Istituto Regionale Emiliano-Romagnolo per i Servizi Sociali e Sanitari, la ricerca applicata e la formazione AZIONI VALUTATIVE SULLE ATTIVITÀ DEI CENTRI DI SERVIZIO PER IL VOLONTARIATO: VERIFICA E MONITORAGGIO Piano di ripartizione 2005-2006 A CURA DI IRESS LUGLIO 2006 IRESS Soc. Coop. Via Oberdan, 29 40126 Bologna Tel./fax 051-237985 e-mail [email protected] C.F. e P.I. 02226800379 Sede Legale Bologna Iscr. Trib. 1-12-1980 INDICE PARTE I RAPPORTO DI VERIFICA ATTIVITÀ ANNO 2005 SERVIZI DIRETTI 5 Cap.1 1. 2. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Analisi qualitativa dei servizi diretti alle OdV – anno 2005 I servizi offerti dai CSV alle OdV: schemi di lettura Settore/area informazione Settore/area documentazione Settore/area comunicazione Settore/area promozione Settore/area formazione Settore/area consulenza Settore/area ricerca Settore/area progettazione Settore/area supporto tecnico-logistico Progetti speciali 6 6 10 14 17 19 23 29 33 34 38 40 Cap. 2 Verifica delle attivita’ connesse ai servizi diretti dei nove Centri di servizio per il volontariato dell’Emilia-Romagna – Anno 2005 AMBITO: Attività/servizi AMBITO : Risorse umane AMBITO : Spese di erogazione servizi 45 45 53 57 Alcune riflessioni conclusive 59 1. 2. 3. Cap. 3 Allegato 1 L’impianto della verifica 2005 63 PARTE II LA PROGRAMMAZIONE PARTECIPATA 66 Cap. 1 1. 2. 3. 67 67 68 72 La programmazione partecipata Premessa La programmazione partecipata: il metodo adottato dai CSV Che idea hanno i centri di “programmazione partecipata”? Uno schema di sintesi PARTE III MONITORAGGIO SULLA PROGETTAZIONE SOCIALE. IL PUNTO DI VISTA DELLE ORGANIZZAZIONI DEL VOLONTARIATO 78 Cap. 1 1. 2. 3. Indagare un mondo dinamico e molteplice: appunti di metodo Premessa Il volontariato coinvolto nella progettazione sociale: una visione di insieme La metodologia di indagine 79 79 79 81 Cap. 2 Le caratteristiche delle OdV 83 Cap. 3 1. 2. La progettazione sociale OdV e progettazione sociale La predisposizione dei progetti 86 86 87 Cap. 4 1. 2. 3. 4. Le ricadute della progettazione sociale sul volontariato Premessa Le ricadute in termini di ‘rete’ Altre ricadute per le OdV Un giudizio sui “risultati” dei progetti 92 92 92 96 99 2 Cap. 5 1. 2. Il ruolo del CSV Il ruolo del CSV nella progettazione sociale L’indice di ‘centralità’ del CSV 101 101 104 Cap. 6 Alcune opinioni delle OdV sui servizi diretti 109 Cap. 7 1. Un tentativo di sintesi: punti salienti e spunti per una riflessione futura Il monitoraggio sulla progettazione sociale di rete 2005-2006. Una finestra sul mondo del volontariato? Qualità, varietà, intensità della rete Il ruolo dei Centri di servizio nel promuovere e supportare la progettazione di rete Per migliorare…. 113 2. 3. 4. 113 114 116 117 Allegato 1 Il questionario di rilevazione 119 Allegato 2 Costruzione Indici Indice di rete Indice di centralità CSV 125 125 126 3 Il presente rapporto di valutazione sulle attività dei CSV collegate al piano di ripartizione 2005-2006 si articola in tre parti indipendentii, che discendono da tre specifiche analisi effettuate: - Parte I: la verifica dei servizi diretti impostata su 9 descrittori, preceduta da una analisi qualitativa dei servizi stessi. - Parte II: l’analisi della programmazione partecipata con particolare attenzione alle modalità di coinvolgimento adottate per la definizione dei servizi e progetti relativi al periodo 2005-2006; - Parte III: il monitoraggio della progettazione sociale 2005-2006 realizzata attraverso una indagine sulle opinioni delle OdV che vi hanno partecipato. L’intera indagine è stata condotta da un’équipe di ricerca composta da Massimiliano Caliumi, Fabiana Cupido, Michele Fortunato, Claudia Melloni, Ornella Russo, Valerio Vanelli, coordinata da Daniela Farini e Rossella Piccinini, diretta da Marisa Anconelli, con la supervisione di Vittoria Gualandi. L’intero percorso non si sarebbe potuto realizzare compiutamente senza il contributo competente e fattivo dei referenti tecnici e politici del Co.Ge, dei referenti e dei direttori dei 9 CSV emiliano-romagnoli, del coordinamento regionale dei CSV, a cui va il nostro ringraziamento. Infine, un grazie particolare alle Associazioni ed organizzazioni di volontariato coinvolte nel monitoraggio per la cortesia e la disponibilità dimostrata. 4 AZIONI VALUTATIVE SULLE ATTIVITÀ DEI CSV: VERIFICA E MONITORAGGIO Piano di ripartizione 2005-2006 PARTE I RAPPORTO DI VERIFICA ATTIVITÀ ANNO 2005 SERVIZI DIRETTI 5 Cap.1 Analisi qualitativa dei servizi diretti alle OdV – anno 2005 1. I servizi offerti dai CSV alle OdV: schemi di lettura Tutti i 9 Centri di servizio hanno un’organizzazione strutturata in settori o aree di attività, ognuna delle quali prevede un responsabile. I servizi generali o servizi di base (non considerati dal sistema di verifica) comprendono la direzione, la segreteria, l’amministrazione. L’organizzazione, poi, si articola per aree tematiche sia previste dalla normativa (DM 8.10.97 e l.r. 36/97, ovvero: Formazione, Consulenza, Informazione, Promozione, Documentazione e Ricerca) sia specifiche per ogni CSV. Tutti i nove Centri erogano tali tipologie di servizi (servizi diretti alle OdV), ma con modalità e caratteristiche proprie. Ogni CSV utilizza, su richiesta del Co.Ge, un formulario di progetto per il finanziamento di servizi diretti (Scheda B1). Di conseguenza quanto viene offerto dai CSV in termini di servizi viene tradotto nel formulario sotto forma di singoli progetti (che come più volte ripetuto sono alla base del sistema di verifica). Coerentemente alla logica del lavoro per progetti, ogni CSV individua diversi obiettivi di servizio e le relative attività per conseguirli. Non sempre tali obiettivi coincidono con le cinque aree individuate dalla normativa, per cui si hanno, ad esempio progetti di “informazione e documentazione” (due aree della normativa) o progetti di “ricerca” (area associata, nella normativa, alla documentazione), ecc, ma anche progetti “speciali”, che caratterizzano alcuni CSV. Per questi motivi la verifica dei servizi diretti alle OdV, basata sull’analisi delle “schede B”, non presenta gli esiti suddivisi nelle cinque aree formalmente individuate, ma, leggendo i progetti presentati dai CSV, fa emergere quali attività vengono realizzate attraverso i vari progetti di servizi diretti. Per esempio, nel progetto “Documentazione e informazione” di un determinato CSV possono essere presenti diverse tipologie di azioni che potrebbero tra l’altro non essere esclusivamente afferenti ai settori ‘documentazione’ o ‘informazione’, ma prevedere anche attività di ricerca o di tipo formativo, se queste sono ritenute strumentali al raggiungimento dell’obiettivo stabilito. Oltre ai servizi generali e ai servizi diretti (articolati per aree tematiche) è presente un ulteriore “elemento organizzativo” che fa riferimento all’attività degli sportelli decentrati (o periferici), non considerate dal sistema di verifica. Questo principalmente per un motivo di tipo tecnico. Nella loro autonomia progettuale i CSV utilizzano diverse schede/formulari per la richiesta di finanziamento di sportelli. Ad esempio un Centro presenta diverse "schede B", una per ogni sportello periferico, un altro una sola "scheda A" (facendo rientrare l’attività di sportello nei servizi generali); un altro ancora imputa i costi nella "scheda A" specificando che le azioni previste rientrano nelle diverse "schede B" di aree di servizio diretto progettate. Ovviamente simili eterogeneità non permettono una corretta imputazione ed un confronto di dati. 1 Scheda A1: Servizi generali; Scheda B1: Servizi diretti alle OdV; Scheda C1: servizi a supporto della progettazione sociale, di progetti di sviluppo, di progetti di rilevanza sovra-provinciale. 6 Si può dire pertanto che il sistema di verifica riporta quanto preventivato e dichiarato a consuntivo in 51 formulari Co.Ge relativi ai servizi diretti per l’anno 2005 - ovvero analizza i contenuti informativi di 51 schede B1-. Date le difficoltà appena enunciate di rintracciare in modo univoco il servizio di formazione piuttosto che di informazione o documentazione e al fine di fornire al lettore non solo dati quantitativi relativi ai servizi offerti (verifica impostata su nove descrittori per l’anno 2005), vengono di seguito proposte alcune schede di analisi dei progetti di servizi diretti che tentano di rispondere all’interrogativo: cosa “contiene” il progetto formazione, il progetto informazione, il progetto documentazione, il progetto promozione, ecc? La rielaborazione dei progetti, realizzata considerando i 51 formulari compilati a preventivo e a consuntivo, permette di individuare 10 aree tematiche all’interno delle quali vengono forniti servizi di diversa tipologia. o Aree/settori individuati dai progetti di servizi diretti 2005: 1. informazione 2. documentazione 3. comunicazione 4. promozione 5. formazione 6. consulenza 7. ricerca 8. progettazione 9. supporto tecnico-logistico 10. progetti speciali Alcuni CSV aggregano due/tre di queste aree, altri invece le tengono scorporate. Un esempio può chiarire questo aspetto e, contemporaneamente, presentare la modalità utilizzata per la redazione delle schede. SETTORE/AREA DOCUMENTAZIONE – anno 2005 CSV che progettano su questa area Bologna Ferrara Forlì-Cesena Modena Progettato assieme a: informazione Parma ricerca Ravenna comunicazione Piacenza ricerca e informazione Rimini comunicazione e informazione Dallo schema risulta che i primi 4 CSV, progettano contemporaneamente “documentazione e informazione”, mentre Parma progetta “documentazione e ricerca”, 7 Ravenna “documentazione e comunicazione”, Piacenza “documentazione, ricerca e informazione” e Rimini “documentazione, comunicazione e informazione”. Per riuscire a definire “cosa prevede” l’AREA DOCUMENTAZIONE per tutti Centri, si sono quindi scorporati obiettivi e attività di tipo documentale da obiettivi ed attività legati alla comunicazione o all’informazione, ecc. a partire dall’analisi dei 51 formulari di servizi diretti. Da questa operazione derivano quindi le 10 schede di analisi. E’ comunque da segnalare che tale operazione non riduce totalmente la complessa e caratteristica trasversalità dei servizi offerti dai CSV. Pur attribuendo e separando ciò che è, ad esempio, documentazione, da ciò che è comunicazione, allorché si vanno ad analizzare i “contenuti” progettuali, ovvero i servizi offerti, si rintracciano, ad esempio in area “COMUNICAZIONE” servizi di tipo consulenziale e formativo, ovviamente strumentali ad accrescere, nelle OdV, competenze di tipo comunicativo, come i percorsi formativi sulle strategie di comunicazione o il servizio di consulenza alla comunicazione e marketing, inteso come accompagnamento delle associazioni nella scelta delle differenti forme e metodologie comunicative e di rapporto con gli organi di stampa (aspetto tra l’altro fortemente trattato, in termini di servizi erogati, anche e necessariamente in area INFORMAZIONE). Ancora una volta, non è possibile limitare l’analisi di ciò che fanno i CSV ad un’unica dimensione di servizio: l’area comunicazione, progettata ad esempio con la documentazione, “contiene” anche servizi di consulenza, presenti, in altre forme e tipologie, anche nell’area consulenza, e così via. Gli stessi CSV in sede di progettazione riprendono più volte questo aspetto allorchè dicharano spesso come l’area progettata sia intrinsecabilmente connessa a tutte le altre aree di servizio (cfr. voce del formulario “Connessioni con altri settori”). Nella tabella seguente si sintetizza, per ognuna delle 10 aree individuate dai progetti presentati, le principali tipologie di servizio previste ed erogate. Dalla sua analisi emerge chiaramente quanto sin qui affermato, ovvero l’inevitabile “intreccio” di diverse tipologie di servizi all’interno di un’area o settore di attività progettato. 8 AREA/SETTORE COMUNICAZIONE CONSULENZA DOCUMENTAZIONE FORMAZIONE INFORMAZIONE PROGETTAZIONE PROMOZIONE RICERCA TECNICO-LOGISTICI PROGETTI SPECIALI Principali tipologie di servizio riferite a: Consulenza Formazione Prima risposta, Consulenza giuridico-fiscale, amministrativa e fiscale, assicurativa e del lavoro Consulenza alla progettazione, c. grafica, c. al servizio civile volontario, c. al fund e people raising, c. informatica, c. sul bilancio sociale, c. sulla comunicazione della qualità Documentazione Formazione Sistemi di raccolta dati, Accesso a biblioteche, emeroteche, centri di documentazione Eventi Pubblicazioni Attività corsuali, Seminari e convegni, Laboratori Consulenza Realizzazione riviste/periodici/newsletter , Sito internet del Centro, Contatti con i media locali Pubblicazioni Seminari ed incontri Consulenza Formazione Consulenza Incontri/Eventi Formazione Ricerca Informazione Promozione Incontri/eventi Consulenza Formazione Indagini Consulenza Promozione Front-office Informazione Utilizzo dei locali e strumenti tecnici Informazione, Formazione, Ricerca, Promozione, Documentazione, Consulenza 9 2. Settore/area informazione CSV che progettano su questa area Bologna Ferrara Forlì-Cesena Modena Progettato assieme a: documentazione Parma Reggio Emilia comunicazione Piacenza ricerca e documentazione Rimini comunicazione e documentazione OBIETTIVI DI SERVIZIO Gli strumenti e le attività informative sono volti alla crescita e alla promozione della cultura del volontariato. Vengono erogati servizi finalizzati: 1) a mantenere la comunicazione tra CSV e OdV 2) a supportare le associazioni nelle proprie azioni di informazione e promozione, aiutandole anche a migliorare gli strumenti a loro disposizione (ad es. supportandole nella realizzazione di prodotti cartacei ed informatici). In generale e complessivamente, in questa area i CSV mirano a fornire informazioni su: • servizi offerti dal CSV e iniziative programmate • elementi/notizie/informazioni utili per l’attività delle OdV • iniziative che riguardano il volontariato locale (anche al fine di favorire collaborazioni e scambi) • possibilità di svolgere attività di volontariato • novità dal mondo del volontariato (nascita di nuove associazioni o promozione di progetti di interesse per il territorio) Oltre a questi obiettivi di servizio, comuni a tutti i CSV, si rintracciano alcune specificità, corrispondenti ad una particolare “idea di servizio”: o in alcuni CSV, ad esempio a Parma, si mira a fornire informazioni anche su tematiche di interesse comune, per dare chiavi di lettura utili all’interpretazione dei fenomeni che interessano il mondo del volontariato locale. L’attività informativa del Centro, poi, si pone come “filtro” rispetto alla mole di informazioni in circolazione, in modo da far pervenire alle associazioni quelle più utili. Tale funzione di filtro viene svolta anche dal CSV di Bologna, che si prefigge di selezionare l’informazione sul volontariato e sul sociale per evitare la dispersione delle comunicazioni utili. o a Forlì-Cesena e a Rimini l’attività informativa viene svolta pensando ad un target più allargato. Questi Centri infatti si propongono anche di informare gli enti pubblici e la cittadinanza per poter sensibilizzare la società alla cultura della solidarietà o il Centro di Ferrara si caratterizza per una particolare idea di informazione: per creare e mantenere l’abitudine alla documentazione occorre un circuito informativo che sostenga la documentazione stessa e, viceversa, l’attività di informazione si può dire completa solo quando supportata dalle necessarie basi documentative. In questa sede l’informazione viene utilizzata anche per supportare la progettazione sociale delle OdV e del CSV. o I CSV di Modena, Rimini, Parma e Piacenza svolgono anche una funzione di contatto con gli organi di informazione locali al fine di accreditarsi come fonte autorevole per le tematiche sociali e per favorire la diffusione delle notizie sul e del volontariato. Attraverso contatti IRESS Soc. Coop. Via Oberdan, 29 40126 Bologna Tel./fax 051-237985 e-mail [email protected] C.F. e P.I. 02226800379 Sede Legale Bologna Iscr. Trib. 1-12-1980 o o con i mass media locali ed accordi per realizzare rubriche di approfondimento su testate locali, rafforzano le reti di diffusione delle informazioni. Su questo aspetto il CSV di Bologna progetta il servizio informativo con una logica leggermente differente: i mass media tradizionali non riescono a presentare adeguatamente le tante realtà del mondo del volontariato, il sociale deve imparare a comunicare da sé in quanto solo in questo modo può far circolare informazioni corrette ed esaustive. Inoltre, l’attività di informazione è strumentale, ovvero serve ad incentivare il volontariato a comunicare di più (conoscere gli strumenti per comunicare, informare e informarsi e sapersi rapportare ai mass media) e ad aiutare le OdV nel percepire il momento informativo come occasione di visibilità sociale. Infine, il CSV di Bologna ed altri centri (ad esempio Piacenza, Forlì-Cesena, Reggio Emilia) erogano attività informative a partire dall’idea di redazione “allargata” (CSV e OdV) in modo da rendere il volontariato diretto produttore e promotore di informazione sociale. PRINCIPALI SERVIZI OFFERTI Riviste/periodici/newsletter (con invio postale, e-mail, download dal sito, ecc) tipologia Periodico inviato a tutte le OdV del territorio, generalmente bimestrale, con tiratura da 500 a 3000 copie. Spesso le tematiche vengono suggerite da sollecitazioni esterne o a partire dai colloqui svolti con le OdV, o prevedono segnalazioni di eventi di particolare rilevanza. Alcuni CSV stimolano poi le OdV a collaborare alla definizione dei contenuti attraverso propri articoli, oppure utilizzano il periodico come strumento di riflessione ed approfondimento su temi specifici Newsletter settimanale o quindicinale o mensile ad esempio sugli appuntamenti legati a tematiche sociali o di approfondimento di un determinato argomento Rassegna stampa Circolari, lettere, comunicazioni, e, in generale, azioni informative specifiche ad esempio su bandi di finanziamento, convocazioni, avvisi per convegno-seminarioconferenza, ecc. Sito internet del Centro e servizi connessi Con accessi tra i 2000 e i 3000 al mese, viene utilizzato per pubblicare notizie, informare su opportunità di finanziamento (a volte con pubblicazione di un estratto chiarificatore del bando e relativi allegati in una sezione del sito), ecc. Alcuni siti dispongono di sezioni in cui gli utenti stessi possono proporre ed inserire idee, articoli, approfondimenti oppure di un servizio interattivo che consente non solo di comunicare con gli operatori CSV, ma anche di esprimere opinioni sul sito stesso o su particolari temi di interesse. Co-Progettazione e realizzazione di siti delle associazioni con un software CMS messo a disposizione dal CSV. Formazione ai volontari per aggiornamento Contatti con i media locali Inserti periodici con redazione di articoli del CSV su quotidiani e periodici locali oppure pubblicazione, attraverso gli organi di stampa, di brochure di promozione del volontariato locale; servizi informativi televisivi sul volontariato locale, da trasmettere alle TV locali. CSV2 PC, RE, PR, FE, FC BO, FE, FC, MO, PR, RN BO, FC, RN, MO, PC FE, FC, MO, PR BO, PC, PR, RN, FE, FC, MO MO BO, RN, FE, RE FC, PR, PC 2 Si riportano solo i CSV per i quali si rintraccia in sede di progettazione area “informazione” una azione/servizio di questo tipo 11 Trasmissioni radiofoniche dove si intervistano volontari che operano in un determinato ambito (Anziani, Migranti, Ambiente e protezione animali, etc..); rubriche settimanali all’interno di palinsesti di radio locali, per segnalare ed approfondire alcune delle principali iniziative legate al volontariato che si tengono in provincia Realizzazione di comunicati stampa/Ufficio stampa sia per le OdV, su richiesta, sia per il CSV per pubblicizzare i progetti, i prodotti realizzati, le azioni promosse. Si segnala che il CSV di Rimini partecipa come partner al progetto Equal Spring Out, che prevede incontri tra uffici stampa Altre azioni a carattere informativo/consulenziale: Pubblicazioni tematiche: prodotti che approfondiscono particolari temi, realizzati su richiesta di OdV o perché previsti dagli altri settori e progetti del CSV Seminari ed incontri sul territorio Consulenza fornita dal responsabile d’area, previo appuntamento, presso la sede del CSV e di esperti sul tema della comunicazione; accompagnamento delle associazioni nella scelta delle differenti forme e metodologie comunicative e di rapporto con gli organi di stampa, piani di comunicazione, ecc. Consulenza grafica per pieghevoli, manifesti, brochure e campagne di comunicazione. Formazione: corsi per volontari e operatori del CSV sul tema della comunicazione interna ed esterna. BO, FE FE, MO, BO, PR, RE, RN, PC FE FC MO Connessioni con le altre aree di servizio e con l’esterno Quasi tutti i CSV evidenziano uno stretto e necessario collegamento tra questa area di servizio e tutti gli altri previsti, a volte anche con direzione e presidenza e segreteria. In particolare l’area informazione risulta strettamente legata al servizio “promozione”, “formazione”, “consulenza” e “progettazione”. Spesso i diversi responsabili di settore e di progetto sono chiamati a redigere interventi ai fini dell’elaborazione del periodico o newsletter. Le interazioni con l’esterno afferiscono al mondo del volontariato e agli enti locali (per ricevere, produrre ed offrire informazioni), agli altri CSV nonché alle riviste di settore, siti internet (accesso tramite il sito del CSV alle informazioni dell’agenzia Redattore sociale), organi di stampa locali e radio o agenzie di stampa nazionali, a specialisti, quali, ad esempio, sudi grafici, o fornitori (es.tipografie per la stampa dei materiali prodotti). Descrizione delle principali risorse umane coinvolte nella realizzazione del servizio - Direzione, responsabili area, operatori, addetto stampa. - Giornalista/addetto stampa (collaboratore) per sito e rivista. - Responsabile del settore: coordinamento redazionale, definizione struttura e articolazione del periodico e del sito, stesura articoli, verifica grafica, rapporti con tipografia e studio grafico - Responsabile dell’Ufficio stampa e giornalista: coordinamento redazionale, definizione struttura e articolazione del mensile e del sito, stesura articoli, verifica grafica, raccolta articoli - Collaboratori: redazione articoli - Studio grafico: composizione grafica del periodico - Direttore responsabile rivista: collaborazione volontaria per la responsabilità legale del periodico e, saltuariamente, collaborazione editoriale e stesura articoli - Web-master: aggiornamento del sito, collaborazione alla definizione e articolazione del sito, predisposizione di materiali e newsletter - Responsabile di settore: coordinamento attività, realizzazione newsletter, aggiornamento contenuti del sito, rubrica radiofonica, rapporti con studio grafico e tipografia, - Collaboratore CSV per aggiornamenti tecnici del sito. - Redazione del periodico, composta dal gruppo di lavoro del settore, dal coordinatore del CSV e da 3 volontari, in rappresentanza di altrettante associazioni. - Collaboratore per contatti e collaborazioni con settimanale locale. PC PR FE 12 - Responsabile di area: consulenza informatica e docenze per le OdV, realizzazione di progetti grafici e multimediali, webmaster, realizzazione della newsletter, consulenze sulla comunicazione ed informazione, impaginazioni, realizzazione di comunicati stampa, progettazione e realizzazione siti web per le associazioni, con formazione dei volontari per aggiornamento - Operatrice d’area: segnalazione dei contenuti e loro classificazione ed archiviazione. - Formatori, consulenti esterni e programmatori. - Responsabile di settore - Comitato di redazione (presidente, direttore, staff, membri del direttivo o referenti associazioni di volontariato) - Giornalista professionista collaboratore: comunicazioni esterne e rapporto con stampa locale, pagina settimanale sul volontariato, ufficio stampa, ecc. - Partner esterni con redazione interna e ufficio stampa interno - Referenti dei PCA territoriali. - Responsabile di area, Coordinatore del Centro e grafico, operatori del CSV - Redazione periodico composta da Direttore, volontari, referenti del Consiglio Direttivo - Consulente informatico esterno - Referenti di OdV - Occasionali collaborazioni esterne per la redazione degli articoli -Operatore CSV: raccolta richieste, redazione comunicati stampa e articoli, contatti con le redazioni, reperimento notizie MO RE BO FC RN - Collaboratore per organizzazione conferenze stampa, contatti con le redazioni, redazione articoli, impaginazione e correzione bozze CONSIDERAZIONI SULL’AREA Prevale una idea di informazione “alternativa”, cioè la creazione di un sistema informativo alternativo ai media giornalistici, anche se alcuni centri hanno una modalità di rapporto con i media locali di tipo cooperativo ed attivo. L’attività riveste una notevole importanza anche per il reclutamento dei volontari e per la funzione di autopromozione del CSV (maggiore visibilità e autorevolezza sul territorio). I servizi sono in prevalenza rivolti “all’interno del mondo del volontariato” per il quale si strutturano in modo continuativo newsletter e House Organ, siti internet. L’attività rivolta all’ “esterno”, secondaria per alcuni centri, cruciale per altri, si indirizza prevalentemente ai giornali (non solo per dar notizia di una iniziativa), residualmente alla Pubblica amministrazione/Enti locali. Infine si rilevano anche alcune attività indirizzate alla comunità locale (“far sapere che”), come ad esempio i comunicati stampa. Si segnala l’impegno di tutti i CSV a trasferire nuove tecnologie e a promuovere servizi telematici innovativi per le OdV: oggi la quantità di informazioni presenti su internet non si traduce necessariamente in maggiore partecipazione e, di conseguenza, in maggiore democrazia, ma, al contrario, genera spesso l’illusione della trasparenza, della partecipazione. Lo sforzo di coordinare, chiarire e semplificare la mole ingente di informazioni circolanti su più canali, è un primo compito che si danno i CSV in questa area di servizio. Rispetto a questo tema si rintracciano comunque alcune differenze. Il sito web ha, di volta in volta, una “funzione vetrina” (chi è il CSV e cosa offre…), una “funzione informativa” (bandi e progetti, normativa…) o una “funzione di servizio” (forum, consulenza on line, sezione fad, ecc). Gli investimenti e i preventivi di spesa per il sostegno di tali attività si differenziano tra i Centri, spostandosi dai 19.000 euro fino ad arrivare agli 80.000 euro circa, a denotare un maggiore o minore impegno non tanto nella differenziazione e articolazione dei servizi, quanto nell’“idea portante” legata alla finalità ultima del servizio da erogare, e, quindi, legata strettamente agli sforzi da compiere e alle risorse umane da coinvolgere per il raggiungimento dello scopo prefissato. 13 2. Settore/area documentazione CSV che progettano su questa area Bologna Ferrara Forlì-Cesena Modena Progettato assieme a: informazione Parma ricerca Ravenna comunicazione Piacenza ricerca e informazione Rimini comunicazione e informazione OBIETTIVI DI SERVIZIO Le attività di documentazione sono volte alla crescita e alla promozione della cultura del volontariato. La documentazione viene valutata elemento strategico quando presuppone la sua condivisione e fruizione sia all’interno del CSV sia tra i volontari delle OdV che tra le OdV di un territorio. In altri termini, l’attività di documentazione permette di trasmettere conoscenza, sviluppare apprendimento. Ruolo del CSV è quindi, generalmente, conoscere le esperienze delle OdV ed agire come facilitatore di scambi culturali, in una logica di costante promozione dei saperi specifici e trasversali attraverso: 1) il sostegno alle OdV nell’accrescere la propria capacità di raccogliere, elaborare e produrre “saperi” a partire dalla propria esperienza, in risposta ad un bisogno espresso dalle OdV stesse; 2) la valorizzazione delle esperienze del volontariato locale e delle attività del CSV; 3) la produzione di documentazione specifica per il volontariato (ad esempio sulla partecipazione ai Piani di Zona, sulle “buone pratiche” del mondo del sociale con cui confrontarsi e da cui attingere spunti e idee). Oltre a questi obiettivi, comuni praticamente a tutti i CSV, si rintracciano alcune specificità (non esclusive tra di loro), corrispondenti ad una particolare “idea di servizio”: o Servizio dedicato alle OdV: la documentazione viene sviluppata per valorizzare le esperienze delle OdV, contribuendo a consolidare e sviluppare internamente le associazioni, rafforzandone le radici e le motivazioni. Idea di servizio che caratterizza ad esempio il CSV di Bologna, Parma, Forlì-Cesena o Servizio promozionale: oltre ad offrire un supporto documentale sul volontariato, la documentazione ha anche una funzione di sensibilizzazione, si rivolge quindi anche a studenti e a tutte le persone interessate. Idea di servizio che caratterizza ad esempio il CSV di Rimini, Ravenna e Piacenza o Servizio di supporto: la documentazione serve anche per supportare la progettazione sociale delle OdV e del CSV o fornire spunti per argomenti da inserire nella newsletter del CSV (CSV di Ferrara e Rimini) o Servizio interno: in questo caso la documentazione viene intesa quale strumento per realizzare un sistema di raccolta dati sui servizi svolti e sui beneficiari da utilizzare come supporto alla valutazione delle attività del CSV e per la compilazione del bilancio di missione (CSV di Modena). In altri casi, come ad esempio il CSV di Rimini, la documentazione ha anche la funzione di reperire notizie e materiale sulle diverse tematiche del sociale per l’approfondimento e l’aggiornamento del personale interno; o Inoltre, il CSV di Ferrara, aderisce alla rete di centri di documentazione sociale italiani (Nephila) ed ha numerosi contatti con associazioni di bibliotecari. Organizza annualmente 14 un convegno dedicato alla documentazione in campo sociale. In modo analogo il CSV di Bologna promuove un raccordo stabile e sistematico con i centri di documentazione che operano sul territorio bolognese al fine di concorrere alla definizione di standard minimi di servizio a supporto delle associazioni. PRINCIPALI SERVIZI OFFERTI Sistemi di raccolta dati e strutture tipologia - Banca dati delle OdV, - Guide all’associazionismo provinciale e cd-rom - Biblioteca ed emeroteca con consultazione e prestito; - Consulenza per la ricerca dei materiali, ricerche bibliografiche ed emerografiche ragionate; - Centro di documentazione/biblioteca sul volontariato e terzo settore; - ‘Biblioteca itinerante’: in occasione di convegni, seminari, rassegne, ecc., allestimento di una postazione mobile che presenta la biblioteca e il materiale inerente ai temi trattati dall’iniziativa Eventi - Seminari e serate di approfondimento - Convegno nazionale su documentazione e volontariato Pubblicazioni - quaderni, guide, vademecum, dispense, rapporti di ricerca, schede e materiali di approfondimento, estratti e segnalazioni di libri o articoli - bilancio sociale, documentazione interna di esperienze e pratiche del CSV - rassegna stampa del volontariato locale (cfr anche area “Informazione”) - abstract e dossier di approfondimento tematici (nuove povertà, migranti, minori, anziani, etc.) realizzati coinvolgendo anche le realtà di volontariato del territorio che operano su determinate tematiche - ricerche bibliografiche ad hoc su argomenti specifici (ad es. ricerca per la ricostruzione della nascita e della storia dell’associazionismo e del volontariato nella provincia di Rimini). - ricerche sull’atteggiamento della stampa locale su diversi ambiti del terzo settore (ambiente, immigrazione, disabilità, nomadi, ecc.) CSV3 PR, PC, MO PR, PC, BO, MO RA, FE PR FE PR, BO, RN, FE, MO PR, MO, RA PC, FC, MO RN, BO, PR RN FE Connessioni con le altre aree di servizio e con l’esterno Quasi tutti i CSV evidenziano uno stretto e necessario collegamento tra questa area di servizio e tutti gli altri previsti, a volte anche con direzione e segreteria. In particolare l’area documentazione risulta strettamente legata al servizio “promozione”, “formazione”, “consulenza”, “progettazione”. Le interazioni con l’esterno riguardano gli enti locali, la Provincia, la scuola e l’Università, Fivol, atri centri di documentazione del territorio (o reti italiane di CD) e biblioteche dei comuni capoluogo, altri servizi informativi e di documentazione locali e on line. 3 Si riportano solo i CSV per i quali si rintraccia in sede di progettazione area “documentazione” una azione/servizio di questo tipo 15 Descrizione delle principali risorse umane coinvolte nella realizzazione del servizio - responsabile di settore; - collaboratore per la biblioteca ed emeroteca; - consulenti esterni. - operatore - 2 collaboratrici e consulente del settore; - gruppo di lavoro del settore che partecipa alle riunioni ed attività della Rete dei CD italiani. - cfr. par “Informazione” - cfr. par “Informazione” - operatore volontario per la catalogazione del materiale e inserimento in una banca dati informatizzata. - cfr. par “Informazione” - cfr. par “Informazione” PR RA FE MO PC RN BO FC CONSIDERAZIONI SULL’AREA In area “documentazione” i CSV si pongono, generalmente, come promotori e “volani” di una cultura del “fare documentazione”. Spesso non si tratta di una mera raccolta di materiali ma di una produzione di documenti. La documentazione non è solo supporto informativo, ma è anche e soprattutto diffusione di dati, informazioni, approfondimenti sempre aggiornati. Il settore documentazione è sempre (e inevitabilmente) connesso alle aree informazione o ricerca o comunicazione, e comunque è strettamente legato all’attività complessiva del CSV. A volte l’attività è orientata principalmente verso l’interno, per fornire agli operatori del centro elementi di analisi, in altri casi il materiale sulle diverse tematiche del sociale a disposizione presso i CSV (libri e riviste di settore, banche dati, atti di convegni, ecc) è pensato e catalogato per un accesso del pubblico, tuttavia l’utilizzo viene fatto principalmente dagli operatori del CSV (in effetti sono poche le richieste di consultazione da parte delle OdV o di singoli cittadini). Tutti i CSV rilevano una certa difficoltà nel far fruire le OdV del patrimonio documentale acquisito in questi ultimi anni. Può essere significativo a tal proposito evidenziare che non tutte le OdV esercitano una effettiva capacità di lettura del bisogno di documentare e documentarsi, o, meglio, non sempre sono in grado di legare i propri bisogni agli effettivi servizi erogati/erogabili da un CSV in ambito documentale. Su questa problematica ogni CSV che progetta in area documentazione sta ricercando e mettendo in pratica strategie di promozione e sensibilizzazione al tema (si pensi agli eventi, seminari e convegni realizzati a livello locale). A questo proposito si può ricordare la strategia messa in atto dal CSV di Ferrara: una sorta di biblioteca mobile che “va incontro”, invece di “attendere” i cittadini potenzialmente interessati. 16 3. Settore/area comunicazione CSV che progettano su questa area Progettato assieme a: Parma Reggio Emilia informazione Ravenna documentazione Rimini informazione e documentazione OBIETTIVI DI SERVIZIO I servizi di comunicazione sono finalizzati ad accrescere la consapevolezza nelle OdV della rilevanza strategica della comunicazione verso l’esterno. Sono quindi previste attività di accompagnamento delle OdV nell’acquisizione di strumenti utili alla gestione delle comunicazioni esterne relative alla propria vita associativa. Il presupposto di base dei CSV è che occorre stimolare e fare comprendere l’importanza della comunicazione esterna: per una OdV significa dichiarare la propria esistenza, farsi conoscere, promuovere le proprie iniziative, informare e sensibilizzare sulle tematiche portate quotidianamente avanti, muovere l’opinione pubblica a favore della causa che si sostiene. Un centro chiarisce efficacemente questa idea portante di servizio: per una OdV la comunicazione non dovrebbe essere vissuta come un lusso, ma come un dovere; comunicare le proprie iniziative e i propri valori è fondamentale affinché le organizzazioni di volontariato possano perseguire efficacemente i propri scopi, mobilitare risorse, creare cultura sul territorio. Per raggiungere tali obiettivi di servizio, comuni a tutti i CSV, occorre sviluppare determinate competenze all’interno delle OdV, queste infatti devono appropriarsi dei linguaggi, accedere agli strumenti dedicati ed utilizzare mezzi adeguati per raggiungere i target con cui è utile entrare in relazione. PRINCIPALI SERVIZI OFFERTI Consulenza tipologia Servizio di consulenza alla comunicazione e “marketing”: accompagnamento delle associazioni nella scelta delle differenti forme e metodologie comunicative e di rapporto con gli organi di stampa, piani di comunicazione, ecc. Consulenza grafica per pieghevoli, manifesti, brochure e campagne di comunicazione Consulenza telematica per la creazione di nuovi siti o il miglioramento di quelli esistenti Consulenza per i servizi di impaginazione materiali grafici Consulenza per il servizio di realizzazione e gestione dei siti internet delle associazioni Consulenza informativa attraverso il sito internet Servizio di redazione e trasmissione dei comunicati stampa delle associazioni. Formazione Percorsi formativi sulle strategie di comunicazione CSV4 PR, RE, RN, RA RA PR, RE 4 Si riportano solo i CSV per i quali si rintraccia in sede di progettazione area “comunicazione” una azione/servizio di questo tipo 17 Connessioni con le altre aree di servizio e con l’esterno Come nel caso dei progetti di servizio “informazione” i CSV evidenziano uno stretto e necessario collegamento tra questa area di servizio e tutti gli altri previsti. In particolare l’area comunicazione risulta strettamente legata al servizio “informazione”, “documentazione”, “ricerca”, “promozione”. Si rileva anche la connessione del servizio con i coordinatori dei progetti sociali e con le organizzazioni attive nei progetti di sviluppo (per i servizi in favore della comunicazione di eventi/iniziative). Descrizione delle principali risorse umane coinvolte nella realizzazione del servizio - cfr par “Informazione” - docenti - cfr par “Informazione” - cfr par “Informazione” - cfr par “Documentazione” - Direttore, collaboratori e dipendenti (anche per l’aggiornamento del sito) - consulenti esterni grafici e consulenti alla comunicazione telematica - cfr par “Documentazione” - cfr “Informazione e documentazione” RE PR RN RA MO CONSIDERAZIONI SULL’AREA All’interno del settore/area “comunicazione” si erogano prevalentemente servizi consulenziali (comunicazione e immagine, comunicazione e grafica, comunicazione e marketing…) e, in modo secondario, servizi di tipo formativo. Sarebbe forse maggiormente opportuno pensarlo e progettarlo quale specifica tipologia di servizio all’interno del settore/area “consulenza”, così come specifica tematica formativa all’interno del settore/area “formazione”. Occorre ricordare, comunque, che l’esistenza di tale area di intervento è sempre associata ad aree connesse strettamente al tema della comunicazione, prevalentemente informazione e documentazione. Del resto, la scelta di legare l’aspetto di comunicazione a quello dell’informazione e documentazione trova coerenza con il problema di riferimento, a partire dal quale si progettano ed erogano i servizi: l’azione di solidarietà sociale è sempre stata in qualche modo una azione “sommersa”, dotata di scarsa visibilità e generalmente trascurata dai mezzi di comunicazione di massa (oppure, al contrario, esaltate in maniera quasi acritica). Oggi, anche grazie agli sforzi compiuti dal CSV, sembra che l’attenzione delle organizzazioni nei confronti dell’azione comunicativa, orientata sia all’interno che all’esterno in rapporto con i media di comunicazione locali (e nazionali) sia aumentata. Del resto si fa sempre più pressante l’esigenza di pubblicizzare la propria azione e di rendersi visibili, sia per ottenere il riconoscimento del proprio operato e del proprio ruolo sociale, sia per reperire fondi necessari alla propria sopravvivenza. Questo è tanto vero che spesso, anche nel mondo del volontariato, quanti riescono ad accedere a canali comunicativi significativi aumentano anche il loro potere di esercitare azioni di advocacy. Le iniziative portate avanti dai CSV in ambito informativo, documentale e comunicativo contribuiscono largamente a rispondere a questi bisogni, basti pensare ad esempio ai servizi informativi dedicati alla predisposizione di pagine dedicate al volontariato sulle testate locali. I CSV contribuiscono non solo a sviluppare la comunicazione interna alle OdV (associazione-soci) e quella esterna (associazione-pubblico), ma anche quella trasversale (associazione-associazione), svolgendo la funzione di catalizzatore dei flussi di comunicazione prodotti dalle OdV e diretti ad altre OdV che operano nello stesso ambito di intervento o all’interno dello stesso settore (condivisione informazione, valorizzazione esperienze, rappresentanza unitaria verso le istituzioni, ecc). In questo caso il CSV svolge attività che riducono la complessità del coordinamento e della messa in rete delle OdV non solo con l’erogazione di servizi diretti, ma anche con la progettazione sociale o, appunto, “di rete”. 18 4. Settore/area promozione CSV che progettano su questa area Progettato assieme a: Bologna Ferrara Forlì-Cesena Modena Parma Reggio Emilia Rimini Piacenza Ravenna formazione OBIETTIVI DI SERVIZIO Gli strumenti e le attività di promozione hanno una valenza ampia e trasversale alle molteplici attività dei Centri di Servizio e vengono strutturati con l’intento di promuovere la cultura della solidarietà, favorendo e stimolando l’incontro tra il mondo del volontariato e la cittadinanza. La promozione, quindi, è un metodo di lavoro per “agganciare” innanzitutto il volontariato e si configura, ad esempio, come offerta di un “pacchetto” di servizi finalizzati al potenziamento della capacità promozionale delle stesse OdV, supporto nella realizzazione di momenti/eventi utili alle associazioni per conoscersi ed attivare iniziative di rete, sostegno delle forme organizzative del volontariato, soprattutto in fase di avvio, promozione di esperienze significative di accesso al volontariato tramite il Servizio Civile Volontario. Contemporaneamente, attraverso iniziative diversificate, si vuole stimolare l’assunzione di responsabilità ed il coinvolgimento della cittadinanza, avvicinando, ad esempio il mondo della scuola, dando visibilità alle numerose iniziative promosse dal CSV e dalle OdV che operano sul territorio e facilitando il reclutamento di nuovi volontari. PRINCIPALI SERVIZI OFFERTI Incontri/eventi tipologia Feste del Volontariato (Forlì e Cesena, Di Meldola, della Vallata Del Rabbi - vengono presentati anche i prodotti e i risultati della progettazione sociale); HAPPENING 2005 (della durata di tre – quattro giorni, presenta varie iniziative delle associazioni); GIARDINI INCANTATI (fiabe sulla solidarietà raccontate ai bambini nel parco) Festa annuale del volontariato e della solidarietà (vengono presentati anche i prodotti e i risultati della progettazione sociale) Iniziative, seminari Feste che valorizzano le esperienze delle singole OdV o dei progetti sociali Feste (collaborazione alla realizzazione di iniziative pubbliche su tematiche trasversali, supporto alle feste del volontariato sul territorio provinciale) Mostra fotografica sul volontariato modenese e mostra itinerante “La città della solidarietà” Interventi nelle scuole a favore degli studenti (la città della solidarietà, le Officine della solidarietà) Campagne di comunicazione e “people raising” CSV5 FC BO MO 5 Si riportano solo i CSV per i quali si rintraccia in sede di progettazione area “promozione” una azione/servizio di questo tipo 19 Supporto alla partecipazione del volontariato ad eventi ed iniziative sul territorio provinciale Partecipazione ad iniziative ed eventi “classici” (Festa della Giareda) e ad iniziative più specifiche promosse dal terzo settore (Pollicino in Festa / Festa delle cooperative Sociali) Festa multiculturale (mostre, spettacoli e incontri a tema, cucina straniera e stand) Mostre informative Settimane sui diritti umani (circa 20 iniziative a Parma e Prov) Supporto alla realizzazione di eventi di carattere promozionale delle OdV Iniziativa “Per un Natale di solidarietà a Fidenza”, “Festa del quartiere Montanara” Rassegne cinematografiche (anche nelle scuole); Convegni di promozione e di riflessione del/sul volontariato Giornate Aperte (interventi nelle scuole sul tema della protezione civile) Coordinamento di circa 10 eventi all’anno (festa del volontariato provinciale, “Dai un taglio all’indifferenza”, “Festa dell’albero”, “Cuore e fantasia”, stand informativi e di raccolta fondi c/o ipercoop con offerta per confezionamento pacchi natalizi) Incontri tra i cittadini interessati a fare volontariato e le associazioni in cerca di nuovi associati; Iniziativa “Animazione Locale” (incontri nei piccoli Comuni del territorio provinciale per raggiungere le associazioni più piccole, informarle sulle opportunità, coinvolgerle) Festa provinciale del volontariato Convegni e seminari tematici (relazioni di esperti, tavole rotonde, seminari) Consulenza Su ricerca volontari, realizzazione iniziative e feste, realizzazione campagne di comunicazione, realizzazione materiali di comunicazione, realizzazione di attività da proporre alle scuole, collaborazione con l’area formazione nella gestione di gruppi di associazioni interessate all’innesto dei contenuti dei corsi sulla ricerca di volontari e sulla promozione della propria OV nel funzionamento quotidiano dell’organizzazione. Sportello orientamento al volontariato adulti (colloquio di orientamento, previo appuntamento presso il CSV, ricerca ass.ne ospitante, presentazione del volontario e breve condivisione rispetto alle attività che potrebbe svolgere all’interno dell’associazione, verifica andamento dell’inserimento) Su realizzazione materiali di comunicazione ai tre principali coordinamenti del volontariato provinciale (Consulta di Ravenna, Consulta faentina, Coordinamento lughese) Formazione Percorsi formativi di accesso al volontariato e per tutor dei volontari Formazione volontari per il disbrigo delle pratiche (rapporto con i comuni per i permessi, rapporti con i vigili del fuoco, rapporti con la SIAE). Altre azioni a carattere promozionale: Prestito attrezzature alle OdV e materiali per l’organizzazione di iniziative e feste Promozione di iniziative delle OdV attraverso il portale volontariamo.it in collaborazione con l’area documentazione Carta dei servizi del CSV; Libro Progettazione sociale 03/04 bolognese Calendario-mappa delle iniziative di sensibilizzazione svolte nel modenese RE PR RN PC MO RE, MO RA MO PR MO, FE, PC MO BO, MO 20 Noleggio sale e spazi attrezzati per incontri, convegni e percorsi formativi Servizi grafici e di stampa: realizzazione e stampa pieghevoli, volantini, locandine; Realizzazione nuovo portale del volontariato ferrarese, in collaborazione con il comune di Ferrara e l’associazione Peacelink; Realizzazione siti Internet-portali gestibili direttamente dalle associazioni tramite Content Management System appositamente realizzato dal CSV Newsletter, liste di discussione e forum dedicati, possibilità di inserire le proprie “news” nella sezione informativa del sito del CSV, Servizio di hosting, Servizio di mailing in convenzione con una cooperativa sociale di inserimento lavorativo Assistenza tecnica hardware e software (individuazione e risoluzione problemi, supporto nell’installazione o configurazione di sistemi operativi e programmi, piccole reti locali, ecc.); Recupero e riutilizzo di strumentazioni “datate” (PC, stampanti, ecc.); FE Connessioni con le altre aree di servizio e con l’esterno Molti CSV evidenziano uno stretto e necessario collegamento tra questa area di servizio e tutti gli altri previsti, a volte anche con direzione e segreteria. In particolare l’area promozione risulta strettamente legata al servizio “informazione”, “documentazione” “formazione”, “progettazione”, comunicazione, tecnico logistico, sedi periferiche/sportelli decentrati. Le connessioni con l’esterno riguardano diversi soggetti: Provincia, Comuni, patronati e sindacati pensionati, AUSL, sponsor privati, Caritas Diocesana, URP, Pro Loco, Ente Fiere, Università degli Studi, organismi di rappresentanza politica del Volontariato (Coordinamento Provinciale e Comunale, Consulta..), comitati cittadini, enti di promozione locale, Centro di servizio volontariato Marche. Descrizione delle principali risorse umane coinvolte nella realizzazione del servizio - responsabile con competenze informatiche avanzate e risorse esterne (quando necessario, in aggiunta al responsabile) per la realizzazione grafica di volantini e locandine, supporto nella grafica per siti ed applicazioni web - 2 consiglieri che supervisionano il lavoro - un’operatrice del centro per l’organizzazione degli eventi - un Coordinatore - volontari aderenti alle Feste - 1 responsabile d’area e 1 operatrice d’area - 1 responsabile servizi diretti - referenti dei Punti di Contatto ed Animazione - poli di specializzazione/partner specifici coordinati dal Centro - poli di specializzazione coordinati da Centro - un responsabile di settore, - collaboratori - giovani in servizio civile nazionale e volontari - operatori sedi periferiche - grafico e personale esterno per la distribuzione volantini ecc. - responsabile - responsabile - 1 operatore d’area - coordinatore - segretaria - Responsabile di settore, saltuariamente gli altri operatori del Centro e componenti Consiglio direttivo. - volontari FE FC MO BO BO PR RN RA PC RE 21 CONSIDERAZIONI SULL’AREA Risultano differenti gli investimenti dei CSV in quest’area: la gestione diretta di eventi e feste o indiretta (supporto alla realizzazione con investimento quasi esclusivo in risorse umane, piuttosto che visione della promozione quale area funzionale trasversale a comunicazione, consulenza, formazione…) modifica sensibilmente i budget a disposizione per offrire servizi in questa area. Si passa infatti da una spesa inferiore ai 10.000 euro ad una spesa che supera gli 80.000 euro annui, anche se, in prevalenza, i costi si aggirano attorno ai 30-40.000 euro. In generale, promozione si traduce nella realizzazione di feste del volontariato e organizzazione di eventi che presuppongono una ampia e diffusa pubblicità sul territorio. Si segnala come, in queste occasioni, siano chiamati a partecipare anche il pubblico e le organizzazioni di rappresentanza del territorio (consulte, coordinamenti,...). Spesso queste occasioni sono finalizzate anche a fare conoscere i CSV e la progettazione sociale, o, meglio, cosa fanno le associazioni con il CSV (come ad esempio nel caso di Forlì-Cesena e Bologna). In questo caso si tratta, contemporaneamente di fare “promozione del CSV (cosa offro)” e di fare “promozione per le OdV” e “delle OdV”. Ad ogni modo, tutti gli eventi sono pensati, organizzati e realizzati con una metodologia partecipativa. Rispetto al tema della promozione del Centro, si riporta come esempio l’esperienza del CSV di Reggio Emilia: il CSV ha aderito dalla metà del 2005 all’associazione “La Gabella” il cui obiettivo è la progettazione e la promozione di iniziative culturali e sociali tra i cittadini, in particolar modo tra i più giovani. Nonostante quest’azione non fosse stata programmata, questa adesione ha rappresentato per il CSV un’occasione interessante per raggiungere uno degli obiettivi del settore promozione, ovvero proprio la promozione del centro di servizio sul territorio. La presenza alla Gabella rappresenta un’opportunità di “apertura” al territorio: ad esempio, lo sportello orientamento al volontariato è in un luogo strategicamente centrale, e la collaborazione con associazioni che lavorano per e con i giovani permette al Centro di stimolare nuove sinergie e interazioni. Se, come si diceva, promozione è innanzitutto “festa”, il CSV di Ferrara propone una strategia diversa: “promozione è innovazione”, non solo dal punto di vista organizzativo, ma anche, ed innanzitutto, del modo di intendere e promuovere lo “strumento”. In altri termini, promozione non attraverso i più “classici strumenti”, quali eventi, pubblicazioni, seminari, mostre, ma attraverso servizi altamente “tecnologico-informatici”, con un corrispondente grosso impegno del Centro a trasferire nuove tecnologie e a promuovere servizi telematici innovativi per le OdV. 22 5. Settore/area formazione CSV che progettano su questa area Progettato assieme a: Bologna Ferrara Forlì-Cesena Modena Parma Reggio Emilia Rimini Piacenza Ravenna promozione OBIETTIVI DI SERVIZIO I servizi di formazione sono finalizzati all’aumento delle competenze dei volontari sia a livello operativo che trasversale. Si tratta di stimolare lo scambio e la conoscenza tra associazioni, la progettazione e la gestione comune di azioni, di favorire la nascita e la crescita di una cultura solidale e partecipativa dei cittadini che si rivolgono ai CSV per fare volontariato, di sensibilizzare sull’importanza del lavorare in rete con altri soggetti del privato sociale in un’ottica di sussidiarietà orizzontale propria del moderno welfare state. L’assunto di base è che le OdV devono fornirsi di una serie di competenze, strumenti, informazioni che le aiutino a svolgere al meglio il proprio ruolo. La formazione diviene quindi uno dei nodi importanti perché avvenga una effettiva “crescita del volontariato”. Da una parte, quindi, sensibilizzare ulteriormente la comunità civile al volontariato, dall’altra offrire opportunità di formazione qualificata a chi già presta o si accinge a prestare azioni di volontariato. Per questo motivo si individuano generalmente diverse tipologie di offerta: una formazione di base al volontariato, che comprende approfondimenti sull’identità dei volontari, sulla relazione di aiuto e sul ruolo sociale del volontariato, cicli di seminari, iniziative di sensibilizzazione e formazione che facilitino il reclutamento di nuovi volontari, proposte specifiche per associazioni di ambiti affini di intervento, percorsi per lo sviluppo sia di competenze tecniche (la conduzione di riunioni, ecc..) che di competenze prevalentemente trasversali-relazionali (il conflitto, la relazione d’aiuto, la comunicazione, ...) che prevedono anche modalità di interazione diretta tra i partecipanti, attraverso studi di caso, analisi e confronti con i docenti. E’ poi strategico realizzare le attività formative sui territori decentrati, anche attraverso gli sportelli e le sedi periferiche. Infine, l’attività di formazione risulta essere, a volte, strumentale anche per rafforzare e consolidare le competenze della stessa équipe del CSV. PRINCIPALI SERVIZI OFFERTI <Destinatari> OdV, volontari, aspiranti volontari, reti di OdV , operatori dei CSV, operatori del pubblico, cittadinanza, amministratori pubblici, giornalisti 23 Attività corsuali: sviluppo di competenze di base (area del “sapere”) tipologia - corsi di informatica (sistemi operativi, elaborazione testi, foglio di calcolo, posta elettronica, navigazione internet, siti web) Finalizzati ad aumentare le capacità e le nozioni informatiche di base dei volontari per poi raccordarsi agli strumenti informativi/formativi del CSV e della rete. A volte nascono dall’esigenza espressa direttamente dalle OdV, altre volte vengono strutturati perché a seguito di donazioni di computer dimessi ma ancora efficienti da distribuire alle odv, si collega alla distribuzione dei pc anche una formazione all’associazione. I corsi che trattano excel mirano a creare un database dei volontari, fornitori e utenti delle OdV. I corsi con moduli di internet sono strumentali al CSV per migliorare e velocizzare le sue comunicazioni con le associazioni, anche se si promuove l’uso della posta elettronica quale canale di comunicazione tra le OdV. I moduli di power point hanno il fine di aiutare le OdV a documentare iniziative o elaborare prodotti utili per la propria presentazione, per la partecipazione a conferenze, ecc. CSV6 BO, RE, RA, PC, RN, FE, PR, MO Attività corsuali: sviluppo di competenze trasversali (area del “saper essere”) - Corsi motivazionali per volontari già attivi o per cittadini. In alcuni casi i corsi BO, FC, RE, PC, per cittadini prevedono un colloquio di orientamento, ore di aula e RN, FE, MO, PR un’esperienza “pratica guidata” presso associazioni di volontariato - La relazione di aiuto - Imparare a lavorare in rete - La comunicazione esterna - La comunicazione interpersonale - Parlare in pubblico (livello base e livello avanzato) - La gestione dei conflitti - Promozione del volontariato: “orientamento al volontariato” di giovani, per fornire le conoscenze per operare ed attivarsi nel campo del volontariato. In altri casi, moduli di “comicoterapia” (volontari clown) e moduli sul reclutamento e accompagnamento di nuovi volontari - Corso “Disagio scolastico e promozione del benessere” (formazione di ragazzi che intendono operare in ambito scolastico per prevenire e contenere il disagio, fornendo loro diverse competenze psico-relazionali) - Corso “Carcere: come ascoltare e sostenere il detenuto” per fornire conoscenze sulle dinamiche psicologiche che si attivano nella relazione d’auto con il detenuto. - Corso “Le competenze della comunicazione sociale”: a) la relazione d’aiuto b) l’aiuto telefonico c) la gestione dei conflitti d) “a braccia aperte: ricerca ed accoglienza nuovi volontari” e) gestire la diversità per favorire l’integrazione multiculturale Attività corsuali: sviluppo di competenze tecnico-professionali (area del “saper fare”) - L’ informazione e la comunicazione sociale: tecniche per comunicare, anche BO, FC, RE, RA, attraverso l’uso delle nuove tecnologie, tecniche di produzione di un PC, RN, FE, MO, comunicato stampa e di gestione di un ufficio stampa PR - Scrivere il volontariato: per trasmettere le conoscenze sui principi, le potenzialità e le tecniche di documentazione - “Il volontariato europeo” - Corsi sulla progettazione Tecniche e metodologie per la definizione di un progetto sociale e progettazione partecipata - Fund raising per il volontariato e People Raising 6 Si riportano solo i CSV per i quali si rintraccia in sede di progettazione area “promozione” una azione/servizio di questo tipo 24 - Corsi su contabilità nelle associazioni di volontariato e adempimenti fiscali - Corso “Legge 626 – rischio medio antincendio” per formare volontari disponibili come addetti antincendio, figura necessaria durante le manifestazioni pubbliche del volontariato - Corso “Per imparare a creare un gruppo di auto mutuo aiuto” - La conduzione di un gruppo - La conduzione di riunioni - “Il leader e la leadership: una coppia da conoscere” - Corsi di formazione in ambito sanitario: “tecniche di primo soccorso con l’utilizzo del defribillatore”, “medicina tropicale e dell’immigrazione”, “formazione di base per i volontari ospedalieri”, “conoscere la demenza, l’alzheimer” - Corso “Psicologia delle emergenze” per le Pubbliche assistenze e Coord. protezione civile - Formazione per formatori di associazioni che accolgono bambini stranieri nel periodo estivo - Corso per la gestione di una Odv (ad esempio moduli formativi su: contabilità e bilancio, feste e normative alimentari, ecc) - “La normativa di riferimento per le odv” - “Il bilancio sociale: tra partecipazione e trasparenza” -“Creazione news letters” per la realizzazione di una propria newletter telematica personalizzata - Corso “Sviluppare la comunità” per fornire informazioni sulle azioni di aiuto in situazioni di emergenza e competenze sugli interventi di primo soccorso, sensibilizzare la popolazione sulle tematiche legate al volontariato locale, sviluppare competenze sui temi del trasporto socio – sanitario, mettere in rete competenze e associazioni che si occupano del trasporto socio – sanitario - Fiscal fund, siae, sponsorship -“La relazione educativa con gli adolescenti” - “Immigrazione e comunicazione” - “Attaccamento e separazione – relazioni familiari e percorsi di crescita nelle esperienze di affido e adozione” Seminari e convegni - Costituire una OdV (Atto costitutivo e statuto, Libri e organi sociali di una OdV, Obblighi e adempimenti per una OdV..) - Contabilità ordinaria e bilancio di una OdV - Gestione delle risorse umane in una OdV - La gestione amministrativa - Sicurezza Informatica e tutela dei dati personali (nuova legge sulla tutela dei dati personali) - Volontariato e Piani di Zona - Il Servizio civile volontario - La comunicazione sociale - Siae e occupazione del suolo pubblico - Organizzare un evento pubblico: vademecum per non dimenticarsi nulla (permessi, convenzioni e sponsorizzazioni normativa sulle lotterie e le tombole) -“in-informa-attivo: orientamento nuovi volontari”: dibattito-presentazione delle associazioni per favorire l’incontro tra le richieste dei potenziali volontari che lasciano la disponibilità presso il CSV e le associazioni (seminari a cadenza trimestrale) - Tutela dei diritti nell’ambito della salute mentale - Ricercare fondi BO, PC, RN, FE, MO, FC Laboratori 25 - “comunicazione efficace: parlare in pubblico e farsi ascoltare, scrivere e farsi capire” lavori di gruppo e simulazioni con videoregistrazioni. - “comunicazione interpersonale: ascolto, motivazione e attivazione” lavori di gruppo e simulazioni con video registrazioni -“lavorare in gruppo: leadership, delega, gestione conflitti, cooperative learning” - “gestione delle riunioni, assemblee e del tempo in associazione” -“professione volontario: operare nel sociale e relazione d’aiuto” - laboratori motivazionali per volontari attivi BO, PR, RN Altre attività - Aperitivi informativi - Consulenza alle OdV per la costruzione e pianificazione di piani formativi mirati - Supporto a percorsi formativi di altre aree: consulenza e supporto per la definizione nel dettaglio e organizzazione delle attività formative previste dai progetti. - Corsi e seminari con altri fondi: - “Come trovare (e tenersi) nuovi volontari”, “Amministratore di sostegno, le opportunità di una legge” “Legge 12/05: cosa cambia per il volontariato dell’Emilia Romagna?”, realizzati con fondi previsti dalla legge regionale 37/96 articolo 9, comma 5 lettera a; - Corsi interni: formazione del personale CSV sui temi della progettazione sociale e dell’organizzazione CSV. - Percorsi di accompagnamento/consulenza alle associazioni che hanno seguito la formazione sulla ricerca e l’accompagnamento di nuovi volontari. -consulenze/collaborazioni con altri soggetti interni o esterni al centro di servizi per accrescere le competenze di progettazione, organizzazione e gestione di azioni formative rivolte a volontari: aumento del grado di autonomia, delle associazioni o dei gruppi, nella progettazione, organizzazione e gestione di azioni formative rivolte a volontari; aumento delle iniziative formative auto organizzate. -Corsi in partnership: organizzati dal CSV in collaborazione con organizzazioni di volontariato o con soggetti del pubblico o del privato o del privato sociale e su richiesta delle associazioni per rispondere ad esigenze di aggiornamento o approfondimento. Ad esempio: - la psicologia dell’anziano e i principali ostacoli nella cura della persona;- la depressione ;- incontrare e comprendere affettività e sessualità nella relazione d’aiuto;affido familiare;- percorso di formazione per guardie ecologiche sui temi ambientali;convegno su sessualità ed handicap MO PR FE Connessioni con le altre aree di servizio e con l’esterno Molti CSV evidenziano uno stretto e necessario collegamento tra questa area di servizio e tutti gli altri previsti, anche con segreteria e sportelli decentrati. In particolare l’area formazione risulta strettamente legata al servizio “informazione”, “consulenza”, “promozione”, “documentazione”, “progettazione”, “comunicazione”, “people Raising e Fundraising”. Le connessioni con l’esterno riguardano diversi soggetti: Enti locali, Caritas Diocesana, Casa Circondariale, Vigili del Fuoco, A.USL, Oratori, Fondazione Enaip, Provincia, Centro di servizio Integrati per l’Immigrazione, Centro di Terapia Strategica Comunicazione e Problem Solving. Descrizione delle principali risorse umane coinvolte nella realizzazione del servizio - Responsabile della Formazione - coordinatore - formatori - “poli di servizio specializzati” - coordinatore CSV - referente servizi diretti - referenti Punti di Contatto ed Animazione - docenti, esperti e partner con competenze formative specifiche FC BO 26 - referente di settore - operatori volontari del CSV - formatori - Responsabile d’area - operatrice d’area - docenti, relatori - referenti degli sportelli territoriali per l’organizzazione dei percorsi - due responsabili - tutor d’aula e docenti - Responsabile di settore - relatori e consulenti - Tutor - coordinatore delle attività - segreteria - docenti e relatori - un responsabile - tutor, docenti, scelti di volta in volta in base alla tipologia di corso - Coordinatore - grafico - consulente del lavoro consulenti fiscali ed informatici interni al CSV, consulente esterno esperto di fund raising, risorse umane e del people raising, uno psicologo per gli aspetti legati alla sfera emotiva-motivazionale, formatore che si occupa di competenze trasversali, consulente informatico del CSV, - Guardia penitenziaria e formatore che opera all’interno del carcere, operatori del Sert e avvocato penalista FE MO PR RE PC RA RN CONSIDERAZIONI SULL’AREA Anche in questo caso risultano diversi gli investimenti dei CSV in quest’area: la richiesta di risorse economiche varia dai circa 20.000 euro ai 45.000 euro, fino ad arrivare agli oltre 60.000 euro. In alcuni casi il fabbisogno totale per la copertura dei corsi offerti in questa area viene assicurato anche da contributi regionali e provinciali. In generale si rileva una buona distribuzione dell’offerta formativa tra i centri e tra i vari temi oggetto di interesse per lo sviluppo delle competenze del volontariato. Si strutturano percorsi sia per “essere in grado di” (saper informare, comunicare, documentare, gestire un gruppo…), ma anche per “saper fare”, collegati allo sviluppo di competenze specifiche o tecnico-specialistiche del volontariato. Senza pretese di semplificazione, è possibile riaggregare i servizi connessi all’area formazione in alcuni “settori formativi” legati alle competenze che intendono sviluppare: Amministrativo-legale; Organizzativo-gestionale (anche sotto l’aspetto progettuale, promozionale e di ricerca finanziamenti); Comunicazione-relazione; Informatico-multimediale; Tematico. Su queste aree vengono articolate almeno tre tipologie di offerta: seminari, laboratori, corsi. Diverse risultano poi essere le metodologie formative impiegate: laboratori esperienziali, con simulazioni e lavoro di gruppo, lezioni frontali, esercitazioni, studi di caso, laboratori di informatica, testimonianze, ecc. Alcuni CSV hanno messo in atto strategie “curiose” e innovative per favorire la massima partecipazione. E’ il caso ad esempio del CSV di Rimini, che ha sviluppato un servizio di divulgazione e informazione con date e calendari degli incontri via sms. In molti casi si rileva una grande attenzione e sforzo al decentramento e all’adeguamento dell’offerta alle specificità dei singoli territori. Tutti i CSV hanno sviluppato strumenti di valutazione in grado di cogliere la soddisfazione dell’utenza rispetto ai corsi frequentati, a volte individuando indicatori riferiti alla qualità delle azioni e dei servizi. A volte vengono utilizzati anche questionari per la rilevazione dei fabbisogni formativi e questionari d’ingresso, oltre al questionario finale di gradimento. Accanto a tali pratiche alcuni CSV, come ad esempio quello di Parma, Ferrara e Modena realizzano interessanti azioni di follow up, generalmente previste circa dopo 6 mesi dal termine del corso, rivolte agli stessi 27 partecipanti, per valutare l’operatività e l’applicabilità dei contenuti e delle strategie apprese durante la formazione alla pratica quotidiana. Da segnalare, infine, che Forumsolidarietà di Parma ha concluso l’iter di accreditamento e qualificazione dei soggetti che offrono formazione al personale della scuola (D.M. n. 177 del 10/07/2000 del Ministero Istruzione Università e Ricerca), ed è stato incluso nell’elenco definitivo degli Enti accreditati. 28 6. Settore/area consulenza CSV che progettano su questa area : TUTTI OBIETTIVI DI SERVIZIO I servizi erogati in questa area hanno generalmente una duplice finalità: da un lato si vuole fornire una efficace risposta a problemi emergenti delle OdV, dall’altro si coglie l’occasione per conoscere l’associazione ed impostare le premesse per un dialogo a lungo termine. In altri termini si tratta di promuovere l’idea che la consulenza non interviene solamente nei momenti di svolta organizzativa o nelle emergenze, ma è azione a sostegno e qualificazione di tutte le attività delle OdV, riconoscendo, contemporaneamente, il ruolo di soggetti attivi ai volontari e non sostituendosi ad essi nella realizzazione delle attività. Obiettivi generali del servizio consulenza sono, quindi, supportare, qualificare e accompagnare le associazioni di volontariato per condurle all’acquisizione di strumenti e competenze utili alla gestione delle specifiche e molteplici problematiche relative alla vita e alla crescita delle associazioni stesse. Allo stesso tempo si tratta di svolgere una sorta di azione preventiva rispetto al “fare nascere l’esigenza”, non tanto per aumentare le richieste verso i CSV, ma per aumentare il livello di consapevolezza delle associazioni. Oltre a questi obiettivi di servizio, comuni a tutti i CSV, si rintracciano alcune ulteriori specificità, corrispondenti ad una particolare “idea di servizio”: o La consulenza viene svolta da personale interno, preparato e formato nel tempo, per permettere una accurata, tempestiva ed efficace risposta al bisogno e, contemporaneamente, lo sviluppo di relazioni continuative e durature tra CSV e OdV. E’ il caso ad esempio del CSV di Forlì-Cesena che dal 2003 forma ed aggiorna le proprie operatrici con la funzione di fornire un servizio di prima consulenza. La nuova organizzazione garantisce la possibilità di un più rapido servizio alle associazioni ed ai cittadini ed inoltre consente al CSV una razionalizzazione dei costi, riducendo il ricorso ai consulenti esterni. Il costante monitoraggio delle attività di consulenza ed il confronto con i consulenti esterni sono poi elementi di riflessione anche per la definizione dei percorsi formativi proposti alle associazioni. Un altro esempio è il CSV di Ferrara, che non delega a professionisti esterni il servizio, ma tenta di rispondere direttamente alle esigenze delle associazioni, coadiuvati da eventuali professionisti per alcuni contenuti consulenziali o La consulenza deve essere sviluppata su più livelli: “tradizionali” ed “innovativi”, come nel caso del CSV di Modena (che sostiene percorsi di innovazione con particolare riferimento a gestione dell’organizzazione, ricerca e “manutenzione” volontari, progettazione, lavoro di rete e raccolta fondi, formazione, comunicazione, governo e comunicazione della qualità) ed il CSV di Reggio Emilia, che, dal 2005 sperimenta nuovi settori di consulenza (fund raising e people raising, consulenza alla progettazione…)7 PRINCIPALI SERVIZI OFFERTI <Destinatari> Oltre alle associazioni di volontariato, ai singoli volontari e alle reti di OdV, gruppi informali o singoli interessati alla costituzione di una OdV, aspiranti volontari, ma anche operatori dello stesso CSV, operatori del terzo settore, cooperative e Comuni. <modalità di accesso> Generalmente accoglienza della domanda e prima risposta (front office, personale allo sportello…); consulenza via telefono o attraverso e-mail o sito del Centro, consulenza diretta presso la sede previo appuntamento, a volte anche per iscritto (per consentire, tra l’altro, agli operatori del CSV di conoscere in modo preciso i temi trattati, accrescendo così le loro 7 Si evidenzia, inoltre, che Ravenna ha al proprio attivo diverse consulenze su people e fund raising dal 1999, e che Parma sviluppa tali servizi in aree specifiche (per una visione dei servizi erogati si faccia riferimento alla scheda “progetti speciali”. 29 competenze). Dopo la consulenza, che può richiedere anche più incontri, a volte è prevista una fase di “accompagnamento”. Prima risposta tipologia consulenza frontale diretta degli operatori del CSV: informazioni, orientamento, consulenze sulle normative (in campo fiscale, legale, amministrativo e di altri temi inerenti norme, obblighi) e le opportunità legate al volontariato CSV8 FC, FE, PC, MO, RA, PR Consulenza giuridico-fiscale, amministrativa e fiscale, assicurativa, previdenziale e del lavoro - scritture contabili, libri obbligatori, redazione bilancio, assicurazione, redazione atti BO, FC, fondamentali (atto costitutivo, modifiche statutarie, scioglimento, fusione, ecc.) FE, PC, - disciplina delle responsabilità, disciplina degli acquisti, disciplina delle assicurazioni PR, RN, - rapporti con la pubblica amministrazione (iscrizione al registro, convenzioni, MO, RE, contributi) RA - gestione rapporti di lavoro (inquadramenti delle posizioni contrattuali, adempimenti necessari per assunzione dipendenti e stipula contratti collaboratori) - privacy dei dati personali - Siae e occupazione del suolo pubblico - sicurezza ed igiene sul lavoro - per Ravenna anche servizio di compilazione e trasmissione delle dichiarazioni fiscali Consulenza: altre tipologie9 - alla progettazione: per fornire strumenti e competenze specifiche al fine di rendere le organizzazioni di volontariato progressivamente autonome nella redazione di progetti. - grafica: per accompagnare le OdV nella preparazione di elaborati grafico/comunicativi efficaci - sul servizio civile volontario - raccolta fondi e risorse umane (fund e people raising): per fornire strumenti e competenze sui temi della raccolta fondi e del reperimento risorse umane - informatica: per offrire la possibilità alle associazioni di mettere on line un proprio sito - informatica: consulenza sull’uso di internet e della e-mail, progettazione di programmi personalizzati, supporto per la risoluzione di problematiche hardware e software, consulenza sull’utilizzo di apparecchiature informatiche e programmi - sul bilancio sociale delle o.d.v. e la redazione del bilancio sociale del Csv. - della comunicazione della qualità: si tratta di uno “sportello” qualità del CSV che fornisce un servizio di orientamento rispetto al tema della qualità in risposta ai bisogni informativi delle associazioni ed un servizio di consulenza e di accompagnamento ai percorsi qualità intrapresi dalle associazioni. E’ anche compreso il coordinamento del percorso qualità del Centro e per la realizzazione del bilancio di missione e della carta dei servizi. - organizzativa: consulenze relative a criticità “organizzative” vissute dalle OdV. - su processi formativi: analisi del fabbisogno, definizione degli obiettivi, progettazione di percorsi, individuazione docenti, utilizzo strumenti di valutazione - sulla comunicazione: definizione del piano di comunicazione e pianificazione campagne informative e promozionali BO, RE, FC, MO, RA BO, RN, FC, MO, RA PC RN, RA, RE, FC, MO RN, FC, RA MO RA MO MO, RA MO MO 8 Si riportano solo i CSV per i quali si rintraccia in sede di progettazione area “consulenza” una azione/servizio di questo tipo. 9 Parma sviluppa la maggior parte di tali servizi in aree specifiche (cfr. schede “progetti speciali”). 30 - sull’organizzazione di eventi: individuazione spazi e luoghi, reperimento attrezzature, permessi e certificazioni, normativa sulla sicurezza e somministrazione alimenti, pratiche siae Altri servizi - servizio di compilazione e trasmissione delle dichiarazioni fiscali Documentazione - Redazione di circolari informative di aggiornamento (scadenze, adempimenti urgenti, bandi, novità legislative e regolamentari …) - Agili pubblicazioni in ambito giuridico-amministrativo/guide e dispense Formazione -corsi su tematiche legali - fiscali -corsi su gestione amministrativa - seminari monotematici di informazione sui cambiamenti in ambito legale in materia di volontariato - seminari sulle tematiche: “Bilancio e finanziaria”; “raccolta fondi”, “Privacy”, “obbligo assicurativo”; “normativa specifica” (immigrazione, minori, volontariato all’estero, ambiente). MO RA BO, MO, PC, FE, PR, RA, RE, RN PC, PR, MO PC, BO, RE, MO, PR Connessioni con le altre aree di servizio e con l’esterno Alcuni CSV evidenziano uno stretto e necessario collegamento tra questa area di servizio e tutti gli altri previsti, anche con segreteria e sportelli periferici. In particolare l’area consulenza risulta strettamente legata al servizio “promozione”, “formazione”, “informazione”, “documentazione”, “progettazione”, “ricerca”, “comunicazione”. Le interazioni con l’esterno riguardano funzionari della Provincia responsabili del registro provinciale del volontariato, delle associazioni di promozione sociale, dell’associazionismo, l’ufficio SIAE provinciale, l’Agenzia delle entrate e direzione regionale delle entrate, gli altri Centri di servizio. Descrizione delle principali risorse umane coinvolte nella realizzazione del servizio - Coordinatore di settore e referenti dei PCA - partner esterni (polo di servizio per la consulenza fiscale/amministrativa/del personale; polo di servizio per la consulenza; consulenti per la consulenza grafica e la consulenza giuridico/legale alle OdV; partner per la consulenza sulla sicurezza e la consulenza assicurativa) - partner per la consulenza progettuale - Responsabile d’area, - Responsabili degli sportelli territoriali - un avvocato, un commercialista - responsabile della segreteria amministrativa , - responsabile area informazione , - operatore responsabile delle consulenze, della realizzazione del Bilancio di Missione e della Carta dei servizi. - Equipe di consulenza - Responsabile. - referente del settore formazione e formatori - esperto in materia legale, fiscale ed amministrativa. - consulenti per la gestione dei momenti di supervisione - Responsabile area consulenza; - consulente legale esterno e consulente fiscale-amministrativo esterno, - consulente per il servizio civile volontario; - due operatori BO MO FE PC 31 - équipe di professionisti (avvocati e dottori commercialisti) con coordinatore, avvocato civilista - formatori - esperti di altri centri e/o docenti universitari e/o amministratori pubblici - coordinatore dell’area - Segreteria, - consulenti (avvocato, operatore grafico, consulente informatico) - direttore del Csv - responsabile - tre consulenti legali e due consulenti fiscali - altre collaborazioni saltuarie - Responsabile d’area - consulenti esterni - docenti/relatori - segreteria di settore - operatori CSV - referenti del direttivo - consulenti PR RN RA RE FC CONSIDERAZIONI SULL’AREA E’ interessante riportare le diverse strategie messe in atto dai CSV relativamente ai servizi di consulenza. Se, da un lato, sia ha una organizzazione per la quale praticamente tutti i servizi vengono offerti da partner esterni al Centro (modello di Bologna di Poli di specializzazione), dall’altra (come nel caso del modello di Ferrara) il referente del settore rimane fisicamente presente nel caso in cui sia necessario il ricorso ad un esperto esterno, rappresentando sempre una mediazione, sia dal punto di vista del linguaggio che dell’approccio, tra associazione e professionista. In generale, la consulenza risulta essere un servizio trasversale: non è solo prima risposta e consulto, ma anche formazione, documentazione, ecc. Nel caso del CSV di Parma, alcuni corsi vengono addirittura richiesti dalla Provincia al settore consulenze e sostenuti con risorse della amministrazione provinciale, a denotare quanto il Centro sia riconosciuto sul territorio, rispetto alle tematiche consulenziali, quale interlocutore qualificato. Può essere infine interessante riportare la modalità di erogazione del servizio di consulenza utilizzata dal CSV di Forlì-Cesena, ricordando comunque che ogni CSV ha una propria e specifica autonomia organizzativa: le associazioni segnalano al Centro di servizio la propria esigenza di una consulenza; si possono attivare due percorsi: la consulenza viene erogata direttamente dagli operatori del CSV sulla base delle relative professionalità, oppure il servizio di consulenza viene dato in carico a professionisti esterni sulla base della tipologia della richiesta. Il professionista viene scelto dalle associazioni di volontariato da un “Albo di consulenti” appositamente predisposto dal CSV. L’Albo è stato formato analizzando curricula di professionisti segnalati dalle associazioni stesse. Al fine di garantire la massima diffusione del servizio, ogni associazione ha a disposizione un numero massimo di 15 ore di consulenza/anno. Al termine della consulenza, che viene effettuata presso i locali del CSV, i consulenti compilano una scheda di rendicontazione, mentre le associazioni un questionario di valutazione della servizio ricevuto. Ciò permette di verificare i risultati raggiunti, confrontare le aspettative iniziali con il giudizio sul servizio offerto, migliorare progressivamente il servizio stesso. 32 7. Settore/area ricerca CSV che progettano su questa area Progettato assieme a: Parma documentazione Piacenza informazione e documentazione OBIETTIVI DI SERVIZIO I servizi progettati in area “ricerca” mirano a realizzare indagini sulle caratteristiche del volontariato locale o analisi specifiche finalizzate a sviluppare servizi e interventi orientati al bisogno delle OdV. PRINCIPALI SERVIZI OFFERTI Indagini tipologia Indagine sulle principali realtà del volontariato locale Indagine su conoscenza e rapporti tra volontariato e Enti locali (quali tipologie di collaborazione si sono attivate durante la stesura dei Piani sociali di zona) Diffusione Promozione e diffusione dei rapporti di ricerca attraverso gli strumenti di informazione del CSV (sito internet, cartacei, organizzazione di eventi). Sono inoltre previsti momenti di confronto e scambio con centri Studi e altri soggetti impegnati nella ricerca. CSV10 PC PR PR Connessioni con le altre aree di servizio e con l’esterno Vengono coinvolti quei settori la cui attività è attinente ai temi di volta in volta oggetto di analisi. Descrizione delle principali risorse umane coinvolte nella realizzazione del servizio - responsabile del settore: coprogettazione e gestione delle azioni connesse alla ricerca; organizzazione dei gruppi di lavoro e di ricerca; organizzazione e gestione della produzione di pubblicazioni e degli eventi di restituzione dei risultati; elaborazione e/o partecipazione alla stesura dei rapporti di ricerca; - professionisti e collaboratori per la realizzazione delle ricerche e per la stesura dei rapporti conclusivi - Responsabile d’area e ricercatrice PR PC CONSIDERAZIONI SULL’AREA Sono pochi i centri che progettano, anche insieme ad altre aree funzionali, proprie attività di ricerca o servizi di analisi/indagine per le OdV. Tra l’altro, chi sviluppa tali servizi non impegna molte risorse (non si arriva mai a superare i 10.000 euro). In un caso l’area ricerca si riduce ad un’unica azione (una indagine), mentre nell’altro la ricerca è principalmente orientata verso l’interno (per fornire agli operatori del centro, responsabili di settore e coordinatori di progetto, chiavi interpretative ed elementi di analisi sui fenomeni legati all’agire volontario), anche se, contemporaneamente, viene letta quale strumento di collaborazione con le OdV del territorio. 10 Si riportano solo i CSV per i quali si rintraccia in sede di progettazione area “ricerca” una azione/servizio di questo tipo. Il CSV di Bologna progetta azioni di ricerca nel progetto specifico “Progettazione, ricerca e sviluppo” 33 8. Settore/area progettazione CSV che progettano su questa area Piacenza Modena Titolo (“Progettazione”) Rimini Ferrara Forlì-Cesena (“Progettazione sociale”) Parma (“Supporto alla progettazione: Piani di zona, reti, bandi e finanziamenti”) OBIETTIVI DI SERVIZIO I servizi erogati in questa area hanno lo scopo di accrescere le competenze interne alle associazioni e favorire processi di autonomia rispetto alla elaborazione di progetti in campo sociale, alla ricerca di finanziamenti e alla capacità di impostare e organizzare il lavoro in termini progettuali. Si tratta quindi di offrire diversi interventi a sostegno delle OdV, volti ad accrescerne la capacità di lettura dei bisogni e dei contesti territoriali, a sostenere le associazioni nell’elaborazione e definizione di ipotesi e documenti progettuali, cercando di sostenere le associazioni nella trasformazione della propria attività progettuale da momento estemporaneo (emanazione di specifici bandi o esigenze contingenti) a processo costante di lettura dei bisogni del territorio e di progettazione di interventi strutturati anche tra diverse OdV (“in rete”). Oltre a questi obiettivi di servizio, comuni a tutti i CSV, si rintracciano alcune ulteriori specificità, corrispondenti ad una particolare “idea di servizio”: o Servizio di promozione della partecipazione: per creare o sostenere occasioni di collaborazione, interazione, partnership tra OdV e altri soggetti sociali. Si tratta ad esempio di aumentare la conoscenza e la consapevolezza del volontariato rispetto ai temi della pianificazione zonale, della partecipazione, del lavoro di rete, della valutazione e di incentivare percorsi di attivazione di rete tra i soggetti del territorio, sia del privato sociale che del pubblico, come nel caso del CSV di Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Rimini o Servizio interno: il servizio viene strutturato anche per rafforzare e consolidare le competenze degli operatori del CSV rispetto ai temi della progettazione sociale, lavoro di rete, valutazione (servizio di progettazione che risponde alle esigenze interne al CSV), come ad esempio nel caso del CSV di Modena e Rimini. In alcuni casi, come ad esempio il CSV di Modena, si realizza una attività di coordinamento del percorso della progettazione annuale del CSV per garantire il raccordo tra le linee di sviluppo progettuale del CSV sulla base dei bisogni espressi dalle OdV e delle strategie individuate quali più rispondenti ai problemi e alle esigenze del territorio. 34 PRINCIPALI SERVIZI OFFERTI Consulenza progettuale tipologia Consulenza nella elaborazione di ipotesi progettuali che possono poi essere supportati da specifici finanziamenti, anche diversi da quelli propri del CSV; consulenza nella costruzione di partnership, consulenza raccolta fondi per la realizzazione di progetti Incontri/Eventi - Assemblee pubbliche di promozione della progettazione sociale per far conoscere alle altre Associazioni, alla cittadinanza interessata e agli Enti Locali i progetti scaturiti dal percorso di progettazione sociale - Incontri con gruppi di associazioni (cd “forum tematici”): tavoli di lavoro per l’incontro fra le diverse idee progettuali delle associazioni - “Osservatorio permanente dei bisogni e delle risorse del distretto di Ferrara”: strutturato per il rafforzamento e l’allargamento della rete di soggetti coinvolti nella lettura dei bisogni del distretto di Ferrara, l’iniziativa riguarda l’avvio e accompagnamento di progetti specifici, per giungere alla creazione e formalizzazione di un gruppo di coordinamento delle realtà di volontariato ferraresi operanti nel campo della tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, finalizzato al confronto ed alla genesi di una progettualità comune in quest’ambito Formazione - Dei coordinatori di progetto (progettazione sociale) - Incontri informativi e formativi nei comuni in cui il CSV è presente con gli sportelli periferici, formazione di tavoli di lavoro settoriali e territoriali permanenti, - Formazione sulle tematiche della partecipazione e della progettazione, - Formazione su opportunità di finanziamento e raccolta fondi Ricerca - su richiesta, ricerca di documenti, normative, buone prassi, opportunità relativamente alla possibilità di partecipare alla pianificazione sociale, partecipare a bandi pubblici o privati, presentare progetti, costruire progettazione condivisa o partnership con soggetti pubblici - Studio della progettazione sociale del territorio: attraverso una costante attività di “ascolto” del territorio, data base con i report dei progetti in campo sociale del territorio, forniti dagli Enti pubblici e dal privato sociale. - ricerca conoscitiva sul volontariato Informazione - Spazio informativo ospitato dal sito web e dalla newsletter del centro: “borsino delle idee progettuali”; le OdV possono sottoporre alla reciproca attenzione già dalla fase di ideazione idee e proposte per iniziative ed attività comuni - Circolari informative alle associazioni su bandi e opportunità di finanziamento CSV11 FE, FC, PC, PR, RN, MO FC, RN, PC FE FC, PC, PR, MO PR, RN MO PR MO 11 Si riportano solo i CSV per i quali si rintraccia in sede di progettazione area “progettazione” una azione/servizio di questo tipo. Il CSV di Bologna progetta azioni di questo tipo nel progetto specifico “Progettazione, ricerca e sviluppo” 35 Promozione della partecipazione (ruolo attivo delle OdV nelle politiche sociali) - iniziative di facilitazione della presenza attiva e propositiva delle OdV all’interno dei diversi luoghi della concertazione, con particolare riferimento ai tavoli settoriali/tematici dei piani di zona (elaborazione di documenti, incontri, attività di sensibilizzazione, confronto con gli enti locali, incontri con funzionari e coordinatori degli uffici di piano, partecipazione diretta ai tavoli per favorire il lavoro di rete e la progettazione di nuovi interventi…) Azioni di sistema (funzionali al funzionamento del CSV) -Coordinamento dei servizi a supporto della progettazione sociale, di sviluppo e sovraprovinciale del Centro: dall’analisi dei bisogni alla valutazione - coordinamento del percorso di progettazione annuale, realizzato da tutta l’èquipe di operatori che si suddivide in tre macro attività: attività di informazione e comunicazione, raccolta e analisi dei bisogni e delle idee progettuali delle OdV, attività di progettazione PR, FE, RN, MO MO, RN MO Connessioni con le altre aree di servizio e con l’esterno Alcuni CSV evidenziano uno stretto e necessario collegamento tra questa area di servizio e tutti gli altri previsti, a volte anche con segreteria e sportelli periferici. In particolare l’area progettazione risulta strettamente legata al servizio “promozione”, “formazione”, “consulenza”, “informazione”, “documentazione”. Le interazioni con l’esterno riguardano i Comuni, la Provincia, l’Università, Fondazioni, Imprese (in particolare le organizzazioni imprenditoriali di rappresentanza), Organizzazioni di terzo settore (Forum provinciale del Terzo Settore, Consorzio di cooperative sociali), altri Centri di servizio della regione o fuori regione che svolgono analoghe attività. Descrizione delle principali risorse umane coinvolte nella realizzazione del servizio - Coordinatore del CSV - Esperti nell’ambito delle scienze sociali e statistiche, esperto informatico. - La presenza di supporto all’interno dei tavoli PdZ è curata secondo le specifiche competenze da personale specifico e/o volontario del CSV - coordinatore del CSV - due operatrici - Responsabile d’area - Operatrice - Consulenti esperti sui temi della progettazione sociale, del fund raising - responsabile dell’area e progettista; - segretaria amministrativa - una risorsa per supervisione, monitoraggio e rendicontazione dei servizi progettuali interni e per le consulenze ad hoc alle singole associazioni - responsabile d’area - responsabili e operatori delle altre aree del CSV di volta in volta interessate. - ricercatori per specifiche attività di ricerca - docenti: personale interno con competenze specifiche sui temi della progettazione, valutazione FE FC MO PC RN PR CONSIDERAZIONI SULL’AREA Oltre all’erogazione di servizi consulenziali e “informativi-formativi” altamente specialistici (come trovare fondi e scrivere progetti, come fare partnership, …) questa area di servizio svolge un’altra funzione strategica che ha a che vedere con il territorio ed il rapporto con gli enti locali: il concetto di rete qui passa dalla “teoria” al lavoro duro, quotidiano, di confronto e di collegamento con i reali bisogni del territorio. Alcuni CSV creano iniziative innovative per “far concretamente rete”, come ad esempio Ferrara che, per il 2005, individuato il tema della tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e la necessità di far rete, struttura un Osservatorio, oppure Rimini che promuove e pratica l’idea dei Forum tematici, gruppi di associazioni riunite per area di attività, che 36 si riuniscono ogni qualvolta le stesse ne facciano richiesta o nel momento in cui l’area progettazione verifica la necessità di incontrarsi. Inoltre questa area di servizio contribuisce anche a sviluppare una maggiore capacità contrattuale delle OdV rispetto agli enti locali; si ricorda infatti che una gran parte dei progetti a supporto vengono realizzati con diverse forme di collaborazione tra pubblico e privato. Nel 2005, infine, questo settore di attività diviene cruciale in vista della seconda esperienza dei Piani sociali di Zona. Ad esempio, il settore progettazione di Rimini, parallelamente alle attività collegate alla progettazione sociale, di sviluppo e sovra-provinciale, si è occupato di seguire il processo di programmazione e la referente dell’area ha partecipato agli incontri preparatori che la Provincia e i Comuni capo-distretto hanno organizzato per pianificare il processo di partecipazione per l’approvazione del Piano. Il CSV di Modena ha contribuito a fare inserire diversi progetti sociali sviluppati e sostenuti dal Centro stesso nei Piani di Zona distrettuali, andando ad integrare, in questo modo, il quadro locale dell’offerta di servizi. Il CSV di Parma ha investito notevolmente sul tema partecipazione e Piano di Zona; l’esperienza realizzata ha messo in luce alcuni aspetti positivi, ma anche alcuni nodi problematici. Tra i primi emergono: - il riconoscimento del ruolo di supporto del volontariato da parte del CSV, sia ad opera del volontariato stesso che dei soggetti istituzionali, - la possibilità di individuare (grazie alle azioni di documentazione, informazione e promozione svolte) i rappresentanti del volontariato e dell’associazionismo su tutti i distretti della provincia, - la costituzione di alcuni gruppi di confronto e lavoro “settoriali” per migliorare la qualità della partecipazione. I nodi problematici appaiono invece collegati alla difficoltà operativa per il volontariato a partecipare ai tavoli, alla effettiva scarsa possibilità di incidere sulla fase programmatoria e decisionale della pianificazione sociale, ed, infine, alla debolezza della rappresentanza politica del volontariato. L’esperienza di questo CSV fa emergere, quindi, problematiche che potrebbero essere oggetto di attenzione di tutti i CSV della regione, anche in forma di erogazione di servizi: il bisogno di accompagnamento rispetto al ruolo del volontariato e alle reali possibilità di partecipazione e la necessità di realizzare momenti di lavoro specifici per “costruire rappresentatività”. 37 9. Settore/area supporto tecnico-logistico CSV che progettano su questa area Bologna Parma Reggio Emilia Rimini Forlì – Cesena Reggio Emilia OBIETTIVI DI SERVIZIO Presentati come “servizi tecnico-logistici” piuttosto che “servizi generali” o “supporto tecnico logistico”, o “front office” si tratta comunque di fornire servizi per sostenere le OdV nella loro attività quotidiana, fornendo diverse strumentazioni ed attrezzature, nonché, a volte, servizi di prima accoglienza ed orientamento. L’obiettivo non è solo quello della “fornitura”, ma piuttosto la creazione di processi di condivisione e mutuo sostegno tra associazioni. I CSV infatti forniscono alle associazioni non solo soddisfazione immediata nelle più semplici esigenze quotidiane, ma, soprattutto nelle fasi iniziali, le associazioni sono accompagnate in queste attività, cercando a poco a poco di renderle indipendenti rispetto a queste esigenze. PRINCIPALI SERVIZI OFFERTI 12 Informazione tipologia Creazione e distribuzione di prodotti editoriali, Guida per le OdV alle sale per riunioni, spazi per eventi, attrezzature tecniche Servizio di ricerca/documentazione: informazioni inerenti banche dati, indirizzario OdV, ecc. Front-office Servizio di prima accoglienza (ascolto e prima risposta) e informazione/orientamento all’esterno Servizio di segreteria per le OdV (battitura testi, ricerche su internet…) CSV 13 BO, PR RE, FC, PR RE, RN, FC, PR RE, PR, FC 12 Si evidenzia che tutti i Centri erogano servizi di questo tipo, collegandoli prevalentemente alle attività degli sportelli decentrati e a quelle della Segreteria del Centro. Si tratta di servizi quali: servizio di prima accoglienza, informazioni inerenti banche dati e indirizzario OdV, servizi tecnico-logistici. 13 Si riportano solo i CSV per i quali si rintraccia in sede di progettazione area “servizi tecnico-logistici” o “servizi generali” o “supporto tecnico logistico” o “front office”, una azione/servizio di questo tipo. 38 Servizi tecnico-logistici Utilizzo dei locali del centro/spazi attrezzati per incontri Fotocopie Utilizzo di strumenti tecnici (video proiettore, lavagne, videocamera, videoregistratore, ecc.) Utilizzo attrezzature per attività esterne (gazebo, sedie, tavoli…) Utilizzo telefono, fax, computer e mail, internet Altre tipologie di servizio Utilizzo del Centro di Servizio come recapito postale Database risorse umane per eventi specifici: a seguito di una richiesta delle OdV di risorse umane da utilizzare per le specifiche attività, il responsabile di settore individua tra i nominativi in banca dati quelli che rispondono alle competenze richieste BO, RE, PR, FC BO, RN, RE, PR, FC BO, RN, PR, RE, FC RE, FC, PR RE, RN, FC, PR RE, FC PR Connessioni con le altre aree di servizio e con l’esterno Quasi tutti i CSV evidenziano uno stretto e necessario collegamento tra questa area di servizio e tutti gli altri previsti, compresi gli sportelli periferici, e, a volte, anche con segreteria. In particolare l’area “servizi tecnico-logistici” risulta strettamente legata al servizio “promozione”, “informazione”, “documentazione”, “ricerca”. Rispetto alle interazioni con l’esterno si rintracciano gli Enti locali. Descrizione delle principali risorse umane coinvolte nella realizzazione del servizio Responsabile di settore, 2 volontari (con funzione di gestione del centralino e supporto all’organizzazione del servizio), 3 tutor di sala Segreteria del Centro e personale di contatto - Interne al CSV: referenti e operatori dei PCA, segreteria organizzativa. - Esterni: fornitori di servizi (per la stampa e la distribuzione dei prodotti editoriali), esperti e consulenti (per la creazione dei contenuti delle pubblicazioni). - Resp.le del settore,volontari e collaboratori (attivati per azioni specifiche) Operatori del CSV RE RN BO PR FC CONSIDERAZIONI SULL’AREA Si tratta, come visto di servizi di diversa natura, dal prestito e noleggio attrezzature, alle attività di prima informazione, alla produzione di materiale informativo; di conseguenza anche le risorse necessarie per la realizzazione del servizio variano, tra CSV e CSV, da un minimo di 8.000 a un massimo di 34.000 euro. Da segnalare che le attività previste risultano essere “strumentali”: anche il servizio fotocopie diventa un momento di ritrovo, come gli spazi per incontri, visti come luoghi di relazione e scambio tra associazioni, e tra queste e il territorio. 39 10. Progetti speciali CSV che progettano Bologna Parma Reggio Emilia titolo progetto: PROGETTAZIONE, RICERCA E SVILUPPO PEOPLE E FUND RAISING SUPPORTO ALL’ORGANIZZAZIONE E SVILUPPO EUROPA PROMOZIONE GIOVANI E VOLONTARIATO Progetto “PROGETTAZIONE, RICERCA E SVILUPPO” del CSV di Bologna Obiettivi Il progetto deriva da indicazioni espresse dalle stesse OdV nel corso del 2004. Si tratta di realizzare un percorso comune, tra CSV ed associazioni, che conduca ad una migliore capacità complessiva di lettura dei bisogni, trasferendo alle OdV gli strumenti utili per conoscere il territorio e per svolgere una analisi maggiormente oggettiva delle criticità emergenti, pianificare le azioni e le risposte operative. Il Centro, infatti, rileva una scarsa abitudine al lavoro per progetti da parte delle OdV, e, quindi, mira a trasferire alle OdV le metodologie e gli strumenti utili alla progettazione e alla ricerca, condividendo momenti per la creazione di reti trasversali. In sintesi gli obiettivi sono: - accompagnare la nascita di tavoli di ideazione di proposte progettuali, - sostenere le associazioni nella formulazione delle proprie idee progettuali e nella individuazione di finanziamenti in termini attuativi coerenti, - accompagnare la realizzazione, il monitoraggio e la valutazione dei progetti sociali, - rafforzare e consolidare le competenze dello staff operativo del CSV rispetto alla progettualità sociale, al lavoro di rete e alle tecniche di valutazione, - consolidare una metodologia di lavoro relativa alla realizzazione, al monitoraggio e alla valutazione dei progetti di sviluppo, sociali e di rilevanza sovra-provinciale. PRINCIPALI SERVIZI OFFERTI Informazioni su opportunità di finanziamento per il Volontariato e l’Associazionismo (INFORMAZIONE) Accompagnamento formativo per i coordinatori della Progettualità Sociale (FORMAZIONE) Mappatura della comunicazione sociale nella provincia di Bologna: soggetti, pratiche, testate (RICERCA) Istituzione del Comitato Tecnico Scientifico : incontri di staff periodici per la definizione degli argomenti e degli obiettivi delle ricerche e delle analisi promosse dal CSV, con referenti EELL, rappresentanti delle Fondazioni bancarie, docenti universitari, esperti di politiche sociali, rappresentanti del Volontariato, rappresentanti del CSV (RICERCA) Analisi sui fabbisogni formativi dei volontari (RICERCA) Connessioni con le altre aree di servizio e con l’esterno Area Informazione e documentazione, area Promozione e Ufficio Servizi diretti, Ufficio progettualità Sociale. Referenti dei PCA territoriali. Assessorati alle politiche sociali della Provincia e del Comune di Bologna. Coordinamento del servizio civile volontario della Provincia di Bologna. Enti di Formazione Professionale. Descrizione delle principali risorse umane coinvolte Esperto senior, esperto junior, Responsabile Scientifico e coordinatore della ricerca; Staff di rilevatori/intervistatori, referenti EELL, rappresentanti delle Fondazioni bancarie, docenti universitari, esperti di politiche sociali, rappresentanti del Volontariato, rappresentanti del CSV. 40 Progetto “PEOPLE E FUND RAISING” del CSV di Parma Obiettivi Connettere la richiesta delle associazioni di coinvolgere/inserire nuovi volontari alla richiesta da parte di cittadini di essere orientanti rispetto alle possibili esperienze nel mondo del volontariato e accompagnati nella fase di inserimento all’interno delle organizzazioni di volontariato. Attraverso il servizio ricerca volontari il Centro, attraverso azioni di orientamento, aiuta il cittadino a chiarire le proprie aspettative e gli interessi che lo guidano, individuandone le risorse, indirizzandolo poi in modo mirato a colloqui successivi presso una “rosa ristretta” di organizzazioni. Il CSV offre quindi esperienze differenziate a seconda della tipologia degli utenti: esperienze dimostrative, stage estivi, ecc. Si fornisce inoltre un sostegno alle ODV nell’individuare al loro interno un “tutor”, una persona che si occupa dell’accoglienza e dell’accompagnamento dei nuovi volontari. Rispetto alle risorse finanziarie, il ricorso al fundraising diventa sempre più utile per reperire le risorse necessarie al sostegno dell’attività. In questo senso il Centro supporta le OdV nella ricerca di nuove fonti di finanziamento. PRINCIPALI SERVIZI OFFERTI CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE: per aumentare le occasioni di confronto fra i cittadini che intendono impegnarsi in un’esperienza di volontariato e le organizzazioni di volontariato attive sul territorio e favorire l’ingresso nelle OdV di nuovi volontari. L’erogazione del servizio avviene con modalità differenti a seconda del target di riferimento. Rispetto al target giovani: coinvolgimento delle associazioni studentesche presenti all’Università; presenza attraverso uno stand informativo alla giornata dell’orientamento organizzata dall’Università e, all’interno dell’Università, in diversi momenti dell’anno; partecipazione ad eventi organizzati sul territorio che hanno come destinatari i giovani (ad esempio Festa Giovani a Borgotaro). Rispetto al target adulti: campagna di Forum Solidarietà volta alla sensibilizzazione al volontariato attraverso la presenza all’interno dei giornali editi dai comuni della provincia di Parma, dei giornali delle aziende del territorio; partecipazione ad eventi organizzati sul territorio (ad esempio Feste di quartiere che si svolgono a Parma e provincia). SPORTELLO DI ORIENTAMENTO: per aiutare i cittadini potenzialmente interessati al volontariato a trovare una collocazione il più possibile aderente alle proprie propensioni e attitudini. Viene offerto un servizio di orientamento per gli aspiranti volontari, l’inserimento guidato dei cittadini all’interno delle ODV, percorsi di stage orientativi. Rispetto alle ODV le modalità di erogazione del servizio di orientamento consistono nella spedizione a tutte le ODV di Parma e provincia di una scheda di rilevazione che registra il bisogno di volontari e la eventuale disponibilità ad accogliere cittadini per periodi limitati in percorsi di stage orientativi. A titolo informativo, nel 2005 lo sportello ha realizzato 157 colloqui individuali con cittadini che hanno chiesto di fare volontariato. E’ stato poi realizzato un follow up telefonico per verificare l’effettivo avvio al volontariato delle persone passate dallo sportello: circa 50 volontari sono stati inseriti in associazioni e attualmente operano come volontari. DOCUMENTAZIONE: dispensa sul tema della ricerca e accompagnamento di nuovi volontari; bibliografia ragionata sul tema del people raising; guida per gli aspiranti volontari CONSULENZA PER IL PEOPLE RAISING: per accrescere le conoscenze e le competenze interne alle ODV inerenti gli strumenti di marketing sociale legati alla ricerca di nuovi volontari; aiutare le associazioni ad esaminare lo stile e l’immagine che propongono all’esterno. IL servizio viene strutturato attraverso colloqui individuali finalizzati a accompagnare l’OdV nelle fasi di strutturazione dell’intervento. Dopo un primo colloquio di orientamento in cui si rileva il bisogno dell’associazione e si analizza il profilo del volontario “ricercato”, si analizzano gli strumenti di people raising che si possono utilizzare (mass media, incontri pubblici, mailing, internet, materiale stampato). FORMAZIONE su FUND RAISING (a Parma, Borgotaro, Fidenza) per accrescere le competenze interne alle associazioni rispetto alla raccolta fondi, con particolare riferimento agli strumenti e ai mercati della raccolta fondi. 41 FORMAZIONE “COINVOLGERE E ACCOMPAGNARE NUOVI VOLONTARI”: per accrescere le competenze interne alle associazioni rispetto al tema della ricerca volontari in particolare al fine di aumentare la riflessione sul profilo del volontario da ricercare, sulle modalità di accoglienza dei nuovi volontari e sugli strumenti di people raising. CONSULENZA PER LA RACCOLTA FONDI: per accrescere le competenze interne alle associazioni inerenti la raccolta fondi nel mercato dei privati e delle aziende e in particolare l’utilizzo di strumenti di direct marketing (mailing, telemarketing, eventi, internet, cause related marketing, sponsorizzazioni sociali). Connessioni con le altre aree di servizio e con l’esterno Settore Supporto all’organizzazione e sviluppo, settore informazione, formazione, documentazione. Si rileva una stretta connessione con i progetti di sviluppo del 2005 che si pongono come obiettivo quello di sviluppare programmi di people raising e fundraising. Provincia Descrizione delle principali risorse umane coinvolte Una responsabile e una collaboratrice volontaria per l’azione di orientamento ai cittadini. Docenti, tutor d’aula Progetto “SUPPORTO ALL’ORGANIZZAZIONE E SVILUPPO” del CSV di Parma Obiettivi Avviare o qualificare all’interno delle associazioni riflessioni, competenze e strumenti di lavoro che permettano alle stesse di migliorare la propria organizzazione interna e la capacità di sviluppo. PRINCIPALI SERVIZI OFFERTI Consulenza su appuntamento: accompagnamento rispetto a problematiche di tipo organizzativo delle singole organizzazioni. L’erogazione del servizio si sviluppa in diverse fasi: un primo colloquio di analisi della situazione e individuazione dell’oggetto di lavoro; l’eventuale predisposizione di un percorso di consulenza specifica (nel caso con il ricorso a specialisti esterni), successivi momenti di verifica e affiancamento. Accompagnamento nella gestione delle risorse volontarie: ideato per sviluppare competenze interne alle organizzazioni di volontariato sui temi della gestione e valorizzazione delle risorse umane (offerta di supporto tecnico alle organizzazioni nell’accoglienza ed inserimento dei nuovi volontari) Ricerca ed informazione su buone prassi di sviluppo, attraverso siti internet, newsletter, riviste e stampa periodica di settore, cataloghi editoriali, con redazione di dossier di documentazione Connessioni con le altre aree di servizio e con l’esterno Area documentazione e ricerca, Area people raising, Area consulenze Carrefour Emilia: sportello di informazione europea Descrizione delle principali risorse umane coinvolte Un responsabile d’area coinvolto direttamente in tutte le azioni previste, in collaborazione con i responsabili e gli operatori delle altre aree del centro di servizio di volta involta interessate. 42 Progetto “EUROPA” del CSV di Reggio Emilia Obiettivi Il settore Europa promuove attività, azioni, progetti volti alla promozione della cultura europea, attraverso percorsi formativi, seminari nonché favorendo lo scambio in ambito sociale europeo PRINCIPALI SERVIZI OFFERTI COORDINAMENTO RETE REEVOL. Questa rete, coordinata da Dar Voce, si è data come obiettivi la promozione tra i giovani di tutto il territorio provinciale del programma Gioventù, cercando di favorire e sostenere la partecipazione giovanile ai progetti di invio nell’ambito del programma Servizio Volontario Europeo, sviluppando la formazione-orientamento di giovani interessati a partecipare ad esperienze di volontariato all’estero e la formazione rivolta a tutor/esponsabili di progetto nell’ambito del S.V.E. Per i giovani vengono svolti COLLOQUI DI ORIENTAMENTO mentre per le associazioni si realizzano TRE PERCORSI FORMATIVI e servizi di CONSULENZA alle OdV SUL PROGRAMMA GIOVENTU’. Connessioni con le altre aree di servizio e con l’esterno Settore Informazione Partners della rete REEVOL: Pro.di.Gio, Associazione Servire L’Uomo, Associazione Microsophia, Carrefour - Eurodesk Ministero- Agenzia Nazionale Gioventù Emerge inoltre la necessità di lavorare in sinergia con gli informagiovani della provincia: contatti con Polaris, ufficio provinciale che si occupa di orientamento, per programmare insieme alcune iniziative di orientamento ad inizio 2006. Descrizione delle principali risorse umane coinvolte Un Responsabile di settore e Consulente esterno per la progettazione e realizzazione di azioni formative. Progetto “PROMOZIONE GIOVANI E VOLONTARIATO” del CSV di Reggio Emilia Obiettivi La carenza di nuovi volontari e la mancanza di rinnovo generazionale tra i quadri dirigenti delle associazioni, segnala l’urgenza di avere nuovi volontari: il progetto quindi indente operare per il “rilancio” dell’attività di volontariato, soprattutto da un punto di vista motivazionale, individuando come fruitori privilegiati dell’intervento i giovani nelle scuole (giovani delle classi terze e quarte degli istituti superiori di Reggio Emilia e Provincia). Il progetto si compone di tre macroazioni: “Quando torni?”, mostra interattiva e itinerante di sensibilizzazione, “Mondi Lontanissimi” tirocinio di approfondimento, e Liber@zioni, percorso di orientamento e ingresso monitorato nelle organizzazioni di volontariato. PRINCIPALI SERVIZI OFFERTI -QUANDO TORNI?: la mostra consente ai ragazzi di entrare a diretto contatto con i problemi di cui si occupa di volontariato attraverso brevi interazioni con attori. -MONDI LONTANISSIMI: per introdurre i ragazzi al mondo del volontariato vengono organizzati incontri con le organizzazioni e preparati momenti di riflessione per affrontare un’esperienza diretta all’interno delle stesse. Lo stage ha una durata di 14-16 ore. E’ previsto inoltre un servizio di orientamento in previsione dell’inserimento dei giovani in Liber@zioni. Nel 2005 tale esperienza ha coinvolto un gruppo parrocchiale -LIBER@ZIONI: si tratta di azioni di orientamento (sportello situato presso la sede del Centro) e di inserimento monitorato (da tre a sei mesi) nelle organizzazioni aderenti al progetto. In questo caso vengono offerti: percorso di accompagnamento/consulenza alle organizzazioni (stesura dei progetti 43 di inserimento rivolti ai giovani e monitoraggio); incontri periodici singoli o di gruppo per la rielaborazione dell’esperienza di inserimento del giovane. Connessioni con le altre aree di servizio e con l’esterno Segreteria operativa e servizi generali, informazione Cooperative sociali, Provincia di Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia, Istituti superiori della Provincia, Ostello della Gioventù di Reggio Emilia, Act e Fs di Reggio Emilia. Descrizione delle principali risorse umane coinvolte Un responsabile d’area/coordinatore di progetto che si avvale del supporto di tre consulenti esterni, fra i quali uno ricopre il ruolo di supervisore dell’intero sistema; formatori, attori, tutor aula 44 Cap. 2 Verifica delle attivita’ connesse ai servizi diretti dei nove Centri di servizio per il volontariato dell’Emilia-Romagna – Anno 2005 1. AMBITO: Attività/servizi 1. Progetti approvati e realizzati Numero di progetti di servizi diretti approvati e realizzati. SERVIZI Progetti Progetti % approvati realizzati Diretti 51 51 100 Il 6 ottobre del 2004 il Co.Ge ha deliberato il Piano di ripartizione del Fondo Speciale per il volontariato con oggetto la programmazione delle attività dei Centri di servizio dell’Emilia-Romagna per il biennio 2005-2006. Le attività volte all’erogazione di servizi diretti alle OdV si intendono svolte tra il 01-01-2005 e il 31-12-2006. I Centri avevano comunque facoltà di presentare alla scadenza del 20-12-2004 la programmazione relativa al periodo 01-01-2005/31-12-2006, oppure quella relativa al periodo 01-01-2005/31-12-2005, riservandosi, in questo caso, la possibilità di presentare la programmazione riguardante il 2006 alla scadenza del 31-10-2005. Oggetto della presente verifica sono le attività svolte nell’ambito dei servizi diretti realizzati nell’anno 2005 (periodo 01-01-2005/31-12-2005). Per il 2005 il Co.Ge ha approvato 51 progetti di servizi diretti, a cui vanno aggiunti gli altri progetti relativi alle sedi periferiche o agli sportelli decentrati, non imputati nel data base per la verifica per i motivi illustrati in premessa. Nonostante il Fondo Speciale per il volontariato permettesse una programmazione biennale, tutti i CSV, al di fuori di quello di Rimini, hanno programmato i servizi diretti solo sul 2005 (scegliendo, quindi, di presentare la programmazione relativa al 2006 alla scadenza del 31-10-2005). Per rendere possibile la presente verifica per tutti i servizi diretti realizzati dai nove CSV nel 2005, il Centro di Rimini ha gentilmente provveduto a rendicontare le azioni relative ai servizi diretti realizzate sul 2005, scorporandole dalla propria programmazione biennale. Nel 2005 tutti i progetti approvati dal Co.Ge sono poi stati realizzati. 45 2. Articolazione e frequenza attività Tipologia di attività realizzate durante l’erogazione di servizi diretti. Servizi Diretti Il grafico mostra la tipologia di attività realizzate durante l’erogazione dei servizi diretti. La molteplicità di azioni descritte nei progetti è stata ricondotta ai sette ambiti di attività di seguito illustrati. Graf.1 – Articolazione e frequenza attività. V.A. – risposte multiple 20 7. Documentazione 42 6. Sensibilizzazione-Informazione-Promozione 47 5. Realizzazione prodotti * 13 4. Collaborazioni formali-informali 29 3. Analisi-Studio-Diffusione 21 2. Formazione-Apprendimento 38 1. Consulenza *azioni che prevedono la realizzazione di prodotti a sostegno delle attività 0 17 34 51 Casi validi 51 Le azioni più diffuse nei formulari sono quelle che prevedono la realizzazione di prodotti a sostegno delle attività, presenti nel 92% dei progetti (47 su 51). Tra i prodotti realizzati si segnalano materiali promozionali (volantini, opuscoli, manifesti, cd-rom, dvd, mostre fotografiche), informativi (siti internet, newsletter, giornalini, schede su bandi, comunicati stampa, circolari, servizi televisivi), divulgativi/formativi (articoli, riviste, quaderni, dossier, dispense e materiale didattico, rapporti di ricerche, guide, bibliografie) e documentali (statuti e atti costitutivi, modulistica, banche dati, raccolte normative). Seppur in misura inferiore, spesso vengono realizzati anche strumenti specifici di supporto alle attività, come ad esempio questionari di valutazione, schede di registrazione prestiti o di rendicontazione dell’attività, relazioni sullo stato di avanzamento dei progetti, diari di bordo delle consulenze, ecc. Va precisato che si tratta in genere di prodotti strumentali alla realizzazione delle attività/servizi, da considerarsi quindi integrativi (e che tra l’altro non di rado hanno un peso relativo in termini di budget). 46 Questo dato è comunque un indicatore positivo dell’attività dei Centri, che realizzano in quasi tutti i progetti prodotti e/o strumenti, con la finalità generale di migliorare e supportare tale attività. Particolarmente diffuse sono altresì le azioni di sensibilizzazione/informazione/promozione, presenti nell’82% dei progetti (42 su 51): tra queste si segnalano iniziative volte all’orientamento al volontariato, ma soprattutto azioni informative riguardanti iniziative, bandi, leggi, ecc., diffuse in prevalenza attraverso i diversi strumenti di comunicazione a disposizione dei Centri. Al terzo posto figurano le azioni di consulenza, rilevate nel 75% dei progetti (38 su 51), seguite da attività di analisi/studio e diffusione (presenti nel 57% dei progetti). Residuali, ma pur sempre con percentuali di presenza rilevanti, sono le azioni di formazione o di apprendimento (in particolare corsi), quelle di documentazione e le collaborazioni (soprattutto di tipo informale) presenti rispettivamente in 21, 20 e 13 progetti. Si evidenzia come dato positivo la grande varietà di temi di formazione a cui diversi Centri hanno dedicato corsi o seminari (cfr. par. 5 del Cap. 2) La distribuzione delle tipologie di azioni rispecchia quella rilevata nella verifica 2004, con un lieve incremento delle attività che prevedono la realizzazione di prodotti e di quelle informative, accompagnato da una leggera flessione delle altre, in particolare delle collaborazioni. 47 3. Variazione attività e grado di realizzazione Scostamento delle azioni tra programmato e realizzato. Servizi Diretti Come rilevato dalla verifica 2004, anche nel 2005 la quantità di azioni realizzate in parte o totalmente in modo diverso o di azioni parzialmente non realizzate risulta piuttosto consistente: tali tipologie sono infatti presenti nel 63% dei progetti. È altrettanto vero che il 37% delle azioni è stato realizzato come stabilito in sede di programmazione, percentuale che risulta essere comunque rilevante. Questo dato sollecita alcune considerazioni sulla progettazione in generale. Come osservato anche in occasione della verifica 2004, è opinione ampiamente condivisa da chi opera nel campo della progettazione sociale (e dai CSV dell’Emilia-Romagna) che le modifiche in itinere di progetti siano un segnale di qualità della progettazione stessa, implicando un’attenzione al mutare dei bisogni sia delle organizzazioni a cui si rivolge, sia del contesto in cui opera (e ciò a differenza di quanto avviene in contesti di progettazione europea, ad esempio, FSE, progetti Equal, ecc.). Tuttavia, per poter attribuire un giudizio su tali dati occorrerebbe scegliere rispetto a quale paradigma assumere decisioni di tipo valutativo; “posizionarsi” tra un approccio costruttivista, che privilegia la possibilità di adattamento in itinere, ovvero, nel presente caso, che ammette la possibilità/necessità che ciò che è stabilito inizialmente sia oggetto di modifiche in funzione di ciò che avviene durante la realizzazione del progetto/servizio, oppure quello funzionalista, maggiormente attento al rispetto delle procedure, delle attività e dei costi dichiarati in sede di preventivo. In ogni caso, è opportuno analizzare di volta in volta le motivazioni riportate rispetto ai cambiamenti. Graf.2 – Confronto azioni programmate e realizzate. Val % realizzate in parte/ totalmente in modo diverso 63% tutte come programmate 37% tutte non realizzate 0% 48 Le stesse considerazioni valgono anche per le attività che non erano state programmate ma che poi, durante il 2005, sono state predisposte e realizzate. Queste sono presenti in 15 progetti su 51, ossia nel 29% dei casi e riguardano ad esempio l’organizzazione di corsi di formazione o l’erogazione di consulenze supplementari, l’aggiornamento di software, la partecipazione ad iniziative organizzate da altri soggetti o a gruppi di lavoro, l’avvio di una newsletter, ecc. Alcuni Centri hanno indicato i motivi per cui tali attività sono state realizzate anche se non previste: tra questi si segnalano lo slittamento di azioni previste per il 2004 e realizzate nel 2005 per problemi organizzativi, la sostituzione di alcune iniziative in risposta a nuove esigenze espresse dalle OdV, ma soprattutto la partecipazione ad iniziative promosse da altri soggetti e quindi svolte in collaborazione con questi. È importante infine sottolineare che in nessun caso sono state rilevate azioni totalmente non realizzate. Rispetto al dato del 63% (attività realizzate in parte o totalmente in modo diverso), si riportano le ragioni esplicitate dai CSV stessi relative agli scostamenti fra preventivo e consuntivo. Alcune azioni sono cambiate in itinere, per rispondere ad esigenze sopravvenute nel frattempo: ad esempio, è stato modificato il tema di un seminario ed è variata la tipologia di una consulenza perché rispetto al tema inizialmente previsto non erano pervenute richieste. Nel caso in cui parti di azioni non siano state realizzate, le motivazioni riportate riguardano l’individuazione di altre priorità, il venir meno della necessità o del tempo necessario per realizzare quella particolare attività; e ancora, un insufficiente numero di interessati, difficoltà logistiche, scarsità di personale o perché un’iniziativa simile veniva intanto realizzata da un’altra organizzazione. Alcune attività sono state invece rimandate al 2006: a causa della complessità del progetto (come nel caso di uno scambio con l’estero), per realizzarle in un numero maggiore di zone, per problemi organizzativi oppure a causa di fattori esterni non prevedibili. In un caso, un corso di formazione risulta non ancora terminato in quanto l’ASL ha sostenuto le spese ed ha preferito posticiparlo. Un Centro afferma simpaticamente che “non sempre si riesce a fare tutto quello che si vorrebbe”. Si segnala infine quale dato positivo l’organizzazione di un seminario aggiuntivo grazie all’alta affluenza di partecipanti. 49 4. Area geografica di intervento Presenza di attività decentrate o articolate in territori diversi rispetto al Comune sede del CSV. Servizi Diretti Il descrittore illustra il livello di decentramento dei servizi sul territorio provinciale, rilevando la presenza di almeno una azione decentrata rispetto al comune sede del CSV e quella di azioni realizzate esclusivamente nel territorio afferente alla sede. Il dato trae origine dall’analisi dei contenuti dei progetti, ed è perciò desunto dai ricercatori. Si precisa che anche i servizi erogati via internet sono stati considerati “azioni decentrate”. Graf.3 – Decentramento attività. Val % azioni decentrate 87,5% azioni solo in sede centrale 12,5% Casi validi 48 Ben l’87,5% dei progetti di servizi diretti (42 su 48 casi validi) ha previsto almeno una azione decentrata rispetto al territorio sede principale del Centro. Il dato vede un lieve incremento rispetto a quello rilevato dalla verifica 2004, dove le azioni decentrate risultavano presenti nell’80% dei formulari. 50 5. Grado di copertura OdV Rapporto tra numero delle realtà che hanno avuto accesso ai servizi e numero di organizzazioni di volontariato iscritte e non iscritte al Registro. Tipologia copertura Servizi informativi/promozionali/diffusione studi e ricerche Altri servizi diretti OdV che Totale OdV Grado di hanno avuto (universo di copertura accesso riferimento) (val. %) 3.652 3.652 100% (dati al 31/12/05) (dati al 31/12/05) 2.256 3.652 (dati al 31/12/05) (dati al 31/12/05) 61,8% L’indicatore trae le informazioni da fonti informative diverse dai formulari (preventivo/consuntivo): viene calcolato a partire dai dati forniti direttamente dai nove CSV nella scheda integrativa che è stato chiesto loro di compilare a consuntivo. Va precisato che l’universo di riferimento dell’intero territorio regionale è costituito da 3.652 OdV, delle quali il 68,5% è iscritta al Registro del volontariato (2.501 OdV), mentre il restante 31,5% non lo è (1.151). Rispetto a questo universo di riferimento, si può affermare che il grado di copertura relativo ai servizi di informazione, promozione e diffusione di studi o ricerche è per tutti i CSV pari al 100%. Infatti, attraverso vari canali informativi (newsletter, circolari, sito internet, manifesti, locandine, depliant, conferenze stampa, riviste, ecc.) i Centri aggiornano periodicamente tutte le associazioni della propria provincia rispetto alle notizie e alle novità più importanti del mondo del volontariato (ad esempio, leggi, bandi, iniziative, ecc.). Lo stesso vale per feste, mostre, manifestazioni, incontri, aperti all’intera cittadinanza. In questo senso vengono raggiunte quindi tutte le OdV dei rispettivi territori (massimo grado di copertura). Se si considera invece l’accesso agli altri servizi diretti offerti dai nove CSV, il dato relativo al grado di copertura delle organizzazioni di volontariato, iscritte e non iscritte al Registro, nei territori di competenza dei Centri, è pari al 61,8%: infatti, su 3.652 OdV, 2.256 hanno avuto accesso ai servizi. Tra queste, 1.567 risultano iscritte al Registro del volontariato (69,5%). 51 In generale, si tratta per lo più di associazioni di piccole dimensioni, la maggior parte delle quali non dispone di una sede di proprietà. L’ambito di intervento prevalente è quello socio-assistenziale o sanitario e in genere si riscontra una maggiore presenza tra i soci/volontari di persone di mezza età, anche se sono in aumento le associazioni costituite da giovani. Nel complesso, rispetto agli anni precedenti, è aumentato il numero di OdV che hanno avuto accesso ai servizi. Allo stesso tempo, è stato rilevato che le organizzazioni attive ormai da anni e quindi ben strutturate risultano maggiormente autonome; di conseguenza la maggior parte degli accessi riguarda piccole e/o “giovani” OdV.Alcuni Centri sottolineano, infine, che mentre aumenta il numero di organizzazioni di volontariato, sembra calare, nel tempo, il numero di volontari attivi. Alle 2.256 OdV vanno aggiunti ulteriori 2.817 contatti di soggetti che hanno avuto accesso ai servizi dei CSV (pari al 55,5% del totale degli accessi ai Centri): si tratta di associazioni di promozione sociale, cooperative sociali, organizzazioni non profit o for profit, Enti pubblici, ma anche singoli cittadini. Il grafico propone la scomposizione del totale degli accessi (5.073) per tipologia. Graf.4 - Accessi ai servizi dei CSV per tipologia di ‘istituzione’ –Val % Singoli cittadini 33,0% OdV 44,5% Org. for-profit 0,7% Enti pubblici 4,4% Altre org. nonprofit 4,6% Aps Coop.Soc. 10,9% 1,9% Risulta elevata la percentuale di accessi di singoli cittadini (33%), segno che i Centri si pongono nei rispettivi territori quali importanti punti di riferimento per l’intera cittadinanza e per tutti coloro che sono interessati al mondo del volontariato. Rispetto ai singoli territori provinciali, si sottolinea che la maggior parte delle associazioni di promozione sociale che accedono ai servizi sono situate nella provincia di Bologna, mentre è soprattutto la provincia di Rimini, seguita da quelle di Piacenza, Parma e Modena a vedere i più alti numeri di accesso di singole persone. Solo in alcune province, infine, sono presenti accessi da parte di cooperative sociali e altre organizzazioni non-profit o for-profit. 52 2. AMBITO : Risorse umane 6. Ore di lavoro per figura professionale Tipologia di figure professionali coinvolte nei progetti di servizi diretti e ore svolte per l’erogazione di servizi diretti. Servizi Diretti Le attività volte all’erogazione di servizi diretti alle organizzazioni di volontariato dei nove CSV hanno implicato complessivamente 77.780 ore di lavoro (per le modalità di conteggio delle ore si faccia riferimento alla premessa dell’impianto). Su 12 mesi si possono conteggiare quasi 6.500 ore di lavoro al mese, con una media di 1.525 ore a progetto. Tab.1 – Ore impiegate per figura professionale. V.A., % e media. Casi Tipologia figura validi 51 51 51 51 49 51 1. responsabile/operatore d’area 2. formatori/docenti/relatori/tutor 3. consulenti (avvocato,commercialista…) 4. ricercatori 5. altro specialista* 6. altro non specialista** Totale ore Totale ore val. % media 64.544 3.927 83,0 5,0 1.266 77 114 5.823 695 2.421 370 77.780 7,5 0,9 3,1 0,5 100 14 49 7 1.525 Graf. 5 – Ore impiegate per figura professionale. Val % consulenti 7,5% formatori, docenti, relatori, tutor 5% ricercatori 1% altro specialista* 3% altro non specialista** 0,5% responsabile/ operatore d'area 83% *altro specialista: progettisti, esperti in area comunicazione, qualità, informatica, addetti stampa, programmatori, animatori, scrittori, attori, musicisti, organizzatori di eventi, ecc. 53 Le figure professionali maggiormente presenti in termini di ore di lavoro all’interno dei progetti analizzati sono quelle dei responsabili d’area e/o degli operatori d’area (professionisti che svolgono funzioni di tipo tecnico-operativo), che coprono l’83% del monte ore complessivo per la realizzazione dei progetti di servizi diretti, ed impiegati in media 1.266 ore a progetto. Anche la figura del consulente (avvocato, commercialista, esperto in scienze sociali, giornalista, consulente organizzativo, ecc.), seppur in misura inferiore, è piuttosto diffusa: copre infatti il 7,5% del monte ore per la realizzazione dei progetti di servizi diretti, con una media di 114 ore di lavoro a progetto. Discretamente impiegate sono altresì le figure dei formatori, docenti, tutor o relatori e quelle di altri specialisti (*), le quali coprono rispettivamente il 5% e il 3% del monte ore. Meno impiegata risulta essere invece la figura del ricercatore. Si segnala che, per quei pochi CSV che hanno indicato a consuntivo il monte ore settimanale invece di quello annuale, come richiesto, i conteggi sono stati effettuati dal ricercatore, considerando 48 settimane lavorative all’anno. 54 7. Personale retribuito con rapporto di lavoro a carattere continuativo Numero dipendenti e altri collaboratori con rapporto di lavoro a carattere continuativo*. Dipendenti* Numero personale retribuito con rapporto di lavoro a carattere continuativo* 55 Altri collaboratori ** 67 Totale 122 *Si intende il personale retribuito in rapporto costante con il CSV, a prescindere dalla natura giuridica del rapporto. Dall’indicatore è escluso il personale retribuito impegnato in progetti a supporto, ovvero lavoratori temporaneamente impegnati nel/dal CSV. ** Altre tipologie professionisti. contrattuali: Collaboratori a progetto, occasionali, Liberi Il descrittore trae le informazioni da fonti informative diverse dai formulari (preventivo/consuntivo): viene calcolato a partire dai dati forniti direttamente dai nove CSV nella scheda integrativa che è stato chiesto loro di compilare a consuntivo. Rispetto al 2004, il numero di dipendenti è aumentato di 10 unità, mentre quello di altri collaboratori è rimasto invariato. In media si hanno 6 dipendenti per CSV, ossia il 45% del personale retribuito con rapporto di lavoro a carattere continuativo. Complessivamente, sulla base dei dati forniti dai CSV stessi, i dipendenti svolgono un totale di 83.633 ore di lavoro all’anno. Va precisato che le ore svolte dai soli dipendenti (83.633) sono maggiori rispetto a quelle calcolate per l’erogazione di servizi diretti (77.780 ore di lavoro – cfr descrittore n°6), relative ai dipendenti più collaboratori. Ciò si spiega con il fatto che parte del monte ore dei dipendenti non è impegnato in attività di servizi diretti (es.: sportello, direzione, ecc.). Le ore svolte dai dipendenti superano le 10.000 all’anno nelle Rimini, Modena, Ravenna e Forlì-Cesena, raggiungendo il picco Bologna. Anche nei Centri di Parma e Ferrara il monte ore rispettivamente 8.580 e 6.275, lievemente inferiore a Piacenza infine piuttosto limitato a Reggio-Emilia (1.728). province di di 16.123 a è cospicuo, (4.459), ed 55 8. Ore dedicate dai volontari in attività statutarie Assemblea Consiglio direttivo Impegno orario dei volontari negli organi sociali. Ore offerte dai volontari impegnati negli organi sociali 1.923 Val.% 17,0 2.178 19,2 42 0,4 Presidente 4.458 39,4 Vice presidente 1.463 12,9 Tesoriere 340 3,0 Collegio dei sindaci 364 3,2 Garanti o probiviri 10 0,1 538 4,8 11.316 100 Giunta esecutiva Commissioni e gruppi di lavoro Totale ore Il descrittore trae le informazioni da fonti informative diverse dai formulari (preventivo/consuntivo): viene calcolato a partire dai dati forniti direttamente dai nove CSV nella scheda integrativa che è stato chiesto loro di compilare a consuntivo. Riporta un aspetto dell’importante apporto dei volontari nei CSV, indicando le ore dedicate da questi nelle attività statutarie del Centri. Nel 2005 le ore dedicate dai volontari in attività fortemente legate al governo e al controllo dei CSV sono oltre 11.300, dato lievemente inferiore a quello rilevato nel 2004. La maggior parte è attribuibile alla carica di Presidente (quasi il 40% sul totale), ma non sono trascurabili neanche le ore impiegate nel consiglio direttivo, nell’assemblea o quelle attribuibili alla carica di vicepresidente. La media di ore offerte per ogni CSV è pari a 1257 ore/anno. 56 3. AMBITO : Spese di erogazione servizi 9. Distribuzione della spesa e incidenza voci di costo Articolazione delle voci di costo a preventivo e a consuntivo e composizione del budget. Servizi Diretti Totale Preventivo Totale Consuntivo v.a in euro % v.a in euro % attrezzature 26.240,00 1,28% 20.279,92 1,09% costi di gestione 29.045,00 1,42% 16.721,10 0,89% coordinamento 466.730,21 22,75% 445.611,88 23,85% segreteria di settore 73.915,00 3,60% 77.745,73 4,16% formazione personale 7.200,00 0,35% 500,00 0,03% rimborsi spesa 16.630,00 0,81% 9.751,84 0,52% documentazione settore 4.750,00 0,23% 3.927,72 0,21% progettazione/valutazione 15.750,00 0,77% 28.865,30 1,54% altre attività di supporto 26.721,50 1,30% 31.851,46 1,70% materie prime 130.707,00 6,37% 115.185,05 6,17% servizi 762.567,80 37,18% 673.793,49 36,06% godimento beni da terzi 79.472,00 3,87% 75.141,88 4,02% personale 411.466,00 20,06% 368.959,97 19,75% 2.051.194,51 100,0 SETTORE AZIONI ORGANIZZAZIONE DEL voci del budget totale 1.868.335,34 100,00 Il descrittore permette l’analisi delle singole voci di costo indicate a preventivo e a consuntivo, riportando sia il valore assoluto che la percentuale di incidenza della singola voce sul costo totale a preventivo e a consuntivo. La maggior parte delle risorse utilizzate per i servizi diretti viene spesa per costi relativi alle voci di budget “servizi”, “coordinamento” e “personale”, con una percentuale a consuntivo rispettivamente del 36,06%, 23,85% e 19,75%. Il costo del personale attivo sulle singole azioni è in media di oltre 7.200 € a progetto, mentre il costo attribuito alla voce “coordinamento” risulta essere in media di 8.738 € a progetto. In media, rispetto alla voce “servizi”, vengono spesi 13.211,64 € a progetto. Si rileva inoltre che è la macrovoce “azioni” ad incidere maggiormente sui costi sostenuti, essendo pari al 66% delle spese consuntivate (1.233.080,3 €), seguita dalle spese per l’organizzazione del settore (598.253,93 €), pari al 32% del57 totale. Graf.6 – Voci di costo: confronto preventivo consuntivo. V.a. (€) preventivo consuntivo personale godimento beni da terzi servizi materie prime altre attività di supporto progettazione/valutazione documentazione rimborsi spesa formazione personale segreteria coordinamento costi di gestione attrezzature 0,00 200.000,00 400.000,00 600.000,00 800.000,00 Il grafico consente di visualizzare il dato precedentemente descritto. Complessivamente vengono spesi 673.793,49 € per l’erogazione di servizi, 445.611,88 € per le attività di coordinamento e 368.959,97 € per il personale del Centro, con lievi differenze tra preventivo e consuntivo (in genere risulta maggiore il preventivo rispetto a quanto poi speso), ad esclusione della voce “servizi” e “personale” in cui tale differenza è maggiormente rilevante. Considerevoli risultano essere anche le risorse utilizzate per l’acquisto di “materie prime” (115.185,05 €), distribuite in media per 2.258,5 € a progetto, seguite da quelle indicate alla voce “segreteria di settore” e “godimento beni da terzi”, pari rispettivamente a 77.745,73 € e 75.141,88 €. 58 Cap. 3 Alcune riflessioni conclusive Dall’analisi dei progetti di servizi diretti e dai dati emersi attraverso il sistema di verifica si possono proporre alcune riflessioni di sintesi sulle caratteristiche dei nove Centri di servizio dell’Emilia-Romagna, del loro “modo di essere al servizio” del volontariato locale. Si ripresentano quindi sinteticamente alcuni dei dati rintracciabili nel rapporto al fine di evidenziare elementi conoscitivi, punti di forza ed eventuali criticità di queste organizzazioni. Innanzitutto si vuole evidenziare come i CSV non abbiano utilizzato appieno l’opportunità di programmare le attività relative ai servizi diretti (ormai praticamente “a regime”) in un biennio (2005-2006), così come per la prima volta deliberato dal Co.Ge nel 2004, ma abbiano preferito presentare progetti di servizi diretti solo per il 2005, rimandando ad un altro momento progettuale le attività per il 2006. Solo il CSV di Rimini ha colto i vantaggi potenziali di una programmazione biennale, rendendosi quindi disponibile a scorporare le proprie attività a fine 2005 per rendere possibile la verifica complessiva su tutti i Centri. A prescindere da scelte strategiche di programmazione, un dato positivo riguarda il grado di copertura delle OdV servite: quasi il 62% delle OdV iscritte e non iscritte al registro ha avuto accesso ai servizi dei nove CSV (o in seguito ad una esplicita richiesta dell’OdV o perché "raggiunta" dal Centro stesso). Va ricordato inoltre che non sono solo OdV a fruire dei servizi offerti dai Centri. Si segnala in particolare un 33% di accessi che riguarda singoli cittadini e un 4,4% Enti pubblici. L’analisi dei consuntivi dei progetti di servizi diretti (costo a consuntivo 1.868.335 euro) mostra che le attività concretamente erogate sono volte (in ordine di maggior frequenza): - a fornire informazioni, a sensibilizzare/promuovere il volontariato (presenti, come attività, in 8 progetti su 10); - ad offrire servizi ed attività di consulenza (presenti in oltre 7 progetti su 10); - a realizzare studi e ricerche (presenti in più della metà dei progetti); - a proporre iniziative di formazione e apprendimento, con qualificazione degli aderenti alle OdV o di destinatari appartenenti al “mondo del volontariato”; - ad offrire documentazione e dati sul mondo del volontariato. Tutto questo viene supportato da azioni che realizzano prodotti (informativi, promozionali, ecc.) a sostegno delle attività (presenti in 9 progetti su 10). Alcune ulteriori riflessioni discendono dall’analisi del contesto in cui vengono realizzate tali attività, se nel comune sede del Centro (o nei Comuni, nel caso di Forlì-Cesena) o in altro comune non capoluogo. I dati mostrano che oltre 8 progetti su 10 prevedono di realizzare almeno una azione a livello decentrato: la sede di un Centro non è l’unico punto di erogazione 59 di servizi sul territorio e sussiste una grande attenzione da parte dei CSV al "decentramento" delle proprie attività. Ciò implica una attenzione notevole alle dinamiche territoriali e comunitarie, spesso complesse e multiformi, nelle quali agisce il volontariato, ma implica anche un consistente investimento in termini organizzativi e di risorse umane. A questo proposito si ricordano le oltre 77.000 ore di lavoro impiegate per la realizzazione di servizi diretti durante il 2005, con 122 persone retribuite con rapporto di lavoro a carattere continuativo nonché le oltre 11.000 ore offerte dai volontari impegnati nelle attività connesse al governo e controllo dei CSV (Consiglio Direttivo, Collegio dei Sindaci, ecc.). Infine, la verifica svolta sui servizi diretti per il 2005 ha approfondito e reso conto in apposite schede come si caratterizzano alcune attività e servizi erogati. Le attività volte a fornire informazioni, a sensibilizzare/promuovere il volontariato risultano essere strumentali a mantenere la comunicazione tra CSV e OdV e a supportare le stesse associazioni nelle proprie azioni di informazione e promozione, aiutandole anche a migliorare gli strumenti a loro disposizione (ad es. supportandole nella realizzazione di prodotti cartacei ed informatici). Vengono realizzate riviste, periodici, newsletter, rassegne stampa, circolari, siti internet, inserti nei periodici e quotidiani locali, pubblicazioni tematiche, trasmissioni radiofoniche, seminari ed incontri sul territorio. In generale, l’attività di informazione riveste una notevole importanza anche per il reclutamento dei volontari e per la funzione di autopromozione degli stessi CSV. Gli strumenti e le attività di “promozione” hanno una valenza ampia e trasversale alle molteplici attività dei Centri di Servizio e sono finalizzate a stimolare l’incontro tra il mondo del volontariato e la cittadinanza. Vengono organizzate feste del volontariato, mostre fotografiche sul volontariato, campagne di comunicazione, rassegne cinematografiche, convegni di promozione e di riflessione del/sul volontariato, seminari tematici, servizi di consulenza quali ad esempio sportelli di orientamento al volontariato, percorsi formativi di accesso al volontariato. Le attività volte ad offrire servizi ed attività di consulenza supportano, qualificano e accompagnano le associazioni di volontariato nell’acquisizione di strumenti e competenze utili alla gestione delle specifiche e molteplici problematiche relative la vita e la crescita delle associazioni stesse. In questo caso tutti i CSV svolgono consulenza giuridico-fiscale, amministrativa e fiscale, assicurativa e del lavoro; alcuni CSV erogano anche servizi consulenziali riferiti al "saper progettare", nonché un supporto nella preparazione di elaborati grafico/comunicativi efficaci (consulenza grafica), consulenza su people e fund raising, consulenza informatica (per offrire la possibilità alle associazioni di mettere on line un proprio sito). 60 Le attività volte a realizzare studi e ricerche si focalizzano sull’analisi delle caratteristiche del volontariato locale o su tematiche specifiche del mondo del volontariato, ma si realizzano anche ricerche quali mappatura della comunicazione sociale (soggetti, pratiche, testate), analisi sui fabbisogni formativi dei volontari, ricerca su buone prassi di sviluppo, ricerche sull’atteggiamento della stampa locale su diversi ambiti del terzo settore (ambiente, immigrazione, disabilità, nomadi, ecc.). Le attività volte a proporre iniziative di formazione e apprendimento, con qualificazione degli aderenti alle OdV o di destinatari appartenenti al “mondo del volontariato” vengono articolate in almeno tre tipologie di offerta: seminari, laboratori, corsi. Vengono proposti percorsi in area amministrativo-legale, organizzativo-gestionale (anche sotto l’aspetto progettuale, promozionale e di ricerca finanziamenti), comunicazione-relazione (si segnalano anche esperienze formative sulle tematiche della partecipazione), informatico-multimediale e tematico (specifico di uno/più settori di attività delle OdV). Diverse risultano poi essere le metodologie formative impiegate: laboratori esperienziali, con simulazioni e lavoro di gruppo, lezioni frontali, esercitazioni, studi di caso, laboratori di informatica, testimonianze, ecc. In molti casi si rileva una grande attenzione e sforzo al decentramento e all’adeguamento dell’offerta alle specificità dei singoli territori. Le attività volte ad offrire documentazione sono realizzate per offrire un adeguato sostegno alle OdV nell’accrescere la propria capacità di raccogliere, elaborare e produrre “saperi”, valorizzare le esperienze del volontariato locale e le attività del CSV, produrre documentazione specifica per il volontariato (si segnala ad esempio la documentazione prodotta sul tema della partecipazione ai Piani di Zona, sulle “buone pratiche” del mondo del sociale, con cui confrontarsi e da cui attingere spunti e idee). Vengono quindi create o messe a punto banche dati delle OdV, guide all’associazionismo provinciale, ma anche messi a disposizione spazi quali biblioteche ed emeroteche, centri di documentazione, con la possibilità di consultazione e prestito e richiesta di ricerche bibliografiche ad hoc su argomenti specifici. Il quadro complessivo che emerge dalla verifica sui servizi diretti per l’anno 2005 ripropone alcuni punti di forza dei Centri di servizio emiliano-romagnoli. Una capacità indiscussa di articolare un’offerta di servizi, competenze, opportunità per le Organizzazioni locali di volontariato che risponde ad esigenze estremamente diversificate. Sembra tuttavia utile anche evidenziare altri elementi, non tanto con intenti critici, ma nella speranza di poter dare un contributo in quanto "osservatori esterni" che da diverso tempo cercano di studiare con attenzione queste realtà estremamente complesse. È proprio la complessità di queste organizzazioni (i CSV) che può suscitare alcune perplessità: è vero che per rispondere ai bisogni di un target così particolare (le 61 OdV) occorre articolare l’offerta, ma è altrettanto vero che, dalla lettura dei formulari, non si può negare una pletoricità e non di rado una ridondanza di azioni ed interventi. Talvolta, è particolarmente difficile delineare specificità e differenze fra una area di servizio e l’altra. Promuovere il volontariato implica necessariamente una serie di azioni articolate, che si intersecano e connettono, ma è anche vero che spesso queste azioni finiscono per configurarsi prevalentemente in attività di consulenza, formazione ed informazione (non a caso, come si è visto dalle schede analitiche, sono queste le attività più "corpose" ed, in qualche modo, dai confini maggiormente definiti). È una questione che riguarda il "modo di progettare" o di "rendere la progettazione" entro gli schemi del formulario (già oggetto di riflessioni e revisioni), oppure è una questione culturale e sostanziale che, sempre secondo chi scrive, va un po’ riportata all’attenzione e alla discussione comune? Non si vuole certo indicare una via di semplificazione acritica, perché si riconosce ai centri la difficoltà del lavoro che svolgono ed insieme il percorso culturale ed organizzativo maturato in questi anni. Tuttavia, si vuole sottolineare il rischio di eccessiva complessità organizzativa e di scarsa confrontabilità tra le prestazioni dei Centri. 62 Allegato 1 L’impianto della verifica 2005 Il rapporto presenta i risultati relativi all’attività di analisi e verifica delle attività dei CSV emiliano-romagnoli per l’anno 2005 relativamente ai SERVIZI DIRETTI ALLE ODV. Come noto il sistema di verifica si basa sul confronto tra quanto preventivato e consuntivato nei progetti di servizi diretti, attraverso l’utilizzo di un data base appositamente predisposto. Le informazioni vengono poi presentate sotto forma di "descrittori di verifica", ovvero informazioni articolate e complesse relative ad uno specifico aspetto di verifica indagato. Pur rimanendo “il formulario” di presentazione dei progetti il nucleo principale attorno al quale viene costruito il sistema di verifica, alcuni descrittori vengono elaborati a partire da “dati esterni”, forniti direttamente dai CSV. Lo schema seguente sintetizza il processo di elaborazione dei nove descrittori messi a punto per il 2005. BASE DATI 1) “FORMULARI” Co.Ge del “Piano di ripartizione del Fondo speciale per il volontariato” (SCHEDE B1) Si analizzano i PROGETTI con i quali i CSV forniscono servizi alle OdV I progetti sono ammessi al finanziamento dal Co.Ge “Piano di programmazione” PREVENTIVO “Relazione sulle attività svolte” CONSUNTIVO 2) DATI “ESTERNI” direttamente dai Centri Progetti di servizi diretti alle OdV Aree di servizio indicate dalla normativa (DM 8.10.97 e l.r. 36/97): Formazione, Consulenza, Informazione, Promozione, Documentazione e Ricerca “intrecciate” in progetti DATA BASE forniti AMBITI DI ANALISI: 1) Attività/servizi 2) Risorse umane 9 DESCRITTORI 3) Spese di erogazione servizi 63 Impianto di verifica per il 2005 L’impianto messo a punto per la verifica sviluppa l’azione valutativa al termine delle attività programmate (valutazione ex post), descrivendo le caratteristiche dei servizi offerti dai CSV e proponendo, in esito, analisi di tipo analitico-descrittivo. La verifica realizzata sull’anno 2005 si riferisce ai servizi diretti alle organizzazioni di volontariato. AMBITO: Attività/servizi 1. Progetti approvati e realizzati: numero di progetti di servizi diretti approvati e realizzati 2. Articolazione e frequenza attività: tipologia di attività realizzate durante l’erogazione di servizi diretti. Distribuzione rispetto a tutte le azioni rilevate (frequenza attività). La molteplicità di azioni realizzate è stata ricondotta a sette categorie: 1. Consulenza (organizzativa, progettuale – supervisione o accompagnamento su progetti –, comunicazione e grafica, informatica, su organizzazione eventi, su formazione, documentazione, qualità e bilancio sociale; consulenza giuridica, amministrativa, fiscale, previdenziale, assicurativa) 2. Formazione/apprendimento (corsi, moduli formativi, tirocini, stage, ecc.) 3. Analisi/studio/diffusione (giornate studio, incontri, mostre, feste, rassegne, convegni e seminari, tavoli o gruppi di lavoro, ricerca – non documentaristica ma su oggetti specifici, ad esempio giovani, volontariato, ecc.-) 4. Collaborazioni (visite e contatti, collaborazioni formalizzate attraverso protocolli di intesa, convenzioni, ecc. fra soggetti pubblici, privati) 5. Azioni che prevedono la realizzazione prodotti a sostegno delle attività (pubblicazioni, cd-rom, riviste, guide, dispense, produzione strumenti specifici per l’attività come ad esempio schede di rilevazione, di valutazione, tematiche, ecc.) 6. Sensibilizzazione/informazione/promozione (informazione via web - internet, news letter-, informazione cartacea - periodici, circolari, spedizioni postali di materiale informativo-, ufficio stampa, rapporti con i media, promozione - campagne per ricerca volontari-, sensibilizzazione al volontariato - o su alcune tematiche delle Odv- , campagne informative, creazione banche dati on line 7. Documentazione (raccolta e sistematizzazione dati e/o documenti, rassegna stampa e ricerche documentalistiche/bibliografiche, consultazione: biblioteca, emeroteca, materiali grigi) 3. Variazione attività e grado di realizzazione: scostamento delle azioni tra “programmato e realizzato”. Riporta in forma percentuale quante azioni sono state realizzate così come programmate, quante azioni sono state realizzate in parte o totalmente in modo diverso (o in parte non realizzate), quante azioni non sono state realizzate, e, infine, quante azioni non sono state programmate ma poi, durante l’anno, sono state predisposte e realizzate. 4. Area geografica di intervento: Presenza di almeno una attività decentrata o articolata in territori diversi rispetto al Comune sede del CSV. Il dato trae origine 64 dall’analisi dei contenuti dei progetti; si tratta perciò di un dato desunto dai ricercatori, in quanto non esplicitamente richiesto nella compilazione del formulario. Per l’elaborazione viene imputato il decentramento quando è prevista almeno una azione decentrata nel progetto analizzato. 5. Grado di copertura OdV: L’indicatore trae le informazioni da fonti informative diverse dai formulari (preventivo/consuntivo). Viene calcolato a partire dai dati forniti direttamente dai Centri. Indica quante OdV sono state servite durante l’anno rispetto “all’universo di riferimento” e viene calcolato dividendo il numero delle realtà che hanno avuto accesso ai servizi (dati al 31-12-2005) con il numero di organizzazioni di volontariato iscritte e non iscritte al Registro (dati al 31-12-2005). AMBITO: Risorse umane 6. Ore di lavoro per figura professionale: Il descrittore illustra le diverse tipologie di figure professionali coinvolte nei progetti di servizi diretti, analizzando le ore effettivamente svolte da ogni figura sia in media che in totale. Si evidenzia che per il calcolo sono state utilizzate le tabelle relative alla risorse umane del formulario consuntivo, ove vengono riportate le tipologie contrattuali ed il monte ore svolto. In particolare le ore svolte dai collaboratori a progetto non possono che essere una stima da parte dei Centri. 7. Personale retribuito con rapporto di lavoro a carattere continuativo: L’indicatore trae le informazioni da fonti informative diverse dai formulari (preventivo/consuntivo). Viene calcolato a partire dai dati forniti direttamente dai Centri. Indica il numero di persone fisiche retribuite in un anno dal Centro (dipendenti e altri collaboratori). 8. Ore dedicate dai volontari in attività statutarie: Il descrittore trae le informazioni da fonti informative diverse dai formulari (preventivo/consuntivo). Viene calcolato a partire dai dati forniti direttamente dai Centri. Riporta un aspetto dell’importante apporto dei volontari nei CSV, indicando le ore dedicate da questi nelle attività statutarie dei Centri (impegno orario negli organi sociali). AMBITO: Spese di erogazione servizi 9. Distribuzione della spesa e incidenza voci di costo: analisi delle singole voci di costo indicate a preventivo e a consuntivo. Riporta sia il valore assoluto che la percentuale di incidenza della singola voce sul costo totale preventivato e dichiarato a consuntivo. Viene elaborato in forma aggregata e disgiunta per tipologia di servizio (diretto e a supporto). 65 AZIONI VALUTATIVE SULLE ATTIVITÀ DEI CENTRI DI SERVIZIO PER IL VOLONTARIATO: VERIFICA E MONITORAGGIO Piano di ripartizione 2005-2006 PARTE II LA PROGRAMMAZIONE PARTECIPATA 66 Cap. 1 La programmazione partecipata 1. Premessa Il lavoro di seguito presentato è il frutto dell’analisi dei formulari pervenuti al Co.Ge in occasione della prima scadenza del Piano ripartizione14 del Fondo Speciale per il volontariato – Biennio 2005-2006 – SCHEDA A1, punti 2), 3) per quanto attiene alla programmazione partecipata. Secondo una delle indicazioni fornite dal Co.Ge, infatti, “la programmazione dei Centri di servizio deve essere caratterizzata da un metodo di tipo partecipativo che renda evidente la capacità dei Centri di servizio di raccordarsi con il territorio, di recepire le istanze ed i bisogni che questo esprime …”15. I Centri inoltre, nel realizzare la programmazione partecipata, sono chiamati a seguire uno specifico schema di riferimento (quattro momenti della programmazione partecipata) nel quale ricondurre, tramite formulario, le proprie proposte di servizi diretti ed a supporto da erogare alle Odv. Come noto, i quattro momenti sono così definiti: momento informativo (attivazione dei canali di comunicazione e di informazione diffusa); momento di confronto (costruzione di rapporti finalizzati alla condivisione delle analisi e delle linee strategiche della programmazione del volontariato con gli altri attori sociali del territorio); momento progettuale (attivazione di processi di partecipazione a tutte le fasi della progettazione da parte delle OdV del territorio e delle loro forme di coordinamento o rappresentanza); momento decisionale (costruzione di strategie di ampliamento del coinvolgimento del volontariato). In questa sede si analizzano e si riportano – in maniera schematica – le regole, le modalità e gli strumenti utilizzati dai CSV. Le informazioni raccolte sono state organizzate nel modo seguente: - Riquadro 1: analisi delle modalità di coinvolgimento adottate, avendo cura di specificare chi fa esplicito riferimento ai quattro momenti indicati dal Co.Ge o ad altre modalità, nonchè le azioni/attività continuative– cioè effettuate dai CSV durante tutto l’anno; - Riquadro 2: soggetti coinvolti nella programmazione partecipata - Riquadro 3: contenuti esplicitati nel momento di confronto e nel momento progettuale (analisi dei bisogni, raccolta di idee progettuali, ecc.) Infine, si propone una sintesi ed un tentativo di schematizzazione del modo di intendere e praticare la programmazione. 14 15 Approvato dal Comitato di Gestione nella seduta del 6 ottobre 2004 vedi sopra 67 2. La programmazione partecipata: il metodo adottato dai CSV Riquadro 1. Modalità di coinvolgimento adottate Innanzitutto ogni CSV articola le proprie offerte di servizi attraverso specifiche modalità di coinvolgimento formalizzate. Accanto a questi momenti, più intensi in occasione della programmazione, si affiancano le impressioni, gli scambi, i feedback derivanti dalle attività del CSV, i contatti con stakeholder, le tante diverse occasioni, meno strutturate, generate quotidianamente nell’erogazione dei servizi o nello sviluppo dei progetti. In secondo luogo, non tutti i CSV articolano il proprio modo di interpretare la programmazione partecipata nei quattro momenti individuati: informativo, di confronto, progettuale e decisionale. Inoltre, chi riporta il proprio modello di progettazione partecipata seguendo i quattro momenti, li interpreta diversamente, anche se, in ogni caso, viene seguita una logica di coerenza, come ad esempio tra modalità di coinvolgimento adottate e strumenti utilizzati. I CSV che articolano la programmazione partecipata nei quattro momenti individuati Modena; Parma; Ravenna; Rimini Attività continuativa: Rilevazione in itinere dei bisogni tramite l’équipe degli operatori. Momento informativo: comunicazione a tutte le associazioni contenente le indicazioni del Piano di Ripartizione 2005-2006, in alcuni casi incontri ad hoc con le associazioni oppure approfondimento informativo durante gli incontri svolti in fase di rilevamento del bisogno. Si segnala il CSV di Modena che, per facilitare la comprensione del Piano e la partecipazione ai progetti, ha istituito un apposito “ufficio progetti”. Momento di confronto: Incontri con associazioni ed altri soggetti: enti locali – per es. assessorati provinciali alle politiche sociali-; consulte/coordinamenti, Comitato Paritetico Provinciale Volontariato, Forum provinciale del Terzo Settore; presidenti/segretari generali delle Fondazioni bancarie della provincia; alcuni componenti del Comitato di Gestione. Si segnala il CSV di Rimini che svolge, in questo momento del processo di programmazione, un ciclo di Forum: 10 gruppi permanenti che coinvolgono i 2/3 delle associazioni provinciali, che svolgono attività nello stesso settore di intervento e che vengono costantemente supportati dal CSV. 68 Momento progettuale: esso prevede diverse fasi/articolazioni. - Incontri di progettazione con le organizzazioni di volontariato, organizzati in “Gruppi di progetto” dal CSV di Modena; costituzione di un “gruppo di progetto” (costituito da Presidente, Consigliere con delega amministrativa, Direttore e Responsabile dell’area della progettualità sociale) che lavora anche a partire dagli esiti di riunioni e contatti con le associazioni, come nel caso del CSV di Ravenna. - Elaborazione/stesura dei progetti svolta (tendenzialmente) dal CSV (responsabili d’area, responsabile dell’area progettazione sociale e Direttore…) - Momenti specifici di alcuni centri, ad esempio il CSV di Modena istituisce anche la Commissione del Consiglio sulla progettazione che elabora la proposta di progettazione finale; quello di Parma porta il risultato della progettazione alla discussione del Consiglio Direttivo; sempre il CSV di Parma, all’interno del momento progettuale, organizza diverse attività volte alla comprensione dei bisogni: analisi risultati di ricerche direttamente realizzate, analisi dei documenti di Piani di Zona, incontri tematici e territoriali, interviste a singole associazioni, assemblee Momento decisionale: esso prevede diverse azioni volte ad ampliare il coinvolgimento del volontariato e diversi modi di approvazione della programmazione. In particolare: - Rimini: presentazione all’Assemblea del Volontariato Provinciale, organismo formato da 75 associazioni della provincia per rappresentare le esigenze del mondo del volontariato in tutte quelle sedi, istituzionali e pubbliche, dove si decidono le politiche sociali. - Modena: approvazione dell’assemblea dell’Associazione Servizi Volontariato Modena, a cui erano state invitate, però, tutte le organizzazioni di volontariato del territorio provinciale. - Parma: condivisione, discussione, validazione con i soggetti coinvolti in fase progettuale; approvazione della programmazione da parte del Comitato Esecutivo e approvazione dell’assemblea dei soci. - Ravenna: momento di confronto “trasversale” ai quattro individuati, ovvero non necessariamente a chiusura del processo di programmazione partecipata. Vengono segnalate, tra altre, le seguenti attività: approvazione delle tappe del percorso progettuale da parte della Assemblea generale di tutte le associazioni di volontariato della provincia; definizione dei criteri per la selezione delle idee progettuali e selezione definitiva dei progetti di rete e progetti di sviluppo da parte del Consiglio Direttivo. Infine, approvazione della Programmazione da parte dell’Assemblea dei soci. I CSV che non articolano la programmazione partecipata nei quattro momenti individuati Bologna; Ferrara; Forlì-Cesena; Piacenza; Reggio Emilia Attività continuativa/comune: - Rilevazione in itinere dei bisogni tramite i responsabili di settore, l’équipe degli 69 operatori o lo staff operativo; - Utilizzo di Questionari di rilevazione bisogni o schede di rilevazione delle esigenze delle OdV inerenti ai servizi diretti; Attività specifiche per la programmazione partecipata: - Incontri/assemblee con le OdV: in sede distrettuale oppure decentrati sul territorio o nelle zone degli sportelli e delle sedi; incontri tematici-settoriali; incontri di progetto. Il CSV di Piacenza organizza inoltre incontri bimestrali con le OdV e gli enti locali per monitorare con regolarità la situazione ed eventualmente correggere le linee programmatiche pensate. Si segnala il CSV di Bologna che svolge anche attività tipicamente attribuibili al momento informativo, in quanto realizza la diffusione del Piano di Ripartizione tramite la newsletter e sito internet (e, successivamente, pubblica sul sito i servizi proposti per l’anno 2005), effettua, insieme ad una analisi dei bisogni da parte dello staff operativo, un confronto degli esiti di ricerche tematiche portate avanti rispetto ai nodi critici che caratterizzano il Volontariato bolognese. Realizza poi incontri con le OdV per la verifica della coerenza della proposta di programmazione. Il CSV di Reggio Emilia svolge attività tipicamente attribuibili al momento di confronto realizzando incontri con gli assessori alle politiche sociali dei Comuni capo distretto e con la Provincia di Reggio Emilia al fine di presentare la metodologia di programmazione del Centro, nonché le linee prioritarie d’azione. Riquadro 2 I principali soggetti coinvolti e l’integrazione con le politiche locali Organizzazioni di volontariato Consulte/Coordinamenti, Comitato Paritetico Provinciale Volontariato, Forum provinciale del Terzo Settore, ecc. Assessori Comuni e Provincia Azienda USL Fondazioni bancarie della Provincia Aps/realtà ecclesiali/cooperative sociali In generale, si registrano numerosi tentativi di raggiungere tutte le associazioni potenzialmente interessate sul territorio, questo in particolar modo quando si tratta di informare rispetto alle scadenze del Piano di Ripartizione e di rilevare i bisogni attraverso la spedizione di appositi questionari. 70 Il momento di confronto presuppone il coinvolgimento anche di organizzazioni di rappresentanza del volontariato, di consulte, di associazioni di secondo livello. Appare invece maggiore e più concentrata l’azione con le associazioni aderenti al CSV nei momenti decisionali-assembleari. Praticamente tutti i CSV sviluppano il processo di programmazione partecipata avendo ben presente la necessaria connessione con le politiche locali (dei servizi sociali, sanitari, ecc.). Si richiamano alcune attività volte a tale collegamento e realizzate con la seconda categoria di soggetti sopra riportata: - incontri con gli amministratori locali per il confronto sugli indirizzi delle politiche sociali e di sviluppo del volontariato (ad esempio CSV di Modena, Rimini, Piacenza, Reggio Emilia, Parma e Ferrara); - collegamento ad altri documenti di programmazione, in particolare ai Piani Sociali di Zona (ad esempio CSV di Bologna, Parma e Ravenna. In questo secondo caso il Consiglio Direttivo ha definito, tra gli altri, il criterio di interazione con i Piani sociali di zona e i Piani per la salute per la selezione delle idee progettuali pervenute) Riquadro 3 Contenuti esplicitati nel momento di confronto e progettazione Informazioni raccolte ai fini della progettazione 2005/2006 - I bisogni: tutti i CSV rilevano problematicità e punti di forza del volontariato/del territorio. - Suggerimenti/idee progettuali e di servizio, proposte di progetti delle associazioni, sono informazioni raccolte da tutti i CSV, anche se alcuni dedicano specifiche attività e momenti mentre altri utilizzano i momenti dedicati all’analisi dei bisogni per raccogliere anche suggerimenti ed idee. - Modalità d’intervento e articolazione dei servizi: informazioni raccolte soprattutto dal confronto con le Istituzioni. Ad esempio il CSV di Rimini ha svolto numerosi incontri fra i propri funzionari e referenti dei comuni capo distretto, l’az. Usl e la Provincia. Analogamente il CSV di Ferrara realizza incontri tra OdV e tali soggetti per potersi confrontare sugli indirizzi delle politiche sociali ed ipotizzare una serie di azioni indirizzate verso un unico obiettivo; il CSV di Modena organizza incontri similari per confronto sul welfare locale e sulle politiche di sviluppo del volontariato. Infine il CSV di Bologna organizza incontri con le OdV per la verifica della coerenza della proposta di programmazione. Si segnala il CSV di Parma che, per la progettazione 2005/2006, oltre a disporre di 71 informazioni quali quelle appena riportate, utilizza e valorizza una serie di informazioni tratte da ricerche, tra cui: caratteristiche delle OdV del territorio; motivi che hanno condotto le Odv ed i gruppi volontari censiti alla cessazione delle loro attività, esigenze e caratteri distintivi per favorire l’ingresso di forze nuove all’interno del volontariato, efficacia dell’investimento formativo in termini di "resa" per l’organizzazione di riferimento dei partecipanti ai corsi di formazione organizzati dal CSV, bisogni e priorità individuate a partire dall’analisi dei PdZ. Dal bisogno rilevato al servizio da erogare ai fini della progettazione 2005/2006 Generalmente l’attività di correlazione tra bisogni rilevati e servizi da offrire viene svolta internamente ai CSV, soprattutto per quanto riguarda i servizi diretti: si analizzano le istanze emerse in corso d’anno e quelle rilevate dagli incontri, si rielaborano gli strumenti e gli esiti delle occasioni organizzate per la programmazione partecipata, giungendo così all’elaborazione della bozza dei progetti di servizi diretti e a supporto. Tale attività viene ad esempio organizzata attraverso la creazione di staff di progetto, gruppo interno al CSV di Ferrara e di Ravenna, od allargata all’interno dei “Gruppi di Progetto” a Modena, composti da rappresentanti delle associazioni di volontariato, dai referenti di altri enti del territorio e da operatori del Centro di servizio, che hanno il compito di valutare ed elaborare i progetti sociali. Rimanendo nell’ambito della progettazione sociale, il CSV di Piacenza, Ravenna e Forlì-Cesena, ad esempio, convocano le associazioni che potrebbero essere interessate alla progettazione sociale e procedono quindi alla stesura del progetto stesso. Infine alcuni Centri utilizzano la modalità di lavoro allargata rispetto al tema correlazione bisogno/servizio nel momento finale del processo (come ad esempio il CSV di Bologna e di Parma), ovvero a chiusura della programmazione, quando si incontrano le OdV per il confronto o la verifica della coerenza della proposta di programmazione. 3. Che idea hanno i centri di “programmazione partecipata”? Uno schema di sintesi Praticare “programmazione partecipata” significa innanzitutto impostare un lavoro di previsione di servizi attraverso forme di partecipazione. La partecipazione, oltre che principio e valore in sé, è anche strumento per ricercare percorsi efficaci per affrontare i problemi e trovare risposte migliori e si declina in tre significati principali: prender parte e socializzare ovvero essere presenti ed 72 essere informati di azioni già decise, collaborare ovvero contribuire con la propria azione/conoscenza a realizzare un’iniziativa, poter contare, cioè poter influire sui processi decisionali. Se la partecipazione è “la totalità delle forme (personali, formali, informali, ecc) attraverso le quali individui, gruppi, collettività tutelano i propri interessi o contribuiscono al processo di scelta su materie che li riguardano”16, occorre allora comprendere quali “modelli” di partecipazione vengono utilizzati dai CSV nella programmazione di servizi ed attività. Dall’analisi dei contenuti riportati nel formulario di progettazione 2005/2006 solo tre CSV (Ferrara, Forlì-Cesena e Piacenza) non esplicitano le azioni finalizzate all’attivazione di canali di comunicazione e di informazione diffusa. Per tutti gli altri Centri le modalità adottate si collocano nell’ambito della pubblicizzazione ed informazione del Piano di Ripartizione: Bologna Modena Parma Ravenna Reggio Emilia Rimini Diffusione del Piano di Ripartizione tramite la newsletter e pubblicazione sulla home page del sito internet comunicazione diffusa via lettera, sito internet e newsletter. NB: Per facilitare la comprensione e la partecipazione si è istituito “l’ufficio progetti” (aperto per 250 ore) che ha visto impegnati gli operatori del CSV- sede e sportelli. In questo caso è possibile parlare anche di “promozione” invio a tutte le OdV della provincia di una circolare su: elementi costitutivi del piano di ripartizione; modalità di partecipazione alla programmazione; invito a partecipare a specifici momenti di analisi del bisogno; pubblicazione su houseorgan mensile (2500 copie) dei contenuti del Piano di Ripartizione; invio di apposita newsletter e pubblicazione completa del Piano sul sito internet, approfondimento informativo durante gli incontri svolti in fase di rilevamento del bisogno. diffusione contenuti Piano di ripartizione attraverso gli Sportelli Operativi ed i Progettisti; pubblicazione del Piano sul sito internet e possibilità di consultazione agli Sportelli operativi; distribuzione documento di sintesi del Piano all’assemblea; comunicazione scritta a tutte le OdV della provincia sui termini di presentazione delle idee progettuali ed i criteri di selezione delle medesime; invio convocazioni per tutte le riunioni relative al momento di confronto a tutte le associazioni di volontariato della provincia Lettera di convocazione degli incontri distrettuali comunicati stampa sulle testate giornalistiche locali, redazione su testate locali di una sintesi delle caratteristiche del Piano con il riferimento al sito internet, descrizione piano e fasi di lavoro per la predisposizione delle attività nea bollettino mensile del CSV Tutti i Centri organizzano attività volte all’analisi dei bisogni locali (del volontariato/del territorio), anche se diversamente articolate: - la maggior parte dei CSV le sviluppa non solo nel momento antecedente la scadenza del Piano, ma lungo tutto l’arco dell’anno, a partire dai feed-back derivanti dalle attività del CSV nonché attraverso questionari appositamente predisposti, generalmente indirizzati a tutte le organizzazioni di volontariato iscritte e non iscritte al registro del volontariato e che solitamente esplorano 16 Martini R., Botazzoli P., Dizionario di servizio sociale, Carocci, 2005, p. 422. 73 - - - il livello di conoscenza dei servizi offerti, i bisogni, le proposte di sviluppo/miglioramento; i momenti dedicati alla raccolta dei bisogni (incontri, assemblee) nel periodo antecedente la scadenza del Piano sono articolati in funzione delle caratteristiche e peculiarità dei singoli territori di intervento: per Distretto (ad es. Reggio Emilia), per zone di sportello e per settore di intervento delle OdV (ad es. Piacenza), differenziate per distretto (incontri e interviste piuttosto che sole interviste; assemblee, ad es. Parma), con gruppi di OdV già costituiti (ad es. Rimini, all’interno dei Forum), in compresenza degli enti locali (ad es. Ferrara), con realtà associative “di secondo livello” (consulte/coordinamenti, ad es. Modena), ecc. ad eccezione del CSV di Ferrara, l’analisi dei bisogni non dal punto di vista delle OdV ma degli enti locali si concretizza in incontri ad hoc, prevalentemente con Assessori provinciali e comunali, generalmente afferenti alle politiche sociali. Tali occasioni sono impiegate anche come occasione di confronto sulle politiche e gli indirizzi di sviluppo locale (si ricorda a tal proposito il CSV di Piacenza che realizza tale attività in itinere); sono anche valorizzate ricerche tematiche realizzate dal CSV (ad es. Bologna e Parma) a volte i bisogni vengono raccolti anche a partire da attività non direttamente realizzate dai CSV: in occasione di incontri promossi da altri soggetti istituzionali e/o del Terzo Settore, in incontri relativi ai Piani di Zona (ad es. Bologna), attraverso analisi documentale (anche in questo caso facendo tesoro dei risultati della programmazione zonale, ad es. Parma), ecc.; La maggior parte dei Centri utilizza i momenti di incontro sopra delineati per l’analisi dei bisogni contestualmente per la raccolta di idee di progetto. Queste modalità, cioè la contestualizzazione di “analisi dei bisogni e raccolte di idee progettuali”, dovrebbero essere oggetto di qualche revisione, infatti il momento dell’analisi dovrebbe poi presupporre una fase di selezione delle priorità dei bisogni individuati (in modo partecipato) e, solo successivamente, l’articolazione delle risposte alle priorità individuate attraverso schemi/proposte/idee di progetto. Ovviamente questa distinzione logico-temporale dei due momenti dovrebbe essere facilitata da una previsione dei tempi di programmazione più “diluita” nell’arco dell’anno o biennio nonché da un maggiore investimento in termini di risorse umane. Chi non prevede il momento della “raccolta di idee” organizza veri e propri gruppi di progetto (quasi esclusivamente sulla progettazione a supporto) come nel caso di Modena, che ha "guidato" 13 gruppi, composti da rappresentanti delle associazioni di volontariato, dai referenti di altri enti del territorio coinvolti e da operatori del Centro di servizio. 74 Altri centri (ad es. Ravenna e Ferrara) utilizzano la modalità "gruppo di progetto interno", a volte associando l’attività progettazione ad ulteriori incontri con le OdV (ad es. Ravenna e Forlì-Cesena per i progetti a supporto). La maggior parte dei Centri redige comunque i progetti al proprio interno. Uno degli aspetti più complessi e delicati che riguarda ogni processo di programmazione ha a che fare con la fase decisionale (che generalmente segue quella di analisi dei bisogni e che di solito presuppone scelte di priorità): ruoli e pesi dei vari attori coinvolti, sedi ed opportunità di confronto, volontà politiche, contenuti delle decisioni sono alcune fra le variabili che entrano in gioco. Occorre in questo momento evitare casi di poca trasparenza nel "passaggio" di informazioni tra le elaborazioni svolte (prevalentemente all’ "interno" dei Centri), a partire dai momenti di confronto con le OdV e gli amministratori locali, e la decisione finale. Alcuni CSV (Bologna, Rimini, Parma, Ravenna) sembrano cogliere tale potenziale criticità nel processo programmatorio mettendo in atto una serie di strategie diversificate: - Rimini coinvolge una realtà che rappresenta circa i 2/3 delle OdV della Provincia, presentando ufficialmente in un incontro il collegamento tra opportunità per le OdV e organizzazione dei servizi del Centro in virtù dei bisogni emersi dalle associazioni; - Bologna organizza incontri specifici con circa 100 OdV per la verifica della coerenza della proposta di programmazione (impostazione delle modalità di lavoro, risultati dell’analisi delle esigenze delle OdV, ecc); - Parma, oltre a seguire un processo di condivisione, discussione, validazione e approvazione della programmazione predisposta all’interno degli organi previsti dallo statuto e dal regolamento di funzionamento (, prevede una fase di ulteriore discussione con i soggetti coinvolti nel momento di confronto previsto nei quattro momenti dalla delibera Co.Ge.). - Ravenna incontra l’Assemblea generale di tutte le associazioni di volontariato della provincia per l’approvazione delle tappe del percorso progettuale. Altri due CSV (Modena e Ferrara) utilizzano la strategia dell’approvazione in sede di assemblea dei soci, lasciando però libera ed "aperta" la partecipazione anche alle associazioni non socie. Infine, un’ultima questione riguarda la restituzione dei risultati a conclusione dei lavori di programmazione. Anche se non direttamente richiesto in sede di presentazione dei progetti di servizi diretti ed a supporto, in generale sarebbe opportuno, a conclusione del percorso, realizzare un incontro o pensare a modalità di presentazione della programmazione, così come approvata dal Co.Ge, occasioni aperte a tutti i partecipanti ed eventualmente ad una più vasta platea di cittadini, in cui vengano chiariti i risultati della programmazione, i criteri decisionali 75 utilizzati per selezionare i progetti inseriti, le modalità di valutazione della loro realizzazione pratica.17 Riprendendo la distinzione proposta all’inizio del paragrafo, la partecipazione delle OdV del territorio in occasione della programmazione è stata: - sicuramente un "prender parte e socializzare" (essere informati, essere presenti nei momenti di confronto) - sicuramente un "collaborare" (contribuire con la propria conoscenza a individuare le criticità e le risorse, i bisogni e le proposte di intervento/miglioramento) - relativamente un "poter contare", cioè poter influire sui processi decisionali. Senza pretese di esaustività, né volontà di "omogeneizzare" pratiche programmatorie individuate a partire dalle caratteristiche dell’associazionismo locale, lo schema di seguito riportato vuole graficamente illustrare i momenti salienti e caratterizzanti la programmazione partecipata dei Centri e gli aspetti che, probabilmente, occorrerebbe potenziare. 17 A questa esigenza sembra rispondere solo il CSV di Bologna, o, meglio, solo Bologna chiarisce, nel documento di progettazione, questo momento, realizzato concretamente con la pubblicazione sul sito dell’elenco dei servizi proposti per l’anno 2005. 76 Feed back attività Questionari Attività CSV continuativa PUBBLICIZZAZIONE E INFORMAZIONE* sul Piano di Ripartizione DELIBERA COGE ANALISI BISOGNI Incontri Assemblee Interviste Ricerche tematiche An. Documentale (PdZ) Per distretto Per zone sportelli Per settore intervento OdV Con gruppi di OdV già costituiti Con coordinamenti/consulte Con amministratori locali Definizione criteri di scelta e selezione priorità Raccolta idee progettuali Da potenziare/consolidare Gruppi di progetto PROGETTAZIONE Interni al CSV con incontri OdV con OdV (prg a supporto) DECISIONE Da potenziare/ consolidare Restituzione dei risultati * Il CSV di Modena, per facilitare la comprensione del Piano e la partecipazione ai progetti ha istituito un apposito “Ufficio progetti” 77 AZIONI VALUTATIVE SULLE ATTIVITÀ DEI CENTRI DI SERVIZIO PER IL VOLONTARIATO: VERIFICA E MONITORAGGIO Piano di ripartizione 2005-2006 PARTE III MONITORAGGIO SULLA PROGETTAZIONE SOCIALE. IL PUNTO DI VISTA DELLE ORGANIZZAZIONI DEL VOLONTARIATO 78 Cap. 1 Indagare un mondo dinamico e molteplice: appunti di metodo 1. Premessa Nel presente Rapporto si presentano i principali risultati emersi dall’indagine condotta presso le Organizzazioni del volontariato dell’Emilia-Romagna coinvolte dai Centri di servizio per il volontariato (CSV) nella progettazione sociale di rete18 2005/2006. Si tratta di una delle fasi di attività concordate con il Comitato di Gestione del Fondo speciale per il volontariato dell’Emilia-Romagna (Co.ge) all’interno del più ampio progetto di ricerca relativo alla valutazione dei Centri di servizio per il Volontariato19. Con questa specifica fase di indagine si sono indagate: - le caratteristiche delle Organizzazioni di volontariato del territorio (cap. 2); - le modalità organizzative, le procedure e i ruoli ricoperti dai diversi attori nell’ambito della progettazione sociale di rete (cap. 3); - le ricadute dei progetti, soprattutto in termini di ‘reti’ fra gli attori coinvolti nell’attività stessa (cap. 4); - il ruolo dei CSV, e la soddisfazione in merito da parte delle OdV (cap. 5). Rispetto ai Servizi diretti, si è colta l’occasione per raccogliere qualche informazione sulla loro fruizione, conoscenza, soddisfazione (cap. 6). Da tutto ciò si cercherà di trarre utili spunti per giungere ad alcune considerazioni di carattere generale di cui si dirà in sede di conclusioni. 2. Il volontariato coinvolto nella progettazione sociale: una visione di insieme Per la realizzazione dell’indagine di monitoraggio sono stati richiesti preliminarmente ai nove Centri di servizio dati sulle Organizzazioni di volontariato coinvolte nella progettazione sociale 2005/2006 (recapito telefonico e/o di posta elettronica e nominativo di un referente da contattare per l’intervista telefonica). Le informazioni dovevano costituire la base dati per la selezione degli intervistati. Quindi era importante acquisire elenchi completi, aggiornati e il più possibile precisi. Questa operazione si è rivelata particolarmente complessa, anche perché probabilmente non tutti i Centri disponevano di ‘banche dati’ già pronte, complete 18 Si tratta di servizi a supporto di progetti che partono dalla lettura e dalla analisi delle caratteristiche sociali del territorio, giungono ad affrontare i principali bisogni individuati, coinvolgono altri attori sociali all’interno di una logica di rete e di apertura a tutte le OdV del territorio. I progetti sono condivisi dal CSV che svolge una funzione di accompagnamento e coprogettazione nell’elaborazione e realizzazione degli stessi (come da Quaderni Co.Ge 2/2004). 19 Cfr., al riguardo, IRESS, Costruzione e sperimentazione di un sistema di monitoraggio e di valutazione dei Centri di Servizio per il Volontariato dell’Emilia-Romagna, Novembre 2004. 79 e diffondibili; questo fatto ha in qualche modo rallentato il lavoro di avvio della rilevazione. In ogni caso, il lavoro svolto dai Centri per definire tale elenco è stato prezioso, proprio perché il materiale pervenuto ha rappresentato ‘qualcosa di più’ di un semplice elenco di nomi ed indirizzi. Infatti, ogni Centro di servizio ha fornito una propria ‘banca dati’ che dà conto, almeno in parte, della fitta rete di collaborazioni e connessioni costruite per la realizzazione dei progetti sociali, una rete che, proprio perché varia ed ampia, comprende non solo Organizzazioni di volontariato, ma anche: organizzazioni di secondo livello – ossia raggruppamenti di più associazioni come ad esempio ‘tavoli’, coordinamenti, reti, consulte – e gruppi informali – ossia realtà che non formalizzano la loro presenza costituendosi in associazione. Sono presenti, inoltre, cooperative sociali, sindacati, fondazioni e istituzioni pubbliche (che ovviamente non sono stati oggetto di ulteriori approfondimenti). Dagli elenchi forniti si hanno conferme di altri aspetti che caratterizzano il mondo del volontariato in termini, ad esempio, di dinamicità e varietà: infatti, sono presenti organizzazioni differenti per dimensioni - numero di volontari attivi per settore – dalla tutela e promozione dei diritti, alla protezione civile, dal sanitario, all’educativo e alla protezione civile – per destinatari - anziani, disabili, detenuti, studenti, ecc. Risulta poi frequente il caso di soggetti presenti in più associazioni, ossia di una stessa persona quale referente di più organizzazioni, aspetto molto comune nel volontariato. Così come non è infrequente la ‘pluripresenza’ di una associazione in più progetti sociali. Si evidenzia poi che il numero di organizzazioni coinvolte nella progettazione sociale è molto diverso da Centro a Centro (ad esempio, accanto a Centri che hanno fornito elenchi composti da 60-99 Organizzazioni di volontariato – Ferrara, Forlì-Cesena, Parma, Ravenna – ve ne sono altri che hanno fornito elenchi composti da 45-59 realtà – Reggio, Piacenza e Rimini); inoltre, non sempre vi è una proporzionalità con il numero di realtà presenti a livello provinciale (ad esempio, l’elenco più numeroso è stato fornito da Volontariamo di Modena anche se è ovviamente Bologna la provincia con il maggior numero di Organizzazioni di volontariato). Alla luce di tutto ciò, si può affermare che la buona qualità delle informazioni contenute nelle banche dati fornite dai Centri di servizio può rappresentare un’interessante cartina di tornasole della conoscenza ‘aggiornata’ del territorio. Un elenco contenente dati corretti, precisi è – certamente non da solo – un segnale dell’impegno e del lavoro del Centro stesso nel tessere e mantenere le relazioni e la conoscenza delle OdV locali che, per loro stessa natura, possono avere attività, composizione interna, durata molto variabili nel tempo (è abbastanza noto e condiviso il fatto che gli albi del volontariato provinciali e/o regionali non sempre corrispondono puntualmente alla realtà). 80 3. La metodologia di indagine Come si è accennato in premessa, il presente Rapporto parte da dati empirici di natura quali-quantitativa rilevati tramite la somministrazione telefonica di un questionario ad un campione di Organizzazioni del Volontariato afferenti ai 9 CSV provinciali dell’Emilia-Romagna. Il questionario utilizzato per la rilevazione, che viene presentato in Appendice, è il frutto di un percorso di condivisione degli strumenti con lo stesso Coge e i CSV emiliano-romagnoli che ha permesso, partendo da quanto proposto da Iress nel già citato Rapporto del Novembre 2004, di affinare e modificare via via lo strumento, così da renderlo il più possibile attagliato alle esigenze informative e conoscitive dei diversi attori coinvolti20. Come detto sopra, i CSV hanno fornito la lista delle OdV del territorio coinvolte nella progettazione sociale di rete 2005/2006 da cui, dopo opportune correzioni e revisioni (ad esempio, eliminazione di organizzazioni non di volontariato, ecc.), si è proceduto al campionamento. Le revisioni ed i controlli hanno prodotto un elenco di 675 OdV da cui si è deciso di estrarne circa un 50% per ogni provincia. Si è ritenuto che con tale percentuale si raggiungesse una quota sufficientemente rappresentativa di OdV fruitrici di progettazione sociale in ogni provincia21. La selezione da ciascun elenco delle Organizzazioni da intervistare si è basata su un campionamento casuale, estraendo cioè, per ciascun elenco, una Organizzazione ogni due. Le interviste sono state realizzate telefonicamente da ricercatori appositamente preparati nel periodo compreso fra Marzo e Maggio 2006. Complessivamente, sono state realizzate 340 interviste ad OdV. Per ogni intervista si era stabilito di effettuare fino a un massimo di tre tentativi: in molti casi sono stati necessari. Non sono mancati poi casi in cui si è dovuto sostituire il soggetto perché mai rintracciato nei tre tentativi a disposizione. Dalla Tab. 1 è possibile evidenziare, per CSV, il tasso di copertura rispetto all’universo oggetto di studio (OdV fruitrici progettazione sociale), il numero di OdV coinvolte nella rilevazione, quello di OdV coinvolte nella progettazione sociale, quello di OdV presenti nel territorio provinciale (secondo i dati disponibili dalla verifica). 20 Nel Rapporto del 2004 viene esplicitato l’intero percorso di condivisione svolto insieme ai nove Centri di servizio per il Volontariato e al Coge Emilia-Romagna. 21 Nel procedere al campionamento, in accordo con il Coge e i CSV, si era inizialmente deciso di considerare due variabili: le dimensioni dell’OdV in termini di numero di volontari attivi e l’ambito territoriale di riferimento; a ciò si aggiungeva la raccomandazione di tenere in considerazione anche il settore prevalente di attività, così da evitare di intervistare solo OdV che operano in un certo settore, ad esempio nel più diffuso socio-sanitario e assistenziale, ma assicurare una certa varietà. Si è purtroppo riusciti a rispettare questi criteri solo parzialmente a causa del fatto che non sempre le liste fornite dai CSV riportavano questo tipo di informazioni (che si potrebbero definire “socioanagrafiche” delle Organizzazioni). 81 Tab. 1 – N. di OdV complessive, n. Odv coinvolte nella progettazione sociale e n. OdV intervistate Bologna Ferrara Forlì-Cesena Modena Parma Piacenza Ravenna Reggio Emilia Rimini Totale Emilia-Romagna N. Odv presenti nel territorio provinciale* 638 405 367 543 442 310 390 373 184 3652 N. OdV fruitici progettazione sociale 100 78 65 133 73 50 73 44 59 675 N. OdV intervistate Tasso di copertura 44 37 36 70 38 26 34 24 31 340 44,0 47,4 55,4 52,6 52,1 52,0 46,6 54,5 52,5 50,4 Note: *Odv iscritte e non al registro del volontariato (Fonte: dato esterno fornito dai CSV per verifica 2005) 82 Cap. 2 Le caratteristiche delle OdV Le 340 Organizzazioni di volontariato intervistate sono distribuite fra le nove province come evidenziato in Tab. 1. Si nota immediatamente come la provincia con il numero più elevato di OdV intervistate sia Modena, con 70 Organizzazioni intervistate, pari al 20,6% del totale; segue Bologna, con 44 OdV intervistate (12,9%) e poi quasi tutte le altre province con una percentuale di OdV intervistate sul totale regionale compresa fra il 9 e l’11%, a parte Piacenza e Reggio Emilia che si attestano fra il 7% e l’8%. Tab. 1 – Distribuzione delle OdV intervistate per territorio provinciale v.a. % Bologna 44 12,9 Ferrara 37 10,9 Forlì-Cesena 36 10,6 Modena 70 20,6 Parma 38 11,2 Piacenza 26 7,6 Ravenna 34 10,0 Reggio Emilia 24 7,1 Rimini 31 9,1 Totale Emilia340 100,0 Romagna La maggior parte delle OdV coinvolte nell’indagine risulta iscritta al registro del volontariato, come si evidenzia con la Tab. 2 che mostra come l’89% sia iscritta, contro un 8,3%; a ciò si deve aggiungere 1 caso di mancata risposta e 9 casi in cui l’intervistato, pur essendo il referente per i progetti sociali, probabilmente non conosceva in modo approfondito l’organizzazione e non è riuscito a rispondere alla domanda. Tab. 2 – Iscrizione al Registro del Volontariato delle OdV intervistate % Iscritta 89,0 Non Iscritta 8,3 Non sa 2,7 Totale 100,0 N 339 Emerge poi che il 68,8% delle Organizzazioni intervistate aderisce al CSV, contro il 26,6% (sono limitati i casi di non risposta). Un’ulteriore ed importante caratteristica è la dimensione delle OdV in termini di numero di volontari attivi (come si vedrà in seguito, questa è una variabile che spesso incide sulle risposte dei soggetti intervistati). Dalla Tab. 3 si osserva una distribuzione abbastanza omogenea: quasi il 37% presenta meno di 10 volontari attivi, oltre un quarto ne ha da 11 a 20 e il 38% oltre 20. 83 Tab. 3 – N. Volontari attivi delle OdV intervistate % Fino a 10 volontari att. 36,6 11-20 volontari att. 25,4 Oltre 20 volontari att. 38,0 Totale 100,0 N 339 Vista la rilevanza di questa variabile – di cui è evidente l’influenza sull’organizzazione e le procedure adottate dalle singole OdV – si presenta, in Tab. 4, anche la disaggregazione a livello provinciale, da cui emerge un quadro assai diversificato: per alcuni CSV, come Parma e, ancor più nettamente, Rimini, ma anche Bologna, Piacenza e Ferrara, si rileva una maggior incidenza delle Organizzazioni di piccole dimensioni, mentre in altri contesti, come Forlì-Cesena, Modena, Ravenna e Reggio Emilia, prevalgono le OdV di grandi dimensioni, con oltre 20 volontari attivi (cfr. tab. 4). Tab. 4 - N. Volontari attivi delle OdV intervistate per provincia Fino a 10 Da 11 a 20 Oltre 20 Totale Bologna Ferrara Forlì-Cesena Modena Parma Piacenza Ravenna Reggio Emilia Rimini Totale Emilia-Romagna 38,6 48,7 22,2 27,1 44,8 38,4 38,2 20,8 56,7 36,6 25,0 16,2 30,6 28,6 28,9 30,8 20,6 33,3 13,3 25,4 36,4 35,1 47,2 44,3 26,3 30,8 41,2 45,9 30,0 38,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 N 44 37 36 70 38 26 34 24 30 339 Per ciò che riguarda poi il settore di attività, numerosi referenti intervistati hanno preferito fornire più risposte per ricondurre la propria Organizzazione all’interno della classificazione adottata22; di conseguenza, le percentuali vengono calcolate sul totale delle risposte, in numero maggiore del totale delle OdV coinvolte nell’indagine (cfr. tab. 5). 22 Si ricorda che si tratta della classificazione degli ambiti di attività adottata a livello regionale. 84 Tab. 5 – Ambito di attività delle OdV intervistate – Risposte multiple (% sulle risposte) Ambito di attività % Socio-assistenziale 36,1 Sanitaria 18,1 Educativa 17,7 Tutela e promozione dei diritti 16,2 Protezione civile 3,3 Tutela e valorizzaz. patrimonio ambientale 3,1 Culturale e tutela beni culturali 2,4 Ricreativa e di educaz. alla pratica sportiva 2,4 Profilassi e prevenzione veterinaria 0,7 Totale 100,0 N 452 Si nota una netta prevalenza di Organizzazioni che operano principalmente nell’ambito socio-assistenziale (36%), cui fanno seguito quelle che prestano la propria opera nei settori sanitario (18%), educativo (17,7%) e della tutela e promozione dei diritti (16,2%). Ai fini di una più precisa lettura dei dati, un’ulteriore informazione che deve essere tenuta in considerazione è il ruolo che gli intervistati svolgono all’interno dell’Organizzazione di cui si presentano come referenti (cfr. Tab. 6): la maggioranza (quasi il 60%) degli intervistati ricopre all’interno dell’OdV un ruolo nel consiglio direttivo, generalmente come Presidente (46,6%), a cui è possibile aggiungere anche un 6,2% di Vice-Presidenti. Tab. 6 - Ruolo dell’intervistato all’interno dell’Organizzazione % Membro del cons. direttivo 59,7 Tecnico 32,9 Volontario 7,4 Totale 100,0 N 337 85 Cap. 3 La progettazione sociale 1. OdV e progettazione sociale Deve essere innanzitutto evidenziato che oltre la metà delle OdV coinvolte nell’indagine ha partecipato, nel biennio di programmazione 2005-06, ad 1 progetto di rete (cfr. tab. 1); oltre il 27% delle Organizzazioni ha invece partecipato nel biennio considerato a 2 progetti e un altro 21% a 3 o più progetti23. Tab. 1 – N. progetti di rete nel periodo 2005-06 N. progetti % Uno 51,5 Due 27,2 Più di due 21,3 Totale 100,0 N 338 Inoltre, la maggior parte di OdV intervistate ha una consolidata esperienza nell’ambito della progettazione di rete: quasi il 57% mantiene, per la progettazione di rete, rapporti con il Centro di servizio da oltre tre anni e il 28% da almeno due anni; solo il restante 15% collabora con il CSV solamente da un anno, cioè soltanto dal nuovo biennio di programmazione 2005-2006. Siamo pertanto in presenza di Organizzazioni di volontariato che sembrano avere un consolidato rapporto con il Centro di servizio di riferimento. Tab. 2 – Anni di collaborazione delle OdV con il CSV per la progettazione sociale N. progetti % Circa 1 anno 15,4 2-3 anni 28,0 Da oltre 3 anni 56,6 Totale 100,0 N 332 Tab. 3 – Stato di attuazione dei progetti a cui le OdV intervistate aderiscono % Solo progetti conclusi 23,9 Alcuni progetti conclusi, alcuni in 14,2 corso Solo progetti in corso 61,6 Solo progetti da iniziare 0,3 Totale 100,0 N 339 Note: Testo della domanda: “Attualmente la sua associazione sta partecipando ad un progetto…” Escluso dall’analisi 1 caso con una sola risposta sulla modalità “Non so”. 23 Le OdV che dichiaravano di avere realizzato o di stare realizzando più di un progetto erano chiamate a rispondere alle domande del questionario in riferimento alla propria complessiva esperienza di progettazione sociale, facendo dunque riferimento all’insieme dei progetti conclusi o in corso. 86 Dalla Tab. 3 si nota come meno di un quarto delle associazioni intervistate abbia risposto riferendosi esclusivamente a progetti terminati, così come costituiscono una minoranza i casi che, avendo attivato più di un progetto nel biennio 2005-2006, si trovano ad averne già concluso uno con l’altro/gli altri, invece, ancora in corso; assai più numerose, pari al 61,6% delle OdV coinvolte nell’indagine, quelle che hanno solo progetti in corso (nella maggior parte si tratta di un unico progetto). Da evidenziare, infine, una OdV con un solo progetto che, al momento della rilevazione, deve ancora essere iniziato. 2. La predisposizione dei progetti 2.1. L’adesione alla progettazione La prima sezione del questionario era volta a sondare le modalità con cui le Organizzazioni di volontariato procedono alla progettazione di rete. Due sono le modalità principali di adesione (cfr. Tab. 4): il 41,5% delle OdV dichiara di essere stato promotore del progetto e un altro 40% di essere stato coinvolto dal Centro di servizio; solamente nel 15,6% l’iniziativa è stata assunta da un’altra associazione. Tab. 4 – Modalità di adesione dell’OdV alla progettazione di rete % Siamo stati promotori 41,4 Siamo stati contattati da una/più 15,6 associazioni Ci ha coinvolti il CSV 40,0 Altro 0,6 2,4 Più modalità di adesione(a) Totale 100,0 N 340 Note (a) : In questa modalità sono ricondotti quei casi che, in corrispondenza all’adesione a più progetti, indicano anche differenti modalità di adesioni, non riconducibili ad una sola delle precedenti opzioni di risposta. Data la rilevanza di questa variabile, si ritengono opportuni ulteriori approfondimenti rispetto alle dimensioni delle OdV (cfr. Tab. 4) e ai 9 CSV (cfr. fig. 1). Tab. 5 – Modalità di adesione dell’OdV alla progettazione di rete per n. volontari attivi Fino a 10 Da 11 a 20 Oltre 21 totale Siamo stati promotori 39,5 44,2 41,9 41,6 Siamo stati contattati da una/più 14,5 20,9 13,2 15,6 associazioni Ci ha coinvolti il CSV 42,8 31,4 42,5 39,8 Altro 0,0 1,2 0,8 0,6 Più modalità di adesione 3,2 2,3 1,6 2,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 N 124 86 129 339 87 Le modalità di adesione alla progettazione sociale nel biennio 2005-06 non sembrano particolarmente influenzate dalle dimensioni delle OdV; si nota una anche se leggera - minore propensione delle Organizzazioni di piccole dimensioni a svolgere il ruolo di promotore, così come si rileva come siano le OdV di medie dimensioni quelle più di frequente coinvolte da altre organizzazioni e meno frequentemente dal CSV. Quanto alle differenze a livello provinciale, risulta rilevante porre l’attenzione sul differente ruolo che, nella fase di pre-progettazione, viene svolto dal Centro di Servizio: dalla figura 1, si nota una considerevole disomogeneità a livello provinciale. In alcuni territori il ruolo del CSV è stato preponderante, con percentuali intorno alla metà di OdV a Modena e Reggio Emilia (oltre il 50%), Rimini (48%) e a Parma (44%), mentre si riduce negli altri territori provinciali, fino ad assumere un ruolo meno significativo a Bologna (29%) e, soprattutto, a Piacenza e Forlì-Cesena, contesti in cui meno di un quinto delle OdV intervistate risulta coinvolta nella progettazione sociale dal CSV24. In questi casi, naturalmente, risulta prioritario il ruolo svolto dalle Organizzazioni, promotrici oppure coinvolte da altre OdV. Fig. 1 - % OdV che dichiarano di essere state coinvolte nella progettazione di rete dal CSV sul totale delle OdV intervistate a livello provinciale 60,0 57,1 54,2 50,0 48,4 44,7 40,5 % OdV coinvolte dal CSV 40,0 35,3 29,5 30,0 19,2 20,0 16,7 10,0 0,0 MO RE RN PR FE RA BO PC FC Circa le motivazioni per cui le singole Organizzazioni del Volontariato hanno deciso di aderire o promuovere i progetti di rete, gli intervistati sono stati chiamati 24 Nelle prossime pagine si presenteranno le analisi relative ad altre dimensioni legate al ruolo del CSV e alla percezione che di esso hanno le Organizzazioni del Volontariato. 88 ad indicare il grado di importanza di ciascuna delle ‘possibili’ ragioni indicate in Tab. 6, utilizzando una scala che va da “1 – Per niente” a “4 – Molto”. Tab. 6 – Importanza attribuita a ciascuna delle possibili motivazioni per l’adesione Distribuzioni percentuali e valori medi Per niente Poco Abbastanza Molto Interesse al tema 0,3 1,8 22,0 75,9 Fare conoscere l’OdV sul territorio 1,8 12,7 35,5 50,0 Realizzare iniziative che da soli non 2,4 8,6 34,5 54,5 potevano fare 8,9 13,3 31,7 46,1 Avvalersi di risorse economiche messe a disposizione dal CSV (b) ai progetti di rete. Totale 100,0 100,0 N (a) 337 338 Media 3,74 3,34 100,0 339 3,41 100,0 338 3,15 Note: (a) : La numerosità dei casi varia da item a item perché, a partire dalle 340 OdV coinvolte nell’indagine, sono state escluse dal calcolo delle percentuali le mancate risposte e i “Non so” (b) : si intende la possibilità di fruire di servizi erogati dal CSV tramite il Fondo regionale. Osservando le frequenze ed anche i valori medi riportati in Tab. 6, si rileva immediatamente come il motivo cui gli intervistati attribuiscono maggiore rilievo sia L’INTERESSE AL TEMA OGGETTO DEL PROGETTO (media: 3,7425 ed oltre tre quarti degli intervistati che lo considerano “Molto importante”), seguito dalla VOLONTÀ DI REALIZZARE ATTIVITÀ ED INIZIATIVE CHE L’ODV DA SOLA NON SAREBBE RIUSCITA A FARE (media 3,41 e 54,5% di risposte sulla modalità “Molto importante”) e IL DESIDERIO DI FAR CONOSCERE LA PROPRIA ODV (media 3,34 e 50% di “Molto importante”). Leggermente meno rilevante è invece L’INTERESSE AD AVVALERSI DELLE RISORSE ECONOMICHE MESSE A DISPOSIZIONE DAL CSV PER I PROGETTI (media 3,15 e 46% di “ Molto importante”). Complessivamente, l’analisi dei valori medi e delle percentuali consente di affermare che le quattro dimensioni considerate sono ritenute assai rilevanti dagli intervistati26. Al fine di rendere più efficace la progettazione e permettere anche lo sviluppo e il consolidarsi delle reti fra le diverse associazioni, vengono abitualmente realizzate dai CSV azioni preliminari alla preparazione del progetto. Si è voluto indagare quanto queste azioni siano praticate dalle OdV e quanto da queste ritenute utili. A questo proposito, va in primo luogo osservato che la quasi totalità delle Organizzazioni intervistate ha preso parte ad iniziative di questo tipo: soltanto 12 (3,5% del campione) dichiarano di non aver partecipato ad alcuna iniziativa di questo genere. Diventa allora rilevante comprendere quali siano – e quanto siano frequenti – tali iniziative e la partecipazione alle stesse. Dalla Tab. 7 si evince come sia le ASSEMBLEE/INCONTRI/RIUNIONI che la COMUNICAZIONE DA PARTE DEL CSV via telefono, o via fax o posta elettronica abbiano coinvolto la quasi totalità delle OdV intervistate, mentre assai meno diffuso, seppure rilevante, 25 Si è trattata la scala come variabile cardinale e si è proceduto a calcolare la media aritmetica delle risposte fornite dagli intervistati. 26 Va notato, infatti, che su una scala che va da 1 (“Per niente importante”) a 4 (“Molto importante”), con un conseguente midrange (o valore intermedio) della scala pari a 2,5, i valori medi delle risposte si collocano per tutti e quattro gli item oltre il 3,3, dunque ben oltre il “punto di indifferenza” rappresentato dal midrange, ma anzi assai sbilanciati verso la massima importanza. 89 pare il ricorso da parte del Centro di servizio a STRUMENTI DI RILEVAZIONE PREDISPOSTI AD come questionari e formulari volti a comprendere le opinioni e le esigenze delle associazioni. Questa modalità di intervento ha riguardato infatti il 56% delle OdV27. HOC, Tab. 7 – Partecipazione ad azioni per la preparazione dei progetti di rete. Sì No Totale N Assemblee, riunioni 94,2 5,8 100,0 327 Comunicazioni via telefono, mail e 98,2 1,8 100,0 325 fax (da parte del CSV) Compilazione di strumenti di 56,0 44,0 100,0 325 rilevazione del CSV In generale, i referenti intervistati hanno mostrato apprezzamento nei confronti di tutte queste iniziative riconoscendone l’utilità; infatti, oltre il 46% dei casi giudica queste azioni “Molto utili” e a questi si può aggiungere il 43,3% che le considera “Abbastanza utili”; solamente il 9% le considera “Poco utili” e meno del 2% “Per niente utili”, con un conseguente valore medio delle risposte rispetto alla scala 1-4 collocato sul valore di 3,34, dunque decisamente spostato verso il polo del giudizio positivo 3-4. 2.2. La progettazione di rete Entrando nel dettaglio dell’attività di progettazione, si è poi chiesto agli intervistati di indicare quale sia il soggetto che svolge il ruolo più determinante nella stesura del progetto stesso. Dalla Tab. 8 si può rilevare il ruolo preminente attribuito al Centro di servizio, indicato da oltre il 35% come il più rilevante nella stesura del progetto. I restanti casi, se si escludono coloro che non hanno saputo indicare una risposta28, si equidistribuiscono fra coloro che indicano una sola OdV e coloro, invece, che fanno riferimento ad una attività collegiale da parte di tutte le associazioni coinvolte nella progettazione. Va tuttavia evidenziato che, se si considerano insieme queste ultime due risposte che presuppongono un ruolo centrale dell’OdV, emerge come siano le Organizzazioni stesse ad assumere più frequentemente un ruolo determinante (in quasi il 62% dei casi). Nella lettura di questi aspetti non va dimenticato che si tratta di dati di percezione forniti dalle OdV stesse. 27 Disaggregando il dato a livello di CSV, non si notano particolare differenze rispetto al dato generale sopra illustrato. 28 Da evidenziare che in questo caso la modalità “Non sa” non indica necessariamente che il soggetto non è informato riguardo al tema della domanda, ma può anche significare che l’intervistato non riconosce a nessuno dei soggetti indicati un ruolo preminente rispetto agli altri. 90 Tab. 8 – Soggetto che svolge il ruolo più determinante nella stesura del progetto % Tutte le OdV coinvolte 31,7 Il CSV 35,7 Una delle OdV coinvolte 30,2 Non sa 2,4 Totale 100,0 N 338 Se si procede ad una analisi per CSV, si notano interessanti differenze da territorio a territorio, con alcune realtà, come quella modenese e reggiana, che evidenziano un ruolo più centrale del Centro di servizio. Sembrano riproporsi le differenze evidenziate a proposito del ruolo avuto dai vari soggetti nelle modalità di adesione alla progettazione sociale (cfr. figura 1); si riafferma pertanto quanto già più volte evidenziato. Esistono, anche in questo caso, cioè stili di lavoro e “modi di porsi” propri di ogni centro, il quale individua una propria strategia operativa. Nel capitolo 4 si è cercato di offrire una tipologizzazione di tali stili. 91 Cap. 4 Le ricadute della progettazione sociale sul volontariato 1. Premessa Un’apposita sezione del questionario era volta a verificare le ricadute per le OdV a seguito della partecipazione alla progettazione sociale. Si parla in questa sede in generale di ‘ricadute’ piuttosto che di risultati o impatti perché non è parso opportuno richiamare qui termini che, nella letteratura relativa alla valutazione, rimandano a concetti specifici, limitandosi piuttosto a considerare i diversi effetti che l’adesione alla progettazione di rete ha prodotto per le OdV; in altre parole si sono considerati sia i benefici registrati in termini di ‘rete’, quindi di sviluppo e/o consolidamento di relazioni con altre associazioni o altri soggetti operanti sul territorio (istituzioni, istituti scolastici, parrocchie, etc.), sia le ricadute in termini di apprendimento organizzativo per le associazioni stesse, per comprendere se e in che misura la partecipazione alla progettazione sociale permetta alle OdV di acquisire nuove o maggiori competenze in merito proprio alla progettazione. Entrambi questi aspetti ricoprono per il Coge Emilia-Romagna una rilevanza cruciale, dal momento che la progettazione di rete prevede come obiettivo anche il consolidarsi di un network di relazioni fra i diversi attori che, appunto, devono imparare a ‘fare rete’. Oltretutto, sarebbe parso poco opportuno parlare di impatti, visto che, come si vedrà con il prosieguo dell’indagine, generalmente al momento dell’intervista non era ancora trascorso quel lasso di tempo congruo affinché si possano andare a registrare gli effettivi impatti di una azione; anzi, nella maggior parte dei casi, le OdV intervistate risultano coinvolte in progetti ancora in corso di svolgimento. 2. Le ricadute in termini di ‘rete’ Un primo elemento di particolare rilievo è che oltre tre quarti delle OdV coinvolte (il 77,5%) dichiara di AVER MANTENUTO RAPPORTI di collaborazione CON ASSOCIAZIONI con le quali era venuto in contatto nel corso della progettazione sociale; soltanto per il 22,2% dei casi questa opportunità non si è concretizzata. Da rilevare il fatto che, da apposita analisi, non emerge una influenza del livello di avanzamento dei progetti sulla variabile appena considerata: la percentuale di casi che dichiara di aver stabilito e consolidato rapporti di collaborazione con altre associazioni non pare dipendere dal fatto che questi progetti siano o meno ad uno stato avanzato o conclusi. Pare invece incidere il numero di progetti a cui l’OdV ha aderito, dato dal fatto che, naturalmente, la partecipazione a più progetti permette di entrare in contatto con più organizzazioni, aumentando le possibilità che si vadano a stabilire e consolidare rapporti. Ciò è chiaramente evidenziato dai dati riportati in Tab. 1: la percentuale di OdV che hanno consolidato relazioni con altre associazioni è più 92 elevata fra quelle che hanno aderito a più progetti di rete rispetto a quelle che ne hanno seguito uno soltanto (83,4% contro 72,1%). Tab. 1 – Collaborazioni con altre associazioni a seguito della progettazione di rete per numero di progetti a cui l’OdV ha aderito N prog. a cui ha partecipato Collaboraz. con Uno Due o più (a) Totale altre associazioni Sì 72,1 83,4 77,6 No 27,9 16,6 22,4 Totale 100,0 100,0 100,0 N 172 163 335 Note: (a) : Aggregate le modalità “Due” e “Più di due” della variabile originale. Esclusi i casi che sulla variabile dipendente hanno risposto “Non so”. La partecipazione alla progettazione sociale favorisce la creazione o il consolidamento di legami con il territorio complessivamente inteso: infatti, partecipare alla progettazione rafforza anche rapporti con altri attori, oltre le OdV, istituzionali e non (Tab. 2). La netta maggioranza delle Organizzazioni intervistate (68,7%), infatti, ha stabilito relazioni con i Comuni, le Province, la Regione, le ASL, ecc., così come quasi il 60% ha creato e/o consolidato rapporti con istituti scolastici; la percentuale si riduce al 44% in riferimento alle cooperative sociali e al 36% se ci si riferisce alle parrocchie. Si riconferma anche in queste risposte, e con percentuali ancora più elevate, la rete con OdV (86%). Nella lettura di queste percentuali, comunque assai elevate, bisogna anche tenere in considerazione la natura ed il contenuto dei progetti che non necessariamente prevedono il coinvolgimento e la relazione con questi tipi di soggetti. Ad esempio può essere che una OdV, con il proprio progetto, non abbia consolidato relazioni con le parrocchie per il semplice fatto che esse non sono soggetti da coinvolgere nel progetto, per diversità di interesse, area di afferenza, etc. Alla luce di quest’ultima osservazione, le elevate percentuali relative alla creazione di legami con enti del territorio assumono ancora più valore. Tab. 2 – Creazione e/o consolidamento di relazioni con ciascuno dei seguenti soggetti Sì No Totale N Associazioni, OdV 86,1 13,9 100,0 338 Istituzioni (Enti locali, ASL, etc.) 68,7 31,3 100,0 339 Scuole 59,6 40,4 100,0 339 Parrocchie 36,0 64,0 100,0 338 Cooperative sociali 44,0 56,0 100,0 339 Altro 9,9 90,1 100,0 252 Le percentuali corrispondenti alle risposte positive (“Sì”) sono evidenziate graficamente con l’ausilio della figura 1. 93 Fig. 1 - Creazione e/o consolidamento di relazioni con ciascuno dei seguenti soggetti. Percentuali di “Sì”. 100,0 90,0 80,0 70,0 % "Sì" 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Altre Associaz Istituzioni Scuole Cooperative sociali Parrocchie Altro Per sintetizzare queste dimensioni, si è poi ritenuto opportuno procedere alla creazione di un apposito INDICE DI RETE29, cioè una misura sintetica che indichi la ricchezza e la varietà di organizzazioni con le quali le OdV collaborano (non in termini quantitativi – con quante OdV si collabora -, ma di varietà di tipi di soggetti). A punteggi bassi dell’indice corrisponde una ridotta ricchezza/varietà di relazioni che aumenta al crescere del valore dell’indice. Per rendere di più immediata lettura l’andamento dell’indice si rimanda alla figura 2 che offre una efficace rappresentazione grafica della distribuzione. 29 Per maggiori dettagli sulla costruzione dell’Indice cfr. Allegato 2 94 Fig. 2 – Distribuzione di frequenza dell’indice in classi 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 0-1,9 2 -3,9 4 - 5,9 6 - 7,9 8 -10 Dal grafico risulta evidente che i casi sono concentrati verso i valori medi dell’INDICE. Inoltre, ulteriori elaborazioni mostrano il variare del valore dell’indice rispetto ad alcune dimensioni: stato di attuazione, numero di progetti, dimensioni dell’OdV (Tab. 330). Se si analizza, ad esempio, lo stato di attuazione dei progetti, non si notano particolari differenze, ad evidenziare, dunque, che non è il tempo trascorso dalla fine del progetto a determinare lo sviluppo e il consolidarsi di relazioni, considerato che non sono le OdV con solo progetti terminati a registrare valori più alti sull’indice, bensì quelle che hanno ancora progetti in itinere. Il fatto di aver almeno un progetto terminato ed almeno uno in corso indica, ovviamente, che si stanno realizzando nel biennio almeno due progetti; e proprio questa pare essere una delle variabili maggiormente in grado di determinare la capacità/possibilità 30 In particolare, si tratta di confrontare le medie. Si ricorda che l’analisi della varianza consiste nel confronto fra le medie relative all’intero campione e quelle relative ai sotto-insiemi di casi compresi in ciascuna categoria della variabile indipendente. Si nota così una certa variabilità tra le medie delle modalità e una certa variabilità dei punteggi individuali all’interno di ciascuna modalità. La prima «variabilità» è definita devianza esterna, mentre l’altra è detta devianza interna. Quanto più alta è la prima nei confronti della seconda – e quindi della devianza totale che è la somma delle due – tanto più stretti sono i legami tra la scala e la variabile indipendente e quindi tanto più elevata è la porzione della varianza sulla prima variabile che viene predetta dall’appartenenza dei singoli casi a questa o a quella categoria della variabile indipendente. Cfr., al riguardo, A. Marradi, Linee guida per l’analisi bivariata nelle scienze sociali, Milano, F. Angeli, 1997. 95 per le OdV interpellate di “fare rete”. Infatti, dalla Tab. 3, si nota come siano le Organizzazioni che realizzano più progetti quelle con maggiori rapporti creati e/o consolidati con altri attori del territorio. Quanto alle dimensioni, invece, sembra che siano le OdV medie, cioè con un numero di volontari attivi compreso fra 11 e 20, a mostrare un network di relazioni più ricco e ampio. Si deve sempre ricordare che l’analisi non considera quanti siano gli attori con cui si è in relazione, ma quanti siano i tipi di attori con cui si è in relazione, per cui è evidente che siano le OdV che aderiscono a progetti ampi, o che permettono il coinvolgimento di varietà di soggetti – come scuole, cooperative, ASL, istituzioni – ad assumere i valori più elevati sull’indice. Senza presentare il dato in tabella, si deve evidenziare, rispetto all’ambito di attività, come alcuni tipi di OdV – ed in particolare quelle operanti nei settori dell’educazione alla pratica sportiva, della tutela e promozione dei diritti ed educativo – sono quelle che hanno valori più elevati sull’indice, cioè la rete più ampia e variegata. Tab.3 – Valori medi assunti dall’indice rispetto ad alcune variabili indipendenti Valore dell’indice Stato avanzamento progetti Solo progetti terminati 4,7 Alcuni progetti terminati, alcuni in 5,3 corso Solo progetti in corso 5,1 N. progetti 2005-06 Uno 4,9 Due 4,9 Più di due 5,3 Dimensioni Fino a 10 volontari attivi 4,9 Da 11 a 20 5,3 Oltre 20 5,0 TOTALE 5,0 3. Altre ricadute per le OdV Altri sono gli aspetti positivi della progettazione sociale in termini di ricadute per le Organizzazioni del Volontariato. Fra questi, si è analizzato l’effetto che l’adesione alla progettazione sociale può avere in termini di visibilità sul proprio territorio di riferimento. Tab. 4 – Quanto la progettazione sociale ha contribuito a rendere le OdV intervistate maggiormente visibili sul proprio territorio % Per niente 3,6 Poco 20,7 Abbastanza 51,1 Molto 24,6 Totale 100,0 N 336 96 Dalla Tab. 4 si osserva come la maggior parte delle OdV emiliano-romagnole interpellate siano piuttosto soddisfatte: circa un quarto degli intervistati dichiara che la progettazione di rete ha contribuito “Molto” a rendere l’OdV maggiormente visibile sul territorio, a cui va aggiunto oltre il 50% dei casi che ha risposto “Abbastanza”. Dunque, tre quarti delle OdV intervistate riconoscono alla progettazione sociale di avere contribuito (Molto o Abbastanza) a renderle maggiormente visibili. I dati devono essere letti ancor più positivamente considerando che sono “sotto-stimati” dal fatto che alcune Organizzazioni hanno risposto negativamente alla domanda poiché si percepiscono (e sono) già molto note sul territorio e dunque probabilmente non ritengono che la partecipazione alla progettazione sociale possa aver fornito loro un valore aggiunto in questa direzione. Ciò è confermato anche dall’analisi che si presenta con la Tab. 5, da cui emerge che le Organizzazioni di maggiori dimensioni, cioè con almeno 20 volontari attivi, sono quelle che effettivamente riconoscono meno di frequente alla progettazione di rete il merito di averle fatte conoscere maggiormente sul territorio; infatti, se, come già visto con la distribuzione di frequenza (cfr. Tab. 4), oltre tre quarti delle OdV parlano di un contributo “Molto” o “Abbastanza” rilevante della progettazione sociale nel renderle più visibili, questa percentuale sale vicino od oltre l’80% per le OdV di piccole e medie dimensioni, mentre decresce al 68%, appunto, per quelle più grandi. Tab. 5 – Grado con cui la progettazione sociale ha contribuito a rendere le OdV intervistate maggiormente visibili sul proprio territorio per dimensioni N. volontari attivi Fino a 10 11-20 Oltre 20 Per niente/Poco 21,0 17,6 31,7 Abbastanza / Molto 79,0 82,4 68,3 Totale 100,0 100,0 100,0 N 124 85 123 Un’altra variabile che, anche in questo caso, sembra incidere è il numero di progetti a cui le OdV hanno aderito nel periodo 2005-06: come già per alcune delle analisi viste in precedenza, sono soprattutto le associazioni che nel biennio considerato hanno aderito a più progetti a registrare ricadute maggiormente positive. Dalla Tab. 6, infatti, si nota che via via che si passa da 1 a 2 ad almeno 3 progetti si registra una crescita delle percentuali di risposte positive (“Molto” e “Abbastanza”, anche in questo caso aggregate per rendere di più immediata lettura la tabella), ad evidenziare l’esistenza di una relazione di proporzionalità diretta. Invece, anche in questo caso, come già in precedenza, non sembra esercitare alcuna influenza lo stato di attuazione dei progetti delle OdV interpellate. 97 Tab. 6 – Grado con cui la progettazione sociale ha contribuito a rendere le OdV intervistate maggiormente visibili sul proprio territorio per numero di progetti N. progetti 2005-06 Uno Due Più di due Per niente/Poco 26,3 22,7 20,8 Abbastanza / Molto 73,7 77,3 79,2 Totale 100,0 100,0 100,0 N 171 88 72 Come si diceva in precedenza, la progettazione di rete deve anche mantenere in evidenza l’obiettivo dell’apprendimento da parte delle Organizzazioni che vi aderiscono, per cui ci si aspetta che le stesse OdV, proprio partecipando a progetti a supporto della progettazione sociale, acquisiscano o rafforzino competenze. Dalla Tab. 7 si osserva che circa 8 intervistati su 10 dichiarano di aver registrato MIGLIORAMENTI in merito ai singoli aspetti indicati in tabella; leggermente inferiore il dato che si riferisce al miglioramento delle capacità dell’organizzazione di LEGGERE I BISOGNI DEL TERRITORIO. Tab. 7 – Miglioramenti registrati con la partecipazione alla progettazione di rete Sì No Totale N Migliorare la capacità progettuale 81,4 18,6 100,0 334 Perseguire le proprie finalità 83,4 16,6 100,0 338 Leggere i bisogni del territorio 76,6 23,4 100,0 337 Acquisire una visione più ampia bisogni 81,9 18,1 100,0 337 sociali Testo della domanda: “La partecipazione alla progettazione sociale ha aiutato la sua associazione a…:” Le assai elevate percentuali di risposta positiva per ciascuno degli item considerati sono visualizzate anche con la figura 3. Fig. 3 - Miglioramenti registrati con la partecipazione alla progettazione di rete. % risposte “Sì” 90,0 85,0 80,0 75,0 70,0 Migliorare la capacità progettuale Perseguire le proprie finalità Leggere i bisogni del territorio Acquisire una visione più ampia bisogni sociali 98 4. Un giudizio sui “risultati” dei progetti Si è chiesto alle OdV, infine, di indicare i fattori che possono contribuire al raggiungimento dei risultati e degli obiettivi previsti dai progetti31. Per ciascuno degli item previsti, i referenti delle OdV dovevano indicare quanto li reputano importanti, utilizzando la scala da “1 – Per niente” a “4 – Molto”. Tab. 8 – Importanza attribuita dalle OdV ai seguenti fattori nel determinare il raggiungimento dei risultati Per niente Poco Abbastanza Molto Totale Lavorare in gruppo 0,3 3,8 22,4 73,5 100,0 Disporre di risorse economiche sufficienti 0,9 5,0 31,0 63,1 100,0 Avere il supporto del CSV 0,9 3,3 27,9 67,9 100,0 Rapporti e collaborazioni extra-gruppo (istituzioni, 2,3 16,3 38,2 43,2 100,0 etc.) N 339 339 340 338 Come si osserva dalla Tab. 8, il fattore ritenuto più rilevante nel determinare il successo dei progetti, dunque il raggiungimento dei risultati, è il LAVORARE IN GRUPPO, che concentra quasi tre quarti (73,5%) dei casi sulla modalità di risposta “Molto” e il 22,4% su “Abbastanza”. Anche il SUPPORTO DEI CSV è ritenuto di particolare rilevanza, visto che quasi il 68% degli intervistati lo ritiene “Molto” e quasi il 28% “Abbastanza” fondamentale. Leggermente meno importante, ma comunque con risposte decisamente sbilanciate verso il polo alto della scala, è considerata L’ADEGUATEZZA DELLE RISORSE ECONOMICHE che è ritenuta “Molto” rilevante dal 63% dei casi e “Abbastanza” dal 31%. La dimensione ritenuta meno cruciale è rappresentata dai RAPPORTI E DALLE RELAZIONI CON ATTORI ESTERNI AL GRUPPO DI LAVORO, come Enti locali, altre istituzioni, ecc., considerate “Molto” importanti soltanto dal 43,2% dei casi e “Abbastanza” dal 38,2%. Ad evidenziare come su tutti gli item si registrino risposte particolarmente positive e per rimarcare, contemporaneamente, le differenze fra gli stessi, si presenta la figura 4 che mostra la somma delle percentuali sulle categorie “Molto” + “Abbastanza” importanti per ciascun item considerato. 31 Si tratta della domanda da cui generava la variabile sull’importanza del supporto del Centro di servizio utilizzata in precedenza per la costruzione dell’indice di centralità del CSV. 99 Fig. 4 - % di risposta “Molto” + “Abbastanza” importante ai singoli item della Tab. 8 100,0 95,0 % 90,0 85,0 80,0 75,0 70,0 Lavorare in gruppo Risorse economiche sufficienti Supporto del CSV Collaborazioni extra-gruppo 100 Cap. 5 Il ruolo del CSV 1. Il ruolo del CSV nella progettazione sociale Si prendono qui in considerazione le domande del questionario con le quali si è cercato di comprendere quale sia l’effettivo ruolo svolto dai Centri di servizio del Volontariato emiliano-romagnoli nelle diverse fasi di attività che caratterizzano la progettazione di rete. Innanzitutto, risulta rilevante, in questa sede, riprendere quanto visto nel capitolo 3 a proposito del ruolo che i diversi attori coinvolti svolgono in sede di progettazione delle attività. Si ricorda che dalle interviste emerge che circa il 40% delle OdV è stato coinvolto nella progettazione di rete per iniziativa principale del CSV (cfr. Capitolo 3, tab. 4) e che quasi il 36% delle OdV indica il CSV come il soggetto che svolge il ruolo più rilevante nella predisposizione dei progetti a supporto della progettazione sociale (cfr. Capitolo 3, tab. 8). Entrambe queste domande verranno in seguito utilizzate per la costruzione di un apposito indice volto a misurare l’effettiva centralità e rilevanza del ruolo dei CSV. Nel questionario era poi prevista una domanda – sin qui non ancora analizzata – con la quale si chiedeva ai referenti intervistati di esprimere il loro grado di accordo con alcune affermazioni, tutte relative al Centro di servizio. Con la Tab. 1 si evidenzia una elevata soddisfazione da parte delle OdV in merito al ruolo svolto dal CSV: oltre la metà dei referenti intervistati si dichiara “Molto d’accordo” con le affermazioni secondo le quali SENZA IL CSV NON AVREMMO POTUTO FARE IL PROGETTO e IL CSV CI HA AIUTATO A CONOSCERE ALTRE ODV, così come quasi la metà degli intervistati (47,8%) si dichiara pienamente soddisfatta in merito all’aiuto ricevuto dal Centro di servizio (si trattava di una domanda contro-scalata, per cui, data la formulazione del quesito, i giudizi maggiormente positivi sono rilevati con la risposta “Per niente”)32. Un grado di accordo leggermente meno positivo si riscontra per l’ultimo item, relativo alla imprescindibile collaborazione delle altre OdV per la realizzazione del progetto (SENZA LA COLLABORAZIONE DI ALTRE ORGANIZZAZIONI NON AVREMMO POTUTO FARE IL PROGETTO): in questo caso la percentuale dei “Molto d’accordo” scende al 39,3%, a cui comunque sommare un 27,5% di casi “Abbastanza d’accordo”. 32 Si ricorda che l’utilizzo di domande con opzioni di risposta con scale differenti viene preferita in quanto evita che i rispondenti finiscano con il fornire, automaticamente, sempre la stessa risposta (cosiddetto response set). In questo caso, il fatto che gli intervistati, pur a fronte di una domanda contro-scalata, abbiano fornito risposte coerenti (sempre assai positive) indica che non si sono verificati fenomeni di response set e che le risposte sono dunque da considerare pienamente affidabili. 101 Tab. 1 – Grado di accordo dei referenti OdV intervistati con le seguenti affermazioni Per Poco Abba Molto Totale niente stanza 1. Senza il CSV non avremmo potuto fare il progetto 5,3 12,7 30,2 51,8 100,0 2. Il CSV ci ha aiutato a conoscere altre OdV 4,1 9,8 31,7 54,4 100,0 3. Pensavamo che il CSV ci avrebbe fornito maggiore aiuto 47,8 31,5 14,5 6,2 100,0 17,8 15,4 27,5 39,3 100,0 4. Senza la collaborazione di altre organizzazioni non avremmo potuto fare il progetto33 N 338 338 337 338 Se a coloro che hanno indicato la risposta “Molto d’accordo” si sommano quelli che hanno risposto “Abbastanza d’accordo” (e per il terzo item, per quanto detto, si considerano le modalità “poco” e “per niente”) ci si rende conto del giudizio estremamente positivo espresso dagli intervistati, ben evidenziato con la figura 1. Le risposte maggiormente positive si riscontrano per il secondo item, relativo alla capacità del CSV di far conoscere altre OdV (54,4% di “Molto d’accordo” e 31,7% di “Abbastanza”), dunque della sua capacità di facilitare l’instaurarsi e il consolidarsi di relazioni; l’81% dei casi si dichiara poi d’accordo con il fatto che senza il Centro di servizio non si sarebbero potuti realizzare i progetti, mentre oltre il 79% degli intervistati non è d’accordo con il fatto che il CSV avrebbe dovuto fornire loro un maggiore supporto. Come già detto sopra, si evidenzia che la percentuale di risposte positive nel momento in cui si guarda alla collaborazione con le altre OdV è inferiore. 33 Evidente che quest’ultima affermazione non riguarda direttamente il CSV; tuttavia, si è deciso di mantenerla in tabella in primo luogo per completezza visto che era prevista dal questionario ed in secondo luogo in quanto può andare a costituire un utile elemento di comparazione per l’analisi delle altre variabili. 102 Fig. 1 – Percentuali risposte positive “Molto” + “Abbastanza” (“Poco” + “Per niente” per item 3) 100,0 90,0 86,1 82,0 79,3 80,0 70,0 66,8 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 1. Senza il CSV no progetto 2. Il CSV fatto conoscere OdV 3. CSV ha aiutato 4. Senza collaboraz. altre OdV no progetto Ulteriori elaborazioni34 confermano una generale coerenza di risposte date dagli intervistati: in altre parole, è facile che coloro che hanno fornito risposte positive su un item le abbiano fornite altrettanto positive sugli altri e, viceversa, che è altamente improbabile che ci siano percentuali significative di rispondenti che danno soltanto un giudizio molto positivo o soltanto un giudizio molto negativo rispetto alle dimensioni in questa sede considerate. Confrontando questi dati con altre variabili (numero di progetti, provincia, ecc.), senza qui presentare le relative tabelle, è emerso che diversamente da quanto successo in precedenti elaborazioni, il numero di progetti a cui l’OdV ha partecipato, non sembra in questo caso esercitare influenza sulle risposte fornite dagli intervistati ai quattro item. Considerevoli risultano invece le differenze a livello provinciale, cioè per CSV, con alcuni territori che mostrano percentuali più elevate di risposte positive. Circa il primo item, relativo al ruolo cruciale svolto dal CSV per la buona riuscita dei progetti, il grado maggiore di accordo si rileva a Bologna, Modena, Piacenza e, in maniera particolarmente netta, a Reggio Emilia. Sulla capacità del CSV di far conoscere altre organizzazioni, cioè di favorire la creazione e il consolidarsi di una rete, si registrano risposte particolarmente 34 Trattando le quattro variabili come cardinali, si è proceduto al calcolo del coefficiente r di Pearson che, come ricordato da Marradi, indica “quanto due variabili variano insieme rispetto a quanto ciascuna varia per conto suo”, Cfr. Marradi A. Concetti e metodi per la ricerca sociale, Firenze, Giuntina, 1980. 103 positive di Rimini, Parma e Ferrara, così come l’aiuto e il supporto ricevuto dal Centro di servizio viene giudicato particolarmente in modo positivo dalle OdV intervistate a Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Rimini. 2. L’indice di ‘centralità’ del CSV Per cercare di sintetizzare le indicazioni e le suggestioni emerse sul ruolo e la ‘centralità’ dei Centro di servizio, si è deciso di procedere alla costruzione di un apposito INDICE (cfr. riquadro “domande considerate per la costruzione dell’indice”). Esso va a misurare, appunto, se e quanto il CSV risulti centrale ed attivo nelle diverse fasi del progetto. Si vuole evidenziare, in primo luogo, che l’indice risente della soggettività delle risposte fornite dai referenti alle singole domande, per cui lo stesso Centro di servizio potrebbe apparire con un ruolo di primo piano nell’esperienza di una OdV e invece marginale per un’altra; in secondo luogo, che l’indice non vuole costituire uno strumento di valutazione di qualità in base al quale, dunque, andare a giudicare positivamente o negativamente il fatto di svolgere un ruolo più o meno rilevante e più o meno centrale. Si misura semplicemente la centralità e il ruolo che ogni CSV mostra sul proprio territorio secondo le Organizzazioni, partendo dalla consapevolezza che queste caratteristiche dipendono fortemente dalle scelte strategiche e politiche di ciascun Centro di servizio ed anche dalle caratteristiche delle associazioni e degli altri soggetti operanti sul territorio stesso. L’indice, una volta costruito ed elaborato, ha fornito i risultati riportati in Tab. 2. Tab. 2 – Indice di centralità del CSV. Distribuzione di frequenza percentuale Punteggio % 0 1,2 1 2,6 Livello basso (7,3%) 2 3,5 3 16,5 Livello medio (49,4%) 4 32,9 5 33,3 Livello alto (43,3%) 6 10,0 Totale 100,0 N 340 Dalla Tab. 2, così come dalla figura 2, si nota come i casi siano considerevolmente sbilanciati verso i valori alti della scala, cioè verso quelle risposte che indicano un ruolo centrale del Centro di servizio in fase di progettazione e/o di realizzazione dei progetti di rete. A confermare la concentrazione dei casi verso i valori più elevati dell’indice, oltre il 43% dei casi si posiziona sul cosiddetto livello alto (valori 5 e 6) e quasi il 50% sui valori intermedi 3 e 4 e soltanto il 7,3% sui valori compresi fra 0 e 2. 104 Fig. 2 – Indice di centralità del CSV. Distribuzione di frequenza percentuale 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 0 1 2 3 4 5 6 Procedendo nell’analisi DELL’INDICE DI CENTRALITÀ in relazione alle caratteristiche delle OdV e del territorio di riferimento, si nota che sono le OdV che nel periodo 2005-2006 hanno realizzato (o stanno realizzando) più di due progetti a riconoscere un ruolo maggiormente attivo e centrale al Centro di servizio; infatti, dalla Tab. 3, si osserva che meno del 3% di tali Organizzazioni si posiziona sui valori bassi dell’indice sintetico, contro l’8-9% circa di quelle OdV che hanno aderito soltanto ad uno o due progetti. Tab. 3 – Valori dell’indice di centralità CSV per numero di progetti dell’OdV nel 2005-06 N. progetti 2005-06 Indice Uno Due Più di due Liv. basso 8,0 8,7 2,8 Liv. medio 48,3 50,0 52,8 Liv. alto 43,7 41,3 44,4 Totale 100,0 100,0 100,0 N 174 92 72 Non sembra ancora una volta rilevante il fatto che l’OdV sia coinvolta in progetti ancora in corso o terminati, mentre appare di rilievo, e per questo si presenta con apposita tabella (cfr. Tab. 4), l’influenza dell’ambito territoriale di riferimento. Si osserva infatti che all’aumentare dell’ampiezza dell’ambito di afferenza dell’Organizzazione aumenta la percentuale di casi che si collocano sui livelli più elevati dell’indice; così, oltre il 57% delle OdV operanti a livello sovraprovinciale si 105 posiziona sui valori elevati35, contro il 46% di quelle che hanno un orizzonte di riferimento provinciale e il 41% circa di quelle OdV che operano a livello comunale o intercomunale; di converso, si osserva che il livello basso dell’indice è appannaggio quasi esclusivo delle Organizzazioni che operano a livello locale. Tab. 4 – Valori dell’indice di centralità CSV per territorio di riferimento delle OdV Indice Comunale Intercomunale Provinciale Sovra-provinciale Liv. basso 11,0 10,5 3,7 Liv. medio 48,0 48,7 50,0 42,9 Liv. alto 41,0 40,8 46,3 57,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 N 100 76 136 14 Inoltre, ponendo l’indice in relazione con il numero di volontari attivi (cfr. Tab. 5) emerge che sono soprattutto le associazioni di piccole dimensioni a posizionarsi sul livello elevato dell’indice di centralità del CSV. Tab. 5 – Valori dell’indice di centralità CSV per dimensioni delle OdV N. volontari attivi Indice Fino a 10 Da 11 a 20 Oltre 20 Liv. basso 8,1 8,1 6,2 Liv. medio 44,4 53,5 51,2 Liv. alto 47,5 38,4 42,6 Totale 100,0 100,0 100,0 N 124 86 129 Per quanto concerne l’analisi per province, emerge immediatamente come le OdV di alcuni territori, più di altri, abbiano evidenziato un ruolo centrale e attivo del proprio Centro di servizio (cfr. Tab. 6). È questo il caso della provincia di Reggio Emilia, per la quale si riscontra un valore medio dell’indice di centralità del CSV pari a 4,7, contro una media di 4,2, dunque assai più spostato verso i valori alti; valori elevati si registrano anche per le province di Modena (4,6), Rimini (4,5), Parma (4,4) e Ferrara (4,3); valori dell’indice inferiori a quello mediamente registrato sul complesso delle OdV intervistate a livello regionale si evidenziano, invece, per le province di Bologna, Ravenna (entrambe 3,8), Piacenza, (3,6) e Forlì-Cesena (3,5). 35 Deve essere comunque evidenziato che la numerosità delle OdV appartenenti a questa categoria è piuttosto esigua. 106 Tab. 6 – Valori medi e distribuzione di frequenza per provincia dell’indice di centralità del CSV Livello basso Livello medio Livello alto totale N Valori medi indice (1-2) (3-4) (5-6) Bologna 11,4 59,1 29,5 100,0 44 3,8 Ferrara 0,0 62,2 37,8 100,0 37 4,3 Forlì-Cesena 19,4 58,4 22,2 100,0 36 3,5 Modena 1,4 37,2 61,4 100,0 70 4,6 Parma 0,0 52,6 47,4 100,0 38 4,4 Piacenza 15,4 61,5 23,1 100,0 26 3,6 Ravenna 20,5 47,1 32,4 100,0 34 3,8 Reggio Emilia 4,1 29,2 66,7 100,0 24 4,7 Rimini 0,0 41,9 58,1 100,0 31 4,5 Totale 7,4 49,4 43,2 100,0 340 4,2 La differente distribuzione dei casi a livello provinciale è efficacemente rappresentata anche con l’aiuto della figura 3, che mostra la percentuale di casi che, in ogni provincia, assumono valori dell’indice alti (5-6) . Fig. 3 – Indice di centralità del CSV.% OdV con valori alti (livello alto) per provincia (ordine decrescente) 70,0 60,0 % OdV Liv. alto 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 RE MO RN PR FE RA BO PC FC Da sottolineare, infine, una certa relazione fra l’indice di centralità del CSV appena considerato e quello di rete di cui si è detto in precedenza (cfr. cap. 4). Dall’analisi presentata in Tab. 8 si evidenzia, infatti, come i valori del primo aumentino al crescere dei valori del secondo. Se per quei casi con livello basso (valori da 0 a 2) sull’indice di centralità si registra un valore dell’indice di rete pari a 4,5, quest’ultimo valore cresce al 4,9 per il livello dell’indice di centralità medio 107 e a 5,2 per il livello alto, ad evidenziare, appunto, una relazione diretta piuttosto nitida. Come si dirà in seguito, l’analisi di questi dati conferma che le Odv con una maggiore ricchezza di reti, relazioni e collaborazioni tendono, al contempo, a riconoscere un ruolo centrale al CSV. Ciò rafforzerebbe l’ipotesi più volte ribadita nei lavori di valutazione svolti (cfr verifica 2004) che il CSV si configura come un soggetto importante per la manutenzione e rafforzamento della rete di Organizzazioni locali e che questa funzione è riconosciuta dalle stesse OdV. Tab. 8 - Valori medi assunti dall’indice di rete per livelli dell’indice di centralità dei CSV Valori Indice centralità CSV indice rete Liv. basso 4,5 Liv. medio 4,9 Liv. alto 5,2 Totale 5,0 Domande considerate per la costruzione dell’indice Le dimensioni prese in considerazione per la costruzione dell’indice sono le seguenti: ruolo svolto dal CSV nel coinvolgere le OdV nella progettazione sociale (dom. 6 del questionario), che permette di distinguere fra coloro che hanno dichiarato che è stato principalmente il CSV a determinare l’adesione dell’Organizzazione alla progettazione sociale e fra chi, invece, ha detto di essere stato il promotore o di essere stato coinvolto da altre OdV; - ruolo svolto dal CSV nella stesura del progetto (dom. 11) che permette di distinguere fra coloro che hanno attribuito al CSV il ruolo più rilevante e i casi che, invece, hanno fatto specifico riferimento nelle risposte alle associazioni coinvolte nel progetto36; - importanza del CSV fra i fattori in grado di determinare il raggiungimento dei risultati previsti per un progetto (dom. 12.c); si tratta di un quesito non ancora analizzato nel quale gli intervistati erano chiamati ad indicare il grado di importanza che attribuiscono ad una serie di fattori nel determinare il successo di un progetto, utilizzando una scala da 1 – Per niente a 4 – Molto; - grado di accordo con le tre domande-stimolo del quesito 17 del questionario, analizzate nel paragrafo precedente: “SENZA IL CSV NON AVREMMO POTUTO FARE IL PROGETTO”, “IL CSV CI HA AIUTATO A CONOSCERE ALTRE ODV” E “PENSAVAMO CHE IL CSV CI AVREBBE FORNITO UN MAGGIORE SUPPORTO”. È evidente che si tratta di aspetti correlati in quanto a significato, perché afferiscono al ruolo, più o meno attivo, più o meno rilevante, del Centro di servizio. Inoltre, si è visto in precedenza come diversi di questi aspetti siano anche statisticamente correlati, come dimostrano le analisi presentate nel capitolo 3 e le correlazioni di cui si è detto nel paragrafo precedente37. - 36 Entrambe queste dimensioni sono state analizzate nel cap. 3. Si vuole qui sottolineare che il passaggio da singoli indicatori a indici è una fase sempre molto delicata, aperta ad una pluralità di esiti, che dipendono, appunto, da come e perché si combinano gli indicatori nella nuova variabile-indice. Proprio per evitare di giungere a risultati non controllabili empiricamente, pare opportuno considerare i due criteri, quello sintattico e quello semantico, ognuno dei quali privilegia differenti affinità fra gli item. Il primo privilegia la covariazione fra le variabili che, nel corso del capitolo, si è dimostrata con il calcolo dei coefficienti r; il secondo privilegia invece la affinità nel significato rinvenuto fra sotto-insiemi di indicatori, cosa certamente 37 108 Cap. 6 Alcune opinioni delle OdV sui servizi diretti Un’ultima sezione del questionario indagava se e in che misura le OdV coinvolte nella progettazione sociale fruissero al contempo dei Servizi diretti e quale sia, a questo proposito, il loro grado di soddisfazione. Il primo dato su cui si deve porre l’attenzione è quello presentato nella Tab. 1, dalla quale si osserva che oltre l’86% delle Organizzazioni intervistate dichiara di utilizzare o di aver utilizzato i servizi diretti erogati dai CSV. Tab. 1 – Fruizione dei Servizi diretti da parte delle OdV Fruizione % Sì 86,4 No 13,6 Totale 100,0 N 339 Da apposite analisi non sono emerse relazioni fra la fruizione dei suddetti Servizi diretti e alcune delle principali variabili indipendenti sin qui utilizzate come il numero di progetti nel periodo 2005-06 e lo stato di avanzamento degli stessi. Si rileva, invece, una maggior tendenza all’utilizzo di questi servizi da parte delle Organizzazioni di minori dimensioni e anche di quelle che operano in un ambito di riferimento più ristretto (quartiere, comune, ecc.). Considerevoli differenze circa la fruizione dei Servizi diretti si rilevano fra una provincia e l’altra; le motivazioni di questo dato possono essere molteplici. Una pur lieve relazione può essere trovata con la diversa caratterizzazione che le OdV presentano a livello provinciale, anche rispetto alle loro dimensioni. Dalla Tab. 2 si evince che la fruizione dei Servizi diretti riguarda pressoché la totalità delle OdV intervistate del territorio riminese e ferrarese; si attesta attorno al 90% a Forlì-Cesena, Parma, Ravenna e Reggio Emilia (leggermente più bassa la percentuale di Modena), mentre si riduce per la provincia di Bologna (75%) e, ancor più nettamente, di Piacenza (69,2%). Tab. 2 – Fruizione dei Servizi diretti per provincia Provincia Sì No Totale N Bologna 75,0 25,0 100,0 44 Ferrara 94,6 5,4 100,0 37 Forlì-Cesena 91,7 8,3 100,0 36 Modena 84,3 15,7 100,0 70 Parma 89,5 10,5 100,0 38 Piacenza 69,2 30,8 100,0 26 Ravenna 91,2 8,8 100,0 34 Reggio Emilia 87,5 12,5 100,0 24 Rimini 96,7 3,3 100,0 30 Totale regionale 86,4 13,6 100,0 339 Si ritiene che le Organizzazioni di maggiori dimensioni abbiano una strutturazione interna tale da rendere non strettamente necessario il ricorso ai CSV verificabile nella fattispecie in oggetto, data, appunto, la vicinanza semantica di diverse coppie di indicatori, volti ad esplorare le medesime dimensioni. 109 per ottenere alcuni servizi – si pensi, ad esempio, alla consulenza giuridica e fiscale – che, grazie, appunto, alla propria struttura e alle proprie dimensioni, sono in grado di internalizzare nella propria organizzazione. Questa ipotesi trova conferma nel momento in cui si vanno ad analizzare le motivazioni avanzate dalle OdV che non fruiscono dei Servizi per spiegarne il mancato utilizzo: 24 OdV (quasi il 56% di quelle che non fruiscono) affermano di non avere bisogno di questi servizi, risposta che fa ritenere, appunto, che siano Organizzazioni che riescono a sopperire al proprio interno a specifiche esigenze informative, consulenziali o logistiche. Dalla Tab. 3 si osserva, poi, che sono presenti 10 OdV (pari al 23% di quelle che non fruiscono) non a conoscenza dell’esistenza di questi Servizi, mentre una sola Organizzazione di quelle intervistate non li ritiene adeguati. Tab. 3 – Motivo della mancata fruizione dei Servizi diretti (solo OdV che non li hanno utilizzati) % Non li conosce 23,3 Non li ritiene adeguati 2,3 Non ne ha bisogno 55,8 Altro 18,6 Totale 100,0 N 43 A quelle associazioni che hanno dichiarato di fruire o di aver fruito dei Servizi diretti è stato chiesto di esprimere, in generale, il proprio giudizio e il proprio grado di soddisfazione, utilizzando una scala da 1 (“Per niente”) a 4 (“Molto”). Dalla Tab. 4 si rileva un elevato grado di soddisfazione da parte dei fruitori (il 57,6% si dichiara “Molto” soddisfatto); a questi va aggiunto un 38% di “Abbastanza” soddisfatti, con un netto sbilanciamento della distribuzione verso il polo positivo della scala, con solo il 4,4% dei casi che si dichiara insoddisfatto (“Poco” o “Per niente”). Tab. 4 – Grado di soddisfazione per i Servizi diretti (solo OdV che li hanno utilizzati) % Per niente 1,0 Poco 3,4 Abbastanza 38,0 Molto 57,6 Totale 100,0 N 292 È stato inoltre domandato alle OdV di indicare un servizio di cui sono rimaste particolarmente soddisfatte, così da verificare se il gradimento appena rilevato possa considerarsi generalizzato e trasversale a tutti i servizi oppure riferibile soltanto ad uno o pochi servizi in specifico. Il Servizio di cui le Organizzazioni interpellate si sono dichiarate maggiormente soddisfatte è quello di CONSULENZA, indicato da oltre il 53% dei referenti 110 intervistati38, seguito dalle attività di FORMAZIONE indicata da oltre un quarto. INFORMAZIONE, indicate da quasi il 30% e Tab. 5.– Servizio di cui le OdV sono particolarmente soddisfatte. Risposte multiple (% ordine decrescente, sui casi). Servizi % Consulenza Informazione Formazione Servizi tecnicologistici Progettazione Promozione Documentazione Ricerca N 53,6 29,1 26,4 16,1 12,3 2,7 0,8 0,8 261 Anche i SERVIZI TECNICO-LOGISTICI, relativi agli strumenti e alle attrezzature, raccolgono una percentuale consistente di risposte (16,1%). Assai rilevanti anche i servizi per il SUPPORTO E L’ACCOMPAGNAMENTO ALLA PROGETTAZIONE (12,3%). Da evidenziare che nel calcolo delle percentuali sono stati esclusi i casi (26) che non hanno indicato un servizio specifico, ma che hanno fornito solamente risposte generiche (“Nessuno in particolare”, “Tutti”, “Non so”, ecc…). È stato anche chiesto di indicare il servizio per il quale le OdV hanno registrato una minor soddisfazione. Dalla Tab. 6 si rileva che quello maggiormente indicato è il servizio di PROGETTAZIONE (34,9%), seguito dalla CONSULENZA (18,7%), da quello TECNICO-LOGISTICO (18,6%) e di INFORMAZIONE (16,3%). Deve essere però evidenziato che si tratta di un numero assai limitato di rispondenti, appena 43 casi, perché si sono esclusi dall’analisi tutti coloro che non hanno saputo e/o voluto indicarne alcuno. Tab. 6 – Servizio di cui le OdV sono meno soddisfatte. Risposte multiple (% ordine decrescente, sui casi). % Progettazione 34,9 Consulenza 18,7 Servizi tecnico-logistici 18,6 Informazione 16,3 Formazione 9,3 Documentazione 7,0 Promozione 7,0 N 43 Al fine di migliorare i Servizi erogati dai CSV è stato poi chiesto ai referenti delle OdV coinvolte nell’indagine di fornire qualche suggerimento. Deve essere innanzitutto sottolineato che circa un terzo degli interpellati (99 casi) non ha fornito alcuna risposta a questa domanda. A ciò si aggiunga una trentina di OdV che ha esplicitamente dichiarato di non saper rispondere. 38 Si ricorda che si tratta di una domanda aperta (ricodificata successivamente) con più possibilità di risposta. 111 Dietro tali casi si può ‘leggere’ un elevato grado di soddisfazione per lo stato attuale, oppure il fatto di non avere davvero alcuna idea in merito; certamente, il fatto che un intervistato non sia in grado di fornire alcun suggerimento per migliorare i servizi, può essere letto come indicatore di uno stato di soddisfazione e dell’impossibilità di rilevare criticità. Per quanto riguarda i suggerimenti forniti39 – che si ricorda interessano due terzi dei casi – si riferiscono soprattutto ad aspetti relativi alla qualità ed al potenziamento di alcuni servizi specifici: ad esempio lo sportello, l’informazione, la formazione, il supporto alla progettazione in tutte le fasi di predisposizione e realizzazione del progetto. Significativo anche il numero di Odv che suggerisce di rafforzare la capacità di messa in rete sia fra OdV, sia fra OdV e CSV, per esempio potenziando l’informazione tra e per le Odv stesse. Molte Odv auspicano inoltre una maggiore attenzione e disponibilità all’ascolto delle esigenze delle Odv ma anche dei bisogni del territorio da parte del personale preposto all’interno dei Centri. Infine, un ultima tipologia di suggerimenti riguarda la necessità di uno snellimento e semplificazione delle procedure, non di rado considerate troppo burocratiche e che rendono difficoltoso la realizzazione dei progetti e, talvolta, l’accesso stesso ai servizi forniti dai Centri. 39 Si ricorda che la domanda era a risposta aperta ed ha perciò reso necessario un processo di ricodifica delle risposte. 112 Cap. 7 Un tentativo di sintesi: punti salienti e spunti per una riflessione futura 1. Il monitoraggio sulla progettazione sociale di rete 2005-2006. Una finestra sul mondo del volontariato? Come evidenziato in precedenza, l’azione di monitoraggio ha consentito di contattare 340 OdV (il 50% delle OdV protagoniste di progetti di rete in EmiliaRomagna) che hanno lavorato con i CSV progettando iniziative estremamente diversificate sul territorio: i cosiddetti progetti a supporto della progettazione sociale, o progetti di rete. Pur senza pretese di esaustività, i contenuti emersi dalla rilevazione sembrano costituire un prezioso bacino di informazioni, concetti ed opinioni in grado di raccontare sempre più compiutamente la realtà concreta del mondo del volontariato. Un mondo più volte definito – ed a ragione – variegato, estremamente diversificato, i cui protagonisti – i volontari e le loro associazioni – agiscono in un territorio insieme ad una pluralità di attori operanti in una pluralità di ambiti: altre associazioni, Enti locali, Enti pubblici, cooperative sociali, ecc. Un mondo, in altre parole, in cui si ‘tengono insieme’, spesso per esigenze definitorie-concettuali, organizzazioni molto diverse fra loro, con esigenze e bisogni diversi, con capacità progettuali e competenze diverse. Un mondo i cui protagonisti, i volontari, sovente hanno “più giacche” (in quanto membri di più Organizzazioni di volontariato) e pertanto vivono la loro azione volontaria in una complessità che richiede competenze sempre più affinate, oltre che motivazioni, spirito oblativo, disponibilità. Fra la realtà concreta delle Organizzazioni di volontariato e i territori in cui esse agiscono si collocano i Centri di servizio, realtà che negli anni – ed in Emilia-Romagna in particolare - hanno affinato professionalità, modi e stili diversi di essere al servizio del volontariato con tutte le implicazioni del caso. L’attività svolta offre – su base regionale – alcuni interessanti feedback proprio dalle OdV che del Centro fruiscono. Il monitoraggio, infatti, ha dato voce ad un discreto numero di referenti di OdV che hanno dimostrato di conoscere le realtà cui appartengono perché, evidentemente, vi operano con quotidianità e costanza. Tale lavoro di monitoraggio – insieme alle preziose opinioni raccolte – ‘restituisce’ anche una banca dati che, migliorata laddove necessario, può divenire uno strumento importante di conoscenza della realtà del volontariato emiliano-romagnolo. L’accoglienza della rilevazione da parte delle OdV è stata generalmente positiva: ciò può essere considerato anche un indicatore del buon lavoro di presentazione dello stesso monitoraggio fatto dai Centri di servizio (chi più, chi meno) e del buon livello di conoscenza che delle “proprie” OdV hanno gli stessi Centri di servizio (chi più chi meno). 113 Chi ha risposto al telefono in maniera spesso accalorata, concitata, lasciando trapelare un desiderio di poter esprimere a “soggetti esterni” il proprio parere, e quasi mai con indifferenza? In misura prevalente sono stati presidenti/membri del consiglio direttivo. Si tratta soprattutto di OdV iscritte agli albi, e di OdV che collaborano con i CSV da oltre tre anni (informazione quest’ultima che si è dimostrata importante, in quanto non di rado influisce sulle opinioni espresse). Inoltre, sono state intercettate in misura quasi uguale OdV con 1 solo progetto in essere e OdV con 2 o più progetti in essere. Anche in sede di riflessioni finali (pur rimandando alle molteplici elaborazioni presentate nel Rapporto), occorre ribadire un dato di ricerca più che evidente: le OdV hanno espresso un parere in massima parte positivo (o estremamente positivo, per alcune specifiche questioni) rispetto sia alle ricadute che i progetti di rete hanno per le OdV coinvolte, sia al lavoro svolto dai CSV nel favorire, dirigere, orientare (pur con i differenti stili di cui ogni CSV è portatore) la progettazione sociale. Nella filosofia di un lavoro di monitoraggio inserito in un più ampio e durevole percorso di valutazione volto a cogliere elementi per un miglioramento sempre auspicabile del rapporto Centro di servizio/Associazioni, è parso utile individuare anche elementi critici per consentire riflessioni future da parte dei vari soggetti coinvolti (in primis i Centri stessi, il Comitato di gestione, le OdV). Nel far questo, si intende nei prossimi paragrafi, riproporre in maniera estremamente sintetica alcuni elementi significativi emersi nel corso dell’elaborazione dei dati selezionando due questioni fondamentali: - la rete: qualità, varietà, intensità dei legami che la progettazione di rete consente, favorisce, consolida; - il ruolo dei Centri di servizio nel promuovere e supportare la progettazione di rete stessa. La speranza, ed insieme la scelta metodologica adottata, è di far sì che il monitoraggio svolto, a partire dall’individuazione di alcuni “fattori di successo” di un progetto, possa essere un utile tassello al già ampio e diversificato lavoro fatto dai vari attori coinvolti (Co.ge, CSV) per l’individuazione ed il consolidamento di linee strategiche comuni e specifiche ad ogni Centro, avendo ben presente che l’obiettivo generale è essere, nel miglior modo possibile, al servizio delle organizzazioni del territorio. 2. Qualità, varietà, intensità della rete In generale, si può dire che il monitoraggio ha consentito di ribadire una delle caratteristiche che già altre azioni valutative effettuate (cfr. verifica 2004, 2005) avevano consentito di ipotizzare. I CSV si confermano organizzazioni che, nei propri territori di competenza, ‘fanno rete’, una rete a ‘maglie larghe’ flessibile, in grado di adattarsi alle esigenze di volta in volta espresse dalle OdV (Cfr verifica 2004). 114 I risultati del monitoraggio rendono possibile arricchire questa definizione di ulteriori elementi supportati dalle opinioni di una parte dei diretti interessati. È confermata l’esistenza di una rete di collaborazioni che trova un suo rafforzamento proprio dalla partecipazione a progetti in cui, nella maggior parte dei casi, le OdV sono coinvolte proprio dai CSV: infatti, oltre i tre quarti delle OdV dichiarano di avere continuato a collaborare con le Organizzazioni incontrate nella progettazione sociale di rete. Così come, in prevalenza, continuano e si consolidano rapporti con Enti pubblici, Scuole, Parrocchie, ecc. Si rimanda, a tal proposito, alle elaborazioni svolte con l’indice di rete, una misura sintetica che indica la ricchezza e la varietà di soggetti con i quali ogni OdV è entrata in contatto. La maggior parte delle Organizzazioni di volontariato ha valori sull’indice di rete elevati ed ulteriori elaborazioni dell’indice mostrano che esso assume valori maggiori in relazione alla quantità di progetti realizzati (più progetti, più varietà di relazioni) e per le OdV di medie dimensioni. I dati sembrano poi confermare che la ‘storicità’ della collaborazione con il CSV è una condizione favorente la dinamica di rete e dà pertanto i suoi frutti in termini di consolidamento delle reti stesse. Più si collabora con il CSV (e, anche tramite questo, con il territorio), e lo si fa da maggior tempo, più si ha modo di verificare e di considerare la ‘bontà’ intrinseca di tale collaborazione in termini di consolidamento della rete, ma anche di visibilità della stessa associazione sul territorio, e di risposta ai bisogni sociali. In altre parole, di considerare l’effettiva utilità dei Centri di servizio. Una riflessione in parte già esplicitata anche in altre sedi sembra opportuna anche in questo contesto: assodato che, nell’opinione delle OdV, l’attività di progettazione sociale ha effetti positivi sia per chi vi partecipa (i destinatari diretti, cioè le OdV), sia per chi ne fruisce in ultima istanza (i destinatari finali, cioè i cittadini, gli associati, la comunità, ecc.), forse l’aspetto da tenere sempre presente riguarda proprio la capacità “strategica” del Centro di servizio di allontanare eccessivi rischi di ‘autoreferenzialità’, di costituire cioè una sorta di “club” di OdV che crescono nella capacità di fare rete e, così facendo, nella capacità di tener fede alla propria mission. Pertanto, proprio perché la progettazione di rete ha effetti giudicati così positivamente dalle OdV, sembra fondamentale continuare ad investire in una sua promozione, rendendo questa opportunità sempre più accessibile, sempre meno burocratica, sempre più appetibile per le OdV. E, in ultima istanza, per un numero sempre maggiore di OdV. Si dice ciò nella consapevolezza che non basta raggiungere ‘grandi numeri di OdV’ per avere necessariamente progetti di alta qualità. Non si intende in questa sede fare un discorso meramente quantitativo, proprio nella consapevolezza che opinioni così positive sul lavoro di rete svolto dai CSV sono il frutto di una grande attività di “manutenzione” delle relazioni, di diffusione di competenze che porta poi ad una elevata qualità della progettazione stessa, resa complicata anche dalla complessità del mondo del volontariato. 115 Tuttavia, proprio perché il lavoro è tanto, ed elevato è il gradimento per chi ne fruisce, occorre riuscire a renderlo accessibile ad un gruppo sempre più elevato di soggetti, di OdV. Un’ulteriore postilla a questo ragionamento sembra doverosa: la cultura, i saperi, le capacità di cui il volontariato emiliano-romagnolo è portatore costituiscono un patrimonio indiscusso, frutto del lavoro delle OdV e dei volontari in primis ed anche dei Centri che a loro sono di supporto. Nel parlare di maggiore accessibilità alla progettazione sociale, di snellimento delle procedure, non si vuole certamente sminuire le metodologie sin qui messe a punto, ma porre sotto osservazione critica queste stesse metodologie nell’ottica di un miglioramento del sistema, già per molti aspetti apprezzato ed apprezzabile. In conclusione, si può quindi affermare che i Centri di servizio si configurano come server di rete, per usare una metafora mutuata dal linguaggio di Internet, la rete di reti per eccellenza. Server di rete in grado, pertanto, di connettere organizzazioni, promuovere legami, trasmettere e diffondere saperi. E di farlo in modo ritenuto efficace dai fruitori della rete stessa, le OdV. 3. Il ruolo dei Centri di servizio nel promuovere e supportare la progettazione di rete Un dato di fondo ha caratterizzato tutta la valutazione (verifica, monitoraggio) dell’attività dei Centri di servizio negli ultimi anni: la consapevolezza che ogni CSV gode di un’autonomia strategico-organizzativa che si traduce nell’attuazione di modelli organizzativi, per gli stessi nove Centri, anche abbastanza differenti, in stili di lavoro che si è cercato di porre in evidenza come elementi di interesse per chi ‘osserva’ i Centri dall’esterno (valutatori, in parte il Co.Ge, ecc.) e anche di scambio di possibili modalità di lavoro per i Centri stessi. Il monitoraggio ha consentito di esaminare, in particolare, le modalità dei Centri di essere attivatori della rete della progettazione sociale, in altre parole, di essere ‘server di rete’. Molte sono le domande volte ad indagare questa dimensione: ad esempio, si è chiesto alle OdV se sono state prevalentemente promotrici di progetti o coinvolte dal Centro, quanto ritenessero importante la presenza del Centro, o di altre OdV nella stesura del progetto, e così via. Una visione di sintesi è data dall’indice di centralità del CSV, costruito prendendo appunto tutte le domande che riguardano il ruolo svolto dal CSV nello stendere e realizzare il progetto. In alcune province emerge un ruolo del CSV definibile come “capofila”, riconosciuto dalle OdV; in altre province il CSV gioca pur sempre un ruolo strategico, ma stando più ‘dietro’ alle OdV. In un caso ‘traina’ nell’altro ‘sospinge’. Rispetto a queste due modalità, i 9 CSV si posizionano incarnando in modo più o meno delineato e netto una delle due modalità. Non vi sono elementi per dire quale delle due modalità sia auspicabile o preferibile, anche perché dipendono da scelte strategiche specifiche di ogni Centro. Ciò che si vuole evidenziare è che, in ogni caso, i dati confermano un buon 116 giudizio rispetto allo stile che di volta in volta emerge dall’analisi dei dati rispetto all’autonomia lasciata/data alle OdV del territorio. Si sottolinea che in ogni caso occorre mantenere viva l’attenzione nel supportare comunque chi ha più difficoltà nel fare progetti, soprattutto – è ipotizzabile – quelle organizzazioni ‘più nuove’ alla cultura e allo stile di lavoro dei Centri di servizio, forse anche quelle di minori dimensioni, di recente costituzione. Alcune suggestioni provenienti dalle domande aperte che consentivano agli intervistati di esprimere opinioni su possibili miglioramenti nel lavoro con i Centri sembrano andare nella direzione di tenere sotto controllo la progettazione affinché “non diventi un lavoro di soli esperti”. Pur non potendo generalizzare questa osservazione - e considerando anche il fatto che molte OdV si sono espresse affermando che “progettando si impara” - si ritiene opportuno evidenziarla come monito importante per tutti gli addetti ai lavori. 4. Per migliorare…. Nelle opinioni dei soggetti intervistati sembrano ricorrere concetti importanti, così riassumibili: apertura, partecipazione, collaborazione, rete. Concetti associati ad un’idea di miglioramento delle modalità di effettuare i progetti e, pertanto, di relazionarsi ad altri soggetti del territorio; in altre parole, di “sfruttare” appieno le opportunità che realtà come i Centri di servizio offrono loro. Merita sottolineare anche una certa capacità di auto-critica delle associazioni stesse che, in più di un caso, hanno evidenziato un limite riconosciuto come diffuso nel mondo del volontariato; e cioè, di essere a loro volta “autoreferenziali” (non infrequente l’immagine del “proprio orticello” da coltivare in solitudine). Può essere un’utile sintesi concettuale soffermarsi sui fattori e gli indicatori di successo che le OdV hanno espresso riferendosi a progetti ritenuti “ben riusciti”, così sintetizzabili: Coinvolgimento di diverse realtà; Capacità di dare risposta a problemi; Possibilità di trarre dal progetto stesso feedback positivi; Partecipazione al progetto da parte di volontari e destinatari; Sensibilizzazione dei cittadini ai problemi; Implementazione di ulteriori azioni nate in seguito al progetto; Visibilità per l’associazione. L’elenco evidenzia un modo diverso di intendere gli elementi positivi di un progetto da parte delle OdV intervistate: alcuni aspetti si riferiscono maggiormente all’impatto che il progetto ha/ha avuto sulla comunità; altri fanno riferimento alle ricadute all’interno dell’associazione stessa, altri ancora ai metodi e strumenti che il progetto ha consentito di attuare. Si rileva infine una certa visione comune e condivisione rispetto a questi temi; infatti, l’analisi testuale delle domande aperte ha visto il riproporsi di parole e 117 concetti condivisi (le parole ricorrenti, appunto, citate ad inizio paragrafo). In generale, si può dire che l’attività progettuale delle OdV insieme ai CSV consente di mettere insieme, ottimizzare e moltiplicare le risorse dei tanti soggetti del territorio. 118 Allegato 1 Il questionario di rilevazione Questionario di monitoraggio della progettazione sociale di rete 2005/2006 CSV di___________ 1) Nome dell’Associazione: ……………………………………………………… 2) Nome e cognome dell’intervistato/a: ……………………………………………..…………….……..… 3) Ruolo dell’intervistato nell’associazione: ………………………………………...………..…………… 4) A quanti progetti ha partecipato per il biennio 2005-2006? 1. Uno 2. Due 3. Più di due 4. Non so 5) Da quanto tempo la sua associazione collabora con il CSV per la progettazione di rete e/o a di secondo livello (progettazione sociale): 1. Circa un anno 2. Da due o tre anni 3. Da più di tre anni 4. Non so PARTE I – LA PREDISPOSIZIONE DEI PROGETTI 6) Come è avvenuta l’adesione della sua associazione alla progettazione di rete e/o di secondo livello 2005-2006? 1. Siamo stati i promotori (da soli o con altri) 2. Siamo stati contattati da una/più associazioni 3. Ci ha coinvolto il CSV 4. Non so 5. Altro (specificare __________________________________) 119 7) E’ capitato che, partecipando a progetti, siate venuti a contatto con associazioni con le quali, in seguito, avete continuato a lavorare? 1. Sì 2. No 8) Le leggo alcune ragioni “possibili” per l’adesione alla progettazione. Per ciascuna mi dica quanto è stata importante (utilizzando la scala: per niente - poco – abbastanza - molto). Per niente Poco Abbastanza Molto a) interesse al tema 1. 2. 3. 4. b) far conoscere l’associazione al territorio 1. 2. 3. 4. c) realizzare iniziative che da soli non saremmo riusciti 1. 2. 3. 4. a fare d) avvalersi di risorse economiche messe a disposizione 1. 2. 3. 4. del CSV 9) La sua associazione ha preso parte ad azioni per la preparazione del progetto promosse dal Centro di servizio? 1. Sì 2. No 3. Non so 9.1) Se sì, quali? a) assemblee, riunioni,… b) comunicazioni via mail/fax/telefono c) compilazione di strumenti di rilevazione forniti dal CSV (es. questionari, interviste) d) Altro (anche non so) 1. Sì 1. Sì 2. No 2. No 1. Sì 1. Sì 2. No 2. No 9.2) Quanto queste attività preliminari alla preparazione del progetto sono state utili al fine della progettazione di rete e/o di secondo livello 2005-2006? 1. Per niente 2. Poco 3. Abbastanza 4. Molto 10) In generale, che cosa occorrerebbe fare per aiutare le associazioni a predisporre il progetto? __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ 11) Generalmente chi svolge il ruolo più determinante nella stesura del progetto? 1. Tutte le associazioni coinvolte 2. Il Centro di servizio 3. Una delle associazioni coinvolte 4. Non so 120 Non so 5. 5. 5. 5. 12) Sempre in riferimento alla progettazione di rete e/o di secondo livello, quanto, in generale, i seguenti fattori contribuiscono al raggiungimento dei risultati? Per niente Poco Abbastanza Molto a) lavorare in gruppo 1. 2. 3. 4. b) disporre di risorse economiche sufficienti 1. 2. 3. 4. c) avere il supporto del Centro di servizio 1. 2. 3. 4. d) rapporti e collaborazioni extra gruppo 1. 2. 3. 4. (istituzioni ecc.) NOTA PER GLI INTERVISTATORI: Se gli intervistati rispondono “per niente” alle quattro opzioni di risposta, si chiede: 12.1) Quali sono i fattori che contribuiscono al raggiungimento dei risultati? __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ PARTE II - LE RICADUTE SULL’ASSOCIAZIONE 13) Attualmente, la sua associazione sta partecipando ad un progetto (SI PUÒ RISPONDERE ANCHE AD ENTRAMBI NEL CASO DI ASSOCIAZIONE CHE STIA PARTECIPANDO A PIÙ DI UN PROGETTO) 1. concluso o che sta per concludersi 2. in corso 3. non so 14) La partecipazione alla progettazione ha favorito la creazione e/o il consolidamento di relazioni fra la sua associazione e i seguenti soggetti? a) associazioni, Odv 1. Sì 2. No b) Istituzioni (Enti locali, ASL, etc.) 1. Sì 2. No c) Scuole 1. Sì 2. No d) Parrocchie 1. Sì 2. No e) Cooperative sociali 1. Sì 2. No f) Altro (specif: ……………..) 1. Sì 2. No 15) Quanto la progettazione di rete e/o di secondo livello (progettazione sociale) ha contribuito a rendere la sua associazione maggiormente visibile nel territorio? 1. Per niente 2. Poco 3. Abbastanza 4. Molto 16) La partecipazione alla progettazione di rete e/o di secondo livello ha aiutato la sua associazione a a) migliorare la capacità progettuale 1. Sì 2. No b) perseguire le proprie finalità 1. Sì 2. No c) leggere i bisogni del proprio territorio 1. Sì 2. No d) acquisire una visione più ampia dei problemi sociali 1. Sì 2. No f) altro (specificare _______________________________) 1. Sì 2. No 121 17) Le leggerò ora alcune affermazioni. Esprima il suo grado d’accordo con ciascuna scegliendo tra per niente, poco, abbastanza, molto d’accordo. Per niente Poco Abbastanza Molto a) Senza il Centro di servizio non avremmo potuto 1. 2. 3. 4. fare il progetto b) Il Centro di servizio ci ha aiutato a conoscere 1. 2. 3. 4. altre OdV c) Pensavamo che il Centro di servizio ci avrebbe 1. 2. 3. 4. fornito un maggiore supporto d) Senza la collaborazione di altre organizzazioni 1. 2. 3. 4. non avremmo potuto fare il progetto PARTE III - SUGGERIMENTI E SPUNTI 18) Può indicare un progetto sostenuto dal Centro di servizio e al quale la sua associazione ha partecipato, secondo lei ben riuscito? 1. _______________________________________________________________ 2. L’Odv intervistata ha esperienza solo del progetto attualmente ancora in corso 18.1) (SOLO nel caso si sia indicato un progetto) Perché a suo avviso ? __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ 18.2) (SOLO nel caso si sia risposto di avere SOLO un progetto ancora in corso – risposta n.2). Esprima una sua valutazione su come sta procedendo il progetto. __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ 19) La sua associazione fruisce o ha fruito di servizi erogati dal Centro di servizio? (ad esempio, servizi di consulenza, formazione, servizi tecnico-logistici, noleggio di attrezzature, ecc.) 1. Sì 2. No 19.1) Se sì, la sua associazione è soddisfatta dei servizi fruiti? 1. Per niente 2. Poco 3. Abbastanza 4. Molto 19.2) Se sì, vuole segnalare un servizio di cui siete stati particolarmente soddisfatti? ________________________________________________________________ 122 19.3) Se sì, vuole segnalarne uno di cui siete stati particolarmente INsoddisfatti? ________________________________________________________________ 19.4) Se no, per quale motivo? a) La sua associazione non li conosce b) La sua associazione non li ritiene adeguati c) La sua associazione non ne ha bisogno d) Altro (specificare __________________) 19.5) In generale, cosa suggerirebbe per migliorare i servizi offerti dal CSV? __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ PARTE IV - ANAGRAFICA DELL’ASSOCIAZIONE 20) L’associazione è: 1. Ass. Iscr. Registro del volontariato 2. Ass. NON Iscr. Registro del volontariato 3. Non so 21) L’associazione aderisce al Centro di servizio 1. Sì 2. No 3. Non so 22) Ambito di attività dell’associazione: 1. Culturale e tutela e valorizzazione beni culturali 2. Educativa 3. Profilassi e prevenzione veterinaria 4. Protezione civile 5. Ricreativa e di educazione alla pratica sportiva 6. Sanitaria 7. Socio-assistenziale 8. Tutela e promozione dei diritti 9. Tutela e valorizzazione patrimonio ambientale 23) Dimensioni, ossia volontari attivi: 1. Fino a 10 2. Da 11 a 20 3. Oltre 21 123 24) Territorio di competenza: 1. Comune 2. Intercomunale 3. Provincia 4. Altro (Specificare ________________________________________________) 25) Intervistatore: ………………………………………… Data di compilazione: /___/___/_______/ Grazie della collaborazione. 124 Allegato 2 Costruzione Indici Indice di rete Si tratta di un indice additivo che deriva dalla sommatoria delle risposte fornite dai singoli intervistati in merito ai diversi tipi di soggetti con cui ogni OdV può aver stabilito relazioni. La nuova variabile così creata sarà poi, in sede di analisi bivariata, messa in rapporto con alcune variabili di sfondo identificative delle varie OdV al fine di evidenziare eventuali relazioni, pur con le cautele necessarie per quanto detto sopra circa la possibile non pertinenza di alcuni tipi di attori rispetto ai singoli progetti. Per la creazione dell’indice si sono considerate le risposte date alla domanda relativa alla creazione e/o al consolidamento di relazioni con: Associazioni, Istituzioni, Scuole, Parrocchie, Cooperative sociali, Altro, trattandole tutte come variabili dicotomiche con valori 1 corrispondenti a risposta affermativa (“Sì”) e 0 in caso di risposta negativa (“No”). Si sono dunque sommate le risposte che ciascuna OdV a fornito sulle sei risposte, ottenendo così un indice additivo con un range compreso fra 0 (in caso di sole risposte “No”) e 6 (in caso di sei risposte “Sì”). Per rendere più efficace la lettura dei valori assunti sull’indice, si è deciso di traslare il campo di variazione 0-6 nel campo 0-1040. In tal modo a 0 continua a corrispondere la situazione di quelle OdV che non hanno creato e/o consolidato alcuna relazione con i diversi soggetti poco sopra elencati, ma la situazione di risposta affermativa (cioè di relazioni create e/o consolidate) non corrisponde più al valore 6, ma al valore 10. La Tab. 1 mostra le distribuzioni di frequenza dell’indice, ovvero il numero di casi che hanno assunto un determinato valore sulla variabile-indice. La mediana passa al valore 5, dunque, in una scala 0-10, in linea con il midrange, punto mediano della scala, anche esso pari a 5. 40 Si ricorda che la formula per la normalizzazione è la seguente: Ni = K * (Xi – Xmin) / (Xmax – Xmin) dove: Ni è il dato normalizzato che si otterrà (rispetto alla scala 0-10); Xi è il valore originale (nella scala 0-6) da normalizzare; Xmin è il valore minimo della scala originale (nella fattispecie 0); Xmax è il valore massimo della scala originale (nella fattispecie 6); K è il nuovo massimo che si vuole attribuire alla scala (nella fattispecie 10). 125 Tab. 1 - Indice complessivo di rete. Valori dell’indice 0 1,67 3,33 5,00 6,67 8,33 10,00 Totale N Distribuzione di frequenza percentuale % % cumulate 3,8 9,4 18,2 34,1 21,5 11,2 1,8 100,0 339 3,8 13,2 31,5 65,6 87,1 98,2 100,0 - Indice di centralità CSV Per il calcolo dei punteggi da attribuire a ciascun caso sull’indice finale, per le variabili dicotomiche, si dà valore 1 alla risposta che indica la centralità del CSV e 0 all’altra, mentre, per quelle variabili che prevedono una scala di risposta si attribuisce 1 alle risposte positive (ad es., “Molto” e “Abbastanza”) e 0 alle altre. Poiché si tratta di sette dimensioni, evidente che si otterrà un indice con range compreso fra 0 (in caso di sole risposte 0, corrispondenti ad un ruolo non centrale del CSV rilevato da ciascun item) a 6 (in caso di sole risposte 1). Ottenuti questi punteggi, ed effettuata una prima esplorazione tramite la distribuzione di frequenza che si presenta in Tab. 1, si è deciso di aggregare in tre classi i punteggi, distinguendo fra un livello basso (punteggi da 0 a 2), un livello medio (punteggi 3 e 4) ed un livello alto (punteggio 5 e 6). 126