Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Sezione di Psichiatria e Psicologia Clinica U.O Psicosomatica e Psicologia clinica Università degli Studi di Verona Il processo informativo Claudia Goss [email protected] Background teorico • Il ruolo del modello biopsicosociale e dell’approccio “centrato sul paziente” (Smith 1997; Moja & Vegni 1998) • Il successivo sviluppo dell’approccio Shared Decision Making - SDM (Processo decisionale condiviso) (Charles et al. 1999) Una buona comunicazione centrata sul paziente può: • Migliorare la comprensione del trattamento (Roter et al. 1987; Hall et al. 1988) • Aumentare la soddisfazione del paziente (Williams et al. 1998; Safran et al. 1998;Kinnersley et al. 1999) • Migliorare la collaborazione al trattamento (Butler et al. 1996; Safran et al. 1998; Svensson et al. 2000) • Incidere sullo stato di salute (Ong et al. 1995; Stewart 1995; Maly et al. 1999; Mead & Bower 2002; Joosten et al. 2008) • Ridurre le richieste di altre visite (Stewart et al. 2000; Little et al. 2001) Perché è importante informare il paziente • È parte intrinseca del ruolo terapeutico • Migliora l’adesione al trattamento • Influenza l’esito (mediato anche da altri fattori) • E’ il primo passo verso una decisone comune (Tuckett et al. 1985) La consultazione medica è un incontro tra “due esperti”: il medico conosce la malattia in generale, il paziente conosce e vive nella quotidianità la sua malattia e tutto ciò che essa comporta Il paziente è detentore di insostituibili informazioni inerenti la sua individualità di malato soprattutto laddove esistono diverse opzioni dev’essere coinvolto nella scelta Progetto terapeutico condiviso che rispecchia sia le migliori evidenze scientifiche disponibili sia le preferenze del paziente Modalità d’interazione (adattato da Charles et al. 1999) Modello Paternalistico Condiviso Informato Informazione Flusso Direzione Contenuto Una via Medico Pz Dg e terapia Quantità Minima Discussione Medico Medico e pz Medico e pz Decisione Medico Medico e pz Paziente Doppia via Doppia via Medico Pz Medico Pz Dg e terapia Dg e terapia Valori del pz Ciò che è Ciò che è rilevante rilevante Quando una decisione in medicina può definirsi “ buona” • • • • Informata Supportata dalle evidenze scientifiche Punta al massimo livello di cura e salute Compatibile con i valori del paziente e tenga conto delle sue preferenze • Concreta • Soppesa i pro e i contro • Vi è soddisfazione da entrambe le parti Perché è importante prendere decisioni condivise? • Molte decisioni cliniche coinvolgono aspetti personali ed individuali • Gli interventi hanno vantaggi e svantaggi che i singoli pazienti valutano in maniera differente • Possibili differenti opzioni • Non esiste una soluzione che vada sempre bene per tutti • Principi etici (autonomia e libertà del paziente) e questioni legali riferito al consenso informato • Gli operatori non hanno sempre a disposizioni tutte le informazioni per fare la scelta migliore nell’interesse del paziente • Incertezza legato all’esito Shared Decision Making (SDM) Definizioni • Traduzione letterale con processo decisionale condiviso • Approccio che promuove il coinvolgimento del paziente, soprattutto nelle fasi decisionali del trattamento e in presenza di diverse opzioni terapeutiche (Charles et al. 1997). • Il coinvolgimento come la “capacità del paziente di avere un ruolo attivo nelle decisioni e nei piani riguardanti la sua cura” (Wetzels et al., 2004). Contesto La crescente richiesta da parte dei pazienti e cittadini di un ruolo attivo nelle cura della loro salute, grazie anche alla diffusione di internet. Shared Decision Making (SDM) Esistono 3 livelli (Stiggelbout et al. 2001): • Macro: riguarda l’organizzazione e la distribuzione delle risorse sanitarie e la pianificazione di progetti sanitari a livello nazionale • • Meso: riguarda la promozione del coinvolgimento per specifici gruppi di pazienti (es. elaborazione e diffusione di linee guida) • Micro: riguarda il coinvolgimento a livello del singolo individuo e quindi all’interno della relazione operatore sanitario paziente Shared Decision Making (SDM) • A tutti i livelli: crescente richiesta di maggiore coinvolgimento di pazienti, cittadini, ricercatori, clinici e di tutte le figure coinvolte nei processi decisionali riguardanti la salute. • Piano Sanitario Nazionale 2006-08 (tra gli obiettivi) ”favorire il ruolo partecipato del cittadino e delle associazioni nella gestione del servizio sanitario nazionale” • Ciò nonostante, in Italia i concetti SDM e l’approccio che da questi ne deriva sono ancora agli albori Cosa succede nel processo decisionale condiviso (SDM) • Fornire informazioni chiare • Lasciare spazio per domande del paziente • Disponibilità a condividere una decisione • Accordo tra paziente e medico rispetto al problema e alla sua gestione • Il tutto all’interno di una relazione di accudimento rispettosa, responsabilizzante e supportiva Stewart (1995) Cosa succede nel processo decisionale condiviso (SDM) • Coinvolgimento contemporaneo di medico e paziente in tutte le fasi decisionali • Scambio di informazioni in entrambe le direzioni e da entrambe le parti • Riflessioni condivise sulle opzioni terapeutiche • Accordo sul trattamento da mettere in atto • Adattare le informazioni al bisogno di ciascun singolo paziente • Incoraggiare i pazienti a prendersi il loro tempo per pensare alle varie opzioni • Rinforzare l’importanza dei valori individuali del paziente nel prendere una decisione relativa a un trattamento (Charles et al. 1997, 1999,2003) Cosa desiderano i pazienti • Ricevere informazioni su: diagnosi, eziologia e decorso della malattia (Frederiksen 1995; Guadagnoli & Ward 1998; Jefford & Tattersal 2002) • Capire meglio il problema • Ricevere aiuto e rassicurazione • Ricevere legittimazioni della loro sofferenza • Conoscere la cura migliore ed eventuali strategie preventive (Coulter et al. 1999) • Partecipare attivamente (Guadagnoli & Ward 1998) ed essere coinvolti nelle decisioni (Coulter 1997; Little et al. 2001; Lee et al. 2002) Le domande più frequenti dei pazienti • Cosa provoca il problema? • Cosa posso fare per migliorare la situazione? • A cosa servono gli esami che sto facendo? • Quali sono i rischi, gli effetti collaterali e i benefici del trattamento? • Quanto ci vorrà per stare bene? • Il trattamento sarà risolutivo (definitivo)? • Come posso prevenire una ricaduta? • Dove posso trovare ulteriori informazioni? (Coulter et al. 1999) Il ruolo dei pazienti nel processo decisionale condiviso Esiste comunque una piccola parte di pazienti, stimata attorno al 20% circa, che non gradisce nessuna informazione e preferisce un ruolo passivo nella consultazione (Guadagnoli et al.,1998). Alcune caratteristiche possono suggerire la preferenza verso un ruolo passivo (Benbassat et al., 1998) – – – – gravità della malattia età avanzata basso grado di scolarità sesso maschile. Il ruolo dei pazienti nel processo decisionale condiviso • Più coinvolti e attivi di quanto desiderato: 29% • Coinvolti come desiderato: 34% • Meno coinvolti e attivi di quanto desiderato: 37% Pazienti che riescono avere il ruolo da loro desiderato: • Riportano maggiori bisogni soddisfatti rispetto a: • Informazioni relative alle opzioni di trattamento e agli effetti collaterali • Possibilità di parlare di preoccupazioni e paure • Certezza di essere seguiti bene • Una maggiore riduzione dell’ ansia tra prima e dopo la consultazione • Soddisfazione più elevata Gattelari et al 2001 Processo decisionale condiviso: quali gli effetti? – – – – Maggiore soddisfazione Migliore adesione ai trattamenti proposti Migliore adattamento psicologico Risoluzione dei sintomi – Particolarmente utile nel lungo termine e nelle malattie croniche – Altri studi necessari per confermare questi dati Joosten et al. 2008 Processo decisionale condiviso-SDM • Non è un compito semplice per i pazienti – Mancanza di uno schema mentale per prendere decisioni mediche – Mancanza di un vocabolario medico – Vulnerabilità emotiva – Essere in un nuovo contesto – Possibilità di sentirsi impotenti • Spesso sarà necessario che i medici supportino e facilitano i pazienti nel prendere le decisioni Processo decisionale condiviso-SDM • Non è un compito semplice per i medici: – Comunicare rischi e benefici – Esplorare i valori del paziente – Condividere le proprie visioni e preferenze – Ascoltare le preoccupazioni del paziente – Accettare decisioni non immediate e potenzialmente divergenti dalla propria • Importante la formazione e l’organizzazione della struttura Il punto di vista del medico Condivido le decisioni: – “con i pazienti all’esordio di malattia, non quelli agli ultimi stadi” – “con pazienti calmi e razionali, non con quelli vulnerabili o agitati” – “quando c’è davvero più di un’opzione terapeutica, non quando la scelta è ovvia” Charles et al. 2004 Altre considerazioni • Il comportamento del medico può influenzare la collaborazione del paziente: si è osservato che il coinvolgimento attivo del paziente aumenta con l’aumentare del comportamento attivo-stimolante del medico (Kim et al., 2001). • I medici necessitano sia di abilità comunicative che della conoscenza del paziente per stabilire quando e a quale livello lo stesso voglia essere coinvolto nel processo decisionale (McKinstry, 2000). • Tuttavia non c’è una regola fissa per determinare la preferenza individuale per il livello di coinvolgimento che va quindi stabilito durante ogni singola consultazione (Elwyn et al., 2000). • La comunicazione usata più spesso tra medico e paziente è di tipo strumentale, ovvero rivolta alla soluzione del problema (Deveugele et al., 2002). • Emerge un quadro in cui l’informazione è trasferita in forma di un monologo piuttosto che di un dialogo (Lee et al., 2003). Frequenti obiezioni al modello condiviso • Ci vuole troppo tempo – benefici maggiori anche se tempi più lunghi (Roter et al. 1991; Clark et al..1998) – maggiore tempo, maggiori informazioni e migliore gestione dei problemi psicosociali (Freeman et al. 2002) • Alcuni pazienti non vogliono essere informati – sono circa il 20% (Guadagnoli & Ward 1998) • I medici già informano – descrivono, ma raramente indagano la preferenza del paziente (Braddock et al. 1997) – Tendenza a sottostimare la quantità di informazioni richiesta e sovrastimare quella fornita (Waitzkin et al. 1985; Cox et al. 2003) – Nel 68% delle visite non si parlava dei rischi del trattamento (Calkins et al. 1997) Alcune difficoltà espresse dai medici • Mancano le competenze comunicative • Difficile indagare le preferenze • Difficile gestire le aspettative del paziente • Difficile conciliare tempo, contesto e richieste • Timore di indurre emozioni “negative” Cosa succede nella realtà? Informare nella medicina di base Analisi delle sequenze di 252 interviste classificate con il Verona Medical Interview Classification System (VR-MICS) • Il medico dà informazioni per circa un terzo dell’intervista • Comincia a fornire informazioni già nella prima fase e aumenta progressivamente verso la fine • La maggior parte delle sequenze sono dei monologhi, intervallati solo da brevi assensi del paziente • Il paziente fa poche domande ed esprime poche opinioni • I medici facilitano raramente l’espressione di opinioni con richieste dirette Il coinvolgimento dei pazienti sembra minimo e andrebbe incrementato Goss et al. 2005 Cosa succede nella realtà? 0 Fraction .05 .1 .15 Il coinvolgimento del paziente nella medicina generale e in psichiatria 10 20 30 40 50 60 Total score GPs 70 0 10 20 30 40 50 60 70 Total score Psychiatrists 80 90 100 80 90 100 0 Fraction .05 .1 .15 0 Goss et al. 2007 Background teorico (33) Punteggio nei singoli item 0 1 2 3 4 (il rettangolo rappresenta I valori tra il 25mo e il and 75mo percentile, i baffi i valori estremi, i punti gli outsider) Medici Med Gen 0 1 2 3 4 Psichiatri 1 2 3 4 item1 5 6 7 8item2 9 10 11 12 Il processo decisionale condiviso Medico Conoscenze scientifiche Modello Idee Emozioni Aspettative Contesto Ruolo nella decisione Spiegazione Feedback Reazione del paz (spontanea e/o sollecitata) Comprensione della reazione Ulteriori informazioni Negoziazione Piano d’azione comune Paziente Idee Emozioni Aspettative Desideri Contesto Ruolo nella decisione Il processo decisionale condiviso • Fase esplicativa e/o propositiva • Reazione del paziente (spontanea e/o sollecitata) • Comprensione della reazione del paziente • Eventuale altra fase esplicativa e/o propositiva • Discussione e negoziazione Piano d’azione comune Informare: gli obiettivi • Condividere la visione del problema • Individuare la giusta quantità e qualità di informazione da fornire • Fornire spiegazioni che siano comprensibili, facilmente memorizzabili e individualizzate • Adottare un approccio condiviso • Coinvolgere il paziente nelle decisioni • Motivare il paziente • Educare il paziente Il processo decisionale condiviso Obiettivi • Rendere esplicito al paziente che ci troverà coinvolti in un processo decisionale • Identificare le modalità preferite con cui il paziente desidera essere informato e utilizzare messaggi individualizzati • Esplorare le aspettative e/o le idee del paziente rispetto al modo di gestire il problema • Esplorare le preoccupazioni e/o le paure del paziente rispetto al modo di gestire il problema • Verificare la comprensione del paziente alle informazioni ricevute ed accoglierne le reazioni • Offrire al paziente in modo esplicito delle opportunità per porre delle domande durante il processo decisionale. • Valutare in che misura il paziente vorrebbe essere coinvolto • Indicare la necessità di prendere una decisione durante la consultazione e segnalare la necessità di rivedere e/o rimandare la decisione (follow-up). Elwyn et al.1999 Informare: le abilità del medico • Stabilire una relazione di collaborazione • Determinare ciò che il paziente vuole sapere • Chiarire il ruolo che il paziente vuole avere • Fornire informazioni • Riconoscere e sollecitare le reazioni del paziente • Indagare idee, aspettative e contesto del paziente • Individuare eventuali proposte alternative e valutarle rispetto alle esigenze individuali • Motivare il paziente • Negoziare e definire un piano d’azione comune Il processo decisionale condiviso Le abilità • Discutere il ruolo del paziente nel processo decisionale (es. “vorrei che discutessimo questa decisone insieme e mi sarebbe d’aiuto sapere come si sente rispetto a questo”) • Discutere della natura della decisione (es. “l’esame ci dirà se…”) • Proporre e discutere le alternative • Valutare i pro e contro di ogni opzione • Discutere dell’incertezza legata alla decisione • Verificare della comprensione del paziente • Esplorare le preferenze del paziente Braddock 1999 Tecniche utilizzabili • Dare informazioni • Verifiche della comprensione • Domande aperte • Commenti empatici, di rispetto, legittimazioni, rassicurazioni • Ascolto riflessivo • Comportamento non verbale • Tecniche specifiche per la negoziazione e la motivazione Il processo decisionale condiviso • Fase esplicativa e/o propositiva • Reazione del paziente (spontanea e/o sollecitata) • Comprensione della reazione del paziente • Eventuale altra fase esplicativa e/o propositiva • Discussione e negoziazione Piano d’azione comune Fornire la giusta quantità e qualità di informazioni Obiettivi: • Stabilire I bisogni informativi individuali • Fornire informazioni comprensibili ed individualizzate • Non essere troppo scarni nè troppo prolifici • Valutare il punto di partenza del paziente: verificare la sua conoscenza e il suo desiderio di informazioni • Dare informazioni in piccoli pezzi comprensibili, verificare la comprensione del pz, usare le sue risposte come guida per procedere • Domandare al pz quali altre informazioni gli sarebbero utili (es. Prognosi, etiologia) • Fornire spiegazioni al momento opportuno: evitare consigli, informazioni e rassicurazioni premature Fase esplicativa Spiegazioni sulla diagnosi o ipotesi dg, esami di laboratorio o referti, trattamenti già in corso • Individuare che cosa sa il paziente e cosa vuole sapere “Cosa vorrebbe sapere rispetto a questi farmaci?” “Che cosa ha capito dalla lettura di questo referto?” “Le andrebbe di saperne di più?” “Potrebbe esserle utile passare qualche minuto ad esaminare come poter modificare le sue abitudini alimentari?” Fase esplicativa Spiegazioni sulla diagnosi o ipotesi dg, esami di laboratorio o referti, trattamenti già in corso • Riassumere seguendo un filo logico inquadramento sintomo spiegazione “Quel bruciore allo stomaco che lei ha potrebbe essere Personalizzare le dello informazioni legato ad •un’irritazione delle pareti stomaco, cioè di una gastrite” Messaggi individualizzati: • sono più efficaci nell'indurre le persone a modificare i propri stili di vita (es. smettere di fumare, adottare un'alimentazione sana, sottoporsi regolarmente ad esami per la prevenzione dei tumori) • vengono tenuti in maggior considerazione, sono ricordati meglio e hanno maggiori probabilità di essere tradotti in azioni concrete rispetto a quelli standardizzati (Campbell et al. 1994; Strecher et al. 1994;Elwyn et al. 2001; Skinner et al. 1994). Fase esplicativa • Essere chiari, precisi, usare termini semplici “L’ecografia è un esame che non le farà male, viene fatto appoggiando sulla pancia un piccolo strumento che permette di vedere come sono fatti gli organi interni” • Sottolineare le informazioni che si ritengono importanti e attirare l’attenzione del paziente “Ci sono tre importanti cose che le dovrei dire….” “Ora le devo dire una cosa molto importante” • Sostenere le informazioni con evidenze scientifiche e spiegare perché sono importanti “Molti studi hanno dimostrato che se facciamo questo intervento in Day Hospital, lei avrà meno disturbi, meno effetti collaterali e potrà andare a casa prima” Favorire la comprensione e la memorizzazzione Obiettivi: Rendere le informazioni comprensibili e facilmente memorizzabili • Organizzare le informazioni: spezzare le frasi, costruire paccchetti di informazioni , usare sequenze logiche • Utilizzare tecniche per focalizzare l’attenzione e per strutturare il discorso • Ripetere e sintetizzare per rafforzare le informazioni • Utilizzare un linguaggio chiaro, preciso, evitando il linguaggio tecnico • Utilizzare supporti visivi: es. schemi, diagrammi, depliant • Verificare la comprensione del paziente Fase esplicativa Altri suggerimenti per migliorare la comprensione • Ripetere e chiedere al paziente di ripetere “Vorrei essere sicuro di essere stato chiaro. Mi può ripetere ciò che le ho detto?”durante la visita cosa • Commentare e spiegare “Vuole che rivediamo assieme le cose importanti da ricordare?” si sta facendo “Qui c’è il fegato, ora vediamo com’è la pancia” • Usare analogie e similitudini “La TAC è come fare una fotografia dell’interno della sua testa” • Attenzione alle statistiche troppo difficili “Otto pazienti su dieci ottengono un miglioramento sostanziale” • Utilizzare supporti cartacei • Aiutarsi con schemi e disegni Fase propositiva • Indagini diagnostiche Vanno inserite nella sequenza logica sintomo spiegazione inquadramento indagine “Il bruciore allo stomaco può essere segno di una gastrite, per verificare questo penso che sarebbe utile fare una gastroscopia” • Interventi terapeutici • Spiegare: – L’obiettivo che si vuole raggiungere – Cos’è e come agisce – Perché lo si ritiene importante – Eventuali effetti collaterali e interazioni Modifiche nello stile di vita – L’impegno per il paziente Personalizzate in base alle fasi del cambiamento I supporti decisionali Ottawa Health Research Institute http://decisionaid.ohri.ca I supporti decisionali • International Patient Decision Aid Standard http://ipdas.ohri.ca Quali sono le probabilità che il mio tumore ritorni? • Denise B. età 34 • 4 settimane fa le è stato trovato una massa nel seno sinistro. • L’ago aspirato ha mostrato la natura maligna della massa • 10 giorni fa: mastectomia parziale e svuotamento ascellare • Stadiazione: 2.5 cm carcinoma duttale invasivo, Stadio III, 8/20 linfonodi positivi, ER, PR negativi and Her 2 positivo I supporti decisionali Denise Blackwell Menu Parole, numeri o grafici? Quali sono le probabilità che il tumore (localizzato al colon) si ripresenti localmente nei prossimi due anni? • Se si aggiunge la radioterapia all’intervento chirurgico le possibilità che il tumore si ripresenti nella stessa sede sono molto più basse rispetto alla sola chirurgia • La radioterapia dimezza la probabilità che il tumore si ripresenti nella stessa sede Parole, numeri o grafici? Quali sono le probabilità che il tumore (localizzato al colon) si ripresenti localmente nei prossimi due anni? Solo chirurgia In 8 persone su 100 si ripresenterà il tumore nella stessa sede Chirurgia e radioterapia In 4 persone su 100 si ripresenterà il tumore nella stessa sede Parole, numeri o grafici? Quali sono le probabilità che il tumore (localizzato al colon) si ripresenti localmente nei prossimi due anni? Chirurgia 92 persone guarite In 8 soggetti il tuomre ritorna nelllo stesso posto Chirurgia e radioterapia 96 persone guarite In 4 soggetti il tumore ritorna nello stesso posto Parole, numeri o grafici? 100 donne con il tumore al seno come il suo Queste donne staranno bene solo con la terapia chirurgica Queste donne non staranno bene con la sola terapia chirurgica - Parole, numeri o grafici? 100 women with breast cancer like yours who had chemotherapy These women Will be fine with surgery alone These extra women will survive with chemotherapy These women will not be cured by treatment - Comprensione del concetto di rischio Concetto Percentuale risposte corrette • Rischio assoluto di ricaduta 86% • Grafici di sopravvivenza 80% •Riduzione del rischio relativo 47% • Mediana di sopravvivenza a 5a 27% (100 pazienti con tumore al seno in fase iniziale) Lobb et al. 1999 Interpretazione di parole e figure • “30% di possibilità di ricaduta” è: – Basso rischio – Medio rischio – Alto rischio 48% 34% 15% • “Buone possibilità di cura” significa: – > 80% – > 60% – > 40% 39% 37% 24% Frequenze o probabilità? Situazione: screening mammografico in donne asintomatiche tra i 40 e 50 anni La probabilità che una di queste donne sia affetta da tumore al seno è 0.8%.Se una donna ha un tumore al seno, la probabilità di ottenere una mammografia positiva è del 90%. Se una donna non ha un tumore al seno la probabilità di avere una mammografia positiva è del 7%. Avete una donna con una mammografia positiva. Qual è la probabilità che abbia effettivamente un tumore al seno? Frequenze o probabilità? Risposte possibili: • Circa il 10% • Circa il 20% • Circa il 30% • Circa il 40% • Circa il 50% • Circa il 60% • Circa il 70% • Circa il 80% • Circa il 90% Frequenze o probabilità? Situazione: screening mammografico in donne asintomatiche tra i 40 e 50 anni La probabilità che una di queste donne sia affetta da tumore al seno è 0.8%.Se una donna ha un tumore al seno, la probabilità di ottenere una mammografia positiva è del 90%. Se una donna non ha un tumore al seno la probabilità di avere una mammografia positiva è del 7%. Avete una donna con una mammografia positiva. Qual è la probabilità che abbia effettivamente un tumore al seno? Frequenze o probabilità? Test Malattia si no Positivo Sensibilità (a) Falso positivo (b) Negativo Falso negativo (c) Specificità (d) Sensibilità di un test: probabilità di essere positivi al test avendo la malattia Specificità di un test: probabilità di essere negativi al test non avendo la malattia Teorema di Bayes: P(malattia|positivo)= p(malattia)p(positivo|malattia) p(malattia)p(positivo|malattia)+p(no malattia)p(positivo|no malattia) P(malattia|positivo)= 0.008X0.90 =0.094 = 9.4% 0.008X0.90 +0.992X0.07 Frequenze o probabilità? 1000 persone 8 malate 7 positive 1 negativa 992 sane 70 positive 922 negative Qual è la probabilità di essere malata data la positività al test? Probabilità(malattia|positivo)=7/(70+7)=7/77=0.91= 9.1% Cosa comprendono meglio i pazienti? • Verosimilmente una combinazione di numeri e parole • I diagrammi con le 100 persone • Le frequenze piuttosto che le percentuali Il processo decisionale condiviso • Fase esplicativa e/o propositiva • Reazione del paziente (spontanea e/o sollecitata) • Comprensione della reazione del paziente • Eventuale altra fase esplicativa e/o propositiva • Discussione e negoziazione Piano d’azione comune Reazione del paziente e comprensione • Rispondere alle reazioni emotive Uso di tecniche relazionali e dei silenzi • “Mi è sembrato un po’ contrariato quando le ho proposto questa visitala specialistica” Se non manifesta reazione va sollecitata “E’ comprensibile che “Cosa si senta in ansia all’idea di ricominciare pensa di…?” tutto il ciclo di trattamenti che le di…?” ho proposto” “Come si sente all’idea • Indagare aspettative,contesto,esperienze “Cosa preferirebbe fare?” “Pensava a qualche cosa di diverso?” sa di questo farmaco?” • Indagare“Cosa il grado di coinvolgimento e controllo • Non esprimere giudizi Il processo decisionale condiviso • Fase esplicativa e/o propositiva • Reazione del paziente (spontanea e/o sollecitata) • Comprensione della reazione del paziente • Eventuale altra fase esplicativa e/o propositiva • Discussione e negoziazione Piano d’azione comune Discussione e negoziazione Obiettivo: raggiungere un piano d’azione comune • Durata e difficoltà variabile • Occorre conoscere la logica del paziente prima di discuterla • Rispettare il paziente,sottolineandone le responsabilità e la libertà • Non esprimere giudizi, non generalizzare • Sostenere l’autostima e il senso di autoefficacia • Sottolineare sempre la propria disponibilità Raggiungere una visione condivisa Incorporare la prospettiva del paziente Obiettivi: • fornire informazioni che abbiano un senso nella prospettiva del paziente • verificare le reazioni del paziente alle info ricevute • stimolare la partecipazione del paziente • Inserire le info nel “contesto di malattia” del paziente (idee, aspettattive, emozioni) • Stimolare e favorire la collaborazione del paziente: es. opportunità di porre domande, di esprimere opinioni, dubbi, chiarimenti • Cogliere I cue verbali e non: es. bisogno ulteriore di info, di porre domande, emozioni • Favorire, sitmolare e gestire la reazione del paziente Pianificare: una visione condivisa Obiettivi: • Far capire al paziente che la decisione è un processo • Coinvolgere il paziente nella decisione secondo quanto egli desidera • Stimolare l’impegno del paziente nella paianificazionei • Condividere i propri pensieri • Coinvolgere il paziente: offrifre possibilità, piuttosto che dare consigli, stimolare il contributo del pz • Esplorare le opzioni terapeutiche • Valutare il grado di conivolgimento che il paziente desidera avere nella decisione • Negozioare un piano condiviso (manifestare la propria equità o preferenza e verificare quella del paziente) • Verificare con il paziente la decisione e le preoccupazioni Discussione e negoziazione • Esplicitare eventuali diversità di opinione “Vedo che concordiamo su alcuni aspetti, ma ci sono ancora delle diversità di opinione. Le va se proviamo a confrontare le nostre diverse opinioni?” • Mobilitare le risorse “Cosa potrebbe aiutarla?” • Indagare la disponibilità al cambiamento “Cosa potrebbe spingerla al cambiamento?” • Esplicitare le contraddizioni ”Vedo che è molto indeciso. Da un lato vorrebbe fare la gastroscopia per capire meglio a cosa è dovuto il suo mal di stomaco ,dall’altro pensa si possa risolvere tutto cambiando alimentazione e in più ha paura di provare dolore durante l’esame. E’ un bel dilemma” • Sfidare le credenze Discussione e negoziazione • Confrontazione “Sono d’accordo con lei sulla necessità di fare ulteriori accertamenti, ma credo sia possibile farli senza bisogno di ricorrere all’ospedalizzazione” • Sottolineare la responsabilità e la libertà del paziente nelle decisioni • Sottolineare la disponibilità all’aiuto ”Da quello che mi ha detto ha ottimi motivi per essere spaventata da questo esame. La decisione spetta a lei, io non posso certo costringerla. Sono comunque a sua disposizione • Proposta su un terreno comune per cercare di aiutarla in questa decisione difficile” “E’ comprensibile che non desideri prendere questo farmaco perché ha paura di ingrassare, ma questo non si verifica in tutte le persone che assumono questo farmaco. Potrebbe cominciare a prenderlo e tenere sotto controllo il peso. Se dovesse esserci un aumento ne ridiscuteremo insieme. Cosa ne pensa?” Il processo decisionale condiviso • Fase esplicativa e/o propositiva • Reazione del paziente (spontanea e/o sollecitata) • Comprensione della reazione del paziente • Eventuale altra fase esplicativa e/o propositiva • Discussione e negoziazione Piano d’azione comune Piano d’azione comune L’obiettivo finale è l’accordo comune • Può richiedere più consultazioni • E’ importante la gestione del tempo • E’ importante la flessibilità • Accettare un rifiuto può essere un accordo Disaccordo su diagnosi e terapia Trappole • Offendersi e diventare intransigente M: Vede, sono io il suo medico. Dobbiamo trattare il suo disturbo con... per una settimana o due P: Quella roba con me non ha mai funzionato. Mi dovrebbe fare una impegnativa per il gastroenterologo M: Ah si ? Chi decide qua? • Ripetere i concetti, con la voce sempre più alta M: Non credo che ci siano problemi di sinusite P: Ma a me sembra di si M: No, non è la sinusite. Niente affatto! • Non comprendere le idee o i valori del paziente P: Sa dottore, io preferisco l’omeopatia… M: Va bene, va bene, ma tentiamo prima con gli antibiotici • Perdere delle buone opportunità per essere empatico P: Il mio datore di lavoro dice che gli porto le prove che sto male o mi licenzia M: Beh, non è certo una situazione facile da gestire…. Disaccordo su diagnosi e terapia Trappole • Credere che il compito del medico consista nel dire al paziente cosa fare e che quello del paziente sia di dire “Si” e fare quello che dite. • Credere che il compito sia di registrare le richieste e soddisfarle • Non indagare le idee del paziente su diagnosi, cause e terapie • Privilegiare l’assistenza ospedaliera e trascurare il follow-up • Accusare il paziente e definirlo “paziente non collaborante” • Tentare di risolvere troppi problemi contemporaneamente • Venire alle visite di controllo non significa adesione. Tentate di coinvolgere il paziente nella propria cura Esempio M: Lei dice che avrebbe bisogno di una Risonanza Magnetica alla testa. Non comprendo ancora come mai è arrivato a questa idea. Mi può aiutare? P: Mi serve, e basta, non voglio neanche discutere! M: Quindi lei crede di averne bisogno. Io non lo credo e lei non vuol farmi sapere perché la vuole. Questo mi rende difficile proporre una soluzione fattibile. E’ sicuro che non mi possa aiutare a capire? P: Il mio datore di lavoro dice che o gli dimostro che ho qualcosa in testa, dati alla mano o devo smettere di lamentarmi del mio mal di testa. Una cosa o l’altra! M: E’ in trappola. O la RM o il suo datore di lavoro non le crede. E lei ha pensato che una RM potesse dimostrare che lei ha qualcosa in testa… P: Proprio cosi… M: Una situazione ben difficile dalla quale uscire… Ma non è detto che una RM dimostri che lei ha qualcosa in testa! E non tutti i mal di testa sono dimostrabili con una RM… P: Ma può anche essere che mi trovino qualcosa. M: Come mai ne è così convinto? P: Quando a mia sorella hanno scoperto il tumore, gliel’anno scoperto con una RM. Mantenere la contrattazione Obiettivi: • Monitoraggio dell’adesione ai trattamenti – Indagare tollerabilità al trattamento ed preoccupazioni eventuali • Valutazione delle fasi del cambiamento – Verifica degli obiettivi concordati – Rinforzare i successi – Indagare le ragioni di eventuali “fallimenti” – Sostenere la motivazione e l’autoefficacia Punti chiave • La comunicazione si ripercuote sulla salute dei nostri pazienti • I pazienti hanno il diritto di scegliere se e quanto vogliono essere coinvolti nelle decisioni che riguardano la loro salute • Dare informazioni è quindi un processo a “doppia via” (medico paziente) • E’ importante chiedere “Che cosa ne pensa?”