====== AVVERTENZE ONLINE ================== Quindicinale telematico sulle politiche dei consumatori. Per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. Edito da Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel: 055.290606 - Fax: 055.2302452 URL: http://www.aduc.it Avvertenze numero 2009-9 del 1 Maggio 2009 In Internet: http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/ In questo numero: - Editoriale. Canone-Imposta Rai. L'Agenzia delle Entrate fa il gradasso coi presunti deboli. Ma se il contribuente e' informato... http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/index.php?ed=263 - La scheda. INCIDENTI IN ITALIA CON VEICOLI STRANIERI E INCIDENTI ALL'ESTERO http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=65302 - La pulce nell'orecchio. OTTO PER MILLE: ALLA RICERCA DEL DATO PERDUTO... http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=258224 - MediCare? Ballando come oche sul Titanic http://www.aduc.it/dyn/medicare/art/singolo.php?id=257969 - Osservatorio Legale. Autovelox. Nasconderli per fare piu' multe e' reato: truffa a danno degli automobilisti http://www.aduc.it/dyn/osservatoriolegale/art/singolo.php?id=258225 - MacroMicro Economia. Quando l'edilizia va, tutto va http://www.aduc.it/dyn/macromicro/art/singolo.php?id=258323 - Il Condominio. Cose comuni e rinuncia: diritti dei partecipanti http://www.aduc.it/dyn/condominio/art/singolo.php?id=258230 - Famiglia e Individuo. Affidamento ad entrambi i genitori e mantenimento diretto. La disapplicazione della legge http://www.aduc.it/dyn/famiglia/art/singolo.php?id=258228 - Usi & consumi - News dal Mondo http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/uec.php?ed=263 USA / General Motors: 1,5 milioni di veicoli potenzialmente pericolosi GERMANIA / Philips ritira una macchina da caffe' ITALIA / Conti pubblici: debito record a 1.708 miliardi di euro, entrate fiscali in calo ITALIA / Non curarsi aumenta i costi ospedalieri del 30% ITALIA / Farmaci e sperimentazione. Italia in coda ITALIA / Canone Rai. Corte europea: legittimo il blocco del televisore ITALIA / Assicurazioni: meno raccolta per il ramo vita. Le linked a meno 36% MONDO / Un suicidio ogni 40 secondi ITALIA / Carte prepagate. Antitrust: per recuperare ritardi favorire micropagamenti con schede operatori telefonici mobili MONDO / Troppo sale negli alimenti GERMANIA / Troppi farmacodipendenti a causa dei medici ITALIA / Aborto: in otto anni piu' di mille reati connessi alla legge 194 U.E. / Sospetto cartello per varie compagnie aeree ITALIA / Il matrimonio degli italiani: piu' sindaci e meno preti per la cerimonia ITALIA / E in Lombardia scatta il divieto di consumare kebab e gelati fuori dalla rivendite GERMANIA / La prima centrale che funziona con vento e idrogeno ITALIA / Istat. Quasi un milione di famiglie in poverta' assoluta FRANCIA / In arrivo la prima bottiglia d'acqua in bioplastica riciclabile ITALIA / Marito spia l'e-mail della moglie lesbica, il giudice: e' lecito U.E. / Se il concessionario non consegna l'auto e' legittimo sospendere il pagamento delle rate CINA / Il piu' grande mercato mondiale dell'auto ITALIA / Risarcito chi perde un diritto perche' lo Stato non ha recepito una norma comunitaria USA / Il cane e' aggressivo se lo e' il padrone ITALIA / Bici e moto: partono gli incentivi all'acquisto U.E. / Prodotti pericolosi: le segnalazioni crescono a quasi 1.900 SPAGNA / Verso l'eliminazione dei privilegi fiscali della Chiesa ITALIA / Poste nel mirino dell'Antitrust: posizione dominante sui bollettini di conto corrente ITALIA / Le scuole italiane sono vecchie: il 98% costruito nel secolo scorso - Le iniziative http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative.php?ed=263 ----Terremoto. Le proposte demagogiche e qualunquiste dell'Aduc... http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=256722 ----Contratti di convivenza per le famiglie di fatto. Vademecum per sopravvivere in un Paese con famiglie di seria A e B http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=256728 ----Il direttore del quotidiano Libero non sa come funziona il canone/imposta della Rai? http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=256765 ----Terremoto e referendum. Uno schiaffo alla miseria e le tasse eterne dell'emergenza http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=256770 ----Provincia di Roma. Finanziamenti a pioggia per la "sicurezza" http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=256869 ----Terremoto e ponte stretto di Messina http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=256873 ----Terremoto e election day. Il 'pizzo' della Lega http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257006 ----Pistacchi alla salmonella. Evitare quelli importati dalla California http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257010 ----Studenti colpiti dal terremoto: diritti e consigli dell'Aduc http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257157 ----Terremoto. Con 400 milioni risparmiati dell'election day si possono costruire 1.600 appartamenti da 100 metri quadrati ciascuno http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257245 ----Pistacchi californiani alla salmonella http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257262 ----Pistacchi californiani alla salmonella, circolano anche in Italia? Interrogazione http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257258 ----Mobili e formaldeide http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257417 ----Legge anti-kebab della Regione Lombardia. Quando il sonno della ragione genera mostri. Disobbedienza civile http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257434 ----Testamento biologico e amministratore di sostegno. Aduc e Procura impugnano in Corte d'Appello il no del giudice tutelare http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257541 ----Decreto anti-kebab http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257557 ----Elettrostimolatori. Consigli http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257565 ----Aduc - Osservatorio Firenze. Il Comune se la prende con i ciclisti e incentiva i mezzi a motore http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257688 ----Chewing-gum. I danni economici http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257699 ----Stato di diritto. Privacy e Giustizia non esistono per la famiglia? http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257701 ----Telefonia mobile. Credito residuo non restituito: l'Antitrust apre istruttoria su Tim-Telecom Italia http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257771 ----Mucca pazza ed etichetta, aviaria ed etichetta. A quando l'etichetta per i suini? http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257939 ----La febbre dei suini http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257943 ----Adsl e filtri peer to peer: Tele2 continua le violazioni, nuovo procedimento Antitrust a carico della societa' del gruppo Vodafone http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=257948 ----Nuova catena di Sant'Antonio: guadagna 3000 euro al mese commerciando in indirizzi Internet delle isole di Samoa. Denuncia all'Antitrust per pratica commerciale scorretta http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=258087 ----Peste suina. Procurato allarme? http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=258090 ----Canone/imposta Rai. Garimberti scopre la piaga dell'evasione: siamo a disposizione per dimostrargli tutti gli errori che fanno http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=258095 ----Cellulite. Inutili creme e vibratori http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=258104 ----La Rai impedisce di disdire il canone? Per il Garante del Contribuente e' abuso d'ufficio. Denuncia alla Procura http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=258109 ----Telefonia mobile. Credito residuo non riconosciuto: dopo Tim, l'Antitrust indaga anche su Wind e H3g-3Italia http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=258205 ----Abi/Patti Chiari: entrano alcune associazioni di consumatori... amicizia lunga? http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=258208 ----Overbooking aerea. I diritti del passeggero http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=263&id=258308 - Gli Articoli ----Terremoto. Ospedale del Mare a Napoli: urgente l'inchiesta della commissione parlamentare sul SSN http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=256724 ----Profili di tutela dei diritti umani nell'euromed http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=256740 ----Telefonia mobile. Milioni di sim fantasma tra numeri 899, criminalita' e reality show http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=257001 ----Omoepatia: verso una legge http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=257240 ----Pirate Bay, le conseguenze di una sentenza http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=257249 ----Aborto. Relazione al Parlamento del ministero della Giustizia... e quella del ministero della Salute? Interrogazione. I medici che denunciano le immigrate irregolari favoriranno l'aborto clandestino http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=257570 ----Staminali cordone ombelicale. Governo contro la liberta' di cura e ulteriore spreco di soldi? Interrogazione http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=257669 ----Telecom Italia: i nostri spot? Delle boutade da non prendere troppo sul serio! http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=257762 ----Singapore. Il ministro della Salute vuole vietare dibattito con medico pro-eutanasia http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/arti.php?id=257882 ------------------------------------------LE PETIZIONI DELL'ADUC Sono quattro, e sul sito c'e' la documentazione che ne spiega i motivi e vi chiede di firmarle. Vi riportiamo uno stralcio di quanto troverete sul sito. ONU / VATICANO La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di modificare lo status del Vaticano, da "Stato non membro, Osservatore Permanente" con potere di voto, a Organizzazione non governativa con potere consultivo. http://www.aduc.it/dyn/holy/ PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA RU486 La pillola che consente l'aborto farmacologico http://www.aduc.it/dyn/ru486/ SPOT INDESIDERATI AL CINEMA La petizione chiede che al ministro dei Beni Culturali di intervenire sui gestori dei cinema si' che si impegnino ad indicare l'orario di inizio del film, e non quello di inizio della pubblicita'. http://www.aduc.it/dyn/cinema/ PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI La petizione rivolta a Camera e Senato chiede l'abolizione del canone/tassa Rai http://www.aduc.it/dyn/rai/ ------------------------------------------Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura anche cinque settori con informazioni e consigli quotidiani, oltre ad un sito di consulenza finanziaria, tutti editi dall'Aduc: - Usi & Consumi http://www.aduc.it/dyn/ucquot/ Notizie dal mondo - Droghe http://droghe.aduc.it Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realta', ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. - Salute http://www.aduc.it/dyn/salute/ Uno spazio di informazione e discussione basato su un principio essenziale: solo l'individuo puo' disporre della propria salute. Oltre alla ricerca con le cellule staminali, alla clonazione, all'eutanasia e alla lotta al dolore, ADUC Salute informa su temi come fecondazione assistita, interruzione di gravidanza, tossicodipendenza, contraccezione, sessualita', etc. Ogni settimana viene edita una newsletter. - Investire Informati: informazione e consulenza finanziaria http://investire.aduc.it Ogni quattordici giorni viene edita una newsletter con tutto cio' che e' stato pubblicato nel periodo - Telecomunicazioni http://www.aduc.it/dyn/tlc i diritti degli utenti di tv, Internet e telefonia ------------------------------------------EDITORIALE Canone-Imposta Rai. L'Agenzia delle Entrate fa il gradasso coi presunti deboli. Ma se il contribuente e' informato... L'Agenzia delle Entrate, in materia di canone/imposta Rai fa il gradasso, partendo dal presupposto che il contribuente sia debole e impaurito di fronte all'Autorita' fiscale. Vediamo le ultime novita'. Scenario reale. Quando un contribuente, alle pressanti e invasive richieste dell'Agenzia, risponde che non possiede un televisore, oppure -nei termini temporali previsti dalla legge -fa disdetta del canone o chiede il suggellamento dell'apparecchio, l'Agenzia stessa richiede la compilazione di una dichiarazione sostitutiva di atto di notorieta' e il pagamento dei canoni successivi alla disdetta, considerata inefficace senza quel modulo. Scenario assurdo. E' come se, dopo aver fatto la dichiarazione dei redditi e aver pagato le imposte nei tempi di legge, l'Agenzia scrivesse chiedendo la compilazione di un modulo in cui si deve confermare di aver dichiarato il vero e si autorizza la Guardia di Finanza ad entrare in casa propria in qualsiasi momento per verificare. Non solo, ma l'Agenzia dovrebbe chiedere anche il pagamento di centinaia di euro di more, in quanto senza questo modulo la dichiarazione dei redditi non sarebbe stata presentata nei termini. Quale differenza tra lo scenario assurdo e quello reale? Che nel caso del canone/imposta l'assurdo diventa reale!! Come difendersi. La Rai e l'Agenzia delle Entrate fanno i gradassi contro i presunti deboli. Ma quando il contribuente si informa sui propri diritti e denuncia il loro comportamento alle autorita' competenti, la loro forza si trasforma in paura. Una paura che ha spinto l'Agenzia ad accettare in fretta e furia la disdetta di un contribuente anche senza la compilazione del modulo. Leggere per credere (1). Ovviamente la Rai e l'Agenzia delle Entrate continueranno a comportarsi in maniera illegale con tutti coloro che non conoscono o non difendono i propri diritti, limitandosi a retrocedere solo di fronte ai singoli casi di cittadini informati. E' tipico dell'arroganza che li permea. Invitiamo ancora i contribuenti a cui venisse richiesta la compilazione del fantomatico modulo a farsi valere con denunce al Garante del Contribuente, alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Torino. Qui come fare: http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=170597 Sito Internet dedicato al canone-imposta Rai: http://www.aduc.it/dyn/rai (1) http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/20090430-agenziaentrate-canone.pdf ------------------------------------------LA SCHEDA PRATICA INCIDENTI IN ITALIA CON VEICOLI STRANIERI E INCIDENTI ALL'ESTERO PRIME INFORMAZIONI: L'UCI E LA CARTA VERDE L'Ufficio Centrale Italiano, l'UCI, e' l'ente che si occupa di gestire le pratiche di risarcimento danni per gli incidenti che vedono coinvolti veicoli immatricolati o registrati in Stati esteri, sia nel caso essi avvengano in Italia -comprese la Repubblica di San Marino e lo Stato Vaticano- sia che avvengano all'estero. E' dell'UCI il compito, in questi casi, di liquidare i danni agli aventi diritto. La Carta Verde e' il certificato internazionale di assicurazione che permette di circolare nei Paesi esteri essendo in regola con l'obbligo di assicurazione RC auto vigente nel Paese visitato. Essa e' emessa e gestita nell'ambito di un sistema di convenzioni tra i Bureaux (uffici nazionali di assicurazione) dei vari Paesi coinvolti (vedi sotto). Per l'Italia l'ufficio di riferimento (Bureau) e' appunto l'UCI gia' detto. La carta verde puo' essere ottenuta rivolgendosi alla propria compagnia assicurativa; non di rado essa e' allegata alla polizza r.c.auto. Essa e' richiesta per viaggiare in: Albania, Bielorussia, Bosnia Erzegovina, Iran, Israele, Macedonia, Marocco, Moldavia, Russia, Serbia e Montenegro, Tunisia, Turchia, Ucraina. Non e' invece necessaria (e' sufficiente la copertura della polizza R.C.auto italiana) in questi Paesi: Andorra, Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Islanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria. POLIZZA TEMPORANEA Se non si e' muniti di carta verde e si vuole visitare con la propria auto un Paese dove essa e' necessaria, e' possibile acquistarla -ovvero acquistare una sorta di polizza assicurativa temporanea- alla frontiera. In questi casi vi sono costi maggiori, quindi e' bene munirsi della carta prima di partire. Per quanto riguarda l'Italia, la polizza temporanea di frontiera viene rilasciata solo ai veicoli immatricolati in Paesi esteri non appartenenti allo Spazio Economico Europeo. Per quanto riguarda l'estero, la polizza polizza temporanea di frontiera e' valida per: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Islanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria. INCIDENTI IN ITALIA CON VEICOLI ESTERI In caso d’incidente provocato da un veicolo immatricolato all’estero, per chiedere il risarcimento dei danni subiti occorre inviare una lettera raccomandata A/R all’UCI, C.so Sempione, 39 20145 Milano. Devono essere forniti i seguenti dati: - nazionalita' e targa del veicolo estero; - caratteristiche tecniche del veicolo estero (autovettura, moto, autocarro), la marca e il modello; - cognome, nome e indirizzo del proprietario del veicolo estero; - cognome, nome e indirizzo del conducente del veicolo estero; - nome della compagnia assicurativa del veicolo estero; - estremi dell’autorita’ eventualmente intervenuta per l’incidente (polizia stradale, vigili, ecc) con l’esatta indicazione del Comando di appartenenza e della localita’; - copia della constatazione amichevole d’incidente (CID), se disponibile; - copia della Carta Verde esibita dal conducente estero, se disponibile; - descrizione dell’incidente. Se nell’incidente fossero stati provocati danni a veicoli o cose, occorre indicare il luogo, i giorni e le ore in cui gli oggetti sono disponibili per l’ispezione che accerti l’entita’ del danno. Se fossero state provocate lesioni personali, occorre indicare l’eta’, l’attivita’ e il reddito del soggetto, l’entita’ delle lesioni, l’attestazione medica comprovante l’avvenuta guarigione, con o senza postumi permanenti. L’UCI, con i dati forniti nella raccomandata, provvedera’ ad incaricare della trattazione del sinistro il responsabile nominato dalla compagnia estera. Alla domanda, completa di tutti i dati, dovra' essere data risposta -positiva o negativa- entro tre mesi. Se i dati forniti non permettessero di individuare la compagnia estera, sarebbero a cura dell’UCI gli accertamenti per rintracciarla provvedendo, se non ce ne fosse alcuna, alla verifica dei presupposti per l’applicazione delle disposizioni di legge in merito (Direttiva 166/72 poi aggiornata dalla direttiva 2005/14/CEE recepita dal D.lgs.198/2007 che ha modificato il Codice delle assicurazioni del 2005). I tempi in questo caso si allungano, ovviamente. INCIDENTI ALL'ESTERO CON VEICOLI ESTERI E' bene premettere che in questi casi l'UCI non offre alcuna assistenza diretta. Se l'incidente avviene in uno degli Stati del sistema Carta Verde, con un veicolo immatricolato in uno dei Paesi dello Spazio Economico Europeo (Unione Europea piu' Islanda, Liechtenstein e Norvegia), la richiesta di risarcimento puo' essere inviata direttamente al responsabile e alla sua compagnia assicuratrice oppure al rappresentante della stessa nominato in Italia (detto mandatario). L'impresa del danneggiante o il suo rappresentante in Italia deve fare l'offerta di risarcimento, oppure motivare l'intenzione di non risarcire il danno, entro tre mesi dalla ricezione della richiesta. Informazioni sugli indirizzi delle compagnie estere e dei loro rappresentanti in Italia (mandatari) possono essere richiesti al "Centro di informazione Italiano" istituito presso l'ISVAP. Tutte le informazioni al riguardo sono disponibili sul sito dell'ISVAP nella sezione dedicata ai consumatori (vedi tra i link utili). Se il mandatario non ottempera entro i tre mesi oppure se l'impresa estera NON ha eletto un mandatario in Italia, e' possibile rivolgersi alla CONSAP che opera in questi casi quale organismo di indennizzo italiano (vedi tra i link utili). Se il sinistro avviene all'estero con un veicolo non immatricolato in uno dei Paesi dello Spazio Economico Europeo, l'applicazione della procedura sopra indicata non e' possibile. In questi casi, se l'incidente e' accaduto in uno dei Paesi aderenti al sistema della Carta Verde, la richiesta di risarcimento potra' essere indirizzata all'impresa di assicurazione del responsabile del sinistro (esempio: incidente in Svizzera con veicolo svizzero: richiesta alla compagnia del responsabile) . In caso contrario, quindi se il veicolo che ha provocato il danno e' immatricolato in uno Stato diverso rispetto a quello dell'indicente, ci si deve rivolgere al Bureau nazionale dello Stato dove dove e' avvenuto il fatto (esempio: incidente avvenuto in Svizzera con veicolo croato, la richiesta va inviata al Bureau svizzero). Gli indirizzi dei vari Bureaux, nonche' la lista dei Paesi aderenti al sistema Carta Verde, sono nel sito dell'UCI riportato tra i link utili. Se il sinitro avviene in uno degli stati dello Spazio economico europeo con un veicolo non identificato o non assicurato (o per il quale non sia possibile identificare l'assicuratore) la controparte e' la CONSAP quale organismo di indennizzo nazionale (vedi link utili). LINK UTILI - Sito dell'UCI Ufficio Centrale Italiano: http://www.ucimi.it - Sito dell'ISVAP con informazioni e dettagli per la ricerca del "mandatario" in caso di incidenti all'estero con veicoli esteri: http://www.isvap.it/isvap/imprese_jsp/PageCittadino.jsp? numObj=191567&nomeSezione=PER_IL_CONSUMATORE - Sito della CONSAP per le sue funzioni di "organismo di indennizzo nazionale": http://www.consap.it/organismo_di_indennizzo/?id=57 - Testo del Codice delle Assicurazioni private: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/leggienorme/legg_mostra.php?id=159152 Ha collaborato Katia Moscano (Rita Sabelli) ------------------------------------------LA PULCE NELL'ORECCHIO Quindicinale di riflessione per mettere il dubbio, con l'informazione, su alcune certezze di: Annapaola Laldi OTTO PER MILLE: ALLA RICERCA DEL DATO PERDUTO... "Io cerco la Titina/ la cerco e non la trovo...". Ecco, le parole di questa vecchissima canzoncina si adattano benissimo alla mia situazione attuale nella ricerca di alcuni preziosi dati dell'Otto per mille (OPM), vale a dire le tabelle delle scelte espresse (dal 2007) e le tabelle della ripartizione dell'OPM (dal 2008). Per far capire bene la mia piccola "odissea", riassumero' brevemente quanto e' successo dal marzo 2008. Fino a quel momento avevo un riferimento presso la Ragioneria generale dello Stato suggeritomi anni addietro da un amico giornalista; questa persona della Ragioneria, che evidentemente doveva aver fra le sue mansioni anche quella di curare le informazioni verso il pubblico, mi ha inviato fino all'anno scorso i dati che ho appena menzionato, anche se nel 2007 salto' l'invio delle tabelle delle scelte espresse di quell'anno. Ma non ci feci troppo caso; oltre tutto sono una persona abbastanza comprensiva e anche gentile, e quindi non insisto mai in maniera troppo pressante. Pero', proprio nel marzo dell'anno scorso, inviandomi la tabella della ripartizione dell'OPM 2007 (ma non la tabella delle scelte espresse, che non ho mai ricevuto) questa persona mi comunico' che la gestione di tali dati non era piùu'di competenza della Ragioneria, senza peraltro dirmi qual era il nuovo ufficio competente. Questa volta mi permisi di essere piu' insistente e alla fine mi fu risposto che, probabilmente, la competenza era passata all'Agenzia delle Entrate e, per mandare una e-mail, mi fu suggerito questo percorso si Internet: "Agenzia delle Entrate-Contatti-Contatta l'Agenzia. Detto e fatto. Risposta zero su zero. Nel giugno tornai educatamente alla carica e la persona in questione, altrettanto gentilmente, mi comunico' che la gestione di quei dati era passata alla competenza del "Dipartimento delle Politiche Fiscali del Ministero economia e finanze" (che ora, pero', pare si chiami "Dipartimento delle Finanze"), ma neppure questa volta pote' o volle essere piu' precisa. All'epoca avevo altre cose che mi occupavano la mente e il tempo, e solo il 6 aprile scorso inviai tramite l'ADUC un fax a uno dei molteplici numeri del "Dipartimento politiche fiscali", dal quale ebbi una risposta sollecita. Il funzionario firmatario si dichiarava pero' incompetente a fornirmi quanto richiesto, e mi invitata a rivolermi alla Direzione Generale dell'Agenzia delle Entrate perche' si trattava -testuali parole- "di un dato particolarmente 'delicato'". Questa dizione "dato particolarmente 'delicato'" attribuita a dati che più pubblici non potrebbero essere, come cerchero' di dimostrare fra poco, mi mise davvero "la pulce nell'orecchio": era forse in atto un tentativo di offuscamento dell'informazione? E, se si', per quale motivo, a che scopo, a favore di chi e di che cosa? Comunque, il 14 aprile fu inviato il nuovo fax al numero indicato, ma questa volta nessuna risposta, e la stessa sorte ha avuto il successivo fax del 21 aprile, in cui, fra l'altro, si chiedeva comunque una risposta anche se negativa. Reso conto della situazione attuale circa la ricerca dei nuovi dati, adesso entrero' nel merito della questione della loro presunta "delicatezza". A mio avviso, un dato si può definire delicato se la sua conoscenza viola la privacy di qualcuno. Ma nel nostro caso non si tratta di questioni private di singoli cittadini, bensi' di cifre riguardanti la vita pubblica. Infatti, nel primo caso, quello cioe' delle scelte espresse", abbiamo a che fare, come si vedra' di seguito, con cifre globali sul numero totale dei contribuenti, sul numero dei contribuenti che hanno espresso la loro scelta dell'OPM e sui numeri, assoluti e percentuali, relativi alla scelta dei diversi beneficiari. Nel secondo caso abbiamo a che fare con le cifre del gettito IRPEF di quel dato anno, del relativo OPM, e della distribuzione di detta somma fra i diversi beneficiari (anche di questo si dara' un saggio di seguito). Chi legge puo' quindi giudicare da se' sulla "delicatezza" di questi dati. Mi pare che non ci sia ombra di dubbio che essa non riguarda la privacy dei cittadini e contribuenti. Ma, mi dico, se quel dato funzionario ha usato questo termine, un motivo ci sara', ed esso non puo' che inquietarmi, perché ci vedo in atto il tentativo di negare la trasparenza degli atti pubblici. Vediamo dunque questi dati tanto delicati, osserviamoli bene e giudichiamo col nostro cervello. Prima di tutto, le tabelle delle scelte espresse. Mentre rimando all'allegato per la lettura di tutte quelle che sono riuscita a raccogliere (dall'anno di distribuzione OPM 1998 -denuncia redditi 1995 per i redditi del 1994all'anno di distribuzione OPM 2006 -denuncia redditi 2003 per i redditi del 2002), http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/SCELTEESPRESSEDAL98AL06.pdf trascrivo qui sotto l'ultima che ho a disposizione, cioè quella del 2006. Eccola qui: TABELLA DELLE SCELTE ESPRESSE ANNO DI DISTRIBUZIONE 2006 RIPARTIZIONE DELLE SCELTE ESPRESSE DAI CONTRIBUENTI NELLE DICHIARAZIONI PRESENTATE NELL'ANNO 2003 PER IL 2002 ANNO DI RIFERIMENTO 2003 per 2002 TOTALE DICHIARANTI 40.208.003 - con scelta espressa - con scelta non espressa 16.552.140 23.655.863 TOTALE SCELTE ESPRESSE 16.552.140 - regolari - con anomalie 15.892.337 659.803 96,01% 3,99% TOTALE SCELTE REGOLARI 15.892.337 39.52% rispetto ai contribuenti - Stato 1.331.298 - Chiesa Cattolica 14.169.481 - Unione ch. cris. avv. del 7° giorno 35.046 - Assemblee di Dio in Italia 30.626 - Chiese valdesi 220.865 - Chiesa Luterana in Italia 42.533 - Un. Com. ebraiche in Italia 62.488 41,17% 58,53 % 8,38% 89,16% 0,22% 0,19% 1,39% 0,27% 0,39% Come si vede, non c'e' niente che possa ledere la privacy di chicchessia, che' questo sarebbe l'unico motivo che potrebbe spingere a secretare tali dati.Si tratta, al contrario di dati pubblici per loro natura perche' rendono conto di qualcosa che interessa direttamente ogni contribuente proprio perche', come dice la parola, ha contribuito… ed e' quindi giusto, sacrosanto che possa vedere il riepilogo della situazione che ha partecipato a porre in essere. Come puo' accadere, dunque, che possano essere definiti "dati particolarmente 'delicati'"? Il termine "delicato" qui può assumere solo un altro significato, e piuttosto ironico: in effetti si possono considerare dati "delicati" perché, osservandoli bene, salta agli occhi che le percentuali relative alle scelte espresse valide, che sono appena il 39,52% del totale dei contribuenti, diminuiscono parecchio se vengono rapportate al 100% dei contribuenti. Che, cioè, l'8,38% dello Stato diventa il 3,31%, mentre l'89,16% della Chiesa cattolica diventa il ben più limitato 35,24%, e via dicendo. E' questa realta', dunque, che e' "particolarmente delicata"? Ma e' la verita' -matematica e contabile! E la verita' a chi puo' far paura? E qui mi fermo. L'altro dato considerato "delicato" e dall'anno scorso anch'esso non piu' accessibile almeno per me, riguarda la distribuzione dell'OPM fra i diversi beneficiari. So, per esempio da Valdesi e Avventisti che, in passato, ricevevano il prospetto riassuntivo completo, mentre da qualche tempo ricevono esclusivamente la comunicazione della loro spettanza, e niente di piu'. E qui bisogna osservare un fatto singolare: nel 2003 e nel 2004 il Governo di allora (sempre a guida dell'onorevole Berlusconi) mise in rete (sia pure fuggevolmente) delle tabelle molto precise elaborate sui dati forniti dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, che si trova nel nostro Dossier OPM a questi indirizzi: distribuzione 2003: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/ripartizione-2003.pdf Distribuzione 2004: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/pulce/TABELLA2004.doc Cinque/sei anni fa, quindi, questi dati non furono considerati "delicati", ma, giustamente, pubblici. E tale natura pubblica, secondo me, continuano ad avere ancora oggi, in effetti, per la stessa ragione per cui devono essere pubblici e pubblicati quelli relativi alle scelte espresse. Perche' sono soldi pubblici, derivanti dal gettito fiscale dei contribuenti, che i contribuenti stessi hanno contribuito a distribuire con la loro scelta (corretta al rialzo dal meccanismo concordatario contenuto nella L 225/1975). E per tutto cio' che e' pubblico deve valere la piu' perfetta e rigorosa trasparenza. Che in questo caso si concretizza con il mettere il prospetto della distribuzione a disposizione di chiunque voglia consultarlo, perche' e' l'unica fonte da cui possiamo conoscere, confrontandole, le somme ricevute dai diversi beneficiari, comprese le percentuali (delle scelte espresse) e, per quanto riguarda Valdesi e ADI, la somma relativa alle scelte non espresse che non incassano, ma devolvono allo Stato. Bisogna anche aggiungere che riguardo all'OPM dello Stato, la consultazione di questo prospetto e' indispensabile per conoscere non solo questo dato appena citato, ma anche e soprattutto l'importo totale assegnato allo Stato prima che sia decurtato delle somme previste dall'immancabile finanziaria di turno; infatti, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), da quando sono vigenti le riduzioni dovute alle finanziarie, non riporta più la somma integrale attribuita allo Stato in sede di distribuzione OPM, ma soltanto quella che resta dopo le decurtazioni previste. E questo, a mio avviso, e' grave, perche' crea una grande confusione (e lo dico da contribuente affezionata allo Stato!). E a dimostrazione di quanto ho appena detto, trascrivo (tralasciando i capitoli di spesa e le previsioni e variazioni generali) l'ultimo prospetto che ho ricevuto, cioe' quello relativo all'Anno di distribuzione 2007 (denuncia redditi 2004 per i redditi del 2003) Ammontare incassi IRPEF (2003): euro 123.453.599.372,78 (100%) Ammontare OPM (2003): euro 987.628.794,98 Distribuzione ai beneficiari: Stato: euro 85.904.624,18 (7,74% scelte espresse)* Cei (anticipo): euro 886.989.420,77 (89,81% scelte espresse) Unione Chiese avventiste: euro 1.975.257,59 (0,2% scelte espresse) Assemblee di Dio: euro 766.735,74 (0,19% scelte espresse- solo esse)* Tavola valdese: euro 5.770.695,30 (1,43% scelte espresse- solo esse)* Comunità ebraiche: euro 3.654.226,54 (0,37% scelte espresse) Chiesa luterana: euro 2.567.834,87 (0,26% scelte espresse). * Nel prospetto e' anche evidenziata la quota non espressa rifiutata dalle Assemblee di Dio, e per ora anche dai Valdesi, che ammonta rispettivamente a euro 1.109.758,97 e a euro 8.352.396,47, il cui totale di euro 9.462.155,44 è attribuito allo Stato. Sempre a proposito dello Stato, si puo' leggere una nota in cui si comunica che "Lo stanziamento dell'OPM Stato deve essere ridotto rispettivamente di 80 milioni di euro in applicazione dell'articolo 2, comma 69 della legge 350/2003 e di 5 milioni di euro in applicazione dell'articolo 1 quater, comma 4 del D.L. 5/10/2004 n. 248. A tale somma si viene a compensare il recupero di 45 milioni di euro per l'anno 2007 previsto dall'art. 1 comma 1233 della legge finanziaria 2007, determinandosi un taglio netto di 40 milioni di euro". Linguaggio un po' sibillino, ma, se ci si applica, cifre alla mano, alla fine a qualcosa si approda e si capisce meglio lo stanziamento del DPCM, che altrimenti sarebbe incomprensibile. Un'ultima informazione riguarda la Chiesa cattolica, per la quale questo prospetto fornisce le cifre relative agli acconti e altre spettanze. In particolare, nel prospetto relativo alla distribuzione OPM 2007, di cui stiamo trattando, si leggono queste cifre (oltre a quella già riportata all'inizio, che riguarda l'anticipo 2007): Conguaglio CEI (in bilancio- cap. 2841): euro 102.000.000,00 (nell'ipotesi prud. max scelte CEI 2004: 89,58%); pagamenti cei - acconto 2004 (cap. 2840): euro 782.700.072,45 scelte a favore cei - dich. redditi 2004 (89,81%): euro 886.989.420,77 ulteriori spettanze cei (opm 2004): euro 104.289.348,32 eccedenza su conguaglio in bilancio: euro 2.289.348,32 Infine un'ultima menzione: scelte non espresse: 59,14%. Per concludere una considerazione e una osservazione: la considerazione e' che mi sembra chiaro che, senza un simile prospetto, non e' possibile avere sotto gli occhi la situazione complessiva anno per anno (anche perche' le diverse confessioni religiose o non dichiarano quanto percepito, o lo dichiarano all'ingrosso, o lo dichiarano in ritardo) né quindi farsi un'idea seria ed esaustiva della situazione. L'osservazione e' che, paradossalmente, i prospetti pubblicati dal Governo nel 2003 e 2004 erano, per certi versi, ancora più precisi della tabella che ho appena presentato, perche' avevano separato la somma derivante dalla scelta espressa da quella derivante dalla scelta non espressa e saltava immediatamente agli occhi il fatto che l'introito della scelta espressa era (come continua ad essere) molto inferiore a quello della scelta non espressa. Cio' che vi mancava era il riferimento alle scelte espresse e non espresse (che però si poteva desumere facendo un calcolo sul totale delle cifre assegnate in prima e seconda battuta) e, per la Chiesa cattolica, la specificazione delle somme percepite come acconto e come saldo -quest'ultima, un'informazione interessante, ma non di vitale importanza. NOTA Il prospetto di distribuzione OPM 2007 si puo' consultare anche a questo indirizzo: TABELLA DISTRIBUZIONE OPM 2007 http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/DISTRIBUZIONEOPM2007MINISTEROFINANZE.pdf Un ulteriore prospetto riepilogativo della distribuzione OPM (in euro) dal 1999 al 2004 (ricevuto dalla medesima fonte) si trova a questo indirizzo: TABELLA RIEPILOGATIVA DISTRIBUZIONE OPM DAL 1999 AL 2004 http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/RIEPILOGODISTRIBUZIONEOPM99-04.pdf ------------------------------------------MEDICARE? Quindicinale sulle politiche della salute. Informazione, dubbi sul mondo scientifico e sui problemi globali di: Giuseppe Parisi Ballando come oche sul Titanic "il terremoto e stato voluto dal Signore, perche' anche gli Abruzzesi, in questa settimana santa partecipassero alla sofferenza della sua Passione...". (Radio Maria: http://www.youtube.com/watch?v=obKwqICewQA) Uno dei problemi piu' gravi che affligge la nostra societa', grave piu' di qualsiasi terremoto, e' l'omologazione delle idee e delle coscienze, ottenuta da un controllo attivo di filtraggio di informazione e stampa e, quindi, l'appiattimento della discriminatoria consapevolezza delle circostanze delle cose e della vita intorno a noi. Sono tante le cose che ci angosciano e ci preoccupano. Ad esempio, l'edilizia selvaggia ed anti-ecologica, che condanna i cittadini a vivere in ristrette aree urbanizzate, strutturate come alveari umani -cosi' diceva nel 1950 il grande Antonio De Curtis, in arte Toto', ma pochissimi a quel tempo comprendevano cosa intendesse esprimere. Il fenomeno della urbanizzazione anti-ecologica e' una caratteristica del modo di essere dell'uomo, lo sfruttamento del territorio, fino alla esasperazione, fino alla condanna a morte dell'uomo medesimo. Basti pensare alla Roma antica, con gli splendori magnificenti della domus aurea, nel 70 d.C. con il Colosseo, grandi mausolei, palazzi, anfiteatri, terme, ma l'edilizia della gente comune, a differenza di quelle ville dei senatori e dei tribuni, erano molto simili a quelle che noi abbiamo avuto, nel loro massimo sviluppo, dal dopoguerra in avanti, facendo si' che l'immaginario collettivo della gente si orientasse nella direzione di credere che quello fosse il civile, il progresso, il futuro. Tuttavia, se lo sfregio del territorio, l'abuso e l'incongruo ai danni della salute e della stessa vita, fossero oggi motivati dalla arretratezza civile, culturale e sociale di popolazioni di 20 secoli addietro, non avrebbe dovuto essere -e non dovrebbe essere piu' cosi'- per la civilta' e la societa' odierna, il terzo millennio. Siamo fermi nel passato, credendo di essere nel futuro. A quell'epoca, qualche imperatore fingeva di rendere Roma piu' civile ed equitaria, ma invano. Le leggi venivano promosse, ma dopo si ricercava criminosamente il modo di raggirarle, attraverso un sistema simile a quello odierno: colletti bianchi, complicita', favoritismi, scambio clientelare, cominciando da cio' che viene considerato basilare, il denaro ed il potere che da esso emerge. Venti secoli addietro, la carriera politica era legata indissolubilmente con il potere economico del soggetto, proprio come riaccade oggi. Cosi' "Roma caput mundi", fu il primo fazzoletto di terra al mondo ad avere quello che noi oggi chiamiamo urbanizzazione civile: i condomini sovrapposti per risparmiare spazio sul territorio, cioe' si costruiva verso il cielo, la volumetria cresceva verso le stelle. Da quei tempi della Roma del classicismo, fino alla meta' dello scorso secolo, vivere in locali ai piani bassi, a differenza di oggi, rappresentava uno "status symbol". La organizzazione degli spazi della "domus" mandava nei piani piu' alti la servitu', e al piano terra il padrone, e questo essenzialmente per diverse ragioni: la prima era l'urgenza di fuggire in caso di terremoto, la seconda era che i piani bassi erano meno esposti agli sbalzi termici, piu' freschezza nelle stagioni calde, piu' calore nelle stagioni fredde. Nella Roma classica, il modo di disporre gli appalti era come quello di un bimbo che gioca al Lego. Le aggressive urbanizzazioni della citta' avevano principalmente una motivazione, legata al fatto che al di fuori delle aree planimetriche dell'urbe il mondo era uno aratro senza piu' nulla. Oggi, dopo un cinquantennio di assalto al territorio, con citta' dagli aspetti mostruosi, con periferie abbandonate, dovremmo pensare di rivalorizzare il territorio, iniziando dai servizi. Chi non si ricorda "Il ragazzo della via Gluk"? Quando Adriano Celentano cantava del ragazzo non felice del fatto che in citta' adesso poteva lavarsi senza dover correre giu' in cortile? Le aree suburbane sono cresciute a passo di lumaca, e con esse anche i servizi. Basti pensare che ancora oggi una fetta non indifferente del territorio nazionale non e' raggiunta dalla banda larga, e tutto cio' grazie alla condotta affaristica di Telecom Italia, ex Sip, societa' a capitale sociale, cioe' di tutti noi italiani, che l'abbiamo sostenuta, ingrassata con i nostri soldi, l'abbiamo vista privatizzare con i nostri capitali, abbiamo visto farci fregare da amministratori delegati ingrassati come anatre, derubati di tutto a cominciare dai servizi. Balliamo come oche sul Titanic. Le citta' sono disumane, disorganizzate e sicuramente pericolose. E non si tratta della demagogica partita sulla sicurezza verso una spicciola criminalita', qui parliamo di sicurezza dei posti ove passiamo la giornata per lavoro, le scuole, gli ospedali, i luoghi pubblici. Avete visto in Abruzzo? Hanno trovato perfino l'amianto…. E' ora di pensare alla vera sicurezza, senza dimenticare il problema centrale, la salute del pianeta, perche' di esso ne siamo indissolubilmente figli. Oggi nessuno ci dice che l'abitazione piu' ecologica, sicura e sana per vivere, e' proprio quella costruita con materiali in legno. Realizzarla non e' facile. Un mio amico a Forli', tanti anni fa, ci riusci', ma subito dopo, essendo in tanti che volevano imitarlo, accadde che il Comune vieto' la concessione edilizia, a favore del cemento. Stiamo parlando di Forli', citta' di sinistra e… verde. Per decenni e decenni, abbiamo inseguito due grandi mercati: l'automobile ed il mattone. I risultati sono spaventosi. Quello che e' venuto fuori ormai e' intollerabile, si tratta di modelli che deturpano fonti energetiche e asfissiano il pianeta, modelli energicamente impraticabili. Facciamo un esempio. Noi crediamo che solo l'automobile consumi energia attraverso la benzina, ma non siamo a conoscenza, ne' crediamo che anche gli edifici consumano molta piu' energia. Basti sapere che la vivibilita' di una singola casa per cinque mesi equivale all'energia che serve a far muovere un parco di 20 automobili per un intero anno. La storia continua. La Fiat, come le altre aziende automobilistiche, si inventa la macchina nuova. La politica piu' vecchia ed obsoleta, senza capacita' e creativita', si inventa la rottamazione. Tempo fa e' spuntata la nuova 500, ed il risultato e' stato la cassa integrazione. Cosi' si prosegue sempre nel vecchio, nel passato e senza futuro. Vedi ad esempio il recentissimo intervento del Governo che, a suo dire, intenderebbe rimettere in movimento l'economia, con provvedimenti di aumento delle volumetrie degli edifici: crediamo che non basti dire che si tratti di mancanza di competenza e creativita', ma autentica stupidita', se non follia. Non andremo mai da nessuna parte. L'unica strada percorribile e' l'inversione di rotta. Si devono sviluppare tecnologie che riducano al massimo il dispendio energetico con un impatto ambientale vicino allo zero. Questa tecnologia e' vincente, in quanto ha vasti spazi di mercato, ma quali investimenti il Governo trasferisce alle universita' per la ricerca? Che civiltà e' la nostra, quando esiste un dispendio di energia che raggiunge e talvolta supera l'80% del totale energetico? Il presidente Silvio Berlusconi ha asserito in uno dei suoi numerosissimi viaggi nella zona del terremoto, che ci sara' un contributo di Stato per chi vorra' ricostruirsi la casa ove viveva, sia nello stesso posto sia altrove; contributi di Stato, cioe' di tutti noi. Allora, ritenendo giusto l'aiuto di tutti noi a coloro i quali hanno perso tutto grazie al disprezzo di norme e regole, si dovrebbe pretendere per legge che tutti gli edifici siano predisposti, oltre che a norme severissime antisismiche, anche con impatto ambientale zero, con dispendio energetico minimo, comunque inferiore a 7 litri per mq, cosi come e' da anni in buona parte dell'Europa, Germania in testa. Solo questo creerebbe un circolo virtuoso di nuovi posti di lavoro, e risparmi cospicui sulla energia, a cominciare dal petrolio. E folle, anzi criminale, sarebbe solo pensare alla costruzione di vecchie obsolete pericolosissime centrali nucleari. La realta' inizia da qui, mentre continuano ad ingozzare le oche con altre realta', come quella di Radio Maria che pensa bene di dire che il terremoto che ha inghiottito quasi 300 innocenti ce lo ha mandato nostro Signore, senza una sola parola sulle incurie, sul disprezzo delle norme e delle regole, sulla malvagita' umana. Come non pensare che questa gente sia totalmente "out", compresi quelli che si sintonizzano felicemente ingozzandosi di tali amenita'? Noi siamo convinti che perfino venti secoli fa, nella civilta' Romana, se avessero avuto la scienza, la tecnologia possibile oggi, la maggior parte degli edifici non sarebbe mai crollata, come non ci sarebbero stati mai incendi, come quello piu' famoso che la leggenda, mossa dal clero, ha voluto addebitare a Nerone imperatore, per la ferocia con la quale tratto' i neo-cristiani... e meno male che non c'era Radio Maria. Restando in tema di tecnologie, energie rinnovabili e risparmio energetico, il Vaticano mettera' in piedi' (con la nostra beneficenza dell'8 per mille) la piu' grande produzione di energia solare al mondo, attraverso immense istallazioni di pannelli fotovoltaici, nel Lazio nei pressi di Radio Vaticana. Il surplus di energia prodotta, ce lo rivendera'! ------------------------------------------OSSERVATORIO LEGALE Quindicinale di approfondimento giuridico. Leggi e sentenze, italiane ed europee, in materia di diritto dei consumatori di: Emmanuela Bertucci Autovelox. Nasconderli per fare piu' multe e' reato: truffa a danno degli automobilisti La Corte di Cassazione torna ad occuparsi degli autovelox, troppo spesso usati per rimpinguare le casse comunali e le tasche delle societa' che noleggiano le apparecchiature per rilevare la velocita'. E' il caso di alcuni Comuni della provincia di Cosenza: un'azienda, titolare dell'appalto per il rilevamento della velocita' delle automobili, riceveva dai Comuni un compenso parametrato al numero di multe effettuate e aveva -chiaramente- tutto l'interesse a veder aumentare le multe. Il titolare della ditta aveva dunque provveduto a installare -ben occultate- apparecchiature autovelox su varie automobili, la maggior parte di sua proprieta', che venivano utilizzate per "incastrare" e multare gli automobilisti. Parte una indagine della Procura della Repubblica, il titolare della ditta viene imputato per truffa e i veicoli vengono sequestrati per scongiurare ulteriori "prevedibili esborsi illegittimi da parte degli automobilisti sulla base di un rilevamento automatico della velocita' cosi' organizzato". La norma: postazioni ben visibili e segnalate Nella sentenza, la n. 11131 del 13 marzo 2009, la Corte di Cassazione -chiamata a decidere sul dissequestro dei mezzi utilizzati per rilevare la velocita'- ripercorre le norme relative agli autovelox, specificando che l'uso degli autovelox deve essere finalizzato principalmente alla prevenzione degli incidenti e non a "batter cassa". L'art. 142 del Codice della strada prevede che le postazioni di controllo della velocita' siano segnalate e ben visibili. La circolare del Ministero dell'Interno del 3 agosto 2007 impone la segnalazione della presenza dell'apparecchiatura di rilevamento almeno 400 m prima del punto in cui l'apparecchio e' posizionato. Il Decreto Ministeriale del 15 agosto 2007 e la circolare del 8 ottobre 2007 ribadiscono l'esigenza di segnalare le postazioni con adeguato anticipo in modo di garantirne il tempestivo avvistamento. Da cio' la truffa, poiche' l'attivita' messa in atto dalla ditta era "intenzionalmente preordinata a trarre in inganno gli automobilisti, in contrasto con lo spirito della normativa in materia diretta a prevenire incidenti piu' che a reprimere". Nascondere gli autovelox e' dunque comportamento contrario allo spirito della legge, e risponde alle sole esigenze di cassa dei Comuni e delle societa' private che hanno in appalto il servizio di rilevamento della velocita'. Segue il testo della sentenza: Cassazione Seconda Sezione Penale n. 11131 del 13 marzo 2009 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SECONDA SEZIONE PENALE composta dai magistrati dott. Giuseppe Maria COSENTINO Presidente dott. Franco FIANDANESE Consigliere dott. Matilde CAMMINO Consigliere dott. Antonio PRESTIPINO Consigliere dott. Michele RENZO Consigliere ha pronunciato in camera di consiglio la seguente SENTENZA L. F. E. n. S. F. il 28 m. 19XX avverso l'ordinanza emessa in data 7 maggio 2008 dal Tribunale di Cosenza Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal consigliere dott. Matilde Cammino; udita la requisitoria del pubblico ministero, sost. proc. gen. dott.Carmine Stabile, che ha chiesto il rigetto del ricorso; sentito il difensore avv. [...] del foro di Cosenza che rinuncia al ricorso nella parte riflettente il sequestro delle autovetture perché dissequestrate e per la restante parte chiede raccoglimento del ricorso; osserva: F. E. L., legale rappresentante della S. C., ha presentato ricorso per cassazione avverso l'ordinanza in data 7 maggio 2008 del Tribunale di Cosenza con la quale era stata rigettata la richiesta di riesame del decreto di sequestro preventivo emesso in data 10 aprile 2008 dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola e avente ad oggetto sette autovetture e tutti gli apparecchi di rilevamento della velocità (autovelox) di proprietà dell'impresa individuale S. C., beni Utilizzati per l'attività di rilevazione della velocità dei veicoli in transito nei comuni di Fiumefreddo Bruzio, Belmonte Calabro e Longobardi. Detta attività, secondo la tesi accusatoria, era intenzionalmente preordinata a trarre in inganno gli automobilisti, in contrasto con lo spirito della normativa in materia diretta a prevenire incidenti più che a reprimere. Secondo il Tribunale, l'attuale formulazione dell'art.142 cod. str. (modif. dal D.L. 117 del 3 agosto 2007, conv. dalla legge n.160/2007) prevede che le postazioni di controllo debbano essere segnalate e ben visibili. Anche la circolare 3 agosto 2007 del ministero dell'Interno prescrive la segnalazione almeno 400 metri prima del punto in cui l'apparecchio di rilevamento della velocità era collocato. Il D.M.15 agosto 2007 e la circolare ministeriale dell'8 ottobre 2007 ribadivano l'esigenza di segnalare le postazioni di controllo con adeguato anticipo e in modo da garantirne il tempestivo avvistamento. Dagli accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria risultava invece che, nei tre comuni calabresi peri quali la S. C. era titolare della concessione per il noleggio delle apparecchiature autovelox, le apparecchiature in questione erano state ben occultate in autovetture spesso di proprietà del titolare il quale, ricevendo un compenso parametrato su ogni verbale di infrazione per il quale era riscossa la relativa sanzione, era interessato ad incrementare le riscossioni. Veniva pertanto ritenuto sussistente il reato di truffa, mentre il periculum in mora era individuato nei prevedibili ulteriori esborsi illegittimi da parte degli automobilisti sulla base di un rilevamento automatico della velocità così organizzato. Con il ricorso presentato dal L. tramite il suo difensore si deduce l'inosservanza o erronea applicazione della legge penale nonché la totale mancanza di motivazione in ordine al fumus commissi delicti, affermato nell'ordinanza impugnata senza tener conto delle risultanze processuali e della documentazione prodotta dalla difesa e omettendo qualunque indagine sull'elemento psicologico del reato ipotizzato. Il ricorso è inammissibile. In relazione al sequestro delle autovetture, restituite con provvedimento del 29 giugno 2008, il difensore all'odierna udienza ha formalmente rinunciato ai ricorso così manifestando il venir meno dell'interesse da parte del ricorrente. Le deduzioni difensive comunque nel loro complesso sono generiche e manifestamente infondate. Va infatti premesso che -secondo quanto affermato più volte da questa Corte, anche a Sezioni Unite (Cass. Sez.Un. 29 maggio 2008 n.25932, Ivanov; 28 gennaio 2004 n.5876, p.c.Ferrazzi in proc. Bevilacqua; 28 maggio 2003 n.25080, Pellegrino)- il ricorso per cassazione avverso le ordinanze emesse a norna degli artt.322 bis e 324 c.p.p. in materia di sequestro preventivo e di sequestro probatorio (in quest'ultimo caso per effetto del rinvio operato dall'art.257 c.p.p. all'art.324 c.p.p.) può essere proposto esclusivamente per il vizio di violazione di legge, comprendente sia l'inosservanza o erronea applicazione della legge penale sostanziale e processuale (art.606 co.1 lett.b e c c.p.p.) sia il difetto di motivazione che si traduca, a sua volta, in una violazione della legge processuale (art.125 co.3 c.p.p.) perché l'apparato argomentativo manchi completamente o risulti privo dei requisiti minimi di coerenza, completezza e di ragionevolezza che consentano di rendere comprensibile l'iter logico posto a fondamento del provvedimento impugnato (motivazione meramente apparente). Il ricorrente nel caso di specie si duole dell'omessa valutazione da parte del giudice di merito delle censure articolate con la richiesta di riesame e della documentazione difensiva, senza tuttavia indicarne specificamente, sia pure in modo sommario, il contenuto, al fine di consentire l'individuazione delle questioni che si assumono irrisolte e sulle quali si sollecita il sindacato di legittimità. Il ricorso sotto questo profilo è inammissibile in quanto, non autosufficiente, essendo privo della precisa prospettazione delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto da sottoporre a verifica. Requisito indispensabile dei motivi di impugnazione è infatti la specificità, consistente nella precisa e determinata indicazione dei punti di fatto e delle questioni di diritto da sottoporre al giudice del gravame (Cass. sez.VI 19 dicembre 2006 n.21858, Tagliente, sez.V 9 dicembre 1998 n.2896, La Mancia; Sez.unite .11 novembre 1994 n.21). Alla Corte è peraltro preclusa in tema di sequestro preventivo una valutazione che possa risolversi in un'anticipata decisione della questione di merito e quindi una verifica in concreto della fondatezza della tesi accusatoria. Il sindacato sulle condizioni di legittimità della misura cautelare reale si realizza infatti attraverso una delibazione sommaria della congruità degli elementi rappresentati in cui, senza prescindere dalle concrete risultanze processuali e dalle contestazioni difensive (Cass. sez.IV 29 gennaio 2007 n.10979, Veronese; sez.I 19 dicembre 2003 n.1885, Cantoni; sez.II 21 ottobre 2003 n.47402, Di Gioia; sez.III 11 giugno 2002 n.36538, Pianelli; sez.VI 3 marzo 1998 n.731, Campo; Sez. Un.20 novembre 1996 n.23, Bassi), possono rilevare eventuali difformità tra fattispecie legale e fattispecie reale solo se ravvisabili ictu oculi. Entro questi limiti la -Corte ritiene che nell'ordinanza impugnata il Tribunale del riesame - contrariamente a quanto affermato nel ricorso- sia pervenuto ad affermare la sussistenza del fumus del reato di truffa attraverso un percorso argomentativo immune da vizi logici e giuridici, all'esito di un'approfondita analisi della normativa in materia di rilevamento della velocità dei veicoli attraverso postazioni di controllo sulla rete stradale e di un circostanziato esame dei concreti risultati delle indagini di polizia giudiziaria, senza peraltro trascurare le argomentazioni della difesa del L. e la documentazione dalla stessa prodotta (come si desume dalla menzione della fotografia prodotta dalla difesa e riguardante la segnalazione della postazione mobile di rilevamento della velocità nel Comune di Fiumefreddo Bruzio). Quanto all'elemento psicologico del reato di truffa, la Corte osserva che il sequestro preventivo è legittimamente disposto in presenza di un reato che risulti sussistere in concreto, indipendentemente dall'accertamento della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico dell'agente o della sussistenza dell'elemento psicologico, atteso che la verifica di tali elementi è estranea all'adozione della misura cautelare reale (Cass. sez.I 4 aprile 2006 n.15298, Bonura; sez.I 9 luglio 1999 n.2762, Faustini; sez.III 5 maggio 1994 n.1428, Menietti). Alla inammissibilità del ricorso consegue ex art. 616 c.p.p. la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende che, in ragione delle questioni dedotte, si stima equo determinare in euro 1.000,00. P.Q.M. dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 1.000,00 alla Cassa delle ammende. Roma 12 dicembre 2008 Depositata in cancelleria il 13 marzo 2009 ------------------------------------------MACROMICRO ECONOMIA Quindicinale su come macro e micro economia incidano sulle nostre tasche di: Domenico Murrone Quando l'edilizia va, tutto va Il piano casa del Governo ora si e' sgonfiato. Azzoppato prima dalle Regioni che ne hanno ridimensionato la portata; poi dal terremoto in Abruzzo che ha ricordato al Paese degli smemorati chi vive sulle sabbie mobili. Il piano e' stato preannunciato, annunciato e riannunciato in pompa magna come il grimaldello che avrebbe fatto uscire l'Italia dalla crisi: "quando l'edilizia va, tutto va", diceva Berlusconi. E aveva ragione. Il piano casa del Governo, nella sua prima versione, avrebbe funzionato. Avrebbe indotto milioni di italiani ad affidare il proprio futuro ancora al mattone. Dopo le delusioni che a piu' riprese il mercato finanziario ha riservato ai risparmiatori, l'edilizia poteva essere un modo per rimettere in circolo quei risparmi che ora giacciono in conti correnti bancari, senza molti benefici per l'economia, visto che le banche hanno ristretto i criteri per erogare finanziamenti alle imprese. A differenza di molti altri Paesi, in Italia le famiglie sono piu' parsimoniose di Stato ed enti locali. Il debito pubblico italiano e' tra i piu' alti del mondo, sia in percentuale, sia in valore assoluto. La propensione al risparmio si e' andata assottigliando negli ultimi anni, tuttavia l'indebitamento delle famiglie rimane molto basso rispetto al resto del mondo. Quindi: lo Stato non puo' investire, anzi deve tagliare; le famiglie hanno un bel gruzzolo e margini per richiedere nuovi prestiti. Ma come convogliare in un'unica direzione questa montagna di soldi frammentata in milioni di mani? L'invito del presidente del Consiglio, nella primissima fase della crisi, "spendete e consumate", e' servito a ben poco. La crisi gli italiani la percepiscono, quindi sono attenti nei consumi quotidiani non essenziali. A frenare e' soprattutto l'incertezza sul futuro, e per smuovere la montagna di quattrini occorre il giusto incentivo. Cosi' il Governo, scrutando nella pancia degli italiani, ha 'riscoperto' che la passione antica per la casa e' ancora tale. E' ben gradita la possibilita' di estendere il proprio 'dominio', il proprio spazio, per ricavare quella stanzetta dal balcone che a poco serve (tanto la visuale che prima dava sul mare e' scomparsa, dietro il palazzone costruito davanti). Il piano aveva tutte le carte in regola per funzionare. I soldi c'erano, il ritorno per chi investiva anche, e il Governo avrebbe sopportato volentieri le ennesime accuse di 'mattone selvaggio'. Non e' una boutade, l'edilizia e l'amore degli italiani per la casa sono da decenni il motore dello sviluppo italiano. Anche nelle zone meno sviluppate del Sud Italia. Ci sono paesini della Calabria e di altre regioni meridionali che negli Anni 70-80 conobbero grazie alle costruzioni un benessere mai visto. Sviluppo favorito dal rientro di molti immigrati al paesello che con i risparmi accumulati all'estero investirono in massa per costruire la casa per se' e per i propri figli. Fu boom, cosi' sorsero interi paesi. E peccato che tutti fossero rigorosamente abusivi. Un sogno di sviluppo durato circa un decennio, che si e' infranto contro i primi piani regolatori e con la ripresa dell'emigrazione dei giovani verso Nord. Lo sviluppo basato sull'edilizia puo' durare piu' o meno a lungo. Le costruzioni immettono denaro nel circuito economico, aumentano l'occupazione e i consumi, si sviluppano attivita' commerciali e artigianali. Quest'euforia stimola la costruzione di altre case, anche perche' i prezzi degli immobili in quella zona crescono. Finche' la bolla non si ferma e si sgonfia. Ma ad un Governo nazionale che ha come priorita' il superare "a nuttata" della crisi internazionale che gliene frega? Il suo orizzonte temporale e' di soli cinque anni. Il piano originario avrebbe funzionato, nonostante le accuse di mattone selvaggio fossero tutt'altro che infondate: al di la' delle specifiche previsioni (possibilita' di ampliare del 20-30% il volume delle proprie abitazioni) il messaggio che il Governo Berlusconi lanciava al 'Paese degli abusi edilizi' era inequivocabile: costruite, investite i vostri soldi in un bene che avrete sempre sott'occhio. Il condono e' preventivo. Il piano originario avrebbe funzionato, ma … A fronte di un Paese che non cresce da anni, un Paese oberato dal debito pubblico, un Paese dove non funziona la Giustizia e il diritto e' solo teoria messa su carta, il Governo ha tirato fuori dal cilindro una ricetta vecchia a base di sabbia e cemento per far crescere l'Italia. La casa si conferma, non solo bene rifugio per gli italiani, ma anche idea sempreverde dei politici. Intanto, il 29 aprile e' arrivato l'ennesimo rinvio per il 'pianocasa bis'. Regioni e Governo hanno deciso di prendersi ancora una settimana di tempo per valutare meglio il provvedimento. Vedremo se, oltre a immettere in circolazione i miliardi di euro in mano alle famiglie (obiettivo immediato), riuscira' a stimolare anche la messa in sicurezza delle case, secondo criteri antisismici, e la rottamazione delle costruzioni brutte e non recuperabili. Un'operazione, quest'ultima che avrebbe benefici duraturi. ------------------------------------------IL CONDOMINIO Quindicinale sui diritti di proprietari e inquilini di: Alessandro Gallucci Cose comuni e rinuncia: diritti dei partecipanti L'art. 1118, secondo comma, c.c. recita: "Il condomino non puo', rinunziando al diritto sulle cose anzidette (le cose comuni n.d.A.) sottrarsi al contributo nelle spese per la loro conservazione". Nel condominio, quindi, una cosa e' chiara: visto lo stretto nesso funzionale esistente tra le cose comuni e le parti di proprieta' esclusiva, il condomino non puo' rinunziarvi per non pagarne le spese. Per assurdo si pensi al condomino che dica di voler rinunziare alle scale per non pagare le spese: cio' solo a dirlo sembra impossibile. Esistono, tuttavia, dei casi, tutt'altro che infrequenti, in cui e' possibile rinunciare ad alcuni beni. Si pensi alla rinuncia all'impianto di riscaldamento centralizzato ed alla contestuale possibilita' di rendersi autonomi. In questi casi e' costante il parere della giurisprudenza, secondo la quale "la rinuncia unilaterale al riscaldamento condominiale operata dal singolo condomino mediante il distacco del proprio impianto dalle diramazioni dell'impianto centralizzato e' legittima quando l'interessato dimostri che, dal suo operato, non derivano ne' aggravi di spese per coloro che continuano a fruire dell'impianto, ne' squilibri termici pregiudizievoli per la erogazione del servizio (Cass., Sez. II, 21 maggio 2001, n. 6923; Cass., Sez. Il, 20 febbraio 1998, n. 1775; Cass., Sez. Il, 14 febbraio 1995, n. 1597)" (cosi' Cass. 5974/04). In questi casi, visto il disposto dell'art. 1118, seconda comma, c.c. il condomino distaccato dovra' contribuire solo alle spese per la conservazione del bene, ossia le spese di manutenzione. E' questa l'interpretazione data alla norma citata dalla Cassazione con la sentenza n. 5974 del 2004. Infatti, "a differenza dalle spese per la conservazione delle parti comuni, le quali ancorche' non assolutamente indispensabili offrono comunque una certa utilita' oggettiva a tutte le unita' immobiliari, le spese per l'uso sono correlate all'effettivo godimento: ovverosia ad un fatto soggettivo, di per se' mutevole, che puo' essere attuato in misura diversa o che, in ipotesi, potrebbe anche non essere effettuato per nulla. Percio' alle spese per la conservazione al condomino non e' consentito sottrarsi, anche quando le cose sono indispensabili soltanto entro certi limiti, come nel caso dell'impianto di riscaldamento; a determinate condizioni, invece, alle spese per l'uso il condomino puo' evitare di concorrere" (cosi' Cass. 5974/04). Il concetto di fondo e' questo: distaccarsi o non servirsi di beni comuni e' possibile laddove cio' non rechi danno a tali beni. Cio' permette di pagare le sole spese di conservazione di quella parte comune che non si utilizza piu'.A questo punto vogliamo lanciare una provocazione: il principio e' stato espresso per l'impianto di riscaldamento ma riguarda una norma, il secondo comma dell'art. 1118 c.c. relativa a tutti i beni comuni. La domanda e' la seguente: potrebbe il condomino rinunciare all'uso di altri beni comuni dimostrando che cio' non crea danni o scompensi limitandosi cosi' a pagare le sole spese di conservazione del bene? A questo link il testo della sentenza citata: http://www.civile.it/condominio/visual.php?num=67804&categoria=Riscaldamento ------------------------------------------FAMIGLIA E INDIVIDUO Quindicinale sui diritti dei singoli nelle famiglie tradizionali e di nuova generazione di: Claudia Moretti Affidamento ad entrambi i genitori e mantenimento diretto. La disapplicazione della legge Sono ormai tre anni che in Italia abbiamo una legge che prevede, in caso di separazione dei coniugi (o comunque di separazione di fatto dei genitori non sposati), i figli minorenni vengano affidati "ad entrambi i genitori", salvi i casi eccezionali di affidamento condiviso. Che vuol dire? Vuol dire che il minore non ha piu', come da sempre aveva, un genitore (tendenzialmente la madre) con cui convive e l'altro che "visita" ad orari prestabiliti in giorni predeterminati. La legge n. 54/2006, dopo anni di elaborazione, sposa infatti la linea della integrale bigenitorialita', secondo cui non vi e' un genitore che ha compiti, diritti, doveri o responsabilita' maggiori, sul presupposto che nessuno dei due puo' sottrarsi al rapporto, anche quotidiano con i propri figli. L'obbiettivo e' interesse del minore al rapporto con entrambi, padre e madre appunto, ed ha spinto il legislatore a ristabilire l'equita' dei ruoli fra madre e padre, non solo in merito ai tempi di frequentazione degli stessi, ma anche in merito agli oneri relativi al mantenimento. Se fino al 2006 era scontato che al genitore affidatario (solitamente la madre) spettasse un assegno di mantenimento per la cura dei figli con lei conviventi, dopo e secondo tale novella l'assegno non ha piu' ragione di essere: entrambi possono e devono provvedervi direttamente e personalmente. La scelta e' senza dubbio rivoluzionaria in un Paese dove ancora la figura femminile e' quella di riferimento nella crescita dei figli, nonche' il genitore su cui alla fine ricade l'onere e l'onore del rapporto genitoriale. Ed e' innegabile che, in un quadro sociale e culturale simile, l'assegno di mantenimento ha assolto la meritevole funzione di tutela della madre -e dei figli- nei confronti dell'eventuale disinteresse o comunque della minor auto-responsabilizzazione del padre nei confronti della prole. Per molti padri l'assegno ha costituito un alibi per abdicare al proprio ruolo di protagonista nel rapporto con i figli, una liquidazione in denaro del tempo, delle attenzioni e della cura materiale derivanti dall'essere genitore. Per molti altri, ed e' questo il motore che ha favorito se non determinato la novella legislativa, invece, cio' ha costituito indirettamente una ingiusta privazione di un proprio ruolo, del quale, loro malgrado, sono stati esautorati. La scelta del mantenimento diretto a carico di entrambi i genitori non ha invero ragioni solo contabili, ossia tradurre in termini monetari la tendenziale uguaglianza di tempi e costi relativi alla frequentazione dei figli per ciascuno dei due, ma trova la sua ragione primaria nello stabilire le modalita' dell'adempimento dell'obbligo diretto di cura e assistenza morale materiale, educazione, istruzione, gia' previsti dal codice civile. In altre parole, fra comprare personalmente un libro, un vestito, pagare una gita scolastica o una visita medica, e rimborsare l'altro genitore a fine o a inizio mese, si e' deciso (salve deroghe) che l'obbligo genitoriale si compia adeguatamente nel primo modo, e solo in via residuale ed eccezionale nel secondo. Cio' che e' stato cosi' stabilito in via legislativa, tuttavia, e' pressoche' costantemente disatteso nelle aule di tribunale. Ad oggi sono rare le pronunce che osservano il precetto normativo assegnando a ciascun genitore il ruolo primario di protagonista nel rapporto con i figli, senza deleghe all'altro in cambio di assegno di mantenimento. Cio' puo' esser il sintomo di una societa' che ancora tarda a riconoscere l'uguaglianza dell'uomo e della donna in relazione alla crescita dei figli, e che ancora mostra diffidenza verso una certa categoria di padri che fino a ieri era ben lieta di delegare alla madre la cura diretta dei propri figli. Potrebbe tuttavia anche essere il sintomo di un qualcosa di piu', ossia di un tarlo intrinseco alla legge n.54. La bigenitorialita' attiva, come pensata e disposta dal legislatore, impone una pari suddivisione del tempo di frequentazione dei singoli genitori con i figli, e non solo. Presuppone due nuclei attorno ai quali si svolga la vita del minore, due luoghi ove si realizza la sua personalita', in termini di istruzione, di socializzazione, di svolgimento di attivita' ludiche o sportive, ecc... insomma due "case", parimenti "casa". Cio' non solo e' raramente possibile da un punto di vista pratico, ma rischia, se non gestito ad arte, di costituire per il minore stesso un handicap, un limite nella crescita, per lo sballottamento al quale e' cosi' sottoposto. Forse anche questo spinge i giudici investiti delle decisioni in materia di affidamento condiviso ad optare per un regime di "affidamento ad entrambi i genitori" con domiciliazione presso l'uno col diritto-dovere di visita per l'altro, con a carico l'assegno di mantenimento per quest'ultimo. Il che', si capisce, rende la legge n.54 lettera morta. ------------------------------------------USI & CONSUMI Notizie dal mondo USA / General Motors: 1,5 milioni di veicoli potenzialmente pericolosi General Motors dovra' richiamare 1,5 milioni di veicoli costruiti tra il 1997 e il 2003 per un rischio d'incendio, come riferisce la rete tv CNN citando l'autorita' per la sicurezza stradale statunitense. Il richiamo concerne Chevrolet, Buick, Oldsmobile e Pontiac. Su questi veicoli, delle fughe di carburante nel tubo di scappamento potrebbero causare un incendio durante il frenaggio. General Motors aveva gia' ritirato 944.000 veicoli nell'agosto 2008, essenzialmente in Usa, per un difetto di fabbricazione al sistema elettrico del tergicristallo. GERMANIA / Philips ritira una macchina da caffe' Oltre un milione di macchine da caffe' Senseo ritirate per motivi di sicurezza. "Vogliamo evitare che qualcuno ne subisca un danno, costi quel che costi", ha spiegato il direttore della Philips, Harry Hendriks, ad Amsterdam. Un rischio minimo, che si traduce comunque nella possibilita' che l'acqua calda debordi per un improvviso sbalzo di pressione. Finora non sono noti casi di danni alle persone e la probabilita' di un guasto e' inferiore a tre su un milione. Tuttavia i clienti sono pregati di riportare in negozio le macchine costruite tra il 2006 e il 2008 perche' siano riparate gratis. ITALIA / Conti pubblici: debito record a 1.708 miliardi di euro, entrate fiscali in calo Nuovo record assoluto per il debito delle amministrazioni pubbliche: 1.708,060 miliardi di euro in febbraio. Lo rende noto la Banca d'Italia nel supplemento "Finanza Pubblica" del Bollettino Statistico. Il precedente record era stato toccato a gennaio scorso a quota 1.699,171 miliardi. A dicembre 2008 il debito risultava pari a 1.663,650 miliardi. L'incremento nei primi due mesi dell'anno e' del 2,7%, pari a 44,95 miliardi. L'aumento rispetto ai 1.626,091 miliardi di febbraio 2008 e' invece del 5,07%, pari a 82,509 miliardi. In calo le entrate tributarie nel primo bimestre del 2009. Gli incassi, segnala la Banca d'Italia, si sono attestati a 54,892 miliardi di euro, in calo del 7,23% rispetto ai 59,173 miliardi registrati nei primi due mesi del 2008. Nel solo mese di febbraio le entrate sono risultate pari a 25,217 miliardi, con una riduzione del 9,62% rispetto ai 27,902 miliardi toccati nello stesso mese dell'anno scorso. ITALIA / Non curarsi aumenta i costi ospedalieri del 30% Dopo il ricovero i pazienti non seguono le prescrizioni, cosi' il 30% della spesa ospedaliera va in nuovi esami; costi evitabili se la cura prescritta fosse seguita dagli ammalati, che in alcuni casi non comprano neppure le medicine. Sono dati di Ircss e Sefap. Responsabili dello spreco anche medici, poco persuasivi, e infermieri, frettolosi. ITALIA / Farmaci e sperimentazione. Italia in coda Italia fanalino di coda in Europa negli studi di fase I, ovvero quei test realizzati su volontari sani o pazienti per testare la sicurezza dei farmaci, il primo passo per arrivare a un nuovo medicinale. I numeri parlano chiaro: nel nostro Paese si effettua solo il 2,3% del totale delle sperimentazioni di fase I, a fronte del 30,3% della Germania, del 22% della Francia, del 21,2% dell'Olanda e del 15% della Spagna. All'Italia va dunque la maglia nera, nonostante "un importante riconoscimento alla nostra oncologia che si e' distinta nel panorama scientifico internazionale per il livello delle pubblicazioni e la qualita' delle sperimentazioni cliniche. Ma non e' cosi', purtroppo, per gli studi di fase I, in cui il Paese gioca un ruolo marginale soprattutto a causa delle difficolta' burocratiche", spiega Francesco Cognetti, direttore dell'oncologia medica A dell'Istituto Regina Elena di Roma e presidente del convegno in corso oggi e domani nella Capitale sul tumore del seno, che vede riuniti 300 fra i massimi esperti mondiali. I numeri sulle sperimentazioni di fase I diffusi stamani, durante l'apertura dei lavori dell'International Meeting on New Drugs in Breast Cancer al Regina Elena, non riguardano solo farmaci oncologici ma tutte le molecole piu' in generale. "Anche se i farmaci per combattere il cancro - precisa Cognetti - fanno sicuramente la parte del leone". Proprio in questi giorni e' in discussione una proposta per la costituzione di una piattaforma interistituzionale con ministero del Welfare e Aifa per potenziare le sperimentazioni di fase I e allineare l'Italia agli altri Paesi europei. "E' necessaria e non piu' rinviabile sottolinea Cognetti - una riforma del sistema che renda in nostro Paese 'attrattivo' per gli investimenti, da parte delle aziende farmaceutiche e degli enti di ricerca pubblici e privati. A tutto vantaggio soprattutto dei pazienti che potranno avere accesso con maggiore facilita' alle molecole piu' innovative". ITALIA / Canone Rai. Corte europea: legittimo il blocco del televisore Respinto dalla Corte europea dei Diritti dell'Uomo il ricorso di Antonio Faccio, 62 anni, vicentino, che si era visto sigillare il televisore dalla Guardia di Finanza per non avere pagato il canone Rai. Faccio si appellava agli articoli 1 (protezione della proprieta' privata), 8 (liberta' di espressione e, quindi, diritto all'informazione) e 10 (violazione della vita familiare, per l'ispezione della polizia tributaria in casa propria) della Convenzione europea. L'utente contestava il blocco del televisore definendolo misura sproporzionata, anche perche' veniva, cosi', privato del diritto all'informazione. Il 20 dicembre 1999 Faccio aveva chiesto all'Ufficio registro la risoluzione dell'abbonamento Rai e il 29 agosto 2003 la Guardia di Finanza si reco' nella sua abitazione per imballare il televisore e renderlo inutilizzabile. La corte di Strasburgo ha rilevato che la misura non limitava a Faccio il diritto di informarsi ne' l'intervento della Guardia di Finanza invadeva la sua vita privata in quanto perseguiva una finalita' legittima (in base all'art. 10 del regio decreto n. 246 del 21 febbraio 1938). ITALIA / Assicurazioni: meno raccolta per il ramo vita. Le linked a meno 36% Nel 2008 la raccolta complessiva dei premi delle imprese di assicurazione e' stata pari a 92,0 miliardi di Euro, con una riduzione, in termini nominali, del 7,2% rispetto a quella del 2007. Lo annuncia l'Ania riferendo i dati statistici sui premi lordi per il lavoro diretto, esclusi quelli dell'attivita' di riassicurazione. "Tale risultato e' stato determinato principalmente dalla diminuzione dei premi del settore Vita (-11,2%) e dalla sostanziale stabilita' di quelli del settore Danni (-0,6%)". La raccolta premi nei rami Vita e' stata pari nel 2008 a 54,6 miliardi di Euro con una riduzione, in termini nominali, dell'11,2% rispetto al 2007. La dinamica riflette principalmente la riduzione della vendita di polizze di Ramo III Linked che, a causa della turbolenza sui mercati finanziari, ha registrato una marcata contrazione (-36,1%, con un volume premi di 18,6 miliardi di Euro). Va sottolineato che un simile andamento ha riguardato anche i premi raccolti in Italia dalle imprese che operano in libera prestazione di servizi e che offrono essenzialmente polizze di Ramo III - Linked: si stima che nel 2008 il volume di affari di tali imprese si e' ridotto di circa il 40% e i premi raccolti dovrebbero essere pari a circa 6,0 miliardi di euro (erano 10,0 miliardi nel 2007). I premi di Ramo I - Vita umana, hanno registrato invece un aumento del 15,7%, grazie all'espansione di nuova produzione verso polizze di tipo tradizionale. Per quanto riguarda il ramo VI - Fondi pensione, i premi sono aumentati dell'88,3% raggiungendo 1,4 miliardi di Euro. Nel 2008, la raccolta premi nei rami Danni e' stata pari a 37,5 miliardi di Euro con un lieve decremento, in termini nominali, dello 0,6% rispetto all'anno 2007. La diminuzione e' spiegabile con la contrazione della raccolta premi nel ramo R.C. Auto che e' diminuita del 3,3% (era diminuita dell'1,0% nel 2007), incidendo sul totale dei premi Danni per il 47,1% (48,4% nel 2007). Anche i premi del ramo Corpi veicoli terrestri sono diminuiti (-2,4%). Per quanto riguarda gli altri rami danni, i premi sono aumentati del 2,8% nel 2008, contro il 3,8% nel 2007 e la crescita e' stata determinata essenzialmente dallo sviluppo del ramo Malattia (+5,3%) e del ramo Altri danni ai beni (+6,1%). MONDO / Un suicidio ogni 40 secondi Almeno un milione di persone si suicida ogni anno -una ogni 40 secondi- rivela un articolo di The Lancet che compila precedenti studi. Cifre confermate dall'Oms, l'Organizzazione Mondiale della Sanita'. Il suicidio e' la decima causa di morte al mondo (1,5% dei decessi). La Cina ne totalizza il 30%, ma il fenomeno e' preoccupante anche nell'ex URSS; l'Oms cita Lituania, Estonia, Bielorussia, Federazione russa, che hanno un tasso annuale nell'ordine di 45 suicidi ogni 100.000 abitanti. In Europa occidentale il fenomeno tocca soprattutto il Nord mentre il livello piu' basso lo si registra nell'Europa mediterranea, nei Paesi a maggioranza cattolica dell'America del Sud (Colombia, Paraguay) e dell'Asia (come le Filippine) o nei Paesi musulmani (come il Pakistan): 6 per 100.000 abitanti. Nei Paesi sviluppati il suicidio uccide da due a quattro volte piu' gli uomini delle donne e lo scarto aumenta con gli anni. Viceversa, in Cina prevalgono le donne. Nella maggior parte degli Stati, il suicidio concerne soprattutto le persone piu' vecchie, anche se da circa mezzo secolo sale la quota tra i giovani. Il fenomeno ha un picco in primavera, soprattutto tra i maschi; i piu' a rischio sono i nati in primavera o all'inizio dell'estate, soprattutto se donne. ITALIA / Carte prepagate. Antitrust: per recuperare ritardi favorire micropagamenti con schede operatori telefonici mobili Restano ancora elevati, anche se in linea con quelli degli altri strumenti di pagamento tradizionali come conti correnti e carte di credito, i costi delle carte prepagate offerte dal sistema bancario, con commissioni di ricarica che possono arrivare fino a 5 euro. Per favorire una loro riduzione occorre sfruttare le potenzialita' legate ad un possibile ingresso, nel mercato dei pagamenti elettronici, degli operatori telefonici mobili che, con 80 milioni di carte, costituivano alla fine del 2007 la principale componente delle carte prepagate chiuse. E' il quadro che emerge dell'indagine conoscitiva condotta dall'Antitrust nel settore delle carte prepagate. L'indagine analizza la situazione attuale, con inchieste a campione presso banche e Poste Italiane e i possibili scenari evolutivi, anche alla luce del dibattito in corso a livello europeo, finalizzato a facilitare l'ingresso, nel mercato della moneta elettronica, di operatori ibridi diversi dagli operatori bancari. LE DIMENSIONI DEL FENOMENO Nel mercato italiano si registra una domanda crescente di carte prepagate 'aperte', tipicamente le carte bancarie o postali, grazie alle quali e' possibile effettuare qualsiasi tipologia di pagamento: alla fine del 2007 l'insieme delle carte ricaricabili e 'usa e getta' emesse da banche e Poste Italiane era pari a 5,8 milioni, con un aumento rispetto all'anno precedente del 30,1% e una crescita media annua, dal 2003, del 72,2%. All'origine della rapida crescita evidenziata dall'indagine la possibilita' del loro utilizzo anche senza l'accensione di un conto corrente, la garanzia di una maggiore sicurezza nelle transazioni, soprattutto per quelle via Internet, e il facile monitoraggio dei micro-pagamenti. L'incidenza di questo strumento nel settore delle carte di pagamento (il complesso delle carte di credito e di debito) per quanto ancora relativamente contenuta, e' in continua crescita: era del 6,4% nel 2006, e' arrivata al 7,8% alla fine del 2007, con un ruolo leader di Poste Italiane che copre quasi il 60% del segmento. L'IDENTIKIT DELLA CARTA PREPAGATA 'APERTA' In base all'indagine a campione condotta dall'Antitrust su 33 istituti bancari e Poste Italiane (rappresentativi di una quota complessiva di mercato dell'80,9%), emerge che lo stock di prepagate e' costituito per poco meno di 3,9 milioni da carte nominative ricaricabili e per il restante (poco piu' di 900 mila) da carte al portatore non ricaricabili ('usa e getta'). Nel 2006 si sono registrate piu' di 25 milioni di operazioni di pagamento con carte prepagate presso POS o su Internet, con transazione dal valore medio di 60 euro, a fronte di circa 12,4 milioni di prelievi presso gli sportelli Bancomat, per importo medio di 97 euro presso la propria banca e 105 euro presso gli altri istituti. Il valore caricato nelle carte prepagate bancarie e' stato pari nel 2006, con riferimento ai principali operatori, a circa 3,5 miliardi di euro. Il costo annuo per il consumatore medio della carta prepagata varia a seconda che il possessore della carta abbia o no un conto corrente presso una banca: nel primo caso la carta rappresenta uno strumento complementare di pagamento accanto a quelli piu' tradizionali, viene utilizzata piu' sporadicamente e ha un costo medio annuo abbastanza contenuto, con una media, per gli istituti considerati, di circa 18 euro (da un minimo di circa 14 euro e un massimo di circa 22 euro). Nel secondo caso, che interessa tipicamente giovanissimi consumatori o lavoratori stranieri, il costo, a causa della maggiore incidenza delle commissioni applicate con un uso piu' intensivo (a esempio costi di ricarica) sale invece sensibilmente e varia da un minimo di circa 44 euro a un massimo di circa 117 euro annui, con un valor medio pari a circa 67 euro. IL RUOLO DELLE CARTE TELEFONICHE PREPAGATE Accanto al diffondersi delle carte 'aperte', il nostro Paese rappresenta una pecularieta', nel panorama internazionale, per la diffusione delle carte prepagate 'chiuse', utilizzabili esclusivamente per il pagamento di un determinato servizio offerto dalla societa' che emette la carta. E' il caso delle carte telefoniche, delle carte telefoniche internazionali o delle carte per il pagamento dei servizi televisivi. Proprio gli 80 milioni di carte prepagate telefoniche presenti in Italia rappresentano, per la loro ampia diffusione e per le tecnologie connesse, lo strumento attraverso il quale esercitare una positiva pressione competitiva nel settore dei pagamenti elettronici. L'importanza del fenomeno e' rappresentata dal valore del credito riversato in questo tipo di carte che, con solo riferimento alle carte telefoniche mobili che costituiscono comunque la componente di gran lunga piu' rilevante, ammontava per il 2007 a piu' di 8 miliardi di euro. A partire dal 2007, inoltre, le innovazioni normative nazionali hanno eliminato i costi di ricarica per queste carte e garantito una piena rimborsabilita' del credito in esse contenuto. Laddove intervenissero le necessarie modifiche normative, contenute in una proposta di direttiva della Commissione Europea, i consumatori potrebbero in sostanza utilizzare le ricariche telefoniche per effettuare i pagamenti di modesta entita', dalla spesa al supermercato, al biglietto del treno, all'abbonamento dei mezzi pubblici, sfruttando la gratuita' della ricarica e la rimborsabilita' del credito. RECUPERARE IL GAP CON GLI ALTRI PAESI Se il credito contenuto in queste carte potesse essere utilizzato anche per la generalita' delle transazioni, si potrebbe ad esempio recuperare il gap con gli altri Paesi nella diffusione della moneta elettronica: nel 2006, a fronte di una media dell'area euro di circa 55 operazioni procapite effettuate con carte di pagamento, e di 154 effettuate negli Stati Uniti, in Italia si registravano solo 21 operazioni procapite. Nello stesso anno, la media di carte di pagamento per abitante nel nostro Paese e' stata pari a 1,2, avvicinandosi, rimanendo tuttavia inferiore, a quella degli altri paesi europei (in Gran Bretagna la media di carte per abitante era di 2,4, in Spagna di 1,6, in Germania di 1,4 e in Francia di 1,3). INNOVAZIONE NELLA QUALITA' DEI SERVIZI E RIDUZIONE DEI COSTI DELLE TRANSAZIONI Inoltre, un contesto maggiormente concorrenziale, legato all'ampliamento del mercato e all'ingresso di nuovi soggetti, porterebbe a una riduzione dei costi delle transazioni, con importanti benefici per i clienti finali (acquirenti ed esercenti) e per tutto il sistema nel suo complesso. Il sistema nazionale dei pagamenti che, anche in questi periodi particolarmente travagliati, ha dato segno di affidabilita', evidenzia infatti costi del servizio in alcuni casi superiori a quelli di altri Paesi o, se in linea con essi – come nel caso delle carte di credito – comunque giudicati eccessivi a livello comunitario. Anche i tempi per la regolazione delle transazioni appaiono, per alcuni servizi, spesso eccessivamente protratti se confrontati con quelli prevalenti in molte esperienze estere. La possibilita' di effettuare acquisti con le carte prepagate telefoniche consente un'innovazione qualitativa dei servizi (ad esempio pagamenti in mobilita' tramite il cellulare, sfruttando le nuove tecnologie come la Near Field Communication) e potenzialmente un minor costo della transazione (in termini di costi di ricarica e di commissioni) non solo per i consumatori ma anche per gli esercenti. Dal punto di vista concorrenziale, e' quindi auspicabile che possa trovare spazio l'offerta di tipologie innovative di servizi di pagamento tramite carte prepagate da parte di soggetti non appartenenti al mondo bancario e creditizio tradizionale. Questo scenario presuppone che si individui un adeguato contemperamento, da parte delle autorita' di regolazione nazionali, delle esigenze di stabilita' e di buon funzionamento del sistema dei pagamenti con quelle di sviluppo dei mercati. MONDO / Troppo sale negli alimenti Bruxelles vorrebbe ridurre il limite di sale, nel pane e nei prodotti da forno, a 10 grammi per chilo di farina. Non e' solo la Commissione Europea a muoversi in questa direzione, Anche il Dipartimento svizzero della Sanita' ritiene che l'alto consumo di sale sia una delle cause di pressione sanguigna troppo alta e delle malattie cardiovascolari -la prima causa di morte nei Paesi industrializzati. Dopo le proteste di fornai e produttori di formaggio -anche loro sarebbero colpiti dal "nuovo profilo nutrizionale"-, l'Ue ha deciso di soprassedere fino a dopo le elezioni di giugno. Ma il tema resta. A New York, il sindaco Michael Bloomberg ha lanciato un'iniziativa contro l'eccesso di sale nei cibi, affinche' in dieci anni il suo contenuto si riduca del 40%, cio' che risparmierebbe 150.000 morti premature su tutto il territorio . GERMANIA / Troppi farmacodipendenti a causa dei medici Un risultato cosi' imponente non se l'aspettavano davvero gli autori dello studio: il numero di drogati da farmaci, ossia dipendenti da sonniferi e tranquillanti della classe delle benzodiazepine e' senz'altro maggiore di quanto si ritenesse. Il settimanale Der Spiegel, basandosi su un'indagine non ancora pubblicata, condotta dall'Istituto per la ricerca interdisciplinare in materia di dipendenze e droghe di Amburgo, riferisce che 1,5 milioni di pazienti ottengono medicine che danno dipendenza per un periodo superiore a quanto prevedono le linee guida. In quella che e' l'indagine piu' ampia in Germania sul tema, gli esperti hanno analizzato 3,5 milioni di ricette del sistema sanitario. Risultato: la "manica larga" dei medici fa si' che ogni anno almeno 800.000 pazienti si trasformino in consumatori permanenti di sostanze droganti e che in 130.000 casi le prescrizioni portino a una dipendenza grave, dalla quale solo pochissimi riescono a uscire da soli. Il totale dei farmacodipendenti e' pero' piu' alto perche' diversi medici, per timore dei controlli, svicolano verso le ricette private che non sono calcolate dalle statistiche. ITALIA / Aborto: in otto anni piu' di mille reati connessi alla legge 194 In otto anni la Legge 194 sull'aborto ha accumulato 1.038 reati, con 2.033 persone coinvolte. Soltanto nel 2008 le Procure italiane hanno avviato 173 procedimenti penali, a carico di 302 persone. E, nel 32,6% dei casi (57 in totale) i riflettori della magistratura si sono accesi sull'aborto clandestino. E' tutto messo nero su bianco nella relazione "Sull'attuazione della Legge 194", presentata lo scorso 26 marzo alla presidenza del Senato dal Guardasigilli Angelino Alfano, pubblicata sul sito internet di Palazzo Madama. Da via Arenula segnalano inoltre "la marcata incidenza- si legge nel report- degli stranieri", che, a fronte di una rilevanza sui residenti italiani di appena il 6,5%, pesano invece per il 34,5% sul totale degli indagati. Una percentuale che sale addirittura al 45,3% per i casi di aborto clandestino o provocato da lesioni. Altro dato. Negli ultimi undici anni 14.559 minorenni (1.258 soltanto nel 2008) si e' rivolta ad un Giudice tutelare per ottenere il via libera all'aborto, ai sensi della legge 194 del 1978 sull'interruzione volontaria della gravidanza. U.E. / Sospetto cartello per varie compagnie aeree La Commissione Europea ha aperto due indagini su possibili accordi intervenuti tra alcune compagnie aeree: pensa a una violazione delle regole della concorrenza. Le indagini concernono alleanze di cooperazione per la gestione delle linee transatlantiche, "specialmente le rotte tra Stati Uniti ed Europa". Una pratica attiene a intese tra Air Canada, Continental, Lufthansa e United Airlines, tutte appartenenti a Star Alliance; l'altra e' il progetto di cooperazione tra Iberia, American Airlines e British Airways, membri di Oneworld. In concreto, Bruxelles ha dei sospetti su "la gestione comune dei piani di volo, le capacita', i prezzi, le entrate di gestione, cosi' come la vendita di biglietti e la spartizione delle entrate". ITALIA / Il matrimonio degli italiani: piu' sindaci e meno preti per la cerimonia Negli ultimi 15 anni il numero dei matrimoni civili e' aumentato del 52% ed e' cresciuto notevolmente anche dal 2006 al 2007 passando da 83.628 a 86.639. Le nozze civili rappresentano il 34,6% del totale, essendo il totale matrimoni celebrati nel 2007 poco piu' di 250 mila. Il rito civile e' scelto sempre piu' spesso anche in occasione delle prime nozze: oltre un quarto e' stato celebrato di fronte al sindaco nel 2007 (a scapito dei matrimoni religiosi): una proporzione raddoppiata tra il 1992 e il 2007, i 15 anni presi in esame. Questi i dati principali che emergono dall'ultima indagine sui matrimoni condotta dall'Istat. ITALIA / E in Lombardia scatta il divieto di consumare kebab e gelati fuori dalla rivendite In Lombardia rivendite di kebab, pizzerie d'asporto, gelaterie, pasticcerie e gastronomie dovranno abbassare le saracinesche all'una di notte. E' quanto stabilisce la legge sulla vendita, da parte delle imprese artigiane, di alimenti per l'immediata consumazione, che e' stata approvata dal Consiglio regionale con i voti contrari dell'opposizione. Sono previste inoltre pesanti sanzioni per gli inadempienti, che possono culminare nella chiusura dell'attivita' fino a tre mesi. Regole piu' precise anche sul versante igienico-sanitario, della sicurezza e del rumore. Vietata anche la consumazione del panino o del gelato fuori dai locali. Approfondisci: http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/comu.php?id=257434 GERMANIA / La prima centrale che funziona con vento e idrogeno La Germania, con 20.000 impianti e' al primo posto in Europa per produzione d'energia eolica. Ma quando il vento non c'e' e' un guaio. Forse una buona soluzione potra' rivelarsi il modello inaugurato il 21 aprile dalla Cancelliera Angela Merkel a Prenzlau (Brandeburgo): un ibrido basato sul vento e l'idrogeno. L'idea appare semplice. Quando soffia il vento le pale producono molta elettricita', e se questo succede quando la gente dorme e il consumo e' minimo i gestori possono usare l'energia in piu' per ricavare idrogeno dall'acqua. Il gas cosi' ottenuto sara' pressato nelle cisterne dove resta immagazzinato in attesa della "bonaccia". Quando il vento smette di soffiare, l'idrogeno viene pompato insieme al biogas e tutt'e due saranno bruciati come in un motore, cosi' da far funzionare il generatore che produce elettricita'. ITALIA / Istat. Quasi un milione di famiglie in poverta' assoluta Nel 2007, in Italia, 975 mila famiglie si trovano in condizioni di poverta' assoluta (il 4,1% delle famiglie residenti). In queste famiglie vivono 2 milioni e 427 mila individui, il 4,1% dell’intera popolazione. Tra il 2005 e il 2007, l’incidenza di povertà assoluta e' rimasta stabile e sostanzialmente immutate sono anche le caratteristiche delle famiglie povere in termini assoluti. Il fenomeno e' maggiormente diffuso nel Sud e nelle Isole, dove l’incidenza di poverta' assoluta (5,8%) e' circa due volte superiore a quella osservata nel resto del Paese: nel 2007, tra le famiglie residenti nel Nord la percentuale delle famiglie povere in termini assoluti si attesta, infatti, al 3,5%, e al 2,9% tra le famiglie del Centro. Lo rileva l'Istat. FRANCIA / In arrivo la prima bottiglia d'acqua in bioplastica riciclabile L'azienda Vegetal & Mineral Water con sede a Champagne nelle Ardenne quest'estate lancera' la prima bottiglia d'acqua in bioplastica riciclabile e integralmente "compostabile", prodotta con mais e patate. Il progetto e' nato in collaborazione con Ecole superieure d'ingenieurs en emballage et conditionnement (ESIEC). La bottiglia d'origine vegetale e' elaborata partendo dall'acido lattico polimerizzato (PLA), derivato dal mais per il flacone e dalla fecola di patate per il tappo. L'etichetta in acetato di cellulosa regge grazie a una colla vegetale. Previo specifico trattamento, la degradazione completa e naturale della bottiglia avviene in meno di tre mesi. "L'incoerenza tra la purezza dell'acqua e il suo contenitore estremamente ecotossico mi ha sempre preoccupato", spiega Pascal Bastien, fondatore dell'azienda, riferendosi alle attuali bottiglie. ITALIA / Marito spia l'e-mail della moglie lesbica, il giudice: e' lecito Aveva scoperto da una mail nel computer di casa che la moglie e' lesbica e voleva utilizzare il dato per annullare il matrimonio alla Sacra Rota. A seguito di cio', la donna aveva denunciato il marito e il pm di Milano aveva chiesto per l'uomo una condanna a tre mesi per violazione della privacy. Una sentenza della terza sezione penale del tribunale del capoluogo lombardo lo ha invece assolto con formula piena affermando che non c'e' stata alcuna violazione della privacy. U.E. / Se il concessionario non consegna l'auto e' legittimo sospendere il pagamento delle rate Il pagamento delle rate per l'acquisto dell'auto puo' essere sospeso se il concessionario ritarda a consegnare la vettura. Un'interpretazione della direttiva europea sul credito al consumo che costituisce una vittoria per i consumatori viene dalla Corte di giustizia che ha dato ragione ad un italiano che aveva fatto causa alla società finanziaria Neos Banca del gruppo Intesa San Paolo. Con la sentenza C509/07 i giudici comunitari hanno risposto al quesito che era arrivato dal tribunale di Bergamo davanti al quale è in corso lo "scontro" tra Luigi Scarpelli e la Neos Banca. Tutto ha inizio quando Scarpelli, nel 2003, decide di comprare un'auto nuova. Il concessionario avvia la pratica di finanziamento e il signor Luigi versa sull'unghia 10.000 euro mentre altri 19.130 vengono finanziati dalla Neos Banca con un contratto di credito al consumo che prevede la restituzione in 24 rate da 402 euro. Dopo ben due anni pero' la macchina nuova non arriva ancora. Problemi nelle consegne, dice il concessionario. Intanto Scarpelli ha gia' versato 24 rate per un totale di 9.648 euro. A questo punto il signor Luigi "punta i piedi", eccepisce l'inadempimento del fornitore e interrompe i pagamenti al creditore, ossia alla finanziaria. La reazione di Neos Banca non si fa attendere e pochi mesi dopo arriva un decreto ingiuntivo per 15.000 euro. Scarpelli non si perde d'animo, si oppone all'ingiunzione e, per giunta, chiede la restituzione dei circa diecimila euro già pagati. Davanti al tribunale bergamasco la Neos Banca afferma che il consumatore non aveva alcun diritto di bloccare le rate e chiedere la risoluzione per inadempimento del venditore del contratto di credito. Soprattutto perche', sostiene la società finanziaria, tra il concessionario e Neos Banca non c'è alcun accordo di esclusiva per i finanziamenti. Tutto si gioca sull'interpretazione della direttiva europea sul credito al consumo che, infatti, prevede il diritto del consumatore di interrompere i pagamenti al creditore se il fornitore della merce, anche quando è una persona diversa, non rispetta i patti. Ma la stessa direttiva non dice nulla sui vincoli di esclusiva. A colmare la lacuna ci ha pensato la Corte di Giustizia. "La direttiva - spiegano i magistrati Ue - impone un'armonizzazione minima in materia di credito al consumo. Il fatto di subordinare il diritto del consumatore di procedere contro il creditore - aggiungono i giudici del Lussemburgo - ad una clausola di esclusiva tra il creditore ed il fornitore contrasterebbe con l'obiettivo della direttiva che è, in primo luogo, quello di tutelare il consumatore in quanto parte piú debole del contratto". In sostanza, qualunque sia il rapporto tra il commerciante e la società che finanzia il consumatore per l'acquisto, se il venditore non rispetta gli accordi è possibile interrompere il pagamento delle rate alla finanziaria. Per la serie: il cliente ha sempre ragione. CINA / Il piu' grande mercato mondiale dell'auto Nel 2009 la Cina sara' certamente il solo grande mercato automobilistico in crescita. Malgrado la forte decelerazione del 2008, le vendite sono orientate verso l'alto. In marzo sono aumentate del 5% rispetto a un anno fa, e per l'intero anno gli analisti prevedono un aumento del 3%-5%, che e' naturalmente lontano dal 22% del 2007 (ma erano altri tempi). L'incremento, se pur modesto, contribuisce a dislocare il centro di gravita' del settore verso la Cina, dove il mercato supera da tre mesi quello degli Stati Uniti e lo colloca al primo posto nel mondo. L'incremento d'inizio anno si spiega con una serie di misure adottate nel quadro del piano di rilancio, come la riduzione delle tasse per le piccole cilindrate (1,6 litri), che rappresentano il 50% delle vendite. ITALIA / Risarcito chi perde un diritto perche' lo Stato non ha recepito una norma comunitaria Sentenza a sezione unite della Cassazione (n.9147 del 17 aprile 2009). Deve essere risarcito chi perde un diritto per illecito legislativo. La questione e' sulle borse di studio dei medici specializzandi: un medico non aveva avuto il compenso per la frequenza di un corso di specializzazione perche' lo Stato italiano non aveva percepito nei termini una direttiva comunitaria (82/76/Ce). Il ministero dell'Universita' e' stato condannato al risarcimento, confermando una sentenza d'appello contro cui l'Universita' aveva fatto ricorso adducendo la prescrizione quinquennale. Ma, verificata la natura dell'obbligazione, la Cassazione ha stabilito che la prescrizione e' decennale. USA / Il cane e' aggressivo se lo e' il padrone Uno studio dell'Universita' del West Virginia di Morgantown. Secondo Laurie Ragatz l'animale assimila i difetti dell'umano con cui vive. Nella maggior parte dei casi i cani aggressivi so o tenuti al guinzaglio da persone portate, o inclini, a commettere atti illeciti come vandalismo, uso di droga e tendenza alla rissa. Un test su 758 studenti ha evidenziato questa relazione in 563 casi: un cane capace di provocare lesioni all'uomo viene scelto dal padrone proprio per questa caratteristica. ITALIA / Bici e moto: partono gli incentivi all'acquisto Sono entrati a regime gli incentivi messi a disposizione dal ministero dell'Ambiente, in accordo con Confindustria Ancma e l'associazione Cives. Un fondo di 8.750.000 euro da erogare nel corso del 2009 a chi acquistera' una bici (senza obbligo di rottamazione) o un ciclomotore (con obbligo di rottamazione). Si va' dal 30% di risparmio (max 700 euro) per una bicicletta, al 20% (con diversi tetti massimi in base al modello) per un ciclomotore. Per usufruirne si deve fare una scelta nell'ambito del listino predisposto dal ministero e presentarsi presso un rivenditore autorizzato con codice fiscale o partita Iva. Al massimo si potranno acquistare tre biciclette. U.E. / Prodotti pericolosi: le segnalazioni crescono a quasi 1.900 Ogni giorno mezzo miliardo di cittadini europei rischiano di venire in contatto con centinaia di prodotti - non alimentari - potenzialmente pericolosi: dalle scarpe, spesso di provenienza cinese che contengono sacchetti deumidificanti responsabili di dermatiti anche gravi, alle creme o latte schiarenti della pelle proveniente anche dagli Usa e considerati cancerogeni, dagli accendini e lampade a forma di giocattoli fino ai pacchetti di chewing-gum che possono provocare elettro shock. Ma anche telefonini giocattolo che mettono a rischio l'udito dei piccoli e ciucci a base di ftalati (sostanze per ammorbidire la gomma) al bando in Europa. La lista e' lunghissima. Solo nel 2008 - ha reso noto la commissaria europea ai consumatori Meglena Keneva - quasi 1.900 di questi prodotti sono stati denunciati alla Commissione europea dai 27 stati membri tramite il sistema di allerta europeo 'Rapex', e ritirati dal mercato. Anche le denunce da parte dell'Italia sono in netta crescita. Dei quasi 1.900 prodotti ritirati dal mercato il 59% sono di origine cinese; il 20% sono di provenienza comunitaria; un ulteriore 11% proviene da diversi partner mondiali e per il restante 10% non si conosce neppure l'origine. SPAGNA / Verso l'eliminazione dei privilegi fiscali della Chiesa L'Accordo del 1979 tra Stato spagnolo e Santa Sede relativo agli affari economici e' intoccabile... ma non del tutto. Il Governo Zapatero, che per cinque anni non ha voluto rimettere in discussione quel testo, sta per introdurre una modifica nella normativa, in modo che alcuni beni della Chiesa paghino l'imposta da cui finora sono stati esentati: quella sulle costruzioni e le opere (ICIO). La vicepresidente, Elena Salgado, ha sottoposto il progetto di modifica alla Federazioni dei Municipi e delle Province (FEMP) perche' dia il suo parere, essendo l'ICIO un'imposta locale. L'accordo del 1979 riconosce alla Chiesa l'esenzione "totale e permanente" delle imposte "reali" sul reddito e il patrimonio. La esime inoltre dal pagare la principale imposta municipale, quella dei beni immobili (IBI), ma in questo caso con un'eccezione: la devono pagare quei beni che, pur essendo proprieta' della Chiesa, non sono finalizzati al culto -collegi, scuole dell'infanzia, ospedali, mense, centri assistenziali, residenze per adulti e centri diurni. Appare dunque in dirittura d'arrivo la battaglia intrapresa dall'eurodeputato di IU, Willy Meyer, il quale ha chiesto per cinque volte alla Commissione Europea di costringere la Spagna a sospendere il privilegio che, secondo lui, e' l'esenzione dell'imposta ICIO. ITALIA / Poste nel mirino dell'Antitrust: posizione dominante sui bollettini di conto corrente L'Autorita' Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 23 aprile 2009, ha deciso di avviare un'istruttoria per verificare se Poste abusi della propria posizione dominante nel settore dei servizi di incasso e pagamento, escludendo lo sviluppo di modalita' alternative offerte da altri operatori e applicando condizioni contrattuali eccessivamente gravose nei confronti degli utenti finali. Secondo l'Antitrust Poste Italiane detiene, nel mercato dei servizi di incasso-pagamento sostituti dei bollettini postali, quindi comprensivo oltre che dei bollettini postali anche del MAV e dei bollettini bancari 'freccia', una quota di circa il 90%, quota che resta comunque superiore al 50-55% anche se si considerano i servizi di incasso-pagamento ricorrenti (RID). Proprio grazie a questa posizione dominante, Poste Italiane sarebbe in grado di applicare condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose agli utenti finali che devono pagare i bollettini postali, scaricando su di loro commissioni relative a servizi resi ai beneficiari dei pagamenti quali la rendicontazione: per chi incassa, in particolare le aziende erogatrici di servizi come luce, acqua e gas, ma anche Pubblica amministrazione e Enti locali, Poste Italiane prevede infatti l'applicazione di commissioni di incasso anche nulle, facendo invece gravare su chi effettua il versamento, una commissione di pagamento pari ad 1,10 euro a bollettino (nel caso di pagamento allo sportello). A queste condizioni i soggetti che devono incassare sono ovviamente disincentivati dal ricercare strumenti di incasso alternativi e competitivi sul mercato di natura bancaria-finanziaria. Il potere di Poste Italiane di determinare gli standard del bollettino postale, escludendone l'interoperabilita' al di fuori della rete postale, ostacola, d'altra parte, lo sviluppo di modalita' di pagamento alternative offerte da altri operatori: la mancata indicazione dell'IBAN sul bollettino postale, espressamente esclusa da Poste Italiane, non permette ad esempio, modalita' di versamento sul conto corrente postale del beneficiario, attraverso il sistema interbancario, a condizioni meno onerose per l'utente. ITALIA / Le scuole italiane sono vecchie: il 98% costruito nel secolo scorso La meta' degli istituti scolastici e' stata costruita tra il 1950 e il 1975, un migliaio prima del 1800, nel complesso il 98% delle sedi di scuole statali e' vecchio. Sono i dati dell'Anagrafe dell'edilizia scolastica anticipati da Italia Oggi. In Italia nel complesso ci sono 40 mila edifici scolastici, solo 999 sono stati costruiti dopo il 2000 (appena il 2%). ------------------------------------------LE INIZIATIVE DELL'ULTIMA QUINDICINA Terremoto. Le proposte demagogiche e qualunquiste dell'Aduc... Ieri 14 aprile abbiamo rivolto un appello al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, affinche' utilizzi i soldi pubblici destinati al ponte sullo Stretto per mettere a norma antisismica gli ospedali (1). Abbiamo ricevuto una reprimenda da un noto conduttore radiofonico della RAI che ci ha tacciato di qualunquismo e demagogia. Oggi sul Corriere della Sera, in prima pagina, Alberto Quadrio Curzio, editorialista e ordinario di Economia politica alla Facoltà di Scienze Politiche della Universita' Cattolica dal 1976 e preside dal 1989, fondatore e direttore del Cranec (Centro di ricerche in Analisi economica) presso la stessa Universita' dal 1977, riprende la nostra proposta. Scrive, infatti, il prof. Quadrio Curzio che "i fondi vanno reperiti... con la revisione di alcune priorita' del governo tra cui il ponte sullo Stretto di Messina." Delle due l'una: o le proposte del prof. Quadrio Curzio sono egualmente demagogiche e qualunquiste oppure il buon senso e il buon governo indurrebbero a procrastinare alcuni impegni di spesa a favore dell'emergenza e della messa in sicurezza degli edifici pubblici, con priorita' per gli ospedali. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=256605 Contratti di convivenza per le famiglie di fatto. Vademecum per sopravvivere in un Paese con famiglie di seria A e B Falliti i tentativi di introduzione di Pacs e Dico, un riconoscimento giuridico organico delle coppie di fatto da parte del legislatore italiano e' oggi ben lontano dall'avvenire; nel frattempo aumenta la discrasia fra realta' sociale e veste formale delle unioni di fatto, "fenomeno" con cui anche il diritto, piaccia o meno al Parlamento, deve confrontarsi. E' cosi' l'incipit di un vademecum schematico sui contratti di convivenza per le famiglie di fatto, pubblicato nella rubrica "Famiglia e individuo - Quindicinale sui diritti dei singoli nelle famiglie tradizionali e di nuova generazione" sul nostro sito Internet. L'avv. Emmanuela Bertucci, che ne ha curato la stesura, specifica come la legge non abbia tenuto il passo dell'evoluzione sociale e il risultato, ad oggi, e' un panorama giuridico schizofrenico: non esiste una normativa unitario che riconosca le coppie di fatto, ma diverse leggi speciali se ne occupano, in un complesso normativo estremamente disarticolato. Determinante il ruolo dei giudici che, chiamati a decidere sulle situazioni giuridiche dei conviventi nel corso e dopo la fine del rapporto, hanno contribuito all'evoluzione giuridica della tutela delle coppie di fatto, richiamando prima di tutto l'art. 2 della Costituzione che tutela il diritto inviolabile di manifestare la propria personalità in una formazione sociale, che e' appunto la coppia, anche al di fuori dell'ipotesi legislativa del matrimonio. Posta questa base, in assenza di legislazione unitaria, i giudici si sono poi indirizzati tentando di costruire attorno alle famiglie di fatto una sorta di sistema parametrato a quello della famiglia fondata sul matrimonio. Ai singoli resta comunque la possibilita', in assenza di norme organiche, di disciplinare autonomamente il proprio rapporto, con veri e propri contratti di convivenza o patti di convivenza che dir si voglia. Le persone sono infatti libere di concludere contratti atipici (cioe' non espressamente disciplinati dalla legge) in piena autonomia, purche' "siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l'ordinamento giuridico" (art. 1322 del Codice civile). Le coppie possono quindi disciplinare moltissimi aspetti della convivenza (prevalentemente da un punto di vista patrimoniale) e della cessazione del rapporto. Da qui il vademecum schematico su cosa si puo' e non si puo' disciplinare contrattualmente, su quali leggi (abbiamo considerato quelle maggiormente rilevanti) esistano in materia, sui diritti e doveri riconosciuti dalla giurisprudenza. Segue lo schema delle voci principali: - Rapporti economici nel corso del rapporto - Rapporti economici dopo la fine del rapporto - Diritti a seguito di morte del convivente: l'eredita'; risarcimento del danno da morte; assegnazione di casa popolare in caso di morte del convivente - Diritti di abitazione: casa in affitto e morte del convivente; casa e cessazione della convivenza; casa popolare e morte del convivente - Famiglia anagrafica - Convivenza e figli - Adozione - Fisco e tributi Qui il testo integrale del vademecum: http://www.aduc.it/dyn/famiglia/art/singolo.php?id=256632 Il direttore del quotidiano Libero non sa come funziona il canone/imposta della Rai? Gentile Vittorio Feltri, leggendo il suo editoriale di oggi 16 aprile sulla vicenda della sospensione del vignettista Vauro alla Rai, c'e' un "passaggio" che mi ha lasciato perplesso e stupito: "I giornalisti del servizio pubblico hanno l'obbligo di rispettare gli abbonati, la loro sensibilita' e le loro idee, non dimenticando mai che sono al servizio di quanti pagano il canone e non i padroni dello studio, delle telecamere....". La questione non e' come lei scrive. Restando nell'ambito del suo argomentare, i giornalisti non avrebbero l'obbligo verso gli abbonati e non sarebbero al servizio di quanti pagano il canone, ma sarebbero obbligati e al servizio dello Stato. Come lei sa, l'abitudine di chiamare abbonati coloro che pagano l'imposta di possesso di un apparecchio atto a ricevere trasmissioni tv (anche se la Rai non la vedono mai), e' foriera di confusione, fraintendimenti e dissapori. I giornalisti hanno un contratto con una societa' di proprieta' dello Stato ed e' a questo che dovrebbero far fede: tra loro e i contribuenti che pagano questa imposta c'e' il medesimo rapporto che, per esempio, intercorre tra chi paga l'Iva e un dipendente di un qualunque ufficio statale. Il rapporto diretto e "missionario" che lei indica nel suo editoriale, anche se siamo in un periodo di tentativo di unita' nazionale contro i disastri della stessa Nazione, contrattualmente non esiste. Forse potrebbe esistere professionalmente, ma questo e' un altro discorso. Se avra' voglia e tempo, potra' approfondire quanto le dico sull'ampia documentazione in merito che abbiamo sul nostro sito Internet e che ci serve come grimaldello per la battaglia abolizionista di questa imposta: http://www.aduc.it/dyn/rai Grazie dell'attenzione e buon lavoro Terremoto e referendum. Uno schiaffo alla miseria e le tasse eterne dell'emergenza E' come gettare il pane quando abbiamo accanto un fratello affamato. Uno schiaffo alla miseria. Cosi' potremmo definire la decisione del governo Berlusconi di non accorpare le elezioni europee con l'appuntamento referendario. Al di la' del merito dei quesiti, il buon senso, e un buon governo della cosa pubblica, dovrebbe portare alla razionalizzazione delle scadenze elettorali. Questo vale sempre e, in particolare, quando ci si trova di fronte ad emergenze quali quelle del terremoto in Abruzzo. Non si possono sprecare soldi inutilmente. Sull'argomento eravamo intervenuti gia' nel 2005 (1): l'election day e' stato sponsorizzato da tutte le parti politiche che, guarda caso, l'hanno dimenticato per i successivi appuntamenti ed e' cosi' anche in questa occasione. Come spieghera' ai terremotati questo sciupio di soldi, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi? Con una battuta? E dove prendera' l'equivalente di questo sperpero? Dal 5 per mille delle associazioni che gia' operano volontariamente in loco, esercitando quella sussidiarieta' che gia' fa risparmiare allo Stato? Dall'aumento delle tasse che, per bocca dello stesso Berlusconi, sono a livelli intollerabili? Dall'aumento dell'accisa sulla benzina turlupinando, di nuovo, i contribuenti? Qui sotto un elenco di provvedimenti "provvisori" poi divenuti "definitivi" sull'aumento delle tasse sulla benzina. * 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935; * 14 lire per la crisi di Suez del 1956; * 10 lire per il disastro del Vajont del 1963; * 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966; * 10 lire per il terremoto del Belice del 1968; * 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976; * 75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980; * 205 lire per la missione in Libano del 1983; * 22 lire per la missione in Bosnia del 1996; * 39 lire (0.020 euro) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranviari del 2004. A breve dovremo aggiungere anche quella sull'Abruzzo e, magari, i nostri nipoti tra 70 anni la pagheranno ancora? (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=104574 Provincia di Roma. Finanziamenti a pioggia per la "sicurezza" 75 progetti da 20mila euro l'uno per un totale di 1,5 milioni di euro per l'integrazione sociale, sportiva e culturale. Andranno alle associazioni, ai comitati ad enti religiosi. Ogni referente ricevera' 1.600 euro al mese per rafforzare la "rete di solidarieta'". Un finanziamento a pioggia di vecchio stampo che a nostro parere servira' poco. Peccato che la Provincia persegua nuove iniziative con vecchie logiche: non e' cosi' che si valorizzano le funzioni di un ente gia' di per se' stretto tra la Capitale e la Regione e che dovrebbe trovare nuove modalita' di azione per affermare la propria funzione e non e' certo con la tecnica degli annunci programmati piu' volte nel tempo, e piu' volte riportati dai media, che se ne esce. L'esperienza veltroniana non ha insegnato proprio nulla? Terremoto e ponte stretto di Messina Ecco la vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=256872 Terremoto e election day. Il 'pizzo' della Lega Il "pizzo" di 400 milioni di euro pagato alla Lega per non abbinare la scadenza referendaria con le elezioni europee del 5-6 giugno prossimo. Cosi' l'hanno definito nella nota trasmissione televisiva "Striscia la notizia". Vediamo di capire. Se vincesse il si' al referendum il premio di maggioranza, che viene attribuito nelle elezioni per Camera e Senato, passerebbe dalla coalizione (in questo caso Pdl piu' Lega) al partito che prende piu' voti (in questo caso il Pdl). Fondamentale, per questo risultato, e' che si raggiunga il quorum (50% piu' uno degli elettori) e l'abbinamento alla data elettorale europea offre maggiori chance di successo. A scalare le possibilita' di esito positivo per il primo e il secondo turno delle amministrative, che, tra l'altro, non si svolgono in tutto il Paese. Ovvio che la Lega si opponga, che' il suo diverrebbe un ruolo marginale, ma i soldi che si risparmierebbero con l'abbinamento degli appuntamenti politici potrebbero essere utilizzati per i terremotati dell'Abruzzo. Alla Lega, per dirla alla romana, "nun ne je po' frega' de meno", pensa a se stessa, alla propria sopravvivenza politica e degli abruzzesi in tenda non se ne cura. Chissa' cosa avrebbe fatto se il terremoto si fosse localizzato nella "Padania". La proposta di spostare la data referendaria al prossimo anno presenta gli stessi problemi di quelli attuali perche' il prossimo anno ci sono le elezioni regionali: si abbinera' il referendum con le elezioni regionali per risparmiare? O si avranno due date diverse con i relativi costi maggiorati, rispetto a quelli di giugno prossimo, visto che le elezioni regionali si svolgono in un solo turno? La domanda che tutti si pongono e' semplice: possiamo sprecare soldi in un momento di crisi economica, con il debito pubblico alle stelle e con la tragedia e il dramma dei terremotati? Pistacchi alla salmonella. Evitare quelli importati dalla California Attenzione ai pistacchi importati dalla California, potrebbero essere contaminati con la salmonella. Gia' oltre venti produttori statunitensi sono stati costretti a ritirare dal mercato centinaia di prodotti contenenti pistacchi acquistati da uno dei due piu' grandi coltivatori di pistacchi, la Setton Pistachio of Terra Bella, Inc. Fra i prodotti ritirati, non solo confezioni di pistacchi, ma anche snack salati, dolci e gelati. Non e' chiaro se i pistacchi contaminati (coltivati nel 2008) siano stati importati anche in Italia, dove per altro sono diverse le societa' che vendono pistacchi californiani. In attesa di una risposta del ministero del Welfare, che interpelleremo con urgenza attraverso un'interrogazione parlamentare, invitiamo ad evitare il consumo di pistacchi importati dagli Stati Uniti, ed in particolare quelli provenienti dalla California. La salmonella di origine alimentare ha gia' causato una decina di decessi negli Usa nel 2009. Per ulteriori informazioni, consultare il sito della Food and Drug Administration: http://www.accessdata.fda.gov/scripts/pistachiorecall/index.cfm Studenti colpiti dal terremoto: diritti e consigli dell'Aduc Ci scrive una studentessa dell'Ateneo de L'Aquila descrivendoci la situazione critica di chi, "forestiero", studia nel capoluogo abruzzese e, sottomesso alle logiche di chi specula sulle loro necessita', oggi si ritrova ad affrontare un dopo-terremoto che non sembra abbia molta cura di persone come lei. Riportiamo la lettera e la nostra risposta che -pubblicate nella rubrica "Cara Aduc" sul sito Internet dell'associazione- sono significative e drammatiche di un'Italia che, purtroppo, visto il passato, promette tanto ma da' poca speranza. ---------------------------------Ciao sono una studentessa dell’Universita' dell’Aquila scampata per miracolo dal terremoto del 06/04/2009. Volevo chiedere una informazione... noi studenti universitari siamo sempre stati la risorsa maggiore della citta' dell’Aquila e siamo sempre stati trattati a pesci in faccia e anche adesso, dopo questa tragedia immane e dopo la morte di tanti studenti universitari, il ferimento e lo shock subito da quelli piu' fortunati (tipo me che miracolosamente sono riuscita a fuggire da casa mentre le scale crollavano e il palazzo di fronte casa mia si disintegrava), non veniamo considerati quasi per nulla!!!! Noi abbiamo perso tutto, a partire dalle mutande fino ad arrivare alla tranquillita' necessaria per dormire la notte; e' dalla notte del terremoto che non dormo non riesco neanche a guardarlo il letto, perche' durante il terremoto stavo dormendo e sono stata svegliata dal letto che ballava e i calcinacci del soffitto che mi cadevano addosso. Noi studenti siamo vivi solo fisicamente, abbiamo perso amici, ricordi, oggetti di prima necessita' ma soprattutto la serenita' e la speranza per il nostro futuro. Perche' un genitore dopo tanti sacrifici per far studiare il proprio figlio deve ritrovarselo morto sotto le macerie di case non a norma?????? Perche' noi studenti sopravvissuti per miracolo non veniamo neanche considerati e se abbiamo bisogno di un supporto per superare il trauma, ci dobbiamo arrangiare da soli?????? Io mi rendo conto che per ora la priorita' e' per le persone residenti in l’Aquila, ma anche noi eravamo li', anche noi come loro abbiamo perso tutto (io personalmente ho perso amici, colleghi universitari, documenti importanti, denaro, lavoro, tutto cio' che avevo in casa quindi anche ricordi di persone che non ci sono piu' e che niente e nessuno potra' mai restituirmi, ma soprattutto ho perso la sicurezza, la tranquillita', la voglia di andare avanti e lottare per il mio futuro…..), perche' per noi nessuno ha fatto e sicuramente fara' nulla???? Sicuramente andra' a finire come sempre, noi non verremo neanche considerati e ai nostri padroni di casa (che sapevano bene quali erano le condizioni dei TUGURI che ci affittavano profumatamente e che vivevano tutti in case ben costruite nelle zone limitrofe e nuove della citta') verrà restituita una casa nuova con la quale continueranno a lucrare, alle spalle dei poveri studenti, senza denunciare nulla. Cosa possiamo fare per tutelarci??? La ringrazio e le chiedo scusa per il disturbo. Luisa ----------------------------------------------la nostra risposta la questione e' complessa, ma si parte da un presupposto semplice: chi le affitta una casa e' responsabile della stabilita', dell'integrita' e della salubrita' della stessa. E se l'assenza di queste prerogative le provoca dei danni, lei e' legittimata ad agire per il risarcimento. Quindi lei ha anche diritto ad avere la caparra indietro perche' la casa non e' piu' disponibile nelle condizioni di salubrita' in cui le era stata affittata (o quelle in cui dicevano lo fosse, visto che e' poi crollata). La procedura di richiesta per i danni parte da una messa in mora: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=111051 Ma al presupposto semplice, come detto, si affianca una questione complessa: il disastro che lei ha ben descritto nella sua lettera. Questo per dirle che, senza far passare molto tempo, occorre comunque prenderne un po' per capire l'andazzo generale dell'intervento dello Stato che, in teoria, siccome non e' scevro da responsabilita' della propria amministrazione (locale, regionale e centrale) nelle conseguenze del terremoto, dovrebbe intervenire a salvaguardia di tutti. Terremoto. Con 400 milioni risparmiati dell'election day si possono costruire 1.600 appartamenti da 100 metri quadrati ciascuno Abbinare referendum ed elezioni europee farebbe risparmiare 400 milioni di euro (1) e con quei soldi si potrebbero costruire 1.600 appartamenti da 100 metri quadrati ciascuno. Il calcolo e' presto fatto: calcolando un prezzo medio di 2.500 euro a metro quadrato di costruito, si spenderebbero 250.000 euro per un appartamento di 100 metri quadrati; dividendo i 400 milioni per questa cifra si ottengono, appunto, 1.600 appartamenti da 100 metri quadrati. Ovviamente se la superficie diminuisce aumentano gli appartamenti (es. 2.139 case da 75 metri quadrati). Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dichiara che, per la ricostruzione post terremoto 2009, i soldi li ha gia' trovati? Bene, allora i 1.600 appartamenti possono essere attribuiti ai 4.000 terremotati abruzzesi, che ancora vivono nelle "baracche realizzate a titolo precario" (32 metri quadrati di superficie) per il terremoto del 1915 (!!!), sempre in quel di Abruzzo (2). Non sarebbe piu' utile utilizzare i soldi dell'election day in questo modo? D'altronde i soldi sono pubblici, cioe' dei contribuenti, e dovrebbero essere restituiti agli stessi in opere e servizi. Se il presidente Berlusconi teme che la Lega possa mettere in pericolo il suo governo (3) ebbene afferri il toro per le corna una volta per tutte: metta in atto una campagna di denuncia contro la richiesta-ricatto della Lega, abbini referendum ed elezioni europee e utilizzi i 400 milioni per la ricostruzione post-terremoto del 1915 in Abruzzo. I cittadini comprenderanno e gli daranno fiducia. (1) http://www.lavoce.info/articoli/-istituzioni_federalismo/pagina1000964.html (2) http://www.corriere.it/cronache/09_aprile_19/salvia_abruzzo_terremoto_secolo_scorso_71bf1da6-2cc7-11de -bc78-00144f02aabc.shtml (3) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=257006 Pistacchi californiani alla salmonella Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=257261 Pistacchi californiani alla salmonella, circolano anche in Italia? Interrogazione Intervento della senatrice Donatella Poretti parlamentare Radicali - Partito Democratico, segretaria della Commissione Sanita' Negli scorsi giorni l'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) ha invitato i consumatori a evitare il consumo di pistacchi importati dagli Stati Uniti, in particolare quelli provenienti dalla California, perche’ potrebbero essere contaminati con la salmonella. Infatti, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense e il Dipartimento per la Salute pubblica della California hanno pubblicato il 18 aprile scorso una lista che ha imposto a oltre venti produttori statunitensi di ritirare dal mercato centinaia di prodotti contenenti pistacchi acquistati da uno dei due piu' grandi coltivatori mondiali di pistacchi, la Setton Pistachio of Terra Bella, Inc. La Setton aveva volontariamente chiesto il ritiro della sua produzione di pistacchi grezzi (non sgusciati e non tostati) coltivati nel 2008 lo scorso marzo, poiche' era stata riscontrata una massiccia presenza di salmonella. Ulteriori accertamenti della FDA e del Dipartimento Salute pubblica hanno evidenziato che la contaminazione è presente anche a un più ampio livello nei locali e nei mezzi di lavorazione della ditta californiana, accertamento che ha portato i due organi a disporre il ritiro anche del prodotto lavorato e delle sue derivazioni (snack salati, dolci e gelati). Poiche’ non e' saputo se i pistacchi contaminati siano stati importati anche in Italia, dove peraltro sono diverse le societa' che vendono pistacchi californiani, insieme al senatore Marco Perduca (Radicali-PD) ho rivolto un’interrogazione al ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali per sapere: - se il Ministro e' a conoscenza dell'epidemia di salmonella sviluppatasi negli Stati Uniti dalle partite di pistacchi prodotte in California dalla Setton Pistachio of Terra Bella, Inc.; - se, e nel caso per conto di quali ditte italiane, siano state importate in Italia partite della produzione di pistacchi del 2008 della Setton Pistachio of Terra Bella, Inc.; - se il Ministro intenda disporre urgenti controlli sulle ditte che trattano pistacchi di importazione dalla California e sulla loro produzione, al fine di accertare che non sussistano contaminazioni da salmonella in questi prodotti. Qui il testo dell'interrogazione: http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=257253 Mobili e formaldeide Parte domani 22 aprile, a Milano, il 48mo Salone internazionale del mobile. E' anche il momento per fare il punto sulla sicurezza dei mobili. Tornare a casa e sentire un odore aspro che prende alla gola e fa lacrimare gli occhi non e' proprio salutare. Si puo' pensare ad una fuga di gas dalla cucina ma non e' cosi'. E' invece la formaldeide, una sostanza usata nella produzione delle resine che trovano impiego nelle schiume isolanti, negli adesivi, nelle colle e nelle vernici. In pratica la formaldeide e' presente nei materiali di costruzione e nell'arredamento domestico. Insomma la maggior parte degli agglomerati o compensati di legno contiene formaldeide, che viene rilasciata nel corso degli anni. Il Centro internazionale di ricerca sul cancro (Francia) ha definitivamente classificato la formaldeide come cancerogeno certo per l'uomo. L'attivita' cancerogena riguarda in particolare le prime vie aeree (rino-faringe, fosse nasali, seni paranasali). Cosa fare? Per coloro che gia' hanno acquistato mobili il consiglio e' quello di aerare il piu' possibile, tenendo aperte le ante o i cassetti dei mobili. Per i cittadini che non vogliono correre rischi consigliamo l'acquisto di mobili senza formaldeide. Esistono e sono certificati, ed e' bene che i consumatori, che vogliono tutelare la propria salute, inizino a indirizzare il mercato. Ai costruttori, preoccupati per la concorrenza dei mobili dei Paesi asiatici, non possiamo che consigliare di puntare sulla qualita', anche dal punto di vista della sicurezza dei mobili. Legge anti-kebab della Regione Lombardia. Quando il sonno della ragione genera mostri. Disobbedienza civile Francisco Goya deve essersi rivoltato nella tomba: la sua profezia, immortalata in una celebre incisione, che raffigura i mostri quando la ragione si addormenta, si e' realizzata in quel del Consiglio regionale della Lombardia, che ha approvato una legge che vieta la consumazione di alimenti sui marciapiedi fuori dai locali. Ve lo immaginate il vigile di turno che multa la mamma con bambini che mangiamo un gelato fuori della gelateria? Nata come disegno di legge per limitare i locali dove si vendeva kebab (proposta dalla solita Lega che ci fara' buttare 400 milioni per il mancato abbinamento elezioni europee-referendum), la proposta si e' trasformata in un (ulteriore) monumento alla stupidita' che vieta l'assunzione di cibi e bevande al di fuori dei locali e che non potra' essere fatta rispettare perche' ci vorra' un vigile per ogni gelateria, paninoteca, pizzeria al taglio, kebaberia, bar, ecc della Lombardia. Un lungo sonno della ragione, questo dei consiglieri regionali lombardi, che ha liberato mostri. Per cacciarli i cittadini lombardi potrebbero sfidare l'amministrazione e fare disobbedienza civile: avvisando giornali e forze dell'ordine, darsi appuntamento un giorno prefissato fuori dei locali e gustarsi un bel pezzo di nostrana pizza. Oppure, come si fa per le migliaia di leggi inutili, ignorarla e continuare la propria vita come se i consiglieri regionali (della maggioranza) non esistessero. Testamento biologico e amministratore di sostegno. Aduc e Procura impugnano in Corte d'Appello il no del giudice tutelare L'Aduc e la Procura della Repubblica di Firenze hanno impugnato il provvedimento con il quale il giudice tutelare di Firenze ha rigettato la richiesta di amministrazione di sostegno di un cittadino sano e nel pieno delle proprie facolta' in previsione della propria incapacita' di determinare i trattamenti sanitari a cui essere sottoposto. La vicenda. Lo scorso gennaio, Pietro Yates Moretti (vicepresidente Aduc) ha richiesto la nomina della sorella per far rispettare le sue volonta' nel momento eventuale in cui egli non fosse stato piu' in grado di esprimerle. Contrariamente a quanto gia' deciso dal giudice tutelare di Modena e piu' recentemente da quello di Prato, il giudice di Firenze, nonostante il parere favorevole della Procura della Repubblica presente in udienza, ha rigettato la richiesta, sostenendo che essa puo' essere fatta solo quando si e' gia' affetti da infermita' o menomazione fisica o psichica. (1) Il reclamo. I legali dell'Aduc Claudia Moretti e Emmanuela Bertucci, insieme alla prof.ssa avv. Maria Grazia Scacchetti, che per prima in Italia e' riuscita ad ottenere per un suo assistito ancora in perfetta salute la nomina di un amministratore di sostegno dal giudice tutelare di Modena, hanno depositato reclamo in Corte d'Appello (2). Anche la Procura di Firenze, facendo propria l'interpretazione della norma proposta dal ricorrente, ha impugnato il provvedimento di rigetto. Nella pratica, infatti, potrebbe accadere che l'incapacita' della persona sopraggiunga non in seguito ad una malattia, ma all'improvviso (ad es. a seguito di un ictus, di un infarto, di un sinistro etc…) e, non potendo nominare in tempo reale l'amministratore di sostegno, sia sottoposto a quelle cure per le quali aveva preventivamente negato il consenso. Attendere quindi il sopraggiungere dell'incapacita' per la nomina dell'amministratore di sostegno, violerebbe il proprio diritto all'autodeterminazione delle scelte sanitarie. (1) http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=256371 (2) http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/20090422-ads-reclamo-firenze.pdf Decreto anti-kebab Ecco la vignetta di Joshua Held http://www.aduc.it/dyn/vignetta/vignetta_base.php?id=257556 Elettrostimolatori. Consigli Potenziano i muscoli, favoriscono la circolazione, fanno dimagrire ed eliminano la cellulite. Cosi' vengono pubblicizzati e, in prossimita' dell'estate e del relativo costume da bagno, chi non vorrebbe avere un corpo snello e privo di inestetismi? Ed ecco gli elettrostimolatori, di moda perche' questi apparecchi portatili possono essere usati in casa, standosene comodamente sdraiati sul letto a leggere un libro o vedere la televisione. Il principio e' semplice perche' si tratta di sollecitare il muscolo o la parte interessata con scariche elettriche a bassa intensita': il muscolo "lavora" e si tonifica. Potrebbe essere la soluzione per tutti coloro che desiderano migliorare le proprie qualita' estetiche senza faticare. Potrebbe essere, ma e' bene chiarire alcuni... particolari. L'elettrostimolazione e' sostanzialmente una tecnica riabilitativa, serve cioe' a tonificare muscoli costretti alla inattivita' da eventi traumatici, non e' quindi sostitutiva della normale attivita' sportiva. E' controindicata per alcuni categorie di soggetti a rischio come i cardiopatici, i portatori di Pacemaker e protesi, le donne in gravidanza e gli epilettici. L'elettrostimolazione stimola determinati muscoli ma non i loro antagonisti e quindi diminuisce la loro capacita' di coordinazione. Quando si svolge una attivita' sportiva, anche moderata, si aumentano complessivamente determinate funzioni, oltre quella propriamente muscolare, tutto cio' da' la possibilita' di sopportare uno sforzo fisico in modo armonico perche' ciascun apparato (muscolare, scheletrico, circolatorio, respiratorio) e' allenato. Cio' non avviene stando sdraiati sul letto con l'elettrostimolatore e il rischio e' la facile affaticabilita', l'alterazione del metabolismo basale e delle costanti fisiologiche interne (omeostasi). A questo si possono aggiungere effetti psicologici quali lo sviluppo di atteggiamenti passivi. Insomma l'elettrostimolazione non sostituisce l'attivita' fisica ne' una passeggiata. Fa bene se usata sotto controllo medico e per cure specifiche. Per un eventuale acquisto occorre ricordare che l'apparecchio deve avere: 1) il marchio CE, che sta per conformita' europea; 2) il numero di identificazione, per risalire all'apparecchio in caso di guasti. Aduc - Osservatorio Firenze. Il Comune se la prende con i ciclisti e incentiva i mezzi a motore Il Comune di Firenze non finisce mai di stupire quando si tratta di viabilita' e inquinamento. E' stato scientificamente dimostrato che la bicicletta inquina meno dell'automobile e di uno scooter. Per una citta' con annosi problemi di traffico e inquinamento sarebbe consigliabile incentivare l'uso della bicicletta. Ma come abbiamo piu' volte denunciato, il Comune di Firenze non solo non incentiva, ma neanche rimuove gli ostacoli al suo utilizzo. Le piste ciclabili sono spesso esercizi in colorazione: una pennellata di rosso qui e una la', ed ecco a voi la pista in tempi da record. Poco importa che finisca nel nulla, spesso costringendo i ciclisti a manovre pericolose per poter continuare il proprio percorso. E poco importa che il manto stradale sia sfigurato da voragini multiformi che, se non evitate, assicurano la caduta. Ora, come se tutto cio' non bastasse, il Comune di Firenze si mette pure a perseguire i ciclisti. E' quanto ci viene segnalato da alcuni cittadini che abitano in via Pagnini e dintorni, sulle cui biciclette parcheggiate fuori dalle due rastrelliere presenti nella zona e' apparso un bigliettino che recita: "E' pregato di spostare la sua bicicletta, se non la spostera' incorrera' nei procedimenti sanzionatori e alla [sic!] successiva rimozione il giorno 5 maggio 2009". (foto 1 e 2) Potrebbe apparire uno scherzo, viste le sgrammaticature. Eppure sono stati proprio i vigili urbani ad apporre l'avvertimento. Il Comune avrebbe ogni ragione a rimuovere le biciclette in "divieto di sosta" se non fosse per il fatto che in quel vicinato, a fronte di 53 posti riservati agli scooter e oltre 100 posti alle auto, vi siano due sole rastrelliere per un totale di 15 biciclette (foto 3). Visto che le biciclette parcheggiate fuori dalle rastrelliere sono circa 80 (foto 4-6), e' evidente che per gli abitanti della zona e' impossibile fare altrimenti. Insomma, il messaggio del Comune di Firenze sembra chiaro: lasciate perdere la bicicletta e compratevi un mezzo a motore. Foto: 1. http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/biciclette/bici1.jpg 2. http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/biciclette/bici2.jpg 3. http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/biciclette/bici3.jpg 4. http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/biciclette/bici4.jpg 5. http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/biciclette/bici6.jpg 6. http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/biciclette/bici7.jpg Chewing-gum. I danni economici Per togliere dall'asfalto una gomma masticata ci vogliono due minuti al costo di un euro. E' il calcolo che hanno fatto in Germania e che risucchia alle casse dei Comuni qualcosa come 900 milioni di euro. In Italia si consumano circa 23mila tonnellate di gomme da masticare (si capisce il motivo di tanta pubblicita'); se tutti gettassero per terra la gomma il costo per raccoglierla arriverebbe alla iperbolica cifra di 23 miliardi di euro che, ovviamente, non si spendono per la semplice ragione che non tutti i consumatori gettano la gomma per terra e, soprattutto, perche i Comuni con si sognano di raccoglierle. Ricordiamo che per "smaltire" una gomma, cioe' perche' si dissolva nell'ambiente, ci vogliono circa 5 anni. Le gomme hanno un effetto positivo per l'igiene orale (alito, pulizia) ma anche delle controindicazioni (mal di stomaco da eccessiva produzione di saliva e inglobamenti di aria, effetto lassativo a causa dell'aspartame). Insomma, il chewing-gum non e' proprio indispensabile alla vita e se non ne possiamo fare a meno sarebbe utile evitare ulteriori costi per le nostre tasche. Stato di diritto. Privacy e Giustizia non esistono per la famiglia? Sembra quasi che per il nostro ordinamento e per i nostri legislatori, la famiglia sia una sorta di zona franca in cui tutto e' possibile e dove le leggi non valgono. Non stiamo estremizzando ma registriamo alcuni episodi a nostro avviso preoccupanti per uno Stato che dovrebbe essere di Diritto ma che, invece, dimostra di essere ipocrita e dei privilegi. Citiamo due esempi recenti. 1 - Un marito, per provare l'infedelta' coniugale della moglie adduce come prova una mail il cui contenuto lo ha carpito all'insaputa della stessa. La moglie denuncia la violazione della privacy e, dopo un processo durato quattro anni, ieri 23 aprile il giudice di Milano le da' torto (1). 2 - Il decreto del Governo sulla sicurezza ha istituito il nuovo reato di stalking (atti persecutori: art. 612-bis del codice penale), ma non prevede aggravanti per coniuge, attuale fidanzato o compagno; aggravanti che, invece, ci sono per gli ex. Nel dibattito che c'e' stato in Aula al Senato e' stato spiegato che e' bene che sia cosi', perche' i conflitti famigliari non vanno acuiti ma risolti in quell'ambito; lo stalking non e' un reato che riguarda cio' che avviene in famiglia (2). Non diciamo niente di nuovo nel ricordare che la maggior parte degli atti di violenza sulle donne avviene in famiglia. Quindi privacy e stalking, due reati per la violazione dei quali ci si puo' anche giocare la propria esistenza, quando avvengono in famiglia non sono tali. Per il giudice e per il legislatore il cittadino e' di due categorie: quello dentro e quello fuori della famiglia. Quello dentro, rispetto a quello fuori, ha meno doveri nei confronti di una comunita' civile che e' tale anche per le leggi che disciplinano usi e abusi. La Costituzione della nostra Repubblica, che ci ricorda che tutti sono uguali di fronte alla legge, non conta quando c'e' di mezzo la famiglia. L'appartenenza di un cittadino ad un nucleo, lo rende meno obbligato verso la legge: e' cosi' per le corporazioni a vari livelli ed e' cosi' per le famiglie. Siamo consapevoli che questa e' una tendenza che si afferma sempre di piu' nella nostra comunita' civica (il capo del Governo ha anche proposto che in Parlamento i deputati non dovrebbero piu' votare ma dovrebbe farlo solo il capo dello specifico gruppo politico...), ma non ci rassegniamo ad un modo di partecipazione civica e giuridica che tende ad emarginare le responsabilita' individuali a vantaggio di quelle dei gruppi o "tribu'" di appartenenza. Il nostro e' solo un diverso modo di concepire e vivere la societa' e le istituzioni che, pero', crediamo sia bene che non sia dimenticato e non si faccia mettere i piedi in testa. (1) http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/noti.php?id=257686 (2) http://blog.donatellaporetti.it/?p=597 Telefonia mobile. Credito residuo non restituito: l'Antitrust apre istruttoria su Tim-Telecom Italia L'Antitrust ha aperto un'istruttoria nei confronti di Telecom Italia-Tim per pratica commerciale scorretta in relazione al rimborso del credito residuo per l'utente che recede dal contratto. L'istruttoria fa seguito ad una denuncia presentata da noi nel giugno 2008, in cui evidenziavamo il mancato rispetto delle norme da parte di tutti i gestori mobili in fatto di credito residuo, un diritto dei consumatori sancito sin dal 2002, ma che tuttora i gestori nella sostanza non garantiscono (1). L'indagine dell'Antitrust vertera' su tre punti: (2) a) mancato riconoscimento del credito residuo sulle schede sim dopo la loro disattivazione (ossia, a seguito del diritto di recesso) anche ove i consumatori abbiano rispettato la procedura prescritta dalla societa'; b) imposizione di alcuni oneri, quali, a titolo esemplificativo, l'esborso di 5 euro per conseguire la restituzione del credito residuo, indicato nella "Carta Servizi Tim"; c) mancanza di adeguata informativa al cliente sui tempi entro i quali la richiesta di rimborso verra' evasa dalla societa'. (1) Portabilita' del credito residuo. Tim, Vodafone, 3 e Wind la negano da sei anni. Agcom minaccia ma non sanziona. Denuncia anche all'Antitrust http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=222661 (2) La comunicazione dell'Antitrust all'Aduc http://www.aduc.it/dyn/tlc/antitrustFax20090420.pdf Mucca pazza ed etichetta, aviaria ed etichetta. A quando l'etichetta per i suini? Sull'influenza suina abbiamo il (dis) piacere di riportare il nostro comunicato stampa del 20 Settembre 2005 (!), circa 4 anni fa. "C'e' voluta la mucca pazza per imporre l'etichettatura alle carni bovine che consentisse di capirne la provenienza. Oggi c'e' l'allarme influenza aviaria asiatica (66 morti negli ultimi 20 mesi) per imporre l'etichettatura alle carni bianche. A quando quella per i suini? Dovra' scoppiare una nuova epidemia per indurre i ministri e i commissari europei ad imporre l'etichettatura delle carni suine? Vedremo ancora spot ed inserzioni pubblicitarie (a spese del contribuente) rassicuranti sulla bonta' delle carni suine italiane, quando scoppiera' l'ennesimo scandalo (come e' successo per quelle bovine e avicole)? Aspetteremo un crollo dei nostri prodotti tipici (prosciutti, salami, ecc.) per prendere provvedimenti? Prenoteremo rimedi immunologici per far fronte all'evenienza? La questione in termini di impiego e' molto importante perche' il consumo di carni suine, nelle varie forme, e' ai primi posti nel nostro Paese". Insomma il problema c'e' tutto. Speriamo il prossimo Parlamento europeo se ne accorga. La febbre dei suini Ecco la vignetta di Giannino http://www.aduc.it/dyn/giannino/giannino_base.php?id=257942 Adsl e filtri peer to peer: Tele2 continua le violazioni, nuovo procedimento Antitrust a carico della societa' del gruppo Vodafone Il gestore telefonico Tele2 (gruppo Vodafone) ancora non informa adeguatamente la clientela Adsl della limitazione di banda che attua, impedendo connessioni peer to peer (che permettono la condivisione di file audio, video e altro). Il gestore nel dicembre scorso era stato condannato dall'Antitrust (1) per motivi analoghi. L'Autorita' gli impose, oltre al pagamento di una sanzione (minima), una completa e trasparente informazione affinche' il cliente potenziale potesse scegliere con cognizione di causa. Tale previsione e' stata disattesa, da qui il provvedimento dell'Antitrust che ha aperto un nuovo procedimento a carico del gestore (2). "... Si ritiene, pertanto, che le informazioni riportate sul sito Internet e nelle Condizioni Generali di Contratto della societa', riguardanti l’esistenza di sistemi di filtraggio e il loro utilizzo da parte della societa', non siano efficaci ed idonee a fornire al consumatore medio un’informazione chiara ed esaustiva. Tale considerazione e' ancor piu' grave in riferimento alla sottoscrizione, da parte dei consumatori, di offerte ADSL con tariffa flat che, a fronte di un obbligatorio esborso fisso mensile (il canone flat), non garantiscono di poter usufruire del servizio dati ADSL senza subire, durante la navigazione, rallentamenti e/o blocchi di connessione anche di lunga durata". In pratica, sul sito di Tele2 sono stati inseriti chiarimenti, ma nulla di sostanziale ad avviso dell'Antitrust. Non c'e' da stupirsi: a fronte di violazioni durate anni, la sanzione comminata nel dicembre scorso dall'Antitrust a Tele2-Vodafone e' stata di soli 90 mila euro, rispetto ad una sanzione massima possibile di mezzo milione di euro. In questo nuovo procedimento il rischio e' ancora molto limitato. Scrive l'Antitrust: "… Ricorrono, in conclusione, i presupposti per l’avvio del procedimento previsto dall’art. 27, comma 12, del Codice del Consumo, volto all’irrogazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 150.000 euro". E' evidente che cifre cosi' piccole non dissuadono: si ha piu' convenienza a pagare piccole multe e non rispettare le regole, catturando clienti col raggiro. Ed e' quello che ha fatto Tele2-Vodafone. (1) http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=247421 (2) http://www.agcm.it/agcm_ita/BOLL/BOLLETT.NSF/0ef77801432afc41c1256a6f004d522a/dd7a00958959233 9c12575a50036deb5?OpenDocument Nuova catena di Sant'Antonio: guadagna 3000 euro al mese commerciando in indirizzi Internet delle isole di Samoa. Denuncia all'Antitrust per pratica commerciale scorretta Nonostante i divieti normativi, le catene di Sant'Antonio imperversano, anche su Internet. Abbiamo denunciato il sito www.itsworth.eu all'Autorita' per la concorrenza e il mercato perche' valuti l’apertura di un’istruttoria e la conseguente sanzione per pratica commerciale scorretta. Il sito Itsworth.eu in modo poco chiaro offre ad un pubblico indifferenziato "anche un bambino deve essere in grado di farlo!" la possibilita' di fare soldi commerciando in indirizzi Internet "gestiti dal ministero degli Affari Esteri delle Isole Samoa, aventi come dominio di primo livello ".sw". Una catena di Sant'Antonio che nasce dall'oceano Pacifico, per approdare in Italia in cerca di gonzi, da reclutare anche tramite il social network Facebook, con un gruppo che conta 760 mila iscritti dall'emblematico titolo: GUADAGNA 3000 EURO AL MESE! Home Business Opportunity !! WORK WITH GDI (1) Ascoltando il video alla sottopagina http://www.itsworth.eu/video.htm si capisce che si tratta di una vendita basata su una struttura piramidale in cui il guadagno, in via principale, e’ dato dalle successive vendite fatte dai propri "affiliati". Si tratta di pratica commerciale scorretta, la legge 175 del 2003 all’art. 5 vieta "la promozione e la realizzazione di attivita’ e di strutture di vendita nelle quali l'incentivo economico primario dei componenti la struttura si fondi sul mero reclutamento di nuovi soggetti, piuttosto che sulla loro capacita’ di vendere o promuovere la vendita di beni o servizi determinati direttamente o attraverso altri componenti la struttura". Oltre a cio’ e’ vietata la promozione o l'organizzazione di tutte quelle operazioni, quali giochi, piani di sviluppo, "catene di Sant'Antonio", che configurano la possibilita’ di guadagno attraverso il puro e semplice reclutamento di altre persone e in cui il diritto a reclutare si trasferisce all'infinito previo il pagamento di un corrispettivo. A questo link il testo integrale della denuncia: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/DENUNCIAITSWORTH.pdf (1) http://www.facebook.com/group.php?gid=60163594470 Peste suina. Procurato allarme? "Chiunque annunziando disastri o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l'autorita', o presso enti e persone che esercitano un pubblico servizio, e' punito...". Questo e' l'articolo 658 del Codice Penale. E' stato prospettato nei confronti di Giampaolo Giuliani, tecnico dell’Istituto di fisica nucleare del Gran Sasso, per le previsioni sul terremoto in Abruzzo e a Giuseppe Zamberletti, attuale presidente Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile, che nell'85 fini' sotto inchiesta per procurato allarme terremoto in Toscana. Per la peste suina si parla di rischio pandemia che significa una epidemia la cui diffusione interessa piu' aree geografiche del mondo, con un alto numero di casi gravi ed una mortalita' elevata. Nessuno sottovaluta i pericoli di una infezione diffusa, ma parlare di rischio pandemia ci sembra proprio eccessivo. I farmaci ci sono, i vaccini ci saranno. A chi serve e a cosa drammatizzare un problema? Canone/imposta Rai. Garimberti scopre la piaga dell'evasione: siamo a disposizione per dimostrargli tutti gli errori che fanno "La Rai e' una azienda sana" ma c'e' "una piaga" che e' quella dell'evasione dal canone che "sottrae 450 milioni di euro l'anno". Cosi' il presidente della Rai, Paolo Garimberti, nel corso della sua audizione in commissione di Vigilanza. Il direttore generale, Mauro Masi, poi, annuncia che il dato relativo al primo quadrimestre del 2009 segna una evasione dal canone superiore al 30% contro quello del 2008 che si attestava al 28,2%. Il neo-presidente Garimberti sembra quasi nato oggi... o forse questo problema non se lo poneva perche', come la maggior parte del settore dell'informazione e la maggior parte dei politici, il problema "non esiste". Certo, abbiamo anche il presidente Silvio Berlusconi che ultimamente ha fatto sapere di aver piu' volte sventato, da parte dei suoi, una sorta di sciopero del canone... ma sono discorsi della domenica, da festa di partito, cosi' come i ministri della Leganord o dell'ex-An, abolizionisti a singhiozzo e convenienza. Noi ci mettiamo a disposizione del presidente Rai per certificargli -"carta canta"... cioe' lettere pubblicate nella nostra rubrica online "Cara Aduc"- che il fenomeno dell'evasione e' dilagante. Non solo, ma -ammesso che questo aspetto lo possa interessare- che anche chi paga odia lui, la Rai, lo Stato e, se fossero tendenzialmente piu' criminali di quanto un evasore fiscale possa gia' esserlo, darebbero fuoco a tutta Saxa Rubra. Questo e' il contesto in cui oggi Garimberti scopre la piaga e il suo direttore conferma che quanto continuano a fare (ai limiti spesso del codice penale) per "convincere" i refrattari a pagare, sta solo facendo aumentare l'evasione e -ribadiamo- l'odio dei contribuenti verso loro e lo Stato. Immaginiamo che Galimberti avra' in programma nuove forme di lotta all'evasione, con l'indurimento di quanto fatto fino ad oggi, aumentando il numero dei controllori che si intrufolano nelle case delle persone facendo loro credere di essere altro... altrimenti sarebbero bastonati seduta stante. Insomma tutte quelle iniziative che dovrebbero fare apparire la Rai/Stato piu' maschia e piu' feroce. Scommettiamo che l'anno prossimo, e l'anno prossimo ancora, i dati dell'evasione saranno ancora piu' alti e l'odio dei contribuenti verso Rai e Stato sara' ancora maggiore? Noi crediamo che fintanto continueranno con la menzogna e l'inganno a prelevare i soldi per il possesso di un apparecchio tv anche se viene usato solo per far giocare i ragazzini alla playstation, non potranno aspettarsi altro. Si raccoglie cio' che si semina, e chi semina arroganza, imposte percepite e vissute come ingiuste, puo' solo raccogliere odio e diventa complice di tutti gli sfascisti che distruggono lo Stato scambiandolo per l'andito della propria magione. Speriamo che con la nostra disponibilita' a far sapere a Galimberti cio' che sembra non sapere, possa essere affrontato di petto un problema fondamentale come l'informazione di Stato. Noi intanto proseguiamo, con le migliaia di richieste di chiarimenti da parte di contribuenti increduli che possa esistere un metodo cosi' suicida come quello del canone/imposta per finanziare una tv di Stato, con le infinite interrogazioni parlamentari a cui i ministri di turno non rispondono mai perche' non sanno cosa dire. Aspettiamo di essere convocati da Garimberti che, intanto, invitiamo a farsi un giretto in Internet a questo indirizzo: http://www.aduc.it/dyn/rai Cellulite. Inutili creme e vibratori La cellulite e' cosa estremamente naturale, ma che fa soffrire molte donne e deprime la loro gioia per i bagni in piscina e le vacanze al mare. Ecco perche' creme, oli e apparecchi massaggiatori in funzione anticellulite attraggono molto, non importa se sono cari. Ma ne vale davvero la pena? Nell'indagine condotta dalla fondazione Warentest, questi rimedi sono risultati di scarsa efficacia. Gli otto prodotti cosmetici e i due apparecchi esaminati hanno ottenuto tutti un voto "insufficiente", scrive l'associazione dei consumatori tedesca sul numero di maggio della sua rivista. Dopo quattro settimane di prova fra 300 donne, nessuno di questi ha potuto dimostrare un miglioramento visibile, ne' le creme ne' i vibratori. Promesse non rispettate, insomma. Conclusione di Warentest: meglio spendere quei soldi in attivita' sportive: il moto, unito a un'alimentazione sana e povera di grassi, e' piu' efficace contro la cellulite. E piu' utile ancora e' accettare il proprio corpo cosi' com'e'. Recentemente e' stata lanciato un nuovo metodo contro la cellulite: la crioelettroforesi, con principi medicamentosi (limogene e caffeina, associate a furosemide) che verrebbero fatti passare al di la' dell'epidermide attraverso il freddo. I costi? 150 euro a seduta, per un ciclo di 3-8 sedute. La furosemide e' un farmaco contro l'edema e puo' avere controindicazioni quali l'ipersensibilita' al prodotto, l'anuria (soppressione della secrezione renale) iposodiemia e/o ipopotassiemia. Sarebbe interessante sapere se queste controindicazioni sono valide per la crioelettroforesi. E' una domanda che rivolgiamo al ministero della Salute. Una interrogazione in tal senso e' stata preannunciata dalla senatrice Donatella Poretti. La Rai impedisce di disdire il canone? Per il Garante del Contribuente e' abuso d'ufficio. Denuncia alla Procura Sono anni che la Rai impedisce ai contribuenti di disdire il canone-imposta Tv attraverso comportamenti illeciti e vessatori, ora denunciati anche dal Garante del Contribuente (1). La legge prevede che l'utente possa fare disdetta attraverso una lettera raccomandata a/r (o il pagamento di 5,16 euro in caso di richiesta di suggellamento), indicando il numero di "abbonamento" e specificando il tipo di apparecchio di cui si e' in possesso e a chi eventualmente lo si cede. Eppure la Rai, violando la legge, richiede che il contribuente compili un ulteriore modulo, una dichiarazione di sorta senza la quale -a suo dire- la disdetta non sarebbe valida (2). Fra l'altro, nel modulo si deve autorizzare la Guardia di Finanza ad entrare in casa propria a svolgere controlli, un'autorizzazione del tutto inefficace e inutile che ha l'unico scopo di impaurire l'utente. Con questi artifici, la Rai dichiara inefficace la disdetta inviata precedentemente, perche' incompleta, e pretende il canone anche per gli anni successivi. Un comportamento cosi' inaccettabile che persino il Garante del Contribuente della Regione Piemonte, competente per lo "Sportello Abbonamenti tv" dell'Agenzia delle Entrate, ha espresso frustrazione e rabbia in una lettera recente: "Voi sapere perfettamente che la compilazione del modulo in questione non e' prescritta da nessuna norma di legge... Ci sembra assolutamente inammissibile che Voi persistiate in questo comportamento di vessazione gratuita di contribuenti... Riteniamo, e da tempo Ve lo abbiamo detto, che Voi poniate in essere continuamente dei veri e propri reati di abuso d'ufficio" (1). Di conseguenza invitiamo tutti i cittadini che subiscono questo comportamento a denunciarlo alla Procura della Repubblica di Torino per il reato di abuso d'ufficio. Si potra' utilizzare l'apposito modulo: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/modulistica/modu_mostra.php?Scheda=258092 (1) http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/20090428-garante-contribuente-piemonte.jpg (2) http://www.aduc.it/dyn/rai/20090224-rai-modulo.pdf Telefonia mobile. Credito residuo non riconosciuto: dopo Tim, l'Antitrust indaga anche su Wind e H3g-3Italia E dopo Tim-Telecom Italia (1), tocca a Wind e H3g-3 Italia essere 'indagate' dall'Antitrust per pratica commerciale scorretta in relazione al rimborso del credito residuo per l'utente che recede dal contratto. Le istruttorie fanno seguito ad una nostra denuncia di giugno 2008, in cui evidenziavamo il mancato rispetto delle norme da parte di tutti i gestori mobili in fatto di credito residuo, un diritto dei consumatori sancito sin dal 2002, che tuttora i gestori nella sostanza non garantiscono (2). Le argomentazioni preliminari dell'Antitrust sono differenziate. H3g-3Italia (3) La condotta contestata alla societa' si sarebbe manifestata tra l'altro nel: a) mancato riconoscimento del credito residuo sulle schede sim dopo la loro disattivazione (ossia, a seguito del diritto di recesso) anche ove i consumatori abbiano rispettato la procedura prescritta dalla societa'; b) imposizione di alcuni oneri, quali, a titolo esemplificativo, l'esborso di 10 euro per conseguire la restituzione del credito residuo, indicato nella "Carta Servizi H3g", disponibile sul sito www.3.it; c) mancanza di adeguata informativa al cliente sui tempi entro i quali la richiesta di rimborso verra' evasa dalla societa'. Sono le medesime contestazioni mosse a Tim-Telecom Italia. Wind (4) La condotta contestata alla societa' consiste, in particolare, nella previsione di una procedura onerosa e farraginosa per conseguire la restituzione del credito residuo sulle schede sim dopo la loro disattivazione, procedura che dissuade i consumatori dal far valere i loro crediti; nonche' nel blocco, peraltro disposto senza preavviso, in caso di esaurimento del credito presente sulla sim, del servizio di ricezione degli sms fino al momento della successiva ricarica. Oltre alle contestazioni mosse da Aduc, l'Antitrust ha individuato un'ulteriore potenziale condotta scorretta da parte di Wind: il blocco del servizio sms in ricezione, quando la sim e' scarica. ************ (1) Telefonia mobile. Credito residuo non restituito: l'Antitrust apre istruttoria su Tim-Telecom Italia http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=257771 (2) Portabilita' del credito residuo. Tim, Vodafone, 3 e Wind la negano da sei anni. Agcom minaccia ma non sanziona. Denuncia anche all'Antitrust http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=222661 (3) http://www.aduc.it/dyn/tlc/antitrustFaxTre20090427.pdf (4) http://www.aduc.it/dyn/tlc/antitrustFaxWind20090427.pdf Abi/Patti Chiari: entrano alcune associazioni di consumatori... amicizia lunga? Lo scorso lunedì 27 aprile si è svolta a Palazzo Mezzanotte, a Milano, una presentazione del consorzio PattiChiari dell'ABI (Associazione Bancaria Italia), nel corso del quale si sono presentati alcuni nuovi "impegni" a favore, ovviamente, del mercato, della trasparenza, dei clienti e chi più ne ha, più ne metta. Con un pomposo comunicato stampa si è diffusa la notizia di una "svolta" nella governance del consorzio dentro il quale entreranno ben tredici associazioni di consumatori: più o meno le solite associazioni che stanno dentro il CNCU (il Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, ovvero un organo di Stato nel quale si spartiscono un po' di prebende...). Naturalmente ogni associazione è libera di portare avanti i propri obiettivi come meglio ritiene. Per quanto riguarda l'Aduc, ci siamo sempre rifiutati di spartire co-gestioni con coloro che sono da sempre le nostre controparti nella lotta per l'affermazione e l'applicazione dei diritti degli utenti e consumatori. Abbiamo da sempre rifiutato la logica dei "tavoli di conciliazione" nei quali alcune associazioni di consumatori venivano retribuite dalle banche per trovare accordi conciliativi che riguardavano casi di cittadini che si sono a loro rivolti per essere tutelati contro comportamenti scorretti delle stesse banche. Ci sembra una logica aberrante. Con quale autonomia e credibilità potremmo combattere il prossimo comportamento scorretto delle banche se co-gestissimo un ente preposto a portare trasparenza e correttezza nel rapporto fra banca e clienti? Fino ad oggi PattiChiari è stato sostanzialmente uno strumento di marketing delle banche il quale ha fatto anche i suoi bravi "danni" (si veda il caso Lehman Brothers, su tutti...). Vedremo se con l'ingresso di alcune associazioni di consumatori le cose miglioreranno. Lo speriamo fortemente ma la logica ci porta a ritenere che sia più facile che qualche associazione venga assopita dalle poltrone comode (quelle dell'ABI sono "comodissime") piuttosto che l'ABI venga influenzata dalle associazioni di consumatori. Overbooking aerea. I diritti del passeggero "Spiacente non abbiamo posti". E' la ferale notizia che un passeggero, munito di regolare biglietto e prenotazione confermata, in questo lungo fine settimana, puo' sentirsi dire in uno degli aeroporti italiani o dell'Unione europea. Si chiamo overbooking (sovraprenotazione) ed e' un sistema che praticamente tutte le compagnie aeree adottano: vendono cioe' piu' biglietti di quanti siano i posti a disposizione. Saltano viaggio e nervi, percio' abbiamo voluto elencare le opzioni alle quali ha diritto il malcapitato turista (1). In caso di overbooking la compagnia aerea deve offrire al passeggero una delle seguenti scelte: * il rimborso del prezzo del biglietto entro 7 giorni in denaro o con buoni di viaggio e/o altri servizi; * il primo volo possibile fino a destinazione; * un volo in data successiva, a scelta del passeggero. In aggiunta la compagnia aerea deve pagare un risarcimento in contanti pari a: * 250 euro per i voli fino a 1.500 km; * 400 euro per i voli interni alla Ue oltre 1.500 km e per tutte le altre tratte comprese tra 1500 e 3500 chilometri; * 600 euro per i voli che non rientrano nei punti precedenti. La compagnia aerea deve inoltre offrire gratuitamente: * due telefonate o fax, telex o e-mail; * pasti o rinfreschi; * il pernottamento in albergo. Il passeggero ha diritto alla differenza di prezzo se viaggia in una classe inferiore a quella prenotata. Il passeggero non e' tenuto a chiedere i risarcimenti e i servizi elencati perche' devono essere erogati dalla compagnia aerea che deve informare i passeggeri dei loro diritti. (1) Per approfondimenti si veda: http://www.aduc.it/dyn/sosonline/schedapratica/sche_mostra.php?Scheda=79897 ------------------------------------------- ARTICOLI Terremoto. Ospedale del Mare a Napoli: urgente l'inchiesta della commissione parlamentare sul SSN Donatella Poretti * L'Ospedale del Mare, il piu' grosso dell'Italia Meridionale (450 posti letto e 190 milioni il costo stimato nel 2004), e' in costruzione in spregio alle piu' elementari norme di sicurezza a 8 km dal centro eruttivo del Vesuvio, nel quartiere Ponticelli di Napoli. In zona gialla, a 100 metri dalla zona rossa (1). La delimitazione della zona rossa (con divieto assoluto di costruzione) e di quella gialla (zona a pericolosita' differita e da evacuare) intorno al Vesuvio, e' stata realizzata seguendo i confini amministrativi solo per esigenze logistiche e operative, essendo aree effettivamente a rischio. Solitamente la delimitazione della zona rossa viene fissata con una distanza dal centro del vulcano che oscilla tra 10 e 12 km, e questo avviene per la parte sud-est anche del Vesuvio, non per quella nord-ovest, per cui Ponticelli e l'Ospedale del Mare risultano in zona esclusa dal rischio-invasione della lava. "L'area a maggiore pericolosita' -detta zona rossa- e' esposta al pericolo di scorrimento di colate piroclastiche e comprende 18 Comuni immediatamente circostanti al vulcano. La zona a minore pericolosita' -zona gialla- e' composta da 59 Comuni e corrisponde a tutta l'area che puo' essere interessata dalla ricaduta di piroclastiti e cenere, con spessori tali da causare il collasso delle coperture di un numero significativo di edifici". Cosi' certificava la scorsa legislatura il Governo in risposta ad una mia interrogazione parlamentare in merito (2). Abbiamo gia' ripresentato una interrogazione al Governo all'avvio della legislatura (3), abbiamo rivolto pubblici appelli alla Protezione Civile, alla Commissione Grandi Rischi, all'Istituto Nazionale di Vulcanologia (4), ma tutto tace. L'appello ora e' nel tavolo della commissione d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale presieduta dal senatore Ignazio Marino, affinche' si occupi di un ospedale che, invece di accogliere i feriti di una eruzione, se va bene dovra' essere evacuato, se va male restera' sotto la lava. Commissione che gia' ha aperto inchiesta sull'ospedale de L'Aquila crollato per il terremoto e che forse (come ribadito anche dal sen. Marino) ha maggior senso che si occupi anche dei disastri che possono essere prevenuti. Le eruzioni dei vulcani, i terremoti, gli uragani non possono essere impediti, ma lo Stato ha il dovere di prevenire i rischi e non di mettere a rischio coscientemente la popolazione. Costruire un ospedale in quella zona e' rendersi complice di tentata strage. (1) vedi cartina a questo link: http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/donatella/OspedaledelMare-cartina.pdf (2) http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_15/showXhtml.Asp? idAtto=12748&stile=6&highLight=1&paroleContenute=%27INTERROGAZIONE+A+RISPOSTA+SCRITTA %27 (3) http://blog.donatellaporetti.it/?p=142 (4) http://blog.donatellaporetti.it/?p=582 * senatrice Radicali - Partito Democratico, segretaria della Commissione Sanita' e componente della Commissione d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del SSN Profili di tutela dei diritti umani nell'euromed Mario Pavone Premessa I Ministri degli Esteri dell'Unione Europea hanno avviato da tempo un dialogo costante con i Ministri degli Esteri dei 12 paesi mediterranei nell'ambito degli incontri previsti per lo sviluppo degli accordi seguiti alla Dichiarazione di Barcellona e rivolti ad assicurare che il processo di partnership euro-mediterranea si muova decisamente nella direzione dello sviluppo e della protezione dei diritti umani in quella regione,attraverso l'elaborazione di chiari principi nella redazione definitiva della Carta per la Pace e la Stabilita' e attraverso un concreto programma di lavoro sui diritti umani in tutta la regione. Occorre, anzitutto, ricordare brevemente le tappe fondamentali sin qui percorse per il consegui mento di tale fondamentale obiettivo. 1. La Conferenza di Barcellona e la tutela dei diritti dell'uomo Nel novembre del 1995, con la Conferenza di Barcellona e la successiva Dichiarazione di Barcellona, fu stabilita una Partnership Euromediterranea (PEM) fra i 27 Ministri degli Esteri dei paesi dell'UE, del NordAfrica e del Medio Oriente. Oltre ai 15 paesi dell'UE i membri della Partnership sono Algeria, Cipro, Egitto, Israele, Giordania, Libano Malta, Marocco, Autorita' palestinese, Siria, Turchia e Tunisia, mentre la Libia si e' riservata lo status di osservatore. La istituita partnership dovrebbe consentire,secondo gli accordi,di giungere alla realizzazione di un'area di libero commercio e scambio per l'anno 2010. La Dichiarazione di Barcellona e il successivo Programma di lavoro prevedono lo sviluppo della partnership sotto tre aspetti: a. partnership politica per la sicurezza e la difesa; b. partnership economica e finanziaria; c. partnership sociale e culturale per i temi dell'educazione, la cultura, la salute, ecc. e per combattere insieme il terrorismo, il traffico di droga, e la criminalita' internazionale. La Dichiarazione di Barcellona ha,inoltre,sancito la responsabilita' collettiva dei Paesi del Mediterraneo al fine di garantire,da parte di tutti i Paesi membri, "il rispetto dei diritti umani e delle liberta' fondamentali"e "l'effettivo e legittimo esercizio di tali diritti e liberta', compreso la liberta' di espressione, di associazione per scopi pacifici, e la liberta' di pensiero, coscienza e religione, sia individualmente sia con altri membri dello stesso gruppo, senza alcuna discriminazione basata sulla razza, la nazionalita', la lingua, la religione o il sesso". Pertanto, i 27 paesi della PEM,nel riconoscere "il contributo essenziale che la societa' civile puo' fornire al processo di sviluppo della Partnership", si sono impegnati a rispettare alcuni principi generali in materia di diritti umani. Nonostante queste positive intenzioni e le dichiarazioni di principio sottoscritte, i Paesi della PEM devono ancora oggi concordare un concreto programma di lavoro sui diritti umani. Non esiste, infatti, allo stato alcun meccanismo per monitorare l'osservanza del rispetto di tali diritti o per reagire contro la loro violazione. Cio' nondimeno, a partire dalla Conferenza di Barcellona, numerose sono state le richieste e le raccomandazioni pervenute da piu' parti ai governi dell'UE per chiedere che sia stabilita una agenda dei diritti umani all'interno degli accordi di partnership. In particolare la Conferenza di Barcellona ha stabilito due obiettivi di grande rilevanza: a. la creazione entro il 2010 di una zona di libero scambio b. l'instaurazione di un'area di stabilita' e di pace nella regione. Costituiscono premessa della Dichiarazione e condizioni basilari per il raggiungimento degli obiettivi del dialogo intermediterraneo: a. il rafforzamento della democrazia, rispetto dei diritti umani, sviluppo economico e sociale sostenibile ed equilibrato, b. la lotta alla poverta', c. l'avvicinamento delle culture. Seguono nell'ordine -come nell'atto finale di Helsinki- i temi della cooperazione politica e della sicurezza, quelli della cooperazione in campo sociale, delle relazioni umane, della diffusione dell'istruzione e della cultura, della promozione di comprensione reciproca tra le differenti culture, ecc. Accrescere la reciproca conoscenza significa anche gettare le basi per una maggiore fiducia, a sua volta indispensabile per favorire collaborazione ed investimenti. Gli obiettivi sono comunque comuni e cioe' che ciascun Paese deve procedere al proprio interno a riforme strutturali ed adattamenti per potersi incamminare verso un'economia di mercato e quindi ad un'economia aperta. Tutti devono procedere nella stessa direzione e percorrere lo stesso itinerario, ovviamente, con le dovute differenze a seconda del diverso grado di sviluppo. Sussiste ancora oggi un problema di fiducia che va costruita attraverso una migliore comprensione che coinvolga l'opinione pubblica e riavvicini le societa'. Senza piu' stretti legami all'interno della societa' mediterranea qualunque azione sia fatta a livello di governi rischia di ottenere effetti parziali o effimeri. Da ultimo,va ricordata la risoluzione approvata dal Parlamento Europeo alla Conferenza di Valencia del 2002 la quale,al punto 3) "si compiace del rilancio del progetto di Carta di pace e di stabilita' che era stato abbandonato dopo la Conferenza euromediterranea di Stoccarda, con riserva di una migliore definizione del suo contenuto e si pronuncia contro qualsiasi intervento militare nella regione; al punto 4) "prende atto del testo sulla lotta contro il terrorismo, che si riferisce essenzialmente alle convenzioni e ai testi internazionali; ribadisce che la lotta contro il terrorismo deve essere condotta nel rispetto dei diritti umani e delle liberta' fondamentali "ed infine al punto 10) "deplora le gravi violazioni dei diritti dell'uomo in vari paesi partner del processo di Barcellona, in particolare dopo la firma di un accordo d'associazione; chiede l'instaurazione di meccanismi specifici che consentano un'applicazione concreta e piu' efficace della clausola degli accordi euromediterranei di associazione concernente i diritti dell'uomo". 2. L'importanza del dialogo con le civilta' del Mediterraneo La Risoluzione di Valencia rilancia, dunque, il dialogo tra l'Europa ed i Paesi del Mediterraneo e ripropone il problema del rispetto dei diritti umani. In proposito,ha scritto, di recente, il Prof. Stefano D'Anna, Rettore della European School of Economics, con un bellissimo pensiero, che "anche le nazioni e le civilta' sognano" (1). Sostiene il Prof. D'Anna che "al di la' dell'incubo delle guerre, della poverta' endemica di sterminate regioni del pianeta,a dispetto delle profezie di sventura e dell'indefinita storia di sciagure e crimini che la dissemina, un sogno di prosperita', di liberta', di giustizia, come un esile filo d'oro, ha sempre attraversato tutta la nostra storia, sin da quando fu concepito tremila anni fa, sulle coste dell'Attica. Nel liquido amniotico di quel sogno noi ancora nuotiamo, feto di quell'eta' di giganti e modernamente lo abbiamo incarnato nell'aspirazione planetaria alla democrazia liberale, al liberismo economico ed alla affermazione dei fondamentali diritti umani". Il "sogno" dell'Europa e' prima di ogni altra cosa un sogno di pace, di prosperita', di proficua collaborazione tra i popoli che fino a pochi decenni fa si sono ferocemente combattuti e dove i voti di fraternita', uguaglianza e liberta' sono rimasti a lungo e dolorosamente chimerici. "L'Europa -secondo l'illustre docente- e' un modello evolutivo per i popoli mediterranei, un modello verso cui far convergere i propri sforzi ed il corso della loro nuova storia; ad essi, ai loro piu' alti rappresentanti, agli ambasciatori, ai politici, agli studiosi occorre sottolineare che nessuno puo' aspettarsi di ricevere in dono democrazia e liberta', ne' la garanzia del rispetto dei diritti umani fondamentali. L'uomo deve cancellare la paura delle sue emozioni, il conflitto della sua psicologia, la poverta', la scarsita', il senso della morte, della sua coscienza. Il futuro della nostra civilta' e' puntare tutto sull'educazione, sull'uomo, sull'individuo". Millenni di storia impregnano le acque mediterranee percorse da colonizzatori, soldati, mercanti, pellegrini, sapienti, evangelizzatori, esse uniscono e dividono. Meravigliosi tesori di civilta' le attorniano, ricordi di vicende umane le solcano con scie di gloria, di avventura e di sangue. Eppure in un Mondo che, come e' stato sostenuto da alcuni,conosce oggi "la morte delle distanze", il Mediterraneo costituisce un minuscolo lago pulsante di vita ma tuttora avaro di vera comunicazione. Differiscono in esso i sistemi politici, e non solo tra sponda nord e sponda sud, differiscono quelli giuridici, le credenze religiose, i livelli di sviluppo. Differisce talora la concezione stessa del significato e del destino dell'uomo. E', quindi, indispensabile conoscersi, dialogare, accettarsi, perche' non si ceda alla tentazione della "relativizzazione" di valori che cinquant'anni fa furono proclamati -grande conquista della comunita' internazionale- come universali, quelli della uguale ed innata dignita' di ogni persona umana, quale che sia la terra in cui e' sbocciata alla vita, la fede che professa, il suo sesso ed il colore della sua pelle. 3. Il ruolo dell'Italia per la tutela dei diritti dell'uomo nei Paesi del Mediterraneo Nel Mediterraneo l'Italia e', per antico destino, il ponte di elezione per questo dialogo. Essa vuole fare assumere al Mediterraneo, mare di pace, di scambio, di sviluppo, di tolleranza, di democrazia e di tutela dei diritti umani, perche' esso torni ad essere, come un tempo, uno dei grandi motori della storia ed epicentri della civilta' (2). In tale direzione, va ricordato l'importante ruolo svolto dalla Lega Italiana dei diritti dell'umo e della Federazione Internazionale dei Diritti dell'Uomo (3) che e' da sempre fortemente impegnata in un continuo monitoraggio della situazione esistente nei diversi paesi del Mediterraneo, assicurato dall'attivita' svolta dalle organizzazioni locali affiliate. Le violazioni vengono da essa denunciate alle Nazioni Unite e viene sollecitato un intervento dei Paesi dell'Unione Europea. Non sempre, naturalmente, questi interventi hanno successo, ma essi consentono, tuttavia, una continua informazione all'opinione pubblica e sovente l'adozione di provvedimenti che penalizzano i governi dei paesi nei quali si verificano le piu' gravi violazioni. Per un'esposizione di queste attivita' e' utile elencare alcuni interventi svolti in passato dalla LIDU, a cominciare dai Paesi Arabi. La prima conferenza internazionale del movimento arabo per i diritti dell'uomo, tenuta a Casablanca dal 23 al 25 Aprile del 1998, ha distinto tre categorie di Paesi. a. Il primo gruppo comprende l'Arabia Saudita e alcuni paesi del Golfo, prive di strutture giuridiche moderne, di una Costituzione democratica e di un Parlamento regolarmente eletto. Ancorati alla loro specificita' culturale e religiosa, questi governi non lasciano alcuna possibilita' di azione ai difensori dei diritti dell'uomo. b. Il secondo gruppo e' composto dai Paesi che hanno aderito ai patti e alle convenzioni per l'attuazione della dichiarazione universale; questo gruppo comprende la Siria, l'Iraq, la Libia ed altri paesi minori, ma essi non rispettano praticamente alcuna norma delle convenzioni internazionali. L'area della liberta' e' fortemente ridotta e lo stato di violazione dei diritti dell'uomo e' di eccezionale gravita'. Le organizzazioni dei diritti dell'uomo sono costrette ad operare in clandestinita' o esilio. c. Il terzo gruppo di Paesi e' caratterizzato anche dalla violazione dei diritti, ma in tali paesi -Tunisia, Egitto, territori autonomi palestinesi- si verifica, da qualche tempo, un rispetto, anche se limitato, dei diritti garantiti dalla dichiarazione universale. Si tratta, tuttavia, di un rispetto sempre limitato, che impone un'assidua sorveglianza, soprattutto per la tutela dei "difensori dei diritti dell'uomo". Non va sottaciuto anche l'impegno in favore di una legislazione uniforme europea per il riconoscimento dell'asilo politico. Il 9 dicembre 1998 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, come e' noto, ha adottato la risoluzione sui "difensori dei diritti dell'Uomo". In tale circostanza, 26 Paesi membri hanno reso pubblica una "dichiarazione interpretativa" nella quale annunciavano la loro intenzione di adottare il testo approvato dall'Assemblea dell'ONU, con la riserva che le norme fossero conformi alla loro legislazione interna. Questa dichiarazione, naturalmente, non ha alcun valore giuridico di diritto internazionale, ma denuncia chiaramente l'intenzione di questi Paesi di limitare l'azione dei difensori dei diritti dell'uomo. Qualche mese dopo, nel marzo del 1999, la convenzione araba contro il terrorismo stabiliva un'intesa per la condanna degli oppositori, accusati di attivita' terroristica. Con la copertura della lotta al terrorismo, naturalmente legittima in determinate condizioni, e' stato stabilito un nuovo passo nel coordinamento della politica repressiva. Bisogna tener conto che la definizione di atto terroristico, fissata dalla convenzione, e', in effetti, cosi' ampia che puo', al limite, coprire tutte le azioni pacifiche di opposizione e dissidenza dal potere come pericolose per la sicurezza statale. Infine, poiche' l'indipendenza della giustizia resta in questi stati una nozione largamente relativa, in base a questa disposizione "un difensore dei diritti dell'uomo" perseguitato nel proprio Paese, non puo' trovare rifugio in un altro paese arabo. Vanno segnalate, infine, le leggi sulla liberta' di associazione, violate in quasi tutti i Paesi Arabi, con il chiaro proposito di ostacolare l'azione di tutte le associazioni non governative che si impegnano nella difesa dei diritti dell'uomo. La persecuzione dei difensori dei diritti dell'uomo in questi paesi e' la parte visibile di una politica generale di lotta e di repressione dei diritti fondamentali. Una politica paradossale, almeno a prima vista, perche' se tutti questi Paesi si impegnano per il libera lismo economico, poi, di fatto, rifiutano il liberalismo politico. Naturalmente l'accento viene sempre posto, con maggiore incisivita', sulla specificita' culturale e religiosa, per rifiutare l'universalita' dei diritti dell'uomo e quindi il legame inscindibile fra i diritti civili e politici e lo sviluppo economico e sociale. Fra gli episodi che denotano una qualche apertura nella tutela dei difensori dei diritti dell'uomo, va segnalata la liberazione,in Tunisia,di alcuni difensori dei diritti dell'uomo, quasi sempre accusati di diffamazione contro l'ordine pubblico e le autorita' e la diffusione di false notizie, volte a turbare lo status quo e ad incitare i cittadini a violare la legge. Particolare attenzione merita la situazione in Algeria. Dopo il lungo periodo del terrorismo dei fondamentalisti arabi, il Governo, come e' noto, ha adottato un provvedimento di amnistia, che, di fatto, cancella tutti i reati, anche quelli di omicidio e di tortura. Gli scomparsi sono migliaia, dei quali non si ha alcuna notizia ed il Governo non intende condurre alcuna indagine che potrebbe dimostrare,di fatto, un'intesa fra i terroristi e le forze armate. Le famiglie degli scomparsi hanno costituito un comitato "S.O.S. Scomparsi" che opera sotto l'egida della Lega Algerina dei diritti umani. Le famiglie degli scomparsi si riuniscono tutte le settimane ad Algeri davanti alla sede dell'Osservatorio Nazionale dei Diritti dell'Uomo, costituito da diverse O.N.G. e davanti alla sede della Prefettura in citta' come Orano e Costantina. La polizia e' intervenuta diverse volte per disperdere questi dimostranti, i quali, come ha fatto rilevare in un messaggio al Sindacato algerino degli avvocati, non contestano la legge per la concordia civile, ma chiedono almeno di conoscere la sorte dei loro congiunti scomparsi. Le autorita' algerine hanno proibito nel giugno dello scorso anno lo svolgimento ad Algeri di un incontro africano dei difensori dei diritti dell'uomo, che si doveva tenere parallelamente alla conferenza delle Organizzazioni dell'Unita' Africana. Pur tuttavia, questi rilievi sulla situazione interna di paesi nord-africani relativi al rispetto dei diritti dell'uomo, non incidono sulla linea di politica mediterranea dell'Europa. Il processo di democratizzazione di questi Paesi e' anzi strettamente legato alla piena attuazione delle direttive approvate dalla conferenza di Barcellona, sia per quanto riguarda la cooperazione economica sia per quanto riguarda la sicurezza, che deve coinvolgere i paesi membri in un programma unico. I problemi derivanti dai rapporti nell'Area del Mediterraneo sono stati discussi in numerosi convegni diretti a- a dare attuazione alla normativa Euromed; b- ai rapporti culturali; c- alla ricerca di una "lingua mediterranea", fondamento comune del diritto mediterraneo. Su questi temi e' stata istituita una struttura di parternariato, che comprende anzitutto le Leghe dei Paesi del Mediterraneo e, principalmente, le Leghe di Spagna e Portogallo. Sono state quindi stipulate intese con varie organizzazioni ed in primo luogo del mondo universitario e l'Istituto Catalano per il Mediterraneo, la piu' importante organizzazione che si occupa di questi problemi. E' stata inoltre tenuta una riunione presso l'Universita' di Gorizia, consociata nel progetto, insieme ad altre Universita' dell'Europa Orientale, in particolare Slovenia e Croazia. Il tema principale dell'incontro e' stato quello di ristabilire il principio di comunicazione Mediterraneo - Europa Orientale utilizzando il Corridoio Adriatico con il potenziamento dei porti di smistamento. Si tratta di un problema di particolare rilievo, perche' le tendenze, dopo la crisi del Kosovo, sono quelle di deviare una "via storica" istituendo -e in parte e' gia' stata istituita- una nuova via, il Corridoio 8, che passa per la Grecia e attraversa i paesi del Centro Europea (cd valigia delle indie). L'incontro di Gorizia, inoltre, e' stato di particolare interesse perche' ha portato ad un'intesa con il Libano, che era rappresentato dall'Arcivescovo di Baalabek, S.E. L. Hachen, gia' alla Segreteria di Stato in Vaticano, con il quale sono stati concordati due aspetti del programma: - il primo e' la ricerca sulla fonte comune del diritto mediterraneo, al quale partecipano tutte le Universita' dei paesi mediterranei ed alcune organizzazioni umanitarie. Sono stati programmati anche corsi di formazione per studenti di tutte le Universita', accentuando anche il rapporto interculturale tra i vari Paesi rivieraschi. - Il secondo aspetto e' quello di definire, nel quadro delle direttive europee, le linee di rapporti economici, comprese le comunicazioni, inquadrati in questo contesto di unita' mediterranea. Su questi problemi occorre, quindi, istituire un Centro Studi che costituisca punto di riferimento di questo processo di ricerca unitaria al quale parteciperebbero gli esponenti di diversi paesi mediterranei, i rappresentanti delle varie Organizzazioni impegnate nella democratizzazione dell'Area e delle Universita'. 4. Il binomio democrazia e diritti dell'uomo Per un migliore perseguimento di tale obiettivo,e' stato sostenuto che occorrerebbe rilanciare il binomio democrazia-diritti dell'uomo (4). Infatti, se si raggruppano in un'unica espressione tre termini -democrazia, diritti umani e Mediterraneo- che si pongono, singolarmente considerati,su piani diversi-occorrerebbe operare necessariamente un approfondimento sulle origini di questo collegamento che, specialmente per quanto concerne la democrazia ed i diritti umani, appare ancora legato a filo doppio. Il binomio democrazia-diritti umani, e' il risultato di una lunga e complessa fase di tensioni e di contrasti, non ancora del tutto completamente definiti. Di qui la necessita' di risalire alle origini di questa costruzione. Tale binomio appare oggi un'espressione universalmente accettata che ha un significato certo, reale, acquisito da sempre mentre non emergono gli aspetti dialettici, talvolta controversi ed i dubbi sulla portata dell'abbinamento. Siamo persino indotti ad adagiarci sulla tesi che l'accostamento fra la democrazia ed i diritti umani ha una sola chiave di lettura: non e' possibile assicurare il pieno rispetto dei diritti umani senza democrazia. L'assunto democrazia = diritti umani ha un significato preciso se ci si pone nel contesto generale dell'intera comunita' internazionale, e, piu' in particolare, nell'ambito delle attivita' delle N.U. Solo in questo contesto esso assume il valore di una linea di azione che si vorrebbe sviluppare in futuro. Nell'ambito del continente europeo, appare del tutto inutile coltivare l'idea che i diritti umani non possano essere garantiti se non con l'attuazione di un regime democratico, proprio perche' la democrazia, come viene intesa nel mondo occidentale, e' una realta' ormai pienamente realizzata, in forme, fra l'altro, fra le piu' avanzate. Per ripercorrere nel tempo l'evoluzione del rapporto fra democrazia e diritti umani, ed il diverso modo di porsi di un tale collegamento, occorre procedere, attraverso una lunga serie di episodi, una strada che ci porta indietro nel tempo, ma che ci fa comprendere anche quale sia il reale valore del risultato finale. Le radici politiche, storiche, filosofiche e giuridiche risalgono ad un fatto importante, anzi essenziale per comprendere l'intero sistema dei diritti umani. La Dichiarazione Universale dei diritti umani, di cui si e' celebrato il 60mo anniversario in questi giorni, ha rappresentato, in questo lungo arco di tempo, la fonte di ispirazione per una serie quasi infinita di altre dichiarazioni di principi, di convenzioni, di atti internazionali. Tuttavia, il maggior risultato, sul piano pratico, per porre concretamente in atto le norme morali contenute nella Dichiarazione e trasformarle quindi in norme idonee a creare diritti ed obblighi, e' stato, come e' noto, l'adozione dei due Patti universali, quello sui diritti civili e politici e quello sui diritti economici, sociali e culturali. Oggi siamo talmente abituati a sentir invocare o comunque menzionare i diritti umani, nel contesto interno, come in quello internazionale, che, nella nostra memoria storica, e' persino difficile ricordare che il processo di "creazione" dei diritti umani e' stato lungo, contorto, sofferto,contestato. L'entusiasmo che accompagno' l'adozione della Dichiarazione Universale non fu, in origine, del tutto genuino. Gli Stati erano perfettamente consapevoli che quella Dichiarazione aveva solo un valore morale, importante quanto si vuole, ma non tale da incidere seriamente sulla loro libera determinazione circa il trattamento da riservare sia ai propri cittadini, sia agli individui in quanto tali. Questa distinzione fra sudditi e stranieri aveva, all'epoca, un valore ed una portata del tutto diversa da quelli che oggi sono i principi generali del diritto internazionale in materia. Quel che occorre rilevare, come premessa all'esposizione di alcune idee sul binomio democrazia-diritti umani, e' che furono necessari ben 28 anni, nel sistema della Nazioni Unite, per trasferire dal campo della morale a quello del diritto i principi contenuti nella Dichiarazione, attraverso una fase estenuante e non sempre positiva di lunghi e complessi negoziati. Non e' questa la sede ne' l'occasione per approfondire i motivi che resero necessario, in modo imperativo, la distinzione di tutti i diritti umani della prima generazione nelle due grandi categorie contemplate dai Patti. E' tuttavia necessario rilevare che la decisione, dettata da una serie di motivi di varia natura, di dividere in due grandi gruppi i diritti umani e' all'origine di una serie di sviluppi successivi con ricadute nella seconda e nella terza generazione dei diritti umani, fra le quali il progressivo affermarsi del rapporto fra democrazia e diritti umani. Indipendentemente dalla natura dei diritti enunciati nell'uno e nell'altro Patto, in un Mondo che era caratterizzato dalla contrapposizione dei due blocchi di Stati, il fatto stesso di aver tenuto distinti in due strumenti internazionali a tendenza universale i diritti civili e politici da quelli economici e sociali e' all'origine delle filosofie che per lunghi anni, ed in buona parte ancora oggi, caratterizzano la posizione assunta, a seconda dei casi, dai Paesi occidentali e da quelli orientali, ovvero dai Paesi ad economia avanzata (industrializzati) rispetto a quelli in via di sviluppo. Nasce cosi' una specie di corsa ad ostacoli, nella quale l'una o l'altra filosofia acquistano posizioni di vantaggio, tentando di prevalere su quella contrapposta. Dinanzi alle varie sollecitazioni affinche' siano universalmente assicurati l'attuazione ed il pieno rispetto dei diritti economici e sociali, vari gruppi di Stati hanno affermato che non tutti i diritti umani fondamentali si collocano sullo stesso piano. Fra le due categorie di diritti esisterebbe un rapporto gerarchico, nel senso che sarebbero preminenti quei diritti che appartengono alla sfera economica e sociale, rispetto agli altri. Il lungo braccio di ferro su questa tesi della prevalenza di alcuni diritti sugli altri e' stato parzialmente composto quando, nella Conferenza di Vienna, si e' finalmente riconosciuto, con l'unanime consenso dei partecipanti, che tutti i diritti umani sono uguali, indivisibili, interdipendenti. Nel frattempo andava maturando, sia pur lentamente, con la decisa opposizione -anche se non sempre palese- dei Paesi occidentali, un nuovo diritto umano, inteso a far fronte alle aspirazioni dei Paesi in via di sviluppo: il diritto allo sviluppo. Nel tempo questo diritto ha acquistato una sua posizione nell'intera comunita' internazionale, ed oggi si puo' dire che, pur con le dovute differenze, e' quanto meno riconosciuto da tutti gli Stati, anche se, finora, ha avuto scarsa attuazione sul piano pratico. Nel contesto dei problemi cui si e' fatto cenno, nonche' dell'evoluzione nel tempo della stessa coscienza della comunita' internazionale nel suo complesso, e' iniziato, dapprima timidamente, poi con sempre maggiore intensita', il cammino verso il riconoscimento del valore della democrazia nel quadro dell'insieme dei diritti umani fondamentali universalmente riconosciuti e tutelati dal diritto internazionale. E' bene ricordare, prima di qualsiasi altra considerazione, che il termine "democrazia" non solo non ha significato univoco, ma si presta a costruzioni interpretative persino contrastanti. I primi tentativi verso l'ingresso del termine democrazia nel capo dei diritti umani risalgono ai primi, incerti passi che l'Ufficio delle Nazioni Unite muoveva, non piu' tardi di 10 anni fa, per fornire ad alcuni Stati l'assistenza di volontari nel controllo sullo svolgimento delle operazioni elettorali. Specialmente in occasione della nascita di nuovi Stati, a seguito del frazionamento di precedenti Stati unitari che li inglobavano. Queste prime operazioni di "supervisione" erano, allora, oggetto di aspre critiche da parte di alcuni gruppi di Stati, in quanto attuate violando la sovranita' degli Stati. Rilievo errato, in quanto la supervisione elettorale avveniva, come tuttora avviene, a richiesta e con l'espressa autorizzazione dello Stato in questione. Il dibattito politico, nelle varie sedi internazionali, si e' andato poi evolvendo rapidamente. Quasi in risposta alle iniziative dei paesi in via di sviluppo, tendenti a sollecitare una piu' rapida evoluzione ed attuazione di diritti economici, i Paesi occidentali hanno premuto l'acceleratore per vedere affermare il concetto di democrazia come predominante e vorrei dire propedeutico alle varie sfaccettature dei diritti umani. La necessita' di una rapida evoluzione economica e l'affermazione universale del sistema politico su basi democratiche, si sono rincorsi, nel tempo, con argomentazioni di vario genere e con rinnovati tentativi di riuscire ad ottenere il riconoscimento del primato dell'una o dell'altra costruzione. E' appena il caso di ricordare che i due Patti non contengono il benche' minimo accenno alla democrazia o, in genere al sistema politico degli Stati, ne' potrebbe essere altrimenti, in quanto, ancor oggi, prevale il principio della assoluta liberta' degli Stati di scegliere un qualsivoglia sistema politico. I diritti umani, nel loro complesso, hanno subito un'evoluzione sempre piu' accentuata nel tempo, sia per l'approfondimento della portata dei singoli diritti, sia per una certa tendenza a veder aggiungere sempre nuovi diritti a quelli di piu' antica origine. E' per questo motivo che oggi si parla di una quarta generazione dei diritti umani. 5. La risoluzione ONU sui diritti dell'uomo Alla luce delle osservazioni finora svolte, tale principio traspare in tutta la sua attualita'. Nella lunga e non sempre lineare evoluzione della complessa dialettica fra Stati, il concetto di un legame quasi indissolubile fra democrazia e diritti umani, presentato e fatto avanzare nel tempo nelle diverse sedi internazionali, e' approdato, per la prima volta, in una risoluzione che e' stata adottata dalla Commissione dei diritti umani. La risoluzione rappresenta un punto di arrivo nell'evoluzione di quel rapporto tra democrazia e diritti umani che, ormai, e' entrato nel linguaggio corrente della politica internazionale anche se agli aspetti estetici non sempre corrisponde un contenuto concreto. Esso e' destinato a rappresentare una pietra miliare sulla lunga strada dei diritti umani ed al tempo stesso, rappresenta il punto di partenza per ulteriori sviluppi. La risoluzione, infatti, si puo' dividere idealmente in due parti: - in una prima viene riaffermato, per la prima volta, solennemente e formalmente, il collegamento che esiste tra democrazia e diritti umani; - nella seconda viene enunciato, e questa e' la novita' importante, per la prima volta il diritto alla democrazia, che si affianca agli altri diritti umani di recente creazione. La risoluzione, dopo aver ricordato il legame indissolubile che esiste fra i diritti umani fondamentali e la democrazia, riconosce che la democrazia, lo sviluppo ed il rispetto per tutti i diritti umani e le liberta' fondamentali sono interdipendenti e si affermano e si rinforzano a vicenda. La risoluzione, per la parte piu' innovativa, tenta di fornire un quadro descrittivo del concetto di democrazia, anche se non arriva fino al punto di dettarne una definizione. Fra le tante espressioni che essa contiene, vi si legge "la democrazia e' basata sulla volonta' liberamente espressa dei popoli di determinare il loro sistema politico, economico, sociale e culturale e la loro piena partecipazione in tutti gli aspetti della loro vita". Ma subito dopo essa si affretta a riconoscere che, nel Mondo, esiste una vasta gamma, di diversa natura, di democrazie. Nella parte dispositiva viene fornito un elenco di quelli che sarebbero gli aspetti essenziali del diritto alla democrazia, ovvero, come recita in modo piu' elusivo il testo,il diritto ad un sistema di governo di tipo democratico. Fra questi aspetti, alcuni sono conferme di diritti umani gia' pienamente riconosciuti ed affermati. Altri sono, invece, enunciazioni di nuovo tipo, che appaiono per la prima volta in un testo che e' destinato ad avere un ampio sviluppo. Fra questi vanno annoverati: - il diritto al suffragio universale su base di eguaglianza; - i sistemi di votazioni libere, di elezioni periodiche e libere; - il diritto di tutti i cittadini all'elettorato passivo - il diritto dei cittadini di scegliere liberamente attraverso mezzi costituzionali e democratici il loro sistema di governo. In questa corsa ad ostacoli, su piste parallele, del diritto allo sviluppo, come comunemente inteso, e della democrazia come presupposto per l'attuazione ed il godimento dei diritti umani fondamentali internazionalmente protetti, la risoluzione della Commissione dei diritti umani rappresenta un traguardo piu' avanzato rispetto alle posizioni precedenti. E' pur sempre vero che il testo della risoluzione richiama e fa proprio, sia pure incidentalmente, il diritto allo sviluppo ma e' anche vero che i promotori della risoluzione si sono prefissi lo scopo di creare un nuovo diritto umano: il diritto alla democrazia. E' lecito sollevare piu' di qualche dubbio che il nuovo diritto riuscira' a consolidarsi in breve tempo e ad acquistare una sua effettiva valenza. Non per altro, sul piano sistematico, esso si colloca accanto agli altri nuovi diritti umani, che rappresentano piu' che altro legittime aspirazioni di vedere progressivamente migliorate le condizioni di vita dell'intera umanita'. Gli altri diritti sono lo stesso diritto allo sviluppo, ma anche il diritto alla pace ed il diritto all'alimentazione. Il fatto stesso che la risoluzione, della quale non si puo' dubitare del suo valore almeno programmatico, sia stata approvata con solo due astensioni e nessun voto contrario, lascia piu' di qualche dubbio se essa rappresenti realmente un comune sentire di tutti gli Stati: come gia' si e' accennato in precedenza, "democrazia" e' un termine non univoco, che ha sfaccettature diverse e talvolta contrastanti. Si dovra' pertanto portare avanti un dialogo costruttivo, nella speranza che esso possa poi sfociare in un risultato comune accettato da tutti. Il valore attuale della svolta, rappresentata dalla risoluzione 1999/57, e' tuttavia di particolare interesse: essa attesta sicuramente un raggiunto equilibrio, rispetto alle posizioni passate, fra democrazia e diritto allo sviluppo, indicando la volonta' di superare le divergenze attraverso un bilanciamento fra le opposte aspirazioni e tendenze. In tale contesto,una particolare attenzione merita un ambiente geografico assai peculiare come quello del Mediterraneo. Infatti, in nessuna altra zona geografica del Mondo esistono cosi' stretti legami fra Paesi, in un'area geografica limitata, che pure avendo antichi legami ed interessi comuni, rappresentano una gamma estesa di varie concezioni politiche, economiche e sociali. Quindi il Mediterraneo puo' essere il terreno ideale per verificare quanto siano validi i nuovi sviluppi, e se davvero, come si spera, sia possibile constatare sul terreno che il collegamento fra democrazia e diritti umani costituisce almeno un minimo comune denominatore condiviso da tutti. 6. La Carta per la Pace e la Stabilita' e gli Accordi di Associazione Uno degli obiettivi principali ed ormai indilazionabili dell'UE e' divenuto, dunque, l'adozione di una Carta per la Pace e la Stabilita' che, nella "Strategia Comune dell'Unione Europea sul Mediterraneo", viene descritta come "un fattore decisivo nel processo di pace nel Mediterraneo". E' stato sostenuto in proposito che gli elementi principali delle linee guida per la Carta mostrano purtroppo una scarsa attenzione ai temi dei diritti umani e una volonta' di non rendere le obbligazioni della Carta vincolanti per legge per gli Stati (5). Al contrario occorre ribadire con la massima decisione ai Paesi dell'UE e ai suoi Partner mediterranei che ogni processo fatto ai fini della pacificazione e della stabilita' dell'area mediterranea non puo' non comprendere l'attenzione ai diritti umani, come fattore fondamentale e decisivo per la pace, la sicurezza e la stabilita'. Come innanzi ricordato,sino ad oggi, i principali strumenti di attuazione della PEM, a livello bilaterale, sono stati gli Accordi di Associazione fra l'UE e i paesi del Mediterraneo. Seguendo una tendenza generale della politica dell'UE, questi Accordi contengono una clausola sui diritti umani. In particolare, l'articolo 2, in essi contemplato, afferma in generale che"le relazioni tra le parti, cosi' come tutti gli sviluppi dell'accordo stesso, devono essere basati sul rispetto dei diritti umani e dei principi democratici che fanno da guida alle politiche internazionali e interne e che costituiscono elemento essenziale dell'Accordo". Come in ogni trattato internazionale vincolante a livello bilaterale tra l'UE e gli altri Paesi,queste clausole sui diritti umani costituiscono di per se' un argomento internazionalmente valido dal punto di vista legale per le parti contraenti ai fini del rispetto dei diritti umani. In definitiva, e' convinzione comune che la protezione concreta dei diritti umani e' un fattore indispensabile per il sostenimento della pace e della stabilita' nella regione euro-mediterranea. L'obiettivo della effettiva protezione dei diritti umani nella Dichiarazione di Barcellona e nelle conclusioni degli incontri ministeriali a Malta, Palermo,Stoccarda e Valencia deve quindi divenire un concreto programma di lavoro per un'agenda dei diritti umani da discutere e verificare nei successivi summit. Le raccomandazioni per i Governi impegnati nel raggiungimento di tale obiettivo riguardano i seguenti punti: a. prevedere un meccanismo per valutare regolarmente il lavoro di tutti gli aderenti all'Accordo di Associazione Euro - mediterranea, relativamente ai vincoli previsti dall'Articolo 2; b. assicurare il pieno rispetto della Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla difesa dei diritti umani; c. assicurare che tutti gli atti di tortura siano considerati reati penali in ogni circostanza, anche durante lo stato di guerra o pubblica emergenza; d. unirsi per combattere l'impunita' come passo fondamentale per prevenire violazioni dei diritti umani e assicurare il rispetto dei diritti nella regione; e. ratificare lo Statuto di Roma sul Tribunale penale internazionale e aggiornare la legislazione nazionale per implementarlo effettivamente; f. ratificare senza riserve i trattati internazionali e regionali che cercano di eliminare il razzismo e le discriminazioni nei confronti delle minoranze; g. ratificare e implementare la Convenzione delle Nazioni Unite sulla eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne e il suo Protocollo opzionale; h. assicurare l'effettiva protezione dei rifugiati e il fondamentale principio del non - refoulement. In definitiva l'auspicio e' che queste raccomandazioni siano adottate da tutti i Paesi dell'Euro mediterraneo nel contesto degli sviluppi degli accordi di Barcellona per dare piena attuazione alla tutela dei diritti dell'uomo in tali Paesi ed aprire una nuova fase di dialogo tra i popoli e le civilta' rivierasche. NOTE (1) Stefano D'Anna, Relazione al Convegno DEMOCRAZIA E DIRITTI UMANI NELL'AREA DEL MEDITERRANEO dell'ESE- Catania 30 ottobre 1999. (2) Amb. Mario Alessi Gia' Presidente del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del 50mo Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. (3) Pasquale Bandiera Presidente della Lega Italiana della Federation Internationale des Droits de l'Homme. (4) Luigi Citarella Segretario Generale del Comitato Nazionale dei Diritti Umani. (5) Mario Alessi Segretario Generale della Societa' Italiana per l'Organizzazione Internazionale. * Presidente Animi Telefonia mobile. Milioni di sim fantasma tra numeri 899, criminalita' e reality show Red Come funziona il mercato delle schede telefoniche fantasma. Milioni di sim per cellulari intestate a persone ignare che vengono usate per telefonate ai numeri 899, dalla criminalita' o per far vincere un concorrente ad un reality show. L'invito del Garante della privacy ai gestori mobili di controllare il fenomeno risale a tre anni fa, peccato che nessuno abbia ritenuto di seguirne le prescrizioni. Leggi tutto l'articolo di Panorama blog.panorama.it/italia/2009/04/17/truffe-telefoniche-cosi-ho-comprato-500-sim-sono-vostre/ Omoepatia: verso una legge Maria Luisa Agneni * Sono trascorsi piu' di 20 anni dal progetto di legge per il riconoscimento del rimedio omeopatico al quale ho dato il mio apporto come consulente e presentato dall'allora gruppo federalista europeo con l'obiettivo sia di tutelare i diritti dei cittadini che sempre piu' anche in Italia e in quel periodo si stavano avvicinando a metodi terapeutici altri, sia di salvaguardare la medicina omeopatica dalle mistificazioni commerciali e dalle intimidazioni allopatiche. Il mio intervento al convegno di presentazione alla proposta di riconoscimento verteva su uno studio riguardante piu' di 150 bambini allergici, oggi dopo averne curati molte centinaia omeopaticamente nel privato e allopaticamente presso i poliambulatori asl, con fierezza posso dire che non cambierei nulla delle considerazioni e delle riflessioni che in quel lavoro avevo sottolineato. Il trattamento omeopatico e' vincente perche' globale in relazione alla unicita' dell'individuo, nel rispetto del metodo. Sono sempre la stessa omeopata unicista, tenace e coerente, priva di contaminazioni pluraliste o complessiste per convinzione e per mancanza di necessita', dato che mi e' più che sufficiente lo strumento dell'omeopatia Hahnemanniana per aiutare i miei pazienti. Sono preoccupata per una mancanza di regolamentazione in un ambito che attualmente favorisce il pullulare di improvvisatori che con il loro operato, quando non sono dannosi ai malati, screditano sicuramente l'intera categoria.Nel frattempo la legge di Hering (1800-1880) che gli omeopati hanno sempre bene in mente nella pratica clinica quotidiana e che verificano continuamente e che io citai nelle problematiche dei pazienti allergici, da qualche anno e' stata fatta propria dagli allergologi allopatici (con qualche secolo di ritardo!). La chiamano "marcia allergica", non sanno perche' i sintomi vanno da un organo piu' superficiale (la pelle) ad uno piu' profondo (la mucosa nasale) ad un altro ancora piu' vitale (la mucosa bronchiale), ma l'hanno inequivocabilmente descritta come certa. Gli omeopati sanno che nel processo verso la guarigione i sintomi vanno dall'alto verso il basso, da organi piu' profondi a quelli piu' superficiali (dall'interno all'esterno) e scompaiono nell'ordine inverso con cui sono comparsi. Percio' la "marcia allergica" dei pazientini allopatici che iniziano la loro storia con una dermatite e poi passano per un periodo di rinocongiuntivite, per poi approdare all'asma, e' una marcia dall'esterno all'interno, ovvero un andamento verso l'aggravamento a causa di trattamenti che tolgono i sintomi ma non curano, esattamente l'inverso del processo di guarigione omeopatica!! E ancora, negli ultimi anni la medicina ufficiale sta tentando di appropriarsi di alcune caratteristiche dell'omeopatia: l'approccio olistico, l'attenzione alla sensibilita' del malato, l'empatia etc…ma in maniera posticcia senza supporto metodologico, sconfinando nell'improvvisazione. Cosa dire poi delle recenti teorie fisico-chimiche (la medicina quantistica, la teoria della complessita' con le sue implicazioni, i frattali etc…), formulate da scienziati di tutto il mondo fra cui premi Nobel, in base alle quali si comincia a spiegare l'interazione del rimedio (diluizione dinamizzata infinitesimale) con l'uomo (sistema complesso)? Interazione, come abbiamo segnalato da decenni, che non si puo' davvero descrivere con i modelli riduzionistici-meccanicistici dell'Ottocento ma con quelli vitalisti-complessi-olistici tipici di una nuova generazione di pensatori. Confermo il mio impegno per un'omeopatia unicista che ha diritto ad essere salvaguardata nella sua tradizione, quella del suo fondatore, per essere trasmessa alle generazioni future con la stessa forza e purezza con la quale e' stata insegnata a me, e a garanzia dei cittadini che hanno tutto il diritto di essere curati con la sicurezza di un metodo autentico e non con l'incertezza di tentativi superficiali e alla moda. * medico, omeopata Pirate Bay, le conseguenze di una sentenza Red La condanna del tribunale svedese dei responsabile del sito The Pirate Bay non chiude la questione dello scambio di contenuti -piu' o meno tutelati dal diritto d'autore- su Internet tramite tecnologia peer to peer. Al contrario, la sentenza pone con forza la necessita' di una integrale ridefinizione del mercato di film, musica e altre opere frutto di ingegno. L'analisi di Massimo Mantellini su Punto Informatico http://punto-informatico.it/2604187/PI/Commenti/contrappunti-dal-tribunale-al-mondo-reale.aspx Aborto. Relazione al Parlamento del ministero della Giustizia... e quella del ministero della Salute? Interrogazione. I medici che denunciano le immigrate irregolari favoriranno l'aborto clandestino Donatella Poretti * Ancora una volta dobbiamo registrare come la relazione annuale al Parlamento sullo stato di applicazione della legge 194 in materia di aborto, non venga consegnata nei tempi previsti dalla legge. L'articolo 16 della legge prevede che entro il mese di febbraio i ministeri della Salute e quello della Giustizia, per quanto di loro competenza, facciano il punto sullo stato di attuazione. In barba alle scadenze previste dalla legge il ministero della Salute ha adottato la prassi di consegnare la relazione in autunno; solo l'anno scorso come eccezione alla regola, il ministro Livia Turco la consegno' in primavera. Mentre, insieme al senatore Marco Perduca, sollecito con una interrogazione il ministero del Lavoro, Politiche Sociali e Salute al rispetto della legge, registriamo che il ministero della Giustizia ha gia' consegnato la sua relazione da cui emergono dati interessanti. Nella relazione presentata al Senato risulta che nel 2008 i procedimenti penali iscritti nelle Procure siano 173 (erano 84 nel 1995) e 302 le persone iscritte (erano 145 nel 1995). I procedimenti per aborto clandestino sono 57 e 103 le persone iscritte. Sempre nell'anno 2008 la percentuale degli stranieri sul totale delle persone iscritte presso le Procure e' stata del 34,5%, gli iscritti per reato di aborto clandestino sono il 45,3%. La relazione evidenzia che si tratta di un dato percentuale molto alto se paragonato ad una presenza di popolazione straniera del 6,5% al primo gennaio 2009 rispetto al totale dei residenti in Italia. Se questa e' la situazione, mi auguro che questo documento serva alla Camera dei Deputati perche' venga eliminata la norma del ddl sicurezza 733 in cui si prevede che i medici denuncino gli immigrati irregolari: gli aborti illegali sono molto praticati dalle immigrate clandestine, ma per ora in quantita' ancora sotto controllo che pero' potrebbe esplodere a fronte della denuncia di clandestinita'... con buona pace della salute delle donne e dell'equilibrio sanitario in generale. Qui il testo dell'interrogazione: http://blog.donatellaporetti.it/?p=600 * senatrice Radicali - Partito Democratico, segretaria della Commissione Sanita' Staminali cordone ombelicale. Governo contro la liberta' di cura e ulteriore spreco di soldi? Interrogazione Donatella Poretti * E' urgente che il Governo fornisca alla Commissione Igiene e Sanita' del Senato lo stato dell'arte sulla raccolta delle staminali del cordone ombelicale prima di procedere, ancora una volta, con provvedimenti che rispondono solo a logiche e pressioni delle corporazioni e non alle esigenze dei cittadini. Il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, ha annunciato di aver stanziato 18 milioni per aumentare le donazioni e potenziare la rete di banche pubbliche e centri di raccolta. Ma sull'intera faccenda si continua ad alimentare disinformazione e mistero: opuscoli informativi fuorvianti distribuiti dal Ministero, incertezza dei costi delle prestazioni di raccolta per l'esportazione all'estero (che sempre piu' italiane chiedono); oltre ad una rete che funziona a singhiozzo dove, per esempio, nei week-end le donazioni sono impossibili perche' i centri di raccolta sono chiusi. Per fare chiarezza su una situazione grottesca e lesiva di diritti fondamentali dei cittadini, insieme al senatore Marco Perduca, abbiamo rivolto un'interrogazione al Ministro del Lavoro, Salute e Welfare, perche' faccia il punto: - della situazione sul numero dei campioni attualmente conservati nelle 16 biobanche pubbliche; - quante richieste al Ministero, e quante accolte, da parte di coppie portatrici di malattie genetiche per la conservazione autologa; - quante le richieste di autorizzazione all'esportazione nelle biobanche private all'estero; - come verranno spesi i 18 milioni di cui parla il sottosegretario Eugenia Roccella; - come si intende aumentare i centri di raccolta, gli orari in cui e' possibile effettuare le donazioni e le tipologie di campioni conservabili; - e in particolare se non sia il caso di diminuire il numero di banche pubbliche, costose e inutili, e attivare il servizio presso le numerose strutture private titolate a svolgerlo. Cosi' come si sta muovendo fino ad oggi in materia, il Governo appare solo schierato in una guerra ideologica, carica di arroganza clericale e schizofrenica contro il diritto alla liberta' di cura e alla salute futura dei nuovi italiani. Qui il testo dell'Interrogazione: http://blog.donatellaporetti.it/?p=598 * senatrice Radicali - Partito Democratico, segretaria della Commissione Sanita' Telecom Italia: i nostri spot? Delle boutade da non prendere troppo sul serio! Alessandro Gallucci I nostri spot? Delle boutade da non prendere troppo sul serio! Potrebbe sembrare una provocazione o addirittura un'offesa alla principale societa' di telecomunicazioni italiana, l'ex monopolista Telecom Italia. Potrebbe! Tuttavia quanto detto altro non e' che la sintesi di come la Telecom si e' difesa nell'ennesimo procedimento davanti all'Antitrust per comportamento commerciale scorretto, quello relativo l'offerta "Chiara di Tim". Gli spot televisivi incriminati riportavano frasi del tipo: Con Chiara di Tim scegli l’opzione che ti somiglia di più e risparmi il 50% sulle tue telefonate. Per sempre. Spot ingannevoli ha deciso l'Antitrust, comminando a Telecom una multa di 215 mila euro. (1) Cio' che e' interessante, pero', sono le argomentazioni del gestore in sede di procedimento. Ecco i passaggi principali delle difese avanzate dalla societa' citati nel provvedimento dell’Autorità garante. - Con riferimento all'utilizzo della locuzione "per sempre" il professionista ha rilevato che trattasi di espressione iperbolica ed esagerata tale da non rendere la comunicazione commerciale ingannevole in quanto viene ragionevolmente decodificata dal consumatore medio in termini di stabilita' dell’offerta e non di eternita' della stessa. Vale a dire, la spariamo talmente grossa che non e' credibile. - Con riferimento al risparmio del 50% sul costo delle telefonate, Telecom ha rilevato la legittimita' della pubblicizzazione in termini enfatici dell'entita' percentuale dello sconto e che la generica prospettazione di una scontistica, anche consistente, in assenza dell'indicazione del prezzo iniziale (o delle componenti di detto prezzo) non e' idonea a fuorviare il comportamento del consumatoreil quale, piuttosto, viene sollecitato ad approfondire i termini dell'offerta. Come dire, intanto la buttiamo li, poi sta a voi andare a vedere di che si tratta. D'altra parte, continua l'Antitrust esponendo le difese della Telecom: - ad avviso del gestore telefonico, la complessita' delle offerte dei servizi di telefonia non si presta ad essere compiutamente sintetizzata nel tempo compresso di uno spot televisivo: pertanto, il professionista, da una parte, riserva spazio preponderante alla rappresentazione di elementi emotivi e sensoriali in modo da catturare l'attenzione dei telespettatori, dall'altra, seleziona le informazioni rilevanti da veicolare e per consuetudine necessaria rinvia a fonti informative ulteriori note ai consumatori (nella fattispecie, tutte le informazioni risultano esaustivamente indicate tramite i sistemi di customer care e il sito internet della societa'). In realta', mentre gli elementi enfatici appaiono ben visibili, i costi e i rimandi appaiono sul fondo dello schermo, a caratteri piccoli piccoli. Gli avvocati di Telecom sprigionano il meglio di se', quando, come si legge nel bollettino Antitrust, sostengono che: la mera presentazione di uno sconto percentuale in difetto del riferimento al costo base … opera come invito all'accertamento dell'effettiva convenienza dell'offerta proposta. L'operatore telefonico riferiva che diversamente opinando si verrebbe ad imporre ai professionisti un onere di esaustivita' per le comunicazioni commerciali e nel contempo si verrebbe a riconoscere una tutela smisurata ai consumatori trattati alla stregua di contraenti incapaci". Che dire … la Telecom si meraviglia che i consumatori possano credergli sulla parola! Per fortuna l'Antitrust, sanzionando la societa' di telecomunicazioni, ricorda che ormai da anni ritiene "che nella presentazione di elementi cruciali nella scelta di acquisto dei consumatori, le informazioni fornite nel contesto del messaggio devono risultare di immediata percezione". Cioe' almeno sul prezzo non c'e' da scherzare. L'ennesima sanzione spingera' la Telecom a prendere un po' piu' sul serio il modo di fare pubblicita'. Al prossimo spot l'ardua sentenza. (1) http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=256612 Singapore. Il ministro della Salute vuole vietare dibattito con medico pro-eutanasia Red Il ministro della Salute di Singapore Khaw Boon Wan ha chiesto che venga impedito al medico australiano e fautore della legalizzazione dell'eutanasia Philip Nitschke di partecipare a un dibattito organizzato per il 13 maggio nella citta'-stato. "Un discorso su come insegnare ai malati terminali a togliersi la vita violerebbe la legge e non e' benvenuto nel nostro Paese". A Singapore, anche il solo tentare il suicidio e' reato punito con il cancere. "Stiamo promuovendo le cure palliative per i pazienti terminali in modo che questi, e i loro parenti, possano convivere con una malattia terminale con minore sofferenza e maggiore assistenza a domicilio", ha spiegato il ministro. Contattato dal quotidiano Straits Times, Nitschke ha spiegato di aver inviato una richiesta di autorizzazione alle autorita' di polizia di Singapore oltre una settimana fa. Ma per gli oppositori, tra cui il medico Hoe Wan Sin, questo dibattito non s'ha da fare. "E' un argomento pericoloso che potrebbe far venire strane idee ai pazienti depressi, e magari neanche affetti da malattia terminale, specialmente in questo periodo di crisi finanziaria", ha spiegato allo Strait Times. Per Wan Sin, Nitschke non e' la persona indicata per parlare di queste cose, visto che almeno una persona da lui assistita a morire non era neanche malata terminale ma solo depressa. "Come medico non ha fatto niente per aiutarla", ha spiegato. Ma Nitschke continua la sua battaglia. Negli scorsi giorni ha sperimentato la sua ultima invenzione, un kit per l'eutanasia atto ad individuare l'idoneita' e la quantita' di barbiturico necessarie per togliersi la vita. Kit che Nitschke ha annunciato di voler distribuire in Gran Bretagna a partire da meta' maggio. Ed e' proprio la Gran Bretagna il nuovo campa di battaglia di Exit International. "Sarebbe impossibile lanciare il kit qui in Australia, perche' e' illegale", ha spiegato. "Francamente, la situazione per la mia associazione diventa sempre piu' difficile in Australia". Il suo libro The Peaceful Pill Handbook e' stato censurato in Australia, dove sono state promulgate leggi ad personam per impedire all'associazione Exit di operare via Internet. Nitschke e' stato anche arrestato perche' nella sua valigia era stata trovata una copia del suo libro. Il kit sara' lanciato da una donna inglese affetta dal terribile morbo di Huntingtons. "Andremo a casa sua, testeremo la sostanza che e' riuscita a procurarsi, augurandoci che sia effettivamente il farmaco giusto e che non vi siano dubbi sulla sua efficacia", ha spiegato Nitschke. Il Kit, che porta il nome DIY, e' frutto di due anni di lavoro dopo le numerose richieste delle migliaia di aderenti a Exit International. Sono gia' numerosi i cittadini australiani che si sono illegalmente procurati il potente barbiturico Nembutal dal Messico e altri Paesi dove e' venduto anche via Internet. Il kit dovra' determinare la qualita' del farmaco e la dose idonea. ------------------------------------------NON DARE PER SCONTATA LA NOSTRA ESISTENZA. Senza il sostegno economico di persone come te non saremmo in grado di informarti. Se ci ritieni utili, sostienici con una donazione da 25, 50, 100, 250, o 500 euro o con un contributo a tua scelta: - con carta di credito sul nostro sito sicuro https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ - CC/postale 10411502 IBAN: IT 81 F 07601 02800 000010411502 - CC/bancario 7977, ABI 06160, CAB 02817 - IBAN: IT 11 O 06160 02817000007977C00 (N.B. il carattere a sé stante è la lettera O e non la cifra zero) -------------------------------------------