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Anno I n. 2 - Luglio/agosto 2004 - PERIODICO MENSILE - e
Supplemento laltrareggio n. 126 - Registraz. Trib. di Messina n. 17/91
A cura di Franco Arcidiaco e Daniela Pellicanò
www.cittadelsoledizioni.it
Le Elezioni Europee sia pur con un segnale incoraggiante rivelano un dato allarmante
Sono 2 milioni i casi di Berlusconite
Vale sempre il mitico monito di
iavolo di un Cavaliere, se non ci fosse bisognerebbe
D
inventarlo; in quest’ultimo mese ci ha fornito materiale
per almeno altri dieci numeri de Il Berlusconiere.
L’epopea Berlusconiana, come tutte le grandi tragedie italiane, vive costantemente con un piede nella farsa; sono ormai
dieci anni che le vicende italiane sembrano frutto di un canovaccio degno del miglior Dario Fo (quello, per intenderci,
degli anni ’70: Morte accidentale di un anarchico, Pum pum,
chi è? La polizia!, Mistero Buffo, ecc). Ma purtroppo è tutto
vero, ed ancora una volta è la realtà ad averla vinta sulla fantasia. Nelle ultime settimane è successo di tutto: il tonfo elettorale, il licenziamento di Tremonti, la levata di scudi di Fini,
le impennate di Follini (ovvero Il ruggito del coniglio), la
pseudo- verifica ed il pseudo- rimpasto, la bocciatura della
Bossi/Fini da parte della Corte Costituzionale, l’approvazione della cosiddetta legge sul conflitto di interessi, il peggioramento ed il miglioramento delle condizioni di salute di
Bossi. In ognuna di queste occasioni l’ineffabile Cavaliere
non ci ha deluso: gaffe a profusione e dichiarazioni con conseguenti smentite a raffica, il tutto condito dalle imbarazzanti sortite macchiettistiche in terra straniera, che lo hanno reso
tristemente famoso. La ciliegina sulla torta è stata la ridicola
claque organizzata davanti a Montecitorio con un centinaio
di militanti prezzolati, per rimediare alla figuraccia del giorno prima quando era stato accolto alla sua uscita da bordate
di fischi e cori di Buffone.
Dal nostro punto di vista dovremmo essere contenti, il 1°
numero de Il Berlusconiere è andato letteralmente a ruba,
abbiamo ricevuto decine e decine di telefonate e .mail, tutte
all’insegna della stessa esortazione: non vi fermate, non vi
fate intimidire, continuate ad uscire. Ed eccoci qui, Il Berlusconiere torna in edicola in Calabria, Sicilia e nella zona
di Bologna. E’ nostra intenzione estendere ancora di più la
distribuzione, ma per farlo è necessario che i lettori aumentino ancora di più (il numero1 ha venduto 5mila copie su
7.500 diffuse), non possiamo permetterci campagne pubblicitarie quindi contiamo sul passaparola dei nostri lettori o
sul sistema (che molti hanno attuato spontaneamente) dell’
“acquisto multiplo”: comprare, cioè, più copie e diffonderle
tra gli amici. La causa è nobile, ed ogni sistema (lecito, per
carità) che porti al successo è consentito.
Per finire dobbiamo avvisare i nostri lettori che Il Berlusconiere non è diffuso capillarmente nella zona di Messina. Il
locale distributore, che opera a Messina e provincia in regime di assoluto monopolio, ha deciso di non distribuirlo; all’
agenzia Ansa, che si è occupata della vicenda, ha dato una
motivazione risibile (assenza di accordi preventivi), ma il
dato oggettivo è che nella provincia di Messina il distributore, forte della sua posizione dominante sul mercato, ha
bloccato di fatto la libertà di stampa, esercitando quella censura che nemmeno il Cavaliere si sarebbe sognato di poter
fare sul resto del territorio nazionale.
Come vedete i cloni di Berlusconi sono dappertutto e non
demordono, il terreno di coltura è stato sapientemente seminato e le spore sono cresciute rigogliose. Nel prossimo
numero pubblicheremo comunque i nomi degli edicolanti di
Messina e provincia dove, nonostante la censura del distributore, si potrà acquistare Il Berlusconiere.
Arrivederci a settembre e vi ricordiamo che tutti possono
collaborare al nostro giornale segnalandoci materiali da
pubblicare o realizzando vignette ed articoli, inviandoli
all’indirizzo: [email protected]
Franco Arcidiaco
ANCHE I CLONI NON SCHERZANO
Quando vince va tutto bene, ma quando le urne lo bocciano, Silvio
Berlusconi grida all’imbroglio. E in vista dei ballottaggi, ove il suo
centrodestra ha subito una debacle ancora più pesante, ha messo le
mani avanti ipotizzando trucchi da parte dei soliti “comunisti”. Obbedienti come un sol uomo, i suoi accoliti di Forza Italia, hanno subito
provveduto a produrre e (quel che è peggio) diffondere un opuscolo
intitolato “Difendi il tuo voto”, ovvero la “Guida pratica per il rappresentante di Lista di Forza Italia”, una sorta di bigino illustrato che
avrebbe dovuto consentire agli eroici azzurri di parare i colpi bassi dei
ribaldi delle “sinistre” disseminati per i seggi con il preciso scopo di
rubare voti al partito del Cavaliere.
Il manualetto è un florilegio di banalità e di situazioni esasperate, dove
il presidente di seggio (rappresentato nelle vignette da un uomo con la
barba, simbolo del male nell’iconografia berlusconiana) e gli scrutatori
sono irrimediabilmente dei nemici pronti all’inganno e al trucco puerile
pur di rubare voti all’invincibile Forza Italia.
Così, mentre da tutta Italia arrivano notizie di scrutatori che vorrebbero
querelare Berlusconi per le offese generalizzate che ha formulato nei
loro confronti e autentiche barzellette sui goffi tentativi dei suoi rappresentanti di lista di recuperare voti anche quando proprio non ve n’era
motivo, ecco che a indottrinare i novelli difensori della legalità elettorale arriva un libriccino con vignette (in verità assai scadenti: Cavaliere, proprio non poteva permettersi niente di meglio?) che dipingono
presidenti di seggio che strappano schede con voti per Forza Italia,
scrutatori nemici che aggiungono croci alle schede bianche e rappresentanti di liste “comuniste” che fanno campagna elettorale ai seggi.
Queste elezioni per Berlusconi sono proprio un incubo.
(da l’Unità 23 giugno 2004)
LA GUIDA ANTI-BROGLI DI FORZA ITALIA
della serie…LE HA PROVATE TUTTE
a cura di Daniela Pellicanò
da: www.votantonio.it
NON SI RIESCE A STARGLI DIETRO
del 30 marzo 1992 (vedi sotto)
Campagna elettorale chiusa. Ma davanti alla legge (n° 212
del 4/4/1956) e alla Dante Alighieri (la scuola che ospita il
suo seggio) Lui tiene un comizio.
Prima e dopo il voto. Una cura a tutti gli effetti. E da saggio
terapeuta dà due infallibili indicazioni: “Non votate per i partiti piccoli o piccolissimi” e “la sinistra è impossibilitata a
governare”. A buon intenditor poche parole.
“C’è stata un’indegna cancellazione di schede della nostra parte
fatta da chi manda ai seggi un esercito di professionisti. Questo
ha portato dei voti a loro e tolto dei voti a noi”
(tratto da Libero 22 giugno 2004)
(Ndr. - Il 9 luglio l’Ufficio elettorale della Corte d’Appello di Milano,
in sede di revisione dei risultati, ha scoperto che a Berlusconi
erano stati attribuiti erroneamente ben 25 mila voti in più)
OMBRETTA COLLI: “Se potessero, i comunisti mi ammazzerebbero,
lo vedo andando in giro per la strada e nei mercati”. Ombretta Colli,
presidente uscente della Provincia di Milano e candidata per il Polo, lo
ha affermato durante la trasmissione “Piazza Pulita” andata in onda ieri
sera su Antennatre. “In Russia – ha detto – non mi sembra che siano
andati al potere con elezioni democratiche, e nemmeno in Cina, o a
Cuba e nei paesi dell’Est”.
(da Libero 22 giugno 2004)
SOS SMS SOS altrimenti detti messaggi di pubblica utilità.
Si tolga la maschera chi, tra 40 milioni di italiani, non li ha
ricevuti. La legge dice di usarli solo in “casi di disastri e
calamità naturali, ragioni di ordine pubblico, igiene e sanità
pubblica”. E abbiamo pure protestato!!!
E che è stà pignoleria? Queste elezioni non erano forse un
caso di igiene e sanità pubblica?
I medici sono avvisati. Sono a rischio, potrebbero ritrovarsi,
anche nelle prossime elezioni, dentro liste sospette e a loro
insaputa. È accaduto alla cardiologa milanese Maria Gardumi.
In un tranquillo pomeriggio domenicale ha scoperto di aver
perso “la sua dignità di persona di sinistra” e di aver ricevuto
in premio un posto nella lista civetta collegata al centrodestra,
non solo! Si è dovuta fare anche i ballottaggi. “Proprio io che
sono di sinistra da sempre” ha dichiarato allibita. A chi sparla
della sperimentazione in Italia è stato offerto il primo esperimento transpartitico di modifica in lista: da 1 comunista ti
faccio, a sua insaputa, un forzista. È stato un successo!
2
Le avventure del cavalier bollito
di Marco Travaglio
HA RAGIONE BERLUSCONI
“Basta con le ipocrisie”. Il cavalier Bollito
ha ragione. Primo: «Noi siamo tutte persone perbene» (come dimostrava oltre al
suo curriculum giudiziario, la presenza alle
sue spalle dell’on. forzista Gianstefano
Frigerio, condannato a sei anni definitivi di
reclusione per concussione, corruzione,
finanziamento illecito, ricettazione e altre
medaglie).
Secondo: da anni le elezioni in Italia sono
«viziate da brogli», perpetrati da «un
esercito di professionisti a danno di tanti
dilettanti che puntualmente vengono fatti
fessi».
Si conoscono persino i nomi, di quei professionisti. Uno è un tizio basso, pelato,
rifatto maluccio e coi tacchi a spillo, sorpreso a comiziare in un seggio nel giorno
del silenzio elettorale nell’indifferenza
generale. Altri, ben più professionali di lui,
certe cose le fanno di nascosto. Risiedono
in Sicilia, terra che, soprattutto in passato,
ha riservato al Nostro grandi soddisfazioni.
Purtroppo trattandosi di mafiosi, capita a
volte che le loro conversazioni vengano
intercettate da quei cornuti dei magistrati.
E diventino pubbliche.
Nel 1999, non bastandogli il seggio al Parlamento italiano, Marcello Dell’Utri pensò
bene di candidarsi anche a quello europeo.
Ovviamente in Sicilia. L’iniziativa destò
comprensibile entusiasmo negli ambienti
più esclusivi di Palermo. Per esempio l’autoscuola “Primavera”, frequentata dai
migliori amici di Bernardo Provenzano,
che si diedero subito da fare (…).
(…) Uno di costoro, tal Carmelo Amato,
raccomandava agli altri picciotti di votare
e far votare per Dell’Utri. Con argomenti
piuttosto persuasivi. Il 5 maggio spiegava:
“Purtroppo dobbiamo portare a Dell’Utri,
lo dobbiamo aiutare perché sennò lo fottono” (…).
Il 13 giugno Dell’Utri fu prontamente eletto eurodeputato e si iscrisse immantinente
alla commissione Giustizia del Parlamento
europeo, per meriti acquisiti sul campo”.
(da l’unità 23 giugno 2004)
TENDENZA DUDI
FULL MONTI
“Il ministro olandese Gerrit Zalm aveva
previsto “risate per tutti”. Invece ieri Berlusconi era giù di forma. Non s’è levato le
scarpe, non ha fatto corna, non ha distribuito pacche sulle spalle e non ha raccontato nemmeno una barzelletta (salvo quella sui conti pubblici dell’Italia, si capisce).
Non ha nemmeno dato del “kapò nazista”
e del “turista della democrazia” ai partner
europei che lo esaminavano nella nuova
uniforme di ministro dell’Economia. (…)
Quel che invece avevano subito capito “i
tecnocrati di Forcolandia”, come li chiama
un noto ministro in convalescenza, è che
Mario Monti non sarebbe entrato nel
governo Berlusconi. Lo conoscono: che ci
farebbe in quel governo una persona seria,
che per giunta capisce di economia? E poi
il Cavalier Bollito ci ha preso gusto, come
quando prese gli Esteri “per qualche giorno” e se li tenne per un anno.
(…) Ora si tiene l’Economia – Bilancio,
Finanze, tesoro, Mezzogiorno e Rai – per
un po’ passa l’estate a giocare al Piccolo
Tremonti (impresa ai limiti dell’impossibile), poi quando si stufa gira la playstation a qualche prestanome. I candidati di
“alto prestigio internazionale” non mancano: sono gli stessi fuoriclasse che in questi
giorni, orfani del Genio Creativo, del Colbert da parete, hanno messo a punto la
manovra aggiuntiva: spiccavano il sottosegretario Miccichè, noto per il gran fiuto,
e l’ex ministro De Michelis, celebre esperto di buchi. Ma all’ultimo momento
potrebbe spuntare un outsider di sicuro
prestigio, Fedele Confalonieri. (…) Chi
meglio di Berlusconi e Confalonieri, per
gestire un paese alla bancarotta? Il duo,
nel 93, aveva accumulato alla Fininvest 6
mila miliardi di debiti e stavano per portare i libri in tribunale. Poi il primo scese in
campo, e scesero anche i debiti dell’azienda. Con queste credenziali il Cavalier Bollito è sbarcato a Bruxelles travestito da
economista (…). Poi si è prodotto in una
delle sue gag preferite: ha giurato sul suo
onore o su quel che ne resta.
“Berlusconi – raccontano ammirati i ministri europei – ci ha dato la sua parola d’onore di un primo ministro dobbiamo fidarci”. Non sanno, gli sventurati, che la parola del Cavaliere vale, sul mercato italiano,
un po’ meno dei bond Cirio e Parmalat. La
sua decennale carriera politica è costellata
di promesse solenni, impegni sacri, contratti col notaio Vespa, giuramenti sulla
testa della numerosa quanto incolpevole
prole.
Dal ‘93 a oggi Bugiardoni ha giurato, nell’ordine: “Non fonderò mai un partito”
prima di fondare Forza Italia. “Non interferirò mai nella linea del Giornale di
“Chi sproloquiava sulla morte del capitalismo familiare e insinuava che Marina e Dudi
detto Piersilvio non fossero all’altezza del papà, si vergogni e arrossisca. La notizia della loro iscrizione sul registro degli indagati della Procura di Milano per ricettazione e
riciclaggio (…) fa di loro i degni eredi di Silvio Berlusconi e li proietta inevitabilmente
nel firmamento della politica.(…) Ora che sono suoi coindagati, Berlusconi non potrà
più giurare la propria innocenza sulla testa dei suoi figli. (…) Oppure difendersi in tribunale dicendo che, come dimostrano gli ultimi sviluppi, lui certi reati li ha proprio nel
sangue. E, come è noto, buon sangue non mente. Un altro motivo di sollievo è la prova
di maturità offerta dai due pargoli, che hanno di gran lunga superato il papà. Lui aveva
cominciato, modestamente, da una misera falsa testimonianza. i rampolli partono direttamente dal riciclaggio e dalla ricettazione. (…) Sono soddisfazioni. Tanti anni di studi
non sono stati vani. (…) Se il buongiorno si vede dal mattino e vale il detto “talis pater
talis filius”, sono ben avviati. E poi l’iscrizione sul registro degli indagati è come un diamante: è per sempre.”
(da l’Unità 9 luglio 2004)
Montanelli”, prima di cacciare Montanelli dal Giornale. “Giuro sulla testa dei
miei figli che non abbiamo mai pagato
tangenti alla Guardia di Finanza” prima
della condanna dei dirigenti Fininvest per
tangenti alla Finanza. “Mai pagato tan-
genti a Craxi” prima della condanna sua
e di Craxi per 21 miliardi in Svizzera.
“Mai pagato tangenti ai giudici” prima
della condanna di Previti e dei giudici per
i pagamenti targati Fininvest. “Mai sentito parlare di All Iberian” prima della scoperta che All Iberian è tutta sua. “Per la
Cirami non c’è nessuna fretta” prima di
approvare la Cirami in tutta fretta. “Con
il Lodo Schifani io non c’entro, anzi sono
contrario” prima di votare il Lodo Schifani con tutta la maggioranza militarizzata. “Alla Rai non sposterò nemmeno una
pianta” prima di spostare l’intero Cda,
tutti i direttori, molti giornalisti e comici.
“Il mio governo è dalla parte dell’opera
di moralizzazione della vita pubblica
intrapresa da valenti magistrati”, prima
di varare una trentina di leggi contro quei
valenti magistrati. “Ho dato mandato di
vendere tutte le mie aziende” , prima di
precisare che se le tiene tutte. “In Iraq
siamo non belligeranti”, prima di mandare truppe italiane in Iraq. “Mai avuto
società off-shore” prima di ammettere di
aver creato società off-shore per pagare
meno tasse. “Su Biagi, Santoro e Luttaz-
zi, in Bulgaria, scherzavo”, dopo averli
fatti cacciare dalla Rai con un diktat dalla
Bulgaria. “Non mi siederò mai più allo
stesso tavolo con Bossi. È inaffidabile.
Un monumento di slealtà. Non appoggerò mai più un
governo che sia
appoggiato
anche da Bossi”,
prima di presiedere un altro
governo appoggiato da Bossi,
anzi con Bossi
ministro. “Sempre stato del
Milan”
prima
della scoperta
che una volta era
dell’Inter.
“Il
Milan non comprerà
mai
Nesta”, subito
dopo averlo comprato. “Nessun condono,
non conosco nemmeno la parola”, prima
di approvare dodici condoni. “Per la
Gasparri siamo d’accordo con Ciampi”,
prima del no di Ciampi alla Gasparri. “In
Cecenia non è successo niente” dopo lo
sterminio di 200 mila ceceni su un milione. “Sono stato sempre assolto”, dopo
una caterva di amnistie, prescrizioni e
depenalizzazioni. “Il lifting non volevo
farlo, ma Veronica ha insistito”, prima
della smentita di Veronica. “Meno tasse
per tutti, città più sicure, pensioni più
dignitose, più lavoro per tutti, grandi
opere…”, prima di fare l’esatto contrario.
“Fra Tremonti e Fini c’è una buona sintonia”, un giorno prima delle dimissioni
di Tremonti su richiesta di Fini. “Sul
taglio del debito mi impegno con l’Europa sul mio onore”, prima di…”
(da l’Unità 6 luglio 2004)
continua*
* la lista continua quasi all’infinito, per
ovvi motivi dovuti alla mancanza di
spazio siamo costretti a fermarci, con
la promessa di proseguirla nel terzo
numero (se non ci fermano prima…)
3
Non vi permettete di invidiarlo! Sì è vero, forse non avete neanche i
soldi per affittare l’ombrellone quest’anno... ma ricordatevi, le
apparenze ingannano (soprattutto quando riguardano Berlusconi)
DUNQUE CHIEDIAMOCI: CHE SE NE FA
DI UN BUNKER IN COSTA SMERALDA?
POSSIBILI IPOTESI:
infatti che la società di Berlusconi avrebbe comprato un
complesso immobiliare a Roma. Nessun dettaglio sul
prezzo, ma si scopre che i soli lavori di ristrutturazione
avrebbero un valore superiore ai 400 mila euro. Il presidente del Consiglio, comunque, può permettersi di
fare a meno della sua nuova residenza romana. E infatti la casa è stata affittata. A chi? “una personalità del
mondo dello spettacolo”, dice il bilancio, mantenendo il
riserbo sull’identità di questo inquilino vip di Berlusconi.
“Il bunker di Villa Certosa sede
d’emergenza del governo”
di Pino Corrias
iavolo di un Berlusconi. Dovesse mai rendersi inagibile Palazzo Chigi, e magari l’intera Italia contiD
nentale, Villa Certosa, Costa Smeralda di Sardegna,
potrebbe diventare la sede vicaria della Presidenza del
Consiglio. Ecco spiegati i lavori. La loro urgenza. La
loro secretazione. La loro insindacabilità. Parola di
Emilio del Mese, segretario generale del Cesis, il comitato esecutivo per i servizi segreti.
È l’ultima sorprendente versione fornita davanti ai
membri del Copaco (il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti). Abusivi oppure no – il lago
artificiale, il teatro finto greco di granito, la bat-caverna
con il tunnel – Berlusconi ne uscirà comunque indenne. Non solo per questa faccenda della sicurezza
nazionale. Anche perché Villa La Certosa, la sola
Grande Opera realizzata a tempo di record dal Cavaliere, 2 mila e 500 metri di casa, 50 ettari di parco, 2
mila cactus, 6 piscine, l’agrumeto e tutto il resto è roba
sua sì, ma in modo specialissimo. Ufficialmente è tutto
intestato alla Idra Immobiliare, società fondata nel
1977, con cinque consiglieri di amministrazione, 3 sindaci. E un unico inquilino. L’inquilino non paga affitto.
L’inquilino non ha responsabilità dirette su ciò che si fa
e si disfa intorno a lui. L’inquilino va e viene. L’inquilino
a volte non vorrebbe fare neppure i lavori. Specialmente quelli nella caverna a mare. Lo costringono, dunque,
per ragioni di sicurezza, i responsabili del Cesis. Lo
costringe il ministro dei Lavori Pubblici Pietro Lunardi.
Lo costringe (addirittura) la sua propria carica di presidente del Consiglio dei Ministri. Intoccabile.
(da la Repubblica 24 giugno 2004)
Appendice sulle spese 1
“E per le falciatrici 260 mila euro”
di Ettore Livini
li investimenti necessari per non far sfigurare l’Italia nel mondo fanno lievitare le “spese condomiG
niali” di Silvio Berlusconi. Il presidente del Consiglio ha
RIPRENDIAMOCI
QUELLE PAROLE
di Beppe Grillo
’è un’altra ‘truffa innocente’: Forza Italia. Da più
C
di un secolo era l’incitamento degli italiani per i
nostri atleti nel mondo. Prima era di tutti, ora è stato sequestrato. Non possiamo più usarlo, a meno di
fare propaganda gratuita al partito di Dell’Utri, Previti e Mastrolindo. “Forza Italia” non lo hanno semplicemente privatizzato, ce lo hanno proprio rubato.
Nelle privatizzazioni di un bene pubblico, si paga un
indennizzo. Dorian Gray invece si è preso il malloppo e non ci ha pagato niente. Anzi, già che c’era, si
è preso anche il nostro colore – l’azzurro – e visto
che un colore non gli bastava, s’è acchiappato
anche il tricolore. Lui sa bene che nomi, marchi e
logo di successo – es. Marlboro o Nike – valgono
decine di miliardi di euro. Lui invece “Forza Italia”, il
nostro azzurro e il nostro tricolore se li è acchiappati
gratis. Calcolando poco, diciamo mille euro a testa,
Dorian Gray deve agli italiani almeno 57 miliardi di
euro, dieci volte più del suo patrimonio.
Ha fatto un colpo grosso, eh?
E poi perché “Casa delle Libertà”? Perché la libertà
da garantire non è una sola, quella di Mastrolindo.
Sono molte! Quella di Previti, di dell’Utri, di
Borghezio e della cinquantina d’inquisiti o processati o patteggiati o prescritti o condannati che la
CdL ha messo al sicuro in Parlamento.
(da la Repubblica 20 giugno 2004)
(da L’espresso 17 giugno 2004)
“Il bersaglio”
di Sebastiano Messina
dovuto firmare nel 2003 un assegno da 13,5 milioni per
la manutenzione di Villa Certosa, la nostra piccola
Camp David e delle sue altre tenute sardo-lombarde.
Cifra che porta a 131 milioni il totale dei soldi investiti
dal premier nelle case di famiglia, assurte negli ultimi
anni al ruolo di avamposti strategici della nostra politica estera. (…) Ospitare Josè Maria Aznar, Vladimir
Putin e le giovani figlie, e i coniugi Bush; completare
l’anfiteatro di 400 cactus e allargare i confini della Berluscopoli nella macchia mediterranea sarda non è
stata comunque, nemmeno nel 2003, un’operazione indolore dal punto di vista finanziario. Un
esempio? Solo in tosaerba, decespugliatori e
“trattorini” la Idra ha pagato in dodici mesi 259
mila euro, più o meno quanto un italiano spende per l’appartamento della sua vita.
(da la Repubblica 24 giugno 2004)
Appendice sulle spese 2
“Cavalier Costa
Smeralda”
di Vittorio Malagutti
on solo Sardegna. Il tesoro immobiliare di Berlusconi continua a crescere.
N
In un anno spesi 10 milioni di euro. (…)
Tra il 2002 e il 2003 l’Immobiliare Idra ha
comprato altre due piccole società, Vilsarda e Immobil Maspe. Entrambe possiedono terreni e case confinanti con Villa Certosa. È così entrata a far parte del
patrimonio del Cavaliere anche Villa Stephanie, che sarebbe costata circa 1
milione e 300 mila euro. Poca cosa in confronto alle altre residenze berlusconiane in
Costa Smeralda. In fondo si tratta solo di una
villetta bifamiliare con giardino e piscina. Non
per niente nei mesi scorsi è circolata la voce
che Villa Stephanie sarebbe stata acquistata
per fare da alloggio alle guardie del corpo dei
ricchi e potenti ospiti del presidente del Consiglio. (…) sulla piccola (si fa per dire) Villa sono
già stati completati lavori di ristrutturazione spesati a bilancio dell’immobiliare Idra, per 1 milione 581 euro, circa tre miliardi di vecchie lire, a
cui si aggiungono 82 mila euro per gli arredi. E
a Villa Certosa (…) il presidente del Consiglio già
nel 2002 aveva pagato un conto da 1 milione di
euro per riqualificare l’area. Il solo impianto di illuminazione sui terreni sardi, definito “particolarmente sofisticato”, è costato circa 450 mila euro.
(…) I lavori di manutenzione straordinaria nel Settecentesco palazzo Visconti di
Macherio, dimora abituale della moglie
del premier, sono costati circa 320 mila euro. Ma
amche il sistema di sicurezza “danneggiato da eventi atmosferici” aveva bisogno di una messa a punto.
La spesa? Circa 235 mila euro, dice il bilancio del
2002. I mobili, a quanto pare, andavano rinnovati. E
allora il Cavaliere ha staccato un altro assegno da 388
mila euro. Meno salata la bolletta di Arcore: circa 57
mila euro di manutenzione straordinaria e 35 mila per
sostituire la rete telefonica. Infine, dai conti 2002 dell’Immobiliare Idra spunta un’ultima novità. Risulta
ieci anni fa, quando capì che Oscar Luigi Scalfaro
non lo avrebbe confermato alla presidenza del
D
Consiglio, Berlusconi provò a giocare la sua ultima carta: “Ma io – obiettò al capo dello Stato – ho appena finito di restaurare a spese mie gli uffici di Palazzo Chigi…”. Scalfaro lo raggelò: “Bene, vorrà dire che faremo
apporre sul muro dello studio restaurato una targa d’oro : ‘Dono del Cavalier Silvio Berlusconi’…”. Dopo
quell’amara, indimenticabile esperienza, lui ha cambiato metodo: invece di spendere i suoi soldi per
rimettere a posto i palazzi pubblici che lo ospitano, ha trasferito a casa sua gli affari di Stato. Prima a Palazzo Grazioli e adesso a Villa Certosa,
che è stata attrezzata dai servizi segreti per
diventare – apprendiamo – una “sede vicaria di
Palazzo Chigi”.
L’ipotesi, è ovvio, è quella di un attacco terroristico. In questi casi Bush sale sull’Air
Force One, Blair si rifugia in un bunker
segreto, Putin scende nei sotterranei del
Cremlino. Invece Berlusconi, che la sa
lunga, si trasferisce in una villa sulla
Costa Smeralda, di fronte al mare, e si
piazza al centro di un anfiteatro all’aperto. Manca solo un dettaglio, per
completare l’astuta operazione: tracciare intorno alla villa dieci cerchi concentrici e accendere sul tetto una
scritta lampeggiante: “CENTRO!”.
(da la Repubblica 24 giugno 2004)
ultime
ipotesi…
di Michele Serra
a se un giorno (non prima di avere portato a coronamento il famoso miracolo
M
italiano) il premier beneamato dovesse ritirarsi a vita privata: il suo bunker sardo, con
tanto di tunnel sotterraneo per sommergibili
(rapidi ed invisibili), siepe di cactus anti sbarco dei saraceni, porticciolo in stile Tortuga,
bordure di petunie, lampioncini, biliardo, vialetti con ghiaietta, letti a baldacchino, teatro
all’aperto, rastrelliera per le biciclette, trattorino, altalena, barbecue, nanetti, pozzo con glicine, attualmente sede distaccata di Palazzo
Chigi: che fine farebbe? Passerebbe al
demanio, per maggior lustro della Nazione e
consolazione dei contribuenti, oppure rimarrebbe un bene di famiglia, per consentire ai
suoi cari di entrare in tavernetta direttamente
dal sommergibile? Oppure (ideona) verrebbe
promosso a dependance di Cinecittà, set
ideale per un nuovo 007 che penetra nel covo subacqueo della Spectre, o anche per un Vanzina di lusso, con Smaila che suona il pianoforte sotto il gazebo? O una Milanello bis, per le vacanze di Costacurta e Pippo Inzaghi? O una fiera permanente dell’edilizia fortificata? O ceduto all’Aga Khan che almeno
migliorerebbe gli arredi, sostituendo i cactus con la
macchia mediterranea?
(da la Repubblica 25 giugno 2004)
4
Vita, miracoli e parabole
satellitari dell’Unto del Signore
Genesi
I
n principio era il caos. Poi venne l’Unto
e la cosa peggiorò.
Creazione 1
E
gli prese tra le mani un mucchietto di
fango e lo impastò.Poi però non seppe
resistere.Lo tirò addosso al primo magistrato che passava.
Creazione 2
E
gli creò l’Uomo, la Donna, un divano,
un telecomando, un televisore, l’auditel. E il settimo giorno – durante un pausa
pubblicitaria – il Firmamento del decreto
salvaberlusconi da parte di Craxi per illuminare le sue tv, altrimenti condannate alle
tenebre perpetue.E vide che questo era
buono.Ma soprattutto conveniente.
Sia Lodo a te, o signore.
Esodo
U
n mandato di cattura comparve in
sogno a Craxi assumendo le sembianze di Woody Allen e gli disse: “Prendi i soldi e scappa”. Craxi obbedì e si recò ad
Hammamet. L’Unto, all’improvviso, miracolosamente, cominciò a camminare in cattive
acque. Sia Lodo a te, o signore.
Annunciazione
L
’angelo del Signore apparve in sogno a
Porta a Porta e annunciò a Vespa in
diretta che l’Unto stava per arrivare. Miracolosamente si aprì una botola e tutti i giornalisti e i politici presenti scomparvero nel
Nulla. Vespa cadde prono in estasi, si stropicciò le mani umide e tutti i suoi nei suonarono a festa.
Il miracolo della discesa in campo
A
llora Egli scese in campo, prese il paese, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse: prendete e mangiate, basta che in
parlamento fate come dico io senza rompere le palle.
La dilapidazione dei bond
I
l quel tempo Calisto Tanzi, falsificando i
bilanci, stava procedendo alla dilapidazione degli investimenti. I risparmiatori afflitti si rivolsero all’Unto, egli radunò i suoi
discepoli e ridendo disse loro: “Chi di noi è
senza reato scagli la prima condanna”. Tanzi finì in ceppi. Poiché oltre che malfattori
essi erano pure ipocriti.
Il discorso dell’Unto alle massaie
U
n giorno, mentre da tre anni sciami di
locuste divoravano il paese, le impre-
RE BIB
se erano ridotte a cumuli di macerie fumanti, la recessione riduceva il popolo dei lavoratori in macilente moltitudini di disperati
che imploravano aiuto, così l’Unto parlò alle
massaie, responsabili di questo disastro: “In
verità in verità vi dico, se al mercato ci sono
novantanove bancarelle con prezzi molto
alti e non trovate la centesima - quella con i
prezzi bassi – fate come mia mamma Rosa,
lasciate tutto e andate in cerca della bancarella smarrita. E una volta trovatala vi rallegrerete e la finirete di rompere”.
Opere di misericordia
D
ar da mangiare agli alleati. Darla a
bere ai pensionati. Torturare gli ignudi.
Far sloggiare gli immigrati. Non finire carcerati. Seppellire i reati
La profezia di George
I
n quei giorni l’unto stava smentendo il
suo discorso della Montagna, quando
gli comparve un Profeta sotto le mentite
spoglie di un piazzista di armi stellari e
così gli parlò: “Dopo l’11 settembre nulla è
più come prima, dobbiamo estirpare il terrorismo in Afghanistan con la guerra preventiva in Iraq”. E l’Unto stupì e gli rispose: “Ma oggi è il 10 settembre”! E il Profeta disse: “Ecco perché questa guerra si
chiama preventiva”. Sentendo queste
parole l’Unto riconobbe in lui un vero Profeta.
L’Unto fra i malati
E
venne un centurione e gli disse: “Il mio
servo è malato” e una madre lo supplicò: “Mio figlio è paralitico” e due ciechi lo
seguirono implorando “Abbi pietà di noi” e
così una folla di umanità dolente: storpi,
muti, lebbrosi. E l’Unto impose le sue mani
su di un cellulare, chiamò Tremonti e gli
disse: “Ah, ecco dove abbiamo tagliato per
ridurre le tasse!”.
La moltiplicazione degli spot
E
gli si appartò in meditazione a Palazzo
Chigi. Dopo tre anni i suoi discepoli gli
dissero: “Fuori di qui c’è una moltitudine di
56 milioni di fedeli che ha fame”. L’Unto
chiese allora di portargli ciò che era rimasto
nelle casse dello Stato e i suoi discepoli gli
portarono cinque pani e due pesci. Egli se li
mangiò tutti di gusto e poi, come per miracolo, si moltiplicarono sui muri di tutto il
paese i poster 6x3 con il sacro volto in cui
veniva annunciata la raggiunta sazietà per
tutti. E le genti se ne rallegrarono.
Dal Vangelo secondo Sommelier
M
ichele, allontana da me questo calice,
non vedi che questo champagne non
è millesimato?
Il buon ladrone
U
no dei due ladroni, messi in croce con
lui da un editto di garanzia, lo insultava: “Non sei tu l’Unto? Allora salva te stesso e noi, altrimenti parlo…”. Ma l’altro malfattore lo rimproverò, e rivolgendosi a Lui gli
disse: “Ricordati di me quando verrà il tuo
regno”. Egli allora prese il Sinedrio di Milano, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e
disse: “Cesare, Marcello, finitela di rompere, vi annuncio la lieta novella: i nostri peccati sono stati miracolosamente rimessi”.
Sia Lodo a te, Cirami.
La guarigione dell’Ebete
U
n giorno l’Unto predicava a reti unificate quando gli si fecero dappresso degli
energumeni giunti da valli lontane che si
esprimevano a fatica, aiutandosi con gesti
primitivi. Così lo apostrofarono: “Il nostro
capo è caduto privo di sensi, se non si
risveglia facciamo cadere il governo”. L’Unto, commosso dalla loro fede, si recò presso il malato, riattaccò il respiratore che aveva inavvertitamente staccato il giorno prima
e il malato guarì all’istante: riacquistò il suo
sguardo da ebete, e ricominciò a farfugliare
e a dire cose senza senso. E tutti i cuori si
empirono di allegrezza.
L’Unto smarrito nel Tempio
I
n prossimità della sacre festività del
Natale, mentre il Paese era sull’orlo del
baratro, Mimun & Mentana si accorsero che
l’Unto non era più tra loro. Allarmati lo cercarono ovunque ma inutilmente. Allora
andarono in Svizzera, nel Tempio del lifting,
e l’Unto era là, seduto in mezzo ai dottori e
rivolgeva loro delle domande così profonde
che tutti rimanevano meravigliati ad ascoltarlo. “Quanto dura l’intervento? Quanto
costa? Basterà una manovra aggiuntiva o
dovrò attingere dai miei fondi depositati alle
Cayman?”. Mimun & Mentana redarguirono
l’Unto. “Sono giorni e giorni che ti cerchiamo, ormai durante il TG Unto siamo costretti a mandare in onda solo la tua effigie di
repertorio”. Ma l’Unto li rassicurò: “Figliuoli
miei prediletti, la vostra fede vi ha salvato.
Preparate le telecamere e disponetele nei
w w w . b e r l u s c o
5
BBIA
di Elle Kappa
pressi del solito antiquario in via dei Coronari. Tra venti giorni, quando tutto sarà
compiuto, apparirò da quelle parti e avrete
l’esclusiva del miracolo della Trasfigurazione”. Tutti ne ebbero gioia e Pionati cadde in
deliquio mistico.
Il tributo a Cesare
L
’Unto si trovava casualmente nei pressi del Sinedrio di Milano e stava raccogliendo la copiosa manna che cadeva miracolosamente dall’etere, quando alcuni giudici farisei falsi e bugiardi si scagliarono
contro di lui, cominciarono ad accusarlo e
stavano per condannarlo quando Egli tirò
fuori un lasciapassare ad Untum che gli
aveva consegnato la sera prima un angelo
del Signore. Come per miracolo i giudici lo
lasciarono libero, però trattennero il discepolo Cesare e dissero all’Unto: “Questo
lasciapassare vale solo per te, Cesare
invece sarà condannato”. Allora l’Unto disse
loro: “Date a Cesare quel che è di Cesare,
e visto che ci siete, dategli anche quello che
spetterebbe a me”. Di fronte a tanta misericordia essi ne rimasero stupiti.
L’Ultima abbuffata
V
enuta la sera, era a mensa con i suoi
discepoli e mentre mangiavano disse:
“In verità vi dico: uno di voi mi tradirà”. Gianfranco Iscariota, Umberto Iscariota, Rocco
Iscariota e Marco Iscariota impallidirono. E
l’Unto si spazientì: “Avevo detto uno!”.
La pesca miracolosa
I
n quei tempi l’Unto era irritato poiché
sempre avaro con lui fu l’alto Colle, e
quel decreto, che senza firma da Fede e
retequattro il guardo esclude. Così prese la
Costituzione, la spezzò, la diede ai suoi
discepoli disse: “In verità, in verità vi avverto, stiamo tutti sulla stessa barca!”. Chiamò
il più stolido e inetto dei suoi discepoli e lo
invitò a gettare le sue reti in parlamento.
Gasparri lo guardò come sempre senza
capire ed eseguì le sue volontà. E accadde
un fatto miracoloso: quando le sue reti vennero ritirate sù erano così piene di spot che
a stento l’Unto riuscì a farle entrare in
Mediaset.
Il buon pastore
I
n quei giorni Egli era in raccoglimento
dietro un grande ulivo, intento a redimere la Maddalena, quando gli si avvicinò il
più potente pastore di greggio del regno e
così gli parlò: “Seguimi! Esporteremo
democrazia tra gli infedeli che posseggono
micidiali pozzi di rifornimento di massa e
avrai il privilegio di poterti sedere alla
destra e alla sinistra del Padre e del Figlio,
nel nostro ranch in Texas”. Allora l’Unto prese l’Europa, la spezzò, la diede al pastore
e disse: “OK, il prezzo è giusto!”
Il miracolo della jena ammansita
I
n quei tempi Egli era in visita ad alcune
buone samaritane e stava benedicendo
quella più formosa quando una feroce jena
gli si scagliò contro. L’Unto l’accarezzò con
dolcezza e le disse: “Sorella Jena, perché
mi attacchi? Sono forse di sinistra?”. Jena si
placò all’istante e si ritirò - mortificata per
l’errore commesso – nelle sue cinque righe
in fondo alla pagina.
La cacciata dei mercanti dal Tempio
U
na volta l’unto passò davanti al Tempio
in compagnia di Lunardi e insieme stavano valutando che sarebbero bastati tre
giorni per spianarlo e impiantare al suo
posto un ripetitore tv, quando vide che dentro c’erano mercanti che si accalcavano per
fare commerci e affari. Vedendo tanto scempio l’Unto li apostrofò severamente: “Stolti!
Avete fatto di questo Tempio una spelonca
da ladroni!”. E preso un bastone li fece uscire e li condusse in Parlamento, ove effettivamente essi si sistemarono molto più
comodamente. E tutti ristettero in letizia.
Guarigione di un indemoniato
M
entre l’Unto stava ammazzando il
magistrato più grasso per festeggiare
il patteggiamento del fratel prodigo, venne
da lui un uomo e gli disse: “Maestro, ti ho
portato un tuo servo posseduto dal demonio
il quale, quando lo afferra, lo sbatte di qua e
di là, ed egli digrigna i denti, urla come un
ossesso, gli viene la bava alla bocca e poi
diventa rigido”. “Da quanto tempo gli succede questo?” chiese l’Unto al padre di Schifani. “Da circa tre anni”. L’Unto allora capì e
comandò al demonio di uscire dal servo e
non entrarci mai più. E così avvenne. Il
demonio liberato si prostrò ai piedi del Maestro e gli disse: “Grazie, Maestro, non ne
potevo più di stare dentro quel folle scalmanato”, poi si allontanò mentre il servo con la
bava alla bocca urlava e digrignava i denti e
sbatteva di qua e di là.
L’orto del Getsèmani
U
n giorno l’Unto era adagiato in preghiera su un triclinio nell’orto del Get-
o n e i d e . t o o . i t
da La primavera di
Micromega suppl. n. 2/04
sèmani e stava cercando di far passare un
iracheno ignudo e con un cappuccio in
testa per la cruna di un ago, quando una
donna in lacrime si gettò ai suoi piedi
dicendogli di aver appreso in diretta tv da
uno scoop di Bruno Vespa che suo figlio,
ostaggio degli infedeli, era stato ucciso.
“Rallegrati, donna” la rincuorò l’unto “tuo
figlio non è morto invano! Ti annuncio che
Porta a Porta ha raggiunto uno share del
33%”.
La visita ai centurioni
D
urante la visita ai centurioni che Egli
aveva offerto in sacrificio al Profeta
inviandoli in Mesopotamia, l’Unto portò allegrezza nei loro cuori confortandoli: “In verità vi dico, chi non salta interista è”. Quindi li
benedisse e si congedò dicendo loro: “La
pace sia con voi”. E miracolosamente dai
mortai degli infedeli che circondavano i centurioni partirono migliaia e migliaia di proiettili in segno di festa.
La Santa Cena
M
entre l’Unto era a cena con il Milan
e stava facendo le corna dietro la
testa di Ancelotti per festeggiare in letizia
la vittoria della squadra del bene contro le
squadre del male, e piluccava svogliatamente ostriche e champagne, e una Maddalena gli asciugava il fondotinta colato
sui piedi con i suoi capelli, venti madri pallide e scarmigliate gli si avvicinarono e
con la voce incrinata dall’angoscia gli dissero che il sangue dei loro figli bagnava
ormai il suolo di Babilonia. L’Unto seccato
da questa novella che giungeva improvvidamente a disturbare i solenni festeggiamenti stava per cacciare via quelle stolte
quando percepì disapprovazione nello
sguardo del suo discepolo Letta. Allora
con un sorriso dolcissimo disse in aramaico: “Ghe pensi mì”. E avvenne un miracolo: la Maddalena divenne una velina e
ascese a Canale 5. L’unto si avvide dallo
sguardo di Letta di aver sbagliato miracolo, allora si concentrò meglio e, Miracolo!
Il sangue di quei figli si trasformò in petrolio! E tutti applaudirono stupefatti. E la
festa riprese più lieta di prima.
Epilogo
E
venne l’Apocalisse, e l’Unto nella sua
infinita saggezza pensò: “Pazienza.
Tanto di fronte all’Onnipotente, padrone di
tutte le stelle e di tutte le strisce, tutte le salme finiscono in gloria, per me”.
6
Quella che segue è, nonostante le apparenze, una storia vera. La proponiamo con l’intento di
arrecarvi un po’ di sollievo dal solleone estivo (si fa per dire) perché l’argomento è scottante…
BERLUSCONI E IL RUSSIAN HARASSMENT
di Mark Bernardini
Le prime note d’agenzia sulla visita di Berlusconi e
Putin alla fabbrica di lavatrici di Lipeck non differivano
granché da quanto riportato in Italia.
Già qualche ora dopo, in serata, tuttavia, il servizio della televisione indipendente russa Ntv mostrava un disagio malcelato per le solite boutades di Berlusconi:
testualmente, mostrando la “spolverata” di quest’ultimo
alla giacca di Putin, “ a parte il sorriso di circostanza, il
Presidente sembra averne abbastanza delle effusioni
sguaiate del primo ministro italiano”.
All’indomani l’argomento è stato ripreso, in modo più
blando, anche dai canali statali Ort e Rtr, oltre, naturalmente, alla carta stampata. Il giornalista Andrej Kolesnikov, del giornale Kommersant, (omen nomen, una pubblicazione non esattamente di sinistra), scrive il 22 aprile che Berlusconi “si è voltato distrattamente verso Vladimir Putin e gli ha detto sottovoce di voler baciare l’operaia che più si è distinta nel lavoro”. In realtà, era assolutamente chiaro che aveva già scelto la sua vittima. Si è
avvicinato ad una donna russa che come lineamenti gli
ricordava la sua amata isola della Sardegna ed ha fatto
un gesto caratteristico con tutto il corpo. È il gesto che
usano i teppisti nei portoni bui quando vogliono oltraggiare una ragazza che corre a casa.
L’operaia ha capito tutto ed istintivamente si è ritratta
(…). Ma pare che da Berlusconi donne ben più decise
non siano riuscite a fuggire: in due balzi l’ha raggiunta
ed ha preso a baciarla sfrontatamente in viso. La donna
dapprima ha opposto resistenza, poi si è immobilizzata,
silenziosa, tra le braccia del primo ministro italiano. È
stato Berlusconi stesso a scuoterla da questa condizione
di totale apatia: le ha fatto riprendere i sensi scrollandola ben bene e sorridendole incoraggiante. Invece, avrebbe anche potuto semplicemente sbatterla in terra. È sembrato che la prosecuzione della visita aziendale avesse
perso qualunque senso per Silvio Berlusconi, era indifferente alla vista della catena di montaggio: insomma, egli
stesso non si era ancora placato dopo questo incontro, e
solo allora ha cominciato a rendersi conto di quanto era
accaduto. In simili frangenti si parla di colpo di sole”.
Poi, l’inaugurazione: “Il presidente russo ed il primo
ministro italiano si sono piazzati accanto al nastro rosso
da tagliare con due forbici, poste su un vassoio d’argento, retto da una ragazza di nome Oksana. Ecco chi avrebbe dovuto baciare Berlusconi: è chiaro che ha avuto troppa fretta (magari bramava un po’ di esotismo russo?).
Oksana è stata prescelta dalla Merloni tra varie decine di
ragazze che lavorano come modelle nelle case di moda
moscovite. Quasi tutti i bottoni, peraltro di per sé poco
numerosi, dell’abito di Oksana erano sbottonati, e per
questo aveva freddo, mentre per la stessa ragione molti
di coloro che le erano accanto soffrivano il caldo. (…)
Il primo ministro italiano ormai dimostrativamente non
guardava più le operaie (che forza di volontà politica che
ha quest’uomo!) (…)”.
Durante la conferenza stampa “Silvio Berlusconi ha cercato con sincerità di passare al vero ordine del giorno,
ma evidentemente proprio non gli riusciva (…).
(Poi) Berlusconi è passato finalmente all’argomento che
realmente lo interessava.
Letteralmente, ha detto ai giornalisti che “con Vladimir
abbiamo fatto a gara a chi avrebbe baciato la ragazza più
bella di questa azienda. Ha vinto lui, io ho perso”. Scioccante. Su cosa contava Berlusconi pronunciando questa
menzogna? Che Vladimir Putin la prendesse a ridere?
Che in fabbrica non ci fossero giornalisti? Probabilmente su entrambe le cose”.
In realtà abbiamo scoperto cosa si nascondeva dietro
queste “innocenti” effusioni . Per scoprirlo, noi, proprietari a malapena di un televisore a rate, abbiamo
dovuto aspettare un paio di mesi. Ma adesso sappiamo.
L’emittente inglese Bravo Channel, in pieno agosto,
manderà in onda il nuovo reality show “Private Stars”.
L’impianto è semplice: cinque pornostar si esibiranno
con cinque uomini definiti “vogliosi ma inesperti”.
Che Berlusconi volesse anticiparci quello che farà,
quando anche le sue reti lo manderanno in onda, il vero
maschio latino?
D.P.
Adesso gli è venuto questo ticchio di abbassare le tasse a qualunque costo
ALIQUOTA IRPEF. AVETE UNA CALCOLATRICE?
La riforma fiscale del governo in carica ha rivoluzionato le seguenti aliquote IRPEF attualmente
in vigore per i corrispondenti scaglioni di reddito:
18% per redditi fino a 20 milioni annui
24% per i redditi fino a 30 milioni annui
32% fino a 60 milioni annui
39% fino a 135 milioni annui
45% per redditi oltre i 135 milioni annui.
Esse saranno sostituite da due sole aliquote, rispettivamente:
23% per i redditi fino a 100.000 euro (circa 200 milioni di lire)
33% oltre il suddetto importo.
Ecco i risultati della riforma (basta una semplice calcolatrice, non serve il commercialista):
REDDITO
IN LIRE
IMPOSTA IRPEF
ATTUALE
IMPOSTA IRPEF
FUTURA
DIFFERENZA
20.000.000
3.600.000
4.600.000
+ 1.000.000
25.000.000
4.800.000
5.750.000
+ 950.000
30.000.000
6.000.000
6.900.000
+ 900.000
35.000.000
7.600.000
8.050.000
+ 450.000
40.000.000
9.200.000
9.200.000
0
50.000.000
12.400.000
11.500.000
– 900.000
100.000.000
31.200.000
23.000.000
– 8.200.000
135.000.000
44.850.000
31.050.000
– 13.800.000
200.000.000
74.100.000
46.000.000
– 28.100.000
500.000.000
209.100.000
112.000.000
– 97.100.000
Se ancora non è chiaro il concetto: il lavoratore medio italiano con un reddito lordo annuo di
30 milioni di lire pagherà 900mila lire di tasse in più all’anno. Chi invece ha un reddito lordo
di 100 milioni di lire si vedrà aumentare la sua retribuzione annua di più di 8 milioni di lire!
Non c’è qualcosa che non va, nel ragionamento?
di Michele Serra
Sono tutti lì a dirgli che non si
può fare, che ci vorrebbero dei
tagli alla spesa pubblica degni di
un affamatore del popolo, ma lui
si è fissato, non pensa ad altro,
non parla d’altro.
Racimolando sugli angoli della
bocca le ultime briciole del suo
celebre sorriso, promette agli italiani che li farà più ricchi.
Come si possa essere più ricchi
risparmiando due o trecento euro
all’anno di Irpef, e spendendone
il triplo per pagarsi quei servizi
che lo Stato o gli Enti locali non
riescono più a fornire, non si sa.
Il problema, forse, è che un
signore che ha in tasca centomila
fantastilioni di triliardi non può
avere alcuna dimestichezza con
il mondo reale. Si diceva una
volta dei politici, quando erano
al vertice dell’impopolarità, che
erano una casta chiusa, non prendevano mai il tram, non comperavano mai il latte. Per rimediare, gli italiani hanno pensato
bene di nominare loro capo uno
che si sposta solo in astronave, e
l’ultima volta che è entrato in
negozio era per comperare cinque chili di Rolex. Siamo un paese decisamente strano.
(tratto da la Repubblica 10 luglio 2004)
7
Mi scusi Presidente, se parlo in sua presenza
Per quello che riguarda Bondi, io la prima volta che ho sentito parlare Bondi,
ho avuto uno shock. C’era una riunione di Forza Italia e non era previsto
l’arrivo di Berlusconi. E invece arriva
Berlusconi, proprio mentre lui sta parlando. Lui si ferma, lo guarda e gli
dice: “Mi scusi Presidente se parlo in
sua presenza”.
(Vittorio Sgarbi intervistato da Roberto Cotroneo, da “L’Unità”, 18.6.2004)
27 maggio. Titolo del TG4 delle 19: “Congresso di Forza
Italia a Milano da oggi fino a sabato. Migliaia di delegati e sostenitori da tutta Italia per salutare il Presidente del Consiglio che
tra poco inizierà il suo discorso. Sono circa 5.000 i delegati giunti da tutta Italia. Ci sono i Parlamentari al completo e gli uomini
di Governo. Ecco Berlusconi mentre raggiunge ad Assago il
grande appuntamento con Forza Italia, accolto da un’ovazione”.
....continuiamo a sognare
laltrareggio
CITTÀ DEL SOLE EDIZIONI
REGGIO CALABRIA
Iscrizione Registro Stampa
Trib. Messina n. 17
dell’11 luglio 1991
Iscrizione R.O.C. n. 9262
ULTIM’ORA ANSA
Milano. Un incendio ha distrutto la biblioteca personale di Silvio Berlusconi.
Entrambi i libri sono andati distrutti. Il
cavaliere è apparso molto addolorato, non
aveva ancora finito di colorare il secondo.
Via Ravagnese Sup. 60
89067 RAVAGNESE (RC)
Tel. 0965644464
Fax 0965630176
Direttore responsabile:
Franco Arcidiaco
Caporedattore:
Daniela Pellicanò
Coordinamento:
Antonella Cuzzocrea
Progetto grafico e realizzazione:
Lillo Pellicanò
da “Il Manifesto” 14.6.2004
Stampa:
Litografia Trischitta Messina
Che ne dite
di mandare
Berlusconi
in
Madagascar?
da “Cuore” 27.4.1996
8
Lasciamolo lavorare... ha una soluzione per ogni problema!
CRISI IN IRAQ
“L’Iraq sta andando bene, la strada è spianata. Ci sono –
al massimo – tre o quattromila terroristi o membri della
guerriglia. Ma la strada è sgombra”.
Silvio Berlusconi, 6 giugno 2004
(L’Unità, 18 giugno 2004)
da “Diario” n. 24
da “L’Unità” 22.6.2004
Chi
di barzelletta
ferisce
di barzelletta
perisce
Tre chirurghi, un russo, un americano ed un italiano, si incontrano
durante un congresso e vantano
le rispettive scuole.
Dice il russo: “Noi abbiamo raggiunto oramai una grande perfezione nella chirurgia. Il mese
scorso ad un pianista una sega ha
tagliato di netto le mani; noi le
abbiamo riattaccate e ora il tizio
ha ripreso a suonare il piano”.
Interviene l’americano: “La nostra
scuola chirurgica è superiore.
Tempo fa un giocatore di calcio in
un incidente aveva perso
ambedue le gambe; noi le abbiamo riattaccate e ora il paziente
ha ripreso a giocare ed è stato
selezionato per la nazionale
americana”.
A questo punto interviene l’italiano
che dice: “Questo non è nulla.
Tempo fa hanno trovato in un cassonetto dell’immondizia un culo e
un paio di orecchie giganti. Noi li
abbiamo riattaccati e li abbiamo
inviati a Roma.
Ora fa il Presidente del Consiglio”.
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Impaginato n. 2 - Città del Sole Edizioni