20/05/2013
INTRODUZIONE AI
SISTEMI DI GESTIONE
DELLA SICUREZZA
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Ing. Eugenio Nicoletti
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Il modulo formativo C1
Elementi di dettaglio
1) Introduzione
ai sistemi di gestione della
sicurezza;
2) Le attività tecnico amministrative;
3) Affidamento dei lavori all’interno dell’azienda o
dell’unità produttiva.
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Introduzione ai sistemi di gestione
della sicurezza
Gli infortuni sul lavoro rappresentano un significativo costo
per la comunità e per le aziende: in questo contesto si
inquadra la produzione legislativa di questi ultimi anni che,
superata una fase in cui la norma antinfortunistica era
semplicemente “preventiva”, tende ora a “organizzare” la
gestione della sicurezza nell'ottica del coinvolgimento nel
processo di tutte le parti interessate.
Organizzare la Sicurezza significa, oltre ad intraprendere
azioni volte al rispetto delle norme (contenuti minimi),
affrontarne le tematiche secondo i moderni schemi
gestionali.
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Cosa si intende per sistema di
gestione
L'approccio aziendale basato sulla filosofia organizzativa
dei sistemi di gestione ha la sua origine in settori industriali
particolarmente rischiosi, come quello nucleare ed
aeronautico, per i quali la necessità di assicurare la
sicurezza dei processi non poteva che essere
intrinsecamente legata alla qualità della loro progettazione
e esecuzione.
In seguito è stato trasferito al campo della qualità della
produzione (le prime ISO 9000 sono del 1987), della tutela
ambientale (ISO 14000) e quindi a quello della sicurezza
delle attività di lavoro, a cominciare da quelle svolte in
aziende a rischio di incidente rilevante.
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Spesso gli effetti della produzione, sono percepiti in termini
conflittuali perché correlati alle problematiche di sicurezza
ed inquinamento connesse ai processi produttivi di un sito
aziendale, e non solo positivamente perché associati al
valore intrinseco del prodotto offerto.
In particolare:
• gli obiettivi economico-finanziari danno origine al
sistema di gestione economico-finanziario di un'azienda;
• gli obiettivi della qualità del prodotto e della
soddisfazione del cliente danno origine al sistema di
gestione della qualità (ISO 9001);
• gli obiettivi del rispetto dell'ambiente danno origine al
sistema di gestione ambientale (ISO14001);
• gli obiettivi della sicurezza sul posto di lavoro e
prevenzione dei rischi di incidente rilevante per la
popolazione interessata danno origine al sistema di
gestione della sicurezza.
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LE NUOVE TENDENZE
La necessità di assicurare il conseguimento
di una tale diversità di obiettivi ha
determinato anche l'evoluzione delle teorie
organizzative aziendali, sempre più correlate
alla metodologia di gestione per obiettivi
(management by objectives o MBO) ed ai
principi dell'autocontrollo e del
Miglioramento Continuo.
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Una gestione aziendale che assume
volontariamente il rispetto della variabile sicurezza
come uno degli obiettivi della sua attività deve
attrezzarsi per gestire il nuovo obiettivo
considerando l'impresa come un sistema
complesso nel quale da una parte entrano lavoro e
materie prime (anche pericolose), all'interno si
effettuano processi lavorativi (intrinsecamente
pericolosi), e dall'altra parte escono non solo i
prodotti con le caratteristiche progettate (inclusa la
qualità voluta), ma anche emissioni ed effluenti
pericolose, o addirittura avvengono incidenti che
costituiscono un rischio per i lavoratori ed il
pubblico.
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COSA SIGNIFICA APPLICARE UN
SISTEMA DI GESTIONE
In sostanza applicare un sistema di gestione significa
attuare strumenti organizzativi e di controllo in grado di
assicurare in ogni fase del ciclo produttivo la capacità
di dominio su tutte le variabili dell'attività operativa di
un'azienda, considerate critiche per l'attuazione degli
obiettivi aziendali.
Per far questo occorre:
• dichiarare i propri obiettivi;
• individuare gli interventi per conseguirli;
• attuare tali interventi;
• dimostrare ciò che si è fatto;
• confrontare i risultati con gli obiettivi.
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Come opera un sistema di gestione
della sicurezza
Il SGS opera sulla base del processo dinamico che
prevede le seguenti fasi in sequenza ciclica:
"pianificazione, attuazione, verifica, riesame".
Tale processo viene attuato attraverso le seguenti fasi:
• stabilire una politica della sicurezza adeguata alla
situazione aziendale;
• identificare le prescrizioni di legge applicabili per la
sicurezza;
• identificare i pericoli e valutare i rischi per la salute e
sicurezza associati con le attività, le sostanze ed i processi
aziendali;
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Come opera un sistema di gestione
della sicurezza
•
valutare quali sono le condizioni di rischio residuo
da considerare compatibili con l'attuazione dei processi
aziendali ed eliminare e ridurre i rischi non tollerabili;
• creare una struttura organizzativa adeguata per
raggiungere gli obiettivi ed attuare la politica, inclusa le
necessarie attribuzioni di responsabilità;
• Informare, sensibilizzare e coinvolgere-il personale
addetto a tutti i livelli;
• stabilire ed attuare modalità operative ed i relativi
controlli e monitoraggi che assicurarono la effettuazione
dei processi aziendali in sicurezza nelle condizioni di
funzionamento normali, di transitorio e di emergenza;
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Come opera un sistema di gestione
della sicurezza
• attuare azioni correttive e preventive, organizzare audit interni
periodici, per assicurarsi nello stesso tempo che la politica sia
soddisfatta e che il sistema di .gestione della sicurezza sia efficace;
fissare
le priorità d'intervento, individuando gli obiettivi più
appropriati per la continua riduzione dei rischi residui;
• preparare e gestire programmi di miglioramento per l'attuazione
degli obiettivi fissati;
•
riesaminare periodicamente l'efficacia del sistema per essere in
grado di adattarsi al cambiamento delle circostanze esterne.
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Il “ciclo” del sistema di gestione
della sicurezza
Il processo è convenzionalmente rappresentato dal ciclo
PDCA (pian - do - check - act, ovvero pianifica -fai controlla - agisci di conseguenza/correggi) che comprende
la politica della sicurezza, la struttura organizzativa, le
attività di pianificazione, la definizione delle responsabilità,
prassi, procedure, processi e risorse finalizzati a
sviluppare, attuare, conseguire, rivedere e mantenere la
politica della salute e sicurezza dell'organizzazione.
L'andamento a spirale del ciclo implica il principio del
miglioramento continuo.
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Il “ciclo” del sistema di gestione
della sicurezza
L’attuazione di u sistema di gestione della sicurezza
richiede qualcosa di più del mero adempimento degli
obblighi normativi specifici.
D'altra parte anche tutta la normativa generale in materia di
sicurezza che stabilisce criteri e principi di prevenzione (es.
art. 2087 C.P. e art. 3 e 4 del 626 che parla di
"miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza") invita al
raggiungimento di obiettivi ulteriori rispetto a quelli
rappresentati dalle prescrizioni normative che sono sempre
requisiti "minimi" (tutte le direttive europee riportano
esplicitamente prescrizioni "minime").
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Il “ciclo” del sistema di gestione
della sicurezza
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PLAN partendo dall'analisi e valutazione dei rischi
correlati alle attività svolte, l'azienda definisce una
politica per la sicurezza e pianifica le azioni per
raggiungere gli obiettivi prefissati
DO consiste nell'attuazione e nel funzionamento delle
azioni pianificate secondo le tempistiche definite dalla
pianificazione
CHECK consiste nella verifica del raggiungimento degli
obiettivi prefissati e nell'apertura di azioni correttive in
risposta ad eventuali difformità rispetto a quanto stabilito
dalla pianificazione
ACT consiste nel riesame e nella riedizione della
politica della sicurezza e/o della pianificazione per
recepire gli obbiettivi raggiunti e le difficoltà incontrate
nei precedenti step.
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La gestione aziendale della prevenzione
attraverso il sistema di gestione sicurezza
Le fasi fondamentali del ciclo dinamico di un sistema di
gestione della sicurezza sono legate alle problematiche di
identificazione dei pericoli (hazard identifìcation) e
valutazione dei rischi (risk assessment), che nel loro
insieme costruiscono l'Analisi Iniziale della Sicurezza (initial
safety analyisis), la quale porta alla acquisizione delle
necessarie informazioni per la scelta delle più appropriate
misure di riduzione del rischio (risk reduction) e controllo
del rischio residuo (risk control), permettendo di realizzare
in questo modo la gestione aziendale della sicurezza.
L'Analisi Iniziale della Sicurezza è da intendersi come il
processo fondamentale per la pianificazione e gestione
aziendale della prevenzione. Essa risponde alla necessità
di valutazione dei rischi di cui agli artt. 17 e 28 del D.Lgs.
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La gestione aziendale della prevenzione
attraverso il sistema di gestione sicurezza
Politica della
Sicurezza
Identificazione
dei pericoli
Valutazione
dei rischi
Non conformità
Audit interni
Azioni correttive
e preventive
Riesame
Direzione
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Verifica
conformità
legislativa
Analisi
Iniziale
della
Sicurezza
Gestione
aziendale della
Prevenzione
Riduzione dei rischi
(obiettivi e programmi
di miglioramento)
Gestione
aziendale
dei rischi
Controllo dei rischi residui
(Formazione, Comunicazione, Controllo
Operativo, Emergenza, Sorveglianza)
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I capisaldi di un sistema di gestione
della salute e sicurezza
La volontà di attuazione di un sistema preventivo si manifesta
attraverso:
l’impegno al rispetto della legislazione;
l’impegno a considerare la SSL ed i relativi risultati come parte
integrante della gestione aziendale;
l’impegno al miglioramento continuo delle proprie prestazioni in
sicurezza;
l’impegno a fornire le risorse umane e strumentali necessarie;
l’impegno a far sì che i lavoratori siano sensibilizzati e formati
per svolgere i loro compiti in sicurezza e per assumere le loro
responsabilità in materia di SSL;
l’impegno al coinvolgimento ed alla consultazione dei
lavoratori, anche attraverso i loro rappresentanti per la
sicurezza;
l’impegno a definire e diffondere all’interno dell’azienda gli
obiettivi di SSL e i relativi programmi di attuazione.
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Fase di pianificazione
I requisiti chiave del processo di pianificazione da tener presenti
dovrebbero essere i seguenti:
definizione e graduazione degli obiettivi finalizzati al
mantenimento e/o al miglioramento del sistema;
determinazione dei criteri di valutazione idonei a dimostrare
l’effettivo raggiungimento degli obiettivi stessi;
predisposizione di un piano per il raggiungimento di ciascun
obiettivo contenente anche l’individuazione delle figure/strutture
coinvolte nella realizzazione del piano stesso e l’attribuzione dei
compiti e delle responsabilità relative;
definizione delle risorse necessarie, comprese quelle
economiche;
previsione delle modalità di verifica dell’effettivo ed efficace
raggiungimento degli obiettivi.
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Fase di pianificazione
I metodi utilizzati per pianificare il raggiungimento degli obiettivi
di sicurezza e salute sul lavoro dovrebbero essere gli stessi
utilizzati per pianificare il raggiungimento degli altri obiettivi
dell’azienda (per esempio: commerciali, tecnologici, opportunità
di mercato, costi aziendali, gestione del personale, ecc.).
Questa pianificazione dovrebbe tener conto:
• delle attività lavorative ordinarie e straordinarie, comprese le
situazioni di emergenza;
• delle attività di tutto il personale (inclusi lavoratori con contratto
atipico, fornitori, visitatori, ecc.), che ha accesso al luogo di
lavoro;
• delle strutture, dei luoghi, delle macchine/attrezzature, degli
impianti, delle sostanze utilizzate, sia proprie dell’azienda sia
fornite da terzi.
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Fase di attuazione ed
operatività
E’ la fase nella quale si origina e produce lo sforzo esecutivo
e si fissano le priorità operative.
In particolare in questa fase si definisce la struttura
organizzativa si assegnano le responsabilità alle figure chiave
della gestione aziendale della prevenzione; si individuano i
fabbisogni formativi e si definiscono i programmi di
formazione e sensibilizzazione per tutto il personale sia
interno sia in outsourcing, esposto ai rischi individuati nella
fase di pianificazione.
Tale fase gestisce le modalità di comunicazione
(informazione) sia interna che esterna dell’organizzazione e
prepara e controlla la documentazione che stabilisce le regole
del sistema dal punto di vista gestionale ed operativo.
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Definizione dei compiti e delle
responsabilità
Nella definizione dei compiti organizzativi e operativi della
direzione aziendale, dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori,
dovrebbero essere esplicitati e resi noti anche quelli relativi
alle attività di sicurezza di loro competenza nonché le
responsabilità connesse all’esercizio delle stesse, ed i compiti
di ispezione, verifica e sorveglianza in materia di SSL.
Inoltre dovrebbero essere documentate e rese note a tutti i
livelli aziendali le funzioni ed i compiti del Responsabile del
Servizio di Prevenzione e Protezione e degli eventuali addetti,
del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e degli
addetti alla gestione delle emergenze, nonché i compiti e le
responsabilità del Medico competente.
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Coinvolgimento del personale
L’efficace gestione della sicurezza aziendale richiede il
sostegno e l’impegno dei dipendenti. Le conoscenze e
l’esperienza dei lavoratori sono una risorsa necessaria al
congruo sviluppo del sistema di gestione.
L’azienda dovrebbe definire modalità adeguate per realizzare
il coinvolgimento dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti ed
in particolare per attuare:
• la consultazione preventiva in merito alla individuazione e
valutazione dei rischi ed alla definizione delle misure
preventive;
• riunioni periodiche da effettuarsi con frequenza e modalità
che tengano conto almeno delle richieste fissate dalla
legislazione vigente.
Altro ulteriore possibile mezzo di coinvolgimento può essere
la raccolta di osservazioni e commenti sulle misure preventive
adottate e sulle procedure ed i metodi di lavoro.
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Formazione ed addestramento
L’azienda dovrebbe definire e mantenere attive le modalità
per assicurare che il personale sia ad ogni livello
consapevole:
• dell’importanza della conformità delle proprie azioni rispetto
alla politica ed ai requisiti di prevenzione stabiliti;
• delle conseguenze che le loro attività hanno nei confronti
della sicurezza e salute aziendale;
• delle possibili conseguenze (ad es. a carattere normativo)
dovute ad un mancato rispetto delle regole.
Lo svolgimento di compiti che possono influenzare la
sicurezza e salute aziendale, dovrebbe richiedere adeguata
verifica di competenza del personale addetto.
La competenza è definita in termini di adeguata formazione,
addestramento e/o esperienza.
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Comunicazione e cooperazione
La circolazione delle informazioni all’interno dell’azienda è un
elemento fondamentale per garantire livelli adeguati di
consapevolezza ed impegno nella realizzazione di quanto
pianificato in tema di salute e sicurezza.
Maggiore è la condivisione delle informazioni e la partecipazione
attiva alla gestione del sistema, maggiore sarà la probabilità di
prevenire gli infortuni e le malattie correlate al lavoro.
Il processo di comunicazione ed informazione è essenziale per far
partecipare il personale e coinvolgerlo per il mantenimento di
standard congrui di salute e sicurezza.
Il coinvolgimento dei dipendenti e le attività di consultazione devono
essere documentate per dare evidenza della consapevolezza del
personale di quanto stabilito e pianificato.
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Strumenti dell’informazione
Esempi di possibili strumenti da utilizzare allo scopo di fornire
corrette informazioni ai lavoratori.
1. STRUMENTI
- Assemblea - Riunione - Comunicazioni faccia a faccia - Opuscolo
- Comunicazioni in busta paga - Comunicazioni in bacheca
- Manifesti - Depliant illustrativi - Segnaletica di sicurezza.
2. CONTENUTI
- Organizzazione aziendale della sicurezza
- Nominativi degli incaricati alla gestione dell’emergenza (addetti
alla prevenzione incendi e addetti al primo soccorso), del RSPP, del
RLS, del medico competente
- Rischi generali dell’azienda
- Rischi specifici dei reparti/mansioni.
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Progettazione delle attività formative
FINALITÀ DELL’ATTIVITA’ FORMATIVA:
- Avere una esatta conoscenza di tutti i rischi per la sicurezza e la
salute e dei possibili infortuni/danni collegati
- Avere una esatta conoscenza del funzionamento di macchine,
attrezzature e impianti e di tutto ciò che implica la propria mansione
- Eliminare o ridurre gli infortuni e le malattie professionali addebitabili
all’errore umano
- Rendere partecipi e responsabili i lavoratori della propria e altrui
sicurezza; ottenere il cambiamento dei comportamenti.
FINALITÀ:
Sapere: (Es.: conoscere cosa prevedono le norme in materia di
sicurezza e salute e le conseguenze)
Saper fare: (Es.: saper operare seguendo le procedure di sicurezza)
Saper essere: (Es.: essere fortemente motivati al lavoro “sicuro” per sé
e per gli altri)
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I contenuti della formazione
Sapere:
D.Lgs. 81-2008, diritti e doveri dei lavoratori; rischi ambientali,
rischi specifici, misure di prevenzione e protezione adottate;
pericoli legati all’uso di sostanze e preparati pericolosi;
procedure di primo soccorso, prevenzione incendi ed
evacuazione; nominativi e ruolo di RSPP, medico competente e
addetti alle emergenze.
Saper fare:
Procedure di sicurezza, utilizzo di dispositivi di protezione
(Esempio: esercitazioni pratiche, simulazioni, dimostrazioni,
addestramento on the job).
Saper essere:
Induzione di motivazione (Esempio: attraverso la promozione di
un sistema premiante).
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Programmazione della formazione
Quando formare?
Al momento dell’assunzione, al cambio di mansione, in
occasione di cambiamenti organizzativi (attrezzature, tecnologie,
macchinari, sostanze e preparati pericolosi) e comunque
periodicamente.
La durata degli interventi sarà commisurata alla complessità del
ciclo produttivo, alla gravità e quantità dei rischi ed al numero di
addetti.
Scelta delle metodologie didattiche
L’efficacia della formazione è molto legata alle metodologie
didattiche individuate. Sono da privilegiare tutte le metodologie
didattiche “attive” che prevedono il coinvolgimento diretto dei
partecipanti (lavori di gruppo, simulazioni, problem solving). Da
ridurre al minimo le lezioni frontali che lasciano passivo il
partecipante a fronte di conoscenze/nozioni che gli vengono
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trasferite.
Valutazione della formazione
Valutazione ex ante: verifica del livello di partenza dei
destinatari della formazione per tarare l’intervento e per poter
valutare i risultati conseguiti. Controllo dello stato aziendale di
infortuni, incidenti, comportamenti pericolosi.
Valutazione in itinere: monitoraggio del livello di
apprendimento con lo scopo di riadattare gli interventi.
Valutazione ex post: verifica finale al termine dell’attività
formativa e dopo un arco di tempo da definire. Si possono
prevedere verifiche sulla efficacia anche tramite analisi sulla
riduzione degli infortuni, incidenti, comportamenti pericolosi
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Valutazione dell’efficacia della
formazione
Sapere:
Es.: questionari di verifica dell’apprendimento. È inoltre utile
valutare: se i lavoratori pongono domande pertinenti in fase di
discussione e se portano esempi coerenti; se cambia il
linguaggio e il comportamento.
Saper fare:
Es.: osservazione del comportamento dei lavoratori (è
importante mantenere monitorati i comportamenti di chi impara,
correggendo i comportamenti scorretti e rinforzando –
riconoscimento – quelli corretti).
Saper essere:
Es.: questionari di valutazione della soddisfazione dei
partecipanti all’attività formativa.
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Controllo operativo
L’integrazione nei processi aziendali della tutela della salute
e sicurezza rappresenta il cuore di un sistema di gestione
della prevenzione nei luoghi di lavoro.
Occorre pertanto identificare quelle operazioni e attività che
sono associate con i rischi identificati e l’influenza che lo
svolgimento di tale attività ha sulle problematiche di sicurezza e
salute sul lavoro di tutti i processi correlati.
In conseguenza di ciò si dovrebbe:
• evidenziare le misure di prevenzione e protezione (compresi gli
aspetti organizzativi e relazionali);
• definire “chi fa che cosa” e stabilire procedure operative per la
gestione dei rischi identificati (es. modalità operative da adottare
in fase di avviamento, funzionamento normale e in caso di
situazione anomala; manutenzioni; modalità di comportamento)
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Fase delle verifiche ed azioni
correttive
È la fase che costituisce il quadro di sorveglianza delle
prestazioni per la sicurezza e misurazione dei risultati, di
registrazione e diagnosi dei problemi, di individuazione delle
azioni correttive per la rimozione delle cause, di ricerca dei modi
per imparare dagli errori e dai quasi incidenti e quindi di produrre
il miglioramento del sistema.
Un tipico esempio è la gestione degli infortuni, degli incidenti,
dei comportamenti pericolosi.
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Gestione degli infortuni, degli
incidenti e comportamenti pericolosi
Definizioni:
infortunio: incidente che produce un danno all’integrità
psicofisica di una persona;
incidente: evento casuale, inaspettato ed indesiderato che
può degradare una situazione ed in particolare provocare un
danno alle cose, impianti, attrezzature, macchine, ecc.;
comportamento pericoloso: azioni che possono esporre i
soggetti dell’azienda ad un rischio di infortunio.
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Infortuni
Ogni infortunio deve essere gestito secondo le seguenti fasi:
- attivazione della procedura di primo soccorso;
- attivazione della procedura per l’analisi e la registrazione
dell’evento.
Successivamente il report di infortunio viene analizzato dal
RSPP che provvede a definirne la gestione (azioni correttive
adottate e/o da adottare, responsabile dell’attuazione, tempi di
attuazione).
Gli infortuni vengono esaminati al momento dell’accadimento per
la gestione, ed al momento del riesame del sistema per
l’ulteriore analisi e verifica delle soluzioni adottate.
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Incidenti
In caso di incidente i lavoratori coinvolti, i presenti, i testimoni
riferiscono al capo reparto (preposto) le cause oggettive, i
comportamenti pericolosi, le possibili azioni correttive.
Si raccomanda la compilazione di un report dell’incidente.
Successivamente il report di incidente viene analizzato dal
RSPP che provvede a definirne la gestione (azioni correttive
adottate e/o da adottare, responsabile dell’attuazione, tempi di
attuazione).
Gli incidenti vengono esaminati al momento dell’accadimento
per la gestione, ed al momento del riesame del sistema per
l’ulteriore analisi e verifica delle soluzioni adottate.
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Comportamenti pericolosi
Ogni anomalia riscontrata nel luogo di lavoro deve essere
documentata a cura del capolinea/capo reparto/preposto in base
alla funzione individuata dal datore di lavoro.
Le azioni correttive/preventive/formative proposte in questi casi
sono approvate dalla direzione aziendale e/o dal datore di lavoro
e attuate a cura della funzione aziendale individuata.
L’attuazione delle azioni correttive è verificata durante il riesame
del sistema.
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Fase di riesame
Dopo la conclusione del ciclo di monitoraggio interno, il vertice
aziendale dovrebbe sottoporre a riesame le attività del sistema
di gestione della sicurezza per valutare se esso sia attuato
adeguatamente e si mantenga idoneo al conseguimento degli
obiettivi. Argomenti tipici del riesame possono essere:
• statistiche infortuni;
• risultati dei monitoraggi interni;
• azioni correttive intraprese;
• rapporti sulla identificazione dei pericoli e sulla valutazione e
controllo dei rischi.
In conclusione del riesame si dovrebbero stabilire nuovi obiettivi
e piani, nell’ottica del miglioramento progressivo.
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21--05
05--2013
Ing. Eugenio Nicoletti
Mail: [email protected]
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Modulo C-Sistemi di Gestione della Sicurezza [modalità compatibilità]