Lasciandosi alle spalle il Quicittà, il percorso comincia dal Portico Lungo, posto di fronte al Palazzo dei Pio di Savoia. Il catasto urbano del 1472 ne conferma l’esistenza, l’intento era creare nella piazza una quinta omogenea e armonica al quartiere residenziale esistente. L’uniformità del porticato è favorita dalla uguale altezza dei prospetti e dal succedersi regolare delle 52 arcate. Le colonne presentano varie tipologie di zoccolo e di sezione del tronco. Il fregio sugli archi, un cordulo tondeggiante sorretto da sfere, collega le facciate dei palazzi che in origine si presentavano intonacate e dipinte. Le volte a crociera erano decorate con motivi floreali, visibili in alcune parti di nuovo messe a nudo, in cui si inserivano medaglioni e cartigli con gli stemmi araldici dei proprietari dei palazzi. La parte settentrionale del portico, realizzata in piena età rinascimentale, presenta semplificazioni stilistiche e la totale assenza di ornamenti di stile gotico. Raggiunta la Cattedrale, con la sua facciata settecentesca, e percorso il sagrato si prosegue poi lungo corso S. Cabassi, caratterizzato, sul lato sinistro, da portici ad arcate in regolare successione, con andamento leggermente sinuoso. Gli edifici, costruiti a partire dal Rinascimento, sono stati modificati in epoche successive. Palazzo Brusati Bonasi in angolo con via Duomo all’inizio del portico, mostra una pavimentazione novecentesca alla veneziana con un inserto raffigurante lo stemma di Carpi. Il palazzo fu ristrutturato ai primi del Novecento in stile liberty celando le originali strutture rinascimentali, oggi visibili nel portico e nell’antico cornicione ad archetti gotici decorati. Seguendo il portico, si trova Palazzo Cortesi, in angolo con via A. Manuzio, edificio degli inizi del Novecento, d’aspetto rinascimentale. Portico Lungo Via Guaitoli LUCI E OMBRE NEI PORTICI Via Paolo Guaitoli o “della Catena”: asse viario di realizzazione quattrocentesca funge da cannocchiale prospettico verso l’ingresso del Palazzo dei Pio sfociando sulla piazza. Dal 1828 due fittoni marmorei reggono una catena che preclude il transito veicolare. LE SPEZIERIE IN CARPI Portico Lungo: civico 27, viene inaugurata nel 1838 la Farmacia Spezieria all’insegna del Giglio, che a partire dal 1929 sarà solo farmacia. Ha mantenuto la posizione originaria sotto al Portico Lungo, mentre l’interno è frutto di una ristrutturazione recente. Portico Lungo: civico 52, nel 1853 inaugurazione della Farmacia Drogheria all’insegna dell’Assunta, in seguito Farmacia dell’Assunta. Il locale mantiene ancora intatta il decoro e l’arredo originario. Il banco di vendita in noce, di gusto neoclassico, è ornato con teste di cigni scolpite a tutto tondo. SOTTO I PORTICI, OLTRE I PORTONI. CORTILI, SCALONI, INTERNI: Portico Lungo: Casa Meloni (civici 46-50), l’accesso al cortile avviene attraverso una loggia con volte a crociera, oltre il secondo corpo di fabbrica si accede al giardino. Cortile della Meridiana (civico 5), di recente ristrutturazione l’androne mette in collegamento la piazza con una via parallela, all’interno è presente una antica meridiana. L’itinerario proposto inizia dal Portico Del Mercato Del Grano che prolunga in linea obliqua la quinta del Portico Lungo. Realizzato all’inizio del Cinquecento su probabile progetto dell’architetto B. Peruzzi, il portico è formato da nove arcate a tutto sesto sostenute da alte colonne cilindriche, su plinto ottagonale e capitelli a foglie d’acanto. Il suo nome è dovuto all’esistenza, fino alla metà dell’Ottocento sotto le sue arcate, del mercato e dazio delle granaglie. All’interno dei palazzi, che si affacciano sul portico si trovano le due sinagoghe carpigiane. Procedendo lungo il percorso si imbocca corso Alberto III Pio, antica strada maestra dall’andamento sinuoso porticata su di un lato e con archi di forma e altezza irregolare. Al termine del corso si raggiunge piazza G. Garibaldi: la piazza rettangolare, porticata su tre lati, è limitata da una serie di edifici, nella maggior parte dei casi di tipologia edilizia ottocentesca. Sul lato orientale, le abitazioni, alcune già attestate nel catasto del 1472, hanno peculiare rilevanza architettonica. Chiamata la piazzetta è stata per lungo tempo la sede del mercato ortofrutticolo e agricolo della città. Da questo lato della piazza si dipartono due arterie, via Aldrovandi (caratterizzata da edifici sobri e completamente porticati su di un lato) e via U. Sbrillanci, che permettono di raggiungere via G. Matteotti, asse portante tra nord e sud nella partizione stradale dell’antica cittadella fortificata. La strada porticata su di un lato si caratterizza per la presenza di modeste abitazioni. Lungo il percorso si dispone Palazzo Caleffi ora in grave stato di degrado, eretto all’inizio del ‘500 dalla famiglia Pio di Savoia. La parte più antica ancora visibile si può notare nell’angolo settentrionale della costruzione. La facciata è in laterizio, con ornati in cotto, in evidenza il basamento a scarpa. Portico del Mercato del Grano Portico Lungo: particolare decorazione Cortile della Meridiana MERCATURE E COMMERCI Tessile Abbigliamento 14 Bar/Pasticceria/Ristoro/Gelaterie 6 Alimentari/Gastronomia 2 Tabacchi/Edicole 3 Banche 2 Farmacia 2 Librerie 1 Altro 11 Piazza Garibaldi (vista aerea) LUCI E OMBRE NEI PORTICI Il quadrilatero delimitato da via Aldrovandi, via Matteotti, via Sbrillanci e piazza Garibaldi, nel contesto urbano di Carpi è un isolato atipico. Di forma quadrata è in origine circondato lungo tutti i suoi lati da portici; si poteva grazie ad androni passare dalle parti porticate all’interno del quartiere. Nel tempo le aree cortilive interne sono state in parte edificate, nonostante ciò gettarvi uno sguardo restituisce la suggestione di tranquillità e sospensione temporale. Una parte dei portici (via Sbrillanci) è stata occlusa facendo così mancare l’articolazione originale del complesso urbano. Durante il percorso spicca il palazzo in angolo tra via Aldrovandi e via Matteotti (civico 31), rimasto esternamente conforme alla forma originale. L’edificio presenta: facciata in mattoni con finestra gotica, sezione di portico architravato monumentale su ampi pilastri, travature e assito in legno del soffitto porticato con l’inserto di due voltini in muratura su cui poggiavano in antico i camini. Il portico si prolunga in via Matteotti in una stretta sezione voltata a sesto acuto, un unicum nella morfologia dei portici carpigiani. Piazza Garibaldi Piazza Garibaldi SOTTO I PORTICI, OLTRE I PORTONI. CORTILI, SCALONI, INTERNI Corso Alberto Pio: Casa Foroni (civico 23), la costruzione di stile settecentesco, in realtà ha origini precedenti, all’interno il cortile presenta dei portici a travatura semplice. Palazzo Meloni Nannini (civico 77), uno dei principali esempi di strutture di epoca settecentesca ha subito pesanti ristrutturazioni nel corso del Novecento. All’interno è presente un ampio cortile con due corpi a torrione decorati. Casa Falsiroli (civico 26-28) conserva in gran parte l’originario aspetto quattrocentesco. Nel cortile è presente un loggiato su due lati con un portico al piano terra e un ballatoio al piano superiore. Casa Cagliumi (civico 4) da notare le tracce di una dimora del XV secolo nel porticato ora tamponato, che cingeva su tre lati il cortile. Corso Alberto III Pio: interno A Portico del Mercato del Grano: interno mare la propria città, è naturale, conoscerla bene ed apprezzarla... lo è già di meno! Perciò abbiamo pensato a questo opuscolo, per far si che anche i carpigiani “scoprano” i loro portici ed imparino ad amarli oltre che ad usarli, come già fanno (...benedetti!), quando piove, quando il sole picchia o per passeggiarvi con parenti ed amici. I portici in Carpi sono diversi per epoca, per funzione o per scopo, ma sono tutti ugualmente belli ed interessanti. Oltre a tutto consentono ai nostri ospiti, turisti per lavoro o in visita per diporto, di vedere tutto il Centro Storico, senza, o quasi, trovarsi allo scoperto. Buona passeggiata dunque a chi in Carpi vive e lavora e ancora più a chi in Carpi viene per vedere, visitare e conoscere una cittadina ricca di storia, cultura e... portici. L’Assessore al Turismo e Centro Storico Lella Rizzi i informa turismo Via J. Berengario, 2-4 Tel. 059-649213 Fax. 059-649240 LE SPEZIERIE IN CARPI Corso Alberto Pio civico 35, di fronte ai portici, nel 1919 viene fondata la Farmacia Drogheria Congregazionale Opera Pia dell’Ospedale, la drogheria smise l’attività nel 1926, poi rimase solo la farmacia attiva ancora oggi. Corso Alberto Pio civico 94, nel 1903 viene fondata la Farmacia Operaia, che occupava i locali in cui si trova tuttora. E’ stata la prima ad avere una amministrazione associativa. MERCATURE E COMMERCI Tessile Abbigliamento 30 Bar/Pasticceria/Ristoro/Gelaterie 8 Alimentari/Gastronomia 8 Tabacchi/Edicole 1 Farmacia 2 Librerie 1 Altro 40 http://www.carpidiem.it/turismo e-mail: [email protected] print nuovagrafica.it L’itinerario in Sintesi: Quicittà, Portico del Mercato del Grano, corso Alberto III Pio, piazza G. Garibaldi, via U. Sbrillanci, via G. Matteotti, via Aldrovandi. Lunghezza del percorso: m 740 L’itinerario in Sintesi: Quicittà, Portico Lungo, corso E. Cabassi Lunghezza del percorso: m 600 3 edizione 2004 PERCORSO 2 P E R C O R S O Un cielo d’archi A l centro della città storica sta un enorme salotto, vero monumento del rinascimento padano, un unicum. Tutto corrisponde: la lunga piazza rettangolare opera come un cannocchiale prospettico che verso la quinta di fondo si allarga a trapezio. I lati sono occupati uno dal portico lungo, con le facciate delle case nobiliari, l’altro dal “castello” dei Pio vera epifania del principe rinascimentale, anche viatico all’insieme palaziale retrostante. Già solo questo basterebbe a fare di Carpi una tappa obbligata per coloro che vanno alla ricerca di gioielli architettonici “minori”, fuori dal tour delle grandi città d’arte italiane. Carpi, però, non è solo la sua piazza fuori scala. Il resto del centro antico può ben fare parte di un itinerario di rivelazione di quel che era, fino a poco tempo fa, la città originaria. E’ indubbio che il tessuto cittadino abbia subito alterazioni continue nel corso dei secoli. Ben evidenti le ferite aperte nella seconda metà del novecento nel tessuto urbano, cause: la enorme crescita della popolazione cittadina e l’impetuoso sviluppo economico. Così nel tempo si sono avute superfetazioni, innalzamenti e ampliamenti di edifici preesistenti, abbattimenti e ricostruzioni in stile condominio milanese, risanamenti e chiusure di portici minori, modificazione di aree cortilive, sparizione di giardini e orti interni. Quel che rimane però appare ancora in grado di rinnovare il fascino di una misura del vivere e dell’abitare la città che non è più nostra. I portici che rimangono, tutti in ottimo stato e di notevole interesse, restituiscono bene quell’idea di vita sociale e quel tempo rallentato, quasi sospeso. Essi divengono così i complici di una nostra anabasi che per gioco trasforma una comune passeggiata in una peripezia continua. Un’odissea in minore che spazia dalla fascinazione per il “brutale” sublime del nuovo, alla ormai improvvida sorpresa dell’inatteso relitto del passato che si stampa sulle nostre pupille. E che dire del piacere d’armonie di luci e ombre che straniano la percezione, sotto i portici, dilatano gli spazi, li allungano, espandono la durata del tempo e la rallentano, negli assolati meriggi di luglio, negli affocati tramonti di agosto, con la nebbia di autunno e le acque d’inverno. Luogo materno e accogliente per natura, il portico protegge e guida, dirige, indirizza lo sguardo, invita alla sosta, alla chiacchiera, bensì anche alla riflessione e al perdersi pigro senza aver nulla da fare o pensare. Entri ed esci dalle botteghe quasi fossi a casa tua, cammini o ristai sotto le volte senza aver fretta di perseguire alcuna meta: la sensazione è sentire il respiro e la vicinanza di altre persone, condividere con loro un territorio di relazione generico e senza alcuna finalità. La successione e il ritmo dei fornici scavano con luci e ombre le superfici piatte degli edifici, PERCORSO - Portici per giorni di sole e di pioggia fanno levitare con ondivaghe movenze le infilate dei fronti; le colonne (per lo più doriche, tuscaniche o in un ordine corinzio ridotto), i pilastri, le paraste e i loro basamenti si raccordano e dialogano con finestre e balconi soprastanti, marcapiani, rari e asciutti elementi decorativi. Ma la sorpresa vera sta nelle aperture improvvise sotto le arcate dei portoni che prolungano perpendicolarmente il passaggio porticato. Qui da freschi androni, loggiati, ingressi, appaiono infilate di cortili, giardini, oasi di silenzio, paesaggi residui di un tempo che non è più. Luoghi ormai deserti di presenze umane, che conservano l’odore di un altro tempo e schiudono lo sguardo e l’anima ad un diverso spazio. Puoi allora, in certi momenti, quando l’ovattato silenzio dei giorni di nebbia o la calma sospesa d’estate si distende sui sensi, ritrovarti bambino e pensar d’essere ancora a giocare tutto solo nel cortile di casa o nella tranquillità d’un orto-giardino di città. Orville Pantaleoni Portico Lungo: decorazione delle volte LUCI E OMBRE NEI PORTICI A Carpi i portici, come nel resto dell’Emilia, sono elementi peculiari del tessuto urbano. Se il Portico Lungo e il Portico del Grano si offrono come esempi di quinte scenografiche urbane, con caratteristiche monumentali, del pari rintracciamo nella città portici di collegamento con edifici di funzione pubblica (San Nicolò), e di servizio per le modeste abitazioni artigiane e operaie, solitamente di misure disomogenee, (via Aldrovandi, via Matteotti, Via Rocca). I portici quindi hanno da sempre uno scopo economico e funzionale, raccordano abitazioni, labora-tori, luoghi di servizio, osterie, e inoltre offrono riparo dal sole e dalla pioggia. Nel caso delle dimore delle famiglie nobili o della media borghesia, la residenza sovrastava l’ambiente porticato, mentre lo spazio sotto le campate era occupato dai mezzanini con le stanze per il personale di servizio (alcuni esempi sono ancora visibili presso il Portico Lungo). Nella seconda metà dell’Ottocento molti portici con funzioni di servizio (via Sbrillanci, corso Cabassi) furono chiusi, soprattutto per motivi di sicurezza e di igiene. Tali trasformazioni sono talvolta leggibili nelle architetture delle abitazioni. SOTTO I PORTICI, OLTRE I PORTONI. CORTILI, SCALONI, INTERNI A colpo d’occhio il centro storico di Carpi si mostra come un insieme di case e palazzi, venato dal percorso di grandi e piccole vie. Ma ad uno sguardo avvertito non sfuggono cortili, chiazze verdi di giardini, piccole aree di silenzio e tranquillità. Spazi che si ritrovano in molti dei palazzi del centro storico: attraverso un androne l’ospite può risalire al piano nobile della dimora tramite la scalinata o accedere all’interno del cortile, utilizzato come luogo di rappresentanza. A volte, un secondo androne conduce in un altro cortile o giardino, nato come luogo privato o di servizio, separato spesso, dal resto della abitazione da un cancello di accesso. LE SPEZIERIE IN CARPI La spezieria univa, in antico, le attività della farmacia e della drogheria, che solo molto più tardi si distinsero e si specializzarono. Anche il centro di Carpi si caratterizza per la presenza di numerosissime botteghe che ancora nel secolo scorso offrivano un ventaglio molto ampio di generi merceologici. Se dall’attività dell’antica spezieria sono derivate per suddivisione e specializzazione quella della farmacia e della drogheria, l’attività del droghiere in particolare, ha poi ceduto il passo ad ulteriori specializzazioni commerciali (farmacie). Coordinamento: Ufficio Turismo, Remo Sogari A cura di: Pro Forma, Carpi Progetto Grafico: A. Cova Foto: L. Arletti, A. Marconi, P. Parmiggiani, G. Salami, Fotostudio Reporter, Carpi Cartografia: M. C. Reguzzoni MERCATURE E COMMERCI Il centro storico di Carpi si caratterizza per la presenza di numerosi esercizi commerciali che rendono particolarmente interessante e dinamica una camminata sotto i portici. Per ogni strada percorsa sono quantificate le attività commerciali presenti. L’itinerario in Sintesi: Quicittà, via J. Berengario, via G. Rocca, corso M. Fanti Lunghezza del percorso: m 1000 Il percorso inizia da via J. Berengario, antica strada spaziosa e rettilinea, rimaneggiata in epoca recente nel primo tratto, e si dirige in direzione ovest. A metà del lato sinistro della via inizia il portico, costruito nel 1575 allo scopo di collegare il centro della città con la chiesa rinascimentale di San Nicolò e il convento francescano dei Minori Osservanti. Prima di raggiungere la Chiesa di San Nicolò l’itinerario procede a destra imboccando via G. Rocca, stretta arteria in parte porticata, lungo la quale permangono tracce architettoniche di epoca rinascimentale. Alla fine della via, si sbuca in corso M. Fanti, che dalla piazza principale conduceva ad una delle porte cittadine (Porta di S. Bartolomeo o Porta Mantova, abbattuta negli anni ’20). Sulla destra merita attenzione la seicentesca Chiesa di Sant’Ignazio e in particolare il palazzo a fianco (Palazzo Vellani nn. 48/54). L’edificio con zoccolo a scarpa, per l’antica presenza di un corso d’acqua, venne costruito dai Gesuiti alla fine del Seicento assieme ai fabbricati annessi alla chiesa. Unito ad essa mediante un ampio voltone, che scavalca via G. Rocca, era utilizzato come passaggio alla chiesa, senza dover attraversare il canale e poi la strada esterna. Di fronte a via Rocca si trova una porzione di portico d’aspetto quattrocentesco, su ampie arcate voltate a crociera e colonne in cotto ottagonali dai capitelli a fogliami. Il palazzo soprastante era utilizzato come foresteria del vicino monastero. Il complesso del Monastero e della Chiesa di Santa Chiara, iniziato a partire dal quattrocento, ebbe nel XVII secolo il suo periodo di massimo sviluppo. Procedendo oltre ritroviamo il portico con arcate regolari, accentuate da un rivestimento a bugnato liscio, con soprastanti palazzi di notevole interesse. A destra verso il centro lungo il corso, dall’altra parte della strada merita attenzione Palazzo Bonasi Gandolfi, che costruito sul finire del XVIII secolo rappresenta il palazzo privato più imponente di Carpi. Chiostro del Monastero di S. Chiara SOTTO I PORTICI, OLTRE I PORTONI. CORTILI, SCALONI, INTERNI Corso Fanti: Palazzo Barbieri (civico 39), l’atrio si caratterizza per la presenza di alte colonne cilindriche con capitelli in stucco che ripetono nell’accostarsi dei pilastri quadrati il motivo del portico di facciata. All’interno, uno scalone monumentale in marmo conduce al piano nobile. Casa Lugli (civico 19), all’ingresso l’androne è voltato a botte e decorato in stile neoclassico. Palazzo Vescovile (civico 13) viene eretto nel 1780 secondo lo stile estetico tipico dell’architettura modenese dell’epoca. All’interno si susseguono cortili e giardini interni. 1 Palazzo Barbieri MERCATURE E COMMERCI Tessile Abbigliamento 15 Bar/Pasticceria/Ristoro/Gelaterie 8 Alimentari/Gastronomia 6 Tabacchi/Edicole 5 Banche 4 Librerie/Cartolerie 6 Altro 34 Via Rocca Palazzo Vescovile:giardini interni Portico antistante la chiesa di S. Nicolò Corso Fanti