1,00 Anno I n. 2 - Luglio/agosto 2004 - PERIODICO MENSILE - e Supplemento laltrareggio n. 126 - Registraz. Trib. di Messina n. 17/91 A cura di Franco Arcidiaco e Daniela Pellicanò www.cittadelsoledizioni.it Le Elezioni Europee sia pur con un segnale incoraggiante rivelano un dato allarmante Sono 2 milioni i casi di Berlusconite Vale sempre il mitico monito di iavolo di un Cavaliere, se non ci fosse bisognerebbe D inventarlo; in quest’ultimo mese ci ha fornito materiale per almeno altri dieci numeri de Il Berlusconiere. L’epopea Berlusconiana, come tutte le grandi tragedie italiane, vive costantemente con un piede nella farsa; sono ormai dieci anni che le vicende italiane sembrano frutto di un canovaccio degno del miglior Dario Fo (quello, per intenderci, degli anni ’70: Morte accidentale di un anarchico, Pum pum, chi è? La polizia!, Mistero Buffo, ecc). Ma purtroppo è tutto vero, ed ancora una volta è la realtà ad averla vinta sulla fantasia. Nelle ultime settimane è successo di tutto: il tonfo elettorale, il licenziamento di Tremonti, la levata di scudi di Fini, le impennate di Follini (ovvero Il ruggito del coniglio), la pseudo- verifica ed il pseudo- rimpasto, la bocciatura della Bossi/Fini da parte della Corte Costituzionale, l’approvazione della cosiddetta legge sul conflitto di interessi, il peggioramento ed il miglioramento delle condizioni di salute di Bossi. In ognuna di queste occasioni l’ineffabile Cavaliere non ci ha deluso: gaffe a profusione e dichiarazioni con conseguenti smentite a raffica, il tutto condito dalle imbarazzanti sortite macchiettistiche in terra straniera, che lo hanno reso tristemente famoso. La ciliegina sulla torta è stata la ridicola claque organizzata davanti a Montecitorio con un centinaio di militanti prezzolati, per rimediare alla figuraccia del giorno prima quando era stato accolto alla sua uscita da bordate di fischi e cori di Buffone. Dal nostro punto di vista dovremmo essere contenti, il 1° numero de Il Berlusconiere è andato letteralmente a ruba, abbiamo ricevuto decine e decine di telefonate e .mail, tutte all’insegna della stessa esortazione: non vi fermate, non vi fate intimidire, continuate ad uscire. Ed eccoci qui, Il Berlusconiere torna in edicola in Calabria, Sicilia e nella zona di Bologna. E’ nostra intenzione estendere ancora di più la distribuzione, ma per farlo è necessario che i lettori aumentino ancora di più (il numero1 ha venduto 5mila copie su 7.500 diffuse), non possiamo permetterci campagne pubblicitarie quindi contiamo sul passaparola dei nostri lettori o sul sistema (che molti hanno attuato spontaneamente) dell’ “acquisto multiplo”: comprare, cioè, più copie e diffonderle tra gli amici. La causa è nobile, ed ogni sistema (lecito, per carità) che porti al successo è consentito. Per finire dobbiamo avvisare i nostri lettori che Il Berlusconiere non è diffuso capillarmente nella zona di Messina. Il locale distributore, che opera a Messina e provincia in regime di assoluto monopolio, ha deciso di non distribuirlo; all’ agenzia Ansa, che si è occupata della vicenda, ha dato una motivazione risibile (assenza di accordi preventivi), ma il dato oggettivo è che nella provincia di Messina il distributore, forte della sua posizione dominante sul mercato, ha bloccato di fatto la libertà di stampa, esercitando quella censura che nemmeno il Cavaliere si sarebbe sognato di poter fare sul resto del territorio nazionale. Come vedete i cloni di Berlusconi sono dappertutto e non demordono, il terreno di coltura è stato sapientemente seminato e le spore sono cresciute rigogliose. Nel prossimo numero pubblicheremo comunque i nomi degli edicolanti di Messina e provincia dove, nonostante la censura del distributore, si potrà acquistare Il Berlusconiere. Arrivederci a settembre e vi ricordiamo che tutti possono collaborare al nostro giornale segnalandoci materiali da pubblicare o realizzando vignette ed articoli, inviandoli all’indirizzo: [email protected] Franco Arcidiaco ANCHE I CLONI NON SCHERZANO Quando vince va tutto bene, ma quando le urne lo bocciano, Silvio Berlusconi grida all’imbroglio. E in vista dei ballottaggi, ove il suo centrodestra ha subito una debacle ancora più pesante, ha messo le mani avanti ipotizzando trucchi da parte dei soliti “comunisti”. Obbedienti come un sol uomo, i suoi accoliti di Forza Italia, hanno subito provveduto a produrre e (quel che è peggio) diffondere un opuscolo intitolato “Difendi il tuo voto”, ovvero la “Guida pratica per il rappresentante di Lista di Forza Italia”, una sorta di bigino illustrato che avrebbe dovuto consentire agli eroici azzurri di parare i colpi bassi dei ribaldi delle “sinistre” disseminati per i seggi con il preciso scopo di rubare voti al partito del Cavaliere. Il manualetto è un florilegio di banalità e di situazioni esasperate, dove il presidente di seggio (rappresentato nelle vignette da un uomo con la barba, simbolo del male nell’iconografia berlusconiana) e gli scrutatori sono irrimediabilmente dei nemici pronti all’inganno e al trucco puerile pur di rubare voti all’invincibile Forza Italia. Così, mentre da tutta Italia arrivano notizie di scrutatori che vorrebbero querelare Berlusconi per le offese generalizzate che ha formulato nei loro confronti e autentiche barzellette sui goffi tentativi dei suoi rappresentanti di lista di recuperare voti anche quando proprio non ve n’era motivo, ecco che a indottrinare i novelli difensori della legalità elettorale arriva un libriccino con vignette (in verità assai scadenti: Cavaliere, proprio non poteva permettersi niente di meglio?) che dipingono presidenti di seggio che strappano schede con voti per Forza Italia, scrutatori nemici che aggiungono croci alle schede bianche e rappresentanti di liste “comuniste” che fanno campagna elettorale ai seggi. Queste elezioni per Berlusconi sono proprio un incubo. (da l’Unità 23 giugno 2004) LA GUIDA ANTI-BROGLI DI FORZA ITALIA della serie…LE HA PROVATE TUTTE a cura di Daniela Pellicanò da: www.votantonio.it NON SI RIESCE A STARGLI DIETRO del 30 marzo 1992 (vedi sotto) Campagna elettorale chiusa. Ma davanti alla legge (n° 212 del 4/4/1956) e alla Dante Alighieri (la scuola che ospita il suo seggio) Lui tiene un comizio. Prima e dopo il voto. Una cura a tutti gli effetti. E da saggio terapeuta dà due infallibili indicazioni: “Non votate per i partiti piccoli o piccolissimi” e “la sinistra è impossibilitata a governare”. A buon intenditor poche parole. “C’è stata un’indegna cancellazione di schede della nostra parte fatta da chi manda ai seggi un esercito di professionisti. Questo ha portato dei voti a loro e tolto dei voti a noi” (tratto da Libero 22 giugno 2004) (Ndr. - Il 9 luglio l’Ufficio elettorale della Corte d’Appello di Milano, in sede di revisione dei risultati, ha scoperto che a Berlusconi erano stati attribuiti erroneamente ben 25 mila voti in più) OMBRETTA COLLI: “Se potessero, i comunisti mi ammazzerebbero, lo vedo andando in giro per la strada e nei mercati”. Ombretta Colli, presidente uscente della Provincia di Milano e candidata per il Polo, lo ha affermato durante la trasmissione “Piazza Pulita” andata in onda ieri sera su Antennatre. “In Russia – ha detto – non mi sembra che siano andati al potere con elezioni democratiche, e nemmeno in Cina, o a Cuba e nei paesi dell’Est”. (da Libero 22 giugno 2004) SOS SMS SOS altrimenti detti messaggi di pubblica utilità. Si tolga la maschera chi, tra 40 milioni di italiani, non li ha ricevuti. La legge dice di usarli solo in “casi di disastri e calamità naturali, ragioni di ordine pubblico, igiene e sanità pubblica”. E abbiamo pure protestato!!! E che è stà pignoleria? Queste elezioni non erano forse un caso di igiene e sanità pubblica? I medici sono avvisati. Sono a rischio, potrebbero ritrovarsi, anche nelle prossime elezioni, dentro liste sospette e a loro insaputa. È accaduto alla cardiologa milanese Maria Gardumi. In un tranquillo pomeriggio domenicale ha scoperto di aver perso “la sua dignità di persona di sinistra” e di aver ricevuto in premio un posto nella lista civetta collegata al centrodestra, non solo! Si è dovuta fare anche i ballottaggi. “Proprio io che sono di sinistra da sempre” ha dichiarato allibita. A chi sparla della sperimentazione in Italia è stato offerto il primo esperimento transpartitico di modifica in lista: da 1 comunista ti faccio, a sua insaputa, un forzista. È stato un successo! 2 Le avventure del cavalier bollito di Marco Travaglio HA RAGIONE BERLUSCONI “Basta con le ipocrisie”. Il cavalier Bollito ha ragione. Primo: «Noi siamo tutte persone perbene» (come dimostrava oltre al suo curriculum giudiziario, la presenza alle sue spalle dell’on. forzista Gianstefano Frigerio, condannato a sei anni definitivi di reclusione per concussione, corruzione, finanziamento illecito, ricettazione e altre medaglie). Secondo: da anni le elezioni in Italia sono «viziate da brogli», perpetrati da «un esercito di professionisti a danno di tanti dilettanti che puntualmente vengono fatti fessi». Si conoscono persino i nomi, di quei professionisti. Uno è un tizio basso, pelato, rifatto maluccio e coi tacchi a spillo, sorpreso a comiziare in un seggio nel giorno del silenzio elettorale nell’indifferenza generale. Altri, ben più professionali di lui, certe cose le fanno di nascosto. Risiedono in Sicilia, terra che, soprattutto in passato, ha riservato al Nostro grandi soddisfazioni. Purtroppo trattandosi di mafiosi, capita a volte che le loro conversazioni vengano intercettate da quei cornuti dei magistrati. E diventino pubbliche. Nel 1999, non bastandogli il seggio al Parlamento italiano, Marcello Dell’Utri pensò bene di candidarsi anche a quello europeo. Ovviamente in Sicilia. L’iniziativa destò comprensibile entusiasmo negli ambienti più esclusivi di Palermo. Per esempio l’autoscuola “Primavera”, frequentata dai migliori amici di Bernardo Provenzano, che si diedero subito da fare (…). (…) Uno di costoro, tal Carmelo Amato, raccomandava agli altri picciotti di votare e far votare per Dell’Utri. Con argomenti piuttosto persuasivi. Il 5 maggio spiegava: “Purtroppo dobbiamo portare a Dell’Utri, lo dobbiamo aiutare perché sennò lo fottono” (…). Il 13 giugno Dell’Utri fu prontamente eletto eurodeputato e si iscrisse immantinente alla commissione Giustizia del Parlamento europeo, per meriti acquisiti sul campo”. (da l’unità 23 giugno 2004) TENDENZA DUDI FULL MONTI “Il ministro olandese Gerrit Zalm aveva previsto “risate per tutti”. Invece ieri Berlusconi era giù di forma. Non s’è levato le scarpe, non ha fatto corna, non ha distribuito pacche sulle spalle e non ha raccontato nemmeno una barzelletta (salvo quella sui conti pubblici dell’Italia, si capisce). Non ha nemmeno dato del “kapò nazista” e del “turista della democrazia” ai partner europei che lo esaminavano nella nuova uniforme di ministro dell’Economia. (…) Quel che invece avevano subito capito “i tecnocrati di Forcolandia”, come li chiama un noto ministro in convalescenza, è che Mario Monti non sarebbe entrato nel governo Berlusconi. Lo conoscono: che ci farebbe in quel governo una persona seria, che per giunta capisce di economia? E poi il Cavalier Bollito ci ha preso gusto, come quando prese gli Esteri “per qualche giorno” e se li tenne per un anno. (…) Ora si tiene l’Economia – Bilancio, Finanze, tesoro, Mezzogiorno e Rai – per un po’ passa l’estate a giocare al Piccolo Tremonti (impresa ai limiti dell’impossibile), poi quando si stufa gira la playstation a qualche prestanome. I candidati di “alto prestigio internazionale” non mancano: sono gli stessi fuoriclasse che in questi giorni, orfani del Genio Creativo, del Colbert da parete, hanno messo a punto la manovra aggiuntiva: spiccavano il sottosegretario Miccichè, noto per il gran fiuto, e l’ex ministro De Michelis, celebre esperto di buchi. Ma all’ultimo momento potrebbe spuntare un outsider di sicuro prestigio, Fedele Confalonieri. (…) Chi meglio di Berlusconi e Confalonieri, per gestire un paese alla bancarotta? Il duo, nel 93, aveva accumulato alla Fininvest 6 mila miliardi di debiti e stavano per portare i libri in tribunale. Poi il primo scese in campo, e scesero anche i debiti dell’azienda. Con queste credenziali il Cavalier Bollito è sbarcato a Bruxelles travestito da economista (…). Poi si è prodotto in una delle sue gag preferite: ha giurato sul suo onore o su quel che ne resta. “Berlusconi – raccontano ammirati i ministri europei – ci ha dato la sua parola d’onore di un primo ministro dobbiamo fidarci”. Non sanno, gli sventurati, che la parola del Cavaliere vale, sul mercato italiano, un po’ meno dei bond Cirio e Parmalat. La sua decennale carriera politica è costellata di promesse solenni, impegni sacri, contratti col notaio Vespa, giuramenti sulla testa della numerosa quanto incolpevole prole. Dal ‘93 a oggi Bugiardoni ha giurato, nell’ordine: “Non fonderò mai un partito” prima di fondare Forza Italia. “Non interferirò mai nella linea del Giornale di “Chi sproloquiava sulla morte del capitalismo familiare e insinuava che Marina e Dudi detto Piersilvio non fossero all’altezza del papà, si vergogni e arrossisca. La notizia della loro iscrizione sul registro degli indagati della Procura di Milano per ricettazione e riciclaggio (…) fa di loro i degni eredi di Silvio Berlusconi e li proietta inevitabilmente nel firmamento della politica.(…) Ora che sono suoi coindagati, Berlusconi non potrà più giurare la propria innocenza sulla testa dei suoi figli. (…) Oppure difendersi in tribunale dicendo che, come dimostrano gli ultimi sviluppi, lui certi reati li ha proprio nel sangue. E, come è noto, buon sangue non mente. Un altro motivo di sollievo è la prova di maturità offerta dai due pargoli, che hanno di gran lunga superato il papà. Lui aveva cominciato, modestamente, da una misera falsa testimonianza. i rampolli partono direttamente dal riciclaggio e dalla ricettazione. (…) Sono soddisfazioni. Tanti anni di studi non sono stati vani. (…) Se il buongiorno si vede dal mattino e vale il detto “talis pater talis filius”, sono ben avviati. E poi l’iscrizione sul registro degli indagati è come un diamante: è per sempre.” (da l’Unità 9 luglio 2004) Montanelli”, prima di cacciare Montanelli dal Giornale. “Giuro sulla testa dei miei figli che non abbiamo mai pagato tangenti alla Guardia di Finanza” prima della condanna dei dirigenti Fininvest per tangenti alla Finanza. “Mai pagato tan- genti a Craxi” prima della condanna sua e di Craxi per 21 miliardi in Svizzera. “Mai pagato tangenti ai giudici” prima della condanna di Previti e dei giudici per i pagamenti targati Fininvest. “Mai sentito parlare di All Iberian” prima della scoperta che All Iberian è tutta sua. “Per la Cirami non c’è nessuna fretta” prima di approvare la Cirami in tutta fretta. “Con il Lodo Schifani io non c’entro, anzi sono contrario” prima di votare il Lodo Schifani con tutta la maggioranza militarizzata. “Alla Rai non sposterò nemmeno una pianta” prima di spostare l’intero Cda, tutti i direttori, molti giornalisti e comici. “Il mio governo è dalla parte dell’opera di moralizzazione della vita pubblica intrapresa da valenti magistrati”, prima di varare una trentina di leggi contro quei valenti magistrati. “Ho dato mandato di vendere tutte le mie aziende” , prima di precisare che se le tiene tutte. “In Iraq siamo non belligeranti”, prima di mandare truppe italiane in Iraq. “Mai avuto società off-shore” prima di ammettere di aver creato società off-shore per pagare meno tasse. “Su Biagi, Santoro e Luttaz- zi, in Bulgaria, scherzavo”, dopo averli fatti cacciare dalla Rai con un diktat dalla Bulgaria. “Non mi siederò mai più allo stesso tavolo con Bossi. È inaffidabile. Un monumento di slealtà. Non appoggerò mai più un governo che sia appoggiato anche da Bossi”, prima di presiedere un altro governo appoggiato da Bossi, anzi con Bossi ministro. “Sempre stato del Milan” prima della scoperta che una volta era dell’Inter. “Il Milan non comprerà mai Nesta”, subito dopo averlo comprato. “Nessun condono, non conosco nemmeno la parola”, prima di approvare dodici condoni. “Per la Gasparri siamo d’accordo con Ciampi”, prima del no di Ciampi alla Gasparri. “In Cecenia non è successo niente” dopo lo sterminio di 200 mila ceceni su un milione. “Sono stato sempre assolto”, dopo una caterva di amnistie, prescrizioni e depenalizzazioni. “Il lifting non volevo farlo, ma Veronica ha insistito”, prima della smentita di Veronica. “Meno tasse per tutti, città più sicure, pensioni più dignitose, più lavoro per tutti, grandi opere…”, prima di fare l’esatto contrario. “Fra Tremonti e Fini c’è una buona sintonia”, un giorno prima delle dimissioni di Tremonti su richiesta di Fini. “Sul taglio del debito mi impegno con l’Europa sul mio onore”, prima di…” (da l’Unità 6 luglio 2004) continua* * la lista continua quasi all’infinito, per ovvi motivi dovuti alla mancanza di spazio siamo costretti a fermarci, con la promessa di proseguirla nel terzo numero (se non ci fermano prima…) 3 Non vi permettete di invidiarlo! Sì è vero, forse non avete neanche i soldi per affittare l’ombrellone quest’anno... ma ricordatevi, le apparenze ingannano (soprattutto quando riguardano Berlusconi) DUNQUE CHIEDIAMOCI: CHE SE NE FA DI UN BUNKER IN COSTA SMERALDA? POSSIBILI IPOTESI: infatti che la società di Berlusconi avrebbe comprato un complesso immobiliare a Roma. Nessun dettaglio sul prezzo, ma si scopre che i soli lavori di ristrutturazione avrebbero un valore superiore ai 400 mila euro. Il presidente del Consiglio, comunque, può permettersi di fare a meno della sua nuova residenza romana. E infatti la casa è stata affittata. A chi? “una personalità del mondo dello spettacolo”, dice il bilancio, mantenendo il riserbo sull’identità di questo inquilino vip di Berlusconi. “Il bunker di Villa Certosa sede d’emergenza del governo” di Pino Corrias iavolo di un Berlusconi. Dovesse mai rendersi inagibile Palazzo Chigi, e magari l’intera Italia contiD nentale, Villa Certosa, Costa Smeralda di Sardegna, potrebbe diventare la sede vicaria della Presidenza del Consiglio. Ecco spiegati i lavori. La loro urgenza. La loro secretazione. La loro insindacabilità. Parola di Emilio del Mese, segretario generale del Cesis, il comitato esecutivo per i servizi segreti. È l’ultima sorprendente versione fornita davanti ai membri del Copaco (il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti). Abusivi oppure no – il lago artificiale, il teatro finto greco di granito, la bat-caverna con il tunnel – Berlusconi ne uscirà comunque indenne. Non solo per questa faccenda della sicurezza nazionale. Anche perché Villa La Certosa, la sola Grande Opera realizzata a tempo di record dal Cavaliere, 2 mila e 500 metri di casa, 50 ettari di parco, 2 mila cactus, 6 piscine, l’agrumeto e tutto il resto è roba sua sì, ma in modo specialissimo. Ufficialmente è tutto intestato alla Idra Immobiliare, società fondata nel 1977, con cinque consiglieri di amministrazione, 3 sindaci. E un unico inquilino. L’inquilino non paga affitto. L’inquilino non ha responsabilità dirette su ciò che si fa e si disfa intorno a lui. L’inquilino va e viene. L’inquilino a volte non vorrebbe fare neppure i lavori. Specialmente quelli nella caverna a mare. Lo costringono, dunque, per ragioni di sicurezza, i responsabili del Cesis. Lo costringe il ministro dei Lavori Pubblici Pietro Lunardi. Lo costringe (addirittura) la sua propria carica di presidente del Consiglio dei Ministri. Intoccabile. (da la Repubblica 24 giugno 2004) Appendice sulle spese 1 “E per le falciatrici 260 mila euro” di Ettore Livini li investimenti necessari per non far sfigurare l’Italia nel mondo fanno lievitare le “spese condomiG niali” di Silvio Berlusconi. Il presidente del Consiglio ha RIPRENDIAMOCI QUELLE PAROLE di Beppe Grillo ’è un’altra ‘truffa innocente’: Forza Italia. Da più C di un secolo era l’incitamento degli italiani per i nostri atleti nel mondo. Prima era di tutti, ora è stato sequestrato. Non possiamo più usarlo, a meno di fare propaganda gratuita al partito di Dell’Utri, Previti e Mastrolindo. “Forza Italia” non lo hanno semplicemente privatizzato, ce lo hanno proprio rubato. Nelle privatizzazioni di un bene pubblico, si paga un indennizzo. Dorian Gray invece si è preso il malloppo e non ci ha pagato niente. Anzi, già che c’era, si è preso anche il nostro colore – l’azzurro – e visto che un colore non gli bastava, s’è acchiappato anche il tricolore. Lui sa bene che nomi, marchi e logo di successo – es. Marlboro o Nike – valgono decine di miliardi di euro. Lui invece “Forza Italia”, il nostro azzurro e il nostro tricolore se li è acchiappati gratis. Calcolando poco, diciamo mille euro a testa, Dorian Gray deve agli italiani almeno 57 miliardi di euro, dieci volte più del suo patrimonio. Ha fatto un colpo grosso, eh? E poi perché “Casa delle Libertà”? Perché la libertà da garantire non è una sola, quella di Mastrolindo. Sono molte! Quella di Previti, di dell’Utri, di Borghezio e della cinquantina d’inquisiti o processati o patteggiati o prescritti o condannati che la CdL ha messo al sicuro in Parlamento. (da la Repubblica 20 giugno 2004) (da L’espresso 17 giugno 2004) “Il bersaglio” di Sebastiano Messina dovuto firmare nel 2003 un assegno da 13,5 milioni per la manutenzione di Villa Certosa, la nostra piccola Camp David e delle sue altre tenute sardo-lombarde. Cifra che porta a 131 milioni il totale dei soldi investiti dal premier nelle case di famiglia, assurte negli ultimi anni al ruolo di avamposti strategici della nostra politica estera. (…) Ospitare Josè Maria Aznar, Vladimir Putin e le giovani figlie, e i coniugi Bush; completare l’anfiteatro di 400 cactus e allargare i confini della Berluscopoli nella macchia mediterranea sarda non è stata comunque, nemmeno nel 2003, un’operazione indolore dal punto di vista finanziario. Un esempio? Solo in tosaerba, decespugliatori e “trattorini” la Idra ha pagato in dodici mesi 259 mila euro, più o meno quanto un italiano spende per l’appartamento della sua vita. (da la Repubblica 24 giugno 2004) Appendice sulle spese 2 “Cavalier Costa Smeralda” di Vittorio Malagutti on solo Sardegna. Il tesoro immobiliare di Berlusconi continua a crescere. N In un anno spesi 10 milioni di euro. (…) Tra il 2002 e il 2003 l’Immobiliare Idra ha comprato altre due piccole società, Vilsarda e Immobil Maspe. Entrambe possiedono terreni e case confinanti con Villa Certosa. È così entrata a far parte del patrimonio del Cavaliere anche Villa Stephanie, che sarebbe costata circa 1 milione e 300 mila euro. Poca cosa in confronto alle altre residenze berlusconiane in Costa Smeralda. In fondo si tratta solo di una villetta bifamiliare con giardino e piscina. Non per niente nei mesi scorsi è circolata la voce che Villa Stephanie sarebbe stata acquistata per fare da alloggio alle guardie del corpo dei ricchi e potenti ospiti del presidente del Consiglio. (…) sulla piccola (si fa per dire) Villa sono già stati completati lavori di ristrutturazione spesati a bilancio dell’immobiliare Idra, per 1 milione 581 euro, circa tre miliardi di vecchie lire, a cui si aggiungono 82 mila euro per gli arredi. E a Villa Certosa (…) il presidente del Consiglio già nel 2002 aveva pagato un conto da 1 milione di euro per riqualificare l’area. Il solo impianto di illuminazione sui terreni sardi, definito “particolarmente sofisticato”, è costato circa 450 mila euro. (…) I lavori di manutenzione straordinaria nel Settecentesco palazzo Visconti di Macherio, dimora abituale della moglie del premier, sono costati circa 320 mila euro. Ma amche il sistema di sicurezza “danneggiato da eventi atmosferici” aveva bisogno di una messa a punto. La spesa? Circa 235 mila euro, dice il bilancio del 2002. I mobili, a quanto pare, andavano rinnovati. E allora il Cavaliere ha staccato un altro assegno da 388 mila euro. Meno salata la bolletta di Arcore: circa 57 mila euro di manutenzione straordinaria e 35 mila per sostituire la rete telefonica. Infine, dai conti 2002 dell’Immobiliare Idra spunta un’ultima novità. Risulta ieci anni fa, quando capì che Oscar Luigi Scalfaro non lo avrebbe confermato alla presidenza del D Consiglio, Berlusconi provò a giocare la sua ultima carta: “Ma io – obiettò al capo dello Stato – ho appena finito di restaurare a spese mie gli uffici di Palazzo Chigi…”. Scalfaro lo raggelò: “Bene, vorrà dire che faremo apporre sul muro dello studio restaurato una targa d’oro : ‘Dono del Cavalier Silvio Berlusconi’…”. Dopo quell’amara, indimenticabile esperienza, lui ha cambiato metodo: invece di spendere i suoi soldi per rimettere a posto i palazzi pubblici che lo ospitano, ha trasferito a casa sua gli affari di Stato. Prima a Palazzo Grazioli e adesso a Villa Certosa, che è stata attrezzata dai servizi segreti per diventare – apprendiamo – una “sede vicaria di Palazzo Chigi”. L’ipotesi, è ovvio, è quella di un attacco terroristico. In questi casi Bush sale sull’Air Force One, Blair si rifugia in un bunker segreto, Putin scende nei sotterranei del Cremlino. Invece Berlusconi, che la sa lunga, si trasferisce in una villa sulla Costa Smeralda, di fronte al mare, e si piazza al centro di un anfiteatro all’aperto. Manca solo un dettaglio, per completare l’astuta operazione: tracciare intorno alla villa dieci cerchi concentrici e accendere sul tetto una scritta lampeggiante: “CENTRO!”. (da la Repubblica 24 giugno 2004) ultime ipotesi… di Michele Serra a se un giorno (non prima di avere portato a coronamento il famoso miracolo M italiano) il premier beneamato dovesse ritirarsi a vita privata: il suo bunker sardo, con tanto di tunnel sotterraneo per sommergibili (rapidi ed invisibili), siepe di cactus anti sbarco dei saraceni, porticciolo in stile Tortuga, bordure di petunie, lampioncini, biliardo, vialetti con ghiaietta, letti a baldacchino, teatro all’aperto, rastrelliera per le biciclette, trattorino, altalena, barbecue, nanetti, pozzo con glicine, attualmente sede distaccata di Palazzo Chigi: che fine farebbe? Passerebbe al demanio, per maggior lustro della Nazione e consolazione dei contribuenti, oppure rimarrebbe un bene di famiglia, per consentire ai suoi cari di entrare in tavernetta direttamente dal sommergibile? Oppure (ideona) verrebbe promosso a dependance di Cinecittà, set ideale per un nuovo 007 che penetra nel covo subacqueo della Spectre, o anche per un Vanzina di lusso, con Smaila che suona il pianoforte sotto il gazebo? O una Milanello bis, per le vacanze di Costacurta e Pippo Inzaghi? O una fiera permanente dell’edilizia fortificata? O ceduto all’Aga Khan che almeno migliorerebbe gli arredi, sostituendo i cactus con la macchia mediterranea? (da la Repubblica 25 giugno 2004) 4 Vita, miracoli e parabole satellitari dell’Unto del Signore Genesi I n principio era il caos. Poi venne l’Unto e la cosa peggiorò. Creazione 1 E gli prese tra le mani un mucchietto di fango e lo impastò.Poi però non seppe resistere.Lo tirò addosso al primo magistrato che passava. Creazione 2 E gli creò l’Uomo, la Donna, un divano, un telecomando, un televisore, l’auditel. E il settimo giorno – durante un pausa pubblicitaria – il Firmamento del decreto salvaberlusconi da parte di Craxi per illuminare le sue tv, altrimenti condannate alle tenebre perpetue.E vide che questo era buono.Ma soprattutto conveniente. Sia Lodo a te, o signore. Esodo U n mandato di cattura comparve in sogno a Craxi assumendo le sembianze di Woody Allen e gli disse: “Prendi i soldi e scappa”. Craxi obbedì e si recò ad Hammamet. L’Unto, all’improvviso, miracolosamente, cominciò a camminare in cattive acque. Sia Lodo a te, o signore. Annunciazione L ’angelo del Signore apparve in sogno a Porta a Porta e annunciò a Vespa in diretta che l’Unto stava per arrivare. Miracolosamente si aprì una botola e tutti i giornalisti e i politici presenti scomparvero nel Nulla. Vespa cadde prono in estasi, si stropicciò le mani umide e tutti i suoi nei suonarono a festa. Il miracolo della discesa in campo A llora Egli scese in campo, prese il paese, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse: prendete e mangiate, basta che in parlamento fate come dico io senza rompere le palle. La dilapidazione dei bond I l quel tempo Calisto Tanzi, falsificando i bilanci, stava procedendo alla dilapidazione degli investimenti. I risparmiatori afflitti si rivolsero all’Unto, egli radunò i suoi discepoli e ridendo disse loro: “Chi di noi è senza reato scagli la prima condanna”. Tanzi finì in ceppi. Poiché oltre che malfattori essi erano pure ipocriti. Il discorso dell’Unto alle massaie U n giorno, mentre da tre anni sciami di locuste divoravano il paese, le impre- RE BIB se erano ridotte a cumuli di macerie fumanti, la recessione riduceva il popolo dei lavoratori in macilente moltitudini di disperati che imploravano aiuto, così l’Unto parlò alle massaie, responsabili di questo disastro: “In verità in verità vi dico, se al mercato ci sono novantanove bancarelle con prezzi molto alti e non trovate la centesima - quella con i prezzi bassi – fate come mia mamma Rosa, lasciate tutto e andate in cerca della bancarella smarrita. E una volta trovatala vi rallegrerete e la finirete di rompere”. Opere di misericordia D ar da mangiare agli alleati. Darla a bere ai pensionati. Torturare gli ignudi. Far sloggiare gli immigrati. Non finire carcerati. Seppellire i reati La profezia di George I n quei giorni l’unto stava smentendo il suo discorso della Montagna, quando gli comparve un Profeta sotto le mentite spoglie di un piazzista di armi stellari e così gli parlò: “Dopo l’11 settembre nulla è più come prima, dobbiamo estirpare il terrorismo in Afghanistan con la guerra preventiva in Iraq”. E l’Unto stupì e gli rispose: “Ma oggi è il 10 settembre”! E il Profeta disse: “Ecco perché questa guerra si chiama preventiva”. Sentendo queste parole l’Unto riconobbe in lui un vero Profeta. L’Unto fra i malati E venne un centurione e gli disse: “Il mio servo è malato” e una madre lo supplicò: “Mio figlio è paralitico” e due ciechi lo seguirono implorando “Abbi pietà di noi” e così una folla di umanità dolente: storpi, muti, lebbrosi. E l’Unto impose le sue mani su di un cellulare, chiamò Tremonti e gli disse: “Ah, ecco dove abbiamo tagliato per ridurre le tasse!”. La moltiplicazione degli spot E gli si appartò in meditazione a Palazzo Chigi. Dopo tre anni i suoi discepoli gli dissero: “Fuori di qui c’è una moltitudine di 56 milioni di fedeli che ha fame”. L’Unto chiese allora di portargli ciò che era rimasto nelle casse dello Stato e i suoi discepoli gli portarono cinque pani e due pesci. Egli se li mangiò tutti di gusto e poi, come per miracolo, si moltiplicarono sui muri di tutto il paese i poster 6x3 con il sacro volto in cui veniva annunciata la raggiunta sazietà per tutti. E le genti se ne rallegrarono. Dal Vangelo secondo Sommelier M ichele, allontana da me questo calice, non vedi che questo champagne non è millesimato? Il buon ladrone U no dei due ladroni, messi in croce con lui da un editto di garanzia, lo insultava: “Non sei tu l’Unto? Allora salva te stesso e noi, altrimenti parlo…”. Ma l’altro malfattore lo rimproverò, e rivolgendosi a Lui gli disse: “Ricordati di me quando verrà il tuo regno”. Egli allora prese il Sinedrio di Milano, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse: “Cesare, Marcello, finitela di rompere, vi annuncio la lieta novella: i nostri peccati sono stati miracolosamente rimessi”. Sia Lodo a te, Cirami. La guarigione dell’Ebete U n giorno l’Unto predicava a reti unificate quando gli si fecero dappresso degli energumeni giunti da valli lontane che si esprimevano a fatica, aiutandosi con gesti primitivi. Così lo apostrofarono: “Il nostro capo è caduto privo di sensi, se non si risveglia facciamo cadere il governo”. L’Unto, commosso dalla loro fede, si recò presso il malato, riattaccò il respiratore che aveva inavvertitamente staccato il giorno prima e il malato guarì all’istante: riacquistò il suo sguardo da ebete, e ricominciò a farfugliare e a dire cose senza senso. E tutti i cuori si empirono di allegrezza. L’Unto smarrito nel Tempio I n prossimità della sacre festività del Natale, mentre il Paese era sull’orlo del baratro, Mimun & Mentana si accorsero che l’Unto non era più tra loro. Allarmati lo cercarono ovunque ma inutilmente. Allora andarono in Svizzera, nel Tempio del lifting, e l’Unto era là, seduto in mezzo ai dottori e rivolgeva loro delle domande così profonde che tutti rimanevano meravigliati ad ascoltarlo. “Quanto dura l’intervento? Quanto costa? Basterà una manovra aggiuntiva o dovrò attingere dai miei fondi depositati alle Cayman?”. Mimun & Mentana redarguirono l’Unto. “Sono giorni e giorni che ti cerchiamo, ormai durante il TG Unto siamo costretti a mandare in onda solo la tua effigie di repertorio”. Ma l’Unto li rassicurò: “Figliuoli miei prediletti, la vostra fede vi ha salvato. Preparate le telecamere e disponetele nei w w w . b e r l u s c o 5 BBIA di Elle Kappa pressi del solito antiquario in via dei Coronari. Tra venti giorni, quando tutto sarà compiuto, apparirò da quelle parti e avrete l’esclusiva del miracolo della Trasfigurazione”. Tutti ne ebbero gioia e Pionati cadde in deliquio mistico. Il tributo a Cesare L ’Unto si trovava casualmente nei pressi del Sinedrio di Milano e stava raccogliendo la copiosa manna che cadeva miracolosamente dall’etere, quando alcuni giudici farisei falsi e bugiardi si scagliarono contro di lui, cominciarono ad accusarlo e stavano per condannarlo quando Egli tirò fuori un lasciapassare ad Untum che gli aveva consegnato la sera prima un angelo del Signore. Come per miracolo i giudici lo lasciarono libero, però trattennero il discepolo Cesare e dissero all’Unto: “Questo lasciapassare vale solo per te, Cesare invece sarà condannato”. Allora l’Unto disse loro: “Date a Cesare quel che è di Cesare, e visto che ci siete, dategli anche quello che spetterebbe a me”. Di fronte a tanta misericordia essi ne rimasero stupiti. L’Ultima abbuffata V enuta la sera, era a mensa con i suoi discepoli e mentre mangiavano disse: “In verità vi dico: uno di voi mi tradirà”. Gianfranco Iscariota, Umberto Iscariota, Rocco Iscariota e Marco Iscariota impallidirono. E l’Unto si spazientì: “Avevo detto uno!”. La pesca miracolosa I n quei tempi l’Unto era irritato poiché sempre avaro con lui fu l’alto Colle, e quel decreto, che senza firma da Fede e retequattro il guardo esclude. Così prese la Costituzione, la spezzò, la diede ai suoi discepoli disse: “In verità, in verità vi avverto, stiamo tutti sulla stessa barca!”. Chiamò il più stolido e inetto dei suoi discepoli e lo invitò a gettare le sue reti in parlamento. Gasparri lo guardò come sempre senza capire ed eseguì le sue volontà. E accadde un fatto miracoloso: quando le sue reti vennero ritirate sù erano così piene di spot che a stento l’Unto riuscì a farle entrare in Mediaset. Il buon pastore I n quei giorni Egli era in raccoglimento dietro un grande ulivo, intento a redimere la Maddalena, quando gli si avvicinò il più potente pastore di greggio del regno e così gli parlò: “Seguimi! Esporteremo democrazia tra gli infedeli che posseggono micidiali pozzi di rifornimento di massa e avrai il privilegio di poterti sedere alla destra e alla sinistra del Padre e del Figlio, nel nostro ranch in Texas”. Allora l’Unto prese l’Europa, la spezzò, la diede al pastore e disse: “OK, il prezzo è giusto!” Il miracolo della jena ammansita I n quei tempi Egli era in visita ad alcune buone samaritane e stava benedicendo quella più formosa quando una feroce jena gli si scagliò contro. L’Unto l’accarezzò con dolcezza e le disse: “Sorella Jena, perché mi attacchi? Sono forse di sinistra?”. Jena si placò all’istante e si ritirò - mortificata per l’errore commesso – nelle sue cinque righe in fondo alla pagina. La cacciata dei mercanti dal Tempio U na volta l’unto passò davanti al Tempio in compagnia di Lunardi e insieme stavano valutando che sarebbero bastati tre giorni per spianarlo e impiantare al suo posto un ripetitore tv, quando vide che dentro c’erano mercanti che si accalcavano per fare commerci e affari. Vedendo tanto scempio l’Unto li apostrofò severamente: “Stolti! Avete fatto di questo Tempio una spelonca da ladroni!”. E preso un bastone li fece uscire e li condusse in Parlamento, ove effettivamente essi si sistemarono molto più comodamente. E tutti ristettero in letizia. Guarigione di un indemoniato M entre l’Unto stava ammazzando il magistrato più grasso per festeggiare il patteggiamento del fratel prodigo, venne da lui un uomo e gli disse: “Maestro, ti ho portato un tuo servo posseduto dal demonio il quale, quando lo afferra, lo sbatte di qua e di là, ed egli digrigna i denti, urla come un ossesso, gli viene la bava alla bocca e poi diventa rigido”. “Da quanto tempo gli succede questo?” chiese l’Unto al padre di Schifani. “Da circa tre anni”. L’Unto allora capì e comandò al demonio di uscire dal servo e non entrarci mai più. E così avvenne. Il demonio liberato si prostrò ai piedi del Maestro e gli disse: “Grazie, Maestro, non ne potevo più di stare dentro quel folle scalmanato”, poi si allontanò mentre il servo con la bava alla bocca urlava e digrignava i denti e sbatteva di qua e di là. L’orto del Getsèmani U n giorno l’Unto era adagiato in preghiera su un triclinio nell’orto del Get- o n e i d e . t o o . i t da La primavera di Micromega suppl. n. 2/04 sèmani e stava cercando di far passare un iracheno ignudo e con un cappuccio in testa per la cruna di un ago, quando una donna in lacrime si gettò ai suoi piedi dicendogli di aver appreso in diretta tv da uno scoop di Bruno Vespa che suo figlio, ostaggio degli infedeli, era stato ucciso. “Rallegrati, donna” la rincuorò l’unto “tuo figlio non è morto invano! Ti annuncio che Porta a Porta ha raggiunto uno share del 33%”. La visita ai centurioni D urante la visita ai centurioni che Egli aveva offerto in sacrificio al Profeta inviandoli in Mesopotamia, l’Unto portò allegrezza nei loro cuori confortandoli: “In verità vi dico, chi non salta interista è”. Quindi li benedisse e si congedò dicendo loro: “La pace sia con voi”. E miracolosamente dai mortai degli infedeli che circondavano i centurioni partirono migliaia e migliaia di proiettili in segno di festa. La Santa Cena M entre l’Unto era a cena con il Milan e stava facendo le corna dietro la testa di Ancelotti per festeggiare in letizia la vittoria della squadra del bene contro le squadre del male, e piluccava svogliatamente ostriche e champagne, e una Maddalena gli asciugava il fondotinta colato sui piedi con i suoi capelli, venti madri pallide e scarmigliate gli si avvicinarono e con la voce incrinata dall’angoscia gli dissero che il sangue dei loro figli bagnava ormai il suolo di Babilonia. L’Unto seccato da questa novella che giungeva improvvidamente a disturbare i solenni festeggiamenti stava per cacciare via quelle stolte quando percepì disapprovazione nello sguardo del suo discepolo Letta. Allora con un sorriso dolcissimo disse in aramaico: “Ghe pensi mì”. E avvenne un miracolo: la Maddalena divenne una velina e ascese a Canale 5. L’unto si avvide dallo sguardo di Letta di aver sbagliato miracolo, allora si concentrò meglio e, Miracolo! Il sangue di quei figli si trasformò in petrolio! E tutti applaudirono stupefatti. E la festa riprese più lieta di prima. Epilogo E venne l’Apocalisse, e l’Unto nella sua infinita saggezza pensò: “Pazienza. Tanto di fronte all’Onnipotente, padrone di tutte le stelle e di tutte le strisce, tutte le salme finiscono in gloria, per me”. 6 Quella che segue è, nonostante le apparenze, una storia vera. La proponiamo con l’intento di arrecarvi un po’ di sollievo dal solleone estivo (si fa per dire) perché l’argomento è scottante… BERLUSCONI E IL RUSSIAN HARASSMENT di Mark Bernardini Le prime note d’agenzia sulla visita di Berlusconi e Putin alla fabbrica di lavatrici di Lipeck non differivano granché da quanto riportato in Italia. Già qualche ora dopo, in serata, tuttavia, il servizio della televisione indipendente russa Ntv mostrava un disagio malcelato per le solite boutades di Berlusconi: testualmente, mostrando la “spolverata” di quest’ultimo alla giacca di Putin, “ a parte il sorriso di circostanza, il Presidente sembra averne abbastanza delle effusioni sguaiate del primo ministro italiano”. All’indomani l’argomento è stato ripreso, in modo più blando, anche dai canali statali Ort e Rtr, oltre, naturalmente, alla carta stampata. Il giornalista Andrej Kolesnikov, del giornale Kommersant, (omen nomen, una pubblicazione non esattamente di sinistra), scrive il 22 aprile che Berlusconi “si è voltato distrattamente verso Vladimir Putin e gli ha detto sottovoce di voler baciare l’operaia che più si è distinta nel lavoro”. In realtà, era assolutamente chiaro che aveva già scelto la sua vittima. Si è avvicinato ad una donna russa che come lineamenti gli ricordava la sua amata isola della Sardegna ed ha fatto un gesto caratteristico con tutto il corpo. È il gesto che usano i teppisti nei portoni bui quando vogliono oltraggiare una ragazza che corre a casa. L’operaia ha capito tutto ed istintivamente si è ritratta (…). Ma pare che da Berlusconi donne ben più decise non siano riuscite a fuggire: in due balzi l’ha raggiunta ed ha preso a baciarla sfrontatamente in viso. La donna dapprima ha opposto resistenza, poi si è immobilizzata, silenziosa, tra le braccia del primo ministro italiano. È stato Berlusconi stesso a scuoterla da questa condizione di totale apatia: le ha fatto riprendere i sensi scrollandola ben bene e sorridendole incoraggiante. Invece, avrebbe anche potuto semplicemente sbatterla in terra. È sembrato che la prosecuzione della visita aziendale avesse perso qualunque senso per Silvio Berlusconi, era indifferente alla vista della catena di montaggio: insomma, egli stesso non si era ancora placato dopo questo incontro, e solo allora ha cominciato a rendersi conto di quanto era accaduto. In simili frangenti si parla di colpo di sole”. Poi, l’inaugurazione: “Il presidente russo ed il primo ministro italiano si sono piazzati accanto al nastro rosso da tagliare con due forbici, poste su un vassoio d’argento, retto da una ragazza di nome Oksana. Ecco chi avrebbe dovuto baciare Berlusconi: è chiaro che ha avuto troppa fretta (magari bramava un po’ di esotismo russo?). Oksana è stata prescelta dalla Merloni tra varie decine di ragazze che lavorano come modelle nelle case di moda moscovite. Quasi tutti i bottoni, peraltro di per sé poco numerosi, dell’abito di Oksana erano sbottonati, e per questo aveva freddo, mentre per la stessa ragione molti di coloro che le erano accanto soffrivano il caldo. (…) Il primo ministro italiano ormai dimostrativamente non guardava più le operaie (che forza di volontà politica che ha quest’uomo!) (…)”. Durante la conferenza stampa “Silvio Berlusconi ha cercato con sincerità di passare al vero ordine del giorno, ma evidentemente proprio non gli riusciva (…). (Poi) Berlusconi è passato finalmente all’argomento che realmente lo interessava. Letteralmente, ha detto ai giornalisti che “con Vladimir abbiamo fatto a gara a chi avrebbe baciato la ragazza più bella di questa azienda. Ha vinto lui, io ho perso”. Scioccante. Su cosa contava Berlusconi pronunciando questa menzogna? Che Vladimir Putin la prendesse a ridere? Che in fabbrica non ci fossero giornalisti? Probabilmente su entrambe le cose”. In realtà abbiamo scoperto cosa si nascondeva dietro queste “innocenti” effusioni . Per scoprirlo, noi, proprietari a malapena di un televisore a rate, abbiamo dovuto aspettare un paio di mesi. Ma adesso sappiamo. L’emittente inglese Bravo Channel, in pieno agosto, manderà in onda il nuovo reality show “Private Stars”. L’impianto è semplice: cinque pornostar si esibiranno con cinque uomini definiti “vogliosi ma inesperti”. Che Berlusconi volesse anticiparci quello che farà, quando anche le sue reti lo manderanno in onda, il vero maschio latino? D.P. Adesso gli è venuto questo ticchio di abbassare le tasse a qualunque costo ALIQUOTA IRPEF. AVETE UNA CALCOLATRICE? La riforma fiscale del governo in carica ha rivoluzionato le seguenti aliquote IRPEF attualmente in vigore per i corrispondenti scaglioni di reddito: 18% per redditi fino a 20 milioni annui 24% per i redditi fino a 30 milioni annui 32% fino a 60 milioni annui 39% fino a 135 milioni annui 45% per redditi oltre i 135 milioni annui. Esse saranno sostituite da due sole aliquote, rispettivamente: 23% per i redditi fino a 100.000 euro (circa 200 milioni di lire) 33% oltre il suddetto importo. Ecco i risultati della riforma (basta una semplice calcolatrice, non serve il commercialista): REDDITO IN LIRE IMPOSTA IRPEF ATTUALE IMPOSTA IRPEF FUTURA DIFFERENZA 20.000.000 3.600.000 4.600.000 + 1.000.000 25.000.000 4.800.000 5.750.000 + 950.000 30.000.000 6.000.000 6.900.000 + 900.000 35.000.000 7.600.000 8.050.000 + 450.000 40.000.000 9.200.000 9.200.000 0 50.000.000 12.400.000 11.500.000 – 900.000 100.000.000 31.200.000 23.000.000 – 8.200.000 135.000.000 44.850.000 31.050.000 – 13.800.000 200.000.000 74.100.000 46.000.000 – 28.100.000 500.000.000 209.100.000 112.000.000 – 97.100.000 Se ancora non è chiaro il concetto: il lavoratore medio italiano con un reddito lordo annuo di 30 milioni di lire pagherà 900mila lire di tasse in più all’anno. Chi invece ha un reddito lordo di 100 milioni di lire si vedrà aumentare la sua retribuzione annua di più di 8 milioni di lire! Non c’è qualcosa che non va, nel ragionamento? di Michele Serra Sono tutti lì a dirgli che non si può fare, che ci vorrebbero dei tagli alla spesa pubblica degni di un affamatore del popolo, ma lui si è fissato, non pensa ad altro, non parla d’altro. Racimolando sugli angoli della bocca le ultime briciole del suo celebre sorriso, promette agli italiani che li farà più ricchi. Come si possa essere più ricchi risparmiando due o trecento euro all’anno di Irpef, e spendendone il triplo per pagarsi quei servizi che lo Stato o gli Enti locali non riescono più a fornire, non si sa. Il problema, forse, è che un signore che ha in tasca centomila fantastilioni di triliardi non può avere alcuna dimestichezza con il mondo reale. Si diceva una volta dei politici, quando erano al vertice dell’impopolarità, che erano una casta chiusa, non prendevano mai il tram, non comperavano mai il latte. Per rimediare, gli italiani hanno pensato bene di nominare loro capo uno che si sposta solo in astronave, e l’ultima volta che è entrato in negozio era per comperare cinque chili di Rolex. Siamo un paese decisamente strano. (tratto da la Repubblica 10 luglio 2004) 7 Mi scusi Presidente, se parlo in sua presenza Per quello che riguarda Bondi, io la prima volta che ho sentito parlare Bondi, ho avuto uno shock. C’era una riunione di Forza Italia e non era previsto l’arrivo di Berlusconi. E invece arriva Berlusconi, proprio mentre lui sta parlando. Lui si ferma, lo guarda e gli dice: “Mi scusi Presidente se parlo in sua presenza”. (Vittorio Sgarbi intervistato da Roberto Cotroneo, da “L’Unità”, 18.6.2004) 27 maggio. Titolo del TG4 delle 19: “Congresso di Forza Italia a Milano da oggi fino a sabato. Migliaia di delegati e sostenitori da tutta Italia per salutare il Presidente del Consiglio che tra poco inizierà il suo discorso. Sono circa 5.000 i delegati giunti da tutta Italia. Ci sono i Parlamentari al completo e gli uomini di Governo. Ecco Berlusconi mentre raggiunge ad Assago il grande appuntamento con Forza Italia, accolto da un’ovazione”. ....continuiamo a sognare laltrareggio CITTÀ DEL SOLE EDIZIONI REGGIO CALABRIA Iscrizione Registro Stampa Trib. Messina n. 17 dell’11 luglio 1991 Iscrizione R.O.C. n. 9262 ULTIM’ORA ANSA Milano. Un incendio ha distrutto la biblioteca personale di Silvio Berlusconi. Entrambi i libri sono andati distrutti. Il cavaliere è apparso molto addolorato, non aveva ancora finito di colorare il secondo. Via Ravagnese Sup. 60 89067 RAVAGNESE (RC) Tel. 0965644464 Fax 0965630176 Direttore responsabile: Franco Arcidiaco Caporedattore: Daniela Pellicanò Coordinamento: Antonella Cuzzocrea Progetto grafico e realizzazione: Lillo Pellicanò da “Il Manifesto” 14.6.2004 Stampa: Litografia Trischitta Messina Che ne dite di mandare Berlusconi in Madagascar? da “Cuore” 27.4.1996 8 Lasciamolo lavorare... ha una soluzione per ogni problema! CRISI IN IRAQ “L’Iraq sta andando bene, la strada è spianata. Ci sono – al massimo – tre o quattromila terroristi o membri della guerriglia. Ma la strada è sgombra”. Silvio Berlusconi, 6 giugno 2004 (L’Unità, 18 giugno 2004) da “Diario” n. 24 da “L’Unità” 22.6.2004 Chi di barzelletta ferisce di barzelletta perisce Tre chirurghi, un russo, un americano ed un italiano, si incontrano durante un congresso e vantano le rispettive scuole. Dice il russo: “Noi abbiamo raggiunto oramai una grande perfezione nella chirurgia. Il mese scorso ad un pianista una sega ha tagliato di netto le mani; noi le abbiamo riattaccate e ora il tizio ha ripreso a suonare il piano”. Interviene l’americano: “La nostra scuola chirurgica è superiore. Tempo fa un giocatore di calcio in un incidente aveva perso ambedue le gambe; noi le abbiamo riattaccate e ora il paziente ha ripreso a giocare ed è stato selezionato per la nazionale americana”. A questo punto interviene l’italiano che dice: “Questo non è nulla. Tempo fa hanno trovato in un cassonetto dell’immondizia un culo e un paio di orecchie giganti. Noi li abbiamo riattaccati e li abbiamo inviati a Roma. Ora fa il Presidente del Consiglio”.