Anno 7, n. 12 Sabato 19 marzo 2016 La difesa della specialità Editoriale La difesa della specialità Notizie per il Friuli Il Friuli penalizzato con i teatri Il buco del Mediocredito si allarga per il salvataggio dell’Etruria Lieve incremento dell’occupazione La Filologica si lancia Identità linguistiche La Festa del Friuli a Gradisca LaFesta del Friuli sul territorio Attività Pagjinis furlanis Opinioni e documenti La specialità è soggetta a continui attacchi da parte delle regioni contermini, dei partiti politici, dei grandi centri di potere economico e comunicativo. I partiti non amano che vi possano essere dei centri decisionali non completamente soggetti alla loro influenza. I centri economici sono dominati da grandi gruppi economici che nutrono una filosofia dell’efficacia, dell’uniformità e dell’accentramento: l’impresa si fonda su modelli gerarchici e non certo federalisti della gestione dei rapporti interaziendali e guarda alla varietà delle norme e alla molteplicità dei centri di decisione come un inutile ostacolo alle loro attività. I centri comunicativi sono influenzati dai partiti e dalle imprese e orientati da moduli d’interpretazione superficiale dei fatti e dei processi. Tutti vedono le regioni a statuto speciale come una inutile complicazione della vita politica ed economica, quando non fonte di sprechi e di privilegi. Gli esponenti politici della nostra regione non riescono ad esprimere, nella loro impreparazione e superficialità, ragioni valide della conservazione di un regime speciale che la Costituente nel 1947 ha voluto riservare alla nostra regione, come a quelle alpine e isolane del nostro paese. La nostra Presidente Serracchiani continua a ripetere ragioni inconsistenti quando non risibili, e allo stesso tempo offensive per le altre regioni, consistenti nella virtuosità della nostra regione, che serve da esempio alle altre realtà e quindi è di utilità per l’intero paese. A parte che il modo di ministrare della nostra regione non è certamente esemplare, ma è un monumento di inefficienza e di rigidità, va detto che si tratta di una ragione inconsistente. La specialità non è un premio per le regioni ben amministrate, ma una concessione di 1 poteri e di risorse dirette ad affrontare situazioni speciali di cui lo Stato deve tener conto. Osservatori più attenti cercano di formulare qualche argomento plausibile, senza riuscire a centrare il problema, che deve risultare indiscutibile di fronte ai critici nazionali. Il primo argomento consiste nella posizione confinaria della nostra Regione. Essa poteva avere consistenza nel 1947, quando il Friuli si trovava a ridosso della cortina di fero che divideva due sistemi radicalmente diversi e contrapposti militarmente, oltre che politicamente ed economicamente. L’argomento perde d’importanza nel momento in cui i due stati confinanti, Austria e Slovenia, sono entrati nell’Unione europea ed è in corso di sviluppo un processo che è destinato a indebolire gli attributi della sovranità. La specialità potrebbe avere rilevo nel momento in cui fosse rafforzata e fosse estesa all’autonomia fiscale, in forza della quale la Regione fosse competente nell’adottare un proprio regime fiscale in termini di natura e aliquote delle imposte, in modo da rispondere al sistema impositivo di Austria e Slovenia. Senza contare il fatto che vi sono altre regioni confinarie in Italia, come la Liguria, il Piemonte, la Lombardia e il Veneto. Tutte speciali? Il secondo argomento consiste nella presenza di alcuni fasci e di alcuni punti di rilievo internazionale, di natura ferroviaria, autostradale, portuale e aeroportuale. Di qui passa il Corridoio Adriatico - Baltico che collega il punto più settentrionale del Mediterraneo con le Alpi e i paesi settentrionali; di qui corre il Corridoio Mediterraneo che è destinato a collegare la Spagna con l’Ungheria. Questo intreccio di infrastrutture giustificherebbe l’esistenza di una Autorità locale dotata di poteri e risorse speciali. Il fatto è che in Italia vi sono analoghe situazioni dove l’aspetto logistico e infrastrutturale assume particolare importanza. In Liguria s’incontrano il Corridoio Mediterraneo con il Corridoio Genova - Rotterdam, nonché porti e aeroporti. Analoghe situazioni si riscontrano quanto meno a Napoli e a Bari. Anche la Liguria, la Campania e la Puglia regioni speciali? L’ultimo argomento, recentemente evocato, consiste nella ripresa dell’esperienza del Patriarcato d’Aquileia. Anche questo è un argomento insussistente. Vi sono in Italia numerose realtà che potrebbero riallacciarsi ad esperienze gloriose di reggimento politico. La Repubblica d Venezia, il Ducato di Milano, il Ducato sabaudo, la Repubblica di Genova, il Granducato di Toscana. Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana regioni speciali? Addurre motivi che possono essere validamente evocati per altri regioni, oltre all’intrinseca debolezza, 2 comportano il rischio d’indebolimento della causa della specialità. Di fronte al moltiplicarsi delle richieste, vi è il rischio che venga tolta anche al Friuli. L’unico serio argomento è quello per il quale la Regione è di per sé speciale, perché ospita una popolazione che parla una lingua strutturalmente diversa da quella italiana, vale a dire una minoranza linguistica che deve essere dotata di competenze e di risorse che le consentano di difendersi dalle spinte omologanti della lingua della maggioranza. E questo è un motivo strutturale e duraturo nel tempo, unico della nostra regione come delle altre regioni alpine o isolane rette da uno statuto speciale. Si tratta di un argomento indiscutibile che non può essere messo in discussione. Notizie per iI Friuli Il Friuli penalizzato sui teatri Il Presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini ha posto con forza il problema del grosso squilibrio che corre tra i finanziamenti per le strutture teatrali di Udine e quelle di Trieste. Se si considerano solo le maggiori strutture teatrali di Udine e di Trieste si deve constare il diverso trattamento riservato alle due realtà. Infatti: Teatro Giovanni da Udine Finanziamenti: 900.000 euro Abitanti: 540.000 ab. Finanziamento per abitante.: 1,7 euro per ab. Teatro Verdi di Trieste Finanziamenti: 3.100.000 euro Abitanti: 230.000 ab. Finanziamento per abitante.: 13,5 euro per ab. Per Trieste si possono aggiungere il Politeama Rossetti, il Teatro Miela, la Contrada, il Teatro Sloveno. Non basta sostenere che il divario si giustifica dalla diversa natura dei teatri: di produzione quello triestino, di sola ospitalità di spettacoli prodotti altrove quello udinese. E’ la disponibilità di risorse che determina la natura del teatro. E ora di porre in evidenza con forza il grave squilibrio: i finanziamenti assicurati ai teatri triestini nascono dal lavoro dei friulani: sono essi che producono il reddito che poi si trasforma in risorse di bilancio per la Regione. Non si vede perché i friulani devono lavorare per garantire spettacoli di qualità ai triestini. Se si vuole,risparmiare, si trasformi il Teatro Verdi in mero teatro di ospitalità. 3 Notizie per iI Friuli Il buco del Mediocredito si allarga per il salvataggio di Etruria La banca regionale Mediocredito ha reso noti i dati del bilancio 2015, che invece del risanamento denuncia un sensibile peggioramento dei conti. Le sofferenze ammontano a 357 milioni, che si dicono lordi e che netti si ridurrebbero a 160 milioni. Il risultato economico netto ammonterebbe a – 39.001 mila euro nel 2015, mentre nel 2014 si assestavano su – 28.513 mila euro, con un aumento di – 10.488 mila euro. Sennonché Mediocredito è stato chiamato a contribuire al salvataggio di Etruria e delle altre tre banche collegate, con un importo di 2.967 mila euro. Senza quest’ulteriore salasso la perdita sarebbe rilevante e in aumento rispetto al 2014 e cioè di – 36.034 mila euro, con un aumento rispetto al 2014 di - 7.521 mila euro. Il risanamento che la Compagno avrebbe dovuto conseguire non si è verificato. I conti, indipendentemente dalle decurtazioni disposte dal Governo, sono ulteriormente deteriorati. Ci si chiede. Che senso ha mantenere in vita un Mediocredito che produce sofferenze e debiti. Quali benefici può portare una banca regionale che non riesce a mantenersi quanto meno in pareggio. Perché la Regione dovrebbe esercitare un mestiere che non è il suo, quello del banchiere. Meglio chiudere. Notizie per iI Friuli Lieve incremento dell’occupazione I dati Istat per il 2015 denunciano un lieve incremento dell’occupazione in Italia e in Regione, ma anche una diminuzione in provincia di Udine. I dati sono questi: Occupati in migliaia Province 2014 2015 Variazione assoluta % Udine 216,3 212,6 -3,7 -1,7 Pordenone 131,0 133,1 2,1 1,6 Gorizia 55,3 55,2 -0,1 -0,1 Trieste Fvg Nordest 92,3 494,9 94,6 495,6 2,3 0,7 4.947,2 4.942,6 2,5 0,1 -4,6 ITALIA 22.278,9 22.464,8 185,8 -0,1 0,8 4 La situazione continua ad essere preoccupante. In Friuli l’occupazione continua ad essere stazionaria, con una lieve tendenza alla contrazione. Si tratta di una situazione che dimostra il fallimento delle politiche industriali della Regione. Il Friuli deve staccarsi da Trieste e costruire una propria struttura istituzionale che si dedichi in misura prioritaria e mirata al rafforzamento della struttura manifatturiera della pianura e della montagna friulana. Notizie per iI Friuli La Filologica si lancia “Vi è una questione divenuta centrale nel dibattito pubblico, una questione che si potrebbe definire, per al sua complessità, un’urgenza civile e istituzionale. È la “questione friulana”. Con queste parole il Presidente della Società Filologica Friulana, Federico Vicario, ha aperto la sua relazione morale nel corso dell’assemblea che si è svolta domenica 6 marzo nella sede udinese di Palazzo Mantica per l’approvazione dei bilanci consuntivo 2015 e preventivo 2016, oltre che per procedere al rinnovo delle cariche sociali per il triennio 2016-2018. Nella sua relazione, il Presidente, oltre a trarre un bilancio dell’attività della Filologica nello scorso anno, ha esaminato la situazione della cultura e dell’identità del Friuli, in prospettiva futura. «Non si tratta solo di economia, e neppure solo di cultura – ha continuato Vicario – la “questione friulana” non è risolvibile semplicemente dichiarando la difesa dell’autonomia e della specialità. Queste due parole rimangono vuote e aride, se non le portiamo a produrre risultati utili per il nostro vivere di ogni giorno». Il Presidente ha poi ricordato la ricca attività portata avanti dal Sodalizio nel 2015 e nell’intero ultimo triennio, riferendo sulle numerose iniziative editoriali, formative, promozionali e progettuali che hanno impegnato l’Istituto nella diffusione della cultura, della lingua e della storia del Friuli. Nel corso del 2015, in particolare, la Società Filologica ha tenuto il suo incontro primaverile Fraie de Vierte a Carlino e il Congresso sociale a Zoppola, con la presentazione del prezioso Numero unico Sopula, ma oltre cento sono state, poi, le iniziative inserite nella seconda edizione della Settimana della cultura friulana / Setemane de culture furlane, la scorsa primavera, iniziative che hanno coinvolto l’intero territorio friulano con le limitrofe province di Belluno, Treviso e Venezia. Anche l’anno appena iniziato si prospetta ricco di iniziative, progetti e pubblicazione di nuovi titoli editoriali. La Fraie de Vierte si terrà a maggio a Sequals, il Congresso sociale in settembre a Martignacco, mentre la terza edizione della Settimana della cultura friulana è in programma dal 5 al 15 maggio. 5 A conclusione dell’assemblea si è quindi proceduto alla votazione per il rinnovo delle cariche sociali con l’elezione dei 70 componenti il Consiglio Generale che saranno chiamati, entro un mese, ad eleggere il presidente e il Comitato Direttivo che, a sua volta, procederà alla nomina dell’ufficio di Presidenza (il vicepresidente per il Friuli centrale, per la Carnia, per il Friuli orientale e per quello occidentale, oltre al tesoriere e al segretario). I nuovi organi direttivi guideranno il Sodalizio nel triennio 2016-2018. Sempre nel corso dell’Assemblea sono stati rinnovati anche i componenti del collegio dei revisori dei conti (composto da Carlo Plet, Chiara Repetti e Lorenzo Ronzani) e dei probiviri (Giannino Angeli, Ovidio Colussi, Marco Marpillero, Lucio Peressi, Andrea Purinan). Il Consiglio Generale neo-eletto è formato da: Gloria Aita, Gloria Angeli, Rita Baron, Pier Carlo Begotti, Giuseppe Bergamini, Anna Bogaro, Eddi Bortolussi, Alberta Bulfon, Michele Calligaris, Vittorina Carlon, Benvenuto Castellarin, Sandra Chiarandini, Barbara Cinausero, Donatella Cozzi, Novella Del Fabbro, Carlo Del Torre, Feliciano Della Mora, Cristina Di Gleria, Pierino Donada, Alessandro Fadelli, Mario Faleschini, Franco Finco, Gianluca Franco, Giovanni Frau, Roberto Frisano, Javier Grossutti, Adriana Janežič, Claudio Lorenzini, Anna Madriz, Giuseppe Mariuz, Renzo Medeossi, Lorena Menegoz, Mario Milanese, Gottardo Mitri, Alessandra Montico, Stefano Morandini, Silvio Moro, Ubaldo Muzzatti, Antonella Ottogalli, Adriana Padovani, Dani Pagnucco, Gianni Sergio Pascoli, Paolo Pastres, Lorenzo Pelizzo, Rosalba Perini, Claudio Petris, Ivan Portelli, Giuliana Pugnetti, Piera Rizzolatti, Claudio Romanzin, Lucio Roncali, Adina Ruffini, Nicola Saccomano, Pier Giorgio Sclippa, Odorico Serena, Eraldo Sgubin, Sonia Sicco, Paolo Sluga, Marzio Strassoldo, Ferruccio Tassin, Egle Taverna, Andrea Tilatti, Roberto Tirelli, Elio Varutti, Carlo Venuti, Celestino Vezzi, Federico Vicario, Gabriele Zanello, Fausto Zof, Carlo Zoldan. Le parole del Presidente sono importanti. Il ruolo e il peso della Filologica son rilevanti e dimostrati dal volume di finanziamenti che essa ha dimostrati di ottenere dalla Regione. Va tuttavia considerato che il suo peso deve essere fatto valere anche dal punto di vista politico. Pur mantenendosi rigorosamente apartitica, comprendendo convinti sostenitori della lingua e della cultura friulana di centro, di destra e di sinistra, deve saper far valere il proprio peso sul territorio e nelle competizioni elettorali. Non solo un organismo di poeti o aspiranti tali, di cultori di studi storici, di organizzatori di serate musicali in lingua 6 friulana, ma un’associazione che affronta con lucidità e impegno i temi riguardanti il rafforzamento della lingua e della cultura friulana. Deve far tesoro del proprio peso numerico e del proprio radicamento sul territorio. Solo quando i partiti si renderanno conto che prese di posizione contro l’identità friulana e ostili ad una moderna e decisa azione di politica linguistica rischino di far perdere voti, si accorgeranno che la questione friulana è fondamentale per la nostra società. Identità linguistiche La Festa del Friuli a Gradisca La Festa del Friuli rappresenta un evento di fondamentale importanza per la comunità friulana. Essa cade il 3 aprile, in giorno in cui nacque lo Stato indipendente del Friuli retto dalla Patriarca del Friuli. Nel giorno del 3 aprile 1077 l’Imperatore Enrico IV concesse con un diploma firmato a Pavia al Patriarca d’Aquileia il titolo di Conte e Duca del Friuli e con ciò il potere temporale su un vasto territorio che andava dal Cadore alla Carniola e all’Istria. Il Patriarca dì Aquileia deteneva già la giurisdizione su parecchi territori del Friuli ma da quel momento ebbe gli attributi della sovranità su quasi tutto il Friuli e divenne principe dell’Impero. Successivamente nacque il Parlamento della Patria del Friuli in cui erano rappresentati i castellani, gli abati e i comuni, uno dei più antichi parlamenti d’Europa: si trattava non una delle tante assemblee di vassalli di un Principe, ma di un corpo in cui erano rappresentati tutti gli strati che contavano nella società friulana, e che continuò a legiferare fino al 1805, quando i napoleonici lo soppressero. Fu simbolo della volontà dei friulani di autogovernarsi e di respingere ogni soggezione incondizionata ad un Signore. In quella data fu sancito il ruolo di uno Stato indipendente, che con il suo esercito, le sue istituzioni, le sue amministrazioni deteneva tutti i poteri di uno Stato indipendente e sovrano, soggetto solo all’alta autorità dell’Imperatore, che contribuiva ad eleggere. La superiore forza economica e militare della Repubblica di Venezia abbatté tale principato ecclesiastico, dopo alcune sanguinose battaglie che si svolsero presso il Livenza sostenute dalle milizie friulane una volta tanto compatte contro l’invasore. Il quale cacciò il Patriarca, ma mantenne tutte le istituzioni friulane, sostituendo il Patriarca con un Luogotenente della Patria del Friuli, conservando il Parlamento e le altre istituzioni fino al trattato di Campoformido quando il Friuli fu ceduto all’Austria. La data viene celebrata dal 1977 per iniziativa di Pre Francesc Placereani ad Aquileia. Agli inizi fu ripresa dall’Istitut Ladin Furlan Pre Checo Placereani, ottenne l’adesione delle tre Province Friulane di Udine, Gorizia e Pordenone, e delle tre Diocesi di Udine, Gorizia e 7 Pordenone. Dal 2002 con il Presidente Marzio Strassoldo venne presa in mano dalla Provincia di Udine che collaborò con l’Istituto per promuovere tutta una serie di iniziative su territorio. Nel 2015 ottenne il riconoscimento della Regione come iniziativa di valore per l’intero territorio regionale. Quest’anno la iniziativa ufficiale si svolge a Gradisca d’Isonzo, con una Messa in Duomo, con gli interventi delle autorità, e con la lettura in lingua friulana del Diploma imperiale. Identità linguistiche La Festa del Friuli sul territorio La Festa del Friuli si articola in tutta una serie di iniziative che si distribuiscono sul territorio, con una distribuzione purtroppo non soddisfacente. Le iniziative che l’Arlef comunica sono le seguenti: Spilimbergo, 20 marzo – 10 aprile: “Friuli in tavola”, Cucina friulana tra tradizione e innovazione: piatti proposti nei locali pubblici della città Spilimbergo, 21 marzo: La Festa della Patria raccontata ai giovani: incontro con gli studenti delle terze classi dell’Istituto Superiore “Il Tagliamento”: appunti di storia e cultura del Friuli a cura di Gottardo Mitri. Gorizia 21 marzo: Presentazione del volume “Par Gurize pes tieris lontanis”; Convegno per il ventennale della Legge 15/1996. Romans 29 marzo: Presentazione del libro “Scuvierzimi furlan”. Udine 31 marzo: Presentazione del libro “Sul troi di Aquilee” di Cristian Romanini. Spilimbergo 31 marzo: Spettacolo video “Felici ma furlans Live” a cura di Alessandro Di Pauli e Tommaso Pecile. Udine 1 aprile: Presentazione del volume “Il gno jssi tal mont - Poesiis”, a cura di Manuela Quaglia. Mereto di Tomba 1 aprile: Serata culturale “Cuintri storie e gnovis gjenerazions” in memoria di Bepo Marchet e Francesc Placerean” Faedis, 1 aprile: Documentario “6 maggio 1976 - il terremoto in Friuli”. 8 San Giovanni al Natisone 1 aprile: Serata “Fieste furlane” con il gruppo teatrale “Lis Anforis” di Sevegliano. Basiliano 1 aprile: Presentazuione dellibro “Resta cun la int – La esperience di Glesie Furlane” di Mauro della Schiava. Valvasone 1 aprile: Spettacolo teatrale “Predis di Teatro Incerto. Muzzana 2 aprile: “Friul Revolution” a cura dei Cjastrons. Spettacolo teatrale per le scuole medie. Udine 2 aprile: Incontro sul libro di Gorgio Cavallo “Ripensare la Nazione”. Talmassons 2 aprile: Presentazione dellibro “Il secuestri di Catine di Adriano Nascimbeni e consegna ufficiale da parte della Provincia di Udine della “Bibbia in Friulano”. Spilimbergo 2 aprile: Presentazione di “Ator par Splimberc e par lis miculis”, pubblicazion trilingue. Udine 2 aprile: Messa in lingua friulana Medea 2 aprile: Presentazione del libro “Il tempo dei francesi” di Aldo Gallas. Muzzana 2 aprile: Presentazione di “Lupanica” CD di Alex Michelin Blessano 2 aprile: Conferenza sullo “Stato patriarcale” di Fausto Zof. Flaibano, “Felici ma Furlans, la prima serie TV made in Friuli” Talmassons 2 aprile: Mercato tradizionaler e spettacolo per i bambini Maniago 3 aprile: Messa in friulano Carlino 3 aprile: Messa in friulano Carlino 3 aprile: Presentazione dell’opuscolo bilingue “La Clape 2016” Varmo 3 aprile: Ricordo di Amedeo Giacomini. Colugna 3 aprile: Spettacolo “Felici ma Furlans Live”. Spilimbergo: 3 Conerto “Marilenghe in musiche”. 9 Lestizza 4 aprile: Presentazione del libro “Pasolini autonomista” d Gianfranco Ellero. Codroipo 4 aprile: Lezione di lingua e cultura friulana “Indentitât pierdude? – Viaç te storie dal Friûl” . Gorizia 4 aprile: Tavola rotonda “Politichis per tutele e valorizazion de lenghe furlane in dì di vuè” con Adriano Ceschia, Marco De Agostini, Diego Navarria, Claudio Violino. Lestizza 4 aprile: Spettacolo “Felici ma Furlans Live” Talmassons 5 aprile: Presentazion “Friul di magance di Luigino Peerssini. Udine 5 aprile: conferenza su “I simbui del Furlanetât” a cura della Provincia. Udine 5 aprile: “Contecurte la disfide”, incontro dedicato alla letteratura contemporanea friulana. Latisana 6 aprile: Conero di Tubet, a cura du Radio Onde Furlane. Tolmezzo, 6 aprile: Conferena su “La storie dal Patriarcjât” di Roberto Iacovissi. Mortegliano, 7 aprile: Presentazione di “Friûl di magance” di Luigino Peressini. Monfalcone 7 aprile: Presentazione del libro “Nel tempo del Signore delle anime” di Roberto Tirelli e Lucio Gregoretti. San Daniele 7 aprile: Presentazione dello studio “Il biel furlan di San Denel” di Massimiliano Verdini. San Giorgio di Nogaro 7 aprile: Proiezione del documentario “Friûl. San Zorç di Noiâr: Storie e ambient”. Mereto di Tomba 7 aprile: Incontro su “Friul Revolution o gjeratrie rivoluzionarie?” con lapartecipazioe di Giorgio Cavallo autore del libro “Ripensare la Nazione” e il gruppo Cjastrons. Medea 8 aprile: Presentazione del libro “Il gno jessi tal mont di Galliano Zof. Udine 8 aprile: Inaugurazione della mostra “Viaç tal Friûl di Magance” 10 Codroipo 9 aprile: Seminario “Marilenghe e mariscuele”, aggiornamento degli insegnanti. Buttrio 9 aprile: Presentazione della rivista “La Patrie dal Friûl”. Carlino 9 aprile: Proiezione del film “Il Tierç Lion”. Udin 9 aprile: Conferenza su “La nascita della Patria del Friuli”, con il Prof. Franco Rosa e Giorgio Jus, organizzato dal Circolo di Udine di Identità e Innovazione. Goorizia 9 aprile: Presentazione del romanzo “Il Buinç” di Gianluca Franco. Carlino 9 aprile: Incontrio musicale “Cul Furlan, de vilote al rub a dub” con dj Tubet. Palmanova 16 aprile: Incontro su “La nascita della Patria del Friuli” organizzato da Identità e Innovazione con introduzione del Prof. Lorenzo Marcolini. Pordenone 20 aprile: Incontro su “La nascita della Patria del Friuli”, proiezione di “Viaç te Storie”, con Emiliana Gennari, Lucio Roncali e Walter Vergani, organizzato dal Circolo di Pordenone di Pordenone di Identità e Innovazione. Strassoldo 22 aprile: Incontro sulle “Origini della Patria del Friuli”, a cura della Proloco e del Circolo di Cervignano di Identità e Innovazione. San Quirino 24 aprile: Incontro su “La varietà di friulano di San Quirino”, conferenza della Prof. ssa Piera Rizzolatti dell’Università del Friuli, con introduzione di Emiliana Gennari, organizzata dal Circolo di San Quirino di Identità e Innovazione. Portogruaro 7 maggio: Convegno su “Identità e territorio” con Siagri, Cevolin, Falcomer con introduzione di Lauro Nicodemo e Giammarco Rizzetto, organizzato dal Comitato per il Portoguarese di Identità e Innovazione. Attività Udine giovedì 17 marzo: Riunione dell’esecutivo per dare esecuzione a quanto deliberato dal Consiglio direttivo del 2 febbraio e in partuicolare per l’organizzazione della Festa del Friuli. 11 Pagjinis furlanis Pubblichiamo la relazione morale del Presidente della Società Filologica Friulana tenutasi a Udine domenica 6 marzo. Assemblee sociâl Udin 06.03.2016 Relazion morâl Cjârs Cunfradis e Amîs de Societât Filologjiche Furlane, la situazion che si cjatìn a vivi ore presint e propon, ma chest al è naturâl, cualchi mutîf di sodisfazion e cualchi mutîf di preocupazion. No dîs nuie dal cuadri economic gjenerâl: l’an passât o vin vût un moment di riprese, ancje in Friûl, ma o sin ancjemò cetant lontans dai nivei dal 2007-2008. No podìn che sperâ che lis robis a ledin in miôr tal 2016, lavorant e impegnantsi come simpri, e plui di simpri, cun sens di responsabilitât e cun solidarietât par chei ch’a son in dificoltât, che no son pôcs ancje chi di nô. Se la situazion economiche e à fat dutcâs un passut indenant, dal sigûr un’altre cuistion, tai ultins timps, e je deventade centrâl tal dibatit public, une cuistion che si podarès definî, pe sô complessitât, une urgjence civîl e istituzionâl. O fâs riferiment, naturalmentri, ae “cuistion furlane”. No sai se si rive a ridusi il nestri probleme tai tiermins di autonomie e specialitât, che ogni dì i gjornâi a tirin in bal, no sai se l’autonomie e la specialitât a sedin ancjemò la clâf par frontâ il probleme o no sedin, magari, te interpretazion che ur din, part dal probleme. Ce ch’al è clâr, al è che si puedin meti in vore politichis e azions ch’a fasin il ben dal Friûl, ch’a sostegnin l’idee di Friûl, lis istituzions dal Friûl, la culture e l’identitât dal Friûl, la sô economie e il so teritori, e altri politichis e azions che, al contrari, a fasin il mâl dal Friûl, che lu frucin e lu fasin a tocs, ch’a comprometin lis sôs espressions istituzionâls, storichis, lenghistichis e culturâls, ch’a dinein i valôrs de sô memorie e de sô tradizion. E jo mi domandi, e us domandi, se pontant ae nestre stele polâr, ch’al è il Friûl, lis robis a stan lant in miôr o in piês e, ancjemò, ce prevision che si sintìn di fâ pal doman de nestre Tiere. Chi no si trate dome di economie e nancje dome di culture. Provìn a pensâ ai nestris paîs, soredut chei de alte, cun cjasis simpri plui sieradis e mancul int par strade, cu lis cjampanis che nus clamin pai funerâi e no pai batisims. E la pierdite dai valôrs morâi e civîi, la maleducazion, la vergognose volgaritât dai compuartaments publics, lis cent e mil stradis, piçulis e grandis, che no puartin in di nissune bande, ch’a fischin il nestri teritori, che nus rindin simpri di plui tiere là che si passe e simpri mancul tiere là che si vîf. La “cuistion furlane”, ch’o disevi prime, nol è un probleme sôl, al è un complès di problemis, e je une cuistion ch’al è masse facil pensâ di risolvile declarant la difese de autonomie e de specialitât, prime di domandâsi e di capî ce che si varès di meti dentri ta cheste autonomie e ta cheste specialitât. A son dôs peraulis ch’a restin vueidis e sterpis, a son doi concets metafisics, imateriâi, spirituâi, se no ju puartìn a produsi risultâts pal nestri vivi di ogni dì. E chi, par me, i discors a son almancul doi. Il prin discors al rivuarde, duncje, i contignûts de autonomie, là che no vin di sierâsi in difese di ce ch’o vin, ch’al sarà simpri di mancul, soredut se a continuin a ridusi i trasferiments dal Strât centrâl ae Regjon. A part blocâ cheste riduzion dai finanziaments – ma chi, naturalmentri, a son i nestris politics ch’a àn di zuiâ la lôr partide cun Rome – al sarès il câs di impegnâsi tal procès di slargjâ l’autonomie regjonâl, come ch’a àn fat i trentins e i sudtirolês tai ultins sessante agns, pensant par esempli a scuele, universitât, ambient e bens culturâi. La formazion scuelastiche e universitarie dai nestris fîs, il guvier dal teritori e des risorsis naturâls, la gjestion dal patrimoni artistic, archivistic, archeologjic (e ancje, la sô valorizazion in tiermins turistics, si capìs): ise cheste dome che une rivendicazion fûr di timp e di misure o, magari, la prospetive concrete par dâ, come ch’a àn fat i trentins, une gnove anime a cheste nestre autonomie simpri plui lamie, sconfusionade e spauride? Il secont discors al rivuarde l’articolazion de Regjon e soredut il rapuart tra il Friûl e Triest. Ogni dì si lei sul gjornâl o si scolte par radio l’intervent di chest politic o di chel inteletuâl 12 ch’a declarin la lôr opinion su la macroregjon cul Venit e cul Trentin (sence domandâur ai trentins ce ch’a pensin), su la citât metropolitane di Triest o adiriture sul Teritori libar di Triest, sul Friûl fat a tocs par colpe des utis, sul referendum pes dôs provinciis autonomis e vie indenant. O sintìn, plui a Pordenon che a Udin, ma ancje a Udin: se o vin di stâ sot di Triest, al è miôr tornâ sot di Vignesie. Al samee che nol sedi pussibil jessi parons a cjase nestre, o vin di stâ sot di cualchidun, o vin di restâ sotans. Jo o pensi, pluitost, ch’o vin di scomençâ a dî e a dimostrâ che cheste e je la nestre Regjon, la Regjon furlane, e o sotolinei furlane; ch’o vin di tratâ seriamentri la devoluzion sul teritori des competencis aministrativis, che cumò lis à dutis in man la Regjon, a Triest, e rivâ a une ripartizion plui juste des risorsis; ch’o vin di risolvi nô i nestris problemis sence sperâ che cualchidun di fûr al vegni chi a dânus lezions, disint ch’al è pal nestri ben e no pal so. Se no rivìn a gjestî la situazion intun cuadri unitari e je dome che colpe nestre e dai nestris politics, che ju vin votâts nô. Se Triest e domande plui autonomie, cu la citât metropolitane o altris formis di agregazion aministrative (il Teritori libar), jo no ai nuie ce dî: ognidun al à dirit di jessi paron a cjase sô, l’impuartant al è che nol vegni a paronâ a cjase mê. E je vere che il matrimoni tra Friûl e Triest al è stât un matrimoni di interès e no d’amôr, ma no crôt che divorziâ e sedi la soluzion juste: piês il tacon de buse, si disarès. Cirìn di prontâ, inalore, la liste des robis concretis di fâ e metìnsi sot par fâlis, daûr dal esempli di Tiziano Tessitori, nestri President e pari de Regjon autonome. A tacâ, jo o dîs, di chê “cuistion furlane”, ch’e inten la culture, l’identitât, la lenghe, il teritori, une cuistion che i tiermins di autonomie e specialitât, al moment, no àn rivât a rapresentâ ad in plen: se propit nô furlans no si rindìn cont ch’e esist une cuistion furlane, o dimostrìn di no capî il probleme e duncje di no vê titul par risolvilu. In câs, di jessi nô part di chest probleme, se no propit la sô cause. Lis peraulis a son impuartantis, ma ancje i numars. O vevi pensât di tignî une part di cheste Relazion morâl propit sui numars, par rindi la dimension de ativitât dal nestri Sodalizi a pro de nestre int, par capî miôr ce ch’o fasìn e ce ch’o vin di fâ. Sì, parcè che tal 2019 a colin i prins cent agns de fondazion dal nestri Istitût, e chest centenari al rive intun moment: nô o varìn di domandâsi il sens e lis resons profondis dal nestri impegnâsi par tignî vive la nestre identitât, la culture, la lenghe, la memorie dal nestri popul. E soredut, o pensi, o varìn di dâsi une rispueste. Un’ocasion di riflession, intant, nuse à dade l’ARLeF. Ai prins di Zenâr, se mi visi ben, nus rive la domande di tirâ dongje e meti in ordin lis informazion su lis ativitâts didatichis e formativis su la lenghe furlane ch’o vin inmaneât tai ultins dîs agns. Mi limiti, chi, ai ultins trê agns, i trê agns di chest Ufici di Presidence. O vin fat 66 cors pratics, tai comuns dal Friûl, cun 1.200 partecipants. O vin tignût 30 cors di formazion par insegnants, naturalmentri ricognossûts dal Ufici scuelastic regjonâl (ancje parcè ch’o sin un ent di formazion acreditât), cun passe 850 partecipants. Un numar, scusait, straordenari. La comunicazion e je un’altre ocasion di contat cu la int, naturalmentri, e ancje chi o vin numars une vore impuartants. O vin la nestre pagjine Marilenghe sul Messaggero, ative dal Zenâr dal 2005, e tai ultins trê agns o vin vudis 62 jessudis. Il nestri Friûl di Jevât sul setemanâl de Arcidiocesi di Gurize al ven fûr dal Fevrâr dal 2008 e tai ultins trê agns o vin vudis 33 jessudis. Il nestri sît internet, tirât a gnûf dal 2014, al à vût 18.700 visitis dome tal 2015; o vin une newsletter cun passe 2.000 contats e 250 spedizions tai ultins trê agns; la nestre pagjine Facebook e conte 5.000 “mi plâs” – ma no il gno, jo no soi su Facebook. La Biblioteche sociâl, par dîus, e à garantît il servizi di document delivery a passe 6.000 utents, in trê agns, e continue l’increment dal so patrimoni in reson di 500 volums ad an – ancje cun impuartantis donazions di privâts – e la catalogazion di titui di argoment furlan in colaborazion cu lis rêts bibliotecaris de Regjon, par no dî de ativitât dal Centri di documentazion e ricercje educative, simpri te struture de Biblioteche, i contats cu lis scuelis e la racuelte dai materiâi didatics. E dopo a son i progjets speciâi. La produzion editoriâl, lis rivistis sociâls e lis publicazions no statutaris, a fasin numars impuartants, par distribuzion di copiis e venditis (ancje in rêt). Plui impuartant ancjemò però, seont di me, al è il numar dai colaboradôrs a chestis publicazions, in dut il Friûl e fûr dal Friûl, une partecipazion corâl che si le viôt soredut in ocasion dai Congrès e de redazion dai Numars Unics. Ancje par vie di cheste adesion popolâr, di cheste largje partecipazion de int, o rivìn a capî cetant che la Filologjiche e je ricognossude sul teritori tant 13 che ent di riferiment pe lenghe e pe culture furlane. E propit su chest ricognossiment, ch’al è un dai valôrs plui impuartants ch’o vin, o rivìn ancje a promovi la Setemane de culture furlane, ch’e conte ogni an desenis di adesions di associazions, prolocos, scuelis, istituzions publichis e privadis, personis ch’a decidin di dânus une man par dâ un servizi al Friûl. Ancje l’an passât il sucès de Setemane de culture furlane al è stât straordenari, plui di ce che si spietavin, e propit la Setemane, o riten, al è stât il salt di cualitât fondamentâl ch’o vin fat tai ultins timps: prime lis iniziativis sociâls impuartantis a jerin dome il Congrès e la Fraie, ma cumò o rivìn a tignî i rapuarts, ogni an, cun dut il teritori, stabilint colaborazions cu lis associazions locâls, promovint manifestazions, fasint sù une vere “rêt de culture furlane”. Cheste e je pardabon la sodisfazion plui biele: là ch’o domandìn une man, nuses dan dutis e dôs, o sintìn l’afiet e la considerazion che la nestre Filologjiche e à in dut il Friûl, o capìn, une volte di plui, che la nestre comunitât nus domande unitât e no division, nus domande di lavorâ in cunvigne, no di lâ ognun par so cont. Il rapuart di colaborazion al è stât particolarmentri fuart cu lis altris associazion ch’a son chi cun nô in vie Manin, a Palaç Mantiche: la Deputazion di Storie patrie pal Friûl, l’Academie di Udin di Siencis, Letaris e Arts, l’Associazion Amici dei Musei, l’Associazion teatrâl furlane. Propit cun lôr e cun altris amîs, l’Academie San Marc di Pordenon, l’Istitût Pio Paschini pe Storie de Glesie in Friûl e l’Universitât popolâr di Udin, o sin impegnâts tal progjet “Identitât culturâl dal Friûl”, un progjet ch’al à la poie de Fondazion CRUP e che si propon propit di dâ rispueste a chê “cuistion furlane” ch’o disevi prime. Ma dute cheste ativitât, come ch’o viodês, e je par creâ colaborazions, par meti la Societât al servizi dal mont culturâl furlan, par rindile simpri plui vierte e pronte a interpretâ la sô funzion di ent di riferiment par dute la Regjon. E ancje l’ativitât in sede, chi a Udin, e je cressude une vore, cu la partecipazion a Friuli DOC e a Vicino/Lontano, cu lis mostris te Cjanive de Filologjiche, lis manifestazions, lis conferencis. Par sierâ cheste mê Relazion morâl, il gno plui cordiâl ringraziament ur va a ducj chei, istituzions e personis, ch’a àn metût a disposizion risorsis economichis e timp par dânus une man tal 2015: la Regjon autonome, che si spietìn di recuperâ une cuote di finanziament cul assestament di Jugn par promovi l’ativitât dal Centri di documentazion e ricercje educative pe scuele furlane; la Fondazion CRUP, di Udin e Pordenon, che no dome nus sosten pai nestris progjets, in particolâr par Olmis, ma nus à judât une vore pe ristruturazion di cheste sede; la Fondazion CARIGO, di Gurize, la Bancje popolâr di Cividât, di simpri cun nô, il Credit cooperatîf di Lucinìs Fare e Caprive e chei altris istitûts di credit cooperatîf, che nus àn judât pe Setemane de culture furlane, par publicazions e altris ativitâts. O ringrazii di cûr i mestris dai cors pratics di furlan, ch’a curin cun passion il rapuart cul teritori e che no ju ringraziarìn mai avonde (si varès di fânt il dopli dai cors pratics, chest si varès di fâ!). O ringrazii ducj chei ch’a nus àn puartât un socio gnûf, un amì, un fi, un nevôt, par fâ cressi la nestre Societât. O ai lassât par ultins che ch’a àn lavorât di plui: il nestri Vicepresident par Udin, Giannino Angeli, chel par Pordenon, Pier Carlo Begotti, e chel par Gurize, Renzo Medeossi; il Tesorîr, Carlo del Torre, e il Segretari, Pier Giorgio Sclippa. Cun lôr, cui diretôrs e i redatôrs des rivistis, cui curadôrs des publicazions, cui components des Comissions, dal Consei gjenerâl, dal Comitât diretîf, cui nestris dipendents e cui altris colaboradôrs, o vin cirût di fâ pal miôr. Graziis a ducj e bon lavôr pal an cu ven! Il President de Societât Federico Vicario 14 Opinioni e documenti Pubblichiamo un articolo de “La Vita Cattolica”, con la quale si fa il punto sul processo di adesione dei comuni friulanofoni alla Assemblea della comunità linguistica friulana presieduta da Diego Navarria. COMUNICATO STAMPA 569, 15/3/2016 IL GREGGE E I SUOI CANI Similmente alle comunità degli umani, ogni gregge di pecore convive con due tipi di cani: i cani protettori e i cani conduttori. I primi coabitano con le pecore e le difendono dagli aggressori, gli altri le detestano e le guidano nell'esclusivo interesse del padrone. Come avviene con i cani da pastore, ci sono sindaci e sindaci; ma a differenza di quanto si manifesta nel mondo della pastorizia, costoro riflettono, nel bene e nel male, le nostre qualità, o per meglio dire la nostra capacità di esigere da noi stessi dignità e partecipazione alla vita della cosa pubblica. Più siamo amorfi e disinteressati alle sorti del bene comune, più ci meritiamo di avere amministratori incapaci e subalterni agli interessi degli oligarchi e delle combriccole di partito, per non dire disposti ad ogni possibile corruttela e, si badi, non necessariamente pecuniaria. Come avviene nel mondo animale non mancano le eccezioni e, diversamente 15 dai cani da pastore, non mancano i perditempo e tanto meno la possibilità che l'amministratore pubblico, una volta messo nelle condizioni di non agire, o sottoposto a veri e propri ricatti da parte dell'ente superiore, si lasci andare ad un comportamento rinunciatario o a seguire l'andazzo generale. Di casi emblematici ne abbiamo avuti a iosa e ne abbiamo tuttora in abbondanza. Chi non ricorderà il comportamento della stragrande maggioranza dei sindaci legati al partito di Illy nei confronti dell'aberrante progetto della TAV? O quello altrettanto miserevole dei sindaci che si sono affrettati a cedere alle pressioni dell'allora assessore Lodovico Sonego, approvando un ecomostro come l'elettrodotto Redipuglia, Udine Ovest in cambio di regalie o per il semplice fatto che andava a danneggiare il Comune vicino? O che dire a proposito delle odierne UTI o della cosiddetta riforma della sanità regionale? E come non citare le manovre subdole che stanno dietro all'assalto ai beni comuni e al servizio idrico in particolare? Non fosse stato per i comitati e per qualche raro sindaco che al pari dei cani protettori porta addosso l'odore delle pecore che amministra, oggi il comitato degli affari avrebbe portato a casa il controllo del servizio idrico: cioè quel bene comune che il referendum aveva affidato alla mano pubblica, non certo agli amici del quartierino. Ormai con l'acqua pubblica siamo alla truffa e intanto il giornale locale immola la libertà di stampa nell'edizione domenicale continuando a fare della governante una leggenda con gigantografie sdolcinate, quanto rassicuranti e titoli a caratteri cubitali “ECCO COME IL FVG SARA' AVANGUARDIA PER L'ITALIA E IL PD”. Il che, tradotto nel concreto, significa che noi siamo lo scalpo che lei porterà a Roma per accreditare i suoi meriti nell'aver saputo fare da apripista alla politica renziana.Intanto, dopo che lo andavamo dicendo da mesi, sono tornate a galla le conclusioni di quell'immondo tavolo tecnico istituito a bella posta per confermare, dopo un anno di finte elucubrazioni e vaneggiamenti vari, quanto era già stato deciso in partenza, cioè che era necessario acquedotizzare la bassa pianura friulana, cancellare gli effetti del regio decreto che consente l'uso privato della risorsa idrica e quindi ricondurre all'ordine quel popolo delle “fontane” che sfugge al vassallaggio delle bollette. A dirlo è stato il coordinatore di quel tavolo selezionato con la cura di chi non ha voluto il confronto e l'indipendenza di giudizio: quello stesso architetto Giust voluto dall'assessore Vito al vertice del servizio idrico, nonostante i suoi trascorsi: quello stesso che ha avuto l'ordine di denunciarci per diffamazione per aver rivelato quei suoi trascorsi: un modo come un altro per punirci e magari zittirci. Ebbene, mentre il gioco si è fatto esplicito, altrettanto esplicito e forsennato si è fatto l'intento di chiudere al più presto la nuova legge regionale sul servizio idrico, paradossalmente prima ancora che fosse concluso il Piano di Tutela dell'Acqua. La ragione di tanta fretta e di tanti imbrogli? Semplice: arrivare in tempo utile per essere di esempio e di corredo alla legge che Renzi vuole per privatizzare l'acqua, ovvero prima che alla Camera passi la legge di cui è prima firmataria Federica Daga del Movimento 5 Stelle: legge che qualifica l'acqua come “Diritto Umano” e come tale garantisce a tutti una fornitura minima. Eppure, da noi il gioco si è fatto scoperto, come scoperto si è fatto il tentativo di mettere il bavaglio a noi e ai sindaci che hanno chiesto di partecipare all'audizione sulla nuova legge, quando invece l'ANCI con Scridel si era reso latitante. Sicché, di fronte alla indignazione generale i sindaci della Bassa (di impronta PD!) che evidentemente non sono quelli che si portano addosso l'odore del gregge, hanno finto di cadere dalle nuvole, e gemendo sono corsi ai ripari: ”decideremo solo noi sulla gestione delle acque!”. Ci mancherebbe altro che a decidere siano Scridel e soci, dopo che hanno fatto parte di quell'immondo tavolo tecnico e alle sue decisioni! In realtà gli unici a non dormire sono stati i Comitati e soprattutto il consigliere Cristian Sergo che ha stanato il Consiglio Regionale con un emendamento attraverso il quale ha esplicitato fatti e misfatti. Un emendamento subito circondato da due 16 emendamenti sostitutivi, fatti apposta per neutralizzarlo e lasciare le porte aperte ad ogni futura evoluzione: uno a nome di Travanut e compagni e uno a nome di Cargnelutti e vari soci della destra, notoriamente inclini alla privatizzazione e complici nel Piano di Tutela dell'Acqua. Patetica la tesi di Travanut che con la sua oratoria da venditore di caramelle succhiate, ha cercato di minimizzare la dichiarazione del portavoce del tavolo tecnico, ben sapendo che a quel tavolo si erano assegnate decisioni vincolanti. Ancora più fuorviante quella di Cargnelutti con la sua voglia di dare tempo a conclusioni di fatto già assunte e con la proposta di promuovere nuove indagini e l'effetto di confermare la attuale inattendibilità del PianoDovevate esserci! Oggi il Consiglio ha dato una ulteriore prova della sua vergognosa inconsistenza: le reazioni puerili di Paviotti, la Vito a dare mostra della sua impreparazione, il pingue Boem a correre fra i banchi in cerca di consensi su di un impossibile documento sostitutivo; tutti presi in contropiede da un Sergo che, insensibile alle pressioni e alle blandizie, ha ritirato l'emendamento facendo decadere gli altri e lasciando tutti con un palmo di naso! Tibaldi Aldevis Comitato per la Vita del Friuli Rurale www.facebook.com/comitato.friulirurale Una Associazione di iniziativa e cultura politica per l’autonomia friulana: Identità Innovazione 17 Identità Innovazione - Associazione per l’Autonomia del Friuli - è un’associazione di cultura e iniziativa autonomista fondata nel 2005 con lo scopo di diffondere una coscienza autonomista a tutti i livelli della società e del territorio friulani, al fine di rivalutare tutti gli aspetti della identità friulana, e di trovare e applicare tutti gli strumenti necessari per bloccare e invertire le tendenze alla snaturalizzazione della comunità del Friuli, poste in essere dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dagli uffici dello Stato e dalle strutture scolastiche, e dalle spinte verso la globalizzazione. Il tutto inserendosi in un filone di pensiero politico moderato e popolare, che rifiuta ogni posizione estremista, ma che si schiera con forza a favore della rivendicazione degli interessi della comunità friulana. L’Associazione è nata nella consapevolezza che i problemi fondamentali che indeboliscono la comunità friulana sono i seguenti: l’insufficiente livello di coscienza del valore della comunità friulana, come entità distinta dalle comunità contermini, cui si legano i complessi di inferiorità e di sudditanza ancora troppo diffusi; la dipendenza da un capoluogo regionale, Trieste, assolutamente estraneo ai valori, comportamenti, cultura e lingua del Friuli; la presenza di un sistema scolastico che diffonde una concezione riduttivistica, quando non apertamente ostile, riguardo alla lingua e identità friulana, considerata ancora un dialetto o una parlata di rango inferiore, non meritevole di attenzione, malgrado quanto sancito dalla Costituzione e dalla legge sulle minoranze linguistiche, la Legge 482/1999. L’Associazione intende chiamare a raccolta i friulani che sono orgogliosi di essere tali per realizzare una grande opera di risveglio della coscienza friulana, attraverso: il lancio di iniziative concrete di animazione sul territorio; la costruzione di una rete autonomista su tutto il territorio del Friuli: una rete di aderenti e di strutture locali in grado di sviluppare una continua azione diretta a contrastare il centralismo e la snaturalizzazione. Aderire e sostenere Identità e Innovazione Vi invitiamo ad aderire all’Associazione compilando il seguente modulo: 18 SCHEDA DI ADESIONE Il/La sottoscritto/a _____________________________________________________________ Cognome e nome ______________________________________________ Nato a _________________________________ Via/Piazza __________________ il _____ ___________________ Numero Comune ______ CAP ___________________________________________ Professione __________________________________________ Ente o Azienda di appartenenza _________________________________________ Amministratore di Ente o Associazione ______________________ ___________________ Cellulare Telefono __________________________________ Posta elettronica CHIEDE di aderire alla Associazione “Identità e Innovazione”, sottoscrivendo la quota annuale di adesione di Euro 10 nonché un eventuale contributo di sostegno di Euro__________. Note: 1) per perfezionare l’iscrizione si prega di restituire per posta elettronica la presente scheda di adesione; 2) la quota di iscrizione si fa pervenire attraverso un versamento sul conto corrente bancario CREDIFRIULI,n.18210017275, Udine, Via Crispi45 IBAN IT 20 E 07085 12302 018210017275 Presentazione di Gnovis pai Autonomiscj 19 L’Associazione intende informare periodicamente i propri quadri, iscritti e simpatizzanti sui più grandi problemi che riguardano la crescita del Friuli come autonoma entità, la cui conservazione e valorizzazione richiede un impegno costante da parte di coloro che credono indispensabile rafforzare la nostra comunità e impedire che essa anneghi in una indistinta realtà friul-giuliana o, peggio, friul-veneta. Chiediamo ai destinatari di questo notiziario di collaborare in tre modi: fornire indirizzi mail di persone che potrebbero essere interessate a riceverlo,per ampliare la sua diffusione; formulare critiche e suggerimenti per un suo miglioramento; inviare o segnalare notizie per un suo arricchimento. Viene utilizzata la lingua italiana come mero strumento di comunicazione e non certo come scelta culturale: useremmo volentieri la lingua friulana se la scuola italiana ci avesse insegnato a leggerla e soprattutto a scriverla con facilità. Riferimenti: corrispondenza: [email protected] sito web ufficiale: www.identitaeinnovazione.it pagina Facebook: identitaeinnovazione Redazione Comitato di Redazione: Gianluca Falcomer, Valeria Grillo, Giorgio Lodolo, Lauro Nicodemo, Franco Rosa, Raimondo Strassoldo Coordinatore: Marzio Strassoldo, [email protected], cell. 334 6210176 20