io di · lo):"
r one nella poli ti ca democ·r . tic a o
su
la a obe far . oon l ' av r
r . de
non. ha
. nul.
·Mi:'=.
ese a part nuto o méno · lla. s
ruta scbi,..
1 an if:as .isti.
·-
Vorrei da parte de 11 antif soi ti n
iam . nto i und r
Q.,.
stateia n't ed a.nch di ironia riape"tovs. st.
non di. Go. ttnu: e
· · ~· :ta.
ltazione del pro rio pa aat ,. 01.b arebb·t ·o. l . o iu eucativ · dal ®t o d.i vista. ol.i t· eo. Os ;1 si tratta 4,1 lavor-ar
salveminian · nt e intorno ai coner ti. prob:le · delle. uotidiana c.o.
~
della dal:tu).ora .. ia e non di lot are ·r oss· .l l :i. ·
a.poaal.ittioa. rinascit
(d} Politica
è
della
a. mocrazia 4alle sue o ner
AH
a/bruzion
UE
~-·
ter.a .•
la
~
•
l
da
atlantici
rebb& u.n contri
tf)
o
·d .eu.r op .1 , p · r · div ntar . neutrale, _
alle. p ce , ma alla confusione mentale l1it1
HA
suoi lettori.
L' It lia non
EU
Una; r1Vis.t a ori n.t a:ta verso la richiesta. ehe l ' Italia eEtca
eosi importante da pot r ; porr
da sol . una
s ignif'ioante àa non
UE
d.irett1Va. di :f'ondt) alla .JOl11;~ea. mondialèt. ma non ~ netnl1Ui)ll0 •osi i!!,
oter oontri u1re allo svllup o in un s neo o
nell 1 ·al ~o d lla. . oli t io-a europea occidentale , eioè d~lla. politinà.
l.i tà ·tali
AH
:nella parte del mondo in cu1 ai trova. · $ ere· quin.di ,.r l.a neu.traud1~1o
a. im l ea u.n o rto
'Slll.la. · sit
iione: più aus i ---
EU
cabile nell ' Europa occidentale. Se l ' Italia i9ve s _r neu.tr let 09.
sa de>vr bb. ro essere la Francia, la Germania, l •In . Uterra? L• ux-o
pa ooe1dentale è
elemento Zondamenta.le nel~ ' q ilibrio (o nel 4!
-
Oh&
HA
aequi~ibrio} pol.itieo , mili1nlr , economico , :so·el.a.le · de~ mondo ill.t' .r e.
. ea dovre be av re la rivista di qu.esto r · olo dell ' Euro a ooc.l
d nt le ,.
e percib
.ià, solo p
rch~
dalla Svizzera
0
del1 " Ita~1a?
l
o
tutte au
1f,e co e non èsi t ~anno
orarle? Far l ' es :m. ·iò
rivist decider di i
del~a. sv zi no.n ha molto senso. Anzi t tto
Svi~z•-
-
6 -
Sv zia sono paesi eh . spend no p r il roprio ar
ento olto
-ià dell •Italia e che cominciano ersino e. ensare al ro rio ar
a n "t o atomico ~ In secondo lu.o o ent~am.bi qu .:- ti aesi sono ca 1 41
ra
-
a.bb · tanza apregevol . e oi m.o nazionale,
filo a.merioani al 200%, ma
sti
r ofitta.n
d ' l fatto che
u • coi-
e n.t . o
ob.e 1' -
t:oX'ico p .rr11et't. loro di ess _re nau.11rali ,
treriaa. sia abb
t
f ort
$&
un
L'I t lia. h
d
prote . ere an.a h
-·
la loro indi. end•n
UE
dent
erohè sono O·e oid nt li-
os o n l siate a oceidental, -
....ac~i . o
'ni
te s.i
tratita di eorc~e di com ·r ender·· quel alté in qll~Ul:to posto ·sa do-vrebbe fa-r-e; non d.1 tanta.st1care che essa. non .s i tr,ovi in qu
po-
untQ di Viste. astratto
iaBc.ia da un
to.
portau
in q anto tut a ia .polit1.qa
gi in movimento, e bisogna ur ,aver · q alche bU$SOla
per
t nto più
HA
La cosa
mondia~e ~o
EU
AH
non
riantars:i .
Una rivista d·e moeratica "'l iberaJ.•
UE
la. carola) dovrebbe s - eondo me avar
(ne~
e.riaano , eL.
en o
i &e uenti
-t
:L
-
an
di .rifer·
su~l '
emoni
AH
to q anto
politica eater :
1° - ssere fa.vor vol ad un rioràin ·e nto d l &iste $ oo-eident:ale che so,s titu.isca al patto A"tlantic.o t fondato nèee a.riamente
a e su u.na stre.tagi
.eri o
atp i ca
.. lla dites ,
~
EU
int sa tra . eriea e iuro~a ocoid.ental. ,. ne~la qu l l ' . urop
pro.vv-eda. da aol..a. alla propria difesa. con o le armi co~ven~ion li,
·e l' int rvento am rioano sia richi sto. ·s olo
r il caso che l • - 1rg_
pa
HA
na.
tonco.
2
s ere ero1ò fa o vole alla er a..~ione i un f erall t uropa occidentale, l qua1~, fra l'al tro, ricono ca. le.
u.bisoa U.llf' at1)acco
zione
RepQbblica. D mooratie·a T desoa., matt ndo fine al
d lla. ri nifica.zio
3o - E
r
avi col so mi t o
-tedeso ,
:peroi.ò f .:vor voli
tut t . qu lle. corr n ti che
.)/
~
- 7 · il~ . .ono G"
i a passare dal-l.a s mpli·c e
Com ·ne alla vera e pro r1a union
di , . ti tu.ti politici t .e d.eraJ.i.
~erQato
·conomica
ad u.na poli ioa di
ist nsio
verso
EU
AH
UE
40 - E$S re i vor vol
ione dogan le del
HA
buir -•
sia o
UE
ca. cont1nu in qu s.t o senso,~
Oo-me vedi 1 io non credo ohe
l ' alt · r~
iva pe:r i de ooratj.ci
i t atlant1.o1smo o neu.tr lismQ·· Credo che U neu.ilre.lismo . ia
l ' al tarna:tiva. sia fra atlan.tie1smo - n o ssaria-
AH
un non-senso e oh
-
ur-o
e p
HA
in
EU
menta conservatore , g!lerr-afre:ddi ts. generatore li n ·ovi nazionali
1 f~a.
1 t ti v: s alli dell • America. fed.é ral: ..sao eul'opeo ,\ &!
l aa.to di un! · erica edita veramen
ad una politica d . N w hon,18J
Qu.esta. à la oondi~ione per avere una Vita demoerat1ca (in eri.oa ,._
re~ò
anche in !tali ) vi vao-e é
Jto · e s sista ne ll. 'in-
terno-, oap ce di contri bul.re. ad. un· . evoluzione poed.'t iv del mor1do
oo:m.uni sta e del t rzo mondo , atta a 4· intti:re l 'tensioni. oa.dtal1
p -r eiò 1 peri coli · 1
r r a.
Dir .ehè l a speranz ·. n lla f .. der azi()ne . u.rope
è ormai • •-
nita, signifioa. non r ndersi oonto oh
esa non ha. e'Et ito 11 oamm!,
nf) revisto da noi
· che è
tt •altro che
ani t •. Quando limi la
./ .
-
=
alt~
r
v ·.a
stor1o
lle pr vi ioni? Ogni. uomo dotato di
con:for.
s n o . t rico e
olit i co deve S·a
•
direttiv
en rali d -• zi n ,
·ri ioni ri , n n far dr
r
ohe 1
visioni sono ili reai-
solo provvisori
non ro t ; n
oh
a farle,
iso
o ·rr
. iar-
le.
o.eci ent l . è o·
co
o, Ess
qu. U
ità pol.itica dell' u.ro a
i simlle
q~ llo dell''Wl t
it llana n l eoolo
- tata onforme n a.ll id e 4at sr onari• n
i
i,
.r
n t m di c i n~ auno ri oiva a
non to se
to riec>lt·o .
;p:t'obl~ma.
non
i mazz
AH
li erar .i finoh
dalla creazione dell'
UE
Il
L' urapa. naso nte non ·e q ell.a ehe avevamo fant stica.t
• 1• uropa che cerca di na. o r · dalla crisi di or
._, 4 re to Comune , dal
·.1
r1 coloniali
mocr zia. "t
ces • dal pro l
cen~a
ne o naa. d l Pat o Atlantic-o ,
fran .ese,. d ll.a crisi
·d . ~l
:no11-unit
HA
t ne d
ori 1 di
EU
tot ne .
a Ven-·
t
del
alla.
ella
4•-
· soa. Fora anche
siste ed attualè.
sta volira no~ n scerà nulla. J i l te a og
' una batta ia 4 far ,. e non . i $$ br d gno 41 un demoora.t:1co
ro ~ ssiata voler~a. 1 or •
Rispondo in i . e anche all lett ra circ-ol.are del 1 sett ·mbre
firmata da JJuzza:tto ,. da. · arri e· da t .• Vi ·r :t ·. asio molto dall ' invito t ma oic~à. ' indirizzo polit eo de'l . oVim&~to
evtd n temente 1~
den io . a quello della rivista, vorrete aousa:rm1 e res'té.r ò sem. l.ice
spettatore finch~ non saprò con recision · .q ual sJia l. • tte iam.ento
del movimento r:i. petto a.i problemi sollevati.- in qù sta aia- le'tte·ra~
HA
EU
AH
UE
q
Oon cari sa:l ·ti sono
(Al:ti ro· Spi elli)
Repressi on e
e oppos izi on e c à nde st ina - Il Tribun le Speo
po litic ~
ciale •
Durante i qu ttro
nni che
da lla marci
v~nno
fine del ' 22 e l
speciali , fra l
su Roma a lle lege i
fine del '26, ci fu in Ita lia un
r egime di violenze e s prusi , ma non anco r a un vero e propri
re~
me totalitari • Essere a ntifa scista era lega lmente possib.ile anche
se perico los
1
a cau sa
d~
•
num,:-. rosi soprusi cui si a b ba ndo n va il
l
pre men o tollerate , ma non er ano
pri nci pali strumenti dell
in questo peri od
ncora del tutt
scomparse .
l
/
persecuzione e repressione fur nQ/
AH
I
UE
nuovo r e gi me • Le libertà politiche eran o prec . Fie e oemp:t e e sem-
l
il terr orismo delle qquadre f a sciste e l' arbj/tri
~i ziesco .
zìa1le squadre di c a micie nere
EU
Più o meno lega lizz te 1 me dia nte l a l oro t
contin~a r ono
sf rma zione in mili ad essere adoperate
và.no troppo fastidi
t 2 a l silenzi
HA
per spezzare fisicame nte l P resistenza di persone e grupp i che daa ll . d it ta tura e
mediante la
legge ~
~
che V' potev~'n
L ' a s saamni
essere costret-
di Don v1inz ni
UE
Argenta nell' agosto 1923 , l ' assassinio di Ma tteotti a Roma il 10
giugno 1924 , le b a ston" ture a morte di -Giova nni Amando l a nel lu-
AH
glio 1925 a Montec at ini e di Piero Gobetti a Torino nel gennai
1926, f urono le più note i mprese di Ciueste squadre , le · quali f cev a no però sentire
l~
loro presenza ovmnque , in a lto e i n b a ss , ne!
EU
le città e nei villa ggi . Si
trattav ~
di
tti formalmente d l tutt
illega li , m costituiv no una delle colonne della potenza del nu-
HA
ve regime .
Al s a ltua ria, e sp esso micidi ale, terroris m
s qu~ drista
compagnava l a repressione metodica della po lizia: un
fermi e arresti frequenti , prolung ti , a r bitrari. Gli
si ac -
gr gnuol
di
ntif scisti
erfii n o "scheda ti" da lla po lizi , er no c ontinua ente arrest t i e t.!
nuti per qualche n oite in c me r a di sicurezza o per qualc h e settim na in carcere. Ogni ric orrenza patri ttica , ogni gross
incid en-
l
-te politico , ogni v olta che il re o i l duc e o qualc h e a ltra gerar-f ~ cev~
ca visitava una città, la po li zi
reta te di tutti gli sche à
da ti c h e n on a vevano pr ovvedut o in tempo a d allontan rsi dllillla l ~
ten ev~
roVe 1al loro luog o di l av oro,e li
dentro per qualche temp
senz&l ne mmen o sp iegar l or o il perchè d -~ 11' arresto . Quest o me t odo
er~
a _p])lica to sopra tutto n ei c onfronti delle clas .·i più popol ri , e
perc iò dei socia listi , dei comunisti e degli an rll rchic i, c he eran
i
loro p iù caratteristic i p~tRfi
Il forte senso della gerarchi
del te mpo f a ceva si che gli antif sciati appart enenti a lle
UE
s o ci~le
.
classi benesta nti, fossero si sorvegli a ti , in qualche occ sione
a~
AH
che b :a.stona ti e uccisi, ma n on venissero ridotti in ba li a c mpleta.
dell ' arbitri e poliziesco come accadeva invece per gli a ntifa scisti
p r oletari.
EU
Comun que a nche l " persecuzione .poliziesca aveva qualche cos
improvvisato ed inc omplet o . Ogni questura
vita~
per propri
conto ,
ad esempio res a impossibile in una ci ttà. p_
HA
ed un o 1 cui la
~giv
di
teva trasferirsi in un' altr a,re stan dovi indts turb to finchè la p lizia loca le n on si
cco rgeva della su
presenza. Ass a i caratteri-
UE
stico è il ca s o di Ernesto Ross i, che , ·fuggito da Firenze ·nell' t tobre del 19 25, quand o l a poli zia scopri gli a utori del prim
pot~ ,
dopo breve s g-
AH
nale clandestino a ntifa scista "Non Mollare" ,
gio_!
giorn o a Pa rigi, rientrare in Italia ed ottenere un posto· di pr<? fessore a Bergamo .
EU
Arbi trt se ne po teva no
f ~ re
senza limiti, ma leggi , magistratu-
r a e ammini str zione er n o a ncora quell e n otevolmente liberali 1 de1,
1
HA
l ' epoca precedente e n on s i pre st, v a no completamente a l la volontà
del dittatore e del suo partito .
Due esempi, !ii ll 'ini zio ed l o.ll '".:f!-1
ne di questo periodo , mostr a no i limiti che il nuovo regime inc ntrava nell
sua volontà di dominio totale . Subito dopo la marcia su
Roma , i l governo tentò di metter}( su un grosso process
politico
contro Ametdeo Bordig , segretario del partito comunista, e. gl i
tri dirigenti dello stesso partito . Ma l
1-
magistratura li ass lse ·
- 3 tutti , n on trova ndo n e lle leggi vigenti a lcun
·-
ppigl i o per c ondan-
n a rli. Nei gi orni dello sciogli ment o dei pa rtiti Emilio Lussu si
difese con le a r mi in pugn o con t r o una squadra fascista che
v
di invade r e la su
abita zione in
tendo in fuga gli a ltri .
[
S a rdegn~. ,
tent a ~
freddandone uno e me,!
i giudici lo a ssolsero per
legitt~ma
dif sa con tro il tenta tive di violazione d e l suo domicili o .
Il passaggi o a llo s t to totalitari o vero e propri
ebbe luogo
verso l a fine del 1926 1 dop o i l manc ato a ttentato di Bologna del 21
n o d i chiarati deca duti, tutti i partiti
scista furon
UE
ottobre . Nel giro di p ochi giorni i deputa ti dell ' opposizione furo
d eccezione di quello fa -
sciolti l furono introdotti il confino e l ' ammonizio-
sicure zza àello stat
AH
ne per motivi politic i e fu premulgata una legge speci le per l
che affida va ad un tribuna le speci le per l
EU
difesa dello stat o la giurisdizione s ui delitti politic i .
I l governo dis p oneva or mai degli istituti necessari per effettua
re in modo r ad icale la re pressi on e politica. )( 1/on
e~tralegal i
veva perciò più
adope r ati fi n ora . Le
HA
bisogno di a lcuni me todi
operazi~
l
ni terr ristiche delle squadre fasciste , divenute superflu e·,
pratic ~mente
scom~t
quasi del tutto , e orga ni essenziali dell
UE
parver o
p ressione divent r on o , e restaron o fi n o al 25 lugl i o 1943, l
AH
tribunale speci le .
poli
Soffe r miamoci brevemente su ci scun o di essi .
EU
Il controllo politico del. paese diventè d
preminente della polizia . " In que l l • epoc
a ll ora il compito
- scrive nel 1953 n elle
nsue memorie Camillo Cami ll eri,ex fu n z i on rio della polizia p oli tica
11
..;
un eff erll,to omic idi o , una · i mpres si on a nte r a pina , un i ngente furt
"non destavano a. lcuna p re 0ccupaz ione .,
n~
lcuna impressione nella
"direzione g en e r ale . della Pubblica Si cur ezza; ma se una b nale of- .
"feslil. :n,l duce , o un tenta tivo di e mi gr az ione cla nde stina di uno
"schedato polit ico , o una qualsiasi a ttività a ntifascista ,
"facciarsi di una
r gani z z zi one cla ndestin , non eran
,,
re
zia , l e commissioni p refettiz i e per l ' mmonizione ed il conf i no , i l
HA
~-
l ' f-
lb.mmedi t -
,_.
- 4 "ment e
re p ressi ~
e n on ne era no identi fica ti e
.r resta ti gli
utoPi ,
"fi occavan o pu~i oni, tra s f eri menti , co l l oc --menti a dis pos izi one
questur~.
"ed a ripos , l a
" plicava no e
divent avan~
n on a veva più pa c ,.le inchieste li molti
terrificanti per lo zel
ultra f a scist
di
"alcuni ispett ori genera li inctuirenti ".
Ve~s o
l a fine del 19 27 fu istituito un is pettorat
la -repressione antifascista , c hiamat
speci le per
OVRA ,' che Terzi1.io B rghesi,
agente del servizio del controspi n ggio militare , c si descrive
UE
nei suoi ric ordi :
"Dirigeva no l ' organizza zione undici · isp ettori gene r ali di PubI
~ vevano
a lla loro dipe ndenza sei questo-
AH
"blica Sicurezza , i qua li
nrl, quattro vice-questori, qui ndici commiss ri-cap , · ventisette .
. ..-.commissari, trentuno commiss a ri· aggiunti, centosessan t qu ttro
EU
/,/ "s . -~·tu · iciali e agenti scelti di Pubblica Sicurezza . Col l bor v
".
"no inoltre con l ' OVRA , in condizione di di pendenz , tutti gli uf-
HA
" fici politic i delle vm.rie · uesture, gli uffici di Pubblic
l
, "rezza di frontiera , gli Uffici
l
__ _J__
UE
/
"servizi palitici e mi lita ri dello stato ."
I l principale mezzo con cui que sto imp onente
pp~rato
sco affro n tava 1 suoi comp i t i era costituito dalla rete
AH
/
---;; ·' /' /
polizied ' gl i ·- in~
r
matori, delle spie e degli a genti pr ovoc a tori . Ta lvolta cost oro ài
mettevan o volonta riamente a disposizione della p olizia per fornirle
EU
.
./
investigateri dei vari c.2_
"ma n di di legi one della miliz i a , e , se richiesti , futti gli altri
inform:.zioni ,traendone qualche modesto gu dagno e facilitazioni
nella loro carriera . Altre volte si trattav
di persone che in qual
che modo erano in relaz iene con gli a ntifa scisti e che c a duti nel-
HA
/
politic~
Sicu-
le me.ni della. polizia 1 cedevano a l ricatt-o che immancabilmente
sta f a ceva:
nda re a f inire in ca r ce r e o nl confin
ue-
riac qui stare
s ubit o l a libertà, divent nd o s ua spia .
Poichè l a poli z ia a veva il mandat
n on solo di pers eguire col r
che commettevano i veri e propri re t i p revisti da lle leggi del
r~
gime, ma a nche di c olpire coloro che era n o a nche solo sospetti di
·~
- 5 .,;
cit~
attivit à a ntif .scista e comun que pericolosi a l regime , nessun
t a. dinQ poteva considera rsi immune del pericolo di incappare in
sta vasta r e te .
Ovun que
potev~
qu~
esserci una spia; chiunque poteva
e ss ere denunzia to da un informatore o da un agente provocat re, ed
era a llora a ssa i difficile difendersi, perchè 18 polizia teneva g.!_
l-
losam ente segre ti i n omi dei suoi informatori, a nche di fronte
speci ~l e.
f identi dell ' OVRA è
stat~
Una lista , a ss i incompleta , di
conosciut
me , qua nd o nel 194~ una commissione
c~n~
solo dopo la c a duta del regifu nominat
dal govern
per
UE
lo stesso tribuna le
compilarla 1,senza a vere peraltro mai a sua disposizi ne tutti gli
AH
rchivi della polizia .
Una volta c a duto in questa rete , l'antif scista , cospirat re
o Q.nche se mp licemente sospetto,. entrava di co lp
t o più difficile della
del
di qualsiasi sia pur tenue difesa legale , chius
c.amere di sicurezza d
, ficio in cui
v ~niv '"'
mondo , spro~
in infette
cui usci va. solo per essere porta t o nell' uf-
interroga to , egli si trovava solo ed i'nerrn.e di
fronte a tutta l a potenza dello stato , incarnata nel comrniss ri
UE
di poli2 i a e n ei mi na cciosi sbirri che erano a sua disposizione .
Non s Ep eva mai con precisione come l'interrogatori
AH
to , cosa gli s a rebb e stato contesta t , cosa si
si s .rebbe svol-
r~chiedesse
da lui .
'
Tutta l a sua intelligenzta. e l a sua energia mor ale gli occorreva.n
per tenere testa
r
l le a ccuse, a lle bl a ndi z ie,
.l le min ..c ci e , spes-
EU
so a lle tGrture che gli veniv n e inflitte . Tutt
ciò su cui poteva
conta re, se riusciva a mantene re l a testa f r edda e i nervi a pes t
era il fatto che l a polizia
HA
/
vita . Isola to da l rest
nel momei.
HA
vist
su~
EU
~etti vo
~f.
er~
in gen erale poc o intelligente e
che l e sua brut . lità n on era met odica c ome quella degli agenti del
la ~estapo e della Ghepe~, ma intermittente , e , per così dire dilettantesca. Scop o p rinci pale dell'interrog to rio non er
tanto l
conf essione di QUe l che l'interro gato rveva fatt • Tant
meglio se
lo diceva, poichè ciò serviv
a conos c re megli
il su
cas
fine.per
a gire nei suoi confr onti ,ba stav no le i n fo rm zioni e
,.
ma i n
t
- 6 l ' op i nione che l a polizia si er
f a tt
di lui . Assai più intere -
s a nte e r a i nvece sapere qua.li fossero i su i c . mplic i; le sue rel !.
zi ni , po i chè in ta l modo si sar ebbe potuto stron c re la sempre ri
n scente idt a dell a cospir a zion e a n tifascista , ed i primi
avrebbe r o provocat
a c ten
qu elli degli altri .
Quando l ' arrestmto n n a ppar iv
to estran eo ad
ogni~
rresti
a l la p olizia ver ment J del tut-
antifascista , quando egl i n on accettav
di passare dalle file degl i antifascisti in quelle dei c nfidenti
pt
piiTl
lla
UE
dell ' OVRA , la. polizia poteva , a s econ da dei c si ,
denun-
commiss i one prefettizia per l ' ammon izione e per il con f ine ,
ziar l
a f tribuna le speciale .
bunale 1 ma
F~eioni
1
rn ~UXre
AH
Amm nizione e confino non erano misur e penali i r r g te d
amministrative i n flitté sull
della polizia ch e fosse pe ric olos
b se delltl
un t r1
~
per il r egime e p e r l a
EU
CJUr,/;a.
s'· o cietà. lasc i a r e in libertà una Vpersona , a n che se n on si
veva a:
suo ca r ico n e s suna p r ecisa e documen tabile pr va di un ' atti vità cri ~ .. w-J~~
~ue @ 1J~ ~ esidu
·
gislazion e p r efascist , e ch e
stat
l
l
'
che~
~
esisteva gi à ne l la l
ha~pravissut
l fascism Jessend
•
dichi r at t incostitu zional t e perciò abr0gat
UE
/
bo rb on i c
HA
min Gsa . E!"s.•
sai r ecen te dalla Co r te Costi tu,: ionale del l
so l
in d t
ns -
.Repubblic&: . Durante 1
repr essioni a n tisocia.liste di Crispi e di Pellonx , parecchi soci
i
Q~a li
le s tesso Filippo
AH
l ist i , ~a
~ ~Pat ~
furono per qualch e t emarbitri
po li-
-
EU
l inquen t i abituali comuni eran o ·sottoposti a quest
de
i
colpiti da questa misura , ma da l principio de l secol , sol
p
;
\ziesc • A partire dal 6 novemb re 1926 ammonizion e e éo nfi n o furon
HA
i n trod "tti n ella legislazion e italiana anch e per i ci t tadini scspe t_
ti politicamen te .
/
" I n ogni provincia - scrive i l Camilleri - fu ist i t u ita un
l
l
"mis sione presi e dut
dal prefett , e com ost
com-
d l console dell
mi -
i"li zia , dal comanda nte il gruppo dei car binieri , dal (}uest re
••t~al
pr ocur a t re del re ••• • Tutto l ' incar)· processual consisteva .
;' ~in un r ap )Orto del questore , c r redat d al tr rappart del co-
.1
i
" m~n d
de~
carabinieri., costantemente identici . E, si cc me della
- 7 -
. 1,.
quest re e l
.. commissione facevano parte lo stess
-
stess
comandan
tt te dei carabinieri, che avevan o sottoscritto i l rapp rt , i denua
"zianti in sede di g i udizio divent v n
giudici de i fatt i da loro
denunziati. Al confinando veniva n ot i ficata per iscritt
l
sintesi
"più stringata e meno c mprensibil e del provvediment , invit ndol
/ " a discolparsi n el termine di poch i gi rni; ma ,. il più delle volte ,
-~ "il male" pi ta to n on con osceva le accu se , e quindi n on poteva di '·'n -
ders i. Infatti come avr ebb e potuto confes l'; re un'imputazione
- " gli era laconicamente pa r tecipat
-
- " tifascista" ; o per "aver attenta t
all
UE
con l a. fo r mula : "per attività an .
integrità del regime" 1
""perchè elemento pericolose per il regiJil "
ltre simili?".
AH
d
L ' ammaniz ion e , che poteva 2-ndare da 1
'( c . . . si r eputati meno gravi~ L' ammoni t
2
nni era infl itta nei
.,,
r es t ava nella, sua città. m:a s i
EU
trasfo r mava. in una specie di pari a . Per J,ui vigeva il coprifuoc ,
non p . teva frequentare ,l u ghi pubbli c i, non p teva ace mpagnarsi
HA
.:: pe r sone sosp ette , J( r endeva sospette le persone con cui s i accompagnava , doveva ogni se ttim<ane. fare att
i
di poli zia .
di presenza al commiss a ri t
UE
Qua ndo la conclu s ione cui a rrivava l a p lizi
de lle sue atte nzioni doveva es se re allon tanat
AH
viveva , gli venivano a s se gna ti da
1
era che l ' gge tt
dal c ns rzi
i n cui
a 5 a nni di confin , ci è di r_
sid,nza 0bbl igata , talvolta in piccoli comuni sperduti dell ' Ita li
merid iona l e , a s sai più spess
in is le , come
Ponza , Ventotene , Lipari.
EU
~ Tremiti ,
in colonie di ' confin
Nei pri mi tempi il confin t o viveva semplicemente s ott
v~gi lata
col ~
nel luogo ch e gli er
HA
..
libertà
s tato assegn t ; ricevendo una pie-
somma per l' al i mentazion e cui doveva pr ovvedere d a s è , nonchà
un abit
e un
pai~ di
scarpe all ' ann • Poteva affi tta re una c s
:avere rel az i oni con la popo l a zione. Alcuni si sposaron
' del post •
A poco
ed
con donne
a poco l a lib er tà pe r sonale fu ri stretta 1 sopra tu.,!
te ne lle is ole . I confinati fur ono obbligati ad
bi tare
Ponza n
l ' a n t ic o c a rcere borbonic , a Ven to t ene in bara cconi di mur tura
.!
- 8 nei
li erano rinchiusi
QU
~l
c al r del sole . Color
che si er n
spo-
·s a ti c on is olan e fur ono trasferiti in altre isole senza poter essere
dalle mogli. Furono proibite tutte le rela zi ni a michevoli
~seguiti
. con la popola zione . - il che signifioè Re:a gi9. che scGHilj?a:FisseP9, mQ
. o.fle. d h en1rsro clanàostine e ....pw:li13H:4- Lf-'1 sorvegli a nza dei poli ziotti
e dei militi su ogni p r la o atto dei confinati si fece più att nta
e più molesta . Si intr d.usse il rinn ovo aut oma tic o del confin , ma
a chi f irmava un atto di sottomis s ione al regime , e si adatt v
della direzione della
teva a nche es ser e
Qua nd
, il period
di confin
p -
abbreviat •
n on si trattava di generica pericolosità, ma di vera
pr_
vi ol azione delle leggi speciali , l a polizia deferiva al Tribu-
AH
~ ri a
col~ni
UE
.f are la spi
a
na le speciale . L-- . legge speciale era stata promulgata. per la dur t
fu successiva mente travasat
EU
di cinque anni , ma il suo contenut
per
intero 1 nel 1931 1 nel nuovo codice p ena le , diventando così definitiv
La legge ripri stin ava l a y ena di morte ,
nel 1699, e l,
ttentati contro il re, il principe ereditari
HA
commin2.va per gli
~b olita
~
ed
il duce , nonchè per gli a ttentati contro l'indipendenza e l a unità
stat
UE
della patria , per la vi ol az i one dei segreti concernenti la sicurezza dell e
e per i fatti diretti a far sorgere in a rmi contr
..
il p tere
dello stato , a susci t ._ re l a guerra c ivil e , o a portare la devastazi -
AH
ne , il sacch eggio e l a strage in qua lsiasi parte del regno .
La reclusi on e da 5 a 30 anni era commi na t a. anche per il sGl
Da 3
EU
c erto di commettere a lcuno di questi delitti .
10 anni e r ~ no com:.lin~ti per l a ricostituzione ,
-
con
e àa due a
cinqu e p er l' app - rtenenza a partiti disciolti o per l a propag nd
HA
delle loro dottrine . A
tent sse nessuna
~uesto
proposito è c r atteristico che n n si
defin izi one gi uridic a di parti ti·
dottr-ine sovver- .,
sive . Era il governo stesso c he con l -;1 de c isi on e di sciogliment st!.
•
bil"tv a a rbitrari amente qu a·l e associazi ne fosse da sciogliere e pe.!:
cib da considerare come sovversiva . Pr atic amente tutti i partiti e
tutte l e l oro dottrine rientrarono in t l modo en t r
q uesta comoda
- 9 Cfit
tegoria .
Da cinque a quindici a nni er no comminati ini contumaci
menomav
il pr estigio dello stat
a chi
all ' estero , diffondendo notizie
t::. .
f lse , esagerate o tendenziose _, o svolgesse comunque un ' ttivi tà
le da r e care nocumento agli interessi n az ion li . La condann
in coa
tumacia i mplicava di diritto l a perdi ta della cittadinanza e la coa
_____fi_s ca dei beni del fuorusci tG.
c omplici in tutti ques ti reati eran
~ ---d rincipali ,
p~ rificatt
agli autori
Rocc , " in questo genere
perchè , come spiegò il rninistr
UE
I
" di delitti , è molt . difficile gra duare la misura della
"zi on e a l delitto. e l ' esperienz
p~ r tec~pa­
i nsegna che colore i quali apparea
AH
"temente vi ebbero un~ parte s econda.ria , son o -~ spesso , inv ce,
" ~. pr1nc1pa
.
.
l.1 res ' onsa b 1. l 1. . t/
~uesti
delitti era dev . luta al Tribun le
EU
La c omp eten za p er tutti
speciale , composto di uff ic iali della r1ilizia o dell ' esercit , il
J)OP
l' ese! e ite salle pr_
HA
quale app licava 1 0_ :ttOiille del codic e p enale
c edura militare in t empo di guerra , ed em nava sentenze non suscettibili di appello o di impugnazione . Non era amme ssa , in ne s sun ca-
UE
so , durante l ' istruttoria 1@. libertà provvisori • L ' imputat
a ssumere un difensore solo dopo il rinvio
giudizio
giudizi , ed il difenso-
milit re , poteva essere esclus0 d
AH
re , se n on er
insi n dac ~ bile
ll ' assist~nza ,
a
del p residente del tribunale. Il president
poteva a nche vieta rgli di prendere visione dei
docum~ti
se se questra te , se , a suo giudizio , da ll a conoscen z
EU
poteva
e delle
_c~
di essi potes-
se derivare pubblico n ocumento .
gen~rale
dell ' sercit
Carlo Sanna , poi dal
HA
Pre s ieduto prima dal
console della milizia , Guide Cristini ed infine dal censole Tringali
Casan ova , il tribuna le l avo rò incessante mente dal 19 27
del regime , qu ntunque la sua dur t a f · s se stat
lla caduta
inizialmente previ -
sta per soli cinqu e anni .
Sc on tati gli anni di car cere o di confin
n 1 primi tempi era ri messo di regol
il prigi nier
politice
in libertà , ma col p ssare de-
- 9
c . ~gJ
~
i anni si introdusse un pe rfe zionamento con sistent e nel m ndare ~ ~
direttamente al confino il c ondannato che avev
scontat
carceraria, e nel rinnovare il confino ogni volt
la pena
che l
polizia l
·---~~_iudica va opportuno . L ' a nti f sci sta che entra va in qu esto ingranag~
gi
ma applicàta
diventava prigioniero a tempo indeterminato . EssEee l iber at
pendeva tuttavia anche da lui. La regola t non
scritta~
dal regime rispet to a i suo i prigionieri• era infatti che
chi~~
atto di sottomis s i one , rico n oscend o la grandezza del fascism ,
~
e , s~
di essere rime~
UE
pratutto del suo duce ,v o tten~~ dopo un certo ~emp
di ·
s o in libertà, p er esser e in genere adibito a bassi servizi di in-
AH
fo r mato re dell ' OVRA .
Pe r avere un ' idea del ritmo con cui questa poss ente e complicata
macchina r epr essiva funzic:>nò , posseno essere qui ricordate alcune
EU
cifre .
E ' natura lment e impossibile con oscere neanche approssim tivamen-
HA
te il numero dei fermati e interrogati d .lla polizia per ;ragioni p_
litiche , ma se ne può ave re un 'i dea approssi mativa pensand
.s
che es-
è certo stato di varie volte s up eriore a:)_ numero di color
che
UE
arrivarono f ino a ll'imput zione ed a l la condann , poichè numerosi
er ano na tura l mente i casi di coloro che l a polizia rila sc i ava senza
AH
.da re seguito a l fermo , con tentand osi di
t a re paura .
Secondo le informa zioni r acco lte
da _ Er~esto
Ross i e
EU
"La pupilla del duce - l ' Ovra " n ei 17 anni che v nn
pubbli cat ~
in
dal 19 26 al
1943, ben 21. 000 c ittadini furono denunziati dal'la polizia a l
na le spec i ale; di cui 5 .3 19 fur on o rinvi ati a g iudizi
HA
l~
ver loro ispirato una s
trib~
e 5. 155 con-
dgnnati • . I l totale degli a nni di r eclusione inflitti fu di 28 .• 116,
più sette cendanne
ll'ergastol
e 29 condanne a morte , delle quali
solo qua ttro non furon o eseguite . I confinati furono all ' incirca
10 . 000 . Gli ammoniti circa 1607000 .
Po~ch~
la f ·nt sia si sperde
f r a i grandi numeri, si può anche dire çhe durante tutt
~uest
pe-
ri odo in med ia ogni settimana la polizi.a , a ttingendo da un numero
-
c!e:
'tll'ì R':otmePe
10 -
imprecisabile di fe rmi , metteva 181 cittadini sotto lbl
r egime dell ' ammoni zion e , ne inviava 11 al confino , e ne
de nunz i~va
24 al Tribunale Speciale. Fra questi ultimi circa 6 per settiman
erano condannati a pene che a ndavano dai 2 ai 30 anni, e la cui media era di 6 a nni
~
testa . Ogni otto mesi era eseguita una fucila-
zion e , ogni due anni una condanna all ' ergastolo .
Se si prescinde dal terr orismo poliziesco di Hitl er e di Stalin
è- àifi'ieile trova re altri esempi di rep r essione così
UE
è difficile
dura e cos ì lunga su un popolo c h e si p r etendeva. essere orma i quasi
f~scista .,
r e~ l tà
Appar ent emente 19
AH
tutto
si adeguava a qu esta affermazione . Come
suole a ccadere in si mili casi J l ' a cce ttaz i on e della. ditta tura totali
EU
t·· ri&t f u quasi universal e . Il po t ere statale , eccessivo e adoperato
con dur e zz a , intimoriva quasi tutti . Mo lte caruiere , o a nche sol
ppovare il fascismo , e
HA
molte pos !~ ibili tà di lavoro , si chiudevano a
eL' most r ava
di di sap-
olte restavano a · erte a c h i vi a deriva . Cib
v aleva sop r atutt o per le giovani generazioni che t
pe~
entrare nella
UE
vita a ttiva , dovevano pagare l o scotto della par tec ipazione alle
o~
g8nizz az ioni gi ovanil i~·~.
AH
I n realtà la pres a del fascismo nel costume politi co fu fort , ma
su gli =-.n imi fu assai. superficial e. Numerosi
~r
no color
che "re -
listivamente " si a da ttavanG , e coloro che profittavano del re gim •
EU
ma nell ' enorme maggio r a nza dell a
popol~zione
il consenso e il timore
si accompagnavan o r egolarmente ad un malconten to l atente che si sf_2.
HA
gava in vari modi . C
ra l a sce ttica ed ironica i n creduli tà che si
m~,nifestava in un}( ) incessante fiori tura di ba:r zelle tte . c• era la d,!.
stinz i one , che si impara sempre assai rapidamente in ogni
dittatur~ .
fra l ' atteggiamento pubblico e qu ello priva.to . Si port va l
ce " all ' occhi el lo
partito
li~ n o ,
-.
-
"cimicosì era comunementè chiama to il distintivo del
- ...
--
pl.U ita
si faceva il saluto r oman o, ci si dava del voi
. ... m~sc hi o , p l.....U rivoluzionario del lei
p l.U
-, si rendev-an 1 r i
. .....:... _
l
.-
chiesti
om~ ggi
a i po t en ti ,
m~
11 -
in privato tutto ciò era depos t o con
1s stessa facilit à con cui ci si leva l o scomodo f r a c dop o una ceri
=
monia ufficiale e si
torna~
a l vestito di ogni gi orn o . Si i mpar ava
a scriver e ed a leggere fra le righe , a parlare per s ot tintes i . Ogn!!_
n~
a veva amici di cui si poteva fidare e con cui parl re
Questo
st~to
d ' anim
liber amente ~
era di ffuso , ma oscill nte. c • eran
punte
acu te nei momenti più difficili de l regime , come durante l . crisi eco
n omica da l 1929 a l 193 2, duran te l a guerra di Spagna , durante l a se
-
re l a
UE
conda gue -ra mondiale . c• er:a.n o. punt e di dep res c. ione durante l
tiva prosperità del 1928-29 , e dur nt e i successi della gu erra
d 'Abiss i nia , del l a lotta con tro le s anzi oni e della fo ndaz i · ne delIl
s il e ~zi o
AH
l ' impero .
diventava allo r a quas i assoluto , pg ichè sembr va che
EU
il fascismo f osse v er amente riusciio a crear e qual c os a di permanente , che n on permet t eva più di pensare con un mini mo
prospettive dif fe renti. Ma er a no mome n ti
effi ~eri
di r eal ism
che il regime
HA
stesso con l a sua p oli tica si i nc a ricava di disaolvere .
Ci era poi quella ch e , con espressiohe adoperata pi ù tardi in Germ~ni a ,
UE
si pu ò chi amare l ' emi grazione int erna : uomini r a ggua rdev li
come Croce e Einaudi , meno n oti come alcuni profes s ori ,
fessionist i, ex organi zzatori s indacal i, ed
-
l tri che avevan o signi
nella vita s ociale preceden te , i quali se .n e stav
AH
fic ato quRlc os a
giu di ei, pr~
n o sdegnosamente a ppartati. La loro
.f~rr.e.. fu
EU
trascurabi l e , an che Quando scrivevan o e parlavan
avevan o a ch e fare con l ' attualità politic ,
tutt ' altro che-
di cose che n n
nche quand ' tncev ne o
HA
I l regime t otalita ri o non funzi onava a lla perfezi ne , e c ' er n
pubblicazioni l e QUali , evit;Jlndo prese di posizione p0li ti che , ind,!_
rizzavano gli animi dei loro l ettori verso v a.l or i ben di vers i da
quelli pr edicati dQl
f~scismo ,
ed
~sercit av
no una notev le
za , fi n o a l momento in cui l e a utorità se n e accorgevan
e le sop-
primevan • Le più importa nti fur n o la Critica di Cr ce , l
,Soci~it le
e dopo l a su;a. soppress i on e ,
di Eina udi, '' La Cul tur "di r etta fi n
.J
influe~
Ri forma
Rivista di st ria e c n omi ca ,
l~
l
1928 d . Cesare De L -llis
.
- 12 -
Catu.m1 e da Raffaele Ma tti l i. Negli ultimi anni de l
e :poi da Arri g
fG~ sc.ism
questa ~do. letterari a comincib a fars i sen tire a nch e in
alcun . pubbl ica zion i dei grupp i
uni ve:rsit ~ ri
...
fasci sti come "Il B
de l G. U.F . di Pavi~ ne l 1937- 36, o di gruppi corpora tivi S~ di
sinistra come "C n ti ere" di R ma , "Cammina re " di
Bisogna riconoscere che gra zie a questo
1\' il
no.
a tteggi~ m ent
di
riserva, gli italiani - riuscirono a salvare parecchio del c
lutare
~
cul
p i~a. l e
turale prefascista ed a tras metterlo a lle generazioni nuove che col
nni si facevano avanti. Però il to no gener le dél c
dell~
stume pubblico e
UE
pass re degli
vita. individuale si a bbass ava; si
-
atten~ava
d ignità . Cr es ceva il
s~~
AH
il senso dei pro pri diritti, della pr opri
·.
vilis mo ipocrita verso i potenti . C' erano qu elle che l queville chi m tfJ. le virtù priva te dei buoni padri di f a migli a , ma sparivarno le
EU
grandi virtù politiche della vita lib e .a .
In q_uesta atmosfera di piccole l ib ertà pri va ::be e. di servitù pubf~rono ,
da l primo a ll ' ultimo
cuni che a limentavan
mome nt ~
HA
blica , ci
della ditt tur a, a l ·.. t '
dap prima in segreto l a l oro opp sizione ,
· ~a
l asciavitn o maturare , e n e traevano infine l o deci sione di rifiuta re
UE
la umili a nte situazion e del mormoratore .
t;iflil.scismo milita nte era. sempre
Il primo passo ve r so · l • a!!_
l e. pr otesta n on sel o contr o il r e-
gime , ma a nche contro coloro che si con t ent nvan
de lle~ jus ~~·
mii col
pass~_ re
AH
Dapprima furo n· uomini ch e er a.n<D sta ti a ntifascis ti jin dall ' inizÌ.o
""' ;
EU
rienze politich e er n
qu esta o que ll
f
quelle dell ' ambiente fasc i s t a . Mo lt e volte
tra dizion e familiare a v evo mantenut o in quQlche mod
ape r to uno spi r aglio su un mond o diverso .
_ ass i spesso erano an-
HA
'•
es p~ ­
degli anni e.ppar vero g en e r .z ioni l e cui so le
che ve r i e propri gi0 vani fas ci sti che en t ravano in crisi e passav_
no dall ' altra parte .
Costoro ., dunque, rifiutRvano il par l re velato , il pen sar
riserva mentaket e decidevano di us cire
r e e prepar r e un avve n ire dive r s
a~11a
leg li tà per
con .
~fferma ­
da quello fascista .
Dura n te questi dici ssette anni ci sono state
numerose
cospi r~ -
- 13 -
zionl- , che hanno alimenta.to ininterrott mente c rceri e luogh i di
confin •
La pib nume rosa , la pih fortemente or ganiz za t a à stata quella co
munista ,
l~
qu l e mirava sopratutto a manten e re e sviluppare i qua -
dri del p rtito che
vrebbe dovut
conquistare il potere il gi orn o
della caduta del r egime . Era questa ls r a gione per cu i i comunisti
dava.n Q un ' i mportanza assài grande . a tutto l ' aspetto organizza. ti v :
cellule, federaz ioni , cen tri interni , r ete di f unzi onar i. C ntinu continuamente
UE
mente bisognava rimettere in pie di l ' or ga nizzazione che la polizia
s p e z z a v~ .
l
P-8è•vs.
intorno a l movi ment o • Giustizi
AH
La second~l c ospir zione fu quella democratida di sinistra . Si i}}l fet-?t;~ct~
lo Rosselli , dopo l a sua fuga da Lipari;
p~rticolare
sulla sc i a di "Giusti-
m~
.l.> lJarvero a l tre i n izia.ti v e fra le quali
EU
zia e Lib ertà "
e Liber tà "/ suscitato da C!.
bis gna in
ricordare quella del libera l - soc i alismo di Guido Caloge -
Pa rti to d ' Azione .
sa.re~bbe
p i diventat
HA
re , e i primi r a grup:parne nti di quello che
Questa cospirazione con cepiva l ' avvenire non come
una res taurazione dello stato prefascista , .ma come una ere ·
Avev~
z~
n
~ hu
sorgere da una r ivolta democratica del pop · l
UE
va che avrebbe dovut
ital i a n •
il
mezzi assai più modesti di quelli del partito c mu-
AH
nis ta e si sentiva più siJnile a ll e più antiche cospirazioni del ri sorgimento .
Nè la. cospira zio n e comunista , nè qu ella democratic
p rati~~~
i l terro ri smo rivoluzi onario . Ques t
EU
e
c·· to de l tut to , poi ch è c ' è sta to un
predicavan
non è tuttavia man
stillici dio di · man c at i attenta
HA
t i , compiuti quasi sempre ds. a na rchic i . "Giustizia e Libertà" amava
l ' dea delle ossidette " azi oni dirette " che tendevano c@n qualche
gesto vistoso , c ome il f a moso l ncio di manifestini su Nilan - da un
aereo , pe r opera d i Bassa n esi , a
f ~ re ~ ppello
lla
f ~ ntasiQ
degli
italiani .
Non si può q_ui di ment i c a re l à co s pi r azione sloven , attiv' ùal
principio alla fi n e , e che fornì i nnumerevoli prigioni e ri politici ,
- 14 -
e n on
p~-chi c ndann ti a morte . Gli sl veni eran
pr prio ;b.o_ t "tin
di ga:arra dell ' Italia n l
stati un ver
e
-
1916 , ed il f scism
citò un'~nGrme e dura pressio~e per ita lianizzarli. La lor
eser
resis~~ ·
stenza , assai più fre quentemente terrorista perchè più es sper t
N~. lle bru~alità
fas c ista , fu conforme
lle tradizioni
rivoluzi ona~
rie slave .
Vi furono casi sporadici di cospirazione socialista e liberale ,
-
ssai più dei comunisti e dei democr . t i
ma queste correnti rimasero
ci di sinistra sul pian9
dell ' emigr~zione
intern ,
del "quietism "
UE
come lo chiama il recente storico americano della resistenza
na , Charles De l z 11 .
nr
zioni dirette "
h a.nn
punteggi t
AH
Attentati e
r ativa antifascista , ma non ne h a nno costituito
centrale ,
l~
itali~
l ' attività c · sp.!,
c r tteristic
EU
Se si chiede qua le fosse l ' attività principale per cui t an t a gen.
te stabiliva periçolosi e difficili colleg menti cl nde stini che _ !!
da una città
~ll'altra
esteri; perchè si varcav no
e facevano c&po
HA
davan
illeg~lmente
.cen tri interni ed
le fron tiere; perchè si
t~
nevano riunioni segrete; perchè si affrontavano 8 rresti e cond nne; J
UE
bisogna constata re che l ' antifascismo militante consisteva essenzialmente n ell ' alles t i mento e n ella diffusione di gio rnali , volantini ed
AH
opuscol i clandestini , e nel mantenere circoli in cui si potesse dibattere liberament e sulla situazione e sull ' avvenire del pr pri
/
paese .
EU
A vedere Quei fogli oggi, posson o app
l~~ger-
li eran
a llora imp r es e che esigev n o un non facile c ra ggi
fredd
/l
(
J
e deci s
e po teva no costar care s, chi
·i
HA
.f·1
ben modesta cos • Ma
l'introdurli in Italia , il distribuirli e il
lo stamparli
(; '
- ~ire
l~
compiv • Ogni fogli
trava in circolazione passava di mano in mano , er
o centinaia di persone . Pi Sl ni
~,, avvenire
lett
e forme di
che en
da diecine
rg nizz z.i .!.
ne era no diversi da caso a cas , ma in sosta.nza quel che tutti i c_
spira tori facevano e per cui a ndavano a fi nire
d un c rt
mom,nt
- 15 -
ne lle mani d ~ lla p lizia , era la pura e semplice riafi'e·rm zi ne del
•diri tt
r:.::::.~:_-::.:,_,.
__1""
·~
dr pensar , p rlare e vivere liberamente , senza rispettare
nè leggi eccezionali, nè tribunali di p r t e , nè
poli~in
politica , nè
null1a di qua nt o ll.a ti r annide pretend eva. che f .o sse ri sp ettato .
Ed alla l unga qu et ta volontà di libertà cosi di spe r a t a men te iner_
HA
EU
AH
UE
HA
EU
AH
UE
me , è risultata ess~ più forte Ur~
THE OPENING TO TRE LEFT
[Follmvi ng is the tr nns l ation of an Itali an -l angua ge statement by Altiero Spinelli. Dat e a nd pla ce of publication
not given.]
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For fifteen years, t he Ita lian Republic vms ruled by a coa li tion made up of
t he bi g Christian Democratic Part y and of thr ee sma l l lay parties , namely , t he
Li bcr a l Part y on the ri ght of Christian Democr ac y, a nd the Socia l -Democratic a nd
Republi can Pa rties on its l e ft. It ha s not been eas y to hol d this coalition
t oget her . At _different times , in f a ct , the va rious members of the coalition
tried to bring about changes in the rul ing combination of forces. The situat i on ,
hQ.ì·Tever, wa s such that in the end a l l of them vTOul d go ba ck a nd support the cen trist c oa lition.
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On the ri ght of the coalition, there were the Monarchists and the neo-Fascists
vrho 1-1ere ea ger to participate in a conservative coalition that could pave the 1vay
to t he liquidation of the hated Republic and anti-Fascism. On its left, one could
fi nd the Communists and the Socialists who, during the national elections of 1948,
had tried t o take over the c,ontrol of the Country through the Popular Front.
Since then, however, and for severa l years, the y 1<tere unab l e to advance any cons- t ructive polic y -- either of the democratic or of the revolutionar y brand. The y
were a ll wrapped up in posit.iop.s of sterile opposition. The y had contributed to
the realization of the new Republic, but the y had soon relt alien to the practical
work of construction of the new republican order that was b eing undertaken. The y
did not believe in it, since they were convinced that the game was not over on .
t he international scale, and that sooner or later the movement of Soviet expansion
would have been resumed.
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The democratic coalition forged by De Gasperi alwa ys enjoyed a majority in
t he Country and in Parliament, and was able to rule the Country for fifteen years
by res pecting the external formal rules of the democratic game. It was, hovrever,
a limited majority . No alternative ~ras possible. If one of the majority part- ·
ners had left, all alternate majorities would have inevitably meant the liquidat ion of the democratic republican system.
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During that period of great domestic social tension and of ver y serious
international crises, Italian democrac y was saved by this coalition of Catholics,
of the heirs of Cavour and Mazzini [i.e., the Liberal and Republican Parties],
and of the ri ght wing of the Socialist Party headed by Saragat, that had rejected
the idea to lay siege to democracy and, on the contrary, had taken position in
defense of democracy. That coalition found two strong outside supporters, namel y,
The Vatican and the US. Yet, neither supporter would have been strong enough to
hold the coalition together, had there not been a decision to put aside differences of opinion and to save the new democratic institutions that were still ver y
frail since they were not based on strong democratic political traditions.
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In fifteen years' time, that coalition restored order, made the "Italian
economie miracle" possible, and made the other countries of the West forget
the previous Fascist ad venture of Italy , and ~.-. . accept Italy as one of them.
The coalition was also a ble to develop at first a European polic y that was not
devoid of intelligent initiatives, and subsequently was able to fulfill with
dignit y and seriousness its European pledge. All this represents a political
success that should not be overlooked at the time when that experience has come
to an end.
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However, the price that the Country had to pay for those successes was not
li ght. Within the coalition, the great difference in strength between the
Catholic party and the three lay parties in practice meant that Christian
Democrac y took over all the ke y positions controlling the political and adminis · ~
trative life of the Countr y. The fact that no alternative was possible, and
therefore the lack of existence of an effective political control, fostered
the spreading of a high degree of graft and corruption. This took place by
means of the so-called "sub-government," swarming with priests and monsignors,
that through favoritisms of all kinds afforded the achievement of the most
unlikely things, and tbat is one of the most unattractive features of Italian
public life.
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The economie miracle took place,, showing the impressive and monstrous
traits that usually accompany economie development when it is relinquished
solely to the unrestrained capitalist law of the highest possible profit.
The Country's standard of living was raised, but new· imbalances of all kinds were
added to old imbalances. The gap bet't·l een North and South increased. Certain
big industrial comp;~.nies, and particularly the electric power companies, massively exploited their monopol y and semimonopoly position. The State controls
t hrough the IRI (Istituto per la Ricostruzione Ind"tistriale -- Industrial Recons.truction ·Agency )· .and :;the .ENI : (Ente-·Nazionale .. Idrocarburi -~ Nà tional Hydrocarbons Agenc y ) a considerable segment of the basic industry : yet, it is not abl e
to use these tools properly and lets its m·m companies behave as if the y 'tvere
private companies. Industrial develo:pment fost ers the growth of "slum belts"
ar ound a ll the lar ge urban centers. They swarm with peasants who have abandoned
the countryside and bave encircled the cities like encamped barbarians. The
farmers have been welded into powerful or ganizations that are the worthy
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successors of the erstwhile Fascist guilds, and that are much more vrilling t o
defend their mediocre privileges tban to tackle energetically the problem of
agricultural production. The rich classes practice tax dodging to a remarkable
extent.
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Contrary to what happens in France, the Italian economie, social and cultura!
life is not concentrated in one city only. The administrative life of the Country,
however, is concentrated in Rame. Immediately following the last war, namely at
~ time when the old united Italian State was very weak, administrative autonamy
was granted to a few peripheral regions, such as Sicily, Sardinia, Val d'Aosta
and Trentino-Alto Adige. Moreover, the principle of autonamy for all· Italian
r egions was embodied into the new Constitution. This pledge, however, was not
fulfilled due to the atmosphere of besieged citadel tbat bllnge,1 upon the Italian
governments of the past wbich could not allow a transfer of powers from Rane to
faraway places that only too often were not trusted at all. Rame remained the
ci t y where practically everything in the area of the ~nistration of the
Country was and is de·c ided.
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The conflict between the growing need of elementary and higher ·education
f el t by the Country at.Ld the .l ack of State intervention in this àrea bas increased
en.ormously. As is u.S\ally the case with Catholic countries, the · problem is eompl icated by the rivalry between private and public schools. Yet, tbis is not
t he most serious aspect of the problem. The truly serious aspect of the problem
is that Italy has not yet been able to win the struggle against illiteracy while
i t is mathematically certain that only an increase in the number òf schools,
uni versities and institutions of scientific research can avoid .a se~bac.k in the
social and economie development of the COtmtry.
. ... . .
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As in all the other countries of the West, also in Italy the cold war first
gave rise to an energetic determination to oppose the totalitarian threat caming
fr om the East, but subsequently also brought about a generai shift in favor of
conservatismo The holders of economie and politica! power took over the positions
of cammand and considered themselves indispensable and unreplaceable, and took
t heir own biased opinions as the only authentic expression of demberatic life.
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As time went by, those ills not only became worse but were felt in a much
sbarper way. When, following Stalin's death and the start of the long and diffic ult dialogue between East and West, the immediate danger of war decreased,
the di scontent for the negative aspects of the domestic situa.tion tstarted to
c ome t o the fore and to be felt by the Country much more tban before. 'l'hey
could not be put aside by repeating the everlasting refrain based on the success
a chieved by the econamy and on the threat posed by the C~istso
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In order to offset the existing discontent, the conservatives ~- who were
stzaongly entrenched wi thin Christian Democracy, who dominated the Li.b eral Party,
and who could even be f'ound in the two left-wing parties of ;the government
coalition -- used for a, .long time as their f.oremost weapon the idea rthat it was
impossible to find a democr~tic alternative~ the left Qf~he center coalition
- 3 -·
government. Theoretically, they said, two parti es were placed on tqe le:rt of
thè government;
from a practical viewpoint, however, there was onl:y a big
homogeneous tarty called "Socialcommunism", that was led by the Communist Party.
Froci the viewpoint of social progress, therefore, the centrist governments were
the socially most advanced solution that could be reached safely, even though
at least on paper -- everybody was asking for more social progress.
Within such governments,
ce between the right wings of
and Republican pirties. This
by the left wing of Christian
can allies.
·
a second weapon was represented by the solid allianthe Liberal, Christian Democratic, Social-Democratic,
alliance frustrated any effort to push forward made
Democracy and by its Social-Democratic and Republi-
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Finally, a third and ultimate .:apon was represented by the possibility that
the government could shi:rt from a centrist formula t o a government supporteQ. by ,.
the right,. by replacing Republicans and Social-Democrats with Monarchists ari.cr --~~-;
~~P-~BS;~ts. The 1atter: ~~ 1?,een always excluded fr~ a~! post-war coa~rt~~ ·~~~~:
but wef>e nevertheless very eager to "save" freedom togeth~f' with the c~l!tion ..
pe.rties. ' They did not even advance a price for their support, and only reserved .
t hemselves to present the bill later on ••
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Tlìl:ese three weapons were used f'or a long time with strong determination.
The Socialista were asked not only to break the unity-of-action pact they had
s i gned wi th the Communists -- a break that eventually took place following the
Hungari an u:giçisings -- but also to split away f'ran the CGIL (Confederazione
Generale Italiana del Lavoro -- Italian Ge~~r-&,1 çonfederation of Labor), Thus
weakening considerably the strength of the workers' movement. Moreover, the
Socialista were also asked to refuse cooperating with the Communists in local
t own administrations. If this last request had been accepted, it would bave meant
t he passage over to the local conservatives of thousands of townships and municipali ties. Within the government, all projects and pl.ans that could affect or ·
strike at the privileged classes were systematically held up. Finally, there
was also an attempt to bring about a Christian Democratic government supported
by Monarchists and Fascista. At f'irst, the attempt was made in an equivocai
way, but subsequently it was carried out in the open by the Tambroni Cabinet -which was headed by a politic~an who had formerly been the le-qer of a left-wing
faction of Christian Democracy who had suddenly switch~d to the opposite side.
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The Tambroni government of the summer of 1960 did not last long and acted
a s an alarm signal for the entire Country which, by staging a few vigorous
demonstrations, showed its attachment to the ideals of ant:t-Fascism and its
opposition to accept the neo-Fascista as a determining factor of Italian policy.
The government of the right was not a real democratic alternative and could bave
stayed in power only by shifting very rapidly toward an authori~atian solution.
For a few days, Tambroni felt like the De Gaulle of Italy who bad been chosen
to save the State. The conservatives rejoicedo Then came the defeat. In fact,
Christian Democracy is a modern mass party that is sensitive to the opinions of
the Country, in spite of strong positions controlled wi thin the p3.rty byr ·
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conservative forces, and understood immediately tbat the Tambroni adventure would
have been disastrous for the party. The able Secrexary~neral of the Party,
Moro, compelled Tambroni to resign and obtained from the other three parties of
the old centrist coalition a pledge to stay united behind Christian Democracy
until a much-needed political self-analysis of the complex soul and trends of
Christian Democracy could be carried out. At the same time, Moro tried to make
Christian Democracy understand that the time for a new choice could no longer be
postponedo Many people expressed doubts as to Moro's and Fanfani's willingness (
and ability to 'Compel.. Christian Democracy to make the necessary choice. However,
during the recent Congress of Naples, the two Christian Democratic leaders have
shown that they can keep a pledge. The Naples Congress of Christian Democracy
understood that the democratic renovation of the Country was very much needed,
that the possibility to undertake it during a period of favorable economie circumstances was an opportuni ty that should not be overlooked, and tbat the work of re.- ,
no~ation could have taken place only by defeating the conservative right wing of
Christian Democracy, by breaking the long-standing and paralyzing agreement with
the Liberal Party, by accepting the Republican and Social-Democratic demands,
and by relying on the direct or indirect support of the Socialist Party.
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Up to the very end, the conservative right wing of Christian Democracy was
counting on a massive intervention in its favor by the Vatican and the US.
But the new Kennedy Administration did not listen to its desperate calls for
help and even looked with favor on the attempt to put a little "new-frontier"
spirit into the Italian scene. As far as the Vatican was concerned, the lonely
protest raised by Cardinal ottaviani against the opening to the left only served
t o underscore that even the Vatican support of conservative positions had crumbled.
In fact, following the election of Pope John XXIII, a different wind was blowing
from the Vatican, and the Church showed tbat it was less concerned with purely political issues·· , and more interested in truly religious problems.
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Alongside the evolution of Christian Democracy, also changes in the Socialist
and Communist parties' positions could be noticed. By following fora number of
years the lead of the Connnunist Party, while waiting for a new world criais tbat
would afford a resumption of the revolutionary movement in Western Europe, the
Socialist Party had acted as an important element of Italian political "immobilism". The Italian Socialist Party was never a truly revolutionary party, but
was always captive of a pseudorevolutionary lingo tbat b.ad b"~en abandoned by all
other European Socialista following the First World War. Today, if one reads
what the Avanti! [Forward', press organ of the Socialist Party] wrote prior to
February 1956, namely prior to the speech by Khrushchev to the 2oth CPSU Congress,
he would feel tb.at he is reading a Communist, and nota Socialist, paper.
Within the Party, in fact, there was a very strong Communist fifth column that
was bent on carrying on the unit y-ot -a.ctio.n pact with · the Communists indefini tely.
On its part, the Communist Party had concen~rated all its attention on maintaining
the support of a strong electorate, on running its trade unions cooperatives,
communes, and party clubs -- where TV and juke boxes were repla.cing the austere
seminaries on revolution ideology. The slogans of both parties supplied a practical outlet for popular discontent, but were not backed up by a practical political line.
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Khrushchev's speech, de-stalinization, the Hungarian revolution, and the
t heor y of peaceful coexistence -- according to which Western Europe and America
were relinquished to their capitalist destiny -- rewakened both parties fram their
s ound sleepo In one day, they realized tbat in Italy many democratic reforms
could be realized while an all-out revolution would bave no chance of success.
This rewakening took place much more rapidly and effectively within the
Socialist Party that finally realized that although the Party had been renowing
the old unity-of-actio~ pact with the Communists regularly, it had never been
very fo·. .nd of the Soviet brand.
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Nenni and Lombardi undertook a work of reeducation of their Party while Moro
and Fanfani were carrying on a similar campaign within Christian Democracy. The
unity-of-action pact was rejected, the very principle on which Soviet dictatorship
was grounded was condemned, democracy was acknowledged as a value to defend at all,
c ost, and a concrete governmental policy was beginning to take shape. That policy
was branded as revolutiona,ry by the conservatives, but it was merely an effor~ to
introduce in Italy things that bad long been done by the more advanced democratic
countries, such as the nationalization of the electric power industry, a degre~·
of central planning of economie development to the end of eliminating the m<?st
glaring social imbalances and inequities, a reform of the school system, the abolition of sharecropping, the creation of autonomous regions that would be more
effecti ve than a \~çentralized bureaucratic State organization, and fiscal justice
and honestyo The 'Atlantic Pact was accepted as an unpleasant but necessary factor
of the world balance of pawer. The only thing that was asked was that Italy should
advance her own interpretation and execution of the Pact from a defensive vieWpoint,
and to the end of easing international tensions. The significance of the ~M at+d
of European ideals was finally recognized. Following a long debate, the Socialist
Party decided to support a government pledged to bring about those ref'orms. - As
yet , there was no talk to participate directly in a new government coalition.
This could be taken as a token of intelligent tactics. In fact, neither the left
wing of the Socialist Party nor the right wing of Christian Democracy should ~e
fri ghtened into all-out opposition. Tbe. Social~sttlef~ wing, known as tbe Carristi
because at tbe time of the Hungarian revolutionlbaa defended the use of Russian ·
t anks [carri armati], had always counted on the traditional Communist support of
its position against the evolution of the Socialist Party. However, even in this
area, the situation had changed.
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Tbe Communi.s ts were compelled not only by reality -- which they could very
well ignare -- but also by the mother~hurch 0f l'ioscow to condemn what they bad
been worshipping up to that very day, and to live in a society whose end they had
consistently forecast as an impending event. Now, Moscow had proclaimed that that
t ype of society should be taken as a permanent feature of the si tuation -- in
conflict with what Peking was saying -- at least until the far-off day of the
final triumph of Communism. Contrary to the sit\]8tion of the French Communist
Party, Italian Co~unists did not even bave any hope for a serious prospective
general political crisis in the making that could allow them to wait for the right
opportunity -- not to carry out an all-out revolution, but at least to stage a
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useful revolutionary drilling . It should also be added that the basic party
or gani zat ions were silently but tenaciously demanding the acceptance of the
sit uat ion and a gradual shift of the large Connnunist army - - that bad never
been openl y beaten in the field, but had become almost useless -- from a position
of revolutiona.ry opposition to an attitude of "Social-Democratic 11 participation
in the daily life of the Country. Togliatti's polycentrism, Amendola's unrest,
the defense of the new vista. . of achievement offered by the ECM that was advanced
by t he Italian Communists during the recent [December 1961] Moscow Congress of the
World Federation of Trade Unions were the chief signs of the evolution undergone
by t he Communist Party.
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The evolution process within the Communist Party, however, is much less
pronounced tban within the Socialist Party. The Communists, in fact, cannot ·
easily f ollow a course of action independent of the USSR positions, policies,
and basic linea o While the Socialist Party can today be considered as a component
of Italian democratic life, the Communist Party could be found in a similar pos~,;..
t ion wi thin ten years -- if the situation will develop along the present lines
during the next few years. Togliatti, who is a mediocre statesman as much as he
i s an able t actician, felt tbat he could not oppose the opening to the left, and
decJ..ded to take toward the', ·pew government an attitude of benevolent distrust
instead of the traditional attitude of total opposition.
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The conservative right saw in Togliatti's attitude a confirmation of its
pos ition ac·c ording to which the opening to the left is the beginning of a
Bolshevist revolution. The left wing of the Socialist Party said that the change
under gone by the Communist Party should keep the Socialist Party from getting
involved wi th Christian Democracy, and should lead to work more on the creation
of ''the unity of the working class at large" which -- wi thin 5 or lO years -would bring about a real Socialist alternative to the rule of Christian Democracy,
and would make a program of Socialist-Catholic coalition unnecessary. Both
ma.neuvers met wi th failure because the ~ journey undertaken by Togliatti is
just be ginning and no one really knows when and how it will endo At the same
time , t he Country needs a policy to be enacted today, and not 10 years from now,
This i.s possible only if the Socialista will add their weight to that of Moro,
Fanfani, Saragat, and La Malfa.
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If t he new Socialist-Christian Democratic coalition will deal with the
problema that it has accepted to tackle , it is certain that it will become
stronger and perhaps will be able to turn the Italian Republic into a real, and
not merel y formal, democracy .- - even though the alliance is presently based on
e~ual s bar es of confidence and distrust.
The chief problema of the new coalition
c ons i st of curtailing the power of a few b~g private monopolies, of bringing
about a more balanced development of the Italian economy, of realizing a degree
of fi s cal justice, and of supplying the Country with more efficient public institutions and a more democratic school system. Although the chances to make mistakes are tremendous for all politicians, and nobody can therefore predict the
developments of the opening to the left, i t can be said that the chances of success
of this operation are remarkable because the obstacles are not unsurmountable, the
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objectives of the operation are reasonable, and the over-all situation is favorable.
The weak point dQes not lie in the domestic, but in the international situati on, both because much of what the new government will try to do can be disrupted
by international com.plications -- in particular by European complications -- and
also because the parties of the new coalition bave given much thought to their
activities on a domestic level, but have not paid enough attention to the PTOblems
of f oreign policy.
It is clear that an increase of tension between East and West would strengthen,
in Italy as well as elsewhere, the positions of rightist extremists and of leftist
dogmatists who could make the positions advocated by Moro, Fanfani, Nenni, and
Lombardi untenable.
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The direct influence that the Italian government can exert on the world
scene is practically non-existent, and when it is said that Italy should remain
within NATO but should advance autonomous initiatives in order to lessen international tensions this should be taken as an unimportant manifestation of national
vanit y . Italy, too -- they say -- should mediate, conciliate, and in one word
show herself to be important on the world scene!
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I ndirectly, however, Italy can give a serious contribution to an improvement
or worsening of the international situation. It is clear that three fourths or
four f ifths of the present world tension are due to the unhealthy political
sit uati on of Western Europe. France and West Germany are dominated by conservative political forces and represent respectively, two dangerous hotbeds of natiornali.sm and irredentism. They are both unable to carry on a sensible national
I~ licy whi le they are very much capable to oppose an intelligent foreign policy
f'or Western Europe.. Their European schemes are nothing else but an attempt to
establish a kind of HolyAlliance of the co~~ervative European governments
aimed a t the same time against Kennedy' s New Frontier, Khrushchev' s peaceful
coexistenc e, and the anti-colonialism shown by the new countries. Italy finds
herself i nvolved in all these plans because she belongs to all European organizations . At a certain point, therefore , Italy will have to abandon its present
position of reticence and passivity, and take a clear-cut stand.
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The new government has inherited from the erstwhile centrist governments a
r emarkable dose of diffidence toward the Europe of the fatherlands. Today, one
more reason for opposing such formula can be found because Italy is the only
Euro:pean countr y going tovrard the left while the rest of Europe remains on the
right . This offers a new opportunity to the new government and to the political
f'orce s that support it. The new government could firmly oppose a plan of false
unity of conservative governments, and a false military and foreign policy by
demanding the construction of a real European democracy, so as to bring about
a EU't:'Dpean policy of peace and progress. It is true that the present conservative
governments of the rest of Western Europe most likely would not accept such ideas,
but a far -seeing Italian government could count on the fact that forces advocating
a democratic renovation are _at work also in all the other countries of Western
- 8 -
Europe. The Rome government should be able to carry on a dialogue with
tomorrow's partners -- beside and beyond the dialogue with today's partners
by advancing and offering to them not a policy of conc~~ted initiatives that
would not interest anyone, but a practical project of a European policy of the
left that would result in the building of the European Federal Democracy.
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Although the government of the Socialist-Christian Democratic coalition
has a profoumd interest in a policy of this kind, this does not necessarily
mean that the government realizes the situation. Neither Christian Democracy
nor the Socialist Earty, nor the Republican or Social-Democratic parties, bave
given much thought to the foreign policy of Italy, following the opening to
the left. The agreement reached by them on this issue was actPally reached on
the silent omission of this problem from the government's agenda, and on the
unrealistic hope that world policy in its turn will leave Italy alone.
END
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5274
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vi flimostri verament
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contraddittorietà, ltimpossibilità, l ' inutilità e la dannosità di qual
siasi im r sa. politica. nuova , per non dire di qualsiasi nuova im r sa
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umana, passata , rea nte e futura. Il d i fe~to di questo m todo , st a doperato con intelligenza.,
Mario Levi lo ado ra on int 111 nza.,
~so scor
, -ma in quel che esso non scor e ,
non è mai in quel eh
che, se scorto , to lie molto dell ' a ar
vi ore alle conclusioni
cui esso giung •
Non si può infatti,
in primo luo c , non dar ra ione a Mario
Levi quando afferma che quanto di europeo o i esiste non è l 'unit à ,
e ahe il nuovo ordine non sarà fondato finch non ci sarà autonomo
reale potere politico europeo capace di decidere ., di ese ire , e di
far rispettare le pr oprJ.e decisioni. Consi 11 di ministri nazionali ,
or anismi teeniei 0 ass mblee consultive non possono surro . arlo ed il
passa io da un sist ma di overni nazionali ad un overno euro eo
implica non uno sviluppo insensibile e spontan. o, ma un salto qualit!.
tivo imposto da una volontà politica nuova. Non tutti i commenti con
oui Mario L vi aceompa a questa ffermazione mi sembrano satt i . Non
è pro rio vero che nessuno tra i partigiani dell ' unità europea abbia
spiegato quali sarebbero prerogativ , poteri , me zzi, or
i e aonseenza di una federazione. Non è nemmeno esatto che stato fede rato
aia sinonimo di provincia autonoma e che la sovranità sia indivisibile . Tuttavia. per importanti che possano essere quest precisazioni,
e se non sono qui rilevanti e non mi ci soff rmerò perciò so ra.
Ma ogni volta che un ordine nuovo esistente ancora solo come esi enza, comincia a preme~» un ordine vecchio, esistente nella realtà,
è ·s
re accaduto e deve accadere che le sue pri.me realizzazioni sia-
·;.
2
i
no del tutto inadeguate . Di re ola l'ordine vecchio riesce a lun o a
fare concessioni apparenti o incomplete, tendenti a svigorire il nuovo
ed a conservare il ve cchio. Questa tattica talvolta riesce a far morire il nuovo prima ohe esso effettivamente si realizzi ; tal ' altra svi
riace
involontariament~
~
il vecchio, pure essendo stata adottata per
salvarlo, ed offre nuove e più vantaggiose possibilità di successo al
nuovo . Mario Levi non sembra nemmeno sospettar
che o
i il problema
UE
non è di sapere se le 6omunità europee sono o non sono 1C'1 Wlità europea, essendo la rispos ta in questo caso evidente: non lo sono; ma di
sapere s e ess e hanno rafforzato la visione di quel che dovrebbe essere
AH
l ' ordine nuovo. Ora mi sembra veramente difficile dire che 1
libera-
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lizzazioni accellerate avv nute nell 'interno de l Mercato Oomune, l ' avvio di una politica agricola e commerciale ±x xx comune , il discutere
che si fa ovunque di elezioni europa , di
otere a.uropeo , non abbiamo
re realizzare è un
HA
contribuito a rendere più precisa la consapevolezza eh
occo~
overno europeo vero dotato di poteri reali.
In secondo luogo do del tutto r a ione
io Levi quando e li
er compiere il salto qualitativo da li stati sovrani a
UE
cQnstata che
quel che
er ra io-
ni varie, e ssa non può oggi
ssere quella di un Piemonte o di una Rus-
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gli stati uniti. d ' Europa occorre una forza federatrice ; che
c~
sia conquistanti col ferro e col san e; che tale forza non è certo
sti tu i ta dalle classi dirigenti degli stati nazionali·; e infine che
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quantunque oi sia o gi indubbiamente una diffusa simpatia p r l'idea
dell 'unità europea, non c'è per ora un certo movimento opolare capao
quel che
HA
di costrin er e le classi politiche nazion.ali a fare llfiDI ·
di per sè non farebbero . Ma ancora una volta , quando mai l cose soltO
andate differentemente? Sem re in un primo periodo , più o meno lun o,
l e esigenze di ogni ordine nuovo non ancora realizzato sono sostenute
da for ze più deboli e più incoerenti di quelle che sostengono il ecchio. La forze che stanno dietro al nuovo talvolta si diss lvono senza
3
Il
realizzare nulla o
qua~i nu~J:._a ,
ma talvolta col passar de l
stano ma gior consistenza e pe so e, do o e ssersi lasciate
rie occasioni, finiscono eol sapern
cogliere una
te.~!O
fu
acqu_!.
ire va-
col passare cosi
dal r e gno delle speranze dn quello delle re alizzazioni. Benchè Mario
Levi non s embri acoor ersena , non è alla statica attualità de lle forze
favorevoli· all ' unit à europea che bisogna fare attenzione, ma a l loro
dinamismo, s
ci si vuol rendere conto delle l oro possibilità di suc-
UE
cesso. Ora, è vero che non si è a finora format o uno stato d ' animo di
insurrezione po olare per !•Europa, un forte senso dell'ill
ittimità
AH
de li stati nazionali , ma da quindici anni a questa parte si è moltiplicat o ovunqt e il numero dei cen t ri di pre ssione , di azione politica,
di c ltura, di interessi , per sino di camorra europea. E ciò ovunque:
s~ndaoat i ,
EU
nel mondo economico , nel sano dei
dei partiti+ tradizionali ,
ne lle università, persino nelle amministrazioni stata li. Si potn bbe
i giorno muore un conservatore
HA
quasi parafrasare giusti e dire che o
delle s ovranità nazionali , e nasce un europeo . Tutto ciò non è ancora
forza politica oparant e.!una è materiale politico e ssen ziale per la
ua
UE
costituzione . Se o agi i vecchi movimenti fe de·r alisti sono in crisi , è
p rchè essi non sono Xli p1ù i soli fautori dell ' unità europea, e stan-
AH
no chiedendosi come riuscire a t r asformare questa massa ingente di interess i e· sentimenti europe i in forza pol itica effettiva.
In terzo luogo come non consentire con Mario Levi quando e li
d~·
EU
ce che nè i motivi della potenza militare, nè quelli de ll ' fficacia
conomica, nè quelli dall •.estirpazione del nazionalismo sono di per sè
HA
ra.ooioni cogenti?Da una parte infatti sicurezza militare , espansione economica, e atteggiamenti più cosmopoliti.X possono e ssere perseguiti
anche con un'accorta politica estera, militare , eco omica e di cultura
popolare dei singoli stati europei. D' altra
~art e
non o ' è logica c)Je
permetta di dedurre dalla semplice idea di uno stato europeo la sua
p~
litica, ed è pe roi~ a rigore impos s ibile a ffermare che esso non possa
anche fare una politica militare folle, una politica economica autar-
·; .
4
chiea e maltusiana, una politica culturale nazionalista. Ma nessun d se-
-
gno di nessun ordine nuovo ha mai avuto nè può avere questa sorta di ne
cess i·tà e dare simili garanzie circa il proprio futuro . Non era affat-
to nece ssario che l ' Europa si organizzasse in stati nazionali , che si
introducessero ordinamenti democratici , che ci
fossero la Riforma , i
Comuni, il Sacro . Romano Impero , l ' impero romano,. le repubbliche antiche
e via dicendo . Ogni tentativo di trovare le cause, cioè le ra ioni co-
UE
genti, di un qualsiasi disegno politi co , anzi di qualsiasi disegno umano, è condannato a cadere dinnanzi ad una p:ahW:.b!m cri tic a seria. Come
potrebbe ess er e altrimenti per il disegno dell ' unità europea? Il fatto
li,
perch~
colte , danno luogo a certe coa
AH
è che le cosi dette eause sono in realtà solo occasioni oolte 1 le qua-
lazio:n.i e dissoluzioni di i-
EU
dee , di inter essi, di sentimen.L. i, di volontà. Be non fosser o colte , o
se l o foss ero da altri darebbero l u.ogo a coagul a zioni e di-saoluzioni
diverse.
HA
Essendo l'uomo costruttore di cose , di ak se stesso , delle
ua wadtltJJlitìr comunità, il procedimento da lui se 1.1ito è quello
roprie
r o rio
UE
di "Uutte le costruzioni. Ad un certo momento, con quel tant o di miat
r o che accompagna tut·te le F"·=··--·creazioni
, un progetto n ovo ; un disegno ,
. .
i r si voglia , talvolta op
nentas
al passato ,
AH
un utopia, o come altro
talvolta rifaoentesi a realtà o sogni antichi, talvolta in modo inconsapevole, talvolta in modo consapevole, comincia a prGsen·aarsi ad alcu-
EU
ni e poi a più uomini , questi lo trasformano , da prima quasi a tentoni ,
poi o,on continuità crescente.. .,
J&
una categoria del loro pensiero e. _i~!_--:;;
11t
Ka.ntiano di queste paro-
HA
un imperativo della loro volontà, nel senso
la, cioè concependo i loro pensier!h come contenu-to di quel disegno e d
i
loro atti come il motore de l la sua realizzazione. A cose fatte, appa-
re W% una necessità in quanto è avv nu.to• che sembra ess re dalle cose
in
s~
mentre era in realtà so lo la necessità. illterna. de l disegno. Ma
all ' inizio non c'è mai nessuna necessità. nè logica+ nè storica nel disegno che emerge , e che è sempre solo un invito ad una avventura, ad
~
·; .
5
na
e sp erienza , ~
altre
sor eranno 1 al tre ancore. saranno conservata ma. in una disposizione più o meno diversa •. La maggior
le. vecchia
-
a e dificare ut)a vita nuova nel la quale molte cose del
svaniranno .~
un ono a r ~
lizzazione e finisc ono per ess ere abbandonati come categorie e imp ra-
parte dei disegni politici:; - e non sol o polit ici - mai
tivi. Alcnmi , t alvolta. r isvegliano echi improvvis i , rispondono a
-
.u,al
.
-
cosa che è nell t aria e ci si mett.e a realizzarli. In ques to caso sue
cedono di J.•egola cose· assai strane, poichè spesso i motivi che aveva-
li uomini ad assumere quel disegno come tema della loro o-
UE
no indotto
perosità ca.m.biano o magari svanisc(}no 1 ed il disegno tuttavia non
co~~nut~
diversi, poichè i nuovi motivi e le
AH
nis ce ma si riempie di
V_!!
nuove occasioni sono ormai assunti come occasioni per le. realizzazJ.o-
EU
ne dell ' esperienza nuova che si sta tentando .
Il · i ·gno dell ' unità europ a ha trovato una eco nell ' Europa
d.el
dopoguerra, nauseata. dal nazionalismo, rovinata economicamente , i-mpo-
sa non la sola rispost
possibile a questi :partioolqri :problemi . Ma
que3ta risposta ., era la visione di f orme di nu.2,
UE
i l disegno era più ch e
HA
tente militarmente , e d eff ettivamente esso d.ava una risposta , anche
ve solidarietà, di impegni nuovi, e d anche di rischi nuoviJ
&·;
benchè
non ancora realizzato, esso è iiventato politicamente oosl i mportant ,
AH
oha problemi assai diversi d.a quelli del primo dopoguerra vengono pen-
sati da un numero crescente di persone i n termini di que1 di se gno , an~
i nfatti
EU
zichè nei vecchi termini nazionali. Il oon·tenuto dell ' Europa
oggi costituito dalla direzione dell a nuova "so cietà affluent " , dalla
revisione del Patto Atlantico , dalla coesistenza col mondo comunista,
HA
dalle re sponsabilità verso i :paesi nuovi,
Dopo aver mostrato che ci sono su ogn:i. singolo problema al tre
so·- ----
luzioni che non quella europea, a oha anzi queste altre han o s
mll
quella europea i l vantaggio di appoggiarsi su schemi poli tic i l'o-
ti e che dovrebbero parciò ispirare più
fiducia ~
Mario Levi t!ovrebbe
./ .
6
chiedersi come mai ciononostante si assista al paradosso di questa Eu.o-
-
HA
EU
AH
UE
HA
EU
AH
UE
pa che non esiste , e che tuttavia in :funzion di una ossibile s·a. futura esistenza sta obbligando l ' Inghilterra non sià solo a fare dei calcoli su certe convenienze do anali , ma a fare una revision veramente agadel proprio significato nel mondo; sta obbligando i comunisti
a riveder tutti i loro iudizi su di essa ed a :farsi addirittura palad!
ni di una •••• democratizzazione , cioè praticam nte di un rafforz ent o
dell ' aborrito Mercato Comune; sta diventando l ' u.niea alternativa seria
alla involuzione nazionalista
autoritaria che De Gaulle vorrebbe imporre alla Francia, l ' unica prospettiva positiva in cui li spagnoli vedono
la propria liberazione da Franco; sta dando alla debole Commissione eur~
pea di Bruxell s l ' animo di avviare una rivoluzione dell ' agricoltura e!_
ropea e d una lotta con i cartelli, e via dicendo. Tutto ciò non è certo
l ' unit à. europea , ma è un insieme di segni ammonitori i quali mostrano co
me il disegno dell 1 unità europea stia diventando davvero una categoria
dal pens iero politico e un imperativo dell ' azione politica nell ' Euro a
occidentale di o gi .
Mario Levi accenna. ai poss ._ili pericoli militari ed economici di
umEuropa unita. Non credo che quelli cu.i egli a lude abbi o sa·r ie probabilità di realizzarsi per due o tre generazioni e che ragionevolmente
ìl.tò pensare in termini poli t ici a più che
un paio di generazioni? non
ci sar à una omogenea nazione ett.ropea , ma, se tutto va bene , un composito
stato fe derale europeo , capace di pensare alla propria difesa ma incapace di quella uniformizzazione spirituale senza l a quale non si fa nè politica a ,go essiva, n nazionalismo. Non è n mmeno verosimile che un Eur,2.
pa , la quale è già , ed ancora più diventerà il iorno 1n cui l ' In hilterra ader~à al Mercato ComUlle , il principale c ntro commerciale del mon*
do possa imboccare la via di una politica economica autarchica , la prospettiva più probabile essendo invece che le barriere verso i paesi terzi
si abbasseranno , come si convien ad ogni economia esport trice di capitali e fortemente dipendente da importazione di materie prime. Ma non vi
·;.
7
è dubbio che il
i orno in cui ci sarà un potere europeo ci sarà la possi-
bilità di adoperarlo in modo nefasto , e che talvolta ciò ac cadrà. Que to
pericolo non può essere eliminato , come non si può eliminare il pericolo
che i nostri fi li diventino delinquenti, giùngendo così alla conclusione che
~
me alio non averne . Il pericolo si può tuttavia attenuare
l ' unità europea sarà un sistema politico relativament
se
sano e capace di
una vita politica ordinata.
UE
Giu.n iamo così all 'ultima critica di Mario Levi. Certo ehi potrebbe
dargli torto e non r estare diffidente verso una democrazia europea , se
per demo crazia si dove s s e intendere un sistema politico in cui ogni cit-
AH
tadino dovrebbe conoscere le pos sibili soluzioni di ogni singolo problema de l lo stato di cui fa parte e scegliere in modo ra ionevole e possi-
EU
bilmente razionale quelle che gli s embrino le migl iori? L'inconveniente
d i questo ragionamento è che per questa democrazia sono corpi pol itici
troppo grandi non solo l ' Europa federata, gli Stati Uniti, i mag iori
HA
stati europei , ma anche i piccoli s tati , citati spesso a torto come modello {Svi zzera, Svezia, Norvegia) , a ed anche le antiche città c ome
At~
HA
EU
AH
UE
ne, ed in fondo qualsias i comunità , fuorchè un piccolo villa. io che si
trovi in condizioni di vita semplici$sime , senza gravi tensioni interne ,
senza relazioni col resto del mondo.
rousseaniana; è un siLa democrazia non è però questa fantasia
st ma che non esige un popolo di statisti , ma solo un popolo che op ri
periodicamente alcune scelte fondam ntali fra i gruppi operanti al potere; un sist ma in cui il potere distribuendosi f ra varie istituzioni ntro certi limiti autonomi non sia eocessj.vamante e perioolosa.menta concentrato; ed in eui popolo e gov rnanti abbiano il s enso di una opera c~
mune da portare innanzi e da oonse~are alle generazioni suoc e ss~v --~ -·· ~·La federazione europea crear a s alutare distribuzione di funzioni
poteri fra governo centrala e governi n~z ionali , disporrà di un 1 b . .s·t
za vasta schiera di uomini politici e di cultura capàci fi farsi un' opinione
anche sui problemi così specifici come quelli d ll •Odar-Ne isse o
./ .
8
di uno sciopero a Bari , e di fara conoscere tale o inione ad una cerchia
più larga di cittadini, permetta la scelta e
r ant i al potere sulla base di alcune
ttorale fra i gruppi aspi-
ossa varianti di fondo non cosi
difficili da afferrare , ed avrà una vita politica animata
dal~
tensioni
a dalle difficoltà derivanti dal senso di costruire quella abbastanza
com. lessa, originale e importante cosa che sarà ·una moderna società
ur~
pea nal mondo moderno.
UE
Ciò sarà più che sufficiente per far funzionare una r lativament
discreta democrazia.
p oich~
la d mo-
AH
Non è un ragionamento valido quello di s econdo cui,
crazia funziona male in paesi como l ' Italia e la Francia, funzionerà
fWa:ioh!xe
l ' Europa occidentale . La princip
aJ!JIRWKWXli'Ultrillml1Ùl più grande , come
e r aaion
per cui la damo crazia fUnzio-
EU
gio in un paese
e
na male ne li attuali stati europei mi sembra esser dovuta al fatto che
HA
L"t ess i , p r ragioni di potenza che oggi non hanno più senso, si sono
concentrate molte f nzioni che in realtà dovrebber
assere attribuit
ad
organi politici regionali o comunali , e molte altre funzioni che in real-
UE
tà dovrebbero assera trasferite a organi poli t i c i sovranazionali cioè.,.
nelle circoatanzaa att ali della politica mondiale , europei. Un bùono
st~
AH
to democratico è quello in cui i problemi sono aff r ontati non solo con
metodi democratici, ma anche al livello e nelle dimensioni in cui si
EU
gono effettivamente .
La federazione europea sarà
n contributo import ant
p o~
positivo a
q asta riorganizzazione de i poteri e perciò , s e Mario Levi vorrà b n r i-
HA
flett erei al rafforzament o e non all *indebolim nto della democrazia.
Altiero Spinelli
MEN FOR D
Some ide a.s coneeming an initi ative proaot.ing the
tation of a world strategy for democraoy.
for~~ulation
and iapleae,a
1.- .D efiniti n of democraoi
Democracy i s not a stati c formul a . Its first formulations diff~r notahly from eontemporary ones: new elem&nts will :be added by future . genera,..
ti ons. Ilowever, both logi ca.l l y and his torieally, i t is a unique experience
of mankind be cause of the uniquene~s of its underlying aims~ i.e., the a~
tempt to bui l d a communi ty of really free men·.
UE
tfter almost tvo countri es of praet:J,ce and thinking , in various eoun- .
tries, under dif fe ring oircumstanees, with -varyin g suece·sses and :failures ,
democr cy ca.n be defined today as a s ociety in which :
AH
-·- the basic freedoma (as they are deserihed in the U. N. Deelaration of
the Rigts of Man ) are guaranteed to all;
EU
--·- the rulers are suhj e et t.o the choic and control of the ruled;
--- the pretense of domination of the stronger over the weaker is aholished
in political as we ll as i n economie and social life;
HA
--- alla ci t izens are assured of a minimum lsvel of decent living;
- - eaeh ci tizen has the ri ght and t he op·p otuni ty to r aise himself t rough
his own a:bilities over that bare tninimum;
UE
--- eaeh citizen has both t he ri ght and the opportunity to bave aeceas to
knowledge and culture.
AH
Nowhere is demoora cy a full y a coomplished faot, hut its initial and l_q,
eal sucoessea have had uch an impact on mankind that the expecta tions e-..
bodied in the very ide a of democ:racy have apre d from one soci a l class to
another, fro one peopl. . to anothe r, from one generatio·n to another ••••••
from one historical civilization to t he next.
EU
mocracy today is not only a real universal way of living, but it is
alre ady a universal imperativ as well.
2 . Obataeles to democracy
HA
The struggle for demoeraey has always mot and is still meeting a row of
ohsta.cles heoause for thous ands of years humanity has lived in colDJD.unities
which have permitted s ome liherty only to privileged fractions of the popu
la.tion and the :privileged elasses have alw ys. naturally. decided to prot.!
et and defend their established :positions and h ve been inclined to eonsi-
./.
- 2der the l osa ef tbeir pri vileges as a sign of d cadenoe.
The foremost obstacles to demoora.ei s are:
-
the old privileged classes w1th their manyfold custou a.nd inatitutiona
(feudalism, trabalism, racism, clericalism of many religions, etc . );
- - the ne.w privileged groups which grow up . uncea~ingly in the shad.ow of
eaeh democratie movement (or tailurethere f) aad tend to transfora demooracy i.n to empty st:ructures {Tested interests, in genera!, afftcting
politieal, economie, mili.tary and eultural dom.ains.);
- - the dEtstitution and ignoranoe of the great maases which aake tt praet;!
cally impossihle for theut to live as free men;
UE
--- na tion lism, whieh tends to transform the eitizens into .su.:bjeets, horn
t o s rve the nation as an ide.al , and to assign to the state, . as the •!
prime goal, a:bsolute external and domestie power:
--- the direct aDd indireet domination of one pe o~ lJy a..nothear (imperiali
-
AH
sm}.
The struggle against these obstacles is always diffieu.lt; it is norraa!
ly more ditfieult at t he lleginning of each step forward; it has not reached
HA
a.
EU
the same stage everywhere; it has sutfered uny defe ats;. demoeratic C01JIIIlU.
ni ti es which are very advaneed from ma.ny a standpoint are ·. often su.: bjeot to
the impact of one or more of these obetaeles.
Degrees of democratic development .
UE
The implementation of democratic ideale has been and is still being a~
tempted in different fDrms in v rious eount:t"ies, bttt e'Ven · up t ·o the present
day it has not beer1 suceessful everywhere., rom t.bis point of view, all h;!
manity can he grouped i to four mai n eat heg,ries:
A. A rela.tively small number of people (mainly in North
Am~rie a ,
EU
AH
estern
Europe and Oeea:nia} ha ve reaohed a comparati voly advanced degre·o o! demoeratic achievement and are normally ready t o meet the ehallenge of u.!!
democratie situations still existing in thèir conntries by mea.ns of the
normal channels of democratio politica! life;
B. A much greater part of mankind (in ìnany r ·e gi ons oG. Latin Allle:rioa, Atrica , Asi a. . hut also in some hack.ward areas of the advaneed deaocraoies
HA
themselves) is on the threshold or at the st rt ef their deaocratic experien.c e: the risks of failure are great: the struggle for de•ocratio
a ehievements qui te ofte11 and very easily takes on revo lutionart ~ t ·oraas;
C. In other countries, such as Spai n , Aral>i a , South Africa, etc., the old
:privileged class es , grou:ps and/or :raees ar~ strongly entrenched hehind
./.
- areaotionary regimes and thus prevent all dem.t,>eratic develop•ent;
D. Inside a great area extending from East Germany to No1•th Vietnam the
demoeratie experience has aet ~i th a maj or setback an.d the figllt agains1
the old privileged olaases has ·been undertaken by the coU.uniet parties;
a la.rge scale dest·r uetion ot soci al p.r i Yileges has ta.ten plaoe in theae
cas.es, hut a aighty new politioal class enjoys at the sam.e t1me the •no.!
mous pri. vile ge of absolute poli ti e al pcrwer.
Although the democratic goal of a society o! free . men is a unive.r sal - one
tha multitude of sovereign states. econo io, soeia.l and cultura! differenee
as well a.s the very different historic l oircumstances can he pointed out·
to expl a in tlle varying degreea of implement.atlon or laek o.f illlplem.enta.ti.on
UE
of this goal. Each community ha.s travelled its own road and is normally 1,!
clined to eonsider ~ts acllievements or non-achievement$ às heing pecul1ar
to its own apeeial e~roumst anees .
EU
AH
Such inclination is partioularly atrong amongst the advanced demooraoies
of the A) eathegory, wh.ieh normally ha.ve a detaehed and skeptioal attitude
towards demoeratio attempts elsewhere, :but only very seldom a real 1nt&rest
and s hi ft without, undu diffieu;I.ty from their p assi~ely sympatheti.e attit,!
de to aetive dislike whenever some of their national interests are endanC!
red by t h ese de oeratie revolutions.
4. False and real challenges
UE
HA
The consciousnesa of a common politic l, sooial and cultura! •togethera
ness" of ma.nkind as a whole has heen, in our timos (whether we liko it or
not), a major contribution ot the eommunists; the equ1valent a•sertion of
many a demoorat has heen coneiderably weaker until no'W and has tailed to
give rise to such strong pra ctioal engagements and sucb enoraoua influenees.
EU
AH
The diree·c consequenee of th~s faet has been that there is no" a w14.e• '
spread feel.ing (and Dlany a democra.t is inolined, if' more or lese reiuctatitly, to aeoept this Viewpoint) . that the C011111Unist, challenge is · to~day the
world' s paramount revolutiona:ry f'orce. The re ·t of lllankind (4e•oeratic, pr!.
demoer tio, parad.emocratic, a.ntidemocratic). seelJlS co•pelled. to P.lign itself
into a common defe·nsive posi tion in order to eontain the uni vere al .coJaUBist
push.
HA
,a tti tude, if kep ·t up for any lengllth of time, eould he fa tal to the
democratic experienoe, because i t gives tho communists the cl.ear advanta.«e
Sue~
of appearing as the liherators of mank.ind from. the privileged systema, although t hey are , in effeet, the very ones who introduce one of ·the worst
privileg~s~ that of absoluta power.
./.
- 'The adva.need demo·e rac1es se era reduce d to
small ainori ty ma de up by the
rich and th happy superprivileged of the e rth and their natural place &J.
pears t o be in line wi th that of the oth r prittleg d elasses ..- grou.ps and
eastes of "th.e world.
The co unist elaim on one hand and the democ:ratic subaiaa.ion on thé :
other are both contrary to truth. The real universal ohallenge contronting
hu anity is the conetruetion of a dem.ocrati c sooiety. whereas communisa
stands only !or one ot the possible failures of such an ettort.
'I'he estalllishme:nt of demooracy in th.e wo:rl.d should be not only a transi nt :revolution, hut rather a permanen·t on in which thé hest achieveaente
would be only partial, tàe interdependenoa of the various experiences would
be eome deep•r and deeper, and thosa who h ad the .b es t chances would be ohli
g&d to help those la.gging hehind .
UE
-
Thi a etion ie natu.rally diversif1e<i in. the hove menti,o ned f·our grèat
cathegories, but it conforms to a comaon strateg·y .
AH
Som.e l>road dev lo:pment lines and some fundamental interconne e tions of
the permanent demc,cratic revolution are outlined in the following par gra-
phs.
De:noeratic uolicy in the countrias of advaneed democraey
EU
5~
Yest ( North America a.nd Wcs te m Eurppe) h.as already a.chieved some
important goals of democracy: a remarkahle respect for personal and poli ti
e al libertiea., a high standa.rd of li ving, a noteworthy eon.c ept o,f meaeu%'es
for social security and social justice, as well as a widespread and com.plex
cul tural system. In other fields, th West has seriously s .1nned a.g ains t the
ideals of democrac}·: irnperia.lism, raeism and nationalis have l>een, and ln
part still are, its ehar eteriaties.
·
·
UE
HA
'l'h e
AH
'rhe democrats of the est must become aware of the importance .which acLvanced Western democra.oy ha.s fo r tho· future of the democratic revolution in
the world ., an d mus t reso l ve t.o eli ina te i ts contradi eto ry features.•
The main prol>lemsclamoring for a solution wi thin the Western advanced dj
EU
mocraeies are ti.oday the following ones:
HA
a ) to progress, in este m Europe, from the present syst,em of sovereign D.!
tional states to a, aup r anational system, in order to pu.t an end to the
tend.e ney 6f the Europea.n peoplee and. of the ir rulers to always look. llact
to their paste rather than forward to their futu.X"e, ~nd in ordet: to esta.l>lish European-American friendehip on a rea.l p rtn rship l>asis and
not on ahsurd. -and in the long run
r ope;
untanable~
-
U.S. protectorate over Eu
./.
. . s:b) to bring to a close tlte fight against r a.ci a.l diseriminat1on •. partieula,!
ly in the u . s .;
'
'
'
c) . to p~omote Euro.-Auterica-n econom,ie cooperation eo as to str.engthen eoonomically tlle West , enahling it to faee its task. as an arsenal of demoeratio construetion in the world with a tar greater pr.oha~ili. ty ol auceess;
d} to proGlote a plan hy which the af'fluent societies of the ·eet should not
only give fiRanoi al and technical help to the emerging countriee . llut a!
so open to them. re al opportuni ti es to develep a lllOdern. complex, · effièi.;.
ent and s o ci a lly sound s ort of ,soeiety;
UE
e) to plan estern economy in eueh a way so as to establish and to make respeeted the necessary prioritjes of sooial, cul tural and scientific 1nterests and of internati onal lt.uman solidarity;
f) the defense of tha demo era tic world agai r1s t poss i hle aggression is ind.ee4
a ne cess i
bnt i t should not he considered a.s à. problem t o he me·t and
so l ve d wi t h standards base d ex.c lusi vely on mi li tary powGr and se curi ty
considera tions, inasmueh as in this case there woul d :be no other possible outlook exoe:pt i :ng an i ndicriminate armaments r a ca and. fin al ly the .
suicide of nnclear war .
The pro.blem of defense must be eu:bordinated to a perspective nd a pol!
tical will, t he purpose of which is the maintenanee of t he peace ancl the
incre ase of the chances of demoeratic develo:pment in the. world .
The most important features of such a poliey are . at th.is time, the tol
l owi ng one s :
HA
EU
AH
ty,
l ) the determina ti on to repulse with force any possible aggression .by th•
communist powers agai nst, othe:t• eountries (inoluding est Berlin):
UE
2) the a cceptanee of t he events, bitter a.s they may .be, w: ieh. liave led
AH
to the establishment of a series of communi st e'tates, the re nounci~
ti on o! all diploma tic fiction whieh conslders temporary, nd t.herefore not to be reoognized , states such ae Eas -t. Germ'a ny,_ mainl nd
China , North Korea and North Vietnam;
EU
3) the re alization that tbe essential responsibility for democratic defense rests on the a dvanced demoeraeies and t hat the ensuing reorg~~
zation of this defense should :be Olldertaken so that Western Europe ,
by UD.iting, may take upon itself its full share of responsihility, r.!
ther than continue to he a more append ge of 'the U.S . defonse system;
4) the realization ·tha:t. t he pretens
HA
of lltaking the countries of: emergiJtg.
democracy sha:r i n t 1e responsabili ti es of the glo.bal defe:nse ot d••.!.
cra cy is t ntamou.nt to s ffoea.:ting the process of dem.ocratiza:tion itself i n these countxies , and t~ erefoJ.~e tha.t ·t eir aeutrali ty should
./.
- 6 -
UE
be a.ocepted•
Such .a policy would lesaen world' tension, would strengthen thoe~ groups
in the eommunist ~amp whieh have unders'tiood the deadly danger of an atom!c
war and would therefore be favor ble to a eoapromiee to keep the peace, and
would facilitate a.s a result thereof the search for tormulae appropriat• tCl
stopping the a.rma ents rac · a.nd to inaugurating a ].l'Ocess of controlled d.isarmament.
The eommtmist,e elaim forcibly tha.t peaeeful eoe•istence ould ])e to thei
adv ntage in the long run . Ii th demooratio world rests on conservative po. 1 tions. hoth in the countries of adva.need d.emocracy and/ol!' in those ot
omerging damocracy, if it forgets tha t tha demooratie revolution ·ot mankind
lul.s .begun, true enough, hut is still in progr.e ss, eommunism - whieh ea.n
triumph only follo wing a fail ure of t} e demoora:tie revol tiOil - ca.n well fal
hei r t;o t:tJ,e future. But thi$ threat is also a t,hrea.t on the de1noerats 1 aide
If they do not forget tlleir aims , a.nd will aet so as to attain them. co•P!.
AH
ti ti ve coexistence will pl y in their f a.vor everywhere, eve,n inside the QOII
muni t countries, 9,nd they will there fore b al> le t o f .a ce i~ wi th the Cèr- -
tainty that the future belonga to freedom,
~ot
to tyrants.
r~_simes
EU
6 . Demo era. tic :poliey i:n eountries wi th rea.ctionary
In r e cent years, the reactionary regimes dominated :by old privileged oli
quea have hecome tewer in number l>eeause ·the democratie revolution has Jllade
great strid.e s in Asia, .Africa a.nd Latin America. But t.hey still do ezist
HA
in plaees s uch as S:pa.in, Portugal, South .Africa., Persia, Sau 1 ATahia. ete .
In order to wi thsta.rLd. the growing d. mocratie pressur from their inside •
a.s well as to pro te et their pri vileges . these regime e ·h ave prof~ te d: to a
UE
largo extent from the antagonism whieh exists hetween advanced democraoies
and communist countries . 'fhey have made a ell:rilly show ot being solid hasti ons of an·t i-communism an.d have heen qui te sucoes~l in obta.ining regularly the support of the i\tast. , t hus arres ..(,illg the den1oe1"'a.ti c upsu1•ge· in
AH
their midst .
·
·
'i he small mi li tary advantages deri ving to thc West from snch a.lliances
a.re more tha.n ou·tweighed :by the faet th t the advanced demoeratie·s suffer
HA
EU
a severe moral deterioration through sueh allianeea , as the · est i ·s growing
a ccustomed to hotraying i ts own ide a ls. 'l"'.h.e democratie forcea whieh. are
struggling within these rcactionary count:rics in their turn ar weak.ened .
and the eha.nces of a eommunist alternative to grow stronger ceordingly.
all over t lte world, and espe.c ially those of the Woet, rnu.st OJ.
pose unnatur l alli nces such as these, come to the aid of the democratic
Demoe:ra.ts
fo:r.ees of those
countl~iea,
demand t ..h.é.d;, the ' "est stop lending its atd to
./.
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Altiero Spinelli fonds - Historical Archives of the European Union