Protezione delle acque sotterranee in Europa LA NUOVA DIRETTIVA ACQUE SOTTERRANEE – CONSOLIDARE IL QUADRO NORMATIVO DELLA UE Protezione delle acque sotterranee in Europa LA NUOVA DIRETTIVA ACQUE SOTTERRANEE – CONSOLIDARE IL QUADRO NORMATIVO DELLA UE Questa pubblicazione è disponibile gratuitamente fino ad esaurimento degli stock all’indirizzo seguente : Commissione europea Direzione generale Ambiente Centro di informazione (BU9 – 0/11) B-1049 Bruxelles Photos credits: © Photodisc: pages 10, 32. © DigitalVision: pages 18, 19. © IStockPhoto: pages 1, 7, 8, 9, 11, 15, 24, 29, 31, 34, 35. © European Parliament: page 23. © European Commission: page 25. http ://bookshop.eu/ Europe Direct is a service to help you find answers to your questions about the European Union New freephone number: 00 800 6 7 8 9 10 11 (*) Certain mobile telephone operators do not allow access to 00 800 numbers or these calls may be billed. A great deal of additional information on the European Union is available on the Internet. It can be accessed through the Europa server (http://ec.europa.eu). Cataloguing data can be found at the end of this publication. Luxembourg: Office for Official Publications of the European Communities, 2008 ISBN 978-92-79-09820-8 DOI 10.2779/86124 © European Communities, 2008 Reproduction is authorised provided the source is acknowledged. Printed in Spain Stampato su carta riciclata a cui è stato assegnato il marchio comunitario di qualità ecologica per la carta grafica (http://ec.europa.eu/environment/ecolabel) Indice Premessa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 1. Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 2. Perché una nuova Direttiva Acque sotterranee? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.1 Una breve storia del percorso legislativo della UE sulle acque sotterranee. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.1.1 La prima direttiva (1980). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.1.2 Valutazione (1982). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.1.3 Un programma d’azione per le acque sotterranee (1996) . . . . . . . . . . . 2.2 Il contesto politico. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.2.1 Le acque sotterranee nella Direttiva Quadro sulle Acque. . . . . . . . . . . . 2.2.2 Altre direttive correlate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3 Il processo di consultazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3.1 La proposta della Commissione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3.2 Valutazione d’impatto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3.3 Il Working Group “groundwater” della Strategia Comune di Implementazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3.4 La negoziazione politica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 9 9 10 10 11 11 17 20 20 20 3. Elementi chiave della Direttiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.1 Introduzione Generale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.2 Buono stato chimico. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.3 Identificazione ed inversione dei trend . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.4 Misure per prevenire o limitare le immissioni di inquinanti . . . . . . . . . . . . 24 24 25 26 27 4. Verso un’efficace implementazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.1 Elementi chiave della Direttiva Quadro Acque . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.2 Elementi chiave specifici della nuova Direttiva. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.3 Linee Guida di supporto – cooperazione per l’implementazione . . . . . . 4.4 Ricerca di supporto. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.5 Collegamento con le associazioni ed i programmi internazionali . . . . . . 29 29 31 31 32 34 21 23 5. Prossimi passi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35 5 Protezione delle acque sotterranee in Europa Premessa Ormai da lungo tempo sappiamo che le acque sotterranee sono una risorsa da proteggere. Il nostro impegno in questo senso ha risentito a lungo della mancanza di una pianificazione generale, dovuta soprattutto all’assenza di uno strumento specifico che assicurasse un’azione concertata in tutta l’Unione europea. Il primissimo atto normativo in materia di acque sotterranee (direttiva 80/68/CEE) era di portata limitata e si concentrava sul controllo delle sostanze emesse da fonti industriali e urbane. Successivamente sono state adottate delle direttive destinate a controllare l’inquinamento diffuso causato da fonti agricole e industriali. Il seminario ministeriale sulle acque sotterranee, tenutosi all’Aia il 26 e il 27 novembre 1991, era terminato con l’auspicio che si realizzasse un programma d’azione per evitare il deterioramento a lungo termine della quantità e qualità delle acque sotterranee presenti nell’Unione europea. Ciò ha portato inizialmente all’adozione, da parte della Commissione, di una comunicazione riguardante un programma d’azione in materia di acque sotterranee nel 1996 che è stata inclusa nella direttiva quadro in materia di acque, adottata quattro anni dopo (2000/60/CE). Per la prima volta le acque sotterranee sono state incorporate in un sistema integrato di gestione delle risorse idriche, un contesto naturale per questa componente ambientale fondamentale. La direttiva quadro include le acque sotterranee nei suoi piani di gestione dei bacini fluviali e stabilisce delle tappe importanti per i corpi idrici, anche sotterranei, in termini di delimitazione, analisi economica, caratterizzazione (analisi delle pressioni e degli impatti) e controllo e prevede l’elaborazione di insiemi di misure volte a garantire che, entro la fine del 2015, disporremo di una quantità sufficiente di acque sotterranee in buono stato chimico. Questi testi sono stati completati dall’adozione, il 12 dicembre 2006, di una direttiva derivata che fissa ulteriori requisiti tecnici (direttiva 2006/118/CE sulla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento). Ci apprestiamo ora ad entrare nella fase di attuazione pratica della direttiva quadro summenzionata e di quella derivata in materia di acque sotterranee. Nel corso dei prossimi due anni supereremo delle tappe significative, fra le quali la più importante consiste nello sviluppo dei primi piani di gestione dei bacini fluviali (2009-2015). Gli Stati membri sono stati invitati a fissare dei “valori soglia” (standard di qualità) entro la fine del 2008, pertanto saranno determinate delle caratteristiche specifiche riguardanti le acque sotterranee. L’attuazione efficace dell’insieme del quadro normativo europeo dipenderà notevolmente dal miglioramento degli scambi tra Stati membri, settori e discipline diversi. Visto che un’interpretazione comune delle disposizioni della direttiva quadro è fondamentale per assicurare la sua migliore e più efficace attuazione in ambito comunitario, sono in fase di elaborazione documenti orientativi e di supporto a riguardo. Questo opuscolo rappresenta un elemento di tale processo; descrive infatti il quadro normativo per la protezione delle acque sotterranee, illustrando le principali misure pratiche ancora necessarie per raggiungere l’obiettivo del “buono stato” entro il 2015. Stavros Dimas MEMBRO DELLA COMMISIONE. 6 Protezione delle acque sotterranee in Europa 1. Introduzione Le acque sotterranee costituiscono la più ampia riserva di acque dolci nel mondo, ammontando a più del 97% di tutte le acque dolci disponibili sulla terra (esclusi i ghiacciai e le calotte polari). Il restante 3% è composto principalmente da acque superficiali (laghi, fiumi, zone umide) e dall’umidità del suolo. Fino a tempi recenti, l’attenzione rivolta alle acque sotterranee ha riguardato principalmente il loro uso come acqua potabile (per esempio, circa il 75% degli abitanti dell’Unione Europea (UE) dipendono dalle acque sotterranee per il loro approvvigionamento idrico), riconoscendo che esse rappresentano anche un’importante risorsa per l’industria (per esempio, acque di raffreddamento) e l’agricoltura (irrigazione). È comunque diventato sempre più ovvio che l’acqua sotterranea non deve essere vista solo come una riserva per la fornitura idrica, ma deve anche essere protetta per il suo valore ambientale. L’acqua sotterranea riveste un ruolo essenziale nel ciclo idrologico, è importante per l’alimentazione delle zone umide e dei fiumi e rappresenta un serbatoio durante i periodi secchi. In altre parole, l’acqua sotterranea fornisce il flusso di base (cioè l’acqua che alimenta i fiumi lungo tutto l’arco dell’anno) ai sistemi idrici superficiali, molti dei quali sono utilizzati per fornitura d’acqua e per scopi ricreativi. In molti fiumi d’Europa, più del 50% del flusso annuale deriva da acque sotterranee. In periodi di magra tale percentuale può crescere fino a più del 90% e, quindi, il deterioramento della qualità dell’acqua sotterranea può influire direttamente sugli ecosistemi acquatici superficiali e sugli ecosistemi terrestri connessi. Poiché l’acqua sotterranea si muove lentamente attraverso il sottosuolo, l’impatto delle attività antropiche può durare per lunghi periodi. Ciò significa che l’inquinamento avvenuto alcune decadi fa –dovuto all’agricoltura o all’industria o ad altre attività umane- può ancora oggi 7 Protezione delle acque sotterranee in Europa costituire una minaccia per la qualità dell’acqua sotterranea e, in alcuni casi, continuerà a costituire una minaccia per diverse generazioni a venire. L’eredità del passato è chiaramente visibile in corrispondenza di siti contaminati a grande scala, per esempio siti industriali o aree portuali, laddove può risultare difficile o persino impossibile, con le tecnologie attuali ed un proporzionato impiego di denaro pubblico e/o privato, realizzare rapidamente operazioni di bonifica. Inoltre, le esperienze di bonifica negli ultimi 20 anni hanno dimostrato che le misure intraprese non sono riuscite, nella maggior parte dei casi, a rimuovere completamente tutti i contaminanti e che le fonti inquinanti, sebbene parzialmente rimosse, continuano a rilasciare inquinanti per un lungo periodo (cioè per diverse generazioni). Pertanto, un’importante enfasi deve essere rivolta in primo luogo a prevenire l’inquinamento. In secondo luogo, poiché i sistemi idrici superficiali ricevono contributi da acque sotterranee, la qualità di queste ultime si ripercuoterà in ultima istanza sulla qualità delle acque superficiali. In altre parole, l’effetto dell’attività umana sulla qualità delle acque sotterranee influirà alla fine sulla qualità degli ecosistemi acquatici associati e sugli ecosistemi terrestri direttamente dipendenti se le cosiddette reazioni naturali di attenuazione, quali la biodegradazione nel sottosuolo, non sono sufficienti a rimuovere i contaminanti. Infine, le acque sotterranee rappresentano una “risorsa nascosta”, quantitativamente molto più significativa delle acque superficiali, per la quale la prevenzione dell’inquinamento, il monitoraggio ed il ripristino sono più difficili che per le acque superficiali a causa della sua inaccessibilità. Questo carattere “nascosto” rende difficile localizzare, caratterizzare e comprendere adeguatamente gli impatti dell’inquinamento. Ciò conduce spesso ad una mancanza della consapevolezza e/o delle prove riguardanti il grado dei rischi e delle pressioni. Recenti rapporti mostrano comunque che l’inquinamento dovuto a fonti domestiche, agricole ed industriali è ancora, nonostante i progressi compiuti in alcune aree, una grande causa di preoccupazione, o direttamente attraverso gli scarichi (effluenti), o indirettamente a causa dello spargimento di fertilizzanti azotati e pesticidi ovvero attraverso la lisciviazione da vecchi siti industriali o di smaltimento di rifiuti contaminati (per esempio discariche, cave, industria manifatturiera pesante, ecc.). Mentre le fonti puntuali hanno causato la maggior parte dell’inquinamento identificato fino ad oggi, vi è la prova che le fonti diffuse stanno determinando un crescente impatto sulle acque sotterranee. Per esempio, le concentrazioni di nitrati superano attualmente i valori guida in circa un terzo dei corpi idrici sotterranei in Europa. 8 Protezione delle acque sotterranee in Europa 2. Perché una nuova Direttiva Acque sotterranee? 2.1. Una breve storia del percorso legislativo della UE sulle acque sotterranee 2.1.1. La prima direttiva (1980) Il quadro normativo UE per le acque sotterranee cominciò ad essere costruito alla fine degli anni ’70 con l’adozione della direttiva sulla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento provocato da certe sostanze pericolose1. Tale direttiva fornisce un quadro per la protezione delle acque sotterranee che richiede la prevenzione della immissione (diretta o indiretta) di inquinanti ad elevata priorità nelle acque sotterranee e la limitazione della immissione nelle stesse acque sotterranee di altri inquinanti al fine di evitare l’inquinamento conseguente. Detta direttiva sarà abrogata nel 2013 ai sensi della Direttiva Quadro sulle Acque. Resterà uno degli strumenti legislativi efficaci della UE per prevenire o limitare l’inquinamento fino alla suddetta data, quando sarà sostituita dalla nuova Direttiva Acque Sotterranee (vedi paragrafo 3). 1 Direttiva 80/68/CE, GU L20 del 26.01.1980 9 Protezione delle acque sotterranee in Europa 2.1.2. Valutazione (1982) Nel 1982, la Direzione Generale per l’Ambiente, la Protezione del Consumatore e la Sicurezza Nucleare della Comunità europea effettuò un’ampia valutazione delle risorse idriche sotterranee negli Stati Membri (all’epoca nove). Tale valutazione consistette in un’indagine generale (Risorse idriche sotterranee della Comunità europea: relazione di sintesi) ed in relazioni dei singoli Stati Membri. Detta valutazione riguardava principalmente la quantità delle acque sotterranee. Dal momento della sua pubblicazione, l’attenzione in Europa (e negli Stati Uniti) si è maggiormente rivolta alla qualità e non solo si è assistito ad un grande miglioramento dei programmi di monitoraggio della qualità delle acque sotterranee, ma molti schemi per la protezione delle stesse acque sono stati posti in essere. 2.1.3. Un programma d’azione per le acque sotterranee (1996) La dichiarazione del Seminario Ministeriale sulle acque sotterranee tenutosi all’Aia nel 1991 riconobbe la necessità di ulteriori azioni per evitare il deterioramento a lungo termine della qualità e della quantità delle risorse di acqua dolce. Essa richiese un programma di azioni da implementare entro il 2000 al fine di promuovere la gestione sostenibile e la protezione delle risorse di acque dolci. Risoluzioni del Consiglio del 1992 e del 1995 raccomandarono l’attuazione di un programma d’azione e la revisione della direttiva acque sotterranee. Seguì una proposta della Commissione per un programma d’azione sulla Protezione e Gestione Integrate delle Acque Sotterranee che fu adottata dalla Commissione europea il 25 novembre 19962. La proposta individuò la necessità di stabilire procedure per regolamentare l’estrazione di acque dolci e per monitorare la qualità e la quantità di queste ultime. Il Parlamento europeo ed il Consiglio chiesero successivamente alla Commissione di stabilire un quadro per la politica europea in materia di acque. Tale richiesta portò alla Direttiva Quadro sulle Acque (WFD) adottata ad ottobre 20003. Oltre a proteggere le acque sotterranee come risorsa per usi multipli, la WFD stabilisce per la prima volta che le acque sotterranee devono essere protette per il loro valore ambientale. In tale contesto, la WFD propone un quadro legislativo impegnativo, 2 10 3 COM1996/0355 Direttiva 2000/60/CE, GU L327 del 23.10.2000 Protezione delle acque sotterranee in Europa stabilendo obiettivi ambientali per tutte le acque –superficiali, costiere, di transizione e sotterranee- da raggiungere entro la fine del 2015. Questa moderna norma europea stabilisce obiettivi chiari ma consente agli Stati Membri la flessibilità nelle modalità di raggiungimento degli stessi obiettivi. Essa è basata su pietre miliari quali la valutazione del rischio legato alle pressioni antropiche ed agli impatti, i programmi di monitoraggio, la predisposizione di piani di gestione dei bacini idrografici (il primo piano deve essere pubblicato entro il 2009) e la progettazione e la realizzazione di programmi di misure. Le acque sotterranee sono una delle componenti chiave della WFD con l’attenzione rivolta sia agli obiettivi qualitativi, sia quantitativi. Gli obiettivi per le acque superficiali riguardano gli stati ecologico e chimico. Gli obiettivi relativi allo stato quantitativo sono chiari nella WFD. Lo scopo è quello di assicurare un equilibrio tra le estrazioni e la ricarica delle acque sotterranee, ma i criteri relativi allo stato chimico sono più complessi e non furono completamente risolti all’epoca dell’adozione della WFD. Il Parlamento europeo ed il Consiglio chiesero pertanto che la Commissione sviluppasse una proposta per una direttiva “figlia” volta a chiarire i criteri per il buono stato chimico e a dare indicazioni relative alla identificazione ed inversione delle tendenze all’inquinamento. Questa nuova Direttiva Acque Sotterranee fu adottata a Dicembre 20064. 2.2. Il contesto politico 2.2.1. Le acque sotterranee nella Direttiva Quadro sulle Acque Le parti della Direttiva Quadro sulle Acque relative alle acque sotterranee comprendono una serie di passi per il raggiungimento del buono stato (quantitativo e chimico) entro il 2015. Queste impongono agli Stati Membri di: ■ 4 Definire e caratterizzare i corpi idrici sotterranei (unità di gestione) nell’ambito dei Distretti Idrografici che devono essere riportati alla Commissione europea. La caratterizzazione si basa sulla comprensione del sistema, in particolare sulla conoscenza dei determinanti (D), delle pressioni (P), dello stato (S), degli impatti (I) e delle risposte (R) che costituisce la spina dorsale della pianificazione della gestione del bacino idrografico (Fig. 1). Essa comprende l’analisi delle Direttiva 2006/118/CE, GU L372 del 12.12.2006 11 Protezione delle acque sotterranee in Europa pressioni e degli impatti dell’attività umana sulla qualità delle acque sotterranee al fine di identificare i corpi idrici a rischio di non raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale di cui alla WFD. Tale analisi deve consentire di valutare i rischi legati agli usi dell’acqua e le interazioni con gli ecosistemi acquatici o terrestri connessi in relazione ai tipi di pressioni ed alla vulnerabilità dell’acquifero (Fig. 2). Gli Stati Membri dovevano condurre tale classificazione tra il 2004 e il 2005 e comunicarne i risultati alla Commissione europea. Una relazione sintetica sui report degli Stati Membri è stata predisposta dalla Commissione europea e pubblicata a marzo 20075 . Figura 1 – Il principio “DPSIR” D P S I Determinanti Pressioni Stato Impatto Scarichi Condizioni ambientali Agricoltura Industria Energia Trasporti Servizi Famiglie / Consumi Uso del suolo • Fisiche • Chimiche • Ricarica Uso della risorsa Risposte R 12 5 Rapporto della Commissione sulla Direttiva quadro sulle Acque, marzo 2007 Protezione delle acque sotterranee in Europa Natura e ambiente Salute Figura 2 – Principali determinanti (D) e relative pressioni (P) che incidono sulle acque sotterranee. Lo stato (S) e gli impatti (I) riguardano sia le risorse idriche sotterranee, sia gli ecosistemi acquatici e terrestri connessi e dipendenti. Le risposte (R) sono i programmi d’azione delle norme UE pertinenti (in primo luogo il programma di misure di cui alla Direttiva Quadro sulle Acque) Risposte Rischi di inquinamento da fonti diffuse/ puntuali (urbane, agricole, industriali): “corpi a rischio”) � � Scorrimento superficiale � Estrazione di acqua potabile � (utilizzatore come recettore) � � � � � � � � � � � � � Scarichi diretti o indiretti Interazioni con gli ecosistemi acquatici e terrestri come recettori. Collegamenti con lo stato delle acque superficiali e gli Standard di Qualità Ambientale. Obiettivi di qualità (legati alle concentrazioni di fondo ed alla vulnerabilità dell’acquifero) 13 Protezione delle acque sotterranee in Europa ■ ■ Redigere, all’interno di ciascun distretto idrografico, i registri delle aree protette designate ai fini di una protezione specifica delle acque superficiali e sotterranee ivi contenute o della conservazione degli habitat e delle specie presenti dipendenti direttamente dall’ambiente acquatico. I registri devono includere tutti i corpi idrici utilizzati per l’estrazione di acqua potabile e tutte le aree protette di cui alle seguenti direttive: Direttiva Acque di Balneazione6 , Direttiva Nitrati7 (zone vulnerabili), Direttiva Acque Reflue Urbane8 (aree sensibili) e Direttive Habitat9 e Uccelli10 (aree designate per la protezione degli habitat e delle specie inclusi i relativi siti Natura 2000). I registri devono essere rivisti nell’ambito degli aggiornamenti del Piano di Gestione del Bacino Idrografico. Stabilire reti di monitoraggio delle acque sotterranee sulla base dei risultati della caratterizzazione e della valutazione del rischio al fine di fornire un quadro completo dello stato chimico e quantitativo delle acque sotterranee. Gli Stati Membri dovevano definire un programma di monitoraggio da rendere operativo entro la fine del 2006. In tale contesto, i dati di monitoraggio costituiscono un elemento essenziale di tutto il ciclo di gestione (Fig. 3). Figura 3 – Il ciclo di gestione delle acque Gestione dell’acqua Necessità informative Uso delle informazioni Strategia di valutazione Valutazione e reporting Programma di monitoraggio Analisi dei dati Raccolta campioni Gestione dei dati Analisi di laboratorio Direttiva 76/160/CEE, GU L31 del 5.02.1976 Direttiva 91/676/CEE, GU L375 del 31.12.1991 8 Direttiva 91/271/CEE, GU L135 del 30.05.1991 9 Direttiva 92/43/CEE, GU L206 del 22.07.1992 10 Direttiva 79/409/CEE, GU L103 del 25.04.1979 6 7 14 Protezione delle acque sotterranee in Europa ■ ■ ■ Predisporre un piano di gestione del bacino idrografico (RBMP) per ciascun distretto idrografico che deve includere un sommario delle pressioni e degli impatti dell’attività umana sullo stato delle acque sotterranee, una presentazione sottoforma di mappa dei risultati di monitoraggio, una sintesi dell’analisi economica dell’uso delle acque, una sintesi dei programmi di protezione e delle misure di controllo e risanamento. Il primo RBMP deve essere pubblicato entro la fine del 2009. Una revisione è poi prevista entro la fine del 2015 e, in seguito, ogni sei anni. Tenere conto entro il 2010 del principio del recupero dei costi per i servizi idrici, inclusi i costi ambientali e della risorsa in ossequio al principio “chi inquina paga”. Definire entro la fine del 2009 un programma di misure per raggiungere gli obiettivi ambientali della WFD (per esempio il controllo delle estrazioni, misure di prevenzione o controllo dell’inquinamento) che deve essere operativo entro la fine del 2012. Le misure di base includono, in particolare, controlli dell’estrazione di acque sotterranee, controlli (previa autorizzazione) della ricarica artificiale (non consentita in Italia) o accrescimento dei corpi idrici sotterranei (non consentito in Italia), garantendo la non compromissione del raggiungimento degli obiettivi ambientali. Le fonti puntuali e diffuse a rischio di causare inquinamento sono anch’esse soggette alle misure di base. Gli scarichi diretti di inquinanti nelle acque sotterranee sono vietati ai sensi dell’Articolo 11 della WFD. Il programma di misure deve essere rivisto e, ove necessario, aggiornato entro il 2015 ed in seguito ogni sei anni. La figura 4 sintetizza le principali misure di base e supplementari previste dalla WFD. 15 Protezione delle acque sotterranee in Europa Figura 4 – Principali misure di base e supplementari ai sensi della Direttiva Quadro sulle Acque con effetti diretti sulle acque sotterranee Misure derivanti dalla normativa comunitaria MISURE DI BASE ■ Direttiva Acque di Balneazione 76/160/CEE ■ Direttiva Uccelli 79/409/CEE ■ Direttiva Acque Potabili 98/83/CEE ■ Direttiva Incidenti Rilevanti (Seveso) 96/82/CE ■ Valutazione d’Impatto Ambientale 85/337/CEE ■ Direttiva Fanghi di Depurazione 86/278/CEE ■ Direttiva Acque Reflue Urbane 91/271/CEE ■ Direttiva Prodotti Fitosanitari 91/414/CEE ■ Direttiva Nitrati 91/676/CEE ■ Direttiva Habitat 92/43/CEE ■ Direttiva IPPC 96/61/CEE Misure Supplementari MISURE SUPPLEMENTARI 16 Protezione delle acque sotterranee in Europa ■ Strumenti legislativi, amministrativi o fiscali ■ Programmi ambientali negoziati ■ Controlli delle emissioni e delle estrazioni ■ Codici di buona pratica, gestione della domanda ■ Ricostruzione e ripristino delle zone umide ■ Misure per l’efficienza ed il riutilizzo ■ Impianti di dissalazione ■ Progetti di costruzione e di ripristino ■ Ricarica artificiale degli acquiferi (non in Italia) ■ Progetti educativi, ricerca, dimostrazioni 2.2.2. Altre direttive correlate Le leggi per la protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento fanno parte di un quadro normativo più ampio che risale agli anni ’90. Il concetto di protezione delle acque sotterranee, così come affrontato da diverse norme, è ora pienamente integrato nelle misure di base di cui alla Direttiva Quadro sulle Acque. La necessità di assicurare l’adeguata integrazione dei vari strumenti legali è illustrata in figura 5. Figura 5 – Settori coperti dagli strumenti legislativi UE che interessano direttamente o indirettamente la protezione delle acque sotterranee POLITICA POLITICA Valutazione impatto ambient POLITICA Uccelli, Habitat ACQUA POTABILE SETTORE URBANO Seveso, IPPC AGRICOLTURA INDUSTRIA POLITICA Acqua potabile POLITICA Fanghi di depurazione Discariche POLITICA Acque reflue urb., Prodotti da costruzione POLITICA POLITICA Acque sotterr. POLITICA Acque di balneazione Pesticidi, Nitrati, biocidi POLITICA WFD 17 Protezione delle acque sotterranee in Europa I diversi strumenti sono direttamente connessi alla Direttiva Quadro sulle Acque ed alla nuova Direttiva Acque Sotterranee. Essi fanno parte di un insieme di misure che devono essere operative per raggiungere l’obiettivo del “buono stato ambientale” entro la fine del 2015. Essi mirano tutti a prevenire o limitare l’immissione di inquinanti nelle acque sotterranee. Le caratteristiche principali sono di seguito sintetizzate: ■ ■ ■ 11 18 12 La Direttiva Nitrati mira a ridurre e prevenire l’inquinamento delle acque provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole. Essa impone agli Stati Membri di designare come zone vulnerabili tutte quelle aree note del proprio territorio che drenano in acque –incluse quelle sotterranee- che sono, o sono probabilmente colpite da inquinamento da nitrati. Tali acque sono, tra le altre, quelle che contengono una concentrazione di nitrati superiore a 50 mg/l o che potrebbero contenere tale concentrazione qualora non fossero adottate specifiche misure. Il collegamento con la politica delle acque sotterranee è chiaro a tal proposito, cioè le concentrazioni di nitrati nelle acque sotterranee non devono superare il valore soglia di 50 mg/l. I programmi d’azione di cui alla Direttiva Nitrati costituiscono una delle misure di base della Direttiva Quadro sulle Acque (Allegato VI) ed un meccanismo per invertire le tendenze di inquinamento da nitrati ai sensi della Direttiva Acque Sotterranee (Allegato IV, parte B). La Direttiva Trattamento Acque Reflue Urbane ha lo scopo di proteggere l’ambiente dagli effetti negativi degli scarichi di acque reflue urbane e di acque reflue derivanti da certi settori industriali. In tale contesto, l’identificazione delle “aree sensibili” è legata essenzialmente alle acque dolci, agli estuari o alle acque costiere che sono individuate come eutrofiche, ai laghi ed ai corsi d’acqua che confluiscono in laghi/serbatoi caratterizzati da un basso ricambio idrico, ed alle acque dolci superficiali destinante al consumo umano che potrebbero contenere concentrazioni di nitrati superiori a 50 mg/l. Il collegamento con il quadro normativo sulle acque sotterranee avviene principalmente attraverso gli obblighi di prevenire o limitare le immissioni di inquinanti (incluse quelle di origine urbana) nelle acque sotterranee. La Direttiva Prodotti Fitosanitari11 e la Direttiva Biocidi12 riguardano l’autorizzazione, l’immissione sul mercato, l’uso ed il controllo nel territorio dell’Unione europea dei prodotti fitosanitari e biocidi commerciali quali pesticidi, erbicidi, o fungicidi. Con riferimento alle acque sotterranee, l’autorizzazione all’impiego è concessa solo se i prodotti non hanno alcun effetto dannoso sulla salute umana o sulle acque sotterranee, e non hanno effetti indesiderabili sull’ambiente, con particolare riferimento alla contaminazione delle acque, incluse le acque potabili e le acque sotterranee. La nuova Direttiva Acque Sotterranee ha stabilito concentrazioni massime ammissibili nelle acque sotterranee quali standard di qualità. Direttiva 91/414/CEE, GU L230 del 19.08.1991 Direttiva 98/8/CE, GU L102 del 24.04.1998 Protezione delle acque sotterranee in Europa ■ ■ 13 14 La Direttiva Prevenzione e Controllo Integrati dell’Inquinamento (IPPC)13 definisce misure atte a prevenire o ridurre l’inquinamento dell’aria, dell’acqua o del suolo. La direttiva si applica a un numero significativo di attività principalmente industriali con un elevato potenziale inquinante quali il settore energetico, la produzione e la lavorazione dei metalli, le industrie minerarie e chimiche, le strutture di gestione dei rifiuti, la produzione alimentare e le attività non industriali come l’allevamento. Le autorizzazioni comprendono prescrizioni per assicurare la protezione dei suoli e delle acque sotterranee e fissano limiti di emissione per gli inquinanti. Tale direttiva, al pari di altre direttive menzionate nel presente paragrafo, fa parte delle misure di base della WFD. La Direttiva Discariche14 è finalizzata a prevenire o ridurre gli effetti negativi delle discariche di rifiuti sull’ambiente, incluse le acque sotterranee. Come la Direttiva IPPC, la Direttiva Discariche detta disposizioni per il rilascio di autorizzazioni basate su una serie di condizioni, inclusi studi per la valutazione dell’impatto, e fa parte delle misure di base della WFD. Per ciascun sito, le condizioni delle acque sotterranee, le condizioni geologiche ed idrogeologiche dell’area devono essere identificate. I siti devono essere progettati in modo tale da prevenire l’ingresso delle acque sotterranee nella discarica, raccogliere e trattare l’acqua contaminata ed il percolato, e prevenire l’inquinamento dei suoli, delle acque sotterranee o superficiali impiegando le appropriate precauzioni tecniche quali le barriere geologiche e le impermeabilizzazioni del fondo. La direttiva stabilisce criteri per i test e l’accettabilità dei rifiuti prendendo in considerazione la protezione dell’ambiente circostante, incluse le acque sotterranee. Direttiva 96/61/CE, GU L257 del 10.10.1996 Direttiva 99/31/CE, GU L182 del 16.07.1999 19 Protezione delle acque sotterranee in Europa ■ Altre direttive hanno legami indiretti con il quadro normativo delle acque sotterranee. Queste includono la Direttiva Quadro sui Rifiuti15 che stabilisce che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza mettere in pericolo l’ambiente e le acque sotterranee e la Direttiva Prodotti da Costruzione16 che detta prescrizioni per regolamentare i prodotti da costruzione che possano costituire una minaccia per la salute dei futuri inquilini o dei vicini a causa dell’inquinamento o avvelenamento dell’acqua o del suolo. 2.3. Il processo di consultazione 2.3.1. La proposta della Commissione La Direttiva Quadro sulle Acque richiese specificamente l’adozione di una direttiva figlia al fine di fissare disposizioni dettagliate sullo stato chimico ed altre misure per identificare ed invertire le tendenze all’inquinamento. Una proposta per la nuova Direttiva Acque Sotterranee volta a proteggere le acque sotterranee dall’inquinamento fu presentata dalla Commissione europea nel settembre del 2003. Questa introdusse per la prima volta obiettivi di qualità in tutta la UE, il che impone agli Stati Membri di monitorare e valutare la qualità delle acque sotterranee sulla base di criteri comuni e di identificare ed invertire le tendenze di inquinamento delle acque sotterranee. Nell’adottare la proposta, la Commissione ha ottemperato all’obbligo di cui alla Direttiva Quadro sulle Acque, che richiede specifiche tecniche per completare il generale regime normativo sulle acque sotterranee (coprendo gli aspetti della caratterizzazione, analisi delle pressioni e degli impatti, monitoraggio e programma di misure). Questo include criteri per valutare il buono stato chimico, criteri per l’identificazione delle tendenze di inquinamento e la definizione dei punti di partenza per l’inversione delle tendenze ed elementi complementari dei programmi di misure (prevenzione e limitazione delle immissioni inquinanti nelle acque sotterranee). Tutti questi elementi sono legati allo sviluppo ed alla implementazione dei Piani di gestione dei bacini idrografici il cui fine è quello di raggiungere il “buono stato ambientale” entro il 2015. 2.3.2. Valutazione d’impatto Il Libro Bianco sulla Governance europea evidenzia che le proposte normative devono essere considerate sulla base di un’analisi efficace sulla opportunità di intervenire a livello UE e sulla necessità di un intervento normativo. Tale analisi deve altresì consentire di valutare il potenziale impatto economico, sociale ed ambientale della proposta, così come i costi ed i benefici dell’approccio scelto. In tale contesto, un nuovo metodo integrato di valutazione dell’impatto è stato sviluppato 15 20 16 Direttiva 2006/12/CE, GU L102 del 11.04.2006 Direttiva 89/106/CEE, GU L40 del 11.02.1989 Protezione delle acque sotterranee in Europa dalla Commissione, così come stabilito in una Comunicazione17 sulla Valutazione dell’Impatto. La finalità della valutazione dell’impatto è quella di aiutare a strutturare il processo decisionale, identificare e valutare il problema e gli obiettivi perseguiti. Tale metodo identifica le principali opzioni alternative per il raggiungimento degli obiettivi ed analizza i loro probabili impatti. Descrive i vantaggi e gli svantaggi di ciascuna opzione, le sinergie e le compensazioni. Dovrebbe essere considerato come un supporto alle decisioni politiche e non un sostituto di queste. Una valutazione di impatto a due stadi fu condotta per la proposta della Commissione di una direttiva volta a proteggere le acque sotterranee dall’inquinamento. I due stadi consistettero in: ■ ■ una breve valutazione preliminare, condotta a gennaio 2003, che identificò i principali obiettivi della proposta e gli argomenti chiave da considerare come parte di una ampia valutazione d’impatto; una valutazione ampia, sviluppata attraverso la consultazione di altri dipartimenti della Commissione, degli Stati Membri e degli stakeholder durante il periodo gennaio-aprile 2003. La valutazione d’impatto esamina le principali caratteristiche della Direttiva Acque Sotterranee proposta. In particolare, pondera le opzioni per valutare lo stato chimico dei corpi idrici sotterranei e per identificare ed invertire le tendenze significative e durature all’aumento della concentrazione di inquinanti. Inoltre valuta le misure atte a prevenire e controllare l’inquinamento delle acque sotterranee da fonti puntuali e diffuse. Tale ampia valutazione d’impatto ha riguardato solo gli aspetti economici, sociali ed ambientali della proposta, partendo dal presupposto che le altre direttive correlate (vedi paragrafo 2.2.2) siano, o saranno attuate pienamente. Descrive varie opzioni incluse le scelte che sono state già fatte o che si stanno prendendo in considerazione. Inoltre prende in considerazione i costi ed i benefici di ciascuna opzione. 2.3.3. Il Working Group “groundwater” della Strategia Comune di Implementazione Gli Stati Membri, la Norvegia e la Commissione Europea hanno sviluppato insieme una strategia comune per l’implementazione della Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE. La Direttiva Quadro Acque stabilisce un quadro per l’azione della UE nel campo della politica delle acque (in seguito richiamata come Strategia Comune di Implementazione per la Direttiva Quadro Acque18). L’obiettivo principale di questa strategia è quello di assicurare l’implementazione coerente e armonizzata della direttiva attraverso il chiarimento di una serie di questioni metodologiche per raggiungere una comprensione comune sulle implicazioni tecniche e scientifiche della Direttiva Quadro Acque. In questa ottica, gruppi di lavoro o gruppi di esperti ad hoc portano avanti attività sotto il coordinamento di un Gruppo di Coordinamento Strategico (SCG) composto dagli Stati Membri e da rappresentanti di organizzazioni portatrici di interessi sotto la supervisione della Commissione Europea e dei Direttori delle Acque (Figura 6). 17 18 COM 2002/276 http://ec.europa.eu/environment/water/water-framework/implementation.html 21 Protezione delle acque sotterranee in Europa Figura 6 – La Strategia Comune di Implementazione (“CIS”) della Direttiva Quadro sulle Acque Direttori delle Acque Gruppo Guida Strategica“WFD e Idromorfologia” Presiedono: DE, UK e la Commissione Guida del processo di implementazione Presidenza, Co-presidenza: Commissione Forum degli Stakeholder “Carenza idrica e Siccità” Presiede: Commissione Co-presidenza: FR/ES/IT Gruppo Guida Strategica “WFD ed Agricoltura” Presiedono: FR, UK e Commissione Gruppo di Coordinamento Strategico Programma di lavoro Presiede: Commissione Comitrato Art. 2 Gruppo di redazione “Obiettivi/Esenzioni/Economia” Presiedono: Commissione e DK Gruppo di Lavoro A “Stato Ecologico” Presiedono: JRC, DE e UK Gruppo di Lavoro D “Reporting” Presiedono: Commissione, EEA e FR Gruppo di Lavoro F “Inondazioni” Rete Esperti “GIS” Presiede: Commissione Gruppo di Lavoro C “Acque Sotterranee” Presiedono: Commissione e AT Gruppo di Lavoro E “Sostanze Prioritarie” Presiede: Commissione “Monitoraggio Chimico” Presiedono: IT e Commissione (JRC) “Monitoraggio Chimico” Presiedono: IT e Commissione (JRC) Stakeholders, ONG, Ricercatori, Esperti, ecc. Gruppo UE di Lavoro Acque Sotterranee (WG C) GRUPPO DI COORDINAMENTO STRATEGICO WG C PLENARIO Presiede: COM Co-presidenza: AT Gruppo Guida WFD e Agricoltura Uso del Suolo e Acque Sotterranee Leader: COM 22 Protezione delle acque sotterranee in Europa Conformità e Trend Leader (TV): FR, NL Leader (ST guid): AT, UK Forum degli Stakeholder Carenza idrica e siccità Valutazione del Rischio Leader: AT, WATCH, NICOLE Nell’ambito di questo quadro è stato stabilito un Gruppo di Lavoro tecnico sulle acque sotterranee. La sua missione originaria era di supportare la Commissione europea nella fase di sviluppo della proposta di Direttiva Acque Sotterranee, che ha avuto luogo nel periodo 2002-2004. L’obiettivo del gruppo si è poi evoluto nello scambio di informazioni ed esperienze sulle tematiche relative alle acque sotterranee poiché queste si riferivano alla Direttiva Quadro Acque (ad esempio caratterizzazione, valutazione di rischio, monitoraggio, stato chimico e trend, programmi di misure). I membri dei gruppi di lavoro condividono informazioni ed esperienze attraverso attività differenti come workshop, report tecnici e documenti guida che raccolgono le esperienze dei partecipanti. La seconda fase del Gruppo di Lavoro (2004-2006) ha avuto successo ed ha condotto alla pubblicazione di tre report tecnici (vedi sotto). Il Gruppo di Lavoro sulle acque sotterranee sta ora entrando nel suo terzo periodo (2007-2009). L’obiettivo è quello di focalizzare l’attenzione sull’implementazione della nuova Direttiva sulle Acque Sotterranee e sugli elementi relativi alle acque sotterranee della Direttiva Quadro Acque, in particolare sul monitoraggio e sulla predisposizione del primo Piano di Gestione del Bacino Idrografico. 2.3.4. La negoziazione politica A seguito della proposta della Commissione, sono stati elaborati pareri da parte del Comitato delle Regioni a dicembre 2003 e dal Comitato Sociale ed Economico Europeo e dal Comitato delle Regioni a marzo 2004. A causa delle elezioni del Parlamento Europeo (EP) non è stato possibile completare la prima lettura nel 2004 e la tematica è stata affrontata di nuovo sotto il nuovo Parlamento Europeo (2004-2009) con un nuovo Rapporteur, Mrs Krista Klass, che è riuscita ad ottenere l’adozione della prima lettura nell’aprile 2005. Un accordo politico è stato poi raggiunto in seno al Consiglio nel giugno del 2005, seguito dall’adozione di una posizione comune attraverso una maggioranza qualificata nel Gennaio 2006. La seconda lettura è stata adottata dal Parlamento Europeo a Giugno 2006. La risposta del Consiglio alla seconda lettura è stata adottata nel settembre 2006, aprendo la strada alle negoziazioni per la conciliazione poiché alcuni emendamenti non potevano essere accettati dal Consiglio (per maggiori dettagli sulle discussioni politiche, vedi la comunicazione e l’opinione della Commissione sul sito web europa. A seguito di una prolungata negoziazione tra il Parlamento Europeo ed il Consiglio è stato raggiunto un accordo in conciliazione nell’ottobre 2006. Gli argomenti chiave durante le negoziazioni hanno riguardato la questione del principio di “non deterioramento della qualità delle acque sotterranee” e la relazione con la legislazione Europea sull’inquinamento causato dai nitrati. La conciliazione è arrivata poi ad un compromesso che stabilisce chiari obblighi per prevenire qualsiasi deterioramento dello stato delle acque sotterranee e stabilisce uno standard per i nitrati di 50 mg/L come uno dei criteri per il buono stato chimico che deve essere raggiunto entro il 2015. La conciliazione non ha previsto cambiamenti nella Direttiva nitrati. La nuova Direttiva è stata formalmente adottata a dicembre 2006. Essa integra la Direttiva Quadro Acque fissando in maniera chiara obiettivi ambientali per lo stato chimico delle acque sotterranee e garantisce una continuità con l’originaria Direttiva Acque Sotterranee del 19801 relativa alla protezione delle acque sotterranee contro l’inquinamento causato da certe sostanze pericolose fino al 2013, quando essa sarà abrogata ai sensi della Direttiva Quadro Acque. 23 Protezione delle acque sotterranee in Europa 3. Elementi chiave della Direttiva 3.1. Introduzione Generale La nuova Direttiva Acque sotterranee (GWD) stabilisce un regime in cui sono definiti standard di qualità per le acque sotterranee e introduce misure per prevenire o limitare immissioni di inquinanti nell’acqua sotterranea. La direttiva stabilisce criteri di qualità che tengono conto delle caratteristiche locali e permette che ulteriori miglioramenti siano fatti sulla base di dati di monitoraggio e di nuove conoscenze scientifiche. La direttiva perciò rappresenta una risposta proporzionata e scientificamente valida ai requisiti della Direttiva Quadro Acque poiché è relativa alle valutazioni sullo stato chimico delle acque sotterranee ed all’identificazione ed inversione dei trend significativi e prolungati all’aumento delle concentrazioni degli inquinanti. Gli Stati Membri dovranno stabilire gli standard (valori soglia) al livello più appropriato e tenere conto delle condizioni regionali o locali. Integrando la Direttiva Quadro Acque, la Direttiva Acque sotterranee richiede che: ■ ■ 24 Protezione delle acque sotterranee in Europa Gli Stati Membri stabiliscano valori soglia (standard di qualità) entro la fine del 2008. Gli studi sui trend dell’inquinamento siano effettuati utilizzando dati esistenti e dati di monitoraggio che sono obbligatori ai sensi della Direttiva Quadro Acque (con riferimento ai dati sui “livelli di base” ottenuti nel 2007-2008). ■ ■ ■ ■ I trend di inquinamento siano invertiti in modo che siano raggiunti gli obiettivi ambientali al 2015 utilizzando le misure fissate nella Direttiva Quadro Acque. Le misure per prevenire o limitare le immissioni di inquinanti nell’acqua sotterranea siano operative in modo da raggiungere gli obiettivi ambientali della WFD entro il 2015. Le revisioni degli obblighi tecnici della direttiva siano effettuate nel 2013 e successivamente ogni 6 anni. La conformità con i criteri per il buono stato chimico (basati sugli standard Europei dei nitrati e dei pesticidi e sui valori soglia stabiliti dagli Stati Membri) sia raggiunta entro il 2015. 3.2. Buono stato chimico La definizione di buono stato chimico è inserita nella Direttiva Quadro Acque. In questo contesto, il regime di conformità è basato sugli obiettivi di qualità (conformità ai relativi standard, nessuna intrusione salina) che devono essere raggiunti entro la fine del 2015. La definizione di criteri per il buono stato chimico era uno degli elementi del mandato dell’articolo 17 della Direttiva Quadro Acque che doveva essere definito con la nuova Direttiva Acque Sotterranee. La strada scelta si basa sulla conformità agli standard di qualità delle acque sotterranee individuati a livello comunitario (nitrati e pesticidi) che rafforzano le direttive preesistenti. Per quanto riguarda gli altri inquinanti, l’adozione a livello comunitario di valori numerici non è stata considerata come un’opzione valida, considerata l’alta variabilità naturale delle sostanze nell’acqua sotterranea (dipendente dalle condizioni idrologiche, dai livelli di background, dai percorsi degli inquinanti e dalle interazioni con i diversi comparti ambientali). Inoltre, la gestione dell’inquinamento delle acque sotterranee dovrebbe focalizzarsi sui rischi effettivi identificati dall’analisi delle pressioni e degli impatti ai sensi dell’articolo 5 della Direttiva Quadro Acque. Di conseguenza, il regime della nuova Direttiva richiede agli Stati Membri di stabilire i propri standard di qualità per le acque sotterranee (denominati “valori soglia”), prendendo in considerazione i rischi identificati e la lista di sostanze elencate nell’allegato II della direttiva. I valori soglia devono essere stabiliti per tutti gli inquinanti che caratterizzano i corpi idrici sotterranei come a rischio di non raggiungere l’obiettivo di stato chimico buono e ciò dovrebbe essere effettuato al livello più appropriato, per esempio a livello nazionale, di distretto o al livello di corpo idrico sotterraneo. La direttiva fornisce linee guida generali su come stabilire i valori soglia (allegato II). Si deve far notare che la lista di valori soglia stabiliti dagli Stati 25 Protezione delle acque sotterranee in Europa Membri può essere soggetta a revisioni periodiche nell’ambito del quadro della pianificazione della gestione del bacino idrografico che può portare a considerare sostanze addizionali (in caso di nuovi rischi identificati) o l’eliminazione di sostanze (in caso di precedenti rischi identificati non più esistenti). Per quanto riguarda la conformità, la valutazione sarà basata sulla comparazione dei dati di monitoraggio con i valori standard numerici (standard di qualità comunitari delle acque sotterranee e/o valori soglia). In linea di principio, a nessun corpo idrico sotterraneo sarà permesso di eccedere questi valori standard. Si riconosce che il superamento dei valori standard può essere causato da una pressione locale (ad esempio inquinamento da fonte puntuale) che non altera lo stato di tutto il corpo idrico sotterraneo in questione. Pertanto la direttiva dà la possibilità di investigare le ragioni per le quali i valori sono superati e decidere sulla classificazione dello stato chimico sulla base dei rischi effettivi per l’intero corpo idrico sotterraneo (ad esempio i rischi per la salute umana, per gli ecosistemi acquatici associati o i relativi ecosistemi terrestri, per gli usi legittimi e le funzioni dell’acqua sotterranea). Ciò significa che ci possono essere situazioni in cui gli standard siano superati a causa di pressioni locali che devono essere controllate e possibilmente neutralizzate senza classificare il corpo idrico sotterraneo nello “stato scarso”. Altre situazioni possono mostrare che uno o più casi di superamento degli standard possono costituire un serio pericolo per un corpo idrico sotterraneo e perciò portare alla classificazione in “stato scarso”. Le decisioni saranno prese caso per caso nel quadro della pianificazione della gestione del bacino idrografico ai sensi della Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE. 3.3. Identificazione ed inversione dei trend Un altro elemento richiamato dall’articolo 17 della Direttiva Quadro Acque riguarda l’identificazione dei trend in aumento dell’inquinamento e la loro inversione. Questo è il secondo pilastro della nuova direttiva in cui si stipula che tali trend dovranno essere identificati per ogni inquinante che caratterizza l’acqua sotterranea come a rischio (ciò è connesso all’analisi delle pressioni e degli impatti elaborata ai sensi della Direttiva Quadro Acque). Il tema della “significatività” è chiarito nell’allegato IV della direttiva. Questo è connesso alla significatività statistica (puramente matematica) ed ambientale, che a sua volta si riferisce ai rischi reali rappresentati dai trend in aumento identificati. 26 L’obbligo di inversione stabilisce che ogni trend significativo e duraturo all’aumento delle concentrazioni dovrà essere invertito quando queste raggiungono il 75% dei valori degli standard di qualità delle acque sotterranee e/o dei valori soglia (Figura 7). Tale regola di principio può essere adattata in relazione a circostanze locali che giustifichino un valore percentuale differente. In altre parole, in alcuni casi può essere giustificata un’inversione del trend quando i valori raggiungono il 50% degli standard (in caso di un acquifero ad alta vulnerabilità) mentre valori più elevati del 75% possono essere accettati nei casi in cui i rischi di superamento degli standard di qualità siano improbabili. Le inversioni dei trend devono essere intraprese attraverso il programma di misure di cui alla Direttiva Quadro Acque nella quale le norme di base costituiscono gli strumenti di implementazione per garantire azioni efficaci (ad esempio la Direttiva Nitrati, la Direttiva IPPC, ecc.). Protezione delle acque sotterranee in Europa Figura 7 – Principio di identificazione ed inversione di trend in crescita significativi dal punto di vista statistico ed ambientale concentrazione Punto di inizio per l’inversione dei trend come % dello standard o del valore soglia dell’acqua sotterranea (dipendente dal trend e dal rischio associato) Valore soglia o standard % Livello di base Concentrazioni di fondo naturale 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Anno di partenza 2016 Tempo (anno) 3.4. Misure per prevenire o limitare le immissioni di inquinanti Questo è il terzo elemento chiave della direttiva. Le misure per prevenire o limitare l’introduzione di inquinanti nelle acque sotterranee sono coperte dall’esistente Direttiva sulle Acque sotterranee. Essa contiene elementi che sono ora coperti da altre direttive come la Direttiva sulle Discariche, che la rende ridondante in alcuni aspetti in relazione al programma di misure della Direttiva Quadro Acque. Questo è il motivo per il quale si è deciso di abrogare la Direttiva nel 2013 (cioè un anno dopo che i programmi di misure sono resi operativi). Ma alcune disposizioni sarebbero andate perdute dopo l’abrogazione della direttiva senza un’adeguata azione supplementare, in particolare gli obblighi specifici sulla prevenzione delle immissioni di sostanze pericolose nelle acque sotterranee e la limitazione delle immissioni di altri inquinanti. Di conseguenza, la nuova Direttiva (GWD) include le disposizioni per prevenire o limitare le emissioni di inquinanti nell’acqua sotterranea che coincidono con gli obblighi esistenti di cui alla vecchia direttiva e sono in linea con la Direttiva Quadro Acque. Ciò significa che le misure per prevenire o limitare l’inquinamento ai sensi della GWD sono quelle stabilite dalla WFD (che dovranno essere operative a partire dal 2012). Ciò non implica affatto che nulla debba essere fatto prima del 2012 mentre la vecchia Direttiva e le altre norme comunitarie restano in vigore. Ai sensi della nuova direttiva, le disposizioni relative alla prevenzione e limitazione delle immissioni saranno ottimizzate e saranno coerenti con i piani di gestione di bacino idrografico previsti dalla Direttiva Quadro acque. Ciò è strettamente collegato alle necessità di modellazione concettuale sopra descritte (figura 8). 27 Protezione delle acque sotterranee in Europa Figura 8 – Le disposizioni “Prevenire e Limitare” legate ad una valutazione dei rischi di immissioni (e del modello del sistema). IMMISSIONI – acque di pioggia, fiumi, laghi, ecc. – rischi, scarichi, immissioni dirette o indirette MEZZO RECETTORE – zona satura – zona insatura – corpo idrico sotterraneo – tessitura – struttura – contenuto di minerali – sostanza organica FATTORI – pH – solubilità dei minerali – potenziale redox: O2, bilancio dei carbonati PROCESSI – flussi (insaturi e saturi) – adsorbimento, scambio ionico, reazioni di ossidoriduzione – dissoluzione / precipitazione – attività batterica Sostanze pericolose = PREVENIRE Rischi di immissioni Inquinanti non pericolosi Modello concettuale 28 Protezione delle acque sotterranee in Europa = LIMITARE 4. Verso un’efficace implementazione 4.1. Elementi chiave della Direttiva Quadro Acque La nuova direttiva sulle acque sotterranee è parte integrante di un quadro normativo globale rappresentato dalla Direttiva Quadro Acque. Il successo della sua implementazione dipenderà quindi strettamente dall’efficace implementazione delle parti relative alle acque sotterranee della Direttiva Quadro Acque e delle norme preesistenti nei settori agricolo, industriale, urbano e dei rifiuti. La seguente serie di elementi chiave della WFD costituiscono la base per l’ulteriore processo di implementazione: ■ ■ ■ L’analisi delle pressioni e degli impatti ai sensi dell’articolo 5 della Direttiva Quadro Acque: tale aspetto è stato già riportato dagli Stati Membri ed utilizzato per identificare i corpi idrici sotterranei “a rischio”. Questa analisi rappresenta un elemento chiave della nuova direttiva poiché ha una diretta implicazione nella emanazione di disposizioni sui valori soglia e sui trend. I programmi di monitoraggio sono stati elaborati e resi operativi entro la fine del 2006 sulla base dell’identificazione di cui sopra. La raccolta dei dati sarà quindi anche di importanza fondamentale per affinare la valutazione di rischio supportando così la chiara identificazione delle sostanze che devono essere considerate dagli Stati Membri per definire i valori soglia. Lo sviluppo del primo piano di gestione di bacino idrografico è ovviamente un elemento basilare per la Direttiva Quadro Acque nel suo complesso e, perciò, anche per le acque sot- 29 Protezione delle acque sotterranee in Europa terranee (figura 9). Il primo piano è in fase di elaborazione da parte degli Stati Membri per una consultazione pubblica entro la fine del 2008 e sarà pubblicato entro la fine del 2009. In tale contesto, i programmi di misure dovranno essere progettati e resi operativi entro il 2012 al fine di raggiungere gli obiettivi del buono stato entro il 2015. Figura 9 – Integrazione nel contesto della pianificazione della gestione del bacino idrografico ➡ ➡ ➡ ➡ Tutte le acque Intorno all’acqua, aree protette Qualità e quantità Tutti gli utenti / Politiche settoriali ➡ Cooperazione per la definizione del Piano di Gestione del Bacino Idrografico inclusa l’analisi delle pressioni, degli impatti e degli usi Fonte del disegno: Ministero dell’Ambiente, Québec, Canada 30 Protezione delle acque sotterranee in Europa 4.2. Elementi chiave specifici della nuova Direttiva Elementi chiave specifici della nuova direttiva si riferiscono a : ■ ■ ■ L’individuazione dei valori soglia che devono essere riportati dagli Stati Membri per la prima volta entro la fine del 2008. Come evidenziato in precedenza, è richiesto un elevato livello di cooperazione per garantire che i valori soglia saranno definiti in una maniera coerente e comparabile in tutta la UE. Gli aggiornamenti dei valori soglia (sostanze considerate e valori numerici) saranno possibili nel quadro del reporting del piano di gestione del bacino idrografico. Gli studi dei trend basati sui nuovi dati di monitoraggio e sulle informazioni esistenti. I trend identificati dovrebbero essere inclusi, in linea di principio, nel primo piano di gestione di bacino idrografico con le relative misure per la loro inversione, se del caso, ma si riconosce che potrebbe essere troppo presto (con solo 2 anni di dati) per garantire questo tipo di reporting. In pratica ciò significa che i trend saranno riportati probabilmente solo alla fine del Piano di Gestione del bacino idrografico nel 2015. Ciò non significa che le misure non debbano essere operative prima di allora, poiché queste potrebbero avere un effetto positivo sui trend di inquinamento. Un altro elemento basilare riguarda la revisione della direttiva sulla base di sviluppi scientifici programmata per il 2013. 4.3. Linee Guida di supporto – cooperazione per l’implementazione Come sopra evidenziato, l’efficace implementazione dipenderà da un elevato livello di cooperazione tra le agenzie ambientali o i ministeri degli Stati Membri, stakeholder rappresentativi di diversi settori (agricoltura, industria e urbano), organizzazioni non governative, la comunità scientifica e la Commissione Europea. La consapevolezza è quindi al centro della Strategia Comune di Implementazione della Direttiva Quadro acque, che è operativa dal 2001 (vedi paragrafo 2.3.3). In tale contesto, il Gruppo di lavoro sulle acque sotterranee conta più di 80 esperti che si incontrano due volte all’anno per scambiare le migliori pratiche, discutere le difficoltà tecniche sull’implementazione e sviluppare documenti guida. Questo gruppo di lavoro è attivo dal 2002 nel supportare la Commissione per sviluppare la proposta di direttiva pubblicata nel 2003. Il Gruppo di Lavoro in seguito ha focalizzato la sua energia sullo sviluppo dei documenti guida chiave pubblicati nel 2006, in particolare: ■ ■ Il documento guida sul monitoraggio delle acque sotterranee, che fornisce informazioni pratiche in relazione agli obblighi per il monitoraggio delle acque sotterranee ai sensi della Direttiva Quadro Acque. Il Documento Guida sulle acque sotterranee nelle aree protette, che chiarisce il collegamento tra gli obblighi della Direttiva Quadro Acque e il quadro normativo relativo all’acqua potabile. 31 Protezione delle acque sotterranee in Europa ■ Il Documento Guida sul chiarimento dei termini “immissioni diretta e indiretta”, con l’obiettivo di dare raccomandazioni sulla progettazione di misure per la prevenzione o limitazione delle immissione di inquinanti nell’acqua sotterranea. Altri documenti guida sono in fase di elaborazione o sono programmati e riguardano in particolare: ■ ■ Tematiche relative alla conformità, incluse raccomandazioni sull’individuazione di valori soglia e relativi requisiti di conformità, come anche le disposizioni tecniche sull’identificazione dei trend e la loro inversione. Le discussioni sulla conformità riguardano sia lo stato chimico, sia quello quantitativo. L’uso del suolo e le acque sotterranee, che mira a chiarire i collegamenti con il quadro normativo relativo all’agricoltura (inclusa la eco-condizionalità introdotta dalla riforma della Politica Agricola Comune), come anche gli obblighi che riguardano i siti contaminati su larga scala. Questo documento tratterà anche aspetti relativi ai cambiamenti climatici e come questi influenzano la gestione delle acque sotterranee. 4.4. Ricerca di supporto Il Trattato dell’Unione Europea indica che I Programmi Quadro per la Ricerca devono avere due obiettivi strategici principali. Primo, devono fornire una base scientifica e tecnologica per l’industria e favorirne la competitività internazionale. Secondo, devono promuovere attività di ricerca in supporto di altre politiche dell’Unione Europea. A tal fine, i Programmi Quadro sono progettati per aiutare a risolvere problemi ed per rispondere alle sfide economiche e sociali che emergono nella società. Il Programma Quadro sulla Ricerca (FP) è lo strumento principale dell’Unione Europea per finanziare la ricerca e lo sviluppo. Il Sesto Programma Quadro (FP6) è terminato a dicembre 2006 ed il Settimo è l’attuale Programma Quadro di Ricerca (FP7) che è iniziato a Gennaio 2007 e proseguirà fino alla fine del 201319. Il Sesto Programma Quadro ha rappresentato la risposta della Commissione agli obblighi derivanti dal summit tenutosi a Lisbona nel marzo 2000, in cui si richiedeva un migliore uso della ricerca Europea creando un mercato interno per la scienza e la tecnologia (l’area per la ricerca Europea). Il Sesto Programma Quadro ha aperto la possibilità di finanziare progetti ad hoc in risposta alle necessità di ricerca formulate dai decisori politici. Per quanto riguarda l’acqua sotterranea, ciò ha portato all’avvio ed allo sviluppo del progetto BRIDGE (Criteri di base per l’identificazione dei valori soglia nelle acque sotterranee), che è stato concepito per sviluppare una comune metodologia da utilizzare da parte degli Stati Membri per stabilire i valori soglia delle acque sotterrane (supportando quindi direttamente la nuova Direttiva sulle Acque sotterranee)20. La conoscenza acquisita è al centro dello sviluppo del documento guida di cui al paragrafo 4.3 (Figura 10). Questo progetto è soltanto uno dei molti progetti di supporto RTD (Sviluppo della Ricerca e della Tecnologia) condotti nell’ambito del Sesto 19 32 20 7° Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico (2007-2013) Progetto BRIDGE, http://ec.europa.eu/research/fp6/ssp/bridge_en.htm Protezione delle acque sotterranee in Europa Programma Quadro. Informazioni sui progetti finanziati dall’UE, inclusi i progetti di ricerca relativi all’acqua, sono disponibili sul Servizio Informativo Comunitario Ricerca e Sviluppo (CORDIS)21. Figura 10 – Elementi di classificazione dello stato chimico delle acque sotterranee così come studiato dal progetto BRIDGE (finanziato nell’ambito del 6o Programma Quadro RTD) Acque sotterranee inquinate (possibili impatti significativi) Qualità scarsa dovuta a concentrazioni naturalmente elevate, ma nessun impatto antropico (stato chimico: buono) Standard orientato al recettore Alterazione della qualità dell’acqua sotterranea BUONO STATO Variabilità nella qualità naturale dovuta all‘idrochimica QUALITÀ NATURALE Acqua sotterranea non disturbata Concentrazione crescente INFLUENZATA ANTROPICAMENTE Concentrazione crescente di inquinanti INDICAZIONE PER LO STATO SCARSO Livello di rivelabilità/ quantificazione Nell’ambito del Settimo Programma Quadro (formalmente adottato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio a dicembre 2006), il tema Ambiente (inclusi i cambiamenti climatici) ha un budget di 1890 milioni di Euro per il periodo 2007-2013 (per un budget totale di 50521 milioni di euro). Esso copre un range di attività di ricerca relative all’acqua, alcune delle quali supporteranno direttamente o indirettamente l’implementazione della nuova direttiva sulle acque sotterranee. In particolare, il bando 2008 comprende una tematica sui “sistemi delle acque sotterranee”, che è studiata ad hoc per rispondere alle necessità di raccogliere un’aggiornata conoscenza scientifica sul funzionamento dei sistemi delle acque sotterranee alla luce della revisione della direttiva nel 2013. 21 CORDIS, http://cordis.europa.eu/ 33 Protezione delle acque sotterranee in Europa 4.5. Collegamento con le associazioni ed i programmi internazionali Il Gruppo di Lavoro sulle Acque Sotterranee nell’ambito della Strategia Comune di Implementazione della Direttiva Quadro Acque collabora con il Programma Internazionale Idrologico (IHP) dell’UNESCO per scambiare informazioni e garantire che le raccomandazioni sulle buone pratiche di gestione delle acque sotterranee siano disseminate in tutto il mondo22. Le guide metodologiche, le linee guida e le revisioni concernenti la contaminazione delle acque sotterranee e degli acquiferi transfrontalieri sono di particolare interesse e sono disponibili sul sito dell’ IHP-UNESCO. Tali documenti sono particolarmente rilevanti ai fini dell’elaborazione attuale dei documenti tecnici guida UE sull’implementazione della nuova direttiva acque sotterranee. Altri collegamenti sono stati stabiliti con organizzazioni di stakeholder, attraverso il Gruppo di Lavoro C, che rappresentano i settori industriale ed agricolo e la società civile, la comunità scientifica, le agenzie ambientali e i ministeri degli Stati Membri. Attività di scambio hanno luogo anche con le associazioni internazionali come l’Associazione Internazionale degli Idrogeologi (IAH), Eurogeosurveys, l’Associazione Europea delle Acque (EWA), il Centro Internazionale di Valutazione delle Risorse Idriche Sotterranee (IGRAC) ed organizzazioni rappresentative dei settori industriali (ad esempio, CEFIC, EUREAU, Eurometaux, COPA-COGECA, etc.) e gruppi di interesse ecologici (rappresentati dall’Ufficio Europeo dell’Ambiente - EEB). 34 22 http://ec.europa.eu/environment/water/water-framework/groundwater/scienc_tec/links/index_en.htm Protezione delle acque sotterranee in Europa 5. Prossimi passi Gli anni futuri richiederanno una cooperazione attiva multi-settoriale e multi-disciplinare per garantire lo sviluppo di un appropriato regime di gestione delle acque sotterranee a livello Europeo e garantire un’efficace implementazione della nuova direttiva. Ciò si baserà fortemente, ma non solo, sull’efficace integrazione delle diverse politiche ambientali. L’integrazione sarà anche cruciale in relazione agli input della ricerca (trasferimento efficace dei risultati scientifici ai decisori politici), condividendo le pratiche e le attività pratiche dimostrative. La cooperazione effettiva in seno al Gruppo di Lavoro Acque Sotterranee (WG C), in associazione con gli sviluppi della ricerca su larga scala, rappresenta un’opportunità unica per costruire un quadro normativo basato sulla conoscenza per le acque sotterranee (chimico e quantitativo) fino al 2013 quando la direttiva dovrà essere revisionata. Appendice: Glossario BRIDGE Criteri di base per l’identificazione dei valori soglia nelle acque sotterranee CIS Strategia Comune di Implementazione GWD Direttiva Acque Sotterranee RBMP Piano di Gestione di Bacino Idrografico WFD Direttiva Quadro sulle Acque WG C Gruppo di Lavoro C sulle acque sotterranee Commissione Europea Protezione delle acque sotterranee in Europa Luxembourg: Office for Official Publications of the European Communities 2008 – 35 pp. – 21 x 21 cm ISBN 978-92-79-09820-8 35 Protezione delle acque sotterranee in Europa KH-81-08-380-IT-C ISBN 978-92-79-09820-8