Servizio Distrettuale Affidi Relazione di sintesi /periodo Novembre 2006-Febbraio 2008 a cura di Milena Bossi Le tappe che hanno contraddistinto la nascita del Servizio Distrettuale Affidi Da anni il Comune di Como è sensibile alla tematica dell’affido nel suo evolversi legislativo e culturale. Negli scorsi anni sono state supportate numerose iniziative in collaborazione con il Terzo Settore che riguardano l’informazione, la formazione degli operatori, i corsi di conoscenza e preparazione per genitori affidatari, i gruppi di sostegno a genitori affidatari; come ultima esperienza, nell’annualità 2005/2006 si è svolto il progetto “L’avventura di una famiglia accogliente”, un percorso di animazione sull’accoglienza proposto, a diversi livelli di comprensione, in cinque scuole del Distretto di Como (scuola Primaria, Scuola secondaria di primo grado e Scuola Superiore). L’analisi di tali esperienze ha mostrato la necessità di un’attenzione più sistematica nei confronti della pratica dell’affido e più “modernamente” verso le diverse forme di solidarietà famigliare e di accoglienza. Fra i bisogni prioritari si possono distinguere: - La generale carenza di conoscenza dell’affido - La difficoltà di reperimento di famiglie affidatarie - La necessità di rinnovare e formalizzare strumenti tecnici omogenei attraverso i quali gestire l’affido e l’accoglienza anche per far fronte ai nuovi bisogni della famiglia - Il bisogno di potenziare l’assistenza ai genitori affidatari che per anni sono stati attori “marginali” rispetto ai bisogni del bambino e della famiglia d’origine - La necessità dei cittadini di avere un riferimento istituzionale altro rispetto agli stessi operatori e agli Assistenti sociali che gestiscono la tutela del minore e il progetto affido al fine di conoscere, confrontarsi rispetto alla scelta di diventare affidatari, essere supportati in itinere. 1 - Il bisogno di ridefinire a livello culturale le forme di accoglienza, rispetto ad un immaginario sociale che le vede legate necessariamente al dolore e al disagio famigliare grave, trasformando l’ottica di accoglienza emergenziale in un ottica di accoglienza preventiva del disagio infantile. - La realtà comasca vede numerosi Enti del privato sociale che si occupano di accoglienza in forme diverse; vi è la necessità di “fare tesoro”delle diverse esperienze attraverso uno spazio di dialogo, sinergia e condivisione di obiettivi comuni. - Le campagne informative sull’affido sono spesso risultate inefficaci a causa di alcuni elementi come: Sporadicità Varietà di strumenti a seconda degli Enti promotori che agivano in autonomia, producendo una frammentazione del messaggio e materiali insufficienti a sostenere un’informazione costante e di utilizzo degli stessi strumenti (vedi opuscoli con riferimenti istituzionali) Difficoltà ad orientare le persone interessate all’affido verso un servizio di riferimento: quand’anche vi è stato l’interesse a diventare affidatari sono mancati “riferimenti sicuri” per approfondirne la conoscenza (azioni correlate) L’affido non costituiva un servizio di riferimento ma una “modalità” applicata dai singoli assistenti sociali in modo disomogeneo. L’informazione ha utilizzato in questi anni la forma del “convegno”che appare limitante rispetto a forme nuove di coinvolgimento. 2 Il Progetto Affidi dell’Amministrazione Provinciale. L’analisi degli operatori dell’Ufficio Tutela Minori e dei Servizi Sociali del Comune di Como si coniuga e si arricchisce con quella fornita dal Progetto Affidi della Provincia che ha promosso un Tavolo interdistrettuale e pubblicato le linee guida sull’affido, strumento tecnico essenziale per sviluppare l’omogeneità di strategie gestionali. La nascita del Servizio Distrettuale Affidi Nel dicembre 2006 nasce il Servizio Distrettuale Affidi con un equipe formata dall’Assistente Sociale Laura Terragni, la dott.ssa Rosaria Bonifacio (psicologa), la dott.ssa Nadia Baldrati (Psicologa), Milena Bossi (coordinatore). La prima tappa è stata quella di ricercare un modello di gestione interna compatibile con i bisogni e le risorse esistenti e soprattutto in sinergia con i Servizi Sociali, l’Ufficio Tutela Minori, definendo ruoli e strumenti operativi. (vedi schemi successivi). Obiettivi realizzati: Definizione del modello gestionale interno del Servizio: vedi schema pag. 4 Tavolo permanente distrettuale Affidi dicembre (dicembre 2006) Linea telefonica di informazione (gennaio 2007) Colloqui individuali e di coppia informativi sull’affido Contatto telefonico con tutti i genitori affidatari Sostegno individuale ai genitori affidatari (gennaio 2007) Sostegno di gruppo ai genitori affidatari (da settembre 2007) 3 MINORI E FAMIGLIA D’ORIGINE SERVIZIO MINORI / UFFICIO TUTELE Valutazione di equipe della famiglia e del minore a rischio. Valutazione dell’idoneità di un progetto di affidamento in relazione ai vantaggi del minore, della collaborazione e delle risorse della famiglia di origine. Elaborazione di un progetto di affido. Equipe allargata con il servizio affidi, per l’individuazione di un nucleo famigliare adeguato al progetto. Preparazione della famiglia d’origine attraverso un percorso che mira alla conoscenza /condivisione del progetto ed ad un’alleanza terapeutica con tutti gli interlocutori del progetto a vantaggio del minore. Sostegno permanente alla famiglia d’origine sia rivolto all’emancipazione dai problemi degli adulti del nucleo, sia rivolto al “successo” dell’affido. Valutazione dei risultati e ridefinizioni compartecipata del progetto in itinere. FAMIGLIE AFFIDATARIE / ASPIRANTI TAVOLO DISTRETTUALE AFFIDI SERVIZIO SOCIALE DI BASE DEI COMUNI ENTI ED ASSOCIAZIONI DI TERZO SETTORE SERVIZIO AFFIDI EQUIPE CONGIUNTA 4 Diffusione della cultura dell’accoglienza e promozione della conoscenza della pratica dell’affido e del servizio. Cura della “rete” del servizio e della funzionalità del Tavolo Distrettuale calendarizzato Osservatorio Distrettuale che documenta dati, esperienze, metodi, strategie e nuove forme di accoglienza. Spazi di formazione ed autoformazione degli operatori. Banca dati fam. affidatarie. Esame delle segnalazione dei minori per i quali è attivato un progetto di affido per la selezione degli affidatari idonei della banca dati. Conoscenza e valutazione di persone e famiglie disponibili. Abbinamento Formazione delle persone e famiglie affidatarie individuale e di gruppo. Sostegno permanente agli affidatari Valutazione dei risultati e ridefinizioni compartecipata del progetto in itinere. TAVOLO PROVINCIALE AFFIDI UFFICIO DI COORDINAMENTO DEL PIANO DI ZONA DISTRETTO SOCIO-SANITARIO DI COMO - Resp. UdP Rag. Rocco Belmonte - Coord. Gen. UdP Dott. Adriano Sampietro MINORI E FAMIGLIA D’ORIGINE FAMIGLIE AFFIDATARIE / ASPIRANTI SERVIZIO AFFIDI SERVIZIO SOCIALE DI BASE DEI COMUNI - Ref. Amm. Tutela Minori Dott.ssa Capelli - Coord. Tecnica Dott. Milena Bossi VERIFICA / VALUTAZIONE ASPIRANTI FAMIGLIE AFFIDATARIE SERVIZIO MINORI / UFFICIO TUTELE - Ass. Soc. Laura Terragni - Psicologa Nadia Baldrati - Ass. Soc. Laura Terragni - Psicologa Rosaria Bonifacio TAVOLO DISTRETTUALE AFFIDI ENTI ED ASSOCIAZIONI DI TERZO SETTORE SERVIZIO SOCIALE DI BASE DEI COMUNI 5 FORMAZIONE / SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE AFFIDATARIE - Psicologa Rosaria Bonifacio Risultati ottenuti dal Tavolo Distrettuale Gli interlocutori privilegiati sono le Associazioni del Territorio del Distretto di Como, i Servizi Sociali Comunali; spesso si aggiungono Amministratori interessati alla tematica. Il primo tavolo in cui si è presentato il Servizio Distrettuale si è tenuto il 21.12.2006 e da allora vi sono stati sei Tavoli più alcune riunioni operative. L’obiettivo più importante che è stato raggiunto è quello di aver creato un momento di scambio rispetto ad attività promosse dalle singole Associazioni, promuovendo un osservatorio compartecipato e soprattutto una comune conoscenza riguardo alle azioni promosse dal SDA. Da qui sono nate possibili sinergie che sono diventate concrete nei mesi successivi. La seconda fase è stata più operativa, perché si è concordato l’obiettivo di costruire una campagna di promozione della pratica dell’affido: sulla scorta delle linee del coordinamento nazionale si sono messi a fuoco i seguenti punti: da verbale I. Costruzione di alleanze sui principi/valori fondamentali su cui fondare la realtà dell’affido. II. I bisogni del territorio espressi dal Servizio rispetto ai quali verrà impostata la campagna affido. III. Obiettivi della campagna affido Con i seguenti risultati: 6 Costruzione di alleanze sui principi/valori fondamentali su cui fondare la realtà dell’affido A. Implementare il diritto del bambino a crescere ed essere educato nell’ambito di una famiglia. Art.1 L.149/2001 B. La necessità che la titolarità della gestione del progetto affido , come stabilito dalla Legge 149/2001, rimanga dei Servizi Sociali competenti; mentre le Associazioni del privato sociale rivestono un ruolo fondamentale e primario nella promozione della cultura dell’accoglienza e della solidarietà. C. Il rapporto fra Servizio Pubblico e Associazioni deve articolarsi attraverso la co-progettazione di azioni integrate, soprattutto per quello che concerne l’operazione di una campagna affido. Obiettivi della campagna affido 1. Attivare una corretta e realistica conoscenza della pratica dell’affido, attualmente molto carente in tutti gli ambiti, con l’obiettivo di aprire spazi di sensibilizzazione verso i vantaggi dell’accoglienza: esperienza umana e relazionaleaffettiva, crescita individuale e di coppia, aspetti relativi all’impegno e all’apertura della famiglia al sociale, l’esperienza esistenziale raccolta dai figli dei genitori affidatari. 2. Concepire la campagna affidi come un’operazione all’interno di un sistema integrato di azioni capaci, attraverso il Servizio Distrettuale Affidi, di accogliere potenziali persone interessate, singoli e coppie, per offrire loro opportunità di scambio, ascolto e formazione in tempi celeri. 7 3. Il Servizio Sociale, nel territorio è ancora “percepito”negativamente a causa di un vissuto collettivo infelice sulla tematica dell’affido: spesso è sembrato incapace di gestire progetti o assente rispetto alle problematiche degli affidatari; questo ha portato un immaginario collettivo che vive il Servizio Sociale come oppositivo in generale a tutti gli interlocutori dell’affido (famiglia, minore, affidatari). Le persone hanno bisogno di sapere che vi sono state “tappe” storiche che hanno caratterizzato l’affido, momenti salienti che hanno portato cambiamenti, dal punto di vista legislativo e gestionale, a livello regionale e distrettuale (Legge 328/2000). La nascita del Servizio Distrettuale Affidi a Como ha l’obiettivo di affiancare in tutte le fasi i genitori affidatari, valorizzandoli e rispondendo ai loro bisogni perché sono una figura attiva e centrale del progetto di sostegno al minore e alla sua famiglia naturale. L’affidatario non è più concepito come “strumento”(o una “super persona”) in funzione del bisogno del minore, di una famiglia o di un servizio, ma una risorsa umana preziosa per la collettività, da sostenere proprio perché è una persona normale con problemi quotidiani comuni. 4. La campagna deve avere un periodo di “lancio” definito(Marzo-Aprile 2008) in cui poter coinvolgere diversi interlocutori ed attuare eventi decentrati attraverso le Amministrazioni dei Comuni del Distretto, ed un evento centrale che abbia le seguenti caratteristiche: Una giornata intera a Como dai caratteri informali in cui vengano stimolate le relazioni e il dialogo fra diversi interlocutori e con la presenza di bambini. - Un evento gioioso dedicato alla collettività, una festa che ha come tema l’accoglienza; privilegiata è la comunicazione nelle sue diverse forme, mentre l’aspetto tecnico e informativo è vissuto informalmente e mai in maniera didascalica. - Può essere aperta la giornata con un momento istituzionale con l’obiettivo di “far sentire” alle persone che l’affido è pratica largamente condivisa a livello istituzionale (Invito del sottosegretario Ministeriale). - Costruzione di una mostra a pannelli che indichino gli aspetti essenziali dell’affido econ l’accompagnamento di genitori affidatari quali ciceroni che accompagnano alla mostra attraverso il dialogo con le persone. 8 - Stands di tutte le Associazioni presenti in Provincia dedite all’accoglienza famigliare: diversi approcci convergono in un unico scopo. - Work- shop a piccoli gruppi in cui è possibile conoscere attraverso le esperienze l’affido. - Animazioni teatrali (attore e teatro di figura) e musicali sull’accoglienza; cerchiamo di raccontare l’esperienza dell’accoglienza attraverso linguaggi non verbali. - Laboratorio per i bambini sulla tematica dell’accoglienza; il futuro diventa protagonista:ascoltiamo i bambini. 5. La campagna deve attuare la promozione dell’accoglienza con strumenti condivisi, coerenti, unificati (strumenti cartacei, manifesti, spot). L’approccio è quello di attivare l’interesse verso la tematica, proponendone una dimensione valoriale, legata ai vantaggi sul piano umano, sulla scia dell’ultima campagna proposta dalla Provincia di Milano, per poi offrire agli interessati, in eventi specifici, una conoscenza più approfondita (piccoli gruppi di discussione, dialogo con persone affidatarie).Gli eventi devono permettere alle persone di poter dichiarare il proprio interesse e di essere contattate. 6. La campagna non deve essere un momento sporadico ma deve “saper cogliere” gli effetti secondari sui quali costruire eventi specifici in itinere.Per questo è importante che il materiale informativo per qualità e quantità possa costituire un punto di riferimento per un periodo di almeno un anno dall’inizio della campagna (contenuti, riferimenti istituzionali), questo permette di agganciare il materiale costruito alle diverse attività promosse successivamente, sia dal SDA sia dalle Associazioni; è in previsione, inoltre, una campagna nazionale promossa dal Ministero che potrebbe fare ulteriore “eco”e potenziare la campagna locale. 9 Schema delle azioni ipotizzate per la Campagna Affidi compartecipata (riferimento riunione operativa 15.06.2007 via del Doss) Evento centrale Organizzazione delle animazioni per raccontare l’accoglienza nell’evento centrale - Contatti con compagnie teatrali - Gruppi musicali - Artisti di ogni linguaggio Costruzione del materiale informativo Titolo della campagna • Opuscolo • Manifesti • Spot TV locali e radio • Contatti con la stampa locale • Organizzazione staff accoglienza - Staff Sicurezza - Staff Ristoro - Staff Sanità (Croce Rossa) Organizzazione di work shop a piccoli gruppi - Programmazione dei percorsi (tempi e metodo). Scelta dei conduttori (almeno due per gruppo). Reclutamento genitori affidatari, genitori naturali che sono stati sostenuti dall’affido, giovani che hanno vissuto esperienza di affidamento, figli di genitori affidatari. Segreteria - Coordinamento evento centrale - INFORMAZIONE - Cura delle relazioni fra gli Enti organizzatori Stands di ogni Associazione Filosofie Competenze Esperienze Animazione destinata ai bambini Allestimento di animazioni e giochi sull’accoglienza 10 Costruzione di una mostra a pannelli Scelta degli informativi aspetti salienti sulla pratica dell’affido Esempi: - Il diritto del bambino a crescere ed essere educato in una famiglia (Art.1 L.149/2001). - Il disagio famigliare e dei minori: una responsabilità condivisa dalla comunità. - I vantaggi di accogliere: aprire la propria casa e la propria vita è una scelta verso nuovi orizzonti del mondo relazionale-affettivo. - L’affido: una pratica che considera l’inseparabilità di genitori e figli naturali. - Cos’è l’affido (vedi campagna Min.Maroni). - Bisogni del territorio. - Storia dell’accoglienza e della pratica dell’affido in Italia. - Verso il futuro: scopi auspicabili • Ricerca e formazione di ciceroni accompagnatori (genitori affidatari, genitori naturali che sono stati sostenuti dall’affido, giovani che hanno vissuto esperienza di affidamento, figli di genitori affidatari, operatori del sociale, studenti della scuola superiore o universitari impegnati in tesi sull’affido). • Attualmente il Tavolo Distrettuale ha terminato il lavoro sul materiale informativo della campagna affidi; in questo lavoro hanno partecipato tutte le Associazioni rispetto alla scelta dell’approccio comunicativo e dei contenuti; ci si è avvalsi di un genitore affidatario che è anche grafico per improntare immagini che traducessero lo spirito della campagna. Il lavoro si è stemperato nel valutare tutte le campagne informative promosse in Italia negli ultimi cinque anni, con particolare attenzione alla Campagna, di recente realizzazione, avvenuta grazie alla Provincia di Milano Attualmente le Associazioni stanno procedendo alla costruzione di una mostra a pannelli che avrà l’obiettivo di informare attraverso l’apporto prezioso di ciceroni affidatari. 11