L’Opuscolo è parte del Progetto YUS - Youth secUre Streets (JUST/2009/DAP3/AG/138630-CE-390932/00-72), promosso dalla Regione Abruzzo in partenariato con Associazione Focolare Maria Regina onlus, Comune di Pescara, Provincia di Cordoba, Centre for Economic and Social Inclusion. Coordinatore di Progetto Provincia di Cordoba Comune di Pescara Centre for Economic and Social Inclusion Ass. “Focolare Maria Regina Onlus” Disclaimer L’Opuscolo è stato realizzato con il contributo finanziario del Programma DAPHNE III della Commissione Europea. I contenuti della pubblicazione sono sotto l’esclusiva responsabilità dei Partner del Progetto YUS (Regione Abruzzo, Associazione Focolare Maria Regina onlus, Comune di Pescara, Provincia di Cordoba, Centre for Economic and Social Inclusion) e in nessun caso può essere ritenuto che riflettano punti di vista della Commissione Europea. La redazione dell’Opuscolo è stata coordinata dal dr. Gianluca Antonucci (Associazione Focolare Maria Regina Onlus), in collaborazione con i Partner del progetto YUS e con il contributo delle Local Task Forces e dei Laboratori giovanili attivati in Italia, Regno Unito e Spagna. La grafica e la stampa sono state curate dalla Regione Abruzzo. Il documento è disponibile in formato elettronico (pdf) sul Blog www.yus-project.eu. Introduzione La violenza giovanile è un fenomeno che assume connotati sempre più preoccupanti nelle città europee ed è tra i principali fattori che influenzano, oggi, la percezione di rischio e il senso di insicurezza dei cittadini. Per questo, le politiche giovanili e di legalità dell’Unione Europea e degli Stati membri considerano la prevenzione della violenza giovanile di strada un tema assolutamente prioritario e delicato, da affrontare nell’ambito di specifici piani di azione e con il coinvolgimento di tutte le componenti della società, a cominciare dalla famiglia. Stampato nel gennaio 2013 Questo Opuscolo informativo intende essere un’opportunità di riflessione per le famiglie impegnate nel difficile compito di educare e accompagnare nel percorso di crescita i propri figli. Punta l’attenzione su alcuni aspetti particolarmente delicati per la costruzione di rapporti positivi nell’ambito familiare, che resta il primo e più importante luogo di formazione dei futuri cittadini. L’Opuscolo è frutto del lavoro dei ragazzi, delle ragazze e degli adulti coinvolti nelle attività del Progetto europeo YUS (Youth Secure Streets) in Italia, Regno Unito e Spagna, che, con la condivisione e la discussione di idee e punti di vista sui diversi aspetti della violenza giovanile, hanno contribuito a fissare le basi di questo libretto: 3 • Violenza non è solo la forza fisica usata per fare male a qualcuno o qualcosa. Ci sono molti modi per essere violenti e ferire dentro e fuori le persone che ci sono attorno, o danneggiare l’ambiente che ci circonda e la nostra società; Genitori “esempio” per i giovani • I modelli di comportamento quotidiano in famiglia sono la fonte principale per la costruzione della personalità dei figli e del loro modo di essere cittadini e parte della comunità; • Violenza e comportamenti anti-sociali da parte dei giovani sono spesso segnali di disagi individuali e familiari più o meno latenti, ma possono essere anche espressione della difficoltà di conciliare scelte e modi di vita con i modelli sociali esistenti; • Non si possono comprendere le diverse sfaccettature della violenza giovanile considerando i giovani come un problema e, come tali, destinatari di scelte e decisioni prese dall’alto. Per essere efficace, la prevenzione deve partire dai giovani stessi, interrogandoli e coinvolgendoli per comprenderne bisogni, aspettative e problematiche e per costruire messaggi positivi che siano realmente comprensibili e condivisibili dagli stessi giovani destinatari. D’altra parte, gli eventi recenti in tutta Europa hanno dimostrato che la violenza giovanile, oggi, non è circoscritta a pochi quartieri periferici delle grandi metropoli, ma si estende al centro di città anche piccole, e coinvolge giovani delle più diverse estrazioni sociali. L’ampiezza del fenomeno e la diversità delle sue manifestazioni richiedono strategie di azione basate sulla prevenzione e la crescita sociale e culturale di tutta la comunità, piuttosto che su interventi di controllo, repressione e riabilitazione verso i giovani autori di violenza, dagli effetti più limitati, incerti e di breve periodo. 4 e/o troppo severa, disarmonia nel rapporto tra i genitori, e, ultimo ma non meno importante, un coinvolgimento limitato nelle attività del figlio. Quest’ultimo aspetto viene spesso sottovalutato, a causa del ritmo frenetico della vita moderna, sia dei genitori che dei figli, che portano a ridurre il tempo trascorso insieme e limitare la conoscenza delle rispettive vite. È ormai dimostrato che le persone cresciute in contesti familiari e litigiosi hanno maggiori probabilità di essere aggressive, prima con i loro coetanei e poi, da adulti, con figli e partner. La violenza viene conosciuta attraverso la “trasmissione culturale” di atteggiamenti violenti nei modi e nei costumi. In effetti, assistere quotidianamente a comportamenti aggressivi quando non addirittura esserne vittime può portare i giovani a vedere la violenza come un mezzo appropriato per punire irregolarità, per risolvere i problemi e le controversie. Diversi aspetti della genitorialità possono contribuire a comportamenti violenti e devianti nei bambini e negli adolescenti: scarsa sorveglianza, disciplina irregolare Per assicurare la messa in atto, da parte dei giovani, di comportamenti che siano irrispettosi della proprietà comune e/o anti-sociali nei confronti degli altri, l’esempio dei genitori diventa ancor più importante perchè è da loro che i figli, fin dalla più tenera età, imparano a relazionarsi con gli altri ed il rispetto delle norme di convivenza comune. Se un bambino vede i genitori non 5 avere comportamenti rispettosi delle altre persone e dell’ambiente (es. attenzione verso le persone anziane o disabili, gettare cicche di sigarette o carte per terra, etc.) e talvolta nemmeno delle norme (es. parlare al cellulare senza auricolare in macchina, non fermarsi sulle strisce pedonali), tenderà a pensare come corretti questi atteggiamenti e a ritenere che le regole di comportamento civile non sono poi così importanti per la comunità, in quanto sono sempre aggirabili. Se in casa viene utilizzato un lin- guaggio pieno di pregiudizi o stereotipi o comunque derisorio verso certe persone (contro gli stranieri, le donne, contro una religione diversa, etc.), il ragazzo non imparerà solo ad usare quel linguaggio, ma farà propri anche i pensieri e le discriminazioni implicate. Parlate con i vostri figli, specie quando sono adolescenti, sui diversi modi per risolvere i problemi senza far ricorso a violenza verbale o fisica. Portate ad esempio modalità che non fanno ricorso alla forza per arrivare alla soluzione dei problemi. Cercate di evitare di fare assistere ai vostri figli a liti e discussioni con il vostro partner, quando siete in disaccordo sulla soluzione di un problema. Iniziate da voi stessi ad imparare a “contare fino a 10” e a calmare gli animi; se non vi è possibile controllare la rabbia, dite a vostro figlio che avete bisogno di un po’ di tempo per riordinare i vostri pensieri e riportare la situazione sotto controllo. In questo modo, inconsapevolmente, i genitori si fanno portatori involontari di modelli di relazione sociale che possono incoraggiare la violenza e l’aggressività, nonché il rifiuto delle norme sociali. Spunti di riflessione per genitori e familiari Tenete sempre a mente che i vostri figli imparano da voi fin dalla più tenera età, anche quando non sono in grado di capire chiaramente di cosa state parlando con il vostro partner, imparano in ogni caso il modo in cui “trattare” con gli altri. Evitate di essere aggressivi nei comportamenti, altrimenti potreste insegnare che il modo migliore per risolvere un problema è l’uso della forza se non addirittura della violenza. La punizione fisica può anche portare all’obbedienza a breve termine, ma con il tempo tende ad aumentare la probabilità di comportamenti aggressivi e violenti in chi li subisce. La punizione o anche il semplice fatto di alzare la voce per essere ascoltati rappresentano nel breve un modo “veloce” per essere ascoltati e seguiti, ma, in alcuni casi, tali comportamenti potrebbero avere effetti enormi sulla crescita dei ragazzi fin dalla tenera età. L’uso di modi coercitivi porta i ragazzi ad imparare che devono fare o non fare qualcosa non perché sia giusto o sbagliato, ma semplicemente perché qualcuno più forte di loro li “forza” ad agire in un certo modo. 6 Provate sempre a risolvere insieme i problemi con i vostri figli specie nell’età dell’adolescenza. Pensare insieme sulle opzioni e le conseguenze di determinati comportamenti porta ad apprendere modi diversi per risolvere i conflitti ed anche per far valere le proprie ragioni. Ponete sempre regole e limiti ed assicuratevi che i vostri ragazzi conoscano il valore delle regole da seguire e i rischi di una mancata osservanza. Ricordate sempre che il modo migliore per insegnare il rispetto delle regole è quello dell’esempio. Mostrate innanzitutto voi stessi, di fronte ai vostri figli che le regole, così come le persone vanno rispettate: seguite sempre quanto prescritto dalle norme nei diversi luoghi; rispettate gli altri anche se la pensavo diversamente da voi; evitate di usare linguaggi irrispettosi nei confronti degli altri; evitate detti e atteggiamenti che si basano su stereotipi e pregiudizi. 7 Aiutate i vostri figli ad imparare a “gestire” i momenti di ira. Si tratta di un sentimento normale che non deve essere visto solo negativamente, bensì “gestito” in modo appropriato. Insegnate ai vostri adolescenti che è normale, in alcuni casi, provare risentimento o essere adirati, ciò che è sbagliato è perdere il controllo e pensare che la violenza, fisica o verbale, sia il modo migliore per risolvere la questione. Fate sempre attenzione al linguaggio che usate ed al modo con cui vi relazionate con gli altri di fronte ai vostri figli. Il rispetto per la proprietà comune, per le persone svantaggiate, per chi ha una cultura diversa dalla nostra va appreso fin dalla più tenera età grazie all’esempio dei genitori. Il Punto di vista dei ragazzi…sul blog e nei laboratori YUS «Preferisco parlare con mia mamma quando dorme così posso dire di averle raccontato tutto senza che lei possa sgridarmi». «Il rapporto con i Miei è cambiato tantissimo da quando ho iniziato l’Università. Prima non avevo un vero dialogo con loro, ci parlavo solo se c’era un problema che non potevo risolvere. Adesso parlo di tutto e sento che solo ora mi stanno conoscendo veramente, perché esprimo liberamente i miei pensieri, anche se non sono in linea con i loro». «Credo di non parlare con loro di certe cose soltanto per pudore, non ha senso confidarmi su cose tanto intime ». «Ai miei genitori credo non interessi quello che mi preoccupa, ma solo se faccio il mio dovere». 8 9 IL CONTESTO SOCIALE: IL VICINATO E LA “STRADA” Molti studi sulla violenza giovanile concordano sulla rilevanza del contesto sociale in cui si cresce, rispetto al rischio per i giovani di “accettazione” di comportamenti violenti e anti-sociali come modalità di espressioni legittime dei propri punti di vista e per risolvere i conflitti con i coetanei. Il “quartiere” e, più in generale, l’ambiente di vita in cui i giovani iniziano ad esprimere il proprio ruolo in modo indipendente dagli adulti sono un’importante fonte di socializzazione. In questo senso, meritano la massima attenzione da parte della famiglia le modalità di interazione dei propri figli con i coetanei in tutti i possibili contesti sociali (strada, centri ricreativi, campi sportivi, cinema, scuola, etc.), dato che queste interazioni possono portare, soprattutto gli adolescenti, a considerare affascinanti modelli di comportamento non convenzionali, o alternative culturali che considerano la violenza come uno strumento per risolvere i problemi, quando non addirittura un modo per diventare un leader del gruppo. Anche in questo caso, è una 10 affrontare i problemi. Come riconosciuto anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, esse vittima di violenze o assistere a comportamenti violenti e aggressivi nell’età della crescita aumenta la probabilità di assumere atteggiamenti tolleranti verso la violenza nel corso della propria vita e di percepirla come uno dei modi possibili per affrontare situazioni problematiche. questione di apprendimento sociale nel percorso di sviluppo dei giovani, che a volte può partire dall’essere vittima, per arrivare, col tempo, a diventare perpetratori di comportamenti e atti violenti. L’essere vittima di violenza intensifica la probabilità di sviluppare un atteggiamento tollerante verso la violenza, portando ad una visione della violenza quale metodo per Spunti di riflessione per genitori e familiari Ricordate che è normale per i bambini e i ragazzi vivere attivamente nel proprio contesto sociale. Le attività ricreative e sportive, ma anche il semplice passare il tempo con i propri compagni, è una parte fondamentale del percorso di crescita. È importante, però, non sottovalutare le possibili conseguenze che esempi negativi e cattive amicizie possono avere sullo sviluppo della personalità dei propri figli. 11 Il Punto di vista dei ragazzi…sul blog e nei laboratori YUS Parlate sempre con vostro figlio/a sull’importanza dell’evitare situazioni potenzialmente pericolose quando si è fuori con gli amici, e quando fate questo tenete bene a mente che i giovani non sempre seguono le regole, fa parte della loro crescita. Quindi, né controllo rigido ed estremo ma neanche troppa fiducia nel semplice dialogo. La violenza non è generata solo da problemi, ma anche da parte delle persone con cui trascorri il tuo tempo... Dipende dagli amici che hai, se il tuo amico ti aiuta ad affrontare i problemi è veramente un amico (...) Sì, ma spesso non ti ascoltano» Trovate il tempo e gli spazi giusti per parlare con vostro/a figlio/a dei suoi problemi. A volte alcuni problemi ci possono sembrare banali, ma possono rivestire un ruolo centrale nel contesto nel quale i vostri figli stanno crescendo. Se ci si sente soli e/o senza possibilità, quando si è vittime di violenza verbale e/o fisica, si può reagire iniziando ad accettare la violenza, invece di respingere comportamenti errati da parte dei coetanei e/o di giovani più grandi di qualche anno. Evitate di pensare che vi siano luoghi o contesti “sicuri” nei quali non può accadere nulla a vostro/a figlio/a. Qualunque contesto può essere potenzialmente pericoloso e portare i giovani ad accettare comportamenti sbagliati e/o violenti. In sintesi, se esistono le cattive compagnie, non è vero che esistono compagnie assolutamente “buone”. 12 «A volte la violenza può essere anche una scelta personale, questo avviene soprattutto quando non ci si sente a proprio agio con se stessi e quindi ci si sfoga sugli altri (...) Può capitare nella vita di stare in un brutto periodo e di non sentirsi a proprio agio, di stare male con se stessi (…) non si sceglie ma ti viene spontaneo (…) Bisogna saper reagire,essere forti e sapersi rialzare sempre senza lasciarsi condizionare dalle ‘cattive compagnie’» «Se i genitori non danno importanza ai propri figli, è normale essere violenti. Invece, se gli sono vicino, possono aiutarlo a risolvere i suoi problemi. … Ma può dipendere dalle compagnie; i genitori possono far capire ai figli che stanno frequentando compagnie sbagliate» 13 Televisione, Internet e Video-giochi Diversi studi hanno dimostrato che un bambino, dalla prima infanzia all’età di 18 anni, vede, in media, in televisione più di 100.000 atti violenti, anche a causa dell’elevato numero di ore del giorno passate davanti a trasmissioni televisive senza la supervisione dei genitori. E’ importante per i genitori riuscire a guidare i propri figli su come interpretare e trattare immagini e contenuti della televisione, anche violenti in taluni casi, come possono essere ad esempio quelli dei notiziari. Il rischio che si corre, altrimenti, è quello di alimentare una pericolosa normalizzazione della violenza e dell’aggressività nel percorso di crescita degli adolescenti, viste come forme legittime di risoluzione di conflitti e come fonti di affermazione sociale, anche perché proposte come modelli di comportamento positivo da numerosi “eroi” e personaggi della TV e dei video-giochi. Soprattutto in età precoce, i bambini esposti alla violenza televisiva non sono in grado di distinguere la realtà dalla fantasia e possono facilmente imitare tali atti quando giocano con i coetanei, essendo a volte persino incapaci di entrare in empatia con le vittime della violenza. Inoltre, se è vero che l’esposizione a immagini violente in televisione può avere effetti negativi sui bambini e sugli adolescenti, va anche considerato che, oggi, la TV non è più il principale strumento tecnologico a disposizione dei giovani, affiancata e superata da video-giochi, siti web, smart-phone, sociali network. Questi strumenti possono essere, al pari e forse più ancora della televisione, cattivi “trasmettitori” di immagini, atteggiamenti, modi di pensare violenti. I giochi violenti, ad esempio, rappresentano davvero un grande rischio. Quando è impegnato in un gioco “fantasy”, un bambino o un adolescente può essere incapace di distinguere chiaramente la realtà dalla fantasia: se il miglior giocatore è quello in grado di colpire e/o uccidere gli altri giocatori, atti e comportamenti violenti potrebbero essere visti, anche nella vita reale, come un modo corretto di agire, senza considerare che nella vita reale non c’è il “game over” e la possibilità di far ripartire il gioco per una nuova partita. Il continuo 14 sviluppo e miglioramento della grafica dei video-giochi, infine, contribuisce a mettere i giovani giocatori in una condizione persino peggiore di quella che si ha quando si guarda la televisione. Perché nel gioco non si è semplici spettatori, ma “protagonisti” dell’azione. Altro aspetto da prendere in considerazione è la facilità di accesso a siti web e/o comunità online che diffondono messaggi razzisti e violenti. In questo caso, il rischio per i genitori è quello di non riuscire a cogliere i segnali di una eventuale adesione dei propri figli a gruppi di discussione violenti e discriminatori, in quanto la condivisione di messaggi e idee violenti si sviluppa solo in modo “virtuale”, ma con significativi impatti negativi nello sviluppo delle loro idee. Spunti di riflessione per genitori e familiari Negare o vietare la visione di immagini violente, specie quelle dei notiziari, non è utile alla crescita dei figli, così come pure sarebbe controproducente vietare l’uso di giochi elettronici o la navigazione in Internet. È importante, però, “guidare” i giovani nell’espressione di un valido giudizio di merito sulle immagini e sui messaggi dei media, così come è utile porre delle regole nell’utilizzo di Internet e dei video-giochi, e soprattutto insegnare la differenza tra la realtà virtuale e quella effettiva, sottolineando i danni che potrebbero derivare da una confusione tra virtuale e reale. Ponete limiti al tempo che i vostri figli passano a guardare la televisione e a giocare con e-games. Vietate loro la visione di film e programmi violenti e/o diseducativi così come il gioco con e-games violenti. Se assistete con i vostri figli ad immagini violente trasmesse dai media, parlate con loro su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato e su come vi siano modi diversi per risolvere situazioni di conflitto. Se assistete con i vostri figli ad immagini violente trasmesse dai media, parlate con loro su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato e su come vi siano modi diversi per risolvere situazioni di conflitto. Il Punto di vista dei ragazzi…sul blog e nei laboratori YUS «Sai non è come in un video, per esempio dei 50 Cent, a volte tu cammini e pensi, posso fare anche io lo stesso a casa?» 15 ALCOOL e DROGHE Se il proprio figlio/a fa abuso di alcol o uso di droga, la prima preoccupazione per i genitori è, ovviamente, la sua salute. In questo senso, però, va sottolineato come, a volte, l’ansia e la preoccupazione nascono quando c’è, da parte dei genitori, la percezione della dipendenza, e talvolta episodi occasionali tendono a essere sottovalutati. Al contrario, ogni episodio potrebbe essere molto pericoloso, soprattutto se si considera il rischio di comportamenti violenti e anti-sociali asso- ciati al consumo di sostanze, che limitano il pieno controllo delle proprie azioni e la percezione del pericolo. È ampiamente riconosciuto che alcool e droghe sono tra i principali fattori di rischio per i giovani di essere sia vittime che autori inconsapevoli di violenza, in quanto l’ubriachezza e gli effetti delle sostanze alterano la capacità di leggere la realtà e interferiscono sulle facoltà di elaborazione delle informazioni in entrata e di valutare i diversi rischi connessi. Inoltre aumentano labilità emotiva e impulsività, riducono il controllo fisico e la capacità di “leggere” i segnali di allarme. In un certo senso tutte le persone, e i giovani in particolare, sotto gli effetti di sostanze che alterano le facoltà cognitive, perdono la capacità di avere dei limiti, sottovalutando o non considerando affatto le conseguenze di atti di violenza e/o comportamenti pericolosi. In molti casi, l’alcol in particolare, ma anche alcune droghe (molte delle quali erroneamente considerate dai giovani come quasi innocue e senza alcun effetto a lungo termine) sono visti come strumenti per “rituali di iniziazione” che sono parte della cultura giovanile. Non va sottovalutata la grande diffusione, tra i giovani, del cosiddet16 to “binge drinking” (assunzione di diversi tipi di bevande alcoliche in un intervallo di tempo breve). Spesso è inteso come un modo per non pensare ai “problemi” quotidiani quando non addirittura un modo di essere più “coraggiosi”, portando i giovani a considerare l’alcol come una sostanza in grado di dare fiducia e coraggio in occasioni speciali. Così come non va sottovalutata la grande diffusione di “nuove” droghe sintetiche, sempre più a buon mercato e di facile reperibilità, in particolare per gli adolescenti che, spesso, sottovalutano i rischi connessi all’uso tali sostanze, nella convinzione che il consumo “occasionale” non è pericoloso e potrebbe essere un modo valido e veloce per vincere paure e vivere meglio occasioni particolari. Spunti di riflessione per genitori e familiari Mai pensare ‘non riguarda mio figlio/a!’ Anche l’uso o abuso occasionale potrebbero essere molto pericolosi, se si considerano tutti i rischi connessi all’essere autori involontari di atti di violenza e/o di comportamenti davvero pericolosi commessi sotto l’effetto di sostanze che alterano la capacità di avere piena contezza delle proprie azioni. È importante insegnare ai propri figli l’importanza e la forza del “dire no” a determinate scelte o comportamenti, affinché non si facciano “trascinare” verso l’abuso di alcool o uso di droghe dai loro coetanei. Si tratta di un processo graduale nel corso della crescita nel quale è importante stabilire un buon rapporto genitori figli. 17 L’esempio in questi casi è più importante di molte parole. Genitori e famigliari dovrebbero riconsiderare attentamente l’uso di alcool (ma anche di tabacco, medicinali, etc.) ed essere attenti a non mostrare eccessi e superficialità nel considerare il pericolo di queste sostanze. È importante non sottovalutare alcun segnale di “pericolo” riguardo ad un uso, anche solo occasionale, di sostanze da parte dei propri figli. È importante non sottovalutare alcun segnale, ma anche evitare di giungere a conclusioni affrettate che potrebbero minare la fiducia genitori figli. Il Punto di vista dei ragazzi…sul blog e nei laboratori YUS «L’uso di alcool ci permette di fare tante risate, ci fa divertire, ci fa essere più socievoli ed allegri» «L’alcool è di compagnia, un passatempo, con il quale si dimenticano tante cose» «Credo che a tutti capiti di ubriacarsi almeno una volta nella vita, poi giustamente a seconda delle circostanze si può proseguire questo cammino, oppure decidere di fermarsi... sfortunatamente non sempre la prima volta ti avvisano dicendoti a cosa vai incontro, o perché si ignora questo genere di pericoli o perché non ti importa delle conseguenze che potresti subire» «Mio padre è molto anziano e anche mia madre, ora parlo maggiormente con loro ma mai di cose come ‘ho bevuto troppo’ o ‘mi sono fatto una canna’» 18 Il Progetto YUS YUS (Youth Secure Streets) è un progetto europeo finanziato dal Programma DAPHNE III, su iniziatica di Regione Abruzzo (IT), Comune di Pescara (IT), Associazione Focolare Maria Regina Onlus (IT), Provincia di Cordoba (SP) e Centre for Economic and Social Inclusion (UK). La violenza giovanile di strada è una questione sociale e di pubblica sicurezza attuale nelle città europee, come purtroppo attestano i recenti e sempre più frequenti episodi in tutti i Paesi dell’Unione (es. scontri in alcuni quartieri di Londra nell’Agosto 2011, la rivolta nelle banlieue francesi del 2005, le diffuse tensioni sociali contro comunità di minoranze etniche, episodi omofobici e razzisti). YUS intende contribuire ad affrontare queste problematiche, promuovendo strumenti innovativi di comunicazione sociale e prevenzione, basati sul coinvolgimento diretto e il lavoro comune dei giovani e delle comunità locali in tre Paesi europei (Italia, Spagna e Regno Unito). L’idea di YUS nasce proprio dalla convinzione che la sicurezza e il benessere sociale non possono essere solo questioni nelle mani della giustizia e delle forze dell’ordine, ma vadano perseguite con un approccio di prevenzione che nasce dalla comunità e basato sul dialogo, la partecipazione e la partnership di autorità pubbliche, privato sociale, giovani, famiglie, operatori economici. Il programma di lavoro YUS (Aprile 2011 – Marzo 2013) è così articolato: Strategia di prevenzione comunitaria contro la violenza giovanile di strada. L’obiettivo è sviluppare e promuovere un approccio preventivo e comunitario al problema della violenza giovanile di strada, basato sulla partecipazione delle comunità locali, sulla comparazione delle esperienze di successo attuate in Europa e su un’analisi sociologica applicata e multi-contesto. Le attività previste sono: (i) Ricerca comparativa sui programmi contro la violenza di strada in Europa e nel mondo; (ii) Attivazione di équipe di facilitatori nei 3 Paesi partecipanti, formati con il Masterclass sulla mediazione con i giovani; (iii) Costituzione di 3 Task force locali in Italia, Spagna e Regno Unito, per sviluppare, in un’ottica al contempo locale e transnazionale, azioni preventive della violenza e dei comportamenti antisociali tra i giovani; (iv) Sviluppo di un Piano d’azione e di strumenti operativi per famiglie, giovani e operatori per la gestione dei conflitti e delle tensioni. Programma europeo di partecipazione giovanile. L’obiettivo è sperimentare una innovativa e moderna strategia di comunicazione sociale giovanile, basata sulla creazione diretta dei messaggi di sensibilizzazione e sulla gestione degli strumenti di diffusione da parte dei giovani, da utilizzare nelle campagne di sensibilizzazione. Strumenti operativi di questa azione sono stati i 3 Laboratori per ragazzi e giovani tra i 12 e i 25 anni in Italia, Spagna e Regno Unito. Attraverso il Blog YUS (www.yus-project.eu) i ragazzi hanno postato e condiviso idee, opinioni e commenti sui diversi aspetti della violenza di strada e tra pari. Campagna di prevenzione della violenza giovanile di strada. L’obiettivo è sperimentare l’efficacia comunicativa degli strumenti di sensibilizzazione preparati con i contributi delle Task Force e dei Laboratori giovanili, attraverso 3 campagne cittadine di sensibilizzazione in Italia (Pescara), Spagna (Cordoba) e Regno Unito (Londra). 19 Realizzazione grafica: Ufficio Comunicazione Multimediale Struttura Stampa Giunta regionale d’Abruzzo Responsabile: Katia Scolta Impaginazione: Barbara Fabiani Fotografie: Roberto Chiarizia, Massimiliano Ibridi, Adelindo Paolucci 20