S O M M A R I O S O M 76 77 78 79 82 83 85 86 86 88 89 89 91 91 94 95 96 98 99 99 30 1000 MIGLIA A VELA LATINA di Pierluigi Cossu 38 I RELITTI DELLA COSTA SUD di Giampiero Dore 48 VELAMARECLUB 52 ITINERERI: DA ALGHERO A BOSA di Bruno Manunza 60 BIG GAME A SANTA TERESA GALLURA 64 ORSA MAGGIORE 68 CAPO MANNU HAWAI di Roberto Marci R 9 U B R I C A R I O 80 SPORT 18 LE RAGAZZE DI STINTINO di Antonio Mannu ottobre/dicembre 2001 M H 33 edizione della Cagliari Carloforte Aquathlon Campionato socialeY.C.C. Alfa Romeo Cup Canoe Polinesiane Disabili classe 2.4 Campionato Mondiale Dragon Boat Marco Lai segretario Quinti al mondiale di vela 420 Motonautica Poetto Cagliari Poetto Tiscali Cup Wind Cup Periplo Hobie Cat della Sardegna Trofeo Gallura 4sport Cup Trofeo Città di Bosa Sulcis Vela Latina Trofeo Formenton Trofeo Gallura Wake Board 102 GUIDA NAUTICA E 105 CIRCOLI E ASSOCIAZIONI EDITORIALE 110 ABBONAMENTI 11 NAVIGANDO 80 SPORT O TIC U A A EN ON ENOV 21 L A S DI G AL 1 13 I 200 DAL BRE IOVAN O G OTT MARE .77 TO M DN PUN STAN OSTRU N RE MA Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana Mare Nostrum Sardegna Nautica rivista trimestrale di nautica della Sardegna 6 Anno III numero 4 Ottobre/dicembre 2001 Registrazione Tribunale di Sassari n° 360 del 10 Marzo 1999 Redazione via P. Iolanda 77, 07100 Sassari Tel. 335 404630 Fax 079 295570 E-mail: [email protected] Editore: Mare Nostrum Editrice di Simone Poddighe via P. Iolanda 77, 07100 Sassari Tel. 335 404630 Fax 079 295570 Direttore Editoriale Simone Poddighe Direttore responsabile Graziano Cesaraccio Segreteria di redazione Luisa Palomba Wanda Pinna Nossai Prestampa: Sema s.r.l. (SS) Stampa: Stampacolor Muros (SS) La Mare Nostrum Editrice ringrazia: Antonio Mannu Alberto Ruiu Antonio Ruju Giampiero Dore Gianluca Manca Luigi Scotti Paolo Ajello Pierfranco Fois Piero Ajello Sergio Casano Sandro Re David Meloni Roberto Marci Bruno Manunza Piero Sacchetto Massimo Mirabella Pierluigi Cossu PER LA PUBBLICITÀ Mare Nostrum Editrice di Simone Poddighe via P. Iolanda 77, 07100 Sassari Tel. 335/404630 Fax 079/295570 E-mail: [email protected] www.marenostrum.it MEDIATIC di Claudio Triglia Naviga in internet www.marenostrum.it Mare Nostrum viene distribuito nelle edicole della Sardegna o in abbonamento MARE NOSTRUM affida le sue consegne a Crediti fotografici Antonio Mannu,copertina 11,12,18-26,32-35,95,98,99 Sandro Re,79,80-84,86,88-90,100 Giampiero Dore 45,47 Bruno Manunza 52-59 Roberto Marci 68-75 Mario Ligas 38,45 Luigi Sanna 40,41 Luca Sgualdini 42-44,46,47 Alfio Elio Quattrocchi 61-63 Gianluca Manca 7 E D I T O R I M A L E are nostrum sbarca a Genova. I confini di un’isola sono dati dal mare che la circonda e il suo essere isolata è la condizione che la caratterizza sia culturalmente che naturalmente. Per noi isolani varcare il mare significa anche non essere più protetti da esso. Aprirsi agli altri è una delle prove più difficili attraverso cui l’uomo deve comunque passare se vuole crescere e divenire adulto e consapevole. Mare nostrum cerca il confronto, anche se il suo essere specializzato sulla Sardegna lo rende unico, e desidera far conoscere il proprio lavoro in un ambito internazionale come quello del salone nautico di Genova frequentato da molti amanti della nostra isola. Vedere partire una propria creatura per il mondo è sempre fonte di gioia e dolore allo stesso tempo. Gioia per le soddisfazioni e le conoscenze che si possono avere o dolore per le eventuali delusioni che ne possono scaturire. Ma tutti noi saremo felici di vedere i nostri giovani superare, anche attraverso gravose difficoltà, la linea d’ombra. Vogliamo crescere e diventareadulti,adulticonsapevoli. Simone Poddighe OLBIA CENTROCOMMERCIALETERRANOVA TEL. 0789.562103 TROFEO NINNI MURA Si è tenuta a Stintino la prima edizione del Trofeo di canottaggio a sedile fisso “Ninni Mura”, una manifestazione organizzata dalla Canottieri Stintino e dalla Pro Loco stintinese. Il Trofeo vuole ricordare uno stintinese ed uno sportivo che, oltre ad essere stato campione italiano della specialità nel 1960, quando gareggiava per la prestigiosa squadra delle Fiamme Gialle, ha fatto moltissimo per far crescere e sviluppare, nel suo paese natale, questo sport duro ed umile, ma altamente formativo per i giovani che hanno la passione sufficiente e la tenacia che occorrono per praticarlo ad un buon livello. Molti, non ultimo l’attuale presidente della Canottieri Stintino Pietro Denegri, ricordano la disponibilità e l’entusiasmo di Ninni Mura, sempre presente, come accompagnatore dei giovani vogatori del piccolo borgo marinaro quando andavano a regatare in trasferta, prodigo di consigli ed attenzioni durante gli allenamenti. Ora i vogatori stintinesi hanno deciso, giustamente, di ricordarlo intitolandogli una manifestazione, alla quale hanno partecipato equipaggi maschili, femminili e giovanissimi. Antonio Mannu detti “su fenu” e “sa spadua”, legati in modo da rendere appuntita la prua e tronca la poppa. Ogni anno, ormai da diverso tempo, nella prima domenica d’agosto, si svolge nella laguna di Santa Giusta la regata de “Is Fassois”. Una competizione tra imbarcazioni promossa come sempre dalla Pro loco, con il patrocinio del Comune, Provincia e Regione, che anche quest’anno ha regalato forti emozioni alle oltre tremila persone presenti. A renedere ancora più entusiasmante la gara, è stato il forte vento di maestrale che ha fatto emergere la bravura dei regatanti. Tra le autorità presenti in tribuna sedeva anche la delegazione peruviana. In particolare il ministro incaricato d’affari del Perù in Italia Marcela Lopez Bravo ed il secondo segretario Carlos Manghego hanno constatato che i fassonisi in gara sono molto simili alle imbarcazioni dei pescatori che lavorano nel lago di Titicaca. Il Ministro del Perù ha invitato nel proprio paese una nostra delegazione d’amministratori comunali e regatanti, questo é un fatto importante perché potrebbe intensificare i rapporti culturali con quella nazione. La regata ha avuto inizio con la gara dei fassois a remi, a seguire quella dei “cius” tipiche imbarcazioni con il fondo piatto, ed infine la più spettacolare quella dei fassois a cantoni (pertica formata da tre lunghe canne) con una tecnica di vogatura che risale a millenni. IL KAYAK DA MARE IS FASSOIS “I fassonis” (nome sardo di origine latina, significa i fascioni), è imbarcazione lunga quattro metri e larga al massimo un metro, ed è composta come dice il nome, da “fascioni” di giunchi che crescono sulle rive lacustri, Per gli appassionati di kayak è disponibile una rivista trimestrale interamente dedicata a questo sport chiamata “Il kayak da mare”. Il periodico contiene una serie d’informazioni riguardanti le iniziative in corso, i raduni e la descrizione di percorsi da svolgere in kayak. La rivista è realizzata e prodotta in Sar- ABBIGLIAMENTO UOMO, DONNA ARTICOLI NAUTICI PER LA VELA WWW.VELASHOPNAUTICA.COM Via Rockefeller, 16 - tel. e fax 070/303202 - 09016 CAGLIARI 11 degna, non è in vendita ma si può avere mediante un abbonamento annuale di £. 40.000 da versare su c/c postale n. 11390093 intestato a “Il kayack da mare”, Viale Colombo, 118 - Quartu S. Elena (CA), tel. 070884336. Grazie alle sempre crescenti iscrizioni insieme alla rivista pubblicata con il numero di Primavera 2001 è allegato in omaggio un interessante libro dal titolo “Itinerari per kayak da mare” nel quale sono contenute un insieme d’informazioni e descrizioni dettagliate di percorsi da fare con il kayak non solo in Sardegna. CALENDARIO 2002 DI VELA LATINA É in fase di realizzazione il calendario, per l’anno 2002, della vela latina in Sardegna di Antonio Mannu. Per chi dovesse ordinare una o più copie del calendario prima del 30 di novembre verrà praticato un prezzo scontato di lire 20.000. per informazioni od ordini contattare Antonio Mannu al numero telefonico 079/216677 o la redazione di Mare nostrum allo 079/295570. ESERCITAZIONI CINOFILE SALVATAGGIO IN MARE L’associazione “DEI DELL’ACQUA” organizza, per il 15 settembre, la manifestazione cinofila di salvamento “COSTA SMERALDA 2001”, in collaborazione con la GUARDIA COSTIERA DI OLBIA, la GUARDIA COSTIERA AUSILIARIA DI PORTO TORRES, la PROTEZIONE CIVILE DI ARZACHENA, il CONSORZIO COSTA SMERALDA e la LIDA DI OLBIA. L’esercitazione si terrà in località Capriccioli e consisterà nella simulazione di una collisione tra imbarcazioni in mare. A causa dell’incidente una delle due imbarcazioni prenderà fuoco e gli occupanti delle barche si getteranno in acqua simulando di essere feriti o ustionati. La Guardia Costiera interverrà con una motovedetta da cui si lanceranno due unità cinofile. I “naufraghi” raggiungeranno la riva con l’aiuto delle unità cinofile. La Protezione Civile di Arzachena sarà presente a terra con un’ambulanza che darà i primi soccorsi ai “naufraghi” mentre un rimorchiatore della Guardia Costiera munito di idrovora sarà coadiuvato dall’elicottero antincendio del Consorzio Costa Smeralda che si adopereranno per spegnere l’incendio delle imbarcazioni. Sulla riva alcune unità cinofile composte da Terranova, Labrador, Golden Retriver ed alcuni meticci daranno un saggio sullo svolgimento dei corsi di salvataggio nautico. La LIDA di Olbia sarà presente a terra con alcuni bastardini in attesa di essere adottati. GIROVAGHI DEL MARE Nessuno ci aveva ancora pensato prima, ma il mare può anche essere un perfetto palcoscenico per rappresentare drammi e commedie teatrali. Lo dimostra “Teatridimare”, progetto ideato dal regista Francesco Origo per le coste della Sardegna agli inizi della scorsa estate, che ha visto la prima edizione concludersi felicemente a Santa Teresa Gallura alla fine di Agosto. Fin d’ora ci si prepara a ripar- tire verso i porti della penisola per la prossima stagione. Direttore - assieme a Massimo Zordan - della compagnia Áajka di Cagliari, Francesco Origo, genovese di nascita e formatosi professionalmente al Teatro Stabile di Genova dove ha collaborato per oltre un decennio con il grande Carlo Cecchi, ha convertito il proprio gruppo in prima compagnia teatrale di girovaghi del mare. La scommessa, fino ad ora vittoriosa, è quella di imbarcarsi ed issare le vele, solcare le onde e portare il teatro nei porti del Mediterraneo. Che teatro e mare siano entrambi scenari di sogni e di fantasie, luoghi dell’emozione che non si sottraggono alla responsabilità e al rischio, ce lo insegna il lungo dipanarsi di poesia che unisce la saga degli Atridi alle tempeste e ai naufragi shakespeariani, il mito sardo-spagnolo di Don Giovanni a quello corso-anglosassone di Otello, la narrazione omerica alle ambientazioni mediterranee molieriane. L’attore italiano, poi, è forse il Viaggiatore per eccellenza: per necessità o per scelta, già agli inizi del ‘500 lo ritroviamo ovunque, dalle Terre Sante al Mare del Nord, da Est a Ovest del mondo noto. Portatore instancabile di idee, verso la fine del XVII secolo diventa addirittura diplomatico, rappresentante ufficiale di una cultura nata per essere esportata; e ancora emigrante, in terza classe, lo troviamo insieme ai braccianti di un Europa che si affaccia al novecento. Sulle orme del mito che lega l’uomo al mare, spinti dal rinomato vento che soffia lungo le coste dell’isola, i nove attori della compagnia cagliaritana hanno veleggiato su una barca a vela di tredici metri assieme allo skipper - regista Origo, festeggiando il loro arrivo all’ingresso di ogni porto e allestendo, in serata, lo spettacolo teatrale per un pubblico sempre più incuriosito e divertito. L’opera scelta da Áajka per la stagione 2001 è stata un testo di Molière ambientato sul porto di Napoli, un capolavoro della comicità: “Le furberie di Scapino”. Scapino, funambolico servitore intrallazzone, è uno di quei personaggi che, in una città di mare, prima o poi si incontrano. Imbarchi e sbarchi improvvisi quanto inaspettati, commerci, naufragi, galere turche e naturalmente il grande amore, sono i contenuti di questa pièce che è stata rappresentata in più di dieci porti della Sardegna, con gran divertimento del pubblico che ben si è giovato della messa in scena realizzata tra gli elementi architettonici del porto: moli e banchine, gru e barche in disuso, reti e pescherecci hanno fatto da sfondo allo svolgersi dei numerosi intrecci del sagace Scapino, risolutore di ogni complicazione amorosa ed economica. “Teatridimare” si è dimostrato senz’altro il modo attraverso cui coronare le due grandi passioni che animano la compagnia Áajka, ma anche un progetto culturale di ampio respiro, capace di aprire le strutture portuali alla polifunzionalità: da luoghi di breve passaggio turistico e di rapido transito, a fucine di incontri, scambi e baratti. TECNOLOGIE ELETTRONICHE NAVALI E INDUSTRIALI CAGLIARI - V.LE DIAZ, 46 - TEL. 070/305431 - FAX 305970 OLBIA - VIA SAN PAOLO 2 - TEL. 0789/ 27030 12 www.telenavi.it (in allestimento) E-mail: [email protected] ELETTRONICA DI BORDO PROFESSIONALE VENDITA E INSTALLAZIONE ASSISTENZA TECNICA IN TUTTA L’ISOLA Professional Radios 13 LE FURBERIE DI SCAPINO DI MOLIÈRE dal 28 luglio all’11 agosto 2001 traduzione e regia di Francesco Origo con: Massimo Zordan - Scapino; Enrico Incani Argante; Valter Cino - Geronte; Edward Gregory Jones - Ottavio; Roberto Colombu - Leandro; Barbara Usai - Zerbinetta; Stefania Manis - Giacinta; Pasquale Casula - Silvestro; Monica Sava - Nerina. disegno luci: LoÔc Hamelin; costumi: Francesco Origo, Monica Sava; assistente alla regia: Daniela Pettinau Coordinamento organizzativo: Spettacolosardegna (www.spettacolosardegna.com) Ufficio Stampa: Giulia Clarkson PROGRAMMA 28 luglio Cagliari (Piazza San Sepolcro ) festa alla Darsena del Porto di Cagliari 29 luglio Sarroch - (Marina di Perd’e Sali) 30 luglio Quartu S.E. (Marina di Capitana) 31 luglio Villasimius (Piazza Gramsci) 1 agosto Villaputzu (Porto Corallo) 2 agosto Baunei (Santa Maria Navarrese) 5 agosto Siniscola (La Caletta) 6 agosto Budoni (Piazzetta Anfiteatro) 7 agosto San Teodoro (Marina di Puntaldia) 11 agosto Santa Teresa di Gallura (Anfiteatro del Porto) TROFEO DELLE BOCCHE 2001 Il 29 Settembre si sono riunite a Bonifacio le giurie per assegnare il prestigioso Trofeo delle Bocche, concorso di fotografia e video subacquei organizzato dall’Associazione ECOSUB di La Maddalena e giunto ormai alla settima edizione. Sempre più si afferma il carattere decisamente internazionale della manifestazione. Infatti quest’anno a fianco degli autori italiani c’è stata una più ampia partecipazione di concorrenti stranieri. Le opere pervenute agli organizzatori sono state numerose. Per la sezione Video si sono iscritti 20 concorrenti provenienti da Francia, Spagna, Inghilterra, Turchia, Croazia e ovviamente Italia. Per la fotografia i partecipanti sono stati 30 con opere che giungono da Francia, Austria, Slovenia, Croazia, Svizzera, Belgio, Turchia, Tunisia e Italia. C’è grande e comprensibile soddisfazione tra gli organizzatori per il successo raggiunto con una simile presenza di autori stranieri, molti dei quali vincitori di altri prestigiosi festival come quello dell’Immagine di Antibes. La giuria del Trofeo era composta, per la fotografia da Giampiero Dore, Lina Angioni, Enric Volto e Jeorges Antoni. Mentre per il video da Elio Susini, Guido Spano, Jean Luc Leccia e Jean Escal. L’Hotel è stato ricavato dalla attenta ristrutturazione di un casolare di campagna, rispettando rigorosamente la tradizionale tipologia gallurese degli antichi “stazzi”, mantenendone intatto il fascino. Tutti i locali sono climatizzati. Santa Teresa Gallura Sardegna Loc. La Testa, S.Teresa Gallura, Sardegna - Italy Tel./Fax +39 (0) 789 754453 14 15 16 OLBIA - CENTRO COMMERCIALE TERRANOVA - TEL. 0789.562103 17 una splendida veduta della rada di cala di Sgombro di Fuori, pacificamente “invasa” dalle vele latine, in occasione della veleggiata non competitiva all’Asinara 18 LE RAGAZZE DI STINTINO testo e foto di Antonio Mannu 19 H a vinto, come lo scorso anno, una carlofortina, una ragazzina ancora più giovane di Francesca Napoli, 17 anni lo scorso anno, vittoriosa nella passata edizione. Martina Vitiello, 14 anni, giovanissima allieva dell’Istituto Nautico dell’isola di San Pietro, ha portato alla vittoria, per la quarta volta, Altair, la veloce lancia del Nautico. Si è conclusa così la diciannovesima edizione della Regata della Vela Latina di Stintino, la più importante manifestazione del Mediterraneo dedicata alle barche armate con la tradizionale velatura del Mare Nostrum. Una edizione spettacolare, che si è avvalsa del patrocinio della TNT-Global Service, con oltre 100 barche iscritte, non fortunatissima per il vento. Poco durante la prova del sabato, molto poco, a tratti assente, nella regata disputata domenica 26 agosto. Una festa per gli occhi comunque, e per gli obiettivi dei fotografi: lo spettacolo di cento vele latine, di cento scafi in legno che incrociano nelle acque turchesi della rada della Pelosa, è unico, impagabile. Certo quello spec- 20 Grazia di Franco Moritto naviga verso la boa situata nella rada della Pelosa incastonando, tra maestra e fiocco, l’omonima torre a sinistra Angelina, insieme alla rossa Sfogliatella una delle due barche sorrentine presenti a Stintino, naviga tra l’Asinara e l’isola Piana. Sullo sfondo la torre di Fornelli in basso Rosa di Salvatore Nuvoli, protagonista di due splendide prove 21 chio d’acqua non poco ha contribuito alla crescita di questa grande, importante manifestazione, di cui un altro anno si festeggerà il ventennale. Secondo assoluto U Can Neigru, gozzetto cornigiotto ligure, tipico della riviera di Levante. Terzo ancora uno scafo ligure, il Barracuda del varazzino Roberto Cecconi. Quarta una Rosa in forma smagliante, protagonista di due eccellenti prove, portata con la consueta grinta e determinazione dal bravissimo Salvatore Nuvoli. Qualche polemica per il fatto che la formula in vigore a Stintino non prende in considerazione il peso delle barche. Ma a Stintino le polemiche non mancano mai: lo scorso anno si era trattato del taglio delle vele, quest’anno è sotto tiro il peso. Un elemento indubbiamente importante. Gli organizzatori da anni sostengono, e non a torto, che pesare le barche e stazzarle per ammetterle alle regate di vela latina ucciderebbe le regate. Troppi sono i partecipanti che non hanno la mentalità da regatanti e che non sarebbero disposti a sacrificare tempo e danaro per le necessarie operazioni. Fatto sta che il problema si pone ed è argomento di discussione. Nelle diverse classi ammesse alla regata Guz- 22 zetta ha vinto tra le lance monotipo della classe G e si è portata a casa il Trofeo Antonio Addis, riservato alla barca prima in tempo reale. Tra i gozzi ha vinto Barracuda, tra le lance Altair, tra i gozzetti U Can Neigru e, nella classe velieri, gran successo di Giuan D’Arque di Giovanni Del Rio, ormai unica barca da pesca in attività in Sardegna, che ancora conserva l’armo velico. Grande assente, per problemi familiari, Francesca Napoli che, a bordo dell’omonima lancia Francesca, vinse lo scorso anno. Speriamo possa partecipare all’edizione del ventennale per vedersela con Martina, e che i maschietti si facciano da parte. la Guardia Costiera Ausiliaria, coordinata dal comandante Lino Melis, ha prestato assistenza alla regata, garantendo anche la presenza di imbarcazioni per la stampa una veduta serale della Banchina dei Velieri 23 CLASSIFICA GENERALE Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 24 N° 103 92 22 72 85 104 45 83 19 97 94 66 47 21 102 71 41 58 36 100 25 18 82 37 50 62 51 74 38 77 101 Nome ALTAIR U CAN NEIGRU BARRACUDA ROSA PAOLINA 1963 MARIA C ANTIOCO IL MORO LUIGI PADRE ANGELINA CATERINA MADRE QUINTO DA MASCHE MAMMA ROSA ANTIOCO IL MORO II ANNA LIBERATA CASSIOPEA LULI II LLOCCA II PRINCIPESSA CALASETTANA SAN VINCENZO II AURIGA AURORA SFOGLIATELLA MARIANNA BESTINI DELFINA NONNA MEM SAN TOMASO ELEONORA ZI DUME’ Cl. C B A A B A A A C A A A B B B B A A A B A C C C B C C C A A C Armatore I.T.N. Carloforte Perrando Cecconi Roberto Cecconi Salvatore Nuvoli Pasquale Chessa Tonnare Carloforte Alessandro Radaelli Adolfo Simonetti Michele Russo Addis Segni Angelo Lapicca Simone V. Fisanotti Giorgio Marongiu Eugenio De Negri Pietro Fois Mario Segni Claudio Marras Giuseppe Davide Manca Dario Diana P.Franco BArabino Francesco Greco Lorenzo Nuvoli Angelo Aste Stefano Thermes Cappabianca Giuseppe Musti Antonio V. Aru Pietro Sanna Secondo Loris Cipriani Giovanni Angelo Spezziga G.Paolo Davini I.T.N. La Maddalena Antioco il Moro 3 di Nino Dessì non ha partecipato alla prima prova a causa di un’avaria, ma ha disputato un’ottima gara la domenica. 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 77 77 77 77 77 77 77 77 77 77 77 77 77 77 77 68 105 42 5 95 96 39 3 28 43 44 89 56 9 80 32 106 84 49 65 1 67 12 73 98 4 90 34 64 13 60 24 29 26 46 88 52 91 30 27 17 48 61 81 20 8 31 33 35 53 55 57 63 69 70 75 76 78 79 86 87 BENGIO CAPITANO ALBANO MARIA PEPPA CORSARO HARAPAO PAOLA BARCELONETA NAKUDA GRAZIA S. GENNARO N.S.V. DI VALVERDE GIOVANNA D’ARCO OLOTURIA ANNA ANTARES II DIANA ANTIOCO MORO III SAN GIUSEPPE ARIEL NIBESCA ASINARA LIBERA LUISELLA EOS NONNO PEP MIJA TERRANOA 2000 SANTO STEFANO CAMILLA SALVATORE PADRE ALMARE CARLINC FUTURA AQUILA DEL MARE LINA U GALETTU MADONNA DI TRAPANI GRUVIERA WHITE&GREEN PORTO TORRES MARIU’ ENEA CLAUDIA NONNO BACICCIA CORMORANO ISOGEA SANTA RITA ZIO SILVESTRO ARMANDA MADRE SPERANZA ANGELA VANESSA ANNAMAR ANGELINA 1923 REBECCA SAN COSTANTINO KIMMIPI ASTORRE MAB GAIO SANT’ANDREA SANTO STEFANO ISIDORO ANNINA A B C A A A B A B A C 0 A C A C A B C B 0 B A B B 0 B A C A A B A C B A B 0 B A B A A A C 0 B A A A B A B B B C B A A B B Isetta Benedetto Stefano Madeddu Barabino Gerolamo Bruno Derosas Annamaria Fulgoni Gregorio Addis Francesco Palomba Stefano Folino Franco Morittu Domenico Cordella Francesco Masu Giovanni Delrio Paolo Berlinguer Marco Acciaro Rodolfo Pinna Parpaglia Delogu Canopoli Vittore Dessy Antonio Mario Michelini Antonio Meloni Ezio Algarotti G.Carlo Acciaro Francesco Cherchi PierLuigi Cossu Loris Cipriani Stephane Lana Leonardo Fois Mario Demelas I.T.N. P.Torres Bruno Scotti Leo Rossi Alessandro Balzani Andrea Giau Antonello Scano Antonio Greco Gea Ocleppo Giuseppe Carboni Nino Carboni Gennaro Di Meglio Sergio Zanotti Massimo Spezziga Giancarmelo La Mattina Giovanni Batt. Massidda G.Carlo Cugiolu Stefano Garau Emanuela Pilo Marta Nicoletti Altimari Bianca Dallari Colombini F. Caracciolo I.T.N. P.Torres Salvatore Cordella Gianluigi Falchi Luigi Azzena Maria Careri Rinaldo Rau Andrea Accardo Luigi Gritella Guido Bernardi P.Luigi Salis Paolo Nicoletti Altimari Cossu Alberto Italo Negri 25 SARDEGNA IN BANCHINA In occasione della 19° Regata della Vela Latina di Stintino si è tenuta la seconda edizione della rassegna “Sardegna in banchina”. Migliaia di persone hanno visitato la manifestazione che ha bissato il successo dello scorso anno e molti espositori, data l’affluenza di pubblico, hanno già confermato la loro presenza per il 2002. “Sardegna in banchina” è stata organizzata dalla Promores, con il patrocinio del Comune di Stintino e dell’assessorato al Turismo della Provincia di Sassari, in collaborazione con la Pro loco di Stintino. L’ufficio stampa e la promozione sono stati curati da Associazione di idee che, per l’occasione, ha distribuito gratuitamente centinaia di posters, oltre a depliants e materiale informativo.Tra le novità di quest’anno la partecipazione, per la prima volta in un’unica rassegna, delle sette città regie: Castelsardo, Sassari, Alghero, Bosa, Iglesias, Oristano e Cagliari. Ogni città si è presentata in maniera diversa, Castelsardo ha puntato sulla promozione dei 900 anni di vita che saranno festeggiati il prossimo anno; Sassari ha promosso la discesa dei Candelieri ed ha esposto gli antichi costumi dei Gremi, Alghero ha preferito dar spazio alla sua storia, piuttosto che alla costa, mentre nello stand di Oristano era possibile consultare le carte d’archivio con l’ausilio di un computer. Iglesias ha mostrato i suoi preziosi manufatti in argento, presidiati da due balestrieri in costume medioevale, Cagliari ha dato spazio alle manifestazioni più recenti, mentre Bosa ha ricordato l’architettura del borgo medioevale e le attività artigianali. La rassegna è stata anche una fiera dell’enogastronomia dell’isola: la Coldiretti ha presentato il meglio della produzione sarda, offrendo, ogni sera, ricche degustazioni. Tra gli altri espositori il comune di Sorso, ha messo in palio un trofeo per la barca più antica, che è stato assegnato all’imbarcazione Madonna di Trapani del 1901. Tempio Pausania, ha allestito uno stand particolarmente ricco di prodotti tipici e Cossoine ha posto l’accento sulla presenza, nel suo territorio, di luoghi di interesse archeologico. E ancora grande apprezzamento per is fassois di Santa Giusta nello stand della XVI Comunità montana. Mentre hanno pubblicizzato i loro servizi al turista, per la prima volta in assoluto, i presidi turistici di Baunei Ogliastra e Barbagia Mandrolisai. E in una rassegna come “Sardegna in banchina” non poteva mancare lo stand allestito dalla rivista Mare Nostrum. Accanto, lo stand davvero gradevole delle “artigiane” del dècoupage Manufattori di storie. 26 Aquila del Mare, di Antonello Scano, e Antioco il Moro 2, di Giorgio Marongiu, quarto tra le guzzette, navigano affiancati verso la Pelosa. ato 1 p m sta o 200 t s o ag 27 28 malo modo. Sapendo di contare su qualche giorno di ferie e del fine settimana, il nostro obiettivo è Porto Rotondo dove avrà inizio la prima prova del circuito in acque sarde. Valutando le difficoltà che naturalmente si incontrano in questo tipo di navigazione, conforta il fatto che la costa orientale, una volta raggiunto capo Spartivento, ha una frequenza di porti e approdi che consentono una sicurezza aldilà delle previsioni meteo che imporrebbero delle soste forzate. Sia chiaro per i lettori che quanto verrà raccontato non vuole essere motivo di vanto o maestria di navigazione, ma una semplice carrellata di impressioni e informazioni su luoghi, porti e quanto possa ritenersi necessario soprattutto per barche come EOS che decidono di partecipare al circuito. Ed è così che convinti che occorre guadagnare miglia durante il giorno, si decide di passare l 25 aprile 2001, festa di liberazione nazionale, liberò Eos e il suo equipaggio la notte nella splendida baia di capo Malfatano. Una sosta decisa anche per la predal porto di Sant’Antioco per correre senza di un pescatore amico di Sant’Anil primo circuito “tnt vela latina 2001”. tioco che ci ospita nel suo barcone per una Il forte spirito di avventura e la voglia di squisita zuppa di pesce. La baia Malfatano accettare la sfida delle previste 700 miglia d’inverno ospita pescatori del Sulcis ospitali del circuito sardo/corso coinvolge oltre al con i naviganti, mentre d’estate offre un sottoscritto, l’amico Massimo e l’ormai veterano cane Nemo. Con una targa di buon ancoraggio sicuro alle numerose barche in transito. Una sosta tecnica a Cagliari e auspicio, i colori della città di Sant’Antioco, e la gradita presenza della redazione quindi sotto una fastidiosa pioggia ci si infila tra capo Carbonara e l’isola dei di Mare Nostrum, si naviga prua a Capo Teulada osteggiati da un fastidioso scirocco Cavoli. Un forte maestrale ci mette un pò di apprensione in quanto improvviso. che nel golfo di Palmas si manifesta in I 30 Mappe tratte dalla Carta stradale della Sardegna in scala 1:300.000 dell’editrice Archivio Fotografico Sardo Riproduzione vietata - tutti i diritti riservati Autor. IGM n.30/1983 e 372/1986 1000 MIGLIA A VELA LATINA Ci attrezziamo quindi per una navigazione attenta e a vista tra i numerosi scogli affioranti e secche. Una volta attraversata l’isola di Serpentara si decide per Porto Corallo in quel di Villaputzu. Porto turistico di nuova realizzazione. Una splendida giornata di sole e totale assenza di vento ci accompagna per una tappa ad Arbatax, e avendo tempo sul ruolino di marcia, navighiamo a tre nodi di motore godendoci il film costiero che offre continue impareggiabili scenografie. Incontriamo un gozzetto ponzese stracolmo di sardi ogliastrini. Una cartolina d’altri tempi con al centro, quasi come in un ballo tondo, una donna con sottana e una canna da pesca in bambù. Stappiamo subito un cannonau e “ ce la buffamoso”. Il porto di S.Maria Navarrese è a poche miglia e sapendo della presenza della bella Stefania nell’ufficio transito ci prepariamo per una serata in dolce compagnia. Ma impegni precedenti hanno impedito quanto desiderato e sarà per un’altra volta. La serata comunque è gradevole soprattutto per il buon mangiare e la squisita ospitalità. La mattina ci viene fornito il gasolio e tutta l’assistenza necessaria a costi di servizio zero e a sole lire settemila per il pernottamento e i servizi igienici. Nel grandangolo dello scenario costiero Eos focalizza Cala Sisine, avanti la famosa Cala Luna, che ci attira fortemente, e ci rimanda all’omerica memoria di Ulisse. Ma, non c’erano dee o porci, bensì cinghiali che si intravedevano scorrazzare oltre la spiaggia di sassolini di granito rosa. Un torrente tra oasi di oleandri, sughere e olivastri tra spaventose granitiche montagne che preservano un paradiso incontaminato. Con un atterraggio perfetto, mettiamo prua alla spiaggia con lunghissima cima al primo albero e altrettanta con ancora a poppa. A memoria canina Nemo è stato il primo cane fenicio a prendere possesso di cala Sisine. L’incontro con il cinghiale è stato del tutto fortuito e per fortuna incruento. Il cinghiale forte del suo territorio ha avuto rispetto per Nemo, stremato dalla navigazione. Decidiamo di passare la notte in un silenzio irreale e indimenticabile. Le imponenti scogliere granitiche ci accompagnano alla Caletta di Siniscola. In porto incontro un vecchio barcone olandese. E’ il “two brothers” di amici olandesi che nel 1990 mi ospitarono, di passaggio a Sant’Antioco, proprio per una trasferta a Siniscola. Io scesi ad Arbatax ed ho ancora le foto del piccolo aereo che mi riportò a Cagliari. Ero l’unico passeggero allora e non so se la compagnia aerea (air sardinya?) sia ancora in attività. Non c’erano gli olandesi ma erano conosciutissimi al bar del porto. Ho 31 32 lasciato un messaggio alla barista ed una foto di Eos. Uno scirocco annunciato ci invola per Porto Rotondo. Issiamo un gennaker e una piccola randa anti rollio, attraversando in un lampo le isole di Molara e Rossa. Tavolara col suo cappello di nuvole ci avverte del pericolo. Lo scirocco ha preso decisamente potenza ed è ormai tardi e pericoloso riparare in uno dei tanti piccoli approdi entro la baia di Olbia. Assicuriamo le sartie volanti per la tenuta dell’albero terribilmente incurvato e Capo Figari viene superata ad una velocità impressionante. Per fortuna l’armo robusto ha ben tenuto e l’atterraggio a Porto Rotondo è stato liberatorio. Affidiamo quindi Eos allo yacht club e alla sicura protezione del suo presidente Gian Battista Borea d’Olmo che non nasconde l’emozione per ospitare un legno del sud, avendo vissuto da giovane valente marinaio forti legami con le marinerie di Carloforte. Siamo fortemente in anticipo per l’inizio del circuito delle regate e quindi con il top delle ferrovie “la frexsia sarda” tentiamo una discesa da Olbia per Cagliari, accompagnati da uno squadrone di sckeen-eads (bo?!) che carichi di cartoni di caldissime birre tentavano di raggiungere Sassari (a Chilivani si cambia!) per un concerto dei sardi cantori di “una cuppa de cannonau ce la buffamoso”. Con un ritardo tipico delle prestigiose ferrovie sarde, una femmina capo treno, alla richiesta di notizie sull’orario previsto di arrivo a Cagliari, esordisce rammaricata “ma!, il motore non tira”. Avranno controllato l’olio?. Riprendiamo il tram tram dell’ufficio e rivediamo quindi affetti e le storie di sempre. Dieci giorni appena e il ritorno a Porto Rotondo, questa volta con tutto il team di Eos, ci vede venerdi pre regata ospiti del barcone “Babilonia” di Peppino Murgia, con gli equipaggi riuniti attorno a pentoloni di cozze olbiesi. Da Cagliari arriva quindi il famelico Gianfranco Gessa che si mangia di tutto compreso le divise nuove di Mare nostrum. Il tentativo di Gessa di vincere una sontuosa cena a spese di Gian Battista, naufraga miseramente sull’interpretazione dell’origine del logo del guidone dello Yacht Club di Porto Rotondo, relativamente agli artigli del leone intesi non come aggressione alla Sardegna, bensì come abbraccio caloroso. Arriva anche Cecconi da Varazze con il suo Barracuda a traino. Abbiamo avuto un attimo di comprensione per questo gozzo trattato come un violino per la sua leggerezza e finiture che al confronto Eos è sempre più un’arca biblica. Ma i giochi iniziano, e uno splendido campo di regata vede una grande partenza di Eos con alla barra uno strepitoso Angelo Concas Corrias, alla randa il sottoscritto comandante, al pozzetto i cagliaritani Marco Atzori, Gianfranco Gessa e l’antiochense Antioco Orrù. La prua è affidata quindi al saggio Enrico Zedda di Siliqua e al cane Nemo che sostituisce il prodiere sulcitano Marco Puddu assente giustificato per matrimonio. Eos tiene il comando per ben tre quarti di gara, quando viene tradita da una forte corrente contraria sotto l’isolotto di Mortorio che fa da boa e una improvvisa forte bonaccia favorisce il leggero Barracuda che con un sorpasso straziante al rallentatore intristisce tutti. Confesso che per rimediare alla bonaccia abbiamo pagaiato , non visti, con piatti di bordo. Ma è stato tutto inutile. Un secondo posto comunque ci vede premiati dallo Yacht Club con una splendida cerimonia ben orchestrata dal presidente G.B.B. d’Olmo. Nella notte, la splendida cornice della piazzetta dei ginepri ospita i regatanti latini e i francesi della ”festina cup”. A libagioni abbondantemente avviate, Eos, con un improvviso blitz, si impadronisce dell’orchestrina latino americana logudorese e intona la famosa canzone “accendetevi un accendino in questo porto clandestino” sulle note musicali di manu chao, scatenando un travolgente ballo collettivo. Ed è una giovane venere francese regatante che al centro della piazza risveglia e scatena la giusta libidine dei marinai tutti e i giuochi si fanno più intriganti. Domenica alle dieci si decide per il trasferimento a S.Teresa di Gallura nonostante un forte fastidioso grecale sconsigli la navigazione. Ma una volta superati gli isolotti navighiamo al traverso ben invelati. Correre l’arcipelago è come vivere un film di emozioni fortissime per le stupende immagini in sequenza quali la scuola velica di Caprera, i granitici presidi militari dell’ultima guerra e la recente “isola che non c’è”. A S.Teresa siamo stati rifocillati dallo Yacht Club e un buon vino ci ha fatto rincontrare la venere francese di Porto Rotondo. Eos riposa in attesa della agognata trasferta di Aiaccio, per la quale i marinai di Eos avevano già prenotato un trasferimento in roboanti moto. Purtroppo una telefonata dell’organizzazione ci avverte che la tappa di Aiaccio è stata rinviata e quindi cambiano tutti i programmi di lavoro con i relativi trasferimenti via terra. Pare che si vada in Corsica dopo la regata di Cagliari in settembre. La cosa mi infastidisce non poco. Eos non è un traghetto e il suo equipaggio deve anche lavorare. Ci si prepara comunque per Castelsardo. Il trasferimento viene deciso per la settimana successiva. Le previsioni non sono per niente buone ma non si può rinviare per motivi di lavoro. L’orizzonte poco chiaro verso la Corsica denuncia venti da O-N-O. Una navigazione prevista di sole 32 miglia mette duramente alla prova Eos ed il suo equipaggio contro un maestrale che ci impedisce di rispettare i tempi e ci costringe a riparare dopo ben 8 ore all’isola Rossa, stremati ma forti nello spirito. Eos verrà quindi trasferita la settimana seguente a Castelsardo, dove ci uniamo finalmente alla flotta della vela latina che via via si sta rafforzando. La fraterna amicizia che vincola Eos all’Asinara libera del condottiero Acciaro, viene rinvigorita con una generosa innaffiata di vini forniti dal nuovo veliero Terranoa dell’olbiese Nardino Fois, noto maestro d’ascia. Vengo a sapere con rammarico che il veliero Maria dell’amico Degortes è stato venduto e forse non parteciperà alle regate. E’ notte inoltrata quando il provato equipaggio di Eos decide per una giusta gintonata nel locale di tendenza, e nel tentativo di fraternizzare con i fratelli sardi del nord, questi colgono allusive occhiate ad alcune avvenenti indigene da noi coinvolte in una attenta preanalisi dell’imminente G 8 genovese. Il tentativo di spiegare che non si trattava di un noto pittore di cerchi, innesca la miccia di una rissa, per nostra fortuna risolta con una simpatica bevuta. La domenica è regata sotto un cielo plumbeo che è auspicio di funesti presagi per i solari fenici. Ed è il feroce fenicio Angelo Concas Corrias timoniere di Eos, che, colpito dall’assenza di sole, disorientato dalla bonaccia, riesce a guadagnare il guinness dei primati, riuscendo dopo ben 30 anni di militanza velica e pluri campione di J24 a partire anticipatamente e a non più ripartire entro 30 minuti dal via. Sconforto inevitabile e irripetibili imprecazioni alla dea fenicia Thanit. Meritata vittoria quindi per il torrese Marco Acciaro con la sua Anna. Il venerdi successivo si recupera Eos per Porto Torres. Dopo una squisita cena al cormorano si va a bordo di Eos che si trova incastonata tra una flottiglia di over 80 francesi. Un modesto striscione sulle murate indica che corrono “la route de beautè”. Esibiamo immediatamente i nostri striscioni di ben mt. 5 per 0,50 del nostro tour e si sentono i “mais vous avez fait tout ca?” Con innata modestia fenicia raccontiamo che “oui” e che non è finita lì. Il sonno profondo dovuto anche allo scambio di vini con i cugini latini, viene improvvisamente interrotto da un lacerante urlo francese di un nottambulo regatante ferocemente rimproverato da Nemo per il suo tardivo rientro. Il tapino si è salvato in mare con le scuse di Eos per la esuberante guardiania del ns. mozzo canino. La mattina si decide il trasferimento per Porto Torres prima che il forte maestrale ci impedisca l’uscita dal porto che diventa trappola, con i francesi che si incazzano che le palle ancora gli girano. Mais oui, vaglielo a spiegare che noi fenici si naviga come i falchi pellegrini per passione, un po’ per destino, per voglia di mare nostrum, per fraternizzare, vivere storie e trasmettere emozioni. Coast to coast. (traduzione in fenicio: costi quel che costi). A Porto Torres, affinate le armi, ci riscattiamo alla grande con una superba regata che ci vede di gran lunga primi in assoluto e natu- 33 ralmente di classe. Radio regata trasmette musiche celestiali per Eos che prevede un gran finale a Stintino per la fine del mese di Agosto. Affido quindi Eos agli amici professionisti del Nautilus di Stintino per un sano rimessaggio e riprendiamo casa e uffici. Lo stintinese Vincenzo Mura mi avverte che Eos è in acqua e c’è in programma la regata fuori circuito del Postalino celere, che commemora il rito del trasporto da Porto Torres all’Asinara, via Stintino, della posta sui gozzi a vela latina. Decidiamo immediatamente di parteciparvi, e naturalmente vinciamo. L’occasione non era tanto la regata, ma la possibilità di discesa a Cala Reale, dove ricordano ancora la performance mia e del giurista conta balle Marco. Succede che, camuffati da guide turistiche, dirottiamo un gruppo di visitatori, raccontando loro fatti e misfatti dell’isola che a stento trovano vaghi riscontri negli opuscoli guida. Per un po’ hanno addirittura pensato di essere in Giamaica, dopo aver annusato secco sterco di vacche. Eppure il fumo noi non lo si divideva. Intanto nel sulcis iglesiente iniziano le regate sulcitane, anch’esse fuori dal circuito TNT. Vengo informato che è stato istituito il Memorial Paolo Carboni, un marinaio del Moro 2, tragicamente scomparso. Con Paolo ho condiviso fraternamente storie di vita e di mare. Decido quindi di far rotta verso sud attraverso Bosa. Ora siamo soli io e Nemo, in quanto Massimo ha impegni di lavoro. Un incidente al motore mi costringe a riparare nell’isola di Mal di Ventre. Il maestrale mi consente di ancorarmi a sud est nella cala dei pastori. Per sicurezza assicuro una lunga cima a terra. L’acqua è di un verde smeraldo e i lentischi sono incastonati sul granito. Le spiagge sono di una bellezza unica con sabbia di granuli di quarzo. Lascio Nemo a scorrazzare con i numerosi conigli e faccio escursione con visita ad un piccolo nuraghe. La presenza di alcuni resti di un insediamento 34 umano testimonia la straziante prigionia che nel XVI secolo rinchiuse 700 sardi schiavi poi venduti ad Algeri. La mattina con qualche difficoltà riesco a sistemare il motore grazie sopratutto all’aiuto via telefono del cantiere bosano Lai e Fenu e faccio quindi rientro per Sant’Antioco dove arrivo in nottata. Una volta onorate le regate sulcitane, ritrovato l’ufficio e ritemprati nel corpo e nello spirito (soprattutto alcolico), l’appuntamento con Stintino diventa sempre più vicino. I giorni a Stintino scorrono pigri con incontri di equipaggi noti e nuovi arrivi. Il veliero Ziguella proveniente da La Spezia, che poi sarà barca giuria, è stracolmo di liguri che stazionano nella rada della pelosa. Pare che da informatori indigeni abbiano saputo che Eos dispone di una buona cantina e quindi diventa oggetto di grandi saluti e convenevoli adulazioni. Pensando ad uno scambio di doni come si usa tra equipaggi, Eos fa omaggio di potenti vini sardi ma ahinoi! la cantina ligure è provvista solo di cavatappi. Si rinnova l’amicizia con il Circolo Nautico Torres e i ragazzi del Nautilus che freneticamente attrezzano le banchine per le barche in arrivo. Ce ne saranno quindi ben 104. Con vivo piacere ho incontrato Angelo Dessì, il vero “patron” della regata di Stintino, poi sviluppata e ingrandita dalla regia dei fratelli Aiello. Si ricorda bene di Eos nonostante una cattiva malattia l’abbia aggredito nei ricordi. Si stempera l’attesa della regata con una cena di gruppo che festeggia l’arrivo degli equipaggi. Capo Falcone ci propone un dentice di ben 5 chili che soddisfa Eos e gli equipaggi di Anna di Marco Acciaro e del Moro 2 del casato Marongiu. Il meteo prevede un nord ovest con 8 nodi di vento. Sarà una regata nervosa. La flotta della regata secondo i dati di iscrizione è di 104 barche, divise in quatro classi, più le guzzzette. Le solite schermaglie e quindi la partenza. I piazzamenti vedono le barche migliori con la sorpresa del gozzo Rosa di PortoTorres, assente dalle regate dal 1983 che impressiona per la velocità. Si discute comunque su un fiocco che è in effetti un genoaker. Ad ogni modo Eos è 5° di classe e 12° in generale. Si può quindi tentare una posizione di prestigio nella seconda prova. La notte del sabato riunisce tutti gli equipaggi attorno ad una robusta grigliata che rinsalda e stempera le schermaglie della regata e si rinnovano quindi le sfide per la finale di domenica, dove una splendida regata vede Eos nelle prime posizioni e probabilmente con i tempi compensati in seconda o terza posizione di classe. Un successo che miseramente viene demolito per una assurda sballata dichia- razione dell’altezza della balumina della randa all’atto dell’iscrizione. Errore clamoroso per di più dovuto ad una misurazione effettuata con un tipico doppio metro da capo mastro, al quale manca sempre una stecchetta da 20 cm, chissà perché. La squalifica è pertanto giusta e la figuraccia altrettanto. La delusione e l’amarezza per quanto avvenuto, se pur in buona fede, crea una crisi tra l’equipaggio per quanto accaduto. Ma la responsabilità è interamente del comandante che avrebbe dovuto verificare quanto trasmesso via telefono. Il rientro per Bosa all’alba di lunedi 27 agosto è stato penoso per il pensiero fisso all’accaduto e per l’ignominia che accompagnerà Eos durante il tragitto finale. Capitan Nemo a prua sotto il tendalino mi scruta in continuazione e deve aver intuito che è successo forse l’irreparabile. Chiudo amara- mente questa prima parte del viaggio con rotta sud con un inquietante decisione di ritirare Eos dal circuito, anche se la buona fede mi rasserena sull’onestà dell’equipaggio tutto. E’ ormai notte quando dormo sul Temo che è fiume mare nostrum e Bosa mi aiuterà a riflettere con la sua malvasia. In lontananza è Piero Marras con la sua “finchè il mare non ci inghiotte resteremo qui. Si kere Deus e sos carabineros lo permittene”. E siamo quindi a mille miglia di navigazione, inizialmente prodigiose, ora, forse, ignominiose. Pierluigi Cossu comandante di Eos 4 settembre 2001 (dedicato a Tao) 35 SARDEGNA RESIDENZE VILLE L G e Ville, con ampi giardini e doppi servizi, possono essere singole o bifamiliari. Ogni Villa é indipendente e priva di vincoli condominiali. La privacy é garantita dal fatto che il gruppo di ville é raggiungibile da un’unica strada interna che verrà utilizzata quasi esclusivamente da voi e da i vostri ospiti. costruttori dal 1956 Per ricevere il materiale informativo inviate questo coupon a: PALAU ALTA Via Manno 11 - 07100 Sassari - Fax 079/294931 E-mail: [email protected] Nome.........................................Cognome....................................................... Via........................................................................................................................ Cap...............................Città............................................................................... Telefono............................................................................................................... Autorizzo l’utilizzo dei miei dati ai sensi della legge 675/96 Firma................................................................................................................... mn5/01 36 Permuta di beni immobili o multiproprietà Direttamente dal costruttore Dilazioni e mutui fino al 90% 250 metri dal porto turistico Splendida vista sull’Arcipelago Rifiniture di pregio Pronta consegna li Asfodeli sono residenze con patio. Ciascuna offre 15 metri di fronte mare, due bagni, e ha le camere da letto, il salone e la cucina che dominano l’Arcipelago de La Maddalena. La particolare progettazione di ciascuna residenza fa si che da ogni stanza sia possibile vedere il mare e godere del panorama unico di Palau Alta. 37 Il relitto del Dino, mercantile affondato a causa di una forte burrasca nel 1973, giace in perfetta posizione di navigazione su un fondale di 24 metri nei pressi di Porto Zafferano. (foto Mario Ligas) di Gianpiero Dore I RELITTI DELLA COSTA DEL SUD D 38 a un punto di vista emotivo l’immersione sui relitti è senza dubbio molto coinvolgente, un’esperienza affascinante che ogni subacqueo dovrebbe provare. Mentre si scende verso il fondo e ad un tratto, tra le lame di luce che balenano nel blu, compare la sagoma scura del relitto, non si sfugge dal provare qualcosa che sta fra il rispetto e la commozione. Il pensiero va al dramma vissuto da chi era a bordo. Specie a coloro che magari non lo hanno potuto raccontare. Vengono alla mente storie di marinai, di perigliose avventure, battaglie navali, naufragi e salvataggi miracolosi. La burrasca, l’urlo della picchiata di un aerosilurante, la vela che non appare all’orizzonte. Il mare che ricopre tutto come un immenso sepolcro liquido. Teatro di migrazioni e traffici, depositario di infinite storie e memorie, il mare della Sardegna è letteralmente disseminato di relitti. Dall’età punica fino ai nostri giorni. Solo durante gli anni del secondo conflitto mondiale si ha notizia di oltre cento affondamenti di unità militari e civili requisite agli armatori ed utilizzate per scopi bellici. Parlando di relitti relativamente recenti, nel tratto di costa compreso fra Capo Carbonara e Capo Teulada se ne possono visitare diversi, da pochi metri fino a profondità spesso impegnative ma ancora consentite dall’immersione sportiva. disseminato in un’area abbastanza vasta su un fondale che arriva a 5 metri di profondità. L’unica parte ancora riconoscibile è la trasmissione, con la linea d’asse ed il giunto. Qua’e la’ si trovano degli ammassi di cordame che hanno assunto forme a volte bizzarre. Il relitto si può visitare anche in apnea, è molto divertente e per nulla impegnativo. Fra le lamiere hanno trovato rifugio scorfani e piccoli saraghi mentre tutto attorno si aggirano banchi di salpe, donzelle e tordi. 1 - L’Alba Ferry Si tratta di un cargo che trasportava automobili, andato ad incagliarsi sui bassifondi ad est dell’isola dei Cavoli e successivamente distrutto da una forte mareggiata di Scirocco. Le automobili furono recuperate ed oggi non se ne trova traccia. Ciò che resta del relitto è 2 - La nave dei tubi Poco all’esterno dei variglioni dell’isola dei Cavoli, su un fondale roccioso di 12 metri, si trova il relitto di un cargo che trasportava tubi in cemento amianto, la famigerata eternit. Come la precedente, anche questa è un’immersione di totale relax. Il fondale è quasi interamente ricoperto da lamiere e tubi di vari diametri. Non si capisce come mai, essendo nota la nocività del materiale di costruzione, non siano stati ancora recuperati e destinati allo stoccaggio in una discarica per rifiuti tossici. Il pesce è abbastanza numeroso, con labridi, serrani, salpe e saraghi fasciati. Negli anfratti creati dalla sovrapposizione delle lamiere, soprattutto nella parte più profonda, è frequente vedere piccole cernie brune. 3 - L’Egle Uscendo circa mezzo miglio dagli scogli di S. Caterina a Villasimius troviamo il pedagno che segnala il punto di immersione. Si può dar volta sul pedagno oppure ancorare su un fondale sabbioso. Quel che resta di questa nave, silurata da un sottomarino durante l’ultima guerra, giace sulla sabbia a 34 39 metri di profondità. Arrivati sul fondo ci si trova su una distesa di lamiere e ferraglie schiacciate con rari elementi riconoscibili, come un argano e poco altro. Vicino alla prua, tra le lamiere e il detrito, trovano rifugio numerosi saraghi. Recentemente nei pressi del relitto è stato trovato un teschio umano, con tutta probabilità risalente all’epoca dell’affondamento. è situato poco a largo di Torre delle Stelle e giace sul fianco di dritta con la poppa poggiata a 50 e la prua a 58 metri. Il relitto è pedagnato a mezza nave. Arrivati allo scafo si può scegliere se andare verso poppa contenendo la profondità intorno ai 50 metri, oppure esplorare la prua a profondità maggiori. Subito sotto il punto di ancoraggio della cima del pedagno si può vedere una delle due mitraglia4 - L’Entella trici abbinate che armavano la nave Il relitto dell’Entella si trova a poca insieme a due cannoni, a prua ed a distanza dalla costa di Torre delle Stelle poppa. Andando verso quest’ultima il su un fondale di 20 metri. Come ponte è cosparso di grosse maniche a l’Isonzo ed il Loredan dei quali parlevento dove si nascondono mustele e remo più avanti, l’Entella faceva parte scorfani. Al centro si aprono i lucernari di un convoglio partito il 10 aprile della sala macchine entro la quale è 1943 da Cagliari diretto alla Maddapossibile fare una puntata. Con tutte le lena. Il convoglio fu attaccato dal som- cautele possibili. Subito dopo si inconmergibile inglese Safari al comando del comandante Bryant, di stanza ad Algeri. Il comandante dell’unità italiana riuscì con una disperata manovra ad evitare i siluri ma non poté evitare di finire sugli scogli. L’Entella fu finita l’indomani mattina dal fuoco nemico che la fece esplodere. Per questo motivo della nave non rimane granché, lamiere, frammenti dello scafo, tubi e rottami. Tuttavia l’ambiente è molto bello e vivo, decisamente luminoso. Sembra una palestra di allenamento per fotografi subacquei. Lamiere e costolature sono ricoperte da spugne incrostanti e briozoi risultando molto fotogeniche. Oltre ad esplorare ciò che resta del relitto, ci si può dedicare a curiosare fra le rocce e le lamiere dove sono numerosi polpi e piccole murene. Guardando nel piccolo si scoprono anche diverse specie di nudibranchi come Cratena peregrina e Corifella lineata. 5 - L’Isonzo L’Isonzo era una nave cisterna di 3500 tonnellate di stazza. Alle 18,25 un precisissimo siluro lanciato dal Safari gli tranciò timone ed elica, quindi un secondo lo colpì sotto la plancia di 40 comando facendolo affondare. Il relitto La maestosa poppa del Romagna con l’enorme elica ed il timone ancora in sede. (foto Luigi Sanna) L’Entella esplose sotto il fuoco nemico nell’Aprile del ‘43. Della nave rimangono soltanto lamiere contorte e piccole parti di struttura. Tuttavia l’ambiente, ricco di vita, rende quest’immersione bella e rilassante. (foto Luigi Sanna) 41 Il relitto dell’Egle nei pressi di Villasimius. Del relitto rimane una distesa di lamiere contorte con pochi elementi riconoscibili come l’argano. (foto Luca Sgualdini) 42 43 del quale si trovano i contenitori per il sartiame. Bellissimo lo spettacolo offerto dalla foresta di gorgonie rosse e gialle che ricopre la chiglia. La penetrazione all’interno del relitto è sicuramente sconsigliata sia per l’alta profondità, sia per le condizioni precarie delle strutture. Indispensabile una buona torcia. 7 - Il Romagna Il Romagna subì la stessa sorte dell`Entella, dell’Isonzo e dell’Egle affondando sotto i colpi del famigerato sottomarino inglese. Il relitto è spezzato in due tronconi: la prua si trova addirittura a un miglio di distanza dal resto, tanto da costituire un punto di immersione totalmente a sé. Quando l’equipaggio del Romagna, che trasportava benzina ed era armata per l’autodifesa, si accorse di essere sotto il tiro dei siluri inglesi fece rotta verso l’esterno del Golfo di Cagliari nel vano tentativo di sfuggire alla sua triste sorte. Una volta colpito si divise in due tronconi: la prua colò immediatamente a picco più verso terra, mentre il resto della nave continuò la sua strada fino a fermarsi e affondare dove la troviamo ai giorni nostri. Lungo una cinquantina di metri, il relitto si trova a una protra il cannone poppiero, puntato verso fondità tra i 34 e i 42 metri, in posiLa prua del zione di perfetta navigazione. Non è Romagna si trova la superficie. Percorrendo la murata è rovinato, se non la coperta, ed è possia circa un miglio ancora ben visibile l’enorme squarcio provocato dal siluro. Indispensabile una bile entrare nella sala macchine e nella di distanza dal torcia. stiva (sempre con molta cautela). Si resto della nave, trova di tutto: aragoste e, in generale, spezzata in due molti crostacei, Anthias anthias nelle tronconi dai siluri 6 - Il Loredan Il Loredan, unità mercantile da 1350 camere interne, muri di re di triglie di un sommergie poi tantissimo pesce di passo. Se bile Inglese. (foto tonnellate convertita ad usi bellici, giace sul fondo poggiato su un lato a si è particolarmente fortunati si posLuca Sgualdini) circa 500 metri dall’Isonzo. Nonostante sono perfino incontrare i delfini. All’inla breve distanza dal precedente relitto, terno ci sono ancora scarpe, valigie, qui la profondità è proprio ai limiti, per tracce dell’equipaggio. È un’immernon dire proibitiva: 57 metri la murata, sione incredibile. 66 il fondo. La nave, perennemente circondata da un’immensa nuvola di 8 – La prua del Romagna Anthias anthias, ha la parte poppiera La prua del Romagna giace a un miglio completamente distrutta mentre la parte dal resto della nave. Qui siamo più proprodiera si conserva abbastanza bene. fondi, intorno ai 45 metri. L’immerCaratteristico il lungo albero ai piedi sione è leggermente più impegnativa, 44 ma con un’attenta pianificazione non impossibile. Le correnti si sentono solo quando soffia il Maestrale e, purtroppo, quello che ha di negativo questo relitto (ma vale anche per il resto della nave), è che spesso, a causa del fondo di sabbia e fango, la visibilità è pessima. Inoltre, l’incredibile quantità di pesce contribuisce a intorbidire ancora di più l’acqua. Sembra un’esagerazione, ma è così. Appena si scende sulla prua nuvole compatte di pesce si fanno incontro al subacqueo: mustelle, gronghi di un metro e mezzo e più, e poi saraghi, orate, dentici. Veramente uno spettacolo incredibile. Le grandi maniche a vento che si innalzano dalla coperta dell’Isonzo. Il relitto misura circa 80 metri ed è in buono stato di conservazione. (foto Mario Ligas) 9 - L’LT221 L’LT221 era un Rimorchiatore americano affondato circa 3,5 miglia a sud est di Capo S. Elia. Il relitto è pedagnato e ci si può ormeggiare direttamente ad esso. Questa immersione è molto impegnativa sia per l’elevata profondità, il fondo è a 48 metri, sia per la visibilità che a volte può ridursi tantissimo. La nave è divisa in due tronconi adiacenti. Quello di poppa, inclinato sul lato di dritta, porta ancora in sede elica e timone. Tutto intorno il fondo è disseminato di rottami e lamiere fra le Spesso i relitti sono vere e proprie oasi di vita fra grandi distese di fango e detrito. dopo breve tempo vengono colonizzati da numerose specie. Nella foto alcuni Anthias Anthias, tipici abitatori delle secche profonde e dei relitti sommersi. 45 Oltre ad emozioni e fascino, l’immersione sui relitti riserva anche una serie di insidie che non vanno assolutamente sottovalutate. Spesso i relitti si trovano in mare aperto a profondità limite per il subacqueo sportivo, in zone interessate da forti correnti, fattori che già da soli rendono qualsiasi immersione decisamente impegnativa. Come al solito è indispensabile una adeguata preparazione tecnica, buona forma fisica ed una attenta pianificazione. Quando si parla di relitti, esistono poi ulteriori cautele che è bene esercitare per rendere l’immersione il più possibile sicura. Le lamiere, spesso squarciate e lacerate, hanno bordi taglienti e possono provocare ferite. Lo scafo e le sovrastrutture, logorate dal tempo sono soggette ad improvvisi cedimenti. L’acqua tende ad intorbidirsi facilmente. Spesso sono presenti spezzoni di rete abbandonati nei quali è facile impigliarsi. In acqua molto torbida non ci si può avvalere dell’ausilio della bussola in quanto la vicinanza di un volume metallico così rilevante potrebbe influenzare l’ago. Per questi motivi, come si può facilmente capire, senza un’adeguata preparazione l’esplorazione dell’interno di relitti è assolutamente sconsigliata. Per coloro i quali non possiedono uno specifico addestramento è consigliabile limitare l’esplorazione all’esterno prestando attenzione a quanto segue: prima di abbandonare il punto di partenza del- Come l’Entella e l’Isonzo, anche il Loredan faceva parte del convoglio attaccato dal Safari, il famigerato sommergibile del comandante Bryant. Il relitto giace a profondità quasi proibitive per l’immersione sportiva. (foto Luca Sgualdini) l’esplorazione è bene prendere un riferimento come ad esempio la struttura più grande che si riesce a distinguere in funzione della visibilità. L’utilizzo di un rocchetto di cavo, una sorta di filo di Arianna, può risultare molto utile. In caso si resti impigliati in una rete abbandonata, mantenere la calma e controllare il ritmo respiratorio. E’ sempre bene aver stabilito col compagno di immersione dei segnali acustici di allarme. Spesso per liberarsi è sufficiente uno strattone deciso ma, se non bastasse, un buon paio di forbici saranno estremamente utili. Ricordate, le forbici si usano con una mano, il coltello con due, quindi le prime sono decisamente più funzionali. Sistemare la strumentazione evitando che fruste ed altri apparecchi pendano dal corpo rischiando di incastrarsi. Anche se l’acqua non è fredda è meglio usare una muta completa, guanti compresi, che protegge meglio da tagli o escoriazioni. In presenza di corrente è bene ricordare che la forma del relitto potrebbe generare un aumento di velocità della stessa che potrebbe renderci la vita difficile nel tornare al punto di ancoraggio. Ma le tecniche per affrontare un’immersione su un relitto con un certo grado di sicurezza sono ovviamente molto più numerose e più complesse di quelle accennate ed il modo migliore per apprenderle è di seguire un corso di specialità, offerto da quasi tutte le agenzie didattiche, dove per ogni problema viene fornita una soluzione appropriata. quali è possibile vedere bei saraghi e scorfani enormi. La parte anteriore della nave è inclinata sul lato di tribordo e semiaffondata nel sedimento. Si vedono ancora i cannoni antincendio e varia strumentazione, mentre campana e fanali sono stati da tempo asportati. Utile la torcia per scovare i molti pesci che si nascondono tra i rottami. Attenzione agli spezzoni di rete che penzolano dappertutto. 10 - Il Dino Il relitto del Dino si trova a Porto Zafferano su un fondale di sabbia e Posidonia a 25 metri di profondità. La nave di nazionalità italiana, trasportava materiale argilloso. Affondò a causa di una fortissima mareggiata nel 1973. Scendendo verso il fondo s’individua immediatamente la sagoma del relitto che sembra letteralmente conficcato sul fondo con l’alberatura abbattuta su un lato. Le stive sono agibili anche se l’esplorazione richiede come al solito estrema cautela. All’interno sono ancora presenti tracce della vita di bordo. Il pesce è molto numeroso, incredibili banchi di Anthias, castagnole, saraghi, qualche orata, scorfani e labridi all’eterna ricerca di cibo. In questa zona è possibile, anche se l’evento ha carattere di eccezionalità, avvistare esemplari di testuggini (Caretta caretta). La zona di Porto Zafferano è agibile solo nei mesi di Luglio ed Agosto e per l’immersione è obbligatorio il permesso che è rilasciato dalla Capitaneria di Porto. Il relitto del rimorchiatore Americano LT221 a largo di Capo S.Elia si trova a 48 metri di profondità su un fondale fangoso. Purtroppo data la natura del fondo e per la presenza di correnti a volte molto forti, l’acqua è quasi sempre molto torbida. (foto Luca Sgualdini) Sui numerosi idrozoi che colonizzano le lamiere dei relitti è frequente trovare diverse specie di opistobranchi come Cratena peregrina