06_06 3-07-2006 12:55 Pagina 29 ASSOCIAZIONI, CONTRATTO, FORMAZIONE, PREVIDENZA, SANITÁ, SERVIZI DIRIGENTE • 6|2006 29 06_06 3-07-2006 12:55 Pagina 30 MANAGERITALIA DIBATTITO Quale futuro per le relazioni sindacali Questo il tema al centro dell’incontro tra Pietro Ichino e il direttivo di Manageritalia Interessante l’incontro con chi è considerato a ragione uno dei maggiori esperti in tema di lavoro e contrattazione. Pietro Ichino ha delineato i tratti principali del suo ultimo libro “A cosa serve il sindacato? Le follie di un sistema bloccato e la scommessa contro il declino”. Esistono, secondo l’editorialista del Corriere della Sera, due modelli di contrattazione sindacale: il primo, caratterizzato dal perseguimento della sicurezza con un alto contenuto assicurativo (modello “alfa”) a cui corrispondono livelli retributivi bassi ma certi, una maggiore propensione al conflitto, alla rivendicazione e alla difesa di diritti acquisiti. Il secondo, invece, – praticamente sconosciuto in Italia (modello “omega”) – caratterizzato da un basso contenuto assicurativo, che però predilige la “gestione” della scommessa comune tra imprenditori e lavoratori, lasciando maggior spazio a incentivi individuali e, quindi, a una distribuzione dei redditi – in caso di buoni risultati – più consistente. Entrambi i modelli sono legittimi – dice Ichino – ma in Italia lo sbilanciamento è quasi tutto verso il primo e non è praticamente possibile spostarsi verso il secondo, proprio perché qualsiasi proposta in tal senso è ingabbiata e paralizzata dall'obbligatorietà - e dall'inderogabilità erga omnes - del Ccnl. Tuttavia, sostiene Ichino, cambiare sarebbe possibile. In Italia si privilegia la conflittualità e lo strumento principe per la difesa dei diritti dei lavoratori è lo sciopero. Ichino ne mette in dubbio l’effettiva utilità, parla di un indiscriminato utilizzo italiano rispetto al contesto europeo, di una concezione per cui lo sciopero è un “diritto in sé”, usato come un'arma – spuntata – anche per cercare di risolvere diatribe interne (lotte di potere tra i sindacati maggiori e le numerose sigle sindacali minori). Ichino parla poi di un sindacato “chiuso” che ha portato, ad esempio, l’Alfa Romeo di Arese a perdere l’appuntamento con la rinascita quando la Nissan cercava in Europa un’area dove insediare un suo nuovo stabilimento. 30 DIRIGENTE •6|2006 Pietro Ichino, docente di diritto del lavoro all’Università Statale di Milano, ha incontrato i vertici di Manageritalia per parlare degli aspetti dell’odierna e futura contrattazione. “A che cosa serve il sindacato? Le follie di un sistema bloccato e la scommessa contro il declino”, questo il titolo del suo ultimo libro intorno al quale si è articolato il breve incontro, utile per capire come sia cambiato nel tempo il rapporto tra sindacati, lavoratori e istituzioni. 06_06 3-07-2006 12:55 Pagina 31 L’Italia non si propose nemmeno e la casa giapponese scelse Sunderland, in Gran Bretagna evidenziando la differenza essenziale tra i due modelli sindacali: quello inglese, capace di accettare una scommessa e di negoziare un progetto comune con il management, e quello italiano, fermo sulle proprie posizioni, lontano da qualsiasi alternativa e restio a qualsivoglia contrattazione in deroga ai ccnl (dove “in deroga” non significa necessariamente “al ribasso”). In Italia manca quindi – dice Ichino – la predisposizione a scommettere, manca la disponibilità a mettere in discussione un sistema di relazione consolidato. Interessanti, infine, le sollecitazioni dei presenti sul tema della rappresentanza sindacale della nostra categoria, su ciò che si dovrebbe e potrebbe fare per migliorare e innovare. Le differenze tra un sindacato dei lavoratori e un’organizzazione di rappresentanza di manager come Manageritalia sono sostanziali, dice Ichino, ciò nonostante la Federazione potrebbe farsi carico di un ruolo sempre più propositivo, lavorando anche in sede contrattuale – Lorenzo Guerriero ha ricordato che la Federazione ha sempre fatto così, confrontandosi anche duramente con le controparti datoriali - affinché, ad esempio, si portassero avanti della “scommesse” soprattutto nell’area degli incentivi individuali, uno tra gli elementi del modello sindacale “omega”. Quello verso il quale bisogna andare, secondo Ichino, per cambiare, per dare una svolta. Non si può infatti aiutare il nostro paese a uscire dal declino senza eliminare i fattori istituzionali e culturali che 䊱 paralizzano il suo sistema di relazioni sindacali. A che cosa serve il sindacato. Le follie di un sistema bloccato e la scommessa contro il declino, Mondadori, 2005). luglio-agosto Nel prossimo numero di Dirigente, che riceverete i primi giorni di settembre, tratteremo diffusamente il tema del nostro sistema di welfare privato e della “futura previdenza”, tema centrale della 67a Assemblea, tenutasi a Milano il 16 e 17 giugno, e che ha visto esponenti di rilievo del mondo delle pensioni e della previdenza in genere dibattere sullo stato delle cose e di probabili futuri scenari. DIRIGENTE • 6|2006 31 06_06 3-07-2006 12:55 Pagina 32 FONDO MARIO NEGRI Imprecisioni nel trattamento fiscale dei contributi versati al Fondo Come è noto, per i fondi di previdenza complementare che, come il nostro Fondo Mario Negri, sono stati ammessi al regime transitorio di deroga previsto dall’art. 18, commi 8-bis e seguenti del decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124 e dall’articolo 15, comma 6, della legge 8 agosto 1995, n. 335, si applica il più favorevole regime fiscale di completa deducibilità dei contributi. Tale agevolazione, inizialmente limitata al periodo transitorio di deroga, è stata confermata anche per gli anni futuri dall’art. 3, commi 119 e 120, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 (Finanziaria 2004) e dall’art. 20, comma 7, del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252 (Riforma della previdenza complementare). In conseguenza di ciò, il contributo versato dal dirigente e dall’azienda deve essere stato portato integralmente in deduzione dal datore di lavoro, in qualità di sostituto d'imposta, che tra l’altro deve avere cura di compilare correttamente e debitamente il modello CUD. Ad esempio, per quanto riguarda il modello CUD 2006 (di cui riportiamo un fac-simile) è importante inserire nella parte “A - dati generali”, al punto 8, il codice 2 e nella parte ”B - dati fiscali”, al punto 28, la somma totale dei contributi versati a carico del dirigente e dell’azienda al Fondo Mario Negri. Purtroppo, continuiamo a ricevere segnalazioni da parte di dirigenti che si sono visti applicare la meno favorevole deduzione prevista per la generalità dei fondi pensione (corrispondente a un importo massimo di € 5.164,57 annui). Se l’errore viene rilevato in tempo utile, lo si può segnalare al datore di lavoro, che può effettuare le opportune correzioni in sede di conguaglio definitivo entro il 29 febbraio dell’anno successivo a quello a cui la contribuzione si riferisce. Se, invece, come spesso avviene, ci si accorge della svista decorsa tale data, si può, o recuperare la differenza a credito in sede di dichiarazione dei redditi tramite la presentazione del modello Unico, oppure comunicare al Fondo Mario Negri, entro il 30 settembre dell’anno successivo a quello a cui la contribuzione si riferisce, la quota di contributo eventualmente non dedotta, in modo che se ne possa tenere conto in sede di tassazione della prestazione pensionistica (art. 1, comma 2, del decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 47). 32 DIRIGENTE •6|2006 2 Totale contributi Fondo Mario Negri (dirigente+azienda) Per quanto riguarda, infine, i prosecutori volontari, se non si informa il Caf o il professionista abilitato della particolare natura della contribuzione versata al Fondo Mario Negri è molto probabile – anzi praticamente certo – che venga effettuata una deduzione parziale. Tuttavia, se il contribuente si accorge di non aver fornito tutti gli elementi da indicare nella dichiarazione può, sempre rivolgendosi a un Caf o a un professionista abilitato, presentare entro il 31 ottobre un modello “730 integrativo” ma solo se l’integrazione comporta un maggiore rimborso o un minor debito. Anche per il prosecutore volontario è possibile optare per una delle due soluzioni alternative (modello Unico o invio al Fondo Mario Negri della dichiarazione contributi non dedotti) precedentemente illustrate con riferimento alla contribuzione versata per 䊱 il dirigente in servizio. 06_06 3-07-2006 12:55 Pagina 33 Mutui ipotecari concessi dal Fondo Mario Negri Per rispondere alle attese degli iscritti, il Fondo Mario Negri ha disposto degli stanziamenti per l’erogazione di mutui in forma diretta Nel numero 4/06 di Dirigente è stato pubblicato l’interessante articolo sui mutui di Gianluigi De Marchi, che, insieme all’analisi delle motivazioni che usualmente ne rendono opportuno l’utilizzo, riporta una apprezzabile panoramica sulle tipologie utilizzabili quanto alla definizione del tasso di interesse e della durata di rimborso, con utili riferimenti agli aspetti da valutare per una ponderata scelta. Molto apprezzabili anche i consigli finali sul giusto peso da dare ad alcuni elementi contrattuali e l’invito alla consultazione di siti internet che riportano le offerte disponibili sul mercato da parte dei principali operatori del settore finanziario. Essendo detto mercato molto dinamico e competitivo, la comparazione dei dati in prossimità della scelta consente l’individuazione della soluzione al momento più confacente alla situazione personale e, quindi, la decisione più conveniente. In tale ambito, si deve segnalare che anche il Fondo Mario Negri per rispondere alle attese degli iscritti ha disposto degli stanziamenti per l’erogazione di mutui in forma diretta, nonché stipulato con primari istituti bancari delle convenzioni a particolari condizioni. Il regolamento per la concessione dei mutui da parte del Fondo ed un prospetto con le principali condizioni previste dalle convenzioni sottoscritte con gli istituti bancari sono riportate nel sito del Fondo www.fondonegri.it. Per quanto riguarda i mutui diretti del Fondo, la riattivazione della procedura è stata determinata da una norma di legge interpretativa sul trattamento fiscale che ha esteso l’applicazione anche per i casi di mutui agli iscritti di fondi di previdenza finalizzati ad acquisto di abitazioni. Di seguito si riportano per immediatezza, le principali condizioni in atto per i mutui del Fondo: 䡵 iscrizione ipotecaria di 1° grado pari alla somma mutuata maggiorata del 30%; 䡵 importo del mutuo: massimo 80% del valore dell’immobile nel limite di € 200.000; 䡵 durata: fino a un massimo di 20 anni; 䡵 tasso applicato: variabile, Euribor 6 mesi 360 䊱 maggiorato di un 1 punto percentuale. DIRIGENTE • 6|2006 33 06_06 3-07-2006 12:55 Pagina 34 MANAGERITALIA Adeguata la normativa contrattuale sulla maternità e paternità Con gli accordi del 3 maggio e del 22 maggio 2006 sono stati modificati, rispettivamente, l’art. 19 del Testo Unico 27 maggio 2004 per i dirigenti di aziende del terziario, della distribuzione e dei servizi e l’articolo 20 del Testo Unico 6 aprile 2005 per i dirigenti delle aziende di autotrasporto e spedizione merci nonché delle aziende di servizi logistici e di trasporto combinato. Tali modifiche si sono rese necessarie a seguito dell’emanazione della legge 24 febbraio 2006 n. 104 che, come è noto, ha esteso anche alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti con qualifica di dirigente le tutele economiche previste per l’evento maternità. Per il settore trasporti è stato possibile inserire la nuova formulazione dell’articolo 20 direttamente nel Testo Unico 6 aprile 2005, poiché – al momento della stipula dell’accordo di modifica – il processo di stampa degli opuscoli non era stato ancora ultimato. IL TESTO DELL’ACCORDO CON CUI SI È PROVVEDUTO A MODIFICARE L’ART. 19 DEL TESTO UNICO L’anno 2006, il giorno 3 del mese di maggio in Roma tra la Confederazione generale italiana del commercio, del turismo, dei servizi, delle professioni e delle Pmi - Confcommercio e Manageritalia - Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato si è stipulato il seguente accordo di modifica, ai sensi della legge 24 febbraio 2006, n. 1041, dell’articolo 19 del testo unico 27 maggio 2004 per i dirigenti di aziende del terziario della distribuzione e dei servizi. Art. 1 Con effetto dall’entrata in vigore della legge 24 febbraio 2006, n. 104, l’art. 19 del testo unico 27 maggio 2004 è sostituito dal seguente: “Art. 19 - Maternità e paternità 1. Per il congedo di maternità, nel rispetto delle vigenti disposizioni legislative in materia, il datore di lavoro è tenuto alla conservazione del posto di lavoro e alla corresponsione della retribuzione mensile di fatto. 2. Per effetto della legge 24 febbraio 2006 n. 104, il trattamento retributivo previsto al comma pre1 34 DIRIGENTE •6|2006 cedente è costituito da una indennità pari all'80% della retribuzione – posta a carico dell'Inps e anticipata dal datore di lavoro – e da un’integrazione della suddetta indennità a carico del datore di lavoro, in modo da raggiungere il 100% della retribuzione mensile di fatto cui la lavoratrice madre o, nelle situazioni previste dall’art. 28 del decreto legislativo 26 marzo 2001 n. 151, il lavoratore padre, avrebbe avuto diritto in caso di normale svolgimento del rapporto di lavoro. 3. Ai sensi dell'art. 34 del decreto legislativo 26 marzo 2001 n. 151, alla lavoratrice madre e al lavoratore padre, fino al terzo anno di vita del bambino, per i periodi di congedo parentale è dovuta – a carico dell’Inps – un'indennità pari al 30 per cento della retribuzione suddetta, per un periodo massimo complessivo tra i genitori di sei mesi. 4. Nel caso in cui la lavoratrice madre o, in alternativa, il lavoratore padre, si avvalgano dei permessi di cui all’art. 39 del decreto legislativo 26 marzo 2001 n. 151, il datore di lavoro è tenuto ad anticipare l’indennità dovuta dall'Inps, corrispondente all'intero ammontare della retribuzione relativa ai riposi medesimi. 5. Per quanto non regolamentato dal presente articolo si rinvia alle norme di legge vigenti in materia”. Per CONFCOMMERCIO Carlo Sangalli Per MANAGERITALIA Claudio Pasini Pubblicata sulla Gazzetta ufficiale - serie generale - n. 64 del 17/3/2006 ed entrata in vigore l’1/42006. 06_06 3-07-2006 12:55 Pagina 35 ASPETTI DELLA LEGGE SULLA MATERNITÀ DELLE DONNE DIRIGENTI In pratica, la nuova formulazione dei ccnl chiarisce che, a decorrere dal 1° aprile 2006, il trattamento retributivo per il congedo di maternità è per l’80% a carico dell’Inps. Il datore di lavoro è, quindi, tenuto a integrare quanto erogato dall’ente previdenziale in modo da raggiungere il 100% della retribuzione mensile di fatto che la dirigente avrebbe percepito in caso di normale svolgimento del rapporto di lavoro. Il congedo di maternità, che per la madre è pari a 5 mesi (i 2 precedenti la data presunta del parto e i 3 successivi alla nascita del bambino, oppure dal mese precedente la data presunta del parto e per i 4 mesi successivi alla nascita del bambino) può essere fruito dal padre – per tutta la sua durata o per la sola porzione successiva alla nascita del bambino non fruita dalla madre – in determinati casi tassativamente stabiliti dalla legge (morte o grave infermità della madre, abbandono del bambino da parte della madre, affidamento esclusivo del bambino al padre). Per quanto riguarda, invece, i periodi di congedo parentale, la cosiddetta astensione facoltativa, retribuita al 30% per i soli congedi fruiti entro il terzo anno di vita del bambino, l’intero onere è a carico dell’Inps, essendo il datore di lavoro esclusivamente tenuto ad anticipare tali somme al dipendente recuperandole, poi, in sede di versamento dei contributi dovuti all’Istituto. Analogamente, la retribuzione delle ore di riposo giornaliero della madre (o del padre nei casi sopra esposti) fino al compimento di un anno di vita del bambino è a totale carico dell’Inps, anche se anticipata dal datore di lavoro. L’accordo 3 maggio 2006, per il commercio, e l’art. 20 del Testo Unico 6 aprile 2005 per il settore trasporti, sono consultabili sul portale di Manageritalia (www.manageritalia.it) dal download documenti, seguendo il 䊱 percorso: Documenti utili/Servizi/Contratti. Come è noto, la legge 24 febbraio 2006, n. 104 ha esteso le tutele economiche previste per la maternità anche ai dirigenti dipendenti da datori di lavoro privati. Con circolare n. 76 del 23 maggio 2006, l’Inps fornisce istruzioni alle proprie sedi riguardanti l’applicazione della normativa in oggetto, entrata in vigore dal 1° aprile 2006. In particolare, l’Istituto ha chiarito che la tutela economica può essere riferita anche a parti (o ingresso in famiglia del minore, in caso di adozione) avvenuti precedentemente al 1° aprile 2006, per l’eventuale periodo di congedo residuo alla suddetta data. Per quanto riguarda, invece, i riposi giornalieri per allattamento, dal momento che la contrattazione collettiva non prevede, di norma, per i dirigenti la durata della prestazione lavorativa giornaliera, occorrerà prendere a riferimento l’orario di lavoro stabilito dal ccnl per gli impiegati di massima categoria dipendenti dall’azienda cui il dirigente appartiene. In via transitoria, in attesa che venga predisposta una specifica modulistica, le domande dovranno essere inoltrate utilizzando i modelli già in uso per la generalità dei lavoratori dipendenti, aggiungendo la specifica della qualifica di dirigente. Tale modulistica, come del resto il testo integrale della circolare Inps n. 76/2006, sono reperibili sul sito internet www.inps.it. DIRIGENTE • 6|2006 35 06_06 3-07-2006 12:55 Pagina 36 MANAGERITALIA R 2° Incontro Manageritalia Nordest SABATO 23 SETTEMBRE 2006 Villa Borromeo-Bedeschi, Sarmeola di Rubano (Pd) Nell’economia dei servizi il dirigente al centro della complessità. Quale nuova mission? Le dinamiche economico-sociali attuali stanno rendendo sempre più complesso l’agire individuale, carico di incertezze e di insicurezze, tanto che alcuni studiosi hanno definito con efficacia l’attuale come “era del caos”. Ma che cosa ha generato questi cambiamenti tumultuosi? E il futuro sarà più tranquillo oppure sarà ancor più tempestoso? Sicuramente la risposta alle incertezze dell’azione è costituita dalla scelta meditata di una decisione, dalla coscienza della scommessa, dall’elaborazione di una strategia che tenga conto delle complessità inerenti alle proprie finalità, che possa modificarsi in corso d’azione, in funzione dei casi, delle informazioni, dei cambiamenti di contesto. La strategia, come la conoscenza, rimane una navigazione in un oceano di incertezze, attraverso arcipelaghi di certezze. E proprio a questo ampio e dibattuto tema, con l’aiuto di esperti nazionali e internazionali, saranno fornite risposte illuminanti. 9 Registrazione e welcome coffee 9,30 I dirigenti tra sviluppo e crescita nella complessità… Ernesto Burattin, presidente Manageritalia Padova 9,40 Gestire la complessità: difficoltà od opportunità? Alberto De Toni, Università di Udine e autore del volume “Prede o ragni” Francesco Jori, osservatore e autore di numerosi libri Francesco Varanini, Università di Pisa, direttore di “Persone & Conoscenze” e autore del volume “Le parole del manager” 11 Coffee break 11,20 Complessità e sviluppo: un perfetto binomio di impresa? Rosy Garbo, stilista Arduino Paniccia, docente Università di Trieste e autore del volume “La Quarta Era” Sebastiano Zanolli, manager e scrittore, autore del libro “Paura a parte” 12.30 Considerazioni conclusive Claudio Pasini, presidente federale Manageritalia Moderatore: Ferdinando Azzariti, Università di Venezia e autore del volume “Piccole imprese grandi innovatori” 36 DIRIGENTE •6|2006 06_06 3-07-2006 12:55 Pagina 37 QUADRI ADA - MANAGERITALIA Un accordo per i quadri! Grazie a questo accordo, 192 quadri del settore alberghiero si sono iscritti a Manageritalia Continua l’intensa attività di Manageritalia volta ad ampliare la propria base associativa. Con il mese di gennaio di quest’anno ha preso il via una campagna di comunicazione rivolta ai quadri ADA (associazione direttori albergo). A tutti gli iscritti è stata inviata una lettera con duplice firma di Vittorio De Martino (presidente ADA) e Claudio Pasini (presidente Manageritalia), con la quale si presentava la possibilità di rinnovare la quota ADA iscrivendosi contestualmente anche a Manageritalia, senza alcun costo aggiuntivo per il singolo (una parte della quota verrà versata direttamente dall’ADA alla Federazione). Sono state inviate 356 comunicazioni che hanno portato 192 iscrizioni con una redemption del 54%! In molti hanno deciso quindi di accedere a un sistema di servizi e consulenze particolarmente completo, e soprattutto utile per i quadri di oggi, che copre aree di interesse professionale e personale: da quella della salute alla formazione, da quella dell’orientamento professionale a quella assicurativa, a quella previdenziale, fino ad arrivare alle iniziative culturali, per il tempo libero e a una vasta gamma di convenzioni commerciali e di servizi esclusivi in area riservata “My Manageritalia”. Questi risultati ci soddisfano e ci confermano che la strada che abbiamo preso e l’impegno profuso nell’allargamento della rappresentanza sono giusti e vanno portati avanti con nuove iniziative che, come questa, riscuotano successo, risposta da parte dei quadri, e diano ancor più forza alla nostra Organiz䊱 zazione e a quelle nostre partner. DIRIGENTE • 6|2006 37 06_06 3-07-2006 12:55 Pagina 38 ASSOCIAZIONI TERRITORIALI Gruppo Donne Manager: dal Nordest ottime premesse Un confronto tra le quattro Associazioni di Padova, Verona, Venezia e Trieste per definire linee operative, strategie e programmi. L’agenda è già fitta di impegni e si intravedono concrete sinergie e aperture verso altre organizzazioni Sono determinate a fare qualcosa di utile e concreto per la propria Associazione, ma non solo. Al centro del loro lavoro, soprattutto le colleghe che ricoprono ruoli dirigenziali all’interno di aziende e organizzazioni. Le coordinatrici dei quattro gruppi Donne Manager delle Associazioni del Nordest di Manageritalia, nati all’inizio di quest’anno, hanno definito i loro programmi e si sono confrontate lo scorso 12 maggio a Padova per fare il punto sui prossimi obiettivi. Una breve parentesi: cos’è il gruppo Donne Manager? Innanzitutto, è un gruppo di lavoro. Uno fra i diversi che operano all’interno delle quindici Associazioni territoriali che compongono Manageritalia (basti pensare al gruppo Quadri, Marketing, Over, Professional, Iniziative, Contratto ecc.). Questo significa che chi vi aderisce intende dedicare una parte del proprio tempo (sempre poco se si è manager, pochissimo se si è anche donna, inutile negarlo), ad attività che valorizzino il contributo e le specificità della categoria manageriale femminile. Non solo dunque il riconoscimento di difficoltà oggettive legate a una condizione spesso penalizzata, ma la consapevolezza che unendosi è possibile portare avanti istanze e arrivare a risultati tangibili. la Lombardia (date un’occhiata alla pagina del nostro portale web - “Pianeta Donne” - sezione Associazione - “Iscrizione e Associazioni territoriali”). Durante l’incontro di Padova, Marisa Montegiove, la coordinatrice, ne ha ripercorso le tappe. Fondato nel 1997 con l’obiettivo iniziale di promuovere la partecipazione delle donne alla vita attiva dell’Associazione, il gruppo ha saputo realizzare progetti ambiziosi e coronati dal successo, basti pensare all’impegno che ha portato alla legge che modifica la disciplina normativa relativa alla tutela della maternità delle donne dirigenti, precedentemente a carico delle aziende anziché dell’Inps, alle ricerche (“Donna manager e fumo”, per citare una delle ultime), ai convegni su tematiche legate alla categoria, come la gestione del tempo (basti pensare all’ultimo, “Work smarter not harder”), alle pubblicazioni - Sonia Merlo, responsabile del gruppo Donne Manager di Manageritalia Padova, ha aperto il dibattito sottolineando che il 10% degli iscritti di Padova è costituito da donne. È necessario allora lavorare per questa fetta di associate. Lavorare affinché vengano realizzati dei servizi ad hoc. Per molte di loro, il ruolo di manager si affianca a quello di madre, quindi occorre fare proposte che tutelino questo “status”. E ancora, occorre riunirsi. Confrontarsi. Per elaborare progetti concreti. Comunicare, attraverso Dirigente, i Magazine, il portale www.manageritalia.it: tre strumenti efficaci e facilmente fruibili. Creare un percorso comune, dunque, è una delle priorità. L’esempio di Manageritalia Milano. Pensate a quello che ha fatto il gruppo Donne Manager del38 DIRIGENTE •6|2006 Sonia Merlo, responsabile Gruppo Donne Manageritalia Padova 06_06 3-07-2006 12:55 Pagina 39 Un’inattaccabile fortezza, Donne e uomini nelle carriere dirigenziali del Terzo millennio - e a tutte le proposte per rendere migliore la vita delle donne manager all’interno degli ambienti di lavoro, come quella sugli asili aziendali. La presentazione di Marisa Montegiove ha offerto molti spunti per riflettere, dando vita a una tavola rotonda. Alcune testimonianze delle dirigenti in sala hanno dimostrato ancora una volta come sia necessario concentrarsi su questi problemi. La parità tra uomo e donna deve ancora essere raggiunta in molti ambiti, anche ai livelli professionali più alti, come dimostrano del resto i risultati di un’indagine sulle donne manager commissionata all’Università degli studi di Milano-Bicocca. Secondo l’indagine, la discriminazione è ancora molto evidente sul piano economico: a parità di qualifica, solo il 26% delle donne guadagna più di 100mila euro l’anno, contro il 41% degli uomini. Da sinistra, Grazia Cordini e Marisa Montegiove, responsabili rispettivamente del Gruppo Donne di Manageritalia Trieste e di Milano Cinzia Accorsi, coordinatrice del gruppo di Verona, ha evidenziato, citando episodi emblematici tratti dal suo background professionale, come nell’industria e nel sindacato in- Il Gruppo Donne Manager Friuli VeneziaGiulia si è costituito su iniziativa di tre consigliere dirigenti: Carla Brusadini, Erna Hauser e Grazia Cordini, quest’ultima coordi- dustriale l’attenzione verso le problematiche femminili sia molto scarsa. Proprio per questo, Manageritalia può dare ottime garanzie per lavori concreti e risultati soddisfacenti. Accorsi si è soffermata sul tema del tempo in azienda e sul cosiddetto face time: chi lo pratica lo fa più per ragioni politico/relazionali nei riguardi dell’imprenditore che per reali esigenze legate al suo ruolo. Lavorare per dimostrare che l’importante, per un manager, è il raggiungimento degli obiettivi, dunque, piuttosto che la presenza fisica e oltre l’orario di ufficio, strategia discutibile a cui può ricorrere soprattutto l’uomo, spesso sgravato dall’impegno di una famiglia. natrice del gruppo. Obiettivi: valorizzare il ruolo della donna nel tessuto sociale, politico, economico e familiare. Favorire, in Friuli Venezia-Giulia, la crescita sia numerica che professionale delle donne manager. Tra le iniziative, stabilire in primo luogo nuovi contatti e informare costantemente le donne manager associate sulle attività del gruppo. Allacciare contatti con i gruppi Donne manager già operanti all’interno di Manageritalia per trovare delle sinergie. Contatti, ancora, con gli organi politici di riferimento a livello regionale, per partecipare attivamente ai programmi di sostegno e di sviluppo. Contatti, infine, con altre associazioni di donne manager aventi pari interessi e obiettivi. Ad oggi, sono già state informate le associate per organizzare tre incontri sul territorio a fine settembre: a Trieste, Udine e Pordenone e successivamente un incontro a livello regionale nel capoluogo friulano previsto per la metà di novembre. Il gruppo si è inoltre già rivolto alla commissione Pari opportunità della Regione Friuli Venezia-Giulia, che ha invitato le dirigenti a partecipare a una serie di 13 conferenze sul tema “rewritten social contract”: decisamente un’ottima opportunità. Luigia Pantarotto è stata da poco nominata coordinatrice del gruppo Donne Manager di Venezia. Sebbene il gruppo debba essere riorganizzato, le adesioni e le prospettive di crescita sono incoraggianti. Nei prossimi incontri locali verranno tracciate le linee programmatiche per il 2006. Sarà sicuramente privilegiato il confronto con le istituzioni, finora aperte al dialogo e sensibili alle tematiche legate alla gestione della vita professionale delle donne manager. L’Associazione di Venezia, insieme al presidente Gianfranco De Biasi, particolarmente sensibile a queste problematiche, ha accolto con interesse le proposte e le idee di Manageritalia Milano e intende declinare alcuni di questi progetti sul proprio territorio, dove rispetto al capoluogo lombardo ci sono differenze inevitabili e qualche barriera e pregiudizio in più da abbattere. La via da seguire è stata dunque tracciata. L’entusiasmo non manca. La forza di questi gruppi non è soltanto la grinta, un punto di partenza senza dubbio privilegiato, quanto piuttosto la competenza e la professionalità. Quell’insieme di capacità, insomma, che contraddistinguono l’essere 䊱 manager e l’essere donna. DIRIGENTE • 6|2006 39 06_06 3-07-2006 12:55 Pagina 40