Num. 13 EVO DIREZIONE Via C,astetletto 14. 0 2, Primo Piano. I mamiscrItti cbe s'inviano alla Diruioise - A NNO IV — Mercoledì 29 Marzo 1876 non si resdtaiscono, nè si rende ragione della ricusa di stampa rli: non ai aceettlitui scritti anonimi. — Le lettere non traucate non si ricevono. AlitUSILNISTRAZIONIC Libreria Metri sotto Borgo Le associazioni hanno il principio il 1.° ed il 16 d'ogni mese, con pagamento anticipato di lire 5 per un anno e di lire 3 por sei mesi. Un Numero separato centesimi 10, GrIO1R.l\TAL.E della CITTÀ. e F'FIOVINCLA cli P1SA. - *isa 28 Marzo Cose 1=)isa.rie Una nuova esultanza per il CO2' riere dell'Arno: l' avvenimento al potere del ministero De Pretis. Perché il Corriere esulti dovrebbe essere un mistero tra lui e.... Stavamo per iscrivere « Dio », ma non possiamo, visto che il Corriere è redatto da liberi pensatori i quali riconoscono il venerdì santo come i cattolici,• colla differenza che quel giorno si ricordano di mangiare di grasso invece che di magro. >< Abbiamo detto che dovrebbe essere un mistero; ma non è più tale dacchè i maligni hanno saputo trovare la ragione cieli' esultanza del Corriere, organo ministeriale ora, come un tempo era l'organo della restaurazione granducale. E' sembra dunque che il Corriere speri di gran cose dal nuovo ministro dell'interno; nientemeno che la prefettura di Pisa per l'onorevole suo amico C. P. da non confondersi con l'egregio Cipì attualmente direttore della Venezia. - Se saranno rose fioriranno: e, secondo noi, dal momento che gli avevano promessa la prefettura di Napoli, quella di Pisa gli dovrebbe spettare di diritto. >< Intanto, in vista della conciliazione, il solito eleitore Giani ha avanzato un ricorso alla Prefettura contro la deliberazione del Consiglio comunale di Pisa portante un indirizzo di commiato APPENDICE LA MIA PADRONA DI CASA Non posso pensare a Firenze, senza ricordarmi della mia buona padrona di casa di via dei ***, la quale m' insegnò in sei mesi più lingua italiana. di quanta io n'abbia imparata in dieci anni da tutti i miei professori di letteratura, nati, come diceva l'Alfieri, là dove Italia boreal diventa. Era una vecchietta simpatica, vedova d'un interprete d'albergo, buona come il pane, fioreutiva fin nel bianco degli occhi, operosa, assestata e pulita come una olandese. Viveva. d'una piccola rendita e di quel po' che guadagnava tenendo dozzina. Leggicchiava, giocava al lotto, faceva qualche visita, e passava quasi sempre la sera,sola come uno sparago, in un cantuccio della sua piccola camera ingombra dì mobili vecchi, vicino a una finestra, dalla quale si vedeva, di là dai tetti di molte case, la cima del campanile di Giotto. Che cos'è questo benedetto parlare to- arretrati centeaimi 20. »ANIS NATIVO- POLITICO-SCIENTIFICO- LETTERARIO Avvisi ed inserzioni centesimi 15 in linea o spazio di linea. - SI PUBBLICA OGNI MERCOLEDÌ DI CIASCUNA SETTIMANA all' ex-prefetto Cornero. Il Corriere, dando la notizia e pubblicando il ricorso, dice di credere che il medesimo sia stato respinto e che il sig. Giani si appellerà al Consiglio di Stato. A noi non importerebbe quasi neanche sapere quello che abbia fatto la Prefettura; vogliamo, anzi, far la supposizione che il ricorso sia stato accettato e la deliberazione cassata. Se ciò fosse avvenuto noi dimanderemmo: «E poi? » Non per questo resterebbe senza un' alta significazione morale il fatto che il Consiglio comunale, all' unanimità, ha votato un indirizzo onorevolissimo per il coniai. Cornero. Ma la Prefettura ha respinto il ricorso e bene stà. Uguale sorte è da sperare gli tocchi al Consiglio di Stato, perchè quel ricorso è ingiusto e perchè il carattere odiosamente partigiano del medesimo, è troppo chiaro e lampante. >< Il Corriere afferma che giovedì passato, quando il comm. Cornero partì per Livorno, alla stazione erano pochissimi e quasi tutti per dovere d'ufficio. Davvero? Vorremmo sapere da quando in quà i generali d'armata, i senatori, i colonnelli d'artiglieria, le signore, gli studenti e tante altre egregie persone dipendano dai prefetti. Quel giorno alla stazione chi aveva per reporter il Corriere? Probabilmente un cieco, o, meglio, un di coloro per cui si potrebbe dire che non v' ha peggior cieco di quegli che non vuol vedere. >< Il Corriere ritorna sul tema della conciliazione e dicendo delle gentileZ- ze al nostro partito e ai redattori del nostro giornale, dimentica di rispondere alle nostre domande: « Della par- I te nostra chi scartereste? E dalla vostra quali Api, pronti a conciliarsi? E con chi? » >< Ai soliti assaltucci provocati da bizzucoie personali non rispondiamo; come crediamo inutile di replicare a certe frasi incidentali contro Quidam di quel redattore del Corriere il quale ha pensato un pochino, anzi, molto, avanti di cominciare a scrivere una rassegna sull'Aida e poi fà un articolo per dare semplicemente il sunto del libretto. Pensare che la Provincia di Pisa aveva già fatto la stessa cosa, quindici giorni sono, avanti che incominciassero le rappresentazioni dell'opera! Meno male che sul principio della rassegna quel redattore mette le mani avanti per non cascare: « e se avrà detto qualche corbelleria da scotere il cuore, pazienza! » dice lui. Tante volte si dice, eh? >< Insomma, non facciamo per dire, ma ci si avvia a gran passi verso la desiderata conciliazione. Un di questi giorni, anzi, ci aspettiamo di sentire il signor Stiatti far gli elogi del comm. Rizzari e noi quelli del signor Situonelli. Che il cielo ei salvi, scampi e liberi. - DAL TEVERE ALL'ARNO Roma, 25 • senza governanti è cessata . Resta ora a vedere se i nuovi ministri compieranno coscienziosamente il mandato loro affidato, o se piuttosto tutta questa faccenda non sia stata che un novello episodio della vecchia storia del chi sale e chi scende. Speriamo che non sia così: speriainolo per noi stessi che abbiamo tanto bisogno di chi ci sappia reggere in così pericolosi frangenti: speriatuolo per l' onore di un partito cui, ora che 1a preso un posto lasciato libero dal voto della gran maggioranza della Camera, non sarebbe lecito senza esporsi ai fischi, e dico poco, il defraudare le legittime speranze che l'Italia ha concepite. I nuovi ministri, di cui non vi starò a declinare i nomi che già conoscerete, si son messi Pnbito in moto e ieri, radunatisi in casa dell'onorevole Mancini, discussero e stabilirono il programma al quale sarà informata la politica del nuovo Gabinetto. Oggi presteranno il giuramento, secondo quel che si dice, e martedì, 28, si presenteranno alla Camera. Ma v'è chi crede che negli alti circoli dell'opposizione si cerchi di protrarre un altro po' questa presentazione, perchè si teme che nel giorno della battaglia la maggioranza manchi al nuovo Ministero, ed esso cada prima ancora di aver potuto dar saggio di quello che sapeva fare. ** prof. Mancini è divenuto ministro di grazia e giustizia: nel tempo stesso che godo per lui dell'alta missione affidatagli, che dimostra a chiare note la fiducia che meritamente riscuote, non posso a meno di rimpiangere lo splendido oratore, il valente giureconsulto che l'Università ha perduto: possa egli quando che sia riprendere il suo posto fra gli scolari amantissimi! Ma, intendiamoci bene, questo è un desiderio e non un augurio. marzo. Habemus pontificein' Finalmente l'on. Depretis è pervenuto a formare un gabinetto, e l' ibrida situazione di uno stato A proposito dell'Università essa in questi giorni ha avuto una buona idea, e le buone idee bisogna notarle perché non scano! Era una povera donna, non aveva le è venuto a dare una frecciata; non è istruzione, sapeva appena leggere e scri- vero? vere; ma parlava da far rimanere a bocca Diceva che il suo predicatore aveva la aperta. E non il fiorentino volgare, per- parola facile e ornata; che il lattaio aveva chè non ho mai inteso dalla sua bocca la voce come uno di questi cani incimuruna parola o una frase che una signora riti e fiochi che non posson più abbaiare; non potesse ripetere in conversazione. Il che erano tre giorni che non vedeva più suo parlare era tutto frasi efficacissime, l'effigie dello spazzaturaio che pure le aveimmagini, proverbi, diminutivi graziosi, va promesso di venire; che il bambino vezzi e fiori di lingua, che venivan via della vicina aveva rotto un vetro, e suo facili e fitti ad ogni proposito, come nei padre non se ne era accorto, ma il ponovellieri trecentisti, senza che le sfuggisse verino stava già rannicchiato dietro l'uscio mai neppure un lampo di quel sorriso leg- ad aspettare il lampo e la saetta; che il gerissimo che per il solito tradisce la com- mio maestro di spagnuolo aveva un vestito piacenza intima di chi sa di parlar bene. che gli piangeva addosso; che con tutte Ogni momento gliene sentivo dire una queste guerre che si fanno dopo che Pio IX nuova. ha datele su' riforme bisogna sempre stare Stentavo un po' a infilare il soprabito; palpitando per i nostri cari; che un tale essa mi diceva: Ma perchè non se lo fa che era caduto dal secondo piano, e non allargare chè le è stretto assaettato ? era morto, aveva il sopravvivolo come i Entravo nella sua camera: — badi — gatti; che un certo quadro pareva fatto mi diceva, — di non inciampare, perchè coli' alito, che a una certa sua arnie'', in è buio come in gola. una certa congiuntura essa aveva parlato Veniva un amico a chiedermi dei de- come al cospetto di Dio, da cuore a cuore; nari; essa lo capiva, e mi domandava: — e altre espressioni gentili ed argute, che a scriverle tutte ci sarebbe, da fare un - vocabolario. Però, quando s'accorgeva ch'io mi divertivo a farla parlare, taceva tutto a un tratto e mi guardava con aria di diffidenza. Temeva ch'io la volessi canzonare. Anzi qualche volta, quando mi lasciavo sfuggire un' esclamazione di meraviglia, quasi s'indispettiva. — Oh insomma — mi disse un giorno, — io parlo come so. Se dico degli spropositi, m' insegui lei a parlar meglio. Io non ho mai preteso (li parlar bene. — Ma no, cara signora, — le risposi io 'coli' accento della più profonda sincerità. Le giuro che ammiro davvero la sua maniera di parlare, Che vorrei parlare io 'Come lei, che vorrei saper scrivere come 'lei parla. Che c'è da stupirsi? Non lo sa 'elle i fiorentini parlano meglio degli italiani delle altre provincie? Non l' ha mai inteso dire? Mi piace sentir parlare l'italiano da lei come mi piacerebbe sentir parlare il francese da un parigino. Mi piace perchè lei parla con naturalezza, per- m:••••wnm•munmo•amowooa...........j. sono molto frequenti. Si è fatta iniziatrice d'una sottoscrizione internazionale per erigere un monumento a Giordano Bruno. Il miglior modo per ricompensarla del pensiero sarà l'offrire: sottoscrisetevi adunque e cooperate a che simile idea non rimanga sempre un'idea, ma diventi un fatto ed una statua che non farà cattiva figura nell'artistica Roma. * * Già saprete che il Municipio romano aveva spontaneamente offerta la cittadinanza di Roma a Gregorovius, l' illustre storico di quella Lucrezia Borgia, di cui sì maestrevolmente vi intrattenne or non è molto un bravo vostro concittadino. Orbene: egli ha pensato non essere bastante il verso spedito per telegrafo: ed il giorno 22 venne egli stesso e salì in Campidoglio a ringraziare i patres conscripti dell'insigne onore che gli si era fatto. Si consoli l'egregio scienziato e non si affanni a ringraziare, di una cosa che ridonda a tanto nostro decoro: a noi piuttosto spetterebbe il ringraziar lui, che di simili cittadini ogni città si terrebbe onorata. D'ora innanzi se volete andare al caffè, cercate di guardare bene in viso gli avventori e di scoprirne le intenzioni, perchè gli è dopo mangiato e bevuto tranquillamente, in mezzo ad un crocchio di oneste perone che a tutto pensano fuorchè al miserevole destino dell' uomo, che un bello spirito stimerà opportuno di farsi saltar le cervella, sotto pretesto che l'amaute lo ha abbandonato o che il Mucca° gli ha carpito il suo patrimonio. Ormai l'esempio è dato e non mancheranno certo gli imitatoti.... Ma che il corrispondente del Risorgimento sia diventato matto ? sento giù il beuiguo lettore mormorare tra se e se leggendo questa mia piccola diatriba: si tranquillizzi: il corrispondente del Risorgimento non è che attristato e fortemente dal pensare a questa invadente mania di distruggere se stesso, ora diventata di moda: egli teuta di ridere, ma non lo può: come non lo poterono gli avventori del Caffè d'Italia quando la sera del 20 si ts o varono spettatori forzati dell'orribile scioglimento che un tale Iguazio Ravelli dette a/la sua vita, lì, proprio in mezzo 'a loro, dopo aver tranquillamente mangiato Mangiare quando si medita di togliere un padre a cinque miseri figli, no padre loro unico sostegno! È spaventevole' Bisogna esser proprio chè pronunzia bene, perché io imparo. Ne vuole una prova? Guardi questi fogli. E le misi sott'occhio alcuni fogli sui quali avevo notato una lunga filza dei suoi modi di dire. Guardò, sorrise, poi sospettò daccapo e mi disse che non sapeva capire che cosa io trovassi di particolare in quelle parole. — Qualunque mercantino, — soggiunse, è in caso di dirgliele tali e qusli. Nondimeno, a poco a poco, finì per persuadersi che mi divertivo davvero a sentirla parlare perchè parlava bene. Ma trovavo sempre mille difficoltà a farmi capire quando volevo saper qualche cosa di preciso iu fatto di lingua. — Come direbbe lei, — le domandavo, — per dire che piove forte? — Una! — mi rispondeva, — direi che piove forte. — Io ripetevo la domanda in un' altra forma. — Ahl ho capito! — esclamava. — Chi sii volesse spiegare in un' altra maniera potrebbe anche dire che piove a rovescio, a catinelle, a orciuoli, a ciel rotto; non ,c'è regola fissa. arrivati all'ultimo stadio del cinismo o della pazzia' Per l'onore dell' umanità inclino per la pazzia. L' altra sera tre malandrini sorpresero un povero vecchio e fattisi aprir da lui la casa e legatolo al letto fecero man bassa per 18,200 lire ad altri oggetti di valore ch'egli teneva in un canterale; poi scapparono a briglia sciolta: ma in meno di due ore stavano già tutti e tre in Domo Petri a meditare sul settimo comandamento di Dio. Un mi rallegro alla questura che sa far di simili colpi. Ora un'ultima parola e su materia più allegra. La sera del 23, mezza quaresima, all' Argentina e al Quirino ebbero luogo due veglioni in maschera. Ma i frutti non vanno mangiati fuor di stagione e i veglioni vanno fatti di carnevale: essi infatti non riuscirono niente bene: ci fu svogliatezza e noia. Quanto ad altri divertimenti ci sono le solite cose; concerti, commedie francesi e italiane ec.; ma l'Apollo, questo ritrovo dell' high-life romana e straniera, rimane ostinatamente chiuso a tutt'altre opere che il Faust per mancanza di una prima donna: Jacovacci e gli habitués sono alla disperazione. abe ttlt110 -,127.4.141.7. Sai untivi della imposta del fina Tura poche avvertenze di Antonio Di Lupo Parra (Con. v. man. 12). Nella pianura pisana oltre a ciò è da notare che la unità di amministrazione e di direzione che diversi consorzi è reclamata indipendentemente da qualunque altra considerazione da una ragione di necessità. Imperocchè dei diversi corsi di acqua che solcano la nostra pur troppo coeì depressa pianura, molti servono ad altri di recipiente e tutti metton capo in recipienti comuni, a differenza dei corsi d'acqua della provincia lucchese che non hanno fra loro, sotto questo punto di vista, legame alcuno. ( 1 i) Ora il provvedere al mantenimento e alla conservazione dei corsi di acqua così tra loro collegati da costituire un sistema idraalico vero e proprio, è tal cosa da non doversi rilasciare alla cura di rappresentanze separate, le quali possono facilmente disconoscere la utilità generale per vedute di particolari sebbene malintesi inUn giorno le diedi un mio libro. — L'ha scritto lei? — mi domandò. — Sì, — risposi. — Tutto di suo pugno? — Tutto di mio pugno. — Lo tenne due o tre giorni e vidi che lo leggeva. Quando me lo restituì, mi disse: — bravo! mi son divertita; si vede che è un buon figliuolo. E poi mi piacque anche lo stile. A poco a poco mi prese a voler bene, mi parlava lungamente della buona anima di suo marito, delle sue amiche, del caro dei viveri, delle tasse, del lotto, dei suoi malanni, della religione, sempre colla stessa grazia e la stessa dolcezza. Ma specialmente quando parlava della sua disgrazia d' esser rimasta sola al mondo e diceva che la notte, non potendo dormire, pensava, pensava, fin che si metteva a piaugere; aveva parole così dolci, così schiette, così poetiche, che mi stringeva il cuore, e nello stesso tempo provavo una specie di voluttà artistica a sentirla. Mentre essa parlava la sua bella lingua, io appoggiato alla finestra della sua cameretta, guardavo il campanile di Giotto •S a ................. •••• • • s Commemorazione scientifica del conte Alessandro Spada Lavini letta nell'adunanza della Società toscana di Scienze Naturali del dì 12 marzo 1876. -- — Nel settembre 1844 Milano accoglieva la sesta riunione degli Scienziati italiani; la sezione di Geologia n' era presieduta da Lodovico Pasiui e dal marchese Lorenzo Pareto; Segretarii i professori Pilla e Balsamo Crivelli; e fra gli illustri stranieri Charpentier, Studer, d'Hombres Firmas, Pentland ed il barone Leopoldo de Buch. Per la storia della Geologia ed in considerazione dei suoi recenti progressi, quell'epoca è già remota; i lavori presentati, le discussioni sostenute sembrano offrire scarso interesse, mostrare anzi quanto poco fosse ancor progredita la scienza. Ma quei lavori e quelle discussioni racchiudono in realtà i germi che poi con tanta rapidità si svolsero.' Le ardite generalizzazioni paleontologiche di Leopoldo de Bach dimostrarono quauto prezioso fosse il frutto dell'analisi minuziosa, colla quale egli per il primo era giunto a classificare scientificamente quei due grandi intricatissimi gruppi di fossili che si comprendono sotto ai nomi di Terebratule e d'Annuoniti; il nuovo indirizzo della osservazione, la nuova luce della induzione dai presente al passato, il giusto apprezzamento della cronologia cominciarono d'allora a prevalere anche in Italia. Fu in essa occasione che il conte Alessandro Spada Lavini modestamente produsse, sotto l'egida dell'Orsini, ben conosciuto come botanico e come malacologo, e che gli era stato compagno uelle escursioni, uno spaccato geologico dalle foci del Tronto alla catena della Sibilla, mostrando le rocce ed i fossili che giustificavano la proposta divisione in quattro sistemi o gruppi di formazioni. E su alcuni di quei fossili il de Buch iescriveva di sua mano i nomi scientifici, convalidando colla sua incontrastata autorità le divisioni che lo Spada e l'Orsiui avevano prevalentemente dedotte dalle condizioni stratigrafiche. È appunto per il giusto apprezzamento della stratigrafia che, al pari di quel primo, risultarono precipuamente notevoli anche i lavori successivamente pubblicati dal conte Spada, sempre associando al suo il nome del fido compagno l' infaticabile Orsini, lavori di piccola mole, ma giustamente giudicati importantissimi da quanti ed italiani e forestieri si occuparono poi della geologia dell'Appennino. La struttara di questo sistema montuoso conserva in generale una grande semplicità che ne facilita lo studio, ma perchè non mancano in esso pure gli esempi di ardite flessioni, di fratture e rigetti, di rovesciamenti e di locali discordanze, l'esatto rilievo dei fatti, la giusta iuterpretazione delle apparenze e la savia subordinazione delle locali accidentalità al concetto della generale classificazione dei terreni valsero ai lavori dello Spada e dell' Orsini ben meritata rinomanza. Si fa merito principalmente ad essi di quella classificazione in un'epoca nella quale era ancora tanto doràto dalla luce del tramonto, e provavo uno struggimento d'amore per Firenze. Una sera che ero già a letto, s'affacciò alla porta e disse con voce commossa: — Ah! figlinol mio! bisogna proprio credere, sa, che c'è un Dio! Questa sera il predicatore ha detto che tutti i grandi uomini ci hanno creduto, — e Dante e Galileo è Colombo, — e ne avrà citati più di cinquanta. E ha conciato per le feste quelli che dicono che il mondo l'ha fatto il caso! Il caso! E dire che sono gente che ha studiato! Io che sono una povera donna capisco che è una corbelleria. Se lo studio non dovesse portare altri frutti! Ma lei, benchè studi, non le pensa queste cose, non è vero, figliuolo? dice un po': ci crede lei al caso? — No, cara padrona, — le risposi: — io credo in Dio. — Oh lei non può immaginare la consolazione che mi dà con codeste parole, — rispose la buona donna. La notte mentre lavora ieí a tavolino, a una cert'ora sentivo picchiare nel muro e poi una voce insonnita che diceva: — Non lavori più, figliuolo; s'abbia riguardo agli occhi. Ed io: — Ancora una pagina. — Neinineuo una pagina. Si ricordi del proverbio. È meglio un cavallino vivo che un dottore morto. Passava un altro quarto d' ora e lei daccapo: — A letto, a letto, figliuolo. — Padrona, domandavo io, — com' quel proverbio di Berto, che mi disse stamani? Ne ho bisogno per scriverlo. — Berto, — rispondeva, — che dava a mangiare le pesche per vendere i noccioli. Vada a letto. — Ancora una cosa. Come si chiama il bastone d'Arlecchino ? — Non dico più una parola, se mi fa regina di Spagna. E non diceva più una parola davvero e io andava a dormire. La mattina per tempo, appena svegliato, risentivo la sua voce: — Sù, sù! È un sereno che smaglia. Vada a fare un giro alle Cascine! E. DE AmIcts. (Continua). teressi, a meno che non si voglia compromettere di nuovo in tal guisa la acquistata fertilità dei terreni un tempo paludosi, e quel che più monta la stessa salute pubblica. ( 13 ) (n) Queste considerazioni potrebbero trovar loco nella discussione di un progetto, o dei progetti di assetto della amministrazione, o delle amministrazioni dei corsi d'acqua. Per ora non siamo nel caso. Quando ne sia giunto il momento, se Dio ci serba la vita, avremo da dire il parer nostro anco su questo argomento. 03) Niuno può avere taato interesse a serbare i terreni in buone condizioni di produttività quanto chi li possiede; e i lavori di scolo di privata spettanza che sono stati eseguiti nell'agro pisano son là a far testimonianza della cura scrupolosa, minuta che la possidenza della pianura pisaria avrebbe dei suoi scoli massimi. Poco sopra, in questa istanza, si dice i che i lavori dai quali è derivata una parte della attuale imposta, sono stati eseguiti dietro domanda dei principali interessati Or come si concilia ciò che là si dice con le ipotesi che si fanno qui, di abbandono dei canali, di impaludamento dei terreni, di pericoli per la acquistata fortilità dei terreni? Quelli stessi che chiesero alla Deputazione quei lavori, quando essa non fosse esistita, li avrebbero fatti eseguire egualmente, dac,chè li chiedevano perché si facessero. Che parlando si scordi il detto è possibile: è anco facile; ma che scrivendo si caschi in così volgari contradizioni, la é propr io grossa. Dopo le rotte del 1872 e 1873 l'Uffizio dei Fossi ha perduto il diritto di parlare di economie, di sperperi di danaro, di salute pubblica. Quelle rotte, quelle inondazioni avvennero perché Esso non volle provvedere in tempo opportuno e le poche febbri che si manifestarono dipoi nel Nortajalese furono le conseguenza di quei disastri voluti. S. E. il Ministro Si rassicuri, e noi non farem caso di un argomento insidioso, lanciato C...01710 freccia di Parto, contro di noi. A sentir loro, parrebbe che l'agro pisano fosse nel pericolo di diventare una maremma; mentre la prosperità e l'aére salubre di cui gode. si debbono alle molte colmate eseguite in sulla fine del secolo passato e in principio del presente, per iniziativa e spesa dei privati e senza concorso alcuno dello Uffizio dei fossi ANiONIO DI LUPO PARRA, (Continua). A 3 01 e len , -od *14■11*1 o•M: , poco conosciuta la geologia delle Alpi, e A quei tempi tutto il inondo era mio! Oggi vorrei .soltanto qualcuno di quei maucava quindi un vicino termine di confronto. Si esigono lunghe, ripetute, fati- giorni.... pochi.... Cinque.... due mi basterebbero! uno!.... e poi.... cose escursioni, copia ed esattezza di osDa quel giorno in qua di questi medeservazioni, diligente ed assidua ricerca di simi tempi a questa medesima ora ogni oggetti e di fatti per rilevare la strattnra mattina io entro in chiesa. Ta, ta ta stratigrafica delle montagne; ma tutto ciò il rnio bastoncello sulle lastre del pavinon basta e talvolta, forse potrebbe an- mento: tutti conoscono oramai quel ruche dirsi sovente, si vedono coscienziosa- more, e si voltano e mi salutano, e se mente impiegati tutti quei mazzi, senza qualcuno occupa il posto dopo la quarta che lo scopo Ria conaeguito, senza cioè colonna, si alza subita e me lo rende. che l'induzione regga alla critica e rimanE io mi ci butto a sedere, metto il mio ga confermata dai successivi osservatori. cappello in cima al bastone, appoggio il bastone alla colonna; e intanto gli occhi È questa una delle doti che risultano dall'insieme delle facoltà individuali, e corrono la dirimpetto a quel posto. E se vòto, la mia fantasia, ajutandusi con che possono anche partitamente analizquel po'di calore che le è ancora rimasto, zarsi , ma che intanto chiaramente si occupare da una imagine, sempre lo fa esprimono nella particolare attitudine della dalla stessa, e ce l'adatta, ce l'accomoda, persona. Guai al geologo che natura non la fa leggere, la fa voltareyerso di me.... fornì di quei doni: nè diligenza, nè perse è occupato, cerco di vincere la deo severanza, nè fatica supplirauno a talento bolezza della mia vista, fisso là gli ucspeciale per la stratigrafia, che quasi direi chi, guardo chi c'è; e se c'è una donna, colpo d'occhio pratico se non ternes3i di una ragazza, mi figuro di ridi ventar qualificare per istinto una particolare for- giovane, come allora, pieno di vivacità, ma d'intelligenza fecaudata, da vasta e pieno di brio, di appoggiarmi baldanzoso ben diretta osservaziene. Il conte Alessan- alla colonna, nell'atteggiamento il più ródro Spada ebbe quel talento, ed è perciò manzesco, il più poetico, ce' capelli ele-che le poche pagine da lui pubblicate re- gantemente arruffati e di guardar con la carono alla scienza utilità maggiore di coda dell'occhio là, apparentemente occu.quella che provenga da talune opere vo- pato a picchiar mazzate su quel teschio i scolpito in terra... luminose. (Continua)• ' Così passo l'ora della predica fantasti' cando. Qualche volta cerco di fare come i gli altri, di ascoltare col naso all'aria le III2DARD TaDARItt231% parole del sacro oratore: ma il sacro oratore m' annoia, e • i medesimi pensieri Ecco il mio solito posto. Son già quin- m'entrano a viva forza nella testa, e tutdici anni quindici anni che io di que- ta la mia mente è ad essi. M'annoio si, ma della predica, non di sti medesimi tempi, a questa medesima ora vengo ad occuparlo! Gli porto un'af- stare in chiesa, perchè è la oramai che fezione dell'anima. L'ultima sventura che io passo i momenti più felici fra i miei mi aspetto è che qualcuno me lo usurpi. pensieri, fra le mie memorie. Ma ohimel Avevo vent'anni e contro ogni mia abiOggi 25 marzo, al solito sono entrato tudine una volta entrai in chiesa. Non sapevo dove andare.... pioveva.... quindi in chiesa. Il posto dopo la quarta colonentrai con la speranza di veder.... qual- na era occupato da un monello: l'ho precosa, o almeno di divertirmi alla predica. gato perchè escisse, ma il monello non ha voluto andarsene. Quanto m' e dispia— Che birbo ero allora! Mi misi quì a sedere. II predicatore era ciuto! Ho pensato allora d'andare al polà che si dava il maggior daffare del inon- sto dirimpetto-. che destino! Vi si era do; si spenzolava dal pulpito, stendeva seduta una donnetta tutta vestita di nero, le braccia e le agitava e baciava il Cri- grinzosa e antipatica; teneva il collo tutto sto.... urlava e piangeva; beaediva e ma- torto da una parte, portava lentamente ledica Tutti se ne stavano zitti ed gli occhi dal cielo alla terra e viceversa ascoltavano; ma io poco badavo al pre- con un'aria contrita sospirava molto dicatore, alle sue fanatiche escandescenze, spesso e fra i labbri stretti stretti sibilava e a quel religioso silenzio. Gli occhi miei qualche orazione. Dalla faccia di quella vagavano qua e là, si ficcavano dapper- bacchettona s' indovinava l' ipocrisia e il tutto e in nessun luogo si posavano gesuitismo lontano un miglio. Ho provato ma poi si posarono nn profondo senso di rabbia, e al tempo Anche troppo/ stesso mi s'è strinto il core dal dolore. Al mio posto un monellaccio, dirimpetto Per molto tempo fui l'uomo il più assiduo alla predica e alla messa; e sempre quella po' di bacchettona! Che triste au-occupavo questo posto, e sempre il posto gurio! Si, me l' aspetto. Presto presto il rudirimpetto occupava la mia attenzione. Ma poi fini, ed io — ero giovane — fui more secco del mio bastone sul pavimento distratto da nuove follie, da nuove lusin- di marmo non disturberà più nessuno, e il posto dopo la quarta colonna resterà ghe fallaci. Ora avrò 66, 67, 68 anni.... chi li conta libero'.... più e dopo tante vicende sono ritornato scapolo come prima! Son solo' Quattordici o quindici anni fa rientrai in questa chiesa: era il 25 di marzo, me Io ricordo; ma questa volta c' entrai non parche pioveva, ma perchè soffrivo e non A. PELLEGRINI Una Sirena. Pisa, tipotrovavo modo di scacciare la tristezza dal«rafia Nistri. 1876. Lire 2. l'animo mio. Una, due, tre, quattro '''''' dopo la quarta colonna c'è un posto vòto..... è il mio, Avevo preso in mano il libro con una è proprio il mio! Riconosco la forma della certa diffidenza. Se non mi avesse sedotto colonna a cui m'ero appoggiato tante vol- la bella, elegante edizione, credo che non te, riconosco il teschio scolpito in terra avrei letto mai questo romanzo. Il titolo che avevo tante volte oltraggiato colla Una Sirena mi dispiaceva grandemente; punta della mia mazza, riconosco quel immaginavo la solita donna astuta che inposto là dirimpetto è veto quel posto! ganna il solito uomo imbecille, e non è vòto! La tristezza dell'animo mio non se n'an- avevo proprio nessun desiderio di sapere dò, ma cambiò natura: non rassomigliava come fosse andata la cosa. Incominciai a leggere, e andai sino in più a disperazione; era piuttosto quella dolce mestizia che desta il ricordo di fondo tutto d'un fiato; chiusi il volume giorni felici..... giorni felici per cui ora dolente d'una cosa sola: che il racconto darei il restante della mia vita e allora.... fosse di già finito. La favola, non c'illuerano tante le occupazioni, tante le follie! diamo, è la solita; i particolari sono, a , MI» L ibr i -u o v i f un dipresso, i medesimi; il modo con cui la donna in ganna l'uomo è sempre quello stesso adoperato da Eva in poi da tutte le donne che vogliono in g annare i loro amanti ; e nonostante il romanzo si legge volentieri, coli molto interesse, perchè dalla prima all' ultima pagina vi traspira un'aura così grande di sincerità da fare esclamare tratto tratto: e questo è vero! quest'altro l'ho provato anche io! » Il dir ciò mi dispensa, quaud'anche ne avessi voglia, di narrare il soggetto del racconto. Bisogna leggerlo per persuadersi come il signor Pellegrini, col suo primo lavoro, prometta di divenire un buon romanziere, osservatore diligente e talvolta acuto del cuore tunauo, accurato nella forma, senza pedauteria, e descrittore simpatico ed efficace della natura. La scena. , per la più parte, si passa a Viareggio, e con poche pennellate il Pellegriui descrive benissimo il movimento dei bagnanti, i crocchi del Nettano, gli effetti di luna sulla spiaggia, le casette misteriose, le passeggiate, le gite, le feste, iu una parola: la vita di Viareggio. A chi ha passato qualche tempo in quel luogo di bagni, leggendo le pagine del Pellegrini , parrà per un tuoinento di tornarvi; la descrizione dell'ambiente non potrebbe essere più vera. Difetti il romanzo ha molti e gravi ma noli tali da annullare i moltissimi pregi. Difetti possono chiamarsi le parecchie inutili digressioui che tolgono efficacia all'andamento della storia e difetto è, secondo me, quanto viene raccontato nelle due pagine 100 e 101. Io non voglio sapere le colpe della sigaora Albioni; so che Alberto non potrebbe essere più vigliacco verso quella donna. Ripeto che Una Sirena del signor Pellegrini promette nel suo autore un buon romanziere che farà onore alle lettere italiane; e ciò che lo concilierà coi lettori e coi critici di tutte le scuole è questo: che quantunque il suo libro sia realista, pure il realismo che vi si riscontra non è tale da obbligare il prof. Baccio Emanuele Maineri — che posa a vendicatore della morale oltraggiata — di fulminargli contro la scomunica maggiore. <>: F. FuipPl. Musica e Musicisti. Milano, Libreria Editrice G. Brigola. 1876. lire 4, 50. Il Filippi, insieme al Biaggi di Firenze, è il più competente e il più pregiato scrittore di cose musicali che abbia l'Italia. Però, sino ad oggi, i suoi articoli critici andavano perduti per i giornali ed era da lamentarsi che, letti un giorno, non si potesse che con gran fatica e difficilmente rileggerli passato qualche tempo. Il bravo editore Brigola ha rimediato allo sconcio, pubblicando questo volume che contiene le migliori appendici scritte dal Filippi nella Perseveranza. Intendenti e non intendenti di musica possono prendere il libro e leggerlo con diletto ed utilità grandissimi. Vi si trove- ranno combattuti molti pregiudizi intorno a Wagner e alla co,ì detta musica dell'avvenire; e al lettore verrà fatto, per avventura, di riflettere se il Filippi non abbia ragione là dove parla della facile musica che si capisce subito e dell'altra musica che non si capisce lì per lì ma che, una volta capita, piace e deve piacere più della prima. La questione è grave; l'accenno, ma non la discuto. Per conto mio posso dire che, persuaso a mezzo avanti di leggere il libro, sono ora persuaso del tutto. .• Dei vani studi critici contenuti nel vo- * **** '''''' lume i miglióirsono quelli intorno a Beethoven ed a Wagner; intorno a quest'ultimo specialmente il quale, quando accaddero a Milano le brutte se eue del Lohengrin regalò al Filippi un anello con quest&. iscrizione; c Al suo coraggioso difensore, Riccardo Wagner. » Checchè ne pensi Pietrine il quale non. vorrebbe si andasse a vedere ciò che dì: un'opera pensarono e scrissero al suo primo apparire, i maestri della critica, du . ora in poi questo volume del Filippi sarà. su tutti i tavolini dei giornalisti che lo consulteranno e lo spoglieranno ogni volta che scrivendo di musica e musicisti vorrami° far pompa di un po' d' erudizione. . . <> F. Da RENZIS. Proverbi Drammatici. Pisa, tipografia Nistri. 1876. Lire 6. Il barone Francesco De Renzis, deputato al Parlamento, finanziere, letterato, connuediografo, giornalista e proprietario del Bersagliere, ha pubblicato in una. splendida edizione i suoi proverbi drammatici che hanno percorso trionfalmente le scene di tutta Italia: Dir bene oggi di questi sarebbe un portar cavoli a Legnaia: chi non li conosce e chi non li ha ammirati ? Chi non conosce e chi non ha ammieatn Un bacio dato e Lupo e cane di guardia i quali • con Chi sa il giuoco e col Peggio passò del Martini sono i migliori, i più eleganti, i più profumati, i più arguti proverbi fra. i tanti e tanti scritti da una iunumerevole l schiera di autori italiani? di3piaCeV019 che un ingegno come quello del Do Renzie si perda nelle lotte infeconde della politica. (The sia caduto il ministero Minghetti e che gli sia succe duto • quello De Preti, cosa dovrebbe importare a lui ? A. lui che, in faccia all'Arte, quinta' anche egli diveni33e ministro, in questa qualità varrebbe sempre meno dell'altra sua di autore drammatico. Parole iuùtili del resto; e se la sua nuova annunziata commedia 11 Dio Milione sarà un'opera bella, continui pure a far l'uomo politico. Forse, a pensarci bene, ha ragione lui: non so più quale straniero ha detto che gli italiani, quando veramente vogliono, trovano tempo per tutto. QUIDAM. — uscito il fascicolo 8. 0 della Nuova Enciclopedia Italiana adita dal' Unione Tipografico-editrice torinese. Gli associati di Pisa per ricevere questo e i fascicoli avvenire possono dirigersi alla Seecursale dell'Unione lungarno Mediceo n. 2, rOSSO, Pisa. — Della Rivista Internazion.de Britan)ica-Germanica-Slava che si pubblica a Firenze, abbiamo ricevuto il 2. 0 numero che è anche migliore del primo. Vi sì centiene la fine, dell' interessante articolo Come ebbe forma poetica la leggoida dei .1%Tibelunghi e la fine di Un martire detta fantasia bellissima novella di Paolo Heyae. Accenniamo pure un curioso articolo di Pietro Fanfaui sui Rapporti tra la' Germania e l' Italia e una Bibliografia giustiana straniera di Guido Biagi. Secondo noi i compilatori della Rivista Internazionale meritano che loro arrida propizia la fortuna. ° P" i s a. Il Prefetto comm. Bertiui, prendendo possesso del suo ufficio, ha iudirizzato a suoi Amministrati il seguente proclama: Abitanti della Provincia di Pisa. Chiamato dal Governo del Re a reggere questa nobile Provincia, io sentirei trepi.darmi l'animo nell'assumerne l'incarico, se ' • ▪ non avessi fiducia di essere sorretto da Voi con benevolo concorso. Dalle Provincie meridionali, ove 'passai un lungo periodo di tempo nella più siucera armonia con quelle buone e concordi popolazioui, io torno iu queste contrade a me care per tante memorie e per tanti affetti; e vi torno lieto col pensiero che in epoche di ansietà e di timori fui testimone oculare del vostro senno e del vostro patriottismo nel concorrere efficacemente alla creazione di questo nostro Regno d'Italia. La nostra fede nei destini della Patria e peli,. pro4pere sorii dell'Angusta Dinastia, che n'è a capo, non fu mai scossa nell'arduo cammino del nostro risorgimento; isd oggi la seatiaane divenire sempre più Salda ne' nostri petti, poichè , vinte le gigantesche difficoltà le quali si frapponevano al suo rilevarsi e consolidarsi, nou ci restano che le lotte feconde dellapace che agevolano lo svolgimento della prosperità economica, e consentono di dare un migliore assetto all'opera fatta, riordinandola e perfezionandola. .Proseguiamo dunque con coraggio nel rispettivo nostro . caninnuo. Tu me rinverrete costantemente sincera e leale imparzialità, non disgiuuta mai dalla religione della Patria e del dovere. In voi son sicuro di trovar sempre, e senza eccezioni, la più scrupolosa osservanza alle leggi, perchè avete coscienza di essere cittadini di un civile e libero Stato. Pisa, 20 marzo 1876. .11 Prefetto — A BERTINI. * La Giunta municipale dei Bagni San Giuliano, informata dal suo Presidente del recente Reale decreto col quale il senatore Colline Cornero Prefetto di Pisa, venne destinato a reggere la R. Prefettura di Livorno, nella sua adunanza' del 18 corrente deliberava d'inviare al Prefetto stesso il seguente indirizzo: < Considerando il valido e leale appoggio da Voi prestato sempre a questo Comune negli interessi col R. Governo, Ve ne rendiamo omaggi di alta stima e riconoscenza. • Piacciavi pertanto, onorevole Signore, penetrarvi della sincerità di questi nostri sentimenti, 4 e della memoria che conserveremo di Voi, mentre Vi auguriamo felicità nel reggimento della Provincia cui dal R. Governo foste chiamato. t Dal palazzo municipale dei Bagni S. Giuliano, li 18 marzo 1876. La Giunta Dott. Giuseppe Del Lupo Sindaco, Presidente. Luigi Camici Roncioui Emilio Fusi. I I3 Dott. C. Cuturi. Pietro Orsi ). * * Dunque in Pisa avremo il tiro al piccione e le corse, qnello verso la fine del mese Era stato scelto per una giornata di corse il 30 d'aprile, ma poi è pareo meglio di protrarlo sino al 10 di maggio dopo avvenute quelle di Firenze. Tutti i cavalli che avranno pres e parte alle corse di Naeoli o di Firenze verranno a que• i Ra, per cui è da sperarsi che riuscranno in merlo .1a invogliare gli amatori di cuntinuarie anche negli anni avvenire. e* * Lunedì, nella sala grande del palazzo municipale ebbe luogo la commemorazione dal centenario del grande amatene conte Marcagli onio Gi ne uni. L'.-se prima un breve discorso il cav. Cr. 13. Croilalanza presidente della Aa.ca,demia ai aldice; poi un altro il cav. Tribolati che cui molta erudizione delineò la delira, -lel Ginaeui e finalmente un terzo il conte Dangnou che aecennò ai varii scopi pei quali può servire ed esere, non che utile neces-Ario, lo stu fio doli' araldica. Vennero poi letti vani telegrammi di istituti italiani e stianie,ri e di vari personaggi e furono consegnato dal presidente diverse medaglie decretate dal consiglio dell'.4ccadee mia araldica. A,sietevano alla commemorazione il prefetto cumm. Bertini, alcune elee,anti signore ed un discreto e scelto nditorie. Agli intervenuti vennero regalati opuscoli, epigrati e un bellissimo stemma pubblicati in occasione del centenario del erano Marcantonio Ginanni. ** Per quando madamigella Primavera si prenderà la pena, a suo comodo, di venirci ad allietare ed onorare di sua presenza, osiamo presentare la seguente proposta: - « Aprire alle fanciulle delle scuole di San Michele per uso di passeggio o ricreazione una via fra le colonne della facciata di San Michele in Borgo ». La raccomandiamo per la prima sedete del Consiglio comunale. Intanto incoraggiamo l' Illustrissimo e reverendissimo monsignore cav. D. B. BisCioni priore della Chiesa in discorso, perchè mandi il suo sagrestano a piantar alberi e seminar fiori nel luogo designa-to...... qualora non creda cosa più utile mandarlo a fare erba. * Il capitano bavarese Massimiliano Saalmtiller, dm da qualche tempo trovavaei questa città a causa di una malattia p ;linonere, la mattina nel 19 corrente volle avventurarsi a porsi in viaggio; ma giunto sotto la stazione fu preso da gravissimo insulto del male che lo affliggeva, ed in conseguenza di esso cessava in pochi istanti di vivere. * * Sentina G. d'anni 18, contadina del villaggio di S. Vincenzo (Cempiglia), giorni or sono si rinserrava nella sua stanza; e, cori- eataei sul letto, si suicidava espiodendosi un colpo di fucile .setto il mento. — Ecco ciò che la trasse al disperato passo. Essa amava un giovane dal quale era riainata. Morto questo, in segnito a malattia, fu costretta, sposare altro uomo per lei odioso. Non potendo sopportare la compagnia di costui, formò e mandò a I effetto la tragica risoluzione. * • i La notte del 18 corrente ignoti ladri penetreti con falsa chiave nel liegozio di Lansel Augusto posto fuori della Barriera fiorentina, vi cl-rubarono 5 eahi di caffè pel valore di lire 1000. Le autorità praticano le necesearie investig,azioui. di aprile, queste il 10 di maggio. Il tiro avrà luozo probabilmente sul gran prato del:e Cascine; almeno il marchese Piero Corsini f delle pratiche perche S. M. il Re conceda gentilmente alla Società l'uso di quel prato. La, direzione del tiro è compoista del marchese Sciamanna, del signor Leopoldo Peverada, del sig. Emilio Bianchi, del capitano Salano e del inarchcee Autinori. Patronesse della Società sono la signora Rossehnint - Psverada, la sign ira BellisomiPorta, la contessa Mastiani, la contessa Parra-Franueschi e la contessa Rosselueini. certo che il tiro al piccione riuscirà 1111 nuovo e bel divertimento per Pisa,; a * * * eitsee; La teottoeMzione delle azioni ela 25 lire X•Nienrats. l'una per le Co:•• .• pgiÒ , * * Società Orchestrale Pisana. Seconda convocazione — Sono invitati tutti i Soci tanto orchestranti che contribuenti ad intervenire all'adunauza generale che avrà luogo domenica 2 aprile a ore 12 meridiane nel locale di residenza della Società via Mercanti num. 7 primo piano. .,Ordine del giorno. ,fni Elezione del Consiglio. OII: Rendimento di Conti. Pisa, 28 marzo 1876. Consigko Direitivo. : I v 1bti NOTIZIE TEATRALI Le rappresentazioni dell'A ida al Teatro Nuovo proseguono ad essere atlellatieekne. I' comodo dei treni straordinari richiama moltissima gente da Livorno, da Lucea da Pontedera. Abbiamo ve iute signore e signori venuti appositamente anche da Firenze, da Cenare, I Modeue e da Parma. La conclusione è una sola: eseguito opere buone e gente che vada al teatro troverete sempre. gure), ed un costume per fanciullo nella pagina '8. Annessi. — 1. Una grandissima tavola di modelli da tagliarsi, relativi ad una delle figure del figurino colorato.— 2. Una tavola di lavori al crochet, ricami ec. — 3. Quattro pagine di supplemento, contenenti un disegno di abbigliamento da camera e tre disegni di mantelli per la stagione entrante. — 4. Un figurino colorato di Parigi. — Veggasi la spiegazione d'ogni cosa nelle pagine di supplemento. X Fra breve, per cilia della Società Orchestralo Pisana, avremo un gran concerto al Teatro dei Ravvivati. Vi prenderanno parte tutti gli artisti che si trovano attualmente FORTUNATO POLI Gerente Respons AVVISO Pisa. PER I SARTI che volessero prender lezioni per tagliatore-sarto. In dodici lezioni possono disimpegnarsi in qualunque Sartoria col metodo della squadra segnata a centimetri. Questo sistema insegna a tagliare i vestiti con la massima facilità e. la più perfetta precisione. Quelli che volessero prender lezioni si dirigano alla Sartoria via S. Francesco, n.0 6. L' Ingegneria civile e le Arti industriali. È pubblicata la dispensa di marzo (anno II) contenente: Architettura e belle arti. — Relazione sul - concorso per il Tempio di Lonigo. Costruzioni marittime. — Sulla sistemazione e sull'ampliamento del Porto di Genova (con incisione nel testo). Idraulica fluviale. — La questione del Tevere in Roma. Macchine di trazione e ferrovie. — I risultati degli esperimenti del sistema funicolare di Augudio sul piano incli- ••••■....14:1496..••••••~1~~■•• • Alla Direzione del nostro giornale si, vende l'opuscolo. . IL CATASTO nato di Lanslebourg (con una tavola). Chimica tecnologia. — La Pozzolana di San Paolo a Roma, e quella delle Maremme toscano. Sunto dei lavori di associazioni scienti-, fiche. — Associazione geodetica per la misura dei gradi in Europa. e la perequazione della imposta fondiaria osservazioni e appunti critici di Giorgio Sannino prezzo lire una. A benefizio l'Ospizio di Mendicità. • Comizio agrario del cirCondaro di Torino. — Esposizione con esperimenti di macchine agrarie. Notizie. — Bibliografia. — Rivista dei periodici tecnici italiani ed esteri. Fuori Porta alle Piagge, nella via detta dei VEN)DE S I una Palazzina con . stalla, rimessa, giardino e altri coinodi. — Per le trattative rivolgersi al catP della Stella, Sotto Borgo, Pisa. Per l'abbonamento (lire 12 all'anno) rivolgersi alla tipegie e litogr. CAMILLA , BERTOLERO in Torino, piazza Vittorio Ern., num. 1. 00 Si è pubblicato il uum.. 10 (Anno III, Roma, 8 marzo 1876) del GIORNALE DEI LAVORI PUBBLICI E DELLE STRADE FERRATE, RIVISTA SCIENTIFICO-LETTERARIA. che contiene: Sommario. — La ferrovia da Modena Si pubblica in Cremona il 1.0 e a Lucca — Nostre corrispondenze — 15 d'ogni mese — Per l'abbuonamento diSeguito dell'adunauza del '29 novemrigersi all' amministrazione — Un arma bre del Consiglio superiore dei lavori lire un 7, Semestre lire 4. Un numeropubblici — La couveuzione di Basiseparato centesimi trenta — Vendesi preslea — Notizie e progetti di lavori — so i principali librai — Deposito in Pisa. Notizie diverse — Notizie ferroviarie— alla libreria Nistri. Nostre informazioni — Appalti — Avvisi. CC al PRIMO PIAN GIORNALE DELLE DONNE. — Abbiamo sotsmobiliato con Giardino, situato in via del t'occhio l'ultimo numero di questo perioCancello, palazzo Misoch. Per le informazioni: dico di letteratura e mode femminili, che 'dirigerei ai!' Albergo della Alinerva. ad una elegouza innegabile n'Asce il massimo buon mercato. Non costa difetti che lire otto per tutto l'anno, cinque per a SECONDO. il semestre. Alle associate annue dà inoll PIANO tre in dono, a scelta, l'ultima pubblica- •situato di fqe.cia al Pa1a.z2.-o Comunale, con zione igienica del dottore Paolo Mente- Th g resse ie via Garefa.ni Coal. 2. Detto gazza, oppure una polizza per concorrere Quartiere è composto di numero dieci stanze. ai premi del Prestito nazionale. — L'ufPer Io infOrmazioni dirigersi mercoledì e ficio di direzione è in Torino, via Po, sabeto, dalle ore 11 alle ore 2, e,tio Scrittoio num. 1, piano 3.u. Della Louga, piazza del Pozzetto. si Sonirnario num. 3. — Mese di niarso: Testo. —Chiacchiere sulla Moda AmeMisure di Vetro per il Vino lia Lorrit. — Le due sorelle, racconto. — Nuove disposizioni prese 'dalla L sottoscritto Albertini Giovanni, stagnai° Direzione del giornale a favore delle stilla piazza della Berlina in Pisa, fa noto che associate « Elvira di Roccabruna. tiene un assertimento di misure in vetro. Schiarimenti e consigli c Elvira di Rocper il vino. a prezzi convenienti. eabruna. p — La spiegazione degli abPisa li 22 merzo 1876. bigliamenti e lavori è nelle pagine -di supplemento. Albertini Giovanni. Disegni. — Un bel figurino nero di Pa•~4~~.■*"..***L . . t,,riai nella prima pagina, una toletta AiìTip. Nistri 1874, per signora nelle pagine 4 e 3' (due fi- PRELUMO Ariit!asi un Quartiere Affittasi ll1 Quartiere -