Num. 13
EVO
DIREZIONE
Via C,astetletto
14. 0 2,
Primo Piano.
I mamiscrItti cbe s'inviano alla Diruioise
-
A NNO IV —
Mercoledì 29 Marzo 1876
non si resdtaiscono, nè si rende ragione
della ricusa di stampa rli: non ai aceettlitui
scritti anonimi. — Le lettere non traucate
non si ricevono.
AlitUSILNISTRAZIONIC
Libreria Metri sotto Borgo
Le associazioni hanno il principio
il 1.° ed il 16 d'ogni mese, con pagamento
anticipato di lire 5 per un anno e di lire 3
por sei mesi.
Un Numero separato centesimi 10,
GrIO1R.l\TAL.E della CITTÀ. e F'FIOVINCLA cli P1SA.
-
*isa 28 Marzo
Cose 1=)isa.rie
Una nuova esultanza per il CO2'
riere dell'Arno: l' avvenimento al
potere del ministero De Pretis.
Perché il Corriere esulti dovrebbe
essere un mistero tra lui e.... Stavamo per iscrivere « Dio », ma non possiamo, visto che il Corriere è redatto da liberi pensatori i quali riconoscono il venerdì santo come i cattolici,•
colla differenza che quel giorno si
ricordano di mangiare di grasso invece che di magro.
><
Abbiamo detto che dovrebbe essere
un mistero; ma non è più tale dacchè
i maligni hanno saputo trovare la
ragione cieli' esultanza del Corriere,
organo ministeriale ora, come un
tempo era l'organo della restaurazione granducale.
E' sembra dunque che il Corriere
speri di gran cose dal nuovo ministro
dell'interno; nientemeno che la prefettura di Pisa per l'onorevole suo amico
C. P. da non confondersi con l'egregio
Cipì attualmente direttore della Venezia.
- Se saranno rose fioriranno: e, secondo noi, dal momento che gli avevano promessa la prefettura di Napoli,
quella di Pisa gli dovrebbe spettare di
diritto.
><
Intanto, in vista della conciliazione,
il solito eleitore Giani ha avanzato un
ricorso alla Prefettura contro la deliberazione del Consiglio comunale di
Pisa portante un indirizzo di commiato
APPENDICE
LA MIA PADRONA DI CASA
Non posso pensare a Firenze, senza ricordarmi della mia buona padrona di casa
di via dei ***, la quale m' insegnò in sei
mesi più lingua italiana. di quanta io n'abbia imparata in dieci anni da tutti i miei
professori di letteratura, nati, come diceva
l'Alfieri, là dove Italia boreal diventa.
Era una vecchietta simpatica, vedova
d'un interprete d'albergo, buona come il
pane, fioreutiva fin nel bianco degli occhi, operosa, assestata e pulita come una
olandese. Viveva. d'una piccola rendita e
di quel po' che guadagnava tenendo dozzina. Leggicchiava, giocava al lotto, faceva
qualche visita, e passava quasi sempre la
sera,sola come uno sparago, in un cantuccio
della sua piccola camera ingombra dì mobili vecchi, vicino a una finestra, dalla
quale si vedeva, di là dai tetti di molte
case, la cima del campanile di Giotto.
Che cos'è questo benedetto parlare to-
arretrati centeaimi 20.
»ANIS NATIVO- POLITICO-SCIENTIFICO- LETTERARIO
Avvisi ed inserzioni centesimi 15
in linea o spazio di linea.
-
SI PUBBLICA OGNI MERCOLEDÌ DI CIASCUNA SETTIMANA
all' ex-prefetto Cornero. Il Corriere,
dando la notizia e pubblicando il ricorso, dice di credere che il medesimo
sia stato respinto e che il sig. Giani
si appellerà al Consiglio di Stato.
A noi non importerebbe quasi neanche sapere quello che abbia fatto la
Prefettura; vogliamo, anzi, far la supposizione che il ricorso sia stato accettato e la deliberazione cassata. Se ciò
fosse avvenuto noi dimanderemmo: «E
poi? »
Non per questo resterebbe senza un'
alta significazione morale il fatto che
il Consiglio comunale, all' unanimità,
ha votato un indirizzo onorevolissimo
per il coniai. Cornero.
Ma la Prefettura ha respinto il ricorso e bene stà. Uguale sorte è da
sperare gli tocchi al Consiglio di Stato,
perchè quel ricorso è ingiusto e perchè il carattere odiosamente partigiano
del medesimo, è troppo chiaro e lampante.
><
Il Corriere afferma che giovedì passato, quando il comm. Cornero partì
per Livorno, alla stazione erano pochissimi e quasi tutti per dovere d'ufficio.
Davvero? Vorremmo sapere da quando
in quà i generali d'armata, i senatori,
i colonnelli d'artiglieria, le signore, gli
studenti e tante altre egregie persone
dipendano dai prefetti.
Quel giorno alla stazione chi aveva
per reporter il Corriere? Probabilmente un cieco, o, meglio, un di coloro per cui si potrebbe dire che non
v' ha peggior cieco di quegli che non
vuol vedere.
><
Il Corriere ritorna sul tema della
conciliazione e dicendo delle gentileZ-
ze al nostro partito e ai redattori del
nostro giornale, dimentica di rispondere alle nostre domande: « Della par- I
te nostra chi scartereste? E dalla vostra quali Api, pronti a conciliarsi? E
con chi? »
><
Ai soliti assaltucci provocati da
bizzucoie personali non rispondiamo;
come crediamo inutile di replicare a
certe frasi incidentali contro Quidam
di quel redattore del Corriere il quale
ha pensato un pochino, anzi, molto,
avanti di cominciare a scrivere una
rassegna sull'Aida e poi fà un articolo per dare semplicemente il sunto
del libretto. Pensare che la Provincia
di Pisa aveva già fatto la stessa cosa, quindici giorni sono, avanti che
incominciassero le rappresentazioni dell'opera! Meno male che sul principio
della rassegna quel redattore mette le
mani avanti per non cascare: « e se
avrà detto qualche corbelleria da scotere il cuore, pazienza! » dice lui.
Tante volte si dice, eh?
><
Insomma, non facciamo per dire,
ma ci si avvia a gran passi verso la
desiderata conciliazione. Un di questi
giorni, anzi, ci aspettiamo di sentire
il signor Stiatti far gli elogi del comm.
Rizzari e noi quelli del signor Situonelli.
Che il cielo ei salvi, scampi e liberi.
-
DAL TEVERE ALL'ARNO
Roma, 25
•
senza governanti è cessata . Resta ora
a vedere se i nuovi ministri compieranno
coscienziosamente il mandato loro affidato,
o se piuttosto tutta questa faccenda non
sia stata che un novello episodio della
vecchia storia del chi sale e chi scende.
Speriamo che non sia così: speriainolo per
noi stessi che abbiamo tanto bisogno di
chi ci sappia reggere in così pericolosi
frangenti: speriatuolo per l' onore di un
partito cui, ora che 1a preso un posto lasciato libero dal voto della gran maggioranza della Camera, non sarebbe lecito
senza esporsi ai fischi, e dico poco, il defraudare le legittime speranze che l'Italia
ha concepite. I nuovi ministri, di cui non
vi starò a declinare i nomi che già conoscerete, si son messi Pnbito in moto e ieri,
radunatisi in casa dell'onorevole Mancini,
discussero e stabilirono il programma al
quale sarà informata la politica del nuovo
Gabinetto. Oggi presteranno il giuramento,
secondo quel che si dice, e martedì, 28,
si presenteranno alla Camera. Ma v'è chi
crede che negli alti circoli dell'opposizione
si cerchi di protrarre un altro po' questa
presentazione, perchè si teme che nel giorno della battaglia la maggioranza manchi
al nuovo Ministero, ed esso cada prima
ancora di aver potuto dar saggio di quello
che sapeva fare.
**
prof. Mancini è divenuto ministro di
grazia e giustizia: nel tempo stesso che
godo per lui dell'alta missione affidatagli,
che dimostra a chiare note la fiducia che
meritamente riscuote, non posso a meno
di rimpiangere lo splendido oratore, il valente giureconsulto che l'Università ha
perduto: possa egli quando che sia riprendere il suo posto fra gli scolari amantissimi! Ma, intendiamoci bene, questo è un
desiderio e non un augurio.
marzo.
Habemus pontificein' Finalmente l'on.
Depretis è pervenuto a formare un gabinetto, e l' ibrida situazione di uno stato
A proposito dell'Università essa in questi giorni ha avuto una buona idea, e le
buone idee bisogna notarle perché non
scano! Era una povera donna, non aveva le è venuto a dare una frecciata; non è
istruzione, sapeva appena leggere e scri- vero?
vere; ma parlava da far rimanere a bocca
Diceva che il suo predicatore aveva la
aperta. E non il fiorentino volgare, per- parola facile e ornata; che il lattaio aveva
chè non ho mai inteso dalla sua bocca la voce come uno di questi cani incimuruna parola o una frase che una signora riti e fiochi che non posson più abbaiare;
non potesse ripetere in conversazione. Il che erano tre giorni che non vedeva più
suo parlare era tutto frasi efficacissime,
l'effigie dello spazzaturaio che pure le aveimmagini, proverbi, diminutivi graziosi, va promesso di venire; che il bambino
vezzi e fiori di lingua, che venivan via della vicina aveva rotto un vetro, e suo
facili e fitti ad ogni proposito, come nei padre non se ne era accorto, ma il ponovellieri trecentisti, senza che le sfuggisse verino stava già rannicchiato dietro l'uscio
mai neppure un lampo di quel sorriso leg- ad aspettare il lampo e la saetta; che il
gerissimo che per il solito tradisce la com- mio maestro di spagnuolo aveva un vestito
piacenza intima di chi sa di parlar bene. che gli piangeva addosso; che con tutte
Ogni momento gliene sentivo dire una queste guerre che si fanno dopo che Pio IX
nuova.
ha datele su' riforme bisogna sempre stare
Stentavo un po' a infilare il soprabito; palpitando per i nostri cari; che un tale
essa mi diceva: Ma perchè non se lo fa che era caduto dal secondo piano, e non
allargare chè le è stretto assaettato ?
era morto, aveva il sopravvivolo come i
Entravo nella sua camera: — badi — gatti; che un certo quadro pareva fatto
mi diceva, — di non inciampare, perchè
coli' alito, che a una certa sua arnie'', in
è buio come in gola.
una certa congiuntura essa aveva parlato
Veniva un amico a chiedermi dei de- come al cospetto di Dio, da cuore a cuore;
nari; essa lo capiva, e mi domandava: —
e altre espressioni gentili ed argute, che
a scriverle tutte ci sarebbe, da fare un
-
vocabolario.
Però, quando s'accorgeva ch'io mi divertivo a farla parlare, taceva tutto a un
tratto e mi guardava con aria di diffidenza. Temeva ch'io la volessi canzonare.
Anzi qualche volta, quando mi lasciavo
sfuggire un' esclamazione di meraviglia,
quasi s'indispettiva.
— Oh insomma — mi disse un giorno,
— io parlo come so. Se dico degli spropositi, m' insegui lei a parlar meglio. Io
non ho mai preteso (li parlar bene.
— Ma no, cara signora, — le risposi io
'coli' accento della più profonda sincerità.
Le giuro che ammiro davvero la sua
maniera di parlare, Che vorrei parlare io
'Come lei, che vorrei saper scrivere come
'lei parla. Che c'è da stupirsi? Non lo sa
'elle i fiorentini parlano meglio degli italiani delle altre provincie? Non l' ha mai
inteso dire? Mi piace sentir parlare l'italiano da lei come mi piacerebbe sentir
parlare il francese da un parigino. Mi
piace perchè lei parla con naturalezza, per-
m:••••wnm•munmo•amowooa...........j.
sono molto frequenti. Si è fatta iniziatrice
d'una sottoscrizione internazionale per erigere un monumento a Giordano Bruno.
Il miglior modo per ricompensarla del pensiero sarà l'offrire: sottoscrisetevi adunque
e cooperate a che simile idea non rimanga
sempre un'idea, ma diventi un fatto ed
una statua che non farà cattiva figura
nell'artistica Roma.
*
*
Già saprete che il Municipio romano
aveva spontaneamente offerta la cittadinanza di Roma a Gregorovius, l' illustre
storico di quella Lucrezia Borgia, di cui
sì maestrevolmente vi intrattenne or non
è molto un bravo vostro concittadino. Orbene: egli ha pensato non essere bastante
il verso spedito per telegrafo: ed il giorno
22 venne egli stesso e salì in Campidoglio a ringraziare i patres conscripti
dell'insigne onore che gli si era fatto. Si
consoli l'egregio scienziato e non si affanni
a ringraziare, di una cosa che ridonda a
tanto nostro decoro: a noi piuttosto spetterebbe il ringraziar lui, che di simili
cittadini ogni città si terrebbe onorata.
D'ora innanzi se volete andare al caffè,
cercate di guardare bene in viso gli avventori e di scoprirne le intenzioni, perchè
gli è dopo mangiato e bevuto tranquillamente, in mezzo ad un crocchio di oneste perone che a tutto pensano fuorchè
al miserevole destino dell' uomo, che un
bello spirito stimerà opportuno di farsi
saltar le cervella, sotto pretesto che l'amaute lo ha abbandonato o che il Mucca°
gli ha carpito il suo patrimonio. Ormai
l'esempio è dato e non mancheranno certo
gli imitatoti.... Ma che il corrispondente
del Risorgimento sia diventato matto ?
sento giù il beuiguo lettore mormorare
tra se e se leggendo questa mia piccola
diatriba: si tranquillizzi: il corrispondente
del Risorgimento non è che attristato e
fortemente dal pensare a questa invadente
mania di distruggere se stesso, ora diventata di moda: egli teuta di ridere, ma
non lo può: come non lo poterono gli
avventori del Caffè d'Italia quando la sera del 20 si ts o varono spettatori forzati
dell'orribile scioglimento che un tale Iguazio Ravelli dette a/la sua vita, lì, proprio
in mezzo 'a loro, dopo aver tranquillamente mangiato Mangiare quando si
medita di togliere un padre a cinque miseri figli, no padre loro unico sostegno!
È spaventevole' Bisogna esser proprio
chè pronunzia bene, perché io imparo. Ne
vuole una prova? Guardi questi fogli.
E le misi sott'occhio alcuni fogli sui
quali avevo notato una lunga filza dei
suoi modi di dire.
Guardò, sorrise, poi sospettò daccapo
e mi disse che non sapeva capire che cosa
io trovassi di particolare in quelle parole.
— Qualunque mercantino, — soggiunse, è
in caso di dirgliele tali e qusli.
Nondimeno, a poco a poco, finì per
persuadersi che mi divertivo davvero a
sentirla parlare perchè parlava bene.
Ma trovavo sempre mille difficoltà a
farmi capire quando volevo saper qualche cosa di preciso iu fatto di lingua. —
Come direbbe lei, — le domandavo, — per
dire che piove forte? — Una! — mi rispondeva, — direi che piove forte. — Io
ripetevo la domanda in un' altra forma.
— Ahl ho capito! — esclamava. — Chi
sii volesse spiegare in un' altra maniera
potrebbe anche dire che piove a rovescio,
a catinelle, a orciuoli, a ciel rotto; non
,c'è regola fissa.
arrivati all'ultimo stadio del cinismo o
della pazzia' Per l'onore dell' umanità
inclino per la pazzia.
L' altra sera tre malandrini sorpresero
un povero vecchio e fattisi aprir da lui la
casa e legatolo al letto fecero man bassa
per 18,200 lire ad altri oggetti di valore
ch'egli teneva in un canterale; poi scapparono a briglia sciolta: ma in meno di
due ore stavano già tutti e tre in Domo
Petri a meditare sul settimo comandamento di Dio. Un mi rallegro alla questura che sa far di simili colpi.
Ora un'ultima parola e su materia più
allegra. La sera del 23, mezza quaresima,
all' Argentina e al Quirino ebbero luogo
due veglioni in maschera. Ma i frutti non
vanno mangiati fuor di stagione e i
veglioni vanno fatti di carnevale: essi infatti non riuscirono niente bene: ci fu svogliatezza e noia. Quanto ad altri divertimenti ci sono le solite cose; concerti, commedie francesi e italiane ec.; ma l'Apollo,
questo ritrovo dell' high-life romana e straniera, rimane ostinatamente chiuso a tutt'altre opere che il Faust per mancanza
di una prima donna: Jacovacci e gli habitués sono alla disperazione.
abe ttlt110
-,127.4.141.7.
Sai untivi della imposta del fina Tura
poche avvertenze di Antonio Di Lupo Parra
(Con. v. man. 12).
Nella pianura pisana oltre a ciò è da
notare che la unità di amministrazione e
di direzione che diversi consorzi è reclamata indipendentemente da qualunque altra considerazione da una ragione di necessità. Imperocchè dei diversi corsi di
acqua che solcano la nostra pur troppo
coeì depressa pianura, molti servono ad
altri di recipiente e tutti metton capo in
recipienti comuni, a differenza dei corsi
d'acqua della provincia lucchese che non
hanno fra loro, sotto questo punto di
vista, legame alcuno. ( 1 i)
Ora il provvedere al mantenimento e
alla conservazione dei corsi di acqua così
tra loro collegati da costituire un sistema
idraalico vero e proprio, è tal cosa da
non doversi rilasciare alla cura di rappresentanze separate, le quali possono facilmente disconoscere la utilità generale per
vedute di particolari sebbene malintesi inUn giorno le diedi un mio libro. —
L'ha scritto lei? — mi domandò. — Sì, —
risposi. — Tutto di suo pugno? — Tutto
di mio pugno. — Lo tenne due o tre giorni e vidi che lo leggeva. Quando me lo
restituì, mi disse: — bravo! mi son divertita; si vede che è un buon figliuolo. E poi
mi piacque anche lo stile.
A poco a poco mi prese a voler bene,
mi parlava lungamente della buona anima
di suo marito, delle sue amiche, del caro
dei viveri, delle tasse, del lotto, dei suoi
malanni, della religione, sempre colla
stessa grazia e la stessa dolcezza. Ma specialmente quando parlava della sua disgrazia d' esser rimasta sola al mondo e
diceva che la notte, non potendo dormire,
pensava, pensava, fin che si metteva a
piaugere; aveva parole così dolci, così
schiette, così poetiche, che mi stringeva
il cuore, e nello stesso tempo provavo
una specie di voluttà artistica a sentirla.
Mentre essa parlava la sua bella lingua,
io appoggiato alla finestra della sua cameretta, guardavo il campanile di Giotto
•S a
.................
••••
•
• s
Commemorazione scientifica del conte Alessandro Spada Lavini letta nell'adunanza
della Società toscana di Scienze Naturali del dì 12 marzo 1876.
-- —
Nel settembre 1844 Milano accoglieva
la sesta riunione degli Scienziati italiani;
la sezione di Geologia n' era presieduta
da Lodovico Pasiui e dal marchese Lorenzo Pareto; Segretarii i professori Pilla
e Balsamo Crivelli; e fra gli illustri stranieri Charpentier, Studer, d'Hombres Firmas, Pentland ed il barone Leopoldo de
Buch. Per la storia della Geologia ed
in considerazione dei suoi recenti progressi, quell'epoca è già remota; i lavori
presentati, le discussioni sostenute sembrano offrire scarso interesse, mostrare
anzi quanto poco fosse ancor progredita
la scienza. Ma quei lavori e quelle discussioni racchiudono in realtà i germi
che poi con tanta rapidità si svolsero.'
Le ardite generalizzazioni paleontologiche
di Leopoldo de Bach dimostrarono quauto prezioso fosse il frutto dell'analisi minuziosa, colla quale egli per il primo era
giunto a classificare scientificamente quei
due grandi intricatissimi gruppi di fossili
che si comprendono sotto ai nomi di Terebratule e d'Annuoniti; il nuovo indirizzo della osservazione, la nuova luce della
induzione dai presente al passato, il giusto apprezzamento della cronologia cominciarono d'allora a prevalere anche in Italia.
Fu in essa occasione che il conte Alessandro Spada Lavini modestamente produsse, sotto l'egida dell'Orsini, ben conosciuto come botanico e come malacologo, e
che gli era stato compagno uelle escursioni, uno spaccato geologico dalle foci del
Tronto alla catena della Sibilla, mostrando le rocce ed i fossili che giustificavano
la proposta divisione in quattro sistemi o
gruppi di formazioni. E su alcuni di quei
fossili il de Buch iescriveva di sua mano
i nomi scientifici, convalidando colla sua
incontrastata autorità le divisioni che lo
Spada e l'Orsiui avevano prevalentemente
dedotte dalle condizioni stratigrafiche. È
appunto per il giusto apprezzamento della
stratigrafia che, al pari di quel primo,
risultarono precipuamente notevoli anche
i lavori successivamente pubblicati dal
conte Spada, sempre associando al suo il
nome del fido compagno l' infaticabile
Orsini, lavori di piccola mole, ma giustamente giudicati importantissimi da quanti
ed italiani e forestieri si occuparono poi
della geologia dell'Appennino. La struttara di questo sistema montuoso conserva
in generale una grande semplicità che ne
facilita lo studio, ma perchè non mancano in esso pure gli esempi di ardite flessioni, di fratture e rigetti, di rovesciamenti e di locali discordanze, l'esatto rilievo dei fatti, la giusta iuterpretazione
delle apparenze e la savia subordinazione
delle locali accidentalità al concetto della
generale classificazione dei terreni valsero
ai lavori dello Spada e dell' Orsini ben
meritata rinomanza. Si fa merito principalmente ad essi di quella classificazione
in un'epoca nella quale era ancora tanto
doràto dalla luce del tramonto, e provavo uno struggimento d'amore per Firenze.
Una sera che ero già a letto, s'affacciò
alla porta e disse con voce commossa: —
Ah! figlinol mio! bisogna proprio credere,
sa, che c'è un Dio! Questa sera il predicatore ha detto che tutti i grandi uomini ci hanno creduto, — e Dante e Galileo è Colombo, — e ne avrà citati più di
cinquanta. E ha conciato per le feste
quelli che dicono che il mondo l'ha fatto
il caso! Il caso! E dire che sono gente
che ha studiato! Io che sono una povera
donna capisco che è una corbelleria. Se
lo studio non dovesse portare altri frutti!
Ma lei, benchè studi, non le pensa queste cose, non è vero, figliuolo? dice un
po': ci crede lei al caso?
— No, cara padrona, — le risposi: —
io credo in Dio.
— Oh lei non può immaginare la consolazione che mi dà con codeste parole, —
rispose la buona donna.
La notte mentre lavora ieí a tavolino, a
una cert'ora sentivo picchiare nel muro e
poi una voce insonnita che diceva:
— Non lavori più, figliuolo; s'abbia riguardo agli occhi.
Ed io: — Ancora una pagina.
— Neinineuo una pagina. Si ricordi
del proverbio. È meglio un cavallino
vivo che un dottore morto.
Passava un altro quarto d' ora e lei
daccapo:
— A letto, a letto, figliuolo.
— Padrona, domandavo io, — com'
quel proverbio di Berto, che mi disse
stamani? Ne ho bisogno per scriverlo.
— Berto, — rispondeva, — che dava a
mangiare le pesche per vendere i noccioli.
Vada a letto.
— Ancora una cosa. Come si chiama il
bastone d'Arlecchino ?
— Non dico più una parola, se mi fa
regina di Spagna.
E non diceva più una parola davvero
e io andava a dormire.
La mattina per tempo, appena svegliato,
risentivo la sua voce: — Sù, sù! È un sereno che smaglia. Vada a fare un giro
alle Cascine! E. DE AmIcts.
(Continua).
teressi, a meno che non si voglia compromettere di nuovo in tal guisa la acquistata fertilità dei terreni un tempo paludosi, e quel che più monta la stessa salute pubblica. ( 13 )
(n) Queste considerazioni potrebbero trovar loco
nella discussione di un progetto, o dei progetti di assetto della amministrazione, o delle amministrazioni
dei corsi d'acqua.
Per ora non siamo nel caso.
Quando ne sia giunto il momento, se Dio ci serba
la vita, avremo da dire il parer nostro anco su questo
argomento.
03) Niuno può avere taato interesse a serbare i terreni in buone condizioni di produttività quanto chi li
possiede; e i lavori di scolo di privata spettanza che
sono stati eseguiti nell'agro pisano son là a far testimonianza della cura scrupolosa, minuta che la possidenza della pianura pisaria avrebbe dei suoi scoli massimi.
Poco sopra, in questa istanza, si dice i che i lavori
dai quali è derivata una parte della attuale imposta,
sono stati eseguiti dietro domanda dei principali interessati
Or come si concilia ciò che là si dice con le ipotesi
che si fanno qui, di abbandono dei canali, di impaludamento dei terreni, di pericoli per la acquistata fortilità dei terreni?
Quelli stessi che chiesero alla Deputazione quei lavori, quando essa non fosse esistita, li avrebbero
fatti eseguire egualmente, dac,chè li chiedevano perché
si facessero.
Che parlando si scordi il detto è possibile: è anco
facile; ma che scrivendo si caschi in così volgari contradizioni, la é propr io grossa.
Dopo le rotte del 1872 e 1873 l'Uffizio dei Fossi ha
perduto il diritto di parlare di economie, di sperperi
di danaro, di salute pubblica.
Quelle rotte, quelle inondazioni avvennero perché
Esso non volle provvedere in tempo opportuno e le poche febbri che si manifestarono dipoi nel Nortajalese
furono le conseguenza di quei disastri voluti.
S. E. il Ministro Si rassicuri, e noi non farem caso
di un argomento insidioso, lanciato C...01710 freccia di
Parto, contro di noi.
A sentir loro, parrebbe che l'agro pisano fosse nel
pericolo di diventare una maremma; mentre la prosperità e l'aére salubre di cui gode. si debbono alle molte
colmate eseguite in sulla fine del secolo passato e in
principio del presente, per iniziativa e spesa dei privati e senza concorso alcuno dello Uffizio dei fossi
ANiONIO DI LUPO PARRA,
(Continua).
A 3 01 e len
,
-od *14■11*1 o•M:
,
poco conosciuta la geologia delle Alpi, e A quei tempi tutto il inondo era mio!
Oggi vorrei .soltanto qualcuno di quei
maucava quindi un vicino termine di confronto. Si esigono lunghe, ripetute, fati- giorni.... pochi.... Cinque.... due mi
basterebbero! uno!.... e poi....
cose escursioni, copia ed esattezza di osDa quel giorno in qua di questi medeservazioni, diligente ed assidua ricerca di
simi tempi a questa medesima ora ogni
oggetti e di fatti per rilevare la strattnra
mattina io entro in chiesa. Ta, ta ta
stratigrafica delle montagne; ma tutto ciò
il rnio bastoncello sulle lastre del pavinon basta e talvolta, forse potrebbe an- mento: tutti conoscono oramai quel ruche dirsi sovente, si vedono coscienziosa- more, e si voltano e mi salutano, e se
mente impiegati tutti quei mazzi, senza qualcuno occupa il posto dopo la quarta
che lo scopo Ria conaeguito, senza cioè colonna, si alza subita e me lo rende.
che l'induzione regga alla critica e rimanE io mi ci butto a sedere, metto il mio
ga confermata dai successivi osservatori. cappello in cima al bastone, appoggio il
bastone alla colonna; e intanto gli occhi
È questa una delle doti che risultano
dall'insieme delle facoltà individuali, e corrono la dirimpetto a quel posto. E se
vòto, la mia fantasia, ajutandusi con
che possono anche partitamente analizquel
po'di calore che le è ancora rimasto,
zarsi , ma che intanto chiaramente si
occupare da una imagine, sempre
lo
fa
esprimono nella particolare attitudine della
dalla
stessa, e ce l'adatta, ce l'accomoda,
persona. Guai al geologo che natura non
la
fa
leggere,
la fa voltareyerso di me....
fornì di quei doni: nè diligenza, nè perse
è
occupato,
cerco di vincere la deo
severanza, nè fatica supplirauno a talento
bolezza della mia vista, fisso là gli ucspeciale per la stratigrafia, che quasi direi chi, guardo chi c'è; e se c'è una donna,
colpo d'occhio pratico se non ternes3i di una ragazza, mi figuro di ridi ventar
qualificare per istinto una particolare for- giovane, come allora, pieno di vivacità,
ma d'intelligenza fecaudata, da vasta e pieno di brio, di appoggiarmi baldanzoso
ben diretta osservaziene. Il conte Alessan- alla colonna, nell'atteggiamento il più ródro Spada ebbe quel talento, ed è perciò manzesco, il più poetico, ce' capelli ele-che le poche pagine da lui pubblicate re- gantemente arruffati e di guardar con la
carono alla scienza utilità maggiore di coda dell'occhio là, apparentemente occu.quella che provenga da talune opere vo- pato a picchiar mazzate su quel teschio
i scolpito in terra...
luminose.
(Continua)•
' Così passo l'ora della predica fantasti' cando. Qualche volta cerco di fare come
i gli altri, di ascoltare col naso all'aria le
III2DARD TaDARItt231%
parole del sacro oratore: ma il sacro oratore m' annoia, e • i medesimi pensieri
Ecco il mio solito posto. Son già quin- m'entrano a viva forza nella testa, e tutdici anni quindici anni che io di que- ta la mia mente è ad essi.
M'annoio si, ma della predica, non di
sti medesimi tempi, a questa medesima
ora vengo ad occuparlo! Gli porto un'af- stare in chiesa, perchè è la oramai che
fezione dell'anima. L'ultima sventura che io passo i momenti più felici fra i miei
mi aspetto è che qualcuno me lo usurpi. pensieri, fra le mie memorie.
Ma ohimel
Avevo vent'anni e contro ogni mia abiOggi 25 marzo, al solito sono entrato
tudine una volta entrai in chiesa. Non
sapevo dove andare.... pioveva.... quindi in chiesa. Il posto dopo la quarta colonentrai con la speranza di veder.... qual- na era occupato da un monello: l'ho precosa, o almeno di divertirmi alla predica. gato perchè escisse, ma il monello non
ha voluto andarsene. Quanto m' e dispia— Che birbo ero allora!
Mi misi quì a sedere. II predicatore era ciuto! Ho pensato allora d'andare al polà che si dava il maggior daffare del inon- sto dirimpetto-. che destino! Vi si era
do; si spenzolava dal pulpito, stendeva seduta una donnetta tutta vestita di nero,
le braccia e le agitava e baciava il Cri- grinzosa e antipatica; teneva il collo tutto
sto.... urlava e piangeva; beaediva e ma- torto da una parte, portava lentamente
ledica Tutti se ne stavano zitti ed gli occhi dal cielo alla terra e viceversa
ascoltavano; ma io poco badavo al pre- con un'aria contrita sospirava molto
dicatore, alle sue fanatiche escandescenze, spesso e fra i labbri stretti stretti sibilava
e a quel religioso silenzio. Gli occhi miei qualche orazione. Dalla faccia di quella
vagavano qua e là, si ficcavano dapper- bacchettona s' indovinava l' ipocrisia e il
tutto e in nessun luogo si posavano
gesuitismo lontano un miglio. Ho provato
ma poi si posarono
nn profondo senso di rabbia, e al tempo
Anche troppo/
stesso mi s'è strinto il core dal dolore.
Al mio posto un monellaccio, dirimpetto
Per molto tempo fui l'uomo il più assiduo alla predica e alla messa; e sempre quella po' di bacchettona! Che triste au-occupavo questo posto, e sempre il posto gurio!
Si, me l' aspetto. Presto presto il rudirimpetto occupava la mia attenzione.
Ma poi fini, ed io — ero giovane — fui more secco del mio bastone sul pavimento
distratto da nuove follie, da nuove lusin- di marmo non disturberà più nessuno, e
il posto dopo la quarta colonna resterà
ghe fallaci.
Ora avrò 66, 67, 68 anni.... chi li conta libero'....
più e dopo tante vicende sono ritornato
scapolo come prima! Son solo'
Quattordici o quindici anni fa rientrai
in questa chiesa: era il 25 di marzo, me
Io ricordo; ma questa volta c' entrai non
parche pioveva, ma perchè soffrivo e non
A. PELLEGRINI Una Sirena. Pisa, tipotrovavo modo di scacciare la tristezza dal«rafia Nistri. 1876. Lire 2.
l'animo mio.
Una, due, tre, quattro '''''' dopo la quarta colonna c'è un posto vòto..... è il mio,
Avevo preso in mano il libro con una
è proprio il mio! Riconosco la forma della certa diffidenza. Se non mi avesse sedotto
colonna a cui m'ero appoggiato tante vol- la bella, elegante edizione, credo che non
te, riconosco il teschio scolpito in terra
avrei letto mai questo romanzo. Il titolo
che avevo tante volte oltraggiato colla
Una Sirena mi dispiaceva grandemente;
punta della mia mazza, riconosco quel
immaginavo la solita donna astuta che inposto là dirimpetto è veto quel posto!
ganna il solito uomo imbecille, e non
è vòto!
La tristezza dell'animo mio non se n'an- avevo proprio nessun desiderio di sapere
dò, ma cambiò natura: non rassomigliava come fosse andata la cosa.
Incominciai a leggere, e andai sino in
più a disperazione; era piuttosto quella
dolce mestizia che desta il ricordo di fondo tutto d'un fiato; chiusi il volume
giorni felici..... giorni felici per cui ora dolente d'una cosa sola: che il racconto
darei il restante della mia vita e allora.... fosse di già finito. La favola, non c'illuerano tante le occupazioni, tante le follie! diamo, è la solita; i particolari sono, a
,
MI»
L ibr i
-u o v i
f
un dipresso, i medesimi; il modo con cui
la donna in ganna l'uomo è sempre quello
stesso adoperato da Eva in poi da tutte le donne che vogliono in g annare i
loro amanti ; e nonostante il romanzo
si legge volentieri, coli molto interesse,
perchè dalla prima all' ultima pagina vi
traspira un'aura così grande di sincerità
da fare esclamare tratto tratto: e questo è
vero! quest'altro l'ho provato anche io! »
Il dir ciò mi dispensa, quaud'anche ne
avessi voglia, di narrare il soggetto del
racconto. Bisogna leggerlo per persuadersi
come il signor Pellegrini, col suo primo
lavoro, prometta di divenire un buon romanziere, osservatore diligente e talvolta
acuto del cuore tunauo, accurato nella forma, senza pedauteria, e descrittore simpatico ed efficace della natura.
La scena. , per la più parte, si passa a
Viareggio, e con poche pennellate il Pellegriui descrive benissimo il movimento
dei bagnanti, i crocchi del Nettano, gli
effetti di luna sulla spiaggia, le casette
misteriose, le passeggiate, le gite, le feste, iu una parola: la vita di Viareggio.
A chi ha passato qualche tempo in
quel luogo di bagni, leggendo le pagine
del Pellegrini , parrà per un tuoinento di
tornarvi; la descrizione dell'ambiente non
potrebbe essere più vera.
Difetti il romanzo ha molti e gravi ma
noli tali da annullare i moltissimi pregi.
Difetti possono chiamarsi le parecchie
inutili digressioui che tolgono efficacia all'andamento della storia e difetto è, secondo
me, quanto viene raccontato nelle due pagine 100 e 101. Io non voglio sapere le
colpe della sigaora Albioni; so che Alberto non potrebbe essere più vigliacco
verso quella donna.
Ripeto che Una Sirena del signor Pellegrini promette nel suo autore un buon
romanziere che farà onore alle lettere
italiane; e ciò che lo concilierà coi lettori
e coi critici di tutte le scuole è questo:
che quantunque il suo libro sia realista,
pure il realismo che vi si riscontra non
è tale da obbligare il prof. Baccio Emanuele Maineri — che posa a vendicatore
della morale oltraggiata — di fulminargli
contro la scomunica maggiore.
<>:
F. FuipPl. Musica e Musicisti. Milano,
Libreria Editrice G. Brigola. 1876.
lire 4, 50.
Il Filippi, insieme al Biaggi di Firenze, è
il più competente e il più pregiato scrittore di cose musicali che abbia l'Italia.
Però, sino ad oggi, i suoi articoli critici
andavano perduti per i giornali ed era da
lamentarsi che, letti un giorno, non si potesse che con gran fatica e difficilmente
rileggerli passato qualche tempo.
Il bravo editore Brigola ha rimediato
allo sconcio, pubblicando questo volume
che contiene le migliori appendici scritte
dal Filippi nella Perseveranza.
Intendenti e non intendenti di musica
possono prendere il libro e leggerlo con
diletto ed utilità grandissimi. Vi si trove-
ranno combattuti molti pregiudizi intorno
a Wagner e alla co,ì detta musica dell'avvenire; e al lettore verrà fatto, per
avventura, di riflettere se il Filippi non
abbia ragione là dove parla della facile
musica che si capisce subito e dell'altra
musica che non si capisce lì per lì ma
che, una volta capita, piace e deve piacere più della prima. La questione è grave;
l'accenno, ma non la discuto. Per conto
mio posso dire che, persuaso a mezzo avanti
di leggere il libro, sono ora persuaso del
tutto. .•
Dei vani studi critici contenuti nel vo-
*
**** ''''''
lume i miglióirsono quelli intorno a Beethoven ed a Wagner; intorno a quest'ultimo specialmente il quale, quando accaddero a Milano le brutte se eue del Lohengrin
regalò al Filippi un anello con quest&.
iscrizione; c Al suo coraggioso difensore,
Riccardo Wagner. »
Checchè ne pensi Pietrine il quale non.
vorrebbe si andasse a vedere ciò che dì:
un'opera pensarono e scrissero al suo primo apparire, i maestri della critica, du .
ora in poi questo volume del Filippi sarà.
su tutti i tavolini dei giornalisti che lo
consulteranno e lo spoglieranno ogni volta
che scrivendo di musica e musicisti vorrami° far pompa di un po' d' erudizione.
.
.
<>
F. Da RENZIS. Proverbi Drammatici.
Pisa, tipografia Nistri. 1876. Lire 6.
Il barone Francesco De Renzis, deputato al Parlamento, finanziere, letterato,
connuediografo, giornalista e proprietario
del Bersagliere, ha pubblicato in una.
splendida edizione i suoi proverbi drammatici che hanno percorso trionfalmente
le scene di tutta Italia:
Dir bene oggi di questi sarebbe un
portar cavoli a Legnaia: chi non li conosce e chi non li ha ammirati ? Chi non
conosce e chi non ha ammieatn Un bacio
dato e Lupo e cane di guardia i quali •
con Chi sa il giuoco e col Peggio passò
del Martini sono i migliori, i più eleganti,
i più profumati, i più arguti proverbi fra.
i tanti e tanti scritti da una iunumerevole l
schiera di autori italiani?
di3piaCeV019 che un ingegno come
quello del Do Renzie si perda nelle lotte
infeconde della politica. (The sia caduto il
ministero Minghetti e che gli sia succe
duto • quello De Preti, cosa dovrebbe importare a lui ? A. lui che, in faccia all'Arte, quinta' anche egli diveni33e ministro, in questa qualità varrebbe sempre
meno dell'altra sua di autore drammatico.
Parole iuùtili del resto; e se la sua
nuova annunziata commedia 11 Dio Milione sarà un'opera bella, continui pure a
far l'uomo politico. Forse, a pensarci bene,
ha ragione lui: non so più quale straniero
ha detto che gli italiani, quando veramente
vogliono, trovano tempo per tutto.
QUIDAM.
— uscito il fascicolo 8. 0 della Nuova
Enciclopedia Italiana adita dal' Unione
Tipografico-editrice torinese. Gli associati
di Pisa per ricevere questo e i fascicoli
avvenire possono dirigersi alla Seecursale
dell'Unione lungarno Mediceo n. 2, rOSSO,
Pisa.
— Della Rivista Internazion.de Britan)ica-Germanica-Slava che si pubblica a
Firenze, abbiamo ricevuto il 2. 0 numero
che è anche migliore del primo. Vi sì
centiene la fine, dell' interessante articolo
Come ebbe forma poetica la leggoida dei
.1%Tibelunghi e la fine di Un martire detta
fantasia bellissima novella di Paolo Heyae.
Accenniamo pure un curioso articolo di
Pietro Fanfaui sui Rapporti tra la' Germania e l' Italia e una Bibliografia giustiana straniera di Guido Biagi.
Secondo noi i compilatori della Rivista
Internazionale meritano che loro arrida
propizia la fortuna.
°
P" i s a.
Il Prefetto comm. Bertiui, prendendo possesso del suo ufficio, ha iudirizzato
a suoi Amministrati il seguente proclama:
Abitanti della Provincia di Pisa.
Chiamato dal Governo del Re a reggere
questa nobile Provincia, io sentirei trepi.darmi l'animo nell'assumerne l'incarico, se
' •
▪
non avessi fiducia di essere sorretto da
Voi con benevolo concorso.
Dalle Provincie meridionali, ove 'passai
un lungo periodo di tempo nella più siucera armonia con quelle buone e concordi
popolazioui, io torno iu queste contrade
a me care per tante memorie e per tanti
affetti; e vi torno lieto col pensiero che
in epoche di ansietà e di timori fui testimone oculare del vostro senno e del vostro
patriottismo nel concorrere efficacemente
alla creazione di questo nostro Regno
d'Italia.
La nostra fede nei destini della Patria
e peli,. pro4pere sorii dell'Angusta Dinastia, che n'è a capo, non fu mai scossa
nell'arduo cammino del nostro risorgimento; isd oggi la seatiaane divenire sempre
più Salda ne' nostri petti, poichè , vinte
le gigantesche difficoltà le quali si frapponevano al suo rilevarsi e consolidarsi,
nou ci restano che le lotte feconde dellapace
che agevolano lo svolgimento della prosperità economica, e consentono di dare
un migliore assetto all'opera fatta, riordinandola e perfezionandola.
.Proseguiamo dunque con coraggio nel
rispettivo nostro . caninnuo. Tu me rinverrete costantemente sincera e leale imparzialità, non disgiuuta mai dalla religione
della Patria e del dovere. In voi son
sicuro di trovar sempre, e senza eccezioni, la più scrupolosa osservanza alle leggi,
perchè avete coscienza di essere cittadini
di un civile e libero Stato.
Pisa, 20 marzo 1876.
.11 Prefetto — A BERTINI.
*
La Giunta municipale dei Bagni San
Giuliano, informata dal suo Presidente
del recente Reale decreto col quale il senatore Colline Cornero Prefetto di Pisa,
venne destinato a reggere la R. Prefettura di Livorno, nella sua adunanza' del
18 corrente deliberava d'inviare al Prefetto stesso il seguente indirizzo:
< Considerando il valido e leale appoggio da Voi prestato sempre a questo Comune negli interessi col R. Governo, Ve
ne rendiamo omaggi di alta stima e riconoscenza.
• Piacciavi pertanto, onorevole Signore,
penetrarvi della sincerità di questi nostri
sentimenti, 4 e della memoria che conserveremo di Voi, mentre Vi auguriamo felicità nel reggimento della Provincia cui
dal R. Governo foste chiamato.
t Dal palazzo municipale dei Bagni
S. Giuliano, li 18 marzo 1876.
La Giunta
Dott. Giuseppe Del Lupo Sindaco,
Presidente.
Luigi Camici Roncioui
Emilio Fusi.
I I3
Dott. C. Cuturi.
Pietro Orsi ).
* *
Dunque in Pisa avremo il tiro al piccione e le corse, qnello verso la fine del mese
Era stato scelto per una giornata di corse
il 30 d'aprile, ma poi è pareo meglio di protrarlo sino al 10 di maggio dopo avvenute
quelle di Firenze.
Tutti i cavalli che avranno pres e parte alle
corse di Naeoli o di Firenze verranno a que•
i Ra, per cui è da sperarsi che riuscranno in merlo .1a invogliare gli amatori
di cuntinuarie anche negli anni avvenire.
e* *
Lunedì, nella sala grande del palazzo municipale ebbe luogo la commemorazione dal
centenario del grande amatene conte Marcagli onio Gi ne uni.
L'.-se prima un breve discorso il cav. Cr. 13.
Croilalanza presidente della Aa.ca,demia ai aldice; poi un altro il cav. Tribolati che cui
molta erudizione delineò la delira, -lel Ginaeui
e finalmente un terzo il conte Dangnou che
aecennò ai varii scopi pei quali può servire
ed esere, non che utile neces-Ario, lo stu fio
doli' araldica.
Vennero poi letti vani telegrammi di istituti italiani e stianie,ri e di vari personaggi
e furono consegnato dal presidente diverse
medaglie decretate dal consiglio dell'.4ccadee
mia araldica.
A,sietevano alla commemorazione il prefetto cumm. Bertini, alcune elee,anti signore
ed un discreto e scelto nditorie.
Agli intervenuti vennero regalati opuscoli,
epigrati e un bellissimo stemma pubblicati
in occasione del centenario del erano Marcantonio Ginanni.
**
Per quando madamigella Primavera si
prenderà la pena, a suo comodo, di venirci ad allietare ed onorare di sua presenza, osiamo presentare la seguente proposta:
- « Aprire alle fanciulle delle scuole di
San Michele per uso di passeggio o ricreazione una via fra le colonne della
facciata di San Michele in Borgo ».
La raccomandiamo per la prima sedete
del Consiglio comunale.
Intanto incoraggiamo l' Illustrissimo e
reverendissimo monsignore cav. D. B.
BisCioni priore della Chiesa in discorso,
perchè mandi il suo sagrestano a piantar
alberi e seminar fiori nel luogo designa-to...... qualora non creda cosa più utile
mandarlo a fare erba.
*
Il capitano bavarese Massimiliano Saalmtiller, dm da qualche tempo trovavaei
questa città a causa di una malattia p ;linonere, la mattina nel 19 corrente volle avventurarsi a porsi in viaggio; ma giunto
sotto la stazione fu preso da gravissimo insulto del male che lo affliggeva, ed in conseguenza di esso cessava in pochi istanti
di vivere.
* *
Sentina G. d'anni 18, contadina del villaggio di S. Vincenzo (Cempiglia), giorni or
sono si rinserrava nella sua stanza; e, cori- eataei sul letto, si suicidava espiodendosi un
colpo di fucile .setto il mento. — Ecco ciò
che la trasse al disperato passo. Essa amava
un giovane dal quale era riainata. Morto questo, in segnito a malattia, fu costretta, sposare altro uomo per lei odioso. Non potendo
sopportare la compagnia di costui, formò e
mandò a I effetto la tragica risoluzione.
*
• i La notte del 18 corrente ignoti ladri penetreti con falsa chiave nel liegozio di Lansel Augusto posto fuori della Barriera fiorentina, vi cl-rubarono 5 eahi di caffè pel
valore di lire 1000. Le autorità praticano le
necesearie investig,azioui.
di aprile, queste il 10 di maggio.
Il tiro avrà luozo probabilmente sul gran
prato del:e Cascine; almeno il marchese Piero Corsini f delle pratiche perche S. M. il
Re conceda gentilmente alla Società l'uso di
quel prato.
La, direzione del tiro è compoista del marchese Sciamanna, del signor Leopoldo Peverada, del sig. Emilio Bianchi, del capitano
Salano e del inarchcee Autinori.
Patronesse della Società sono la signora
Rossehnint - Psverada, la sign ira BellisomiPorta, la contessa Mastiani, la contessa Parra-Franueschi e la contessa Rosselueini.
certo che il tiro al piccione riuscirà 1111
nuovo e bel divertimento per Pisa,; a
* * * eitsee;
La teottoeMzione delle azioni ela 25 lire
X•Nienrats.
l'una per le Co:•• .• pgiÒ
,
* *
Società Orchestrale Pisana. Seconda
convocazione — Sono invitati tutti i
Soci tanto orchestranti che contribuenti
ad intervenire all'adunauza generale che
avrà luogo domenica 2 aprile a ore 12
meridiane nel locale di residenza della Società via Mercanti num. 7 primo piano.
.,Ordine del giorno. ,fni
Elezione del Consiglio. OII:
Rendimento di Conti.
Pisa, 28 marzo 1876.
Consigko Direitivo.
:
I
v 1bti
NOTIZIE TEATRALI
Le rappresentazioni dell'A ida al Teatro
Nuovo proseguono ad essere atlellatieekne.
I' comodo dei treni straordinari richiama
moltissima gente da Livorno, da Lucea
da Pontedera. Abbiamo ve iute signore e
signori venuti appositamente anche da Firenze, da Cenare, I Modeue e da Parma.
La conclusione è una sola: eseguito opere
buone e gente che vada al teatro troverete sempre.
gure), ed un costume per fanciullo nella pagina '8.
Annessi. — 1. Una grandissima tavola di
modelli da tagliarsi, relativi ad una delle figure del figurino colorato.— 2. Una
tavola di lavori al crochet, ricami ec.
— 3. Quattro pagine di supplemento,
contenenti un disegno di abbigliamento
da camera e tre disegni di mantelli
per la stagione entrante. — 4. Un figurino colorato di Parigi. — Veggasi
la spiegazione d'ogni cosa nelle pagine
di supplemento.
X
Fra breve, per cilia della Società Orchestralo Pisana, avremo un gran concerto al
Teatro dei Ravvivati. Vi prenderanno parte
tutti gli artisti che si trovano attualmente
FORTUNATO POLI Gerente Respons
AVVISO
Pisa.
PER I SARTI che volessero prender lezioni per tagliatore-sarto. In dodici lezioni
possono disimpegnarsi in qualunque Sartoria col metodo della squadra segnata a
centimetri. Questo sistema insegna a tagliare i vestiti con la massima facilità e.
la più perfetta precisione. Quelli che volessero prender lezioni si dirigano alla Sartoria via S. Francesco, n.0 6.
L' Ingegneria civile e le Arti industriali. È pubblicata la dispensa di marzo
(anno II) contenente:
Architettura e belle arti. — Relazione sul
- concorso per il Tempio di Lonigo.
Costruzioni marittime. — Sulla sistemazione e sull'ampliamento del Porto di
Genova (con incisione nel testo).
Idraulica fluviale. — La questione del Tevere in Roma.
Macchine di trazione e ferrovie. — I risultati degli esperimenti del sistema
funicolare di Augudio sul piano incli-
••••■....14:1496..••••••~1~~■••
•
Alla Direzione del nostro giornale si,
vende l'opuscolo.
.
IL CATASTO
nato di Lanslebourg (con una tavola).
Chimica tecnologia. — La Pozzolana di
San Paolo a Roma, e quella delle Maremme toscano.
Sunto dei lavori di associazioni scienti-,
fiche. — Associazione geodetica per la
misura dei gradi in Europa.
e la perequazione della imposta fondiaria
osservazioni e appunti critici di Giorgio
Sannino prezzo lire una. A benefizio
l'Ospizio di Mendicità.
•
Comizio agrario del cirCondaro di Torino. — Esposizione con esperimenti di
macchine agrarie.
Notizie. — Bibliografia. — Rivista dei periodici tecnici italiani ed esteri.
Fuori Porta alle Piagge, nella via
detta dei
VEN)DE S I
una Palazzina con . stalla, rimessa, giardino e altri coinodi. — Per le trattative
rivolgersi al catP della Stella, Sotto
Borgo, Pisa.
Per l'abbonamento (lire 12 all'anno) rivolgersi alla tipegie e litogr. CAMILLA
,
BERTOLERO in Torino, piazza Vittorio Ern.,
num. 1.
00
Si è pubblicato il uum.. 10 (Anno III,
Roma, 8 marzo 1876) del GIORNALE DEI
LAVORI PUBBLICI E DELLE STRADE FERRATE,
RIVISTA SCIENTIFICO-LETTERARIA.
che contiene:
Sommario. — La ferrovia da Modena
Si pubblica in Cremona il 1.0 e
a Lucca — Nostre corrispondenze —
15
d'ogni mese — Per l'abbuonamento diSeguito dell'adunauza del '29 novemrigersi
all' amministrazione — Un arma
bre del Consiglio superiore dei lavori
lire
un
7,
Semestre lire 4. Un numeropubblici — La couveuzione di Basiseparato centesimi trenta — Vendesi preslea — Notizie e progetti di lavori —
so
i principali librai — Deposito in Pisa.
Notizie diverse — Notizie ferroviarie—
alla
libreria Nistri.
Nostre informazioni — Appalti —
Avvisi.
CC
al PRIMO
PIAN
GIORNALE DELLE DONNE. — Abbiamo sotsmobiliato con Giardino, situato in via del
t'occhio l'ultimo numero di questo perioCancello, palazzo Misoch. Per le informazioni:
dico di letteratura e mode femminili, che
'dirigerei ai!' Albergo della Alinerva.
ad una elegouza innegabile n'Asce il
massimo buon mercato. Non costa difetti
che lire otto per tutto l'anno, cinque per
a SECONDO.
il semestre. Alle associate annue dà inoll
PIANO
tre in dono, a scelta, l'ultima pubblica- •situato di fqe.cia al
Pa1a.z2.-o Comunale, con
zione igienica del dottore Paolo Mente- Th g resse ie via Garefa.ni Coal. 2. Detto
gazza, oppure una polizza per concorrere Quartiere è composto di numero dieci stanze.
ai premi del Prestito nazionale. — L'ufPer Io infOrmazioni dirigersi mercoledì e
ficio di direzione è in Torino, via Po,
sabeto, dalle ore 11 alle ore 2, e,tio Scrittoio
num. 1, piano 3.u.
Della Louga, piazza del Pozzetto.
si
Sonirnario num. 3. — Mese di niarso:
Testo. —Chiacchiere sulla Moda AmeMisure di Vetro per il Vino
lia Lorrit. — Le due sorelle, racconto. — Nuove disposizioni prese 'dalla
L sottoscritto Albertini Giovanni, stagnai°
Direzione del giornale a favore delle stilla piazza della Berlina
in Pisa, fa noto che
associate « Elvira di Roccabruna.
tiene un assertimento di misure in vetro.
Schiarimenti e consigli c Elvira di Rocper il vino. a prezzi convenienti.
eabruna. p — La spiegazione degli abPisa li 22 merzo 1876.
bigliamenti e lavori è nelle pagine -di
supplemento.
Albertini Giovanni.
Disegni. — Un bel figurino nero di Pa•~4~~.■*"..***L
. .
t,,riai nella prima pagina, una toletta
AiìTip. Nistri 1874,
per signora nelle pagine 4 e 3' (due fi-
PRELUMO
Ariit!asi un Quartiere
Affittasi ll1 Quartiere
-
Scarica

Cose 1=)isa.rie LA MIA PADRONA DI CASA