ELEMENTI DI ASSISTENZA AL PAZIENTE
CON CARCINOMA PROSTATICO
PROSTATECTOMIA RADICALE
•PROSTATA
•CARCINOMA PROSTATICO
•DIAGNOSI
•PROSTATECTOMIA RADICALE
Milena ROSATO
INFERMIERA B.O. DI VASTO
PROSTATA










E’ UNA GHIANDOLA MASCHILE
E’ GRANDE QUANTO UNA CASTAGNA
PESA CIRCA 20-40 gr
E’ SOTTO LA VESCICA
E’ DAVANTI AL RETTO
CIRCONDA L’URETRA
PRODUCE UN LIQUIDO CHE TRASPORTA GLI
SPERMATOZOI
PRODUCE UN ORMONE IL
DIIDROTESTOSTERONE
PRODUCE IL PSA (ANTIGENE SPECIFICO
PROSTATICO)
E’ FORMATA DA UNA PARTE ADENOMATOSA
INTERNA E DA UNA PARTE CAPSULARE
ESTERNA
TUMORE DELLA PROSTATA

E’ LA SECONDA CAUSA DI MORTALITA’ PER
TUMORE NEGLI UOMINI, DOPO IL TUMORE DEI
POLMONI

IN ITALIA COLPISCE CIRCA 11.000
INDIVIDUI/ANNO

ATTUALMENTE OGNI ITALIANO >65 ANNI HA
CIRCA IL 3% DI PROBABILITA’ DI MORIRE PER
QUESTO TUMORE

AUMENTA IN MANIERA ESPONENZIALE CON
L’AUMENTARE DELL’ETA’
Il 60% a 60 anni
Il 70% a 70 anni
L’ 80% a 80 anni
OGNI UOMO CHE ABBIA COMPIUTO
I 45 ANNI DI ETA’ E’ CONSIDERATO
A RISCHIO.
IPB
L’IPERPLASIA PROSTATICA BENIGNA o IPB
NON E’ DA CONFONDERE CON LA NEOPLASIA.
DAI 40-45 ANNI DI ETA’, PER AZIONE DI UN
ORMONE, IL DIIDROTESTOSTERONE,
LA PROSTATA TENDE AD AUMENTARE DI
VOLUME.
LA NEOPLASIA E’ CARATTERIZZATA DALLA
CRESCITA INCONTROLLATA DI CELLULE
ANOMALE.
PREVENZIONE
CI SONO SICURAMENTE MECCANISMI
INTERATTIVI FRA GENETICA,
FATTORI AMBIENTALI,
E DI COMPORTAMENTO, MA IL
PRECISO RUOLO DI CIASCUNO DI ESSI
NON E’ AL MOMENTO CHIARO NE’
SCIENTIFICAMENTE DIMOSTRATO.
LA NEOPLASIA
SI SVILUPPA, INIZIALMENTE, NELLA PARTE CAPSULARE
DELLA PROSTATA, INVADE SUCCESSIVAMENTE GLI
ORGANI CIRCOSTANTI FINO AD AGGREDIRE IN ALCUNI
CASI ANCHE L’APPARATO OSSEO.
ESISTE UNA VALUTAZIONE MONDIALE CHE DIFFERENZIA IL
GRADO DI ESTENSIONE DELLA NEOPLASIA ED E’ IL
SISTEMA:
TNM
CLASSIFICAZIONE TNM

T1-T2 neoplasia intracapsulare

T3-T4 neoplasia con estensione extracapsulare
“N” : COINVOLGIMENTO
LINFONODALE
“M” :COINVOLGIMENTO
METASTATICO
ISTOTIPO


IL PIU FREQUENTE E’
L’ADENOCARCINOMA
RAPPRESENTA CIRCA IL 95% DEGLI
ISTOTIPI
DIAGNOSI




VISITA UROLOGICA
PSA IL CUI VALORE NORMALE E’ DI 4 ng/ml
ESPLORAZIONE RETTALE
BIOPSIA PROSTATICA
TAC-ECOGRAFIA TRANSRETTALE-RNM
NON AIUTANO NELLA VALUTAZIONE
DELL’ESTENSIONE TUMORALE.
LA BIOPSIA PROSTATICA


DA’ CONFERMA DI TUMORE
INDICA IL GRADO DI GLEASON:
CHE RAPPRESENTA IL SISTEMA
INTERNAZIONALE PER LA VALUTAZIONE DEL
GRADING TUMORALE PROSTATICO.
ESSO SI BASA SULLA VALUTAZIONE
DELLE CARATTERISTICHE ARCHITETTURALI
DELLA NEOPLASIA E SULLA PROPENSIONE AD
INFILTRARE IL PARENCHIMA CIRCOSTANTE.
PROSTATECTOMIA RADICALE
IL CANDIDATO IDEALE:




ASPETTATIVA DI VITA > A 10 ANNI
ETA’ LIMITE = 72-73 ANNI
MALATTIA CLINICAMENTE CONFINATA ALLA
GHIANDOLA PROSTATICA: “N0-M0”
ASSENZA DI CO-MORBILITA’ SIGNIFICATIVE
QUANDO NON E’ POSSIBILE ESEGUIRE
L’INTERVENTO CHIRURGICO LE
TERAPIE ALTERNATIVE SONO:



L’ORMONOSOPPRESSIONE
L’ORCHIECTOMIA CHIRURGICA
LA RTE
IL TESTOSTERONE HA LO STESSO EFFETTO SUL
TUMORE DELLA BENZINA SUL FUOCO,
FINO A QUANDO L’ORGANISMO PRODUCE
TESTOSTERONE IL TUMORE CRESCE E SI DIFFONDE.

LO SCOPO CHE SI PREFIGGE
L’INTERVENTO E’ QUELLO DI
RIMUOVERE TUTTO IL TUMORE
CONSENTENDO LA GUARIGIONE
DEL PAZIENTE.

TUTTAVIA OCCORRE SPECIFICARE CHE
ALL’ANALISI ISTOLOGICA CIRCA IL 40% DEI
TUMORI NON RISULTA ESSERE LOCALIZZATO
ED IN QUESTI CASI PUO’ ESSERE NECESSARIA
UNA RADIOTERAPIA O UN ORMONO
SOPPRESSIONE COMPLEMENTARE.

L’IMPIEGO DELLA RADIOTERAPIA ESTERNA
(RTE) IN ADIUVANTE ALLA PR SEMBREREBBE
VANTAGGIOSA IN TERMINI DI SOPRAVVIVENZA
SIA BIOCHIMICA CHE CLINICA IN PZ CON
STADIO”T3”
INTERVENTO

L’INTERVENTO DI
PROSTATECTOMIA
RADICALE PREVEDE
L’ASPORTAZIONE
COMPLETA DELLA
GHIANDOLA PROSTATICA
A DELLE VESCICOLE
SEMINALI CON LA
SUCCESSIVA
ANASTOMOSI
VESCICO-URETRALE
TECNICHE CHIRURGICHE



ACCESSO PERINEALE
LAPAROSCOPICA
RETROPUBICA
L’ACCESSO RETROPUBICO E’ CONSIDERATO IL
“GOLD STANDARD” TRA TUTTE LE TECNICHE
SOPRACITATE
CENNI STORICI


LA PR RETROPUBICA VENNE MESSA A PUNTO NEL 1983
DA PATRICK WALSH.
NEGLI ULTIMI 20 ANNI, IN SEGUITO AI PRIMI LAVORI DI
WALSH, SI SONO REGISTRATI PROGRESSI IN MERITO
ALLA TECNICA OPERATORIA CHE SI PREFIGGE
ATTUALMENTE 2 OBBIETTIVI:
ONCOLOGICO (RIDURRE IL PIU’ POSSIBILE I LIMITI DI
EXERESI CHIRURGICA POSITIVI)
FUNZIONALE (MIGLIORARE LA CONTINENZA URINARIA
E LA FUNZIONALITA’ ERETTILE POSTOPERATORIA)
TECNICA CHIRURGICA








CATETERE VESCICALE TIPO FOLEY DA CH 18-20
INCISIONE SULLA LINEA MEDIANA OMBELICO-PUBICA
LINFOADENECTOMIA ILIACO-OTTURATORIO*
SEZIONE DEI LEGAMENTI PUBO-PROSTATICI
LEGATURA DEL COMPLESSO VENOSO DORSALE
SEZIONE DELL’URETRA
MOBILIZZAZIONE DELLA PROSTATA,DELLE VESCICOLE
SEMINALI E DEI VASI DEFERENTI
SEZIONE DELLA GIUNZIONE PROSTATO-VESCICALE





RICOSTRUZIONE DEL COLLO VESCICALE
REISERIMENTO DEL CATETERE VESCICALE
ANASTOMOSI VESCICO-URETRALE
COLLOCAZIONE DI DRENAGGIO TUBULARE IN LOGGIA
RETROPUBICA
CHIUSURA A STRATI:MUSCOLO-FASCIA-SOTTOCUTE-CUTE
LA LAD PELVICA SARA’ ESEGUITA SOLO CON UN VALORE DEL
PSA >20ng/ml E CON UN GRADO DI GLEASON SUPERIORE A 7
PROSTATECTOMIA CON TECNICA
“NERVE SPARING”

QUESTA TECNICA CONSISTE
NELL’ASPORTAZIONE DELLA
GHIANDOLA PROSTATICA ORGANOCONFINATA, RISPARMIANDO I FASCI
NEUROVASCOLARI RESPONSABILI
DELLA FUNZIONE ERETTILE.
IL SUCCESSO DELL’INTERVENTO CHIRURGICO
E’ DETERMINATO DA DIVERSI FATTORI
CORRETTO POSIZIONAMENTO DEL PZ SUL TAVOLO
OPERATORIO
OTTIMA ANESTESIA GENERALE PROFONDA
PRESENZA DI ALMENO DUE OPERATORI
STRUMENTI SPECIFICI E ADATTI ALLE ESIGENZE DEL CAMPO
OPERATORIO
EQUIPE PREPARATA, CON LOSTRUMENTISTA CHE, ESSENDO
PRIVO DI CAMPO VISIVO, CONOSCA PERFETTAMENTE LA
TECNICA CHIRURGICA, ED UN INFERMIERE DI SALA VIGILE E
PRONTO AD INTERVENIRE NEI MOMENTI DI BISOGNO
ASSISTENZA INFERMIERISTICA
SONO TRE I TEMPI ASSISTENZIALI PERI-OPERATORI:

1.
2.



PRE-OPERATORIA
INTRA-OPERATORIA
POST-OPERATORIO
SONO PRESENTI IN SALA OPERATORIA
TRE FIGURE INFERMIERISTICHE:
INFERMIERE DI ANESTESIA
INFERMIERE DI SALA O CIRCOLANTE
INFERMIERE STRUMENTISTA
L’INFERMIERE DI ANESTESIA







CONTROLLO DELLE APPARECCHIATURE
PREPARAZIONE DEI FARMACI
ACCOGLIENZA DEL PAZIENTE NEL B.O.
RACCOLTA DATI
POSIZIONAMENTO DEL PAZIENTE
MONITORIZZAZIONE
ASSISTENZA E COLLABORAZIONE CON IL MEDICO
ANESTESISTA DURANTE :
L’INDUZIONE, L’INTUBAZIONE E IL MANTENIMENTO
DELL’ANESTESIA




CONTROLLO DI TUTTI I
PARAMETRI VITALI
INTRAOPERATORI
ASSISTENZA POSTOPERATORIA
ANALGESIA POSTOPERATORIA
DIMISSIONE DAL
B.O.ED AFFIDO AGLI
INFERMIERI DEL
REPARTO DI
PROVENIENZA
ACCOGLIENZA NEL B.O.



NEL PERIODO DELICATO CHE PRECEDE L’INTERVENTO,
L’INFERMIERE DEVE GARANTIRE UN’ADEGUATA ASSISTENZA
PSICOLOGICA ALL’OPERANDO MEDIANTE UNA PRESENZA
RASSICURANTE E TRANQUILLIZZANTE.
STUDI HANNO DIMOSTRATO CHE LO STRESS PRE-OPERATORIO
HA UN IMPATTO BIOLOGICO SUL PROCESSO DI GUARIGIONE, IN
QUANTO AUMENTA LA CONCENTRAZIONE EMATICA DI
GLICOCORTICOIDI, CHE INIBISCONO LA SINTESI DI COLLAGENE
E QUINDI AIUTANO LA RIPARAZIONE TISSUTALE.
UN PZ RIPOSATO, TRANQUILLO E FIDUCIOSO RICHIEDE UNA
MINOR DOSE DI FARMACI ANESTETICI E CONSENTE UN MIGLIOR
CONTROLLO DELLA SINTOMATOLOGIA DOLOROSA NEL PERIODO
POST-OPERATORIO.








COLLABORA CON L’INFERMIERE
STRUMENTISTA NELL’ALLESTIMENTO DEI
SERVITORI
POSIZIONA IL PZ SUL TAVOLO
OPERATORIO CON L’AIUTO DELL’INF. DI
ANESTESIA
CONTROLLA E DISPONE GLI
ELETTROMEDICALI NECESSARI
ALL’INTERVENTO
COLLABORA CON L’EQUIPE CHIRURGICA
PROVVEDE AL
RECUPERO,CONSERVAZIONE ED
EVENTUALE INVIO IN ANATOMIA
PATOLOGICA DI PARTI ANATOMICHE
ASPORTATE
ESEGUE IL CONTEGGIO DELLE GARZE
LAPAROTOMICHE USATE E MESSE NEL
FUORI CAMPO
COLLABORA CON LO STRUMENTISTA AL
CONFEZIONAMENTO DELLA
MEDICAZIONE, RISPETTANDO I TEMPI
STERILI
COLLABORA CON L’ INFERMIERE DI
ANESTESIA ALLONTANANDO IL PZ
DALLA S.O. A FINE INTERVENTO
L’INFERMIERE
DI SALA
L’INFERMIERE STRUMENTISTA







PREPARA I SERVITORI CON LO STRUMENTARIO NECESSARIO
COLLABORA NELLA PREPARAZIONE DEL CAMPO OPERATORIO
STERILE
SORVEGLIA COSTANTEMENTE
LA STERILITA’ DEL CAMPO OPERATORIO
COLLABORA CON L’EQUIPE MEDICA CHIRURGICA
ESEGUE LA CONTA DI GARZE, STRUMENTARIO E AGHI, PRIMADURANTE-FINE INTERVENTO
ESEGUE LA MEDICAZIONE STERILMENTE
INVIA LO STRUMENTARIO AL LAVAGGIO E RICONFEZIONAMENTO
ASSISTENZA IN REPARTO UROLOGICO

IL GIORNO PRIMA DELL’INTERVENTO:
RICHIESTA SANGUE
DIGIUNO DALLE ORE 24:00
PREPARAZIONE INTESTINALE CON CLISTERE
TRICOTOMIA*
TERAPIA DOMICILIARE
TERAPIA ANTITROMBOTICA
NELL’IMMEDIATO PREOPERATORIO:

TERAPIA ANTIBIOTICA

RIMOZIONE MONILI E/O PROTESI

PREPARAZIONE ADEGUATA PER
IL TRASPORTO IN SALA
OPERATORIA
RITORNO DAL B.O.:

CONTROLLO DEI PARAMETRI
VITALI

CONTROLLO PERVIETA’QUANTITA’-CARATTERISTICHE
DEI LIQUIDI DRENATI

TERAPIA ANTALGICA AL
BISOGNO

TERAPIA INFUSIONALE

TERAPIA ANTICOAGULANTE

CONTROLLO EMOCROMO DOPO
3 ORE DALL’INTERVENTO

DIGIUNO
NEI GIORNI SUCCESSIVI:





DOPO 24-48 ORE 1°
MEDICAZIONE FERITA
CHIRURGICA
RIMOZIONE DRENAGGIO IN 3°
GIORNATA
SOSPENSIONE INFUSIONI IN 4°
GIORNATA
SOMMINISTRAZIONE TERAPIA
ANTICOAGULANTE FINO A
DIVERSA PRESCRIZIONE
MEDICA
DIMISSIONE, PREVIA RIMOZIONE
CATETERE VESCICALE, IN 7°- 8°
GIORNATA
COMPLICANZE
PERI-OPERATORIE
POST-OPERATORIE
PRECOCI
POST-OPERATORIE
TARDIVE
LE COMPLICANZE PERI-OPERATORIE



LA MORTALITA’ ASSOCIATA ALLA PR E’< ALLO 0,4%
LA TROMBOSI VENOSA PROFONDA (TVP) E L’EMBOLIA
POLMONARE POSSONO PRESENTARSI
RISPETTIVAMENTE NELLO 0,8% E NELL’1-7% DEI CASI
SI E’ DIMOSTRATO CHE LA PROFILASSI DELLE
COMPLICANZE TROMBO-EMBOLICHE, ATTUATA CON LA
SOMMINISTRAZIONE DI EPARINA A BASSO PESO
MOLECOLARE E’ IN GRADO DI RIDURRE NOTEVOLMENTE
L’INCIDENZA DI TVP NEL POST-OPERATORIO.
COMPLICANZE POST-OPERATORIE PRECOCI:





LESIONE INTRA-OPERATORIA DEL RETTO O DEL NERVO
OTTURATORIO (0,5% )
EMORRAGIE ( DAL 2 ALL’11% )
FISTOLE URINOSE (1-2% )
LINFOCELE IN CASO DI LAD PELVICA (1-3%)
STENOSI DELL’ANASTOMOSI VESCICO-URETRALE (TRA
LO 0,6 ED IL 30% DEI CASI)
COMPLICANZE POST-OPERATORIE
TARDIVE

1.
2.
3.

DISFUNZIONE ERETTILE TRA IL 44 ED L’85% DEI CASI
IL RECUPERO POST-OPERATORIO VARIA ANCHE IN
RELAZIONE DELLA TECNICA UTILIZZATA :
TRA IL 44 ED L’85% CON LA PR RETROPUBICA
TRA IL 22 ED IL 77% SE ESEGUITA PER VIA PERINEALE
TRA IL 5 ED IL 59% SE PER VIA LAPAROSCOPICA
COMUNQUE E’ DA TENERE IN CONSIDERAZIONE: L’ETA’,
L’ASSENZA DI MALATTIE CARDIOVASCOLARI, L’ESPERIENZA DEL
CHIRURGO E L’ESECUZIONE QUANDO E’ POSSIBILE DELLA
TECNICA “NERVE SPARING”
L’INCONTINENZA URINARIA
CHE VARIA DAL 32 AL 95% DEI CASI
PER QUESTA COMPLICANZA SONO DA CONSIDERARE NEL PREOPERATORIO:
1.
STATO DI CONTINENZA
2.
LUNGHEZZA DELL’URETRA MEMBRANOSA
3.
PREGRESSA CHIRURGIA PROSTATICA
QUALITA’ DI VITA POST-OPERATORIA
ATTUALMENTE I SISTEMI DI VALUTAZIONE DI QUALITA’ DI VITA
SONO PIUTTOSTO IMPRECISI ED ASPECIFICI.
SOLO UNA MINIMA PARTE DEI PZ SOTTOPOSTI A PR
RIFERISCE PROBLEMI FISICI CORRELATI ALL’INTERVENTO
CHIRURGICO TALI DA SENTIRSI LIMITATI NELLE ATTIVITA’
QUOTIDIANE.
FOLLOW-UP






DOPO PR IL VALORE DEL PSA DOVREBBE TEORICAMENTE
SCENDERE A LIVELLI DI INDOSABILITA’ (<0,1 ng/ml) ENTRO
UN MESE.
IL PRIMO DOSAGGIO VERRA’ ESEGUITO DOPO CIRCA 3
MESI DALL’INTERVENTO.
QUESTO DATO RISULTA PARTICOLARMENTE IMPORTANTE
IN CASO DI NEOPLASIA IN STATO LOCALMENTE AVANZATO,
PER DECIDERE IL POSSIBILE IMPIEGO DI UNA TERAPIA
ADIUVANTE.
SUCCESSIVAMENTE IL PSA VA DOSATO OGNI 6 MESI PER I
PRIMI 5 ANNI E QUINDI OGNI ANNO.
L’ESPLORAZIONE RETTALE VA’ ESEGUITA ANNUALMENTE.
ULTERIORI ESAMI SARANNO DECISI SULLA BASE DELLA
SITUAZIONE CLINICA.
GRAZIE
L’ACQUA DEL FIUME SI ADATTA AL CAMMINO
POSSIBILE,
SENZA DIMENTICARE IL PROPRIO OBIETTIVO :
IL MARE
( P. COHELO)
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