RICERCHE STORICHE Ri vista. di storia della Resistenza reggiana. REGGIO EMILIA Istituto per la Storia d~Ua Resistenza e della Guerra di Liberazione 1975 / RICERCHE STORICHE quadrimestrale dell'Istituto per la storia della Resistenza e della guerra di Liberazione in provincia di Reggio Emilia SOMMARIO Rivista ANNO IX iN. 2S, LUGLIO 1191715 Comitato di Direzione Dino Felisetti, Stefano Del Bue Aldo Magnani, Mons. Prospero Simonelli, Gismondo Veroni Direttore Responsabile Giannino Degani Comitato di Redazione Renzo Barazzoni, Ettore Borghi, Carlo Galeotti, Sergio Morini, Vittorio Franzoni Segretario Guerrino Franzini Amministratore Bruno Caprari Ri.cordo dell"avv. Antonio Gnalllldi !lag. 3 LUISA STEFANI 'La donna nell.a Resistenza re'ggiana 5 GIANNINO DEGANI L'opposizione al stampa reggiana fascismo nella 411 ROY FARRAN L'attaoco di Botte'ghe 55 DOCUMENTI E TESTIMONIANZE I ve'rbali deJ.le riunioni del marzo 1945 tra C.LN. Provo e Comando Unico Zona (con note di Guerr'ino Franzini) 65 li memoriale di un partigiano tede'sco DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE Piazza S. Giovanni, 4 Telefono 37.327 Prezzo del fascicolo Prezzo del fascicolo doppio Abbonamento annuale Abbonamento sostenitore Abbonamento benemerito L. L L. L. L. 800 1.400 2.200 5.000 10.000 La collaborazione alla rivista è fatta solo per invito o previo accordo con la direzione. Ogni scritto pubblicato impegna politicamente e scientificamente l'esclusiva responsabilità dell'autore. I manoscritti e le fotografie non si restituiscono. St"mpa Tecnoslampa - Via G. Bodoni, 4 Editore proprietario Istituto per la Storia della Resistenza e della guerra di Liberazione in provincia di Reggio Emilia Registrazione presso il Tribunale di Reggio E. n. 20 in data 18 marzo 1967 ATTI E ATTIVITA' DELL'ISTITUTO L'Assemblea del 23 fehbr,aio La premiazione delle opere vincenti del Concorso per studi stolrici inediti RECENSIONI Nelson Ruini - Cronache di 40 anni di lotte; Antifasoismo militante. Testimonianze e saggi; Ro!'ando OavandO'H Cavria'go antifascislta (AlIfredo Gi,anoI1io); Egidio Baraldi Ricordi di un partigiano (Guerrino Franzinli-); S. /fario neUa Resisteonza (Roolando Cavandoli) 95 Wl!} RICORDO DELL'AVV. ANTONIO GRANDI Ai primi di giugno oi ha lasciati l'avv. Antonio Grandi. Una dolorosa malattta da tempo gli impediva di dedicarsi alle moltepUci attività professionali, ed aveva dovuto rinunciare anche alla Presidenza del nostro Istituto Storico, sostituito dall'ono aVI}. Dino Felisetti. Di origine bresciana, l'avv. Grandi era venuto a Reggio ancora giovane, e nella nostra città trovò un ambiente vivace nel quale si inserì senza difficoltà militando nel movimento cattolico, con serio impegno e con un apporto di idee che superavano i pericoli di un attivismo rischioso. La professione forense gli offriva continue occasioni per affermare ideali di libertà e giustizio e per misurare i rovinosi effetti del sistema autoritario e dittatoriale; e quindi fu tra i primi ad aderire e anche a promuovere il movimento dt' liberazione, con tutti i rischi che comportava. Nel s,uo studto potevano incontrarsi amici di lotta, e anche la sua casa fu aperta ai membri del CL.N., così come lo fu la residenza di campagna di Viano.\ Nel nuovo clima democratico, ebbe l'incarico di Presidente della Cassa di Risparmio, ed a questo Istituto dedicò ogni cura, sia per un maggiore sviluppo, che per la soddisfazione dei fini istituzionali; e la sua opera trovò N dovuto riconoscimento in incarichi nazionali, come pure negli organismi comunt"tari europei. Partecipò sempre attivamente alla vita politica, portandovi esperienza ed equilibrio. senza cedere a polemiche J1terili, che solo impoveriscono la vita civica; e con vera dignità seppe superare gli inevitabiU ostacoli che ogni attività pubblica comporta. Come ahhiamo detto per diversi anni ha guidato anche il nostro Istituto per la storia della Resistenza, e anche in questo settore l'opera sua è stata veramente pre:àosa. Ci ha lasciati quasi inavvertitamente chiedendo di non turbare il suo riposo con discorsi o celebrazioni, nella piena consapevolezza che nell'incontro con Dio si compiva la sua vita, e da Lui si attendeva il vero «giudizio »; un giudizio ch& riconosce nella fedeltà al proprio impegno il titolo di premio, e lo integra con la ricchezza della azione redentrice di Cristo. Per questo segno di fede, per quanto ha operato nella nostra comunità, noi diciamn «grazie» ad Antonio Grandi, e gli diciamo che il suo esempio ci sarà di slimolo e di guida nel lavoro che ci attende. Alla Signora, e alle figlie, l'Istituto rinnova le più vwe condoglianze. Sac. Prospero Simonelli LA DONNA NELLA RESISTENZA REGGIANA La dona che la piasa, che la tasa, che la staga in casa; questo il motto wsa Stefani 'aveva scelto per il suo Lavoro pMteciJpMlitJe aà 3° Concotso per !sm ,stol'ici, indetto a suo tempo daH'Is1Jiùuto per ID Storia della Res1stenza ~n p!OVIincia di Reggio Errùlia. Il suo sitrudio, è 1'1su11Jato v1ncente 'S'econdo un med1taJ1:o giudizio dehl"apposita Commisls[one e per questo esso viene pubblicato sulla nostm r.wista, sda pure non 1ntegrailmente, In pienoaocOlldo con fAutrice, abb1amo omesso infatti quasi mteMmente :hl cap1tolo dedioato alLa guenra di LibeJ:1azione nella noorbl'a provincia, in quanto la llivtiJs1!a è 1!enuJta a pubblicrureesclLusivamente m~e' origina[e. E il capitolo suddetto, per quanto di ottima fattrura, non si fonda su IDloolliale inedito, che purtroppo scarseggia. me INTRODUZIONE Nel tentativo di cogIrere il cataUere e il signrficato deLla partecipazione della donna italiana alla Resistenza ,attraverso una anaHsi storica, 'si rendono necessarie alcune considerazioni preliminari. Molto materi'ale documentatiJstico costituito da 'fogli, volantini di propag(l;nda periodici, è andato smarrito per lo stesso obbligo della dandestinità, che noo consentiva la conservazione di giornali ed opuscoli. (Occorre infatti tenere presente che il Tribunale Speciale fasdJsta camminava dai cinque ai dieci anni di prigionia per il reato di diffusione di stampa dandestina,e particolarmente negli anni della Lotta d Liberazione 1943-45, il possesso di un semplice foglio potev,a significare Ja deportazione, la tortura, e persino la morte). Per una vi,sione più completa, ,si rende perciò necess,aria ,l'utilizzazione del metodo della testtmonianza diretta. Una seconda ICOnsiderazioneè me la maggior parte della stampa immediatamente 'successiva, tes'a ,alla rievocazione e alla ricostruzione degli avvenimenti più importanti,rilsuIta viziata da uno stile ,retorico ed agiografic,o~he costituisce un indubbio ostacolo ad una reale compre!1JSione degli avvenimenti e delle implicazioni politiche, sociali ad essi connes'se. p.ertanto il carattJere celebrativo dei vari opuscoli ed articoli di giornale che descrivono gli episodi e 1e IjJ'rotagonnste della Resi'stenzafemminile, è sintomatico del significato che ha aSlsunto negli anni !Successivi la partecipazione della donna alla Lotta di Liiberazione, e come tale eSlso va interpretato. Decantata neUe vesti singolari di eroina, quasi trasferita su un piano leggen- 6 dario, ne è scaturita una figura femminile caratterizzata soprattutto da insospettate doti di coraggio, capace di una totale abnegazione di sé, pronta ad ogni saorificio di fianco ,all'uomo: una immagine di donna molto viva Isul piano emotivo-sentimentale, ma mutilata nel suo più profondo significato politico e sociale. Esaltando maggiormente le doti tipicamente femminili di fermezza, di aiuto e conforto, di paziente tenacia con cui ha saputo creare i collegamenti ed organizzare la lotta, è stato maggiormente accen1luato l'aspetto funzionale ed ausiliario della donna; ella è stata definita in varie occasioni la « Resistenza dei Resistenti »: carattere senz'altro presente nella lotta femminile, ma non esclusivo e più importante. Perpetuando la concezione di un ruolo femmini,le subordinato nella costruzione della storia, anche in riferimento a quel particolare momento, è stato cioè sottovalutato il carattere di partecipazione matura e cosciente, che, attraverso un movimento organizzato, ha portato avanti in modo autonomo e responsabile, obiettivi di lotta specifici ed istanze rivendicative proprie. Come tale, la Resistenza femminile non va iJsolata in una parentesi « Straord1naria » ed 'episodica, ma va inserita in una prospettiva storica più ampia, le cui l1adici 'si fondono nd movimento diemandpazione femminHe della storia precedente. Due filoni storici confluirono infatti nella Resistenza femminile: da un lato l'espedenza dei movimenti femmini'li sorti in Italia e all'estero nel secolo scorso: essi rivendicarono un'uguagHanzasoprattutto politica con l'uomo, che l'esperienza di ogni giorno mostrava sempre più fondata. Da11'altra, l'esperienza di lotta delle lavoratrici che, partecipando agli scioperi e alle lotte nel quadro del movimento operaio, '<lN'evano maturato una chiara coscienza di classe che il particolare sfruttamento cui furono sottoposte durante il fascismo, continuò a'd alimentare. La comparsa nel 1943 di un movimento di massa femminile unitario, fu anche il risul1:ato della ribellione maturata nelle coscienze, ad una situazione non più sostenibile di fame, milseria, disoccUipazione, creata dal fascismo e ulteriormente aggravata dalla guerra; la stes'sa che più volt,e durante il ventennio, portò all'esplosione sul campo aperto, di Jotte e manifestazioni portate avanti soprattutto dalle lavoratrici (1). (1) Fm t'U~te 1e lotre sostetJJUrtJe in qUle~i llIIll11, dii PilIil1ft1com riillievo furono queLle condotte a MoliinellilJa daMe spdJgdkwrìici e dallile tes's1ùnici de[ San:ernillano ohe nel 1924 si nifillurollil'ooO di lIderjnce mi smdacatli fascistii. Neil 1925 sciopelllalOOno le ta:bllOchine dci Leccese per obteoore UIll nuovo contratto nllzionallie e aontll'O lia diilVIDsliCJl!]e b11a t~boocIMne imdusltciall ed agllico1e. Numerose f'lllrono le lotte condotlte diaJJle lil1VO[1atr1ioi ncl se1JtOre tess[we ne[ 1928-32-33. Nel 1932 si svo~se a ToI11ino una gl1aOOJe diimoswazione dii operlllie diisocrupave. Le lobte più wste iiumnD atltJUatJe neil slettOire a,g!l1icdLo dailllie mondine, che ognd a,nno confluivano in gmn numero lPer Ja campagna di monda netle province di Vercelli, Pavia, Novailla e a Mor.tllil'a. Aippoooilate daMa Coofuderozione Gooet!alle I,talllliana dIel Lavoro c1amdesiJma e dal Partito Comunista, esse organi:z2Jatono soiopel1i imponenti nel 1931-32 per rivendicare m1gHori condizioni di lavoro e per protesltare COiI1t'l.'O la J.1iJdiu:zjione dieii. lQro saJlJam dei!. 35% . Le lotte furooo sempre diuIl:Iamoote stroncate dillgilJi appaJllll1li. repl1essirv1 del llegdme. Ta.-a hl 10 febbooio 1927 e il 22 ~ 1943 furono mrfa~bi coodannllte dial Taiibunale Speo1allie 124 dOil1Ue; ailt:re 49 fu11OO0 iJnNWatle aiIilia Ma,gfusitl11aitJuaa ol1dllina~a. Giir. Le donne condannate dal Tribunale speciale iJn «Le dOUil1e nei1ll!a stoll1a d'ItailiLa », vdlume II, a OUil1a di G. DEL POZZO - E. RAVA, Mi~ano, IQ Gailendillvio del Popolo, 1969, w.502-506. 7 Esse 'si svoLsero particolarmente intense negli anni ,tra il 1927-32 ed ebbero un ,carattere ,soprattutto difensirvo: le dure condizioni di lavoro, il carovita, la riduzione progressiva dei sa'lari, la disdOCupazione, ill prolungamento deLl'orario di larvoro oltre le otto ore, furono i motivi principali che inoos,sero le lavoratrici a \Scioperare. Un ruolo importante nell'organizzazione di quelle ,lotte ebbe il Partito Comunista che in quegli anni indirizzò [a 8ua 'attività ,anche tta le masse femminili. .« Non si può comprendere lo sbocciare nel 1943 - scrive Nadia Spano (2) - di un vasto movimento dii massa femminitle per la caociata dei tedeschi e dei fascisti, se non si risale a quel -lavoro oscuro, ingrato e pericoloso che sembrava senza soddisfazione, talvolta persino senza prospettiva, fatto dQlle comuniste sotto -la dittlatura fascista, a quella rete ·faticosamente tesa in anni e anni di ~a:voro, laceMtIa dagli Il!l:Iresti a daoll.e pe11sectlzioni, ma sempre ricostruita con una fermezza e una fede senza pari» (3). Molte di queste donne infatti, più mature politicamente per l'esperienza di lotta condotta durante il v'entennio, continuarono anche durante la Resistenza la loro attività nelle organizzazioni clandestine: i C.L.N., i G.D.D., il Fronte della Gioventù, Comitati di Agitazione, le formazioni partigiane, S.A.P. e G.A.P. P. BRACAGLIA, Pagarono al fascismo il prezzo più alto in «Batl1t1g1ane ddlt1a Libertà» del P.c.I., Roma, F.lilli S~da, 1973, pp. 34-57. C. RAVERA, La donna #aliana dal lo al 20 Risorgimento, Roma, Ed. CutLtuI11a Sociale, 1951, pp. 124-135. A. GAlJANTE GAIRRONE, La donna italiana nella ResMtenza in «L'emaooipazione femminitle 1n ltai11a. Un secollo di diSOUS51kmi 1861-1961» a OUIlJa di SoCietà UmaJ11lirtla:rilJa, Fdrenze, La Nuova llbail~a, 1963, pp. 61-80.. A. BEI, Perché i giovani sappiano, a OlI!1'a dJeIL1>'IANPPIA» l1egionale dtil Lazio, Roma, Seti (s..d.) 82 pp. (2) N. SPANO - F. CAMARILINGHI, La qu,es~ione femminile nella politica del P.C.I., 1921-63, Roma, Donne e Pdl!i:tJioa, 1972, pp. 51-52. ( 3) l[ Pattltruto Comunlistla fin dIai SIlIOIi p!l:limi a1llIlli dii vita non aveva fonmu!IJato un'dJ,ruoor32lione teotlita dJellil qru'<lstlione femmiq]jj]e, ma su1 piliMlO openartliJvo aV'eva aetlOaJto Bn dallJl'tiniaJio di oogandzza:re la sua a1Jùiviltà antthe tJrIa !Le ma~se femminùllJi, sapmttutto wa ~e lavoralit1ici, le aaSiailllinghe e le OOllJ\ladEne. In PI311llicola:r modo, dopo i[ congresso dii Lione deil 1926 in cui e5'SO preclsò la sua funzione in seno ·ai![e mrusse ed ~emnò l'es:i~a dii mOOliIIlÌItiatl1e tn:IlIte le forze c:lIisponiiJbillJi contro iII reg:me frusoistla, il! palllcito inItoosilliicò il! SIUO lavoro tra le donne, impegrumdovi le for2le e glJi st:l1Umenti dcl1a propuJill OO\Je ongooiz2Jait\i~a, trulO11a aJIlCIbe i SIlIOIi JlIIiJgllioni dIimi~enti. Un VIetIbatJre dii 110a lliruruone dIeil!1a semone femminJillJe aen1ll1ai1!e dal!ruto 6 novembre 1929, testimorWa 1nfattli che <d[ COlllipfa:gno BrOOlii (rP. Togilliattli) è inIoatìiiaato dii tenere i cdllliegamenti \Ula la segretema eH partitto e ]a sezione femminillle ». ,La Slia:mpa cieil pa11II1!1o, spediJaUmenlie qudLlll EelllIJlIIiJnille eihe veI1Iiva fatlia oircdla:re cilimesllinamente sop11ruutn:l1lto neilllle fillibbrokfue, fu un ;pnmoso sli11U1IJJento dii d!irezione deilffie lotte e di propaga:ndll an,~iJfasdsta. n giornail!e «Compagna» OJJgail1O urDJi~c~aiI!e deil moviimento femm~n!iILe COlIliUllWsta, (!il pit'imo IlJ1lill1eJ:O usci a Roma il! lo gennalio 1922 cfuem:o dia Rl1ta MonuaJgIlJana e concilnuò cqn ooa cerlJa peni:od'ioirt:à fiino ai! 1926; neil periodo slllOOeSrS'ivo U1S1Cì mol,to irtmegolJal1lDenlie, \Ula 1tmghi pemiadi di slilienzio mt<ll1l:otto \JutJ\Javla da DIUI111eil:i dediitoatli aIlJl'8 marzo, eihe Dimrose- S.Wlpr.e~UIl1Ja daw di rifellimooto costanl!e per un eSlal!11e Ol1iJtrico ed 00 riI1a:naio dieilll'aI\J\ùvità) affrot]ùava 110a singolia:re vartietà dii temi: a:ocooro a notlime dii pdlJiJcilaa geDJetlaiI!e, edelentlhi di pensecuzionii fusd1ste, esso !aCroghleva notJi2J~e de conrlii!Zliollii dJeIIILe donne nd[e fabbrlidre, de liWendicamonii dtilJle lavomtrlci e sruilile agita2Jionli da esse condolite. Esso con'limbuì in l!aJl modo a manl\Jenell1e viva la tema1litaa :liemmiinil1e nei sudi nodi CNoLali, il[)jureocWatJi con quellllJi dellLa dhliesa d~\l 1mbertà e deLLa lo\Jtla conroro iiI ~rusoismo. N. SPANO -F. OAMAiRrLINGHI, La questione femminile nell'a politica del P.C.I., cito pp. 51-94. N, Ioutli, Da Turati all'ebaborazwrne del P.C.I. in «·RinrusdDta », a. XV,HI, n. 3, mrurw 1961, pp. 2'18-221. a CU11a 8 ESlse stimalarona le altre alla ~atta; callegarana imati isalati inquadrandali nel mO'Vimenta di liberaziane generaLe e nel10 'Stessa tempo, partarana avanti i prabJemi centrali della questiane femminile nella praspettiva di un rinnavata cantesto palitica e sociale. Accanto, a questa minoranza, si trO'Va l'altra componente essenziale della Resistenza femminile: [a pres'enza cioè di malte danne che furano, indotte a lattare nan da una coscienza sociale o di classe, ma spantaneamente, dal rifiuta i'Stinti~a di una situazione sempre più insostenibile di fame, mis'eria, disoccupaziane, razzie. Spessa impreparate politicamente, prive di mativazioni idealagiche, esse agirono, 'spontaneamente affrenda il lara cantributa alla latta in v,a'ri modi: mantennero, came staHetue i callegamenti tra le varie formazioni pattigiane; 1ottarona nelle G.A.P. e nelle S.A.P.; raccaLsera vestiti e fandi per i partigiani; atfrirana le Jara case per ospitare prigianieri fuggiti e feriti; manifestarono, sune piazZJe per chiedere la distribuzi'One di pane, graslsi, zUiCChero. Illara contributo, per lo, più anonima, la cui entità sfugge per H particalare atteggiamento, da esse assunta, fu ind1spensabhle nella Latta di Lilberaziane: essa :fu l'elemento, ohe conferisce il carattere di mas,sa aUa Resi'stenza femminile (4). Riconoscere pertanto il legame di continuità con ola staria precedente, nan significa sminuke il contenuta rivaluzionaria della Resrstenza, 11 sua carattere prafandamente innavatare rispetto al passata. Come ha os,servata A. Gabetti: «La Res]sten21a :femminile, 1nt1mamen1Je legata ai mov1menti e ai moti precedenti, presenta però m01Jivi, eLementi, 1orze·diV'ets'e che si fO[]JdOitlO in ql.DaJ1cosa di tutto 1l1llOVO» (5). Fillappunta nel carso, della Latta di Uberazione che si realizzò un mavimenta femminile di massa autanoma e unitario, che univa danne di varia estraziane saciale, di malteplici tendenze 1dealogidhe, religiose, politiche. Senza precedenti nella staria d'Italia, quell'esperienza espresse chiaramente il carattere nazianale deUa questione femminile, comune a tutte [e danne, nan di una sola clas'se. Infatti parteciparono, d1rettamentealla Resistenza femminile, per la prima valta, categorie sociali rimaste più delle aJtre estranee aLla vita palitica: le cattoliche (6) e le contrudine. (4) AlOUJlle oidire sono iOO1icrutliV'edeili1a pall.'ltlecipa2llone onganWZ2J!liUa del1a donna: 70.000aPPll11ùooenci a:i G.D.n. 35.000 prurcigJtrune comb81t1:enci. 4.635 :artJl1es1Jrute, t01ll1:'llJllare, proaess!liUe. 623 cruOO1le in comlbatrimento e fudiffirute. 2.750 delJQl1trutellletl oampli dii C01JJCenrtl1'amooto m Germda. 512 c{)mmis,sarie di formazioni IlXlil1tigrane. 16 medrug<1ie d'oro. 17 moorugt11e d"a11genrt:o. !ReiliaeOO'l1e del G.DD. pneSen1J!liUa ali 10 Congresso Nazionale Dell'UDI in «Posta delllla settimana »a. Hl, n. 8, giluigino 1964, pp. U. '(5) A. GOBETTI, P.erché erano tante nella Resistenza, ID «Rmasd1ta», n. cit., pp. 245-251. ( 6) I 11lOV1imenJ1Ji JiemmiJnJillli. a!liUtoI1Iiiai si COIS'titJuJiJrono nel 1908 con l' « Unione del11e Don:ne Gruttolillahe ». Nel. cotl@OOsso dii Roma del 1919 essa aSS/UIl1Ise la denomina2J1one dii «Umone Femmme CatJtdOOa I~aI1.iruna» e' russò iil segrtJle1JJte ptOlgtt'amma: 9 Per molte di loro la scelta di partecipare in prima persona alla 1otta, significò spesso una coraggiosa rottura con abitudini, schemi mentali, tradizioni del passato. Soprattutto per le contadine, isolate dal particolare contesto della campagna, dominato da rapporti sociali ed economici particolarmente arretrati, l'ambiente più lento ad evolv'er,si. Es'se 'erano 's'emprre rtmalste 'esdruse anche dai movimenti femminili precedenti, che erano stati di carattere prevalentemente urbano. Durante ~l fascismo poi, esse furono il bersaglio più duramente colpito dalla politica del regime. Fu appunto la ribe11ione aRa loro pesante condizione servile 'e umiliante che le indus,se a dare un prezioso contributo, pieno e spontaneo, alla Lotta di Liberazione. AnaJizzando i contenuti della propaganda indirizzata alle donne nella Resistenza, (7) affiorano chiar.amente le a'srpir,azioni, i motivi ideali che indussero le donne ad intervenire direttamente alla lotta. 1. -,« Rllinisallidamooto delll~ ~amtgUllia sila neilllJa slllla vIDtia ii1Wema sia D'egll.i i~iIruIt!i pubblici che la ipres1diioooo. Difesa con!llro qoolliSliaJs:iaoohe ~aJ1lVIlIto 3iV'\1IiIam:Jle1JJto lil da.vormo. D1Jiesa dei d1iJ:li1Jtli delile dOltJJ1JJe e ded Hmailllllilo neililJa fiam:Jl:lgilIi;a. 2. - Difesa del da.,rrutto dei goomtot1Ì nelll',ecIrrroa21imre deilll!a proIl:e; afifurmaZlione deill1Ja neoessi~à delila l1beutà delhl'illnsegnamento; aJf6eJl11Il1aQ:1ione didlIlIa prem!1nenza del ar~lleJ:lio eoocativo e della neces's1tà di lJIll m'lglliol1amooto ouIì1:uJ!:lll1e neilllJa souollia. 3. - Di~esa delhla plllJbb!\Jioa motIaIli1tà. 4. - PrepaJmmo[]e uOO1JJioa deilJlJa dIoona per llemlierllia atl1Ja a panteaipare a 1JIUI1Jte le forme da. las,SlÌstlen21a che i ooOlVli l'e1D[lQ nid:riJeldono, COlIl!P'llesa !a ges1tio1JJe degli ]S,l'Q1lIlltli suataili di beneficen21a ed as,s]SltenZla e in paJ11tQlOOilJame modo di qUlel!hl che ~ù mrevessano la doom e 11 dia11Jcùu:JlLo. 5. -PilJeij)ama2lQone dii pemomme aJtJtoaJd aSls,iostJene le OJ:1g1Mliizzazioci pvofesslio[]allii femminili non 6010 D'ed campo mooa[e, e igillooiro, ma alliObe m q~e!IIlo tlecmco. 6. - PiVepama2iÌone dJe!IIla donna ail voro e alli1a VÙi1Ja pil]bbIJWca medljante la conoscenza e l'esiame deili1e lemi dhe regoJano le pulbbildicihe iIs~tTtl2Jio1JJi ». iLa loro a,ttivl~rà sii SiVoffi~e rundre in sle~o neil ~etltOlJe spec16iJcamen~e. femm1niiJ1e deiI!l'llJssiStlenza sociaile. Dunai1We dil ventJettlII1!io le aJSlsodJarzlionii OaJ~toI1icl:te mrooo 1''lllllIioa ol'ganizza2Jione femminILe toililiem1Ja c1aJ. fiaJrismo. Neil 1928 esse pllIDtJualLiZZruvOllo megllio iiI loro ptoglllaJmma accenruandone iII oamatJrere sooila!le dii asswslieooa alL1e lavomtJciai; dii lotta per l'osservat12la del l1Ìjporo feSI1Jivo; da. a,ss1!s,tJenza lIilJIJe CQ[]trudfune, aillle ~; dii proltJe2l1one lIhl':infanZlia. LegaJue s'ail:damoote agilIiamlbruootr dci oarttolliioesdrno u:f:tJidaile, eSlsle furooo slempre moato infln:uen2laJ1Je dalIilia dottll'ma e dallll'fudeo101gLa ddll1a Chies;a udifiioi~e, peva:ò· non diedero maJi aJlffia loro atciv~tà uno sbOioco slUil pLano jYolllitiro. Neil 1930 wa!1Jtli Bio XI ne!lll'enoiillioa «Gas'tii conmtba.i» J:llprendoodo i coooe1Jti gJià espl11esslÌ dia Leone XIII neil 1891 ne]la «RelmlIl NovaJlmlIl », lJiJbllJdì con moo1Ja pu:.ecbOOne ]a pos[z!ionle dii SIll!boaJdillnaz!ione deil!la do=a aIIll'ur01l1O neli1a vilita pl11arioa, e lJIll anno dolPO neilll"endcilJioa «Quladm:gesimo arnno» arflfienrnò: «E' nelllia CaJ~a o là dove la pootano i suoi doveiVi da. do=a & casla e tIlla ~e OIOCLlIParzU.O;1JJi domeslttJ®e dhe s<i pone iII lavoro de\JIle madri da. f,am1gil1i;a». Si può ':6adil1moove oa,p,ire come la paJr1Jeoilpaz:ione aJlilia Res1Slrenza delJ}e donne calitoddA:he abbia rappiIJes'enta,to U[)ja mttuma con la 1000 ·llradli2lione paJsloo1Ja: la loro pveSen2la acoa1JJto aJiLe aLtIl'e contlJibuì a Q!\ewe i[ OaJ1latJ1'eue movaJ1Jolle e UiIlUrtIaaJio deRa ReS~Sirel12la Jiemmue, L. OABEZZUOiLI - G. CAlPPABI:AiNCA, Storia debl'Emancipazione femminile, Roma, Ed, RillltJli,ti, 1964, pp. 1r19-127. La donna e la civiltà cristiana, A,tJtIi del Congresso celebmt~'VO del dnquantenruio UD.AiC.!., Roitna, U.D.A.c.I., 1960, pp. 304. (7) I bet1JJÌ ideoilOlgfuai dei1l1a ReSiosueooa, s:i mOaJvano Sop11litJ1lIlltlto dail~a· stampa remmind[e periodica. Il giornicle doodestino più dilffuso ;ella «Noi Donne» organo dei· Gruppi di Difesa del!La DcmnJa e per l'hssd,steneJallli CombaJtJrootii dei1l1a Ubel1tà; esso veniva stampato in diilVeJ:ISe eda.2Jiom: m Piemonte, L1p1à, LomIbau:.d~a, Faliruilli, EmillIiia-iRomaJgna, Toscana. MtJni perlioellidi, non dii iSi]JdillatlliolJle o~a.lJe, mà perlidienioi ellOOO: «La D1tesa deil!la LavoIiatT!ioe» a OUI11a dei G.DD. a TooÌl1JJo. lO Espressi in un linguaggio spoglio di enfasi retorica, con riferimenti costanti ai problemi concreti e immediati, semplce e incisivo, i temi dell'emancipazione femminile si inseriscono nella prdblematica deHa lotta generale per la pace, la libertà, la costlòuzione di una nuova società democratica. La questione femminile -cioè, non è portata avanti isolatamente, concepita in termini astratti, ma è Isaldamente intrecciata al problema politiro immediato. Si legge in un articolo di « Noi Donne »: (8) «Perché si x]oo1",a [a questione fumminitle bLsogna cacciare d'Itarl~a i tedeschi ed i fabisogna che ,la donna stJessa rpar~ecipi aMa guerra di libeJ:laZione nazionaile, agiti 1e proprie l'iveooicazioni, elabori le proprie questioni, le imponga ail1'attenzione e 'alla solumone delP'QlXJllo ... Incontreremo ostaroH, dovremo lotoore contro pregiudizi e vecchie tradizioni, ma insieme avremo la vittoria. Se ncl1asocietà di domani ~a donna dovtrà patrtJecipare con maggiore intensità e attività al ciolo produttivo e al11a vi~a delJ1a nazione, Slatrà DJieIOOSSlttio che oggi la donna rparr~edpi aMa conquiJsta di questa società di domMll nehla qUiale ess'a sarrà liberata, attraverso una .vaziona:le distribuzione del lavoro, dail peso deJJle ~accende dome&tiche, atlmenò da quelle che sono !più gravose e pesand ». SCIsti: Accanto ai temi politici e ideologici dell'emancipazione femminile è sempre presente il richiamo alla situazione concreta, all'esperienza quotidiana: la miseria, la fame, i bombardamenti, le razzie, le deportazioni. Durante la. Resistenza ,emerse indItre un ruolo rnlOVO della donna nella vita sociale e politilca. Mentre la propaganda ideologica del fascIsmo relegava il lòtlOlo della donna all"ambito fam1liare, ,assegnandole ,tutt'al più Ivunzioni a'ss1stenziali,esdudendola comunque da ogni fomnadi 'Scelta e reSiponsabilità,al contrario la propaganda antifasdsta dena ResisÌ'enza chi'es'e .alla donna di non estraniansi dal proces'so storico, ma di coinvolgersi direttamente nella lotta e di preparaTsi con responsabilità ai futuri compiti politici nella società democratica. « Perché la politica la devono f,are anche le donne »: è il titolo di un volantino di propaganda dei G.D.D.: esso esprime hl rifiuto dedso e cosciente di un ruolo passivo e 'Strumentale della donna che ha maturato l'esigenza di intervenire in prima persona, senza più delegare ad altri, alla lotta politica. In eSlso si legge: «Oocupa.vsi di politioa è per 1a donna una COSta assuma: da politica ~a fanno gli uomini è 11 dogma di quesoo società. Ma la guerl1a è venuta 00 è rriuociua con il wo cumulo di o.vro.vi, di stragi, di rovine, a scuotere la doDrll.1a, a 'svegliarla. La donna vede che se [a polltroa la funrno lei e in misul1a ~se marggiol1e. glli uomini, lle conseguen:re ~e subisce anche «Donne in Lo~ta» a =a dei G.iD.D. ]n Lilgumia e iIl1 LombaJl1dJ]a. «Rin!ascirtJa dell1a Donna» gi01'll1aile dei G.DD. Modena, «La Voce ddlJle Donne» organo deii Comiitato COOUl1Me B()lo~s;e dei GDD. a Bodogll1la.«JJà N\JISItll1a Voce» a ou11a dei G,DD. e F.d.G. a To.vino. «La CompagtlJa» giornaU:e detlJle dkJtnne sodiillllJ1stJe per iJl BiemontJe. «La Compag1lJa» gliornaile per la donna deii P.S.I.U.P. per Ila LombardIDa. IstiJmto G.C. Fd11lriDel1l1i, La Resistenza in Italia 25 lugl~o 1943 - 25 aprile 1945, a rura di L. CONTI; Milliano, Feilittt.OOJe:illi, 1%1, pp. 190-205. La stampa femminile clandestina, ]n «Partigiane deillla Ubel1tà» c#., pp. 207-209. (8) «Noi Doooe» Ol1gaJOO dii DidieSlll delllia Donne Romagttldlie, a. I, n. 1, grugno 1944. 11 La gl.1aooe maggiomnz>a deLle lV'itt:me per 10C\.lI1sioni sono db1lJne; durante J.e mwsiooi nei paesi doV'e si combatte, si inoonma, si saccheggia, occupano fol.1Se le donne un posto privilegiato cl. riparo di tutto ciò? E' possibhle dunque msistrere lin U!I10 stato di cose in oui più di metà del genere umano non p:tttecipa alila vita e ruIe deoirsiooi comuni, quoodo queste dedsioni la toccano direttamente? Certo non è possibile. Le dOl1!Ole rivendlicano ;hl &itto di disporre della loro sorte. La guevra le ha costrette daille loro case a svolgere un 1avoro di rapporto con tutti gli UOllllI11 e questo ha we1ato a loro stesse energie mlOV'e, capacità insospettate. Anche qui la dOlIlna incomincia a capire la forza del!1a collettività e che è necessario unii-si, è necessario che nessuna tradisca e colpire chi tradisce in ogni modo. Chi lavora per i fascisti e i. ruwisti,ttad1sce, perché contribuisce aNo sforzo nemico di l1icondurci al punto di pr1ma: ohi ci prega di mare appartate, di non OCCIlparoi di cose che non ci riguru:dlano, chi dice che hl posto deLLa donna è solo nella casa, tradisce e mente. Le case oroNano e .i1 fartto che la donna sia l'angelo delilia casa non lo può impedire ». Dopo un invito alle donne di aderire ai G.D.D. «Tutte, al d.i sopra di ogni conrviwiooe politica, perché hanno !lutte degli interessi comuni» oonclude rivendicando: «MIa fine della guet1ta, il diritto di partecipare alJ1e decisiooi suNe sorti del paese che è anche loro paese, <liJritto aill1a vita sociacre, diritto alile medesime condizioni dell'uomo, diritto aI Javoro, quindi dicr:itto ail riposo ». (9) Una prova interessante del1a raggiJU:nta marurità sociale e politica della donna nella Resistenza, è fornita da un vivace articolo apparso in «La Voce delle Donne» (10) organo del ComitatJo Centrale Bolognese dei Gruppi di Difes'a deIla Donna, nel marzo 1945. Scritto in riJspostaad una Idildhiaraz10ne della radio repubblichina, denigratoria ,dei motivi roea1i dell'emanlCipazione femminile, esso .esprime la chiara coscienza «Vogiliamo risponde a1ll!e ridicole pan:u.me led -ai roboantiappelli deLlia radio fascista. Vogliamo parllare di noi, !Visto che rra radio ha voluto ocouparsi dei nostri problemi. Diceva la radio repubblichina che [e donne delil'ItaIia Hbera~a stanno diventando immOl'ali ed emancipate, che vogtHono la padtà dei diritti degld uomini, con la facoltà di eleggere e di essere dette. 'La voce proseguiva tkanldo in baNo ,roti ideali di patria, di famiglia, di religione che sallebbero 'stati mandati ailil'aria dal11re nostre rore1ille dell'ItaJHa Hbenata e gridava allo scandaJ1o, &nO!'niJdita, di fronte a questo ~atto ohe, diceva, dovrebbe turbare gli uomini fascisti e antHiascisti aJ. di qua e aJ. di ~à delù'Alppennino ... in qUa!l1to poi ,aJ1J.a cosiddetta emancipa2!ione ae11a -donna - prosegue --:. essa è soltanto giusta ,rivendicazione dei suoi diritti, ~otva con1ro le umilia!l1ti 'condizioni dehla donna nelila società, ~a lcui conseguenza è proprio l'immoralità, giacché io credo che non vi sia nesSU!I1a d=a che, posta in buone condi2iioni di vita mOl.1ali e materiali, batta vQlIO!lillartamOOlte i mardep1edi a meno aIre non si tratti di una depl.1avata e quindi cii una anormaile... Penseremo noi donne, che abbiamo lottato e stiOOlO lottando 'a ~ianco dei nostri uomini per r1dare ~a patria l'onore ohe voi le avete tolto, a lottare contro la prootituziooe; noi Il difundere :hl sacro edificio della 1iam1g1ia, noi dOJme a mettere la donna al suo giusto posto nella società, a rifal'la questa società, ,e quiIlldi ;ad ep~atlla daJJLa peste fascista ». (9) Perché la politica l'O devono fare anche le donne (IW. 1944) Gruppi cii DifeSia deIhl!a DonIllia e per la Alssii~tm2Jaai Comibaitltlentli ddlllJa Libootà, Com.itato Provo di Guneo, 1n «PantigiUM1Ie ddlllJa Hbentà» oit., p. 31. (lO) «La Voce deihla Donna» organo del Comitato Centrrue Bolognese dei Gruppi di Difesa deililJa D<mD!a e per l'AlssitsteIWa ali CambatltlOOti didlIlJa LiJbelltà, a. II, n. 3, 15 marzo 1945. 12 della funzione politkae 'Sociale della donna, essenziale nella futura 'società. Vi si legge, tra l'altra: In tal modo fu chiaramente intfranto !'ideale fascista di una donna nutta dedita alla cura della ca<Sa 'e dei figli, estranea alle questioni politiche, monopolio esclusivo dell'uomo: ad eSlsa venneconnrapposta l'affermazione del diritto della donna al ,lavoro, aUa sua ind1pendenzaeconomica, ai diritti politici, ad un completo inserimento al pari dell'uomo nella vita sociale. C.AJPITOLO I MOMENTI PRINCIPALI DI LOTTA FEMMINILE DURANTE IL VENTENNIO Anche nella provincia reggiana 1a partedpazion'e della donna aLla Resistenza non Isca1mrì improvvisamente l'8'Settembre 1943, cO!tIle episodio privo di '3!ddentellati col passato, ma ,:6u il r1sultato del1e esperienze di [atta condotta dalle donne reggiane, lo 'sbocco na1mrale di una apposizione rprofonda 'e tenace al fascismo e alla guerra matmata durante il ventennio. Favorite dal particolareambienne di tradizioni 'sociaHste profondamente radicate, ,le donne reggiane avevano più vdlte dimostrato la loro capacità organizzatlva 'ed una singolare oombattività. Prima del f,asdsmo es'seavevano aderito alle associazioni 'Sindacali e ane cooperative, numerose ne1la ptOlvinda. (1) Durante la prima guerra mondiale non avevano esitato a scendere isulle piazze per manifestare 'la loro o'PPosizionea1la guerra ed impedire rra partenza dei 'soldati. L'avvento del fa'scisma non trovò perciò nel mondo femminile un terreno (1) Neil 1915 le Leghe pl1eSIOOUaVa!l10 nellilia provliIDIciiJa la seguente i>]tJuwione OIl'ganizZJaJtiva: 129 Leghe dii laW>1Jai1Jo1ii d!e!II]a teMa con 10500 sooi 81 JJeghe dii li3IVOOmtolli ddlll'diOldm~t:u:i1a oon6300 soai 94 CoqpelJaitWve di· Darvoro con 12000 sooi 7 Coope1Jative agu'1oollie con 2140 oooi ,87 Coope1Ja1JWe dii COUSlUl11l0 con 9000 soci 22 MutJue oon 6865 l'>ooi ,n Prdelvto di Reggio ,it1iliUJ~1JJla!llldo imoffiooe, ID una rua rel1amooe aJl Mdcn!1i>uero degJli Interni la sWDuaZliane pd!wtJ]oa dldlJ1a provIilncia ndI 19116, 1Jnfieciw: «l[ Bmrt1to Sodajnsta rJvo1u2lionamio in questJa pro~linda è sa1dametJlt!e Ol1gtooizZJa1;o... I[ <tWSIUI1~ato di taille forZJa è dOlViUto a!1ilia diiJscipJi1na e ai numerosi o1rlcoilii e legihe man mooo for1lJ!aI~e JlIeI1lo sipaeJio di 25 armi ... In qUleslti ullItimi giOl1nd - oootiirrma ~a reilaeJione - ,MllChe im questJa pJ:iOvWncla i>i è determinato hl movlimento dii piaZZla dleil[e' dKlilllllle che 00[ pretesto dii o®enere l'oomenro deil sussidio militare e ,i1 duomo a Caisa deli loro iplmt.en<tJi, tarmo Ve1Je proprJe man]feSI1JaZJiurui «pro poce »... Ber sabato ~ dice che 'ID questa cit1Jà deBba ,eSl~eJJVii 'lIDa =oV'a e più ~asua mmnilfes,taZJione di doooe co1 pllObalbillie UJntewento Idi ,allioorui lJepaliti che ~avorano nelJ[e looallii 0fJ1io1ne Mocoaniohe Ita:liane ». ltl Pitefe1Jto conolrudeva lpoi dicmar.mndo che ,avrebbe adottato le ilIlI1sru're nocessmtie per pal1aildlZ2lalJe dII ffiOlVlnmento e d!lttnIinruIiJnne Il'impoou=a. Re.lazione della Pre.fefibura di Re.ggro nell'Emilia al Minpstero degli I.nterni, 27-12-1916, scheda n. 445; l'orli~l1lJa;[e deil doc. lè ICOI1lJS'e11VIa/ro .ailIl'hlJcIh. C.'S. <a R01lJJa; lUna raccollta dJ fotocop.ie di questJa e deill1e 'lJe1azJian/i dellilia Pò:dreuUlIlla citate ru~, 'si urov:a presso 1'IstllitJuw Storioo delila ResDS1lenza lin prowndia dii Raggio EmJiJhlia led lè Itemporaneamente Imff~dJaJta allil.'lavv. Ghnnino DegooJ. 13 troppo fertile su cui fondare le proprie mdici; ,per rutto il ventennio non :si verificarono infatti forme clamorose di 'aides1one agli ~deali del regime. Una relazone della FiduciarIa Provinciale dei Frusci Femminlli di Reggio, (Laura Manmi) '(2), offre la Iseguente interessan!Je test1monianza sul modo con cui le danne reggiane ris!'poseroalle forme di inquadramento 'ed aUe organizzazioni mpaste dal r·egime. « L'organizzazione dei Fasci FemminilLi presentò in questa provincia difficoltà eccezionali, perché qui 1e donne o erano staTe tenute allmeno ne:hla grandissima maggiolJanza compietamente fuori della vita deililia Nazione, o ~edaJmoote 1JJegli anni precedenti alla grande guerra, erano state ~mbevute di idee es1Jremiste seminate dllll soci!ali=o qui operante, le quaùi idee nella scarsa cOlIlptens,ione delle donne 'e nelle .s1Jreutez2'le deihla doto vita erano divenute focolari d'indisciplina e di odio. Tanto che quando assunsi la carica di Fidooiaria nel giugno ded 1919, dopo o!1tre sette anni dii ·Regime Fasdsta, 'trovai 4 Frulci Femminili nella provincia e 102 donne fasciste E mi 'si disse ohe non si ,sarebbe potuto ottenere di più, tante erano le diHicoltà che qui presentava lo ,sviluppo dei Basci ». (3) Osservando i dati relathrialle donne organizzate nei Fasci Femminili nella provincia nel 1940, (4) r1sultano infatti soltanto 193 Fasci; la più alta percenruale delle organizzate è costituita dalle Massaie Rurali; ment:re mo'ho scarsa rLsulta l'adesione delle operaie, compJessivaimente 3.473. La Istessa FidUiciaria Isottolineò il fenomeno affermando che: «le organizzazioni deLle operaie e lavoranti a domiciHo prooede assai a rlliento: primo perché la provincia non conta molte indus1Jr:i!e e le donne operaie sono poche; poi perché è aSSl'ai meno facile la ,penetrazione nei Joroanimi, meno seffilllici e buoni di quelli del1e donne dei campi» (5). Colpite direttamente dalla politica 'repres'siva del regime, 1e donne subirono per lo più tacitamente il frusdsmo; nella maggior parte dei casi esse furono costrette (2) iL. MARANI ARGNAN[, I Fasci Femminili nella Provincia di Reggio nell'Emilia dal 1921 al 1940, Reglgjio E., Ofif. Orlat. Peclmmi, ,1940, 21 'PfP. (3) L. MAJRANI ARGNIANìI, I Fa'Sci Femmin,ili nrella Provincia di Reggio nell'Emilia dal 1921 al 1940, Dit., ;prp. 4-5. (4) Per i~ COIl1dirol11lto dei d~ti s,i rimanda aiII1a b~b. n. 5 in appendice. (5) L. MARANI ARGNIANl, I Fasci Femminili nella Provincia di Reggio nell'Emilia dal 1921 al 1940, cit., rp. 9. Anche nel ,reggiliano ['ol1gan/W;a2'li:ollle dei FaSici Femminillii 111'0111 lIlaocoruse ['acìes~o[]:e di moke donne,l1esbando per [o ;pdù monopolliio di rpOlahe IBaslo]s1Je, JJa maggU'OIl'anza mog1i di 'gletamohi. La loro ,atùività n()ln~bhe 'llll1ande rUilli:evo 'ed =a IpalJ1J1coffiame ~nJ01cìenza, rotallmente 'estl1anea 'agili m1Jeresisti ·ed 'alNe esu.genze delùJa magigliGU: rpam1Je deJli1e donne. Es'sa s,i nJisowse s'Qprat1JUtto ,SIUil pi'ano de[l'assiste>tl2'la ,aill1e flam'1g11li>e deJi niJclhWamati, da oos1JlJ1booiollie dii rpaddhi ootaJi2'li 'ai loro 1i1gi1i, in coihl:aboJJaZ'ione Icon gI1i Enrt:ii [ocailii deilil'O.N.M ..r., E.O.A., E.C.A. Furono organiZ2'latli CO>lJSQ di prepranazione ;PIer wa p>J1OteZ'iollie l'IIt1I1li"aetea e laillIa vÌJ1Ja ooWoD!kli1e. Tra iLe iIlliziallive più (i'iusoite, ne furono segnalate palJdcolarmente due: «L'assistenzaassiJdUla, costante, ,aHettuosislsima ailile mondaJ11ÌJso, ,afJi1dataailiLa coll1~bOlmbrtiJce tEederilie, ohe M:J. lm;one ad ,affi1Jte buone camerate, ha disd;p1inate, cCJ>l1!folJ1JatJe, fatlte 'ViiIbrare d:i aJÌJoonoslOenza verno ,i!! «Duce» ques,te ~avolratl1ici specre ne[ momento ~n oui laslmavano llie [0'1'0 iiamiglltiJe ». La ~Ieconda fu nstliwtzJione dii «Gommissikmi per me dllas,sirfiohe dei1le CllJSle ol1di1J1afte e morite e del buon ,alli1e'V'ame11!l:o dieililia pooilie. La Fòdtulci ariiJa slbes,sla ha vilisu.tato par,eocthde (lrus1e, SlPecohio di rpll1l1:i2lia e di buon gIUsto, D!elll!a loro ,s'empllliJmtà, am, per ailimme, neilllJa loro lPoveiJtà ». Ned se1Jtembre 1939 fu nnoi1tre oll1ganJzzato u.n ipO~to dii ~li~ùolllo ,aùda !srtJa2liOtlJe dii Reggl10 rper 1. Ldohiamati. L. MhRANiI hRGNANI, I Fasci Femminili nella provincia di Reggio nell'Emilia dal 1921 al 1940, àt., pp. 7-8. 14 a piegarsi a:l1e dure imposizioni, coltirvando nel proprio intimo la 10ro avversione istintiva ai metodi ed ai motivi del regime. Non mancarono ùuttarvia durante i'I ventennio agitazioni e manifestazioni di protesta contro i responsabili di una situazione che anche economicamente si faceva ogni g~orno più pesante per ,la maggior parte di es'se. Data la 'sua ,struttrura pr,evalentementeagricola intatti, la provincia di Reggio non offriva molte risol'se: poche 'erano le fabbriche a qruel tempo, scarse di conseguenza le pos,sibilità di larvoro. Nel 1931, rhultarvano 29.595 disoccupati di cui 15.861 uomini e 13.733 donne (6). Contro <la f,ame e la d1soccupazione si 's'Volsero varie proteste di donne nei diversi comuni della provinda. La manrfestazione di piazza, era una forma di lotta aperta, specifica delle donne, cui 'raramen1:e partecipa'Vano gli uomini; esse 'si ,s'Volsero numerose anche durante la Resistenza e costi1:uLtono un demento di ,supporto prezioso alla lotta, soprattutto nei momenti di insurrezione generale. Spes'so coi propri figli per mano, unendosi l'e une allea:ltre, le donne si recavano in massa davanti ai Munkipi per reclamare la distribuzione del pane o de1le minestre; 'era una ,forma di lotta per lo più immediata, sca1:urita da problemi contingenti di ,s'l1s'sistenza; pri'Va di motivazioni ideali o sociali; esse tuttavia denunciarvano chiaramente una siuuazione di pesante 'sfruttamento ed espr1mevano non rassegnazione, ma 1V'010ntà combatti'Va; ta:loraes'se agirono come elemento di disturbo, suscitando moti'V'i di preoccupazione ai Podestà che si ·affrettavano a soddisfare prontamente le richieste; ,a vo'Ite :si risolsero favorevolmente, spesso costarono arresti e detenzioni. La stampa locale ignorava completamente questi fatti 'sperando, col sHenzio più assoluto, di non incrinare [a fa:cciata di ol'dine e di armonka tranquillità. Una fonte :preziosa per conoscere questi avvenimenti è costituita invece dalle relazioni di polizia e del'Ia prefetùur,a che registrarvano minuziosamente ogni piccolo gesto di protesta anche individuale; la interpretazione dei fatti che traspare, è comunque volutamente parziale e ttaJd1sce la preoccupazione di perdere il controllo politico della isituazione: gli aVIVenimenti ,sono infatti costantemente minimizzati e svuotati di ogni contenuto po'litko. Nel febbraio del 1931 nel comune di Scandiano $i svolse una manifesta( 6) B~a e!lOOO dilStribUlirtli ndl mooo segu{JJ]~e : Uomin,i Totale Donne 22.435 9.450 12.985 748 5.977 5.229 161 1611 1.022 1.022 15.862 13.733 29.595 Riferendo i dati relatwi aJla disoccupa:m.ooe, hl P.refetto commentava: «N~ÌIllIl'ailJmente ~e cond!bJiond ~bjeln~aJi d~a prov>il!lcia f,avOOSlCOltlO da un lliato ~a propaganda sovvens>iV1a, dailll'iJ[tto liIl mdl~aIl1s1i dii iIlea1li contro la lPil.'QPiIlietà; convro questa duptLice mÌlriacoia, ~e ful!'eie di ipOÙJi2~a 'V1igil1ooo [nslloooalbilhl. e penfe1J1lamenre consapevoLi delile :responsabilità che ,ad esse ÌlricombOl!lO ». Relazione della Prefettura al Min:PNe.ro dell'Interno, 5-3-1931, scheda n. 1071, rux:h. I.S.R. di Reggfto Bmilliiia. LavorotOllii .agrlicoi1i Lavoratori md. Lavor,atori comm. ·Lavoratot1i ltitIasip. fenrOVl~M1i 15 ziane di danne davanti al MunicipiO' per 'chieder'e [a disvribuziane gratuita di mtnestre (7). In quegli 'anni le condizioni degli abitanti della zana, in pr,evalenza braccianti agricali, erano partkolarmenue grlllVos'e; ISU una popolaziane di circa 15.000 abitanti, risu'ltarv,ana 919 aperai IcHsoccupati, dei quali 474 nan gadevana neppure deis'UisiSidi della dtsoocupazione perohé l"anna precedente nan avevanO' pO'tuta Javara:re il numero di giornate neoess3.'rie per alCqu~s1re tale diritta. Cillca 500 famiglie nan '3.lvev,ana perciò aLcun sastentamenta (8). Nel 1929-30 il particalare rigare dell'invernO' laveva per di più provacata il gela alle viti, e :suoces,siva!IDente la grandine ll:Veva d~strutta qU3.lsi tmtti i prodatti agricali. La protesta ebbe un relativa 'Successa: H I~odestà diu castretta a provvedere alla distribuziane gratuita delle minestre. Nel maggiO' dell'annasUiccessiva 'si verificò nella stes,sa camune un'altra manifestaziane promassa da danne per denunciare 1a lara insosten~bile 'sinuazione e rivendicar,e «pane e lav;ora ». Rifiutandasi di tornarsene a clllSa senza nemmeno ,essere ascaltate, esse pravocarana l'intervento della milizia che procedette all'arresta immediata di tre dimosDranti (9). ,Prateste analaghe burano avanzate da gruppi di danne anche nei comuni di VezzanO' e di Albinea per rivendicare l'81ssistenza invernale; esse costaronO' l'arresta di sei per,sane (10). La :S'coppia della guerra aggravò ulteriollmente le candiziani di vita di mahe famiglie: rutti i prodatti di 1a'rga consUlffia turanO' teS'serati, razianati: fu in quel clima particalarmente dirfifidle 'Che isisvols'e 1',8 attabr,e 1941 una impanente manifestazione nel camune di CadeLboscO' Sopra. Essa ,ebbe va:sta risonanza in1Jutta la provincia per i,l numera 'Cans1derevole delle partecipanti ,e la loro partka13.lre combattività (11). (7) Dtm:attlIte à'1iIn1VlOOllO, l~tIaIg!ione mOlt:ita per i l1aJVOtl dell!ba c~agttlla, per fat Ifronte aJùJa Dame, ven1V1a:!lO ,aIllliesl1J1te !in vm1i comumli 1Ie «oocine eCXJlIlomildhe» in ouJsi diisttliibulÌ'VI3JIlo m1nestte a pochlSlSimi OOl1ltesimli; mo!litJe fumliglle 'wt11laMDa, per Ilo IpliÙ nrumero~, non arvev'ooo l11eppure i meZZIÌ per ,aoqws,tlaa:i1e ~ gli0l11l0. (8) Cfu:. Relazion,e del P~efetto al Milnistero dell'Interno, 21-2-1931, !scheda 111. 1077, LS.R. di Reggio Emit1ia. ( 9) ila mmestazuone ebbe Mas1la r&SIOt!lian1Ja dn qlllei! giorno per IDa poosen2Ja di una i!JJlllmerosa folla concentllata l11eRa piaz2Ja in occasione del mercato locale. Fmono arrestare Glusepp1na lemmi e Man}a Ferravi (madre e jj~gJia) poco dopo si i3JggÌlu!llJSe Il loro anche Emma s,pa!Lloorzam per aver ;protestato contro I.'arresto de!1le dille dOillne. Relazione del Prefetto al M~nistero dell'Interno, 12 maggio 1932, ,soheda 111. 808 w-ah. LS.R. dii Reggio EmilL1a. (10) AillIcihe liIn qlUlelhl'oacasiOIlle, rommootlail1d:o iii. !/iabto, iJ. ip11ektto esdlm:Lewt ogni cataJtrt:elle e mOV'OOlte ip<Jililltioo, col!JJswdemmdo l"aoomto «Una petri.;2j~one collletJt1'V1a pacifica anziJChé Uil]a diimostlmziOil1e vera e ,prqp!liJa » ma SIUI~to si ,afJioo1J1Jawa la gara'llltl1re cheav~ebbe preso etlieIllgùme mislllJI:ie di prevenzione, ~< in pieno ,aocordo COi1l ~a FederazionePdlitioa onde impedire e ocool1llOOdo reprimene immedi.i!l!1Jamen1Je ogttllÌ 1JentlartWvo dii protesta ooIl!1ettfrVla ». Relazione del Prefetto al M,inistero dell'Interno, 14 marzo 1932; 20 marzo 1931, sahede 1lII1. 814, 1074, I.S.R. di Reg1gIio Bm!:lliia. (11) VWli ISUntomJi dii crJiJbeIlihlone ru ~asclsmo sa lerMO ve1iiJfliiCaitIÌ preoodentJemente neRe abitJail1tll di qlllellffie [ooalijtà: !l1IeilJl'~priill.e dJeIl 11930 Wa P~eJietJrura di Regg:o J1egLstJ.'1aVla il seguente ep1sodio: «La sena ddl 17 co!Dt'ente l3ilIle ore 21,30 il11 100ailliJtà dli "Rooda" di vma Arg1ne, cil'Ca 15 16 «IJ giorno preoedente - raoconlia una protagonista - mentre stavamo mietendo il riso si diss'e tra di noi di 'andare !!M'indomani a pro1!estare contro la 1!essera del pane. VelJso ilie ore nove deill'8 ottobre in sei o sette donne di Seta Nord .partimmo decise in bicioletta. Mal1!e ailtre erano già parti1!e verso Gad~lbosca e ·anche noi, stmda tacendo, ci demmo da fare per convincere ailtre donne a seguirci ». (12) Cil1ca mille donne ocooparana la piazza del comune pratestanda cantra il tesseramenta del pane . .Anche queLla protesta era scatrul'ha Ispantaneamente, determinata dal mativa cantingente del pane; es'sa tuttavia esprimeva armai chiaramente un significata palitica che non \Consentiva più di essere ignar.ata: tale carattere era sattdineata anche datlapresenza l'ardcalar,mente numerosa, di mO'h e bracciand agricole, la categaria saciale più matura palitkamente, che 'aveva ,al1e proprie spalle diverse eSiperienze di lotta. Ha commentata runa di [oro: «Quel mau1no chiedewmo il pane perché queillo che ci davano era pO'co e cattivo. Ma per moIne dii noi, non 'era solo il pane che volevamo: col pane volevamo la fine delLa guerra e del fasdsmo; valevamo la pace ». (13) La manifestaziane fu definita « Adunata sediziosa ». Il giornO' successiva furanO' arrestate dieci delle dimostranti, ritenute resl'ansaJbili di avere organizzata la protesta. Una di esse addirittura nan aveva partec1pato alla manifestazione: fu indiziata ugualmente in quanto mO'glie di run antifascista già condannato dal Tribunale speciaIe ( 14) . Un mO'mento parti!colarmente impartante anche per le danne reggiane, frurono gli scioperi condatti dalle mandine negli anni 1931-32. L'esperienza di quelle lotte favorì anche nelle danne reggiane che vi partedparona, una ulteriore maturaz1ane politica, ed alimentarano, nella maggior parte di esse, una più chiara e cansapevoLe cosdenza di classe. Le paghe delle mondine che ogni anno aHluivano nelle zone risicole del peJJscme, in iptlJevaJen21a giOlVam dionne, tfienme ISU dii 'll11 pcmticeilllo dJn prossimità de]Jl'labitata si mi n'S'ero ,a ,oantJare deillLe 'daJnzom ,tJna ooi Uil ,seguoo1leSI1!orneilllo: «Quando BlIllJdiena Rossa sii dantJaJVa, 30 illille ali. giorno sriprigl:]a,,-,a, lIdeSISO dhe ,sii oanta GIiW.'Jllez21a si V'a la wento con illa deboilJez21a, a:acompagJnllto da gr~dJa: «A mootJe MuSISol1liJllJi. e li \SlUoIi <seguoori! » IndiV'iiduatJi i ,1leSlpOJlJ8'albiiLi, furono IlItll1esltaite cinaa una decri1:la dì donne. Meurne furono condannave a qUJaiLdhe mese dii ,dlllJoere. Relazione del P,ref.etto al Min,~tero dell'Tnberno, 20-5,1960,slcheda :Il. 1132, <aJrchilivio I.S.R. di Regglio Bmiiliila. ( 12) La Itesmimoll1l1oo21a è sltJata nriilillsrorilltJa da Mafallida BuDaru di Vli11a Seta, !in Adunata sediziosa, <a lcum deilll'AmmliJll[stJm21ione ComumJaI1e di CwdeJlibosco Saplt1a, RegJgro B., 'TIecnos,nampa, 1971, p. 12. Per ~e notizie di quella marcifesta21icme, cfr. G. CARRETTI, I giorni deUa grande prova, appunti per una storia della Resùt'enza a Cadelbosco, Reggio E., Teonosùampa" 1964, pp. 65-75. (13) Gk La ~estrimom=a dii Bnurnia Manzoùt!i irn AdunaM sediziosa, cit., p. 13. (14) SIi tratJVava dii Arnrt:enrisloa BentJanIi,albliJtanltJe ,a Olistei1nruCJlV'O Sotto. Le ,aIltl11e alllJestatJe rorono: SantJa. hrdUJinJ, B8'1!enma Bedrina, AngeJlia Brazzi, SiIlV'iia OanliaJteillLi, GiruseP'P,ina Codeiliu(ppi., Giuseppina Immovilli, Anna Lusetti, Ondina Pederzoll, Jo~anda Spaggiari, tutte ibmociant1 agri" cole. Cfer. Adunata sediziosa, cit., pp. 21-23. 17 Piemonte e della Lombardia circa in numero di 200.000, tra il 1925 e i11930 erano diminuite del 35%; nel 1931 erano state 'ridotte addirittura al 50% (15). Alla riduzione vertiginoM dei salari si accompagnava inoltre un più intenso sfruttamento ed un aggravaTIsi progressivo delle condizioni di lavoro. Nel 1931 era stata diminuita la manodopera del 10%; all'aumento del rendimenvo corri<spondeva cioè una diminuzione del salario. Le agitazioni appoggiave dal Partito Comunista e dalla C.G.dL. dandestina, si svols'ero in quegli anni per protestare contro i ba'ssi sahri, rivendicare nuovi contratti e migliori condizioni di lavoro. . Es'se ottennero rilsultati parzialmente favorevoli: la riduzione dei 'salari fu limitata infatti al 16%. Uno Istrumento 'prezioso nella ditezione della [otta era costituito dal giornalino «La Risaia» (16) didi6usa tra le mondine soprattutto al momento del loro arrivo, a metà campagna e alla parven2Ja. Un numero de « La Rfsiia » nell'edizione em1liana, (17) incitando le mondine a [ottare, il1ustra il particolare 'sfruttamento cui es'seerano sottoposte: «Dad 1925 ad oggi - vi si legge - i sahu:i dehle mondine sono stati diminuiti oltre la metà, mentre ill'endimento del.1avoroè aumenTIato del 25% ad .esclusivo profitto dei padroni. Le mondine devono rivrnnarsi rontro questo sfuuttamen1Jo. Esse devono imporre le loro riunioni ai sindacati fasdsti, che le obhl1gano a pagare ~a te&sera se vogliono lavorare. Le mondine devono esigere di porer discu1m1e hl loro contratto di lavoro; devono dire nehle riunioni che esse soffrono ~a fame, che i loro bambini sono scalZJi, che i loro uomini sono disoocupati e che esse non vogliono oodare alla monda per un salario di fame; che esse vogliono 14 Hre ad giorno ... Il 1° maggio 1932 - cono},udeva J'articolo - deve s'egnare per k donne lavoratrici una nuova ripresa della lotua di classe, dehla lotro con1Jro la guerra ». (18) Da Reggio partivano ogni anno circa 12.000 mondine. Aloune di 'eSise patvedparano all'arganizzazione degli scioperi, svolgendo attivhà di propaganda soprattutto attraversa ia diffusione della stampa. (15) Ber i datJÌ ,reWatiivJ ,ai sal1a1lii deilllJe mOilllCÙillle dad 1927 Wl 1931 S'i JJi:manda alla i\JabeJilla n. 6 Q[), ,appenruce. . . (16) Organo dehlaFedej)jjerr.a e deLla G.G.d.L.; aveva cominciato ad uscire fino daJ 1923. Se ne con1Jiooò la ,dilffusioaJ!e quasii lrutui gilJi anm mn oadaslione ddllliaoaillpagna del!lJa monda. A. DAL PONT - A. LEONETT'! - M. MASSARA, .Giornali fuorilegge, Roma, AN.P.P.I.A 1964, pp. 153-154. (17) «Da Rlislaiila », COIllIfedella2Jiotlle Gooel1ale cieil bwalJo, Edi'.11io'f]e Emiilii3Jna, .Magglio 1932; al1igmaJ}e tin A.eS., Roma. Sclhieda n. 1353/54, rauacOIprua !in 'adJdh., J.S.R. di Reggio Emilia. ,( 18) TutDi IgllJi laJllJllIi li:n aacasliane deilJlJa mOlllda, ~a st!ampa :6rusdista ded]caVia llIUruerosiGlttJÌcoi1i ,a de&anh7lere g'~i ruslpeutl di queil ill3Jvaro; laoil 1~cJ1]1Jo (]J:]tellldo ,demrugogico esso iV'ellJÌVla deaallJt3J1Jo come momelll1Jo dii vi,1Ia oampeS'TIre «,slana» e «tid:iil!JJilm », aet!3Jua dai ,aanni e daihle voci «gioiose» deilJe@o~ dOlllJlle: «Q:ueSl1Jo è d[ueInpo in oui ~a 'llsaliJa ,sOllllante di cflilZ'OllIi accog'tie ~e mondine - ,sii legge 'm UiIlO di quegl1i lartlicolLi. Sono ail ffiawaro da stJamane ,a!lIl'ruba. Da Fddllloiarnia dJ squadna lè ad centro dellllia [=ga [1iaJa UIll iJYOICO mSlcosltla e Catll!lllIDa Il riroroso guardando ~e do=e OlIDVe d'acqua; rtadOIlJa ,amua ruei sI\JeSlSla e naJ!segllla ,aill1e lIJecilrurtJe mailideSitJr'e... I· copooaQJo di !pa,gllJiJa :a ~ad:lg1a tesa IfiiOl11iJslcono ",1UIl fermo lllldd1dhio dclla risalia come gilgianresohifi9ri dOi11ati. VtlllJgano !per Ilo !più dJailll'Emiilliia. iIn ogni st!OO]O:llie dove ha l'l]Qgo Ilo SIIll!Vstamento, ['Enre iRfusi ha fartJ1Jo oos,tll:1l:v1!te posrtii dii lliS'1Joro contfortevdlJi oome ,piicadle vilLe. E' pas,sllto i;[ 'tempo ·in auQ le mOllidiine la bl1a1Il1C1hii ,ruspetJtJruwllIlO souto ill de i ca!t!ti che dovevooo ,nraSipOIctaI111e 1n oasoine dove era a:tiSierva1Jo woro un :dOil111JÌitoll"Jo p!lXJl1lli]SIOUO lcon ipOOa p3Jglrlia ... l[ canto aiuta hl W3Jvoro, non llie ,clWstrae; ,aneJi dà ill r1tJmo ,ai g1estli UI~aIlJi e pnecWsi. Un giorno in risaia, ìitn «la So[K:o fuscist!a », a. XiI;):, n. 38, 15 ~'ug1io 1939. = 18 Tra le altre, Idea Del Monte diede un contrilbuto prezioso alla 1otta. Ha commentato in una tes timonianza: ( 19 ) «L'unico ,lavoro che le dOnnle potev'aJuo trovare, eraJUo li quaranta giotni di rlSaIa. Evavamo malto sJirulitate e maJhvatliate. Nel 1932 io ed una rrua amica, Alma CorbelJi, commciammo a discutere con le mondine 'dJicoodo Joro che 'avevamo diritto ad una vita mig1iore. Ii lavoro non fu .facile ma ,ruusdilIlllno ad orgaJUiz1Jare qul!llche riooione. Ponevamo delle giuste rivendicazioni e Je donne ciaJscoLtavaJUo con interesse. Volevamo l'aumento di rpruga, le brande per non più dormire su11a paglia come bestie; il. latte al mattino, qullllche vd1ta !La pasta e non due volte al giorno i1 ruso; la carne aJlmeno la domenioa. Per otrenrere queste rivendioazioni bisognava lottare: decidemmo di fare sciopero ». (20) Molte altre aderirono allo sciopero del 1932; durante la stessa campagna di monda, alcune furono arrestate, altre rinviate a casa per avere cantato «Bandiera Rossa» (21). Un aspetto poco conosciuto, ma certamente rilevante ddl'antifwscismo femminile nel reggiano, è l'opPOlSbdone al regime profondamente ,radicata nelle lavoratrici delle fabbriche. Durante iiI ventennio l'unico stabilimento in grado di offrire ampie pos'sibiHtà di impiego alle donne, oltre alle O~fiteine Meccaniche Italiane dave lavoravano prevalentemente uomini, era il Calzificio Manifatture Maglierie Milano, noto comunemente come «Calzificio ». La manodopera era qruaJsi escLUisivamente costituita da donne. Il particolare ambiente cui es'Se entil'avano a far paJ't'e ancora giovanissime, le ,dure. condizioni di lavoro mal retribuito, contribuirono a sviluppare una chiara coscienza didalS,se,jn iJl:I:olte lavoratrici ead alimentare una ribellione sempre più matura e tenace al fasdsmo fin dai pr1mi anni. La presenza nella fabbrica di alcuni militanti comunisti, collegati all'e'Sterno con J'organizzazione clandestina del Partito, favori una maturazione politica 'Sempre più consapevole in molte operaie, che 'Sfociò durante la Resistenza nella partecipazione piena di molte alla Lotta di Liberazione. ((9) La testimoniMWa sruillliasoo .att1vliJtà llIllItiifusailSlta è ,r~pot't!aJta in La donna reggiana nella Resistenza, A1JtIi d!e[ Cotmnegno trenJurto Il Rlemio jjJ 5 april!le 1965, a rum deJll'Ammi:nistra1Jione BrovWruiilllle, RegJgio E., TeanaSitlam[llll, 1967, pp. 55-57. (20) Per Davorin.'te [[ ffiavoro dii prop.roga!lllc:lla, we due db1me cidLost:'il.arono una serie di vcloo.tini per m1tme de co~ aII[a bta, run UIllIa casa run Il.1iJva ali Cros,tdlo in [ocaillirt:à S. ProSlpero Stninati ,!tbitlartla dia ,affitl11e ooe donrne. Frurrono poco dQPO scopelltle 00 arre&taJtle mute re qruJaittro; dropo aiinque mes,i dii detenmone UJStOiJrono oorwa l!ilJoun rptOOesrso iJn 'seguito aJH'!lJtTh!l1Sitli'a cooces's,a da MussollIDi ,iII 28 ottobre d~ stesso anno. DUlraJnte llia iResiismenza, iIdea Dell ManJte fupruttìigJLooa oomblarttente e IUJna delle l'espons~biJi deII Comiirtlaitlo RrovfundiJaile dei GDD. (21) Ne[ giugno 1932 Datti dIl PodeSltà dii MO!ltora '(~aJVia) segnailavra aI1iLa Prefetturo di Reggio che ILe morndJrut&so .Ma 11wellLi dii ,attmi 24, !p1'OVenienne da Bagndlb re MaJfaJ1da Galleo1Jtli dii :aJII!l1i 19, da ,Bnrutqfontooa, datesi aI1J1Ja 1atiJtaJU21a eMno lliJooroate !per aver ooo1Jato BaJUdiiera Rossa. Esse turono,SlUJ(JCessaV1allllle!!lJte COM3IUi!IJane 00 ma mulLta e aI1Ila 'Pen~ di 'll1tl mese dii .m:resto. Una suooessivra rre!1azJione I!lllmlJnciavra lilldlJtre ['astensione daJl ffiavoro da prutte di alLtre due monmne (OmelllJa ed ErmJOIia iDeIl MOl1ltJe, DoniJdJe OliiJvii) &n 'slegno dii saliidaJrietà CO!ll. le compagne che erano srtlate ~'ate per aJVer carnrtJaro BrM1idlie11a Rassa. Anche esse furono spedi,ne a CI'Isa e condanttlla11e da mulLta di L. 100 d~asruna. Relazione della Pri!'fettura al Ministero dell'Interno, attdbre 1932, sdhede nrn. 1344, 1345, 1349;arrdh. I.S.IR. rdIi iRegglio Bmili.a. 19. Nel 1925 lavorav,ano in quella fabbrica circa 1000 donne e 90 uomini; le retribuzioni emno particolaJ.1mente bass1e, dist'ribuite nel modo seguente: Lire 0,40 all'ora di ,età inferiore ai 15 anni (apprendiste) dai 16 ai 18 anni Lire 0,50 a1l'ou:a superiore .ai 18 anni Lire 0,75 all'om Le pache masohili variavano da un minimo di L. 1,80 all'ora ad un ma1ssimo di L. 3,50 (22). Un'agitazione delle operaie in quell'anno per protestare contro i Isal.ari troppo bas1si in relazione al costo della vita, ottenne dalia Direzione un aumento del 5%. Commentò una operaia in un articolo inviato al giornale «Compagna »: «Questi prowedimenci dehla Ditta, che non meritano neppure di essere discussi, che sono anzi provocarori, non hanno namr$moote placaro 11 fermeno che agita le operaie. E allom la Diuta è ricorsa ad altri mezzi. Dalla sede del Fascio sono giunti g:li squadristi i qUaili halllJllo compiuro violenze contro le operaie tentando in taJl modo di. stroncare la loro volontà di rotta. Akune compagne sospeure di sovwllsivismo sono stare licen:lJi:ate. Ma poiché dò non è ,giovato a nUJ11a - condnm J'operaia - pareV'a che la Ditta voless'e addirittura dfetrualle le «serrata », licen:m:are tutte le operaie e rrassumere soltJanto quellle che avessero diohramto di aocettare We condizioni offente dai poclJroni ». (23) Sempre nel 1925 si era costituita all'invemo della faibbrica una cellu1a comunista per iniziativa delle 'sorelle Mada ,e Adelma Taglini, aiutate da Maria DaNari, Egle Gualdi, Ludovico Bagolini, Bruno Gualdi (24). Nel rispetto scrupoloso delle norme cosprrative, ·eslsi concretizzatono Ja loro attività antifascista 'Soprattutto attraverso la dilftfusione della stampa comunista clandestina e Ja raccolta di fondi per il « Soccorso Rosso ». Un articolo di una corr1~pondente delia Cellrula « Rosa Luxembrurg », (25) illustra chiaramente il carattere e iI genere di attività dei membri di quella organizzazione. «Un fatto dsveglliò nelile operaie UJI1a più chiara coscien21a deHa loro situazione e dei (22) Voo1vooo ktoiltl1e aroaurla1li ffill11100tn q~aJdlnimestirailii «in 'reilJaziooe alle capacità dimostl1aJte» :fLno .aJl l1aJggli'l1lll!gimellito di il. 1,20, o iJ1l oasi edCemonallii L. 1,30. I cot1li1111i poi permetteViano laJl1e operaie «atJt]Vie» di :mggrungene fUIll ,guadagno giomaJ1iero di L. 20. Relazione della Prefettura di Reggjo al MiJnistero dell'Lnfiemo, 24 mag@io 1925, s.chedra n. 781, arohivio I.S.R. dii Reggio 16mii1J1~a. (23) Uartfrcolo, intJiltoffiaito L'agitazione nel Calzificio, fu pUibblic'ato sull gdoroaJ1e comumstJa « Compagna» msi,el111le ·ad run laIDtltO [1eI!atWo ,aJlWa cosltlitJu:rione dellJlJa Celllu1a «Rosa Luxemburg ». Una copia dell gial11l2We, dii fOll:1lll'ato moho :p>iaooilo, .dJidlfuJSo a Rleggio sequestl1ato dailila po1i:lJi:a, è affiegatal9Jd una relazione dell1!Ja oIloofetJ1JUil:la. ESlso I[X)lntla ilia dava dell 20 maggio 1925, non è visibile n~ numero e 1'anno. Schede nn. 783-78~, !lDch. I.S.R. di Reggio Emilia. (24) La loro ,atlliv'ilitàal!l!tJiDasldiS1Ja fu spesso ~aJCel1aJ1la daarrestli: ~l 30 'apr~e dellilo sresso :mno Ma'rra T ilogJiflli ed Egi1e GUiailidi dimono ,arrestlatJe l111entlte dilS'Ullibuiv'ano maln:tfestini di. propaganda in oC!Cruskme delilo ,sciopero cielI lo maggiio, flIei cinema o1ttJaJdinii. Sopmuturtto EgI1e Gruallidi fu cosltantiemente perneguJi,uata: oobì qua'ttro arresltli ooon1Jando tJl'e anni di. ConfJno neilffie IIso[e di FìalV'ignana, U.'l1iioa, 'e Ponza. Sempre coililegatJa aJll111ov'imento comumsta ciLandestlino, 1l1'I111Iasie 'Per UJI1 lliungo peniodo ÙIl1 Firll!lldiJa illilegaJImenrte. R1entnata a Roma neiLl'agosto de[ '43 prese Ipartle aJlllia IResi!steIl2!a; neil g:llIIgUlo 1944 dopo la J1iberazione di Roma fu tra le fOllJdlatt1iJci dJeilil'U.iDJ. edaltJti'Va 'afll1matll1ioe ddilia campalgna del!le donne ,romane per i[ diritto aJ. 'Voto. Biografia di una ant~fascista) l1n «La dOlli1JJa rrleggLana neillJJa Res]sten21a », cit., pp. 101-103 .. ,(25) L'all't. pubhliioato sempte ooil ,glionnailiino «Cotnp9Jgua» ,è illntitoilato: Costituzione e lavoro della cel'lula «Rosa Luxemburg »; sii U1i,JJ:JJaltllclia ~a nota 111. 23. 20 loro diritti. "L'Unità" pubblicò qua1che tempo fa lIn'intewista con una di qrueste operaie illustrando molto bene -la siruazion.e e 1tJ. trattamento 1mposti &n quehla fabbdca; (26) Le operaie che lessero qudhla rivista cominciarono a discutere con le Lloro compagne di lavoro e a maruresliart'e una viva simpatia per il Partito Gom'llll1iJs,ta che per mezzo del suo quotiooano va mettendo a luce la si1Juazione tristissima delle lavoroorici e ne difende gLli interessi sveLlandb quanto pesi la vUta che opprime la classe operaiJa. Quailche compagna cominciò in seguito a presentarsi aù!l'uscita della fabbri:ca per voodere "Compagna" e il giornaLle fu accolto CO!!J. vero 'enrusrasmo ... Incominciarono tra di ilJ:oi le conversazioni, le discussioni, poi in un piccolo gruppo ci riunimmo UJI:la prima volua in oasa di UIll'a compagna e costituimmo la cehlUJla del nostro stabilimento cui ponremmo i~ nome di "Rosa Lmrembu1Jg" ... La Oel1uLla diffonide tra re operaie dehlo stabdlimento che somo entrare nell'orgaruzzamone di classe, da 130 a 150 copie di "Compagna". Se si tiell!e conto deHa esigua paga deililre operaie sd deve riCO!!J.oscere che sono soddisfacenti le sottosorizioni J'aJtte in tutte le occasioni: quoodo ri~ppart'Ve il primo numero di "Compagna" dopo toota sospensione, Sii raccoLlsero L. 75 di cui metà furono inviate aR' "Unità"; il 28 dicembre si raccolsero L. 80 di cui metà f\l!l'OClo imriate aM'"A'\'aJ1JJguart'dia" (27). Nel giorno de!hla commemorazione di Piocinini (28) quoodo le operaie del Calzificio si recarono in massa a portare il loro s·aIuto alt martire proletario, si raccolsero L. 28 per "Compagna"; il 18 marzo per cdebrare la Comune raccogliemmo fondi per il Soccorso Rosso ». Non si hanno notizie ulteriori sulla vita della Cellu'la e sulla sua durata all'interno della fabbrka. Coloro che l'a'Vevano costituita furono ben presto licenziati e più volte arrestati. L'attività poEtica nella 'falbibrica <continuò comunque per tutto il ventennio creando una ~rat1JUra Isempre più profonda tra le lavoratrici e il faJsdsmo (29). Il 12 aprile 1942, nel cUma di guerra 'e in pieno fa:sdsmo le operaie del Calzificio scesero ICOmpatte in 'sciopero p'er oppoJ:lsi all'imposizione di lavorare nei giorni di domenka. Dal l" ,gennaio di gueli'anno infatti la direzione della fabbrica, per rimediare alla scarsità di ,energia elettrica ,che dUitante la sett1mana veniva razionata, aveva fi:s'sato la domenilca come giornata lavorativa. (26) In seglllito 'a qllehl'Wnrt:eJJV1~~a [a iDirezdoue ddlil!a fabbrioa condus,se lUIlJJa mdhle~ta per ind:iwooare la ,respOitJJsa:biil!e e ne stalbillì ,iIl lliiJoetncilamento. Un' incbiesta al Calzificio Reggiano per una corrispondenza sull'Unità, in «L'Unfutà », 'a. I, n. 204, 8 ottobre 1924. . (27) Già ol1ga1l!O deil!lJa Federazione GùovaniI1e SodiaU~s~a, dEwetllUto pai organo delilia Fedenazione Giovaniille C01llilJlf!iJs~a, 'UlslCÌ con lUIlJJa ceD~a iVegoWarutà ~1no ,aU 1939 ,in varu1e ediZ'io!lJi vegrl:ona~l, o acid1ruttUil'a [pltovindat1i. Vi enano tratta~l Itemi di fultlJOO ,anal1olgLl1i a queillli de «L'U!lJità» com particoi1ar.e n:li.ferumento ,ai prob[emi dei Igiovani. A. DAL PONT - A. iIJEONETTI - M. MASSAiRlA, Giornali fuorilegge, cit., p. 140. (28) Anto!lJioPl1ocfuniini, call1ldildaito lallWe ld1eziOlllli poliiticlhe rper ,1 massimal1isti, fu 'Ulcciso dai fasoisti i:l 28 febbr,aio del 1924. In varie iVkor,renze aJ1JJche oollante la Resistenza, nrumerose donne deposero mazzi di fioni suWla Isua <tomba: tlm run gesto s:iJrnboi1iJco di lcihiaro s~!iliOaJto IPoll1~ico di condannJa IlJI fascismo. Oft. Fiori sull tomba dii Piodnini, tin «L'Urutà» 'a. III, n. 259, 6 novembre 1925. (29) quotidli:ano ~asd1~ta Iiocallie, l1i!fer~sloe iJI!lJa tpan:rt'iroliame tinJiziiJatiVia neil. Catlzificio promos,s'a da:1l'Istituto .di OulL1lUI11a [ptoV1iJncilal1e sub1to dQpo [o ISOqpJpiO ddlila §Ue1Jra. ALt sabato, affil'lUsdta dalia tabbrica, le 'Operaie dovevano 'a~coltare ri'lllll!ime nel piazzale il lungo discorso di 00 oratore barista ",ci [oro pal1birola1li doveri iOeIIil:e lc1iJfifi]coilità cielI momento at1Ju!ak Venivano semp1le ribaditi gli '~tessi concetti: neoes~~tà delll1'« AIuImrdh~a» le «Lot~a ron1Jro gIl:i spnechi» e soprattutto «lavor.are» e «tJacere ». Il giornale parlato aUle Maestranze Maglie/'lie MN·ano, dJn «m So1co Jiasdsta », 'a. XIII, n. 166, 12 Ilugiliio 1940. n 21 Ciò aveva ovviamente suscitato un vivo malcontento tra le aperaie che in più riprese avevano protestato al Sindacato. L'll aprile una nuova delegazione di operaie 'Si presentò alla Direzione per chiedere che i'l giorno 's'lllocesisivo non si larvorasse. Stanche di non 'essere ascoltate, H mattino seguente decisero di astenersi dal lavoro ed intonarono canti di protesta. Nel pomeriggio di domenica 'scesero tutte in 'sciopero; intervenuta :immediatamente la polizia, furono arrestate Je più « facinorose »; a 128 delle sdorpetanti, fu imposta una multa dhe andalva da un minimo di L. 100 a un massimo di L. 500 (30). La riohiesta del riposo domeniJcale non fu acoettata; le operaie furono costrette a lavorare anche in qruei giorni. E' certo comunque che qruegli awenimenti crearono le ,premesse di una lotta sempre più decisa 'e consapevoLe contro il ,regime; a pochi mesi di distanza si erano verificati nella provincia due episodi i cui edjfetti anche 'sul piano politico non potevano più essere ignorati: nati spontaneamente dal basso, essi 'esprimevano in tutta la loro forza d'rutto, la volontà 'e la capacità combattiva di molte donne. Anche gli 'scioperi del maIrZO 1943 videro h partecipazione piena di numerose lavoratrici. Iniziato a Torino dagli operai della Fiat-MiraHori, lo sciopero si ,era esteso con una rapidità sorprendente nei prindpali centri industriali del Nord. La ricorrenza particola:re dell'8 marzo, giornata internazionale della donna, aveva ulteriormente sollecitato la partecipazione di mohe lavoratrici alla lotta. Gli echi di qruelle agitazioni \'li ripercos'sero anche nei principali stabilimenti cittadini. Alle « Reg;giane » :si Teg1strarono feJ.1menti di lotta 'Suscitati dalle avanguaroie antifasciste, ma lo sciopero non andò in porto per l'arresto di una quindicina di militanti, provocato dal'seque\"ìtro di una [ista di ,aderenti a:l Soccorso Rosso. Uno ,sciopero di un 'certo rilievo si ,svoLse invece nelle Trancerie Mossina di GUalStalla, la faBbrica più importante di tutta la Bassa Reggiana. Durante la guerra, le maestranze erano circa 800, in prevalenza femminili. Alcuni giorni prima una rruppresentanza di operaie si era recata in Municipio davanti al Podestà per protestare contro il licenziamento di una 'loro compagna e denunciare la loro pesante s1t!uazione di disagio economico (31). (30) AJ[a mne dci mruggio 1942 Wa ~etJua:ra di &egJgio effiOOÒ iUn deoreto penaJe fl. 1104 a 128 Q[lemie droplllmte deil deffiirt:to «In bare 'alli1'm1t. 502 per mete in Reggio E., il 12 r.liPl1tle 1942 abbandona:to d!l 11avoro preSISO [o ~~~bilLimOOJto aIliloscopo di opporsi ailil'oroine di iliaVOOOtte nei giorni dii domooioa, dmpartito da[['aiUJl:o!1.'ità a2lloodJaile. Si ribelhmo l'e operaie reggùme delle Manifatture Maglierie Milano, 'in «R1cerohe Storiche» Il. VI, n. 16, maggio 1932, PIP. 85·9l. (31) .AI1oon:i gliomi pDima wa Dilrdone deillla ~~bbrl1iJcaaV'm'a iLiCen2Jiato 'lII11'opera1a perché eSlasrpemua ormad dllllJla sdwwione, aJVev!a SOSI[XlSO iII ffiaJVoro grhlJando: «Con un euto e mezzo di p= al giomo non sii Pillò iliavorm1e! ». «Cercarono di ca[mart:l1a - ha commentato una ex apetaia delffia d)~bbnica - ma qUieillla groidava sempre più forteaggi1Ull1gendo anohe paro1e non propnio Intsipet:tose verso le Arutorllità.AlID.011a iIl/telJ;VOOnero [e 19ururlie e ilia poruarono. Il Reggio. A. GIANOLIO, Fasciomo e class,e operaia a Regg10 Emilia (1920-45), Itri «Aspettd e momenti deillla ReSistettwa il'egg1a111!a» Teonosuampa, 1965, w. 159-160. Il =a de!lll'~zione provinciaffie, Reggio EmilliJa, 22 Fu loro riiSpOStO <con mina:oce di Hoenziarmenro; il giorno suocessivo, proprio in occasione dell'8 marzo eSise Iscesero compatte in sciO'pero. Il mancontento economico 'era ancora una volta ,alla bfrse della protesta, ma il suo 'signifkato ·andava oJ1mai oltre; eSSIa si collocava in una .p:redsa prospettiva politka: la fine della guerra e la ca!duta del fa:scrsmo. Nonosta:nte Il'sHenzio vota,Le della Istampa 1iascista, gli 'scioperi del marzo impres'sero una scos'sa decisiva ail ,faJsdsmo concorrendo a determirne il crollo definitivo. Anche in provincia la notizia fulminea della caduta di Mussolini il 25 luglio, suscitò nella pO'polazione vivi f,er.menti di gioia. Fu un mO'mento di s'enls~bi'lizzazione politka ~mportante anche per molte donne;es'se si riv'er.s.a:rono 'suLle piaz;;,e, Irungo le svrade, davanti alle carceri per parteci.p:areall'entusiasmo collettivo e manifestare apertamente, dopo un lungo silenzio, la loro volontà di 1ilbertà e di paJce. Ma tu soltanto una parentesi di brev'e durata: i comunicati traSimessi alla radio la sera stessa da[ Ree da BaJdoglio ,annunciavano infatti la continuazione della guerra, e la 'Successiva drcolare Rnatta del 27 ~uglio gettò piena luce :sul vero carattere del nuovo governo, dissipando ben presto ogni -iUusione. Le prime vittime colpite daIla nuova reazione furono appunto coloro che aJVevano ,sempre avverlSato dedslament:em 'faJsdsmo: i primi operai ohe il 28 luglio uscivano dai cancelli delle « Reggiane » per manifestare lungo le vie cittadine contro la continuazione della guerra, furono fuLmineamente colpiti: fra le nove vittime vi era anche una donna, DOOlenka Seoohi (32). CAPITOLO II LA DONNA NELLA RESISTENZA REGGIANA ( ... ) Mentre sul piano 'Operativo moltilSl8irme donne 'erano ormai mO'bilitate per offrire il loro contributo alla lotta, (52) cominciarono ad avere sempre maggiore spazio le 'discus1sioni e i .dibattiti ideali sui proBlemi prO'priamente femmiinili. -Ciò stava chiataJffiente a dimostrare che la temattea specificamente femminile, non era presente 'soltanto nelle dirigenti dei G.D.D., ma aveva cominciato a penetrare nella coscienza di un numero sempre maggiore di donne (53). (32) A. GIArNOCIO, Fasoismo e cltw·e operaia a Reggio E., (1920-1945), dt., pp. 160-161. (52) ContùJtmilJtdho OOCIbe ne!l igennalio-rfebhllaioa wnid1icarnsi ~ne man'idiestazioni ~emmi niilli per ottenere lIDaggiOitli qu,antitlall'iw di 3ilJ1tnenti. Md1ùe drnme ,partedpav/lIllo ,ad .azioni di assalto lagillial\Dtll!asw rpreileJVlamJo dia.1e1tvamenJ1Je ~ nifomimentii. «A. GaJV'assa - riJfjerme iII rglÌ.oit1tJJaIle "Noi donne" -» le dOl!l!l!e in gran numero si SOiIlO reoate al! malif1no prrima dell tlflSS!aID copni,fuoooaililJa Ista2lÌone ed hanno ·aSlportato ,rutto iII oarnbooe ohe ·lirovavano nei 'Viago1liÌ ,già >pI11Ontii 'Per lessere Spelctj,ti an Gellmama. Sempt:e ,a Ga'V'llJssa e MassenzatJilCO, i G.A.P. IUlacWsero dodici buoi llequrusUltlÌ ali tedeOOh1. CencirnJaia di donne parntecipaa:ono aMa malllH'eslia2lÌone e laililJa di511ll.'WbuZiooe deilllia mime. Così 'llIV'VIen1V1a ,a Campagnclla rper la divisione di quaranta maiali sempre sottratti ai tedesOOi e distribuiti aHe donne del paese ». l,e Donne in Latro; in «Ndl donne», Ed. MillJarnese. N. cit., ~ebbrado 1945, p. 7. (53)Altla _ dè! lfeblbroio 1945 ffia siJliUIa2lÌone onganiematlwa dei G.DD. si ipl:'esentava nei seguenili tet!lllJini: . 23 Il ne~so esistenbe tra la loro pa-rteclpazione alla lotta e il prooes'so di emancipazione era andato cioè chiarendosi progressivamente in donne di strati sociali sempre più ampi. Cominciarono ad apprarire anche 5u'lla \Stampa periodica della montagna, non numerosi per la verità, ,e is'empre s'critti da mano ,femminile, alouni artkoli 'sul significato sociale e politico della partecipazione femminile alla lotta di Liberazione. In eSlsi mancano per ,lo più rifer1menti ,alla storia del movimento femminile precedente e il tentativo di analisi sulle or1gini del fascismo; sulle cause storiche e strutturali che hanno determinato l'attruale Icondizione di inferiorità femminile sotto tutti glia~petti. In essi Iprevale i'l carattere innovatore, la scoperta cosciente di una donna divel'\Sa, che attraverso la piena sper1mentazione delle propr1e capacità, ha maturato la volontà di un impegno dedso ,e consapevole nelLa vitasociale e politica. Si -legge in uno di quegli artilCOli apparso su «Il Partigiano» (54); 1 « Organizzare nei Gruppi di Difusa non dobbiamo <salo CUl'ard della solidarietà verso i combattenti, ma quesro ci rpeJ:1metterà di povre 1JUtte le ri'Vendticazioni della donna. Maggiore sarà il contributo daro alla loua, maggiol'e savanno le '1iÌ.veIIldicazioni che noi potremo av'anzare domani una volta ottenuta la llibemzione. Fin da ora la donna è 'sempre suava esclusa ckillJ1a vita pdliuica del paese. Mai nessuno ha fatto sentire Ja propr1a voce per le rivendicaz10ni dei suoi dirivti. Noi partecipiamo si allila lotta di Liberazione, ma V'OgHamo che si ponga fine al!le ingiustizie che si commettono !V'erro di noi 'e per dil'i:tto rec1amiamo ~a nostra parità con l'uomo. Dobbiamo ·essere coscienti non sO'IO' del conrbdbutJO che oggi portiamo al!la lotta di Liberazione, ma alliOhe ,aihla ricostruzione del paese. Noi siamo una forza attiva e nell'O'pera, dii ricostruzione porteremo un norbeVO'le contr1buto. Per questo vO'g11amo ilriconO'scimento dei nO'sl!l'i di1liJbti» (55). In 'a'ltri articoli, traspal'e talora la preoccupazione di abbattere schemi mentali, pregiudizi radioati negli stes'si Icompagni di latta e la necessità di convincere i medesimi della cosciente matrutità politica e sociale della danna: «n ,vegime :fiasdsta ci ha tenure come schiave considerandoci quasi prive di inte11igenza e impossrbiIitlate di pallteciparre ~hla v1ta pdlitica - si legge in un aTticolO' rivdlro appuntO' "ai compagni di lotta" (56) - faremo il possibiJle per rendere maggiormenre evidente J'errore commesso da:l :fiasdsmo nel nO'n teneroi 1n considel1a2lione... Zonia Zona Zo:na Zona Sud Nord Owst Oilltà Memoriale dibucia Scarpone, cit., p. 37. AderentJi, iatui~iJsl!e Adetetlitii ,abI!iV'lsbe AJdooend 'atthriJste AlderentJi lavtiWSIie N. N. N. N. 723 804 416 529 TotaJ1e N. 2.472 (54) Cont,ributo della donna alla Lotta dii Liberazione, fiI11 «li P.artigianO' », .a. II, n. 3, Zona 21 febbrnlio 1945. (55) A commento di queil['i9Jl.1ticdlo, COItne nO'ta delhla 'J:1edazione venihra ;scrlitta iLa seguenre rnase: «Quando GnliZlidIllia ha sOl.1ii1lbo ['!l:l1tiiJcdlb llOIlenaancO'lJa ~liato pveso nessun provvedimentO' [n favol'1e deill1a ddllJl]a. 011a irnrece eIlIlJa ha liIl diritto al voto! I oodi illdlitJi 'sono stati finalmente rironoSid1uti ». Ciò restLimoma una dnitenptlebaziane parm3Jle e :I!im~tJatliva ,d~ prO'blema temmIniliIe, ignol'atO' nei oooi bel1lIl&nii più lIIlJIPI1amen1le poILitici, soctiallii, di costlUlme che non si esaurhJ1anO' certamente nehla concessione del vO'ro. T\lJa gli stessi combattenti .si lasciava cioè ancona una volta apel1ta ffia 6IUl:Iada lad i:nJoo11tezze e ,a lPetlicdld d'Ùi!1vdlilwione. (56) Ai compagni di lotta, ID «Ti Gau.ilJbai1d1inO' », a. II, n. 3, Zona 15 febbraio 1945. 24 Sappiamo quaJ1i compiti e q'l'laili dmneri ci aspevtano: 1n questa lotta, fatta di saorifici e di rinunce, ve ne daillemo la prova più evidente e d1mosllreremo che anche la donna può partecipare ~hla vitla poHtiJoa ad pari de11''Ilomo e cahlaborare ooti ,hl medesimo 'ardore ed entusiasmo per arrivare ailiLa vittolJ1a Hnaile. MoLti nOill ol'edono che Ja dOll!na possa godere del di,ritto di voto perché vedono aurom da donna la f11ivdlez21a ohe è statla partico[armente notata 1n periodo fascista. Ma non è ,suiliLa donnra dii ieri che dovere fun:e assegnamento, ma su quelLa di oggi e di domani, su qoohla che vemmenre compl'ende vI motivo dJell1a lotta e V'i partecipa in qU'ai1siasti modo e che presta la sua attività nelN.'organdz21azione remminhle... Non deve più 'a lungo esDstere quel senso dti diffidenm che a'Vlere -in genel'ai1e verso di noi ». A ,smentire [a cosciente mauurità esprei>sa dane parole precedenti, sembra il tono di IU:n altro articolo ·apparso suHa 's1Jampa clandestina della montagna in cui si affermava (57): «Non 'siamo le donne che inquadrate maroiano al passo di parata, che rusel11Jano le case per dedioaovsi escWuS'h7lamenre & po1i:tica,aILlo spoot, e <in questi tempiailiLa guerm. Siamo oo1uanto le figlie e le sorehle dii quegli uomointi ohe oggi combatJtot!lo per 1a liberazione del[a nostra Batl'ia .. _ C'è 'aniCOJla cihi. dubtitlasu[ fiiJne deliLe illOs,tIre a21tionli e pensla le donne stiano a casa a fare la calza. Cento noi non vog~anro .aJllrogaroti dIitt.11tmi e dO\7ieI1i oon CO!lIlXll.'danti con ~a nostra femilDlÌnllità, ma an21i lSOoo plXJ!P1.1io i OlItlatJlJel1i pliù ,buoni di qll1es~a Jiemmi!l1liilità· che noi vogLtiamo mettere lÌn aampo. Non è unla do1l'11Ja"llOffio che con 11Idi VUIOIIie IrolJge!'e. NesSUl1Ja evoWu21ione di costumi può tog],1eroi o aamb~are ciò che dti buono e in noi: ~a ·diifusa dei noslt!r.i affettJi. Non è dunque emancipa21ione llia nos1iJ:Ia, o plletesadi vo[er artt.iiJvare dove· ~a nostro .finagi!L1tà non cOIlJsentJ1rebbe dii gmgene, ma qul!lITicosa dii più belilio e di più buono: è quclsentlimento che ogni dOl1il1la, dii oghli telll1a ha !ptl1OV1ato quoodo ha visto m !peroioo~o ciò aIre bia di 'Più caro suJlJa teovra: la farntiglila e ~a cas'a ». Affermazioni di ,questo genere, Ismentite per altro dal tipo di scelta maturata proprio dalla ,stessa autrice demarticolo, partigiana combattenne, possono certamente sUisdtare qua!lche pel1plesisità. Ma più 'ohe 'rifletter,e un atteggiamento di ,fondo comune a tutte .le protagoniste della 10tta femmini'le,eSls'e sembrano piuttosto tradire la cauta preoccupazione, dovu1Ja a scopi prettamente propagand1stid, di garantire infondata ogni accusa di femmin1smo, inteso come antagonismo intellet1JuaHstko tra i rsei>si; (dò avrebbe certamente 'sUiscitato dei pregiudizi negli ambienti f.emminili più tradizionali e moder.ati, mmacciando di incrinare l'ooità del movimento indispensabile nella situazione delicata del momento; soprattutto avrebbe dato adito a forti dubbi, per altro già pres,enti come 'si è rivelato precedentemente, tra gli 'stessi compagni di lotta). Importava Isopratuunto !sottolineare cioè il significato di emancipazione intesa non sul piano di una polemica generica e astratta, ma :calata lÌn una precisa concretezza'storica, intrecciata.Jsaldamente ai problemi immediati della libertà, dena pace, della [otta' comune. Superata h crisi invernale, la pdmaver.a del nuovQ,.anno si presentò fin dai suoi pr1mi mesi particolarmen'te ricca di fermenti, animata ormai dana certezza della liberazione imminente. Anche in quella f,ase finale, [e masse femminili, insieme ai vari or'ganismi (57) Il compito di ogni donl/1'a, dn « Id Gal'ibaklfuno », a. I, n. 7, Zona 18 dticem:bre 1944. 25 clandestini IS1 1l1'serirono attivamente cOlme protagon1ste di quegli ultimi avvenimenti decis1vi, dando prova deHa loro il1icessante vitalità. La giornata deU'8 marzo, seguita a poca distanza dalla prova inSlUl'rezionale del 13 ,aprile fu il momento rull111inante delle agitazioni e dei fermenti di lotta femminili, in cui confluirono in pieno ,le energie e il potenziale combattivo espresso durante trutta la Resistenza. Il .13JV1oro di pmparazione di queUe due giornate fu particolarmente accurato; fin dal febbraio ,furono stampati numerosi volantini di propaganda ed un :numero speciale di « Noi donne» dedicato esdUisivamente ad llhrstrare il significato politico ed ideale dell'8 ma:rzo (58). I temi molbilitanti partivano ,ancora lUna volta dalle rivendicazioni immediate: un vitto migliore, distribuzione di sale, pasta, grassi, [egna, inserite nella prospettiva politica della cacciata dei tedeschi, la Iiberazione degli ostaggi, la cessazione deHe mppresaglie 'e delle uccisioni, ma eSlsi 'Si ricollegavano ormai più :saldamente al1e aspirazioni future calate nel proces1so di ricosTruzione del nuovo assetto democratico. «Quesl1:"anno Le ckmne di ro~re le naaJioni OOlidbllllitlO ~a gionnata delli1'8 IDa.rzo dn una atmosfera di giuhillo .per ~a mwra ed imrnJLoon,re ViLttorlila cliegLiailJ1eati: vhtol1ta deJilia demoamzlla e dell progilJesso OOnrt:lrO Le fotiZ1e dielll1a sdh1awiltù e deNa reaznone! - sIÌ ~e~e\'1a ncllLe prJme l1ighe dell gio11n:aIle "Noi donne" (59) -.Le SOIlle!lIDe delil:'Il\JaIlWa JiiiberaI\Ja mOOifesueJ.1aJnno puibBLicamente la 10r0 gioia .per la pros,srma llibe11a21ione di l\JuI\J~a la naallone (60) ... Noi dOl1i11e de1l'I,vma occuparo dovremo fare di questo gioono llI11ICOIIIa /Un giomo di iIotta c(j1Jj~ro l'iilWasore e i1 tr'lIditore fllscista ... (58) Am:ihe liIl GL.N. iPOOV'india!1e mn ocmslione deN'8 mllrzo ffillllCiò run 'lippelilo alile dOMe reggill:l1le Il manilfestare a!Pen~amenre la iloto Q]JIposUWmeaffi1a gueJ'm e a!1 fascismo: «Voi d01lJ!JJe che megtlio canoSlCet!e i brurog!l1'Ì ql.lOtliJdJilllli del1lle vostre fam1gWie, che ognii ~Qmo sopportate più a1:irocemenre Ile angherie ,deilffia denla ~asciSita ohe ,tonUuilla e a8s'asslÌna i vos~J)i DigLi, 1imrelJlJi, padri, dovete dimoslware di 'essere decisamenre pronte alli~a ~bbta con1:iro gil:i affamatol1Ì e [ oarnefici ». Vowntino del C.L.N. in occa!>ione dell'8 marzo, 8 IDlItZO 1945, aocIh. I.S.R., aIlbum dehla wampa non !peniodiroa_ Un aI1~ voffia1lltrino dilffiuso oaJpIiiIi1l1rmenre dai G.D.iD. ti,ndiJ~aV1a [e dO'IlillJe ,a alOCllIJsi dn mas's'a presso i dewosm1li ,di ,vlverii e a manliiDeSitllre !per o~tenere subito: «Un 'V11lto miJgtli.ore, dI1stJtIUbu0ione de!l Isrue, 'gmoosli, ,pllsta, la~re e :zruJaohero per d bllmhl11lÌ ... La dillCdltà di cucinate iii. pane con la fanIDa dn sos~ruZJiQne delWa .tessera diell [pane. Per esiJgere ~nd1we: dhe ii redes.cbi siooo ollClCial\JÌ d'lI\Jailffia, e8srendo essi Ilia causa dei bombaJlldamellJci; ~a ]~benllZlione degtli OS'DlIW e dii rotti i pr1gio11lieni lIl1tesUliti !per ~a §U!enta di ~~bena2JÌone nazJiona!1e. La oe8sazione dehle oon1JiJnlUe ucciSlioni di ffi~ailffia:ni iMocen1ÙJ. Ohe oossli. ffia depor~aeJione degili uom11111i e ddil[e cose ID GeJ.1manm, che i ooSitni ruo111lÌlllJÌ non smno obbBlligllti a diate [eroose ,lII1ItIi~aJllto che hoono hl solo SiOOpO di prolrungare ffia :grueJ.1l1a». Opera~e, -impiegate, contadine, masMie, s-tudentes~e! Siete chiamate n,etta giornata dell'8 marzo a scendere in lotta, Reg;gioE., 8 marzo 1945, ardh. LS.R., ,aIlibruIrn del~a s~ampa non periodica. (59) 8 marzo, G~om(Jfoa In~a/1nazionale della Donna, wn «Nodd01lJ!JJe », stampato Il Reggio, s.a., n. 2, febbraio 1945. (60) Fdn dail ,15 dremebre 1944 si ella cootitmilito a Roma run Comi~ato di Ici2l1avi'V'a delll'U1lIÌone deLle Donne I,~affiiane per rumre insdeme ilIe donne dhe « non più ~nci ed esi\Jtanee ailiLa Vlita poffiiltiioa delli1a 002Jione, dimootllano di vdlIer sorgere a v1ta nuova, l1wend1oano dIl diritto di ,difendere i [oro interessi ». NeM'ottobre '44 'l'UDI prese l'itnJiZJiJatlÌw di r~tmfu:;e m~ i ffiOV,imenti e ffie aillwe associa2'Jioni femml1D1i1Li per :fondare i[ «ComiItiato Pro-Voto ». In qlUlei ,giOl111JÌ Il Roma oltre quattn:om.hla donne sceserodln p]azza per 11iwnd1oare ,t;allie ootto, dmJ1taJte COllItempOtaneamenre da molte donne di Enna, NapoLi, Matera. . Dopo la Uberazione, dIl Comitato d\Ii!ti2Wa1Wa ddlll'UDI si IDoonocò Il Mi[ano rol Comitato dei. Gruprpi. di iDitesa ddIWa Dorma dIl 20 mag1gJio 1945 e votllrono in U11 orddne dell giol'no ila fusione dci drue otganismli dando w~a al1l'lUII1iÌIaa ~!>sociaZJion:e «Unione Donne Itll1iooe ». «I Gt.uppi di iDifus'a ddIWa Dorma e per l'.AssciJsrema ai Combllttenti dellLa Ubertà sorti 26 Ag1benemo, anche mi, trUJbbe le ri~enJdWoael101l1Ji ~emmimlii rommedime OOIllJtJro ~a iiame €O hl freddo e le vJoIJreil1ZJe nazi-4irusdÌ!~tJe. In qlll1e~to giJomo tWOOJJdelJemo rotte .le nosbre magtriJf&che dDUlne, cad'l1Jbe eroiJoameUJ.te s'llilllla lbuleorua; nncatldel'emo }e aombrutbenvi che 1000uano alruooestinamoore, che ~Hdaill() ogro gi011IJO -la de[JOnta2liOOie, iJ1 oru1l0el'e, J,e ÙOlltUille ... Ma le dOOOie delil'hallilia aJ!lJCOlja oooUjpalla lPenSelJaJfifiO 'PUre wJl1'avvenwe ... ESlse s=o che domani gilii rotlatliaro SIi troVe]aI11I1l0 di Jiron:ue .a vru11i jJlJdblemi aJJIla ooi sOlllll2Jione Je dOl1lOie 'dIOIvlJanno dalle JJa latlO aJIi~wa pamwdiipaziooe ... Le fOlJ2Je .femmindilli, r.iJoo1be !l1Jei Gamt:1Pd ,di Dilliesa delll1a D=a, che oggi oHrono ii loro conb1lihuto di saJCJliIjjilci, di lJiSlCihJi,e dii 1ia1iildlre ailIJJa lotta dJianellestina, &811'=0 pronte domarn a impegna1'e tutbe le loro energie per ilia J:11oolliuZ1iOOie di qlll1esci probiJJemi che permetltenanno 1'avvento di UilJJa società m:iJg!LiQllJe. L'8 matzJo ,sarà dunque per noli ~mo dii lotltJa per ~ailvanci daJ11a Drume, per difoodere 11 pooe lILi nostni HgilJi, '2ffi1Ie nOSlblle fam1gi1J1e, per dlDenJelleroi dail hveddo e drule m1serie; di lottla per la lCaoo1al/la dei tledeSlcme sarà PIUJlJe gioono di impegno da pamte nos,t:m e di spemn2Ja per un domaJnd di iJitbentà ,e di pmgnes~o ». Quella giornatla a Reggio fu controos'egnata da una serie di manifestazioni pa:rticola:rmente numerose in tutta Ja provincia cui parteciparono complessivamente circa tremila donne (61). Prov,enienti dai pa:esi e dalle frazioni vicine si concentrarono circa cinquecento donne daVianti alla sede del Monopolio di Stato per chiedere la distribuzione del sale. La paJl,iticolare combattività delle donne, più risolute del solito, ot1Jenne da'l Pr,efetto il giorno suoces'sivo la distrilbuzione di cinquanta grammi di sale a testa. Contempora:neamente 'Si vedfiJcarono diverse astensioni dal lavoro da parte delle maestranze femminili delle Ipri,ocilpali fabbriche della città e della provincia: al Calzificio MagHeòe Milano, le operaie :sospesero il ,lavoro per dieci minuti ed una parte di esse 'Usd dalla ,fai8brica per unirsi aUe cinquecento donne davanti a'lla Salina. Il loro esemp~o ~u 'seguito in a:ltre fabbriche della provincia: al Cal:l:ificio Marconi, allo« SpazzoHficio» a'lla Cera:mka V e g g i a . ' Manifestazioni 'analoghe contro la guerra e la fame si registrarono contemmilil'Itailiia SettenJb1liODla!1e dumaUlbe di! Ipelliodo di oOOlllPaziOOie Il:edesca 1I1ell. novembre '43 - &i legge nell. prJmo art. deililo Statuto - e [',001, costl1liUillasii 111Je11'I,taIDia Genbro-mecidionai1e nell. set:tembre '44 si fOl11Jdono [1\1 1\.IIl1'llJI!lJica ,assoo1azione: tl'UnioneDOOine I,tal11ane, con sede nazionaile a Roma. L'UDI ,è una 1<ùbel1a ,russoo~azione alle si. propDUle ila difusa di IÙlltci gI!i interessi deillJ.a dOllllla - !prosegue 1'a11t:icolo ill. 2 - nell. ffiavoro, iOOlilia sooietà, nell1a:6am1g1i,a e nelilo ,struto e ne ",ailOit'iZ2Ja 1'opena i;n. ogni OaUJ.WO. 1111 essa SIi ongMliÌl1:2JaUlO Je dorme ~tanane per la cr:eailiizza2Jione deg1i tideailii di l1bell1tà edi giusciZJ1a, di dkDrui1età popoltaire, dii et1evllLione ~trUJna1e, di IVinnovaJffiento demoOl1atJico del Plaesle e ,per conlidbuti,re a1Jtivamettllbe e d1ret1:lattniOObe da a.Wcos·tIl1UZione materlaile, mora!le, soairue e poL1tJ1ca de1JJa illaellone. L'DDI è i:ndipeDldenbe da quai1s1rusii piwt1to· pdlil!ico,rutrua illlsuo progralffilll1a con mezzi propri, si ,impone mI m81~s[mo Sfiiitlito di lCcl1a1bo!iaellDUle con qllJooci pell1seguono gli ,stessi ideali aOiChe nm campo ,i,nterna2JiDUlai1e ». L'Art. 3 pnecisaV1a: «lPosrono adelli!Vealli1'UDI trUJbbe ffie dOllllle, di qualunque credo reLigioso e coDJdi2Jione rooiaile che ,posseggano ti IlleqllJl1siitli ffiOllalH e che lfion sÉano compromesse neilJl';attlivi~à po1it1ca ed 'alfi6a'l1isrdoa dell. faslo1=o ». . UNIONE DONNE ITAILIANE, Stat.ulfO, Roma, ATEM, gennruio 1946, lO p:p. Per lenoti:me dellffia cost:ibu2Jione delJ.1UDI, cir.: N. SBANO -F. CAMARLINCHI, La questione femminiZ,enella pol#ica. del pcr, c#., !pp. 120"125. « Posta. delila setu1mana », n. cit;, p. 3.· . Come e1'<lvamo, ID «Noi dOl1l11e », !Il. XXIX, n. 49, 15 dilcembne 1974, p. 28. ($1) I dati sono stabi deSfL1llllti da l\.IIl1 aJl'.cioolo ron «Noi dDUlne », dail ritdlo: Le Donne di Reggio e provi'n'CÌa sempre in laNa, n. cit., feBbrllLio 1945. 27 poraneamente a Montecchio (dove si batterono per tre giorni consecutivi per avere il Isale), a Cavriago, Bibbiano, Fabbrico, Rubiera, Novellara, Bagnolo, in tutte àe varie zone di attività dei G.D:D., coordinate e -stimolate soprattutto dalle donne aderenti a quell'organizzazione (62). «In 'Paveodhi paes,i doV'e le cloOOJe sii 0000 dimostmate più energidhe, più rompatte, più numerose e dOV'e haJ!lJllO s~p1lJto impo~sIi non aooonJ1leIlltlaJ1]dosii del~e promesse - commerutavll hl gimnrule "Noti donne" - (63) we lan.:JJdtà rasdislte sono stalle co&ttette 'a dalle nmmed1ata disbJ:i}bU2lione di lamdo, umna, latte e ,aMmi geneJJi, oilJtllle la sliCUrlJezza ohe ,aV1lJebbero immedliatameIlJte ptl'OVV1eooto ;per i[ sawe. Oiò diimootJma illn mordo esrpffiidto che è ,sdltanto oon la laMa energioa di tJutte che si ottiene quellilJo dii culi abb]amo bisogno ... Nelllie diverse dimostJmazion!i e proteste avvellJUte nei Vlari ;paesi e vliIlI1aIggii dIet1i1a nostl1a rprovtincia - proseguiva - oome ptWe in dttà, abb~amo vl5\to dOl\lJ1JJe di ogni età, di ogtl!i coIlJdi2l1one eodirrule e di. ogni fede pollliv1ca, unite nelrLa sacra lotta per la ,difesa dei [oro comuni interessi». A poco più di un mese di d1stanza, i G.D.D. ,furono nuovamente i promotori della mobilitazione de1le malSISe femminili: il 13 a;prile doveva costituire nei piani degli organizzatori lUna « giornat'a insurrezionaLe» per 'Sperimentare il potenziale combattivo e la capacità ol'ganizzativa delle masse in vista dell'insul1tezione finale. lrl compito di coordinamento ed incitamento attraverso la propaganda capillare 'speHò 'appunto alle aderenti dei G.D.n. «RJiJooodo che el1aV1~ s1llJJte 1Il/lJel1pellilJate pufttna ;per Isapere quante dOllillle avrebbero lIIdel1i1to OO[a manid'estazJibllie - ha ,afifoom~to Luma SoalJpone aJlIlm,a .respornsahile prov1noi!a[e dJei GDD. - noi a'V1evamo ni,sposto che fOMe diedimil1a donne lIIV'llelbbero pavbeai{pato; m'Vece, gtt."~ sop1"<lI>1JtlUuto a[ nostro JJaV1OlX>, qucl giollOO vii furono cirroa sedliroimillJa dOIlJlle. presenti a quellit man1festazione ». (64) Nelle varie frazioni e nei comuni della pianura infatti moItis,sime donne scesero ancora lUna volta Isune piazze per dlmosvrare contro il fasdsmo, per reclamare la distribuzione di arlirmenti. A Reggio af~llUirono dalle varie zone della periferia circa duemila donne che sira:ggrupparono davanti ,alla Preifettura per ottenere la distribuzione di grassi. Successivamente ·esrse si recarono davanti alle carceri dei Servi protestando per il rilarsdo dei prigionieri politici. Contemporaneamente si svolgevano manifestazioni ,ed azioni di protesta analoghe in varie parti delia !provincia. A Novellana una donnarimalse ferita, colpita da una 'raffica sparata dai militari di presidio. A Campagnola le donnea;Siportarono dal MlUnidpio i documenti relativi al conferimento obbligatorio dei viveri e rli bruciarono nella piazza. (62) Per le v,av2re ,azionli di lotta cooootte dJailJl;e donnelleooiooe nelila giornatJa dei1['8 marzo; Cfr., G. FRANZINiI, Storm della Riesicrtenza rerggiana, dt., p!p. 581-582. V. VAiLLINrI, La donna regl!iÌananella Resist>ernza, cit., !pp. 38-39. G. MASSELLI, Per la lorro emanc~pa1!ione, ba Irbertà e la giust~zia sociale. Comuniste e donne di popolo, staffette e combattrenti, si prodigarono con eroismo ndla Resistrenza, illn «La verità », a. VIII, n. 27, 21 rebbvario 1954. (63) Le donne di Reggio e prowncia sempre in lotta, ,avt. cit., in « Noi dO!llifie », 1iebbr. '45. (64) Memoriale di Lucia Scarpone, cito 28 A Correggia, Campagno'la, S. Martina in RiO', BresceHa, oentinaia di donne sceserO' in latta, aJffrantanda ancar'a il pericalo di arresti e la minaJCcia delle armi. L'esita partico1armente positiva di quella giornata nan lasciava armai dubbi sul r1sultata Idell'insurrezione finale, ,e costitui una prova u'lteriar,e dell'isolamento fascista. In una rdaziane Isull'attività ;savrvel1siva ed anti-nazionale riguardante la settimana dal 9 al 15 aprile », il comandan1Je provinciale della G.N.R. 'era costret1JO ad ammettere: « l[ SOiVIVeil1slÌlv1smo reggilMlO conna O11IllIad llIiIl bulQl!l iIlIIlmero di reclure anche ndll' elemento femm&n:i!le; le donne svollJgooo p!Illtliooilialli attJivtiJtà asstiJsnenziillJJi ed ausiILiarie, come ,iii. 'set:VLbio di staJìJieuue efifiicient1sSimo e di pal1tìi!CdlJare mùenesse per il1 colJ1egJamento deiliIe bande di molli ilegge con gli 01'!g1anV. cenwaili del C.L.N. NelILa giomaM del 13 oonrenlle ,s,i sono svoIIJte mMilfestaziani !Jfll:bbliiche di donne ohiecLentIÌ la d1stl'libu:zlione dei gillassti, []lei!. oenùro dei!. capol1uogo e nei ",alli comtmi deilJJia provioo1a; hl OaillattJere polllitJ1oo dellLe dIianosulla:zlionJi non ha hlSOg1OO dii nil11evo penohé tutte sono state organijzzate ed illJtJtuillJte con l',a[iUI!Jo dei pa11tigliJani e se non lmnnio ,llIVIllrt1o i[ CaillattJere vioilenro 1nten2JiOLll!aJmenlte loro attJllibul1ro lo ,si devJe .e ip1"Ontle m1S1UJl1e atùuaJte t1empesùwamente dalLe auroIl1tà preposte aillla ùutleilia dell!'011dine plllibb1!iloo». (65 ) Al contraria, dopa quella giarnata di prova, le organizzàzioni della Resistenzaebbera la felice certezza di una piena partecipazione papalare aLlo sciapera generale insurrezianale che si sarebbe realizzato dopa soli undici giarni. Il particolare fel'Vare cambattiva delle agitazioni di quei giorni, olnre che cÌalla perceziane armaislcuJ.1a della Hne della guerra e della Liberazione imminente, era maggiarmente accresciuto dana natizia del ricanoscimento del diritto al vato esteso alle donne (66). Ne ,dava notizia la stessa numero dd giornale «Nai donne» 'Stampato a Reggio in prepal'aziane dell'8 marzO'. «E' sùaro :fi1II1a11mentJe llironosidllUJto aOiIJa oonna rutlaaIDooa i:J. d1r11lro e la oapacità di !pW"lteaipare ali1a V'1M pa111liioa didl paese - aJiferwa l'illJrtliJcdlo (67) - e que~ro è un di<l.i1tt1O che essa sii è oooquilstaro 'Pailltlecipoodo a rotte le 10l1itJe pQpoilmii, poonidendo lPa11te~ttiva aJ!ffia gJOO11ra di IlJihemzione lJJa:zliooalle. l[ swgJ1llidlimro di queSita COlllqwsta - wnJiJvla sru:blito precisato - non va solo intleriP11etJaro nel fatrtlo dhe d'Dm irn1ian:zli le dbrnJJe dOV1l1a1111!lO depo11re hl Joro V1Oro neN'uma, ma jn modo molto più profondo. D'ora i=anzi le donne italiane potranno fare sentire la loro voce SIU tutti li probtemi che rJguruicLano g1Ji itallWanJi e la WM deililJa [)ja:zlione. Le QPe11a1iie, ILe imp/iJegate, le iP'roEeslsd.onllis~e, ~e d!oooe di oasa, te OOI!JJ~oo1ne, Le donne rutJtJe non Saillanno 'Più soiltanro dieIhlJe esecumrlici di o!xllirni, ma cdlJl:wborel.1a:nno ailILa direzione delJlo Staro in ,rutitìi i llarnii deillDa sua attiwtà ». (65) G. FIRiANZINI, Tred~ci aprile 1945, «Giornata insur.rezionale» a Reggio Emilia, in «DaLlUle em:illim[]le nelilla ReswsteneJa», cit., IPIP. 41-42. G. FRANZIINI, Le agitazioni femminui contro i nasi.fascis-ti, in «Nuovo Riso11g1imento », a. X, In. lO, 7 maa:rz.o ;1954. (66) l[ 30 ~eoo!~io 1945 wart:lti il1 COLll!sigl:io dei Mitl1!isttii, ,SIU proposta di ToglHatti e De Gaspelli approvò ['es/tooslione del dia:11tto di voto aIIllie donne, in condizioni di completa pallità con gLi uomd!l1!i. (67) Il voto alle donne, in «Noi donne », n. dt., ·:fiebbllaio 1945. 29 Tr.aspare da simi:1i aIfifermazioni la maturità paHtica delle masse femminili, la laro volantà ri'soluta di ramper,e can un paSisata di esdU\siane e pas,sività per inseril1sicarme prataganiIste coscienti in tutti i rami della vita demacratica. La !COncessione del diritVaal vata nan v'eniva cancepita come il punta di arriva, .elargita daH',rulta come ,ricanosdmenta e caronamenta del cantr1buta femminile alla latta: poche p.arale, se1Il[>lki ,e SlpO'glie di retarica ne lSattaHneavana il significata 5Ostanziale, di una premessa dedsiva alla rerulizz'aziane delle aspirazioni fem minHi: «Questo è UI!l Plll&S'O lin llIV1fllDJ1li, è JJl plJimo plllSS'O V1ellSO !La m!JIqmsta dii rb\lJùùe le t>Wandioaz1orrlli :fiemrnlÌJn:illli - si 1egge !JIeilI1o srtles,s'O '8Il1Wcoi1o, e srulb&to V1i1ene u:liibadito - : Ùia oonqu!iJ~ùa dei diritti porta con sé ,ooooe dei doveri. La dOl1:1lJa italiana deve ora prepata'1'si 00 assoi1vere i nuovi cottrliJYiltii. che J'<artJùoodiono ». La cans'aJpevaJezza del rapparta tra l'impegno immediata nella lotta e Je aspiraziani future, casvanllemente presente nel progr,amma d'aziane d~lle danne aj)ganizzate nei G.D.D. è ora rresa piùespHcita e megliO' pl'ecisata. I termini « emancipaziane », « rivendicaziane femminile» che non eranO' mai stati intesi in un signif10ata astratta e generica, ma avevanO' sempre trovata illara presupposta nella latta di Liberaziane, rsi rivdana ara 'Slul piana di una visiane cancreta iereal1stica dei problemi che le donne devonO' aErrantare. AnticipandO' a 'gl'andi linee Il nuova ol'dinamenta palitica artica~ata in istanze di democl'azia dirl'etta, di autO'gav,erna delle rmaisse, un articola apparso in «Nai danne» fin dal settembre '44, (68) precisava i nuavi campiti cui avrebbe davuta indirizzal1si l'attività del1e mas!s,e femminirli: «AI11a d.i!t'ez:ione degilJi OIl1garnlisrni del poùere, d0lV1!l3llJJ1lo p8ll1vecWpl8ll1e tluMe Ùie :6=e aNlive del·pap'Olo, d'O[]lle (J()rrI1iProese. Un mg;ime clJemdCJt1aJtJ1cò pO[po'~8Il1e non poMeblbe esrS'elle ,uaWe se non teness'e COIlltt'O di ciò. In OIgnti OOgJaJIlO dlwgJenrtJe dii gOV1ellIl'O, rporlliltffico ed amminliJsrM!!tivo, Le donne dovraooo avel1e ~e 101ro mrpplJeslooùaiIJJtii; dovro3llJJ1lo avooe ma dlirezkme dii quegili ol1gJmsmi che ID modo pa!l1t:iJooÙiame i[lùe!l1es~l9Jno le dOilJJIle: iSltli1Ju0iornii ,per 1a mllltellnlità ed infanZlia, iSlùiJùuùi dii assistenza ,e brooe4iirOO!l2Ja, mense OiPetaJliJe e ,pOlplOilJaJrli, ,relieziJornJi slC01aJstiiJahe... Preparilamo perdiò 1e nosMe llai1Jpl11eSenùan1li per le gtiluinrtle PDiPoilJ8Il1i. dii gOrvttUliO, ,per ffie gIiJunrt:e ammJinI2S1'lla1lilV'e, per le d111ezion!i rsmdooailli ... Dobb1amo p11epallaJlldi fIi:n da Olla la gOVleflll]aJl1e, da;lJe aII1e dJoilJJIle Gompirtli di Desrpons1wbiiLità, sretl2la Iti1mol1e che sbwglliirno: 'lIùMaJV1erso illl laJVO!l1O e la lotùa wcqUJ1s 1'er3llJJ1l'O copaairt:à ed esper[ien2Ja». Un volantina di:6fusa in pravincia ,chiaòva inaltre le direttive di lavara pratico e immediata mi dovevanO' far frante ~e al'ganizzate nei G.D.D. in previsiane della Liberaziane (69). R:ibadenda la neoesrsità di un piena inserimentO' dell'elementO' femminile negli arganiJsmi diJrettivi, nei carpi elettarali, veniva preds1ata: m~S\1ll)e «FIin da orla in vils~a de!lffia ,p110SISlma LliiberoazJio[}je i nostl1i G.D.D. devono sùudirutle le pl1artJiJdhe da p!11oodere per l'odeulpam!tJ'e e ~a p11esa dii posseslS'O dehle sedi, delli1e irsrtJiJùuZliorrlli (68) Pre.pal1~moci ad amministrare e a gove.rnare, ID «Noi dOIlrD!e », rn. cit., selltJeun. 1944. (69) Direttive pe.r la partooipazione attiva d'ei «Gruppi di Difesa della Donna» all'opera di democratizzazione delle ~tituziJolni e ammin,iJstrazionri; il 1 dOClUlIDer!JJto non porta [a dalla, hoh. LS.R., o8ll1t. 2/A/llO. 30 fasruste JiemmimJiJli, motleatli'\ne ed i!J~sti;SlùemliJaUi in a:ooou::do con le ~ttle orgooizza2liOlDJi popo~atl'li femminilli... Preso ipOSlsesilO di queste istituzioni oocorrerà provvedere 'il dare ad esse una direZlione pdpOÙJame da deSiignamsi dalll1e 'V'ame o~aJllJizza,ziol11li ,popolli3ltli e da tlomirrllams,i ID pubbiLix:ilie assemblee piOIpOÙI3ItIi ... A llUlltii i poslùi dii tlesi[JIotlS1ablllità il1a1ppreslenùatlivii dei G.D.D. dobb~alI11o deSliglllM1e e1emen1li atmvi che 8JVl.1attlJOO gJià daro prmna deil loro a'btlruooamento '<lilla oaJUJsa da l1belllazilone 11'aZlionallie, mchlpendenuemenue da ogI11Ii corusl'tdooaerlooe po[(ì1"lica o roogJiOSla ». Nel corso della Resistenza, attra'Ver80 l'esperienza quot1diana di lotta contro hl fasdsmo e 'la guerra erano maturate in molte donne delle scelte politiche molto precise: la concezione chiara di una democrazia sostanziale, fondata sulle iniziative e sulle capacità creatilVe delle mas'se popolari, em ormai alla base del Joro impegno nell'opera ,di Iricostruzione: ~'il1Jserimento della donna nella vita sociale e politrca, ~f f,ermatosi pienamenteattrav,ellso la partedpazione responsabile alla lotta di Liberazione, continualVa nd 'suo impegno per un rinnovamento totale deLle strutture sociali e polit1che. Un articolo lappanso su « Noi donne» dedicato ad una scuola divers'a, è indicat1vo di una nuova concezione democratica, in termini singolarmente attuali (70). «Tl11a i !lJ<l'dbffiemi dieIlJlJa J.1irostru:zOOtre me SOllIO iJnrlìi,nitii e gralVlislslimi, UJl10 di sta pantic0I1au:mente a OOOllle: qrudllo diir.idiame ID soodLa itallljooa, dii ri:dame ad essa lioontà e d1glllità, presuppOSltli ·1ndel1OglalhillJi aIlI1a viùa dii 0gIDIi popol!o diJvIille ... Noi aIUSipliOOall110 OOia sooolia vetlame.t1ite popdL8me, che si1Il1formiai p1lÌ[}Idilpi de!llLa demoCJJa2Jra, base delilJa nuov:a vfutla sodilalLe, UillIll Isoorua di 'amplio respiro, apooùaad oglIlÌi manifusrbaZlione del p!IOg1)esso». Sottolineando la necessità di un impegno della donna nel settore de1bstruzione, veniva esplreslso un concetto della cultura particolarmente attuale: «Tdooa ,aIlI1e dkmn:e Jiar sÌ dhe i!Ja ouJ1tJuilla non S1~a 1nt1esa oome erudli21me es1leriore e formailie, ma oome mezzo di eIIeWWOIll'e spiJ111tluaile e IDOl11a11e che po~enzil ali. massimo le fatoo'l<tà Indivliduaili, ,putr 3Jl111looiz21amlble e lS1llJbOllllliitnandoilJe aJ. ·tWspe1lto deill1a coilIle~tlivlittà. - E pG[}Ieva oome oon&Zliollli 1ndiSIPoo~aJbliIDi ,ail 118Jg1gi:UI!ligimento da ffimillii V'aJl,cri, ma com~e1Ja ffi~bel1tà dJeJI1a dOl1litJJa: gnerà abba1l~ere tuttli glli osuaooilli dhe 1Ia sodiJetà di oggJi ha dl111zzato SIUll suo cammIDO: essa dJowà pouer insegJ[}latle, ind~poocl!enuemoo1Je da coosaderaziom di sesso, '~ntluut[ glJi OJ:IdIirrlIi di s,tludli, fuWe· 1'100 ·e sUipelliol11i, qUlal10111a Ile sue oapaoiltà Le poomeD1lano dii affOOlJJllal'e TIaIe comp1ro; dovrà poter accedere a q'uallsruasì mmena, lettleJ.1aitlia e sctietJi1ii,f~oa sOOllla i!l cimare dii vederffi in ,segu1to bOlicolltaua e reSi!JiiitlJ~a!]e!llLa sUia autiiviità di IprodiesmwSlt1a 00[0 perché doona; dowà msomma senu1re che soùo ailiLa sUia semetà e aIlIla S1llJa irrlItelhlli!5'ooza sooo a,fiEildate ille possibillllità dii l1ilJlOOi<ta nellffie VILe che si è lllibetlamente sloelLtia». roso- CONCLUSIONI I criteri documentar1stici cui ci si è attenuti nel tentativo di collegare in un quadro otganko i momenti principali della Res1stenza f.emminile nel reggiano, hanno permeslso di Icogliere il leg.ame di continuità chia'ramenteesistente con l'esperienza di lotte precedenti e considerarla in rapporto al processo di emancipazione 'femminile. Allangando -brevemente il dilscor·so a livello più generale, 'Si è constatato (70) La donna nella scuola nuova, ID «Noi donne» n. cit., febbmlio 1944. 31 come l'inserimento della donna in trutti i prooessi produttivi verifkatosi durante il 1 Conflitto mondiale ,avesse tavorito una mauurazione politica ed una più chiar,a coscienza di classe in molte lavoratrici che si concretizzò nella attiva partecipazione agli 'scioperi ed a:l1e occupazioni delle falbbriche negli anni 1919-'22. Anche s'e non ,si ruffermò in quel periodo run movimento femminile di malSsa, nettamente caratterizzato ed aJUtonomo, la tematica femminile nei suoi nodi cruciali, sostenuta più e~plkitamente dai movimenti femminHi sorti in Italia nei primi anni del secolo, era ormai chiara anche nella coscienza di molte lavoratrici: hl principio « a uguale Javoro, uguale salario », diritto al voto, al Javoro ecc. I! fasdsmo tentò con ogni mezzo, intenzionalmente, di stroncare il processo di emancipazione, e di ostaJColare 'la promozione sociale e politica de1la donna, assegnandole un ruolo esclusiva.mente biologico, ed es,altandone la « mi's'sione » all'interno de1l'ambito famHiare. Pel1petuando una contraddizione sempre più sùridenteed anacronistica, mentl'e -si es'altavano unicamente nella donna 'le doti di fr,agilità, di grazIa, obbedienza, durante il s,econdo conflitto mondirule si ricol1se nuovamente all'impiego di manodopera fernminHe in rutti i Isettori, ,asottosalario, s'empre in 'sostituzione di qudIa maschile. (Alla ,fine del 1940 le donne erano hl 40% di tutte le maestranze). V,ent"anni di ,regime frusdsta segnarono certamente una battuta d'arresto al processo di maturazione 's,ociaJe e politiJCa della donna, ripercuotendosi nella educazione, nel costume, nella mentruJità,occentuando pregiJUdizi e schemi mentali per altro 'smentiti dalla esperienza di ogni giorno; ciò non valse tuttavia a fiaccare completamente la volontà combattiva di diverse donne, ,soprattutto lavoratrici legate aLl'ambiente operaio e colJegate all'organizzazione del P.c.I., che maturarono una più precisa coscienza di dasseed avvel1sando costantemente il fasdsmo fmono protagoni'ste delle ,lotte clandestine durante il ventennio. In questo senso la R:esistenza fu in parte il r1sultato di quelle esperienze ed hl momento in rui 'si espreSls'e in tutta la sua forza d'mto iJ potenziale rivoluzionario ddle mrusse femminili; eSlsa raiplpresentò una svolta fondamentale nel prooesso di emancipazione. Non più 'sostenut.a da una minor.anza avanguard~sta su un piano inteHettualisi:ico ed astratto, durante la Resistenza la tematica specificamente femminile nu portata avanti in modo esplicito dalle operaie, dalle contrudine, dalle casalinghe, le vere protrugon1ste, intrecciat,a al problema politico immediato della Iotta per la pace e la libertà. Nel reggiano la Resistenza femminile, pur non presentando una fisionomia originale, ,rivelò una particolal'e ,capacità combattiv,aed organizzativ:a delle donne, di cui e~se ,avevano già dato prova durante il v,entennio, organizzando manifestazioni di mas'sa, proteste e 'scioperi, le mi protagon1ste principali furono le operaie nelle fabbriche, le bracciantiagrkole, categorie ,sociali che non accettavano mai il fasovsmo. I G.D.D., promotori prindproi di varie iniziative di sostegno alla ~otta, assunsero anche nel reggiano la carattelJvstica di organismo unitario e di massa che raccoglieva in prevalenza l'adesione delle operaie, delle contadine e ca'saHngne. A1cuni coLloqui sostenuti con Je protagoni'ste hanno messo in Luce la presenza di problemi 'Specificamente femminili anche nella coscienza delle donne contadine, 0 32 Hno a quel momento Isempre esdUlse dal proceslsostorico e dai movimenti femminili. Non è stato invece '8u~f.identemente dhiarita la entità de1contrihuto delle donne cattol1ohe, rl gmdo di evoLuzione della loro lCO~cienza politica e in relazione ai prob1emi dell'emancipazione femminile; ,a1oune di esse furono r,e~po1JJsa!bHi dei G.D.D., ma il contriibuto del1a illlUJggior pUJtte delle donne cattoliche resta per lo più anonimo, Isul piano d~ll'aiutoe del sostegno aUa 10tta partigiana. Resta aperto terreno d'indagine il periO'do Isucce~sivo; sarebbe importante individuare i motivi Istruttil1tali di ordine pO'litico, 'sO'ciale, econO'mico, di costume per aui la maturità delle masse femminili affermatasi pienamente attraverso l'esperienza resis.tenziale non abbia poi trovato lo 'spazio vitale per inserirsi effettivamente nella società, trovando ancora davanti ,a 'sé Isoltanto una serie di possibilità « minori », cheesdudevano la donna dagli olJganhmi direttivi, dai lavori più qualificati, daRe roariche politiche, dai corpi dettivi (a diverse donne che si distinsero nella lotta partigiana, in riconoscimento aìl'attività da loro svolta, furono assegnati posti di lavoro nei pubblici impieghi, nei municiJpi dei IcoITmni, nelle scuole: si volle cioè of~rir 10'1'0 la prospettilVa di un lavoro siouro, ma non certamente di responsabilità e dei più qua1ificati). Rest'ano da approfondire i motivi per cui l'esperienza unitaria e di massa effettuata nella Resi'stenza, che costituiva per altro uno degli elementi innov3}tori e più importanti, si sia frantumata dando luogo a rigidi schieramenti e blocchi che hanno cel'tamente ostacolato 1a possibilità di continuare la lotta e di portare avanti una piattaforma rivendkativa comune . .klla rpl'ima conferenza delle donne comuniste, TogHatti individuò il pericolo di atteggiamenti settari: (1) «Quioodo hOSletll1:l1t!O negllii DélJ:iVIélllJtIi cIli ailiotme dii voli dbJe es6stono iPUIIl!tlÌ dii dr±SSIOOSO, di contrasto e alle voLte di lotta aperta tra voi, donne di un partito democmtico avanzato e k dOilllIlle 1~oJ:l1tJte aIhle ollglamnimlazliond oatJtJollJiJahe, lDIi SOI!JO icn pallte lDIelJarvliJgl!iiatoe oopmtJùutto dIisIpiIac1uto. Noo vedo :pelJdhé JJIOI1l vi pas~a eSISlelJe UIllIa calillaboM2lione SltJrotta, dii ùutJl!i i ~iornli, il!l!a 1e dianne cOlDlUn~sltJe, sOlO1ailillste, e aJ1l!re dii ~dee avaooate ooe possono ,eSlSlelJe oo()he lle1Wgiose e sé sbeSISle e la glJoode massa dii donne ,ooe I(J()n sono desue ~d Ui11a vita po:LiTI1ca, oprpUille qruelilie donne chellideste ad una vita politica ader1scono a un partito come quello della DemoolJazia Grostilooa ... VéllDIa1Jicll.pazEone deliJJe CÌIOrnlIe, dlndiatJtIi, noo è e non ]JIUò essel1e problema dii UItl sol1o paucito Iél 'nemmeno di \IDa slalLa cIliaslse. Bsso LntelJeSSla tItIvt'e le donne, fauua eccezione, s'd.nrende, dii quei p~ocohl gruppi 1eglf1Jti per lDIOlrlilVLi dd runtelJe8lse aI1i1e castJe dlitligen1!i pnlvrli1egl]aue lJesipo[]sabiJri. deillLa roWnia in OUJÌ oi ulJovilalUlo e ohe nOltl VOIgi!liJonO ooe .ill pOlpol1o riirrmovd nrailillaoccoOOo le ooe ;asrpli11il2J1ond . .Allll'iinfuorl ,ciii ques,tIi glllUip!PiÌ si deVIe llea!li1zzJalJe l'iUJ]lrtà di tIUtte le donne i,ta[i,ooe, oonslÌderate []!ell iloro compwesso come una maSlS,a ooe ha LntJelJessi oamU!!llÌ, pendhé è ùutua mTIeOOsSiaba alla ttasformil2Jione delle proprie condizioni di esistenza e quindi a quel rmnovamooto di tutJto il paese 'senza cui questa trasfonmazione non è possibile ». Precedentemente, sottolinea:ndo il nes'so eSlstenve tra emancipazione femmi nile e democmzia, aveva aBEermato: (1) P. 110GLIATTl[, Di~corsi alle donne, a cuna dehla sez. femmini1e del P.C.I., Novooa, Tilip. Steili1a Mpina, 1953, pp. 14-44. 33 «La democnaZJiJa :iI1Ja:JWooa ha blisoguro dei1llJa dOllillla e la d'Orma ha blrsargno dei1llJa democm2liJa. QueSIto V'll0'1 ooe che ÙlI~ùe le qruesltiiJonll Legame ailllia fommIa2i1one e ,affwma0io[]e di U!tl []fUo~ 11egime demot1irut~co sono stJl1ebtJrumooùe leglaltJe MlICihe ,atlil"ellainailpa2lÌone dellJJa d=a, ailil'ffiI'V'ellto deili1e donne<illa v:1tJa pdlJitiiJaa e aJJiJJa liiIbel1tà, in modo che esse rueslda[]O, rutJtJraverso U!tl ,gnande niJVdlgimeruto di IlJruÙllra sociai]e e moralLe rud ruaCjiUl1sltrune IlJelJiJJa $ocliJetà iJtJaùWaJna ill posto che è stJrutJo 10110 neg~tJo finora, e ahe iUV1ece 18000 a~p3Jai di ItJenwe». Ragione non ,ultima della mancanza di un ·effett1vo ~nser1mento della donna nella vita rpul8blica e produtthra, negli organismi direttivi, nei partiti, è il persistere di :sohemi e pregiudizi radicati nel costume e ndla mentalità, ancora presenti all'indomani dell'esperienza resistenziale: «MeIll!tllle seguendo le lliOs1JlJe boornwe sfiW:lIV1aUTIlo Petr La ciùùà, ,rubbiliatÌno villstJo dilSegm,arsi srulliLe labbra deli swgnoltti uOrnkllli 'U!tl sonllÌso ironWco, ,ruslsolliuùrumente mrudegruato aJJiJJa serJ>ertà deiliLa cenimoma che compliV1amo... CertrumelJ!tJe quesiti uomillnJi JlIeIll!Siano che iil. ceroeililo deLle dOillltJJe sia troppo 1eggero e ]mmruÙllro». (2 ) LUISA STEFANI APPENDICE Tabella N. 1 FASCI FEMMINILI DELLA BROVINCIA DI REGGIO EMILIA (1929 - 1940) ANNO VII (1929) VIII IX X XI XII XIII XIV XV XVI XVII XVIII Fasci femminili 4 25 47 54 70 88 138 152 161 172 187 193 D.F. (1) 102 752 986 1.792 3.200 4.150 6.600 8.150 9.600 9.600 9.700 9.700 G.F. (2) O.L.D. (3) 102 250 270 730 1.500 2.000 2.600 4.390 - - M.R. (4) - - - - - - - - - 1.050 3.000 3.473 2.740 12.000 21.000 35.000 41.000 47.000 47.420 L. MARANI ARGiNIAINI - 3 fasci femminili nella p~ovincia di Reggio nell'Emilia dal 1921 al 1940, cito p. 5. (1) Donne fasciste. (2) Giovruni fascis,te. (3) Operruie Iavoranti a domicilio. (4) Massaie ruratli. (2) «Nod Do[}ne» (Ed. rRegJg1ooa) a. I, n. 3, 2 ,rugosto 1945. 34 Tabella N. 2 SALARI MEDI GIORNAlJIERI DELLE MONDARISO 1927 - 1931 PER LE MOND.A!RISO LOCALI 1927 1928 1929 1930 1931 19,50 17,45 17,65 14,00 10,64 PER LE MONDAIRISO FORESTIERE ANNO 1927 1928 Vetcelli - ALessandria 18,90 17,40 Morta:r,a - Novara 18,50 17,00 Milano - Pavia 17,50 16,10 Lodi - Crema 17,10 15,70 1929 1930 1931 17,55 17,15 16,25 15,85 14,55 14,25 13,50 13,15 11,08 18,03 10,30 10,00 C. RAVERA - La donna italiJana dal 1" al 2" Riscyrgimentoj p. 127. Documento n. 1 RBLAZIONE AL MINISTERO DELL'INTERNO R1EGIA ,PRBFETTURA DI iREGGIO E. OGGETTO: Movimento comuni'Sta. 24-5-1925 Restilituisco iJl bltlail10 'cH giornialle «CamJPrr~a» OOIJatli'VlO ,ailIlJa costlitJu2Jione deililla oellufu «Rosa 1.Ju:x,eml:mrig» in R,emiJO E. dia cadieSltlo on. M1wstelJo 1'lJiiStIIlIeSISO con l'menco n. 18355 R.iD. del 14 OOIlJl1e!litle, ls:iglDliJBildoodb che già quesito udWiJaio el1a a OOI1lIOSICen2la deilll.'lavvoouva casrtli1lu2Iicme dlelffia oelliliu!lJa oomUl1Jli,sva pt'esiso lo suaiblillilmento dei CailZJiJffici Irtlailliiani RmmtIi. L'limIi2IiJii1IilV1a fu plJesla dia Mau.iiJa 1Ia~lin:i, ~à sle!?Jll!aJliaM da codes/1JO ono M1mstel1o con la ptlefieuti2llia lJIgllIail l1JUImelJO deilll'8 slOOIlJsoaljJi11i!l.e. La pJ1edeitta ~101V1a!tJJe è Sl1Jii1Ja OOiicliiJmniitJa dallila sOlJelffia Adlelma e diaicoanpagUlli: MaJjiJa DaJl!1a11:iÌ, Egle Gualcili, IndlOlV11co BagolliimJi, Bruno Guailld:i. ILe a~1JlJe OOilIlIPonootll delffia oeilllrul1a llegJUono ~a 1Iagllmi per la nWLtà della cosa o pel'Ché llUIg)gesuionate dia COSitJeIi, ma non estpiliilaano smgdal1:tlIlloo1Je aWouna ii~tività. Le soreilille T,a~, ~a Egie GUiti e iIl Bagdlllm:i non f=o più parte del peJJSonai1Je del OailZl1nicio, ma la 1oro a1JuLVl1tà neil 08ilIll.P0 pollfuh wooe contiJl1JUlaI1:nel1Jrte segui11Ja. iN'llltllIeoosle peJJqrusli2lilalllli S'OII1IO stJa1Je ~atte ai dollIJJirdilJli,i deli SIll1n!dicaM o01nJUrrJlTISlui, ma con ooail1S!i 'l1id1Ja1Ji. La Tlagill'lnlii MaI1:~a.1aGUiallidliEgLeeillBagoilrlinJiIndovliro.laseJJadel29apni1le.lI.s. moo~re @sllllJiOOiViaJ:lO mue"uirui coIDUlnlislli per 1a mallJJiifieSlta21ione c1Je[ lo Malggio, vennero wllestatd e del1iUttJJcWaJui alil' .AiuJtol1iJtà Qia]diizilaJJiJa ed è 1lUirttolJa in COlJSO iIl lJ~atlivo· Pillocedimento penaile. GiIlloa La lJe1JlJibooiJone de1ll!e qpeJJaJiJe a oud ~a oenno l'aJJtlicillo dii «Compagna» comruoo che alle maesrtJJan2le dei Gaili2li:J!kli l'1JailliJaItJJi RiIunJimi voono COlJlJ]~poSl1Je le seguoolli p~ghe: Raghe Wrii2lliaffii ,( lapproodws~e ) : L. 0.40 ailil'oro - doone dii età IDfieJJio[!e ai 15 .anru. - ,do=e dai 16 ali 18 ooni L. 0.50 ,a!l['OlJa - dOll!ll!e di età ma@g]OlJe ai 18anru. L. 0.75 lailIl'olJa Olli ,a,ummui sooo q>uadrlitlIllei>1JlJalLi e Vlett:tgDnO aJoCOlJdlatii 1n Jiel1azllone ailiLe crupacl1tà e dIiligenza ddmQsulJaive, sino ail 'JJaggiJuJnglimenrto di una paga OlJaJJiJa dii L. 1.20 e in oasi eccezionailii L. 1.30. I 001JtLmi SOrrJIO cOtlIllP!ensla1Ji 1n modo che oonslootono ailIlJe OIpem1e atJui'V'e di mggJinngere 35 goodagnro ~oil11J1allWero di OLma L. 20. Le paghe de!IIIe mae511m=e mlasch!iWi varo1= da L. 1.80 a L. 3.50 ailil'ooa a seconda deilllie dflPacllim, dell&a prodlur1rtlilvl1tà e deil glooel'e di lavOJ)o a cui ['orpemlio è ,adibimo. Da[ 5 a[J!11ille U.IS. è s~aro OO1JJCeSiSO Ulll'dndennliJtà oaoo-vti",wi deil 5% sud glUadagoo dell[e ooe di lavoro o[1ooall'lo, iooelll!l1irt:à dhe, SieooDldlo le assllioo!1a:zJiJond dal1Je daJJa D]l1ezllOne deilllo s~aba1imooto, sarà r-1vruUJIJa 1:n'lmeSi1lmi1mi~e e modidioava a siecondo deil aooto dei rusUJ1~a11i deli bo[1etitJirr:ui compruliami da[ Comune e piUlblblllioa1l:li 51ill[a rMSi~a moosiiQe «La Provliincia dii Reggio E. ». Pt11eSiso il! ldoalìe Sùalbillimenro d~ Oaùzir6idi IltlallWfll1li Riwt!i, sono a1JtlUlaJlme1li1Je oooupatii. etta 1000 dcmne e 90 U!omllinlÌ. Il Prefetto UJ11 Documento n. 2 hL MINISTERO DELL'INTERNO BIGiUIETTO POS11ALiE iDI STATO - URGENTE Reggio Emii11a 8-4-1925 Alli1e OlJe 12 deil 6 oodantJe, m~!1e Le opiel1a11e dei CalhlWoi ltial1ifll1li Riluciti in CO!JJtroda S. Pil10SiPero di CjIUIeSitio comUDJe, U!slclilV{lIflJ() daililo si~ahfiili1meIJjto per 1a oo1aZiiane si presentJa1'OD.o loro ooe ocono51c11urui /per mSltnilbuiin."e <lOIPille del gOOnniallie oom'lll11l1sl1la «~ag1na». AOdOil11JiJSIÌ deil ~aJttio ooe Opietiali EaslcUSitii tJooVfl!ono dii. sequeSi1mare i giOll111laJ1i. Sii impegnò oo~i una viva coJ:1u1Jtazione, mentJl'e aocol'l1eva·sruil luogo una squadra di Camb1nieri Srpeoiailizzaroi cicliSIbi. A!lSiUO alppa:rli~e i rlÌSislanta sii: diIleglllatk:XniO e sii U!di UJ11 aoIÌpo dii. rlÌvruteilllia, che non si è porutJo sitalbtiJlJiJre da ahti s~a srt:JaJto esrpQoso, ma che Oel11iame1li1Je fu Sipamto a soopo dii s'ooare ~a bada. Non vl furono Eerita e 1a QU!esltruit1a ha prooeduto ai!. femmo eru1illa pel1qu]si2lione dien vari oomuruislcl se!llQja !IJ]SiUIl~atti. FIU pure nenmatla 0ellWa MatrlLa Tiagillinii, Opiel1aia deil C~10i0 alI 0JUti dom[oitl!io :Durom ~rovate le1Jbe dall1e qlUlaiLi rtlsllli1ma esset1e fu medeSlima segretfll11a deiliLa cel[1UI1a comUJ111slla delJlo SI~aJbliiliittnJeIJJ1Jo predetto. L'Ol11elimeplUlbblLico 00I1l è st<illtJo tJUJrbatJo; VI]ellie conlbIDU!a1Ja ~a V'1gi1&nza e ptoseglUono le mdruglllli. piea: identJiifliJml1e ruttti i compOtt:Lei!lJ1JÌ 1a ceilWa. Il Prefetto Documento n. 3 AL MINISTERO DBLL'INTERNO e per 11/01tii~a ailffi'ON. DIREZIONE GENERALE nELLA p.s. DIVISIONE AFFARI GENERALI E RISERVATI ROMA OGGETTO:Comune di Scandiano - DisocDupazione - Cucine eoonomiche. 21-2-1931 Nel COllI1lU!lle dii SooodiJano cihe CO!ll1Ja otilloa 15.000 abivM1i1lÌ, esllistono atwailmentJe n. 919 operlli disoOOll'pati, dei qUiali 474 1I10n godono nemmeno del slUJss'idio per aa rusoccupazione, ljYerahé oomn1Je l'anno 1930 non 1<=0 la1V0111aJto le g'iOll111late necesl~artie per a;cqlUlisiiJrJJle ili dirohlÙO. Sono ail10a 500 ~aJJT.JiJg[IciJe, tJUJttJe nrumeros[sisame ooe non h=o ;perCiò ,nessun mezzo dii soslten1Jamento. La zona eli ScandiaJ110 fu ~prectiaJlmoo1Je co~p1tJa clruòJanile g]Ji a;l1!l1Ii 1929 e 1930 da[ ge[b deilJ1e v~1li tPJiima e d:a:lI1a g111oodi:ne d~po che msl1Jruslsre qlUlaSIÌ deil tutto i ptod01Jtu lIg1rlÌcoilii. Le concliizionÌ di qU!eill1e POipoilJaZliionii sono quindi miselJltiime né elSl]s1Jono mooslùrlÌe Jooalli, né sono in WSitla lavoa:li pubbITliJoi che possano aII1él1Vlia!ilie, tlootJo ptiù ooe il biilioomo comunailie, come ho rufetJito 1n aQtlJa oddaJslÌone ha UJ11 diiisflVanzo dii ammimsl1ma2lÌlol11!e dii CÌiroa L. 1.500.000. 36 pr.edJet1:!o fuaJ:zJmooo dia '1:OOJiP'O le <JllId1l11e econo.tDliJohe, ohe sono state da in V'aoJ1e l1:!P!'ese. lil preZ2JO deillIie minesrtre, pIl.1OOedenrtle!lIJlel!JJtle WSISIllIto in 000. 20 di'8:scuoa, è &1ialtO succeSS[wmente l'k!otto a DeDit. lO, pendhé maIl~e ~aanIig(lffie dii 7 od 8 memib1:ti non daspoo.ev;ano giomailmente deililia SOtnm!l dii L. 1.40 o L. 1.60 per .aJOq~&1iaoJle. QuJe~ba matrtfuna vii è ~ll!!lto un aooontlere dii airoca U[l oontilaJJaio di donne in qudJ. MunliJOiJpQo, per far poosel1i1le me le loro ~~e non di1siJ?'OllJg<mO IlItl1Il!IJ]OOO di ooort. 10 per l'ooq'llli:s1JO del1e mines1Jre. Qool CommiJss,an:oo P!t"e:fietI1Ji~o, ohe dia pochi g'1omìi è SIUIl po~to menure ha niJvaIlto paro1e di oalma e dii iJIlJoomgglliamel1i1lo, ha ~(Z'1lillmro aJde<11iJto, diame le n01le trisci gooerallii ooodJizlioci, a CO!liOedeJJe 1e m1l1Ies,1Jre gl1aJ1Ju1irtlamen1Je. s'rra dii ]!!I1lto però, che n:e[ Conrune dii SofllIllCliaJllO e .llIdIi1e due diipoodenrtli :fra2lionQ di Jano ed Aroeto, si V'MgonO m tJall modo a diis,urilbutine diJroa 1.200 m!mes1lre graute ali soilii 1sonirtci ndl'elJenco dei pQiVleti.. Il Prefetto Nel me 00IlIlJUiIJie ~onaltle * I Doaumoortli. 11iJporrtaJci, si VJ:Ioviaoo IlJeilil'A,eS. a Roma. UillJa rocrolta dii fotooop1e è iJ'l.'OOSO J'Aroh. I.S.R. di RegJgIio iEmiiIlfua. Documento n. 4 MADRI, SPOSE, FANCIULLI DEL POPOLO I fiaJsdi5l1ii di haJl1lOO ridotJci lie m8Jgtlf tlamonQ di gl1aJssi, la oaoo.e per noi quaru non esliJste, il pane 1l1Isuiiffioonte, orra qUies.tJi affiamatollii ru s,ervli~o dei tJtldesdbii ci V'Og!1iooo d!!lre !il latte sooemato per dlaroe i[ bUJnro ad tJedeoohii. In aWwne firramOll!Ì ·tJUltJtJe le dooillJe oompaltlte haJllno p1.'dlJevaro &rettamentJe i[ ljjjttJe ai oaseHiid o dali COIlJtwdffinQ. Imm1tili8Jffio[e aJ1soiLu1lamel1JtJe. In città n_ti1amo compalUtJe id lat<te SaretIllaltlo, esrlgi18Jffio tu11tli; operai, impiJegw, arttIigid, professioni1s.1Ii, >ill [aJ1:I1Je <intero. Donne, fanciullilli, 1Jmao:ooci ad lI1iUIIlIiJoiJpli, i podesrtà, i oom!tDJi,ssarri p1Jeiieci2li s01ltJo fu loro peJJsonaile lleSJPOl1!98Jblhliirtà delbbottllO fu11ci avere 1il 1aro1Je intero. DOIlJl1le dlliliendfuamooi! ili. 1artIte m1Jero c'è, prumla del billUX> ad oodesdhii vogilill8Jffio il l!lJt1Je intero noti. Il Gruppo di difesa della donn'a Documento n. 5 MONDINE Quest'OO!lJIO WzJ1ere1Je iJ1 JiaJ1lioooo laMlJro dei1llJa moOOa già stai!J.JChe ed indeboillli1Je dame ron1linUJe pniv!lJmo.rui. Bppure la lllIireri.a ohe dlMene sempre più gn!lilllde ed hl desdJdeJ:'io dii prO'OUll.1are un po' di tUso per voli e pea: Le V'Os1Jre fiama.g1l;ie w fà lariaroe le vOO1lre oase per !!IOoingervd aJd U[l kworo dUlOO e pesaJllrte. fuWgetJe pemò che i[ V'Os1lro estJenuiaIlJ1Je kworo sa.a ailimeoo 8JdeguatamooltJe lliKxJmpensato. Eswgete: che il sailJal11io s.iJa ooegJUJall:o ailll',aIUJIllJellJtaltO cooto dei1llJa V'ita e che s1Ja pagato tJUIrtro e in gt1aJll 'Pan:Te m !l1IaitlUJl1a, che hl VIitto me vi asptlt1Ja sia 8Jbbo!l1ldaJl1i1le oome quootirtà e che sia SIll!f.iiliciootemenrte coIJJda.1:O, che Vii sèai!J.o OOIlJOessi i suppllemootii aJa.iIIlIel1Jtal11i des.ti!l1lw ai lavOit'aitolli. adtdJe1Jci ai lavO!!i pesanti, che vi s1aJllo oonceSISB. dei SIUIp.pilemeIlJtQ 91Jraonrunalii dii indumoota. e dii sCaxIpe per s.up.pme laJ1 maJggim consumo, 37 del!1e gamnme per le OO!lJdiiffionii iigt1eruirue dallll',aIIIlog~o, per la cliuIJlata del ~aJVIOro e per le cottlJclri2licmi del vWaggio di andata e rutOll1nO. MONDINE DOViete .impecliiroe che i padroni Vii ailiEammo e vi impongono iilllUmalllle co1l!dJirzJom dii 1moro. Dovete imp~diiuJe che gÙIi. oloOUipan11i 1Jedeslchi ed i 1Jmcfuoni fa:srcilSti ci p'l1iivlino dei pro" dotti deilla noSi1ma telma e del nosltJro laJV1Ol'O. Ogni ohllo clri r~so .in meno che andrà ari 1ledesclJi ~arà un giorno di meno di guetlta e di ru1>trooione. I[ frutto delllia nOSTIna tenDa e del nosrtJro bvoro deve nimanere in P,auni'a, così i 1l1Osuni figli devono restwe nna di noti a lavonare e combattere per il nos,tro popolo, e non andwe a lavorame e ll:lJ011ime .in 1let1lle s1lramWere, in 10flJ1JaJrli fron1li per i nos1l11i nemi:ai. MONDINE Rispondete ,aill"appello dei «Gruppi di difesa della donna », coscitJuite 1. -=stri comitati di agi1:azione dii oosrdilllla e di riiJslflÌa, i:m[YottlJe1Je le vosttme me:ndioazironi con mooifuS1JaZiiom di massa, con IsospensQooi di ~avoro, se necessario con qo sciopero. Con la vostDa oompa1J1JerzZia e con la W&1l11a c1eaislione c11Eendete le vos;ttme WrtlaJlii esdigenz:e, affermando la VIOsnna voIlOlllltà di I1ibeDa2liotne dallll'oOOUipallllte rodes'OO e dei tram1Joni faJscisitii. I «Gruppi di difesa della donna» e per l'aiuto ai combattenti della l;be.rtà Documento n. 6 DONNE DI REGGIO INSORGETE! ! ,L'olla da noi tanto attesa è ~1Ja. I nas:1llli lU11JJg'hi slflatifii!ai sltanno per meJJe UI1JJa rioompe1l!sa. GlliiaJll1!ea11i e i nostn1 pw11igi!flttJJi s1Janno per ennnwe.in Rlegg1o. E' ~to iJ1 momento deoi!ruvo delllla noslnna 1a1J1Ja e oggi 1m1J1Jo il popollo reggiliano insorge con le armi .in pugno per mociane i 1Jooesohi e gilli aSls!assind fasdi!s1Ji. Ognd dO!JJ1l!a pnenda ili SIUO posto e oome già le nostre madni e soneillLe nel 1918 s:oesero in piarzZla per 1mpediiuJe 1'dnV1io ail. maoello ded cJi]cWOo1JtJennd del '900, oosi ogogJÌ tu1Jbe le donne J:IeIgg'iarrle debbono di nlUlOVo sahiiiel1wsQ a f~an'OO dei loro uomind per la diitfe~a de!lJ1a fmmg!liLa e 1'avvenilre deL Hgilli. I «Grop[lQ clri did)esa delli1a do=a» sono ruttli moibUillina11i e le oompOOJen1li di questi sono pronte fllllia 10l1J1Ja. Doffi1Je 1Ju1Jbe quesro è i[ momento ili diimos1Jtwe che qu,ando g1i mteressQ SIU[llremi del pOipQllo e deùllia nazione sono in gLuoco Le dOttlJ1l!e d'Irtlalliia sanoo compdene iii. loro dovere SenZJa paUlna. REGGIANE OggJÌ non c'è che un pensiero: La lìiJbe:11a2JiottlJe di Reggio e dehl'halia, poi vetlDà 1a pace, la me delllle fm:IillJaZlioni deg>lii imendli, cIreillLe deporllva2liOl!JJi, in u:tlJa p'ma, la me del. fa:sraiiSmo. La libertà sta davanui ra md. AVIanci dl.1i1l!qrLUe in qQlest'ona dii la1Jba oosi drurn, ma prua: così grande. Tutte 1JJ1J!i:1Je lorbu]amo e 1JuI1Jt!e m1Je g}1i1d1iJal1I1o: StaffiO 'proaJJte! Siamo con 'Val eroooi Combfl1lboo11i! MORTE AI NEMICI VIVA LA LIBERTA' VIVA L'ITALIA GRUPPI iDI DIFESA DELLA DONNA. Regg~o 26-9-1944. 38 Documento n. 7 CORPO VOLONTARI DELLA LIBERTA' Aderente al Comitato di L.N. COMANDO UNICO ZONA BRIGATE GARIBALDI E FIAMME VERDI - REGGIO EMILIA Zona 16-11-1944 AI GRUBPI DI DIFESA DELLA DONNA DELLA BROVINCIA DI REGGIO EMILIA L'otmmo l1is~aro o~~e=to daùilia Se1JtimaJllla dci PlIlJtllrgkuno, ~aprpciJamo che è dQiVUJto aillln vostlla attivUrt:à e ai! VOSltro ZJei1o. Per q1lleiSlto, lÙCOillosOODJm, VIi rI1nglJaeJÌJamo e ai ooamo fiieni ed orgogiliiaSii di soprpOlt1tare ru~ti i &aanilfiici cheimlJ:ilraa la noSltlJa lotJ~a pencihé il1 popd1o Ì!~allJiJilIllO 3Jbb~a la ,liber.tà e l'<indiipendieooa ed, Ì!!l paùtillooliwe, pemcihé 1e dOlDlI1e aJbHiJano qrUlei diuJÌ!trii, negati Loro dai! pas~ato l'egime, che le lJendiono partJectJpa o JPlfatagOl1liJ~tIi del/lJa viJtJa dellllJa na0Ìone. QUlestii d!]cirtJtii s= mlaglgii;ou:tmetlJte alVlVìai!OOa/tii c1aili1a VdsltlJa attl1Via pamteairpa0Ìone aJllia nostn:a [atta pan:t1gÌ!aJllIa. Atllcihe Ì!!l 1IliOIllJtlaJgna Le drume laJVOl:1anoatt:rlMamente per p1'OOlWaooi gilii inrdJUJmetlJti spetlJsabìilli per sorpportlllJe illigon:li delli1a srtJ~otlle ilrweil1t1JaIDe. QUle8ltJa loro inlizWativ,a, che noi posSliJaffiO llepe da Vliorno, è una ahiJwa dlimos~!lJa0Ìone che le drume mggi1a.ne, non meno di qllJleillle delilie ai1tIlJe ;PlJOVIinaie, hanno proeso Ut1Ja ootta posli0Ìone contro g11i odiati oppmssooi. deJl porpolo illailiiano. Do=e lJegg1~aJllIe 1lUt1Je, mamme, sor:eIlIlJe, spose, fldan21a1Je, la volsrtr:a orgaJllJiz21a0Ìone è veramente allil'lal\noogrulan:dJÌ!a; OOa:1tÌ!rUUJMe La vostlla orpella dii ooillIiabota21ione; non dJ1mentiicneremo mai dò che aViere tatto. Per pan:te nostma VIi asiSliCUJl1iJamo dii concinJUJare La 10ltJtJa con rutJto iJ1 nostro ardore gUmnme. QUJaill[JiI1que S1aJ~aio e qrUlallJunqule pll.'lhnaznone tron ai abbatterà, ma lÙ!lSlaJderà le no- m- srtJre tOll"2le. Gmprpli dii Didiesa deillla Do=a! Sillano JiiJeni di Vdi. I Partigiani Reggiani Documento n. 8 OPERAIE! IMPIEGATE! CONTADINE! MASSAJ!E! STUDENTESSE SIETE CHIAMATE NELLA GIORNATA DELL'8 MARZO A SCBNDERE IN LOTTA PBR OTI1BNiERE SUBITO: 1. - Una lVIi<tla mliigJJiJOlJe. 2. 3. 4. 5. - 1. 2. 3. 4. - 5. - D]stm1brmione dcll Saffie, Gnasro, Ba;s~a, La1:rtJe e Z'Ulodhero per i bailIlbiru. Legna per nisaIDdarSii e per cuaÌ!nlalle i ailbi. SOlllJpe e md!umenlm di 0UJi ne lIbbfuamo 'UJ11g1erutJe neoessità. La faroilità di oodiJn:an:e i[ paJllle COI!l 1a fian:rna da1Jaidi in sosv1truJ0Ìone deili1a tessera de~ pane. BBR iESIGEIRJE INOLTiRE: Che i tedeschi sfuano oaooi~tii dJailll'IllJaI1iJa, esslendo essa }a ollUsa dei bombardamenti. La libooamne deg1lli osllagJgJi e di ru1Jtli i pilJÌlglorullM an:re51llati per la gueJJna dii lIibera0ÌOlle :na0Ìonallie. La oo~51a0ÌOiIl'e dellll!e coil1tfuruu1e uoorsaom dii iJtJaIIJiJaJllIi i=nti. Che i noSltU:li uomimli non sillano obb!li1g1ati a Jim 1e fosse aJllI1lioaa.u:o che ha= hl solo scopo di pm1UJngalle llia guelJta. Che Ce8S1i La depoMa0Ìooe degilli uomilnli e deilllJe cose in GemnooÌ!a. 39 6. - Ghe sci. irmpeooslOa 3Ii de1mq'Ulootli faooi:s,tli di COilJjni=are :tlJei1lJa loro opera dii velli assassQru del popolo li'ilm8l!lo. DONNE ITAiLIANiE SEGUIAMO L'ESEMPIO: delile noslJl)e OOlJeilIlJe Russe, FaJoooesti e JU!gaslliaJV'e le qUiallii ~eJJisoono mOlJire, p1lJJ1rtxJs~o che cedere ilJjelila ilO1Jlla ooo1l110 :i Itedeslcfui. AJllJdi1amo in mru8sa Ve!l.1S0 i deposwtli di VÙJvelJti e prendromolli! E' roba nostnJa, dobb1amo manrgQrurla noi, non d tedesohlì. OBBLIGHIAMO i Podestà ed hl Brefertro a socIJdi.isfwe i nostri dlia.Urt:ci; oruso CO:tlJtJrau:Wo smaochea:Wamoilii qrUlailli complhl!oi e spille del ilJjem/iK:o. Le dorrme ~aJ11rune oono~rono mo['to bene i re8p0l1l61ll1bi111i ddlllJe 1000 m1s'erie e dci loro liurt:Ici e srupttMlillO gWSlt9JmIellJ1Je coIIJpin.ilJi. Essle si prepart181!lO a scendere in lat1Ja OOlIliP'aJ1J1Je, a m= dii tIutto hl popodo, nella grtJarnde msl.ll:lreziooe nrazio[lJaWe, ooe daci a ruM[ UIll gOV1erno dii demoora2JiJa progressà~a, gruM11ZJiJa dii lfubertà e dii prrogweSISIO. NOI TUTTE GRlIDIAMO: BASTA con i sopoosà! BASTA oon i masso! BASTA con lJa gu=a di rapU[lJa. Tui1Jte unhe, rotte ailfua lot1la decirs~a per diifendooe i[ :tlJOS~ paese, i :tlJOSm fìi.gWi e le nosrtre oase. V:h7la ['azione e lJa combrutrciWi!:à dJ tIu,tte lJe dO[lJfie d'I,talliia! Vliiva ['8 M= gQomaJ1Ja in'tlelJnjazlionailie di lotrtJa dii tIu'iJ1Je le dO[lJfie! Vii~a e vIiooruno fr BaIIlrIio~! Vdia li 'iJedesohi le moote 3Ii fascisti! Il Comitato di Difesa ddla Donna e per l'assiostenzai ai combatten,ti della libertà di Reggio Emilia Reggio Emilia, 8 MM'zO 1945. L'OPPOSIZIONE AL FASCISMO NELLA STAMPA REGGIANA Deve essere ancora scritta una storia dell'opposizione al Fascismo nel Reggiano. Gli appunU che verranno pubblicati e dei quaU si an,ficip'a il sommario, danno alcune indicazioni sulla stampa antifascista, precedute da cenni or~entativi sulla natura di movimenti, organizzazioni o partiti, nei confronti del Fascismo. Il termine «opposizione» viene inteso, negli appunti che seguono, come ogni azione o comportamento diretto contro il dominio fascista da parte di civili e non da militari quali furono coloro che combatterono con le armi contm i fascisti ed i nazisti nella guerra di Liberazione. Anche durante la guerra non tutti i resistenti appartennero a formazioni di combattenti, ma continuarono ad esservi oppositori al regime fascista con mezzi puramente politici. Prima della guerra di Liberazione, agli inizi del fascismo vi fu pure una formazione armata, «Gli Arditi del Popalo» dei quali si dà un cenno. g. d. SOMMhRIO I Le Associazioni combattentistiche 1) Assoda::done nazionale Icombattenti. «La Vittoria» - 2) Associazione nazionale mutilati .e inval1di di guerra. - 3) Lega proletaria fra mutilati, invalidi ,e reduci di guerra aderente aNa c.G. del Lavoro. - 4) Gli «Arditi del Popolo ». II Le Associazioni Politiche 1) Associazioni ,Italia XJbera e Giustizia e Ubertà. Non mollare. - 2) Gruppo anti~ fascista. - 3) Gruppo della dissidenza fascista ed antifascista. La Favilla. - 4) Gruppo studentesco ant1fa:sdsta. «I Fogli tricolore ». - 5) L'organizzazione «La Fiamma ». - 6) Società« Nach Der ». - 7) Unione nazionale delle forze liberali e dem~ cratiche. Il Risorgimento. - 8) Comitato Provo Clandestino delle Opposizioni. - 9) La masisoneria. - 10)« Il Risorgimento liberalle ». G.S.T., q. = Giornale La Giustizia quotd.diano. A.C.S. = Archivio Gentrrue di Stato Roma. AA.GG,RR. = Mani genellaJi e riservatt:i, seguito da:b. (lbuSlta) ed il. llIUtnellO e da f. (:6asocolo). 42 III Le fabbriche 1) Le O.:j\U. « Reggiane ». - 2) Officine Lombardini. Fabbrica Italiana motori. 3) CalzHici Itaùiani Riuniti. IV I partiti 1) Il Partito Socialista. La Giustizia. - 2) Il Partito Comunista. Il lavoratore comunista; Le stamperie clandestine. ni~fusione della stampa antifascista legale e clandestina. - 3) Il Partito Cattolico. Tempo Nostro. L'Era Nuova. - 4) Il Partito Repubblicano. La Scure. - 5) Situazione dei partiti nella relazione del prefettd ( 1926). V Gli intellettuali 1) Gli dntellettuali antiJfarsdsti. La Scotta. Il Segno. Temperamento. - 2) D":A:SISOciazionestampa. I DE ASSOCIAZIONI COMBATTENTISTICHE Le as:sociazioni che riunirono gli ex-combattenti della la guerra mondiale nel Reggiano Ibutono: 1'Alslsodazione nazionale mutilati ed mvalidi di guerra, l'Associazione nazionale combattenti, ùa Lega proletaria fra mutilati, invaHdi e reduci di guerra a:derente alla c.G. del La:voro. Le prime due si 'rifacevarno agH iJdeali nazionali le patriottici che erano stati ritenuti 'scopo e moventle della guerra. Sebbene il f,ascismo avesse cercato di attrarle nella sua orbita, le due maggiori onganizzazioni 'si mantennero sempre indilpendenti, fino al giorno in oui fmono sOVierchiate dailla Iforza e dalla violenz.a fasdsta. Pur dichiarandosi as,olitici, i due maggiori sodalizi si manifestarono contrari all'ideologb IsociaIilsta, 1a qua1e rpur avendo ,seguito durante la guerra la taHica contingente del « non aderire né :sahota're », terminato il confJitto, assunse un netto atteggia:mento di condanna della g;uerra. Le conseguenze ,furono, fra ['altro, :che almmi ex.,combattenti contr1buirono per reazione all'inizio del movimento fascista, specialmente coloro che vi avevano partecipato volontariamente. 1. - A&SOCIAZIONE NAZIONMJE GOMBATTlBN1l Na:ta in !sede nazionale iSrUbito dopo Vittorio Vleneto, so1tantosuHa Hne del 1918, sorse la Federazione provinciale di Reggio cui a:derirono tutte le sezioni deUa prO'Vincia e della dttà e che ipU1ese Isede, nel 1923, in via Squadroni, 11. 43 La sezione si uniformò allo spirito di fedeltà al concetto di nazione e di proclattnata apolitidtà che pr,esiedè alla icostituzione del'l'Associazione e l'animò fino aUa sua fasdstizzaziooe (1925). La GiustizÌ'tl, nel illUl111ero del 14 marzo 1919, poiemizzò però con l'Associazione accusandola di sostenere rivendicazioni eccessivamente generiche, cioè la difesa dei diritti degli ex-:comJbatùenti fatta in Iblaaco oppure !perché 'sosteneva altri diritti specifici che non erano quelli puramenteeconomid di categor1a dei combattenti. La pubblicazione del >testo del manifesto dell'Associazione, d1ede modo di chiarire il 17 maggio 1919 1e rilserve del giornale socia:lilsta, pur dichiaranidosi sostenitore di quelli 'che erano i diritti ,spedfici dei combatùenti. L'aslsembLea tenutasi dalla Federazione socialista il 25 giugno deLlo stesso anno, protestò per la nomina a !presidente ddl'avvocato Strozzi (G.S.T. q. 28 giugno 1919). Ne11923 dopo varie vicende la direzione dehla federazione provinciale venne conquistata da 'Una ,corl1ente di indilpoodenti, che nominarono pres1dente fedel"a1e l'avv. Vittorio Pel1iz~i. Da qulella epoca illPrindpio di un nuovo corso «politico» dell'Associazione, fu -realizzato fra conttaJsti non lievi con la corrente filo-fascista. 11 4 maggio del 1924 'l'Aslsociazione iniziò la pUibblicazione di un 'suo giornale, La Vittoria diretto dal Pellizzi. Dopo ,l'uodsione dell'ono Matteotti (lO giugno 1924) in seno al comitato direttivo siarffermavano con evidenza due posizioni: una ,antifascista, che faceva capo a Pellizzi, [',altra diehiaratattnente fasdsta ,di mi era capo il prof. Antonio Fu'lloni. La federazione di Reggio rappresentata dal suo ,presidente Pellizzi nel congresso di AS1silsi, manifestò la sua opposizione al fasdsmo unitament!e 'a Sa'Velli di Roma, A. Zino di Genova, A. Bel1gman di M.hlano, Bruni di Bergamo, Solari di Novara ed 'altri. L'ordine del rgiorno, proposito dal delegato di Reggio, fu poi ,ritirato per non infrangere l'unità associativa, il che portò la corrente antifascista ad aderire a quello del Viola. Tale documento affermava, come base imprescindibile dell'esistenza e della autorità morale dell'Associazione, la più chiara ed effettiva autonomia di azione politica. L'ordine del giol'no fu HlPprovato i'l 29 Luglio 1924 con 322.240 voti contro 3.500 portati da Puccioni di Saislsari che sosteneva una posizione ancora più intransigente di quella deN'altro ol1dine del giorno. Pur avendo il dooumento approvato, accettate le conclUisioni di quello fascistafilo, osteggiato appunto daBUIocioni in quanto dichiarava cheavrebibe sostenuto il combattente Mus,sdlini a co""dizione che avesse aJSlsÌlourato ,all'ha:1ia un'ailtra condotta d'Vile 'e l'.elevazione e lo ,s'ViLuppo delde forze del lavoro, incontrò ['opposizione di Muslsolini il quale 'riloevette i ltIJJemibri deI nuovo comitato centrale che ,gli avevano recato l'ordine del giorno, più come nemici che come awel1s'ari politici. Invano il regime fasdst'a iCel1CÒ di OppOl'Sl ,all'indirizzo ISipiegato dail'ordine del giorno di ASlsiisi creando un movimento 's'eces'Siorusta; ma né Je mlnaocle né gli allettamenti mggiu11Jsero lo ISCOrpO. Da quel momento ebbero ini2io 'le 'Violenze e le perseouzioni da partle dei fascisti e della polizia contro i diriJgenti dell'.A!ssodazione. Il 'comitato centra1e decise allora di ri'Volgersi ailla base ed ebbe inizio la 44 lotta per h !conqu1sta dei direttirvi delle sezioni in Ipreparazione dei .congressi provinciali che aw·ebbero dovuto essere convocati nei primi mesi del 1925, perché 'Si pronunciirs.sero in favore o contro l'ordine del giorno di Assisi. Generalmente le assemblee resistettero alle pressioni e sebbene alcune dovessero soccombere alla prepoten2'Ja fasdsta, l'Arssaciazione mantenne la sua 'l1nitàaderendo all'ordine del giorno Viola. A Reggio intanto il comitato provinciale av·eva adottato la decisione (grave per quei tempi) di alstenellsi dalle 'celebrazioni del 28 ottobre, giorno anniversario della marcia su Roma. Deliiberò invece di parteciparvi la sezione locale (G.,s.T. q. 22 ottobre 1924) che era !p11esiedruva dal Fulloni. Il congres'so di Reggio Emilliaebibe mogo nel febbraio del 1925. L'esito della votazione provindale fu i'l's'eguente: lista ind1pendente 1.130; HstafaJsdsta 585. Analogo risultato ebbero la maggior parte dei congressi delle norvanta federazioni provinciali. M'l]S'solini rkorse a:pertamenve alla forza e defenestrò la pres~denza detl'Associ:azione nirzionale demooratkamente ·eletta dal congres'so di '&ss]si, insediando dispoticamente al centro un triumvirato fascista alI 'suo servizio (Rossi, Rus;so e Sansanelli) . Il consi'glio d~rettivo della federazioneprorv1ncia[e, in atto di protesta per lo 'scioglimento dellCOmitato 'centrale si dhn:1se, ma i'l :trirulffirvirato che reggeva l'Associazione, lJespi:tlJse1e deci:sioni del co:tlJs1glio direttivo, nominando un commissario straordinario ndla persona del genera'le Piero CaJsalli. Poiché direttore del giornale La Vittoria era i'l Pellizzi, quale pres1dente della federazione provinciale, di fronte alilia nuorva Isit.uazione, si dimise ·e 'succedette alla direz10ne del giornale Artemio Agazzani. Al'CUlli ex-comibattenti diedero le dimi,ssioni dall'Associazione, altri formarono un'·assodazione combattenti i:tlJditpendenti che però ebbe breve vita perché il governo ne ordinò lo scioglimento. LA STAMPA La Vittoria Periodico fondato da Aldo Moslsina, Arna1do Cavazzoni ed (]lItri, diretto da Vittorio Pelli21zi. A.I. n. 1, 4 maggio 1924-15 dicembre 1924 gerente '1'esponsabile: Cepe1li Giuseppe. Reggio E., Tip. G. Menozzi. Collaboratori: Aldo Mossina (m.a. Miles) Roddlfo Savelli, Sergio Finzi, Antonio Bianchi. Nella ,dichiarazione programmatilca ipUlBbliicata nel numero 1 del 4 maggio 1924 di apolitkità è contenuta pure Il'les'altazione dell'eroica gioventù che aveva fatto la marcia 'su Roma. La dilchiarata apoliticità era il mezzo normale per qruel tempo, per manifestare il proprio dissenso dal Fa'scismo e l'accenno a'lh marcia ISU Roma potrebbe es,sere il tr]ooto pagato per pover fare usdre il giomale. Questo accenno in ogni 'caso rivela la posizione ant]soda'l]sta dell'.&s·sociazione o per lo meno del gioi"nale, così poi come siman1festò con 'le polemiche !COn la locale La Giustizia e con L'Avanti! L'equivo.co, 'Voluto o no, fece :sì che al giornale inv~as'sero l'·adesione fasdsti !COme Oddone Fantini e ant~f.aJsdst:i come Rost Venturi, già membro del comitato nazionailedella A's'sociazione disciolto col procedimento già detto, e il fasci- 45 sta Giuseppe De Lucio .cheebibe ~n /seno al suo partito iposizioni di fronda nei confronti dei dirigenti la federazione fascista Iaea/le. Il fa:sds.ta De Lucio riChiamava, infatti, (n. 3, l° giugno) Il Popolo d'Italia nel.quale è 'soritto ·che « l'Associazione 'combattenti non deve in neslsun modo essere as,servira aJl fascislffio » e ciò, aggiungeva il De Lucio, contro i tentatÌrvi di impadronirsene da parte di quaLche gerarca locale. L'indipendenza asso'luta dell'Associazione venne poi riaffellmat'a dall'arvvocato Mos·sina (n. 4, 15 giugno). Uucdsione di Matteotti suscitò l'esecra'zione del giornale (n. 5, 29 giugno) che acC'lJ!sò del delitto una «Ceka 'triJcolore» sorta alll'om!hra del fasdsmo per [a soppl1essione deUa quale si invocava l'intervento risanatore di Mussolini. Nell'editoriale (n. 6, 13 luglio) venne chiarita esplicitamente la posizione antisocial1sta ed antifascista. Vi si legge infatti un richiamo alla legalità sia nei confronti degli oppositori del fascismo (Turati, Chiesa, Sturzo), sia nei confronti di una pal'te deifasdsti,rkhiamando il1 capo del Governo atÌ<stabi'lire nei confronti degli uni e degli altri, la lega'lità. Il giornale ebbe posizione contraria all'Aventino e fu per una opposizione in aula nel Parlamento. La Vittoria 'commentava (n. 6, 29 giugno) il «Non mi pi'ace »espresso da M'll's'smini ai ,combattenti che si pmsentarono a lui dopo A'ssisi, affermando di attenel1sialle direttiv'e /s'caturite da quel congres'so. L'ordine del giorno proposto dal delegato di Reggio ,viene pubbliioato /sul giorna[e (n. 7, 7 /s,ettembre). Dapo .il delineal'si neUa provincia del voto favorevole all' ardine del giorno Viola (n. 9, 5 ottabl'e) la po'lemica ,fra gliex-comJbattenti ed i fascisti, si feoe aperta a Reggio per la mancata partecipazione dei prÌlffii alla celebrazione de1la marcia su Roma (n. lO, 6 novembre). Una letvera dell'avv. Balsamo al giorna'1e (n. 12, 30 novembre) 'confeumava esplicitamenl1e l'apolitiJCità dell'As/sociazione, vo'luta dallo statuto con le parole « indipendente dai Partiti politici ». L'apolitidtà non esdudeva però il diritto di oritica nei 'CO'nfronti dei partiti e, richiamando le finalità dell' As'sociazione, allispi1cava il ritorno ailla nOlJ1llalità pdlit~ca per lmtti, il r1stabilimento nel loro giusto valore delle parole Governo, Stato, Nazione. L'ultimo flIumero del giorna1e (n. 13, 15 dicembre 1924) pubbHcava una lettera del Bellizzi che aff.elJ1llava, 'a prQ/Posito di un diJscol'sO da Jui in precedenza tenuto a Fabbrico in una as'Semiblea distrurbata in modo violento dai fascisti: «circa la mia dichiarazione di di/ssenso da'llfasdSlffio attuale non ho che da confel'marlo in pieno. Ciò non toglie :che io non pensi 'e :COlme OJ!ensona e /come presidente della Federazione, che /sia neceslsario evitare contrasti fra 1'Assocra:zione e tutte ,le forze nazionali del Paese Ce qruindi anche il fa'Scismo) 'e che 'anzi io tkonoS'ca appieno tutte le benemerenze ,cJj quella nobile gioventù che 'òsuttò al Popolo Ismarrito l'orgoglio del suo destino ». Le ultime parole sono probabilmente il solito tributo dovuto al Principe perchè passi il resto. Sulla apposizione in aula: Livio Pivilno La XXVII legislatura: l'opposizione nell'aula. Quaderni n. lO deHa «F.I.A.P.» Roma. SUlI Convegno di Assisi: A. Codigno1a: La re:sistenza de «I combattenti di Assisi» Modena, S.T.RM. 1969. 46 2. - ASSOCIAZIONE NAZIONlALE MUTiIiùATI ED 1iNIVALIDI DI GUER!RA Un gl1Uippo di mutilati di guerra nel salone dell'Unione esercenti in piazza San Sepolcro in Milano, dava vita il 29aJpri1e 1917 all'Associaziol1!e fra mutrlati ed invaJ1di di guerra. Dqpo Iche l'esempio fu .seguito da varie città, fra ile prime delle quali Reggio Emilia, l'Aslsociazione av'endo così aSlsunto carattere nazionaIe, teneva il suo primo Icongres'so a Roma nel marzo 1918. H 4 nov,emJbre 1918 il 'Sodalizio pubblicava « H manifesto al Paese» nel quaIe venivano affermati quali ideali !S1lUp.remi, la giustizia, la 'libertà, l'Drrore per la guerra, la l~bertà e sovranità di ogni na~ione e !siUdoeslsivslffiente nel 1919, vanivano preconizzati oJ:ldinamenti più Isavied IlUmani per le generazioni future in una nuova costruzione Isociale. Scopo immediato dell'.Ats,socia:nione era Il'a'ss1stenza ai mutilati più bisognosi e le pratiche di pensione. La ,sezione di Reggio 'si 'costituiva il 24 febbraio 1918. Il primo consiglio. direttivo veniva ,composto daex-Icombattenti che 'si attenevano allo Ispirito dello statuto dell'Aossociazione, a~fermatasi al di scwra della politica dei partiti, ma in parte di orÌlentamento democratico (Bonazzi, Dallara, Bonafede, Olivi) e nella maggior parte da chi manteneva un atteggiamento esdUlsivamente patriottico-nazionalistico e anche fascista (GurU, Mariotti, Berzohri, Benevelli, Bondava!lli). E' già qui iiI germe .che porterà aJlla fDJ:lmazione 'e alla conumpposizione di due ,correnti, qruella Iche Isi dichiara 'aJpolitica 1mpersonata da Ero Bonazzi e sosterrà l'apoliticità dell'Ats'sDdazione nei Iconfronti del sorgente fasdsmo e l'altra che nello stesso tempo diverrà filofasc1sta 1C0n a lCapO Giovanni Berzo}ari. L'affermazione dell'apoliticità della 'sezione nei conf.ronti del fascismo, è conforme alla Iposizione presa dal Comitato centrale dell'Aos'sociazione. Ne]la Iseduta del 9 'aprile 1921, !Si dimette Ero. Bonazzi, viene eletto presidente in sua 'sosti1Juzione il ,mg. Carlo Barbieri, d1mes'sionario il 10 maggio 1923, aJl qruale succede i1 maestro Giovanni Bterzolari Ifino a tutto il 1924; dopo tale data viene rieletto Barbieri il quale resta in ca<rica fino al 27 agosto 1944, sU!ClCessivamente l'avv. Corrado Cremaschi, Isostitmi,to il 9-6-1945 dall'ing. Pietro Cavicchioni. I mutilati l1eggiani partedpano ad una azione rivendicativa per ['ocoupazione dei mutilati e per 'le pensioni, Iche si concreta nella manif,estazione promos'sa dalla sezione cittadina hl 24 'aprhle 1921>eon ['intervento ditaJppresentanze da rutta la provincia. Fu tenuto un :comizio al Teatro Munidpa1e, Dratore Bonazzi che affermò la necessità di provvidenze a favor.e dei mutilati, vedove ed orfani di guerra; si formò quindi fUn lcorteo di cil1Ca mille persone che inviò ratppr'esentanti al !ptdetto per comunicare i desiderata. Il lcorteo .si 'recò quindi alla posta centrale Dccupandone la sede dopo di aver 'sopraffatta [a forza pubblica e i miilitari di !servizio, ·ai fini di ottenere dalla direzione delle poste, l'istituzione di dodici ricevitorie provinciali. VenLva lasciata una Irappres.entan2Ja !per impedire l'acces'so agli uffici delle donne impiegate. lJl 28 aprhle, nella notte, UJ!l gruppo numeroso di mutilati occupava la sede dell'uHido allontanai1lido gli impiegati. Il 'slervizio restwa sospeso. 11 prefetto ne dava lComun],cazione alla drrezione generale delia P.s. e riteneva non irrn:prdbalh~le J'oocupazione di altri uffici. L'8 agosto lo !stesso prefetto lCOmunica'Va che nel ISUO ru!Bfido lCon l'intervento di autorevoli cittaldini, 'Veni'Va ritsdIta 1a 'Vertenza dei mutilati che prima di mezzogiorno sgom- 47 bravanO' la sede ()!oou:pata; ino1tre falceva nata che aveva dovuta autorizzare iiI direttare dehle paste ad atSSlUmere quali avventizi sei mutilati Icheavessera i requisiti, perohé data la Isituazione dannosa e peri:calosa nan !Ci 'sardbbe stata altra saluziane (A.C.S.A.G.R. 1921 b. 73A). Con la nomina a presirdente nel 1924 del maestra Giavanni Berzalari, Ila fatsdstizzaziane dell'Assaciaziane si 'compiva e 'Saltanta dapo la J]beraziane patrà svalgere nuovarne!nte i suai compiti ils,tituzianali. ARRIGO GUERRIERI. La vita della sezione dalla sua costituzione ad oggi, a cura ddilia Sezione di Reggio Bnrilva dell'Associazione Nazionale Mutilati e ImaJidi di Guent:a. Reggio Emilia, AGE 1963. 3. - LEGA PROLiETAiRJliA. F1RA MUTiILAT,I INVAl1JIDI E REDUCI DI GUElRRA ADERiE1NTlE AIJLA c.G. nEL LAVORO Una tes'sera rilatsdata nel 1920 cOlmprava l'!es1stenZ'a di una seziane di Reggio della Lega praletaria tra mutilati invaHdi e -reduci di guerra. Fin da:hl'inizia avrebbe dovlUto riunire mutHati e reduci di guerra, ma nan ebbe una larga ibalSe aSisOiciaziani-sti:ca. Orgatnizzatorefu (lerto Cavazzuti, i:scritta al Partita IsocialHsta, ma di Icarattere instaibiile e speSisa rirbelle !sia nei canf'ranti del prapria partita ,che velìSa la Calmera del iLavato alla qua1e era pure aSlsociato carne sociO' deLla Caaperatwa pittari. Fu anche questa una delle cause della breve vita dell'Associazione. n Cavazzuti palSSÒ fra i pr1mi all movimenta fascista. 4. - GLI «.A!RDITI !DEL POPOLO » La dalSise proletaria nan sOiccolmbette prima di aver 'resistito e dialVer lottatto e non Isoltanto di vittime del ,fatsdsltDO Isi dovrà scrivere, ma di oppositori che testimoniarono anche col loro sangue la fedeltà ad una idea. Nehle ,condiziani loreate dalI terrorismO' ,fasdsva, anche Q'offesa diveniva una dei mO'di di difender'e una Istato di IlegaHtà vialata, cO'nquiiste economi:che e saciali pacificamente raggiunte, il diritta alla inuegrità persanale ed ana vita prapria e degli a[tri. Nel 1921 una 'speciaile formaziane che combatté 'con le armi i fasdsti, fu quella degli « Arditi del Popolo ». (1) Il primo nudeareggiano era 'stato farmata per inizbtiva di alcuni operai delle o:fifilcine « Reggiane » quattro o dnque ai qua[i si agg1unsera giavani sacialis,ti e comunisti. Anche daou:menti ddla porrizia parlanO' di « Anditi del Papolo » ma la dizione, in certi casi, è da accogliel1si con riserva, perché possanO' essere stati indicati come « All'diti del ,Popala » antifrusdsti nO'n arganizzati che usatrana le armi. I Par,titi ,socialirsta ,e cOrl1llU11~sta pres'era posizione ,contro 'l'organizzaziane degli « Al1diti del 'Popola ». In aocalsiane ddl'atdesiane del deputata 'socialliJst'a Mingrino, Ma:nlia BO'naociali in un articalo pruibrbHcata 'su La Giustizia il 6 lugliO' 1921, int1talata« A praposita deglli "Anditi del ,PO'polla" », <così li definiva « Amalgama dei soci dei diversi partiti d'avanguardia i quali però non hanno nè autorizzato, né promosso, né formulata un vera programma dallle di,retti've preciserlsultate da un comune accol1do ». (1) Ugo Grulaz:cini - La genesi del fascismo Reggiano - Reggio Bmi<ldJa, OiiJi1cirlJJa g;rafka fascis1la, 1936, prrugg. 66"67-68. 48 In un '<lrticolo pubblicato il 15 ~uglio 1921, nell'Ordine Nuovo) Antonio Gramsci ,criticava il caratter,e puramente r'eJsistenzialle dell'organismo diretto a determinare un equilibrio aMa violenza fascilsta cioè un ritorno allI' ordine, men1Jre invece il ,fasdsmo è organicamente !legato .a tutto il regime capitalista e per combatterlo occor,re che i fini politici siano chiari e concreti. Nell'Ordine Nuovo del 31 lugilio i comitati lesecutilVi del PaJrtito colD!llitl1Jsta e della Federazione glOlVanile pubblicavano le disposizioni per !l'inquadmmento delle forze comuniste. Le disposizioni dichi-ruravano ,estranea ,alI partito l'iniziativa «Arditi del Popolo» in quanto J',inquaJdramento militare prolletario deve essere a basle di partito e la sua organizzazione deve strettamente d~pendere da quella del partito di classe mentre invece !l'organizzazione degli «Mditi del Popolo» comporta la d1pendenza da comandi [a cui costituzione non ,è bene alCcertata e ila cui centrale nazionale assume di essere al di 'sopra dei partiti ed invitava, anzi, l partiti politici a dj.sinteressarsi dell'inquadramento tecnico e m~li1:'are del popolo lavoratore (2). Uguale posJzione prendeva 'la Federazione giOlVanile comunista reggiana. Il Partito comunista cercava di organizzare una sua formazione militare, ptolletar~asotto il. nome di « Squadre co:tDJUniste », ma falliva allo scopo. Il 31 luglio La Giustizia pubblicava la dd~berazione 'presa in un convegno tenuto a Roma per l'inquadramento di 154 ,sezioni con cinquantamila iscritti: « Considerato che ,gli "Arditi del Popolo" sono al disopra di tutti l partiti politici invita i partiti stessi a non volersi ingerire nell'organizzazione tecnica e militare del popollo lavoratore ». Gli «Arditi del Popolo» aooawano man mano Il:~ducendosi di numero e creando sezioni autonome Icome quelle di Prurma i cui !Componenti continuavano la lotva armata nel Reggiano e md Parm'ense gu1dati da Picelli .parteciparono a'lla difesa dell'oltre-torrente (6 agosto 1921). . Il 27 agosto 1921 il Prefetto segnalava al Minrstero dell'Interno che anche in provincia di Reggio, andavano segretamente costiruendosi gruppi di «Arditi dci PopO'lo ». NeIJa città 'segrralll:lva un grUIP'PO di drca 150 iscritti non però forniti di armi (3). Un nucleo di 'sedkenti «Anditi del Popolo» dell comune di Poviglio, il 29 agosto, percorrendo vie & cllltIliPagtna,esplodeva qualche colpo di arma da fuoco (4). Una riunionle clandestina tra -il Picelli ed un gruppo di comunisti ed Arditi del Reggiano, av'venne [a sera del 25 .settembre 1921 Isu1 [etto del fiume Enza in San Polo alconHne delle province di Reggio e Parma (5). Nella stessa sera un gruppo non inferiore a venti di coloro che avevano partecipato alla riunione, si scontrò con quattro fascisti (6). Il Prefetto in data 20 ottobre comunica che non vi sono 'sezioni di « Arditi» ma che è in via di fOl1mazione una sezione a cui avrebbero aderito 150 operai (7). (2) Dg<> (3) (4) (5) (6) (7) AC.S. AC.S. AC.S. A.C.S. A.C.S. Guru1az~ini, O.IC. - Thw. M.GG. te R.R. 1920 b. 57. - Div. AA.GG. te RR. 1920 b. 57. - D1v. M.GG. te RR. ,1921 b. 85/A f. «Regglio BrniI1i:a ». - DlJv. M.GG.e RR. 1921 b. 85/A f. «Reggio Bmiilii:a». - !D~v. AA.GG. ,e R1R., P.S. MfiO 19211 b. 73/A. 49 Secondo una inchiJesta del Ministero degli Interni al 31 ottobre 1921 gli « Arditi del Popolo» a Reggio E. erano in numero di 150 (8). Il 6 novembre in uno 'sco'tlbro a fuoco con due carabinieri rimaneva ucciso Umberto Dugoni da Fablbrico, indicato come ardito delpopdlo (9). Il 28 novemibre ±l prefetto di Reggio comunica aIl Mirnstero degli Interni la cOistitiUzione di una Isezione di «A'l'diti del Popolo» con a Capo Vi~cardo Losanni (lO). Il 29 novembre due Isquadre di « Arditi del PO'polo» avrebbero assalito con coLpi di anrna da fuoco 1'0n. Antonio iBigHirurdi e Madno Bercetti (11). Questa ruggres:sione Ifa i]J'a<rte di quelle denruncirute più volte, con una singolare costanza, dalI B1glial'di. E pertanto da prender,si Icon risewa. La condanna dei comunisti del movimento degli «Arditi del Popolo» fu sUtccessivrumente giiJudica,to un errore mrudol'uale di 'settar]smo (12). I confliHiarmati av'venivano tra frusdsti e antifasdsti, comprendendo in questa qualifica generica tutti coloro che lottarono contro il fascismo, fossero essi socialisti, comunilsti, anal1chid o 'senza partito defLniti dai dooumenti uffkialli anche genericamente sovversivi. Questi conflitti erano generalmente originati da provocazioni fasciste, ma quallche volta diJpendevano anche da iniziative di antifruscisti. La combattività degli antifascisti, apparteneS'sero o no al gruppo degli « Arditi », può essere dedotta da a1cuni fatti elencat~ nei dooomenti ufficiali, dai quali risulta o il ferimento o la morte di lU11 fasc1tsta. 1921 Gennaio 2 - San Martino di COl1reggio. In un Ico1Jifilitto rimangono feriti RaJgazzi Dor~ndoantifasdsta e un fasdsta (13). Febbraio 28 -Reggio Emilia. Viene <coipito <con 'll'n Icolpo di pugnale iiI fatscista squadrista Giacomo Iori (14). Marzo 14 - Rolo. Un grupipO di antilasdsti spara colpi di rcivoltella contro il loca[e ave sono riuniti aderenti al fasdo (v. nota 14). Marzo 29 - Correggio. Un fascista viene colpito da un colpo di bastone (15). Aprille 9 - Reggio IE~lia. Viene colpito da un co'l po di rivoltella sparato dal finestrino di un nreno provinciale il g10vane falsòsta Da'Volio (16). Maggio lO - Cavri3Jgo. Colpi di r]voltdla lcontro fasdsti :che rispondono uccidendo Primo e Stefano Francescotlti (17). Giugno 8 - Camp3Jgnola. FìeriJmen1Jo dei lfascisti Veronesi Guido ed Enea Valli (18). Giugno 17 - BettoiLina di NoveHara. Vengono aggrediti e minacciati di morte con al1mi da parte di Edga!l1do Gozzi, spalleggiato da Giruseppe Menozzi e Renato Salvamni i fascisti A1dino Messari e Umlberto Gualtieri (19). (8) (9) (lO) (11) (12) (13) (14) (15) (16) (17) (18) (19) A.eS. - Div. AA.GG. e RR. 1921 G, 1, b. 73. A.C.S. - D1v. AA.G .. eRIR. 19211 b. 67 d' . «iRJegg]o Emilia ». A.C.S. - Div. AA.GG.e S5. 19211 !b. 67 [.. «iR.~ooio BmIilia ». A.C.S. - Di'V. AA.GG. ,e R!R. 192:1 ib. S5/tA f. «Regglio Emilia». Quaderni di Rinascita !!l. 2, pflJg. 22L A.C.S. - Div. AA.GG. e ruR. !b. 85/tA ~. «Rieggiio lEl.rn!ilia ». A.C.S. - Div. AA.GG. e RR. 1921 b. 85/A f. «iRJeggio lEmiJLi,a ». A.C.S. - Div. AIA.GG. te RIR. 1921 b. 85/tA rf. «Rieggio BmiJ]]a ». A.C.S. - Div. AA.,GG. te RR. 1921 b. 85 /A ~ «Reggio iEm!11iJa ». A.C.S. - Div. AIA.GG. e R!R.. 1921 b. 185/iA lE. «Rieooio Emiilli1a». A.C.S. - Dw. AA.!GG. e RR. 1921 b. S5/A f. «Reggio EmliI11a». A.CS_ - Di'V. M.GG. 'e iRiR. 1921 b. 85/A d'. «iRJeggio Em!iIlJia». 50 Giugno 26 - Ca1dirano di Nov·ellara. Nella notte rimane uccitso Ernesto Loschi e feriti i falsdsti Enzo Mariani e Pigozzi Galiano (20). Agosto 2 - ,Pratitcello di Gattatko. Conflitto con ,ferimento del fasc1sta Tedeschi TtMo che muore ~l giorno dopo (21). Agosto 7 - Galstello di Rio SaliJceto. Ghizzoni Marcello provocato reagiva sparando e fel1endo ilfaJSdsta iP'alazzi Mirko (22). Novembre 5 - Caide1bosco Sopra. Conflitto .in (lUi rimangono feriti gravemente il carabiniere Baiano Salvatore e l'ex-carabiniere Pagetti Giovanni, ucciso Degoli Umberto indkato come8Jp!partenente 'agli Arditi del Popolo (23). Novembre 27 - Reggio Emilia. Ferito leggermente il fasds,ta Tarabusi (24). 1922 Gennaio 31 - Vezzano sul Croswlo. I tfasdsti BecCairi Giuseppe e ,Fontana Adolfo, vengono aggrediti da a'kuni antifasdsti e riportano lesioni varie prodotte da wrma da taglio (25). Maggio 7 - Twbiano di Viano. Conflitto tra fa~cisti e antLfasdsti rimane fer1to il fasd'sta Giaroli A1feo che decedeva il glorno dopo. Ferito il saciaHsta Ferretti Germano (26). Maggio 22 -P1eve Madolena. Sconvl'io nella .cooperativa muore il'sociaiHsta Ferretti Evarnsto e ferito il falsdsta lotti Um.lbel'ito (27). Malggio 27 - GUaJstahlasuilla Istrada per Sdlarolo. Agguato al fascista Arcrunto Freddi, rimasto illeso da un .colpo di rwohello (28). G1ugno 26 - Casalpò di Poviglio. In un divel'bio ìlcomun1sta Erm1nio Bal1bieri feriva con la fa10e iiI fasdsta Al1mando Dalil' Aglio (29). II LE ASSOCIAZIONI POLITICHE 1. - ITALIA LIBERlA - GLUS1\IZIA E lùIBBRTA' L'associazione combattentistica che 'si staccò da quella ufficiale percbè diventata fascista, prese il nome di « Italia Libera », con sede a Milano. Gliex4combattenti r1uniti 1n« lta'Lia Ubera » si dkhiararono un movimento e non un partito 'con una 'sua dottrina. Gli aderenti, indilpendentemente dalla 'loro provenienza o appartenenza ad altri partiti avevano un 'solo scopo: l'abbattimento del fascismo non 'solo da paNe di eX-Icombat1Jenti, ma ·anche di coloro che non avevano oOltIlbattuto. (20) (21) (22) (23) (24) (25) (26) (27) (28) (29) A.eS. A.C.S. A.C.S. A.C.S. A.C.S. A.C.S. A.eS. A.C.S. A.eS. A.C.S. - Di'V. - Div. - iDi'V. - Div. - Div. - Di'V. - Div. - Div. - D1v. - Div. AA.GG. ,e RiR. 192.1 b. 85/A f. «I&eooio Bmilili1a ». M.GG. e RIR. 192,1 b. 85j:A f. «iRlegglio Bmi1ia ». M.GG. e RR. 1921 ib. 85/A f. «iReggio lEmllia ». AA.GG. e RR. 1921 G. 67 f. «Reggio EmiJia». AA.GG. le R1R.. 19211 ib. 85/A f. «Reggio Bmilia ». M.GG. ,e RR. 1922 G. 71 f. «Reggio Emilia ». AA.GG. e RR. 1922 G. 81 f. «Reggio Emi:lia ». M.GG. 'e RR. 1922 ib. 81 1f. «RegJgtio EmliIlrla ». M.GG. e RR. 1922 ib. 8,1 f. «Reggio Bm11~a». AA.GG. e !RR. 1922 !b. 81 f. «R.eggio lEmIilia ». 51 Il Mondo del 9 novembre 1924, riporta brani del programma dal giornale Italia libera. LA STAMPA Non mollare Il gm,ppo che si formò attorno al circello di cultura di Firenze e ohe riuniva uomini s,enza partito o di cultura di cui facevano paNe, tra gli altri, Gaetano Salvemini che ne diu a',1spiratore, i fratelli Ros'selili, Piero Calamandrei, Ernesto Rossi e numerosissimi aIuti che poi Is'arelBberostati fondatori e i componenti del morvimento « G1ustizia e 'LiJbertà », dedse came prima 1niziatirva di fare usdre il giornalle dandestino Non mollare. Iligiornale ICOmipawe nel gennaio del 1925 e per [a diffusione fu utilizzata la rete di «Italia Libera» (A. Dalpont, A. Leonetti, M. Maslsara. Giornali fuori legge. La stampa clandestina antifasdsta. 1922-1943 - Roma, A.N.P.P.LA., 1964 pago 86). rapporto che venne instaurato a Reggio Emilia con questo grUIPpo per la diffusione ddl giornale naoque da un incontro CaJsuaile dira l'avv. Vittor1o Pellizzi e Camillo Berneri. L'incontro a'vrvenne ISU di un ,treno nel tratto Bologna-Firenze, dato che in quest'rultima città lSi recavafr'equentemen1Je il Pellizzi nello S1Judio di Piero CalMllandrei per mgioniprofess10nali che spesso 1l:asoondevano finalità po[itiche. Il Berneri Isi presentò Ispontaneamente al Pdlizzi perché .Io -sapeva appartenere alla corrente che si era opposta alla fasdstizzazione dell'Associazione combattenti. Sia iiI Berneri che ~IPellizzi arvevano frequentato assieme il LiJceo di Reggio E., il Berneri la prima, il Pellizzi la terza classe. Il d1scorso presto dirvoone politiJco ed 11 Berneri conHdò che si acoopava dei1la diffusione del giornalle Non mollare, del gnappo fionentino con il quale era in contatuo, nella ,regione ave msegnarva preslso il Liceo di Camerino e indicò al PeJ:lizzi qualora avesse 'aJccettato 1a diJErusione, il pro1iessor Piero CaJlamandrei come C'oaui che gli avrebbe fornito ,rI l1llaneriale. In quest'occasione il PelIizzi seppe che gli an1matori del Non mollare .erano Ernesto Rossi, Gaetano Sal~emini, Piero Callamandrei -e che Berneri ne era anche un 's'aJltuario collaboratore. Dopo un colloquio con Calamandrei, questi gli aJ:lifildò di occrupansi de'Ila didifusione ddl giornaLe a Reggio E. Casi Jl Pellizzi, dopo il ricevimento di una cartolina con una frase convenzionale che aveva 'riferimento ad una pratka di uMido, si recava da Calamandrei a 'Firenze od a Broogna le da questi r10eveva alcune lcopie dell giornale che provvedeva a diffOilldere per mezzo del tipogmfo LeopoJdo Bals,si, .A1ldo Flenari ferroviere, e di altri. Dal Cala:mandrei il Pellizziebbe pure comerm3Jtoahe ideatori e animatori del Non motl-are erano Ernesto ROSisi e Gaetano Salvemini. L',a,:l.1fermazicone a pago 7 dell'edizione Non molla~e (Firenze La nuova ltaJia 1955) fatta da Salvemini di foglietti intitola,ti, !COme quello di Firen~e Non mollare dei quaJli uno stampato la Reggio Emilia, è Barta da un equivoco. In una 1ettera dell'll marzo 1975 a me indirizzata dal Pe'llizzi è scritto: « L'equivoco è doviUto ,aHa Is'upeJ:1Hciale let1Ju'ra, che 1Jaluni hanno fatto, di un brano di un Isaggio di Salvemini riprodotto dal vomme intitolato "1925", edito dalla « Nuova Italia» nel 1968. In ,t'aile ISalggio, SaIrv-el1llini ,scrisse che ben presto cominciarono a pullu1are qua n 52 e là foglietti Jntit01ati, come quello di Firenze, "Non mollare". Di uno - continua - ho netto ricordo e "figuraw ,stail11lpato a Reggio Emilia". SalV!emini, dunque, ,si r~feriva non alI "Non mollare" di Ernesto Rossi e suo, ma a dei "foglietti", 'che, con la s1es'sa testata, lSorsero in qualche località nell'inverno 1925 come manifestazione di intransigente antifascismo. A Reggio, infatti, il. tipografo Bas'si - che ,era un co.raggioso antiJfasdsta di tendenza liberale e già stampava hl ,s'ettiunanale "La F'avilla" - IstalmpÒ una ,sola volta un "foglietto intitolato Non mollare", mettendo iJmprudentemente neJlla testata il luogo e la data di pubblicazione. Di questo foglietto io cOlllS'et'V>aJVo una reopia, ma -assieme a tante altre carte la distrussi nel 1944 quando la polizia repu:bblichina cominciò ad avere dei sospetti sll.li1la mia attività. Alla distrihuzione ,di qruesto eseme[>lare iptovvidero, coil consueto sistema clandestino usato per il Non mollare fiorentino, i soliti quattro o cinque (ed ao ero tra quelli) con l'or,dine a 'chi [o rustdbuiva o lo 'riceveva di non indicame la provenienza e di farlo [eggere al maggior numero di persone ». Nella sentenza del Tribunale Speciale n. 34 del 30 maggio 19'31 contro Rkcal1do Bauer ed altri, ,è detto che in una lettera clandestina sequestrata al Bauer, si ,accennava ad un pacco di stampe da inviarsi a Reggio Emilia. La sentenza afferma che il pacco pare non sia stato mai spedito. Per la verità, le cose andarono. in questo modo. L'editore Laterza pubblicava opuscoli e manirfestini antifascisti e contro il governo, redatti da Bauer, Parri e Vialli di Cremona; gli stampati venivano spediti a nome di Bauer a varie persone in diverse città d~Ita1ia, ma ne1. registro di spedizione della Casa non venivano indicati nè il nome del mittente nè quello del destinatario. IJ pacco per Reggio Emilia arrivò al Pellizzi, ma la polizia non conoscendo la data di spedizione, non potè fare ricerche prersso la posta ed il Tr1bunale assolse il Bauer per insufficienza di prove. Il testo della sentenza può leggersi in: Ernesto Rossi Un democratico ribelle. Cospirazio.ne antifascista, carcere, confino. Scritti e testimonianze a rora di Giuseppe Armani. Parma, Guanda, 1975. 2. - GRUPPO ANTIFASCISTA Nella città :di Regg10 ,si cosd1lui un gruppo antifascista con diramazione a Guastalla attorno al 1932. Lo formavano uomini di vario indirizzo politico, ma tutti uniti nell'rantifalscismo. Il Is1Js1Jema di collegamento fra i componenti il gruwo era quello ibasrato, come [e 'cellule comuniste, 'sul nUJffiero ,di tre persone solo una delle quali era rn contatto con l\1rn'altra ceJllrula. Al gruppo di Reggio. appartenevano: Nino (Giocomo) Prandi, 'socialista; avv. Francesco Laghi, sociJa!Hsta; Dorindo ArisTIaochi, ,socrali:sta; Giannetto wsetti, appartenente al movimento GiUlstizia e Libertà; Manlio Bonaccioli, sooialista; Livio Caselli, sociaHsta, in rapporto con i repubblicani; Michele Chiesi, socialista in probabile !'apporto con il rag. Armando Magri, sooia11sta; GiOCOOlO La.ri, socialista; ma,esUo Nazzareno Erl1ani, repubblicano; Pietro Montasini, repubblicano, organizzatore dell gruppo; Umberto Redi, del movimento Girustizia e Libertà; Andrione Panci· roli, repubblicano; Livio Montan'll!ri, ISOlCiarHsta; Antonio Bdpoliti, socia:liJsta; Angelo 53 Casotti, wciallisùa; Gando1fi di Sant'llar10, sociaJi,sta; Renato Anceschi, socialista. Tutti facevano parte del gruppo reggiano. In proviocia es1sterva un [centro a Guastalla con ,sede in via Gon~aga neUo s1mJdio del r,ag. Saccani a ooi facerva Icarpo anche Seralfino Prati, ,socialista di Gualtieri. I,I glmppo era 'COl1egato oon qruel10 di Reggio. Una mattina del mese di ottobre 1933, ama sùazione ferrovhuria di Reggio veni'va fermato daUa po'lizia, un miLanese fche a'Veva 'rapporti con le officine « Reggiane » per il iCOmmercio di rottami Iferrosi e quindi con .l'uMido vendite al quale era addetto Renato Anceschi. Assieme al milanese ,furono fermati e condotti neLle carceri di San Tommaso Umberto Redi 'Pure impiegato ,a111e Reggiane, Renato hll'ceschi, l'avv. Francesco Laghi e Andrione Panda:oli. Uno dei 'COmponenti il gnuppo averva tradito e con ,La sua delazione provocati gli arresti. Contro i quattro arrestati non fu elevata un'accusa specifici.: ' L'avv. Laghi, Redi e Panciroliaslsieme ad un ,altro antifascista 'Vennero inviati a Roma a di:sposizione del Tribunale Speciale per la difesa dello Stato. I quattro ar,resvati furono 'rntenrogati dal dotto GilUseppe D'Andrea carpo del11a IV zona del1'O.V.R.A. 'che cOImprenderva l'EmiIra.JROImagna, Toscana, Marche. (Suocessi'Vamente :bu costituito una ,sottozona comprendente amche Reggio per 'l'importanza che aveva l'attività clandestina in qruesta città e nella limitrofa \Parma a cui fu posto come capo il Vice Questore di Parma Raffaele Roberti). Dopo qUa!1che gio1'1lo gli larrestati ':burono rimandati a Reggio e rimessi in libertà, unitamentead un altro grUIPpo di arrestati, fra i quaili l'hnceschi. I due impiegati, alle « Reggiane » hl Redi e 1'Anceschi, che erano stati lkenziati in tronco, per l'intervento del Iprefetto Miranda 'che 'prevalse sulle intenzioni della Federazione fascista, furono riassunti nei primi giorni del mese di novembre. Il delatore dopo la Liberazione, fece giustizia di sé in un'albergo di Milano. Ne diede notizia il Corriere della Sey,a (30). GIANNINO DEGANI (continua) (30) Da 'lIDa wettJera, Ai1bel1to Am;celldh1, deilil'111 ottobre 1974. L'ATTACCO DI BOTTEGHE NELLA NARRAZIONE DI ROY FARRAN Il 27 marzo 1945, come è noto, una colon,na di 100 uomini calati appositamente dalla montagna (paracadutisti inglesi, partigiani russi ed italiani), attaccava un alto comando tedesco che aveva sede nelle v'ille Rossi e Calvi a Botteghe di Albinea. Sull'importante fatto d'arme esiste ormai una ricca bibliografia, ma nel Reggiano non è mai stata pubblicata la versione di Roy Farran, che comandava la spedizione e che era altresì Comandante del «Battaglione alleato ». Il brano è tratto dal libro Opemzione Tombola, Collins, Londra, 1960, dovuto appunto alla penna di Farran. La traduzione è deUa professoressa Graziella Gallazzi. Ritorneremo prossimamente sull'argomento, per esprimere un giudiz.io, il più sereno possibile, su di un libro che sereno sempre non è. Per ora ci preme che venga conosduta la narrazione del suddetto attacco, fatta dall'ufficiale che ne aveva la responsabilità di fronte al Comando alleato. Mi preoccupai un po' perchè Je ragazze mandate in ricognizione ad Albinea erano in ritardo e fummo tutti sollevati quando le vedemmo tornare prima di buio. Dissero che ad Albinea tutto sembrava normale. Narice (1) era andata proprio al centro operativo ed aveva anche chiesto una sigaretta alla sentinella tedesca. La estrasse dalla tasca per testimoniare il suo coraggio; i suoi occhi grigi scintillavano mentre riferiva il rapporto in un italiano rapidissimo punteggiato da scrosci di risa. L'unica informazione nuova venne da Argentina. Disse che a Puianello a est di Albinea era arrivata un'altra batteria di artiglieria antiaerea, 3 cannoni. Le due ragazze si infur.1arono qruando le af\7lVertli che non avrebbero potuto sel~irciall'attaooo e che dovevano aspettar,e ne!lla fattoria fino al ffi-attino seguente. Norice indirizzò tutta la sua collera a Lees, che conOisceva J'itaHano meglio, gridò, pianse e batté i piedioMa Lees stava troppo male (2) per badarle. Disse a Bruno, (3) il capo dei « Gufi Neri» di portarla fuori, e la sua voce era così a;patka che io foci un ultimo tentatirvo di pel1sua1sione perché ri:manes'se indiet'ro 'con le ragazze. Ma [ui 'scos'Se la testa, Isenza preocoll,patsi di ·rispondere. Bui lieto di vedere che a 'Sera la nebibia 'scendeva di nuovo. tempo non potev,a favorirai di più. Uno dei conta- m (1) Imelde Oampani, iiI lemi nOl!l1e di battagilia in !ea,ltàera qrue![o di N0111s. La Campani as,serii>ce iOhe le 'staffette in quella occasione tagliarono inoltre i fili te1efonici del Comando tedesco, che correvano lungo una siepe. (2) PIlJl111aoJ. 'lI!SlSe11isce che iù oop. ,Lees, oomandMllte dell1a Missione inglese di coillegamento, era indisposto, ma che aveva voLuto partecipare ugua:lmetlJte a:lJ.a rpericotl.osa missione. '(3) G1a'llCO Monduooi (Gondon) , cOffiaOOaitlJte dell1a Squadra «Gufo Nero», compo9l!a da partrigiJani d;t!aWiJam, ohe openava 'aJlJ1e diJpetlJdenze '1l!btbidhe dell!la Missione militare mglese. 56 dini italiani che avevano relegato nel cortile (4) si offrì di guidarci alla strada, e, ,appena fu buio, le nostre tre colonne slgusciarono 'silenziosamente :fiuori dal1'entrata 'ad arco di Cas,a del ,Lupo. lo camminavo accanto al cantaJdino attNwerso i campi e, a parte la ,strofinio dei piedi sru'll'erba fUlm1da, non vi era alcun suono. La luna ,sp1errdeva paIHdamente fra i banchi di nebb1a. Non mi ero .reso conto che ci trovavamo così lV"icino '00 limi,te delle montagne e fu un notevole chock qruando, in cima ,ad una verde .comna, v1di improVlViJsamente la pianura lombarda (sic!) che giaceva sotto di noi. Le colline finivano .così bruscamente, più oltre tutto era buio e pi,atto t:ranne il Po, argenteo, che splendeva nel chiarore lunare e minUiscoli punti luminosi che IsegnalavaJno .ca:scine e paesi a:l di IsottO. Truttosembrava essere vicini,ssimo e solo Albinea, probabilmente proprio ai nostri piedi, nan mostrava luci. Attomo a noi la notte ,era 'tacha. Sembr,arva ,alqruanto impraibabile che pres,to saremmo entrati nel furore della ibaNaJglia. MentJre Isòvolavo dallCemente giù per la collina verso l'o:scuroabilslso, mi ,guardai mdietro.La1unga fila 'si IstJagliava all'orizzante contro uno ,sfondo :di ndbiMa 'e luna, e le fLgure umane 'si a11ungavano come lontani cespugli nel calore del deserto (5). La mia guiJda itaHana slUls·surrò un arrivederci e strrsrciò verso la notte. Disse che la strada principale Isi trorvava qualche :cent1naio di metri più in Jà. Le colonne rimasero immobili nell'erba umida mentJre i ricognitorisi ·allontanavano a cercarla. Tornarono in ;punta di piedi, piegati in due, nonostante fO's'sero riparati dall'oscurità. Si tr,ov:wa ciJ1ca a due chilometri e non vi era lSegno del nemico. Ci muovemmo lentamente verso il fossato e ci fermammo an:cma. Ordinai agli uomini di dispOfisi a ventaglio ai miei [ati, ma 'senza miJsohiarsi. Ci s'aremmo rkostinuiti in colanna dall'altra parte. PO'i ci arfctretbammo ad ,attravensare la cima troppo esposta e a,\'lnzamilla carpani veliSO runa fitta siepe situa'ta a nord, graffiandaci tI vilSa e scuatenda mmarasaJmente le ,aJ1mi mentre si paslsarvaatHaverso essa. Mi !sdraiai 'Sull'erlba accantO' a Kirkpatrick, la za:mpog;nara, Marlbin e il mio fedele Bruna, aspettandO' ila camunicazione ,che ,tJutti i centa uomini eranO' Isanie IsaliVi daH'aJltJra lato della strada. IJ messagg10 'tarnò in un tempO' incredibi:1mente breve. Er.anatJuttican me, anche i l1u'S,si, incolonnati e pranti a muorvensi inarvanti. Una pidcala fattaria ·italiama era 1lluminata dalla luna e la riconobbi. dalle foto aeree (6). Ora la respansabilità della rotta era esdrusivwmente mia e un ISolo errore poteva 'condurci al di'sasnra. UsandO' la bu's'sala, mi direslsi ver,sa nand e cominciai a cantare i p.ws1si. Le colonne stavano vicino a me, ogni fUloma a mena di un braccia dall'wltro, e ci muavemma furtivamente in avanti. Badavo quasi ad ogni passa prima di appoggiarmi e mi fermavo spes1so in a:soarrta. NelLa fa,uoria un cane aJ1Jhl'iò e il mio cuore fece un balzo. Deviammo pm ev:itwte due ediJHci ohe iO' non Irilcondavo di av,er v~sto sulle fata. Sentii Ipassare un camian lSulla Istrada che 'avevamo attraversato e mi buttai a terra. Gli altri fecero lo IStelslSO e Ici tenemmO' immobj,li per pareochi minuti prima (4) .,Ailoonri COllJtla&1ni verm1li [per o3lUJse \1il1l'le a Casa del Lupo durante ~a peu:rmanooza deillla croo1li1lJa, enano stavi. bloaca1li per rumped.illJe che per loro qmortJe IlUlapela:sse quailohe n:CJltÌ2Jia SiUilll.'larttaoco ,ohe 'S~ STIsN,a ;p~epaJnMlJdo lÌIn gr.an segp:eto. ,( 5) iL'3lUJ1DlJe !li rlirtemSlOe 'ai! desento delJJ.'Mrica 'setlte1JJtDional1e, ave sa. era IlllXJlvMo {lId qpenalle lÌIn [paSisato meJl. ICOl1SO ddll1a i&ecoooa §UelJlla mondiailie. ( 6) Aerei oillI1eati wev,ano rotoglladiato. ~a 10aailriJtà di Botteghe, 1andando poi im zona paa:tiJgj,ana maItle fotografie di mi si servirono g!1i a11toooMJJti. 57 di osare muoverci ancora. Arrivammo 'Su lun campo ·a:rato dove era difficile procedere e fui terrorizzato al pensiero che le sentinelle potessero udire il rumore dei nastri eqcipa:ggiamenti. P,er due rvohe inciampai in un fos'sato umido, entrandovi anche inaspettatamente, nel buio. E '!l'na volta sentii un grido tedesco. Così, mentre la mnta dei paslsi diceva che era ora di g1rare a 'sinistra, la mia giU1J:jba da para'cadrudsta ,si itnpigliò in un Hlo spinato e scosse l'intera cinta mentre io mi liberavo. Ancora neslsun Isuono, 'e ;gli uomini alle mie 'spalle erano incredibilmente silenziosi. Avevamo ~1Il'piegato più di un'ora a coprire poche centinaia di metri. Fummo suilLo obiettivo prima che me ne rendeslSi conto. Improvvisamente mi trov,aial limitare di un bosco,a forma di mezza hma, che si ,stendeva a piedi di Villa GruIrvi, Ja villa che ospitava gli utJjf1cialie le loro stanze di larvoro. Non Ime l'aspettavo così presto, ma la mia frotta era esatta. La nostra mmpagnia di 100 uomini era penetr.ata nel quartier generale tedesco Isenza es!sere 'Scoperta. Era arrivato il momento di agire, ma pokhé, da quando avev,amo attraversato la strada, mi ero Isentito sempre più eocitato, mi ISlemhrava che le parole si foslsero seocate in go1a. Avevo la bacoaa:slCÌrutta e quando potei parlare, le paro:1e mi uscirono a fiotti !suslsurranti. Ma:nda:i una s't affetta a cercare i Ruslsi, per dire a Modena di formare la 'sua cortina protettivla al,sud. Sopra il bosco a mema luna potevo scorgere i bianchi muri di villa Calvi Isuna dma di una ·collinetta. Non c'era nessuna luce e mi chiesi, incerto, Ise non ci erarvamo 'sbagHati, se effettiwrmente [e ville eDano oocuipate dai tedeschi. La coronna inglese mi ICÌrcondò nel buio ma in qualche modo i Rus!si erano separati. L'aria era 'fellma e Is'tagna:nte. Non un suono dis'Dut!blliva la notte, ora nessun cane abba1av;a, neslsun alito di v,ento agitava gli alberi nei baschi, ·e gli uomini si tennero ll!11'erta, pronti aJ mio ordine di avanzare. La staffetta tornò. Era COlsi Isilenzioso che 'seppi ,del suo ritorno 'solo quando :/iual mio fianoo. Non era rmscito la Dwvare Modena 'e i rus'si. Potei pensare solo che Modena a:veva >già 'fatto appostare i suoi uomini senza attendere i miei ordini. Dovevaeslsersisepamto quando ci era:vaJmo diretti a est. Non potevamo rinviare oltre. Ora in quaLsiasi momento i Russi [potevano allarmare ~e sentInelle e [a s0tlPresa sal1ebbe andata perduta. Chia:mai Riocomini ,e gH ,d1s si di iniziare. Gli lavrei reonces,so 3 minuti so~ tanto prima di far attaccare ViHa Calvi di fronte a noi da Harvey, così era importante che Isi muovesse 'subito. Dov'eva ricondare che la forza tedes'ca 'era a sud. Quella era la diJ1ezione da <cui le mitragHatrici nem1ahe potevano sparare. Dopo venti minuti,qmvlsiasifoslse il risrulta:to ddl'attllidco, dorveva !ritimr,si fra le montagne. Se io .avessi sparato flJIn rvery rosso in Iprecedenza, l'or:dine era di ritirarsi in ogni modo. Lo oSlservai .allontanansi, Is'perando che nlOn foslse 'stato contagiato dai miei evidenti timori, per la diJ~Hooltà !che arvevo mostrato nel parlare. Lees si mosse a fatica verso di me, una IHguralgigantesca nell'osourità. Dietro me ven1vano i dieci ionglesi 'e i « GUlfi Neri» condotti da Blluno e 'sparirono nel buio verso Villa Rossi, portando le armi pronte per l'uso. n nero silenzio era qUa:S1 minaccioso e io tremavo di freddo ·e ·di eccitazione mentre caricavo 1a 'carabina. Guidai Harrvey al limitar,e del bosco, sotto la collina che pa:rtava a V:hlla Cdvi. Uno dei GaribaLdini lindicò la barriera sipinata che circondava gli alberi e tagHarva uno Istretto sentiero che rCO'tlloocevaal bordo dei prati i 58 attorno alla villa. D1etro di essa inchiodato ad un a]bero c'era un cartello in lettere rosse: AchtuDJg~minen (Attenzione: mine). Non c'era tempo per deviare. I 3 minuti erano passati. Ma Ken Harvey non esitò. Passò Josteccato e gli inglesi si affrettarono sul sentiero dietro lui. Yani (7) e i suoi Gadbaldiniesitavano, ma io li spinsi da dietro costringendoli a seguire gli inglesi per il sentiero della villa. n campo di mine era in realtà inesistente, un bluff. Cominciai a muovermi dalla mia posizione ,slUMa Istrada. Gli altri mi avevano, non 'so lcome, perso di vilSta nel buio, ma Kirkpatrick lo zampognaro scozzese era ancora accanto a .me. Caddi in un fOls'sato e pensi Ja caralbina, ma Kirkpatrick la ritrovò. Poi, mentit'e 'cerGWO di rimettermi dallo shock della caduta, iniziò la sparatoria. Il silenzio fu 'rotto da unsusseguil'si di colpi da Villa Calvi. Sembrava che un intero reparto di « Bren » Ispatlasse :senza 'SD'sta,e come Ise fosse un segnale atteso sia da noi che dai tedeschi, da ogni direzione perveniva il suono di armi automatiche, dagli alloggiamenti nemici a sud, da Vhlla Rossi e da Villa Calvi. La notte era sconvolta dal crepitio delle mitragliatrici. Udii l'acuto stridore di uno « spandau » e mi Iresi conto che i ,tedeschi sparavano ,a loro volta. Le pallottole t1schiavano sopita le nostre teste, cOlIDe Ise i tedeschi pO'tesiSe110 vederci, il cheeita impossibhle. Lungo tutta la linea a sud gli uommi di Modena continuavano a Isparare e io v~di proiettili traocianti rimlbalzare sui bi'anchi muri del corpo di gualidia. Da V1lla Ros'si risuonò una sirena. Purtroppo questo signi~ioava che Il sJ era dato l'allarme prÌitna che Ricoomini Iraggiungeslse il lbel1saglio. An:ohe i mortai unirono i loro rimbombi allo sohiamazzo genetaie, e, tra il crepitio di pÌJccole al1mi da fuO'co a Villa CaLvi, udii il sordo rumore di un bazooka. Avendo perso iiI controllo dell'attacco non pO'tei far altro che sedere accanto a Kirk!patricke aspetrtare. Gli dissi di suonare « H1gMand Laddie », tanto per f,ar s:apereal nemko che non avevano a che fare solo con un attacco pattigiano. Gli inglesi [a Villa] Calvi si rallegrarono all'udire l'ardito suono de1la cornamusa. Dovevamo creare panico e conlfUsione,eanche se non Ifossimo riusciti a portare a termine Il'attacco, queLlo l'avevamo già ottenuto. Uno spandau tedesco scelse proprio noie le ,pallO'ttolesiibilarono spiaoevolment'e vicinilslsime. Spinsi Kirkpatritck in un foslsato opportuno e continuò ,afmonare stando seduto. Mi chiesi se dovevo unÌ!rilli rud Ha'rvey a Villa Calvi, ma ,era meglio di no. QUia1ouno dovevar1manere nel mezzo per segnalare la ritirata con uno sparo. Così mentre Kirkpatrick suonava la sua cornamusa, gli sedetti vicino tra le pallotole, maledicendomi per non aver trattenuto Harvey ancOita qualche minuto. Solo più trurdi, nel ritorno ,alle montagne, potei riiOostruÌ1'e ciò che era avvenuto. Gli il1Jglesi mal1Jdati a ViLla Calvi erano sgusciati fuori ;al limite del prato. Quattro sentmelle tedesche sorvegliavano da un vialetto ghiaioso l'ingresso alla villa. Non c"era tempo per troppa sottigLiezza così Harvey li abbatté col suo Bren e qud crepitio di mitrrugliatriJCi ~niziale, chea'Veva ;svegliato :t'intero qual'tier generale, aveva causato la morte delle sentineLle. Poi gli inglesi andarono aJ.la crurka attrav,el'sando i prati rasati, coperti alle [lpalle dai Garilba:1dini iche spara.vano nelle finestr,e. L'ingresso centr.ale era bloccato 'e passarono parecchi minuti prima che gli inglesi l'ab(7) Gianni ,(Giovwmi HJJl:I!'i). 59 battessero 'con un hazooka. In quell'iistante Harvey e Godwin erano già penetrati al1'interno dalle finestr'e a pianterreno e sparavano ai tedes,chi nella stanza delle operazioni. Irrompendo in una delle camere a pianterreno, Harvey si trovò di fronte ad una Schmeisser. Si buttò a term ma dimentkò di spegnere la sua lampada intermittente. Fortunatamente il sergente Godwin 'che gli stavaaUe calcagna, Slparò da sopra la spalla ucddendo il tedesco appena in tempo. Ahri 4 tedeschi, tJ)a aui il 00lonnello a capo del per,sonale, furono ue'Cisial piano terra, e pure due sentinelle che stavano ne1la rimessa. Ma gli altri sparavano sui nostri da una ISICala a chiocciola che portava al piano superiore. Pil'recchi tentativi di impadronirsi della scala fallirono a causa delhntenso fuoco nemico. I tedeschi erano in grado di proteggere il primo pianerottolo da balconi sul retro e non li si poteva veder da(l di sotto. (Il para:cadut1sta Mulwey fu ferito in uno di questi tentativi. Poi i tedeschi fecero rotolare delle granate daMe 'scale, una colpì il caporale Layhurn. Harwey deoise di di'struggere la vÌllla da dma a fondo. Bra ilill!poss~bile prendere la ca'sa in quei 20 minuti concessi. Lottando disperatamente 0Ontro Il tempo, gli inglesi ammucchiarono mappe, Icarte, e altro materiale nel centro della stanza. Poi, con l'aiuto di un po' d'eSiploshllo e di benzina trovata in una delle rimes'se, iniziarono a dar fuoco. I nostri 'Uomini tennero i tedeschi J:intfrnati al piano sUiPeriore, ,sparando verso Je scale e dalle ~ines,tJreesterne, finché ;le fiamme non divamprurono. Dopo aver lanciato altre bomibe Icol bazooka e quasi finite Je munizioni, si ltitiraTOno dalle stanze, portandosi via i feriti. A ViMa Roslsi la iVÌ'cenda si svoLse ,in un modo pressoché ISÌlffiille, eocetto che qui, 'si'oeome si ,era Siparato prÌlma a Villa Calvi, i nostri non ebbero i vantaggi di un ,attacco a Isorpresa. Gli uomini di Riccomini ,erano frncora nel ,fossato ~l fianco della sN,ada quando iniziò Ja 'sparatoria di Vi11a Calvi. Si erano avvkinati con maggior prudenza di quella lconsentita dal 'te1D!po ,ed erano ancora all'esterno del parco quando dal tetto deLla vi1La1'1suonarono 1e sirene. Rendenldosi iCOnto di aver pe1'SO l'elemento sorpresa, gli inglesi uccisero le 3 sentinelle che sorvegliavano il !parco, sparando ilittJrav,er,so una cancellata di fenro che drcondiliva il giardino. Poi aSlsaltarono la casa, rincuorati dalla cornamusa di Kirkpatrick. Parecchi tedeschi furono uccisi il'll'esterno e la ffiiliggior parte degliilis'salitori inglesi e Gufi Neri, :sfondarono le finestre per penetmre nel1a cas:a. Nelle Cilimere a piantel1reno incontrarono a1tri tedeschi, due dei quaLi 'si arresero. I due prigionieri Iburono rinchiusi in una ri:messa e presum1bilmente vIsseroabbrustanza perraocontare la storia. Come a Villa Calvi, anche qui i1l!fulriò una battaglia per il piano superiore. Gli inglesi sferrarono vari attacchi alla scala a chiocciola, tuttavia furono sempre respinti nello Isoontro Ispietato swpianerottolo. Mike Lees (FORSE QUI ERRORE) guÌldò uno degli at'tacchi e rimase gravemente ferito, come Bruno, il CilipO dei GuH Neri. R~ocaminie il se11gente Guscott ritent~rono e avevano quasi ttagg1unto la cima quando, Isul pianerottolo del 2° piano, Riooomini trovò J,a morte. La Ipa1lottola gli trapassò il cranio e musò una morte llstantanea. Guscott riportò il cmpo daibbruslso. Poi, infudil'to daRla morte dellsuo superiore, Isferrò 'Un ennesimo tentativo. Mentre dal IPianerottolo gridava agli altri diseguirlo, iui :pure fu ferito mortalmente, e spirò 'Su11escale. Ent:rambi si ,eranoo'Eferti volontari per l'operazione Tombola seb- 60 bene aves'sero diritto ad un r~oso dopo ledperazioni a nord di La Spezia. Entrambi avevano 1Jtavano ila morte a Vill1a Rossi. A quel punto i tedeschi, d:ncataJg1g.iati dal '~ucceSISO, tentarono di scendere al piano 'terra. Una smrilca di piomba diede loro illbenve!lJ1.lto dabbasso e altri 3 tedeschi morir ano ODn Riccomini e Guscott là sullo 'sca:Ione. Kershaw, Green e Taylor decisero di aplpiccare il fuoco alila cucina. Versarono benzina sui muri,alffimucchiatona tendruggi e lcoperte prese dane ,altre camere e provocarono l'incendio. Il sergente Hughes e Ramos, una spagnalo, trasportaronO' i feriti all'esterno. Nel frattemepo iO' attendevo rn prelda ,all'ansia, indeciso se dare o meno il segnale della ritirata. I venti minuti designati erano 'ttaJscorsi da un pezzo e io vedevo le fiamme che lambivano i tetti delle 2 virIle, specie di Villa Calvi. La risposta dei teldeschi 'si .andava facendO' più intensa e bamlbe di martaia 'Si abbatterano fra gli aLberi del basca a mezza mna ai piedi di Vi'1la Calvi. Alouni 'Soldati che si er.ana dispensi, Italiani e Russi, mi .rarggiunsero. Sapeva ,che ben presta ald Atlbinea e dai vicini paesi aoo11lPati dai tedes'chi,sarebibero arrivati dei rinfarzi autatraspartati. Per pater tornaJre alle mantagne Isenza pericali quella era il mO'menta di l'itirarci. Can la mia «very » ;~parai 3 Isegnali raslsi cantrarl cielO'. Immediatamente ci arrivò addas'sa una gnandinata di :proiettili dalla « spandau » a tS'll1d, e .gli italiani si eclis'sarana per prateggersi. Aspettai finché almenO' gli ingLesi si r.adunasrsera intarnaa me. VennerO' da Villa Calvi in gruppO' di due a tre, giJubrlando per 1llsuocesso. Laybmn e Mu1vey, i due feriti, saltellavanO' in mezza a loro, sostenuti da un uomo per JatO'. Quelli di Villa Ras'si Domarana mena t·rianfanti. Mi dis'sero 'cameerana stani ucdsi Riccamini e Guscatt, 'e ,che Mike Lees veniva trasrportata, su una barella imrpmvvisata per 'la sua 'salvezza, da Hurke e Ramos. E disserO' che i Gulfi Neri trasportavanO' Bruna, il lara calpa. Aspettal finché fu prudente, ma Burke, un irlandese dai capelli rassi, e Ramos nan arrivaronO' mai 'con Lees. Infatti la 'trasporta,rana sru quella barella per ben 4 giarni, e, per pura miracala, si IsattrasseraaJla cattura da parte di centinaia di tedeschi che perlustmvano 1a zona dopa la nostra ,incursiane. Consirdeta:ndo che Lees, il quale era ferita 'seriamente, pesarva all'incirca 110 'chili, fu un'aziane straordinaria. Entrambi furonO' premiati can una medaglia arI valor militare per averla traspartata in un sicura ,rifugia sulle manta:gne . .&nche Bl1una evitò la cattmra e a10uni giorni più tardi feci arriva,re unaviamezza leggera per evaouare lui 'e Lees a Firenze. Burke e Ramas ci raggiunsero dopa alcuni giarni a T apignola (8). Mentre attraversarvamo ald avest vensa il ,Hume Crostala, il cielO' era infuocatO' per le fiamme che 'siarlzruvana daUe ville. Di tanta in tanto d3:lvama un'occh~ata ai quartier generali in preda al fuaco e ai segnali luminasi (bengala) che venivano ora calpiti dalle armi di Puianella. Il panarama era soddisfacente. Se sala avessimO' ( 8) Lo 'spostametlJto dei feniti ~etlJ1lle guillc1ato da .ailiCU1lli 'iilal1iilbru1d1ni ptatlOl ciana wm e pJ:11nciprulmenre da Luoiill11o Veocm (Powere). AmOOhé portJanili venso ,La moltlJ1Jagna co~ perlirullo dii id rOiJJdere lnelile lIIJIani dei tedesohi, li ccmoosslero VellSO il basso, ne11e oamp~gJlle di Villa Canali. I ferini veJJ!net'OandÌle OU!lJat:i !somm[!l'~amente da1 dotto Oh~es1, f,allto venÙtre "PPositamente da Reggio iEmiLia. Vari 'S'aJPlPi's,1Ji e gappoiJsrti 'si impegnarono !in quelhl'opellazione di saJJ.rvaliaJggio, ma F,armn dlia "d1till11lto i due ~ngJ.resi, 'cosÌ come del roesto cita i \Suoi c01lI1l;azioflJal1li ltlJdlJ1e ,alLune panti del ~ibro, ILaso1ando dm seoondo !pLano, !per non dirr dii peggio, li !paJt<tJigriml!i llitaffiiatll. 61 pouuto 'ritirarci 'sani 'e salvi 'ura le montagne, avremmo indicato bnaursione come un successo, anche se pa:rziale. Sebbene la ritiData non fo!slse stata per niente organizzata, con una fortuna incredibile il grosso degli uomini Itmsdad incontrarsis'U!lle rive del Crosùolo. La nostra marcia era lenta, porohé i due f'eriti non e.ranoin grado di camminare ed io volevor1solutamente attJtaversare la 'stta!da prindpale prima dell'a~ba. Li guidai al di 1à del fiume e poi tagliai a isud verso de ,colline. Eravamo esausti, ma non c'era 'speranza di 'riposo se non dopo moLte ore. Stava ol1mai albeggiando. I camions tedeschi perconrevano la !s,ttalda alla rinfusa e una volta, quando udimmo i cingoli di un camo armato, rimanemmo nascosti per molti minuti. Solo la vigiJlanza di Green, ,che individuò ~l Isegnale di un'unità tedesca, ci ilmpedì di avviarci ve.rso una batteria antiruerea. ErMTamo stanchis'simieppure facemmo una devilazione. Da Mbinea giungev,ano ancora echi di spaltie potei solo slupporre che o alcuni dei Russi etano uuttora in azione o i tedeschi 'sparavano contro se stes'si. Inlfineattraversammo la s.trruda sani e salvi e 'OÌ inerpkammo su per le colline. Bisognava fare qualcosa per i feriti, e subito. Mulvey era in preda a dolori atroci e non poteva ,pwseguire, neppure 'COn l'aiuto degli aLtri. Lo portrui in una ca:scina 'e, dopo averlo adag1ato sul tavolo di cucina, feci del mio meglio petr bendare il ginocchio mociullato. I contadini promis,ero di tenenlo nascosto finché fos'se pas'sata la burrasca e di trasportarlo ,alla nostra base in montagna ,su di un biroccio. Non volevo abbandonarlo, ma non vi era altra sdluzione. E Mulvey stesso, il quale ben sapeva dellrischio che 'stava per correre, mi implorò di allontanarmi finohé ero in tempo. Diedi del denalto agli Italiani e ne pr01l11si ddl'a1tro quando ci avrebbero consegnato il nostro compagno. Layburn era in grado di andare avanti, con l'aiuto di due altri, 'e gli permlsi, pm Icon una Icerta ilIpprensione, di ven1re con noi fin quando poteva. Alla Hne, i contadini italiani mantennero 1a parola data e accompagnarono Muivey ID sa[vo sulle montagne. iLa loro fattoria era stata perquisita, ma i 'tedeschi non <ar\revano trovato traccia di lui. Era giorno pieno quando mgg,iungemmo Casa del Lupo. Il povero padrone era spaventato a morte dopo l'azione della notte precedente,e alla fine 'sembrò render,si conto che non eravamo tedeschi (9). Ci pregò di andarcene il più presto possi:bi1e. Non c'era necessità diaftf:irettarci. Dopo aver Ifasciato le ferite del caporale Layburn 'COn un tela da campo, tIo attaccai ad un vecchio cavallo 'che avevamo requisito dal contadino. Il cavallo era vetamente decrepj,to 'e cieco da entDambi gli occhi, ma ,sewiva allo scopo. LaybUlrn era in Icondizioni molto più gravi di quanto immaginassi. Aveva ferite muldple da granata 's,U'1le 19aJffibeed era incredi'bile pensare a quanto doveva aver sofferto. Lo legai ben stretto alla sella; le gambe ferite pendevano inerti dal fianco del .cavallo. Quelle pov.ere gamlbe oiondola:nti persero sangue per quasi tuHo il trag~tto, ma neppure una Violta il ferito si lamentò. Non ICi si poteva più fermare ora. Secondo alouni contadini che incont:rammo sulla via, la 'CaJffipagna 'Pu!l1uJava di tedeschi, per aui evitammo di frequente zone pericolose. All'inizio la neblbia eDa ancora fitta, a1utandod nella nasur,a fuga, ma ~ (9) FiWlJ1laJl.1 ,wsserlooe lahe ruamWnii detlilJa coQOtntl!a. ~ ,wbillan1Ji di OaJsa del Lupo 'aJv,evano slcambiaJto per tedesc!hi 62 una pioggerella 's'Ottile rendeva oltremodo ,sdvoloso i'l sentiero fangoso. Quella volta credetti ciecamente nei contadini. Dovevamo credere a tutte le notizie su pattuglie nemiiohe, pokhéera magko pensare 'che non ci 'stessero cercando. Avevamo pochissime munizioni e le armi erano cadute nel fango troppe volte perché cercassimo di comJbattere. Gli uomini, prur Ise esausti, erano in ou1me condizioni di spirito. Solo ~a perdita di Riccomini e Guscott turbava il loro umore. Nella nostra faticosa avanzata nel fango, ,es,si 'raccontarono 'sen2Ja :sosta le loro eSiperienze in altre inoUJ:1sioni. Il miglior aneddoto era ISU di un tedesco, un uIilliciale in piJgiama che era stato inseguito sul prato. Ma, coli 'avanzare del giorno, si marciava sempre più in fretta e cominciarono a 'sentire la fatica, facendosi ,silenziosi dietro di me, e trascinandosi in gtUlppi giù per il sentiero. ,Probalb1lmente i'O ero più Istanco di molti altri, le 'vecchie ferite alle gru1Dlbe mi dolevano e ,dUlbito di essere stato in huone condizioni come gli uomini. Tuttavia ero più accorto del ,p.erkolo di tutti Joro e mi rendev'O conto che solo una marcia forzata al di là deJ Secchia poteva proteggel'Ci dalla cattura. II vecchio cavallo incespicava spesso nel fango, gettando Layburn a terra. Anche nel m1glior terreno, aveva tendenza a inciampare nel minimo ostacolo, facendo scivolare .il ferito dalla 'seMa. Quando mine crollò completamente, ,schiocdando Layburn !Sotto di sé, deddemn:no di ,abbandonarlo. Improrvvi'sammo una barella con arbusti e g1u1blbe da pamcadute, 'e 4 di noi trasportarono Layorun attrarverso le colline. Feci il mio turno con gli altri ,in quella estenuante fatica e ben presto fummo tutti così !Stanchi da andare avanti barcollando alla cieca. Con le aste di traverso sulle spalle, 'spesso cadevamo in ginocchio nel fango. Layburnsi o~frì di rimanere indietro, ma gli uomini non as'Coltarono. P·ensai ,realmente che avevo fatto dei progressi quando fu il mio turno alla [ettiga, pokhéa1ùora il peso sulle spalle mi fece d1menticare il dolore alle gaJffibe. Ora si mardava meccanicrumente, avanzando faticosamente a ,testa bassa. Ogni resistenza 'sarebbe stata imposs~bhle se avessimo incontrato i tedeschi. Le alrmierano ~ncrostate di fango e noi eravamo così stanchi che eravamo in grado solo di trascinarci stancamente sul sentiero. Non avevamo scouts, perché nes!Sunoaveva energia s'lUff1ciente per arrampicarsi più in alto. Abbandonai presto la mia tattica precedente di aggirare zone pericolose; attraversammo ~a nazionale nord-,silUd >senza tentare di ocoultarci. Attraversammo un paesino allo 'scoperto, con stupore degli ahi tanti , e Ifummo aDJCora fortunati albbastanza da non incontrare nessun tedesco. Ricordai che Marcantonio Isi era conquIstato quella fama militare non tanto con combattimenti armati quanto con la resistenza fis1da durante Ja ritirata da Modena, 'proprio ,attraverso questo territorio. Ma la nostra resistenza er,a ormai prossimaalla fine. Senza preoccuplatmi di iContrd1lare 'se la !battuta tedesca attorno a Ba]so :fosseancora in corso, Iseguii la strada dell'andata, fino a:ll'erto p.endio che conduceva a Valestra. Continua'VIamo ad essere fortunati,sebbene le fattorie che incontravamo ,foslsero Istranamente silenziose. Capii più tardi che i tedeschi avevano attttaveJJs,at:o questa zona e punta:'VIano su run'asse Baiso-Carpineti, non ,sulla direzione di Valestra. Riuscimmo a raccogliere un po' di energia per una esibizione agli abitanti di Valestra. Attraversammo le vie al suono della cornamusa di Kirkpatrick, dopo es- 63 serci incolonnati per tre all'entrata del paese da cui eravamo partiti per l'incursione, con ,Laybult'n .che apriva la via 'sulJa 'sua 1ettiga. Le donne 'si affacciarono s'une soglie a isalutarci e i :bamlbini correvano a fia:nco della parata, ma non vedemmo aosso:mtamente gli uomini. Sperai che i tedeschi a Barso ,sentissero la musica e la consideraslsero una sfida, una prova che noi eravamo in !salvo al di là del Joro tiro. Gli uomini tentarono di tiaJzare i piedi e raddrizzare le 'spane, come se anche essi si rendessero conto che, Ise 'e'!av.amo passati attravellSO le liJnee nemiche senza fare brutti incontri, lo dovevamo più alla fortuna che al buon discel1n~mento. Dopo Vales'ura, dove i miei subitanei timori ebbero fine, ie mie gambe riHutarono di r1spondere agli 'sforzi che rkhiedevo, e io testai sempre più indietro dspetto agli altri, anche se non era facile 1a discesa verso il Secchia. AlcU'ni uomini ebbero compa:ssione di me e traViarono un cavallo ISU 'cui percorsi le ultime 4 nilglia fino a Cavala. Ero COISÌ esausto ,che non potei alpprezza're la rumorosa accoglienza delle Fiamme Verdi, che 'Si portarono via a rforza gli uomini 'per festeggiare in alcune ca'se dci paese. So 'che illSindaico tenne un diJscorso, ma tui più grato per 111etto della maesurina del villaggio. Lei, naturalmente, ,non 'era n, ma pure se vi fos1se 'stata, non J'a'Vrei neppure potutasHor.are con un dito. DOl'mii per 14 ore. Avevamo mal1Ciato ininterrottamente \per un intero giorno,e, ·esclUidendo le 8 ore passate a Casa del Lupo eravamo 'stati s'Vegli per più di 48 ore. A cons1derazioni finite, l'incursione ci ·era costata tre morti e tre feriti fra gli inglesi, tre feriti fra gli Italiani, due russi feriti e 6 fatti prigionieri (10). Dapprima pellisammo di aver ucciso, a Villa Rossi, il genemle tedesco, ma 'Sembrava che non fos!se cosÌ. Tut1Javia ,av·evamo ucciso il colonnello Lemelsen,mpo dello Stato Maggiore .e molti altri ,tedeschi. Avevamo di:strutto i due ed~f1ci principali del quartier generale e molte 'carte e mappe. Soprattutto ,avevamo costretto il nemico a rendersi conto che non vi er,a 'scampo per lui, in nes'sun luogo, non lmportMTa quanto lontano dal fronte. Mia'spettavo una reazione tedesca, che non avrebbe potuto essere rmviata. E avevo ragione (11). (IO) Da i1]ElSISoo.',a!11ll1a !f011lùe ,ilisU1ta che ,6 partiJg100i i11UISsU. s1a:no ,stati fauni plt1iJgiomelli nel ratto d'anme di Botteghe. (11) Brun:a:n presenta d'lI2lione tedesoa suillla pedemontana (01Jihn1nata poi con l'attacco di Ca' Mwastollli) come =a conoo~erwa deN'alttaoco di Bott~e. I tedeschJ. in re~tà diedero ,inizio ,aU!la loro azione mgiorno 21 marzonel~a ZODJa Scandi:ano-~]ano e con1llllJuarono gradata:!l1ooùe aa doro pressione fVe.tJSO l'ruta monwgna. Ohe poi abb1a:no deciso di a1Jtaccare la zona 'partigiana vera e ipl'Opria per il motivo SI1]dde1Jto, è !forse IS:eIl1lpHce una illazione di Farffin. Documenti e testimonianze I VERBALI DELLE RIUNIONI DEL MARZO 1945 TRA C.L.N. PROVo E COMANDO UNICO ZONA (Con note di Guerrino Franzini) Il ì marzo 194,5 i J~rigenti del Comando Unico Zona reggiano ricevevano una le.fteM con la quate il C.L.N. provinciale li invitava ad una ,'umone tndetta per le aT'e 15 del giorno seguente, presso la Canonica di Febbio, per compiere insieme un «esau-riente ,esame della situazione ». Quella riunione ebbe luogo, ma se ne tennero subito altre due nei giolni seguenti. Pubblichiamo qui di seguito i verbali di quelle riunioni, unitamente ad alcuni documenti che li completano. La r1unÌ:one si ~ni2iia alle ore 15 presente il Comandante Generale Monti, (1) il V. Comandante Miro (2), il Commisrsario Generale Eros (3), il V. Commissario Fraoceschini (4), -ed i s'eguenti delegati di Partito: Serra (5) per iil 'PaJttito D.C.; Marzi (6) per i,l P.c.; CamIDo \(7) per il partito SociaHs:ta. Il delegato della D.C. Serra, quale presiJdente della riunione, dopo aver r,ivolto ,aioomponenti del C.U. il 'suo sailuto peJ:1sona'Ìe, legge la dichiarazione preHminare del c.L. (A.llegato n. 1). Quindi invita il Comandante Generale Monti e iiI Comm. Gen. Eros ad ,esporre aJ. loro punto di vista sulla situazione generale! in zona. Il C'Om.te Gen. Monti <fa il 'seguente prospettoSlohemati:co: 1. - L'organizzazione nel compilesso è rsoddirsfacente; 2. - Lo slPirito oombattivo è buono; 3. - Vi è la necessità di un qua1che intervento nella organizzazione di polizia e nelle organizzazioni SòA.P.; 4. - Si rHeva poca dilsciplinae poca ,òspoooenza agli ondini del C.U.; 5. - Manca la sincerità; in particolare vi è la tendenza a moltiplicare talpporti ed ,aOCll'se contro questo o qruello senza fondamento; 6. - Critica ,è la posizione del Com. Gen. oui da parti ICOntrastanti si lm[Jutano lParzialità per questa o qrueHa formazi'One, mentre Egli ha la coscienza di 'avere 'sempre 'e ISolo agit'O come miMtare, al di fuori di qUa!lsiasi preferenza (1) (2) (3) (4) (5) ( 6) (7) Co1. (ora gen.) ~sto BenDi, 1nJelilipendenrt:e. Dott. Rillacallldo Cooconi, <lOIII1illIllI1sl1Ja. D1dimo Fel'1Jaa:ii, COIlIlunliJ&1ia. Pl.'of. PlIsqruaILe M3Jllcom, demoaristiraoo. Brof. GiiUseprpe Dosse1ltii, demoorlsti!runo. CeslIne Campiolii, oomunrus1Ja. lUS\neglio Bentooi, soo1ailWS1Ja. 66 di partita. Segue l'esposiziane del Comm. Gen. ErOls, il quale muavenda dalle osservazioni del Comandante sulla ma:ncanza di disciplina e di lealtà, crede, s'iiI pr~ma momento, di dovere dare l!Jdeslse un'interpretazione pel1sonale, che non era nelle intenzioni del Comandante. Segue una chil!Jri~iJcaziane in atrgoanentatJra il Com.te ed il Comm. Gen., finché adetendo agli inviti del Presidente entrambi finiscono per riconoscere che non è il Cl!JSO di 'sollevare questioni personali ma piuttos'vo di esaminare ,se ,a:l di sotto dei contrasti 'e della di,scirplina apparente in Iseno ai Comandi ed alle Formazioni non vi 'sia una tensione di tendenze politiche e di partiti. Il delegato Serra desidera eglistes'sa date un esempio. di questa f.attiva volontà di un riesame della Isiùuazione oIbiettivo e spassionato sino. alla autocritica chiedendo che gli :siano Jealmente predsate le mancanze degli esponenti del mOIVimento da Jui :rappresentato. Aderendo a tale invito il Comm. Eros fa rilevare come i dirigenti delle Formazioni F.V. -ed in particolar~ iI Comandante Carlo (8) abbiano in più occasioni dato prova di mancanze di d~sdplina (per esempio non accettando i Commissari nelle formazioni, non rispentando ordini operativi del C.U. dumnte l'ultimo ra'Svrellamento, critenenidoa,ppellallsiaJl' autorità del c.L. contro quella del C.U.) osserva ancora che le F.v. hanno per :Lungo tempo approfittato della benevolenza del maggiore ]OHNSTON per ottenere una ripartizione non equa delle armi e dei rifarn~menti la'l1iciatidagli Alleati. Infineill Comm. Eros stessa, seguita pai dal V. Comandante Mira, ,alCcenna a diverse manifesta7Jioni di settadsma da parte delle F.V. e dei D.C. in zona. Candude sottolineando la responsabHità del V. Comm. Franceschini 'e dei dirigenti provinciali della D.C. per non essere intervenuti in tempo. utile a correggere simili gravi deviazani. Il delegato Serra, 'senza volete t'onstatare in blocco la fandatezza di questi rilievi, ,si IsoHerma particolarmente 'sul più gtave, cancernente il proca:ociamento ingiusto di armi e Itifarnimenti. Respinge l'asserzione del Gomm. Eros per quanto riguarda le armi, che, 'a sua giudizio, sono 'sempre 'state di:stribuite in proporzione equa anche ai Gadbaldini; mentre ammette che in un ,certo periodo. le F. V. siano. state f.avorive quando agli indumenti. Però tiene a prec1sare che l!Jppena queste parzia:lità gli ~urano nadHcate dal delegata comunista del c.L. subito egli intervenne, scrivendo. eglistes,so ,al C.U. in proposito. la lettera in data 27-12-1944 e per di più inv,itanda il Comanda delle F.V. a non cercare nes'sun privilegio. Giudica infine ohe ogni sproparzione sia ormai venuta a mena e che peociò non sia il ca:so di insistere ancara in prapasita (came ha fatta nel numera del 4 corrente « del Partigiana» l'articola a firma OS'car). (9) Comm. Gen. Eros, ins1ste, ,almeno. in parte, sulla 'sproporzione anche degli armamenti. Ma a questo l'i'batte 11 Cam.te Gen. ,che quando. il Maggiore ]OHNS:rON decise di riservare 'alle F.V. iJllanda di armi dò ,fu perdhé allara l'armamento della Bri:gata F.V. era inferiore ,a quella delLe ,a:ltre tanta ,che mentre nella 26 a vi era un mivragliatore ogni lO uoaninie nella 32a (lO) un mivragliatore ogni 12, nelle F.V. sala un mitragliatore ogni 20 uomini. n (8) Don Domenico Oruai!lldiinJi. (9) Gino RozzJi, co11lJllJn1sba, ComanJdoote de!ll1e GruroeJJi. (la) B1'1glJJtJa gal1ihal1c:J.ima (che sU. oh~amerà poi 144a ), d!lisdooata nehlJa Vathle dell'Enza. 67 Il Camm. Gen. Eros, pur co11lCedenda questa, 'f1pete che in 'seguita ai lanci suooessivi si venne a creare una certa dhparità 'anche di armamenti, ma ammette che attuaLmente questa disparità è 'Ol1mai venuta a mena. Esaurita cosÌ questa dibattitO' paJrnkolare, per alt!'e accuse moslse agli esponenti della D.C., il delegata Serra accetta di prendere atta e di impiegare ogni Isfarza per porre rimedia agli incanvenienti denunciati. Aff.erma pO'i di volere, per desideria di paoificaziane, aJstenersi dal rispandere aEe 'aJOOUlse Ican Icont<raaJcouse a caJrka di elementi del P.C. 'e di preferire di passaJre 'sapra al passata per pensare sala al futura (confronta allegata n. 2). Per dare una prova concreta di qruesta valantà rasserenatrioe Serra invita il V. Camm. Francelschirri a ritirare la pratesta da 1ui presentata al Canunda e trasmessa al c.L. drca il.aa:so del Patriata VALORI (11) talta darI Comanda del ',c.P.P. PaÌ'ché però alla pratesta di Fral1Joeschini è allegata un sommaria del1e varie fasi della vkenda e (,allegata n. 3) (12) di tale s.ohemail Comm. Gen. Eros cantesta in qualche punta l'esattezza, il delegata Serra dk'hiara di nan patere più archiviare la questione come ,avrebbe vo[uta se il Comm. Eros non ,si Ipronuncia nettamente per la fandatezza o meno dell'esposto. Segue un dibattito, cui partecipano il Com.te Monti, il delegato Serra, 11 Comm. Eros, il V. Com.te Miro. Il Camm. Eros giustifica il tr3Jsferimento del Valari aiffeJ.1mando che questi non era ben vista dai Garibaldini (a ta1 punto che egli .stesso Eros, !se il Vl&l.JOThI non foslse stato trasferit'O di autorità avrebbe provveduto a fare eleggeJ.1e dai GaJ.1iba1diniun nuovo Comandante). Il delegata Serra non vuole entrare nel merito del provvedimentO', discute sala le modali:tà poca r1egalari can loui è Istata preso, e, aHa fine, il Camm. Eros l'icanasce l'elsattezza dell'esposta schematioa presentata dal Franceschini 'e la sattascrive. Serra Isiritiene soddÌlslratta e dichiara risalta 'Ogni questione in merita al trasferimentO' del Valari 'e più lin generale .ogni questione del passata. Sri paJssa quindi all',esame dei pravved~menti da aJdattare per a&sicurare nel futura una più fattiva e inttma callaboraziane [tra i volontari] della libertà edi tu tti i partiti. Il prima prablema posta in disoussione è queHa relativa al lffian'Ùen~menta nelle formaziani dei Comm. Politki col gradO' e le funziani present1. Serra dichiara di dover attr1burire una impartanza dedsiva allasoppressiane di tali argani, sappressione annunziata alla radio: e dò nan perohé voglia disconascere l'utHità dei Comm. [se] si limitassero alla Iscopa, per H quale 'sana stati istituiti ciaè aLla fal1mazione di una maturità e di una ,coscienza palitica gener,ale, ma perché di fatta ritiene di avere malte e cancrete prave che tali argani si dedicarana a una attività arganizzativa sistematÌ'ca di partita. Rilspande il delegata Marzi, dichiarandosi pranta ,ad acc,ettare can disdplina ogni 'Ondine di ,soppressiane data in propositO' dai Comandi competenti, ma nega che possaeSlseJ.1e [per] illffiomento !COnsiderata tale 1'annuncio itadiofonica. Pertanta, appO'ggiJata anche dal delegata Ctmilla propane ohesi chiedano istruzioni precise in merita al Gavernoe al C,L.A.I. Dopa un certa dibattitO', il delegata Serra ,aocede alla prOiposta,s'attalineanda da un lato la gravità che ,riveste per il ISUO Partita una Isimile conceslsiane 'e lJ.1ichiedenda daH'altra una netta rifaJ.1ma nei (11) B1etro Pdll1wa, ex ,l'ooooue dei Gatabirnllieri, già oomoodante del presidio G.N.R. di Castelnovo ne' MonDi, pOti tpf!s,sato l!lJell1e fii1e parltirgli'ane. (12) I:l dOlOUtnento [l0i1J. <vliene prublbi1icato, lessendo di SCf!lJSO inuelJesse. 68 Commlssariati di FaJ:1maziane e nel Comm~ssaJ:1iato Generale, da carreggersi egH dice nel vertice 'e nei membri. La ,richiesta di Serra in linea di principia v,iene accalta. Inispecie, per quanta rlgrual1da la rifoJ:1ma Idel Commissariata Generale, si canviene: 1. - Che ,il Comm1ssaria Generale 'ed il V. Comm. Gen.le possanO' designare ognunO' un 'sostituta permanente, I()he avrannO', 1n lara assenza 1. laro stessi pateri e la Jara patestà di vota in senaa:l Collegio del C.V.; 2. - Ohe il persanale isubalterno del CammiJssariata e i Redattori della Stampa comprendano 111 parte nuovi elementi designati dalla D.C. Il delegata Camma rileva ~a convenienza ,che per ragiani di parità sianO' ~stituiti CammlS'sa!!Ìanche tra ile P.V. - Serra, pur aifferffia1JJdo che dati [i] t>recedenti, l'accettare questa rappresenta per il suo partito e per il Comando P.V. lU1J. anere gr3Jvissima, 1lUttavia, 'sempre a scopa 'conchliativa, accetta senza resistenze la propasta. Serra passa quindi a parre il prablema della camposizione del C.iV. - 'Richiama anzitutto la dJ:1calare del Comanda Gen.le 'sulla compasiziane e il funzionamentO' del Comrondo Istesso, circolare, alla quale (come canvengona ,tutti presenti) deve ispiral1Si anche !la composi~ia!JIe ed il funzianamenta del nostra C.V. - Ossia si deve diJstinguere ,tra ded:siani di car,attere str,ettamente operati'Va, prese da 'singali elementi del Camanda (Camandante, V. Com.te, C.S.M.) secanda il gradO' gerarchkoa ognunO' prop,riae tutte le rultre decisiani (organizzative, amministrative, ecc.) ohe debbonO' es'sere ptese ,dal Comanda ,come argano caHegiale in cui ogni companente ha un pa,ri diritto di 'Voto. OJ.ibene in vista di questa Serra rileva come mal1JCru nel C.V. ura gli aJ:1gani tecnvoi un rappresentan1:!e della D.C. e perciò richiede che 'Venga ovviata a questa mancanzapakhé per riguardo ,ai meriti del V. Camandante Mira ritiene di nan patere chiedete nstituziane di un secanda vioe-comandante, insi'ste perché la carica di eS.M. venga affidata ad un ,esponente della D.C., pur preciJsanda nel mO'do più ca1:!egorka di nanavere ,alcuna abie~iane di carattere persanale 'COntra l'attuale C.S.M. ALDO (13). Il delegata Marzi ritiene di doV'ere cansultare i suai compagni Eros e Mira. Dopo una breve laro assenza dalla riuniane, Marzi fa questa cantro prapasta: la iJs1Jinuziane di un j,spettatle del Comando. Serra nan ,aocetta perché gli sembra che qruesto non soddisH ,alla ,sua esigenza fandamentale cioè che in senO' al Comanda vi .sia un organo di ICOntraHo, 11 quale, per conta del movimenta D.C. abbia la passibilità di 'conas'ceree discutere prevent,i'Vamente ogni dedsiane tolga la possibilità di iniziative unilaterali di 'singali componenti 's[mili a quella verificat3Jsi per il trasfer1mento del VALORI. Nuova consultazione del delegato Marzi can il Commissaria Generale ed il V. Comandante. Nuova praposta: l',tstinuzione di un S.C.S.M. con diritta al vata nel ,callegio del Comando. La 'secanda propasta viene respinta da Serra che la giudica ancarpiù inacettahile della 1P11ima. Si 'canviene quindi lohe sl'a oppartuna 'SoS'pendere Ja riuniane in propasita e rinviare 11 problema aH'indama:ni. La tliunione viene tolta alle ore 19. (,13) Rlrug. Osvat1do Salh7la!tlaJlJd. 69 Allegato N. 1 DICHIARAZIONE DEL GOMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE DI REGGIO E. E' questa la prima 'Occasione in cui membri del Comitato di Lib. Naz.le di Reggio (e non semplicemente com'è accaduto sinora, soltanto dei loro delegati) si incontrano 'COn il C. U. dc:ille Forze deHa Ubertà oper,anti nella nostra provincia. La ,riunione riveste lUna 'singolare :importanza per gli eventi che l'hanno preceduta ,e per quelli che, preSlU'tIlI~bilmente, la segukanno. Quanto ai pfiimi il c.L. vuole pafiticolafimente ricordare ,Ja brillante ultima prova (14), loon [a 'qua1e il Comando e le forze ai ,suoi ordini hanno saputo dimosnrare il'eff.iJcen2a ,e la compattezza Italgig1unta dalle nostre Formazioni. Pertanto n c.L. desidera che al Isa1uto pa,rticolarmente cordiale che esso porge al Comandante e a tutti i Icomponenti del Comando Isi ,aggiunga 'subito una seria espressione di plauso e di felicitazione. Il c.L. non ,vuole natura:lmente arrestars,i ,a dichiarazioni di ottlmiJsmoe di 'Soddisfazi'One: da 'che se non fos'se altro per un',esigenza di lotta e di perfezione :sempre 'crescente, ci possono eSlsere anche dei 'rilievi da fare, delle proposte da 'avanzare, dei m1gIioramenti da at1Juare. Per questo ,anzi eSlso è Isaiito in montagna. Ciò nonostante, come ,primo att'O eSlso ritiene giusto e doveroso diohiar,al"e che dalla costituzione del C.U. ,ad oggi non è poco il cammino percorso, non sono podhi i progres'si realizzatli e [e deficenze !COlmate dal C.U., dai COIlnandi dipendenti, dai :singoli 'reparti, e che :in particolare, nell'ultimo 'rastrellamento i( nonostante quakuno che in zona ,abbia creduto di potere isollev,ate crhiChe a carico dell'uno e dell'altro) agli occhi di un oSIservatore spa:ssionato ed estraneo .aWambiente, nutti (Comandante Gen.1e e componenti del C.U., Comandanti di Brigata e di Battaglione, singole formazioni) hanno fatto il loro dovere e hanno saputo rendere wme Je 'speranze che il nemico riponeva nell'operazione. Quanto agli eventi che potranno lSopmvvenire il c.L. é rende conto che il Comando ,e le forze alle 'sue dipendenze pos'sano es'Sere chiamate da un momento all',altro ,a dare la prov,a decis1va del loro valore nello ,sforzo risdlutivo della nostra lotta ,che perciò l'intervento dello ,stesiSO Comitano in zona deve ess'ere ispirato in modo assoluto aHa preoacupazione di non 1Jurbare, ma anzi garantire e raifforzate 11 prestigio e ['autorità del Comandante e del Comando e garantire e ltaMorzare l'efificenza, la diJsdplina, la volontà combattiva ,e Io 'Spirito agglres'sivo di rutte Le formazinni. Per questo tutti i membri deI Comitato e rutti i partiti da essi [rap ]presentati, sono d'aoaordo in un duplice proposito, cioè da un lato cons,idera!l'e come proprio imprescindibile dovere quello di mantener,e a costo anche di ,sacrMid e di riUlScire [rinunce?] al proprio punto pardcolare la collaiborazione e ,lo spirito di unità nel comune sforzo militare; e dall'ailtro quello di porre ques,ta unità e coRaibor,azione al servlizio di un aiuto all'opera del Comando Unico e di tutte le formazioni, anohe più .rilevante ed energko di quehlo !Sin qui dato. Il c.L. di Reggio ha la !Coscienza di non eSlsere Is'tato il meno ,attivo 1JIta (14) RliferimenJto aMe opel1112lianJi nlooi-d:a:sdis'te COIl1[lilUte ad! peniodb 8-15 gennaio 1945. 70 quelli -delle altre province; però -rroonos'Ce di pote!1ee dovere fare nella fase finaile molto di più; e, perciò, prima ancora di passare ,all',esame della situa~ione e dei provvedimenti che a '!mO giudizio Isi !1endono consigliabili, vuole assumere ['impegno di intensificare imme:diatamente il suo arprpogg10 politico ,e il 'suo contributo economico al Gomando Uniico Zona e alle Formazioni da ,esso dipendenti. Sel'ra Allegato N. 2 DICHIARAZIONE DEL RAPPRESENTANTE DEMOCRISTIANO Di fronte alle varie oSlservazionl e recr~minazioni sollevate contro atteggiamenti tenuti dal M.D.C. e dai suoi l'esponsa:biili in Zona e di fronte ,alle critiche mos,s-e ad organrsmi e a per-sane che vengono ritenu1le direttamente o indirettamente connes'se con la D.C. quale rappresentante dies<Sa nel c.L. provinciale, dichiaro anzitutto di es:sere ,pronto a prendere in esame rutti quei l'ilievi e quelle proposte, che -almeno alHbiano un carattel'e e un Icontenuto propriamente politico e un interesse generale e non <Si ,esaurrscano in meri attacchi personali, e di volere quindi, dare ad esse, ove -rj,suhino fondate la più ampia 'soddils,f,azione. Come persona e come rappresentante di parti'tosono ,fel)mamente deCÌlso ad eliminare tutte quelle manifestazioni e quelle tendenze, che pos'sono es'seree possono apparire un ostacolo alla piena intesa conglIi altri movi:menti, intesa più che ma,i indispensabile al vittorioso comp1mento dello ,slforzo finale. In secondo luogo, :ritengo di potere e dovere chiedere una netta d~stinz,ione 1lra atteggiamenti tenuti da elementi 'responsabili ·e da aderenti alla D.C. in quanto tali e, per contro, atteggiamenti tenuti da pensone, che, per loro qualità ,e f,unzione (per es. sacerdoti oppure comandanti della formazione F.V.) possono sembr.a:re a priori, ma di fatto non 'sono, connessi con il partito. Per i primi è legitti:ma la pretesa da parte di chiunque, che la D.C. ne risponda e, se è il caso vi ovii. Per i secondi, invece, ogni pretesa di tal genere Isarebbe tanto ,arbitraria quando, per es., quella ,che, da parte nostra, imputas's'e al partito comunIsta tutti g'H atti dei Comm1s'sari delle .fo!1mazioni gariba1dine, qUaJsi che tutti i Commis'salri non fossero e non agis-sero altro che come membri del Pardto Comunista. In terzo luogo dkhiaro formalmen1le che per conto mio e del mio partito, sono deciso _a non avanza!1e nes-sun rilievo e nessuna 'recriminazione circa atteggiamenti e inizrativ,e aJS'sunte dagli ahri ,partiti e dai loro 'talpPl'esentanti fino ad oggi. Fel'mamen1le convinto che noi ddbbiamo ,al più presto non solo rimuovere ogni contrasto, ma guadagnare un tempo prezioso perduto in 'steriH discussioni e recriminazioni, di'Chiaro che il passato non mi interessa. Anche a me è stata presentata dai vari esponenti del mio movimento una lunga lista di lagnan:re avvalorata da un copioso materiale episodico, che incide su tutti i settori e le ma;nifestazioni della vita e dell'organizzazione militare, politica, amministiratilVa (da pretese parziaJ.ità del C.U. all'attività politica del Gomm. Gen.le e dai Commis,sal'i deHe Formazioni, dalla distribuzione non ,equa dei generi inviati dalla pianura alle violazioni delia libertà di scelta nelle reclute; dalle deficenze del Corpo di Polizia alle pressioni 71 indebite esercitate per l'inquadramento neHe SAP; dalle intimidazioni fatte su elementi attivi del nostro movimento .ai brogli comp1uti in va'rie elezioni amministra" tive; dalla campagna denigratoria a 'carico di persone od istituti ai tentativi persino di rinnovare 'Vecchie pretese totalitarie e monapoHstiche proprie dei metodi fascisti) . Orbene io non voglio entrare nel merito di nessuna di queste 'aJCouse, ma piuttosto seppellirlee pensare 'soltanto a garantirre una più volonterosa attività comune nel futuro. E ques'to non :solo, come ho detto, per guadagnare tempo, ma anche per un'intima convinzione, <Cioè che 'le Isterili recriminazioni, 'sono una oonfessione di debolezza. Se qualcuno dei miei avesse 'Veramente subito dei soprrll'si e deLle lesioni, comunque ,stiano Le cose in sede grur1dica e morale - in sede poLitica la colpa non è tanto di chi ha mmpiuto ills'apruso, ma di chi Il''ha 'sofferto ,e di quella specifica inef'I,i~enza ,e lacuna del1a nostra organizzazione, ,che non ha saputo evitarlo. Petx:1ò men1Jre voglio deliberatamente ignorare il pas,s.ato, ho già prreso tutte le misure e altre ne prenderò via via per tutelare più efficacemente i diritti di libertà e di uguaglianza del mio movimento e per far si che ogni ey,entuale velleità aggreslSiv.a da parte di altri s,i risolv.a non contro tCQ'lui a carico del .quale è diretta, ma contro colui che la coooepIsce. Infine, p'er dare una prova concreta e caregor1ca della nostra volontà rass,erenatrice dell'ambiente e rafforzatrice ddla collaborazione, prego io stesso il V. Comm. Gen.1e Franoeschini di ri,tirare 'la protesta al C.U. che egli ha anche trasmeslso 'al c.L., circa il caso dell'ex Comandante del c.P.P., Patriota Valori. RIUNIONE DEL GIORNO 9 MA'RZO 1945 La xiunione ha inizio alle ore 9. Presentigili 'stessi della riunione precedente. Il Delegato Serra !COmunica 'che dapoavere esaminato in una riunione confidenziaLe wl delegato Marzi ,il problema la'sciato 'sospeso, per dare ,anGora una volta prova di Ispirito conciliativo, non in:siJste nella precedente 'richiesta. Conferma per riguaroo pel'sonale al V. Comandante Miro non intende proporre un nuovo V. Comandante edhe perciò ,si liImita a r1chiledere l'istituzione di un l'spettore Generale di tutte le Brigate, ,a'Vente parità di 'Voto con tutti gli altri mernbri del Comando, con funzione di relatore nel seno del ,collegio del Comando, e con la riserva ,ad es'so dell'apposizione del timbro 'agLi atti del Comando, i quali Tasteranno per questo sottoscritti dal Comandante e dal Comm1slsario o dal Capo di S.M. La proposta viene ,aIOOettata da ,tutti e si conviene di richiedere immediatamente la ratifka di ,essa al Comando della Delegazione Noro-Emilia. Il Comandante Generale inizia quindi la trattazione del problema ddle SAP e di quello della polizia. Egli rileva e deplora le interferenze verificatesi tra attività delle SAP e attività della Polizia. Inoltre ,si domanda quale giust~fi,cazione abbiano precisamente le SAP in zona, dove cioè chi vuole armarsi e combattere può e deve entrare nelle Brigate IRegolari. Egli :manifesta il dubbio che l'organizzazione delle SA:P venga a :creare una « ,situazione di 'privilegio» per c'hi non sa adattarsi 'a lasciare 72 la casa, la famiglia eJa 'sua normale attività. Risponde ilComm. Gen.1e, ponendo in eviden:za la molteplidtà dei 'Oompiti Isvdhi dai S'a:pp~sti in appoggio ,alle formazioni regolari ('servizio di :gruiJda, di 'stadifetta, di informazioni, di nrasporto materiale e persino di gual'dia). SottoHnea la delicatezza del compito svolto dalle S.A!P dalla strrscia dclla sf1rada Cerretana, 'Controllata dai tedeschi. EscLude ohe i :sappisti si vettovaglino a carito delle Formazioni soltanto per alcuni dcl Ramisetano, che erano privi di indumenti, ne ha disposto legli 'steslso una ristretta concessione. Conviene, in fine, ,che [e SAP non debbano interferi're nei ICOmpiti proprii della polizia, ma isolo ·fare ad es'sa segnalazloni e Idare 1nformazioni. Il dclegato Serra propone una dilstinzione tra il pnoblema particolare dei 'l'apporti delle SAP con Ia Pdlizia e il prdblema generale dell'otganizza:zione delle SAP. Il primo non consente dlUbbi: le SAil? non debibono interferire nei 'Oompiti specifici della Poli:zia. Il secondo invece è comples'so perché le SAP sono un'ol'ganizzazione di mas'sa che in zona partigiana 'e 'suib.Jpartigiana non è ancora clisciplinata e non è isottoposta ,ad un Icontrollo. Ino1t:re come organizzazione di mas'sa in zona partigiana cioè nella zona abinualmente lcontrollata dai partigiani, non par,e avere un compito specifico le quindi una gi'lLsti~ica:zione specifica. Se infatti il compito dei \sappilsti in zona dove esi:storno formazioni è quello di !bornire noti:zie, servire da guiJda, da staffetta, lecc.q:uesto non è compito specificamente militate ma è compito che, sia pure in diverso grado e modo, è 'Comune anche ad ·altr.e organizzazioni di massa, per es. il FrO'nte della Gioventù, i Gruppi' di Difesa Della Donna ecc. Se per 'COntrO' vuoLe less'ete un'COmpito militare,aUora ruppare dannO'so 'attrilbuire un tale compito ,ad elementi ,che la dove ·esilstono formazioni non vogliono entrare in esse. Intetvengono a questo punto nuovamente Eros 'e Miro, soptatnutto per rilevare la difficoltà di drstinguere la :zona part,igiana e zona non partigiana. Serra chiar1sce meglio il suo pensiero, facendo riilevare :che Is'e per qualche località vi possono essete dei dulbbi, icerto è ,che vi ;sono Idelle zone abitualmente controllate dai partigiani per '1e quali qua1siasi dubbio non è pos'SibiLe. Il Dclegato Marzi alla 'sua voha tiene anzituttO' a che 'siano nettamente distinte le funzioni .lei: 1.) - C.L.che debbono essere istituiti Jn ogni agglomerato e dhe hanno la responsabilità politica generale di tutto quanto awiene sci territorio da loro controllato; 2.) - Delle squaldre lohe debbono 'svolgere u:n'attività ,specifica militare «,almeno ausiliarie» [recte ausiliaria]; 3. - Della polizia 'Che ha illcompito ben definito e 1imitato al mantenimento dell'ordine in zona. 'Le SAP dipenderanno per la loro o>tganiz:zazione e per la Iloro :attività ·specilfica dai Comandi competenti, ma dovr.anno poi sempre rispondere di fronte ai CL. ,che hanno laresponsa:bilità politka generaLe. Rileva poiche può essere id]Efiaile :stabi1il'e l confini di zona 'ad ogni modo in quella zona ove l'·azione propriamente milital!e :Cioè specifica dei sruppi'Sti, non è necessa;riaperché vi ,sono lefol'mazioni stalbilmente, lessa diventa iUlUtile.Berdò gli dementi atti saranno incol'porati neHe 'normazioni; gli altri posti a disposizione dci c.L. e dell'organizza:zioni politiche da esso d1pen- 73 denti. Mentre ,al di fuori di questa zona le SAPrestano come formazioni con compito s1Jecifico e allor,a si rende 11!ooes'Sario organizzarlee di1scip1inarle. Poi!ché in questo Isostanz1almente conviene anche Eros, sembra (Isic!) tenendo conto di aloune predsazioni di quesd, conclrude che J'aacoJldo è ormai raggiunto srul prindpio e che non si tratta altro ,che di una questione tecnica organizzativa. Infatti egli (Serra?) propone, e tutti approvano: 1.) - Il1COl'pOrare i Isapp1sti ,specificamente atti della parte più sicura e inter>na della zona ,stalbilmente ,controllata Idalle :fol'mazioni nelle formazioni 'stresse, organizzando ,gli ,altri 'come ausi'liari alle dipendenze del c.L., in organizzazioni di divetso tipo, non più pl'opriamel1te SAP; 2.) - Di definire una linea di demarcazione verso la piana che predsi ave arr,ivi il controllo ,almeno potenziale delle formazioni e del C.U. e organizzare le SAP al di !sopra di questa linea sotto i'1 contrroHo di un Comando SAI' posto alle dipendenz;e del C.U., e secondo divisioni di settori che verranno quanto prima IstabiIite. Il comando SAP anz1detto e i dipendenti comandi di .settori avranno frunzioni analoghe 'a quelle che nella pianura hanno H Comando Generale delle SAP e i comandi delle zone e dei settori, ma saranno sottoposti al C.U.; . 3.) - Quanto ai rapporti tra 'SAP e Brigate o loro unità m1nori res1denti nelle diverse loca:lità, non si può far dipendere le SAP dalle Brigate IstJes's'e perché questo importerebibe un collegamento e runa dipendenza fluttuante e variabile, 11!eHe modalità e nei criteri, da luogo a luogo, e a !l'econdo dell'alternarsi di runa o de1l'a'ltra fOl'mazione. Peociò rpur dovendovi essere un collegamento tr.a ,i SAP e i Coma'ndi di Formazione che si alternano nene divel1se località, tuttavia le SAP !restano ,alla d1pendenza dei propri stabi'li comandi di settoree quindi del Comando di zona posto sotto il controllo del C.U. Lo steslso organo di Comando delle SAP della zona sub-partigiana dovrà poi curare il controllo dei posti di /b'loaco verso la pianura, e la coordinazione con i ,centri di Ismvstamento deHa Intendenza 'e con il posto di controllo per le reclut'e. Si pas'sa quindi 'al problema dell'Intendenza e dei posti di smistamento e si convvene che in ognruno di qruesti org'ani la D.C. arvrà un proprio 'rappresentante con funzione di V. Intendente o V. Capo di smiSrtamento. Si dedde pure di j'stituire un uWcio 'speciale diar.ruolamento, sempre alle dipendenz;e del C.U. che dovrà arv'ere .sede in zona !sub partigiana con composizione come al solito mista. Per .Ja 'stampa Serra ,chiede ,che elementi da mi des'1gnati poss·ano partecipare alla 'redazione dei giornali. A questo proposito Marzi domanda s,e potrà servire al c.L. la picco}a tipografia di forruna 'che la D.C. Srpera di poter presto approntare in zona. ,Rioevea's'sicurazione ,da Serra che la tipogralfia per queHo che vale è a d1sposizione non solo dei CL ma anche del Pc. Quanto 'alla Polizia r1coroate brevemente:le varie vicende della sua formaz;ione, si conviene che il suo compito deve es!s'et'e 'CorrsoHdato, e i ISrUoi effettLv1, ave occorra, aumentati. Serra di'Chi.ara di essere d1spostoad a:ss.ume1"si l'onere r.elativo alla designazione di nruovi elementi. 74 In vtsta 'alla frequenza can cui Isi debbana compiere inchieste varie trascendenti ai compiti di mera istruziane preliminare ed eseootivi propri della Polizia si decide ,la rstituziane di una comm1s'si'One1s.truttol'ia permanente, con la funziane di condurre inchieste, esaminare preliminarmente rapporti e denunzie, apprantare ,il materiale prdbataria per gIi argani giudicanti (T,ribunale e Cammissiane di D1sciplina). Si .conolude poi la riuniane icon un attacco al problema f1nanziario. In vista dei moltiplicati bisogni si propane da Serra 'e 'si deo1de di studiare ed eseguire quanto prima azioni di prelevamenta denaro pres'so Banche e loro fiHali. Marzi, interviene per ,sattolineare la neces'sità che questa progetto venga seriamente e celermente attuato e non rinviato com è già accaduta altra valta. La riunione 'sisdoglie alle are 12,30 dopa aver dedsa che dei provvedimenti disposti in ilinea di prinoipio durante eslSa, davrà nei prossimi gi'Orni ess'ere redatto piana analitico, con esatta determinazione dei particolari. RIUNIONE DEL 10 MARZO 1945 La seduta ha inizio aUe ore 9, pres,enti gli ,stes'si delle riuniani precedenti. Il primo problema preso in consideraziane è ,stato quello concernente il Tdbunale. A questo propasito Serra chiede da 'chi è rstata rsostenuta Hnara la parte di accusatore. Gli viene 'rrsposto che taile mmpitaè stata finora as:solto da Os'car che aveva pme la funziane di Giudioe Irstruttare. Serra fa rilevare la neoes'sità, per la regalarità del Triibuna1e, dell'esi,stenza di un pubblico acousatore che non sia membro del collegio giudicante. Eras alla 'Sua volta asserva che sarebbe meglio sostituire Barbanera (15) col nuovo Ispettore Generale. Serra riSiponde dhe egli nan ritiene necessaria tale sostitlllzionee che ,anzi la qualità di rgiudice per Barbanera era indipendente daLle sue precedenti funziani di In1Jenrdente Generale, così che può 'lmttara essere da lui conservata. Ma gli altri membri del Comanda ritengono che Bal'banera come Comandante di Porma:oiane sia .troppo impegnata e trat1Jenuta lontano darla sede del Comanda. Serr.a quindi propone che si proceda alla detel1minazione dei 'oriteri per la nomina dei Commirssari delle Fiamme Verdi. Dopo vivace discussione 'si perviene al seguente accordo: la sala nomina dei Commiss'ari di Brigata resta riservata al Comando Unico, il qua1e però aderirà ,alle designazioni fatte per1e P.V. dalla persona di MeroolJ:ia (16) al 'suo posto di V. Commrs's'aria della 144a Brigata Garibaldi. Viene poi alfifrontata il prablema dell"es,1stenza dei gruppi politlci organizzati in sena aHe ,Pol'ffiaziani GarIbaldine. Serra dke che mentre la D.C. non può obiettare nulla, anzi 'si compiace per ['aziane dei Comrm. in quanto ,esrsa sia imprantata allo scopo di 'contribui>re alla fal'maziane di una coscienza politica generale, in 'Ogni Patriata, per canura 'es'sa non può e nan deve tal1erare ,che il Commissariata Generale sia la Centrale di un Partito, come gli :sembra IcomprOviata da documenti in sua mano. Ora le disposiziani perv,enuteci dai Comandi Superiori parlano chiara in proposito, in quanto vietano tali attlrvità 'specifiche. Quindi in ultima analisi, invita { 15) Dott. AJ!]IlIDbaile Ailipi. o( 16) aLememe Zarmi. 75 forma1mente il P.c. 'a 'sdog:Iiere di fatto ,tali gruppi di ,partito, condizionando a tale sdogIilmento la contIDua21ione di quaLsiasi attività di <collalborazione. Eros obietta la esistenza di un documento IUlffidale Idhe autorizza tale attività, documento però che attuaLmente non è in ISUO poslsesso. Il delegato Ugo (17) ch1ede che il suo partito abbia dieci giorni di tempo per esibire il dorumento; scaduto tale termine, si potrà è si dovrà provvedere nel senso richieslto da Serra. Poiché nel 'corso della precedente disCU!ssione era sembrato a Serra che &os rivendkas'se aRe Isole Form. Gariba1dinee più 'precisamente ai sdli voLontari militari, (?) Serra ch1ede Ispiegazioni in proposito ed ottiene da Eros una precisazione dei ISuoienunciati in dh;o;erso senso. Vintervento di Ugo contribuisce ad una netta chiarificazione in quanto egli vuole precisare che le Br,igate Gar. non :sono formazioni esclusiv3Jmente Icomuniste, ma mhte, così come non è possibile 1dentiHcare senz"altl'O le F.V. con la D.C., 'skché in conclusione non è pos'sihile rivendicare ad UI!l Isolo partito i meriti dehle une o delle altre. COlllstata da tutti [a piena concordanza con 'cui Is,i !sono conduse le riunioni e constatato che non lesiste ol1mai neslsun motivo sostanziale di l'ecr1minazione che possa dividere i Vololltari dell'una da tq'tl:elli deJ:I'altta Formazione o tendenza, si decide di rendere partecipi anche tutti :i Patrioti della zona di queste constatazioni, attraverso un ordine del giorno comune che sarà loro rivolto. La riunione termina atle ore 11. COMITATO ,pROVINCIALE DI UiBiE'RAZIONE NAZIONALE (Reggio Em.) lì 10-3-1945 Ai Comrandi delle Brigrate Craribraldi e Firamme V. Ai Comitrati di Liberra:done Nrazionrale Ai Comrandi S.A.P. e C.A.P. Il Comitato Provinciale di Bberazione ed tI Comando Unico Zona, riuniti per 'esaminare in comune le condizioni politiche della nostra Provincia e la situazione delle nostre formazioni, constatano con soddisfazione che: 1. - malgr:adole gr,avi diJ~ficoltà incontrate durante 1'inverno dalle ol'ganizzazioni pdlitiJche e dai reparti atlmati e maLgrado la spietata reazione scatenata dai nazi-trusdsti negli ultilmi mesi, lo spirito combattivo deI1e forze della Hbertà 'e de]:l'intera popolaLione, s,i è ogni giorno rafforzato; 2. - che la compagine delle nostre formazioni e dei diversi organismi patriottici 'si presenta in questo momento più salda ed efficiente che mai; 3. - Iche tutti i rappresentanti dei diversi partiti si sono trovati agevolmente d'acicoJJdo nel prendere le misur,eatte ad alSsi'CUtal'e una piena ed efifkace coUabor.azlonee che perciò non esvste nessun moti~o di dissenso tta i patrioti delle diverse tendenze. Il Comitato Provinciale di Li:berazione ed il Comando Unico di Zona tanno (17) Altro nome di battagLia di Cesal1e Campioli, usato nel:lo svolgimento dell'attività di paxtito. 76 invito alla più ,stl1etta e leale unione di tutte le forze 'patriottiche della nostra PTQvinda, penSfUasi che da tale umane scaturirà sicuramente ta mas'sima intensità di azione nella proS's1ma battaglia decisiva per la lotta di Hberazione del nostro Paese. IL COMANDO UNICO ZONA IL COMITATO PROVo DI UBERAZIONE NAZIONALE REGGIO EMILIA DIVISIONE DELLA MONTAGNA REGGIANA IN SETTORI PER I CL.N. E LE ORGANIZZAZIONI S.A.P. Stabiliti in una riunione in cottnune tra il CL.N. Provinciale; CL.N. Zona Montagna e il Comando Unico: F Settore: Casina - Casoolnuovo - Ciano; 2° Settore: Ramiseto - Vetto; 3° Settore: Ligonchio - Busana - Collagna; 4° Settore: Toano - Villa Minozzo; 5° Se,ffore: Canpineti - BaiJso. Il Comando S.A.P. della montagna avrà questo organico: Comandante, Vice Comandante, Commns.sario, V. CommiJs,sar,io. Le S.A.P. in ogni .settore saranno aUe dipendenze organizzative del Comando S.A.P. della Montagna; però nelle località propriamente partigiane es'Se dipenderanno, quanto al solo ,aspetto tattko 'e diJscip1inare, dai Comandi PartiJgiani; invece nelle località SubJPartigiane eS's'e dilpenderanno, anche per l'aspetto tattko e dlscip1inare, dal Comando S.A.P. della Montagna. Potranno >élSiSere arrudlati nelle SAP gli uomini di buona mora;lità dai 18 ai 45 anni. S'intende che verr:anno presi coloro che hanno veramente il desiderio di com'battere e di operare. Occorreràsvil'U!ppa'te le SAP nei comuni che si vrovano nel1e zone e settori sub-p,artigiani, invece nei comuni liberati si dovrà tendere llid assorbire i Sappisti nelle .formazioni patriotniJche. Resta però sempre inteso che 'le Formazioni Part1giane debbono consewar,e il loro catattere di formazioni «Volontarie» e che l'a:ssorbimento isuddetto non deve assumere ~l carattere di coercizione. Nei Comuni :Hberati non dovranno esservi uomini armati e i Sappisti .saranno ausigliari per servizi vari. Questi verbali sono gli unici documenti del genere che sino a questo momento si conoscano. Basta questa constatazione a dare la misura de,[l'interesse che essi rivestono. Sono stati redatti in zona Uberata. Per questo sono giunti sino a noi. Non era certo possibile da parte del c.L.N., per ragioni di sicurezza, produrre in pianura e conservàre, un normale carteggjio. I! contenuto dei verbavi è stato riassunto in G. Franzini) Storia della Resistenza regg1ana, 1966) pagg. 615 e segg.) ma solo ora i testi vengono pubblicati integralmente. 77 Dalla loro lettura risulta chiara la molteplicità ed importanza dei problemi in discussione; risaltano inoltre la reale autorità del c.L.N. Provinciale e la personalità di Serra (Giuseppe Dossetti) che appare come il moderatore avveduto e tenace di quella difficile discussione. Dalla costituzione del Comando Unico, avvenuta ai primi di settembre 1944, i collegamenti di quell'organismo con il C.L.N. e con il Comando Piazza operanti in pianura, erano stati tenuti soprattutto a mezzo di corrispondenza, recapitata dalle staffette. Poi era salito in montagna, 1'8 novembre, il delegato del c.L.N. «Rossi» (Aldo Magnani) in coincidenza con la grande campagna di aiuti condotta in pianura per consentire ai partigiani della montagna dii superare il difficile iverno. Quindi, con gli arresti di fine novembre e dei primi di dicembre 1944, che cQllpirono in p'ieno il Comando Piazza e determinarono l'interruzione dell'attività del C. L. N. , i contatti personali erano cessati e quelli epistolari si erano diradati. Il Comando Unico, sin dal dicembre aveva chiesto che rappresentanti del C.L.N. si portassero in montagna per discutere in merito a problemi e controversie di varia natura. In una lettera del 22-12, Eros e Monti, a proposito del comportamento del Comando Brigata FF.VV., che andava chiarito, scrivevano tra l'altro al c.L.N. Prov.: «Per tale necessità e soprattutto poi per definire in seno a questo Comando Unico molte questioni .( ... ) si richiede ancora e con insistenza la visita a questo Comando di almeno due delegati del C.L.N. ». Poco dopo (in gennaio) fu il rastrellamento nemico a s,ud del Secchia, a determinare una nuova interruzione di contatti. Finalmente in febbraio il nuovo C.L.N. prese in seria considerazione la richiesta del Comando Unico. Verso la fine del mese Dossetti era già in montagna e Campioli vi giungeva ai primi di marzo. Sulla decisione di Dossetti poté influire la necessità di dare con l'occasione strutt.ura organizzativa e giusto orientamento al Movimento democristiano della Montagna? Sta il fatto che la sua presenza in Zona coincise con tutta una attività di partito tendente a far conoscere la D.C., a propagandarne le finalità, a chiarire le ragioni del suo impegno nella guerra di liberazione a f~anco dei comunisti. In merito ai problemi affrontabi nelle riunioni, i verbali in genere sono abbastanza esaurienti. Qualche annotazione sarà opportuna a proposito dei Commissari politici nelle formazioni. Ser,r.a sostiene che bisogna abolirli, basandosi su una comunicazione in tal senso, trasmessa dalla radio negli ultimi giorni di febbraio. Per la verità, anche l'organizzazione comunista della montagna, sulle prime, aveva dato cred'ito alla notizia e già stava pensando alla trasformazione dei Commissari in «Ufficiali di propaganda »; ma poi temporeggiò, ,in attesa di istruzioni da parte dei Comandi superiori. Infatti, quello dell'attesa di ordini dai comandi competenti, fu l'argomento che Campioli e Bertani opposero con successo alla proposta di Dossetti. Con una lettera del 28 febbraio, il Comando Militare Nord-Emilia, invitava i Comandi Unici dipendenti (Reggio, Parma e Piacenza) a conservare le cose immutate, giacché ogni modifica in proposito doveva essere disposta soltanto dal Comando generale del C.V.L. o dal C.L.N. Alta ItaUa. Stupisce che nella riunione tra c.L.N. 78 Provo e C.U. non si parli di tale lettera. E' probabile che essa sia giunta a destinazione subito dopo. Circa la politicizzazione in senso comunista dell'Istituto del Commissariato, Serra aveva ragione se si considera che tutti i Commissari delle formazioni garibaldine erano comunisti o simpatizzanti comunisti. Ma le questioni part<itiche non venivano trattate dai Commissari. Esisteva per questo l'organizzazione del P.C.I. all'interno di Distaccamenti e Comandi, quella stessa di cui Serra chiedeva l'abolizione ritenendola abusiva. Il Commissario parlava a tutti gli uomini deila formazione, mentre il Capo cellula o il Capo gruppo parlavano solo ai militanti o simpatizzanti in riunioni che avevano carattere riservato, poiché era necessario non urtare quei compagni di lotta che comunisti non erano, e anche perché certe precauzioni cospirative erano in vigore pure nella zona liberata. La pOllemiro dei D.C. contro i gruppi del PCI nelle formazioni, era scoppiata alcuni mesi prima. Demos (Sparto Cocconcelli) Commissario della 32 a Brigata Garibaldi e poi della 26 a, aveva smarrito una borsa di documenti che, non sappiamo in qual modo, giunse proprio nelle mani di FranceS'chini (Pasquale Marconi). Costui, censore sempre seve1rissimo dei Garibaldini e dei comunisti in modo particolare, esaminato il! carteggio, ebbe in mano le «prove» dell'attività di partito. Scrisse perciò ad Eros, il 1° gennaio 1945, che il comportamento del PCI era nocivo «all'andamento generale e altlo spirhto combattivo ». Eros, al contrario, sostenne che il lavoro del PCI era utile in quanto tendeva a rendere consapevoli del carattere nazionale della lotta i giovani sedicenti comunisti, ma in realtà disorientati e settari, provenienti dal~a pianura. Evidentemente Serra faceva propria, nel marzo, la posizione che Marconi aveva preso nel gennaio, e i documenti che diceva di possedere, probabilmente erano i medesimi. Egli però non mtrava nel merito. Sosteneva soltanto che i gruppi comunisti dovevano essere sciolti perché contrari alle direttive dei Comandi superiori. Stupisce un poco che Dossetti, dopo le premesse. sulla sua volontà di conciliazione e i gesti concreti compiuti a conferma di tale 'volontà, ponesse questa sorta di ultimatum: invito formale al PCI d-i sciogliere i gruppi, «condizionando a tale scioglimento la conltinuazione di qualsiasi attività di collaborazione ». E questo praticamente alla vigil-ia della conolusione della lotta. Ignoriamo se i comunisti del Comando Unico abbiano presentato o meno, entro dieci giorni, il documento promesso, a dimostrazione che i gruppi di partito erano autorizzati. Certo della questione non si parlò più; e d'altra parte, nel documento conclusivo, diffuso tra te formazioni, si afferma senza alcuna riserva che «non esiste nessun motivo di dissenso tra i patl1ioti delle diverse tendenze ». Dunque, una chil(llrificazione in proposito può essere sopravvenuta. E' possibile altresì che, per tacito accordo, la pericolosa controversia sia stata accantonata. Agli accordi di cui si fa cenno nei verbali, seguirono vari provvedimenti pratici: la nomina di una Commissione permanente di inchiesta, la nomina di due sostituti rispettivamente del Commissafiio generale e del V. Commissario generale, la nomina dell'Ispettore generale delle formazioni partigiane. 79 Inoltre, l'11 marzo, in ,una riunione tra rappresentanti del Comando Unico e del C.L.N. della Montagna, furono gettate le basi organizzative del movimento delle S.A.P. e il successivo giorno 17 venne ufficialmente costituito il Comitato Brigata S.A.P. Montagna. Tanti e tali furono i problemi importan/1i ed interessanti della vita partigiana sull'Appennino, che ,i due rappresentanti del c.L.N. Provinciale non tornarono più in pianura. Dossetti tra l'altro, come si è detto, curò assieme al fratdlo Ermanno l'organizzazione del suo partito, che prima di allora era pressoché inesistente nella zona libera. A sua volta Campioli divenne Segretario della Federazione montana del P.C.I. - organismo proprio allora costituito - lasciando libero Prato (Aristide! Papazzi) di dedicarsi esclusivamente al suo compito di Segretario del c.L.N. Zona Montana. In sostanza, con la missione Serra-Marzi, il c.L.N. Provinciale si rese conto che la montagna in quel momento era un settore di importanza essenziale. E per il loro tramite, il C.L.N. stesso d,fede il suo contributo diretto affinché tutto, nell'ultimo periodo di lotta, venisse affrontato con tempestività ed equilibrio politico. Se sia stato giusto e conveniente ai fini generali della Lotta questo assentarsi a lungo d,ali/a pianura, che era la sede naturale di azione del C.L.N. Provinciale, forse pOforebbe dirlo soltanto I vano Curti o chi, come Piero Montagnani-Marelli, membro del T.I.N.E. (Triumvir,ato Insurrezionale Nord-Emilia), si trovò nella necessità di, dover svolgere in Reggio Emilia la funzione di dirigente dell'organismo, alla vigilia della liberazione della città. GUERRINO FRANZINI IL MEMORIALE DI UN PARTIGIANO TEDESCO STORIA DEL SERVIZIO D'INFORMAZIONE SEGRETO DI «GANCIA» Casualmen~e abbiamo potuto acqmst1'e in fotocopia un dattiloscritto che Ernesto fundt ba donato alla famiglia Giacomini di Busana «in rmoSOfflza per tanti aiuti in tempi difficili », come è detto nella dedioa autografa. Ma lo scritto è senz'altro una copia perché nella pagina seguente si legge testualmente: «Al mio Fautore Gancia (Pedrazzi) in ricordo dei tempi quando egli era per me come un buon padre, salvandomi dalla crudele pazzia nazis~a ed aiutandomi nei primi passi di una libertà, nuova rmcora e per me disabituata. Anche per l'oocasione di questa dedica siano ripetuti i sentimenti di s,incera tW:onosoenzo, i quali riempiono il mio ouore verso il mio benefatto1'e ». fundt er4 un sergente dell'esercito tedesoo, nato nel 1912, che prestava servizio nel presidio di Busana, res-idente a Heigelberg, di nazionalità tedesca (come si legge in un documento del Comando unizo Zona), o di nazionalità aust,rioca come egli stesso dichiarò in un documento del 6 febbraio 1946, nel quale precisava di essere professore in lettere. La è cosa veros-~mile poiché egli, a poco più di un anno di permanenza in ltalia, è stato capace di redigere il memoriale in un italiano comprensibilissimo. La sua .testimonianza, chepubbUchiamo integralmente non correggeflL. do neppure le wperfezioni formali, è per quanto risulta in tutto veritiera ~d ha il pregio di svelare al lettore comune un aspetto assai insolito della guerra di Liberazione: ,quello dei contatti confidenziali tra partigiani ed alcuni membri deUa Webrmacht. G. F. Goocia è ill nome dibamtlaJgJ1m di Ped!i1aZ2li Bros[pero. Pedooelli, nato come fig1io di un povero pastOl11e de[ pooSle di ValliboOJJa, è niruJscJi,to dii aJl7JaIl1S<i. aIlll'allitezza dleiI!l.'ostJe più imponbMl~e e pftù r}sipetJta!1:o di Ugondhiio nellilJa provIiinaiJa di Reggio E. Eg1i potleVa naggi'lli1lgene questa posizione peu: hl dOM di OOia iOJJtIeIIIIIilge1Wa pliù WSlUa e pfi.,ù aJ1ta e per la forza dii UIIlJa vOlontà più decisiva e più ah:iaa:,a di qUlel!lLe dei suai C011Idvtt:IaJdinii. A qUlestJe qruaffikà di spi!l'1to eg~i urnsce Uill!a ra11a oomà pet1SOnlaJlie, abie [o dJiJS'tIinl~e dia ruttli gIlIi allJt11i ab1~oovi dell suo paese. Nei tempi armali p~sls<am per fanbUill!a, nei ~ern;pIi dellla costiJdtdetVa RepU1bbl:ioa fasoi,~~ e ddIIla OOntIibille OC<JUJpallione TiedJesca - ilIa2i1sta Pedrazzli il11 amdeme Mllore de1J1a giustli2Jia edeilllia libentà, abOOndonoodo hl suo mestJ]ene ed i suo[ aiif,aaii, dledlklava le debtJe q'l]aJJ1tà aMa lotta dlrundestma pruruig'iJa!!l.a per 'Ila .OaJUlSil dlellILa ~1benaziiooe d'I,~ailira. Egilli fondava così ~a ZOl1Ja di m01lJt!l§lJa della p.rovi!!l..CiJa di Reggio E. UIU oorvdzio di dtnforma2Jiooe segreto. per !lllcco~re re notliziie lli>gUaaxlJanti WJ1ii prtlesu Tedesclbii dii debta zooa. Questo s~io, fondato con tooua prodeooa, egiLi dlW1geV1a con gnanklle albiilJ1tà e passione per rutto hl tempo o1oodestlino ~ioo aililia liberalliOOJJe ottJeOJJuta. Degli lIIVWI1IinterlJm dii qUiesto smwizio ura1Jua la seguente« Stoma delServillio d'informazioo.e segreto Palll~MlO dii GlaOJJaiJa ». 82 «GANCIA» Nei primi giorni del dketn!b~e dell'anno 1944 il CaIanello del presidio Tedesco di BUisana della Istrada N° 63 'era :fiurilbondo: Uno dei suoi soldati era scappato ai «banditi »! Come era stato possibile questo? AfV1evaegli Istesso Ja colpa, er,a stato ingiusto? Aveva trattato male guel,soldato, Ipunendolo con tre giorni di carcere ,e con trasf.er,imerrto ad UJn brutto luogo? Forse quel soldato non poteva capire, perché egli doveva punire così dutamente un uomo soltanto per il fatto, cbe egli era andato la sera in p.aese, per trovare Ia fidanzata. E sopra tutto era un Polacco, quelli ·che sono ancora più sensibili e non abituati alla sev,era discipl1na Tedesca. Dove ,eta andato? Dicevano c'he era fuggito a Ligonchio, in quella zona dei «banditi »! Un grande dilspiafcere per il CaIanello ed anche tanto perico'loso, perché quel soldato s.apeva tante cose che al CaIanello spiaceva tanto di pensare che ora le rarocontass·e ai P,artigiani. E vero che quel soldato era fuggito a Ligonchio. Si chiamava Arturo Reich, fra poco meglio conosciuto sotto il nome di battaglia «Mietec ». (1) Egli si era deciso di non obbedire all'ordrne del tmsf,erimento e così era andato nella notte a Ligonchio, aocomp.agnato da un elemento del 's,ervizio d'informazione segreto di Ganda. I partigiani lo ;r~cevono bene e dopo poco ·egli lavorava già neno stesso servizio di Ganda che avev,a fondato una rete di servizio d',iififormazione per la zona della alta montagna lungo la strada nazionale N° 63. In tutti i pafesi di detta strada dal passo del Valico 'sino Carstelnuovo nei Monti vi erano i collaboratori, i quali ( 1) Queil[o sliesso Mietec (Mietek) ohe secoodo ]ru:\dt si chiamava Al[)uua:o Rekh, in vari documenti dal Comando UniJco :rWslUllita essete <invece l3Qg1acki Mieczyzs~a:v, dei 19'19. ComUlnque, leg1i era iill «Gapo squama servimo segreto» e come ilJa:!e 'si iliirmava, come l'IisuJ.ta darlù'clenoo seguente, redatto in oal'lta intestata del Commo Umoo Prov,imial1e, reoalllJte !hl n. 1366/EG, di prot. datato 23-6-'45 e COllitrafu:mato da:! Grupo di S.M. «Mdo »: «Ogg:etto: Blenco dei Pa1l11iotli aippal'ltenentJi da sqUlrudra mfoJma2ioni MTETEK. Pa1l11iolla Bogacki Mieczy2l1aw (M1eliec) di lull1run e di Emma residente a lnov,roolaw, ll!aJto ,a StJrel1no (Polonia) irl 16-5-1919 allrumato ooJùe fullmazioni PailJtJiwrune drl 4-12-44. Naziol:lailfutà tpolarooa. n Pauriata Jundt E1'Ille&to ·(Ceri) di Ernesto e di E1iJsa Gl.1'UIpIpe, nailJo il! 6-.1-,19'12 a Badoo WeiIler, Itesidente 'a Heirlgeillbe11g, !llll11Uolato iI1 2-1-45 illIelJle t011mamoni Ba:rtJi~ane. Namonallità loodesoa. :I[ Paliriota Schrneider Wa1tJer (Zavo) di Rodolifo e di Mar1a nato a Ho1~tJerhalUlSoo (iDorSlten) ill 29-7-21 residente a HdlsilJerha/lllSoo. .Aamud1ato rndll1e formazioni PIlIDtig]rune Wl 101-45. iNamonar1iJtà oo&tJ:rWaca. n Paurialla Prarh Mstalle.t Giuseppe (ILoco) di Gi'lllseptpe e di Regina nato a Aioos-Hruves il 30-3-16, residente a Stuttgart (Germania). NazionaMtà tedesca. Al'Irualato nelle formazioni Partlligiooe iI1 28-12-44. I[ Pa1l11iota Steime El'nesto (lBmmo) di Rodorlrfo e di Emilia, nato a C3Ill!ghai ( Gina) il 28-8-16, residente a Srumendin;gen. Arrruruato neRe formaztarui pailJtigirune d!l 12-1-45. NazioillIaiLirtà cinese. U PatJ1'Iiota Bunke Gart.1lo (:R1naJ1do) di Co1'lllado e di VliWheIlJmIDa nato il 29-11-1908 a OberhaUlsen (Germania) , residente a Oberhausen. Arruolato nelle formazioni Partdgiarne il 1()..1O-44. Nazionalità tedesca. 11 Pa1l11iota WIloka O1ruus (Zaguoba) di Add1fo e di ]1lli1iaJll!a, illIato a Gi1adbek (WestJfulen) il 6-12-903, ,res,1dente 'a Gladbek. JM,rudlato nelle !formazioni Pal'ltigirune 11 24-12·1944. Namonarlità \polacca. n Patriota Sch1eicher Pooll (Elso) di Ollto 00i Mar1a, nato a Garlùoo Sttein (Germania) drl 24-12-1920, residenilJe a MeckeilnJbueng. AilJrrua1ato ne1le [011!DlI2iioni PllJl1tJigiane ID. 21-1-45. Namonaffi1tà tedesca. 83 denUi11JCiarono oralmente'o per lettere ·a Ligonchio le notizie di tutto ciò che facevano i TedeschJ dei :pJ:1esiIdii di questa strada. Così il lSeJ:1Vizio d'imormazione era sempre benissimo intoJ:1ffiato di tutto dò che ISIUIOCedeva nel proprio territorio, cmi che J:1usdva ad esso di daJ:e ottime spi'eg~ioni sia al Comando Unico o alla Missione Alleata come pure Idi pari pas:so a:I1a 14Y brigata di presidio sulla Zona B. In questo servizio Ganda l1icevev,a ora ,anche Mietec colla milssione speciale di intensifiJcare le relazioni con il presidio di Busana. Ganda des~deraJVa di prende1.1e pel1sona:1mente contatto coi capi dei presidii Tedeschi. Pert:iò si recò IsuIJa zona di Cetr,eto e si fece presentare da un suo amico di Cerreto al Capitano Tedesco, dove :sos·tenne un lungo interrogatorio chiedendo di avere un .permesso di recarsi dal Colonello di Busana, Comandante di tutto il tronco della !Strada N° 63, cosa ohe ottenne con non poche difficoltà e Isospetti. Il Capitano lo facev·a accompagnare Icome persona sOSipetta fino a Busana da una pattuglia a,J:1ffiata. ArJ.1ivato ,a Busana venne condotto al Comando, dove poté trattare coll'aiutante del Colonello. Nel colloquio Ganda prospettò la scusante e chiese al Comandante Istesso J'.autorizzazione 'e la concessione di automezzi per trasportare viveri per la pqpolazione di Ligonchio, che si trovava in precade condizioni. Così riusciva a nascondere i suoi fini di sabotatore a favore della causa di liberazione. L'aiutante gLi promilse l'ootorizzazione del trasporto sotto [a condizione che Gancia riusdSlse a porta'tgli un documento firmato dail capo dei partigiani della zona che affermi che i partigiani non disturberanno mai più i traJSlporti di camiOM e macchme Tedeslche ,sulla Istraida 63°. Ganda prom1se .di trattare con il Comando Partigiano nel senso chiesto dai TedelSChi e riceveva il permesso dell'arutante di ritornare indisturbato a LigonlOhio. (2) 'foer·minate le 1:!rattati'Ve Grunda invitava Il <sergente Ernesto Jundt che era l'assistente del Comandante di Busana e il caporale Giuseppe Prahmstaler, (3) interprete del Comando, a bere un bicchiere di vino !ÌnlSieme con lui nella vicina osteria di proprietà Giacomini ave avxebbe pernottato. Egli intendeva di parlare con questi nel/senso di sent1re s·e non erano pronti a collaborare con i rpa'tt1giani. L'oste Giacomini, vecchio amico di Ganda, aveva già molte volte parlato con il sergente e l'interprete ed aveva compreso che qruelli erano tutt'altro che nazisti. Loro erano avversari convint,i contro la dominazione crudele di Hitler ed erano anche persuasi che la guerra fos'se già perduta per i Tedeschi, dato che l'intervento degli Americani con l'aiuto immenso di materiale e di roba bellica che davano agli a:J:leati Inglesi e Russi. Insieme con GiaJcomini e con altri dvili di Busana avevano apertamente parlato di questa loro convinzione e così Giacomini avrebbe consigliato al suo amico Ganda, che il sengente Ernesto e l'interp.rete Peppino sarebbero sta·ti elementi fidati e sinceri per la causa partigiana. I d'Ile Tedeschi accettavano l'invito ed avevano un lUill:go 'Colloquio con GanJCÌa, al quale chiedevano vaste spiegazioni concernenti la vita 'e le condizioni dei partigiani. Erano contenti di tutto ciò che sentivano da Ganda. Essi lo ringraziavano fina,lmente quando egli prometteva a loro, che trove(2) T:aJle !PIIIt1t'<> non fu mai stWpul1lJJto, come s:i. vedrà, ma :La fl'meslta del Comandann:e tedesco stia a dimostmlle qumto. fuSltlidio [ p~ ~ atl ~ m$t;are lI1:eItIIiOCo s'lilla StrOO.a. del Get1reto. . . . (3) afr. Illota n. 1 per :aJltri dati attlIagraf.ici del iIlOIlIIWito. 84 rebbero ,a Ligonchio sempre pronto alloggio e vitto e che sallebbero stati ricevuti tanto volontieri tra i partigiani se si decidevano ad abbandonare il iloro presidio. Infine 'si separarono oda tutte due le parti con tanta speranza per l'avvenire. Quando Ganda la mattina dopo ritornava a Ugonchio, portava già con se una lettera ,e ~igallette che il sergente Ernesto mandavaal,SlUo amico A~turo in Ligonchio. Poco dopo un elemento dd Is'ervizio di Ganda consegnava la lettera di risposta al sellgente e così le ~elazioni fta l'assistente del Comando del luogo di Busana e il seJ.'VIizio d'informazione di Ganda cominda~ano. Ma poco dopo di~entarono già interrotte per il rastrellamento del gennaio 1945. Le pr~arazioni di questo ·rlllStrellamento etano state fatte così segretamente da parte del Alto Comando Tedesco d'Italia, che nessuno dei soldati ed officiali del presidio della 63°, nea11lChe il Colonello, a~~ano saputo la cosa prima che le truppe del tastrel1amento arrivassero la sera del 7 gennaio a Busana. Era già notte, quatlido ambedue, il 'sergente e 1':iJntenprete, ,nello 'stes·so tempo sentivano, che il rastrellamento 'a~relbbe a'VIUto inizio nell'alba della mattina dopo. Come fare per avvisare gli amid di Ugonchio dato l'alta neve e la mancanza di un elemento fidato del servizio .di Gan'Oia? Intanto, i due ass~stenti ~ovarono un mezzo adatto: essi mandarono Luda la ,f~g1ia del mes'so comunale Sacchini di Busana a Ginquecenri per denunciare ai Bartigiani :la notizia del rastrellamento ,imminente. Essendo disturbata la linea telefonica Ifta LigODlChio e Cinquecerri la ragazza doveva squazzare ne1la notte e per l'alta neve ,fino a Oaprilre, dove finalmente riU'sd~a a trasmettere la 'sua notizia. 'Ma questa fatica e l'attenzione dei due nuovi collaboratori av~a un gIl"ande successo: Già nel[a prossima notte i partigiani abbandonarono Ligonchio per la v;aHe della Secchia nonostante l',alta neve ed i Tedeschi che arrivarono dopo una oora lotta a Ligonchio non trovamno neanche un solo partigiano. Tutta la fatica del rastrellamento ella stata per 1oro inuti:J.e (4). Terminato il11aJstrdIamento e ritornati i partig~ani a Ligonchio si riprendevano pian piano le relaziooi. Ganda stesso voLeva ancora venire a Busana per ricevere finalmente ,il permeSiso del 1JraSlporto dei viveri per il Comune di Ligonchio, nonostante che egli non potesse portare i:l docuimento deI Comando Unico Partigiano chiesto dal Comando T'edesco di Busana. Ma il sergente Ernesto lo avvertiva di non ven1re perché il ColcmeHo, informato da una spia che Ganda collaborava con i Partigiani, aVeVla già ,dei Isospetti ·gravi. Ques,to aNVertimento salva~a Gancia da darsi da se stesso, '1n Busana, nelle mani dei Tedeschi, dove avrebbe ttovato una brutta fine. Continuamente correvano già le 'lettere fra ,~l 'servizio d'informazione e il sergente di Busana. Intanto si 'tacevano nuovi piani. Il sergente Ernesto non voleva soltanto corrispondere, egli voLeva anche ri~edere il 'suo amico Arturo e Ganda e così decideva di pr'egare il iSlUO amico, per preparare se~etamente un incontro alFaltra parte deTha Secchia. Per una notte tra salbato e domenica in fine di gennaio 1945 tutto era pronto. Il ·sergente era :libero di 'servizio. Ai SlUoi camerati raccontava che voleva andare a MaOOloreto per trovare la SlUa fidanzata. Verso le 9 di questa sera serena ( 4) n·· Mtto è citato con uoa centla a~one. no 8 e i combatcimentti rerminoarono iII giomo H. :m r.asIl11alI1amenw co.tD1inciò li[ giOr" 85 e calma veni~a ,il collaboratore del servlzlO segreto Coli Dario {Zio) di MaTmoreto, per ricevere ,il sergente nella ostel'ia di Giacomini e per accompagnarlo all'incontro. Era Ja pr1ma volta che il sel1gente passava le 'strade al di sotto di Marmoreto ed entrav,a nella zona odiata dai TedeSIChi pel1Ché Isi trovava sotto controllo dei partigiani. Subito ,sotto Marmoreto si incontrarono con p1ocole pattuglie di gi~ani di detto paese che stavano all'erta per ~ertire partigiani e collaboratori, se fOil"se appariva unapattJuglia dei T'edeschi nelle vicinanze del luogo destinato all'incontro (5). Arri~ati ,'alla Seochia trovarono Ganda e Mietec che aspettavano sul ponte. Bissi erano lieti di vedere che j,J sel'genteera venuto puntualmente al colloquio prestahiHto, gli amki si abbracciarono contenti di rivedemi dopo tanto tempo ed insieme si sarlitva a TUffo, dove Ganda aveva fatto preparare una cena. Il sergente era un po' impres'siO'nato vedendo alla destra 'ed alla sinis,nra della ,strada partigiani bene al'mati con mitra o mitragliatrice ,sulle 'spalle e con l'ivoltella e bombe a mano nella cinghia. Egli iCOnstatava che 'erano da vero meglio armati del pres1dio T'edesco, che aveva 'soltanto pO'ohe armi automatiche le generalmente soltanto setnplid fucili Itarliani. Ma presto:si calmava, quando Mietec gli 'spiegava che aveva preso la cautela di venire così bene protetto Isolo temendo, ,che il sergente avrebbe fatto doppio gioco 'Con la 1ntesa di riportare Mietec con mano all'mata a Busana. Ernesto non aveva neanche un momento pensato una ,simile cosa, egli aveva piuttosto temuto che Mietec da sru'a parte intendesls1e di non lasdarlo ritornare più al presidio; ma anche questo pregirudizio v(èlniva subito tolto da Mietec, che assicurava il suo amico di non avere avuto mai 1'1ntenzione di farlo prigioniero. Arrivato a Tufo il ,se.vgente imparava a conoscere tanti altri partigiani, fra questi anche Odino, (6) Commandante del 1° battaglione ed il Comandante de[ d1staccamento Vergai, Pedrazzi Ugo, 'Con nome di battaglia Tarzan. Cenarono insieme ed ambedue gli amici si ,ebbero .tanto da rruccontare ie da discutere. Il sel'gente rivelava la 'situazione del pl'esidio Tedesco e mmlllJnicava i piani ed intenzioni di Colonello di BUls'ana, mentre Ganda e M1etec gli 1ns egnavano l'01'ganisazione ed intenzioni dei partigiani. Canveni~ano di m:1laboratt·e sinceramente, di scambiare continuamente not1ziee ,relazioni ,e di aiutal1s,i avvertendo l'uno ,l'altro delle azioni e delle intenzioni della propria 'parte. Il 'sel'gente rke~eva 'allora il suo nome di battaglia (Geri )ed anche la Hsta dei nomi di battaglia di tutti i suoi collaboratori. Egli prometteva specialmente di aiutare tutte le pel'sO'ne che gli venivano ,assegn:ati da Ganda o Mietec ed oltre di guardagnarealtri Tedeschi, amici di lui o di Mietec, per collaborare o per scaJppare ai partig~ani. A notte alta i collaboratori si sepatarana contenti e lieti dell'incontro e dei frutti, che ambedue le parti si promettevano. Ceri, lSemlpre alocompagnato da!l 'suo fedele Dario ritO'rnò a Busana verso le 3 di notte e rirulsdva dirienttail1e nellia .crus.el'ma, senza che nes'suno dei suoi camerati avesse cO'nstatato la ISlUa lUi!1ga ruslsenza. Le nuove relazioni tenevano il servizio d'informazione segreto di Gancia ancora meglio informato di tutto ciò che lSuccedeva nei presi:dii Tedeschi della 63°. Oltre a Ceri 'e 1'intel'prete Peppino, Icheaveva ricevuto il nome di battruglia: Luco, 1 (5) Nehla zona t!J.t,a Busooa e iJ Seaohla, openawano [e SA.P. delJa montaJgnta, con tompiti sorpt1ru1ltJU11to di vigiilianza SUli movimenti. tntem.ioi. ( 6) Oddlitno Gasoli. 86 collaborava ormai anche Ui1l altro amica di Mietec e di Ceri: Walter Schneider (Zara), che era stazionato in Castelnuovo nei Monti per il serviziO' telefonica fra i presidii Tedes,ehi. Egli 'Sapeva sempre dare molte notizie perché era in gradO' di sentire tutte le relaziani che il CaIanellO' di Busana trattava can il Cammanda Tedesco Superiore di Alb1nea per mezzo del telefono. Ma presto quello daveva lasciare Oa!stelnuovo e sfcappare ai partigiani es,sendo Istato denunciato al presidio di CastelnuovO' come cdHaboratore partigiana da una spia di quel paese. Scappando egli portava can se ilSfUa 'compagno di lavoro, un altra militare Tedesco, che non era callaboratore e che non ,sapeva nuHa delle relazioni di Zaito con i Partigiani. Zaro lo faceva venire con se a Bagnalo poco sopra Castelnuovo di'Cendo che avrebberO' trovato là tante uova da comperaTe. Quando ardvarono las'sù, due camerati partigiani avvi'sati da Walter eranO' già pronti persol'prendere e diJsarmare tutti i due. Il compagna di Z:aro si spaventò tanto, quando i due partigiani entrarono e chiesero le loro armi. Anche adesso Walter non gli spiegò niente e quella continuò ad avere paU!l'a senza crupire la tranquillità del suo camerata. Nella notte e per il giornO' seguente i due Tedeschi venivano condotti a Ligonchio e il compagno di W,alter si memvigliava sempre di più vedendo che es,si ricevevano in tutti i paesi, che traversarono, pane le <lalte e sigarette, nonostante che fossero in potere dei « crudeli partigiani »! Finalmente arrivlati a Ligonchio egli cominciò a comprendere vedendO' che W alter era già ,aspeHato e cordialmente saLutato da Mietec e dagli altri Partigiani. Mentre Walter era arruaLato nella 'squadra d'informazione segreta di Gancia, l'altro, non essendO' un elemento di f~ducia, pas'sò la fronte per aspettare la f1ne della guerta in un campa di concentramentO' Alleato. In Busana calLaboravano in questo tempO' degli ,albi tanti oltre Giacomini le due ragazze Lucia Saochini (Meri), che aveva compiuta quella famosa COl1sa a Caprile nell'alta neve per avvertire i part1g1ani del rastrellamento; e Cecilia Cadoppi (Eraina), che faceva la segretaria del Cammanda Tedesca lavaranda insieme can Ceri. Ambedue le ragazze erano nell'intero segl'eto e servivano 'specialmente port'anda le notizie più ul'genti ehnportarrti alla Seocrua per consegnarle al servizio delle staffette partigiane. Eraina riceveva, oltre le notizie, le lettere di Liganchio per partarle di nascosta a Ceri,ed era lei, che 'slCtiveva anche le 6spaste es'senda troppo conosciuta la calligrafia di Ceri ai Saldati del Cammanda. Si capisce che tutte le lettere erano 'scritte 1n un senso velatocos1cché nessuno, non essendO' nel segreto, poteva capire il's'ensa nascosto della relazione. I mes'saggeri che portavanO' le lettere sembravano innocenti viaggiatori venuti a Busana, soltantO' per chiedere un permesso di viaggia a Castelnuovo od a Reggia. Una sera nella Hne del febbraio passava da Busana la staffetta partigiana Raffae1li Cleide (RaMaella), che aveva da portare delle lettere dei partigiani di Ligonchio a quelli di Ramis,eto. IIn Busana ella si fermava un momentO' per sentire se fasse là pronto per1a partenza un camion Tedesca che patrebbe portada fina a Cervarezza, per rendere più carta la strada. C'era allora nella strada vicina al oamion un caporale Tedesco, che gli pareva di riconoscere la RaHaella già v1sta a Castelnuava dove egli credeva di avel'la vista Isempre in mezzo a tanti giovanatti. Egli raccontava la sua apinione al tenente che :E~ceVia il comandante dei camions, credendO' che ella fass'e una spia e cospiratrilce partigiana. Perciò il tenente dava l'ordine di 87 arrestarla e di metterla in prigione. C'era Ceri ,che doveva compiere l'arresto e che doveva tenere le chiavi della pògione. Dopoché il tenente se ne fu andato raccomandando a Ceri la più attenta vigilanza, Ceri apt1Via 1a pr1gione dove Cle1de tremava dal freddo e dalla parura e la faceva venire nel suo aMido per disoutere la sua difesa. Ella pretendeva di avere vo1uto portare le tes'sere dei viveri a un suo zio di Cervarezza per faDgli prelevare i vi'Veri qruando andava a Reggio con il suo baroccio. Per approvare la verità di queste 3Jffermazioni ella pregava Ceri, di interrogare i di lei parenti di Busana, dove ilei era stata prima di partIre per Cervarezza e di chiamare anche l'intenprete Peppino, 'che aveva Lui stesso raCicomandato a lei di usare fino a Cervarezz.a un mmion TedeslCO. Ceri parlava allora con i parenti e con Luco e così egli era pronto per dilfendere la CleiJde il mattino dopo, quando il CaIanello veniva per esaminare la pr1gioniera. Il CaIanello cominciava già dopo le prime parole a gridare lcon Ceri, se quello av,eslse mai sentito, che cosa fosse 'lilla « staffetta partigiana »? Ceri al10ra - con una faocia molto suuplda - t1spondeva: «No, Signor Colonello, mai! » Allora il CaIanello si artab1ava di più e diceva a Ceri, che egli era il più stup1do s'ergente che rfoSiSie mai stato da assiJstente in un Commando Tedesco. Ceri replicava: «Mi 'spiace, Signor ColoneHo, ma nessuno mi insegnava mai niente di queste cose! ». Il Colonello era 'allora ,furiosissimo con Ceri affermando che questi - che fadeva l'inteDprete fra il CaIanello e la RaEfaella - metesse già tutte 1e \tisposte giu1ste per dnendens,i nella di lei bocca. La difesa della Cleide per mezzo della sculSa deHe tes'sere e dell'aIffenmazione di Luco era così riuscita che il CaIanello la doveva Irusciare libera SlUbito, nonostante che fos'se conv1nto che lei aves'se tentato di far'e srupere quando partis,sero i camions Tedeschi per chiamare allma i Part1giani all'attaoco. Finalmente egli gridava 3Jncora Ceri perché quello, fra tanti pensieri per difesa della Clelde aveva dimenticato di proourarle una collazione. Così tanto 'era cambiato nel bene il'sentimento del Colonello per causa della buona difesa. Dopo la uscita del ColotlJlello Cldde ringraziava Ceri e partiva lieta con un permesso di ritonno a Vag1ie. Già poco dopo il primo incontro i collaiboratori si riunivano di nuovo a Tufo e deddevano di preparat.e insieme un piano grande 'e col'ltagioso. Intendevano niente meno che attaccar'e e prelevare tutto il presidio di Busana, cioè lo stato maggiore del battaglione che ·av'eva la Isorveglianza della 63°. Decidevano che Ceri doveva denunciare la paro[a d'ord1ne e 'cCll111il1J1JJioalteal1a squadra Gancia tutto ciò che si aveva bisogna di sapere per prepail'are e intendere bene l'attacco. Mietec e Zam, insieme 'con altri 3 part1giani in divisa Tedesca, dovevano sorprendere le 3 sentinelle in Bus.ailla e ,in Co~onia. Pt1ma che sllliocedesse questo, a'vtebbero la 145 0 Brigata e una part'e della Milslsione Alleata e delle Fiamme Vendi, in tuHo silenzio, già circondato Brulsanae la Colonia di Busana, aspettando il segnale di Mietec, che il suo colpo fos'se bene riu'sroito, per ent'rare nelle lcaserme del presidio e sorprender10 nel sonno. Così sareBbe stato preso l'intero Stato Maggiore del pr,esidio della 63 0 strada con tutti gli equiJpalggiamenti e v,elltovagliamenti e con la minima perdita di sangue e di fatica. Prima del coLpo le linee telefoniJche dovvebbero essere tagliate e le strade verso Ni'Sillozza e Cervarezza m1nate, per 1mpedire :H soccorso dei presidii di qruesti paesi. Si stava prepara:ndo questo piano riunendosi tante volte in Tufo e alla Secchia, qU3Jndo Ceri era mandato dal 'Suo Colonello a Sarzana, per frequentare un 88 cotso per imparare a combattere contro carri almati. Tutti gli amici, anche Ceri . stesso, credevano già che il Coionello, essendo arvvertito da una spia del tradimento . di Ceri, sospettas'se di lui e ,lo voleslse punire. Ma meno male: non era questa la causa: il Colonello era soltanto '~uribondo con Geri, perché questi aveva spedito le .lettere delle madri e delle mogli dei 'rastrellati e deportati 1n Germania per mezzo della Posta Milimre; e per la medes1maaveva anche Itkevruto le risposte, indirrizzate al suo nome, cosa che era aSlsolutamente vietato dall'Alto Commando Tedes'co. Ceri l'aveva fatto per aiutare quelle povere madri ,e mogli che non potevano avere notizie dei loro cari, essendo [a posta civlle fu la Getmania e l'Italia fuori funzione; ma il Colonello Tedesco non aveva compassione e comprensione per le disgraziate madri e mogli Italiane. Dopo 14 giorni Ceri ritornava da Sarzana e riprendeva subito contatto coi collaboratori, che avevano assai temuto per il destino del loro compagno. Ceri, deciso di non rimanere più di una settimana ancora in Busana, chiedeva di intraprendere senza ritardo l'attacco già deciso, temendo che fra poco il Colonello l'avrebbe trasferito alla fronte o ad un'altro posto. Così i collaboratori decidevano di eseguire il piano nella notte dal 25 al 26 marzo. Molte erano le notizie ohe 'correvano fra BUisana e Ligonchio nehl'ultima settimana prima del deuto attalcco. Ceri salo non avrebbe mai potuto preparare tutto, dato che non poteva mai scrivere con la sua calligrafia troppo conasduta e poiché gli mancavano tante volte le parole giuste nell'Italiano per espt1mere quelllo che aveva da dire. Anche non oapiva sempre tutto ciò, che gli avevano scritto da Ligonchio. Così era content1ss1mo in questi giorni di trovare nella Partigiana Aris una persona dec1s,a di lavorM'e 'contro i T,edeschi oVUlnque era possibile; questa dava a Ceri ottimi consigli per l'impresa progettata, lo aiutava nella maggior parte delle preparazioni neoes1sarie, compiva tutta la corrispondenza e lo avvertiva delle chiacchiere ohe correvano in Busana rucendo che Ceri collaboraslse con i partigiani, cosa penicolOlslssima peliché taJl1ui so~dati nazilsti avevano amÌ'che fra le donne di qruesto paese. Fino a meZZaJl10tte passata Aris e Ceri sorivevano e rlspondevano alle lettere; 5 vohe e più nella giornata andavano e arrivavano le lettere fra Gancia e Ceri in questi ultimi giorni., cosicché la sera della domenica, li 25 marzo, tutto era pronto, la pa'tola d'orome denoociaua, e si doveva ~perM'e un grande successo. Ma il destino ingiusto aveva pred1sposto al :rovescio. Già era stata fauta pt1gioniera la prima sentinella fra BUisana e Rio Riocò senza il minimo rumore, già arrivavano Mieuec e Zaro con Iglialtri 3 partigiani tutti ln dilV~sa Tedesca in BUisana, dove era pronto Ceri per aiutarli nel resto dell',iJmpresa per sorprendere la seconda sentinel1a e quel1a di Coloma, quando una delle s'ent1nelle già prigioniere 'scappava e dava l'allarme gr1dando: «mbe1li! Ribelli! Sparate, ci sono i banditi nel paese! ». La "seconda sentinella alzalVa allora hl fudle, e così Mietec e Zaro dov,evano sparare per saJvare M'loro vita, è nohos1:ante i silenwatori il suono era tanto forte, che ad un uratto l'intero pres~dio di Busana era in Ì!stato di allarme ed usciva della casetma pronto a dilfeooersi. Ghe casa 'era suoces'so? - Un piccolo errore aveva . tultta la colpa di ciò: nonostante gli ordiniesauti dati dallo stesso Colonello Monti, 'la squadra partigiana, che doveva prendere i pltigionieri, era rimasta indietro, sia s,fidando Miete'C ,sia avendo petduto Ja Isquadra di questi nel buio della notte. Cosl Mietec aveva preso i pltigionieri con 'se avendo troppo poco uomini per mandarne uno indietro con i pr1gionieri; egli credeva di ,potere continuare anche cosl a svol- 89 gere il compito affidatogli. Ma arrivati a Busana uno dei prlglOmen era fuggito allaJ:lmando cori le sue g,dda il rpresildio TedeslCo. Che cosa aiutava ora il tatto, che i compagtJJi di Mietec amazza'Vano l'altro che era rimasto, che cosa anche che Zatt."O e Mietec avevano ucdso un soldato della seconda sentineHa? Ormai tlUttO il presidio era in isooto di allarme e ai partigiani rimaneva nient'altro che ritirarsi ed a!bbandonare l'impresa. Così per un errore era peJ:Iduto tutto! Ceri stes!so dovev.a scappare essendo stato riconosduto come collaboratore dal pr1gioniero fuggilto. Poco dopo tuttll i partigiani ,si univano al mulino della Secchia e deploravano la loro diJsgrazia. Stanchi e di malumore raggiunge'Vano nelJ'a~ba della mattina dopo Ligonchio, dove trovavano due soLdati Tedeschi sCllippati nelLa medesima notte da Busana per causa della propaganda di Ceri. Questi e lo Ispavento del pres1dio Tedesco di Busana rimanevano l'un~co effetto ·della 1mpresa cOlsì corragiosa e così bene prepa'rata. I due Tedeschi pa'S'SI3Nano dopo 3 giorni di soggiorno a Ligonchio la fronte per raggiungere g[i Alleati. L'interprete Peppino era rimasto a Busana, perché nel momento dell'attacco e della fuga di Ceri aveva dOi1'mito. Egli era in grande pericolo di essere scoperto come collaboratore, ma la ,sua astuzia lo aiutava di rimanere nella fiducia del Colondlo, che gli voleva bene maLgrado gli attalcchi degli altri Tedeschi. Nonostante la mallUsdta del grande piano la squadr,a d'informazione di Gancia riprendeva 'subito dopo il suo lavoro. AUa squadra appartiene ora: Ganda come Capo :squadra, Mietec che lo Isostituirsce, e Ceri, Fruro e Carlo come collaboratori interni. Gamo, un militlare Tedesco, che la'Veva già tal!J.to tempo collaborato in Cervarezza, e\1'a !scappato da questo paese il giorno stesso della impresa di B'llISana. Come esterni collllJboraI!J.o in BUisana: Luco che riceveva l'ordine di rimanere là fin tlanto che fOSise po'sls~bile, a~finlChé si aves'se almeno uno :bra i Tedeschi del paese che poteslse dare notizie deUe inten7Jioni del presidio. Oltre Loco c'è Aris, Eroina e Meri e Giacomini e c'è finailrmente Budd Nino (Zarco), un giovane mutilato di guerra, che era venuto il gionno dopo l'impresa malusdta, per trovare Ceri ~n Ligonchio. Egli si era d1chiarato pronto di IcollaboraJ1e ,sulla inchiesta f,atJtog1i da Ganda. In Mal1mor,eto sono sempre pronto per la squadra di Ganda Dario Coli (zio) e Kodin. Il 1avoro era ormai molto più diffkirle e pericoloso, perché dopo l',attacto di Busana tutti i presidii della 'stTada N° 63, erano diventati molto più vigilanti di prima e sOSIpettolsQ del Ipiù Ipirocolo motivo. I Nazlsti del pres1dio di Busana dkevano a qualunque persona che volesse asco1tal1li, che Ceri sarebbe stato impkcato da'Vanti al Municipio, se fosls'ero sva,ti oapad di prenderlo, e nella steslSa maniera frvrebbero probaJbi1mente fatto con tlutti i suoi collaboratori. Malgradoqlleste condizioni piuttosto dilffidli e pericolose le JetteJ1e e le relazioni correvano più spesso di prima. Ceri intendeva ona di mandare lettere di propaganda ai suoi cllJIDerati di prima, per esortJarrli a collalborare con i partigiani o di scarpprure dai presidii o almeno per farli cominciare a dubitare nella verità di quello, che loro dicevano gli uffidaHe che leggevano nei giornali Tedeschi o che sentivano dalla 'radio. Luco e Zaroo si oooupavano di trasmettere le lettere di propaganda agli indirjlzzaci, lavoro molto pericoloso, es\sendo ognruno che portava una ,tale~ettera 19uardato come colilaboratore partigiano,. se i Nazisti riUlscivano ad arrestarlo. 90 Per riferire la si1Juazione di B'llIs:ana e per tril'ttare ora1mente i lavori più urgenti e importanti con Gancia e Ceri, venivano malgrado il grande per1colo alcuni dei collaboratori estel'ni lcome .A:riJs, Eroina e Zal'co pensonalmente a Ligonchio. La cosa più interessante che riportavano era, che tutta Busana e Colonia sarebbero state minate e -che ICOSÌ le d1fHcoltà per un'.altra impresa sarebbero 'State molto aumentate. Ma Ganda e Ceri trovavano anche qui una strada, che pramettev,a un successo. Il sergente che aveva messo le mine in Bu,sana era un amko intimo di Ceri. A motivo di questo Ceri intendeva di pel'suaderlo a collaborare, specialmente per togliere le mine ma anche in generale, una 1mpresa molto diffidile, perché questi era un Tedesco molto patriot~co. Proprio qUeista impresa doveva divent,are il capolavoro di Ari-s, la quale conOiscev,a già da prima quel sergente, che era veilJ:tUto tante volte nella di lei crusa insieme con Ceri. Per trattare tutte le d~fHcoltà e possibilità di tale 1mpresa Aris era venuta a Ligonchio e dopo tante d~soUlssloni e consiglii ella partiva promettendo di occuparsi di questa così d~Hidle e perilcolosa impresa. Mentre si intmprendeva e inniziava questi lavori per Busana, la squadra informazione di Gancia preparava anche in tanti altri parti deMa 63° <strada attacchi contro i vari presidii. Da tutti i paesi dehla zona giungevano quotidianamente notizie e una volta nella settimana arrlvawano anche i collaboratori di quei paesi, per d1scutere con Ganda le pOIS:sibjtHtà Idi nuove imprese, che intendevano di lanciare contro i loro presidii. Il 'servizio d'informazione di Ganda dava per t!utto questo tempo continuamente notizie e ttelazioni atutt:i i gruppi della organisazione partigiana per aiutarli il meglio posiSiJbile nel compito del loro lavoro. Fra queste 1mprese aveva una, contro il presitdio di Aicqualbona, un srucces,so assai soddisfacente: Un gruppo formato dalla 145° Brigata insieme con a:1cuni collaboratori del paese attaccò il presidio di detto paese con lo scopo speciale di fare priJgioniero il Commandante, un maresciallo molto catdvo, che era odiato tanto dai 'Suoi stessi saldati e di più dagli abitanri del paese, ai quaJ1i a'Vleva 1Jra l'altro tolto l'ultimo latte, che avevano per il nutrimento dei loro bamhini, ordinando di consegnarlo completamente al presidio. Il coiLpo di farlo prigioniero riusciva male; ma es'sendo minata come sempre per J'oocasione di un'impresa la strada da tutte le due parti del paese, il maresciallo andav,a proprio su una di queste mine insieme con un suo soldato. Questo accadeva mentre correva nel1a notte per la 'Strada ispezionando le sentinelle che avevano dato l'allarme dopo ché avev'ano sentito qualche l'Ulffiore causato dal gruppo partigiano in partenza. ffiil'res:dallo ,e il soldato che lo accompagnava rimanevano UiOcisi e la popolaZiione ed anche una tb.eJla parte dei so1da1Ji Tedeschi del presidio resp1ravano. Da questo momento rutti i piani 'e prepalt,atitvierano disturbati per la notizia di un nuovo rastrellamento. Il piano di questo tllJstrellamento era tenuto così segreto dall'Alto Commil'ndo Tedesco, che nei primi 1:!empi mancavano tu1Jte le notizie indicanti lo scopo delle truppe operanti. NeSiSUt!lO dei collaboratori nei paesi della 63° sapeva, se si tra:ttava soltanto di truppe paJslsanti e destinati a raggiungere la fronte o se si int!endeva un rarstrel1amento. Finalmente l'unica era Aris che riusciva a dare notizie esatte. DilspDezza:ndo rutto il'immenso pericolo dIa interrogava per tutto ciò, che intereslsa'Va, proprio quell' aI1llko di Ceri, quel sergente delle mine, al qua:le lei poco pr1ma aweva consegnato la prima lettera di Ceri. Dopo tanto ostinaZiione egli aweva accettato di leggetila ed era lui proprio, che comunicava ora a Aris, n 91 che >si Istav.a preparando un raJstrellaltnento in grande stile, per raggiungere Ligonchio da tutte le parti e per prenderlo nelle tenaglie, dec1so di non lasciare scappare questa volta neSisuno. Ar1s mandava le notizie ottenute ,subito a Ceri e così la squadra d'informazione di Ganda era la prima che poteva dare spiegazioni esatte dello scopo delle truppe Tedesche 'che stavano avkiMndosi sempre più a Ligonchio. Erano parti fOitte di truppe Tedesche, nonché Mongoli, che partendo da Castelnuovo nei Monti pas'sarono la Seochia sotto Tala;da ed iniziarono i primi attacchi contro i pal1tigiani di Carù che difendevano le loro poszioni. Intanto dava anche Luco la notizia dello scopo delle truppe operanti aggiungendo che fra J'iltro il Colonello di Busana aveva pregato gli uffiJCiali, ohe comandavano le truppe del rastrellamento, di mettere maJsIs1ma importanza nella ricerca dei fuggitivi del proprio battaglione, specia,lmente di Ceri, Mietoc e Zaro. Così questi membri della squadra di Gancia imparavno ancora una voJta a conoscere l'odio immenso degli uffkiali del presidio di Busana conbro loro, e potevano bene immaginarsi, che cOISa sarebbe stato il loro destino, se il talstreHamento avesse raggiunto il suo scopo. Perciò il lavoro d'informa:èione delJa squadra di Gancia era fermato, essendo occupati tutti i paesi e s<traJde vicino della 63° strada. AUora prendevano anche i membri della Isqruadra d'~nfoil'mazione i loro mitra e la mitragliatriJCe per difendere le posizioni intorno .a LiJgonchio. Si combatteva vioIentamente e con tanto sacrificio e .çoraggio, ma i Tedeschi erano troppi, aiutati anche .çon artiglieria pes'ante, e così ri<uscivano ad avanzare continuaJmente (7). Armvarono già in Carrù, Cerré, Soilogno e un giorno dopo anche i presiJdii part1giani di Primavore e Montemgno dovevano abbandonare le loro posizioni. Guadagnati questi posti i Tedeschi 'sparavano con artiglieria su Ligonchio, dove ailicuni rimanevano feriti. Già stava preparandosi per abbandonare anche questo paese, per naJscondersi nei refugi più in alto sui monti. Proprio in qUélstO momento i Tedeschi l8i fermarono e due giorni dopo si ritirarono dai paesi oCOUipati dopOlChé avevano ancora runa volta dimostrato la loro crrudeiltà incendiando le caJse dei parveri 'abitanti davanti ai loro occhi. Che cosa era il motivo di quesito ritiro iiffiiprovviso? - G1i ANeati avevano cominciato la loro offensiva ,in prima<vera ed ,:wevano già talggiunto MaJSlsa, Carrara e Sarzana. Essi minaociavano Bologna e ICOSÌ itl Commando Tedes'CO SQJJperiore aveva b1sogno delle truppe delraJstrellamento ,che erano tutte truppe di riserva, per mandarle atl fronte, e perciò f1niva il talstreNamento cosÌ di iiffilJ?rovv1:so. (8) Grande era la gioia 1in Ugonchio l~berata. Si festeggiavano la partenza dei Tedeschi e si ascoltavano Icondnruamentealla radio Je IUIltime notizie, che annunciavano la !retirata dei Tedeschi ,in tutte le parti della fronte, e ,l'avanzata rapida degli Alleati. La Isquadra d'infol1mazione Ganda riJprendeva ISlUbito il lavoro, per far sapere aa situa~ione dei presilidii Tedeschi della 63°; Ceri Iscriveva molte lettere di propaganda per ,spiegarea:i \Saldati dei pres1dii Tedeschi la situazione delle varie parti della fronte e in Germania Istessa, pooché a loro ,era proiJbito ascoltare notizie (7) Mlude 1ailJ.',attooco <tedesco svoltooi 1l11a hl 10 ed il 14 apr:hle. Le truppe l1:edes:ahe :fecero, .dopo tre giomi di lonta :pl1esoo Ligondhio, una digressione ai Villa Mino~ e poi si Il1itliraa:ono :prussando per Gatta. (8) Gli mtaocanni, probabillmente, si !l1Ìttt,rurono anche :perché Ila pressione pllilJt:iJgiooa si tacev1a più forte da .un ,ailuro lruto. MellJ1l11e da Susana si iJ?IIDtmna ru Ligonchio, par,tiiJg1aill1Ì l1eggiand e pal1111!ellJsi caoci!Wafio i >redeschi da Giano d'Bn2la. 92 diramate da fonte nemica. Queste lettere divenivano s,ubito d1stribuite per via di Kodin, Zarco e Looo - anche per mezzo della stessa posta militare Tedesca. I frutti di questo lavoro lsi dWOIstrarvano già dopo poco: Arrivavano lettere di soodati Tedeschi di Busana e di altri paesi, che ,si dichiaravano pronti di collaborare o che chiedevano un elemento IHdato, per amtal"li nella prepamzione della loro fuga. Una :parte della !squaJdra di Ganoia 1avorava in questo tempo una settimana in CaJstelnuovo nei Monti insieme cona[tri camerati del 8° battaglione. Si tagliava fra questo paese e fra Croce la linea telefonica dei T'edeschi per attaccare e rare prigioniem i soldati usciti dal paese per r1parare Ja !linea. Si intendeva usufruke gH appareochi guadagnati, per aJSlCOltare sulla stes,sa linea le notizie cambiate fra iiI Commando Superiore di .A!lIbinea e il ColoneLlo di Busana. Ma ci Tedeschi erano in questi tempi già così d1sperati e scoraggiati, che non uscivano più dai loro rifugi neanche per fare le l'eparazioni ,de1Ja linea telefonica. Es'si rimanevano nei paesi e non si facevano più 'vedere sulle 'strarde fumi dei paesi, che erano già quasi interarmente nelle mani dei part1giani. Intanto Ceri 'aJVeva 'riJcevuto JlIll'ov,e notizie di .&ris. Ella aveva 's,ubito dopo il rastrellamento ripreso il compito a riguardo quel sergente ed amico di Ceri, che aV'eva mes'solle :tnl,ne in BUisana. COlme aveva già letto la prima lettera di Ceri e aveva dato le spiegazioni chieste per H !tasttelbmento, così egli (leggeva ora le altre lettere e dava anche IrispOista. Egli prometteva di collaiborare per quanto pos's1bile e 'sopra tutto, di fare una Istrada nella cinghia delle mine, cOilla quale il pre~idio aveva dl1co11ldato Busana. Così si cominciaJVa di nuovo di meditare dei piani per attaocare il presidio di detto paese. Rigrualido questo ,scopo Ceri voleva incontrar-si di naJscosto con 'suo aJmicoe lcon Ar1s neHe vicinanze di Busana per trarttare con loro tutto il necessa!tio. Mentre egli Istava Icombinando con Ads posto e ora di detto incontro, arrivavano già contlinuaJmente in Ugonchio soldati Tedeschi, che erano scappati dai ,loro presi/di, dO/Poché aJvevano capito, che la coosa di Rimer era ormai perduta nonostante le grande menzogne di una vittoria, che le radiotrasmissioni del « Re:ich » Isempre ancora dff,fondevano. Bs'si passavano tutti dopo un breve soggiorno e interrogatorio in Ligonchio e Febbio la fronte ed erano condotti nei campi di concentramento degli Alleati. Per lo scopo di una impresa in A:cquabona e per l'incontro fra Ceri ,ed il. suo amico Bmmo (9), finalmente anche per abbreviare ,le 'strade delle notizie, la squadra di Ganda era la sera di domenica, ai 22 aprile 1945 andata fin'al mulino della Secchia. Mentre dormilVano 1à in un fienile, <li raggiungeva verso le 3 di mattino la notizia, che i Tedeslchi Ipartivano da Busana. Gliaibitanti del paese chiamavano i part1giani per attaccare le t1"llJ,llPe del pres1dio mentre partivano. Se 1os'S,ero stati vidni i p art1giani , 'si avrebbe rpotluto fermare il lungo treno delle truppe dei vani presidii senza tanta diif~ico[tà ,e Isi alVrebbe potuto for2arli ad arrendersi. Ma i partigiani erano rutti occupati in una ']mpresa di Collagna e qui vicino a Busana non c'era nes,suno olt're 1a rp~ocola sqruadra d'infoJ:1mazione di Gancia con 5 uomini. Nonostante dò aalsqlUaJdra ,saliva lastraJda V'er'SO Busana e andava poco sotto la .strada Nazionale in posizione con le mitra e la mitragliatrice. Ne1l'alba un po' nebbiosa Isi sentivano più che si vedevano le t,ruppe del pres1dio di Busana passanti con (9) Nome di baittaglia del partigiano tedesco SteinJ1e Ernesto. 93 automezzi e ,con cal1r1a cavalli. Allora 'sI inrcamindava runa forte ,sparatoria, che era rrsposta violentamente da una mitragiliatrice pesante dei Tedeschi. Ma presto la mitragliatrice taceva e non ~si ,sentiva neanche più il rumore dei carri a cavalli sulla strada. La squadra pel1seguiva allora il sentiero e raggiungeva la svrada Nazionale N° 63, Iche era 'Vuota ed abbandonata. I Tedeschi 'erano già tutti partiti, la squadra era venuta troppo ta11di per fel1mardi, anrche ,se fosse ,stata as'sai forte. Ma almeno due macchine Tedesche 'erano Ir1maste nel fuoco concentrato della squadra con 11 maresdallo medico ed alouni soldati della sanità del presidio. Intanto la squadra di illlfol1mazione di Ganda entrava per prima in Busana ahl'alba della liberazione, saiutata con tanta gioia da tutti gli albi tanti del paese e 'sopra tutto dai co11aboratori !S'egreti A>ds, Giacomini, Dario e Zarco. Insieme 'salivano su in Colonia, dove trovavano già presenti ,gli ahiti iCOllalboratori Eroina, Meri e Kodin, guardando la condiusione e i resti di equipagiamento lasciati dai Tedeschi. Poco dopo arrivava anche Luco, ,che già neilla notte aveva albbandonato il 'Pres~dio e che ,si era nascosto fino all'arrivo dei patt1giani in Mal1moreto. Fino a mezzogiorno arriiVavano anche gli altri partigiani di Ligonchio e si poteva !Sequire i Tedeschi 'verso Castelnuovo. In questo paese il ColoneHo di Busana aveva tenuto il suo ultimo d1scol1soalle truppe Tedesche nel mattino del 23, dopoché aveva ;scoperto la fuga deH'interpl1ete Peppino; aveva ,gridato tanto che questo saN!bbe ,stato impiocato aMa tra'Ve più alta, Ise fos'se 'stato preso. Ma la sua rabbia era vana; nella notte dal 23 ail 24 tutto il battaglione del presidio della 63° Strada Naziorra'lefu attaccato dai part1giani fra Felina e Casina 'e fu disperso in tutti i venti. La resistenza era rimasta inutile, il Colonello fuggiva con la sua macchina svelta a Reggio !per darsi nelle mani dei Inglesi dopoché ,aveva dato Il'ordine ai suoi soldati, di resistere ai part1giani fino all'rultimo ,goccio de'l loro sangue! Ma i s01dati deHa :sua truppa 'si arrendevano tutti nel corso del 24. L'uno dopo l'altro, stanchi ed esauriti, ai Partigiani. L'intera ,straJda 63° da Fi'Vizzano fino a Reggio era alberata e gli abitanti dei paesi 'respi!ravano. Finalmente 'erano 'anche loro Hberati dalla oppressione di un presidio straniero. Emmo, 1'amico di Ceri r(Ernst Steinle), era rrusdtoa liberarsi dalla vigilanza dei ",uoi UIfficia:Ii in Felina. Si lera fatto dare un permesso dal Commandante Partigiano di Casina, per potere raggiungel1e Ceri in Busana. Ma ceri era già arrivato in Casteilnuovo insieme con ArilS in cel1ca di lui,e così i due amid potevano albbradarsi allegri dopo un tempo 'ìdi 'Separaziol1le e di mis'eria. Emmo come Luco ed i altri collaboratori segreti erano ,ringraziati dalla squadra di Ganda per il ,loro lavoro fedele e presto rroevevano anrche loro i1 cart!e'llino di riconoscimento di Partigiano. Lasquadm di informazione ,segreta di Gancia aVieva terminato il 'suo lavoro. Lo 'S'copo: la liberazione d'Italia era raggiunto; Nazisti Tedeschi e fasdsti Italiani non c'erano più, le :Strade erano liibere per tutti, e il bel paese d'Italia poteva r1sorger,e. I membri delJ1a squadra ritornavano uno dopo ['altro 'alla vita civile. Altri grandi compiti e doveri Ji aspettano: La fam1glia, il lavoro e la ricostruzione pacifica del paese. Ma ,sempre !si ricol1deranno qules ti , che hanno lcoIlalborato, lieti e pieni d'orgoglio di ,questo tempo di Ligonchio, dove 'erano tutti uniti nel1avoro per raggiungere questo ,soopo devato: La pace e [a [lbertà nel mondo! Scritto in Ligonchio, li 7 aprile 1946. Atti e attività delt Istituto L'ASSEMBLEA DEL 23 FEBBRAIO 1975 L'Assemblea dei soci quest'anno è stata tenuta in seconda convocazione alle ore 10 del 25 febbraio. H Presidente ono Dino Felisetti, aprendo i lavori dava la parola al rag. Bruno Caprari, iJ. quale illustrava il bilancio dell'Istituto. Risaltava subito che il nostro sodalizio si trova in una situazione economica piuttosto difficile. Gli succedeva il rag. Giuseppe Ferrari, in luogo del presidente dei revisori rag. VirgiHo Camparada, indisposto. Ferrari leggeva la relazione dei Sindaci e, dopo breve discussione, il bilancio veniva approvato dai presenti. Felisetti leggeva poi la relazione del Comitato Direttivo sulla attività svodta dall'Istituto nel corso del 1974 e sul programma per il lavoro futuro. Di tale relazione riportiamo qui di seguito ampi brani. ( ... ) Va premes'so che il nostro programma, in questo XXX deLla Resitenza, viene ·a concorrere con qll1ello di vari organismi che intraprendono iniziathre celebrative per Je quaJ.i hanno bisogno del nostro apporto. Si tratta di un lavoro non preventivamente progtal1I1mabile nel quale ven1a11I1o via via coinvolti, arricchendo in certo senso iJ. nostro impegno; pemnettendoci cioè di renderci utili, traendone in <compenso I\1n certo vantaggio che non è solo di prestigio. ( ... ) La mancanza di mezzi pesa molto sulla nostra attività, che viene ridotta e ritardata. ODa, per cose di un certo rilievo, non poosial1I1o più muoverei ·autonomamente. Le nostre iniziative devono essere studiate in modo da fàrne prurtecipi altri Enti, ai ,quaJ.i -addossare in rutto o in parte le spese. ( ... ) La causa fondal1I1entale di queste nostredifficd1tà Ista nel fatto che i contributi del Comune di Reggio e dell'Amministrazione ·ProvinciaJ.e (ai quali va rutta la nostra 'gratitudine per averci aiutati a nascere ed ,a camminare) sono all'incirca quelli del 1967. Negli ultimi 8 anni, come tutti sapete, il valore del denaro è a-ss,ai mutato. Tutto è aumentato enomnemente da aUora: spese generali, di cancelleria, di posta, soprattutto di libri, di stampa, di materiale per fotocopie ecc. ( ... ) La Biblioteca si è ,accresciuta ulteriormente con la cessione da parte del- l'ANPI ProvindaJ.e di 213 libri. In ,sostanza, dai 727 titoli del 1973, siamo pas-· sati ai 955 del 1974. Per ognuno di questi J~bri sono state compilate tre schede: una per autore, una .per titolo ed una destinata all'Istituto Nazionale, che ha da 96 tempo in progetto la compilazione di un catalogo genera:le di tutti gli Istituti. Anche per quanto riguarda l'Archivio si è awto un certo arricchimento. Sono proseguite le' ricerche presso l'iArchivio Centrale di Stato .da parte di Degattli e di IUno Istudente che, in contatto con noi, struva preparandosi per una tesi di ;laurea. Siamo venuti 'Cosi in possesso di altre fotocopie di dOC\lJIUenti del «Velltenmio ». ( ... ) Abbiamo potuto ,sfruttare un altro filone importante attraverso l'impegno di una laureanda. Avremo cioè, in fotocop~a, documenti di a10uni Comuni che f.a'Cevano parte della zona montana liberata dai partigiani: per ora Vetto, Ramiseto e Ugoncmo. Disporremo cosi di verbali e di altri atti degli organismi elettivi di quella zona. E' un materiale sino ad ora 'sconosciuto e di notevole interesse. Abbiamo compiuto, in accordo con l'Istituto Nazionale, 'la scheda.rura anche della stampa periodica 111 nostro possesso; per il momento 51110 al1a lettera M. Si tratta; anche in questo caso, ,di fornire una puntualissima 'segnalazione di tutte le testate e dei numeri relativi che si trov,ano presso il nostro Istituto. Il periodo abbracciato è quello Iche va da11918 al 1946-47. ( ... ) Voi Isapete che la Deputazione sua organizzando UIl1 convegno 5torko sul ,contributo dell'Emilia-Romagna .alla guellta di Uberarione. Ci saranno quattro l'elazioni: una ISui partiti politici, una sulle lotte socia:ll, una sugli a:spetti militari ed una su quelli ,culturali. I relatori, narura.1mente, si sono avvalsi di collalboratori <:he sono stati per cosi dtte sguinzagliati per rutta la Regione. E noi abbiamo dato -questi giovani ,tutta nostra collaborazione, per 1ndilrizzarli nella rkerca e spesso nella .fotocopiarura dei documenti. Ma iPer tornare ,alla Emeroteca, si è avuto U!1l citeriore arricchimento con donazioni di ,soci tra cui ,ancora una volta Avvenire Paterlini e 111 particola:re Guerrlno Franzini 'Che ha .fornito tra 'l'altro la collezione pressoché completa di « Patria Indipendente» dal 1955 in poi, di « Rima'scita » dal 1945 in poi, di « Politecnico» dal 1945 dri poi, di «S~al» (un periodi'CO illustrato bilingue del tempo di guerra), oltre a molti OIUmeri·,dell'« Illustrazione itaJ.iana» degli anni 1939-'42, della. rhdsta «Emilia» ed .alcune altre cose .interessanti dal punto di vista della doou-. mentazione fotografica del periodo bellico. ( ... ) Nell'aprile SCOl'SO, secondo glla'OCordi precedentemente :presi in ,sede di Assemblea e di Comitato Direttivo, è stato dato alle stampe li volumetto « Origini e primi atti del C.L.N. Provinciale di Reggio Emilia ». E' questa bseconda edizione. Una prima era uscita nel 1970, ma si è ritenuto che, ,data l'importanza della materia, fosse 'opporrono r1stamparlo ,e ,distribuirlo di nuovo agli !Studenti delle Medie ISUiperiori. La .tiratura è stata di 5.500 <copie e la di:stribuzione è avvenuta attl1avel."SO il. Provveditorato agli studi, col quale si erano avute le opportune intese. Contemporaneamente abbiamo consegnato un certo numero di copie anche alle librerie cittadine al fine di evitare l',errore della prima volta. Allora infatti, dopo la distribuzione neHe SlCUole, non esistevano altre copie a disposizione dei privati. Anche l'edizione ,del libro « Reggiani in difesa della RepUibblica spagnola» è andata .in !porto nello scorso luglio. Molti giorn:ali periodici ne ha!ll!lo parlato. Il .periodo scelto per la distribuzione non era molto felice,ma nel suiOCessivo settembre li lavoro ft;t completato bene. ( .•• ) a aa 97 Una iniziativa non concepita ,da noi, che ci è 'stata proposta e ci ha impegnato per run certo tempo, è stata queLla ddla Mostra sulle case di latitanza, allestita alla Sa:la degli Specchi, in oocasione del 10 Congresso di storia del movimento contadino, promosso dall'Istituto «Aldde Cervi» e dall'Amministrazione Provindale. A!bbiamo Javorato .acontatto con il Centro «Bann », mettendo a disposizione 11 nostro archivio fotografico, facendo accompagnare i fotografi in varie par,ti della provincia affinché fossero fotogl1afate va:rie'case contadine'che allorafunzionavano appunto come case idi latitanza;.a!bbiamo raccolto .i dati es'senziali sulle famiglie contadine che allora vi aJbitruvano e particolnmente sul t1po del Joro impegno nella guerra di Liberazione. Infine, in base alle notizie raccolte, abbiamo redatto le ididascalie. Nel ·relativo manifesto che è stato ,diffuso, appare naturalmente hl tl10me del nostro l'stituto. La mostra iè ,stata molto apprezzata perché ha gettato un po' di luce 'sru un aspetto della Resistenza di cui si è sempre parlato, ma che è tuttavia ancora da scoprire nei particolari. Naturalmente l'argomento non è stato affrontato in tutta 1a sua estensione. Non si è inteso, in altre parole, pa'l1lare di tutte Je case di latitanza, ma solo di aloune case contadine ritenute tra le più 'significative. ( ... ) Una iniziativa per la quale ci 'siamo mossi assieme ad altri (in questo caso il Comitato per le Celebrazioni del XXX della Resistenza), è stata la commemorazione dedicata ad A'ngelo Zanti. La relativa manifestazione è stata te11JUta domenica 12 gennaio al1a Sala degli Specchi, con buona partedpazione di pubblico e di autorità. Ha presieduto il presidente del nostro l'stilluto, l'oratore è stato Aldo Magnani e testimonianze sonos,tate portate da mons. Simonelli, dal dotto Luigi Ferra:ri e da G1smondo Veroni, tutti soci o dirigenti del nostro Istituto. Qualche cosa di nuovo è emerso dalle citate testimonianze, anche se quella non era la sede per una rievocazione pretta:mente storica. ( ... ) Ma l'attività più impegnativa del 1974 è stata per noi quella legata al Concol1SO per studi storici. Abbiamo dovuto sostenere molti lunghi colloqui con coloro che ci venivano a oonsulltare p.er ,avere indicazioni sul soggetto degli 'studi,sulla relativa bib1iografita, sui documenti elsistenti editi o inediti, sui testimoni da intervistare, ecc. ( ... ) A:d un certo punto vari dei concorrenti, che sono anche laureandi, non avendo mis'Ulrato bene il ,tempo per compilare sia la tesi, sia lo studio per il Concorso, ha:nno chiesto se era possibile far protrarre la data della presentazione dei lavori che, come vi è noto, secondo ili bando era quella del 31 dicembre 1974. Ci ,siamo riuniti come Comitato DIrettivo il 23 novembre e, dopo aver esaminato il de1kato problema in truttii suoi aspetti, abbiamo dedso ,di spostare la data al 15 febbraio. Sabato <scorso, dunque, è scaduto il termine. I lavori presentati· in tempo utHe sono 'stati 9. Possiamo pertanto affermare che si è avuto un vero successo di partecipazione. 98 Riteniamo utile elencare almeno i titoli di tali studi, che in genere sono indicativi anche ,della m'clteria trattata nei ,testi. Accadde a Reggio EmiHa dopo il 25 aprile 1945; Esperienze di governo democratico nella Resistenza reggiana; Lotta ,di classe e fillSCismo a Reggio; Il Convitto Scuola « Luciano Fornadari» di Reggio Emilia (1945-'47); Momenti del movimento socialista a Reggio Emilia dal 1919 al 1921; Lotte a~arie nel Reggiano (-919-1920); La donna nella Resistenza reggianA; I partiti politici dur'cl11te ia Resistenza a Reggio Emilia; Le donne reggiane (1917-1947). ( ... ) Come è noto, la premiazione dovrà avvenire in coincidenza con le celebrazioni del :XXX della Liberazione. Aluro lavoro che ci ha impegnato e ci impegnerà ancora, è il Hbretto per le scuole medie dell'obbligo e per le quinte elementa1"i. Ne avevamo parlato nell'cl precedente Assemblea. Un direttore didattico che kl,tendeva promuovere in accordo con noi, con un Consiglio di Quartiere e con alcuni protagoni'sti della Resistenza, la redazione di un ciclostilato, ci ha offerto i'occasione per discutere del problema e per tracciare uno ,schema dei ,fatti storici e degli argomenti che ,avrebbero ,dovuto essere esposti nel ciclostilato stesso. Il nostro Comitato Direttivo, deliberava allora di far redigere all'incirca su quello schema il nostro progettato J.i!bretto. Ii M. Zambonelli, in accordo con Franzini, si è OCC\l!pato della 'stesura. Anche in questo caso, però, abbiamo dovuto ben considerare le nostre poss~bilità di sostenere o meno le spese della edizione. Visto che con i mezzi attualmente a disposizione non saremmo certamente riusciti a pag'clre le circa 10.000 copie stampate del ilibretto (tante ce ne vorrebbero per consegnarne una ,ad ogni scolaro), abbiamo pensato di chiedere un contributo MIa Regione di L. 1.250.000. ( ... ) La legge apposita per le celebrazioni del XXX, prevedeva infatti contributi anche per ipUbblicazioni inedite sulla Resistewa. ( ... ) Il 'V'olumetto è stato letto da incaricati di detto Comitato i quali hanno espresso il parere favorevole e il contr1buto, abbiamo aippreso, avverrà con il « rifinanziamento della legge. Non possi&no dire sino a questo momento quando aIVV,errà il «,rifinanziamento» e quando, di conseguenza, ci verrà dato il contrilbuto. Ci terremo al corlI."ente. Intanto il nostro Comitato Direttivo esaminerà il testo del libretto e vedrà se è il 'caso IO meno ,di apportarvi qualche migli01"amento. ( ... ) L'Ente ,del Turismo, principa1mente per interessamento del Presidente rag. Stefano Del Bue, ha stanziato, una certa cifra per dare alle stampe un pieghevole dedicato agli « Itinerari della Resistenza reggiana ». L'Ente ha chiesto, e naturalmente ottenuto, la nostra collaborazione. Tratt'clsi in 'Sostanza di una carta della provincia sulla quale sono segnati, a colori diversi, vari itinerari che comitive o singoli pott.elbbero percorrere per vi- 99 sitare luoghi ove sono avvenuti determinati fatti della guena di Liberazione o dove es1st011o opere d'arte 1Sip1rateappunto alla Resistenza. Tali luoghi sono numerati neUa cartina e, a parte, brevemente illustrati. In questo pieghevole vi saranno inoltre molte fotografie a colori e un breve testo che parla a grandi Jinee della Res1stenza reggiana. ( ... ) Noi ci ,siamo adoperati per la r1uscita della beLla iniziativa cUl!ando .la parte soritta, suggerendo le cose da fotografare in tutta 1a provincia, elaborando gli itinerari, che poi il pittore Squarza ha ,tracciato sulla cartina. Ora non rimane che pas sarealla stampa. Il nostro coLlegamento con le scuole, oltre che coi libri introdotti, si è esplicato attraverso contatti diretti con studenti che sono venuti singolarmente o a gruppi presso iI nostro Istituto in cellca di consigli e indicazioni per certe loro ricerche. Specialmente attorno al 25 apriJe, aloune c1as si, con i loro insegnanti, 'sono venute 'Presso la sede, per conoscere ·i1funzionamento del nostro organismo e per apprendere nozioni sul fascismo e sulla Resistenza. ( ... ) Le nostre due piccole mostre fotografiche della Resistenza concepite per le scuole, sono state esposte in due campi-giochi, e in occasione di manifestazioni popolari a Correggio, Budrio, Campagnola, Vhllagg.io Stranieri, Vihla Ospizio e Strad'Aita. Essendo fatte di cartone, si sono alquanto sciupate, ma con il rifacimento ,delle didascalie e qualche lieve ritocco, possono essere ,utilizzate ·anche nel. l'anno in ,corso. ( ... ) Presso ['l'Stituto 'sono venute inoltre varie persone aventi interessi diversi. Citiamo tra gli altri un professore che sta predisponendo una pubblicazione sulle zone 1ibere partigiane per la collana della Nuova Italia «Le fonti de1la Storia », e che ha fotocopiato vari documenti. Sono venuti dei giovani attori in cerca di soggetti per le loro rappresentazioni. Sono venuti due maestri di Scandiano a fotografare alouni documenti da utilizzare per un loro studio sulla Resistenza locale. Inoltre sono venuti vari rappresentanti dei Consigli di Quartiere per ricerche :sulle persecuzioni e sulle biografie di Caduti delle singole località. Molto gradita è stata ila visita di un ufficiale dei Carabinieri, venuto per avere notizie e dati storici 'su Lorenzo Gennari(medaglia d'oro « aMa memoria»), e 'su altri caraJbinieri che hanno partecipato alla guerra di Hberazione nella nostra provincia. ( ... ) Una visita pure interessante è 'stata quella dello 'scrittore e regista Pietro Formentini, che si sta occupando dei «Maggi» e che intenderebbe rinnovarne il contenuto con rappresentazioni ispirate a soggetti deLla lotta partigiana. Ha aVlllto contatto 'Con un gruppo paesano di Cerredolo che a quanto sembra si sta attivizzando a qruesto scopo e, come !stltlllto, facciamo un po' da tramite con consigli, suggerimenti di temi e contatti diretti con il gruppo interessato; giacché la condizione per ri'llsdre è che ,gli autori popolari dei « Maggi » sentano il problema, lavorino utilizzando le 'loro tecniche e impieghino come attori gente del posto. Occorre insomma che questa nuova forma di « Maggi » sia il prodotto di un impegno spontaneo per conservare i caratteri della genuinità. E' un esperimento che merita tutta 1 1 100 la nostra simpatia. La Res1stenza atttalverso i «Maggi» potrebbe fornire nuova linfa ai poeti popolari. ( ... ) L'Istituto insomma è divenuto veramente un centro molto f.requentato, al quale 'Si rIvolgono persone di ogni età, mosse dagli interessi più vari. ( ... ) Per quanto attiene la ricerca delle categorie sociali dei part1giani reggiani, iJllarvoro ha a'V'Uto un dmido avvio. ( ... ) ,La raccolta di testimonianze procede un po' meglio, ma anche questa particolare ricerca, che noi continuiamo a Titenere di grande interesse, non è stata ancora organizzata su vasta scala. ( ... ) La Deputazione regionale sta organizzando il secondo ciclo dei Cinegiornali LUCE, ,che coprirà il periodo lO giugno 1940-8settembre 1943. Dopo un 1oogo lavoro di selezione, il materiale sarà pronto nei proS'simi giorni per la pr.esentazione in tutta la Regione. Sul carattere della iniziativa non c',è molto da dire che già non /Sappiate. Si tratta di lezioni-proiezioni destinate 'soprattutto agli studenti ,delle Medie ,di Reggio e P:roviocia. Il ciclo viene qui da noi organizzato in collaborazione con 11 Comune di Reggio e con 1'Amministra'z10ne P:rovinciale. Noi ci occuperemo come la volta scorsa dei presentatori; di coloro !Cioè ohedovranno intrattenere brevemente gli studenti ~;ul periodo storico via via ;toccato dai films che, come è noto, sono materiale d'archivio originale e non rielaborato. ( ... ) Intervenivano poi il M.o Antonio Zambonelli, per ulteriori informazioni sulle lezioni-proiezioni dei documentari LUCE dedicati agli studenti, Aldo Ferretti su iniziative varie, ma in particQlare sulla Mostra delle Case di latitanza, Reclus Ma!laguti, Avvenire Paterlini e il M.o Fedele Valenti su esperienze e proposte in merito al lavoro in direzione della Scuola, I vano Curti, Aldo Salvarani e Walter Sacchetti prevalentemente sulle difficoltà finanziarie dell'Istituto, Gilioli sulla rivista «Ricerche Storiche ». Conoludeva il Presidente Felisetti, concordando tra l'altro con quanti avevano auspicato un'azione specifica per il reperimento di fondi, affinchè l'Istituto sia posto in grado di realizzare i suoi programmi di lavoro. LA PREMIAZIONE DELLE OPERE VINCENTI Alle ore 18 de'l 24 apri<le '75, neLla Sala della Giunta del Comune di Reggio Emilia, nel quadro delle Celebrazioni del XXX della Liberazione, ha avuto luogo la premiazione pubblica dei vincitori del Concorso per studi storici inediti su Reggio Emilia e provincia darI 1919 ai 1947, lanciato dall'Istituto nel 1973. Erano presenti, oltre ai conco1"renti, una piccola folla di amici, persone di cuJtur'a, soci dell'Istituto ecc. Alla Presidenza erano l'avv. Vittorio Pellizzi, l'avv. Giannino Degani, mons. Prospero Simonelli, Guerrino Franzini, l'Assessore comunale Ermanno Pignatti ed il V. Provveditore agli Studi. Dopo alcune parole di docostanza di Pignatti a nome della Amministra- 101 zione ospite, prendeva la parola l'avv. Pellizzi per illustrare gli scopi e l'esito del Concorso. . Mons. Simonelli, dopo di lui, leggeva il verlbale dcl1a Commissione giudicatrice, che qui di seguito riportiamo: La Commissione giudicatrice dei lavori, composta dall'ono prof. Franco Boiandi, dal prof. Ettore Borghi, dall'aV'V. Giannino Degani, da mons. P'rospero Simonelli ,e dall'aw. Vittorio Pellizzi, ISI è ,riunita nella giornata di sabato 19 aprile 1975 nella sede dell'Istituto. Dopo esauriente disrus1sione Ja Commissione ha ,rivenuto che nes'suno dei lavori presentati meriti una das:s~fica idonea a conseguire i maggiori riconoscimenti previsti dal bando. Ha quindi deciso di scegliere i due lavori ritenuti migliori e di assegnare ad es-si IU'n premio ex aequo costituito dalla metà delle somme dei due primi premi ilstituti dal ConCOl1So. AJleautrid di ta'li lavori, PATRiIZIA PARISI per « Esperienze di governo democratico nella Resistenza reggiana », e LUISA STEFANI per « La donna nella Resisvenza reggiana », ha deHberato di assegnare il premio ex aequo di L. 400.000 ciascuna. Nel primo Istud10 viene a:6frontato con molta siourezza l'angomenro delle Amministrazioni democr,atiche nella zona montana 'liberata dai partigiani secondo documenti in parte inediti desunti dagli archivi comunali e da altre fonti. Lo svudio costituisce un saggio in :buona parte or1ginale e di notevole interesse. n secondo è frutto di una rice11Ca esa'UJ'iente e costituisce il primo lodevole esempio di Istudio onganko su un alJgomento che oggi interessa vivamente protagonisti e studiosi deHa mater1a. Il terzo prem10 di L. 250.000 è 'stato assegnato a « I partiti politici durante la Resistenza a Reggio BmiHa », di LAURA SPINABBLLI. Trattasi di una indagine dil1gentee seria condotta sulle scarse fonti esistenti. L'Arutrice mette 'a profitto testimonianze r,accoltesu un'ampia base, tmendone un quadro interes,sante ,sull'argomento. La Commissione ha inoltre deciso di utilizzare le rimanenti L. 500.000, messe a 'sua disposizione, per assegnare i s'eguenti premi: L. 200.000 a «I!l Convitto~Slcuola "Luciano Fornaciari" di R>eggio Emilia (1045-'47) », di TIZIANA FONTANESI, studio che 'si segnala per un tema non ancora afJjrontato, ,e per una riceoca organica resa diffidle dalla ,scarsezza di 'fonti documentarie e tuttavia es,auriente nei limiti del possi!bilee svolta con chiarezza di metodo. L. 120.000 a « Lotte agrarie nel Re,ggiano (1919-1920) »di LUCIANA MAGNANI, ampia ed approf,ondita analisi de11'angomento trattato. L'Autrice dimostra buona conoscenza della ,letteratura relativa al momento storico ed ha svolto il tema (pur già largamente trattato) con equilibrio ed obiettività. L. 100.000 .a « Momenti del movimento sociaHsta a Reggio Emilia dal 1919 al 1921 » di FRANCA GALJLON[, 3iPprofondita e pel1spioua analisi del social1smo reggiano, condotta sostanzialmente secondo le dsultanze della stampa locale della epoca. L. 80.000 a «Le donne reggia11'e (1917-1947) » di AVVENIRE PATER- 102 LINI, risultato di una impegnatwa r1cetca personale svolta Isoprattutto mediante test1monianze, e raccolta di dati utillizzalbili per futuri Istudi. ,La Commislsione ha rite11lUto inoltre degno di segnalazione'il ·lavoro « Lotta di classe 'e fascismo a Reggio EmIlia» di .LUCIANO FRANZONI, inquadrato diligentementee f0l1ma1mente col1retto, ma carente di rilfer1menti alle fonti di carattere documentario. Quanto al lavoro «Accadde a Reggio Emilia dopo il 25 ap61e 1945» di VIVALDO >LAZZARETTI, la Commissione ha convenuto che, essendo di taglio narrativo e pur avendo qualche merito, eJsso non risponde ai requisiti precisati nel bando di Concorso. La Commis:sione inf]ne, per motivi tecnici, demanda al Comitato di Redazione di « Rkel1che StoriJche » Ia facoltà di decidere quali lavori, tra quelli premiati, pubblkare dopo eventuali modib:he ohe ritenes·s,e di Isuggerire agli Autori, tenendo pres1ente l'orrentamento consueto ddla Rivista ad ospitare esclusivamente materiale originale. Subito dopo venivano consegnati i premi ai concorrenti vincitori e la manifestazione aveva tel1mine. Recensioni NELSON RUINI Cavriago - Cronache di 40 anni di lotte (18821922), P,refa21ione di Rolando Ca~aDiddli, ComitatocomU!1laJe per le celebr.a2lioni del XXX anniversario deltla lotta di iliibetazione, CaWl1ago, 1975, pagg. 289. A'1tifascismo militante. Testimonianze e saggi, curato da Wclter Casotti, prefazione di Padlo Spriano, Comitato comunale per le celebra~ioni del XXX anniversa>tio del1a lotta di liberazione, Cavriago, 1975, pagg. 335. ROLANDO CAVANDOLI Cavriago antifascista. Cronache 1922-1946. Prefazione di Alfredo Gianolio, Comitato comunale per le celebrazioni del XXX anruversalJio deLla lotta di libetazione, Cavr,iago, 1975, pagg. 263. Il modo forse più utile e 11JUOVO di fare storia delI'antifaso1smo, delimitando l'oggetto della ricerca ad un comune, è ,indubbiamente quello che si basa sulla racco1ta di dooumentazioni verbali e sctitte, come l'opeta SC!1UpDlosamente curata da Wil1iam Casotti. Dopo che, speciaJmente per mel'lto di Giannino Degani, Guerrino Fmnzini, Rola:ndo Cavandoli e Catlo Galeotti le vicende politiche della provi:nda nel periodo d'ascista sono state scandagHate e ovdinate m 'I.lJ1l tessuto organico, non appare molto produttivo l'icos1iruJi,re per ogni paese una storia organica, &intonizzata con quella generale -italiana; si correrebbe il rischio inev1tabfle di superfetJazioni senza avere -la poss1bhlità per l'esigenza deilJ1a reductio ad unum, di andare molto in profondo. Viceversa l'opeva di scavo per portare in luce dooumenui che facilmente andrebbero perduti o nicordi che Hn1rebbero per essere completamente dimenticati, r,iSipollde aIil'esi- genza, non procrast,inabl1e - anche per ragioni legate a11a sopravvivenza dei testimoni - libera da pregiudizi e preconcetti, di fornite materhile omginale per una storia ancora 111 parte da bre. Diciamo 1n parte, poiohè molto è già stato fauto, ma non mancano momenti che ,attendono ancora di essere compiutamente -elaborati, specialmente que1li nei quali ,11 più violento scatenarsi de.hlo squool1ismo 'impediva l1a redazione di tes,ti scritti. Non oSi conoscono ancora bene, ad es., le fovme organizzative che comunisti, aw1ti del popolo, anarchici e massimalisti aSlsuns'ero Ml1a lotta armata contro il fascismo degli albori, poco si sa ,dei rapporti !Ì1l!tercol'renti tra tali gruppi, suill'e!laborazione o meno di una strategia comune. Certe cose si intuiscono o si deducono da a1ttri dati di fatto, ma non sono 'Sempre fornite di prova. Ad esempio uno dei fatti più clamorosi accaduti a Cavriago, il'ecc1dio dello maggio 1921 è 'stato sempre considerato come uno dei soliti atti delinquenziali del 1aso1smo, senza a1=a connotazione specifica, mentre in base laiMa Il1kostruzione de'N'episodio dovuta a Cal!lo Rmni, 'agli attoi processuali, !pIUbbiLicati nel resoconto giornal1stico dell'epoca e a11a testimonianza di don Cocconcehli, emevge che s,i tr"ttò del:1'epiJsodio culminante di 'lIItla :tlJUova strategia, che la parte più avanzata del movimento opemio cercava di oppollre al dRagante fascismo. All' acquiescenza rassegnata aJJ.a violenza delle bande armate di Mussolini si cercava di contrapporre la reviviscenza del movimento di massa, da ottenere con l',intervento di militanti che agivano nella semiclandes1linità, e che venivano messi a disposizione da una organizzazione centralizzata. I comunisti e i sodalisti del posto erano troppo noti e tr0ppo presi di mira per poter svolgere deR'attivismo politico; di qui l'oppor.tun1tà di far ~ntervenire, per la fase preparatol'ia, e1emen- 104 ti dall'esterno. Come si legge nel resoconto del processo, pubbLicato nel testo del Ruini, ad intervenire a Cavriago per animare Ja festa del primo maggio fu Ugo For.runati, un giovane romano e, pare, residente a Genova, dalla barba bionda. Ohe fosse un 1ibertario lo si intuisce dal fatto che al processo celebratosi a Reggio nel febbraio del 1922, venne difeso dall'avv. Saverio Mer1ino, noto studioso anarchico, difensore del Caliiero e del Ma4!t.esta in celebri processi. n processo fu unmodeM{j di ~pocr1sia che attuava, in modo classico, la teoria - in auge anche a1lom - degli opposti estremismi. Infatti, sul banco deg1i imputati, non vi erano soltanto i fascisti assassini, ma anche le loro vittime, quelle sopravvissute. Il processo si svolse secondo la logica riduttiva e mistificante che vuole la colpa equamente distribuita tra le parti in contes'a e si cooeluse con un'assoluzione generale che, proclamata in nome dell'esigenza di pacificare gli animi, in realtà, sollevando gli assassn da ogni responsab11ità e da ogni pena, raggiungeva il nisultato opposto a quello proclamato, cioè incoraggiava ~a violenza. Il resoconto processuale, pubblicato integralmente in appendice, è quello che apparve a puntate sul « Gi'amale' di Reggio». R,icchis&i:m;a ..rnSpWlrie di squaTei su11a reahà socia!le di Cavmago è l'opera del Ruini, che ·può considenarsi un modcllo di narrazione storica per il nigoroso a;1scontro delJe fonti più varie ed estese Ua stampa dei vari gruppi ipol1tici, gli atti e i documenti dell'archivio comunale, le prove orali ecc.) e per 1a sua vivace scolJrevolezza, che ne rende la lettura piacevolissima. Non possiamo dilungarci troppo nella citazione di passi e tempi di glJande interesse. Ci limitiamo ad ~ndicare, 'a mo' di esempio, le pagine che riguardano la fun2!ione svolta in CavlJiago dagLi intellettuaLi, nelJl'omentare poLiticamente i gruppi sociali, con i quali erano in mpporto per mothri professionailii. E' naMale che impontan2Ja massima avessero ~l veteninallio ed il medico condotto. I Iavollatori impamrono a loro spes'e che dovevano essi stessi, l\Ittraverso Je loro organizzazioni, determinare autonomamente il loto orientamento politico. Non potevano essere condizionati dai capricci e dagli umori dei notabhli. Nel giugno del 1892, ad esempio, i socialisti peroetJtero le e1e2!ioni soltanto perchè il veterina'11io Luigi Tarasconi, che precedentemente avevaappog- gLato lo schieramento di sinistra, cambiò bandier,a, appoggiando i preti e i padroni, in quanto i socialisti «avevano voluto ohe i cani portassero la museruola. A iIJUi, che possedeva una cagna da caccia, non andava 1;anto a genio questa disposi2lione iperchè temeva che la SlUa povera bestiola soffris'se! ». Molto positiva fu invece l'azione svolta dai! medico condotto dotto Del Rlio, sociruista, ohe il'iuscl a crearsi un notevole seguho fra la popolazione più povera, sottraendola alla egemonia cleJ.1icale. Il Consiglio comunale moderato, per rappresaglia, neLl'agosto del 1893 deliberò di non l'iconfermrul1lo nehla condotta medica. La popola2Jione protestò con una dimostra2!ione che mirava rud occupare H Munidpio, difeso da carabinieri a cavallo, che intervennero brutIDmoote travolgendo e terendo diverse persone. I fatti si conclusero con 11 solito processo contro aIroni dimostranti. Eravamo in una fase neLla qu~e i vari gruppi sociali che si combattevano e si contendevano [a pubblica amministrazione, cercavano di assimi:lare gli intelletturuli alle loro nispettive 1posi2lioni ideologiche, per averli alJleati ed avvalersi del!l'influenza che eseroitavano neHa popola2!ione. Si era creata que11a situa2!ione cosi bene anailizzata stolJicamente in ItaJ1i.a da Gramsci a proposito della funzione degil:i ·intellettuali nei1la società del suo tempo: «Si formano così storicamente delle categorie specializzate per l'esercizio della funzione intellettuale, si formano in connessione con tutti i gruppi sociali ma specialmente ~n connessione coi gruppi sociali più importanti e subiscono elaborazioni più estese e complesse in connessione col gruppo sociale dominante. Una delle caratteristiche più rilevanti di ogni gruppo che si sviluppa verso il dominio è la sua lotta per l'assimilazione e la conquista «ideologica» degli intellettuali tradizionali, assimilazione e conquista che è tanto più rapida ed efficace quanto più il gruppo dato elabora simultaneamente i propri intellettuali organici». H ra:pporto tra inteHettuali tradizionali ed intJeLlettuali oJ.1ganici 'si è nel no~tro .tempo enotmemente 'spostato in favOit'e neilila fOll1!na21ione di inte11ettuw,i organici, S'1>a da parte della bonghes:ia sia da parte degli strati popo~aa:i (attJnavenso rundustria ouJruraile, g1i apparati polltici e «mrninis,ttativi, [ mass-media ecc.). Ma ailila fine del secolo scorso un vete- 105 cinllido e un medico condotto awevano un enorme potere di persuasione sul popolo, a comronto del quaJe que1lo pur notevole della T.V. di oggi, per i condizionamenti che rubisce e le rea1!ioni che SlUSCita, è quasi t>is&bile. La tr.hlogia storica su Gavriago si conclude e si s,alda con l'opera di ampio res;pill'o di RoLando Cawndoli, che tratta le vioende :intercorse <Ima ti! 1922 e il 1946, fondendo :in un unico contesto organico iJl pa;nticol.are ed .hl generale, iJlllocrue ed il nazionale. Abbiamo dettoalnnizio dei pericoLi che può comportllire 1a stesura di una stolJia pa~ticolariscica suil!ki falsariga dei Lineamenti già trmati di una storia 1lJazionrue. Le vicende di Ca~iago nel periodo considerato sono tulltavi-a di tale rilievo che la sua storia si intreccia natura[mente con quella più generale del movimento operaio irtaHillino, in modo Ol'gIlin1cO, senza sovrapposizioni meccaniche. iE questo ID quanto il gruppo più consistente degli antifascisti cavilliaghesi era strettamente collegato a!hla classe operaia dclle Officine Meccaniche ReggLane e 'ai centri deR'emigrazione politica antifascista, e si collocava quindi su UJll piano nazionale ed internazionale, offrendo ad uno storico ,attento e preparllito come ruJ. Cavandoli un l"icco ed interessante materiale da eLabo!Ila:re. Si aggiunga - per un quadro ancor più complesso - la presenza in Cavni:ago di esponooni cilittolici che hanno avuto notevole ~11JCidenza nelJa vita politica: don Pietro Tes,auri pniJma e Giuseppe ed ErIDIlInno Dossetti poi. Una presenza che ha posto diaJettioamente 'a sociaJisui e comunis,ti .hl pil'obJema del rapporto con le ma:sse cattoliche, risolto di volta in volta sudla ba:se di diverse esigenze e solleoita1!ioni. La storia di Cavriago - come si sviJ'llIJtla nei ,tre liblJi editi dal Comune - si svolge come un frammento di storia di dassi slubailterne, che ha visto l'affermarsi spesso dmmmaticamente conttastato degli strlliti popolani sui ceti 'par,a:ssita:r.i, ,rappresentati prima dai delJico-moderati e poi dai fascisti. Una s,toria che è ,anche un prezioso patnim()([J.jo di dviltà proletaria, non solo da difendere, ma da arricchire incesslIDtemenJte a semp~e Ipiù ai1ti JivdIi di par,tedpazione popo" lare neli1a gestione del potere. ALFREDO GIANOLIO EGIDIO BAIRALDI (Wallter) Ricordi di un partigiano - Il contributo di C-ampagnola Emilia alla lotta di lwerazione 1943-1945. - Teanostlampa, R'elPo Emiilii~, 1975, plligg. 96. L'agi!le v~etto è usdto:in ooincidenza con re CelIebra7Jioni del :xxx deiIJ1a Libemzione ed ha iincontllla:to suMto oallklia acoogilIi.emJa soptIllitrutto in Oamplligndla, come è nlllitUraàe. L'Autore, nonostante iII sottoiJitoilo, non si pl"OpOne dii wa:od1are una storila dii Oampagnola nelma Re!ilstenza. E oommeno si può dire - a lJigore - che i!l SIUO liiIbro lliPPattengia a[ Damo delilla memor1a1tistlioa. QurdIIlJo di Banallldli è insieme ~a testittnonillllWa e 10 srfugo di un protagonista che non accetta ia realtà arue.ma, essendo essa lOOJullilla dai ptlXJi]Xl51iitJi «dii ailllOlla », soprattutto per La pneSOOllla ndlLa VIiitIa irtlma:na cLeIl. vrecclJrio nemiirco contro i~ qualte l'A. combauté con tanta plJJssirone nel" la S1U1l giQlV'Dezza. n lirnguaooio è sempJJiJce e i momen~ deil~a glle1'll'a part1!JigJiJana sono Dievooartri con fineschezza e kroid1tà. Baraldi, che awatteneva ru gl1Uippo 00gente ddl~e forma7Jianii cLeihla «bassa» ooggiIana, ha vissuto ffiOlIlenti epici e drammatici '( comunque 'assai imponuooti) come quelr1i dell'aslseclrio 1l!aZiJ~lJJsc1sta dIeIl 25 gennari.o 1945 a Oamdlo, ddl di~=o ddl poowdlio ddlllia G.N.R. di Campagnola, delil'aV1iolancio aillleato nella v:a& dii Novcl1ana ecc., ma ev\ilta dii porre in niJsallto qUiesta sua ptllesooza s1cché, come ossel'lVa RoilJoodo GaVlalIlidJollli in poomessla, nel suo 1l!lli1'lla;ne «.si marnliJ.feslta la patennJità co!ll1etma e popoWa;ne de!l1a lotta per ~a libentà ». III che depo1lie indrUlbbilJJmente a vavOlre dellJlia personailiità deM'AlIJI1:ore, hl quaile non può essete cel'to accusato di immodes1iJa, ma compatita d~i lUmini afl suo lavoro, se si w11uta i!l suo Jiibro come appo11to stomco. Ricordi di un partigiano susla1tlerà nei lettOlli, specialmente qnJ'elllii dJeIlWe ntiQlV'e generazIDnii, irntlereSlse e s1mpatia. Banni e sentJi!m:enti vi appaiono cl:el!ineati con una sMaordlirn!arJ:I1a sp01lJ1J9Jneità, che mvela ne!lil',IliUrtOilJe uno «spiJJ1to pattigiano » anCOlJa genuiino ed 1nrtegro dopo 30 Ilinm. Il libretto ha pettanto una sua funzione pnettllliIDente poliiItiioa, certo voILutla da Baraildi, uomo OOCOIt oggi impegruato come Res1stente e come colDlUtllÌsta. TUltltlliVma non passl1amo non espnimere hl noSMo rammMiico per quell1a che consllideIliamo una accastione perduta. Poosiamo a quel!lo che l'hutore po1Jewa darci dii storicamente più }D6 v'<ilido, con UJl1a di~et1sa impos~aZione deil wo la'VOoo e con meno tr~ta dii daa.ilo aIlI1e s~ampe. Le vWoende del tenta1lO scambio dei pa:ILgliomerli, i mpPOllld con 1a Milsskme mil1irtlare aJl1ea1!a opetllante d a «bassa» l'eg~ana e modenese, la iil1IfI1ue1l2la dei pallt1~aI11Ji suilile a~ro llità repulbblidline costretre spesso ad adortJ1lare deterJl1li,nati prowedlimenui a fa'VOlle .deJilJa popoilazione; 1!Ulito quesro ed aWnro 00C0lJa mer~taJVla a nostJro aVV1l'iO U!la lJlJartltlaZlione meno bl'etto[bs'a e meno genelJioa. ComUJnqrue, se è vero, come ci viene assliOUlmto, ohe 011a si sVa pensando ad lIDlI startia dii Campagnol1a nelilia R,ewsve1l2Ja, Barail.di (così come ailllJlli provagoms!li) pavrà es,sere urtli!1Jizzato per rucostil.UlJe ID modo comp[ero le comp~esse vicende di qUJehl'lli1lJgo~o defiLa DJOstJra provimia. Deiuro quesro, voghlamo sulblilro agJgÌJuJngeme 1!l nos1Jro ringrazi!amento alli]' Alurore, per quanID di n~o oi ha debvo nei suoli «a:OCordi». C01llsideruamo la tes1:lianon1aJl12Ja di UJU partlÌg~:JJno, come ill n3Jrunaille OOlIlJplètamooto del suo impegno dii ieri ed aUJspticl:lliamo pentanID ohe a[rtJni vOgltiJano segulin:e N SUJO eSem[jio. GUER,RliNO iFiRArNZINI s. Ilario nella Resistenza A cura del Com1tato comun:JJle per le ode- bna2Jioni del trentennaile dehla Resis,teruJa Tecnostampa, R.E. - pagg. 96 Nel 30° ddla liberaZione !hl comune di S. I_io ha rupubblic:J)to ,iJ quaderno redatto nel 1955 da UMlO Fanti ID collaboll1a2li.one con:JJltri pronagoorlsti della Resiste1l2la. La nu~a edizione contiene, inoltre, testimonianze raccoJte nel '65, 3JlJtlicoli e dati pubbillica,ti più aJ8Cememoote nel «GazzetrtJino eooti~3Jriese ». Nel:l'insieme la ocaocoltJa ,riJproduce in una ·stlesur,a orgamca l'essen2Jiaile di quanto si è veIlJUto pubblicando in sedi e Sli1lll1~ionti &verse nilll'ar.co di 'VletlJt'anni. L'opuscoJo tipropone, fra l'altro, l'evolwrsli da[ <tipo di [111rtleresse, dei olliterl intenpretativi, delilo stesso modo di 'lJkoroare e di mppnes:entlare iLa Re- stste1l2la: dailll'intento di:vaccog1ietre e «sailvòlre» noti:l:ie e fatti, ,ailQ'es1geooa di difien. dere ii valorJ della Jotlia di J:1bena2Jione dagli a~tacchi ,e dagli onientamenti dii .Il:onrun:.a, f,ino 3IlIl'lmpegno di ,estendere c1a conosce1l2la e ~'oc quisiZlione eLi quei vailoni !lVl. patrimonio di amrura 'e di impegno civile deHa co1lJJUJ!lllità, partirolalJmenre delile nuove generaZioni. Lo a:1lil1lea~si ,di queste dliffeocenti motiiV1azionl non dà luogo, petal.tro, a sfa~ature e spropoc2Jiond, ma I:JJlJriaorusceH ,lavoro di materiaffii interessanti per la mcosnruzione di queil[a che pctJremmo chiJamare ~a storia delilia cosciew:a ~es1stenzi~e, intesa non come ,fautore estemo ma come elemento integranre deilla stessa stor]a de!1a Re~]st=a, in i\1I1 continuo lJeoupero dii contempolJMleità. S. maruio d'Enza ha sempre quailcosa di Lmportante da raccontare·w ogni fase della lotta Mltifascista, da[ffia [eggendania difesa della casa del popruo (27 Ifiebbl'MO 1921) mIa cospoinazione eal wo ocadic:JJlJsi· nei ~ppi di operai oOOlJlpaci .alWe «Reggiane »/:f:va ii contadini, nei colilegamenti ongantizzathni con l'tanllidiascismo p:JJlJIDense e iteggiMlO, fIDO aiLla lotta dJi liberazione che ha V'lsto !impegnati 178 IpaJllttgial11Ji, patrioti e hooemeriti in mon1JaJgna e ndllostesso terrrutorio deil C01TIlUlt1le. Ma ha molro da dire aIlJChe suMe [otte antifasciste del rt!11entennio successivo e su conorete nzi'ative di mesto dehlo spirito della Resi:ste1l2la neM':impegno politico, ,edrulOativo e ~rurailè aI1l'intemo di ogni marufesta2Jione de1la l\l1itta pubblica. II volumetto IP'UbbJticato per !hl 30° è U!Ila rtlestimom:JJnzadi questo modo di concepllJe ['antidiascismo lCOllle costloortle deili1a V'ita cittadina, come moraile co1letlti~a. La sua util1ità, alVVente hl siJndaco WliJ!1]am Colilii neJ1a dedica, è mppresentlata daJI'tintento non di esaUJrire ma di «setvtl1e» .la conOSCe!llZa, l'azione e Ja furmaZione. Intenro che pOllsruamo s,enz':~tro 'riconoscere nel~e ,diven;e componenti delJl'opuscolo, senza nessun pregiJudi:m.o per ,~l rigore informativo, per ['rucità e [a persuaJsil\l1iJtà deH'lnteJJpretazione sto11ÌJOa. ROLANDO GAVANDOLI OGGI PER CHI lE NE IN_ TEN. DE PER LA OUALIT~ PER LA ~CELTA PER LA CONVENIENZA AZIENDA COOPERATIVA MACELLAZIONE REGGIO E. STRADA DUE CANALITEL. 33241 CANTINE COOPERATIVE RIUNITE E' una garanzia di tipicità e genuinità che vi offrono 4000 produttori associati VILLA MANCASALE TELEFONO 31645 REGGIO EMILIA La:mbruschi originali e:miliani CETI-COOPERPARK Via FRATELLI CERVI, 4 - TEL 70.241 - REGGIO EMILIA Costruzio·ne ed installazione in Italia ed all'estero di: - Impianti elettrici civili ed industriali Impianti di illuminazione stradale Cabine di trasformazione Impianti di 'riscaldamento e condizionamento Impianti idrici Igienico-sanitari e de-I gas - Attrazioni per Luna Park Impianti di depurazione Carpenteria metallica in genere BANCA AGRICOLA COMMERCIALE DI REGGIO EMILIA Società per Azioni con sede in Reggio Emilia Capitale sociale e riserve L. 6.307.086.502 BANCA AGENTE PER LE OPERAZIONI IN CAMBI - CREDITO AGRARIO DI ESERCIZIO E DI MIGLIORAMENTO ' - CREDITI SPECIALI ALL'ARJ.lGIANATO, ALL'INDUSTRIA E AL COMMERCIO - LEASING MOBILIARE E IMMOBILIARE - TunE LE OP,ERAZIONI CON L'ESTERO - OPERAZIONI CONTRO DEPOSITO DI FORMAGGIO - EMISSIONE DI PROPRI ASSEGNI CIRCOLARI - LOCAZIONE DI CASSETTE DI SICUREZZA TUTTE LE OPERAZIONI ED I SERVIZI DI BANCA FILIALI: ALBINEA - ARCETO - BAGNOLO IN PIANO - BARCO - BIBBIANO BORETTO - CADELBOSCO DI SOPRA - CAMPAGNOLA EMILIA CAMPEGINE - CASALG,RANDE - CASINA - CASTELLARANO CASTELNOVO NE' MONTI - CAVRIAGO - CERVAREZZA - CORREGGIO - FELINA - GUASTALLA - LUZZARA - MONTECCHIO EMILIA - NOVELLARA - PUIANELLO - QUATTRO CASTELLA RAMISETO - REGGIOLO - RIO SALICETO - ROLO - RUBIERA S. ILARIO D'ENZA - S. MARTINO IN RIO - S. POLO D'ENZA SASSUOLO - SCANDIANO - TOANO - VEZZANO SUL CROSTOLO VILLA MASSENZATICO - VILLA MINOZZO - VILLA RIVALTA. AGENZIE DI CITTA': MERCATO - OSPIZIO. tic Banca di Credito Popolare e Cooperativo di Reggio E. p'C Direzione Sede Centrale: VIA SESSI, 4 Agenzia di città: S. CROCE Filiali CADELBOSCO SOPRA, NOVELLARA, CAMPEGINE Tutte le operazioni e i servizi di Banca Banca agente per le operazioni in cambi Prestiti con tasso agevolato : • • • AGLI ARTIGIANI: con contributi Artigiancassa e Regione Emilia-Romagna ALLE COOPERATIVE AGRICOLE E SINGOLI PRODUTTORI: prestiti agrari di esercizio, per acquisto macchine, per lo sviluppo zootecnico, per stagionatura formaggio; ALLE PICCOLE E MEDIE INDUSTRIE: con contributi Confidi di Reggio Emilia C.P.C.A. 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VERNICI - GUASTALLA - Tel. 824279 Cooperativa Tessuti e Abbigliamento Piazza Cesare Battisti - Tel. 33.296 Il più grandioso assortimento di Tessuti e Confezioni per UOMO DONNA e RAGAZZO AI piano superiore NUOVO REPARTO di CONFEZIONI FEMMINILI COOPERATIVA REGGIANA COSTRUZIONI LA NUOVA AZIENDA COOPERATIVA AL SERVIZIO DELL' ENTE PUBBLICO E DEI CITTADINI Cooperativa Reggiana Costruzioni Direzione e Uffici: Via B. Ricasoli, 4 - REGGIO EMILIA - Telefono 72.241 • EDILIZIA CIVILE E INDUSTRIALE • OPERE SPECIALIZZATE IN C. A. • STUDIO TECNICO DI CONSULENZA E RICERCA • PREFABBRICAZIONE CIVILE DI SERIE .PREFABBRICAZIONE CIVILE SU COMMISSIONE • MONOBLOCCHI FINESTRE • PANNELLI PREFABBRICATI • MANUFATTI IN CEMENTO E GRANIGLIA • • TUBI OVOIDALI URBANIZZAZIONE STRADE FOGNATURE ACQUEDOTTI, GASDOTTI, ELETTRODOTTI,TELEFONI latterie cooperative riunite reggio emilia I dal 1852 SEDE CENTRALE E DIRmONE • VIA lOSCHI 9 • 1Il. 4901l OH. 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