Periodico
dell’Associazione
Culturale Albatros
Anno 5 - Numero 8
OTTOBRE 2008
Pag. 4-5-6
MOZIONE
MAESTRO
UNICO
Pag. 10-11
FOTOVOLTAICO
Pag. 33
FILM
LADRI
DI BICICLETTE
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Politica
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RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO
Spett.le Redazione del giornale “La Piazza”,
l’articolo apparso sul numero di settembre 2008 dal titolo,
“di quanto non tornano i conti di Castel Madama” a firma dell’amico dott. Ivano Moreschini, mi ha suscitato il bisogno di
effettuare alcune osservazioni: nell’articolo si scrive che gli
amministratori hanno un evidente fastidio a fornire informazioni sul bilancio, devo purtroppo evidenziare che questa
amministrazione non ha mai manifestato fastidi e riserbo per
fornire informazioni chiare e comprensibili sul bilancio,
credo che ne siano prove tangibili i numerosi incontri con i
cittadini effettuati dalla nostra gestione e l’opuscolo informativo distribuito il 09/04/2007 in merito al programma sul
bilancio partecipato. (Nell’aprile 2007 sono state organizzate
5 assemblee sul bilancio per favorire la partecipazione, l’ottavo incontro fra amministrazione e cittadini dal titolo “per un
comune partecipato” del 10 dicembre 2007 è stato interamente dedicato al bilancio così come l’undicesimo dell’11
giugno 2008, e gli incontri trimestrali intermedi quasi sempre hanno visto la presenza di punti all’ordine del giorno sul
bilancio). Credo che non esista persona che possa dimostrare
una mia opposizione alla richiesta di approfondimento di
alcuni dati, il diniego alla richiesta di articoli e scritti sul
bilancio o l’eventuale rifiuto a produrre copia di atti ufficiali.
Rispetto ai tempi di approvazione del bilancio di previsione
2008, concordo sull’evidenziare le fatiche che l’amministrazione ha trovato nell’approvare il bilancio entro i termini, ma per una corretta informazione ritengo opportuno
sottolineare che i ritardi sono dipesi dalle difficoltà incontrate nell’individuazione di una dirigenza stabile dopo due
dimissioni da capo settore avvenute nell’anno 2007. Infatti,
la nuova responsabile Dott.ssa Marta Moriconi, revisore
contabile e dottoressa commercialista, nominata capo settore nel marzo 2008, dopo soltanto due mesi dal suo insediamento ha sottoposto all’approvazione del consiglio
comunale il bilancio di previsione 2008 redatto in collaborazione con gli uffici. Mentre, riguardo ai ritardi di approvazione del consuntivo 2007, il carteggio interno al comune può dimostrare che le responsabilità sono dell’istituto
bancario che svolge la tesoreria dell’ente che ha tardato di
alcuni mesi nella chiusura dei propri conti.
In merito alle vicende legate al non rispetto del patto di stabilità nell’anno 2007, ritengo opportuno chiarire che il non
rispetto è stato provocato dall’enorme mole di pagamenti
effettuati nell’anno 2007, proprio per ridurre i debiti del
comune ed evitare le ingiunzioni di pagamento dopo la diffici-
le situazione finanziaria ereditata dal cambio di amministrazione del 2006 (il patto di stabilità per evitare squilibri finanziari limita la spesa e i pagamenti all’interno dei valori iscritti
in ogni singolo bilancio). Comunque per tale “infrazione” il 22
luglio scorso, siamo stati convocati in pubblica udienza dalla
Corte dei Conti. L’organo di controllo contabile, dopo aver
ascoltato le giustificazioni del non rispetto riferite dall’amministrazione e dal Revisore dei Conti Dott. Moreno Angelini,
ha riconosciuto valida la manovra effettuata giustificando l’inadempienza del patto di stabilità del nostro Comune. Sul
patto 2008, la situazione è differente e l’introduzione di
pesanti sanzioni per gli enti non virtuosi, come giustamente
ricorda l’articolo, sta costringendo letteralmente l’amministrazione a fare “i salti mortali” per rimanere all’interno del
patto; nonostante l’ingente numero dei pagamenti da effettuare e l’enorme mole dei residui passivi ereditati dal passato;
per questi motivi nell’agosto scorso il settore finanziario ha
prodotto una circolare a tutti i centri di spesa dell’ente invitando tutti i settori alla riduzione degli impegni di spesa e dei
pagamenti e continuamente giorno per giorno, vengono
effettuati monitoraggi della dinamiche finanziarie legate al
patto. In merito alle informazioni dell’andamento sull’enorme operazione di finanziamento e derivati sottoscritta nel
dicembre del 2005 dalla seconda Amministrazione Scardala
per un importo di circa 5,4 milioni di euro ad un tasso variabile coperta da strumenti derivati, ho fornito copia di tutti i
documenti ufficiali sia al Vostro giornale nel corso del 2007 sia
ad una commissione di esperti nominata dall’assessorato al
bilancio della Provincia di Roma che sta valutando i complessi strumenti derivati denominati Swap. Comunque, proprio
per evidenziare la volontà dell’amministrazione di fare chiarezza e fornire informazioni assicuro la mia disponibilità ad
effettuare una campagna informativa di approfondimento
organizzata insieme alla redazione del giornale “La Piazza”
anche attraverso un’eventuale conferenza stampa pubblica e la
produzione di ulteriori articoli e scritti.
Scrivo convinto che il presente carteggio può contribuire a
migliorare la qualità dell’importante informazione fornita
dal Vostro mensile. Ringrazio enormemente la Redazione per
la pubblicazione del presente documento e Vi rammendo che
rimango a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.
Assessore al Bilancio del Comune di Castel Madama
Dottore Commercialista e Revisore Contabile, Alberto Grelli
Ringrazio l’Assessore Grelli per la replica, e per la disponibilità che dimostra per una collaborazione. Le sue precisazioni sicuramente aiutano a capire qualcosa in più, ma non dissipano tutti i dubbi. L’Assessore sa bene che le cifre di un bilancio non sono
solo quelle dei documenti che si stampano: per questo il patto di stabilità insiste sulla cassa, che è il vero riscontro della corretta gestione. Ma c’è anche altro: il ritardo nel pagamento delle fatture; gli eventuali debiti fuori bilancio; i “piani di rientro” dai
debiti, una prassi innovativa del Comune di Castel Madama; il rispetto dei parametri dell’ente non deficitario. Rischio di sembrare troppo tecnico: la sostanza è che l’informazione su queste cose non basta mai, soprattutto quando ci si mette almeno un
anno per liquidare anche la più piccola spesa.
Chiudo sui derivati: il materiale fornito è incomprensibile. Speriamo solo a noi, e non al Comune. Sarebbe bene conoscere le
cifre, il debito anno per anno, da qui a vent’anni, che verrà da questo strumento. Sempre se il Comune le conosce. Mi sembra
una questione vitale per il futuro stesso del Comune, di chi ci lavora, di tutti i cittadini che da esso hanno i servizi. Su questa
finanza creativa sono crollate grandi banche americane. Cosa può accadere ad un Comune come il nostro? Se davvero non c’è
alcun pericolo, prego l’Assessore di far vedere le cifre che lo dimostrano. Saremmo tutti più tranquilli. (Ivano Moreschini)
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Società
RIFLESSIONI
di Dina Salinetti (consigliere comunale di Castel Madama)
Di fronte alla volontà di RESTAURAZIONE
nella Scuola Primaria (ex Elementare), nonostante la nostra Scuola occupi nella graduatoria
dei Paesi OCSE il V posto per competenze acquisite, come maestra il pensiero mi va alla Riforma
Gentile del 1925, quando la scuola era chiusa
alla curiosità scientifica, alla centralità dell’Alunno, al suo coinvolgimento intellettuale nella
sua formazione ...
Il ritorno al MAESTRO UNICO è un riflusso che
non tiene conto dei grandi cambiamenti che si
succedono con ritmo veloce e coinvolgono sempre più Bambini e famiglie.
I miei 40 anni di insegnamento nella Scuola Elementare di Castel Madama, racchiudono i grandi
cambiamenti che hanno garantito a tutti i Bambini
dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione (art. 333-34), dando loro pari opportunità di apprendere
in modo sempre più confacente alle loro capacità,
annullando le classi differenziali, le sezioni divise
per sesso, aprendo la scuola al territorio (associazioni, agenzie culturali ... ), praticando metodi che
tenessero conto della centralità dell’alunno in
tempo più distesi con una più efficace articolazione delle competenze dei docenti ... e, non ultimo
per importanza, venendo incontro alle esigenze
delle famiglie. Conosciamo ormai tutti le finalità,
olter che didattiche, sociali e politiche del Tempo
Pieno.
Il Ministro Gelmini ritiene questa organizzazione
una anomalia, ma grazie a questa “anomalia” è
stato possibile in questi anni poter fruire di un
tempo scuola fondato sulla qualità, sulla socializzazione, sull’inserimento di Bambini diversamente abili, sul recupero, sull’arricchimento delle
eccellenze ...
Il ministro pensa di poter destrutturare l’intero
sistema della Scuola Pubblica, cancellando le
esperienze più significative, a partire dalla Scuola
dell’Infanzia, accentuando le disuguaglianze e
tornando alle vecchie divisioni di ceto sociale.
L’introduzione del maestro unico prevede un
orario di insegnamento per 24 ore settimanali, a
mio avviso avrà un impatto insopportabile per
“La Piazza”
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
Vicolo Giustini, n. 10
00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849
Anno 5, n. 9 - Ottobre 2008
Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04
Direttore Responsabile: Rino Sciarretta
Capo Redazione: Carla Santolamazza
Redazione: Alessandra De Santis, Federico Chicca,
Ivano Chicca, Ivano Moreschini, Ramona Pompili,
Roberto Bontempi, Salvatore De Angelis
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero
Valentina Torella, Gualtiero Todini, Ivo Santolamazza,
Dina Salinetti, Elisa Livi, Giorgio Pani, Enrico Grazia,
Francesco Ziantoni
Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355
Grafica ed impaginazione: Salvatore De Angelis
Stampa: Quaresima, via Empolitana km 3,400 - Castel Madama
Chiuso in redazione il 18/10/2008 - Tiratura 1.500 copie
SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com
E-mail: [email protected]
[email protected]
LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ
DALLE ORE 18 ALLE 20
SOMMARIO
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Lettera dell’Assessore Grelli
Riflessioni
Editoriale
Il futuro delle Comunità Montane
Usare il fotovoltaico è facile
Gestione Rifiuti
Brevi
IX Comunità Montana
Scuola
Vicovaro
Tivoli
Sambuci
Tradizioni popolari
Parco Lucretili
Pro-Loco
Film
Recensione
Mostra
Salute
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Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli
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alunni, famiglie e Comuni costretti a fornire servizi sostitutivi (mensa, insegnanti per attività
pomeridiane).
I Bambini meno stanno a scuola, più imparano?
Quale sarà la funzione della Scuola Primaria
secondo il Pensiero del Ministro?
Si torna indietro nel tempo, proprio come quando
nel 1968 iniziai la mia esperienza di insegnante,
con un incarico al doposcuola gestito dal Patronato Scolastico!
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Dalla strategia Tremonti-Gelmini emergono solo
tagli, con i seguenti risultati:
– risparmio di 8 milioni di Euro nel triennio che
NON saranno investiti per il diritto allo studio,
buoni libri, borse di studio, aggiornamento
degli insegnanti, edilizia scolastica...;
– TUTTO A FAVORE DELLA SCUOLA PRIVATA!
Pertanto invito tutto il Consiglio, a condividere e
votare la mozione che andrò a presentare:
STRALCI DELLA MOZIONE PRESENTATA NEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 18/09/08
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LA MOZIONE È STATA APPROVATA CON I VOTI FAVOREVOLI DEI CONSIGLIERI DI
MAGGIORANZA, ASTENSIONE DEI CONSIGLIERI EFFICACE E NONNI, VOTO CONTRARIO
DEI CONSIGLIERI PIETROPAOLI, IURLARO E PISELLI.
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Editoriale
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A CASTEL MADAMA
TANTI GIORNALI, POCHE NOTIZIE
di Ivano Moreschini
Non è nostra abitudine scrivere editoriali. È stata una
scelta fatta all’inizio del giornale. Pensavamo che gli
articoli comunicassero da soli le idee portanti del nostro
mensile. Anzi pensavamo che qualche differenza tra le
idee contenute negli articoli fosse una ricchezza, non un
problema di linea editoriale.
Erano forse altri periodi. Non c’era la difficoltà che c’è
ora ad ottenere informazioni, ad esporre notizie. Come
ci siamo arrivati? Proponiamo a chi legge la nostra versione dei fatti, per aiutare a capire questa difficoltà che
sta diventando sempre più pesante.
Bisogna partire un po’ da lontano: dal 2004, anno in cui
è uscito il primo numero di “La Piazza”. Il giornale fu
accolto bene dal paese, anche se ovviamente non tutti
condividevano l’iniziativa: alcuni perché di altra area
politica; alcuni perché erano critici nei confronti delle
persone che hanno promosso il giornale.
Era il tempo della giunta Scardala di centro-destra, che
sembrava raccogliere un consenso molto ampio. Quando
uscì “La Piazza” non c’era nessun giornale nel paese. “La
Piazza” non è mai stato un organo di partito, pur se è tutt’ora ospitata dalla sezione già dei Democratici di Sinistra, ora del Partito Democratico. Però è evidente che le
persone che compongono la redazione, almeno i più
“anziani”, hanno una chiara propensione per il centrosinistra, con varie sfumature. Forse fu questo che spinse il
centro-destra a far uscire un proprio giornale, “Il Paese”,
con uno stile sicuramente diverso da “La Piazza”, più legato all’intervento ed alla polemica politica-amministrativa. Quindi i giornali salirono a due. Inoltre il Comune si
dotò di un ufficio stampa, animato da una giovane donna
a nostro avviso capace e molto professionale.
La stagione del centro destra di Castel Madama si conclude nel 2006, anno in cui il centro-sinistra riesce ad
eleggere un proprio Sindaco, Giuseppe Salinetti. L’ufficio stampa del Comune viene confermato, e si cominciano a pubblicare sul sito le deliberazioni del Comune:
un bel passo in avanti per chi vuole fare informazione.
Inoltre l’Amministrazione Comunale mette in cantiere
un nuovo notiziario “In Comune”, che esce saltuariamente e diventa la voce ufficiale del Comune di Castel
Madama. Il nostro giornale nel frattempo, già poco simpatico al centro destra (forse giustamente), sembra
essere poco simpatico anche al centro-sinistra. Molti
amministratori cominciano a lamentarsi, più o meno
apertamente, di alcuni articoli de “La Piazza”, e dopo
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una piccola campagna durata qualche mese sulla necessità di fare spazio ai giovani esce un altro giornale, “Sottovoce”, che si presenta come un giornale “trasversale”,
oltre la destra e la sinistra.
“La Piazza” continua ad uscire con la sua cadenza mensile, finanziandosi con le entrate derivanti dai contributi
di negozi e piccole imprese, e con la raccolta dei fondi
nei salvadanai lasciati in giro. Oltre a ciò L’Associazione
Albatros, proprietaria del giornale, presenta alcuni progetti a vari enti ed ottiene dei contributi dalla Regione,
dalla Provincia, dalla Comunità Montana, dal Comune
di Castel Madama, di Tivoli e di Vicovaro, da altri comuni. Sono contatti che derivano dalla politica, non ci
nascondiamo. Però i progetti sono stati realizzati, alcuni
con grande successo, come il libro su Garibaldi, il libro
di Lino Iori, altri con minore successo, come il seminario di Pasquale Serra.
Questo è il quadro nel quale l’Associazione Albatros e
“La Piazza” stanno operando.Allora cosa sta cambiando,
fino a spingerci a fare un editoriale sul rapporto tra i
giornali, le notizie e la politica locale?
Sta cambiando che in questo ultimo anno gli attacchi
degli amministratori stanno diventando sempre più insistenti. Sta cambiando che le delibere su internet non
sono più pubblicate dal dicembre 2007, che è sempre più
difficile ottenere un atto amministrativo dal Comune.
Sta cambiando che l’ufficio stampa del Comune è stato
molto ridotto, per difficoltà economiche, a quanto pare.
Ma soprattutto sta cambiando che la vittoria di Berlusconi nell’aprile 2008 ha segnato profondamente il
clima del paese, e che l’Amministrazione di centro-sinistra di Castel Madama ha delle difficoltà evidenti, prima
fra tutte la gestione dei rifiuti. Sta cambiando che il Partito Democratico di Castel Madama, come in tutta Italia, fa fatica a decollare, non parla con una voce unica.
E quindi il nostro giornale, che cerca di mantenere una
propria indipendenza, per offrire ai lettori delle notizie
utili a capire il nostro paese, risente di tutte queste difficoltà. Gli amministratori di fronte a questa situazione
difficile si arroccano, forniscono poche notizie, preferiscono la propaganda al confronto. È un film già visto a
Castel Madama, nel centro-sinistra di qualche anno fa,
ed io purtroppo ne ero uno degli interpreti. È per questo che sono convinto che per gli attuali amministratori
la critica leale e fondata è meglio della propaganda.
Almeno in questo momento.
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Politica
Il futuro delle Comunità Montane
di Ivano Moreschini
Le Comunità Montane non godono di buona stampa
negli ultimi tempi. Già con il governo Prodi sono
finite nel mirino dei cosiddetti “costi della politica”,
e con la finanziaria dello scorso anno (legge 244 del
2007) erano stati fissati dei criteri per la loro riduzione. Oltre ai criteri, erano stati stabiliti dei termini per
le Regioni per approvare nuove leggi in linea con i
nuovi criteri. Il termine iniziale era il 30 giugno
2008, successivamente rinviato al 30 settembre 2008
dal governo Berlusconi. Poi più nulla: nessuna proroga è stata più concessa. Quindi le Regioni che non
hanno ancora approvato la legge di riordino sono
inadempienti, e possono essere sostituite da un Commissario nominato dallo Stato.
Al 29 settembre scorso le Regioni che non avevano
ancora provveduto erano 4: Veneto, Lazio, Campania
e Puglia. Quella che ci interessa è ovviamente il
Lazio, che ha comunque prodotto una proposta di
legge che è stata approvata dalla apposita Commissione del Consiglio Regionale il 19 settembre 2008. Il
Consiglio Regionale deve approvare definitivamente
la legge, ma ciò a tutt’oggi non è ancora avvenuto.
La proposta comunque ridisegna in modo piuttosto
consistente il panorama delle Comunità Montane del
Lazio.
Gli effetti della proposta di legge, se sarà così approvata, dovrebbero essere i seguenti:
– riduzione delle Comunità Montane da 22 a 14, con
un risparmio di circa 4.400.000 Euro;
– riduzione del numero complessivo dei componenti degli organi rappresentativi delle Comunità
Montane: da 156 Assessori, si passerebbe a circa
75 componenti dell’Ufficio di Presidenza e, dai
740 attuali Consiglieri, si scenderebbe drasticamente a circa 170, con un risparmio complessivo
di oltre 700.000 Euro;
– eliminazione dei Comuni costieri e di quelli con
popolazione superiore ai 20.000 abitanti con un
risparmio di circa 700.000 Euro.
– riduzione delle attuali Unioni di comuni, che passerebbero da 27 a 5 per via della non sovrapponibilità con le Comunità Montane.
In particolare per la nostra zona dovrebbe essere
accorpata la X Comunità Montana della Valle dell’Aniene con la IX Comunità Montana dei Monti
Sabini, Tiburtini, Prenestini e Cornicolani. Inoltre,
visto l’obbligo per i Comuni di appartenere o ad una
Unione di Comuni ovvero alla Comunità Montana, il
Comune di Castel Madama dovrebbe essere chiamato presto a scegliere tra le due possibilità.
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Per raggiungere l’obiettivo di una così drastica riduzione di Assessori e consiglieri la nuova legge, ridefinisce gli organi delle Comunità montane, che durano in carica cinque anni. Gli organi saranno
l’Assemblea, il Presidente e l’Ufficio di Presidenza,
con una sostanziale riduzione di figure istituzionali.
I presidenti verranno eletti dai consigli comunali dei
comuni appartenenti alle comunità montane, scelti
tra tutti i consiglieri comunali. Ci dovrebbe essere
una votazione contemporanea nei Comuni, ovvero
una seduta plenaria di tutti i consiglieri.
Le assemblee saranno composte solo dai sindaci dei
comuni appartenenti alla Comunità montana o loro
delegati, più uno o due candidati presidenti non eletti, in modo da ridurre drasticamente il numero dei
membri, garantendo però una pluralistica rappresentanza del territorio di appartenenza.
I componenti dell’Ufficio di Presidenza saranno
nominati dal presidente stesso nel numero di due per
le Comunità montane con popolazione inferiore ai
30 mila abitanti e di quattro per quelle aventi popolazione superiore ai 30 mila.
Coerentemente con l’obiettivo di tagliare i costi
degli Enti, saranno anche ridotte le indennità per le
cariche istituzionali.
LO STATO DELLE COSE - MANDELA
NOVEMBRE 2008
01 COUS COUS
di Abdellatif Kechiche con Habib Boufares
e Hafsia Herzi
08 IL PETROLIERE
di Paul Thomas Anderson con Daniel DayLewis e Paul Dano
15 ONORA IL PADRE E LA MADRE
di Sidney Lumet con Philip Seymour
Hoffman e Ethan Hawke
22 GIORNI E NUVOLE
di Silvio Soldini con Margherita Buy e
Antonio Albanese
29 SOGNI E DELITTI
di Woody Allen con Ewan McGregor e
Colin Farrell
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Ottobre 2008
Ambiente
USARE IL FOTOVOLTAICO È FACILE
di Giorgio Pani
Negli ultimi anni tra le tecnologie energetiche alternative il Fotovoltaico
è quello più pubblicizzato e su cui si sta investendo di più. Alcune semplici indicazioni
1) Prendete un tetto esposto a sud che sia a copertura di una casa non abusiva e situata fuori dal
centro storico o da una zona sottoposta a vincolo idrogeologico e paesaggistico. In questo
caso non avrete bisogno, grazie ad una legge
regionale, di nessuna autorizzazione da parte
del Comune, Provincia o Regione.
Non fatevi spaventare dalla cifra che vi verrà
preventivata, la legge nazionale sulle energie
alternative ha previsto un rimborso che in funzione dei Kw prodotti dal vostro impianto
coprirà, nell’arco di 20 anni, l’intera cifra del
vostro investimento + i costi di un eventuale
mutuo per l’acquisto dell’impianto + una piccolo guadagno per voi se abitate su di un parallelo più a sud di Campione d’Italia (più siete
assolati e più guadagnerete).
Questa tabella riproduce i kw annui prodotti da
un impianto di 2,16 kw esposto a sud con un
inclinazione di 15° gradi. Come noterete la produzione di energia cala in rendimento a causa
del deterioramento dei pannelli. Gli altri valori
indicano il rimborso dell’ente nazionale GSE
per un coefficiente di 0,44 centesimi per un
totale di circa Euro 23.000 il costo.
2) Prendete la vostra bolletta dell’energia elettrica e cercate di ricavare il vostro consumo
annuo di energia elettrica, questo valore servirà a calcolare la superficie di pannelli solari che dovrete acquistare ed installare sul
vostro tetto.
3) Cercate una ditta installatrice seria, che fornisca servizi di alto livello sia per quanto riguarda il materiale che l’installazione, facendovi
consigliare da un esperto super partes (vi sono
molte associazioni sul territorio che possono
aiutarvi) altrimenti ricorrete ad internet. Se
ricercate fotovoltaico troverete fin troppe indicazioni.
4) Se sceglierete bene la vostra ditta questa vi
farà un preventivo dettagliato a misura delle
vostre esigenze sia estetiche che di consumo.
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Ambiente
7) Tormentatevi un po’ in trepidante
attesa, manca pochissimo, potete
passare il tempo a raccontare ai
vostri amici come siete stati bravi e
previdenti nelle vostre scelte. Consigliare e portare qualcuno di loro sui
vostri stessi passi.
5) Trovate una banca che vi fornisca un mutuo a
condizioni adeguate alle vostre esigenze: considerate che molte banche visto la convenienza
dell’investimento in impianti solari hanno
creato mutui su misura per questi finanziamenti. In ogni caso ogni buona ditta installatrice ha
già una banca di riferimento.
6) A questo punto un po’ di scartoffie, il più difficile. Soprattutto con il vostro fornitore di energia
elettrica che da sempre è restio ad attivarvi un
impianto che vi renda autonomi. Ma anche in
questo caso le ditte, anche le più scadenti, sono
in grado di fornirvi questo servizio. Non sempre,
devo dire, ad un prezzo congruo, ma non spaventatevi: si tratta di non più di un migliaio di
euro, e comunque rientrante nel finanziamento.
8) Il vostro impianto è finalmente collegato alla rete e da questo momento
tutti i kw che produrrete saranno
indicati sul vostro contatore. Questi
verranno sottratti, nella bolletta
della corrente, ai Kw che avrete consumato e quindi da quel giorno, se
l’impianto è stato calibrato bene,
non pagherete più l’energia elettrica.
Le cose cambiano se invece di un tetto
avete a disposizione un terreno: in questo caso sarà necessario aggiungere una
Dichiarazione Inizio Attività che, come prescritto
dalla legge regionale, non può essere rifiutata per
impianti inferiori ai 20 Kw, a meno che la struttura non insista su di una zona sottoposta a vincolo
idrogeologico o paesaggistico. In quest’ultimo
caso il permesso avrà bisogno del benestare vincolante delle belle arti o della provincia (tempo di
attesa almeno 2 mesi). Stesso discorso nel caso in
cui il vostro tetto sia di uno stabile sito in un centro storico. Anche in questo caso il permesso delle
belle arti sarà vincolante.
Volete semplificarvi la vita? Rivolgetevi ad un
gruppo d’acquisto. Ne stanno sorgendo molti in
tutta Italia, ed uno anche a Castel Madama. Per chi
ne voglia approfittare potete utilizzare la mail
[email protected] oppure chiedere in comune.
CASTELLO ORSINI: una mostra fotografica per i 700 anni
Continua la collaborazione tra la Facoltà di Architettura Valle Giulia, l’Associazione Storia della Città e il Comune di
Castel Madama che, sabato 20 settembre nella Sala Esposizioni del Castello Orsini, hanno presentato una ricognizione
fotografica “I Castelli Orsini: Castel Madama e la Valle dell’Aniene” per festeggiare i settecento anni della fondazione del
Castello stesso, la cui costruzione fu voluta nel 1308 da Riccardo e Poncello, figli di Fortebraccio Orsini. La Mostra fotografica, curata da Stefania Ricci, Giada Lepri, Francesca Domenici e Guglielmo Villa, ha messo a confronto, in modo intuitivo e diretto, i possedimenti di una delle più importanti famiglie della storia italiana, come ha spiegato la dottoressa
Ricci, dell’Associazione Storia della Città, ed è stato un primo incontro per cominciare a conoscere i castelli della Valle
dell’Aniene, che esprimevano l’importanza ed il potere della casata. L’analisi, attraverso una lettura urbanistica, dei possedimenti degli Orsini in questa porzione del territorio laziale ci permette di mettere a confronto anche le diverse strategie politiche espresse attraverso le varie costruzioni”. Nella ricognizione fotografica, costituita da 25 pannelli, oltre al
Castello Orsini di Castel Madama, sono state esposte foto dei manieri di Cineto Romano, Licenza, Mandela, Montelibretti, Orvinio, Riofreddo, Roccagiovine, San Polo dei Cavalieri e Vicovaro. Una mostra interessante, l’unico rammarico
la brevità della durata, un solo giorno. Durante la manifestazione sono stati presentati i lavori di ristrutturazione che
riguardano il castello, la cui riapertura è prevista entro la fine del 2009.
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Amministrazione
Ottobre 2008
LA GESTIONE DEL CICLO DEI RIFIUTI
A CASTEL MADAMA. A CHE PUNTO SIAMO?
di Enrico Grazia
Nel 2005 con l’insediamento dell’attuale amministrazione, la gestione del ciclo dei rifiuti fu divisa
in due deleghe:
– raccolta e trasporto in discarica;
– raccolta differenziata;
– realizzazione del centro di conferimento (isola
ecologica);
– attivazione della raccolta domiciliare porta a porta.
La prima delega più operativa, che prevede lo
svuotamento dei cassonetti ed il trasporto verso la
discarica di Guidonia dei rifiuti indifferenziati, fu
accorpata all’assesorato ai lavori pubblici.
Dopo una prima proroga alla Pragma, ditta che
all’epoca gestiva il servizio, fu espletata dall’ufficio tecnico una gara al massimo ribasso vinta dall’azienda “Consorzio Stabile Ambiente”, che
gestisce attualmente il servizio, per un importo di
circa 140.000 euro.
Per la verità si tratta di una cifra eccezionalmente
bassa che ci pone tra i comuni che spendono di
meno per questo tipo di servizio, tanto che più di
qualcuno, tra gli amministratori e i politici informati delle vicende di cui parliamo, lega i disservizi che si sono evidenziati nel corso del tempo all’esiguità della cifra messa in gioco.
Al di là delle valutazioni soggettive i cittadini del
nostro paese conoscono il servizio erogato e
potranno farsi un’idea propria, un termine di paragone che può essere facilmente utilizzato è il rapporto tra costo del servizio di raccolta e trasporto
ed il costo di conferimento in discarica che normalmente si equivalgono. Di seguito si trovano le
tabelle che dettagliano i costi del conferimento.
Per quanto riguarda lo svuotamento delle campane
del vetro, della plastica e della carta il servizio
dovrebbe essere garantito dalla “Romana Maceri”
sotto la supervisione della provincia ente che ha
curato la gestione burocratica amministrativa del
servizio. Va detto che la Romana Maceri (azienda
privata) ricava il suo compenso dalla vendita dei
materiali recuperati, non stupisce quindi che tenda
ad “ottimizzare i costi” privilegiando il ritiro nei
comuni con un più alto tonnellaggio dei materiali
trattati a discapito di quelli con minore produzione
degli stessi.
La seconda delega, fu mantenuta ad interim dal
sindaco sia per il suo carattere strategico, sia per la
stretta connessione che va mantenuta tra ritiro e
stoccaggio dei materiali differenziati al fine di
contenere i costi di trasporto.
La realizzazione del progetto poteva e può contare
su due diversi finanziamenti provinciali dei quali:
– il primo, era già stato assegnato al nostro comune e consiste in 180.000 euro per la realizzazione del centro di conferimento;
– il secondo a cui tutti i comuni della provincia
possono accedere rispondendo ad un bando
aperto, con la presentazione di uno studio che
predispone e descrive le modalità di realizzazione e gestione dei processi produttivi dell’intero
ciclo, garantisce per un anno il rimborso della
maggiore spesa per la raccolta porta a porta
rispetto a quella tradizionale.
Per ciò che riguarda la realizzazione centro di conferimento dopo un’annosa trattativa con la società
“Autostrade di Montagna” proprietaria del terreno
su cui dovrà essere realizzato il centro (parliamo
dell’area sovrastante la galleria autostradale San
Quirico), mentre scrivo è in preparazione a cura
dell’ufficio tecnico del comune l’allestimento, la
gara per l’assegnazione dei lavori di realizzazione,
i tempi per il completamento stimati in circa sei
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Amministrazione
mesi danno anche l’indicazione per l’entrata in
esercizio del centro.
La differenziata domiciliare (porta a porta) ha
avuto fasi altalenanti, dopo un primo approccio
per verificare la possibilità di delegare l’intero
ciclo dei rifiuti all’Unione dei Comuni, di cui
Castel Madama fa parte insieme a San Polo dei
Cavalieri e Marcellina, tentativo miseramente naufragato nell’arco di pochi giorni, si è discussa per
circa un anno la proposta della IX Comunità Montana che doveva nella sostanza consorziare undici
dei sedici comuni associati.
L’obbiettivo della proposta era il contenimento dei
costi mantenendo una buona qualità del servizio,
attraverso l’aumento degli utenti coinvolti, realizzare nella sostanza una politica di ambito, che se
anche non ottimale, avrebbe avviato un percorso
in cui la forza contrattuale e politica dei partecipanti sarebbe stata esaltata.
Inutile dire che dopo incontri, riunioni, assicurazioni della provincia tutto si è risolto con un nulla
di fatto anche grazie al NIET! del nostro Comune
che ha preferito la via dell’autarchia.
Dello stesso tenore sono stati gli approcci con l’unione dei comuni della Valle Ustica, dopo un timido tentativo dei sindaci interessati l’ipotesi si è
insabbiata ed è rimasta lettera morta.
L’intera vicenda mi sembra ben rappresentata dal
fatto che il nostro paese non ha ancora redatto un
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progetto da presentare alla provincia per accedere
ai finanziamenti del caso, mentre il comune di
Marcellina, partito in questa vicenda insieme a noi
ha già ottenuto il finanziamento, e l’Unione dei
Comuni della Valle Ustica è già partita con la raccolta porta a porta.
Non voglio banalizzare la complessità della
gestione dei rifiuti, è ancora vivo nella memoria
collettiva il ricordo della Campania, ma proprio in
presenza di una tale complessità chiedo una riflessione attenta sulle scelte che si faranno, si è davvero convinti che un comune possa da solo affrontare questi temi? E ancora, da dove nasce la
presunzione di fare meglio da soli se da soli non si
riesce a completare la redazione di un progetto
preliminare?
PUNTO ENEL PERCHÉ NON A CASTEL MADAMA?
Quanti di noi hanno difficoltà a risolvere i problemi legati alle bollette di casa?
Con l’Enel in particolare è sempre più difficile trovare qualcuno che ti possa
rispondere, anche perché questa azienda, per scelta, ha tolto le sedi sul territorio,
tra le quali quella di Ponte Lucano. In alternativa, l’Enel offre ai Comuni la possibilità di una convenzione, per aprire presso gli uffici comunali un “Punto Enel”,
che può dare risposte su nuovi contratti, volture, allacciamenti, cessazioni, eccetera. Alcuni Comuni della zona hanno già sottoscritto la convenzione, mentre
sembra che Castel Madama abbia deciso di no per carenza di personale. Siamo
proprio sicuri che questo servizio non meriti uno sforzo in più da parte di qualche dipendente comunale? Tra l’altro, l’Enel offre anche degli incentivi agli addetti agli uffici. Pensiamo che sia proprio un servizio utile, soprattutto per gli anziani e per tutti coloro che hanno difficoltà con i servizi su internet.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
In merito all’articolo pubblicato sulla Piazza
di Settembre 2008 faccio presente che il
Torneo Internazionale è una manifestazione
sportiva.
Gli ospiti del Belgio sono stati invitati come
squadra e non come paese gemellato (per
fare qualcosa per il gemellaggio ci sono
altre associazioni); faccio presente: l’ultima volta che le nostra squadra è andata in
Belgio i componenti erano allievi dell’anno
1988 tutti ragazzi di Castel Madama comunque resta il fatto che se anche fossero
stati di Vicovaro, Sambuci o Cerreto a noi
non interessava niente perché facevano
parte del settore giovanile dell’A.S.D.
Castel Madama, perciò cresciuti calcisticamente con noi e di Castel Madama a tutti
gli effetti.
Fondamentalmente il Torneo è finito
perché le famiglie non erano disposte ad
ospitare i ragazzi stranieri. Siccome il torneo è nato come motivo di scambio culturale etc. tra loro; venuta a mancare la finalità principale della manifestazione, ci
sembra assurdo ospitare i ragazzi in albergo o altre strutture e farli incontrare solo e
durante la partita di calcio, noi dal torneo
volevamo di più.
Ex Comitato Torneo Internazionale
CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI
Comune: 0774-45001
Pro-Loco: 0774-449500
Carabinieri: 0774-447002
Vigili Urbani: 0774-447305
Ospedale Tivoli: 0774-335086
Farmacia: 0774-447001
Vigili del Fuoco: 115
Servizio Guardia Medica: 118
Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938
Protezione Civile: 0774-4500243
Biblioteca Comunale: 0774-4500209
U.S.L. RM/G - Tivoli
Prenotazioni 800986868
RIAPERTA LA SCUOLA MATERNA
SALES A CASTEL MADAMA
Gli alunni della scuola dell’infanzia “Sales” di
Castel Madama sono tornati nelle loro aule. Il 6
ottobre è stata riaperta, dopo i lavori di ristrutturazione, la scuola che ospita trentaquattro bambini
dai tre ai cinque anni, che nelle prime tre settimane
dell’anno scolastico erano stati ospitati presso le
aule della scuola materna “Testa”. I lavori realizzati in un mese e con un investimento di centomila
euro hanno interessato gli infissi nuovi, serrande
motorizzate, tinteggiatura degli interni e rifacimento dei bagni. L’assessore alla scuola Vincenzo
Ascani ha spiegato: «Stiamo cercando nuovi finanziamenti per poter ristrutturare gli altri istituti del
paese. Questo è solo un primo intervento».
L’ECONOMIA PARTECIPATA
DELLA REGIONE LAZIO
di Ivano Moreschini
Continua il lavoro della Regione Lazio, e del Comune
di Castel Madama, sull’economia partecipata. La
Regione Lazio, in particolare, ha messo in campo una
serie di nuovi strumenti per diffondere ancora di più il
metodo della partecipazione alle scelte economiche da
parte dei cittadini.
Con due deliberazioni della Giunta Regionale, infatti,
la n. 458 del 1° luglio 2008 e la n. 568 del 1° agosto
2008, l’ente regionale ha deciso che per chiedere
finanziamenti per opere pubbliche e per azioni di sviluppo socio-economico i Comuni del Lazio devono
prima sentire i cittadini. I cittadini così potranno indicare quali sono le opere pubbliche che loro ritengono
più importanti, oppure quali immobili o quali infrastrutture possono secondo loro favorire dei processi di
sviluppo socio-economico. L’ammontare del contributo massimo previsto per ogni Comune è di Euro
300.000 per ognuna delle richieste che verranno selezionate alla fine del percorso della partecipazione.
Il Comune di Castel Madama per ora ha avviato il processo di partecipazione per la delibera relativa alle
opere pubbliche, pubblicizzando l’iniziativa con un
volantino diffuso nel paese. La scadenza finale per la
presentazione della domanda di contributo è il 4
novembre per le opere pubbliche, ed il 4 ottobre (salvo
proroghe) per le azioni di sviluppo socio-economico.
Il Comune di Castel Madama, inoltre, anche quest’anno ha ottenuto il contributo regionale per il bilancio
partecipato, per un importo di Euro 7.500,00. Ciò si
può notare dal sito della Regione Lazio www.regione.lazio.it, dove è pubblicata la graduatoria dei Comuni del Lazio che hanno ottenuto questo contributo.
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CASERMA DEI CARABINIERI,
UN INCONTRO IN PREFETTURA
Si riapre il tavolo delle trattative sul tema della
nuova Caserma dei Carabinieri di Castel Madama.
Gli amministratori comunali, intenzionati a trovare una soluzione in tempi rapidi, hanno sollecitato
un incontro con tutti gli enti interessati che si terrà
il 27 ottobre in Prefettura. «Le nostre insistenze –
spiega Aldo Testi, Assessore ai Lavori Pubblici –
hanno portato a questo confronto al quale parteciperà il Comune di Castel Madama, la Prefettura, il
Ministero degli Interni, l’agenzia del Demanio ed
i Carabinieri». L’assessore non nasconde la volontà di cercare di ottenere una risposta ufficiale alla
proposta avanzata dal Comune relativa ad un
canone di affitto annuo pari a 90mila euro. «La
nostra preoccupazione è dovuta soprattutto all’aumento dei costi per la realizzazione della nuova
struttura, conseguenti ai continui ritardi. Si pensi,
inoltre, che per effetto degli adeguamenti normativi abbiamo dovuto provvedere al rifacimento del
progetto con relativo aumento della spesa».
Smentite le voci che volevano la costruzione della
caserma da parte di aziende private. «Al momento
– conclude Testi – mi sento di escludere questa
possibilità. Sarà il Comune castellano a realizzare
la nuova sede dell’Arma, ma gli enti debbono dare
risposte certe altrimenti saremo costretti a trovare
altre soluzioni».
Ufficio Stampa Comune di Castel Madama
SEQUESTRO DELL’AREA DELL’EX-MATTATOIO
Nel numero di giugno 2008 del giornale “La Piazza” avevamo concluso l’articolo “Area dell’ex-mattatoio: da discarica a clinica” scrivendo: “In questi giorni è in atto la pulizia, speriamo definitiva, dell’area per avviare la sua trasformazione”.
Dopo quattro mesi l’area non è stata ancora ripulita, ma è ogni giorno di più una discarica indecorosa e pericolosa, deposito di rifiuti di ogni genere:
cartoni in grande quantità, elettrodomestici, materassi, contenitori vari (anche tossici come eternit e
amianto) ed altro, sia all’interno che fuori ai cancelli. Recente il sequestro da parte della Guardia
di Finanza di tutta l’area, come si legge dal cartello affisso sul cancello di entrata e dal nastro bianco-rosso che ne delimita lo spazio antistante.
Segno questo a nostro giudizio di quanto sia serio
il problema dello smaltimento dei rifiuti che molto
spesso traboccano dai cassonetti della raccolta
differenziata nelle strade del paese e fuori dal
centro abitato.
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Comunità Montana
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COMUNITÀ
MONTANA
a cura di Ramona Pompili
CONSIGLIO COMUNITARIO
Durante il Consiglio comunitario approvati anche due punti all’ordine del giorno
presentati all’ultimo momento dai Consiglieri Garofani e Poggi
di Emanuele Proietti (agenzia eventi)
Dopo il Consiglio comunitario tenutosi giovedì 11
settembre u.s., nella sede Istituzionale dell’Ente
Montano in Via Acquaregna, giovedì 25 settembre
2008, si è svolto un altro Consiglio della Comunità Montana per approvare in prima seduta ordinaria ed urgente, il programma di interventi da
finanziarsi con il residuo mutuo della Cassa Depositi e Prestiti, il rendiconto dell’esercizio finanziario 2007, e la verifica dello stato di attuazione dei
programmi e adozione provvedimenti di salvaguardia del bilancio 2008.
Rispetto al punto all’ordine del giorno relativo al
piano dei programmi di interventi da adottare con
il residuo mutuo della Cassa Depositi e Prestiti, di
circa 180.000,00 Euro nei Comuni situati nel Versante della Sabina il Presidente del Consiglio dell’Ente Marroni, l’Assessore Pascazi, il Consigliere
Testi, e il Presidente dell’Ente Mancini, hanno
manifestato l’intenzione, alla presenza dei consiglieri comunitari, di utilizzare questi soldi per far
proseguire e conseguentemente ultimare i lavori
da tempo messi in cantiere dalla Comunità Montana in alcuni Comuni come Casape, Monte Flavio
ecc. e individuare – come ha più volte ribadito
L'Assesseore comunitario Pascazi
Mancini – dove poter installare sul territorio montano le isole ecologiche per la raccolta differenziata. L’approvazione di questo punto all’ordine del
giorno da parte del consiglio è stata unanime e
condivisa.
Anche i restanti punti più importanti sono stati
approvati dopo che il Segretario Generale dell’Ente il Dott. Mascetti ha dichiarato che: “anche quest’anno
la Comunità Montana termina
l’esercizio finanziario con un
avanzo di amministrazione pari a
433.620,65 Euro, anche se – ha
ribadito – nonostante al momento la competenza di cassa è di
433.620,65 Euro non abbiamo
liquidità perché lo Stato, la
Regione, gli Enti Comunali non
ci hanno ancora erogato quanto
ci è dovuto per un importo pari al
Milione di Euro circa. Questa
situazione – infine ha teso a ribadire – non ci consente di fare
nulla, nessuna iniziativa, siamo
Primo da sinistra Marroni, il Presidente dell'Ente Mancini ed Enrico Grazia
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Comunità Montana
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costretti addirittura ad accendere
dei mutui per far fronte alle sole
spese correnti”. Dopo che è stato
discusso e approvato questo
punto il Sindaco di San Gregorio
Da Sassola Fabrizio Garofali ha
fatto inserire e votare un punto
all’ordine del giorno in cui il
Consiglio della Comunità Montana di Tivoli manifestava il suo
dissenso all’istallazione di
antenne per il segnale Radio e
TV analogiche sui monti a ridosso del Comune di Casape e San
Gregorio Da Sassola per circa 2
Km quadrati, perché per i due
Sindaci, di San Gregorio, Garofali, e Casape, Testi questa istallazione se dovesse avvenire non
solo deturperebbe il paesaggio
bello e incontaminato unico e I Consiglieri Comunitari durante il Consiglio
irripetibile ma recherebbe danni
giorno per esprimere l’adesione dell’Ente montaincalcolabili alla salute pubblica soprattutto delle
no alla Proposta di legge di iniziativa popolare
persone che in quelle zone vi abitano.
“Modifiche alle norme per l’elezione delle
Infine il Consigliere Alessandro Poggi ha fatto
Camere dei Deputati e reintroduzione del voto di
inserire e votare al consiglio con la sola esclusiopreferenza.
ne di un Consigliere di Forza Italia, un ordine del
RICHIESTA FINANZIAMENTO
di Emanuele Proietti (agenzia eventi)
La IX Comunità del Lazio concede un finanziamento all’Istituto comprensivo di San Vito Romano
su un progetto denominato – studio dei fenomeni franosi – il caso di San Vito Romano
L’Istituto Comprensivo di San Vito Romano ha
ricevuto dalla IX Comunità Montana del Lazio un
contributo, anche in virtù dell’esperienza di collaborazione avviata con l’Ente Montano negli anni
precedenti, in particolar modo con l’assessorato
alla scuola nella persona dell’Assessore Giovanni
Fabiani, per l’attuazione di un progetto denominato (Studio dei fenomeni franosi - il caso di San
Vito Romano).
Il progetto è stato sviluppato dall’Istituto Comprensivo a seguito degli eventi franosi e del grave
stato di calamità naturale che ha colpito San Vito
Romano e il contesto territoriale circostante nel
mese di maggio u.s. al fine di sviluppare negli
alunni una consapevolezza dei fenomeni di dissesto verificatesi e del rischio geologico, attraverso
una metodologia di indagine e di sperimentazione
rigorosa ed innovativa.
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L’Assessore Fabiani, si è dimostrato da subito
come sempre, sensibile a sostenere questo progetto in quanto ha dichiarato: “questa iniziativa non
poteva che essere accolta favorevolmente dalla
Comunità Montana, perché sono convinto servirà
concretamente ad educare maggiormente i ragazzi
alla conoscenza in particolar modo delle componenti geologiche e geomorfologiche generali e
specifiche, distinguere una frana di crollo da uno
smottamento, (superficiale o profondo), comprendere per grandi categorie gli interventi possibili
(principi e strumenti tecnologici)”.
IX COMUNITÀ MONTANA
Sede: Via Acquaregna n. 90 - Tivoli
tel. 0774-314712-3 - fax 0774-330915
www.comunitamontanativoli.org
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Vicovaro
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La scuola elementare ancora nei Container
L’assessore Coccia ci spiega perché
di Roberto Bontempi
Anche per quest’anno scolastico, come già accaduto per buona parte dello scorso,
alcune classi della scuola primaria di Vicovaro saranno costrette a fare lezione all’interno
dei container sistemati nel piazzale antistante l’aula teatro della scuola media.
La causa di questo disagio è il completamento di alcuni lavori di ristrutturazione
che si stanno eseguendo nell’edificio della scuola elementare di via Roma.
A tale proposito abbiamo intervistato, il 2 ottobre scorso, l’assessore alla scuola
e vice-sindaco del Comune di Vicovaro Virginio Coccia
Assessore, perché i lavori della scuola elementare non sono stati eseguiti, o almeno iniziati, quest’estate in modo da limitare i disagi per il corrente anno scolastico?
«È stata una questione di tempi.
La comunicazione dell’ottenimento del contributo di 68.000 euro per i lavori, proveniente dal
dipartimento all’edilizia scolastica dell’Assessorato ai lavori pubblici della Regione Lazio, è arrivata a fine febbraio-inizo marzo del 2008. Solo
da quel momento abbiamo potuto attivare tutte le
procedure necessarie: abbiamo redatto il progetto
definitivo e inviato il medesimo al Genio civile e
nuovamente alla Regione che ci ha dato il parere
favorevole per la pubblicazione del bando alla
fine di luglio. A quel punto abbiamo ritenuto che
pubblicare il bando nel mese di agosto avrebbe
significato limitare la risposta delle imprese e
così la gara è slittata al primo di settembre.
Hanno risposto ben 93 imprese e il primo di ottobre c’è stato l’affidamento. I lavori dovrebbero
dunque iniziare per la fine del mese di ottobre e
dureranno per 150 giorni lavorativi. L’edificio
sarà nuovamente disponibile per il prossimo anno
scolastico».
Che tipo di lavori verranno effettuati?
«In sintesi saranno: ristrutturazione dei bagni,
messa a norma l’impianto elettrico, esecuzione
delle controsoffittature, sistemazione della zona
mensa e del refettorio, ristrutturazione della pavimentazione, sostituzione delle finestre ed altri
lavori di manutenzione ordinaria degli interni».
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I container che ospitano alcune classi
della Scuola Elementare di Vicovaro
E la storia dei container? Genitori, insegnanti
e bambini, al di là del disagio possono stare
tranquilli?
«La soluzione dei container è stata presa di comune
accordo con il dirigente scolastico e i genitori dei
bambini. L’alternativa dei doppi turni è stata scartata. I genitori erano già stati avvisati lo scorso anno
che anche per il 2008/2009 ci sarebbero stati dei
disagi causa lavori. Per quanto riguarda i cinque
container, che siamo riusciti a trovare gratuitamente
lo scorso anno attraverso la FVRS di Vicovaro,
sono a norma scolastica, già predisposti per essere
usati come aule. Quest’anno i bambini hanno l’accesso in bagno senza dover passare per la sala teatro
della scuola media e ci stiamo attivando per costruire una copertura che li protegga in caso di pioggia.
Sempre per parlare di scuola, infine, voglio ricordare che a breve inizieremo i lavori, da 70.000 euro,
per l’adeguamento alla Legge 626 delle scale antincendio e del punto raccolta della scuola media».
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Vicovaro
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IX PREMIO SABELLICO E UNITRE:
CULTURA PROTAGONISTA
di Roberto Bontempi
Cultura protagonista nell’autunno vicovarese.
Per il nono anno, l’ottavo consecutivo, l’assessorato alla Cultura con il
contributo della Regione Lazio ha organizzato, dal 27 settembre al 29
novembre, una serie di iniziative culturali volte a ricordare l’importante
umanista vicovarese Marcantonio Sabellico. Mentre scrivo si sono già
svolte alcune delle iniziative in programma. Innanzitutto c’è stata l’inaugurazione del Concorso di pittura e poesia: le opere in gara sono state
esposte nella ex chiesa di Santa Maria delle Grazie e possono essere visionate tutti i pomeriggi fino alla fine di novembre.
Ci sono stati poi alcuni appuntamenti musicali: un bellissimo omaggio alle
canzoni di Fabrizio de Andrè tenuto dal maestro Carlo Gizzi accompagnato dalla voce di Luigi Lo Monaco e dai fiati di Luciano Orologi; uno splendido, suggestivo concerto di arpa celtica tenuto da Chiara Vicentini accompagnata dalla voce di Max Adler e una serata dedicata alla musica romana
con Gatti. C’è stato anche un momento dedicato al teatro con la messa in scena del divertente “Va a vejè
che tenemo checcosa all’acqua”, un testo originale ideato e rappresentato dagli attori della compagnia
“Arte e cultura abusiva” di Mandela che ha ottenuto un grande successo di pubblico. Ma gli appuntamenti non sono ancora finiti. Presso la ex chiesa di Santa Maria ci sarà ancora spazio per la musica polifonica
(pomeriggi del 12 e 19 ottobre) e ci sarà anche, sabato 25 ottobre, la presentazione del libro “Opere storiche minori e poemetti storici” di Marcantonio Sabellico, pubblicazione curata da un’equipe di studiosi
dell’Università La Sapienza di Roma alla quale sarà presente anche la direttrice della biblioteca Marciana
di Venezia, Maria Letizia Sebastiani.
Le premiazioni sono in programma per il pomeriggio di sabato 29 novembre, giornata in cui verranno consegnate anche le Borse di studio ai ragazzi della scuola media di Vicovaro che hanno conseguito il giudizio di Ottimo negli ultimi due anni scolastici.
Sempre in tema di cultura, l’11 ottobre, in una chiesa di Santa Maria gremita in ogni
ordine di posto, c’è stata l’inaugurazione del terzo anno accademico della Università delle Tre età di
Vicovaro che vede coinvolti i Comuni della Valle Ustica, una scommessa che finora si è rivelata vincente
al di là di ogni più rosea previsione. Alla manifestazione inaugurale è intervenuta l’architetto Margarita
Segarra Lagunes dell’Università Roma Tre che ha tenuto una conferenza sul tema “Patrimonio culturale e
ambiente: un patrimonio da proteggere”.
I corsi attivati quest’anno sono ben 14: Archeologia, Articolazione e Dizione, Chitarra, Filosofia,
Giardinaggio e potatura, Informatica, Inglese, Latino, Letteratura italiana moderna e contemporanea,
Medicina, Psicologia, Shiatsu, Storia dell’Arte del Rinascimento e Storia d’Italia dal 1900 al 1948. Ricordo
che chiunque può iscriversi, non si necessita di alcun titolo di studio e non ci sono esami finali. Per informazioni ed iscrizioni, entro il 31 ottobre, ci si può recare martedì, mercoledì e giovedì dalle 16 alle 18 presso la ex Biblioteca attigua al Centro Anziani.
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Vicovaro
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XIX Sagra del Pane Vicovarese
di Roberto Bontempi
Tanto sole ed un clima ancora estivo hanno fatto da splendida cornice
alla diciannovesima edizione della Sagra del pane vicovarese che l’assessorato al Turismo, con il contributo della Regione Lazio e la preziosa e decisiva collaborazione del gruppo folcloristico “Angela” di Vicovaro, ha allestito, in piazza San Pietro, domenica 12 ottobre.
La ristrettezza dei tempi organizzativi (si sono visti i primi manifesti in
giro solo qualche giorno prima della festa) lasciava pensare ad una
festa in tono minore, invece la giornata si è rivelata un grande successo di pubblico e l’organizzazione è stata praticamente perfetta.
Sin dalla mattina è stato aperto il mercatino con i prodotti locali e artigianali con una quindicina di stands a dar lustro alle produzioni locali. Il
Un'immagine del parco Siro Trezzini:al suo
posto sorgerà un parcheggio da 34 posti auto
complesso bandistico “Rossini” di Vicovaro ha fatto da sottofondo
festoso per le strade del paese. I due gruppi folcloristici presenti, quello di Vicovaro e quello di Nemi, hanno sfilato fino in piazza dove c’è
stata la benedizione del pane e il saluto alle autorità. Poi il cibo è stato grande protagonista: pranzo completo a otto euro e pagnottina in omaggio. Il pomeriggio è stato poi dedicato a spettacoli folcloristici, balli di gruppo e musica fino a tarda sera per una tradizione che, grazie all’impegno e alla lodevole voglia di fare di alcuni vicovaresi, si è rinnovata nel modo migliore.
Consiglio Comunale dell’11 ottobre
di Roberto Bontempi
Tanto pubblico e scintille in aula sullo spostamento del monumento
È stato, come previsto, un Consiglio agitato quello, straordinario, dell’11 ottobre
Una panoramica degli stands allestiti
che vedeva, tra i punti all’ordine del giorno, la petizione “Giù le mani dal monuper la Sagra del pane vicovarese
mento. Cos’è successo? Una delibera di Giunta del 5 ottobre 2006 prevedeva lo
stanziamento di 180.000 euro della Regione Lazio per la costruzione di un parcheggio in via Roma, nel luogo dove attualmente sorge il parco Siro Trezzini con
il monumento ai caduti, e lo spostamento del monumento in altro luogo, ovvero
i giardini “di sopra”, di fronte al parco menzionato. Nell’estate scorsa i consiglieri di minoranza e il PdL vicovarese hanno promosso una petizione contro questo
provvedimento e raccolto 315 firme che, come da Statuto, sono state portate
all’ordine del giorno in Consiglio. Per la verità il primo Consiglio dalla presentazione della petizione sarebbe stato quello, ordinario, del 4 ottobre, ma il sindaco,
consapevole della necessità di convocarne un altro la settimana successiva, ha
preferito rimandare la discussione a quella data, decisione che, in quella circostanza, ha portato la minoranza ad abbandonare
l’aula. Più di quaranta cittadini presenti, spesso fin troppo rumorosi, hanno dato ancora più pathos ad una discussione, durata più
di due ore, molto accesa tra gli scranni. Riducendo in estrema sintesi le posizioni espresse, l’opposizione ha rimproverato alla
maggioranza di compiere un provvedimento che, oltre a non risolvere il problema dei parcheggi, snaturerebbe un’area d’importanza storica e aggregativa molto importante, area tra l’altro riqualificata come parco proprio dalla prima giunta Thomas. La maggioranza, dal canto suo, ha criticato l’opposizione per una mancanza di tempestività tra le delibere di Giunta e Consiglio (dove tra
l’altro la minoranza si era astenuta senza sollevare questioni in merito) e la raccolta di firme (quasi due anni e lavori ormai iniziati) ed ha accusato la minoranza di cavalcare in chiave elettoralistica il reale dissenso dei cittadini. Ad un certo punto è spuntata
fuori anche una delibera di un Consiglio comunale del 1953 la quale sembrava impedire l’alienazione del terreno dei giardini “di
sopra”, ma alla carta, poco leggibile, non è stato dato alcun peso durante la discussione. Il sindaco Thomas ha calmato i cittadini
presenti dicendo che avrebbe lasciato loro modo di intervenire al termine della seduta, ma questo tempo non è poi stato concesso. Alla fine la minoranza ha letto e allegato al verbale un documento e la seduta è stata sciolta. Intanto le ruspe sono già al lavoro da qualche giorno sui giardini “di sopra”. Il monumento, a meno di clamorose sorprese, verrà spostato e il parcheggio si farà.
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Tivoli
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BENVENUTO MAURO PARMEGGIANI,
NUOVO VESCOVO DI TIVOLI
di Valentina Torella
Nel pomeriggio di
domenica 5
ottobre la città di
Tivoli ha accolto
Monsignor Mauro
Parmeggiani,
nuovo Vescovo.
Un’affollatissima
Piazza Garibaldi
alle ore 16,30 ha
dato vita
a una solenne
cerimonia
a cui hanno
presenziato
personaggi
ben noti nel
È inoltre da ricordare che il Vescovo Parmeggiani,
campo religioso come il Cardinale Camillo Ruini.
originario di Reggio Emilia, era stato nominato da
Moltissimi i fedeli presenti insieme a numerose
Papa Benedetto XVI lo scorso 3 luglio, e lo scorso
autorità accorse a salutare il nuovo Vescovo della
20 settembre aveva ricevuto l’ufficiale ConsacrazioDiocesi Tiburtina. Primo tra tutti il Sindaco Giusepne Episcopale nella Basilica di San Giovanni in
pe Baisi che, dopo un caloroso benvenuto, ha celeLaterano in Roma con una solenne cerimonia celebrato con un breve discorso questo grande arrivo. E
brata dal Cardinale Camillo Ruini. Resta solo da
grandi anche le parole dello stesso Monsignor Pardire…...
meggiani; incentivazioni alla fede, alla fiducia nelle
Auguri e buon lavoro Monsignor Parmeggiani!
istituzioni, accenni alle varie
problematiche della vita quotidiana come quelle della vita
familiare, della vita di coppia,
dei giovani e della carenza di
posti di lavoro. Una ventata di
modernità in questo suo discorso dovuta anche al fatto che il
nostro Vescovo sia ancora anagraficamente molto giovane. E
dopo la cerimonia d’ingresso
alla città la celebrazione alle ore
18.30 di una solenne messa
Sentiti auguri
nella Cattedrale del Duomo; un
momento davvero toccante e
al Capitano e alla
suggestivo per quanti l’hanno
Marchesa per i
vissuto. Molti i fedeli presenti,
loro
talmente tanti da esser necessa50 anni
rio installare uno schermo esterno alla Cattedrale per permettedi matrimonio
re a tutti di seguire la cerimonia.
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Sambuci
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Tradizioni popolari
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Letteratura popolare - Favole, racconti, barzellette
selezione ed elaborazione del testo a cura di Gualtiero Todini
Dalla tesi sulle “Tradizioni Popolari a Castel Madama, 1949” di Vittorio Todini
A MME LE PENNE A TE JU SCARTOCCIU
Ce stéa unu che s’era itu
a robbà ‘na caina. ‘Ntriminti stéa a rentrà alla
cavuta (1), co llo
ìreje a dà picciu (2),
la caina sgolacchià (3) e sse je
sfujì e j remasiru
le penne ‘m mani.
Allora vistu ‘na
dì se j a confessà
de ju fattu a ‘m
prete, perché
tenéa ‘n gran remorzu de cusciénzia. Ju
prete fece: “Ju peccatu ce
stà, comme se te ll’avissi arobbata”.
“Va bè, ma io no’ me
ll’ho pututa magnà la
caina, perché solamènte le penne me
so’ remase ‘m
ma’!”.
“È comme se te
ll’avissi magnata, perché la
‘ntinzione era
vella. E pe’
riparazione
te tòcca a
fa dice ‘na
messa de
dece Pauli
(4)”.
“Allora
famme sapì
candu è che
dici ‘sta messa”.
“Junidì a demà (5) la dicemo e appena fernitu vé
alla sacristia e portame i quatrini”.
Canno che fu junidì a demà, vistu avea sbarattati i
dece Pauli tutti a quatrinacci (6); j mese a ‘nu scartocciu e po’ se nne i a sintì la messa e se mese da
pedi, vicinu all’acqua santèra. Cannu che stea pe’
finì la messa, pijà e ficcà ju pedecone (7) de ju
scartocciu daventru all’acqua santa, po’ ju mése
daventru a ju cappeju e se nne ì alla sacristia.
Candu che ju prete se fu spojatu (8), s’abbicinà e,
mettenno ‘nnanzi ju cappeju co’ ju scartocciu, j
disse: “Eccote i dece Pauli”.
Ju prete j a pijà ju scartocciu, ma i sordi se
sbrusciaru (9) tutti
daventru a ju
cappeju...
Tela!
J’omo se nne i
fujenno pé lla
chiesa.
E ju prete:
“Quigl’omo,
quigl’omo...”.
“Fa cuntu che te j’ho
dati... Puru a mme de ‘na
caina me so’ toccate solu le penne... Mò tu tétté ju
scartocciu!”.
(1) C’avuta: piccolo buco da dove entrano ed escono le galline; (2) Da picciu: prendere, afferrare;
(3) Sgollacchià: svolazzò; (4) Pauli: moneta; (5) Demà: mattina; (6) A quatrinacci: spiccioli; (7)
Pedecone: base del tronco, in questo caso estremità dello scartoccio; (8) Spojatu: si fu tolto i paramenti;
(9) Sbrusciaru: si svuotarono, caddero.
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Parco Lucretili
Ottobre 2008
VALLEBUONA - MONTE CASTELLANO
CIMA CASARENE
a cura di Carla Santolamazza
Tempo di percorrenza: ore 6.00 + 30 minuti dal
paese di Orvinio, con un dislivello di 300 m circa
(da 870 m a 1191 m Cima Casarene).
Segnaletica: segnavia rosso-bianco-rosso nn. 20,
21.
Difficoltà: media, a causa della fitta vegetazione
che invade il percorso.
Interesse prevalente: floristico, faunistico e storico - archeologico.
Come arrivare alla partenza: si lascia l’automobile all’altezza della chiesa di Vallebuona.
di fossi tributari del fosso Corese, appartenenti al
bacino tiberino. Un percorso di notevole bellezza
per i paesaggi e per l’interesse della storia dei luoghi. L’itinerario inizia dopo aver superato la chiesa seicentesca di Santa Maria e i resti del castello
del XII secolo di Vallebuona, ubicati su un rilievo
posto a nord della strada sterrata che collega Orvinio con Scandriglia. Si percorre 1 Km scarso sulla
strada, quindi si accede al sentiero che si diparte
sulla destra (direzione Scandriglia) dopo aver
superato, sulla sinistra, strutture produttive moderne. Il percorso inizia da un cancello in legno su una
carrareccia, in pochi minuti si raggiunge la sella
interposta tra il Monte Castellano a sud-est e Colle
Lepre a nord-ovest. Da qui è visibile l’intero paesaggio del percorso: le creste boscose; le valli
incassate, come la valle di Sottacera, segnate dall’erosione di bacini imbriferi chiusi; il vasto piano
inclinato del Monte Pendente con Cima Casarene
(1191 m); a sud la graduale risalita verso Monte
Castellano (1084 m), che sovrasta i resti dell’insediamento medievale di Vallebuona. Nel primo tratto del percorso sono presenti formazioni boschive
di ricostituzione (roverella, carpino nero) e pascoli cespugliati (ginestra, prugnolo alternati a vasti
macchioni di rovo, rosa canina e biancospino).
Sulla sella pascolo e arbusteti, con fioriture tardo
primaverili e estive di orchidee tendenti al viola. Il
percorso diviene poi meno evidente e si sviluppa
su un sentiero che procede verso occidente in direzione di Colle Lepre. Raggiunta la sella inizia il
lungo itinerario in quota su un terreno ondulato,
fino a raggiungere il Colle delle Mura. Qui si
L’itinerario proposto si snoda nel settore sabino
del Parco dei Lucretili, all’estremità nord, sulla
dorsale che costituisce lo spartiacque tra i bacini
del fiume Turano ad oriente e il complesso sistema
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Ottobre 2008
Parco Lucretili
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Veduta panoramica di Orvinio
incontra il recinto che delimita una foresta appartenente al Demanio Regionale, si oltrepassa e si
entra nel bosco. La foresta, molto fitta, è caratterizzata da roverella, carpino nero e cerro con portamento arboreo-arbustivo. Si procede su un sentiero poco evidente, lungo la linea che unisce la
quota IGMI 942 m di Colle delle Mura alla quota
intermedia di 862 m. Poco oltre si lambiscono le
radure pascolive di Colle Morcante. Da qui si può
ammirare il paesaggio rurale della Sabina compresa tra le dorsali parallele dei Lucretili settentrionali, dei Monti Sabini e dei Reatini con il massiccio
del Terminillo. Dopo la sosta si procede in direzione nord-est, su un sentiero poco evidente fino alla
località Colle Capannola (piccola struttura in
abbandono dell’azienda forestale). Il bosco si fa
più rado (pascoli cespugliati, fioriture di biancospino e gialle macchie di maggiociondolo). Con
l’aumentare dell’altitudine si incontrano boschi di
transizione al faggeto (acero d’Ungheria, carpino
nero e cerro); verso la Cima Casarene faggi con
sporadici agrifogli. Il paesaggio è dominato dal
vasto piano inclinato della dorsale di Monte Pendente-Cima Casarene. La risalita si fa marcata
negli ultimi 150 m, nella sella compresa tra le
testate delle valli di Colle Capannola e di Costa
Casciolo, con radure aperte e pascoli cespugliati
dove brucano cavalli allo stato brado. Raggiunta la
Cima Casarene, con piccole radure e folti boschi,
si incontrano sulla sommità i resti difficilmente
individuabili di uno degli insediamenti d’altura
costruiti (fine del IV secolo a.c.) dai Romani e dai
Tiburtini per opporsi alle incursioni degli Equi. È
evidente in alzato una struttura circolare che circoscrive un manufatto troncoconico in opera a secco,
insistente su una platea delimitata da un allineamento di blocchi di calcare. Il percorso a completamento dell’anello prevede il ritorno sulla sella,
punto di partenza per la salita a Cima Casarene, e
PiazLa
za
poi in quota sulla cresta boscosa al Colle Linzoli e
infine al Colle Lepre. Il sentiero di ritorno è più
evidente di quello dell’andata; si oltrepassa la
recinzione e si raggiunge la sella di Colle Lepre e
ci si dirige verso l’altura meridionale di Monte
Castellano. Il paesaggio muta e la vegetazione
diviene meno fitta (pascoli cespugliati e boscaglie
a carpino nero, acero d’Ungheria, cerro, biancospino e maggiociondolo). In 30 minuti si raggiunge l’altura di Monte Castellano, ottimo punto
panoramico verso i gruppi appenninici abruzzesi
del Velino-Sirente e le montagne del Cicolano.
Interessante l’incontro di un insediamento fortificato coevo a quello di Cima Casarene ma con
caratteristiche difensive più marcate. Si riconosce
il sistema di cinte murarie a secco, mentre il resto
dell’insediamento è parzialmente celato da interro
e dalla folta vegetazione arbustiva. La discesa graduale conduce alla quota 1018 m che segna la
sella da cui rapidamente si giunge al punto di partenza sulla strada sterrata Orvinio-Scandriglia.
Sono ben evidenti le tracce dei cinghiali, aumentati notevolmente dopo i rilasci effettuati a scopo
venatorio, in cerca di tuberi.
Particolare della Vallebuona
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Pro-Loco
Ottobre 2008
Intervista al Presidente della Pro-Loco
sulle prossime attività
di Francesco Ziantoni
1) Dopo le ottime e partecipate giornate della
Sagra e, per certi versi, anche di S. Michele
cosa sta preparando adesso la Pro-loco?
Stiamo già lavorando in tutte le attività che ci
coinvolgono direttamente, dal Palio alla Sagra
2009 e collaboriamo con il nuovo comitato festeggiamenti religiosi, che ci vede partecipi insieme a
Comune, Parrocchia, Confraternite, Comitato S.S.
Trinità e S. Lorenzo.
2) Qualche anticipazione?
Il Palio è probabile che si svolgerà su due fine settimana come da proposta avanzata l’anno scorso.
Ma questo è argomento di cui se ne parlerà. Per la
prossima Sagra torneranno Castellinfestival, il
Festival del Folklore, la poesia, un importante artista o gruppo musicale, stiamo contattando anche i
cantori a braccio di Borbona e uno chef del
Gambero Rosso per una performance gastronomica di pietanze con le pere Spadone, forse anche la
presenza di un comico e una serata dedicata al
tango.
Faccio inoltre presente che a proposito della pera
Spadona si è avviato un censimento delle piante e
della produzione, con l’aiuto dei Coltivatori
Diretti, sotto la supervisione del dott. Agronomo
Mancini. Verrà coinvolta anche l’Università
Agraria. La pera Spadona sta per essere iscritta
all’albo regionale delle biodiversità da proteggere.
Poi voglio dire che per Castellinfestival 2009, le
iscrizioni le cominceremo a raccogliere nel nostro
stand già a Novembre, durante Oliolive. Abbiamo
riscontrato un certo interesse per la manifestazione da parte della casa di distribuzione degli artisti
del programma “Amici”. Vediamo se va in porto,
così daremo una vera opportunità ai giovani cantanti. Si sta per indire un concorso, aperto a tutti i
cittadini per la scelta del logo di Castellinfestival.
Tornerà anche il tradizionale premio al “cittadino
benemerito” ci piacerebbe che sull’iniziativa collaborasse la stampa locale.
3) Altro?
C’è Venerdì Santo dove vogliamo riproporre la
Sacra Rappresentazione con il gruppo “Quelli che”.
Poi stiamo avviando i corsi, dallo spagnolo alle
tecniche decorative, inglese, chitarra, burraco ed
altro; inoltre le gite, ad Eurochocolate, a Napoli
per i presepi e per Carnevale a Putignano. Chi è
interessato può rivolgersi in sede, anzi ne approfitto per invitare i cittadini ad iscriversi perché
possono avere sconti e convenzioni dall’assicurazione auto ad altro, vedere sito UNPLI.
Stiamo anche rinnovando il nostro sito.
4) Cambiamo argomento, sei stato a lungo in
politica, che giudizio vuoi dare di quello che sta
accadendo con questa crisi?
Così a caldo è difficile parlarne, e difficilissimo
vedere i contorni di una crisi che sembra essere di
sistema. Delle volte mi sembra di vivere nel film
Matrix, in cui la realtà è solo apparenza e inganno
o sentire il mutante di Blade Runner che dice: ci
sono cose che voi umani non potete capire…
Pensa al crollo delle Borse e i fallimenti delle
Banche, per il cittadino normale è un fatto di cui
sentirsi impotenti, frutto tossico di interessi esclusivi di gruppi di potere e speculatori distanti ed
indifferenti delle necessità dei popoli, noi umani
appunto, verso i quali c’è poco da fare. Si può sperare solo che la crisi serva a modificare atteggiamenti e ritrovare valori condivisi. Sarà retorica
però non trovo altre cose da dire.
5) Chi voteresti tra Obama e Mc Cain?
Il senatore Obama, specialmente dopo aver sentito alcuni interventi da brivido della repubblicana
Palin sui diritti civili.
6) Concludiamo?
Ringrazio la Piazza dell’intervento e ne approfitto per ringraziare quanti ci hanno sostenuto con
le offerte per S. Michele. Un’ultima cosa, abbiamo firmato anche noi, insieme ad altre associazioni, un documento perché il Chiosco informazioni provinciale resti in piazza Dante. Invito
questo giornale ad aderire all’iniziativa firmando
l’appello al sindaco e al Presidente del Consiglio
comunale.
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Film
LADRI DI BICICLETTE
di Elisa Livi
L’Italia era appena uscita dalla guerra e portava
con sé il peso di una tragedia consumata, di un
paese da rifare, di una povertà materiale e morale
ereditata dal fascismo.
Questo è lo scenario su cui si apre il film “Ladri di
biciclette”, della collaudata coppia cinematografica Zavattini-De Sica. Uscito nelle sale nel 1948,
avendo come spunto il romanzo di Luigi Bartolini,
il film eleva il quotidiano a materia spettacolare.
L’Italia è sospesa tra povertà e grandi speranze per
l’avvenire e la Roma popolare è l’intero scenario
su cui si snoda la vicenda. Il viaggio di Antonio
Ricci e di uno dei suoi due figli, il piccolo Bruno,
diventa lo scheletro di una narrazione ridotta ai
minimi termini. Antonio è disoccupato e gli viene
offerto un posto di lavoro come attacchino a condizione però che possegga una bicicletta. Così va
al monte dei pegni e ottiene la bicicletta in cambio
delle lenzuola di casa. Il giorno seguente va a lavoro e proprio mentre sta attaccando un manifesto gli
rubano la bicicletta. Il destino beffardo toglie ad
Antonio la tanto sperata occasione di lavoro appena avuta. L’unica soluzione che gli resta è quella di
diventare disonesto come chi gli impedisce di guadagnarsi da vivere. Ma il crimine non paga. Il film
lo conferma. La polizia, visti i numerosi furti, consiglia ad Antonio di fare le necessarie indagini per
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za
conto suo. Il film si
snoda sull’inseguimento incessante di
Antonio e del figlio
Bruno, nei confronti
del ladro, in una
Roma tutta da rifare.
Non riuscendo a far
confessare il ladro,
Antonio, spinto dalla
disperazione, si reca
allo stadio con il
figlio e, approfittando della partita e
della poca gente,
ruba una bicicletta
ma è colto sul fatto. Bruno assiste all’umiliazione
cui il derubato sottopone il padre; il derubato,
però, commosso dalle lacrime del bambino non
denuncia Antonio e lo manda via. Bruno offre la
sua mano al padre e insieme fanno ritorno verso
casa. Lo sguardo di De Sica è disincantato, senza
alcun tipo di filtro sulla realtà che rappresenta. Un
realismo totale che scruta, con occhio attento e
privo di dettagli inutili, una realtà in cui lavorare
era un privilegio per pochi e anche avere una bicicletta poteva fare la differenza.
Per Zavattini e De Sica il realismo diventa una
questione di linguaggio: ciò che appare sullo
schermo esiste realmente, si mostra quindi il
mondo così come appare. Non si vuole far diventare realtà le cose immaginate, ma si fa diventare
significative le cose così come sono. La tecnica di
ripresa del “pedinamento”, in cui la macchina da
presa non stacca mai, ma resta sempre incollata ai
personaggi, li segue, garantisce allo spettatore una
sorta di visione “in diretta”, è più partecipe, quasi
dentro le cose: lo spettatore non guarda ciò che è
ACCADUTO, ma ciò che sta ACCADENDO.
Le tematiche affrontate nel film sono le più svariate, dalla credulità popolare, alla delinquenza
come unico mezzo (quasi un’esigenza inevitabile)
per sopravvivere, non si distaccano poi molto dall’attualità. Se il cinema tornasse a parlare degli
ultimi, dei disoccupati, dei poveri, di chi a stento
sopravvive, in modo disincantato e realista, forse,
a sessant’anni di distanza, si ritroverebbero storie
simili a quelle del Neorealismo Italiano di tanto
tempo fa.
La a
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Recensione
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“GENTE DI DUBLINO” di James Joyce
a cura di Elisa Livi
“Ho inteso scrivere un capitolo della storia morale
del mio paese ed ho scelto Dublino come ambientazione perché quella città mi sembrava costituire il
centro della paralisi. Ho cercato di presentarla ad un
pubblico indifferente sotto quattro aspetti: infanzia,
adolescenza, maturità e vita pubblica. I racconti sono
disposti in tale ordine”.
Cosi James Joyce presenta la sua opera “Gente di
Dublino”, (Dubliners). Considerata un’opera senza
tempo, è costituita da quindici racconti, che compongono un mosaico unitario; ci sono offerte quindici
istantanee della condizione umana con le sue miserie, le sue sofferenze, le sue contraddizioni.
I racconti rappresentano le tappe fondamentali della
vita umana: infanzia, adolescenza, maturità, vita
sociale e morte. I protagonisti sono i Dublinesi,
ritratti in momenti di vita quotidiana, attraverso le
loro azioni banali e comuni; così Joyce fa rilucere la
paralisi e la fuga che li contraddistinguono, e che
sono i temi principali e portanti dell’opera. Una
paralisi spirituale e morale causata dalla situazione
politica, religiosa e culturale dell’Irlanda del tempo,
evidente in ogni racconto, esplicitata concretamente
dalla paralisi fisica e psicologica dei diversi protagonisti. Essi sono consapevoli di questo blocco, fisico e
mentale, ma non cercano di uscirne: la conseguente
fuga, l’azione che dovrebbe scaturire dalla presa di
coscienza, non c’è mai. Tutto resta immobile. L’oppressione che aleggia sulle vite di queste persone,
impedisce loro di avere rapporti soddisfacenti con se
stessi e con il resto del mondo. L’Irlanda è lo specchio dei suoi abitanti, delusa, frustrata, schiacciata
da un’immobilità generale che tutto avvolge,
togliendo energia, passioni, vita e impedendone cosi
l’azione.
L’opera fu terminata da Joyce nel 1906, ma venne
pubblicata solo nel 1914 poiché nessun editore voleva prendersi la responsabilità di pubblicare un’opera così vera e realistica per quegli anni. Joyce racchiude, nei vari racconti, una sorta di rivelazioni che
mettono in risalto le tappe della vita pubblica dei
dublinesi. Quando lo scrittore parla di Dublino,
parla in realtà di un esempio che vuole rappresentare l’intero genere umano. Il tono è pacato, disilluso
e sarcastico. Si percepisce la noia, in ogni racconto,
la stasi e al contempo la voglia di fare che però è
sopraffatta dall’impossibilità di fare qualsiasi cosa
per uscire dalla situazione di stallo in cui ci si trova.
Il lettore vive il tentativo di evasione con i protagonisti e attraverso di loro spera in un futuro diverso,
migliore, seppur nella consapevolezza di una negata
vittoria finale. La delusione allora prevale e i persoPiazLa
za
naggi, bloccati nell’insoddisfazione di una realtà triste e immobile, fanno ricorso, per sopravvivere, al
sogno e all’immaginazione. Il linguaggio di Joyce è
essenziale, diretto e privo di qualsiasi manipolazione stilistica che possa interferire con la narrazione. I
vari racconti sono i simboli di una realtà diversa ed
estremamente attraente che però si fa fatica a raggiungere; si insegue e si cerca disperatamente, ma
non si concretizza mai. In ogni racconto Joyce fa
riferimento al fallimento che ascrive all’intera Irlanda. E il fallimento accomuna tutti; la rinuncia a
qualsiasi sogno: solo i bambini, secondo Joyce,
potrebbero salvarsi, perché hanno ancora un futuro
davanti e nuove opportunità. Per tutti gli altri non
c’è più possibilità di riscatto. Un’opera apparentemente semplice ma nello stesso tempo intensa e
coinvolgente.
La a
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Mostra
L’invenzione dei Fori Imperiali
di Ivo Santolamazza
Dal 23 luglio al 23 novembre 2008 al Palazzo Caffarelli di Roma in Via Delle Tre Pile 1. Foto, dipinti, affreschi e reperti archeologici dalle collezioni comunali documentano le trasformazioni del tessuto urbano nell’area dei Fori Imperiali. Da qui il titolo dell’esposizione: l’invenzione dei Fori Imperiali – Demolizioni e
scavi: 1924-1940. I cambiamenti, dalla metà degli anni Venti fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale in una mostra, non solo documentaria, promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di
Roma - Sovraintendenza ai Beni Culturali. 140 opere, tra foto, dipinti, affreschi e reperti archeologici, in un
percorso che vede esposte opere provenienti dal Museo di Roma e dall’Archivio Fotografico Comunale,
dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna e dai Musei Capitolini. Dunque una ricca selezione per documentare le demolizioni e gli scavi nella vasta area del Foro e Mercati di Traiano, Foro di Augusto, Foro di
Cesare, Foro di Nerva, il cui recupero e ripristino scenografico erano stati realizzati per rafforzare l’ideale
continuità storica della Roma fascista con l’epoca imperiale.
Il percorso si svolge tra 37 disegni e dipinti di autori come Michele Cascella, Maria Barosso, Lucia Hoffmann, Giulio Farnese e Pio Bottoni che rappresentano un tipo di produzione all’epoca molto apprezzata per
la raffigurazione degli interventi urbani, a metà tra nostalgia dei luoghi perduti e celebrazione della nuova
Roma. Una produzione commissionata in quegli stessi anni e acquisita nelle collezioni del Museo di Roma
inaugurato nel 1930.
Tra le tante opere, una veduta di Mario Mafai, Foro di Traiano, del 1930, rappresenta una splendida testimonianza della riflessione degli artisti della Scuola Romana sulle trasformazioni del secolare paesaggio
urbano. Anche 64 fotografie, scelte in una rosa di oltre 7.000 commissionate durante le demolizioni dagli
Uffici del Governatorato di Roma a professionisti romani specializzati nella documentazione di opere d’arte, rievocano il ritmo intenso e veloce con cui procedettero gli abbattimenti all’interno del clima culturale
dell’epoca, in bilico tra il desiderio di avanzare con i
lavori e quello di ricordare e testimoniare il processo
di distruzione. Infine, saranno esposti 30 reperti di
epoca romana e 5 frammenti pittorici e scultorei cinque e seicenteschi selezionati ed esposti a testimonianza degli innumerevoli ritrovamenti avvenuti.
Una nota di colore: nel demolire uno degli antichi
palazzi, gli operai si trovarono di fronte ad una straordinaria scoperta. All’interno delle mura qualcuno
aveva nascosto un “tesoretto” di antiche monete romane, oggi facente parte della collezione del Medagliere
Capitolino ed esposte in mostra. Dunque una carrellata di emozioni, storia, curiosità in un percorso che si
presenta come una “riscoperta della scoperta”.
Immagine: Fotografo non identificato
Podio del tempio di Venere Genitrice e Vittoriano sullo sfondo, Oltre al catalogo della mostra, edito da Palombi, è
novembre 1933.
stato pubblicato il corpus completo della campagna
Gelatina bromuro d’argento, mm 173 x 231.
Roma, Museo di Roma - Archivio Fotografico Comunale, AF fotografica dell’epoca: Fori Imperiali - Demolizioni e
scavi. Fotografie 1924-1940, Milano Electa 2007.
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PROGETTO Mu.Nu.S.
Il 17 ottobre, nell’Aula Consiliare del Comune di Castel Madama, si è tenuto il primo degli otto incontri facenti parte del
progetto Mu.Nu.S. (Mutuo nuovo sviluppo territoriale). Gli incontri avranno luogo nel Comune di Castel Madama e in quello di Subiaco. Il progetto, finanziato dal fondo sociale Europeo, con il contributo della regione Lazio, si propone di avviare una
collaborazione tra imprese ed esperti nel settore rurale, per lo sviluppo e la crescita del settore agricolo. Attraverso la collaborazione di varie associazioni tra cui, la “Fondazione Metes”, la Cooperativa sociale “Antares” e la “Dizona”, è stato avviato il
Piano di Sviluppo Rurale (PSR) per il periodo 2007-2013 che prevede anche interventi per l’implementazione di strategie di
sviluppo locale, con particolare riferimento alla diversificazione delle economie rurali. I prossimi seminari si terranno il 24/10
e il 14/11 a Subiaco presso la sede della Comunità Montana dell’Aniene e il 7-21/11 a Castel Madama. Per maggiori informazioni su bandi e avvisi si può consultare il sito internet www.dizona.it.
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Salute
Ottobre 2008
L’ACQUA MINERALE
È PROPRIO NECESSARIA?
di Ivo Santolamazza
Ogni giorno chi si reca al supermercato deve fare i
conti, oltre che con il portafoglio anche con il peso
delle buste, sicuramente di questi tempi più leggere rispetto al passato a causa del caro vita. Lo sa
meglio chi acquista acqua in bottiglia. È vero, i
buoni degustatori di acqua riescono a sentire i
diversi sapori. Poi c’è chi predilige l’acqua effervescente naturale o frizzante, non potendone far a
meno, ed è difficile ricrearne l’effetto in casa
anche se la tecnologia da questo punto di vista ha
fatto progressi con macchinari che riescono a produrre le bollicine.
Spesso nei discorsi che si affrontano quando si
parla di questo tema, puntualmente ci si chiede se
l’acqua in bottiglia viene conservata bene, sia per
quanto riguarda il trasporto sia il deposito. Ci si
preoccupa se l’esposizione al sole possa alterare la
qualità del contenuto e via dicendo.
Sappiamo che se l’acqua è potabile possiamo berla
direttamente dal nostro rubinetto di casa ma sappiamo anche che esistono tanti tipi di acqua in bottiglia di ogni genere.
Vendere acqua in bottiglia è un grande business,
soprattutto in Italia, che, con 172 litri procapite
all’anno, detiene il record mondiale di consumo di
acqua minerale, e dove le multinazionali sembra
paghino cifre irrisorie agli enti pubblici per lo
sfruttamento delle sorgenti. Ma l’acqua minerale è
migliore dell’acqua potabile? Sono in tanti ad
affermare che costa solo molto di più. Altroconsumo ha condotto analisi su 49 marche di acqua e le
ha paragonate a ciò che esce dai rubinetti di casa: è
risultato che quella dell’acquedotto spesso è
migliore di quella imbottigliata, perché più controllata. Non solo: da quando la plastica ha quasi
destituito il vetro, la produzione di acqua minerale
comporta, in Italia, 200.000 tonnellate di bottiglie
in circolazione.
Noi italiani siamo i maggiori consumatori al
mondo di acqua “minerale” in bottiglia, eppure
abbiamo una rete idrica nazionale che ci rilascia
acqua per il 96% potabile. La purissima, la povera
di sodio, la leggera e “compagne” vengono vendute in bottiglia e si fanno sentire spesso in televisione con messaggi pubblicitari positivi. Sono spot
che tralasciano la vera funzione dell’acqua e cioè
l’idratazione. C’è l’altissima e purissima, la particella di sodio che è sola, oppure quella che stimola la diuresi. Sicuramente ognuna ha le sue proprietà, caratteristiche spesso utili a determinate
esigenze e a volte sono anche consigliate. Resta il
fatto che l’acqua che esce dai nostri rubinetti, se la
rete idrica è gestita da un acquedotto, è potabile,
buona, controllata e costa molto meno. Gli
ambientalisti forse consiglierebbero di bere l’acqua del rubinetto per evitare di buttare nel cassonetto differenziato tutte quelle bottiglie di plastica.
Comunque l’acqua in bottiglia non fa diventare
belli e come tutte le acque al mondo e, se bevuta in
grosse quantità, fa fare la pipì!
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Ottobre - La Piazza