Un percorso mistagogico
Invocazione allo Spirito Santo
Presentazione ed Elezione
Omelia
Impegni dell’eletto
Litanie dei Santi
Imposizione delle mani e Preghiera di
Ordinazione
7. Riti esplicativi
1.
2.
3.
4.
5.
6.
 Anche
se
non
strettamente necessario
è buona norma, in
apertura dei riti di
ordinazione invocare lo
Spirito Santo, quasi
come
preludio
alla
preghiera consacratoria,
cuore del rito, quando lo
Spirito di Dio prenderà
possesso dell’eletto.
 Diacono e Presbitero
 Diacono: Si presenti colui che deve essere
ordinato diacono (presbitero): l’accolito (il
diacono) ______

 Ordinando: Eccomi.

 Responsabile: Reverendissimo
Padre, la
santa Madre Chiesa chiede che questo
nostro fratello sia ordinato diacono
(presbitero).
 Vescovo: Sei certo che ne sia degno?

 Responsabile: Dalle informazioni raccolte presso il
popolo cristiano e secondo il giudizio di coloro che
ne hanno curato la formazione, posso attestare che
ne è degno.

 Vescovo: Con l’aiuto di Dio e di Gesù Cristo nostro
Salvatore, noi scegliamo questo nostro fratello per
l’ordine del diaconato (presbiterato).

 Tutti: Rendiamo grazie a Dio.
 L'Ordine è il sacramento
grazie al quale la missione
affidata da Cristo ai
suoi Apostoli continua ad
essere
esercitata
nella
Chiesa sino alla fine dei
tempi:
è,
dunque,
il
sacramento del ministero
apostolico.
 (CCC, 1536)
 Per essere cristiano è sufficiente credere con libera
decisione in Gesù ed essere accolto nella comunità
mediante i sacramenti dell’iniziazione cristiana
(Mc 16,16). Invece per essere capo nella Chiesa è
necessario un mandato speciale del vescovo.
 Nessuno infatti può attribuirsi da sé il diritto di
rappresentare Gesù Cristo nella comunità, se non
ha ricevuto da Lui una "delega" e questa delega si
chiama "ordinazione". Essa viene dal vescovo, il
quale, a sua volta, l'ha ricevuta da un altro vescovo,
in una catena ininterrotta che risale a Gesù Cristo
(successione apostolica).
 Quali requisiti deve avere una persona per
essere ordinata?
 Requisito fondamentale indiscusso è che sia
battezzato e viva da cristiano. Il N.T. ha
richiesto ai capi anche alcune doti
specifiche. Nella storia però, a motivo di
circostanze ed esigenze diverse, la Chiesa
ha richiesto all'ordinando anche altre
qualità (cfr. 1Tm, 2Tm e Tt).
 La Chiesa ha richiesto ai capi, nei secoli, anche
altre caratteristiche:
 a) il sesso maschile
 Fin dalle origini vescovi e preti erano scelti
solo fra i maschi, sia perché, soprattutto
nell’ambiente ebraico, era impensabile che una
donna guidasse una comunità religiosa, sia
perché veniva osservato il principio formulato
da Paolo:
 «Come in tutte le Chiese dei santi (ebrei?), le
donne nelle assemblee tacciano»
 E questo principio è rimasto intatto lungo i
secoli.
 Oggi però, in occidente, ci sono varie spinte
perché anche le donne possano essere
ordinate sacerdoti/sacerdotesse.
 Teologicamente si può discutere se il citato
principio di Paolo sia una norma legata alla
cultura del suo tempo, e quindi modificabile,
o se sia un principio universale. Va
considerato che:
 – Paolo emette anche il principio della perfetta
uguaglianza fra uomo e donna (Gal 3,28);
 – esistono, nella tradizione, precedenti di
ministeri sacri affidati alle donne: nelle chiese
antiche c’erano le diaconesse (Rm 16,1).
 Su questo argomento il papa Giovanni Paolo II,
il 22.05.1994, ha preso una posizione negativa
con tono quasi definitorio. Tuttavia successivi
interventi hanno precisato che non si tratta di
un pronunciamento infallibile.
 b) il celibato
 Per i vescovi il celibato fu richiesto assai
presto: in occidente dal sinodo di Elvira
(Granada) del 300 e in oriente dalla legge di
Giustiniano del 528. La comunità giudicò che
l’ufficio di vescovo, con tutto il lavoro che
comportava, non fosse compatibile con la cura
della famiglia.
 Per i preti:
 - nelle Chiese orientali non fu mai richiesto il
celibato. Il Concilio Trullano del 692 stabilì
però che i preti (e i diaconi) potessero sposarsi,
ma solo prima della loro ordinazione.
 - nella Chiesa latina il celibato, richiesto già dal
sinodo di Elvira, di fatto divenne legge solo dal sec.
XI-XII (cfr. la norma n. 89 del Corrector sive
Medicus). L’esigenza del celibato sacerdotale
nasceva, in occidente, almeno da questi fatti:
 1) con l’aumento di ordinazioni sacerdotali di
religiosi (a motivo delle molte richieste di
celebrazioni di messe da parte di penitenti), il clero
più apprezzato era celibe;
 2) i vescovi (scelti in quel periodo soprattutto fra i
religiosi, perché meno immischiati nelle questioni
politiche) avevano portato al clero secolare la loro
spiritualità monastica, celibataria;
 La disposizione del can. 33 del sinodo è la
seguente: "Piacque di proibire del tutto ai
vescovi, ai preti e ai diaconi e a tutti i
chierici che si occupano di ministero
(pastorale) di astenersi dalle nozze e di non
generare figli; chi lo farà sia rimosso
dall'onore del chiericato“.
 3) i cristiani volevano preti santi e molti di
loro giudicavano il matrimonio come
peccaminoso o meno santo rispetto al
celibato (catarismo - albigesi);
 4) il popolo cristiano, assai povero, si era
stancato di mantenere la moglie e i figli dei
preti.
 Fu però sempre precisato che il celibato non
fa parte dell’essenza del sacerdozio (a
differenza di quanto avviene per i religiosi).
Perciò nulla vieta che si possano
nuovamente ordinare come preti delle
persone sposate. Di fatto questo già è
avvenuto ed avviene (vedovi).
 Per i diaconi: nella Chiesa latina fino al Concilio
Vaticano II era obbligatorio il celibato (con
l’ulteriore impegno di accettare in seguito
l’ordinazione presbiterale, a meno che motivi gravi,
intervenuti dopo l’ordinazione diaconale, la
sconsigliassero).
 Il Concilio Vaticano II nel 1965 ha ripristinato per la
Chiesa cattolica latina il diaconato permanente,
dato anche a persone sposate.
 In questo caso deve essere richiesto il consenso
della famiglia. Se invece un cristiano viene ordinato
diacono da celibe, deve rimanere celibe. Se vuole
sposarsi, col permesso del vescovo può farlo, ma
smette di esercitare il ministero (= servizio).
 c) lo stato di grazia
 Si esige anche dal ministro che celebra un sacramento che
sia in grazia di Dio? Nel IV-V sec. i Donatisti l'hanno
pensato: per essi un sacramento era invalido, se era
amministrato da un ministro in peccato mortale. Il loro
ragionamento:
 i sacramenti "danno" la grazia, ma nessuno può dare ciò
che non ha, quindi il ministro deve avere la grazia, onde
poterla dare.
 Contro di loro ha reagito la tradizione, ed in particolare
sant'Agostino, facendo presente che con questo principio
si esponeva il fedele ad infiniti dubbi sulla validità dei
sacramenti ricevuti, essendogli impossibile valutare lo
stato di grazia o di peccato del ministro (nessun uomo
può giudicare la coscienza di un altro!);
 Il ministro nel sacramento non "dà" una grazia sua, ma
"presta" a Gesù Cristo il suo corpo, onde il cristiano possa
dare il segno visibile della sua volontà di unirsi a Cristo
presente nel ministro: "sacerdos baptizat, Christus
baptizat", diceva Agostino. Si richiede dal ministro solo che
"abbia l'intenzione di fare ciò che fa la Chiesa", cioè che
compia il rito secondo le norme stabilite.
 La santità morale del ministro serve alla credibilità di quello
che dice e fa, ma non alla validità del sacramento. Spesso il
popolo cristiano richiede ai preti più santità (= più
coerenza) di quella che normalmente richieda a tutti gli altri
cristiani. C'è in proposito una bella frase di sant'Agostino ai
suoi fedeli: Pro vobis episcopus, vobiscum christianus" (=
per voi vescovo, con voi cristiano)
 Vescovo
 Presbitero: Reverendissimo Padre, la santa
Chiesa cattolica chiede che sia ordinato
vescovo il presbitero __________.
 Vescovo: Avete il mandato del Papa?

 Presbitero: Sì, lo abbiamo.
 Vescovo: Se ne dia lettura.
 Vescovo
 Tutti siedono e viene letto il mandato.
 BENEDETTO VESCOVO SERVO DEI
SERVI DI DIO ……..
 A lettura finita, tutti in segno di
assenso rispondono:
grazie a Dio.
Rendiamo
 Il mandato del papa autorizza l’ordinazione
del nuovo vescovo ed è segno di comunione
con la sede di Pietro e quindi con la Chiesa
universale.
 Per quanto concerne l’elezione di Vescovi in
Occidente, non c’è stato un uso costante ed
uniforme, però si può indicare la seguente
linea evolutiva:
 a) Nei primi secoli della Chiesa (III-V sec.),
concorrono ad eleggere il vescovo tutti i
capifamiglia cristiani della diocesi (cfr. il caso
di Ambrogio a Milano).
 b) Quando i vescovi assunsero anche
importanza politica (da Costantino - IV sec. in poi) ed essere vescovo divenne anche un
titolo d’onore, iniziarono ad esserci fra i
cristiani controversie e divisioni per l’elezione
del vescovo. Per evitare questo, l’elezione venne
affidata al clero.
 c) In un successivo momento (V-VI sec.),
sempre per evitare litigi dovuti ad ambizione
di potere, si incaricarono di eleggere il vescovo
solo i «notabili» del clero (canonici), oppure
alcune famiglie potenti (cfr. quanto avvenne
per il vescovo di Roma, eletto, anche ora, dai
notabili del clero di Roma, i cardinali, anche
se di fatto i cardinali sono sparsi in tutto il
mondo). In latino si chiamavano "cardinales",
perché avevano il privilegio di stare, durante la
messa del papa, ai quattro "cardines" (angoli)
dell'altare, per aiutare più da vicino il papa
nella celebrazione. Potevano essere vescovi,
preti, diaconi o anche (a volte) laici.
 d) In varie occasioni e luoghi (VI-XI sec.),
intervennero nell’elezione del vescovo i
principi, i re e poi l’imperatore del Sacro
Romano Impero
 – o per ingerenza autonoma (principio: "cuius
regio eius religio", cioè il re ha anche il potere
religioso);
 – o su invito dei fedeli che non erano riusciti a
mettersi d’accordo sulla persona da eleggere;
 – o per richiesta dell’eletto stesso, che
desiderava avere maggiore autorità o
eliminare contendenti.
 Questo fece sì che lentamente la massima
autorità
politica,
cioè
l’imperatore,
cominciasse ad eleggere a vescovi persone di
suo gradimento o a confermarne l’elezione
(investitura). Spesso, assieme al potere
spirituale, l’imperatore dava anche al vescovo
un potere politico (vescovi-principi, marchesi,
duchi o conti). Il termine "visconte" significa
appunto vescovo-conte.
 Questo modo di elezione fu accolto
abbastanza bene dal popolo cristiano, in base
al principio che anche l’autorità politica veniva
da Dio (Rom 13).
 Questo sistema, in vari casi, produsse però
gravi inconvenienti:
1. vescovi eletti con criteri non religiosi, ma
politici o militari;
2. vescovi che risiedevano normalmente alla
corte imperiale, mentre la loro diocesi era
spiritualmente abbandonata;
3. vescovi senza una formazione teologica
adatta, più signorotti medievali che pastori.
 Tutto questo provocò grande decadenza
spirituale e morale nel clero e nel laicato
cristiano.
 e) Nel sec. XI il movimento monastico, soprattutto
di Cluny, cercò di reagire a questi inconvenienti in
nome della "libertas Ecclesiae". Personificazione di
questa reazione fu il monaco di Cluny, Ildebrando
di Soana, divenuto papa nel 1073, col nome di
Gregorio VII. Egli volle liberare la Chiesa
d'Occidente
dalla
tutela-oppressione
dell’imperatore, onde poter avere pastori (vescovi e
preti) che fossero all’altezza del loro compito. Per
questo diede inizio alla lotta per le investiture. Essa
si concluse nel 1122 col trattato di Worms: le
nomine dei vescovi in Occidente diventarono di
competenza del vescovo di Roma.
 f) La lotta ebbe ancora qualche ripresa nel
1200, ma terminò con Innocenzo III (Concilio
Lateranense IV del 1215).
 g) Alla fine del 1300 ritornò l’ingerenza statale
nella nomina dei vescovi, ma questa volta per
concessione pontificia (vari concordati), fatta
soprattutto per ottenere per la Chiesa di
qualche nazione o per lo Stato Pontificio "beni
maggiori". Sorsero così varie forme di
regalismo (gallicanesimo, giuseppinismo...),
che rimasero fino alla Rivoluzione Francese
(fine 1700).
 h) Nel 1800-1900 si stipularono vari concordati
fra Stati e Santa Sede, che permisero ancora
ingerenze statali nelle nomine dei vescovi (si
richiedeva infatti almeno il gradimento statale
del vescovo eletto, oppure la scelta da parte
dello Stato su una terna di nomi, ...). Alcuni
Stati intervennero anche nella elezione del
vescovo di Roma. Il culmine fu raggiunto nel
1904 col veto posto dall’Austria all’elezione a
papa del card. Rampolla, veto che portò
all’elezione di Pio X. Pio X però, con un suo
decreto, eliminò (speriamo per sempre) ogni
ingerenza degli Stati nell’elezione del papa.
 i) Il Concilio Vaticano II invitò i capi di
stato cattolici (Iralia, Spagna e Portogallo)
a rinunciare spontaneamente ai diritti e
privilegi che avevano in relazione alla
nomina dei vescovi e fece voti che in futuro
non fossero più concessi (Decreto
sull’Ufficio Pastorale dei Vescovi n. 20 del
28.X.1965).
 Un'evoluzione analoga all'elezione dei vescovi
si è avuta nei modi per scegliere i preti da
ordinare. Col tempo è prevalsa la consuetudine
di affidare al vescovo e ai suoi collaboratori il
totale
controllo
sulla
formazione
e
sull'elezione dei preti. Tuttavia il popolo
cristiano in molte occasioni è stato chiamato
ad esprimere il proprio consenso (applausi)
oppure la propria eventuale opposizione
all'ordinazione.
 Quindi
il vescovo ordinante tiene
l’omelia nella quale illustra le letture e
parla ai presenti e all’eletto sul
ministero del rispettivo grado del
sacramento
(diacono,
presbitero,
vescovo).
 Vescovo:
Figlio carissimo, prima di ricevere l’ordine del
diaconato, devi manifestare davanti al popolo di Dio la volontà di
assumerne gli impegni.

 Vescovo: Vuoi essere consacrato al ministero nella Chiesa per
mezzo dell’imposizione delle mie mani con il dono dello Spirito
Santo?
 Eletto: Sì, lo voglio.
 Vescovo: Vuoi esercitare il ministero del diaconato con umiltà e
carità in aiuto dell’ordine sacerdotale, a servizio del popolo
cristiano?

 Vescovo: Vuoi, come dice l’Apostolo, custodire in una coscienza
pura il mistero della fede, per annunziarla con le parole e le
opere, secondo il Vangelo e la tradizione della Chiesa?
 Vescovo: Tu che sei pronto a vivere nel celibato: vuoi in segno
della tua totale dedizione a Cristo Signore custodire per sempre
questo impegno per il regno dei cieli a servizio di Dio e degli
uomini?

 Vescovo: Vuoi custodire e alimentare nel tuo stato di vita lo
spirito di orazione e adempiere fedelmente l’impegno della
Liturgia delle ore, secondo la tua condizione, insieme con il
popolo di Dio per la Chiesa e il mondo intero?

 Vescovo: Tu che sull’altare sarai messo a contatto con il corpo e
sangue di Cristo vuoi conformare a lui tutta la tua vita?
 Eletto: Sì, con l’aiuto di Dio, lo voglio.

 L’ordinando ora si inginocchia e pone le proprie mani
congiunte in quelle del Vescovo.

 Vescovo: Prometti a me e ai miei successori
filiale rispetto e obbedienza?

 Eletto: Sì, lo prometto.

 Vescovo: Dio che ha iniziato in te la sua opera, la
porti a compimento.
 Vescovo:
Figlio carissimo, prima di ricevere l’ordine del
presbiterato, devi manifestare davanti al popolo di Dio la volontà
di assumerne gli impegni.

 Vescovo: Vuoi esercitare per tutta la vita il ministero sacerdotale
nel grado di presbitero, come fedele cooperatore dell'ordine
dei vescovi nel servizio del popolo di Dio, sotto la guida dello
Spirito Santo?
 Eletto: Sì, lo voglio.
 Vescovo: Vuoi adempiere degnamente e sapientemente il
ministero della parola nella predicazione del Vangelo e
nell'insegnamento della fede cattolica?

 Vescovo: Vuoi celebrare con devozione e fedeltà i misteri di
Cristo secondo la tradizione della Chiesa, specialmente nel
sacrificio eucaristico e nel sacramento della riconciliazione, a
lode di Dio e per la santificazione del popolo cristiano?
 Vescovo: Vuoi, insieme con noi, implorare la divina
misericordia per il popolo a te affidato,
dedicandoti assiduamente alla preghiera,
come ha comandato il Signore?
 Vescovo: Vuoi essere sempre più strettamente
unito a Cristo sommo sacerdote, che come vittima
pura si è offerto al Padre per noi, consacrando te
stesso a Dio insieme con lui per la salvezza di
tutti gli uomini?
 Eletto: Sì, con l’aiuto di Dio, lo voglio.

 L’ordinando ora si inginocchia e pone le proprie mani
congiunte in quelle del Vescovo.

 Vescovo: Prometti a me e ai miei successori
filiale rispetto e obbedienza?

 Eletto: Sì, lo prometto.

 Vescovo: Dio che ha iniziato in te la sua opera, la
porti a compimento.
 Vescovo: L’antica tradizione dei santi padri richiede che
l’ordinando vescovo sia interrogato in presenza del popolo sul
proposito di custodire la fede e di esercitare il proprio
ministero.
 Vescovo: Vuoi, fratello carissimo, adempiere fino alla morte il
ministero a noi affidato dagli Apostoli, che noi ora
trasmettiamo a te mediante l’imposizione delle mani con la
grazia dello Spirito Santo?
 Eletto: Sì, lo voglio.
 Vescovo: Vuoi predicare, con fedeltà e perseveranza, il Vangelo
di Cristo?

 Vescovo: Vuoi custodire puro e integro il deposito della fede,
secondo la tradizione conservata sempre e dovunque nella
Chiesa fin dai tempi degli Apostoli?
 Vescovo: Vuoi edificare il corpo di Cristo, che è la Chiesa,
perseverando nella sua unità, insieme con tutto l’ordine
dei vescovi, sotto l’autorità del successore del beato
apostolo Pietro?
 Vescovo: Vuoi prestare fedele obbedienza al successore
del beato apostolo Pietro?
 Vescovo: Vuoi prenderti cura, con amore di padre, del
popolo santo di Dio e con i presbiteri e i diaconi, tuoi
collaboratori nel ministero, guidarlo sulla via della
salvezza?

 Vescovo:
Vuoi
essere
sempre
accogliente
e
misericordioso, nel nome del Signore, verso i poveri e
tutti i bisognosi di conforto e di aiuto?
 Vescovo: Vuoi, come buon pastore, andare in
cerca delle pecore smarrite per riportarle
all’ovile di Cristo?
 Vescovo: Vuoi pregare, senza mai stancarti,
Dio onnipotente, per il suo popolo santo, ed
esercitare in modo irreprensibile il ministero del
sommo sacerdozio?
 Eletto: Sì, con l’aiuto di Dio, lo voglio.

 Vescovo: Dio che ha iniziato in te la sua opera, la
porti a compimento.
 Nella Chiesa latina l'elenco completo dei due
ordini è menzionato per la prima volta nella lettera
di papa Cornelio (251-253) a Fabio vescovo
di Antiochia, nella quale erano indicati gli ordini
allora in uso nella Chiesa di Roma.
 Nella Chiesa latina e orientale i diversi gradi
dell'ordine erano suddivisi in due categorie: ordini
maggiori (episcopato, presbiterato, diaconato e
suddiaconato) e ordini minori (accolitato,
esorcistato, lettorato, ostiariato), e questi ultimi
non erano sacramenti. Nella Chiesa latina chi
riceveva gli ordini, a partire da quelli minori,
veniva tonsurato e diventava chierico.
 Dopo il Concilio Vaticano II (cfr. il decreto Presbyterorum
Ordinis) gli ordini minori sono stati ridotti e non vengono
più chiamati ordini, ma ministeri: sono quelli dell'accolito e
del lettore. Per quanto riguarda gli ordini maggiori,
la teologia cattolica non parla più di ordini (al plurale), ma
di tre gradi dell'unico sacramento dell'Ordine:
 Episcopato: i vescovi sono i successori degli apostoli.
Esercitano il triplice ministero dell'insegnamento (munus
propheticum o munus docendi), del governo pastorale
(munus regalis o munus regendi), della santificazione
(munus sacerdotalis o munus liturgicum). In età apostolica
le loro funzioni erano indistinte rispetto quelle dei
presbiteri. Dal II secolo sono normalmente i pastori delle
Chiese locali (diocesi).
 Presbiterato: presbiteri o preti: sono i collaboratori dei
vescovi, con i quali condividono predicazione della Parola
di Dio, presidenza dell'Eucaristia e delle altre celebrazioni
sacramentali, esclusa, normalmente, la confermazione e il
conferimento dell'Ordine sacro. Possono esercitare il
ministero nella guida di una parrocchia (in tal caso si
dicono parroci), o in qualunque altro ministero che gli
affidi il vescovo proprio, cui devono obbedienza. Quando
sono inviati dalla loro diocesi come missionari sono
detti fidei donum.
 Diaconato: i diaconi sono collaboratori dei vescovi nella
modalità del servizio. Predicano la parola di Dio,
amministrano il battesimo, assistono alla celebrazione
del Matrimonio, coordinano il ministero della carità nella
chiesa.
 L’invito alla preghiera e l’invocazione dei
Santi esprime la comunione tra la Chiesa
terrena, riunita per la celebrazione, e la
Chiesa celeste, Angeli e Santi, i quali
partecipano sacramentalmente alla lode di
Dio; l’eletto, intanto, si stende a terra in
segno di profonda umiltà e di totale
disponibilità a lasciarsi plasmare dallo
Spirito di Dio.
 Il
Vescovo (ordinazione diaconale), il
Vescovo e dopo di lui tutti i presbiteri in
segno
di
comunione
(ordinazione
presbiterale), il Vescovo e dopo di lui tutti i
Vescovi
concelebranti
(ordinazione
episcopale) impone le mani sul’eletto.
 L’antico gesto dell’imposizione delle mani sul
capo dell’eletto rende visibile lo Spirito Santo
che viene donato per il ministero.
 O Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre
di misericordia e Dio di ogni consolazione, tu abiti
nell’alto dei cieli e volgi lo sguardo su tutte le
creature e le conosci ancor prima che esistano.
 Con la parola di salvezza hai dato norme di vita
nella tua Chiesa: tu, dal principio, hai eletto
Abramo come padre dei giusti, hai costituito capi e
sacerdoti per non lasciare mai senza ministero il
tuo santuario, e fin dall’origine del mondo hai
voluto esser glorificato in coloro che hai scelto.
 Effondi ora sopra questo eletto la potenza che viene
da te, o Padre, il tuo Spirito che regge e guida: tu lo
hai dato al tuo diletto figlio Gesù Cristo ed egli lo
ha trasmesso ai santi Apostoli, che nelle diverse
parti della terra hanno fondato la Chiesa come tuo
santuario a gloria e lode perenne del tuo nome.
 O Padre, che conosci i segreti dei cuori, concedi a
questo tuo servo, da te eletto all’episcopato, di
pascere il tuo santo gregge e di compiere in modo
irreprensibile la missione del sommo sacerdozio.
 Egli ti serva notte e giorno, per renderti sempre a
noi propizioe per offrirti i doni della tua santa
Chiesa. Con la forza dello Spirito del sommo
sacerdozio abbia il potere di rimettere i peccati
secondo il tuo mandato; disponga i ministeri della
Chiesa secondo la tua volontà; sciolga ogni vincolo
con l’autorità che hai dato agli Apostoli. Per la
mansuetudine e la purezza di cuore sia offerta viva
a te gradita per Cristo tuo Figlio.
 A te, o Padre, la gloria, la potenza, l’onore per
Cristo con lo Spirito Santo, nella santa Chiesa, ora
e nei secoli dei secoli. Amen
 A significare quanto è avvenuto con l’imposizione
delle mani e con la preghiera, il nuovo presbitero
(diacono) indossa stola e casula (la stola in
diagonale e la dalmatica): il Celebrante unge col
sacro crisma il capo del nuovo Vescovo (le mani del
presbitero); e consegna al Vescovo il libro dei
Vangeli, l’anello, la mitria e il pastorale (al
presbitero il pane e il vino, al diacono il Vangelo).
Segue l’abbraccio di pace con l’Ordinante e i
confratelli.
 Nella Chiesa, soprattutto latina, ci sono anche:
 • Cardinali che in antico erano i notabili del clero
di Roma ed ora sono i vescovi più in vista nella
cristianità. Dal punto di vista sacramentale sono e
restano vescovi che, però, aiutano il papa nelle
questioni importanti e hanno voce attiva e passiva
nell’elezione del papa.
 Si dividono in cardinali di curia (i capi dei dicasteri
della curia romana) e cardinali vescovi residenziali:
(i vescovi delle più importanti città del mondo e
spesso i capi delle conferenze episcopali).
 Vescovi titolari che sono vescovi che non hanno la
cura di una diocesi particolare. Per rispettare la
tradizione che vuole che ogni vescovo abbia una
diocesi, si è ricorsi alla "scappatoia" di affidare loro
una diocesi antica ormai inesistente.
 Di solito sono
 - nunzi apostolici (= ambasciatori del Vaticano);
 - delegati apostolici (= incaricati del Vaticano);
 - vescovi emeriti (in pensione);
 - funzionari del Vaticano.
Questa presentazione è stata realizzata utilizzando anche materiale reperibile su:
http://www.vatican.va/
http://didaskaleion.murialdo.org/
http://it.wikipedia.org/
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Il sacramento dellOrdine