I facilitatori sociali - Saronno Gli UFE a Trento Come si articola una direttiva anticipata di trattamento psichiatrico? • Prima parte: una dichiarazione relativa alla propria decisione, attraverso cui esprimere il forte desiderio che gli operatori sanitari rispettino il nostro diritto di influenzare le decisioni che riguardano l’assistenza che riceveremo; • Seconda parte: l’indicazione del nome della persona delegata a prendere decisioni per noi, nel caso in cui ci trovassimo nell’incapacità di prenderle autonomamente; possono anche essere specificate le circostanze specifiche in cui il nostro delegato può essere escluso, e chi possa svolgere il ruolo di tutore (se il giudice ritiene necessario che ne venga nominato uno); Come si articola una direttiva anticipata di trattamento psichiatrico? • Terza parte: le nostre specifiche indicazioni rispetto al ricovero (od alle alternative al ricovero ospedaliero), rispetto ai farmaci, all’elettroshock, agli interventi di emergenza (ivi compresi i trattamenti sanitari coercitivi, la contenzione fisica e la somministrazione di farmaci) ed anche rispetto all’eventuale coinvolgimento in studi clinici controllati; • Quarta parte: le indicazioni su chi deve essere immediatamente informato in caso di un nostro ricovero in ambiente psichiatrico, sulle persone a cui non è consentito di farci visita e sulla persona cui possono essere temporaneamente affidati i nostri figli; Come si articola una direttiva anticipata di trattamento psichiatrico? • Quinta parte: in questa sezione si può specificare se riservare, o meno, a noi stessi la facoltà di rinunciare alle proprie direttive anticipate in una fase di incapacità successiva (sempre che le leggi locali lo consentano). Si possono inoltre inserire ulteriori preferenze rispetto all’assistenza psichiatrica da ricevere; • Sesta parte: una sezione finale che contenga sia la nostra firma che quella di due testimoni. L’alternativa ai testimoni è la presenza di un notaio, se la legge locale lo prevede. Va aggiunto un modulo in cui venga specificato il luogo in cui possono essere reperite le nostre direttive anticipate di trattamento (questo modulo può essere portato abitualmente con sé) Recovery College Obiettivi Consentire alle persone coinvolte di riconoscere, sviluppare e mettere in campo le proprie capacità ed i propri talenti per fare ciò che vogliono nella propria vita Consentire loro di esprimere le proprie preferenze e difendere i propri diritti nelle decisioni che riguardano il proprio percorso terapeutico Promuovere un modello formativo (di coaching) nel realizzare le iniziative Integrare, e migliorare, l’efficacia concreta degli interventi specialistici, del sostegno sociale, degli interventi domiciliari ed ospedalieri Rompere le barriere che separano “noi” e “loro”, attraverso sessioni formative condotte sia da esperti per esperienza che da esperti per professione Ridurre la discriminazione e la stigmatizzazione di sé stessi Terapia vs Formazione Modello terapeutico Approccio Formativo Si concentra sui problemi, sui deficit e sui Aiuta le persone a conoscere ed utilizzare sintomi le proprie capacità Trasforma tutte le attività in interventi terapeutici Aiuta le persone ad esplorare le proprie potenzialità La terapia viene scelta e proposta dal professionista L’operatore si trasforma in un coach che aiuta le persone a trovare le soluzioni migliori Prevede un esperto (l’operatore) ed uno che non lo è (il paziente) I corsi di formazione diventano un’alternativa alle terapie Mantiene l’asimmetria di potere e rinforza il concetto che il vero esperto è il professionista Gli “allievi” scelgono i corsi cui iscriversi e diventano esperti nella gestione del proprio percorso Proposte concrete dopo la giornata odierna: • Rivalutare i casi ricoverati per la prima volta 10 anni fa in SPDC, con una diagnosi di disturbo psicotico o schizofrenia: Quanti di loro sono ancora in carico ai CSM? Quanti di loro sono “scomparsi”? Quanti tra gli “scomparsi” potrebbero stare bene? • Allenarsi regolarmente a “vedere/cercare” le capacità latenti dei soggetti che hanno avuto una evoluzione meno favorevole (ad es. ospiti di strutture residenziali) - a prescindere dalla decisione successiva sullo stimolarle, o meno. Può tradursi in: – un’anamnesi delle capacità precedentemente espresse; – un colloquio con i familiari/amici sulle capacità che esprime al di fuori del contesto del servizio/struttura; – un lavoro in piccolo gruppo sulle proposte di attività che ognuno di loro vorrebbe portare avanti, se gli fosse lasciata libertà di decidere quale (al di là di quelle abitualmente disponibili/offerte) Proposte concrete dopo la giornata odierna: • Partecipare ad uno studio di valutazione a lungo termine di tutti i nuovi casi (ospedalieri od ambulatoriali) che sono arrivati al CSM in un determinato periodo di tempo (20062008 – Studio ETAS CSM) • Rintracciare coloro che stanno per lasciare, od hanno lasciato da poco, il vostro Servizio dopo un sostanziale miglioramento e chiedere loro se vogliono scrivere un resoconto – anche breve - della loro esperienza, o se lo hanno già fatto. Invitarli eventualmente ad un corso di scrittura autobiografica da organizzare nel corso del 2013, in una città del Cuneese Ceva e Racconigi, Dicembre 2012 Un caldo invito, a tutti, a partecipare attivamente alla realizzazione della seconda edizione del Concorso Letterario Nazionale “Storie di Guarigione” Wes Modes