culto per questa poetessa, di cui s'ignoravano le poesie e
ben poco si conosceva della vita. Mi recai a Francica, paesetto, fra i tanti calabresi, ricostruito in luogo diverso dall'antico dopo il terremoto del 1783, e notai che le due vie
principali sono dedicate una alla Pittarelli, l'altra al « francicanus » Gabriello Barrio, segno evidente che, in mezzo alle
memorie del passato, sono scampate queste due glorie paesane, trapiantate, con i penati, nel nuovo sito del paese; e
penso perciò con malinconia che sia il Croce che io, per
amore della verità, cancelleremo forse una illusione di quei
buoni cittadini, confortato, però, dalla supposizione che, qualunque prova noi porteremo a distruggere una leggenda, questa resterà viva lo stesso nel popolo che, fermando il pensiero sulla scritta « corso Pittarelli », continuerà a immaginare la monaca poetessa, che corrispondeva in latino con i
dotti del tempo e scriveva versi per Carlo V e altri uomini
famosi...
In vero, uno sguardo un po' attento al manoscritto e a
quanto della Pittarelli scrissero biografi vecchi e nuovi, persuade della falsificazione. Dei biografi vecchi, tralascio di fare
menzione ; ma devo dire una parola sui due monografisti della
poetessa, Filippo Iacopo Pignatari (Edvige. Pittarelli poetessa del
secolo XVI, Monteleone, tip. F . Passafaro, 1899, in-12°, pag. 48)
e Francesco Pititto (Ancora una poetessa nel secolo XVI, Mileto, tip. A. Laruffa, 1907, in-16°, pag. 70), i cui scritti colpiscono per la mancanza di dati concreti sulla Pittarelli e di
verace critica delle poesie, anche dal solo punto di vista biografico. Il Pignatari, che non era poi un letterato, scrisse il
suo opuscolo, se la mia informazione è esatta, in collaborazione con Eugenio Scalfari , di cui, però, tralasciò il nome
sul frontespizio ; ma, nonostante la collaborazione, non raccolse che voci generiche su la poetessa, anzi non fece che
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Lo Scalfari lo aiutò nella raccolta delle notizie, perchè la stesura dell'opuscolo non mi pare sua, così è fiacca e scorretta.
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culto per questa poetessa, di cui s`ignoravano le poesie e ben poco