniatura
della Chronica Monasterii Casinensis e, in basso, panorama del
paese.
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FROM THE BEGINNING TO
THE PRESENT
ivitacampomarano stands
on the green hills surrounding the valley of the river
Biferno. You reach the village after
travelling along the typical countryside roads of Molise, which
wind along the hillsides and
through the many small villages of
the province of Campobasso.
The etymology of the name
Civitacampomarano is uncertain.
It is believed that originally the village took the name of Campimarani, supporting the hypothesis
that it was built over a pre-existing
Civitas, which some scholars identify with the Samnite town of
Maronea.
According to others, Civitacampomarano simply means “Town in
the shady (Marano) field
(Campo),” that is rich in woods
and shaded.
The first recorded instance of the
name Campomarani appears in a
document drawn up by the
Registry of the Emperor Otto III of
Saxony in 999 AD, confirming the
previous donation of the “Ecclesia
S. Angeli in Altissimis super flumium Bifernum in finibus Campomarani” of 774 AD, made by the
longobard Prince Arechi II to the
Abbey of Santa Sofia in Benevento.
On the Mount St. Angelo the
remains of the small church can
still be seen.
During the tenth century A. D.
its present form appeared, as a
result of the merging of several villages in the valley.
Campomarano incorporated part
of the surrounding population, an
event which resulted in significant
economic growth, so that its residents were prompted to use the
title of “Civitas” which, added to
the old name, would have led to the
current name of Civitacampomarano.
C
no di sua proprietà nelle vicinanze dei laghi posti nei
pressi di Civitacampimarani. La donazione viene ricordata anche sulla Porta bronzea di Montecassino nel
pannello 34 con il seguente testo: in Campomauranie
eccl(esi)am S(an)c(t)e Marie sup(er) ipsos lacus eiusdem
civitatis cum om(n)ibus p(er)tinentiis eius.
Sul Monte S. Angelo sono ancora visibili i resti della
chiesetta. Nel corso del X secolo d.C. si ha la costituzione nella sua forma attuale, frutto della fusione dei
diversi villaggi della valle.
Campomarano inglobò parte della popolazione circostante, avvenimento che comportò una notevole
crescita economica, tanto da indurre i suoi abitanti a
fregiarsi del titolo di “Civitas” che, aggiunto al nome
antico, avrebbe dato luogo all’attuale Civitacampomarano.
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IL CASTELLO
E
dificato su una massa di arenaria che si erge
prorompente tra i torrenti Mordale e Vallone
Grande, il castello di Civitacampomarano rappresenta un pregevole monumento dal grande valore storico.
La fortezza, che un tempo sorgeva isolata nei suoi
fossati nella parte alta del centro abitato, a cui non si
poteva accedere quando era chiusa la porta di cinta,
oggi si trova al centro del paese. Infatti fin dal XVIII
secolo il borgo aveva cominciato ad espandersi
innanzi al castello, quindi dal lato opposto rispetto al
primitivo insediamento. Il castello si trovò così a
dividere in due il paese, distinto in “Civita di sotto” e
“Civita di sopra”.
Nel lontano 1795 gli abitanti delle due “borgate”,
esasperati da questa sconveniente separazione, insorsero riempendo il fossato per creare un collegamento
tra le due parti, erigendo una strada che oggi costeggia il castello dal lato nord. Probabilmente il castello
fu costruito intorno al XIV secolo d.C., sotto la dominazione angioina (Carlo I d’Angiò), anche se le caratteristiche architettoniche rimandano ad una sua
costruzione databile alla seconda metà del XIII secolo. È a pianta quadrangolare, sul lato occidentale vi
sono due torri angolari di forma cilindrica.
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THE CASTLE
uilt on a sandstone rock that
stands between the waterways of Mordale and Vallone Grande, the castle of Civitacampomarano is a monument of
great historical value. The fortress,
which once stood isolated in its
moots in the upper part of the village, which was not accessibile
when the boundary door was closed, is now at the center of the village. In fact, since the eighteenth
century the village had begun to
spread in front of the castle, which
is from the side opposite to the original settlement. Thus the castle
divided the village in two, separated into “Civita of below” and
“Civita of above.”
Back in 1795 the inhabitants of the
two “villages”, exasperated by this
inconvenient separation, rose and
filled the moat to create a link
between the two sections, setting
up a road that now runs along the
north side of the castle. Probably
the castle was built around the
fourteenth century AD, under the
Angevin domination, although the
architectural characteristics refer to
its construction dating back to the
second half of the thirteenth century. This quadrangular design has
on the western side two cylindrical
towers at each corner.
On its front facade, the family coat
of arms of the di Sangro is inset and
the openings where the chains for
the drawbridge used to run are clearly
visible. In the countryard there is a
fountain decorated with zoomorphic figures of uncertain age. By
Decree of the Ministry of Heritage,
dated May 2nd, 1979 Civitacampomarano Castle was declared a
national Monument. It is owned by
the Ministry of Cultural and Architectural Heritage. The Municipality has
garanted use of it appointed by the
Superintendence of Molise and
conduts Castle guided tours.
B
Sulla facciata principale è murato lo stemma della
famiglia dei di Sangro e sono ben visibili le aperture
dove scorrevano le catene per il ponte levatoio. Nel
cortile vi è una fontana decorata con figure zoomorfe
di epoca incerta. Con Decreto del Ministero dei Beni
Culturali, il 2 maggio 1979 il castello di Civitacampomarano è stato dichiarato Monumento nazionale.
Il castello è di proprietà del Ministero dei Beni
Architettonici e Culturali.
Pagina precedente: Stemmi della
Il Comune ha una confamiglia di Sangro presenti sul
portale del castello e, in basso,
cessione in uso dalla
veduta del castello. In questa pagiSoprintendenza del Mona: Veduta laterale e torre. Nelle
lise e ne cura le visite guipagine successive: Particolari artistici del castello angioino.
date.
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Particolari esterni e interni del castello
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VINCENZO CUOCO
VINCENZO CUOCO
istorian, lawyer, economist, writer and politician,
Cuoco was born in 1770 in
Civitacampomarano. He partecipated actively, holding positions of
importance within the Neapolitan
Revolution of 1799 and the following Partenopea Republic. With the
return of the Bourbons, he was
imprisoned, then exiled to Paris,
where he waited for the “Essay on
the Historical Neapolitan Revolution of 1999” to be published in
1801. In 1806, after publishing the
“Plato in Italy”, a unique archeological novel in epistolary form, he
was able to return to Naples, there
he was first advisor of the Supreme
Court of Appeal and then director
of the Treasury. From 1816 until
his death in 1823, he lived in a
painful state of madness that drave
him to destroy many of his manuscripts. In the author of the “Essay”, a remarkable book of our
historiography, salient annotations
of the Italian culture especially
from Southern Italy of the early
nineteenth century come together.
The essay is a careful meditation
not only of Machiavelli, but most of
Giambattista Vico, on the liberal
and constitutional issues. In the
“Essay”, Cuoco identified the serious rift between intellectuals and
the people and introduced what
would have been envisaged as one
of the problems of our Risorgimento. In the work “Report and
Decree Draft of Public Education”,
Cuoco expounded the principle of
free and compulsory primary education also for women. Today, his
restored house, owned by the City,
also serves as a Research Center
for Foundations, Corporations,
Universities.
H
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S
torico, giurista, economista, saggista e politico,
nacque a Civitacampomarano nel 1770. Partecipò in
maniera attiva, ricoprendo ruoli di rilievo, alla
Rivoluzione napoletana del 1799 e alla seguente
Repubblica partenopea; con il ritorno dei Borboni
conobbe il carcere, quindi l’esilio a Parigi, dove attese al “Saggio storico sulla Rivoluzione napoletana del
’99”, pubblicato nel 1801.
Nel 1806, dopo aver pubblicato il “Platone in Italia”,
singolare romanzo archeologico in forma epistolare,
poté far ritorno a Napoli e fu dapprima consigliere di
Cassazione e poi del Tesoro.
Dal 1816 fino alla morte avvenuta nel 1823, visse in
un doloroso stato di follia, che lo spinse a distruggere numerosi suoi manoscritti. Nell’autore de il “Saggio”, libro esemplare della storiografia italiana, confluiscono le note salienti della cultura italiana e specialmente meridionale degli inizi del secolo XIX.
Un’attenta meditazione non solo del Machiavelli, ma
soprattutto di Giambattista Vico, alle istanze costituzionali e liberali, nel “Saggio” Cuoco individuava la
grave frattura tra gli intellettuali e il popolo e prospettava quello che sarebbe stato uno dei problemi
del nostro Risorgimento. Nell’opera “Rapporto e progetto di decreto della pubblica istruzione”, Cuoco sosteneva il principio dell’istruzione elementare gratuita e
obbligatoria anche per le donne.
Oggi la sua casa ristrutturata, di proprietà del Comune, è
predisposta ad accogliere Sotto: Busto dello statista Vinospiti, fungendo inoltre cenzo Cuoco e, a lato, la scalinata
da Centro Studi per Fon- d’ingresso alla Dimora storica, già
casa natale di V. Cuoco.
dazioni, Enti, Università.
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GABRIELE PEPE
GABRIELE PEPE
eading figure of the more liberal and enlightened bourgeois of Molise, he helped
create the genere of historical philosophical southern reformism. He
enlisted as a young lieutenant in
the cavalry Regiment in Naples,
embracing the cause of republican
partenopei revolutionary movements of 1799. With the Bourbon
restoration, he was arrested and
subsequently exiled. He served in
Napoleon’s army, took part in the
campaigns of Italy and Spain, in a
military career that will see him as
Commanding General for the National Guard. In 1820 he was elected member of the Neapolitan
Parliament, after its dissolution he
suffered a second exile. In Florence,
he joined the group “Anthology”
and stood out for his literary and
poetic qualities. He was a member
of the Viesseux Circle and the
Academy of Georgofili. He promulgated Vico’s ideas and philosophy
in Florence’s environs which were
frequented, amongst others, by G.
Leopardi, A. Manzoni, U. Foscolo.
In 1848 he was re-elected as a member of the new Neapolitan Parliament.
After yet another dissolution of
Parliament, he returned embittered
to Civitacampomarano, where he
died on July 26th, 1849.
P
L
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ersonalità di spicco dell’ala più liberale e illuminata della borghesia molisana, contribuì a
creare quel filone storico-filosofico del riformismo meridionale. Si arruolò giovanissimo come alfiere di cavalleria nel Reggimento napoletano, abbracciò la causa repubblicana dei Moti rivoluzionari partenopei del 1799.
Con la restaurazione borbonica, subì l’arresto e il
successivo esilio. Arruolatosi nelle truppe napoleoniche, partecipò alle campagne d’Italia e di Spagna, in
una carriera militare che lo vedrà Generale Comandante della Guardia Nazionale. Nel 1820 fu eletto
deputato al Parlamento Napoletano, sciolto il quale
subì un secondo esilio. A Firenze si legò al gruppo
“Antologia” e si distinse per le sue doti letterarie e
poetiche. Fu membro del Circolo Viesseux e dell’Accademia dei Georgofili. Promulgò le idee e la filosofia vichiana negli ambienti fiorentini,
frequentati tra gli altri da G.
Leopardi, A. Manzoni, U. Foscolo.
Nel 1848 fu rieletto deputato del
nuovo Parlamento Napoletano.
Dopo l’ennesimo scioglimento
del Parlamento, amareggiato,
tornò a Civitacampomarano,
dove morì il 26 luglio 1849.
Sopra: Casa natale di Gabriele Pepe; a lato,
lapide posta sull’abitazione e, in basso,
busto di G. Pepe. A pag. 15 e nelle pagine
successive: Vicoli e particolari architettonici del borgo antico.
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IL BORGO E LA STORIA
I
l paese, nel corso dei secoli, ha conosciuto il dominio di varie civiltà: longobarda, normanna, aragonese e borbonica. I secoli XVIII e XIX rappresentano senza dubbio il punto più elevato e glorioso del paese, che ha visto
un significativo incremento demografico, con una popolazione che
ha superato le 3000 unità, il fiorire
di uffici e di servizi unici nel territorio: ospedale, tribunale, scuole,
confraternite, l’ufficio del registro,
ecc.
Oggi il borgo conserva i caratteristici vicoli che attraversavano il
centro storico, un tempo luogo di
scambi commerciali e di botteghe
artigiane.
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THE VILLAGE
AND ITS HISTORY
he village has seen the rule of
various civilizations over the
centuries: the Longobards,
Normans, Aragonese and Bourbons.
The eighteenth and nineteenth centuries were undoubtedly the highest
and most glorious for the village,
which saw a significant increase in
population, which exceeded 3000,
with flourishing of offices and
services unique to the area: the
ospital, the court, fraternities,
schools, the registrar’s office, etc.
Today the old town centre retains
its characteristic alleys running
through the old town centre, once a
place of trade and craft shops.
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Le emergenze artistiche e architettoniche del centro storico
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LA CASA DEL MERCANTE
THE MERCHANT’S HOUSE
T
mong the many alleys of the
old town center, it is easy to
see precious architectural
remains of the past: among them
the Merchant’s House, now partially collapsed. The building, located in Via Vincenzo Cuoco, dates
from the eighteenth century, as evidenced by the date 1732 engraved
on a stone in the shape of heart on
the front wall. The front door with
round arch has a parapet that
allowed merchandise to be sold.
ra i tanti vicoli del borgo antico, è facile scorgere preziose testimonianze architettoniche del
passato: tra esse è la Casa del Mercante, ormai
parzialmente crollata. La costruzione, situata in Via
Vincenzo Cuoco, risale al XVIII secolo, come indica la
data 1732 incisa su di una pietra a forma di cuore
murata sulla facciata. Il portone, con arco a tutto
sesto, è diviso da un parapetto che
permetteva la vendita delle mercanzie: tale portale è forse l’unico sopravvissuto nelle architetture delle
case del borgo antico. Altri esempi
di tale tipologia sono noti in Alto
Molise, nella città di Agnone, dove
detto portale era di pertinenza delle
botteghe create dagli artigiani di origine veneziana.
A
Pagina precedente: Veduta della
chiesa di S. Giorgio. In questa pagina: La Casa del Mercante e i
fregi presenti sulle sue mura.
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LA CHIESA DI SAN GIORGIO MARTIRE
I
n cima all’altissimo dirupo della “Cavatella” si
trova la Parrocchia di San Giorgio Martire. La facciata è di forma rettangolare ma termina a triangolo nella parte alta, nella quale è fissato un bassorilievo in pietra raffigurante San Giorgio a cavallo.
L’interno è a due navate, con soffitto a cassettoni e
con un coro e un organo in legno ben conservati.
La chiesa, nella quale sono custodite le reliquie di
San Donato Martire e una statua equestre di San
Giorgio, possiede tre altari in pietra finemente lavorati e alcune lapidi funerarie della famiglia Pepe.
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THE CHURCH OF
SAN GIORIGIO MARTIRE
t the top of the very cliff
“Cavatella” is the Parish
of San Giorgio Martire. The
façade is rectangular in shape but
ends in a triangle at the top, on
which a stone bas-relief depicting
St. George on horseback. The interior
has two aisles with coffered ceiling,
a wooden choir and an organ all
well preserved. The church, in
which the remains of the martyr
San Donato and an equestrian statue of
St. George are kept, has three finely
crafted stone altars and some tombstones of the Pepe family.
A
A pag. 20: La facciata della chiesa
di S. Giorgio e, in questa pagina,
interno, coperchio del fonte battesimale, statua di S. Giorgio e antica statuina in legno di S. Luigi.
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LA CHIESA
DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE
THE CHURCH OF SANTA
MARIA DELLE GRAZIE
V
ear the castle is the Parish
of Santa Maria Maggiore,
whose Parish church collapsed in 1903, due to the complete
erosion of a tuff hill-side. Its baptisimal font and entrance door, of
great artistic value, were recovered
and reused in the church of Santa
Maria delle Grazie on Via V.
Cuoco. Of particular value is the
eighteenth-century altarpiece of the
altar, in carved wood and gold,
bearing aloft a very rare painting of
the Holy Family. The three-story
bell-tower, which tapers off with
four faces, preserves a fragmentary
stone-carved inscription, set in the
north not easy to interpret.
However, it may be deduced from
this inscription that it was applied
in 1620 in memory of an altar
which was dedicated - in the church
itself - to St. James also containing
the remains of the saint.
icino al castello si trova la Parrocchia di Santa
Maria Maggiore la cui chiesa parrocchiale, nel
1903, a causa dello sfaldamento di un costone
tufaceo, crollò. Il suo fonte battesimale e la relativa
porta di accesso, di notevole valore artistico, sono
stati recuperati e riutilizzati nella chiesa di Santa
Maria delle Grazie lungo Via Vincenzo Cuoco.
Di notevole pregio è la pala settecentesca dell’altare,
in legno intarsiato e oro zecchino, recante in alto una
rarissima tela della Sacra Famiglia.
Il campanile a tre piani, che termina a punta con
quattro facce, conserva una lapide lacunosa, incastonata nel lato nord, di non facile interpretazione, dalla
quale sembra tuttavia di poter dedurre che fu applicata nel 1620 in ricordo di un altare, dedicato - nella
chiesa stessa - a San Giacomo con le reliquie del
santo.
N
Pagina precedente, in alto: Il
paliotto, unico elemento superstite, appartenuto molto probabilmente alla distrutta chiesa di S.
Maria Maggiore. In basso: Altare
ligneo di S. Maria delle Grazie, al
cui interno sono presenti le statue
di San Paolo, della Madonna con il
Bambino e di San Pietro (vedi pag.
24). A lato: Portale tardo-gotico e,
in alto, l’organo. A pag. 24, in
basso: Statua lignea della Madonna delle Grazie.
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I CALANCHI
THE CALANCHI
P
For those who love environmental
tourism, it is possible to admire the
Calanchi, a geomorphological phenomenon that is produced by the
action of leaching water flowing
along degraded clay rocks, covered
with sparse vegetation. The grooves
which are formed within the soil,
are rapidly accentuated, stretching
and working back-ward, multiplying and branching themselves.
With a special project the site
“Calanchi di Civitacampomarano” has been created, spreading
along a surface area of 500 hectares,
within which there are several
points of observation of this natural
phenomenon such as a “Visitor
Center”. The “Calanchi di Civitacampomarano” are classified as
protected areas and Site of Community Importance.
er gli amanti del turismo ambientale, è possible
ammirare i Calanchi, un fenomeno geomorfologico che si produce per l’azione delle acque
dilavanti su rocce argillose degradate, con scarsa
copertura vegetale. I solchi che si formano all’interno
del terreno, si accentuano rapidamente, allungandosi
e procedendo a ritroso, moltiplicandosi e ramificandosi. Con un preposto progetto è stato creato il sito
“Calanchi di Civitacampomarano”, avente una superficie di circa 500 ettari, al cui interno sono vari punti di
osservazione di tale fenomeno naturale, tra cui si
apprezza un “Visitor Center”.
I “Calanchi di Civitacampomarano” sono classificati
tra le aree protette e Sito di Interesse Comunitario
(S.I.C.).
THE CAVATELLA “THERE
WHERE THE HAWKS FLY”
LA CAVATELLA
“LI’ DOVE VOLANO I FALCHI”
I
l paesaggio che costeggia il paese è caratterizzato
dalla presenza di calanchi e di gole a strapiombo,
originati dall’erosione provocata dai due torrenti
Vallone Grande e Mordale.
Quest’ultimo ha dato luogo alla “Cavatella”, una
gola naturale di bellezza unica, che a tratti raggiunge
la profondità di circa 100 m.: dall’alto, i numerosi
rapaci presenti (Falco Pecchiaiolo, Nibbio Reale, In alto: La particolare conformaFalco di Palude), con i loro zione del terreno e, a lato, uno dei
falchi che sorvolano la
voli acrobatici, sembrano numerosi
spettacolare gola della “Cavatella”.
essere custodi dei luoghi.
The landscape along the village is
characterized by the presence of
canyons and sheer gorges, originated from the erosion caused by the
two waterways Vallone Grande
and Mordale. The latter originated
the “Cavatella”, a natural gorge of
unique beauty that sometimes
reaches a depth of about 100 m.:
from above the many raptors present (Honey Buzzard, Red Kite,
Marsh Harrier), with their acrobatic flights, seem to be the custodians
of these places.
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LA NATURA
THE NATURE
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rom Monte Andrea, Monte
Rosso, Colle Marasca and
San Giovanni, you can enjoy
the sight of a unique landscape. In
the north-east you can admire the
Maiella of the neighbouring Abruzzo, in the east the Tremiti Islands
with the Adriatic Sea, in the south
the hills slopping down to the
Biferno and Fortore, while the
mountains of Matese rise in the
west. The forests extending over
600 hectares, are a real attraction
for those who love walking and hiking. They are at about 850 m above
the sea level, and are rich in Turkey
oak, oak, hornbeam, ash, maple,
hazel and herbs. The forest floor
provides wonderful delicacies such
as truffles, mushrooms and wild
strawberries. Nestled in the woodlands, at Folcaro and Croce Strangola, large picnic areas are located,
where you can spend pleasant
moments of relaxation, surrounded
by unspoiled nature.
a Monte Andrea, Monte Rosso, Colle Marasca
e San Giovanni, è possibile godere la vista di
un panorama impareggiabile. A Nord-Est
spicca la Maiella del vicino Abruzzo, ad Est le Isole
Tremiti con il Mare Adriatico, a Sud le colline che
degradano verso il Biferno
ed il Fortore, mentre ad
Ovest si ergono i rilievi del
Matese. I boschi si estendono per oltre 600 ettari e, per
gli appassionati di passeggiate ed escursioni, rappresentano una vera attrattiva.
Essi sono situati ad un’altezza di circa 850 m. s.l.m.,
ricchi di cerro, roverella,
carpino, orniello, aceri, Pagina precedente: La gola della
“Cavatella” vista dal paese. Sonoccioli e piante officinali. pra: Area picnic in montagna e, in
Il sottobosco offre prelibate basso, ampio panorama del paese.
delizie quali tartufi, funghi
e fragoline. Immerse tra le distese boschive, in località Folcaro e Croce Strangola, sono situate ampie aree
attrezzate, in cui si possono trascorrere piacevoli momenti di relax in una natura ancora incontaminata.
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THE NAPOLEONIC
CEMETERY
n Contrada Giardino the old village cemetery was built. The
well preserved site, built according to the dictates of the Edict of
Saint–Cloud of 1806 promulgated
by Napoleon Bonaparte, it is one of
the few examples of Napoleonic
cemeterial architecture in centralsouthern Italy.
I
Sopra: La chiesetta presente nel
cimitero; a lato, la lapide posta sul
portale e, in basso, veduta aerea del
complesso cimiteriale. Nella pagina successiva: Veduta del borgo
antico dal cimitero.
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IL CIMITERO NAPOLEONICO
I
n località Contrada Giardino sorge l’antico cimitero del paese. Il sito, ben conservato, costruito
secondo i dettami dell’editto di Saint-Cloud del
1806 promulgato da Napoleone Bonaparte, è uno
dei pochi esempi di architettura cimiteriale napoleonica presenti nel centro–sud Italia.
Opera dell’arch. Domenico Antonio Diodati
(primi atti in assoluto relativi al 1819), ai lavori si
diede inizio solo a partire dal 1851, mentre il rapporto finale ne fu stilato nel 1853. Nel 1860, tuttavia, risultavano ancora incomplete opere precedentemente previste.
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THE PLACES OF TASTE
“I LUOGHI DEL GUSTO”
very year, on August 10th,
the Italian Association of
Sommeliers of Molise and
the National Organization of
Cheese Tasters of Campobasso,
with the patronage of the Municipalità of Civitacampomarano, organize - with the help of the magical
atmosphere of the castle - the exhibition “The Places of Taste”.
Another event not to miss is the
“Festival of Cavatelli”, held from
13th August 1994, made possibile
thanks to the participation of the
resident women and members of the
Pro Loco. With the exhibition and
festival, advertising and promotion
of the area and local products of
Molise have started.
gni anno, il 10 Agosto, l’Associazione Italiana
Sommeliers del Molise e l’Organizzazione
Nazionale Assaggiatori di Formaggi - Delegazione di Campobasso, con il patrocinio del Comune di Civitacampomarano, organizzano, complice la
magica atmosfera del castello, la manifestazione “I
Luoghi del Gusto”. Altro appuntamento da non perdere è la “Sagra dei cavatelli”, svolta dal 1994 il 13 agosto
e resa possibile grazie alla partecipazione delle signore del paese (che “incavano” la pasta a mano) e dei
membri della Pro Loco. Con tali manifestazioni si è
avviato un percorso di promozione e di valorizzazione del territorio e dei prodotti tipici del Molise.
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Sopra: I cavatelli e, in basso, i preparativi per la Sagra (Foto Pro
Loco). A lato: Dovizia di formaggi
e di prodotti tipici.
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“I CIELL” O “I PEZZETT”
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uesti dolci, tempo fa, si preparavano nelle
famiglie solo in occasione delle feste, in particolare nei matrimoni, mentre oggi si realizzano tutto l’anno.
Con molte varianti tra ingredienti, forme e nomi, essi
sono diffusi in diversi paesi della provincia di Campobasso, compresi quelli di origine slava ed albanese.
Gli ingredienti necessari per l’esecuzione della
ricetta sono quelli a disposizione, così come un tempo, delle famiglie molisane, ad eccezione delle spezie, del cioccolato, del cacao e degli agrumi (in tempi
più recenti dei liquori), che si acquistavano o scambiavano con i prodotti della campagna nel negozio
del paese provvisto di tali ingredienti.
Uno molto particolare, che caratterizza questi dolci
tipici di Civitacampomarano, è il mosto cotto, che
insieme al miele era il dolcificante più diffuso.
Conosciuto e prodotto già anticamente nel mondo
romano, è infatti citato nel De re coquinaria, testo di
cucina attribuito ad Apicio, vissuto nel IV secolo d.C.
Il mosto cotto è citato anche nei ricettari medioevali
del 1300, ove si consiglia di usare la “sapa” con carni
o pesci, ma anche per i dolci, esattamente come si fa
a Civitacampomarano.
In entrambe le attestazioni la preparazione del
mosto cotto è identica a quella odierna, che prevede
una lunga ebollizione per ridurre ad 1/3 il succo di
uva fresca.
È di enorme interesse anche il legame che intercorre
tra cucina ed artigianato, l’abitudine e la tradizione
di usare attrezzature ed utensili particolari, in questo
caso quelli di legno (“a mes” – “u tavelier” – “u cannellucc” – “a cucchiar”), quelli di rame (“u cavedar”) e
quelli di ferro smaltato o di terracotta (le insalatiere,
le “pizzicarole”, una diversa dall’altra, adatte a decorare). Molto diffuse e ricercate erano (e lo sono tuttora, anche se introvabili) soprattutto quelle realizzate
dal Sig. Lorenzo Mazziotta e dal Sig. Nicola Caprara,
valenti artigiani del ferro battuto.
Dall’alto in basso: Il Marchio
“DE.CO.” del Comune e, in basso,
alcuni tipi di “ciell” o “pezzet”
della tradizione dolciaria locale.
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CIVITACAMPOMARANO “BORGO AUTENTICO D’ITALIA”
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Borghi, le persone, i sapori, le voci, i
colori, la storia... Comunità che ancora conservano e sanno raccontare le
loro tradizioni, i loro ritmi ed i loro stili
di vita.
Un Borgo Autentico si distingue come
luogo in cui, pur conservando le tradizioni e le culture, si rivolge uno sguardo ad un orizzonte più ampio verso l’innovazione e soprattutto verso uno sviluppo sostenibile. La vera sfida, quindi, è
conciliare la conservazione delle identità
con una crescita ed un cambiamento socio-economico. Il Progetto Borgo non è
solo turismo, ma anche ambiente, energia, valorizzazione dell’artigianato e dei
prodotti tipici, crescita sociale. Oggi il
“borgo” è diventato un “prodotto”, che
attrae turisti e gente che vuol cambiare il
ritmo di vita frenetico ed oppressivo di
città e di metropoli: affinché ciò possa accadere, la Comunità deve essere impegnata in un percorso di qualificazione e
riqualificazione.
Borghi Autentici è dunque un sistema di
territori e Comunità legati tra loro, disseminati lungo l’Italia, ed impegnati costantemente a migliorare in generale la
qualità di vita, per renderla più piacevole ai propri cittadini, ai visitatori e ai turisti considerati, in tale ottica, “Cittadini
temporanei”. È una piccola parte di Italia
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che si pone precise motivazioni strategiche per avviare progetti, iniziative ed
azioni di sviluppo nell’identità, nel paesaggio, nella cultura produttiva, nel proprio modo di vivere, nella storia e nelle
tradizioni dei luoghi. È una realtà che
considera la comunità locale elemento
decisivo del proprio sviluppo, luogo,
contesto umano e culturale, sinonimi di
buon vivere, gusto, tradizioni, di una
dimensione sociale dolce; una comunità
che si apre agli altri nella sua dimensione
di “Comunità Ospitale”. In tal senso
anche Civitacampomarano è oggi “un
borgo impegnato in un percorso di qualità”.
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INFORMAZIONI TURISTICHE
RICETTIVITÀ
Provincia: Campobasso
Altitudine: 520 slm
Abitanti: 545 (Civitesi)
Coordinate GPS
41°46′00″N 14°40′00″E
Sito Comune
RISTORANTE LA PASSEGGIATA
C.da Crocella - Tel. 0874 748306
Splendido ristorante a 3 km da Civitacampomarano, immerso nel verde.
www.comune.civitacampomarano.cb.it
Sito Pro Loco
www.civitacampomarano.net
VISITE GUIDATE
Castello Angioino; utilizzo area
Parco Vallemonterosso
Comune Civitacampomarano
Tel. 0874 748103
www.comune.civitacampomarano.cb.it
www.civitacampomarano.net
NUMERI UTILI
Ambulatorio - Tel. 0874 748157
Farmacia - Tel. 0874 748315
Carabinieri - Tel. 0874 748100
Corpo Forestale - Tel. 0874 748161
FESTE RELIGIOSE
Fra le principali Feste del paese, ricordiamo quella di San Liberatore, patrono di Civita, festeggiato il 13 maggio
con la consuetudine che vede tutte le
statue dei Santi in processione, e quella della Madonna della Neve, che il 5 e
6 agosto prelude alla Festa di San
Donato del 7 agosto.
Da non perdere sono inoltre le ricorrenze di S. Giuseppe del 19 marzo (la
tradizione prevede la ricostituzione
ospitale della Sacra Famiglia), del 1°
maggio e la fiera di San Giovanni del
23 giugno.
LA DIMORA DEL LETTERATO
Centro storico - Tel. 0874 748306
Casa natale dell’insigne letterato Vincenzo Cuoco, riattata in stile e adibita a
dimora storica per vacanze.
B&B “IL RIPARO”
C.da Pizzica - Guardialfiera
Tel. 347 6610936
[email protected] - www.ilriparo.it
RISTORANTE “LA BAIA”
C.da Colle Sereno - Petrella Tifernina
(Fondo Valle Bifernina, bivio Lucito)
Tel. 0874 747393
AGRITURISMO “LE GINESTRE”
C.da Cavate - Loc. S. Giusta
Castelbottaccio - Tel. 392 7324233
CIVITACAMPOMARANO
Un Borgo che merita ritorno
è una realizzazione editoriale
della Volturnia Edizioni
di Cerro al Volturno (IS)
[email protected]
www.volturniaedizioni.com
Copyright © 2012
Testi tratti dall’opuscolo
CIVITACAMPOMARANO
il Paese dai Natali illustri
Foto, impaginazione e grafica
Tobia PAOLONE
Stampato nel mese di agosto 2012
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Un Borgo che merita ritorno - Comune di Civitacampomarano