Petrolio Verde
GIACIMENTI ENERGETICI
RINNOVABILI NELLE
AZIENDE AGRICOLE
Ogni azienda agricola ha strutture da scaldare; in certi casi è solo
l’abitazione dell’imprenditore, in altri la cantina, la serra o la stalla.
Mantenere la temperatura giusta tutto l’anno spesso incide notevolmente
sul bilancio aziendale. Per molte aziende aretine c’è però un modo per
risparmiare oltre il 60% dei costi: raccogliere gli scarti legnosi delle
coltivazioni agricole, autoprodurre legna da ardere e bruciarli in un
generatore termico ad alta efficienza, magari usando anche un pò di legno
prodotto dal bosco di proprietà.
Un giacimento di energia a portata di mano…
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento costante del prezzo dei
combustibili fossili (gasolio, GPL, metano). L’azienda agricola però ha un
ventaglio di soluzioni a portata di mano:
• gli scarti delle coltivazioni legnose (vite, olivo e fruttifere);
• il bosco e le coltivazioni dedicate (es. piantagioni da legno).
Ognuna rappresenta un giacimento di energia rinnovabile, facile da utilizzare,
economico e a basso impatto ambientale.
…che fa risparmiare
In pratica è come se ogni imprenditore fosse proprietario di un piccolo
giacimento di “petrolio verde”, poco inquinante e a basso costo. Le aziende
che scelgono di utilizzare i propri giacimenti di energia rinnovabile risparmiano
molto. Per capirlo basta osservare il grafico che, a parità di contenuto
energetico, mette a confronto il costo di vari combustibili, fossili e legnosi.
Considerando che per il legno si è fatto riferimento ai prezzi di mercato, è
facile immaginare che risparmio può realizzare l’azienda che auto-produce il
proprio “petrolio verde”!
Confronto del prezzo di vari combustibili
(a parità di energia ottenibile)
fatto 100 il costo del gasolio
% di costo
120
100
Tanti eco-turisti scelgono di alloggiare in un agriturismo per le loro
vacanze. Le loro scelte spesso si basano sulla sostenibilità della
struttura che li ospita. Oltre ad aspetti quali la riduzione degli sprechi
idrici (con l’istallazione di riduttori di flusso) e di energia elettrica (grazie
alle lampade a basso consumo), viene preso in considerazione anche
l’impiego di fonti rinnovabili di energia.
152
140
100
80
63,4
60
64,3
40
28,6
20
0
Gasolio
GPL
Metano
Pellet
di legno
Tipo di combustibile
Legna
da ardere
14,3
Legno
cippato
Il grafico mostra come varia la spesa per acquistare la stessa
quantità di energia contenuta in combustibili diversi. Se per il
gasolio si spende 100, per il legno cippato si spende 14,3.
Se questo non è risparmio?
2
Scaldare l’agriturismo con il legno per
ottenere un’immagine positiva…
…che fa crescere i guadagni
Ecco quindi che scegliere di scaldarsi con il legno può rappresentare,
oltre che un risparmio, anche un’immagine positiva per la struttura.
A questo proposito, da diversi anni, organizzazioni quali Legambiente,
ma non solo, segnalano ai turisti, con apposite guide, le strutture
ricettive che dimostrano attenzione alle esigenze ambientali.
Fino a pochi anni fa l’unico modo per utilizzare l’energia contenuta nel
legno erano le stufe e i caminetti che purtroppo spesso sfruttano meno
del 20% dell’energia potenziale. Oggi esistono termocamini, termostufe e,
soprattutto, caldaie ad altissima efficienza. Basti pensare che una moderna
caldaia è in grado di sfruttare oltre il 90% dell’energia contenuta in ogni
pezzo di legno stagionato.
Si può risparmiare anche sul legno
Scaldarsi con il legno anziché con i combustibili
fossili fa sicuramente bene sia al portafoglio che
all’ambiente. Bisogna fare attenzione però, perché
acquistando generatori termici più efficienti, che
richiedono un investimento iniziale un po’ più alto,
a parità di calore utilizzato dall’utente, si brucia
molto meno legno e quindi, alla lunga, si risparmia
combustibile, lavoro… e soldi.
Facciamo un esempio
Camino aperto
Utilizzando uno o più camini aperti per
calcolare la biomassa necessaria a soddisfare
il fabbisogno di 20.000 kWh annui bisogna
dividere il peso del legno che potenzialmente
contiene tale energia (5.000 kg) per l’efficienza
del generatore termico
(20% = 0,2). Con il camino aperto risultano
pertanto necessari non 5.000 kg (cioè 50
quintali), ma 5.000 / 0,2 = 25.000 kg di legno
(cioè 250 quintali).
Termostufa
Utilizzando una termostufa con efficienza pari
al 65% il fabbisogno di 20.000 kWh annui può
essere soddisfatto non con 5.000 kg (cioè 50
quintali), ma 5.000 / 0,65 = 7.692 kg di legno
(cioè circa 77 quintali) con un risparmio di legna,
rispetto al caminetto, pari a circa il 69%.
Caldaia
Utilizzando una caldaia con efficienza pari al
90% il fabbisogno di 20.000 kWh annui può
essere soddisfatto non con 5.000 kg (cioè 50
quintali), ma 5.000 / 0,9 = 5.555 kg di legno
(cioè circa 55 quintali) con un risparmio di
legna, rispetto al caminetto, di oltre il 77%.
www.froeling.com
Ipotizziamo di dover riscaldare una costruzione di 150
m2 (circa 400 m3) con un fabbisogno annuo di 20.000
kWh (180 giorni di riscaldamento con temperature
minime assolute di – 6 °C). Considerando un contenuto
di energia di 4 kWh per kg di legno stagionato, si ricava
che per soddisfare il fabbisogno dell’abitazione sono
necessari 20.000 kWh / 4 kWh/kg = 5.000 kg di legno
stagionato (cioè 50 quintali). I generatori termici però non
riescono mai a sfruttare il 100% dell’energia contenuta
nella biomassa. Infatti, per ottenere la stessa quantità di
energia, più è bassa l’efficienza del generatore termico
e maggiore è la quantità di legno che bisogna bruciare.
Confrontiamo il consumo di legno necessario a soddisfare
il fabbisogno dell’abitazione di 150 m2 utilizzando quattro
diversi tipi di generatore termico:
• un camino aperto, con un’efficienza del 20%;
• una termostufa, con un’efficienza del 65%;
• una caldaia, con un’efficienza del 90%.
3
Se un’azienda organizza la raccolta degli scarti legnosi provenienti dalle
potature in viticoltura, frutticoltura e olivicoltura, è come se avesse un
proprio giacimento energetico con cui riscaldarsi evitando di acquistare
combustibili fossili. In termini energetici, infatti, 2,5 kg di legno stagionato
forniscono la stessa quantità di energia di 1 litro di gasolio.
Quanta energia è disponibile nell’azienda?
Fino a 1.600 litri di gasolio
dall’oliveto
Bosco, giacimento di energia
Tra i tanti prodotti (legname da lavoro, funghi,
tartufi, selvaggina) e servizi (protezione del
suolo, paesaggio, tutela della biodiversità...) che
si possono ottenere con una buona gestione del
bosco c’è anche l’energia termica.
Oltre le coltivazioni legnose, infatti, anche i
boschi sono giacimenti energetici importanti.
A titolo d’esempio si consideri che mediamente
da un ettaro di ceduo quercino accumula tra
3,3 t/ha e 5, 5 t/ha di legno all’anno.
Raccogliendo le potature dell’oliveto,
ogni anno, si possono ottenere da 1,4
a 4 tonnellate di legno stagionato per
ettaro* che contengono l’energia di 5601.600 litri di gasolio.
Fino a 1.680 litri di gasolio
dal frutteto
Raccogliendo le potature del frutteto,
ogni anno, si possono ottenere da 2,7 a
4,2 tonnellate di legno stagionato per
ettaro che contengono l’energia di 1.0801.680 litri di gasolio.
Fino a 640 litri di gasolio
dal vigneto
Aziende aretine potenzialmente autonome
Nel 2006, grazie ad una collaborazione tra Provincia di Arezzo, Compagnia delle
Foreste, Coldiretti, Confagricoltura e CIA, è stata svolta un’indagine su un campione
di 63 aziende agricole rappresentative del territorio compreso tra Valdichiana, Agro
Aretino e Valdarno. Lo scopo è stato verificare, per ciascuna azienda, il fabbisogno di
energia termica e la quantità di legno ad uso energetico potenzialmente prodotto ogni
anno; sia come scarto delle produzioni agricole legnose che dal bosco o da impianti di
arboricoltura. Il risultato dell’indagine è che, se gli scarti legnosi e la legna da ardere
venissero valorizzati bruciandoli in caldaie ad alta efficienza, il 68% delle aziende
considerate potrebbe essere autosufficiente.
Raccogliendo le potature del vigneto,
ogni anno, si possono ottenere da 1,3 a
1,6 tonnellate di legno stagionato per
ettaro che contengono l’energia di 520640 litri di gasolio.
* considerando 278 piante/ha
4
il caso di un’azienda policolturale in Valdarno
Ai fini dell’auto approvvigionamento energetico un’azienda
agricola policolturale è quella in cui non è possibile individuare
una coltura prevalente.
+
Cosa s’intende scaldare
Il proprietario ha esigenza di riscaldare due edifici, uno adibito ad
abitazione e uno ad agriturismo. Il volume complessivo è di
1.520 m3. Le strutture non presentano coibentazione, le finestre
sono dotate di vetri doppi.
Attualmente l’abitazione è riscaldata con una caldaia a gasolio da
44 kW da sostituire, mentre l’agriturismo con una caldaia a GPL
da 26 kW. Obiettivo di un eventuale nuovo impianto a biomassa
legnosa è riuscire a scaldare sia l’abitazione che l’agriturismo con
un’unica caldaia.
= 1.520 m
3
Biomassa legnosa che si può autoprodurre
Ogni anno dalla produzione boschiva, l’azienda ha potenzialmente
a disposizione oltre 100 t di legna che coprono ampiamente il
fabbisogno per la produzione di energia termica.
Tipo di coltura Dimensione
Olivicoltura
450 piante
Viticoltura
5 ha
46 ha
Bosco
TOTALE
* materiale stagionato
Scarti legnosi (t/anno)*
2,2 – 6,5
6,5 – 8,4
121,4 – 202,4
130,1 - 217,3
Che tipo d’impianto si potrebbe scegliere
Per soddisfare il fabbisogno termico delle due strutture, il progetto
di massima prevede l’installazione di una caldaia con una potenza
nominale di 50 kW, a fiamma rovescia e doppia camera di
combustione, alimentata con legna da ardere. Alla caldaia dovrà
essere allacciata una mini-rete di teleriscaldamento di 15 m per
collegare i due edifici.
Nella struttura aziendale sono già disponibili il locale caldaia
(16,5 m2) e un adiacente vano per lo stoccaggio del combustibile
legnoso (28 m2), per cui non sono previsti importanti lavori di
adeguamento.
Nell’impianto è prevista la presenza di un accumulatore inerziale
da 2.000 l, per gestire l’impianto con maggior flessibilità e comfort.
Con tale accumulo d’acqua, infatti, (ad eccezione di condizioni
climatiche estreme) la caldaia dovrebbe richiedere una carica di
legna giornaliera in inverno e, in estate, per produrre solo acqua
calda sanitaria, una carica settimanale
Il costo dell’investimento (IVA inclusa) è stimato in 22.000 €
(costo caldaia circa 9.000 €).
Quanta energia serve ogni anno
Fabbisogno di energia termica
Quantità di legna necessaria
Costo legna (a prezzo di mercato)
42.500 kWh/anno
12,5 t/anno (w* = 20-25%)
1.625 €/anno
Quanto ci si guadagna
Costo impianto legna
Costo legna annuo
Mancata spesa per sostituzione
caldaia a gasolio (da sottrarre il primo anno)
Mancato costo gasolio annuo
Risparmio annuo acquisto combustibile
Tempo per recuperare la spesa sostenuta
22.000 €
1.625 €
- 4.000 €
- 5.290 €
3.665 €
6 anni
A fronte di un investimento iniziale di 22.000 €, considerando un
saggio d’interesse del 5% e una vita (prudenziale) della caldaia di 15
anni, il Valore Attuale Netto (VAN) di questo investimento porta ad
un risultato positivo pari a circa 35.200 €.
Tale risultato potrebbe essere nettamente migliorato in caso
venissero attivati finanziamenti pubblici per l’installazione di sistemi
di riscaldamento a biomassa legnosa.
Analisi investimento (tasso 5%)
€
40.000
30.000
20.000
10.000
0
* contenuto idrico del legno
-10.000
-20.000
1
2
3
4
5
6
7
8
Anni
9
10
11
12 13
14
15
5
il caso di un’azienda viticola dell’Agro-aretino
Un’azienda con 20 ha di vigneto è in grado di produrre oltre 25 t/anno
di biomassa di scarto. Organizzare la raccolta di questo materiale e
valorizzarlo con una caldaia ad alta efficienza, può rendere l’azienda
autonoma sul piano del fabbisogno termico.
+
= 2.150 m
3
Cosa s’intende scaldare
Il proprietario ha esigenza di riscaldare due edifici, uno adibito
ad abitazione e uno ad agriturismo. Il volume complessivo è di
2.150 m3. Le strutture non presentano coibentazione, le finestre non
sono dotate di vetri doppi.
Attualmente l’abitazione non è riscaldata, mentre l’agriturismo è
servito da una caldaia a GPL da 30 kW. Obiettivo di un eventuale
nuovo impianto a biomassa legnosa è riuscire a scaldare sia
l’abitazione che l’agriturismo con un’unica caldaia.
Che tipo d’impianto si potrebbe scegliere
Per soddisfare il fabbisogno termico delle due strutture, il progetto
di massima prevede l’installazione di una caldaia con una potenza
nominale di 80 kW, a fiamma rovescia e doppia camera di
combustione, alimentata con cippato di legno. Alla caldaia dovrà
essere allacciata una mini-rete di teleriscaldamento di 20 m per
collegare i due edifici.
Nei locali aziendali sono già disponibili il locale caldaia (40 m3) e un
adiacente vano per lo stoccaggio del combustibile legnoso (30 m3),
per cui non sono previsti importanti lavori di adeguamento.
Nell’impianto è prevista la presenza di un accumulatore inerziale
da 1.500 l che permetterà al sistema di riscaldamento di erogare
calore in modo più regolare.
Il costo dell’investimento (IVA inclusa) è stimato in 38.500 € (costo
caldaia circa 22.000 €).
Tipo di coltura
Dimensione
Olivicoltura
380 piante
Viticoltura
20 ha
Sostituzione viti 1 ha/anno
Bosco
2,8 ha
TOTALE
* materiale stagionato
Scarti legnosi (t/anno)*
1,9 – 5,5
25,9 – 33,6
4,0
7,4 – 12,3
39,2 – 55,4
Quanto ci si guadagna
Costo impianto a cippato
Costo annuo del cippato
Mancata spesa per acquisto
caldaia a GPL per abitazione (da sottrarre il primo anno)
Mancato costo GPL annuo
Risparmio annuo acquisto combustibile
Tempo per recuperare la spesa sostenuta
38.500 €
1.380 €
- 4.000 €
- 12.610 €
11.230 €
4 anni
A fronte di un investimento iniziale di 38.500 €, considerando un
saggio d’interesse del 5% e una vita (prudenziale) della caldaia di 15
anni, il Valore Attuale Netto (VAN) di questo investimento porta ad
un risultato positivo pari a circa 116.000 €.
Tale risultato potrebbe essere nettamente migliorato in caso
venissero attivati finanziamenti pubblici per l’installazione di sistemi
di riscaldamento a biomassa legnosa.
Quanta energia serve ogni anno
Fabbisogno di energia termica
Quantità di cippato necessaria
Costo cippato (a prezzo di mercato)
68.000 kWh/anno
23 t/anno (w = 30-35%)
1.380 €/anno
Analisi investimento (tasso 5%)
€
120.000
100.000
80.000
Biomassa legnosa che si può autoprodurre
L’azienda ha potenzialmente a disposizione oltre 40 t/anno di legno
proveniente da scarti legnosi che coprono ampiamente il fabbisogno
per la produzione di energia termica. Per la produzione di cippato
l’azienda dovrebbe dotarsi di una cippatrice per ridurre in scaglie sia i
sarmenti che il materiale derivante dalla sostituzione di 1 ha di vigneto
all’anno. A questo fine si potrebbe ipotizzare sia un acquisto, magari
con l’obiettivo di cippare materiale anche conto terzi, sia un noleggio.
6
60.000
40.000
20.000
0
-20.000
-40.000
1
2
3
4
5
6
7
8
Anni
9
10
11
12 13
14
15
il caso di un’azienda viti-olivicola della Valdichiana
Si tratta di un’azienda che oltre ad avere più di 25 t/anno di biomassa da scarti agricoli,
svolge attività nella manutenzione del verde ornamentale ricavandone grandi quantità
di biomassa che deve essere smaltita. Tutto questo, con un sistema di riscaldamento a
legno, può trasformarsi da problema a preziosa risorsa energetica.
+ + + +
+
=
Cosa s’intende scaldare
Il proprietario ha esigenza di scaldare sei strutture, quattro adibite ad
abitazione e due serre dove vengono coltivate piante ornamentali. Il
volume complessivo è di 9.200 m3. La coibentazione è presente solo
su 600 m3, le finestre dotate di vetri doppi sono presenti su 1.500 m3.
Attualmente gli edifici e le serre sono riscaldati da sei caldaie a
gasolio, ciascuna della potenza di 35 kW. Obiettivo di un eventuale
nuovo impianto a biomassa legnosa è riuscire a scaldare tutto il
complesso con un’unica caldaia.
Che tipo d’impianto si potrebbe scegliere
Per soddisfare il fabbisogno termico delle sei strutture, il progetto
di massima prevede l’installazione di una caldaia con una potenza
nominale di 300 kW, a doppia camera di combustione, alimentata
con cippato di legno. La potenza è leggermente sovradimensionata
in vista dell’eventuale necessità di scaldare nuove serre. Alla caldaia
dovrà essere allacciata una mini-rete di teleriscaldamento di 380 m per
collegare le quattro case e le due serre.
L’azienda ha già disponibile un locale caldaia (30 m3) e un adiacente
vano per lo stoccaggio del combustibile legnoso (30 m3). Tali strutture
per poter ospitare una caldaia da 300 kW necessitano di alcuni
interventi di adeguamento stimati in circa 20.000 Euro.
Nell’impianto è prevista la presenza di un accumulatore inerziale da
4.000 l. Il costo dell’investimento (IVA inclusa) è stimato in 175.000 €.
Quanta energia serve ogni anno
Fabbisogno di energia termica
Quantità di cippato necessaria
Costo cippato (considerato 40 €/t)
290.000 kWh/anno
110 t/anno (w = 40%)
4.400 €/anno
Biomassa legnosa che si può autoprodurre
L’azienda ha potenzialmente a disposizione almeno 300 t/anno di legno
proveniente da scarti legnosi delle coltivazioni agricole, da boschi di
proprietà e da materiale legnoso che deriva dall’attività di manutenzione
del verde urbano. La quantità disponibile attualmente copre ampiamente il
fabbisogno termico (il fabbisogno sarebbe comunque coperto anche dalle
sole produzioni agricolo-forestali). L’azienda ha in previsione l’acquisto di
una cippatrice per l’attività di manutenzione del verde urbano. Proprio in
virtù di tale destinazione d’uso promiscuo, nell’analisi dell’investimento è
stata considerata solo la metà del costo reale della macchina.
9.200 m
3
Tipo di coltura
Olivicoltura
Viticoltura
Bosco
Manutenzione verde
TOTALE
* materiale stagionato
Dimensione
4.000 piante
6 ha
30 ha
-
Scarti legnosi (t/anno)*
19,8 – 57,6
7,8 – 10,1
79 – 132
200 - 300
306,6 – 499,7
Quanto ci si guadagna
Costo caldaia
Costo rete teleriscaldamento
Acquisto sei scambiatori
Accumulatore 4.000 l
Opere edili
Acquisto cippatrice (50%)
Costo cippato per anno
Costo energia elettrica per anno
Mancata spesa per sostituzione
2 caldaie a gasolio (da sottrarre al quinto anno)
Mancato costo gasolio annuo
Risparmio annuo acquisto combustibile
Tempo per recuperare la spesa sostenuta
56.000 €
40.000 €
10.000 €
5.000 €
20.000 €
25.000 €
4.400 €
1.000 €
- 8.000 €
- 30.400 €
26.000 €
8 anni
A fronte di un investimento iniziale di 175.000 €, considerando un
saggio d’interesse del 5% e una vita (prudenziale) della caldaia di 15
anni, il Valore Attuale Netto (VAN) di questo investimento porta ad
un risultato positivo pari a circa 174.000 €.
Tale risultato potrebbe essere nettamente migliorato in caso
venissero attivati finanziamenti pubblici per l’installazione di sistemi
di riscaldamento a biomassa legnosa.
Analisi investimento (tasso 5%)
€
200.000
150.000
100.000
50.000
0
-50.000
-100.000
-150.000
-200.000
1
2
3
4
5
6
7
8
Anni
9
10
11
12 13
14
15
7
Crediti
Pubblicazioni
AA.VV. 2004 – Produzione ed uso energetico del legno nell’azienda
agricola. AIEL – CCIAA di Padova – Terra e Vita. 16 p. (disponibile su www.
woodland.arsia.toscana.it)
AA.VV., 2005 – Biomasse per l’energia. Guida per progettisti, impiantisti
e installatori. Collana “Greenpro”. A cura di ISES ITALIA e IDIS – Città della
Scienza. pp. 288
FRANCESCATO V., ANTONINI E., PANIZ A., GRIGOLATO S., 2007 – Vitis energetica.
Valorizzazione energetica dei sarmenti di vite in provincia di Gorizia.
AIEL – CCIAA di Gorizia – Informatore Agrario. 16 p.
HELLRIGL B. 2006 – Elementi di Xiloenergetica. Definizioni, formule, tabelle.
AIEL 320 p.
LAZZARI P., 2000 – L’utilizzo dei residui agricolo lignocellulosici. Sherwood
Foreste ed Alberi Oggi n. 59 (Settembre). Compagnia delle Foreste (AR)
MEZZALIRA G., COLONNA M.B., VERONESE M., 2003 – Come produrre energia dal
legno. Quaderno ARSIA. pp 88
NATI C., SPINELLI R., MAGAGNOTTI N., VERANI S., 2007 – Dalle potature di olivo
biomassa per usi energetici. L’informatore Agrario 9/2007: 57-59.
SPINELLI R., NATI C., MAGAGNOTTI N., CIVITARESE V., 2006 – Produrre biomassa dai
sarmenti di vite. L’informatore Agrario n. 28 (7/13): 36-39.
Internet
www.woodland.arsia.toscana.it - Progetto interregionale “Woodland Energy
- la filiera legno energia come strumento di valorizzazione delle biomasse legnose
di origine agricola e forestale nelle regioni italiane” cofinanziato dal programma
Probio del MiPAAF. Nel sito si trovano modelli di filiere legno-energia, sistemi
razionali di raccolta e gestione delle biomasse legnose agroforestali per fini
energetici.
www.bioheat.info - Esempi d’impianti già realizzati, informazioni su caldaie e
combustibili legnosi.
Associazioni sulle rinnovabili
www.aiel.cia.it - Associazione Italiana Energie Agroforestali
www.itabia.it - Italian Biomass Association
www.isesitalia.it - International Solar Energy Society – sezione Italia
www.holzenergie.ch - Associazione Legno-Energia Svizzera
Questo opuscolo è stato realizzato nell’ambito
del progetto “Autoapprovvigionamento termico
nelle aziende agricole della provincia di Arezzo”
finanziato dall’Assessorato all’Agricoltura della
Provincia di Arezzo nell’ambito della L.r. 34/01.
Il progetto è stato sviluppato da Compagnia delle
Foreste in collaborazione con Associazione Italiana
Energie Agroforestali (AIEL), ARSIA Toscana,
Coldiretti, Confagricoltura e Confederazione
Italiana Agricoltori.
Responsabile progetto per la Provincia di Arezzo
Stefano Boncompagni (Assessorato
all’Agricoltura della Provincia di Arezzo)
responsabile tecnico del progetto ai sensi della
L.r. 34/01
Coordinamento del progetto
Paolo Mori (Compagnia delle Foreste)
Vittorio Rossi (Compagnia delle Foreste)
Gruppo di lavoro tecnico
Stefano Boncompagni (Provincia di Arezzo)
Lapo Casini (Provincia di Arezzo)
Daniele Menabeni (libero professionista)
Paolo Mori (Compagnia delle Foreste)
Gianfranco Nocentini (ARSIA)
Vittorio Rossi (Compagnia delle Foreste)
Consulenza tecnica
Eliseo Antonini
Valter Francescato
(Associazione Italiana Energie Agroforestali - AIEL)
Referenti Organizzazioni Professionali Agricole
Rodolfo Caporali (Coldiretti)
Claudio Corazzini (Confagricoltura)
Alberto Tizzi (Confederazione Italiana
Agricoltori)
Progetto Grafico
Giuditta Buzzichelli
Autori testi
Paolo Mori (Compagnia delle Foreste)
Vittorio Rossi (Compagnia delle Foreste)
Foto
Compagnia delle Foreste, www.froeling.com,
www.sxc.hu
Progetto realizzato da
In collaborazione con
Stampa
Litograf Editor (PG)
Distribuito da
Provincia di Arezzo
Assessorato all’Agricoltura
Palazzo Barbolani
Via San Lorentino, 25
52100 Arezzo
www.provincia.arezzo.it/agricoltura
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Scarica

Petrolio verde - Caldaie a Legna