COPERTINA Frontespizio INFORMAZIONI LEGALI L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e le persone che agiscono per conto dell’Istituto stesso non sono responsabili per l’uso che può essere fatto delle informazioni contenute in questo Rapporto. La Legge 133/2008 di conversione, con modificazioni, del Decreto Legge 25 giugno 2008, n.112, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 195 del 21 agosto 2008, ha istituito l’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. L’ISPRA svolge funzioni che erano proprie dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici (ex APAT), dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (ex INFS) e dell’Istituto Centrale per la ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare (ex ICRAM). ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Dipartimento Stato dell’Ambiente e Metrologia Ambientale Servizio progetto speciale Annuario e Statistiche ambientali Via Vitaliano Brancati, 48 - 00144 ROMA www.isprambiente.gov.it http://annuario.isprambiente.it ISPRA, 2013 ISBN 978-88-448-0603-3 Riproduzione autorizzata citando la fonte Elaborazione grafica: Matteo Salomone Grafica di copertina: Franco Iozzoli ISPRA Foto di copertina: Paolo Orlandi ISPRA Coordinamento tipografico: Daria Mazzella ISPRA Amministrazione: Olimpia Girolamo ISPRA Distribuzione: Michelina Porcarelli ISPRA In occasione della undicesima edizione dell’Annuario dei dati ambientali, a partire dalla medesima base dati a disposizione di ISPRA, sono stati realizzati prodotti informativi assai diversi; ciò al fine di garantire una diffusione delle informazioni sempre più puntuale ed estesa a un’ampia platea di fruitori: dal decisore pubblico al ricercatore, dal detentore di interessi economici al privato cittadino. L’edizione 2012 è restituita, infatti, attraverso 7 prodotti: • • • • • • • Annuario dei dati ambientali - Versione integrale; presenta le schede indicatore popolate nel corso del 2012, organizzate per settori produttivi, condizioni ambientali e risposte. È prodotta in formato elettronico (PDF), disponibile su CD-ROM e presso i siti http://www.isprambiente.gov.it e http://annuario. isprambiente.it. Tematiche in primo piano - Versione (in lingua italiana e in lingua inglese) contenente una possibile organizzazione degli elementi informativi relativi alle questioni ambientali prioritarie, oggetto di specifici interventi di prevenzione e risanamento. È disponibile in formato elettronico (PDF). Tematiche in primo piano “light” - Versione ridotta di Tematiche in primo piano (in lingua italiana e in lingua inglese). Le problematiche ambientali analizzate in Tematiche in primo piano sono descritte secondo gli elementi del modello DPSIR, utilizzando alcuni indicatori chiave appositamente selezionati in grado di rappresentarle puntualmente. È disponibile in formato elettronico (PDF). Annuario in cifre - Brochure di tipo statistico (in lingua italiana e in lingua inglese) contenente i grafici più rappresentativi delle tematiche ambientali e informazioni statistiche o brevi note di approfondimento. È disponibile in formato elettronico (PDF). Database - Strumento per la consultazione telematica delle schede indicatore e la realizzazione di report (http://annuario.isprambiente.it/). Multimediale - Strumento in grado di comunicare i dati e le informazione dell’Annuario in modo semplice e immediato grazie all’ausilio di filmati, animazione grafica e applicazioni web. Il filmato Annuario dei dati ambientali edizione 2012 (in lingua italiana) è disponibile presso il sito www.isprambiente.it. Giornalino - Versione a fumetto dal titolo “L’indagine dell’Ispettore SPRA”, tratta con periodicità annuale un solo tema ambientale con l’obiettivo di divulgare le informazioni e i dati dell’Annuario a un pubblico giovane di non esperti. L’Annuario in cifre scaturisce dall’Annuario dei dati ambientali 2012, la più completa ed esaustiva raccolta di dati scientifici e informazioni sull’ambiente edita in Italia. La brochure di tipo statistico, restituisce in forma estremamente sintetica una selezione dei contenuti grafici e testuali della versione integrale. L’opuscolo è strutturato in due colonne: la prima contiene una scelta dei grafici più rappresentativi o che meglio caratterizzano la tematica ambientale; l’altra, più stretta e colorata, presenta informazioni statistiche o brevi note di approfondimento. Per i grafici, i criteri di selezione adoperati hanno riguardato la completezza delle serie storiche, il riferimento al dato nazionale, la comunicabilità in base alla tipologia del grafico (istogramma, torta, linee), la chiarezza (grafici autoesplicativi); per le note di approfondimento, la complementarità rispetto alla tematica di riferimento: tipicamente non sono commenti ai grafici ma informazioni aggiuntive. La struttura e i criteri adottati consentono una migliore fruibilità delle informazioni anche a un pubblico di non addetti ai lavori. Le tematiche trattate nel documento sono le seguenti: Contesto socio economico, Agricoltura, selvicoltura e acquacoltura, Energia, Trasporti, Turismo, Industria, Atmosfera, Biosfera, Idrosfera, Geosfera, Rifiuti, Attività nucleari e radioattività ambientale, Radiazioni non ionizzanti, Rumore, Pericolosità di origine naturale, Pericolosità di origine antropogenica, Valutazione e Autorizzazione ambientale, Certificazione ambientale, Promozione e diffusione della cultura ambientale, Strumenti per la pianificazione ambientale, Ambiente e benessere. Ulteriori approfondimenti sono disponibili nel Database degli Indicatori Ambientali all’indirizzo http://annuario. isprambiente.it/ L’opuscolo, distribuito a istituzioni, organismi internazionali, media e opinion leader, è disponibile presso i siti: www.isprambiente.gov.it; http://annuario.isprambiente.it 3 La popolazione residente in Italia al 01/01/2012 risulta pari a 59.394.207. I cittadini stranieri residenti, alla stessa data, ammontano a 4.053.599. Lombardia Campania Lazio Sicilia Veneto Piemonte Emilia-Romagna Puglia Toscana Calabria Sardegna Liguria Marche Abruzzo Friuli-Venezia Giulia Trentino-Alto Adige Umbria Basilicata Molise Valle d'Aosta 0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 Contesto socio-economico Popolazione residente (31 dicembre 2011) 12.000 migliaia PIL pro capite Paesi UEa 70.000 50.000 40.000 30.000 Ue27 20.000 2011 Bulgaria (c) Lettonia Romania (c) Ungheria Polonia (c) Estonia Variazione % 2000-2011 (scala dx) Lituania Slovacchia Grecia (b) Portogallo (b) Malta Repubblica Ceca Cipro Slovenia ITALIA Spagna Francia Regno Unito Belgio Finlandia Germania Svezia 2000 Danimarca Irlanda Austria 0 Paesi Bassi 10.000 Lussemburgo PIL pro capite in ppa 60.000 140 130 120 110 100 90 80 70 % 60 50 40 30 20 10 0 Legenda: * ppa: parità di potere d’acquisto Note a Dati aggiornati al 5 novembre 2012. Eventuali differenze rispetto a quanto appare in altre pubblicazioni o banche dati nazionali e internazionali possono dipendere da arrotondamenti o dal fatto che non siano state recepite le ultime revisioni dei dati. b I dati di Grecia e Portogallo sono provvisori. Per Bulgaria, Polonia e Romania l’ultimo dato disponibile è riferito al 2010. Fonte: Elaborazione ISTAT su dati Eurostat, National accounts c 4 Il Prodotto Interno Lordo (PIL), che rappresenta il risultato finale di tutti i beni e servizi finali prodotti in un paese in un dato periodo valutato ai prezzi di mercato, nel 2011 per l’Italia è rimasto invariato in termini reali. In ambito europeo, il livello del PIL pro capite, misurato in ppa, si differenzia molto tra i vari paesi dell’Unione Europea. Nel 2011, il PIL oscilla dai 68.400 euro del Lussemburgo ai 14.800 euro della Lettonia. In Italia si attesta sui 25.300 euro. Annuario in cifre - 2012 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT Nel 2010 le aziende agricole e zootecniche italiane sono 1.620.884 e interessano 12.856.048 ha di SAU. Rispetto al 2000 si ha una diminuzione complessiva a livello nazionale di oltre -775.390 aziende (-32,4%). La SAU nazionale rilevata dal censimento generale agricoltura 2010 risulta in diminuzione rispetto a quella del 2000 (-2,5%). (n. aziende - ha SAU)*1.000 16.000 14.000 12.000 10.000 8.000 6.000 4.000 2.000 0 Agricoltura Aziende agricole e SAU Aziende 2000 SAU 2010 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT 1.600 40 1.400 35 1.200 30 1.000 25 800 20 600 15 400 10 200 5 0 0 ha L’Italia è al secondo posto in Europa, dopo la Spagna, per quanto riguarda la superficie interessata dall’agricoltura biologica che ammonta a 1.096.889 ha, mentre è al primo per il numero degli operatori pari a 48.269. operatori biologici Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Eurostat Organic Farming Statistics e FiBL 5 Annuario in cifre - 2012 45 n.*1000 1.800 ES IT DE FR UK PL AT SE CZ EL RO PT FI LV SK DK LT EE HU BE IE NL SI BG LU CY MT ha*1000 Superficie e operatori biologici 250.000 200.000 t 150.000 100.000 PESCI CROSTACEI 2010 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 0 1994 50.000 MOLLUSCHI La serie storica delle produzioni mostra una lieve decrescita della piscicoltura dopo il 2000. Nel caso della molluschicoltura, le fluttuazioni sono dovute alla maggiore dipendenza di alcuni sistemi produttivi, quali ad esempio la venericoltura, dai parametri ambientali delle acque di transizione, spesso non ottimali. Gli impianti censiti nel 2010 sono 851. Il 48% di essi è dedicato alla produzione di pesci, il 51,9% a quella dei molluschi e lo 0,9% alla produzione dei crostacei. Agricoltura Serie storica della produzione nazionale di piscicoltura, molluschicoltura e crostaceicoltura Fonte: Elaborazione ISPRA su dati MiPAAF-UNIMAR (2007-2010), IDROCONSULT (2002-2006), ISPRA (1994-2001) Punti di monitoraggio (n.) 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 2003 2004 2005 2006 Acque superficiali 2007 2008 2009 Acque sotterranee Fonte: Elaborazione ISPRA su dati delle regioni, province autonome, ARPA/APPA 6 2010 Lo stato dei controlli nazionali migliora nell’arco di tempo considerato sia in termini quantitativi, sia di efficacia. Tra le sostanze più rinvenute, critica appare la contaminazione dovuta agli erbicidi triazinici e ai loro principali metaboliti, anche con considerevoli superamenti dei limiti di concentrazione. Da evidenziare l’elevata frequenza di ritrovamento del glifosate e del suo metabolita AMPA nelle acque superficiali, entrambi quasi sempre con concentrazioni sopra i limiti. Annuario in cifre - 2012 Qualità delle acque – inquinamento da pesticidi Consumi finali di energia per settori 200 Mtep 150 100 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 50 Residenziale e servizi Usi non energetici Industrie manifatturiere Bunkeraggi Energia Il sistema energetico nazionale è caratterizzato da un’elevata dipendenza energetica (80,7% nel 2011) e da prestazioni migliori della media europea in termini di intensità energetica e di rapporto tra i consumi finali e quelli totali di energia. Nel 2011, in Italia il consumo interno lordo di risorse energetiche è pari a 184,20 Mtep, per oltre 81,2% soddisfatto con combustibili fossili. Trasporti Industrie energetiche Fonte: MSE 130 Indice 1990=100 120 110 100 90 70 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012* 80 PIL emissioni totali di gas-serra emissioni per unità di consumo energetico consumi energetici totali emissioni per unità di PIL consumo energetico per unità di PIL Nel 2011, l’82,7% delle emissioni totali di gas serra è stato di origine energetica. Il confronto dell’andamento delle emissioni di gas serra con quello delle principali variabili rappresentative della crescita economica mostra che, nel periodo 1990-2012, la crescita delle emissioni di gas serra è stata generalmente più lenta di quella dell’economia, mettendo quindi in evidenza un disaccoppiamento relativo. Legenda: * Dati provvisori Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA e MSE 7 Annuario in cifre - 2012 Indicatori economici ed energetici, emissioni di gas serra 50 45 2010 Obiettivo 2009 40 35 30 % 25 20 15 10 La Direttiva 2009/28/ CE stabilisce le quote di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo al 2020 per ciascun Paese dell’Unione Europea. L’obiettivo di consumo di energia rinnovabile assegnato all’Italia è pari al 17% del consumo finale lordo. La percentuale registrata nel 2010 è stata pari al 10,1%. Energia Quota di energia da fonti rinnovabili rispetto ai consumi finali per i Paesi europei 0 Svezia Lettonia Finlandia Austria Portogallo Danimarca Estonia Slovenia Romania Francia Lituania Spagna Germania Grecia Italia Bulgaria Irlanda Polonia Regno Unito Paesi Bassi Rep. Slovacca Belgio Rep. Ceca Cipro Ungheria Lussemburgo Malta UE27 5 8 Annuario in cifre - 2012 Fonte: Eurostat L’intensità di trasporto passeggeri, misurata come passeggeri-km rispetto alla popolazione, risulta stabile negli ultimi anni. 0,70 0,60 8 0,50 6 0,40 0,30 4 p-km / PIL migliaia di veicoli-km/capita 0,80 10 Trasporti Evoluzione intensità del trasporto passeggeri 0,20 2 0,10 0 1990 1995 2000 2005 2010 2011 0,00 Intensità totale, pass.+ merci (10^3 vkm tot/ capite) Intensità automobili (10^3 vkm/ capite) intensità passeggeri rispetto al PIL (pkm / 1000 Euro 2005) Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ACI, ENEA, ISTAT, MSE e MIT Consumi energetici nel settore dei trasporti, usi finali Nel 2011 il settore dei trasporti è responsabile del 31,5% del consumo totale di energia finale e del 65,5% del consumo finale di petrolio. I dati preliminari 2012 mostrano una significativa riduzione dei consumi. 1800 1600 1400 PJ 1200 1000 800 600 400 0 1990 1995 2000 Gasolio GPL Carburanti navali 2005 2007 2008 2009 Biodiesel / ETBE Gas naturale Elettricità 2010 2011 2012 a) Benzina Carboturbo Nota: a) dati stimati Fonte: Elaborazione ISPRA su dati MSE 9 Annuario in cifre - 2012 200 Nel 2012, in Italia, i trasporti sono responsabili del 23,4% delle emissioni totali di gas serra. Le emissioni sono strettamente collegate ai consumi energetici. Trasporti Emissioni di anidride carbonica per provincia e per tipologia di veicoli (2010) Fonte: ISPRA Fonte: ISPRA 10 Le emissioni di ossidi di azoto anche se sono diminuite del 42% nel periodo 1990-2010, sono tuttora rilevanti in valore assoluto e il settore dei trasporti è la fonte principale per questo importante inquinante. Annuario in cifre - 2012 Emissioni di ossidi di azoto per provincia e per tipologia veicoli (2010) Le emissioni nocive prodotte dal trasporto stradale sono diminuite notevolmente negli ultimi anni, grazie all’introduzione di catalizzatori, di filtri per particolato fine e di altre tecnologie. Le emissioni di ossido di zolfo, ormai quasi assente nel trasporto stradale, sono ancora cospicue nel trasporto via mare. Le emissioni dal settore dei trasporti di ossidi di zolfo, di particolato e di ossidi di azoto danno tuttora un contributo rilevante all’inquinamento atmosferico. Trasporti Emissioni di particolato (PM10) per provincia e per tipologia veicoli (2010) Fonte: ISPRA Composizione dei consumi energetici di carburanti usati nei trasporti (2011) 5% 4% La diffusione del biodiesel e di altri carburanti di origine vegetale è aumentata negli ultimi anni, ma è ancora lontana dagli obiettivi posti a livello comunitario per il 2020 (10% del totale). Benzina, diesel, carboturbo Carburanti fossili a basso impatto ambientale Biocarburanti Fonte: Elaborazione ISPRA su dati MSE Annuario in cifre - 2012 91% 11 Totale Viaggi 3,0% 7,8% 6,6% 2,7% Vacanza 6,8% 6,6% 9,5% La crisi economica ha inciso sul totale dei viaggi compiuti dagli italiani; si registra, infatti, un calo del 16,6%. Tuttavia, il 62,9% di essi viene effettuato in auto. Turismo Distribuzione percentuale dei viaggi effettuati solo in Italia dai residenti, per principale mezzo utilizzato e per tipologia di viaggio (2011) 75,8% 9,1% 0,7% 5,3% Lavoro 21,7% 72,1% L’automobile si conferma il mezzo di trasporto più utilizzato dai visitatori stranieri (65% dei transiti di frontiera). 45,4% Il clima è uno dei principali driver della stagionalità turistica. Anche nel 2011, la stagionalità dei flussi resta concentrata nel terzo trimestre (con il 50% delle presenze). 26,8% Auto Aereo Treno Nave Altro Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT Variazione del numero di posti letto negli esercizi alberghieri e complementari Diminuisce ancora la permanenza media (3,7 ) rispetto al 2010, confermando la tendenza a soggiornare per periodi più brevi. 160 155 Indice 1990 = 100 150 145 140 135 130 125 120 115 110 105 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT 12 Totale 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 Esercizi complementari Annuario in cifre - 2012 Esercizi alberghieri 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 95 1990 100 Nel 2011, in Italia, gli arrivi e le presenze dei turisti registrate nel complesso degli esercizi ricettivi mostrano un aumento, rispettivamente del 5% e del 3%. Turismo Variazione della densità della popolazione nelle province italiane con l’apporto dei flussi turistici (2011) Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT Annuario in cifre - 2012 La clientela italiana predilige le località marine (37%) soggiornando in una struttura alberghiera (circa 66,5% delle presenze). Gli stranieri, invece, scelgono la città di interesse storicoartistico (33,8%) optando per gli alberghi (circa il 68% delle presenze). 13 L’industria chimica e l’industria siderurgica, per le pressioni che inducono, sono settori particolarmente significativi dal punto di vista ambientale. 4.500 4.000 Industria Emissioni specifiche nell’industria chimica 3.500 3.000 g/t 2.500 2.000 1.500 1.000 500 0 1990 1995 2000 SOx 2005 NOx 2006 2007 2008 2009 COVNM 2010 CO Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA, ISTAT e Associazioni di categoria 50 46,2 45 40 34,3 30,6 35 39,8 29,4 30 % 37,6 25 19,7 18,4 14,5 20 15 13,3 10 11,2 5,0 5 0 Protezione aria e gestione acque clima reflue End of pipe Fonte: ISTAT 14 Gestione rifiuti Integrati Totale Altro Gli investimenti per la protezione dell’ambiente sono pari al 4,7% degli investimenti fissi lordi totali realizzati dalle imprese industriali. Nel 2010 le imprese italiane dell’industria in senso stretto hanno speso 1.400 milioni di euro per investimenti in impianti e attrezzature di tipo end of pipe e 485 milioni di euro per quelli in impianti e attrezzature a tecnologia integrata, complessivamente 1.925 milioni di euro, ovvero il 7,2% in meno rispetto al 2009. Annuario in cifre - 2012 Investimenti per la protezione dell’ambiente delle imprese dell’industria in senso stretto per settore ambientale (2010) 10.000 Euro (milioni) 8.000 7.364 imprese settore industriale 7.712 imprese settore industriale Il contributo alla spesa totale per ricerca e sviluppo delle imprese industriali supera quello delle università. Industria Spesa per ricerca e sviluppo per settore 8.017 imprese settore industriale 6.000 4.000 2.000 0 2009 Imprese Università 2010 Istituzioni pubbliche 2011 a) Istituzioni private non profit Annuario in cifre - 2012 Nota: a dati stimati Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT 15 590 MtCO2 eq. 570 550 530 510 490 483,26 Mt CO2 eq Emissioni di gas serra 2011 * 2012 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 450 1990 470 Obiettivo protocollo di Kyoto Legenda: * Dati provvisori Fonte: ISPRA 600 3.000 500 2.500 400 2.000 300 1.500 200 1.000 100 500 * 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 0 Settore energetico Uso di solventi Rifiuti Produzione di beni e servizi Legenda: * Dati provvisori Fonte: ISPRA 16 Miliardi di euro Mt / a Emissioni nazionali complessive di gas serra 0 Processi industriali Agricoltura Obiettivo Protocollo di Kyoto L’andamento complessivo dei gas serra è determinato principalmente dal settore energetico, che rappresenta in media l’82% circa delle emissioni totali lungo l’intero periodo 1990-2012, diminuendo in valore assoluto, di -54,43 milioni di tonnellate. Atmosfera Le emissioni totali di gas a effetto serra si riducono nel 1990-2011 del 5,8%, a fronte di un impegno nazionale di riduzione del 6,5%, passando da 518,98 a 488,79 MtCO2eq. Le stime provvisorie di emissioni di gas serra per il 2012, pari a 464,55 Mt CO2eq, (aggiornate al 30 giugno 2013) prevedono un’ulteriore diminuzione del 5% rispetto al 2011, per il perdurare della congiuntura economica negativa, mostrando una riduzione complessiva rispetto al 1990 del 10,5%. La distanza dall’obiettivo del Protocollo di Kyoto risulta attualmente di entità ridotta e tale da consentire all’Italia di raggiungere l’obiettivo con uno sforzo limitato attraverso l’utilizzo dei crediti consentiti dai meccanismi del Protocollo di Kyoto e dei crediti derivanti dalle attività forestali. Annuario in cifre - 2012 Emissioni totali di gas serra e livello previsto per il rispetto del Protocollo di Kyoto 150 NH3 NOx SOx 125 kt H+ / a 100 75 50 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 0 1990 25 Complessivamente le emissioni delle tre sostanze acidificanti (ossidi di zolfo (SOx), ossidi di azoto (NOx) e ammoniaca (NH3)) sono in costante diminuzione dal 1990 al 2011 (-62%). In riferimento alla normativa nazionale, che recepisce quella comunitaria, il limite imposto per il 2010 è stato raggiunto dagli ossidi di azoto nel 2009, dagli ossidi di zolfo nel 2005 e dall’ammoniaca nel 2008. Atmosfera Emissioni nazionali complessive di ossidi di zolfo (SOx), ossidi di azoto (NOx) e ammoniaca (NH3) Fonte: ISPRA Emissioni nazionali di PM10 secondo la disaggregazione settoriale kt / a 200 150 100 Combustione - energia e industria di trasformazione Combustione - industria Trasporti stradali Trattamento e smaltimento rifiuti altro Fonte: ISPRA Combustione - non industriale Processi produttivi Altre sorgenti mobili Agricoltura 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 0 1990 50 Annuario in cifre - 2012 250 Le emissioni nazionali di PM10 iniziano a ridursi a partire dal 1992 e rispetto a tale anno nel 2011 si registra una diminuzione del 35%. Segue questo andamento anche il settore del trasporto stradale, che lungo l’intero periodo 19902011 contribuisce alle emissioni totali con una quota emissiva del 23% in media. 17 Fonte: ISPRA In Italia, nel 2011, gli inquinanti più critici per le elevate concentrazioni presenti in atmosfera continuano a essere il particolato (PM10 e anche PM2,5), l’ozono e il biossido di azoto. Ad essi si aggiunge il Benzo(a)pirene i cui livelli, seppur misurati in un numero ancora troppo limitato di stazioni (69), superano il valore obiettivo nel 20% dei casi. Atmosfera PM10- Stazioni di monitoraggio per classi del numero giorni di superamento del valore limite giornaliero (50 µg/m3 da non superare più di 35 volte per anno civile) (2011) PM10 – Il 48% delle stazioni di monitoraggio ha superato il valore limite giornaliero (50 µg/m3 da non superare più di 35 volte per anno civile). PM2,5 - Stazioni di monitoraggio e superamenti del valore limite annuale (25 µg/m3) (2011) Fonte: ISPRA 18 Annuario in cifre - 2012 PM2,5 - Le informazioni sono ancora insufficienti. Confrontando le medie annuali con il valore limite per la protezione della salute umana (25 µg/m3), che entrerà in vigore entro il 2015, il 27% delle stazioni è risultato in superamento. Per arsenico, cadmio, nichel, anche se le informazioni non garantiscono una copertura del territorio sufficiente e omogenea, rispetto ai valori obiettivo è stato registrato un solo caso di superamento per il nichel (su 70 stazioni). Atmosfera O3 - Stazioni di monitoraggio per classi di giorni di superamento dell’obiettivo a lungo termine (120 µg/m3) (2011) Ozono – l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana (120 µg/m3) è stato superato nel 92% delle stazioni di monitoraggio. Fonte: ISPRA NO2 - Stazioni di monitoraggio e superamenti del valore medio annuale (2011) Fonte: ISPRA Annuario in cifre - 2012 Biossido di azoto - Il valore limite annuale (40 µg/m3) è stato superato nel 20% delle stazioni di monitoraggio. 19 Il riscaldamento del sistema climatico globale è oggi indiscutibile. Atmosfera Serie temporali delle anomalie di temperatura media globale e in Italia, rispetto ai valori climatologici normali 1961-1990 L’aumento della temperatura media registrato in Italia negli ultimi trenta anni è stato quasi sempre superiore a quello medio globale sulla terraferma. Fonte: ISPRA e NCDC/NOAA Nel 2012, l’anomalia della temperatura media in Italia (+1,31 °C) è stata superiore a quella globale sulla terraferma (+0,78 °C). Il 2012 è stato per l’Italia il ventunesimo valore annuale positivo consecutivo e si colloca al quarto posto nel periodo che va dal 1961 al 2012. Serie delle anomalie medie annuali del numero di giorni estivi in Italia rispetto al valore normale 1961-1990 Il numero medio di giorni estivi, cioè con temperatura massima maggiore di 25 °C, è stato superiore alla media climatologica 1961-1990 per il tredicesimo anno consecutivo e il 2012 si colloca al quinto posto della serie dal 1961. Fonte: Elaborazione ISPRA su dati della Rete Sinottica e Reti Regionali 20 Annuario in cifre - 2012 Nel 2012 il numero medio di notti tropicali, cioè con temperatura minima maggiore di 20 °C è stato il secondo più alto della serie a partire dal 1961, dopo il 2003. L’Italia è tra i Paesi europei più ricchi di biodiversità, con metà delle specie vegetali e un terzo di quelle animali presenti in Europa. Biosfera Densità su reticolato chilometrico (maglia di 10 chilometri di lato) delle specie di flora vascolari inserite nelle Liste Rosse (2005) L’Italia è il Paese europeo con il più alto numero di specie animali (oltre 58.000 specie), con un’elevata incidenza di specie endemiche. Le piante superiori sono 6.700, il 15,6% delle quali endemiche. Fonte: Elaborazione ISPRA su dati tratti da: Scoppola, Spampinato, 2005 - Atlante delle specie a rischio di estinzione (CD-ROM). MATTM, DPN, SBI, Univ. Tuscia, Univ. La Sapienza Estensione media e numero di incendi boschivi Il coefficiente di boscosità è passato dal 28,8% del 1985 a oltre il 36% del 2010. 25 ha: n*1.000 20 Circa il 72% degli incendi avviene per cause dolose e quasi il 14% colpose, mentre il restante 14% è in prevalenza di origine dubbia. 15 10 Fonte: Corpo Forestale dello Stato (www.corpoforestale.it) 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 Incendi Annuario in cifre - 2012 Sup. media 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 0 1990 5 21 0 ha*1.000 5 10 15 20 25 Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna L’Italia aderisce a numerose convenzioni e accordi internazionali volti alla tutela della biodiversità, quali la Convenzione sulla Diversità Biologica. Biosfera Distribuzione regionale delle superfici tutelate (escluso il Santuario per i mammiferi marini) Aree Ramsar 0 200 ha*1.000 400 600 800 Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Rete Natura 2000 Aree protette terrestri Aree protette marine Fonte: Elaborazione ISPRA su dati del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 22 La Rete Natura 2000, è costituita da ZPS e SIC che, al netto delle sovrapposizioni, ammontano a 2.576 siti, che occupano una superficie di 6.379.090 ettari, pari a circa il 21% del territorio nazionale. In Italia sono inoltre presenti 871 aree protette, che occupano una superficie a terra di oltre 3 milioni di ettari (10,5% del territorio nazionale). Le superfici a mare tutelate includono anche 27 Aree Marine Protette. Sono presenti inoltre, 57 siti Ramsar. Annuario in cifre - 2012 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Nel 2011, l’Italia presenta 4.901 acque di balneazione, di cui il 91,9% è conforme ai limiti imposti dalla Direttiva 76/160/CEE. Per 7 regioni costiere la percentuale di conformità ai valori guida è compresa tra 90-100%, in 4 è superiore all’80%, nelle restanti 4 è tra il 50% e il 72%. 100% 90% 80% 70% % Idrosfera Valutazione di conformità delle acque di balneazione 60% 50% 40% 30% 20% 10% 2009 2010 CG CI NC 2011 B NF/NS Nota: CI : conformi ai valori imperativi; CG: conformi ai valori guida; NC: non conformi ai valori imperativi; NF: insufficientemente campionati; NS: non campionati; B: vietati alla balneazione Fonte: Elaborazione ISPRA su dati EEA Ostreopsis ovata lungo le coste italiane (2011) Fonte: Elaborazione ISPRA su dati delle ARPA costiere Ostreopsis ovata Fukuyo è un dinoflagellato potenzialmente tossico rinvenuto per la prima volta nelle acque italiane nel 1994 nel Lazio. Nel 2011, Ostreopsis cf. ovata è stata riscontrata in 10 regioni costiere, mentre è assente in tutti i campioni prelevati lungo le coste dell’Abruzzo, EmiliaRomagna, Molise e Veneto (la Basilicata non ha effettuato il monitoraggio). Le fioriture bentoniche di Ostrepsis cf. ovata si manifestano quasi esclusivamente durante la stagione estiva e autunnale (inizio ottobre). In particolare, lungo il litorale tirrenico e ionico le abbondanze massime si registrano in piena estate (luglioagosto), lungo le coste dell’Adriatico settentrionale tra settembre e ottobre. Annuario in cifre - 2012 0% 23 EQB Diatomee - FIUMI 2011 - Numero stazioni 141 6% 2% 15% Dal monitoraggio dei fiumi, per gli EQB Macroinvertebrati la classe “buono” risulta prevalente, mentre per le Diatomeee e le Macrofite la classe “elevato” raggiunge percentuali più alte. 77% CATTIVO SCARSO SUFFICIENTE BUONO Lo stato ecologico di un corpo idrico superficiale è classificato in base alla classe più bassa, risultante dai dati di monitoraggio, relativa agli elementi biologici, fisico-chimici e chimici. Idrosfera Stazioni nelle 5 classi di qualità, utilizzando EQB macroinvertebrati ELEVATO Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA Nel 2011, per i corpi idrici fluviali, il 90% delle stazioni (su 233 stazioni di 13 regioni) rientra nella classe “buono” degli Standard di Qualità Ambientale. Monitoraggio chimico delle acque sotterranee per ambito territoriale (2011) Fonte: Elaborazione ISPRA/ ARPA Emilia -Romagna su dati forniti da regioni, province autonome e ARPA/ APPA 24 La Provincia autonoma di Bolzano ha tutte le stazioni di monitoraggio in classe “buono”, seguita dalla Provincia autonoma di Trento con il 91,7% e dal Molise con l’88,1%. La maggiore incidenza dello stato di “scarso”, invece, si riscontra in Sardegna con il 57,6%, seguita dalla Sicilia e Lombardia, rispettivamente con il 36,8% e 35,7%. Annuario in cifre - 2012 Nel 2011, su 4.009 stazioni, il 70,3% presenta uno SCAS ricadente nella classe “buono”. 2 TEVERE A RIPETTA 1,75 ADIGE A BOARA PISANI 1,5 RENO A CASALECCHIO PO A PONTELAGOSCURO 1,25 1 0,75 Nel 2011, le portate medie mensili hanno subito consistenti oscillazioni intorno ai valori medi del decennio, superandoli nel mese di marzo e per la maggior parte della stagione estiva, e mantenendosi di contro molto al di sotto dei valori di confronto nei mesi di aprile e maggio e nella stagione invernale. Idrosfera Rapporto tra le portate medie mensili del 2011 e quelle calcolate sul decennio 2002-2011 per le sezioni di chiusura di alcuni bacini idrografici 0,5 0,25 0 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Rapporto tra le precipitazioni totali annue del 2011 e la media delle precipitazioni totali annue sul trentennio 1961-1990 Fonte: ARPA/APPA, Centri funzionali regionali di Protezione Civile Per il monitoraggio della siccità si utilizza lo Standardized Precipitation Index (SPI) che quantifica il deficit (SPI < 0) o il surplus di precipitazioni (SPI > 0). In Italia, non si sono evidenziati fenomeni di siccità nella prima parte del 2011, a differenza di quanto avvenuto negli ultimi mesi dell’anno. Nel complesso il 2011 è stato caratterizzato da valori cumulati di precipitazione inferiori alla media del trentennio di riferimento in gran parte del territorio italiano. Annuario in cifre - 2012 Fonte: ARPA/APPA, Centri funzionali regionali di Protezione Civile 25 Agglomerati parzialmente conformi; 325 Dato non disponibile; 31 In Italia 12 regioni (tra Nord, Centro, Sud) e le Province autonome di Trento e di Bolzano presentano una percentuale di carico depurato maggiore o uguale al 90%, mentre in 5 regioni raggiunge valori compresi tra il 70% e il 90%. Idrosfera Conformità dei sistemi di depurazione relativi ad agglomerati con oltre 2.000 a.e. (2009) Agglomerati non conformi; 562 Agglomerati conformi; 2.285 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA e regionali Livello medio mare annuale a Venezia Fonte: ISPRA 26 Annuario in cifre - 2012 Il livello medio mare è in tendenziale aumento a Venezia. Il valore massimo assoluto è da riferirsi al 2010, con 40,5 cm sullo Zero Mareografico di Punta della Salute. Da rilevare che, oltre il 2010 (1° livello più alto di sempre) e il 2009 (2° livello più alto di sempre), gli anni 2011 e 2012 si posizionano rispettivamente al 3° e 4° posto tra i livelli medi del mare più alti dal 1872. 2010 2005 2000 1995 1990 1985 1980 1975 1970 1965 1960 1955 1950 1945 1940 1935 1930 1925 30 28 26 24 22 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 Idrosfera Il 2010 è l’anno record per tutte le classi di altezza ed eccezionale per la frequenza dei casi di acqua medioalta e alta (90-109 cm) e alta (110 cm e oltre). La frequenza di casi di acqua alta è in netta crescita a partire dalla metà degli anni ‘90 e sembra acuirsi l’ultimo quadriennio. 2010 2005 2000 1995 1990 1985 1980 1975 1970 1965 1960 1955 1950 1945 1940 1935 1930 ≥ 110 1925 numero casi 2010 2005 2000 1995 1990 1985 1980 1975 1970 1965 1960 1955 1950 1945 1940 1935 1930 1925 1920 numero casi 100-109 90-99 1920 2010 2005 2000 1995 1990 1985 1980 1975 1970 1965 1960 1955 1950 1945 1940 1935 1930 1925 30 28 26 24 22 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 60 55 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 1920 80-89 1920 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 numero casi numero casi Frequenza dei casi di acqua alta a Venezia per classi di altezza Fonte: ISPRA Le temperature superficiali delle acque dei mari italiani, da ottobre 2011 a settembre 2012, sono risultate nella media. Da evidenziare un particolare aumento nel Tirreno nei mesi estivi. Volumi di sabbie relitte dragate lungo la piattaforma continentale italiana Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Magistrato delle Acque, Regione Abruzzo, Marche, Emilia-Romagna, Lazio Annuario in cifre - 2012 Tra il 1994 e il 2007 più di 14.000.000 di m3 di sabbie relitte sono state dragate ai fini di ripascimento, tra la provincia di Venezia e lungo le coste laziali. Tra il 2008 e il 2010 non risultano interventi di dragaggio. 27 Ampi settori del territorio italiano presentano tassi di erosione superiori alla soglia di tollerabilità. Geosfera Valutazione perdita di suolo per erosione idrica (Progetto SIAS - 2011) L’erosione idrica determina una perdita di suolo, di fertilità e di biodiversità. La superficie (da modello Rusle) interessata dal fenomeno nel UE 27 è pari a 1,3 milioni di km2 ,di questi circa il 20% subisce una perdita di suolo maggiore di 10 t/ha/anno. La percentuale nel territorio italiano si attesta intorno al 30%. Fonte: ISPRA Valori medi di Carbonio organico (OC) negli strati più superficiali del suolo (2012) 0-30 cm - Valori medi 120 100 80 40 Totale Fonte: ISPRA, progetto SIAS 28 Montagna Pianura Sardegna Bolzano Trento Veneto Lombardia Piemonte Emilia-Romagna Toscana Marche Abruzzo Molise Basilicata 0 Calabria 20 Sicilia t/ha 60 Buona parte dei suoli di pianura e di colline coltivate presentano concentrazioni di OC tra l’1% e il 2%, mentre per i suoli di colline non coltivate e montagna la concentrazione è compresa tra il 2% e il 5%. Annuario in cifre - 2012 Il Carbonio organico costituisce il 60% della sostanza organica. Nei suoli agrari italiani un livello di OC pari all’1,2% è ritenuto sufficiente per il rifornimento di elementi nutritivi per le piante. Le cave rappresentano un settore importante dell’economia ma allo stesso tempo una causa di degrado ambientale. Geosfera Cave in attività per provincia (2012) Le cave in attività sul territorio nazionale sono circa 5.500. Fonte: ISPRA Consumo di suolo in Italia (1956-2010) 8% 7% % 6% 5% 4% 3% 2% 1950 Nord-ovest Fonte: ISPRA 1970 Nord-est 1990 Centro Mezzogiorno 2010 Italia In Italia sono stati consumati, in media, 7 m2 al secondo per oltre 50 anni. In termini assoluti sono irreversibilmente persi 20.500 km2. Il periodo in cui il consumo di suolo è stato più rapido risulta quello degli anni Novanta: sfiorando i 10 m2 al secondo, oggi raggiunge gli 8 m2 al secondo. Nel 2010 il valore di superfice consumata pro capite è raddoppiata passando dai 170 m2 per abitante degli anni Cinquanta a più di 340 m2 attuali. Il fenomeno è maggiormente diffuso nel Nord Italia. La Lombardia è in assoluto la regione con la maggiore superfice consumata, superiore al 10% del territorio regionale, seguita da Veneto, Emilia-Romagna, Puglia e Lazio. Al Sud si registrano l’incrementi maggiori negli ultimi 60 anni. Annuario in cifre - 2012 Le regioni con il maggior numero di cave attive sono: il Veneto, la Lombardia, il Piemonte al Nord; la Sicilia e la Puglia al Sud. 29 L’impermeabilizzazione del suolo costituisce una componente fondamentale del consumo di suolo. Nella fascia costiera compresa entro i 10 chilometri dalla costa l’impermeabilizzazione ha assunto valori superiori rispetto al resto del territorio nazionale. Geosfera Impermeabilizzazione del suolo lungo la fascia costiera di 10 km 30 Annuario in cifre - 2012 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati COPERNICUS 2009 (progetto GEOLAND 2) 2011 Rifiuti 2012* 2010 2009 2008 2007 2006 2005 La produzione nazionale dei rifiuti urbani si attesta, nel 2012, a poco meno di 30 milioni di tonnellate diminuendo del 4,5% rispetto al 2011. La produzione nazionale pro capite conferma tale andamento passando da 528 kg/ abit nel 2011 a 504 kg/ abit nel 2012. Il dato di produzione pro capite per macro area continua ad essere disomogeneo: Nord 503 kg/abit; Centro 582 kg/abit; Sud a 463 kg/abit. 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 600 550 500 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 1995 kg/ab*anno Produzione pro capite dei rifiuti urbani Nota: * Dati preliminari Fonte: Elaborazioni ISPRA su dati ISPRA e ISTAT 70 65 60 55 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 obiettivo 2011 42,4 39,9 25,8 27,5 20,8 20,0 10,2 2006 Nord Nota: * Dati preliminari Fonte: ISPRA 48 45,5 11,6 2007 30,6 22,9 obiettivo 2012 35,3 33,6 24,9 19,1 52,6 51,1 49,1 27,1 21,2 37,7 30,2 39,9 32,9 26,7 23,9 14,7 2008 Centro 2009 2010 Sud 2011 2012* ITALIA Nel 2012 la raccolta differenziata si attesta, a livello nazionale, al 39,9% della produzione totale dei rifiuti urbani. Rispetto al 2011, anno in cui tale percentuale si assestava al 37,8%, si osserva dunque un’ulteriore crescita, ancora però non sufficiente a raggiungere né l’obiettivo del 2011 (60%) né quello previsto per il 2012 (65%). Annuario in cifre - 2012 % Percentuale dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato 31 La produzione totale dei rifiuti nel 2010 si attesta a circa 170 milioni di tonnellate. Pur mostrando, tra il 2009 e il 2010, un incremento pari al 2,2%, risulta comunque inferiore rispetto al valore registrato nel 2008 (-2,8%). 200.000 180.000 160.000 t*1.000 140.000 120.000 Rifiuti Produzione rifiuti 100.000 80.000 60.000 40.000 urbani speciali non pericolosi speciali pericolosi 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 0 1997 20.000 C&D Fonte: ISPRA Lombardia Veneto Emilia-Romagna Piemonte Toscana Friuli-Venezia Giulia Sicilia Puglia Lazio Campania Trentino-Alto Adige Liguria Umbria Marche Sardegna Abruzzo Calabria Basilicata Molise Valle d'Aosta 2009 0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 9.000 10.000 11.000 12.000 13.000 14.000 15.000 16.000 17.000 18.000 19.000 20.000 21.000 2010 t*1.000 Fonte: ISPRA 32 I quantitativi di rifiuti speciali avviati al recupero sono consistenti e il trend, anche in rapporto alla produzione, appare in continua crescita. Nel decennio 2000-2010 si è avuto un incremento del 156%. Fra le regioni con il maggior quantitativo di rifiuti speciali recuperato, troviamo la Lombardia (24%), il Veneto (14%) e l’Emilia-Romagna (9%). Annuario in cifre - 2012 Rifiuti speciali totali avviati al recupero Puglia; 4,0% Basilicata; 11,5% Piemonte; 18,6% Toscana; 1,2% Campania; 11,1% Lombardia; 11,5% Lazio; 29,4% Emilia-Romagna; 12,6% Fonte: Elaborazione ISPRA su dati degli Esercenti Indici di trasporto (mSV/h*100) di materiale radioattivo (2011) In Italia, le attività nucleari comportanti il rischio di esposizione alle radiazioni ionizzanti della popolazione e dell’ambiente riguardano: le installazioni del pregresso programma nucleare (in fase di disattivazione) e i reattori di ricerca; le strutture di deposito di rifiuti radioattivi; le attività d’impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti; le attività di trasporto delle materie radioattive. Attività nucleare e radioattività ambientale Distribuzione dei rifiuti radioattivi in termini di volumi (2011) Trasferite in Francia 190 t di combustibile della Centrale di Caorso e in fase di trasferimento 45 t del Deposito Avogadro e della Centrale di Trino. I rifiuti provenienti da applicazioni mediche, industriali e di ricerca ammontano a 4.000 m3. Trovano collocazione presso installazioni autorizzate. Il trasporto dei colli contenenti materie radioattive avviene soprattutto su strada, a seguire per via aerea. Fonte: ISPRA Annuario in cifre - 2012 Il trasporto di materie radioattive effettuato sul territorio nazionale riguarda sorgenti utilizzate in campo medico (82%), industriale (6%) e rifiuti (12%). 33 Il radon rappresenta, in assenza di incidenti nucleari rilevanti, la principale fonte di esposizione alla radioattività. In Italia la media della concentrazione è pari a 70 Bq/m3, superiore alla media mondiale stimata in circa 40 Bq/m3 e alla media europea pari a 59 Bq/m3. Si conferma una forte variabilità territoriale in funzione in particolare della litologia del suolo. Attività nucleare e radioattività ambientale Concentrazioni medie di attività di radon indoor (1989-1997) Fonte: Bochicchio F., Campos Venuti G., Piermattei S., Torri G., Nuccetelli C., Risica S., Tommasino L., Results of the National Survey on Radon Indoors in the all the 21 Italian Regions, Proceedings of Radon in the Living Environment Workshop, Atene, Aprile 1999 Andamento della concentrazione di attività media di Cs-137 nel particolato atmosferico in Italia 1E+07 1E+06 La rete GAMMA dell’ISPRA per il monitoraggio in tempo reale del rateo della dose gamma assorbita in aria, è costituita da 59 centraline distribuite sul territorio nazionale. 137 Cs (µBq/m3) 1E+05 3E+04 Reporting Level 1E+04 1E+03 gen-11 gen-10 gen-09 gen-08 gen-07 gen-06 gen-05 gen-04 gen-03 gen-02 gen-01 gen-00 gen-99 gen-98 gen-97 gen-96 gen-95 gen-94 gen-93 gen-92 gen-91 gen-90 gen-89 gen-88 gen-87 1E+00 gen-86 1E+01 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati: ENEA-DISP, Rapporto annuale sulla radioattività ambientale in Italia, Reti Nazionali, 1986-87, 1998, 1990; ANPA, Rapporto annuale sulla radioattività ambientale in Italia, 1991, 1992, 1994-97, 1998; APAT, Reti nazionali di sorveglianza della radioattività ambientale in Italia, 2002; ISPRA 34 Annuario in cifre - 2012 1E+02 10.000,00 1.000,00 Bq/m2 100,00 10,00 0,10 1960 1961 1962 1963 1964 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1971 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 1,00 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA/ARPA/APPA raccolti da ISPRA; OECD-ENEA, 1987, The radiological impact of the Chernobyl accident in OECD countries, Parigi La sorveglianza della radioattività ambientale è organizzata da un insieme di reti: locali, regionali, nazionale. Le reti locali esercitano il controllo attorno agli impianti nucleari; le reti regionali sono incaricate del monitoraggio della radioattività ambientale sul territorio regionale e le reti nazionali raccolgono i dati al fine di rappresentare la situazione, appunto, a livello nazionale, anche in occasione di eventi anomali. Il monitoraggio della radioattività si ritiene adeguato agli obiettivi di protezione della popolazione, pur con una disomogeneità territoriale. Attività nucleare e radioattività ambientale Andamento della concentrazione di Cs-137 nelle deposizione umide e secche in Italia Andamento della Concentrazione di attività di Cs 137 nel latte vaccino in Italia 30,00 25,00 Bq/l 20,00 15,00 10,00 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 2°SEM 1987 Reporting level 1°SEM 1987 0.50 0,00 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA/ARPA/APPA raccolti da ISPRA; OECD-ENEA, 1987, The radiological impact of the Chernobyl accident in OECD countries, Parigi Annuario in cifre - 2012 5,00 35 12.000 10.301 10.000 kW 8.000 Tra il 2010 e il 2011 si è registrato un aumento degli impianti SRB pari al 6% e una diminuzione dei siti dell’1%. Gli impianti RTV sono diminuiti dell’8% con una riduzione della potenza complessiva del 13%. Radiazioni non ionizzanti Potenza complessiva, confronto tra RTV e SRB, relativamente alle regioni per le quali è disponibile il dato completo (2011) 6.000 3.779 4.000 2.000 0 RTV SRB Potenza complessiva Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA (Osservatorio CEM) Stato delle azioni di risanamento nei siti in cui si è rilevato almeno un superamento a causa di impianti RTV e SRB, nelle sole regioni per cui è disponibile il dato completo (1998-2012) RTV 4% 7% 26% Risanamenti programmati Risanamenti in corso Rispetto al 2011 si rileva un aumento del 4% e dell’8% rispettivamente per i casi di superamenti RTV e SRB (da 579 a 603 per gli impianti RTV e da 79 a 85 per gli impianti SRB). Risanamenti conclusi 63% 2% 2% 11% Risanamenti richiesti da ARPA/APPA ma non ancora programmati dai proprietari degli impianti e nessuna azione di risanamento 85% Note: i dati sono relativi alle sole regioni/province autonome per le quali si dispone della serie completa Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Terna S.p.A. , Enel Distribuzione S.p.A., Deval. S.p.A. 36 Annuario in cifre - 2012 SRB 3500 3000 2500 n. 2000 1500 1000 500 I casi di superamento dei limiti di legge riguardo agli impianti RTV sono circa 7 volte superiori a quelli relativi agli impianti SRB. Il numero dei controlli effettuati sulle SRB è comunque maggiore rispetto agli impianti RTV, poiché, presentando una maggiore presenza sul territorio, sono principalmente al centro dell’attenzione dei cittadini. Radiazioni non ionizzanti Pareri e controlli effettuati su impianti RF in Italia, distinti per tipologia di sorgente Controlli RTV Pareri RTV Controlli SRB Pareri SRB 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 0 Controlli Totale RF Pareri Totale RF Annuario in cifre - 2012 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA/ARPA/APPA (Osservatorio CEM) 37 infrastrutture ferroviarie 1,2% infrastrutture stradali 6,5% attività temporanee 6,8% infrastrutture aeroportuali 0,4% infrastrutture portuali 0,2% attività produttive 27,4% Nel 2011, il 42,2% delle sorgenti di rumore oggetto di controllo da parte delle ARPA/APPA presenta almeno un superamento dei limiti normativi, evidenziando un problema di inquinamento acustico. Le sorgenti maggiormente controllate risultano, anche per il 2011, le attività di servizio e/o commerciali (57,5%) seguite dalle attività produttive (27,4%). Rumore Distribuzione delle sorgenti controllate (2.598) nelle diverse tipologie di attività/infrastrutture (2011) attività di servizio e/o commerciali 57,5% Percentuale di comuni che hanno approvato la classificazione acustica sul numero totale di comuni di ogni regione/provincia autonoma (2011) Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA 38 La percentuale dei comuni che ha approvato la classificazione acustica è pari al 49,1%. Le regioni con la percentuale di comuni zonizzati più elevata sono: Marche e Toscana (97%), Valle d’Aosta (93%), Liguria (84%), Provincia di Trento (76%), Piemonte e Lombardia (73%), Emilia-Romagna e Veneto (64%), mentre quelle che registrano percentuali inferiori al 10% sono Abruzzo (7%), Sardegna (3%) e Sicilia (1%). La risposta delle Amministrazioni locali nei confronti della Legge Quadro 447/95 è ancora insufficiente. Annuario in cifre - 2012 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA La percentuale di popolazione residente in comuni che hanno approvato la classificazione acustica è pari al 55,8% nel 2011, con forte disomogeneità sul territorio nazionale: Marche (97,9%), Toscana (96,7%), Valle d’Aosta (84,5%) e Liguria (84,4%). Rumore Percentuale di popolazione residente in comuni che hanno approvato il Piano di classificazione acustica sul totale della popolazione di ogni regione/provincia autonoma (2011) Annuario in cifre - 2012 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA 39 L’Italia, per le particolari condizioni climatiche e geomorfologiche è una nazione ad alto rischio geologico-idraulico. Nel 2012 sono stati censiti 85 eventi di frana principali. Le frane verificatesi in Italia sono 487.000 e interessano un’area di 20.800 km2 pari al 6,9% del territorio nazionale. I comuni interessati da frane sono 5.708: 2.940 con livello di attenzione molto elevato; 1.732 con livello elevato; 1.036 con livello medio; 2.393 con livello molto basso. Pericolosità di origine naturale Principali eventi frana 2012 Fonte: ISPRA Vittime delle principali alluvioni in Italia Nel periodo 20082012 si osserva un aumento delle vittime degli eventi alluvionali, con l’interruzione del precedente trend in diminuzione (anni 20012007). Dal 1951 al 2012 le alluvioni hanno causato il decesso di 1.519 persone. La stima della popolazione esposta ad alluvioni ammonta a 6.153.860 abitanti. 350 300 250 200 n. Vittime a Sarno 150 100 Fonte: Stime ISPRA su base dati ISTAT; CNR-GNDCI Progetto AVI; Coldiretti; CIA; MiPAAF; Protezione Civile Nazionale; Coldiretti, CIA; MiPAAF; Agenzie di Stampa; www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it; Atti e Decreti del Governo della Repubblica 40 Annuario in cifre - 2012 0 Vittime a Messina 1951 1953 1954 1957 1965 1966 1968 1970 1972 1976 1977 1978 1981 1982 1983 1984 1986 1987 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 50 Fonte: Elaborazione ISPRA di dati INGV © ISIDe Working Group (INGV, 2010), Italian Seismological Instrumental and parametric database: http://iside.rm.ingv.it; © Bollettino Sismico Italiano, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. http://bollettinosismico.rm.ingv.it/ Pericolosità di origine naturale L’Italia, per la sua particolare posizione nel contesto geodinamico del Mediterraneo è uno dei paesi a maggiore pericolosità sismica in Europa. Dal 1° novembre 2011 al 31 dicembre 2012 sul territorio nazionale sono avvenuti 4.129 terremoti di magnitudo maggiore o uguale a 2 ed è sensibilmente aumentato il numero di quelli con magnitudo superiore a 5. Gli eventi parossistici avvenuti in EmiliaRomagna il 20 e 29 maggio 2012 oltre ad aver provocato la perdita di 27 vite umane ed incenti danni al patrimonio abitativo, industriale, architettonicoculturale, hanno indotto importanti effetti ambientali su un’area di circa 700 km2. Annuario in cifre - 2012 Eventi sismici di Magnitudo uguale o superiore a 2, registrati dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV dal 1° novembre 2011 al 31 dicembre 2012 41 1.400 1.200 1.000 800 600 400 200 Nota: a Non include SIN 1 Dato aggiornato al 2012 Sicilia (a) (1) Sardegna (a) (1) Calabria (a) (1) Basilicata (a) (1) Campania Puglia (a) (1) Molise (a) (1) Lazio (a) (1) Abruzzo (a) Umbria (a) (1) Siti contaminati Marche (a) (1) Toscana (a) (1) Emilia-Romagna (a) (1) Veneto (a) Friuli-Venezia Giulia (a) (1) Prov. Autonoma di Trento Prov. Autonoma di Bolzano (a) (1) Liguria (a) Lombardia (a) Piemonte (a) Valle d'Aosta (a) 0 La contaminazione del suolo derivante da attività industriali, gestione di rifiuti, attività minerarie, perdite da serbatoi e linee di trasporto degli idrocarburi rappresenta uno dei principali fattori di pressione ambientale. La presenza di sostanze potenzialmente pericolose nel suolo, sottosuolo, nei sedimenti e nelle acque sotterranee può portare a effetti negativi sulla salute dell’uomo e sugli ecosistemi. Pericolosità di origine antropica Siti contaminati e bonificati per regione Siti bonificati Fonte: ISPRA I siti contaminati comprendono quelle aree nelle quali, in seguito ad attività umane svolte o in corso, è stata accertata, sulla base della normativa vigente, un’alterazione puntuale della qualità del suolo da parte di un qualsiasi agente inquinante. Con decreto gennaio 2013 del MATTM sono stati trasferiti alle competenze regionali 18 dei 57 siti classificati come SIN, pertanto ad oggi, il numero complessivo dei SIN è pari a 39. 42 Annuario in cifre - 2012 Ubicazione dei siti di interesse nazionale così come aggiornata ai sensi del DM 11 gennaio 2013, con i riferimenti relativi ai decreti di perimetrazione 60 50 n. 40 30 20 0 giugno 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 10 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati MATTM Procedure VAS concluse nel 2011 Fonte: ISPRA Dai dati emerge chiaramente che il maggior numero di VAS condotte nelle diverse regioni riguarda proprio i piani intercomunali/ comunali, in particolare per il 2009 le VAS a piani comunali rappresentano circa l’85% delle VAS totali, per il 2010 l’88% e per il 2011 l’89%. Rispettivamente per gli anni 2009, 2010, 2011 il 95%, 92% e 91% dei piani per i quali è stata condotta la verifica di assoggettabilità risultano esclusi dalla procedura di VAS. L’82% del totale delle verifiche di assoggettabilità è stato effettuato in EmiliaRomagna (65%) e Lombardia (17%). Valutazione e autorizzazione ambientale 70 La tipologia delle opere soggette a VIA ha subito delle variazioni nel corso degli anni in funzione dell’adeguamento legislativo alle direttive europee in materia e alle relative modifiche (DPR 12 aprile 1996 e D.Lgs. n. 112 del 31 marzo 1998). La procedura di VIA si conclude positivamente in circa l’82% dei casi. Il 19% dei decreti positivi è rappresentato dalla tipologia progettuale “strade”, il 16% ”rifiuti”, il 15% “centrali termoelettriche”, l’8% “impianti di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare” e il restante 42% “altro”. Annuario in cifre - 2012 Numero totale di decreti VIA di competenza statale 43 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 9 3 1 0 RA CT CH AC Legenda: RA: Raffinerie, CT: Centrali Termoelettriche, CH: Impianti Chimici, AC: Acciaierie Il numero totale di provvedimenti di AIA statali di primo rilascio emanati dal MATTM, durante il triennio 2010-2012, risulta pari a 78 così ripartiti: 31 nel 2010, 34 nel 2011 e 13 nel 2012. Con riferimento a quest’ultimo anno, i 13 provvedimenti di AIA sono stati rilasciati a impianti tutti esistenti: l’AIA, infatti, può essere rilasciata sia a impianti esistenti (cioè vecchi e già funzionanti) oppure a impianti nuovi (da costruire). Nello specifico, l’AIA è stata rilasciata a 1 raffineria, 3 centrali termoelettriche e 9 impianti chimici. Valutazione e autorizzazione ambientale n. Numero di provvedimenti di AIA statali di primo rilascio distinto per categorie di impianto (2012) Fonte: Elaborazione ISPRA su dati del MATTM (www.aia.minambiente.it) 150 140 122 100 76 n. 74 50 25 0 39 25 5 2009 2010 2011 Impianti vigilati a) Impianti ispezionati b) Impianti ispezionati con inottemperanze all'AIA Nota: a impianti controllati su base documentale b impianti controllati anche con visita in sito Fonte:ISPRA 44 19 11 5 2 2012 La serie storica evidenzia la forte variazione sia degli impianti vigilati sia di quelli ispezionati. I primi passano da 25 nel 2009 a 140 nel 2012, i secondi passano da 5 nel 2009 a 76 nel 2012. Gli impianti ispezionati con inottemperanze all’AIA passano da 2 nel 2009 a 19 nel 2012. Tali variazioni, sebbene positive da un punto di vista del controllo ambientale, non permettono di valutare quali siano le tendenze in termine di ispezioni, in quanto il numero degli impianti è molto variabile. Annuario in cifre - 2012 Controlli impianti di competenza statale 1.600 1.515 1.405 1.400 1.211 1.263 1.050 1.000 804 800 598 600 413 Certificati EMAS rilasciati annualmente 246 161 2010 2009 2007 52 142 110 è in costante crescita, in linea con la media degli ultimi anni, il numero complessivo dei certificati EMAS rilasciati in Italia (1.515 nel 2012). 2012 185 206 2011 142 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 0 177 83 126 94 1 12 13 12 25 17 42 41 43 51 1 1997 200 271 2006 400 2008 n. 1.200 L’Emilia-Romagna (184) e la Lombardia (159) sono le prime due regioni con il maggior numero di registrazioni EMAS, mentre il Trentino-Alto Adige (135) si posiziona al terzo posto. Le piccole imprese si confermano la tipologia con il maggior numero di registrazioni, ma vedono ridursi il loro peso passando dal 36% al 33%. Certificazione ambientale Evoluzione del numero di certificati EMAS rilasciati in Italia Totale dei certificati EMAS rilasciati Nota: i dati sono aggiornati al 31 dicembre di ogni anno Fonte: ISPRA Distribuzione regionale delle certificazioni UNI-EN-ISO 14001 (31 dicembre 2012) 3.000 2.658 2.000 1.397 1.132 954 706 Fonte: ACCREDIA 119 102 Valle D'Aosta 206 Molise Calabria 322 313 276 271 Basilicata 441 408 Sardegna Liguria Sicilia Puglia Lazio Toscana Veneto Campania Piemonte Lombardia Emilia-Romagna 0 Marche 529 504 500 Trentino-Alto Adige 789 Umbria 1.000 Friuli-Venezia Giulia 1.199 Abruzzo n. 1.635 1.464 1.500 Il numero delle organizzazioni con sistema di gestione ambientale certificato sotto accreditamento, ai sensi della norma UNIEN-ISO 14001, è in crescita e ha raggiunto, a dicembre 2012, le 15.425 unità. Annuario in cifre - 2012 2.500 45 12.739 10.169 8.982 3.822 10.000 1.000 491 1.140 789 657 1.384 63 2003 82 332 245 292 287 6 2 Prodotti 2012 2011 2010 2009 2008 2007 2004 2001 2000 1999 1 1998 1 2002 2 26 83 250 12 9 10 58 31 2006 100 2.474 174 2005 n. 237 17.320 In Italia, a dicembre 2012, le licenze Ecolabel UE in vigore sono 287 per un totale 17.320 prodotti/servizi etichettati. Certificazione ambientale Evoluzione del numero di licenze e prodotti Ecolabel UE in Italia Il gruppo di prodotti con il maggior numero di licenze Ecolabel UE è il “servizio di ricettività turistica” (166), mentre il gruppo “coperture dure” è quello con il maggior numero di prodotti certificati (13.863). Licenze Fonte: ISPRA Ripartizione geografica delle licenze Ecolabel UE rilasciate dall’Organismo Competente italiano (31 dicembre 2012) La crescita delle licenze Ecolabel UE può essere rapportata alla maggiore visibilità che sta assumendo il marchio tra i consumatori e all’aumento della “sensibilità ambientale” delle aziende, dovuto a fattori quali la crescita del “mercato verde”, concorrenza e incentivi. 0,3% 25,1% 53% Nord Fonte: ISPRA 46 Centro Sud e Isole Estero Annuario in cifre - 2012 21,6% Natura e Rifiuti biodiversità 6,2% 4,0% Cambiamenti climatici 2,8% Suolo 0,6% Acqua 22,6% Agenti fisici 2,8% Altro 19,2% Aria 41,8% I principali strumenti divulgativi e i servizi informativi per valorizzare e promuovere le conoscenze ambientali prodotte: il reporting; le attività di divulgazione attraverso il portale web; i servizi bibliotecari; le attività di educazione e di formazione ambientale, Nel 2012, il numero di Rapporti tematici del Sistema agenziale è superiore al centinaio, di cui il 42% è dedicato al tema aria e il 23% all’acqua. Promozione e diffuaione della cultura ambientale Percentuale delle aree tematiche oggetto di rapporti tematici prodotti dal Sistema agenziale Fonte: ISPRA Strumenti di comunicazione nei siti istituzionali di 29 enti pubblici che si occupano a vario titolo di ambiente I siti istituzionali hanno raccolto la sfida e le opportunità offerte dalle nuove tecnologie web, aprendosi anche ai social media. 100 90 80 70 % 60 50 40 30 20 0 Fonte: ISPRA Pec News ed eventi E-mail e/o moduli on line Forum Social media Area Servizio di Sondaggi on multimediale registrazione line on line Annuario in cifre - 2012 10 47 35 30 25 n. 20 15 10 5 0 Corsi realizzati in media per Ente 2004 2005 2006 Ore erogate in media per Partecipanti in media per corso corso 2007 2008 2009 2010 2011 Il numero degli stage e dei tirocini di formazione e orientamento attivati nell’ambito del Sistema agenziale rimane costante. Tuttavia, rispetto agli anni precedenti, è leggermente diminuita la media dei corsi realizzati, mentre significativa è la riduzione delle ore formative erogate in media, si passa, infatti, dalle 31 ore formative del 2010 alle 16 del 2011 fino alle 14 del 2012. Promozione e diffuaione della cultura ambientale Offerta formativa ambientale, corsi di formazione 2012 Fonte: ISPRA Caratteristiche delle Iniziative di Educazione Ambientale Orientata alla Sostenibilità (progetti e attività puntuali) 100 80 % 60 40 20 0 Pluriennali Realizzati in tutto il territorio regionale Sviluppati in coprogettazione (partenariato) Rivolti a popolazione scolastica Rivolti a popolazione adulta Progetti di educazione ambientale orientata alla sostenibilità Attività puntuali di educazione ambientale orientata alla sostenibilità Fonte: ISPRA 48 I progetti sono prevalentemente rivolti alla popolazione in età scolastica, mentre le attività puntuali (incontri informativi, visite guidate e mostre, eventi di sensibilizzazione, ecc.) sono più mirati al coinvolgimento degli adulti. Annuario in cifre - 2012 Dal 2007 al 2012, il numero medio annuo delle iniziative di educazione ambientale per Agenzia si è mantenuto pressappoco costante: 18 per i progetti e 16 per le attività puntuali. Relativamente ai piani completi e vigenti si riscontra un elevato numero per i Piani di gestione dei rifiuti (20/21) e un numero medio-alto per i Piani energetici (18/21) e per quelli di qualità dell’aria (17/21). Strumenti per la pianificazione ambientale Situazione dei piani completi e vigenti dei processi VAS (2012) Fonte: ISPRA Fonte: ISPRA Annuario in cifre - 2012 Per gli altri tipi di piani il livello di risposta risulta inferiore (13-14/21), in particolare per i Piani paesaggistici (solo 3 vigenti sulla base delle autonomie statutarie) Solo in Valle d’Aosta e Provincia di Trento sono vigenti tutti i piani presi in esame. 49 Tra i piani completi e vigenti con VAS si distinguono quelli di tutela delle acque (9/21) e quelli dei trasporti (nessuno), mentre sugli altri tipi sono applicati 4 o 6 processi di VAS. Strumenti per la pianificazione ambientale Situazione dei piani completi e vigenti dei processi VAS (2012) Fonte: ISPRA Fonte: ISPRA 50 Annuario in cifre - 2012 Con riferimento ai piani presi in esame, l’EmiliaRomagna è la regione con il maggior numero di piani completi vigenti con VAS (5/7), mentre nella Provincia di Bolzano e nelle regioni Molise e Calabria non sono vigenti strumenti di pianificazione con VAS. A dicembre 2012 l’iter realizzativo dei PAI, in termini di numero di Piani approvati, risulta invariato. L’86,3% dei PAI risulta approvato e il 12,5% adottato. Si riscontra, inoltre, una discreta attività tesa alla definizione di progetti di varianti ai PAI o di loro aggiornamenti parziali. Strumenti per la pianificazione ambientale Mappa rappresentativa dello stato di attuazione dei Piani stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) Fonte: ISPRA Fonte: ISPRA Rispetto al 2010 la percentuale dei Parchi Nazionali situata nelle fasi più avanzate della pianificazione (fase 2 e 3) risulta leggermente aumentata (46%), anche se non si segnalano modificazioni rilevanti. Il trend può considerarsi stazionario. Annuario in cifre - 2012 Piani dei Parchi Nazionali per stato di avanzamento dell’iter dei provvedimenti (aggiornamento al 31/12/2012) 51 Nel 2010, le province autonome di Trento e Bolzano e 15 regioni hanno superato almeno uno dei valori limite relativi agli inquinanti atmosferici normati dal D.Lgs. 155/2010. Ad oggi, di queste solo 3 regioni non hanno ottemperato all’obbligo di trasmissione delle informazioni per l’anno 2010 (18%). Strumenti per la pianificazione ambientale Trasmissione delle informazioni sui piani per la qualità dell’aria (2010) Fonte: ISPRA Ripartizione settoriale delle misure di risanamento adottate Tra il 2005 e il 2010, anche se la gran parte delle misure adottate riguarda sempre il settore “trasporti”, si registra nel tempo un incremento di quelle che ricadono nell’ambito dei settori “attività agricole e allevamenti” ed “energia”. 100% 90% 80% 70% % 60% 50% 40% 30% 20% 0% 2005 Trasporti Fonte: ISPRA 52 2006 Energia 2007 Attivita produttive 2008 2009 2010 Agricoltura e allevamenti Altro Annuario in cifre - 2012 10% Numerosi studi hanno ormai evidenziato l’associazione tra qualità dell’aria e salute della popolazione urbana, orientando le politiche ambientali di risanamento e protezione. PM10 media pesata (μg/m3) 50 45 40 35 Ambiente e benessere Andamento delle medie pesate annuali di PM10 30 25 20 15 10 5 0 2006 2007 2008 2009 2010* 2011* Nota: * Gli anni 2010-2011 sono stati computati con un core set di stazioni/comuni ampliato rispetto ai precedenti anni Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA e ISTAT Percentuale di popolazione esposta a PM2,5 per fasce di concentrazione media annua 60 50 % 40 30 La concentrazione di particolato atmosferico, soprattutto le frazioni più piccole come il PM10 e il PM2,5, è l´indicatore di qualità dell´aria più consistentemente associato con una serie di effetti avversi sulla salute. 20 10 0<c≤10 10<c≤20 20<c≤30 Fasce di concentrazione (c - media annuale in μg/m3) 2010 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA e ISTAT 2011 c>30 Annuario in cifre - 2012 0 53 60 50 % 40 30 20 10 0 0<c≤20 20<c≤30 30<c≤40 40<c≤50 Fasce di concentrazione (c - media annuale in 2010 Bambini e adolescenti fanno parte di una categoria sociale particolarmente sensibile agli effetti dell’inquinamento. La maggiore suscettibilità è dovuta alle particolari caratteristiche biologiche che caratterizzano le varie fasi dello sviluppo, dal concepimento all’adolescenza, oltre che alle variabili sociali. Ambiente e benessere Percentuale di popolazione sotto i 20 anni esposta a PM10 per fasce di concentrazione media annua c>50 μg/m3) 2011 Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA e ISTAT Andamento dei valori di media annua pesata di ozono (SOMO35) L’ozono è uno degli inquinanti atmosferici in grado di aggravare le condizioni di soggetti affetti da malattie croniche respiratorie. L’esposizione può comportare aumenti (frequenza) di ricoveri, di visite mediche ospedaliere per asma e BCPO (broncopnumatia cronica ostruttiva), riduzione degli indici di funzionalità respiratoria. 9.000 8.000 SOMO35 (ug/m3*giorno) 7.000 6.000 5.000 4.000 3.000 2.000 0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010* 2011* Nota: * Gli anni 2010-2011 sono stati computati con un core set di stazioni/comuni ampliato rispetto ai precedenti anni Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA e ISTAT 54 Annuario in cifre - 2012 1.000 60.000 n. 50.000 40.000 30.000 20.000 0 ALESSANDRIA - AL6 NOVARA - NO1 AOSTA - AO2 BOLZANO - BZ2 SILANDRO** - BZ4 BRUNICO** - BZ3 BELLUNO* - BL1 PADOVA - PD1 ROVIGO - RO1 TREVISO - TV1 VENEZIA - MESTRE - VE1 VERONA - VR1 VICENZA - VI1 LIGNANO - UD1 PORDENONE - PN1 TOLMEZZO - UD3 TRIESTE - TS1 IMPERIA - IM3 SAVONA - SV4 GENOVA - GE4 LA SPEZIA - SP2 PIACENZA - PC1 PARMA - PR2 REGGIO E. - RE1 MODENA - MO1 BOLOGNA - BO1 S. GIOVANNI PERS. - BO3 FERRARA - FE1 RAVENNA - RA3 FORLÌ - FO1 CESENA - FO2 RIMINI - FO3 FIRENZE* - FI1 PISTOIA* - PT1 MONTECATINI* - PT2 LIDO DI CAMAIORE* - LU1 TERNI - TR1 PERUGIA - PG1 CITTA' DI CASTELLO - CC1 CASTEL DI LAMA - AP4 PESCARA - PE1 L'AQUILA* - AQ2 CAMPOBASSO - CB1 ISERNIA - IS1 BENEVENTO* - BN1 CASERTA - CE6 NAPOLI - NA4 POTENZA - PZ1 10.000 Indice pollinico allergenico Nota: * Il valore dell’IPA di queste stazioni risulta sottostimato perché calcolato su un periodo che non copre interamente la stagione pollinica ** Stazioni di montagna stagionali per le quali è previsto un periodo di monitoraggio ridotto Fonte: ARPA/APPA Una corretta valutazione della qualità dell’aria non può prescindere dall’analisi della componente aerobiologica. Ciò è vero in particolare nelle aree metropolitane in cui l’inquinamento chimicofisico preesistente, con effetto sinergico, favorisce e amplifica gli effetti negativi sulla salute umana dovuti all’azione degli aeroallergeni. Ambiente e benessere Indice pollinico allergenico (2012) I valori dell’indice pollinico allergenico dell’Italia centrale, tendenzialmente sopra la media, risentono della forte presenza di cupressaceae che ne determinano anche i picchi di Firenze (48.930), Perugia (33.679) e Castel di Lama (AP) (33.440). 330 300 270 240 210 180 150 120 90 60 295 251 194 154 38 47 105 87 106 37 134 63 35 31 119 86 207 140 60 245 127 144 187 95 112 54 175 166 112 65 66 74 76 34 47 82 104 116 83 111 111 54 39 92 98 139 47 0 ALESSANDRIA - AL6 NOVARA - NO1 AOSTA - AO2 BOLZANO - BZ2 SILANDRO - BZ4 BRUNICO - BZ3 BELLUNO - BL1 PADOVA - PD1 ROVIGO - RO1 TREVISO - TV1 VENEZIA - MESTRE - VE1 VERONA - VR1 VICENZA - VI1 LIGNANO - UD1 PORDENONE - PN1 TOLMEZZO - UD3 TRIESTE - TS1 IMPERIA - IM3 SAVONA - SV4 GENOVA - GE4 LA SPEZIA - SP2 PIACENZA - PC1 PARMA - PR2 REGGIO E. - RE1 MODENA - MO1 BOLOGNA - BO1 S. GIOVANNI PERS. - BO3 FERRARA - FE1 RAVENNA - RA3 FORLÌ - FO1 CESENA - FO2 RIMINI - FO3 FIRENZE - FI1 PISTOIA - PT1 MONTECATINI - PT2 LIDO DI CAMAIORE - LU1 TERNI - TR1 PERUGIA - PG1 CITTA' DI CASTELLO - CC1 CASTEL DI LAMA - AP4 PESCARA - PE1 CAMPOBASSO - CB1 ISERNIA - IS1 BENEVENTO - BN1 CASERTA - CE6 NAPOLI - NA3 POTENZA - PZ1 30 Inizio stagione pollinica Nota: * ARPA Piemonte, ARPA Valle d’Aosta, APPA Bolzano, ARPA Veneto, ARPA Friuli-Venezia Giulia, ARPA Liguria, ARPA Emilia-Romagna, ARPA Toscana, ARPA Umbria, ARPA Marche, ARTA Abruzzo, ARPA Molise, ARPA Campania, ARPA Basilicata Fonte: ARPA/APPA* Il periodo più problematico per la salute si conferma quello primaverile, durante il quale si può constatare la quasi contemporanea presenza in atmosfera di pollini di tutte le famiglie allergizzanti monitorate. Annuario in cifre - 2012 numero di giorni dall'inizio dell'anno Stagione pollinica cupressaceae-taxaceae (2012) 55