Sommario
1 - PREMESSA ................................................................................................................... 2
2 - CARATTERISTICHE DEL PROGETTO ........................................................................ 3
2.1 DIMENSIONI E DESCRIZIONE DEL PROGETTO ................................................................. 4
2.1.1 - Opere di sistemazione dell area d impianto .................................................................... 7
2.1.2 - Configurazione impiantistica ......................................................................................... 15
2.1.3 - Descrizione del ciclo produttivo .................................................................................... 20
2.2 CUMULABILITÀ CON ALTRI PROGETTI ............................................................................. 32
2.3 - UTILIZZAZIONI DI RISORSE NATURALI ........................................................................... 32
2.4 - PRODUZIONE DI RIFIUTI .................................................................................................. 33
3 - LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO ......................................................................... 34
3.1 UTILIZZAZIONE ATTUALE DEL TERRITORIO .................................................................... 34
3.1.1 - Strumenti di pianificazione/programmazione territoriale e vincolistica.......................... 34
3.2 - CAPACITÀ DI CARICO DELL AMBIENTE NATURALE
ZONE PROTETTE ................... 41
3.3
DELLA
-
RICCHEZZA
DELLE
RISORSE
NATURALI
ZONA
INTERESSATA
DALL INTERVENTO - QUADRO AMBIENTALE ......................................................................... 43
4 - CARATTERISTICHE DELL IMPATTO POTENZIALE.................................................. 52
4.1
PORTATA,
GRANDEZZA
E
COMPLESSITÀ
DELL IMPATTO
E
EFFETTI
TRANSFRONTALIERI ................................................................................................................. 52
4.1.1- DESCRIZIONE DEI PROBABILI EFFETTI RILEVANTI DEL PROGETTO ................... 52
4.3 - PROBABILITÀ DELL IMPATTO .......................................................................................... 59
5 - CONCLUSIONI ............................................................................................................ 60
Allegati:
1. Ortofoto;
2. Stralcio aerofotogrammetrico località San Giorgio ;
3. Stralcio IGM;
4. Stralcio catastale foglio di mappa n. 33
p.lle 57 - 80;
5. Stralci P.R.G.: Tav. 4 - fg.12 Usi e modalità d intervento e Tav. 14 Geologia
idrogeologia
geosismica
sondaggi geognostici
geomorfologia
geotecnica sulle indagini ;
6. Certificato di destinazione urbanistica;
7. Concessione edilizia del 04.08.2000;
8. Planimetria generale;
9. Planimetria con indicazione delle aree, della rete acque meteoriche e punti di emissione;
Oggetto : Verifica di assoggettabilità a V.I.A.
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1 - PREMESSA
Oggetto del presente Studio di valutazione di assoggettabilità a V.I.A. è il progetto relativo al
rinnovo autorizzativo dell attività esercitata da un centro di raccolta per la messa in riserva ed il
recupero di rifiuti non pericolosi costituiti prevalentemente da materiale plastico e rottami ferrosi e
non sita in località S.Giorgio nel Comune di Crotone. Tale impianto è stato precedentemente
autorizzato in procedura semplificata con iscrizione n. 005 KR del 03 febbraio 2005 -attività [R13]( Provvedimento di rinnovo iscrizione al Registro Provinciale delle imprese che effettuano
comunicazione di inizio attività, ai sensi degli art. 31 e 33 del D.Lgs. 22/97 e s.m.i.). Inoltre, con il
presente elaborato viene valutata la contestuale integrazione di nuove attività di recupero ([R3],
[R4] ed [R5]), ai fini dell'esercizio in "Procedura Semplificata" del complesso industriale per il
recupero/riciclaggio di rifiuti non pericolosi, attraverso le operazioni di recupero ([R13], [R3], [R4]
ed [R5]) di cui all'Allegato C "Operazioni di recupero" del D.Lgs. n.152 del 03/04/2006.
Esso viene redatto secondo gli indirizzi normativi contenuti nel Regolamento Regionale n. 3 del
04.08.2008 Regolamento Regionale delle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale, di
Valutazione ambientale strategica e delle procedure di rilascio delle Autorizzazioni Integrate
Ambientali , pubblicato sul BUR Calabria in data 16.08.2008, così come modificato dal
Regolamento Regionale n. 5 del 14.05.2009.
Tale normativa regionale disciplina la procedura di V.I.A. relativamente agli interventi di cui all art.
6
commi 1 e 4 del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.e ii., la cui approvazione compete alla regione o agli
enti locali.
In particolare l art. 6 del suddetto DGR prevede, nella fase di VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ,
la stesura di un progetto preliminare e di uno studio preliminare di impatto ambientale mirato a
verificare se il progetto proposto può avere un impatto significativo sull ambiente (verifica di
assoggettabilità) e deve essere sottoposto alla fase di valutazione secondo le disposizioni previste
dal citato regolamento regionale.
La società attualmente svolge la propria attività in forza dell iscrizione con il n. 005 KR del 03
febbraio 2005 ( Provvedimento di rinnovo iscrizione al Registro Provinciale delle imprese che
effettuano comunicazione di inizio attività, ai sensi degli art. 31 e 33 del D.Lgs. 22/97 e s.m.i.), e
con la presente intende adeguare la propria capacità di trattamento ai quantitativi concernenti le
operazioni di gestione dei rifiuti previsti dalla suddetta legge regionale.
L istanza di verifica di assoggettabilità alla procedura di valutazione di impatto ambientale viene
inviata ai sensi del D.Lgs. n. 4/08, art. 20 comma 1 e del Regolamento Regionale, in quanto,
l impianto in oggetto, rientra nella tipologia di cui all Allegato B
Progetti sottoposti alla verifica di
assoggettabilità - del succitato regolamento regionale riportato alle lettere:
Oggetto : Verifica di assoggettabilità a V.I.A.
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z.b) impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi,con capacità complessiva superiore
a 10 tonn/giorno mediante operazioni di cui all allegato C lettere da R1 a R9, della parte quarta del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152).
Pertanto ai sensi dell art. 6 Verifica di Assoggettabilità del regolamento stesso, se le attività
proposte con la presente, non costituiscono modifiche sostanziali al contesto ambientale, l autorità
competente dispone l esclusione dalla procedura di valutazione ambientale e qualora fosse
necessario prescrive i relativi accorgimenti o procedure da osservare.
L'impianto oggetto della presente domanda di verifica di assoggettabilità a V.I.A. e le predette
attività di gestione rifiuti non risultano essere assoggettabili all'Autorizzazione Integrata Ambientale
(A.I.A.) (D.Lgs. n. 59 del 18/02/2005) in quanto non contemplate fra le categorie di attività
industriali di cui al punto 5. "Gestione dei rifiuti" dell'Allegato I "CATEGORIE DI ATTIVITÀ
INDUSTRIALI DI CUI ALL'ART.1 " del D.Lgs. n.59 del 18/02/2005 "Attuazione integrale della
Direttiva n.96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento".
2 - CARATTERISTICHE DEL PROGETTO
Le caratteristiche del progetto sono considerate tenuto conto di quanto previsto dall Allegato V alla
Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 come modificato dal D.Lgs. n. 4/2008 e dall Allegato C del
Regolamento Regionale e precisamente:
1) Dimensioni del progetto
2) Cumulo con altri progetti
3) Utilizzazione di risorse naturali
4) Produzione di rifiuti
5) Inquinamento e disturbi ambientali
6) Rischio di incidenti, per quanto riguarda, in particolare, le sostanze e le tecnologie utilizzate
Relativamente alla descrizione dell Inquinamento e disturbi ambientali al fine di una descrizione
più organica e di una più facile lettura del presente studio, si è deciso di approfondire tale aspetto
nel capitolo relativo alle CARATTERISTICHE DELL IMPATTO POTENZIALE.
Nel seguente Studio viene effettuata l analisi della presente proposta progettuale, concernente
l attività di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi, svolta finora dalla società
Mosmode S.a.s. di Giuseppe Cannavale & C e la contestuale introduzione di nuove attività di
recupero da esercire.
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La società istante, proponente l impianto in oggetto, sottolinea che la presente Verifica di
assoggettabilità alla valutazione d impatto ambientale è da intendersi parte integrante della
documentazione specifica a corredo della domanda di rinnovo autorizzativo.
Si sottolinea, infine, che tutte le informazioni riportate nel presente studio sono state fornite ai
sottoscritti direttamente dal Proponente e/o da persone incaricate di sua fiducia, che hanno messo
a disposizione, in formato cartaceo o digitale, tutta la documentazione ritenuta necessaria.
2.1 DIMENSIONI E DESCRIZIONE DEL PROGETTO
L attività dell impianto attualmente in esercizio viene svolta in un area produttiva ubicata nei limiti
amministrativi del comune di di Crotone (KR) alla Località San Giorgio , distinta catastalmente nel
N.C.E.U./N.C.T. al foglio di mappa 33, particelle 80/p e 57/p, in un area compresa nel foglio 238
della Carta d Italia
Tavoletta III S.E. Sez. D-A, dell istituto Geografico Militare Italiano (I.G.M.I.).,
con una superficie totale di circa 11.000 m2. Nello specifico, si precisa che l area nella quale si
svolge l attività, oggetto della presente istanza, è solo una parte dell intera superficie di proprietà
della società ECO K S.a.s. con sviluppo pari a circa 30.000 m2, concessa in locazione
commerciale alla società MosmodeS.a.s. e localizzata nella zona a sud-est della stessa.
L area è caratterizzata dalle seguenti coordinate geografiche:
N 39°04 16,70 ed E 17°05 57,25 .
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La società istante, pertanto, intende proseguire la propria attività nell area produttiva ubicata alla
località San Giorgio, del Comune di Crotone, come meglio indicata negli elaborati grafici, ed inoltre
con la presente definisce i parametri di fattibilità tecnica dell intervento, relativamente
all introduzione nel proprio ciclo produttivo, di nuove tipologie di attività di gestione dei
rifiuti (attività R3, R4 ed R5) (Riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come
solventi; Riciclo/recupero dei metalli e dei composti metallici; Riciclo/recupero di altre sostanze
inorganiche così come definite nell Allegato "C" alla Parte Quarta del D.Lgs. 152/06 e s.m.i; così
come definite nell Allegato "C" alla Parte Quarta del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.) ed è finalizzata ad
attestare la conformità dell attività alla vigente normativa in materia.
Le nuove attività di gestione rifiuti (attività R3, R4 ed R5) costituiscono quindi il completamento
naturale e legittimo dell attuale ciclo di produzione della società in esame, in modo da consentire il
recupero dei rifiuti prima del loro effettivo riutilizzo. Il trattamento consentirebbe infatti di ridurre
drasticamente i quantitativi di rifiuti, nonché il recupero degli stessi in varie attività produttive e nel
complesso ridurre l impatto nei confronti dell ambiente.
La capacità di trattamento giornaliera prevista non supera nei periodi di maggior intensità le
80 tonnellate/giorno; mentre la capacità complessiva di riciclo/recupero dell impianto è
superiore a 15.000 t/anno e inferiore a 60.000 t/anno. Pertanto la Classe di recupero prevista
dal D.M. Ambiente n.350 del 21/07/1998 cui si intende rientrare è la n.3 trattando circa 20.200
tonnellate/anno (capacità comprensiva delle attività R13, R3, R4 ed R5).
La capacità complessiva di stoccaggio istantanea risulta essere pari a circa 1.000 tonnellate.
Attraverso tale Studio, vengono forniti elementi sufficienti a valutare se la proposta sia compatibile
con gli equilibri ambientali esaminati nel raggio di un chilometro. Il presente studio nel seguito
tenderà ad individuare le problematiche esistenti e le relative soluzioni e gli eventuali punti di
criticità del che devono essere valutati per il prosieguo progetto. In particolare saranno analizzati
taluni aspetti inerenti alle modificazioni di carattere ambientale , connesse con l attività che si
propone, mediante una completa previsione sia delle procedure tecnologiche che di quelle di
carattere economico-sociale, tutto ciò al fine di valutare per intero, le eventuali ripercussioni
sull ambiente e sulla qualità della vita delle popolazioni future.
L impianto è ubicato in zona riconosciuta industriale dal P.R.G. alla periferia Ovest
Sudovest
della città di Crotone, la quale presenta un andamento plano-altimetrico pressoché pianeggiante
con quote sul livello del mare pari a circa 25 m s.l.m. ed è decisamente ben collegata sul piano
della viabilità stradale. Infatti, a tale zona di Crotone, distante circa 2,1 Km dallo stesso abitato, vi
si accede dalla Strada Statale n. 106 e successiva viabilità inferiore.
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Nella gestione integrata dei rifiuti, gli atti strategici e regolamentari europei indicano come priorità il
recupero dei materiali dai rifiuti seguito dal recupero di energia, effettuato sui residui non riciclabili.
Per questo motivo, parallelamente all'espansione delle raccolte differenziate, che rappresentano la
prima fase della gestione integrata, si sono sviluppate ed affermate le tecniche impiantistiche di
supporto a queste attività di recupero.
Caratteri generali della società istante
Qui di seguito, si riportano le informazioni di carattere generale relative alla Ditta Mosmode s.a.s.
di Giuseppe Cannavale & C. e indicate nel Certificato di Iscrizione C.C.I.A.A. di Crotone:
data di iscrizione: 13.03.1991 (iscritta con il numero Repertorio Economico Amministrativo:
136956);
Autoriz. Regionale alla raccolta, stoccaggio, deposito preliminare, messa in riserva e cernita di
rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi ai sensi degli art. 27 e 28 D.lgs. 05 febbraio 1997 n. 22 e
successive modifiche ed integrazioni: Ordinanza N°4669 del 27/06/06 (Unità produttiva Loc.
Papaniciaro).
Iscrizione Albo Nazionale Gestori Rifiuti (c/o CCIAA Catanzaro):
Categoria 2 Classe D e 3 Classe E- N° CZ000097/OS del 27.06.2006
Categoria 4 Classe D e 5 Classe E
N° CZ000097 del 12.06.2007.
Iscrizione Provinciale: N° KR 005 del 03 febbraio 05.
denominazione: Ditta Mosmode s.a.s. di Giuseppe Cannavale & C
forma giuridica: S.A.S.;
Ubicazione: Zona produttiva Località San Giorgio 88900 Crotone (KR).
Prima di addentrarsi nella esposizione degli specifici interventi di progetto, è bene riassumere
sinteticamente ma organicamente le caratteristiche dell area:
Scheda tecnica dell area
a)
Ubicazione
Località:
San Giorgio - 88900 Crotone (KR)
Inquadramento- Zona riconosciuta industriale dal
P.R.G. ai sensi dell art. 57 Attività produttiva in
zona impropria
Arterie primarie: S.S. n. 106 Taranto Reggio Calabria
Distanze:
Crotone
Oggetto : Verifica di assoggettabilità a V.I.A.
circa 2.100 m
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b) Morfologia del lotto:
Lotto di forma poligona irregolare.
Superficie totale della particella:
Superficie occupata dall impianto:
Superficie capannone:
Accessi attuali
circa 30.000 m2
11.000 m2
486 m2
da Via fiume Esaro
2.1.1 - Opere di sistemazione dell area d impianto
Le migliorie tecniche che si intendono apportare, garantiscono una migliore continuità del lavoro
svolto dalla ditta istante con la possibilità di radicarsi maggiormente sul territorio.
Strutturalmente nulla si innova rispetto a quanto già autorizzato, anzi si tende a razionalizzare
sempre più gli spazi a disposizione, migliorando la produttività contemporaneamente all aumento
dei margini di sicurezza ambientale e di sicurezza per gli operatori che andranno ad agire sui rifiuti
in ingresso ed in uscita dall impianto stesso.
Sarà compiuta una razionalizzazione delle aree, prevedendo la separazione delle aree adibite allo
stoccaggio dei rifiuti non pericolosi. Come si può evincere da quanto indicato nella Planimetria
allegata, nel presente progetto si individuano spazi da utilizzare per lo stoccaggio dei rifiuti non
pericolosi, di norma in cumuli o in cassoni scarrabili dai quali si provvederà al carico ed allo
scarico degli stessi mediante il ragno presente sui mezzi di lavoro interni e sui mezzi di trasporto
adibiti all ingresso e/o all uscita dei rifiuti dall impianto. Ad ogni cumulo o cassone-contenitore
corrisponde una tipologia assegnata di rifiuto non pericoloso, evitando così la commistione in
contemporanea di tipologie diverse di rifiuti.
Caratteristiche dell impianto
L'impianto non prevede una struttura impiantistica complessa ed è dotato di servizi ed impianti atti
ad assicurare un razionale esercizio dell attività, anche in situazioni di emergenza. Pertanto,
troviamo aree esterne funzionali al processo produttivo e strutture con funzioni logistiche ed
accessorie quali servizi tecnologici.
I servizi previsti sono i seguenti:
1.
piazzale ed aree di esercizio con pavimentazione in cls. armato industriale, con aree di
conferimento, messa in riserva e stoccaggio;
2.
viabilità;
3.
apparato di pesatura;
4.
capannone;
5.
recinzione del perimetro dell attività;
6.
impianti elettrici e di illuminazione;
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7.
impianto igienico sanitario;
8.
rete idrica;
9.
impianto antincendio.
a) - Piazzale esterno dedicato alle attrezzature e agli impianti necessari per lo svolgimento
dell attività
L area su cui si svolge l attività industriale data in locazione alla società Mosmode S.a.s. occupa
una porzione di superficie pari a circa 11.000 m2, del totale dell intera area pari a circa 30.000 m2
di proprietà della società EKO K S.a.s..
La superficie è realizzata da un basamento con pavimentazione impermeabilizzata a protezione
del suolo, mediante massetto in c.l.s. armato industriale, predisposto con pendenza idonea alla
raccolta delle acque meteoriche in opportune caditoie di captazione e convogliamento al sistema
di trattamento di sedimentazione e disoleazione, prima di essere scaricate nel canale di scolo
adiacente l impianto; la società istante a tal fine è munita di idonea autorizzazione allo scarico.
L impianto della società Mosmode S.a.s., con la presente proposta progettuale sarà strutturato in
maniera tale da, avere idonee aree per le diverse tipologie di trattamento da effettuare sui rifiuti e
di conseguenza le diverse aree funzionali a tali operazioni.
A tal fine l impianto è stato suddiviso in 4 macro aree, ognuna con una dedicata operazione, che di
seguito vengono elencate come riportate negli allegati grafici:
Area A
Conferimento e messa in riserva in riserva dei rifiuti provenienti da materiale
plastico, metallico, inerte, ecc. come indicato nell elaborato grafico ai punti 3 - 4
13
16
Area B
5
7
8
18 - 20;
Area di trattamento dei rifiuti provenienti da materiale plastico, metallico, inerte,
ecc., indicata nell elaborato grafico ai punti 11
12 - 14;
Area C
Stoccaggio del materiale trattato (M.P.S.) indicata nell elaborato grafico ai punti 6
-9
15
10
Area D
17 - 19;
Stoccaggio degli scarti derivanti dalle attività di trattamento da avviare a
recupero/smaltimento, indicata nell elaborato grafico al punto 21;
Area E
Area Servizi, come indicato nell elaborato grafico ai punti 2 - 3.
Ogni conferitore prima di poter accedere allo scarico, nell area di accettazione (Box uffici e pesa),
deve fornire tutta la documentazione comprovante il possesso dei requisiti e delle autorizzazioni
richieste dalla legislazione vigente, mentre per il rifiuto da conferire deve essere fornita
documentazione idonea ad assicurare che la tipologia sia compatibile con quelle autorizzate
dell impianto in oggetto.
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Area A - Area dedicata al conferimento e alla messa in riserva dei rifiuti derivanti da
materiale plastico, metallico ed inerte.
I rifiuti conferiti in impianto saranno ricevuti in un'apposita area individuata all interno del sito,
interamente pavimentata in cls. armato industriale, dotata di idonei sistemi di copertura mobili, così
come previsto al punto 4 dell Allegato 5 del D.M.05.02.1998 e s.m.i. e come indicato nell elaborato
grafico. Tale settore di conferimento è distinto dalle altre aree, così come previsto al punto 3
dell Allegato 5 del D.M.05.02.1998 e s.m.i., da elementi mobili costituiti da setti in c.a.v. o new
jersey.
Successivamente si procederà alla messa in riserva dei rifiuti distinti per tipologia in apposite aree
(indicate nell allegato grafico) dalle quali gli stessi verranno prelevati per essere avviati alla
lavorazione.
Lo stesso settore di messa in riserva, relativamente ai rifiuti provenienti da materiale plastico e
metallico, ubicato nella zona centrale dell area d impianto, è distinto con elementi mobili costituiti
da setti in c.a.v. o new jersey, ed organizzato in aree distinte per le diverse tipologie di rifiuto
accettate dalla società istante, come riportato nell elaborato grafico ai punti n. 4
5
7 - 8.
L area di messa in riserva prevista esternamente sarà dotata di idonei sistemi di copertura
mobili, così come previsto al punto 4 dell Allegato 5 del D.M.05.02.1998 e s.m.i., al fine di
proteggere i rifiuti dalle acque meteoriche e dall azione del vento. Relativamente, allo stoccaggio
del materiale plastico e metallico, tale sistema mobile di copertura è formato da una struttura fissa
con pilastrini/puntoni realizzati con elementi metallici, mentre, la parte mobile basculante della
copertura è realizzata con intelaiatura metallica e pannello in materiale plastico, sollevato in caso
di necessità, durante le operazioni di movimentazione degli stessi, con sistema idraulico. I rifiuti
ospitati in impianto nelle sezioni di conferimento ed in quella di messa in riserva così come
richiamato al punto 4 dell Allegato 5 del D.M.05.02.1998 e s.m.i., sono stoccati in cumuli, così
come indicati in planimetria ai punti n. 4
5
7
8. A tal proposito, si ribadisce la natura del
basamento pavimentato realizzato con cls. armato industriale impermeabilizzato dotato di idonea
pendenza, in maniera tale che le acque possano essere convogliate e raccolte presso apposite
caditoie ed inviate successivamente al sistema di trattamento delle acque meteoriche.
Relativamente ai rifiuti inerti, l area di conferimento e messa in riserva, ubicata nella zona a nord
dell area d impianto, vengono stoccati in cassoni scarrabili distinti per le diverse tipologie di rifiuto
accettate dalla società istante e coperti con teli mobili o struttura rigida, come riportato
nell elaborato grafico planimetria delle aree d impianto Area A ai punti n. 13
14.
Si precisa che la Società istante, per le tipologie di rifiuti sulle quali eserciterà unicamente l attività
di messa in riserva [R13], l area ad esse destinata trova ubicazione nei pressi dell ingresso
all impianto, inserita tra l Area D ed il capannone, indicata in planimetria al punto n. 20. Tali rifiuti
collocati in messa in riserva, vengono stoccati in cassoni scarrabili con copertura mobile a tenuta o
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mediante teli. Inoltre, poiché tali tipologie di rifiuti, dal punto di vista quantitativo, non riguardano la
parte prevalente dell attività svolta dalla società, la distinzione delle diverse aree di messa in
riserva risulta essere indicativa e non vincolante a seconda delle prevalenti tipologie di rifiuto
conferite
periodicamente
presso
l impianto,
previa
bonifica
dei
contenitori
utilizzati
precedentemente.
Area B
Area di trattamento dei rifiuti.
In tale area sono ubicati i macchinari e le attrezzature necessarie al fine di effettuare le operazioni
di trattamento per i rifiuti provenienti da materiale plastico e metallico. Le due aree di trattamento
sono distinte e separate e sono necessariamente utilizzati elementi diversi per la tipologia di
lavorazioni. Per le materie plastiche il ciclo di lavorazione è asservito da due linee di lavorazione
ognuno con nastro trasportatore, trituratore e deferrizzatore. All uscita della triturazione è
posizionato un sistema di aspirazione che convoglia il materiale lavorato nei sacconi big-bags;
inoltre, su tali linee di lavorazione è inserito un impianto di abbattimento polveri costituito da filtro a
maniche.
Mentre, la lavorazione dei rifiuti provenienti da materiale metallico, avviene successivamente alla
messa in riserva, mediante una cesoia bonfiglioli in grado di ridurre la pezzatura degli elementi
introdotti.
L area dove avviene la fase di trattamento dei rifiuti inerti è collocata distante dalla precedente area
di trattamento dei rifiuti plastici e metallici. Tale fase, avviene mediante attrezzature meccaniche
direttamente nel cassone scarrabile dove è stoccato il rifiuto inerte.
Nell area di trattamento, indicata in planimetria come Area B, come attrezzatura in grado di
operare sui rifiuti di carta e cartone è presente una pressa fatta all adeguamento volumetrico degli
stessi prima della fase di commercializzazione.
Per maggior dettaglio in merito alla fase di trattamento dei rifiuti speciali non pericolosi accettati in
impianto, si rimanda al capitolo 7, dove vengono descritti nel dettaglio i diversi cicli produttivi
Area C
Stoccaggio del materiale trattato (M.P.S.)
Le M.P.S. ottenute dal ciclo di lavorazione, relativamente al materiale plastico, vengono depositati
entro contenitori big-bags nell apposita area dedicata coperta, individuata dal capannone, posto
nella parte ad est della superficie d impianto, meglio indicato nella planimetria grafica Area C al
punto 6 e successivamente trasportate presso impianti terzi di riutilizzo.
Relativamente alle M.P.S. ricavate dai materiali metallici, gli stessi vengono distinti in ferrosi e non
ferrosi; i primi vengono stoccati in cumuli, nell area ad est oltre il capannone, come riportato
nell allegato grafico al punto n. 9, mentre, i secondi vengono separati per le diverse tipologie in
cassoni scarrabili nell area ad ovest, così come indicato nell allegato grafico al punto n. 10.
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Area D
Stoccaggio degli scarti derivanti dalle attività di trattamento da avviare a
recupero/smaltimento
La fase di trattamento dei rifiuti comporta l eliminazione di componenti estranei non pericolosi delle
diverse tipologie di rifiuto trattate durante il ciclo produttivo; tale scarto di lavorazione, viene
stoccato nell apposita area dedicata in cassoni scarrabili, come indicato nella planimetria generale
al punto n. 21 e successivamente raccolto da ditte esterne autorizzate, operanti nel settore del
recupero relativo alle diverse tipologie di rifiuti.
Nell area D, inoltre, la ditta in ottemperanza a quanto richiesto dagli enti di controllo è munita di
un area di stoccaggio dedicata ad eventuali parti del carico di rifiuti non conformi (anche
pericolosi), rinvenute nel corso delle operazioni di selezione e cernita. La stessa è adibita
esclusivamente alla gestione in sicurezza di detti rifiuti, che risultano presenti in maniera
accidentale e non verificabile all atto del prelievo dei rifiuti per il trasporto in impianto. Tale area è
individuata in tre cassoni scarrabili a tenuta, opportunamente coperti con sistema mobile o fisso ed
osservando tutte le opportune misure di sicurezza.
Area E
Logistica
Ufficio
L ufficio presente in impianto è costituito da struttura in c.a. disposta su un unico livello, posizionato
lungo la via di accesso all impianto, come riportato nella planimetria generale al punto n. 2. Tale
struttura in pianta occupa una superficie di circa 32 m2.
Il manufatto edilizio relativo agli uffici, prevede al suo interno la sezione tecnico operativa articolata
con la presenza del terminale di pesatura, ed il settore logistico con annessi servizi igienici. Per ciò
che attiene gli spazi di parcheggio, essi sono posizionati in adiacenza allo stesso ufficio.
a) - Viabilità interna
Il piazzale è stato progettato in maniera tale da avere un'area esterna dedicata alle operazioni di
transito e manovra degli automezzi.
b) - Apparato di pesatura
Relativamente all installazione di un apparecchio pesatore elettronico fornito dalla società
QUADRELLI , l impianto è dotato di un bilico, posto come indicato nell elaborato grafico,
frontalmente agli uffici.
Il sistema di misura previsto nell impianto è il seguente:
1) pesa a ponte elettronica da 60.000 kg interrata, per verificare il peso di tutti i rifiuti in ingresso e
in uscita dall impianto su veicoli e/o all interno di grandi contenitori, mediante il metodo di doppia
pesata (lordo e tara).
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Ubicazione: Loc. San Giorgio, Via Fiume Esaro
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L apparecchio pesatore è del tipo elettronico con lettore di range e microprocessori. I pesi posti
sulla piattaforma di pesatura vengono letti da un elaboratore con testata automatica ad orologio. In
un unica pesata si possono rilevare i dati seguenti: data, ora, targa automezzi. Il ponte è costituito
da due travi laterali portanti, collegati da robusti pannelli in carpenteria metallica, completi di
lamiere striate che costituiscono il piano di pesatura. Le leve portanti sono di tipo a torsione con
percorso laterale dei bracci di leva protetti da apposita carteratura. Il piano di pesatura ha una
larghezza utile di circa 2,9 m ed una lunghezza di 13 m.
c) - Capannone
Nell area, dove è articolata l attività della società Mosmode S.a.s. è presente un capannone al cui
interno viene svolta l operazione di stoccaggio della M.P.S. derivante dal trattamento dei rifiuti
plastici. L ampiezza del capannone industriale ha consentito di poterne sfruttare una parte per il
ricovero di alcuni mezzi di lavoro. Esso ha una superficie di circa 486 m2 e forma planimetrica
rettangolare, con lunghezza di circa 30 m, larghezza di circa 16,20 m, altezza utile media di circa 8
m con struttura portante mediante profilati in acciaio e tompagnature di coibentazione delle pareti
in muratura; inoltre è presente una parte sovrastante di un altezza pari a circa 3,70 m. Esso è
ubicato lungo il confine est dell area, prospicente l area piazzale lungo gli altri lati e presenta una
pavimentazione interna in cls. industriale armato e due accessi sempre aperti lungo i lati nord e
sud come indicato nella planimetria Area C
punto n.6.
d) - Recinzione
L area d impianto è totalmente recintata in modo da impedire l accesso a persone non autorizzate
ed animali; inoltre, l area in oggetto è dotata di sistema di videosorveglianza. La recinzione è stata
realizzata per buona parte con muro in c.a. e la restante parte con cordolo in c.a. sormontato di
rete metallica. La recinzione si chiude su un cancello metallico, azionato da gruppo motorizzato,
utilizzato per l accesso all area di accettazione da parte dei mezzi d opera.
Lungo il perimetro dell impianto, immediatamente all interno della recinzione, sono presenti alberi
di medio fusto e vegetazione schermante sempre verdi, al fine di limitare l impatto visivo.
Al contempo, tale perimetrazione facilita l inserimento dell impianto nel contesto paesaggistico
circostante.
e) - Impianti elettrici ed illuminazione
L impianto elettrico fornisce l energia elettrica per il funzionamento dei servizi generali, per
l illuminazione e per la zona uffici e il piazzale esterno. L alimentazione della rete ENEL avviene
dal lato prospiciente l entrata. Dal contatore della potenza di circa 20 kw, ubicato nei pressi
dell accesso all impianto, viene alimentato il quadro generale da cui partono le linee per
l alimentazione dell impianto tecnologico e per l alimentazione delle utenze dei servizi generali.
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È presente un impianto di protezione di terra interrato a corda di rame nuda, collegata con
puntazze infisse nel terreno e poste in pozzetti ispezionabili.
Tutti i suddetti impianti sono realizzati a perfetta regola d arte e rispettando le norme CEI, nonché
tutte le prescrizioni del D.P.R. 147 del 1955.
L illuminazione e l aerazione naturale degli ambienti di lavoro è garantita, nei limiti previsti dalla
normativa vigente in materia di igiene nei luoghi di lavoro, dalla presenza di idonei vani finestrati.
L impianto d illuminazione relativamente al piazzale esterno ove si svolge l attività industriale, è
stato realizzato con una torre faro ubicata di fianco al manufatto edilizio dell ufficio pesa, ed altri
corpi illuminanti posti nell area ad ovest dell impianto. Nel capannone, invece, dove avviene lo
stoccaggio delle M.P.S. plastiche e il ricovero dei mezzi, l illuminazione risulta essere realizzata
con proiettori fissi ancorati alle pareti, tenendo conto del livello di illuminamento richiesto per l area
con un buon grado di uniformità, una giusta resa dei colori e limiti di abbagliamento adeguati.
f) - Impianto igienico-sanitario
Gli uffici sono dotati di impianti di natura igienico-sanitaria. Relativamente allo smaltimento dei
reflui dei servizi igienici, bisogna sottolineare che gli scarichi suddetti classificabili come civili ,
vengono convogliati al sistema fognario e depurativo pubblico.
g) - Adduzione acqua
Per quanto concerne gli approvvigionamenti idrici destinati agli usi industriali, l impianto è dotato di
una rete di distribuzione con approvvigionamento proveniente dal Nucleo del Consorzio Industriale
di Crotone. Mentre, la fornitura idrica potabile per usi domestici e per i servizi igienici, viene
assicurata della rete di adduzione pubblica del comune di Crotone; inoltre, l impianto è dotato di un
serbatoio per l acqua potabile della capacità di circa 24 m3, posizionato nei pressi dell ingresso
all impianto sulla sinistra.
h) - Impianto antincendio
Infine, per quanto riguarda la prevenzioni incendi, si fa presente che la società ha già inoltrato agli
uffici competenti del Comando Provinciale dei VV.F. ai sensi del D.M. del 16/02/1982 la
progettazione dell impianto antincendio ai fini di ottenere la richiesta di conformità antincendio, in
possesso del parere favorevole ed in attesa di sopralluogo. Si prevede l adozione di una serie di
provvedimenti per bloccare eventuali incendi. Esso è costituito da un serbatoio fuori terra in acciaio
avente capacità utile pari a 24 m3 che a breve sarà affiancato da un ulteriore serbatoio per una
capacità complessiva di circa 54 m3 e da una rete ad anello intorno all area d impianto, alimentata
mediante sollevamento meccanico dal suddetto serbatoio, attrezzato con elettropompa (portata
1200 l/min con prevalenza di 244,03 kPa e potenza 6,93kW). La rete antincendio è collegata ad
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n.11 idranti UNI 45 con installazione soprasuolo. Il serbatoio, come indicato negli elaborati grafici è
ubicato lateralmente al capannone.
Inoltre, saranno disponibili idonei estintori a polvere (n. 5 tra capannone ed ufficio e n. 5 all esterno
posizionati in punti strategici).
i) - Bacino di contenimento
Nell attività in oggetto, poiché accoglie al suo interno un area adibita allo stoccaggio di liquidi quali
gasolio, olii motore (derivanti dai propri mezzi operanti nel ciclo produttivo) nonché rifiuti
appartenenti alla tipologia 11.11 (oli esausti vegetali ed animali), è presente un bacino di
contenimento per eventuali stillicidi o sversamenti di liquidi.
I contenitori e/o serbatoi pertanto sono posti su tale bacino con adeguati requisiti di resistenza in
relazione alle proprietà chimico-fisiche ed alle caratteristiche di pericolosità dei rifiuti stessi.
Il bacino di contenimento risulta essere realizzato da una vasca in acciaio posizionata lungo il lato
sud dell impianto poco distante dall ufficio pesa avente capacità pari a circa 9,8 m3 sufficiente a
contenere un volume di liquido pari almeno ad 1/3 del volume massimo contenuto nei serbatoi
insistenti sull area stessa.
In tale bacino di contenimento attualmente è inserito un serbatoio di gasolio della capacità di 4.000
litri e fusti vari per il contenimento di altri liquidi temporaneamente stoccati.
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2.1.2 - Configurazione impiantistica
Di seguito si riportano gli schemi a blocchi del processo produttivo per le operazioni di di recupero.
Schema a blocchi del ciclo di trattamento dei rifiuti plastici.
Rifiuti in entrata
Accettazione
Conferimento e messa in
riserva
Selezione e Cernita
Scarti da avviare a
recupero/smaltimento
Deferrizzatore a monte
Materiale ferroso da
avviare a recupero
Triturazione
Deferrizzatore
Materiale ferroso da
avviare a recupero
a valle
E1
Emissione convogliata
in atmosfera
Insacchettamento
in big-bags
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Schema a blocchi del ciclo di trattamento dei rifiuti metallici.
Rifiuti in entrata
Accettazione
Conferimento e messa in
riserva
Selezione e Cernita
Scarti da avviare a
Metalli pregiati non ferrosi
recupero/smaltimento
commercializzati come M.P.S.
Materiale ferroso
Cesoiatura
Stoccaggio
Commercializzazione come M.P.S.
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Schema a blocchi del ciclo di trattamento dei rifiuti legnosi.
Rifiuti in entrata
Accettazione
Conferimento e messa in
riserva
Scarti provenienti dalle
precedenti operazioni di
trattamento
Selezione e Cernita
Scarti da avviare a
recupero/smaltimento
Materiale costituito da cassette,
pallets e altri imballaggi in legno
non trattato
Stoccaggio
Commercializzazione come M.P.S.
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Schema a blocchi del ciclo di trattamento dei rifiuti di carta e cartone.
Rifiuti in entrata
Accettazione
Conferimento e messa in
riserva
Scarti provenienti dalle
precedenti operazioni di
trattamento
Selezione e Cernita
Scarti da avviare a
recupero/smaltimento
Pressatura
Stoccaggio
Commercializzazione come M.P.S.
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Schema a blocchi del ciclo di trattamento dei rifiuti inerti.
Rifiuti in entrata
Accettazione
Conferimento e messa in
riserva
Scarti provenienti dalle
operazioni di demolizioni
Selezione e Cernita
Scarti da avviare a
recupero/smaltimento
Frantumazione
Stoccaggio
Commercializzazione come M.P.S.
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2.1.3 - Descrizione del ciclo produttivo
2.1.3.a) - FASI LAVORATIVE
rifiuti plastici
L'attività di recupero dei rifiuti plastici si compone delle seguenti fasi:
a) Ricezione/accettazione del materiale - Messa in riserva;
b) Selezione e cernita;
c) Triturazione;
d) Insacchettamento e stoccaggio.
a) Ricezione/accettazione del materiale - Messa in riserva.
Propedeutica a tale fase, deve sottolinearsi quella di raccolta del rifiuto da gestire in impianto che
avviene con automezzi/attrezzature proprie o di terzi, regolarmente autorizzati secondo la
normativa vigente a mezzo di autocarri, con impianti idraulici per le operazioni di
carramento/scarramento del cassone, dotati o meno di gru, con o senza benna o polipo. A tal fine,
le aree di transito e di movimentazione vengono lasciate completamente libere da qualsiasi tipo di
ostacolo, al fine di permettere agli automezzi e/o alle attrezzature meccaniche e/o manuali di
movimentazione carichi, di transitare e/o di manovrare liberamente, senza il rischio di interessare
le zone occupate dai rifiuti conferiti in impianto.
Le procedure di ricezione/accettazione dovranno verificare quanto di seguito esposto:
-
verificare la conformità dell autorizzazione al trasporto e la completezza dei documenti
accompagnatori;
-
verificare la conformità del rifiuto in ingresso;
-
effettuare la pesatura dell automezzo (a motore spento) in ingresso e all uscita in modo da
definire il peso netto del rifiuto conferito;
-
autorizzare l automezzo allo scarico se i controlli effettuati hanno dato esito positivo;
-
impartire all autista dell automezzo le indicazioni per raggiungere il punto di scarico;
-
segnalare eventualmente all autista dell automezzo le modalità di scarico dei rifiuti;
-
consegnare all autista dell automezzo i documenti attestanti l avvenuto conferimento dei rifiuti
(formulario controfirmato e certificato di pesatura).
I rifiuti conferiti in impianto saranno ricevuti in un'apposita area di conferimento individuata
all'interno del sito, interamente pavimentata in cls. armato industriale impermeabilizzato, così come
previsto al punto 3 dell Allegato 5 del D.M.05.02.1998 e s.m.i. e come indicato nell elaborato
grafico.
Successivamente si procederà alla messa in riserva dei rifiuti distinti per tipologia in apposite aree
(indicate nell allegato grafico) dalle quali gli stessi verranno prelevati per essere avviati alla
lavorazione.
I rifiuti conferiti in impianto dovranno avere caratteristiche di omogeneità e non essere inquinati da
sostanze estranee che possano compromettere la loro destinazione finale; essi, ove necessario,
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saranno selezionati e i materiali provenienti dalla selezione (scarti di lavorazione), saranno
accumulati in deposito temporaneo entro idonei contenitori (per esempio cassoni scarrabili) e,
successivamente, saranno avviati al recupero/smaltimento finale presso idonei impianti autorizzati.
b) Selezione e cernita.
Superata la fase di accettazione, avviene un ulteriore controllo dei rifiuti scaricati da parte del
personale addetto al ciclo di lavorazione, rifiuti che vengono scaricati nell'apposita area di messa
in riserva. Quest ultimo controllo ha lo scopo di verificare la compatibilità del rifiuto e di identificarne
particolari tipologie che per caratteristiche fisiche possono dar luogo a specifiche problematiche
gestionali. Solamente per quanto riguarda le sostanze metalliche, durante il processo di
lavorazione avviene una selezione fisico-meccanica a mezzo di idonei deferrizzatori, al fine di
ottenere un prodotto finale conforme a quanto stabilito dalla normativa vigente e non interferire
irreparabilmente con diversi stadi di triturazione.
Comunque, la fase propedeutica al ciclo produttivo, prevede la selezione manuale a vista del
materiale da avviare al trattamento, da cui potranno originarsi quantitativi di scarti di selezione e
impurità che comprometterebbero la conformità del materiale finale, sostanze che saranno avviate
al recupero/smaltimento finale in idonei impianti autorizzati.
c) Triturazione.
La triturazione è la fase principale dell'attività di recupero e riguarda tutti i rifiuti ammessi al
trattamento. Il controllo delle fasi di triturazione è interamente assistito da un quadro elettrico di
controllo e comando.
L impianto di macinazione permette di produrre un materiale di buona qualità, soprattutto per
quanto riguarda la regolarità della forma e la costanza delle dimensioni.
La triturazione è effettuata a bassa velocità e per questo motivo vengono evitate emissioni di
polveri, ciononostante l impianto di che trattasi è munito di un sistema di abbattimento dei residui di
lavorazione, di dimensioni di alcuni millimetri, trascinata dall aria di convogliamento in uscita dal
ciclone, come descritto nella presente relazione.
L'impianto adibito alla triturazione dei materiali plastici, consta di due trituratori indipendenti tali da
permettere la lavorazione contemporanea di due diverse tipologie di plastiche, ottenendo quindi in
uscita differenti MPS.
Nel primo trituratore, del tipo TRIA 1000 da 60 KW di potenza, il rifiuto plastico subisce una prima
fase di separazione delle eventuali parti metalliche per mezzo di un deferrizzatore posto a monte
dell impianto. La componente metallica rimossa viene raccolta e stoccata in appositi cassoni e
destinata al successivo recupero; il materiale plastico invece, è inviato a mezzo nastro
trasportatore al trituratore, che in un'unica operazione, restituisce il prodotto granulato con una
pezzatura di circa 12 - 14 mm. Il materiale derivante viene sottoposto ad una ulteriore
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deferrizzazione con un magnete posto a valle, dopodiché il prodotto ottenuto viene trasportato a
mezzo aria ad un ciclone avente la funzione di separare la componente polverulenta da inviare al
sistema di abbattimento polveri, mentre la materia prima secondaria ottenuta viene raccolta in bigbags e stoccata all interno del capannone (riportato negli allegati grafici al punto n.6).
Il secondo trituratore, del tipo del tipo S. ANDREA 700 da 40 KW di potenza, posto in adiacenza
del primo, viene impiegato per trattare differenti tipologie di plastiche o in base alle necessità
gestionali può essere impiegato per potenziare la produttività dell impianto incrementando la
produzione delle MPS.
Complessivamente la capacità di trattamento dei trituratori su menzionati è pari a circa 30 tonn/g
con una produzione oraria di circa 3,5 tonn/h. Si precisa che l attività di frantumazione non viene
effettuata quotidianamente, in quanto, per ottimizzare la gestione degli impianti, le operazioni di
triturazione saranno condotte solo quando il materiale plastico stoccato è tale da garantire
l alimentazione per un ciclo di trattamento completo; quindi, compatibilmente alle disponibilità dei
rifiuti in ingresso, si effettueranno mediamente 1-2 cicli di frantumazione alla settimana.
I rifiuti plastici, dopo la triturazione subiscono una selezione dell eventuale componente ferrosa,
mediante un deferrizzatore posto a valle dell impianto e da qui come per il primo trituratore, il
prodotto ottenuto viene trasportato a mezzo aria ad un ciclone avente la funzione di separare la
componente più fine da inviare al sistema di abbattimento, mentre la materia prima secondaria
ottenuta viene raccolta in big-bags e stoccata all interno del capannone (riportato negli allegati
grafici al punto n.6).
Tale operazione viene inoltre effettuata su cavi e spezzoni di cavi mediante cesoiatura, triturazione
e separazione densimetrica del rifiuto ad opera di idoneo mulino (Ingarmi-Bonfiglioli) con
separazione di quattro frazioni (leggera, pesante, magnetica e non magnetica).
d) Insacchettamento e stoccaggio.
La M.P.S. triturata così ottenuta, viene confezionata nei big-bags e stoccati nell'apposita area
dedicata, così come meglio riportato in planimetria (Area C al punto n. 6), e successivamente, in
relazione ad un dettagliato programma di conferimenti, trasportati presso altri impianti di
recupero finale con autotreni.
Il sistema di macinazione e insacchettamento del prodotto, prevede la possibilità di miscelare rifiuti
speciali non pericolosi, anche con Codici C.E.R. differenti, ma fisicamente e chimicamente
compatibili tra loro, al fine di preparare partite di rifiuti con caratteristiche chimico-fisiche omogenee
rispetto a una data tipologia recupero finale.
Pertanto, l intero ciclo di lavorazione eseguito dovrà garantire che:
le caratteristiche chimico-fisiche delle singole partite di rifiuti (stato fisico solido) siano tali
da renderle compatibili;
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la partita omogenea di rifiuti, risultante dall'attività di recupero, presenti caratteristiche
migliori, ai fini delle successive fasi di recupero, rispetto a quelle delle singole partite
originarie;
il processo di macinazione eseguito non pregiudichi né l'efficacia né la sicurezza del
recupero finale;
le operazioni di recupero non provochino né emissioni incontrollabili né pericoli per la salute
degli addetti e/o della popolazione e/o danni per l'ambiente;
le materie prime secondarie, in base alla tipologia da cui derivano ed alla
commercializzazione finale a cui sono destinate, dovranno essere conformi alle diverse
specifiche come indicato nel D.M. 05/02/98 e s.m.i..
2.1.3.b) - FASI LAVORATIVE
rifiuti metallici
L'attività di recupero dei rifiuti metallici si compone delle seguenti fasi:
a) Ricezione/accettazione del materiale - Messa in riserva;
b) Selezione e cernita;
c) Cesoiatura/triturazione;
d) Stoccaggio;
e) Carico e spedizione presso destinazione finale.
a) Ricezione/accettazione del materiale - Messa in riserva.
Propedeutica a tale fase, deve sottolinearsi quella di raccolta del rifiuto da gestire in impianto che
avviene con automezzi/attrezzature proprie o di terzi, regolarmente autorizzati secondo la
normativa vigente a mezzo di autocarri, con impianti idraulici per le operazioni di
carramento/scarramento del cassone, dotati o meno di gru, con o senza benna o polipo. A tal fine,
le aree di transito e di movimentazione vengono lasciate completamente libere da qualsiasi tipo di
ostacolo, al fine di permettere agli automezzi e/o alle attrezzature meccaniche e/o manuali di
movimentazione carichi di transitare e/o di manovrare liberamente, senza il rischio di interessare le
zone occupate dai rifiuti conferiti in impianto.
Le procedure di ricezione/accettazione dovranno verificare quanto di seguito esposto:
-
verificare la conformità dell autorizzazione al trasporto e la completezza dei documenti
accompagnatori;
-
verificare la conformità del rifiuto in ingresso;
-
effettuare la pesatura dell automezzo (a motore spento) in ingresso e all uscita in modo da
definire il peso netto del rifiuto conferito;
-
autorizzare l automezzo allo scarico se i controlli effettuati hanno dato esito positivo;
-
impartire all autista dell automezzo le indicazioni per raggiungere il punto di scarico;
-
segnalare eventualmente all autista dell automezzo le modalità di scarico dei rifiuti;
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-
consegnare all autista dell automezzo i documenti attestanti l avvenuto conferimento dei rifiuti
(formulario controfirmato e certificato di pesatura).
I rifiuti conferiti in impianto saranno ricevuti in un apposita area di conferimento individuata
all'interno del sito, interamente pavimentata in cls. armato industriale impermeabilizzato, così come
previsto al punto 3 dell Allegato 5 del D.M.05.02.1998 e s.m.i. e come indicato nell elaborato
grafico (Area A - punto n. 4).
Successivamente si procederà alla messa in riserva dei rifiuti distinti per tipologia in apposite aree
(indicate nell allegato grafico, Area A - punto n. 5) dalle quali gli stessi verranno prelevati per
essere avviati alle successive fasi di cesoiatura.
b) Selezione e cernita.
Superata la fase di accettazione, avviene un ulteriore controllo dei rifiuti scaricati da parte del
personale addetto al ciclo di lavorazione, rifiuti che vengono scaricati nell'apposita area di messa
in riserva. Quest ultimo controllo ha lo scopo di verificare la compatibilità del rifiuto e di identificarne
particolari tipologie che per caratteristiche fisiche possono dar luogo a specifiche problematiche
gestionali.
Comunque la fase propedeutica al ciclo produttivo prevede la selezione manuale e/o con l ausilio
di mezzi meccanici del materiale da avviare al trattamento, da cui potranno originarsi quantitativi di
scarti
di
selezione
(carta,
plastica,
legno,
imballaggi
misti,
ecc.)
e
impurità
che
comprometterebbero la conformità del materiale finale, sostanze che saranno avviate al
recupero/smaltimento finale in idonei impianti autorizzati.
Le operazioni di selezione avvengono sia manualmente che meccanicamente, mediante l utilizzo
di gru semoventi e pale allo scopo di facilitare l individuazione di materiale estraneo alla tipologia.
Il materiale separato (carta, plastica, legno, imballaggi misti, ecc.) viene spostato negli appositi
cassoni ed inviato al recupero e/o smaltimento.
I materiali pregiati derivanti dalla cernita (acciaio inox, alluminio, rame) vengono collocati all interno
del sito in aree distinte per caratteristiche merceologiche dopo avere rimosso i materiali ferrosi
dalla specifica tipologia (es. rimozione del ferro da acciaio inox)
I materiali metallici non ferrosi cerniti, vengono direttamente inviati al recupero come materie prime
secondarie, mentre i materiali ferrosi in arrivo nonché quelli derivanti dalla selezione dei metalli
pregiati vengono inviati alla cesoiatura (nel caso di materiale ferroso avente dimensioni superiori al
metro lineare).
c) Cesoiatura ed operazioni collaterali.
Nel caso della cesoiatura un operatore posto su escavatore munito di braccio meccanico con pinza
idraulica (cesoia idraulica modello Bonfiglioli) effettua le operazioni di taglio sui rottami metallici
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aventi dimensioni superiori al metro lineare; inoltre tali operazioni di taglio vengono effettuate
anche con sistema ossifiamma.
Deve sottolinearsi che relativamente ai rifiuti conferiti in impianto quali cavi o spezzoni di essi viene
effettuata l operazione di triturazione mediante mulino INGARMI-BONFIGLIOLI, con separazione
di quattro differenti fasi (leggera, pesante, magnetica e non magnetica); tale separazione viene
effettuata con sistema densimetrico.
d) Stoccaggio.
Al termine delle suddette operazioni, i materiali ferrosi vengono stoccati in cumuli ubicati come da
planimetria. Analogamente anche i metalli pregiati vengono temporaneamente stoccati in idonei
cassoni scarrabili a tenuta e disposti nell area preposta, in attesa di essere commercializzati. Per
quanto attiene lo stoccaggio in cumuli, questo risulta essere conforme a quanto previsto al punto 4
del DM 05/02/98 e s.m.i., in quanto sono previste piazzole di stoccaggio impermeabilizzate e
munite di cordolo perimetrale in cemento avente lo scopo di evitare il contatto delle materie prime
secondarie con le acque meteoriche. Inoltre per ogni cumulo è prevista la realizzazione di un
sistema di copertura mobile che sarà azionato al verificarsi di eventi meteorologi sfavorevoli.
e) Carico e spedizione presso destinazione finale
In questa fase il materiale stoccato in cumuli, dopo selezione e riduzione volumetrica, a seconda
della tipologia di materiale e del trattamento subito, viene caricato tramite gru sui mezzi dei vettori
per poi essere inviato a destinazione finale (come Materia Prima Secondaria), o ad una fase
successiva di trattamento (come rifiuto presso un impianto di smaltimento finale).
Mentre, i metalli pregiati stoccati nei cassoni scarrabili, vengono caricati su motrici e trasportati
presso gli utilizzatori finali.
Prima della partenza e dopo i controlli del caso, vengono compilati i documenti per i materiali in
uscita dal trattamento: se si tratta di materie prime secondarie il documento sarà il ddt, se si tratta
di rifiuto da inviare ad ulteriore trattamento o smaltimento, il documento sarà un formulario di
identificazione dei rifiuti.
Pertanto, l intero ciclo di lavorazione eseguito dovrà garantire che:
le caratteristiche chimico-fisiche delle singole partite di rifiuti (stato fisico solido) siano tali
da renderle compatibili;
la partita omogenea di rifiuti, risultante dall'attività di recupero, presenti caratteristiche
migliori, ai fini delle successive fasi di recupero, rispetto a quelle delle singole partite
originarie;
Oggetto : Verifica di assoggettabilità a V.I.A.
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il processo di macinazione eseguito non pregiudichi né l'efficacia né la sicurezza del
recupero finale;
le operazioni di recupero non provochino né emissioni incontrollabili né pericoli per la salute
degli addetti e/o della popolazione e/o danni per l'ambiente;
le materie prime secondarie, in base alla tipologia da cui derivano ed alla
commercializzazione finale a cui sono destinate, dovranno essere conformi alle diverse
specifiche come indicato nel D.M. 05/02/98 e s.m.i..
2.1.3.c) - FASI LAVORATIVE
rifiuti legnosi
L'attività di recupero dei rifiuti legnosi si compone delle seguenti fasi:
a) Ricezione/accettazione del materiale - Messa in riserva;
b) Selezione e cernita;
c) Stoccaggio;
d) Carico e spedizione presso destinazione finale.
a) Ricezione/accettazione del materiale - Messa in riserva.
I rifiuti a base di legno in ingresso all impianto di proprietà della MOS.MO.DE. Sas, derivano
principalmente da attività artigianali, commerciali ed edili e sono costituiti da scarti di diverse
dimensioni, cassette, pallets e altri imballaggi in legno non trattato. Scarti in legno possono
ulteriormente provenire dalle operazioni di selezione e cernita dei rifiuti metallici in ingresso
all impianto.
A tal fine, le aree di transito e di movimentazione vengono lasciate completamente libere da
qualsiasi tipo di ostacolo, al fine di permettere agli automezzi e/o alle attrezzature meccaniche e/o
manuali di movimentazione carichi di transitare e/o di manovrare liberamente, senza il rischio di
interessare le zone occupate dai rifiuti conferiti in impianto.
Le procedure di ricezione/accettazione dovranno verificare quanto di seguito esposto:
-
verificare la conformità dell autorizzazione al trasporto e la completezza dei documenti
accompagnatori;
-
verificare la conformità del rifiuto in ingresso;
-
effettuare la pesatura dell automezzo (a motore spento) in ingresso e all uscita in modo da
definire il peso netto del rifiuto conferito;
-
autorizzare l automezzo allo scarico se i controlli effettuati hanno dato esito positivo;
-
impartire all autista dell automezzo le indicazioni per raggiungere il punto di scarico;
-
segnalare eventualmente all autista dell automezzo le modalità di scarico dei rifiuti;
-
consegnare all autista dell automezzo i documenti attestanti l avvenuto conferimento dei rifiuti
(formulario controfirmato e certificato di pesatura).
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I rifiuti conferiti in impianto saranno ricevuti in un'apposita area di conferimento individuata
all'interno del sito, interamente pavimentata in cls. armato industriale impermeabilizzato, così come
previsto al punto 3 dell Allegato 5 del D.M.05.02.1998 e s.m.i. e come indicato nell elaborato
grafico.
Successivamente si procederà alla messa in riserva dei rifiuti distinti per tipologia in apposite aree
(indicate nell allegato grafico Planimetria aree dell impianto al punto n. 19) dalle quali gli stessi
verranno prelevati per essere avviati alle successive fasi di selezione e cernita.
b) Selezione e cernita.
Superata la fase di accettazione, avviene un ulteriore controllo dei rifiuti scaricati da parte del
personale addetto al ciclo di lavorazione rifiuti che vengono scaricati nell'apposita area di messa in
riserva. Quest ultimo controllo ha lo scopo di verificare la compatibilità del rifiuto e di identificarne
particolari tipologie che per caratteristiche fisiche possono dar luogo a specifiche problematiche
gestionali.
Comunque, la fase propedeutica al ciclo produttivo prevede la selezione manuale a vista del
materiale da avviare al trattamento, da cui potranno originarsi quantitativi di scarti di selezione
(carta, plastica, imballaggi misti, ecc.) e impurità che comprometterebbero la conformità del
materiale finale, sostanze che saranno avviate al recupero/smaltimento finale in idonei impianti
autorizzati.
Le operazioni di selezione avvengono manualmente individuando il materiale estraneo alla
tipologia di rifiuto da recuperare.
Il materiale separato (carta, plastica, imballaggi misti) viene spostato negli appositi cassoni ed
inviato al recupero o a smaltimento.
c) Stoccaggio.
Il materiale che si genera dalle suddette operazioni, viene stoccato in cassoni ubicati come
dall allegato grafico Planimetria aree dell impianto al punto n. 20. Analogamente anche i metalli
pregiati vengono temporaneamente stoccati in attesa di essere commercializzati. Inoltre, per tali
contenitori a tenuta è prevista la presenza di un sistema di copertura mobile (telone) che sarà
posizionato al verificarsi di eventi meteorologi sfavorevoli.
d) Carico e spedizione presso destinazione finale
In questa fase il materiale stoccato in cumuli, dopo selezione e cernita, viene caricato sui mezzi dei
vettori per poi essere inviato o a destinazione finale (come Materia Prima Secondaria), o ad una
fase successiva di trattamento (come rifiuto presso un impianto di smaltimento finale).
Prima della partenza, e dopo i controlli del caso, vengono compilati i documenti per i materiali in
uscita dal trattamento: se si tratta di materie prime secondarie il documento sarà il ddt, se si tratta
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di rifiuto da inviare ad ulteriore trattamento o smaltimento, il documento sarà un formulario di
identificazione dei rifiuti.
2.1.3.d) - FASI LAVORATIVE
rifiuti di carta e cartone
L'attività di recupero dei rifiuti legnosi si compone delle seguenti fasi:
a) Ricezione/accettazione del materiale - Messa in riserva;
b) Selezione e cernita;
c) Pressatura;
d) Stoccaggio;
e) Carico e spedizione presso destinazione finale.
a) Ricezione/accettazione del materiale - Messa in riserva.
A tal fine, le aree di transito e di movimentazione vengono lasciate completamente libere da
qualsiasi tipo di ostacolo, al fine di permettere agli automezzi e/o alle attrezzature meccaniche e/o
manuali di movimentazione carichi di transitare e/o di manovrare liberamente, senza il rischio di
interessare le zone occupate dai rifiuti conferiti in impianto.
Le procedure di ricezione/accettazione dovranno verificare quanto di seguito esposto:
-
verificare la conformità dell autorizzazione al trasporto e la completezza dei documenti
accompagnatori;
-
verificare la conformità del rifiuto in ingresso;
-
effettuare la pesatura dell automezzo (a motore spento) in ingresso e all uscita in modo da
definire il peso netto del rifiuto conferito;
-
autorizzare l automezzo allo scarico se i controlli effettuati hanno dato esito positivo;
-
impartire all autista dell automezzo le indicazioni per raggiungere il punto di scarico;
-
segnalare eventualmente all autista dell automezzo le modalità di scarico dei rifiuti;
-
consegnare all autista dell automezzo i documenti attestanti l avvenuto conferimento dei rifiuti
(formulario controfirmato e certificato di pesatura).
I rifiuti conferiti in impianto saranno ricevuti in un'apposita area di conferimento individuata
all'interno del sito, interamente pavimentata in cls. armato industriale impermeabilizzato, così come
previsto al punto 3 dell Allegato 5 del D.M.05.02.1998 e s.m.i. e come indicato nell elaborato
grafico.
Successivamente si procederà alla messa in riserva dei rifiuti distinti per tipologia in apposite aree
(indicate nell allegato grafico) dalle quali gli stessi verranno prelevati per essere avviati alle
successive fasi di selezione e cernita.
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b) Selezione e cernita.
Superata la fase di accettazione, avviene un ulteriore controllo dei rifiuti scaricati da parte del
personale addetto al ciclo di lavorazione, rifiuti che vengono scaricati nell'apposita area di messa
in riserva. Quest ultimo controllo ha lo scopo di verificare la compatibilità del rifiuto e di identificarne
particolari tipologie che per caratteristiche fisiche possono dar luogo a specifiche problematiche
gestionali.
La selezione in questo caso è un processo variabile a seconda della provenienza e dell aspetto del
rifiuto, vale a dire che la carta e il cartoncino possono arrivare già separati se provengono da
attività produttive (tipo tipografie o produttori di buste di carta o simili), o indivisi se provengono da
raccolta differenziata e in questo caso arrivano come cartaccia soprattutto giornali bianchi e
illustrati in genere, opuscoli colorati e simili. Per quanto riguarda il cartone, per la maggior parte
arriva come cartone ondulato già separato, da ditte che effettuano la raccolta differenziata per gli
imballaggi in cartone, ma può trovarsi come già detto anche nella raccolta differenziata.
Le operazioni di selezione avvengono manualmente individuando il materiale estraneo alla
tipologia di rifiuto da recuperare.
Il materiale separato (plastica, imballaggi misti) viene spostato negli appositi cassoni ed inviato al
recupero o a smaltimento.
c) Carico e spedizione presso destinazione finale
In questa fase il materiale stoccato in cumuli, dopo selezione e riduzione volumetrica, a seconda
della tipologia di materiale e del trattamento subito, viene caricato tramite gru sui mezzi dei vettori
per poi essere inviato o a destinazione finale (come Materia Prima Secondaria), o ad una fase
successiva di trattamento (come rifiuto presso un impianto di smaltimento finale).
Prima della partenza, e dopo i controlli del caso, vengono compilati i documenti per i materiali in
uscita dal trattamento: se si tratta di materie prime secondarie il documento sarà il ddt, se si tratta
di rifiuto da inviare ad ulteriore trattamento o smaltimento, il documento sarà un formulario di
identificazione dei rifiuti.
2.1.3.e) - FASI LAVORATIVE
rifiuti inerti
L'attività di recupero dei rifiuti metallici si compone delle seguenti fasi:
a) Ricezione/accettazione del materiale - Messa in riserva;
b) Selezione e cernita;
c) Frantumazione;
d) Stoccaggio;
e) Carico e spedizione presso destinazione finale.
Oggetto : Verifica di assoggettabilità a V.I.A.
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a) Ricezione/accettazione del materiale - Messa in riserva.
Propedeutica a tale fase, deve sottolinearsi quella di raccolta del rifiuto da gestire in impianto che
avviene con automezzi/attrezzature proprie o di terzi, regolarmente autorizzati secondo la
normativa vigente a mezzo di autocarri, con impianti idraulici per le operazioni di
carramento/scarramento del cassone, dotati o meno di gru, con o senza benna o polipo. A tal fine,
le aree di transito e di movimentazione vengono lasciate completamente libere da qualsiasi tipo di
ostacolo, al fine di permettere agli automezzi e/o alle attrezzature meccaniche e/o manuali di
movimentazione carichi di transitare e/o di manovrare liberamente, senza il rischio di interessare le
zone occupate dai rifiuti conferiti in impianto.
Le procedure di ricezione/accettazione dovranno verificare quanto di seguito esposto:
-
verificare la conformità dell autorizzazione al trasporto e la completezza dei documenti
accompagnatori;
-
verificare la conformità del rifiuto in ingresso;
-
effettuare la pesatura dell automezzo (a motore spento) in ingresso e all uscita in modo da
definire il peso netto del rifiuto conferito;
-
autorizzare l automezzo allo scarico se i controlli effettuati hanno dato esito positivo;
-
impartire all autista dell automezzo le indicazioni per raggiungere il punto di scarico;
-
segnalare eventualmente all autista dell automezzo le modalità di scarico dei rifiuti;
-
consegnare all autista dell automezzo i documenti attestanti l avvenuto conferimento dei rifiuti
(formulario controfirmato e certificato di pesatura).
I rifiuti conferiti in impianto saranno ricevuti in un'apposita area di conferimento individuata
all'interno del sito, interamente pavimentata in cls. armato impermeabilizzato, così come previsto al
punto 3 dell Allegato 5 del D.M.05.02.1998 e s.m.i. e come indicato nell elaborato grafico.
Successivamente si procederà alla messa in riserva dei rifiuti distinti per tipologia in apposite aree
(indicate nell allegato grafico Planimetria delle aree Area A al punto n.14) dalle quali gli stessi
verranno prelevati per essere avviati alla successiva fase di trattamento.
b) Selezione e cernita.
Superata la fase di accettazione, avviene un ulteriore controllo dei rifiuti scaricati da parte del
personale addetto al ciclo di lavorazione, rifiuti che vengono scaricati nell'apposita area di messa
in riserva. Quest ultimo controllo ha lo scopo di verificare la compatibilità del rifiuto e di identificarne
particolari tipologie che per caratteristiche fisiche possono dar luogo a specifiche problematiche
gestionali.
Comunque la fase propedeutica al ciclo produttivo prevede la selezione manuale a vista del
materiale da avviare al trattamento, da cui potranno originarsi quantitativi di scarti di selezione
(carta, plastica, legno, imballaggi misti, ecc.) e impurità che comprometterebbero la conformità del
Oggetto : Verifica di assoggettabilità a V.I.A.
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materiale finale, sostanze che saranno avviate al recupero/smaltimento finale in idonei impianti
autorizzati.
Inoltre, tali operazioni di selezione avvengono anche meccanicamente, mediante l utilizzo di gru
semoventi e pale allo scopo di facilitare l individuazione di materiale estraneo alla tipologia e
mediante magneti in grado di individuare la presenza di ferro nei metalli.
Il materiale separato (carta, plastica, legno, imballaggi misti) viene spostato negli appositi cassoni
ed inviato al recupero o a smaltimento.
I materiali pregiati derivanti dalla cernita (acciaio inox, alluminio, rame) vengono collocati all interno
del sito in aree distinte per caratteristiche merceologiche dopo avere rimosso i materiali ferrosi
dalla specifica tipologia (es. rimozione del ferro da acciaio inox)
I materiali metallici non ferrosi cerniti vengono direttamente inviati al recupero come materie prime
secondarie, mentre i materiali ferrosi in arrivo nonché quelli derivanti dalla selezione dei metalli
pregiati vengono inviati alla cesoiatura (nel caso di materiale ferroso avente dimensioni superiori al
metro lineare).
c) Frantumazione.
Nel caso della frantumazione un operatore posto su escavatore munito di braccio meccanico con
pinza idraulica, effettua le operazioni di riduzione di pezzatura dei diversi materiali inerti ammessi
al trattamento.
d) Stoccaggio.
Al termine delle suddette operazioni, le materie prime seconde derivanti vengono stoccati in cumuli
ubicati come indicato nella
Planimetria delle aree dell impianto
Area C al punto n.15.
Analogamente anche i metalli pregiati vengono temporaneamente stoccati in idonei cassoni
scarrabili a tenuta e disposti nell area preposta, in attesa di essere commercializzati. Per quanto
attiene lo stoccaggio in cumuli, questo risulta essere conforme a quanto previsto al punto 4 del DM
05/02/98 e s.m.i., in quanto l area di stoccaggio risulta impermeabilizzata.
e) Carico e spedizione presso destinazione finale
In questa fase il materiale stoccato in cumuli, dopo selezione e riduzione volumetrica, a seconda
della tipologia di materiale, viene caricato tramite gru sui mezzi per poi essere inviato o a
destinazione finale (come Materia Prima Secondaria).
Prima della partenza e dopo i controlli del caso, vengono compilati i documenti per i materiali in
uscita dal trattamento: se si tratta di materie prime secondarie il documento sarà il ddt, se si tratta
di rifiuto da inviare ad ulteriore trattamento o smaltimento, il documento sarà un formulario di
identificazione dei rifiuti.
Oggetto : Verifica di assoggettabilità a V.I.A.
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Pertanto, l intero ciclo di lavorazione eseguito dovrà garantire che:
le caratteristiche chimico-fisiche delle singole partite di rifiuti (stato fisico solido) siano tali
da renderle compatibili;
la partita omogenea di rifiuti, risultante dall'attività di recupero, presenti caratteristiche
migliori, ai fini delle successive fasi di recupero, rispetto a quelle delle singole partite
originarie;
il processo di macinazione eseguito non pregiudichi né l'efficacia né la sicurezza del
recupero finale;
le operazioni di recupero non provochino né emissioni incontrollabili né pericoli per la salute
degli addetti e/o della popolazione e/o danni per l'ambiente;
le materie prime secondarie siano conformi alle forme usualmente commercializzate.
2.2 CUMULABILITÀ CON ALTRI PROGETTI
L intervento proposto dalla Ditta Mosmode S.a.s rappresenta un fenomeno circoscritto alla sola
attività della ditta proponente e non presenta effetti cumulabili con atri interventi in progetto nella
zona.
L area produttiva (tesa al mantenimento dell attività industriale ivi esistente, come si evince dall art.
57 delle N.T.A. al Piano Regolatore Generale) in cui è inserita l attività in oggetto ha un estensione
di circa 11.000 mq ed è circoscritta da un canale di scolo a sud, da sito sottostazione ENEL e
dalla via di accesso all impianto ad est e da altre proprietà a Nord ed ovest.
E classificata dal P.R.G. del Comune di Crotone area produttiva in area impropria, mantenendo le
attività industriali in essa presenti. L impianto della società Mosmode S.a.s. occupa una porzione
dell intera di proprietà della società EKO K S.a.s. , concessa in locazione da quest ultima, collocata
all estremo sud-est dell area.
L ambito territoriale in cui è inserita l attività in progetto è rappresentato da una zona già fortemente
influenzata dall attività industriale esistente per la quale allo stato attuale non sono previste
estensioni o interventi di rilievo.
2.3 - UTILIZZAZIONI DI RISORSE NATURALI
Come anticipato nei precedenti paragrafi, la società Mosmode S.a.s. non prevede la realizzazione
di varianti edilizie; l estensione dell impianto non subirà quindi alcuna variazione, non comportando
alcuna modifica alla risorsa paesaggistica attuale.
L attività di recupero rifiuti consiste in operazioni di messa in riserva, di selezione, cernita, e di
recupero mediante triturazione e cesoiatura per lo svolgimento delle quali le uniche risorse
energetiche necessarie sono il gasolio (utilizzato per l alimentazione dei muletti) e l energia
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elettrica per le attrezzature utilizzate e sia per l illuminazione del capannone che per l illuminazione
esterna.
Per quanto concerne la risorsa idrica, si fa presente che l attività in essere, prevede un ciclo
produttivo che non necessita di apporto idrico, limitandone in questo modo il consumo.
Considerata la ridotta estensione dell impianto e la scarsa necessità di risorse esterne è possibile
affermare che l intervento proposto non prevede lo sfruttamento diretto ed indiretto di risorse
naturali.
2.4 - PRODUZIONE DI RIFIUTI
L intervento proposto, consiste nel rinnovo autorizzativo dell attività svolta dalla società Mosmode
S.a.s. operante in virtù del Provvedimento del Rinnovo di Iscrizione n. 005 KR del 03 febbraio
2005, lasciando però invariato il quantitativo complessivo di rifiuti trattabili dall attività di recupero
rifiuti non pericolosi, dunque finalizzato alla produzione di materie prime secondarie utilizzando i
rifiuti provenienti da attività produttive, ecc. L intervento è quindi coerente ai principi generali del
D.Lgs n. 152/2006 e ss.mm.ii., secondo i quali il recupero dei rifiuti è prioritario rispetto allo
smaltimento.
I rifiuti derivanti dalla lavorazione consistono nei materiali di scarto non conformi alle norme
tecniche previste per le materie prime secondarie prodotte dal recupero dei rifiuti, quali, ad
esempio, considerando le tipologie di rifiuti trattate, materiali plastici di vario genere, metallici,
legnosi, ecc. Tali materiali verranno stoccati all interno di cassoni scarrabili coperti, posizionati
come indicato in planimetria (Area D al punto n. 21) su superficie pavimentata.
2.5 - RISCHIO DI INCIDENTI
SOSTANZE CHIMICHE E TECNOLOGIE UTILIZZATE
L attività di recupero rifiuti che svolge la società istante, è organizzata all interno dell area
delimitata da recinzione dell impianto.
I rifiuti trattati, inoltre, non presentano caratteristiche di pericolosità tali da provocare rischi per
l ambiente e l uomo al di fuori del perimetro dell impianto, in quanto non presentano rilevanti
caratteristiche di esplosività, di infiammabilità e non provocano il rilascio di sostanze liquide o
gassose.
Per questo motivo è possibile affermare che l attività oggetto di studio non presenta rischi che
potrebbero generare gravi incidenti che possano estendersi all esterno del perimetro dell impianto.
In considerazione del basso livello di rischio descritto, le misure adottate per prevenire eventuali
incidenti che possano estendersi all esterno dell insediamento consistono in:
- controllo giornaliero dei mezzi semoventi utilizzati per la movimentazione di rifiuti e materie prime
secondarie;
- verifica periodica dello stato di funzionamento dell impianto di depurazione delle acque;
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- manutenzione periodica di tutti i macchinari impiegati nel ciclo produttivo secondo le periodicità
stabilite dalle ditte fornitrici;
- verifica giornaliera della eventuale presenza di crepe e/o cedimenti nella pavimentazione delle
aree.
2.5.1 - Stabilimenti a rischio di incidente rilevante
L impianto in questione non è soggetto agli adempimenti di cui al D.Lgs. n.334 del 17/08/1999
Attuazione della direttiva 98/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi
con determinate sostanze pericolose e sue ss. mm. e ii., in quanto non rientrante tra gli
stabilimenti di cui all art.2, co.1, dello stesso decreto.
3 - LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO
Il presente capitolo viene articolato secondo quanto stabilito dall Allegato V alla Parte II del D.Lgs
n. 152/2006 come modificato dal D.Lgs n. 4/2008, affrontando le seguenti argomentazioni:
1) Utilizzazione attuale del territorio;
2) Ricchezza delle risorse naturali della zona interessata dall intervento;
3) Capacità di carico dell ambiente naturale con particolare riferimento a zone classificate come
protette;
al fine di considerare la sensibilità ambientale delle aree geografiche che possono risentire
dell impatto del progetto.
3.1 UTILIZZAZIONE ATTUALE DEL TERRITORIO
L intervento proposto è ubicato nel territorio comunale di Crotone, che con i suoi 61.000 abitanti
circa con densità abitativa di 337 ab./km2, confina a Nord con il comune di Strongoli, ad Est con il
mare Ionio, a Sud con il comune di Isola Capo Rizzuto e ad Ovest con i comuni di Cutro, Scandale
e Rocca di Neto. Esso è prevalentemente pianeggiante con esclusione della fascia a sud ovest
Il territorio comunale è interessato dal passaggio della seguente via di comunicazione:
- S.S. 106 Taranto
Reggio Calabria.
3.1.1 - Strumenti di pianificazione/programmazione territoriale e vincolistica
Al fine di valutare la compatibilità dell intervento con Norme e Piani vigenti, si esaminano i rapporti
tra l attività della società MOSMODE S.a.s. e:
Strumento pianificatore comunale (P.R.G.);
Pianificazione territoriale e di area vasta;
Piano di gestione dei rifiuti della Regione Calabria;
Piano di gestione dei rifiuti della Provincia di Crotone;
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Strumento Pianificatore Comunale - Piano Regolatore Generale
Per verificare la conformità del progetto con gli strumenti programmatici comunali, sono state
prese in considerazione anche le Norme Tecniche di Attuazione del vigente P.R.G. L area
interessata dall intervento, ove è già presente l attività di messa in riserva di rifiuti speciali non
pericolosi, da avviare al recupero, di proprietà della società ECO K S.a.s. e concesso in gestione
alla società MOSMODE s.a.s., ossia parte del terreno riportato in catasto al foglio di mappa 33,
particelle n. 57/p e 80/p, risulta essere tipizzato nel Piano Regolatore Generale (P.R.G.) del
Comune di Crotone (come si evince dalla tavola. P4 foglio 12
scala 1:5000, Usi e modalità
d intervento ) come area agricola produttiva, nello specifico, Zona agricola di versante E 4 ed
inoltre rientra nelle aree produttive e terziarie, ovvero, Attività produttiva in zona impropria , ai
sensi dell art. 57 dello stesso P.R.G.
Art. 57 Attività produttive in zona impropria - tratto dalle Norme tecniche di attuazione del P.R.G.
Nella Tavola P4 Usi e modalità di intervento, intero territorio , in scala 1:5000 vengono individuate
con apposito perimetro le attività produttive insediate in zona impropria.
Gli interventi in queste zone sono diretti al mantenimento delle attività industriali, artigianali e
commerciali esistenti (o per i quali è stata rilasciata regolare Concessione Edilizia) alla data di
adozione del PRG.
Negli edifici inseriti all interno di queste zone sono consentiti:
- la conferma della destinazione duso esistente;
- gli interventi di restauro, ristrutturazione, demolizione e ricostruzione con il recupero del volume
esistente senza ampliamento e a condizione che gli interventi siano volti al mantenimento dell attività
esistente;
- la realizzazione di nuovo volume, fino ad un massimo del 10% della Slp e utilizzabile per una sola
volta, per la realizzazione di servizi e impianti tecnologici.
Gli interventi edilizi devono completare o riqualificare le opere di urbanizzazione a servizio
dell insediamento comprese le opere di salvaguardia dall inquinamento ambientale.
Il progetto degli interventi edilizi deve comprendere anche gli spazi scoperti, la disposizione degli
spazi a verde, delle alberature e dei parcheggi.
Per le attività ricadenti in zona agricola deve essere prevista la messa in dimora di alberature ad alto
fusto scelte tra le specie arboree locali e disposte lungo l intero perimetro della superficie utilizzata
dall attività.
La cessazione o il trasferimento dell attività rientranti in queste zone comportano l adeguamento
dell area e degli edifici a quanto consentito dalle norme di zona entro la quale l area stessa si colloca.
Inoltre, come si evince dalla tavola P3, foglio 4
Geologia
geomorfologia
idrogeologia
scala 1:10.000, Vincoli e tutele e dalla tav. 14
geosismica
sondaggi geognostici
geotecnica sulle
indagini del Piano Regolatore Generale (P.R.G.) del Comune di Crotone, l area in esame non
risulta soggetta a vincoli di interesse artistico e storico, beni ambientali e zone di interesse
ambientale, né area soggetta a rischio e prescrizioni idrogeologiche.
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Ubicazione: Loc. San Giorgio, Via Fiume Esaro
88900 - Crotone.
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Nell'area in oggetto e nelle sue vicinanze non si rinviene la presenza di rilevanti beni storici,
artistici, archeologici .
Nel raggio di 1 km dal perimetro dell impianto è comunque esclusa la presenza degli elementi
naturali o antropici elencati nella tabella successiva.
Tipologia
SI
Attività produttive
X
Case di civile abitazione
X
NO
Scuole, ospedali, ecc
X
Impianti sportivi e/o ricreativi
X
Infrastrutture di grande comunicazione (SS. 106)
X
Corsi d acqua, laghi, mare, ecc (l area non rientra
nella fascia di rispetto dai fiumi Tav. P3 foglio 4 del
P.R.G. Vincoli e tutele ).
Riserve naturali, parchi
Elettrodotti maggiori o uguale a 150 kv
X
X
X
Pianificazione territoriale e di area vasta.
La Regione Calabria si è dotata di un primo strumento di pianificazione a livello regionale
adottando, con deliberazione del Consiglio Regionale n. 106 del 10 novembre 2006, le LINEE
GUIDA DELLA PIANIFICAZIONE REGIONALE E SCHEMA BASE DELLA CARTA REGIONALE
DEI LUOGHI IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE URBANISTICA DELLA CALABRIA N. 19 DEL
16/04/2002 .
Manca ancora in Calabria, il Quadro Territoriale Regionale (Q.T.R.), ovvero, lo strumento di
indirizzo per la pianificazione del territorio con il quale la Regione, in coerenza con le scelte ed i
contenuti della programmazione economico-sociale, stabilisce gli obiettivi generali della propria
politica territoriale, definisce gli orientamenti per la identificazione dei sistemi territoriali, indirizza ai
fini del coordinamento la programmazione e la pianificazione degli enti locali.
Il Q.T.R. ha valore di piano urbanistico-territoriale, ed ha valenza paesaggistica riassumendo le
finalità di salvaguardia dei valori paesaggistici ed ambientali di cui all'art. 143 e seguenti del
Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 (L.R. 19/02 art. 17 commi 1 e 2).
Inoltre, manca nella pianificazione il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale che costituisce
parte integrante del QTR.
Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Calabria 2007
Il quadro normativo nazionale (parte IV del D.Lgs. 152/06) prevede che la gestione dei rifiuti
speciali sia disciplinata dall Ente pubblico; alla Regione quindi, spetta l attività di pianificazione
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della gestione anche se l onere dello smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi
ricade interamente sul produttore del rifiuto stesso. In questo ambito il Piano Regionale non deve
prevedere la tipologia e il complesso degli impianti , ma il complesso delle attività e dei
fabbisogni degli impianti , vale a dire che la pianificazione per i rifiuti speciali non deve individuare,
come per i rifiuti urbani, i singoli impianti necessari al trattamento degli stessi, ma definire i criteri
per soddisfare i fabbisogni. La gestione dei rifiuti speciali regionale è affidata direttamente ai
privati. La gestione dei rifiuti speciali in Regione deve rispondere ai seguenti principi:
promuovere sistemi tendenti a ridurre la produzione e la pericolosità di rifiuti;
promuovere sistemi tendenti ad intercettare, a monte del conferimento, i materiali recuperabili dai
rifiuti;
assicurare prioritariamente il trattamento e lo smaltimento di rifiuti prodotti in ambito regionale
fatta salva l opportunità di prevedere, per particolari tipologie di rifiuti, soluzioni di recupero e
smaltimento a livello sovraregionale (conseguimento di scala dimensionale);
provvedere allo smaltimento dei rifiuti in luoghi prossimi a quelli di produzione con soluzioni
tecnico-organizzative mirate alle diverse caratteristiche del tessuto produttivo e dei rifiuti;
promuovere un sistema di centri di raccolta e stoccaggio provvisorio di rifiuti (per piccole e medie
imprese) così da consentire l ottimizzazione della gestione dei piccoli quantitativi di rifiuti;
conferire in discarica i rifiuti derivanti da processi di inertizzazione o recupero così come previsto
dal D.M. 03.08.2005, D.M. 05.02.98 e D.M. 161/2002;
limitare lo smaltimento in discarica dei rifiuti assimilabili agli urbani, in ragione delle elevate
potenzialità di recupero;
promuovere e favorire, per quanto tecnicamente possibile, una integrazione tra la gestione dei
rifiuti urbani e quella dei rifiuti speciali in modo da consentire il conseguimento di efficaci e
vantaggiose economie di scala;
garantire il corretto smaltimento di rifiuti derivanti da aree regionali contaminate così come
individuate nel Piano Regionale delle bonifica delle aree inquinate.
Piano di Gestione dei Rifiuti della Provincia di Crotone
Il Piano di gestione dei rifiuti della Provincia di Crotone (approvato con deliberazione del Consiglio
Provinciale n. 32 del 20 settembre 2003) prevedeva due fasi di attuazione:
fase transitoria (dal 2003 al 2004 compreso);
fase a regime (dal 2005 al 2012).
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La
fase
transitoria
era
determinata
dal
completamento (ampliamento
ed
adeguamento)
degli
impianti
di
discarica
già
operanti
ed
esistenti
sul
territorio
mediante
opportuni
gli
interventi
adeguamento
ovviare
al
a
di
fine
di
possibili
abbancamenti, salvo diversa
determinazione regionale in
sede
di
approvazione
dei
progetti e di autorizzazione
all esercizio. La fase a regime
coincidente con le necessità
di abbancamento dopo l anno
2004
prevedeva
attivare
nuovi
di
poter
impianti
di
discariche (almeno due) di
appoggio all unico impianto di
discarica previsto per l ATO di
Crotone nella fase a regime
dal
Piano
Regionale
di
Gestione dei Rifiuti. Il Piano
Provinciale
accentra
l attenzione in modo particolare alla gestione dei rifiuti solidi urbani (RSU) ed ai rifiuti da raccolta
differenziata (RD), mentre per quanto riguarda i rifiuti speciali riporta i dati contenuti nel Piano
Regionale, ed un censimento degli impianti presenti sul territorio provinciale. L immagine seguente
è tratta dal Piano:
Inoltre all interno del Piano da attuare insieme alla partecipazione di diversi soggetti si evidenzia
l azione attinente l attività in oggetto la 7, di seguito riportata:
Le attività di gestione dei rifiuti, in particolare gli impianti di trattamento e smaltimento,
comportano un impatto ambientale spesso percepito negativamente dall opinione pubblica, con la
conseguente difficile accettazione da parte delle comunità di nuovi impianti. Un passo verso la
trasparenza delle attività inerenti ai rifiuti nei confronti dei cittadini può sicuramente essere
rappresentato dall adozione volontaria, da parte delle aziende del settore, a sistema di gestione
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ambientale, quali il Regolamento europeo EMAS o la norma ISO 14000. È stato confermato infatti
dall esperienza internazionale che l adozione di un sistema di gestione ambientale consente:
risparmi energetici;
ottimizzazione dei flussi di materiali;
aumento della competitività e delle prestazioni economiche dell impresa;
trasparenza nei rapporti con gli organi di controllo e con l opinione pubblica in generale.
Il capitolo 6 a cui si rimanda per dettaglio, invece, riguarda la individuazione delle zone idonee per
la localizzazione degli impianti , che costituisce un altro aspetto interessante per il progetto in
esame e di cui appresso si riporta un paragrafo.
Impianti di trattamento rifiuti già esistenti
Le localizzazioni su aree già adibite allo smaltimento dei rifiuti o ad esse limitrofe rappresentano
un opportunità. Le aree, infatti, dovrebbero essere già dotate delle infrastrutture necessarie. La
realizzazione degli interventi potrebbe consentire economie di scala e rappresentare l occasione
per potenziare i controlli ambientali. Si tratta di un fattore preferenziale.
Illustrazione delle principali alternative possibili
L area, ubicata nei limiti amministrativi del comune di Crotone alla località San Giorgio , oggetto
della presente, ospita l attività di che trattasi da circa dieci anni, pertanto trattasi di impianto
esistente ed è localizzata in un area classificata come Attività produttiva in zona impropria dal
Piano Regolatore Generale dello stesso comune ai sensi dell art. 57 delle N.T.A.
Il sito in oggetto ha una posizione strategica che si colloca in un area poco urbanizzata ma ben
servita da strade che lo collegano.
In questo caso il criterio di individuazione del sito è ovviamente dettato dalla particolarità della
richiesta, ovvero rinnovo autorizzativo ed implementazione di nuove attività di gestione rifiuti (R3,
R4 ed R5) su un impianto già esistente ed in riferimento a possibili alternative, si può affermare
che le stesse non sono state prese in considerazione, assumendo pertanto il principio dell opzione
zero.
L impianto in questione, in ottemperanza agli adempimenti normativi vigenti a cui è soggetto e
preliminarmente all ottenimento dell autorizzazione all esercizio, ha ricevuto, da parte degli Enti
competenti, i seguenti pareri, visti e autorizzazioni, al fine di svolgere le suddette attività, nel sito
ubicato nel territorio del Comune di CROTONE, località San Giorgio :
- iscrizione con il n. 005 KR al Registro Provinciale delle imprese che effettuano comunicazione di
inizio attività, ai sensi degli art. 31 e 33 del D.Lgs. 22/97 e s.m.i.
- Provvedimento di rinnovo iscrizione prot. n. 4166 del 03 febbraio 2005
- Autorizzazione allo scarico rilasciata dalla Provincia di Crotone con D.D. n. UT/06 del 03.03.2006;
- Parere favorevole ASL del 24.11.2003;
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- Parere favorevole del Comando Provinciale dei Vigili del fuoco di Crotone, prot. 8779 del
07.11.2008 ed in attesa di sopralluogo.
Assetto Idrogeologico (P.A.I.)
Il Piano Stralcio di Bacino per l Assetto Idrogeologico (PAI) previsto dal D.L. 180/98 (Decreto
Sarno) è finalizzato alla valutazione del rischio di frana ed alluvione ai quali la Regione Calabria,
per la sua specificità territoriale (730 Km di costa), ha aggiunto quello dell erosione costiera.
Il Piano, come sancito dalla legge 11/12/00 n. 365, art. 1bis comma 5, ha valore sovra ordinatorio
sulla strumentazione urbanistica locale; ciò significa che, a partire dagli elaborati del PAI di
pertinenza di ciascun Comune, occorre procedere alle varianti del Piano Regolatore Generale. Il
programma regionale sulla difesa del suolo che ha avviato l iter del PAI, è stato approvato con
delibera della Giunta Regionale n. 2984 del 7 luglio 1999, riportando il coordinamento e la
redazione all interno dell Autorità di Bacino Regionale.
Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) è stato approvato con Delibera di Consiglio Regionale n.
115 del 28.12.2001, "DL 180/98 e successive modificazioni. Piano stralcio per l assetto
idrogeologico".
Il Piano Stralcio, ha lo scopo di assicurare, attraverso la programmazione di opere strutturali,
vincoli e direttive, la difesa del suolo rispetto al dissesto di natura idraulica ed idrogeologica e di
erosione costiera.
Al fine di individuare eventuali vincoli o rischi di natura idrogeologica incombenti sul territorio
oggetto dell intervento, la zona è stata inquadrata nelle normative di pianificazione territoriale
contenute nel Piano Stralcio di Bacino per l Assetto Idrogeologico (P.A.I.), redatte dall Autorità di
Bacino Regionale della Calabria, finalizzate alla salvaguardia delle popolazioni, degli insediamenti,
delle infrastrutture e del suolo; in particolare sono stati esaminati i seguenti elaborati:
Tavola 9: Carta dei vincoli - scala 1:25.000
Tavola 101-010 elaborato 15.2: Crotone. Carta Inventario delle Frane e delle Relative Aree
a Rischio - scala 1:10.000
Tavola 15.3-T33:
Carta inventario delle frane relative alle infrastrutture ed ai beni
ambientali e culturali - scala 1:25.000
Da tali elaborati si evince che l area in oggetto non è interessata da area a rischio idraulico né
presenti aree, punti e zone di attenzione ed alla stessa maniera non è interessata da frane di alcun
tipo, né sono censite aree a rischio frana.
A conferma dell inesistenza di pericolosità idraulica, sono stati esaminati i seguenti elaborati del
Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI
Regione Calabria):
Tavola RI 101010/B elaborato Perimetrazione aree a rischio idraulico - scala 1:25.000
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Tavola 14.a
Carta delle aree storicamente inondate
dalle quali risulta evidente che l area, in cui è ubicato l impianto non rientra in nessuna area
soggetta a rischio idraulico o in zone di attenzione e nei loro limiti non sono censiti punti di
attenzione .
Inoltre, a seguito dell inondazione del 96 è stato redatto un piano d'interventi infrastrutturali
d'emergenza e di prima sistemazione idrogeologica del territorio di Crotone, noto come Piano
Versace . Successivamente venne emessa l Ordinanza del Commissario delegato del 30 aprile
1998 (Protezione civile n. 97/K) che affidava al prof. ing. Pasquale Versace il compito di
individuare e perimetrale le aree a rischio idrogeologico interessate dall alluvione dell ottobre del
1996. Tale perimetrazione è suddivisa in tre fasi in funzione dell avanzamento delle opere relative
al piano d'interventi infrastrutturali d'emergenza. A tal fine, si sottolinea che il sito in oggetto non
rientra nelle aree perimetrale, anche precedentemente agli interventi strutturali da realizzare.
Come già osservato in precedenza, l intervento proposto dalla società MO.SMO.DE. S.a.s. non
prevede la realizzazione di alcun intervento edilizio, se non gli interventi di separazione delle
diverse aree di stoccaggio ad opera di cordoli in calcestruzzo vibrato e setti in c.a. e/o plastica tipo
new jersye.
L attività di gestione dei rifiuti in sé, già autorizzata dalla Provincia di Crotone
Settore Rifiuti, non
trova alcuna disposizione contrastante nelle norme tecniche di attuazione della pianificazione
comunale e provinciale analizzate.
La viabilità di accesso all impianto si presenta idonea per l impianto in quanto l accesso alla zona
produttiva avviene per mezzo della Via Fiume Esaro che si connette direttamente alla viabilità
principale di collegamento della zona costituita dalla S.S. 106 Jonica ed in quanto la presente non
riguarda aumento della capacità produttiva dell impianto.
3.2 - CAPACITÀ DI CARICO DELL AMBIENTE NATURALE
ZONE PROTETTE
Patrimonio naturale della zona considerata
La legge n. 394/91 Legge quadro sulle aree protette (suppl. n.83 - G.U. n.292 del 13.12.1991) ha
definito la classificazione delle aree naturali protette, ne ha istituito l Elenco ufficiale e ne ha
disciplinato la gestione.
Il sito di intervento non rientra in alcuna delle suddette aree, pertanto, non si rileva alcuna
disarmonia tra la localizzazione dell impianto e la programmazione nazionale e regionale in
materia di aree naturali protette.
Con la direttiva comunitaria 79/409/CEE Protezione delle specie di uccelli selvatici e dei loro
habitat (Direttiva Uccelli) si è fatto obbligo agli Stati membri di classificare i territori idonei come
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Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.) per le specie particolarmente vulnerabili e di adottare
misure per il controllo del prelievo venatorio delle varie specie, subordinandolo alla conservazione
delle stesse.
In seguito è intervenuta la direttiva n. 92/43/CEE denominata Direttiva Habitat che ha l obiettivo di
contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali e
seminaturali, nonché della flora e della fauna
selvatiche nel territorio comunitario.
L art.4
della
direttiva
ha
previsto
il
censimento, su tutto il territorio degli Stati
membri, degli habitat naturali e seminaturali,
degli habitat di specie e delle specie inserite
negli Allegati della stessa Direttiva. In Italia
tale programma di ricerca è stato denominato
Progetto
Bioitaly ed
ogni
regione
ha
provveduto ad individuare e delimitare i Siti
di Importanza Comunitaria (p.S.I.C) che
hanno costituito il primo passo per la
creazione della Rete Natura 2000 italiana.
Non essendo l area d intervento compresa
all interno di aree S.I.C.o Z.P.S. non si rileva
alcuna
disarmonia
tra
la
localizzazione
dell impianto e la programmazione regionale
in materia di aree S.I.C.o Z.P.S..
Conclusioni
Dalla disamina degli strumenti pianificatori e dalla vincolistica presa in esame per il sito oggetto del
presente Studio Preliminare di Impatto Ambientale sono stati documentati e valutati i potenziali
impatti generati dall attuale impianto nel contesto ambientale. Come è possibile evincere da quanto
esposto, il sito secondo il P.R.G. del Comune di Crotone, nella Tav. P4
foglio 12, è individuata
come attività produttiva in area impropria (art. 57 delle N.T.A.), ovvero viene recepita l attività
industriale ivi insistente. L area che ospita l impianto e gli interventi in queste zone sono diretti al
mantenimento delle attività industriali, artigianali e commerciali esistenti alla data di adozione del
PRG.
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Non sono presenti aree di particolare pregio storico-culturale o di interesse a fini turistici: questi
ultimi si collocano essenzialmente lungo la costa a partire dalla città di Crotone (che dista circa 2,1
chilometri dall impianto) in direzione sud. Il sito non interessa il perimetro di Siti di Importanza
comunitaria o Zone a Protezione Speciale, aree I.B.A. (Important Birds Area), né altra forma di
area vincolata ai sensi della normativa di tutela paesaggistica vigente.
In conclusione, l impianto afferente non ricade:
in aree individuate in piani di bacino, ai sensi dell' art. 17, comma 3, lettera m) della
legge 18/05/89, n. 183, e successive modifiche;
in aree individuate ai sensi dell'art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica
08/09/97, n. 357, e successive modifiche;
in aree naturali protette sottoposte a misure di salvaguardia, ai sensi dell' art. 6,
comma 3 della legge 06/12/91, n. 394, e successive modifiche;
in aree site nelle zone di rispetto da cui all' art. 21, comma 1, del decreto legislativo
11/05/99, n. 152, e successive modifiche;
nei territori sottoposti a vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo
29/10/99, n. 490, e successive modifiche;
L'impianto non è ubicato in aree esondabili, instabili ed alluvionabili comprese nelle fasce A
e B individuate nei piani di assetto idrogeologico di cui alla legge n. 183 del 1989.
Tale impianto trovasi in terreno ubicato al dà fuori del centro abitato, non in presenza di
beni storici, artistici, archeologi e paleontologici.
3.3
-
RICCHEZZA
DELLE
RISORSE
NATURALI
DELLA
ZONA
INTERESSATA
DALL INTERVENTO - QUADRO AMBIENTALE
Per poter valutare gli effetti sull'ambiente della presente istanza di rinnovo autorizzativo
dell attività della società Mosmode S.a.s. (attività esistente [R13]), esercitata in procedura
semplificata e contestuale integrazione di nuove attività di gestione rifiuti, attraverso le
operazioni di recupero ([R3], [R4] ed [R5]), ai sensi degli artt.214 e 216 dei D.Lgs. n.152 del
03/04/2006, senza aumento della capacità produttiva dell attività in essere autorizzata con
la precedente autorizzazione, occorre evidenziare tutte quelle attività o fattori di impatto legati
nello specifico alla sola fase di esercizio e quindi identificare le componenti ambientali
influenzate da tali attività. Dall'incrocio dei fattori di impatto con le componenti ambientali
vengono rilevati gli effetti che tali modifiche causano sull'ambiente circostante.
Inoltre, per una corretta valutazione delle modificazioni subite dall'ambiente occorre
caratterizzare la situazione attuale delle diverse componenti ambientali suscettibili di impatto con
quanto previsto.
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L'ambito spaziale di riferimento per la caratterizzazione delle diverse componenti ambientali è
ovviamente variabile per ogni componente e congruo con la natura dell'azione che è ipotizzabile
come influente.
Vengono di seguito analizzate le componenti ambientali, naturalistiche ed antropiche che
risultano direttamente o indirettamente influenzate dal progetto quali atmosfera, ambiente idrico,
rumore, suolo e sottosuolo, vegetazione, flora fauna, ecosistemi, paesaggio.
Per la caratterizzazione ambientale dell'area sono state individuate due aree di inquadramento,
una più generale ed una di dettaglio. Nell'area di inquadramento generale che considera la
provincia di Crotone è stata valutata la climatologia, l'inquadramento geologico ed idrogeologico
generale, l'individuazione delle aree sottoposte a vincolo. Nell'area di dettaglio è stato
considerato il territorio compreso nel raggio di 1 km dal sito dell'impianto.
Clima
L'Italia, posizionata tra il 35° e il 47° Parallelo, ha un tipo di clima temperato, quindi favorevole
all'insediamento umano. Il clima italiano si suddivide principalmente in quattro climi principali:
clima mediterraneo;
clima continentale;
clima alpino;
clima appenninico.
Il clima mediterraneo in Europa, è tipico delle regioni che si affacciano sul Mar Mediterraneo: il
sud della Spagna, della Francia, della penisola balcanica, della Crimea e dell'Italia soprattutto
peninsulare.
Per ciò che riguarda le temperature medie massime, il mese più caldo risulta Agosto con un
valore massimo di 32.7°C che si ottiene per la località di Botricello, località avente la temperatura
media di Agosto più alta con un valore di 27.3°C. In generale, Agosto risulta la località più calda
per tutte le località in esame, mentre quello più freddo è Gennaio, come si vede dal confronto tra
le temperature medie mensili.
Sempre
dalle
temperature
emerge
analisi
medie
come
per
delle
mensili,
tutte
le
stazioni in esame, i mesi che
vanno da Agosto a Dicembre
sono
più
caldi
dei
corrispondenti che vanno da
Giugno a Febbraio, aspetto,
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questo, caratteristico del clima Mediterraneo, e più in generale dei climi marittimi.
Regime anemometrico
Viene nel seguito considerata la caratterizzazione meteo-climatica dell area vasta circostante
l area
interessata
dall impianto.
Le
valutazioni
riguardano
il
regime
anemologico,
le
caratteristiche diffusive dei bassi strati dell atmosfera, i valori di temperatura dell aria, di umidità
e di piovosità della zona. Per tali analisi, si sono utilizzate le rilevazioni effettuate dalla stazione
del Servizio Meteorologico dell Aeronautica Militare di Crotone, pubblicate su Caratteristiche
diffusive dei bassi strati dell atmosfera
Regioni Basilicata e Calabria . Le condizioni climatiche
del territorio in esame risultano largamente condizionate dalla presenza sia del Mar Tirreno che
del Mar Ionio, dalla bassa latitudine, dalle masse orografiche e dalla loro disposizione. Ad un
clima mediterraneo di tipo subtropicale lungo e fasce costiere e nelle aree pianeggianti, si
contrappone un clima continentale attenuato nelle parti più elevate. Le temperature del versante
ionico risultano in genere maggiori di quelle del versante tirrenico e ciò sia per l esposizione che
per gli influssi derivanti dalla relativa vicinanza con la costa africana.
Per descrivere i caratteri anemometrici al suolo o in vicinanza dello stesso, di interesse per il
presente progetto, si possono considerare le frequenze relative della direzione di provenienza e
velocità media del vento rilevate dalla stazione meteorologica dell Aeronautica Militare n°350 di
Crotone (lat. 39° 00 N, long. 17° 04 E) in collaborazione con l ENEL, per settori di 22.5° di
ampiezza, su base annua e su base trimestrale, essendo tale stazione posta a pochi chilometri
di distanza dal sito e con condizioni di esposizione ai venti del tutto simile. I rilevamenti presso
l aeroporto di Crotone evidenziano che:
le calme di vento (cioè vento con velocità inferiore a 1 nodo, o a circa 0,5 m/s) si
presentano con una frequenza del 30% circa delle osservazioni;
le velocità più frequenti si riferiscono a venti di media intensità, comprese tra 5 e
12 nodi (tra 3,5 e 6 m/s) con oltre il 40% circa delle osservazioni;
i venti di modesta intensità, con velocità comprese tra 2 e 4 nodi (1 e 2 m/s), si
presentano il 13% circa delle osservazioni;
i venti più forti (con velocità maggiore di 13 nodi, ovvero oltre i 6,5 m/s), hanno
frequenze significative, pari al 17% circa;
le direzioni di provenienza del vento presentano una predominanza dai settori
settentrionali (oltre il 28% tra N e NW) e sud-occidentali (oltre il 26% tra WSW e
SW).
I venti principali sono il Maestrale (freddo ed umido) proveniente da nord ovest e la Tramontana
(molto freddo e secco) proveniente da nord, che spira con particolare violenza causando
repentini e considerevoli cali di temperatura.
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Precipitazioni
Dal punto di vista delle precipitazioni la porzione di territorio considerata s inquadra nel contesto
della piovosità delle aree mediterranee, caratterizzate da discrete precipitazioni invernali e da
periodi medio lunghi di siccità estiva.
La valutazione quantitativa delle precipitazioni atmosferiche per il territorio in esame è stata
eseguita analizzando i dati delle precipitazioni in Calabria relative al periodo 1916-2008, per la
stazione pluviometrica adiacente la zona.
Sono stati pertanto presi in considerazione i dati della stazione pluviometrica di Crotone.
L'area presa in considerazione ricade, considerando anche l altitudinale media del territorio
(intorno ai 10 m s.l.m.), nell intorno di Crotone.
Dai dati analizzati si evince che
gran parte del territorio ricade a
cavallo tra le zone in Calabria
che
ricevano
un
apporto
meteorico che rientra in valori
medi, e compresi tra 600 e 1000
mm.
In
stazione
particolare
per
pluviometrica
la
di
Crotone, ubicata a 6 m s.l.m., la
piovosità media annua è risultata
pari a 681 mm di pioggia; Di
seguito vengono riportati i valori
delle precipitazioni medie mensili
della stazione considerata.
Distribuzione della precipitazione media annua in Calabria
Media delle precipitazioni mensili relative alla stazione di Crotone
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Ubicazione: Loc. San Giorgio, Via Fiume Esaro
88900 - Crotone.
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Dal grafico sopraindicato si evince come il regime delle precipitazioni per l area di studio risulta
lievemente inferiore a quello registrato per l intero territorio regionale.
E nota la relazione diretta, esistente tra altitudine e piovosità, infatti, sia la quantità di pioggia che il
numero di giorni piovosi aumentano con l aumentare dell altitudine; le precipitazioni regionali
oscillano, infatti, dai quasi 2000 mm di pioggia annui registrati per le stazioni pluviometriche, poste
in vetta alla Catena Costiera, ai circa 600 mm delle stazioni poste lungo la costa ionica.
Questa estrema variabilità è da imputare soprattutto alla presenza della Catena Costiera che con
gli oltre 1.000 metri d altitudine, e la sua breve distanza dal mare Tirreno, funge da barriera
climatica ovvero da regolatore delle precipitazioni. Difatti, lungo i versanti occidentali si verifica un
forzato movimento ascensionale delle masse d aria umida, provenienti da Ovest, che si addensano
lungo le vette, determinando condizioni meteoriche che danno luogo a precipitazioni più frequenti e
persistenti rispetto alle porzioni orientali della Regione.
Regime igrometrico
Altro parametro importante per la caratterizzazione meteoclimatica della zona d interesse è
l umidità relativa che esprime il rapporto tra la quantità effettiva di vapore acqueo contenuto
nell aria e la quantità massima che quella massa d aria potrebbe contenere nelle stesse condizioni
di temperatura e pressione.
Il mese mediamente più secco è Agosto, quello più umido è Dicembre.
Componente ambientale: Suolo/ Sottosuolo
Ubicazione del sito
I terreni interessati dal presente studio sono inseriti sul bordo esterno sinistro della pianura
alluvionale dell'Esaro con quote di circa 25 metri s.l.m., distanti poco meno di 100 metri dai
versanti argillosi che salgono sul terrazzo arenaceo, denominato Piano S. Biagio, che ha quote
di 133 metri.
I versanti argillosi acclivi sono, per gli alti valori di coesione presenti nelle argille, stabili ed
interessati solo dai normali processi erosivi.
L'area del capannone si presenta come un terrazzo antropico sospeso di qualche metro sull'area
occupata dalla vicina sottostazione ENEL.
L'area è ubicata a monte della SS N° 106 e dista alcuni Km dalla costa.
Caratteri morfologici e stratigrafici
La stratigrafia per circa 7 metri, è data da alluvioni aventi struttura lenticolare che comprendono
termini che vanno dai limi argillosi debolmente sabbiosi alle sabbie debolmente limose.
Questa litologia rappresenta i depositi erosi nelle morfologie calanchive, con al tetto terrazzi
arenacei, presenti a monte dell'area.
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Alla base del pacco alluvionale vi sono le argille plioceniche che affiorano a monte della nostra
morfologia terrazzata. Le alluvioni in posto attualmente sono ricoperte da una leggera coltre di
terreno di riporto granulare potente mediamente 0,5 metri.
I due sondaggi effettuati sull'area hanno dato valori di resistenza alla punta, che possono essere
definiti medio alti. Detti valori rappresentano alluvioni mediamente consolidate.
Zonizzazione sismica
L Ordinanza n. 3274 del Presidente del
Consiglio dei Ministri del 20 marzo 2003
Primi elementi in
materia di criteri
generali per la classificazione sismica del
territorio nazionale e normative tecniche
per
le
costruzioni
in
zona
sismica
contiene nuove disposizioni in materia di
classificazione sismica e di normative
tecniche.
Il numero di zone sismiche è fissato pari a
4, corrispondenti ai quattro valori di
accelerazione
ancoraggio
elastico
orizzontale
dello
come
spettro
riportato
(ag/g)
di
nella
di
risposta
figura
seguente.
Classificazione sismica 2004
L area ricade nella zona sismica 2 a cui corrisponde
un accelerazione
orizzontale
con
probabilità
di
superamento del 10% in 50 anni maggiore compresa tra
0,15g e 0,25g che si traduce in una accelerazione
orizzontale di ancoraggio dello spettro di risposta elastico
pari a 0,25 (ag/g).
Ai fini dell applicazione delle norme tecniche per le
costruzioni in zone sismiche, oltre ad adottare il
parametro ag (accelerazione orizzontale massima) si
dovrà tener conto di un fattore S che scaturisce dal profilo
stratigrafico del suolo di fondazione.
Il modello di riferimento per la descrizione del moto
sismico in un punto della superficie del suolo è costituito
dallo spettro di risposta elastico costituito da una forma
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spettrale,
considerata
indipendente
dal
livello
di
sismicità,
moltiplicata
per
il
valore
dell accelerazione massima del terreno che caratterizza il sito.
Ambiente idrico
Idrografia di superficie
Siamo nella parte alta della pianura alluvionale dell'Esaro per cui l'area non è stata interessata
dall evento alluvionale del 14/10/1997.
Freatimetria
La falda interessa, limitatamente ai periodi piovosi, le alluvioni ed è assente nelle argille di base
che hanno spessori di centinaia di metri. Le argille che sono siltose ed omogenee, presentano
difatti coefficienti di permeabilità con esponenti di 10-9 cm/s e sono potenti diverse centinaia di
metri. Le argille plioceniche hanno gli stessi caratteri meccanici di permeabilità in tutti gli
affioramenti. Le alluvioni sono invece interessate dalla falda solo nei periodi piovosi, le acque
assorbite con le piogge tendono difatti ad essere drenate nella parte bassa della valle dell Esaro
che è ad est. Le argille di base, per il bassissimo coefficiente di permeabilità, per l elevata
potenza, sono quindi praticamente impermeabili e non interessate da falde superficiali.
Stabilità dell'area
E' garantita dalla morfologia piatta, dalla stratigrafia che, essendo abbondantemente limo
argillosa non è liquefacibile.
USO DEL SUOLO
L insieme suolo/sottosuolo svolge varie funzioni ambientali tra cui:
- funzione portante poiché sostiene insediamenti ed infrastrutture;
- produzione di cibo e materie prime vegetali;
- regimazione dei deflussi idrici;
- approvvigionamento idrico;
- rifornimento di risorse minerarie ed energetiche;
- estetico paesaggistico.
Per quanto attiene alla funzione portante , non si segnalano, nella ristretta area di intervento,
fenomeni deformativi di rilievo tipo creep o frane da crollo.
Per quanto attiene alla funzione produzione di cibo e materie prime vegetali , si evidenzia che nel
territorio in esame non sono presenti in maniera significativa aree irrigue ad alta produttività; si è
invece in presenza di terreni circostanti tenuti ad incolto.
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Per quanto attiene alla funzione ambientale regimazione dei deflussi idrici il territorio in esame
non presenta fenomeni di dissesto geologico e/o fenomeni erosivi in atto e/o potenziali né presenta
particolari condizioni di instabilità dei versanti o altri fenomeni deformativi.
Lo stato dei luoghi consente alle acque meteoriche superficiali di raggiungere abbastanza
agevolmente e secondo le naturali linee di impluvio, la falda sotterranea o la costa.
Per quanto attiene alla funzione ambientale rifornimento risorse minerarie nel territorio in esame
non si rileva, la presenza di siti interessati da attività estrattiva.
Per quanto attiene alla funzione ambientale estetico-paesaggistiche , nel territorio in esame, il
suolo riveste ancora un importanza notevole specie nelle aree di protezione ambientale, ma che
non interessano in alcun modo l area indicata per la realizzazione del progetto in esame.
Relativamente al sito oggetto del presente studio deve sottolinearsi che lo stesso attualmente è
utilizzato dalla società istante, per esercitare l attività di gestione rifiuti regolarmente autorizzata e
che lo stesso comprensorio è tipizzato nel Piano Regolatore Generale (P.R.G.) del Comune di
Crotone (come si evince dalla tavola. P4 foglio 12
scala 1:5000, Usi e modalità d intervento )
come area agricola produttiva, nello specifico, Zona agricola normale a vocazione residenziale ed
agrituristica E2.2 e rientra nelle aree produttive e terziarie, ovvero, Attività produttiva in
zona impropria , ai sensi dell art. 57 dello stesso P.R.G.
Pertanto, relativamente al lotto su cui insiste l impianto, si richiede il rinnovo autorizzativo
relativamente all attività svolta in forza dell iscrizione con il n. 005 KR del 03 febbraio 2005
( Provvedimento di rinnovo iscrizione al Registro Provinciale delle imprese che effettuano
comunicazione di inizio attività, ai sensi degli art. 31 e 33 del D.Lgs. 22/97 e s.m.i.) e la contestuale
integrazione di nuove attività di gestione rifiuti, sottolineando che lo stesso è già attualmente
utilizzato per usi industriali.
Vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi
Copertura vegetale
Il sito in oggetto, così come il contesto ambientale circostante, non presenta particolari emergenze
floro-faunistiche. Il territorio si snoda in un ambiente usuale in questo tratto della Calabria dove non
si rinvengono specie animali e vegetali di specifico interesse, lontano dai SIC (Siti di importanza
Comunitaria) e fuori dalle Zone di Protezione Speciale.
Dal punto di vista fitoclimatico la zona è collocabile, secondo la classificazione del Pavari (1916),
nel Laurentum caldo. Questa sottozona fitoclimatica (termomediterranea) include la fascia
compresa tra il livello del mare e fino a 400 m di altitudine e pertanto caratterizzante le coste e la
parte bassa delle colline pre-silane.
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Questa zona è botanicamente caratterizzata dalla cosiddetta macchia mediterranea e da un
habitat molto favorevole alla coltivazione degli agrumi, dell olivo e dei seminativi.
Nel versante ionico questa fascia è molto ampia e piuttosto calda, arida e siccitosa soprattutto
durante il periodo estivo.
Invece per quanto concerne la vegetazione spontanea presente nell area in questione, si può
definire comune.
Trattasi difatti di vegetazione antropica, ruderale, infestante ed invadente mentre sono
completamente assenti boschi, siepi e le formazioni tipiche della macchia mediterranea.
La flora infestante è quella tipica del litorale ionico calabrese e infatti si rileva la presenza della
Calendula arvensis, Oxalis pescaprae, Hordeum murinum, Bromus spp, Sinapis spp., Borago
officinalis, Papaver spp., Avena fatua e altre varie graminacee e composite.
Completamente assente è la vegetazione tipicamente lacustre e ripariale.
A parte questa vegetazione spontanea le aree oggetto di intervento non presentano una
biodiversità alta dal momento che l area è utilizzata per l esercizio di un attività industriale.
Non sono state rilevate presenze floristiche interessanti sotto il profilo della tutela, ma solo specie
che sono largamente diffuse in tutto il territorio.
A parte questa vegetazione spontanea, di cui nessuna rientrante nelle Liste Rosse , le zone
limitrofe all area dell impianto sono costituite da terreni tenuti ad incolto e pertanto non presentano
elementi di rilievo.
La fauna
La fauna presente non riveste un importante ruolo ecologico in quanto tipica delle aree piuttosto
antropizzate e pertanto caratterizzata da specie legate all attività umana.
Dallo scenario descrittivo si evince che nel sito direttamente interessato dal progetto risulta
alquanto modesta, se non nulla, la presenza di specie avifaunistiche sottoposte a norme di tutela.
La gestione dell impianto non interagisce con unità ecosistemiche vulnerabili. Infatti, l area in
questione e quelle circostanti non mostrano caratteristiche di aree ad elevato valore naturale,
nessuna porzione di esse è rimasta allo stato originario, e non può quindi essere considerata
caratterizzata da habitat esclusivi. La destinazione d uso dell intera zona industriale ha
completamente sostituito la vegetazione autoctona e gli habitat naturali ad essa associati, l area
risulta fortemente alterata e non sono presenti emergenze botaniche.
Ampliando l area d investigazione, tra gli uccelli si rileva la presenza del passero, del colombo,
della cornacchia, della gazza ladra e della ghiandaia. Sono scarsamente rappresentati i rapaci.
Invece tra i mammiferi si ha la presenza della volpe, della faina, del topo domestico, del riccio e
della talpa mentre tra i rettili si osserva la lucertola e il biacco ed inoltre poche specie di anfibi.
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Emergenze paesaggistiche
Non si rinvengono emergenze paesaggistiche tali da essere menzionate. I luoghi considerati non
presentano caratteri di particolare pregio né dal punto di vista morfologico né in relazione alla loro
stessa collocazione, in quanto riconosciuta dal P.R.G. del comune di Crotone come area in cui
insiste un attività produttiva industriale .
4 - CARATTERISTICHE DELL IMPATTO POTENZIALE
In relazione alle considerazioni effettuate nei capitoli 2 e 3, nel presente capitolo vengono
considerati gli impatti potenzialmente significativi del progetto tenendo conto, in particolare, come
stabilito dall Allegato V alla Parte II del D.Lgs n. 152/2006 come modificato dal D.Lgs n. 4/2008, dei
seguenti fattori:
1) PORTATA, ORDINE DI GRANDEZZA E COMPLESSITÀ DELL IMPATTO - Probabili effetti
rilevanti del progetto
2) INQUINAMENTO E DISTURBI AMBIENTALI - Misure adottate per evitare o ridurre gli impatti
3) NATURA TRANSFRONTALIERA DELL IMPATTO
4) PROBABILITÀ DELL IMPATTO
5) DURATA, FREQUENZA E REVERSIBILITÀ DELL IMPATTO
4.1
PORTATA,
GRANDEZZA
E
COMPLESSITÀ
DELL IMPATTO
E
EFFETTI
TRANSFRONTALIERI
Nota la collocazione dell area, i vincoli urbanistici, territoriali ed ambientali che su di essa insistono,
le tipologie di operazioni effettuate presso l impianto, i tempi di attuazione, i rifiuti trattati e quanto
altro, si è passati ad analizzare l interazione che l intervento ha sull ambiente esterno.
4.1.1- DESCRIZIONE DEI PROBABILI EFFETTI RILEVANTI DEL PROGETTO
Premessa
Obiettivo della presente analisi ambientale è l identificazione e la descrizione sistematica delle
componenti ambientali che possono subire impatti e modificazioni dall attività proposta,
relativamente al sito ove la ditta istante svolge l attività di gestione rifiuti.
a)- ATMOSFERA
Poiché, trattasi di impianto già in esercizio, la descrizione dei probabili effetti rilevanti connessi
con l attività, verrà valutata relativamente alla fase di esercizio sia per l attività esercitata
attualmente sia per la proposta di introduzione nel proprio ciclo produttivo, della nuova
tipologia di attività di gestione dei rifiuti (R3; R4 e R5 come definite nell Allegato "C" alla Parte
Quarta del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.).
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Le attività, oggetto del presente studio, interferiscono limitatamente con la componente ambientale
atmosfera
a causa dell emissione derivante dal filtro a maniche presente, nella fase di
trattamento dei rifiuti da materie plastiche.
Le emissioni in atmosfera possono essere dovute a diversi fattori collegati alle operazioni di
carico/scarico di rifiuti, alle operazioni preliminari allo stoccaggio dei rifiuti, nonché alla loro
movimentazione e trattamento.
Le emissioni diffuse riscontrabili in impianto si possono collegare alla possibile produzione di
polveri, generate durante le operazioni di carico/scarico dei rifiuti inerti e alla movimentazione degli
stessi all interno dell impianto.
A tal proposito si sottolinea che i rifiuti polverulenti che giungono in impianto (solamente quelli
inerti), vengono stoccati all interno di cassoni scarrabili coperti.
Inoltre, la dislocazione dei punti di stoccaggio è stata effettuata al fine di minimizzare i percorsi dei
mezzi in fase di carico/scarico e degli spostamenti.
Se pur in maniera limitata, si possono generare emissioni diffuse dovute ai gas di scarico dei
mezzi in movimento e transito all interno della ditta.
A tal proposito si precisa che, poiché non variano i quantitativi dei rifiuti trattati, il traffico veicolare
da e per l impianto non subirà nessun incremento.
Le emissioni convogliate si potranno formare essenzialmente durante la fase di trattamento del
materiale plastico, captate sull impianto di triturazione. Il trituratore è costituito da una tramoggia
standard adatta all'alimentazione con nastro, dalla parte centrale costituita da camera di
macinazione mediante rotore a tre lame con taglio a forbice ed infine dall imbuto di scarico per
aspirazione. L impianto di aspirazione che immette il materiale triturato nei big-bags per
l insacchettamento è costituito da un ventilatore a bassa prevalenza e da un ciclone ad alto
rendimento che permette il convogliamento di tutto il materiale triturato evitando così emissioni.
A tal proposito la ditta istante, per la tipologia di impianto, come stabilito dall art. 272 comma 1 del
D.Lgs. 152/06 Impianti e attività in deroga , poiché ricadente nella categoria di impianti riportati
alla parte I dell allegato IV alla parte V del, ha presentato apposita comunicazione alla Provincia di
Crotone
Le emissioni fuggitive sono dovute alle eventuali sostanze volatili e/o odorigene che si liberano in
occasione dell apertura/carico dei serbatoi di gasolio impiegato per la movimentazione dei mezzi.
Bisogna sottolineare, però, che questo tipo di emissione è di tipo discontinuo in quanto i duomi dei
serbatoi vengono aperti in caso di periodiche ispezioni e/o manutenzioni in occasione del loro
riempimento o travaso.
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Inquinamento da traffico veicolare
Attualmente il traffico indotto dalle attività svolte dall impianto risulta essere basso con limitati
transiti giornalieri di mezzi pesanti.
Per quanto riguarda il traffico veicolare da e per l impianto, poiché, non variano i quantitativi dei
rifiuti trattati, non sarà registrato nessun incremento dello stesso.
L impianto della società MO.SMO.DE. S.a.s. è ubicato alla località San Giorgio del Comune di
Crotone, area periferica dello stesso territorio comunale, a poca distanza dalla S.S. 106, ma non
visibile dalla stessa; la capacità di portata di tale rete stradale risulta adeguata a soddisfare il
transito degli automezzi dovuto alle attività svolte dallo stabilimento senza penalizzare altri utenti,
permettendo, inoltre, di raggiungere lo stesso, senza che i mezzi di trasporto attraversino l abitato
di Crotone.
CONCLUSIONI
Per tutte le emissioni considerate è opportuno ricordare che gli impianti di che trattasi, non saranno
eserciti in maniera continua, per cui le emissioni generate sono da considerarsi discontinue con
livelli emissivi variabili.
Si può pertanto concludere che la presenza dell impianto non crea nessuna situazione di pericolo,
non influisce in maniera significativa e non comporta alcun peggioramento per la qualità dell aria
dell ampia zona intorno all impianto oggetto di studio.
Inoltre, relativamente al trattamento dei rifiuti plastici si sottolinea la presenza di un sistema filtrante
con filtri a maniche per l asportazione dei pezzetti di plastica trattenuti dalle maglie, di cui è in atto
la procedura autorizzativa relativa agli impianti e attività in deroga (art. 272 comma 1 D.Lgs.
152/06).
Pertanto, non sono previste ulteriori misure di mitigazione aggiuntive, rispetto agli accorgimenti
tecnici esistenti e/o previsti.
b)- IMPATTO SULL'AMBIENTE IDRICO
La struttura del progetto è tale da rendere nullo l'impatto sull'ambiente idrico, infatti, il piazzale su
cui viene esercitata l attività è dotato di pavimentazione a getto di cemento, tipo industriale,
completamente impermeabile tale da isolare l'impianto dall'area circostante.
In caso di sversamenti accidentali sulla pavimentazione a getto di cemento di tipo industriale,
provocati da rilascio di sostanze durante le operazioni carico e scarico o durante il transito è
prevista la rimozione immediata a mezzo di terriccio o segatura o altre sostanze adsorbenti da
tenere dislocale nell area.
L'approvvigionamento idrico per usi industriali avverrà tramite fornitura dalla rete idrica del Nucleo
di Consorzio per Sviluppo Industriale del comune di Crotone, non avvenendo nessun prelievo e/o
sfruttamento della falda. A tal fine, si sottolinea che l impianto in oggetto è dotato di idoneo sistema
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di contabilizzazione dei volumi di acqua in ingresso (prelevati dal C.S.I. per il fabbisogno
industriale)
Mentre, l approvvigionamento idrico per uso potabile e per i servizi igienici avviene con
alimentazione a mezzo autoclave, collegato idraulicamente ad un serbatoio in acciaio inox da 30
m3 (collocato nei pressi dell ingresso all impianto), che viene periodicamente ricaricato da vettore
idrico.
L'impianto Mosmode S.a.s., prevede un sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche
in particolare per le "acque di prima pioggia" così come previsto dal normativa di settore che
disciplina le autorizzazioni delle acque meteoriche di prima pioggia e di lavaggio delle aree
esterne. E' prevista una rete di raccolta delle acque meteoriche realizzata con griglie continue e
caditoie che convogliano le acque verso il sistema di trattamento; separate da quelle di raccolta
delle acque pluviali ricadente dalla copertura del capannone che alimenta il serbatoio
dell antincendio disposto in adiacenza.
Le "acque di dilavamento dei piazzali" ricadenti sui piazzali vengono convogliate in un impianto di
grigliatura e dissabbiatura e disoleazione, per poi essere scaricate (previo trattamento) nel canale
di scolo adiacente l impianto, con scarico finale nel fiume Esaro, in virtù dell autorizzazione
rilasciata dalla Provincia di Crotone con D.D. n. UT/06 del 03.03.2006, ed attualmente in fase di
rinnovo.
Inoltre, le acque reflue domestiche, provenienti dai servizi igienici, sono avviate alla rete pubblica
di fognatura.
Per quanto concerne l approvvigionamento idrico per uso industriale in fase di esercizio, si fa
presente che sia l attività in essere che l implementazione delle attività di gestione dei rifiuti (R3;
R4; R5), prevede un ciclo produttivo che non necessita di apporto idrico, limitando in questo modo
il consumo di materie prime. Un consumo idrico potrebbe derivare dall utilizzo per abbattimento
polveri sul piazzale o ad esempio dei cumuli delle m.p.s. degli inerti, anche se non variano i
quantitativi di rifiuti trattati né le superfici interessate. Concludendo, l attività in oggetto non utilizza
acqua nel ciclo produttivo, pertanto gli scarichi generati dall attività della ditta derivano unicamente
dalle acque di dilavamento dei piazzali, raccolte durante il verificarsi di eventi piovosi e dai servizi
igienici presenti nello stabilimento. Durante la fase di esercizio, pertanto, sarà consigliabile
provvedere ad una accurata e costante manutenzione delle reti di raccolta delle acque meteoriche,
al fine di evitare eventuali intasamenti dei collettori principali di raccolta in periodi di intense
precipitazioni, ed alla costante e puntuale manutenzione dell impianto di trattamento delle stesse
con verifica periodica delle analisi delle acque scaricate nel fosso di guardia adiacente l ingresso
all impianto, in virtù dell autorizzazione rilasciata dalla Provincia di Crotone.
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c)- SUOLO E SOTTOSUOLO
L area ove è ubicato il sito della MO.SMO.DE. S.a.s. poco distante dalla S.S.106, alla località San
Giorgio, si presenta fortemente caratterizzata dall'attività di messa in riserva e recupero pregressa,
che ivi insiste da circa dieci anni. Tale attività, infatti, oltre ad aver largamente cambiato l'orografia
dell'area, ha modificato la componente biologica che insisteva nell'area.
A tal riguardo, si sottolinea che il piazzale interessato dalle attività industriali risulta pavimentato
con calcestruzzo industriale armato di idoneo spessore tale da escludere qualunque possibilità di
infiltrazione nel sottosuolo, realizzati con opportune pendenze in maniera tale che eventuali
sversamenti possano essere captate dalla rete di raccolta delle acque meteoriche presente in
impianto.
Ai fini della presente, non sono necessari movimenti di terra, modificazioni del suolo o incrementi
di superficie, poiché, le attività necessarie verranno svolte all interno del perimetro dell area
completamente recintata e confinata. Essendo l'area collocata lungo la S.S.106 e nello specifico,
trattandosi di impianto esistente, inserito in un area produttiva riconosciuta dallo strumento
pianificatore comunale (P.R.G.), non si genera nessun impatto negativo dovuta alla sottrazione di
suolo.
d) - SMALTIMENTO RIFIUTI
Tale attività, genera dei flussi di M.P.S. utilizzabili in diversi cicli produttivi. Complessivamente può
dichiararsi che le attività esercitate della società MOSMODE S.a.s. e quelle di cui se ne richiede
l autorizzazione, concorrono relativamente ad una riduzione dei rifiuti in quanto la società istante
effettua attività di recupero dei rifiuti speciali non pericolosi.
Tuttavia, si avranno comunque scarti derivanti dal ciclo produttivo dell impianto che dovranno
essere smaltiti come rifiuti presso impianti autorizzati.
e)- IMPATTO SULLA VEGETAZIONE, FLORA, FAUNA ED ECOSISTEMI
Del tutto trascurabile è l'impatto sulla vegetazione poiché il sito si presenta completamente privo di
vegetazione in quanto trattasi attività in esercizio. II fondo del piazzate è costituito da basamento in
cls. industriale impermeabilizzato, su cui non è presente terreno vegetale e pertanto non è
possibile l'attecchimento di specie vegetali.
Per quanto riguarda l'impatto verso l'esterno dell'impianto si evidenzia che il sito della
MO.SMO.DE. S.a.s. è ubicato poco distante dalla S.S.106 e non visibile dalla stessa, che essendo
caratterizzata da un importante traffico veicolare ha frequentazione praticamente assente di
qualsiasi tipo di fauna.
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L area in questione non mostra caratteristiche di aree ad elevato valore naturale, nessuna porzione
di essa è rimasta allo stato originario e non può quindi essere considerata caratterizzata da habitat
esclusivi.
L'intervento in progetto previsto su una area in cui viene esercita un attività industriale, non
comporta nessuno dei motivi di fragilità, ma al contrario trattandosi di un impianto di messa in
riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi, crea le condizioni perché i rifiuti vengano gestiti
in modo controllato e non abbandonati. Per gli stessi motivi sopra detti non è pregiudizievole né nei
confronti degli habitat circostanti, né per le specie di fauna.
L area risulta essere recintata e con piantumazione laterale con alberi ad alto fusto, di piante
tipiche di macchia al fine di limitare l impatto visivo ed al contempo facilitare l inserimento
dell impianto nel contesto paesaggistico circostante.
Fra i vertebrati non si registrata la presenza di Anfibi e, fra i Rettili, sono state osservate
esclusivamente le comuni Lucertola campestre (Podarcis sicula), Tarantola muraiola (Tarentola
mauritanica) e il Biacco (Coluber viridiflavus).
I potenziali impatti prevedibili in questa fase sulle componenti in oggetto sono:
produzione ed emissione di inquinanti in atmosfera;
traffico veicolare;
emissioni sonore (da traffico veicolare e dall attività dell impianto).
Pur tuttavia, il rispetto delle normative vigenti in tema di inquinamento acustico e atmosferico
danno sufficienti garanzie alla salvaguardia degli ecosistemi in generale.
f)- SALUTE PUBBLICA
Rumore
Scopo della presente sezione dello studio di impatto ambientale è la valutazione dell impatto
acustico generato dall attività svolta dalla società MOSMODE S.a.s., all interno della propria area
industriale al fine di prevedere l entità delle emissioni sonore durante le fasi di esercizio.
Il Comune di Crotone non è dotato di Piano di Zonizzazione Acustica del territorio comunale a
sensi della Legge n. 447/1995.
All interno dell impianto della società Mosmode s.a.s. le emissioni di tipo sonoro sono da ritenersi
modeste, in quanto la movimentazione ed il trattamento non generano elevate quantità di rumore.
Pur tuttavia in riferimento a rumori e vibrazioni moleste, si può affermare che, relativamente alla
parte elettromeccanica dell impianto e dei mezzi d opera, sono stati considerati che i macchinari
hanno marcatura CEE, dotati di dispositivi di antivibrazione degli stessi motori per il rientro dei limiti
massimi di esposizione fonica nei valori ammessi dalle normative vigenti.
Oggetto : Verifica di assoggettabilità a V.I.A.
Luglio 2009
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Ubicazione: Loc. San Giorgio, Via Fiume Esaro
88900 - Crotone.
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Va sottolineato che l area in cui insiste l impianto è inserita in un area di attività produttiva
riconosciuta dal Comune di Crotone, inoltre, l ambito geografico in cui si colloca l impianto è di tipo
pianeggiante e la propagazione del rumore è limitata dall isolamento dell area dotata di
piantumazione perimetrale esterna con alberature sempreverdi, in modo da schermare l azione di
disturbo.
La principale fonte di inquinamento acustico può essere ricondotta a tutte quelle azioni che
comportano l uso di mezzi e attrezzature, per quanto riguarda il trasporto, lo scarico e il carico e la
movimentazione in genere di materiali ovvero nel caso specifico di rifiuti, e/o di particolari
macchinari, (ad esempio, triturazione della plastica); mentre, per gli ambienti interni è possibile
limitare con isolamenti il rumore al suo sorgere.
Per l ambiente esterno anche se sono possibili misure mitigatrici, collegate alla minore rumorosità
delle moderne attrezzature, non è possibile eliminare la presenza di rumori, come per esempio il
passaggio di automezzi pesanti.
Per quanto concerne il traffico veicolare indotto dall'attività, questo è da ricercarsi nel movimento
degli automezzi pesanti, che per ragioni connesse all attività, arrivano o partono dall impianto.
Comunque il traffico veicolare non subirà incrementi in quanto non varierà la capacità di
trattamento di rifiuti dell impianto già autorizzata con la precedente Autorizzazione, non
producendo una variazione del rumore di fondo dovuta al traffico veicolare consueto per la zona e
ai mezzi impiegati nelle lavorazioni industriali. Pertanto dal punto di vista dell inquinamento
acustico provocato dal traffico veicolare indotto dall'attività in esame, si può fondatamente
affermare che il suo apporto è praticamente trascurabile in quanto trattasi di zona per il
mantenimento dell attività industriale in oggetto, isolata dal centro abitato ed a poche centinaia di
metri dalla Strada Statale 106 Jonica.
g)- IMPATTO SUL PAESAGGIO
L'impianto è ubicato lungo la SS 106 Taranto
Reggio Calabria che nell'ambito del territorio è
quella che collega il capoluogo di provincia alle due estremità della Calabria, di conseguenza
raccoglie importanti flussi di traffico ad essa diretti provenienti dal versante jonico della Calabria e
non solo.
In prossimità dell'impianto in oggetto, sono ubicati un sito ENEL di trasformazione della corrente
elettrica ed attività commerciali.
Il potenziale impatto prevedibile in questa fase sulla componente in oggetto è relativo
esclusivamente ad una possibile alterazione della percezione visiva. Trattandosi, però, di uno
stabilimento esistente e poiché, non sono da individuarsi aumenti della capacità di trattamento
dell impianto in oggetto ed aumento di superfici e/o aree coperte, non sono evidenziabili
modificazioni percettibili del paesaggio, lo stesso è dotato di piantumazione laterale con alberi ad
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alto fusto in maniera tale da schermare l azione di disturbo e facilitare l inserimento nel paesaggio
circostante.
Inoltre, dall analisi sulla conformità e compatibilità con gli strumenti di pianificazione e
programmazione territoriale vigenti non emergono particolari vincoli, rischi o emergenze per il sito
oggetto di studio.
4.3 - PROBABILITÀ DELL IMPATTO
Al fine di stabilire caratteristiche quali
durata ,
frequenza
e
reversibilità
dell impatto
sull ambiente dovuto all attività proposta dalla società Mosmode S.a.s., è necessario innanzitutto
stabilire se vi sia un impatto. Al fine di rispondere a tale esigenza le valutazioni tecniche sono state
articolate per aspetti specifici:
Aspetto edilizio: l intervento non prevede la realizzazione di alcuna variante edilizia, fatta
eccezione per la sistemazioni di cordoli e setti di separazione in cls. virato armato al fine di
delimitare le aree di stoccaggio come riportato negli elaborati grafici.
Aspetto urbanistico: l area d intervento è inserita all interno del contesto urbanistico che il P.R.G.
del Comune di Crotone ha riconosciuto come attività produttive (art. 57 delle N.T.A. del P.R.G.).
L attività società Mosmode S.a.s.., inoltre, interessa un sito già autorizzato dalla Provincia di
Crotone alla gestione dei rifiuti. L attività svolta, inoltre, è di tipo produttivo in quanto, recuperando
rifiuti, porta alla produzione di materie prime secondarie. L area produttiva è asservita da una
adeguata struttura viaria e la presenta istanza non produce incremento del traffico veicolare
rimanendo invariati i quantitativi di rifiuti da trattare e la tipologia degli stessi.
Aspetto ambientale: come evidenziato nel capitolo 2 le matrici ambientali coinvolte (aria, acqua,
suolo, sottosuolo) non vengono influenzate dall attività proposta dalla società Mosmode S.a.s. in
considerazione del fatto che l attività di recupero rifiuti genera verso l ambiente emissioni (rumore,
scarichi idrici, polveri) nel rispetto delle normative vigenti di settore.
Aspetto paesaggistico: come descritto nel capitolo 3 l area oggetto di studio non è inserita
all interno di aree soggette a vincolo ambientale e/o paesaggistico per cui l intervento proposto non
avrà influenze in tal senso.
Si ribadisce che la ditta relativamente alla recinzione dell impianto, la stessa è inoltre implementata
da piantumazione con alberatura ad alto fusto, fungendo da elemento schermante riducendone
l impatto visivo dell impianto e favorendone un inserimento nel contesto paesaggistico circostante.
Dalla valutazione dei contenuti dei capitoli 2 e 3 emerge che l intervento di ampliamento proposto
dalla società Mosmode S.a.s.. non avrà alcun impatto sull ambiente circostante per cui non vi è
necessità di approfondire caratteristiche di durata, frequenza e reversibilità dell impatto.
Infine, in considerazione del fatto che il sito non è ubicato in prossimità della frontiera italiana,
l intervento stesso non prevede alcun tipo di effetto transfrontaliero.
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5 - CONCLUSIONI
Il presente studio, relativo alla verifica di assoggettabilità a V.I.A., ha permesso di stimare gli effetti
derivanti dall impianto esistente, di messa in riserva e recupero per rifiuti speciali non pericolosi
mediante le attività [R13], ed alla proposta di introduzione nel proprio ciclo produttivo, delle
nuova tipologie di attività di gestione dei rifiuti (attività R3, R4 ed R5 ), sulle diverse
componenti ambientali interessate dal progetto.
Vista la sensibilità ambientale dell'area e viste le caratteristiche dell attività esistente si ritiene che
lo stesso non darà origine ad impatti potenzialmente significativi per le seguenti motivazioni:
rispetto all'attuale stato di fatto non è prevista la realizzazione dl nuove opere edilizi che
possano determinare consumo di suolo o alterazione dello stato dei luoghi,
non ci sono cumuli significativi con altri progetti;
il progetto non prevede consumo di risorse naturali;
sia l'attività che i rifiuti decadenti dalla stessa vengono gestiti in modo conforme alla
normativa vigente, senza creare alcun rischio per le matrici suolo e sottosuolo;
i macchinari e le attrezzature impiegati per le operazioni di recupero dei rifiuti non generano
emissioni significative;
il traffico indotto dall'attività non è significativo;
l'attività non determina emissioni odorigene;
non è previsto un incremento del transito di automezzi (poiché rimane invariato il
quantitativo dei rifiuti trattati);
la ditta effettua un parziale monitoraggio delle matrici ambientali potenzialmente influenzate
dall'attività;
le sostanze e le tecnologie utilizzate non comportano particolari rischi di incidenti;
nell'insediamento è sempre presente un deposito per il materiale assorbente (segatura,
ecc) da utilizzare nel caso di sversamenti accidentali.
La corretta gestione aziendale (appropriato utilizzo delle attrezzature, periodica manutenzione
delle stesse, periodica pulizia dei piazzali scoperti) determina una scarsa probabilità di impatto
sulle principali matrici ambientali.
L attività della società Mosmode S.a.s.. con le relative infrastrutture, realizzate da tempo, pertanto,
(trattasi di impianto esistente ed in attività) non è mai stato oggetto di criticità o incidenti ambientali.
A seguito dello studio elaborato sulla verifica di assoggettabilità a V.I.A., lo stesso risulta a parere
degli scriventi, del tutto compatibile con gli strumenti normativi e programmatici analizzati,
pertanto si può concludere che alla luce della disamina dei valori e delle criticità valutate e tenendo
conto delle misure di mitigazione e di compensazione individuate, le influenze dell impianto, gestito
dalla società, sull ecosistema sono sicuramente trascurabili; infatti, una corretta gestione dei rifiuti
si configura certamente come un intervento di tutela ambientale, sociale ed economica (i rifiuti,
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infatti, potrebbero venire abbandonati lungo le strade o gestiti in modo non conforme alla
normativa vigente).
Si può pertanto concludere che l attività non crea danno all ecosistema, alla flora ed alla fauna
circostanti, ritenendo che il progetto non sia da assoggettare a procedura di VIA.
I Tecnici
Dott. Chim. Mario ORIOLO
Dott. Ing. Vito LABALESTRA
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