Numero 30 - Dicembre 2011 - Anno XII i is Mucci Notizie dalla scuola sulla scuola Via Craveri, 8 e Via Serra, 9 - Bra S i t o : w w w. v e l s o m u c c i . i t a cura del personale e degli studenti dell’istituto Il corso Ifts del Mucci: un successo crescente Editoriale o scorso mese di settembre, accanto ai normali corsi di istruzione, è stata avviata la terza annualità del corso IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) del “Mucci”. La nostra scuola è, infatti, capofila di un Polo, comprendente sia altre scuole sia altre istituzioni formative come l’Agenzia “APROBarolo” e l’Università di Scienze Gastronomiche sia imprese quali Eataly, preposto alla gestione di corsi di istruzione e formazione tecnica superiore aventi ad oggetto l’enogastronomia. Tali corsi sono riservati a neodiplomati, disoccupati o lavoratori che intendono acquisire competenze professionali ulteriori ed hanno come finalità quella di offrire a queste categorie di persone un percorsi formativo adeguato onde presentarsi sul mercato del lavoro con competenze di livello medio-alto ulteriori rispetto a quelle acquisite in precedenza. L’attività del Polo si svolge su base triennale con corsi aventi cadenza annuale. Quest’anno il “Mucci” ha organizzato, sempre sotto la direzione della Dirigente Margutta, il corso di “Tecnico superiore di ristorazione e valorizzazione dei prodotti territoriali e delle produzioni tipiche”, mirante a creare un’apposita figura professionale capace di adottare le più opportune strategie comunicative per promuovere e valorizzare le specificità enogastronomiche del territorio. Tali strategie implicano non solo la padronanza di specifiche tecniche di comunicazione ma anche la conoscenza dei prodotti tipici piemontesi sotto il profilo sensoriale, nutrizionale e culturale. L’offerta del corso IFTS ha avuto un riscontro eccellente nella potenziale utenza. Non solo si sono L avute 35 iscrizioni (5 in più rispetto agli anni precedenti) ma la frequenza continua delle lezioni coinvolge, di volta in volta, non meno di 20 corsisti (ai quali vanno aggiunti coloro che hanno deciso di frequentare le singole unità formative). Si tratta di un riscontro assai positivo ove si consideri che i corsi post-diploma come il nostro si caratterizzano per un elevato tasso di abbandoni. L’utenza del corso appare, peraltro, piuttosto varia, comprendendo giovani diplomati da non più di due anni, persone più mature in cerca di occupazione o che, pur lavorando, intendono arricchire il loro curriculum, nonché iscritti di cittadinanza extracomunitaria vogliosi di conseguire un titolo formativo riconosciuto in Italia. In generale gli iscritti al corso mirano a proporsi nel mercato del lavoro con un titolo che attesti il possesso di specifiche conoscenze e competenze in un settore chiave per l’economia dei nostri territori quali l’agriturismo. Il corso, della durata di 800 ore, comprende lo studio di diverse discipline che hanno interessato, riguardo la produzione enogastronomia locale, il profilo giuridico ed economico-aziendale, la cultura ed la sociologia del territorio, l’aspetto nutrizionale. Importanza viene, poi, riconosciuta allo studio delle lingue straniere, non solo inglese ma anche tedesco alla luce dei flussi turistici provenienti nei nostri territori dalla Germania. Sono, altresì, previste, per un totale di 300 ore, attività di stage presso aziende del settore, così come non mancano le visite presso aziende e manifestazioni del settore enogastronomico. Ivano Paola istruzione, grande bene immateriale e motore di rinnovamento Non mi stanco mai di sottolineare come la “questione educativa e della conoscenza dei saperi” sia prioritaria e quanto essa condizioni lo sviluppo economico, politico e sociale di un Paese. E’ La scuola infatti che progetta e realizza iniziative finalizzate, alla istruzione e alla formazione delle risorse umane che sono il vero patrimonio di una nazione. L'istruzione, grande bene immateriale e fonte indiscussa di rinnovamento, ricopre un ruolo che è diventato addirittura cruciale in un contesto in cui l'economia della conoscenza assume sempre maggiore importanza. Con tale breve premessa, però, questa volta non intendo esclusivamente esortare la scuola a ripensare e ad adeguare continuamente il proprio ruolo, ma intendo piuttosto rivolgermi agli studenti per spronarli allo studio. Voglio soprattutto ricordare loro che, fino a quando non decideranno di considerare che l’apprendimento si realizza solo in una ottica che prevede esercizio, autodisciplina e costanza nell’impegno, correranno il rischio di vanificare ogni processo intenzionale di insegnamento messo in atto da famiglie, scuola e istituzioni. Quindi dico ai miei studenti, cari ragazzi studiate! Perché “studiare” vuol dire: aspirare a qualcosa, impegnarsi in un progetto di vita, saper distinguere il giusto dall’errore e il vero dalla menzogna, vivere nel rispetto di se stessi e degli altri e, soprattutto, cercare di contribuire alla propria crescita e a quella della società. Vi lascio a queste riflessioni e concludo rivolgendo a tutti l’augurio di Buon Natale e di un Felice Anno Nuovo! Brunella Margutta L’ Open day, lo rifarei! L’isituto alberghiero apre le porte alle famiglie abato 3 dicembre 2011 si è svolto all’interno dell’istituto alberghiero “Velso Mucci” di Bra l’“Open day”, una giornata dedicata all’orientamento scolastico. Gli alunni dell’istituto hanno accolto le famiglie spiegando le attività che si svolgono all’interno della scuola. Le classi terze hanno preparato deliziosi spuntini mentre noi, aiutati dalla professoressa De Matteis, abbiamo accolto le famiglie in succursale facendo visitare l’aula computer e raccontando le attività scolastiche che svolgiamo quotidianamente. Alcuni ragazzi, invece, hanno trascorso il pomeriggio in aula computer realizzando la modulistica d’albergo sui programmi “Excel” e “Word” che venivano mostrati ai genitori in visita. Aiutare i ragazzi di terza è stata una bella esperienza, anche perché a gennaio toccherà a noi scegliere in quale settore proseguire i nostri studi: il settore di cucina, sala-bar e accoglienza turistica, Per questo anche noi avremo bisogno di un consiglio. Siete tutti invitati al prossimo “Open day” che si ripeterà domenica 15 gennaio 2012. Vi aspettiamo numerosi!! La classe 2H S iis 2 Il Ristorante Didattico dell’I.I.S “ V.Mucci protagonista a “JOB & ORIENTA” nella formazione e nell’impresa Un Cheese per tutti! tura d’impresa, intesa come innovazione didattica che potenzi la crescita culturale e professionale delle future generazioni. Grande interesse ha suscitato l’intervento di Maria del Pilar Vicente Yera, responsabile del Servizio Esclusione Sociale del Ministero della Sanità e Politica Sociale spagnolo che, a sostegno di quanto sostenuto, ha sottolineato come nel suo Paese la cultura d’impresa venga considerata un elemento di grande valenza formativa, nonché strumento d’inclusione sociale. Il seminario si è concluso con l’intervento della Dirigente dell’I.I.S. Velso Mucci di Bra, che è stato preso come modello a livello nazionale e ha dato impulso alla costituzione della Rete dei Ristoranti Didattici. La Dirigente prof.ssa Brunella Margutta nel suo intervento ha spiegato come sia stato lungo e complesso l’iter percorso dall’istituto per ottenere una regolare licenza commerciale idonea ad aprire il ristorante didattico al pubblico esterno e a vendere piatti d’asporto o altri prodotti di lavorazione. Sottolinea inoltre con soddisfazione come, a dieci anni dall’inizio di questa esperienza di grande valenza didattica, sia ora finalmente iniziata una fase che lo vede destinatario di importanti riconoscimenti. Infatti, dopo aver vinto il Gold 2008, è stato anche designato dal Ministero a rappresentare l’eccellenza degli istituti professionali del Piemonte agli Stati Generali dell’Istruzione Tecnica e Professionale che si terranno a Roma il 12 Gennaio 2012. La manifestazione si è conclusa con uno splendido pranzo di gala in cui gli studenti delle diverse Scuole hanno presentato le loro produzioni; gli ospiti, rappresentanti di Istituzioni pubbliche italiane e straniere, di aziende di produzione agroalimentare, vitivinicole e del settore della ristorazione. al 16 al 19 settembre 2011 la classe 4C ha partecipato alla manifestazione “Cheese” a Bra. Ogni due anni nel mese di settembre, viene allestita la manifestazione Cheese conosciuta in tutto il mondo. Diversi produttori provenienti da vari paesi espongono i loro formaggi negli stand dislocati nelle varie piazze e vie della città, ma non solo! Si può imparare la storia di produzione di nicchia salvate da Slow Food, si può fare una degustazione comparata di vini e formaggi, guidata da noti esperti del settore, e infine si può ammirare la splendida cittadina braidese e il suo territorio. È un evento che ha come scopo quello di far conoscere il prodotto ma soprattutto di far capire che dietro ad ogni formaggio c’è un mondo unico fatto di uomini, animali, tecniche di allevamento e di produzioni diverse da paese a paese. La nostra scuola ci ha dato l’opportunità di partecipare a questa manifestazione; siamo stati distribuiti in gruppi da due o tre persone in turni e orari differenti, nei vari punti d’informazione quali l’Ufficio Turistico, Piazza Roma, Piazza XX Settembre, oltre ferrovia, nei pressi dell’ospedale e infine salita degli Orti. Il nostro ruolo è stato quello di accogliere i turisti i quali ci riconoscevano grazie al badge e alla divisa formata da una camicia bianca e un pantalone nero. Ai turisti davamo informazioni e materiale quali cartine, depliant e opuscoli. Sono stati quattro giorni intensi e di duro lavoro poiché le strade di Bra erano affollate, ma allo stesso tempo è stata una grande occasione per promuovere la città. Vi sono stati diversi episodi particolari, ma allo stesso tempo di grande responsabilità, uno di questi si è verificato oltre ferrovia e ha visto come protagonista un bambino tedesco che si è presentato al nostro punto informazione perché si era perso e in lacrime ci ha chiesto di aiutarlo rintracciando i suoi genitori… fortuna che ricordava il loro numero di telefono a memoria!!! Per noi della 4^ C è stata un’esperienza gradita e educativa poiché ci ha dato l’opportunità di relazionarci e stare a contatto con turisti stranieri. Alle classi del triennio consigliamo vivamente di partecipare nei prossimi anni a quest’evento al fine di arricchire il proprio bagaglio di esperienze! La classe 4° C enerdì 25 novembre presso la Fiera di Verona, in occasione della manifestazione nazionale “JOB & ORIENTA”, si è svolto il Seminario sul tema “Ristoranti didattici: protagonisti nella formazione e nell’impresa”. L’evento, promosso dalla neonata Rete dei ristoranti Didattici (Ri.Di.) si è proposto tre obiettivi fondamentali: - presentare ufficialmente l’esperienza dei Ristoranti Didattici ai rappresentanti del mondo delle Istituzioni, del mondo imprenditoriale del settore e del mondo della informazione e della stampa; - creare una occasione di incontro e confronto tra allievi, docenti e dirigenti di Scuole di Ristorazione a livello nazionale - rendere protagonisti gli studenti tramite un Pranzo di Gala, all’interno di Job&Orienta, con degustazioni gastronomiche preparate dagli allievi delle Scuole aderenti alla Rete dei Ristoranti Didattici. Il seminario, tenuto nella Sala Respighi della Fiera di Verona, ha voluto fare il punto sull’esperienza sviluppata dalle Scuole che hanno avviato il progetto del Ristorante Didattico. Il dibattito è stato moderato da Giuliano Ramazzina giornalista del Resto del Carlino. Il seminario si è aperto con una attenta e puntuale analisi del sistema di formazione e istruzione europeo nell’ambito dell’enogastronomia, da cui è emerso come questa esperienza sia fortemente favorita e incoraggiata negli altri stati europei e si è convenuto che è necessario richiedere alle Istituzioni di intervenire a sostegno dei Ristoranti Didattici con interventi specifici sia di natura normativa sia di natura fiscale per sviluppare nelle scuole la cul- V Che bello far pratica n questa fase dell’anno scolastico, durante le ore di accoglienza turistica, noi alunni della classe 2^ F ci rechiamo in sede nella reception della scuola per fare pratica al centralino. Indossiamo, una divisa, rispondiamo alle chiamate esterne e interne che arrivano, portiamo i diari nelle classi e diamo le informazioni alle persone. Riteniamo che questa attività sia molto utile per mettere in pratica ciò che è stato spiegato in classe, durante le lezioni precedenti, infatti, abbiamo imparato l’importanza e le regole della comunicazione con il pubblico, sia di persona che per telefono e quali termini e parole utilizzare per una buona riuscita della comunicazione stessa. All’inizio I alcuni di noi hanno sentito imbarazzo per paura di sbagliare, ma poi piano piano ci siamo sciolti e abbiamo imparato a restare più tranquilli e a non farci prendere dall’ansia. Valentina all’inizio ci è sembrata abbastanza tranquilla, però nel momento in cui le hanno chiesto qualcosa di cui non era a conoscenza si è agitata e ha passato la telefonata alla signora Patrizia. Edoardo se l’è cavata abbastanza bene, ha ricevuto una chiamata dal Tour Operator di Torino, il quale sembrava molto soddisfatto della tecnica adottata, infatti ha ricevuto i complimenti dalla professoressa. Questa prima esperienza ci è sembrata molto interessante e informativa. Speriamo tutti di poter fare abbastanza pratica e di imparare il più possibile una buona tecnica di comunicazione. Ringraziamo la nostra prof. Per averci dato questa possibilità ed anche la signora Patrizia per averci messo a disposizione il suo tempo e il suo piccolo spazio. La classe 2^ F D iis 3 Studenti vincono viaggio premio aria Chiara Bordone della terza E e Olivero Monica della terza G sono risutlate tra i vincitori della ventiquattresima edizione del concorso scolastico europeo “Famiglie, fondamento della società in Europa e nel mondo”. Il progetto, seguito dai professori Della Giulia, Lerda e Orecchioni del nostro Istituto “Mucci”, è organizzato dal “Movimento per la vita italiano e dalle forum delle associazioni familiari”. Le due ragazze sono andate in viaggio premio nelle città di Urbino, Recanati, Loreto e San marino, dal 24 al 26 settembre. Altri due studenti del nostro Istituto, Elisabetta Parisse della quarta F e Manuel Francica della quarta G, sono andati invece in viaggio premio a Strasburgo, con visita e simulazione di una seduta parlamentare al Parlamento europeo, dal 25 al 28 ottobre. M Facebook acebook è un social network, si utilizza per tenersi in contatto con persone lontane e che non riescono a vedersi per vari motivi. Ora, invece, Facebook sta diventando un passatempo, un’abitudine,quasi una necessità... Forse anche una dipendenza! Ci sono lati negativi e positivi. Facebook ha cambiato le giornate di molte persone, non si ha più il piacere di uscire di casa per incontrare amici, conoscenti e nuove persone. Si preferisce stare seduti comodamente davanti alla propria scrivania e schiacciare dei tasti per comunicare con altre persone; ma non è piacevole come una vera conversazione. Ci sono anche vari rischi... Ad esempio la conoscenza di persone non molto gradevoli che ti possono infastidire e farti cadere nelle loro trappole. Ma esistono anche lati positivi, come parlare più facilmente con amici e parenti lontani relazionarsi con coetanei. Ovviamente ognuno la pensa a modo proprio! 3D Il Mucci a Verona n occasione del ‘’Job&orienta’’ il nostro istituto ha rappresentato il Piemonte dal 24 al 26 novembre 2011 a Verona. Si è tenuta la 21a mostra nazionale ‘’Job&orienta’’. Questo convegno di orientamento scuola – lavoro ha come obiettivo la promozione di progetti e iniziative attraverso il contatto diretto con il pubblico. Quest’anno anche il nostro istituto, con quelli albese “Apro” e l’”I.I.S N. Bobbio” hanno partecipato, portando alcune specialita’ piemontesi. Grazie alla presenza di una decina di altre scuole provenienti da tutta Italia, e’ stata possibile la formazione di un pranzo completo dall’antipasto al dolce, del quale noi ce ne siamo occupati. I dolci preparati dagli alunni Gerbaldo Anna, Barisone Paolo e Piras Alberto seguiti dal Prof. Tallone Marco sono stati molto apprezzati tra cui, il ‘’mini Monte bianco’’, I gianduiotti e il timballo di pere martine cotte nel vino. Noi ci siamo occupate della presentazione e del servizio di questi dolci, seguite dal Prof. Miranda Paolo. Da non dimenticare l’abbinamento tra questi dolci e i vini scelti dall’istituto di Carignano, e la torta di nocciole abbinata allo zabajone dell’Apro. Ad accompagnarci, oltre ai prof. citati, è stata la preside Margutta Brunella e Franco Zanet, direttore della scuola di Carignano, nonchè il prof. Ivano Paola. Questa giornata ci ha permesso un importante confronto con scuole alberghiere di tutta Italia, non solo piemontesi. Bertola Linda, Montà Anna, Filipov Ana I Uscita a Torino con la classe 5 G ercoledì 23 novembre siamo partiti verso le due per andare alla stazione di Bra. Siamo saliti sul treno, mi sono seduta vicino a Morena. Non avevo chiuso bene la bottiglia d’ acqua e la borsetta si è bagnata tutta; i compagni si sono messi a ridere perché hanno visto la borsetta mentre si asciugava appesa al finestrino. Siamo scesi dal treno e abbiamo raggiunto a piedi il museo di Lombroso. Per prima cosa abbiamo visto il muso della frutta: c’erano tutti i frutti fatti di porcellana. La guida che ci ha spiegato che Lombroso era uno scienziato che raccoglieva i teschi perchè pesava che i delinquenti avevano la testa diversa dagli altri. Al museo del corpo umano c’erano le parti del corpo umano. Le cose che mi hanno colpito di più sono state: il cuore, la mano, il feto. Dopo il museo siamo usciti per ritornare alla stazione, siamo saliti sul treno e io sono scesa alla fermata di Sommaria del Bosco. L’uscita mi è piaciuta molto. Catalina Miclaus, cl. 5°G M Cesare Lombroso: Ci che si nasconde dietro a un crimine esare Lombroso fu professore di medicina legale e visse nell’800; fece del suo lavoro una passione, studiando come le caratteristiche fisionomiche cambino in presenza di un delinquente. I frutti dei suoi studi sono stati raccolti, dando così vita all’unico museo dell’antropologia criminale, esistente al mondo. Come introduzione ci sono immagini di degenti di ospedali psichiatrici come il ‘Cottolengo’, perché anche le persone disturbate mentalmente erano oggetto di studi. Continuando il percorso, vediamo lo scheletro dello stesso Lombroso e una numerosa seria di calotte craniche selezionate e studiate da quest’ultimo. L’esposizione non è semplicemente una raccolta di teschi, ma un filo conduttore che lega fra loro più aspetti riguardanti i criminali. Una teca contiene visi di malviventi che conservano gli originali bulbi piliferi e di cui è specificato il reato; sul lato opposto sono esposti i corpi del reato, da oggetti di uso comune come una morsa, a pugnali nascosti come finti crocifissi che furono usati dalla banda piemontese, i finti monaci. Altre sale ospitano lavori dei degenti e carcerati, che per passare il tempo, scolpivano mobili, modellavano piccole statue di mollica di pane o di creta cruda; una serie di orci ricopre gran parte di una parete, interamente incisi con nomi, numeri e immagini. L’interessante percorso termina con la ricreazione dello studio di Cesare Lombroso che fa da cornice alle sue parole. Questo studioso sviluppò la teoria dell’atavismo, secondo la quale nelle menti estroverse come quelle dei ricoverati o dei delinquenti, vi è il ritorno a una condizione primitiva, inoltre era a favore della pena di morte poiché per un malvivente, il carcere sarebbe stato solamente una tortura. Dopo la sua morte nel 1912, il suo posto venne occupato dal suo collaboratore e genero, Mario Carrara. La visita a questo museo fa ragionare su temi come quello dell’antropologia criminale su cui forse, raramente, capita di riflettere. Luisa Basoletto C IL CORRIERE Visita a Cesare Lombroso e Francesco Garrier Valletti ercoledì 4 Novembre 2001, le classi 3ab e 4ab hanno visitato il museo Lombroso e il muso della frutta a Torino,che si trova in Via Pietro Giuria. Abbiamo preso il treno da Bra alle 14:30 circa e alle 16:00 abbiamo iniziato la visita con la guida. Quest’esperienza è stata molto interessante. Cesare Lombroso è nato a Verona il 6 Novembre 1835, sceglie di seguire gli studi della facoltà di medicina; è stato un medico antropologico ed è considerato il padre della moderna criminologia. Lavorò per vent’anni nel carcere di Torino dove raccolse una quantità di vasi, brocche per l’acqua, e molti lavori fatti a mano di persone malate di mente. Il museo è stato fondato nel 1876. All’interno troviamo volti in cera, crani imani, fotografie di criminali, armi e pugnali. In un corridoio c’è un’esposizione l’abito ai Versino, che pesa 43 kg e veniva indossato estate e inverno. Lombroso M morì nel 1909 e fece consegnare la sua salma a questo muso, dopo che suo genero, che era diventato il suo assistente gli fece un’autopsia proprio come lui aveva sempre fatto con i corpi che gli venivano affidati. Nel palazzo dove è ospitato Lombroso, sono stati allestiti 3 musei. Tra cui anche il museo della frutta che presenta l collezione di mille e più frutti artificiali ceramici a fine ‘800 da Francesco Garnice Valletti. Il cuore, centro del museo è la collezione pomeologica costituita da centinaia di varietà di mele, pesche, pere, susine, uva e albicocche. Essi offrivano l’opportunità di conoscere la vita, l’opera di Valletti geniale ed eccentrica figura di artigiano, artista e scienziato. Alle 18:10 circa abbiamo ripreso il treno per tornare a casa. Questo è stato molto istruttivo per tutta la classe perché abbiamo potuto apprendere. C.B. iis 4 Uno stage senza paragoni a scorsa estate ho scelto di passare il periodo di stage presso il fotografo Tino Gerbaldo, data la mia passione per la fotografia; questo stage ha superato qualsiasi mia aspettativa. Sapevo che si trattava di un fotografo molto importante ma non sapevo cosa mi avrebbe aspettato. Prima di iniziare l’esperienza ero positivamente ansioso; cercavo di immaginare cosa mi avrebbe fatto fare, come fosse il suo studio. Ero curioso di vedere la sua strumentazione, di vedere come lavora un vero professionista. Mi presentai il primo giorno alle 8, davanti al suo negozio. Mi fece salire in auto per andare alla Miroglio Fashion di Alba. All'entrata dell’azienda ritirò un badge che mi avrebbe permesso di entrare, poiché ci saremmo tornati molte altre volte. L In questa occasione, come praticamente ogni giorno, ho avuto modo di vedere nuovi luoghi, realtà che prima mi erano sconosciute. Ogni mattina ero felice di alzarmi per andare da Tino. Partivamo con la sua macchina ascoltando Rock e andavamo sempre in posti nuovi. Si fotografava ovunque: in castelli, residenze, presentazioni e sfilate di moda, aziende di qualsiasi genere. Tino si occupa di foto pubblicitarie e in questa maniera ho potuto ammirare da vicino quel mondo, conoscendo persone che si occupano di grafica e pubblicità, vedendo il loro modo di lavorare e i loro tempi. Nel periodo dello stage spesso facevamo degli scatti anche in studio: still-life (oggetti), oppure moda. La maggior parte dei servizi erano eseguiti con modelle e… la cosa non era niente male. Penso che ci siano cose che non si possano studiare sui libri, e questo l'ho capito dopo aver visto un professionista che Alternanza scuola-lavoro: esperienza di stage “natalizio” nel corso aziendale nche quest’anno, durante il periodo natalizio, la nostra classe 5^B del corso aziendale, parteciperà ad uno stage presso il Parco Commerciale Montello-Atlante di Roreto di Cherasco. L’esperienza fa parte del percorso di alternanza scuola – lavoro organizzato secondo il modello di simulazione d’impresa nell’ambito del progetto IFS. IFS è la sigla di Impresa Formativa Simulata e indica un’azienda virtuale animata da studenti che svolgono attività di mercato in rete (www.ifsnetwork.it), con il tutoraggio di un’azienda reale che costituisce il modello di riferimento per ogni fase del ciclo di vita aziendale. Da molti anni la ditta Montello- Atlante costituisce una delle nostre aziende tutor, consolidando la nostra esperienza di simulazione e favorendone lo sviluppo. Lo stage ci impegnerà, secondo turni prestabiliti, in tutti i week-end di dicembre e tutti i pomeriggi, a partire da lunedì 28 novembre fino a Natale. Il lavoro consiste sostanzialmente nel confezionare pacchi regalo all’uscita delle casse per i clienti che vorranno usufruire di questo servizio oltre che supportare il personale all’interno dei punti vendita. Serietà, professionalità, ma soprattutto gentilezza, cortesia e …. pazienza i requisiti richiesti. Lo stage ci consentirà di conseguire i seguenti obiettivi: • conoscere il settore economico- produttivo in cui opera A l’azienda al fine di poter operare in impresa formativa simulata; • acquisire alcune importanti competenze trasversali: - usare espressioni linguistiche adeguate allo scopo comunicativo; - collaborare e relazionarsi con il pubblico e i colleghi; - rispettare gli orari e i tempi di lavoro; - lavorare in modo autonomo; - assumere responsabilità; - operare in gruppo e mostrare spirito di iniziativa. Quest’anno, inoltre, avremo l’opportunità di lavorare a fianco dei volontari impegnati nell’Associazione “SOS Bra chiama Bra”. L’Associazione mira a sostenere le famiglie braidesi colpite dalla crisi attraverso l’aiuto dei concittadini. Quello che intendono realizzare è una specie di “pronto intervento” verso i deboli. Sarà cura dell’Associazione pagare le bollette dell’Enel, dell’acquedotto e il canone d’affitto alle famiglie ritenute bisognose di aiuto. Così, lavorando insieme, avremo l’opportunità di conoscerci e di comprendere meglio il contesto socio economico del nostro territorio. Condivideremo con loro la nostra esperienza di stage che si prospetta piuttosto impegnativa, ma sicuramente utile, interessante e, speriamo, anche divertente. Gli allievi della classe 5^ B Governo tecnico l Governo Tecnico si contraddistingue dal Governo in senso tradizionale per ‘aggettivo “Tecnico”; un’ analisi etimologica del termine indica “conforme all’arte” e quindi esperienza (Governo esperto). In questo caso i politici e la politica si fanno da parte e i ministri sono tecnici cioè esperti e funzionari non eletti in Parlamento e quindi fuori dalla politica attiva. E’ una forma straordinaria di governo a cui si fa ricorso in caso di necessità ed urgenza del paese con funzione transitoria e non permanente. In questi ultimi giorni si sono susseguiti eventi eccezionali che hanno provocato l’uscita di scena di Silvio Berlusconi e del suo governo (dopo 17 anni) a favore di un nuovo capo del consiglio e di esperti nel ruolo di ministri; non si è verificata una rivoluzione parlamentare, che avverrebbe solo nel caso di nuove elezioni, ma semplicemente un trasferimento di funzioni dai precedenti membri del consiglio dei ministri ai nuovi “tecnici”. Il Presidente della Repubblica ha il compito di scegliere il nuovo presidente del consiglio solo dopo avere effettuato un giro di consultazioni nei confronti di soggetti istituzionali, tra cui i presidenti delle camere e i presidenti dei gruppi parlamentari, ognuno dei quali dichiara la propria disponibilità ad appoggiare i diversi candidati alla presidenza. Per essere valida e operativa la permanenza del governo tecnico è necessaria la fiducia del Parlamento che se per qualsiasi motivo dovesse cessare si aprirebbe una nuova fase di crisi parlamentare. Il nuovo Presidente de Consiglio è il professore Mario Monti; ha ottenuto la fiducia di quasi tutti i gruppi parlamentari, solo dai leghisti è arrivato un “no” deciso. Non mancano le critiche, nei confronti di questa operazione, accusata di non essere democratica perchè non rispetta la volontà dei cittadini. Farei notare ai contrari che nella Costituzione viene sancito che i cittadini sono chiamati ad eleggere i propri rappresentanti al Parlamento non al Governo. Recita l’art.92 Cost.” il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del consiglio e, su proposta di questo, i ministri”; questo non è in contrasto con quanto avvenuto in questi giorni, anche se siamo tutti d’accordo che la procedura utilizzata è inusuale. Questo è un Governo nato per far fronte alle particolari condizioni economiche che viviamo in questi giorni e di evitare di cadere nel baratro del fallimento dello Stato. Martino Belligero I ogni giorno lavora dando sempre il meglio di sé. Lavorare insieme a Tino è sempre stato piacevole. Riuscivo a tornare a casa tutte le volte con la sensazione di essere cresciuto, di avere imparato qualcosa in più, di aver passato un’altra giornata indimenticabile. Lo stage si è concluso con un servizio a Milano. alla prima giornata della “Settimana della moda”. Qui ho incontrato Elena Mirò. Fantastico, c'erano tantissimi fotografi, giornalisti, la televisione e ovviamente moltissime modelle e tantissime persone ad assistere, tutte con il biglietto d’invito. Io, invece, avevo il pass del bakstage e facevo parte della troupe lavorativa. Ho scattato alcune foto anch’io, (di solito io facevo solo l'assistente). Dopo questa esperienza, che si è conclusa quando era già iniziata la scuola, sono tornato alla routine di tutti i giorni, alle lezioni, alle interrogazioni, ai banchi di scuola che contrastano parecchio col ricordo di tutte quelle fantastiche giornate. Marco Basso 5°A Stages Francia-Italia iamo all’ultimo dei tre anni del secondo Interreg che ha distribuito un ricco arsenale di esperienze ad allievi e professori di scuole professionali delle due regioni transfrontaliere Piemonte e Provenza. Lo scopo di questo Progetto europeo è di sollecitare il confronto tra culture, consuetudini, professionalità, coinvolgendo soprattutto gli allievi delle scuole e portandoli a contatto con realtà diverse dalle proprie, non sempre strepitose, ma sicuramente altre! Per questo vi vogliamo raccontare gli stages dei nostri ragazzi in Francia, avvenuti al mese di settembre-ottobre e quelli dei francesi in Italia, in corso tuttora. Quattro nostri allievi : Baralis Davide (5 G), Basoletto Laura (4 G), Mandrile Marcella (4 F), Toso Alessia (4 E) sono partiti per il Var, un dipartimento della PACA (Provence-Alpes-Côte d’Azur) per il loro stage di 5 settimane presso la Bastide du Calalou a Moissac-Bellevue, una località di nicchia, per turisti naturalistici, vicino alle Gorges du Verdon. La Bastide era stata ricreata dai proprietari in perfetto stile provenzale, ma con tutti gli agi per una clientela già di un certo livello: sala da pranzo interna, atrio con ampi tappeti, sala in “terrasse” per l’estate, campo da tennis, piscina, giardini per la conversazione. I nostri allievi sono stati ospitati in una “petite maison”, di stile indubbiamente molto più rustico, al fondo del parco della proprietà. L’esperienza lavorativa è stata arricchente, quella umana significativa. Pur tra difficoltà alla partenza si lasciano degli amici… Stiamo lavorando per esporre presto una galleria fotografica nei corridoi della scuola. Ora è il turno dei francesi da noi. L’azienda che li accoglie è Palazzo Righini a Fossano, sita in un palazzo antico perfettamente ristrutturato, con chiesa annessa per conferenze, camere con soffitti a cassettoni e ristorante in locali interrati con volta a botte, gestito dallo chef … Ghigo. Indubbiamente i ragazzi francesi sono stati meravigliati nel trovarsi alloggiati in camere non ancora utilizzate dalla clientela, in quanto prossime all’apertura (10 dicembre). Il loro italiano è alquanto modesto, non essendo oggetto di studio a scuola, se non marginalmente. Anche loro staranno scoprendo un nuovo mondo. A loro, come ai nostri, l’augurio migliore: la sorte premia i coraggiosi! Elena Vallerotto S iis 5 Inalpi unedì 28 novembre 2011 noi studenti delle classi 4 E, 4F e 4G dell’I.I.S. “V. Mucci” di Bra ci siamo recate a visitare l’azienda Inalpi di Moretta, che negli ultimi anni ha stretto sinergie con i fornitori del latte, tutti allevatori piemontesi, rigorosamente selezionati, per offrire al mercato prodotti, quali fettine di formaggio fuso, formaggini, panna, a base di latte piemontese certificato, nel rispetto assoluto della sicurezza alimentare garantita da una filiera corta interamente controllata. L’azienda ha investito in ricerca e sperimentazione realizzando l’importante investimento della torre di sprayatura, unico impianto di polverizzazione del latte in Italia, alto 28 metri, in funzione dal 2010, che permette di ottenere un prodotto di elevata qualità e garantito dalla completa tracciabilità. La tecnica utilizzata, come illustrato da chi ha guidato noi studenti durante la visita, utilizza la tecnologia “Spray Dryer”, ossia di evaporazione ed essiccazione per atomizzazione. In 12 mesi 180 milioni di litri di latte fresco piemontese vengono trasformati in 18 mila tonnellate di polvere. Ogni giorno, dallo scorso anno, all’Inalpi giungono in media 20 Tir che trasportano latte crudo e ne escono 2 carichi di polvere scremata. L’azienda ha stipulato un importante con la multinazionale Ferrero di Alba che ne acquista il 95% per la sua produzione dolciaria. Importanti sono stati anche gli investimenti in misure di sicurezza e di igiene realizzati dallo stabilimento di Moretta, per assicurare prodotti di altissima qualità; l’azienda è l’unica realtà imprenditoriale del settore ad utilizzare latte fresco, che ha al massimo 48 ore. Si è trattato di un coinvolgente “viaggio” formativo alla scoperta di tecniche di lavorazione della materia prima e del suo innovativo processo di trasformazione in polvere, con la possibilità di entrare nei reparti di produzione, con impianti in parte funzionanti, che ci ha permesso di osservare e di renderci conto della complessità e dell’importanza del sistema organizzativo in azienda. A cura delle classi quarte E-F-Gindirizzo alberghiero L Stage in Francia settembre siamo partiti per uno stage in Francia. Inizialmente la destinazione era St. Tropez, ma per vari motivi ci siamo recati a Moissac Bellevue presso l'hotel "Bastide du Calalou". Le nostre mansioni riguardavano le attività di sala, di cucina e del bar all'interno dell'albergo. L'impatto con il posto e con l'attività lavorativa è stato difficoltoso, ma con il passare dei giorni e grazie anche alla conoscenza di diversi stagisti francesi A Che disastro In questo periodo in Italia sono avvenuti disastri naturali dovuti alla noncuranza dell’uomo nei confronti dell’ambiente. Alluvioni a Genova e nel sud hanno causato numerose distruzioni di abitazioni e territori abitati, con il triste bilancio di numerose vittime. Tutto questo si poteva evitare, con misure protezionistiche più oculate da parte dei sindaci dei relativi comuni. Lo confermano i cittadini coinvolti dai disastri. Noi ragazzi di prima E abbiamo fatto una riflessione su queste calamità naturali che si sono abbattute improvvisamente sul nostro paese. Pensiamo che la natura si sia ribellata per far capire all’uomo che bisogna costruire edifici considerando quello che è il territorio, e rispettarne la geologia. Auguriamo a tutti i cittadini colpiti dalle alluvioni di farsi coraggio per ricostruire la propria vita…ma questa volta con mattoni più stabili. Benedetta Di Galbo – Lorenzo Cherubini 1E I che hanno condiviso con noi quest'esperienza, siamo riusciti ad ambientarci. Nonostante tutto è stata un'esperienza positiva, grazie alla quale abbiamo approfondito le nostre conoscenze sulla lingua francese, sui metodi del servizio in sala, sulla preparazione dei loro piatti tipici e sulle loro abitudini alimentari. Abbiamo inoltre visitato luoghi bellissimi della Costa Azzurra e della Provenza e siamo tornati a casa soddisfatti di noi stessi e della nostra esperienza. Alessia Toso 4E - Marcella Mandrile 4F Luisa Basoletto 4G - Davide Baralis 5G Genova ancora sotto shock! La “capitale” ligure ancora devastata dal maltempo Genova ancora si scava tra le macerie umide della città per far tornare tutto alla normalità anche se, come detto dai cittadini, nessuno può e nessuno deve dimenticare l’accaduto. Nel primo pomeriggio del 4 novembre si poteva presagire il peggio, nelle strade urbane serpeggiavano fiumi di fanghiglia. La protezione civile, i vigili del fuoco, i Carabinieri e la cittadina stessa hanno cercato di arginare i danni, nonostante i loro sforzi sei persone hanno perso la vita, dopo essere state inghiottite dal fiume fangoso; tra le vittime anche due bambini. Solo in seguito le scuole sono state chiuse, anche se si è elevato un grido di disprezzo per il sindaco Marta Vincenzi che, a detta del popolo, poteva anticipare la chiusura. Tra i molteplici danni dovuti all’inondazione, ne hanno risentito maggiormente le ferrovie statali e strade stesse; un camion è stato letteralmente inghiottito dall’asfalto, fortunatamente l’autista ne è uscito incolume. Il primo cittadino ha parlato “a denti stretti” dando la colpa alle vittime della loro morte, il tutto contornato dal pianto dei cittadini e del sindaco stesso. Già nel primo dopo guerra nel ’45 Genova ha combattuto con l’alluvione, in seguito anche degli anni ’51, ’53, ’70, ’77, ’92, ’93 e infine nel 2010. Tutti hanno riscontrato il problema nel frenetico restringimento del fiume tramite la cementificazione. Forse è ora di rimediare ai danni fatti? Marco Gallo, cl. 5°G ... piu’ veloce della luce!!! A i tratta del NEUTRINO, non di Superman, cosa pensavate…? E’ questa particella, un milione di volte più piccola dell’ elettrone ( ma vi rendete conto? l’elettrone è già così piccolo che nessuno si ricorda mai della sua massa… pari a 0,0000000000000000000000000009 grammi!!!) che ha osato arrivare al rilevatore del Gran Sasso prima della luce nell’ esperimento fatto dal CERN di Ginevra lo scorso settembre! Che coraggio! Sfidare la luce, sfidare Einstein e la sua teoria della relatività! Capovolgere le leggi della Fisica … Per il momento si attendono i risultati di altri esperimenti perché altrimenti ci toccherebbe affermare che il dopo viene prima di adesso, che l’effetto viene prima della causa … si, qualche volta ci farebbe comodo, viaggiare nel tempo è uno dei sogni dell’uomo per rivivere momenti magici, correggere i propri sbagli, incontrare persone che non ci sono più! Ma per ora non illudiamoci… ci sono scienziati che ipotizzano che il neutrino sia molto “furbo” e abbia preso una scorciatoia: è la teoria delle stringhe che prevede l’esistenza di una dimensione extra al di fuori dello spazio- tempo… quella in cui tanti alunni vorrebbero infilarsi al posto dell’ interrogazione…e sparire… vero, ragazzi? Paola Brugiafreddo S iis 6 Intervista a Marco Gobetti iovedì 17 l’aula Magna del nostro istituto ha ospitato il giovane attore Marco Gobetti di Torino che ha tenuto una lezione recitata su Leone Ginzburg. - Come nasce la tua idea di questo progetto per gli studenti? La lezione recitata, intende trasmettere a un pubblico giovane la passione sia per la grande storia sia per il ruolo che in essa hanno avuto i singoli percorsi biografici. Vite contraddistinte dalla capacità di “scegliere” da che parte schierarsi in un momento difficile della storia italiana, nel segno di un forte senso della responsabilità individuale, ma anche dalla capacità di comprendere le ragioni degli altri senza retorica. Ogni lezione è stata scritta da uno storico e dura 50 minuti. - Qual è il tuo obiettivo? Restituire i tratti più importanti della vita e del pensiero di figure del 900, cercando di mettere evidenza sia i legami con l’epoca in cui agirono, sia il significato e il valore delle loro azioni ed idee per la comprensione critica del nostro presente. Il loro tratto comune é rappresentato da una “giovinezza” eccezionale, sia per il contesto in cui hanno operato sia per la loro intelligenza e volontà di incidere sulla realtà. Sono uomini e donne che nei primi 30 anni della loro vita hanno conosciuto prove durissime e al contempo sono riusciti a vivere intensamente e pienamente gli altri aspetti della loro esistenza: gli studi, le amicizie, gli amori. Alcuni sono purtroppo morti troppo giovani, altri hanno avuto una lunga vita e proprio negli anni della loro vecchiaia hanno contribuito con passione e raffinatezza intellettuale a tenere viva la memoria del passato. Sono un attore che ama la Storia e ne parlo anche utilizzando gli strumenti fondamentali del mio mestiere: corpo, voce, interpretazione. L’obiettivo, lungi dal delegittimare o sostituire gli insegnanti, è quello di valorizzare ed evidenziare la parte più sana della scuola: quella fatta sia da docenti che considerano come incontro e scambio il loro rapporto con gli studenti (portando così la vita negli edifici scolastici); sia da studenti che mirando all’autodeterminazione della propria libertà, sperimentano l’acquisizione di una cultura che non prescinda dalla vita e dagli incontri che la costellano. Lo scopo è quello di incoraggiare o semplicemente arricchire una didattica vitalista e di diffondere la cultura teatrale mostrandone l’aspetto più naturalmente contemporaneo: il mestiere degli attori. Questo, estrapolato dal suo contesto abituale, rinforza il suo carattere sociale ed artigianale promuovendo il dialogo e dello scambio culturale fra i cittadini. - Perché hai scelto Ginsburg? Ginsburg è tra quegli intellettuali del dopoguerra che talvolta vengono dimenticati. Collabora al programma europeista avanzato da Piero Godetti “Il Baretti” con l’intento costruttivo e polemico di trasferire il discorso politico sul piano letterario, affidando ad esso le residue possibilità di condurre un’azione di resistenza nei confronti del regime e di rieducazione a quei valori delle libertà democratiche che venivano brutalmente calpestati. La ragione a cui la rivista si richiamava è quella che ha le sue radici nella volontà di riforme ideologiche oserei dire illuministiche e nello spirito critico contro ogni forma di chiusura e di dogmatismo. Ne consegue l’ampiezza delle coordinate europee entro cui si colloca l’azione della rivista, da opporre al nazionalismo fascista G e al provincialismo in cui si rischiava di arenarsi la cultura italiana. Al fianco go Ginsbuorg vanno ricordati altri illustri nomi come Carlo Levi, Massimo Mila, Eugenio Montale, Augusto Monti... Celebri nomi che fecero della penna un’arma di propaganda letteraria antifascista. - In breve il tuo curriculum? Sono un attore che ha fatto di tutto nella vita ma con la vocazione di recitare. Dopo gli studi classici ho frequentato la scuola di teatro “Tofano” e poi varie esperienze in radio, ho scritto dei testi teatrali, partecipazioni cinematografiche, ma soprattutto teatro. L’ultima idea spettacolare è la performance METAMORFOSI SU STRADA. Incontro culturale al Velso Mucci di Bra Marco Gobetti incontra i giovani iovedì 17 novembre 2011 l’attore contemporaneo Marco Gobetti, ha presentato in modo coinvolgente una lettura su uno dei pilastri dell’antifascismo, Leone Ginzburg. L’incontro si è tenuto presso l’aula magna dell’istituto con alcune classi dell’alberghiero e del grafico pubblicitario. I ragazzi, spronati dal carisma dell’attore hanno seguito con interesse, forse anche per rivivere con coscienza uno dei periodi più bui del nostro paese. La presentazione è iniziata con una descrizione dettagliata della vita di Leone Ginzburg, nato a Odessa nel 1909 e lasciato dalla madre a soli 5 anni, per poi essere raggiunto a Torino da tutta la famiglia nel 1919. Proprio in questa città viene a contatto con un forte movimento antifascista, conoscendo peraltro Norberto Bobbio, uno dei grandi filosofi e pensatori del ‘900. Alla fine del liceo, per guadagnarsi da vivere, traduce opere letterarie russe; in seguito si iscrive alla facoltà legge. Un pensiero forte che dimostra tutt’ora di che calibro fossero l’animo e il cervello di Ginzburg è il suo ritenere la cultura un atto cospirativo; a questo proposito possiamo riflettere su quanto sia vero che le autarchie si nutrono dell’ignoranza del popolo. Lo studio di Leone Ginzburg era un metodo più che efficace per contrastare intimamente il regime. Prima di iniziare a opporsi apertamente si fece psicoanalizzare per mostrare a se stesso se era veramente deciso e pronto per questo compito. Le idee di Ginzburg trovarono uno scontro con quelle di Protz secondo il quale l’unico metodo che la popolazione poteva attuare per diminuire le sue sofferenze era quello di non opporsi per limitare le ripercussioni. Gobetti ha relazionato in modo acceso i pilastri del pensiero di Leone, per esempio i giovani cresciuti sotto il dominio fascista dovevano essere educati alla libertà, in quanto essi non la conoscevano. L’attore ha anche sottolineato l’idea secondo la quale “ci si libera dalla politica con la politica”, il che significa che il popolo deve essere più acculturato e autonomo, in grado di comunicare con i piani alti del governo, così da far diventare quest’ultimo un organo puramente amministrativo e non di decisione, o ancor peggio di occupazione. I ragazzi sono rimasti molto coinvolti, tanto che alla fine della spiegazione si è svolto un piccolo dibattito di approfondimento di alcuni punti meno chiari e riflessioni sul pensiero antifascista. Tutte le azioni che compiamo sono politiche, politica è scelta, politica è decidere. In conclusione si può dire che per queste 2 ore l’aula magna del Mucci si sia trasformata in un luogo di cultura, politica e confronto di idee. Allora potremmo iniziare a vedere la politica non più come qualcosa di sporco, lontano o come mezzo di potere, bensì come parte integrante della nostra vita. Vanessa Dessì, cl. 5°G G Una lezione recitata su Ginzburg iovedì 17 novembre 2011 è venuto nella nostra scuola l’attore Marco Gobetti che ha proposto agli studenti una lezione recitata su Leone Ginzburg. Per affrontare questa lezione Marco si è ispirato a Leonardo Casolino che scrisse su Ginzburg e Lussu. Leone Ginzburg era un Russo di famiglia ebrea e fu un accanito antifascista. Egli visse per soli trentacinque anni. Dodici anni della sua vita li dedicò all'attività politica e culturale. E' stato anche in prigione e al confino. La sua vita fu intensa, seppur breve. Possiamo definirla una vita piena di emozioni .Leone nacque a Odessa nel 1909. La famiglia si trasferì a Torino, dove Leone frequentò il liceo con Pavese , Einaudi , Sturani e altri nomi illustrissimi della letteratura. Nel 1927 finì il liceo e fece il traduttore di opere russe. Si iscrisse alla facoltà di Legge ma dopo poco tempo preferì proseguire e portare a termine quelli a indirizzo letterario. Egli preferì l'attività intellettuale all'attività politica. Infatti, si astenne dalla vita politica finchè non ebbe la cittadinanza italiana. Una scelta studiata e meditata la sua, per il semplice fatto che, prima di dedicarsi intensamente alla politica scelse di “assumere” la Tradizione Italiana. Nel 1931 andò a Parigi dove incontrò gli antifascisti e fondò con essi il movimento Giustizia e Libertà. Nei primi anni gli antifascisti non ebbero un programma preciso, il loro unico obbiettivo era quello di rovesciare Mussolini. Ginzburg ebbe da sempre la consapevolezza a cosa andava in contro, essendo un antifascita ed Ebreo. Nel 1930 si fece addirittura psicanalizzare. La sua attività consisteva nell'analizzare criticamente la storia italiana. La sua azione morale fu il rifiuto dell'accettazione.Leone si guardava intorno e cercava di modificare le cose. Pensava al futuro, cioè a quando sarebbe stato sconfitto Mussolini. Pensava che lo stato, in futuro, si sarebbe dovuto occupare dell'economia e di finanza. Leone Ginzgurg nei suoi testi scrisse che dovevano essere seguiti due principi fondamentali: la politica di governo doveva avere il compito di amministrazione, e i cittadini il dovere di ricordare il concetto di Libertà. Questi i due moniti che egli lasciò in eredità per la società del dopo il fascismo. Gli ultimi anni della sua vita li visse in prigione, dove scrisse molte lettere. Proprio in una di queste scrisse in modo dettagliato circa la sua interpretazione sulla situazione dell’Italia. In un'altra scrisse: “Non bisognerà addivenire odiare i tedeschi”, pur essendo stati loro ad arrestarlo. Una lezione profonda, quella di Ginzuburg, che ci ha portato a riflettere sui valori della libertà, del potere della libertà di pensiero e del sacrificio patriottico che gli uomini di un tempo hanno osato tramandarci nella storia. SOLO 35 ANNI MA SPESI BENE - Leonardo Casolino Alice Bonetto G iis 7 Spettacolo teatrale Sans papiers ome già l’anno scorso con Saint-Germains-des-Prés anche quest’anno alcune classi si sono recate a Cuneo per assistere ad uno spettacolo teatrale in lingua francese. La compagnia che lo presenta si chiama France Théâtre. Il giorno 23 novembre la 4 C, la 5 C turistico e la 5 E alberghiero hanno potuto prendere parte al musical Sans Papiers , un’umoristica interpretazione della situazione degli immigrati in Francia e dei loro espedienti per vivere. Il posto destinato alle nostre classi, nonostante il forte anticipo della prenotazione, è stato il loggiato più alto del teatro Toselli: proprio come ai tempi di Molière il Mucci era posizionato tra “ les enfants du Paradis”. Il coinvolgimento è stato forte e i ragazzi hanno gradito molto lo spettacolo. C Imparare il francese in modo divertente spettacolo teatrale sans papiers al teatro toselli di cuneo ome già l’anno scorso con Saint-Germains-desPrés anche quest’anno alcune classi si sono recate a Cuneo per assistere ad uno spettacolo teatrale in lingua francese. La compagnia che lo presenta si chiama France Théâtre. Il giorno 23 novembre la 4 C, la 5 C turistico e la 5 E alberghiero hanno potuto prendere parte al musical Sans Papiers , un’umoristica interpretazione della situazione degli immigrati in Francia e dei loro espedienti per vivere. Il posto destinato alle nostre classi, nonostante il forte anticipo della prenotazione, è stato il loggiato più alto del teatro Toselli: proprio come ai tempi di Molière il Mucci era posizionato tra “ les enfants du Paradis”. Il coinvolgimento è stato forte e i ragazzi hanno gradito molto lo spettacolo France Theatre, ente teatrale Francese in Italia, dedicato all’apprendimento della lingua attraverso i suoi spetta- C Arte moderna. Si inaugura la mostra dedicata all’artista Ugo Nespolo nelle sale di Palazzo Mathis a Bra opo l’inaugurazione della mostra d’arte di Ugo Nespolo, artista contemporaneo, il 2 novembre a Bra noi studenti dell’istituto professionale “Velso Mucci” insieme alla professoressa di italiano abbiamo organizzato un’uscita didattica per ampliare la nostra cultura generale sull’arte. Entrati nella prima sala, la mostra ci ha accolti con la visione di una vespa decorata con la pittura di Nespolo. Questo primo impatto evidenzia un grande collegamento tra l’arte e la vita quotidiana, sottolineando le scelte dell’artista in fatto di arte. Le opere sono raccolte in sequenza per ogni sala, dagli anni ’60 fino ad oggi e per poter comprendere appieno il loro significato ci siamo affiancati alla guida, un giovane studioso di storia dell’arte, che dal modo in cui si esprimeva si capiva la sua passione per queste opere. “Che cosa significa la scultura a forma di uovo con scritto al suo interno lavorare, lavorare, lavorare, preferisco il ru- D more del mare?” “Questa scultura non riporta un significato visivo ma si tratta della fonetica delle parole che se ci fate caso fanno un suono simile allo scroscio del mare sulla spiaggia, perciò è più una poesia che una semplice scrittura per riempire la scultura grazie all’uso delle figure retoriche dell’onomatopea e del climax.” Oltre a questa meraviglia le sale riportano altri dipinti e sculture, passando da quadri dai colori violenti ai quadri dipinti con serie di numeri nei quali è frequente la serie rappresentata con il simbolo greco ϕ (fi) e all’Italia d’azzardo, quattro sculture fabbricate con fogli di quotidiani di tutto il mondo con contorni riconducibili ai simboli delle carte da gioco. Chiunque abbia il tempo, la possibilità, l’occasione di recarsi a visitare la mostra ne rimarrà affascinato e arricchirà di nuovi contenuti la propria educazione culturale e artistica; soprattutto noi giovani studenti. Davide Baralis, cl. 5°G Vatel e la cucina del pesce Alcuni uomini sono troppo nobili per vivere tra gli aristocratici. Francia: prima metà del XVII secolo, vigeva la monarchia assoluta di Luigi XIV, chiamato anche il “Re Sole”. Il suo potere era di tipo discendente, cioè il potere gli veniva conferito da Dio anziché dal popolo. Intanto, mentre il Re e la sua corte godevano degli sfarzi di Versailles, la popolazione si trovava in una situazione di miseria, malattie e infine incontrava la morte. Primavera del 1671: il principe di Condè organizza tre giorni di fastosi festeggiamenti e banchetti per Luigi XIV e la sua numerosa corte. La situazione tuttavia era drammatica perchè al principe mancavano i fondi per finanziare la guerra contro l'Olanda; per questo quindi invita il Re per convincerlo ad aiutarlo. Per convincerlo assolda Francois Vatel, il più grande maestro di cerimonie dell'epoca. La sera di giovedì 23 aprile 1671 erano previsti un grande banchetto e fuochi d'artificio. Il giorno successivo, venerdì 24 aprile 1671, cadeva la festività del venerdì santo e come tale era necessario servire in tavola pesce fresco e molluschi. Vatel si era preoccupato che il pesce fosse pescato appena il giorno prima e che, durante la notte, viaggiasse dal porto di Boulogne sino a Chantily. Purtroppo la consegna subì dei ritardi e quando giunse a destinazione il pesce pescato non era sufficiente per tutti gli invitati. Vatel, salito nella sua stanza, si trafisse con tre colpi di spada e morì per un contrattempo di cui si sentiva responsabile e colpevole fino al disonore. Il corpo di Vatel venne frettolosamente e discretamente sepolto, per non festeggiare i festeggiamenti in corso. coli didattici. La compagnia è arrivata anche a Cuneo, mercoledì 23 novembre al teatro Toselli, dove si è svolto lo spettacolo: “Sans Papier”. Il musical grazie ai suoi ritmi gitani, canzoni contemporanee, musiche toccanti è stato davvero coinvolgente e ha fatto ballare, cantare tutti gli spettatori. La storia è stata altrettanto emozionante e ricca di sorprese. Costa Gavras alla morte del padre, con cui aveva interrotto tutti i rapporti da oltre dieci anni, si trova a condividere il suo lutto con dei “Sans papier” che lo hanno raccolto tra loro con l’inganno. Ma è proprio grazie a questi quattro immigrati che riscoprirà la personalità del padre nordafricano emigrato in Francia. Guidato dalle melodie della sua infanzia e dei suoi ricordi, ritroverà anche se stesso in un viaggio interiore ricco di sorprese. Immigrare è un po’ come morire per rinascere altrove. “Sans Papier” oltre ad essere stato un modo alternativo per apprendere la lingua francese, ha fatto riflettere su un argomento attuale e interessante. Mi è piaciuto il modo in cui è stato affrontato un tema difficile, senza cadere nei soliti luoghi comuni. Musical intelligente che ha utilizzato la “leggerezza” della musica per comunicare a tutti noi ragazzi la fatica di essere stranieri, il peso che le tradizioni possono avere e infine la bellezza della condivisione. Articolo di Chiara Squarotti 4^ C Progetto “Cibo Amico”: allievi volontari alla “Colletta Alimentare” abato 26 novembre 2011, in occasione della “Giornata Nazionale della Colletta Alimentare”, anche alcuni ragazzi del nostro Istituto (una decina) hanno deciso liberamente di unirsi ai circa 5000 volontari che, in numerosi supermercati della nostra regione, si sono spesi con generosità invitando i clienti a donare una parte della loro spesa per le persone bisognose. Si è trattato innanzitutto di un momento educativo nel quale ciascuno ha potuto scoprire la gioia di donarsi e di essere utile agli altri in un clima di amicizia e serena collaborazione. La generosità concreta dei nostri ragazzi è stata un’occasione, per loro stessi, di compiere un gesto di vera solidarietà, che può far comprendere come la carità sia l’inizio della giustizia, cioè come l’aiuto immediato dell’uomo al suo prossimo, senza aspettare o delegare ad altri, sia una forza indispensabile che nessun “sistema sociale” potrà mai sostituire. Quello dei volontari per la “Colletta” è stato, allora, un gesto di vera educazione alla “cultura del dono”, contro lo spreco e contro la fame, anche in un’ottica di rispetto dell’ambiente. Ed allora, cominciando a condividere i bisogni, perché non iniziare a condividere il senso della vita?. Questo il significato dell’intero progetto “Cibo Amico”. Un ringraziamento ai ragazzi ed agli insegnanti che si sono adoperati per realizzarlo. Piergiorgio Dellagiulia S iis 8 “Gli immigrati dalle altre scuole” Troppi studenti delle alte scuole “ emigrano” nel nostro Istituto li alunni vengono in questa scuola perché pensano che le ore di lezione siano più leggere e meno intense. Da sempre, prevale un grosso problema, studenti di altre scuole vengono nel nostro istituto professionale, con l’idea di non studiare e fare ‘’la bella vita’’; peccato che non sia così. I.I.S “Velso Mucci” è un luogo di informazione e di educazione mediante lo studio COME LE ALTRE SCUOLE. G In questi due anni, per esempio, dalla scuola Ragioneria sono “emigrati” circa sei persone su venti, causa appunto, della presunta idea che sia meno impegnativa. Tra questi studenti, dopo essere giunti in questa scuola, alcuni si dichiarano soddisfatti altri si pentono per la decisione. Perché, appunto in questa scuola si studia allo stesso modo di come si studia nelle altre scuole. Si calcola che verso la seconda metà dell’anno scolastico ci sarà un’ondata di studenti provenienti da altri istituti. Il Mucci in assemblea Con la prima assemblea il Mucci presenta i suoi candidati l 27 ottobre si è svolta l’assemblea d’istituto, al Centro Polifunzionale di Bra. La convocazione è stata suddivisa in due parti: la presentazione delle liste, la visione di un film. Alle 9:45 abbiamo raggiunto la nostra destinazione. Alle 10:00 è iniziata la vera e propria assemblea con l’ex rappresentante d’istituto (Francesco Busso) che ci ha spigato come si sarebbe svolta la mattinata e le idee della sua lista, che riguardano: il miglioramento della scuola ( più panini, più carta igienica più sapone e specchi in bagno) feste extrascolastiche (natale, capodanno, pasqua e altri eventi importanti) e tornei extrascolastici (calcetto, playstation e pallavolo). Dalle ore 11:15 abbiamo guardato il film “Berlin Calling”. La pellicola racconta di un Dj molto famoso di nome Ikarus, che, però, è entrato nel mondo della droga. Poiché I organizza tante feste deve anche comporre musica nuova ma usando stupefacenti non riesce più a comporre come una volta. Per lui inizia un periodo di crisi perché prima viene lasciato dalla ragazza, poi perde la sua produttrice discografica e infine va in un centro di recupero dove incontra persone con il suo stesso problema. Il suo atteggiamento ribelle gli crea molti problemi, ma una dottoressa riesce in qualche modo a farlo uscire dal “brutto giro” della droga. Riprende allora a produrre la sua musica, riconquista la sua ragazza e riallaccia i contatti con la produttrice discografica. Il film ha un lieto fine perché grazie alla sua volontà guarisce dal terribile vizio e con entusiasmo torna ad essere il grande Dj che era prima. Alle 13:15 si è conclusa la proiezione e di conseguenza anche l’assemblea. Per i giovani pericolo neet ra le problematiche legate al mondo giovanile che famiglie ed educatori si trovano ad affrontare in questi anni vi è quella legata alla condizione di «Neet». Il termine «Neet» è un acronimo che sta per Not in education, employment, or training ed è stato utilizzato dall'Istat, nel rapporto «Noi Italia 2011», per evidenziare lo stato di quella fascia di popolazione giovanile che non va a scuola, non lavora e non si forma. Uno stato quello di «Neet» che in Italia accomunerebbe più di due milioni di giovani (21,2%) fra i 15 ed i 29 anni. I dati diffusi dall'Istat sono estremamente preoccupanti in quanto un giovane che non fa niente, oltre ad incontrare in futuro serie difficoltà a mantenersi economicamente allorché sarà venuto il sostegno offerto dalla famiglia, rischia di trovarsi in una situazione di abulia ed inerzia mentale capace di portare a forme depressive o ad altri disturbi psicologici e, quindi, di compromettere il suo avvenire. Le cause per cui una persona diventa un «Neet» sono molteplici. In questa sede si considera quella attinente l'insuccesso scolastico. Di fronte ad una bocciatura, o semplicemente ad un rendimento didattico mediocre, un ragazzo può essere tentato ad abbandonare la scuola. Non è un caso che, sempre secondo il rapporto Istat, circa il 12% dei ragazzi lascia la scuola superiore entro il primo anno di frequenza. Sennonché la rinunzia al prosieguo degli studi non sempre viene associata a valide alternative, col risultato che chi abbandona la scuola, non riuscendo a trovare lavoro o a seguire corsi di formazione, si ritrova sostanzialmente a non fare nulla. Si viene a creare un vero e proprio circolo vizioso poiché il ritiro dalla scuola implica una bassa scolarità T la quale comporta maggiori difficoltà all'interno del mercato del lavoro. Bisogna, però, osservare che le difficoltà scolastiche in molti casi più che essere la reale causa di una situazione di «Neet» riflettono un atteggiamento di lassismo che porta a tale situazione. Premesso che non tutti coloro che sono classificabili come «Neet» presentano un simile atteggiamento, deve rilevarsi che oggi molti giovani non vantano una attitudine «a far qualcosa», sia questo qualcosa lo studio o un lavoro. Costoro, anche una volta assolto l'obbligo scolastico, continuano a rimanere a scuola, magari ripetendo più volte la stessa classe, per inerzia o per non essere costretti a cercare alternative a questa, senza dimostrare interesse alcuno per le attività didattiche. La stessa mancanza di interesse si manifesta, dopo l'abbandono della scuola, nei confronti del lavoro. Intanto, gli anni passano ed il quindicenne che veniva a scuola solo per passare il tempo si ritrova di colpo ad essere un ventenne abulico e quasi incapace di attivarsi per migliorare la propria condizione professionale e soprattutto personale. Queste brevi osservazioni non vogliono essere una critica nei confronti dei giovani, volendo semmai sottolineare, oltre alle loro innegabili responsabilità, quelle delle famiglie e della stessa scuola. Molti sono i genitori che si preoccupano di assicurare, nei limiti delle loro disponibilità economiche, ai figli l'accesso ai tanti beni offerti dalla società consumistica. Tuttavia, non sempre a tale preoccupazione si accompagna pure quella di inculcare loro una morale che comprenda la convinzione circa la necessità del sacrificio per ottenere quel che si vuole. Pertanto, il giovane crescerà credendo che tutto gli sia dovuto e avrà pochi stimoli ad impegnarsi nella sua vita. Certi professori temono responsabilmente questa cosa per il semplice fatto di non poter seguire didatticamente come vorrebbero le classi sovraffollate. Anche noi studenti speriamo di reggere l’urto e ospitare i nuovi arrivati con cordialità, nella speranza di poter assistere alle lezioni con tranquillità. Sabrina El hdirich, Orlando Vocaj, Giorgia Catenazzo, Francesca Milanesio, Denise Origlia, Kaouter Gharib, Paola Tabotta, MIchelle Duarte Esperienza esilarante al corso di tennis ersace Camilla, Micari Martina, Di Blasi Lisa e Bernardi Martina della classe seconda C hanno frequentato, insieme ad altri ragazzi della seconda F, lezioni di tennis a partire dal 28 ottobre. Una occasione extrascolastica che ha rinforzato il legame di amicizia e la predisposizione ginnica degli studenti del Mucci. Lo sport si è rivelato ancora una volta autentico aggregante divertente e per niente faticoso. Le lezioni iniziavano alle otto di sera e si svolgevano al Palazzetto dello Sport in Via Risorgimento a Bra. Ogni venerdì le ragazze si davano appuntamento alle in stazione per andare insieme alle lezioni. La durata del corso era di due ore e le lezioni in programma erano sei. L’ istruttore Antonio con grande professionalità tennistica ha impartito le lezioni e i trucchi del mestiere per essere imbattibili in campo con simpatia, il tempo per questo è trascorso davvero in fretta. Ad ogni corso ha insegnato qualcosa di diverso, fino a far ottenere risultati insperati e sorprendenti a tutti i partecipanti. I ragazzi sono diventati dei maghi del “red carpert”. Venerdì 1° Dicembre si è svolto il grande Match finale. V Non sono poche nemmeno le colpe del sistema educativo. Spesso la demotivazione verso lo studio ed il lavoro del ragazzo tradisce una assenza di consapevolezza riguardo ciò che gli interessa veramente e che vorrebbe fare. In pratica, il giovane inattivo più che «non volere far niente» semplicemente «non sa cosa fare» perché non ha capito quali sono davvero le sue inclinazioni. Compito della scuola dovrebbe essere allora quello di far comprendere al ragazzo i campi nei quali è portato ed indirizzarlo di conseguenza, ma, pure a causa di circostanze contingenti dovute alle crescenti ristrettezze organizzative in cui operano gli insegnanti, non sempre questo compito viene assunto correttamente. Attraverso la bocciatura si fa capire al giovane che quel certo percorso didattico non è la sua strada ma non gli si dice quale dovrebbe essere questa strada. Bisogna, dunque, che famiglie e scuola prendano atto dei loro limiti e collaborino a vicenda onde consentire alla nostra gioventù di esprimere al meglio le sue potenzialità e dimostrare di essere molto di più che una generazione di «bamboccioni». Ivano Paola Auguri di Buon Natale a tutti!!!