COPERTINA
Frontespizio
INFORMAZIONI LEGALI
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e le persone che agiscono per conto
dell’Istituto stesso non sono responsabili per l’uso che può essere fatto delle informazioni contenute in questo
Rapporto.
La Legge 133/2008 di conversione, con modificazioni, del Decreto Legge 25 giugno 2008, n.112, pubblicata
sulla Gazzetta Ufficiale n. 195 del 21 agosto 2008, ha istituito l’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e
la Ricerca Ambientale. L’ISPRA svolge funzioni che erano proprie dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente
e per i servizi Tecnici (ex APAT), dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (ex INFS) e dell’Istituto Centrale
per la ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare (ex ICRAM).
ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
Dipartimento Stato dell’Ambiente e Metrologia Ambientale
Servizio progetto speciale Annuario e Statistiche ambientali
Via Vitaliano Brancati, 48 - 00144 ROMA
www.isprambiente.gov.it
http://annuario.isprambiente.it
ISPRA, 2013
ISBN 978-88-448-0603-3
Riproduzione autorizzata citando la fonte
Elaborazione grafica: Matteo Salomone
Grafica di copertina: Franco Iozzoli ISPRA
Foto di copertina: Paolo Orlandi ISPRA
Coordinamento tipografico: Daria Mazzella ISPRA
Amministrazione: Olimpia Girolamo ISPRA
Distribuzione: Michelina Porcarelli ISPRA
In occasione della undicesima edizione dell’Annuario dei dati ambientali, a partire dalla medesima base dati
a disposizione di ISPRA, sono stati realizzati prodotti informativi assai diversi; ciò al fine di garantire una
diffusione delle informazioni sempre più puntuale ed estesa a un’ampia platea di fruitori: dal decisore pubblico
al ricercatore, dal detentore di interessi economici al privato cittadino.
L’edizione 2012 è restituita, infatti, attraverso 7 prodotti:
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Annuario dei dati ambientali - Versione integrale; presenta le schede indicatore popolate nel corso
del 2012, organizzate per settori produttivi, condizioni ambientali e risposte. È prodotta in formato
elettronico (PDF), disponibile su CD-ROM e presso i siti http://www.isprambiente.gov.it e http://annuario.
isprambiente.it.
Tematiche in primo piano - Versione (in lingua italiana e in lingua inglese) contenente una possibile
organizzazione degli elementi informativi relativi alle questioni ambientali prioritarie, oggetto di specifici
interventi di prevenzione e risanamento. È disponibile in formato elettronico (PDF).
Tematiche in primo piano “light” - Versione ridotta di Tematiche in primo piano (in lingua italiana e in lingua
inglese). Le problematiche ambientali analizzate in Tematiche in primo piano sono descritte secondo gli
elementi del modello DPSIR, utilizzando alcuni indicatori chiave appositamente selezionati in grado di
rappresentarle puntualmente. È disponibile in formato elettronico (PDF).
Annuario in cifre - Brochure di tipo statistico (in lingua italiana e in lingua inglese) contenente i grafici più
rappresentativi delle tematiche ambientali e informazioni statistiche o brevi note di approfondimento. È
disponibile in formato elettronico (PDF).
Database - Strumento per la consultazione telematica delle schede indicatore e la realizzazione di report
(http://annuario.isprambiente.it/).
Multimediale - Strumento in grado di comunicare i dati e le informazione dell’Annuario in modo semplice
e immediato grazie all’ausilio di filmati, animazione grafica e applicazioni web. Il filmato Annuario dei dati
ambientali edizione 2012 (in lingua italiana) è disponibile presso il sito www.isprambiente.it.
Giornalino - Versione a fumetto dal titolo “L’indagine dell’Ispettore SPRA”, tratta con periodicità annuale
un solo tema ambientale con l’obiettivo di divulgare le informazioni e i dati dell’Annuario a un pubblico
giovane di non esperti.
L’Annuario in cifre scaturisce dall’Annuario dei dati ambientali 2012, la più completa ed esaustiva raccolta di
dati scientifici e informazioni sull’ambiente edita in Italia.
La brochure di tipo statistico, restituisce in forma estremamente sintetica una selezione dei contenuti grafici e
testuali della versione integrale.
L’opuscolo è strutturato in due colonne: la prima contiene una scelta dei grafici più rappresentativi o che meglio
caratterizzano la tematica ambientale; l’altra, più stretta e colorata, presenta informazioni statistiche o brevi
note di approfondimento.
Per i grafici, i criteri di selezione adoperati hanno riguardato la completezza delle serie storiche, il riferimento
al dato nazionale, la comunicabilità in base alla tipologia del grafico (istogramma, torta, linee), la chiarezza
(grafici autoesplicativi); per le note di approfondimento, la complementarità rispetto alla tematica di riferimento:
tipicamente non sono commenti ai grafici ma informazioni aggiuntive.
La struttura e i criteri adottati consentono una migliore fruibilità delle informazioni anche a un pubblico di non
addetti ai lavori.
Le tematiche trattate nel documento sono le seguenti: Contesto socio economico, Agricoltura, selvicoltura
e acquacoltura, Energia, Trasporti, Turismo, Industria, Atmosfera, Biosfera, Idrosfera, Geosfera, Rifiuti,
Attività nucleari e radioattività ambientale, Radiazioni non ionizzanti, Rumore, Pericolosità di origine naturale,
Pericolosità di origine antropogenica, Valutazione e Autorizzazione ambientale, Certificazione ambientale,
Promozione e diffusione della cultura ambientale, Strumenti per la pianificazione ambientale, Ambiente e
benessere.
Ulteriori approfondimenti sono disponibili nel Database degli Indicatori Ambientali all’indirizzo http://annuario.
isprambiente.it/
L’opuscolo, distribuito a istituzioni, organismi internazionali, media e opinion leader, è disponibile presso i siti:
www.isprambiente.gov.it; http://annuario.isprambiente.it
3
La popolazione
residente in Italia al
01/01/2012 risulta pari
a 59.394.207.
I cittadini stranieri
residenti, alla stessa
data, ammontano a
4.053.599.
Lombardia
Campania
Lazio
Sicilia
Veneto
Piemonte
Emilia-Romagna
Puglia
Toscana
Calabria
Sardegna
Liguria
Marche
Abruzzo
Friuli-Venezia Giulia
Trentino-Alto Adige
Umbria
Basilicata
Molise
Valle d'Aosta
0
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
Contesto socio-economico
Popolazione residente (31 dicembre 2011)
12.000
migliaia
PIL pro capite Paesi UEa
70.000
50.000
40.000
30.000
Ue27
20.000
2011
Bulgaria (c)
Lettonia
Romania (c)
Ungheria
Polonia (c)
Estonia
Variazione % 2000-2011 (scala dx)
Lituania
Slovacchia
Grecia (b)
Portogallo (b)
Malta
Repubblica Ceca
Cipro
Slovenia
ITALIA
Spagna
Francia
Regno Unito
Belgio
Finlandia
Germania
Svezia
2000
Danimarca
Irlanda
Austria
0
Paesi Bassi
10.000
Lussemburgo
PIL pro capite in ppa
60.000
140
130
120
110
100
90
80
70 %
60
50
40
30
20
10
0
Legenda:
* ppa: parità di potere d’acquisto
Note
a
Dati aggiornati al 5 novembre 2012. Eventuali differenze rispetto a quanto appare in altre
pubblicazioni o banche dati nazionali e internazionali possono dipendere da arrotondamenti o dal fatto
che non siano state recepite le ultime revisioni dei dati.
b
I dati di Grecia e Portogallo sono provvisori.
Per Bulgaria, Polonia e Romania l’ultimo dato disponibile è riferito al 2010.
Fonte: Elaborazione ISTAT su dati Eurostat, National accounts
c
4
Il Prodotto Interno Lordo
(PIL), che rappresenta
il risultato finale di tutti
i beni e servizi finali
prodotti in un paese
in un dato periodo
valutato ai prezzi di
mercato, nel 2011
per l’Italia è rimasto
invariato in termini reali.
In ambito europeo,
il livello del PIL pro
capite, misurato in ppa,
si differenzia molto tra
i vari paesi dell’Unione
Europea.
Nel 2011, il PIL oscilla
dai 68.400 euro del
Lussemburgo ai 14.800
euro della Lettonia.
In Italia si attesta sui
25.300 euro.
Annuario in cifre - 2012
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
Nel 2010 le aziende
agricole e zootecniche
italiane sono 1.620.884
e interessano
12.856.048 ha di SAU.
Rispetto al 2000 si
ha una diminuzione
complessiva a livello
nazionale di oltre
-775.390 aziende
(-32,4%). La SAU
nazionale rilevata dal
censimento generale
agricoltura 2010 risulta
in diminuzione rispetto
a quella del 2000
(-2,5%).
(n. aziende - ha SAU)*1.000
16.000
14.000
12.000
10.000
8.000
6.000
4.000
2.000
0
Agricoltura
Aziende agricole e SAU
Aziende
2000
SAU
2010
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
1.600
40
1.400
35
1.200
30
1.000
25
800
20
600
15
400
10
200
5
0
0
ha
L’Italia è al secondo
posto in Europa,
dopo la Spagna, per
quanto riguarda la
superficie interessata
dall’agricoltura
biologica che ammonta
a 1.096.889 ha, mentre
è al primo per il numero
degli operatori pari a
48.269.
operatori biologici
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Eurostat Organic Farming Statistics e FiBL
5
Annuario in cifre - 2012
45
n.*1000
1.800
ES
IT
DE
FR
UK
PL
AT
SE
CZ
EL
RO
PT
FI
LV
SK
DK
LT
EE
HU
BE
IE
NL
SI
BG
LU
CY
MT
ha*1000
Superficie e operatori biologici
250.000
200.000
t
150.000
100.000
PESCI
CROSTACEI
2010
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
0
1994
50.000
MOLLUSCHI
La serie storica delle
produzioni mostra una
lieve decrescita della
piscicoltura dopo il
2000. Nel caso della
molluschicoltura,
le fluttuazioni sono
dovute alla maggiore
dipendenza di alcuni
sistemi produttivi,
quali ad esempio la
venericoltura, dai
parametri ambientali
delle acque di
transizione, spesso
non ottimali. Gli
impianti censiti nel
2010 sono 851. Il 48%
di essi è dedicato alla
produzione di pesci,
il 51,9% a quella dei
molluschi e lo 0,9%
alla produzione dei
crostacei.
Agricoltura
Serie storica della produzione nazionale di piscicoltura, molluschicoltura
e crostaceicoltura
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati MiPAAF-UNIMAR (2007-2010), IDROCONSULT (2002-2006),
ISPRA (1994-2001)
Punti di monitoraggio (n.)
3000
2500
2000
1500
1000
500
0
2003
2004
2005
2006
Acque superficiali
2007
2008
2009
Acque sotterranee
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati delle regioni, province autonome, ARPA/APPA
6
2010
Lo stato dei controlli
nazionali migliora
nell’arco di tempo
considerato sia in
termini quantitativi,
sia di efficacia. Tra le
sostanze più rinvenute,
critica appare la
contaminazione dovuta
agli erbicidi triazinici
e ai loro principali
metaboliti, anche
con considerevoli
superamenti dei limiti
di concentrazione.
Da evidenziare
l’elevata frequenza
di ritrovamento del
glifosate e del suo
metabolita AMPA nelle
acque superficiali,
entrambi quasi sempre
con concentrazioni
sopra i limiti.
Annuario in cifre - 2012
Qualità delle acque – inquinamento da pesticidi
Consumi finali di energia per settori
200
Mtep
150
100
0
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
50
Residenziale e servizi
Usi non energetici
Industrie manifatturiere
Bunkeraggi
Energia
Il sistema energetico
nazionale è
caratterizzato da
un’elevata dipendenza
energetica (80,7% nel
2011) e da prestazioni
migliori della media
europea in termini di
intensità energetica e di
rapporto tra i consumi
finali e quelli totali di
energia.
Nel 2011, in Italia il
consumo interno lordo
di risorse energetiche è
pari a 184,20 Mtep, per
oltre 81,2% soddisfatto
con combustibili fossili.
Trasporti
Industrie energetiche
Fonte: MSE
130
Indice 1990=100
120
110
100
90
70
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012*
80
PIL
emissioni totali di gas-serra
emissioni per unità di consumo energetico
consumi energetici totali
emissioni per unità di PIL
consumo energetico per unità di PIL
Nel 2011, l’82,7% delle
emissioni totali di gas
serra è stato di origine
energetica.
Il confronto
dell’andamento delle
emissioni di gas
serra con quello delle
principali variabili
rappresentative della
crescita economica
mostra che, nel
periodo 1990-2012, la
crescita delle emissioni
di gas serra è stata
generalmente più lenta
di quella dell’economia,
mettendo quindi
in evidenza un
disaccoppiamento
relativo.
Legenda: * Dati provvisori
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA e MSE
7
Annuario in cifre - 2012
Indicatori economici ed energetici, emissioni di gas serra
50
45
2010
Obiettivo
2009
40
35
30
%
25
20
15
10
La Direttiva 2009/28/
CE stabilisce le
quote di energia da
fonti rinnovabili sul
consumo finale lordo
al 2020 per ciascun
Paese dell’Unione
Europea. L’obiettivo
di consumo di energia
rinnovabile assegnato
all’Italia è pari al 17%
del consumo finale
lordo. La percentuale
registrata nel 2010 è
stata pari al 10,1%.
Energia
Quota di energia da fonti rinnovabili rispetto ai consumi finali per i Paesi
europei
0
Svezia
Lettonia
Finlandia
Austria
Portogallo
Danimarca
Estonia
Slovenia
Romania
Francia
Lituania
Spagna
Germania
Grecia
Italia
Bulgaria
Irlanda
Polonia
Regno Unito
Paesi Bassi
Rep. Slovacca
Belgio
Rep. Ceca
Cipro
Ungheria
Lussemburgo
Malta
UE27
5
8
Annuario in cifre - 2012
Fonte: Eurostat
L’intensità di trasporto
passeggeri, misurata
come passeggeri-km
rispetto alla popolazione,
risulta stabile negli ultimi
anni.
0,70
0,60
8
0,50
6
0,40
0,30
4
p-km / PIL
migliaia di veicoli-km/capita
0,80
10
Trasporti
Evoluzione intensità del trasporto passeggeri
0,20
2
0,10
0
1990
1995
2000
2005
2010
2011
0,00
Intensità totale, pass.+ merci (10^3 vkm tot/ capite)
Intensità automobili (10^3 vkm/ capite)
intensità passeggeri rispetto al PIL (pkm / 1000 Euro 2005)
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ACI, ENEA, ISTAT, MSE e MIT
Consumi energetici nel settore dei trasporti, usi finali
Nel 2011 il settore dei
trasporti è responsabile
del 31,5% del consumo
totale di energia finale e
del 65,5% del consumo
finale di petrolio.
I dati preliminari
2012 mostrano una
significativa riduzione
dei consumi.
1800
1600
1400
PJ
1200
1000
800
600
400
0
1990
1995
2000
Gasolio
GPL
Carburanti navali
2005
2007
2008
2009
Biodiesel / ETBE
Gas naturale
Elettricità
2010
2011 2012 a)
Benzina
Carboturbo
Nota:
a)
dati stimati
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati MSE
9
Annuario in cifre - 2012
200
Nel 2012, in Italia,
i trasporti sono
responsabili del 23,4%
delle emissioni totali di
gas serra. Le emissioni
sono strettamente
collegate ai consumi
energetici.
Trasporti
Emissioni di anidride carbonica per provincia e per tipologia di veicoli
(2010)
Fonte: ISPRA
Fonte: ISPRA
10
Le emissioni di ossidi
di azoto anche se sono
diminuite del 42% nel
periodo 1990-2010,
sono tuttora rilevanti
in valore assoluto e
il settore dei trasporti
è la fonte principale
per questo importante
inquinante.
Annuario in cifre - 2012
Emissioni di ossidi di azoto per provincia e per tipologia veicoli (2010)
Le emissioni nocive
prodotte dal trasporto
stradale sono diminuite
notevolmente negli
ultimi anni, grazie
all’introduzione di
catalizzatori, di filtri per
particolato fine e di altre
tecnologie.
Le emissioni di ossido
di zolfo, ormai quasi
assente nel trasporto
stradale, sono ancora
cospicue nel trasporto
via mare.
Le emissioni dal
settore dei trasporti
di ossidi di zolfo, di
particolato e di ossidi
di azoto danno tuttora
un contributo rilevante
all’inquinamento
atmosferico.
Trasporti
Emissioni di particolato (PM10) per provincia e per tipologia veicoli (2010)
Fonte: ISPRA
Composizione dei consumi energetici di carburanti usati nei trasporti
(2011)
5%
4%
La diffusione del
biodiesel e di altri
carburanti di origine
vegetale è aumentata
negli ultimi anni, ma è
ancora lontana dagli
obiettivi posti a livello
comunitario per il 2020
(10% del totale).
Benzina, diesel, carboturbo
Carburanti fossili a basso impatto ambientale
Biocarburanti
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati MSE
Annuario in cifre - 2012
91%
11
Totale Viaggi
3,0%
7,8%
6,6%
2,7%
Vacanza
6,8%
6,6%
9,5%
La crisi economica ha
inciso sul totale dei
viaggi compiuti dagli
italiani; si registra,
infatti, un calo del
16,6%. Tuttavia, il
62,9% di essi viene
effettuato in auto.
Turismo
Distribuzione percentuale dei viaggi effettuati solo in Italia dai residenti,
per principale mezzo utilizzato e per tipologia di viaggio (2011)
75,8%
9,1%
0,7%
5,3%
Lavoro
21,7%
72,1%
L’automobile si
conferma il mezzo di
trasporto più utilizzato
dai visitatori stranieri
(65% dei transiti di
frontiera).
45,4%
Il clima è uno dei
principali driver della
stagionalità turistica.
Anche nel 2011, la
stagionalità dei flussi
resta concentrata nel
terzo trimestre (con il
50% delle presenze).
26,8%
Auto
Aereo
Treno
Nave
Altro
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
Variazione del numero di posti letto negli esercizi alberghieri e
complementari
Diminuisce ancora la
permanenza media
(3,7 ) rispetto al 2010,
confermando la tendenza
a soggiornare per periodi
più brevi.
160
155
Indice 1990 = 100
150
145
140
135
130
125
120
115
110
105
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
12
Totale
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
Esercizi complementari
Annuario in cifre - 2012
Esercizi alberghieri
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
95
1990
100
Nel 2011, in Italia, gli
arrivi e le presenze
dei turisti registrate
nel complesso degli
esercizi ricettivi
mostrano un aumento,
rispettivamente del 5%
e del 3%.
Turismo
Variazione della densità della popolazione nelle province italiane con
l’apporto dei flussi turistici (2011)
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
Annuario in cifre - 2012
La clientela italiana
predilige le località
marine (37%)
soggiornando in una
struttura alberghiera
(circa 66,5% delle
presenze).
Gli stranieri, invece,
scelgono la città di
interesse storicoartistico (33,8%)
optando per gli alberghi
(circa il 68% delle
presenze).
13
L’industria chimica e
l’industria siderurgica,
per le pressioni che
inducono, sono settori
particolarmente
significativi dal punto di
vista ambientale.
4.500
4.000
Industria
Emissioni specifiche nell’industria chimica
3.500
3.000
g/t
2.500
2.000
1.500
1.000
500
0
1990
1995
2000
SOx
2005
NOx
2006
2007
2008
2009
COVNM
2010
CO
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA, ISTAT e Associazioni di categoria
50
46,2
45
40
34,3
30,6
35
39,8
29,4
30
%
37,6
25
19,7
18,4
14,5
20
15
13,3
10
11,2
5,0
5
0
Protezione aria e gestione acque
clima
reflue
End of pipe
Fonte: ISTAT
14
Gestione rifiuti
Integrati
Totale
Altro
Gli investimenti
per la protezione
dell’ambiente sono
pari al 4,7% degli
investimenti fissi lordi
totali realizzati dalle
imprese industriali.
Nel 2010 le imprese
italiane dell’industria
in senso stretto hanno
speso 1.400 milioni di
euro per investimenti in
impianti e attrezzature
di tipo end of pipe e
485 milioni di euro
per quelli in impianti
e attrezzature a
tecnologia integrata,
complessivamente
1.925 milioni di euro,
ovvero il 7,2% in meno
rispetto al 2009.
Annuario in cifre - 2012
Investimenti per la protezione dell’ambiente delle imprese dell’industria
in senso stretto per settore ambientale (2010)
10.000
Euro (milioni)
8.000
7.364
imprese
settore
industriale
7.712
imprese
settore
industriale
Il contributo alla spesa
totale per ricerca e
sviluppo delle imprese
industriali supera quello
delle università.
Industria
Spesa per ricerca e sviluppo per settore
8.017
imprese
settore
industriale
6.000
4.000
2.000
0
2009
Imprese
Università
2010
Istituzioni pubbliche
2011 a)
Istituzioni private non profit
Annuario in cifre - 2012
Nota:
a
dati stimati
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
15
590
MtCO2 eq.
570
550
530
510
490
483,26 Mt CO2 eq
Emissioni di gas serra
2011
*
2012
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
450
1990
470
Obiettivo protocollo di Kyoto
Legenda: * Dati provvisori
Fonte: ISPRA
600
3.000
500
2.500
400
2.000
300
1.500
200
1.000
100
500
*
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
0
Settore energetico
Uso di solventi
Rifiuti
Produzione di beni e servizi
Legenda: * Dati provvisori
Fonte: ISPRA
16
Miliardi di euro
Mt / a
Emissioni nazionali complessive di gas serra
0
Processi industriali
Agricoltura
Obiettivo Protocollo di Kyoto
L’andamento
complessivo dei gas
serra è determinato
principalmente dal
settore energetico,
che rappresenta in
media l’82% circa
delle emissioni totali
lungo l’intero periodo
1990-2012, diminuendo
in valore assoluto,
di -54,43 milioni di
tonnellate.
Atmosfera
Le emissioni totali di
gas a effetto serra si
riducono nel 1990-2011
del 5,8%, a fronte di
un impegno nazionale
di riduzione del 6,5%,
passando da 518,98 a
488,79 MtCO2eq.
Le stime provvisorie
di emissioni di gas
serra per il 2012,
pari a 464,55 Mt
CO2eq, (aggiornate
al 30 giugno 2013)
prevedono un’ulteriore
diminuzione del 5%
rispetto al 2011, per
il perdurare della
congiuntura economica
negativa, mostrando
una riduzione
complessiva rispetto al
1990 del 10,5%.
La distanza
dall’obiettivo del
Protocollo di Kyoto
risulta attualmente di
entità ridotta e tale da
consentire all’Italia di
raggiungere l’obiettivo
con uno sforzo limitato
attraverso l’utilizzo
dei crediti consentiti
dai meccanismi del
Protocollo di Kyoto
e dei crediti derivanti
dalle attività forestali.
Annuario in cifre - 2012
Emissioni totali di gas serra e livello previsto per il rispetto del Protocollo
di Kyoto
150
NH3
NOx
SOx
125
kt H+ / a
100
75
50
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
0
1990
25
Complessivamente
le emissioni delle tre
sostanze acidificanti
(ossidi di zolfo (SOx),
ossidi di azoto (NOx)
e ammoniaca (NH3))
sono in costante
diminuzione dal
1990 al 2011 (-62%).
In riferimento alla
normativa nazionale,
che recepisce quella
comunitaria, il limite
imposto per il 2010 è
stato raggiunto dagli
ossidi di azoto nel
2009, dagli ossidi
di zolfo nel 2005 e
dall’ammoniaca nel
2008.
Atmosfera
Emissioni nazionali complessive di ossidi di zolfo (SOx), ossidi di azoto
(NOx) e ammoniaca (NH3)
Fonte: ISPRA
Emissioni nazionali di PM10 secondo la disaggregazione settoriale
kt / a
200
150
100
Combustione - energia e industria di trasformazione
Combustione - industria
Trasporti stradali
Trattamento e smaltimento rifiuti
altro
Fonte: ISPRA
Combustione - non industriale
Processi produttivi
Altre sorgenti mobili
Agricoltura
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
0
1990
50
Annuario in cifre - 2012
250
Le emissioni
nazionali di PM10
iniziano a ridursi a
partire dal 1992 e
rispetto a tale anno
nel 2011 si registra
una diminuzione del
35%. Segue questo
andamento anche il
settore del trasporto
stradale, che lungo
l’intero periodo 19902011 contribuisce alle
emissioni totali con una
quota emissiva del 23%
in media.
17
Fonte: ISPRA
In Italia, nel 2011,
gli inquinanti più
critici per le elevate
concentrazioni
presenti in atmosfera
continuano a essere
il particolato (PM10 e
anche PM2,5), l’ozono
e il biossido di azoto.
Ad essi si aggiunge il
Benzo(a)pirene i cui
livelli, seppur misurati
in un numero ancora
troppo limitato di
stazioni (69), superano
il valore obiettivo nel
20% dei casi.
Atmosfera
PM10- Stazioni di monitoraggio per classi del numero giorni di
superamento del valore limite giornaliero (50 µg/m3 da non superare più
di 35 volte per anno civile) (2011)
PM10 – Il 48% delle
stazioni di monitoraggio
ha superato il valore
limite giornaliero (50
µg/m3 da non superare
più di 35 volte per anno
civile).
PM2,5 - Stazioni di monitoraggio e superamenti del valore limite annuale
(25 µg/m3) (2011)
Fonte: ISPRA
18
Annuario in cifre - 2012
PM2,5 - Le
informazioni sono
ancora insufficienti.
Confrontando le
medie annuali con
il valore limite per la
protezione della salute
umana (25 µg/m3), che
entrerà in vigore entro
il 2015, il 27% delle
stazioni è risultato in
superamento.
Per arsenico, cadmio,
nichel, anche se
le informazioni
non garantiscono
una copertura del
territorio sufficiente e
omogenea, rispetto ai
valori obiettivo è stato
registrato un solo caso
di superamento per il
nichel (su 70 stazioni).
Atmosfera
O3 - Stazioni di monitoraggio per classi di giorni di superamento
dell’obiettivo a lungo termine (120 µg/m3) (2011)
Ozono – l’obiettivo a
lungo termine per la
protezione della salute
umana (120 µg/m3)
è stato superato nel
92% delle stazioni di
monitoraggio.
Fonte: ISPRA
NO2 - Stazioni di monitoraggio e superamenti del valore medio annuale
(2011)
Fonte: ISPRA
Annuario in cifre - 2012
Biossido di azoto - Il
valore limite annuale
(40 µg/m3) è stato
superato nel 20%
delle stazioni di
monitoraggio.
19
Il riscaldamento del
sistema climatico
globale è oggi
indiscutibile.
Atmosfera
Serie temporali delle anomalie di temperatura media globale e in Italia,
rispetto ai valori climatologici normali 1961-1990
L’aumento della
temperatura media
registrato in Italia negli
ultimi trenta anni è stato
quasi sempre superiore
a quello medio globale
sulla terraferma.
Fonte: ISPRA e NCDC/NOAA
Nel 2012, l’anomalia
della temperatura
media in Italia (+1,31
°C) è stata superiore
a quella globale sulla
terraferma (+0,78 °C).
Il 2012 è stato per
l’Italia il ventunesimo
valore annuale positivo
consecutivo e si colloca
al quarto posto nel
periodo che va dal
1961 al 2012.
Serie delle anomalie medie annuali del numero di giorni estivi in Italia
rispetto al valore normale 1961-1990
Il numero medio di
giorni estivi, cioè con
temperatura massima
maggiore di 25 °C, è
stato superiore alla
media climatologica
1961-1990 per il
tredicesimo anno
consecutivo e il 2012 si
colloca al quinto posto
della serie dal 1961.
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati della Rete Sinottica e Reti Regionali
20
Annuario in cifre - 2012
Nel 2012 il numero
medio di notti tropicali,
cioè con temperatura
minima maggiore di 20
°C è stato il secondo
più alto della serie a
partire dal 1961, dopo
il 2003.
L’Italia è tra i Paesi
europei più ricchi di
biodiversità, con metà
delle specie vegetali
e un terzo di quelle
animali presenti in
Europa.
Biosfera
Densità su reticolato chilometrico (maglia di 10 chilometri di lato) delle
specie di flora vascolari inserite nelle Liste Rosse (2005)
L’Italia è il Paese
europeo con il più
alto numero di specie
animali (oltre 58.000
specie), con un’elevata
incidenza di specie
endemiche. Le piante
superiori sono 6.700,
il 15,6% delle quali
endemiche.
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati tratti da: Scoppola, Spampinato, 2005 - Atlante delle specie a rischio
di estinzione (CD-ROM). MATTM, DPN, SBI, Univ. Tuscia, Univ. La Sapienza
Estensione media e numero di incendi boschivi
Il coefficiente di
boscosità è passato dal
28,8% del 1985 a oltre
il 36% del 2010.
25
ha: n*1.000
20
Circa il 72% degli
incendi avviene per
cause dolose e quasi
il 14% colpose, mentre
il restante 14% è in
prevalenza di origine
dubbia.
15
10
Fonte: Corpo Forestale dello Stato (www.corpoforestale.it)
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
Incendi
Annuario in cifre - 2012
Sup. media
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
0
1990
5
21
0
ha*1.000
5
10
15
20
25
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
L’Italia aderisce a
numerose convenzioni
e accordi internazionali
volti alla tutela della
biodiversità, quali la
Convenzione sulla
Diversità Biologica.
Biosfera
Distribuzione regionale delle superfici tutelate (escluso il Santuario per
i mammiferi marini)
Aree Ramsar
0
200
ha*1.000
400
600
800
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Rete Natura 2000
Aree protette terrestri
Aree protette marine
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare
22
La Rete Natura 2000,
è costituita da ZPS
e SIC che, al netto
delle sovrapposizioni,
ammontano a 2.576
siti, che occupano una
superficie di 6.379.090
ettari, pari a circa
il 21% del territorio
nazionale.
In Italia sono inoltre
presenti 871 aree
protette, che occupano
una superficie a terra di
oltre 3 milioni di ettari
(10,5% del territorio
nazionale).
Le superfici a mare
tutelate includono
anche 27 Aree Marine
Protette. Sono presenti
inoltre, 57 siti Ramsar.
Annuario in cifre - 2012
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare
Nel 2011, l’Italia
presenta 4.901 acque
di balneazione, di cui
il 91,9% è conforme
ai limiti imposti dalla
Direttiva 76/160/CEE.
Per 7 regioni costiere
la percentuale di
conformità ai valori
guida è compresa
tra 90-100%, in 4 è
superiore all’80%, nelle
restanti 4 è tra il 50% e
il 72%.
100%
90%
80%
70%
%
Idrosfera
Valutazione di conformità delle acque di balneazione
60%
50%
40%
30%
20%
10%
2009
2010
CG
CI
NC
2011
B
NF/NS
Nota: CI : conformi ai valori imperativi; CG: conformi ai valori guida; NC: non conformi ai valori imperativi;
NF: insufficientemente campionati; NS: non campionati; B: vietati alla balneazione
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati EEA
Ostreopsis ovata lungo le coste italiane (2011)
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati delle ARPA costiere
Ostreopsis ovata
Fukuyo è un
dinoflagellato
potenzialmente tossico
rinvenuto per la prima
volta nelle acque
italiane nel 1994 nel
Lazio.
Nel 2011, Ostreopsis cf.
ovata è stata riscontrata
in 10 regioni costiere,
mentre è assente
in tutti i campioni
prelevati lungo le coste
dell’Abruzzo, EmiliaRomagna, Molise e
Veneto (la Basilicata
non ha effettuato il
monitoraggio).
Le fioriture bentoniche
di Ostrepsis cf. ovata
si manifestano quasi
esclusivamente durante
la stagione estiva
e autunnale (inizio
ottobre). In particolare,
lungo il litorale tirrenico
e ionico le abbondanze
massime si registrano
in piena estate (luglioagosto), lungo le
coste dell’Adriatico
settentrionale tra
settembre e ottobre.
Annuario in cifre - 2012
0%
23
EQB Diatomee - FIUMI 2011 - Numero stazioni 141
6%
2%
15%
Dal monitoraggio dei
fiumi, per gli EQB
Macroinvertebrati la
classe “buono” risulta
prevalente, mentre
per le Diatomeee e
le Macrofite la classe
“elevato” raggiunge
percentuali più alte.
77%
CATTIVO
SCARSO
SUFFICIENTE
BUONO
Lo stato ecologico di un
corpo idrico superficiale
è classificato in base
alla classe più bassa,
risultante dai dati di
monitoraggio, relativa
agli elementi biologici,
fisico-chimici e chimici.
Idrosfera
Stazioni nelle 5 classi di qualità, utilizzando EQB macroinvertebrati
ELEVATO
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA
Nel 2011, per i corpi
idrici fluviali, il 90%
delle stazioni (su 233
stazioni di 13 regioni)
rientra nella classe
“buono” degli Standard
di Qualità Ambientale.
Monitoraggio chimico delle acque sotterranee per ambito territoriale
(2011)
Fonte: Elaborazione ISPRA/ ARPA Emilia -Romagna su dati forniti da regioni, province autonome e ARPA/
APPA
24
La Provincia autonoma
di Bolzano ha tutte le
stazioni di monitoraggio
in classe “buono”,
seguita dalla Provincia
autonoma di Trento
con il 91,7% e dal
Molise con l’88,1%. La
maggiore incidenza
dello stato di “scarso”,
invece, si riscontra
in Sardegna con il
57,6%, seguita dalla
Sicilia e Lombardia,
rispettivamente con il
36,8% e 35,7%.
Annuario in cifre - 2012
Nel 2011, su 4.009
stazioni, il 70,3%
presenta uno SCAS
ricadente nella classe
“buono”.
2
TEVERE A RIPETTA
1,75
ADIGE A BOARA PISANI
1,5
RENO A CASALECCHIO
PO A PONTELAGOSCURO
1,25
1
0,75
Nel 2011, le portate
medie mensili hanno
subito consistenti
oscillazioni intorno
ai valori medi del
decennio, superandoli
nel mese di marzo e
per la maggior parte
della stagione estiva,
e mantenendosi di
contro molto al di sotto
dei valori di confronto
nei mesi di aprile e
maggio e nella stagione
invernale.
Idrosfera
Rapporto tra le portate medie mensili del 2011 e quelle calcolate sul
decennio 2002-2011 per le sezioni di chiusura di alcuni bacini idrografici
0,5
0,25
0
GEN
FEB
MAR
APR
MAG
GIU
LUG
AGO
SET
OTT
NOV
DIC
Rapporto tra le precipitazioni totali annue del 2011 e la media delle
precipitazioni totali annue sul trentennio 1961-1990
Fonte: ARPA/APPA, Centri funzionali regionali di Protezione Civile
Per il monitoraggio
della siccità si utilizza
lo Standardized
Precipitation Index (SPI)
che quantifica il deficit
(SPI < 0) o il surplus di
precipitazioni (SPI > 0).
In Italia, non si sono
evidenziati fenomeni di
siccità nella prima parte
del 2011, a differenza di
quanto avvenuto negli
ultimi mesi dell’anno.
Nel complesso il 2011
è stato caratterizzato
da valori cumulati di
precipitazione inferiori
alla media del trentennio
di riferimento in gran
parte del territorio
italiano.
Annuario in cifre - 2012
Fonte: ARPA/APPA, Centri funzionali regionali di Protezione Civile
25
Agglomerati
parzialmente
conformi;
325
Dato non
disponibile;
31
In Italia 12 regioni (tra
Nord, Centro, Sud) e
le Province autonome
di Trento e di Bolzano
presentano una
percentuale di carico
depurato maggiore o
uguale al 90%, mentre
in 5 regioni raggiunge
valori compresi tra il
70% e il 90%.
Idrosfera
Conformità dei sistemi di depurazione relativi ad agglomerati con oltre
2.000 a.e. (2009)
Agglomerati non
conformi;
562
Agglomerati
conformi;
2.285
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA e regionali
Livello medio mare annuale a Venezia
Fonte: ISPRA
26
Annuario in cifre - 2012
Il livello medio mare è
in tendenziale aumento
a Venezia. Il valore
massimo assoluto è
da riferirsi al 2010,
con 40,5 cm sullo Zero
Mareografico di Punta
della Salute.
Da rilevare che, oltre il
2010 (1° livello più alto
di sempre) e il 2009
(2° livello più alto di
sempre), gli anni 2011
e 2012 si posizionano
rispettivamente al 3° e
4° posto tra i livelli medi
del mare più alti dal
1872.
2010
2005
2000
1995
1990
1985
1980
1975
1970
1965
1960
1955
1950
1945
1940
1935
1930
1925
30
28
26
24
22
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
Idrosfera
Il 2010 è l’anno record
per tutte le classi di
altezza ed eccezionale
per la frequenza dei
casi di acqua medioalta e alta (90-109 cm)
e alta (110 cm e oltre).
La frequenza di casi di
acqua alta è in netta
crescita a partire dalla
metà degli anni ‘90 e
sembra acuirsi l’ultimo
quadriennio.
2010
2005
2000
1995
1990
1985
1980
1975
1970
1965
1960
1955
1950
1945
1940
1935
1930
≥ 110
1925
numero casi
2010
2005
2000
1995
1990
1985
1980
1975
1970
1965
1960
1955
1950
1945
1940
1935
1930
1925
1920
numero casi
100-109
90-99
1920
2010
2005
2000
1995
1990
1985
1980
1975
1970
1965
1960
1955
1950
1945
1940
1935
1930
1925
30
28
26
24
22
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
60
55
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
1920
80-89
1920
120
110
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
numero casi
numero casi
Frequenza dei casi di acqua alta a Venezia per classi di altezza
Fonte: ISPRA
Le temperature
superficiali delle
acque dei mari italiani,
da ottobre 2011 a
settembre 2012, sono
risultate nella media.
Da evidenziare un
particolare aumento nel
Tirreno nei mesi estivi.
Volumi di sabbie relitte dragate lungo la piattaforma continentale italiana
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Magistrato delle Acque, Regione Abruzzo, Marche, Emilia-Romagna,
Lazio
Annuario in cifre - 2012
Tra il 1994 e il 2007
più di 14.000.000 di m3
di sabbie relitte sono
state dragate ai fini
di ripascimento, tra la
provincia di Venezia e
lungo le coste laziali.
Tra il 2008 e il 2010
non risultano interventi
di dragaggio.
27
Ampi settori del
territorio italiano
presentano tassi di
erosione superiori alla
soglia di tollerabilità.
Geosfera
Valutazione perdita di suolo per erosione idrica (Progetto SIAS - 2011)
L’erosione idrica
determina una perdita
di suolo, di fertilità e di
biodiversità.
La superficie (da modello
Rusle) interessata dal
fenomeno nel UE 27 è
pari a 1,3 milioni di km2 ,di
questi circa il 20% subisce
una perdita di suolo
maggiore di 10 t/ha/anno.
La percentuale nel
territorio italiano si attesta
intorno al 30%.
Fonte: ISPRA
Valori medi di Carbonio organico (OC) negli strati più superficiali del
suolo (2012)
0-30 cm - Valori medi
120
100
80
40
Totale
Fonte: ISPRA, progetto SIAS
28
Montagna
Pianura
Sardegna
Bolzano
Trento
Veneto
Lombardia
Piemonte
Emilia-Romagna
Toscana
Marche
Abruzzo
Molise
Basilicata
0
Calabria
20
Sicilia
t/ha
60
Buona parte dei suoli
di pianura e di colline
coltivate presentano
concentrazioni di OC
tra l’1% e il 2%, mentre
per i suoli di colline non
coltivate e montagna
la concentrazione è
compresa tra il 2% e
il 5%.
Annuario in cifre - 2012
Il Carbonio organico
costituisce il 60% della
sostanza organica.
Nei suoli agrari italiani
un livello di OC pari
all’1,2% è ritenuto
sufficiente per il
rifornimento di elementi
nutritivi per le piante.
Le cave rappresentano
un settore importante
dell’economia ma
allo stesso tempo
una causa di degrado
ambientale.
Geosfera
Cave in attività per provincia (2012)
Le cave in attività sul
territorio nazionale
sono circa 5.500.
Fonte: ISPRA
Consumo di suolo in Italia (1956-2010)
8%
7%
%
6%
5%
4%
3%
2%
1950
Nord-ovest
Fonte: ISPRA
1970
Nord-est
1990
Centro
Mezzogiorno
2010
Italia
In Italia sono stati
consumati, in media,
7 m2 al secondo
per oltre 50 anni. In
termini assoluti sono
irreversibilmente persi
20.500 km2.
Il periodo in cui il
consumo di suolo è stato
più rapido risulta quello
degli anni Novanta:
sfiorando i 10 m2 al
secondo, oggi raggiunge
gli 8 m2 al secondo.
Nel 2010 il valore di
superfice consumata
pro capite è raddoppiata
passando dai 170 m2
per abitante degli anni
Cinquanta a più di 340
m2 attuali.
Il fenomeno è
maggiormente diffuso nel
Nord Italia. La Lombardia
è in assoluto la regione
con la maggiore
superfice consumata,
superiore al 10% del
territorio regionale,
seguita da Veneto,
Emilia-Romagna,
Puglia e Lazio. Al Sud si
registrano l’incrementi
maggiori negli ultimi 60
anni.
Annuario in cifre - 2012
Le regioni con il
maggior numero di
cave attive sono: il
Veneto, la Lombardia,
il Piemonte al Nord;
la Sicilia e la Puglia al
Sud.
29
L’impermeabilizzazione
del suolo costituisce
una componente
fondamentale del
consumo di suolo.
Nella fascia costiera
compresa entro i 10
chilometri dalla costa
l’impermeabilizzazione
ha assunto valori
superiori rispetto al
resto del territorio
nazionale.
Geosfera
Impermeabilizzazione del suolo lungo la fascia costiera di 10 km
30
Annuario in cifre - 2012
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati COPERNICUS 2009 (progetto GEOLAND 2)
2011
Rifiuti
2012*
2010
2009
2008
2007
2006
2005
La produzione
nazionale dei rifiuti
urbani si attesta, nel
2012, a poco meno di
30 milioni di tonnellate
diminuendo del 4,5%
rispetto al 2011. La
produzione nazionale
pro capite conferma
tale andamento
passando da 528 kg/
abit nel 2011 a 504 kg/
abit nel 2012.
Il dato di produzione
pro capite per macro
area continua ad
essere disomogeneo:
Nord 503 kg/abit;
Centro 582 kg/abit;
Sud a 463 kg/abit.
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
600
550
500
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
1995
kg/ab*anno
Produzione pro capite dei rifiuti urbani
Nota: * Dati preliminari
Fonte: Elaborazioni ISPRA su dati ISPRA e ISTAT
70
65
60
55
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
obiettivo 2011
42,4
39,9
25,8
27,5
20,8
20,0
10,2
2006
Nord
Nota: * Dati preliminari
Fonte: ISPRA
48
45,5
11,6
2007
30,6
22,9
obiettivo 2012
35,3
33,6
24,9
19,1
52,6
51,1
49,1
27,1
21,2
37,7
30,2
39,9
32,9
26,7
23,9
14,7
2008
Centro
2009
2010
Sud
2011
2012*
ITALIA
Nel 2012 la raccolta
differenziata si attesta,
a livello nazionale, al
39,9% della produzione
totale dei rifiuti urbani.
Rispetto al 2011, anno
in cui tale percentuale
si assestava al
37,8%, si osserva
dunque un’ulteriore
crescita, ancora
però non sufficiente
a raggiungere né
l’obiettivo del 2011
(60%) né quello
previsto per il 2012
(65%).
Annuario in cifre - 2012
%
Percentuale dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato
31
La produzione totale
dei rifiuti nel 2010 si
attesta a circa 170
milioni di tonnellate.
Pur mostrando, tra
il 2009 e il 2010, un
incremento pari al
2,2%, risulta comunque
inferiore rispetto al
valore registrato nel
2008 (-2,8%).
200.000
180.000
160.000
t*1.000
140.000
120.000
Rifiuti
Produzione rifiuti
100.000
80.000
60.000
40.000
urbani
speciali non pericolosi
speciali pericolosi
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
0
1997
20.000
C&D
Fonte: ISPRA
Lombardia
Veneto
Emilia-Romagna
Piemonte
Toscana
Friuli-Venezia Giulia
Sicilia
Puglia
Lazio
Campania
Trentino-Alto Adige
Liguria
Umbria
Marche
Sardegna
Abruzzo
Calabria
Basilicata
Molise
Valle d'Aosta
2009
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
8.000
9.000
10.000
11.000
12.000
13.000
14.000
15.000
16.000
17.000
18.000
19.000
20.000
21.000
2010
t*1.000
Fonte: ISPRA
32
I quantitativi di rifiuti
speciali avviati
al recupero sono
consistenti e il trend,
anche in rapporto alla
produzione, appare in
continua crescita. Nel
decennio 2000-2010 si
è avuto un incremento
del 156%. Fra le
regioni con il maggior
quantitativo di rifiuti
speciali recuperato,
troviamo la Lombardia
(24%), il Veneto (14%)
e l’Emilia-Romagna
(9%).
Annuario in cifre - 2012
Rifiuti speciali totali avviati al recupero
Puglia; 4,0%
Basilicata; 11,5%
Piemonte; 18,6%
Toscana; 1,2%
Campania; 11,1%
Lombardia; 11,5%
Lazio; 29,4%
Emilia-Romagna;
12,6%
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati degli Esercenti
Indici di trasporto (mSV/h*100) di materiale radioattivo (2011)
In Italia, le attività
nucleari comportanti il
rischio di esposizione
alle radiazioni ionizzanti
della popolazione
e dell’ambiente
riguardano: le
installazioni del
pregresso programma
nucleare (in fase di
disattivazione) e i
reattori di ricerca; le
strutture di deposito
di rifiuti radioattivi; le
attività d’impiego di
sorgenti di radiazioni
ionizzanti; le attività di
trasporto delle materie
radioattive.
Attività nucleare e radioattività ambientale
Distribuzione dei rifiuti radioattivi in termini di volumi (2011)
Trasferite in Francia
190 t di combustibile
della Centrale di
Caorso e in fase di
trasferimento 45 t del
Deposito Avogadro e
della Centrale di Trino.
I rifiuti provenienti da
applicazioni mediche,
industriali e di ricerca
ammontano a 4.000 m3.
Trovano collocazione
presso installazioni
autorizzate.
Il trasporto dei colli
contenenti materie
radioattive avviene
soprattutto su strada, a
seguire per via aerea.
Fonte: ISPRA
Annuario in cifre - 2012
Il trasporto di materie
radioattive effettuato
sul territorio nazionale
riguarda sorgenti
utilizzate in campo
medico (82%),
industriale (6%) e rifiuti
(12%).
33
Il radon rappresenta,
in assenza di incidenti
nucleari rilevanti,
la principale fonte
di esposizione alla
radioattività. In
Italia la media della
concentrazione è pari a
70 Bq/m3, superiore alla
media mondiale stimata
in circa 40 Bq/m3 e alla
media europea pari a 59
Bq/m3. Si conferma una
forte variabilità territoriale
in funzione in particolare
della litologia del suolo.
Attività nucleare e radioattività ambientale
Concentrazioni medie di attività di radon indoor (1989-1997)
Fonte: Bochicchio F., Campos Venuti G., Piermattei S., Torri G., Nuccetelli C., Risica S., Tommasino
L., Results of the National Survey on Radon Indoors in the all the 21 Italian Regions, Proceedings of
Radon in the Living Environment Workshop, Atene, Aprile 1999
Andamento della concentrazione di attività media di Cs-137 nel particolato
atmosferico in Italia
1E+07
1E+06
La rete GAMMA dell’ISPRA
per il monitoraggio in tempo
reale del rateo della dose
gamma assorbita in aria, è
costituita da 59 centraline
distribuite sul territorio
nazionale.
137 Cs
(µBq/m3)
1E+05
3E+04
Reporting Level
1E+04
1E+03
gen-11
gen-10
gen-09
gen-08
gen-07
gen-06
gen-05
gen-04
gen-03
gen-02
gen-01
gen-00
gen-99
gen-98
gen-97
gen-96
gen-95
gen-94
gen-93
gen-92
gen-91
gen-90
gen-89
gen-88
gen-87
1E+00
gen-86
1E+01
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati: ENEA-DISP, Rapporto annuale sulla radioattività ambientale in
Italia, Reti Nazionali, 1986-87, 1998, 1990; ANPA, Rapporto annuale sulla radioattività ambientale in
Italia, 1991, 1992, 1994-97, 1998; APAT, Reti nazionali di sorveglianza della radioattività ambientale in
Italia, 2002; ISPRA
34
Annuario in cifre - 2012
1E+02
10.000,00
1.000,00
Bq/m2
100,00
10,00
0,10
1960
1961
1962
1963
1964
1965
1966
1967
1968
1969
1970
1971
1972
1973
1974
1975
1976
1977
1978
1979
1980
1981
1982
1983
1984
1985
1986
1987
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
1,00
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA/ARPA/APPA raccolti da ISPRA; OECD-ENEA, 1987, The
radiological impact of the Chernobyl accident in OECD countries, Parigi
La sorveglianza della
radioattività ambientale
è organizzata da un
insieme di reti: locali,
regionali, nazionale.
Le reti locali esercitano
il controllo attorno
agli impianti nucleari;
le reti regionali
sono incaricate del
monitoraggio della
radioattività ambientale
sul territorio regionale
e le reti nazionali
raccolgono i dati al fine
di rappresentare la
situazione, appunto, a
livello nazionale, anche
in occasione di eventi
anomali.
Il monitoraggio della
radioattività si ritiene
adeguato agli obiettivi
di protezione della
popolazione, pur con
una disomogeneità
territoriale.
Attività nucleare e radioattività ambientale
Andamento della concentrazione di Cs-137 nelle deposizione umide e
secche in Italia
Andamento della Concentrazione di attività di Cs 137 nel latte vaccino
in Italia
30,00
25,00
Bq/l
20,00
15,00
10,00
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
2°SEM 1987
Reporting level
1°SEM 1987
0.50
0,00
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA/ARPA/APPA raccolti da ISPRA; OECD-ENEA, 1987, The
radiological impact of the Chernobyl accident in OECD countries, Parigi
Annuario in cifre - 2012
5,00
35
12.000
10.301
10.000
kW
8.000
Tra il 2010 e il 2011
si è registrato un
aumento degli impianti
SRB pari al 6% e una
diminuzione dei siti
dell’1%. Gli impianti
RTV sono diminuiti
dell’8% con una
riduzione della potenza
complessiva del 13%.
Radiazioni non ionizzanti
Potenza complessiva, confronto tra RTV e SRB, relativamente alle regioni
per le quali è disponibile il dato completo (2011)
6.000
3.779
4.000
2.000
0
RTV
SRB
Potenza complessiva
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA (Osservatorio CEM)
Stato delle azioni di risanamento nei siti in cui si è rilevato almeno un
superamento a causa di impianti RTV e SRB, nelle sole regioni per cui è
disponibile il dato completo (1998-2012)
RTV
4%
7%
26%
Risanamenti programmati
Risanamenti in corso
Rispetto al 2011 si
rileva un aumento
del 4% e dell’8%
rispettivamente per i
casi di superamenti
RTV e SRB (da 579
a 603 per gli impianti
RTV e da 79 a 85 per
gli impianti SRB).
Risanamenti conclusi
63%
2%
2%
11%
Risanamenti richiesti da
ARPA/APPA ma non ancora
programmati dai proprietari
degli impianti e nessuna
azione di risanamento
85%
Note: i dati sono relativi alle sole regioni/province autonome per le quali si dispone della serie completa
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Terna S.p.A. , Enel Distribuzione S.p.A., Deval. S.p.A.
36
Annuario in cifre - 2012
SRB
3500
3000
2500
n.
2000
1500
1000
500
I casi di superamento
dei limiti di legge
riguardo agli impianti
RTV sono circa 7 volte
superiori a quelli relativi
agli impianti SRB.
Il numero dei controlli
effettuati sulle
SRB è comunque
maggiore rispetto agli
impianti RTV, poiché,
presentando una
maggiore presenza
sul territorio, sono
principalmente al centro
dell’attenzione dei
cittadini.
Radiazioni non ionizzanti
Pareri e controlli effettuati su impianti RF in Italia, distinti per tipologia
di sorgente
Controlli RTV
Pareri RTV
Controlli SRB
Pareri SRB
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
0
Controlli Totale RF
Pareri Totale RF
Annuario in cifre - 2012
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA/ARPA/APPA (Osservatorio CEM)
37
infrastrutture
ferroviarie
1,2%
infrastrutture
stradali
6,5%
attività
temporanee
6,8%
infrastrutture
aeroportuali
0,4%
infrastrutture
portuali
0,2%
attività
produttive
27,4%
Nel 2011, il 42,2% delle
sorgenti di rumore
oggetto di controllo da
parte delle ARPA/APPA
presenta almeno un
superamento dei limiti
normativi, evidenziando
un problema di
inquinamento acustico.
Le sorgenti
maggiormente
controllate risultano,
anche per il 2011, le
attività di servizio e/o
commerciali (57,5%)
seguite dalle attività
produttive (27,4%).
Rumore
Distribuzione delle sorgenti controllate (2.598) nelle diverse tipologie di
attività/infrastrutture (2011)
attività di
servizio
e/o commerciali
57,5%
Percentuale di comuni che hanno approvato la classificazione acustica
sul numero totale di comuni di ogni regione/provincia autonoma (2011)
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA
38
La percentuale
dei comuni che
ha approvato la
classificazione acustica
è pari al 49,1%.
Le regioni con la
percentuale di comuni
zonizzati più elevata
sono: Marche e
Toscana (97%), Valle
d’Aosta (93%), Liguria
(84%), Provincia di
Trento (76%), Piemonte
e Lombardia (73%),
Emilia-Romagna e
Veneto (64%), mentre
quelle che registrano
percentuali inferiori
al 10% sono Abruzzo
(7%), Sardegna (3%) e
Sicilia (1%). La risposta
delle Amministrazioni
locali nei confronti della
Legge Quadro 447/95 è
ancora insufficiente.
Annuario in cifre - 2012
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA
La percentuale
di popolazione
residente in comuni
che hanno approvato
la classificazione
acustica è pari al
55,8% nel 2011, con
forte disomogeneità sul
territorio nazionale:
Marche (97,9%),
Toscana (96,7%), Valle
d’Aosta (84,5%) e
Liguria (84,4%).
Rumore
Percentuale di popolazione residente in comuni che hanno approvato
il Piano di classificazione acustica sul totale della popolazione di ogni
regione/provincia autonoma (2011)
Annuario in cifre - 2012
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA
39
L’Italia, per le particolari
condizioni climatiche e
geomorfologiche è una
nazione ad alto rischio
geologico-idraulico.
Nel 2012 sono stati
censiti 85 eventi di
frana principali.
Le frane verificatesi in
Italia sono 487.000 e
interessano un’area
di 20.800 km2 pari
al 6,9% del territorio
nazionale.
I comuni interessati da
frane sono 5.708: 2.940
con livello di attenzione
molto elevato; 1.732
con livello elevato;
1.036 con livello medio;
2.393 con livello molto
basso.
Pericolosità di origine naturale
Principali eventi frana 2012
Fonte: ISPRA
Vittime delle principali alluvioni in Italia
Nel periodo 20082012 si osserva un
aumento delle vittime
degli eventi alluvionali,
con l’interruzione del
precedente trend in
diminuzione (anni 20012007). Dal 1951 al
2012 le alluvioni hanno
causato il decesso di
1.519 persone.
La stima della
popolazione esposta
ad alluvioni ammonta a
6.153.860 abitanti.
350
300
250
200
n.
Vittime a Sarno
150
100
Fonte: Stime ISPRA su base dati ISTAT; CNR-GNDCI Progetto AVI; Coldiretti; CIA; MiPAAF; Protezione
Civile Nazionale; Coldiretti, CIA; MiPAAF; Agenzie di Stampa; www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it; Atti
e Decreti del Governo della Repubblica
40
Annuario in cifre - 2012
0
Vittime a Messina
1951
1953
1954
1957
1965
1966
1968
1970
1972
1976
1977
1978
1981
1982
1983
1984
1986
1987
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
50
Fonte: Elaborazione ISPRA di dati INGV © ISIDe Working Group (INGV, 2010), Italian Seismological
Instrumental and parametric database: http://iside.rm.ingv.it; © Bollettino Sismico Italiano, Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. http://bollettinosismico.rm.ingv.it/
Pericolosità di origine naturale
L’Italia, per la sua
particolare posizione
nel contesto geodinamico del
Mediterraneo è uno
dei paesi a maggiore
pericolosità sismica in
Europa.
Dal 1° novembre 2011
al 31 dicembre 2012
sul territorio nazionale
sono avvenuti 4.129
terremoti di magnitudo
maggiore o uguale a
2 ed è sensibilmente
aumentato il numero di
quelli con magnitudo
superiore a 5.
Gli eventi parossistici
avvenuti in EmiliaRomagna il 20 e 29
maggio 2012 oltre
ad aver provocato
la perdita di 27 vite
umane ed incenti
danni al patrimonio
abitativo, industriale,
architettonicoculturale, hanno
indotto importanti effetti
ambientali su un’area di
circa 700 km2.
Annuario in cifre - 2012
Eventi sismici di Magnitudo uguale o superiore a 2, registrati dalla Rete
Sismica Nazionale dell’INGV dal 1° novembre 2011 al 31 dicembre 2012
41
1.400
1.200
1.000
800
600
400
200
Nota:
a
Non include SIN
1
Dato aggiornato al 2012
Sicilia (a) (1)
Sardegna (a) (1)
Calabria (a) (1)
Basilicata (a) (1)
Campania
Puglia (a) (1)
Molise (a) (1)
Lazio (a) (1)
Abruzzo (a)
Umbria (a) (1)
Siti contaminati
Marche (a) (1)
Toscana (a) (1)
Emilia-Romagna (a) (1)
Veneto (a)
Friuli-Venezia Giulia (a) (1)
Prov. Autonoma di Trento
Prov. Autonoma di Bolzano (a) (1)
Liguria (a)
Lombardia (a)
Piemonte (a)
Valle d'Aosta (a)
0
La contaminazione
del suolo derivante
da attività industriali,
gestione di rifiuti,
attività minerarie,
perdite da serbatoi e
linee di trasporto degli
idrocarburi rappresenta
uno dei principali
fattori di pressione
ambientale. La
presenza di sostanze
potenzialmente
pericolose nel suolo,
sottosuolo, nei
sedimenti e nelle acque
sotterranee può portare
a effetti negativi sulla
salute dell’uomo e sugli
ecosistemi.
Pericolosità di origine antropica
Siti contaminati e bonificati per regione
Siti bonificati
Fonte: ISPRA
I siti contaminati
comprendono quelle
aree nelle quali, in
seguito ad attività
umane svolte o
in corso, è stata
accertata, sulla base
della normativa vigente,
un’alterazione puntuale
della qualità del suolo
da parte di un qualsiasi
agente inquinante.
Con decreto gennaio
2013 del MATTM
sono stati trasferiti alle
competenze regionali
18 dei 57 siti classificati
come SIN, pertanto
ad oggi, il numero
complessivo dei SIN è
pari a 39.
42
Annuario in cifre - 2012
Ubicazione dei siti di interesse nazionale così come aggiornata ai
sensi del DM 11 gennaio 2013, con i riferimenti relativi ai decreti di
perimetrazione
60
50
n.
40
30
20
0
giugno 1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
10
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati MATTM
Procedure VAS concluse nel 2011
Fonte: ISPRA
Dai dati emerge
chiaramente che il
maggior numero di VAS
condotte nelle diverse
regioni riguarda proprio
i piani intercomunali/
comunali, in particolare
per il 2009 le VAS
a piani comunali
rappresentano circa
l’85% delle VAS totali,
per il 2010 l’88% e per
il 2011 l’89%.
Rispettivamente per gli
anni 2009, 2010, 2011
il 95%, 92% e 91% dei
piani per i quali è stata
condotta la verifica
di assoggettabilità
risultano esclusi dalla
procedura di VAS.
L’82% del totale
delle verifiche di
assoggettabilità è stato
effettuato in EmiliaRomagna (65%) e
Lombardia (17%).
Valutazione e autorizzazione ambientale
70
La tipologia delle
opere soggette a
VIA ha subito delle
variazioni nel corso
degli anni in funzione
dell’adeguamento
legislativo alle direttive
europee in materia e
alle relative modifiche
(DPR 12 aprile 1996
e D.Lgs. n. 112 del
31 marzo 1998). La
procedura di VIA si
conclude positivamente
in circa l’82% dei casi.
Il 19% dei decreti
positivi è rappresentato
dalla tipologia
progettuale “strade”,
il 16% ”rifiuti”,
il 15% “centrali
termoelettriche”,
l’8% “impianti di
prospezione, ricerca
e coltivazione di
idrocarburi in mare” e il
restante 42% “altro”.
Annuario in cifre - 2012
Numero totale di decreti VIA di competenza statale
43
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
9
3
1
0
RA
CT
CH
AC
Legenda: RA: Raffinerie, CT: Centrali Termoelettriche, CH: Impianti Chimici, AC: Acciaierie
Il numero totale di
provvedimenti di AIA
statali di primo rilascio
emanati dal MATTM,
durante il triennio
2010-2012, risulta pari
a 78 così ripartiti: 31 nel
2010, 34 nel 2011 e 13
nel 2012.
Con riferimento a
quest’ultimo anno, i 13
provvedimenti di AIA
sono stati rilasciati a
impianti tutti esistenti:
l’AIA, infatti, può essere
rilasciata sia a impianti
esistenti (cioè vecchi
e già funzionanti)
oppure a impianti
nuovi (da costruire).
Nello specifico, l’AIA
è stata rilasciata a 1
raffineria, 3 centrali
termoelettriche e 9
impianti chimici.
Valutazione e autorizzazione ambientale
n.
Numero di provvedimenti di AIA statali di primo rilascio distinto per
categorie di impianto (2012)
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati del MATTM (www.aia.minambiente.it)
150
140
122
100
76
n.
74
50
25
0
39
25
5
2009
2010
2011
Impianti vigilati a)
Impianti ispezionati b)
Impianti ispezionati con inottemperanze all'AIA
Nota:
a
impianti controllati su base documentale
b
impianti controllati anche con visita in sito
Fonte:ISPRA
44
19
11
5
2
2012
La serie storica
evidenzia la forte
variazione sia degli
impianti vigilati sia di
quelli ispezionati.
I primi passano da
25 nel 2009 a 140
nel 2012, i secondi
passano da 5 nel 2009
a 76 nel 2012.
Gli impianti ispezionati
con inottemperanze
all’AIA passano da 2
nel 2009 a 19 nel 2012.
Tali variazioni, sebbene
positive da un punto
di vista del controllo
ambientale, non
permettono di valutare
quali siano le tendenze
in termine di ispezioni,
in quanto il numero
degli impianti è molto
variabile.
Annuario in cifre - 2012
Controlli impianti di competenza statale
1.600
1.515
1.405
1.400
1.211
1.263
1.050
1.000
804
800
598
600
413
Certificati EMAS rilasciati annualmente
246
161
2010
2009
2007
52
142
110
è in costante crescita,
in linea con la media
degli ultimi anni, il
numero complessivo
dei certificati EMAS
rilasciati in Italia (1.515
nel 2012).
2012
185 206
2011
142
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
0
177
83 126
94
1 12 13 12 25 17 42 41 43 51
1
1997
200
271
2006
400
2008
n.
1.200
L’Emilia-Romagna
(184) e la Lombardia
(159) sono le prime due
regioni con il maggior
numero di registrazioni
EMAS, mentre il
Trentino-Alto Adige
(135) si posiziona al
terzo posto.
Le piccole imprese si
confermano la tipologia
con il maggior numero
di registrazioni, ma
vedono ridursi il loro
peso passando dal
36% al 33%.
Certificazione ambientale
Evoluzione del numero di certificati EMAS rilasciati in Italia
Totale dei certificati EMAS rilasciati
Nota: i dati sono aggiornati al 31 dicembre di ogni anno
Fonte: ISPRA
Distribuzione regionale delle certificazioni UNI-EN-ISO 14001 (31
dicembre 2012)
3.000
2.658
2.000
1.397
1.132
954
706
Fonte: ACCREDIA
119 102
Valle D'Aosta
206
Molise
Calabria
322 313 276 271
Basilicata
441 408
Sardegna
Liguria
Sicilia
Puglia
Lazio
Toscana
Veneto
Campania
Piemonte
Lombardia
Emilia-Romagna
0
Marche
529 504
500
Trentino-Alto Adige
789
Umbria
1.000
Friuli-Venezia Giulia
1.199
Abruzzo
n.
1.635
1.464
1.500
Il numero delle
organizzazioni con
sistema di gestione
ambientale certificato
sotto accreditamento, ai
sensi della norma UNIEN-ISO 14001, è in
crescita e ha raggiunto,
a dicembre 2012, le
15.425 unità.
Annuario in cifre - 2012
2.500
45
12.739
10.169 8.982
3.822
10.000
1.000
491
1.140
789
657
1.384
63
2003
82
332
245
292 287
6
2
Prodotti
2012
2011
2010
2009
2008
2007
2004
2001
2000
1999
1
1998
1
2002
2
26
83
250
12
9
10
58
31
2006
100
2.474
174
2005
n.
237
17.320
In Italia, a dicembre
2012, le licenze
Ecolabel UE in vigore
sono 287 per un totale
17.320 prodotti/servizi
etichettati.
Certificazione ambientale
Evoluzione del numero di licenze e prodotti Ecolabel UE in Italia
Il gruppo di prodotti con
il maggior numero di
licenze Ecolabel UE è
il “servizio di ricettività
turistica” (166), mentre
il gruppo “coperture
dure” è quello con
il maggior numero
di prodotti certificati
(13.863).
Licenze
Fonte: ISPRA
Ripartizione geografica delle licenze Ecolabel UE rilasciate dall’Organismo
Competente italiano (31 dicembre 2012)
La crescita delle
licenze Ecolabel UE
può essere rapportata
alla maggiore
visibilità che sta
assumendo il marchio
tra i consumatori e
all’aumento della
“sensibilità ambientale”
delle aziende, dovuto a
fattori quali la crescita
del “mercato verde”,
concorrenza e incentivi.
0,3%
25,1%
53%
Nord
Fonte: ISPRA
46
Centro
Sud e Isole
Estero
Annuario in cifre - 2012
21,6%
Natura e
Rifiuti
biodiversità 6,2%
4,0%
Cambiamenti
climatici
2,8%
Suolo
0,6%
Acqua
22,6%
Agenti fisici
2,8%
Altro
19,2%
Aria
41,8%
I principali strumenti
divulgativi e i
servizi informativi
per valorizzare
e promuovere
le conoscenze
ambientali prodotte: il
reporting; le attività di
divulgazione attraverso
il portale web; i servizi
bibliotecari; le attività
di educazione e di
formazione ambientale,
Nel 2012, il numero di
Rapporti tematici del
Sistema agenziale è
superiore al centinaio,
di cui il 42% è dedicato
al tema aria e il 23%
all’acqua.
Promozione e diffuaione della cultura ambientale
Percentuale delle aree tematiche oggetto di rapporti tematici prodotti dal
Sistema agenziale
Fonte: ISPRA
Strumenti di comunicazione nei siti istituzionali di 29 enti pubblici che si
occupano a vario titolo di ambiente
I siti istituzionali hanno
raccolto la sfida e le
opportunità offerte dalle
nuove tecnologie web,
aprendosi anche ai
social media.
100
90
80
70
%
60
50
40
30
20
0
Fonte: ISPRA
Pec
News ed
eventi
E-mail e/o
moduli on
line
Forum
Social media
Area
Servizio di Sondaggi on
multimediale registrazione
line
on line
Annuario in cifre - 2012
10
47
35
30
25
n.
20
15
10
5
0
Corsi realizzati in media
per Ente
2004
2005
2006
Ore erogate in media per Partecipanti in media per
corso
corso
2007
2008
2009
2010
2011
Il numero degli
stage e dei tirocini
di formazione e
orientamento attivati
nell’ambito del
Sistema agenziale
rimane costante.
Tuttavia, rispetto agli
anni precedenti, è
leggermente diminuita
la media dei corsi
realizzati, mentre
significativa è la
riduzione delle ore
formative erogate in
media, si passa, infatti,
dalle 31 ore formative
del 2010 alle 16 del
2011 fino alle 14 del
2012.
Promozione e diffuaione della cultura ambientale
Offerta formativa ambientale, corsi di formazione
2012
Fonte: ISPRA
Caratteristiche delle Iniziative di Educazione Ambientale Orientata alla
Sostenibilità (progetti e attività puntuali)
100
80
%
60
40
20
0
Pluriennali
Realizzati in tutto il
territorio regionale
Sviluppati in coprogettazione
(partenariato)
Rivolti a
popolazione
scolastica
Rivolti a
popolazione adulta
Progetti di educazione ambientale orientata alla sostenibilità
Attività puntuali di educazione ambientale orientata alla sostenibilità
Fonte: ISPRA
48
I progetti sono
prevalentemente rivolti
alla popolazione in età
scolastica, mentre le
attività puntuali (incontri
informativi, visite
guidate e mostre, eventi
di sensibilizzazione,
ecc.) sono più mirati al
coinvolgimento degli
adulti.
Annuario in cifre - 2012
Dal 2007 al 2012,
il numero medio
annuo delle iniziative
di educazione
ambientale per
Agenzia si è mantenuto
pressappoco costante:
18 per i progetti e 16
per le attività puntuali.
Relativamente ai piani
completi e vigenti si
riscontra un elevato
numero per i Piani
di gestione dei rifiuti
(20/21) e un numero
medio-alto per i Piani
energetici (18/21) e per
quelli di qualità dell’aria
(17/21).
Strumenti per la pianificazione ambientale
Situazione dei piani completi e vigenti dei processi VAS (2012)
Fonte: ISPRA
Fonte: ISPRA
Annuario in cifre - 2012
Per gli altri tipi di piani il
livello di risposta risulta
inferiore (13-14/21), in
particolare per i Piani
paesaggistici (solo 3
vigenti sulla base delle
autonomie statutarie)
Solo in Valle d’Aosta
e Provincia di Trento
sono vigenti tutti i piani
presi in esame.
49
Tra i piani completi
e vigenti con VAS si
distinguono quelli di
tutela delle acque
(9/21) e quelli dei
trasporti (nessuno),
mentre sugli altri tipi
sono applicati 4 o 6
processi di VAS.
Strumenti per la pianificazione ambientale
Situazione dei piani completi e vigenti dei processi VAS (2012)
Fonte: ISPRA
Fonte: ISPRA
50
Annuario in cifre - 2012
Con riferimento ai piani
presi in esame, l’EmiliaRomagna è la regione
con il maggior numero
di piani completi vigenti
con VAS (5/7), mentre
nella Provincia di
Bolzano e nelle regioni
Molise e Calabria non
sono vigenti strumenti
di pianificazione con
VAS.
A dicembre 2012 l’iter
realizzativo dei PAI, in
termini di numero di
Piani approvati, risulta
invariato. L’86,3% dei
PAI risulta approvato
e il 12,5% adottato. Si
riscontra, inoltre, una
discreta attività tesa alla
definizione di progetti di
varianti ai PAI o di loro
aggiornamenti parziali.
Strumenti per la pianificazione ambientale
Mappa rappresentativa dello stato di attuazione dei Piani stralcio per
l’Assetto Idrogeologico (PAI)
Fonte: ISPRA
Fonte: ISPRA
Rispetto al 2010 la
percentuale dei Parchi
Nazionali situata nelle
fasi più avanzate
della pianificazione
(fase 2 e 3) risulta
leggermente aumentata
(46%), anche se
non si segnalano
modificazioni rilevanti. Il
trend può considerarsi
stazionario.
Annuario in cifre - 2012
Piani dei Parchi Nazionali per stato di avanzamento dell’iter dei
provvedimenti (aggiornamento al 31/12/2012)
51
Nel 2010, le province
autonome di Trento e
Bolzano e 15 regioni
hanno superato almeno
uno dei valori limite
relativi agli inquinanti
atmosferici normati dal
D.Lgs. 155/2010. Ad
oggi, di queste solo
3 regioni non hanno
ottemperato all’obbligo
di trasmissione delle
informazioni per l’anno
2010 (18%).
Strumenti per la pianificazione ambientale
Trasmissione delle informazioni sui piani per la qualità dell’aria (2010)
Fonte: ISPRA
Ripartizione settoriale delle misure di risanamento adottate
Tra il 2005 e il 2010,
anche se la gran parte
delle misure adottate
riguarda sempre il
settore “trasporti”, si
registra nel tempo
un incremento di
quelle che ricadono
nell’ambito dei settori
“attività agricole
e allevamenti” ed
“energia”.
100%
90%
80%
70%
%
60%
50%
40%
30%
20%
0%
2005
Trasporti
Fonte: ISPRA
52
2006
Energia
2007
Attivita produttive
2008
2009
2010
Agricoltura e allevamenti
Altro
Annuario in cifre - 2012
10%
Numerosi studi hanno
ormai evidenziato
l’associazione tra
qualità dell’aria e salute
della popolazione
urbana, orientando le
politiche ambientali
di risanamento e
protezione.
PM10 media pesata (μg/m3)
50
45
40
35
Ambiente e benessere
Andamento delle medie pesate annuali di PM10
30
25
20
15
10
5
0
2006
2007
2008
2009
2010*
2011*
Nota: * Gli anni 2010-2011 sono stati computati con un core set di stazioni/comuni ampliato rispetto ai
precedenti anni
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA e ISTAT
Percentuale di popolazione esposta a PM2,5 per fasce di concentrazione
media annua
60
50
%
40
30
La concentrazione di
particolato atmosferico,
soprattutto le frazioni
più piccole come il PM10
e il PM2,5, è l´indicatore
di qualità dell´aria più
consistentemente
associato con una serie
di effetti avversi sulla
salute.
20
10
0<c≤10
10<c≤20
20<c≤30
Fasce di concentrazione (c - media annuale in μg/m3)
2010
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA e ISTAT
2011
c>30
Annuario in cifre - 2012
0
53
60
50
%
40
30
20
10
0
0<c≤20
20<c≤30
30<c≤40
40<c≤50
Fasce di concentrazione (c - media annuale in
2010
Bambini e adolescenti
fanno parte di una
categoria sociale
particolarmente
sensibile agli effetti
dell’inquinamento.
La maggiore
suscettibilità è
dovuta alle particolari
caratteristiche
biologiche che
caratterizzano le varie
fasi dello sviluppo,
dal concepimento
all’adolescenza, oltre
che alle variabili sociali.
Ambiente e benessere
Percentuale di popolazione sotto i 20 anni esposta a PM10 per fasce di
concentrazione media annua
c>50
μg/m3)
2011
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA e ISTAT
Andamento dei valori di media annua pesata di ozono (SOMO35)
L’ozono è uno degli
inquinanti atmosferici
in grado di aggravare
le condizioni di soggetti
affetti da malattie
croniche respiratorie.
L’esposizione può
comportare aumenti
(frequenza) di ricoveri,
di visite mediche
ospedaliere per asma e
BCPO (broncopnumatia
cronica ostruttiva),
riduzione degli indici di
funzionalità respiratoria.
9.000
8.000
SOMO35 (ug/m3*giorno)
7.000
6.000
5.000
4.000
3.000
2.000
0
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010*
2011*
Nota: * Gli anni 2010-2011 sono stati computati con un core set di stazioni/comuni ampliato rispetto ai
precedenti anni
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA e ISTAT
54
Annuario in cifre - 2012
1.000
60.000
n.
50.000
40.000
30.000
20.000
0
ALESSANDRIA - AL6
NOVARA - NO1
AOSTA - AO2
BOLZANO - BZ2
SILANDRO** - BZ4
BRUNICO** - BZ3
BELLUNO* - BL1
PADOVA - PD1
ROVIGO - RO1
TREVISO - TV1
VENEZIA - MESTRE - VE1
VERONA - VR1
VICENZA - VI1
LIGNANO - UD1
PORDENONE - PN1
TOLMEZZO - UD3
TRIESTE - TS1
IMPERIA - IM3
SAVONA - SV4
GENOVA - GE4
LA SPEZIA - SP2
PIACENZA - PC1
PARMA - PR2
REGGIO E. - RE1
MODENA - MO1
BOLOGNA - BO1
S. GIOVANNI PERS. - BO3
FERRARA - FE1
RAVENNA - RA3
FORLÌ - FO1
CESENA - FO2
RIMINI - FO3
FIRENZE* - FI1
PISTOIA* - PT1
MONTECATINI* - PT2
LIDO DI CAMAIORE* - LU1
TERNI - TR1
PERUGIA - PG1
CITTA' DI CASTELLO - CC1
CASTEL DI LAMA - AP4
PESCARA - PE1
L'AQUILA* - AQ2
CAMPOBASSO - CB1
ISERNIA - IS1
BENEVENTO* - BN1
CASERTA - CE6
NAPOLI - NA4
POTENZA - PZ1
10.000
Indice pollinico allergenico
Nota: * Il valore dell’IPA di queste stazioni risulta sottostimato perché calcolato su un periodo che non
copre interamente la stagione pollinica
** Stazioni di montagna stagionali per le quali è previsto un periodo di monitoraggio ridotto
Fonte: ARPA/APPA
Una corretta
valutazione della
qualità dell’aria non può
prescindere dall’analisi
della componente
aerobiologica. Ciò è
vero in particolare nelle
aree metropolitane in cui
l’inquinamento chimicofisico preesistente,
con effetto sinergico,
favorisce e amplifica
gli effetti negativi
sulla salute umana
dovuti all’azione degli
aeroallergeni.
Ambiente e benessere
Indice pollinico allergenico (2012)
I valori dell’indice
pollinico allergenico
dell’Italia centrale,
tendenzialmente sopra
la media, risentono
della forte presenza
di cupressaceae che
ne determinano anche
i picchi di Firenze
(48.930), Perugia
(33.679) e Castel di
Lama (AP) (33.440).
330
300
270
240
210
180
150
120
90
60
295
251
194
154
38
47
105
87
106
37
134
63
35
31
119
86
207
140
60
245
127
144 187
95
112
54
175
166
112
65
66
74
76
34
47
82
104 116
83
111
111 54
39
92 98 139 47
0
ALESSANDRIA - AL6
NOVARA - NO1
AOSTA - AO2
BOLZANO - BZ2
SILANDRO - BZ4
BRUNICO - BZ3
BELLUNO - BL1
PADOVA - PD1
ROVIGO - RO1
TREVISO - TV1
VENEZIA - MESTRE - VE1
VERONA - VR1
VICENZA - VI1
LIGNANO - UD1
PORDENONE - PN1
TOLMEZZO - UD3
TRIESTE - TS1
IMPERIA - IM3
SAVONA - SV4
GENOVA - GE4
LA SPEZIA - SP2
PIACENZA - PC1
PARMA - PR2
REGGIO E. - RE1
MODENA - MO1
BOLOGNA - BO1
S. GIOVANNI PERS. - BO3
FERRARA - FE1
RAVENNA - RA3
FORLÌ - FO1
CESENA - FO2
RIMINI - FO3
FIRENZE - FI1
PISTOIA - PT1
MONTECATINI - PT2
LIDO DI CAMAIORE - LU1
TERNI - TR1
PERUGIA - PG1
CITTA' DI CASTELLO - CC1
CASTEL DI LAMA - AP4
PESCARA - PE1
CAMPOBASSO - CB1
ISERNIA - IS1
BENEVENTO - BN1
CASERTA - CE6
NAPOLI - NA3
POTENZA - PZ1
30
Inizio stagione pollinica
Nota: * ARPA Piemonte, ARPA Valle d’Aosta, APPA Bolzano, ARPA Veneto, ARPA Friuli-Venezia Giulia,
ARPA Liguria, ARPA Emilia-Romagna, ARPA Toscana, ARPA Umbria, ARPA Marche, ARTA Abruzzo,
ARPA Molise, ARPA Campania, ARPA Basilicata
Fonte: ARPA/APPA*
Il periodo più
problematico per la
salute si conferma
quello primaverile,
durante il quale si
può constatare la
quasi contemporanea
presenza in atmosfera
di pollini di tutte le
famiglie allergizzanti
monitorate.
Annuario in cifre - 2012
numero di giorni dall'inizio dell'anno
Stagione pollinica cupressaceae-taxaceae (2012)
55
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