====== AVVERTENZE ONLINE ==================
Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori.
Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti,
per combattere le arroganze di ogni tipo.
Edito da Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori
Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze
Tel: 055.290606 - Fax: 055.2302452
URL: http://www.aduc.it
Avvertenze numero 2009-9 del 1 Maggio 2009
In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/
In questo numero:
- Editoriale. Canone-Imposta Rai. L'Agenzia delle Entrate fa il gradasso coi
presunti deboli. Ma se il contribuente e' informato...
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=263
- La scheda. INCIDENTI IN ITALIA CON VEICOLI STRANIERI E INCIDENTI ALL'ESTERO
http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=65302
- La pulce nell'orecchio. OTTO PER MILLE: ALLA RICERCA DEL DATO PERDUTO...
http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=258224
- MediCare? Ballando come oche sul Titanic
http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php?id=257969
- Osservatorio Legale. Autovelox. Nasconderli per fare piu' multe e' reato:
truffa a danno degli automobilisti
http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php?id=258225
- MacroMicro Economia. Quando l'edilizia va, tutto va
http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php?id=258323
- Il Condominio. Cose comuni e rinuncia: diritti dei partecipanti
http://www.aduc.it/dyn/condominio/art/singolo.php?id=258230
- Famiglia e Individuo. Affidamento ad entrambi i genitori e mantenimento
diretto. La disapplicazione della legge
http://www.aduc.it/dyn/famiglia/art/singolo.php?id=258228
- Usi & consumi - News dal Mondo
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/uec.php?ed=263
USA / General Motors: 1,5 milioni di veicoli potenzialmente pericolosi
GERMANIA / Philips ritira una macchina da caffe'
ITALIA / Conti pubblici: debito record a 1.708 miliardi di euro, entrate fiscali
in calo
ITALIA / Non curarsi aumenta i costi ospedalieri del 30%
ITALIA / Farmaci e sperimentazione. Italia in coda
ITALIA / Canone Rai. Corte europea: legittimo il blocco del televisore
ITALIA / Assicurazioni: meno raccolta per il ramo vita. Le linked a meno 36%
MONDO / Un suicidio ogni 40 secondi
ITALIA / Carte prepagate. Antitrust: per recuperare ritardi favorire micropagamenti con schede operatori
telefonici mobili
MONDO / Troppo sale negli alimenti
GERMANIA / Troppi farmacodipendenti a causa dei medici
ITALIA / Aborto: in otto anni piu' di mille reati connessi alla legge 194
U.E. / Sospetto cartello per varie compagnie aeree
ITALIA / Il matrimonio degli italiani: piu' sindaci e meno preti per la cerimonia
ITALIA / E in Lombardia scatta il divieto di consumare kebab e gelati fuori dalla rivendite
GERMANIA / La prima centrale che funziona con vento e idrogeno
ITALIA / Istat. Quasi un milione di famiglie in poverta' assoluta
FRANCIA / In arrivo la prima bottiglia d'acqua in bioplastica riciclabile
ITALIA / Marito spia l'e-mail della moglie lesbica, il giudice: e' lecito
U.E. / Se il concessionario non consegna l'auto e' legittimo sospendere il pagamento delle rate
CINA / Il piu' grande mercato mondiale dell'auto
ITALIA / Risarcito chi perde un diritto perche' lo Stato non ha recepito una norma comunitaria
USA / Il cane e' aggressivo se lo e' il padrone
ITALIA / Bici e moto: partono gli incentivi all'acquisto
U.E. / Prodotti pericolosi: le segnalazioni crescono a quasi 1.900
SPAGNA / Verso l'eliminazione dei privilegi fiscali della Chiesa
ITALIA / Poste nel mirino dell'Antitrust: posizione dominante sui bollettini di conto corrente
ITALIA / Le scuole italiane sono vecchie: il 98% costruito nel secolo scorso
- Le iniziative
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=263
----Terremoto. Le proposte demagogiche e qualunquiste dell'Aduc...
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=256722
----Contratti di convivenza per le famiglie di fatto. Vademecum per sopravvivere in un Paese con famiglie di
seria A e B
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=256728
----Il direttore del quotidiano Libero non sa come funziona il canone/imposta della Rai?
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=256765
----Terremoto e referendum. Uno schiaffo alla miseria e le tasse eterne dell'emergenza
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=256770
----Provincia di Roma. Finanziamenti a pioggia per la "sicurezza"
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=256869
----Terremoto e ponte stretto di Messina
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=256873
----Terremoto e election day. Il 'pizzo' della Lega
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257006
----Pistacchi alla salmonella. Evitare quelli importati dalla California
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257010
----Studenti colpiti dal terremoto: diritti e consigli dell'Aduc
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257157
----Terremoto. Con 400 milioni risparmiati dell'election day si possono costruire 1.600 appartamenti da 100
metri quadrati ciascuno
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257245
----Pistacchi californiani alla salmonella
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257262
----Pistacchi californiani alla salmonella, circolano anche in Italia? Interrogazione
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257258
----Mobili e formaldeide
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257417
----Legge anti-kebab della Regione Lombardia. Quando il sonno della ragione genera mostri. Disobbedienza
civile
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257434
----Testamento biologico e amministratore di sostegno. Aduc e Procura impugnano in Corte d'Appello il no
del giudice tutelare
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257541
----Decreto anti-kebab
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257557
----Elettrostimolatori. Consigli
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257565
----Aduc - Osservatorio Firenze. Il Comune se la prende con i ciclisti e incentiva i mezzi a motore
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257688
----Chewing-gum. I danni economici
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257699
----Stato di diritto. Privacy e Giustizia non esistono per la famiglia?
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257701
----Telefonia mobile. Credito residuo non restituito: l'Antitrust apre istruttoria su Tim-Telecom Italia
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257771
----Mucca pazza ed etichetta, aviaria ed etichetta. A quando l'etichetta per i suini?
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257939
----La febbre dei suini
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257943
----Adsl e filtri peer to peer: Tele2 continua le violazioni, nuovo procedimento Antitrust a carico della societa'
del gruppo Vodafone
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257948
----Nuova catena di Sant'Antonio: guadagna 3000 euro al mese commerciando in indirizzi Internet delle isole
di Samoa. Denuncia all'Antitrust per pratica commerciale scorretta
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=258087
----Peste suina. Procurato allarme?
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=258090
----Canone/imposta Rai. Garimberti scopre la piaga dell'evasione: siamo a disposizione per dimostrargli tutti
gli errori che fanno
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=258095
----Cellulite. Inutili creme e vibratori
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=258104
----La Rai impedisce di disdire il canone? Per il Garante del Contribuente e' abuso d'ufficio. Denuncia alla
Procura
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=258109
----Telefonia mobile. Credito residuo non riconosciuto: dopo Tim, l'Antitrust indaga anche su Wind e
H3g-3Italia
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=258205
----Abi/Patti Chiari: entrano alcune associazioni di consumatori... amicizia lunga?
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=258208
----Overbooking aerea. I diritti del passeggero
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=258308
- Gli Articoli
----Terremoto. Ospedale del Mare a Napoli: urgente l'inchiesta della commissione parlamentare sul SSN
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=256724
----Profili di tutela dei diritti umani nell'euromed
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=256740
----Telefonia mobile. Milioni di sim fantasma tra numeri 899, criminalita' e reality show
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=257001
----Omoepatia: verso una legge
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=257240
----Pirate Bay, le conseguenze di una sentenza
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=257249
----Aborto. Relazione al Parlamento del ministero della Giustizia... e quella del ministero della Salute?
Interrogazione. I medici che denunciano le immigrate irregolari favoriranno l'aborto clandestino
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=257570
----Staminali cordone ombelicale. Governo contro la liberta' di cura e ulteriore spreco di soldi? Interrogazione
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=257669
----Telecom Italia: i nostri spot? Delle boutade da non prendere troppo sul serio!
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=257762
----Singapore. Il ministro della Salute vuole vietare dibattito con medico pro-eutanasia
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=257882
------------------------------------------LE PETIZIONI DELL'ADUC
Sono quattro, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle.
Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito.
ONU / VATICANO
La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato
non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere
consultivo.
http://www.aduc.it/dyn/holy/
PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486
La pillola che consente l'aborto farmacologico
http://www.aduc.it/dyn/ru486/
SPOT INDESIDERATI AL CINEMA
La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino
ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'.
http://www.aduc.it/dyn/cinema/
PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI
La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai
http://www.aduc.it/dyn/rai/
------------------------------------------Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche cinque settori con informazioni e consigli
quotidiani, oltre ad un sito di consulenza finanziaria, tutti editi dall'Aduc:
- Usi & Consumi
http://www.aduc.it/dyn/ucquot/
Notizie dal mondo
- Droghe
http://droghe.aduc.it
Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici,
all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti.
- Salute
http://www.aduc.it/dyn/salute/
Uno spazio di informazione e discussione basato su un principio essenziale: solo l'individuo puo' disporre
della propria salute. Oltre alla ricerca con le cellule staminali, alla clonazione, all'eutanasia e alla lotta al
dolore, ADUC Salute informa su temi come fecondazione assistita, interruzione di gravidanza,
tossicodipendenza, contraccezione, sessualita', etc. Ogni settimana viene edita una newsletter.
- Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria
http://investire.aduc.it
Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo
- Telecomunicazioni
http://www.aduc.it/dyn/tlc
i diritti degli utenti di tv, Internet e telefonia
------------------------------------------EDITORIALE
Canone-Imposta Rai. L'Agenzia delle Entrate fa il gradasso coi presunti deboli. Ma se il contribuente e'
informato...
L'Agenzia delle Entrate, in materia di canone/imposta Rai fa il gradasso, partendo dal presupposto che il
contribuente sia debole e impaurito di fronte all'Autorita' fiscale. Vediamo le ultime novita'.
Scenario reale. Quando un contribuente, alle pressanti e invasive richieste dell'Agenzia, risponde che non
possiede un televisore, oppure -nei termini temporali previsti dalla legge -fa disdetta del canone o chiede il
suggellamento dell'apparecchio, l'Agenzia stessa richiede la compilazione di una dichiarazione sostitutiva di
atto di notorieta' e il pagamento dei canoni successivi alla disdetta, considerata inefficace senza quel
modulo.
Scenario assurdo. E' come se, dopo aver fatto la dichiarazione dei redditi e aver pagato le imposte nei tempi
di legge, l'Agenzia scrivesse chiedendo la compilazione di un modulo in cui si deve confermare di aver
dichiarato il vero e si autorizza la Guardia di Finanza ad entrare in casa propria in qualsiasi momento per
verificare. Non solo, ma l'Agenzia dovrebbe chiedere anche il pagamento di centinaia di euro di more, in
quanto senza questo modulo la dichiarazione dei redditi non sarebbe stata presentata nei termini.
Quale differenza tra lo scenario assurdo e quello reale? Che nel caso del canone/imposta l'assurdo diventa
reale!!
Come difendersi. La Rai e l'Agenzia delle Entrate fanno i gradassi contro i presunti deboli. Ma quando il
contribuente si informa sui propri diritti e denuncia il loro comportamento alle autorita' competenti, la loro
forza si trasforma in paura. Una paura che ha spinto l'Agenzia ad accettare in fretta e furia la disdetta di un
contribuente anche senza la compilazione del modulo.
Leggere per credere (1).
Ovviamente la Rai e l'Agenzia delle Entrate continueranno a comportarsi in maniera illegale con tutti coloro
che non conoscono o non difendono i propri diritti, limitandosi a retrocedere solo di fronte ai singoli casi di
cittadini informati. E' tipico dell'arroganza che li permea.
Invitiamo ancora i contribuenti a cui venisse richiesta la compilazione del fantomatico modulo a farsi valere
con denunce al Garante del Contribuente, alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Torino. Qui
come fare: http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=170597
Sito Internet dedicato al canone-imposta Rai: http://www.aduc.it/dyn/rai
(1) http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/20090430-agenziaentrate-canone.pdf
------------------------------------------LA SCHEDA PRATICA
INCIDENTI IN ITALIA CON VEICOLI STRANIERI E INCIDENTI ALL'ESTERO
PRIME INFORMAZIONI: L'UCI E LA CARTA VERDE
L'Ufficio Centrale Italiano, l'UCI, e' l'ente che si occupa di gestire le pratiche di risarcimento danni per gli
incidenti che vedono coinvolti veicoli immatricolati o registrati in Stati esteri, sia nel caso essi avvengano in
Italia -comprese la Repubblica di San Marino e lo Stato Vaticano- sia che avvengano all'estero.
E' dell'UCI il compito, in questi casi, di liquidare i danni agli aventi diritto.
La Carta Verde e' il certificato internazionale di assicurazione che permette di circolare nei Paesi esteri
essendo in regola con l'obbligo di assicurazione RC auto vigente nel Paese visitato. Essa e' emessa e
gestita nell'ambito di un sistema di convenzioni tra i Bureaux (uffici nazionali di assicurazione) dei vari Paesi
coinvolti (vedi sotto). Per l'Italia l'ufficio di riferimento (Bureau) e' appunto l'UCI gia' detto.
La carta verde puo' essere ottenuta rivolgendosi alla propria compagnia assicurativa; non di rado essa e'
allegata alla polizza r.c.auto.
Essa e' richiesta per viaggiare in: Albania, Bielorussia, Bosnia Erzegovina, Iran, Israele, Macedonia,
Marocco, Moldavia, Russia, Serbia e Montenegro, Tunisia, Turchia, Ucraina.
Non e' invece necessaria (e' sufficiente la copertura della polizza R.C.auto italiana) in questi Paesi: Andorra,
Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna,
Grecia, Irlanda, Islanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo,
Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria.
POLIZZA TEMPORANEA
Se non si e' muniti di carta verde e si vuole visitare con la propria auto un Paese dove essa e' necessaria, e'
possibile acquistarla -ovvero acquistare una sorta di polizza assicurativa temporanea- alla frontiera. In questi
casi vi sono costi maggiori, quindi e' bene munirsi della carta prima di partire.
Per quanto riguarda l'Italia, la polizza temporanea di frontiera viene rilasciata solo ai veicoli immatricolati in
Paesi esteri non appartenenti allo Spazio Economico Europeo.
Per quanto riguarda l'estero, la polizza polizza temporanea di frontiera e' valida per: Austria, Belgio, Bulgaria,
Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Islanda, Lettonia,
Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Repubblica
Slovacca, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria.
INCIDENTI IN ITALIA CON VEICOLI ESTERI
In caso d’incidente provocato da un veicolo immatricolato all’estero, per chiedere il risarcimento dei danni
subiti occorre inviare una lettera raccomandata A/R all’UCI, C.so Sempione, 39 20145 Milano.
Devono essere forniti i seguenti dati:
- nazionalita' e targa del veicolo estero;
- caratteristiche tecniche del veicolo estero (autovettura, moto, autocarro), la marca e il modello;
- cognome, nome e indirizzo del proprietario del veicolo estero;
- cognome, nome e indirizzo del conducente del veicolo estero;
- nome della compagnia assicurativa del veicolo estero;
- estremi dell’autorita’ eventualmente intervenuta per l’incidente (polizia stradale, vigili, ecc) con l’esatta
indicazione del Comando di appartenenza e della localita’;
- copia della constatazione amichevole d’incidente (CID), se disponibile;
- copia della Carta Verde esibita dal conducente estero, se disponibile;
- descrizione dell’incidente.
Se nell’incidente fossero stati provocati danni a veicoli o cose, occorre indicare il luogo, i giorni e le ore in cui
gli oggetti sono disponibili per l’ispezione che accerti l’entita’ del danno.
Se fossero state provocate lesioni personali, occorre indicare l’eta’, l’attivita’ e il reddito del soggetto, l’entita’
delle lesioni, l’attestazione medica comprovante l’avvenuta guarigione, con o senza postumi permanenti.
L’UCI, con i dati forniti nella raccomandata, provvedera’ ad incaricare della trattazione del sinistro il
responsabile nominato dalla compagnia estera. Alla domanda, completa di tutti i dati, dovra' essere data
risposta -positiva o negativa- entro tre mesi.
Se i dati forniti non permettessero di individuare la compagnia estera, sarebbero a cura dell’UCI gli
accertamenti per rintracciarla provvedendo, se non ce ne fosse alcuna, alla verifica dei presupposti per
l’applicazione delle disposizioni di legge in merito (Direttiva 166/72 poi aggiornata dalla direttiva
2005/14/CEE recepita dal D.lgs.198/2007 che ha modificato il Codice delle assicurazioni del 2005).
I tempi in questo caso si allungano, ovviamente.
INCIDENTI ALL'ESTERO CON VEICOLI ESTERI
E' bene premettere che in questi casi l'UCI non offre alcuna assistenza diretta.
Se l'incidente avviene in uno degli Stati del sistema Carta Verde, con un veicolo immatricolato in uno dei
Paesi dello Spazio Economico Europeo (Unione Europea piu' Islanda, Liechtenstein e Norvegia), la richiesta
di risarcimento puo' essere inviata direttamente al responsabile e alla sua compagnia assicuratrice oppure al
rappresentante della stessa nominato in Italia (detto mandatario).
L'impresa del danneggiante o il suo rappresentante in Italia deve fare l'offerta di risarcimento, oppure
motivare l'intenzione di non risarcire il danno, entro tre mesi dalla ricezione della richiesta.
Informazioni sugli indirizzi delle compagnie estere e dei loro rappresentanti in Italia (mandatari) possono
essere richiesti al "Centro di informazione Italiano" istituito presso l'ISVAP. Tutte le informazioni al riguardo
sono disponibili sul sito dell'ISVAP nella sezione dedicata ai consumatori (vedi tra i link utili).
Se il mandatario non ottempera entro i tre mesi oppure se l'impresa estera NON ha eletto un mandatario in
Italia, e' possibile rivolgersi alla CONSAP che opera in questi casi quale organismo di indennizzo italiano
(vedi tra i link utili).
Se il sinistro avviene all'estero con un veicolo non immatricolato in uno dei Paesi dello Spazio Economico
Europeo, l'applicazione della procedura sopra indicata non e' possibile.
In questi casi, se l'incidente e' accaduto in uno dei Paesi aderenti al sistema della Carta Verde, la richiesta di
risarcimento potra' essere indirizzata all'impresa di assicurazione del responsabile del sinistro (esempio:
incidente in Svizzera con veicolo svizzero: richiesta alla compagnia del responsabile) .
In caso contrario, quindi se il veicolo che ha provocato il danno e' immatricolato in uno Stato diverso rispetto
a quello dell'indicente, ci si deve rivolgere al Bureau nazionale dello Stato dove dove e' avvenuto il fatto
(esempio: incidente avvenuto in Svizzera con veicolo croato, la richiesta va inviata al Bureau svizzero).
Gli indirizzi dei vari Bureaux, nonche' la lista dei Paesi aderenti al sistema Carta Verde, sono nel sito dell'UCI
riportato tra i link utili.
Se il sinitro avviene in uno degli stati dello Spazio economico europeo con un veicolo non identificato o non
assicurato (o per il quale non sia possibile identificare l'assicuratore) la controparte e' la CONSAP quale
organismo di indennizzo nazionale (vedi link utili).
LINK UTILI
- Sito dell'UCI Ufficio Centrale Italiano: http://www.ucimi.it
- Sito dell'ISVAP con informazioni e dettagli per la ricerca del "mandatario" in caso di incidenti all'estero con
veicoli esteri:
http://www.isvap.it/isvap/imprese_jsp/PageCittadino.jsp?
numObj=191567&nomeSezione=PER_IL_CONSUMATORE
- Sito della CONSAP per le sue funzioni di "organismo di indennizzo nazionale":
http://www.consap.it/organismo_di_indennizzo/?id=57
- Testo del Codice delle Assicurazioni private:
http://www.aduc.it/dyn/sosonline/leggienorme/legg_mostra.php?id=159152
Ha collaborato Katia Moscano
(Rita Sabelli)
------------------------------------------LA PULCE NELL'ORECCHIO
Quindicinale di riflessione per mettere il dubbio, con l'informazione, su alcune certezze
di: Annapaola Laldi
OTTO PER MILLE: ALLA RICERCA DEL DATO PERDUTO...
"Io cerco la Titina/ la cerco e non la trovo...". Ecco, le parole di questa vecchissima canzoncina si adattano
benissimo alla mia situazione attuale nella ricerca di alcuni preziosi dati dell'Otto per mille (OPM), vale a dire
le tabelle delle scelte espresse (dal 2007) e le tabelle della ripartizione dell'OPM (dal 2008).
Per far capire bene la mia piccola "odissea", riassumero' brevemente quanto e' successo dal marzo 2008.
Fino a quel momento avevo un riferimento presso la Ragioneria generale dello Stato suggeritomi anni
addietro da un amico giornalista; questa persona della Ragioneria, che evidentemente doveva aver fra
le sue mansioni anche quella di curare le informazioni verso il pubblico, mi ha inviato fino all'anno scorso i
dati che ho appena menzionato, anche se nel 2007 salto' l'invio delle tabelle delle scelte espresse di
quell'anno. Ma non ci feci troppo caso; oltre tutto sono una persona abbastanza comprensiva e anche
gentile, e quindi non insisto mai in maniera troppo pressante. Pero', proprio nel marzo dell'anno scorso,
inviandomi la tabella della ripartizione dell'OPM 2007 (ma non la tabella delle scelte espresse, che non ho
mai ricevuto) questa persona mi comunico' che la gestione di tali dati non era piùu'di competenza
della Ragioneria, senza peraltro dirmi qual era il nuovo ufficio competente.
Questa volta mi permisi di essere piu' insistente e alla fine mi fu risposto che, probabilmente, la competenza
era passata all'Agenzia delle Entrate e, per mandare una e-mail, mi fu suggerito questo percorso si Internet:
"Agenzia delle Entrate-Contatti-Contatta l'Agenzia. Detto e fatto. Risposta zero su zero.
Nel giugno tornai educatamente alla carica e la persona in questione, altrettanto gentilmente, mi comunico'
che la gestione di quei dati era passata alla competenza del "Dipartimento delle Politiche Fiscali del
Ministero economia e finanze" (che ora, pero', pare si chiami "Dipartimento delle Finanze"), ma
neppure questa volta pote' o volle essere piu' precisa.
All'epoca avevo altre cose che mi occupavano la mente e il tempo, e solo il 6 aprile scorso inviai tramite
l'ADUC un fax a uno dei molteplici numeri del "Dipartimento politiche fiscali", dal quale ebbi una risposta
sollecita. Il funzionario firmatario si dichiarava pero' incompetente a fornirmi quanto richiesto, e mi invitata a
rivolermi alla Direzione Generale dell'Agenzia delle Entrate perche' si trattava -testuali parole- "di un dato
particolarmente 'delicato'". Questa dizione "dato particolarmente 'delicato'" attribuita a dati che più pubblici
non potrebbero essere, come cerchero' di dimostrare fra poco, mi mise davvero "la pulce nell'orecchio": era
forse in atto un tentativo di offuscamento dell'informazione? E, se si', per quale motivo, a che scopo, a
favore di chi e di che cosa?
Comunque, il 14 aprile fu inviato il nuovo fax al numero indicato, ma questa volta nessuna risposta, e la
stessa sorte ha avuto il successivo fax del 21 aprile, in cui, fra l'altro, si chiedeva comunque una risposta
anche se negativa.
Reso conto della situazione attuale circa la ricerca dei nuovi dati, adesso entrero' nel merito della questione
della loro presunta "delicatezza". A mio avviso, un dato si può definire delicato se la sua conoscenza viola la
privacy di qualcuno.
Ma nel nostro caso non si tratta di questioni private di singoli cittadini, bensi' di cifre riguardanti la vita
pubblica. Infatti, nel primo caso, quello cioe' delle scelte espresse", abbiamo a che fare, come si vedra' di
seguito, con cifre globali sul numero totale dei contribuenti, sul numero dei contribuenti che hanno espresso
la loro scelta dell'OPM e sui numeri, assoluti e percentuali, relativi alla scelta dei diversi beneficiari. Nel
secondo caso abbiamo a che fare con le cifre del gettito IRPEF di quel dato anno, del relativo OPM, e della
distribuzione di detta somma fra i diversi beneficiari (anche di questo si dara' un saggio di seguito). Chi legge
puo' quindi giudicare da se' sulla "delicatezza" di questi dati. Mi pare che non ci sia ombra di dubbio che
essa non riguarda la privacy dei cittadini e contribuenti. Ma, mi dico, se quel dato funzionario ha usato
questo termine, un motivo ci sara', ed esso non puo' che inquietarmi, perché ci vedo in atto il tentativo di
negare la trasparenza degli atti pubblici.
Vediamo dunque questi dati tanto delicati, osserviamoli bene e giudichiamo col nostro cervello.
Prima di tutto, le tabelle delle scelte espresse. Mentre rimando all'allegato per la lettura di tutte quelle che
sono riuscita a raccogliere (dall'anno di distribuzione OPM 1998 -denuncia redditi 1995 per i redditi del 1994all'anno di distribuzione OPM 2006 -denuncia redditi 2003 per i redditi del 2002),
http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/SCELTEESPRESSEDAL98AL06.pdf
trascrivo qui sotto l'ultima che ho a disposizione, cioè quella del 2006.
Eccola qui:
TABELLA DELLE SCELTE ESPRESSE ANNO DI DISTRIBUZIONE 2006
RIPARTIZIONE DELLE SCELTE ESPRESSE DAI CONTRIBUENTI NELLE DICHIARAZIONI
PRESENTATE NELL'ANNO 2003 PER IL 2002
ANNO DI RIFERIMENTO
2003 per 2002
TOTALE DICHIARANTI
40.208.003
- con scelta espressa
- con scelta non espressa
16.552.140
23.655.863
TOTALE SCELTE ESPRESSE
16.552.140
- regolari
- con anomalie
15.892.337
659.803
96,01%
3,99%
TOTALE SCELTE REGOLARI
15.892.337
39.52% rispetto ai contribuenti
- Stato
1.331.298
- Chiesa Cattolica
14.169.481
- Unione ch. cris. avv. del 7° giorno
35.046
- Assemblee di Dio in Italia
30.626
- Chiese valdesi
220.865
- Chiesa Luterana in Italia
42.533
- Un. Com. ebraiche in Italia
62.488
41,17%
58,53 %
8,38%
89,16%
0,22%
0,19%
1,39%
0,27%
0,39%
Come si vede, non c'e' niente che possa ledere la privacy di chicchessia, che' questo sarebbe l'unico motivo
che potrebbe spingere a secretare tali dati.Si tratta, al contrario di dati pubblici per loro natura perche'
rendono conto di qualcosa che interessa direttamente ogni contribuente proprio perche', come dice la parola,
ha contribuito… ed e' quindi giusto, sacrosanto che possa vedere il riepilogo della situazione che ha
partecipato a porre in essere.
Come puo' accadere, dunque, che possano essere definiti "dati particolarmente 'delicati'"? Il termine
"delicato" qui può assumere solo un altro significato, e piuttosto ironico: in effetti si possono considerare dati
"delicati" perché, osservandoli bene, salta agli occhi che le percentuali relative alle scelte espresse valide,
che sono appena il 39,52% del totale dei contribuenti, diminuiscono parecchio se vengono rapportate al
100% dei contribuenti. Che, cioè, l'8,38% dello Stato diventa il 3,31%, mentre l'89,16% della Chiesa
cattolica diventa il ben più limitato 35,24%, e via dicendo. E' questa realta', dunque, che e' "particolarmente
delicata"? Ma e' la verita' -matematica e contabile! E la verita' a chi puo' far paura? E qui mi fermo.
L'altro dato considerato "delicato" e dall'anno scorso anch'esso non piu' accessibile almeno per me,
riguarda la distribuzione dell'OPM fra i diversi beneficiari. So, per esempio da Valdesi e Avventisti che, in
passato, ricevevano il prospetto riassuntivo completo, mentre da qualche tempo ricevono esclusivamente la
comunicazione della loro spettanza, e niente di piu'. E qui bisogna osservare un fatto singolare: nel 2003 e
nel 2004 il Governo di allora (sempre a guida dell'onorevole Berlusconi) mise in rete (sia pure
fuggevolmente) delle tabelle molto precise elaborate sui dati forniti dal Ministero dell'Economia e delle
Finanze, che si trova nel nostro Dossier OPM a questi indirizzi: distribuzione 2003:
http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/ripartizione-2003.pdf
Distribuzione 2004:
http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/pulce/TABELLA2004.doc
Cinque/sei anni fa, quindi, questi dati non furono considerati "delicati", ma, giustamente, pubblici. E tale
natura pubblica, secondo me, continuano ad avere ancora oggi, in effetti, per la stessa ragione per cui
devono essere pubblici e pubblicati quelli relativi alle scelte espresse. Perche' sono soldi pubblici,
derivanti dal gettito fiscale dei contribuenti, che i contribuenti stessi hanno contribuito a distribuire con la loro
scelta (corretta al rialzo dal meccanismo concordatario contenuto nella L 225/1975). E per tutto cio' che e'
pubblico deve valere la piu' perfetta e rigorosa trasparenza. Che in questo caso si concretizza con il mettere
il prospetto della distribuzione a disposizione di chiunque voglia consultarlo, perche' e' l'unica fonte da cui
possiamo conoscere, confrontandole, le somme ricevute dai diversi beneficiari, comprese le percentuali
(delle scelte espresse) e, per quanto riguarda Valdesi e ADI, la somma relativa alle scelte non espresse che
non incassano, ma devolvono allo Stato. Bisogna anche aggiungere che riguardo all'OPM dello Stato, la
consultazione di questo prospetto e' indispensabile per conoscere non solo questo dato appena citato, ma
anche e soprattutto l'importo totale assegnato allo Stato prima che sia decurtato delle somme previste
dall'immancabile finanziaria di turno; infatti, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), da
quando sono vigenti le riduzioni dovute alle finanziarie, non riporta più la somma integrale attribuita allo Stato
in sede di distribuzione OPM, ma soltanto quella che resta dopo le decurtazioni previste. E questo, a mio
avviso, e' grave, perche' crea una grande confusione (e lo dico da contribuente affezionata allo Stato!).
E a dimostrazione di quanto ho appena detto, trascrivo (tralasciando i capitoli di spesa e le previsioni e
variazioni generali) l'ultimo prospetto che ho ricevuto, cioe' quello relativo all'Anno di distribuzione 2007
(denuncia redditi 2004 per i redditi del 2003)
Ammontare incassi IRPEF (2003): euro 123.453.599.372,78 (100%)
Ammontare OPM (2003):
euro
987.628.794,98
Distribuzione ai beneficiari:
Stato:
euro
85.904.624,18
(7,74% scelte espresse)*
Cei (anticipo):
euro
886.989.420,77
(89,81% scelte espresse)
Unione Chiese avventiste:
euro
1.975.257,59 (0,2% scelte
espresse)
Assemblee di Dio:
euro
766.735,74 (0,19%
scelte espresse- solo esse)*
Tavola valdese:
euro
5.770.695,30
(1,43% scelte espresse- solo esse)*
Comunità ebraiche:
euro
3.654.226,54 (0,37%
scelte espresse)
Chiesa luterana:
euro
2.567.834,87 (0,26%
scelte espresse).
* Nel prospetto e' anche evidenziata la quota non espressa rifiutata dalle Assemblee di Dio, e per ora anche
dai Valdesi, che ammonta rispettivamente a euro 1.109.758,97 e a euro 8.352.396,47, il cui totale di euro
9.462.155,44 è attribuito allo Stato.
Sempre a proposito dello Stato, si puo' leggere una nota in cui si comunica che "Lo stanziamento dell'OPM
Stato deve essere ridotto rispettivamente di 80 milioni di euro in applicazione dell'articolo 2, comma 69 della
legge 350/2003 e di 5 milioni di euro in applicazione dell'articolo 1 quater, comma 4 del D.L. 5/10/2004 n.
248. A tale somma si viene a compensare il recupero di 45 milioni di euro per l'anno 2007 previsto dall'art. 1
comma 1233 della legge finanziaria 2007, determinandosi un taglio netto di 40 milioni di euro". Linguaggio
un po' sibillino, ma, se ci si applica, cifre alla mano, alla fine a qualcosa si approda e si capisce meglio lo
stanziamento del DPCM, che altrimenti sarebbe incomprensibile.
Un'ultima informazione riguarda la Chiesa cattolica, per la quale questo prospetto fornisce le cifre relative
agli acconti e altre spettanze.
In particolare, nel prospetto relativo alla distribuzione OPM 2007, di cui stiamo trattando, si leggono queste
cifre (oltre a quella già riportata all'inizio, che riguarda l'anticipo 2007):
Conguaglio CEI (in bilancio- cap. 2841):
euro 102.000.000,00 (nell'ipotesi prud. max scelte
CEI 2004: 89,58%);
pagamenti cei - acconto 2004 (cap. 2840): euro 782.700.072,45
scelte a favore cei - dich.
redditi 2004 (89,81%):
euro 886.989.420,77
ulteriori spettanze cei (opm 2004):
euro 104.289.348,32
eccedenza su conguaglio in bilancio:
euro
2.289.348,32
Infine un'ultima menzione: scelte non espresse: 59,14%.
Per concludere una considerazione e una osservazione:
la considerazione e' che mi sembra chiaro che, senza un simile prospetto, non e' possibile avere sotto gli
occhi la situazione complessiva anno per anno (anche perche' le diverse confessioni religiose o non
dichiarano quanto percepito, o lo dichiarano all'ingrosso, o lo dichiarano in ritardo) né quindi farsi un'idea
seria ed esaustiva della situazione.
L'osservazione e' che, paradossalmente, i prospetti pubblicati dal Governo nel 2003 e 2004 erano, per certi
versi, ancora più precisi della tabella che ho appena presentato, perche' avevano separato la somma
derivante dalla scelta espressa da quella derivante dalla scelta non espressa e saltava immediatamente
agli occhi il fatto che l'introito della scelta espressa era (come continua ad essere) molto inferiore a quello
della scelta non espressa. Cio' che vi mancava era il riferimento alle scelte espresse e non espresse (che
però si poteva desumere facendo un calcolo sul totale delle cifre assegnate in prima e seconda
battuta) e, per la Chiesa cattolica, la specificazione delle somme percepite come acconto e come saldo
-quest'ultima, un'informazione interessante, ma non di vitale importanza.
NOTA
Il prospetto di distribuzione OPM 2007 si puo' consultare anche a questo indirizzo:
TABELLA DISTRIBUZIONE OPM 2007
http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/DISTRIBUZIONEOPM2007MINISTEROFINANZE.pdf
Un ulteriore prospetto riepilogativo della distribuzione OPM (in euro) dal 1999 al 2004 (ricevuto dalla
medesima fonte) si trova a questo indirizzo: TABELLA RIEPILOGATIVA DISTRIBUZIONE OPM DAL 1999
AL 2004
http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/RIEPILOGODISTRIBUZIONEOPM99-04.pdf
------------------------------------------MEDICARE?
Quindicinale sulle politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali
di: Giuseppe Parisi
Ballando come oche sul Titanic
"il terremoto e stato voluto dal Signore, perche' anche gli Abruzzesi, in questa settimana santa
partecipassero alla sofferenza della sua Passione...".
(Radio Maria: http://www.youtube.com/watch?v=obKwqICewQA)
Uno dei problemi piu' gravi che affligge la nostra societa', grave piu' di qualsiasi terremoto, e' l'omologazione
delle idee e delle coscienze, ottenuta da un controllo attivo di filtraggio di informazione e stampa e, quindi,
l'appiattimento della discriminatoria consapevolezza delle circostanze delle cose e della vita intorno a noi.
Sono tante le cose che ci angosciano e ci preoccupano.
Ad esempio, l'edilizia selvaggia ed anti-ecologica, che condanna i cittadini a vivere in ristrette aree
urbanizzate, strutturate come alveari umani -cosi' diceva nel 1950 il grande Antonio De Curtis, in arte Toto',
ma pochissimi a quel tempo comprendevano cosa intendesse esprimere.
Il fenomeno della urbanizzazione anti-ecologica e' una caratteristica del modo di essere dell'uomo, lo
sfruttamento del territorio, fino alla esasperazione, fino alla condanna a morte dell'uomo medesimo.
Basti pensare alla Roma antica, con gli splendori magnificenti della domus aurea, nel 70 d.C. con il
Colosseo, grandi mausolei, palazzi, anfiteatri, terme, ma l'edilizia della gente comune, a differenza di quelle
ville dei senatori e dei tribuni, erano molto simili a quelle che noi abbiamo avuto, nel loro massimo
sviluppo, dal dopoguerra in avanti, facendo si' che l'immaginario collettivo della gente si orientasse nella
direzione di credere che quello fosse il civile, il progresso, il futuro.
Tuttavia, se lo sfregio del territorio, l'abuso e l'incongruo ai danni della salute e della stessa vita, fossero oggi
motivati dalla arretratezza civile, culturale e sociale di popolazioni di 20 secoli addietro, non avrebbe dovuto
essere -e non dovrebbe essere piu' cosi'- per la civilta' e la societa' odierna, il terzo millennio.
Siamo fermi nel passato, credendo di essere nel futuro.
A quell'epoca, qualche imperatore fingeva di rendere Roma piu' civile ed equitaria, ma invano. Le leggi
venivano promosse, ma dopo si ricercava criminosamente il modo di raggirarle, attraverso un sistema simile
a quello odierno: colletti bianchi, complicita', favoritismi, scambio clientelare, cominciando da cio' che viene
considerato basilare, il denaro ed il potere che da esso emerge.
Venti secoli addietro, la carriera politica era legata indissolubilmente con il potere economico del soggetto,
proprio come riaccade oggi.
Cosi' "Roma caput mundi", fu il primo fazzoletto di terra al mondo ad avere quello che noi oggi chiamiamo
urbanizzazione civile: i condomini sovrapposti per risparmiare spazio sul territorio, cioe' si costruiva verso il
cielo, la volumetria cresceva verso le stelle. Da quei tempi della Roma del classicismo, fino alla meta' dello
scorso secolo, vivere in locali ai piani bassi, a differenza di oggi, rappresentava uno "status symbol". La
organizzazione degli spazi della "domus" mandava nei piani piu' alti la servitu', e al piano terra il
padrone, e questo essenzialmente per diverse ragioni: la prima era l'urgenza di fuggire in caso di terremoto,
la seconda era che i piani bassi erano meno esposti agli sbalzi termici, piu' freschezza nelle stagioni calde,
piu' calore nelle stagioni fredde.
Nella Roma classica, il modo di disporre gli appalti era come quello di un bimbo che gioca al Lego. Le
aggressive urbanizzazioni della citta' avevano principalmente una motivazione, legata al fatto che al di fuori
delle aree planimetriche dell'urbe il mondo era uno aratro senza piu' nulla.
Oggi, dopo un cinquantennio di assalto al territorio, con citta' dagli aspetti mostruosi, con periferie
abbandonate, dovremmo pensare di rivalorizzare il territorio, iniziando dai servizi.
Chi non si ricorda "Il ragazzo della via Gluk"? Quando Adriano Celentano cantava del ragazzo non felice del
fatto che in citta' adesso poteva lavarsi senza dover correre giu' in cortile?
Le aree suburbane sono cresciute a passo di lumaca, e con esse anche i servizi. Basti pensare che ancora
oggi una fetta non indifferente del territorio nazionale non e' raggiunta dalla banda larga, e tutto cio' grazie
alla condotta affaristica di Telecom Italia, ex Sip, societa' a capitale sociale, cioe' di tutti noi italiani, che
l'abbiamo sostenuta, ingrassata con i nostri soldi, l'abbiamo vista privatizzare con i nostri capitali, abbiamo
visto farci fregare da amministratori delegati ingrassati come anatre, derubati di tutto a cominciare dai servizi.
Balliamo come oche sul Titanic.
Le citta' sono disumane, disorganizzate e sicuramente pericolose. E non si tratta della demagogica partita
sulla sicurezza verso una spicciola criminalita', qui parliamo di sicurezza dei posti ove passiamo la giornata
per lavoro, le scuole, gli ospedali, i luoghi pubblici. Avete visto in Abruzzo? Hanno trovato perfino
l'amianto….
E' ora di pensare alla vera sicurezza, senza dimenticare il problema centrale, la salute del pianeta, perche' di
esso ne siamo indissolubilmente figli.
Oggi nessuno ci dice che l'abitazione piu' ecologica, sicura e sana per vivere, e' proprio quella costruita con
materiali in legno. Realizzarla non e' facile. Un mio amico a Forli', tanti anni fa, ci riusci', ma subito dopo,
essendo in tanti che volevano imitarlo, accadde che il Comune vieto' la concessione edilizia, a favore del
cemento. Stiamo parlando di Forli', citta' di sinistra e… verde.
Per decenni e decenni, abbiamo inseguito due grandi mercati: l'automobile ed il mattone. I risultati sono
spaventosi.
Quello che e' venuto fuori ormai e' intollerabile, si tratta di modelli che deturpano fonti energetiche e
asfissiano il pianeta, modelli energicamente impraticabili.
Facciamo un esempio. Noi crediamo che solo l'automobile consumi energia attraverso la benzina, ma non
siamo a conoscenza, ne' crediamo che anche gli edifici consumano molta piu' energia. Basti sapere che la
vivibilita' di una singola casa per cinque mesi equivale all'energia che serve a far muovere un parco di 20
automobili per un intero anno.
La storia continua. La Fiat, come le altre aziende automobilistiche, si inventa la macchina nuova. La politica
piu' vecchia ed obsoleta, senza capacita' e creativita', si inventa la rottamazione. Tempo fa e' spuntata la
nuova 500, ed il risultato e' stato la cassa integrazione. Cosi' si prosegue sempre nel vecchio, nel passato e
senza futuro. Vedi ad esempio il recentissimo intervento del Governo che, a suo dire, intenderebbe rimettere
in movimento l'economia, con provvedimenti di aumento delle volumetrie degli edifici: crediamo che non
basti dire che si tratti di mancanza di competenza e creativita', ma autentica stupidita', se non follia.
Non andremo mai da nessuna parte.
L'unica strada percorribile e' l'inversione di rotta. Si devono sviluppare tecnologie che riducano al massimo il
dispendio energetico con un impatto ambientale vicino allo zero. Questa tecnologia e' vincente, in quanto ha
vasti spazi di mercato, ma quali investimenti il Governo trasferisce alle universita' per la ricerca?
Che civiltà e' la nostra, quando esiste un dispendio di energia che raggiunge e talvolta supera l'80% del
totale energetico?
Il presidente Silvio Berlusconi ha asserito in uno dei suoi numerosissimi viaggi nella zona del terremoto, che
ci sara' un contributo di Stato per chi vorra' ricostruirsi la casa ove viveva, sia nello stesso posto sia altrove;
contributi di Stato, cioe' di tutti noi. Allora, ritenendo giusto l'aiuto di tutti noi a coloro i quali hanno perso tutto
grazie al disprezzo di norme e regole, si dovrebbe pretendere per legge che tutti gli edifici siano predisposti,
oltre che a norme severissime antisismiche, anche con impatto ambientale zero, con dispendio energetico
minimo, comunque inferiore a 7 litri per mq, cosi come e' da anni in buona parte dell'Europa, Germania in
testa.
Solo questo creerebbe un circolo virtuoso di nuovi posti di lavoro, e risparmi cospicui sulla energia, a
cominciare dal petrolio. E folle, anzi criminale, sarebbe solo pensare alla costruzione di vecchie obsolete
pericolosissime centrali nucleari.
La realta' inizia da qui, mentre continuano ad ingozzare le oche con altre realta', come quella di Radio Maria
che pensa bene di dire che il terremoto che ha inghiottito quasi 300 innocenti ce lo ha mandato nostro
Signore, senza una sola parola sulle incurie, sul disprezzo delle norme e delle regole, sulla malvagita'
umana. Come non pensare che questa gente sia totalmente "out", compresi quelli che si sintonizzano
felicemente ingozzandosi di tali amenita'? Noi siamo convinti che perfino venti secoli fa, nella civilta'
Romana, se avessero avuto la scienza, la tecnologia possibile oggi, la maggior parte degli edifici non
sarebbe mai crollata, come non ci sarebbero stati mai incendi, come quello piu' famoso che la leggenda,
mossa dal clero, ha voluto addebitare a Nerone imperatore, per la ferocia con la quale tratto' i neo-cristiani...
e meno male che non c'era Radio Maria.
Restando in tema di tecnologie, energie rinnovabili e risparmio energetico, il Vaticano mettera' in piedi' (con
la nostra beneficenza dell'8 per mille) la piu' grande produzione di energia solare al mondo, attraverso
immense istallazioni di pannelli fotovoltaici, nel Lazio nei pressi di Radio Vaticana. Il surplus di energia
prodotta, ce lo rivendera'!
------------------------------------------OSSERVATORIO LEGALE
Quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed
europee, in materia di diritto dei consumatori
di: Emmanuela Bertucci
Autovelox. Nasconderli per fare piu' multe e' reato: truffa a danno degli automobilisti
La Corte di Cassazione torna ad occuparsi degli autovelox, troppo spesso usati per rimpinguare le casse
comunali e le tasche delle societa' che noleggiano le apparecchiature per rilevare la velocita'. E' il caso di
alcuni Comuni della provincia di Cosenza: un'azienda, titolare dell'appalto per il rilevamento della
velocita' delle automobili, riceveva dai Comuni un compenso parametrato al numero di multe effettuate e
aveva -chiaramente- tutto l'interesse a veder aumentare le multe.
Il titolare della ditta aveva dunque provveduto a installare -ben occultate- apparecchiature autovelox su varie
automobili, la maggior parte di sua proprieta', che venivano utilizzate per "incastrare" e multare gli
automobilisti. Parte una indagine della Procura della Repubblica, il titolare della ditta viene imputato per
truffa e i veicoli vengono sequestrati per scongiurare ulteriori "prevedibili esborsi illegittimi da parte degli
automobilisti sulla base di un rilevamento automatico della velocita' cosi' organizzato".
La norma: postazioni ben visibili e segnalate
Nella sentenza, la n. 11131 del 13 marzo 2009, la Corte di Cassazione -chiamata a decidere sul
dissequestro dei mezzi utilizzati per rilevare la velocita'- ripercorre le norme relative agli autovelox,
specificando che l'uso degli autovelox deve essere finalizzato principalmente alla prevenzione degli incidenti
e non a "batter cassa".
L'art. 142 del Codice della strada prevede che le postazioni di controllo della velocita' siano segnalate e ben
visibili. La circolare del Ministero dell'Interno del 3 agosto 2007 impone la segnalazione della presenza
dell'apparecchiatura di rilevamento almeno 400 m prima del punto in cui l'apparecchio e' posizionato.
Il Decreto Ministeriale del 15 agosto 2007 e la circolare del 8 ottobre 2007 ribadiscono l'esigenza di
segnalare le postazioni con adeguato anticipo in modo di garantirne il tempestivo avvistamento. Da cio' la
truffa, poiche' l'attivita' messa in atto dalla ditta era "intenzionalmente preordinata a trarre in inganno gli
automobilisti, in contrasto con lo spirito della normativa in materia diretta a prevenire incidenti piu' che a
reprimere". Nascondere gli autovelox e' dunque comportamento contrario allo spirito della legge, e risponde
alle sole esigenze di cassa dei Comuni e delle societa' private che hanno in appalto il servizio di rilevamento
della velocita'.
Segue il testo della sentenza:
Cassazione Seconda Sezione Penale n. 11131 del 13 marzo 2009
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SECONDA SEZIONE PENALE
composta dai magistrati
dott. Giuseppe Maria COSENTINO
Presidente
dott. Franco FIANDANESE
Consigliere
dott. Matilde CAMMINO
Consigliere
dott. Antonio PRESTIPINO
Consigliere
dott. Michele RENZO
Consigliere
ha pronunciato in camera di consiglio la seguente
SENTENZA
L. F. E. n. S. F. il 28 m. 19XX
avverso l'ordinanza emessa in data 7 maggio 2008 dal Tribunale di Cosenza
Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere dott. Matilde Cammino;
udita la requisitoria del pubblico ministero, sost. proc. gen. dott.Carmine
Stabile, che ha chiesto il rigetto del ricorso;
sentito il difensore avv. [...] del foro di Cosenza che rinuncia al ricorso
nella parte riflettente il sequestro delle autovetture perché dissequestrate e
per la restante parte chiede raccoglimento del ricorso;
osserva:
F. E. L., legale rappresentante della S. C., ha presentato ricorso per
cassazione avverso l'ordinanza in data 7 maggio 2008 del Tribunale di Cosenza
con la quale era stata rigettata la richiesta di riesame del decreto di
sequestro preventivo emesso in data 10 aprile 2008 dal giudice per le indagini
preliminari del Tribunale di Paola e avente ad oggetto sette autovetture e tutti
gli apparecchi di rilevamento della velocità (autovelox) di proprietà
dell'impresa individuale S. C., beni Utilizzati per l'attività di rilevazione
della velocità dei veicoli in transito nei comuni di Fiumefreddo Bruzio,
Belmonte Calabro e Longobardi. Detta attività, secondo la tesi accusatoria, era
intenzionalmente preordinata a trarre in inganno gli automobilisti, in contrasto
con lo spirito della normativa in materia diretta a prevenire incidenti più che
a reprimere.
Secondo il Tribunale, l'attuale formulazione dell'art.142 cod. str. (modif. dal
D.L. 117 del 3 agosto 2007, conv. dalla legge n.160/2007) prevede che le
postazioni di controllo debbano essere segnalate e ben visibili. Anche la
circolare 3 agosto 2007 del ministero dell'Interno prescrive la segnalazione
almeno 400 metri prima del punto in cui l'apparecchio di rilevamento della
velocità era collocato. Il D.M.15 agosto 2007 e la circolare ministeriale dell'8
ottobre 2007 ribadivano l'esigenza di segnalare le postazioni di controllo con
adeguato anticipo e in modo da garantirne il tempestivo avvistamento. Dagli
accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria risultava invece che, nei tre
comuni calabresi peri quali la S. C. era titolare della concessione per il
noleggio delle apparecchiature autovelox, le apparecchiature in questione erano
state ben occultate in autovetture spesso di proprietà del titolare il quale,
ricevendo un compenso parametrato su ogni verbale di infrazione per il quale era
riscossa la relativa sanzione, era interessato ad incrementare le riscossioni.
Veniva pertanto ritenuto sussistente il reato di truffa, mentre il periculum in
mora era individuato nei prevedibili ulteriori esborsi illegittimi da parte
degli automobilisti sulla base di un rilevamento automatico della velocità così
organizzato.
Con il ricorso presentato dal L. tramite il suo difensore si deduce
l'inosservanza o erronea applicazione della legge penale nonché la totale
mancanza di motivazione in ordine al fumus commissi delicti, affermato
nell'ordinanza impugnata senza tener conto delle risultanze processuali e della
documentazione prodotta dalla difesa e omettendo qualunque indagine
sull'elemento psicologico del reato ipotizzato.
Il ricorso è inammissibile.
In relazione al sequestro delle autovetture, restituite con provvedimento del 29
giugno 2008, il difensore all'odierna udienza ha formalmente rinunciato ai
ricorso così manifestando il venir meno dell'interesse da parte del ricorrente.
Le deduzioni difensive comunque nel loro complesso sono generiche e
manifestamente infondate.
Va infatti premesso che -secondo quanto affermato più volte da questa Corte,
anche a Sezioni Unite (Cass. Sez.Un. 29 maggio 2008 n.25932, Ivanov; 28 gennaio
2004 n.5876, p.c.Ferrazzi in proc. Bevilacqua; 28 maggio 2003 n.25080,
Pellegrino)- il ricorso per cassazione avverso le ordinanze emesse a norna degli
artt.322 bis e 324 c.p.p. in materia di sequestro preventivo e di sequestro
probatorio (in quest'ultimo caso per effetto del rinvio operato dall'art.257
c.p.p. all'art.324 c.p.p.) può essere proposto esclusivamente per il vizio di
violazione di legge, comprendente sia l'inosservanza o erronea applicazione
della legge penale sostanziale e processuale (art.606 co.1 lett.b e c c.p.p.)
sia il difetto di motivazione che si traduca, a sua volta, in una violazione
della legge processuale (art.125 co.3 c.p.p.) perché l'apparato argomentativo
manchi completamente o risulti privo dei requisiti minimi di coerenza,
completezza e di ragionevolezza che consentano di rendere comprensibile l'iter
logico posto a fondamento del provvedimento impugnato (motivazione meramente
apparente).
Il ricorrente nel caso di specie si duole dell'omessa valutazione da parte del
giudice di merito delle censure articolate con la richiesta di riesame e della
documentazione difensiva, senza tuttavia indicarne specificamente, sia pure in
modo sommario, il contenuto, al fine di consentire l'individuazione delle
questioni che si assumono irrisolte e sulle quali si sollecita il sindacato di
legittimità. Il ricorso sotto questo profilo è inammissibile in quanto, non
autosufficiente, essendo privo della precisa prospettazione delle ragioni di
diritto e degli elementi di fatto da sottoporre a verifica. Requisito
indispensabile dei motivi di impugnazione è infatti la specificità, consistente
nella precisa e determinata indicazione dei punti di fatto e delle questioni di
diritto da sottoporre al giudice del gravame (Cass. sez.VI 19 dicembre 2006
n.21858, Tagliente, sez.V 9 dicembre 1998 n.2896, La Mancia; Sez.unite .11
novembre 1994 n.21).
Alla Corte è peraltro preclusa in tema di sequestro preventivo una valutazione
che possa risolversi in un'anticipata decisione della questione di merito e
quindi una verifica in concreto della fondatezza della tesi accusatoria. Il
sindacato sulle condizioni di legittimità della misura cautelare reale si
realizza infatti attraverso una delibazione sommaria della congruità degli
elementi rappresentati in cui, senza prescindere dalle concrete risultanze
processuali e dalle contestazioni difensive (Cass. sez.IV 29 gennaio 2007
n.10979, Veronese; sez.I 19 dicembre 2003 n.1885, Cantoni; sez.II 21 ottobre
2003 n.47402, Di Gioia; sez.III 11 giugno 2002 n.36538, Pianelli; sez.VI 3 marzo
1998 n.731, Campo; Sez. Un.20 novembre 1996 n.23, Bassi), possono rilevare
eventuali difformità tra fattispecie legale e fattispecie reale solo se
ravvisabili ictu oculi.
Entro questi limiti la -Corte ritiene che nell'ordinanza impugnata il Tribunale
del riesame - contrariamente a quanto affermato nel ricorso- sia pervenuto ad
affermare la sussistenza del fumus del reato di truffa attraverso un percorso
argomentativo immune da vizi logici e giuridici, all'esito di un'approfondita
analisi della normativa in materia di rilevamento della velocità dei veicoli
attraverso postazioni di controllo sulla rete stradale e di un circostanziato
esame dei concreti risultati delle indagini di polizia giudiziaria, senza
peraltro trascurare le argomentazioni della difesa del L. e la documentazione
dalla stessa prodotta (come si desume dalla menzione della fotografia prodotta
dalla difesa e riguardante la segnalazione della postazione mobile di
rilevamento della velocità nel Comune di Fiumefreddo Bruzio).
Quanto all'elemento psicologico del reato di truffa, la Corte osserva che il
sequestro preventivo è legittimamente disposto in presenza di un reato che
risulti sussistere in concreto, indipendentemente dall'accertamento della
sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico dell'agente o della
sussistenza dell'elemento psicologico, atteso che la verifica di tali elementi è
estranea all'adozione della misura cautelare reale (Cass. sez.I 4 aprile 2006
n.15298, Bonura; sez.I 9 luglio 1999 n.2762, Faustini; sez.III 5 maggio 1994
n.1428, Menietti).
Alla inammissibilità del ricorso consegue ex art. 616 c.p.p. la condanna del
ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della
Cassa delle ammende che, in ragione delle questioni dedotte, si stima equo
determinare in euro 1.000,00.
P.Q.M.
dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle
spese processuali e della somma di euro 1.000,00 alla Cassa delle ammende.
Roma 12 dicembre 2008
Depositata in cancelleria il 13 marzo 2009
------------------------------------------MACROMICRO ECONOMIA
Quindicinale su come macro e micro economia incidano sulle nostre tasche
di: Domenico Murrone
Quando l'edilizia va, tutto va
Il piano casa del Governo ora si e' sgonfiato. Azzoppato prima dalle Regioni che ne hanno ridimensionato la
portata; poi dal terremoto in Abruzzo che ha ricordato al Paese degli smemorati chi vive sulle sabbie mobili.
Il piano e' stato preannunciato, annunciato e riannunciato in pompa magna come il grimaldello che avrebbe
fatto uscire l'Italia dalla crisi: "quando l'edilizia va, tutto va", diceva Berlusconi. E aveva ragione. Il piano casa
del Governo, nella sua prima versione, avrebbe funzionato. Avrebbe indotto milioni di italiani ad affidare il
proprio futuro ancora al mattone. Dopo le delusioni che a piu' riprese il mercato finanziario ha riservato ai
risparmiatori, l'edilizia poteva essere un modo per rimettere in circolo quei risparmi che ora giacciono in conti
correnti bancari, senza molti benefici per l'economia, visto che le banche hanno ristretto i criteri per erogare
finanziamenti alle imprese. A differenza di molti altri Paesi, in Italia le famiglie sono piu' parsimoniose
di Stato ed enti locali. Il debito pubblico italiano e' tra i piu' alti del mondo, sia in percentuale, sia in valore
assoluto. La propensione al risparmio si e' andata assottigliando negli ultimi anni, tuttavia l'indebitamento
delle famiglie rimane molto basso rispetto al resto del mondo.
Quindi: lo Stato non puo' investire, anzi deve tagliare; le famiglie hanno un bel gruzzolo e margini per
richiedere nuovi prestiti. Ma come convogliare in un'unica direzione questa montagna di soldi frammentata in
milioni di mani? L'invito del presidente del Consiglio, nella primissima fase della crisi, "spendete e
consumate", e' servito a ben poco. La crisi gli italiani la percepiscono, quindi sono attenti nei consumi
quotidiani non essenziali. A frenare e' soprattutto l'incertezza sul futuro, e per smuovere la montagna di
quattrini occorre il giusto incentivo. Cosi' il Governo, scrutando nella pancia degli italiani, ha 'riscoperto' che
la passione antica per la casa e' ancora tale. E' ben gradita la possibilita' di estendere il proprio 'dominio', il
proprio spazio, per ricavare quella stanzetta dal balcone che a poco serve (tanto la visuale che prima dava
sul mare e' scomparsa, dietro il palazzone costruito davanti).
Il piano aveva tutte le carte in regola per funzionare. I soldi c'erano, il ritorno per chi investiva anche, e il
Governo avrebbe sopportato volentieri le ennesime accuse di 'mattone selvaggio'.
Non e' una boutade, l'edilizia e l'amore degli italiani per la casa sono da decenni il motore dello sviluppo
italiano. Anche nelle zone meno sviluppate del Sud Italia. Ci sono paesini della Calabria e di altre regioni
meridionali che negli Anni 70-80 conobbero grazie alle costruzioni un benessere mai visto.
Sviluppo favorito dal rientro di molti immigrati al paesello che con i risparmi accumulati all'estero investirono
in massa per costruire la casa per se' e per i propri figli. Fu boom, cosi' sorsero interi paesi. E peccato che
tutti fossero rigorosamente abusivi. Un sogno di sviluppo durato circa un decennio, che si e' infranto contro i
primi piani regolatori e con la ripresa dell'emigrazione dei giovani verso Nord.
Lo sviluppo basato sull'edilizia puo' durare piu' o meno a lungo. Le costruzioni immettono denaro nel circuito
economico, aumentano l'occupazione e i consumi, si sviluppano attivita' commerciali e artigianali.
Quest'euforia stimola la costruzione di altre case, anche perche' i prezzi degli immobili in quella zona
crescono. Finche' la bolla non si ferma e si sgonfia. Ma ad un Governo nazionale che ha come priorita' il
superare "a nuttata" della crisi internazionale che gliene frega? Il suo orizzonte temporale e' di soli cinque
anni. Il piano originario avrebbe funzionato, nonostante le accuse di mattone selvaggio fossero tutt'altro che
infondate: al di la' delle specifiche previsioni (possibilita' di ampliare del 20-30% il volume delle proprie
abitazioni) il messaggio che il Governo Berlusconi lanciava al 'Paese degli abusi edilizi' era inequivocabile:
costruite, investite i vostri soldi in un bene che avrete sempre sott'occhio. Il condono e' preventivo. Il piano
originario avrebbe funzionato, ma …
A fronte di un Paese che non cresce da anni, un Paese oberato dal debito pubblico, un Paese dove non
funziona la Giustizia e il diritto e' solo teoria messa su carta, il Governo ha tirato fuori dal cilindro una ricetta
vecchia a base di sabbia e cemento per far crescere l'Italia. La casa si conferma, non solo bene rifugio per
gli italiani, ma anche idea sempreverde dei politici. Intanto, il 29 aprile e' arrivato l'ennesimo rinvio per il
'pianocasa bis'. Regioni e Governo hanno deciso di prendersi ancora una settimana di tempo per
valutare meglio il provvedimento. Vedremo se, oltre a immettere in circolazione i miliardi di euro in mano alle
famiglie (obiettivo immediato), riuscira' a stimolare anche la messa in sicurezza delle case, secondo criteri
antisismici, e la rottamazione delle costruzioni brutte e non recuperabili. Un'operazione, quest'ultima che
avrebbe benefici duraturi.
------------------------------------------IL CONDOMINIO
Quindicinale sui diritti di proprietari e inquilini
di: Alessandro Gallucci
Cose comuni e rinuncia: diritti dei partecipanti
L'art. 1118, secondo comma, c.c. recita: "Il condomino non puo', rinunziando al diritto sulle cose anzidette (le
cose comuni n.d.A.) sottrarsi al contributo nelle spese per la loro conservazione".
Nel condominio, quindi, una cosa e' chiara: visto lo stretto nesso funzionale esistente tra le cose comuni e le
parti di proprieta' esclusiva, il condomino non puo' rinunziarvi per non pagarne le spese.
Per assurdo si pensi al condomino che dica di voler rinunziare alle scale per non pagare le spese: cio' solo a
dirlo sembra impossibile. Esistono, tuttavia, dei casi, tutt'altro che infrequenti, in cui e' possibile rinunciare ad
alcuni beni. Si pensi alla rinuncia all'impianto di riscaldamento centralizzato ed alla contestuale possibilita' di
rendersi autonomi. In questi casi e' costante il parere della giurisprudenza, secondo la quale "la rinuncia
unilaterale al riscaldamento condominiale operata dal singolo condomino mediante il distacco del proprio
impianto dalle diramazioni dell'impianto centralizzato e' legittima quando l'interessato dimostri che, dal suo
operato, non derivano ne' aggravi di spese per coloro che continuano a fruire dell'impianto, ne' squilibri
termici pregiudizievoli per la erogazione del servizio (Cass., Sez. II, 21 maggio 2001, n. 6923; Cass., Sez. Il,
20 febbraio 1998, n. 1775; Cass., Sez. Il, 14 febbraio 1995, n. 1597)" (cosi' Cass. 5974/04).
In questi casi, visto il disposto dell'art. 1118, seconda comma, c.c. il condomino distaccato dovra' contribuire
solo alle spese per la conservazione del bene, ossia le spese di manutenzione. E' questa l'interpretazione
data alla norma citata dalla Cassazione con la sentenza n. 5974 del 2004. Infatti, "a differenza dalle spese
per la conservazione delle parti comuni, le quali ancorche' non assolutamente indispensabili offrono
comunque una certa utilita' oggettiva a tutte le unita' immobiliari, le spese per l'uso sono correlate all'effettivo
godimento: ovverosia ad un fatto soggettivo, di per se' mutevole, che puo' essere attuato in misura diversa o
che, in ipotesi, potrebbe anche non essere effettuato per nulla. Percio' alle spese per la conservazione al
condomino non e' consentito sottrarsi, anche quando le cose sono indispensabili soltanto entro certi limiti,
come nel caso dell'impianto di riscaldamento; a determinate condizioni, invece, alle spese per l'uso il
condomino puo' evitare di concorrere" (cosi' Cass. 5974/04).
Il concetto di fondo e' questo: distaccarsi o non servirsi di beni comuni e' possibile laddove cio' non rechi
danno a tali beni. Cio' permette di pagare le sole spese di conservazione di quella parte comune che non si
utilizza piu'.A questo punto vogliamo lanciare una provocazione: il principio e' stato espresso per l'impianto di
riscaldamento ma riguarda una norma, il secondo comma dell'art. 1118 c.c. relativa a tutti i beni comuni. La
domanda e' la seguente: potrebbe il condomino rinunciare all'uso di altri beni comuni dimostrando che
cio' non crea danni o scompensi limitandosi cosi' a pagare le sole spese di conservazione del bene?
A questo link il testo della sentenza citata:
http://www.civile.it/condominio/visual.php?num=67804&categoria=Riscaldamento
------------------------------------------FAMIGLIA E INDIVIDUO
Quindicinale sui diritti dei singoli nelle famiglie tradizionali e di nuova
generazione
di: Claudia Moretti
Affidamento ad entrambi i genitori e mantenimento diretto. La disapplicazione della legge
Sono ormai tre anni che in Italia abbiamo una legge che prevede, in caso di separazione dei coniugi (o
comunque di separazione di fatto dei genitori non sposati), i figli minorenni vengano affidati "ad entrambi i
genitori", salvi i casi eccezionali di affidamento condiviso.
Che vuol dire? Vuol dire che il minore non ha piu', come da sempre aveva, un genitore (tendenzialmente la
madre) con cui convive e l'altro che "visita" ad orari prestabiliti in giorni predeterminati. La legge n. 54/2006,
dopo anni di elaborazione, sposa infatti la linea della integrale bigenitorialita', secondo cui non vi e' un
genitore che ha compiti, diritti, doveri o responsabilita' maggiori, sul presupposto che nessuno dei due puo'
sottrarsi al rapporto, anche quotidiano con i propri figli. L'obbiettivo e' interesse del minore al rapporto
con entrambi, padre e madre appunto, ed ha spinto il legislatore a ristabilire l'equita' dei ruoli fra madre e
padre, non solo in merito ai tempi di frequentazione degli stessi, ma anche in merito agli oneri relativi al
mantenimento. Se fino al 2006 era scontato che al genitore affidatario (solitamente la madre) spettasse un
assegno di mantenimento per la cura dei figli con lei conviventi, dopo e secondo tale novella l'assegno non
ha piu' ragione di essere: entrambi possono e devono provvedervi direttamente e personalmente.
La scelta e' senza dubbio rivoluzionaria in un Paese dove ancora la figura femminile e' quella di riferimento
nella crescita dei figli, nonche' il genitore su cui alla fine ricade l'onere e l'onore del rapporto genitoriale. Ed e'
innegabile che, in un quadro sociale e culturale simile, l'assegno di mantenimento ha assolto la meritevole
funzione di tutela della madre -e dei figli- nei confronti dell'eventuale disinteresse o comunque della minor
auto-responsabilizzazione del padre nei confronti della prole.
Per molti padri l'assegno ha costituito un alibi per abdicare al proprio ruolo di protagonista nel rapporto con i
figli, una liquidazione in denaro del tempo, delle attenzioni e della cura materiale derivanti dall'essere
genitore. Per molti altri, ed e' questo il motore che ha favorito se non determinato la novella legislativa,
invece, cio' ha costituito indirettamente una ingiusta privazione di un proprio ruolo, del quale, loro malgrado,
sono stati esautorati.
La scelta del mantenimento diretto a carico di entrambi i genitori non ha invero ragioni solo contabili, ossia
tradurre in termini monetari la tendenziale uguaglianza di tempi e costi relativi alla frequentazione dei figli per
ciascuno dei due, ma trova la sua ragione primaria nello stabilire le modalita' dell'adempimento dell'obbligo
diretto di cura e assistenza morale materiale, educazione, istruzione, gia' previsti dal codice civile. In altre
parole, fra comprare personalmente un libro, un vestito, pagare una gita scolastica o una visita medica, e
rimborsare l'altro genitore a fine o a inizio mese, si e' deciso (salve deroghe) che l'obbligo genitoriale si
compia adeguatamente nel primo modo, e solo in via residuale ed eccezionale nel secondo.
Cio' che e' stato cosi' stabilito in via legislativa, tuttavia, e' pressoche' costantemente disatteso nelle aule di
tribunale. Ad oggi sono rare le pronunce che osservano il precetto normativo assegnando a ciascun genitore
il ruolo primario di protagonista nel rapporto con i figli, senza deleghe all'altro in cambio di assegno di
mantenimento.
Cio' puo' esser il sintomo di una societa' che ancora tarda a riconoscere l'uguaglianza dell'uomo e della
donna in relazione alla crescita dei figli, e che ancora mostra diffidenza verso una certa categoria di padri
che fino a ieri era ben lieta di delegare alla madre la cura diretta dei propri figli. Potrebbe tuttavia anche
essere il sintomo di un qualcosa di piu', ossia di un tarlo intrinseco alla legge n.54. La bigenitorialita' attiva,
come pensata e disposta dal legislatore, impone una pari suddivisione del tempo di frequentazione dei
singoli genitori con i figli, e non solo. Presuppone due nuclei attorno ai quali si svolga la vita del minore, due
luoghi ove si realizza la sua personalita', in termini di istruzione, di socializzazione, di svolgimento di attivita'
ludiche o sportive, ecc... insomma due "case", parimenti "casa". Cio' non solo e' raramente possibile da un
punto di vista pratico, ma rischia, se non gestito ad arte, di costituire per il minore stesso un handicap, un
limite nella crescita, per lo sballottamento al quale e' cosi' sottoposto.
Forse anche questo spinge i giudici investiti delle decisioni in materia di affidamento condiviso ad optare per
un regime di "affidamento ad entrambi i genitori" con domiciliazione presso l'uno col diritto-dovere di visita
per l'altro, con a carico l'assegno di mantenimento per quest'ultimo.
Il che', si capisce, rende la legge n.54 lettera morta.
------------------------------------------USI & CONSUMI
Notizie dal mondo
USA / General Motors: 1,5 milioni di veicoli potenzialmente pericolosi
General Motors dovra' richiamare 1,5 milioni di veicoli costruiti tra il 1997 e
il 2003 per un rischio d'incendio, come riferisce la rete tv CNN citando
l'autorita' per la sicurezza stradale statunitense. Il richiamo concerne
Chevrolet, Buick, Oldsmobile e Pontiac. Su questi veicoli, delle fughe di
carburante nel tubo di scappamento potrebbero causare un incendio durante il
frenaggio. General Motors aveva gia' ritirato 944.000 veicoli nell'agosto 2008,
essenzialmente in Usa, per un difetto di fabbricazione al sistema elettrico del
tergicristallo.
GERMANIA / Philips ritira una macchina da caffe'
Oltre un milione di macchine da caffe' Senseo ritirate per motivi di sicurezza.
"Vogliamo evitare che qualcuno ne subisca un danno, costi quel che costi", ha
spiegato il direttore della Philips, Harry Hendriks, ad Amsterdam. Un rischio
minimo, che si traduce comunque nella possibilita' che l'acqua calda debordi per
un improvviso sbalzo di pressione. Finora non sono noti casi di danni alle
persone e la probabilita' di un guasto e' inferiore a tre su un milione.
Tuttavia i clienti sono pregati di riportare in negozio le macchine costruite
tra il 2006 e il 2008 perche' siano riparate gratis.
ITALIA / Conti pubblici: debito record a 1.708 miliardi di euro, entrate fiscali
in calo
Nuovo record assoluto per il debito delle amministrazioni pubbliche: 1.708,060
miliardi di euro in febbraio. Lo rende noto la Banca d'Italia nel supplemento
"Finanza Pubblica" del Bollettino Statistico. Il precedente record era stato
toccato a gennaio scorso a quota 1.699,171 miliardi. A dicembre 2008 il debito
risultava pari a 1.663,650 miliardi. L'incremento nei primi due mesi dell'anno
e' del 2,7%, pari a 44,95 miliardi. L'aumento rispetto ai 1.626,091 miliardi di
febbraio 2008 e' invece del 5,07%, pari a 82,509 miliardi. In calo le entrate
tributarie nel primo bimestre del 2009. Gli incassi, segnala la Banca d'Italia,
si sono attestati a 54,892 miliardi di euro, in calo del 7,23% rispetto ai
59,173 miliardi registrati nei primi due mesi del 2008. Nel solo mese di
febbraio le entrate sono risultate pari a 25,217 miliardi, con una riduzione del
9,62% rispetto ai 27,902 miliardi toccati nello stesso mese dell'anno scorso.
ITALIA / Non curarsi aumenta i costi ospedalieri del 30%
Dopo il ricovero i pazienti non seguono le prescrizioni, cosi' il 30% della
spesa ospedaliera va in nuovi esami; costi evitabili se la cura prescritta fosse
seguita dagli ammalati, che in alcuni casi non comprano neppure le medicine.
Sono dati di Ircss e Sefap. Responsabili dello spreco anche medici, poco
persuasivi, e infermieri, frettolosi.
ITALIA / Farmaci e sperimentazione. Italia in coda
Italia fanalino di coda in Europa negli studi di fase I, ovvero quei test
realizzati su volontari sani o pazienti per testare la sicurezza dei farmaci, il
primo passo per arrivare a un nuovo medicinale. I numeri parlano chiaro: nel
nostro Paese si effettua solo il 2,3% del totale delle sperimentazioni di fase
I, a fronte del 30,3% della Germania, del 22% della Francia, del 21,2%
dell'Olanda e del 15% della Spagna.
All'Italia va dunque la maglia nera, nonostante "un importante riconoscimento
alla nostra oncologia che si e' distinta nel panorama scientifico internazionale
per il livello delle pubblicazioni e la qualita' delle sperimentazioni cliniche.
Ma non e' cosi', purtroppo, per gli studi di fase I, in cui il Paese gioca un
ruolo marginale soprattutto a causa delle difficolta' burocratiche", spiega
Francesco Cognetti, direttore dell'oncologia medica A dell'Istituto Regina Elena
di Roma e presidente del convegno in corso oggi e domani nella Capitale sul
tumore del seno, che vede riuniti 300 fra i massimi esperti mondiali.
I numeri sulle sperimentazioni di fase I diffusi stamani, durante l'apertura dei
lavori dell'International Meeting on New Drugs in Breast Cancer al Regina Elena,
non riguardano solo farmaci oncologici ma tutte le molecole piu' in generale.
"Anche se i farmaci per combattere il cancro - precisa Cognetti - fanno
sicuramente la parte del leone". Proprio in questi giorni e' in discussione una
proposta per la costituzione di una piattaforma interistituzionale con ministero
del Welfare e Aifa per potenziare le sperimentazioni di fase I e allineare
l'Italia agli altri Paesi europei. "E' necessaria e non piu' rinviabile sottolinea Cognetti - una riforma del sistema che renda in nostro Paese
'attrattivo' per gli investimenti, da parte delle aziende farmaceutiche e degli
enti di ricerca pubblici e privati. A tutto vantaggio soprattutto dei pazienti
che potranno avere accesso con maggiore facilita' alle molecole piu'
innovative".
ITALIA / Canone Rai. Corte europea: legittimo il blocco del televisore
Respinto dalla Corte europea dei Diritti dell'Uomo il ricorso di Antonio Faccio,
62 anni, vicentino, che si era visto sigillare il televisore dalla Guardia di
Finanza per non avere pagato il canone Rai. Faccio si appellava agli articoli 1
(protezione della proprieta' privata), 8 (liberta' di espressione e, quindi,
diritto all'informazione) e 10 (violazione della vita familiare, per l'ispezione
della polizia tributaria in casa propria) della Convenzione europea. L'utente
contestava il blocco del televisore definendolo misura sproporzionata, anche
perche' veniva, cosi', privato del diritto all'informazione. Il 20 dicembre 1999
Faccio aveva chiesto all'Ufficio registro la risoluzione dell'abbonamento Rai e
il 29 agosto 2003 la Guardia di Finanza si reco' nella sua abitazione per
imballare il televisore e renderlo inutilizzabile. La corte di Strasburgo ha
rilevato che la misura non limitava a Faccio il diritto di informarsi ne'
l'intervento della Guardia di Finanza invadeva la sua vita privata in quanto
perseguiva una finalita' legittima (in base all'art. 10 del regio decreto n. 246
del 21 febbraio 1938).
ITALIA / Assicurazioni: meno raccolta per il ramo vita. Le linked a meno 36%
Nel 2008 la raccolta complessiva dei premi delle imprese di assicurazione e'
stata pari a 92,0 miliardi di Euro, con una riduzione, in termini nominali, del
7,2% rispetto a quella del 2007. Lo annuncia l'Ania riferendo i dati statistici
sui premi lordi per il lavoro diretto, esclusi quelli dell'attivita' di
riassicurazione. "Tale risultato e' stato determinato principalmente dalla
diminuzione dei premi del settore Vita (-11,2%) e dalla sostanziale stabilita'
di quelli del settore Danni (-0,6%)".
La raccolta premi nei rami Vita e' stata pari nel 2008 a 54,6 miliardi di Euro
con una riduzione, in termini nominali, dell'11,2% rispetto al 2007. La dinamica
riflette principalmente la riduzione della vendita di polizze di Ramo III Linked che, a causa della turbolenza sui mercati finanziari, ha registrato una
marcata contrazione (-36,1%, con un volume premi di 18,6 miliardi di Euro). Va
sottolineato che un simile andamento ha riguardato anche i premi raccolti in
Italia dalle imprese che operano in libera prestazione di servizi e che offrono
essenzialmente polizze di Ramo III - Linked: si stima che nel 2008 il volume di
affari di tali imprese si e' ridotto di circa il 40% e i premi raccolti
dovrebbero essere pari a circa 6,0 miliardi di euro (erano 10,0 miliardi nel
2007).
I premi di Ramo I - Vita umana, hanno registrato invece un aumento del 15,7%,
grazie all'espansione di nuova produzione verso polizze di tipo tradizionale.
Per quanto riguarda il ramo VI - Fondi pensione, i premi sono aumentati
dell'88,3% raggiungendo 1,4 miliardi di Euro.
Nel 2008, la raccolta premi nei rami Danni e' stata pari a 37,5 miliardi di Euro
con un lieve decremento, in termini nominali, dello 0,6% rispetto all'anno 2007.
La diminuzione e' spiegabile con la contrazione della raccolta premi nel ramo
R.C. Auto che e' diminuita del 3,3% (era diminuita dell'1,0% nel 2007),
incidendo sul totale dei premi Danni per il 47,1% (48,4% nel 2007). Anche i
premi del ramo Corpi veicoli terrestri sono diminuiti (-2,4%). Per quanto
riguarda gli altri rami danni, i premi sono aumentati del 2,8% nel 2008, contro
il 3,8% nel 2007 e la crescita e' stata determinata essenzialmente dallo
sviluppo del ramo Malattia (+5,3%) e del ramo Altri danni ai beni (+6,1%).
MONDO / Un suicidio ogni 40 secondi
Almeno un milione di persone si suicida ogni anno -una ogni 40 secondi- rivela
un articolo di The Lancet che compila precedenti studi. Cifre confermate
dall'Oms, l'Organizzazione Mondiale della Sanita'. Il suicidio e' la decima
causa di morte al mondo (1,5% dei decessi). La Cina ne totalizza il 30%, ma il
fenomeno e' preoccupante anche nell'ex URSS; l'Oms cita Lituania, Estonia,
Bielorussia, Federazione russa, che hanno un tasso annuale nell'ordine di 45
suicidi ogni 100.000 abitanti. In Europa occidentale il fenomeno tocca
soprattutto il Nord mentre il livello piu' basso lo si registra nell'Europa
mediterranea, nei Paesi a maggioranza cattolica dell'America del Sud (Colombia,
Paraguay) e dell'Asia (come le Filippine) o nei Paesi musulmani (come il
Pakistan): 6 per 100.000 abitanti.
Nei Paesi sviluppati il suicidio uccide da due a quattro volte piu' gli uomini
delle donne e lo scarto aumenta con gli anni. Viceversa, in Cina prevalgono le
donne. Nella maggior parte degli Stati, il suicidio concerne soprattutto le
persone piu' vecchie, anche se da circa mezzo secolo sale la quota tra i
giovani. Il fenomeno ha un picco in primavera, soprattutto tra i maschi; i piu'
a rischio sono i nati in primavera o all'inizio dell'estate, soprattutto se
donne.
ITALIA / Carte prepagate. Antitrust: per recuperare ritardi favorire
micropagamenti con schede operatori telefonici mobili
Restano ancora elevati, anche se in linea con quelli degli altri strumenti di
pagamento tradizionali come conti correnti e carte di credito, i costi delle
carte prepagate offerte dal sistema bancario, con commissioni di ricarica che
possono arrivare fino a 5 euro. Per favorire una loro riduzione occorre
sfruttare le potenzialita' legate ad un possibile ingresso, nel mercato dei
pagamenti elettronici, degli operatori telefonici mobili che, con 80 milioni di
carte, costituivano alla fine del 2007 la principale componente delle carte
prepagate chiuse.
E' il quadro che emerge dell'indagine conoscitiva condotta dall'Antitrust nel
settore delle carte prepagate. L'indagine analizza la situazione attuale, con
inchieste a campione presso banche e Poste Italiane e i possibili scenari
evolutivi, anche alla luce del dibattito in corso a livello europeo, finalizzato
a facilitare l'ingresso, nel mercato della moneta elettronica, di operatori
ibridi diversi dagli operatori bancari.
LE DIMENSIONI DEL FENOMENO
Nel mercato italiano si registra una domanda crescente di carte prepagate
'aperte', tipicamente le carte bancarie o postali, grazie alle quali e'
possibile effettuare qualsiasi tipologia di pagamento: alla fine del 2007
l'insieme delle carte ricaricabili e 'usa e getta' emesse da banche e Poste
Italiane era pari a 5,8 milioni, con un aumento rispetto all'anno precedente del
30,1% e una crescita media annua, dal 2003, del 72,2%. All'origine della rapida
crescita evidenziata dall'indagine la possibilita' del loro utilizzo anche senza
l'accensione di un conto corrente, la garanzia di una maggiore sicurezza nelle
transazioni, soprattutto per quelle via Internet, e il facile monitoraggio dei
micro-pagamenti. L'incidenza di questo strumento nel settore delle carte di
pagamento (il complesso delle carte di credito e di debito) per quanto ancora
relativamente contenuta, e' in continua crescita: era del 6,4% nel 2006, e'
arrivata al 7,8% alla fine del 2007, con un ruolo leader di Poste Italiane che
copre quasi il 60% del segmento.
L'IDENTIKIT DELLA CARTA PREPAGATA 'APERTA'
In base all'indagine a campione condotta dall'Antitrust su 33 istituti bancari e
Poste Italiane (rappresentativi di una quota complessiva di mercato dell'80,9%),
emerge che lo stock di prepagate e' costituito per poco meno di 3,9 milioni da
carte nominative ricaricabili e per il restante (poco piu' di 900 mila) da carte
al portatore non ricaricabili ('usa e getta'). Nel 2006 si sono registrate piu'
di 25 milioni di operazioni di pagamento con carte prepagate presso POS o su
Internet, con transazione dal valore medio di 60 euro, a fronte di circa 12,4
milioni di prelievi presso gli sportelli Bancomat, per importo medio di 97 euro
presso la propria banca e 105 euro presso gli altri istituti. Il valore caricato
nelle carte prepagate bancarie e' stato pari nel 2006, con riferimento ai
principali operatori, a circa 3,5 miliardi di euro.
Il costo annuo per il consumatore medio della carta prepagata varia a seconda
che il possessore della carta abbia o no un conto corrente presso una banca: nel
primo caso la carta rappresenta uno strumento complementare di pagamento accanto
a quelli piu' tradizionali, viene utilizzata piu' sporadicamente e ha un costo
medio annuo abbastanza contenuto, con una media, per gli istituti considerati,
di circa 18 euro (da un minimo di circa 14 euro e un massimo di circa 22 euro).
Nel secondo caso, che interessa tipicamente giovanissimi consumatori o
lavoratori stranieri, il costo, a causa della maggiore incidenza delle
commissioni applicate con un uso piu' intensivo (a esempio costi di ricarica)
sale invece sensibilmente e varia da un minimo di circa 44 euro a un massimo di
circa 117 euro annui, con un valor medio pari a circa 67 euro.
IL RUOLO DELLE CARTE TELEFONICHE PREPAGATE
Accanto al diffondersi delle carte 'aperte', il nostro Paese rappresenta una
pecularieta', nel panorama internazionale, per la diffusione delle carte
prepagate 'chiuse', utilizzabili esclusivamente per il pagamento di un
determinato servizio offerto dalla societa' che emette la carta. E' il caso
delle carte telefoniche, delle carte telefoniche internazionali o delle carte
per il pagamento dei servizi televisivi. Proprio gli 80 milioni di carte
prepagate telefoniche presenti in Italia rappresentano, per la loro ampia
diffusione e per le tecnologie connesse, lo strumento attraverso il quale
esercitare una positiva pressione competitiva nel settore dei pagamenti
elettronici. L'importanza del fenomeno e' rappresentata dal valore del credito
riversato in questo tipo di carte che, con solo riferimento alle carte
telefoniche mobili che costituiscono comunque la componente di gran lunga piu'
rilevante, ammontava per il 2007 a piu' di 8 miliardi di euro. A partire dal
2007, inoltre, le innovazioni normative nazionali hanno eliminato i costi di
ricarica per queste carte e garantito una piena rimborsabilita' del credito in
esse contenuto.
Laddove intervenissero le necessarie modifiche normative, contenute in una
proposta di direttiva della Commissione Europea, i consumatori potrebbero in
sostanza utilizzare le ricariche telefoniche per effettuare i pagamenti di
modesta entita', dalla spesa al supermercato, al biglietto del treno,
all'abbonamento dei mezzi pubblici, sfruttando la gratuita' della ricarica e la
rimborsabilita' del credito.
RECUPERARE IL GAP CON GLI ALTRI PAESI
Se il credito contenuto in queste carte potesse essere utilizzato anche per la
generalita' delle transazioni, si potrebbe ad esempio recuperare il gap con gli
altri Paesi nella diffusione della moneta elettronica: nel 2006, a fronte di una
media dell'area euro di circa 55 operazioni procapite effettuate con carte di
pagamento, e di 154 effettuate negli Stati Uniti, in Italia si registravano solo
21 operazioni procapite. Nello stesso anno, la media di carte di pagamento per
abitante nel nostro Paese e' stata pari a 1,2, avvicinandosi, rimanendo tuttavia
inferiore, a quella degli altri paesi europei (in Gran Bretagna la media di
carte per abitante era di 2,4, in Spagna di 1,6, in Germania di 1,4 e in Francia
di 1,3).
INNOVAZIONE NELLA QUALITA' DEI SERVIZI E RIDUZIONE DEI COSTI DELLE TRANSAZIONI
Inoltre, un contesto maggiormente concorrenziale, legato all'ampliamento del
mercato e all'ingresso di nuovi soggetti, porterebbe a una riduzione dei costi
delle transazioni, con importanti benefici per i clienti finali (acquirenti ed
esercenti) e per tutto il sistema nel suo complesso. Il sistema nazionale dei
pagamenti che, anche in questi periodi particolarmente travagliati, ha dato
segno di affidabilita', evidenzia infatti costi del servizio in alcuni casi
superiori a quelli di altri Paesi o, se in linea con essi – come nel caso delle
carte di credito – comunque giudicati eccessivi a livello comunitario. Anche i
tempi per la regolazione delle transazioni appaiono, per alcuni servizi, spesso
eccessivamente protratti se confrontati con quelli prevalenti in molte
esperienze estere. La possibilita' di effettuare acquisti con le carte prepagate
telefoniche consente un'innovazione qualitativa dei servizi (ad esempio
pagamenti in mobilita' tramite il cellulare, sfruttando le nuove tecnologie come
la Near Field Communication) e potenzialmente un minor costo della transazione
(in termini di costi di ricarica e di commissioni) non solo per i consumatori ma
anche per gli esercenti.
Dal punto di vista concorrenziale, e' quindi auspicabile che possa trovare
spazio l'offerta di tipologie innovative di servizi di pagamento tramite carte
prepagate da parte di soggetti non appartenenti al mondo bancario e creditizio
tradizionale.
Questo scenario presuppone che si individui un adeguato contemperamento, da
parte delle autorita' di regolazione nazionali, delle esigenze di stabilita' e
di buon funzionamento del sistema dei pagamenti con quelle di sviluppo dei
mercati.
MONDO / Troppo sale negli alimenti
Bruxelles vorrebbe ridurre il limite di sale, nel pane e nei prodotti da forno,
a 10 grammi per chilo di farina. Non e' solo la Commissione Europea a muoversi
in questa direzione, Anche il Dipartimento svizzero della Sanita' ritiene che
l'alto consumo di sale sia una delle cause di pressione sanguigna troppo alta e
delle malattie cardiovascolari -la prima causa di morte nei Paesi
industrializzati. Dopo le proteste di fornai e produttori di formaggio -anche
loro sarebbero colpiti dal "nuovo profilo nutrizionale"-, l'Ue ha deciso di
soprassedere fino a dopo le elezioni di giugno. Ma il tema resta. A New York, il
sindaco Michael Bloomberg ha lanciato un'iniziativa contro l'eccesso di sale nei
cibi, affinche' in dieci anni il suo contenuto si riduca del 40%, cio' che
risparmierebbe 150.000 morti premature su tutto il territorio .
GERMANIA / Troppi farmacodipendenti a causa dei medici
Un risultato cosi' imponente non se l'aspettavano davvero gli autori dello
studio: il numero di drogati da farmaci, ossia dipendenti da sonniferi e
tranquillanti della classe delle benzodiazepine e' senz'altro maggiore di quanto
si ritenesse. Il settimanale Der Spiegel, basandosi su un'indagine non ancora
pubblicata, condotta dall'Istituto per la ricerca interdisciplinare in materia
di dipendenze e droghe di Amburgo, riferisce che 1,5 milioni di pazienti
ottengono medicine che danno dipendenza per un periodo superiore a quanto
prevedono le linee guida. In quella che e' l'indagine piu' ampia in Germania sul
tema, gli esperti hanno analizzato 3,5 milioni di ricette del sistema sanitario.
Risultato: la "manica larga" dei medici fa si' che ogni anno almeno 800.000
pazienti si trasformino in consumatori permanenti di sostanze droganti e che in
130.000 casi le prescrizioni portino a una dipendenza grave, dalla quale solo
pochissimi riescono a uscire da soli. Il totale dei farmacodipendenti e' pero'
piu' alto perche' diversi medici, per timore dei controlli, svicolano verso le
ricette private che non sono calcolate dalle statistiche.
ITALIA / Aborto: in otto anni piu' di mille reati connessi alla legge 194
In otto anni la Legge 194 sull'aborto ha accumulato 1.038 reati, con 2.033
persone coinvolte. Soltanto nel 2008 le Procure italiane hanno avviato 173
procedimenti penali, a carico di 302 persone. E, nel 32,6% dei casi (57 in
totale) i riflettori della magistratura si sono accesi sull'aborto clandestino.
E' tutto messo nero su bianco nella relazione "Sull'attuazione della Legge 194",
presentata lo scorso 26 marzo alla presidenza del Senato dal Guardasigilli
Angelino Alfano, pubblicata sul sito internet di Palazzo Madama. Da via Arenula
segnalano inoltre "la marcata incidenza- si legge nel report- degli stranieri",
che, a fronte di una rilevanza sui residenti italiani di appena il 6,5%, pesano
invece per il 34,5% sul totale degli indagati. Una percentuale che sale
addirittura al 45,3% per i casi di aborto clandestino o provocato da lesioni.
Altro dato. Negli ultimi undici anni 14.559 minorenni (1.258 soltanto nel 2008)
si e' rivolta ad un Giudice tutelare per ottenere il via libera all'aborto, ai
sensi della legge 194 del 1978 sull'interruzione volontaria della gravidanza.
U.E. / Sospetto cartello per varie compagnie aeree
La Commissione Europea ha aperto due indagini su possibili accordi intervenuti
tra alcune compagnie aeree: pensa a una violazione delle regole della
concorrenza. Le indagini concernono alleanze di cooperazione per la gestione
delle linee transatlantiche, "specialmente le rotte tra Stati Uniti ed Europa".
Una pratica attiene a intese tra Air Canada, Continental, Lufthansa e United
Airlines, tutte appartenenti a Star Alliance; l'altra e' il progetto di
cooperazione tra Iberia, American Airlines e British Airways, membri di
Oneworld. In concreto, Bruxelles ha dei sospetti su "la gestione comune dei
piani di volo, le capacita', i prezzi, le entrate di gestione, cosi' come la
vendita di biglietti e la spartizione delle entrate".
ITALIA / Il matrimonio degli italiani: piu' sindaci e meno preti per la
cerimonia
Negli ultimi 15 anni il numero dei matrimoni civili e' aumentato del 52% ed e'
cresciuto notevolmente anche dal 2006 al 2007 passando da 83.628 a 86.639. Le
nozze civili rappresentano il 34,6% del totale, essendo il totale matrimoni
celebrati nel 2007 poco piu' di 250 mila.
Il rito civile e' scelto sempre piu' spesso anche in occasione delle prime
nozze: oltre un quarto e' stato celebrato di fronte al sindaco nel 2007 (a
scapito dei matrimoni religiosi): una proporzione raddoppiata tra il 1992 e il
2007, i 15 anni presi in esame. Questi i dati principali che emergono
dall'ultima indagine sui matrimoni condotta dall'Istat.
ITALIA / E in Lombardia scatta il divieto di consumare kebab e gelati fuori
dalla rivendite
In Lombardia rivendite di kebab, pizzerie d'asporto, gelaterie, pasticcerie e
gastronomie dovranno abbassare le saracinesche all'una di notte. E' quanto
stabilisce la legge sulla vendita, da parte delle imprese artigiane, di alimenti
per l'immediata consumazione, che e' stata approvata dal Consiglio regionale con
i voti contrari dell'opposizione. Sono previste inoltre pesanti sanzioni per gli
inadempienti, che possono culminare nella chiusura dell'attivita' fino a tre
mesi. Regole piu' precise anche sul versante igienico-sanitario, della sicurezza
e del rumore. Vietata anche la consumazione del panino o del gelato fuori dai
locali.
Approfondisci:
http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/comu.php?id=257434
GERMANIA / La prima centrale che funziona con vento e idrogeno
La Germania, con 20.000 impianti e' al primo posto in Europa per produzione
d'energia eolica. Ma quando il vento non c'e' e' un guaio. Forse una buona
soluzione potra' rivelarsi il modello inaugurato il 21 aprile dalla Cancelliera
Angela Merkel a Prenzlau (Brandeburgo): un ibrido basato sul vento e l'idrogeno.
L'idea appare semplice. Quando soffia il vento le pale producono molta
elettricita', e se questo succede quando la gente dorme e il consumo e' minimo i
gestori possono usare l'energia in piu' per ricavare idrogeno dall'acqua. Il gas
cosi' ottenuto sara' pressato nelle cisterne dove resta immagazzinato in attesa
della "bonaccia". Quando il vento smette di soffiare, l'idrogeno viene pompato
insieme al biogas e tutt'e due saranno bruciati come in un motore, cosi' da far
funzionare il generatore che produce elettricita'.
ITALIA / Istat. Quasi un milione di famiglie in poverta' assoluta
Nel 2007, in Italia, 975 mila famiglie si trovano in condizioni di poverta'
assoluta (il 4,1% delle famiglie residenti). In queste famiglie vivono 2 milioni
e 427 mila individui, il 4,1% dell’intera popolazione.
Tra il 2005 e il 2007, l’incidenza di povertà assoluta e' rimasta stabile e
sostanzialmente immutate sono anche le caratteristiche delle famiglie povere in
termini assoluti. Il fenomeno e' maggiormente diffuso nel Sud e nelle Isole,
dove l’incidenza di poverta' assoluta (5,8%) e' circa due volte superiore a
quella osservata nel resto del Paese: nel 2007, tra le famiglie residenti nel
Nord la percentuale delle famiglie povere in termini assoluti si attesta,
infatti, al 3,5%, e al 2,9% tra le famiglie del Centro. Lo rileva l'Istat.
FRANCIA / In arrivo la prima bottiglia d'acqua in bioplastica riciclabile
L'azienda Vegetal & Mineral Water con sede a Champagne nelle Ardenne
quest'estate lancera' la prima bottiglia d'acqua in bioplastica riciclabile e
integralmente "compostabile", prodotta con mais e patate. Il progetto e' nato in
collaborazione con Ecole superieure d'ingenieurs en emballage et conditionnement
(ESIEC). La bottiglia d'origine vegetale e' elaborata partendo dall'acido
lattico polimerizzato (PLA), derivato dal mais per il flacone e dalla fecola di
patate per il tappo. L'etichetta in acetato di cellulosa regge grazie a una
colla vegetale. Previo specifico trattamento, la degradazione completa e
naturale della bottiglia avviene in meno di tre mesi. "L'incoerenza tra la
purezza dell'acqua e il suo contenitore estremamente ecotossico mi ha sempre
preoccupato", spiega Pascal Bastien, fondatore dell'azienda, riferendosi alle
attuali bottiglie.
ITALIA / Marito spia l'e-mail della moglie lesbica, il giudice: e' lecito
Aveva scoperto da una mail nel computer di casa che la moglie e' lesbica e
voleva utilizzare il dato per annullare il matrimonio alla Sacra Rota. A seguito
di cio', la donna aveva denunciato il marito e il pm di Milano aveva chiesto per
l'uomo una condanna a tre mesi per violazione della privacy. Una sentenza della
terza sezione penale del tribunale del capoluogo lombardo lo ha invece assolto
con formula piena affermando che non c'e' stata alcuna violazione della privacy.
U.E. / Se il concessionario non consegna l'auto e' legittimo sospendere il
pagamento delle rate
Il pagamento delle rate per l'acquisto dell'auto puo' essere sospeso se il
concessionario ritarda a consegnare la vettura. Un'interpretazione della
direttiva europea sul credito al consumo che costituisce una vittoria per i
consumatori viene dalla Corte di giustizia che ha dato ragione ad un italiano
che aveva fatto causa alla società finanziaria Neos Banca del gruppo Intesa San
Paolo. Con la sentenza C509/07 i giudici comunitari hanno risposto al quesito
che era arrivato dal tribunale di Bergamo davanti al quale è in corso lo
"scontro" tra Luigi Scarpelli e la Neos Banca. Tutto ha inizio quando Scarpelli,
nel 2003, decide di comprare un'auto nuova. Il concessionario avvia la pratica
di finanziamento e il signor Luigi versa sull'unghia 10.000 euro mentre altri
19.130 vengono finanziati dalla Neos Banca con un contratto di credito al
consumo che prevede la restituzione in 24 rate da 402 euro.
Dopo ben due anni pero' la macchina nuova non arriva ancora.
Problemi nelle consegne, dice il concessionario. Intanto Scarpelli ha gia'
versato 24 rate per un totale di 9.648 euro. A questo punto il signor Luigi
"punta i piedi", eccepisce l'inadempimento del fornitore e interrompe i
pagamenti al creditore, ossia alla finanziaria. La reazione di Neos Banca non si
fa attendere e pochi mesi dopo arriva un decreto ingiuntivo per 15.000 euro.
Scarpelli non si perde d'animo, si oppone all'ingiunzione e, per giunta, chiede
la restituzione dei circa diecimila euro già pagati. Davanti al tribunale
bergamasco la Neos Banca afferma che il consumatore non aveva alcun diritto di
bloccare le rate e chiedere la risoluzione per inadempimento del venditore del
contratto di credito. Soprattutto perche', sostiene la società finanziaria, tra
il concessionario e Neos Banca non c'è alcun accordo di esclusiva per i
finanziamenti. Tutto si gioca sull'interpretazione della direttiva europea sul
credito al consumo che, infatti, prevede il diritto del consumatore di
interrompere i pagamenti al creditore se il fornitore della merce, anche quando
è una persona diversa, non rispetta i patti.
Ma la stessa direttiva non dice nulla sui vincoli di esclusiva. A colmare la
lacuna ci ha pensato la Corte di Giustizia.
"La direttiva - spiegano i magistrati Ue - impone un'armonizzazione minima in
materia di credito al consumo. Il fatto di subordinare il diritto del
consumatore di procedere contro il creditore - aggiungono i giudici del
Lussemburgo - ad una clausola di esclusiva tra il creditore ed il fornitore
contrasterebbe con l'obiettivo della direttiva che è, in primo luogo, quello di
tutelare il consumatore in quanto parte piú debole del contratto". In sostanza,
qualunque sia il rapporto tra il commerciante e la società che finanzia il
consumatore per l'acquisto, se il venditore non rispetta gli accordi è possibile
interrompere il pagamento delle rate alla finanziaria. Per la serie: il cliente
ha sempre ragione.
CINA / Il piu' grande mercato mondiale dell'auto
Nel 2009 la Cina sara' certamente il solo grande mercato automobilistico in
crescita. Malgrado la forte decelerazione del 2008, le vendite sono orientate
verso l'alto. In marzo sono aumentate del 5% rispetto a un anno fa, e per
l'intero anno gli analisti prevedono un aumento del 3%-5%, che e' naturalmente
lontano dal 22% del 2007 (ma erano altri tempi). L'incremento, se pur modesto,
contribuisce a dislocare il centro di gravita' del settore verso la Cina, dove
il mercato supera da tre mesi quello degli Stati Uniti e lo colloca al primo
posto nel mondo. L'incremento d'inizio anno si spiega con una serie di misure
adottate nel quadro del piano di rilancio, come la riduzione delle tasse per le
piccole cilindrate (1,6 litri), che rappresentano il 50% delle vendite.
ITALIA / Risarcito chi perde un diritto perche' lo Stato non ha recepito una
norma comunitaria
Sentenza a sezione unite della Cassazione (n.9147 del 17 aprile 2009). Deve
essere risarcito chi perde un diritto per illecito legislativo. La questione e'
sulle borse di studio dei medici specializzandi: un medico non aveva avuto il
compenso per la frequenza di un corso di specializzazione perche' lo Stato
italiano non aveva percepito nei termini una direttiva comunitaria (82/76/Ce).
Il ministero dell'Universita' e' stato condannato al risarcimento, confermando
una sentenza d'appello contro cui l'Universita' aveva fatto ricorso adducendo la
prescrizione quinquennale. Ma, verificata la natura dell'obbligazione, la
Cassazione ha stabilito che la prescrizione e' decennale.
USA / Il cane e' aggressivo se lo e' il padrone
Uno studio dell'Universita' del West Virginia di Morgantown. Secondo Laurie
Ragatz l'animale assimila i difetti dell'umano con cui vive. Nella maggior parte
dei casi i cani aggressivi so o tenuti al guinzaglio da persone portate, o
inclini, a commettere atti illeciti come vandalismo, uso di droga e tendenza
alla rissa. Un test su 758 studenti ha evidenziato questa relazione in 563 casi:
un cane capace di provocare lesioni all'uomo viene scelto dal padrone proprio
per questa caratteristica.
ITALIA / Bici e moto: partono gli incentivi all'acquisto
Sono entrati a regime gli incentivi messi a disposizione dal ministero
dell'Ambiente, in accordo con Confindustria Ancma e l'associazione Cives. Un
fondo di 8.750.000 euro da erogare nel corso del 2009 a chi acquistera' una bici
(senza obbligo di rottamazione) o un ciclomotore (con obbligo di rottamazione).
Si va' dal 30% di risparmio (max 700 euro) per una bicicletta, al 20% (con
diversi tetti massimi in base al modello) per un ciclomotore.
Per usufruirne si deve fare una scelta nell'ambito del listino predisposto dal
ministero e presentarsi presso un rivenditore autorizzato con codice fiscale o
partita Iva. Al massimo si potranno acquistare tre biciclette.
U.E. / Prodotti pericolosi: le segnalazioni crescono a quasi 1.900
Ogni giorno mezzo miliardo di cittadini europei rischiano di venire in contatto
con centinaia di prodotti - non alimentari - potenzialmente pericolosi: dalle
scarpe, spesso di provenienza cinese che contengono sacchetti deumidificanti
responsabili di dermatiti anche gravi, alle creme o latte schiarenti della pelle
proveniente anche dagli Usa e considerati cancerogeni, dagli accendini e lampade
a forma di giocattoli fino ai pacchetti di chewing-gum che possono provocare
elettro shock. Ma anche telefonini giocattolo che mettono a rischio l'udito dei
piccoli e ciucci a base di ftalati (sostanze per ammorbidire la gomma) al bando
in Europa.
La lista e' lunghissima. Solo nel 2008 - ha reso noto la commissaria europea ai
consumatori Meglena Keneva - quasi 1.900 di questi prodotti sono stati
denunciati alla Commissione europea dai 27 stati membri tramite il sistema di
allerta europeo 'Rapex', e ritirati dal mercato. Anche le denunce da parte
dell'Italia sono in netta crescita.
Dei quasi 1.900 prodotti ritirati dal mercato il 59% sono di origine cinese; il
20% sono di provenienza comunitaria; un ulteriore 11% proviene da diversi
partner mondiali e per il restante 10% non si conosce neppure l'origine.
SPAGNA / Verso l'eliminazione dei privilegi fiscali della Chiesa
L'Accordo del 1979 tra Stato spagnolo e Santa Sede relativo agli affari
economici e' intoccabile... ma non del tutto. Il Governo Zapatero, che per
cinque anni non ha voluto rimettere in discussione quel testo, sta per
introdurre una modifica nella normativa, in modo che alcuni beni della Chiesa
paghino l'imposta da cui finora sono stati esentati: quella sulle costruzioni e
le opere (ICIO). La vicepresidente, Elena Salgado, ha sottoposto il progetto di
modifica alla Federazioni dei Municipi e delle Province (FEMP) perche' dia il
suo parere, essendo l'ICIO un'imposta locale.
L'accordo del 1979 riconosce alla Chiesa l'esenzione "totale e permanente" delle
imposte "reali" sul reddito e il patrimonio. La esime inoltre dal pagare la
principale imposta municipale, quella dei beni immobili (IBI), ma in questo caso
con un'eccezione: la devono pagare quei beni che, pur essendo proprieta' della
Chiesa, non sono finalizzati al culto -collegi, scuole dell'infanzia, ospedali,
mense, centri assistenziali, residenze per adulti e centri diurni.
Appare dunque in dirittura d'arrivo la battaglia intrapresa dall'eurodeputato di
IU, Willy Meyer, il quale ha chiesto per cinque volte alla Commissione Europea
di costringere la Spagna a sospendere il privilegio che, secondo lui, e'
l'esenzione dell'imposta ICIO.
ITALIA / Poste nel mirino dell'Antitrust: posizione dominante sui bollettini di
conto corrente
L'Autorita' Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 23
aprile 2009, ha deciso di avviare un'istruttoria per verificare se Poste abusi
della propria posizione dominante nel settore dei servizi di incasso e
pagamento, escludendo lo sviluppo di modalita' alternative offerte da altri
operatori e applicando condizioni contrattuali eccessivamente gravose nei
confronti degli utenti finali.
Secondo l'Antitrust Poste Italiane detiene, nel mercato dei servizi di
incasso-pagamento sostituti dei bollettini postali, quindi comprensivo oltre che
dei bollettini postali anche del MAV e dei bollettini bancari 'freccia', una
quota di circa il 90%, quota che resta comunque superiore al 50-55% anche se si
considerano i servizi di incasso-pagamento ricorrenti (RID). Proprio grazie a
questa posizione dominante, Poste Italiane sarebbe in grado di applicare
condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose agli utenti finali che
devono pagare i bollettini postali, scaricando su di loro commissioni relative a
servizi resi ai beneficiari dei pagamenti quali la rendicontazione: per chi
incassa, in particolare le aziende erogatrici di servizi come luce, acqua e gas,
ma anche Pubblica amministrazione e Enti locali, Poste Italiane prevede infatti
l'applicazione di commissioni di incasso anche nulle, facendo invece gravare su
chi effettua il versamento, una commissione di pagamento pari ad 1,10 euro a
bollettino (nel caso di pagamento allo sportello). A queste condizioni i
soggetti che devono incassare sono ovviamente disincentivati dal ricercare
strumenti di incasso alternativi e competitivi sul mercato di natura
bancaria-finanziaria. Il potere di Poste Italiane di determinare gli standard
del bollettino postale, escludendone l'interoperabilita' al di fuori della rete
postale, ostacola, d'altra parte, lo sviluppo di modalita' di pagamento
alternative offerte da altri operatori: la mancata indicazione dell'IBAN sul
bollettino postale, espressamente esclusa da Poste Italiane, non permette ad
esempio, modalita' di versamento sul conto corrente postale del beneficiario,
attraverso il sistema interbancario, a condizioni meno onerose per l'utente.
ITALIA / Le scuole italiane sono vecchie: il 98% costruito nel secolo scorso
La meta' degli istituti scolastici e' stata costruita tra il 1950 e il 1975, un
migliaio prima del 1800, nel complesso il 98% delle sedi di scuole statali e'
vecchio. Sono i dati dell'Anagrafe dell'edilizia scolastica anticipati da Italia
Oggi. In Italia nel complesso ci sono 40 mila edifici scolastici, solo 999 sono
stati costruiti dopo il 2000 (appena il 2%).
------------------------------------------LE INIZIATIVE DELL'ULTIMA QUINDICINA
Terremoto. Le proposte demagogiche e qualunquiste dell'Aduc...
Ieri 14 aprile abbiamo rivolto un appello al presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi, affinche' utilizzi i soldi pubblici destinati al ponte sullo Stretto
per mettere a norma antisismica gli ospedali (1). Abbiamo ricevuto una
reprimenda da un noto conduttore radiofonico della RAI che ci ha tacciato di
qualunquismo e demagogia. Oggi sul Corriere della Sera, in prima pagina, Alberto
Quadrio Curzio, editorialista e ordinario di Economia politica alla Facoltà di
Scienze Politiche della Universita' Cattolica dal 1976 e preside dal 1989,
fondatore e direttore del Cranec (Centro di ricerche in Analisi economica)
presso la stessa Universita' dal 1977, riprende la nostra proposta. Scrive,
infatti, il prof. Quadrio Curzio che "i fondi vanno reperiti... con la revisione
di alcune priorita' del governo tra cui il ponte sullo Stretto di Messina."
Delle due l'una: o le proposte del prof. Quadrio Curzio sono egualmente
demagogiche e qualunquiste oppure il buon senso e il buon governo indurrebbero a
procrastinare alcuni impegni di spesa a favore dell'emergenza e della messa in
sicurezza degli edifici pubblici, con priorita' per gli ospedali.
(1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=256605
Contratti di convivenza per le famiglie di fatto. Vademecum per sopravvivere in
un Paese con famiglie di seria A e B
Falliti i tentativi di introduzione di Pacs e Dico, un riconoscimento giuridico
organico delle coppie di fatto da parte del legislatore italiano e' oggi ben
lontano dall'avvenire; nel frattempo aumenta la discrasia fra realta' sociale e
veste formale delle unioni di fatto, "fenomeno" con cui anche il diritto,
piaccia o meno al Parlamento, deve confrontarsi.
E' cosi' l'incipit di un vademecum schematico sui contratti di convivenza per le
famiglie di fatto, pubblicato nella rubrica "Famiglia e individuo - Quindicinale
sui diritti dei singoli nelle famiglie tradizionali e di nuova generazione" sul
nostro sito Internet. L'avv. Emmanuela Bertucci, che ne ha curato la stesura,
specifica come la legge non abbia tenuto il passo dell'evoluzione sociale e il
risultato, ad oggi, e' un panorama giuridico schizofrenico: non esiste una
normativa unitario che riconosca le coppie di fatto, ma diverse leggi speciali
se ne occupano, in un complesso normativo estremamente disarticolato.
Determinante il ruolo dei giudici che, chiamati a decidere sulle situazioni
giuridiche dei conviventi nel corso e dopo la fine del rapporto, hanno
contribuito all'evoluzione giuridica della tutela delle coppie di fatto,
richiamando prima di tutto l'art. 2 della Costituzione che tutela il diritto
inviolabile di manifestare la propria personalità in una formazione sociale, che
e' appunto la coppia, anche al di fuori dell'ipotesi legislativa del matrimonio.
Posta questa base, in assenza di legislazione unitaria, i giudici si sono poi
indirizzati tentando di costruire attorno alle famiglie di fatto una sorta di
sistema parametrato a quello della famiglia fondata sul matrimonio.
Ai singoli resta comunque la possibilita', in assenza di norme organiche, di
disciplinare autonomamente il proprio rapporto, con veri e propri contratti di
convivenza o patti di convivenza che dir si voglia. Le persone sono infatti
libere di concludere contratti atipici (cioe' non espressamente disciplinati
dalla legge) in piena autonomia, purche' "siano diretti a realizzare interessi
meritevoli di tutela secondo l'ordinamento giuridico" (art. 1322 del Codice
civile).
Le coppie possono quindi disciplinare moltissimi aspetti della convivenza
(prevalentemente da un punto di vista patrimoniale) e della cessazione del
rapporto. Da qui il vademecum schematico su cosa si puo' e non si puo'
disciplinare contrattualmente, su quali leggi (abbiamo considerato quelle
maggiormente rilevanti) esistano in materia, sui diritti e doveri riconosciuti
dalla giurisprudenza.
Segue lo schema delle voci principali:
- Rapporti economici nel corso del rapporto
- Rapporti economici dopo la fine del rapporto
- Diritti a seguito di morte del convivente: l'eredita'; risarcimento del danno
da morte; assegnazione di casa popolare in caso di morte del convivente
- Diritti di abitazione: casa in affitto e morte del convivente; casa e
cessazione della convivenza; casa popolare e morte del convivente
- Famiglia anagrafica
- Convivenza e figli
- Adozione
- Fisco e tributi
Qui il testo integrale del vademecum:
http://www.aduc.it/dyn/famiglia/art/singolo.php?id=256632
Il direttore del quotidiano Libero non sa come funziona il canone/imposta della
Rai?
Gentile Vittorio Feltri,
leggendo il suo editoriale di oggi 16 aprile sulla vicenda della sospensione del
vignettista Vauro alla Rai, c'e' un "passaggio" che mi ha lasciato perplesso e
stupito:
"I giornalisti del servizio pubblico hanno l'obbligo di rispettare gli abbonati,
la loro sensibilita' e le loro idee, non dimenticando mai che sono al servizio
di quanti pagano il canone e non i padroni dello studio, delle telecamere....".
La questione non e' come lei scrive. Restando nell'ambito del suo argomentare, i
giornalisti non avrebbero l'obbligo verso gli abbonati e non sarebbero al
servizio di quanti pagano il canone, ma sarebbero obbligati e al servizio dello
Stato.
Come lei sa, l'abitudine di chiamare abbonati coloro che pagano l'imposta di
possesso di un apparecchio atto a ricevere trasmissioni tv (anche se la Rai non
la vedono mai), e' foriera di confusione, fraintendimenti e dissapori. I
giornalisti hanno un contratto con una societa' di proprieta' dello Stato ed e'
a questo che dovrebbero far fede: tra loro e i contribuenti che pagano questa
imposta c'e' il medesimo rapporto che, per esempio, intercorre tra chi paga
l'Iva e un dipendente di un qualunque ufficio statale.
Il rapporto diretto e "missionario" che lei indica nel suo editoriale, anche se
siamo in un periodo di tentativo di unita' nazionale contro i disastri della
stessa Nazione, contrattualmente non esiste. Forse potrebbe esistere
professionalmente, ma questo e' un altro discorso.
Se avra' voglia e tempo, potra' approfondire quanto le dico sull'ampia
documentazione in merito che abbiamo sul nostro sito Internet e che ci serve
come grimaldello per la battaglia abolizionista di questa imposta:
http://www.aduc.it/dyn/rai
Grazie dell'attenzione e buon lavoro
Terremoto e referendum. Uno schiaffo alla miseria e le tasse eterne
dell'emergenza
E' come gettare il pane quando abbiamo accanto un fratello affamato. Uno
schiaffo alla miseria. Cosi' potremmo definire la decisione del governo
Berlusconi di non accorpare le elezioni europee con l'appuntamento referendario.
Al di la' del merito dei quesiti, il buon senso, e un buon governo della cosa
pubblica, dovrebbe portare alla razionalizzazione delle scadenze elettorali.
Questo vale sempre e, in particolare, quando ci si trova di fronte ad emergenze
quali quelle del terremoto in Abruzzo. Non si possono sprecare soldi
inutilmente. Sull'argomento eravamo intervenuti gia' nel 2005 (1): l'election
day e' stato sponsorizzato da tutte le parti politiche che, guarda caso, l'hanno
dimenticato per i successivi appuntamenti ed e' cosi' anche in questa occasione.
Come spieghera' ai terremotati questo sciupio di soldi, il presidente del
Consiglio, Silvio Berlusconi?
Con una battuta?
E dove prendera' l'equivalente di questo sperpero?
Dal 5 per mille delle associazioni che gia' operano volontariamente in loco,
esercitando quella sussidiarieta' che gia' fa risparmiare allo Stato?
Dall'aumento delle tasse che, per bocca dello stesso Berlusconi, sono a livelli
intollerabili?
Dall'aumento dell'accisa sulla benzina turlupinando, di nuovo, i contribuenti?
Qui sotto un elenco di provvedimenti "provvisori" poi divenuti "definitivi"
sull'aumento delle tasse sulla benzina.
* 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
* 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
* 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
* 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966;
* 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
* 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
* 75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980;
* 205 lire per la missione in Libano del 1983;
* 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
* 39 lire (0.020 euro) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranviari del
2004.
A breve dovremo aggiungere anche quella sull'Abruzzo e, magari, i nostri nipoti
tra 70 anni la pagheranno ancora?
(1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=104574
Provincia di Roma. Finanziamenti a pioggia per la "sicurezza"
75 progetti da 20mila euro l'uno per un totale di 1,5 milioni di euro per
l'integrazione sociale, sportiva e culturale. Andranno alle associazioni, ai
comitati ad enti religiosi. Ogni referente ricevera' 1.600 euro al mese per
rafforzare la "rete di solidarieta'". Un finanziamento a pioggia di vecchio
stampo che a nostro parere servira' poco. Peccato che la Provincia persegua
nuove iniziative con vecchie logiche: non e' cosi' che si valorizzano le
funzioni di un ente gia' di per se' stretto tra la Capitale e la Regione e che
dovrebbe trovare nuove modalita' di azione per affermare la propria funzione e
non e' certo con la tecnica degli annunci programmati piu' volte nel tempo, e
piu' volte riportati dai media, che se ne esce. L'esperienza veltroniana non ha
insegnato proprio nulla?
Terremoto e ponte stretto di Messina
Ecco la vignetta di Joshua Held
http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=256872
Terremoto e election day. Il 'pizzo' della Lega
Il "pizzo" di 400 milioni di euro pagato alla Lega per non abbinare la scadenza
referendaria con le elezioni europee del 5-6 giugno prossimo. Cosi' l'hanno
definito nella nota trasmissione televisiva "Striscia la notizia". Vediamo di
capire.
Se vincesse il si' al referendum il premio di maggioranza, che viene attribuito
nelle elezioni per Camera e Senato, passerebbe dalla coalizione (in questo caso
Pdl piu' Lega) al partito che prende piu' voti (in questo caso il Pdl).
Fondamentale, per questo risultato, e' che si raggiunga il quorum (50% piu' uno
degli elettori) e l'abbinamento alla data elettorale europea offre maggiori
chance di successo. A scalare le possibilita' di esito positivo per il primo e
il secondo turno delle amministrative, che, tra l'altro, non si svolgono in
tutto il Paese. Ovvio che la Lega si opponga, che' il suo diverrebbe un ruolo
marginale, ma i soldi che si risparmierebbero con l'abbinamento degli
appuntamenti politici potrebbero essere utilizzati per i terremotati
dell'Abruzzo. Alla Lega, per dirla alla romana, "nun ne je po' frega' de meno",
pensa a se stessa, alla propria sopravvivenza politica e degli abruzzesi in
tenda non se ne cura. Chissa' cosa avrebbe fatto se il terremoto si fosse
localizzato nella "Padania". La proposta di spostare la data referendaria al
prossimo anno presenta gli stessi problemi di quelli attuali perche' il prossimo
anno ci sono le elezioni regionali: si abbinera' il referendum con le elezioni
regionali per risparmiare? O si avranno due date diverse con i relativi costi
maggiorati, rispetto a quelli di giugno prossimo, visto che le elezioni
regionali si svolgono in un solo turno? La domanda che tutti si pongono e'
semplice: possiamo sprecare soldi in un momento di crisi economica, con il
debito pubblico alle stelle e con la tragedia e il dramma dei terremotati?
Pistacchi alla salmonella. Evitare quelli importati dalla California
Attenzione ai pistacchi importati dalla California, potrebbero essere
contaminati con la salmonella. Gia' oltre venti produttori statunitensi sono
stati costretti a ritirare dal mercato centinaia di prodotti contenenti
pistacchi acquistati da uno dei due piu' grandi coltivatori di pistacchi, la
Setton Pistachio of Terra Bella, Inc. Fra i prodotti ritirati, non solo
confezioni di pistacchi, ma anche snack salati, dolci e gelati.
Non e' chiaro se i pistacchi contaminati (coltivati nel 2008) siano stati
importati anche in Italia, dove per altro sono diverse le societa' che vendono
pistacchi californiani.
In attesa di una risposta del ministero del Welfare, che interpelleremo con
urgenza attraverso un'interrogazione parlamentare, invitiamo ad evitare il
consumo di pistacchi importati dagli Stati Uniti, ed in particolare quelli
provenienti dalla California.
La salmonella di origine alimentare ha gia' causato una decina di decessi negli
Usa nel 2009.
Per ulteriori informazioni, consultare il sito della Food and Drug
Administration:
http://www.accessdata.fda.gov/scripts/pistachiorecall/index.cfm
Studenti colpiti dal terremoto: diritti e consigli dell'Aduc
Ci scrive una studentessa dell'Ateneo de L'Aquila descrivendoci la situazione
critica di chi, "forestiero", studia nel capoluogo abruzzese e, sottomesso alle
logiche di chi specula sulle loro necessita', oggi si ritrova ad affrontare un
dopo-terremoto che non sembra abbia molta cura di persone come lei. Riportiamo
la lettera e la nostra risposta che -pubblicate nella rubrica "Cara Aduc" sul
sito Internet dell'associazione- sono significative e drammatiche di un'Italia
che, purtroppo, visto il passato, promette tanto ma da' poca speranza.
---------------------------------Ciao sono una studentessa dell’Universita' dell’Aquila scampata per miracolo dal
terremoto del 06/04/2009.
Volevo chiedere una informazione...
noi studenti universitari siamo sempre stati la risorsa maggiore della citta'
dell’Aquila e siamo sempre stati trattati a pesci in faccia e anche adesso, dopo
questa tragedia immane e dopo la morte di tanti studenti universitari, il
ferimento e lo shock subito da quelli piu' fortunati (tipo me che
miracolosamente sono riuscita a fuggire da casa mentre le scale crollavano e il
palazzo di fronte casa mia si disintegrava), non veniamo considerati quasi per
nulla!!!!
Noi abbiamo perso tutto, a partire dalle mutande fino ad arrivare alla
tranquillita' necessaria per dormire la notte; e' dalla notte del terremoto che
non dormo non riesco neanche a guardarlo il letto, perche' durante il terremoto
stavo dormendo e sono stata svegliata dal letto che ballava e i calcinacci del
soffitto che mi cadevano addosso. Noi studenti siamo vivi solo fisicamente,
abbiamo perso amici, ricordi, oggetti di prima necessita' ma soprattutto la
serenita' e la speranza per il nostro futuro.
Perche' un genitore dopo tanti sacrifici per far studiare il proprio figlio deve
ritrovarselo morto sotto le macerie di case non a norma??????
Perche' noi studenti sopravvissuti per miracolo non veniamo neanche considerati
e se abbiamo bisogno di un supporto per superare il trauma, ci dobbiamo
arrangiare da soli??????
Io mi rendo conto che per ora la priorita' e' per le persone residenti in
l’Aquila, ma anche noi eravamo li', anche noi come loro abbiamo perso tutto (io
personalmente ho perso amici, colleghi universitari, documenti importanti,
denaro, lavoro, tutto cio' che avevo in casa quindi anche ricordi di persone che
non ci sono piu' e che niente e nessuno potra' mai restituirmi, ma soprattutto
ho perso la sicurezza, la tranquillita', la voglia di andare avanti e lottare
per il mio futuro…..), perche' per noi nessuno ha fatto e sicuramente fara'
nulla???? Sicuramente andra' a finire come sempre, noi non verremo neanche
considerati e ai nostri padroni di casa (che sapevano bene quali erano le
condizioni dei TUGURI che ci affittavano profumatamente e che vivevano tutti in
case ben costruite nelle zone limitrofe e nuove della citta') verrà restituita
una casa nuova con la quale continueranno a lucrare, alle spalle dei poveri
studenti, senza denunciare nulla.
Cosa possiamo fare per tutelarci???
La ringrazio e le chiedo scusa per il disturbo.
Luisa
----------------------------------------------la nostra risposta
la questione e' complessa, ma si parte da un presupposto semplice: chi le
affitta una casa e' responsabile della stabilita', dell'integrita' e della
salubrita' della stessa. E se l'assenza di queste prerogative le provoca dei
danni, lei e' legittimata ad agire per il risarcimento. Quindi lei ha anche
diritto ad avere la caparra indietro perche' la casa non e' piu' disponibile
nelle condizioni di salubrita' in cui le era stata affittata (o quelle in cui
dicevano lo fosse, visto che e' poi crollata). La procedura di richiesta per i
danni parte da una messa in mora:
http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=111051
Ma al presupposto semplice, come detto, si affianca una questione complessa: il
disastro che lei ha ben descritto nella sua lettera. Questo per dirle che, senza
far passare molto tempo, occorre comunque prenderne un po' per capire l'andazzo
generale dell'intervento dello Stato che, in teoria, siccome non e' scevro da
responsabilita' della propria amministrazione (locale, regionale e centrale)
nelle conseguenze del terremoto, dovrebbe intervenire a salvaguardia di tutti.
Terremoto. Con 400 milioni risparmiati dell'election day si possono costruire
1.600 appartamenti da 100 metri quadrati ciascuno
Abbinare referendum ed elezioni europee farebbe risparmiare 400 milioni di euro
(1) e con quei soldi si potrebbero costruire 1.600 appartamenti da 100 metri
quadrati ciascuno. Il calcolo e' presto fatto: calcolando un prezzo medio di
2.500 euro a metro quadrato di costruito, si spenderebbero 250.000 euro per un
appartamento di 100 metri quadrati; dividendo i 400 milioni per questa cifra si
ottengono, appunto, 1.600 appartamenti da 100 metri quadrati. Ovviamente se la
superficie diminuisce aumentano gli appartamenti (es. 2.139 case da 75 metri
quadrati). Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dichiara che, per la
ricostruzione post terremoto 2009, i soldi li ha gia' trovati? Bene, allora i
1.600 appartamenti possono essere attribuiti ai 4.000 terremotati abruzzesi, che
ancora vivono nelle "baracche realizzate a titolo precario" (32 metri quadrati
di superficie) per il terremoto del 1915 (!!!), sempre in quel di Abruzzo (2).
Non sarebbe piu' utile utilizzare i soldi dell'election day in questo modo?
D'altronde i soldi sono pubblici, cioe' dei contribuenti, e dovrebbero essere
restituiti agli stessi in opere e servizi. Se il presidente Berlusconi teme che
la Lega possa mettere in pericolo il suo governo (3) ebbene afferri il toro per
le corna una volta per tutte: metta in atto una campagna di denuncia contro la
richiesta-ricatto della Lega, abbini referendum ed elezioni europee e utilizzi i
400 milioni per la ricostruzione post-terremoto del 1915 in Abruzzo. I cittadini
comprenderanno e gli daranno fiducia.
(1) http://www.lavoce.info/articoli/-istituzioni_federalismo/pagina1000964.html
(2)
http://www.corriere.it/cronache/09_aprile_19/salvia_abruzzo_terremoto_secolo_scorso_71bf1da6-2cc7-11de
-bc78-00144f02aabc.shtml
(3) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=257006
Pistacchi californiani alla salmonella
Ecco la vignetta di Giannino
http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=257261
Pistacchi californiani alla salmonella, circolano anche in Italia?
Interrogazione
Intervento della senatrice Donatella Poretti parlamentare Radicali - Partito
Democratico, segretaria della Commissione Sanita'
Negli scorsi giorni l'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e
consumatori) ha invitato i consumatori a evitare il consumo di pistacchi
importati dagli Stati Uniti, in particolare quelli provenienti dalla California,
perche’ potrebbero essere contaminati con la salmonella.
Infatti, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense e il Dipartimento
per la Salute pubblica della California hanno pubblicato il 18 aprile scorso una
lista che ha imposto a oltre venti produttori statunitensi di ritirare dal
mercato centinaia di prodotti contenenti pistacchi acquistati da uno dei due
piu' grandi coltivatori mondiali di pistacchi, la Setton Pistachio of Terra
Bella, Inc.
La Setton aveva volontariamente chiesto il ritiro della sua produzione di
pistacchi grezzi (non sgusciati e non tostati) coltivati nel 2008 lo scorso
marzo, poiche' era stata riscontrata una massiccia presenza di salmonella.
Ulteriori accertamenti della FDA e del Dipartimento Salute pubblica hanno
evidenziato che la contaminazione è presente anche a un più ampio livello nei
locali e nei mezzi di lavorazione della ditta californiana, accertamento che ha
portato i due organi a disporre il ritiro anche del prodotto lavorato e delle
sue derivazioni (snack salati, dolci e gelati).
Poiche’ non e' saputo se i pistacchi contaminati siano stati importati anche in
Italia, dove peraltro sono diverse le societa' che vendono pistacchi
californiani, insieme al senatore Marco Perduca (Radicali-PD) ho rivolto
un’interrogazione al ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali per
sapere:
- se il Ministro e' a conoscenza dell'epidemia di salmonella sviluppatasi negli
Stati Uniti dalle partite di pistacchi prodotte in California dalla Setton
Pistachio of Terra Bella, Inc.;
- se, e nel caso per conto di quali ditte italiane, siano state importate in
Italia partite della produzione di pistacchi del 2008 della Setton Pistachio of
Terra Bella, Inc.;
- se il Ministro intenda disporre urgenti controlli sulle ditte che trattano
pistacchi di importazione dalla California e sulla loro produzione, al fine di
accertare che non sussistano contaminazioni da salmonella in questi prodotti.
Qui il testo dell'interrogazione:
http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=257253
Mobili e formaldeide
Parte domani 22 aprile, a Milano, il 48mo Salone internazionale del mobile. E'
anche il momento per fare il punto sulla sicurezza dei mobili. Tornare a casa e
sentire un odore aspro che prende alla gola e fa lacrimare gli occhi non e'
proprio salutare. Si puo' pensare ad una fuga di gas dalla cucina ma non e'
cosi'. E' invece la formaldeide, una sostanza usata nella produzione delle
resine che trovano impiego nelle schiume isolanti, negli adesivi, nelle colle e
nelle vernici. In pratica la formaldeide e' presente nei materiali di
costruzione e nell'arredamento domestico. Insomma la maggior parte degli
agglomerati o compensati di legno contiene formaldeide, che viene rilasciata nel
corso degli anni. Il Centro internazionale di ricerca sul cancro (Francia) ha
definitivamente classificato la formaldeide come cancerogeno certo per l'uomo.
L'attivita' cancerogena riguarda in particolare le prime vie aeree
(rino-faringe, fosse nasali, seni paranasali). Cosa fare? Per coloro che gia'
hanno acquistato mobili il consiglio e' quello di aerare il piu' possibile,
tenendo aperte le ante o i cassetti dei mobili. Per i cittadini che non vogliono
correre rischi consigliamo l'acquisto di mobili senza formaldeide. Esistono e
sono certificati, ed e' bene che i consumatori, che vogliono tutelare la propria
salute, inizino a indirizzare il mercato. Ai costruttori, preoccupati per la
concorrenza dei mobili dei Paesi asiatici, non possiamo che consigliare di
puntare sulla qualita', anche dal punto di vista della sicurezza dei mobili.
Legge anti-kebab della Regione Lombardia. Quando il sonno della ragione genera
mostri. Disobbedienza civile
Francisco Goya deve essersi rivoltato nella tomba: la sua profezia, immortalata
in una celebre incisione, che raffigura i mostri quando la ragione si
addormenta, si e' realizzata in quel del Consiglio regionale della Lombardia,
che ha approvato una legge che vieta la consumazione di alimenti sui marciapiedi
fuori dai locali. Ve lo immaginate il vigile di turno che multa la mamma con
bambini che mangiamo un gelato fuori della gelateria? Nata come disegno di legge
per limitare i locali dove si vendeva kebab (proposta dalla solita Lega che ci
fara' buttare 400 milioni per il mancato abbinamento elezioni
europee-referendum), la proposta si e' trasformata in un (ulteriore) monumento
alla stupidita' che vieta l'assunzione di cibi e bevande al di fuori dei locali
e che non potra' essere fatta rispettare perche' ci vorra' un vigile per ogni
gelateria, paninoteca, pizzeria al taglio, kebaberia, bar, ecc della Lombardia.
Un lungo sonno della ragione, questo dei consiglieri regionali lombardi, che ha
liberato mostri. Per cacciarli i cittadini lombardi potrebbero sfidare
l'amministrazione e fare disobbedienza civile: avvisando giornali e forze
dell'ordine, darsi appuntamento un giorno prefissato fuori dei locali e gustarsi
un bel pezzo di nostrana pizza. Oppure, come si fa per le migliaia di leggi
inutili, ignorarla e continuare la propria vita come se i consiglieri regionali
(della maggioranza) non esistessero.
Testamento biologico e amministratore di sostegno. Aduc e Procura impugnano in
Corte d'Appello il no del giudice tutelare
L'Aduc e la Procura della Repubblica di Firenze hanno impugnato il provvedimento
con il quale il giudice tutelare di Firenze ha rigettato la richiesta di
amministrazione di sostegno di un cittadino sano e nel pieno delle proprie
facolta' in previsione della propria incapacita' di determinare i trattamenti
sanitari a cui essere sottoposto.
La vicenda. Lo scorso gennaio, Pietro Yates Moretti (vicepresidente Aduc) ha
richiesto la nomina della sorella per far rispettare le sue volonta' nel momento
eventuale in cui egli non fosse stato piu' in grado di esprimerle.
Contrariamente a quanto gia' deciso dal giudice tutelare di Modena e piu'
recentemente da quello di Prato, il giudice di Firenze, nonostante il parere
favorevole della Procura della Repubblica presente in udienza, ha rigettato la
richiesta, sostenendo che essa puo' essere fatta solo quando si e' gia' affetti
da infermita' o menomazione fisica o psichica. (1)
Il reclamo. I legali dell'Aduc Claudia Moretti e Emmanuela Bertucci, insieme
alla prof.ssa avv. Maria Grazia Scacchetti, che per prima in Italia e' riuscita
ad ottenere per un suo assistito ancora in perfetta salute la nomina di un
amministratore di sostegno dal giudice tutelare di Modena, hanno depositato
reclamo in Corte d'Appello (2). Anche la Procura di Firenze, facendo propria
l'interpretazione della norma proposta dal ricorrente, ha impugnato il
provvedimento di rigetto.
Nella pratica, infatti, potrebbe accadere che l'incapacita' della persona
sopraggiunga non in seguito ad una malattia, ma all'improvviso (ad es. a seguito
di un ictus, di un infarto, di un sinistro etc…) e, non potendo nominare in
tempo reale l'amministratore di sostegno, sia sottoposto a quelle cure per le
quali aveva preventivamente negato il consenso. Attendere quindi il
sopraggiungere dell'incapacita' per la nomina dell'amministratore di sostegno,
violerebbe il proprio diritto all'autodeterminazione delle scelte sanitarie.
(1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=256371
(2) http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/20090422-ads-reclamo-firenze.pdf
Decreto anti-kebab
Ecco la vignetta di Joshua Held
http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=257556
Elettrostimolatori. Consigli
Potenziano i muscoli, favoriscono la circolazione, fanno dimagrire ed eliminano
la cellulite. Cosi' vengono pubblicizzati e, in prossimita' dell'estate e del
relativo costume da bagno, chi non vorrebbe avere un corpo snello e privo di
inestetismi? Ed ecco gli elettrostimolatori, di moda perche' questi apparecchi
portatili possono essere usati in casa, standosene comodamente sdraiati sul
letto a leggere un libro o vedere la televisione. Il principio e' semplice
perche' si tratta di sollecitare il muscolo o la parte interessata con scariche
elettriche a bassa intensita': il muscolo "lavora" e si tonifica. Potrebbe
essere la soluzione per tutti coloro che desiderano migliorare le proprie
qualita' estetiche senza faticare. Potrebbe essere, ma e' bene chiarire
alcuni... particolari. L'elettrostimolazione e' sostanzialmente una tecnica
riabilitativa, serve cioe' a tonificare muscoli costretti alla inattivita' da
eventi traumatici, non e' quindi sostitutiva della normale attivita' sportiva.
E' controindicata per alcuni categorie di soggetti a rischio come i
cardiopatici, i portatori di Pacemaker e protesi, le donne in gravidanza e gli
epilettici. L'elettrostimolazione stimola determinati muscoli ma non i loro
antagonisti e quindi diminuisce la loro capacita' di coordinazione. Quando si
svolge una attivita' sportiva, anche moderata, si aumentano complessivamente
determinate funzioni, oltre quella propriamente muscolare, tutto cio' da' la
possibilita' di sopportare uno sforzo fisico in modo armonico perche' ciascun
apparato (muscolare, scheletrico, circolatorio, respiratorio) e' allenato. Cio'
non avviene stando sdraiati sul letto con l'elettrostimolatore e il rischio e'
la facile affaticabilita', l'alterazione del metabolismo basale e delle costanti
fisiologiche interne (omeostasi). A questo si possono aggiungere effetti
psicologici quali lo sviluppo di atteggiamenti passivi. Insomma
l'elettrostimolazione non sostituisce l'attivita' fisica ne' una passeggiata. Fa
bene se usata sotto controllo medico e per cure specifiche. Per un eventuale
acquisto occorre ricordare che l'apparecchio deve avere: 1) il marchio CE, che
sta per conformita' europea; 2) il numero di identificazione, per risalire
all'apparecchio in caso di guasti.
Aduc - Osservatorio Firenze. Il Comune se la prende con i ciclisti e incentiva i
mezzi a motore
Il Comune di Firenze non finisce mai di stupire quando si tratta di viabilita' e
inquinamento. E' stato scientificamente dimostrato che la bicicletta inquina
meno dell'automobile e di uno scooter. Per una citta' con annosi problemi di
traffico e inquinamento sarebbe consigliabile incentivare l'uso della
bicicletta.
Ma come abbiamo piu' volte denunciato, il Comune di Firenze non solo non
incentiva, ma neanche rimuove gli ostacoli al suo utilizzo. Le piste ciclabili
sono spesso esercizi in colorazione: una pennellata di rosso qui e una la', ed
ecco a voi la pista in tempi da record. Poco importa che finisca nel nulla,
spesso costringendo i ciclisti a manovre pericolose per poter continuare il
proprio percorso. E poco importa che il manto stradale sia sfigurato da voragini
multiformi che, se non evitate, assicurano la caduta.
Ora, come se tutto cio' non bastasse, il Comune di Firenze si mette pure a
perseguire i ciclisti.
E' quanto ci viene segnalato da alcuni cittadini che abitano in via Pagnini e
dintorni, sulle cui biciclette parcheggiate fuori dalle due rastrelliere
presenti nella zona e' apparso un bigliettino che recita: "E' pregato di
spostare la sua bicicletta, se non la spostera' incorrera' nei procedimenti
sanzionatori e alla [sic!] successiva rimozione il giorno 5 maggio 2009". (foto
1 e 2)
Potrebbe apparire uno scherzo, viste le sgrammaticature. Eppure sono stati
proprio i vigili urbani ad apporre l'avvertimento. Il Comune avrebbe ogni
ragione a rimuovere le biciclette in "divieto di sosta" se non fosse per il
fatto che in quel vicinato, a fronte di 53 posti riservati agli scooter e oltre
100 posti alle auto, vi siano due sole rastrelliere per un totale di 15
biciclette (foto 3). Visto che le biciclette parcheggiate fuori dalle
rastrelliere sono circa 80 (foto 4-6), e' evidente che per gli abitanti della
zona e' impossibile fare altrimenti.
Insomma, il messaggio del Comune di Firenze sembra chiaro: lasciate perdere la
bicicletta e compratevi un mezzo a motore.
Foto:
1. http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/biciclette/bici1.jpg
2. http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/biciclette/bici2.jpg
3. http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/biciclette/bici3.jpg
4. http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/biciclette/bici4.jpg
5. http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/biciclette/bici6.jpg
6. http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/biciclette/bici7.jpg
Chewing-gum. I danni economici
Per togliere dall'asfalto una gomma masticata ci vogliono due minuti al costo di
un euro. E' il calcolo che hanno fatto in Germania e che risucchia alle casse
dei Comuni qualcosa come 900 milioni di euro. In Italia si consumano circa
23mila tonnellate di gomme da masticare (si capisce il motivo di tanta
pubblicita'); se tutti gettassero per terra la gomma il costo per raccoglierla
arriverebbe alla iperbolica cifra di 23 miliardi di euro che, ovviamente, non si
spendono per la semplice ragione che non tutti i consumatori gettano la gomma
per terra e, soprattutto, perche i Comuni con si sognano di raccoglierle.
Ricordiamo che per "smaltire" una gomma, cioe' perche' si dissolva
nell'ambiente, ci vogliono circa 5 anni. Le gomme hanno un effetto positivo per
l'igiene orale (alito, pulizia) ma anche delle controindicazioni (mal di stomaco
da eccessiva produzione di saliva e inglobamenti di aria, effetto lassativo a
causa dell'aspartame). Insomma, il chewing-gum non e' proprio indispensabile
alla vita e se non ne possiamo fare a meno sarebbe utile evitare ulteriori costi
per le nostre tasche.
Stato di diritto. Privacy e Giustizia non esistono per la famiglia?
Sembra quasi che per il nostro ordinamento e per i nostri legislatori, la
famiglia sia una sorta di zona franca in cui tutto e' possibile e dove le leggi
non valgono. Non stiamo estremizzando ma registriamo alcuni episodi a nostro
avviso preoccupanti per uno Stato che dovrebbe essere di Diritto ma che, invece,
dimostra di essere ipocrita e dei privilegi.
Citiamo due esempi recenti.
1 - Un marito, per provare l'infedelta' coniugale della moglie adduce come prova
una mail il cui contenuto lo ha carpito all'insaputa della stessa. La moglie
denuncia la violazione della privacy e, dopo un processo durato quattro anni,
ieri 23 aprile il giudice di Milano le da' torto (1).
2 - Il decreto del Governo sulla sicurezza ha istituito il nuovo reato di
stalking (atti persecutori: art. 612-bis del codice penale), ma non prevede
aggravanti per coniuge, attuale fidanzato o compagno; aggravanti che, invece, ci
sono per gli ex. Nel dibattito che c'e' stato in Aula al Senato e' stato
spiegato che e' bene che sia cosi', perche' i conflitti famigliari non vanno
acuiti ma risolti in quell'ambito; lo stalking non e' un reato che riguarda cio'
che avviene in famiglia (2). Non diciamo niente di nuovo nel ricordare che la
maggior parte degli atti di violenza sulle donne avviene in famiglia.
Quindi privacy e stalking, due reati per la violazione dei quali ci si puo'
anche giocare la propria esistenza, quando avvengono in famiglia non sono tali.
Per il giudice e per il legislatore il cittadino e' di due categorie: quello
dentro e quello fuori della famiglia. Quello dentro, rispetto a quello fuori, ha
meno doveri nei confronti di una comunita' civile che e' tale anche per le leggi
che disciplinano usi e abusi. La Costituzione della nostra Repubblica, che ci
ricorda che tutti sono uguali di fronte alla legge, non conta quando c'e' di
mezzo la famiglia. L'appartenenza di un cittadino ad un nucleo, lo rende meno
obbligato verso la legge: e' cosi' per le corporazioni a vari livelli ed e'
cosi' per le famiglie.
Siamo consapevoli che questa e' una tendenza che si afferma sempre di piu' nella
nostra comunita' civica (il capo del Governo ha anche proposto che in Parlamento
i deputati non dovrebbero piu' votare ma dovrebbe farlo solo il capo dello
specifico gruppo politico...), ma non ci rassegniamo ad un modo di
partecipazione civica e giuridica che tende ad emarginare le responsabilita'
individuali a vantaggio di quelle dei gruppi o "tribu'" di appartenenza. Il
nostro e' solo un diverso modo di concepire e vivere la societa' e le
istituzioni che, pero', crediamo sia bene che non sia dimenticato e non si
faccia mettere i piedi in testa.
(1) http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/noti.php?id=257686
(2) http://blog.donatellaporetti.it/?p=597
Telefonia mobile. Credito residuo non restituito: l'Antitrust apre istruttoria
su Tim-Telecom Italia
L'Antitrust ha aperto un'istruttoria nei confronti di Telecom Italia-Tim per
pratica commerciale scorretta in relazione al rimborso del credito residuo per
l'utente che recede dal contratto. L'istruttoria fa seguito ad una denuncia
presentata da noi nel giugno 2008, in cui evidenziavamo il mancato rispetto
delle norme da parte di tutti i gestori mobili in fatto di credito residuo, un
diritto dei consumatori sancito sin dal 2002, ma che tuttora i gestori nella
sostanza non garantiscono (1).
L'indagine dell'Antitrust vertera' su tre punti: (2)
a) mancato riconoscimento del credito residuo sulle schede sim dopo la loro
disattivazione (ossia, a seguito del diritto di recesso) anche ove i consumatori
abbiano rispettato la procedura prescritta dalla societa';
b) imposizione di alcuni oneri, quali, a titolo esemplificativo, l'esborso di 5
euro per conseguire la restituzione del credito residuo, indicato nella "Carta
Servizi Tim";
c) mancanza di adeguata informativa al cliente sui tempi entro i quali la
richiesta di rimborso verra' evasa dalla societa'.
(1) Portabilita' del credito residuo. Tim, Vodafone, 3 e Wind la negano da sei
anni. Agcom minaccia ma non sanziona. Denuncia anche all'Antitrust
http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=222661
(2) La comunicazione dell'Antitrust all'Aduc
http://www.aduc.it/dyn/tlc/antitrustFax20090420.pdf
Mucca pazza ed etichetta, aviaria ed etichetta. A quando l'etichetta per i
suini?
Sull'influenza suina abbiamo il (dis) piacere di riportare il nostro comunicato
stampa del 20 Settembre 2005 (!), circa 4 anni fa.
"C'e' voluta la mucca pazza per imporre l'etichettatura alle carni bovine che
consentisse di capirne la provenienza. Oggi c'e' l'allarme influenza aviaria
asiatica (66 morti negli ultimi 20 mesi) per imporre l'etichettatura alle carni
bianche. A quando quella per i suini? Dovra' scoppiare una nuova epidemia per
indurre i ministri e i commissari europei ad imporre l'etichettatura delle carni
suine? Vedremo ancora spot ed inserzioni pubblicitarie (a spese del
contribuente) rassicuranti sulla bonta' delle carni suine italiane, quando
scoppiera' l'ennesimo scandalo (come e' successo per quelle bovine e avicole)?
Aspetteremo un crollo dei nostri prodotti tipici (prosciutti, salami, ecc.) per
prendere provvedimenti? Prenoteremo rimedi immunologici per far fronte
all'evenienza? La questione in termini di impiego e' molto importante perche' il
consumo di carni suine, nelle varie forme, e' ai primi posti nel nostro Paese".
Insomma il problema c'e' tutto. Speriamo il prossimo Parlamento europeo se ne
accorga.
La febbre dei suini
Ecco la vignetta di Giannino
http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=257942
Adsl e filtri peer to peer: Tele2 continua le violazioni, nuovo procedimento
Antitrust a carico della societa' del gruppo Vodafone
Il gestore telefonico Tele2 (gruppo Vodafone) ancora non informa adeguatamente
la clientela Adsl della limitazione di banda che attua, impedendo connessioni
peer to peer (che permettono la condivisione di file audio, video e altro). Il
gestore nel dicembre scorso era stato condannato dall'Antitrust (1) per motivi
analoghi. L'Autorita' gli impose, oltre al pagamento di una sanzione (minima),
una completa e trasparente informazione affinche' il cliente potenziale potesse
scegliere con cognizione di causa. Tale previsione e' stata disattesa, da qui il
provvedimento dell'Antitrust che ha aperto un nuovo procedimento a carico del
gestore (2). "... Si ritiene, pertanto, che le informazioni riportate sul sito
Internet e nelle Condizioni Generali di Contratto della societa', riguardanti
l’esistenza di sistemi di filtraggio e il loro utilizzo da parte della societa',
non siano efficaci ed idonee a fornire al consumatore medio un’informazione
chiara ed esaustiva. Tale considerazione e' ancor piu' grave in riferimento alla
sottoscrizione, da parte dei consumatori, di offerte ADSL con tariffa flat che,
a fronte di un obbligatorio esborso fisso mensile (il canone flat), non
garantiscono di poter usufruire del servizio dati ADSL senza subire, durante la
navigazione, rallentamenti e/o blocchi di connessione anche di lunga durata".
In pratica, sul sito di Tele2 sono stati inseriti chiarimenti, ma nulla di
sostanziale ad avviso dell'Antitrust.
Non c'e' da stupirsi: a fronte di violazioni durate anni, la sanzione comminata
nel dicembre scorso dall'Antitrust a Tele2-Vodafone e' stata di soli 90 mila
euro, rispetto ad una sanzione massima possibile di mezzo milione di euro. In
questo nuovo procedimento il rischio e' ancora molto limitato. Scrive
l'Antitrust:
"… Ricorrono, in conclusione, i presupposti per l’avvio del procedimento
previsto dall’art. 27, comma 12, del Codice del Consumo, volto all’irrogazione
di una sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 150.000 euro".
E' evidente che cifre cosi' piccole non dissuadono: si ha piu' convenienza a
pagare piccole multe e non rispettare le regole, catturando clienti col raggiro.
Ed e' quello che ha fatto Tele2-Vodafone.
(1) http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=247421
(2)
http://www.agcm.it/agcm_ita/BOLL/BOLLETT.NSF/0ef77801432afc41c1256a6f004d522a/dd7a00958959233
9c12575a50036deb5?OpenDocument
Nuova catena di Sant'Antonio: guadagna 3000 euro al mese commerciando in
indirizzi Internet delle isole di Samoa. Denuncia all'Antitrust per pratica
commerciale scorretta
Nonostante i divieti normativi, le catene di Sant'Antonio imperversano, anche su
Internet. Abbiamo denunciato il sito www.itsworth.eu all'Autorita' per la
concorrenza e il mercato perche' valuti l’apertura di un’istruttoria e la
conseguente sanzione per pratica commerciale scorretta. Il sito Itsworth.eu in
modo poco chiaro offre ad un pubblico indifferenziato "anche un bambino deve
essere in grado di farlo!" la possibilita' di fare soldi commerciando in
indirizzi Internet "gestiti dal ministero degli Affari Esteri delle Isole Samoa,
aventi come dominio di primo livello ".sw".
Una catena di Sant'Antonio che nasce dall'oceano Pacifico, per approdare in
Italia in cerca di gonzi, da reclutare anche tramite il social network Facebook,
con un gruppo che conta 760 mila iscritti dall'emblematico titolo: GUADAGNA 3000
EURO AL MESE! Home Business Opportunity !! WORK WITH GDI (1)
Ascoltando il video alla sottopagina http://www.itsworth.eu/video.htm si capisce
che si tratta di una vendita basata su una struttura piramidale in cui il
guadagno, in via principale, e’ dato dalle successive vendite fatte dai propri
"affiliati".
Si tratta di pratica commerciale scorretta, la legge 175 del 2003 all’art. 5
vieta "la promozione e la realizzazione di attivita’ e di strutture di vendita
nelle quali l'incentivo economico primario dei componenti la struttura si fondi
sul mero reclutamento di nuovi soggetti, piuttosto che sulla loro capacita’ di
vendere o promuovere la vendita di beni o servizi determinati direttamente o
attraverso altri componenti la struttura". Oltre a cio’ e’ vietata la promozione
o l'organizzazione di tutte quelle operazioni, quali giochi, piani di sviluppo,
"catene di Sant'Antonio", che configurano la possibilita’ di guadagno attraverso
il puro e semplice reclutamento di altre persone e in cui il diritto a reclutare
si trasferisce all'infinito previo il pagamento di un corrispettivo.
A questo link il testo integrale della denuncia:
http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/DENUNCIAITSWORTH.pdf
(1) http://www.facebook.com/group.php?gid=60163594470
Peste suina. Procurato allarme?
"Chiunque annunziando disastri o pericoli inesistenti, suscita allarme presso
l'autorita', o presso enti e persone che esercitano un pubblico servizio, e'
punito...". Questo e' l'articolo 658 del Codice Penale. E' stato prospettato nei
confronti di Giampaolo Giuliani, tecnico dell’Istituto di fisica nucleare del
Gran Sasso, per le previsioni sul terremoto in Abruzzo e a Giuseppe Zamberletti,
attuale presidente Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile, che
nell'85 fini' sotto inchiesta per procurato allarme terremoto in Toscana. Per la
peste suina si parla di rischio pandemia che significa una epidemia la cui
diffusione interessa piu' aree geografiche del mondo, con un alto numero di casi
gravi ed una mortalita' elevata. Nessuno sottovaluta i pericoli di una infezione
diffusa, ma parlare di rischio pandemia ci sembra proprio eccessivo. I farmaci
ci sono, i vaccini ci saranno. A chi serve e a cosa drammatizzare un problema?
Canone/imposta Rai. Garimberti scopre la piaga dell'evasione: siamo a
disposizione per dimostrargli tutti gli errori che fanno
"La Rai e' una azienda sana" ma c'e' "una piaga" che e' quella dell'evasione dal
canone che "sottrae 450 milioni di euro l'anno". Cosi' il presidente della Rai,
Paolo Garimberti, nel corso della sua audizione in commissione di Vigilanza. Il
direttore generale, Mauro Masi, poi, annuncia che il dato relativo al primo
quadrimestre del 2009 segna una evasione dal canone superiore al 30% contro
quello del 2008 che si attestava al 28,2%. Il neo-presidente Garimberti sembra
quasi nato oggi... o forse questo problema non se lo poneva perche', come la
maggior parte del settore dell'informazione e la maggior parte dei politici, il
problema "non esiste". Certo, abbiamo anche il presidente Silvio Berlusconi che
ultimamente ha fatto sapere di aver piu' volte sventato, da parte dei suoi, una
sorta di sciopero del canone... ma sono discorsi della domenica, da festa di
partito, cosi' come i ministri della Leganord o dell'ex-An, abolizionisti a
singhiozzo e convenienza.
Noi ci mettiamo a disposizione del presidente Rai per certificargli -"carta
canta"... cioe' lettere pubblicate nella nostra rubrica online "Cara Aduc"- che
il fenomeno dell'evasione e' dilagante. Non solo, ma -ammesso che questo aspetto
lo possa interessare- che anche chi paga odia lui, la Rai, lo Stato e, se
fossero tendenzialmente piu' criminali di quanto un evasore fiscale possa gia'
esserlo, darebbero fuoco a tutta Saxa Rubra.
Questo e' il contesto in cui oggi Garimberti scopre la piaga e il suo direttore
conferma che quanto continuano a fare (ai limiti spesso del codice penale) per
"convincere" i refrattari a pagare, sta solo facendo aumentare l'evasione e
-ribadiamo- l'odio dei contribuenti verso loro e lo Stato.
Immaginiamo che Galimberti avra' in programma nuove forme di lotta all'evasione,
con l'indurimento di quanto fatto fino ad oggi, aumentando il numero dei
controllori che si intrufolano nelle case delle persone facendo loro credere di
essere altro... altrimenti sarebbero bastonati seduta stante. Insomma tutte
quelle iniziative che dovrebbero fare apparire la Rai/Stato piu' maschia e piu'
feroce. Scommettiamo che l'anno prossimo, e l'anno prossimo ancora, i dati
dell'evasione saranno ancora piu' alti e l'odio dei contribuenti verso Rai e
Stato sara' ancora maggiore?
Noi crediamo che fintanto continueranno con la menzogna e l'inganno a prelevare
i soldi per il possesso di un apparecchio tv anche se viene usato solo per far
giocare i ragazzini alla playstation, non potranno aspettarsi altro. Si
raccoglie cio' che si semina, e chi semina arroganza, imposte percepite e
vissute come ingiuste, puo' solo raccogliere odio e diventa complice di tutti
gli sfascisti che distruggono lo Stato scambiandolo per l'andito della propria
magione.
Speriamo che con la nostra disponibilita' a far sapere a Galimberti cio' che
sembra non sapere, possa essere affrontato di petto un problema fondamentale
come l'informazione di Stato.
Noi intanto proseguiamo, con le migliaia di richieste di chiarimenti da parte di
contribuenti increduli che possa esistere un metodo cosi' suicida come quello
del canone/imposta per finanziare una tv di Stato, con le infinite
interrogazioni parlamentari a cui i ministri di turno non rispondono mai perche'
non sanno cosa dire.
Aspettiamo di essere convocati da Garimberti che, intanto, invitiamo a farsi un
giretto in Internet a questo indirizzo: http://www.aduc.it/dyn/rai
Cellulite. Inutili creme e vibratori
La cellulite e' cosa estremamente naturale, ma che fa soffrire molte donne e
deprime la loro gioia per i bagni in piscina e le vacanze al mare. Ecco perche'
creme, oli e apparecchi massaggiatori in funzione anticellulite attraggono
molto, non importa se sono cari. Ma ne vale davvero la pena? Nell'indagine
condotta dalla fondazione Warentest, questi rimedi sono risultati di scarsa
efficacia. Gli otto prodotti cosmetici e i due apparecchi esaminati hanno
ottenuto tutti un voto "insufficiente", scrive l'associazione dei consumatori
tedesca sul numero di maggio della sua rivista. Dopo quattro settimane di prova
fra 300 donne, nessuno di questi ha potuto dimostrare un miglioramento visibile,
ne' le creme ne' i vibratori. Promesse non rispettate, insomma. Conclusione di
Warentest: meglio spendere quei soldi in attivita' sportive: il moto, unito a
un'alimentazione sana e povera di grassi, e' piu' efficace contro la cellulite.
E piu' utile ancora e' accettare il proprio corpo cosi' com'e'.
Recentemente e' stata lanciato un nuovo metodo contro la cellulite: la
crioelettroforesi, con principi medicamentosi (limogene e caffeina, associate a
furosemide) che verrebbero fatti passare al di la' dell'epidermide attraverso il
freddo. I costi? 150 euro a seduta, per un ciclo di 3-8 sedute. La furosemide e'
un farmaco contro l'edema e puo' avere controindicazioni quali
l'ipersensibilita' al prodotto, l'anuria (soppressione della secrezione renale)
iposodiemia e/o ipopotassiemia. Sarebbe interessante sapere se queste
controindicazioni sono valide per la crioelettroforesi. E' una domanda che
rivolgiamo al ministero della Salute. Una interrogazione in tal senso e' stata
preannunciata dalla senatrice Donatella Poretti.
La Rai impedisce di disdire il canone? Per il Garante del Contribuente e' abuso
d'ufficio. Denuncia alla Procura
Sono anni che la Rai impedisce ai contribuenti di disdire il canone-imposta Tv
attraverso comportamenti illeciti e vessatori, ora denunciati anche dal Garante
del Contribuente (1).
La legge prevede che l'utente possa fare disdetta attraverso una lettera
raccomandata a/r (o il pagamento di 5,16 euro in caso di richiesta di
suggellamento), indicando il numero di "abbonamento" e specificando il tipo di
apparecchio di cui si e' in possesso e a chi eventualmente lo si cede.
Eppure la Rai, violando la legge, richiede che il contribuente compili un
ulteriore modulo, una dichiarazione di sorta senza la quale -a suo dire- la
disdetta non sarebbe valida (2). Fra l'altro, nel modulo si deve autorizzare la
Guardia di Finanza ad entrare in casa propria a svolgere controlli,
un'autorizzazione del tutto inefficace e inutile che ha l'unico scopo di
impaurire l'utente. Con questi artifici, la Rai dichiara inefficace la disdetta
inviata precedentemente, perche' incompleta, e pretende il canone anche per gli
anni successivi.
Un comportamento cosi' inaccettabile che persino il Garante del Contribuente
della Regione Piemonte, competente per lo "Sportello Abbonamenti tv"
dell'Agenzia delle Entrate, ha espresso frustrazione e rabbia in una lettera
recente:
"Voi sapere perfettamente che la compilazione del modulo in questione non e'
prescritta da nessuna norma di legge... Ci sembra assolutamente inammissibile
che Voi persistiate in questo comportamento di vessazione gratuita di
contribuenti... Riteniamo, e da tempo Ve lo abbiamo detto, che Voi poniate in
essere continuamente dei veri e propri reati di abuso d'ufficio" (1).
Di conseguenza invitiamo tutti i cittadini che subiscono questo comportamento a
denunciarlo alla Procura della Repubblica di Torino per il reato di abuso
d'ufficio. Si potra' utilizzare l'apposito modulo:
http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=258092
(1)
http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/20090428-garante-contribuente-piemonte.jpg
(2) http://www.aduc.it/dyn/rai/20090224-rai-modulo.pdf
Telefonia mobile. Credito residuo non riconosciuto: dopo Tim, l'Antitrust indaga
anche su Wind e H3g-3Italia
E dopo Tim-Telecom Italia (1), tocca a Wind e H3g-3 Italia essere 'indagate'
dall'Antitrust per pratica commerciale scorretta in relazione al rimborso del
credito residuo per l'utente che recede dal contratto. Le istruttorie fanno
seguito ad una nostra denuncia di giugno 2008, in cui evidenziavamo il mancato
rispetto delle norme da parte di tutti i gestori mobili in fatto di credito
residuo, un diritto dei consumatori sancito sin dal 2002, che tuttora i gestori
nella sostanza non garantiscono (2).
Le argomentazioni preliminari dell'Antitrust sono differenziate.
H3g-3Italia (3)
La condotta contestata alla societa' si sarebbe manifestata tra l'altro nel:
a) mancato riconoscimento del credito residuo sulle schede sim dopo la loro
disattivazione (ossia, a seguito del diritto di recesso) anche ove i consumatori
abbiano rispettato la procedura prescritta dalla societa';
b) imposizione di alcuni oneri, quali, a titolo esemplificativo, l'esborso di 10
euro per conseguire la restituzione del credito residuo, indicato nella "Carta
Servizi H3g", disponibile sul sito www.3.it;
c) mancanza di adeguata informativa al cliente sui tempi entro i quali la
richiesta di rimborso verra' evasa dalla societa'.
Sono le medesime contestazioni mosse a Tim-Telecom Italia.
Wind (4)
La condotta contestata alla societa' consiste, in particolare, nella previsione
di una procedura onerosa e farraginosa per conseguire la restituzione del
credito residuo sulle schede sim dopo la loro disattivazione, procedura che
dissuade i consumatori dal far valere i loro crediti; nonche' nel blocco,
peraltro disposto senza preavviso, in caso di esaurimento del credito presente
sulla sim, del servizio di ricezione degli sms fino al momento della successiva
ricarica.
Oltre alle contestazioni mosse da Aduc, l'Antitrust ha individuato un'ulteriore
potenziale condotta scorretta da parte di Wind: il blocco del servizio sms in
ricezione, quando la sim e' scarica.
************
(1) Telefonia mobile. Credito residuo non restituito: l'Antitrust apre
istruttoria su Tim-Telecom Italia
http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=257771
(2) Portabilita' del credito residuo. Tim, Vodafone, 3 e Wind la negano da sei
anni. Agcom minaccia ma non sanziona. Denuncia anche all'Antitrust
http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=222661
(3) http://www.aduc.it/dyn/tlc/antitrustFaxTre20090427.pdf
(4) http://www.aduc.it/dyn/tlc/antitrustFaxWind20090427.pdf
Abi/Patti Chiari: entrano alcune associazioni di consumatori... amicizia lunga?
Lo scorso lunedì 27 aprile si è svolta a Palazzo Mezzanotte, a Milano, una
presentazione del consorzio PattiChiari dell'ABI (Associazione Bancaria Italia),
nel corso del quale si sono presentati alcuni nuovi "impegni" a favore,
ovviamente, del mercato, della trasparenza, dei clienti e chi più ne ha, più ne
metta.
Con un pomposo comunicato stampa si è diffusa la notizia di una "svolta" nella
governance del consorzio dentro il quale entreranno ben tredici associazioni di
consumatori: più o meno le solite associazioni che stanno dentro il CNCU (il
Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, ovvero un organo di Stato
nel quale si spartiscono un po' di prebende...).
Naturalmente ogni associazione è libera di portare avanti i propri obiettivi
come meglio ritiene.
Per quanto riguarda l'Aduc, ci siamo sempre rifiutati di spartire co-gestioni
con coloro che sono da sempre le nostre controparti nella lotta per
l'affermazione e l'applicazione dei diritti degli utenti e consumatori.
Abbiamo da sempre rifiutato la logica dei "tavoli di conciliazione" nei quali
alcune associazioni di consumatori venivano retribuite dalle banche per trovare
accordi conciliativi che riguardavano casi di cittadini che si sono a loro
rivolti per essere tutelati contro comportamenti scorretti delle stesse banche.
Ci sembra una logica aberrante. Con quale autonomia e credibilità potremmo
combattere il prossimo comportamento scorretto delle banche se co-gestissimo un
ente preposto a portare trasparenza e correttezza nel rapporto fra banca e
clienti?
Fino ad oggi PattiChiari è stato sostanzialmente uno strumento di marketing
delle banche il quale ha fatto anche i suoi bravi "danni" (si veda il caso
Lehman Brothers, su tutti...).
Vedremo se con l'ingresso di alcune associazioni di consumatori le cose
miglioreranno.
Lo speriamo fortemente ma la logica ci porta a ritenere che sia più facile che
qualche associazione venga assopita dalle poltrone comode (quelle dell'ABI sono
"comodissime") piuttosto che l'ABI venga influenzata dalle associazioni di
consumatori.
Overbooking aerea. I diritti del passeggero
"Spiacente non abbiamo posti". E' la ferale notizia che un passeggero, munito di
regolare biglietto e prenotazione confermata, in questo lungo fine settimana,
puo' sentirsi dire in uno degli aeroporti italiani o dell'Unione europea. Si
chiamo overbooking (sovraprenotazione) ed e' un sistema che praticamente tutte
le compagnie aeree adottano: vendono cioe' piu' biglietti di quanti siano i
posti a disposizione. Saltano viaggio e nervi, percio' abbiamo voluto elencare
le opzioni alle quali ha diritto il malcapitato turista (1).
In caso di overbooking la compagnia aerea deve offrire al passeggero una delle
seguenti scelte:
* il rimborso del prezzo del biglietto entro 7 giorni in denaro o con buoni di
viaggio e/o altri servizi;
* il primo volo possibile fino a destinazione;
* un volo in data successiva, a scelta del passeggero.
In aggiunta la compagnia aerea deve pagare un risarcimento in contanti pari a:
* 250 euro per i voli fino a 1.500 km;
* 400 euro per i voli interni alla Ue oltre 1.500 km e per tutte le altre tratte
comprese tra 1500 e 3500 chilometri;
* 600 euro per i voli che non rientrano nei punti precedenti.
La compagnia aerea deve inoltre offrire gratuitamente:
* due telefonate o fax, telex o e-mail;
* pasti o rinfreschi;
* il pernottamento in albergo.
Il passeggero ha diritto alla differenza di prezzo se viaggia in una classe
inferiore a quella prenotata. Il passeggero non e' tenuto a chiedere i
risarcimenti e i servizi elencati perche' devono essere erogati dalla compagnia
aerea che deve informare i passeggeri dei loro diritti.
(1) Per approfondimenti si veda:
http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=79897
-------------------------------------------
ARTICOLI
Terremoto. Ospedale del Mare a Napoli: urgente l'inchiesta della commissione
parlamentare sul SSN
Donatella Poretti *
L'Ospedale del Mare, il piu' grosso dell'Italia Meridionale (450 posti letto e 190 milioni il costo stimato nel
2004), e' in costruzione in spregio alle piu' elementari norme di sicurezza a 8 km dal centro eruttivo del
Vesuvio, nel quartiere Ponticelli di Napoli. In zona gialla, a 100 metri dalla zona rossa (1).
La delimitazione della zona rossa (con divieto assoluto di costruzione) e di quella gialla (zona a pericolosita'
differita e da evacuare) intorno al Vesuvio, e' stata realizzata seguendo i confini amministrativi solo per
esigenze logistiche e operative, essendo aree effettivamente a rischio. Solitamente la delimitazione della
zona rossa viene fissata con una distanza dal centro del vulcano che oscilla tra 10 e 12 km, e questo
avviene per la parte sud-est anche del Vesuvio, non per quella nord-ovest, per cui Ponticelli e l'Ospedale del
Mare risultano in zona esclusa dal rischio-invasione della lava.
"L'area a maggiore pericolosita' -detta zona rossa- e' esposta al pericolo di scorrimento di colate
piroclastiche e comprende 18 Comuni immediatamente circostanti al vulcano. La zona a minore pericolosita'
-zona gialla- e' composta da 59 Comuni e corrisponde a tutta l'area che puo' essere interessata dalla
ricaduta di piroclastiti e cenere, con spessori tali da causare il collasso delle coperture di un numero
significativo di edifici". Cosi' certificava la scorsa legislatura il Governo in risposta ad una mia interrogazione
parlamentare in merito (2).
Abbiamo gia' ripresentato una interrogazione al Governo all'avvio della legislatura (3), abbiamo rivolto
pubblici appelli alla Protezione Civile, alla Commissione Grandi Rischi, all'Istituto Nazionale di Vulcanologia
(4), ma tutto tace.
L'appello ora e' nel tavolo della commissione d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio Sanitario
Nazionale presieduta dal senatore Ignazio Marino, affinche' si occupi di un ospedale che, invece di
accogliere i feriti di una eruzione, se va bene dovra' essere evacuato, se va male restera' sotto la lava.
Commissione che gia' ha aperto inchiesta sull'ospedale de L'Aquila crollato per il terremoto e che forse
(come ribadito anche dal sen. Marino) ha maggior senso che si occupi anche dei disastri che possono
essere prevenuti.
Le eruzioni dei vulcani, i terremoti, gli uragani non possono essere impediti, ma lo Stato ha il dovere di
prevenire i rischi e non di mettere a rischio coscientemente la popolazione. Costruire un ospedale in quella
zona e' rendersi complice di tentata strage.
(1) vedi cartina a questo link:
http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/donatella/OspedaledelMare-cartina.pdf
(2)
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_15/showXhtml.Asp?
idAtto=12748&stile=6&highLight=1&paroleContenute=%27INTERROGAZIONE+A+RISPOSTA+SCRITTA
%27
(3) http://blog.donatellaporetti.it/?p=142
(4) http://blog.donatellaporetti.it/?p=582
* senatrice Radicali - Partito Democratico, segretaria della Commissione Sanita' e componente della
Commissione d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del SSN
Profili di tutela dei diritti umani nell'euromed
Mario Pavone
Premessa
I Ministri degli Esteri dell'Unione Europea hanno avviato da tempo un dialogo costante con i Ministri degli
Esteri dei 12 paesi mediterranei nell'ambito degli incontri previsti per lo sviluppo degli accordi seguiti alla
Dichiarazione di Barcellona e rivolti ad assicurare che il processo di partnership euro-mediterranea si muova
decisamente nella direzione dello sviluppo e della protezione dei diritti umani in quella regione,attraverso
l'elaborazione di chiari principi nella redazione definitiva della Carta per la Pace e la Stabilita' e attraverso un
concreto programma di lavoro sui diritti umani in tutta la regione.
Occorre, anzitutto, ricordare brevemente le tappe fondamentali sin qui percorse per il consegui mento di tale
fondamentale obiettivo.
1. La Conferenza di Barcellona e la tutela dei diritti dell'uomo
Nel novembre del 1995, con la Conferenza di Barcellona e la successiva Dichiarazione di Barcellona, fu
stabilita una Partnership Euromediterranea (PEM) fra i 27 Ministri degli Esteri dei paesi dell'UE, del NordAfrica e del Medio Oriente.
Oltre ai 15 paesi dell'UE i membri della Partnership sono Algeria, Cipro, Egitto, Israele, Giordania, Libano
Malta, Marocco, Autorita' palestinese, Siria, Turchia e Tunisia, mentre la Libia si e' riservata lo status di
osservatore.
La istituita partnership dovrebbe consentire,secondo gli accordi,di giungere alla realizzazione di un'area di
libero commercio e scambio per l'anno 2010.
La Dichiarazione di Barcellona e il successivo Programma di lavoro prevedono lo sviluppo della partnership
sotto tre aspetti:
a. partnership politica per la sicurezza e la difesa;
b. partnership economica e finanziaria;
c. partnership sociale e culturale per i temi dell'educazione, la cultura, la
salute, ecc. e per combattere insieme il terrorismo, il traffico di droga, e la
criminalita' internazionale.
La Dichiarazione di Barcellona ha,inoltre,sancito la responsabilita' collettiva dei Paesi del Mediterraneo al
fine di garantire,da parte di tutti i Paesi membri, "il rispetto dei diritti umani e delle liberta' fondamentali"e
"l'effettivo e legittimo esercizio di tali diritti e liberta', compreso la liberta' di espressione, di associazione per
scopi pacifici, e la liberta' di pensiero, coscienza e religione, sia individualmente sia con altri membri dello
stesso gruppo, senza alcuna discriminazione basata sulla razza, la nazionalita', la lingua, la religione o il
sesso".
Pertanto, i 27 paesi della PEM,nel riconoscere "il contributo essenziale che la societa' civile puo' fornire al
processo di sviluppo della Partnership", si sono impegnati a rispettare alcuni principi generali in materia di
diritti umani.
Nonostante queste positive intenzioni e le dichiarazioni di principio sottoscritte, i Paesi della PEM devono
ancora oggi concordare un concreto programma di lavoro sui diritti umani.
Non esiste, infatti, allo stato alcun meccanismo per monitorare l'osservanza del rispetto di tali diritti o per
reagire contro la loro violazione.
Cio' nondimeno, a partire dalla Conferenza di Barcellona, numerose sono state le richieste e le
raccomandazioni pervenute da piu' parti ai governi dell'UE per chiedere che sia stabilita una agenda dei
diritti umani all'interno degli accordi di partnership.
In particolare la Conferenza di Barcellona ha stabilito due obiettivi di grande rilevanza:
a. la creazione entro il 2010 di una zona di libero scambio
b. l'instaurazione di un'area di stabilita' e di pace nella regione.
Costituiscono premessa della Dichiarazione e condizioni basilari per il raggiungimento degli obiettivi del
dialogo intermediterraneo:
a. il rafforzamento della democrazia, rispetto dei diritti umani, sviluppo economico e sociale sostenibile ed
equilibrato,
b. la lotta alla poverta',
c. l'avvicinamento delle culture.
Seguono nell'ordine -come nell'atto finale di Helsinki- i temi della cooperazione politica e della sicurezza,
quelli della cooperazione in campo sociale, delle relazioni umane, della diffusione dell'istruzione e della
cultura, della promozione di comprensione reciproca tra le differenti culture, ecc.
Accrescere la reciproca conoscenza significa anche gettare le basi per una maggiore fiducia, a sua volta
indispensabile per favorire collaborazione ed investimenti.
Gli obiettivi sono comunque comuni e cioe' che ciascun Paese deve procedere al proprio interno a riforme
strutturali ed adattamenti per potersi incamminare verso un'economia di mercato e quindi ad un'economia
aperta.
Tutti devono procedere nella stessa direzione e percorrere lo stesso itinerario, ovviamente, con le dovute
differenze a seconda del diverso grado di sviluppo.
Sussiste ancora oggi un problema di fiducia che va costruita attraverso una migliore comprensione che
coinvolga l'opinione pubblica e riavvicini le societa'. Senza piu' stretti legami all'interno della societa'
mediterranea qualunque azione sia fatta a livello di governi rischia di ottenere effetti parziali o effimeri.
Da ultimo,va ricordata la risoluzione approvata dal Parlamento Europeo alla Conferenza di Valencia del 2002
la quale,al punto 3) "si compiace del rilancio del progetto di Carta di pace e di stabilita' che era stato
abbandonato dopo la Conferenza euromediterranea di Stoccarda, con riserva di una migliore definizione del
suo contenuto e si pronuncia contro qualsiasi intervento militare nella regione; al punto 4) "prende atto del
testo sulla lotta contro il terrorismo, che si riferisce essenzialmente alle convenzioni e ai testi internazionali;
ribadisce che la lotta contro il terrorismo deve essere condotta nel rispetto dei diritti umani e delle liberta'
fondamentali "ed infine al punto 10) "deplora le gravi violazioni dei diritti dell'uomo in vari paesi partner del
processo di Barcellona, in particolare dopo la firma di un accordo d'associazione; chiede l'instaurazione di
meccanismi specifici che consentano un'applicazione concreta e piu' efficace della clausola degli accordi
euromediterranei di associazione concernente i diritti dell'uomo".
2. L'importanza del dialogo con le civilta' del Mediterraneo
La Risoluzione di Valencia rilancia, dunque, il dialogo tra l'Europa ed i Paesi del Mediterraneo e ripropone il
problema del rispetto dei diritti umani.
In proposito,ha scritto, di recente, il Prof. Stefano D'Anna, Rettore della European School of Economics, con
un bellissimo pensiero, che "anche le nazioni e le civilta' sognano" (1).
Sostiene il Prof. D'Anna che "al di la' dell'incubo delle guerre, della poverta' endemica di sterminate regioni
del pianeta,a dispetto delle profezie di sventura e dell'indefinita storia di sciagure e crimini che la dissemina,
un sogno di prosperita', di liberta', di giustizia, come un esile filo d'oro, ha sempre attraversato tutta la nostra
storia, sin da quando fu concepito tremila anni fa, sulle coste dell'Attica. Nel liquido amniotico di quel sogno
noi ancora nuotiamo, feto di quell'eta' di giganti e modernamente lo abbiamo incarnato nell'aspirazione
planetaria alla democrazia liberale, al liberismo economico ed alla affermazione dei fondamentali diritti
umani".
Il "sogno" dell'Europa e' prima di ogni altra cosa un sogno di pace, di prosperita', di proficua collaborazione
tra i popoli che fino a pochi decenni fa si sono ferocemente combattuti e dove i voti di fraternita', uguaglianza
e liberta' sono rimasti a lungo e dolorosamente chimerici.
"L'Europa -secondo l'illustre docente- e' un modello evolutivo per i popoli mediterranei, un modello verso cui
far convergere i propri sforzi ed il corso della loro nuova storia; ad essi, ai loro piu' alti rappresentanti, agli
ambasciatori, ai politici, agli studiosi occorre sottolineare che nessuno puo' aspettarsi di ricevere in dono
democrazia e liberta', ne' la garanzia del rispetto dei diritti umani fondamentali. L'uomo deve cancellare la
paura delle sue emozioni, il conflitto della sua psicologia, la poverta', la scarsita', il senso della morte, della
sua coscienza. Il futuro della nostra civilta' e' puntare tutto sull'educazione, sull'uomo, sull'individuo".
Millenni di storia impregnano le acque mediterranee percorse da colonizzatori, soldati, mercanti, pellegrini,
sapienti, evangelizzatori, esse uniscono e dividono.
Meravigliosi tesori di civilta' le attorniano, ricordi di vicende umane le solcano con scie di gloria, di avventura
e di sangue.
Eppure in un Mondo che, come e' stato sostenuto da alcuni,conosce oggi "la morte delle distanze", il
Mediterraneo costituisce un minuscolo lago pulsante di vita ma tuttora avaro di vera comunicazione.
Differiscono in esso i sistemi politici, e non solo tra sponda nord e sponda sud, differiscono quelli giuridici, le
credenze religiose, i livelli di sviluppo.
Differisce talora la concezione stessa del significato e del destino dell'uomo. E', quindi, indispensabile
conoscersi, dialogare, accettarsi, perche' non si ceda alla tentazione della "relativizzazione" di valori che
cinquant'anni fa furono proclamati -grande conquista della comunita' internazionale- come universali, quelli
della uguale ed innata dignita' di ogni persona umana, quale che sia la terra in cui e' sbocciata alla vita, la
fede che professa, il suo sesso ed il colore della sua pelle.
3. Il ruolo dell'Italia per la tutela dei diritti dell'uomo nei Paesi del Mediterraneo
Nel Mediterraneo l'Italia e', per antico destino, il ponte di elezione per questo dialogo.
Essa vuole fare assumere al Mediterraneo, mare di pace, di scambio, di sviluppo, di tolleranza, di
democrazia e di tutela dei diritti umani, perche' esso torni ad essere, come un tempo, uno dei grandi motori
della storia ed epicentri della civilta' (2).
In tale direzione, va ricordato l'importante ruolo svolto dalla Lega Italiana dei diritti dell'umo e della
Federazione Internazionale dei Diritti dell'Uomo (3) che e' da sempre fortemente impegnata in un continuo
monitoraggio della situazione esistente nei diversi paesi del Mediterraneo, assicurato dall'attivita' svolta dalle
organizzazioni locali affiliate.
Le violazioni vengono da essa denunciate alle Nazioni Unite e viene sollecitato un intervento dei Paesi
dell'Unione Europea.
Non sempre, naturalmente, questi interventi hanno successo, ma essi consentono, tuttavia, una continua
informazione all'opinione pubblica e sovente l'adozione di provvedimenti che penalizzano i governi dei paesi
nei quali si verificano le piu' gravi violazioni.
Per un'esposizione di queste attivita' e' utile elencare alcuni interventi svolti in passato dalla LIDU, a
cominciare dai Paesi Arabi.
La prima conferenza internazionale del movimento arabo per i diritti dell'uomo, tenuta a Casablanca dal 23 al
25 Aprile del 1998, ha distinto tre categorie di Paesi.
a. Il primo gruppo comprende l'Arabia Saudita e alcuni paesi del Golfo, prive di strutture giuridiche moderne,
di una Costituzione democratica e di un Parlamento regolarmente eletto.
Ancorati alla loro specificita' culturale e religiosa, questi governi non lasciano alcuna possibilita' di azione ai
difensori dei diritti dell'uomo.
b. Il secondo gruppo e' composto dai Paesi che hanno aderito ai patti e alle convenzioni per l'attuazione
della dichiarazione universale; questo gruppo comprende la Siria, l'Iraq, la Libia ed altri paesi minori, ma essi
non rispettano praticamente alcuna norma delle convenzioni internazionali. L'area della liberta' e' fortemente
ridotta e lo stato di violazione dei diritti dell'uomo e' di eccezionale gravita'.
Le organizzazioni dei diritti dell'uomo sono costrette ad operare in clandestinita' o esilio.
c. Il terzo gruppo di Paesi e' caratterizzato anche dalla violazione dei diritti, ma in tali paesi -Tunisia, Egitto,
territori autonomi palestinesi- si verifica, da qualche tempo, un rispetto, anche se limitato, dei diritti garantiti
dalla dichiarazione universale.
Si tratta, tuttavia, di un rispetto sempre limitato, che impone un'assidua sorveglianza, soprattutto per la tutela
dei "difensori dei diritti dell'uomo".
Non va sottaciuto anche l'impegno in favore di una legislazione uniforme europea per il riconoscimento
dell'asilo politico.
Il 9 dicembre 1998 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, come e' noto, ha adottato la risoluzione sui
"difensori dei diritti dell'Uomo". In tale circostanza, 26 Paesi membri hanno reso pubblica una "dichiarazione
interpretativa" nella quale annunciavano la loro intenzione di adottare il testo approvato dall'Assemblea
dell'ONU, con la riserva che le norme fossero conformi alla loro legislazione interna.
Questa dichiarazione, naturalmente, non ha alcun valore giuridico di diritto internazionale, ma denuncia
chiaramente l'intenzione di questi Paesi di limitare l'azione dei difensori dei diritti dell'uomo.
Qualche mese dopo, nel marzo del 1999, la convenzione araba contro il terrorismo stabiliva un'intesa per la
condanna degli oppositori, accusati di attivita' terroristica.
Con la copertura della lotta al terrorismo, naturalmente legittima in determinate condizioni, e' stato stabilito
un nuovo passo nel coordinamento della politica repressiva.
Bisogna tener conto che la definizione di atto terroristico, fissata dalla convenzione, e', in effetti, cosi' ampia
che puo', al limite, coprire tutte le azioni pacifiche di opposizione e dissidenza dal potere come pericolose
per la sicurezza statale.
Infine, poiche' l'indipendenza della giustizia resta in questi stati una nozione largamente relativa, in base a
questa disposizione "un difensore dei diritti dell'uomo" perseguitato nel proprio Paese, non puo' trovare
rifugio in un altro paese arabo.
Vanno segnalate, infine, le leggi sulla liberta' di associazione, violate in quasi tutti i Paesi Arabi, con il chiaro
proposito di ostacolare l'azione di tutte le associazioni non governative che si impegnano nella difesa dei
diritti dell'uomo.
La persecuzione dei difensori dei diritti dell'uomo in questi paesi e' la parte visibile di una politica generale di
lotta e di repressione dei diritti fondamentali.
Una politica paradossale, almeno a prima vista, perche' se tutti questi Paesi si impegnano per il libera lismo
economico, poi, di fatto, rifiutano il liberalismo politico.
Naturalmente l'accento viene sempre posto, con maggiore incisivita', sulla specificita' culturale e religiosa,
per rifiutare l'universalita' dei diritti dell'uomo e quindi il legame inscindibile fra i diritti civili e politici e lo
sviluppo economico e sociale.
Fra gli episodi che denotano una qualche apertura nella tutela dei difensori dei diritti dell'uomo, va segnalata
la liberazione,in Tunisia,di alcuni difensori dei diritti dell'uomo, quasi sempre accusati di diffamazione contro
l'ordine pubblico e le autorita' e la diffusione di false notizie, volte a turbare lo status quo e ad incitare i
cittadini a violare la legge.
Particolare attenzione merita la situazione in Algeria.
Dopo il lungo periodo del terrorismo dei fondamentalisti arabi, il Governo, come e' noto, ha adottato un
provvedimento di amnistia, che, di fatto, cancella tutti i reati, anche quelli di omicidio e di tortura.
Gli scomparsi sono migliaia, dei quali non si ha alcuna notizia ed il Governo non intende condurre alcuna
indagine che potrebbe dimostrare,di fatto, un'intesa fra i terroristi e le forze armate.
Le famiglie degli scomparsi hanno costituito un comitato "S.O.S. Scomparsi" che opera sotto l'egida della
Lega Algerina dei diritti umani.
Le famiglie degli scomparsi si riuniscono tutte le settimane ad Algeri davanti alla sede dell'Osservatorio
Nazionale dei Diritti dell'Uomo, costituito da diverse O.N.G. e davanti alla sede della Prefettura in citta' come
Orano e Costantina.
La polizia e' intervenuta diverse volte per disperdere questi dimostranti, i quali, come ha fatto rilevare in un
messaggio al Sindacato algerino degli avvocati, non contestano la legge per la concordia civile, ma chiedono
almeno di conoscere la sorte dei loro congiunti scomparsi.
Le autorita' algerine hanno proibito nel giugno dello scorso anno lo svolgimento ad Algeri di un incontro
africano dei difensori dei diritti dell'uomo, che si doveva tenere parallelamente alla conferenza delle
Organizzazioni dell'Unita' Africana.
Pur tuttavia, questi rilievi sulla situazione interna di paesi nord-africani relativi al rispetto dei diritti dell'uomo,
non incidono sulla linea di politica mediterranea dell'Europa.
Il processo di democratizzazione di questi Paesi e' anzi strettamente legato alla piena attuazione delle
direttive approvate dalla conferenza di Barcellona, sia per quanto riguarda la cooperazione economica sia
per quanto riguarda la sicurezza, che deve coinvolgere i paesi membri in un programma unico.
I problemi derivanti dai rapporti nell'Area del Mediterraneo sono stati discussi in numerosi convegni diretti
a- a dare attuazione alla normativa Euromed;
b- ai rapporti culturali;
c- alla ricerca di una "lingua mediterranea", fondamento comune del diritto mediterraneo.
Su questi temi e' stata istituita una struttura di parternariato, che comprende anzitutto le Leghe dei Paesi del
Mediterraneo e, principalmente, le Leghe di Spagna e Portogallo.
Sono state quindi stipulate intese con varie organizzazioni ed in primo luogo del mondo universitario e
l'Istituto Catalano per il Mediterraneo, la piu' importante organizzazione che si occupa di questi problemi.
E' stata inoltre tenuta una riunione presso l'Universita' di Gorizia, consociata nel progetto, insieme ad altre
Universita' dell'Europa Orientale, in particolare Slovenia e Croazia.
Il tema principale dell'incontro e' stato quello di ristabilire il principio di comunicazione Mediterraneo - Europa
Orientale utilizzando il Corridoio Adriatico con il potenziamento dei porti di smistamento.
Si tratta di un problema di particolare rilievo, perche' le tendenze, dopo la crisi del Kosovo, sono quelle di
deviare una "via storica" istituendo -e in parte e' gia' stata istituita- una nuova via, il Corridoio 8, che passa
per la Grecia e attraversa i paesi del Centro Europea (cd valigia delle indie).
L'incontro di Gorizia, inoltre, e' stato di particolare interesse perche' ha portato ad un'intesa con il Libano, che
era rappresentato dall'Arcivescovo di Baalabek, S.E. L. Hachen, gia' alla Segreteria di Stato in Vaticano, con
il quale sono stati concordati due aspetti del programma:
- il primo e' la ricerca sulla fonte comune del diritto mediterraneo, al quale partecipano tutte le Universita' dei
paesi mediterranei ed alcune organizzazioni umanitarie. Sono stati programmati anche corsi di formazione
per studenti di tutte le Universita', accentuando anche il rapporto interculturale tra i vari Paesi rivieraschi.
- Il secondo aspetto e' quello di definire, nel quadro delle direttive europee, le linee di rapporti economici,
comprese le comunicazioni, inquadrati in questo contesto di unita' mediterranea.
Su questi problemi occorre, quindi, istituire un Centro Studi che costituisca punto di riferimento di questo
processo di ricerca unitaria al quale parteciperebbero gli esponenti di diversi paesi mediterranei, i
rappresentanti delle varie Organizzazioni impegnate nella democratizzazione dell'Area e delle Universita'.
4. Il binomio democrazia e diritti dell'uomo
Per un migliore perseguimento di tale obiettivo,e' stato sostenuto che occorrerebbe rilanciare il binomio
democrazia-diritti dell'uomo (4).
Infatti, se si raggruppano in un'unica espressione tre termini -democrazia, diritti umani e Mediterraneo- che si
pongono, singolarmente considerati,su piani diversi-occorrerebbe operare necessariamente un
approfondimento sulle origini di questo collegamento che, specialmente per quanto concerne la democrazia
ed i diritti umani, appare ancora legato a filo doppio.
Il binomio democrazia-diritti umani, e' il risultato di una lunga e complessa fase di tensioni e di contrasti, non
ancora del tutto completamente definiti.
Di qui la necessita' di risalire alle origini di questa costruzione.
Tale binomio appare oggi un'espressione universalmente accettata che ha un significato certo, reale,
acquisito da sempre mentre non emergono gli aspetti dialettici, talvolta controversi ed i dubbi sulla portata
dell'abbinamento.
Siamo persino indotti ad adagiarci sulla tesi che l'accostamento fra la democrazia ed i diritti umani ha una
sola chiave di lettura: non e' possibile assicurare il pieno rispetto dei diritti umani senza democrazia.
L'assunto democrazia = diritti umani ha un significato preciso se ci si pone nel contesto generale dell'intera
comunita' internazionale, e, piu' in particolare, nell'ambito delle attivita' delle N.U.
Solo in questo contesto esso assume il valore di una linea di azione che si vorrebbe sviluppare in futuro.
Nell'ambito del continente europeo, appare del tutto inutile coltivare l'idea che i diritti umani non possano
essere garantiti se non con l'attuazione di un regime democratico, proprio perche' la democrazia, come viene
intesa nel mondo occidentale, e' una realta' ormai pienamente realizzata, in forme, fra l'altro, fra le piu'
avanzate.
Per ripercorrere nel tempo l'evoluzione del rapporto fra democrazia e diritti umani, ed il diverso modo di porsi
di un tale collegamento, occorre procedere, attraverso una lunga serie di episodi, una strada che ci porta
indietro nel tempo, ma che ci fa comprendere anche quale sia il reale valore del risultato finale.
Le radici politiche, storiche, filosofiche e giuridiche risalgono ad un fatto importante, anzi essenziale per
comprendere l'intero sistema dei diritti umani.
La Dichiarazione Universale dei diritti umani, di cui si e' celebrato il 60mo anniversario in questi giorni, ha
rappresentato, in questo lungo arco di tempo, la fonte di ispirazione per una serie quasi infinita di altre
dichiarazioni di principi, di convenzioni, di atti internazionali. Tuttavia, il maggior risultato, sul piano pratico,
per porre concretamente in atto le norme morali contenute nella Dichiarazione e trasformarle quindi in norme
idonee a creare diritti ed obblighi, e' stato, come e' noto, l'adozione dei due Patti universali, quello sui diritti
civili e politici e quello sui diritti economici, sociali e culturali.
Oggi siamo talmente abituati a sentir invocare o comunque menzionare i diritti umani, nel contesto interno,
come in quello internazionale, che, nella nostra memoria storica, e' persino difficile ricordare che il processo
di "creazione" dei diritti umani e' stato lungo, contorto, sofferto,contestato.
L'entusiasmo che accompagno' l'adozione della Dichiarazione Universale non fu, in origine, del tutto
genuino.
Gli Stati erano perfettamente consapevoli che quella Dichiarazione aveva solo un valore morale, importante
quanto si vuole, ma non tale da incidere seriamente sulla loro libera determinazione circa il trattamento da
riservare sia ai propri cittadini, sia agli individui in quanto tali.
Questa distinzione fra sudditi e stranieri aveva, all'epoca, un valore ed una portata del tutto diversa da quelli
che oggi sono i principi generali del diritto internazionale in materia.
Quel che occorre rilevare, come premessa all'esposizione di alcune idee sul binomio democrazia-diritti
umani, e' che furono necessari ben 28 anni, nel sistema della Nazioni Unite, per trasferire dal campo della
morale a quello del diritto i principi contenuti nella Dichiarazione, attraverso una fase estenuante e non
sempre positiva di lunghi e complessi negoziati.
Non e' questa la sede ne' l'occasione per approfondire i motivi che resero necessario, in modo imperativo, la
distinzione di tutti i diritti umani della prima generazione nelle due grandi categorie contemplate dai Patti.
E' tuttavia necessario rilevare che la decisione, dettata da una serie di motivi di varia natura, di dividere in
due grandi gruppi i diritti umani e' all'origine di una serie di sviluppi successivi con ricadute nella seconda e
nella terza generazione dei diritti umani, fra le quali il progressivo affermarsi del rapporto fra democrazia e
diritti umani.
Indipendentemente dalla natura dei diritti enunciati nell'uno e nell'altro Patto, in un Mondo che era
caratterizzato dalla contrapposizione dei due blocchi di Stati, il fatto stesso di aver tenuto distinti in due
strumenti internazionali a tendenza universale i diritti civili e politici da quelli economici e sociali e' all'origine
delle filosofie che per lunghi anni, ed in buona parte ancora oggi, caratterizzano la posizione assunta, a
seconda dei casi, dai Paesi occidentali e da quelli orientali, ovvero dai Paesi ad economia avanzata
(industrializzati) rispetto a quelli in via di sviluppo.
Nasce cosi' una specie di corsa ad ostacoli, nella quale l'una o l'altra filosofia acquistano posizioni di
vantaggio, tentando di prevalere su quella contrapposta.
Dinanzi alle varie sollecitazioni affinche' siano universalmente assicurati l'attuazione ed il pieno rispetto dei
diritti economici e sociali, vari gruppi di Stati hanno affermato che non tutti i diritti umani fondamentali si
collocano sullo stesso piano.
Fra le due categorie di diritti esisterebbe un rapporto gerarchico, nel senso che sarebbero preminenti quei
diritti che appartengono alla sfera economica e sociale, rispetto agli altri.
Il lungo braccio di ferro su questa tesi della prevalenza di alcuni diritti sugli altri e' stato parzialmente
composto quando, nella Conferenza di Vienna, si e' finalmente riconosciuto, con l'unanime consenso dei
partecipanti, che tutti i diritti umani sono uguali, indivisibili, interdipendenti.
Nel frattempo andava maturando, sia pur lentamente, con la decisa opposizione -anche se non sempre
palese- dei Paesi occidentali, un nuovo diritto umano, inteso a far fronte alle aspirazioni dei Paesi in via di
sviluppo: il diritto allo sviluppo.
Nel tempo questo diritto ha acquistato una sua posizione nell'intera comunita' internazionale, ed oggi si puo'
dire che, pur con le dovute differenze, e' quanto meno riconosciuto da tutti gli Stati, anche se, finora, ha
avuto scarsa attuazione sul piano pratico.
Nel contesto dei problemi cui si e' fatto cenno, nonche' dell'evoluzione nel tempo della stessa coscienza
della comunita' internazionale nel suo complesso, e' iniziato, dapprima timidamente, poi con sempre
maggiore intensita', il cammino verso il riconoscimento del valore della democrazia nel quadro
dell'insieme dei diritti umani fondamentali universalmente riconosciuti e tutelati dal diritto internazionale.
E' bene ricordare, prima di qualsiasi altra considerazione, che il termine "democrazia" non solo non ha
significato univoco, ma si presta a costruzioni interpretative persino contrastanti.
I primi tentativi verso l'ingresso del termine democrazia nel capo dei diritti umani risalgono ai primi, incerti
passi che l'Ufficio delle Nazioni Unite muoveva, non piu' tardi di 10 anni fa, per fornire ad alcuni Stati
l'assistenza di volontari nel controllo sullo svolgimento delle operazioni elettorali. Specialmente in occasione
della nascita di nuovi Stati, a seguito del frazionamento di precedenti Stati unitari che li inglobavano.
Queste prime operazioni di "supervisione" erano, allora, oggetto di aspre critiche da parte di alcuni gruppi di
Stati, in quanto attuate violando la sovranita' degli Stati. Rilievo errato, in quanto la supervisione elettorale
avveniva, come tuttora avviene, a richiesta e con l'espressa autorizzazione dello Stato in questione.
Il dibattito politico, nelle varie sedi internazionali, si e' andato poi evolvendo rapidamente.
Quasi in risposta alle iniziative dei paesi in via di sviluppo, tendenti a sollecitare una piu' rapida evoluzione
ed attuazione di diritti economici, i Paesi occidentali hanno premuto l'acceleratore per vedere affermare il
concetto di democrazia come predominante e vorrei dire propedeutico alle varie sfaccettature dei diritti
umani.
La necessita' di una rapida evoluzione economica e l'affermazione universale del sistema politico su basi
democratiche, si sono rincorsi, nel tempo, con argomentazioni di vario genere e con rinnovati tentativi di
riuscire ad ottenere il riconoscimento del primato dell'una o dell'altra costruzione.
E' appena il caso di ricordare che i due Patti non contengono il benche' minimo accenno alla democrazia o,
in genere al sistema politico degli Stati, ne' potrebbe essere altrimenti, in quanto, ancor oggi, prevale il
principio della
assoluta liberta' degli Stati di scegliere un qualsivoglia sistema politico.
I diritti umani, nel loro complesso, hanno subito un'evoluzione sempre piu' accentuata nel tempo, sia per
l'approfondimento della portata dei singoli diritti, sia per una certa tendenza a veder aggiungere sempre
nuovi diritti a quelli di piu' antica origine.
E' per questo motivo che oggi si parla di una quarta generazione dei diritti umani.
5. La risoluzione ONU sui diritti dell'uomo
Alla luce delle osservazioni finora svolte, tale principio traspare in tutta la sua attualita'.
Nella lunga e non sempre lineare evoluzione della complessa dialettica fra Stati, il concetto di un legame
quasi indissolubile fra democrazia e diritti umani, presentato e fatto avanzare nel tempo nelle diverse sedi
internazionali, e' approdato, per la prima volta, in una risoluzione che e' stata adottata dalla Commissione dei
diritti umani.
La risoluzione rappresenta un punto di arrivo nell'evoluzione di quel rapporto tra democrazia e diritti umani
che, ormai, e' entrato nel linguaggio corrente della politica internazionale anche se agli aspetti estetici non
sempre corrisponde un contenuto concreto.
Esso e' destinato a rappresentare una pietra miliare sulla lunga strada dei diritti umani ed al tempo stesso,
rappresenta il punto di partenza per ulteriori sviluppi.
La risoluzione, infatti, si puo' dividere idealmente in due parti:
- in una prima viene riaffermato, per la prima volta, solennemente e formalmente, il collegamento che esiste
tra democrazia e diritti umani;
- nella seconda viene enunciato, e questa e' la novita' importante, per la prima volta il diritto alla democrazia,
che si affianca agli altri diritti umani di recente creazione.
La risoluzione, dopo aver ricordato il legame indissolubile che esiste fra i diritti umani fondamentali e la
democrazia, riconosce che la democrazia, lo sviluppo ed il rispetto per tutti i diritti umani e le liberta'
fondamentali sono interdipendenti e si affermano e si rinforzano a vicenda.
La risoluzione, per la parte piu' innovativa, tenta di fornire un quadro descrittivo del concetto di democrazia,
anche se non arriva fino al punto di dettarne una definizione.
Fra le tante espressioni che essa contiene, vi si legge "la democrazia e' basata sulla volonta' liberamente
espressa dei popoli di determinare il loro sistema politico, economico, sociale e culturale e la loro piena
partecipazione in tutti gli aspetti della loro vita".
Ma subito dopo essa si affretta a riconoscere che, nel Mondo, esiste una vasta gamma, di diversa natura, di
democrazie.
Nella parte dispositiva viene fornito un elenco di quelli che sarebbero gli aspetti essenziali del diritto alla
democrazia, ovvero, come recita in modo piu' elusivo il testo,il diritto ad un sistema di governo di tipo
democratico.
Fra questi aspetti, alcuni sono conferme di diritti umani gia' pienamente riconosciuti ed affermati. Altri sono,
invece, enunciazioni di nuovo tipo, che appaiono per la prima volta in un testo che e' destinato ad avere un
ampio sviluppo.
Fra questi vanno annoverati:
- il diritto al suffragio universale su base di eguaglianza;
- i sistemi di votazioni libere, di elezioni periodiche e libere;
- il diritto di tutti i cittadini all'elettorato passivo
- il diritto dei cittadini di scegliere liberamente attraverso mezzi costituzionali e democratici il loro sistema di
governo.
In questa corsa ad ostacoli, su piste parallele, del diritto allo sviluppo, come comunemente inteso, e della
democrazia come presupposto per l'attuazione ed il godimento dei diritti umani fondamentali
internazionalmente protetti, la risoluzione della Commissione dei diritti umani rappresenta un traguardo piu'
avanzato rispetto alle posizioni precedenti.
E' pur sempre vero che il testo della risoluzione richiama e fa proprio, sia pure incidentalmente, il diritto allo
sviluppo ma e' anche vero che i promotori della risoluzione si sono prefissi lo scopo di creare un nuovo diritto
umano: il diritto alla democrazia.
E' lecito sollevare piu' di qualche dubbio che il nuovo diritto riuscira' a consolidarsi in breve tempo e ad
acquistare una sua effettiva valenza. Non per altro, sul piano sistematico, esso si colloca accanto agli altri
nuovi diritti umani, che rappresentano piu' che altro legittime aspirazioni di vedere progressivamente
migliorate le condizioni di vita dell'intera umanita'.
Gli altri diritti sono lo stesso diritto allo sviluppo, ma anche il diritto alla pace ed il diritto all'alimentazione.
Il fatto stesso che la risoluzione, della quale non si puo' dubitare del suo valore almeno programmatico, sia
stata approvata con solo due astensioni e nessun voto contrario, lascia piu' di qualche dubbio se essa
rappresenti realmente un comune sentire di tutti gli Stati: come gia' si e' accennato in precedenza,
"democrazia" e' un termine non univoco, che ha sfaccettature diverse e talvolta contrastanti.
Si dovra' pertanto portare avanti un dialogo costruttivo, nella speranza che esso possa poi sfociare in un
risultato comune accettato da tutti.
Il valore attuale della svolta, rappresentata dalla risoluzione 1999/57, e' tuttavia di particolare interesse: essa
attesta sicuramente un raggiunto equilibrio, rispetto alle posizioni passate, fra democrazia e diritto allo
sviluppo, indicando la volonta' di superare le divergenze attraverso un bilanciamento fra le opposte
aspirazioni e tendenze.
In tale contesto,una particolare attenzione merita un ambiente geografico assai peculiare come quello del
Mediterraneo.
Infatti, in nessuna altra zona geografica del Mondo esistono cosi' stretti legami fra Paesi, in un'area
geografica limitata, che pure avendo antichi legami ed interessi comuni, rappresentano una gamma estesa
di varie concezioni politiche, economiche e sociali.
Quindi il Mediterraneo puo' essere il terreno ideale per verificare quanto siano validi i nuovi sviluppi, e se
davvero, come si spera, sia possibile constatare sul terreno che il collegamento fra democrazia e diritti
umani costituisce almeno un minimo comune denominatore condiviso da tutti.
6. La Carta per la Pace e la Stabilita' e gli Accordi di Associazione
Uno degli obiettivi principali ed ormai indilazionabili dell'UE e' divenuto, dunque, l'adozione di una Carta per
la Pace e la Stabilita' che, nella "Strategia Comune dell'Unione Europea sul Mediterraneo", viene descritta
come "un fattore decisivo nel processo di pace nel Mediterraneo".
E' stato sostenuto in proposito che gli elementi principali delle linee guida per la Carta mostrano purtroppo
una scarsa attenzione ai temi dei diritti umani e una volonta' di non rendere le obbligazioni della Carta
vincolanti per legge per gli Stati (5).
Al contrario occorre ribadire con la massima decisione ai Paesi dell'UE e ai suoi Partner mediterranei che
ogni processo fatto ai fini della pacificazione e della stabilita' dell'area mediterranea non puo' non
comprendere l'attenzione ai diritti umani, come fattore fondamentale e decisivo per la pace, la sicurezza e
la stabilita'.
Come innanzi ricordato,sino ad oggi, i principali strumenti di attuazione della PEM, a livello bilaterale, sono
stati gli Accordi di Associazione fra l'UE e i paesi del Mediterraneo.
Seguendo una tendenza generale della politica dell'UE, questi Accordi contengono una clausola sui diritti
umani.
In particolare, l'articolo 2, in essi contemplato, afferma in generale che"le relazioni tra le parti, cosi' come tutti
gli sviluppi dell'accordo stesso, devono essere basati sul rispetto dei diritti umani e dei principi democratici
che fanno da guida alle politiche internazionali e interne e che costituiscono elemento essenziale
dell'Accordo".
Come in ogni trattato internazionale vincolante a livello bilaterale tra l'UE e gli altri Paesi,queste clausole sui
diritti umani costituiscono di per se' un argomento internazionalmente valido dal punto di vista legale per le
parti contraenti ai fini del rispetto dei diritti umani.
In definitiva, e' convinzione comune che la protezione concreta dei diritti umani e' un fattore indispensabile
per il sostenimento della pace e della stabilita' nella regione euro-mediterranea.
L'obiettivo della effettiva protezione dei diritti umani nella Dichiarazione di Barcellona e nelle conclusioni
degli incontri ministeriali a Malta, Palermo,Stoccarda e Valencia deve quindi divenire un concreto
programma di lavoro per un'agenda dei diritti umani da discutere e verificare nei successivi summit.
Le raccomandazioni per i Governi impegnati nel raggiungimento di tale obiettivo riguardano i seguenti punti:
a. prevedere un meccanismo per valutare regolarmente il lavoro di tutti gli aderenti all'Accordo di
Associazione Euro - mediterranea, relativamente ai vincoli previsti dall'Articolo 2;
b. assicurare il pieno rispetto della Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla difesa dei diritti umani;
c. assicurare che tutti gli atti di tortura siano considerati reati penali in ogni circostanza, anche durante lo
stato di guerra o pubblica emergenza;
d. unirsi per combattere l'impunita' come passo fondamentale per prevenire violazioni dei diritti umani e
assicurare il rispetto dei diritti nella regione;
e. ratificare lo Statuto di Roma sul Tribunale penale internazionale e aggiornare la legislazione nazionale per
implementarlo effettivamente;
f. ratificare senza riserve i trattati internazionali e regionali che cercano di eliminare il razzismo e le
discriminazioni nei confronti delle minoranze;
g. ratificare e implementare la Convenzione delle Nazioni Unite sulla eliminazione di ogni forma di
discriminazione contro le donne e il suo Protocollo opzionale;
h. assicurare l'effettiva protezione dei rifugiati e il fondamentale principio del non - refoulement.
In definitiva l'auspicio e' che queste raccomandazioni siano adottate da tutti i Paesi dell'Euro mediterraneo
nel contesto degli sviluppi degli accordi di Barcellona per dare piena attuazione alla tutela dei diritti dell'uomo
in tali Paesi ed aprire una nuova fase di dialogo tra i popoli e le civilta' rivierasche.
NOTE
(1) Stefano D'Anna, Relazione al Convegno DEMOCRAZIA E DIRITTI UMANI NELL'AREA DEL
MEDITERRANEO dell'ESE- Catania 30 ottobre 1999.
(2) Amb. Mario Alessi Gia' Presidente del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del 50mo Anniversario
della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
(3) Pasquale Bandiera Presidente della Lega Italiana della Federation Internationale des Droits de l'Homme.
(4) Luigi Citarella Segretario Generale del Comitato Nazionale dei Diritti Umani.
(5) Mario Alessi Segretario Generale della Societa' Italiana per l'Organizzazione Internazionale.
* Presidente Animi
Telefonia mobile. Milioni di sim fantasma tra numeri 899, criminalita' e reality show
Red
Come funziona il mercato delle schede telefoniche fantasma. Milioni di sim per cellulari intestate a persone
ignare che vengono usate per telefonate ai numeri 899, dalla criminalita' o per far vincere un concorrente ad
un reality show. L'invito del Garante della privacy ai gestori mobili di controllare il fenomeno
risale a tre anni fa, peccato che nessuno abbia ritenuto di seguirne le prescrizioni.
Leggi tutto l'articolo di Panorama
blog.panorama.it/italia/2009/04/17/truffe-telefoniche-cosi-ho-comprato-500-sim-sono-vostre/
Omoepatia: verso una legge
Maria Luisa Agneni *
Sono trascorsi piu' di 20 anni dal progetto di legge per il riconoscimento del rimedio omeopatico al quale ho
dato il mio apporto come consulente e presentato dall'allora gruppo federalista europeo con l'obiettivo sia di
tutelare i diritti dei cittadini che sempre piu' anche in Italia e in quel periodo si stavano avvicinando a metodi
terapeutici altri, sia di salvaguardare la medicina omeopatica dalle mistificazioni commerciali e dalle
intimidazioni allopatiche.
Il mio intervento al convegno di presentazione alla proposta di riconoscimento verteva su uno studio
riguardante piu' di 150 bambini allergici, oggi dopo averne curati molte centinaia omeopaticamente nel
privato e allopaticamente presso i poliambulatori asl, con fierezza posso dire che non cambierei nulla
delle considerazioni e delle riflessioni che in quel lavoro avevo sottolineato.
Il trattamento omeopatico e' vincente perche' globale in relazione alla unicita' dell'individuo, nel rispetto del
metodo.
Sono sempre la stessa omeopata unicista, tenace e coerente, priva di contaminazioni pluraliste o
complessiste per convinzione e per mancanza di necessita', dato che mi e' più che sufficiente lo strumento
dell'omeopatia Hahnemanniana per aiutare i miei pazienti.
Sono preoccupata per una mancanza di regolamentazione in un ambito che attualmente favorisce il pullulare
di improvvisatori che con il loro operato, quando non sono dannosi ai malati, screditano sicuramente l'intera
categoria.Nel frattempo la legge di Hering (1800-1880) che gli omeopati hanno sempre bene
in mente nella pratica clinica quotidiana e che verificano continuamente e che io citai nelle problematiche dei
pazienti allergici, da qualche anno e' stata fatta propria dagli allergologi allopatici (con qualche secolo di
ritardo!). La chiamano "marcia allergica", non sanno perche' i sintomi vanno da un organo piu'
superficiale (la pelle) ad uno piu' profondo (la mucosa nasale) ad un altro ancora piu' vitale (la mucosa
bronchiale), ma l'hanno inequivocabilmente descritta come certa.
Gli omeopati sanno che nel processo verso la guarigione i sintomi vanno dall'alto verso il basso, da organi
piu' profondi a quelli piu' superficiali (dall'interno all'esterno) e scompaiono nell'ordine inverso con cui sono
comparsi.
Percio' la "marcia allergica" dei pazientini allopatici che iniziano la loro storia con una dermatite e poi
passano per un periodo di rinocongiuntivite, per poi approdare all'asma, e' una marcia dall'esterno all'interno,
ovvero un andamento verso l'aggravamento a causa di trattamenti che tolgono i sintomi ma non curano,
esattamente l'inverso del processo di guarigione omeopatica!!
E ancora, negli ultimi anni la medicina ufficiale sta tentando di appropriarsi di alcune caratteristiche
dell'omeopatia: l'approccio olistico, l'attenzione alla sensibilita' del malato, l'empatia etc…ma in maniera
posticcia senza supporto metodologico, sconfinando nell'improvvisazione.
Cosa dire poi delle recenti teorie fisico-chimiche (la medicina quantistica, la teoria della complessita' con le
sue implicazioni, i frattali etc…), formulate da scienziati di tutto il mondo fra cui premi Nobel, in base alle
quali si comincia a spiegare l'interazione del rimedio (diluizione dinamizzata infinitesimale) con l'uomo
(sistema complesso)? Interazione, come abbiamo segnalato da decenni, che non si puo' davvero descrivere
con i modelli riduzionistici-meccanicistici dell'Ottocento ma con quelli vitalisti-complessi-olistici tipici di una
nuova generazione di pensatori.
Confermo il mio impegno per un'omeopatia unicista che ha diritto ad essere salvaguardata nella sua
tradizione, quella del suo fondatore, per essere trasmessa alle generazioni future con la stessa forza e
purezza con la quale e' stata insegnata a me, e a garanzia dei cittadini che hanno tutto il diritto di essere
curati con la sicurezza di un metodo autentico e non con l'incertezza di tentativi superficiali e alla moda.
* medico, omeopata
Pirate Bay, le conseguenze di una sentenza
Red
La condanna del tribunale svedese dei responsabile del sito The Pirate Bay non chiude la questione dello
scambio di contenuti -piu' o meno tutelati dal diritto d'autore- su Internet tramite tecnologia peer to peer. Al
contrario, la sentenza pone con forza la necessita' di una integrale ridefinizione del mercato di film,
musica e altre opere frutto di ingegno. L'analisi di Massimo Mantellini su Punto Informatico
http://punto-informatico.it/2604187/PI/Commenti/contrappunti-dal-tribunale-al-mondo-reale.aspx
Aborto. Relazione al Parlamento del ministero della Giustizia... e quella del ministero della Salute?
Interrogazione. I medici che denunciano le immigrate irregolari favoriranno l'aborto clandestino
Donatella Poretti *
Ancora una volta dobbiamo registrare come la relazione annuale al Parlamento sullo stato di applicazione
della legge 194 in materia di aborto, non venga consegnata nei tempi previsti dalla legge.
L'articolo 16 della legge prevede che entro il mese di febbraio i ministeri della Salute e quello della Giustizia,
per quanto di loro competenza, facciano il punto sullo stato di attuazione. In barba alle scadenze previste
dalla legge il ministero della Salute ha adottato la prassi di consegnare la relazione in autunno; solo l'anno
scorso come eccezione alla regola, il ministro Livia Turco la consegno' in primavera.
Mentre, insieme al senatore Marco Perduca, sollecito con una interrogazione il ministero del Lavoro,
Politiche Sociali e Salute al rispetto della legge, registriamo che il ministero della Giustizia ha gia'
consegnato la sua relazione da cui emergono dati interessanti.
Nella relazione presentata al Senato risulta che nel 2008 i procedimenti penali iscritti nelle Procure siano 173
(erano 84 nel 1995) e 302 le persone iscritte (erano 145 nel 1995). I procedimenti per aborto clandestino
sono 57 e 103 le persone iscritte. Sempre nell'anno 2008 la percentuale degli stranieri sul totale delle
persone iscritte presso le Procure e' stata del 34,5%, gli iscritti per reato di aborto clandestino sono il 45,3%.
La relazione evidenzia che si tratta di un dato percentuale molto alto se paragonato ad una presenza di
popolazione straniera del 6,5% al primo gennaio 2009 rispetto al totale dei residenti in Italia.
Se questa e' la situazione, mi auguro che questo documento serva alla Camera dei Deputati perche' venga
eliminata la norma del ddl sicurezza 733 in cui si prevede che i medici denuncino gli immigrati irregolari: gli
aborti illegali sono molto praticati dalle immigrate clandestine, ma per ora in quantita' ancora sotto controllo
che pero' potrebbe esplodere a fronte della denuncia di clandestinita'... con buona pace della salute delle
donne e dell'equilibrio sanitario in generale.
Qui il testo dell'interrogazione: http://blog.donatellaporetti.it/?p=600
* senatrice Radicali - Partito Democratico, segretaria della Commissione Sanita'
Staminali cordone ombelicale. Governo contro la liberta' di cura e ulteriore spreco di soldi? Interrogazione
Donatella Poretti *
E' urgente che il Governo fornisca alla Commissione Igiene e Sanita' del Senato lo stato dell'arte sulla
raccolta delle staminali del cordone ombelicale prima di procedere, ancora una volta, con provvedimenti che
rispondono solo a logiche e pressioni delle corporazioni e non alle esigenze dei cittadini. Il sottosegretario
alla Salute, Eugenia Roccella, ha annunciato di aver stanziato 18 milioni per aumentare le donazioni e
potenziare la rete di banche pubbliche e centri di raccolta. Ma sull'intera faccenda si continua ad alimentare
disinformazione e mistero: opuscoli informativi fuorvianti distribuiti dal Ministero, incertezza dei costi delle
prestazioni di raccolta per l'esportazione all'estero (che sempre piu' italiane chiedono); oltre ad una rete che
funziona a singhiozzo dove, per esempio, nei week-end le donazioni sono impossibili perche' i centri di
raccolta sono chiusi.
Per fare chiarezza su una situazione grottesca e lesiva di diritti fondamentali dei cittadini, insieme al senatore
Marco Perduca, abbiamo rivolto un'interrogazione al Ministro del Lavoro, Salute e Welfare, perche' faccia il
punto:
- della situazione sul numero dei campioni attualmente conservati nelle 16 biobanche pubbliche;
- quante richieste al Ministero, e quante accolte, da parte di coppie portatrici di malattie genetiche per la
conservazione autologa;
- quante le richieste di autorizzazione all'esportazione nelle biobanche private all'estero;
- come verranno spesi i 18 milioni di cui parla il sottosegretario Eugenia Roccella;
- come si intende aumentare i centri di raccolta, gli orari in cui e' possibile effettuare le donazioni e le
tipologie di campioni conservabili;
- e in particolare se non sia il caso di diminuire il numero di banche pubbliche, costose e inutili, e attivare il
servizio presso le numerose strutture private titolate a svolgerlo.
Cosi' come si sta muovendo fino ad oggi in materia, il Governo appare solo schierato in una guerra
ideologica, carica di arroganza clericale e schizofrenica contro il diritto alla liberta' di cura e alla salute futura
dei nuovi italiani.
Qui il testo dell'Interrogazione: http://blog.donatellaporetti.it/?p=598
* senatrice Radicali - Partito Democratico, segretaria della Commissione Sanita'
Telecom Italia: i nostri spot? Delle boutade da non prendere troppo sul serio!
Alessandro Gallucci
I nostri spot? Delle boutade da non prendere troppo sul serio! Potrebbe sembrare una provocazione o
addirittura un'offesa alla principale societa' di telecomunicazioni italiana, l'ex monopolista Telecom Italia.
Potrebbe! Tuttavia quanto detto altro non e' che la sintesi di come la Telecom si e' difesa nell'ennesimo
procedimento davanti all'Antitrust per comportamento commerciale scorretto, quello relativo l'offerta "Chiara
di Tim". Gli spot televisivi incriminati riportavano frasi del tipo:
Con Chiara di Tim scegli l’opzione che ti somiglia di più e risparmi il 50% sulle tue telefonate. Per sempre.
Spot ingannevoli ha deciso l'Antitrust, comminando a Telecom una multa di 215 mila euro. (1)
Cio' che e' interessante, pero', sono le argomentazioni del gestore in sede di procedimento. Ecco i passaggi
principali delle difese avanzate dalla societa' citati nel provvedimento dell’Autorità garante.
- Con riferimento all'utilizzo della locuzione "per sempre" il professionista ha rilevato che trattasi di
espressione iperbolica ed esagerata tale da non rendere la comunicazione commerciale ingannevole in
quanto viene ragionevolmente decodificata dal consumatore medio in termini di stabilita' dell’offerta e non
di eternita' della stessa.
Vale a dire, la spariamo talmente grossa che non e' credibile.
- Con riferimento al risparmio del 50% sul costo delle telefonate, Telecom ha rilevato la legittimita' della
pubblicizzazione in termini enfatici dell'entita' percentuale dello sconto e che la generica prospettazione di
una scontistica, anche consistente, in assenza dell'indicazione del prezzo iniziale (o delle componenti di
detto prezzo) non e' idonea a fuorviare il comportamento del consumatoreil quale, piuttosto, viene sollecitato
ad approfondire i termini dell'offerta.
Come dire, intanto la buttiamo li, poi sta a voi andare a vedere di che si tratta. D'altra parte, continua
l'Antitrust esponendo le difese della Telecom: - ad avviso del gestore telefonico, la complessita' delle offerte
dei servizi di telefonia non si presta ad essere compiutamente sintetizzata nel tempo compresso di uno spot
televisivo: pertanto, il professionista, da una parte, riserva spazio preponderante alla rappresentazione di
elementi emotivi e sensoriali in modo da catturare l'attenzione dei telespettatori, dall'altra, seleziona le
informazioni rilevanti da veicolare e per consuetudine necessaria rinvia a fonti informative ulteriori note ai
consumatori (nella fattispecie, tutte le informazioni risultano esaustivamente indicate tramite i sistemi di
customer care e il sito internet della societa').
In realta', mentre gli elementi enfatici appaiono ben visibili, i costi e i rimandi appaiono sul fondo dello
schermo, a caratteri piccoli piccoli. Gli avvocati di Telecom sprigionano il meglio di se', quando, come si
legge nel bollettino Antitrust, sostengono che:
la mera presentazione di uno sconto percentuale in difetto del riferimento al costo base … opera come invito
all'accertamento dell'effettiva convenienza dell'offerta proposta. L'operatore telefonico riferiva che
diversamente opinando si verrebbe ad imporre ai professionisti un onere di esaustivita' per le comunicazioni
commerciali e nel contempo si verrebbe a riconoscere una tutela smisurata ai consumatori trattati alla
stregua di contraenti incapaci". Che dire … la Telecom si meraviglia che i consumatori possano credergli
sulla parola!
Per fortuna l'Antitrust, sanzionando la societa' di telecomunicazioni, ricorda che ormai da anni ritiene "che
nella presentazione di elementi cruciali nella scelta di acquisto dei consumatori, le informazioni fornite nel
contesto del messaggio devono risultare di immediata percezione". Cioe' almeno sul prezzo non c'e' da
scherzare.
L'ennesima sanzione spingera' la Telecom a prendere un po' piu' sul serio il modo di fare pubblicita'. Al
prossimo spot l'ardua sentenza.
(1) http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=256612
Singapore. Il ministro della Salute vuole vietare dibattito con medico pro-eutanasia
Red
Il ministro della Salute di Singapore Khaw Boon Wan ha chiesto che venga impedito al medico australiano e
fautore della legalizzazione dell'eutanasia Philip Nitschke di partecipare a un dibattito organizzato per il 13
maggio nella citta'-stato. "Un discorso su come insegnare ai malati terminali a togliersi la vita violerebbe la
legge e non e' benvenuto nel nostro Paese".
A Singapore, anche il solo tentare il suicidio e' reato punito con il cancere. "Stiamo promuovendo le cure
palliative per i pazienti terminali in modo che questi, e i loro parenti, possano convivere con una malattia
terminale con minore sofferenza e maggiore assistenza a domicilio", ha spiegato il ministro.
Contattato dal quotidiano Straits Times, Nitschke ha spiegato di aver inviato una richiesta di autorizzazione
alle autorita' di polizia di Singapore oltre una settimana fa.
Ma per gli oppositori, tra cui il medico Hoe Wan Sin, questo dibattito non s'ha da fare. "E' un argomento
pericoloso che potrebbe far venire strane idee ai pazienti depressi, e magari neanche affetti da malattia
terminale, specialmente in questo periodo di crisi finanziaria", ha spiegato allo Strait Times.
Per Wan Sin, Nitschke non e' la persona indicata per parlare di queste cose, visto che almeno una persona
da lui assistita a morire non era neanche malata terminale ma solo depressa. "Come medico non ha fatto
niente per aiutarla", ha spiegato.
Ma Nitschke continua la sua battaglia. Negli scorsi giorni ha sperimentato la sua ultima invenzione, un kit per
l'eutanasia atto ad individuare l'idoneita' e la quantita' di barbiturico necessarie per togliersi la vita. Kit che
Nitschke ha annunciato di voler distribuire in Gran Bretagna a partire da meta' maggio.
Ed e' proprio la Gran Bretagna il nuovo campa di battaglia di Exit International. "Sarebbe impossibile lanciare
il kit qui in Australia, perche' e' illegale", ha spiegato. "Francamente, la situazione per la mia associazione
diventa sempre piu' difficile in Australia". Il suo libro The Peaceful Pill Handbook e' stato censurato in
Australia, dove sono state promulgate leggi ad personam per impedire all'associazione Exit di
operare via Internet. Nitschke e' stato anche arrestato perche' nella sua valigia era stata trovata una copia
del suo libro.
Il kit sara' lanciato da una donna inglese affetta dal terribile morbo di Huntingtons. "Andremo a casa sua,
testeremo la sostanza che e' riuscita a procurarsi, augurandoci che sia effettivamente il farmaco giusto e che
non vi siano dubbi sulla sua efficacia", ha spiegato Nitschke.
Il Kit, che porta il nome DIY, e' frutto di due anni di lavoro dopo le numerose richieste delle migliaia di
aderenti a Exit International. Sono gia' numerosi i cittadini australiani che si sono illegalmente procurati il
potente barbiturico Nembutal dal Messico e altri Paesi dove e' venduto anche via Internet. Il kit dovra'
determinare la qualita' del farmaco e la dose idonea.
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