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Pietro Canepa
LA DOCUMENTATA VERITA’
SUL
“PRESUNTO”
COLOMBO CUCCARESE
Cuccaro 2012
INTRODUZIONE
Dopo aver sostenuto, per oltre vent’anni, la tesi del Colombo
cuccarese, attraverso le ricerche del Comitato Colombiano
Monferrino; nel libro “Cuccaro: c’era una volta…”; nella
monografia “L’altro Colombo”; negli Atti del Congresso
Colombiano 1999; nei dépliants; nel film “Cuccaro e
Colombo”, e con articoli sui giornali, sento il dovere di
affrontare ancora una volta l’annosa questione, per fare il
punto della situazione, in seguito alla scoperta di atti notarili
che illustrano la vera discendenza del Domenico Colombo
di Cuccaro, già presunto padre del grande Cristoforo. Queste
sacrosante pergamene del 1400, che godono di
riconoscimento giuridico-legale, ci fanno purtroppo
concludere che il presunto Cristoforo cuccarese non è mai
esistito, se non nella macchinosa messa in scena architettata
dal Baldassarre Colombo di Cuccaro, noto per il suo
intervento nella causa di Spagna per la successione al
Maggiorasco del Navigatore. Accettata la “sconfitta”, questi
documenti mi costringono ora a dissociarmi da coloro che
continuano a raccontare la vecchia storia, per non essere un
giorno accusato di continuare a mungere finanziamenti
pubblici a sostegno di una causa ormai compromessa: un furto
in piena regola, che mi fa ricordare la massima: “Se vuoi
essere assolto, devi prima restituire”: una terribile trappola,
senza via d’uscita! Meglio mille sconfitte, alleviate dalla
consapevolezza che, sull’altro piatto della bilancia, c’è la
“storia”, che, dopo quattro secoli, finalmente conosce quale è
la verità.
L’autore
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2
CAMPANE A FESTA PER 50 ANNI
Su “La Voce di Cuccaro” di giugno 2008, avevo annunciato
di aver sottoscritto un BTP di cinquemila euro, grazie al
quale, se viene ritrovato anche un solo atto notarile, dal
quale risulti che il Domenico Colombo di Lancia ha avuto,
fra i suoi figli, anche un Cristoforo, il parroco pro tempore di
Cuccaro è autorizzato a prelevare le cedole di detto BTP
(duecento euro), per consentire il suono delle campane a festa,
il mezzodì del 12 ottobre (scoperta dell’America) di ogni
anno, e ciò per i successivi cinquant’anni. Sarebbe il felice
coronamento di una lunga ricerca, iniziata nel 1988 con la
consultazione degli archivi parrocchiali, che registrano le
nascite e le morti di tutti i nostri concittadini in questi ultimi
450 anni. Mi aveva però colpito un particolare: che la
famiglia Colombo non avesse mai rinnovato il nome di
Cristoforo: segno evidente che detta famiglia non aveva mai
avuto a che fare con lo Scopritore del Nuovo Mondo
Cristoforo Colombo. E’ stata questa constatazione a farmi
decidere di affrontare la questione delle origini del Cristoforo
monferrino, presunto originario del castello di Cuccaro,
finché. nel 2006, dopo quattro secoli di ricerche, ecco il
ritrovamento, ad opera del Prof. Bruno Ferrero, a Casale,
nell’Archivio Dalla Valle, di atti notarili (pergamene) del
1400, che illustrano la vera discendenza, fino alla quarta
generazione, del Domenico Colombo di Cuccaro. Da questi
documenti (che ora presenteremo), risulta inequivocabilmente
che il “presunto” Cristoforo cuccarese in realtà non è mai
esistito.
3
ECCO I DOCUMENTI DELLA VERITA’
(ricavati dalla ricerca B. Ferrero)
--24 gennaio 1444: Alla richiesta di Domenico Colombo
(presunto padre del grande Cristoforo, ma invece padre
soltanto di Battistina e Bartolomea), di poter adottare
Luchino, per avere un maschio al quale poi lasciare il proprio
feudo (che altrimenti dovrebbe essere ereditato dal fratello
Franceschino, come previsto dalla legge del feudo), il
marchese di Monferrato, Giovanni Giacomo,
risponde
autorizzando l’adozione di Luchino, “come se fosse suo vero
figlio, affinché possa succedere nei beni di Domenico sia
feudali che allodiali”.
“Concedimus prefato Dominico amplam facultatem assumendi
predictum Luchinum in eius filium adoptivum ita (ut) in bonis eiusdem
Dominici tam feudalibus quam allodialibus succedere possit, ac se ex
ipso Dominico genitus et procreatus foret”.
Domenico adotta Luchino e gli concede in sposa la figlia
Bartolomea.
--1° giugno1450 : Il testamento di Domenico lo leggiamo
nella trascrizione settecentesca di una pergamena che si stava
annerendo e che ora è per gran parte illeggibile. Da tale
trascrizione apprendiamo che Domenico lascia Luchino suo
erede universale, come confermato dagli atti notarili che qui
di seguito riproduciamo.
.
4
-1°giugno 1450: Nello stesso giorno, Franceschino, pur
amareggiato per la decisione del fratello Domenico, scrive:
“Il nobile Franceschino ratifica e approva l’adozione di
Luchino nonché il testamento di Domenico…anche se in
detto testamento ci siano cose che tornano di detrimento allo
stesso Franceschino, qualunque sia la natura del feudo, nel
quale Luchino di diritto non potrebbe succedere, dovendovi
invece succedere Franceschino o i suoi eredi”.
“Nobilis Francischus…ratificat et approbat dictam adoptionem factam
de ipso Luchino… nec non et testamentum factum per ipsum
Dominicum…etiam si in ipso testamento essent aliqua que…tenderent in
preiudicium ed detrimentum ipsius Francisci…quacumque natura esset
feudum, in quo idem Luchinus succedere non posset de iure, sed deberet
succedere ipse Francischus vel eius eredes”.
--8 novembre 1457 : Marieta (moglie di Domenico) lascia
eredi universali Battistina, Bartolomea e Luchino.
--3 aprile 1458: (Testamento di Luchino):
“Luchino lascia ai fratelli Colombino, Giobbe e Bonifacio,
figli del fu Franceschino, la giurisdizione e il feudo che il
testatore ha avuto dal nobile Domenico Colombo, fratello
del detto Franceschino”.
“Dominus Luchinus de Columbis…legat Columbino, Iop et Bonifacio
fratribus et filiis quondam nobilis domini Francisci de
Columbis…iurisdicionem et feudum quod habet ipse testator ac habuit a
nobili domino Dominico Columbo, fratre quondam prefati domini
Francisci”.
5
ALBERO GENEALOGICO
risultante dai documenti Dalla Valle
DOMENICO COLOMBO (testam.1450)
sp. Marieta (1430)
_______ |
|
|
Battistina Bartolomea
sp. Luchino (adoz.1444)
|
Pantasilea
sp. Biagio Bignone
|
Tommaso (m. 1517)
sp. Maddalena Zoppi
|
Pantasilea (junior, m. 1556-7)
sp. in 3° nozze Rolando Dalla Valle
(depositario di questi documenti)
Del presunto Cristoforo (e fratelli) nessuna traccia
.
6
ROLANDO DALLA VALLE
Famoso giurista (1500c-1575), consigliere marchionale,
presidente del Senato di Casale, esperto di questioni
famigliari (su cui scrisse quattro volumi, che vennero
ristampati ben 28 volte), nel 1536 sposa Pantasilea junior,
pronipote del Domenico Colombo di Cuccaro (v. albero qui
accanto). Come esperto di questioni famigliari, conosceva
molto bene gli ascendenti della propria moglie, che tra l’altro
gli aveva portato in dote proprio i documenti di famiglia (cioè
le pergamene di cui abbiamo parlato), con la discendenza di
Domenico fino alla quarta generazione. Se fosse esistito un
Cristoforo (figlio di Domenico), Scopritore del Nuovo
Mondo, quindi prozio della propria moglie, con orgoglio
Rolando ne avrebbe esaltato le gloriose imprese: neppure una
riga! Anche per lui, quindi,
il Cristoforo cuccarese non esisteva.
Rolando muore nel suo feudo di Mirabello, il 14 aprile
1575. A quella data, il Baldassarre Colombo di Cuccaro, che
tre anni dopo sarebbe intervenuto nella Causa di Spagna per
la successione al Maggiorasco del Navigatore, aveva già 32
anni, quindi sapeva benissimo dove trovare i documenti
relativi alla famiglia di Domenico. Li avrà sicuramente
consultati, ma siccome non gli facevano comodo, perché
raccontavano una storia diversa, li ha ignorati, ha
confezionato a modo suo l’albero genealogico, ed ha
proceduto alla escussione di testi che avallassero la sua tesi,
come ora vedremo.
7
ALBERO GENEALOGICO NON AUTENTICATO
Nelle Rogatorie, cioè l’interrogatorio dei testimoni a favore
di Baldassarre (stranamente tutti di altri paesi, mentre i
depositari delle tradizioni solitamente sono i concittadini,
in questo caso i cuccaresi), che dovevano raccontare ciò che
era successo nella famiglia Colombo di Cuccaro 140 anni
prima, la domanda n. 9 (la più importante, intorno alla quale
ruotano tutte le altre) crolla miseramente dinanzi alla critica
più elementare, quando chiede ai testi: “Se sanno che
Domenico Colombo, figlio di Lancia, abbia avuto per suoi
figli legittimi e naturali Don Cristoforo, fondatore del
Maggiorasco, nonché Bartolomeo e Don Diego”. A parte la
stranezza che, nella domanda, c’è già la risposta, ci si chiede
su quali documenti tale genealogia sia stata “confezionata”,
visto che la ricercatrice spagnola, Docente di Storia
dell’America presso l’Università di Madrid, Guadalupe
Chocano Higueras, a pag.173 del libro “La cuna y orígenes
de Cristobal Colon”, scrive: “L’albero di Baldassarre non
era autenticato, quindi non ammesso come prova nel
processo, per cui non risulta conservato nelle carte del
processo, dove ci sono tutti gli alberi genealogici dei
pretendenti spagnoli delle varie epoche”. Strano caso: la
ricercatrice spagnola del CESCOM, Angelica Valentinetti,
nelle ben 193 pagine che gli Atti del II Congresso
Colombiano Le dedicano, su questo che dovrebbe essere alla
base della tesi colombiana cuccarese, tace…
.
8
RISPONDIAMO ALL’AVV. CASARTELLI
La millantata “novità”, con la quale il Casartelli esordisce
nella trasmissione di Voyager del 3 ottobre 2011: “Io sono il
discendente collaterale di Cristoforo Colombo”, ha suscitato
(come vedremo) la disapprovazione e il ridicolo di storici e
studiosi, perché in realtà egli è il discendente di un
personaggio che a Cuccaro non è mai esistito.
Poi, riprendendo l’affermazione con cui il conduttore
Giacobbo aveva esordito, il Casartelli dice che, nella
sentenza del Tribunale delle Indie, “Baldassarre fu
riconosciuto parente di Cristoforo in 8° grado, e gli furono
assegnati 2.000 ducati”. Purtroppo, quella sentenza non è
mai stata ritrovata, come ci conferma la stessa ricercatrice
spagnola del CESCOM, Angelica Valentinetti, a pag. 63
degli Atti del Primo Congresso Colombiano: “E’ curioso che
in nessuno di questi fascicoli si trovi il dispositivo originale
(della sentenza) emesso nel 1608. Strano caso, si potrebbe
dire, visto che l’Archivio di Madrid conserva pressoché tutto
il materiale della causa”.
Quanto alla parentela col grande Navigatore, a pag. 7
abbiamo già dimostrato che l’albero genealogico NON ERA
AUTENTICATIO.
Quanto alla assegnazione di 2.000 ducati al pretendente
cuccarese è il caso di precisare che tale assegnazione è la
spettanza di Baldassarre nella suddivisione, fra tutti i
“pretendenti”, della rendita dello Stato di Veragua (l’attuale
Panama), che faceva parte del Maggiorasco. Quindi un
semplice riconoscimento della sua qualità di pretendente.
9
LE DATE CHE NON QUADRANO
1-Una testimonianza particolarmente notevole è quella
dell’adelantado Bartolomeo Colombo, resa in Santo
Domingo nel 1513. Egli disse di “aver cinquant’anni o più
(çinquenta años e más”. Lo storico Aldo Albònico precisa
che l’ atto legale stilato a Santo Domingo il 14 marzo 1513…
è una probanza (atto probatorio) sollecitata dal figlio
maggiore di Cristoforo Colombo, Diego, per accreditare
alcuni diritti dell’eredità paterna: là Bartolomeo affermò di
avere più di cinquant’anni (çincuenta años e más)”. Il calcolo
è presto fatto: 1513-50=1463. Aldo Albònico osserva che la
formula <más > o <más o menos> in genere veniva usata per
occultare parte dell’età…Quindi il nostro (Bartolomeo)
sarebbe nato fra il 1453 e il 1463, quando il padre Domenico
era già defunto (1451).
2- Altra incongruenza: Fernandez de Oviedo (che visse alla
corte dell’infante don Juan con i figli di Cristoforo Colombo,
Diego e Fernando), in “General y Natural Historia de las
Indias”, a pag. 42-45 scrive: “Vivendo Domenico Colombo,
suo padre…Cristoforo Colombo andò in Portogallo…Lì visse
per qualche tempo nella città di Lisbona, da dove, così come
da tutte le altre parti in cui si trovò, da figlio riconoscente,
aiutava il vecchio padre con una parte dei suoi guadagni”.
(Cristoforo vive a Lisbona verso l’anno 1476, quando
Domenico Colombo di Cuccaro era già deceduto da 25 anni.
Le date corrispondono perfettamente con la tesi genovese).
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10
CHE NE PENSANO GLI STUDIOSI?
1-Il Dr. Carlo Tibaldeschi (forse il più autorevole esponente
del CESCOM), con il quale da tempo sto scambiando lunghi
messaggi, nel commentare il giubilo delle campane a festa
(vedi pag. 2), nel caso si trovasse anche un solo atto notarile
favorevole alla tesi cuccarese, in una e-mail del 16/12/ 2011
ha scritto: “Abbi fede: l’alleluja potrebbe essere non
lontanissimo”. Abbiamo capito: niente “nuovi documenti”
ripetutamente promessi: per ora, come sempre, ci dobbiamo
accontentare di atti di fede!
2-Il Prof. Bruno Ferrero, il noto scopritore dei documenti
Dalla Valle, scrive: “Se i responsabili di Voyager si limitano
a pontificare, con gratuite affermazioni senza contraddittorio,
rendono davvero un cattivo servizio alla loro causa e a
Cuccaro”.
3- Da Savona, lo studioso Giuseppe Milazzo, dopo un
ironico commento, scrive: “Avevo conosciuto due anni fa a
Savona il Presidente del CESCOM: un uomo dalla ‘verità
rivelata’ “
4-Commentando la “sconfitta” subita dai ricercatori
cuccaresi, il colombista Antonio Calcagno (il “convertito”
alla tesi cuccarese, che il 5 marzo 2011 aveva preso parte
all’incontro organizzato dal CESCOM ad Arenzano) ha
scritto: “Lo studioso serio non ricerca ‘la propria verità’, ma
‘la verità’, anche quando è scomoda, per cui lo studioso
onesto non è mai sconfitto. Sto cercando di trasmettere ai
miei figli questo grande valore”.
5-L’altro “convertito”, che pure aveva preso parte al
convegno di Arenzano, Guglielmo Famà, scrive:
11
“Continuare a insistere sulla tesi del Colombo di Cuccaro, si
rischia di cadere nel ridicolo e di essere accusati di
manipolare a proprio vantaggio una ipotesi che non ha
nessuna possibilità di essere accreditata come vera”.
6-Il Prof. Gaspare Demartini, che nel 1991 aveva svolto per
noi le ricerche presso l’Università di Pavia, scrive:
“Dopo essere stato anch’io contagiato del male colombiano,
saluto con sollievo il documento che finalmente riconosce la
vera discendenza del Domenico Colombo di Cuccaro, genitore
di sole due femmine, per cui ritengo ingiusto il comportamento
dell’ ultimo rampollo collaterale dei Colombo di Cuccaro, che
cerca visibilità e continuità in una tesi ormai compromessa.
Caro amico, cerca di reagire positivamente, nella certezza di
aver sempre operato con lealtà di intenti. Un abbraccio”.
Gaspare Demartini.
7-Lo storico dott. Carlo Ferraris, aggiornando la sua “Storia
del Monferrato” (2° ediz.) con i documenti Dalla Valle,
definisce (pag. 243) “false le prove addotte da Baldassarre
Colombo, che avrebbe giocato d’azzardo per ottenere l’eredità
dello scopritore delle Americhe”.
Come si vede, inesorabilmente la verità
si sta facendo strada, a livello culturale,
anche se la “bufala” del Colombo
cuccarese, allevata dal sottoscritto, è
ancora dura a morire, perché consente di
mungere, non latte, ma finanziamenti pubblici.
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12
Una incredibile scoperta
NON E’ COLOMBO
MA ENRICO VII D’INGHILTERRA
Sembra una battuta, invece è una realtà, risultante da ricerche
storiche. Il primo ritratto (qui riprodotto) sarebbe il Colombo
(del
pittore
spagnolo
P.
Berruguete), la cui cassetta VHS
acquistai nel 1992 dalla RAI per
150.000 lire. Il relativo quadro
era stato acquistato da un italoamericano (certo Francesco
Ribaudo), e il giornale di
Genova “Il Secolo XIX” lo
aveva reclamato sotto il titolo:
“Genovesi, riportiamo a casa il
vero Colombo”.
Che il quadro raffigurasse
Colombo, era una asserzione
dell’acquirente italo-americano,
ma una convinzione condivisa
anche da alcuni studiosi colombisti, che in quella immagine
riconoscevano i lineamenti di Cristoforo indicati dallo stesso
figlio dello Scopritore, Fernando, al Cap. III delle Historie:
“Volto lungo e guance alte”.
Da allora, quel ritratto era diventato il simbolo del
“presunto” Colombo cuccarese, esposto nel museo, nonché
nell’ufficio del Sindaco in Comune.
13
Nel corso di una ricerca su Internet, scopro però che il ritratto
qui riprodotto (identico al precedente, eccetto per la
decorazione sul petto) è quello di “Enrico VII d’Inghilterra,
Tudor, 1485-1509”, di proprietà della Society of Antiquaries
di Londra.
Onde averne una definitiva conferma,
mando un messaggio alla detta
Society, la quale, in data 20 giugno
2012 (a firma Julia Dudkiewicz,
Collections Manager) ha risposto:
“Con rif. al Ritratto di Enrico VII,
confermiamo
che
tale
quadro
appartiene alla nostra collezione”.
A questo punto (non essendoci più dubbi) siamo certi che il
Colombo cuccarese sicuramente preferisce restare come
sovrano nelle Gallerie internazionali, piuttosto che essere
scambiato per un “presunto” Colombo, in uno sperduto paese
del nostro Monferrato.
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14
I MARESCOTTI
DISCENDENTI “DIRETTI” DEI COLOMBO
FEDELE COLOMBO
(1783-1850)
Sp.Elisabetta Gardini
(1790-1847)
|
-----------------------------------------------------------------------------|
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PAOLA COLOMBO (1811-1861)
Mons. LUIGI COLOMBO
Sp. Domenico MARESCOTTI (1808-1881)
(1813-1877)
6 figli fra cui
Ultimo discendente maschio
|
_______________________________________
|
|
Felice Marescotti (1841-1900)
Gio. Batta. Ilario
Sp.Adelaide Novelli
Marescotti Colombo (1843-1915)
11 figli fra cui
sp. Sofia Fossi (m.1941)
|
|
------------------|
|
|
|
Umberto
Cleto
----------------------------------(m.1924)
Sindaco (m.1967)
|
|
|
|
Luigi Marescotti Paola Virginia
Adelaide MARESCOTTI (m. 1972)
(1881-1923)
(1874-1942)
Sp. Rossi Domenico
sp. Bisoglio Attilia
sp. Cesare Toselli
|
(ved. Barbiroglio
|
_______ _________
dopo 2e nozze)
Marcella (m.1982)
|
|
sp. Mario CASSINELLI
UMBERTO MARIO AUGUSTO
|
(viventi 2012)
----------------------|
|
Avv. Edoardo notaio Ernesto
Come risulta dall’albero genealogico (ricavato dagli archivi
parrocchiali), i discendenti “diretti” da Paola Colombo
(sorella di Mons. Luigi Colombo, ultimo discendente maschio
del casato), moglie di Domenico Marescotti (abitante in Via
Pragelato, ora Via Aldo Moro), si dividono
14
15
in due rami: dal primo, discende Adelaide Marescotti
(madre dei viventi Dr. Umberto Rossi e il fratello Avv.
Mario Augusto); dal secondo, discendono Gio. Batta. Ilario
Marescotti Colombo (abitante a Roma), padre di Luigi
Marescotti Colombo, marito di Bisoglio Attilia (che tutti
abbiamo conosciuto perché deceduta nel 1990), nonché i
Cassinelli (che nel 1988 ho incontrato nella loro casa di
Strevi).
TUTTI I BENI DEI COLOMBO
EREDITATI DAI MARESCOTTI
1—Il Castello, che Mons. Luigi Colombo aveva assegnato al
ramo “romano” di Gio. Batta. Ilario Marescotti Colombo (a
scapito dei “laici” di Via Pragelato), dopo una ventennale
vertenza (conclusasi nel 1946) fra gli eredi Cassinelli e la
Attilia ved. Luigi Marescotti Colombo, toccò ai Cassinelli,
che poi lo vendettero agli attuali Boccalatte. Alla Attilia
toccarono la casa di abitazione e le terre, compresa la
cascina Colombina. Ai “laici” di Via Pragelato fu però
assegnato il Teatro del castello (come indicava una scritta in
latino tradotta da D. Caprino): un enorme salone che nel 1948
fu venduto all’ex sindaco Bisoglio Giuseppe dalla Adelaide
Marescotti (madre dei citati dr. Umberto e avv. Mario
Augusto).
2—Il terreno con rustico, sul quale si ergeva il Castrum (cioè
il fortino, di proprietà dei Colombo, che si trovava sulla
Mota, ai piedi di Via Montalto, spesso menzionato in atti
notarili del 1400), ora risulta venduto nel 1903 da
.
16
Umberto Marescotti (fratello del nostro ex-sindaco Dr.
Cleto) a Nano Luigi, nonno materno della sig.ra Luisa
Novelli in Panizza, che su quel terreno costruì, nel 1984, la
villa che tuttora possiede. L’atto di vendita era stato rogato, a
Fubine, dal notaio Gio. Battista Roveda, il 13 dicembre 1903.
A questi beni ereditati, potremmo aggiungere i preziosi
ricordi lasciati da Mons. Luigi Colombo ai discendenti
Marescotti: il medaglione d’argento donato da Pio IX al suo
Prelato Domestico, in occasione dell’apertura del Concilio
Ecumenico in data 8 dicembre 1869, nonché il Reliquiario
(con sigillo Vaticano) che il Mons. aveva donato a Felice
Marescotti ( figlio della Paola Colombo), in occasione del
matrimonio di quest’ultimo con Adelaide Novelli nel 1861.
L’OSTRACISMO DEL MONSIGNORE
Nel nostro museo, stranamente non troverete l’unico,
autentico “cimelio” della famiglia Colombo: cioè l’autografo
che Mons. Luigi Colombo apponeva nei registri parrocchiali
quando, durante le vacanze estive a Cuccaro, celebrava le
Messe per il legato Colombo. “Colpevole” di aver lasciato
(come abbiamo visto) tutti i beni dei Colombo ai Marescotti,
(“diretti” discendenti della sorella Paola Colombo, andata
sposa a Domenico Marescotti il 18 maggio 1830), il suo
autografo non è stato mai esposto. Lo riportiamo noi, almeno
per dovere di cronaca.
17
IL COMITATO COLOMBIANO MONFERRINO (C.C.M.)
(Presidente Pietro Canepa)
Vediamo le molteplici attività in cui è rimasto coinvolto.
--1989: Consultazione
degli Archivi parrocchiali e
conseguente pubblicazione ( a spese del Comune) di
“Cuccaro: c’era una volta…”.
--31/10/1990: Il Comune di Cuccaro, con delibera n. 61,
costituisce il C.C.M. (del quale fanno parte Pietro Canepa
come Presidente, Luciano Buscaglia come Tesoriere; mentre
fra le personalità di spicco vi aderiscono: il Prof. Geo
Pistarino Preside dell’Univ. di Genova, l’on. Giovanni Sisto,
il Dott. Ugo Cavallera, il Dott. Gianpaolo Brizio (della
Regione), il Prof. Giuseppe Colli, Nils Liedholm, ecc.
--Ottobre 1991: Inizio ricerche colombiane: ad Alessandria
(R. Livraghi), a Torino (R.Busetto), a Pavia (G. De Martini),
ad Acqui (G. L. Rapetti), a Piacenza (P. Galimberti).
--6/2/1992: Erogati dieci milioni (per ricerche) da Carla
Spagnolo, Presidente Consiglio Regionale.
--14/2/1992: Erogati venti milioni da Istituto S. Paolo di
Torino.
--2/6/1992: Il Presidente del C.C.M. anticipa (di tasca propria)
tre milioni alla ditta CUBRA (Novate Milanese) per la
produzione della targa di bronzo (da installare sull’ingresso
del Comune).
--14/6/1992: Inaugurata (presente il Vescovo Carlo Cavalla)
la lapide in latino sulla nuova canonica.
.
18
--9/7/1992: Erogati venti milioni (per manifestazioni
colombiane) da Gianpaolo Brizio (Presidente Giunta
Regionale).
--10/10/1992: Versati alla Tipografia Battezzati (Valenza)
dodici milioni per la monografia “L’altro Colombo” (poi
tradotta in spagnolo dagli italiani in Argentina).
--19/10/1992: Presentata la monografia “L’altro Colombo”
nel corso di una conferenza stampa in Regione.
--25/10/1992: Sponsorizzazione e inaugurazione del
Piazzale Cristoforo Colombo. Nel pomeriggio: Inaugurata la
lapide, con targa di bronzo, sull’ingresso del Comune.
--27/9/1997: Alla Costituzione del CESCOM, Presidente è
l’Avv. G. Casartelli e Segretario è il Presidente del C.C.M..
--2001: Curata la pubblicazione degli Atti del Congresso
Colombiano (dove il C.C.M. figura nel Comitato
Organizzatore del Congresso tenutosi il 27/3/1999).
--2004: Pubblicata (a spese del Comune) la 3° ediz. di
“Cuccaro: c’era una volta…”.
--18/6/2006: Inaugurato il Museo Colombiano (per il quale il
Presidente del C.C.M. produce il film “Cuccaro e Colombo”).
--Gennaio 2007: La prestigiosa Rivista di Storia Arte
Archeologia per le province di Alessandria e Asti pubblica
i documenti ritrovati dal Prof. Bruno Ferrero
nell’Archivio Dalla Valle, a Casale: sono gli atti notarili
che si ricercavano da 400 anni, relativi alla vera
discendenza del Domenico Colombo di Cuccaro, già
presunto padre del Navigatore.
19
--Giugno 2011: Pubblicata la 2° edizione del libro “Cuccaro
ieri e oggi”, con, in Appendice, gli Atti notarili Dalla Valle,
che costringono il C.C.M. a dissociarsi da coloro che
continuano a raccontare la vecchia storia, ormai non più
proponibile.
--Giugno 2012: costituito il sito www.cuccaroecolombo.it, nel
quale sono stati inseriti: i libri “Cuccaro: c’era una volta” (3°
ediz.) e “Cuccaro ieri e oggi” (2° ediz.); l’opuscolo “La
documentata verità sul presunto Colombo cuccarese”; oltre
40 Foto d’epoca (Asilo, Oratoriane, Scolaresche e gruppi
vari); la “Storia di Cuccaro in pillole”; il film nonché
l’opuscolo relativo al misterioso pozzo nascondiglio; riportati,
anche in inglese, i “Documenti Dalla Valle” (cioè la vera
discendenza del Domenico Colombo di Cuccaro, fino alla
quarta generazione).
--Giugno-settembre 2012: sponsorizzando (con notevole
esborso finanziario) il recupero del misterioso pozzo
nascondiglio del 1600, il Presidente del C.C.M. si onora di
aver dato, alla propria terra , tutto ciò che uno studioso poteva
dare, in termini di cultura e risorse personali.
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20
Riassumendo
I “DOCUMENTATI” NO
DELLA TESI COLOMBIANA CUCCARESE
1--Il nome di Cristoforo mai rinnovato dalla famiglia
Colombo, nei 450 anni dei registri parrocchiali di Cuccaro
(Pietro Canepa-pag. 2).
2—Nessun “documento autenticato” attesta l’esistenza di
un Cristoforo figlio del Domenico di Lancia di Cuccaro
(Atti del Congresso Colombiano—CESCOM).
3—La discendenza del Domenico Colombo di Cuccaro,
risultante dalle pergamene del 1400 ritrovate
nell’Archivio Dalla Valle, non annovera alcun Cristoforo,
né altri figli maschi (Prof. Bruno Ferrero- pagg. 3-4-5).
4—Fra i 39 testi fatti interrogare da Baldassarre a favore
della “sua” tesi, non risulta (al di fuori dei “parenti”)
alcun cuccarese, veri “depositari” della tradizione
popolare (Atti del Congresso Colombiano—CESCOM).
5-Per il famoso giurista del 1500, Rolando Dalla Valle,
esperto proprio di questioni famigliari e depositario dei
documenti Dalla Valle, ricevuti in dote dalla moglie
Pantasilea junior (pronipote del Domenico di Cuccaro), il
“presunto” Cristoforo non è mai esistito (pag. 6).
6-L’albero genealogico presentato da Baldassarre non era
autenticato, quindi non accettato dal Tribunale spagnolo
(Guadalupe Chocano Higueras- pag. 7).
7—La sentenza del Tribunale spagnolo che avrebbe
riconosciuto Baldassarre cugino in 8° grado con
l’Ammiraglio, non è mai stata ritrovata (Angelica
Valentinetti, pag. 63 degli Atti del Primo Congresso
Colombiano).
8—Bartolomeo (figlio dello Scopritore), in un atto notarile
rogato a Santo Domingo nel 1513, dichiara di avere “più
di cinquant’anni”, quindi nato dopo il 1453 , quando il
“presunto” padre Domenico di Cuccaro era già morto, nel
1451 (storico Aldo Albònico- pag. 9).
9—Fernandez de Oviedo scrive che, da Lisbona (dove si
trovava nel 1476), Cristoforo “da figlio riconoscente
aiutava il suo vecchio padre”…ma il padre del “presunto”
Cristoforo cuccarese era già morto da 25 anni! (pag. 9).
10—Fra le assurdità del Museo Colombiano: il
“presunto” ritratto di Cristoforo Colombo è in realtà
l’effigie di Enrico VII d’Inghilterra: un quadro di
proprietà della Society of Antiquaries di Londra (pag. 13).
11—I veri discendenti “diretti” ed eredi dei Colombo di
Cuccaro sono soltanto i Marescotti (pagg. 14-15-16).
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INDICE
1- Introduzione
2- Campane a festa per 50 anni
3- Ecco i documenti della verità
6- Rolando Dalla Valle
7- Albero genealogico non autenticato
8- Rispondiamo all’Avv. Casartelli (sentenza-albero2.000 ducati)
9- Le date che non quadrano (Bartolomeo—Oviedo)
10- Che ne pensano gli studiosi
12- Non è Colombo ma Enrico VII d’Inghilterra
14- I Marescotti discendenti “diretti” dei Colombo
15- Tutti i beni dei Colombo ereditati dai Marescotti
16- L’ostracismo del Monsignore
17- Il Comitato Colombiano Monferrino (C.C.M.)
20- Riassumendo: I documenti NO della tesi colombiana
Cuccarese.
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la documentata verita` sul “presunto” colombo